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ANNO 8 - N. 32 Trento, novembre 2019 | Quadrimestrale della Cooperativa Progetto 92 | Aut. Trib. di Trento n.9 del 8/3/2011 Direttore responsabile: Nadine Brugnara | Redazione: Lara Pompermaier | Redatto presso la sede della Cooperativa, in via Solteri 76, 38121 Trento Impaginazione: Progetto 92 | Stampa: Supernova S.r.l. | www.progetto92.it E-mail: [email protected]

QUADRIMESTRALE DELLA COOPERATIVA PROGETTO 92 NOVEMBRE 2019 N. 32

IL RUGGITO DEL CONSIGLIO di Silvano Pellegrini

E’ già passato più di un anno da quando sono che vivevano in un piccolo paese indiano. Un glia!” controbatté il quinto mentre toccava entrato nel Cda. giorno arrivò un saggio con il suo elefante. il fianco dell’animale. Un periodo intenso fatto di tanti incontri di I sei volevano conoscere come fosse fatto Intanto il sesto aveva afferrato la probo- CdA (formali e informali), confronti, incon- l’animale, ma come? scide e concluse: “Vi state sbagliando tutti, tri con i servizi presenti sul territorio e con “Io lo so, lo toccheremo – disse uno di loro l’elefante è simile a un serpente!”. i soci. Su queste due ultime attività ci ten- – così sapremo com’è un elefante!”. I sei ciechi continuarono a discutere, ognu- go molto. Quando ho pensato di candidarmi no portando il proprio punto di vista, senza ho pensato che mettere in contatto la base riuscire a trovare una soluzione al dilemma. con il vertice, sia la base sociale sia quella Sentendo le voci, arrivò il saggio che dis- lavorativa, doveva essere un punto del mio se loro: “Ognuno di voi sta dicendo il vero, mandato. Non è un percorso semplice, sia- in quanto descrive il proprio punto di vista mo una realtà organizzativa complessa e I sei indiani andarono così dall’elefante. della realtà per quel pezzo di elefante che vasta, ci vuole impegno e ascolto. Il primo uomo toccò un orecchio grande e ha potuto toccare. Ma la propria percezione In Cda arrivano molte istanze e a volte si piatto e, sentendo che si muoveva avanti e non è l’unica possibile. La realtà è sempre ha l’impressione di correre dietro alle ur- indietro e che produceva aria fresca, disse: complessa e il pezzo che noi percepiamo di genze. E’ anche per questo motivo che si è “L’elefante è come un grande ventaglio!”. essa non ci darà mai la verità. Se credete pensato di organizzare, oltre ai classici cda, Il secondo invece toccò una gamba e af- che la vostra visione sia l’unica possibile, dei momenti informali, per permettere di fermò: “Ti sbagli, è come un tronco di un confermate solamente la vostra cecità”. confrontarci in modo più approfondito su albero!” alcuni temi. “Siete entrambi in errore – disse il terzo Penso che un modo di stare in Cda sia quel- Nel cercare una rappresentazione per de- mentre toccava la coda – l’elefante è simile lo di cercare di comporre i vari tasselli di scrivere il mio modo di stare in Cda mi viene a una fune!” una realtà complessa come la cooperativa, in mente la storia indiana dei sei (sette?) Subito dopo il quarto toccò la punta aguzza cercando di comprendere bene le diverse ciechi e l’elefante. (E’ breve, dovrebbe star- di una zanna e dichiarò: “No, no, no, l’ele- angolazioni con cui ognuno la vede, con uno sguardo ampio e non troppo “viziato” dal ci nello spazio che mi hanno assegnato…..) fante è come una lancia!” proprio punto di vista. C’erano una volta sei (sette?) uomini ciechi “Che sciocchezza, è come un’alta mura- INTRANET Abbiamo creato uno spazio dove trovare quel che ci serve. Documenti, notizie, informazioni, link utili e aggior- namenti. Dal 19 agosto è on line il nuovo spazio di comunicazione interna di Progetto 92, riservata ai dipen- denti e ai soci. Ci sono dei canali utilizzati dal Consiglio di Amministrazione, dalla Direzione, dalle Valli, sono caricate le occasioni formative esterne, e il calendario degli appuntamenti. Tutti i dipendenti della cooperativa possono accedere dal portale www.office.com, cliccando alla sezione dedicata a Sharepoint, ovvero l’insieme dei siti interni della cooperativa. Sotto ogni post di notizie è possibile commentare pubblicamente, scrivendo nello spazio indicato, perché la comunicazione sia un processo circolare di condivisione.

Dalla redazione di Nadine Brugnara

Solo poche righe per salutare, ringraziare e rinnovare l’appuntamento per il prossimo numero che potrà essere, per tutti noi e per coloro che, giorno per giorno, operano e si incontrano con noi, una nuova occasione per scrivere, raccontare e raccontarsi, ripensare e ripensarsi... Vi lascio alla lettura di una nuova uscita, forse un po’ ritardataria, ma molto ricca. Un numero che porta anche la preziosa voce della nostra direzione e che saluta un nuovo cambio di guardia nella storia di questo giornalino: ringraziamo Luisa Dorigoni che, per tanti numeri, ha contribuito in maniera importante a queste pagine e auguriamo un buon lavoro a Daniela Pietrantonio che le succede nell’occuparsi di comunicazione in cooperativa e che, già a partire da questa uscita, merita un grande grazie, proprio come la mia preziosa collega di redazione Lara Pompermaier. A tutti voi l’augurio di una buona lettura! DALLA DIREZIONE di Marco Dalla Torre Ci vuole un narcisismo di squadra: il narcisismo della nostra istituzione

Ci vuole un narcisismo di squadra: il narcisismo zione. Spesso siamo abituati a considerare la società devono essere ricercati e sperimentati della nostra istituzione legge, la regola, come nemica del desiderio. Ma prima di tutto all’interno della nostra organiz- Tempo fa ho visto un’intervista a Massimo Re- dimentichiamo che l’istituzione, per funziona- zazione”. calcati, pubblicata sul numero 7 del 2018 di re, ha bisogno di un ordinamento. Credo che, alla luce di quanto indicato sopra, Animazione Sociale. Il titolo dell’intervista era Ma come può un’organizzazione trovare il sano la risorsa del confronto aperto, pulito, pro- “Lavorare orientati dal desiderio. Far spazio al equilibrio che consenta la coesistenza funzio- positivo, senza nascondimenti, possa essere desiderio dentro le organizzazioni”. Ha cattu- nale di regola e desiderio, se è vero che “un’i- l’elemento chiave per consentire un’effettiva rato la mia attenzione e mi è venuta voglia di stituzione sana unisce la legge al desiderio”? realizzazione di un processo democratico. leggerla. Da un lato il rischio è che le necessità orga- E quando si è presentata l’occasione di sten- nizzative, se esasperate, uccidano il desiderio, Confronto che può portare a creare concate- dere un articolo per Progettando, mi è anche la sua possibilità di espressione, la sua forza. namenti, come “le gocce di pioggia sui vetri”, venuta voglia di condividerla. L’organizzazione deve lasciare spazio all’indi- che dapprima sono distinte, separate, ma pian Il contributo di Recalcati prende spunto dall’e- vidualità del desiderio. D’altra parte, per sua piano si uniscono, assumono dinamiche e forze sperienza di Basaglia nella deistituzionalizza- natura, il desiderio si muove anarchicamente, nuove. zione dei manicomi: a partire da essa considera dimenticando, a volte, “che l’istituzione, per Per chiudere nell’intervista vengono contrap- le caratteristiche che possono rendere viva funzionare, ha bisogno di un ordinamento, di poste due tipologie di desiderio. un’organizzazione, oppure renderla grigia, una gerarchia”. La prima, quella a cui più siamo abituati, come spenta e poco vitale. Occorre considerare che l’organizzazione “ha continua aspirazione ad avere quel che non si Mi è sembrato interessante l’esperimento di esigenze che sono sovraindividuali e che impli- ha. Tale forma di desiderio può costituire una trasporre la sua riflessione nella nostra di or- cano una perdita di narcisismo individuale. Ci necessaria spinta al miglioramento e all’aper- ganizzazione, la nostra Cooperativa. vuole un narcisismo di squadra: il narcisismo tura, ma rischia di divenire fonte di continua La chiave di volta per l’autore è il desiderio, il della nostra istituzione, non dell’io”. insoddisfazione. quale può mettere in circolo una potenza ge- Pare evidente che Recalcati, in questo passag- nerativa. gio, voglia contrapporre un’accezione negativa L’altra fattispecie di desiderio delineata da Re- Pare strano parlare di desiderio quando le del narcisismo, quella più comune, ad un si- calcati è quella che viene definita come “capa- giornate della nostra Cooperativa rischiano di gnificato positivo che lo stesso può assumere cità di realizzazione continua”. Quel desiderio essere piene di problemi da gestire, di que- e in questo caso riferendolo ad un’identità ed per il quale sono spinto nel mio lavoro dalla stioni burocratiche e organizzative, di vincoli orgoglio di un gruppo. sua forza proprio perché considero e riesco a economici. È poi importante fare in modo che sia possi- coniugare quel “narcisismo di squadra” di cui Forse proprio per questo mi è parso significati- bile un confronto, che ci sia apertura e pulizia ho riportato sopra. Perché l’organizzazione nel vo cogliere questo spunto. di dialogo. Che in questo ci sia acquisizione di suo insieme, e ciascuno come singola cellula, Per Recalcati è un rischio del nostro tempo responsabilità sia da parte di chi deve “rego- riusciamo a porre le basi affinché ognuno possa quello di far prevalere “una sorta di confor- lare” la circolazione della parola, sia da parte lavorare orientato dal proprio desiderio. mismo silente, di ripiegamento nelle tante di chi deve farsi carico della sua espressione. Ho voluto fare in modo che, sin qui, questo assurdità che punteggiano le nostre giornate In maniera chiara, limpida. La corresponsabilità articolo riportasse nella maniera più testuale lavorative: dai mille adempimenti burocratici è prevista anche fra i principi del nostro docu- possibile i contenuti salienti, e che mi parevano che stritolano la fantasia, ai ritiri nelle confort mento base. pertinenti, per una riflessione su di noi, sulla zone di chi avverte stanchezza e fatica a rige- Talvolta, se questo non accade, se non si pon- nerarsi”. gono le basi per un confronto aperto, franco nostra organizzazione, su Progetto 92. Come è posizionata la nostra Cooperativa ri- e costruttivo, si corre il rischio di chiudersi La lettura dell’intervista che ho citato ha por- spetto a questo scenario? In che situazione si nell’assunto “amico/nemico”, di cercare di di- tato il mio pensiero al funzionamento della trovano le singole cellule che compongono l’or- stinguersi fra chi è puro e chi è impuro. nostra Cooperativa al suo interno piuttosto che ganismo Progetto 92? Ma Recalcati riporta, ricordando l’esperienza alla sua interazione con ciò che è fuori di essa. E Per lo psicanalista, come detto, la forza del de- degli uomini di Babele che volevano avere una in questa direzione ho voluto porre degli spunti siderio è la spinta che può rendere o mantene- sola lingua, che Dio li riprende in questo modo: di riflessione nell’articolo. re generativa la vita di un collettivo. Perché il “Non esiste una sola lingua, traducetevi!”. Perché mi pare significativo che ciascuno di noi, desiderio, se ascoltato e assecondato, spinge al Se ci chiudiamo a priori, forse in maniera difen- me per primo, provi ad interrogarsi su quelle movimento, ci toglie dalla staticità e ci spinge siva, nel gioco del puro/impuro e non ci apria- che sono le nostre “lingue diverse” che hanno all’azione. La nostra organizzazione ha bisogno mo possibilità della “traduzione”, rischiamo di bisogno di essere tradotte affinché possiamo di azione, ha bisogno di essere generativa. Oltre non consentire un confronto democratico in pian piano costruire una realtà di gocce che si a ciò, l’energia del desiderio provoca apertura senso più profondo. Perché il testo dell’inter- uniscono acquisendo forza. Traducendosi in un e non chiusura, disposizione all’incontro, all’a- vista ricorda che “La democrazia è la necessità pertura del pensiero. Per Recalcati “L’istituzio- della traduzione”. reale processo democratico il quale ha necessi- ne buona è l’istituzione che non teme l’incon- Il documento base della nostra Cooperativa tà di fatica e di volontà per la sua realizzazione. tro, che non teme l’imbastardimento, …”. richiama, fra i principi base della nostra orga- I contenuti dell’intervista sono piuttosto radi- L’intervista prende poi in considerazione il rap- nizzazione, quello della democraticità definito cali, nel senso che vanno ad interrogare le fon- porto fra la “legge” e il desiderio. Nel testo si come l’impegno “a gestire la Cooperativa su damenta del nostro agire, ma ancor prima del intende per legge, la regola di funzionamento un piano di parità: i principi di democraticità nostro essere, nell’organizzazione. indispensabile per far vivere un’organizza- e di uguaglianza che si vogliono attuare nella

2 Parlano di narcisismo, di desiderio, di gerarchia, gerci in un orizzonte di pensiero e di senso non di anarchia. Parlano di linguaggi e traduzioni. Mi ho voluto farCi affossare, per questa volta, da piace quel “non esiste una sola lingua, traduce- questioni pratiche. Il piacere di leggere tevi!”. Mi piace pensarlo legato alla democrazia. La mia aspirazione è che la condivisione di que- So che siamo subissati da problemi pratici che sta intervista possa costituire uno stimolo per rischiano di vanificare la voglia, meglio il de- riflettere ognuno, io lo sto facendo, sul proprio di Lara Pompermaier siderio per rimanere in tema, di investire con modo di essere parte della cooperativa. motivazione in ciò che siamo all’interno della Il libro di Irvin D. Yalom “Diventare nostra realtà. se stessi” (2018 Neri Pozza Editore, Forse proprio per questo, per spingermi e spin- Vicenza) mi richiama in vari modi il gerci in un orizzonte di pensiero e di senso non “Werde was du bist” di nietzschiana ho voluto farCi affossare, per questa volta, da memoria. Yalom, per capirci, è il Recal- questioni pratiche. cati americano: psichiatra di fama, da La mia aspirazione è che la condivisione di que- molti anni scrive romanzi, ormai dive- sta intervista possa costituire uno stimolo per nuti best sellers, che coniugano la sua riflettere ognuno, io lo sto facendo, sul proprio passione per la filosofia con il suo ruolo modo di essere parte della cooperativa. di terapeuta e richiamano noti filosofi rischiano di vanificare la voglia, meglio il de- quali Schopenhauer, Spinoza, Nietzsche siderio per rimanere in tema, di investire con ed altri del settore. Ne ho letti parecchi motivazione in ciò che siamo all’interno della dei suoi libri e mi ci sono abbastanza nostra realtà. appassionata per questo interessante Forse proprio per questo, per spingermi e spin- connubio tra psicologia e filosofia, pur riconoscendo che a volte non mancano banalizzazioni ed eccessivi scivoloni nel romanzato.. Va detto però che la scrit- tura è molto valida ed i temi sicura- mente stimolanti. In questa sua ultima opera l’autore, SERVIZIO CIVILE di Gloria Bolsoi forse per la prima volta, si espone di- rettamente in prima persona senza la mediazione dei suoi amati personaggi e La mia esperienza di Servizio Civile ha preso parla di se stesso ripercorrendo la sua avvio un po’ per caso. Mi dovevo laureare in storia di figlio di emigrati russi di origi- Servizio Sociale a Trieste, volevo iscrivermi ad ne ebraica, dei suoi primi studi giovanili una laurea magistrale a Trento, e l’unica cosa catalizzati dall’interesse per la medici- certa era che mi sarei trasferita qui per pro- na, la psichiatria e l’insegnamento e del seguire gli studi. Così, per curiosità, mi ero suo lavoro di terapeuta specializzato letta i progetti di Servizio Civile ed ero rimasta nella terapia di gruppo sempre accom- colpita dal progetto per cui poi mi sono candi- pagnato dalla moglie Marylin compagna data. È stata una decisione presa velocemente, di vita impagabile e affidabile critica e dall’oggi al domani, per rispettare le scaden- consigliera. ze dei bandi. Insomma, tutto era in divenire, e “Chiedo sempre ai miei pazienti di questa ulteriore sfida mi sembrava quasi una esplorare i rimpianti e consiglio loro follia: non sapevo se ce l’avrei fatta a gestire di aspirare ad una vita che ne sia priva. tutto. Ero però, al contempo, molto incuriosita Guardandomi indietro, io ne ho pochi. e interessata da questo mondo, quello delle co- Quindi le parole dello Zarathustra di munità educative per minori, di cui conoscevo Nietsche hanno un senso per me: “Era solo alcuni aspetti teorici e volenterosa di met- questa la vita? Avanti, ancora una vol- termi in gioco per toccarlo con mano. ta.” Sono quindi entrata in Gruppo Appartamento in punta di piedi, non sapendo che cosa aspet- ma anche ad alcuni incontri di rete sapendo tarmi, che cosa avrei dovuto fare, come avrei cogliere anche i miei interessi formativi; so- dovuto pormi, e per capirlo ho passato i primi prattutto, hanno condiviso con me emozioni, mesi principalmente ad osservare attivamen- pensieri e momenti, arricchendo la mia espe- te, per arrivare, poi, a sentirmi completamente rienza il più possibile. parte di esso. In questo, l’aver trovato un’éq- Mi sento quindi in dovere di ringraziarli tutti, uipe disponibile, presente, aperta al mio arrivo, così come devo ringraziare i ragazzi che mi In conclusione, è stato un anno intenso, a è stato fondamentale: l’Olp, la Responsabile e hanno accettata, ognuno con i propri tempi, e volte faticoso, ma rifarei tutto perché ogni tutti gli altri educatori mi hanno dato fiducia, con cui ora si è creata una buona relazione di giorno, uscendo di casa o dalla facoltà per dedicato del tempo, consentito di organizzare fiducia. Spero di aver portato in gruppo non andare in Gruppo, mi sentivo realizzata, i miei orari così da conciliarli con l’università, tanto un po’ di normalità, che credo sia relativa, felice di poterci essere. permesso di partecipare non solo alle équipe ma un po’ di leggerezza.

3 FORMAZIONE di Lucia Andreolli Quale educazione per quale società? Lunedì mattina 9 settembre 2019. Puntualissima, una folla di edu- ZIONE. Quando il singolo nel gruppo trova se stesso, trova il senso catori pronti a rimettersi in gioco, con rinnovato entusiasmo e vo- del piacere di vivere. Non sarà mai più solo e questo è welfare. Non glia di esserci. Villa S.Ignazio è l’ambiente ideale per ritemprare lo essere soli è lotta contro le disuguaglianze. spirito. Giornata luminosissima. Dopo il benvenuto e l’accoglienza Il lavoro educativo è un lavoro di gruppo tra professionisti, non può da parte del padrone di casa e del nostro direttore si comincia. Da subito il dott. Franco Floris cattura l’attenzione di tutti parlando essere sostituito da volontari. al cuore di ogni educatore presente. Quale educazione per quale I professionisti si mettono assieme, fanno ipotesi, imparano dal- società? Ci chiede... e parla di “gruppalità”. Porta l’esempio di un le esperienze, aiutano le persone a diventare progettuali, creano bosco, difficile pensare che possa essere governato dal reticolo del luoghi di conversazione che diventano patrimonio della comunità. sottobosco, dai funghi che non si vedono, eppure... In questo modo abbiamo maturato un sapere politico. Il nostro è La crisi della gruppalità porta a crisi di ansia, paura, rancore… grup- sempre un mandato politico. palità ammalata. Ma… Questo è stato l’intervento del dott. Floris, che con neologismi e La VITA per esprimersi tende a ricercare forme nuove. Anche il bo- sco cresce dove l’humus glielo permette e, se necessario, si sposta. similitudini affascinanti ha mosso le nostre menti in mondi moti- Così noi, non siamo fermi ma stiamo producendo nuove forme di vazionali ridandoci nuova linfa. vita sociale. L’assemblea ha poi macinato qualche riflessione, avremo sicura- Ecco che qui troviamo il nostro scopo di essere. Siamo Mediatori di mente ancora modo di attingere a tanti stimoli. Incontri. Noi, vicini a mondi malati, privi di progettualità, scegliamo In seguito, il gradito e azzeccato pranzo tra colleghi piacevolmente di scendere dentro a situazioni di “ammalamento” perché capiamo ritrovati, poi caffè, frutta e relax sul Belvedere, gioia per gli occhi. che i problemi dei poveri li abbiamo coogenerati insieme, e capiamo Pomeriggio gruppi tematici: “Assertività del lavoro educativo” che da questi problemi non se ne esce senza i poveri. Ecco che le Reti che ammalano possono essere le Reti che curano. (dott.sa Paola Scarpa); “Adolescenti” (dott. Ruggeri); “Intercultu- La crisi della “gruppalità” porta alla crisi dell’individualità. ra” (dott. Reggio); e “Stare nel conflitto” (dott. Pezzotta). Da qui l’importanza di sviluppare nuove relazioni per diventare se Tutte proposte molto interessanti. Io personalmente ho partecipa- stessi. Le nuove relazioni, l’incontro con la diversità, ci fanno di- to al gruppo “Intercultura: fare educazione all’interno di contesti ventare ciò che siamo e prendere coscienza di noi stessi. Imparando multietnici”. Tante cose messe a smuovere e solleticare la voglia di a dialogare emergono nuove parole sul vivere. Noi non abbiamo ri- conoscere che non può certo esaurirsi in così poco tempo. A partire sposta alle domande, ma tessiamo assieme pezzi del significato del dal termine “cultura”. Ci sarà ancora modo di approfondire, certa- vivere. Scopriamo l’importanza del “Fare Assieme” che porta l’uo- mo a riconoscere le proprie capacità e individualità. Porta a ricono- mente abbiamo delle professionalità in più. Certamente ne avevamo scere le proprie aspirazioni ed anche ad accettare la propria storia. anche prima ma questa bella formazione ci ha aiutati a riconoscerle Il dott. Floris parla poi della Felicità. La troviamo nell’INDIVIDUA- e metterle a disposizione della “GRUPPALITÀ”. FORMAZIONE di Massimo Cristel “Come stanno cambiando le nostre organizzazioni per accompagnare i giovani ad essere cittadini attivi?” A Bologna due seminari CNCA per interpretare i mutamenti nei giovani e studiare le politiche giovanili Questa la domanda di fondo che faceva da nell’ambito del mondo giovanile: un mo- i “cervelli in fuga”); dall’altro lato, cre- filo conduttore agli incontri proposti e or- mento senz’altro molto interessante di scente richiesta e voglia di avere voce in ganizzati a Bologna da CNCA: il primo dei conoscenza e “contaminazione” reciproca capitolo su temi di assoluta importanza due appuntamenti si è svolto il 14 mag- fra educatori provenienti da realtà fra loro come il global warming e il climate chan- gio presso il Centro Italiano di Documen- eterogenee. ge, la violenza (a tutti i livelli), la lotta alle tazione sulla Cooperazione e l’Economia Il punto di inizio dei lavori, finalizzati alla mafie, ecc. Sociale, mentre il secondo ha avuto luogo ricerca di risposte alla domanda di par- il 19 settembre in una delle sedi di Open tenza, è stato la presa d’atto che operare Group. In totale erano presenti una ven- con i giovani oggi pone sempre più delle tina di delegati di cooperative sociali del sfide in un certo senso “spiazzanti” e che centro-nord Italia, coordinati dal dott. necessitano di nuove interpretazioni e Massimo Ruggeri e dalla dott.ssa Paola soluzioni. I temi emersi negli ultimi anni Merlini, referenti del gruppo tematico na- quando si parla di mondo giovanile sono zionale Giovani Politiche di CNCA. noti: da un lato fragilità, disagio e dipen- Nel presentarsi al gruppo, ognuno dei denze, uso (e abuso) delle nuove tecnolo- partecipanti ha illustrato la propria re- gie della comunicazione (iper-connettivi- altà di provenienza e i progetti in corso tà), disoccupazione giovanile, emigrazione o alcune recenti esperienze significative allo scopo di costruirsi un futuro (non solo

4 La questione di base, dunque, è la presa d’atto piena maturità sociale, legata alla precarietà e i giovani (ruolo “a scomparsa, dietro le quinte”, che i giovani sono cambiati e stanno cambian- all’assenza di autonomia. ruolo “a fisarmonica”, “architetto delle rela- do, e con essi sono mutate anche le modalità Nei due seminari si è tentato di rispondere a tre zioni” e “connettore/mediatore fra genera- di aggregazione: oggi fra i ragazzi vi è infat- domande ben precise, provando a far emerge- zioni”). ti sempre maggiori difficoltà ad aggregarsi re e a definire un’insieme di concetti utili ad Posto che il target e gli orizzonti delle politi- spontaneamente, e sembrano prevalere molto orientare la riflessione, anche attraverso un che giovanili sono ad alta eterogeneità, vi è una spesso individualismo, isolamento e passività; continuo riferimento alla realtà e all’esperien- pluralità di strategie che è possibile mettere in è più facile e sembra funzionare meglio, invece, za concreta dei partecipanti. campo in tante iniziative già in essere. l’aggregazione legata ad un’attività specifica e 1. Chi sono i destinatari delle politiche giova- Trasformazione, mediazione, connessione, ben definita, ma magari pre-confezionata e nili oggi? Si è cercato (per quanto possibile) di accompagnamento, riconoscimento, atti- “calata dall’alto” dagli adulti di riferimento. inquadrare i giovani in tre categorie: a. ragazzi vazione, abilitazione: queste sono le parole Stiamo assistendo, per contro, anche a una “super” (“attrezzati di loro”, “specializzati”, chiave attraverso cui possiamo inquadrare e nuova stagione all’insegna dell’attivismo, come provenienti da contesti socio-culturali stimo- dimostrano anche i movimenti giovanili emer- lanti), b. ragazzi che “non ci stanno dentro” sintetizzare l’orizzonte di senso e le finalità genti: un esempio su tutti è quello attualissimo (fragili a causa di un mix di fattori sociali, eco- del nostro lavoro di educatori con i giovani. Da e globale di “Fridays for Future”, ma molteplici nomici, culturali, abitativi; non manifestano un qui partono diverse direttrici su cui è possibile sono le iniziative di cittadinanza attiva - an- radicamento o un’appartenenza, hanno diffi- lavorare ulteriormente, che in estrema sintesi che in contesti ben precisi e delimitati - con coltà a costruirsi una narrazione identitaria); sono: “cura” dei sistemi locali/comunitari in protagonisti i giovani. A questo proposito un c. ragazzi “indifferenziati, generalisti” (ragazzi cui operiamo e dove coltivare responsabilità caso molto interessante, tra quelli presentati “fruitori” o che noi percepiamo tali; non han- collettiva e pensiero critico; riconoscere de- nei seminari, è il progetto “Ci sto? Affare fati- no opportunità di emergere, non le cercano o terminati luoghi come spazi e opportunità di ca!”, ideato e realizzato con successo nel 2016 non le colgono; in altre parole sembrano “sta- aggancio, relazione e produzione culturale (ad a Bassano del Grappa (Vicenza), e poi esteso re a galla”). Centrale in questo ambito sono esempio l’associazionismo, il servizio civile, i a 13 comuni limitrofi, rivolto a ragazzi di età la dimensione gruppale ed il tema dei gruppi bandi di finanziamento rivolti ai giovani); at- compresa tra i 14 e i 19 anni, il cui scopo era giovanili come destinatari e protagonisti di tivazione di piattaforme che riescano a colti- di valorizzare al meglio il tempo delle vacanze interventi e di lavoro di cura sulla base di inve- vare ed abilitare competenze (“imparare dalle estive attraverso attività concrete di volonta- stimenti differenziati. esperienze concrete”); tutoraggio o accompa- riato, impegno civico e cura dei beni comuni (ad 2. Quali sono gli orizzonti possibili per le po- gnamento educativo; nuovo ruolo dell’educa- esempio pulizia dei centri abitati e delle vie dei litiche giovanili? Ecco, sinteticamente, alcune tore come facilitatore di processi, ma dietro quartieri, manutenzione dei parchi gioco, tin- riflessioni emerse in tal senso: le quinte per lasciare spazio a giovani adulti teggiatura di giostre, staccionate, aule scola- - Il rapporto circolare tra dimensione locale portatori di competenze e saperi acquisiti con stiche, e tanto altro ancora, il tutto con l’aiuto e e dimensione universale: emerge qui il tema l’esperienza: i giovani vanno quindi stimolati a il coordinamento a cura di giovani tutor, tra i 20 dei confini (riconoscimento e appartenenza) e passare da meri fruitori a protagonisti attivi, e i 30 anni, e di adulti esperti detti handymen). degli sconfinamenti (integrazione, inclusione); Tornando alla tematica di fondo, è necessa- la questione identitaria allora va riletta e ri- responsabili e capaci di partecipare e collabo- rio quindi che anche le nostre organizzazioni pensata come appartenenza per unione (e non rare alla vita della collettività (come ad esem- riflettano su come possono interpretare e separazione) di narrazioni differenti. pio nel progetto “Ci sto? Affare fatica!” già seguire questo mutamento, cambiando esse - I giovani possono essere visti come un mo- citato sopra), rispettando anche i loro tempi e stesse e ripensando/ri-tarando il lavoro con e tore di sviluppo e innovazione territoriale e i riti di passaggio e riconoscendo loro il diritto per i giovani (e quindi il ruolo di noi educatori), sociale (anche in ottica di sviluppo sostenibile) di sbagliare (l’errore come “palestra o motore influenzando di conseguenza l’impostazione ed essere quindi promotori della valorizzazione di apprendimento”). Il suggerimento rivolto a delle politiche giovanili, a beneficio degli stessi dei beni comuni e di pratiche di cittadinanza noi educatori è quello di “osare di più”, cioè ragazzi e così da facilitare anche il compito di attiva. Un esempio in tal senso è dato dal pro- di puntare in alto, chiaramente in maniera re- politici, amministratori e tecnici che si trovano getto “Chiamati al futuro, giovani beni comu- sponsabile, nelle azioni con e verso i giovani e ad agire nell’ambito del sociale. ni” di CNCA e Federazione Italiana dei CEMEA nell’organizzazione di attività ed eventi (consi- Scopo del gruppo di lavoro era ed è quello di e finanziato dal Dipartimento della gioventù derando evidentemente anche i vari rischi, ma arrivare (probabilmente il prossimo anno) a un e del servizio civile nazionale della Presiden- d’altra parte “chi non rischia non educa”). documento “conclusivo” capace di chiarire il za del Consiglio dei Ministri (biennio aprile più possibile queste tematiche, fornendo una 2018-aprile 2020). In definitiva, sulla base di quanto emerso nei sorta di cassetta degli attrezzi aggiornata a - L’accessibilità democratica alle risorse mate- due seminari, possiamo dire che anche su que- beneficio sia degli operatori sociali sia di chi, a riali e immateriali: molto importante è il tema sto fronte, come del resto su altri, c’è molta vario titolo, si occupa di politiche giovanili. della memoria (di comunità) quale rinforzo carne al fuoco e quindi vi è molto lavoro da fare Ma come si possono definire oggi le politiche dell’appartenenza e della responsabilità col- sia per comprendere i mutamenti e le sfide in giovanili? Si potrebbe affermare che sono lettiva e contemporaneamente come stimolo atto, a livello giovanile e in ambito educativo allo stesso tempo politiche educative, sociali, all’innovazione. lavorative, animative e ricreative. Ma eviden- - Le relazioni generative di umanità: le politi- con i giovani, sia per cercare di trovare le rispo- temente c’è molto altro. Oggi gli interventi che giovanili possono contribuire a ricompor- ste giuste alle questioni in ballo. indirizzati alle fasce giovanili della popolazio- re comunità accoglienti e a curare un tessuto ne sembrano polarizzarsi attorno a due fasce relazionale dove l’umano si autodetermina in di età: da un lato verso la prima adolescenza relazione ad altri soggetti. (13-16 anni) e dall’altro verso i giovani adulti 3. Quali strategie adottare? (20-25). Le azioni e i servizi messi in campo Occorre individuare delle direttrici per indiriz- rispondono da un lato ad una precocizzazione zare le politiche giovanili e riflettere su come di fenomeni e di stili e dall’altro lato ad una non ridefinire il ruolo dell’educatore nel lavoro con

5 TEATRANDO di Michele Torresani EDIZIONI SPECIALI al CTOLMI24 per “DATECI 10 incontri all’insegna del divertimento, della che, sempre il GIOVEDI pomeriggio dalle 18 alle VOCE” e “FACCIAMO CHE ERAVAMO”! fantasia per sprigionare la loro espressività, 20 a partire dal primo incontro di prova gratui- Cari lettori di Progettando in questo nume- giocando con la magia dell’entrare e uscire dal- ta dell’26 SETTEMBRE vede protagonisti per 10 ro abbiamo il piacere di parlarvi delle edizioni le parti, costruendo infine insieme uno spetta- incontri 11 giovani che hanno voglia di “dire la speciali relative alla doppia proposta targata colo prima di Natale! MARTEDI 24 SETTEMBRE propria” tramite il formidabile aiuto del teatro, Equipe Teatro nell’ambito delle offerte for- si è tenuto il primo appuntamento di prova in un viaggio ironico alla scoperta di se stessi mative realizzate in collaborazione con Artico, gratuita dell’attività, che svolgendosi sem- e degli altri, giungendo alla creazione di uno impresa sociale di recente costituzione che si è pre dalle 16.45 alle 18.15, ci porterà fino allo spettacolo che “dia voce” alla forza dei loro aggiudicata il bando per la gestione nei pros- spettacolo conclusivo di VENERDI 29 NOVEM- desideri e delle emozioni e che avremo la pos- simi anni del rinnovato Centro Teatro Olmi 24, BRE alle h 17.30 (al quale siete invitati!). Siete sibilità di gustare GIOVEDI 28 NOVEMBRE ad h struttura in capo alle Politiche Giovanili del Co- curiosi di sapere cosa potrete vedere dopo la 21, come sempre presso la rinnovata sala Nera mune di Trento. prima edizione esclusivamente laboratoriale, del Centro Teatro Olmi 24! Edizioni speciali si diceva dal momento che Favolescion, Una giornata speciale e Una vita Per chi desiderasse assistere come pubblico (e quest’autunno, mentre la storica proposta per in vacanza? Non resta che attendere di scopri- chissà magari provare a partecipare alle pros- gli adolescenti denominata Dateci Voce! giunge re quali desideri espressivi faranno emergere sime edizioni!) agli spettacoli conclusivi gratu- all’edizione n. 10, anche il laboratorio educati- questa volta i 17 bambini partecipanti! iti presso il gli spazi di viale Olmi 24 (adiacente vo-teatrale per i bambini Facciamo che erava- Per quanto riguarda invece il laboratorio per i alle scuole medie Winkler) è sufficiente (ma mo ... nel frattempo, sempre presso gli spazi giovani dai 14 anni Dateci voce!, la buona riu- necessario!) inviare ENTRO il 27 NOVEMBRE ristrutturati di viale degli Olmi 24, è cresciuto scita delle precedenti esperienze ha fatto sì che inviando una mail a [email protected] o arrivando alla quinta edizione! sia divenuto ormai un “marchio riconosciuto” contattando il n. 320 4799760. Ulteriori info Per quanto concerne quest’ultima proposta, il tra le proposte teatrali specificatamente de- su www.ctolmi24.it laboratorio educativo-teatrale vede protago- dicate agli adolescenti in ambito cittadino e si Vi aspettiamo numerosi! nisti bambini dai 6 ai 10 anni in un percorso di è perciò messa in cantiere la decima edizione

STORIE COMUNI DI GENTE SPECIALE di Susanna Gabos DEI CONFINI E DELLA DISTANZA Mi sono fatta un film sul clima che deve esserci in quella famiglia, che pure si ama e si aiuta, ma che affronta e gestisce fantasmi così Oggi pongo domande. pesanti e oscuri da congelare le spontanee manifestazioni d’affetto. Domande che mi sto facendo io. E ho preso coraggio. E mi sono fatta domande nuove. Sì, un po’ di Per esempio: come tracciare i confini fra ciò che sono sul lavoro e empatia ci vuole per fare questo lavoro, ma non troppa, né troppo ciò che sono nella vita privata? Ho scoperto che questi confini non poca... insomma, chi stabilisce quanta? Certo non può essere de- sono rigidi e ora mi trovo a ridefinirli. Sappiamo come sia impor- finita una volta per tutte, non c’è un “empatiometro” che ci dà la tante mantenere la giusta distanza con gli utenti per non lasciarsi quantità giusta la mattina prima di andare al lavoro. E poi: quanto coinvolgere troppo e per mantenere la lucidità necessaria alla re- posso permettermi di essere davvero me stessa sul lavoro, metten- lazione d’aiuto. do in gioco anche la mia fragilità, la mia sensibilità, i miei valori? Ma qualche tempo fa ho preso in carico una mamma che ha un pe- Quindi? Quindi non lo so. santissimo vissuto con il suo corpo e un giorno era così giù che mi Ma sono contenta di come ci salutiamo con questa mamma, e sento è venuto di abbracciarla. Io sono una che abbraccia molto, nella vita che lei sente che ci sono per lei, per quello che può servire... La privata, perché ho bisogno del contatto fisico, che è una forma di maggior parte delle altre persone con cui lavoro non oserei abbrac- comunicazione molto importante, e perché so che è stato dimo- ciarla, e neanche mi verrebbe di farlo, ma sono contenta di aver strato che l’abbraccio è terapeutico per tutti. Ma naturalmente non trovato un piccolo spazio nuovo in cui muovermi per come sono io, l’ho mai fatto sul lavoro, o molto raramente e comunque in modo sentendomi autorizzata e libera di esprimere e usare anche una convenzionale, come lo sono i baci sulle guance, che del bacio man- piccola nuova parte di me. Non so ancora come, e non so se e quanto tengono solo il gesto di avvicinamento. servirà agli altri, ma sento che serve a me. E se serve a me, serve Insomma, quel giorno l’ho abbracciata, un po’ cautamente, e lei ha al mio lavoro. ricambiato l’abbraccio, cautamente anche lei. Qualche giorno dopo, Quindi, ricapitolando? Quindi, ricapitolando... mentre ci salutavamo al termine delle nostre due ore, ha detto a Boh! suo marito: “Lei è l’unica che mi abbraccia.”

6 CONSIGLIO DA ASCOLTARE di Nicola Fontana TOOL: ELOGIO DELLA COMPLESSITÀ di culto. Nel 1996 uscì Ænima e fu tra i migliori di- parere il punto più alto del disco. Dai primi minuti ci Ora che giunge al termine il decennio, parafrasando schi dell’anno e tra i più influenti del decennio, oltre si trova immersi in un oceano sonoro, anche qui un una nota canzone italiana della (e sulla) fine degli che la conferma del talento del quartetto formato brano in controtendenza sulla gratificazione istan- anni ’80: cosa resterà degli anni ’10? da (voce e autore dei testi) tanea della musica di consumo, si apprezza ascolto Musicalmente parlando è stata la decade del sor- (chitarra elettrica e autore dei visio- dopo ascolto, si percepiscono ogni volta nuovi det- passo del rap e della dance sul rock, il definitivo nari videoclip) (basso) e Danny tagli, si riconosce che la lunga attesa è stata am- sdoganamento del DJ che “suona” e delle piat- Carey (batteria), seguito nel 2001 da quello che piamente ripagata da un’opera allo stato dell’arte, taforme di streaming musicale che soppiantano i ritengo il loro disco più riuscito, il trascendentale e anche grazie all’imprescindibile lavoro di Joe “Evil” dischi. matematico , col quale inizia anche la loro Barresi al missaggio e di Bob Ludwig al mastering. Il Chi è stato giovane quando i Queen riempivano lo collaborazione con l’illustratore . Nel 2006 quinto capitolo è Culling Voices, arrivati fin qui c’era stadio di Wembley deve fare i conti con questa re- è il turno del cupo e introspettivo 10000 Days, bisogno di compensare con un brano (all’apparen- altà: per la maggioranza dei nativi digitali il suono rimasta ultima uscita discografica fino alla tanto za) più calmo e infatti per i primi sei minuti Keenan delle chitarre elettriche, le rullate di batteria e i attesa quanto negli anni ripetutamente rinviata canta con pathos su un arpeggio minimale e ma- ritornelli cantati urlando nel microfono ricordano uscita, il 30 agosto 2019, di Fear Inoculum che ora, linconico di Adam Jones, che attende i minuti finali un tempo remoto, quando i telefoni si usavano solo dopo decine di ascolti, mi appresto a recensire. per scatenarsi assieme ai due della sezione ritmi- per chiamarsi e la musica si ascoltava attraverso Una premessa, rivolta a chi volesse inoltrarsi nell’a- ca in riffs che ci riportano allo stile inconfondibile dei supporti fisici a forma di disco. Ma non temete, scolto intero dell’ e non avesse mai prima degli esordi della band. Il sesto e penultimo brano cari rocker, non vi state estinguendo! Non sarete d’ora sentito la musica dei Tool, è d’obbligo: non è Chocolate Chip Trip è un intermezzo strumentale di condannati ad ascoltare solo tormentoni latinoa- musica “facile” da ascoltare in sottofondo dedi- , che in 5 minuti di assolo per batteria e mericani, campionamenti dozzinali, voci artefat- candosi ad altro, nondimeno può definirsi balla- sintetizzatori rende su disco il momento che si ri- te e batterie sintetiche! Il rock invecchia, sì, ma è bile, dato che la maggior parte delle composizioni taglia in ogni concerto. Ogni volta che sento questo tutt’altro che morente, perché non è solo musica, si basano spesso su tempi dispari o poliritmi (gli brano sembra quasi impossibile che sia opera di una è un’attitudine che non ha mai smarrito la propria strumenti e la voce seguono una diversa divisione carica innovativa e riesce ancora ad emozionare ritmica), si tratta di una musica complessa ma non persona con “solo” due braccia e due gambe! E ar- milioni di persone di ogni età e cultura, tant’è che complicata, è stratificata, densa, in certi passaggi riviamo all’epilogo, l’episodio finale di questa saga nel 2019 sono stati numerosi e affollatissimi i fe- anche aspra, in altri enigmatica, ma sempre tim- sonora, 7empest (il 7 sostituisce la T, a rimarcare stival con in cartellone nomi di band dalla carriera bricamente curata nei minimi dettagli nell’intreccio sia il numero della traccia che la divisione ritmica più che trentennale, mentre i concerti di rockstar dei quattro elementi (voce, chitarra, basso, batte- in 7/4 che lo caratterizza) è il brano più “tecnico”, oltre la soglia dei 70 anni come Springsteen e Rol- ria) che vanno a spartirsi in egual misura la strut- più lungo e più complesso, quello in cui la chitarra ling Stones riempiono e infiammano ancora gli sta- tura delle composizioni; soprattutto è una musica di Adam Jones sfodera più di un assolo, Keenan si di e i palazzetti di ogni continente. che richiede attenzione, sensibilità e pazienza: Fear ritaglia piccole sezioni lasciando spazio alla tessitu- Proprio per questo, in occasione del lungamente Inoculum nella sua edizione fisica dura quasi un’o- ra della ritmica più frenetica del disco, il basso di atteso album appena uscito dopo un intervallo di ra e mezza ed è composto da 7 brani della durata J.Chancellor è un martello percussore di precisione ben 13 anni, ho deciso di dedicare questo articolo ai media di 12 minuti, ben oltre i 3-4 minuti di una chirurgica mentre Carey stupisce sempre con pas- Tool, un esempio più unico che raro di rockband che normale canzone pop/rock. saggi che sono già scuola per i batteristi più arditi. ha attraversato tre decadi seguendo un percorso La prima traccia è Fear Inoculum, quella del singo- Arrivare fino il fondo agli 80 minuti del disco non creativo coerente, senza mai scendere a compro- lo che ha anticipato di qualche giorno l’album che è un’impresa facile, ma consentitemi questo elogio messi. porta lo stesso titolo, ha un incedere cadenzato della complessità: in un’epoca in cui la semplifica- dalle percussioni sulle quali si insinua tenue la voce zione ci omologa e ci rende fin troppo apatici, c’è di Keenan, l’atmosfera è mistica e man mano che bisogno di opere come questa. Può essere anche prosegue la trama si intensifica fino a risolversi in l’occasione per riscoprire il piacere dell’ascolto un finale roboante, il primo impatto segna così la degli artisti che hanno maggiormente influenzato cifra di un album decisamente ricco, che ascolto questa band, a partire dai King Crimson, passando dopo ascolto si fa apprezzare sempre più. Infatti per i Pink Floyd e i , oppure per andare è con la seconda traccia Pneuma che l’atmosfera a sentirli dal vivo e godersi lo spettacolo sia sonoro evolve ulteriormente, si entra in una dimensione che visivo (lo show di luci e visual è unico nel suo quasi ascetica, spirituale; il testo esordisce con genere) quando torneranno in Italia; l’ultima appa- Il mio personale primo incontro con la band losan- “We are spirit bound to this flesh” (siamo spirito rizione live della band è stata quest’estate al Firen- gelina risale al 1994, quando esisteva ancora MTV ingabbiato in questo corpo) e tutto gira intorno al ze Rock festival, vi posso assicurare che è stato tra e la cosiddetta musica “alternativa” trovava spazio mantra del giro di basso, fino al crescendo finale i migliori concerti che abbia visto. in tarda serata; tra i videoclip in rotazione ce n’era che si conclude con il verso profetico “Eyes full of Il fatto che Fear Inoculum a pochi giorni all’uscita uno davvero inquietante che avevo registrato in wonder” (occhi pieni di meraviglia). La terza traccia, abbia avuto un inaspettato successo, non solo di VHS, era girato in animazione a passo uno (come Invincible, incrementa ulteriormente la complessi- critica, ma di pubblico trasversale, tanto da richie- Nightmare Before Christmas di Tim Burton) e si tà del messaggio, una composizione di 12 minuti dere un’ulteriore ristampa delle copie, per un’opera intitolava Sober, la band che lo eseguiva era davvero e 40 secondi in cui le tessiture di percussioni e le così articolata e fuori dalle mode fa ben sperare. particolare, non classificabile nei generi all’epoca corde di chitarra e basso si inseguono, si incrociano, Buon ascolto! più in voga, non era rock, grunge o metal, ma non si scambiano con incedere marziale, mentre la linea PS. Una curiosità: M.J.Keenan non si dedica solo al era neppure estrema, accostava una componen- vocale drammatizza un testo evocativo, riprenden- canto, ma nella vita al di fuori dei Tool e degli altri te melodica, una ricerca armonica all’aggressività do modulazioni spesso riconducibili all’altro pro- progetti laterali fa il viticoltore e produttore di ot- ritmica. I Tool erano anticonvenzionali anche per getto di M.J.Keenan, gli . La quarta timo vino https://caduceus.org/staff/ l’ambiente alternativo e divennero presto una band traccia, a dispetto del titolo Descending, è a mio 7 L’OCCHIO ESTERNO di Fabio Bazzanella ACCOMPAGNAMI stilata dal tutor incaricato di accompagnare l’ente nel corso della Accogliendo il generoso invito di interpretare l’Occhio esterno nella fase intermedia. rubrica del giornale quadrimestrale di Progetto 92, mi propongo Questi documenti evidenziano diversi aspetti vincenti emersi dalla di raccontare la sfida di Accompagnami, affrontata dalla cooperativa partecipazione di Progetto 92 all’iniziativa e che vengono di seguito in collaborazione con Fondazione Caritro, di cui tento in qualità di elencati a partire da quello, imprescindibile, dello spirito d’intra- componente del personale di rappresentarne lo sguardo. presa. L’iniziativa. Intrapresa. Il progetto d’impresa proposto da Progetto 92 prevede Accompagnami è il titolo che Fondazione Caritro assegna a una inizia- fin dalle battute iniziali dell’iniziativa la produzione e commercia- tiva che si propone di facilitare percorsi di sviluppo organizzativo lizzazione di arnie, prodotti per apicoltura e tutela della biodiver- in favore di enti del Terzo settore impegnati nel concretizzare pro- sità ambientale realizzati presso la sede di Maso Pez e finalizzati getti di impresa sociale. all’ampliamento e al consolidamento del mercato del marchio Bee- L’iniziativa viene realizzata in collaborazione con una serie di enti lieve, dedicato dalla cooperativa alle rispettive produzioni in legno. rappresentativi della pubblica amministrazione - Provincia Auto- Partecipazione. Nel progetto sono coinvolti, oltre al personale di noma di Trento e Università degli Studi di Trento, della business community - ConfIndustria Trento, FederManager, Manager Italia e Fondazione Caritro e al gruppo di coordinamento dell’iniziativa, il #PriorItalia - e della società civile trentina - EURICSE, Fondazione Dr. Enzo Calore, in qualità di tutor incaricato, e diverse figure pro- trentina per il Volontariato sociale e Non Profit Network/CSV del fessionali di Progetto 92 guidate dal presidente della cooperativa Trentino. Luca Sommadossi. Il coinvolgimento del tutor dedicato, consulente L’iniziativa si articola in tre fasi consecutive che prendono avvio esperto nell’industria del legno, produce l’accelerazione, grazie alla all’inizio del 2019 con il coinvolgimento in prima battuta di circa partecipazione attiva dei referenti della cooperativa, del processo trenta enti di Terzo settore accompagnati, appunto, da esperti e di organizzazione aziendale di una attività produttiva che sconta tutor portatori di esperienze di amministrazione d’impresa in am- inizialmente un carattere e un’organizzazione di tipo laboratoriale. bito industriale. Le fasi di sviluppo previste sono suddivise in una Collaborazione. Al termine della fase intermedia dell’iniziativa di Ac- iniziale e formativa per l’avvicinamento all’approccio manageriale, compagnami il progetto consegue un grado di sviluppo avanzato, una intermedia di carattere consulenziale per l’accompagnamento grazie alla presenza puntuale e alla collaborazione del personale nella pianificazione aziendale, una conclusiva e di tipo operativo per direttivo e tecnico nelle persone di Marco Dallatorre e di Silvano l’affiancamento sul campo finalizzato all’avvio esecutivo dei pro- Pellegrini, infine, ma non da ultimo, anche grazie all’inserimento in getti di impresa presentati. cooperativa di Nicholas Moser come persona dedicata al progetto. L’iniziativa gode della supervisione offerta da un gruppo di coordi- namento nominato dalla Fondazione Caritro e rappresentativo dei Il processo di pianificazione aziendale dell’impresa sociale propo- tre ambiti di lavoro sopra indicati – pubblico, produttivo e civile – e sta brucia di fatto le tappe che vanno dalla razionalizzazione della che si occupa di monitorare l’andamento del percorso oltreché di produzione, alla certificazione del marchio, alla gestione della logi- organizzare le risorse disponibili in collaborazione con il personale stica per approdare infine alla definizione di variegate soluzioni di della Fondazione. vendita dei prodotti al dettaglio piuttosto che tramite intermediari L’iniziativa di Accompagnami affronta oggi la conclusione della fase accreditati. intermedia di carattere consulenziale per l’accompagnamento nella Sviluppo. Il progetto di impresa proposto da Progetto 92 mostra pianificazione aziendale e vede impegnati, accanto a Progetto 92, grandi possibilità di sviluppo in questo momento storico-econo- altri sette enti di Terzo settore promotori di altrettanti progetti mico, in cui la tutela ambientale e la connessa salvaguardia della d’impresa. biodiversità, azioni valoriali intrinseche ai prodotti proposti, rap- Il percorso di Progetto 92 presentano sfide strategiche che la società odierna è chiamata ad La fruttuosa collaborazione realizzatasi tra Progetto 92 e Fonda- affrontare. Il filone produttivo del progetto, avvalorato dalle fi- zione Caritro nell’ambito di Accompagnami viene avvalorata delle nalità sociali della cooperativa - valore da promuovere - potrebbe informazioni raccolte nei seguenti documenti: i rapporti e reso- quindi rappresentare l’elemento vincente dell’intrapresa. conti stilati dal personale di Fondazione Caritro in occasione degli appuntamenti formativi della fase iniziale e degli incontri di tuto- raggio della fase intermedia e consulenziale, la relazione finale e il business plan redatto da Progetto 92, infine la relazione finale

8 CONCILIANDO GLI EDUCATORI JOLLY: Alessandro e Cinzia Che cosa significa fare l’educatore jol - Alessandro: La non programmabilità e Rinverdiamoci ly? la discontinuità dei turni svolti nei vari Cinzia: Per me fare l’educatrice jolly contesti non favoriscono l’instaurarsi la mente significa avere la possibilità di vedere di relazioni profonde con i colleghi. Per di Prisca Rizzoli più realtà diverse, avere l’opportunità contro, l’accumularsi di esperienze in di lavorare con molti ragazzi, coglier- uno stesso contesto, e una graduale as- LE PIANTE PER LE FIORIERE ne le differenze e, dove concesso, poter sunzione di valori, fondamenti e prati- INVERNALI portare il proprio punto di vista esterno che coerenti al contesto, hanno favorito Oramai l’estate sta finendo e le no- dall’equipe. È una grandissima occasione una sincera collaborazione, ricca di fe- stre fioriere di gerani, surfinie e di- per porre le basi per la costruzione della edback stimolanti, promuovendo un’al- pladenia possono essere sostituite propria professionalità, significa met- leanza e rafforzando la stima reciproca da piante dai colori più autunnali. tersi in gioco in più contesti, lasciando con i colleghi. Per adeguare balconi e davanza- e portandosi via qualcosa da ogni turno, Come accettano i ragazzi inseriti in li alla stagione imminente abbiamo nell’ottica del miglioramento continuo. Centro o in Gruppo Appartamento l’ar- solo l’imbarazzo della scelta: piante Alessandro: La funzione dell’educatore rivo temporaneo di un educatore? dal fogliame colorato o con una bella jolly è quella di fare sostituzioni tem- La maggior parte dei ragazzi Cinzia: fioritura, piccole conifere o arbusti poranee, con un carico di lavoro che sono abituati a vedere diverse figure in miniatura, ce n’è per tutti i gusti. varia a seconda delle necessità. E’ ne- professionali che ruotano all’interno del Chi ama il colore può optare per la cessario quindi adeguarsi rapidamen- gruppo appartamento, come tirocinanti, calluna, piccola stagionale parente te nel dare priorità agli aspetti e alle collaboratori notturni, servizi civili, per modalità che più vengono valorizzate in questo non credo che la figura del Jolly dell’erica di bosco, ma con una fio- quel determinato contesto in cui si va sia vista come qualcosa di destabiliz- ritura più precoce e vistosa, che va ad operare. Per usare una metafora si zante dai ragazzi. dal bianco al rosa intenso. Durerà può vedere il ruolo dell’educatore jolly Credo però che tutte le volte che il turno fino a Natale e non richiede molte come un pronto soccorso che intervie- viene gestito da un jolly l’equipe abbia cure oltre ad una posizione ben so- ne nelle emergenze e poi lascia il campo il compito di comunicarlo prima ai ra- leggiata. allo specialista. gazzi. Una cosa che ho riscontrato è che Il ciclamino è un altro grande clas- Da quanto tempo hai questo incarico? alcuni ragazzi vivono l’arrivo del jolly sico dell’autunno; predilige climi Cinzia: Ricopro questo incarico da mag- con molta curiosità, facendo domande freschi e, al contrario della calluna, gio 2019. sia per conoscere il nuovo educatore luoghi non troppo esposti al sole. Alessandro: Ricopro questo incarico sia rispetto a ciò che accade negli altri Se vi piace la varietà potete al- dall’inizio dell’estate 2018. gruppi appartamento, altri invece sono ternare le piante fiorite con edera In media quanto dura una sostituzione? più diffidenti e a volte respingenti. verde o variegata, muehlenbeckia, Cinzia: Le sostituzioni possono esse- Alessandro: Il jolly si trova a svolgere corallo, ma anche piccoli euonymus re giornaliere e possono passare delle una quantità di ore inferiore rispetto ad o conifere. L’heuchera è una pianta settimane prima di tornare nello stesso un educatore in pianta stabile, e questo dalle foglie colorate che può da sola, gruppo. Durante l’estate è più facile che potrebbe essere un fattore sfavorevole con l’alternanza dei suoi colori, rav- vengano chieste delle sostituzioni set- per definire un legame, ma quello che vivare il vostro balcone. timanali, queste facilitano la conoscen- i ragazzi rimandano è che ciò che fa la Un’altra bella pianta per le vostre za reciproca con i ragazzi. differenza spesso è la qualità del tempo cassette autunnali è la gaultheria, Alessandro: In media quanto dura una speso assieme a loro. Quindi penso che dalle piccole foglie verde scuro, che sostituzione? l’aspetto della quantità temporale, alla dopo la fioritura si riempie di belle La durata delle sostituzioni è variabi- lunga, sia determinante quanto le espe- bacche rosse, che resistono al gelo le, mi è capitato di coprire turni nello rienze che concorrono a definire la con- e non vengono mangiate dai merli. stesso appartamento per un massimo di tinuità del legame. L’eterogeneità dei Nella lista non può certo mancare la un mese consecutivo, oppure di andare ragazzi inseriti in appartamento mi ha hebe, sia essa a foglia verde o varie- nelle scuole per singoli turni di poche fatto sperimentare differenti “gradi” di gata, che regala una tenera fioritura ore. accettazione da parte loro. Alcuni sono lilla o viola che continua a lungo, e E’ sufficiente per creare un legame si - stati respingenti, atri diffidenti, alcuni che può restare nelle vostre casset- gnificativo con i colleghi? curiosi e per fortuna la maggior parte te autunnali fino all’anno successi- Cinzia: Anche a causa del mio recen- molto accoglienti. Ritengo che spesso vo...basterà, con l’arrivo della pri- te inizio, posso dire che è abbastan- l’accettazione del ruolo sia dipeso anche za difficile creare delle relazioni con i mavera, spostarla in un luogo poco dal lavoro di pre-socializzazione svolto soleggiato, così da farla riposare e colleghi in quanto spesso i momenti di dai colleghi prima del mio inserimento. da lasciare lo spazio per le piante condivisione corrispondono al passaggio Credi che ci voglia una vocazione o una adatte alle temperature più calde. di consegne e solo raramente accade di preparazione particolare per ricoprire

lavorare in compresenza. Sono sicura questo ruolo? però che con il passare del tempo sarà Cinzia: Penso che ricoprire il ruolo di più facile instaurare un legame con i jolly, sotto questo aspetto, sia equipa- colleghi. rabile a ricoprire il ruolo di educatore

9 CONCILIANDO GLI EDUCATORI JOLLY: Alessandro e Cinzia stabile. Non credo serva una vocazione, scimento professionale. L’angolo dello chef Sono sicura però sia necessaria una for- Sei consapevole che il tuo ruolo per - mazione universitaria e che siano indi- mette alle diverse equipe di lavorare di Nadine Brugnara spensabili delle competenze trasversali più serenamente, e che è inserito nelle quali: una buona flessibilità di luogo e azioni che facilitano la conciliazione vi - orario, la capacità di problem solving e ta-lavoro? La torta a...PASTINE! di adattamento. Cinzia: Sono consapevole dell’importan- una ricetta della nonna Alessandro: Credo che per ricoprire za funzionale dalla figura di jolly all’in- questo tipo di ruolo siano necessarie in terno dell’organigramma aziendale. INGREDIENTI: misura maggiore rispetto ad altri ruoli, Avresti suggerimenti per migliorare il 3 pacchetti di biscotti secchi, tipo Oro capacità elevate di adattabilità ai diver- servizio jolly? Saiwa si contesti, persone ed organizzazioni, Alessandro: Si, certamente! So che il 2 etti e mezzo scarsi di burro nonché una forte attitudine e apertura mio ruolo alleggerisce il lavoro delle di- 1 etto e mezzo di zucchero mentale verso l’altro e al cambiamento. verse equipe, tuttavia anche se in par- 1 pacchetto e mezzo di mandorle Inoltre credo che per ricoprire questo te, penso che il mio lavoro di fatto sia 1 etto e mezzo di cacao amaro ruolo sia necessario avere consapevo- di supporto per i ragazzi come anche le 1 tazzina e mezza di caffè ( di moka) lezza di come sia strutturata la Coo- competenze che devono essere messe in 4 rossi d’uovo perativa, ad identificarsi e condividere pratica quotidianamente. pienamente i suoi valori. Avresti suggerimenti per migliorare il Può essere un lavoro stabile o alla lunga servizio jolly? PROCEDIMENTO: diventa usurante? Cinzia: Il mio suggerimento è quello bollire le mandorle in acqua per pelarle ( Cinzia: Vista la natura del lavoro non di creare delle “guide per jolly” in cui o acquistarle... già pelate) e poi macinarle continuativo e che richiede molta fles- vengono scritte delle regole/indicazio- lavorare burro e zucchero sibilità, penso che, a lungo andare, gli ni che ogni equipe considera importan- aggiungere i rossi d’uovo, il cacao e il educatori jolly sentano la necessità di ti. Un altro consiglio potrebbe essere caffè (dopo averlo lasciato intiepidire), una maggiore stabilità, attraverso la quello di nominare per ogni servizio un infine le mandorle quale poter investire nella relazione jolly specifico per tutte le volte in cui bollire del latte e intingervi i biscotti per con i ragazzi e poter sentirsi parte di questa programmazione è possibile. renderli morbidi un’equipe. Alessandro: Si potrebbero strutturare scelto un bel piatto da torta, alternare Alessandro: Per quanto stimolante, non dei pacchetti di ore da “distribuire” in uno strato di biscotti e uno di crema ,fino credo possa essere un lavoro praticabi- modo sistematico alle varie equipe, e a un totale di tre strati di biscotti le per lunghi periodi. Vedo due tipi di tra i diversi jolly, in modo tale da riu- criticità: uno riguarda l’organizzazione scire ad E’ una torta che va gustata fredda o a del tempo, l’imprevedibilità e la discon- avere una maggiore continuità all’in- temperatura ambiente: va quindi servita tinuità degli orari. Questi aspetti pratici terno degli appartamenti. dopo averla lasciata riposare in frigori- si scontrano con il bisogno di impegnarsi fero per alcune ore. pienamente nella costruzione di legami familiari. Parallelamente l’assunzione di un ruolo vicariante non permette di soddisfare appieno il bisogno di ricono-

10 CNCA di Michelangelo Marchesi Respect the world Il tema delle “ Solitudini. Creare legami, costruuire comunità” è stato al occasione per promuovere e rafforzare reti, con l’atteggiamento centro della Settimana dell’Accoglienza, l’iniziativa di Cnca Trentino che da sempre caratterizza l’impegno dei gruppi aderenti, quello Alto Adige, giunta ormai alla quinta edizione. dell’ascolto e dell’accoglienza, ricordando, ancora una volta, che Se esiste una dimensione che sempre più marcatamente tocca tut- CNCA non sceglie chi accogliere, ma sceglie di essere accoglien- te le fasce d’età della nostra comunità, intesa in senso locale ma te, senza definire criteri e classifiche di bisogno ma cercando di soprattutto generale, questa è senza dubbio la solitudine. Chi ha leggere e dare risposte ai bisogni dei soggetti più fragili, più in sviluppato ricerche in questo senso arriva a dati molto preoccu- difficoltà; non costruendo graduatorie ma operando senza distin- panti. Nel Regno Unito, dove il 22% della popolazione dichiara di zioni, in base al criterio unico della solidarietà umana. In tutta la soffrirne, è stato istituito il ministero per la Solitudine (è una mi- regione si sono svolte oltre 130 iniziative. Con la collaborazione di nistra, si chiama Tracey Crouch, nel suo portafoglio ci sono anche lo decine di associazioni, enti, comuni, biblioteche, servizi, parrocchie, sport e la società civile). Anche il nostro Paese è ormai abitato da gruppi informali si sono proposti dibattiti, seminari, film spettacoli una popolazione di persone sole. 8,5 milioni sono infatti gli italiani teatrali e musicali, presentazioni di libri, momenti conviviali, eventi che vivono da soli (40% vedovi, 39% celibi o nubili, 21% separati), nelle piazze e nei parchi… Anche Progetto 92 ha partecipato atti- mentre una famiglia su tre - 31,6% - è composta da una sola per- vamente, collaborando ad una serie di iniziative in val di Fiemme e sona (dato del 2017 – nell’anno 1997 questa percentuale era del Fassa, in val di Sole e a Trento. L’1 ottobre, insieme a diverse realtà 20,8%). In Regione e nelle due Province di Trento e Bolzano il dato dell’ambito minorile, ha organizzato e proposto un doppio appun- è praticamente coincidente con quello nazionale (31,8% in Regione: tamento presso il Liceo scientifico da Vinci dal titolo “Le solitudini 31,7% in Trentino e 31,8% in Alto Adige). A Trento al 31/12/2018 dell’infanzia e dell’adolescenza”. Durante l’incontro del mattino, le persone che vivono sole sono 21.720 su 118.288, cioè il 18% rivolto in particolare ai rappresentanti istituzionali e dei servizi, dell’intera popolazione (non delle famiglie). Secondo l’ultimo Rap- attraverso gli interventi di Michelangelo Marchesi e di Liviana Ma- porto annuale Istat 2018, inoltre, circa 3 milioni di persone di- relli, si è potuto comprendere il ruolo e le funzioni svolte dal gruppo chiarano di non avere una rete di amici, né una rete di sostegno, CRC, il Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e né partecipano a una rete di volontari organizzati. Le ragioni sono dell’Adolescenza, di cui anche CNCA fa parte. Annualmente il Grup- tante e sono tutte collegate fra loro: le politiche neoliberiste e lo po redige un Rapporto sull’attuazione della Convenzione in Italia sgretolamento sociale che hanno provocato, la distanza che pro- e, dal 2018, evidenzia i dati anche a livello regionale. Colpisce il viamo verso i fenomeni che accadono, l’indifferenza verso l’altro, il dato in Trentino sui minori in condizione di povertà relativa che è declino dei legami sociali e del senso di comunità, la denatalità e la del 18,1%, percentuale che sale al 25,1% se si includono i minori a fatica dei modelli familiari… rischio esclusione sociale. Una situazione migliore rispetto a molte E se ci sono solitudini scelte, desiderate, grande è il numero del- altre regioni d’Italia, ma che non può lasciarci indifferenti e che ci le persone che questa condizione esistenziale la subisce, anche in impone a fare di più. Tra i numerosi interventi dell’incontro pome- modo pesante, estremo. La solitudine non risparmia nessuno e ri- ridiano, aperto a tutta la cittadinanza, particolarmente interessanti schia di produrre sofferenze crescenti. Senza dimenticare che una sono state le riflessioni portate da Marco Rossi Doria, maestro di società di soli e arrabbiati è un serbatoio di violenza latente che può strada, già sottosegretario all’Istruzione del Governo, che ha pre- sempre scaricarsi contro qualcuno. sentato un quadro della situazione attuale in Italia pesante nella Si fa sempre più urgente quindi la necessità di ridare il giusto spa- sua concretezza, rappresentando i giovani come una generazione zio al valore delle relazioni, della socialità, riappropriandoci in modo che si sente tradita e affatto sostenuta da chi li ha preceduti. I pieno, inclusivo, solidale della dimensione comunitaria che ci per- giovani sentono di aver ereditato un’Italia peggiore e un pianeta in mette, come scrive Baumann, di tornare finalmente a considerare pericolo, per causa delle 4-5 generazioni precedenti. L’attuale ge- le sofferenze private come problemi condivisi, comuni e politici. nerazione di adulti oltretutto non chiede scusa, non ammette errori La Settimana dell’Accoglienza si è svolta dal 28 settembre al 6 ot- e non intende mollare il potere. Il quadro si fa molto più complesso tobre, come momento di costruzione di idee, progetti, iniziative e pensando alle periferie delle città, squallide e brutte, dove la soli- tudine si fa disperanza (stato di chi è privo di speranza) con servizi sfilacciati e partiti politici incapaci di rappresentarci; alle zone in- terne (come le nostre valli) con pochissimi bambini che non trovano il modo di stare insieme; alle forme di ghettizzazione nella divisione tra ricchi e poveri, tra italiani e stranieri. Per superare tutto questo è necessaria una rivoluzione culturale, per costruire esperienze in situazioni spaesanti, in cui ragazzi e persone di diversi contesti e diverse realtà si possano incontrare. Quando accade succede qual- cosa di straordinario, si apprendono tante cose, si esce un po’ dalla solitudine. Si rende necessario unire le forze per far ripartire la coesione sociale. Serve partire da un punto comune: secondo Marco Rossi Doria non può che essere la difesa del nostro pianeta e della sostenibilità.

11 RASSEGNA STAMPA di Luisa Dorigoni

Minori giustizia: Nel n. 4/2018 l’articolo “Quando gli interventi di aiuto permettono a A disposizione anche il Supplemento al n. madri e bambini di non essere allontanati: home visiting come sostegno 315/2018 di Animazione Sociale “Stare con precoce alla genitorialità” racconta l’esperienza del servizio “Diventare ragazze e ragazzi in difficoltà. La via educativa Genitori” gestita dall’Associazione Cafi di Milano dal 2008, un’esperienza nei territori” a cura di Franco Santamaria. di home visiting nel periodo perinatale e nel primo anno di vita, come Tra i vari interventi troviamo diverse chiavi di sostegno alla relazione madre-bambino in situazioni di difficoltà psico- lettura: “Quali sono i cardini di un’interpre- logica o sociale, pp. 143-154. tazione delle difficoltà che tante ragazze e Altroconsumo: ragazzi incontrano nei loro cammini di costru- p. 18-19 del n. 336 di maggio 2019 l’articolo “Altro che videogiochi… zione della propria identità personale e socia- sono case da gioco”, Matteo Metta allerta che “per spremere soldi agli le? E come rilanciare in tale quadro la scelta utenti, aumentano le trappole psicologiche che spingono a fare acquisti dell’educazione come opzione sociale priori- in-game. E colpiscono tutti, piccoli e grandi”. taria? A essere interrogati e spesso messi in Animazione sociale: discussione sono quanti si occupano di ado- N. 326 del 2019 “Tutti a remare sullo stesso barcone. Dove va il lavoro lescenti con l’impegno di costruire legami di sociale con i minori non accompagnati?”, pp. 36-48: “L’accoglienza dei corresponsabilità nel territorio, continuando a minori stranieri non accompagnati si sta complicando per via delle nuove fare delle famiglie di questi ragazzi un riferi- politiche anti-immigrazione. Molte comunità chiudono e un patrimonio di mento quotidiano imprescindibile nei processi saperi va in fumo. Come operatori sappiamo che, quando non si può più di una cooperazione volta al futuro”. fare nulla, è importante almeno dirlo. Per testimoniare, per convincere, per continuare a sperare. Linee guida e procedure di servizio sociale di N. 327 del 2019 nella rubrica Cose da fare con i giovani troviamo l’arti- MARIA LUISA RAINERI e FRANCESCA CORRADINI, colo “Nutrire l’immaginazione critica per imparare ad andare oltre. Muo- edizioni Erickson, 2019 versi con i giovani dentro e oltre i mondi esistenti”, pp. 18-30: “Proporre Il libro è rivolto principalmente agli studenti esperienze che permettano di immaginarsi diversi da come si è: questa è delle Lauree triennali in Servizio sociale, ma può da sempre la posta in gioco dell’educazione. Produrre campi di esperienza servire anche agli operatori che si trovano a col- in grado di dilatare orizzonti e aprire possibilità. Mai come oggi operatori laborare con gli assistenti sociali e necessitano sociali e nuove generazioni possono incontrarsi su questa comune ne- quindi di conoscerne le funzioni nei vari ambiti cessità”. di intervento. Ciascun capitolo riporta, per ogni Cooperazione Trentina: area di utenza: alcune più specifiche informazioni anche il periodico della Federazione Trentina della Cooperazione nel nu- di contesto, le fasi essenziali del processo di aiu- mero di settembre 2019 pone l’accento sull’appuntamento annuale della to, declinate in rapporto al tipo di problematica Settimana dell’Accoglienza organizzato e promosso da Cnca Trentino Alto e la descrizione delle varie prestazioni legate a Adige, che si è svolto dal 28 settembre al 6 ottobre, con l’articolo di Mi- quel tipo di problema, con l’indicazione del pro- chelangelo Marchesi, pp. 32-33, sul tema di quest’anno delle “Solitudini. cedimento che segue l’assistente sociale per at- Costruire legami, fare comunità”. Quel che accade a un paese è lo spec- tivarle, monitorarne la realizzazione e verificarne chio di quel che accade nel cuore dei suoi abitanti. Se sei solo, anche il gli esiti. paese è solo, o isolato.

Serata TUTTOVERDE di Daniela Pietrantonio

Il concerto da giardino è una modalità di ascoltare musica intima Massimo è uomo di spettacolo e alterna la musica al racconto, e suggestiva: il cantautore ti è a portata di sguardo, le persone e un aneddoto su un oggetto perduto, alla sua esperienza di ma- i fiori fanno da cornice alla musica e alle poesie. Massimo Lazzeri estro elementare…e la serata vola. Se vi siete persi il concer- coinvolge ed accompagna in un viaggio tra note e versi su argo- to a Tuttoverde dello scorso 20 settembre, andate a pescare i menti tanto diversi tra loro: l’amore, la diversità, l’immigrazione, pezzi di Massimo sul web, compratevi i suoi dischi, curiosate la gioia di vivere, l’educazione. E come omaggio all’arte di educare su https://www.facebook.com/search/top/?q=Massimo%20 di don Milani, Massimo canta “io qui vivrò”, mentre sullo scher- Lazzeri…o organizzate voi stessi un concerto da giardino (o da

mo scorrono le immagini di questo prete di campagna, espulso dal salotto)!

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~ ~ mondo che al mondo restituisce la speranza che “quello che è in- l giusto possa essere cambiato, che riprendersi la dignità e battersi . FLOWERS & MUSIC POWER APERITIVO DI INIZIO ANNO CON MUSICA DAL VIVO si può”. Anche l’attualissimo “siamo tutti sullo stesso barcone” VENERDI` 20 SETTEMBRE 2019 VIVAIO TUTTOVERDE di RAVINA

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0 0 0 0 0 0 0 mette un brivido: il pubblico assorbe la musica e le immagini e ci 0 ore 19:00 APERITIVO ore 20:30 CONCERTO

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sentiamo tutti migranti, tutti sognatori. 00 CONCERTO DA GIARDINO 0 0 . 0 0

con MASSIMO LAZZERI 0 0 voi stessi un concerto da giardino (o da salotto)! Canzoni, chitarra e voce 0

la serata è aperta a tutti: Info: 0461.936036 dipendenti, ragazzi, soci INGRESSO LIBERO e simpatizzanti. www.tuttoverdevivaio.com

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