XVIII I Sabato 24 ottobre 2015 VIVILAREGIONE

LET TERATURA L’ULTIMA PUBBLICAZIONE DELL’AUTORE ORIGINARIO DI ATELLA CHE VIVE E LAVORA A MILANO. L’EPOPEA DEI BENSALEM NARRATA DAI MURI A UN DISCENDENTE SORDO MENTRE L’EDIFICIO SI DISFA La terra di nostalgia sognata da Lupo Lo scrittore presenta a Venosa “L’albero di stanze” (Marsilio), storia della casa verticale in cui nacque una stirpe

di MIMMO SAMMARTINO tando, ci si può perdere nelle stanze dei numeri vaganti EVENTI SELEZIONATI DALLA GALLERIA «PORTA COELI» dove, più che guazzabugli algebrici (che portano im- i vuole tempo per restituire forma alla torre di mancabilmente tutti al risultato finale di trentatré, gli Babele. Tempo e distanze. Ma distanze che, a anni di Cristo, da cui bisnonno Redentore prende il dispetto dei percorsi della vita, non segnano nome), il patriarca porta «il conto dei debiti» contratti col Biennale di Firenze C separazioni. Sono piuttosto lontananze che av- Padreter no. vicinano mente e cuore. Babele può continuare a ergersi Memorie e presagi trattenuti da pietre e da parole. Ma attraverso il sogno di una terra che è stata famiglia, casa, sono pietre speciali quelle che sfiorano il cammino del appartenenza. Prima del viaggio. Una terra che continua patriarca dei Bensalem. Pietre che diventano pane, come Nel panorama a esistere come luogo dell’anima. Come terra di no- accade quando Redentore conosce Apollinaire la bel- stalgia. Giuseppe Lupo ci ha messo diversi lustri per far lafatta, presa con l’inganno e ridotta alla cecità. Apol- sedimentare l’immaginario favoloso che ha partorito linaire, che diventerà per tutti «Mamma Granna», vedrà mondiale anche “L’albero di stanze”. Ha dovuto caricarsi sulle spalle la germogliare dal suo ventre una promessa di discen- fatica dei sogni per restituire nomi e geometrie labili a denza. Il miracolo delle pietre-pane accadrà fra lo stupore questa costruzione che, per cinque generazioni (ma con di Crocifossi, il guardiano senza età del mulino, e del re magio Balthasar come antenato), ha messo su, pietra dottor Dubbley. E fra svolazzi di pappagalli colorati al- quattro artisti lucani su pietra, la costruzione. Con impasti di calce e farina. La levati da Adamantina, sorella di bisnonno Redentore, che casa che, mentre viene disfatta, comincia a raccontare un giorno svanirà dall’orizzonte inseguendo amori di con la voce dei muri, l’epopea di una stirpe. Il passaggio passaggio. La sorte dei Bensalem non poteva che essere di ANTONIO MASSARO fia esistenziale che appartie- obbligato dal secondo al terzo millennio. scritta nell’aria. Impressa da un mulinare di mani che ne ai territori bellissimi e Giuseppe Lupo, scrittore e letterato originario di Atel- disegnano nel vuoto il destino deciso per la stirpe. Sorte umeri impressio- difficili come il nostro». la, poi approdato a Milano, l’autore che segnata dal «fragore delle invenzioni» fra faticose in- nanti per la X Edi- La , inoltre, sarà predilige «il sogno della storia» più sonnie, musiche di flauto con voce di deserto, lamenti di zione della Flo- protagonista anche grazie a della storia stessa, regala ai propri cetre appese ai salici. N rence Biennale – due eventi collaterali che la lettori uno straordinario intreccio. Tutto accadeva mentre, mattone dopo mattone, ramo Mostra Internazionale d’Ar te galleria lucana Porta Coeli “L’albero di stanze” (Marsilio editore) dopo ramo, si innalzava la casa-pioppo. Cresceva in ver- di Firenze, che andrà avanti ha preparato per la è storia assemblata con pazienza, met- ticale «a inseguire la strada delle comete che bisnonno fino a domani: 423 artisti di Biennale: il primo oggi con la tendo insieme diverse tessere. Persino Redentore sperava di avvistare mentre approfittava del cui 66 italiani, 62 nazioni presentazione del libro di l’immagine in copertina, un albero buio per cercare il corpo di sua moglie». La polvere delle partecipanti, 1332 opere. In Aniello Ertico «Scirocco» im- sbilenco di case colorate, poste una comete sarebbe scesa sulla casa dei Bensalem a portare questo immenso e straordi- preziosito da una performan- sull’altra, nasce da un fortuito incon- fecondità e benedizione, come lievito nel pane. Per ogni nario panorama si sono ri- ce teatrale a cura di Mariano tro, per le vie di Budapest, con l’opera stanza sarebbe nato un altro figlio. Per ogni figlio un’altra tagliati uno spazio importan- Paturzo. Domani, invece, sa- di un pittore di strada: Jòszsef Ko- stanza. Finché padri e figli non diventano vento e luce e te anche quattro artisti lu- rà la volta della rivista «Si- v à c s. polvere, mentre si prepara «la fatica dell’addio». Sempre cani. Si tratta di Giovanni neresi» di . Babele Bensalem, pronipote del ca- con lo sguardo rivolto a occidente, il posto in cui il sole Cafarelli, Donato Linzalata, Jacopo Celona, General postipite, 40 anni, medico a Parigi dove tramonta e dove «ci corichiamo pure noi». Dove finiscono Antonio Saluzzi e Manuela Manager della Florence Bien- vive con moglie e due figlie, torna ne- i morti. Il rosario doloroso dei figli morti. Un destino già Telesca, che hanno avuto da nale ha sottolineato «Siamo gli ultimi giorni del 1999 nella vecchia racchiuso nella profezia di re magio Balthasar, antenato subito grandi apprezzamenti molto contenti di quanto sta casa dove è nato. Prima di venderla dei Bensalem. sia dalla critica che dal pub- accadendo a Firenze in questi deve svuotarla. Ci sono i falegnami «La vita che mi porto dentro è nata qui», confessa blico. Alla Biennale fioren- giorni. L’arte contemporanea intenti a smontare il mobilio dell’edi - l’ultimo discendente della stirpe mentre ascolta il sus- tina era presente anche il si sta riappropriando del suo ficio-torre. È in quel momento che Ba- surro del sangue. Il bisbiglio delle generazioni che rin- direttore di Porta Coeli In- ruolo di protagonista grazie LIBRI bele, nonostante la sua sordità, sente le voci. A parlare novano la storia del mulino, ventre della casa. A tavola i ternational Art Gallery, ad artisti arrivati da ogni La copertina sono i muri. Muri-testimoni di ciò che è stato. Ripetono Bensalem non potevano toccare cibo prima di aver re- Aniello Ertico. «Abbiamo se- parte del del mondo che han- del volume di parole e suoni di una lunga discendenza. Quella dei citato la litania dei nomi della progenie. I nomi trattenuti lezionato - ha detto Ertico - le no scelto questa Biennale per Giuseppe Bensalem che ebbe come patriarca bisnonno Redentore, per sempre dalla voce dei muri nella casa che si disfa. opere in funzione del tema esporre e far conoscere la Lupo «mugnaio di giorno, muratore di notte», uomo «con estro Eppure le sue geometrie continuano a custodire un senso assegnato dal direttore ar- propria arte lanciando spunti “L’albero di di alchimista nel sangue». Un capostipite, con voce di del proprio essere nel mondo, nella distanza, nella storia. tistico “Arte e Polis”. Opere, di riflessione importanti sui stanze” profeta e testa piena di vento, che fu capace di partire a E il senso, ci suggerisce Lupo, è aggrappato al simbolo di quelle dei quattro artisti lu- temi a noi più attuali come il (Marsilio) piedi verso oriente per poter accarezzare la prodigiosa «una casa di pietre lunga e stretta come un pioppo, cani, in grado di rappresen- terrorismo culturale e la mi- pietra nera. Dalla casa ai deserti («ma poi farina e sabbia, costruita all’incrocio di due carrabili nel territorio di tare, ciascuna con la propria grazione forzata. Tra questi sempre polvere sono»), dove Redentore imparò a guarire Caldbanae». È su questo orizzonte che l’inventore di grammatica, la peculiare spiccano anche gli artisti lu- dai mali di ossa e dalla morte, solo sfiorandole le braccia storie e di sogni, Giuseppe Lupo, può continuare a edi- connotazione del vivere in cani selezionati da Porta Coe- con la pietra nera, la figlia di Yousuf l’A s s i ro. ficare le sue fantasmagoriche peregrinazioni profumate terra lucana. Il concetto di li attraverso la quale la Flo- La casa antica in disfacimento, l’albero di stanze ver- di una Lucania vicina e distante. Una Lucania che forse “re s i l i e n z a ” applicato alla rence Biennale intende pro- ticale, consente di attraversare il tempo e le memorie. Fa non c’è (o non c’è più), eppure vive. “polis” che richiama l’atti - muovere l’arte contempora- udire i mormorii dei giorni inutili e di quelli buoni Stasera, alle ore 19, Lupo presenta il suo nuovo volume tudine del cittadino all’adat - nea nel sud Italia e nell’a re a («giorni di paglia e giorni di grano»). Ascoltando ascol- a Venosa, per iniziativa della Società Dante Alighieri. tamento secondo una filoso- mediter ranea».

LIBRI OGGI LA PRESENTAZIONE DI «MEMORIE NEL TEMPO» DI FRANCESCO COLONNESI ACCADDE OGGI BASILICATA, 24 OTTOBRE ‘20 Giacinto Albini Bella fa da sfondo a storie nel centenario di malinconia e anima della sua nascita

di FEDERICA D’AMBROSIO De Simone, Mariano Rigillo, Pietro De Vico, Ugo di NICOLA LISANTI D’Alessio e Toni Servillo, sarà voce narrante con ra i tanti desideri di felicità per uno scrit- Lillino Covella, docente attore. L’ i n t r at t e n i m e n t o l 24 ottobre 1920 a Montemurro si costituisce tore c'è quello di farsi apprezzare per ciò che musicale sarà curato dalla Piccola Orchestra Di- un Comitato per tributare onoranze a Gia- si è scritto con la penna del cuore. Sembra, stratta. Scorre in un soffio la lettura dell’opera di cinto Albini nel primo centenario della na- F con la pubblicazione del libro «Memorie nel Colonnesi. Tutto il suo contenuto è simbolicamente I scita che cade il 24 marzo 1921. Albini è con- tempo», che il desiderio espresso da Francesco Co- racchiuso nelle foto in bianco e nero che fanno da siderato uno dei principali organizzatori dell’in - lonnesi sia stato esaudito anche grazie alla casa edi- copertina al volume e nello stesso tempo sono un surrezione lucana fondata sulla rete dell’associa - trice Luciano Editore. La presentazione del volume è elegante ingresso alla raccolta di ricordi persona- zionismo politico di stampo mazziniano. Esponen- per oggi alle 18 a Bella, nella Sala polivalente del Cine li,riflessioni, emozioni. Immagini liriche così vicine te del Comitato dell’Ordine di Napoli, cerca di equi- Teatro Periz ai piedi del castello aragonese. Con il e simili alle “i m p re s s i o n i ” pittoriche su tela. Il pae- librare il governo prodittatoriale, dividendo i com- Sindaco, Michele Celentano e l’assessore alla Cul- sino di Bella fa da tacito sfondo al dipanarsi delle piti tra l’ala moderata d’ispirazione cavouriana, tura, Vito Leone, sul palco presenzieranno Marisa vicende, luogo dell’anima quasi ricamato sulle pa- rappresentata da Camillo Boldoni, e l’ala radicale Matone in Fierro, manager discografico, moglie gine, lievi come petali di fiori, e tuttavia piene di facente capo a Nicola Mignogna. Eletto deputato a dell’indimenticabile Aurelio, l’ambasciatore della consapevolezza, di nostalgica malinconia di tempi Lagonegro e Melfi nel 1861, rinuncia al seggio. Il canzone napoletana nel mondo, l’avvocato Rosaria antichi , assieme all’ambizione di trovare un senso Comitato, per ricordare ai giovani la figura dell’in - Izzi, Tonino Tarantino, insegnante-storico, e il me- agli accadimenti della vita. Nella brevità dei capitoli, signe patriota, pubblica, il 18 agosto, una raccolta di dico-poeta Florenzo Doino. Moderatore dell’eve n t o intriganti e coinvolgenti c’è una profondità inver- giudizi su Giacinto Albini dai suoi contemporanei. Alessandro Angiolillo. L’attrice napoletana Anna- samente proporzionale ad essi. L’autore, dotato di Vi sono scritti e parole di , Giu- maria Ackermann, straordinaria interprete di ca- una profonda cultura letteraria, usa un modo di seppe Garibaldi, Giacomo Racioppi, Carmine Se- polavori del teatro e del cinema al fianco di Eduardo esprimersi semplice, diretto e scorrevole legato a nise, Aurelio Saffi, Giovanni Nicotera, Generale C. De Filippo, che la tenne in compagnia per ben dieci tutti e cinque i sensi, viva testimonianza di calore e Boldoni, Francesco Crispi, Agostino Depretis, Flo- anni, Nino , Anton Giulio Maiano, Roberto ve r i d i c i t à . riano Del Zio, Diodato Lioy, Ada Negri ed altri.