Amaranto Magazine Febbraio 2008
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www.amarantomagazine.it CAMPIONATO MIGLIETTA E CHIANESE GOL PER LA RIMONTA RITRATTI DANIELE MARTINETTI “ECCO IL MIO MONDO” TERZO GRADO I DOLCI RICORDI DI PINO PELLICANO’ CURVA MINGHELLI FUMOGENI E TAMBURI IL TIFO DEI BEI TEMPI Anno 3 - Febbraio 2008 - N. 19 Mensile - copia omaggio quei fantastici ANNI 80 Viaggio nell’età dell’oro del pallone aretino, quando il calcio era più bello dentro e fuori FEBBRAIO 2008) SOMMARIO Il calcio del passato, segnatamente quello degli anni ‘80, ha tanti nostalgici estimatori sparsi in tutta Italia. Non si tratta soltanto di un intenerimento dovuto all’età, che al tempo era più verde e rendeva ottimistica la visione della vita. Quel calcio ispira buoni sentimenti perché era inserito in un contesto più umano, dove il business non aveva ancora soppiantato del tutto la passione. Quel calcio è ricordato con affetto anche ad Arezzo ed è per questo che ab- biamo voluto dare una rispolverata a un’epoca aurea per il pallone nostrano, un’epoca in cui, dopo il ritorno in B del 1982, si cullò a lungo e nemmeno troppo sommessamente il sogno della serie A. In quei fertili anni l’Arezzo incrociò la sua strada con il Milan e con Maradona, sfilando per la prima volta a San Siro e tenendo a battesimo il Pibe de oro. A costruire la storia amaranto c’erano personaggi che sarebbero diventati, di lì a qualche lustro di distanza, vere icone di aretinità calcistica, come Terziani e Menchino Neri. Anche il tifo, IN COPERTINA: Domenico Neri il rapporto della gente con lo stadio, era differente e per molti versi migliore. e Beppe Zandonà Leggere le pagine che abbiamo dedicato all’argomento stimola la memoria e ci aiuta a interpretare il presente, che per l’Arezzo attuale, grazie agli ultimi risultati, si sta facendo sempre più interessante. SOMMARIO Periodico Sportivo Mensile STORIA DI COPERTINA Reg. Trib. di Arezzo N. 3/06 del 8/03/2006 4 GLI ANNI ‘80 Direttore Responsabile Andrea Avato [email protected] TERZO GRADO Editore Atlantide Audiovisivi s.n.c. 14 PINO PELLICANÒ Via Einstein 16/a - Arezzo Tel 0575.403066 - Fax 0575.298238 www.atlantideaudiovisivi.it Stampa LA RAGAZZA DEL MESE Tipografia Ezechielli - Arezzo 21 LETIZIA Fotografie Cristiano Stocchi, Giulio Cirinei, Alessandro Falsetti, David Palumbo 21 Hanno collaborato CAMPIOnatO Ivo Brocchi, Andrea Lorentini, 23 OPERAZIONE RIMONTA Giorgio Melani, Barbara Perissi, Luca Stanganini, Simone Trippi Coordinamento e organizzazione Maurizio Gambini, Mario Rebehy, ATTUALITÀ Irene Minicozzi [email protected] 29 CASPITA, CHE MERCATO! Realizzazione grafica Luca Ghiori (Atlantide Audiovisivi) Marketing & pubblicità GIOVANI AMARANTO Atlantide Audiovisivi s.n.c. Francesco Giani 335 7047376 32 LA SCUOLA CAlcIO Giancarlo Magrini 335 7170534 23 STORIA DI COPERTINA ( GLI ANNI OTTANTA I magnifici anni ottanta Viaggio nell’età dell’oro del calcio aretino, quando si giocava solo di domenica, i gol si vedevano a novan- tesimo minuto e il portiere poteva raccogliere un retropassaggio con le mani. Dalla Coppa Italia alla pro- mozione in B, dall’esodo a San Siro alle partite contro Maradona, dal sogno della serie A alla rovesciata di Neri. Fino alla dolorosa retrocessione dell’88. Riviviamo con gli occhi di oggi tutte le tappe e i protagonisti di un decennio scolpito nella memoria degli sportivi. di Luca Stanganini Sopra il titolo, osa resterà, di questi anni Questione di opinioni, si potrà obiettare. l’undici amaranto che ottanta…”. Questo, qualche Certo, è innegabile che anche i favolosi il 26 settembre 1982 perse a San Siro contro anno fa, il tormentone del anni sessanta hanno rappresentato un “C periodo memorabile per le sorti del calcio il Milan per 2-1 cantante Raf, che le radio trasmettevano, In piedi: Castronaro, quasi a voler celebrare un’epoca che ha aretino, capace di salire in serie B per la Mangoni, Pellicanò, Sar- lasciato il segno. In particolare, noi che prima volta nella sua storia e di ritornarvi tori, Zandonà, Doveri seguiamo con partecipazione le sorti solo pochi anni dopo la subitanea retro- Accosciati: Neri, Butti, cessione. Ma gli anni ottanta, per chi li Belluzzi, Zanin, Traini dell’Arezzo, non possiamo dimenticare che è stato proprio quello il periodo ha vissuti, rappresentano qualcosa, quel migliore dell’intera storia amaranto. “qualcosa” che, a ben vedere, oggigiorno 4 FEBBRAIO 2008 GLI ANNI OTTANTA STORIA DI COPERTINA ) Domenico Neri, uno dei giocatori non esiste più. più amati nella storia Il calcio è sempre stato una cosa seria, dell’Arezzo calcio specie per i tifosi più accaniti, ma allora Il 9 giugno 1985 segnò un fantastico gol in veniva vissuto con spirito diverso, meno rovesciata contro il estremizzato e condizionato da esigenze Campobasso, decisivo televisive, di marketing e quant’altro. per la salvezza Agli albori degli anni ottanta, la gente si ri- univa alle 18 in punto per vedere i gol su Novantesimo minuto, con i mitici inviati Beppe Barletti, Luigi Necco e Tonino Ca- la Juventus di Bettega, che inaugurò gli rino, le telecronache di Nando Martellini anni ottanta vincendo il titolo di capocan- erano più che altro il racconto di quanto noniere del campionato di serie A. stava succedendo in campo, senza urli Questione di gusti. Qualcuno potrà soste- inconsulti o commenti di inutili seconde nere che, in fondo, è meglio oggi, con a voci. Le magliette erano semplici, scollo a portata di mano, anzi, di telecomando, V, poi evolutesi in un più moderno colletto tutti i replay dei gol appena due minuti all’inglese, ma pur sempre stupende, dopo la fine della partita. Ma vuoi mettere nella loro normalità, con i numeri al loro quando te li dovevi sudare? Quando una posto, dall’uno all’undici. Le maglie del fila per strada rischiava di farti rimandare Cagliari poi, bianche con i bordini rosso Un calcio diverso l’appuntamento con la Domenica Sporti- blu e le stringhe al collo, erano quanto di Quanto era diverso allora. E così, ve- va del dopo cena? più bello potrebbe immaginare qualsiasi dendo le immagini sbiadite dell’epoca, Intendiamoci, non tutto era impeccabile, marketing man dei nostri tempi. ci si accorge che il calcio era molto più anche quel periodo aveva i suoi difetti. Si Se esistevano delle certezze, erano che il ragionato, meno veloce e più tecnico, gli moriva già allo stadio: allora Vincenzo Pa- portiere portava il numero 1, il centravan- arbitri applicavano le regole essenziali, parelli, oggi Vincenzo Spagnolo o Filippo ti il 9 e il libero il 6, in panchina si arrivava senza inutili alchimie; ancora si poteva Raciti. Anche allora lo scandalo scom- fino al 16, le rose erano al massimo com- passare la palla al portiere e questi pote- messe aveva squassato il nostro calcio, poste da 22 giocatori e si giocava solo ed va prenderla con le mani per rinviare. L’at- solo che anziché Moggi, Giraudo, Carraro, esclusivamente la domenica, senza anti- mosfera, nei viali dello stadio, era molto Bergamo e compagnia bella, all’epoca i cipi e posticipi diurni o notturni. E ancora, più spensierata. Anche allora l’Inter vinse burattinai erano tale Alvaro Trinca, profes- il libero aveva immancabilmente un paio lo scudetto, ma fu più che altro un fatto sione oste, e Massimo Cruciani, fruttaro- di baffoni folti che ne rendevano l’aspetto casuale. Il Milan finì in serie B due volte e, lo, i quali si trascinarono a Regina Coeli ancora più truce, e di solito sembrava più per dirla alla Prisco, una volta pagando e gli idoli calcistici Giordano, Manfredonia, vecchio degli anni che aveva realmente. l’altra gratis. Ai tempi nostri in B c’è finita Savoldi e Albertosi. Quegli stadi biamente vero che la televisione ha un bel gesto tecnico da mostrare in cambiato tutto, abitudini e attitudini. tivù da sopra, da sotto, da dietro e da sempre pieni Tre decenni fa non esisteva nessuna davanti. Nel 1985 fu un evento quasi diretta gol e pensare a un qualche leggendario, privato e il fatto che ci cosa di diverso dal radiofonico tutto fossero immagini riprese dalla curva fu Quello che subito salta all’occhio, os- il calcio minuto per minuto era quasi straordinariamente casuale e dunque, servando le foto pubblicate in queste inconcepibile. O si andava allo stadio, proprio per questo, straordinariamente pagine, è il pubblico. Guardate quanto oppure bisognava affidarsi ai racconti bello. Molti sostengono che ai tempi ce n’è a far da cornice alle azioni di di chi c’era e aveva visto. Nel 2008 di Neri si giocava meglio, che il livello gioco. Tribune gremite, spalti affollati, i gol scorrono sul piccolo schermo tecnico era più alto. Forse è vero, passione che fuoriesce dalle immagini in tempo reale e scivolano via con forse no. Di sicuro la gente andava anche a distanza di tanti anni. C’era un replay. Negli anni ’80 le emittenti più volentieri allo stadio. La violenza, più fame di calcio, all’epoca. C’era più private locali trasmettevano di già, ma il caro biglietti, l’overdose di pallone, voglia di vedere coi propri occhi cosa non avevano né i mezzi né il fascino la comodità del satellite e del digita- succedeva dentro il campo, come per sostituirsi ai gradoni della curva le terrestre, gli impianti fatiscenti, la giocava la squadra, dove si muoveva o della tribuna. E questo fascino non scomparsa dei giocatori bandiera: ci il centravanti, quanto picchiava il difen- ce l’aveva neppure mamma Rai. La sono tante spiegazioni per il deflusso sore. C’era uno slancio che oggi non domenica era il giorno del pallone e degli spettatori dai teatri del calcio. c’è più. Senza scomodare la spicciola stop, senza anticipi, posticipi e nottur- E le foto di queste pagine mettono sociologia da dopocena, è indub- ne.