Montagne360. Luglio 2018, € 3,90. Rivista mensile del n. 70/2018. Poste Italiane Spa, sped. in abb. Post. - 45% art. 2 comma 20/b - legge 662/96 Filiale di Milano. Prima immissione il 27 giugno 2018 PER CONOSCERE alla mountain bike, alla scoperta delle montagne d’Europadelle montagne PEDALARE Dal rampichino Dal luglio 2018 € 3,90 EDITORIALE Offerta riservata solo ai Soci orizzonti e orientamenti CLUB ALPINO ITALIANO Valeva davvero la pena di esserci… P Abbonati di Gabriele Bianchi* con lo sconto di oltre il Parlo dell’Assemblea dei Delegati di Trie- sembravano granitiche. Le difficoltà all’e- di circa 6.000 km – territori e cultura da ste 2018, vissuta dal parterre, Delegato tra mancipazione della donna, il superamen- serie A; aggiornamenti sul progetto “Casa i Delegati. to di condizioni sociali apparentemente di della montagna in Amatrice” con prevista Tra le circa quaranta precedenti occasioni, secondo piano, l’abbandono della “torre apertura all’inizio del prossimo anno gra- cui una fortunata sorte mi ha consentito d’avorio” che racchiudeva il Club e la ge- zie alla collaborazione tra Anpas e Cai. di partecipare, credo debba essere anno- nerosità solidale portata fuori dai nostri Per la cultura “del fare”, ma anche “del verata tra le più significative, stimolanti e steccati. Insomma, la dimostrazione che, far sapere”: lancio delle Giornate Nazio- coinvolgenti. Sia per il poliedrico taglio dei quando ci sono passione disinteressata- nali sulla Comunicazione (Bologna, 29 e concatenati momenti assembleari, che per vera tenacia-inossidabile impegno, i limiti 30 settembre); nuovo Sito Istituzionale le ricavate sensazioni: di pregnanti emo- sono continuamente modificabili al rialzo. maggiormente organico e attrattivo con zioni, di un nascosto ma chiaro orgoglio di E quale indicazione prodotta dal Club tre ambiti (associazione, notizie e andare appartenenza al club, per rinnovati oriz- alpino accademico: l’Alpinismo di fron- in montagna, spazio per le Sezioni); di- zonti da raggiungere, per il contributo che tiera continua a progredire con i giovani sponibilità della nuova Teca digitale Cai P 6 numeri di la nostra Associazione può conferire alla Matteo Della Bordella, Silvan Schüpbach, contenente oltre 110.000 pagine della no- crescita della società in cui viviamo, per la Luca Moroni e David Bacci impegnati in stra rivista e de «Lo Scarpone» lungo tutta Meridiani Montagne funzione di attori e decisori esercitata dai spedizioni a carattere esplorativo e di ele- la nostra storia; e infine la nostra editoria Delegati presenti e per la presenza dei dif- vato contenuto tecnico organizzate da pic- con il libro 99 Canti del Centro Nazionale a soli ferenti Soci che, nella trattazione degli ar- coli gruppi. Coralità e Non sono un’alpinista di Bianca euro gomenti in discussione, hanno ancora una Un Cai che si conferma sempre più aperto, Di Beaco. IN REGALO volta manifestato il vero punto di forza del con l’adesione all’ASviS, l’Alleanza italiana Ancora per le Sezioni: interessante pos- IN OGNI 26,00 nostro modo di essere: le sorprendenti, per lo sviluppo sostenibile, per promuove- sibilità di richiedere i risultati dell’illu- NUMERO re i valori sostenuti da tempo e posiziona- strato 2° Monitoraggio “Giovani, Cai e (più € 1,90 contributo spese di spedizione) LA CARTINA preziose potenzialità e competenze insite ESCLUSIVA nelle risorse umane di cui il corpo sociale re la montagna al centro di uno sviluppo Montagna”. anziché euro 45,00 è portatore. rispettoso dell’ambiente e delle tradizioni Dulcis in fundo: presa d’atto e conseguen- Un clima particolarmente intrigante e locali. te unanime approvazione del manteni- In più, potrai vincere uno splendido viaggio in America corroborato, già dopo le prime battute, Un’Associazione che si rispecchia compiu- mento inalterato delle quote di Ammis- Pdi 14 giorni nei grandi Parchi Americani alla scoperta da una dichiarazione catturata da una tamente nella relazione morale del Presi- sione e Associazione anche per l’annualità di una terra mitica e selvaggia! giovanissima Delegata seduta alle mie dente generale Vincenzo Torti che ha sa- 2019, con attribuzione alle Sezioni di un spalle: «sono felice della opportunità che puto toccare, uno dopo l’altro, tutti i punti euro in più a Socio, ottenuto grazie ai ri- Vivi da protagonista l’epopea di un grande western sto assaporando. Oggi ho compreso che il di generale interesse, mantenendo costan- sultati di un’attenta politica gestionale e Immergiti in una natura di monumentale Club alpino non è solo quello dei sentieri e te l’attenzione dei Delegati che l’hanno ap- dell’ottenuta contrazione dei costi assi- spettacolarità, esplora da vicino ambienti dei rifugi, delle tecniche e addestramento, provata alla quasi unanimità. curativi. Un beneficio di un euro a Socio magici, percorsi inediti, luoghi remoti altri- delle coperture assicurative e utilizzo del Assemblea permeata da una serena atmo- a valere già dall’anno 2018, con un bonus menti inaccessibili. georesq ma soprattutto quello configura- sfera, con la dimostrata capacità di fare per le Sezioni a novembre. Un’occasione unica di scoprire L’America Un’Assemblea, quindi, in cui la centralità più autentica nel modo più coinvolgente to da donne e uomini di grande spessore gruppo anche nella rielezione del Vice- e approfondito e grandi esempi di riferimento, che stupi- presidente generale Erminio Quartiani, a del Socio non è rimasta confinata nelle di- Il viaggio di 14 giorni, organizzato da Kailas, comprende: scono, affascinano e stimolano alla parte- larghissima maggioranza. chiarazioni d’intenti. · Volo internazionale A/R cipazione in cordata». Ma capace anche di affrontare con il dia- Ore 16.45, chiusura dei lavori: stanchi, sfi- · Minivan 4x4 a disposizione per tutto l’itinerario Regolamento completo su Vitto e alloggio con pernottamento in hotel/motel Anche per le felici intuizioni del Comitato logo costruttivo ed il confronto aperto, già brati, ansiosi di rientrare – macché – ra- · Ingresso ai Parchi http://www.shoped.it/it/regolamento.cfm · Accompagnamento di un geologo del team “Le Guide di Kailas” centrale di indirizzo e controllo nel pro- avviati a Napoli nel 2017, assumendo una ramente constatata, vista l’ora, la presenza Montepremi, IVA compresa, 3.600,00 e Il primo Tour Operator Italiano fondato da Geologi · che ti fa scoprire il mondo come nessun altro. porre all’Assemblea precise candidature sofferta e coraggiosa decisione: autoriz- di tanti Delegati, impegnati in un costrut- per i prestigiosi riconoscimenti a Socio zare l’alienazione della nostra proprietà tivo confronto. Non c’è che dire: la mera- Abbonati e potrai vincere un viaggio indimenticabile! Onorario e Medaglia d’Oro: Teresa “Tere” al Pordoi (62% favorevoli, 36% contrari, vigliosa Trieste e il centenario della XXX Airoldi, Mariano Frizzera e Giuliano 2% astenuti), dopo l’ultimo e non riuscito Ottobre hanno giocato sottobanco. Numero Verde Fabbrica. tentativo di gara per l’affidamento in pro- Giovane Delegata, racconta anche ai tuoi ON LINE! Non solo e non tanto per i palmarès con- prietà superficiaria a terzi. Momenti finali coetanei che valeva davvero la pena di 800-001199 www.shoped.it seguiti, ma per aver pionieristicamente entusiasmanti e quasi “pirotecnici”: riva- esserci… ✆ abbattuto barriere culturali che un tempo lorizzazione del Sentiero Italia – trekking * Past President generale Cai Lunedì-venerdì dalle 8,45 alle 20,00 Servizio attivo tutti i giorni, 24 h su 24 h. Sabato dalle 8,45 alle 13,00 Da Pc, Tablet e Smarthphone Tutti i prezzi sono IVA inclusa. Lo sconto è computato sul prezzo di copertina al lordo di offerte promozionali edicola. La presente offerta, in conformità con l’art.45 e ss. del codice del luglio 2018 / Montagne360 / 1 consumo, è formulata da Editoriale Domus Spa. Puoi recedere entro 14 giorni dalla ricezione del primo numero. Per maggiori informazioni visita http://www.shoped.it/it/cga

SCARPONE NEW.indd 1 15/09/17 11:04 PEAK&TIP Nessuno escluso di Luca Calzolari*

on c’è mai un luogo sbagliato per parla- offre nuove opportunità a chi, per cause che non re di montagna. E ovunque lo si faccia, andiamo a indagare, ha dovuto fare i conti con N c’è sempre qualcuno che è istintiva- una vita difficile. E allora, attingendo ad alcune mente predisposto all’ascolto. Più spesso siamo esperienze territoriali, abbiamo raccontato tutto noi che ci chiediamo se a chi frequenta quel luogo questo attraverso la voce di chi ha aperto vir- potrà mai interessare il nostro racconto. Del re- tualmente le porte del cuore. Sono le storie di sto vivere le Terre alte non è un’esclusiva riservata chi arrampica con i non vedenti, di chi scende a pochi. Le montagne fanno parte dell’esperien- in grotta con tossicodipendenti, di chi organizza za umana, così come tutti gli elementi presenti trekking ed escursioni con persone che hanno di- in natura. E non dobbiamo sentirci in colpa se sabilità psichiche e motorie, di inserimenti lavo- prendiamo da loro tutto il bello che c’è. Perché rativi in rifugi sociali (tutti temi che affronteremo le montagne offrono opportunità che per mol- di nuovo più avanti). Storie che arrivano dalla ti sono inimmaginabili. I soci Cai sanno bene Toscana, dal Piemonte, dal Trentino-Alto Adige. quante attività e quante relazioni nascono e si Nel febbraio dello scorso anno, su queste stesse sviluppano tra i boschi, nelle valli e lungo i sen- pagine, dedicammo uno speciale al tema della tieri, quando ci si lega insieme e quando si con- montagnaterapia. Ricordo che nell’introduzione divide il buio magico delle grotte. E quanto esse scrissi che la montagna che accoglie è una mon- aiutano a ritrovarsi. Lo sanno loro, che sono gli tagna che non fa distinzioni. Così si impara a stare abituali frequentatori delle montagne. Ma a volte insieme, a far gruppo. «Il passo dell’altro diventa condividere queste narrazioni con nuovi pubblici il mio passo e la bellezza prende la forma di una - interlocutori inediti che trovano sani elementi disciplina che segue linee e percorsi solo apparen- di curiosità e attrazione nei nostri (e vostri) rac- temente distanti. La montagna aiuta ad abbattere conti - significa aprire nuove porte. Cosa voglio i pregiudizi e le differenze, si fa sociale e trova la dire? Semplice: quelle porte non sono altro che sua funzione e il suo spazio anche in ambito socio- un esplicito invito all’accoglienza e rappresen- sanitario. Perché la montagna cura, ma è molto di tano il ponte culturale e dialettico attraverso il più di una semplice terapia. È anche il luogo per Peak&Tip. Ovvero quale è possibile allargare e rafforzare la nostra scoprire nuove libertà e recuperarne alcune. Ma- peak, comunemente famiglia. Siamo soliti parlare della montagna in gari proprio quelle che erano state smarrite lungo inteso come cima della luoghi che parlano di montagna, rivolgendoci a un altro percorso. Quello della vita». Ho ripensato montagna. E tip, che chi spesso quelle parole già le conosce. Ma ogni a queste parole, scritte nero su bianco, quando ho letteralmente significa luogo è il luogo adatto, così come ogni pretesto conosciuto l’alpinista cieco Giuseppe Comuniello suggerimento o dritta, è buono per offrire un’altra lente per guardare e il suo istruttore Aldo Terreni del Cai di Firenze ma che qua assume alla montagna a chi conosce meno quelle paro- (fondatore, insieme a Eleonora Bettini, del gruppo anche altri significati. le. Forti di queste premesse siamo scesi a valle, “La montagna per tutti”). Al Festival, il cui sotto- Un’allitterazione fin quasi a raggiungere il mare. E siamo arrivati titolo era appunto “mettiamoci scomodi” (perché sonora che alimenta fino a Lucca, che nella sua variegata provincia ab- questa è la posizione di chi lavora al fianco dei tan- suggestioni. Perché tip braccia sia la Versilia sia le bellissime Alpi Apua- ti invisibili), c’erano anche loro. Ciò che sorprende è utilizzato anche per ne, da cui si vede la costa. Il pretesto è un evento non è il fatto che Aldo, durante le arrampicate, di- descrivere un modo “scomodo”, proprio come il nome che porta. Era- venti la voce guida di Giuseppe utilizzando radio e di camminare: quello vamo lì per il Festival italiano del volontariato. ricetrasmittenti. No, a sorprendermi e a emozio- sulle punte dei piedi. Che all’interno del Club alpino italiano ci sia narmi sono state le loro parole. «Quella corda che Una metafora della una forte spinta solidale, questo è ben noto. Ma ci lega in parete è una metafora della relazione che scrittura. In questa se abbiamo partecipato al Festival è stato per ci unisce», ci ha detto Aldo. «E io di lui mi fido rubrica condivido con raccontare storie che con questo mondo hanno ciecamente», gli fa eco Giuseppe con ironia. E così voi pensieri e opinioni, molto a che fare. Sì, stiamo parlando di monta- una nuova parete viene scalata, e un’altra porta si poggiando a terra solo gnaterapia. Ovvero della montagna che aiuta, apre. Oggi, domani, ogni giorno. ▲ le punte, senza fare che cura, che include, che crea benessere e che * Direttore Montagne360 troppo rumore.

luglio 2018 / Montagne360 / 3 LUGLIO 2018 01. Editorial; 03. Peak&tip; 06. News; CYCLING TO EXPERIENCE 10. 48 Introduction; 12. The re-invention of the mountain bike; 18. In the footsteps of STORIE DI RITORNI E DI CONQUISTE the Etruscans; 22. Montenegro: true love; 28. Where the eagles dare to fly; Un laboratorio culturale che, per 32. In wonderland; 38. Free to cycle; OGNI GIORNO LE NOTIZIE CAI immagini e racconti, parla di noi, 42. Among the giants of the Valais; 48. Godafoss (Islanda), A history of returns and conquests; WWW.LOSCARPONE.CAI.IT della natura, del nostro futuro: anche la cascata degli 54. That promise of light; 56. The dei (foto Alberto FACEBOOK  quest’anno il Trento Film Festival si è “Alpi del Mediterraneo” nominated for Montemurro) TWITTER  FLICKR  fatto palcoscenico di una montagna Unesco: 60. In Valdagno, celebrating 60 summers “in tents”; PORTFOLIO complessa e molteplice 62. Albert Smith. The spectacle of the Mont Blanc; COLUMS 70. News International; 72. New Ascents; 74. Books. SOMMARIO IN EVIDENZA ANTEPRIMA PORTFOLIO

62 01 EDITORIALE ALBERT SMITH. Albert Richard Smith, medico, scrittore, uomo legato LO SPETTACOLO 03 PEAK&TIP alla montagna e soprattutto showman, è uno dei DEL MONTE BIANCO 01. Editorial; 03. Peak&tip; 06. News; 06 NEWS personaggi più popolari nella Londra dell’epoca PÉDALER POUR CONNAÎTRE 10. vittoriana. Una mostra a Torino, al Museo Nazionale Introduction; 12. La réinvention de le della Montagna, fino al 14 ottobre 2018 lo celebra, PEDALARE PER CONOSCERE vélo de montagne; 18. Sur les traces insieme a un volume, a cura di Aldo Audisio e Veronica des Étrusques; 22. Monténégro : amour 10 Introduzione vrai; 28. Là où les aigles osent voler; Lisino e del Centro Documentazione Museomontagna Luca Calzolari 32. Dans le pays des merveilles; 38. 12 La re-invenzione della mountain bike Libres de pédaler; 42. Parmi les géants du Valais; 48. Histoire des retours et Piergiorgio Rivara des conquêtes; 54. Cette promesse 18 Sulle tracce degli Etruschi de lumière; 56 « Alpi del Mediterraneo Patrizia Montanari e Alberto Monzali » nominé pour la liste Unesco; 60. Valdagno : 60 étés « dans les tentes »; 22 Montenegro, amore vero PORTFOLIO 62. Albert Smith. Le Claudio Coppola spectacle du Mont Blanc; RUBRIQUES 28 Dove osano le aquile 70. International; 72. Nouvelles ascensions; 74. Livres. Enrico Fisichella 32 Nel paese delle meraviglie Alberto Montemurro 38 Liberi di pedalare 01. Editorial; 03. Peak&tip; 06. News; Matteo Brusa RADFAHREN ZUM ERFAHREN 10. Einführung; 12. Die Neuerfindung von Mountainbike; 18. Den Etruskern 42 Fra i giganti del Vallese 10 PEDALARE PER CONOSCERE Nato nel 1981 in California e arrivato auf der Spur; 22. Montenegro: wahre Carlo Crovella Liebe; 28. Wo die Adler hinwagen; 32. in Italia verso la metà degli anni 48 Storia di ritorni e di conquiste Im Wunderland; 38. Radfahren ohne Ottanta, il “rampichino” divenne un Grenzen; 42. Unter den Riesen von Chiara Borghesi progetto culturale, prima ancora che Kanton Wallis; 48. Geschichte von 54 Quella promessa di luce Wiedekehren und Errungenschaften; commerciale. E oggi è un modo per Emanuele Confortin 54. Das Versprechen vom Licht; 56. conoscere l’Europa „Alpi del Mediterraneo“ nominiert für 56 “Alpi del Mediterraneo” candidate die Unesco-Liste; 60. Valdagno: 60 all’Unesco Sommer „in den Zelten“; PORTFOLIO Sonia Zanella ed Elena Norzi 62. Albert Smith. Der großartige Anblick auf den Mont Blanc; KOLUMNEN 60 A Valdagno si festeggiano 60 estati “in 70. Internationales; 72. Neue tenda” Besteigungen; 74. Bücher. Giovanni Scalambra

PORTFOLIO 62 Albert Smith. Lo spettacolo del Monte 42 CAI LINE otto pagine in diretta dall’associazione Bianco FRA I GIGANTI DEL VALLESE in questo numero Aldo Audisio e Veronica Lisino Due “otto” per due quattromila: itinerari [ p. 1 ] [ p. 3] [ p. 4] [ p. 7] RUBRICHE concatenati per realizzare intriganti tour Erminio Quartiani Online Francesco Carrer, Parchi lombardi: 70 Cronaca extraeuropea di tre o quattro giorni, ammortizzando rieletto Vicepresidente oltre 120.000 pagine coordinatore del Gruppo incontro con 72 Nuove ascensioni tempi e spese e praticando alpinismo di generale dei periodici Cai di Lavoro “Progetto Scuola” la TAM regionale 74 Libri media difficoltà

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SPELEOLOGIA Trekking con ragazzi disabili Echi sotterranei a cura di Massimo (Max) Goldoni nelle zone terremotate MONTE TAMBURA, NOVITÀ AL PIANONE GESSI BOLOGNESI E REPERTI Il Complesso del Monte Tambura, in Tosca- PALEONTOLOGICI na nelle Alpi Apuane, è nato dalla congiun- Primavera 2018. Il recupero di un cranio zione di tre abissi: Pianone, Pinelli e Paleri. umano, rinvenuto durante la risalita di un Dal 2015, speleologi che fanno riferimento “camino” in una grotta nel Parco dei Gessi al G.S.P.G.C. di Reggio Emilia hanno ripreso Bolognesi, ha impegnato numerosi soci del a cercare prosecuzioni nel settore Pianone. GSB-USB di Bologna in un’operazione diffi- Sul fondo, presso il Rio Sara, dopo un trat- cile e delicata. Il cranio, rimasto in bilico sul to angusto e di difficile progressione, una vuoto per un tempo imprecisato è stato da- risalita di 70 m ha permesso di intercettare tato, tramite C14, all’Età del Rame, tra i 5600 un’importante zona freatica, antico livello di ed i 5300 anni fa. Il recupero si è svolto in falda con gallerie che si diramano in molte- pieno accordo con il Parco e l’Università di plici direzioni. La quota, tra i 575 e i 675 metri Bologna, dopo autorizzazione della Soprin- sul livello del mare, corrisponde a quella di tendenza. Trovate il video su: www.gsb-usb.it simili condotte in grotte della zona, quali l’A- bisso Ulivifer. Non mancheranno sorprese. DIVERSAMENTE SPELEO arà un’estate che non dimenticheranno fa- di escursionismo alle gite». Il gruppo torinese di E GROTTE TURISTICHE cilmente. Sette ragazzi del centro di salute montagnaterapia ha siglato un protocollo con la VAL CORSAGLIA (CN), REPORTAGE “Diversamente Speleo”, ovvero le iniziative di S mentale dell’azienda sanitaria di Torino Regione Piemonte e da anni lavora anche insieme DALLA NUOVA GROTTA DI COSTACALDA Cave di argilla di Malnate, Varese (foto L. Aimar) volontariato che permettono a persone con parteciperanno infatti al trekking organizzato dal- a comunità terapeutiche per persone con doppia La storia comincia nel giugno del 2017, disabilità gravi di frequentare il mondo sot- la sezione locale del Cai. Partiranno dal Piemonte diagnosi; cioè con chi, oltre a problemi di dipen- quando speleologi dello Speleo Club Tana- uno splendido pozzo sui 20 m di profondità terraneo. Il Gruppo Speleo del Cai di Salerno per raggiungere l’Umbria e affronteranno insieme i denza, ha anche difficoltà di natura relazionale ro individuano un minuscolo buco con forte sino ad una ampia galleria, che prosegue. ha organizzato, il 27 maggio, un’edizione di percorsi che attraversano le zone terremotate. Un’i- e psichiatrica. «Quando parliamo di montagna- corrente d’aria. Grande mole di lavoro per La “Grotta di Costacalda” si sviluppa sulla Diversamente Speleo alle Grotte di Pertosa- dea che trova forza nel progetto promosso dal Club terapia dobbiamo pensare a un approccio di tipo entrare, ma troppe difficoltà. Nell’aprile 2017 sinistra del torrente Corsaglia, nel comune Auletta (SA). L’attraversata in barca del alpino italiano (“Ripartire dai sentieri”) per soste- terapeutico e riabilitativo» spiega Giordana. Infer- uno speleo “indipendente” individua un in- di Roburent. L’inesperienza di qualcuno ha “Lago” interno ha offerto particolari e belle nere il turismo e favorire la ripresa della vita socia- miera di mestiere, da 15 anni è accompagnatrice e gresso che, dopo pesante rimozione di ma- spinto all’affrettata notizia del ritrovamento emozioni ai partecipanti. Altri appuntamen- le ed economica nelle aree del Centro Italia colpite istruttrice in una scuola di escursionismo, mentre teriale, ha permesso di percorrere circa 300 di una cavità simile alla non distante e stori- ti di Diversamente Speleo si sono tenuti alla dal terremoto. «E così anche noi abbiamo deciso da 8 è responsabile del gruppo “La montagna che metri di cavità. Successive punte esplorati- ca Grotta di Bossea. La scoperta è interes- Grotta di Villanova in Friuli-Venezia Giulia (10 di ripartire dai sentieri. Insieme ai ragazzi con di- aiuta”. Questa esperienza di montagnaterapia, ve, con speleologi di diversi gruppi piemon- sante, ma serve attenzione nel diffondere giugno) e alla Grotta di Val Dè Varri a Pesco- sabilità ci metteremo in movimento. Letteralmen- così come altre buone pratiche, è stata presentata tesi, hanno permesso di scendere anche informazioni. rocchiano (RI) il 24 giugno. Complimenti. te» racconta Marco Battaìn, che insieme a Ornella anche a Lucca, in occasione dell’ultimo Festival Giordana ha creato il gruppo di montagnaterapia italiano del volontariato, di cui «Montagne360» del Cai di Torino (“La montagna che aiuta”). Saran- è stato media partner. Del resto che la montagna no loro i due accompagnatori Cai in questo inedito faccia bene all’anima e alla salute lo si sente ripe- Osservatorio ambiente a cura di CCTAM trekking. Oltre ai ragazzi del Centro di salute men- tere spesso. Ma certe retoriche hanno declinazio- tale, gestito dalla cooperativa Rondine, ci saranno ni concrete e possono essere spiegate e comprese W LE FORESTE! come Cai dobbiamo considerare sicuramente positiva la valoriz- anche un paio di educatori del sostegno territoriale solo con esperienze, storie e progetti. Proprio come zazione della gestione attiva (ma sostenibile) delle foreste, anche integrato. La prima tappa è Spoleto. E lì, insieme ai questo organizzato dal Cai di Torino, che da anni L’approvazione del “Testo unico in materia di foreste e filiere fore- e non solo come risorsa economica per la montagna e i territori soci Cai della sezione locale, inizieranno le escur- svolge attività di riabilitazione e reinserimento so- stali” (DLgs 34, 2018) ha suscitato vivaci polemiche. Tali contrasti marginali. Per approfondire: www.sisef.it sioni. A cominciare dalla Piana di Castelluccio, ciale a favore di persone con disagio psichico, in- hanno contrapposto, forse in maniera un po’ eccessiva e strumen- all’interno del Parco nazionale dei Monti Sibillini. tellettivo, motorio e sensoriale attraverso uscite di tale, una visione più conservazionista o, comunque, preoccupata Seguirà il percorso della vecchia ferrovia, da Spole- gruppo in montagna in collaborazione con enti e all’approccio gestionale suggerito dal decreto, orientato a evitare to a Norcia. E, se ci sarà ancora tempo, è prevista associazioni del territorio. Un’attività documentata l’abbandono. Le polemiche e il dibattito hanno però messo in se- una terza escursione alla Cascata delle Marmore. anche da fotografie che, fino al 31 agosto, saranno condo piano un fatto fondamentale: finalmente le foreste e la loro Il progetto si chiama “Passaggi in quota”. «Insieme esposte – grazie alla collaborazione con il Comune gestione sono tornate sulla scena politica, attraverso un percorso al dipartimento di salute mentale dell’Asl torine- di Torino – nelle sale di “InGenio”, bottega d’arti e lungo e faticoso, che ha visto coinvolti tutti gli stakeholder del set- se camminiamo da un pezzo» aggiunge Battaìn. antichi mestieri (via Montebello 28/B, Torino), per tore. Un percorso non scontato, ma necessario per uniformare le «I ragazzi? So bene che sono pronti ad affrontare la mostra “I servizi si raccontano: la montagna che competenze legislative attualmente presenti e per suggerire una questo trekking estivo. Alcuni pazienti della salu- aiuta”. L’esposizione sarà poi trasferita al congres- strategia unitaria e integrata anche al contesto europeo. Fermo te mentale sono diventati soci Cai e partecipano so sulla montagnaterapia in Piemonte, che si terrà restando che nella discussione sui decreti attuativi ci sarà nuovo alle attività ordinarie della sezione, dalla scuola sempre a Torino il prossimo 3 ottobre. ▲ spazio di discussione per risolvere al meglio gli attuali contrasti,

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Aprica (SO), inaugurato il sentiero dei bambini La scogliera di Polignano a Mare, “Sentiero del bosco gentile”: è questo patrimonio Unesco da salvaguardare La notizia dal mondo il nome dato dai bambini della scuola a cura di Mario Vianelli primaria di Aprica (SO) al tracciato che Polignano a Mare, famosissima cittadina pugliese, si affaccia su una sco- loro stessi hanno realizzato nel Parco gliera alta più di 25 metri a picco sul mare, già proposta come patrimonio delle Orobie Valtellinesi. Un itinerario Unesco e segnalata da diverse riviste internazionali di settore, quali National LE VACCINAZIONI SALVERANNO percorribile da tutti, che inizia dalla par- Geographic, come uno dei luoghi più belli al mondo. Le forme e microforme IL LUPO ETIOPE? tenza della funivia della Magnolta, arriva del costone roccioso di Polignano sono la causa della sua spettacolare bel- alla località di Corna Alta, per poi ritornare lungo la strada esistente. La caratteristica lezza, ma anche di tanta instabilità, tra queste il “solco di battente”. Proprio Macerata Opera Festival: davvero interessante sono i disegni illustrativi realizzati dagli alunni posti lungo il per- quest’ultimo è stato oggetto di uno studio voluto dal Comune ed eseguito corso, riguardanti la montagna, la flora, la fauna e le buone norme da tenere quando si dall’Università degli Studi di Milano Bicocca che, all’inizio del prossimo au- il Cai è charity partner fa un’escursione. E non potevano che essere gli scarponcini dei bambini a inaugurare tunno, ha pianificato una nuova indagine, in collaborazione con il Gruppo Più di tre settimane (20 luglio - 12 agosto) fra il tracciato il 24 maggio scorso, Giornata Europea dei Parchi. Il progetto è stato reso Speleologico Vespertilio Cai Bari e l’associazione MuMart. L’intento è realiz- concerti, danza, attività per bambini e incontri, possibile dalla collaborazione tra scuola, Parco e Sezione Cai di Aprica. zare i rilievi digitali 3D, aerei e subacquei, del costone compreso nella zona con tema conduttore #verdesperanza. Si pre- che va da Lama Monachile alla Grotta Ardito. Gli speleosub saranno equipag- senta così l’edizione 2018 del Macerata Opera giati con strumentazioni scientifiche, alcune delle quali utilizzate per la pri- Festival, che si terrà nell’ottocentesco Sferi- ma volta all’interno di grotte marine. Primo risultato di questo impegnativo

Nuova mappa web delle Alpi Apuane Wikimedia) J. Harri Canis simensis (foto sterio di Macerata, teatro all’aperto dotato di rilievo sarà la creazione di un modello tridimensionale delle cavità, che per- palchi. Quest’anno l’Associazione Arena Sferi- Toponomastica arricchita, rete viaria metterà in una fase successiva di mettere in opera lavori di consolidamento. Il lupo etiope, o lupo del Simien (Canis simensis) sterio ha scelto il Cai come charity partner: sa- e sentieristica aggiornate su base dati è il carnivoro africano a più alto rischio d’estin- ranno infatti raccolti fondi per il progetto della OpenStreetMap e rappresentazione zione. Simile allo sciacallo, ma più slanciato sulle Sezione di Macerata di ricostruire la Madonna degli aspetti fisici e naturali del terre- lunghe zampe, è un tipico animale di montagna della Cona, piccola edicola posta a 1496 m di no (sfumo orografico, curve di livello e che abita le praterie alpine a quote variabili fra quota all’ingresso della piana di Castelluccio colori che indicano la presenza di bo- 3000 e 4500 metri, cacciando prevalentemente (Comune di Castelsantangelo sul Nera), crolla- schi, pascoli e rocce) rivista sulla base roditori. I monti di Bale, nell’Etiopia sudorientale, ta dopo il terremoto. Un’edicola dall’importante dei nuovi dati in alta risoluzione della Regione Toscana. Inoltre il sistema consen- ospitano circa la metà della popolazione totale valore simbolico per la ripresa post sisma, oltre tirà di aggiornare la versione della cartografia con maggiore frequenza. Queste di questi canidi, stimata in meno di cinquecento che punto di riferimento per gli escursionisti. I le caratteristiche della nuova Mappa Web dei Sentieri e Rifugi delle Alpi Apuane, esemplari; altri branchi sopravvivono in cinque volontari della Sezione saranno a disposizione realizzata dalla startup Webmapp, che sostituisce la precedente del 2013. «Una distretti montuosi lontani fra loro e circondati del pubblico nelle 17 serate, per raccontare le mappa che rappresenta un risultato concreto della collaborazione Cai-Open- da zone popolate e agricole. E proprio dall’uo- caratteristiche del progetto. L’ultima recita del StreetMap, volta all’inserimento dei dati sui sentieri del Sodalizio nella piattafor- mo, anche se indirettamente, viene il principale Festival del 12 agosto (in scena “Il flauto ma- ma», commenta il cartografo di Webmapp Marco Barbieri. «Le informazioni sono pericolo per la sopravvivenza dei lupi etiopi: i gico” di Mozart) sarà infine dedicata proprio curate (e saranno arricchite nel tempo) dagli operatori del Parco Regionale delle cani al seguito dei pastori che ogni anno salgono al Club alpino: agli spettatori sarà richiesto un Alpi Apuane, che inseriranno fotografie e testi descrittivi di punti di interesse e con le greggi fino alle praterie d’alta quota sono contributo aggiuntivo di 2 euro per la raccolta itinerari tematici». La mappa, oltre a essere visualizzabile su apuane.j.webmapp. portatori di gravi malattie, in particolare la rabbia fondi. I Soci potranno accedere con uno sconto it, è anche disponibile sull’App “Avenza Maps” (insieme alle altre realizzate dalla silvestre e il cimurro. Quattro gravi epidemie di del 20%. Info e programma dettagliato: startup), che permette di scaricare sul proprio dispositivo la base cartografica rabbia hanno colpito le montagne etiopi negli www.sferisterio.it per la navigazione offline (www.webmapp.it/avenzamaps). ultimi trent’anni, provocando la scomparsa di tre popolazioni di lupi e riducendo le rimanenti Film Festival della Lessinia di oltre la metà. Per scongiurare ulteriori perdite, Web & Blog La ventiquattresima edizione del Film Festival della Lessinia si terrà a Bosco l’Ethiopian Wolf Conservation Programme Chiesanuova dal 24 agosto al 2 settembre 2018. Il programma cinematogra- dell’università di Oxford ha deciso di proseguire VITAALOUDON.COM La vita quotidiana in una borgata alpina dal punto di vista dei suoi fico presenta sessanta film da tutto il mondo sul tema “vita, storia e tradizio- il suo impegno trentennale con una massiccia unici abitanti. Con queste parole si presenta un blog che racconta la ni in montagna” con un ricco cartellone collaterale di eventi culturali. Tra gli campagna di vaccinazioni che entro la fine quotidianità montanara di Emanuele, Elena e Francesco, originari del- ospiti del ciclo di incontri letterari “Parole Alte” arriveranno al Festival il can- dell’anno dovrà interessare la maggior parte dei la pianura bresciana, a Lou Don, borgata della Val Chisone (TO). I tre tautore Massimo Bubola, la scrittrice Elena Loewenthal, il linguista Andrea cani dei villaggi circostanti e dei pastori nomadi e sono gli unici residenti effettivi di una borgata alpina composta da una Moro, lo scrittore Tiziano Fratus, il musicista Michele Lobaccaro e lo speleo- almeno il 40% dei lupi etiopi, a cui il vaccino sarà quindicina di abitazioni, in massima parte abbandonate. Alcune sono logo Francesco Sauro. Il tema dell’edizione 2018 sarà “La montagna imma- somministrato attraverso bocconi di carne di frequentate saltuariamente nei mesi estivi. «Il blog nasce come diario ginaria”, con una retrospettiva storica dedicata ai film che indagano sull’idea capra. Esperimenti su scala più limitata, portati giornaliero della nostra esperienza di vita e come testimonianza della di montagna come luogo immaginario, inesistente, fantastico. Tra le opere avanti negli anni passati per affinare il metodo di nostra inesperienza da neomontanari. Scriviamo di montagna, fauna, presentate ci saranno Orizzonte perduto di Frank Capra, La montagna sa- somministrazione, hanno dato risultati incorag- problemi e interrogativi della vita alpina, ma fondamentalmente rac- cra di Alejandro Jodorowsky, La bella maledetta di Leni Riefenstahl e per i più gianti; e ricordiamo che negli ultimi decenni del contiamo storie di vissuto quotidiano». Il blog viene costantemente piccoli Nausicaa di Hayao Miyazaki. Mostre e workshop fotografici, concerti, secolo scorso, grazie ai vaccini, la rabbia silvestre aggiornato con una media di 20-30 post ogni mese. In tutti, ovvia- laboratori per bambini, escursioni e serate eno-gastronomiche completano il è quasi scomparsa dall’Europa occidentale. mente, c’è la possibilità di lasciare commenti. programma di dieci giorni di Festival. Informazioni sul sito www.ffdl.it.

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spazio e perfino alla filosofia di vita. Perché quel si cerca stando in piedi sui pedali, imprimendo mezzo che un tempo era pesante e ingombrante, forza nelle gambe, si compie uno slancio fisico e oggi trova infinite declinazioni a seconda dell’uso. immaginario che ci fa capire cos’è la fatica. È una In piedi sui pedali Ma che sia una mountain bike, una bici da corsa o metafora della vita che chi vive la montagna conosce una bici e basta, una cosa è certa: oggi la bicicletta bene. Pedalare è come compiere un percorso Vivere la montagna, nelle sue molteplici declinazioni, è sinonimo di sostenibilità. Accade nelle città e attraverso la propria esistenza, significa andare alla così è anche in montagna. Non è il brivido della ricerca di se stessi. E non storcano la bocca quelli prevede il contatto con la terra. Eccezion fatta per chi velocità ad attrarre sempre nuovi appassionati che invece preferiscono tenere i piedi ben saldi sul del ciclo-escursionismo, bensì l’opportunità di terreno. Perché non esiste un’esperienza migliore sceglie la bicicletta. In queste pagine vi proponiamo alcuni vivere esperienze altrimenti impraticabili. Come delle altre, esistono solo delle alternative. C’è chi viaggi su due ruote con un occhio di riguardo al rispetto ad esempio percorrere cinquecento chilometri sceglie come protesi del viaggio sci e scarponi e chi in mezzo alla natura passando dall’Adriatico al invece preferisce avere una bicicletta. Che poi, sia per il territorio e per la diversità Tirreno. O esplorare un territorio balcanico come chiaro, per noi il cicloescursionismo è solo quello il Montenegro, la cui bellezza paesaggistica rispettoso dell’ambiente, dei sentieri, dei pedoni, del di Luca Calzolari* è straordinariamente variegata. O, ancora, è codice della strada. E, vogliamo aggiungere, anche possibile meravigliarsi di fronte alle cascate e del rispetto per la diversità. Perché la bicicletta, assistere alla nidificazione delle aquile in Sicilia così come la montagna, offre anche opportunità di i sono molti modi di vivere la montagna. mezzo antico, ma non troppo, che in due secoli di e attraversare i deserti e i ghiacciai dell’Islanda, inclusione. Un esempio concreto ve lo raccontiamo E qualunque sia la strada intrapresa, vita ha subito infinite trasformazioni. Quando si sale tra geyser e vulcani. Sono solo alcuni dei viaggi a in queste pagine: è il progetto promosso dalla C un elemento comune alle molteplici in sella e si mettono i piedi sui pedali ci stacchiamo pedali che abbiamo deciso di raccontarvi in questo Fondazione per lo sport Silvia Rinaldi onlus. opportunità che ci vengono offerte è il contatto con dal suolo senza prendere il volo. «La vita è come speciale. Lo facciamo perché siamo consapevoli del Che cosa ha fatto di tanto speciale? Più di mille la terra. Le mani sulle rocce, gli scarpone sui sentieri, andare in bicicletta, per mantenere l’equilibrio devi fatto che l’amore per la montagna trova una felice chilometri di itinerari ciclabili accessibili anche a gli sci sulla neve fresca. Eppure c’è qualcosa che fa muoverti» diceva Albert Einstein. Un movimento unione con un altro amore, quello per la bicicletta. ciclisti disabili. Chapeau. ▲ eccezione. Stiamo parlando della bicicletta. Un che si declina in base al terreno, all’ambiente, allo Quando si raggiunge quell’equilibrio sospeso che * Direttore Montagne360

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Nato sul finire degli anni Settanta in California e arrivato in Italia nel La re-invenzione 1985, il rampichino divenne un progetto culturale, prima ancora che commerciale. Per vivere in modo più vero la natura, le montagne, l’ambiente della mountain bike di Piergiorgio Rivara

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In apertura, immagine storica di un gruppo di pionieri della mountain bike, scattata nei primi anni Ottanta negli Usa (foto Specialized Bicycle)

A sinistra, sui sentieri alpini (foto Cesare Adobati)

A destra, Ned Overend ai mondiali di mountain bike del settembre 1990 a Durango, Colorado (foto Specialized Bicycle)

A destra, in basso, Un momento del NORNA national championship race del 1985 a Santa e una manciata di anni fa (verso la metà diretta. Le montagne potevano quindi ritrovare la Barbara, California (foto Specialized Bicycle) degli anni Ottanta) ci avessero detto che le loro centralità nella scena e la bicicletta dava solo S montagne si sarebbero potute esplorare con un gusto nuovo alla scoperta. mezzi nuovi e diversi dagli scarponi o dagli sci a cosa avremmo pensato? Forse a qualche futuristi- LA NASCITA DELLA MTB co mezzo volante o anche terrestre ma certamente Era infatti successo che, da qualche anno, in Cali- motorizzato. D’altronde siamo sempre proiettati fornia avevano cominciato a circolare strane bici- verso la velocità e l’efficienza, e questo vale soprat- clette con copertoni maggiorati, senza parafanghi tutto per il modo in cui concepiamo gli spostamen- e fanali, con lunghe leve freno usate normalmente ti, il concetto di viaggio e in ultima istanza anche di sulle motociclette e una iconica tripla corona an- conoscenza dei luoghi: sempre più veloci e, inutile teriore. Biciclette che si diceva potessero reggere nasconderlo, confortevoli, ma spesso superficiali e i traumi di discese su dissestate strade forestali distratti. e, magari, essere pedalabili anche per risalire in cima a queste montagne californiane. Un gruppo MONTAGNA, UN NEMICO DA SCONFIGGERE di ragazzi, quasi tutti buoni ciclisti locali, avevano Certamente in pochi avremmo pensato a un mezzo cominciato per gioco a portare vecchie biciclette così anti-moderno e faticoso come la bicicletta. La da fornaio degli anni ’30-40-50, solo leggermen- bicicletta, invenzione all’epoca già centenaria, era te spogliate dei pezzi inutili, in cima al monte Ta- passata da mezzo di élite a mezzo di trasporto po- malpais e poi a buttarsi in discesa per polverose e polare a mezzo sportivo. L’immaginario collettivo dissestate strade tagliafuoco per il puro gusto del la associava ancora in quegli anni alle grandi im- divertimento e della competizione. Da lì si passò prese sportive su strada, dove la montagna era una in breve a piccole modifiche che, presto, non ba- quinta scenografica e non certo la principale prota- starono più per rendere i mezzi sufficientemente gonista. La montagna era il nemico da sconfiggere performanti. I più intraprendenti cominciarono nelle tappe dei grandi giri ciclistici: Stelvio, Gavia, a interpellare artigiani per realizzare telai ad hoc Colle dell’Agnello e tanti nomi mitici di questo e pezzi su misura perché il gioco si stava facendo sport riconducevano sempre là, a un’idea di mon- serio: la competizione aveva dato la prima spinta tagna solo come temporanea ospite di protagonisti verso la creazione di un oggetto completamente in pantaloncini e maglietta. Uomini concentrati nuovo: la mountain bike. Anche il termine fino solo sullo sforzo da sostenere, certamente atleti, ad allora non esisteva e questi mezzi ibridi veni- ma alieni dal contesto che li vedeva veri e unici vano chiamati con nomi che ormai fanno parte protagonisti della scena. della storia: klunkers o anche fat-tire bicycles. La Tuttavia in quegli anni qualcuno in Italia cominciò mentalità imprenditoriale di alcuni di loro (Gary a capire che, forse, si poteva usare la bicicletta an- Fisher, Charlie Kelly, Tom Ritchey per citare i più che per uscire dalle strade, per vivere una connes- noti) portarono alla creazione delle prime società sione con la natura e con la montagna più vera e per produrre e commercializzare queste biciclette,

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A sinistra, le campagne pubblicitarie realizzate negli anni Ottanta da Cinelli per lanciare la propria linea di mountain bike (foto archivio Cinelli)

che erano più pezzi di artigianato che oggetti di l’idea di un certo impiego del mezzo. massa. Di lì a capire che la mountain bike potesse Il merito di Airone fu proprio quello di presen- avere un futuro commerciale il passo fu breve e tare un oggetto che era nato per scopi dichiara- Specialized, allora un piccolo produttore, lanciò tamente sportivi come un mezzo per fare escur- sul mercato la Stumpjumper, il primo modello di sionismo: “Adatta ai sobbalzi di un viottolo di Mtb prodotto su larga scala. campagna, alle salite impossibili delle mulattie- Era il 1981 e, appunto, si stava avvicinando il mo- re, alle discese dissestate dei sentieri più ripidi e mento in cui questo mezzo sarebbe sbarcato in perfino ai ghiaioni e ai nevai di alta montagna, Italia. permette al tempo stesso lunghi tragitti su strada asfaltata, aprendo nuove affascinanti prospet- IL SUCCESSO DEL RAMPICHINO tive nel campo dell’escursionismo”. Anzi veniva Furono alcuni redattori della rivista Airone a presentata addirittura con uno scopo ancora più lanciarla (e commercializzarla al contempo), nel visionario (e col senno di poi velleitario, ma cer- marzo del 1985, con un grande reportage in cui tamente nobile), ossia di provare a trovare un’al- veniva presentata al pubblico italiano non come ternativa per convincere gli amanti delle due ruo- un mezzo da competizione sportiva, come sono te fuoristrada a passare a un mezzo più ecologico senza alcun dubbio le sue origini, bensì come (“…era intenzione di Airone condurre un’inchiesta uno straordinario mezzo per andare alla scoperta per fare il punto della situazione e dare battaglia delle montagne. Un grande viaggio ai piedi del al motocross e al trial. Fu così che ci mettemmo Monviso, tra incontaminati scenari alpini dove alla ricerca di una valida alternativa da offrire agli fino a quel momento si potevano immaginare escursionisti amanti delle due ruote, che concilias- solo stambecchi o qualche escursionista, scatenò se la passione per il controsterzo e per i passaggi la fantasia di tantissimi italiani che, attratti da difficili con il rispetto per l’ambiente e la corretta queste evocative immagini e dalla appassionata fruizione dei beni naturali”). ma competente descrizione delle possibilità del Sebbene quest’ultimo obiettivo non sia stato af- mezzo da parte degli autori, si scatenarono let- fatto raggiunto (ma nemmeno avvicinato) pos- teralmente per accaparrarsi questo innovativo siamo senza ombra di dubbio affermare che, a oggetto che era stato lanciato, grazie alla collabo- pochi anni dalla sua vera nascita, Airone e gli razione con la ditta Cinelli, con un italianissimo autori di quel progetto abbiano reinventato la nome: rampichino. Questo nome, che richiama mountain bike con quello che è stato, a ben vede- un piccolo uccello arrampicatore, in Italia diven- re, un progetto culturale prima ancora che edito- tò sinonimo stesso di mountain bike, e con esso riale, tecnologico o commerciale. ▲

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A sinistra, a spinta sulla sistono già due percorsi che hanno come distingue dalle diffusissime vie di pellegrinaggio, Catena della Calvana tema gli Etruschi: uno da Artimino a che hanno un’impostazione prevalentemente Marzabotto, realizzato dall’Associazione religiosa e naturalistica, puntando l’attenzione In basso a destra, la E Sulle tracce degli Etruschi sportiva culturale “La via degli Etruschi” e un se- maggiormente sugli elementi storico-culturali. stele del guerriero nel Museo etrusco di condo, ben più corposo, descritto nel libro La Via La ciclovia è realizzata tra l’Emilia-Romagna e La nuova ciclovia parte da Spina e arriva a Populonia, è lunga Artimino (PO) etrusca del Ferro, da Spina all’isola d’Elba con la Toscana, su terreni senza particolari difficoltà autori G. Bracci e M. Parlanti; entrambi studiati tecniche (la parte centrale appenninica è la più oltre 500 chilometri e unisce il mare Adriatico con il Tirreno. per escursionisti a piedi. impegnativa), per un totale di oltre 500 chilome- Avendo la necessità di rivedere il tracciato in fun- tri percorribili in una decina di giorni. Il tracciato Il progetto è stato sviluppato dal gruppo di Cicloescursionismo zione della percorribilità ciclistica, abbiamo do- – per la conformazione del territorio tecnicamen- della sezione Cai di Bologna Mario Fantin vuto riprogettarlo, seguendo solo parzialmente il te diverso tra la prima, la seconda e terza parte filone storico. È stato ideato un percorso che, pur – può essere diviso in 3 tratti e praticato in tempi di Patrizia Montanari e Alberto Monzali* toccando i luoghi più significativi dei passaggi diversi e da utenti con diversa tipologia di bici- della civiltà etrusca sul territorio padano e tosca- cletta, grazie all’accessibilità in più punti della no, ha tenuto altresì conto della ricchezza musea- rete ferroviaria locale. Abbiamo ritenuto di non le e della qualità dei reperti e ritrovamenti storici realizzare una segnaletica specifica sia per non del territorio. appesantire il nostro territorio di ulteriori segni, Rispetto alle precedenti vie escursionistiche sullo sia perché non lo abbiamo ritenuto essenziale ai stesso tema, sono state variate le mete, gli itine- fini dell’orientamento, in quanto il percorso si rari e anche il titolo, che è diventato “Sulle tracce svolge quasi sempre su viabilità minore e sentie- degli Etruschi da Spina a Populonia”. ristica Cai già esistente. In futuro verrà realizzata anche una cartografia BICICLETTA E CULTURA “turistica”, contenente la traccia del percorso con La parte centrale di questo percorso – da Marza- l’indicazione dei musei, di altri punti di interesse, botto ad Artimino – è stata la musa ispiratrice di di ristori, pernottamenti e informazioni storiche, tutto il progetto ed è nata da un’idea di un nostro oltre a pagine specifiche sul sito internet del Cai e socio, Simone Grassi, come tesi di esame per il Ciclo-Cai e specifiche brochure. suo corso di Istruttore AMI; successivamente è Vorremmo che questa ciclovia – così come nel stata condivisa con il Cai, prontamente recepita e percorso indicato – fosse disponibile a tutti e testata sul campo a maggio 2017, affinché potesse diventare parte di un progetto molto più ampio. È stato molto facile “innamorarsi” di questo pro- getto: gli Etruschi sono un popolo che ha lasciato un notevole imprinting nella pianura padana e nell’Italia centrale; ovunque si ritrovano loro trac- ce e, in un’Italia “dei Cammini”, una ciclovia che unisca alla parte naturalistica anche un’importan- te valenza storica e culturale, era un’opportunità da non perdere. L’idea portante è stata quella di associare la mountain bike alla divulgazione dei tesori del nostro passato raccolti nei musei, per creare una relazione sempre più stretta tra bicicletta, turismo e cultura e per far scoprire anche a coloro che pe- dalano – “senza alzare troppo gli occhi” – che si possono percorrere gli stessi sentieri con sguardi e immagini ogni volta diversi perché si può insegna- re alla gente ad andare più piano, a voltarsi indie- tro e perché “dalla bici si può anche scendere…”.

IL PROGETTO DELLA CICLOVIA Questa ciclovia – da Spina a Populonia – intende anche risvegliare l’interesse per l’archeologia, proponendo il rilancio dei musei e dei siti archeologici di cui l’Italia è piena; il percorso si

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A sinistra, il lago del Brasimone

A destra, sosta nella necropoli del Museo etrusco di Marzabotto (BO)

potesse diventare un motore utile per lo sviluppo è la più impegnativa di tutta la ciclovia perché, del territorio, dando altresì un senso diverso alla oltre all’allenamento fisico, richiede un minimo parola cicloescursionismo di cui il Cai è promotore. di conoscenza della tecnica di guida della Mtb DUE PAROLE SUL PROGETTO perché si pedala prevalentemente su sentieri bo- GRAFICO DELL’IMMAGINE LA PRIMA PARTE, schivi e strade sterrate, attraversando la catena L’immagine creata da DA SPINA A MARZABOTTO della Calvana per poi scendere fino a Prato. La Erica Monzali, per la ci- Questo tratto, sviluppato in collaborazione con il tratta è di 3 giorni e si effettua esclusivamente cloescursione nel mag- Cai di Argenta, si svolge in pianura su piste ciclabi- in Mtb e bagaglio nello zaino o bikepacking. Il gio 2017 “Sulle tracce

li e strade asfaltate secondarie a bassa intensità di percorso parte da Marzabotto (visita al Museo degli Etruschi”, è frutto ©PatitucciPhoto Foto: traffico ed è privo di difficoltà tecniche. Si tratta di Nazionale Etrusco e Necropoli) per raggiungere di una ricerca nell’arte e un’escursione itinerante di 3 giorni che si può effet- il Bacino del Brasimone; Montepiano, Altopia- nella simbologia etrusca, tuare con bici da cicloturismo, e-bike, gravel, Mtb no della Calvana, Monte Maggiore, Prato; con allo scopo di comunicare con borse laterali. Il percorso parte da Comacchio arrivo finale ad Artimino (Parco Archeologico l’aspetto storico cultura- (visita al nuovo Museo Delta Antico), Ferrara (vi- Carmignano). le del percorso. La rap- sita al Museo Archeologico Nazionale), Villanova Totale km 130 circa, dislivello +3200 m; diffi- presentazione grafica è di Castenaso (visita al MUV Museo Villanoviano), coltà BC/MC. il risultato della fusione Bologna, per poi raggiungere Marzabotto (visita al di due elementi figurativi: Museo Nazionale Etrusco e Necropoli). LA TERZA PARTE, il reperto etrusco di un Totale km 150 circa, dislivello 450 m; difficoltà DA ARTIMINO A POPULONIA modello bronzeo di fegato (Fegato di Piacenza, bronzo, TC/TC . La terza parte è tecnicamente meno impegnati- I-II secolo a.C., Museo Farnese) e il profilo di un crinale va, anche se in realtà è la più lunga e risente dei dell’Appennino. LA SECONDA PARTE, tipici saliscendi toscani; è da farsi necessaria- L’immagine richiama il remoto legame che si cela nei DA MARZABOTTO AD ARTIMINO mente in 4-5 giorni. Il percorso attraversa l’em- luoghi che furono abitati dagli Etruschi e la cicloescur- Questa parte di svolge in territorio appenninico ed polese e si inoltra nelle colline metallifere, terri- sione che ne ripercorre le tracce. DINAMICO, SPORTIVO, INNOVATIVO - torio selvaggio caratterizzato dalla ridottissima I colori usati, l’arancione e il nero, richiamano anch’essi presenza antropica, inseguendo le tracce etru- dei significati: l’arancione, il colore della ruggine del fer- MOVING FORWARD PER APPROFONDIMENTI Gli Etruschi sono un popolo sche verso Volterra, per terminare poi sul mare, ro, metallo forgiato dagli Etruschi, grande virtù tecnica • ciclocai.caibo.it nel Parco Archeologico di Baratti e Populonia. di questo popolo; il nero, il colore che ritroviamo in certi che ha lasciato un notevole • archeologiatoscana.it ® Totale km 205 circa, dislivello +4400 m; diffi- reperti etruschi: il bucchero (un tipo di ceramica dal co- MADDOX GTX LO Ws | All Terrain Sport www.lowa.it imprinting nella pianura padana • laviadelferro.blogspot.it coltà MC/TC. ▲ • laviadeglietruschi.it lore nero) e i principali colori utilizzati per la decorazio- e nell’Italia centrale *Gruppo Cicloescursionismo Cai Bologna • archeologiatoscana.it ne delle ceramiche a sfondo chiaro.

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Sotto, un momento esplorazione di questa nazione giova- così la prima perla, il lago di Scutari, un grande dell’escursione in ne e ricca di montagne è avvenuta nel bacino d’acqua debolmente salmastra, ricco di Montenegro, amore vero Montenegro L’ maggio 2017 e si è rivelata tanto affa- fauna e di pesci, tanto che sulle rive sorgono nu- scinante quanto impegnativa e ricca di avventu- merosi villaggi di pescatori, come il paesello in re: leggete sino in fondo e scommetto che subito cui sistemiamo biciclette e bagagli e muoviamo i Avventura su due ruote alla scoperta di un piccolo dopo andrete a vedere quando parte il primo volo primi colpi di pedale. per Podgorica. Guadagniamo quota con un sole caldo e lumino- paradiso, il Montenegro: tra fiordi, grandi bacini La capitale di questa giovane repubblica offre so, mentre sotto di noi il lago prende sempre più lacustri, parchi nazionali, massicci montuosi e canyon l’unico aeroporto internazionale e qui siamo at- l’aspetto di un piccolo mare con golfi e profondi terrati per trasferirci subito a Virpazar con un fiordi, nei quali numerosi torrenti si riversano testo e foto di Claudio Coppola minibus e le bici noleggiate sul posto: scopriamo nello specchio d’acqua: uno di questi bagna il piccolo borgo di Rjieka Cernovica, suggestivo pa- esino dalle case antiche poste sulla riva sinistra, cui si arriva attraverso un magnifico ponte me- dioevale ad arco. Ora la nostra via si fa più stret- ta e diventa sterrata, portandoci con una lunga salita a un altro gioiello, la cittadina di Cetinje, prima capitale dell’antico regno di Montenegro e nostra prima tappa. La sera nel bel centro storico gustiamo una squisita cena, la prima di una lun- ga serie, a base di pesce ai ferri e vino bianco loca- le: la vicinanza del lago si fa sentire. A fine pasto un doppio giro di grappa locale, la rakja, ci dà il colpo di grazia e riguadagniamo a fatica le stanze su gambe traballanti, per piombare in un sonno profondissimo! La mattina seguente son già sve- glio alle sei a causa dell’assenza di tapparelle, ma il cielo azzurrissimo e il canto degli uccelli rende radiosa questa prima alba in Montenegro.

L’UNICO FIORDO DEL MEDITERRANEO La mattina seguente ci troviamo subito di fronte a un sentiero impraticabile in sella, così deviamo sulla strada che entra nel parco nazionale del monte Lovc´en: costituita nel 1954, l’area protetta è particolarmente importante per il patrimonio culturale, tra cui spiccano i katuni, le capanne estive dei pastori-guerrieri montenegrini, e sulla sommità del Jezerski vrh l’imponente mausoleo in cui riposa il poeta e principe vescovo Petar II Petrovic´-Njegoš, una sorta di “sacro altare” per i Montenegrini. A metà salita, vicino a una fontana, incontriamo un gruppo di turisti russi e belle ragazze ci offro- no squisite fragole, poi riprendiamo la scalata fin quasi alla sommità del monte: qui un giovane barbuto gestisce su di un’aerea sella una rivendita di prodotti locali – prosciutto, miele, grappe – e ci racconta della sua attività di ballerino in un grup- po tradizionale. Son questi incontri che rendono speciali i nostri viaggi… Un ultimo sforzo e valichiamo il crinale: di colpo, 1500 metri sotto di noi, appaiono i seni e i gol- fi delle Bocche di Cattaro, un vero fiordo, unico nel Mediterraneo, frequentato persino dalle navi

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A sinistra, verso il Komovi nella Guest House Milogora. Foschi nuvoloni si orlano qui e là i pendii: pensiamo che sia finita addensano sopra le nostre teste mentre avanzia- e invece dovremo inerpicarci sin quasi a quota A destra in alto, mo verso Nedajino, suggestivo agglomerato di 2000, appena sotto le grandi antenne di cima pedalando sull’ex casette in legno usate per turismo: il tempo regge Velicki Stuoc, sul fianco ovest del monte, e final- ferrovia verso Niksic; sopra di noi, ma quando ci inabissiamo verso il mente iniziare la discesa, piombare a folle veloci- in basso, sull’altopiano Sinjajcvina fondo del canyon di Sušicko scorgiamo a breve tà su Zabljak e impegnarci in una sorta di crono- distanza, sia a destra che a sinistra, sinistri ba- metro perché negli ultimi dieci minuti ha iniziato gliori di lampi e intravediamo scrosci in corso: a cadere una forte pioggia. Sorpresa: nell’hotel vi incrociamo le dita e risaliamo con qualche goccia è l’immancabile comitiva di giapponesi. d’acqua sino a Mala Crna Gora. Siamo nella parte Nella notte si sono susseguiti i temporali, ma la più alta del Durmitor e numerose lingue di neve mattina è tornato il sereno, tanto che partiamo

da crociera. Inizia da qui una splendida e infinita bellissimi scorci sugli specchi d’acqua compen- discesa, ogni tornante induce a scattare una foto, sano il disagio di una vegetazione abbondante e invece nei rettilinei ci lanciamo per assapora- di un fondo particolarmente sassoso. Alla sera re l’ebbrezza della velocità: raggiunta la riva del ci ritempriamo in un magnifico chalet sulla riva, mare incontriamo magnifici borghi, Cattaro, Pe- con il sole che tramonta riflettendosi sull’acqua e rasto, Risan, tutti di impronta veneziana, ed è in le rane che gracidano, unico suono a rompere un quest’ultimo che sosteremo due notti, per visitare silenzio affascinante. al meglio questo golfo. La successiva frazione in sella ci trasferisce ai piedi del massiccio del Durmitor, il gruppo mon- UN ANGOLO VERDE E POCO ABITATO tuoso più famoso del Montenegro: la sera ci vede Lasciare quest’angolo dell’Adriatico è dura, anche alloggiati in un suggestivo villaggio restaurato, perché dovremo affrontare un dislivello di oltre altissimo sopra il lago Pivsko. Possiamo ora scor- mille metri, ma le montagne ci attendono! Vec- gere il tracciato dell’indomani e ci spaventa un chie stradine, vetuste chiesette e antiche caser- po’ la lunghissima S che dovremo affrontare in me asburgiche ci accompagnano sempre più in risalita dallo specchio d’acqua… ma ogni lungo alto sino alla piana di Dragalj, perfetto esempio cammino si compone di tante piccole pedalate, del paesaggio montenegrino, campi coltivati, bo- dice il saggio. scaglie e piccoli borghi sperduti: questa giovane nazione ha infatti solo seicentomila abitanti, di LA GRANDE TRAVERSATA cui oltre un terzo vive nella capitale Podgorica e DEL DURMITOR ciò permette al paesaggio di essere molto verde e La grande traversata del Durmitor inizia con la poco abitato. Nel finale della terza tappa costeg- consegna dei bagagli per il trasporto a destina- giamo i laghi di Nikšic´, sfruttando il tracciato di zione, così viaggeremo più leggeri. Scesi al lago, una vecchia ferrovia che portava verso il mare: risaliamo agilmente al bivio di Dubljevic´i, posto alla stessa quota del villaggio di partenza, e qui ci affianca l’auto dell’albergatore. «Andate di qua, Davanti a un alpeggio compare vero?» ci chiede, «No, di là», «You are crazy!», un l’arcobaleno: è un momento buon auspicio davvero! L’itinerario che ho scelto si rivela magnifico, piccoli villaggi si alternano a magico che allevia, ma solo per un prati verdi, poi il canyon di Boricje quasi ci stron- attimo, la nostra fatica ca sotto il sole delle 13, ma ci ristora un gran birra

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A sinistra un arcobaleno dopo la pioggia scemando ma con un colpo di fortuna magistrale spunta la luna e la notte è serena. Una nostra com- A destra, una sosta pagna che voleva dormire all’addiaccio si rianima durante l’itinerario subito e tutti scendiamo veloci nel chiarore del no- stro satellite: dopo un’ora siamo nel borgo surreale di Kucka Korita, tante casette sparse su di un vasto pianoro con rade luci, che purtroppo il nostro hotel presenta tutte spente. Non crediamo ai nostri occhi, un attimo di disorientamento, ma ci sovviene subito di aver superato un chilometro prima una sbilenca osteria che sarà la nostra salvezza: il nonnetto che la gestisce da solo ci offre cibo, birra e soprattutto delle buffissime casette di legno, una per ciascuno di noi, non più alte di un metro e mezzo, tanto che le soprannominiamo subito “cucce per cani”. Il sole dell’ultimo mattino mi sveglia presto e vado a filmare gruppi di cavalli, tra i quali una femmi- na è così curiosa da venire a leccare la videocame- ra. Baci e abbracci con il vecchietto e poi giù verso la capitale, seguendo in parte il canyon del fiume Cijevna: ora ci resta solo il volo verso l’Italia, ma non dimenticheremo questo incredibile viaggio. Bye bye Montenegro! ▲

baldanzosi sperando in una piacevole e breve pe- interno la cucina economica si rivela nella serata dalata pianeggiante sotto il sole del Montenegro, un fattore chiave per asciugare i nostri abiti bagnati. ma non sarà così. Qualche pioggerella ci rallenta e infiniti saliscendi ci sfiancano nell’attraversa- PENULTIMA TAPPA: mento dell’altopiano incantato della Sinjajcvina, ARCOBALENI E STRANI INCONTRI tra greggi al pascolo e cavalli sospettosi. Alle 20 La penultima tappa sarà leggendaria. In partenza entriamo finalmente nella periferia di Mojkovac perdiamo più di un’ora per trovare sul fianco est del e un romantico chalet in mezzo ai boschi accoglie Kom Vasojevcki il sentiero numero 355, che si ri- le nostre stanche membra. vela assai poco ciclabile: impiegheremo quattro ore Due membri del gruppo, assai provati dalla tappa per superarlo e sbucare presso una chiesina, dedi- precedente, ci precedono in taxi con tutti bagagli cata a Sveti Ilje e sperduta tra aspri monti davanti nella frazione successiva: noi tre rimasti cambia- ad orizzonti sconfinati. È il giorno del Corpus Do- mo itinerario seguendo le strade asfaltate, viste mini e suoniamo le campane poste davanti all’edifi- le cattive previsioni meteo. Troviamo ponti tra- cio sacro, a mo’ di viatico per il proseguimento, ma ballanti, autocarri della seconda guerra mondia- non immaginiamo le avventure che ci aspettano. le, piccoli caffè dove una delle nostre compagne Una lunga e bella discesa sterrata ci inganna, poi riceve addirittura una proposta di matrimonio iniziamo a risalire e comincia pure a piovere: uno di LE TAPPE da un settantenne… sono piccole schegge di un noi procede con l’ombrello. Davanti a un alpeggio mondo assai lontano dal nostro. Spruzzi di piog- compare l’arcobaleno: è un momento magico che Podgorica - Cetinje: 40 km, salita 1020 m gia ci accompagnano sino al villaggio alpinistico allevia, ma solo per un attimo, la nostra fatica. Fi- Cetinje - Risan: 63 km, salita 800 m Eko Katun Stavna, posto a 1550 metri di quota nalmente scolliniamo e caliamo veloci sino al lago Risan - laghi di Niksic: 75 km, salita 1300 m ai piedi del poderoso massiccio dolomitico del di Ricavacko, dove ci accorgiamo che ci sarà un’al- Niksic - Etno selo Izlazak: 50 km, salita Komovi: una decina di rustici cottages è alline- tra lunga risalita. Provo a chiedere a un abitante del 900 m ato verso la vetta di natura dolomitica e al loro posto se vuole accompagnarci con il suo fuoristrada Etno selo Izlazak - Durmitor - Zabljak: 73 sino a destinazione in cambio di un lauto compen- km, salita 1900 m so, ma egli rifiuta dicendo che è stanco: me ne vado Zabljak - Mojkovac: 66 km, salita 700 m Un ultimo sforzo e valichiamo il dicendo “No taxi no money”: non saprà mai che ha Mojkovac - Eko Katun Stavna: 50 km, crinale: di colpo, 1500 metri sotto di rinunciato a ben cinquanta euro. salita 1500 m Ci vorranno quasi tre ore per raggiungere, a pie- Eko Katun Stavna - Korita: 45 km, salita noi, appaiono le Bocche di Cattaro, un Maggiori dettagli sulla di perché ormai siamo tutti stanchi, l’ultima sella pagina Facebook “MTB 1200 m vero fiordo, unico nel Mediterraneo a quota 2000 e sono ormai le 21, l’ultima luce sta grandi viaggi” Korita - Podgorica: 40 km, salita 300 m

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monti Nebrodi sono una catena montuosa In apertura, veduta da sud del lago Trearie della Sicilia settentrionale che, assieme alle Dove osano le aquile IMadonie a ovest e ai Peloritani a est, costitui- A sinistra, la cascata scono parte dell’Appennino siculo. Il paesaggio è del Catafurco; sotto, il caratterizzato, principalmente, dalla ricchissima luogo di posa a Portella L’itinerario siciliano ci conduce in mountain bike vegetazione e dagli ambienti umidi che favorisco- Balestra, lungo la dorsale dei Nebrodi no lo sviluppo della flora e della fauna; ecco perché dal versante sud-est al versante nord del Parco regionale quest’area è detta anche il polmone verde di Sicilia. dei Monti Nebrodi, da Maniace ad Alcara Li Fusi, La cima più alta è Monte Soro, che raggiunge i 1847 metri d’altitudine. per ammirare cascate e rocce dell’era Mesozoica, Il percorso in questione è una vera e propria traver- sata, dal versante sud-est al versante nord per pote- dove nidificano l’aquila reale e il grifone re ammirare alcuni dei principali punti di interesse del Parco regionale dei Monti Nebrodi. testo e foto di Enrico Fisichella* Lasciate le auto in prossimità della Segheria (1200 m) nel territorio di Maniace, vicino al famoso Ca- stello del Barone Nelson, che è possibile visitare prendendo contatti per tempo. Da qui ci si dirige verso la Masseria Trearie (1250 m), di proprietà dell’Ente Forestale Regionale. Una volta superata, si prosegue per il lago Trearie (1431 m). Arrivati qui è possibile fare una breve sosta per godere dello splendido panorama. Il lago Trearie è lo specchio d’acqua più alto della Sicilia, si trova a 1400 m. Ri- sulta posizionato fra tre rilievi: il monte Trearie, il Monte Solazzo e il poggio Cartolari. Dal lago nasce il torrente Saracena, uno dei più importati affluenti del Simeto, che si forma più a valle, nel territorio di Maniace. Dopo una sosta, ci si sposta verso nord fino alla Dor- sale dei Nebrodi: si tratta della strada che corre co- steggiando le vette dei monti in direzione est-ovest. Nel nostro itinerario la si percorre in direzione est per raggiungere il lago Pisciotto (1255 m). Da qui si lascia la Dorsale utilizzando la carrareccia che va verso monte Formisia (1328 m), costeggiando il monte a est. Inizia poi una lunga discesa che porta alla cascata del Catafurco (880 m) nel territorio del comune di Galati Mamertino. La cascata del Cata- furco è naturale e si forma in corrispondenza di un dislivello di circa 30 metri lungo il corso del torrente San Basilio. Alla base della cascata le acque si rac- colgono in una cavità naturale, scavata nella roccia, chiamata Marmitta dei Giganti, dove, nella bella stagione, è possibile fare il bagno.

UN TOUR SLOW Dopo una breve pausa alla cascata, si riprende il percorso in direzione nord per arrivare al vicino abitato di San Basilio. Qui è possibile pernottare in uno dei vari agriturismi presenti in zona e gustare i piatti della buonissima cucina locale, a base princi- palmente di carne di suino e agnello e dei prelibati funghi di cui sono ricchi i boschi vicini. La sosta per il pernottamento è consigliabile a chi

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A sinistra, i soci della Sezione di Belpasso lungo la dorsale dei Nebrodi

vuole concepire il tour in maniera più “slow” per go- maschio della pecora. dere dei luoghi, diversamente è possibile compierlo Da Portella Gazzana (965 m) si sale in direzione in un solo giorno continuando l’itinerario come di sud e si attraversa il rigoglioso bosco di Mangala- seguito ma di certo diverrebbe notevolmente più viti e le Case omonime. Si raggiunge nuovamente impegnativo. la Dorsale dei Nebrodi a Portella Scafi (1460 m). Il percorso riprende sulla strada asfaltata che porta Da qui, attraverso una deviazione dal percorso, si ad Alcara Li Fusi, nel giro di qualche chilometro ci può raggiungere il lago Biviere di Cesarò nel giro si trova in località Portella Gazzana, proprio sotto le di qualche chilometro. Rocche del Crasto. Si tratta di formazioni rocciose Il lago si trova immerso in un fondovalle fittis- di natura calcarea dell’era mesozoica, che si trovano simo di vegetazione, tra le faggete delle pendici nel territorio dei comuni di Alcara Li Fusi e Longi, nordorientali di Monte Soro e quelle nordocci- a un’altezza di 1315 metri. Queste rocce, secondo il dentali di Monte Scafi. Esso è meta di molti vola- parere degli studiosi, sono le più antiche di Sicilia, tili che è possibile osservare durante i vari periodi risalgono all’era Mesozoica come confermato da dell’anno. numerosi resti fossili. Inoltre, presentano diverse Riprendendo il percorso al contrario ritornere- linee di faglia spettacolari, oltre che interessanti dal mo a Portella Scafi, continuando verso Portella punto di vista geologico. Sono un vero esempio di Balestra (1540 m ) e ancora oltre. Da qui si pren- rocce dolomitiche nel meridione. Nei pressi sorgeva de la sterrata che, in leggera discesa, dopo alcuni probabilmente l’antica città greca di Krastos. Vi ni- chilometri porta di nuovo a La Segheria, punto di dificano l’aquila reale e il grifone. In lingua siciliana partenza dell’itinerario. il termine “crastu” (italianizzato in crasto) indica il * Cai Belpasso

DATI DELL’ESCURSIONE PRIMO GIORNO-andata SECONDO GIORNO-ritorno Difficoltà: MC/MC Partenza/arrivo: La Segheria (Maniace) Partenza/arrivo: Portella Gazzana (Longi)/ Impegno tecnico: Medio-alto Portella Gazzana (Longi) La Segheria (Maniace) Natura del percorso: pista forestale sterrata Difficoltà: MC/MC (media capacità tecnica) Difficoltà: MC/MC (media capacità tecnica) e asfalto Lunghezza del percorso: 35 km Lunghezza del percorso: 23 km Distanza: 60 km circa Altezza partenza e arrivo: 1200/900 m Altezza partenza e arrivo: 900/1200 m Dislivello: 2100 metri Ascesa accumulata: 1300 m circa Ascesa accumulata: 950 m circa Punti d’acqua: presenti in vari punti del Discesa accumulata: 1650 m circa Discesa accumulata: 700 m circa percorso Tipo di traccia: 75% sterrato, 25% asfalto Tipo di traccia: 90% sterrato, 10% asfalto Cartografia: TCI Parco dei Nebrodi Tempo di percorrenza: 7 ore circa comprese Tempo di percorrenza: 6 ore circa comprese 1:50.000 le soste le soste Informazioni dettagliate su www.turismofvg.it 30 / Montagne360 / luglio 2018 PEDALARE PER CONOSCERE

Incastonata sulla più estesa cicatrice della terra, l’Islanda è un paese Nel paese delle estremo, sospeso tra geyser, deserti, ghiacciai e vulcani. Ecco il racconto di una traversata di 2000 chilometri, affrontata ascoltando meraviglie il vento artico e facendo affidamento solo su gambe e bici testo e foto di Alberto Montemurro PEDALARE PER CONOSCERE

In apertura, una notte l’isola) non mancano incontri con i numerosissi- a qualsiasi sfumatura d’azzurro. Per effetto dei ri- nel deserto d’Islanda, lungo la pista F35 mi cavalli islandesi, che con le pecore e le sternie flessi del sole sugli iceberg, si formano dei giochi costituiscono gran parte della fauna locale. di luce che rendono questo luogo il paradiso dei In questa pagina, fotografi, e non solo. Sulla strada per raggiungerlo risveglio nella laguna SULLA STRADA è una tappa imprescindibile il canyon di Fjaðrár- Jökulsárlón Oltrepassato il paesino di Hella, pedalo verso tre gljúfur, vicino Kirk, e il parco di Skaftafell, con la A destra, il ghiacciaio fra le più famose cascate d’Islanda, che mi hanno magnifica cascata. I Fiordi Orientali sono caratte- Solheimajokull infradiciato dalla testa ai piedi: Seljalandsfoss, dove rizzati da una desolazione ancora maggiore, in un è possibile girare attorno alla sua altissima colonna infinito saliscendi di curve, in cui la strada sguscia d’acqua; Gljúfrafoss, ovvero “la cascata nascosta”, fra scogliere a picco ad Est, e i denti delle alture raggiungibile solo attraverso una feritoia nella interne ad Ovest. Proseguendo verso Nord, l’I- roccia, risalendo un piccolo torrente; Skògafoss, slanda non smette di offrire paesaggi mozzafiato, e che mi ha lasciato, e mi trova tuttora, senza paro- dopo essermi spinto sino al paesino di pescatori di le. Il viaggio è proseguito attraverso i ghiacci del Húsavík, mi sono imbarcato per tentare l’avvista- Sólheimajökull, una delle tante lingue visibili fin mento di qualche balena ben disposta a mostrarsi. dalla strada, e le spiagge nere di Vìk, con le sue Dopo il lago Mývatn ed Akureyri, ho infine inizia- magnifiche colonne di basalto. Nel mentre, ho to la sfida più grande: 200 km di sterrata nel de- avuto due incontri ravvicinati di “strano” tipo: con serto islandese. È uno struggente territorio di ter- un relitto di un aereo del 1973, e con le pulcinelle di ra e rocce, che non senza difficoltà mi ha condotto mare, splendidi pennuti paffuti di fatto e di nome sino al famigerato territorio del “Circolo d’Oro”, (Puffin). Svolazzanti sulla scogliera di Dyrholaey, nei pressi di Reykjavík. È così chiamata l’area in un tramonto mozzafiato, dove il mare, il cielo comprendente la cascata di Gullfoss, il parco na- e un faro solitario riempivano gli occhi ed il cuo- zionale di Þingvellir e Geysir, dove ammirare lo re, sono stati parte della mia prima sindrome di stupefacente sbuffo dello Strokkur, il geyser più uardando una cartina dell’Europa, spo- rinunciare alla traversata. Stendhal. E ancora non avevo visto il luogo più famoso d’Islanda. Purtroppo, dopo aver assapo- state lo sguardo un po’ più in su del solito. Riapparse armi e bagagli, sono salito in sella, incantevole dell’isola: il lago Jökulsárlón, formato rato la bellezza silenziosa del deserto islandese, G A nord della Gran Bretagna, oltre un po’ pedalando verso est. Per un mese non mi sono dallo scioglimento dei ghiacciai interni d’Islanda, non è stato facile godersi appieno le meraviglie di di oceano Atlantico, troverete una piccola isola me- più fermato: 2000 km di fiordi, deserti, geyser fra cui il Vatnajökull, quarto ammasso glaciale del un luogo un po’ troppo affollato da turisti. Così, è ravigliosa: l’Islanda. e ghiacciai, facendo affidamento su uno sbilen- pianeta. I tantissimi iceberg si staccano dal ghiac- stato con la mente piuttosto affollata di pensieri “Terra di ghiaccio e fuoco”, l’Islanda si trova incasto- co motore umano a due gambe, ascoltando vento ciaio per attraversare la laguna, e scendere fino che ho visitato Reykjavík, e ho pedalato per gli nata sulla più estesa cicatrice della crosta terrestre, artico misto a pioggia per giornate intere, bene- al mare. Hanno dei colori incredibili, dal bianco ultimi chilometri sino all’aeroporto. la dorsale medio atlantica. La sua posizione e la sua dicendo il sole sulle rocce, dormendo in tenda, storia l’hanno resa un luogo di estremi e di meravi- per strada, sul muschio, in stalle, case abbando- glie, di geyser, deserti, ghiacciai e vulcani. Un luogo nate, capannoni, pavimenti, una piccola grotta, dove ogni giorno è possibile sentire forte e chiaro il sulle sponde di laghi e lagune, fino a tornare a respiro della terra. casa, per chiudere il cancello sulla più bella espe- Ma un ventenne sgangherato, come ci è finito a pe- rienza della mia vita. dalare fra i ghiacci del paese più estremo d’Europa? Pur essendomi informato sulle imperdibili mera- Ho passato gran parte dell’adolescenza a sognare viglie dell’Isola, non posso dire di aver preparato insieme ai miei amici viaggi improbabili, sognando un percorso molto dettagliato: il piano era tene- le stesse avventure di quei viaggiatori con la vita in re il mare alla mia destra, descrivendo un anello spalla, e sempre una storia da raccontare. Eppure, sino alla seconda città islandese, Akureyri. Quin- puntualmente queste idee scomparivano. Finché di avrei proseguito verso Sud, attraverso la leg- un giorno, subito dopo la diagnosi di un infortunio gendaria pista F35, una lingua sterrata che taglia al ginocchio, con la prospettiva di un intervento e il deserto interno e arriva fino alla capitale. mesi di riabilitazione, ho preso il biglietto per Rey- Dopo aver lasciato Reykjavík, mi sono diretto kjavík. La bici, la tenda e la storia sono venute da sé. prima a sud e poi a est, dove ho avuto il mio pri- mo assaggio della magnifica desolazione islande- UNA TENDA E UNA BICI se. Aree desertiche rocciose si alternano ad altre Atterrato nella terra islandese, ho capito subito ricoperte da un sottile strato di muschio, che le che il viaggio sarebbe stato un po’ più complicato rende stranamente simili alla gommapiuma. La del previsto. La compagnia aerea mi aveva per- solitudine è interrotta solo da alcune pecore, e so ogni singolo bagaglio, costringendomi a cin- una volta raggiunte le Krisuvikurberg cliffs, da que giorni di campeggio improvvisato sul pavi- stormi di gabbiani. Lungo la Ring Road (un na- mento dell’aeroporto, con l’amara prospettiva di stro d’asfalto che descrive un anello lungo tutta

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IL TURISMO NELL’ISOLA tutta questa improvvisa notorietà è stata un bene, A sinistra, il promontorio L’Islanda è un terzo d’Italia a cui è rimasta solo la ma adesso la situazione rischia di degenerare. Le di Dyrhòlaey popolazione del Molise (300.000 abitanti), per di infrastrutture e i pochi abitanti hanno sostenuto a Nel box, un’immagine più tutti pigiati attorno alla capitale, Reykjavík, la- fatica il turismo di massa di questi ultimi anni, con della laguna Jökulsárlón sciando praticamente deserto tutto il resto del pae- il rischio di arrecare seri danni non solo all’immagi- se. Gli islandesi, oltre a essere pochi, sono sempre ne del paese, ma soprattutto al suo ecosistema. Se- stati anche un po’ isolati e tendenti all’autoesclu- condo gli ultimi dati, la “bolla” islandese pare essere dersi dal resto del mondo. Così, quando nel 2010 sul punto di scoppiare: nel 2018 per la prima volta l’impronunciabile Eyjafjallajökull eruttò, fermando il numero di turisti ha avuto un decremento mas- i voli dell’intera Europa, il continente si è ricorda- siccio rispetto all’anno precedente. Se questo sarà to di quella sua isoletta, su a nord. Nello scaricargli un bene o un male, solo il tempo potrà dircelo. addosso invettive e imprecazioni, le orde di turisti Per ora, la chiave per mantenere vive queste e tante bloccati scoprirono le meraviglie del paese, grazie altre è educare il turismo di massa a essere discre- alla tempestiva campagna pubblicitaria lancia- to, cominciando dal minimizzare il proprio impat- ta dallo Stato islandese. Si generò un incremento to sul territorio, per permettere a chi verrà dopo esponenziale di visitatori negli anni successivi, sino di goderne allo stesso modo. Perché, quando la a toccare quota due milioni nel 2017. Invece di fre- gente scopre qualcosa di bello, purtroppo ha la nare l’invadenza dei visitatori, i suoi 130 (!) vulcani brutta abitudine di fare di tutto per rovinarlo. La attivi ne hanno acceso l’interesse, che nemmeno il salvezza potrebbero essere una tenda bagnata, un fortissimo e incessante vento islandese è riuscito a fornellino ad alcol, e il delicato ronzio dei raggi di smorzare. Per gli islandesi, in piena crisi economica, una bicicletta. ▲

PERCORSO E TAPPE

Keflavik – Stokkseyri: 97 km Hùsavik – Mývatn: 57 km Stokkseyri – Skogafoss: 112 km Mývatn – Akureyri: 96 km Skogafoss – Kirkjubæjarklaustur: 102 km Akureyri – Varmahlíð: 93 km Kirkjubæjarklaustur – Skafatfell: 71 km Varmahlíð – Geysir: 205 km Skaftafell – Höfn: 136 km Geysir – Þingvellir: 96 km Höfn – Djúpivogur: 104 km Þingvellir – Reykjavík: 40 km Djúpivogur – Egilsstaðir: 85 km Reykjavík – Keflavik: 48 km Egilsstaðir – Grimsstadir: 132 km (Più tutte le ulteriori piste interne, deviazio- Grimsstadir – Hùsavik: 116 km ni, e aggiramenti effettuati lungo il percorso)

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BOSCHI E VIGNETI DI CASTELL’ARQUATO (PC) su strada sterrata sino a raggiungere l’asfalto, costeg- Itinerari Punto di partenza: Castellarquato (150 m) giando lussureggianti vigneti. Si prosegue in salita Liberi di pedalare Punto di arrivo: Castellarquato (150 m) asfaltata tra panorami mozzafiato (attenzione ad al- Dislivello in salita/discesa: 440 m / 440 m cuni brevi tratti ripidi dopo l’Azienda Agricola Buttina, Foto a sinistra, anello di Albinea (RE) Lunghezza: 17.6 km comunque su fondo che garantisce ottima trazione) “Outdoor 365” è un progetto della Fondazione per lo Sport Silvia Tipo di itinerario: LOOP (anello) sino a raggiungere il punto più alto dell’itinerario; qui Rinaldi onlus e mette a disposizione dei ciclisti disabili oltre mille 1. Monchio delle Olle (RE) Tempo di percorrenza: circa 2h 30’ si abbandona la strada asfaltata per immettersi su un Punti di appoggio: nessuno tratto in terra battuta che fra boschi e vigneti scende chilometri di itinerari ciclabili sul territorio dell’Emilia-Romagna. Difficoltà tecnica: classe IMBA 1 e 2 (su una scala da il crinale sino al cuore della vallata. Si risale su strada 1 a 5) sterrata (attenzione a qualche breve rampa ripida su- In queste pagine vi accompagniamo vicino a Piacenza, tra i vigneti Cartografia dedicata disponibile alla pagina web bito prima dell’asfalto, con trazione della handbike che di Castell’Arquato, e in provincia di Rimini dell’itinerario (con traccia GPS scaricabile): potrebbe essere messa in difficoltà) per poi fare rientro www.outdoor365.it/boschi-e-vigneti-di-castell-arquato. a Castell’Arquato su tratto asfaltato in ripida discesa. Il di Matteo Brusa* - foto Wok Photography L’itinerario inizia in paese a Castell’Arquato; lentamen- tracciato proposto può essere percorso in tutte le sta- te sale verso i vigneti dell’area collinare cui si giunge gioni; le quote collinari e la tipologia di fondo lo rendo- percorrendo un piccolo tratto di strada chiusa a causa no sconsigliato nei periodi piovosi (attenzione alla pos- di una vecchia frana in loc. Il Busone; il tratto di strada sibile presenza di neve nel periodo invernale). rimanente è sufficiente per il passaggio in sicurezza di tandem ed handbike. Si suggerisce ai ciclisti in handbi- DA MORCIANO DI ROMAGNA A MONTEFIORE ke di essere accompagnati, per permettere l’inversio- CONCA (RN) ne di marcia qualora il tratto suggerito non fosse più Punto di partenza: Morciano di Romagna (30 m) percorribile a causa dell’eventuale ingrossamento del- Punto di arrivo: Morciano di Romagna (30 m ) la frana. In tal caso sarà possibile percorrere la strada Dislivello in salita / discesa: 550 m / 550 m SP6 (prestando attenzione al traffico veicolare) sino a Lunghezza: 20.4 km. loc. S.Antonio, dove si potrà riprendere l’itinerario sug- Tipo di itinerario: LOOP (anello) gerito. Si scende sino alla pieve in loc. S.Antonio, si per- Tempo di percorrenza: circa 3h corre un piccolo tratto di 1,2 km di strada provinciale Punti di appoggio: Montefiore Conca (punto più alto (SP6) sino a Cà Morosoli e si risale in lieve pendenza del percorso)

are sport all’aria aperta è un mo- promozione dello sport per tutti, anche le persone con disabilità motorie ai mar- mento di condivisione di cui tutti per persone disabili. Si tratta di luoghi gini delle attività sportive: natura e sport F hanno il diritto di fruire in compa- in cui possono recarsi ciclisti a bordo di si fondono e si aprono, finalmente, a tutti. gnia di familiari e amici. È per questo mo- handbike, mountain tandem, mountain Il progetto è stato co-finanziato dalla Re- tivo che sono stati ideati, uniformemente bike, ebike, e via dicendo. I percorsi sono gione Emilia-Romagna, dalla Fondazione distribuiti sul territorio della Regione raccolti nel sito internet www.outdoor365. Vodafone Italia e dalle Fondazioni ban- Emilia-Romagna, decine di itinerari ci- it e visualizzabili su una mappa interattiva carie Cariparma e Cassa di Risparmio di clabili (oltre mille chilometri) destinati a che permette di scegliere il percorso che Modena. La Fondazione per lo Sport Sil- tutti: non uno spazio riservato alle perso- più si addice all’utente sulla base della dif- via Rinaldi onlus sta coordinando il pro- ne disabili, bensì percorsi che portano i ficoltà tecnica (classificazione internazio- getto “We bike together” nell’ambito del ciclisti in luoghi incantevoli, ricchi di sto- nale IMBA) e del mezzo di cui si dispone: programma Erasmus+ Sport della Com- ria e panorami di grande bellezza. Il pro- Mtb, handbike con o senza pedalata assi- missione Europea per divulgare questa getto si chiama “Outdoor 365” ed è stato stita (per persone con difficoltà motorie) iniziativa in Bulgaria, Portogallo e Spa- ideato e realizzato dalla Fondazione per lo o Mountain tandem (per persone ipove- gna. ▲ Sport Silvia Rinaldi onlus, organizzazio- denti o non vedenti). In questo modo si * Segretario Generale della Fondazione 1 ne no-profit bolognese impegnata nella abbattono le barriere che spesso tengono per lo sport Silvia Rinaldi onlus

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Difficoltà tecnica: classe IMBA 3 (su una scala da 1 a 5) battuta lungo il bosco. Il sentiero di discesa è facile e 2. I colli piacentini Cartografia dedicata disponibile alla pagina web divertente; attenzione all’ultimo tornante, un po’ stret- in mountain tandem dell’itinerario (con traccia GPS scaricabile): to per chi percorre l’itinerario in tandem o handbike. 3. L’alta val Marecchia: la rocca di Maioletto www.outdoor365.it/da-morciano-di-romagna-a- Giunti presso il fiume Conca si rientra su asfalto su montefiore-conca-itinerario-accessibile. alcuni tratti sterrati (un paio di salite sono con fondo L’itinerario proposto inizia nel paese di Morciano di Ro- sconnesso e abbastanza ripide, ma brevi); l’ultima magna; pedalando lungo le strade del centro si arriva a parte dell’itinerario ripercorre quanto visto all’anda- costeggiare il fiume Conca su tranquille strade di cam- ta, sino al parco cittadino lungo fiume di Morciano di pagna. Si sale prendendo rapidamente quota, su asfal- Romagna. Il tracciato proposto può essere percorso approfondimenti sul mondo dell’associazione • luglio 2018 to, sino al centro di Montefiore Conca; da qui si scende tutto l’anno ad eccezione dei periodi particolarmente nei pressi del santuario della Madonna di Bonora, dove piovosi, durante i quali i tratti lungo il Rio Ventena di ha inizio un tratto di strada a fondo sterrato, poi in terra Gemmano risultano impraticabili. ERMINIO QUARTIANI RIELETTO ALLA VICEPRESIDENZA GENERALE

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ingrazio le delegate e i votanti. Quartiani, al quale sono andati Struttura Operativa del Laboratorio delegati che mi hanno rin- ben 656 voti, inizia dunque il secondo e Stazione Scientifica della Grotta di «R novato la fiducia. Il mio mandato triennale. Ricordiamo che il Bossea. Ha coadiuvato il Presidente impegno continuerà nella direzione Club alpino prevede tre Vicepresidenti generale nei rapporti istituzionali con di contribuire a fare del Cai un attore generali: oltre a Quartiani, sono attual- gli enti pubblici e privati, con il Governo fondamentale per la risoluzione della mente in carica Lorella Franceschini e il Parlamento, intrattenendo intense ‘causa montana’; a rafforzare il ruolo e Antonio Montani. Durante il primo relazioni con i parlamentari del Gruppo del Sodalizio nel campo dell’associa- mandato Quartiani, che è anche il vica- Amici della Montagna e avendo cura di zionismo alpinistico internazionale rio del Comitato Direttivo Centrale, ha garantire un adeguato flusso di contri- ed europeo; a fare della sostenibilità esercitato la delega all’ambiente, per la buzione statale per le attività istituzio- il motore del Club alpino quale asso- quale ha seguito il tavolo delle associa- nali del Cai e del suo Soccorso Alpino ciazione riconosciuta di protezione zioni ambientaliste e il rapporto con il e Speleologico. Si è occupato dei Pro- ambientale; a intensificare l’impegno Ministero dell’Ambiente, occupando- tocolli d’Intesa con il ministero vigilante per lo studio e la ricerca in favore delle si del rinnovato Parco dello Stelvio e (Mibact), del cui comitato paritetico è montagne». Queste le prime parole di degli accordi con numerosi altri Parchi componente, con il Miur, l’Unpli, l’Anci Erminio Quartiani, Socio della Sezione nazionali. È stato poi il referente di due e l’Arma dei Carabinieri. Ultimamente di Melegnano (MI), dopo la rielezione Organi Tecnici Centrali (Tutela Am- si è anche occupato dell’Alleanza per lo alla Vicepresidenza generale del Cai il biente Montano e Scientifico) e di due Sviluppo Sostenibile (ASviS), della qua- 26 maggio scorso all’Assemblea dei De- Strutture Operative (Coralità e Cine- le il Cai è divenuto partner. Tra l’altro legati di Trieste. Nel capoluogo giuliano matografia). Sin dalla loro costituzione mantiene il suo impegno di corista nel erano presenti 384 delegati, con 299 ha seguito i Gruppi di Lavoro “Progetto Coro Cai della Sezione di Melegnano,

3 deleghe, in rappresentanza di 274 Se- Juniores” e “Grandi Carnivori”, oltre alla quale è iscritto da 47 anni, essen- zioni di tutta Italia, per un totale di 683 a contribuire alla nascita della nuova done stato uno dei co-fondatori. •

40 / Montagne360 / luglio 2018 luglio 2018 • 01 TRIESTE: IL PREMIO CONSIGLIO, A CENTINAIA IN CAMMINO NELLA LA MEDAGLIA D’ORO E I SOCI ONORARI NATURA (E NELLA CULTURA) DEI PARCHI

ttantatré appuntamenti escursionistici in oltre cin- 1259 metri del Monte Faggeto, percorrendo un sentiero che quanta aree protette di diciotto regioni, che hanno passa dalla sorgente del Tasso fino a raggiungere il rifugio Ocoinvolto centocinquanta Sezioni del Club alpino in prossimità della vetta. In Abruzzo, ottantanove Soci sono per promuovere l’escursionismo naturalistico e culturale per partiti da tre diverse località (Vasto, Lanciano e Pescara) e tutti e per effettuare interventi di segnatura e manutenzio- hanno percorso da est ad ovest la Riserva Monte Genzana/ ne dei sentieri. Questi i numeri, come da tradizione molto Alto Gizio, tra cavalli, muli, somari e asini allo stato brado, con alti, della 6a edizione di “In cammino nei Parchi”, organizzata davanti agli occhi la sagoma del Morrone. Da segnalare poi le da Cai (attraverso la Commissione Centrale Tutela Ambien- tante escursioni che si sono tenute in Friuli Venezia Giulia, te Montano) e Federparchi il 13 maggio scorso, nell’ambito dove anche i bambini dell’Alpinismo giovanile, pennelli nelle della 18a Giornata Nazionale dei Sentieri del Sodalizio. In mani e scarponcini ai piedi, si sono occupati della segnatura particolare ci piace raccontare dei duecento escursionisti dei sentieri nel Parco Naturale delle Prealpi Giulie. Terminia- marchigiani in cammino nel Parco Nazionale dei Monti Sibil- mo questa sintetica carrellata con l’escursione nel Parco del lini, nell’appuntamento unificato del Cai Marche, mandando Beigua, dove settantacinque Soci (non solo liguri, ma anche anche questa volta un messaggio di vicinanza alle popolazio- lombardi) hanno camminato nella Val Gargassa, e con il tri- ue esempi diversi e complementari di sviluppa- ni terremotate. I Soci sono finalmente potuti tornare nella plo appuntamento in Sardegna: seminario sabato 12 maggio re un’avventura piena, ancora possibile sia come Piana di Castelluccio, grazie alla recente riapertura di alcune a Cagliari sugli sviluppi delle rete escursionistica sarda (con «Dscoperta di nuovi itinerari sia come ripetizione di strade di accesso. Uscita unificata anche in Lazio, dove, nel l’Agenzia Regionale Forestas) e due escursioni la domenica salite che rimangono di elevatissimo ingaggio per chiunque vi si Parco dei Monti Aurunci, centotrenta Soci hanno raggiunto i con il Cai Cagliari nel Parco 7 Fradis. • voglia cimentare». Recita così la motivazione dell’edizione 2018 del Premio Paolo Consiglio, assegnato alle spedizioni alpinisti- che “Patagonia 2018 Cerro Riso Patron”, composta da Matteo Della Bordella e Silvan Schüpbach, e “Alaska 2017”, composta da Luca Moroni e David Bacci. Della Bordella, Moroni e Bacci fanno parte dei Ragni di Lecco. Il premio è stato consegnato dal Presidente generale del Cai Vincenzo Torti sabato 26 maggio Sopra, da sinistra, la consegna della Medaglia d’Oro; il Premio Consiglio; il a Trieste, nell’ambito dell’Assemblea dei Delegati 2018. Il Pre- Presidente generale con i due Soci onorari mio Consiglio viene assegnato annualmente dal Club alpino accademico (Sezione nazionale del Cai) a spedizioni alpinisti- il Presidente Torti ha consegnato inoltre la Medaglia d’Oro del che di carattere esplorativo o di elevato contenuto tecnico, Cai a Giuliano Fabbrica, Istruttore della Scuola di alpinismo organizzate da piccoli gruppi di alpinisti a prevalente compo- lombarda Alpiteam, «per aver realizzato, nell’attività concreta sizione giovanile. Della Bordella e Schüpbach hanno effettuato della pratica della montagna, gli ideali del Sodalizio nell’ambito la prima salita lungo una grandiosa via di ghiaccio della Cima della formazione tecnica, della solidarietà e dedizione al prossi- Sud del Cerro Riso Patron (Patagonia), mentre Moroni e Bacci mo». Sono stati infine nominati Soci onorari la brianzola Teresa hanno ripetuto la Diretta Slovacca al Denali (Alaska). A Trieste “Tere” Airoldi e il trentino Mariano Frizzera. •

Il nuovo portale del Cai ne di tutte le attività dell’associazione». un motore di ricerca per tipologia di at- Online oltre 120.000 pagine sto 2018, “Anno europeo del patrimonio re una sola testata e/o un anno, oppure di «Un sito organico, strutturato, responsi- Con queste parole la Vicepresidente tività, per gruppo montuoso, per rifugio, dei periodici Cai culturale”», ha detto Alessandra Ravelli effettuare una ricerca su tutta la raccolta, ve (ovvero che si adatta alle dimensioni generale Lorella Franceschini ha pre- che permetterà a Soci e non Soci di or- alla sala gremita. «Con la digitalizzazione con una o più parole, unite da virgolet- di smartphone e tablet n.d.r.), che sia un sentato all’Assemblea dei Delegati di ganizzare le proprie escursioni con mag- La Biblioteca Nazionale del Cai ha messo di 70.000 pagine della Rivista e il moto- te se adiacenti, e consente di utilizzare punto di riferimento prima di tutto per il Trieste il nuovo portale del Sodalizio, giore semplicità. La medesima struttura online, all’indirizzo www.tecadigitalecai.it, re di ricerca cumulativo sui periodici più i segni + e - come operatori booleani. Il Socio, ma in generale per tutto il mondo che sarà online alla fine di luglio, sempre può essere ricreata facilmente per ogni il nuovo portale dedicato ai periodici, importanti della storia del Sodalizio, ab- caricamento dei pdf può essere lento, della montagna. Un sito bello e attratti- all’indirizzo www.cai.it. Il sito si presen- Sezione, ogni Gruppo Regionale e ogni con oltre 120.000 pagine che raccon- biamo concluso un progetto avviato nel soprattutto nel caso di fascicoli spessi o vo, specialmente agli occhi delle giovani terà con una prima immagine a effetto, Organo Tecnico. Gli accessi degli uten- tano la vita del Club alpino dal 1865 a 2010, con le 38.500 pagine del Bollettino molto illustrati, ma poi si può usare la fun- generazioni, che consenta di uniformare che cambierà a ogni ingresso effettua- ti saranno regolamentati: i Soci ordinari oggi. Questa importante notizia è stata (1865-1967) e dello Scarpone (1931- zione “trova” del browser, per individuare la presentazione, il patrimonio informa- to dall’utente, con, a seguire, la sezione potranno solo visualizzare, mentre i Soci data a Trieste, nel corso dell’Assemblea 2005). Sono stati aggiunti anche i pdf velocemente le parole cercate. tivo e la proposta on line delle singole “notizie in evidenza” e le attività in pro- operativi, a seconda delle mansioni e dei Delegati. «Un’iniziativa che ci pone della Rivista e dello Scarpone dal 2006 al È infine possibile scaricare singole pagi- Sezioni, e che possa diventare uno stru- gramma. Ci poi sarà una parte dedicata dei ruoli, potranno accedere, modifica- al passo con le principali biblioteche del 2011 e di Montagne360 fino al 2017». Il ne o un fascicolo intero e condividerli via mento di condivisione e programmazio- agli Organi Tecnici e alle Sezioni e, infine, re, integrare e organizzare. • mondo, portata a termine proprio in que- motore di ricerca consente di seleziona- mail o sui social network. •

02 • luglio 2018 luglio 2018 • 03 ORGANI TECNICI CENTRALI E STRUTTURE OPERATIVE

LA SCUOLA, PER SCOPRIRE LA MONTAGNA Incontro con Francesco Carrer, dal 2005 coordinatore del Gruppo di Lavoro “Progetto Scuola”, che ha organizzato finora 39 corsi di formazione, ideati dalle diverse strutture del Cai per i docenti di ogni ordine e grado

Quali motivazioni ti hanno spinto a proporti per coordinare il Gruppo di Lavoro “Progetto Scuola”? «A dir la verità non mi sono proposto a nulla. Nel 2004, all’i- nizio della presidenza di Annibale Salsa, venni chiamato a far parte del CDC con la delega al mondo giovanile e ai rap- porti con il mondo della scuola. In questo ruolo predisposi il progetto, tuttora in corso, e lavorai alla stesura di un nuovo tuo bilancio ad oggi? Che tipo di feedback ricevi dai docen- elaborazione (spesso tralasciata) dell’esperienza compiuta. protocollo con il Miur, che prevedeva attività di formazione ti che hanno partecipato? Dai censimenti compiuti, le ricadute si misurano nell’ordine per i docenti. Confidavo sul fatto che il Cai potesse mettere «Il bilancio si può considerare molto positivo. A ogni proget- di alcune decine di migliaia di giovani scolari accompagnati a in gioco il suo patrimonio di competenze sull’ambiente mon- to, proposto in contesti regionali sempre diversi, si raccol- scoprire la bellezza della montagna, ma anche sensibilizzati tano e rendere operativi i suoi valori di solidarietà e volon- gono consensi, apprezzamenti e plausi per la qualità della sulla sicurezza e sulla prevenzione dei pericoli. Chiaramente tariato. Chiesi la collaborazione delle commissioni più vicine proposta, per la precisione organizzativa e per la ricaduta il tutto non deve fermarsi qui, ma proseguire su un percorso al mondo della scuola (Alpinismo giovanile, TAM e Scientifi- formativa. Alla fine di ogni corso vi è un doveroso momen- di maturazione che porta alla cittadinanza consapevole: la co) e così nacque il Gruppo di Lavoro. In 12 anni di attività to di confronto con i docenti, con la raccolta del livello di scoperta della bellezza dell’ambiente naturale deve trasfor- si sono alternati i rappresentanti, ma l’esperienza è sempre gradimento e il monitoraggio sulla qualità delle ricadute marsi in percezione di patrimonio collettivo da vivere con avanzata con grande entusiasmo e con sinergica volontà di formative. Abbiamo fatto tesoro delle critiche costruttive rispetto e tutela. Potremo anche andare oltre, rafforzando continuazione, progetto dopo progetto. L’apporto si è allar- e delle proposte di miglioramento, suggerimenti che negli la presenza nel mondo della scuola con iniziative di più am- gato ad altre commissioni tecniche come le Scuole di Alpini- anni ci hanno permesso di affinare gli obiettivi e migliorare pio respiro, promuovendo iniziative a tema o concorsi per smo e la Speleologia, mentre i Gruppi regionali e le Sezioni la portata dei progetti. Tutti i materiali del singolo corso ven- studenti su scala nazionale, iniziative che richiedono però un hanno assunto un ruolo fondamentale per la realizzazione gono messi a disposizione dei partecipanti. La libreria digita- convinto impegno verso il mondo della scuola». dei singoli progetti. Nulla sarebbe però stato possibile senza le, organizzata nel portale del Cai e aperta a tutti i visitatori i Soci volontari, che di volta in volta si sono resi disponibili del sito, raccoglie l’intera documentazione sui corsi finora La nuova intesa Cai-Miur prevede la possibilità per le Se- con capacità organizzativa, passione nel raccontare la loro realizzati, in alcuni casi di alto valore scientifico. I feedback zioni di attivare percorsi di alternanza scuola-lavoro con gli terra e ambizione di un’accoglienza sopra le righe». sono lusinghieri, a volte perfino commoventi per il senso di istituti del territorio: come si sta diffondendo questa op- gratitudine esternato e per i complimenti sulla organizza- portunità? Il mondo della scuola come canale per veicolare ai più gio- zione e gestione delle esperienze in ambiente. Peccato non «L’Asl (Alternanza scuola-lavoro) si sta rivelando una grande vani l’amore e il rispetto per la montagna. Gli obiettivi rag- avere ancora i mezzi per censire i tanti progetti e valorizzare opportunità e una grande sfida per il Cai, come per tante rancesco Carrer, 63 anni, da pochi mesi pensionato giunti dal Cai e i progetti in cantiere. le tante attività realizzate dai docenti a margine delle espe- associazioni di volontariato. La cifra degli studenti mobilita- dopo 43 anni trascorsi nell’insegnamento, dal 2005 è «Si tratta semplicemente di costruire delle opportunità. Il rienze formative (gemellaggi, trekking, visite guidate, labora- ti è impressionante, parliamo di oltre un milione e mezzo di Fcoordinatore del Gruppo di Lavoro “Progetto Scuola”. nostro Alpinismo giovanile e le altre associazioni impegnate tori didattici, ecc.). Da considerare inoltre che, spesso, ogni ragazzi dai 16 ai 18 anni ai quali occorre prospettare oppor- Socio dal 1978 e Istruttore di Sci Escursionismo dal 1988, è nel mondo giovanile possono accompagnare nella scoper- singolo progetto è diventato occasione di costruire sul terri- tunità di acquisizione di competenze professionali. Le prime stato per 10 anni (1990-2000) Presidente della Commissione ta dell’ambiente montano e di tutti i suoi tesori. Molto altro torio una rete di sinergie con altri enti o istituzioni che hanno Sezioni investite già lo scorso anno da richieste di collabora- Veneto-Friulana-Giuliana Sci Fondo-Escursionismo. Ha pubbli- si può fare, il mondo della scuola rappresenta un serbatoio apprezzato e sostenuto il nostro lavoro». zione hanno potuto sperimentare le potenzialità di percor- cato tra il 1989 e il 2010 diversi volumi di itinerari invernali nelle enorme. Vi sono discipline che possono avvicinare i giovani si con i giovani tirocinanti su diverse tematiche e i risultati Alpi e Prealpi del Veneto, del Trentino, del Friuli, della Carinzia alla montagna, come la geografia fisica, la geologia, le scien- Diverse Sezioni portano gli alunni, soprattutto di elementa- sono stati in genere, per ammissione dei diretti interessati, e del Tirolo, oltre a una cinquantina di articoli, sempre dedicati ze, l’ecologia: tutto può essere opportunità per scoprire ri e medie, sui sentieri. Quali sono le potenzialità di svilup- entusiasmanti. Chiaramente occorre, ancora una volta, at- alla montagna invernale, su La Rivista del Cai, Montagne360 e questo meraviglioso mondo. Basta poter uscire, almeno una po di quella che possiamo definire un’ottima pratica? tingere alla disponibilità del nostro generoso volontariato e Le Alpi Venete. È stato Consigliere Centrale dal 2000 al 2004 e volta, dalle aule polverose e incamminarsi nella bellezza del «I volontari Cai, titolati o semplici Soci dotati di esperienza costruire opportunità formative con poche risorse. Va detto Componente del Comitato Direttivo Centrale dal 2004 fino al mondo naturale. Soprattutto rendere etici gli alunni, veico- e capacità comunicativa, possono far vivere meravigliose che oltre all’Asl, negli ultimi anni sono avanzate altre esigen- 2010. Entrato successivamente come Consigliere nel Comita- lando loro il rispetto, la salvaguardia e la conservazione delle esperienze di introduzione all’ambiente montano. Queste ze: gli istituti possono attingere da finanziamenti comuni tra- to Direttivo del Cai Veneto, ne è diventato Presidente dall’apri- Terre alte». esperienze richiedono capacità di entrare nelle procedure e mite FSE o PON e attivare iniziative per il recupero di alunni le 2013, mandato che terminerà nel 2019. Il “Progetto Scuola” nei tempi della scuola, dalla progettazione con i docenti dei in difficoltà, la riduzione del disagio giovanile e della disper- ha organizzato finora 39 corsi di formazione, ideati dalle diverse I corsi di formazione Cai per gli insegnanti hanno sempre vari ordini alla pianificazione di un percorso che dall’aula arri- sione scolastica o il potenziare l’offerta formativa». • strutture del Cai per i docenti di ogni ordine e grado. richieste di iscrizione superiori ai posti disponibili: qual è il vi all’ambiente, per poi chiudersi in una fase enucleativa di ri- lc/la

04 • luglio 2018 luglio 2018 • 05 NEWS DALLE SEZIONI

Gran Sasso, i bambini aver volato a lungo, era stato raccolto ambasciatori di pace sul Monte Puzzillo da Mario Cimetta, FESTA DEL CICLOESCURSIONISMO SULLE Accompagnatore del Cai L’Aquila. Un anno dopo, il 13 maggio scorso, 40 COLLINE VITIVINICOLE DEL ROERO (CN) alunni della scuola sono stati invitati dal Cai Castelli a vedere le montagne, uecentoquarantacinque partecipanti provenienti da territorio ospitante. «Percorsi e paesaggi sono stati apprezzati i boschi e i sentieri sorvolati dal loro ventidue diverse Sezioni, a cui vanno aggiunti una tren- da tutti, grazie anche alle interessanti descrizioni fornite con palloncino. I piccoli marchigiani “ve- Dtina di escursionisti a piedi, hanno preso parte, lo scor- passione e competenza dagli Accompagnatori del Cai Alba», nuti dal mare” hanno visitato il Rifugio so maggio, al 17° Raduno di cicloescursionismo Cai di Liguria, racconta Marco Lavezzo. «È stata una vera festa del cicloescur- “Casa della Montagna Enrico Faiani”, Piemonte e Valle D’Aosta sulle colline del Roero (CN), patrimo- sionismo. Una particolare menzione meritano i 40 ragazzi pro- sede della Sezione alle pendici del nio Unesco. Come da tradizione la giornata, oltre a essere sta- venienti dai corsi monotematici di Alpinismo giovanile, che Cai-Scuola, premio Gran Sasso, e percorso un suggesti- ta un momento di ritrovo e di aggregazione, ha rappresentato si sono cimentati sulle ripide erte delle colline vitivinicole». regionale alla Sezione vo sentiero, in silenzio ad ascoltare un’occasione privilegiata per far conoscere ai cicloescursionisti Il raduno è stato organizzato dal Cai Alba, in occasione del Grigne di Mandello i rumori del bosco. La giornata si è le peculiarità territoriali e le opportunità escursionistiche del 40° anniversario di fondazione. • Nel maggio 2017 gli alunni della scuola conclusa con la visita del borgo di del Lario (LC) elementare Rodari di Porto Sant’El- Castelli, con le fabbriche della famosa «La “Secim” rappresenta un raro pidio (FM), sulla costa marchigiana, ceramica. Un’esperienza unica per gli esempio di collaborazione tra avevano lanciato dei palloncini con un alunni, alcuni dei quali non erano mai diversi enti territoriali: da subito e messaggio di pace. Uno di essi, dopo stati in montagna. • ancora oggi la direzione scolastica e il Cai lavorano armonicamente allo stesso progetto». Con questa motivazione la Regione Lom- bardia ha assegnato alla Scuola Un gemellaggio elementare di comportamento in a fil di scarponcino montagna della Sezione Grigne di Mandello del Lario (LC) una Un gemellaggio che dura da sette anni, delle “Rose Camune” 2018. Il per favorire l’amicizia e lo scambio di premio viene dato a coloro che esperienze tra gruppi di Alpinismo si sono particolarmente distinti giovanile di Sezioni diverse, ma anche nel contribuire allo sviluppo per permettere di conoscere e socializ- economico, sociale, culturale e zare con coetanei che vivono in luoghi sportivo della regione. La scuola lontani e differenti dai propri. Queste sezionale è nata nel lontano 1964, le caratteristiche del rapporto, ormai dalla torretta del centro di Entracque!), Peculiarità e criticità dei parchi lombardi: portando in montagna oltre 6000 stretto, tra i gruppi giovanili delle Sezioni mentre, dal 4 all’11 luglio, i giovanissimi incontri con la TAM regionale giovanissimi, 111 nel solo 2017. di Melzo, in Lombardia, e di Catania, in lombardi andranno in Sicilia (per la se- Cinque incontri nei principali parchi alpini e prealpini lombardi, per fare Dopo i bambini delle elementari, Sicilia. A primavera 2018 i ragazzi hanno conda volta, la prima nel 2013), ospitati conoscere quali sono gli elementi di valore che hanno portato a proteg- dal 1988 si sono aggiunti i corsi trascorso insieme una settimana in dai catanesi, per intraprendere escursio- gere quei territori, ma anche le criticità e i rischi per la natura. Queste per i ragazzi delle medie e delle Liguria, al Rifugio Genova Figari in Valle ni in luoghi poco celebrati, ma non meno le caratteristiche dell’iniziativa della Commissione regionale tutela superiori. • Gesso (sono stati avvistati anche i lupi significativi, dell’isola. • ambiente montano del Cai Lombardia, denominata “I parchi delle Alpi e delle Prealpi lombarde”. «Tra gli elementi critici particolare attenzione sarà riservata a quelli legati alla nostra stessa frequentazione dei parchi, cercando di studiare strumenti condivisi per mitigare il nostro impatto sul territorio», afferma il Presidente della Commissione Roberto An- Limitare l’apertura Rispettare l’ambiente, in particolare non Palazzo, in merito all’apertura indiscri- drighetto. Tutti gli appuntamenti sono organizzati secondo uno schema di nuove vie di arrampicata lasciando rifiuti sui sentieri e in prossimi- minata di nuove vie di arrampicata nel diviso in due giornate: la prima, il sabato, si svolgerà in aula, la seconda, nel Finalese tà degli attacchi alle vie di arrampicata, Finalese. Questo non per limitare la la domenica, prevederà invece un’escursione guidata su territorio. Dopo evitare scorciatoie nell’avvicinamento libertà dei frequentatori della montagna, la prima due giorni di fine giugno nel Parco della Grigna Settentrionale, alle vie, privilegiare l’utilizzo di una delle ma per «difendere e proteggere un’area il 21 e 22 luglio ci si incontrerà nel Parco delle Orobie Bergamasche, 4000 esistenti evitando di aprirne di bellissima ma fragile e per affermare una presso l’Ostello Curò a Valbondione. A settembre sarà il turno del nuove, in particolare in zone con flora o cultura del territorio in opposizione a chi Parco dell’Adamello (Vezza d’Oglio e Rifugio Tonolini, primo e secondo fauna protetta. Questa la posizione del propone e attua un consumo delle terre giorno del mese) e del Parco dello Stelvio (Bormio e Rifugio Pizzini, 15 e Presidente Cai Liguria Gianni Carra- alte banalizzando e semplificando le 16 del mese). Ultimo appuntamento il 13 e il 14 ottobre nel Parco delle vieri, che appoggia così il suo omologo peculiarità antropiche e naturali. Il tutto Orobie Valtellinesi (Albosaggia e Rifugio Mambretti). Iscrizioni e info:

Foto Maurizio Palazzo Maurizio Foto della Sezione di Finale Ligure, Maurizio in linea con il nostro Bidecalogo». • [email protected], www.cai-tam.it/lombardia •

06 • luglio 2018 luglio 2018 • 07 IL CONSIGLIO INFORMA COMUNICARE IN UNA GRANDE COMUNITÀ Gran Sasso e Majella A Bologna il 29-30 settembre 2018, due giorni dedicati ad approfondire Le grandi cime dell’Appennino Centrale il tema della comunicazione interna del Cai attraverso quattro tavoli di approfondimento e confronto

a oltre 10-15 anni nel Club alpino italiano la comunica- trare “magicamente” in… comunicazione con le Giornate della zione è entrata a far parte del linguaggio degli organi Comunicazione e partecipare, seppur indirettamente. Dcentrali, annoverando il tema fra i principali obiettivi I temi proposti sono stati inseriti in 4 tavoli di confronto: programmatici, ritenendolo più che mai “utile e necessario” al IL CAI DELLE RISPOSTE, DALLA SEDE CENTRALE AI SOCI fine di agevolare la comunicazione interna ed esterna del Club Quali sono le necessità e le modalità per migliorare il senso di (vedi “Scheda di Sintesi” del novembre 2007, a cura di P.G. Oli- appartenenza e conoscenza degli organi centrali, creando ad veti). Se dal punto di vista della comunicazione esterna la no- esempio modalità di comunicazione fra le strutture del Cai (an- stra associazione ha saputo mettere in campo nuove professio- che territoriali) e i singoli Soci, favorendone la vita associativa. IN REGALO nalità e competenze, portando a un netto miglioramento degli GLI ORGANI TECNICI E LE SCUOLE CENTRALI strumenti e delle modalità di comunicazione, questa spinta ha E IL RAPPORTO CON IL TERRITORIO OUTDOOR tuttavia ignorato l’ambito interno creando non poche criticità Il coordinamento ha messo in evidenza come il mettere insie- ESTATE dal punto di vista organizzativo. Le recenti indagini hanno pa- me le esperienze tecniche e didattiche significhi prima di tutto lesato come la nostra associazione venga percepita, specie in comunicare fra i diversi organi tecnici e strutture operative. Ma ambito giovanile, come autorevole, affidabile e seria, che sa te- fra questi elevare la qualità del rapporto con il territorio, molto nere vive le tradizioni e la cultura della montagna, grazie anche spesso distante e inspiegabilmente autonomo, se non isolato. al forte radicamento nel territorio ma, a fronte di ciò, emergono LE BUONE PRATICHE DELLE SEZIONI: forti le criticità strutturali derivanti dalla scarsa capacità di co- L’INCUBATORE WEB municazione, non tanto per una funzione organizzativa ineffica- Le Sezioni sono le prime a soffrire la mancanza di risposta alle ce, quanto piuttosto per un disagio delle proprie articolazioni proprie esigenze e richieste rispetto all’organizzazione centra- nel territorio verso la struttura organizzativa centrale. A fronte le, valutando come “onerosa e pesante” qualsiasi adempimen- di queste evidenze, ecco che non comunicare (nella derivazio- to burocratico proposto dagli organi centrali. ne latina communicare, quale derivazione di communis «comu- IL TAVOLO GIOVANI: LA MONTAGNA È SOCIAL ne», ovvero rendere comune, far conoscere, far sapere) nel Cai Il giudizio dei giovani (non soci) verso il Cai è positivo, ma si IN ALLEGATO significa principalmente non mettere in comune i propri idea- percepisce una distanza verso quel mondo, con proprie aspet- LA CARTINA INEDITA li e valori, che dovrebbero essere trasmessi e diffusi proprio tative e bisogni. Con il contributo di ragazzi (anche non soci) dagli organi centrali. È facile quindi capire che, nel momento cercheremo di capire come rendere la montagna e il Cai più Gran Sasso e Majella in cui rimuoviamo gli ostacoli della comunicazione interna, al- attrattivi, magari con idee spazi di socializzazione da vivere in Carta 1:50 000 lora supereremo sistematicamente la rigida logica verticistica montagna. della nostra organizzazione, puntando diritti a una dimensione Per arrivare a coinvolgere il maggior numero di Soci motivati “com(m)unitaria”, dove appunto l’organizzazione viene intesa e interessati al tema, dopo le presentazioni nelle Assemblee proprio come una comunità. Il Comitato Centrale di Indirizzo e Regionali e all’Assemblea dei Delegati a Trieste, prosegue il Controllo, avendo ben presente questo contesto e ambito cri- percorso di avvicinamento all’appuntamento di fine settembre tico, con l’atto di indirizzo n.42 del 2017 ha creato un Gruppo di secondo queste tappe: Lavoro per confrontarci nell’ambito della Giornata Nazionale Luglio 2018: avvio campagna di comunicazione con presenza ▲ 6 itinerari di escursionismo sulla Comunicazione. Il gruppo, composto dai Consiglieri Luca sul sito Cai e possibilità della compilazione della web survey. ▲ 4 gite con le ciaspole Frezzini, Renato Veronesi, Alessandro Ferreo e Fabrizio Russo, Presenza sui principali social media e contatto con tutti i soci. ▲ Tutti i rifugi e i numeri utili ha prima definito gli ambiti di criticità e poi avviato l’organizza- Fine agosto 2018: invio ai Soci della seconda indagine demo- zione di questo momento di confronto che si terrà a Bologna scopica approfondita sui 4 temi proposti. Apertura iscrizioni e Allegato a Meridiani Montagne N° 93 - Direttore Responsabile Giovanna Mazzocchi Bordone - Errestampa (Orio al Serio - BG) nelle giornate del 29 e 30 settembre 2018, presso la sede del- prenotazioni per la partecipazione alle Giornate sulla Comu- la Regione Emilia-Romagna, Terza Torre Regionale. Al tempo nicazione. Siamo consapevoli che la metodologia proposta e stesso il Comitato Direttivo Centrale ha prontamente suppor- gli strumenti messi in atto possano apparire complessi, ma in tato l’iniziativa collaborando con i Vicepresidenti generali Fran- realtà crediamo che il confronto circolare e non frontale possa Sentieri inediti, antichi tratturi, ferrate e alte vie da rifugio a rifugio: ceschini e Montani. La modalità proposta è molto interessante, palesare le vere criticità e, come accaduto in passato, far emer- per un’estate nel cuore selvaggio d’Abruzzo. in quanto si punterà a far emergere le criticità degli ambiti se- gere quelle energie e soluzioni che una grande comunità come lezionati, suddividendo i partecipanti in piccoli gruppi di lavoro la nostra può esprimere. Due parchi gemelli, e tra loro diversi: boschi, altipiani, creste ventose, pareti dolomitiche. supportati da “facilitatori” e da “riassuntori”. La novità saliente Fabrizio Russo è che sarà possibile collegarsi in streaming da tutta Italia ed en- Gruppo di Lavoro sulla Giornata della Comunicazione Tutti i rifugi e i bivacchi dei due gruppi montuosi

08 • luglio 2018 IN EDICOLA

PAG MONT GRAN SASSO X RIVISTA CAI LUGLIO 2018 FF-03.indd 1 31/05/18 14:10 ALPINISMO

Due “otto” per due quattromila: itinerari concatenati per realizzare Fra i giganti del Vallese intriganti tour di tre o quattro giorni, ammortizzando tempi e spese e praticando alpinismo di media difficoltà testo e foto di Carlo Crovella*

l sottotitolo dalla formulazione “matemati- ca” racchiude in realtà l’impostazione “ro- I mantica” che caratterizza un obiettivo della mia attuale fase esistenziale: riuscire a calcare i ghiacciai che culminano sulle vette di 4000 m, nonostante il poco tempo libero e lo scarso alle- namento, puntando anche al contenimento dei costi (se si realizzano due ascensioni nella stessa trasferta, si ammortizzano le spese). Da qualche tempo devo confrontarmi sistematicamente con questi paletti e spesso non è facile organizzare le uscite estive sui ghiacciai. In realtà la mia pas- sione per la montagna spazia da zero a quattro- mila (anzi, da zero alla vetta del Monte Bianco), poiché amo con ugual intensità sia le Calanques marsigliesi, sul bordo del mare, sia le creste affi- late dei giganti alpini, senza perdermi nulla delle sfumature intermedie. È indubbio, però, che le alte vette hanno un fascino particolare. I 4000 sono tutti belli, ma oggi certe vie normali risulta- no troppo affollate e ciò sminuisce sensibilmente la loro attrattiva. Per far quadrare il cerchio sui 4000, ho analizzato a fondo la bibliografia alla ricerca di itinerari che fossero da un lato non troppo impegnativi (mi considero un alpinista “medio”), ma dall’altro meno usuali delle vie nor- mali. Scorrendo poi con occhio attento le cartine, mi sono reso conto che, in alcuni casi, gli itinerari possono essere concatenati, disegnando dei per- corsi a forma di “otto” sulle pendici delle monta- gne. Si tratta di salire in vetta da un versante, per poi scendere verso un rifugio sul lato opposto, risalire il giorno dopo sulla stessa cima (ma con un itinerario diverso da quello della prima disce- sa) e calare definitivamente al punto di partenza. I singoli itinerari possono chiaramente vivere di vita propria ma, considerata la lontananza e i co- sti, concatenandoli si realizzano degli intriganti tour di tre o quattro giorni.

ALLALINHORN E STRAHLHORN Due fra i tanti giganti del Vallese hanno colpito la mia attenzione in questo nuovo gioco: l’Alla- linhorn e lo Strahlhorn. Più brevi, ma tecnica- mente più impegnativi (quasi al limite superiore delle possibilità di un alpinista “medio”), risulta- no i percorsi suggeriti per l’Allalinhorn, mentre

42 / Montagne360 / luglio 2018 luglio 2018 / Montagne360 / 43 quelli dello Strahlhorn sono un po’ meno difficili Zermatt, cioè percorrendo gli “otto” in senso in- Nelle pagine precedenti, sul piano tecnico, ma decisamente più lunghi e, verso. In ogni caso non va mai dimenticato che si Rimpfishhorn e Itinerari oltre a un adeguato allenamento atletico, richie- tratta di itinerari di alta quota su terreni glaciali: Strahlhorn (con, a destra, l’Adlerhorn), 1. Allallinhorn versante dono un significativo senso dell’itinerario e un’ap- non li si può affrontare senza il congruo bagaglio versante di Zermatt. Saas Fee: a sinistra propriata capacità di valutazione delle condizioni composto da preparazione tecnico-atletica, espe- Qui, cordata impegnata l’Hohlaubgrat, a destra nivo-glaciali. Sul piano logistico le ascensioni, rienza, abbigliamento, attrezzatura e, soprattut- fra i crepacci dei la via normale ghiacciai di Saas Fee qui descritte con partenza da Saas Fee, possono to, una “corretta” mentalità. ▲ 2. Sui ghiacciai essere intraprese anche partendo dalla Valle di * Socio della SUCai Torino e del GISM dell’Allalinhorn 3. Allalinhorn, cresta sud ovest: il Gran Gendarme, 3921 m, e il pendio 1 terminale

ALLALINHORN (4027 m) alla sella successiva alla q. 3530. Questo secondo iti- È considerato uno dei più abbordabili 4000 di Saas Fee, nerario è seguito da chi giunge sull’Hohlaubgletscher perché gli impianti giungono fino a 3460 m e permetto- dopo essere uscito dalla stazione intermedia (Hohlaub) no di salirlo anche in giornata. D’estate la facilità di ap- del métro alpin di Saas Fee, ipotesi che permette di proccio rende molto affollata la via normale (che però è compiere questa ascensione in giornata. Dalla suddetta bellissima). Le due creste qui descritte sono meno bat- sella si percorre il filo di cresta: subito dopo un crepac- tute (specie la sud ovest) e riportano l’avventura nella cio, che a volte può risultare molto aperto, conviene già giusta dimensione dell’alta montagna. predisporsi con una distanza di corda adeguata al su- PARTENZA: stazione degli impianti Felskinn (2991 m). peramento del successivo tratto roccioso, perché alla RIFUGI DI APPOGGIO: Britanniahütte e Täschhütte. base di questo non si trova uno spazio comodo. Anzi occorre passare direttamente dalla cresta innevata alle 1° GIORNO: dalla stazione degli impianti s’imbocca l’evi- rocce (in genere si tengono i ramponi ai piedi): si sale il dente itinerario che, in traverso verso sinistra, dopo aver primo tratto più verticale (III) per una fenditura fra bal- valicato un colletto, conduce in circa un’ora alla Britan- zi rocciosi, seguendo i punti di assicurazione fino alla niahütte (3030 m). soprastante sosta attrezzata (25 m circa). Successiva- mente, su terreno roccioso più rotto e meno verticale, si compie un semicerchio, prima verso destra e poi verso Taccuino, istruzioni per l’uso sinistra, fino a dove le rocce lasciano di nuovo il posto alla parte innevata che conduce facilmente in vetta. Bibliografia: fra mille riferimenti, segnalia- Accesso: a seconda del punto di partenza, terminando in località Ottavan (2214 m). DISCESA: si cala in direzione ovest lungo la via normale, mo: M. Vaucher, Le Alpi Pennine. Le 100 più si valica il confine sul Colle (o con il traforo) Attrezzatura: da alta montagna: casco, che però si abbandona al Feejoch (3826 m): infatti si ri- belle ascensioni fra il Gran San Bernardo del Gran San Bernardo oppure sul Passo piccozza, ramponi, imbragatura, materiale sale (terreno misto) sulla prosecuzione della cresta e la e il Sempione, Zanichelli, Bologna 1980; del Sempione. Nel primo caso, da Martigny da ghiacciaio (anche qualcosa da roccia, si segue fino al Feechopf (3888 m). Si cala sul versante

H. Biner, Guide du Valais. Du Trient au si risale la Valle del Rodano verso est; nel per i tratti di misto). In più abbigliamento 2 opposto fino all’Alphubeljoch (3782 m). A questo punto Nufenen, Editions du CAS, Berna 2004; M. secondo la si scende verso ovest. In corri- adeguato e, soprattutto, “testa” da alte si scende sul versante Täsch, dapprima su terreno Vannucchi, 4000 delle Alpi - Vie normali, spondenza di Visp si imbocca la dirama- quote. glaciale e poi morenico-detritico fino alla Täschhütte Vel Editore, Sondrio 2013. zione per Zermatt-Saas Fee e si risale fino 2° GIORNO: salita all’Allalinhorn per la cresta est nord (2701 m). Carte: Carta Nazionale Svizzera 1:50.000, al bivio fra le due destinazioni. Entrambe le est (Hohlaubgrat). f. 286, Mischabel; Carta Nazionale Svizzera cittadine sono chiuse al traffico automobi- DISLIVELLO: 1025 m in salita e 1325 m in discesa. 3° GIORNO: salita all’Allalinhorn per la cresta sud ovest. 1:25.000, f. 1328, Randa, f. 1329, Saas, e f. listico. A Saas Fee si lascia l’auto negli ampi DIFFICOLTÀ: AD; ghiacciaio crepacciato, cui segue DISLIVELLO: 1325 m; in salita e 570 m in discesa. 1348, Zermatt. parcheggi (a pagamento) all’inizio del pae- un’affilata cresta nivo-glaciale con un risalto roccioso DIFFICOLTÀ: AD; attraversamento di ghiacciaio cui se- Rifugi: Britanniahütte, 113 posti, tel. se e lo si attraversa completamente a piedi non banalissimo (max III) e un pendio finale più facile. gue un cresta nivo-glaciale, interrotta da alcuni risalti 0041.279572288 (www.britannia.ch); (o con navette elettriche a orari prestabiliti) TEMPI DI PERCORRENZA: 4 - 4,30 ore la salita; 3 - rocciosi (circa II), e un facile pendio finale. Täschhütte, 70 posti, tel. 0041.279673913 fino alla partenza degli impianti Felskinn. 3,30 ore la discesa. TEMPI DI PERCORRENZA: 4,30 - 5 ore la salita; 1,30 (www.taeschuette.ch); Fluhalp, 50 posti, Per Zermatt, si lascia l’auto nei parcheggi SALITA: dalla Britannia si imbocca in leggera di- - 2 ore la discesa. tel. 0041.279672597 (www.fluhalp-zermatt. a pagamento di Täsch e si prende il treno scesa l’itinerario dello Strahlhorn, fino a incrociare ch). fino a Zermatt. Usciti dalla stazione, si tiene l’Hohlaubgletscher. Si gira a destra e si risale detto Info turistiche: Uff. Tur. di Saas Fee, tel. la sinistra, si attraversa il torrente e si rag- ghiacciaio con un ampio semicerchio (zone crepaccia- 0041.279581860 (www.saa-fee.ch); Uff. giungere l’evidente partenza degli impianti te), prima verso destra e poi verso sinistra. Per salire in Tur. di Zermatt, tel. 0041.279668100 (www. di Sunnegga. Per raggiungere la Täschalp, cresta ci sono due possibilità, e a seconda delle condi- zermatt.ch). base di partenza per la Täschütte, all’inizio zioni: o la si approccia al risalto basale, transitando sul Impianti di risalita: Saas Fee (Fleskinn), di Täsch si può imboccare una stradina filo già in corrispondenza della q. 3332, oppure si pro- tel. 0041.279581100 (www.saas-fee.ch); sterrata che risale con stretti tornanti il segue nell’ampio vallone glaciale, per risalire successi- Zermatt (Sunnegga): tel. 0041.27.9668100 fianco destro orografico della valle prin- vamente un valloncello laterale a monte di un evidente 3

(www.zermatt.ch). cipale prima di infilare l’evidente vallone, La Britanniahütte sperone glacio-roccioso. In tal modo si giunge in cresta

44 / Montagne360 / luglio 2018 luglio 2018 / Montagne360 / 45 SALITA: dalla Täschhütte si prende un sentiero che to il terzo salto (II). Un breve tratto innevato conduce 4. Lo Strahlhorn e il tovalutare, cui si aggiunge l’“eterna” discesa verso la si dirige verso est, ma verso i 2750 m si rimonta a si- alla seconda parte rocciosa: ci si porta facilmente alla Rimpfishhorn visti Britannia (con risalita finale e successivo spostamen- dall’Allalinhorn nistra una conca che conduce all’Alphubelgletscher base del Gran Gendarme (3921 m). Lo si contorna sul to alla stazione Felskinn). 5. Strahlhorn versante (3250 m circa). Riprendendo una generale direzione ripido e molto esposto pendio a destra (lato Allalin- Britannia: a sinistra la TEMPI DI PERCORRENZA: 7 ore la salita; 4 ore la di- est, si attraversa per intero tale ghiacciaio e, in cor- gletscher): questo tratto può risultare molto delicato cresta nord est, a destra scesa e altri 45 min. dalla Britannia agli impianti. rispondenza del costone che scende dalla q. 3758 m perché la neve tende a rammollirsi a causa dell’espo- la via normale SALITA: dalla Fluhalp si percorre a ritroso gran parte (sulla cresta spartiacque), s’imbocca in discesa una sizione a sud est. A monte del gendarme, il facile pen- 6. Alphubel e i Mischabel della discesa del giorno prima. Una volta sull’Adler- visti dalla terrazza della comba detritica che cala sul Mellichgletscher. Su que- dio finale conduce rapidamente in vetta. gletscher, verso i 3450 m si abbandona l’itinerario per stazione superiore del 5 sto ghiacciaio si mantiene la direzione est: superato DISCESA: si cala lungo la via normale fino al Feejoch métro alpin (Saas Fee) l’Adlerpss e si compie un ampio semicerchio verso l’iniziale dedalo di crepacci, si sale in modo parallelo (3826 m): a differenza del giorno prima, si volta a destra. Transitati in corrispondenza della q. 3531, si alla bastionata rocciosa che scende dal Feechopf e destra e, seguendo la via normale in genere ben ma nevoso e poi per facili roccette, si perviene in vetta. punta alla comba glaciale compresa fra lo Strahlhorn e poi dal Feejoch, puntando al ripido pendio (con cre- tracciata, si passa tra alcuni seracchi, fino a uscire DISCESA: si cala lungo la via normale fino all’Adler- l’Adlerhorn. Si attraversa per intero la comba, puntan- paccia terminale), che permette di salire in cresta alla dal ghiacciaio verso i 3550 m. Seguendo le piste da pass (3789 m), da cui si scende sul versante Zermatt do alla base del costolone che scende dall’Adlerhorn. sella 3734 m. Si segue (verso sinistra) il filo innevato sci, si raggiunge facilmente la terrazza della stazione lungo un pendio piuttosto ripido. Intorno ai 3500 m Si risale il ripido costolone fino in vetta all’Adlerhorn fino alle rocce grigiastre (poco solide). Si scala diret- superiore (la Mittel Allalin, 3460 m) del métro alpin. la pendenza si attenua decisamente: si prosegue (3988 m). Si cala (70 m) lungo la cresta, non diffici- tamente (II) il primo risalto, si contorna a destra (lato Attenzione: calibrare le tempistiche con gli orari degli verso ovest prima sull’Adlergletscher e poi sul Fin- le ma affilata e con fianchi ripidi: oltrepassata la sella Allalingletscher) il secondo e si affronta in modo diret- impianti. delgletscher, da cui si esce verso destra in corrispon- intermedia (3920 m circa), si risale lungo la prosecu- denza della q. 2683. In pochi minuti, per sentiero, si zione della cresta fino alla q. 4128, dove ci s’innesta raggiunge la Fluhalp (2618 m). Volendo salire a questo nell’ultimissimo tratto della normale. rifugio da Zermatt, occorre prendere i primi due tron- DISCESA: si cala lungo la via normale; se le condizio- coni degli impianti di Sunnegga: dalla stazione inter- ni lo permettono, ben prima dell’Adlerpass si scende media Blauherd, si segue a destra un sentiero che, in con decisione sul versante Britannia raggiungendo mezza costa, in circa 40 min. porta alla Fluhalp. il piano dell’Allalingletscher verso i 3600 m (in alter- nativa, si transita dall’Adlerpass). Si ripercorre intera- 3° GIORNO: salita allo Strahlhorn per l’Adlerhorn e la mente il tragitto lungo l’Allalingletscher, da cui si esce cresta ovest. in corrispondenza della q. 2943. Si risale (90 m circa) DISLIVELLO: 1650 m in salita e 1250 m in discesa (si alla Britannia e, seguendo l’itinerario a mezza costa, risalgono altri 90 m per la Britannia). si raggiunge la stazione Felskinn. Il ritorno, dalla vetta DIFFICOLTÀ: PD; percorso su ghiacciaio, cui se- agli impianti, è davvero molto lungo, per spostamen- 4 gue la salita di un ripido costone nivo-glaciale fino to e risalita, e occorre calibrare molto attentamente all’Adlerhorn e una cresta finale che, pur priva di dif- le tempistiche con gli orari degli impianti. Vale però STRAHLHORN (4190 m) DIFFICOLTÀ: PD; ghiacciaio con alcuni nodi di cre- ficoltà tecniche, è piuttosto lunga. Dato il dislivello “ro- la pena pernottare alla Britannia e scendere il giorno Lo si può considerare un “gigante buono”: si tratta di pacci, cui segue una cresta innevata dapprima facile, tondo” e la necessità di improvvisare l’itinerario nella dopo: si beneficia di una notte in più fra questi meravi- una cima elevata (sfiora i 4200 m) ma dalle forme pa- quindi un pendio più ripido e crepacciato e una cresti- parte centrale, si tratta di un’ascensione da non sot- gliosi giganti glaciali. chidermiche. Infatti, visto da nord, non presenta pa- na finale con qualche roccetta. reti repulsive come molti altri 4000. La via normale, TEMPI DI PERCORRENZA: 6 - 7 ore la salita; 3,30 - 4 bellissima in stagione scialpinistica (spesso si arriva ore la discesa. o quasi con gli sci in vetta), si rivela molto affollata SALITA: dalla Britannia s’imbocca in discesa l’itinera- d’estate. Le due creste qui descritte costituiscono rio che, dopo aver lasciato a destra l’Hohlaubgletscher, intriganti alternative: pur non presentando ardue dif- consente di raggiungere l’Allalingletscher (2943 m ficoltà tecniche, questi percorsi sono però molto lun- circa): appena messo piede sul ghiacciaio s’incontra ghi e richiedono un adeguato allenamento e un certo un nodo di crepacci il cui superamento può risulta- “occhio” nel saper individuare il miglior itinerario e nel re complicato (anche perché in genere lo si affronta valutare le condizioni nivo-glaciali. al buio). Si risale poi l’ampio e lievemente inclinato PARTENZA: stazione degli impianti Felskinn (2991 ghiacciaio in direzione dell’Adlerpass. A circa 3350 m m). (quando il Rimpfischhorn già incombe alla propria de- 6 RIFUGI DI APPOGGIO: Britanniahütte e Fluhalp. stra), si svolta a sinistra e si risale il vallone glaciale che conduce al Flutchpass (3725 m), posto sulla cresta a 1° GIORNO: dalla stazione degli impianti s’imbocca ovest del Flutchhorn. Si gira a destra e si percorre l’ar- GRAN TOUR STRAHLHORN-ALLALINHORN fino a Täsch (dove è obbligatoriamente parcheggiata l’evidente itinerario che, in traverso verso sinistra, rotondata cresta: scavalcato il dosso quotato 3898 m, La conformazione di queste montagne stuzzica la fan- l’auto). Oppure, partendo da Täsch e pernottando alla dopo aver valicato un colletto, conduce in circa un’ora si abbandona la cresta per attraversare invece il pia- tasia a mescolare i percorsi dei due giganti vallesani, Täschhütte, si può salire l’Allalinhorn per la cresta sud alla Britanniahütte (3030 m). noro fin verso la metà del soprastante e ripido pendio. realizzando dei tour che un po’ ricordano l’approccio ovest, scendere lungo la normale, utilizzare il métro Si risale detto pendio (che, secondo le condizioni, può tipico degli alpinisti ottocenteschi (prevalentemente alpin fino alla stazione Felskinn e spostarsi alla Bri- 2° GIORNO: salita allo Strahlhorn per la cresta nord opporre difficoltà per la presenza di crepacci oppure, britannici). Per esempio, da Zermatt (pernottando tannia. Il giorno dopo si può salire lo Strahlhorn per est. all’opposto, problematiche di stabilità nevosa in caso alla Fluhalp) si può salire lo Strahlhorn per la cresta la cresta nord est, per poi scendere alla Fluhalp e, con DISLIVELLO: salita: 1250 m in salita (dalla Britannia si di recenti precipitazioni), al cui termine si riconquista ovest e, dopo aver pernottato alla Britannia, salire l’Al- gli impianti, fino a Zermatt, al fine di tornare a Täsch perdono circa 90 m di dislivello) e 1575 m in discesa. il filo di cresta. Si volta a destra e, per un tratto dappri- lalinhorn per l’Hohlaubgrat, per poi scendere a piedi con il treno.

46 / Montagne360 / luglio 2018 luglio 2018 / Montagne360 / 47 CULTURA DI MONTAGNA

Un laboratorio culturale che, per immagini e racconti, parla di noi, della Storie di ritorni natura, del nostro futuro: anche quest’anno il Trento Film Festival si è fatto palcoscenico di una montagna complessa e molteplice. Con la certezza che, e di conquiste qualunque siano i vostri gusti, qui c’è un film che vi soddisferà di Chiara Borghesi

48 / Montagne360 / luglio 2018 luglio 2018 / Montagne360 / 49 documentario di Jacopo Quadri (storico mon- degli standard della vita moderna per muoversi tatore di Martone, Gianfranco Rosi, Bertolucci, sempre e solo in direzione ostinata e contraria. Virzì) segue con meticolosa e sottile attenzione i due fratelli del titolo raccontando, nell’arco di un THE DAWN WALL, anno solare, la quotidianità della vita in Marem- UN MANIFESTO ALLA RESILIENZA ma, dove gestiscono da soli il podere di famiglia. E restando in America, arriviamo finalmente Due “eroi semplici”, testardi e fieri, votati al duro a quello che è stato un po’ il grande evento del lavoro e destinati probabilmente alla sconfitta, Festival: The Dawn Wall. L’atteso documentario che nonostante le difficoltà e la sostanziale so- di Peter Mortimer e Josh Lowell ha ‘sbancato’ litudine continuano imperterriti nel ciclo delle Trento, ricevendo sia il Premio del Club Alpino stagioni a svolgere le loro routine, a curare i loro Italiano - Genziana d’oro al miglior film di al- campi e i loro animali. pinismo che il Premio “Mario Bello” (istituito dal Memorabile poi il ritratto di Fred Beckey, nome Centro di cinematografia e Cineteca del Cai) al che non ha bisogno di presentazioni per chi cono- miglior film che rispecchi i valori e gli ideali del sce il mondo del , soprattutto d’oltreoce- Club alpino italiano. La vicenda è nota: nel 2015 ano. Dirtbag: The legend of Fred Beckey di Dave il fortissimo climber americano Tommy Caldwell, O’Leske racconta il celebre alpinista americano, accompagnato da Kevin Jorgeson, dopo quasi 20 morto lo scorso ottobre all’età di 94 anni, la cui giorni in parete e anni di tentativi ha completato esistenza è stata segnata da una testarda deter- la prima storica salita in libera della leggendaria minazione e dall’ossessione per la montagna. Dawn Wall, quasi mille metri di granito reputati Sullo sfondo delle spettacolari e ben note forme impossibili da affrontare in quel modo. Come ri- di El Capitan, va in scena la storia di un uomo cordato nel film, in America – e di riflesso nel re- n “campo base” inteso sia come «punto lotta “contro il mondo”; tutti, in qualche modo, Nelle pagine precedenti, che è materia perfetta per un documentario: un sto del mondo – l’evento è stato accompagnato da di partenza per percorrere una molte- costruiscono o ri-costruiscono un percorso di vita The Dawn Wall ( P. alpinista incredibile, autore di scalate leggen- grande clamore mediatico: si è trattato probabil- plicità di itinerari, alla scoperta di come con duttilità e capacità di far fronte alle avversi- Mortimer e J. Lowell, USA darie e insostituibile punto di riferimento per mente di una delle prime grandi imprese alpini- U 2017), Premio del Club sta cambiando il modo di vivere la montagna e tà. Emblematico in questo senso il film decretato alpino italiano - Genziana i climber americani per i quali era una sorta di stiche a fare i conti con il mondo dei social media. l’avventura», sia come «luogo di ritorno, dove vincitore unanime del festival, Señorita María, la d’oro Miglior film di enciclopedia vivente; e anche una canaglia (per A renderla ancora più eccezionale è la vita stessa raccontare le proprie esperienze, le conquiste, le falda de la montaña del colombiano Ruben Men- alpinismo e Premio usare un eufemismo) in grado al contempo di in- di Caldwell, sapientemente raccontata da Mor- sconfitte». Nella dichiarazione d’intenti di Mau- doza. La giuria internazionale ha assegnato il “Mario Bello” del Centro dispettire i compagni di arrampicata e di attrarli timer e Lowell come massima espressione dello ro Leveghi, neoeletto Presidente del Trento Film prestigioso Gran Premio “Città di Trento” - Gen- di cinematografia e intorno a sè come falene ipnotizzate dalla fiam- spirito americano e dell’aspirazione a realizzare i Cineteca del Cai Festival, c’è la chiave del percorso intrapreso dal- ziana d’oro al miglior film ad un’opera intima e ma (per non dire della scia di amanti conquistate propri sogni. Alla meticolosa preparazione atleti- la kermesse trentina per farsi palcoscenico di una commovente, il ritratto di un personaggio memo- In questa pagina, e perdute). Pare non amasse il soprannome che ca e mentale di Tommy e alle spettacolari riprese montagna complessa e molteplice, con influenze, rabile: miss María Luisa, una donna transgender Mountain (J. Peedom, lo accompagnava, “the original dirtbag”, ma ne in parete (che ci portano letteralmente gomito a narrazioni e linguaggi diversi che aprono nuove di 45 anni nata a Boavita, villaggio cattolico e Australia 2017), Premio incarnava esattamente l’essenza: la vita solitaria gomito con lui e Jorgeson, giorno e notte, sulla visioni, nuove prospettive, nuovi mondi. Cento- conservatore incastonato nelle Ande colombiane. del Pubblico Miglior film e la rinuncia al lavoro per vivere di espedienti e lastra di roccia: sappiamo come andrà a finire, di alpinismo cinquanta film in programma, più di 130 appun- Discriminata fin dalla nascita, ha trovato nella dedicarsi esclusivamente alla montagna, il rifiuto ma non possiamo fare a meno di restare col fiato tamenti, mostre tematiche, incontri, le sempre religione e nell’amore per la vita di montagna il A destra, un fotogramma affollate serate alpinistiche (quest’anno dedica- modo di rapportarsi a un mondo che non ha fatto del filmSeñorita Maria, te a Tomek Mackiewicz, Bruno Detassis e ai 50 altro che disprezzarla. Una vita che è una lezione la falda de la montaña anni del famoso articolo di Reinhold Messner di umiltà, accettazione di sè e perseveranza. Non (R. Mendoza, Colombia 2017), Gran Premio L’assassinio dell’impossibile) e per il Cai anche il classico film che ci si aspetta a un festival di ci- “Città di Trento” - l’opportunità di presentare il proprio contributo nema di montagna, qualcuno potrebbe obiettare, Genziana d’oro Miglior all’editoria di montagna: dieci giorni di festival data la preponderanza del tema sociale a scapito film aperto e accogliente in grado di documentare la dell’esplorazione o dell’avventura; nondimeno, Montagna e le Montagne, il rapporto tra l’uomo e un film che parla di libertà e consapevolezza, la natura, la cultura delle Terre alte coinvolgendo dove il contesto andino si fa rifugio e ispirazione. grandi e piccoli, alpinisti e camminatori, esperti e curiosi. GLI EROI SEMPLICI Si parla di vita rurale anche in Lorello e Bru- UN FILM CHE PARLA DI LIBERTÀ nello, premiato con una menzione speciale: il Tra i percorsi suggeriti da questa pluralità di sti- moli, quest’anno del Trento Film Festival ci piace ricordare una carrellata di personaggi. Alcuni di Ciò che conta è che il festival loro trovano in se stessi, nell’ambiente che li cir- mantenga il suo ruolo di conda e nelle loro passioni e convinzioni (e osses- sioni) la forza di superare traumi e difficoltà; altri stimolante e variegato laboratorio sono anticonformisti, al limite dell’eccentrico, in di osservazione delle Terre alte

50 / Montagne360 / luglio 2018 luglio 2018 / Montagne360 / 51 sospeso…) si alterna infatti il cuore più intimo del dedica un appassionato omaggio con Wonderful In questa pagina, Notes film, che vede Tommy superare drammi e ostacoli Losers. A different world, storia di sudore e san- From The Wall (S. Vanhee e G. Lion, Belgio 2017) che sembrano provenire direttamente dalla pen- gue che con dettagli intimi e grande lavoro sul na di uno sceneggiatore hollywoodiano. Grande suono in presa diretta tributa giusta grandezza a A destra, The Last Honey risalto è ovviamente dato, oltre all’infortunio che chi lavora ‘dietro le quinte’. Hunter (B. Knight, USA lo ha menomato al dito indice rischiando di por- 2017), Premio “Città di re fine alla sua carriera, alla disavventura che lo LABORATORIO PER Bolzano” - Genziana d’Oro Miglior film di vide protagonista da giovanissimo, quando ven- UN FUTURO SOSTENIBILE esplorazione o avventura ne rapito da ribelli armati in Kirghizistan – dove Al ‘campo base’ di Trento queste sono le storie insieme ad alcuni colleghi era stato invitato per e i volti che restano: la dedizione di Tommy, le arrampicare – e fu costretto a provocare la morte rughe di Fred, il sorriso della señorita Maria, di uno dei suoi rapitori, atto che lo gettò in una l’inguaribile romanticismo di Sasha, la cocciu- spirale di sensi di colpa. The Dawn Wall è allo- taggine di Lorello e Brunello Biondi, lo spirito ra un manifesto alla resilienza e un trionfo del- di sacrificio dei gregari del ciclismo che voglio- lo spirito e dell’umanità che risponde a dilemmi no essere “campioni nella vita”, non sulla pista. che sembrano insormontabili elevandosi oltre Naturalmente, come sempre, e come si confà al l’ostacolo con immensa dedizione e capacità di più antico festival internazionale di cinema de- adattamento. dicato ai temi della montagna, scorrendo i titoli Potremmo continuare: a questa carrellata ag- passati al Trento Film Festival troverete pane per from the wall; i sogni di Ilio De Blasio sulle Pale osservazione delle Terre alte, per raccontare la giungiamo gli eccentrici e intraprendenti abi- i vostri denti qualunque sia il vostro interesse: di San Lucano in La montagna di Ilio; la storia di montagna come sintesi di valori e per aiutarci tanti di Longyearbyen, nell’arcipelago delle Isole l’alpinismo come «maniera di intendere la vita» due “grandi” che hanno segnato le rispettive gene- a immaginare il nostro futuro in chiave sosteni- Svalbard, l’insediamento più settentrionale del e la necessità di saper rinunciare secondo Alex razioni come Gian Piero Motti e Chris Bonington, bile; e il crescente interesse della rassegna per mondo, che si raccontano nel bell’affresco di This Txicon nell’ottimo Everest: Un reto sobrehuma- ritratti in Itaca nel Sole e Bonington Mountaineer. queste storie di gente di montagna, di spiriti li- Cold Life (su tutti Sasha, unico abitante dell’ex no; la magia e l’essenza della natura selvaggia nel Ciò che conta è che il festival mantenga il suo beri e di comunità resilienti non può che farci avamposto minerario di Pyramiden, reinventato- meditativo Kamchatka Bears. Life Begins, che ruolo di stimolante e variegato laboratorio di ben sperare. ▲ si guida turistica dopo essere stato lasciato dal- osserva da incredibilmente vicino gli orsi bruni la fidanzata); e pensiamo all’immenso spirito di che vivono protetti nella parte meridionale della sacrificio dei “meravigliosi perdenti”, i gregari del penisola russa del titolo; lo spirito goliardico dei ciclismo a cui il regista lituano Arunas Matelis belgi Favresse e Villanueva O’Driscoll in Notes

Skyline: l’orizzonte disegnato contro il cielo. Ecco dove ci porta la nuova CermiSkyline, la ferrata dei laghi: emozionante, spettacolare,

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52 / Montagne360 / luglio 2018 L’INTERVISTA

veri drammi, come il rapimento in Kirghizistan puoi!”, per loro sarebbe un’angoscia. Non credo nel 2000, o il divorzio. Ecco che, dal buio di una che accadrà nel prossimo futuro». Quella promessa profonda crisi personale, Caldwell intravede Parlando della tua famiglia, cosa dici a Bec- quella linea sulla Dawn Wall, e come lui stesso ca, Fitz e Ingrid quanto parti per qualche afferma, per ritrovarsi e uscire dall’oscurità non spedizione? è un caso se ha scelto la Parete dell’Alba, e la sua «Diventa sempre più difficile lasciarli. Da quan- di luce promessa di luce. Ed è qui che, oltre al Caldwell do Fitz è nato sono riuscito a non allontanarmi scalatore, emerge il Caldwell uomo, da noi cer- mai per più di due settimane. Il tempo che passo cato in questa intervista, realizzata per la rivista con la mia famiglia è importante, spesso viaggia- L’incontro con Tommy Caldwell avviene al Trento Film Alpinismi, assieme ad Agnese Blasetti. no con me ed è un modo fantastico per vivere, Festival, a margine della presentazione di Push, il libro in viaggiare assieme. Ma quelle volte che devo par- IL SUCCESSO E L’ESPOSIZIONE tire, sai, per andare da qualche parte in monta- cui entra nel profondo della sua esperienza di arrampicatore Come prima cosa vorrei chiederti qualcosa gna, ogni volta è più difficile. Lo sanno che sono di più su Tommy Caldwell l’uomo, l’essere così, sono quello prima di essere un padre e un e di uomo, e analizza la più difficile big wall al mondo mai umano, non l’arrampicatore famoso, la figura marito, e non ci posso rinunciare, non sarebbe salita in libera, la Dawn Wall pubblica. Ne sappiamo già molto, e quello che un buon esempio per i bambini. Ma è tremen- vorrei domandarti è come ci si sente a essere do quando gli manco, quando parto si mettono di Emanuele Confortin così famosi? Preferisci “l’esposizione” sulla a piangere e a me vien da dire “Ooohh” (faccia parete o quella con i media? triste, nda)». «I luoghi dove mi sento più a mio agio sono di Quanto hanno? A sinistra, un momento sicuro le montagne, le pareti, ma comprendo di «Ingrid ha due anni e Fitz ne ha appena com- dell’intervista a Tommy essere una persona conosciuta. Mi capita di an- piuti cinque». Caldwell, al Trento Film dare nei posti e la gente si emoziona a vedermi, E scalano già? Festival quel che voglio dire è che è una specie di pri- «Già!» vilegio, non l’ho cercato e non mi piace in ma- Nel libro sembra che la tua mentalità sia cam- niera particolare, ma faccio del mio meglio per biata, perché ora la cosa importante è parte- accettarlo, mi permette di vivere una vita niente cipare al gioco senza rischiare troppo. Il fatto male». di aver costruito una famiglia c’entra? Push. Un’esperienza oltre il limite (edito da «In montagna il mio approccio è lo stesso di Corbaccio, ndr) è un libro profondo, ci rac- prima, sono sempre il tipo che dice “Dai, andia- conti molto della tua vita personale, del rapi- mo!”, mi spingo al limite quando sono lì, e forse mento, del tuo divorzio, della tua esperienza non è sempre una buona idea, ora devo stare at- sulla Dawn Wall. È stato difficile scriverlo? tento. Se non fossi diventato padre partirei per «È stata dura scrivere il libro, ma direi che sen- spedizioni più impegnative in giro per il mondo, tirmi così vulnerabile mi sembrava che fosse un scalando montagne innevate, ora non posso far- qualcosa che dovessi fare, se si vuole scrivere un lo, ho bisogno di rimanere al sicuro». bel libro si deve andare a fondo ed è per quello Hai qualche progetto stile Dawn Wall in futu- che l’ho scritto. Volevo analizzare le mie espe- ro o ne hai avuto abbastanza? E ora? rienze, è stata la mia terapia personale, e questo «Scalerò altre vie su El Cap, nello Yosemite, era l’unico modo per scriverlo». la prossima settimana per fare un po’ di speed Una domanda sul Kirzighistan: vorresti tor- climbing. Ho un altro grosso progetto vicino alla nare a visitare quei posti e forse capire meglio Dawn Wall a cui mi sono dedicato un po’, ma Foto Gabriele Canu Foto il punto di vista dei militanti, delle persone spero che non mi prenda tutto quel tempo. Non che ti hanno rapito all’epoca. Ti piacerebbe so se ora ho voglia di farmi coinvolgere in qual- saperne di più? cosa di così grosso come la Dawn Wall ma adoro he lo vogliate o no, in un incontro con Una vita di quelle che vanno oltre quei 32 tiri «Sì, da una parte vorrei tornare, sicuro, e a vol- andare allo Yosemite, adoro salire su El Cap, è Tommy Caldwell prima o poi si arriva lì, con lunghezze di corda di 5.14d (9a). Quei quasi te ci penso, ma non sarebbe molto sicuro. A me quello che faccio da una vita e probabilmente C a quella super-via salita assieme all’ami- mille metri di granito, dei 7 giorni trascorsi ad piacerebbe ma la mia famiglia dice “No, non andrò avanti così». co Kevin Jorgeson in un’odissea durata anni, e aspettare Kevin sul famigerato tiro “15”, o tenta- Qui in Italia abbiamo un paio di pareti im- conclusa con un rush finale di 19 giorni, il final re, ancora e ancora il “dyno”, un lancio di 2 metri pressionanti nelle Dolomiti, e c’è un sacco di push, appunto. Gli impegni e la frenesia del Tren- in piena parete. La vita del Caldwell “fenomeno” Ecco che, dal buio di una profonda gente che vorrebbe invitarti in Marmolada o to Film Festival concedono giusto il tempo di ca- inizia quasi per caso, quando, da dilettante, arri- sul Civetta. Pensi di accettare? PUSH. UN’ESPERIENZA crisi personale, Caldwell intravede pire qualcosa in più sull’enfant prodige del Co- vò primo a una gara di arrampicata riservata ai «Sicuro, prima o poi verrò, magari l’hanno pros- OLTRE IL LIMITE quella linea sulla “Dawn Wall” ed lorado, innamorato delle muraglie di El Capitan, professionisti, e prima di scontrarsi sulla Parete Tommy Caldwell simo. Viaggerò con la mia famiglia per tutto l’an- ma con una storia vissuta complessa e intrigante. dell’Alba (la Dawn Wall), vivrà attimi di gioia e Corbaccio - 409 pp. esce dall’oscurità no e passeremo tre mesi in Europa». ▲

54 / Montagne360 / luglio 2018 luglio 2018 / Montagne360 / 55 RICONOSCIMENTI civili e religiose, le associazioni patriotti- solenne e alla presenza di numerose auto- quelli naturali). La candidatura delle “Alpi che, sportive, eccetera, si radunano la pri- rità (oltre alla festosa partecipazione di ol- del Mediterraneo” si appoggia al criterio ma domenica di agosto per incontrarsi e tre 600 persone provenienti da ogni parte VIII (geologico) che recita: «Il sito deve festeggiare la ricorrenza. Particolarmente di Francia, Italia e Principato di Monaco), costituire una testimonianza straordina- “Alpi del Mediterraneo” significative le ricorrenze del 1947 e 1948, fu inaugurata la stele in un clima di gran- ria dei principali periodi dell’evoluzio- appena successive al trattato di pace, con de cordialità. Momento d’intensa emozio- ne della Terra, comprese testimonianze la presenza di migliaia di persone; nonché ne fu la lettura del “Giuramento di frater- di vita, di processi geologici in atto nello quella del 1993, anno che ha visto l’aboli- nità montanara” espressamente richiesto sviluppo delle caratteristiche fisiche del- candidate all’Unesco zione delle frontiere in tutta Europa. Nel dal sindaco di La Brigue, il cui testo fu la superficie terrestre o di caratteristiche 1997 il raduno al Saccarello è stata tappa realizzato in quattro idiomi (cioè francese, geomorfiche o fisiografiche significative», del gruppo Camminitalia (l’evento è certi- italiano, brigasco e latino); quest’ultimo, da cui deriva l’identificazione dei caratteri ficato da una targa ricordo). steso su pergamena miniata racchiusa in geologici del Valore Universale Eccezio- un’artistica teca di legno pregiato, fu con- nale (VUE) delle “Alpi del Mediterraneo”. LA FRATERNITÀ MONTANARA segnato al sindaco di La Brigue affinché Nello specifico, il territorio prescelto viene Il 10 febbraio 1947 la firma del Trattato lo custodisse per tre anni, con consegna candidato quale testimonianza innovati- di pace tra l’Italia e gli altri stati bellige- successiva a rotazione agli altri sindaci dei va eccezionalmente chiara ed accessibile ranti aveva sancito, assieme alle altre pe- comuni co-confinanti. (visibile, visitabile) delle dinamiche geo- nalizzazioni a carico del nostro paese, il logiche perché qui è presente un esempio passaggio alla Francia di una porzione di IL PERCHÉ DELLA CANDIDATURA unico di sovrapposizione di due catene territorio nazionale già appartenente al A fine gennaio 2018, per mano del Mini- collisionali (processi di formazione delle settore occidentale delle province di Cu- stero italiano dell’ambiente, territorio e catene montuose) non ancora completa- neo e Imperia. In particolare il comune mare, è stato ufficialmente depositato a mente evolute né erose e sezionate dall’a- piemontese di Briga Marittima, nel quale Parigi il dossier della candidatura a pa- pertura di un nuovo bacino oceanico. Vista dal Monte Saccarello verso il mare, di Luca Patelli di Luca il mare, verso Saccarello dal Monte Vista si parlava un tradizionale linguaggio occi- trimonio dell’umanità, sezione Beni na- Questo esempio, unico al mondo, consen- tano, venne suddiviso in tre parti: in Fran- turali, delle “Alpi del Mediterraneo”, un te di completare la visione generale del Una storia antica, che parte da lontano nel segno della fratellanza. cia si identificò il Comune di La Brigue, territorio transnazionale a cavallo della funzionamento della dinamica terreste. in Italia divenne Briga Alta (CN), ma una frontiera ligure occidentale. La Lista del- In geologia (scienza che studia la terra e Ora quel territorio che abbraccia Italia e Francia, geologicamente unico, parte di territorio (la frazione di Realdo) la convenzione sul patrimonio dell’uma- le sue evoluzioni) è da tempo acquisito il si candida a diventare patrimonio dell’umanità fu accorpata al Comune di Triora (IM). Lo nità, adottata dalla Conferenza generale modello della tettonica delle placche, che strappo aveva lasciato un segno profon- dell’Unesco il 16 novembre 1972, ha il fine può essere schematizzato nel “Ciclo di di Sonia Zanella ed Elena Norzi* do – tanto nei vinti quanto nei vincitori di identificare e conservare siti che possie- Wilson” (dal nome del geofisico canade- – molte questioni sospese e difficoltà nelle dono caratteri di eccezionale importanza se che lo elaborò, J.T. Wilson, 1908-1993) relazioni tra le due collettività confinanti. per la comunità mondiale da un punto composto da più fasi evolutive che hanno e Alpi Marittime e Liguri, estre- Redentore e da allora le comunità locali 4 e 5 agosto prossimi, essendo program- Nel 2009, dopo una decennale consuetu- di vista culturale o naturale, e quindi tra- come perno la formazione delle catene mità sud-occidentale della catena tradizionalmente si incontrano per festeg- mata, nel pomeriggio di quel sabato, una dine di amichevole collaborazione con i smetterli integri per le generazioni future. montuose (Orogenesi). Qui, nelle “Alpi del L alpina, affondano le radici in una giare la ricorrenza. Nel 2009, per volontà conferenza sul significato storico e sociale vicini Caf di Nizza e Cam (Club alpin mo- Per l’inserimento nella Lista i siti devono Mediterraneo”, si evidenziano elementi fossa del Mediterraneo. Il loro spartiacque del Cai, venne edificata in loco una stele del raduno e illustrativa della candidatura. negasque), le quattro sezioni Cai dell’im- soddisfare almeno uno dei dieci criteri di rappresentativi di ben tre cicli di Wilson segna il confine tra l’Italia e la Francia e a testimonianza fisica dello spirito monta- periese (Imperia, Sanremo, Bordighera e selezione all’uopo individuati dall’Unesco sostanzialmente sovrapposti, l’ultimo in fra tre regioni Piemonte, Liguria e Paca naro e dell’amicizia italo-francese; l’opera LA TRADIZIONE DEL RADUNO Ventimiglia) e quelle dell’Alta Val Tanaro (sei relativi ai beni culturali e quattro a attuale evoluzione. Questo sviluppo ge- (ovvero Provenza, Alpi e Costa Azzurra). venne accompagnata dalla sottoscrizione Sul finire dell’Ottocento, per salutare l’im- (Ceva, Garessio e Ormea), sostenute dalla odinamico ha creato una geografia fisica Queste montagne, già frequentate dagli di una pergamena di impegno da parte dei minente arrivo del nuovo secolo, fu deciso sede centrale (presidente Annibale Salsa) singolare, con un dislivello altitudinale di alpinisti esploratori inglesi e italo-francesi primi cittadini dei tre Comuni confinan- di erigere sulle più alte vette delle regioni coinvolsero le tre amministrazioni comu- circa 6000 m misurabile su una distanza dell’Ottocento e del Novecento, sono state ti: Triora e Briga Alta (italiani), La Brigue italiane dei monumenti al Redentore. Il nali di Triora (IM), Briga Alta (CN) e La decisamente breve (circa 70 km): dalle più recentemente riscoperte per le parti- (francese). L’annuale raduno presso la sta- Cai è attualmente partecipe della raccolta Brigue (Francia) nel progetto di erigere vette dell’Argentera-Mercantour (quota colari caratteristiche geologiche, uniche tua del Redentore dà così luogo, ogni tre di documenti che consentiranno, grazie sul monte Saccarello una testimonian- 3297 m) si scende, praticamente senza in- nel loro genere. Le “Alpi del Mediterraneo” anni, anche al passaggio di consegna, tra all’elaborazione curata da Oscar Gaspari za “fisica” dell’amicizia franco-italiana. Il terruzione di continuità, sino ai fondali del sono infatti destinate ad essere un sito ri- i sindaci dei tre Comuni, della pergamena (Università di Roma), di meglio conoscere monumento è costituito da una stele di bacino oceanico ligure-provenzale (circa conosciuto dall’Unesco quale patrimonio che sancisce l’impegno di amicizia assun- la valenza e la complessità di quanto rea- granito su cui si può leggere l’incisione: -2500 m). Proprio in conseguenza delle dell’umanità e il Cai-Club alpino italiano to. In occasione del raduno del 2018, le lizzato. La statua del Redentore collocata “Le montagne dividono le acque e unisco- condizioni geologiche e geomorfologiche ha dato il suo importante sostegno alla sezioni imperiesi del Cai hanno promos- sul monte Saccarello è stata inaugurata no gli uomini”. Circa il luogo di messa in si sono anche determinate, nel tempo, candidatura (Comitato centrale di indiriz- so un evento di particolare risonanza a nel 1902 ed è un monumento imponente, opera, venne scelto il sito che rappresenta particolari condizioni climatiche ed ecolo- zo e controllo del 24 marzo 2018). motivo della concomitanza dell’avvenuto con un’altezza complessiva di 14 metri. Il un punto di incontro del confine naziona- giche, che qui hanno prodotto la succes- deposito della candidatura a patrimonio piedistallo sorregge la statua in ghisa do- le tra i due stati; ma anche tra le tre re- sione, in uno spazio ristretto, degli habitat UNA STORIA D’AMICIZIA dell’umanità Unesco del territorio delle rata del peso di 40 quintali e alta 5.60 me- gioni, le tre province e i relativi tre comuni Termomediterraneo, Meso/Supramedi- Sulla vetta del monte Saccarello (la cima “Alpi del Mediterraneo”, che ha un suo fo- tri, visibile da quasi tutte le vette delle Alpi di riferimento (per l’appunto Triora, Briga terraneo, Montano-Mediterraneo, Su- più alta della Regione Liguria, 2200 m), cus proprio nell’area del monte Saccarello. liguri e marittime. A partire da quella data Alta e La Brigue). La prima domenica di balpino, Alpino e Nivale e di conseguen- nel 1901 venne posta una grande statua del La manifestazione si svilupperà nei giorni le popolazioni delle vallate, con le autorità agosto di quell’anno, con una cerimonia za un’eccezionale biodiversità ecologica.

56 / Montagne360 / luglio 2018 luglio 2018 / Montagne360 / 57 Le otto zone del sito (seriale) candidato, con estensione di circa Dipartimento Alpes-Maritimes e Alpes- 200mila ettari. Gli enti promotori de-Haute-Provence al limite sud est della sono il Parco del Mercantour, Parco Francia e le Regioni Piemonte e Liguria Alpi Marittime (e Pesio), Parco Alpi al confine sud ovest dell’Italia; lo Stato Liguri, Provincia di Imperia, Giardini monegasco è partecipe relativamente alla Botanici Hanbury, Dipartimento delle Alpi Marittime, Principato di Monaco. sola dimensione marina. Circa un’ottanti- Sotto, il logo Alpi del Mediterraneo na di comuni, tra italiani e francesi, sono territorialmente coinvolti dal progetto di candidatura. Le otto zone che insieme compongono il sito seriale “Alpi del Me- diterraneo” sono ricomprese in territori già sottoposti a protezione dal punto di vista naturalistico, essendo parte del Par- co Europeo Marittime/Mercantour, del Parco delle Alpi Liguri, della Rete Natu- L’evoluzione tettonica delle “Alpi del Me- di eccezionale rilevanza per migliorare ra 2000 della provincia di Imperia e del diterraneo” ha in effetti un carattere del le conoscenze scientifiche e trasmettere département des Alpes-Maritimes non- tutto singolare: normalmente i bacini la cultura geologica al grande pubblico. ché, nello spazio marino tra Villefranche- oceanici si aprono su continenti pene- Sul territorio sono stati selezionati esem- sur-Mer, Monaco e Ventimiglia, dell’area planati (quasi “spianati”), cioè sostanzial- pi geologici che vanno a costituire gli “at- di protezione Pelagos. Nello specifico, le mente privi di grandi rilievi e depressioni tributi” del Bene, cioè del Valore univer- otto zone sono: Argentera-Mercantour, per effetto (fase conclusiva del ciclo oro- sale eccezionale, come sopra connotato. Marguareis-Toraggio, Daluis, Peira-Cava, genetico) dei processi naturali di erosio- Gli attributi della catena Varisica sono Peille, Ours-Grammondo, Grande Cor- ne-colmamento, quindi quando l’oroge- concentrati nel Massiccio Argentera- niche, Cap Ferrat-Canyon de La Roya. nesi si è del tutto compiuta. In questo Mercantour, quelli della catena Alpina Le prospettive derivanti dal riconosci- caso l’apertura oceanica (che avvia un nel territorio a sud di tale massiccio e mento traguardano la creazione di una nuovo ciclo di Wilson) è avvenuta quando quelli relativi alla genesi del nuovo spazio destinazione turistica ad hoc, in chiave l’orogenesi era ancora attiva, saltando la oceanico ancora più a sud e, soprattutto, di turismo sostenibile, valorizzata a scala fase di peneplanazione. Possiamo quin- nella parte a mare del Bene identifica- mondiale. Tale traguardo può efficace- di dire che in questo settore delle Alpi è to. Dal punto di vista geografico esso ha mente mitigare gli ancora attuali dise- possibile leggere la storia di due antichi carattere “seriale” ed è composto da otto quilibri costa-entroterra e diventare un cicli geodinamici che hanno portato alla elementi distinti ma collegati genetica- esempio molto significativo di reale colla- costruzione di imponenti catene mon- mente tra loro per raccontare integral- borazione transfrontaliera: in un clima di tuose (Orogenesi Varisica e Alpina) e alla mente la storia e l’originalità del Bene armonia e con l’ambizione comune di ap- formazione di un nuovo spazio oceanico stesso. partenere al patrimonio dell’umanità, le (Oceano Ligure-Balearico) prima che collettività locali condividono l’impegno l’ultimo orogene (cioè il precedente pro- LE OTTO ZONE a rafforzare la protezione di questi spazi cesso orogenetico) si fosse concluso, av- Il sito si estende su una superficie di circa naturali e si attivano con azioni concrete viando così “prematuramente” un nuovo 200.000 ettari (zona “cuore”), di cui ol- di sviluppo sostenibile, corrispondendo ciclo. Questa condizione è sostanzialmen- tre un terzo in mare. È ubicato nella parte ai bisogni e alle aspettative di tutti. ▲ te unica a scala mondiale e sicuramente più meridionale della catena alpina, tra il * Cai Imperia

“A VAŠTÉRA” DIFENDE LE TRADIZIONI SACCARELLO, LA MONTAGNA “SIMBOLO” Tèra brigašca è un territorio di poco più di 200 chilometri quadrati disposto attorno Le sezioni Cai della provincia di Imperia, so- alla cima del Monte Saccarello; tutti i suoi versanti ne fanno parte e appartengono stenute dalla sede centrale, hanno organizza- alle comunità brigasche da oltre un migliaio di anni. Caratteristiche peculiari sono la to un doppio appuntamento in concomitanza cultura, l’economia pastorale e la lingua, ascritta al ceppo occitano, integra e peculiare con il deposito della candidatura a Patrimo- in tutti gli 8 centri ubicati in questo territorio: Viozene (Ormea - Cn), Carnino, Upega e nio dell’Umanità del territorio delle “Alpi de Piaggia (Briga Alta - Cn), Realdo e Verdeggia (Triora - Im), La Brigue - Morignole (Fran- Mediterraneo”. Sabato 4 agosto 2018 (Tea- cia). L’associazione “A Vaštéra - Uniun de Tradisiùn Brigašche” da 35 anni riunisce e di- tro del Casinò di Sanremo, ore 16) si terrà la fende lingua, cultura e tradizioni di questo territorio. Momento significativo è l’Encontr conferenza “Il Saccarello: montagna simbolo ën Tèra Brigašca, evento che ogni anno raduna in uno dei centri le “Genti Brigasche”. nella storia, nel presente e nel futuro”. Presen- Sul territorio sono presenti due musei etnostorici (Maison des Traditions Brigasques a ti, tra gli altri, Vincenzo Torti (Presidente Cai). La Brigue e A Ca’ di Brigašchi a Realdo) ed esiste la folcloristica Corale (i Cantaùu) che Domenica 5, sulla vetta del Saccarello, ci sarà si esibisce indossando ricchi costume tipici. Info: www.vastera.it la commemorazione della stele.

58 / Montagne360 / luglio 2018 CAMPEGGIO IN MONTAGNA

tenda a Grindelwald, sulle alpi Bernesi, nazionale capace di regalare un’esperienza testimone è passato nelle sapienti mani di in occasione della posa di una targa ricor- indimenticabile a contatto con la natura. Redento Peserico che, coadiuvato da una do nel 20° anniversario della morte degli squadra ben rodata, non ha mai smesso di A Valdagno si festeggiano alpinisti Bortolo Sandri e Mario Menti, ASCOLTARE LA VOCE DELLA NATURA organizzare, pianificare e guardare avanti scomparsi nel tentativo di scalare l’invio- Se di giorno la montagna è infatti prodi- per rendere ancora più indimenticabile lata parete nord “dell’Orco”. ga di occasioni per riempire l’album dei quest’esperienza a contatto con la natura. I primi “attendamenti”, organizzati a par- ricordi, con i suoi panorami che mescola- «Nell’ultimo ventennio la trasformazione 60 estati in tenda tire dal 1959 in Val di Fassa, poi in Val di no il verde smeraldo dei boschi, il bianco della società e il conseguente cambiamen- Genova, a San Vito di Cadore, a Pera di accecante delle nevi e il giallo ocra delle to dello stile di vita hanno portato a un ap- Fassa, ad Auronzo di Cadore e in Val di pareti abbracciate dal sole, quando cala proccio alla vacanza, e nello specifico alla Il campeggio Enzo Visonà, del Cai Valdagno, nel cuore della Val di Sole, Sole, erano caratterizzati da un’attrezzatu- il buio sono i suoi sospiri, il leggero sof- vacanza in campeggio, diverso – spiega il ra ridotta al minimo che veniva però com- fio del vento che corteggia foglie e fiori, la direttore –. Se oggi per gli adulti e le fa- è un esempio di eccellenza a livello nazionale. Da 60 anni offre servizi pensata dall’entusiasmo sempre crescente voce degli animali che racconta storie che miglie sono rari i soggiorni che superano di qualità e una vasta gamma di attività all’aria aperta per giovani che accompagnava ogni attività: sui grup- l’uomo non ha ancora il permesso di com- la settimana, mi piace sottolineare che pi dolomitici circostanti c’era la possibili- prendere, a rendere ancor più speciale l’e- siamo riusciti a fidelizzare le persone che e meno giovani tà di scegliere tra semplici passeggiate a sperienza del campeggio. ‘ci scelgono’ – e che ormai non vengono bassa quota, impegnative salite sulle vette Addormentarsi sotto una tenda mentre la più solo dalle nostre zone, ma anche da di Giovanni Scalambra o ancora scalate su impervie vie di roccia, natura continua a muoversi senza sosta, a Milano, Torino, Trento, Bolzano, Vercelli, con l’allora Gruppo Roccia che era solito intrecciare destini e vite, nel silenzio del Firenze – , che sempre più spesso ritorna- utilizzare il campeggio come campo base resto del mondo, è qualcosa che va al di là no gli anni successivi per rivivere questa per la loro intensa attività alpinistica. del semplice ricordo: è un dono che rima- avventura sotto le tende». Nel 1978, dopo una decina di anni in Val di ne dentro. Che non va più via. Particolarmente riuscito anche il rappor- Fassa, il campo da mobile si è trasformato to con l’alpinismo giovanile, che richiama in stanziale, e ha trovato la sua casa defi- UN’ESPERIENZA DI CRESCITA ragazzi (sino ai 16 anni) da tutta Italia, ra- nitiva a Cusiano di Ossana in Val di Sole. Negli ultimi 60 anni il campeggio Enzo gazzi che, è capitato più volte, ritornano al Le nuove regole igienico-sanitarie e di tu- Visonà ha regalato ai suoi tanti ospiti in- campeggio anche dopo i 20 anni per dare tela ambientale entrate in vigore nei pri- numerevoli notti fuori dal tempo: solo un supporto come accompagnatori, aiuto mi anni Ottanta sono state determinanti luna, stelle e natura a riempire gli occhi di cuochi o garzoni del bar. «Tra i fedelissimi per questa scelta: tutto doveva essere a chi aveva scelto di addormentarsi tra mon- – racconta Peserico – abbiamo avuto l’A.G. norma, dagli impianti alle attrezzature, e i ti e boschi. Ma perché tutto fosse davvero di Roma e Marostica e, mi piace segnalar- bagni e la cucina, collegati al servizio idri- perfetto c’è voluta un’organizzazione che lo, il Lyons Rugby club di Bologna, che co integrato, difficilmente potevano essere estate dopo estate ha fatto dell’efficien- porta i suoi ragazzi nel nostro campeggio spostati da una località all’altra. Una de- za la sua parola d’ordine: sono stati tan- alternando giorni di allenamento ad altri cisione quasi obbligata che, però, ha por- ti i direttori che con impegno e passione di escursioni, rafting e arrampicate sugli tato il campeggio Enzo Visonà a crescere hanno lasciato la propria impronta nella alberi. Un bel modo per insegnare rispet- esponenzialmente come qualità dei ser- gestione della struttura, da Gianni Segalin to, prudenza e amore per la montagna an- vizi, attrezzature ed efficienza, diventan- a Mario Lupatini, da Ennio Maraschin che a chi la scopre per altre finalità». do oggi un esempio di eccellenza a livello al compianto Francesco Fiori. Dal 2011 il www.campeggiocaivaldagno.it ▲

na montagna si impara a più importanti per chi ha scelto di cresce- trasporti e infrastrutture alberghiere era- conoscerla davvero quan- re ascoltando il respiro della natura. Un’e- no limitate, pochi potevano permettersi “U do ci dormi sopra”. Sono sperienza che può durare pochi giorni ma una vacanza in albergo, e il campeggio, in parole di Julius Kugy, alpinista, scrittore, che rimane dentro per sempre. Esatta- strutture attrezzate, nelle parrocchie o nei musicista, patriota e soprattutto straordi- mente 60 anni fa, a Valdagno, cittadina in dopolavoro, diventava un’opzione affasci- nario rappresentante di un modo di vivere provincia di Vicenza di poco più di 26mila nante e alla portata di tutti. Anche per le i monti romantico e rispettoso della natu- abitanti che si estende intorno al torrente sezioni Cai di tutta Italia questa opportu- ra. In questa sua frase è racchiusa l’essen- Agno, da cui prende il suo nome, la se- nità era vista come importante per i pro- za del rapporto intimo tra uomo e mon- zione locale del Cai organizzava il primo pri soci che, oltre a vivere un’esperienza tagna: addormentarsi tra vallate e boschi, campeggio della sua storia. nuova e appagante all’aria aperta, poteva- con un cielo di stelle come coperta, è allo no scoprire montagne spesso lontane dai stesso tempo atto d’amore, di rispetto e di IERI E OGGI, UNA VACANZA PER TUTTI loro abituali itinerari. L’idea della sezione fiducia. Il campeggio in montagna è non Tra gli anni Cinquanta e Sessanta il boom valdagnese di organizzare un campo fis- a caso uno dei momenti, anche formativi, turistico muoveva i primi passi: viabilità, so nasceva dopo la positiva esperienza in

60 / Montagne360 / luglio 2018 luglio 2018 / Montagne360 / 61 PORTFOLIO Albert Smith. Lo spettacolo del Monte Bianco Una mostra a Torino, al Museo Nazionale della Montagna, fino al 14 ottobre 2018 A cura di Aldo Audisio e Veronica Lisino - collezioni Centro Documentazione Museomontagna

1. Albert Smith, Programme of Mr. Albert Smith’s Ascent of Mont Blanc, August 12th & 13th 1851, 1853, ventaglio pieghevole litografato

lbert Richard Smith, medico, spettacolo del Monte Bianco e altre avven- Attraverso la ricerca e l’acquisizione di scrittore e soprattutto show- ture in vendita, a cura di Aldo Audisio e molti piccoli manufatti, il Museo ha dato A man, è uno dei personaggi più Veronica Lisino – realizzati nell’ambito forma, nel tempo, a una grande raccolta di popolari nella Londra dell’epoca vittoria- del progetto di cooperazione transfronta- oggetti che permette di presentare, dopo na. Nelle affollate conferenze-spettacolo liera Interreg Italia-Francia Alcotra “iAlp” un oblio durato oltre un secolo, la rico- all’Egyptian Hall di Piccadilly offre alla so- e finanziato dal Fondo Europeo di Svilup- struzione approfondita delle attività di cietà inglese la possibilità di vivere il sogno po Regionale con la collaborazione del Smith legate alla montagna. esotico delle altezze alpine. È inoltre il pri- Musée Alpin – Chamonix-Mont-Blanc, Dopo aver partecipato nel 1851 alla qua- mo a intuire le potenzialità del merchan- della Regione Piemonte, della Città di rantesima salita del Monte Bianco, Smith dising nel senso moderno del termine, Torino e del Club alpino italiano – rap- descrive la propria esperienza allestendo utilizzandolo nel modo più spregiudicato. presentano la più completa operazione di all’Egyptian Hall di Londra le grandiose La mostra e il volume del Museo Nazio- studio e divulgazione mai realizzata sulla conferenze-spettacolo Mr. Albert Smith’s ▲ nale della Montagna, Albert Smith. Lo figura e l’opera di Albert Smith. Ascent of Mont Blanc, memorabili 2. George R. Cooke, [The Chamouni Polka], 1852 ca., uno dei primi spartiti musicali dedicati ad Albert Smith

62 / Montagne360 / luglio 2018 luglio 2018 / Montagne360 / 63 3. [Cuthbert Bede], Mr. Albert Smith’s Mont Blanc Room at the Egyptian Hall, Piccadilly, (1855), cromolitografia 5. Albert Smith, Mr. Albert Smith’s Ascent of Mont Blanc in Miniature, 1854, peep-show con libretto di regole e tavole litografate ▲ messe in scena, vero e proprio mix di vera e propria manifestazione di follia Per scalare vette impervie e percor- emozione, divertimento e istruzione. At- collettiva, The Times arriva a parlare di rere lunghi ghiacciai senza muoversi traverso diorami, giochi di luce, canzoni, «Mont Blanc Mania»: folle di visitatori da casa, come aveva insegnato Smith, narrazioni e imitazioni, offre agli spetta- inglesi, impazzite di curiosità per quel sono però ormai sufficienti giochi da tori la sensazione di essere loro stessi a singolare mondo, si riversano nella Valle tavolo, fotografie e più tardi pellicole scalare la cima. Seguendo un’ardita po- di Chamonix alla ricerca di quel paradi- cinematografiche. litica di marketing, produce una grande so terrestre, stupendo e terribile, a sole Il Museo Nazionale della Montagna – varietà di gadget collegati all’evento. In ventiquattro ore di treno dalla stazione con la Biblioteca Nazionale Cai – conser- tempi in cui nessuno aveva mai osato di Londra. va, come già anticipato, la più importan- mercificare le proprie avventure, arriva Quando, nel 1857, a Londra viene fon- te raccolta di documentazione sull’opera addirittura ad allestire un vero e proprio dato l’Alpine Club, le Alpi sono ormai di Smith. Alcuni pezzi sono rarissimi ed negozio di souvenir per la vendita, tra le qualcosa di familiare per molte persone esposti per la prima volta o raramente altre cose, di slittini, bastoni alpini e cor- anche grazie a Smith, che viene invitato presentati: il teatrino dello spettacolo, il na di camoscio. a diventarne socio. peep-show, i tre modelli di ventaglio, le Lo spettacolo viene ripetuto fino al 1858, Albert Smith muore nel 1860, a soli 44 quattro edizioni del gioco da tavolo, tut- con duemila repliche e il merito di aver anni: la sua presenza sulle scene d’oltre ti gli spartiti, i programmi e i libretti di alimentato una delle forme d’intratteni- Manica è durata pochi anni, ma è diffi- sala, vecchie stampe, documenti, foto- mento più popolari del diciannovesimo cile considerarla al pari di una meteora. grafie e, naturalmente, la ricca editoria, secolo, riuscendo a trasportare l’odo- Estintasi la «Mont Blanc Mania», ri- dai libri ai quotidiani, ai giornali d’epo- re della neve e il soffio delle bufere del mane la passione per la montagna, l’e- ca. Ma anche piatti, lanterne magiche e Monte Bianco fin sulle rive del Tamigi. sotico e l’esplorazione, alimentata da medaglie, tutti strettamente legati allo 4. Albert Smith, Mr. Albert Smith’s Ascent of Mont Blanc in Miniature, 1854 ca., teatrino di carta La risposta popolare è entusiastica, una importanti imprese ben oltre le Alpi. showman del Monte Bianco. ▲

64 / Montagne360 / luglio 2018 luglio 2018 / Montagne360 / 65 6. Autore non identificato, Albert[ Smith as Catesby], (1855), stampa all’albumina, stereoscopia

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7-8. Albert Smith, The New Game of the Ascent of Mont Blanc, 1855 post, I edizione, gioco di percorso tipo gioco dell’oca: libretto di regole e tavola

66 / Montagne360 / luglio 2018 luglio 2018 / Montagne360 / 67 10. [Adolphe Paul Auguste Beau per Camille Silvy], [Albert Smith 11. [Adolphe Paul Auguste Beau] per Camille Silvy, [Albert con ], 1859-1860, stampa all’albumina, carte de visite Smith], 1859-1860, stampa all’albumina, carte de visite

Il libro e la mostra

Il progetto, realizzato nell’ambito di Interreg V-A Italia-Francia Alcotra 2014-2020 “iAlp” e finanziato dal Fesr-Fondo Europeo di Sviluppo Regionale con la collaborazione del Musée Alpin/Chamonix-Mont-Blanc, della Regione Piemonte, della Città di Torino e del Club alpino italiano, è accompagnato dal volume Albert Smith. Lo spettacolo del Monte Bianco e altre avventure in vendita, a cura di Aldo Audisio e Veronica Lisino, edito dal Museo Nazionale della Montagna. Un’opera di 432 pagine, corredata da un ricco apparato iconografico, con testi in edizione trilingue – italiano, francese e inglese – di: Aldo Audisio, Darren Bevin, Angelo Recalcati, Laure Decomble e Lucinda Perrillat-Boiteux, Alessandra Ravelli, Veronica Lisino, Donata Pesenti Campagnoni, Ulrich Schädler, Tony Astill, Francesca Villa, Roberto Mantovani e Leonardo Bizzaro. La mostra, oltre alle collezioni, presentate in un allestimento curato da Marco Ribetti e Mario Scarzella, restituisce – anche attraverso la ricostruzione dell’Egyptian Hall, 9. Louis Antoine Jullien, The Mont Blanc Polka, 1855 ca., spartito musicale, edizione statunitense del celebre L’Echo du dove il visitatore potrà assistere alla proiezione del filmato Mr. Albert Smith’s Ascent Mont Blanc (1853) of Mont Blanc – il clima di “meraviglia” dell’epoca vittoriana nella quale Albert Smith ha vissuto e della quale è stato perfetto interprete.

68 / Montagne360 / luglio 2018 luglio 2018 / Montagne360 / 69 CRONACA EXTRAEUROPEA a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica - [email protected] Via col vento È stata più cattiva che mai l’ultima estate australe in Patagonia, con pareti e linee incredibilmente intasate di ghiaccio e neve. Molti i progetti andati in fumo, eppure qualche bel risultato c’è stato. Come la prima assoluta alla cima Sur del remoto Cerro Riso Patrón. E, tra i protagonisti, i Ragni di Lecco, Silvan Schüpbach, Sean Villanueva, Siebe Vanhee

stato un bene averla scelta. Qui, infatti, molti Nell’altra pagina, la linea King Kong, prima Così il giorno successivo, abbiamo immedia- versanti est sono protetti dai venti da ovest. assoluta al Cerro Riso Patrón Sur 2550 m, Patagonia (foto archivio S.Schüpbach). tamente esplorato la zona. Il punto cruciale Quindi, nonostante fortissimo, il vento l’ab- In questa pagina, a sinistra, in uscita della è stato l’acrobatico attraversamento di un biamo sentito solo sulla cresta sommitale. linea El Matédor, Est di Aguja Desconocida, grande corso d’acqua, allestendo apposite A quel punto, toccata la cima nel tardo po- Torri del Paine, Patagonia (foto Siebe Vanhee). funi. Per il resto, foresta pluviale super fitta, meriggio, siamo ridiscesi lungo la via di sali- Sopra, in apertura di Maracaibo, Cerro Pollone, corsi d’acqua su corsi d’acqua, paludi, prati ta», ricorda Villanueva. Aguja Desconocida è Patagonia (foto archivio L.Schiera) letteralmente verticali». situata tra Máscara e Hoja. La valle Bader è Il 15 febbraio Matteo e Silvan posizioneran- attesa, i due torneranno a recuperare il ma- parallela alla Valle del Rio Ascencio e alla Val- no il campo base avanzato a un’ora e mezza teriale al campo avanzato e, pagaiando in le dei Francés. «Dopo un mese nella regione via di salita, che dovevamo attrezzare. Sia- dalla base della parete. «Tutto è pronto per pessime condizioni delle acque, in cinque delle Torres del Paine, falliti altri tentativi per mo così scesi a piedi dal versante opposto, attaccare la Ovest del Riso Patrón, l’obiettivo giorni si riporteranno a Puerto Eden. il pessimo tempo – ha spiegato ancora Sean est, lungo la normale», ha raccontato ancora del nostro lungo viaggio», ricorda Matteo. Ma Due sono le cime del Cerro Riso Patrón. La –, siamo andati a El Chaltén. L’unica cosa che Schiera. I due hanno raggiunto El Chaltén il tempo non migliora. Nei giorni successivi, i principale, quella Nord (Riso Patrón Central), sono riuscito a scalare è stata la Poincenot ventiquattro ore dopo essere partiti dal cam- due attenderanno una breve finestra, identi- è stata scalata in prima assoluta invernale con Chris Brazeau lungo la Potter-Davis. 27 po. ficando nel frattempo diverse possibili vie di dalla cordata di Casimiro Ferrari nell’agosto ore no stop Chaltén-Chaltén». Luca Schiera si è poi diretto al Paine con Pa- salita. Si opterà infine per l’unica possibile. del 1988 (B.Lombardini, E.Spreafico). Alla olino Marazzi. «Purtroppo, anche qui, una fi- «Un’evidente rampa completamente ghiac- cima nord, la cordata francese della Billon Cerro Pollone nestra di solo un giorno – ci ha detto Schiera ciata a metà della Sudovest, l’unica linea ha aperto nel 2015 Hasta las Webas: 1000 m Luca Schiera e Matteo Della Bordella aveva- –. Abbiamo dormito sotto lo zoccolo e siamo fattibile con picche e ramponi, considerato ED- WI5, M5, 90° lungo la parete est. no risalito il Ghiacciaio Marconi per affronta- arrivati alla base all’alba. La temperatura era che tutto era incrostato di neve e ghiaccio», re la Nord del Cerro Piergiorgio. «Purtroppo di molto sotto lo zero e non siamo riusciti racconta Silvan. «Il 22 febbraio attacchiamo Aguja Desconocida il tempo non ci ha aiutato – ci ha raccontato neppure in artificiale. Aspettate sette ore, ab- CILE ca impossibile». – spiega Matteo –. Nei primi trecento metri Nella regione delle Torri del Paine, i belgi Schiera –. Così abbiamo attaccato il Cerro biamo poi fatto qualche tiro sulla Torre Nor- Cerro Riso Patrón Sur 2550 m circa - Hielo Matteo Della Bordella e Silvan Schüpbach si scaleremo su misto di difficoltà modeste an- Seán Villanueva O’Driscoll e Siebe Vanhee Pollone, realizzando la linea Maracaibo. Tre - te. Purtroppo non è andata come sperato!». Continental Sur sono così messi in gioco. Il 10 febbraio, cari- che se, a un certo punto, venticinque metri di hanno aperto in libera El Matédor, 500 m, 13 cento metri con difficoltà 7a/A1, sulla parete Matteo Della Bordella e Silvan Schüpbach cati i loro kayak con materiale per 30 giorni roccia verticale e compatta ci impegneranno tiri di 5.11c (6c+), alla Est di Aguja Descono- nordovest». ARGENTINA si sono messi in gioco. O’Higgins National di autonomia, i due hanno pagaiato dai fior- in dry tooling per più di un’ora. Superato lo cida. Si tratta dell’unica via su questo versante. Cerro Torre Park. Hielo Continental Sur. Ventidue giorni, di di Puerto Eden fino alle estreme insena- scoglio, sempre su misto, giungeremo al ne- «Sapendo che avremmo potuto sfruttare Altre due linee percorrono invece lo spigolo ¡Cumbre! per Manuele Panzeri, Giovanni tra febbraio e marzo scorsi, in queste terre ture del Fiordo Falcón. Con una spiacevole vaio che ci condurrà alla ripida rampa com- una finestra brevissima, e a fronte di linee che divide la parete nordovest dalla parete Giarletta e Tommaso Lamantia. I tre lecchesi remote e isolate della Patagonia cilena con sorpresa messo piede a terra. «Tre giorni di pletamente ghiacciata». Qui la scalata si farà e strutture completamente coperte di neve ovest. hanno attaccato il Torre, con primo tentativo l’obiettivo di entrare nella storia verticale e navigazione in condizioni di mare e venti for- entusiasmante. «Sul tipico mix di ghiaccio e e ghiaccio, abbiamo scelto la soluzione più «Sette tiri di roccia, alcuni dei quali splendidi, fallito a metà gennaio, per raggiungerne la firmare l’inviolata cima Sud del Cerro Riso tunatamente favorevoli – hanno raccontato neve patagonico, con pendenze fino a 90°!», asciutta», ha spiegato Villanueva. «L’intera li- in alcune sezioni bagnati, affrontati alternan- vetta il 25 gennaio scorso. La parete Ovest Patrón. Nascerà così King Kong: 900 m, M7+, i due –. Ma arrivati a Fonrouge Bay, il nostro ricordano i due. Dopo dodici ore di salita, alle nea è una classica su buon granito – racconta dosi al comando –spiega Della Bordella–. A ha così aperto le braccia alla cordata lungo i 90°. campo base, l’impatto è stato inaspettato. Il 20 e 30, ecco Della Bordella e lo svizzero Vanhee –. Attacca una sezione di debolezza cinquanta metri dalla cima, sotto la cresta 600 metri di ghiaccio e misto della via Ferra- Ci aveva già provato la cordata dei francesi primo chilometro e mezzo era un’enorme e Schüpbach toccare cima Sur, in prima asso- alla base della Est di Aguja Desconocida, tra- terminale, le condizioni della roccia erano ri del 1974. Condizioni della parete pessime, Lise Billon, Antoine Moineville, Jerôme Sulli- desolante distesa di sabbia, alberi sradicati; luta. E registrare King Kong. Dopo un bivacco versa quindi a sinistra per continuare dritta però tali da costringerci a traversare con scalata delicata, gran lavoro di pulizia di molti van e Diego Simari. «Nel 2014 quando Sulli- blocchi di ghiaccio e pesci morti. Frutto di un in una grotta di ghiaccio sotto il fungo finale, fino allaheadwall , la sezione più incredibile. pendolo verso destra. Di nuovo su granito tiri. Tre giorni di salita conditi da un bivacco van, cadendo in un crepaccio durante l’avvi- probabile tsunami abbattutosi qualche tem- la discesa inizierà dapprima scendendo lun- Il punto chiave è l’undicesimo tiro, in fessura, compatto, abbiamo quindi raggiunto in breve improvvisato a 40 metri dalla cima. cinamento sul ghiacciaio, si era lussato una po prima il nostro arrivo». go la cresta sud, quindi in doppia per il ver- bellissimo. Ma come detto, date le condizio- la cresta finale». Niente cima per la cordata. spalla – ricorda Lise –. E nel settembre 2015, «L’avvicinamento non sarebbe stato facile – sante ovest. Il peggioramento del tempo non ni della parete, non sempre la linea segue un «Abbiamo scalato la nordovest in nove ore. Il Per la collaborazione ringraziamo: quando ci siamo ritrovati con il fiordo Falcón racconta Matteo –, lo sapevamo dai pochi al- lascerà altro spazio verticale ai due alpinisti. andamento logico». 12 ore in one push. «Era vento non ha mai smesso e alla fine era trop- Matteo Della Bordella, Luca Schiera, Seán intasato dagli iceberg e l’accesso con la bar- pinisti che avevano già tentato il Riso Patrón. Ritornati al campo base, dopo altri giorni di la nostra prima volta nella Bader Valley, ed è po forte per poter scendere in doppia dalla Villanueva O’Driscoll e Siebe Vanhee.

70 / Montagne360 / luglio 2018 luglio 2018 / Montagne360 / 71 NUOVE ASCENSIONI a cura di Carlo Caccia Scalate da gustare nella magia del Brenta Franco Nicolini è guida alpina e gestore del rifugio Pedrotti alla Tosa:

un uomo che ha le montagne nel cuore, tanto che a 58 anni continua metri di quota). La sua filosofia sta in poche parole: dedicare a sua moglie Sandra. Lunga 120 metri a viverle in ogni modo possibile. E oggi, appena tornato da un’avventura «I dislivelli e i gradi di difficoltà – spiega – sono sol- (3 lunghezze), la via si sviluppa a sinistra della tanto numeri, la traduzione aritmetica della nostra Bregtje con difficoltà di 6b. Spiega il nostro pro- sui colossi andini che superano quota 6500 metri, ci presenta alcune capacità fisica, ma non sono nulla rispetto alle sen- tagonista: «Si tratta di una bellissima salita che sazioni che proviamo. La montagna non si conqui- cerca il punto debole della placconata verticale, sue creazioni sulle pareti di casa sta: si percorre o per un sentiero o per una parete, offrendo una scalata su tacchette e buchi. Anche con rispetto e ammirazione». in questo caso, per una ripetizione, è sufficiente A proposito di pareti: arrivato al rifugio Pedrotti, una decina di rinvii». Franco si è trovato davanti la Nord del Croz del Ri- Trilly Black&White. Nell’agosto 2017 è quindi fugio (2615 m), dove aveva già ripetuto la via Bregtje arrivata Trilly Black&White, che si sviluppa per di Cesare Maestri ed Ernesto Carafoli e, nell’ormai 150 metri nel settore di parete a sinistra del Cami- lontano 1988, aperto la via Elena. Così, guardando no Piaz, tra quest’ultimo e la via aperta da Marco e riguardando quel compatto bastione, solcato nel Franceschini e Giordano Detassis nel 1945. Anche mezzo dal camino violato nel 1911 da Tita Piaz (o in questo caso Nicolini e Galizzi hanno attrezzato forse, in precedenza, da F. Wenter), ha notato altre la parete in ottica plaisir, interamente a fix, realiz- possibilità di salita e si è dato da fare per realizzarle. zando un itinerario con difficoltà massime di sesto I violinisti. La prima via della serie, aperta con Da- grado e quindi più abbordabile dei precedenti. vide Galizzi, è arrivata nell’agosto 2012. Battezzata Bianco Calimero. Franco Nicolini, per comple- I violinisti, si sviluppa per 110 metri (4 lunghez- tezza, ci ricorda anche la via Bianco Calimero, ze) a destra della storica Bregtje ed è stata liberata completata nel 2015 dagli amici Andrea Galizzi, (6c+) da Gabriele Carrara ed Elena Nicolini (che è Francesco Carrara e Gabriele Carrara. Il terzetto la figlia di Franco). Per una ripetizione, vista la per- ha attaccato il muro giallo a sinistra di Lady Ca- fetta chiodatura a fix, basta la normale attrezzatura stelli, tracciando una linea di 120 metri (4 lun- da scalata con una decina di rinvii. ghezze) con difficoltà massime di 6c (6b obbl.). La l Campanile Basso, la Brenta Alta, il Croz- In quel mondo le bocchette sembrano passaggi se- Sopra, la magia dell’alba Lady Castelli. Sempre di carattere sportivo – e via, che si svolge su roccia eccezionale, è attrezzata zon e le altre torri e cime, con le loro pareti e greti, le cenge sono camminamenti sospesi che per- dal rifugio Pedrotti alla sempre opera dell’agosto 2012 della cordata Nico- a fix ma per una ripetizione, oltre ai rinvii, occor- Tosa. i loro profili: le Dolomiti di Brenta sono una mettono di attraversare immani versanti e i rifugi, lini-Galizzi – è Lady Castelli, che Franco ha voluto rono anche i friend dallo 0.3 al 2. ▲ I Nella pagina accanto: in meraviglia che non finisce di stupirti, che riesce ad- segni umani tra le cime, invitano a fermarsi: c’è chi alto a sinistra, la parete dirittura a commuoverti e che – come le cugine a ci resta poche decine di minuti, prima di riprendere nord del Croz del Rifugio est dell’Adige – non vorresti mai lasciare. Ci vai, ci l’escursione, e chi ha deciso di passarci tutto il tem- con le vie, da sinistra: stai uno, due o più giorni, e quando è il momento di po, come Franco Nicolini e famiglia che dal 2011 ge- Trilly Black&White, PADRE E FIGLIO nel 1935. Più di ottant’anni dopo, nel luglio tornare a casa, ahimè, ti prende una gran tristezza, stiscono il rifugio Pedrotti alla Tosa. Perché Franco, Bianco Calimero, Lady SUL CAMPANILE TERESA 2016, il Campanile Teresa è finito nel mirino Castelli, Bregtje e I di Franco Nicolini che con suo figlio Federi- perché quelle montagne hanno qualcosa di unico, classe 1960, guida alpina dal 1985, ha le montagne violinisti; in alto a destra, che ti fa star bene. È la magia delle Dolomiti, che nel cuore e continua a viverle in ogni modo possi- il versante sudovest del Il Croz del Rifugio, come si legge nella gui- co – classe 1994, campione di scialpinismo nel Brenta ha un’infinità di volti perché il gruppo bile: con le mani sulla roccia o con gli sci ai piedi, Croz, col Campanile da Dolomiti di Brenta di Gino Buscaini ed –, vi ha individuato e salito La gioventù dei è come una gigantesca città di rocce tra terra e cie- in solitudine o in cordata, dietro casa o a migliaia Teresa e la via La Ettore Castiglioni (1977), «è costituito da vecchi eroici: una via plaisir di 120 metri, lo, che si sviluppa da nord a sud per ben quaranta- di chilometri di distanza, con una predilezione spe- gioventù dei vecchi una cresta assai sottile e frastagliata che protetta con chiodi e fix, che si sviluppa eroici; sotto, Franco culmina con tre campanili: l’anticima NO sulla parete a sinistra della Detassis. Il nuo- due chilometri. «È grande e mutevolmente bello, il ciale per i concatenamenti. Così nel 2007 ha scalato Nicolini sul Campanile Brenta – scriveva giusto trent’anni fa Luca Visen- tutti i Tremila delle Dolomiti, nel 2008 ha messo in Teresa (foto arch. Franco (2592 m), la vetta principale e il Campani- vo itinerario comincia con un primo tiro di tini –. A volte lo si scorge da lontano ed è preciso. bacheca tutti i Quattromila delle Alpi – spostandosi Nicolini) le Teresa». Su quest’ultimo, che s’innalza 6a, a cui seguono il secondo di 5b, il terzo Poi si giunge ai suoi piedi e lo si smarrisce. Bisogna da una montagna all’altra a piedi, con gli sci o in evidente a destra nell’insieme del versante di 6a+ e altri tre più facili fino in vetta: una pazientare e girare, una quinta ed una scena dopo bicicletta – e quest’anno, insieme ai fratelli Silvestro sudovest del Croz, si svolge una delle oltre successione di lunghezze piacevole ed l’altra, per raccapezzarsi. Non si visita una piccola e Tomas Franchini, ha salito in successione, in qua- cinquanta vie di Bruno Detassis nel gruppo estetica, per una mezza giornata di diver- fortezza ma un mondo fortificato dalla natura. Non rantatré giorni, tredici delle maggiori vette andine di Brenta: uno spigolo classico, con diffi- tente arrampicata in un ambiente super a una montagna ma una estensione di montagne». (e stiamo parlando di colossi che superano i 6500 coltà di quarto grado, violato con Pino Fox due passi dal rifugio Pedrotti.

72 / Montagne360 / luglio 2018 luglio 2018 / Montagne360 / 73 LIBRI a cura di Linda Cottino, con la collaborazione di Anna Girardi drammaturgia. Dove la vita si sostanzia delle tante alpine, allora ai massimi livelli possibili» iniziò a forme della sua espressione – sia la piazza o il bar, le placarsi, e nel 1981, in apertura della mitica via Il pareti o il vuoto, il viaggio o la politica, il lavoro, gli mattino dei maghi nella falesia del Totoga, «ave- incidenti, la natura o l’amicizia – e in tal modo tra- vo ceduto ai chiodi a pressione. E l’euforia lasciò Il vuoto è un punto d’appoggio scende se stessa. Ho passato più di un mese a dibat- il posto al peso del compromesso». Nel mezzo c’è termi nel dubbio se fare “un’intervista all’autore” o tutta l’energia esplosiva della prima giovinezza, un Uscito in primavera, Eravamo immortali di Manolo è tra i libri più venduti scriverne una “normale recensione”. Nel frattempo azzardo, una sfida costante alla Dea Fortuna. «Sia il libro l’ho letto due volte. E infine ho deciso che ben chiaro, non è necessario per tutti. Per me era il in Italia. Bello e denso, racconta la vita, le avventure, le emozioni di un con Manolo avrei parlato comunque. modo di trovare un equilibrio, dare spazio alle idee «Da tempo volevano che scrivessi un libro» mi e cercare possibilità di sviluppo… per noi che era- fuoriclasse selvaggio e cristallino dice, alla domanda su come abbia fatto a mettersi vamo figli di un proletariato povero». È strabiliante nell’inedita impresa di scrivere – «ma io non sono leggere come ciò sia accaduto per Manolo (certo uno scrittore. Poi, di fronte al rischio che uscisse aiutato da un talento fuori dall’ordinario): pagine una biografia non autorizzata, ho deciso. Mi sono che inchiodano e trascinano nelle folli esplorazio- limitato a riflettere su quel che avevo fatto. Ho ni dietro casa, nella natura selvaggia, ma anche in cercato di raccontare l’assunzione di responsabi- visionarie avanguardie. Tipo il Verdon gazeux di lità». La scintilla la innesca l’incontro con il gio- cui la compagnia su R4 non riusciva a scorgere le vane Adam Ondra, che Manolo accompagna in pareti, finché dall’abisso non emerse un ragazzot- pieno inverno a provare Eternit. «Quando ero con to: «Bonsoir. Je m’appelle Patrick Berhault». O Adam ho pensato: lui inizia e io finisco. Ma quan- l’Afghanistan, ancora esotico e in pace, raggiunto do è iniziato tutto per me? I miei ricordi possono rocambolescamente in Magic Bus; fino all’inaudita arrivare fino a un anno d’età. Perché non racconto e pionieristica spedizione al Manaslu. tutto questo? E siccome non avevo diari, ho potu- Insomma, Manolo ci conquista ancora. Questa to solo setacciare le emozioni, ritrovare i momenti volta non su una verticale di roccia e senza il vuoto MANOLO più importanti e poi scremarli». La riflessione ha alle spalle («la paura fu messa da parte e il vuoto si ERAVAMO preso il corpo di una vera e propria educazione trasformò in punto d’appoggio»), ma con una scrit- IMMORTALI sentimentale, dalla primissima infanzia (splendidi tura cristallina ed essenziale, lanciata in tutta la sua FABBRI i ritratti della madre e del nonno) fino ai 23 anni, potenza di vita. ▲ 412 PP., 20,00 € quando «la furia esplorativa di quelle esperienze Linda Cottino

TOP 3 I TITOLI PIÙ VENDUTI NELLE LIBRERIE SPECIALIZZATE IN MONTAGNA E ALPINISMO

LIBRERIA LA MONTAGNA, TORINO LIBRERIA GULLIVER, VERONA 2. M. Pozzali, Le nuvole non aspettano, 1. Enrico Camanni, Verso un nuovo 1. F. Ardito, Come sopravvivere al Cammino Diabasis mattino, Laterza di Santiago, Ediciclo 3. A. Paluselli, Il diavolo generoso, Edizioni 2. Manolo, Eravamo immortali, Fabbri 2. N. Shepherd, La montagna vivente, Dolomiti 3. N. Shepherd, La montagna vivente, Ponte alle Grazie Ponte alle Grazie 3. F. Benuzzi, Fuga sul Kenya, Corbaccio LIBRERIA TRANSALPINA, TRIESTE 1. B. Di Beaco, Non sono un’alpinista, Club LIBRERIA BUONA STAMPA, COURMAYEUR LIBRERIA PANGEA, PADOVA Alpino Italiano 1. B. McDonald, L’arte di essere libero, 1. C. Noacco, Lo zaino blu, Orme 2. G. Valdevit, Storia dell’alpinismo i piace pensare di aver inseguito tempo è una variabile indipendente, e la frase sem- Alpine Studio 2. S. Tesson, Sentieri neri, Sellerio triestino, Mursia solo la mia immaginazione. Nel bra uscita dalle pagine di questo superbo Eravamo 2. M. Confortola, Il cacciatore di 8000, 3. N. Shepherd, La montagna vivente, 3. F. Brevini, Simboli della montagna, il «Mposto giusto al momento giusto. immortali, esordio nella scrittura del fuoriclasse di Hoepli Ponte alle Grazie Mulino Credo sia la conseguenza di un modo di pensare, di Feltre, uscito in primavera e già tra i libri più ven- 3. M. Venturini, Bastoncini, scarpe e...Valle un’essenzialità e una rabbia di vivere. È innegabile duti in Italia. d’Aosta, Martini Multimedia LIBRERIA CAMPEDÈL, BELLUNO che tutto è derivato da una situazione socialmen- Non nego la difficoltà nell’accingermi a recensir- 1. Manolo, Eravamo immortali, Fabbri 1. L. Belpiano, D. Reiner, Mountain te diversa da quella di adesso. Eravamo abituati a lo. Sarà la densità emotiva che pagina su pagina LIBRERIA MONTI IN CITTÀ, MILANO 2. G. Dal Mas, C. Berti, Dolomiti bike nei Colli Euganei, pensare, e pensare significa non credere a quello accompagna la lettura; sarà l’odore famigliare di 1. G. Mendicino, Portfolio alpino, Priuli & dell’Agordino, Panorama Ideamontagna che dicono gli altri ma osservare con i propri oc- certe atmosfere, o la meraviglia nell’incontrare Verlucca 3. B. McDonald, L’arte di essere libero, 2. T. Simoni, R.Corona, Pale di San chi». Ecco un passaggio di una lunga chiacchierata personaggi che, ben oltre le vicende biografiche, si 2. N. Shepherd, La montagna vivente, Alpine Studio Martino, Versante Sud con Manolo raccolta “sul suo uscio di casa” da me e stagliano netti come figure universali. Il teatro che Ponte alle Grazie TOP GUIDE 3. S. Frignani, Guida alla Via degli Vinicio Stefanello per il numero che la rivista Alp mette in scena Manolo in questo ponderoso lavo- 3. A. Mattei, L’arte di fare lo zaino, Ediciclo LIBRERIA SOVILLA, CORTINA D’AMPEZZO Dei, Terre di Mezzo dedicò alle Pale di San Martino. Era il 2004, ma il ro (sono più di 400 pagine) è degno della miglior 1. F. Vidotto, Il selvaggio, Minerva

74 / Montagne360 / luglio 2018 luglio 2018 / Montagne360 / 75 DA CERCARE IN LIBRERIA MATTEO RIGHETTO LUDOVIC ESCANDE IL COLLEZIONISTA In collaborazione con la libreria L’ULTIMA PATRIA L’ASCENSIONE a cura di Leonardo Bizzaro e Riccardo Decarli, La Montagna di Torino (librerialamontagna.it) MONDADORI, 228 PP., 18,00 € DEL MONTE BIANCO Biblioteca della Montagna-Sat EINAUDI, 136 PP., 15,00 € l’alpinismo con una certa credibilità e hanno con qualche biondissimo figlio arrampicato instillato in tanti il germe della passione per in braccio, mentre legge un suo volume. Ne ESCURSIONISMO le vette. O almeno per la vita all’aria aperta. scrisse venticinque, tutti ambientati nella SABINE BADE, WOLFRAM MIKUTEIT, È il caso senz’altro di un classicissimo natura, con animali, fiori e piante umanizzati, PIEMONTE dell’editoria scandinava, ricco di riedizioni piccoli che vivono tra gli alberi o, da buoni 38 itinerari sulle Alpi Occidentali. in inglese e tedesco, in passato apparso scandinavi, su qualche barca. Quello che più Fraternali editore, 240 pp., 16,00 € fuggevolmente in italiano e ripubblicato di ci interessa è appunto Olly va a sciare, com’è recente da Officina Libraria. Olles skidfärd stato tradotto nel 2016 in italiano da Caroline ELISA NICOLI, L’ITALIA SELVAGGIA è stato disegnato e scritto da Elsa Beskow Kocjancic. Ma prima, probabilmente negli Guida alla scoperta di luoghi incontaminati Tutto l’opposto di ciò a cui siamo nel 1907 a Stoccolma (Bonnier Carlsen anni Venti (l’editore fiorentino Battistelli non per tutti i piedi. Altreconomia, 254 pp., 15,00 € Con il suo lessico asciutto della abituati: il protagonista non è Bokförlag). Nata nel 1874 in Svezia – il riportò la data), era stato intitolato Il viaggio gente dell’alpe, Matteo Righetto avvezzo alla montagna, l’approccio padre era di origine norvegese – educata in di Giovannino con gli sky, proprio così, con MANUALI torna in libreria con il secon- non è tecnico, le sensazioni non scuole di ispirazione olistica, suffragetta dei la “y” finale. Racconta l’attesa della neve di TORE VACCA, RESET do capitolo della trilogia della sono di godimento e meraviglia. Sono scaffali ancora inesplorati, quelli nascenti movimenti femministi, poi moglie Olly, ansioso di provare i nuovi sci regalati dal Scoprire se stessi con l’arrampicata. “frontiera”. I lettori che avevano L’ascensione del Monte Bianco è il della letteratura per bambini ambientata di un dottore in teologia e madre di sei figli, padre, aiutato da Mastro Gelo e Re Inverno, Edito in proprio, 168 pp., 18,00 € imparato a conoscere Jole De racconto ironico e autobiografico in montagna. Non ne fanno menzione cominciò a pubblicare libri per bambini mentre la Signora Sgelo fa di tutto per Boer qui la ritroveranno, e con di Ludovic Escande, editor di Galli- le principali bibliografie, difficilmente ne nell’intento di raggranellare qualche soldo mettergli i bastoni fra le ruote. Sconosciuto NARRATIVA lei ritroveranno la sua famiglia di mard, che spronato e condotto da troverete traccia sui cataloghi delle librerie per la sua famiglia numerosa. Metteva in a qualsiasi bibliografia tematica, dovrebbe PAOLO ASCENZI, ALESSANDRO GOGNA, contadini di mezza montagna di due amici e una guida, si accinge antiquarie. E invece si tratta spesso di opere pagina le storie che la sera raccontava ai invece essere il primo libro per bambini in cui L’ALBA DEI SENZA-GUIDA un paesino tra l’Altipiano di Asia- a raggiungere la vetta del Monte dignitose, che raccontano le Terre alte e bambini e numerose fotografie la mostrano appare un paio di sci. E tanto ci basta. Nuovi Sentieri, 310 pp., 35,00 € go e la Val Di Brenta. Siamo alla Bianco. E, fuor di metafora, arrivan- fine dell’800, in quelle valli passa do “in cima” alle proprie sofferen- ENRICO CAMANNI, il confine tra il Regno d’Italia e la ze, scoprirà che il superamento VERSO UN NUOVO MATTINO duplice monarchia degli Asbur- dei propri limiti apre a orizzonti La montagna e il tramonto dell’utopia. go. Reduci dall’ultimo viaggio – insospettati. Laterza, 242 pp., 18,00 € episodio centrale del precedente romanzo – per contrabbandare ELISA COZZARINI ANNA MARIA CAVALLARIN, ANNALISA tabacco oltre confine, che così RADICI LIQUIDE SCAPIN (A CURA DI), MARIO RIGONI STERN tanti rischi aveva fatto correre NUOVA DIMENSIONE, 155 PP., 14,50 € AZIONE DI RICHIAMO PRECAUZIONALE Raccolta di saggi dedicati allo scrittore alla bella giovane e al padre, i De di Asiago. Boer conducono la loro esistenza DEL DISPOSITIVO Priuli & Verlucca, 255 pp., 16,00 € di onestà povertà. Ma un tragico destino incombe su di loro. Chi MARCO CONFORTOLA, resiste è «la Jole». Righetto con A.R.T.VA ORTOVOX 3+ IL CACCIATORE DI 8000 un linguaggio essenziale guida il CON VERSIONE SOFTWARE 2.1 Una personale sfida alle montagne lettore nello sviluppo di una sto- più alte del mondo. ria avvincente, che pagina dopo Hoepli, 192 pp., 19,90 € pagina acquista ritmo e intensità. Protagonista, oltre a Jole, è una «È il destino della gran parte dei ALESSANDRO GRILLO, montagna aspra e solenne. Nella corsi d’acqua delle nostre mon- UN SOGNO LUNGO 50 ANNI miglior tradizione del romanzo tagne quello di fluire nei tubi». Storie dell’arrampicata finalese 1968-2018. storico italiano, l’autore scrive Oggi, infatti, i pochi torrenti d’alta Versante Sud, 323 pp., 19,90 € di ieri per parlare della contem- quota sfuggiti alle dighe del ’900 poraneità e lancia un segnale di vengono immolati nel nome della LENZ KOPPELSTRATTER, speranza. «Anche quello in cui si produzione di energia “pulita”. Un OMICIDIO SUL GHIACCIAIO muovono i De Boer è un mondo mini-idroelettrico che dovrebbe Giallo ambientato in Val Senales. in transizione, dove tutto sembra far bene all’ambiente, ma che non Corbaccio, 317 pp., 16,90 € crollare. Case che si chiudono, convince l’autrice del libro, che Alcune segnalazioni di nostri PARTNER SAFETY ACADEMY hanno fatto notare che nel dispositivo Per sapere se il tuo dispositivo è coinvolto tradizioni che si smarriscono, ma decide di intraprendere un viaggio- a.r.t.va. 3+ con versione software 2.1, in rare situazioni, si può verifi care un inconveniente tempora- nell’azione di richiamo e per sapere come BERNADETTE MCDONALD, il modo per tenere vivo il focolaio inchiesta tra le valli alpine. Ne neo nella funzione di trasmissione. Il motivo di questo inconveniente è da ricercare in un errore di scaricare l’ultima versione sul tuo disposi- software. Con la nuova versione di software 2.2 l’inconveniente sarà risolto. tivo, vai alla pagina L’ARTE DI ESSERE LIBERO dei valori, del nostro essere uma- scaturisce il ritratto di una natura ortovox.com Biografia del leggendario Voytek Kurtyka. no, si trova. Anche oggi». assediata, per difendere la quale si Non sono noti episodi nei quali la ricerca, in un intervento di autosoccorso in valanga , sia stata Alpine Studio, 295 pp., 19,80 € Andrea Formagnana mobilitano comitati e associazioni. infl uenzata negativamente dal menzionato errore di software.

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