RepubblicaItaliana RegioneSiciliana

ISTITUTO COMPRENSIVO “G. PARINI” Plesso “Parini” Via S. Quasimodo, 3 - Tel. 095/497892 Cod. Fiscale: 80012130870 Cod. mecc.: CTIC885009 e-mail: [email protected][email protected] 95126 CATANIA

Lettera nel giorno della legalità

Cari compagni, la nostra vita da circa ottanta giorni è stata stravolta dall’assenza di ciò che più di tutto ci aiuta a crescere e a formarci come cittadini attivi e consapevoli: la Scuola. Sì, lo sappiamo che la si scrive in minuscolo, ma minuscola, noi pensavamo lo fosse prima della chiusura…Dopo di essa ci siamo sentiti assaliti dallo “sperdimento”…Sì, proprio quella sensazione di smarrimento descritta così bene in alcune poesie lette o studiate, quella percezione di aver perso qualcosa che dissimulando non pensavi fosse così importante, ma che, col passare dei giorni, assumeva i toni di un dispiacere sottile, pungente, sempre più pesante e pressante. La sua assenza l’abbiamo dolorosamente interiorizzata attraverso le nostre parole, le nostre pagine di diario, le nostre lettere che per la prima volta ci davano il senso di questa nostra forte relazione con Lei, sostituita dai nostri dialoghi con i prof. attraverso uno schermo invalicabile, che non può trasmettere il calore di uno sguardo, la sincerità di un sorriso…Quando torneremo a riabbracciarci senza avere paura di farlo, sentiremo ogni piccolo dettaglio come se fosse davvero la prima volta. Il profumo della pelle, il calore di una stretta di mano o di una carezza, il soffio leggero di un respiro vicino a te quando condividi lo stesso banco, il battito del cuore, proprio come quello descritto dalla Pitzorno nel suo romanzo “Ascolta il tuo cuore”. Si dice sempre che il tempo lenisce ogni cosa, e mai come adesso stiamo sperando che il tempo ripari questa enorme ferita. Abbiamo preso per mano i nostri giorni Dad, li abbiamo fatti nostri con tante rinunce, ma sempre consapevoli e fiduciosi. Abbiamo aspettato, ma non sei tornata con noi, ci siamo concentrati sul da farsi, anche se è difficile “concentrarsi” mentre il mondo si ammala. Ma dobbiamo recuperare ogni sogno, ogni pensiero, ogni impegno. Tra qualche giorno ricorrono le celebrazioni delle giornate della legalità e il coronavirus ci ha privati anche di questo. Non è colpa di nessuno, ma ci stiamo perdendo molte cose: il viaggio a per conoscere i luoghi dove sono cresciuti Falcone e Borsellino, la visita all’aula bunker dove fu istruito il processo contro i capi di “Cosa Nostra”, l’arrivo davanti alla casa del giudice punto di approdo del corteo della legalità, mentre le nostre mani si sarebbero protese verso il cielo, proprio come i rami della bellissima magnolia a Lui dedicata, intonando l’inno alla legalità e i “Cento passi” per ricordare Peppino Impastato. Sarebbe stata un’esperienza bellissima, viva, reale. Nostra. Per questo, anche se non possiamo essere fisicamente presenti alle celebrazioni in onore di , sentiamo ancora più intensamente, sulla nostra stessa pelle, l’emozione di ricordare un uomo che ha lottato fino in fondo per il futuro della nostra regione, e nel farlo ha sacrificato la propria libertà, senza mai tirarsi indietro. Un gesto di altruismo estremo, per le generazione che non hanno potuto conoscerlo. Ma no, non è vero… Noi lo conosciamo perfettamente Giovanni Falcone, sappiamo tutto di lui, dov’è nato, cosa ha studiato, quale lavoro ha svolto, quanto è stato importante per la Sicilia. Lo abbiamo imparato a Scuola. Conosciamo anche i suoi sicari che oggi hanno dei nomi e dei volti. Ricordiamo anche loro e non li perdoniamo… Ricordiamo coloro che la mattina del 21 giugno 1989, giorno dell’attentato all’Addaura, stavano nascosti in un angolo della scogliera, nell’attesa di colpire e zittire definitivamente il giudice. Quella mattina Falcone decise di concedersi una nuotata nel nostro splendido mare di Sicilia, ma qualcuno glielo impedì: gli agenti scelti per la sua protezione, trovarono 58 cartucce di esplosivo, nascoste in un borsone abbandonato sugli scogli, antistante la villa. In quella circostanza accaddero dunque due fatti importanti: la mafia aveva inviato una sentenza di morte nei confronti del Giudice Falcone e vi sembrerà assurdo sottolinearlo, lui non poté concedersi neanche il piacere di godersi una mattinata di sole, mare e libertà. Poi la svolta brutale e sanguinaria, come solo la Mafia sa esserlo…La strage di Capaci il 23 maggio 1992 e quella del Giudice Borsellino il 19 luglio, amico fraterno di Falcone, sconvolsero le coscienze di tutti i Siciliani e per la prima volta ci si rese conto che davvero esisteva un nemico invisibile, proprio come il virus. Nel nostro piccolo, quindi e seguendo un paradosso, seppur in circostanze e per cause nettamente diverse, anche noi riusciamo a comprendere cosa significhi sentirsi braccati da un nemico invisibile, un nemico che ci costringe a non abbassare mai la guardia, a vivere nella costrizione, ad avere il timore di concedersi un po’ di aria fresca, una festicciola con i propri amici, una passeggiata mano nella mano con la persona a cui si vuole bene. La nostra lotta per il virus finirà con un vaccino o una cura…Non sappiamo quando avrà fine la mafia, ma sappiamo come diceva Falcone che “la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha avuto un inizio, si è sviluppata ed avrà una sua fine” e per questo è fondamentale il ruolo che la scuola ha nell’educare le generazioni alla legalità e alla giustizia sociale. Vogliamo ringraziare con questa lettera Giovanni Falcone e per il loro coraggio, la determinazione e l’incrollabile senso del dovere che li hanno contraddistinti. Valori che noi oggi rispettiamo con fierezza, in questa nostra quotidiana battaglia nelle trincee delle mura domestiche, trasformando i nostri balconi in una piazza, con la certezza che Giovanni Falcone, Borsellino, Peppino Impastato, Rita Atria; , Cesare Terranova, le scorte dei giudici uccisi e tutte le vittime della criminalità mafiosa ci guardino da lassù e ci diano la forza e il coraggio di lottare sempre. 23maggio2020

#PalermochiamaItalia #ilcoraggiodiognigiorno #ilmiobalconeèunapiazza

Il XX Consiglio Comunale dell’I.C G. Parini