La Lingua Dei «Moderni» E La Lettura Degli «Antichi»
La lingua dei «moderni» e la lettura degli «antichi» LUIGI TASSONI 1. I L PROBLEMA DELLA Critico, semiologo, storico della MODERNITÀ letteratura, è professore ordinario e direttore del Dipartimento di Italianistica dell’Università EL’OPERA DI DANTE E SOPRATTUTTO QUELLA DI PETRARCA degli Studi di Pécs. È stato anche AVEVANO GODUTO DI ATTENZIONE REVERENTE PER BUONA PARTE professore all’Università di DEL CINQUECENTO , SEMBRERÀ STRANO DOVER CONSTATARE CHE Firenze, Fulbright professor già sul finire del secolo e per tutto il Seicento i lettori alla University of Notre Dame e i critici di allora cambiano decisamente di orienta - (Indiana, USA), e Visiting Smento. E ciò non avviene nei termini riduttivi cui so - professor in numerose università in Europa e negli Stati Uniti. li ta mente si ricorre affrontando il fenomeno, quando Fra i tanti suoi volumi di saggistica si sottolinea un atteggiamento alquanto irriverente nei ricordiamo: Finzione e conoscenza confronti di quelle grandi opere, ma il mutamento (1989), La giovinezza di Mattia rientra nella generale necessità di creare un differente, Preti e l’eros secentesco (1989), nuovo, e talvolta originale punto di vista nel con si de - Mattia Preti e il senso del disegno (1990), Poeti erotici del ‘700 ra re la lingua letteraria. Perciò per tutto il Seicento italiano (1994), Semiotica dell’arte l’ope ra di Dante e quella di Petrarca (ovvero quasi e della letteratura (1995), esclu sivamente la Commedia da un lato e il Canzoniere Sull’interpretazione (1996), Senso e i Trionfi dall’altro) si troveranno, per ragioni non si - e discorso nel testo poetico (1999), mi li, al centro delle attenzioni degli scrittori, dei critici, Caosmos.
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