Quando C'era Il
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il reportage I cristiani nel sottosuolo del Cairo La MONIKA BULAJ Domenica cultura “Mio padre Jean-Claude Izzo” MASSIMO CALANDRI e JEAN-CLAUDE IZZO DOMENICA 9 GENNAIO 2011/Numero 308 di Repubblica Quando il c’era PCILivorno 1921 - Rimini 1991 Nel doppio anniversario cronache dal primo e dall’ultimo congresso del più grande partito comunista d’Occidente FOTOTECA GILARDI NELLO AJELLO MICHELE SMARGIASSI spettacoli ivorno, 15 gennaio 1921, teatro Goldoni. La destina- imini, lunedì 4 febbraio 1991, ore 15. In un freddo L’oscuro fascino del gangster zione del XVII Congresso del Partito socialista è un capannone della Fiera, l’atto fondativo del partito GIANCARLO DE CATALDO e CLAUDIA MORGOGLIONE ripiego: Firenze, destinata in origine a ospitarlo, è a post-comunista italiano è un bicchierino di John- serio rischio di assalti fascisti. Una foto di Carlo Marx nie Walker buttato giù d’un colpo da Achille Oc- invade il fondo del palcoscenico. Fiori e piante ador- chetto, semplice delegato di Bologna. L’incredibi- i sapori nano platea e palchi. Millecinquecento soldati e le, anche se non l’impensabile, è accaduto: alla sua Lduemila fra guardie regie e carabinieri proteggono (o sorveglia- Rprima votazione, il Consiglio nazionale di un Pds ancora in fasce Italia e Spagna all’ultima tapas no?) i tremila delegati. «In città l’animazione è grandissima», scri- non ha eletto segretario il suo fondatore. Dieci voti meno del quo- ARRIGO CIPRIANI e LICIA GRANELLO ve il Corriere della sera. «I comunisti “puri” non hanno ancora de- rum di 274. Il Pds nasce decapitato, rancoroso e sconcertato. Si signato i loro candidati, ma saranno l’avv. Terracini, relatore, materializza un trafelato Walter Veltroni: «Achille, ci riconvo- l’on. Bombacci, l’ing. Bordiga e il prof. Gramsci, direttore del- chiamo e rivotiamo». E lui, gelido: «Cercatevi un altro segretario». le tendenze l’Ordine nuovo». Monta sull’auto blu, sparisce nell’aventino di Capalbio. Stac- Bionde e brune, manuale di stile L’esito del congresso appare segnato: scissione. Non a caso il cando i telefoni. LAURA ASNAGHI e ANAIS GINORI quotidiano milanese ha citato per prima, tra le frazioni convenu- Nessuno canta vittoria. Non gli scissionisti di Rifondazione Co- te a Livorno, quella comunista “pura”. È questa a richiamare l’at- munista, che in un albergo del lungomare trepidano fondando un tenzione. L’ingegnere Amadeo Bordiga, un napoletano di trenta- partito dal futuro altrettanto incerto. Non i “miglioristi”, il cui av- l’incontro due anni, direttore della rivista Il Soviet, animato da una «logica ri- vertimento a Occhetto è andato fuori misura, sgretolando il ber- gorosa fino all’eccesso» — così lo descriverà Togliatti — ha già ri- saglio. Un patatrac, uno psicodramma che sarà rappezzato solo Damien Hirst, “L’arte non aspetta” scosso il consenso dell’intera sua corrente. una settimana più tardi, a Roma. CLOE PICCOLI (segue nelle pagine successive) (segue nelle pagine successive) Repubblica Nazionale 32 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 9 GENNAIO 2011 la copertina Novant’anni fa con lo strappo drammatico dai socialisti, Quando c’era il Pci nacque il Partito comunista italiano. Dopo settant’anni esatti, quell’esperienza si chiuse. Mentre una mostra dell’Istituto Gramsci celebra l’anniversario, ecco la cronaca dei due congressi che travolsero la sinistra Livorno 1921 la prima rivoluzione NELLO AJELLO tato la mozione comunista ad abbando- nare la sala. «Sono convocati alle 11 al Volano accuse (segue dalla copertina) teatro San Marco per deliberare la costi- tuzione del Partito comunista», appun- di ogni tipo partire dal gruppo tori- to. Uscendo, i “convocati” cantano l’In- “Pagnottisti”, nese capeggiato da ternazionale. Gli risponde, da dentro, Gramsci, che assai più l’Inno dei Lavoratori. “stipendiati”, urla tardi entrerà con Bordi- Il San Marco è più un relitto che un ga in un cruciale anta- teatro. Lo illumina qualche rara lampa- la platea all’indirizzo gonismo: per il momen- da. Non c’è una sedia. Si gela. Dal tetto Ato è chiaro che, se si vuol dare vita al par- piombano scrosci di pioggia. Le rela- dei sindacalisti tito comunista, occorre accettare le di- zioni sono succinte. Scheletrici gli in- rettive bordighiane. Ed esse ammetto- terventi. Alla fine il capo delegato della “Voi ricevete i rubli”, no solo «il dilemma fra la dittatura bor- III Internazionale osserva: «Il taglio del ghese e quella dittatura del partito è avvenuto in modo non soddi- è la risposta proletariato» che vige nella «gloriosa sfacente». Gramsci si sfoga: è il «trionfo Russia dei Soviet». In mezzo a quel bi- della reazione». Da lontano, anche Le- vio, niente. nin parla di «successo della reazione ca- L’intransigenza di Bordiga riscuote pitalistica», in linea con gli attacchi che l’appoggio di Gregorij Zinoviev in nome ha già mossi a Bordiga nell’Estremismo, della Terza Internazionale, detta Ko- malattia infantile del comunismo. mintern, il cui bollettino riferisce: i co- Mussolini esprime la sua esultanza in munisti italiani «affermano di ave- re con sé il 75-90 per cento del par- tito». Scissione, dunque, subito. Lo stesso Gramsci ha formulato un roseo paragone: trentamila comunisti sono bastati in Rus- sia per fare la rivoluzione, da noi i numeri paiono assai più favorevoli. Terracini, il rela- tore, è d’accordo. In realtà, ecco il rapporto fra le cor- renti che uscirà dal Goldo- ni: ai massimalisti o “cen- tristi”, raccolti intorno a Serrati, vanno novantot- tomila voti, a cinquan- tottomila ammontano i comunisti di Bordiga e quattordicimila so- no i riformisti al se- guito di Turati. Ma ormai è deciso: il Partito comunista italiano va creato in ogni modo. Netta anche la scelta dei militanti della nuova generazione. La proclama dalla tribuna Secondino Tranquilli (si chiamerà poi Ignazio Silone): «La gio- ventù socialista chiede ai rappresen- due articoli sul Popolo d’Italia, tanti comunisti di bruciare qui il fan- 16 e 22 gennaio. «La rivoluzio- toccio dell’unità». ne», scrive, «resta sospesa per La scena madre più veemente trova l’assenza degli attori». «Invece l’interprete nell’anziano Turati. Duris- della rivoluzione», insiste, «la simo verso i comunisti, egli prende a scissione. Il partito che doveva re- parlare fra grida di «Viva la Russia!» e galare il paradiso al proletariato si conclude con la platea in piedi. Christo spezza». Kabakciev, delegato del Komintern, in- Alla lacerazione congressuale tie- voca, all’opposto, l’espulsione dei rifor- ne dietro il riflusso, proprio mentre misti. Volano accuse di ogni tipo. «Pa- s’aggrava l’attacco dei fascisti alle sedi gnottisti», «stipendiati», urlano i comu- operaie. Ma neppure gli eventi dell’ot- nisti all’indirizzo dei sindacalisti. «Voi tobre ’22, apriranno gli occhi a chi diri- ricevete i rubli», è la risposta. Definito ge il neonato P.c.d’I (Partito comunista «rivoluzionario da temperino» da uno d’Italia). Bordiga archivierà la marcia dei presenti, Nicola Bombacci estrae su Roma come la normale soluzione FOTO DI GRUPPO una pistola: a fatica lo calmano Bordiga d’una crisi di governo o al massimo co- Accanto, la redazione e Terracini. «Non per nulla», commen- me la «legalizzazione d’uno stato di fat- di Ordine Nuovo quotidiano terà il Corriere della sera, «i congressi si to». Verranno respinti gli inviti dello nel maggio del ’22 tengono nei teatri». stesso Kominform a unire socialisti e (Gramsci sullo sgabello); Gramsci non parla. «Non esistevano comunisti contro lo squadrismo. Il a sinistra, Gramsci altoparlanti per voci deboli come la sua», Congresso di Lione, 1926, avvierà il tra- con un gruppo testimonierà Alfonso Leonetti. Ma Ca- monto di Bordiga, ma «il fossato aperto di confinati a Ustica milla Ravera riferisce che per l’amico An- nel 1920-21», sono parole dello storico (nel ’26/’27). In alto, tonio quei giorni sono stati un supplizio: Paolo Spriano, «non si colmerà neppu- tessera di accreditamento i riformisti gli hanno rivolto troppe «in- re con l’epoca dei Fronti popolari o con al IV Congresso giuste parole» fra le quali, si saprà, l’as- la guerra antifascista o con la morte di dell’Internazionale surda accusa di essere stato «un ardito di Stalin, né tanto meno con il XX Con- comunista (Mosca, 1922) guerra» nel 1915-18. Freddo e sprezzan- gresso del Pcus». I decenni si somme- rilasciato a Gramsci te si mostra Bordiga. Il suo «non è un ad- ranno ai decenni. Che cosa si vuole che In copertina, la tessera dio, è un ripudio». È lui che, la mattina del insegni la Storia? del Pci del ’45 disegnata da Renato Guttuso 21 gennaio, invita coloro che hanno vo- © RIPRODUZIONE RISERVATA Repubblica Nazionale DOMENICA 9 GENNAIO 2011 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 33 I SEGRETARI AMADEO BORDIGA ANTONIO GRAMSCI CAMILLA RAVERA PALMIRO TOGLIATTI RUGGERO GRIECO LUIGI LONGO ENRICO BERLINGUER ALESSANDRO NATTA ACHILLE OCCHETTO (1921-1923) (1924-1926) (1927-1930) (1930-34 e ’38-64) (1934-1938) (1964-1972) (1972-1984) (1984-1988) (1988-1991) Rimini 1991 l’ultima scissione MICHELE SMARGIASSI emotivo di 10.500 congressi di sezione il verdastre su Bagdad delle dirette Cnnin- TESSERA 72,3 per cento dei militanti ha scelto di combono sul congresso più del fosco NUMERO UNO (segue dalla copertina) sostituire la Falce-e-martello con la rosso del comunismo morente. Il 21 Nell’altra pagina, Quercia. Nella Perla dell’Adriatico si va gennaio gli italiani hanno visto in tivù una tessera l tessitore sarà Massimo D’Ale- per una cerimonia funebre destinata a l’occhio pesto del capitano Cocciolone del partito ma che riuscirà a reinsediare sul mutarsi in un battesimo, ma liturgia e catturato da Saddam, i pacifisti sono in del ’21; in questa, trono un re ormai indebolito. responsori sembrano già scritti. Il clima piazza e il Pds che ancora non c’è è già una del ’91 Quindici mesi dopo la svolta del- è sereno e ottimista, si vendono le spille spaccato in due.