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CAMPIONATO MIGLIETTA E CHIANESE GOL PER LA RIMONTA

RITRATTI DANIELE MARTINETTI “ECCO IL MIO MONDO”

TERZO GRADO I DOLCI RICORDI DI PINO PELLICANO’

CURVA MINGHELLI FUMOGENI E TAMBURI IL TIFO DEI BEI TEMPI

Anno 3 - Febbraio 2008 - N. 19 Mensile - copia omaggio quei fantastici ANNI 80 Viaggio nell’età dell’oro del pallone aretino, quando il calcio era più bello dentro e fuori

FEBBRAIO 2008) sommario

Il calcio del passato, segnatamente quello degli anni ‘80, ha tanti nostalgici estimatori sparsi in tutta Italia. Non si tratta soltanto di un intenerimento dovuto all’età, che al tempo era più verde e rendeva ottimistica la visione della vita. Quel calcio ispira buoni sentimenti perché era inserito in un contesto più umano, dove il business non aveva ancora soppiantato del tutto la passione. Quel calcio è ricordato con affetto anche ad Arezzo ed è per questo che ab- biamo voluto dare una rispolverata a un’epoca aurea per il pallone nostrano, un’epoca in cui, dopo il ritorno in B del 1982, si cullò a lungo e nemmeno troppo sommessamente il sogno della . In quei fertili anni l’Arezzo incrociò la sua strada con il Milan e con Maradona, sfilando per la prima volta a e tenendo a battesimo il Pibe de oro. A costruire la storia amaranto c’erano personaggi che sarebbero diventati, di lì a qualche lustro di distanza, vere icone di aretinità calcistica, come Terziani e Menchino Neri. Anche il tifo, In copertina: Domenico Neri il rapporto della gente con lo stadio, era differente e per molti versi migliore. e Beppe Zandonà Leggere le pagine che abbiamo dedicato all’argomento stimola la memoria e ci aiuta a interpretare il presente, che per l’Arezzo attuale, grazie agli ultimi risultati, si sta facendo sempre più interessante.

SOMMARIO

Periodico Sportivo Mensile storia di copertina Reg. Trib. di Arezzo N. 3/06 del 8/03/2006 4 GLi anni ‘80 Direttore Responsabile Andrea Avato [email protected] terzo grado Editore Atlantide Audiovisivi s.n.c. 14 PINO PELLICANò Via Einstein 16/a - Arezzo Tel 0575.403066 - Fax 0575.298238 www.atlantideaudiovisivi.it Stampa LA RAGAZZA DEL MESE Tipografia Ezechielli - Arezzo 21 LETIZIA Fotografie Cristiano Stocchi, Giulio Cirinei, Alessandro Falsetti, David Palumbo 21 Hanno collaborato campionatO Ivo Brocchi, Andrea Lorentini, 23 OPERAZIONE RIMONTA Giorgio Melani, Barbara Perissi, Luca Stanganini, Simone Trippi Coordinamento e organizzazione Maurizio Gambini, Mario Rebehy, aTTUALITà Irene Minicozzi [email protected] 29 CASPITA, CHE MERCATO! Realizzazione grafica Luca Ghiori (Atlantide Audiovisivi) Marketing & pubblicità giovani amaranto Atlantide Audiovisivi s.n.c. Francesco Giani 335 7047376 32 la scuola calcio Giancarlo Magrini 335 7170534 23 SToria Di CoPErTiNa ( GLI ANNI OTTANTA

I magnifici anni ottanta Viaggio nell’età dell’oro del calcio aretino, quando si giocava solo di domenica, i gol si vedevano a novan- tesimo minuto e il portiere poteva raccogliere un retropassaggio con le mani. Dalla alla pro- mozione in B, dall’esodo a San Siro alle partite contro Maradona, dal sogno della serie A alla rovesciata di Neri. Fino alla dolorosa retrocessione dell’88. Riviviamo con gli occhi di oggi tutte le tappe e i protagonisti di un decennio scolpito nella memoria degli sportivi.

di Luca Stanganini

Sopra il titolo, osa resterà, di questi anni Questione di opinioni, si potrà obiettare. l’undici amaranto che ottanta…”. Questo, qualche Certo, è innegabile che anche i favolosi il 26 settembre 1982 perse a San Siro contro anno fa, il tormentone del anni sessanta hanno rappresentato un “C periodo memorabile per le sorti del calcio il Milan per 2-1 cantante Raf, che le radio trasmettevano, In piedi: Castronaro, quasi a voler celebrare un’epoca che ha aretino, capace di salire in per la Mangoni, Pellicanò, Sar- lasciato il segno. In particolare, noi che prima volta nella sua storia e di ritornarvi tori, Zandonà, Doveri seguiamo con partecipazione le sorti solo pochi anni dopo la subitanea retro- Accosciati: Neri, Butti, cessione. Ma gli anni ottanta, per chi li Belluzzi, Zanin, Traini dell’Arezzo, non possiamo dimenticare che è stato proprio quello il periodo ha vissuti, rappresentano qualcosa, quel migliore dell’intera storia amaranto. “qualcosa” che, a ben vedere, oggigiorno

4 FEBBRAIO 2008 GLI ANNI OTTANTA) SToria Di CoPErTiNa

Domenico Neri, uno dei giocatori non esiste più. più amati nella storia Il calcio è sempre stato una cosa seria, dell’Arezzo calcio specie per i tifosi più accaniti, ma allora Il 9 giugno 1985 segnò un fantastico gol in veniva vissuto con spirito diverso, meno rovesciata contro il estremizzato e condizionato da esigenze Campobasso, decisivo televisive, di marketing e quant’altro. per la salvezza Agli albori degli anni ottanta, la gente si ri- univa alle 18 in punto per vedere i gol su Novantesimo minuto, con i mitici inviati Beppe Barletti, Luigi Necco e Tonino Ca- la Juventus di Bettega, che inaugurò gli rino, le telecronache di Nando Martellini anni ottanta vincendo il titolo di capocan- erano più che altro il racconto di quanto noniere del campionato di serie A. stava succedendo in campo, senza urli Questione di gusti. Qualcuno potrà soste- inconsulti o commenti di inutili seconde nere che, in fondo, è meglio oggi, con a voci. Le magliette erano semplici, scollo a portata di mano, anzi, di telecomando, V, poi evolutesi in un più moderno colletto tutti i replay dei gol appena due minuti all’inglese, ma pur sempre stupende, dopo la fine della partita. Ma vuoi mettere nella loro normalità, con i numeri al loro quando te li dovevi sudare? Quando una posto, dall’uno all’undici. Le maglie del fila per strada rischiava di farti rimandare Cagliari poi, bianche con i bordini rosso Un calcio diverso l’appuntamento con la Domenica Sporti- blu e le stringhe al collo, erano quanto di Quanto era diverso allora. E così, ve- va del dopo cena? più bello potrebbe immaginare qualsiasi dendo le immagini sbiadite dell’epoca, Intendiamoci, non tutto era impeccabile, marketing man dei nostri tempi. ci si accorge che il calcio era molto più anche quel periodo aveva i suoi difetti. Si Se esistevano delle certezze, erano che il ragionato, meno veloce e più tecnico, gli moriva già allo stadio: allora Vincenzo Pa- portiere portava il numero 1, il centravan- arbitri applicavano le regole essenziali, parelli, oggi Vincenzo Spagnolo o Filippo ti il 9 e il libero il 6, in panchina si arrivava senza inutili alchimie; ancora si poteva Raciti. Anche allora lo scandalo scom- fino al 16, le rose erano al massimo com- passare la palla al portiere e questi pote- messe aveva squassato il nostro calcio, poste da 22 giocatori e si giocava solo ed va prenderla con le mani per rinviare. L’at- solo che anziché Moggi, Giraudo, Carraro, esclusivamente la domenica, senza anti- mosfera, nei viali dello stadio, era molto Bergamo e compagnia bella, all’epoca i cipi e posticipi diurni o notturni. E ancora, più spensierata. Anche allora l’Inter vinse burattinai erano tale Alvaro Trinca, profes- il libero aveva immancabilmente un paio lo scudetto, ma fu più che altro un fatto sione oste, e Massimo Cruciani, fruttaro- di baffoni folti che ne rendevano l’aspetto casuale. Il Milan finì in serie B due volte e, lo, i quali si trascinarono a Regina Coeli ancora più truce, e di solito sembrava più per dirla alla Prisco, una volta pagando e gli idoli calcistici Giordano, Manfredonia, vecchio degli anni che aveva realmente. l’altra gratis. Ai tempi nostri in B c’è finita Savoldi e Albertosi.

Quegli stadi biamente vero che la televisione ha un bel gesto tecnico da mostrare in cambiato tutto, abitudini e attitudini. tivù da sopra, da sotto, da dietro e da sempre pieni Tre decenni fa non esisteva nessuna davanti. Nel 1985 fu un evento quasi diretta gol e pensare a un qualche leggendario, privato e il fatto che ci cosa di diverso dal radiofonico tutto fossero immagini riprese dalla curva fu Quello che subito salta all’occhio, os- il calcio minuto per minuto era quasi straordinariamente casuale e dunque, servando le foto pubblicate in queste inconcepibile. O si andava allo stadio, proprio per questo, straordinariamente pagine, è il pubblico. Guardate quanto oppure bisognava affidarsi ai racconti bello. Molti sostengono che ai tempi ce n’è a far da cornice alle azioni di di chi c’era e aveva visto. Nel 2008 di Neri si giocava meglio, che il livello gioco. Tribune gremite, spalti affollati, i gol scorrono sul piccolo schermo tecnico era più alto. Forse è vero, passione che fuoriesce dalle immagini in tempo reale e scivolano via con forse no. Di sicuro la gente andava anche a distanza di tanti anni. C’era un replay. Negli anni ’80 le emittenti più volentieri allo stadio. La violenza, più fame di calcio, all’epoca. C’era più private locali trasmettevano di già, ma il caro biglietti, l’overdose di pallone, voglia di vedere coi propri occhi cosa non avevano né i mezzi né il fascino la comodità del satellite e del digita- succedeva dentro il campo, come per sostituirsi ai gradoni della curva le terrestre, gli impianti fatiscenti, la giocava la squadra, dove si muoveva o della tribuna. E questo fascino non scomparsa dei giocatori bandiera: ci il centravanti, quanto picchiava il difen- ce l’aveva neppure mamma Rai. La sono tante spiegazioni per il deflusso sore. C’era uno slancio che oggi non domenica era il giorno del pallone e degli spettatori dai teatri del calcio. c’è più. Senza scomodare la spicciola stop, senza anticipi, posticipi e nottur- E le foto di queste pagine mettono sociologia da dopocena, è indub- ne. La rovesciata di Neri oggi sarebbe un’incredibile nostalgia.

FEBBRAIO 2008 5 SToria Di CoPErTiNa ( GLI ANNI OTTANTA

nell’avere alle spalle una società all’altez- za e ad Arezzo la teoria non fu smentita. Tra l’altro, Arezzo sportiva stava vivendo un periodo di entusiasmo, nonostante venisse da anni di scarsi risultati. La prima stagione dell’epoca Terziani si aprì con più di mille abbonamenti staccati dal solerte segretario Ciabattini. Non pochi, basti vedere quanto ne sono stati emessi lo scorso campionato di serie B. Eppure gli esordi, sul piano sportivo, non furono facili. Giuliano Sili, allora Direttore Sportivo dell’Arezzo, terminata la lunga era Ballacci, affidò la panchina a quel Pierino Cucchi che di Ballacci era stato un fedele discepolo in campo qualche anno prima. Cucchi era un ginnasiarca, stile Heriberto Herrera o, meglio ancora, un Bersellini, tanto per citare un paio di 1982 Arezzo in B - Italia iridata esempi. Cura maniacale della condizione Il 1982, calcisticamente parlando, fu un anno strepitoso, indimenticabile per Arezzo. Il fisica, a scapito degli schemi e delle gio- 30 maggio, grazie al 4-2 sulla Paganese nell’ultimo turno di campionato, gli amaranto di cate dei singoli. Il calcio voleva e doveva Angelillo staccarono il biglietto per la sospirata serie B, mandando in visibilio il pubbli- essere un qualcosa di fisico, basato co. L’11 luglio fu la volta della Nazionale di Bearzot, che a Madrid si laureò campione essenzialmente sull’arrivare sul pallone del mondo. Tra gli undici del “Bernabeu” c’era anche l’ex amaranto Francesco Graziani. prima degli avversari. Un metodo di gioco che faceva storcere il naso a molti, in pri- mis ai giocatori, costretti a lunghe sedute atletiche dal mister lombardo. L’Unione Sportiva Arezzo dell’Arezzo, arrivò grazie all’ingresso Agli albori degli anni ottanta, la squadra di Narciso Terziani, un appassionato della nostra città si chiamava ancora imprenditore orafo di Pieve a Maiano L’età dell’oro Unione Sportiva Arezzo e aveva la sede che, assieme ad Antonio Angelillo e a del pallone aretino nella palazzina di vicolo Pietro da Cor- Menchino Neri, rappresenta il simbolo Il primo gol del nuovo decennio lo mise tona, al numero 8, proprio sopra il Bar di quell’epoca. Terziani arrivò a fine anni a segno Tassara, centrocampista dotato, Amaranto gestito da Steno, storico luogo settanta, salvando di fatto gli amaranto e permise all’Arezzo di superare l’Empoli di ritrovo di ogni tifoso, prima, durante da una sicura debacle societaria e gettan- al Comunale. Dopo una prima stagione e dopo la partita. Era un calcio genuino, do le basi per un futuro radioso. Genero- tutto sommato dignitosa, Terziani decise sicuramente molto più vero di quello so, passionale, deciso, il grande Narciso di confermare Cucchi, salvo poi cogliere attuale, in un’Arezzo che cominciava a seppe creare una società solida e una la palla al balzo, subito dopo la sconfitta vivere i fasti economici dell’era d’oro, programmazione che, da queste parti, patita dall’Arezzo a Rende. Avessimo in tutti i sensi, trascinata dall’oreficeria non si vedeva dai tempi della gestione di detto Real Madrid. Così, rotti gli indugi, locale dopo i momenti più bui di fine anni Simeone Golia, coinvolgendo tra l’altro Terziani e il suo staff, tra i quali il fido e settanta. numerosi altri imprenditori locali. Si sa, iperattivo Franco Caldelli, colsero tutti di Non a caso la svolta decisiva per le sorti le prime basi del successo risiedono sorpresa, andando a ingaggiare niente-

6 FEBBRAIO 2008 GLI ANNI OTTANTA) SToria Di CoPErTiNa meno che Antonio Valentin Angelillo, ex L’esodo a San Siro Record presenze gloria dell’Inter del Moratti padre, che Chi l’ha vissuto in prima persona farà 1 Stefano Butti 302 molti descrivevano dal carattere diffici- fatica a dimenticare l’esodo di tifosi 2 Domenico Neri 253 le, mal interpretando il temperamento aretini verso San Siro dove li attendeva sanguigno argentino. Angelillo, che aveva il blasonato Milan di Castagner, pro- 3 Andrea Mangoni 246 praticamente iniziato la propria carriera di prio lui, l’allenatore di quel che 4 Raoul Tassinari 241 allenatore nella vicina Montevarchi, aveva aveva condannato l’Arezzo alla serie C1 5 Alessandro Zanin 222 alle spalle dei buoni campionati con il sette anni prima. Stefano Cuoghi allora 6 Benvenuto Vergani 213 Brescia, dove aveva lanciato calciatori del era semplicemente uno dei giocatori calibro di Beccalossi e Altobelli, e soprat- rossoneri, i quali faticarono, e non poco, 7 Siro Paolini 206 tutto con il Pescara, con cui aveva conqui- per venire a capo del match, con l’Arezzo 8 Francesco Magi 190 stato una insperata promozione in serie sconfitto immeritatamente. Era il 26 9 Fabio Bonini 180 A, salvo poi conoscere l’esonero, l’anno settembre 1982 e i tifosi amaranto se ne 10 Giovanni F. Pozza successivo, in luogo di Gustavo Giagnoni. tornarono a casa felici e soddisfatti per 179 Il motivatissimo angelo de la cara sucia accettò il duplice declassamento, arrivò ad Arezzo e da subito cominciarono a vedersi i frutti, con gli amaranto trascinati da un superbo Tullio Gritti, per un caso del destino fortemente voluto da Cucchi, in rapida risalita verso i quartieri alti della classifica e capaci di vincere la Coppa Italia di grazie ai gol di Vittiglio e Barbana al Comunale, contro la Ternana. L’anno successivo fu l’anno del trionfo della truppa amaranto, dominatrice del campionato nonostante la fiera opposizio- ne di squadre del calibro di Salernitana, Reggina e Campobasso. Una stagione memorabile, impreziosita dalle prodezze del “Tullio Volante”, dalle giocate di Men- chino Neri, dalle incursioni di Mangoni e Botteghi, dalle parate di Pellicanò, leader di una difesa imperforabile che compren- tefano Butti, recordman di deva anche Zanin, Butti, Zandonà e il presenze in amaranto con 302 S traguardo poteva essere precluso. mitico Emilio Doveri, idolo della tifoseria partite all’attivo, in azione al Comu- L’anno successivo Angelillo provò a fare per il suo grintoso approccio alla sfida con nale contro il Pisa dell’olandese il miracolo e per poco non ci riuscì. Dal l’avversario diretto, una sorta di match Wim Kieft (27 gennaio 1985). Tra i Bologna arrivò il nazionale di San Marino, nel match. Il 30 maggio 1982, in un primi dieci della speciale classifica, Marco Macina, un giocatore al quale i cro- Comunale stracolmo e festante, l’Arezzo ci sono ben cinque calciatori che nisti pronosticavano un futuro luminoso, superò la Paganese dell’ex amaranto hanno giocato ad Arezzo negli anni sicuramente superiore a quello del suo Lucio Mujesan, gustandosi una meritata ‘80: sono Butti, Neri, Mangoni, gemello di allora tra le giovanili rossoblu, promozione in serie B dove, ad attender- Zanin e Pozza. lo, c’erano squadre cui solo pronunciarne ovvero Roberto Mancini. Fu un mezzo il nome incuteva rispetto. Lì iniziò ufficial- flop. Ma Angelillo ebbe di che consolarsi mente l’età dell’oro del calcio aretino. avere assistito a un vero e proprio evento, con Di Carlo ad esempio, e con la com- Non più Virtus Casarano, Paganese, nonostante i facinorosi colleghi milanisti pattezza di un gruppo ben amalgamato, Rende, Francavilla o Civitanovese, bensì si fossero premurati di accoglierli a sassa- abituato da anni a giocare assieme. Milan, Lazio, Bologna, Bari, Palermo, Ata- te, sfasciando i vetri dei pullman. Uno dei segreti di quel periodo, la famosa lanta, e i tanto a lungo inseguiti cugini del Dopo la vittoria di Campobasso, l’Arezzo programmazione che oggi troppo spesso Perugia. Nel frattempo l’Italia di Bearzot si issò solitario sulla vetta della classifica non viene applicata, stava nell’aver conquistava a Madrid il suo terzo titolo di serie B. Non era mai successo, ma non creato uno zoccolo duro di giocatori mondiale. In bella vista, al Bernabeu, an- sarà l’ultima volta. Poi i valori reali delle motivati, attaccati ai colori e che per tanti che lo striscione dei supporters di Pieve squadre vennero fuori e fecero sì che anni sono stati dei fedelissimi. Malisan, al Toppo, in campo l’ex amaranto Ciccio l’Arezzo, squadra non costruita certa- Pellicanò, Minoia, Zanin, Butti, Doveri, Graziani. Un motivo di orgoglio in più e mente per vincere il campionato, venisse Zandonà, Pozza, Mangoni, Neri, Orsi, l’ennesima scena di gioia per le strade risucchiata nelle retrovie. Rimase, in ogni tutta gente che ha indossato la maglia cittadine, con l’immancabile bagno nelle caso, una dignitosa salvezza e la convin- amaranto più di cento volte e che fungeva fontane di piazza della Stazione. zione che, osando un po’ di più, nessun da garanzia per l’innesto dei nuovi arriva-

FEBBRAIO 2008 7 SToria Di CoPErTiNa ( GLI ANNI OTTANTA

Pelè d’Abruzzo, quel Sandro Tovalieri che soltanto l’anno prima si era messo in Canzoni e film luce, a suon di gol, nel Pescara di Tom da ricordare Rosati. Tovalieri ebbe modo di lasciare il segno già nella prima occasione in cui Nell’anno magico 1982, quello vestì la spettacolare casacca amaranto dell’Arezzo in B e dell’Italia campio- dell’epoca, quella griffata Umbro, con la ne del mondo, Pupo creò le note doppia V rovesciata bianca a sormontare della Canzone amaranto, entrata nei lo stemma raffigurante il Cavallino stilizza- cuori di ogni tifoso che si rispetti (a to su logo rotondo e con lo sponsor Fibok, fianco c’è la foto del 45 giri). In quei una realtà locale, in bella evidenza. mesi uscirono pure Reality, colonna Si giocava al Comunale e i buoni uffici di sonore del Tempo delle mele, Storie Riccomini fecero in modo che al “vernis- di tutti i giorni di Riccardo Fogli sage” amaranto presenziasse niente- (prima a San Remo) e I like Chopin ti. O si integravano, e allora tutto andava meno che Diego Armando Maradona, di Gazebo. Al cinema spopolò E.T. di bene, oppure erano dolori. Per i nuovi, si il giocatore più forte del mondo, in un Spielberg, ma anche Rambo e Blade intende. periodo dove la concorrenza dei vari Zico, Runner. Senza dimenticare l’italianis- Platini, Rummenigge e Falcao, solo per simo Vieni avanti cretino. Saltando citarne alcuni, non mancava di sicuro. Il al 1985, anno in cui Neri si cimentò Maradona cobra di Pomezia lasciò il suo biglietto nella celeberrima rovesciata dei e la serie A sfiorata da visita, replicato pochi giorni dopo allo sogni contro il Campobasso, nelle Quel campionato, 1983-1984, iniziò con di Napoli, in una gara sale venivano proiettati Rocky IV, un Arezzo strepitoso, capace di vincere di Coppa Italia che rappresentò l’esordio con Stallone che prendeva a pugni sei delle prime otto gare e tornare di del Pibe de Oro in gare ufficiali con la Ivan Drago, Ritorno al futuro e La nuovo, solitario, sulla vetta della classifica maglia azzurra, e che vide gli amaranto mia Africa. In top ten, invece, ecco di serie B. Una serie infinita di pareggi soccombere anche a causa di una magia We are the world, Like a virgin di una (15), fece successivamente spegnere dell’asso argentino che, su punizione, giovanissima Madonna, Live is life le velleità della truppa di Angelillo che trafisse l’incolpevole Pellicanò. degli Opus. In terra italica si afferma- comunque andò a conquistare un più che In campionato solita partenza a razzo: va Eros Ramazzotti, sesto al Festival onorevole sesto posto finale, a ridosso l’Arezzo vinse le prime due partite e quat- con Una storia importante. Alla rove- della promozione. Mai, prima di allora, tro tra le prime sei. Poi qualcosa si incep- sciata di Neri, però, ben si accoppia- l’Arezzo aveva sfiorato cosi da vicino la pò, nonostante la presenza in squadra di va La vita è adesso di Baglioni. Infine massima serie. L’era Angelillo si chiuse gente affermata quale Bertoni, Tovalieri, il 1988, anno disgraziato della retro- in un afoso pomeriggio a Cagliari, si voltò Miani e di giovani di sicuro avvenire come cessione in serie C che chiuse l’era pagina ma l’ambizione rimase la stessa. Colantuono e l’aretino Amedeo Carboni. d’oro del calcio aretino. Per l’Arezzo Serie A, il chiodo fisso della dirigenza. I risultati cominciarono a latitare, Wonderful life di Black fu quasi Arrivò Enzo Riccomini, buon conoscitore Riccomini venne esonerato e, dopo un una presa in giro. Decisamente più del campionato cadetto e reduce da due interregno gestito da Beppe Chiappella, aderente al vero Andamento lento di recente promozioni in serie A, alla guida vecchio barone delle panchine, si decise Tullio De Piscopo. Al cinema, ironia della Sampdoria prima e della Pistoiese di andare sul sicuro, affidando la squadra del destino, uscì la pellicola giusta poi, sempre con l’ausilio del suo allenato- all’immarcescibile Pinella Rossi, una per sottolieare quell’annataccia: Una re in campo, il fedelissimo Marcello Lippi. sicurezza, una bandiera. Due mesi senza pallottola spuntata... L’Arezzo fece una campagna acquisti vittoria fecero precipitare l’Arezzo in una importante, impreziosita dall’arrivo del posizione drammatica di classifica, tanto

8 FEBBRAIO 2008 GLI ANNI OTTANTA) SToria Di CoPErTiNa

Estate 1984, Diego Armando Mara- dona gioca ad Arezzo la sua prima partita con la maglia del Napoli L’amichevole finisce 3-2 per gli azzurri: gol di Minoia, Tovalieri, Penzo e doppietta del Pibe de Oro

portiere. Fu questione di minu- ti ma poi, come l’Araba Fenice, Menchino seppe risorgere dalle proprie ceneri, trafig- gendo l’esterrefatto portiere molisano con una spettacola- re rovesciata, festeggiata con una corsa sotto la curva sud, dove le lacrime si mescolaro- che, dopo la sconfitta di San Benedetto lebrate dall’inno amaranto, coniato l’anno no ai sorrisi e alle urla di gioia. L’Arezzo del Tronto, sarebbe servito un miracolo precedente e che ancora oggi risuona si salvò, Menchino diventò un eroe per nelle due ultime gare contro il Campobas- spesso, seppure in versione rimoderna- l’eternità. Persino il portiere avversario so e la capolista Pisa. ta. Ebbene, quel pomeriggio di giugno si tolse i guanti e gli andò incontro per Nel frattempo, il 29 maggio 1985, allo c’erano le votazioni per il referendum: in stringergli la mano. Indimenticabile. stadio Heysel di Bruxelles si era consu- una domenica nella quale qualsiasi tifoso Quella fu anche l’ultima gara al Comu- mata una tragedia che aveva toccato da avrebbe preferito andarsene al mare nale vissuta da Narciso Terziani come vicino la nostra città. Durante l’assalto piuttosto che soffrire sui gradoni di uno presidente amaranto. A fine stagione il degli hooligans del Liverpool ai tifosi stadio, si celebrò il momento più intenso presidente con i baffi, che tanto aveva fat- della Juventus, assiepati nel famigerato ed esaltante della storia amaranto, e la to per le sorti dell’Arezzo, lasciò il timone settore Z, persero la vita due giovani tifosi cosa più bella è che fu proprio un aretino della società nelle mani di Vittorio Nofri bianconeri residenti nella nostra città, doc, Neri Domenico da Sant’Andrea a il quale, pur con minori mezzi economici, Giuseppina Conti e Roberto Lorentini, Pigli, detto Menchino, ad esserne prota- tentò di costruire comunque una squadra al quale è stato recentemente intitolato gonista. Mancava poco al triplice fischio di buon livello, con lo scopo di raggiunge- proprio il piazzale antistante lo stadio del signor Pieri di Genova. Venti minuti o re una salvezza decorosa. Arrivarono due Città di Arezzo. giù di li. Durante uno dei numerosi assalti vecchie volpi dell’area di rigore, ovvero verso la porta del Campobasso, l’arbi- Carlo Muraro e Guido Ugolotti. In panchi- tro ravvisò un fallo e concesse il rigore na il giovane Mario Russo, buoni trascorsi La rovesciata dei sogni per l’Arezzo. Lo stadio ammutolì e Neri, da calciatore nelle fila della Ternana Tornando agli amaranto, quello che capitano e bandiera amaranto, non poté dell’aretino Viciani, le cui sorti ricordano successe al Comunale il 9 giugno 1985 esimersi dal presentarsi sul dischetto, da vicino quelle subite qualche decennio lo sanno anche le pietre delle ville che so- facendosi però tradire dall’emozione e dopo da Pasquale Marino, entrambi invisi vrastano San Cornelio, proprio quelle ce- calciando debolmente tra le braccia del da parte della stampa locale. Complice

FEBBRAIO 2008 9 SToria Di CoPErTiNa ( GLI ANNI OTTANTA

Il decennio Arezzo imbiancata dalla neve nell’inverno del 1985 che cambiò la città di Ivo Brocchi

Dal nuovo piano regolatore (con fatica), al cambiamento nella grande industria, dalla nascita di Arezzo Wave, alla fine dell’era di Aldo Ducci, dalla nascita di un secondo giornale in città, all’inizio della costruzione del nuovo ospedale concluso solo 25 anni dopo. E’ questa la cornice dei fatti extra- calcistici che hanno caratterizzato il decennio 1980/90 della nostra città. firmato da Gregotti, che però non avrà decennio si troverà molte volte citata Sul fronte economico Arezzo continua la sua immediata applicazione, per una nelle cronache nazionali per le vicende la sua trasformazione, dopo gli anni del inchiesta giudiziaria, poi sgonfiatasi personali, politiche e giudiziarie di Licio boom industriale a cavallo degli anni nelle aule di giustizia. Ma con un fermo Gelli. Il suo nome diverrà noto al mon- ’60-’70, e inizia a modificare la propria che favorirà per diversi anni i comuni li- do intero nel maggio del 1981, quando struttura. L’oro tira ancora, ma comin- mitrofi, Capolona, Subbiano, Civitella e la Guardia di Finanza troverà nei suoi cia ad andare in crisi la dimensione Castiglion Fiorentino, dove si costruirà uffici la lista della loggia massonica P2. della grande fabbrica. La Uno-A-Erre molto, portando tanti aretini a trovarvi sente la concorrenza delle aziende la propria residenza. anche il carattere poco incline ai compro- che sono nate dai suoi ex dipendenti. Riprende anche la costruzione del messi di Russo, più che la mancanza di Ancora non è scattato il fenomeno nuovo ospedale, ferma dal 1972. Ci risultati, si decise per il cambio di guida della delocalizzazione, ma i produttori vorranno 25 anni di gru e appalti per tecnica, affidandosi ancora a Riccomini, il israeliani e turchi iniziano ad affac- arrivare a quello che è oggi il San quale riuscì a invertire la rotta grazie alle ciarsi sui mercati. La Lebole continua . Ma a metà del decennio si prestigiose vittorie contro Lazio, Bologna il suo ridimensionamento. A crescere concludono gli estenuanti rinvii e si e Palermo, in trasferta. Ma un’inopina- è soprattutto il mercato finanziario, torna al cantiere operativo. La prima ta sconfitta casalinga contro il , con la Banca Popolare che continua parte dell’ospedale sarà operativa nel quando un pareggio avrebbe matematica- ad estendere i suoi interessi in mezza 1992. mente sancito la salvezza amaranto, fece Italia. Nel 1987 nasce Arezzo Wave, che di- da antipasto a quella che viene ricordata Esplode il fenomeno delle piccole verrà negli anni un fenomeno di portata ancora oggi come la partita della rivincita aziende, con l’artigianato che conqui- mondiale. Due anni prima, nel 1985, sportiva contro i rivali del Perugia. 15 sta spazi sempre più importanti. arriva in edicola il Corriere Aretino, giugno 1986, stadio , un Sul fronte amministrativo, questo secondo quotidiano cittadino dopo La dentro o fuori da cardiopalma. Chi perde, è l’ultimo decennio dell’era di Aldo Nazione che da anni aveva il monopo- saluta la serie cadetta, e gli uomini di Ducci (sindaco per 23 anni). Nel 1987 lio dell’informazione scritta. Riccomini sono chiamati a giocarsi il tutto viene approvato il piano regolatore Da ricordare che Arezzo da questo per tutto nella tana dei rivali, in un clima da tregenda, con lampi, fulmini e scrosci

10 FEBBRAIO 2008 GLI ANNI OTTANTA) SToria Di CoPErTiNa d’acqua. Più che il temporale, a calmare della categoria, e i bollenti spiriti degli umbri contribuirono quindi divenuto le reti messe a segno in sequenza da a un tratto più Ugolotti e Facchini. Due a zero e buona- esigente e meno notte. Cavallo in B, Grifo in C2 nienteme- disposto ad accon- no, a causa di una condanna per illecito tentarsi, tradirono sportivo. Scacco matto. Buono il sapore Bolchi e la squadra, della vendetta, specie se consumata tanto che l’unico fredda, vero? acuto fu la seconda vittoria consecutiva all’Olimpico con Una dolorosa retrocessione la Lazio, stavolta Quello fu però uno degli ultimi acuti di un grazie a un gol periodo felice che stava cominciando a di Allievi. Con la scemare. Il cavalier Benito Butali suben- situazione tutto trò a Nofri, nel tentativo di portare nuova sommato ancora linfa e nuovo entusiasmo ma i risultati, sotto controllo, e contrariamente agli sforzi, non furono pre- quindi rimediabile, miati. Un campionato, 1986-87, concluso la società decise di esonerare Bolchi Tribuna anni ‘80, con una dignitosa salvezza e nel quale per fare spazio al ritorno del vecchio si riconoscono da sinistra il diri- gli amaranto, trascinati da un super Di condottiero Angelillo, il quale non riuscì gente Alberto Farsetti, il presidente Mauro, si tolsero lo sfizio di espugnare lo a risollevare una squadra dilaniata da Narciso Terziani, mister Antonio di Roma, sconfiggendo la screzi interni e dalla scarsa convinzione Valentin Angelillo e, più in basso, il diesse Giuliano Sili Lazio grazie ad un gol dell’ex biancocele- nei propri mezzi. L’Arezzo precipitò mesta- ste Massimo De Stefanis. Anche Bologna, mente nell’inferno della terza serie, per Genoa e Cagliari entrarono nel carniere di mano di colui che l’aveva tirato fuori. Non e chiuso con l’happening dei Mondiali vittorie amaranto, che però furono troppo avrebbe meritato, Angelillo, di rimangiarsi del ’90 in arrivo. In quel periodo ci fu poche per permettere ai ragazzi del in maniera così ingloriosa tutto il credito una trattativa da parte di un imprendito- riconfermato Riccomini di nutrire velleità vantato nei confronti della piazza aretina. re romano che voleva rilevare l’Arezzo, di promozione. Ma tant’è. appoggiato dai buoni uffici di Francesco Butali, imprenditore di successo, provò Graziani. Quell’imprenditore era Luciano allora il tutto per tutto con una campa- Gaucci e, con il senno di poi, ci chiediamo gna acquisti faraonica che partì proprio Chissà tra vent’anni… cosa sarebbe successo se quell’incontro dall’ingaggio del tecnico, quel Bruno L’Arezzo ritornò mestamente in serie C1, con Butali fosse andato a buon fine. Bolchi reduce dalla promozione in serie disputando due mediocri campionati, Chissà se, tra vent’anni, a qualcuno pren- A con il Cesena e noto per essere stato il e salutando i magnifici anni ottanta la derà la nostalgia del favoloso 2008, anno primo calciatore, in assoluto, ad essere vigilia di Capodanno dell’89, al vecchio nel quale l’Arezzo cominciò, finalmente, la apparso stampato su una figurina Panini. stadio Brilli Peri. Fu di Sandro Tovalieri il rincorsa verso quel traguardo solo sfiora- L’Arezzo contava tra le sue fila calciatori gol che permise agli amaranto di portarsi to, quando ancora Breznev comandava la come Nappi, Silenzi, Tovalieri, Ugolotti, a casa un punto. Proprio lui, uno dei Russia e Luis Silvio Danuello militava nel- Ruotolo, Allievi, De Stefanis, Orsi, tutta simboli di quel periodo indimenticabile la Pistoiese. Come canta Raf: “anni allegri gente con la quale ambire al salto di e, per certi versi, irripetibile. L’Italia era e depressi di follia e lucidità, sembran già categoria. Ma le troppe aspettative cambiata durante il decennio, inaugurato degli anni ottanta per noi, quasi ottanta dell’ambiente, oramai abituato ai fasti con gli Europei disputati nel nostro paese, anni fa...”.

FEBBRAIO 2008 11 CUrVa MiNGHELLi ( GLI ANNI OTTANTA Allora si tifava così Il racconto di chi frequentava la curva a quei tempi. Si accendevano i fumogeni, si rullavano i tamburi, si poteva decidere di andare in trasferta anche la domenica mattina. Trovare una sciarpa dei gruppi organizzati era un’impresa e chi ce l’aveva la esibiva a scuola con orgoglio. Oggi c’è il business, sta per arrivare la card del tifoso e l’atmosfera di una volta non tornerà mai più.

di Simone Trippi

La curva Sud a metà degli anni ‘80, colorata dai fumogeni e coperta da un maxi bandierone preparato dal Commando Ultrà

uesti erano gli anni ottanta per il mondo del tifo. Perché se è vero Qche gli appassionati di calcio guardano a quel periodo come una sorta di età dell’oro, anche i supporters più caldi e appassionati, quelli che la termi- nologia corrente definisce con un certo disprezzo ultras, ripensano a quegli anni con molta nostalgia. E’ infatti a cavallo fra gli anni settanta e ottanta che si collo- ca il periodo d’oro dei gruppi organizzati. senza le norme in vigore oggi che rendo- Non c’era bisogno di comprare il biglietto Un’organizzazione sicuramente molto più no decisamente complicata la vita del ti- in prevendita, non c’era bisogno di lascia- spartana di oggi, ma proprio per questo foso di curva. Per fare un esempio: a quei re documenti a qualcuno. Chiunque pote- assai più affascinante. tempi era possibile decidere di andare va, se ne aveva voglia, alzarsi e andare a Per prima cosa tutto era più semplice, in trasferta anche la domenica mattina. vedere la propria squadra in trasferta. A

12 FEBBRAIO 2008 GLI ANNI OTTANTA) CUrVa MiNGHELLi questo proposito mi ricordo per esempio una trasferta a Bologna nei primi anni ottanta. Partimmo con un treno di linea e al nostro arrivo nella città emiliana non c’era nemmeno un poliziotto ad aspettar- ci. Nessuno di noi sapeva assolutamente la strada per arrivare allo stadio e così ci incamminammo in un viale alla ricerca di qualche indicazione. Poco dopo incro- ciammo una volante della polizia che ci spiegò la strada giusta. Ecco, una cosa così oggi non potrebbe mai succedere. La spiegazione di questo però non è che oggi c’è più violenza di una volta intorno agli stadi. C’è sicuramente più delinquen- za, ma non più violenza. Non a caso gli incidenti più gravi che sono accaduti ad Arezzo in concomitanza di una partita di calcio sono tutti successi in quel periodo. I derby col Perugia, l’incontro interno con anticipi o posticipi, oppure di dover il Pisa, perso a causa di un gol dell’olan- seguire la propria squadra del cuore il Una foto storica, dese Kieft e contraddistinto dagli errori sabato pomeriggio. Quindi c’erano spalti scattata il 30 maggio 1982 nel giorno della vittoria sulla Paganese che sancì il ritorno dell’arbitro Lombardo di Marsala, la sfida più pieni e un’atmosfera decisamente dell’Arezzo in serie B. I tifosi erano assiepati in col Milan, sono ricordati anche per episo- diversa da quella che viviamo nei nostri maratona, la sud doveva essere costruita di di cronaca di una certa gravità. Quindi stadi oggi. Perché è naturale: la lingua non possiamo parlare di quel periodo batte sempre dove il dente duole. E così tà del tifoso. Una volta, negli anni ottanta, come di un’oasi felice sotto questo punto non ci stancheremo mai di dire che la era assai più genuina. E purtroppo ormai di vista. rovina del mondo del calcio è stata la è impossibile tornare indietro. Gli stadi Certo è però che la curva, soprattutto sui ricerca spasmodica del business. Di pari italiani non saranno più come una volta. ragazzini come il sottoscritto, aveva un passo anche le curve sono diventate L’obbiettivo dichiarato dai governanti certo fascino, un qualcosa che forse oggi quello che sono proprio per seguire certi del pallone è quello di creare teatri dove non c’è più. Gli striscioni, le bandiere e guadagni. Una volta, per esempio, trovare assistere a partite di calcio. E’ addirittura i tamburi. I fumogeni colorati e i rotoli una sciarpa dei gruppi organizzati era allo studio la creazione di una card per di carta gettati in campo all’inizio delle un’impresa. Se avevi successo, la esibivi il tifoso cosiddetto virtuoso. Questa card partite. Tutte cose ora messe al bando a scuola in mezzo agli amici con grande darà alcuni diritti al possessore, fra i quali dai vari decreti e che contribuivano fatti- orgoglio. Oggi, soprattutto nella curve si parla anche della possibilità di seguire vamente a creare una certa atmosfera. metropolitane, il giro di affari di materia- la propria squadra in trasferta, mettendo Il tutto era sicuramente aiutato dall’as- le si conta ogni domenica in migliaia di il veto all’acquisto dei tagliandi per chi senza di partite in televisione. Infatti chi euro. Ed è chiaro che i guadagni attirano questa tessera non possiede. Scordiamoci voleva vedere il calcio la domenica, per sugli spalti soggetti per i quali il risultato quindi l’atmosfera di ieri. Scordiamoci gli forza di cose doveva andare allo stadio. della squadra di calcio è l’ultima delle striscioni e i fumogeni. Queste cose ap- Non esistevano alternative. Nessuno preoccupazioni. partengono a un calcio che purtroppo non immaginava un giorno di assistere ad In un certo senso è cambiata la mentali- rivedremo mai più.

FEBBRAIO 2008 13 TErZo GraDo ( PINO PELLICANÒ I dolci ricordi di Pellicanò L’ex portiere dell’Arezzo ripercorre gli anni più belli della sua carriera (e della sua vita). “In amaranto ho vinto in campo e fuori, grazie all’affetto della gente. Quando tornai da avversario con la maglia del Bari, mi tremavano le gambe. Per questo ho scelto di vivere qua”. Una simpatica chiacchierata, durante la quale sono saltati fuori i nomi di Angelillo, Terziani, Catuzzi, Graziani, Cosmi, Somma, Marconato, ma anche Baggio, Maradona e… Cowans! di Andrea Avato

Pino Pellicanò

protagonisti del calcio amaranto degli anni ’80. Agile come un gatto, dotato di un rinvio potente, eccezionale para rigori, era un idolo o, per usare un termine che non va quasi più di moda, una bandiera. Il suo nome rappresenta- va anche l’incipit di una formazione che si poteva snocciolare festosamente, perché il turn over non l’avevano anco- ra inventato. Pellicanò, Doveri, Zanin eccetera eccetera. Mitici. Quasi come Zoff, Gentile, Cabrini. Davanti a un caffè marocchino buono da morire, Pino parla dei tempi suoi, quando gli stadi erano pieni e i gioca- tori tecnici in campo facevano una vita da signori. “Mica c’era il pressing di oggi – dice. Spazi più larghi, possibilità di stoppare la palla, alzare la testa e giocarla. Più qualità, meno frenesia, ecco la sintesi”. Il livello delle partite era veramente più elevato o stiamo esagerando? “Il livello era alto, questo sì. Uno come Pirlo in quegli anni avrebbe fatto sfracelli. Adesso è costretto a giocare l tempo sembra essersi fermato vano qualcuno di più. Oggi, al contrario, esclusivamente di prima, cosa che tra davanti a Pino Pellicanò. A guardarlo Pino pare lo stesso che ipnotizzava l’altro gli riesce benissimo”. in faccia, mentre chiacchieriamo Morbiducci a Perugia o che raccoglieva Questo significa che Neri nella B I gli applausi della vecchia curva sud, attuale, più aggressiva, sarebbe stato dentro il Bar degli sportivi ai Bastio- ni, non si scorgono grandi differenze con un fisico asciutto da fare invidia. in difficoltà? rispetto a quando giocava. Sarà per via Classe di ferro ’54, origini calabresi, “No. Significa che chi aveva classe dei baffi che porta fin da giovane e che un’aretinità acquisita e metabolizzata a allora, ce l’avrebbe pure oggi. Però quando aveva trent’anni gliene regala- fondo, Pellicanò è stato uno dei grandi Ibrahimovic, per esempio, che fa la

14 FEBBRAIO 2008 PINO PELLICANÒ ) TErZo GraDo differenza a ritmi di gioco altissimi, insieme a Eriksson. Tatticamente non gia per 2-0, all’ultima di campionato, nel 1984 sarebbe stato ancora più gli sfuggiva niente, se c’era bisogno non c’eri già più. Però giocavi un paio devastante”. faceva i cambi anche dopo cinque di stagioni prima, quando parasti un A te il calcio anni ’80 piaceva? minuti. Con un altro carattere, più diplo- rigore che ha fatto epoca. “Mi piaceva per quello che succedeva matico, sarebbe arrivato sulla panchina “Lo parai a Morbiducci, davanti alla in campo e fuori. Le famiglie andavano dell’Inter”. curva dei tifosi aretini. Il Perugia vince- veramente allo stadio, l’Arezzo giocava E Terziani? va 1-0, poteva chiudere il derby, invece davanti a spalti gremiti. Mi pare che “Uno zuzzurellone, un padre. Aveva un quel rigore ci tenne in vita e Traini, non sia più così”. gruppo di collaboratori fidati, mi riferi- nel recupero, segnò l’1-1. Al ritorno a Perché? sco ai Farsetti, ai Caldelli, ai Municchi. casa sembrava avessimo vinto un altro “La televisione, le dirette da tutti i Non c’era invidia tra loro, trovavano campionato”. campi, la violenza. E le bandiere che sempre la soluzione ai problemi. E noi Mi parli un po’ di Maradona? non ci sono più. Io mi ricordo quando vincevamo”. “Il Napoli venne ad Arezzo in amichevo- Antognoni rifiutò di andare alla Juve per San Siro dal di dentro come fu? le, d’estate. Il primo tempo giocai io e restare a Firenze. O quando Neri non “Fu indimenticabile la settimana prece- chiudemmo sul 2-0. Nella ripresa entrò volle lasciare Arezzo. Chi lo farebbe dente alla partita, con centinaia di tifosi Carbonari, Diego gliene fece due. Vinse oggi? Chi ha il coraggio di dire no a un a vedere gli allenamenti. Ci seguirono il Napoli in rimonta”. procuratore? Quasi nessuno”. in massa pure la domenica a Milano. Venti giorni più tardi l’Arezzo andò al Cosa ha caratterizzato le tue quattro Perdemmo 2-1 ma meritavamo di più”. San Paolo in Coppa Italia. stagioni aretine? Tu nella famosa partita vinta a Peru- “Eravamo sulle scale del sottopassag- “L’entusiasmo. Prima la vittoria del campionato, poi il sogno della serie A. L’ambiente era carico”. Il ricordo che per primo affiora nella tua memoria qual è? “Il viaggio di ritorno da Latina, dopo aver conquistato la matematica pro- mozione in B. L’autostrada colorata d’amaranto era pazzesca”. Come ci arrivasti ad Arezzo? “Angelillo voleva un portiere forte per- ché, diceva lui, era la pedina che man- cava per salire di categoria. Presero me. Trovai un gruppo affiatato, eccezio- nale: Neri, Zandonà, Mangoni, Malisan, ragazzi che avevano fame di vittorie e non solo. Ogni partitella mettevamo in palio panino e bicchiere di vino, chi perdeva pagava. Le giocavamo all’ulti- mo sangue”. Che tipo era Angelillo? “Il più bravo allenatore che ho avuto,

Giuliano Giuliani e Pino Pellicanò, fotografati allo stadio Bentegodi prima di un Verona-Bari della stagione 1985-86 Entrambi ex amaranto, militavano in serie A Sulla maglia di Giuliani spicca lo scudetto che il Verona aveva vinto l’anno precedente

FEBBRAIO 2008 15 TErZo GraDo ( PINO PELLICANÒ

Prima di una partita contro il Taranto, a fianco dell’amico Pozza Ai tempi della Fiorentina, insieme a Diego Armando Maradona In mezzo a due grandi campioni: Carlos Dunga e Roberto Baggio Pino Pellicanò nell’insolita veste di fotografo a bordocampo gio, stavamo per entrare in campo e proposte, qua stavo bene. La società rompermi il pollice. A Genova contro la fuori c’era un silenzio irreale. Incrociai mi pressò e allora andai via. L’Arezzo Sampdoria parai tutto. Erano i tempi di lo sguardo con i miei compagni, tutti prese Orsi dalla Lazio”. Vialli e Mancini, mica scherzi”. stupiti. Appena spuntò fuori la testa di Con il Bari sei tornato per la prima e A Firenze c’era Baggio con te. Maradona, ci fu un boato disumano. unica volta da avversario, giusto? “C’era lui, c’era Dunga. C’era anche Era la prima partita ufficiale di Diego in “Che giornata quella… Non volevo Battistini, mi aveva segnato ad Arezzo Italia, allo stadio c’erano 8omila perso- giocare, lo dissi anche a Catuzzi, l’al- quando giocava nel Milan. Un giorno ne. Da non crederci”. lenatore, ma non ci fu verso. Era l’86, mi disse: sai che la foto di quel gol la E Diego ti fece gol. settembre se non sbaglio, andammo tengo incorniciata in camera da letto? “Su punizione. Colantuono era in bar- in ritiro al Continentale, in piazza Pensa che roba”. riera, toccò la palla con la testa e io la Guido Monaco. Il sabato sera ci fu la Baggio è stato il più forte con cui ha sfiorai soltanto”. processione dei tifosi che vennero a giocato? Butti, in un’intervista di qualche mese salutarmi. E la domenica mi portarono “Lui e Antognoni, sì. E Cowans nel fa, mi raccontò l’aneddoto relativo al sotto la curva, mi misero la sciarpa al Bari”. tuo record dei rigori parati. collo. I primi minuti mi tremavano le Gordon Cowans? Addirittura? “Me l’ha frantumato lui… Nell’82-83 ne gambe, giuro. Ricordo che Butti ebbe “Proprio lui, l’inglese. Arrivò insieme a avevo parati otto su undici, tre erano una grande occasione da gol, calciò Rideout. Cowans era fortissimo, solo andati fuori. All’ultima di campionato, a colpo sicuro ma io gliela presi. Non che in Italia non si ambientò”. contro la Reggiana, vincevamo 2-1. chiedermi come perché non lo so. Vinse Quanto è stato doloroso smettere di Mancavano due minuti al novantesimo, il Bari 1-0”. giocare? Stefano face fallo in area. L’arbitro Due stagioni in Puglia, poi il ritorno “Abbastanza, anche se l’ultima partita dette il rigore e finì 2-2. Io ci rimisi il alla Fiorentina. l’ho giocata a 40 anni con l’Arezzo. record”. “Con Eriksson. C’era Landucci che vole- C’era stato il fallimento, il salto all’in- Nell’85 te ne sei andato al Bari. va giocare, era più giovane di me, io ero dietro nei dilettanti. Ci ritrovammo Perché? già sopra la trentina abbondante. Inve- senza portieri e io, che facevo l’allena- “Mariottini, il direttore sportivo, spinge- ce Sven mi faceva: di portieri come te, tore, andai tra i pali a Chiusi al posto di va per cedermi, non so perché. Io non in Italia ce ne sono pochi. Un grande. Alboni. Mi pare che vincemmo”. ero convinto, avevo rifiutato tante altre Disputai 11 partite da titolare, prima di Possiamo considerarti un aretino

16 FEBBRAIO 2008 PINO PELLICANÒ ) TErZo GraDo d’adozione ormai? “Altro che. Abito qui dai tempi di Firen- ze. Con Baggio facevamo a gara a chi arrivava prima agli allenamenti. Lui par- tiva da Sesto Fiorentino, io da Arezzo. Facevo sempre prima io”. Che ricordo hai di Pinella Rossi? “Splendido. Fu il mio primo preparato- re, aveva carisma, mi ha aiutato molto”. Sai che detiene ancora il record di imbattibilità ad Arezzo? 777 minuti, Marconato si è fermato a 697. “Ho visto. Marconato comunque è forte e soprattutto ha ampi margini di miglio- ramento. L’unica cosa che non mi piace è la sua maglia”. Pellicanò sfoggia per il fotografo Perché? una presa volante “Io la maglia rosa non l’ho mai messa… in bello stile E nemmeno quella gialla, Angelillo me la vietò perché diceva che portava che andò in serie A insieme a Cosmi”. dell’Empoli”. male”. Cosmi stava per portarti a Parma un Facciamo il gioco della torre. Tra An- Con i palloni di oggi avresti fatto più anno e mezzo fa. gelillo e Riccomini chi butti di sotto? papere anche tu? “Era tutto fatto, dovevo andare con lui, “Nessuno dei due, voglio troppo bene a “Forse sì. Sento tanti commentatori Palazzi e Bulletti. Preparai la valigia, poi entrambi”. gettare la croce addosso ai portieri, ma all’ultimo secondo saltò tutto e il Parma Terziani o Mancini? i palloni moderni sono imprevedibili. prese Ranieri”. “Sono due presidenti che hanno porta- Non a caso sono aumentati i gol e si Le vittorie da tecnico sono belle come to l’Arezzo in B, non butto nessuno”. tira di più, anche da lunghe distanze”. quelle da calciatore? Gritti o Traini? Della tua esperienza da allenatore “La vittoria più bella è l’ultima, il resto “Grandi giocatori. Terziani dette via cosa e quanto ti è rimasto? non conta. La promozione in C2 del Tullio e prese Pasquale: un affarone per “Ricordo il clima particolare del ’93, ’96, la finale di Pistoia, l’annata con tutti”. quando ripartimmo dai dilettanti. E Somma, emozioni fortissime. Se l’Arez- Va beh, ti chiedo l’ultima cosa. Cosa ricordo lo splendido feeling che ebbi zo avesse tenuto Somma, l’anno dopo c’è nel tuo futuro? prima con Mosconi e poi con Tardioli, saremmo andati noi in serie A, al posto “Mi alleno con i ragazzi del San Dome- nico, è divertente. Non essere nell’Arez- zo mi dispiace, lo ammetto. Ma sono Una plastica parata in bianco e nero: Palermo-Arezzo dei primi anni ‘80 sicuro che non è una storia finita”. Stadio Olimpico, spalla a spalla con Mangoni in attesa di sfidare la Lazio Michele Tardioli, allievo di Pellicanò in amaranto tra il 1997 e il 2000 Mario Somma e il ritorno in B, Pino era nello staff tecnico dell’Arezzo

FEBBRAIO 2008 17 ComUNE Di arEZZo ( ASSESSORAtO AllO SpORt BOXE CALAMATI

di pugilato che abbia avuto l’Italia, dal manager Boschi e dal consigliere Rachini. Dal 1950 al 1970 l’Accademia Pugi- listica Aretina ha avuto il periodo di l pugilato ad Arezzo ha avuto ori- maggior splendore: infatti, in questo gine nell’anno 1938 ma la prima periodo il nome della Società era Isocietà conosciuta e famosa in conosciuto in tutto il mondo grazie alle Italia e all’estero, fu formata nel 1950 imprese sportive di uno dei più grandi mentre nel 1958 fu creata una nuova pugili italiani del dopoguerra, il cam- Società che prese il nome di Accade- pione del mondo dei Pesi Gallo Mario mia Pugilistica “Libertas”. La Società D’Agata. D’Agata è stato campione del era composta dal Presidente Fanfani, mondo assoluto quando nel pugilato padre dell’attuale Sindaco, da Bruno esisteva un solo campione invece dei a livello nazionale sia come dilettanti Giuliattini, uno dei migliori insegnanti quattro riconosciuti oggi e solo 9 ca- che come professionisti anche se il suo tegorie di peso invece delle 14 attuali. successo più grande lo ottenne con il Palazzetto dello Sport San Lorentino Il prestigio del pugilato aretino di alto proprio figlio Efrem Calamati che portò Via della Palestra - 0575/23573 livello è stato rappresentato anche da il nome di Arezzo a livello mondiale. Presidente: Aldo Sassoli Piero Brandi con la sua presenza alle E tra gli appassionati è ancora vivo il Vice Presidente: Efrem Calamati Olimpiadi che si svolsero a Roma nel ricordo dell’esaltante combattimento Insegnante: Umberto Lugugnani 1960 ottenendo un verdetto ritenuto che si svolse ad Arezzo e che fece all’epoca “scandaloso”. Brandi fu infatti conquistare a Efrem Calamati il titolo dato perdente e privato della soddisfa- europeo, sostenuto dal tifo dei 4.600 zione di partecipare alla finale olimpica aretini che riuscirono ad entrare nel per la medaglia d’oro ma poi si rifece Palazzetto. L’impegno e gli insegna- conquistando il titolo di Campione menti di Calamati, coadiuvato dall’altro d’Italia dei Professionisti contro Sandro insegnante Umberto Lugugnani, sono Lopopolo. Brandi si ritirò dall’attività ricordati nella nuova denominazione professionistica dopo aver perso della Società che ha preso il nome l’incontro per il titolo europeo contro di “Boxe Calamati Arezzo” e che sta il tedesco Willy Quator. La Società ha continuando ad ottenere buoni risultati avuto poi pugili di buon livello anche con i propri atleti. Il fiore all’occhiello è se non furono vinti titoli importanti. rappresentato dal successo al Torneo Nel 1972, dopo il ritiro del bravissimo nazionale di prima serie di Orlando Giuliattini, prese la conduzione della Fiordigiglio nella categoria Superwelter palestra l’ex pugile professionista e premiato come miglior pugile tra i Paolo Calamati che portò diversi pugili 186 partecipanti al Torneo.

18 FEBBRAIO 2008 ASSESSORAtO AllO SpORt) ComUNE Di arEZZo BOXE NICCHI

a Boxe Nicchi Arezzo nasce nel Ma le più belle soddisfazioni per la no- 1995 alla guida del maestro Santi stra società sono sicuramente il passag- Nicchi, ex pugile dilettante, cam- gio al Professionismo dei figli di Santi, L rispettivamente Aldo e Adriano, i primi pione italiano prima serie nei pesi piuma (al limite dei 57 KG) e nominato atleta e per adesso gli unici ad intraprendere ”PO” (probabile olimpionico), massima quest’avventura nel mondo del professio- onorificenza dilettantistica. nismo. La nostra società nasce dall’amore Il primo dei due fratelli, Aldo, oggi Tecnico dei figli di Santi che, affascinati dalle della suddetta società, è stato professio- foto del padre che proprio all’apice ha nista dal 2002 al 2005, momento in cui dovuto abbandonare la sua carriera per ha dovuto abbandonare la sua carriera motivi di salute, spinti dal desiderio di professionistica da imbattuto per proble- raggiungere gli obiettivi del padre e dal mi di salute. Aldo nella sua carriera ha mito del campione, vogliono intrapren- ottenuto i seguenti risultati: dere la carriera pugilistica e ottenere i 13 match con altrettante vittorie (13) di traguardi che non ha potuto raggiungere cui 4 per KO il babbo. Santi, costretto dall’insistenza 2004 - Titolo intercontinentale del MEDI- dei figli, decide di intraprendere gli studi, TERRANEO I.B.F. diventando insegnante di Boxe, e aprire Vinto ai punti e confermandosi campione la società pugilistica per far crescere i 2005 - Prima difesa Titolo intercontinen- suoi figli e tutti quei ragazzi che aves- tale del MEDITERRANEO I.B.F. sero voluto provare ad avvicinarsi alla Vinta per abbandono dell’avversario all’ Noble Art. 8ª ripresa Molte le soddisfazioni riportate dagli 2005 - Seconda difesa Tit. intercontinen- atleti della nostra società che oggi può tale del MEDITERRANEO I.B.F. vantare tanti risultati a livello regionale, Vinta ai punti confermandosi per la 3ª interregionale e nazionale. Tra i tanti volta CAMPIONE risultati ottenuti dalla Boxe Nicchi in particolar modo ricordiamo:

1997 - Adriano Nicchi Campione italiano novizi B 1998 - Adriano Nicchi Campione italiano dilettanti 3ª serie 2001 - Adriano Nicchi Campione italiano dilettanti 2ª serie 1998 - Aldo Nicchi Vice-campione italiano dilettanti 2ª serie 1998 - Aldo Nicchi Bronzo ai campionati assoluti dilettanti 2000 - Aldo Nicchi Bronzo ai campionati assoluti dilettanti 2001 - Aldo Nicchi Bronzo ai campionati assoluti dilettanti

FEBBRAIO 2008 19

lEtIZIA) La raGaZZa DEL mEsE LETIZIa

Data di nascita 6 ottobre 1987 Segno zodiacale Bilancia Altezza Un metro e 73 Misure Non mi sono mai misurata Tatuaggio Non ce l’ho, ho paura che dopo mi venga a noia Stato civile Fidanzata e felice Tre cose che ami I felini, la danza e i regali Tre cose che detesti I ragni, la falsità e la politica Tre cose che apprezzi in un uomo La sincerità, la lealtà e... gli occhi verdi! Tre cose che gli uomini apprezzano di te Penso la sincerità. E la dolcezza L’uomo dei sogni Johnni Depp Il tuo antidepressivo Le mie due bellissime e dolcissime gatte Essere o avere Essere Il viaggio da fare In India e non solo, vorrei girare mezzo mondo Il tuo mito Marylin Monroe Quartiere della Giostra Porta del Foro Calciatore amaranto Daniele Martinetti Sogno nel cassetto Vivere su un’isola deserta La prima volta In una romantica sera d’estate

FEBBRAIO 2008 21

OPERAZIONE RIMONTA Pistoiese-Arezzo 0-0 | Arezzo-Perugia 1-0 | Taranto-Arezzo 2-2

Cris Miglietta ha debuttato in ama- ranto con un gol bello e importante nel derby contro il Perugia Il centrocampista si è subito inserito negli schemi di Cuoghi e rappresenta per l’Arezzo un’arma molto importante da sfruttare nella marcia di avvi- cinamento alla zona play-off

a rimonta non è impossibile, specie dopo la campagna acquisti di gen- Lnaio. Gli ultimi innesti, vale a dire Miglietta e Chianese (ma anche Rivas e Falsini), hanno contribuito ad aumentare il tasso tecnico della squadra. Non solo, hanno anche risolto il grande problema che affliggeva gli amaranto e che rischia- va di pregiudicare le velleità di risalita: l’astinenza dal gol. Sarà un caso, ma Miglietta ha esordito contro il Perugia e l’ha subito messa dentro, regalando una vittoria nel derby attesa da 22 anni. Chianese non è stato da meno: debutto a Taranto e palla nel sacco, al termine di un’azione personale che ne ha posto in risalto tutte le qualità di bomber vero. Allo Iacovone, alla fine, è venuto fuori un 2-2 che per l’Arezzo ha un retrogu- sto amaro, però i segnali di progresso sono chiari e confortanti. Il campionato amaranto, in attesa che pure Martinetti rompa il suo personale digiuno, è ancora tutto da giocare.

FEBBRAIO 2008 23 CAmPioNaTo ( OPERAZIONE RIMONTA

21a GIORNATA Pistoia, domenica 20 gennaio 2008, ore 14.30 PISTOIESE 0 AREZZO 0

Note: spettatori presenti 1.858 (1.037 paganti più 821 abbonati), incasso di 18.690 euro. Ammoniti Bricca, Caco, Goretti, Ranocchia e Gambadori. Espulsi Bricca al 41’ st e Venturelli al 44’ st. Angoli: 8-2 per l’Arezzo. Recupero tempi: 1’ e 6’

A disposizione di Mario Ansaldi: Bercigli, Lanzillotta, Biancospino, Genova

A disposizione di Stefano Cuoghi: Nicoletti, Cazzola, Roselli, Savi

In alto a destra: la sciarpata dei tifosi ama- ranto presenti allo stadio “Melani” di Pistoia Più in basso: capitan Conte, uno dei migliori in campo, prova il cross dalla destra Accanto: un intervento in anticipo di Goretti, sempre più a suo agio al centro della difesa

24 FEBBRAIO 2008 OPERAZIONE RIMONTA) CAmPioNaTo

23a GIORNATA Taranto, domenica 10 febbraio 2008, ore 14.30 TARANTO 2 AREZZO 2 pt 22’ Pastore, 34’ aut. Mancini, 38’ Chianese; st 33’ Pastore

Note: spettatori presenti 4.210 (643 paganti più 3.567 ab- bonati), incasso di 41.977,62 euro. Ammoniti Bricca, Togni, Plasmati, Pastore, Conte, Carrozza ed Emerson. Espulso Zito al 19’ st. Angoli: 7-7. Recupero tempi: 1’ e 4’

A disposizione di Marco Cari: Faraon, Ascenzi, Prosperi, Tesser

In alto: Chianese esulta dopo il gol con cui ha bagnato l’esordio in amaranto A disposizione di Stefano Cuoghi: Qui sopra: l’espressione sconsolata di Marconato, trafitto dopo 697 minuti Nicoletti, Mezzanotti, Cazzola, Lanzara, Savi, Cavagna

FEBBRAIO 2008 25 CAmPioNaTo ( OPERAZIONE RIMONTA

22a GIORNATA Arezzo, domenica 3 febbraio 2008, ore 14.30 ArEZZo 1 PErUGia 0 st 8’ Miglietta

Note: spettatori presenti 3.443 (2.407 paganti più 1.036 abbonati), incasso di 45.137 euro. Ammonito Grillo. Espulso Beati al 21’ st. Angoli: 4-0 per l’Arezzo. Recupero tempi: 1’ e 8’. Partita sospesa per 8 minuti nel secondo tempo per consentire l’ingresso in campo dell’ambulanza e soccorrere il calciatore Del Nevo dopo una violenta testata con Togni

A disposizione di Stefano Cuoghi: Nicoletti, Mateo, Cavagna, Russo

A disposizione di Salvatore Matrecano: Bianchi, Angeli, Ungaro, Sy

In alto a destra: positivo debutto in ama- ranto per l’argentino Rivas, impegnato in un duello in velocità con D’Andrea A fianco: Ercolano, vanamente inseguito dall’Arezzo al calcio mercato, in una delle rare conclusioni che gli ha concesso Ranocchia

26 FEBBRAIO 2008 OPERAZIONE RIMONTA) CAmPioNaTo

In alto: Fabrizio Grillo, autore dell’assist per il gol; l’acrobazia vincente di Miglietta; attimi di paura in campo per lo scontro Togni-Del Nevo Qui sopra: gli amaranto esultano dopo il lungo recupero, il derby è finalmente tornato a sorridere all’Arezzo dopo oltre 22 anni di attesa

FEBBRAIO 2008 27 ATTUALITÀ ( LA CAMPAGNA ACQUISTI

Piero Mancini sorride a ragione, con il calcio mer- cato l’organico è stato rinforzato e può puntare alla rimonta play-off

Caspita, che mercato! Una campagna acquisti coi fiocchi, un organico rinforzato e con molte alternative tattiche a disposizione di Cuoghi: ecco cosa potrebbe cambiare dopo gli innesti di Falsini, Miglietta, Rivas, Chianese e Bosi. di Giorgio Melani

mmettiamolo, ben pochi tifosi, ha messo a segno dei colpi da maestro. Falsini l’Arezzo ha una difesa di categoria forse solo i più inguaribili ottimisti, Il calcio non è scienza esatta, questo è superiore, forse forse di due! Quale altra alla vigilia del mercato si aspet- appurato, adesso va attesa la risposta formazione può vantare un quartetto A del campo ma, sulla carta, l’Arezzo si è titolare come Conte a destra, Ranocchia tavano un tale risultato il 31 gennaio. I presupposti non erano dei più positivi: rinforzato in maniera talmente importan- e Goretti centrali e appunto Falsini a sini- il ricordo delle passate sessioni inver- te da poter essere considerata una delle stra? Nessuna, assolutamente nessuna. nali, il valzer di voci intorno alla figura di favorite alla salita in cadetteria. Davanti Senza dimenticare che a disposizione Martinetti che proseguiva sin dall’estate, a un’affermazione del genere è giusto ci sono calciatori come Mezzanotti, in la speranza di Cuoghi di chiudere le fare gli scongiuri del caso. Però, guar- netto crescendo dopo un lento avvio di trattative prima della sfida con la Saler- dando con realismo le altre realtà del campionato, Lanzara e Grillo, la lieta nitana, speranza caduta nel vuoto. Tutti torneo, l’Arezzo è più forte e attrezzato sorpresa delle ultime settimane. Da non questi elementi facevano presagire una per il salto. sottovalutare infine Cazzola che, in caso campagna trasferimenti in tono minore di necessità, può giostrare sulla fascia e il rischio di una perdita di competiti- Difesa destra, forse, a essere pignoli, l’unico vità della squadra. Invece, stavolta, il L’estenuante ricerca del terzino sinistro si ruolo non coperto fino in fondo. Se al presidente Mancini ha colto tutti alla è conclusa con l’arrivo dell’aretinissimo pacchetto titolare si aggiunge la certezza sprovvista, lasciando piacevolmente e fe- Falsini, senza dubbio la miglior scelta fat- Marconato ecco che la difesa amaranto licemente sorpresi i tifosi. Complimenti a tibile sul mercato. Per Cuoghi la risoluzio- si avvia a diventare un fortino difficilmen- lui e complimenti al direttore Fioretti che ne di un problema lungo un girone. Con te espugnabile.

28 FEBBRAIO 2008 LA CAMPAGNA ACQUISTI) ATTUALITÀ

Centrocampo formazione marchigiana. Ai giocatori vista puramente tecnico, la formazione La mediana è uscita rivoluzionata dal nominati vanno aggiunti Savi, il cui valore amaranto non ha un vera torre davanti mercato, più di quanto possa apparire non va scordato come pure il suo feeling (Chianese è alto 173 cm anche se è abile dal numero delle trattative concluse. Due con i playoff, e Cavagna, valida alternati- nel gioco aereo) per cui la strada per il innesti importanti, l’argentino Rivas e va per la corsia sinistra. gol passerà principalmente da terra, scel- Cris Miglietta, e un partenza improvvisa, ta primaria considerata pure la caratura ben poco immaginabile a inizio gennaio, Attacco tecnica dei vari Bondi, Rivas, Martinetti, come quella di Fabio Roselli, addirittura Non ce ne voglia Sergio Ercolano, che ha Myrtaj e del giovane brasiliano Bosi. Ulti- capitano poco prima della sosta. L’arrivo preferito andare a Perugia piuttosto che me righe proprio per Daniele Martinetti. di Rivas permetterà a Cuoghi di variare il ad Arezzo. Non ne sentiremo la man- La sua telenovela si è chiusa con il lieto modulo base 4-3-3 con maggior fiducia canza. L’arrivo di Vincenzo Chianese ha fine. Da ora in poi il giocatore si potrà e convinzione rispetto al passato. Il permesso all’Arezzo di fare un salto triplo dedicare esclusivamente alla causa della talentuoso argentino può infatti giostra- di qualità in avanti. Nelle ultime due promozione amaranto. E se Martinetti e re come esterno su entrambe le fasce stagioni di C l’ex bomber del Ravenna l’Arezzo ritrovassero la serie B insieme? permettendo al tecnico di disegnare tanti è andato a segno ben 33 volte (14 con nuovi Arezzo. Presto potremmo vedere il Pavia 2005/06, 19 con il Ravenna 4-3-3 in campo un undici estremo a trazione 2006/07). Se riuscirà a ripetersi anche anteriore con Rivas, Bondi e due punte, quest’anno per l’Arezzo i problemi di gol formazione che potrebbe tornare utile in palesati nelle ultime settimane saranno caso di risultato da recuperare o contro presto uno sbiadito ricordo. Dal punto di avversari arroccati in difesa, vedi Juve Stabia a dicembre. Con uno schema così ne guada- gnerebbe lo spettacolo per il pubblico ma ci sarebbe lavoro in più per i mediani Beati, Togni, Bricca e Miglietta. L’ex interno dell’Ancona, uno dei migliori per rendimen- 4-4-2 to nella prima parte di stagione, è chiamato a dare dinamismo e grinta a un reparto apparso in certe occasioni fin troppo compassato e ragiona- tore. Per la sua duttilità può giocare in tutti i ruoli del centrocampo e dovrà garantire pure qualche rete (vedi Perugia), come è successo nei mesi scorsi con la maglia della

FEBBRAIO 2008 29 RiTraTTi ( DANIELE MARTINETTI

“L’estate scorsa ho sbagliato, ho mancato di rispetto a tutti, ma non c’era solo la voglia di andare via, mi sentivo preso in giro. Oggi Il mondo è diverso, le cose sono cambiate e i tifosi l’hanno capito”. Martinetti svela i suoi segreti, professionali e umani. I due gol a Buffon, il feeling con Cuoghi, la recente campagna acquisti ma anche i sogni da bambino, di Daniele i sentimenti, gli studi, la religione, le ragazze. di Barbara Perissi

“le cose sono cambiate – dice – in quel periodo non c’era soltanto la voglia di andare via. Mi sentivo preso in giro. Mi avevano fatto tante promesse che pun- tualmente rimanevano disattese. Anche a gennaio avevo offerte, c’erano squadre importanti che mi volevano eppure sono rimasto. Non giustifico con ciò il mio gesto, ho mancato di rispetto a tutti ma la rabbia porta sempre ad agire in maniera rriva puntuale, neanche un minuto solo per l’acconciatura. Daniele Martinetti sbagliata”. di ritardo. Gli allenamenti sono ap- è altra roba rispetto al fotografo dei vip. Quei tempi sono lontani anni luce. Il Apena terminati, ha ancora addosso Pacato, modi educati, ha occhi scuri e capitolo è definitivamente chiuso, oggi la maglia amaranto. Si siede nell’ufficio profondi e quando parla guarda dritto Daniele è un giocatore diverso: “mister dell’addetto stampa e aspetta le nostre in faccia il suo interlocutore, con fare Cuoghi mi ha aiutato molto. Ero demo- domande con calma, i capelli nerissimi sincero. Il primo impatto con l’attaccante tivato, mi avevano insultato, c’erano raccolti nell’ormai famosa crocchia. Un dell’Arezzo è più che positivo. L’estate è stati troppi episodi brutti. Lui mi ha dato po’ a Corona gli assomiglia davvero, ma un ricordo che si perde nella memoria: serenità e tranquillità, così ho avuto modo

30 FEBBRAIO 2008 DANIELE MARTINETTI) RiTraTTi di riprendere fiato e rimettermi comple- tamente in sesto. E ora eccomi qua. Mi sento bene, sia sotto il profilo fisico che psicologico. Riflettendo ho capito che è meglio fare bene qui, lottare insieme all’Arezzo per i play-off e poi, a fine sta- gione, tracciare il bilancio e vedere come proseguire il cammino. Una cosa è sicura: dovessi rimanere, in futuro non farò più le bizze…”. Lo dice sorridendo Martinetti, non ha più l’aspetto tormentato da gio- vane Werther di qualche mese fa. Parla di calcio e di schieramenti tattici senza alcun patema. La posizione in campo che gli si addice maggiormente non è quella di bomber solitario, tecnicamente si sente più seconda punta: “il ruolo di prima mi piace di meno. Preferisco giocare per la squadra. Chianese, e lo stesso Myrtai, 22 dicembre 2006, Martinetti batte Buffon dal dischetto e avvia la rimonta in casa della Juve sono più prima punta di me. Hanno fatto un sacco di gol”. Il mercato di Mancini ha religione, che posto ha Dio nella vita di le parole di un tifoso sono emblematiche: stupito anche Daniele: “non mi aspettavo Martinetti? “Sono credente. Ho riscoperto “la grinta con cui ha combattuto con il una serie di movimenti così. La squadra la chiesa frequentando Don Alvaro, il par- Perugia, quel fare reparto da solo – scrive era buona e il gruppo valido, ora siamo roco del Duomo. E’ una persona speciale, in una mail – non gliela avevo vista tirare l’organico migliore della C1. Chianese, celebra la messa quando siamo in ritiro fuori mai in questi due anni”. Rivas, Miglietta e Falsini sono acquisti prima della partita, mi piace parlare con Fatti, non parole: quelle Martinetti, virtù eccellenti”. Il campionato tuttavia è ab- lui”. Scavando nei sogni di Daniele bam- sua, ne spende poche a vanvera. Poche bastanza corto: “non direi. Abbiamo tanti bino, scopriamo un amante dell’archeolo- conferenze, poche esternazioni, un atteg- scontri diretti in casa, semmai dobbiamo gia: “avevo un debole per Indiana Jones. giamento molto schivo che giova alla sua vincere qualche partita in trasferta”. Da grande volevo fare l’archeologo”. Ma privacy ma tutto sommato anche all’uo- Al di là del campo, il ritratto che emerge contemporaneamente il piccolo Daniele mo: “ripeto, è quello che si fa sul campo di “Marti” è quello di un ragazzo riservato, seguiva le gesta del principe Giannini, il che conta”. Vaga somiglianza all’attore neppure troppo modaiolo. Mentre parla suo giocatore preferito: “ironia della sorte Vaporidis, ma lui è migliore, ammettiamo- con noi risponde un attimo al telefono, un – sorride – da che è allenatore gli ho lo. Martinetti non si scompone neppure modello di cellulare semplice, per nulla fatto tre gol”. In un angolino del suo cuore quando gli diciamo che tutte le ragazze up to date. Un indizio importante per sperava di fare il calciatore, aspirazione intervistate da Amaranto magazine lo capire il suo temperamento: “nel tempo che si è trasformata in mestiere quando indicano come il giocatore più interessan- libero navigo su internet, mi piace leggere è cresciuto. te dell’Arezzo: “mi fa piacere” – chiude e stare con gli amici”. E proprio dalle La sublimazione della sua carriera, alme- laconico ma non insiste sull’argomento. letture arrivano altre indicazioni prezio- no finora, è stata senza dubbio la sera in Si apre la porta, entra il direttore gene- se circa la sua personalità: “amo i libri cui, come niente fosse, ha rifilato due gol rale Fioretti, ci saluta, arriva un refolo psicologici e a sfondo storico. Del resto ho a Gianluigi Buffon, risollevando in pochi di freddo: “non mi piace l’inverno. La scelto il liceo classico proprio per questa istanti le sorti dell’incontro tra Arezzo mia stagione preferita è l’estate, starei mia passione per la storia. Mi sarebbe e Juventus a Torino: “l’effetto Buffon è sempre al sole”. Come non condividerlo, piaciuto continuare. Quando smetterò di durato tanto. Per me è stata una grande pensiamo. Single, si trova bene con tutto giocare chissà, magari la laurea me la soddisfazione fare due gol al portiere il gruppo ma esce in prevalenza con gli prendo sul serio”. Dell’attuale situazione campione del mondo, un’emozione inde- amici e i compagni di squadra che sono politica italiana preferisce non parlare: scrivibile. Mi hanno chiamato amici da soli come lui: “peccato che sia andato via “meglio glissare”. Tiziano Ferro e Antonel- tutta Italia per complimentarsi”. Un gesto Roselli, con lui mi trovavo bene”. Daniele lo Venditti sono i suoi cantanti preferiti. tecnico notevole, che non è tornato in non manca di spendere parole cariche Romantico? chiediamo: “Una volta sì, ora mente a quel gruppo di tifosi che l’estate di buoni sentimenti per alcune persone molto meno. E’ il tempo, più si va avanti e scorsa lo hanno pesantemente conte- che gli stanno vicino: “vorrei ringraziare meno si è romantici” chiosa con un velo stato: “con loro credo tuttavia di aver Mimma e Nanni che mi trattano come un di amarezza. Crede negli oroscopi e si recuperato un buon rapporto. Del resto figlio e Paolino, l’autista, che mi è stato rivede in pieno nelle caratteristiche del sono i fatti e quanto si combina sul cam- molto vicino”. suo segno zodiacale, il Cancro: “assolu- po a dimostrare il valore di un calciatore. Se ne va sorridendo e stringendoci la tamente sì” sottolinea. Timido, coriaceo e Quando hanno visto il mio impegno e la mano. Buon lavoro mister Jones e che tu ambizioso dunque, questo almeno stando maglia sudata a fine gara hanno cambia- possa, frusta e cappello, accompagnare all’astrologia. Ma per quanto riguarda la to idea su di me”. E sotto questo aspetto l’Arezzo alla ricerca della serie B perduta.

FEBBRAIO 2008 31 GioVaNi amaraNTo ( lA TUSCAR La scuola calcio La Tuscar, storica società dilet- Istruttori e alcuni tantistica aretina, è diventata piccoli giocatori della scuola calcio da quasi un anno il serbatoio allestita dall’Arezzo amaranto, affidato alla presi- insieme alla Tuscar denza di Fulvio Rondini. E dalla prossima stagione il vivaio si allargherà con l’allestimento degli Esordienti professionisti. “Preferiamo crescere i calciatori in casa – dice Rondini – piut- tosto che andare a prenderli da un’altra parte”.

di Andrea Lorentini

l progetto Tuscar è legata la grande novità per la stagione 2008/2009 e cioè l’allesti- “A una decina di ragazzi, forse qualcuno in sua peculiarità. Preferiamo crescere i mento di una quarta formazione del settore giovanile dell’Arezzo: gli Esordien- più, faranno parte della nuova formazio- calciatori in casa nostra anziché andare ti professionisti”. Va subito al sodo Fulvio ne Esordienti professionisti. Cinque o sei, a prenderli da altre parti. In questo modo Rondini quando gli chiediamo della sua invece, verranno inseriti nella rosa dei possiamo seguire e valutare i progressi esperienza di presidente della Tuscar, Giovanissimi nazionali”. dei ragazzi giorno dopo giorno. Un bambi- storica società dilettantistica aretina: Una dimostrazione tangibile che il proget- no che viene da noi sa che è sottoposto “Questa nuova squadra servirà per to ha uno scopo ben preciso, cioè quello a questa particolare cura e attenzione e preparare i ragazzi con un biennio di an- di allargare alla base il vivaio amaranto se merita avrà la sua chance. Il proget- ticipo rispetto a quanto facciamo adesso che oggi conta tre formazioni, ma manca to Esordienti per il prossimo anno lo partendo con i Giovanissimi”. di quell’attività di base che favorisca la dimostra. A livello di scuola calcio ho Dal luglio scorso l’attuale responsabile crescita tecnica fin da quando il gioca- trovato istruttori seri e preparati ai quali del vivaio amaranto ha raddoppiato il suo tore è in tenera età. Rondini manda un ho dato piena fiducia. Sono contento di impegno per l’Arezzo e intorno all’Arezzo: messaggio molto chiaro: “Il mio impegno come stanno lavorando e questo fa ben “Mancini mi chiese di dargli una mano nella Tuscar è finalizzato a offrire al bam- sperare per il futuro”. Nel progetto Tuscar per sistemare le cose in società dopo gli bino che inizia a ultimi anni un po’ difficili. Gli ho riposto giocare a pallone, che ero disponibile a patto di avere carta se dimostrerà di bianca nella gestione”. E Mancini lo ha possedere le doti, accontentato nominandolo presidente. un’opportunità nel Rondini in pochi mesi ha già compiuto settore giovanile una mezza rivoluzione: “Innanzitutto amaranto. La – spiega – ho trasformato la Tuscar in gente deve capire società di puro settore giovanile, abolen- che la Tuscar è do prima squadra e juniores. Abbiamo la scuola calcio bambini e ragazzi che vanno dalla scuola dell’Arezzo, una calcio agli Allievi”. L’obiettivo è quello di società che si di- fare della Tuscar una costola del settore stingue dalle altre giovanile dell’Arezzo: “Nella prossima realtà del territorio stagione – prosegue Rondini – almeno proprio per questa

32 FEBBRAIO 2008 lA TUSCAR) GioVaNi amaraNTo

Rondini si avvale della collaborazione di Giorgio Magi, già segretario del settore giovanile dell’Arezzo. Nel frattempo sta potenziando l’assetto dirigenziale che per sua stessa ammissione sarà snello perché, come dice lui, “meglio pochi, ma buoni”. Arezzo e Tuscar, Tuscar e Arezzo: gira intorno a queste due entità, che poi sono una cosa sola, la vita professiona- le di Fulvio Rondini. Dalla sede di viale Gramsci ai campetti di via Pisacane e viceversa. La passione e l’amore per il calcio gli permettono di conciliare i due impegni che investono problematiche completamente diverse: “Alla Tuscar – commenta Rondini – i ragazzi gioca- a formazione Berretti, qui fotografata in occasione della passerella prima di no principalmente per divertimento, è LArezzo-Perugia, sta disputando un grande campionato. I ragazzi allenati da mister necessario avere un occhio di riguardo Fraschetti sono al comando della classifica e cominciano a fare più di un pensierino nel rapporto con i genitori, che pagano alle finali nazionali. Per la società si tratterebbe di un risultato storico. una quota d’iscrizione e pretendono certi servizi. Dalla taglia giusta della tuta, allo quello con Mancini, che Rondini definisce le stagioni con l’assillo delle vittorie, ma spogliatoio pulito”. Amore e passione, “in continua evoluzione, oggi ottimo”. I vista la classifica proveremo a raggiunge- ma non solo: “Ho accettato questa nuova due hanno imparato a conoscersi e ad re il traguardo. Vogliamo arrivare primi. sfida perché mi sono sentito gratificato apprezzarsi con il tempo. Rondini si dice Se lo meritano i giocatori, l’allenatore, chi dal presidente che mi ha dimostrato un “orgoglioso di averlo conosciuto”. lavora intorno alla squadra e la società”. ulteriore attestato di fiducia dopo avermi Il discorso scivola sul settore giovanile Prima di salutarci Rondini si lascia anda- affidato la direzione del vivaio. E quando dell’Arezzo. La stagione sta per entrare re ad una confidenza: “Ad essere sincero capisco che la gente ha stima di me, nel vivo e la Berretti vede il traguardo del- un pensierino a raggiungere le finali non mi tiro mai indietro”. Un rapporto, le finali nazionali: “Non ho mai progettato nazionali lo faccio pure con gli Allievi”.

FEBBRAIO 2008 33 LE VosTrE FoTo ( ClIcK AmARAntO inviateci le vostre foto! [email protected] Elena e Francesca Detti, affezionate lettrici di Amaranto magazine

Avvertimento culinario dei “gastronomicamente ingovernabili”

Eleonora versione sciatrice-tifosa in Val di Fassa

Una culla tinta d’amaranto per il piccolo Enea

Alessandro e... altri tifosi davanti alla porta di Brandeburgo Elvis, lo yorkshire amaranto di Lucignano

34 FEBBRAIO 2008