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i VITA DI ALESSANDRO TASSONI. ni i imi ——mun , ALESSANDRO TASSONI Scrina dal Signor Propago Lodovico Antonio Muratori BIBLIOTECARIO DELL' ALTEZZA SERENISSIMA D I FRANCESCO III. D'ESTE

, Mirandola ec. Duca di , Reggio E DEDICATA AL SERENISSIMO SIGNOR PRINCIPE EREDITARIO DI MODE NJ^

I N MODE N 4 t Duetti*^;* * Peìi Baholomuo Soli ani Stampato* tON LICENZA DJ' ;UP£UO«I-

Sereniflfima Altezza.

LLy4 pubblica prima editorie 7 della Vita del celebre /- 5 i /0/Ó/0 &

fe , ufcita dallafelic'tjfima * 3 pinna Muratoriana penna , ap- poggio pìà convenevole , e tutela o pìà rifpettabile o piò lum'mofa io non fapreì d altronde mai procctira-

re y che dallafignorìlprote- zione della veneratifjlma perfona di Voftr Altezza

SerenìJJtma . Sol tanto dunque che El- laJmitandò T a pigufto glo- rio/o e[empio del Sereni/fi- mo Padre, dementiamo noflro Sovrano 3 ed emù- landò f indolegenerofa de] Serenìjjìmi fuoi Antena- Protettori ti , benefici mai loro del- fempre né dominj y le Arti e difcipline [denti- fiche^delpari che de Lette- rati degni con 3 fi , ficcome tutto ì ofjequìo ardi/co di fuppìicameìa , di accoglie- re benignamente quefia umil mia Dedica : la Vita Tajjoni del- del ? che mercè le flampe io fonoper divol- gare.potrà benpròmetterfi * 4 [otto \ fono gli fiplendìdi Serenif- fimi fuoi aujpi^j dt e//ere

, gra^iofiameme favorita e poffentemente protetta. Bramofo intanto il mio i fpirito di vedere esaudita \ quefta riveremijjìma fup- '

plica , mi porta altresì col-

la pià perfetta [omme(filo- ne ad umiliarmi.

Di V. A. Screniflìma.

Modena 6. Giugno 1739.

Umì lift. Ojfrguieft. OWigatìft. e IVvtfentìfi. Serpìlotc Bartolomeo SoJiani. Lo Stampatore a chi legge,

Attro tempo , e altra congiuntura erano in veduta al dottiffimo Au-

tore , allorché fcriffe la Tegnente Vi» ta del celebre Aleflandro Talloni ; e a me quando la intercedi. La principa- le intenzione fu di rendere alla memoria di quel grand' Uomo un* onore degno di Lut, e al Mondo letterato una plausibile foddìf- fazione. Ma perchè il differirne la pubbip. caztone poteva dar comodo a qualcuno di toglierne con una preventiva edizione il merito del Tuo gradimento a me , che fui il primo a penfarvi ; ho per ciò delibera- to , anche con compiacenza del fuo mede- fimo Autore , di prontamente , e fedelmen- te ftamparla. Vivi felice.

Die .

1738. Die 9. Decerobris

de Rubeis Provlcarius Fr. Jo. Baptifta Mutine. S. Offici! .

T V 1 » 1 i

Santagata Borfius Comes

S

VITA DI ALESSANDRO TASSONI*

A Nobil Famiglia db" Tassoni da più. Secoli rt« conofce per fu a Patria la Città di Modena , e da que- lla nacque Aìeffandrò Tafani Poeta chiarif-

fimo , del quale io fon ora per compila- re la Vita- Siami lecito il qui accennare la fua Genealogia, giacché Alcflandro Taf- foni Avolo di lui ntl fine de gli Annali aru % VITA tichi di Modena » che io ho dato alla luce nel Tomo XI Rer. Italie efatta mente la compofe» e regiftrò • Benavere de' Taffonì è il più antico , di cui fi truovi ficura memo- ria» e leggefi il nome fuo inlìeme con quel» 1 lo di Bwnfiglmoh de Tafani alla facciata 5 1.

di , drit- del Regi I ho de' Cittadini Modena to nell* Anno 1306, e intitolato Magna mal- del- fa Pepali, che fi conferva nell* Archivio la Comunità. Gerardino figliuolo d'eflo Bo- alla navere fi vede nel medefìmo Regiftro facciata $7- e 8; annoverato fra quei del Confìglio del Comune di Modena. Da Ge- rardino nacque Frate Zanebuono • il quale fof- non io fé venifle così appellato » perchè fe dell'Ordine de' Cavalieri Gaudenti» che in effc in que' tempi era in eflere , giacché anche i Coniugati venivano ammetti ; o pu- re perchè fi facefle dopo il Matrimonio Fra- te del terzo Ordine di S. Domenico j come de* truova fi fcritto in un' altra Genealogia Signori Talloni , che ho veduto fcritta a pen- na" Dal fuddetto Frate Zanebuono nacque

Frate Giovanni , il quale in uno Strumento del rifeofie certo danaro dal Vefcovo di Modena. Quelli fu Padre di Simone Taf- acqui Qò una Se- font , che nell' Anno 1350, pultnra nel Sacrato di San Geminiano- Fi- gliuolo di quello Simone fu Pietro Taffoni » che nell* Anno 1413- comperò la Cappella di S- Mattia, pofta già nella Chiefa vecchia DEL TASSONI. 3 di San Domenico nel corno dell* Epiftola dell* Altare Maggiore > e parimente acquiftò quattrocento biolche di terra nella Villa di iiorbara- Da quefto Pietro difcefero tutte le Linee nobili de' lattoni , che cfi (levano ne 11* Anno 1558. Imperciocché egli ebbe Fi- quattro Figliuoli , cioè Giovanni , Maftro

ììppo F'tfìco , Antonio , e Simone : cadauno de quali formò una Linea di Difcendenti . Per conto della Linea del noftro Aleffnndro, da Giovanni nacque Aleffandro 1. Queftì fu Padre di Bernardino J nato nel di 1. di Mar- 6. di zo del 1445 ì e morto nel 15°^- adì Luj glio- Da quefto Bernardino nel dì 10. d Agofto del 1488, Aleffandro 11 oltre a quat- tro altri Figliuoli mafchi. Tre d'efli prefe- Il Aia- ro Moglie , ed ebbero Difcendenti • detto Aleffandro IL che ci conferve- i vecchi Annali di Modena, e ferirle quefta Genealo- Figliuola di Baro- gia > procreò da Barbara ne Guidoni fna Moglie un Figliuolo, appel- lato Bernardino II nato adi 13- di Dicembre il di del t 537. Quefto Bernardino fu Padre Aleffandro Taffarìi, Terzo in ordine, di cui ho d' effo imprefo a fcrivere la Vita . Madre Aleffandro fu Sigifmonda Peìlkcìari anch' ef- fa di nobile fchiatta- Seguita poi Aleffan- dro II. a telTere la Genealogia di Maftro Fi- lippo F'tfìco Figliuolo fecondo di Pietro- E quindi pafla a quella di Antonio terzo Fi- Jacopo Pa? gliuolo di Pietro a da cui nacque A * àxt ,

4 VITA ère di quattro Figliuoli > fra* quali Giulio * Padre del C'onte Ercole, Progenitore delle Li- nee de' Marchefi Tafani % che tuttavia fiorif- cono in 3 e nel Polefìne di Rovigo , E in fine mette i Discendenti da Simone quarto Figliuolo di Pietro Tanto più ho creduto bene di recar quelle poche notizie intorno a i Progenitori del celebre Alexan-

dre l'adoni > perchè) ficcome dirò, non man- cò da lì a molti anni , chi mife in dubbio la nobiltà dell' origine di quello valentuo- mo-

Dico adunque , che nell' Anno 1565. nel dì 28 di Settembre venne alla luce in Mo-

dena il noltro Aleffandro • Quefta notizia rifulta da un Teftamento fatto da lui adì 7. di Luglio deli' Anna 16 $a. dove dice d' ede- re in età d'Anni 65- Ma più accertatamen- te ho io raccolta la di lui nafcita da certe giùnte» eh' egli fece alle memorie Iftorichc che Aleffandro fuo Avolo aveva lafciato do- po di fe fcritte a penna. E' quivi notato di

proprio fuo pugno : Akxandn Ncpotts /appiè-

mentiim • Cum fupraditi Anno 1561, mortuus

ifjftt Alexander Tajjomu Avw meus , annum jarn agens LXXIV aetatu fnac> eodtmque ca-

ffi Bernardimts Filius , <& Pater meus Anno Sa' lutti £566. adbuc in fiore aetatis e vita decef-

: fiffet quamv'ts multa nullius momenti , quo»

rum ejlet inutilh tabor , Avi mei fimplicitate in

hoc voiumine [cripta animadverterem : ne tmit fon- .

DEL TASSONI. 5 fonder ofa > & memoria digna perderentur t opur

imperfeùtum relinquere nohti . Et praefcrtim

cnm multa pertineant ad Patriam msam , cujus bonari ftudiofut aiiquot annoi foli Patris mei

mortetn hoc opus aggreffus fum . R$ìic~ìus ertivi ab^ co eram admodum infans , eum ego natus ejfem Anno Saintis 1565. Mefife àepter/iM, die Veneris , qui erat 28. bora inter 16. ($ 17. ipfe~ que mortuus effet Amo fequenti 1566. Però una Comma inavvertenza fu quella dì eh)

nell'Anno 167*. traduflè in Franzefc > e ftam» in pò Parigi la Secchia rapita » dove fa Bolo* gnefe di nafeita il noitro fanoni con dire :

Ma per^ tornare a quefla Secchia , io credo che- quefia fia una pura fintone del nofiro Poeta per burlarfi de* Bohgnefi , ancorché Bologneje foffe anch' egli. Altrove ripete lo IteHo errore - Nè con minore difattenzione icrifle nelle Note il medefimo Traduttore Franzefe, cioè, il Signore Perauk , che ;/ Sigonio e il Vedria- ni erano Scrittori Bohgnefi , e il Ghirardacci e il Campanaccio Modenefì . Tutto al rove- feio , perchè i due primi appartengono a Mo- dena , e gli altri due a . Reftò il Tafìbni nelle fafeie lènza Padre e fbnza Ma- dre, e di più fenza Parenti, che fi prendef- fero di lui quella cura , che gli era al moti dovuta per le leggi della Carità Criftiana Crei cmto poi in età fi vide attorniato da ima mano di liti , che gli levarono il meglio di quel paco patrimpnio, ch'egli avea. Pofcia A 1 con 6 VITA e nimicizie pe- con varie 'infermità lunghe , perfeguitato dalla fortuna per Sofe . fu coVdeila fua gioventù egU une il n ha predato quelle parole iteffo , che m* Campati nella Varietà "no de' funi Quinti fe effendo egli , dove cerca , de' funi Penfitrt n quando .1 Sole era nato di Settembre , attribuire la temperila delle Libra? fi potette caduto addoflo per d favvènture, che gli era al Mefe, o pure corto di fua vira , tutto il conchiudendo m 'ila Coftellazione fuddetta, nondimeno la poca fiie di nò- Non potè a lui fopravenuti foriti, nè gli altri dUaftri per tem- egli non s' applicale mped re , eh' in Modena, do- po a gli ftudj delle Lettere e almeno la Vt imparò la Lingua Latina , fuo profitto e PoeGa ed Eloquenza- Del , ancora in quel- della felicità del fuo ingegno , fagg.o autentico avem la età , ne reità un in mano di Jacopo Hticnieri , do io veduto Modena Cancelliere della Comunità di £à nel intitolata i Emjo una Tragedia MSta , mano d eflo Ul- cui ftontifpizio è fcritto di decimo ottavo Armo d AteJJan to** : Lìnea del poi nel fine. d ella un tiro TaffonL Leggcfi titolo L* breve Ragionamento con quctjo . ciò, che gli dil- €us poemtentiac, dove moftra feufandoh tut- piaceva in quella fua fatica , giunta tu da lui tavia colla gioventù E tal per venta, che fatta- in età d' Ann, »• Ma Tragedia ha il veleggiare di quella DEL TASSONI* ? che non che grazie Poetiche, e fentimenti , farebbono difdicevolt in perfona di trenta an- è da chiamar- ni , tal che per un Giovinetto Anno diciot- ti nobil fatica. Nel fuddetto laurea tefimo di fu a età egli ricevette la or- Dottorale dell' una, e dell'altra Legge: namento, che in que* tempi era più ftimato, che ha oggi- e ricercato da i Nobili di quel dì in alcuni paefi- Pa fsò egli dipoi a Bologna per iftudiare m ed quella rinomata Universa la Bloiofia , trattenervi per a' cum altre Scienze , con , nclt anni; e fo di certo, eh' egli vi dimorava 1 Anzi Anno 1590., e nel fufleguente I59 - nel- tuttavìa ne refta un'autentica memoria eli* le Loggie di quel pubblico Studio, dove fie la feguente Ifcrizione : D. O. M. Mekh'torì Zoppio ( dottrina* eloquio , mentis ade confpkuo de Philofopbia univerfa

de Liberalibus d'tfciplinii , & de Logica potiifimum, quam 6» ioqmndo fcribend» illuftravit, coluti ì ptvit j optime merito

Bollori fidel't , benevolo,

Ingenio verfatili . Utraqttf Vniverptas Pbilojopbìae Ù> Mediwae MDXC. S VITA MDXC. Decembri curantibus D. Confalvo Cadmufio Laudetifi à*e. D Alexandre Tafani Mutinenft (yc. In uno Strumento del is#- in cui vende Sorbara viep chia- una Poffeflìone polla in , 1 lieti una e dell altra mato il lattoni Dottore Ma perciocché Legve , e Nobile Modenese. gli pervadeva di 1 anguilla delle fue facoltà determi- accignerfi a cercar migliore irato , cioè ali emporio nò di portarli a Roma , Metropoli che delia Fortuna » e a quella abbrac- fopra ogni altra Città d' Italia fuol Ingegni, tu ciare , e favorire gli eccellenti efeguita nell* Anno 159S- quella fua rifolu- nel a<» 01 zione » e «andò quivi 1597 *5 D. Ale], Novembre, fc riffe e dedicò al Signor poi Cardinale/,, un fandrò d' E(ìe , che fu dal fu Ca- Dialogo, cheMSto fi confervava Vicario Gene- nonico Lodovico del Monte , Vefco- rale di Monfignore Stefano Foghani vo oggidì di Modena- Il titolo è quello i Furio Ce* Ragionamento tra il Signor Cavaliere Prato , intorno rondini , ed il Signor Gafparo dell' Inferno dt ad alcune cofe notate nel XII Magno ed Dante, in cui difende Aleffandro , li ranni da Obito Marcbeje a" Efìe , chiamati che datoli a co- Dante, Nè andò molto , Talloni fu nofeere in Roma il valore del , egli prefo a' fuoi fervigi per primo Segreta- Lo no- rio dal Cardinale Afcanio Colonna . DEL TASSONI. 9 tò egli fretto nelle fue giunte Ifroriche con q nette parole: Anno 1599 Afcanius Cordina* triumphatorts Ih Columna , Marci Antonii fi- arium primarium acce* lm , me in fuum Secret pie cum boneftìffimis condtùonibm . Ora avveri; per la fperanza di ne , che quel Porporato profittare della Corte di Spagna , credette ficcome meglio dì portarli colà in perfona , fece nel feguente Anno 1600. conducendo parimente feco il Taffoni , di cui ecco altre Cardinali! duxìt parole : Anno 1600 Afcanius me jecum in Hfpaniam circa principium Olio' itinere profecli jumus una cum brh , h maritìmo Maria Medicea, quae lune tempori! defponfata, fuerat Henrict JV francorum Regi- Trova- vafi egli in VaglìadoM nel dì 9 di Febbraio fua Lettera di de! 1602 , e lo ricavo da una tre fogli, fcritta a Modena, in cui fi contie- ne un grave rifentimento contra di una per- tentato di nuocere alla fona , la quale avea di lui riputazione con i feri vere a Roma per cui era la una ampolletta di vetro , entro figuretra d'un Diabolo, fupponendo eh' etto J anni prima lattoni 1 avene donata alcuni ad una certa Donna. Forfè quefta Donna dovea aver fatto credere a qualche feiocca Comare per vero il finto. Ma comunque femphcità fia , troverà forfè, che non mancò in chi fece tanto romore per quetto , chiun- que fa cofa fia avere il Diavolo nell'Ampol- quella la, Fermotti il Cardinal Colonna in Corte VITA Corte fino al fuddetto Anno 1601. in cui colie il frutto de' mot maneggi con e fiere di- chiarato Viceré d* Aragona , e perciocché fen- zz permiffione del Papa egli non avrebbe po- fpedì in Italia tuto efercitar quell' impiego , à* il TafToni a fins impetrar fopra ciò il be- neplacito di Clemente Vili- Anno 1601. ( co- sì feri ve il medefimo Talloni ) cum jufradi- £iui Afcanius Cardinali! miffus fui/Jet a Rege Hifpaniarum ad gubernationem Regni Aragonen- Romani ad Pontificem Clementem Jts f mifit me pctendam li- ad hoc tHì commumeandum , <& ad cemiam talìs admhiìfiratioms jufcipiendae- Tor- nò pofeia in lipagna il Talloni con riportar feco V adempimento delle fue commilfioni - Ho avuto lotto gli occhi un Breve d' eflo Papa fcritto in tal' occafione al medefimo Porporato, in cui parla filai onorevolmente

del medefimo Talloni . Da lì a non molto ebbe bi fogno il Cardinale Alcamo di chi ac- cudirle ih Italia a' fuoi interelli ; e perchè avea già fpenmentara l'abilità e fedeltà del

Talloni , a lui appoggiò quello impiego con il fa la- rimandarlo a Roma , ed accordargli rio annuo di fecento Scudi d' oro. Ne fece memoria lo fieno Taffoni con ifcrivere: An- no 1605. cum regn-jj'm fuiffem in Hifpaniam, de- mio mijj'us fum Romam ab eodem Cardinali cum fexce-ntcrum Nummomm aweorum ajjignatìone quae illi in fra quolibet anno- & rerum omnium , Italia crani) adm'miHratim In uno di que- DEL TASSONI. » fli viaggi per mare alla volta dì Barcellona vo io credendo , che il Taffoni , per fuggir l'ozio e il tedio della Nave , fi applicale a fcrivere le lue Confideratìoni fopra le Rinifi in del Petrarca , eh' egli poi continuò Ifpa- gna> e finalmente molti anni dopo diede al- la luce. Con quefta mia credenza concorda quanto eg!i feri ve nella Prefazione, dicendo: nel cuor Optra dì viaggio è quella , teffuta dd /' e gii [cogli un tem- verno ; parte fra onde d pefìofo mare; parte fra le kètsp e l'arene di due infecondi Regni s e dopo ne' triboli e rancori d* amare lìti rìcorfa. Egli fteflb parimente nel- le Note al Sonetto CIX. della Parte i fo. pra que' due verfì Ite caldi al freddo core fpfpm ^ Rompete il ghiaccio , che pietà contende, che fa quella oflervazione: Vìemmi da ridere , mentre fio qui fcrìvendo nell' ofteria della Fortu- tutto que- na, s'è gelata tutta quella marina , e llo {lagno di Martega di forte, eh" egli ci vorrà altro che Sofpìrì a rompere il ghiaccio per ufeir- ne. Martega è in Provenza non molto lun- gi dalle sboccature del Rodano. Dovea al- lora paflàre il Taffoni per quelle bande, an- dando in lfpagna, giacché fcrive dipoi nelle che Note all' ultima Canzone del Petrarca, neir entrare in Saragozza gli rettava quella ' Canzone da efaminare . Per qual motivo» e quando, egli dipoi Ia- cicè fciaffe ìl fervigio del Cardinal Colonna , fe i% VITA fc véniiTe licenziato dal Padrone , o pure fe

chiedere egli il congedo , noi fo dire ; e riè pur lo feppe Gian-Nicto Eritreo, o fia Gian* Vittorio Roffi, che fu fuo ìntimo conofcen-

te ed Amico , e ne ferirle una breve Vita

nella Parte t della Tua Pinacoteca . Non 1 refta memoria alcuna, eh egli per molti an-

ni dipoi , dimorando in Roma , paflaffe al 5 fervigio d alcun* altro Cardinale , o Princi- pe. Dalle Lettere, eh' egli andava fcriven- do al Canonico Annibale Saffi , Amico ed Agente fuo in Modena, fi raccoglie) che di tanto in tanto chiedeva e riceveva danari pel fuo mantenimento in Roma- Notò fola- mente il Rodi fuddetto, che qualora il Taf-

foni era sbrigato dall' altrui fervigio , fi ri- duceva in caia del Cardinal Bartolomeo Ce-

li , gran Protettore allora de' Letterati , a*

quali tempre ita va aperto , e graziofamente

fi dava l'ofpìzio prtffo di quel dignìtfimo Por- porato. Per altro il Talloni medehmo nella

Tenda rojj'a (rampata nel 1613. feri ve 3 che ?er (iodici Anni continui era andato attorno per più Accademie e Studj d' Italia rinomati , per vaghezza loia d' udire i primi Letterati del tem- po fuo- E fedici nitri ne aveva impiegati nelle

Corti dì Spagna , e di Roma , trattenuto la mag- da' Principi gior parte grandi in ufiq grandi , e

[oliti a darfi a perf«m dì Lettere :. il che po-

trebbe indicare, eh' egli dopo il Cardinal Co- lonna avelie fervilo a qualche altro gran Si- gnore, DEL TASSONI- 15 gnore , giacché la Tenda roffa fu pubblicate nell'Anna 1613. Fu di queiti tempi, ch'egli s'inrrodufle nella fervi tu colla Real Corte di

Savoia . Viveva allora » e rifplendeva per va- rie fue gloriofe azioni il Duca Carlo Etna* limilo , uno de' Principi più accorti , e più riguardevoli sì per la penetrazione e vivaci- tà della mente, che pel valore, e per la co^ nofeenza d' ogni Arte e Scienza , che s* ab- bia mai avuto quella Nobilifìima Cara. In occafione che quarto Principe ebbe delle dif- fen fiorii con gli Spagnuoli, allora Signori del- lo Stato di Milano, fenza la (ciarli far paura dal loro gran nome; il Taflòni, che carteg- giava con Carlo Cotta Conte di Polonghera» e col Conte di Verrua , in più Lettere efal- tò il coraggio d'eflb Duca, il quale folo fra" Principi Italiani ofafle far tetta all'altura de-

gli Spagnuoli , che pretendeano d' effere gli

arbitri e i dominanti dell'Italia- Nè celia- va egli in altre congiunture e luoghi di efal- tare la bravura , e faggia condotta di quel i Principe , con porgere ancora a fuddetti Cavalieri varj lumi e notizie in vantaggio à*.

etto Sovrano . Da ciò prefe motivo il Du- ca di fcrivergli adì iz- di Dicembre del iéi*. per ringraziarlo , con ordinare nello ftetfo tempo al Reviglione fuo Miniftro in Napoli di pagargli ducento Scudi Romani- Ma per; chè tal fomma fi avea da' ricavare da i fuoi crediti di Napoli fondati full» Dogana di foggia 3 14 VITA . . . . duri (fi mi a i Foggia » e gii Spagnuoli erano 1* inten- pagamenti , reflò perei* inefeguita zione di quel Principe, il quale per altro da tran; tutti era conofeiuto liberali filmo Alt re d to avvenne di un regalo di trenta pezze vagliano Scudi tre- ero celi* effìgie ài S. A che cento d'oro, di cui gli fu data buona promef- ancora fa adì 24 Gennaio 16 16. con ordine occorrendo al fuo Mini (Irò di Roma , che vacanze di Benefizi, fòlle provveduto il Taf. Pie- foni di trecento Scudi di pennoni nel monte. Ma le pezze fuddette non compar- fortuna del Talloni fu vero mai , e la poca fi perchè la fa Iute de* Preti ricchi Piemonte , in due anni non ne mari mai alcuno, come la (ciò fcritto egli ftefìo. ? Finalmente nel Giugno del 1618. il Du- far conofeere al Talloni la ca , volendo pure di lui » con fue Lettere ftima , che faceva dell Amba- patenti il dichiarò fuo Segretario Gentiluomo ordinario del (data di Roma , e aflègnar- Prìncipe Cardinale fuo Figliuolo , con Ducatont «li per annuo fuo trattenimento trecento da Fiorini quindici l'uno- Accettò Principe Car- egli il titolo di Gentiluomo del di fervine .all' Ambafcia- dinale » e il carico ricufare nondimeno il nome di w ta » con egli gtctarb per qualche degno rifpetto , eh comunicò all' Amba foia tare del Duca in Ro- ma- Dopo di che per due anni continuò eh* in cafa del medefimo Ducale Minitoo » certo DEL TASSONI. 19 certo il trattò Tempre con molto onore c rif- petto , ma fenza che danaro alcuno dell* aflegno a lui facto entraffe in fua borfa - E Me n do pofcia avvenuto, che l'umana Giu- (tizia levò dal Mondo per enorme fallo Pao- lo Aprile, che fervi va di primario Segreta- 1 rio delle Lettere de Principi , e ds' compli-

di : il menti y ai Principe Cardinale Savoja Conte di Verrua per la flima Angolare, che profetava al merito del Tafloni , il propofe al Duca , e al Principe Cardinale » per Suc- ceflbre in queir impiego » e non trovò diffi- coltà veruna ad otteneilo- Pattarono non- dimeno varj Mefi in quefto maneggio » ma finalmente nel Maggio del 1610. credutoti conchiufo l'affare, Fu egli chiamato a To- rino ; e ricevuti per fare il viaggio trecento Scudi Romani , da Roma pafsò a Modena » dove fi trattenne alquanti giorni per vieta- re i Principi , i Parenti , e gli Amici- In tale occafione il Cardinal Pio con fua Let- tera obbligante il pregò di volere arrivar fino a Ferrara 1 per defiderio di vederlo e goder- lo per due giorni^ Ma il Tafloni fenza di- lungar ft dal cammino imprefo pafsò a Tori- no , dove ebbe ordine dal Principe Cardina- le di prefentarfì all' udienza del Duca fuo Padre. L'impetrò egli, ma con fatica; fu benignamente accolto , ma con poche paro- le , e remifh>e ad altra udienza: tali però , ch'egli fe n'andò più contento» che lungo. Un 16 VITA . Un ridicolofo accidente gli avvenne in tal congiuntura. Non così tofto fu egli ufcito della porta del Palazzo, che avendo gran bi fogno di votar la vefcica , adocchiato un irato orinato da canto nel Cortile , dove era tranquillamente a altri fi mife anch' egli » che fare lo (Vello- Ma appena ebbe finito , giuntagli addotto la Guardia del Cortile il quello era luo- fece prigione , con dirgli che fi di guardia , nè vi go nfervato , e Corpo potea pifciare, peua uno Scudo- Se volle pagare lo Scudo , liberarfi , gli convenne ingreflo Cominciò poi ad andare in lungo 1 fi defìdera- nel fuo Mi ni fiero , e le udienze vano bene, ma non fi poteano ottenere ; e gli confefso » il Duca in fine onoratamente di che erano fatti de gli ufizi finiftri contra venne effo Tafloni. E diceva il vero , e ne dopo molte ricerche in chiaro il Taffoni me- defirno. Cioè gli altri Segretari di Corte ve- foreitie- devano d'i mal' occhio quello uccello bandi- re, che voleva introdurfi nella loro fpezialmente gelofìa la ripu- ta ; e dava loro la penna di tazione , in cui era il fapere e opera quante arti fep. lui ; e però mi fero in pero per efcluderlo- Era venuto di frefco dalla Corte di Spagna a Torino il Principe

del Duca , per ve- Filiberto , Secondogenito • dere di riunire il Padre con gli Spagnuoli Piemonteii Di lui fi fervirono i Segretari per abbattere il Taffoni , con rapprefentar* DEL TASSONI. 17 della gli , che era nemico ex profeffo Nazio- l'introdurre in ne Spagnuola , e che que' temjji la di lui perfon a in quella Corte, era un rovinare ìì negozio dell'unione- Fe- cero in oltre credere, ch'egli aveflè compo- fio la maggior parte delle Scritture » ch'era- no ufeite ne' tempi addietro centra de gli Spaglinoli , e particolarmente le Filippiche , e l Efequie della riputazione di Spagna ; e per coniegnente ellère pencolofo 1' ammettere 1 nella Segreteria un uomo , per cui mano doveano palla re gravitimi affari tra efiò Prin- il cipe Filiberto , quando era in Ifpagna > e Principe Cardinale efiftente in Torino. Fe- cero anche fcrivere contra di lui una lettera dal Governatore di Milano alla Corte di Torino. E non era già una calunnia » fe debbo confeflare il vero, quel dire» che il Tafioni aveflè l'animo alieno dalla Nazione Spagnuo-

io più d*un rifeontro , ch'egli la , perchè ho non fapeva forieri me l'alterigia , e facilmen-

te fi lafciava fc2ppar parole in ifprezzo e diferedito della medefima. Ho anche vedu-

to predo il Conte Alfonfo Saffi , a cui fon pervenuti que' pochi fcritti , che il Tafloni la (ciò ad uno de' fuoi Maggiori , cioè al fo- pra mentovato Canonico Annibale Saffi Tuo due intimo Amico, due Filippiche ì cioè Ora- zioni contra Filippo HI. Re di Spagna in

favore del Duca di Savoia » io cui anima S gl'Ica- iS VITA gì* Italiani ad unirfi centra de gli Spagnuo- li. Non è molto diramile il carattere di ef- fe da quello del TafToni ; e lo Itile piccante potrebbe far fofpetxare > che fonerò fattura di lui- Tuttavia per conto di tali Scritture non fi può negar fede alla chiara aflerzione del mede limo Talloni , che ci affi cura dì non erTè-rnc egli (tato l'Autore. Ecco le fu e pa pur di aver role : Ma io pojfo are a Dio non

mai compoHa in tal materia afa* Scrittura , che la Rijpofìa al Soccino Genoveje , che ave- va ferino centra il Signor Duca dì Savoja con affai villana maniera. Le Filippiche fono fet- de^ te , la maggior parte [penanti agl'interest

Signori Veneziani con la Cafa d' AuHria , de' quali io non ebbi mai alcuna notìzia- Le due altre prime » che fono di fìile differente dall' , fi

conoscono bcntfjimo , che fono fattura di quel

Fulvio Savoìano , che ha compofìe altre Scrit- ture ancora molto più pungenti dì quelle centra

gli fleffi Spagnuoli> L' Efeqwe della Riputazio- ne dì Spagna , quei Segretari ebbero il torto a

•volerle attribuire a me , non avendo quella Scrit- col mio (ììle apendo tura alcuna conformità , f loro da ejfì> ch'ella era ufcita dì cafa y compofia

quel Padre Teologo Francìfcano loro amico 5 che fece poi per altri rifpetti così bella riufeita Ma queììa è la vera infelicità d'alcuni : che le buo-

ne Opere loro fono attribuite ad altri , e le cat- tive de gli altri fono attribuite a loro. La Fa-

ma > e l Opinione tiranneggiano il Mondo . - Così : * * ~^-Z.%. L 'HI 5 DEL TASSONI. 19

Cosi egli ; ma a nulla fervi qualunque giu-

di fkazione , che fapeffe addurre > e feguitò J fi reftare incagliato 1 inftallamento fuo Fenza

poter più impetrare udienza , di modo che egli credette ben fatto di ritirarli ad una Abbazia dell' Abate Scaglia vicino a Sai uz-

zo , dove a fuc fpefe fi trattenne per due mefi, divertendoli colla caccia. Ma accadu- ta , quando men fi credeva t la morte di

Papa Paolo V , fece il Duca fapergli adì 31. Gennajo del 1611. che defiderava la di lui colla andata poffìb'tl diligenza a Roma , per affiftere al Principe Cardinale fuo Figli-

uolo , già partito in fretta per quella volta. Gli mandò ancora per le fpefe de! viaggio

mille Ducatoni , e promefle di maggior forn- ir! a in Roma. Pertanto fi mife con tutta

diligenza in viaggio il Talloni , ma per via in refe l' inafpetrata creazione del Cardinale

Lodovico > chiamato Gregorio XV- effendofi in due giorni sbrigato il Conclave nel dì f. di Febbrajo. Giunto in Roma fi prefentò egli al Principe Cardinale di Savoia , e fu eziandio accolto con affai lieta ci era , ma fenza conclusone alcuna intorno al di lui fervigio. Però (limò egli neceflarro il comu- nicare all' AmbafciatorVi Francia quanto gli

era avvenuto a Torino; e non indarno , per- chè ben conofciuto da quel Miniftro per per- fona di gran valore , e parzìaliffima della fu a Nazione > gli rivelò , che il fuddetto Prin- JB z cipe VITA ripe era già flato dichiarato dal Re Ciift ia- in ti irti ma Protettore del fuo Regno Roma; e che toccando al Re di dargli un Segreta- tale rio della Protezione 3 egli eleggeva per fe- impiego effo Tallóni , e per tale ancora il ce torto riconofeere da gli Spedizionieri. Ma non trovoflì già un' egual difpolizione nel fegreti Principe Cardinale f che nutrendo maneggi e fperanze maggiori colla Corte dì chi Spagnai non fi vedea volentieri appreflò , avea poco buon cuore verfo la Nazione Spa- gnuola. Però tanto egli , come i Cortigia-

: il che fe- ni fuoi , cominciarono a fuggirlo ce in fiue rifolvere il Talloni a chiedere li- cenza non ebbe fine la Commedia- Tornato a Ro- ma nell' Anno 1613. il Prìncipe Cardinale » dappoiché fu eletto Papa Urbano Vili, li protertò egli mal foddisfatto del Talloni > il perchè non era flato a vietarlo 1 e perchè fai fa rela- fugala. Quel che e peggio , per zione a lui portata da qualche malevolo , la Figu- pretefe » ch'elfo Talloni averle fatta egli fa- ra della di lui nafeita , e ricavato eh' le fue rebbe un' Ipocrita . Pertanto ne portò doglianze al Cardinale Barberino , con efige- forte di re , che il Talloni cacciato Roma ; nè per quante giultificazioni recaflè il Taffo-

lìi di non aver mai fatto quell'Orofcopo, ne per quanti mezzi potè adoperare > e Spezial- mente del Signor di Bettune Ambafciatore di DEL TASSONI. 21 di Francia , e del Cardinale della Valletta , altro mai non fi potè ottenere » /e non che il Cardinale aiTolucamente voleva , eh* egli

ufeìfie di Roma- Accadde appunto , che in que' tempi fu invitato il Talloni ad alcuna

caccia a Sezza , e v'andò. Stette ivi dieci giorni , dopo ì quali il Principe Cardinale fi contentò» fenza far'altra replica, ch'egli fe

ne tornafle a Roma ; e qui terminò tutta l' imbrogliata tela della di lui fervi tù colia

Reat Cafà di Savoia . Ma perciocché , fic- carne è coftume , chi diceva una cofa , chi un* altra in pregiudizio della riputazion dei

Taflcni , egli fi credette obbligato dalla di- fera del proprio onore a ftendere un Ma ni- fe (to , in c ui ampiamente regi (ho la ferie de* fatti, ch'io brevemente ho efpofto • Efìfte quefto Manifelto fc ritto a penna ; ma la ri- verenza dovuta a Perfonaggi tanto riguarde- voli , sì pafTati che prefenti , non gli dee per- mettere il pafla porto della luce ; perchè feb- bene non manca l'Autore di ri/petto a que* fublimi Principi , pure sì delicate fono le fib- re de i Grandi , che fe non è affai foave il iuono , facilmente fe ne rifentono.

Quelli fìnìftri avvenimenti , e balzi della fortuna , nulla nocquero al buon nome nè al- la riputazione di Aleflandro Talloni . Chia- ritoli egli nondimeno del l'in co danza del Mon- do, e a quanti venti fieno fottopefte le Cor- ti , penfava da lì innanzi dì vivere a fe fref- B 5 fo, li VITA lenza curarli d fa e a' fuoi Libri in Roma, prcie egli in affitto una altro impiego - Quivi Lori- Cafa vicino al Palazzo de Rian alla vivendo cata con Vigna, o tia Giardino; e di tanto tanto d ritirastffirno, fi dilettava m terra, sì per andare enli dello a zappare la che per coltivar tenere efercirato il corpo , piacere. Fiori, de' quali prendeva (ingoiar feri ve che n' avea cen- In una lua Lettera , 1 conofee fiero in to forte de pi* belli . che li dell Anno que' tempi. Ma fui principio Lodovico, JNi 1626. il Cardinale Lodovico : Araveicovo di potè di Papa Gregorio XV., Bologna, Camerlengo, e poi Vice Cancellie- fponraneamente il re della S- R. Cbiefa , onorato trac chiamò al fuo fervigio con aliai di quattrocento lenimento , cioè col lalano Palagio- Scudi Romani Tanno, e fianie nel impiego lino ali Seguitò il Talloni in queir retti- Armo iép>. nel quale elio Porporato fi quella Cit* un a Bologna con terminare in dappoi, 1 tuoi tà nel Mefe d'Ottobre, poco Francesco L giorni. Fioriva in que' tempi Principe allora giovane , Duca di Modena , vecchi nelle Vir- ma che gareggiava co 1 più liudio di tutto ciò , tù nel fenno , e nello Sovra- che può far distinguere e lodare un Talloni per no- Da che egli teppe , che il rimetto m li- la morte d'elfo Cardinale era lervigio, con dargli il bertà, il volle al fuo di U>r.fi- molo di Gentiluomo trattenuto, e gue* ,

DEL TASSONI- aj

gltere , onorevol falario, e abitazione in Cor-

ee. Però quefti fui finire d'efìò Anno fi ri»

dufl'c alla Patria , dove anche nel preceden- te Maggio avea data una feorfa; e continuò a fervi re con fedeltà e zelo al fuo Principe naturale, per quanto potè, e finché venne il tempo di prendere congedo dal Mondo. A- veva egli portata feco a Modena affai robu- fletzai ma non pafsò un'Anno, che comin- ciò a declinare la di lui fanità. Spezialmen- te ver io il fine del 16 3+. e per gli primi Meli del 1635 egli per lo più fu infermo, e confi" nato in letto. Aggravatoti poi il fuo male, fece fine al fuo vìvere nel dì %%-, d'Aprile d' el- fo Anno 163;. effendo egli in età d' anni 71. AI Corpo fuo fu data fepoltura nella Chic- fa di S. Pietro de' Monaci Benedettini nell* Arca de' Signori Talloni davanti all'Altare

di S. Paolo , ma fenza che ad Uomo sì in- lìgne folle fatta memoria alcuna per infor-

mare i poderi del Luogo, ove giacciono l'of- fa fuc Trafcuraggine poco feufabile ne' fuoi

Parenti Eredi , che non lieve obbligazione a lui doveano avere per la roba loro lafciata e di gran lunga più, perch* egli coli' Ingegno e coli' Opere fue non folo fe Oefìo, ma an- che la lor Cafa avea renduta famofa per tut- ta T Europa . 11 folo Canonico Annibale Saffi , benché meno tenuto , gli avea prepa- rata un' Hcrizione , e fattala anche incidere in tavola di marmo, che tuttavia efìftc pref- B 4 fo y J T A ma lenza poi efpor- io\\ Conte Alfonfo Mi forfè perchè cW* a «m a al Pubblico , alquanto gettato ittiie recc r ^;r«Vo^fff> a eh Eredi del la noni, Ree «U' Anno ,6.*, %\t un TrfaicKo b^zarro conferva 1? abbozzo . 5i cui ordfo di me fi Comnca con quelle parole:/* Alefjanaro nonio?* attuatala del corpo e della mentre i ambizione - aceeja n comune febbre dell'umana morte volendo m que- dì vìvere dopo la ì dZerh ulttma vo- "(ente fiato Uìarare la ma % p furi quel conforto efiremo che fi fonti , eie è amarezza dt mi gra,: concedere Per mitigar/1 amente lafao vita ^ Prinuer P dka\ come è fa più cara , cbiof fAnima mia, ebe è la cf da mt fu creata , èia, al primo principio fu» , ineffabile, Sempiterno, %4bik[ *f«P°*»m ebe fcjfe arfoi cofafetente, laureilo , Z etter Reimone^ncb £ efendo elicontro Urite della della La a dove a nacqui, prego i Padroni , io ha ma) ot 2(ii avendone alcuna ebe tetto io moùjfi {otto H f jepe amia,^^\flebe l facciano^"f trevo i vicini, e gh la Dichiarandomi , che ile in Luogo [acro . che nel mortone »» intenzio farebbe , ZL J ed un altra fpefa, ebedunacco, non (ìfacìffe - Corpo W cel o a facbino, eie portaffe il mìo con un hi Prete colta cbiufo in e(]o di notte , Nondimeno

ita mento. Seguita a dire: Mia Chi?fa , do* ve io fato fepeìlito » lafeto in dono dodici Scudi d' oro Jhi%a obbligo alcuno : mn mi parendo di

meritati ricompensa di così poca fomma , maJJU

che quanto io lajcìo , tutti è per non inamente t 10 potere portar con effo meco- Laida dipoi a un tal Marzio nato d' una Lucìa Grafagnina , e tenuto per fuo Figlimi naturale , e per tale di'

chiarata da lui , cento Scudi in tanti Carlini , 1 acciocché fe ne pojfa far onore fu P o/feria. Di- ce appretto, che coftui non aveva alcuna fo- miglianza ina almeno nei coturni- E nel- le Lettere al Canonico Saffi il deferì ve per un (blenni filmo malvivente, e tale, che do- po averlo fatto andare a Roma , e trovato-

gli fu furiente impiego > un dì , allorché il Talloni era fuori, gli entrò in cafa, e rotto più d' un forziere gli portò via quanto di da-

naro, argenti, e panni potè . Lafcia in oltre

11 Talloni, al Signore Alejfandro Gradetti fuo Amico Scudi 350. da lire cinque, e l'efenta dal rendere conto dell' ammi nifi razione del- le entrate fue. Dichiara fuo Erede univer-

sale il Cavalìer Fra Fulvio Taffonì , fuo Cu-

gino , t Parente del [angue fuo più projfimo^ Ca- lafcia- valiere dì Malta , obbligandolo a non

re Erede alcuna perfon a , che non fìa della Famiglia de* Tafioni. Dopo la morte d' ef- fo Cavaliere lafcia mille Scudi da fei lire al 1 Capitolo de Canonici della Cattedrale di Mo detta, .

24 VITA dena , con obbligo di proporre ogni anno per

S- Michele di Settembre ( giorno della fua nafcita ) quattro premi alia Gioventù della Cit- tà e Territorio di Modena . Il primo di dieci Scudi a chi farà la miglior Com porzione Vol- gare, fia in Ve/fi, o in Profa . II fecondo fimile per chi farà miglior Compofizione La- tina- Il terzo e quarto d'uno Scudo d'oro l'uno per gli fecondi luoghi. Preferivo poi la maniera di far quefto e fa me, e determina tre Giudici. Suoi Lfecutori teftamenrarj in

Modena prega che {la il Signore Alexandre

Graffettì > e mancando lui di vita » i Signori Alfonfo Moka, ed Annibale Saffi Canonici del- la Cattedrale; e in Roma il Signor Francesco Forcimoli Un* altro Teflamento fece egli dipoi adi 7. di Luglio del 16 ìp. eh' io ho veduto ori- ginale. Comincia con quefte parole: Io Alef- fandrò Tafoni figliuolo di Bernardino „ ritrovan- domi la Iddio grafìa (ano d'ogni altra infermità di corpo e di mente una incurabile , fuorché d' , che è V età d' anni 65 e volendo difporre delle intere ve cofe mk % non per mio rifpetto t ma per f]

de gli altri , a' quali potrebbe apportar pregili- dicio il mio morir fenza t efìamento &c Ivi pa-

rimente fi legge: Lajcio all' Eminentifs. Signor

Cardinale Lodovico mìo Signore > cV io fervo ,

tutti i miei Libri , e tutte le mie Scritture a penna Maeslro , pregandolo a ricuperare dal P del Sacro Palazzo Quattro Tornì in fogli» fcrit- DEL TASSONI. 17 rìfìretto dì tutta ti da me , che contengono un % /floria Ecdefiafììea e Secolare dal nascimento di Gesù Cri/io fino all' Anno Mille e Quattro» cento', capo però che detti Libri avanti la mia morte mn fieno ricuperati . Ma efìendo pre- morto a lui il Cardinale fuddettOj e venuto egli alla Patria, ficcarne ho detto, dichiarò con un nuovo TeOamento ì' ultima fua vo- Vi6 lontà adi 30. di Mass» &} l6 35- Era egli allora malato > ed avea un' occhio impedito dal vedere- Lafcia in effo varie Limoline riguardevol a i Luoghi pii della Città , un 1 legato al fuo buon Amico il Canonico Saf- fi, altri a varj l affoni fuoi Parenti» ed altri Francesco a i Mai cheli Fulvio Rangoni > e

Montecuccoli • Lafcia al Marchele Taddeo Li- Rangmì il Ritratto del Re di Svezia 5 * un nel bretto di varie Generazioni , che fi troverà fuo Armario. Lafcia al Cavalìer D. Fulvio Tefti

( Poeta celebre, e Segretario allora del Duca

Francefco l ) i fuoi Libri, e tutti i fuoi Scrit-

i quattro Vo- ti , pregandolo di fare (lampare lumi de' fuoi Annali. Lafcia al Capitan Mar- Zio T'affoni, che ferve dì prepente all' Eccellentìf- venticinque fimo Sliner Prìncipe Luigi d' Efìe , Ducatoni da lire cinque e Bolognini tre , da pagarteli ogni mefe » fua vita naturale du- Quefti il rante , biancherie, panni, &c- è fuo Figliuolo ballar do nominato di fopra > ma fenza chiamarlo egli in elfo Teftamento per Figliuolo. Coftui, eflendofi applicato al mettier VITA forfante eh era in mcftier della Guerra , di in quella > dovette miracolofamente prima 1 Scuola di perfezione divenire un Uomo di un Principe • -vaglia , e degno di fervire ad Erede Finalmente il notti o Taffoni dichiarò sintomo Taffo- di tutti i fuoi Beni Fra Marc' con ni Cavaliere dì Malta* ino tiretto Parente, varie fuftituzioni in favore de gli altri Taflo- af- ni rnafchi legittimi e naturali. Vera egli fezionato forte a quelro Giovane per le lue buone doti, in occafione che dell' Anno 1629. e fu egli che venne da Bologna a Modena ; non (blamente l'efortò a prendere la Croce di danari, allor- Malta, ma l' aiutò ancora con fi mente ché andò a Tare il Noviziato , e mi! quando vi tornò nel 1632. per fare la Cara- vana. Si trovava appunto in Malta quetto fuo Erede, allorché egii terminò il corfo di pre- fu a vita. In vigore poi del Tetta mento detto pafcò ne gli anni addietro la maggior parte della Roba d'etto Aleflandro nel Conte Giulio Cefare lattoni , oggidì Gentiluomo del SeremiTi mo Duca di Modena Francefeo faggio non III-, il quale ha già dato più d' un meno della fua abilità in fervigiodel fuo Prin- cipe naturale, che della felicità del fuo Inge- gno nelle Lettere amene. - n di Aleflandro E tale fu il corife della Vita che fra i Cortigiani Talloni , perfonaggio , lo più abitò , fece gran in Roma , dove per d'Inge- nenia a' fuoi dì, perche provveduto gno,

I »

DEL TASSONI, 29 gno , e fenno non volgare ; Domo franco bel parlatore > faceto e ferio , quando vole- va , o lo richiedevano gli affari ; ornato di molte Arti e Scienze , cioè di un capitale che rade volte fi unifee in chi fi mette nel- le Corti al {ervigio de i gran Signori. L* Ope^e dì lui danno affai a conofeere , eh* egli poffedeva la Filolofia ufata in que* tem- pi i eh* egli era verlatiffìmo non meno nell* antica > che nella moderna Erudizione ed

Moria ; e fpezialmente dalle Lettere fue , ch'io ho veduto fcritte a penna, fi feorge, quanto egli andsffe innanzi nella feienza Po- litica » e come acutamente fapefle riflettere fopra gli avvenimenti , e fopra i coftumi de gii Uomini. Ma fopra tutto la Natura e 3 lo ftudio l'aveano fornito d un genio Piace- vole , e di un Giudizio Critico » per cui fa- peva diftinguere il Vero dal Falfo , e l'Ap- parenza dalla Softanza delle cofe e delle azio- ni umane. E per conto della Piacevolezza» altro non occorre che leggere la fua Secchi* 1* Rapita : benché per tutte altre Opere di lui fi (tende il medefimo colore per Io Stile

Lepido , che dì quando in quando vi s* in- contra. Niuno meglio di lui fapeva punge- re , e far ridere , talora delicatamente , e ta- lora con tutta l'acutezza Satirica* Se fi fòf- fero confervate le fue Lettere , fcritte ad

Amici eruditi , fon certo che ne ayeremmo anche più frequenti le ptuove. P> una di quelle jo VITA quelle pervenuta alle mie mani mi fia^ per- meaci il riferirne alquante parole- Nell'An- no tóij. inforfe guerra fra il Copra lodato Mantova.. In Duca di Savoja , e quello di favore dell' ultimo era il gran Duca di To- in aiuto di lui circa scana , che fpedì anche quattro mila armati. Il Talloni , che allora feri ve amoreggiava la Corte di Savcja , ne così a non lo qual Gentiluomo o Mmiftro della medefima. Non balìa la Prudenza a i non fono accompagnati dal* Capitani grandi , ft la Fortuna. Il òerenift. Signor Duca è fiata in un mede(imo tempo prudente e fortunato a di- prima pofitar le Piazze prefe in mano del Re, che fimo giunti gli aiuti de* Signori N- N- i qua' d In- li venivano non [olamente con un numero molte campa- fanterìa tale y che ha deferiate baccelli , ma quel che è peggio fiancbeg gne di : giavan V Efercito a piedi tre mila Dromedari dieci mi- Marchiani , che avrebbono [paventati erano parte- la Elefanti. E dtccfi , che ve rì chi carichi di Marzolini vecchi , de quali ave- vano disegnato valer(i per fa' le d' Artiglieria , f [pianare con effi Vercelli ed Afii- In verità* '/ nervo di Signor mio , che ferivano di là > che montagnuolì , quella gente y erano tre mila Afmi che portavano le bagaglie con bellijfima moftra; perchè co bafìi faceano trmeiera a i fianchi 1 te- dell Efercito a piedi ; e quando aizavan la tratto [ci mila orecebit » fia > fi vedevano a un che parevano tanti (piedi, ha Replica^ dìS. A* DEL TASSONI. 31 i fiata veduta qui da molti con molto gufìo , t pare che piaccia anche più del ManifeHo , benché fi creda d'un medefimo Amore. Acuta e piccante la chiama la Pane ma a quelli ; t che non Cono internati piace , meglio mi , per* che la Natura noflra afcotta più volentieri ì di- fetti altrui, che le lodi. V. S. fa che ne dice Tacito. La Scrittura del Sig. CV Guido , io non l'ho veranebe veduta ; ma la caufa fua non è male int e fa qui , dove ha molti Amici e Servidori del Zio. Ben ho veduto il Proclama pubblicato contra dì kù , e vememi da ridere ftntendol chiamare con nomi infelici ed ignonù- per nhfi , avere ( come dichiara quel Tribuna' k ) ((pugnate Fortezze , forprefe Città , avute Tene a patti prefidiate , Piazze , impoHe Ta* glie a gli Stati altrui , e fatte altre fimili asto- ni che fono , da Generale d' Eferdti , e non da Majnadkre , e reo di dekti enormi , come il vorrebbon dtptgnere. Tali nomi fi danno a quel- li , che vanno a fvaligiar Corrieri t a rubar di notte nelle cafe private ; non a ì Capitani gran- di che , facchetano V altrui Città . Però io ftìmo che quel , Bando gli fia più glorìofo , che oltraggiofo e V ; manderei , fe foffi lui , in lfpa- ' in Alemagna in Vf* > , e Francia , acciò ve- de fero i Re , ch' egli mn è fuggetto da cofe pri- vate e haffe ; ma che per teftimonio de' fuoì Ne- mici medefìmi fa maneggiare Efercitì , / farfi Himaxe da* Principi grandi.

,Ma quello , a che principalmente pende- va VITA era di opporfi al e genio del Taffoni , J\\ obbligato Odimeni volgari , non credendoci altrui ejg d^fegu" are alla cieca i parer, , Uomini. E pero anticipati Giudi* de gh cimento, con dir- èva metterli prima al vo I Sag- francamente il fuo fermento. M po i querto con lode voi nome Gm- ri Spellano che fa dtltmguere il Ve- Critico , cioè S JcÌ delle e il Buono e Cattivo Ìo e il fX , mira chi centra- il Volgo, qualor cofe. Ma penfare accettate Opinion! , lenza ria le già chiama diritto , facilmente fé a torto o a Atiftarchi Que fto fu0 infioro Zoili > ed . Talloni in va- Soilo fece comparire il età gravida di e ficcome perfona ri ajomenti ; oìtÌTetteratura m prima iua Spuò favellare- La lì ma fon per Confiderà^ [opra U Mica tea furono U ch'egli aveva » .buona £3 dei Petrarca, P31 aTcrfetl ? Trivedufe1 d wna elle| Softrmo in Roma . Furono Giuliano. Cafliam ftamwte in Modena per io po. trovato - Avendone «e ? Anno i6o9 Alfonfo Saffi un' esemplare pre fo il Conte mano del medefimo Au- Sn varie Giunte di nell'Anno «M» rnre tutto riftampai Bartolomeo Sohan,, m Sena » e (lampe V» una nuova edizion d effe occafione di fare Di Rune knfieme colle mie Offtrwmm . le co, poi moltiplicate ; fuX Sidone furono DEL TASSONI. 35 pie , con un' altra , che ne fece in Venezia Se badia no Coleri nell' Anno 1727. Erano a' tempi del Talloni , e meriteran fempre d'ef- fcrc in fommo credito le Poefie Volgari del Petrarca; e riconofcerlo per uno de' primi e principali Autori , anzi Maefho della Lirica 1 Italiana, è un atto di giustizia dovuto a quel felice Ingegno Ma non fapeva fofìerire il

Tafloni , chi era Idolatra fuperfliziofo d'tflb

Petrarca, e fi figurava riftretto in lui tutto il Bello della Poe fi a , nè eflerci vedo o fen- timento di lui , che non farle da dire una gemma. Però prefe b^nsì ad illuflrare e (pie- gare le Rime di lui ; ma nello fteflo tempo dichiarò ciò , che a lui non piaceva, e giu- dicava che non dovette piacere ad altri ne*

.Sonetti , e nalle Canzoni di lui. Che che nepa- ja a certi troppo divori di qualche lor caro Au-

tore, fon' utili, fono necefTarj sì fatti Libri per indirizzare il Giudizio de* Giovani, acciocché conofeano ciò, che è o non è da commenda- re nè da imitare anche ne' grandi Uomini- Il

Cavalier Marino in una fua lettera MSta ,

da me veduta , così feri ve va al mede fimo

Tafloni , ringraziandolo dd dono delle Con- filtrazioni fuddetre- Piacenti > cb' ella motivi d'aver fenfo , e non di ber con l'orecchio : con mar* tificare di quando in quando l oftmata fupe>Jii- zione dt certi Rabtni, per non dire Idolatri. Par-

lo di alcuni Poeti tificn^ii » i quali non fanno [e jerìvere fabbricare , non [òpra il vecchio , nè C fen^a l

. A , A V I T lodando il lodevole, ; e che fema '<*la (alfa ma jen<.(* J"y > , • demo di riprendi- dettirV/ i ^td^ìtoÙo a £&à

' ,l Iaflon C Se l af ett a ; P r / LetteraT itera anch'^ egli con (uà vali^r Guarino imgefi predetto. Non mancò eh. gltl'avTa f e quel» tu ^Wf H ddifcfa del Petrarca ; Gl0V « ne a"eV e #JUtf - , £ ftudiofo, ^,rdel a MedicMedici verità di Padova , e un Libro, che Orlando ladra diede alla luce de gU 4> a molo di mfrfte S Giufeppe po Akfjandro Taf. alle Centerazioni ai Tornai n Iten Rime del Petrarca. Non (oni (opra le Aromatario dfmol? oltre la fatica dell' ., difendere i pri- perche riftretta (blamente a del Petrarca. mi Sonetti TaflowT->ffhni Non hfciò correre gran tempo il RifpoUc Pereto. fenza rifpondere a quelle Modena diede al ni ; che in etto Anno 1611. que"o titolo, e Moim« la luce un Libro con Avvertimenti di P fimo? da intorno^%alle ^J^.Rtfpoi- e fcppff degli Aromatari d> T U da lui alle Cor,f:d arem f Pettate*. Pareva, gctie foni [opra le Rime del eccoti neh An lite , ma l e finir qui la ; Aromatario , anch 16H. che il (addetto lo ^pubblicò macerato fotte altro Nome egli Evangehfla Dea- in Venezia colle ftampc d» Dialoghi dt Falcidi, chino il fedente Libia: DEL TASSONI. 35 Melampadio in rifpofta a gli Avvenimenti dati [otto nome dì Crejcen^b Pepe a Gìufeppe de gli Aromatari intorno alle Rì(pifte fatte da lui al-

le Con firitrazioni di Aleffandrò Tafani [opra le Rime del Petrarca • ÀI veder quello nuovo

a (l'alto , cominciò il Talloni a perdere la pa-

zienza j e mon togli la fenspe al nafo II 1' perchè prelò eleni pio di Ta merlano * che

nelle Tue guerre , ed afìedj elponeva prima una Tenda bianca in fegno di general perdo- no; nell'altro dì una Tenda roffa per indizio di morte a chi avelie prefe Y armi ; e nel

terzo dì una Tenda nera > per fegno di un to- tale eftermi nio d'ogni fello ed età: pubblicò anch' egli nell'Anno t6ij un Libro in Mo> (iena ( benché nel Frontifpizio fi legga in

Francfort ) con quello titolo ; Tenda roffa >

rìj'pofta dì Girolamo Nomifenti a i Dialoghi dì

Falcidio Melampodio . Perchè poi troppo raro era divenuto, e cercato indarno quello pun- gente Libricciuolo, fu eflo ne gli anni addie- tro nllampato in Venezia con fingere la me- deli ma data. Quello ballò, perchè l'Aroma- tario crede fle di non dovere (ruzzi car mag-

giormente ie vefpe ; laonde qui terminò la Commedia, fé non che dalle Lettere del Ta£ foni, fcritte nel Giugno del 1614. raccolgo, che una Scrittura conerà di lui fu fegretà mente inviata a Modena ; e che gli Aromatari in Aflìfi aveano fatto rumore contra la Tenda Rolla, pretendendolo un Libello infarcì a to- C 2. rio V 1 T A Famiglia. Ma non art- rln contro della lor , la Senti* egli (coprì, venire dò molto , ch>

al Duca di Modena «orto le fue querele faccenda, noi fo. Sara bene finifi'e la della Seccha U rSrdarfene, allorché parlerò quello, che. per tornare in cammino, era che non fa- rnoVeva la bile al Talloni , dell Aroma; credere, che dalla bottega ceva pareva un Libri i e gì» ?ar?o WffeVo que' venti anm> tot- • rS.„,Ì rhe un Radazzo di dùnt àlk sLk della Cromatica , fa t Petrarca con cut Lfo pTno di difendere il ,

(e . conchiude d.cendo ; Ma f no , ct>* che gmdtcht , o Bue in Puglia , Sardegna , aver fatto Z ia ùuo ouefio Sonetto, potfa che maggvr martino Vaniate di ottra mano : imitare: commendi iyo: acor- Zn fi Pifò Co; e la Poefia - tmrado la Medicina , fZ una Lettera poi neUa Tenda Rolla; e in ed conofcerc af- fi dà a t tta al Canonico Saffi p^fuafo, che Paolo Art, e^C« gi tempi e Letreraci di que , nini , due ìnfigni quei fififo. eh pubbhci Lettori dì Padova , pur quelli imboccavano f Aromatario , fe DEL TASSONI. yj non preflava ti fuo nome a' medefimi in quel- le controverse . Il Beni fpezialmante appena era [epfe eh" «fetta la Tenda Rqffa , che le n' andò a Padova correndo al rumore. Nè vo' tacere , che mifchioffi ancora in quefta briga una per fon a ignota , che fotto nome del Pa- dre Lìdio lafciò correre per le mani di tutti un Sonetto aliai Satirico ed incivile contra del l'aflòni. Jl Sonetto equefto: Un Caffo» d ignoranza , un pozzo t utt' arca Di rara ambi^ion dunque prefame Con temerario ardir fpegnere il Urne Del Poeta Tofcan, del grati Petrarca? quel Cigno Di divin, di quel Monarca » Cb' è de' fottilì ingegni idolo e nume, Ofa indegno Scrìttor d'empio volume L' alta fama ofeurar di metto carca?

Del buon Cantar, che in amorofo ji'tle

Lodò beltà celefte , il cut rumore Rimbomba per ftupor da Battro a TUe t Potrà d' invida Lingua un Detrattore , Della CHtà del Potta Anima vile Torre al Sol de' Poeti il fuo fpkndorc? il Tanto pefcò Talloni , che ri Teppe , effere Autore di quefto ingiù rio fo Componimento un Frate di certo Ordine Religiofoda Imola, e gli rifpofe per le rime nella forma feguente:

Dunque un Scatinapedocchi , un Patriarca gli De Afini da baffo » anch' fi prefumi Con una Mufa [uccida d'untume Di far l' Archimandrita del Petrarca? Ci Cigno VITA Bcfiia della Marca %W o orecchiuto, notizta o lume , Se Petto aver di te faccia e coBume fo fi farò mutar merce carea. Con ma Trippa ài fua un porcile tuo pari, nutrito tn Un onore, Senza Mi di creanza, e fenza Anjrna vde . Merta ben à effer detto a lo (pudore h vìvo della Certe ricoverai al Campanile fu ti Mancatore. Poltrone , un Per lifere un JJ errore E ti fu per Da un' ignorante ^^f^JSS^. Che al Collo e non f Talloni eicrcuu%» In un' altra Opera il

d. Frfofoha , « (lefe in var, argomenti Poeùa, oc ^ dirione, di Politica, di de egli alla luce c,ue- Gioyan-Maria Verdivera con colle rtampe di

/"«fitto, ' «8; ? r ilZllrì e ^fé A'nno e?a^- ft»mp{de. Caflan, «jMj

5 trfedella ^&SSr£ ^ ogni ^ profeuava U Tal oS 2 ) ter cu eton. ma egli, eccome DEL TASSONI. 59 fatta fenza fua faputa.e confenfo^, la difap- 1 provò • Fu poi riftampata queft Opera da Girolamo Vafchieri in Carpi l'Anno 1610. c in Venezia da Barezzo Barezzo l'Anno 1646. e 1676. colla giunta del Libro Decimo, e cori ettere che ce ne 1 altri accrefeimenti. Può > fieno altre edizioni da me non conofciute - Ora queft' Opera fu in que* tempi applaudi- ta non poco da i più de' faggi > ma non così

da altri, pretto i quali fono facrofante anche

fuori della Teologia tutte le Opinioni » eh* e Mi hanno imparato o fottenuto nelle Scuo- le, o han voga tra il volgo. Mancavano cer-

to al Taffoni aflaiffimi di quegli aiuti , che

la Filofofia , e ma fi: inamente la Fifica » cì hanno Commini ftrato da un Secolo in qua . Tuttavia la di lui tefta diritta anche allora

comprendeva , che Arinotele non era Auto; re irrefragabile, e che moke fentenze de i di

lui feguaci non reggeano a coppella . Però> per l'ardir fuo in ifeottarfi da queir antico

e sì venerato Filofofo , anzi in impugnarlo gli con tutta libertà , fe ne mentirono fòrte

Scola Itici , non pe ranche ben* avvezzi a ve- der motta guerra al Peripato • Ho veduto

una Lettera d' etto Tattoni , in cui feri ve le

feguentì parole : Ma è certo beltìjfima cofa di

voi altri ArìHotelefebì , che quando il Profeta dice bene Abito cominciate a negare voftvo non , f

è chiaro e , e vogliate adatta- il (enfo } cb' piano bene . re aìk fue parole qmlb „ che a voi toma C 4 E fin 4o VITA difpelto il venuti a tale , che a fuo E fin fiate fio a vedere , che gh faceune Crìfhano Onde Vita, e de Mi facciate anche il Proclo della Memoriale alla Congregarne de racoh > e diate vi- canonizzare . E je tornale™ Riti , per farlo che tanti vi Platone e Socrate, e vedejfero, e dopo ^Itote- grandi , che furono innanzi lofbfi 1 ciocchi da moderni cervelli di le fono Rimati f voi altri avete tartaruga : che direbhono ? Ma di quella (tipe* ragione, che fe non vi fervine della Gioventù > Bilione ad ofufcar gf intelletti liberta e a fiiofofare coni amica , fi tornerebbe i che vi perdere> fatar) voi corretene pencolo di perchè con fofiffrebene difendiate dà il Pubblico, e tutte le (*« cbwie. la dottrina di Arinotele , nt S. non \candahzzi ^ re Ma di grazia V fi non tenga come ella dice ) perchè io fi Bìm ( ho la fua dottri- Tempre con Arinotele ; perchè per bella; ma io voglio dir na per ingegnofa , e e actai- quefta è il mio jcopo ; deUe novità , che avver- mando parere a g'i Amici, non perche m cantra Arinotele , tivano dì quello, che. ho detto (e ho detto delie Scioc- ma perche mi ammendia , nìpendiati da Art* cherìe Voi altri , che ftete obbligati a difender la fua dottrina fatele > ftete a torto. Ma io non flpcon jtu- a diritto , ed in- Conofceraflì da que^o poco, qual folle 1 non fer- segno d'Aleffandro Taffoni: Ingegno fulla parola di Mae; vile che non giurava e i che non afpettò i Cartesj ftro alcuno , e fjeiio in Gaflendi per imparare a mettere fe DEL TASSONI. 41 libertà di raziocinare, quantunque oggidì pof-

fa parere , eh' egli fàcene poco, o niun viag- gio nelle ricerche Filofònche. Scrive Leone

Allaccio d'avere intefo da Gabriella Naudeo ,

come il Baldovino , chi ari (fi ma Volgarizzato-

re di Libri , avea tradotto in Franzefe per iftamparli ì dieci Libri de' P'enfi'eri diverfi del Talloni ; che tale fu da lì innanzi il titolo di queft' Opera colle giunte ad effe fatte. Ma non minor rumore fecero contra del

Talloni varj ftudiofì delle; Lettere umane , perch* egli nella fteffà Opera fofle ufeito in campo con una lunga cenfura contra d'O- mero, chìarifTìmo Prìncipe dell'Epica Poefìa fra' Greci , a cui fi fa , che il popolo di Smir-

na ereffe un Tempio , come ad un Dio , e per cui fu gara fra varie Città di nome Gre- Cittadi- co , pretendendolo cadauna per Tuo no, GianNicio Eritreo nella fua Pinacote-

aver detto , il TafToni gli avea ca , dopo che raccontato d'aver preparato più di cinquecen-

to paffi d' Omero , eh' egli intendeva di pro- vare inetti e ridicoli, fe ne fcandalizzò forte. E il Baillet Franzefe ne* fuoi Giudìzi de Sag* gì [opra le principali Opere de gli Autori , fece una più ridicolofa fcarica di bile contra del

TafToni , a cagione dell' aver egli cenfura te le Rime del Petrarca, e i Poemi d'Omero- Io non rapporto le lor parole. Il bello fi è, che

il Baillet, come lo pruova Egidio Menagio t avea altro celebre Scrittore Franzefe , . non inai VITA conofcea punto, fe mai letto il Petrarca, riè Confidera omidei non per altrui relazione , le V mignon abba- Talloni l'opra il Petrarca. Ora 1 delle chvme Seri* ItZ fiSo, che a riferva : Chiela a quali è ture e di que' Decreti della , fottornettere riveren- tena o ogni Criftìano di Scrittore, ninno Auto; temente il capo, ninno voglia venerato e lodato da re ci è, quanto fi da a noi lecito di noftri Maggiori, di cui non e le fentenzeper mar* ad efame i Libri, chi Gialle o Belle, *: riconofeere, fe fieno Vere, , enere , e Falle Può pure Ingiufte , Deformi Giudizi, maffimamentc allor che fi falli ne e cenfurare Uomini grand. , chè fi tratta di una lunga h a di ner così dire confecrati da iti attribuir fi il pri; Secoli; ma non fi fallerà Opere loro, e di vilegìo di poter difaminare 1 pur fon difettofe Que- (coprirne i difetti , fe Taflòm d' averlo, e fe fto privilegio fapeva il pena di quella buona ne fervi, fenza metterfi Quello l'ha in- gente, che è avvezza a dire: adunque non è da cer- fornato il tale Autore: fanta, che profeffiamo , cai* oltre. La Fede quello ofie- può rettamente da noi efigere la Poefia, la quìo; ma non già la F.Iofofia, Talloni nel Medicina &c Aveva eziandio il Let- Libro VII- cercato in più Quinti, fi g neceffarte nelle Repub- tere e le Dottrine fieno e alla Gioventù* e per bliche , e a* Prìncipi , il luo bizzarro altri affari ; e qui certamente lafao a Ingegno per amore della novità fi DEL TASSONI. 45 mio credere trafporcar fuori de* lìmiti- Glie* ne feri il e per defìderio di correzione un Re- ligiolo fuo Amico. Ecco la Rifpofta, ch'ef- fe gii diede. Ritornato da Tivoli bo ritrovato una Lettera di V. P. tutta piena dì care am- monizioni da far arraffare il Settimo Libro de* miei Penjieri , come troppa licenzhfo in bìafimar le Lettere. Prego V. P. ad ifcufarlo in virtù di quella Dichiarazione , eh' egli fa nelfine dei pri- mo 6affochi fidando i Dijenjbri delle Lettere a

Gidflra , non a Battaglia ; e a mirare , che la (uà vera intenzione non è di biaftmar la natura 1' ftefj'a della cofa , ma abufo , in che ella s' è abbandonata . Io non niego , che non fia vero tut- to quello , che dice V. P. che le Lettere nella Vo- lontà ben inclinate aggiungano a gli Uomini per- fezione ; ma che h Lettere facciano la buona in- clinazione te , qi fio lo niego ; e aggiungo di pili t che a gli Animi mal difpofìi accrescono malizia'

Nè que(h V. P. il mi negherà , veggendo , che anche i cibi, che non fon cattivi di ìor natura , negli (ìomachi male affetti fi convertirono in putredine. Le Lettere fono indifferenti al Bene, e al Male. E fé tali fono , non ha da effer men lecito a me il biafmatle , che a gli altri il lodar- le. E fe tutti gli altri le lodano , io amo pih

quefla fingularìtà di biaftmare una cofa > non bia- limata da alcuno , che ti concorrere con la comune in lodar quello , che alcuno non hiafma . Coti Cameade fi compiacque dì lodar Flngiufìizìa de' Romani » dalla quale tanti buoni effetti erano pofda V 1 T

Wk non ^farnetico dì kdatt uno, the Jfotì fatte

btafmiate, prcw fon ^ cbc ie LeX tnedtkmo M *\ff/sacr^ Qmììa già la nihli pemtu VL^A^S^^ neque ad5 hominem , neTue À ChrYftianum q Maa V.P loda anche le Let- V.rtute?r- P^editumnr^-ditum- ^ ma

adoprano in mala parte., E i' SLt che le

aver adico non reto perà d le^Zn Lr y «i per Maeftrt. iS- é tutti i Pari fuoi Talloni dopo £ Pretto confi, 'in toma il tutte le cofe del Mondo -derava che quafi una faccia buona hanno due Manichi, ofia fono utili, fon !» * una cattiva; dall' un lato ? biafimevol,: fra tooH?daU altro nocive e abufo, che ne fa lòto natura, o fia per IT Ser confeguente Secolo . Per fa cor del S più fama, e infoine credeva egli diacquiflar ui 5 giorn pati Pttbbto» DEL TASSONI. 45 parte dilettola o permciola delle cofe , poco d'ordinario avvertita da gli altri, che in met- terli colla corrente a lodar lolamente la par-

- te buona > già conofciuta e lodata da tutti Ognun fa la natura de' Problemi. Ma fopra gli altri fuoi Quifiti concitò contra di fe il Talloni le dicerie del Pubblico con quello » in cui prctefe , che non avelie da chiamarli infame l'ufizio del Boja. U Eritreo attefta,

che ciò fece naufea a moki . Quid entm-> di-

ce egli , tam pote(ì borrendum auribus buman'tt Carnìficis? Offe rv azione uccìdere , quam nomen poco propria d'un' Ingegno non dozzinale, e foto com portabile nel volgo delle Donnic- ciole, che han paura de' cadaveri, o de' Fan-

ciulli , che tremano all' udir la Borda , e ad immaginar la Beffana. Qui entra l'Opinio-

ne, qui ì Pregiudizi della tenera età , in cui c'è infpirato con orrore il nome di Boja. Ma le cofe» e non i nomi» fi han da attendere. Certo non manca a noi ragione d' abborrire

ì pubblici Carnefici, e di tener per infame la lor profe filone ; mail Talloni adduce 1' altre ragioni credute da lui più gagliarde per giu- dicare diverfamente di chi è miniftro della Giullizia, non meno che il Podcfìà e il Giu- dice, e libera la Repubblica dal pefo troppo perniciolode gli Scellerati, ed è troppo utile,

anzi neceffario alla quiete , e al buon gover- 1 t no de Popoli - Sì onorata è la profeflion de Solday: ma, che fanno elfi? Altro non ne di» co ,

e già importa al m fogno , ro io perchè poco inclinava a rottene. che il lattoni ?è veduto, ancora, fe e qui in fine fi dica « i Paradoflìi altri Letterati occorre eh» egli imitò così fclogio di Sto ne? lor bizzarria 1 m lS fi- I^TdlivJfiko, della Febbri, e d'altri Oggetti centra la S ^«^JPero Daniel Giorgio emetto poco importa- ^ Scrittori eh Morhofio uno de' più eruditi , Germania, tuttoché nè pur abbia Prodotto la fentenze o cenfo approvane le luddette Si fermo nel Db t rfdel Soni, pure lafciò ^XXLPotSm- iterar. ljalus lingula ingerii homo futt ,^*ff%±, ms mirabili! opuma fcr*m Tem e* « tetJmiustren,, f»d recentìorum « owmM vZrum eie , ^iS i>w Memi, mJ carperei {^mnhenderet,

Peni. eri dwer(i«c.« Vita Librum, cui titulus: multa notamai» %l ^Vfa^mlrZaCinto J*/fo««» Pbyftca, Moraha , , Lnuntur , ^rflr^* ™oni della Lingu, Etimologie, e de' fuo.ada Italiana "delle fue c più accredrtat Ìì oratico de gli antichi , fapeva a marav» littori della medefima; e leggi adn «od. d SS'Softcre, qua, fieno I rancidi. Aveva ar. dire quali gli affettati o intelligenza della Lmgu che non mediocre DEL TASSONI- 47 Provenzale, e in lua mano era irata la pre- iiofa Raccolta de* Poeti di quella Nazione, che or li truova nella Biblioteca £ltenfe>ed

è la più antica , fra quante fi confervano in Francia ed Italia. Per quefti fuoi meriti fu egli aggregato all' Accademia della Crufca da i Signori Fiorentini ; e Carlo Dati » uno de* più ri?uardevoli Scrittori della ftetTa Accade- mia e Nazione , nella Prefazione alle Profe Fiorentine regiltrò il Talloni nel ruolo dì que' Letterati, che hanno non poco illufira- ta la Lìngua noftra- Ma non lafciò per que- llo cuore elio Talloni di difcordare da alcu» ne opinioni de' medefimi Fiorentini. Secon- do e(iì il Secolo d* oro della Lingua Italiana,

come quei vogliono Torca na » fu il XIV. c'kjc dal 1 }co. fino al 1400. in cui fiorirono

lazialmente Dante, il Petrarca j e il Boc- caccio Ingegni veramente felici. Ma fu di parere il Tafloni in uno de' fuoi Quinti, che meglio d cominciaffe a feri vere dopo il 1500. nella noftra Lingua; e però fece una censura

allo fiile di Giovanni Villani , con avere in oltre antepofia > e con ragione , la maniera naturale e fciolta di feri vere de' Moderni a

gli affettati periodi del Boccaccio , il quale

fervilmente s* era dato ad imitare i Latini . Ufcì ancora alla luce per la prima volta a' tempi del Talloni il Vocabularh delia Crufca* Opera utile e necelTaria all'Idioma Italiano.

Vi avea faticata intorno lungamente il celebre Ca- f J 7* A toccò ad ai- SaWiati ; ma Cavaliere Lunario dopo lungo tempo e fatiche fri valentuomini pubblicarla. quanto iia Si frarlaarìnei e di Vocabolario perfetto , £«Su it formare un Ipezialme* ffi^SvaS Lettati , e Abate acopo Facciola! » te il Chiariffimo

Abbagli «a errorW OTra&i un che coroponefle non erano pochi , e che Vocabolario. Ed Onera Critica fopra d' effo Letterato AM i?fitt avendo il celebre S£V w.M Mandritta ^jSr&Sdi Jacopo wam* rir* Hel Talloni in mano di Medico e Fihfofo Cblafm* ffft'^ buone Lettere, ed ^[ca e ™! ornato dì tutte le f men che il lai- Jhul cmfca C anch' eflo non diede alla luce /«ria Modencfe ) la fonii di 1698. in foglio colle iu Venezia ncll* Anno 11 tuoTodelO ftampe d Marino RofTetti. [opta ti Vocabolari «era è emetto: Annotazioni

Tafìom Mcdonefe Vi fi M di Aleffanèo 5i&M Prefazione fatta dal wetofimo «; ne la noe*. Lettera piena di belle Uno , e una DEL TASSONI. 49 _ comporta dai giovane allora Giufto Fontani- ni > pofcia Arcivefcovo d'Andra» in commen-

• dazion del Taffoni , e d' effe Annotazioni Opera al certo ricca d'erudizione e comporta da perfona , che quantunque di Nazione Lom- barda poteva (ardifco di dirlo) ferv ire di Mae; ftro a non pochi Accademici della Crufca di que' tempi. Mi vien' anche fuppofto, eAer- ei altri Manu ferirti , ne* quali fi legga mag- gior copia delle Annotazioni fuddette > che nel Libro ftampato - Contuttociò io amo più che la gloria d* A«

leffandro Taflbni la Verità , e vengo dicendo»

che quella non è Opera di luì » ma d* altro Autore- £ ciò dico, ancorché Egidio Me-

nagio » dottiflìmo Scrittore Franzefe , di ciò informato da gli Accademici fteffì della Cruf-

ca > nelle fu e Orìgini dilla Lingua Italiana , (rampate in Geneva nell'Anno 1685- citi più volte // Taffoni nelle fne Annotazioni Manufcrit-

te {opra il Vocabolario della Cmjca . Mi andava

io maravigliando > come in Modena e in quante Lettere del Talloni mi fon venute al-

le mani , ninna parola , neffun yeftigio di sì fatte Annotazioni fi trovarle; e in oltre nello ftile femore ferio e rifpetrofo delle medefime non fenriva io il libero e franco del Tafloni» condito da quei fali, che erano familiari al dì

luì genio affai allegro , e inclinante al Satiri- - co- Nè fapeva io intendere » come il Taffo ni] che inai non $ dimorato in Firenze, ci- D tafìe V J T A Boccaccio del Mannelli, e rafie il Codice del di tetti a penna de folle così ben provveduto qua fu ì Auto- eli antichi .Scrittori Tofcani , Il mio tipet- Se delle Annotazioni fuddette . certa cognizione del to finalmente è divenuto eflere Autore del- fatto. Dico pertanto, non r Alefjandrò Taftom , ie Annotazioni fuddette Scrittore, e ma bensì Giulio Ottonili, altro perchè nato Scrittore doniamo Modenefe , de [Ducato di nobil Terra di Fanano , nella An- Modena; ed è quel medefimo, che nel! diede alla luce un Libro no 15 86. in Ferrara dì Gtulto OttwM con q uedo tìtolo : Difcorfo Santità Sua Mae. fopraV abufo del dire Sua , nominare ti Papa .Ito- Tri, Sua Altezza Jenza le dtfefe della Gem- madore, il Prìncipe , con de gh Acca** faiemme liberata dalle oppofiztom quella venta mi fon mici della Cmfca . Di nella Biblioteca chiarito coli' aver trovato Apparecchio de gii Eftenfe il Proemio » overo Accademtct del Ar-mbì Perlo Vocabolario degli al quale fèguitano alcune la Cmfca , dietro lotto nome del delle Annotazioni (rampate Prefazione , di cui e man Talloni . In quella Annotazioni ec cante l'edizione fatta d'effe , Ottonelh . fi leggoiu è fattura del fuddetto feguentt. Di foco s eri fra l'altre cofe le Crufca il Vocabolario della < el Libro { cioè m venturi , Quando per uKcminciato a Rampare _ del prmcfto, %

io l' molti errori- Fornito poi di fìamparfì > ebbi intero &c. e vidi in uno attimo > che t detti fo- gli erano fiati riftampati; perchè delle coje y che corrette alcune notate io v*avea t n erano date ,

iodi ,- altre tolte vìa , e mutate claufole e pe ma tutto era poco verfo quello , che v' era rìmafo dì reo. Racconta appreffo, come egli era (ta- para' to forpreìo da fAbito e fiero accidente dì lìfia> che per due anni il tenne sì malconcio giudicato perduto della fanità , che quafi tu per Tempre. Ma avendo ufato varj medica- egli alcuni del' menti > e fpezialmente, dice ,

la fonderia de! Serenifs. Gran Duca Cofimo Se cortefiffsmo tondo de' Medici , con che volle quel Prìncipe in tanto mìo bìfogno [occorrermi ed ono*

riebbe ; e da lì innanzi attefe rami , egli giac- alle Annotazioni fopra il Vocabolario , ché V Autore dell' Anticrufca » cioè Paolo Beni, non era peranche arrivato a trattarne. Par- ^migliatiti ma' ìa eziandio di Ragionamenti dì io dice egli ferie da lui comporti , mentre cb' ( ) dimorava già in Firenze al fervido del Gran Ferdinando d'ìmmortal memoria neW o^fo onora- conce* ta, cbs dalla benignità dell' A. S. m'era àuto. Penfava l'Ottonelli di dare alle ftam- Dorateo pe eflì Ragionamenti, e del pan il g pio e catt* come egli feri ve » mìo Dialogo , cui più anni fa » tatevol zelo ( (allo Iddio ) mi mofle, troppo a dover formare contro allo fcrìvere > che cwctì perfevna ancora * men eh Criftìano • Ut D x queftì . VITA , e d' eflb Dialogo , Ja nuefti Ragionamenti nelle Annotato- SI dipoi menzione anche abbaftanza intendere, ni Ora di qui fi può mai flato afflitto da pa- che al Taflòni, non di Ferdinando Sifia, non mai flato a fervigi s' hanno da Tofcana , non I gran Duca di fuddettc, ma si be- artribuire le Annotazioni quel Pnn- , che iervì a ne à Giulio Ottonelli Annotazioni ftam- c\J C'è di più: le ftefle accorgere di .quellaferità. paté poflono farci fcritto: hit mor- Alla parola Cordovano co. è *tf- buon tempo fa , da che ritrovandomi io , mandato™ per non Corte dì Spagna in Madrid, Donno Alfonso Secondo ulvi affari del Signor memerm òc- Cer- Duca di Ferrara di glomfa Taflòni non fu mai a* fervigj del to è che il ma Duca mddetto; e andò bene in Ifpagna» Colonna fuo Signore - Seguendo il Cardinal nomina ti Signore U oltre alla parola Enfiare cugino: \\ che ba- Ottonello Ottonelli mio Fratd cognome di lui pro- ita a farcì conofeere il alla parola Fiore ptio- E tanto più perchè Torquato Ta^o , colà Accenna d* aver difefo verde e fior dijpemt dove dice ; Infochi quell L'equivoco di attribuire al lattoni non ha a mio credere Onera dell' Ottonelli , aver faputo, avuta origine altronde, che dall' fteflò per vaghezza d ingegno, che il Taflòni penliero di darle alle ftampe, e non già con alla pri- avea fatto delle brevi Piflilb critiche Vocabolario della Crnfca . rn a edizione del DEL TASSONI. 55 In fatti F originale di quelle fi tmova in Mo- dena preflo i Fratelli Medici , Nipoti del fu celebre Dottore Bernardino Ramazzim ; e non Co » fe d' alcuna d'effe ( liceo me certo han fatto delle Annotazioni dell' Ottoneìli ) G fieno dipoi ferviti gli Accademici delia Crii f. ca nella feconda edizione del Vocabolario fat- ta nell'Anno 16 91. Qmn nota il Talloni con una croce tutte le voci viete e rance , che lenza fine li leggono in efio Vocabolario, co- me Abboccare , Abbacchiare , Abbagliare , Ah- btmte, Abbiofc'tarre , Abbondo , Abbondo]amen- ti) Abbonare , Abitevole &c lem brando a luì, che quei dotti òignon avellerò da avvertire i Lettori meno fper ti , effer tali parole invec- chiate , e da non pi ti ufare in ifcrittute leg- giadre, ed altre rilerbate al verlb in Poefia.

Secondo lui , è mancamento di gtudìcio il com- pìacerfi di tali voci , avendo le buone . Sopra

altre egli nota , che fono Fkremijmi puri » e

Fbrent'mate , come bafta lena A Bacio pei A } luogo abbacinato, e contrario di Apricus s Ab*

bracciari per Abbracciamenti , Abìt aggio , Ac-

feri il Tafloni : Non calappiare , fopra cui ve 1 anderò io già alla trappola di dover ufare fimU ghia- voce . Così nota Accor uomo , Adimare , A do, Agghiadato &c. Per faggio d'elle Poliil- le bafreran le frguenci. Nel Vocabolario al-

la voce Accanare era fc ritto : Per rincorare , dare animo. Lat. Animos addere Dan Par. 8. li Popoli Se mala figmria , che fempre acc torà D 3 fug- VITA 5 maravigliar tu,Let- r L*; Uh Amor. Non ti tanto m ag- mia loda , che tote e èÌ^ua quella y™* fa K it Taflom vi a e m *"" mfì* ™; tonificato dell' efem. g è ?ale n cu* Am YJtro U$ca andare a fn 1 E anu- d/Knte, il più t Vef confo K° Inl S cioè Ben- - fuoi Cementatori , co ep Jdon"° d ch^MSto t fu0 Cemento, fcrive S biblioteca Eftenfc ,

tannante noti, fa™,.™, m per mp,ce W.

edizione aei v feconda vOCe rfv,** '° UÌ * che non tuie- Z SjfefSES^. fudig ll Nel Vocabolario Biga LU Carro d, due tuce * finita ^ eW mutare, e pare u la it vede tj Dannar j*£ . hukuf , „f/yv/ ,m il i«w™ Nota , hoholcbe. w £cm. •

DEL TASSONI. 55

corretto nella feconda edizione ; e qui prete abbaglio anche Benvenuto da Imola nel fuo Comenro. Leggefi nel Vocabolario: Camera

Stanza fatta per dormirvi- 11 Talloni: Utrum »

(e le fìanzt , dove non fi poffono adattar letti da ujc't dormire per ri) petto de gli e delle finefhe t poffaw chiamarfi Camere? Batti quello picciolo faggio delle Poftille MSce del Talloni al Vocabolario della prima edizione, le quali io da una Lettera dì lui, che erano già fatte nell' Anno 16 (8-, e che altre ancora ne avea fatte Monfignor Dim- L'Aba- te Anton Maria Salvini*, celebre Letterato Fiorentino, fu di parere, che al Taffoni, co- me Accademico della Crufca, fofle dall'Ac- cademia commeiTo di adoperarfi con gli altri J per la correzione del Vocabolario : ma ch egli dovea farlo in altra maniera. Per onor della Patria così immaginò il Salvini , cono-

fcendofi abbaftanza > che il Taffoni , non per invito de* Signori Fiorentini, ma per proprio genio ferirle quelle Poftille ; perchè invitato avrebbe infegnata più moderazione alla fua penna- Ed eiTendo efle troppo diverfe e per le voci, e per lo Itile, dalle Annotazioni (ram- pate lotto nome di lui ancor quello rende maggiormente chiaro, che d'altro Autore fo- no le Annotazioni fuddette- L'equivoco poi

prefo in ciò fervi di fcala ad altri : Cioè ad attribuire al medefimo Talloni il fopra a e- cennato Dialogo intitolato Dorateci e quattro D 4 Libri Miti fe n'è fatta men- Libri dì Ragionamenti ( GemWwm Liberata Jet Tafto dalle Opposto- Jt kggonojt (eopmeb- vi eh ne' due Infarinati e Cavalìer Lwnardó Sahtati , bone ali moti del del Muzio* deì Bembo > dì Diomede Borghtfi* tant' altri che hanno voluto Ruj celli > c di del Quelle Italiana Favella . ttreferìver leggi all' dire fe iieno perdute, e> le quali non fo SS caro di vedeile o pur nafeo/e da chi non avrà elle non del Talloni , alla luce . fono anch' Autore, fecondochc Sa di Giulio OttoneHi, Ne voglio ta- i'e veduto, delle Annotazioni. fi conferva il che nella Libreria Elienfe cere Pergamnt Memoriale della Lingua di Giacomo fuddette . Nel con varie PoftiUe limili alle Note che fono fatte frontifpicio fi legge: Le > apennajono dell OttonelUy ca- in mèo Libro ottal- Memoriale . Se non vate da unfuofimih lo «ile talora pungen- fe emefta Annotazione, m'avrebbono fatto credere te e il carattere medefimo Forfè, le tali Note del Talloni . Eccone un faggio. cono egli di fua mano. il Pergami ni ; Ptf: Alla parola Mattina fcrive Ha ^verbalmente e in compagnia di giorno fpe- ma la Di, in quefta ma cifrato > non raddoppia Lunedì Mattina e tiìrra- Domenica Mattina, ; quando e in com la mede/ima ojjenazione fi ///«, Notte, Sera. «amia delle particelle Beri, W ed avveduta Mae. è que fra Nora : Che lottile Notte fi di Sera; Urol Mattina m compagnia dt J Net- ,

DEL TASSONI- 57

Nottemattina , Seramattina , ficcarne Jemm"tna\ Seguita il Pergamini: Domattina , Crai. Ma nella Nota è icritto: Cras non ifpecifica Do- mattina , j e fico non va Mane . Alla parola Do- nare il Pergamini rapporta: E Donimi il tuo Farfetto. Ù Autor delle Note: guefto Far*

[etto doveva ejfere Conte Marchefe , che Io ferì- ve con lettera majttfcola . Ma quefia è una jua peculiare amorevolezza dì così onorar bene jpeffa k voci &c Appli codi ancora il Talloni nelf Anno 161$. alla Storia Eeclefiafiica e Secolare , e compo- fe un Riftrett» de gii zinnali Ecclefi&fiki e Se* colati , con di verfe Confiderazioni politiche e par- aggiunte alle ticolari importanti , cofe dette dal gli altri nell' Cardinal Baronia t e da ; e An- no 16 ri. l'aveva condotto fino al 1100. Ma di- poi l'accrebbe di molto, Queft* Opera è di- vi fa in quattro Tomi in quarto- I tre primi contengono un Compendio de gli Annali £c- clefiaUfci dell* immortale Cardinal Baronio cioè dalla n afe ita dd Signore fino all' Anno 1200, li quarto è fattura tutta dello ftefloTaf- foni , ed abbraccia ITfioria fino al 1400. Tre copie > tutte di mano del TafToni medefimo fe ne confervano in Modena. La prima fieUa Biblioteca Efienfe; la feconda nell'Archivio della Comunità; e la terza pretto il Conte Al- fonfo Saffi. Anzi queft* ultima è p ù copiofa de gli altri MSti , perchè la Storia è quivi con- dotta al 1*69. Ma non è quell'Opera del Taf- *8 VITA de gli Annali del foni un femplice Ricetto chianfiimoe leg- Baronio, lavorato con iftile Tafloni altre notizie giadro Vi mifchia il quando ficcome pei tona d e va di quando in > centrando il ingegno libero e penetrante , cre- Bironto, ed altri Autori. Non fi fallerà qualche afpra ftat- dendo, che tali cenfure, e frappando al lailoni, filata, che talvolta va per cui finora non fia fieno fiate la cagione, (rampe. E forfè giunto quel Compendio alle noli ri non farebbe più di ftagione a tempi , lumi fopr a venuti perchè mancante di tanti tanca, per dipoi per accrefcere e correggere la mirabile di quel! il u- altro ìempre mfigne, e per altro , ficcome di to- ftre Porporato. Che iella- riferendo 1 due ultimi ma accennai , edizio- menti del Talloni, egli ne meditava 1 il Mito ne ed aveva per quello confegnato facto Palazzo- Ma in Roma al Maeflro del egli . Cioè che ito un avventura fi racconta ritrovo, che il Re v "ore a {'migliare il MSto, cofe dei avea cancellato non {blamente molte peto da Talloni, ma alcuna eziandio prefa di il che gli lece fh Annali dello fteilo Baronie : era da fperar- abbaltanza intendere , che non ne l'edizione fotta Revifon tanto delicati e Appari ice ancora da una fua Lettera feve ri . Saffi, che fi trat- fcritta nel 1621. al Canonico in Vene- tava di (rampare quella fua fatica Scaglia l'avea dimanda, zia, e il Signor Mate dove i PP. Gejmtt ux per itlamparla in Lione , r avreù- BEL TASSONI. 59 amhhono attefo alla ftampa. Dovettero tro- Nulladime- varti delie difticultà dapertutto . e tut- no anche così manuferitta, è (tata, ed

queir Opera ; e le ne tavia iti gran riputazione mio vano copie in varie Biblioteche di Roma, ficcome ancora in Pa^ e d'altre Città d'Italia» Nè vo mi in quella del Re CrMianiffimo- di Baviera, aven- fefeiar di dire, che il Duca gli Annali do faputo, che il Talloni fenveva il Bava' Ecclefiaftict, e che giunto a Lodovico pura verità lenza al- ro intendeva di dire la gli fece raccomandar quello cuna patitone , autenti- punto di Storia, conefibirgh notizie che un che de* fatti d' allora, premendogli, trattarle quefta materia Uomo sì accreditato ho ap- con tutta la convenevol giuftizia- L che e venuta prefo "da una Lettera fua , m raccomandazione non alle mani . E che la gli ftefii Annali , foffe inutile , fi feorge da rapportando ne' quali il Talloni difrufamente tratta fi ftudia gli Atti del Bavaro , a fpada l'empio e beftiaìe di giuftifkarli , eccettoche ed eletto un ri- d'avere deporto il vero Papa, fatica del laflo. dicolo Antipapa. Di quefta Querenghi , egre- ni parla Monfignor* Antonio e Aio (ingoiare gio Letterato di quei tempi, Amico, nel Lib V-de'fuoì verh Latini, cosi a lui foi vendo: perurget Forfitan ù- ftmfo captiti gravare quo ingentia Sacrum opus ajfièms Scriptor , magni ^ VITA fio Meliti Bareni brevém claudens monumenta , Nettarea donai Tufcae dulcedine linguae- Autfejfae requiem menti desueta Camoenas. Sttaviloquai ad pleclra vacai , pugnatale (aevfs n , tu- Proetia diffiditi, Rbenumque Padwnque mentes Caedibus ad raptam lympbti puttahbm Ur*

J

burnii- Concfnii, ìmmtBis focco rìdente cet di Tratta in quelli ultimi verli il Qyerengni mente fece onore quel!' Opera , che fpczial veri fimi! mente ad Aleffandro Talloni , e che cioè della renderà immortale il fuo Nome , Comico in Secchia rapita , Poema Eroico , fra 1 Modencli cui fi narra la Guerra inforta e Bolognefi a cagìon d' una Seccbta di le- feorrena ratta fan gno , che i primi con una t rionta men- dentro Bologna trovarono , e

- U 1 ài te feco afportarono a Modena Odali così ioni medefimo, che ne gli Annali Miti Guerra to- ne parla all' Anno 1149 Q*ejìa ( ti Kc £»?«> , no le fue parole ) dove fu prefo gioventù m un fu poi cantata da noi nella no/ira rapita /* quale Poema intitolato La Seccbìa , efjendo un crediamo per la fua novità viverà , di Comico, e di Satìrico , che miào d Eroico , e dt legno, non era più flato veduto- La Secchia najcefjetal per caghn della quale fingemmo t ebe ° Guerra, DEL TASSONI. 61 Guerra, fi conferva tuttavìa nell' Archìvio del- la Cattedrale dì Modena , ed è fama , che al- cuni me/i prima foJJ'e fiata levata da i Moda* nefi a ì Bologne/i dentro la Porta dì San Felice in una fcaramtmia feguitafra faro. Ho vedu- _ to una Cronica fcritta molto prima che il

Tafìòni formarle il Tuo Poema, chetai fatto riferì fcc non già ali* Anno n.4 9. ma sì bene al 1315- in cui i Modenefi diedero una gran rotta a i Bologne fi . Le parole fon quefte t Negli Anni del Signore 1315- i Modontfi venuti a giornata co' Bokgnefi, lì ruppero con una gran- de [confitta in Scartolino , e lì feguitarono fin.

éntro a Bologna ; ed attendendo ad ammazzar- li uno tolfe una Secchia di legno in fegno> , folo

élla vittoria , la quale era dentro la Porta dì

San Felice: la qua! Secchia /ì truova ancora og- gidì nella Sagrìfiia dì San Gemìgnano. Certo

è , che fi mira una Secchia vecchia e tarla- ta, appefa con una catena al volto di una Ca- mera ncir infigne Torre di Modena, dove è l'Archivio de* Canonici; nè è verifimile» che sì vii cofa in luogo di tanto riguardo » e da tanto tempo , fi confervaffe > fe qualche rara circoftanza non l'aveffe raccomandata alla cu- ra del Popolo Modenefe. Tuttavia nulla di- cendo le Storie più vecchie di Modena , da me pubblicate nella raccolta di Rer. Italie*

Scriptwes , del rapimento di quefta Secchia nè all' Anno 1249. nè al 1^5. inforge tofto il dubbio , che per altri motivi fi fìa conferva* ta v" 1 T Torre Secchia di Legno nella Ju ruddetta ma immagina- e che non vero , Sdl Modena,Modena «. Modencfi a i Bologne- <° 1 cinque nondimeno Ga, al Taffon. co- affai fondamento L PoeTa "omminiftrò effa

"r^nSTi'T^iuetto Poema, dice d' averlo oìovtnth , ed alletta egli-, Non pensò allora a pub- fatto ^m {f rivedutolo nell J*iatoio poi, e bhcarl0 meditarne la cornine b allora a A n0 ° . 6l f an Lettere , ch'egli ^ ' E lo £ dalle ; Barifoni, Genti- J'^Viwndoftrivenooaaad Albertino dava Letterato ami- lu merito fu in fine ,r° Vhnlui che P^lfuopei di , : ciffimo effe Let- creato pr il Marchete Ugo- ^ff^p^^pfeflo»n l adova tere oagidi g lìn B lo debbo all' ? rf ^ mèdefime io eftratto"ideile "™ . un* ^ A flolo Ze- C h e Storiografo dell no °Lerter:to Cni nCo,

P in quefto al FJÌdSre A^evafi ifTaffoni

Querenghi, tutti c due anca. c di Monfignor DEL TASSONI. fij

elfi eccellenti Letterati allora di Padova > ed Amici fuoi. Fra l'altre cofe nel Gennaio del i6i6.fcriveal Bari foni d'aver mutato due ver-

fij chff parlavano di Pietro d' Abano > il Quivi gran Mago Pier fnfurrò carmi , E traffe i morti Regni al fnon dell' armi. dodici intro- 1 Canti doveano ejfcrt , e fi dovea durre Pietro d' Abano a condurre ì Diavoli iti fa' vore de' Moàanefi- M* Monfignor Querenghi m fretta, che ha ai ha me (f<* tanta m fatto finire dìscì Canti. Però diremo così:

Se v'era Pietro al/or, co ì fieri carmi Traeva i morti Regni al juon dell' armi* Per gli primi Meli dell' Anno fud detto iSi$,

il Tafihni fece artaiffime mutazioni di verfi > e di flanze nel Poema, che fi leggono nelle pò-

co fa mentovate Lettere al Bari foni , con ap» parir da effe, quanta forte la felicità della ve-

na del Taflbni , perchè il variare e compor di nuovo, che da altri avrebbe efarto non po- co tempo e fatica, a lui nulla coftava: tanto

aveva egli in pugno e fenri menti > e frali , e

Rime . Mutò egli in tal congiuntura varj Nomi e Cognomi, e levò via alcune danze*

affinchè" i viventi non riconofeeflero ivi Ce ftef-

fi dipinti , nè averterò a dolerfi di lui. Co-

llante, opinione è fempre fiata in Modena , eh' egli Cotto nome del Conte di Culagna rap- prefentafi'e il Conte Paolo Brufantino Ferrare;

! fc , Autore di un Libro intitolato Dialoghi d&

Governi , Lo negava il Tafioni , con dire e ieri- che quello era un Perfo ferite» dapertutro, ; pure la verità è eh ideale affatto; e , Perfona non ebbe S quel ritratto altra Stt fuddetto, ed a- mente, che il Bmfant.no a in In una Let- ch^Sn volendo lo confettava. 16. G.ugno 1618. feri ve al Banfoni del dì M tocca dt quello, che V.S. nu S» così- ÌSanto a Conte dt Culagna, non vi min Bivacchi, e del w mondo quefti due > %Z ì l ^ H in Cajìelmovoj e * ha Famiglia de' Bertaccbì Pellegrino e dt quel- dì Modena nomato Vcfcovo tè che 'l nome dt Smone, la Ma non mi pare, pojfa fai%h pregtudjzto ah Intona del Santo , f non v e, ne mat v Il Conte dì Culagna Lnl van- è bene un Conte Ferrarese , è flato. Ma vi che e Conte dt poltrone in cremefino , tatore , c e U Rocca dt KìfZzza ed ivi poco dinante Duca di Medina Pe- ìuTafna, la quale idei nell'ultima copta mandata rò avendo h ferino e dt Culagna, lì Conte di Btfmozza quella gmnta dt Btfmoz- (e varerà a V S che non oftante che Con- pofta pregiudicare, fa L aria e anni fono, potrà caff , fot fea\ fondati tre CmS jTconte della Rocca di Culagna &c Btf mi Onella, che qui vien chiamata mozza , Ntftnozza non lungi Suro che fia la Terra di d. quefte grò. dfCulagna nel Reggiano . Ma dimentico altrove il TaHon . tefte Pparve poi Canonico Saffi ha le In una fua Lettera al fatnjnt*. feguenti parole; / Bmfannm fi fm ,

DEL T A S SO N L 5y tolar Marchef in parti bus Infidelium da un tal

Prìncipe dt Macedonia » che dà ì titoli per un frefciutto; ma non fi fa qui il nome dei Marche* fato > uè in mal Provincia del Turco egli fia Se a Modena fi (a, V. S- me l'avvifi, acciocché h k goffa aggmgnere alla Secchia- C* è di più:

il Talloni calò poi la vifìera inavvertentemen*

te in un' altra Lettera al Ba riioni fcritta adì

19 Aprile 1616, dove dice: Circa la domanda,

fall* Amico dì V- S. intorno alla comparazione

' èi Medico Scandiano : queftì era un Medico

amico mìo , che andò a Sajjìwlo , Terra che non tbbt mai tìtolo di Fortezza. V* era in governo /' \l Conte dì Culagna , che alloggiò ; e la notte

ftr molargli , guanto egli era vigilante in quel

\pverno > fece entrare nel Palazzo una Ccmpa- 1 pria di Soldati , e fece dare un allarma fai)a : I mie il poverv Medico ebbe a morir dì paura - Cbnfeffa il Conte Paolo Brigantino nella Pre-

fazione al Libro di ibpra accennato > eh" egli eia flato al governo di Safluolo; e però s' in- fende chi fotto il nome di Conte dì Culagna fotte dì fegnato dal Tafloni Sì maneggiò non poco il Baritoni in Pado- va nell* Anno 16 16. e in parte del fuflèguen-

te j perchè feguiffe in effa Città la ftampa

della Secchia rapita ; ma fi trovarono cotaìt

oftacoli ne' pubblici Revifori , erìgendo effi che fi levaffero, o fi mu tallero varj paflì, che non 5* andò più innanzi. Trattoci di farla {Unipare «Ila macchia in Padova e Venezia, £ e uè Pero il Taf- pure riufcì quefto difegno. e nè uno Stampa- Modena , e con fòni fi velia a d'elio Poema. An- tore accordò V edizione monte anche quelf altro progetto; per- dò- a medeOmo ocché, ficcome fcrive il Talloni il Librap , che dovea ad? 17 Ottobre 1617 protone per Rampare la Secchia, era andato , avm fampate alcune Rime di Fulvio Tefitco»

per le quali reftavaim- '^eft^Srarietà , ca- Poema , furono «edita Y edizione di quel dipoi due il Talloni agg.ugnefle *ione . che allora comporti; e fa- litri Canti ai dieci fin' in ma- , eh' egli di mano ceffe altre mutazioni Appari- no a^ava mandando al Baritoni - che nel 1619. do "ce poi dalle fue Lettere, Lione per ope vea ftamnarft quel Poema m una de raVun Balbani Lucchefe. Anzi in d'erto Anno fcrive cosi. B ci i5- di Giugno Vampata la Strìa awi(o dì Uone, che già è Roma molte coffe Tebe n'hanno inviate qui a (arrivo con defidew,p mde ne Ho appettando trattato dt {correvo» vedere, come m> avranno capiteranno cofiì , V- S di grava m Se ne neabh perchè non può effere, che non feriva > Ma m no anche mandate copte 4 Venata* edizion di Lion eifcndofi mai veduta quella ingannato ó egls di co o il Talloni reftò , credere legni certo fparfe tal voce per far andava medita in Lione la ftamna, che fi Inta do di farne (egeamente m Italia. DEL TASSONI. 67 ina andò tanto innanzi quefto affare, che fo« iamente nell* Anno 1621. la Secchia rapita vi- de per la prima volta la luce pubblica col

mezzo delle (lampe , e fu per cura del Ca- valier Battila Marino, Poeta allora di molto grido, ed amico del Tafloni- Seguì efla edì- lion primiera in Parigi col nome finto di Art'

dtovìficì Meìifone > non avendo voluto il Taf; foni per allora azzardare il proprio, a fin dì vedere, come in Italia venifle ricevutoli Poe- ma si da' Superiori , che da' privati. Ma nell' Anno 1624. fe ne fece un' altra edizio- ne, per quanto porta il titolo, in Rotic]gìÌQnffÌ ma per quanto io fo da buon luogo» fatta Ìli

Roma fteffa ; ed in efla ilTaffonì lafciò met- tere il nome proprio. Nel fronti fpizio della» flampa di Parigi non fi leggeva altro titolo »

fe non la Secchia; in queft' altra egli i n t'ito- ' lò il Poema la Secchia rapita J e v* aggianfe 'I ancora alcune Stanze, e fece mutazioni , di quella cominciò edere la mi* ,^ modo che ad . gliore e compiuta edizione d* eflb Poema , e ',' non già la Parigina, come fu d' avvifo V A* 01- , avendo l' Autore fatto l bate Crefeimbeni altri cambiamenti nelle fuffeguen- J poi pochi " à* altri ti edizioni di Venezia , Modena , e £ Luoghi, che contengono ancora varie Anno- tazioni di Gafparo Salvìant » e il Sommaria de Canti fatto dal tante volte mento varo d» Ami» fopra Albertino Barifoni , fuo ringoiare nell co, Mando anche il Talloni da Roma E & Anno 6* VITA di Mo; Annoiò} ai Ccnfcrvatori della Città penna d detta in dono un* e km pia re icrirto a denderava che elio fuo Poema, tal quale egli quelli ftampe ; e fi legge/le nelle pubbliche r Aprile con una Lette- il ringraziarono adi 5 . di (lima ra corteuihma, e piena di efpreftjoni lui pregandolo di gradire u* e d' affetto per , per fargli ti fechio malo, che a nome loro era di cento Scuét Cavati* Te(ìt . Il regalo fu Romani. Nè vo* laictar di accennale una al Ca- particolarità avvertita da etto Talloni 26 a Ut- nonico Saffi con l'uà lettera del di era quefli Ut* tobre cioè che il Papa ( bano Vili. Pontefice chiariamo pel luo te> pel fuo amore aite lice Ingegno , ed anche voluto leggere Lettere ) avea non folamente in effa quattro la Secchia, ma ancora notate cinque paiole, che meritavano correzione, òanta, ti Te Deum, come il Cotale dall'acqua con far pei avvi- e i fulmini da tre quattrini; Ricevette il are l'Autore, che le mutaffe- che un l apa ij 1 attoni per favore Angolare , correggere quel fefìe degnato di rivedere, e non jo je et w , dice egli » b Po< ma : del che danni in qua- memoria da cestinara , adoni 1 it- Per quefto Poema h acquiftò il 1 perchè niverfale efìimazione di tutti i dotti, Ope- venne confederata la Secchia rapita come e formila- ra nel fuo genere affatto nuova , la miftura ivi leg- .mente ingegnofa , (fante Comico , «adramente fatta dell'Eroico, del & del DEL TASSONI. 69 del Faceto > e del Grave , e con Invenzione corri fpondente alle regole de' migliori , e il nino condotto con i rnpareggia bil' artifizio > e(lend° (lato il Taflbni valente non meno nell'Eroico) che nel Faceto» e Satirico- E' vero , (crive egli in una delle Prefazioni, che slami altri verificatori Tofrani aveano già pri- ma mifchiate facezie tra te cofe gravi còpie il | ,

1 tonici lk>nia , ed il . Ma il Berma non fece Poe-

ma Epico 1 friamente aggtunfe alcune poche Ol-

irne ai Canti del Bcjardo - £ 7 Pulci ufet dall'

afte , e perde la carriera , avendo cantate con

mfì dozzinali azioni inverìfimili , e Favole pue- rili. Così ancora l' intelero Gabriello Nau- seo, Leone Alìacci> Gian-Nicio Eritreo, Ba-

I tifta Lauro, ed altri Letterati, che per que- llo Poema editarono con lodi Angolari il me- rito de! Talloni- Il Creicimbeni nell' Ifloria

della Volgar Poefia , e nel Voi. [. Lib VI. Cap-

ili, de' Comentarj , anch' egli concede , che

uè il Bernii nè il Pulci prevennero il Tallo-

ni nella Poeti a Eroicomica; ma fi avanza poi a dire, che la Gigantea del Gobbo da Pìfa, e

e la Nanea di F. Aminta, (lampare nel Seco- lo del 1500. gli poffono difputar quello prima-

to: quafichè quelle Sardella rie Poefie > com-

pone da Autori da dozzina » conofeiute da

pochi , e fyrfe lette da ni uno , meritino q ui

d'entrare in aringo , ed abbiano menato a fcuola un Talloni, Autore al certo» che noa perdeva il fuo tempo a leggere di forni gli a riti £ 3 Poeti, 70 VITA difputa Poeti- Ma pretende luogo in quefta Bracciolini da di precedenza anche Francefco pel ieberno de gh pHtoja , nobil Poeta , fuo degna di grande iti- Dei , Opera veramente ma; e in fatti hanno pretefo alcuni partigia- in quefto pregio ni di lui , ch'egli prevenire quantunque dicono il Talloni- Perciocché , del Bracciolini ufciile effi , il fuddetto Poema anni dopo alla luce nel ibió- , cioè quattro comporto mol- la Secchia rapita, pure fu e fio effi tratta ti anni prima Onde s abbino quefta notizia, non lo fo - Ma comunque il dire , eflei e ben certo , che fia » egli è da Pubblico ricevette la Secchia rapita quattro anni prima dello Scherno de gii Dei; ma non enere già egualmente certo, che il Braccioli- tem- ni averle fabbricato il fuo Poema qualche po innanzi. E quand* anche ciò per corte non era già il fuo fa fi voleffe ammettere , che altri Poema noto ad alcuno > in gmfa poteffe imparar da lui quella mefcolanza di dimoftrato flile. All' incontro, ficcome ho , lui in il Poema del Talloni fu comporto da di gioventù , e fino del 1615. egli trattava {ramparlo, e perciocché tante copie a penna n* erano fparfe per Italia prima dell' edizio ne, potè molto bene il Bracciolini imparai da lui quella maniera di Poefia. E ehe dell Opera del Bracciolini non fi averte notizia il Taffdtii nella Prefazione poco fa accenna fi pk ta lo fa abbaftaiua intendere > perchè munì DEL TASSONI. 7« oppofto il munì bensì contra chi gli averte non s avviso punto, che Derni e il Pulci; ma potere un dì pretendere a que- il Biacciolmi l'attribuì fenza dubita- rta gloria, e perciò . Finalmente G zfone alcuna l fe medefimo i8- Aprile del ifii«. oflervi ciò, eh' egli nel dì. in quello proponto, fcrifTe al Canonico Saffi fedamente divampare m mentre fi trattava ma coli' andarfene Modena il di lui Poema, parimente .dice differendo P decurione . Qui , Nt « *» «» fendere , * Mg % , ™ dà un faHidw grande- E ti Brac »i , dto mi fave aneb eg un in Piftoja s> è mejjo a A mt dubito , ebe J*> Poema a concorrenza: onde are fino a cent* cupe rà necejjayìo farne Vamp almeno, per levarla dì perìcolo. moltiffimi anni la Secchia ra- lì Veia a Da Signor la buona grazia de tina fi guadagnò confi» Franzcfe , il quale P rrault Letterato di quefio Poema derata reccellente fattura Immaginativa del Poeta, e4 aj- e la feconda e altri pregi dell' Opera ; (Mti allora de' fuoi averle ho Arano , che niuno aflunfe^gl» a tradurla in Franzefe , Sto ra- mXimorefa. E però lo fiftampò colla 1 auzlon'Szefe i| Parigi r.Ann^i^coa rapita: Le *eau cn- oueflo titolo: La Secchia tvhPoeme Hevokomìaue d« Taffon» »«^- Franco». Prem fe ment traduit d' Italie» en in cui difrppro egli una erudita Prefazione, 7 t VITA il Tafloni vò la libertà , che s' era prefa di mifchiare in quefto Poema alcuni fentimen- ti, o Equivoci poco onelti , e mal (offerti dal- la mode/1 ia de' piti /'aggi Lettori . E vera- niente noti fi può negare, che farebbe flato da defidcrar più riguardo nel Tafloni per que- fto conto ; ma egli era uomo di Mondo , e bizzarro ; e i Poeti d* Italia in que' tempi

erano licenziofì : laonde non dobbiamo (lu- ufan- pi rei , fe anch' egli feguitò te cattiva za, benché poi fi riduca a pochi palli quello proceflò Oflerva eziandio il Perrault , che 1 il Talloni non fu di coloro , che ne loro

Poemi vanno inferendo penfieri , compara-

zioni , e deferizioni prefeda gli antichi; per- 1 eh egli non feguttava fe non il fuo genio : franchezza perciò lodata e (limata da elfo Traduttor Franzelè, a cui pareva, che T imi- tazione feco porta (Te un non fo che di fervi- le, e che i Poemi fatti a guifa della bandie- ra del Piovano Arlotto fieno più toflo diret-

toti . Nè (blamente in Franzefe , ma anche la in Inglefe , alcuni anni fono, tradotta fu Secchia rapita. Giunfe a dire quel dotto In- di glefe , che quefto Poema era dopo quel Virgilio più prezzato e ammirato da lui, per- chè concorrono tutte le prerogative per di- chi ara rio Componi mento eccellente, e nel fuo genere perfetto. S' accinfe ancora il Tafloni a cantare in un Poema puramente Eroico la Conyuifta del nuovo Mondo. Ma o fia ch'egli ve- TASSONI. 71 DEL . vedendo occupato in quel genere di Poeha il principato da Torquato Taflò > non amane d'andargli dreno qual fervo; o fia che a luì ballarteli far vedere a! Pubblico , _fe non egli era da anche a qualche malevolo , eh' tanto da faper compone lodevolmente uri Poema Eroico-* non ne fece che il Canto pri- titolo dell Oceano fuol* an- mo j il quale col dare lìampato dopo la Secchia rapita. E que- lle fin qui fon T Opere o fìampate o manu- fcritte, che il Taffóni lafciò dopo di fe> del-

le quali io abbia certa notìzia- Leone Allac-

ci nel fuo Libro intitolato Apss Urbana ,Jìve iUufìrìbus qui ab Anno 1650. per t0' eie Viris , % tura i6?i Romae adfnmmt <3>c. attribuire al Talloni due Libri della Guerra della ValteU

abfohit . Io non gli ho Ima , quos nondum conto mai veduti , e non lo renderne ; ma 1 perciocché allora che l'Allacci pubblicò quel fuo Libro, era tuttavia vivente il Talloni , in tale affer- parrà a molti difficile » eh*. egli 1* Al- ri on e prendefTe abbaglio. Ma da che lacci s'ingannò in attribuire al noftro Auro- non io- re le Filippiche > le quali certamente parlato fenza 1 no di lui : così potrebbe aver t in oltre ibr.da mento ancor qui . Annovera elio Allacci fra' MSti del Talloni Un volume ài Lettere diverfe apud Heredes Cardinali! E- fienjis Eredi de' Libri del Cardinale Alef- di làndro d'Elle furono i PP. Teatini Mode- na; ma nella Ior Libreria non fi truova que- fto » E 5 V 1 T A avrà poi vi fu una volta , ft covolume ; e fe ' ganna 1 Al- r, \> A u Certo in ciò non s n un Libro MSto di Let- fa'cci be eSfle Tafloni, me ne affiorano due da tele d* M -615 al Canonico lu Vcrirte nel Giugno pure prefto la Serentjjtma mar-aio Quando or^ak, "t^'Adcra nanfe ne c^l

ch'e«- LVbnìmtiV per far delle beffe, Si Modena con Ul!a D cale Biblioteca di S quali ho veduto 10 fletto cttttofi , tra' titoli cantra la (lare del Tajfcni l' Ago flàfciam L.br de' cunoju Sì i Lefina ; La sferza ma di legno, e te pelò erano non di carta, DEL TASSONI. 75 ne vano certe punte- di feno in cima cor.fic caie in maniera che correndo i Curiofi pe tirarli fuori, fi pungevano le dita. Fra que hi fon' io d'avvilo che efilitfle ancora 11 Ma- poi nico della Secchia. Porto io ben aflicu ra- feruta re, che in Modena fi corltrva a pen- librilo Salii la a" na pretto il Conte A Difefa compoiia da elio J arto- Aleijamro Macedone , Salii, ni m un Dialogo tra Annibale un Ca- Operetta, che contie- valca , e un Valentino, ne molta erudizione Ifiorica e Politica, e di- fui verte dall' a'tro Dialogo , che principio lotto gli occhi accennai . Ho anche avuto alcuni veriì Spagnuoli da lui comporti; ed era d'ella Lingua egli in fatti ben' intendente , ficcarne ancora della Provenzale antica- E fi- alcuni qui n temet- tto no in oltre pretto dì me dì Gian • Framtfco Maia ti fomiti delle Rime il Talloni dì fua mano Campate , alle quali fecondo il fuo fece alcune poltiile cenforie , connine pugenti, e piacevoli. Menò, ficco- quello valentuomo il me abbiamo veduto , ivi dimo- più di fua vita in Roma; e finché Eritreo fre- rò, per anelato di Gian-Nicio quentò fempre V Accademia de gli UmmHi , fu Principe eh' era allora in gran credito, e faeptus cruda a s de d' erta una volta . Quivi feru- variti rebus Difputathms babtùt , come dove fieno an- le il fuddetto Eritreo. Ma erudi- dati a finire tali fuoi Ragionamenti eh* egli an- ti, io noi fo dire. Verifimile è cora 7$ VITA cora componete molti Sonetti* A mia no- tizia non fon giunti , che pochi Ili mi , fra' quali uno ne diedi alla luce nella mia Per- fetta Poeiiaj e un' altro l'ho prodotto dì fo- pra- Cinque o fei altri ne re fi ano, che per eAere troppo licenzi ofi non meritano la licen- za de' Superiori per pafìare alle ffarnpe. Fu il Taflòni di carnagione bianca, con oc- chi vivi, fronte fpazio/a » capelli biondi nel- la gioventù , di volto allegro > con ciera di galantuomo- Nel fu o Ritratto egli è r«ip' prefentato con un Fico in mano • Ho inte- ro a dire, che eflendo in Piazza di Roma > e avendo dimandato a una Donna venditri-

ce d* elfi frutti > fe erano faporiti , ella uno

gliene diede , acciocché ne facefle la pruova Se n* andò egli quella mattina tutto conten- to con dire, che quello era il primo regalo,

che gli era flato fatto in fua vita ; e però

con quei Fico fi fece dipignere . Ma è ben più verifìmile ciò, che ne fcrive Gian- Nicio Eritreo, fuo intimo conofeentc, cioè ch'egli ili ma va un Fico tutto quanto gli era venuto

dalle Corti ; e che per efprimere quello fuo

fentimenro > e far intendere, che tante fue fatiche non gli aveano prodotta ricompenfa»

che valerle un Fico , volle comparire in quel- la maniera nel fuo Ritratto- In Modena eli-

Ile tuttavia un Diflico Latino , non lo fe

corri po (lo da lui , o da altra perfona antica-

mente} in cui viene efpreflb il mede fimo fìgni*

ficato . Dextera DEL TASSONI. 77

Vextera cur Fkum , qtiaerh , tnea zefttf inanem ?

Longi operis merce! baec futi . Aula de' dit- te poi il Talloni fofle un beli* umore , non occorre eh* io il dica : balta un* occhiata a" fuoi Libri. Mirabile era 1* Ingegno fuo, fe- condili] ma la fua Fantalia, raro il fuo Senno; ed i giudizi 'di lui non meno ne* maneggi Po- litici, che in materia di Lettere, per io più erano ben fondati , e diritti. Nè fi lafciava egii ciecamente condurre dalla corrente 1 nè dalle opinioni del volgo; ma chiamando tut- to ad efame fi ftudiava di feoprire la fodei- za e la verità delle cofe , con liberamente contrariare alle altrui letterarie fentenze , qualora gli fembravano fondate fu fallì o troppo dubbiofì principi - Rìfpettava certo gli Uomini grandi , e famoli , ma non già con una fervile riverenza. Fra gli altri Poe- ti, che al fuo tempo viffèro, egli (limava for- te Torquato l'aflo , e il Ca valici- Guarino . Non ebbe forfè un eguale ftima per Ga- briello Chiabrera , Poeta per altro infigne . Scrive al Barifoni nel 1616. E' ufeito un nuo* va Poema Eroico del Chiabrera , chiamalo Fi-

. da renze Scriva il parer fuo t e fe abbiamo temere di luì- In un* altra dice : Quanto al Poema del Chiabrera V. S- ha dato giufto neII*

mar mìo . La fua vena è a propofito per can-

tate alla Pindarica , esaltare di pah in fran- ca V i T A quaranta Traf- ca\ facendoti onore c&n trenta e del Cavaher Ma- lati firavagarti . Per conto Baritoni rino, ne parlava egli in bene- lì verli del lai- non area approvato i feguenn fornii terra. V mdofo feetìtor dell' ampia Simcù regnator della Sorta. dice che e/j fptac- il Talloni: V- S- , Rifponde vuol mo . Ella perchè hanno del Marini cionZ verh burla. IHacege a Dìo, cb' tofacefit ia darebbe il Marino y che m rosi tela , come fa meglio di hit . Fera T animo dì fare il reflo timore «spugnò talvol- tro il Talloni fenza de' più accreditati Scrit- ta i fencimenti anche più la Venta e la Ragione . tori . amando propria di chiunque non vuol el- profeffione Di nel e Scienze . fere pecora neh' Arti , e fcandalezzò non poco quella fua libertà fi per altro fuo Aulico , Gian- Micio Eritreo , in alcuni ri- e proruppe nella fua Pinacoteca medefimo lai- dicolo» fchiamazzi centra del ne atte a era più vivo > , funi , allorché non feufar Entro» » rifpoodere Ma fi vuole in ufo la Cri; «erchè a* fuoi dì non era affai fopra. V Opere de ^ Letteraria , fuorché facnlegio il muover vìventi ; e pareva un Anftoteh, a i Pe- luerra a gli Omeri, a gli GmTli vecchi Ero. della mrebi , e ad altri que- ceffati gran tempo e , Letteratura. Son j fa ognuno qua! H\ fpauracchi ; ed oggidì condurre in he- privilegio competa a chi può DEL TASSONI. 79 ra migliori ragioni e fervenze, e più bei tro- vati, che quei de gli antichi. Ma non fi pò- già tra lodare , che il Tauoni , contuttoché non preftaffe gran fede all' Urologia Giudi- ciana , pure ne fofle molto intendente , e la Himaffe Arte non affatto inutile » e vana - Anzi C e lo Co dalle fue Lettere ) mofìrava di credere, che per difetto noftro , e non fuo rmfciffe cotanto , fallace ; e che i Prin- cipi la fcreditafl'ero e vieta Aero, perchè loro non torna molto a conto, che fi (appiano le cole avvenire Però allorché fi trattava di lampare ìa fua Secchia rapita, e s'incontra- vano oppofizioni , così fende al Bari foni nel dì 9. Luglio 16 16. V. S. ha opinione , che fi poi] a ftampare la Secchia 1" , mentre Autore ha congiunti il Sole e la Luna in quadrato di Sa- turno , ebefta nella nona; e io tengo dì no , e non ne ajpetto non fe male , perchè la consun- zione del Sole alla Luna fuol fare co/e notabi- li* ma non cofe buone. Il fucceffo ne chiarirà . Huafiche alla cortei lazi one, fotto cui era na- to 1* Autore , e non a certi paflì duri della Pecchia fielìa , ^aveflero da attribuire que- gli oftacoh. Hanno ben qui i faggi opinio- ne diverfa da quella del TafToni. £ fe non prima, fi potè egli difingannare al fine del. la fua vita; perciocché egli avea formato Ì'O- rofeopo della fua Natività, e per quanto fcrif- fe al Canonico Saffi , doveva fuccedere la fua morte nell'Anno fettantefimo fefto di fua età. to VITA, età. Ma quella venne lènza licenza di lui, e delle Stelle, a trovarlo peti' età di fettunta e un' Anno. A fpefe Tue fi mantenne gran tempo in Roma. Capitagli poi congiuntura di one- diflì con ito Servigio , lì acconciò , ficcome > due Cardinali in qualità di Segretario delle Lettere Fu anche invitato al fervigio del

Cardinale A le fiandra d'Elle ; ma il partito non fu accettato da lui, perchè creduto Icar- io al Tuo merito. Son' io nondimeno d' av- non vilo , che la fervitù , benché decorofa > ti u (ci (Te aflài dolce e leggiera ad un cervello libero, come egli era- Fra l'altre co/e ho oflervato, che fìando egli al fervigio del Car-

dinal Lodovifso , cosi fcrifTè al Canonico Saf-

fi: E perchè mi dkeV.S. eh' iole feriva, come dirle io mi trova nello (iato preferite : non pojjo P- Emilio altro , fe non che io mi truovo come

s'era quelle [carpe , che Metello , quando calcato i pie- gli davano così ai t Hate , ma gli ftorptavano

dì Ognuno diceva : eh che belle {carpe , come non gli fìanno bene ! Ma frattanto ti mefebino il Talloni qualche con- poteva camminare , Ebbe troverfia con alcuno de' fuoi Parenti , quali non fo, perchè noi riputavano del vero cep- po della nobii Cafa Taflòni ; laonde lafciò portarli a mettere fuori de' Manifefti per gm- ftificare la nobiltà, ed attinenza fua a gii al- ne- tri nobili Taflòni : cofa , che non pareva egli di-: ceffaria > eflendo certo e palefe , eh' feen. DEL TASSONI. U fcendeva per linea legittima dal ceppo rtef-

fi diramarono gli altri Nobili di que- io i onde lla Famiglia- Anzi come tale riconofeiuto, vinfe una lite con Giacomo Fogliali i Gen- tiluomo Modenefe > che gli contraflava al. cuni Beni a lui pervenuti per tesamente) d' una fua Parente. Seri Uè parimente alcu- ne cofe da me vedute intorno ali' antichi- tà > e nobiltà della medefimaCafa • E noi di ibpra oflèrvammo nel fuo Teftamento del 1611. eh' egli dichiarò Erede de* fuoi Beni il Cavalìcr di Malta Fra Fulvio Tajfoni fuo Cugino. Retta ancora un Sonetto da lui com- porto contra d' effi fuoi Parenti , non fo fé per quefta cagione > o pure per liti di Ro- fola ba » che parlarono fra loro. Mi è men- te noto , eh' egli ottenne da Ce/are Duca di Modena la grazia , e la reftituzion de i

Beni a Camillo Taflonì , baftardo d' efla cofìui po- Cafa » e reo d' alcuni micidj. Ma feia in benemerito de' benefizi 1* oltraggiò con diverfe ingiurie di parole. Che poi niuj ria gara od amarezza reftafle fra lui, e i i'uqi

Parenti > affai chiaro fi raccoglie dall' ulti- inflitti! mo fuo Teftamenro , in cui ne uno volle per- Erede , lafciò legati a gli altri, e petuato il pofleno della Cu» Roba ne' maf-

chi legittimi , e naturali d' cfla Famiglia, IL FINE.