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L'ABBIAMO FATTA GROSSA Italia 2016

Regia: Scenegg.: Carlo Verdone, Pasquale Plastino, Massimo Gaudioso Fotografia: Arnaldo Catinari Montaggio: Claudio Di Mauro Musica: Andrea Farri Scenografia: Giuliano Pannuti Costumi: Tatiana Romanoff Durata: 112’

INTERPRETI: Carlo Verdone (Arturo Merlino) Antonio Albanese (Yuri Pelagatti) Anna Kasyan (Lena) Clotilde Sabatino (Carla) Massimo Popolizio (On. Conversani) Francesca Fiume (Giorgia) Virginia De Brescia (Zia Elide) Federigo Ceci (Avv. Franciosa) Simona Caparrini (Attrice teatrale) Mino Caprio (Padre Domenico)

IL REGISTA Carlo Verdone (Roma – 17/11/1950) Esordi teatrali, televisivi e infine cinematografici con Un sacco bello (1980), seguito da Bianco, rosso e Verdone (1981), Borotalco (1982), (1983), (1986), (1987), (1988), (1990), e Maledetto il giorno che t'ho incontrato (1992), Perdiamoci di vista (1994). (1995), Sono pazzo di Iris Blond (1996), (1998), C'era un cinese in coma (2000), Ma che colpa abbiamo noi (2003), L'amore è eterno finché dura (2004), Il mio miglior nemico (2006), Grande, grosso e Verdone (2008), Io, loro e Lara (2010), Posti in piedi in paradiso (2012), (2014).

IL FILM Un ex carabiniere investigatore privato, un attore senza memoria, una valigetta di soldi in una nuova declinazione della comicità satirica verdoniana.

LA CRITICA “Nel tempo in cui televisione, web e tormentoni hanno sostituito la formula della commedia più gloriosa, e il fenomeno Checco Zalone miete incassi da primato, appare lontana l'epoca dei successi al botteghino frequente nel ventennio Ottanta-Novanta. Consapevole di questo, Verdone opta per un meccanismo che già dai trailer rimanda alle pochade francesi: le nevrosi e gli impacci dei due protagonisti, indotti a una collaborazione forzata che ne muta le solitarie esistenze in una sincera amicizia, sprizzano da equivoci a girandola, situazioni a incastro, incontri-scontri con figurine che si reiterano senza freni. Non manca una parentesi da gangster movie che sembra condurre il film verso un epilogo favolista, avviandolo invece a una conclusione amara.” (F.S. Marzaduri– Cineforum.it)

“Elementi di novità non ce ne sono. E il tentativo finale di far passare un messaggino contro la casta ladrona non sposta nulla. Quello che conta, in uno spirito di continuità e lealtà al proprio affezionato pubblico, è il non esibito o vistoso ma sostanziale lavoro dell'appassionato artigiano che cesella la sua idea comica o umoristica, lima pazientemente situazioni e battute alla ricerca dei ritmi, dei tempi, degli incastri giusti con il profilo e lo stile del coprotagonista. Insomma resta sulla breccia e sfida ogni vero o presunto nuovo.” (P. d'Agostini –La Repubblica) Una più ampia panoramica della critica e della rassegna stampa e la valutazione pastorale del Commissione Nazionale Valutazione Film della CEI si trova sul nostro sito nell'articolo "Cine 4 - L'ABBIAMO FATTA GROSSA".

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