Nicola Zingaretti È Il Nuovo Segretario,Fr
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Coronavirus, Nicola Zingaretti positivo al test del coronavirus Il Presidente della Regione Lazio è risultato positivo al test per il coronavirus. Zingaretti attraverso un videomessaggio ha fatto sapere di stare comunque bene e che nei prossimi giorni resterà a casa in quarantena volontaria da dove continuerà a seguire il lavoro che c’è da fare. I medici mi hanno detto che sono positivo al Covid19. Sto bene ma dovrò rimanere a casa per i prossimi giorni. Da qui continuerò a seguire il lavoro che c’è da fare. Coraggio a tutti e a presto! Pubblicato da Nicola Zingaretti su Sabato 7 marzo 2020 “I medici mi hanno detto che sono positivo al coronavirus“. Lo ha annunciato, con un videomessaggio su Facebook, Nicola Zingaretti. “Sto bene ma dovrò rimanere a casa per i prossimi giorni – ha aggiunto il segretario del Pd – . Da qui continuerò a seguire il lavoro che c’è da fare. Coraggio a tutti e a presto”. Partito Democratico: Nicola Zingaretti è il nuovo segretario Nicola Zingaretti sarà il nuovo segretario del Pd. Secondo il Comitato organizzatore, ha ottenuto oltre il 60% dei voti alle primarie. Gli altri due sfidanti, prendono atto della vittoria del governatore: Roberto Giachetti lo ha chiamato per complimentarsi. E Maurizio Martina gli ha augurato ‘Buon lavoro’. Alla consultazione nei gazebo hanno partecipato durante la giornata circa di un milione e mezzo di cittadini. Lunghe code, infatti, si sono registrate ovunque in Italia. Il presidente della Commissione congresso, Gianni Dal Moro ha affermato che “l’affluenza è stata omogenea in tutto il territorio nazionale, senza sacche di difficoltà e con un leggero picco al centro-sud, in particolare nel Lazio e in Campania”. Intorno alle 23 dovrebbero essere diffusi dati relativi al 30% dei votanti, in grado di indicare una proiezione attendibile Ai seggi, aperti dalle 8, fino alle ore 20, si sono registrate code, in alcuni casi anche lunghe. Viene eletto direttamente solo chi supera il 50% dei voti, altrimenti lo Statuto prevede l’elezione da parte dell’Assemblea nazionale. Il primo a votare alle primarie, tra i volti noti del Pd, è stato Walter Veltroni. L’ex segretario si è recato al gazebo di piazza Fiume, a Roma, alle 8 in punto, per esprime la sua preferenza. In mattinata a Roma il voto di Paolo Gentiloni, poi quelli di Luca Zingaretti e Roberto Giachetti. Maurizio Martina vota invece nella sua città, a Bergamo. Carlo Calenda vota e fa lo scrutatore in mattinata nel Gazebo di Piazza del Popolo, sempre a Roma, mentre Matteo Renzi ha votato alla Leopoldina, a Firenze. Il leader storico dell’Ulivo Romano Prodi a Bologna. Carlo Calenda scrutatore al gazebo di Piazza del Popolo. ‘E’ il momento più alto della democrazia, perché le persone scelgono direttamente il proprio segretario’, spiega. In un tweet Calenda aveva invitato ad andare a votare alle primarie: ‘Un gesto di democrazia e un modo per mobilitarci contro il tentativo del Governo di farci uscire dall’Ue nel silenzio’, aveva scritto. ‘Più siamo, meglio è per l’Italia’. L’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha votato questa mattina alle Primarie del Pd in un seggio allestito in un circolo Arci di via Goito, nei pressi della Stazione Termini di Roma. “Speriamo sia una bella giornata, sarà una bella giornata – ha detto – Cosa mi aspetto dall’affluenza? Io penso che ieri a Milano sia stato un bel sabato, e possiamo avere oggi in tutta Italia una bella domenica. L’affluenza, per scaramanzia abbiamo detto questi giorni il ‘milione’, come il signor Bonaventura… adesso non diciamo niente. Diciamo che il fatto che ci siano gli iscritti e centinaia di migliaia di non iscritti, elettori e simpatizzanti che oggi partecipano alla scelta del segretario del Pd è una cosa unica nel panorama politico italiano e molto importante per la nostra democrazia. Il fatto di ieri a Milano ci porta bene e ci dà ottimismo – ha aggiunto Gentiloni – e sui numeri vedremo, toccherà fare mezzanotte”. Gentiloni si è messo in coda con gli altri elettori, conversando con loro e stringendo mani. “Abbiamo finito le schede…” ha scherzato con il personale del seggio. “Non è un voto contro il Governo, è un voto per il cambiamento”. A dirlo Romano Prodi, al suo arrivo al seggio. “Non si deve mai votare contro, si deve votare pro”, ha spiegato l’ex premier, aggiungendo: “Ma attenzione che se si continua così, il Paese va proprio in serie C o D, questa è la situazione che abbiamo”. Anche il mondo dello spettacolo in coda a Roma per partecipare alle Primarie del Pd. Il ‘romanissimo’ Gigi Proietti ha votato al seggio sulla Cassia. Toscano d’origine ma evidentemente votante nella Capitale Roberto Benigni, che invece è stato visto in fila nel rione di Testaccio Franceschini e Astorre a Genzano per sostenere Nicola Zingaretti alla segreteria del Pd GENZANO (RM) – Sabato scorso si sono riuniti nella sala dell’ex enoteca comunale di Genzano di Roma (ora un centro per gli anziani) tutti i vertici amministrativi legati al mondo del centrosinistra per ascoltare l’onorevoleDario Franceschini, grande sostenitore di Nicola Zingaretti per la segreteria del Partito Democratico. Vicino al leader di AreaDem, componente strategica del PD, siede il segretario generale del Lazio Bruno Astorre. Astorre: “Incrementare la partecipazione” Bruno Astorre auspica nella “creazione di gruppi in modo da poter incrementare la partecipazione”. Mancano pochi giorni alle primarie dem del 3 marzo e il nodo è far sapere alle persone che chiunque può votare ma soprattutto spingere le persone ai gazebo. Il segretario regionale riconosce che le modalità di elezione all’interno del partito democratico debilita l’elettorato che si ritrova spaesato dopo le convenzioni regionali e nazionali e dopo il voto al congresso regionale. Insomma serve chiarezza per raggiungere un milione di voti: obiettivo che sbaraglierebbe la strada per le europee. Nel Lazio la lista in sostegno di Zingaretti sarà composta dalla consigliera comunale di Genzano Martina Ortolani, il sindaco di Albano Laziale Nicola Marini e dal sindaco di Velletri Orlando Pocci. Dopo gli interventi della consigliera e dei due sindaci, prende la parola l’onorevole Dario Franceschini il quale si sta spendendo in tutta Italia per portare Nicola Zingaretti a capo della segreteria dem. Per Franceschini, Zingaretti è l’unico che rappresenta il cambiamento Franceschini ha già affermato in un’intervista al Corriere della Sera che l’idea di una lista unitaria per le Europee è positiva a patto che a guidarla sia proprio Zingaretti. E guardando anche alle prossime amministrative che porteranno al voto 3.500 comuni, Franceschini vuole che sia la mobilitazione delle primarie a motivare i suoi a livello locale. Per l’onorevole, Zingaretti è l’unico che rappresenta il cambiamento e un cambio di rotta. Ma poi si parla di un Pd aperto a tutti anche a Renzi per evitare fratture e perdite di voti. Zingaretti viene presentato come l’unico che è uscito vincitore nel generale bagno di sangue nella battaglia contro Lega e Movimento 5 Stelle, anche se a guardare le percentuali delle scorse regionali nel Lazio è chiaro che se Pirozzi (5%) fosse rimasto all’interno del centrodestra di Parisi (31%), Zingaretti sarebbe arrivato secondo col 33%. L’onorevole Franceschini continua il suo discorso presentando questo governo come un’orda di “incompetenti, ignoranti e possiamo dirlo: fascisti”. D’altronde “quella tra M5S e Lega è un’accozzaglia”: sì, ma resa necessaria prima dal Rosatellum (scritto dal Pd e FI) essenzialmente proporzionale che rende obbligatoria una coalizione post elettorale e poi dall’abbuffata di pop corn del PD. Franceschini in un passaggio, forse non troppo chiaro, accosta questo governo ai passati esecutivi targati Berlusconi: quello che manca in entrambi i casi è la reazione forte e decisa della sinistra. Zingaretti sicuramente uscirà vincente dalle primarie anche per assenza di competizione interna ma il problema urgente del Partito Democratico resta sempre il programma. Negli ultimi anni in cui la sinistra ha guidato il paese nessuna iniziativa legislativa è stata presa in termini di giustizia, corruzione, evasione fiscale, conflitto di interessi, ambiente e sanità. E forse volgendo lo sguardo alle passate iniziative, il governo gialloverde acquisisce un senso solo come espiazione. Pd, l’appello di Zingaretti: “Venite a costruire il nuovo partito” “E’ evidente che non voglio allearmi con i 5 stelle, li ho sconfitti due volte. Ma voglio parlare con chi ci ha abbandonato, voglio capire perché”. Lo ha detto Nicola Zingaretti, governatore Pd del Lazio e candidato alla segreteria del partito, intervenendo all’incontro di AreaDem a Cortona (Arezzo). “Dobbiamo recuperare il confronto delle idee, basta con la denigrazione delle persone a prescindere dalle idee. Dobbiamo combattere”, ha aggiunto. Zingaretti ha quindi espresso il suo pensiero per ricostruire il Pd: “Dobbiamo combattere, altro che subalternità. E’ subalterno chi nella battaglia politica interna usa gli stessi strumenti che critichiamo contro di noi. Dobbiamo ricostruire una nuova agenda con gli italiani, ridando speranza”. “No al cambio del nome al partito” – Il governatore del Lazio ha chiuso definitivamente anche la discussione sul cambio del nome al partito: “Lungi da me porre un tema sul nome del partito. Io mi candido segretario del Pd, voglio fare il segretario del Pd. Questa è la sfida che stiamo lanciando, il resto sono caricature che puntano a denigrare chi esprime idee. Ci vorrà molto coraggio, molta passione. Dovremo combattere contro le fake-news degli avversari, e dovremo combattere uniti. Perché in gioco c’è la democrazia italiana”. “Basta divisioni interne” – “Smettiamola – ha precisato – con la divisione tra noi, ridicola, tra chi contrappone il partito del territorio al partito della rete. E’ vero esattamente l’opposto, dobbiamo essere più forti nelle strade e più forti nella rete.