Il Laboratorio Di Tassoni Postillatore La Riflessione Sul Furioso Nel Postillato Tassoniano
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Università degli Studi di Napoli Federico II Université de Paris 8 Vincennes-Saint-Denis Dottorato di ricerca in Filologia moderna Ecole doctorale en Pratiques et théories du sens Coordinatore: Prof. Costanzo Di Girolamo Tesi di dottorato Ciclo XXVI Il laboratorio di Tassoni postillatore La riflessione sul Furioso nel postillato tassoniano Candidato: Dott. Luca Ferraro Tutore: Prof. Matteo Palumbo Cotutore: Prof. Jean-Louis Fournel Napoli 2014 Indice Introduzione ............................................................................................................. p. 3 Capitolo 1. L’attività di Tassoni postillatore ........................................................ p. 7 1.1 Rassegna di tutti i postillati tassoniani .............................................................. p. 8 1.2 Discussione dei tipi di postillati e postille ...................................................... p. 27 1.3 La pratica del postillare in Tassoni : perché postille e non commento? .......... p. 47 Capitolo 2. Postillare un’opera. Le postille all’Orlando furioso ...................... p. 75 2.1 Introduzione al postillato : caratteristiche generali ......................................... p. 75 2.2 Intertestualità .................................................................................................. p. 88 2.3 Aspetti formali ............................................................................................. p. 101 2.4 Aspetti narrativi ............................................................................................ p. 123 2.5 I personaggi .................................................................................................. p. 147 Capitolo 3. Il metodo critico di Tassoni postillatore ....................................... p. 193 3.1 Peculiarità del Tassoni postillatore ............................................................... p. 193 3.2 L’influenza del metodo critico di Castelvetro .............................................. p. 229 3.3 L’idea del Furioso dalle postille alla Secchia ............................................... p. 250 3.4 L’importanza del modello ariostesco nella genesi dell’eroicomico: il Furioso nella Secchia attraverso il postillato ............................................ p. 276 Conclusioni: La Secchia come fine, il postillato come mezzo ....................... p. 306 Appendice. Postille ai margini e sottolineature ................................................ p. 315 Storia del testo .................................................................................................... p. 316 Autografia .......................................................................................................... p. 318 Criteri di edizione ............................................................................................... p. 321 Postille ............................................................................................................... p. 327 Bibliografia .......................................................................................................... p. 637 2 Introduzione Sono due gli argomenti che affronta questa tesi: il primo è l'analisi del modo di postillare di Alessandro Tassoni, il secondo è la sua ricezione dell'Orlando furioso dal periodo giovanile fino alla Secchia rapita. Centrale per entrambi gli argomenti è il postillato, fino ad ora inedito, al Furioso che il Modenese scrive presumibilmente nei primi anni della sua produzione di teorico e poeta. All'idea del Furioso che trapela dalle annotazioni tassoniane è già stata dedicata una parte de La pianella di Scarpinello, bella monografia di Maria Cristina Cabani, pubblicata nel 1999. La studiosa pisana seleziona le più significative postille per costruire un discorso articolato, prima di passare all'analisi diretta della Secchia. Ci si potrebbe allora chiedere che senso abbia dedicare un lavoro di oltre 600 pagine ad un argomento già trattato sinteticamente ed efficacemente. Una prima risposta è nell'edizione integrale delle postille tassoniane, che copre metà dell'estensione della tesi, che non aveva interessato lo studio della Cabani. Le osservazioni apposte sull'esemplare sono oltre 2600 e potrà essere utile, per studi futuri, fornirne una trascrizione con un apparato che si è ritenuto opportuno mantenere essenziale, soprattutto nelle note di commento, in quanto la tesi discute ampiamente dei casi più significativi. Una seconda motivazione dell'utilità della tesi è dovuta al suo non interessarsi unicamente del postillato all’Orlando furioso. Si cerca, infatti, di inserire l’analisi molto dettagliata del postillato, che ha cercato di essere meno selettiva di quella operata nella Pianella, in un discorso più ampio che non riguardi solo la lettura giovanile, di stampo aristotelico, del poema ariostesco (o meglio, delle sue deviazioni rispetto al canone epico), ma anche le peculiarità del Tassoni postillatore. Gli studi sulla pratica del postillare sono stati finora limitati. Spiccano quelli patrocinati da Giuseppe Frasso (il suo articolo Libri a stampa postillati, la miscellanea di studi Nel mondo delle postille e gli atti del convegno che portano ancora il titolo Libri a stampa postillati). Gli studi di équipe di Frasso si basano sul principio che la postilla si sviluppa di seguito all'invenzione della stampa e che quindi il postillare è una pratica umanistica e rinascimentale diversa dall’apposizione di glosse ai manoscritti medievali, che hanno goduto di studi più approfonditi, e che quindi va studiata nelle sue peculiarità. Seppur con qualche obiezione di fondo da fare (il postillare è legato al possesso privato di un testo, più che alla stampa. Anche Petrarca postilla), l’idea che la postilla sia 3 una pratica sostanzialmente sviluppatasi a partire dal tardo Medioevo e legata alle condizioni materiali del testo è da accogliere, ma gli studi pioneristici dell'Università Cattolica hanno solo avviato una riflessione che merita di essere proseguita e alla quale parte di questa tesi si pone l'obiettivo di dare un contributo, seppur in merito al solo Tassoni o quasi. Postillare un testo, per il Modenese, non è la stessa cosa di apporvi un elaborato apparato di glosse, ma non è neanche una semplice “lettura con la penna in mano” (l'espressione è di Frasso), come si cercherà di dimostrare nel primo e nel terzo capitolo della tesi. Il modo di postillare tassoniano è molto peculiare. Oltre all'aggressività presente nelle note, che raramente hanno un tono neutro e un approccio al testo non volto a sottolinearne le deficienze, vanno messe in evidenza alcune annotazioni che usano il testo come spunto per estrose invenzioni linguistiche o per l'utilizzo di espressioni idiomatiche e proverbiali che sono usate anche in altre opere dal poeta eroicomico. In molti dei postillati tassoniani sono presenti note di questo tipo, di cui si fornisce un campionario nel primo capitolo per quanto riguarda i postillati in generale, e nel terzo, più dettagliatamente incentrato su quello al Furioso. Tornando al rapporto tra Tassoni ed Ariosto, trattato nel secondo e soprattutto nel terzo capitolo, si può dire che anch’esso merita ulteriore approfondimento, soprattutto nel passaggio dalle postille ai testi a stampa della maturità, cioè i Pensieri e la Secchia rapita, per l’utilizzo del Furioso come modello poetico positivo in quanto non segue le rigide convenzioni di quello tassiano. L’interesse per il presente lavoro è dovuto al fatto che nel postillato il capolavoro ariostesco è valutato negativamente per lo stesso motivo. Nel terzo capitolo si valutano le differenze tra la considerazione del poema ariostesco che hanno le opere a stampa rispetto a quella che si evince dal postillato, in base agli obiettivi diversi che ha l’autore modenese quando annota il testo e quando, anni dopo, scrive la summa del suo pensiero teorico e il suo poema eroicomico. Lo stesso esercizio del postillare, poi, comporta un approccio particolare, molto specifico al testo, di cui si è tenuto conto. La novità del taglio prospettico dato di questo lavoro risiede nel considerare il peso che la tradizione padana del postillare ha sulle note tassoniane, sopratutto attraverso il modello di Castelvetro. La tesi si divide in tre capitoli, cui segue l’edizione integrale del postillato. Il primo, prevalentemente compilativo, è incentrato sulla rassegna di tutti i postillati dell’autore eroicomico e sull’analisi delle caratteristiche comuni a tutte le note. Segue un paragrafo finale di riflessione sulla scrittura per 4 frammenti del Tassoni postillatore. Il secondo capitolo, di carattere prevalentemente descrittivo, analizza nel dettaglio il postillato all’Orlando furioso dividendo, dopo una breve introduzione, le note in base a quelle che si occupano di aspetti formali, che segnalano intertestualità, che si occupano di narrazione e di personaggi. L’ultimo capitolo, di carattere argomentativo, ragiona sulle peculiarità ed i modelli del Tassoni postillatore e sulla sua lettura del capolavoro ariostesco, esaminata in diacronia fino alle soglie della Secchia rapita. 5 6 Capitolo 1. L’attività di Tassoni postillatore Il numero consistente di annotazioni manoscritte su testi a stampa dimostra che la postillatura è praticata con costanza da Alessandro Tassoni. Gli esemplari da lui annotati sono, allo stato attuale delle nostre conoscenze, almeno 15, senza contare quelli di incerta attribuzione, al punto che Giorgio Rossi, studioso tassoniano di inizio Novecento, può affermare che «quella del postillare pare che nel Tassoni