UNIONE COMUNI DEL RUBICONE Lunedì, 26 ottobre 2015 UNIONE COMUNI DEL RUBICONE Lunedì, 26 ottobre 2015

Comune di Gatteo

26/10/2015 Il Resto del Carlino (ed. ) Pagina 5 EDOARDO TURCI Demolita la casa dove abitò per anni Secondo Casadei 1 26/10/2015 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 17 Bakia Cesenatico 0 Gatteo 1 2 26/10/2015 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 29 I "Santi" s' inchinano al Real 3 26/10/2015 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 49 GIORGIO MAGNANI Restaurata la tomba dello scrittore oscurato 5 26/10/2015 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 17 LUCA DEL FAVERO Pacioni profeta in patria nella sua Gatteo Mare 7 26/10/2015 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 27 Bakia 0 Gatteo 1 9 26/10/2015 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 47 Patto sul lavoro Assemblee Cgil 10 Comune di Savignano

26/10/2015 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 4 Pene pesanti per la bancarotta Sad Plastic 11 26/10/2015 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 5 EDOARDO TURCI Demolita la casa dove abitò per anni Secondo Casadei 12 26/10/2015 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 5 Il ponte romano e il Rubicone in televisione su 'Rai Storia' 13 26/10/2015 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 5 ERMANNO PASOLINI Oltre ventimila visitatori a San Crispino immersi nella storia della... 14 26/10/2015 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 16 Savignanese 0 Cattolica 0 16 26/10/2015 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 15 Alla ricerca di volontari ospedalieri 17 26/10/2015 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 26 Farneti: «Occorre più cinismo» Di Leo: «Vedrete,... 18 26/10/2015 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 26 Giuseppe Del Bianco Savignanese bloccata dai legni 19 26/10/2015 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 47 Federica Lisi ospite d' onore alla festa di apertura della Around Sport 20 26/10/2015 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 49 Allenamento per il pavimento pelvico 21 26/10/2015 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 49 Cinema d' autore e Fantozzi 22 26/10/2015 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 49 GIORGIO MAGNANI Restaurata la tomba dello scrittore oscurato 23 26/10/2015 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 51 Origine del nome, tesoro tunnel ed antico mulino: quattro misteri di... 25 26/10/2015 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 58 Cantina Colli Romagnoli, la sfida della qualità 27 26/10/2015 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 25 Savignanese 0 Cattolica 0 29 26/10/2015 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 26 Riviera di Romagna Castelvecchio 2 30 26/10/2015 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 47 Patto sul lavoro Assemblee Cgil 31 26/10/2015 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 47 Presentate le squadre agonistiche Quest' anno la novità è il... 32 Comune di San Mauro

26/10/2015 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 5 ERMANNO PASOLINI Oltre ventimila visitatori a San Crispino immersi nella storia della... 33 26/10/2015 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 14 Il Parma vince e tenta la fuga 35 26/10/2015 Il Resto del Carlino (ed. Cesena) Pagina 15 ROBERTO DALTRI Una brillante Sammaurese non riesce a piegare il Bellaria 36 26/10/2015 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 14 ROBERTO DALTRI Il Bellaria mette paura a una brillante Sammaurese 38 26/10/2015 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 14 Protti «Noi belli ma troppo spreconi Nella ripresa abbiamo... 40 26/10/2015 Il Resto del Carlino (ed. Forlì) Pagina 14 «Peccato per il gol fallito da Russo» 41 26/10/2015 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 24 I rimpianti di Morganti: « Se Russo avesse segnato, la classifica... 42 26/10/2015 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 24 Sammaurese­Bellaria, il derby degli sprechi 43 26/10/2015 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena) Pagina 49 Incarichi: il Comune si adegua alle leggi dopo due anni 45 26/10/2015 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 23 Il presidente Cristiano Protti: "Siamo stati spreconi" 46 26/10/2015 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 23 Morganti: "Tanto cuore Peccato, si poteva vincere" 47 26/10/2015 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 23 Sammaurese 1 Bellaria 1 48 26/10/2015 La Voce di Romagna (ed. Forlì) Pagina 23 Sammaurese e Bellaria, pari di fuoco 49 Pubblica Amministrazione

26/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 2 PAGINA A CURA DIFRANCESCA BARBIERIVALENTINA MELIS Cantiere aperto per le tutele degli autonomi 50 26/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 8 GIANNI TROVATI Le vecchie spending hanno punito i Comuni che offrono più 52 26/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 9 Dai mutui alle spese di giustizia: verso la battaglia sui correttivi 54 26/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 9 GIANNI TROVATI Fassino: dalla manovra un cambio di passo 56 26/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 9 GIANNI TROVATI Sblocca­pagamenti da 2,2 miliardi 58 26/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 10 PAGINA A CURA DIVALERIA UVA Acquisti centralizzati: per gas, luce e telefoni non si supera il 25% 60 26/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 10 Obblighi estesi ad Agenzie e Inps 62 26/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 11 VITTORIO COGLIATI DEZZA Opera pubblica n. 1: trasformare la qualità urbana 64 26/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 11 ROSSELLA CADEO Nord sempre in testa nella classifica delle città... 66 26/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 11 A CURA DI AMBIENTE ITALIA Un confronto con diciotto parametri 68 26/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 14 A passo ridotto sulla strada giusta 70 26/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 19 ENRICO NETTI L' asfalto riprova a farsi strada 72 26/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 29 Acconto Imu sui terreni ai tempi supplementari 74 26/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 29 Aree edificabili, Iap alla cassa con importi ridotti 76 26/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 38 ANNA GUIDUCCIPATRIZIA RUFFINI Dup da approvare entro il 31 marzo 78 26/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 38 STEFANO POZZOLI Società, incognita valore sulle cessioni obbligate 80 26/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 38 DAVIDE DI RUSSO Sui revisori dei conti va invertita la rotta 82 26/10/2015 Italia Oggi Sette Pagina 4 VALERIO STROPPA Fisco, mediazione a tutto gas Mini liti con gli enti nel mirino 84 26/10/2015 Italia Oggi Sette Pagina 4 La nuova disciplina delle spese abbatterà il contenzioso 86 26/10/2015 Italia Oggi Sette Pagina 9 PAGINA A CURA DI BRUNO PAGAMICI Lunga vita alle detrazioni casa 88 26/10/2015 Italia Oggi Sette Pagina 206 GIOVANNI CATALDI Baratto amministrativo soltanto con l' inerenza 90 26/10/2015 Italia Oggi Sette Pagina 206 MARIA DOMANICO Gestione gas naturale, niente diritti soggettivi 91 26/10/2015 Italia Oggi Sette Pagina 207 STEFANO MANZELLI Box occupato, l' invalido sosta gratis 93 26 ottobre 2015 Pagina 5 Il Resto del Carlino (ed. Cesena)

Comune di Gatteo SANT' ANGELO Demolita la casa dove abitò per anni Secondo Casadei

UN ALTRO pezzo di storia della vecchia Sant' Angelo di Gatteo se n' è andato: la casa (foto) ove il maestro Secondo Casadei abitò, dopo essersi sposato il 10 novembre 1935 con Maria Boschetti e dove nacquero i figli Giampiero e Riccarda come pure il nipote Raoul, è stata demolita pochi giorni fa. Al tempo in cui il maestro Casadei vi abitava, l' indirizzo era quello di via Cesenatico 52 (ora via Allende) e lì vi rimase una decina d' anni. Infatti nell' immediato dopoguerra si trasferì con la famiglia, moglie e due figli, a Savignano dove trascorse il resto della propria esistenza. Quando nel 1948 fece ingresso in parrocchia don Armando Moretti pensò di acquistare quella casetta di proprietà Dino Casadei, fratello di Secondo e padre di Raoul. L' obiettivo era quello di offrire lavoro alle giovani ragazze del luogo in un laboratorio denominato 'S. Maria Goretti' dove si organizzavano corsi giornalieri di taglio e cucito e maglieria. NEL tempo quella casetta divenne preziosa: due camere furono trasformate in una chiesina (detta 'della borgata') per incontri mattutini con gli scolari nel mese di maggio e soprattutto per la messa festiva serale. Una camera di questo edificio è stata per vari anni anche sede della Democrazia Cristiana. Secondo Casadei ebbe lì la residenza ma nacque in quella denominata 'Palazzo Briganti' poco distante, sempre in via Cesenatico vicino al ponte del torrente Rigossa dove una targa commemorativa lo ricorda. Al piano terreno il padre Federico, detto 'Richein ad Magalot' faceva il sarto permettendo a tutta la famiglia, che comprendeva, oltre Secondo, la moglie Ernesta e i figli Dino e Angela, una vita abbastanza agiata. Ma Secondo per passione scelse la strada musicale ed è così entrato nella storia della musica popolare. Edoardo Turci.

EDOARDO TURCI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 1 26 ottobre 2015 Pagina 17 Il Resto del Carlino (ed. Forlì)

Comune di Gatteo Bakia Cesenatico 0 Gatteo 1

BAKIA CESENATICO: Sbrighi, Alessandrini, Pagan (22' st Candoli), Morigi, Duraccio, Bocchini, A. Mazzarini, Casadei, F. Mazzarini, Quarta (7' st Mema Marseljan), Fedeli (7' st Candoli). All. Sarpieri. GATTEO: Gurra, Iachini, Tamburini, Bocchini, Bartolini M., Del Bono, Del Prete A., Montebelli (13' st Vincenzi), Vitali, Pino, Poye. All. Pessina. Arbitro: Beltramo di . Rete: 15' pt Pino (G). Note: ammoniti Pagan (B), Casadei (B), Del Prete A. (G), Poye (G). IL GATTEO si aggiudica i tre punti allo stadio Moretti di Cesenatico con una prestazione super di Guerra in splendida giornata. Il gol partita porta la firma di Pino Facundo, al quarto d' ora della prima frazione. Gli ospiti soffrono per tutto il secondo tempo, limitandosi a qualche sporadico contropiede. Il Bakia si vede negare il gol a portiere battuto da recuperi incredibili in più occasioni, in altre ci pensa Guerra a parare e in altre occasioni ancora la scarsa lucidità dei padroni di casa sotto porta. Inutili gli innesti nella ripresa.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 2 26 ottobre 2015 Pagina 29 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena)

Comune di Gatteo Girone D. Il Sant' Ermete Sanvitese subisce la rimonta del Miramare, che vince nonostante una difesa vacillante I "Santi" s' inchinano al Real Il Gatteo vince il derby in casa del Bakia grazie alla magia dell' argentino Pino

SANT' ERMETE. Vince il Real Miramare nonostante una difesa vacillante, in rimonta grazie ad un goal di un ottimo Ferranie porta a casa tre punti importanti. Partono a razzo i locali con un goal che viene annullato per fuorigioco. Al 3' Parma di testa impegna Montagna che para senza difficoltà. All' 8' tiro di Ferrani ma il portiere para a terra. Al 23' ci prova D' Elia dal limite ma il portiere para. La partita si fa calda, due ammoniti per brutti falli. Al 44' Fer rani si vede deviare un tiro dalla difesa. Nel secondo tempo al 7' Mazza smarca in piena area Manfroni che tutto solo davanti al portiere tenta un pallonetto che finisce alto sulla traversa. Vantaggio dei locali al minuto 14: Manfoni smarca D' Elia che fa partire un rasoterra che s' infila alla sinistra del portiere Lelli. Un minuto dopo Manfroni tutto solo si mangia il goal del raddoppio. Al 31' pareggio ospite con un gran colpo di testa di Fer rani, il migliore in campo della squadra ospite che SANT' ERMETE SANVITESE: Montagna, Masini, Genghini, Contadini (42 st' Auguero Ferreira), Olivieri, Della Valle, Gassab (13' st Zangoli), Mazza, Magnani, D' Elia (24' st Giovagnoli), Manfroni. All.: Zagnoli. REAL MIRAMARE: Lelli, Fabbri F., Giorgini, Muratori, Sammaritani, Mantovani (34 st' De Martino), Parma, Ferrani, Esposito (29 st' Tamburini), Bizzocchi, Lisi. All.: Ciaroni. la mette nel sette. Da un Real Miramare dormiente e un Sant' Ermete vivace al 37' arriva il raddoppio, da un angolo di Lisi per la testa di Bizzocchi che colpisce bene e la mette in rete per il 2­1. Coriano. Il Tropical Coriano bissa il successo di mercoledì. Nell' occasione i corianesi hanno piegato il Ronta ma solo nella ripresa grazie alla doppietta di Matteo Vitaioli. All' inizio sembrava una gara in discesa con il gol di Dieng dopo appena 4' quando Fratti offre un assist per la stoccata di Dieng, ma si arriva alla pausa col minimo vantaggio che sparisce al 4' quando Gridella finaliz za per Angelini, il diagonale non lascia scampo a Leardini. Il Tropical si scuote e torna davanti un minuto dopo con Matteo Vitaioli che sfrutta l' uscita a vuoto del portiere sul cross di Raschi. I ragazzi di Fabbri questa volta insistono e al 35' archiviano la pratica con una bella azione tra Golinucci e Lazzaretti che Matteo Vitaioli conclude con un destro secco per il 3­1 finale.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 3 26 ottobre 2015 Pagina 29 Corriere di Romagna

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Comune di Gatteo CESENATICO. Grazie ad un gol dell' argentino Facundo Pino e alle parate del portiere Guerra, il Gatteo vince il sentitissimo derby contro il Bakia andato in scena al Moretti di Cesenatico. Il gol da 3 punti arriva al 15' quando quel talento straordinario di Pino riceve un passaggio filtrante dalle retrovie e dopo una serie di dribbling ubriacanti si presenta solo davanti a Sbrighi e lo trafigge. Nel secondo tempo la squadra del tecnico Pessina soffre limitandosi a qualche sporadico contropiede. Il Bakia esce dal campo amareggiato, dopo che si è visto negare il pareggio da un miracoloso Guerra e dalla scarsa lucidità sotto porta. Gli uomini di Sarpieri perdono in casa e devono raccogliere i cocci per provare a ripartire. Il Gatteo, invece, vola grazie alla cura Pessina.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 4 26 ottobre 2015 Pagina 49 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena)

Comune di Gatteo Restaurata la tomba dello scrittore oscurato Ezio Camuncoli, convinto fascista di Gatteo Operazione di recupero voluta dai Filopatridi

GATTEO. Restaurata la tomba monumentale dello scrittore Ezio Camuncoli. Nato a Gatteo nel 1895, dopo aver girato l' Italia, vivendo a Rimini, Venezia, Milano, Ferrara e Roma, si spende nella sua città natale nel 1957. Oltre che scrittore, è stato giornalista e direttore di testate giornalistiche. Amico di personaggi della cultura e dell' arte come Giacomo Puccini, Alfredo Panzini, Marino Moretti, Riccardo Bacchelli, Giovanni Papini, Antonio Baldini ed altri altri protagonisti del Novecento, divenne anche accademico della Filopatridi di Savignano. E il suo patrimonio librario, dopo la sua mortem fu donato proprio a questa istituzione culturale Sebbene autore di romanzi di spessore, nel dopoguerra cadde nel dimenticatoio, in quanto in precedenza era stato convinto sostenitore del regime fascista e direttore del quotidiano ferrarese "Corriere Padano", fondato da Italo Balbo. Dopo l' 8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale, mentre nell' agosto 1944 in Lombardia entrò a far parte del Comitato consultivo per la propaganda della Rsi. Il 3 giugno 1944 morì il suo unico figlio, Ferdinando di 17 anni, caduto sul fronte di Anzio e Nettuno, dove stava combattendo con la Rsi per fermare l' avanzata degli anglo ­americani verso Roma. Per quell' azione al figlio venne conferita la medaglia d' oro della Rsi, mentre nell' ottobre 1944 Camuncoli padre divenne direttore del quotidiano milanese "La Sera ­Il Secolo". Messo in disparte alla fine del conflitto, Ezio Camuncoli pubblicò quello definito il ciclo dei romanzi riminesi ("Tre giorni di bora", "Zebedeo in Aprusa", "La femmina pazza", "Il mal perverso") e per vivere diresse una piccola industria di maglieria, prima di spegnersi a Gatteo, all' età di 62 anni. Per la sua attività di letterato ha ricevuto riconoscimenti solo dopo il 1989 e gli è stato anche dedicato un parco pubblico nel Comune di Rimini. Nel 2009 è uscito un libro dal titolo "La giovinezza ha una sola stagione. Ezio Camuncoli Gatteo 1895­1957", a cura di Edoardo Turci, pubblicato dalla società editrice "Il Ponte Vecchio" di Cesena: ripercorre il drammatico periodo storico vissuto da Camuncoli e recupera la memoria di uno degli scrittori più brillanti della Romagna dell' intero Novecento. Ora, nel 120° anniversario della nascita e a 58 anni dalla scomparsa, è stata finalmente restaurata la tomba monumentale dove riposa lo scrittore. A forma di arca, con busto in bronzo ed elefantino, è situata all' ingresso del cimitero di Gatteo. I lavori sono stati svolti con perizia dal restauratore longianese Luca Bolognesi, titolare del laboratorio "Lapidarte", che si trova a San Giovanni in Compito di Savignano. Ha sostenuto le spese la Rubiconia Accademia del Filopatridi di Savignano, guidata Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 5 26 ottobre 2015 Pagina 49 Corriere di Romagna

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Comune di Gatteo attualmente da Roberto Valducci, che ancora oggi custodisce il patrimonio librario dello scrittore. Il restauro della tomba monumentale, lunga oltre 3 metri larga 2 e alta 130 centimetri, che ormai era completamente annerita dal tempo, era stato caldeggiato anche dall' accademico Giulio Zamagni, di Gatteo. Giorgio Magnani.

GIORGIO MAGNANI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 6 26 ottobre 2015 Pagina 17 La Voce di Romagna (ed. Forlì)

Comune di Gatteo Pacioni profeta in patria nella sua Gatteo Mare CICLISMO Il 22enne romagnolo debutterà tra i professionisti con la maglia dell' Androni Sidermec di Pino Buda. "Ho avuto diverse offerte anche dal Dubai, ma questa era la migliore di tutte"

Profeta in patria. Il 22enne Luca Pacioni farà il grande salto nel mondo del professionismo nel team della sua Gatteo Mare, vestendo i colori dell' Androni Sidermec, la squadra di Pino Buda che ha sede proprio nella piccola città in riva all' Adriatico. Una bella soddisfazione per un ciclista che da anni è sulla cresta dell' onda e che nell' ultima stagione è riuscito ad ottenere sei importanti vittorie e buoni piazzamenti nonostante un brutto incidente lo abbia tenuto fuori dai giochi a lungo. Ora è arrivato il momento di festeggiare e di raccogliere i meritati applausi. "Ho scelto l' Androni Sidermec perchè conosco da tempo Buda ­ spiega Pacioni ­, persona che stimo molto e con la quale avevo già corso a livello giovanile. Avevo ricevuto anche altre offerte come quella arrivata dal Dubai, ma mi sarei dovuto trasferire e cambiare vita. La squadra della mia Gatteo è stata dunque la migliore soluzione che potessi trovare. Devo ringraziare la Viris Maserati­ Sisal Matchpoint, squadra nella quale ho corso nelle ultime stagioni e che mi ha dato grande fiducia, dandomi sempre tutto quello che mi aveva promesso. Sono io ad avere qualche rimpianto, perchè in alcune gare potevo fare di più, ma non sono stato astuto durante la volata negli ultimi metri". Pacioni fa il modesto, ma la stagione 2015 lo ha visto vincere sei corse tra le quali il Trofeo Città di Castelfidardo­Gp Cibes, la Pistoia­Fiorano Modenese, la Milano­Tortona e una tappa del Giro delle Pesche Nettarine. Senza dimenticare i tanti piazzamenti. "Come sempre ho faticato ad inizio stagione, perchè il freddo mi ha dato problemi al ginocchio destro ed infatti alla Coppa e Bartoli, gara che ho disputato con la nazionale, mi sono dovuto ritirare nel secondo giorno. Quando è arrivato il caldo ho iniziato a carburare e ad ottenere vittorie, fino all' incidente avvenuto a Sommacampagna. Sono caduto a trenta metri dal traguardo, mi sono incrinato due costole e ho riportato qualche contusione: fortunatamente non mi sono rotto il polso come sem brava in un primo momento. Con il lavoro ho recuperato in due settimane e nella seconda parte di stagione ho conquistato il secondo posto alla Vicenza ­ Bionde". Impegno e forza di volontà che lo hanno portato anche ad uno stage con la Lampre­Merida ad agosto insieme a tanti campioni. "E' stata una bella esperienza, ma ho davvero fatto molta fatica, perchè in salita gli altri ciclisti erano molto veloci. Sono comunque cresciuto in quei giorni". Tra le caratteristiche di Pacioni c' è quella di non essere nè un

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 7 26 ottobre 2015 Pagina 17 La Voce di Romagna

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Comune di Gatteo velocista nè uno scalatore, ma un ciclista completo, molto bravo inoltre a conquistare piazzamenti grazie alla sua continuità di rendimento. Caratteristiche che gli permetterano di ritagliarsi un ruolo importante anche tra i professionisti. "Nella mia prima stagione mi aspetto di fare tanta gavetta e di mettermi al servizio della squadra. Mi si apre un nuovo mondo e devo calarmi al meglio in questa nuova realtà, imparando dai miei compagni più esperti. Se mi capiterà l' occasione ­ termina il romagnolo ­ cercherò però di sfruttarla per mettermi in mostra". Del resto il dolce sapore della vittoria, Pacioni non vuole smettere di gustarlo... Luca Del Favero.

LUCA DEL FAVERO

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Comune di Gatteo Bakia 0 Gatteo 1

BAKIA: Sbrighi, Alessandrini, Pagan (22' st Candoli C.), Morigi, Duraccio, Bocchini, Mazzarini A., Casadei, Mazzarini F., Quarta (7' st Mema), Fedeli (15' st Candoli M.). A disp.: Lasagni, Neri, Agrusti, Zandoli. All. : Sarpieri. GATTEO: Gerra, Iachini, Tamburini, Bocchini, Bartolini, Del Bono, Del Prete, Montebelli (13' st Vincenzi), Vitali, Facundo, Poye. A disp.: Muha, Battistini, Colllinucci, Gozzi E. , Gozzi D., Comuniello. All. Pessina. RETE: 15' pt Facundo. NOTE: Amm. Pagan, Casadei, Pouye, Del Prete. Il Gatteo porta via i tre punti dallo stadio Moretti di Cesenatico, aiutato dalla dea bendata e da Guerra in una splendida giornata. Gli ospiti segnano e poi resistono all' assedio dei padroni di casa grazie alla splendida prestazione del loro numero uno.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 9 26 ottobre 2015 Pagina 47 La Voce di Romagna (ed. Forlì)

Comune di Gatteo IN PILLOLE Patto sul lavoro Assemblee Cgil

E' in pieno svolgimento la consultazione sui contenuti del "Patto per il lavoro" stipulato da Cgil, Cisl e UIL con la Regione Emilia Romagna e le Associazioni datoriali nel Luglio scorso: "Ma perché il patto non resti sulla carta ­ scrive la Cgil ­ c' è bisogno della forza di tutti. Per questo chiediamo di partecipare alle assemblee e di esprimere il proprio voto". Le assemblee sono in programma oggi (ore 14,30) al Circolo Arci di via Volta a S.Angelo di Gatteo; mercoledì (ore 9.30) alla saletta Auser di via Circonvallazione a Savignano. Giovedì (ore 10) al Circolo Arci di via Sorrivoli a Ponte Abbadesse, alle 14.30 al Circolo Culturale di via Roma a Sarsina, alle 9.30 al Circolo Arci di via Ravennate a Martorano e alle ore 14.30 al Centro Sociale Ravaldini di Gambettola.

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Comune di Savignano IMPUTATI SAVIGNANESI PATTEGGIANO A FIRENZE Pene pesanti per la bancarotta Sad Plastic

SOLO il bosniaco Dragan Aleksic comparirà in giudizio in tribunale a Firenze il 21 giugno 2016 per il fallimento della società fiorentina FC (già Sad Plastic), azienda operante nel settore delle scarpe e degli indumenti antinfortunistici. Gli altri quattro imputati per bancarotta fraudolenta transnazionale sono usciti dal procedimento in udienza preliminare con il ricorso al patteggiamento e al rito abbreviato. L' imprenditore savignanese Giovanni Amadori, 59 anni, ha patteggiato la pena di due anni e sei mesi di reclusioni. Amadori (difeso dagli avvocati Carlo Nannini e Achille Macrelli) ha ottenuto la revoca degli arresti domiciliari ed è tornato in libertà. Rito abbreviato per Luigi Francesconi (difeso dagli avvocati Cardile e Zilletti), commercialista ravennate 55enne, condannato a tre anni di reclusione. Pene più pesanti, sempre col rito abbreviato, sono andate ai due fratelli Stefano (41 anni) e Antonio (42) Dradi, savignanesi 'eredi' di una nota famiglia di imprenditori. Sei anni di reclusione per Antonio Dradi (avvocato Mazzacuva), cinque anni e quattro mesi per Stefano (avvocato Coliva). Il giudice ha disposto il risarcimento del danno in favore della parte civile Curatela fallimentare Fc Srl da liquidarsi in separato giudizio, con una provvisionale pari a un milione e 910mila euro. Secondo l' accusa i fratelli Dradi, con la collaborazione a vario titolo degli altri imputati, avevano portato la loro azienda al fallimento trasferendo in Bosnia il suo patrimonio per un valore di oltre 13 milioni di euro. Nel corso dell' inchiesta la Guardia di finanza di Firenze ha sequestrato le quote di possesso della lussuosa villa di famiglia di Savignano, cedute nel 2012 dai fratelli Dradi alla madre (non indagata).

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Comune di Savignano SANT' ANGELO Demolita la casa dove abitò per anni Secondo Casadei

UN ALTRO pezzo di storia della vecchia Sant' Angelo di Gatteo se n' è andato: la casa (foto) ove il maestro Secondo Casadei abitò, dopo essersi sposato il 10 novembre 1935 con Maria Boschetti e dove nacquero i figli Giampiero e Riccarda come pure il nipote Raoul, è stata demolita pochi giorni fa. Al tempo in cui il maestro Casadei vi abitava, l' indirizzo era quello di via Cesenatico 52 (ora via Allende) e lì vi rimase una decina d' anni. Infatti nell' immediato dopoguerra si trasferì con la famiglia, moglie e due figli, a Savignano dove trascorse il resto della propria esistenza. Quando nel 1948 fece ingresso in parrocchia don Armando Moretti pensò di acquistare quella casetta di proprietà Dino Casadei, fratello di Secondo e padre di Raoul. L' obiettivo era quello di offrire lavoro alle giovani ragazze del luogo in un laboratorio denominato 'S. Maria Goretti' dove si organizzavano corsi giornalieri di taglio e cucito e maglieria. NEL tempo quella casetta divenne preziosa: due camere furono trasformate in una chiesina (detta 'della borgata') per incontri mattutini con gli scolari nel mese di maggio e soprattutto per la messa festiva serale. Una camera di questo edificio è stata per vari anni anche sede della Democrazia Cristiana. Secondo Casadei ebbe lì la residenza ma nacque in quella denominata 'Palazzo Briganti' poco distante, sempre in via Cesenatico vicino al ponte del torrente Rigossa dove una targa commemorativa lo ricorda. Al piano terreno il padre Federico, detto 'Richein ad Magalot' faceva il sarto permettendo a tutta la famiglia, che comprendeva, oltre Secondo, la moglie Ernesta e i figli Dino e Angela, una vita abbastanza agiata. Ma Secondo per passione scelse la strada musicale ed è così entrato nella storia della musica popolare. Edoardo Turci.

EDOARDO TURCI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 12 26 ottobre 2015 Pagina 5 Il Resto del Carlino (ed. Cesena)

Comune di Savignano SAVIGNANO UNA TROUPE IN CITTA' Il ponte romano e il Rubicone in televisione su 'Rai Storia'

RIPRESE sopra e sotto il ponte romano per la troupe Rai che a Savignano ha girato un servizio a tema archeologico. Lo staff di 'Cronache dall' antichità', guidato dal conduttore Cristoforo Gorno, è arrivato in città per registrare una puntata della trasmissione, in onda ogni lunedì in prima serata su 'Rai Storia', dedicata a Giulio Cesare. Insieme a vicende narrate tra Roma e Rimini, gli autori hanno inserito riprese e racconti sull' annosa questione del vero fiume Rubicone varcato da Giulio Cesare nel 49 a.c. La puntata registrata a Savignano, che inizierà con un 'focus' sul ponte romano, andrà in onda a febbraio 2016 come apertura della nuova edizione. «Questo programma ­ ha raccontato il conduttore ­ era un esperimento della nostra rete. Nel 2014 abbiamo debuttato proprio approfondendo alcune vicende storiche legate a Giulio Cesare che ci hanno portato fortuna rendendo 'Cronache dall' antichità' il programma più visto su Rai Storia. Ripartiamo quindi con Giulio Cesare sperando sia di buon auspicio».

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 13 26 ottobre 2015 Pagina 5 Il Resto del Carlino (ed. Cesena)

Comune di Savignano Oltre ventimila visitatori a San Crispino immersi nella storia della calzatura San Mauro, nel weekend successo della tradizionale fiera

di ERMANNO PASOLINI BOOM di presenze nel 'Paese dei calzolai'. Nel recente weekend, con l' anteprima di venerdì sera, la Fiera di San Crispino (protettore dei calzolai) ha richiamato nelle strade e nelle piazze di San Mauro oltre 20mila visitatori. Trainanti sono risultati la buona stagione e il ricco programma di eventi e di iniziative tra le quali numerose sono state quelle dedicate alla calzatura promosse dall' assessorato alle attività economiche del Comune. Tra mostre, banchetti, esposizioni, fotografie, animazioni, stand gastronomici, volontariato, musica e poesia, la protagonista è stata appunto la scarpa. Non sono mancate le dimostrazioni dei calzolai 'Me Banchet' con Mimmo Boetti, Luigi Garofani e Saverio Paradiso, le opere degli studenti del Cercal (la scuola internazionale di calzature di ) e del Marie Curie di Savignano l' istituto di istruzione superiore di Savignano che oltre al Liceo Scientifico e all' Iti ha anche la scuola moda a indirizzo calzaturiero. IN MOSTRA le attrezzature che hanno fatto la storia dell' artigianato e dell' industria calzaturiera, apprezzati anche i laboratori dei mestieri riservati all' attenzione e alla curiosità dei bambini. Poi spettacoli, concerti, mostre. In conclusione la 'Supertombola show' organizzata da Agorà 2000 insieme al Comune e alla Confcommercio locale. La manifestazione è stata condotta dal popolare comico Sgabanaza. «Grande successo di pubblico ma soprattutto grande partecipazione dei cittadini ­ dice il sindaco Luciana Garbuglia ­. Sono proprio loro che che attraverso le associazioni e le iniziative private hanno reso questo appuntamento sempre più ricco di opportunità, mostre, rassegne d' arte, cultura. Da mettere in evidenza anche la partecipazione dei nostri amici gemellati di Naumburg (si trova in Sassonia, in Germania) con le loro apprezzate specialità tedesche. Il centro storico è stato preso d' assalto ma anche alcune zone della periferia sono risultate particolarmente animate come 'Il Cantiere Artistico' in via Roma nella ex 'Mir Mar' la prima industria calzaturiera di San Mauro. Proprio qui è stata organizzata la terza edizione di una mostra, curata da Marco Bianchi e centrata sul dialogo con opere sia di giovani che di affermati artisti come Eugenio Barbieri, Ilario Fioravanti e Vanni Spazzoli». Successo anche per 'Arte all' asta', l' iniziativa del Rotary Club Valle del Rubicone che ha messo in palio varie opere e anche gli stivali di Raffaella Carrà. Il ricavato sarà devoluto in opere benefiche. Ma l' attrazione principale è stata 'Me banchet' il banchetto del vecchio calzolaio. «Ho iniziato a fare il calzolaio quando avevo 14 anni ­ racconta Mimmo Boetti, 82 anni ­ . Per 40 anni ho lavorato sempre a mano».

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 14 26 ottobre 2015 Pagina 5 Il Resto del Carlino (ed.

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Comune di Savignano ERMANNO PASOLINI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 15 26 ottobre 2015 Pagina 16 Il Resto del Carlino (ed. Forlì)

Comune di Savignano Savignanese 0 Cattolica 0

Savignanese 0 Cattolica 0 SAVIGNANESE: Pazzini, Ceppini, Lessi, Bezzi, Righi, Bertozzi, Censoni (9' st Di Filippo), Bozzetto (43' st Casoli), Farneti N., Dormi, Grandoni. All. Farneti O. CATTOLICA: Di Leo, Casolla, Anastasi, Lombardini, Romagna, Panzavolta, Seck, Mercuri, Pieri (28' st Zhytarchvk), Marino (36' st La Pia), Bruma (15' st Semprini). All. Gori Arbitro: Cortese di Savignano sul Rubicone LA SAVIGNANESE non riesce a battere la resistenza del Cattolica nonostante le occasioni create e i pali colpiti. Al 2' Farneti solo davanti a Di Leo calcia alto. Al 4' traversa colpita da Dormi e al 18' Pazzini in uscita anticipa Marino e Pieri, poi al 35' continua l' assalto dei locali con un triangolo Farneti/Dormi con conclusione di quest' ultimo che Di Leo respinge di piede. Al 40' Bruma di testa per Pieri che si fa respingere il tap in da Pazzini. Nella ripresa al 10' ancora i locali pericolosi con Grandoni e Di Filippo ma Di Leo fa' buona guardia. Al 25' Bozzetto da fuori calcia in porta, a Di Leo sfugge la palla che colpisce la traversa ma non oltrepassa la linea bianca. Al 33' Dormi batte un calcio d' angolo, Farneti di testa colpisce il palo poi si innesca una mischia furibonda dove alla fine il Cattolica riesce a salvarsi. Al 41' Di Leo toglie dal sette una conclusione di Dormi e al 48' Di Filippo solo davanti a Di Leo tira a lato.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 16 26 ottobre 2015 Pagina 15 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena)

Comune di Savignano Alla ricerca di volontari ospedalieri Domani inizia il corso di formazione organizzato da Avo per trovare persone che stiano accanto ai malati

CESENA. Comincia domani e si concluderà il 13 novembre il corso di formazione per volontari ospedalieri organizzato da Avo, per entrare a far parte della squadra che presta un prezioso servizio nei luoghi di cura a favore di ricoverati soli e non autosufficienti. Nata nel 1987, Avo oggi è presente all' ospedale Bufalini, all' hospice di Savignano, negli ospedali Marconi di Cesenatico, Cappelli di Mercato Saraceno ed Angioloni di San Piero in Bagno, nelle cliniche Malatesta Novello e San Lorenzino, nelle case di riposo Don Baronio e Malatesta Violante di Cesena, alla casa di riposo Barocci si Sarsina e in quella di Cesenatico. I corsi di formazione annuale che da Avo propone a cadenza annuale hanno l' obiettivo di "reclutare" nuovi volontari per far fronte al numero crescente di richieste. Il primo appuntamento del corso, che si terrà nella sala teatro della casa di cura Don Baronio, in via Mulini 24, è per le 20.45 di domani, con una presentazione dell' associazione e del progetto di volontariato. Il corso, che si sviluppa in 6 serate, è gratuito e sarà possibile iscriversi direttamente nella prima serata, arrivando con un po' di anticipo. L' auspicio di Avo è che l' appello venga accolto da quante più persone possibile. In cambio, garantiscono una bella esperienza di volontariato e solidarietà. A ciascun nuovo associato sarà chiesto di garantire la propria disponibilità per 2 ore alla settimana, a scelta a pranzo o a cena, nel giorno in cui si ha più tempo. Giorgia Canali.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 17 26 ottobre 2015 Pagina 26 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena)

Comune di Savignano I commenti del dopo ­gara. Parlano il tecnico e il portiere Farneti: «Occorre più cinismo» Di Leo: «Vedrete, ci salveremo!»

SAVIGNANO SUL RUBICONE. Oscar Farneti allenatore della Savignanese: «Una partita da vincere per le occasioni che abbiamo avuto. Secondo me abbiamo disputato un' ottima partita ma non è bastato percé non l' abbiamo messa dentro. Meritavamo di vincere, abbiamo creato tante occasioni. La classifica non bisogna guardarla a ottobre. Dobbiamo essere più cinici sotto porta». Filippo Di Leo portiere del Cattolica: «Un punto che vale dieci contro una delle squadre che esprime il miglior calcio del campionato. Abbiamo disputato una partita di contenimento, abbiamo sofferto ma lo sapevamo. Ora ripartiamo con maggiore convinzione. Siamo vivi e chi ci dava per spacciati dovrà ricredersi, il Cattolica si salverà». (g.d.b. )

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 18 26 ottobre 2015 Pagina 26 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena)

Comune di Savignano Buon punto ottenuto dal Cattolica in casa della lanciatissima formazione gialloblù, che ha prodotto tanto ma non ha avuto fortuna Savignanese bloccata dai legni Nicola Farneti si ferma al palo, la traversa respinge prima Dormi e poi Bozzetto

SAVIGNANO SUL RUBICONE. Finisce in parità fra Savignanese e Cattolica, un punto che soddisfa di più gli ospiti anche se occupano la penultima posizione in classifica. La Savignanese colpisce ben tre legni ma non riesce a perforare il portiere ospite Di Leo. Con Oscar Farneti in tribuna per squalifica, cosi come Vandi, al palo per infortunio anche Angelini (ex Cattolica) e Casadei. La cronaca: al 2' Nicola Farneti solo davanti a Di Leo calcia alto. Al 4' traversa piena colpita da Dormi e due minuti piu' tardi Bozzetto calcia a lato. Al 18' Pazzini in uscita anticipa Marino e Pieri, poi al 35' continua l'assalto dei locali con una triangolazione tra Nicola Farneti e Dormi con conclusione di quest'ulti mo che Di Leo respinge con i piedi. Un minuto più tardi Pazzini devia in corner un tiro di Casolla sul primo palo. Al 40' Bruma di testa per Pieri che si fa respingere il tiro da Pazzini. Al 44' Pieri calcia a lato alla sinistra di Pazzini. Allo scadere del primo tempo corner di Dormi e Bezzi a pochi metri dalla porta non riesce a metterla dentro. Nella ripresa al 6' ancora la Savignanese in attacco con un cross di Grandoni e colpo di testa di Nicola Farneti che termina fuori. Al 10' Dormi serve Di Filippo, conclusione che Di Leo respinge. Al 24' cross di Grandoni per Nicola Farneti: capocciata a fil di palo. Un minuto più tardi Bozzetto da fuori calcia in porta, Di Leo si fa sfuggire la palla che colpisce la traversa ma non oltrepassa la linea bianca. Al 33' Dormi conclude a rete ma Di Leo si salva in calcio d'angolo, sugli sviluppi dalla bandierina batte Dormi e Nicola Farneti di testa colpisce il palo poi si innesca una mischia furibonda e alla fine il Cattolica riesce a salvarsi. Al 41' Di Leo toglie dal sette una conclusione di Dormi e al 48' Di Filippo (servito da Farneti) solo davanti a Di Leo tira incredibilmente a lato.

Giuseppe Del Bianco

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 19 26 ottobre 2015 Pagina 47 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena)

Comune di Savignano LA POLISPORTIVA ABBRACCIA IL BASKET Federica Lisi ospite d' onore alla festa di apertura della Around Sport

CESENA. Il Teatro Verdi di Cesena ha ospitato la presentazione degli atleti dell' Around Team, le squadre del Gruppo Around Sport, società cesenate che gestisce 5 impianti sportivi in Romagna. Più di 150 atleti, e oltre 30 allenatori, che si allenano negli impianti di Forlì, Cesenatico, Santa Sofia, Longiano e Savignano sul Rubicone in numerose disci pline: nuoto, pallanuoto, nuoto sincronizzato, pallavolo, taekwondo, thai boxe, danza, sport su sabbia. Con la novità, quest' anno, del basket in Promozione. «Sono felicissimo ha detto il presidente di Around Sport Gabriele Corzani dell' ingresso del basket, uno sport da sempre nel mio cuore e che, come tutti gli sport, significa dedizione e passione». Di passione per lo sport ha parlato anche Federica Lisi Bovolenta (nella foto), che assieme alla cantautrice Pia Tuccitto con la quale sta portando avanti un progetto per la sicurezza medica nei campi da gioco, ha sottolineato: «Le piscine, i campi da gioco, le palestre sono meravigliosi luoghi di aggregazione e condivisione».

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 20 26 ottobre 2015 Pagina 49 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena)

Comune di Savignano SAVIGNANO Allenamento per il pavimento pelvico

SAVIGNANO. Continuano i corsi promossi dall' Asp del Rubicone per promuovere il benessere in menopausa. In questo ambito inizierà domani la nuova edizione del corso pratico esperienziale per pavimento pelvico. I muscoli di questa parte del corpo svolgono un ruolo importante nel controllo della vescica e dell' intestino e per lo stimolo sessuale. Durante la menopausa subiscono delle alterazioni e potrebbero indebolirsi. Il corso consta di 8 incontri a cadenza settimanale, che si effettueranno presso la palestra della cooperativa "Arcade" in via Matassoni 2, a Savignano. Appuntamento dalle ore 18.30 alle 19.30. E' richiesta una compartecipazione di 10 euro a persona per tutta la durata del corso.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 21 26 ottobre 2015 Pagina 49 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena)

Comune di Savignano SAVIGNANO M. Cinema d' autore e Fantozzi

La rassegna di cinema d' autore al prezzo di 5 euro nei cinema Uci prosegue anche alla multisala a Savignano Mare (zona I per) col film "Fuochi d' artificio in pieno giorno", il capolavoro di Yinan Diao vincitore dell' Orso d' oro al Festival di Berlino 2014. Inoltre, con la proiezione della versione restaurata del film Fantozzi, in programma oggi, domani e mercoledì, inizia, sempre all' Uci, un omaggio ai 40 anni del personaggio interpretato da Paolo Villaggio.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 22 26 ottobre 2015 Pagina 49 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena)

Comune di Savignano Restaurata la tomba dello scrittore oscurato Ezio Camuncoli, convinto fascista di Gatteo Operazione di recupero voluta dai Filopatridi

GATTEO. Restaurata la tomba monumentale dello scrittore Ezio Camuncoli. Nato a Gatteo nel 1895, dopo aver girato l' Italia, vivendo a Rimini, Venezia, Milano, Ferrara e Roma, si spende nella sua città natale nel 1957. Oltre che scrittore, è stato giornalista e direttore di testate giornalistiche. Amico di personaggi della cultura e dell' arte come Giacomo Puccini, Alfredo Panzini, Marino Moretti, Riccardo Bacchelli, Giovanni Papini, Antonio Baldini ed altri altri protagonisti del Novecento, divenne anche accademico della Filopatridi di Savignano. E il suo patrimonio librario, dopo la sua mortem fu donato proprio a questa istituzione culturale Sebbene autore di romanzi di spessore, nel dopoguerra cadde nel dimenticatoio, in quanto in precedenza era stato convinto sostenitore del regime fascista e direttore del quotidiano ferrarese "Corriere Padano", fondato da Italo Balbo. Dopo l' 8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale, mentre nell' agosto 1944 in Lombardia entrò a far parte del Comitato consultivo per la propaganda della Rsi. Il 3 giugno 1944 morì il suo unico figlio, Ferdinando di 17 anni, caduto sul fronte di Anzio e Nettuno, dove stava combattendo con la Rsi per fermare l' avanzata degli anglo ­americani verso Roma. Per quell' azione al figlio venne conferita la medaglia d' oro della Rsi, mentre nell' ottobre 1944 Camuncoli padre divenne direttore del quotidiano milanese "La Sera ­Il Secolo". Messo in disparte alla fine del conflitto, Ezio Camuncoli pubblicò quello definito il ciclo dei romanzi riminesi ("Tre giorni di bora", "Zebedeo in Aprusa", "La femmina pazza", "Il mal perverso") e per vivere diresse una piccola industria di maglieria, prima di spegnersi a Gatteo, all' età di 62 anni. Per la sua attività di letterato ha ricevuto riconoscimenti solo dopo il 1989 e gli è stato anche dedicato un parco pubblico nel Comune di Rimini. Nel 2009 è uscito un libro dal titolo "La giovinezza ha una sola stagione. Ezio Camuncoli Gatteo 1895­1957", a cura di Edoardo Turci, pubblicato dalla società editrice "Il Ponte Vecchio" di Cesena: ripercorre il drammatico periodo storico vissuto da Camuncoli e recupera la memoria di uno degli scrittori più brillanti della Romagna dell' intero Novecento. Ora, nel 120° anniversario della nascita e a 58 anni dalla scomparsa, è stata finalmente restaurata la tomba monumentale dove riposa lo scrittore. A forma di arca, con busto in bronzo ed elefantino, è situata all' ingresso del cimitero di Gatteo. I lavori sono stati svolti con perizia dal restauratore longianese Luca Bolognesi, titolare del laboratorio "Lapidarte", che si trova a San Giovanni in Compito di Savignano. Ha sostenuto le spese la Rubiconia Accademia del Filopatridi di Savignano, guidata Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 23 26 ottobre 2015 Pagina 49 Corriere di Romagna

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Comune di Savignano attualmente da Roberto Valducci, che ancora oggi custodisce il patrimonio librario dello scrittore. Il restauro della tomba monumentale, lunga oltre 3 metri larga 2 e alta 130 centimetri, che ormai era completamente annerita dal tempo, era stato caldeggiato anche dall' accademico Giulio Zamagni, di Gatteo. Giorgio Magnani.

GIORGIO MAGNANI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 24 26 ottobre 2015 Pagina 51 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena)

Comune di Savignano Origine del nome, tesoro tunnel ed antico mulino: quattro misteri di Bagnarola

CESENATICO. Una lunga storia costellata di misteri. E' quella di Bagnarola, che sulla base di quanto riportato nella "Descriptio Romandiole" del Cardinale Anglic Grimoard del 1371 contava allora 21 "fochi", corrispondenti a circa 80­100 residenti, quando Porto Cesenatico ne aveva solo 14. Ad addentrarsi in quattro misteri affascinante che circondano questa località è il ricercatore Gianni Briganti. E chissà che non dia il la ad ulteriori ricerche, magari anche con scavi. Toponimo. Per molti il termine Bagnarola è sinonimo di zona paludosa. Così si disse dai tempi prima delle bonifiche del XV secolo effettuate dai frati di Santa Maria del Monte che, grazie ai generosi lasciti dei Malatesta, vi avevano instaurato un' importante fattoria: "Villa Bagnarola", tutt' ora presente in fondo a via Sbarra, lato mare, trasformata poi in un' anonima casa colonica. Ci sono però elementi che stridono con questa tesi. Nel 1763, all' interno delle "Dissertazioni seconda dell' abate Pasquale Amati savignanese sopra alcune lettere del signor Dottor Bianchi", si dichiarava che i terreni di Bagnarola «non furono mai paludi, ma sempre fertili fondi delle Chiese di Cervia, di Classe e di ripieni di vigne, di colture, di prati, di casali, e castelli popolati». Inoltre, nell' atto di donazione dei Malatesta del 1420 e 1455 ai frati del Monte, si legge che i lasciti erano relativi a terreni nella zona della "Tumba Bagnarola", già dotati di case coloniche e terre arate. Il termine tumba è sinonimo di fattoria e se già prima delle bonifiche benedettine c' era una struttura del genere è improbabile che potesse trovarsi in una zona paludosa. Infine, osservando via satellite la frazione, si nota che la Centuriazione Romana del 200­300 a.C. è ancora molto marcata in tutto il territorio, cosa inconciliabile con successive paludi, che ne avrebbero cancellato i segni. E allora ­ continua Briganti ­ forse la vera risposta all' origine del toponimo Bagnarola è nascosta in una lapide rinvenuta durante le bonifiche benedettine e datata attorno al 274 d.c. Vi si legge che "la città rifece l' edificio termale ("balneum", ossia bagno termale) che va sotto il nome di Aureliano, come segno dell' indulgenza dell' imperatore Cesare Augusto Marco Aurelio Pio Felice, conservando il privilegio del denaro concesso dal divino Aureliano e usando le rendite tratte da quella somma, amministrata da Stazio Giuliano, membro dell' ordine equestre". Questa iscrizione fu posta davanti all' altare maggiore di Santa Maria del Monte a Cesena e poi andò persa a seguito del rifacimento del pavimento nel 1660, ma il suo contenuto è stato tramandato dallo storico Zazzeri. L' edificio termale citato era forse una piccola struttura collegata ad un altro fabbricato di riferimento: Bruno Ballerin, qualche anno fa, ipotizzò che si possa trovare sotto le fondamenta di Villa Bagnarola. Tunnel: fantasia o realtà? Lo stesso Ballerin ha riferito che il proprietario di Villa Bagnarola testimoniò che durante uno scavo a sud ­ovest dell' edificio era affiorata la volta di un tunnel sotterraneo, ipotizzando quindi che vi fosse un collegamento lungo 300 metri che partisse dallo scantinato e

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 25 26 ottobre 2015 Pagina 51 Corriere di Romagna

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Comune di Savignano arrivasse fino al mulino di Bagnarola, un tempo localizzato sul fiume Pisciatello di fianco all' odierno gomito che collega via Pisciatello con via Torri. Difficile sapere se questo tunnel sia solo una fantasia, in linea con la tendenza romagnola a sospettare la presenza di passaggi segreti. Ma qualcuno ha fatto notare a Briganti che una fascia di coltivazione presente sulla traiettoria presente tra Villa Bagnarola e il vecchio mulino che era in zona appariva in estate con colorazione diversa rispetto al resto della piantagione. Segnale che si celi un percorso sottoterra o semplice suggestione? E perché l' area a sud ­ovest di Villa Bagnarola è rialzata rispetto al resto del terreno intorno?. Antico tesoro. Il Fantaguzzi annota tra le cronache del suo "Caos" che nel 1505 i frati trovarono proprio nei pressi dell' ex mulino a Bagnarola un prezioso tesoro, costituito da monete d' argento di epoca romana custodite dentro un vaso. Potrebbe essere la spia che in zona ci fosse qualche edificio già ai tempi dei romani. Il mulino e Leonardo. Tra i fogli del codice L di Leonardo Da Vinci, il taccuino che aveva con sé durante il viaggio in Romagna del 1502, è possibile notare schemi teorici e disegni di un mulino vicino alle pagine relative a Cesena e a Cesenatico. Gli schizzi riportano dettagli tecnici della ruota di un mulino ad acqua e il dettaglio anche di una macina con braccio per il traino animale. Effettivamente, come indicato anche nella precedente cronaca del "Caos", nel 1505 i frati realizzeranno un mulino a due macine che poteva andare ad acqua e, in mancanza, poteva essere azionato anche con traino animale. Tuttavia negli archivi dell' Abbazia del Monte c' è un documento del 29 luglio 1505 riportante una petizione al governatore per l' autorizzazione a realizzare un mulino. Possibile che in pochi mesi, nel 1505, il mulino sia stato richiesto, autorizzato e pure realizzato, con tanto di scavo di canale e chiusa collegata a un chilometro di distanza? O forse il "fecero uno molino" del Fantaguzzi fa piuttosto riferimento ai lavori iniziati mesi o anni prima e terminati, nonché autorizzati definitivamente, nel 1505? Briganti sottolinea un particolare non da poco per rispondere a queste domande: Cesare Borgia obbligò tutti coloro che nel 1502 avessero avuto intenzione di costruire una nuova opera a consultare preventivamente Leonardo da Vinci e ad attenersi alle sue disposizioni e quindi anche i frati, intenzionati probabilmente già in quel periodo a realizzare un mulino, sarebbero stati obbligati a rivolgersi a lui. Non solo. Briganti rivela che quel mulino era stato affidato dai Frati del Monte già nel 1600 a suoi avi. Perciò ha chiesto di mostrare l' immagine della macina leonardiana ad una sua prozia, ultima persona in vita ad aver visto coi suoi occhi le macine dal vero, e l' immagine è stata riconosciuta come aderente a quella realmente presente un tempo.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 26 26 ottobre 2015 Pagina 58 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena)

Comune di Savignano Cantina Colli Romagnoli, la sfida della qualità Il tecnico: «Sul mercato con prodotti d' eccellenza»

FORLÌ. «Mi sento molto vicino ai valori della cooperazione, il carattere di mutualità mi piace, mi ci riconosco. Sono figlio di coltivatori che conferivano le loro uve ad una Cantina sociale, i miei genitori non possedevano nulla e la parola socio mi ha sempre affascinato perché significava essere proprietario di qualcosa». Daniele Rossi, 31enne tecnico viticolo della Cantina Colli Romagnoli dove è in servizio dal 2004, non nasconde la passione con cui interpreta il proprio lavoro nell' azienda che raggruppa 2mila soci che quest' anno hanno conferito 420mila quintali di prodotto di ottima qualità. Una esperienza talmente coinvolgente che lo ha spinto a scrivere un libro, "Romagna contadina", «frutto ­ racconta ­ degli incontri quotidiani con decine di agricoltori che ho avuto per ra gioni di lavoro». La Colli Romagnoli vanta un patrimonio netto di 10 milioni di euro e un fatturato di oltre 20. E' socia del gruppo Cevico che si occupa di commercializzare in Italia e nel mondo vini famosi come Galassi, Ronco, San Crispino, Romandiola e Rocche Malatestiane. La realtà cooperativa nasce il 9 giugno 2008 dalla fusione di Terre Imolesi e Copa di Faenza, per poi incorporare ­ il 9 settembre 2009 ­ Terre Riminesi di Coriano e la Cantina Frantoio Rubicone di Savignano sul Rubi cone. «Anche nel nostro mondo riprende Rossi ­ l' unione fa la forza ed aver acquisito una maggiore solidità sul mercato ci permette di avere anche un peso diverso nei confronti di clienti e concorrenti». Una stagione molto positiva anche per la qualità della vendemmia. «In base alla mia esperienza ­ conferma, infatti, l' esperto ­ posso dire che è una delle 2­3 migliori degli ultimi quindici anni. Frutto di un inverno e di una primavera ricchi di precipitazioni che hanno garantito un' ottima riserva idrica, al punto che il caldo estivo non ha rappresentato un problema quasi in nessun territorio. Le forti escursioni termiche ci hanno garantito di avere aromi importanti soprattutto per i vini bianchi e il caldo ha consentito una espressione zuccherina notevole, con vini rossi di alto grado. Le scarse piogge dell' ultimo periodo di maturazione, poi, hanno permesso di lavorare un' uva sana, sulla quale non erano presenti funghi o altre malattie. E questo rappresenta un ottimo punto di partenza per una buona vendemmia». In sostanza, quindi, l' azienda cooperativa si prepara a distribuire sul mercato un prodotto di ottima qualità attraverso il capillare canale commerciale del gruppo Cevico. «Lavorare per un azienda di queste dimensioni ­ sottolinea ancora Rossi ­ dà sicuramente molto tranquillità. Il mio territorio di competenza va da Imola a e alterno giornate in ufficio a quelle sul Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 27 26 ottobre 2015 Pagina 58 Corriere di Romagna

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Comune di Savignano territorio, durante le quali è molto gratificante il rapporto con i coltivatori diretti e le loro famiglie. Un mondo affascinante al quale puntavo fin da giovane».

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Comune di Savignano Savignanese 0 Cattolica 0

SAVIGNANESE: Pazzini, Ceppini, Lessi, Bezzi, Righi, Bertozzi, Censoni (9' st Di Filippo), Bozzetto (43' st Casoli), Farneti N., Dormi, Gran doni. All. Farneti O. CATTOLICA: Di Leo, Casolla, Anastasi, Lombardini, Romagna, Panzavolta, Seck, Mercuri, Pieri (28' st Zhytarchvk), Marino (36' st La Pia), Bruma (15' st Semprini). All. Gori ARBITRO Cortese di Bologna La Savignanese non riesce a battere la resistenza del Cattolica nonostante le numerose azioni da rete create e i legni della porta colpiti. Al 2' Farneti solo davanti a Di Leo calci alto. Al 4' traversa piena colpita da Dormi e due minuti piu' tardi Bozzetto calcia a lato. Al 18' Pazzini in uscita anticipa Marino e Pieri, poi al 35' continua l' assalto dei locali con un triangolo Farneti­Dormi con conclusione di quest' ultimo che Di Leo respinge con i piedi. Un minuto piu' tardi Pazzini devia in corner un tiro di Casolla sul primo palo. Al 40' Bruma di testa per Pieri che si fa' respingere il tap in da Pazzini. Allo scadere del primo tempo corner di Dormi e Bezzi a pochi metri dalla porta non riesce a metterla dentro. Nella ripresa al 10' ancora i locali pericolosi con Grandoni e Di Filippo ma Di Leo fa buona guardia. Al 24' cross di Grandoni e Farrneti di testa sfiora il palo. Un minuto più tardi Bozzetto da fuori calcia in porta, Di Leo si fa sfuggire la palla che colpisce la traversa ma non oltrepassa la linea bianca. Al 33' Dormi batte un calcio d' angolo, Farneti di testa colpisce il palo poi si innesca una mischia furibonda dove alla fine il Cattolica riesce a salvarsi. Al 41' Di Leo toglie dal sette una conclusione di Dormi e al 48' Di Filippo solo davanti a Di Leo tira incredibilmente a lato. G.D.B. NELLA FOTO: il portiere Pazzini.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 29 26 ottobre 2015 Pagina 26 La Voce di Romagna (ed. Forlì)

Comune di Savignano Riviera di Romagna Castelvecchio 2

RIVIERA DI ROMAGNA: Pignagnoli, Bastianelli (11'st Ferrara), Marrone, Ugolini, Mastrovincenzo, Galassi, Pastore, Bassano (38'st Lazzara), Colasuonno (27'st Porcarelli), Cinti E., Cassanelli. A disp.: Vio, Volonnino, Gagliardi, Cinti C. All. Urbinati. CASTELVECCHIO: Pacini, Vicini, Fiorenza (1'st Amaduzzi M.), Teodorani, Guiducci, Carlini, Lisi, Venturelli, Guidi, Beleffi (25'st Zani), Casali (1'st Nagni). A disp.: Montanari, Amaduzzi A., Cappelli, Legni. All. Varchetta. ARBITRO: Righi di Bologna. Assistenti: Samaritani e Xhafa di Ravenna. RETI: 21' e 1'st Lisi (C), 37' e 6'st Colasuonno (R), 39' rig. Mastrovincenzo (R). NOTE: Ammonite: Porcarelli (R), Venturelli (C). CERVIA Successo di misura per la Riviera di Romagna che ha piegato un coriaceo Castelvecchio nella terza gara del triangolare di Coppa Italia (3­2 e approda così al secondo turno della competizione. Vantaggio delle savignanesi al 21' con Lisi che scattava sul filo del fuorigioco e con un preciso pallonetto infilava in rete l' 1­0. Le ravennati reagivano prontamente, sfiorando il pari con un destro da fuori area di Elisa Cinti, fuori di poco (24'), prima di ribaltare gli esiti della sfida nel finale di prima frazione: Gaia Mastrovincenzo sgusciava via sulla linea di fondo, rientrava sul sinistro e veniva stesa al momento della conclusione. Dal dischetto traversa di Fabiana Colasuonno. Poco dopo la stessa Colasuonno si faceva perdonare l' errore dagli undici metri, firmando l' 1­1 con un destro fulmineo dal limite dell' area. Due minuti dopo Gaia Mastrovincenzo griffava il sorpasso procurandosi e trasformando il secondo rigore di giornata (39'). Le savignanesi non ci stavano e ad inizio ripresa firmavano il nuovo pari ancora con Erika Lisi direttamente su calcio piazzato (1'st). Tutto da rifare per le giallo­rosso­blù che firmavano il definitivo 3­2 con una rasoiata di destro di Colasuonno dal limite che si infilava all' angolino lontano (6'st). Le giallo ­verdi non demordevano e si rendevano ancora pericolose poco dopo con un' incornata di Nagni, alta sulla traversa (10'st) e nel finale di gara prima con un destro di Erika Lisi, che sorvolava di poco la traversa (39'st), poi con un colpo di testa di Teodorani che si spegneva sul fondo (41'st).

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 30 26 ottobre 2015 Pagina 47 La Voce di Romagna (ed. Forlì)

Comune di Savignano IN PILLOLE Patto sul lavoro Assemblee Cgil

E' in pieno svolgimento la consultazione sui contenuti del "Patto per il lavoro" stipulato da Cgil, Cisl e UIL con la Regione Emilia Romagna e le Associazioni datoriali nel Luglio scorso: "Ma perché il patto non resti sulla carta ­ scrive la Cgil ­ c' è bisogno della forza di tutti. Per questo chiediamo di partecipare alle assemblee e di esprimere il proprio voto". Le assemblee sono in programma oggi (ore 14,30) al Circolo Arci di via Volta a S.Angelo di Gatteo; mercoledì (ore 9.30) alla saletta Auser di via Circonvallazione a Savignano. Giovedì (ore 10) al Circolo Arci di via Sorrivoli a Ponte Abbadesse, alle 14.30 al Circolo Culturale di via Roma a Sarsina, alle 9.30 al Circolo Arci di via Ravennate a Martorano e alle ore 14.30 al Centro Sociale Ravaldini di Gambettola.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 31 26 ottobre 2015 Pagina 47 La Voce di Romagna (ed. Forlì)

Comune di Savignano GRUPPO AROUND SPORT Presentate le squadre agonistiche Quest' anno la novità è il basket

In una serata molto partecipata sono stati presentati, venerdì scorso al Teatro Verdi, gli atleti dell' Around Team, le squadre agonistiche del Gruppo Around Sport, società cesenate che gestisce cinque impianti sportivi in Romagna. Più di 150 atleti e oltre 30 allenatori che si allenano abitualmente negli impianti di Forlì, Cesenatico, Sata Sofia, Longiano e Savignano sul Rubicone in numerose discipline: nuoto, pallanuoto, sincronizzato, pallavolo, taekwondo, thai box, danza e sport su sabbia. Con la novità, quest' anno, del basket, come ha sottolineato il presidente di Around Sport Gabriele Corzani. Di passione per lo sport ha parlato anche Federica Lisi Bovolenta che, con la cantautrice Pia Tuccitto, sta portando avanti un progetto per la sicurezza medica nei campi da gioco.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 32 26 ottobre 2015 Pagina 5 Il Resto del Carlino (ed. Cesena)

Comune di San Mauro Oltre ventimila visitatori a San Crispino immersi nella storia della calzatura San Mauro, nel weekend successo della tradizionale fiera

di ERMANNO PASOLINI BOOM di presenze nel 'Paese dei calzolai'. Nel recente weekend, con l' anteprima di venerdì sera, la Fiera di San Crispino (protettore dei calzolai) ha richiamato nelle strade e nelle piazze di San Mauro oltre 20mila visitatori. Trainanti sono risultati la buona stagione e il ricco programma di eventi e di iniziative tra le quali numerose sono state quelle dedicate alla calzatura promosse dall' assessorato alle attività economiche del Comune. Tra mostre, banchetti, esposizioni, fotografie, animazioni, stand gastronomici, volontariato, musica e poesia, la protagonista è stata appunto la scarpa. Non sono mancate le dimostrazioni dei calzolai 'Me Banchet' con Mimmo Boetti, Luigi Garofani e Saverio Paradiso, le opere degli studenti del Cercal (la scuola internazionale di calzature di San Mauro Pascoli) e del Marie Curie di Savignano l' istituto di istruzione superiore di Savignano che oltre al Liceo Scientifico e all' Iti ha anche la scuola moda a indirizzo calzaturiero. IN MOSTRA le attrezzature che hanno fatto la storia dell' artigianato e dell' industria calzaturiera, apprezzati anche i laboratori dei mestieri riservati all' attenzione e alla curiosità dei bambini. Poi spettacoli, concerti, mostre. In conclusione la 'Supertombola show' organizzata da Agorà 2000 insieme al Comune e alla Confcommercio locale. La manifestazione è stata condotta dal popolare comico Sgabanaza. «Grande successo di pubblico ma soprattutto grande partecipazione dei cittadini ­ dice il sindaco Luciana Garbuglia ­. Sono proprio loro che che attraverso le associazioni e le iniziative private hanno reso questo appuntamento sempre più ricco di opportunità, mostre, rassegne d' arte, cultura. Da mettere in evidenza anche la partecipazione dei nostri amici gemellati di Naumburg (si trova in Sassonia, in Germania) con le loro apprezzate specialità tedesche. Il centro storico è stato preso d' assalto ma anche alcune zone della periferia sono risultate particolarmente animate come 'Il Cantiere Artistico' in via Roma nella ex 'Mir Mar' la prima industria calzaturiera di San Mauro. Proprio qui è stata organizzata la terza edizione di una mostra, curata da Marco Bianchi e centrata sul dialogo con opere sia di giovani che di affermati artisti come Eugenio Barbieri, Ilario Fioravanti e Vanni Spazzoli». Successo anche per 'Arte all' asta', l' iniziativa del Rotary Club Valle del Rubicone che ha messo in palio varie opere e anche gli stivali di Raffaella Carrà. Il ricavato sarà devoluto in opere benefiche. Ma l' attrazione principale è stata 'Me banchet' il banchetto del vecchio calzolaio. «Ho iniziato a fare il calzolaio quando avevo 14 anni ­ racconta Mimmo Boetti, 82 anni ­ . Per 40 anni ho lavorato sempre a mano».

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 33 26 ottobre 2015 Pagina 5 Il Resto del Carlino (ed.

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Comune di San Mauro ERMANNO PASOLINI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 34 26 ottobre 2015 Pagina 14 Il Resto del Carlino (ed. Cesena)

Comune di San Mauro Serie D Arbitro infortunato, sospesa Castelfranco­Altovicentino Il Parma vince e tenta la fuga

Rimini IL PARMA prova a scappare, l' Altovicentino è stoppato da un infortunio dell' arbitro e il San Marino non si stacca dalle prime. Prove di fuga alla decima di campionato con la squadra di Apolloni che si mangia in un sol boccone il Lentigione. Il match tra Virtus Castelfranco e Altovicentino è sospeso dopo 36 minuti per un infortunio all' arbitro che cadendo si è procurato una contusione a un gomito. Il San Marino ha travolto la Fortis Juventus, mentre il Delta Rovigo a sorpresa è stato fermato in casa dal Villafranca. Vittoria di misura dell' Imolese sul Mezzolara, mentre il Forlì ha battuto il Romagna Centro. Tre punti in tasca per il Legnago contro la Clodiense e per la Ribelle ai danni della Correggese. Poi ci sono i pareggi di giornata, due per la precisione. Sammaurese e Bellaria hanno diviso la posta proprio come Ravenna e Arzignano.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 35 26 ottobre 2015 Pagina 15 Il Resto del Carlino (ed. Cesena)

Comune di San Mauro Serie D Biancazzurri in vantaggio con il solito Gagliardi. I ragazzi di Protti pareggiano e poi tentano l' assalto, ma Calderoni è un muro Una brillante Sammaurese non riesce a piegare il Bellaria

Sammaurese 1 Bellaria 1 SAMMAURESE (4­ 3­2­1): Stimac 6; Pesaresi 6, Rosini 6,5, Sampò 6, Gaiani 6 (17' st Rondinelli6); Diallo 6 (17'st Bentivoglio), Bassani 5,5 (40'st Monti), Scarponi 6,5; Bonandi 5,5, Simoncelli 5,5; Traini 7. All.: Protti. BELLARIA (4­4­1­1): Calderoni 7; Radchenko 6,5, Giannetti 5,5, Casieri 6, Dejori 6,5; Berchicci 5,5 (25'st Varrella 6), Santoni 6, Facondini 5,5 (13'st Muro 6), Campidelli 6 (41' pt Russo 5,5); Amati 6; Gagliardi 7. All.: Morganti. Arbitro: Catastini di Pisa. Reti: 18' pt Gagliardi, 39' pt Traini. Note: spettatori 350 circa; espulsi 42' st Giannetti, 48' st Simoncelli; ammoniti Traini, Casieri; angoli 7 a 3; recupero 1' e 3'. San Mauro Pascoli UN PUNTO per uno, ma anche rimpianti quasi equamente divisi. La Sammaurese ripensa alle tante palle gol non concretizzate, il Bellaria invece alla palla capitata sui piedi di Russo dalla quale poteva scaturire il secondo vantaggio ospite. In definitiva il Bellaria si è guadagnato il pareggio in virtù di una intensità di gioco altissima per tutta la gara, la Sammaurese non riesce a vincere la seconda gara interna di fila ma sul piano della manovra i ragazzi di Stefano Protti hanno convinto. L' avvio è tutto giallorosso. Passano solo due minuti e la Sammaurese arriva ad un passo dal gol: Scarponi scambia con Simoncelli e si presenta al tiro respinto da Calderoni, sul secondo tentativo di Scarponi salva sulla linea di porta Dejori. Al 7' Simoncelli colpisce bene di testa e il gol sembra fatto ma è solo illusione essendo la palla finita sul fondo. Al 9' Sampò ferma Gagliardi quando l' attaccante del Bellaria è pronto per il tiro a botta sicura. Al 18' però Gagliardi colpisce: Bassani sbaglia il controllo al limite dell' area, l' attaccante gli ruba palla e col destro rasoterra infila Stimac. Al 23' sibila alta di poco la punizione battuta da Simoncelli. Al 39' la Sammaurese pareggia; su angolo da destra Traini stacca in modo irresistibile e di testa manda la palla all' incrocio dei pali raggiungendo Gagliardi a quota cinque nella classifica dei marcatori. NELLA RIPRESA la Sammaurese spinge a lungo ma il Bellaria pressa in ogni zona del campo e questo unito alle parate di Calderoni si rivela decisivo. Al 4' il portiere del Bellaria para a terra sul bel sinistro di Bonandi. Al 9' Stimac devia in angolo la punizione battuta da Amati. Al 23' Simoncelli si libera bene in area avversaria e prova il diagonale col sinistro ma Calderoni chiude bene sul suo palo. Al 24' Casieri atterra Simoncelli che forse accentua la caduta, ad ogni modo è rigore, sul dischetto va Bonandi che manda la palla sul palo alla destra di Calderoni. Al 29' Sampò devia il tiro di Muro e Stimac è costretto a mettere in angolo. Al 33' bel cross di Simoncelli per Traini che incrocia il

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Comune di San Mauro colpo di testa e la palla finisce di poco sul fondo. Al 37' su palla persa dalla difesa di casa, Russo ha sui piedi la palla giusta ma il suo diagonale non inquadra la porta. Al 43' Calderoni si esalta due volte sulle conclusioni di Scarponi. Infine al 45' ci prova Rondinelli, ma anche in questo caso Calderoni è impeccabile. Roberto Daltri.

ROBERTO DALTRI

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Comune di San Mauro Serie D Biancazzurri in vantaggio con il solito Gagliardi. I ragazzi di Protti pareggiano e poi tentano l' assalto, ma Calderoni è un muro Il Bellaria mette paura a una brillante Sammaurese

Sammaurese 1 Bellaria 1 SAMMAURESE (4­ 3­2­1): Stimac 6; Pesaresi 6, Rosini 6,5, Sampò 6, Gaiani 6 (17' st Rondinelli6); Diallo 6 (17'st Bentivoglio), Bassani 5,5 (40'st Monti), Scarponi 6,5; Bonandi 5,5, Simoncelli 5,5; Traini 7. All.: Protti. BELLARIA (4­4­1­1): Calderoni 7; Radchenko 6,5, Giannetti 5,5, Casieri 6, Dejori 6,5; Berchicci 5,5 (25'st Varrella 6), Santoni 6, Facondini 5,5 (13'st Muro 6), Campidelli 6 (41' pt Russo 5,5); Amati 6; Gagliardi 7. All.: Morganti. Arbitro: Catastini di Pisa. Reti: 18' pt Gagliardi, 39' pt Traini. Note: spettatori 350 circa; espulsi 42' st Giannetti, 48' st Simoncelli; ammoniti Traini, Casieri; angoli 7 a 3; recupero 1' e 3'. San Mauro Pascoli UN PUNTO per uno, ma anche rimpianti quasi equamente divisi. La Sammaurese ripensa alle tante palle gol non concretizzate, il Bellaria invece alla palla capitata sui piedi di Russo dalla quale poteva scaturire il secondo vantaggio ospite. In definitiva il Bellaria si è guadagnato il pareggio in virtù di una intensità di gioco altissima per tutta la gara, la Sammaurese non riesce a vincere la seconda gara interna di fila ma sul piano della manovra i ragazzi di Stefano Protti hanno convinto. L' avvio è tutto giallorosso. Passano solo due minuti e la Sammaurese arriva ad un passo dal gol: Scarponi scambia con Simoncelli e si presenta al tiro respinto da Calderoni, sul secondo tentativo di Scarponi salva sulla linea di porta Dejori. Al 7' Simoncelli colpisce bene di testa e il gol sembra fatto ma è solo illusione essendo la palla finita sul fondo. Al 9' Sampò ferma Gagliardi quando l' attaccante del Bellaria è pronto per il tiro a botta sicura. Al 18' però Gagliardi colpisce: Bassani sbaglia il controllo al limite dell' area, l' attaccante gli ruba palla e col destro rasoterra infila Stimac. Al 23' sibila alta di poco la punizione battuta da Simoncelli. Al 39' la Sammaurese pareggia; su angolo da destra Traini stacca in modo irresistibile e di testa manda la palla all' incrocio dei pali raggiungendo Gagliardi a quota cinque nella classifica dei marcatori. NELLA RIPRESA la Sammaurese spinge a lungo ma il Bellaria pressa in ogni zona del campo e questo unito alle parate di Calderoni si rivela decisivo. Al 4' il portiere del Bellaria para a terra sul bel sinistro di Bonandi. Al 9' Stimac devia in angolo la punizione battuta da Amati. Al 23' Simoncelli si libera bene in area avversaria e prova il diagonale col sinistro ma Calderoni chiude bene sul suo palo. Al 24' Casieri atterra Simoncelli che forse accentua la caduta, ad ogni modo è rigore, sul dischetto va Bonandi che manda la palla sul palo alla destra di Calderoni. Al 29' Sampò devia il tiro di Muro e Stimac è costretto a mettere in angolo. Al 33' bel cross di Simoncelli per Traini che incrocia il colpo di testa e la palla finisce di poco sul fondo. Al 37' su palla persa dalla difesa di casa, Russo ha sui piedi la palla giusta ma il suo diagonale non inquadra la porta. Al 43' Calderoni si esalta due volte sulle Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 38 26 ottobre 2015 Pagina 14 Il Resto del Carlino (ed.

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Comune di San Mauro conclusioni di Scarponi. Infine al 45' ci prova Rondinelli, ma anche in questo caso Calderoni è impeccabile. Roberto Daltri.

ROBERTO DALTRI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 39 26 ottobre 2015 Pagina 14 Il Resto del Carlino (ed. Forlì)

Comune di San Mauro Protti «Noi belli ma troppo spreconi Nella ripresa abbiamo dominato»

San Mauro Pascoli STEFANO Protti è contento del bilancio delle due gare interne e lo dice in modo chiaro: «Avremmo firmato per quattro punti in queste due partite. Il nostro primo obiettivo è evitare gli ultimi due posti poi se succede il miracolo di metterne dietro sei inutile dire che per noi sarebbe ancora meglio». Sulla partita col Bellaria, Protti non nasconde il rimpianto: «Abbiamo avuto molte palle gol, mentre il Bellaria ha tirato in porta due volte e al primo tentativo ha segnato. Tutto è diventato più difficile abbiamo pareggiato alla fine del primo tempo e il secondo lo abbiamo giocato a una porta sola». E' il problema dellaa Sammaurese: troppe occasioni non sfruttate. Come conferma pure Protti «Abbiamo avuto moltissime occasioni, rigore compreso, ma conta i gol segnati. Anche se avremmo strameritato di vincere ci dobbiamo accontentare così del pareggio». r. d.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 40 26 ottobre 2015 Pagina 14 Il Resto del Carlino (ed. Forlì)

Comune di San Mauro Morganti «Peccato per il gol fallito da Russo»

San Mauro Pascoli GABRIELE Morganti apprezza il punto che il suo Bellaria ha guadagnato al 'Macrelli' e ne spiega così i motivi: «Temevo la Sammaurese perché loro davanti hanno tanta qualità e fanno tanto movimento. Sanno mettere in difficoltà ogni squadra, a prescindere da chi affrontano. Noi avevamo preparato la partita per non far emergere le loro qualità offensive e riuscire a sfruttare qualche leggerezza, e direi che ci siamo riusciti». Ma l' allenatore del Bellaria rimugina anche su una situazione in particolare: «Abbiamo subito un rigore stupido come accaduto già in altre situazioni. Ma dopo il rigore loro sono un po' calati e ho pensato di poter ottenere i tre punti, perché a parte le 'spizzate' di Traini e i tagli delle ali ci stavano concedendo molto. Così quando la palla è arrivata a Russo, sapendo delle sue qualità tecniche ero praticamente sicuro che avremmo fatto gol. Alla fine il risultato di 1 a 1 è sofferto ma giusto». r. d.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 41 26 ottobre 2015 Pagina 24 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena)

Comune di San Mauro IL TECNICO BIANCAZZURRO I rimpianti di Morganti: « Se Russo avesse segnato, la classifica sarebbe diversa»

SAN MAURO PASCOLI. «Risultato giusto ma sofferto. Loro hanno sbagliato un rigore, noi un rigore in movimento». Questo il Morganti­pensiero al termine di una partita di sofferenza e carattere da parte dei suoi ragazzi. «Temevo la qualità e il movimento dell' attacco della Sammaurese, per questo ho infoltito il centrocampo, salvo poi cambiare successivamente diversi moduli per fare fronte alle loro avanzate. Dopo il rigore sbagliato da Bonandi a un certo punto ho pensato che avremmo potuto fare risultato pieno. Se Russo avesse buttato dentro quella palla, adesso la nostra classifica sarebbe diversa. Al di là di quell' episodio, complimenti ai miei ragazzi per come hanno affrontato la partita». (f.f. )

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 42 26 ottobre 2015 Pagina 24 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena)

Comune di San Mauro Sammaurese­Bellaria, il derby degli sprechi Traini risponde a Gagliardi, poi Bonandi sbaglia un rigore e Russo si divora il gol ­vittoria

SAN MAURO PASCOLI. La Sammaurese anticipa di due mesi il Natale e spacchetta al Bellaria un punto ­regalo che vale oro. La lista delle occasioni gettata alle ortiche dai ragazzi di Protti è talmente lunga da perderci il conto, con il picco massimo toccato a metà ripresa quando un Bonandi in giornata no sbaglia il penalty che avrebbe cambiato volto alla partita. Sorride il Bellaria che ancora una volta si conferma squadra formato trasferta con addirittura il sogno del colpaccio verso la fine della gara quando Russo si è divorato un rigore in movimento. Al 3' i giallorossi mancano di un niente il gol con Simoncelli (il migliore della Sammaurese) che tira a botta sicura, supera Calderoni ma non Dejori cha salva tutto sulla linea. L' assedio si fa pressante e dopo due minuti Bonandi tira in tribuna un assist al bacio di Traini nel pieno dell' area piccola e al 14' ancora Traini si fa parare una girata in area. Tanto spreco viene raccolto dai gabbiani che mac 6; Pesaresi 6, Gaiani 6 (17' st Rondinelli 6), Rosini 6.5, Sam pò 5.5; Bassani 6 (40' st Monti n.g.), Scarponi 6, Diallo 6.5 (17' st Bentivoglio 6.5); Bonandi 5, Traini 6.5, Simoncelli 7. All. : Protti. BELLARIA (4­5­1): Calderoni 7.5; Radchenko 6, Giannetti 5.5, Casieri 5, Dejori 6; Campidelli 6 (42' pt Russo 5.5), Santoni 6, Facondini 6 (14' st Muro 6.5), Amati 6.5, Berchicci 6 (26' st Varrella n.g.); Gagliardi 7. All.: Morganti. ARBITRO: Catastini di Pisa 5.5. RETI: 19' pt Gagliardi, 39' pt Traini. AMMONITI: Casieri, Traini. ESPULSI: 41' st Giannetti, 47' st Simoncelli. alla prima occasione fanno male: veloce scambio Amati ­Gagliardi, la difesa della Sammaurese sta a guardare, il bomber insacca con precisione. I padroni di casa accusano il colpo anche se non abbassano il ritmo e allo scadere del primo tempo riportano il match in parità: angolo di Scarponi, zuccata indisturbata di Traini che insacca. La ripresa, fino alla mezzora, si apre con lo stesso copione: palla sempre nei piedi dei locali, una sola metà campo interessata al gioco e affollata all' inverosimile di giocatori, Gagliardi (poi Muro) soli in avanti a cercare di alzare la squadra. Già al 3' Bonandi colpisce al volo, Calderoni c' è. All' 11' azione corale innescata da Rosini, tacco di Bonandi per Simoncelli, fuori d' un soffio. Al 22' fallo laterale a lunga gittata, Simoncelli intercetta la palla, tiro a botta sicura ma ancora u na volta Calderoni c' è. Al 25' Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 43 26 ottobre 2015 Pagina 24 Corriere di Romagna

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Comune di San Mauro Simoncelli entra in area, punta di Casieri che lo stende, rigore. Dal dischetto va Bonandi che colpisce il palo. Il Bellaria prende fiducia e al 30' ha il match point: avventato passaggio di Pesaresi a Scarponi che perde palla al limite dell' area, ne ap profitta Russo che solo davanti a Stimac spara fuori. Al 41' ospiti in dieci: rosso a Giannetti. Con un uomo in più la Sammaurese le prova tutte ma Calderoni è in stato di grazia e non concede neppure gli spifferi d' aria dalle sue parti.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 44 26 ottobre 2015 Pagina 49 Corriere di Romagna (ed. Forlì­Cesena)

Comune di San Mauro Incarichi: il Comune si adegua alle leggi dopo due anni San Mauro: la Corte dei Conti aveva richiesto la procedura comparativa, Biancoli attacca

SAN MAURO PASCOLI. Procedura comparativa per assegnare gli incarichi: il Comune di San Mauro Pascoli si adegua a quanto impone la legge. Ma Flavio Biancoli, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle sottolinea che lo fa con due anni e mezzo di ritardo dalle bacchettate che erano già state rifilate dalla Corte dei Conti per questa mancanza. E annuncia l' intenzione di vederci chiaro, con accessi agli atti ed interrogazioni. Qualche giorno fa è stata pubblicata sull' albo pretorio del Comune di San Mauro una delibera approvata lo scorso 28 agosto, che modifica il regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi. Nella stessa delibera si richiama una nota che la Corte dei Conti inviò al Comune, e che fu protocollata il 17 aprile 2013. in cui si evidenziava la non conformità delle procedure di affidamento incarico diretto senza passare da bando pubblico. In particolare, si faceva presente che, prima dell' affidamento di ogni incarico, qualunque sia l' importo, deve essere sempre effettuata una procedura comparativa cui tutti i potenziali interessati possano partecipare. Un obbligo mirato a combattere favoritismi e clientelismi. Ora il Comune "si è messo a posto", ma Biancoli fa notare che nel 2014 sono stati dati incarichi diretti per circa 30 mila euro. E allora preannuncia che chiederà di esaminare come questa partita è stata gestita lo scorso anno.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 45 26 ottobre 2015 Pagina 23 La Voce di Romagna (ed. Forlì)

Comune di San Mauro SPOGLIATOI SAMMAURESE Il presidente Cristiano Protti: "Siamo stati spreconi"

SAN MAURO (P.G.) "Siamo stati un po' troppo spreconi!" Così il presidente della Sammaurese Cristiano Protti della sfida ai biancazzurri del Macrelli, la seconda, e di fila, sul proprio campo. Solo che domenica era stato un trionfo, al cospetto del Ravenna, ieri è arrivato solo un pari contro la truppa di Morganti. Lo sapeva bene Stefano, il cugino tecnico, che sarebbe stato ancor più difficile in questo secondo derby, e in effetti. Anche il numero uno riconosce: "Buona realtà il Bellaria: mi è piaciuto. Anche se a noi credo che, in definitiva, sia mancato solo il gol. E fa rabbia aver gettato tanto alle ortiche sotto rete. Ma va bene così. Anche perché vediamola in questo modo: almeno non abbiamo perso!" Certo quel rigore fallito da Bonandi: "Ma aveva un dolore al dente da sabato sera. Va perdonato. Anche perché chi non fa certo non sbaglia".

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 46 26 ottobre 2015 Pagina 23 La Voce di Romagna (ed. Forlì)

Comune di San Mauro SPOGLIATOI BELLARIA IL MISTER: "MA IL PARI CI STA" Morganti: "Tanto cuore Peccato, si poteva vincere"

SAN MAURO (P.G.) Per un momento ci aveva quasi creduto, ma ecco che in quel rombante finale ha poi calciato fuori il giovane di Russo. E così mani nei capelli Gabriele Morganti e un po' di amarezza per un successo così evaporato all' ultimo, quel che sarebbe stato il secondo dopo quello corsaro di Imola di inizio ottobre: "Peccato perché per un attimo l' abbiamo sognato il colpaccio. Per quanto si debba convenire che il pari ci sta, nel complesso". E comunque è rimasto soddisfatto dei suoi il tecnico biancazzurro: "Una sfida giocata con grande cuore. In particolare, poi, dopo il rigore fallito da Bonandi, abbiamo preso ancora più coraggio, sfiorando appunto il successo. Ma contento di una prova che si può definire positiva. Avanti con coraggio".

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 47 26 ottobre 2015 Pagina 23 La Voce di Romagna (ed. Forlì)

Comune di San Mauro Sammaurese 1 Bellaria 1

SAMMAURESE (4­3­3) Stimac 6; Pesaresi 6, Rosini 6, Sampò 6, Gaiani 6 (20'st Rondinelli sv); Bassani 6 (41'st Monti sv), Scarponi 6, Diallo 6 (19'st Bentivoglio sv); Bonandi 5,5, Traini 6,5, Simoncelli 5,5. A disp. Pantarotto, Morri, Solinas, Pieri, Antunes, Benhya. All Protti BELLARIA (4­4­2) Calderoni 6; Radchenko 5,5, Casieri 6, Giannetti 5,5, Campidelli 5,5 (41'pt Russo 5,5); Dejori 6, Amati 6, Santoni 6, Berchicchi 5,5 (26'st Varrella sv); Facondini 5 (14'st Muro 5,5), Gagliardi 6,5. A disp. Zignani, Rosa, Celli, Camporesi, Colonna, Montanar. All Morganti ARBITRO Alberto Catastini di Pisa. Assistenti Alessio Gini ed Elia Zingoni di Pontedera RETI 19'pt Gagliardi, 39'pt Traini NOTE Ammoniti: Santoni, Traini. Espulsi: al 38'st Giannetti per doppio giallo, al 43'st Simoncelli per proteste.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 48 26 ottobre 2015 Pagina 23 La Voce di Romagna (ed. Forlì)

Comune di San Mauro Sammaurese e Bellaria, pari di fuoco AL MACRELLI Quinto centro di Gagliardi per il vantaggio ospite, ma prima del riposo l' incornata dell' 1­1 di Traini. Poi, nella ripresa, Bonandi fallisce un rigore e Russo sbaglia il 2­1 porta vuota

Rialza la testa il Bellaria dopo l'inciampo sul Titano, deve invece accontentarsi del solo pari la Sammaurese ancora in festa dopo il rocambolesco tris al Ravenna che è pure costato la panchina a Marsili. Ma questa volta il campo di casa sembra portare meno fortuna. Addirittura, poco prima della mezzora della seconda frazione, Bonandi spediva sul palo la ghiotta occasione dal dischetto di guadagnare l'intera posta. Quel che sarebbe stato il quarto trionfo per la truppa di Protti. Per quanto, ad onor del vero, si debba pur ricordare che proprio all'ultimo, sull'altro fronte, il giovanissimo Russo non riusciva ad insaccare, tutto solo, quel raddoppio che avrebbe mandato in estasi i biancazzurri ­ ancora con un solo successo da poter vantare in questo campionato ­ dipingendo, invece, la disperazione sui volti della panchina ospite. Pari e patta dunque. Terzo per Morganti, il secondo per i padroni di casa che hanno sempre più vinto o perso, finora, che non pareggiato. L'unica volta, sempre uno a iuno, alla quarta di fine settembre, a Castelfranco. Ardore dei neopromossi, ma ecco al minuto 19 passare con Gagliardi che, su mezza azione personale, andava a scavalcare Stimac per la sua quinta meraviglia in questo esaltante, per lui, inizio di stagione. Anche se poi, prima della fine del tempo, il solito incontenibile Traini, vero trascinatore di questa Sammaurese, ristabiliva le distanze incornando vincente su parabola dalla bandierina sfruttando una delle consuete ingenuità biancazzurre. Nella ripresa parevano, in un primo momento, ancora gli uomini di Protti a gestire meglio per provare ad incassare l'intera posta, ma tutto pareva poi svanire nel momento in cui Bonandi, al 25', sprecava dagli undici metri. Rigore che pareva poter cambiare l'inerzia del confronto, ma l'attaccante calciava sul palo, gettando così nello sconforto i suoi e mettendo, d'altro canto, le ali ai biancazzurri. Che la loro opportunità l'avevano nel finale quando Russo calciava però fuori, tutto solo, da ottima posizione. Il tempo solo di due rossi e tutti sotto la doccia.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 49 26 ottobre 2015 Pagina 2 Il Sole 24 Ore

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Cantiere aperto per le tutele degli autonomi Il collegato alla legge di Stabilità punta ad ampliare le coperture su maternità, pagamenti in ritardo, spese per formazione

Ci sono i professionisti iscritti agli ordini, dai commercialisti agli avvocati, quelli riuniti in associazioni, ma anche il popolo delle partite Iva, con le attività più disparate, come i dottori di ricerca, gli informatici, i grafici e designer free lance. Una platea di oltre due milioni di lavoratori sarà potenzialmente interessata alle novità in arrivo con il «Jobs act degli autonomi», il disegno di legge che dovrebbe approdare in Parlamento come collegato al Ddl Stabilità 2016: da un lato ci sono 1,2 milioni di professionisti iscritti alle casse previdenziali private, dall' altro gli oltre 800mila che versano i contributi alla gestione separata dell' Inps. L' obiettivo è arrivare a uno statuto «che si rivolge a tutto il lavoro autonomo professionale, senza fare distinzioni», come spiega Maurizio Del Conte, docente di diritto del lavoro all' Università Bocconi di Milano e consigliere giuridico del premier Matteo Renzi «e che integra le novità previste dal Jobs act già in vigore, su ammortizzatori sociali e congedi parentali». Il provvedimento prevede una serie di tutele per tutti i lavoratori autonomi, senza distinzione fra iscritti agli ordini e non, con l' unica esclusione degli imprenditori artigiani e commercianti. I tempi di approvazione però non saranno rapidi: «Se non ci saranno intoppi ­ continua Del Conte ­ è probabile che la legge veda la luce intorno alla metà del prossimo anno». Le prime misure Le misure sulle quali i lavoratori autonomi possono fare più affidamento, per ora, sono quelle inserite nel Ddl di stabilità: il blocco al 27%, anche l' anno prossimo, dell' aliquota contributiva per le partite Iva che contribuiscono in via esclusiva alla gestione separata, e il fondo per «favorire la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale» e l' articolazione flessibile del lavoro subordinato, 10 milioni di euro per il 2016 e 50 milioni all' anno dal 2017. Le nuove tutele Il collegato sui lavoratori autonomi prevede la possibilità di applicare gli interessi di mora per i pagamenti in ritardo anche alle transazioni tra imprese e lavoratori autonomi o fra autonomi. Le spese sostenute per la formazione potranno essere interamente deducibili dal reddito (non più dunque al 50%), entro un limite annuo. L' indennità di maternità sarà versata dall' Inps indipendentemente dalla effettiva astensione dal lavoro. Le lavoratrici e i lavoratori autonomi che avranno figli dal 1° gennaio 2016 avranno diritto a un congedo parentale di sei mesi (non più tre) entro i primi tre anni di vita del bambino. Dovrà essere agevolata

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 50 26 ottobre 2015 Pagina 2 Il Sole 24 Ore

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anche la partecipazione dei lavoratori autonomi agli appalti pubblici. Alle controversie sui rapporti che coinvolgono gli autonomi si applicherà poi il rito previsto per le liti di lavoro. Le reazioni Il Ddl è accolto con favore da professionisti e collaboratori, soprattutto dalle categorie finora meno tutelate. Per Marina Calderone, presidente del Cup, il Comitato unitario degli ordini e collegi professionali, «il collegato al Ddl stabilità va a colmare un vuoto normativo, per la mancanza di regolazioni di legge dedicate ai lavoratori autonomi, compresi i professionisti. Sappiamo tuttavia ­ aggiunge ­ che le tutele non saranno di fatto completate se non con interventi organici di tutela del reddito, di sostegno e reale aiuto nei casi necessità e più in generale di un welfare integrato inclusivo delle caratteristiche specifiche del lavoro autonomo». Secondo Riccardo Alemanno, presidente dell' Istituto nazionale tributaristi ed esponente delle professioni senza albo disciplinate dalla legge 4/2013, «è importante che per la prima volta si affronti in modo organico il tema della tutela dei professionisti». Sulla stessa linea d' onda anche Anna Soru, presidente di Acta, associazione che raggruppa i professionisti del "terziario avanzato", al di fuori di ordini e albi professionali: «Si inizia ad affrontare in maniera coerente e costruttiva ­ spiega ­ la risoluzione dei problemi del nuovo lavoro autonomo: viene eliminato, ad esempio, l' obbligo di astensione dal lavoro per avere l' indennità di maternità, una misura che chiediamo dal 2007». Giudizio positivo anche da Silvana Mordeglia, presidente del Consiglio nazionale dell' ordine degli assistenti sociali, che, non avendo una propria cassa di previdenza, versano i contributi alla gestione separata dell' Inps. «Apprezziamo soprattutto ­ conclude ­ il sostegno alla maternità, la deducibilità integrale delle spese per la formazione, le agevolazioni agli autonomi nell' accesso agli appalti. Sono segnali significativi del riconoscimento del ruolo delle professioni nell' economia del Paese». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

PAGINA A CURA DIFRANCESCA BARBIERIVALENTINA MELIS

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 51 26 ottobre 2015 Pagina 8 Il Sole 24 Ore

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Le vecchie spending hanno punito i Comuni che offrono più servizi In cinque anni fondi ridotti fino all' 85 per cento

I Comuni provano a staccare le Regioni nella partita dei costi standard, cioè i parametri che dovrebbero mettere in luce gli sprechi locali ed evitare che siano coperti dai meccanismi di finanziamento. Il tentativo, però, si incrocia con la consueta agitazione delle regole di finanza locale, per cui la strada sembra tracciata ma per i risultati a regime ci vorrà tempo. Nel dibattito pubblico il tema si identifica con la mitologica siringa che in alcune Regioni costa un multiplo di quel che viene pagato altrove, ma è utile accantonare le banalizzazioni per vedere il carattere strategico del tema. Lo strumento migliore per capirlo, come sempre, sono i numeri. Quelli sugli effetti delle spending review del 2010­2015 città per città messi in fila dal Centro Studi Sintesi per Il Sole 24 Ore mostrano che i tagli di questi anni hanno colpito in modo più o meno casuale, concentrandosi in generale sui territori a più alta intensità di servizi: a Lodi, Lecco o Brescia il fondo­base si è ridotto di oltre l' 80% in cinque anni, mentre a Caserta la flessione è stata "solo" del 29% (il dato dell' Aquila è ovviamente influenzato dalle salvaguardie post­terremoto), e non è semplice far dialogare questi numeri con i parametri di «virtuosità» di cui si è discusso per anni. Questi effetti nascono dal fatto che le manovre estive e invernali degli ultimi anni hanno spesso assestato i tagli in proporzione alle spese (generali prima, e per «consumi intermedi» dal 2012 in poi) registrate in ogni Comune, ed è inevitabile che un Comune con più attività abbia una spesa maggiore anche per i «consumi intermedi», cioè per quelle voci che riguardano il funzionamento della macchina pubblica e che sono state troppo frettolosamente identificate come "sprechi" dagli scorsi commissari alla revisione della spesa. Per provare a correggere la rotta, la manovra propone due mosse: il parametro fondato sulla distanza tra fabbisogni e capacità fiscale, che quest' anno ha governato il 20% del fondo di solidarietà comunale, ne guiderà il 30% l' anno prossimo, il 40% nel 2017 e il 55% nel 2018. Nel frattempo, i dati sui fabbisogni saranno progressivamente aggiornati, e sarà affinata la metodologia con l' applicazione più estesa delle cosiddette funzioni di costo: in termini concreti, si tratta di evitare che i Comuni risultino "virtuosi" quando spendono meno per assenza o scarsità di servizi, per non tornare alla casella di partenza nei paradossi delle spending review. Passare dagli obiettivi strategici alla distribuzione materiale dei soldi non è semplice, come mostra

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 52 26 ottobre 2015 Pagina 8 Il Sole 24 Ore

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anche l' esperienza recente. Il giro di boa ormai è avvenuto, quindi il problema del disallineamento tra vecchi e nuovi parametri non dovrebbe ripetersi, ma nel mondo della finanza locale non si sta tranquilli un momento e l' ennesimo ridisegno fiscale cambia le carte in tavola. L' operazione Imu­Tasi su abitazioni principali e terreni agricoli si traduce in un rimborso da 3.668,09 milioni di euro che naturalmente sarà assegnato a ciascun Comune «sulla base del gettito effettivo 2015», accompagnato da un contributo da 390 milioni che replica anche nella distribuzione i meccanismi del fondo­Tasi (472 milioni nel 2015) di questi anni. Di conseguenza, il fondo di solidarietà tradizionale, quello alimentato dall' Imu comunale, scende a 2.768,8 milioni, e solo su questa quota si applicheranno i fabbisogni standard. Risultato: gli standard dovrebbero distribuire l' anno prossimo solo 830 milioni, cioè qualcosa meno dei 900 milioni di quest' anno, per salire a 1,1 miliardi nel 2017 e 1,5 nel 2018. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA.

GIANNI TROVATI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 53 26 ottobre 2015 Pagina 9 Il Sole 24 Ore

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I temi aperti. I sindaci chiedono 700 milioni di arretrati e più accesso al credito Dai mutui alle spese di giustizia: verso la battaglia sui correttivi

Mentre tutte le attenzioni erano concentrate sulla legge di Stabilità, tante tappe della gestione "ordinaria" segnavano il passo, complicando la vita quotidiana delle amministrazioni locali: in lista d' attesa ci sono ancora una serie di regolazioni sui tagli compensativi delle vecchie manovre sull' Imu, per esempio quella sui terreni «ex montani» che ancora attende dal Tar Lazio la decisione di legittimità. Centinaia di Comuni sono ancora interessati dal blocco del fondo di solidarietà 2015, perché non hanno inviato il certificato consuntivo o il questionario sui fabbisogni standard: è il segno delle difficoltà amministrative diffuse, certo, ma anche di un calendario degli adempimenti che nel tempo è impazzito, moltiplicando le richieste a carico di uffici e revisori, e che ora ha bisogno di un riordino drastico. Si parlerà anche di questo nel corso delle discussioni parlamentari sulla legge di Stabilità, che arriva dopo un anno in cui il braccio di ferro sulle proroghe di questo o quel termine (dai bilanci preventivi in giù) è stato più intenso del solito e la catena dei rinvii è stata più breve. «C' è una rigidità da parte del Governo nel dare un segnale sul rispetto delle scadenze ­ sostiene Veronica Nicotra, segretario generale Anci ­, ma l' impegno deve essere reciproco, perché non si può chiedere ai Comuni di assicurare una gestione contabile efficiente se atti e dati fondamentali vengono sistematicamente adottati dallo stesso Governo con ritardi enormi». Se i pilastri della manovra trovano sostanzialmente d' accordo sindaci e governo, però, ci sono tanti temi che promettono di accendere discussioni e polemiche ancora per lungo tempo. Uno di questi è rappresentato dalle condizioni su accesso al credito, ristrutturazioni ed estinzioni anticipate dei mutui Cdp, che i sindaci chiedono di rivedere al ribasso. Poi ci sono i problemi ormai "storici", come la riforma della riscossione che attende la settima proroga, e la questione delle spese di giustizia: dal 1° settembre, per effetto della manovra dell' anno scorso, lo Stato è tornato a caricarsi i costi che per anni i Comuni hanno sostenuto ricevendo rimborsi parziali e tardivi. Secondo i calcoli degli amministratori locali, gli arretrati non rimborsati valgono 700 milioni di euro, cioè ­ per intendersi sull' ordine di grandezza ­ più dei nuovi tagli che la manovra assesta alle Province (altro aspetto su cui si profilano battaglie all' orizzonte). I tavoli tecnici avevano lavorato su un' ipotesi di rateazione, ma in manovra non è per ora entrato nulla.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 54 26 ottobre 2015 Pagina 9 Il Sole 24 Ore

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Le richieste sono tante e le coperture poche, nonostante la "flessibilità" europea, e questo spiega anche la nuova tagliola sulle Province. Le Città metropolitane l' hanno evitata in extremis, ma per lanciare davvero questi enti bisogna diradare la nebbia, che ancora resta fitta, sui riordini locali di funzioni e personale. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 55 26 ottobre 2015 Pagina 9 Il Sole 24 Ore

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INTERVISTA PIERO FASSINO PRESIDENTE ANCI Fassino: dalla manovra un cambio di passo

«Per la prima volta da nove anni alla presentazione della manovra i giornali non titolano su nuovi tagli agli enti locali. Significa che la legge di Stabilità ha cambiato l' approccio, si muove in una logica espansiva per agganciare la ripresa e noi condividiamo questa impostazione». La manovra piace al presidente dell' Anci Piero Fassino, che alla vigilia dell' assemblea nazionale dei sindaci "incassa" l' addio al Patto e le compensazioni all' operazione Imu­Tasi. Ma la partita è appena cominciata, e ora i sindaci guardano ai passaggi parlamentari per affrontare i «problemi ancora aperti»: Province e piccoli Comuni in primis.

Lo sblocco degli avanzi e il pensionamento del Patto di stabilità tolgono ostacoli agli investimenti, ma non tolgono anche alibi a quei Comuni che sul Patto avevano scaricato anche inefficienze loro? Ma noi sindaci questi alibi non li abbiamo mai voluti, e non ci siamo sottratti alle nostre responsabilità come dimostrano i tanti tagli che abbiamo subito e gli obiettivi che abbiamo rispettato in questi anni. Ora la manovra, oltre a rifinanziare e ripensare i fondi su contrasto alla povertà e non autosufficienza, garantisce ai Comuni le risorse per i servizi, con il rimborso del 100% del mancato gettito Imu/Tasi, e ci mette nelle condizioni di tornare a investire, cioè a dedicarci al fronte che è stato più colpito dalle politiche di spending: parlo di strade, edilizia scolastica, dissesto idrogeologico, temi che sono nella vita della gente e che ora possono essere affrontati.

Per investire, però, oltre alle regole servono i soldi: non c' è il rischio che la novità non tocchi quelle aree, in particolare al Sud, dove avanzi da sbloccare non ce ne sono? Sappiamo perfettamente che esistono differenze, ed è probabile che lo sblocco mobiliti più risorse al Nord. Anche nel Mezzogiorno, però, ci sono molti enti che hanno fatto politiche virtuose e hanno avanzi da spendere, che saranno ancora più preziosi dove le condizioni generali del territorio sono più difficili.

Tutto il nuovo sistema poggia sul rinvio di un anno del pareggio di bilancio "iper­rigorista" disegnato nel 2012. Ma un anno basta a rilanciare gli investimenti? Il rinvio è la premessa di un riordino, e la regola del pareggio fondato sul saldo finale di competenza, assunta da questa manovra, è un buon punto di riferimento anche per il futuro. È essenziale arrivare a regole chiare e stabili nel tempo, perché gli investimenti viaggiano con una programmazione

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 56 26 ottobre 2015 Pagina 9 Il Sole 24 Ore

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pluriennale. In cambio di tutto questo arriva il blocco delle aliquote per "blindare" i tagli su Imu e Tasi.

Come lo giudica? È inevitabile che nel momento in cui si fa uno sforzo per ridurre la pressione fiscale si crei un contesto coerente con questo sforzo, che peraltro sgombra il campo dai rischi di replicare polemiche vissute in passato tra i governi che tagliano e i sindaci costretti ad aumentare aliquote nel tentativo di far quadrare i conti. È ovvio, però, che si tratta di una situazione transitoria, perché noi non vogliamo vivere di finanza derivata e perché è già stata annunciata la riforma per il prossimo anno. Riforma che dovrebbe anche cancellare il doppione di Imu e Tasi sullo stesso immobile... Non c' è dubbio. Torniamo alla manovra. Non c' è molto sui piccoli Comuni, che lamentano le difficoltà legate agli obblighi di gestione associata e di acquisti centralizzati. Sui piccoli Comuni presenteremo all' assemblea di Torino un pacchetto organico di proposte, che manderemo al Parlamento e che possono essere introdotte in legge di stabilità, basate su principi chiari: bisogna rendere più semplici e convenienti le aggregazioni, che devono essere basate su ambiti geografici coerenti e non su limiti demografici privi di senso. E sugli acquisti? Siamo favorevoli alla riduzione del numero di centrali, ma serve flessibilità rispetto alle piccole somme, perché chiamare la Consip per una mini­fornitura è assurdo, e all' oggetto degli appalti, perché non tutti i settori hanno le stesse caratteristiche. Occorre spingere sullo sviluppo delle centrali di acquisto territoriali, regionali oppure metropolitane come quella che stiamo costruendo a Torino, anche perché così si aiutano i sistemi di imprese locali.

Sulle Province, invece, la cura continua a essere drastica: è sostenibile? No, perché con i nuovi tagli (che invece sono stati azzerati per le Città metropolitane) mancano almeno 500 milioni necessari a svolgere anche solo le funzioni fondamentali previste dalla riforma Delrio. Non sono io a dirlo, lo dicono i numeri della Sose sui fabbisogni standard. Serve una correzione, e soprattutto è necessario rimediare ai macroscopici ritardi accumulati dalle Regioni nello scrivere le leggi di riordino, e dalle amministrazioni centrali nell' indicare i posti disponibili in organico. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 57 26 ottobre 2015 Pagina 9 Il Sole 24 Ore

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Sblocca­pagamenti da 2,2 miliardi L' addio al Patto di stabilità libera le risorse per investimenti ferme nei Comuni

Con la manovra 2016 i sindaci dicono addio senza rimpianti al Patto di stabilità e in cambio ricevono l' obbligo di non chiudere in deficit il saldo finale di competenza, cioè in pratica l' ultima riga dei loro conti rappresentata dalla differenza fra entrate e uscite complessive. Sono giorni di grande lavoro sulle calcolatrici per capire gli effetti di questo cambio di regole e le notizie sono incoraggianti per gli amministratori locali e per le imprese che lavorano con loro: la mossa potrebbe tradursi di fatto in un nuovo sblocca­debiti immediato da almeno 2,2 miliardi di euro, senza i problemi di contabilizzazione degli anticipi perché in questo caso i soldi sono quelli dei Comuni, e soprattutto liberare la programmazione degli investimenti, che non saranno più soggetti alle bizze del Patto e ai singhiozzi in corso d' anno determinati dai tanti tentativi estemporanei di liberare spazi finanziari che hanno caratterizzato gli ultimi periodi. A patto, ovviamente, di avere la liquidità per dare gambe alle chance offerte dalla legge di Stabilità. Capire i meccanismi e le loro conseguenze ­ basate su un rinvio della legge 243/2012 sul pareggio di bilancio che è ancora in campo, ma che comunque non presenta grossi ostacoli ­ non è semplice, perché impone di addentrarsi in un linguaggio, quello della finanza pubblica locale, diventato sempre più oscuro per i non addetti ai lavori, ma tenere gli occhi fissi sulla sostanza delle novità può rivelarsi un metodo utile. Gli effetti collaterali del Patto di stabilità che sta per uscire di scena sono ben noti agli amministratori locali e alle imprese che lavorano con la Pa. Il Patto, fondato sulla «competenza mista», ha lasciato liberi gli impegni di spesa per gli investimenti (competenza), ma ha bloccato i pagamenti (cassa). In questo modo si sono accumulate nelle casse dei Comuni con i conti più solidi le risorse impegnate per spese in conto capitale, ma non pagate per non sforare il Patto (residui passivi). Per rimediare a un problema che da contabile si è trasformato nel tempo in economico e sociale, negli anni della crisi, che ha visto molte imprese morire di credito anziché di debito, le varie manovre hanno introdotto meccanismi sempre più complicati, come i "mercati regionali" degli spazi finanziari da scambiare fra gli enti locali (i cosiddetti patti orizzontali e verticali): sistemi difficili da governare, soggetti alle esigenze diverse dei vari livelli di governo e più volte modificati in corso d' opera, con la conseguenza paradossale di liberare risorse rimaste poi inutilizzate. Due numeri messi in fila dalla Corte dei conti nella relazione al Parlamento sugli andamenti di finanza locale 2014 dicono tutto: i Patti regionali hanno liberato 1,3 miliardi, ma a fine anno il saldo raggiunto dai Comuni era superiore agli obiettivi per 1,6 miliardi. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 58 26 ottobre 2015 Pagina 9 Il Sole 24 Ore

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Questo cortocircuito è nato dal caos delle regole, mentre i nuovi meccanismi della manovra, se resisteranno senza troppe modifiche, hanno il pregio di indicare fin da inizio anno ai sindaci obiettivi e possibilità di raggiungerli. La prima conseguenza è sulle risorse accumulate, gli avanzi che molti sindaci (soprattutto del Nord) chiedono di sbloccare da tempo. Secondo i calcoli Ifel, i residui passivi in conto capitale nei bilanci dei Comuni finora soggetti al Patto valgono 6,2 miliardi: se si ipotizza una capacità di smaltimento pari a quella manifestata con i vecchi sblocca­debiti al netto delle anticipazioni, si arriva alla possibilità di sbloccare a inizio 2016 pagamenti per 2,2 miliardi. Ovviamente la distribuzione di questi effetti dipende dalle risorse effettive nelle casse di ciascun Comune. Anche per capire questa geografia viene in aiuto l' esperienza vissuta con lo sblocca­debiti del 2013: la capacità di tradurre in pagamenti gli spazi finanziari concessi all' epoca senza ricorrere alle anticipazioni della Cassa depositi e prestiti è stata quasi totale in Emilia­Romagna, Veneto e Lombardia, si è attestata poco sopra al 91% in Liguria, nel Centro ha oscillato fra il 41,7% dei Comuni del Lazio e l' 89,7% registrato in Toscana, mentre si è rivelata drasticamente più bassa al Sud dove, in particolare in Campania e Calabria, i prestiti targati Cdp sono stati indispensabili per tutti i pagamenti. Oltre a sanare il passato, il pareggio di bilancio "temperato" punta a liberare i nuovi investimenti, reduci da un crollo che nel 2010­2014 è stato del 36% nei soli capoluoghi di regione, con flessioni record del 60­70% in alcune città. Su questo piano la manovra gioca due carte: quella della stabilità delle regole, interamente nelle mani dei Comuni e non più soggette alle variabili degli interventi nazionali e regionali, e l' addio ai vincoli di cassa imposti dal vecchio Patto. Da questo punto di vista è più difficile avventurarsi in stime sugli effetti, ma è chiaro che le leve tornano in mano agli amministratori locali. Naturalmente nemmeno nella finanza locale esistono pasti gratis e la "libertà di pagamento" per gli investimenti locali non può sfasciare il consolidato pubblico che l' Italia presenta a Bruxelles. In termini di indebitamento netto, la manovra offre 670 milioni agli enti locali (+1 miliardo ai Comuni e ­330 milioni alle Province), ma a limitare l' impatto interviene l' armonizzazione, che impone di accantonare risorse nel Fondo crediti di dubbia esigibilità: l' anno prossimo, come già previsto dal calendario della riforma, la quota da girare al fondo cresce dal 36% al 55% del tasso medio di mancate riscossioni, per cui la dote, sempre all' interno dei Comuni oggi soggetti al Patto e quindi determinanti per gli equilibri di finanza pubblica, dovrebbe crescere da 1,7 a 2,3 miliardi. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA.

GIANNI TROVATI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 59 26 ottobre 2015 Pagina 10 Il Sole 24 Ore

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Acquisti centralizzati: per gas, luce e telefoni non si supera il 25% Le gare in autonomia valgono 5 miliardi

La spesa pubblica che passa per Consip è ancora a livelli minimi. Persino nelle categorie merceologiche per le quali l' obbligo di fare acquisti tramite la centrale unica del Mef è più stringente, di fatto un' amministrazione su due continua a far da sé. Tanto che il Governo con il Ddl di Stabilità punta a stringere ancora una volta le maglie, rendendo di fatto una via crucis per ogni ente la scelta di fare proprie gare. Del resto, i numeri parlano chiaro. Secondo le elaborazioni di Consip per Il Sole 24 Ore, appena il 25% della spesa pubblica che dovrebbe passare solo per Consip o per le centrali regionali utilizza di fatto la centrale statale: 1,6 miliardi ogni anno contro i 6,5 che gli enti pubblici destinano all' acquisto di questi beni. Ma facciamo un passo indietro. Da luglio 2012 (con il Dl 95) è stato rafforzato l' obbligo di passare attraverso Consip (o tramite le centrali regionali) per acquisti di alcune categorie di beni: energia elettrica, gas, combustibili da riscaldamento (le cosiddette fonti per immobili), carburanti (rete ed extra rete) e telefonia, fissa e mobile. Per questi beni, le amministrazioni pubbliche (comprese quelle locali) possono ancora approvvigionarsi da sole, ma solo se riescono a spuntare prezzi inferiori a quelli della centrale statale. La manovra puntava naturalmente a garantire risparmi di spese tramite l' acquisto centralizzato. Solo per la telefonia fissa, per esempio, i valori Consip sono inferiori del 69% (rilevazione 2014 del Mef) rispetto a quelli di mercato. Il risparmio è molto più variabile per energia, gas e carburanti, ma di fatto garantito nella stragrande maggioranza dei beni. Dal 2012 la spesa presidiata da Consip in queste categorie è sicuramente salita (si veda il grafico accanto), ma forse non ai ritmi auspicati: due anni e mezzo dopo l' asticella è ancora ferma al 25% del totale. All' appello mancano poco meno di cinque miliardi. Che fine fanno? Ricostruire i mille rivoli in cui possono disperdersi non è semplice. Alcune amministrazioni potrebbero essere ricorse a centrali regionali (che però coprono una fetta piccola delle richieste), altre potrebbero aver comprato direttamente perché in cerca di un bene o servizio particolare non trovato su Consip. Piccole oscillazioni nei volumi Consip sono poi dovute semplicemente all' abbassamento dei prezzi (si pensi alla variabilità di prezzo del carburante). Ma certo è difficile pensare che queste motivazioni possano giustificare acquisti extra per cinque miliardi di euro. Non lo pensa per esempio neppure il presidente dell' Anticorruzione, Raffaele Cantone, che già lo

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scorso anno aveva avviato un' indagine sulla «fuga da Consip», conclusa con la scoperta di «numerosi casi di affidamenti diretti, in apparente assenza delle necessarie condizioni di legge, di proroghe di precedenti forniture». I risultati consegnati nelle mani del' ex commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, avevano portato a una stima di recupero di efficienza solo in questa fetta di forniture di due miliardi. Da qui l' ulteriore giro di vite della legge di Stabilità. La manovra ­ stando ai testi diffusi finora ­ scoraggia chi sceglie gli appalti fai­da­te con due mosse: da un lato, si alza l' asticella del risparmio da dimostrare; dall' altro, si rafforzano i controlli. Dal 2016, infatti, non basterà più spuntare anche un solo centesimo in meno rispetto ai prezzi Consip, ma bisognerà spostare l' asticella del risparmio al di sopra del 10% «rispetto ai migliori corrispettivi» della centrale statale. Anche perché fare una gara in autonomia ha un costo di tempi e risorse per cui il risparmio deve essere sensibile. Inoltre le gare dovranno passare due controlli: prima «dell' organo di vertice amministrativo» interno che dovrà autorizzare la gara, poi dell' Autorità anticorruzione a cui andranno inviati tutti i contratti firmati. Lo spazio per scelte autonome quindi sarà davvero risicato. Senza contare che anche soltanto individuare il miglior prezzo Consip non sarà facile: le convenzioni sono tutte online, ma il prezzo su misura va «costruito» e individuato all' interno di numerose variabili. In soccorso dei funzionari potrebbe arrivare però il ministero dell' Economia incaricato, sempre dal Ddl, di definire le caratteristiche essenziali delle convenzioni e di pubblicare i prezzi benchmark. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

PAGINA A CURA DIVALERIA UVA

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Le altre misure. Si punta ad ampliare il presidio unico Obblighi estesi ad Agenzie e Inps

Il giro di vite sugli acquisti autonomi di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche contenuto nel Ddl di stabilità non si limita a fissare un prezzo standard rigoroso per chi decide di "abbandonare " la Consip e fare da sé. La manovra di potenziamento della spesa centralizzata interviene su più fronti, ma l' obiettivo è uno solo: ampliare il raggio di azione della Consip o delle centrali regionali, rendere sempre più esteso il ricorso agli strumenti di aggregazione della domanda: convenzioni, accordi quadro e mercato elettronico della pubblica amministrazione (Mepa). Con una sola, importante, eccezione: i piccoli appalti di lavori, servizi e forniture, fino a 40mila euro, che, al contrario, verranno affrancati dall' obbligo di centralizzazione. Accogliendo infatti una istanza dell' Anci che temeva il blocco per i contratti minori, il Governo ha cancellato la norma che imponeva ai Comuni con più di 10mila abitanti di far passare gli appalti di lavori, servizi e forniture anche sotto i 40mila euro dalle centrali di committenza. Con la conseguenza, una volta approvata la Legge di stabilità, che per queste gare tutti i Comuni potranno muoversi in modo autonomo. Ma al di là di questa non trascurabile eccezione, le altre norme della Stabilità rafforzeranno l' obbligo di ricorrere a Consip. Ad esempio, vengono attratte nel perimetro della Spa dell' Economia le agenzie fiscali e gli enti di previdenza e assistenza (ovvero Inps e Inail). Da gennaio anche loro come le altre amministrazioni pubbliche dovranno acquistare tramite le convenzioni Consip per gli appalti di servizi e forniture sopra la soglia Ue dei 207mila euro o tramite il "catalogo"del Mepa, se al di sotto di questi importi, nelle sette categorie merceologiche in cui l' obbligo è più stringente (si veda l' articolo a fianco). Le società partecipate (tranne le quotate), invece, potranno fare acquisti autonomi, ma dovranno osservare i parametri prezzo/qualità di Consip come limite massimo. Cade poi il divieto per i privati di rivolgersi alla Spa dell' Economia. Naturalmente solo a titolo facoltativo. Diventa più rigida, poi, anche la programmazione degli acquisti, finora prevista dal Codice dei contratti come facoltativa. Da gennaio, invece, sarà obbligatorio per tutti gli enti redigere un programma biennale e un aggiornamento annuale ­ da adottare entro ottobre di ogni anno ­ che dovrà specificare tutti gli acquisti di beni e servizi di valore superiore al milione di euro, previsti nel biennio. E gli appalti fuori dal programma non saranno più finanziabili. Previste anche sanzioni disciplinari e amministrative per i dirigenti che non adottano la programmazione.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 62 26 ottobre 2015 Pagina 10 Il Sole 24 Ore

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Solo gli acquisti sotto i mille euro saranno esenti dall' obbligo di ricorrere al Mepa per tutte le Pa statali (escluse scuole e università, ma incluse agenzie fiscali, Inps ed Inail). © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 63 26 ottobre 2015 Pagina 11 Il Sole 24 Ore

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ANALISI Opera pubblica n. 1: trasformare la qualità urbana

Non rimane che affidarsi al vento, come cantava Bob Dylan! Nel quadro sostanzialmente statico delle performance ambientali delle città sembra che per avere qualche miglioramento si debba confidare in condizioni meteo favorevoli, come quelle che nel 2014 hanno contribuito a far calare lo smog. Tutto qui? Per fortuna no. Ci sono altri miglioramenti, in particolare sul fronte delle rinnovabili e dei rifiuti, a dimostrazione che l' economia circolare ha nelle città un suo punto di forza e di reale insediamento nel sistema Italia. Il bubbone nero rimane la mobilità. Qui nulla si muove (tranne isolate eccezioni, prima fra tutte Bolzano, che comunque dimostrano che qualcosa si potrebbe fare!) sia nel trasporto pubblico che nel modal share, con alcune gravi conseguenze: il tasso medio di motorizzazione dei comuni capoluogo italiani continua a crescere, anche se di poco; l' innovazione in questo settore, che pure all' economia circolare potrebbe dare un grande contributo, rimane insignificante; lo smog continua a provocare effetti devastanti che si scaricano sul sistema sanitario e sul benessere delle persone. Ma ciò che più lascia interdetti è che oggi, in questo settore, le tecnologie e le trasformazioni organizzative ci sono ma non vengono applicate se non in modo sporadico, timido, incoerente. Questa la fotografia, in estrema sintesi, ma alla ventiduesima edizione di Ecosistema urbano non ha più molto senso fermarsi alla constatazione dei dati e dei fatti (o dei non­fatti). Non basta a smuovere le politiche. Occorre capire qual è il contesto in cui ci muoviamo e quali sono i fattori di cambiamento che possono funzionare da volàno per migliorare le città. Partiamo dal fatto che ci muoviamo in un contesto diverso da qualche anno fa. Nella crisi economica, nella sconsiderata insistenza delle politiche europee sull' austerity, nella timidezza con cui l' Europa si pone di fronte alle grandi emergenze, che siano esse i cambiamenti climatici piuttosto che il flusso di migranti, si sta affermando una dimensione importante: gli stili di vita fanno economia. Si è sviluppata una domanda di nuovi stili di vita nei consumi energetici, nella mobilità ciclabile, nel car sharing, nei consumi alimentari. Tutti fenomeni che partono dal bisogno di vivere meglio consumando meno, che creano mercato perché chiedono nuovi prodotti, che producono domande alle politiche locali di modificare regole e sostenere il cambiamento, che chiedono alla politica nazionale tempi e regole certe (senza marce indietro, come avviene da anni per le rinnovabili) e soprattutto individuazione di priorità che rispondano ai bisogni dei cittadini, che avanzano domande anche al sistema creditizio perché inventi nuove modalità di

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 64 26 ottobre 2015 Pagina 11 Il Sole 24 Ore

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finanziamento per interventi nei condomini, nei quartieri, negli edifici pubblici. C' è un mondo che chiede cambiamento, che là dove può se lo inventa, che quando c' è l' offerta da parte delle istituzioni lo abbraccia con entusiasmo e che così facendo crea lavoro e sostiene l' innovazione. C' è un mondo in movimento che crea economia e non passa attraverso il Ponte sullo Stretto e men che meno attraverso le trivellazioni petrolifere. Ci sono, in questa prospettiva, anche grandi questioni di innovazione della governance nei territori, ma al momento di questo non si discute e le città metropolitane appaiono più come una grande occasione persa, che come laboratorio di innovazione. Allora, per non affidarsi più al vento per sperare che le nostre città migliorino, c' è una sola strada. Fare la scelta strategica, con i ministeri interessati coordinati da una vera cabina di regia, di fare dell' innovazione urbana e del miglioramento della vita in città la vera grande opera pubblica. La trasformazione delle città è una grande sfida che intreccia nuovi bisogni con cambiamenti istituzionali e organizzativi con sviluppo di nuove filiere industriali e passa dalla messa in sicurezza dalle catastrofi naturali, dal rilancio della vita sociale nei quartieri, dalla valorizzazione della cultura, dalla riqualificazione energetica, dall' arresto del consumo di suolo, dagli investimenti nel sistema del trasporto periurbano, dal sostegno alla mobilità nuova. Una scelta politica che andrebbe nella direzione dell' interesse generale: si crea lavoro migliorando il benessere e mettendo al sicuro le nostre città. Questa sì sarebbe un' ottima carta con cui l' Italia, patria dei liberi comuni, si potrebbe presentare a Parigi, nella prossima Cop 21 a dicembre. Presidente nazionale Legambiente © RIPRODUZIONE RISERVATA.

VITTORIO COGLIATI DEZZA

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 65 26 ottobre 2015 Pagina 11 Il Sole 24 Ore

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L' indagine. Verbania si conferma al top nell' annuale graduatoria della sostenibilità Nord sempre in testa nella classifica delle città «smart» Meglio posizionati i capoluoghi di dimensioni ridotte Al Sud buone performance su inquinamento e rifiuti

La ricetta per il rilancio delle città esiste da tempo, completa di lista degli ingredienti: diffusione della mobilità alternativa, potenziamento dei mezzi pubblici, corretto ciclo dei rifiuti, interventi sul patrimonio immobiliare in un' ottica di recupero e di efficientamento, gestione oculata delle risorse idriche ed energetiche, sprint alla digitalizzazione, spazio al verde. Insomma città più smart e a misura d' uomo. Quanta strada si fa in questa direzione lo monitora ogni anno il rapporto Ecosistema urbano realizzato da Legambiente e Ambiente Italia: la ricerca prende in considerazione una ventina di parametri (di cui i principali pubblicati nelle tre pagine seguenti) riconducibili a settori quali aria, acqua, rifiuti, energia, mobilità e mette a confronto i 104 Comuni capoluogo di provincia, arrivando a una classifica finale. Ebbene questa edizione della ricerca (la 22ª) ci dice che i progressi sono ancora limitati: non cambiano infatti né il gruppetto di testa né quello di coda ed è lontano il raggiungimento di un punteggio vicino al 100% (quello attribuibile a una città totalmente ecosostenibile). Nei singoli indicatori infine gli avanzamenti sono appena percettibili. Fra le città più virtuose ancora una volta spiccano Verbania, Trento, Belluno, Bolzano. Ma tutta la top ten è caratterizzata da città di piccole o medie dimensioni, prevalentemente del Nord (salvo Macerata e Oristano) e montane. Ultime, nella classifica di Legambiente, le rappresentanti del Mezzogiorno, in particolare siciliane (Messina, Agrigento e Palermo) e calabresi. Per quanto riguarda le grandi solo Venezia ­ avvantaggiata dall' assenza di traffico auto ­ riesce a spingersi nella top ten. Milano sale rispetto alla precedente edizione (dal 62° al 51° posto) ma si deve accontentare della prima parte della classifica (così come Bologna), mentre Roma e Torino si collocano sotto l' 80° gradino, dopo Genova (58ª) e Bari (66ª), ma prima di Napoli e Palermo (90ª e 102ª). In ogni caso, la prima classificata ottiene un punteggio pari a 82,75, lontano dai pieni voti. Anche le realtà meglio posizionate collezionano infatti qualche insufficienza: ad esempio Verbania ha una bassa offerta di trasporto pubblico, Belluno ha un alto tasso di motorizzazione, Trento destina poco spazio ai

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 66 26 ottobre 2015 Pagina 11 Il Sole 24 Ore

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pedoni. Nel gruppetto di coda, invece, non ci sono solo bocciature: ad esempio Messina e Vibo Valentia hanno una bassa produzione di rifiuti, e Palermo stanno "bene" in quanto a ozono. In un quadro di generale staticità, qualche passo avanti comunque si rileva. Ad esempio sul fronte degli inquinanti, con un calo dei Comuni che hanno sforato i limiti. È rimasto stabile, inoltre, il parco auto e moto, benché il tasso di motorizzazione sia il doppio rispetto a quello di altre capitali europee; la raccolta differenziata è in crescita (media 44%), pur al di sotto degli obiettivi europei (il 65% già nel 2012) e comunque a fronte di una crescita della produzione di scarti. Condizioni meteo (l' estate 2014 è stata particolarmente piovosa) e ultimi strascichi della crisi (meno acquisti d' auto, circolazione e consumi comunque contenuti) hanno senz' altro giovato all' ecosistema urbano nel suo complesso. Ora il cantiere della qualità urbana resta in attesa di interventi decisivi da parte delle amministrazioni locali. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

ROSSELLA CADEO

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 67 26 ottobre 2015 Pagina 11 Il Sole 24 Ore

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La metodologia. Dalla scelta degli indicatori alle graduatorie Un confronto con diciotto parametri

Gli indicatori della 22ª edizione del rapporto Ecosistema urbano sono 18, come lo scorso anno, e solo per quanto riguarda i due indicatori relativi al trasporto pubblico resta la divisione delle città in tre gruppi omogenei per dimensione demografica (fino a 80mila abitanti, da 80mila a 200mila, oltre 200mila). L' insieme degli indicatori selezionati per la graduatoria copre cinque principali componenti ambientali presenti in una città: aria, acque, rifiuti, mobilità, energia. Tali indicatori consentono di valutare tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale. Gli indicatori di Ecosistema urbano sono normalizzati impiegando funzioni di utilità costruite sulla base di alcuni obiettivi di sostenibilità. In tal modo i punteggi assegnati in ciascun indicatore identificano, in parole semplici, il tasso di sostenibilità della città reale rispetto a una città ideale (non troppo utopica visto che, in tutti gli indici, esiste almeno una città che raggiunge il massimo dei punti assegnabili). Per ciascun indicatore è costruita un' apposita scala di riferimento che va da una soglia minima (che può essere più bassa o più alta del peggior valore registrato), al di sotto della quale non si ha diritto ad alcun punto, fino a un valore obiettivo (che può essere invece più alto o più basso del miglior valore registrato), che rappresenta la soglia da raggiungere per ottenere il punteggio massimo. L' obiettivo di sostenibilità è basato in alcuni casi su target nazionali o internazionali, in altri è frutto di scelte discrezionali basate su auspicabili obiettivi di miglioramento rispetto alla situazione attuale, in altri ancora sui migliori valori ottenuti. Per ciascuno dei 18 indicatori, ogni città ottiene un punteggio normalizzato variabile da 0 a 100. Il punteggio finale è successivamente assegnato definendo un peso per ciascun indicatore, che oscilla tra uno e 13 punti, per un totale di 100 punti. La mobilità pesa complessivamente il 35% del totale, seguita dall' aria al 23%, dai rifiuti al 18%, dall' acqua al 14% e dall' energia al 10%. I sei indicatori con un maggior peso (raccolta differenziata, Pm10, NO2, passeggeri del trasporto pubblico, depurazione, energie rinnovabili) valgono complessivamente il 54% del totale dei punteggi assegnabili. È infine stata confermata la scelta di privilegiare gli indicatori di risposta (che misurano le politiche intraprese dagli enti locali): essi pesano per oltre la metà del totale (52%), mentre gli indicatori di stato valgono il 26% e gli indicatori di pressione il 22%. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 68 26 ottobre 2015 Pagina 11 Il Sole 24 Ore

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A CURA DI AMBIENTE ITALIA

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Mobilità. Si conferma l' eccellenza di Venezia, diminuisce il numero di automobili circolanti a Roma e Milano A passo ridotto sulla strada giusta Meno incidenti, più spazio a ciclisti e pedoni ­ Per bus e metro svetta Siena

Come si può facilmente immaginare, la mobilità è uno dei cardini su cui si fonda, da sempre, l' indagine di Legambiente e Ambiente Italia sull' ecosostenibilità dei capoluoghi di provincia. Indici di motorizzazione, tasso di incidenti gravi, sfruttamento e disponibilità del trasporto pubblico, soluzioni per le alternative ai mezzi a motore (in altre parole, piste ciclabili e isole pedonali) dipingono anno dopo anno un quadro dal quale emerge un Paese che sta faticosamente, è proprio il caso di dirlo, cercando di invertire la marcia. Con una disomogeneità che appare sempre preoccupante, tra risultati che raggiungono l' eccellenza e lacune macroscopiche. Quattro e due ruote a motore Quasi 65 auto ogni 100 abitanti: è questa la media delle città italiane, in grado di "inchiodare" il traffico, soprattutto se si pensa che in grandi capitali europee ­ come Berlino, Londra e Parigi ­ il valore è esattamente la metà, cioè di 32 vetture ogni 100 residenti. Il dato è praticamente identico a quello dell' anno precedente, anche se nella grande maggioranza dei casi si registrano lievi cali, probabilmente controbilanciati dagli ulteriori, considerevoli aumenti in tre sole città: Aosta, a quota 231, potrebbe sembrare completamente "fuori controllo" se non si considerasse il fatto che nella regione alpina è in vigore una tassazione più bassa al momento dell' iscrizione di nuovi veicoli; così come a Trento e Bolzano (con un valore di 154) che totalizzano più del doppio dell' Aquila, quartultima con 76. Detto questo, non si può fare a meno di sottolineare che il calo più significativo di auto circolanti rispetto all' indagine precedente si verifica a Roma, con una discesa da 66 a 62 ogni 100 abitanti. Un meno 4 cui si avvicina l' altra metropoli, Milano, che partiva da risultati migliori ed è ulteriormente scesa: da 54 a 51. La stessa performance, di tre vetture in meno, è stata raggiunta da Parma, Catania e Lecce. In termini assoluti una conformazione unica premia sempre Venezia, che limita ovviamente le auto alla sua parte in terraferma e per questo si conferma in testa con sole 42 auto su 100 cittadini. Sempre seconda e terza Genova e La Spezia (a quota 46 e 50), mentre continuano a mantenersi nelle prime posizioni anche Bologna, Firenze e Trieste, alle quali si affianca, appunto, Milano. Venezia si segnala anche per lo scarso numero di motociclette (sette ogni 100 abitanti), in questo superata solo da Foggia, con cinque, e Cosenza, con 6. La graduatoria, che non è pubblicata in questa pagina, vede invece tra le città con la maggiore presenza di "due ruote a motore" città con relativamente poche auto, come Genova e La Spezia, e altre località, tutte accomunate da fattori meteorologici abbastanza favorevoli, il che incoraggia il movimento in qualsiasi stagione per i proprietari di moto. Ecco che Livorno e Imperia fanno registrare un tasso pari a 26, mentre oltre quota 20 si attestano anche Savona, Pesaro, Genova, Siena e Rimini. È chiaro che, in genere, più motocicli significa meno auto e quindi una congestione minore del traffico, ma ­ come fa notare Legambiente ­ anche questa situazione costituisce comunque una

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pressione sulla qualità ambientale delle città. I pericoli Se quelli legati alla motorizzazione sono dati consolidati negli anni, e normalmente le variazioni che ne seguono non possono essere considerevoli, ben diverso è il discorso legato agli incidenti stradali , nei quali è forte l' elemento casualità: inoltre, in realtà di dimensioni ridotte, può bastare un solo sinistro particolarmente grave per appesantire fortemente il bilancio di un intero anno. Ad ogni modo, l' aspetto positivo rilevato dai curatori dell' indagine è il calo dei morti per scontri o investimenti avvenuti nelle città: si è passati a 4,5 vittime ogni 100mila abitanti, con una discesa di quasi un punto. Le prime cinque (da Salerno con 0,75 alla Spezia con 1,07) rimangono sotto la soglia di 1,10; staccata sul fondo, invece, è Enna con 21,37, più o meno il doppio di Ravenna e Lucca, penultima e terzultima rispettivamente con 10,86 e 10,18. Signori, a bordo Sul fronte del trasporto pubblico, lo studio sulla sostenibilità ambientale mantiene la differenziazione in tre fasce: città grandi (oltre 200 mila abitanti), medie (da 80 mila a 200mila), piccole (sotto gli 80 mila). La tabella più importante è quella dei viaggi che, nel corso di un anno, sono stati compiuti a bordo di mezzi pubblici, messi in rapporto al numero degli abitanti: la media è di 201 viaggi all' anno per i centri più vasti, di 70 per le realtà di medie dimensioni e di 38 per le piccole: a fronte di risultati praticamente immutati per le ultime due tipologie, nei contesti più "metropolitani" si scende da 224 a 201. Influiscono anche il tasso di pendolarismo e l' appeal turistico. Non sorprende dunque che anche in questo caso a svettare sia Venezia, considerando pure le sue caratteristiche speciali, con 629 utilizzi per abitante/anno. Roma, Milano, Bologna, Genova, Torino si collocano tutte oltre quota 200, mentre ­ in generale ­ ci sono realtà del Sud in fondo alle tre classifiche. In quella delle città medie si affermano Brescia e Trento, che con valori di 186 e 173 sono anche settima e ottava a livello assoluto, mentre Siena mantiene di gran lunga la leadership nelle città piccole: pur essendo scesa come valore, a 160 "doppia" tutte le altre realtà delle sue dimensioni con l' eccezione di Pavia, seconda a 96. Restano altri due aspetti da notare: le cinque città sotto quota 10 (in ordine decrescente Latina, Caltanissetta, Potenza, Oristano, fino a Ragusa, ultima con due soli viaggi) e l' aumento di quasi il 50% (da 9 a 13) dei Comuni che non hanno reso disponibile il proprio dato. Quanto all' offerta di trasporto pubblico, che si ricava con i chilometri percorsi annualmente dalle vetture per ogni residente, le tre capolista sono le stesse dell' anno scorso: Milano (con 83), Cagliari (con 50) e Siena (con 56, in ulteriore crescita). Dalla tabella, non pubblicata in questa pagina, emerge anche una buona performance di Napoli, che però partiva da un dato molto basso (12) e comunque con 20 rimane in una zona critica. In bici e a piedi Mantova, Reggio Emilia, Cremona eLodi: al vertice possono cambiare i piazzamenti, ma non le città che, favorite dal territorio pianeggiante e sostenute da politiche "sensibili", vantano la maggiore disponibilità di piste ciclabili. Pianura padana sempre al comando del gruppo, quindi. Invece, fra tanti aspiranti loro malgrado alla maglia nera, si segnala un numero crescente di città sotto il valore del "metro equivalente". Nonostante questo, comunque, il dato medio italiano sale da 7,04 a 7,95. Così come, facendo riferimento all' ultima tabella in pagina, l' estensione media delle isole pedonali aumenta da 0,36 a 0,40 metri quadrati per abitante, con Venezia, sempre irraggiungibile, a 5,01, davanti a Verbania e Terni. In coda, dietro a 12 località con meno di 0,1 metri quadrati, ci sono L' Aquila e Trapani, ferme addirittura a zero. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 71 26 ottobre 2015 Pagina 19 Il Sole 24 Ore

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Lavori pubblici. Il patrimonio di oltre 850mila chilometri da anni soffre per il deficit di manutenzione L' asfalto riprova a farsi strada Con il via libera ai fondi dei Comuni il consumo può crescere del 10%

«In via teorica e con la necessaria disponibilità di cassa nel 2016 ci potremmo aspettare una crescita di almeno il 50% del consumo di conglomerato bituminoso con il ritorno a 33 milioni di tonnellate, più o meno il valore del 2009, e potremmo avvicinarci a quei 40 milioni necessari per mantenere in buono stato le strade italiane ­ spiega Michele Turrini, presidente Siteb, Associazione dei costruttori e manutentori delle strade ­. Realisticamente prevediamo un aumento del consumo del 10% se ci saranno i fondi, ma per il momento è tutto fermo». Il settore della manutenzione stradale continua a soffrire a causa dei continui tagli fatti dalle amministrazioni locali, che in otto anni hanno portato a un calo del 50% del consumo di conglomerato. Nel 2006 se ne consumarono quasi 44,3 milioni di tonnellate contro le 22,3 del 2014. Ora per il comparto una nuova speranza arriva dal powerpoint con cui il premier Matteo Renzi ha presentato la legge di stabilità 2016. La dodicesima slide recita: «Comuni liberi di spendere i soldi in cassa per strade, scuole, marciapiedi e giardini». Un passo avanti rispetto al rigore del passato imposto da Maastricht quando il capitolo spesa per infrastrutture e manutenzione ha segnato una serie di battute d' arresto, pesanti tagli e fondi congelati. La conseguenza è stato il crollo degli stanziamenti, al minimo rispetto alle reali esigenze di questo patrimonio pubblico lungo 850mila chilometri. «Dopo anni di sottrazione di risorse si interrompe la stagione dei tagli ­ ha detto una decina di giorni orsono Piero Fassino, presidente Anci e sindaco di Torino commentando la nuova legge di stabilità ­. È un' occasione importante per tornare a investire in trasporti locali, ammordenamento delle città, edilizia scolastica , tutti interventi bloccati dal rispetto di questi vincoli e che ora si potranno fare». Con tutte le cautele del caso il comparto si prepara così ad Asphaltica, Salone delle soluzioni e tecnologie per produzioni stradali, sicurezza e infrastrutture, in programma 29 e 30 ottobre a Roma. Tra i temi sul tappeto il rilancio degli investimenti, la gestione delle strade dopo l' abolizione delle province, l' integrazione delle nuove tecnologie. «Gli anni di mancata manutenzione sul patrimonio stradale si fanno sentire ­ ricorda Turrini ­. I fondi ora dovrebbero servire per interventi più radicali che interessano il sottofondo stradale, in molti casi deteriorato». Un patrimonio degradato, gestito con criteri d' emergenza e rattoppato alla meno peggio come le cronache ricordano. Le conseguenze sono ben

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spiegate dai dati Siteb, che per il settore evidenziano un taglio lineare del 25% nell' arco dell' ultimo quinquennio della produzione di conglomerato, del giro d' affari e degli impianti di produzione. Gli occupati diretti sono invece calati di oltre un terzo. «La componente edilizia e l' export ci hanno aiutato moltissimo permettendoci di restare in attività» premette Eugenio Olmi, amministratore delegato della Valli Zabban, azienda fiorentina medio­grande che trasforma il bitume per le pavimentazioni stradali e l' edilizia. Il giro d' affari negli ultimi anni è stabile intorno ai 70 milioni, di cui 40 realizzati con la divisione strade. Con il perdurare della crisi l' azienda è stata obbligata a rivedere radicalmente le proprie strategie commerciali decidendo di selezionare la clientela. «Quando sappiamo che il committente finale è la Pa dobbiamo valutare l' affidabilità e la solidità del cliente prima di decidere se servirlo ­ precisa l' ad ­. Quest' ultimo deve essere in grado di attendere "in sicurezza" i lunghissimi tempi di pagamento dell' opera». Semplici regole dettate dalla necessità di ridurre la voce perdite su crediti. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA.

ENRICO NETTI

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Immobili. Penultimo versamento in vista dell' esenzione 2016 con la Stabilità Acconto Imu sui terreni ai tempi supplementari Niente sanzioni entro il 30 ottobre Rebus detrazione sulle zone di collina

Manca poco alla fine dei tempi supplementari per il pagamento della prima rata Imu 2015 sui terreni agricoli per i contribuenti che non vi abbiano già provveduto entro il termine ordinario del 16 giugno scorso. La legge 125/2015, convertendo il Dl 78, ha prorogato a venerdì 30 ottobre il termine entro cui versare l' acconto Imu sui terreni agricoli (relativo al primo semestre 2015) senza applicazione di sanzioni e interessi. La proroga è arrivata quando il termine per il versamento era scaduto, e quindi interessa solo i ritardatari. Il Ddl di stabilità Dal 2016 il Ddl di stabilità prevede novità rilevanti, disponendo che i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali, iscritti alla previdenza agricola, non dovranno più versare l' imposta per i terreni agricoli da loro posseduti e condotti. In attesa di vedere la forma definitiva delle regole per il 2016 che saranno approvate dal Parlamento, questa è la disciplina applicabile per il 2015, sia per l' acconto, sia per il saldo da versare entro il prossimo 16 dicembre. Le esenzioni Il versamento del 30 ottobre riguarda l' Imu dovuta per il possesso di terreni agricoli, a meno che non ci sia una delle esenzioni previste dal Dl 4/2015. Il Dl ha previsto, per i terreni situati in Comuni classificati "montani" dall' Istat e per quelli delle isole minori, un' esenzione di tipo "oggettivo": prevista, cioè, indipendentemente da chi li possiede e dalla condizione che siano coltivati o meno. Per i terreni in Comuni che l' elenco classifica parzialmente montani, invece, l' esenzione è di tipo "soggettivo" ed è condizionata dal possesso da parte di un coltivatore diretto o di un imprenditore agricolo professionale (Iap, articolo 1 del Dlgs 99/2004) iscritto alla previdenza agricola. Inoltre, per i terreni montani che in base alle precedenti regole (circolare 9/1993) erano esenti da Imu e che nel 2015 non lo sono più alla luce del nuovo elenco Istat, c' è una detrazione di imposta pari a 200 euro da applicare, fino a concorrenza del suo ammontare, sull' imposta complessivamente dovuta. La detrazione spetta a patto che i terreni siano posseduti e condotti dai coltivatori diretti e da Iap. Particolare attenzione va prestata nell' applicazione di questa detrazione (si veda il grafico). La base imponibile Se non è applicabile l' esenzione, l' imposta si calcola nei modi ordinari, cioè applicando l' aliquota deliberata dal Comune ­ o, in mancanza, l' aliquota del 7,6 per mille ­ alla base imponibile determinata secondo le disposizioni contenute nell' articolo 13, comma 5, del Dl 201/2011 e nella circolare 3/DF/2012. Si assume, quindi, la tariffa di reddito dominicale vigente al catasto al 1° gennaio 2015, la si rivaluta del 25% e la si moltiplica per 75 (se il terreno è posseduto e condotto da

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 74 26 ottobre 2015 Pagina 29 Il Sole 24 Ore

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coltivatori diretti o Iap) oppure per 135 (per tutti gli altri). Se, ad esempio un terreno ha un reddito dominicale di 150 euro, la base imponibile per il calcolo dell' Imu sarà 25.312,5 [( 150 + 25%) * 135]. Lo stesso terreno se posseduto da un coltivatore diretto o Iap determinerà, invece, una base imponibile pari a 14.062,5 [(150 + 25%) * 75]. Le franchigie I contribuenti in possesso delle qualifiche professionali agricole, inoltre, hanno diritto a un' ulteriore agevolazione sotto forma di riduzione della base imponibile. Il comma 8­bis del citato articolo 13, prevede l' esenzione da imposta per i terreni agricoli di valore pari o inferiore a 6.000 euro e l' applicazione dell' imposta per scaglioni oltre questo importo. Nello specifico, si applicano le seguenti riduzioni, di importo decrescente all' aumentare del valore dell' immobile: riduzione del 70% dell' imposta gravante sulla parte di valore eccedente 6.000 euro e fino a 15.500 euro ; riduzione del 50% di quella gravante sulla parte di valore eccedente 15.500 euro e fino a 25.500 euro; riduzione del 25% di quella gravante sulla parte di valore eccedente 25.500 euro e fino a 32.000 euro. La durata del possesso Entro il 30 ottobre l' importo da pagare è pari a 6/12 dell' intero in quanto riferita ai primi sei mesi dell' anno. L' imu è dovuta anche nel caso in cui il terreno sia stato oggetto di compravendita in quanto si tratta di un' imposta commisurata ai mesi di possesso. Se, ad esempio, un terreno è stato ceduto il 20 aprile, il venditore dovrà pagare i 4/12 del totale (l' imposta si considera dovuta per l' intero mese se il possesso è superiore a 15 giorni); l' acquirente, invece dovrà pagare i 2/12 del totale. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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Regime di favore. Dove permane l' uso agricolo Aree edificabili, Iap alla cassa con importi ridotti

I terreni sui quali si esercita l' attività agricola, anche se classificati come edificabili nei piani urbanistici, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali (Iap) iscritti alla previdenza agricola, non si considerano aree fabbricabili per l' applicazione dell' Imu (e per la Tasi) ma agricoli. Lo prevede l' articolo 2 del Dlgs 504/1992. Le aree fabbricabili Sono «fabbricabili» le aree utilizzabili a scopo edificatorio in base agli strumenti urbanistici o in base alle possibilità effettive di edificazione. Queste aree sono soggette al pagamento dell' Imu, oltre che della Tasi, e la base imponibile per il calcolo dell' imposta è data dal valore di mercato dell' area al 1° gennaio 2015, determinato in base a: zona territoriale di ubicazione; indice di edificabilità; destinazione d' uso consentita; oneri per eventuali lavori di adattamento del terreno necessari per la costruzione; prezzi medi rilevati sul mercato dalla vendita di aree fabbricabili con caratteristiche analoghe. L' aliquota da applicare è quella prevista nelle singole delibere comunali ma, in ogni caso la somma dell' aliquota Tasi e dell' aliquota Imu non può essere superiore all' aliquota massima consentita per l' Imu: 1,06% (comma 667 della legge 147/2013). Il regime di favore L' agevolazione in base alla quale, in presenza di certi requisiti, queste aree si considerano agricole consiste nel fatto che su di esse è dovuta l' Imu in base al valore catastale mentre non è dovuta la Tasi. I requisiti richiesti sono due: sul terreno persiste l' utilizzazione agro­pastorale; il terreno è posseduto da soggetti in possesso delle qualifiche professionali. La qualifica di Iap può essere acquisita, oltre che dalle persone fisiche, anche dalle società di persone e di capitali, a condizione che un socio per le società di persone o un amministratore per quelle di capitali abbia la qualifica di Iap a titolo personale e sia iscritto nella gestione previdenziale; l' agevolazione spetta dunque anche alle società. In sintesi, dunque: se un' area edificabile è posseduta da un contribuente senza qualifiche agricole paga l' Imu sul valore di mercato, benché questa sia usata per svolgere attività agricole; se un' area edificabile è posseduta da un coltivatore diretto o uno Iap iscritto alla previdenza agricola (anche se società), il terreno, benché edificabile, è considerato agricolo, ed è, quindi, soggetto solo a Imu sul valore catastale. L' agevolazione si applica anche ai terreni in comproprietà di più persone, ma condotti anche da un solo comproprietario che abbia i requisiti di coltivatore diretto o Iap (circolare 3/DF/2012, paragrafo 7.2). Il terreno è considerato agricolo per l' intera superficie; per determinare la base imponibile il coltivatore diretto o Iap applicheranno il coefficiente 75 mentre gli altri utilizzano il

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coefficiente 135 (Ctr Lombardia, sede staccata di Brescia, sentenza 4358/2015). Il termine del 30 ottobre per l' acconto Imu riguarda solo le aree edificabili considerate terreni agricoli. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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Armonizzazione. Le indicazioni della commissione Arconet rendono obbligatorio anche il parere da parte dell' organo di revisione Dup da approvare entro il 31 marzo Necessario il via libera formale del consiglio entro la scadenza per il preventivo

Il Dup 2016­18, che la giunta deve approvare e presentare al consiglio entro il termine del 31 dicembre (a regime è il 31 luglio), deve essere oggetto di successiva deliberazione da parte del consiglio, al quale devono giungere i documenti corredati del parere dell' organo di revisione. A dare l' interpretazione autentica del procedimento di approvazione del Dup e della nota di variazione al documento è la Commissione Arconet attraverso la Faq n. 10 del 22 ottobre, pubblicata sul sito della commissione all' indomani della riunione. Nel caos interpretativo i punti fermi aiutano i responsabili finanziari, i segretari, i revisori dei conti e gli amministratori a organizzare correttamente i lavori nel rispetto del nuovo principio di programmazione. La commissione chiarisce che è necessario il parere dell' organo di revisione sulla delibera di giunta a supporto della proposta di deliberazione del consiglio, da acquisire secondo le modalità previste dal regolamento dell' ente. Le indicazioni di Arconet, quindi, "superano" la posizione della Commissione enti pubblici del Consiglio Nazionale dei commercialisti intervenuta qualche giorno fa sul tema. Con l' atto consiliare si potrà approvare il Dup o chiedere integrazioni e modifiche ai fini della predisposizione della successiva nota di aggiornamento. Sono state quindi bocciate le linee di pensiero che ritenevano sufficiente una semplice presa d' atto da parte del consiglio. La legge non ha fissato un termine per la deliberazione consigliare del Dup, al fine di lasciare agli enti autonomia regolamentare nell' esercizio della funzione di programmazione e di indirizzo politico. In ogni caso il Consiglio deve deliberare in tempo utile per consentire la presentazione dell' eventuale aggiornamento del Dup, che quest' anno è da effettuare entro la scadenza del 28 febbraio (a regime il termine è il 15 novembre). La deliberazione del Dup presentato ­ sottolinea la commissione ­ costituisce una fase necessaria del ciclo di programmazione dell' ente locale. La nota di aggiornamento al Dup è eventuale e pertanto può non essere presentata nel caso in cui non si rendessero necessarie variazioni alla proposta programmatoria già deliberata. L' ente deve presentare la nota di aggiornamento al Dup contestualmente allo schema di bilancio di

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previsione e unitamente alla relazione dell' organo di revisione. Il consiglio deve quindi approvare, entro il termine di legge che quest' anno è slittato al 31 marzo, sia il Dup emendato che il bilancio di previsione. L' approvazione della nota di variazione al Dup può essere programmata anche nel corso della medesima seduta, facendo precedere il Dup al bilancio. Il Dup, infine, si applica anche agli enti in gestione commissariale. A confermare l' obbligo è intervenuta anche la Corte dei conti Basilicata (deliberazione n. 58/2015) che nel rispondere al quesito di un comune ha anche ricordato che entro il termine tutti i comuni, ivi inclusi quelli di minori dimensioni, devono predisporre e trasmettere tale documento, e ciò quale «atto presupposto indispensabile per l' approvazione del bilancio di previsione» (articolo 170 del Tuel). © RIPRODUZIONE RISERVATA.

ANNA GUIDUCCIPATRIZIA RUFFINI

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Partecipate. Verso la scadenza del 31 dicembre per la cessazione delle aziende «contra legem» Società, incognita valore sulle cessioni obbligate

I termini di applicazione del famigerato comma 569 dell' articolo 1 della legge 147/2013, che imporrebbe la "cessazione" delle società estranee ai fini istituzionali dell' ente proprietario, stanno venendo a scadenza. Entro il 31 dicembre 2015, infatti, agli enti enti che lo hanno richiesto, nel rispetto del dettato di legge, dovrebbe essere liquidato il valore della propria quota. Come si ricorderà, la norma, limitatamente alle sole partecipazioni "vietate", prevede due passaggi: anzitutto che sia stata svolta una procedura di evidenza pubblica entro il 31 dicembre 2014, per tentare di vendere le quote, e che questa sia andata infruttuosa. Successivamente la partecipazione viene a cessare «ad ogni effetto», termine giuridicamente di dubbio significato, stante che si tratta di diritti patrimoniali e che il socio ha diritti ma anche doveri, e deve essere liquidata in base ai criteri stabiliti all' articolo 2437­ter, comma 2, del Codice civile, ovvero in ragione di una stima fatta dagli amministratori e che può essere contestata solo in via giudiziale (con rischio di oneri a carico del solo ricorrente). La disposizione, in verità, è parsa subito a tutti di interpretazione molto criptica, al punto che è stata integrata da una norma "interpretativa", scritta nel successivo comma 569­bis introdotto dal decreto enti locali (articolo 7, comma 8­bis del Dl 78/2015) che però, purtroppo, è altrettanto poco chiara. Proviamo ora a dare una lettura. Anzitutto, il comma 569­bis precisa che le disposizioni del precedente comma 569 «si interpretano nel senso che esse non si applicano agli enti che, ai sensi dell' articolo 1, commi 611 e 612, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, abbiano mantenuto la propria partecipazione, mediante approvazione di apposito piano operativo di razionalizzazione». In sostanza, se l' ente ha cambiato idea sulla «indispensabilità» della società ai propri fini istituzionali (!) la partecipazione «non cessa» o, meglio ancora, "resuscita" ad ogni effetto. Curiosamente, questo riguarda solo società «e altri organismi» (ma, notoriamente, il comma 569 si applica solo alle società e non ad altri organismi) aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi indispensabili al perseguimento delle finalità istituzionali (a però, appunto, non si applica il comma 569, che interviene sulle società vietate), anche solo limitatamente ad alcune attività o rami d' impresa (e proprio per questi ibridi, viene da pensare, è stata creata la norma "interpretativa"). Lasciamo perdere le sbavature. Soprattutto, il comma 569­bis rompe l' automatismo della cessazione previsto dalla regola precedente, perché «la competenza relativa all' approvazione del provvedimento Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 80 26 ottobre 2015 Pagina 38 Il Sole 24 Ore

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di cessazione della partecipazione societaria appartiene, in ogni caso, all' assemblea dei soci». In sostanza, non è il socio che voglia lasciare la società ad avere un potere discrezionale di recesso (e di fare cessare la partecipazione), ma l' assemblea nel suo complesso, che ovviamente delibererà a maggioranza, secondo quanto previsto da legge e statuto. La disposizione segue con una grida manzoniana di scarso effetto: «Qualunque delibera degli organi amministrativi e di controllo interni alle società oggetto di partecipazione che si ponga in contrasto con le determinazioni assunte e contenute nel piano operativo di razionalizzazione è nulla ed inefficace». Rimane irrisolto, però, il vero problema, ovvero quello del valore della quota. Il tema può essere riassunto così: il Comune ha messo a base della sua procedura un valore di 100. Il Cda prende atto che a 100 le azioni non sono state vendute e propone 10. Potrà il Comune accettare questo importo, stante che la norma precisa che la valutazione è comunque di competenza degli amministratori e visto che contestare la stima in via giudiziale è molto oneroso e che spesso il gioco non vale la candela? © RIPRODUZIONE RISERVATA.

STEFANO POZZOLI

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INTERVENTO Sui revisori dei conti va invertita la rotta

«Il Governo ­ ha detto venerdì scorso il sottosegretario all' Interno Gianpiero Bocci in un convegno organizzato dall' Odcec di Perugia ­ condivide in pieno le proposte dei commercialisti sulla revisione negli enti locali, e troverà un veicolo legislativo per tradurle in norme concrete». Se realizzato, sarebbe un cambio di passo dopo una serie di inteventi sui controlli in società ed enti locali caratterizzati da una preoccupante tendenza all' indebolimento di quello che costituisce l' estremo presidio di legalità per l' ente, pubblico o privato che sia. Sul fronte societario, si è registrato un forte rimaneggiamento del regime disegnato per le Srl rispetto a quanto dettato per le Spa, determinando un meccanismo che nelle Srl confina il collegio sindacale a ipotesi residuale. In ambito pubblico, il revisore degli enti locali deve affrontare un ipertrofico incremento degli adempimenti, non sempre coerenti e razionali: ad oggi, il revisore è chiamato ad evadere ben circa 96 adempimenti. Tuttavia, all' aumento di responsabilità non è corrisposta, da parte del legislatore, un' adeguata percezione della crucialità del ruolo, che è a tutela e a presidio degli interessi pubblici e quindi della comunità di riferimento. Nel crogiuolo normativo, il revisore è inopinatamente ricompreso tra i costi della politica (articolo 6 del Dl 78/2010), sconta un limite al compenso che non viene aggiornato ormai da dieci anni (anche se le norme ne prevedono l' adeguamento triennale), subisce un irrazionale tetto al rimborso delle spese entro il 50% del compenso. Tutto ciò, oltre a tradursi in un intuibile quanto irrazionale ostacolo al mantenimento dei dovuti standard di diligenza (i revisori sono nominati su base regionale e, per rispettare il tetto ai rimborsi, non possono essere costretti a scegliere tra ridurre le vocazioni necessarie al diligente adempimento dell' incarico o subire un' indiretta decurtazione del compenso per effetto della parte di spese non rimborsabili), si inserisce in un contesto già critico, nel quale si sta diffondendo la tendenza a proporre al professionista un compenso al di sotto dei minimi e/o senza rimborso spese. Neppure è esente da pericolose ricadute l' introduzione del meccanismo di selezione fondato sul metodo estrattivo e sulla ripartizione degli aspiranti revisori in tre fasce collegate alla dimensione degli enti (Dl 138/2011); sistema che, ispirato dalla condivisibile volontà di conferire una maggiore trasparenza e di offrire la possibilità di accesso agli incarichi a una platea potenzialmente più vasta, rischia però, in assenza dei dovuti correttivi, di impedire in concreto l' individuazione delle competenze e delle professionalità più adeguate alle esigenze peculiari dei singoli enti locali, e ha la grave pecca di concedere ai professionisti di prima nomina l' unica prospettiva di assumere la carica di revisore unico

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(negli enti di minori dimensioni), senza alcun periodo di apprendistato "revisionale" né la possibilità di operare (e formarsi sul campo) in un organo collegiale. Allora, se è incontestabile che, in un impianto socio­economico correttamente costruito, un efficace sistema dei controlli (tanto nell' ambito pubblico che in quello privato) gioca un ruolo centrale nel disincentivare, prevenire e impedire comportamenti scorretti nella gestione patrimoniale, finanziaria e organizzativa di enti di rilievo, la tendenza a indebolire questo sistema, che è nei fatti e la cui ratio si fatica a cogliere, finisce inevitabilmente per esporre l' intero sistema­Paese a rischi di instabilità e danni economici (non solo in termini monetari) e, dunque, merita di essere rimeditata. © RIPRODUZIONE RISERVATA Vicepresidente consiglio nazionale dottori commercialisti ed esperti contabili.

DAVIDE DI RUSSO

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L' estensione del reclamo a tutte le cause fino a 20 mila ​ interesserà circa 80 mila ricorsi Fisco, mediazione a tutto gas Mini liti con gli enti nel mirino

Processo tributario più efficiente in quattro mosse. Mediazione tributaria estesa a tutti i ricorsi fino a 20 mila euro. Conciliazione anche in secondo grado, in udienza o fuori. Stop alla compensazione «selvaggia» delle spese di giudizio, che lasciava a carico della parte vincitrice i costi della difesa. Largo, infine, alla tutela cautelare, non più limitata all' impugnazione in Ctp e richiedibile anche per le sentenze. Questi gli strumenti messi in campo dal governo con il dlgs n. 156/15, attuativo della legge delega n. 23/14, per migliorare ulteriormente una macchina, quella della giustizia tributaria di merito, che funziona già piuttosto bene, ma deve comunque fare i conti con una litigiosità fiscale ancora molto superiore alla media Ocse. L' estensione del reclamo­mediazione a tutte le cause fiscali fino a 20 mila euro (e non più solo a quelle contro l' Agenzia delle entrate) interesserà quasi 80 mila ricorsi all' anno. Per quanto riguarda gli avvisi di accertamento emessi dai comuni e dagli altri enti locali vi rientrerà la quasi totalità dei contenziosi: basti pensare che sulle 35.699 cause instaurate dai contribuenti nel 2014, ben 33.213 (pari al 93%) si attestava sotto i 20 mila euro. A tale scopo, la mediazione è stata allargata anche alle controversie catastali su classamento e rendite, che a causa del loro valore indeterminabile ne sarebbero state escluse, come pure ai ricorsi contro Equitalia o ad altri concessionari della riscossione. Nel complesso, la mini riforma del processo tributario attuata dall' esecutivo è stata salutata con favore dagli operatori. Anche se non manca chi sostiene che l' estensione generalizzata della tutela cautelare potrebbe generare una moltiplicazione di «processi nei processi», volti non soltanto a chiedere la sospensione degli atti impugnati ma anche quella delle sentenze. Come pure c' è chi evidenzia ancora una certa disparità di trattamento nell' esecutività delle decisioni, a seconda che a prevalere siano contribuenti o uffici. I diversi interventi operati dal decreto delegato, in ogni caso, mirano a elevare la qualità del contenzioso: sia facendo in modo che gran parte delle liti di minore importo vengano risolte prima di finire sul tavolo del giudice, sia cercando di concentrare le risorse (amministrative e giudiziaria) sulle questioni di maggiore rilevanza, anche sotto il profilo economico. D' altra parte i numeri sono eloquenti: le cause contro il fisco intentate nel 2014 da cittadini e imprese ammontano nel complesso a oltre 30 miliardi di euro, di cui 17 miliardi in Ctp (nuovi ricorsi). Le liti fino a

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20 mila euro rappresentano il 70% del totale in valore assoluto, ma in termini economici pesano per «appena» 500 milioni di euro, mentre solo l' 1,4% dei ricorsi riguarda controversie di valore superiore a un milione di euro (per un totale di 11,8 miliardi di euro). Le cause milionarie rappresentano in entrambi i gradi di giudizio quasi tre quarti del valore complessivo del contenzioso in entrata. La diminuzione dei ricorsi potrebbe anche apportare effetti positivi sui tempi medi dei processi, che si sono attestati nel 2014 a 961 giorni (2 anni e 8 mesi) in primo grado e a 729 giorni (2 anni) in appello.

VALERIO STROPPA

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Intervista a fiorenzo sirianni, direttore giustizia tributaria del mef La nuova disciplina delle spese abbatterà il contenzioso

Domanda. Dottor Sirianni, che bilancio traccia complessivamente degli interventi apportati con il dlgs n. 156/2015? Risposta. Il bilancio non può che essere positivo. Si pensi solo alla nuova disciplina dell' esecutività delle sentenze, che ridefinisce completamente le procedure in materia di rimborso in pendenza di giudizio. Il rapporto contribuente­ente impositore viene completamente ribaltato, a favore del cittadino. Il contribuente che risulta essere vincitore in primo grado per controversie aventi ad oggetto un rimborso avrà il diritto a ottenere dall' ente impositore il suo credito immediatamente, anche se l' ente ha proposto l' appello in secondo grado o in Cassazione. D. Dall' estensione della mediazione tributaria a tutte le liti sotto i 20 mila euro, che risultati vi aspettate? R. Intanto l' intervento impone agli enti impositori e ai soggetti della riscossione una attenta riflessione sulla qualità e correttezza delle procedure seguite prima dell' emanazione dell' atto. Ricordo che i ricorsi di importo fino a 20 mila euro nel 2014, escludendo quelli dell' Agenzia delle entrate, sono stati oltre 70 mila unità, pertanto ritengo che vi siano ampi margini di riduzione dei ricorsi in primo grado. Anche la nuova disciplina sulle spese di lite, molto più stringente per coloro che risultano soccombenti o che non hanno aderito ad una proposta di adesione, dovrebbe agevolare l' istituto della mediazione. D. Riguardo all' introduzione del giudice monocratico per le cause di minore importo, il Mef in passato era sembrato favorevole. Alla fine invece, come auspicato dai magistrati stessi, ciò non è avvenuto. Ritiene che sia stata un' occasione mancata o una scelta ben ponderata? R. Il decreto attuativo della riforma ha istituito il giudice monocratico nel solo giudizio di ottemperanza per valori al di sotto dei 20 mila euro. Prevederlo anche nel giudizio di merito per importi di modico valore avrebbe voluto dire ridisegnare normativamente il modello organizzativo delle sezioni e collegi, tenendo conto delle diverse specializzazioni ed esperienze del giudice. Nel futuro la questione potrebbe ritornare d' attualità, a condizione che vi siano chiari principi sui requisiti che i giudici devono possedere per decidere in modo monocratico. D. Tra poche settimane partirà in via sperimentale il processo tributario telematico, dopo quattro anni di lavori, altrettanti governi e varie vicissitudini. Quali i vantaggi pratici per contribuenti e professionisti? E i

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 Continua ­­> 86 26 ottobre 2015 Pagina 4 Italia Oggi Sette

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risparmi per lo stato? R. Il 1° dicembre 2015, ricordiamolo, il Ptt sarà attivo nelle Commissioni tributarie presenti nelle regioni della Toscana e dell' Umbria. Ci sarà per gli operatori un generale recupero di efficienza legato alla riduzione dei tempi per attivare il processo e di costo per coloro che, ad oggi, si avvalgono dei servizi postali per il deposito degli atti processuali. I risparmi per la p.a. sono immediatamente individuabili nella riduzione degli spazi degli archivi, nel costo della carta e nella maggiore produttività legata al miglioramento delle procedure in uso negli uffici. D. Le notifiche dei dispositivi via Pec sono realtà già da alcuni anni. In base alla vostra esperienza, gli operatori sono culturalmente e tecnologicamente pronti a questo storico passaggio o crede che il canale tradizionale cartaceo (la via telematica è facoltativa e non obbligatoria) resterà ancora predominante? R. In effetti la telematizzazione del processo tributario è avvenuta già dal 2012 con l' invio delle comunicazioni via Pec delle udienze e dei dispositivi delle sentenze. Gestiamo oramai più di un milione di comunicazioni all' anno, con vantaggi evidenti in ordine alla celerità delle informazioni comunicate alle parti e alla riduzione dei costi legata alle spese postali (circa 6 milioni di euro risparmiati dall' erario nel 2014, ndr). Le parti processuali, enti impositori e professionisti, sono operatori altamente efficienti nell' utilizzo delle modalità telematiche, pertanto nelle due regioni di partenza ci attendiamo una elevata adesione al deposito telematico. © Riproduzione riservata.

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LEGGE DI STABILITÀ/Incentivi per ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche Lunga vita alle detrazioni casa Agevolazioni del 65 e 50% prorogate per il 2016

Ecobonus, ristrutturazioni edilizie e bonus mobili confermati anche per l' anno prossimo. In base a quanto previsto dalla legge di Stabilità 2016, la proroga delle detrazioni fiscali del 65% per il risparmio energetico e del 50% per le ristrutturazioni abitative semplici si allunga così di un anno. Mantenuta in vita per un altro anno anche la detrazione del 65% per gli interventi relativi all' adozione di misure antisismiche su costruzioni che si trovano in zone ad alta pericolosità, se adibite ad abitazione principale o ad attività produttive. Tra le novità del testo della manovra, il bonus mobili allargato alle coppie under 35 e l' ecobonus esteso agli immobili ex Iacp. Detrazioni fiscale ristrutturazione. La proroga al 2016 riguarda la detrazione del 50% per gli interventi edilizi. Confermato anche il limite massimo di spesa di 96 mila euro per unità immobiliare. Danno diritto alla detrazione gli interventi di: ­ manutenzione ordinaria, effettuati sulle parti comuni di edificio residenziale; ­ manutenzione straordinaria effettuati sulle parti comuni di edificio residenziale e su singole unità immobiliari residenziali; ­ restauro e di risanamento conservativo, effettuati sulle parti comuni di edificio residenziale e su singole unità immobiliari residenziali; ­ ristrutturazione edilizia, effettuati sulle parti comuni di edificio residenziale e su singole unità immobiliari residenziali; ­ ricostruzione o ripristino dell' immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi, anche se non rientranti nelle categorie elencati nei punti precedenti, sempreché sia stato dichiarato lo stato di emergenza; ­ restauro, risanamento conservativo, e ristrutturazione edilizia, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, che provvedano entro 18 mesi dal termine dei lavori alla successiva alienazione o assegnazione dell' immobile. Nel bonus ristrutturazioni rientrano non solo gli interventi effettuati sulle unità immobiliari di tipo abitativo, ma eventualmente anche quelli riguardanti le relative pertinenze. In particolare, si ha diritto alla detrazione per la realizzazione o l' acquisto di autorimesse e posti auto pertinenziali, pure se a proprietà comune. Detrazione per riqualificazione energetica. Anche per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici è stata prorogata fino al 31 dicembre 2016 la misura maggiorata al 65%.

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A usufruire del bonus sono tutti i contribuenti, anche i titolari di reddito d' impresa, possessori dell' immobile. Per il 2016, la legge di Stabilità ha esteso gli incentivi agli immobili ex Iacp (istituti autonomi case popolari). Sono ammesse alla detrazione del 65% le spese sostenute su edifici di qualsiasi categoria catastale per: ­ interventi di riqualificazione energetica di interi edifici per l' abbattimento dell' indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale (detrazione massima 100 mila euro); ­ interventi sugli involucri di edifici per la riduzione della trasmittanza termica delle pareti opache orizzontali o verticali, compresa la sostituzione di vetri e/o infissi (detrazione massima 60 mila euro); ­ installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda (detrazione massima 60 mila euro); ­ sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale (detrazione massima 30 mila euro); ­ acquisto e posa in opera di schermature solari con le caratteristiche previste dall' allegato M al dlgs 311/2006: tende esterne da sole con marchiatura obbligatoria Ce e certificate UNI EN 13561; chiusure oscuranti con marchiatura obbligatoria CE e certificate UNI EN 13659; i dispositivi di protezione solare, anche in combinazione con vetrate, di cui alle norme armonizzate europee UNI EN 14501, 13363.01, 13363.02 (detrazione massima 60 mila euro); ­ acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse (detrazione massima 30 mila euro). Si può usufruire dell' ecobonus sia per gli interventi di riqualificazione dei singoli appartamenti che delle parti comuni dei condomini. La detrazione non è cumulabile a quella per il bonus ristrutturazioni. Bonus lavori adeguamento antisismico. È stata ugualmente confermata a tutto il 2016 la detrazione del 65% per lavori di adeguamento antisismico per la messa in sicurezza degli edifici esistenti. La detrazione deve essere calcolata su un importo massimo di 96 mila euro per unità immobiliare (da ripartire in dieci quote annuali di pari importo) e beneficiari sono i soggetti passivi Irpef e Ires (quindi sia persone fisiche che imprese) a condizione che le spese siano rimaste a loro carico e che possiedano o detengano l' immobile in base a un titolo idoneo (diritto di proprietà o altro diritto reale, contratto di locazione, o altro diritto personale di godimento). Il bonus antisismico può essere richiesto se l' intervento è effettuato su costruzioni adibite ad abitazione principale o anche ad attività produttive (unità immobiliari in cui si svolgono attività agricole, professionali, produttive di beni e servizi, commerciali o non commerciali) e sempre l' immobile si trova in zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2), i cui criteri di identificazione sono stati fissati con l' ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 20 marzo 2003. © Riproduzione riservata.

PAGINA A CURA DI BRUNO PAGAMICI

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Baratto amministrativo soltanto con l' inerenza

Deliberazioni di riduzione o di esenzione di tributi «inerenti il tipo di attività posta in essere». In cambio di lavori fatti in tali ambiti di attività. Con nota di approfondimento del 16 ottobre 2015 (si veda ItaliaOggi del 20 ottobre scorso), l' Ifel fornisce chiarimenti per il corretto inquadramento del baratto amministrativo e per la sua applicazione ai tributi locali. Beneficiari del baratto amministrativo potranno essere individuati in cittadini singoli o associati. Si privilegeranno le «Comunità di cittadini costituite in forme associative stabili e giuridicamente riconosciute». L' Istituto per la finanza e l' economia locale ritiene che la riduzione o l' esenzione potrà essere concessa con riguardo alle obbligazioni tributarie di cui è soggetto passivo l' associazione stessa. Altro aspetto delicato afferisce il perimetro d' intervento. A parere dell' Ifel, l' intervento dei cittadini dovrà riguardare un territorio da qualificare ed essere alternativo e sostitutivo rispetto a quello del comune. A fronte dell' intervento dei cittadini, il comune potrà disporre deliberazioni di riduzione o esenzione di tributi «inerenti al tipo di attività posta in essere». La ratio sottesa alla norma consente di collegare la delibera di agevolazione al tributo di riferimento anche se in apparenza non direttamente ricollegabile al tipo di attività posta in essere. Il concetto di «inerenza» del tributo per cui si prevede l' agevolazione all' attività svolta dai cittadini (singoli o associati), dovrà essere valutato in sede di predisposizione della delibera di agevolazione ed ispirato a criteri di ragionevolezza e corrispondenza tra beneficio reso ed agevolazione concessa. L' Ifel ritiene opportuno basare la quantificazione economica dell' agevolazione secondo politiche ispirate a responsabilità e ragionevolezza del trattamento agevolativo, specificando che il riconoscimento dell' agevolazione non deve essere solo «legittimo» ma anche «controllabile». Da ultimo, l' Istituto tiene a precisare che non appare coerente con la ratio della norma la possibilità di prevedere riduzioni o esenzioni anche con riferimento ad eventuali debiti tributari del contribuente. La ragione è da ritrovare nei principi di indisponibilità ed irrinunciabilità al credito tributario cui soggiacciono tutte le entrate tributarie comunali.

GIOVANNI CATALDI

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013­2016 90 26 ottobre 2015 Pagina 206 Italia Oggi Sette

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tar lombardia Gestione gas naturale, niente diritti soggettivi

Nessuna posizione giuridica di diritto soggettivo è stata ritagliata dal legislatore a favore del gestore di gas naturale uscente dalla fornitura alla p.a., semmai, costui è obbligato a proseguire la gestione fino alla data di decorrenza del nuovo affidamento, nell' interesse della comunità locale, impersonato dall' ente territoriale. Lo hanno affermato i giudici della quarta sezione del Tar per la Lombardia con la sentenza n. 2105 dello scorso 6 ottobre. Per una maggiore chiarezza espositiva, si riporta anche quanto previsto al riguardo dall' art. 14 del decreto legislativo n. 164/2000, che ha dato attuazione alla direttiva 98/30/Ce, recante norme comuni per il mercato interno del gas naturale. Dopo l' affermazione iniziale, al primo comma, per cui: «L' attività di distribuzione di gas naturale è attività di servizio pubblico. Il servizio è affidato esclusivamente mediante gara per periodi non superiori a 12 anni», la norma prosegue, al comma settimo, stabilendo che: «Gli enti locali avviano la procedura di gara non oltre un anno prima della scadenza dell' affidamento, in modo da evitare soluzioni di continuità nella gestione del servizio. Il gestore uscente resta comunque obbligato a proseguire la gestione del servizio, limitatamente all' ordinaria amministrazione, fino alla data di decorrenza del nuovo affidamento. Ove l' ente locale non provveda entro il termine indicato, la regione, anche attraverso la nomina di un commissario ad acta, avvia la procedura di gara». A parere dei giudici amministrativi milanesi l' unica posizione giuridica attiva ipotizzabile sarà quella che si correla all' obbligo del gestore uscente e che va ascritta a favore dell' ente locale, soggetto al contempo onerato di attivare la procedura di gara, nei termini prescritti ex lege, in modo da evitare una soluzione di continuità nella gestione del servizio (si veda anche Tar Abruzzo, I, sent. 12/9/2012 n. 577, per cui: « (al contrario di quanto sostenuto dalla società di vendita di gas) che non trattasi di un diritto soggettivo a ottenere tale proroga da parte del concessionario uscente, bensì di un obbligo in capo a quest' ultimo di assicurare il servizio in via transitoria, se e nei limiti in cui l' ente pubblico ritenga di non ricorrere ad altre formule organizzatorie consentite dall' ordinamento, (formule che devono intendersi non precluse dall' art. 14, comma 7 u.p. secondo cui « il gestore uscente resta comunque obbligato a proseguire la gestione del servizio, limitatamente all' ordinaria amministrazione, fino alla data di decorrenza del nuovo affidamento»); va peraltro precisato che tale previsione ­ individuando proprio in quell' obbligo la soluzione tendenziale e normalizzata, per assicurare medio tempore la continuità del servizio, finisce nel contempo per conferire allo stesso soggetto obbligato un qualificato interesse

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legittimo alla proroga in questione, oltre che ­ in relazione al caso di specie, anche un qualificato interesse processuale alla stessa proposizione del gravame»). © Riproduzione riservata.

MARIA DOMANICO

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Box occupato, l' invalido sosta gratis

Il titolare del contrassegno invalidi che trova il box riservato occupato può parcheggiare nelle zone a pagamento gratuitamente. Purché l' ente locale abbia deciso di ammettere questa facoltà dandone informazione agli utenti. Lo ha chiarito il ministero dei trasporti con il parere n. 4341 del 4 settembre 2015. Il riformulato articolo 381 del regolamento stradale specifica che il comune ora può potenziare il numero dei parcheggi riservati agli invalidi anche nelle zone a pagamento. Ma l' ente locale può anche prevedere la sosta gratuita agli invalidi sulle strisce blu quando i box riservati ai titolari dei contrassegni risultino già occupati o indisponibili. A parere della Cassazione però senza il nulla osta del comune non è automatico poter parcheggiare gratuitamente i veicoli muniti di contrassegno invalidi nelle zone a pagamento. Specifica infatti il parere centrale che con la sentenza n. 21271 del 5 ottobre 2009 la II sezione civile della Corte di cassazione ha bocciato il via libera generico alla gratuità della sosta degli invalidi in zone blu, confermando le recenti indicazioni normative che richiedono una determinazione comunale in tal senso.

STEFANO MANZELLI

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