Il Bembo Di Alessandro Tassoni E La Filologia Modenese Del Secondo Cinquecento

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Il Bembo Di Alessandro Tassoni E La Filologia Modenese Del Secondo Cinquecento Article Il Bembo di Alessandro Tassoni e la filologia modenese del secondo Cinquecento DANZI, Massimo Abstract Illustration et publication des gloses de Alessandro Tassoni découvertes dans un exemplaire des Prose de la volgar lingua de Pietro Bembo (Venise 1547) Reference DANZI, Massimo. Il Bembo di Alessandro Tassoni e la filologia modenese del secondo Cinquecento. Studi seicenteschi, 1994, vol. 35, p. 3-56 Available at: http://archive-ouverte.unige.ch/unige:21700 Disclaimer: layout of this document may differ from the published version. 1 / 1 IL BEMBO DI ALESSANDRO TASSONI E LA FILOLOGIA MODENESE DEL SECONDO C:INQUECENTO Il fortunato recupera sul mercato antiguario dell' esemplare delle Prose della volgar lingua di Pietro Bembo appartenuto ad Alessan­ dro Tassoni (1565-1635), e da lui siglato in calce al frontespizio («D'Alessandro Tassoni») seconda un'abitudine documentata dalle stampe della Phi!odoxios fabula di Leon Battis ta Alberti e del Dit­ ta Mundi di Fazio d<.gli Uberti, che gli appartennero, 1 aggiunge una pièce di tutto rilievo alla conoscenza di guella che fu la libre­ ria del Modenese. Per le annotazioni d'aurore che lo caratterizza­ no, l'esemplare ricuperato assume statuto di «postillatO>> e suona nuova conferma di quell'abitudine del Nostro, dichiarata per pri­ mo cial i'vluratori nella Vita di Alessandro Tassoni, a «postillare libri, che egli leggeva». 2 Sull'esistenza di una serie di postillati tassoniani aveva per * Ringrazio mio fratello Luca e gli amici Simonetta Braccesi-Adorni, Neil Harris e Paolo Trovato per le indicazioni che dalla discussione con lora mi sono venute. Alla cortesia del Ragioniere Franco Cosimo Panini devo la consultazione dei due po­ stiilati di sua proprietà, che cita alle note 1 e 8 di questo lavoro. 1 La stampa albertiana, Lepidi Comici Veteris Philodoxios Fabula ex antiquitate eruta ab Aldo Manuccio, Lucae. MDXXCI1X (oggi alla Bodleian Library di Oxford) reca in calce al frontespizio: <<D'Alessandro Tassoni». Si veda la scheda in A. TASSONI, La secchia rapita e scritti poetici1 a cura di Pietro Puliattî, Maden a, Edizioni Panini, 1989, pp. 736-73 7. Il Ditta Mundi di Faccio Degliuberti Fiorentino, Venetia, Cristofaro di Pensa da Mandela, 1501, oggi nella collezione del Ragionier Franco Cosimo Panini, reca autografa la scritta: «Questo Dittamondo in lingua / Venetiana e d'Alessro Tassoni». Frai postillati invece oggi persi, anche il Misopogon di Giuliano l'Apostata, nell'edi­ zione parigina dell566 già appartenu ta al Serassi, recava nel risguardo <•D' Alessandro Tas­ soni adi 3. Febbraio 16.35». Cfr. TrRABOSCHI, Biblioteca modenese, t. V, Modena, Società Tipografica, 1784, p. 217. 2 L. A. MURATORI, Vita di Alessandro Tassoni, Modena, per Bartolomeo Soliani, 1739, p. 57. 4 MASSIMO DANZI primo sistematicamente riferito il Tiraboschi nella Biblioteca mo­ denese, stendendone una lista di sette, in parte visti direttamente e in parte riportati sulla base di quanta affermava il Muratori. A quel catalogo mancano oggi ancora vari volumi che il tempo e la fortuna potranno forse in parte ricuperare alla ricerca, per­ mettendone un'analisi che confermi o smentisca l'attribuzione al Tassoni. Tali J'Anticlaudiano di Alana da Lilla, Basilea 1536, 3 le Opere greco-latine di Giuliano l'Aposta ta, stampate da] Wechel a Parigi nel 1566,4 un Cortegiano di Baldassar Castiglione non meglio identificato, 5 le Rime di Gian Francesco Maia [Materdo­ na], in un esemplare appartenuto al Muratori-' Per contra, ai po­ stillati da tempo noti e sopravvissuti, come la Commedia aldina del 1502, alla Vaticana, o L'elezione di Urbano VIII di Francesco Bracciolini, Roma 1628, all'Estense, s'affiancava, nell'opinione del Tiraboschi, l' esemplare, pure estense, de Il Memoriale della Zingua di Giacomo Pergamini da Fossombrone, Venezia 1602, le cui pa­ stille, fra pareri discordi che ne hanna fatto autore ora Giulio Ottonelli ora il Tassoni, sono poi state raccolte e pubblicate sotta il nome del primo dai Bernini ad inizio del nostro secolo. 7 3 Esemplare indicato come Cyclopaedia, Base!, 15.36, nella fondamentale Bibliografia di Alessandro Tassoni, a cura di P. Puliatti, Firenze, Sansoni, 1969-70, 2 voll., I, p. 383. Dopa le notizie sui postillati tassoniani date dai Tiraboschi nella voce Alessandro Tas­ soni della Biblioteca modenese cit., t. V, pp. 180-217, i contributi più importanti sono opera del Puliatti, prima nella Bibliografia di Alessandro Tassoni cit, I, p. 383-384 e poi (con la localizzazione degli esemplari esistentî), in Le letture e i postillati del Tassbni, I, «Studi Secenteschi>~, XVIII, 1977, pp. 3-58, alle pp. 21-22. Quest'ultimo intervento, alle pp. 3-20, ricostruisce la consistenza e la natura della biblioteca del Tassonî, a partire dalle lettere e dai testamenti dell'Autore. Segue poi, alle pp. 22-58, un saggio di pastille inedite alle giornate IX eX del Decameron di Boccaccio, deposit::JtF: in una stampa Venezîana, Giovan Giolito da Trîno, 1538 oggi alla Biblioteca Estense di Modena (vedi nota 9). 4 Indicato da PuuATTI, Bibliogra/ia cit., I, p. 384 come Giuliano J'Apostata, Misopo­ gon, Parigî, A. Wechel, 1566. 5 Il Puliatti inizialmente non identifica la stampa: cfr. Bibliografia cit., I, p. 384. Poi, ne Le letture e i postillati cit., p. 21, afferma esse re un' edizione Venezia, Aldo Manuzio, 1547 (ma senza clare elementi). Osservo che il postillato in questione non è identificabile con Illibro del Cortegiano edita dagli Eredi di Filippo di Giunta nell'aprile del 1531, passe- l duto dalla Biblioteca Nazionale Centrale (segnatura: Pas till. 94). Interessandssimo pastilla­ I ta (finora, sembra, sfuggito all'attenzione degli studiosi), che ha brani interamente riscrîtti a r:nezzo di cartigli e sul quale meriterà tornare in altra sede. 6 Cfr. PULIATTI, Bibliografia cit., I, p. 384 en. 5. Esemplare, aggiungo, non identifi­ cabile con la stampa estense [segnatura: Mise. Ferr. Mor. 70, 15] degli Alcuni 1 Sonetti 1Boscherecci 1di Gianfrancesco Maia Materdona stampato <~In Modena, pressa Giulian Cas· -i_;) siani, 1628». 7 F. BERNINI, La vitae le opere di Giacomo Pergamini con scritti inediti di F. Polidon· e G. Ottone/li, Balogna, Zanichelli, 1906. Sull'Ottonelli si veda qui la nota 33. IL BEMBO POSTILLATO DAL TASSONI ) i Fra gli esemplari di sicura pertinenza tassoniana, tuttavi~, al- tri volumi si devono aggiungere che meritano di essere richi~mati brevemente a documentazione dell' ampio lavoro di spoglio ! con­ dotto dal Tassoni sui testi capitali della questione linguistid cin­ quecentesca. Già le postille al Bracciolini erano note attrayerso una trascrizione settecentesca; ora, anche per quelle a L'Ercolano di Benedetto Varchi, consegnate ad una stampa fiorentina del 1570, oggi persa, e note solo attraverso l' edizione procuratane da! Da! Rio ne! 1846, posso segnalare l'esistenza di una trascrizione sette­ centesca di Domenico V andelli. 8 Accanto a questo nuovo ricupero del Varchi, non meno im­ portanti sono altri postillati che coinvolgono alcuni classid della tradizione in volgare: si tratta del Decameron di Boccaccio postU­ lato in due edizioni diverse oggi alla Biblioteca Estense di Mode­ na e alla N azionale di Firenze e nelle Annotationi che ne fece il Borghini nel 1574,9 di un Orlando Furioso, Venezia, Gidini, 8 Si tratta de L'Hercolano Dialogo di Messer Benedetto Varchi ... , In Vinetia, MDLXXX, appresso Filippo Giunti e Fratelli, posseduto dal Ragionier Franco Cosimo Panini. Le pastille dell'esemplare Panini si aHiancano cosl (né passa dire pet ora come) alla stampa procurata da Domenico Dal Rio: L'Ercolano Dialogo di Benedetto Varchi .. con la correzione di Lodovico Castelvetro ela Varchina di Jeronimo Muzio ··~ aggiuntevi ara alcune pastille inedite. di Vittorio Alfieri e malte di Alessandro Tassoni, Firenze, Per 1' Agenzia libraria, 1846, che le stampava a piè di pagina. 9 Un esemplare di Venezi.a, Giovan Gioiito da Trine, 1538 «nuovamente stampato e ricorretto pet Antonio Brucioli» (all'Estense: a.C.2.13 "' ital. 1296); un esemplare delle borghiniane Annotationi et Discorsi sopra alcuni luoghi del Decameron di M. Giovanni Boc­ cacci, Firenze, Giunti, 1574 (alla Bibl. Naz. Centrale di Firenze: Postill. 14); infine un altro Decameron «alla sua vera lezione ridotto dal Cavalier Lionardo SalviatÎl>, Firenze, Giunti, 1587 (alla Bibl. Naz. Centrale di Firenze: Postill. 20) .. Nel corso di questo articolo, citerO i tre postillati come Boce. 15)8, Annotazioni 1574 e Boce. 1587. Ma il problema della posti11atura del Decameron andrà ripreso, considerando tutti i postillati e determinan­ do i rapporti fra essi. La tesi del PULIATTI, Le letture e i postillati, cit. pp. 32-33, seconda il quale queste tre stampe rappresenterebbero nell'ordine la prima, la seconda ela terza fase della postillatura a Boccaccio, pare poggiare infatti unicamente sulla cronologia delle edizioni; non su una analisi interna delle pastille. Per quanta riguarda i postillati boccacceschi anticipa qui solo due osservazioni: 1. la natura delle pastille è, di stampa in stampa, estremamente diversa, si. che esse non paiono comparabili. ln particolare, divers a è ciO che Tassoni cerca, a distanza di anni, nel Decame­ ron di Boccaccio, con un incrementa di interesse, specifico di Boce. 1587, per illinguaggio comico da una parte e perle strutture ritmico-poetiche soggiacenti alla prosa del Decame­ ron, che Tassoni sottolinea e accompagna con osservazioni del tipo: <<Un verso sdruccioio» (p. 2); <mata che sono due versi)) (p. 16); «un verso con la rispqndenza» (p. 33), <<è un bellissimo verSOl> (p. 470), ecc. L'ipotesi, su cui tornerà, è chiara: in Boce. 1587, Tassoni sta ricercand9 un linguaggio da mettere a frutto neUa Secchia. D'altra parte, ed è la seconda osservazione, le stampe del Decameron che Tassoni uti­ lizza (e, giusta le sue abitudini, probabilmente pastilla) non furono tre, come si è finora 6 MASSIMO DANZI 1577 all'Estense, 10 del poema dello Stigliani, Del nuovo monda, Piacenza, A. Bazzacchi, 1617, già appartenuto a Carlo Porta e ora alla Biblioteca Ambrosiana di Milano (che non ho potuto ve­ dere) e, infine, del Ditta Mundi di Fazio Degli Uberti nell'edizio­ ne veneziana del 1501 già ricarda ta, presente nell a stessa collezio­ ne priva ta in cui si trova il V archi.
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