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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO SCUOLA DI DOTTORATO Humanae litterae DIPARTIMENTO Studi Storici CORSO DI DOTTORATO Studi storici e Documentari (XXVI) NEL MEZZOGIORNO DI EPOCA UNITARIA. PER UNA BIOGRAFIA POLITICA DI GIACOMO RACIOPPI (1827-1908). Settore M-Sto/02 - Storia Moderna DOTTORANDO: Domenico Morlino TUTOR: COORDINATORE DEL DOTTORATO: Prof. Antonino De Francesco Prof.ssa Paola Vismara A. A. 2012-2013 SOMMARIO UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO ..................................... i Sommario .......................................................................................... i Indice delle figure............................................................................. ii Ringraziamenti ................................................................................ iii Glossario .......................................................................................... iv Capitolo I - La Famiglia e la formazione. La nascita della borghesia meridionale(Excursus I) .......................................................... 3 Capitolo II - Santa Maria Apparente ..................................................... 13 Capitolo III - La Parentesi economico-filosofica. ................................. 48 Capitolo IV - La setta mazziniana di Tramutola e Saponara. ............... 74 Capitolo V - I “moti di Basilicata nel 1860” ....................................... 128 Capitolo VI - La repressione del brigantaggio. Racioppi consigliere di prefettura a Napoli (excursus II). .................................. 191 Capitolo VII - Il giudizio ex – post sul processo unitario. .................. 268 Bibliografia ................................................................................... 272 i INDICE DELLE FIGURE Figura 1: La Provincia di Basilicata nel 1845 (dall’Atlante di Giuseppe Bifezzi). ................................................................................... 5 Figura 2: Giacomo Racioppi all’età di venticinque anni (Ritratto di Michele Tedesco). ................................................................................. 12 Figura 3: Il Regno delle Due Sicile e le sue province (fonte Wikipedia) ............................................................................................. 14 Figura 4: l'ex convento di Santa Maria Apparente, trasformato in prigione. ................................................................................................. 39 Figura 5: Le macerie di Montemurro dopo il sisma del 1857. ........................ 66 Figura 6: I paesi del Lagonegrese e della Val d’Agri. ..................................... 68 Figura 7: Ritratto di Giacinto Albini. (Carte Albini). ...................................... 84 ii Figura 8: Carmine Senise ..................................................................................................... 86 Figura 9 Cartina del Cilento. .......................................................................... 119 iii Figura 10: Nicola Mignogna .............................. 149 Figura 11: Palazzo Gattini .............................................................................. 152 Figura 12: La collina di Montereale............................................................... 160 Figura 13: Carmine Ferri ............... 179 Figura 14: Ritratto di Carmine Donatelli Crocco. ......................................... 195 Figura 15: il percorso della banda di Crocco . ............................................... 209 Figura 16: Il percorso della banda Borjes-Crocco. ........................................ 227 iv Figura 17: Pianta della Città di Potenza. ........................................................ 230 v RINGRAZIAMENTI Ringrazio per l’aiuto prestatomi nella mia ricerca dei documenti riguardanti l’attività di Racioppi: - Il direttore della Biblioteca della Fondazione Feltrinelli – Milano; - Il personale dell’Archivio storico della Fondazione“Banco di Napoli”- Napoli; - Il personale dell’Archivio presso il Museo Centrale del Risorgimento - Roma; - La direttrice della Biblioteca Provinciale di Potenza – Potenza; - La direttrice della Biblioteca Comunale “Giacomo Racioppi” – Moliterno (PZ); - La direttrice Valeria Verrastro e la dr. Angela Castronuovo dell’Archivio di Stato di Potenza. vi GLOSSARIO Alla scarsa. Salario pagato senza vitto. Cafone. Contadino. Chiassuolo. Vicolo. Civile. Membro del ceto medio o borghesia. Comunisti. Contadini che si battono per la difesa delle “terre comuni” o demani. Focagna. Focolare o stanza dove si trova il focolare principale della casa. Formentone. Granturco. Lazzari. I popolani di Napoli, il sottoproletariato napoletano, fedeli alla corona borbonica. Dalla parabola di Lazzaro e del ricco Epulone. Luciani. Abitanti del quartiere Santa Lucia a Napoli. Pignataro. Vasellaio. Sottano. Nel dialetto potentino, una casa semi-interrata, collegata alla strada con una scala. Terrazzani. Abitanti di un paese. vii CAPITOLO I - LA FAMIGLIA E LA FORMAZIONE. LA NASCITA DELLA BORGHESIA MERIDIONALE(EXCURSUS I) Negli atti del processo, tenutosi presso la Gran Corte Criminale di Basilicata, per la setta “mazziniana” di Tramutola e Saponara1, è conservato l’atto di nascita di Giacomo Racioppi, che era uno degli imputati. Giacomo Vincenzo Racioppi nacque a Moliterno, distretto di Lagonegro, provincia di Basilicata, il 21 maggio 1827. Il padre era Don Francesco Racioppi, un personaggio di un certo rilievo. Originario di Spinoso, un altro paese della Basilicata, si era trasferito a Moliterno, per ricoprire la carica di Cancelliere del Giudicato di Pace.2 Lì aveva sposato Donna Anna Teresa Padula. Secondo il foglio del catasto provvisorio, allegato agli atti del processo, a Moliterno la famiglia Racioppi possedeva un piccolo patrimonio: una casa, querceti, castagneti e vigneti, “pari a ducati 18, grani due e calli 6”3. Va messo in conto che la famiglia Racioppi possedeva altri terreni a Spinoso, all’epoca ancora eredità indivisa4. Inoltre, le dichiarazioni catastali, spesso sottostimavano il reale patrimonio di una famiglia, per imprecisioni, sempre possibili in un catasto “provvisorio” o per dichiarazioni infedeli, per ridurre l’imponibile dell’imposta fondiaria. Comunque sia, la famiglia di Francesco Racioppi poteva apparire ricca, in una realtà in cui possedere una casa o un pezzo di terra costituiva spesso 1ARCHIVIO DI STATO DI POTENZA (d’ora in poi ASP), Atti e processi di valore storico, Busta 157, Fascicolo 11, f.261. 2 Cfr. T. PEDIO, Francesco Racioppi, in Dizionario dei patrioti lucani, Trani- Bari, Società di Storia patria per la Puglia, 1969-1990 (ristampa anastatica Villa d’Agri, Regione Basilicata, 2005), ad vocem. 3Atti e processi di valore storico, Busta 157, Fascicolo 11, f. 265. 4 D. SABELLA, Giacomo Racioppi, attraverso la corrispondenza con lo zio Abate Antonio, in “Realtà del Mezzogiorno”, a. XI,n. 8-9 (ago./set. 1971), p. 906. 3 un’enorme differenza sociale e in cui altri piccoli proprietari dichiaravano una rendita di un solo ducato. 4 Figura 1: La Provincia di Basilicata nel 1845 (dall’Atlante di Giuseppe Bifezzi). 5 Francesco Racioppi era, insomma, il tipico membro di quella borghesia agraria che aveva costruito la sua fortuna con la crisi, prima, e l’abolizione del feudalesimo, poi. Ecco come il figlio Giacomo ricostruisce la formazione di questo ceto: “Prima che i feudali ordini cadessero, piccoli e grami proprietari esistevano, piccola borghesia, molti preti, molti frati, elementi di un certo annobilirsi alla famiglia popolana. Ma dopo che il senno italico, rimesso su dal dominio francese, attuò appo noi i principi della novella civiltà e, scrollata la feudalità, spartì i latifondi, abolì maioraschi e manimorte e i latissimi possessi ecclesiastici, surse qui la società dell’oggi e la classe proprietaria, che non è la nobiltà del sangue, ma l’aristocrazia del possesso. Da quell’ordine di fatti e da due sorgenti ebbe origini e incremento questo, appo noi, patriziato della società borghese, - dalla vendita de’ possessi demaniali e dall’affitto di quelli che furono feudali, cui i nobili lontani o assenti allogarono a poco prezzo.”5 Questa nuova borghesia, continua Giacomo, non disdegnò il lavoro e curò anche l’istruzione, meno l’educazione a dire il vero (quest’ultima affermazione acquista senso se si legge la critica che egli altrove fa alle scuole meridionali)6. Così “i nuovi uffici civili, che i nuovi ordini crearono essa assunse ed al lavoro dell’intelletto sposò quello delle industrie e dei campi (…) Per codeste svariate cause dal 1820 al 1840 la proprietà fondiaria si accentrava con moto progrediente nella classe dei proprietari e questi i capitali sovrabbondanti investivano nella pastorizia, onde venne impulso e bisogno di appropriarsi di quelle sterili terre, che erano già demani comunali cioè proprietà di nessuno, perché all’uso di tutti.”7 La borghesia era entrata in concorrenza con i contadini per il possesso di quei demani ex- feudali o comunali. Le disposizioni della legge di “eversione” della feudalità (1806) e di un ministro lungimirante,Giuseppe Zurlo,intendevano distribuire queste terre proprio ai contadini, per ricompensarli dei vecchi diritti di 5Storia dei moti di Basilicata e delle provincie contermini nel 1860, Napoli, A. Morelli, 1867 (ristampa anastatica, Potenza, V. Porfidio, 2010), pp.7-8. 6 Cfr. Storia dei popoli della Lucania e della Basilicata, Roma, Loescher, 1889(ristampa anastatica Matera, BMG, 1970), Vol.II, p. 252. 7Storia dei moti di Basilicata e delle provincie contermini nel 1860, cit., pp.7-8. 6 epoca feudale e per creare un ceto di piccoli proprietari.