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HIRAM

Rivista del Grande Oriente d’Italia n. 1/2007

• EDITORIALE

Garibaldi Massone 3 Garibaldi, the Mason 15 Gustavo Raffi

Perché sono diventato e sono rimasto un Massone? 15 Pietro Francesco Bayeli

Il Fondo RLI-Gregogna-La Loggia “Italia” 450 21 Enrico Serventi Longhi

La Stella e i fondamenti dell’astrologia 33 Pietro Mander

Glossario ebraico-muratorio 47 Felice Israel

Cristianesimo e Religione 59 Ovidio La Pera

NMR: Nuovi Movimenti Religiosi. NMM: Nuovi Movimenti Magici. Perché gli dei ritornano 69 Antonio D’Alonzo

Le discipline psicologiche e la Massoneria a Parigi e Roma all’inizio del Novecento 83 Renato Foschi ed Elisabetta Cicciola

• SEGNALAZIONI EDITORIALI 97 HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 2

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EDITORIALE Garibaldi Massone*

di Gustavo Raffi Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Palazzo Giustiniani

l 13 marzo 1848, all’atto di abban- soneria fu per Garibaldi non certo un episo- donare quell’America Latina che lo dio casuale ed effimero ma una scelta medi- aveva visto per quindici anni pro- tata e vincolante, che egli maturò a metà tagonista delle lotte per la libertà, l’ultimo della sua esistenza e mantenne in modo saluto di Garibaldi fu per i Fratelli della consapevole fino alla morte. Sfrondata di Loggia “Les Amis de la Patrie” di Monte- taluni orpelli esoterici e rituali, che egli video. mostrò di non tenere in grande considera- zione, la Massoneria fu per Garibaldi, spe- Mio caro fratello – scrisse ad A d o l p h e cie dopo il 1860, un luogo di aggregazione Vaillant – poiché i miei impegni m’impedi - e uno strumento organizzativo del quale scono di soddisfare il desiderio di andarmi cercò a più riprese di avvalersi per realizza- a congedare di persona dai miei carissimi re i propri progetti politici e culturali. fratelli della loggia, vi prego di voler avere la bontà di presentare voi stesso al loro L’organizzazione massonica – ha scrit- rispettabile consesso i miei addii, i miei to Mola – fu dunque pensata da Garibaldi auguri per la loro felicità e la mia speran - quale rete atta a ricondurre all’unità le za di conservarmi, in qualunque parte del altrimenti disperse forze del rinnovamen - mondo io mi trovi, loro devoto fratello e to italiano: all’interno, con la formazione sempre pronto a dedicarmi al sacro rito, al di una dirigenza nuova, capace di guarda - quale ho l’onore di appartenere. re agli sconfinati orizzonti aperti dallo svi - luppo delle scienze (medicina, chimica, Mai parole potevano essere più rivelatri- fisica, antropologia, etc.), invece di rim - ci e profetiche; poiché l’adesione alla Mas-

* The editorial staff decided not to accompany the present contribution with its short abstract as the same is fully presented in the English version in the next pages. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 4

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picciolirsi nelle meschine gare per il pote - nazionalistica. Garibaldi frequentò poi le re; verso l’esterno, con l’inserimento di Logge massoniche di New York nel 1850 e quella dirigenza in un circuito intel - quelle di Londra intorno al lettuale le cui colonne d’Ercole, 1853-’54, dove entrò in con- unificata l’Italia, erano la federazio - tatto con alcuni esponenti del- ne d’Europa, la formazione dei l’internazionalismo democrati- grandi sistemi etnico-linguistici co aperti ai contributi del pen- (slavi, anglosassoni, latini etc.) e, infine, l’‘unità mondiale’ dell’uma - siero socialista e inclini a col- nità affratellata da un empito locare la Massoneria su posi- costruttivo. zioni fortemente antipapiste. Soltanto nel giugno 1860, E la Massoneria a sua volta – nella Palermo appena conqui- vale la pena sottolinearlo – utilizzò stata, Garibaldi venne elevato Garibaldi, sia prima che dopo la al grado di Maestro Massone e sua morte, come straordinario sempre a Palermo, nel 1862, il t e s t i m o n i a l e come veicolo di pro- Supremo Consiglio del Rito paganda dei propri ideali. Scozzese Antico ed A c c e t t a t o , Garibaldi – come ricorda Ful- luogo di raccolta di Massoni vio Conti in un articolo apparso su italiani di fede repubblicana e H i r a m nel 2002, in occasione del radicale, gli affidò il titolo di centoventesimo anniversario della Gran Maestro. Il Grande morte – venne iniziato alla Masso- Oriente Italiano, ricostituito a neria nel 1844, all’età di trentasette anni, Torino nel 1859 e inizialmente dominato da nella Loggia “L’Asil de la Vertud” di Mon- esponenti vicini a Cavour, affidò invece la tevideo, una Loggia irregolare; emanazione carica di Gran Maestro a Costantino Nigra della Massoneria brasiliana, non ricono- e conferì a Garibaldi soltanto il titolo onori- sciuta dalle principali Obbedienze massoni- fico di “primo Libero Muratore italiano”. che internazionali, quali erano la Gran Log- Accettando il titolo di Gran Maestro del- gia d’Inghilterra e il Grande Oriente di l’obbedienza siciliana Garibaldi scrisse: Francia. Sempre nel corso del 1844 egli regolarizzò tuttavia la sua posizione presso Assumo di gran cuore il supremo uffi - la Loggia “Les Amis de la Patrie” di Mon- cio di capo della Massoneria Italiana costi - tevideo posta all’obbedienza del Grande tuita secondo il Rito Scozzese Riformato Oriente di Parigi. Anch’egli entrò quindi in ed Accettato. Lo assumo perché mi viene Massoneria durante l’esperienza dell’esilio, conferito dal libero voto di uomini liberi, a cui devo la mia gratitudine non solamente profittando dell’asilo che trovarono nelle per l’espressione della loro fiducia in me Logge tutti quei rifugiati politici dei paesi nello avermi elevato a così altissimo posto, europei governati da regimi dispotici e osti- quanto per l’appoggio che essi mi diedero li a ogni apertura in direzione democratica e da al Volturno, nella grande ope - HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 5

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ra dello affrancamento delle province Fu il fallimento dell’impresa dell’agosto meridionali. Codesta nomina a Gran Mae - 1 8 6 2 – ha osservato Aldo A l e s s a n d r o stro è la più solenne interpretazione delle Mola – a spingere Garibaldi su posizioni tendenze dell’animo mio, de’ miei voti; di anticlericalismo intransigente. dello scopo cui ho mirato in tutta la mia vita. Ed io vi do In effetti, da quel momento sicurtà che mercé vostra e col - in poi il generale manifestò una la cooperazione di tutti i sempre più convinta adesione nostri fratelli, la bandiera d’I - alle posizioni della Massone- talia, ch’è quella dell’umani - ria, che fu la principale sosteni- tà, sarà il faro da cui partirà trice nella penisola di un laici- per tutto il mondo la luce del vero progresso. smo inflessibile e di una guerra a oltranza contro la Chiesa cat- Si stava preparando, in tolica. L’obiettivo politico del- quello scorcio del 1862, la la liberazione di Roma dal spedizione per la liberazione dominio pontificio ben si di Roma che sarebbe stata coniugava evidentemente con interrotta il 29 agosto dalle l’obiettivo di dar vita a uno fucilate di Aspromonte. Gari- Stato laico e democratico, ove baldi, accettando la carica il potere temporale dei papi o ffertagli dall’obbedienza fosse soltanto un ricordo. D’al- scozzesista siciliana, dimo- tro canto – come scrive Fulvio strò che in quella fase egli identificava la Conti – anche dentro il Grande Massoneria con il programma nazionale e Oriente d’Italia la componente democratica intendeva avvalersi di essa quale strumento di provenienza garibaldina cominciava a organizzativo e di raccordo fra le varie cor- consolidare la propria presenza e a imporre renti democratiche. Non a caso, appena le proprie scelte politiche e ideologiche. Non giunto in Sicilia, presenziò all’iniziazione stupisce perciò che la prima vera Costituen - del figlio Menotti (il l luglio) e firmò egli te massonica italiana, quella che si tenne a stesso (il 3 luglio) la proposta di aff i l i a z i o- Firenze nel maggio 1864 con la partecipa - ne dell’intero suo stato maggiore (Pietro zione di 72 delegati, riuscisse finalmente a Ripari, Giacinto Bruzzesi, Francesco Nullo, eleggere Garibaldi, a larghissima maggio - Giuseppe Guerzoni, Enrico Guastalla e gli ranza, come nuovo gran maestro. altri). In prospettiva, una volta completata Come è noto, egli detenne questa carica la lotta per l’indipendenza nazionale, il pro- solo per pochi mesi. Troppo vivaci erano gli getto politico della Massoneria doveva però scontri in atto proprio in quel periodo fra i identificarsi con un disegno più ampio e più vari gruppi della sinistra italiana perché ambizioso, quello del riscatto e dell’eman- questi potessero riconoscersi nella l e a d e r - cipazione dell’intera umanità. s h i p unificante di Garibaldi, come era acca- HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 6

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duto nel recente passato. Il futuro Gran Massoneria perché divisi. [...] Io sono di Maestro Lodovico Frapolli vide nella nomi- parere che l’unità massonica trarrà a sé na di Garibaldi un passo indietro rispetto al l’unità politica d’Italia. Facciasi in masso - progetto di depoliticizza- neria quel fascio Roma - zione della Massoneria che no che ad onta di tanti tanto gli stava a cuore, un sforzi non si è potuto ancora ottenere in poli - progetto che mirava a tica. Io reputo i masso - impiantare anche in Italia ni eletta porzione del una Massoneria di model- popolo italiano. Essi lo anglosassone, estranea pongano da parte le alle beghe di partito. passioni profane e con la coscienza dell’alta È già una fatalità – missione che dalla scrisse Frapolli a Mordini, nobile istituzione mas - commentando l’elezione sonica gli è affidata, di Garibaldi – che le circo - creino l’unità morale stanze ci abbiano forzati a della Nazione. Noi non scegliere per l’Italia, a abbiamo ancora l’unità gran maestro, un uomo morale; che la masso - politico. Inconveniente che neria faccia questa, e non può essere tollerato, se q u e l l a [l’unità della nazione] sarà subito non ammettendo la funzione che Garibal - f a t t a . [...] L’astensione è inerzia, è morte. di sia la bandiera del popolo, il mito incar - Urge l’intendersi, e nell’unità degli inten - nato dell’umanitarismo, mentre d’altron - dimenti avremo l’unità di azione. de, se quel nome è da tutti accettato, egli è perché ognuno presume che il generale si La Costituente napoletana del 1867 eles- contenti di questo rôle eccezionale e non se se Garibaldi Gran Maestro Onorario del ne mescoli altrimenti. Grande Oriente d’Italia, obbedienza ormai In realtà Garibaldi, come si è già detto, conquistata dagli esponenti della sinistra di non pensava affatto che la Massoneria orientamento democratico. Il legame con dovesse estraniarsi dalle vicende politiche l’istituzione liberomuratoria divenne quindi nazionali, almeno fino a quando Roma fos- saldissimo, e altrettanto profonda fu l’iden- se rimasta sotto la dominazione dei papi. tificazione con gli ideali e i valori culturali Così nel maggio 1867, alla vigilia della di cui essa si faceva portavoce. E non incri- Costituente Massonica di Napoli, egli lan- narono questo rapporto neppure i dissapori ciò un celebre appello a tutti i “fratelli” del- manifestatisi in occasione dell’Anticoncilio la penisola: di Napoli del 1869, a cui egli aderì con grande entusiasmo e dal quale la Massone- Come non abbiamo ancora patria per - ria, per volere di Frapolli, rimase invece ché non abbiamo Roma, così non abbiamo sostanzialmente estranea. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 7

• 7 • Garibaldi massone, G. Raffi Nel 1872 Garibaldi rilanciò con estrema Nell’ultimo scorcio della vita la coinci- chiarezza quello che sarebbe divenuto il denza fra le sue posizioni e quelle della principale progetto politico Massoneria fu pressoché dei suoi ultimi anni di vita e totale. Basterà ricordare il il testamento ideale che egli suo impegno nelle file del avrebbe lasciato alla sinistra movimento pacifista e la italiana post-risorg i m e n t a l e : battaglia, che vide ovun- l’idea cioè – rileva ancora que i Massoni in prima Conti – di riunire in un fila, per promuovere la fascio comune tutte le cor - costituzione di org a n i s m i renti della democrazia, tutte di arbitrato a livello inter- le forze impegnate nella dif - nazionale che scongiuras- fusione dei valori della cul - sero il ricorso alle guerre. tura laica, della libertà, del Oppure le sue battaglie progresso, di un riformismo per il suffragio universale, che accettava di muoversi per l’emancipazione fem- all’interno del quadro istitu - minile, per la diff u s i o n e zionale vigente pur non dell’istruzione obbligato- rinunciando alla prospettiva ria, laica e gratuita: tutti di cambiamenti più radicali temi che costituivano il in un lontano futuro. La patrimonio comune della Massoneria doveva farsi promotrice di que- sinistra democratica italiana di matrice sto progetto e fornire il collante ideologico r i s o rgimentale e che la Massoneria inserì e organizzativo di cui esso necessitava per nel proprio programma e decise di sostene- essere coronato dal successo. re con le modalità più diverse. Quanto alla questione dell’emancipazione della donna, Perché tutte le associazioni italiane ten - egli dimostrò di darne un’interpretazione denti al bene – si domandava nel 1873 – molto concreta e spregiudicata anche all’in- non si affratellano e non si pongono per terno del mondo massonico: nell’archivio amore d’indispensabile disciplina sotto il storico del Grande Oriente d’Italia si con- vessillo democratico del Patto di Roma? servano documenti del 1867 con i quali egli [...] La più antica e la più veneranda delle conferiva i gradi massonici anche alle don- società democratiche, la Massoneria; non ne. Un tema, allora come oggi, oggetto di darà essa l’esempio di aggregazione al accesi dibattiti e di contrastanti visioni fascio italiano? Le società operaie, interna - zionali, artigiane, etc. non portano esse nel all’interno delle varie obbedienze libero- loro emblema la fratellanza universale, muratorie. quanto la Massoneria? Formate il fascio, Ma si pensi, per avere una conferma del- adunque, repubblicani ringhiosi; stringe - la forte consonanza di vedute che vi fu tevi intorno al Patto di Roma. anche sul versante del razionalismo positi- HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 8

• 8 • EDITORIALE vistico e della militanza anticlericale, all’a- d’oltremare (in America Latina, in A f r i c a desione che Garibaldi dette al movimento del Nord, etc.); altre denominazioni, come per diffondere in Italia l’idea e la pratica “Caprera”, “Luce di Caprera”, “Leone di della cremazione: movi- Caprera”, erano ispirate mento che fu diretta- dalla medesima mente promosso dalle volontà di rendere Logge massoniche e omaggio all’eroe niz- che ebbe fra i suoi zardo. La Massoneria maggiori dirigenti promosse inoltre molte figure di primo innumerevoli ceri- piano della Massone- monie, commemo- ria. E molto fece discu- razioni, inaugurazioni tere in Italia, dopo la di lapidi e monumen- morte di Garibaldi, il ti alla memoria di mancato rispetto delle Garibaldi. La più sue ultime volontà, che importante di queste erano quelle appunto iniziative fu l’inaugu- di vedere il suo corpo razione a Roma del ritornare cenere. monumento sul Giani- Quando Garibaldi morì la Massoneria fu colo, che si tenne emblematicamente il 20 tra le forze politiche e sociali italiane quel- settembre 1895, nel venticinquesimo la che più di altre si incaricò di conservarne anniversario di Porta Pia, quando quella la memoria e di alimentarne il mito. Spe- data memorabile venne per la prima volta cialmente negli anni di Crispi, intorno alla celebrata come festa civile della nazione figura di Garibaldi si cercò di costruire una italiana. Una ricorrenza che solo il patto religione civile imperniata sul mito laico del scellerato fra fascismo e Chiesa cattolica R i s o rgime nto, e la Massoneria, all’epoca del 1929 avrebbe cancellato dal calendario sotto la guida di Adriano Lemmi, ebbe un delle festività nazionali, simbolo di una ruolo notevolissimo nel favorire la riuscita patria finalmente costruita nel segno della dell’operazione. “Garibaldi” fu il nome di democrazia e della laicità, alla quale sia gran lunga più diffuso fra quelli dati alle Garibaldi che la Massoneria avevano dato Logge della penisola o alle Logge italiane un contributo determinante. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 9

Garibaldi, the Mason

by the Most Worshipful Brother Gustavo Raffi Grand Master of the Grande Oriente d’Italia - Palazzo Giustiniani

t was the thirteenth of March, 1848, binding choice made half-way through his when Garibaldi left Latin A m e r i c a life and consciously kept to until his death. where, for fifteen years, he had Once devoid of some esoteric and ritual been a protagonist in the fight for freedom. trimmings, which Garibaldi openly did not On that occasion his last words were for the consider highly, Masonry was for him, Brethren of the “Les Amis de la Patrie” especially after 1860, a meeting place and a Lodge in Montevideo. means of organisation which he more than once tried to make use of to carry out his My dear brother – he wrote to A d o l p h e own political and cultural plans. Vaillant – as my engagements prevent me from carrying out my desire to take leave, Masonic organisation – wrote Mola – in person, of my dear brethren of the lod - was thought of by Garibaldi as a network ge, I beg you to be good enough as to pass able to unite the otherwise dispersed forces on, at their respectable meeting, my of the Italian renewal: from the inside, by goodbyes, my wishes for their happiness forming new leaders able to look to the and my hope that, wherever I may be in boundless horizons opened up by progress the world, I will remain their devoted bro - in the sciences (medicine, chemistry, ther, always ready to dedicate myself to physics, anthropology etc.) rather than the Sacred Rite to which I have the honour become small-minded through the petty of belonging. struggles for power, and from the outside by placing those leaders in an intellectual Never could words be more revealing circuit whose Pillars of Hercules, once and prophetical, as for Garibaldi, joining Italy was unified, were a European federa - the Masonry was certainly not a chance, tion, the formation of great ethnic-lingui - ephemeral episode but a pondered and stic systems (Anglo-Saxon, Latin, Slavic HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 10

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etc.) and finally “worldwide” unity of Garibaldi then attended the Masonic humanity kept together in a brotherly way Lodges of New York in 1850 and of Lon- by constructive ideals. don in 1853-‘54, where he met several sup- porters of democratic It is worth under- i n t e r n a t i o n a l i s m , lining that the Mason- whose minds were r y, in its turn, used open to making Garibaldi both before socialist thoughts and after his death as their own and give an exceptional testi- the Masonry a monial and as a means strong anti-papal of propaganda of their stand. ideals. Only in June Garibaldi, as Ful- 1860, in the newly vio Conti recounts in conquered Palermo, an article published in Garibaldi was raised H i r a m in 2002, on the to the grade of Mas- occasion of the one ter Mason and then, hundred and twentieth in 1862, the anniversary of his Supreme Council of death, was initiated the Ancient and into Masonry in 1844, Accepted Scottish at the age of thirty-seven, in the “L’Asil de Rite, a meeting place for Italian Masons of la Vertud” Lodge in Montevideo. This was republican and radical ideals, gave him the an unlawful Lodge stemming from the title of Grand Master. The Italian Grande Brazilian Masonry which was not recog- Oriente, reconstituted in Turin in 1859 and nised by the main international Masonic initially dominated by members close to Grand Lodges, like the Grand Lodge of Cavour, gave, on the other hand, the role of England and the Grand Orient of France. Grand Master to Costantino Nigra and only L a t e r, in 1844, he regularised his posi- the honorary title of “First Italian Freema- tion joining the “Les Amis de la Patrie” son” to Garibaldi. Accepting the title of Lodge, in Montevideo, under the obedience Grand Master of Sicilian obedience of the Grand Orient of Paris. So, also Garibaldi wrote: Garibaldi entered the Masonry during his exile taking advantage of the asylum, I willingly take on the supreme office of which was offered by the Lodges to all the head of the Italian Masonry constituted political refugees of European countries according to the Reformed and Accepted governed by despotic regimes, which were Scottish Rite. I take it on because it was hostile to any democratic or nationalistic conferred on me by the free votes of free o p e n i n g . men, to whom I owe my gratitude not HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 11

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only for the trust shown me in elevating once the fight for national independence me to such a high position but also for the was completed, the political plan of the help they gave me from Marsala to Vol - Masonry was to identify itself with a wider turno, in the great task of freeing the sou - and more ambitious thern provinces. My aim, that of liberation nomination of Grand and emancipation of Master is the most the whole of huma- solemn interpreta - tion of the tendencies n i t y. of my very soul, of my votes, of the aims It was the failure towards which I have of the venture of worked all my life. I August 1862 – assure you that with observed Aldo A l e s- your mercy and with sandro Mola – t h a t the cooperation of all led Garibaldi to take our brethren, the Italian flag, which is that up an intransigent anti-clerical stand. of humanity, will be the beacon from which the light of true progress will be Basically from that moment on, it could shed all over the world. be seen that the General was more and more convinced of his adhesion to the position of In that second half of 1862, the expedi- the Masonry, which was the main supporter tion for the liberation of Rome was being in the peninsula of an inflexible laicism and prepared, but is was to be interrupted on the of war to the death against the Catholic twenty-ninth of August, when he was Church. The political objective of the libe- wounded in the thigh in the shooting ration of Rome from the papal dominion exchange in Aspromonte. Garibaldi, accep- was obviously at one with the objective to ting the role offered to him by the Sicilian give birth to a laic and democratic state, in Scottish obedience, demonstrated that, in which the temporal power of the Popes was that phase, he identified the Masonry with only a memory. At the same time – as Ful- the national programme and intended to use vio Conti writes – even inside the Grande it as a means of organisation and meeting Oriente d’Italia the democratic component point of the various democratic currents. It stemming from Garibaldi started to conso- was not by chance that, once arrived in Sici- lidate its presence and impose its own poli- l y, he attended the initiation of his son tical and ideological choices. It is not sur - Menotti (the first of July) and he in person prising therefore that the first real Italian signed (on the third of July) the proposal of Masonic Constituent Assembly, which was a ffiliation of the whole of his general staff held in in May 1864, with the par - (Pietro Ripari, Giacinto Bruzzesi, ticipation of seventy–two delegates, finally Francesco Nullo, Giuseppe Guerzoni, Enri- managed to elect Garibaldi, with a great co Guastalla and others). In the long term, majority, as the new Grand Master. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 12

• 12 • EDITORIAL As known, Garibaldi held this position under the dominion of the Popes. So in May for only few months. The clashes in act 1867, on the eve of the Masonic Constituent between the various Ita- Assembly in , lian left-wing groups he made a famous were too lively to per- appeal to all the mit them to come Brethren of the together under the uni- peninsula. fying leadership of Garibaldi as had hap- As we do not pened in the recent yet have a country past. The future Grand because we do not Master Ludovico have Rome, so we Frapolli saw the nomi- do not have a nation of Garibaldi as a Masonry because it is divided [...]. I am step back, respect to the of the opinion that plan he had very much Masonic unity will at heart – to de-politicise lead to the political the Masonry – a plan that aimed at setting unity of Italy. Let, in the masonry, that up also in Italy an Anglo-Saxon model of Roman fasces be made that notwithstan - Masonry which was not subject to political ding great effort has not yet been be obtai - party problems. ned in politics. I believe the masons to be an elect part of the Italian people. Let them It is already a fatality – Frapolli wrote put aside their profane passions and with to Mordini, commenting on the election of the awareness of the high mission that the Garibaldi – that circumstances have forced noble masonic institution has entrusted us to choose, for Italy, a politician as them to create the moral unity of the Grand Master. An inconvenience that Nation. We still do not have moral unity; cannot be tolerated without admitting the let the masonry achieve this and the other function of Garibaldi as the banner of the [the unity of the nation] will immediately people, the incarnate myth of humanitaria - be achieved [...]. Abstention is inertness, it nism, while in other respects if his name is is death. I urge understanding, and in the accepted by all, it is because everyone pre - unity of understanding we will have unity sumes that the General is happy with this of action. important r ô l e and he does not concern himself otherwise. The Naples Constituent Assembly of 1867 elected Garibaldi as the Honorary A c t u a l l y, Garibaldi, as has already been Grand Master of the Grande Oriente d’I- said, did not think at all, that national poli- talia, obedience by now acquired by the tical events should be separate from the members of the democratic left-wing. T h e M a s o n r y, at least while Rome remained tie with the institution of the Freemasons HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 13

• 13 • Garibaldi, the Mason, G. Raffi

therefore became very strong, and just as 1873 – join together and place themselves, strong was the identification with the ideals for the love of indispensable discipline, and cultural values of under the democratic which it was banner of the Pact spokesperson. T h e of Rome ? [ . . . ] . relationship was not Why does not the most ancient and even ruined after the the most revered of slight disagreements democratic socie - which occurred on ties, the Masonry, the occasion of the set an example of Anti-council of aggregation under Naples in 1869 the Italian bund - which Garibaldi le? The societies, joined with great working class, enthusiasm and from international, arti - which the Masonry, san etc., do not through the will of have into their emblems incorpo - Frapolli, had pratical- rate universal Bro - ly nothing to do with. therhood, like the Masonry? Constitute In 1872 Garibaldi re-launched with the bundle, therefore, growling republi - absolute clarity what was to become the cans; join together around the Pact of main political plan of the last years of his Rome. life, and the ideal testament that he would leave to the post-Risorgimento Italian left- In the last part of his life, his position wing: the idea – as pointed out by Conti – t o and that of the Masonry practically over- gather together into one common bundle all lapped. It is enough to remember his zeal in the democratic currents, all the forces work - the ranks of the pacifist movement and the ing towards the spreading of the values of battle, that saw everywhere Masons in the the laic culture, of freedom, of progress, of a front line to promote the constitution of reformism that accepted to move within the arbitration panels at an international level to institutional framework in force, without prevent resorting to war, or else his battles abandoning the prospects of more radical for universal suffrage, for women’s emanci- changes in the distant future. The Masonry pation, for the diffusion of compulsory laic was to promote this plan and supply the free education, all themes that constituted ideological and organising cohesive which the common patrimony of the democratic it needed to be crowned with success. Italian left-wing of Risorgimento matrix and that the Masonry included in their own Why do not all the Italian associations programme and decided to support in many inclined to good – he asked himself in d i ffe rent ways. As far as women’s emanci- HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 14

• 14 • EDITORIAL pation is concerned, he gave an extremely the figure of Garibaldi centred on the laic concrete and open-minded interpretation, myth of the Risorgimento, and the Mason- even for the Masonic r y, under the guide of A d r i a - world: in the historical no Lemmi at the time, archives of the Grande played an extremely note- Oriente d’Italia, docu- worthy role in contributing ments dating back to to the success of operation. 1867, are kept with which “Garibaldi” was by far the he conferred Masonic most popular name out of degrees also to women. A those given to both the theme, then as now, object Lodges of the peninsula and of heated debates and con- to those Italian ones over- trasting visions within the seas (in Latin America, in various Masonic Grand North Africa etc.): other Lodges. names, like “Caprera”, To have confirmation “Luce di Caprera”, “Leone of the strong consonance di Caprera”, were inspired of points of view that also by the same desire to pay existed on the side of posi- homage to the Nice hero: The Masonry, tivistic rationalism and the anti-clerical mi- besides, promised innumerable ceremonies, l i t a n c y, just consider the adhesion Garibal- commemorations, inaugurations of memo- di gave to the movement to spread, in Italy, rial tablets and monuments in the name of the idea and the practice of cremation: a Garibaldi. The most important of these ini- movement that was directly promoted by tiatives was the inauguration of the monu- the Masonic Lodges and that had many ment on the Gianicolo hill in Rome, which prominent figures of the Masonry among its was held symbolically on the twentieth of most important leaders. After the death of September 1895, the twenty-fifth anniver- Garibaldi, the failure to carry out his last sary of Porta Pia. It was the first time that wishes, which were to have his body return memorable date was celebrated as a civil to ashes, was much talked about. holiday of the Italian nation. A r e c u r r e n c e When Garibaldi died the Masonry was, that only the wicked pact between Fascism out of the political and social Italian forces, and the Catholic Church, in 1929, would the one, that more than others, took it upon remove from the calendar of national holi- itself to keep his memory alive and nourish days: the symbol of a country finally built the myth. in the name of democracy and laicality, to Especially in the years of Crispi, it was which both Garibaldi and the Masonry had attempted to build a civil religion around given a determining contribution. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 15

Perché sono diventato e sono rimasto un Massone?

di Pietro Francesco Bayeli Università di Siena

When we are Nel mezzo del cammin di nostra vita (Dante, Inferno, canto 1°), it is natural to produce a final balance considering why we became and we conti- nue to be Freemason. Many reasons made us comply with Freemasonry: curiosity, imitation, intellectu - al interest, supposed personal benefits. There are also many motives under our per - manency: rationality, freedom, equality, brotherhood, love; they express a form of dialogue that carry ourself to wisdom by means of a continue maturation. A part of the dialogical patrimony of a Lodge is to be found in esoteric and philo - sophic, historical, political, religious researches. A Lodge is a place of p a t h o s a n d a gym for thought through the application of tradition, rituality, liturgy, compo - sure and dignity.

empo fa in una tornata serale di e variopinto di profonda umanità, di since- Loggia, la mia Loggia, Monta- ra confessione, di patetici ricordi, di volen- perti n° 722 all’Oriente di terosa perseveranza nel presente, di ansiosa Siena, il Maestro Venerabile introdusse, ricerca del futuro. quale argomento di discussione, le moti- Le motivazioni di un coinvolgimento vazioni che potevano avere determinato in massonico, addotte quella sera dai Fratelli ciascuno dei Fratelli presenti l’ingresso in presenti in Loggia, si potevano riassumere Massoneria. nella curiosità con cui da profani si erano Non nascondo che lì per lì mi parve un avvicinati ad una istituzione austera e riser- ripiego tanto per riempire una serata noiosa, vata, ricoperta anche da un’antica segretez- priva di fatti e di argomenti, come a volte za che, per il suo carattere esoterico, aveva può capitare. Dalla esposizione dei singoli concorso a stimolare un tale impetuoso sen- Fratelli emerse invece un quadro variegato timento. Ma non era soltanto una ricerca di HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 16

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conoscenza, un desiderio di sapere, molti no più in Loggia, né quella sera né altre, a altri stimoli partecipavano alla composizio- raccontare il come e il perché del loro delu- ne della decisione finale di entrare a far par- dente e fugace incontro con la Comunione. te della Massoneria. Alcuni Fratelli si Se questi erano sommariamente i motivi dichiararono infatti figli che giustificavano la d’arte in quanto avevano richiesta di un ingresso vissuto e vivevano rap- in Massoneria, nasce- porti massonici familiari va immediatamente la – prevalentemente paterni domanda sulle ragioni – oppure di stretta ed che potevano aver raf- a ffettuosa amicizia con forzato la permanenza parenti o amici che ave- e consolidato il credo vano loro ispirato fiducia, massonico. serenità, amore, giustizia. Nella presentazione Altri ancora denunciava- delle singole esperien- no il loro ingresso in ze venne affermato che Massoneria quale conse- la Massoneria racchiu- guenza emotiva e razio- deva in sé potenzialità nale di un loro studio sul- ed aspettative diverse, la istituzione, inizialmente condotto per tali da coagulare e soddisfare ideologie scopi puramente professionali, per esempio politiche, spiritualità religiose e perfino per- giornalistici. Non è mancato chi, con gran- sonali e liberi pensieri filosofici. de sincerità, aveva posto tra le motivazioni Cos’è allora una Loggia? anche quella della ricerca di un personale È un tempio, una chiesa, un partito, una tornaconto, di una ambita gratificazione di palestra di pensiero che attrae a sé con dedi- carriera, nella convinzione di una l o n g a zione ed affetto i Massoni, i veri Massoni, m a n u s massonica, di una occulta quelli che sentono nostalgia e tenerezza per della Istituzione. La scoperta che così non la propria casa massonica e per i Fratelli che era, invece di una disillusione aveva deter- la abitano. Nostalgia ed affetto che si ingi- minato un rimbalzo di fiducia, di conside- gantiscono col tempo e si acuiscono fino razione, di credibilità verso la Istituzione anche alla melanconia, soprattutto nei massonica determinandone un attaccamen- periodi di chiusura dei lavori. to maggiore e una permanenza felice e Il tempio massonico è come una chiesa, c o s t a n t e . una chiesa laica non dogmatica, una chiesa Naturalmente mancavano, ma certo non illuministica dove la fede scaturisce dalla mancano, i disillusi, quei soggetti così inti- ragione e la ragione dalla conoscenza. E mamente profani e tenacemente calamitati quale conoscenza, cui fare riferimento, può dai metalli, da lasciare ben presto la Masso- essere così ampia, così grande, così nitida e neria; ma questi, fortunatamente, non c’era- sublime se non quella idealizzata in un HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 17

• 17 • Perché sono diventato e sono rimasto un Massone?, P.F. Bayeli Grande Architetto dell’Universo che rac- confrontano, si rispettano perché, contrap- chiude in sé la Summa Ideologica, la perfe- posti o coincidenti che siano, hanno biso- zione del sapere universale, che tutto sa e gno gli uni degli altri. Bisogno di simpatia, governa per mezzo del grande codice delle di comunione, di identità reciprocamente Leggi Naturali? Ecco vissute e cerca- quindi individuato il te, ma biso- primo grande valore gno anche di di questa comunione o p i n i o n i massonica: la R a z i o - diverse, di n a l i t à, la Logica, un visioni diver- valore fondante, stori- se, di concet- camente e massonica- ti diversi, mente datato 1717 perché è nel dell’Era dei Lumi. c o n f r o n t o Ma ancora altri che si svilup- valori universali e pano le idee, i immutabili si aggiungono a fondamento del punti di riferimento, di reciproche compa- Grande Oriente: la libertà e l’amore. razioni e quindi di conoscenza profonda, Libertà di pensiero, di parola, di coscien- intima, suggellatrice di simpatie, di amici- za, di azione; naturalmente non una libertà zia, ovvero di disuguaglianza, di diversa sfrenata o incontrollata, ma plasmata nella opinione, ma mai di inimicizia tra persone reciproca libertà di tutti, nel pluralismo aderenti ad uno stesso pensiero di egua- politico, religioso, culturale, individuale e glianza, fratellanza e libertà. In queste pale- collettivo, in modo tale che non diventi per stre di pensiero quali sono le nostre Logge, nessuno un sopruso o una sottomissione, i nostri Templi, le nostre laiche Chiese, bensì collante di un’unica grande meta: il ognuno di noi ha bisogno dell’altro, aff i n- bene dell’uomo, dell’umanità. ché i propri pensieri, le proprie idee, con- L’A m o r e in Massoneria si può identifi- vinzioni e ideali abbiano una ricaduta, un care nelle due ultime parole della triade confronto, sia pure consensuale od opposi- L i b e r t à , E g u a g l i a n z a , F r a t e l l a n z a. Cosa tivo, purché le parole non rimangano ina- sono infatti E g u a g l i a n z a e F r a t e l l a n z a s e scoltate, sospese nell’aria, nel vuoto, nel non sinonimi, il primo, di vicinanza, analo- n u l l a . gia, affinità, concordanza, ed il secondo di Quindi, nel consenso e nel dissenso, comprensione, amicizia, affetto, solidarietà, abbiamo bisogno di confrontarci, abbiamo carità, e quindi entrambi fusibili e fruibili in bisogno di termini di paragone che solo gli una unica grande parola: Amore? altri Fratelli, gli altri uomini di questo “scel- Questa nostra fratellanza è quindi una to, selezionato conclave” ci possono dare. comunione di uomini che, in reciproca Ed il mezzo con cui contattarci è il D i a - libertà, rispetto e dignità, si desiderano, si l o g o. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 18

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La costanza dei contatti, dei rapporti, Maturazione che si esprime in un pacato delle esperienze con i propri Fratelli, in senso di completezza, di Saggezza. armonia o in disaccordo dialogico, sicura- La saggezza è quindi l’espressione mas- mente ci maturano con lo scorrere del tem- sima della maturazione e raggiungerà l’api- po, ci portano a guardare ce, uno dei tanti apici, indietro e valutare, noi quando avremo pre- stessi, i nostri progressi, so coscienza che, ricavarne o no soddisfa- dopo tanto studio, zione, sensazione di com- applicazione, ricerca, piutezza, ma, nello stesso abbiamo raggiunto la tempo, guardando avanti salda e modesta cer- avere sentimenti parados- tezza di non sapere sali, contrastanti di timo- nulla, o perlomeno di re e stimolo. Timore per sapere assai poco a la presa di coscienza di fronte dell’immensi- quanto poco sappiamo, tà dello scibile. per la sorpresa di quanto Se la nostra Co- limitata sia la nostra conoscenza, stimolo munione è una fratellanza di uomini biso- per quanto ancora c’è da fare, quanto da gnosi gli uni degli altri di un reciproco dia- sapere, quanto ancora da conoscere e da logo, utile alla maturazione di una singola capire. Non ci dobbiamo spaventare, ma e collettiva saggezza, ebbene i fondamenti riguardando indietro osservare quanta stra- di questo dialogo sono i C o n t e n u t i. da l’uomo ha fatto dai primordi della civil- Qui, nel Tempio, parliamo di E s o t e r i - tà ad oggi, dalla ferocia del passato alle s m o, dei misteri che ci circondano, delle nostre attuali, incomplete, insoddisfacenti cose che non sappiamo, non conosciamo, conquiste sociali di democrazia e di diritti non riusciamo a spiegare, a comprendere e, umani. È stato ed è un percorso diff e r e n z i a- in quanto tali, ci spaventano ma allo stesso to, disuguale per etnie, culture e popoli, fati- tempo ci incuriosiscono, ci aff a s c i n a n o : coso di millenni, che travalica la durata del- come sempre è stato e come sempre sarà la vita di un uomo, e tuttavia è stato ed è un quando l’uomo è posto di fronte all’ignoto. percorso possibile proprio per l’apporto Ma quale soddisfazione, quale sensa- sentito, sofferto, partecipato, consapevole di zione di grandezza, quale completezza del- tanti piccoli uomini. Partecipiamo anche la propria persona, quale percezione di noi, uomini piccoli, a questo progresso, a appagante conquista la rivelazione del queste conquiste a questa maturazione, mistero, la spiegazione del fenomeno, non anche se, piccole formichine, non avremo la più pauroso perché conquistato dalla nostra soddisfazione di constatarle. r a g i o n e . È in atto quindi un processo di M a t u r a - Ma qui, in Loggia, dobbiamo parlare z i o n e. anche di noi, delle vicende umane e cioè tra HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 19

• 19 • Perché sono diventato e sono rimasto un Massone?, P.F. Bayeli le tante cose anche di Storia, di Politica e di ti del dialogo, maturazione, saggezza, per Religione. Non questioni, diatribe o pole- ritornare ai valori iniziali di spiritualità, miche storiche, politiche e religiose, bensì libertà fratellanza ed eguaglianza intesi pacate, penetranti, logiche come amicizia, come introspezioni, razionali ragio- amore. namenti di Filosofia Storica, d i E allora come non Filosofia Politica, di Filosofia essere amici se voluta- Religiosa. mente abbiamo scelto una La Filosofia Storica e la comunione dove ad ogni Filosofia Politica come studio tornata si rivela il recipro- di fatti, di rapporti umani e co bisogno di vicinanza, sociali del passato e del pre- di confronto e dove que- sente, da cui trarre un insegna- sto confronto avviene con mento per il futuro. La Filoso- un dialogo pacato, razio- fia Religiosa quale ricerca spi- nale, discreto, misurato rituale del bene, del giusto, ma soprattutto libero? della verità, della perfezione, Come non essere A m i- qualità sempre agognate e mai ci e quindi Massoni? pienamente realizzate nella Ecco i motivi, tanto sem- umana imperfezione. Qualità spasmodica- plici quanto profondi tali da raffermare una mente ricercate in una proiezione esterna permanenza massonica. alla imperfezione dell’uomo e per questo Come in ogni Istituzione o in ogni Chie- proiettate nella trasfigurazione umana della sa, anche per il Tempio massonico o per la ideale, assoluta perfezione di un Grande Loggia esiste un codice, una normativa, un Architetto dell’Universo, di un Dio. rituale, che racchiudono e sintetizzano sim- Un bisogno, una necessità insopprimibi- bologie e significati, reconditi e palesi, anti- le questa ricerca di valori spirituali, ideali, chi ed attuali, che ricordano vecchi e assoluti, utopici. Un bisogno che nasce e moderni, universali e relativi doveri che viene accentuato dalla relatività, dalle con- regolano il comportamento di tutti i Fratel- traddizioni, dai paradossi della personalità e li, nessuno escluso. L’appartenenza ad una del pensiero dell’uomo, un bisogno che Chiesa comporta quindi regole istituziona- necessita di un riferimento di un termine di li, ordini morali, discipline etiche, rituali e paragone perfetto, assoluto, inossidabile, su l i t u rgie cui dobbiamo, sempre e tutti, ubbi- cui confrontarsi e misurarsi. E chi può rap- dire. Questo dovere, antico ed universale, presentare questo insopprimibile, spasmo- nasce dai fondamenti della Comunione, dal dico anelito dell’uomo se non la divinità e decoro della Loggia, dal rispetto dei Fratel- la grandezza di un Dio? li, dalla libertà di tutti, dalla dignità del Abbiamo percorso una serie di concetti, nostro ego, ma anche, vivo e rinnovabile, di valori quali fratellanza, dialogo, contenu- dal relativismo dei tempi, dalla evoluzione HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 20

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dei costumi, dallo sviluppo dei pensieri, e oggi possa rappresentare l’ortodossia del subisce la fisiologica maturazione di una domani. umana evoluzione sempre in divenire, che Dobbiamo quindi porre un rifiuto all’as- mai può fermarsi perché solutismo, all’immobili- la staticità è estinzione, smo perché l’etica è in l’immobilità è morte. costante divenire, in un E tuttavia nel mio equilibrio basculante a ossequio alla Comunio- causa del mondo che con- ne e nell’elenco delle tinuamente cambia, per il motivazioni di ingresso costante profilarsi di e di appartenenza ad situazioni sempre nuove. essa, desidero riaff e r- La Tradizione rimane mare il coraggio e la sicuramente un concetto convinzione delle pro- fondante ma non può cri- prie opinioni, il corag- stallizzarci; deve invece gio di possibili eresie, rappresentare una memo- se eresia è il dissentire ria storica, un passato, dal pensiero dominante. una esperienza a cui attin- Non bisogna mai gere, da cui dinamica- dimenticare con Raffi e mente progredire sotto gli Locke, citato dal Grande Maestro Ve n e r a b i - stimoli del presente, in una proiezione al le, il principio relativistico che l’eresia di futuro.

Bibliografia

Raffi, G. (2006) Massoneria e modernità, Hiram, 3, pag 3-8. Teodori, M., Bordin, M., Giannino, O.F., Zanone, V., Maccanico, A., Prodi, P., D’Ippolito, E., Raf- fi, G. (2006) Tavola Rotonda: La questione laica nell’Italia di oggi, Erasmo, pag. 5-10, n°17-18. Ravasi, G. (2006) Breviario laico, Ed. Mondatori, Roma. Lancisi, M. (2006) Il miscredente. Adriano Sofri e la fede di un ateo, Ed. Piemme, Milano. Guerri, G.B., Ravasi, G., Sofri, A. (2006) Le convergenze parallele. Il Giornale 02/12. Tornielli, A. (2006) Il manifesto politico di Benedetto XVI, Il Giornale 20/10. Tornielli, A. (2006) Apertura agli intellettuali “teocon”, Il Giornale 20/10. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 21

Il Fondo RLI-Gregogna. La Loggia “Italia” 450

di Enrico Serventi Longhi Università degli Studi di Milano

The transmission of Masonry sources to international level is of primary useful - ness for historical research and particular masonic studies. Thanks to the precious engagement of Joël Gregogna, the documentary patrimony of the Grande Oriente d ’ I t a l i a Library has been recently enriched by the Fondo RLI-Gregogna, copy of the original fund kept in the archives of the Grande Loge de France. This fund is made up of the sheets concerning the activity of the Loggia “Italia”. The purpose of the following article is to illustrate, in historiographic perspective, the worth and the importance of these documents. The lodge, active in Paris since 1913, re- presented the Landmark of many democratic and republican political Italian refugees in France in 20s and 30s, fleeing from the violences and exceptional laws of the Fascist regime.

l Fondo privato donato di recente Il fondo permette infatti di gettare un dall’avvocato Joël Gregogna con- suggestivo sguardo sulle attività della più tribuisce non poco ad arricchire il importante loggia in lingua italiana della patrimonio documentario della Biblioteca Franc-Maçonnerie, la Loggia “Italia” n. del Grande Oriente d’Italia; contenente 150 450; attiva a Parigi sin dal 1913, la Loggia documenti selezionati personalmente da assume il più significativo valore storico Gregogna dall’originale Fondo della Rispet- nel periodo compreso tra le due guerre, in tabile Loggia “Italia” custodito presso coincidenza con il periodo della dittatura l’archivio della Grande Loge de France, è fascista e dell’esilio di migliaia di fuoriu- stato successivamente suddiviso in due serie, sciti, quando diventerà punto di riferimento in seguito all’interessamento e alla cura del per molti importanti personaggi dell’antifa- Gran Bibliotecario Dino Fioravanti. Non si scismo in Francia. tratta dunque di un fondo quantitativamente La tradizione storiografica italiana ha significativo, ma la sua qualità è inversa- ormai raggiunto un indubitabile livello di mente proporzionale all’apparente scarsità precisione e di profondità e sono state stu- delle carte a disposizione dei ricercatori. diate quasi tutte le specificità politiche. Una HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 22

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parte della storiografia, anche all’estero, si Le ragioni di tale rimozione risiedono in è occupata della dimensione sociale dell’e- diversi fattori; vi era certamente la sottova- migrazione politica negli anni lutazione del contributo ’20 e ’301 e le innumerevoli significativo della Libera monografie, biografie, pro- Muratoria al fuoriuscitismo sopografie hanno di fatto a causa dei caratteri stessi analizzato tutto il ventaglio dell’attività massonica, delle esperienze degli esuli. tenuta all’apoliticità forma- Un notevole buco continua- le e al rispetto delle tradi- va però a esistere in questa zionali e costitutive norme pur nutrita serie di lavori più di discrezione, nonché di o meno riusciti, vale a dire strutturali limiti all’azione proprio uno studio sistemati- politica positiva; il risultato co sulla controversa e diff i- era che già ai contempora- coltosa attività massonica in nei le attività svolte da per- Italia o in esilio durante il sone o gruppi legati diretta- regime. Sebbene ormai la mente alle logge in lingua storiografia italiana avesse italiana attive all’estero superato diversi dei denuncia- rimanessero oscure, oppure ti limiti allo studio di particolarità politiche rivelate da specifiche inchieste o libri non ritenute marginali fino agli anni ’90, rima- sempre del tutto aff i d a b i l i 3. Questa poca neva una sorta di renitenza nell’affrontare la celebrità reale era però affiancata dal mito ricostruzione e la riorganizzazione delle negativo della Massoneria propagandato diverse logge italiane, il rapporto di esse dagli attori del regime e recepita più o meno con la Franc-Maçonnerie, il contributo al consensualmente dall’opinione pubblica dibattito, alla propaganda e all’azione anti- italiana; mito che in principio coincideva fascista, nonché le polemiche interne e con gli attacchi alla tradizione parlamenta- internazionali, le difficoltà concrete, i malu- re e liberale italiana e dopo la conquista del mori e le diffidenze fra Fratelli di grado potere con l’associare ad ambiente libero- minore o maggiore2. muratorio diverse delle azioni contro il

1 Fra gli numerosi lavori, Tombaccini 1988; Gentile 2000; Fedele 1998; Tesoro 1987; Tobia 1981: 3-54; Giulietti 2003; Di Lembo 2001; Colarizi 1974; Gabrielli 2004. 2 Non mancavano però riferimenti alla riorganizzazione massonica in esilio nei lavori di insieme di storia della Massoneria italiana come Mola 2003; Della Campa e Galli 1998; Conti 1993; Vannoni 1979; Ciuffoletti e Moravia 2004; AA.VV. 2006. 3 Berneri 1939; Rygier 1930. Segnaliamo poi alcuni articoli apparsi sul periodico della Grande Loge de France L’Acacia come Triaca 1929; Chiesa 1929; Leti 1931 (I parte) – giugno 1931 (II parte). HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 23

• 23 • Il Fondo RLI-Gregogna. La Loggia “Italia” 450, E. Serventi Longhi Duce e i principali esponenti dello Stato ita- questi studi riguardava la scarsa disponibi- l i a n o 4. Si è spesso esitato di fronte alla scel- lità di fonti documentarie, causa la distru- ta di confrontarsi con queste zione degli archivi di Palazzo immagini e queste realtà, nel Giustiniani nei giorni delle timore forse di confermare persecuzioni fasciste contro il indirettamente le tesi complot- Grande Oriente, alla già cita- tistiche fasciste, che si traduce- ta discrezione degli ambienti vano nel negare aprioristica- massonici e alla difficoltà di mente una qualsiasi attività orientarsi nel dedalo di note antifascista massonica che non informative degli informatori fosse residuale e legata a singo- della polizia politica fascista, li personaggi ritenuti spesso, che soli avevano possibilità anche a torto, ambigui5. La sto- di monitorare le attività in riografia antifascista del secon- esilio della Libera Muratoria7. do dopoguerra non perdonava Buona parte di questi pro- poi alla Libera Muratoria l’at- blemi o lacune sono stati teggiamento connivente tenuto risolti nel recente lavoro di nei primi anni di aff e r m a z i o n e Santi Fedele, che, grazie del fascismo da parte del Grande Oriente e all’accesso a nuove fonti e all’esperienza del Gran Maestro Domizio Torrigiani non- dell’autore nel campo degli studi sul fuori- ché dell’appoggio pubblico negli anni suc- uscitismo, riesce a ricostruire in modo com- cessivi di Raul Palermi e dell’Obbedienza pleto e suggestivo le vicende storiche della di Piazza del Gesù6. Massoneria italiana in esilio, non solo in Il fattore che ha probabilmente più inci- F r a n c i a 8. Il merito principale del libro di so sullo scarso interesse manifestato verso Fedele è di riuscire a non perdere l’equili-

4 Mi riferisco in particolare al processo contro Tito Zaniboni per l’attentato contro Mussolini; cfr. Chiorle 2002. 5 Oltre al celebre caso di Carlo Di Gaeta, affiliato alla Loggia “Italia” e stretto collaboratore di Tr i a- ca fino al marzo 1928 quando, scoperto, fu scacciato dall’organizzazione e denunciato pubblicamente, il recente studio di Mauro Canali ha svelato il ruolo confidenziale svolto negli anni successivi dal segretario della loggia Ottone Schwartz e dall’affiliato Giorgio Mihaleskul [recte: Mihalescul]. Cfr. Canali 2004: 231. Su Mihalescul vd. la nota in Fondo RLI-Gregogna, Prima serie 1913-1961, Fascicolo (F.) 68. 6 Il Gran Maestro Domizio Torrigiani, dopo l’assalto a Palazzo Giustiniani, riparò in Francia; si scrollò di dosso i rimproveri per la sua iniziale adesione al fascismo, o almeno il suo silenzio complice, tor- nando in Italia in occasione del processo Zaniboni e venendo quindi arrestato all’uscita. Dopo cinque anni di confino, morì per la fatica della relegazione. La sua figura rimase comunque controversa, come dimostra la sua commemorazione in terra di Francia, vd. Campolonghi 1934. Su Torrigiani cfr. Francini e Balli 2003. 7 Vd. in particolare i fascicoli della polizia politica per materia (polmateria) all’Archivio Centrale dello Stato (ACS). 8 Fedele 2005. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 24

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brio tra il contesto storico e la storia interna Il consolidamento del fascismo contribuì della comunità massonica, con i suoi speci- a una radicale modifica dell’org a n i z z a z i o n e fici codici, linguaggi e relazioni; interna degli ambienti chi si occupa di storia militan- massonici italiani; nel te conosce bene le difficoltà di triennio 1925-1927, la a ffrontare lo studio di gruppi nuova ondata di emigra- sociali, religiosi o politici sen- zione politica portò sì, za chiudersi nelle dinamiche insieme a nuovi iniziati interne e autoreferenziali delle celebri come Federico diverse comunità e, d’altro Fausto Nitti e Silvio lato, il pericolo di perdere la Trentin tra gli altri, una ricchezza qualitativa della spe- crescita massiccia del cificità di ciascuna org a n i z z a- numero degli aff i l i a t i , zione o di ciascun gruppo aff i- ma anche diversi scontri ne. La questione è ancora più per l’egemonia del spinosa nei gruppi con legami movimento massonico e formali e sostanziali stretti e dell’antifascismo demo- possibilmente costanti nel tempo, quindi di cratico, nonché una crisi di credibilità nei una società iniziatica, quale la Massoneria, confronti delle Obbedienze massoniche per la quale il simbolismo e tutto quanto ad internazionali raccolte intorno all’Associa- esso collegato in termini rituali non è mera zione Massonica Internazionale e, di rifles- “forma” ma sostanza costitutiva e pregnan - so, un indebolimento nei rapporti con le t e 9, con in più l’aggravante della precarietà consorelle francesi. L’arrivo di massoni di e dell’illegalità (spesso in termini profani, grado elevato come Giuseppe Leti, A r t u r o ma soprattutto in ambito sacro) della condi- Labriola e Eugenio Chiesa, le critiche alla zione dell’esilio e della clandestinità. La passiva gestione di Ubaldo Triaca, i proble- ricostruzione di Fedele non dimentica a tal mi economici dell’esilio, la supremazia del proposito di illustrarci il particolare legame fattore politico su quello esoterico, l’ecces- tra la tradizione massonica socialista e radi- sivo ricorso alle Tenute Bianche, con la par- cale francese con i primi esuli italiani, spe- tecipazione cioè di invitati profani, la con- cie grazie all’acceso interventismo filofran - seguente mancanza di sicurezza e segretez- cese di quelle componenti repubblicano- za, resa più profonda dall’attività informati- mazziniane decisamente maggioritarie nel va degli agenti del regime fascista, produs- novero degli affiliati al Goi esuli in terra di sero un’inevitabile serie di conflitti intesti- Francia10. ni e rallentarono, quando non inficiarono, il

9 Ivi, p. 25 10 Ivi, p. 29. Sul ruolo degli interventisti italiani in Francia, cfr. Heyriès 2005. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 25

• 25 • Il Fondo RLI-Gregogna. La Loggia “Italia” 450, E. Serventi Longhi processo di riorganizzazione massonica e di L’ottimo volume di Fedele è stato di azione antifascista, per motivi quindi ogget- recente presentato presso il Servizio Biblio- tivi e soggettivi. teca del Grande Oriente d’Italia nella Vi l l a Queste difficoltà si rifletterono “Il Vascello”, alla presen- anche sullo strumento definito da za del Gran Maestro Fedele di “azione profana” della Gustavo Raffi e di alcuni Massoneria, vale a dire la Lega studiosi di prestigio giun- Italiana dei Diritti dell’Uomo, ti dalla Francia come il fondata da Luigi Campolonghi e Dott. Andrè Combes e Ernesta Cassola in seno alla Joël Gregogna; grazie Ligue des Droits de l’Homme, alla loro presenza la dis- autonoma dal 1925 e dedita cussione ha portato a all’assistenza economica e legale conoscenza dell’uditorio ai profughi italiani, ma anche alla il complesso rapporto tra propaganda pubblica di principi la Franc-Maçonnerie e la democratici, laici e repubblicani; Libera Muratoria italiana; la LIDU, su cui manca in Italia un di fatto non è possibile lavoro specifico11, ebbe al suo interno fare una storia della Massoneria italiana in numerosi esponenti di primissimo piano esilio senza affrontare il nodo del rapporto a ffiliati direttamente alla Massoneria, come organizzativo e spirituale con le Obbedien- il segretario Alceste De Ambris o il tesorie- ze francesi. re Ferdinando Bosso, ma in pratica tutti i La relazione di Combes Il Grande membri del Comitato Centrale della LIDU Oriente di Francia e i massoni italiani rifu - furono affiliati o legati direttamente agli giati politici (1925-1939) ha affrontato il ambienti massonici. tema del rapporto tra l’Obbedienza france- Insieme a problemi e limiti, non manca se e l’antifascismo, mettendo in luce la con- però una significativa azione positiva di traddittorietà di alcune posizioni; accanto difesa dei profughi, attraverso specifiche ad alcune logge, anche geograficamente più campagne per il diritto d’asilo, contro le sensibili alle questioni italiane come l’ate- leggi di limitazione della manodopera stra- lier di Lione “Semplicitè – Constance” che niera, per il diritto alla casa, oltre a un’in- già dal 1922 condannavano duramente il cessante campagna di denuncia dei crimini movimento fascista, l’atteggiamento uff i- del fascismo e del suo carattere apertamen- ciale del GODF rimaneva silente anche per te reazionario, filomonarchico, filoclericale non mettere in imbarazzo il GOI e la citata e antiliberale. posizione di Torrigiani inizialmente filofa-

11 Segnalo il documentato lavoro di Vial 1985. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 26

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scista. Combes non ha esitato a sottolineare la Grande Loge de France. La Loggia “Ita- le deficienze della Massoneria, specie nella lia” rappresentò l’indiscusso punto di riferi- sua espressione internaziona- mento a Parigi per gli le, nel contrasto del fascismo ambienti massonici italiani; italiano prima, e del nazio- nata nel 1913 nel solco d e l nalsocialismo tedesco poi. legame duraturo ed efficace Questioni e dibattiti sterili tra le due grandi famiglie sulla regolarità e sulla terri - massoniche francese e italia - t o r i a l i t à, vale a dire sulla na13.A suggello della fecon- legittimità dei massoni ita- da collaborazione fra liani di conservare una pro- ambienti massonici italiani e pria autonoma facoltà org a- francesi nella prima guerra nizzativa in terra straniera, mondiale, nell’immediato annacquavano gli interventi dopoguerra si erano aff i l i a t i antifascisti, anche nella alla Loggia personaggi di preoccupazione di non tur- spicco dell’interventismo bare le Obbedienze naziona- democratico italiano come li più apertamente apolitiche come Londra. Campolonghi, l’onorevole Salvatore Barzi- I massoni italiani che si iscriveranno a log- lai, Eugenio Chiesa e Umberto Peroni1 4. ge del GODF saranno pochi e tra loro risal- Gregogna ha messo puntualmente in luce terà la figura di Silvio Trentin (Loggia “Per- l’importanza del ruolo di Ubaldo Tr i a c a , fetta Armonia” di To l o s a ) 1 2; Combes ha antifascista della prima ora, fondatore con i ricordato poi l’impegno di Nitti, uno degli F F: . Probo Diozzi e Aristide Colalucci del- oratori più sollecitato presso gli atelier del l’Unione Democratica Italiana, gruppo poli- GODF in una serie di conferenze fra il 1930 tico destinato a vita breve e diffusore di un e il 1933. Manifesto del Popolo Italiano. In accordo Il tema dell’esilio dei liberomuratori in con le concezioni della vera democrazia e terra francese è stato al centro anche della della Massoneria, ma soprattutto Ve n e r a b i - relazione di Joël Gregogna L ’ a c c o g l i e n z a le della Loggia dal 1919. Sin dal 1922 ave- della Gran Loggia di Francia ai massoni ita - va manifestato la sua opposizione al fasci- liani durante il fascismo. Testimonianze smo come Garante d’Amicizia tra la GLDF della R:.L:. “Italia” 450 all’obbedienza del - e il GOI, e non cessò mai di condurre una

12 Su Trentin in Francia vd. il lavoro di Arrighi 2005. 13 Fondo RLI-Gregogna, Prima serie 1913-1961, F. 1, 22 gennaio 1913. Seduta preparatoria in vista della costituzione della Loggia “Italia”. 14 Vd. il prospetto della Loggia “Italia” 450 dal 1913 al 1931, in Fondo RLI-Gregogna, Seconda serie 1913-1940, F. 74. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 27

• 27 • Il Fondo RLI-Gregogna. La Loggia “Italia” 450, E. Serventi Longhi rigorosa battaglia antifascista, sebbene solo famiglia massonica italiana in esilio e il propagandistica, toccando temi quali il rap- variegato mondo degli esuli nel suo insie- porto con la Chiesa1 5 , l’incom- me. Le tematiche precedente- patibilità della qualità di mente accennate emerg o n o massone con l’adesione al con chiarezza dai documen- r e g i m e 1 6, ma anche le leggi ti della Loggia, dove trovia- francesi che limitavano i mo i protagonisti e le ragio- diritti degli stranieri17. ni della polemica contro la La Loggia “Italia” ebbe gestione di Ubaldo Tr i a c a , però il momento di massimo che porteranno alla fonda- sviluppo anche numerico nel zione nel 1930 della Loggia 1926, al centro di quel trien- “Italia Nuova”, i motivi del- nio 1925-1927 che vide il le critiche di altre Obbe- maggior numero di alti espo- dienze straniere alla deriva nenti della politica italiana politica dei massoni italia- costretti a esiliare; a partire n i 1 9 e la denuncia delle da quel periodo gravitarono manovre di informatori intorno alla Loggia diversi uomini di primo f a s c i s t i 2 0; d’altro lato il generoso e costante piano, dagli esponenti LIDU Alceste De aiuto ai Fratelli in difficoltà economica o da Ambris, Alberto Virgili, Adelmo Pedrini ed introdurre negli ambienti lavorativi o uni- Ettore Cuzzani, ai repubblicani Giuseppe versitari parigini2 1 e gli attestati di solidarie- Chiostergi, Mario Pistocchi ed Enzo Schet- tà internazionale verso altre nazionalità tini, fino a socialisti come Felice Quaglino oppresse22. e Arturo Fusi e a indipendenti come A l b e r- In questa sede mi sembra opportuno pro- to Giannini1 8. Seguire le vicende storiche porre analiticamente all’attenzione solo un della Loggia “Italia” significa osservare da importante scambio di corrispondenza tra il un punto privilegiato l’intera vicenda della G O D F, il Grand Secrétaire della GLDF e la

15 Fondo RLI-Gregogna, Prima serie 1913-1961, F. 15, 17 e 35. 16 Fondo RLI-Gregogna, Prima serie 1913-1961, F. 7. 17 Fondo RLI-Gregogna, Prima serie 1913-1961, F. 5 (legge sugli immobili), 18 (diritto d’asilo), 21 (diritto d’asilo) e 65 (legge sulle associazioni straniere) 18 Vd. il prospetto della Loggia “Italia” 450 dal 1913 al 1931, in Fondo RLI-Gregogna, Seconda serie 1913-1940, F. 74. 19 Fondo RLI-Gregogna, Prima serie 1913-1961, F. 17. 20 Fondo RLI-Gregogna, Prima serie 1913-1961, F. 9, 29, 30 e 34. 21 Fondo RLI-Gregogna, Prima serie 1913-1961, F. 10 (Fausto Nitti), 16 (Marcello Cavallitto), 31 (Giacomo Neri), 38, 43 (Ottone Schwartz), 52, 60, 61 e 62 (ancora Schwartz). 22 Fondo RLI-Gregogna, Prima serie 1913-1961, F. 37, 45 e 56. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 28

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Loggia “Italia”, emblematico della com- venue pour des cas touchant la M. et M.elle plessità delle relazioni fra gli ambienti mas- sur la domande de Campolonghi. J’ai fait le sonici e l’importanza dei nécessaire mais le service de provvedimenti legislativi la Main d’oeuvre étrangère, che intorno al 1930 furono dont l’esprit est si trait a-t-il introdotti al fine di limitare confirmé mon avis favora - l’immigrazione e favorire la b l e ? 2 5. Evidentemente il manodopera nazionale fran- parere del Venerabile, che cese, dopo l’accoglienza e le indicava quale aiuto più facilitazioni seguite allo spo- competente il Fratello, polamento della prima guer- impiegato al Bureau della ra mondiale2 3. Il 23 maggio Préfecture di Parigi, Fran- 1931 la Loge “L’Étude” di çois Collaveri, non era più Parigi del GODF scriveva a s u ffi ciente per ottenere R i a n d e y, Grand Secrétaire qualsivoglia aiuto. Proprio a della GLDF, sollecitata a Collaveri si era già rivolto esercitare pressioni verso gli direttamente il Segretario ambienti parlamentari al fine di evitare della Loggia “Italia” Schwarz, oggetto del- provvedimenti che rendessero complicate le l’interessamento della LIDU di Campolon- pratiche per l’ottenimento del “permis de ghi: Je dois aller à l’Office de la Main travail” e, quindi, del permesso di soggior- d’Oeuvre étrangère, rue Vaugigard, pour no. Il Venerabile de “L’Étude” di diceva introduire une domande en vue d’obtenir le toujours heureux d’avoir l’occasion de sau - permis de travail. Je ais que l’employé de ver l’existence à ces proscrits qui me sont l’Office, est un F:., l’année dernière il était chers. Mais les temps ont changé et la réac - secrétaire de la loge Diderot. Je ne connais tion a publiquement dénoncé mon action.2 4 pas son nom. Pourrez lui écrire quelques Impossibilitato dunque a impegnarsi in pri- mots, pour qu’il puisse me faciliter dans ma persona per non alimentare polemiche cette démarche [ . . . ]?2 6 Accanto alla campa- pubbliche, metteva in luce il ruolo avuto gna pubblica portata avanti da alcuni parla- dalle associazioni profane: Déjà la Ligue mentari e dai sindacati francesi, nonchè da des Droits de l’Homme italienne est inter - o rganizzazioni di emigrati quale la LIDU,

23 Sulle conseguenze demografiche ed economiche della prima guerra mondiale in Francia e sull’im- patto dell’emigrazione italiana postbellica nell’economia rurale francese cfr. Mauco 1932; Noirel 1992; Ta p i- nos 1975; Tribalat et al. 1991. 24 Loge “L’Étude” (GODF) a Charles Riandey (GLDF), 23 maggio 1932, in Fondo RLI-Gregogna, Prima serie 1913-1961, F. 32. 25 Ivi. 26 Ottone Schwartz a François Collaveri, 7 luglio 1931, ivi. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 29

• 29 • Il Fondo RLI-Gregogna. La Loggia “Italia” 450, E. Serventi Longhi c’era quindi una rete di sostegno fra le fami- Loggia avevano portato alla definitiva rot- glie massoniche italiane e francesi. Giova tura con la nascita della Loggia “Italia Nuo- sottolineare che gli interventi presso gli va” nel 1930 e, dopo la morte di Eugenio o rgani governativi permettevano alla LIDU Chiesa, alla definitiva decisione di Campo- di essere considerata tramite fra le autorità longhi di muoversi in autonomia, legandosi francesi e gli emigrati come salariato alla Ligue italiani iscritti, oltre des Droits de l’Homme. che garante dei loro Una fonte confidenziale diritti. Di contro que- di polizia confermava sti apparenti privilegi queste difficoltà: subordinavano sem- pre più la LIDU alla In una riunione del C. consorella francese, G. della concentrazione minandone l’autono- sono stati presi accordi mia e la possibilità di per poter ottenere dalle un’azione positiva autorità francesi che la antifascista, riducendo- concentrazione sia autoriz - zata a stabilire l’appartenenza alla categoria la di fatto a mero di assistenza. La b u r e a u 3° (esiliati politici) a quelle persone che mili - nuova situazione creerà in seno alla LIDU tano nel campo antifascista. Naturalmente dei dissidi con le componenti più riottose al anche qui, i rappresentanti delle diverse nuovo inquadramento, come la federazione organizzazioni in seno alla concentrazione, del Sud-Ovest, che avrà ripercussioni su si sono accapigliati ferocemente, e De tutta la Concentrazione antifascista. Motivi Ambris ha minacciato l’uscita della LIDU, interni quali la debolezza e la scarsa com- se non si riconosceva a questa il diritto di pattezza dell’antifascismo democratico e tutela degli antifascisti. Tuttavia dai primi motivi esterni quali le restrizioni delle auto- assaggi fatti negli ambienti governativi rità francesi, contribuivano a sfilacciare la attraverso la massoneria, le notizie giunte rete dei rapporti tra le forze politiche e le non sono molto liete per gli antifascisti. Il prefetto Chiappe ha fatto conoscere a Turati, istituzioni massoniche. Non c’è quindi da in via confidenziale, che la Presidenza del stupirsi che la Loggia “Italia” non avesse in Consiglio non era proclive a questo progetto. seguito insistito presso Campolonghi, e pel Il Governo intenderebbe assegnare alla stes - suo tramite, si fosse rivolta a uomini come sa Polizia politica il mandato, opponendosi Paolo Caporali, responsabile del Bureau de ad ogni intervento delle organizzazioni anti - la Main d’Oeuvre per la Confédération fasciste. La faccenda è stata accolta mala - Généralle du Tr a v a i l 2 7; i dissidi in merito mente dai concentrazionisti i quali hanno alla gestione dell’attività massonica della iniziato una ben decisa offensiva, servendosi

27 Cfr. Dal Degan 1993. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 30

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sia del concorso massonico, sia dell’arma archivistico del Grande Oriente d’Italia. politica. Il Leader socialista Blum è stato Non rimane che sottolineare l’importanza incaricato di interessare le sfere governative, della circolazione di fonti a livello interna- mentre Triaca ha fatto passi verso Briand.28 zionale, auspicando che il disinteressato, generoso e La breve trattazione competente lavoro di Joël è solo un accenno alle Gregogna possa essere feconde possibilità di seguito da un più conti- studi approfonditi che nuo scambio di materiale il Fondo RLI-Grego- e di conoscenze2 9. La sto- gna consente, grazie riografia del Novecento, anche agli stimoli sug- sia della prima che della geriti dal lavoro di seconda metà del secolo, Fedele. Il fondo trova ha solo da giovarsi dell’a- ora la sua naturale col- pertura e dello studio di locazione nelle stanze della Villa “Il Va s c e l- documenti massonici, sempre nel rispetto lo” di Roma, negli scaffali della Biblioteca dei caratteri peculiari della Libera Murato- e contribuisce ad arricchire il patrimonio ria italiana.

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28 Rapporto del confidente n. 342, Mario Mengoni, Parigi, 13 gennaio 1932, in ACS, Ministero del- l’Interno, Dipartimento Pubblica Sicurezza, Archivio A ffari Generali e Riservati, Polmateria, busta 28 fasci- colo 3 (Operai Italiani). 29 In tale prospettiva va menzionato l’incontro con lo studioso José Mantonio Ferrer Benimeli avve- nuto presso la Villa “Il Vascello” di Roma il 5 dicembre 2006 per la presentazione del suo libro B i b l i o g r a f ì a de la Masonerìa,Tomo I, Fundaciòn Universitaria Española, Madrid 2004. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 31

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La Stella e i fondamenti dell’astrologia

di Pietro Mander Università degli Studi di Napoli “l’Orientale”

The regular moving of the star-studded heaven conflicts clearly with the climatic instability of the seasons: a distinction that recalls the world of the absolute and the one of the becoming in Greek philosophical thought. It is therefore obvious that the star became a manifestation of the heavenly perfection. The earliest written sources — the clay tablets engraved with cuneiform signs from Mesopotamia — confirm that the star represents both divinity and the man who reaches his own “centre”. Under this respect, the mythical language expresses the same concepts we come across today. When the Babylonians accomplished in 5t h century BCE a scientific evolution, developing the mathematical astronomy, the visible heavenly perfection was conjugated with the logical perfection of calculations. Both these aspects con - verged in meaning the same absolute reality, rising in this way astrology (in that time undistinguishable from astronomy) to the supreme rank among the other forms of divination. From Babylonia, in the Persian-Hellenistic-Roman period, the science of the horoscopes spread itself to Greece and Egypt, reaching present times, always bearing the concealed message of the existence of a Star inside Man.

1 . Le stelle: il cielo stellato e il tempo dalla posizione della sfera celeste, cor- meteorico rispondono i capricci climatici, quali quelli che ci hanno offerto un Aprile estivo nel a sempre abbiamo alzato gli 2003 ed uno quasi invernale nel 2006. Tut- occhi al cielo notturno trapunto tavia, la primavera prima o poi, bene o di stelle; abbiamo provato me- male, in quel periodo dell’anno è arrivata. raviglia, fascino e, approfondendo le osser- Le stagioni metereologiche sembrano il vazioni, due realtà ci sono apparse costan- riflesso in uno specchio deformante di quel- temente in confronto: il volgere regolare le astronomiche, come ebbe a dire un della volta celeste (il tempo) e la variabilità archeo-astronomo. del tempo meteorico e del clima. Infatti, al Non sono l’unico1 ad essere persuaso che regolare inizio della stagione, determinato questa differenza abbia offerto la rappre-

1 Melville – Putnam, 1993: 6; Aveni, 1997: 2. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 34

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sentazione sensibile che si è poi sviluppata ta copiosa, grazie all’argilla, in secondo luo- in concezioni filosofiche quali il Cielo go, in quanto essa costituisce la prima docu- immutabile degli dèi, mondo mentazione in assoluto, per- della necessità e dell’assolu- ché è proprio nella bassa to e il mondo sub-lunare del- Mesopotamia (la zona attor- la generazione e del divenire no alla regione di Nasiryah, delle forme, concezioni dove hanno operato i nostri espresse con linguaggio militari) che fu inventata la astratto dall’epoca di Platone scrittura (da un genio scono- e Aristotele in poi. sciuto? da un gruppo di sapienti? magari riuscissimo Ma non si vuole qui entra- a saperne qualcosa!), alla re nel merito delle vicende fine del IV millennio a.C. del pensiero filosofico, (circa 3100 a.C.). quanto piuttosto riflettere Non vogliamo aff e r m a r e sulle origini dell’astrologia. però che chi abbia messo Mi sono soffermato a deli- per iscritto un qualsiasi pen- neare un’immagine che ser- siero ne abbia di necessità la ve solo a porre nella giusta paternità; egli, piuttosto, importanza culturale l’osservazione della potrebbe averlo raccolto, e, metabolizzan- regolarità del firmamento; la misura del dolo opportunamente, potrebbe averlo ela- tempo. borato da tradizioni ed esperienze allogene di chi, magari, non aveva l’uso delle lettere 2. I testi più antichi o da concezioni comuni diffuse nell’area.

Chi scrive sta ben attento a non farsi tac- Allora, dopo questa precisazione, andia- ciare di “pan-babilonismo”: non credo mo avanti con le tavolette cuneiformi. a ffatto che t u t t o abbia avuto inizio a Babi- lonia! Se prendiamo in considerazione le Ne possediamo un numero altissimo, e tavolette d’argilla scritte in caratteri cunei- provengono da oltre tre millenni di storia formi (d’ora in avanti useremo l’abbrevia- della Mesopotamia (le ultime forse furono zione: “tavolette cuneiformi”) è solo perché scritte nel III sec. d.C.!). Inoltre, solo per l ’ a rgilla è un materiale che sopporta bene lo alcuni periodi, abbiamo trovato tavolette scorrere del tempo; quando è cotta, poi, cuneiformi, anche con testi mesopotamici, diviene quasi indistruttibile. Quindi, per dall’Anatolia hittita e hurrita, dalla Siria e esplorare il pensiero più antico, dobbiamo dall’Iran. Solo quelle mesopotamiche costi- giocoforza basarci su quella documentazio- tuiscono un patrimonio epigrafico più ne in cuneiforme, per due motivi cogenti. Il copioso di quello di tutta l’antichità classi- primo, come s’è detto, perché ci è pervenu- ca messa assieme. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 35

• 35 • La Stella e i fondamenti dell’astrologia, P. Mander Di queste tavolette moltissime hanno L’arte farmaceutica (a base “magica”, contenuto amministrativo ed economico (e evidentemente) prescriveva l’epoca e il sono testimonianze utilissime per ricostrui- momento in cui raccogliere radici o erbe e re quegli antichi sistemi di distribuzione quando lavorarle, in base alla posizione delle ricchezze), ma ve ne sono anche mol- degli astri3; per molti preparati terapeutici te a contenuto religioso, ed è a era prescritto queste ultime che rivolgeremo che dovessero l’attenzione. “passare la not- te sul tetto” o 3. Gli dèi e le stelle “passare la not- te sotto le stel- Non mi soffermerò sulla que- le”, per assor- stione se la divinità debba esse- birne le qualità re identificata con l’astro che le t a u m a t u rg i c h e 4. corrisponde o se quest’ultimo ne Queste misure sia solo una manifestazione, dal momento erano accompagnate dalla recitazione di che, come si vedrà in seguito, questo pro- incantesimi appropriati e si estendevano blema nasce nella critica moderna a causa anche alla confezione di amuleti apotropai- della proiezione di categorie mentali odier- ci, fatti con pietre incise su cui si lasciava ne sulle realtà antiche. cadere la luce stellare5. Fin dal III millennio a.C. appare eviden- Concludo riferendo sulla preghiera, mol- te il rapporto tra divinità e stella. Questo to suggestiva, che il sacerdote divinatore, il non è definito solo dal m e l a m, il fulgore ter- b a r û, recitava la notte precedente il sacrifi- rificante che avvolge gli esseri divini, ma cio dell’agnello il cui fegato avrebbe esami- dall’azione esercitata dalle stelle stesse nel- nato; ne riferisco l’inizio: le vicende umane. Infatti, se da un lato è dalle stelle che discendono i mali sull’uo- Dormono profondamente i signori, / i mo, è anche attraverso di esse, sia con le chiavistelli sono abbassati, le porte spran - preghiere, che con rituali ed amuleti, che si gate, / anche la gente comune non proferi - rendono efficaci le contromisure ai mali sce suono, / le porte [delle loro abitazioni, usualmente] / stessi: in queste loro funzioni, le stelle a p e r t e , sono sbarrate. Gli dèi e le dee del paese, / [il dio del Sole] S h a - appaiono come intermediarie tra l’Uomo e m a s h , [il dio della Luna] S î n , [il dio della gli dèi2.

2 Reiner, 1995: cap. 1, dove la studiosa paragona il ruolo delle stelle a quello dei santi nelle reli- gioni odierne. 3 Reiner, 1995: cap. 2. 4 Reiner, 1995: 45, 52. 5 Reiner, 1995: cap. 7. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 36

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tempesta] Adad e [la dea del pianeta Ve n e - Gli dèi inferiori erano gravati dal compi- re] Ishtar, / sono tornati a dormire in Cie - to di mandare avanti l’universo: questa fati- lo: / essi non emetteranno verdetti stanot - ca era rappresentata visi- t e . / [...] Possano i grandi dèi vamente dal lavoro della notte, la splendente Stel - necessario per scavare e la-di-fuoco / il valido [dio delle drenare i canali; para- epidemie] E r r a , / la Stella-arco gone che fa venire in [parte di Canis major], la Stel - l a - g i o g o , / Orione, la Stella- mente il panta rei “ t u t t o D r a g o n e , / il Carro [U r s a scorre” di Eraclito. La m a j o r], la Stella-capra [L y r a], / Mesopotamia sarebbe la Stella-bisonte [O p h i u c h u s], stata un’estensione del- la Stella-serpente [H y d r a]/ s t a - l’arido deserto siriano re presso di me e / dare un senza l’acqua dei due segno propizio / s u l l ’ a g n e l l o grandi fiumi, il Tigri e che io sto ora benedicendo / p e r l’Eufrate, dai quali si l’oracolo che trarrò domani facevano derivare le [all’alba]. indispensabili reti di Reiner, 1995: 1-2, 61-79 canalizzazione. Poiché la fatica era davvero intollerabile, Sembra di sentire l’inizio del Canto II (1- gli dèi inferiori si ribellarono. Scesero in 7) dell’Inferno di Dante: sciopero e circondarono la reggia dei gran- di dèi: la situazione divenne critica. Lo giorno se n’andava, e l’aere bruno / Fu allora che il dio demiurgo Enki pro- toglieva li animai che sono in terra / da le fatiche loro; e io sol uno / m ’ a p p a r e c c h i a - pose, come soluzione della crisi, la creazio- va a sostener la guerra / sì del cammino e ne dell’Uomo, in modo che questi sollevas- sì de la pietade, che ritrarrà la mente che se gli dèi inferiori dal loro compito, sosti- non erra. / O Muse, o alto ingegno, or tuendoli. L’assemblea dei grandi dèi accet- m ’ a i u t a t e . tò e l’accordo fu concluso, anche se il capo della rivolta degli dèi inferiori fu messo Come il b a r û anche Dante stava per comunque a morte (non in tutte le mitologie intraprendere un percorso di conoscenza ed gli dèi sono immortali! E poi, come vedre- invocava le entità divine! mo, quella forza cosmica, che quel dio rap- presentava, non si estinse di certo!). 4. L’elemento divino nell’uomo Il dio demiurgo Enki, insieme alla dea madre Ninmah si misero all’opera. Presero I testi mitologici riferiscono su un even- d e l l ’ a rgi lla e l’impastarono col sangue del to che sconvolse il mondo divino, prima che dio l e a d e r della rivolta (per certi versi ven- l’Uomo fosse creato: anzi, che fu causa del- gono in mente dei confronti con Prometeo): la creazione dell’Uomo. grazie a questo apporto l’Uomo ha in sé HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 37

• 37 • La Stella e i fondamenti dell’astrologia, P. Mander l’intelligenza (unico vivente ad esserne sacerdoti barû, esperti nel trarre gli oracoli, dotato) e anche una componente divina, di volta in volta gli rivelano. seppure rappresa nell’argilla. L’Uomo quindi si trova – Ma torniamo alla componen- secondo questa concezione – al te divina mescolata all’argilla. centro dell’universo, dove svolge un compito divino, che chiara- La “psicologia mesopotami- mente consiste nel mandare a ca” – pur nelle sue varianti – compimento i disegni degli dèi. considera l’essere umano costi- Per rendere operativa l’esecuzio- tuito da un sistema di anime ne di questa missione “cosmica”, multiple esterno, ovvero consi- gli dèi riunirono gli uomini in cit- derano l’Uomo un essere com- tà (parola da cui deriva “civiltà”) posto da diversi elementi, di e vi “fecero discendere” (come diversa origine e provenienza. recitano i testi) l’istituto regale e Non mi posso soffermare su il culto. In tutto l’universo solo questa concezione, così interes- l’Uomo era socialmente org a n i z- sante anche se complessa (in zato in strutture gerarchizzate, ambito esoterico qualcosa di rappresentate dalla vita cittadina, simile è sostenuto anche oggi6) , era governato da sovrani ed era in concezione che gli antropologi grado di erigere templi agli dèi, riferiscono ai sistemi cosiddetti ove celebrare i riti religiosi. Que- “politeistici”7. sti tre vitali requisiti permisero Mi soffermerò solo su uno di all’Uomo di sostituire gli dèi inferiori e di essi, ovvero quello che viene chiamato (non condurre il mondo in loro vece. molto propriamente, invero) il “dio perso- nale” (cui fa riscontro la “dea personale”, Vorrei soffermarmi brevemente sull’isti- quale sdoppiamento di polarità). tuto regale: il re funge da t r a i t - d ’ u n i o n tra il Quando i testi parlano dell’origine della Cielo degli dèi ed il mondo degli uomini; persona umana, la descrivono con l’espres- per lui i sacerdoti divinatori traggono gli sione “generata dal suo dio e dalla sua dea oracoli, in modo che egli sappia cosa gli dèi (personali)”, generazione che corre su un vogliono. I suoi peccati sono pagati da tutto piano parallelo a quello corporeo, di cui si il regno, mentre questo prospera se il sovra- dice che la stessa persona è stata generata no è realmente pio. Quindi il re deve scru- dai suoi genitori naturali. È importante polosamente attuare i voleri divini, che i notare, come ha rilevato l’assiriologo Jacob

6 Si veda Brunelli, 1981: 106 nota 5. 7 Augé, 2002: 49-53. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 38

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K l e i n 8, che i testi usano due verbi diversi dell’inno, ma la prigionia vista come con- per esprimere l’atto del generare, a seconda trapposizione all’accordo col “dio persona- se esso sia effettuato dalla coppia divina o le” e la relativa riconciliazione dopo la puri- da quella umana. Senza dubbio, ficazione (e il giudizio, implicito nel come intuì chiaramente Mir- concetto stesso di ordalia) direi cea Eliade9, il “dio personale” che possano rapportarsi alle non è un’entità estranea, ma “oscure e profonde prigioni” del costituisce l’elemento divino vizio della nostra Tradizione. nell’uomo, quell’elemento la cui origine si deve ricercare 5 . Il rituale di contro-magia nel sangue del dio ucciso con nera maqlû cui fu impastata l’argilla del- l’antropogonia. Sembra che fosse celebrato alla fine del mese di Abu, nel periodo Concludo questo arg o m e n t o che corrisponde alla nostra ultima con un esempio significativo decade d’Agosto, allorché si apri- di un tema tanto vasto e com- vano quei canali invisibili che plesso: il testo che tratta della connettevano gli inferi al mondo prigione della dea Nungal. dei vivi: un periodo dell’anno Esiste un inno sumerico come Halloween o il nostro Carne- rivolto a questa dea, che è la responsabile di vale, allorché i nostri antenati dicevano un carcere posto all’interno del grande com- mundus patet, intendendo che i morti risa- plesso templare nella città santa di Nippur, livano e si mescolavano ai vivi. dimora del signore degli dèi e del cosmo, il Il rituale m a q l û (che è stato studiato a dio Enlil (= “Signore-vento”). In questo fondo da Abusch 2002) cominciava la notte carcere patisce prigionia l’uomo che è stato e poi lo si terminava la mattina seguente. abbandonato dal suo “dio personale”. Forse protagonista ne era il re o qualche Sappiamo che questa separazione è cau- personaggio di alto livello, ma non abbiamo sata da contaminazioni rituali, violazioni di notizie certe. Lo assisteva lo à s h i p u, l’esor- tabù, colpe di diverso tipo, anche se non tut- cista, un sacerdote specializzato, che aveva te consapevoli o intenzionali. Quest’uomo conseguito il suo livello perché era anche – riferisce l’inno – si sottopone ad un’orda- colto: nelle case di famiglie di questi sacer- lia fluviale, superata la quale ritorna “puro” doti si sono trovate biblioteche intere di (mondato dalle acque) e si riconcilia col suo tavolette cuneiformi su miti, manuali di “dio personale”. Non tutto è chiaro nel testo divinazione e di esorcismi.

8 Klein, 1982: 295-306. 9 Eliade, 1979: 69-98. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 39

• 39 • La Stella e i fondamenti dell’astrologia, P. Mander Il nemico era la strega (o lo stregone) che regno, lo splendore degli astri le preclude la aveva messo in atto un rituale di magia fuga verso i Cieli. nera, causando ingiusti dolori La procedura ricorda e sfortune al protagonista. nettamente le pratiche Ma non è solo la strega sciamaniche, perché il viva ad essere presa di sacerdote deve discen- mira, ma anche quella mor- dere l’Axis mundi, ta, emersa dalle plaghe l’asse del mondo che oscure dell’inferno, come collega Cielo, terra ed uno spettro maligno, asse- inferi, in modo da tata di malvagità. poter avvicinare le L’atmosfera in cui si divinità dell’oltretom- svolge il rituale è delle più ba. Per compiere que- cupe. All’inizio sono invo- sta operazione egli cate le divinità infere per- chiede la purificazione ché sia posta sotto processo agli dèi celesti, e quin- la strega o il fantasma della di, come loro, avvolto strega che ha violato l’ordi- di splendore stellare, ne cosmico ponendo in può scendere agli infe- essere i suoi sortilegi, in spre- ri, seguendo il percorso gio ai vincoli degli dèi. La prima parte ha che quotidianamente tracciano gli astri, quindi l’esatto aspetto di un processo, in cui quando, tramontando, scendono nel regno si enumerano i crimini e si indica il colpe- delle tenebre ad Occidente, per poi riappa- vole al giudizio degli dèi. rire il giorno dopo ad Oriente. A b b i a m o Ma siccome il processo si svolge su due ricordato al paragrafo precedente la funzio- fronti, occorre agire su entrambi separata- ne intermediatrice delle stelle, che fungono mente. Sul tetto dell’edificio, testimone lo anche da messaggere. scintillio delle stelle, si svolge la prima ceri- Come esito di questa cerimonia, da un monia, atta a chiedere agli dèi la necessaria lato la strega, sia essa viva, o uno spettro, purificazione. Quest’atto blocca la strega resta intrappolata tra inferi, Cielo e terra, in viva sotto il giudizio dei Celesti. Poi si deve un luogo virtuale dove dovrà rispondere dei procedere contro la strega morta, quindi il suoi crimini. Dall’altro lato, l’uomo che si è sacerdote deve rivolgersi alle divinità infe- trasformato in stella non è più l’uomo di re. Anche in questo caso lo scopo è quello prima. di bloccare lo spettro della strega, in modo Ora lo splendore stellare che lo avvolge che non possa né rifugiarsi negli inferi, lo rende invulnerabile agli attacchi delle aspettando migliore occasione per colpire di entità malefiche. Come le stelle egli veglia nuovo, né lanciarsi in terra, per condurre nella notte e quindi ha piena consapevolez- nuovi attacchi: per quanto riguarda il terzo za di ciò che accade, tanto che si identifica HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 40

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con gli astri. La sua coscienza è piena, la dell’“Io”, e quelli delle profondità dell’in- strega non potrà attaccarlo nel sogno, né conscio, sia individuale che collettivo, ma farlo trapassare da quell’immagine della anche le “altezze” del supercosciente e del morte che è il sonno. Egli Sé spirituale. La a ffronta la notte infestata ricerca di A s s a g i o l i dagli spettri senza perico- quindi risponde alla li; come la luce delle stel- critica che Guénon le è attiva nella notte, così aveva mosso alle la sua forza potrà, unita a scienze psicologiche, quella delle stelle del cie- per le quali nello lo, colpire la strega. stesso elemento, l’in- Il rituale m a q l û c u l m i- conscio, appunto, na con l’atto di gettare nel i n d i f f e r e n t e m e n t e fuoco l’immagine della confluivano in modo strega (m a q l û vuol dire confuso tanto realtà “combustione”), in modo spirituali che pulsioni che essa venga definitiva- i n f e r i o r i 1 0 . Quest’im- mente annientata e si dis- postazione fu natural- perda, senza aver possibi- mente condivisa dal lità neppure di ritornare Fratello Francesco come fantasma. Abusch si chiede se l’iden- Brunelli, che sviluppò, in comunione d’in- tificazione con la stella non sia una visione tenti con Assagioli, gli aspetti esoterici di onirica ottenuta in un rito di incubazione, quella ricerca11. simile a quelle degli sciamani o dei Benan- Nel suo manuale introduttivo P s i c o s i n t e - danti descritti da Carlo Ginzburg. s i, A s s a g i o l i 1 2 illustra l’illusorietà dell’unità dell’“Io” cosciente, che in realtà consiste in 6. L’Io una molteplicità indefinibile di elementi diversi: un’eccellente illustrazione di questa Lasciamo per un momento l’antica realtà si riscontra nella lettura del romanzo Mesopotamia e i suoi riti e rivolgiamoci a di Pirandello Uno, nessuno, centomila, che ricerche contemporanee. Mi riferisco alla descrive sottilmente come il protagonista psicologia di Roberto Assagioli, che com- scopra in modo graduale l’inconsistenza prende non solo gli aspetti coscienti della propria immagine e personalità13.

10 Guénon, 1982: 223-229. 11 Brunelli, 1981: 81-107. 12 Assagioli, 1993: cap. 1. 13 Assagioli, 1993: 15. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 41

• 41 • La Stella e i fondamenti dell’astrologia, P. Mander Lo stesso tema si riscontra presso un mento il processo di unificazione con la sfe- americano che si è convertito al Buddhi- ra superiore1 6: sul versante esoterico, l’Ini- smo, Stephen Levine; ziazione è il il suo punto di vista momento reale che riguardo l’illusione dà inizio a tale per- dell’“Io” è particolar- corso17. mente interessante, dal momento che egli Riassumendo il appartiene alla nostra quadro assunto da stessa cultura, e quin- Assagioli e Bru- di riesce più efficace- nelli, alla sfera del- mente a comunicare l’inconscio infe- con noi di quanto riore, si appoggia possano i monaci l’inconscio medio, tibetani che giungono in cui si colloca il a predicare in Occidente. Levine parla cerchio formato dal raggio dell’“Io” dell’“Io” come di una scimmia che balza di cosciente. Tutto attorno, indefinibile, s’e- ramo in ramo, a seconda di dove s’appunti stende l’inconscio collettivo. Al di sopra del l’attenzione del nostro pensiero cosciente14. cerchio della coscienza, si colloca l’incon- Brunelli sviluppa ulteriormente il tema, scio superiore o supercosciente, che culmi- individundo un tipo di persona “non evolu- na con il Sé Superiore. È importante distin- ta”, che reagisce solo agli stimoli ed impul- guere questo Sé spirituale dal supercoscien- si esterni, e per la quale quindi l’“Io” è pres- te, in cui sempre si svolgono dinamiche cui socché inesistente, rispetto a chi comincia a partecipano diversi elementi, mentre il Sé è costituire il proprio centro che organizza e immobile, stabile, immutabile1 8. Questo Sé dirige i contenuti del campo della coscien- si riflette nell’“Io” cosciente, entrambi cen- za. Lo stadio successivo consiste nella per- tri unificatori, seppure a livelli diversi19. cezione dell’inconscio superiore e consente d’intraprendere un percorso verso l’unione Se ora ritorniamo all’esperienza mesopo- con esso1 5 . Assagioli porta diversi esempi, tamica, possiamo riconoscere nel linguag- tra cui quello di Wolfang Goethe, di perso- gio figurato del pensiero mitico i processi naggi che riuscirono a condurre a compi- che il linguaggio astratto moderno descrive

14 Levine, 1998: cap. 4, 63 ss. 15 Brunelli, 1981: 96-99. 16 Assagioli, 1993: 16. 17 Brunelli, 1981: 102. 18 Assagioli, 1988: 26. 19 Assagioli, 1993: cap. 6. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 42

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come unione con l’elemento superiore confuso da un alone, oppure sfocato dalla (ovvero la “psicosintesi”), e quindi nella foschia, e altre condizioni ancora, legate stella – in cui l’Uomo infine si trasforma, al anche alla meteorologia, ed in cui non ricor- termine di una dramma- re alcuna considerazione tica lotta contro le forze di natura astronomica. disgregatrici ed ipnotiz- Diamo qualche esempio. zanti della stregoneria – la rappresentazione di Se la Luna, il giorno 1 quello che Brunelli [del mese in oggetto], chiama “Uomo evolu- quando sorge, il suo cor - to” se non “Uomo tota- no sinistro è smussato e l e ” 2 0. Nel pensiero eso- M e r c u r i o [/ Venere] sta a terico anche Kremmerz lato: per tre anni il nemi - co divorerà il paese di associa la stella all’Uo- Amurru [= Occidente]; mo evoluto e, in parti- Se la Luna nel vasto colare, sottolinea il (?) cielo è rossa: l’orzo risalto della luce stellare scarseggerà; contro il fondo cupo del Se la Luna sorge in un cielo, dove la divinità e i fati si celano21. momento non previsto ed è scura: sventu - ra per [la città di] Ur, il trono cambierà [= 7. L’astrologia caldea, egizia e greca rovesciamento dinastico]. Verderame, 2002: 15 Molto succintamente, per non stremare “il mio lettore”, traccio il percorso che arri- Come si vede, gli aspetti “astronomici” va all’astrologia moderna. Nei testi di divi- sono del tutto assenti, se, addirittura, si nazione più antichi, sempre in Mesopota- osserva un’inattesa apparizione dell’astro mia, sono raccolti sistematicamente oracoli d’argento! celesti, ovvero oracoli che sono determina- In questi riguardi, piuttosto che di astro- ti dalla mera visione del fenomeno, così logia, dovremmo parlare di o m i n a c e l e s t i , come appare, scevra da qualsiasi riflessione da includere in quella prima parte della astronomico-matematica. divinazione assiro-babilonese che si occupa In altre parole, in quelle raccolte, non di oracoli spontanei, non provocati, quali solo si tenne conto se un astro ne copre un possono essere la nascita di un essere defor- altro, ma anche se l’astro sarà visibile o me o il cadere di una folgore, l’apparire meno a causa delle nuvole, se apparirà cir- improvviso di una serpe (il nostro gatto

20 Brunelli, 1981: 99. 21 Kremmerz, 1982: 36. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 43

• 43 • La Stella e i fondamenti dell’astrologia, P. Mander nero che attraversa la strada viene da lì). A vano tra loro le realtà più disparate, secon- questa parte se ne oppone un’altra, in cui il do principi a noi chiari solo molto raramen- verdetto è oggetto di indagine volontaria, te. In un cosmo siffatto, gli dèi (in quanto come la lecanomanzia, forze cosmiche) agi- allorché si gettano vano quali “centri” gocce d’acqua in un di tali reti e quindi bacile di olio o si esa- moltissimi eventi mina il fegato di un erano interpretati o agnello sacrificato. come segni che rive- I presagi celesti, lavano le loro inten- quindi, si incanalano zioni, oppure come insieme a tutte le altre messaggi, che gli discipline divinatorie dèi inviavano agli babilonesi e assire, i uomini. cui principi generali – ma con molte variazio- Nel V sec. a.C. ni – si possono riassu- invece si verificò mere in una schemati- una profonda tra- cità che colloca sulla sformazione; non è destra (che i Latini chia- possibile, in questa meranno pars familiaris) i segni favorevoli sede, esaminarne le ragioni, che in parte ci o, se negativi, sfavorevoli per il nemico, sfuggono. Certamente le sistematiche osser- mentre sulla sinistra (pars hostilis) i segni vazioni che i sacerdoti effettuarono per positivi come favorevoli al nemico o, se secoli, prendendo nota del levare e del tra- negativi, a lui contrari (e, quindi, a noi favo- montare dei singoli astri, produsse una revoli: Koch-Westenholz: cap. 5). Non ci si grande quantità di dati, che fu poi la base di stupisca per la terminologia latina: la prin- queste speculazioni. Si pensi che perfino il cipale tecnica divinatoria mesopotamica, grande Tolomeo (II sec. d.C.), per formula- l’estispicina o epatoscopia, esame del fega- re la sua dottrina del sistema planetario, si to della vittima, giunse sulle coste tirreniche avvalse di questo materiale babilonese23. e fu acquisita dagli Etruschi22. Fu individuato in quel periodo il ciclo detto S a r o s, di circa 18 anni, in base al qua- Si deve immaginare che per gli antichi le predire le possibilità di eclissi e un ciclo mesopotamici tutto l’universo era collegato di 19 anni, che consentì di “pareggiare” il da una fitta rete di analogie, che connette- numero delle lunazioni con gli anni solari.

22 Meyer, 1987: 270. 23 Barton, 1994: 19, 30-31; Hunger e Pingree, 1999: 97, 144, 156-159; Rochberg, 2004: 9. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 44

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Ma da questo periodo ebbe anche inizio stoico e aristotelico2 7. D’altra parte, già dal una nuova destinazione della divinazione VI sec. a.C. era evidente l’influenza del celeste, perché non fu rivol- pensiero cosmologico meso- ta solo al re e quindi al potamico su quello greco2 8. paese, ma anche alla per- L’unità culturale del bacino sona comune2 4. Poco più orientale del Mediterraneo, tardi fu introdotta la scan- attuata dall’impero persiano sione in 12 segmenti prima e dall’ellenismo poi, (segni) di 30º dell’eclittica, ha pertanto costituito l’am- lo zodiaco, innovazione biente culturale idoneo per che trasformò la tradizione la diffusione e l’elaborazio- degli omina celesti25. ne di esperienze locali che In questo quadro di pro- altrimenti difficilmente si fonde trasformazioni, a sarebbero potute trasmettere partire appunto dal V s e c . altrove: è questo il caso a.C., appaiono i primi temi anche dell’Egitto2 9. L’ e p o c a natali, caratterizzati dalla tolemaica a sua volta vide formula “Il neonato è venuto alla luce”, l’Egitto divenire centro d’irradiazione del- come indicazione del momento del tema l’astrologia, sia inclusa nella letteratura natale. Seppure in piccolo numero, i proto- e r m e t i c a 3 0, sia in forma di oroscopi3 1 in tut- oroscopi babilonesi provengono da un to l’eucumene ellenistico-romano. Natural- periodo che si estende fino al I sec. a.C. e, mente anche l’Egitto recò il suo contributo probabilmente, sono fra gli ultimi testi al prestito mesopotamico, in alcuni aspetti, redatti in cuneiforme su tavolette d’arg i l l a . quali la regolarità del calendario e la fun- Dopo l’estinzione di questo genere, appaio- zione dei decani3 2. La “rivoluzione matema- no i primi oroscopi greci26, che raccolgono, tica” del V sec. a.C. da Babilonia aveva for- in pieno periodo ellenistico, l’eredità babi- nito la spinta propulsiva che aveva, a sua lonese, sviluppandola con l’inclusione di volta, attivato sviluppi fecondi che si diffu- altre influenze culturali, quali il pensiero sero in tutto il mondo mediterraneo.

24 Rochberg, 2004: 101. 25 Rochberg, 2004: 117. 26 Rochberg, 2004: 99-100. 27 Rochberg, 2004: 100. 28 Barton, 1994: 21. 29 Rochberg, 2004: 10; Barton, 1994: 19-31; Hunger e Pingree, 1999: 31. 30 Barton, 1994: 25-27. 31 Barton, 1994: 27. 32 Barton, 1994: 19-20. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 45

• 45 • La Stella e i fondamenti dell’astrologia, P. Mander 8. Perché l’astrologia tra le stelle del firmamento alla morte del- l ’ i n d i v i d u o 3 3; dottrine che Platone riprese, È il momento di strin- associando l’anima alle stelle34. gere i nodi. Io ritengo che, fra Nell’Uomo è pre- le tante discipline sente una componente divinatorie praticate divina, come s’è visto nell’antica Mesopo- sopra, al § 4; questa tamia, e delle quali componente funge da possediamo una cer- “centro unificatore” ta documentazione (terminologia di A s s a- epigrafica, l’astrolo- gioli: § 6), come si gia sia assurta al ruo- può dedurre dall’inno lo più alto, e quindi è alla dea Nungal e dal stata recepita attiva- rituale di contro-magia nera m a q l û, cui s’è mente in ambienti diversi in un’area di dif- fatto cenno innanzi (vedi sopra, § 5). fusione amplissima, perché da un lato pog- Questo “Centro” condivide con la volta giava sull’astronomia matematica, l’inno- stellata il carattere di essere ad un tempo al vazione del V sec. a.C. La matematica, nel- di sopra del contingente (vedi § 1 e § 6) e al la sua assoluta logicità, rispecchia ad un tempo stesso in contatto con esso, rifletten- livello astratto la regolarità della rotazione dosi nell’“io” cosciente (vedi § 6) e pertan- della volta stellata nel mondo sensibile. L’ a- to è rappresentabile da un oggetto di natura stronomia / astrologia matematica coniuga celeste, quale appunto la stella. Se ritornia- indissolubilmente i due aspetti. mo al “dio personale” dell’antica Mesopo- In secondo luogo, oggetto dell’astrono- tamia (§ 4) e alle stelle come rappresenta- mia / astrologia matematica è la volta stel- zione del divino (§ 3), non sembrerà strano lata e la stella, come s’è detto, rappresenta associare l’elemento divino nell’uomo ad l’“Io” nel culmine del suo percorso unifica- un astro: e, difatti, il rituale m a q l û c o n f e r m a tore. quest’associazione. Come chiarisce Guénon, la posizione Nel pensiero greco Pitagora, su base degli astri esprime l’armonia tra il Cielo matematica, stabilì rapporti tra i corpi cele- stellato e l’individuo35. sti, elaborando la teoria dell’“armonia delle Non a caso, tutte e tre le cantiche della sfere”, e, consonantemente agli antichi assi- Divina Commedia terminano con la parola ro-babilonesi, concepì il ritorno dell’anima “stelle”.

33 Barton, 1994: 21; Abusch, 2002: 276. 34 Barton, 1994: 109. 35 Guénon 1971. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 46

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Bibliografia

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Glossario ebraico-muratorio

di Felice Israel Università di Genova

The present article offers a glossary of Hebrew words in Masonic Rituals as they are practised by the Rites recognized from the Grande Oriente d’Italia. For each Hebrew word the reader will find its Hebrew transcription, its attestation in the Old Testament and some prosopographic and topographic news about it. Key words: Italian Rituals, Hebrew Wo rds, Hebrew Names, Rituali GOI, Parole ebraiche, Nomi ebraici.

n questo articolo, che fa seguito al in ordine alfabetico, secondo la grafia, spes- contributo di V. P. Gastaldi dedicato so deformata, o quasi irriconoscibile in alcu- alla presenza ebraica in Massoneria, ni casi, impiegata nei rituali per cui ci è par- è parso opportuno inserire un e x c u r s u s s u l l e so necessario far seguire ogni termine dalla parole e i nomi ebraici presenti nei diversi sua trascrizione fonetica; agli antroponimi si rituali massonici sia dell’Ordine che dei fa seguire la sigla NP = Nome di Persona e diversi riti riconosciuti dal Grande Oriente ai toponimi la sigla NL = Nome di Luogo. d’Italia. Questi sono nell’ordine di Per ambedue queste categorie viene data riconoscimento da parte del GOI: Rito l’attestazione nella Scrittura connessa al ri- Scozzese Antico ed Accettato, il Rito Sim- tuale e qualche scarna ed essenziale notizia bolico, il rito dell’Arco Reale, l’Antico e prosopografica o topografica. Come si è det- Primitivo Rito di Memphis e Misraim, il rito to prima, le parole ebraiche sono deformate Noachita e l’Ordine della Croce Rossa di e questa deformazione ci sembra dovuta a Costantino. Qui non si vuole parlare dei sin- due fattori essenziali: la trasmissione te- goli riti né tantomeno svelare dettagli delle stuale e la mancanza, all’epoca della singole iniziazioni ma piuttosto fornire un redazione dei rituali, di una convenzione glossario dei termini ebraici presenti nei universalmente accettata per trascrivere l’e- diversi rituali. Accanto ai lemmi veri e pro- braico; questi due fatti hanno obbligato pri si sono raccolti anche gli antroponimi e i l’Autore a fornire una trascrizione scientifi- toponimi. Tutti questi termini sono raccolti ca dei termini, a segnalare accanto all’inter- HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 48

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pretazione tradizionale un’interpretazione Lo sviluppo di questi materiali che sono restituita secondo i valori dei termini alla stati definiti poc’anzi “materia massonica” luce della grammatica dalla quale per ogni ebraica. Qualora i termini grado si è costrui- non ritrovino riscontro ta una leggenda, nell’Antico Testamento, si ha determinato indicherà se inventati o da per alcune tradi- dove essi siano stati presi zioni muratorie come è il caso dei nomi delle scelte preci- angelici che in realtà sono se nella formula- nomi di persona diventati zione dei diversi nomi angelici. Per quanti rituali. Alcune tra- desiderassero appro- dizioni locali fondire lo studio dal punto come quella italia- di vista linguistico si indi- na e quella nordi- cano alcuni dizionari sia ca non hanno svi- massonici che ebraici. Per luppato la leggenda quanti invece desiderassero studiare gli di Hiram ma hanno preso come base perso- aspetti massonici dei rituali si indicano naggi locali indigeni come Pitagora ed il alcune opere di storia muratoria che permet- suo insegnamento in Italia o personaggi teranno di conoscere la storia dei singoli riti. mitici locali nel caso della tradzione mura- Il problema della presenza ebraica in Mas- toria scandinava, come pure i riti e gli ordi- soneria resta un problema innanzitutto stori- ni di palese impostazione cristiano-templa- co che è stato recentemente affrontato egre- ristica praticamente escludono parole, topo- giamente da B. Katz, dell’Università ebraica nimi o antroponimi ebraici dai loro rituali a Gerusalemme e che non ha niente a che che restano chiaramente di impostazione vedere con l’uso di parole ebraiche nei ritu- cristiana e neotestamentaria. Prescindendo ali sia dell’ordine che dei singoli riti. L’ u s o dal Serenissimo Rito Simbolico, tutti gli di queste parole dipende dalle fonti altri riti praticati all’interno ed all’obbe- tradizionali massoniche che prima per l’Or- dienza del GOI, hanno preso come punto di dine e poi ed eventualmente per i singoli riti partenza per le leggende dei singoli gradi la sono state impiegate per costruire i rituali leggenda di Hiram, ampliandola ognuno dei diversi gradi. L’insieme di questa mate- anche con altri elementi a seconda della ria massonica è fornita da un lato dalla nota propria e specifica direzione di ricerca eso- “storia” della Massoneria scritta da A n d e r- terica. Nel rispetto del segreto iniziatico non son, dal discorso di Ramsey e dalla leggen- si può dire di più perché altrimenti si da di Hiram, trasmessa nel Medioevo e oggi dovrebbe entrare nel dettaglio sui singoli nota anche ai profani per esempio grazie alla rituali; proprio per il dovuto rispetto alla divulgazione di Gerard De Nerval. tradizione, nel comporre i singoli lemmi HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 49

• 49 • Glossario ebraico-muratorio, F. Israel in questo glossario non sono stati indicati i la loro moltiplicazione sono voluti in modo diversi gradi ed i riti in cui i diversi termini che l’iniziato, perché pur partendo da una occorrono: i Fratelli che leggeranno queste medesima materia massonica possa farla righe si riconosceranno ognuno al suo posto propria, poco a poco, quasi come una medi- o in posti differenti della Piramide iniziati- cina da assumere in dosi quantitativamente ca, perché gli stessi lemmi possono occorre- diverse a seconda delle necessità del pazien- re in gradini diversi della Piramide, come te – metafora per indicare l’iniziando – che pure i diversi sistemi hanno disposto i nel tempo e secondo le proprie capacità medesimi gradi in ordine diverso, ma que- potrà fare propri determinati concetti sim- sta ripetizione non è casuale perché r e p e t i t a bolici a seconda della dose assunta – meta- j u v a n t. La disposizione diversa dei gradi e fora quest’ultima per indicare la dottrina.

Glossario

÷abib m˝qqêh: «uccisore del padre»; in Gerusalemme; il personaggio è menzio- realtà frase inventata e non conforme alla nato da Flavio Giuseppe in Contra Apio - sintassi ebraica, il cui vero significato è n e m I, 115,120 e Antichità Giudaiche «di suo padre percussore». VIII, 146,149. a ÷˝hˇb ÷ b ô d a h: «amante del lavoro»; com- ÷abíba¿al [Abibal]: NP «mio padre è ba¿al»; posizione di due parole in stato costrutto uno degli eroi di Davide, cfr. 2 S a m . mista di aramaico ÷ ˝ h e b e di ebraico 23,31, 1 Cron. 11,32. ÷ab o d â . A b i b a l a: NP «ha divorato il padre»; inven- ÷˝hˇb qodsπo: «amante del Suo santuario»; tato per ÷abíb˝la¿. composizione di due parole in stato co- ÷ab î r ˝ m [Abiram]: NP letteralmente «il strutto mista di aramaico ÷ ˝ h e b e di ebrai- padre è elevato»; figlio di ÷ e h ÷ ˝ b , sacer- co qodsπo. dote ribelle all’autorità di Mosé; cfr. ÷ab a d d ô n [Abaddon]: nome dell’inferno Num. 16,1ss, Deut. 11,6. secondo Job 26,6. A b r a g : NP tradizionalmente interpretato ÷ a b d˝ [Abda]: NP «servo del dio»; forma- come «re senza macchia»; tuttavia tale zione ipocoristica, padre di A d o n h i r a m interpretazione non ha fondamento filolo- cfr. infra s.v. adonhiram. gico; la parola sembra essere una defor- Abdhmwn [Abdemon]: NP cittadino di Tiro mazione di ÷ab ra¿ «padre malvagio». e di Salomone che risolve alcuni degli ÷ a b r ˝ h ˝ m [Abramo]: NP «il padre è eleva- enigmi sottoposti da Salomone a Hiram di to», patriarca, progenitore degli Ebrei; Tiro e che ne propone altri al sovrano di variante grafica del nome precedente. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 50

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÷ ˝ d˝m [Adamo]: «uomo»; nome del primo Ahoiah: NP deformato per ÷ah≥îyy˝h, segre- uomo creato dal Signore; cfr. Gen. 1,26 tario di Salomone assieme al fratello A h o - ss. reph secondo 1 Re 4,3. ÷ad˝r [Adar]: dodicesimo mese nel calenda- A h o re p h: NP assieme al fratello A h o i a h rio ebraico postesilico. sono ambedue segretari di Salomone. Il A d o n a i: nome di Dio che nella tradizione N P è inventato e modellato sul NP e ebraica sostituisce la pronuncia del tetra- ÷ l i h ≥o re f menzionato in 1 Re 4,3. Defor- gramma per cui vedi sotto s.v. YHWH. La mato da un’originale forma ricostruibile traduzione corrente «il Signore» d e r i v a come * ÷ a h ≥ û h ≥ o re p. L’origine della defor- dalla versione dei Settanta che presenta il mazione è evidente. termine greco kuvrioß «Signore». H a l ™l û y a h [Alleluja]: «lodate YA H W E H » ; Adonay baelim mika.moka: trasposizione poi entrato anche nella liturgia cristiana. della frase Mi kamoka baelim adonay, Usato in inizio o conclusione di numerosi «Chi è come te o Signore» di Es. 15,11 . Salmi ad es. Ps. 112 in inizio e 113 in Cfr. infra alla omonima voce. inizio ed in fine. A d o n h i r a m: NP «figlio di Abda». Il NP ÷ ˝ m ˇ n [Amen]: letteralmente «è cosa A d o n h i r a m sarebbe la deformazione del vera»; poi entrato nella liturgia ebraica e a c r i s t i a n a . N P biblico ÷ d o n î r ˝ m «il mio signore è elevato». Funzionario preposto ai lavori ÷ e m ˛ r î [Amoriti]: NP, popolazione preisrae- pubblici secondo 1 Re 4,6 e 5,28. In 2 litica della Palestina. Sam. 20,24, Re 12, 18//2, Cron. 10,18 A r a l i m: deformazione del termine ÷ e r ÷ e l ˝ m a appare la variante grafica ÷ d o r ˝ m con lo letteralmente «i loro altari», che in Is. stesso significato. 33,7 compare come sinonimo per Gerusa- A g g e o h ≥ a g g a y: N P «nato nel giorno di fe- lemme in quanto sede del Tempio e a for - sta». Uno dei Dodici dei profeti minori ed t i o r i dell’altare. Il significato del termine autore dell’omonimo libro biblico. A t t i v o deve dedursi dal passo di 2 Sam. 23,20 nella ricostruzione del tempio postesilico. dove si specifica trattarsi della parte C f r. Esra 5,1 e 6,14, assieme al profeta superiore dell’altare. Al singolare il ter- Zaccaria; cfr. infra s.v. mine presenta la forma ÷ar i ê l, Ez. 43,15 e a A h i l u t : NP variante di A h i l u d per cui cfr. diverse varianti grafiche come ÷ riˇl nello infra Giosafat figlio di Ahilud. stesso verso come pure in 2 Sam. 23,20 ed ancora ÷arî÷ˇl in Is. 29:1, 7. ÷ah ≥í π ˝ h ≥a r [Ahishahar]: NP «il fratello è ™ alba»; maestro del palazzo per il re Salo- ÷ a π k n a z [Askenaz]: NP, figlio di Gomer, mone cfr. 1 Re 4,6. Esiste la variante figlio di Iafet; cfr. Gen. 10,3 // 1 e Cron. deformata riportata sotto. 1, 6. A h i s k a r: NP deformazione di A h i s h a h a r, B a ¿ a l [Baal]: «padrone, signore», divinità cfr. sopra. cananea secondo la tradizione biblica. Cfr. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 51

• 51 • Glossario ebraico-muratorio, F. Israel nel presente glossario i NNPP c o m p o s t i Giuda costruisce nel deserto il santuario con questo elemento, A b i b a a l, Z o r b a l. ed altri oggetti di culto. Cfr. Ex. 31,2; B a ¿ a l [Baal]: «il padrone», nome di divinità 35,30; 36,Cron. 2,20, 2 Cron. 1.5. cananea. H ˘˝ m [Cam]: NP «il caldo» uno dei tre figli B˝bel [Babilonia]: NL. di Noé. Cfr. Gen. 5,32; 6,10; 9,18;10,1;1 Cron. 1,4. B a g o h a l: «nell’abbominazione» deforma- zione di b˝g˛¿al. K˛hˇn plk˛hanîm [Cohen]: «sacerdote». Bea makh bn grad: deformazione di b a h D ˝ n [Dan]: NP «(Dio) ha giudicato/è giu- m˝h πeb˝m™¿ar a : «in essa c’è quanto c’è dice», figlio di Giacobbe e Bilha, ancella nella caverna». di Rachele in Gen. 30,6; 35,25, Gen. 49,16-17, antenato della tribù dallo stesso Begohal kal: deformazione di B™g ˛ ¿ a l k ˛ l : nome. Il territoro di questa tribù si trova- «nell’abbominazione di tutto». va secondo Gios. 19, 40-46 a ovest di Ben ¿˝k˝n [Ben Akar]: NP «figlio di A k a r » , Beniamino tra Ephraim, Giuda e il valle posta alla frontiera di Giuda e Be- Mediterraneo. niamino. Cfr. Gios. 15,7, secondo Gios. 7,1 ss. si dovrebbe leggere ¿ ˝ k ˝ n. Nel Dario: NP dall’antico persiano D ˝ r a y a testo biblico si tratta di una corruzione v a h u - π ( n o m . ) , Dario I, sovrano ache- testuale. Il NP compare ancora ma defor- menide che autorizza la ricostruzione del mato Hakar per cui cfr. infra. tempio; cfr. Esra 5, 5-6,16. B e n a i a figlio Ye h o y a d a : NP b™n˝ y ˝ h f i g l i o ¿ˇden [Eden]: NL cfr. Gen 2, 8 inteso gene- y™h ô y ˝ d˝ ¿ «Yhwh ha costruito/generato» almente come il paradiso, in realtà deve per il patronimico cfr. infra s.v. Ioyada. filologicamente essere interpretato come Uno degli eroi di Davide, capo della sua luogo irrigato. guardia 2 Sam. 8,18 // 20,23 // 1 Cron. ÷ e p r a y i m [Efraim]: NP, secondo Gesenius 18,17 e poi sostenitore di Salomone al forsan terra duplex, ossia duale di ÷ e p e r momento della successione. Cfr. 1 Re 1,8- «cenere», ma una qualsiasi etimologia 44. Si noti anche la deformazione resta rischiosa. Figlio di Giuseppe e Benaya. Il patronimico significa «Dio ha Asnat, cfr. Gen. 41,52; 46,20, antenato conosciuto». della tribù dallo stesso nome il cui territo- B e n a y a: NP c f r. sopra B e n a i a figlio Ye h o y - rio si trovava tra Beniamino e Manasse, ada cfr. Gios. 16,5-10. . Ben hôrîn≥ [Benchorin]: «libero». E h y ro t : forse deformazione di ÷ a h ≥ a r î t. Si a ™ confronti l’espressione biblica ÷ a h ≥ r î t B rît [Berith]: «patto». hayy˝mîm «la fine dei giorni». B™sa l ÷ ˇ l [Besalel]: NP «nell’ombra (pro- tezione) di El», figlio di Hur della tribù di ÷ˇlh≥ay [El Hai]: «Dio vivente». HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 52

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÷ˇl h≥annûn [El Hanun]: «Dio misericor- cinque città della Pentapoli filistea secon- dioso». do Gios. 13,3 e 1 Sam. 7,14. ÷ ˇ l î ÷ ˇ l [Eliel]: «il mio dio è El», personaggio Gebûl bînâ teb û n â [gebhul binah tebuna]: inventato. «confine dell’intelligenza è la compren- sione». ÷el ˛ h î m [Elohim]: nome della divinità gene- ralmente tradotto con «Dio», sulla base Y™rûπ˝layim [Gerusalemme]: NL. della versione dei S e t t a n t a che rende con Y @ e h ô π a p at ben ÷aí l û d [Giosafat figlio di Qeos. Ahilud]: NP «Dio ha giudicato», ÷ah ≥î l û d E m e re k: deformazione di ÷˝mar y˝h «Il Si- «fratello del figlio». Araldo all’epoca di gnore ha detto» oppure h a m m ˛ r ˇ h « i l Davide e Salomone, cfr. 2 Sam. 8,16 maestro». 20,24; Re 4,3; 1 Cron. 18,15. Per A h i l u d ÷emet [Emet]: «verità». esiste anche la variante Ahilut. ¿ i m m a n û ÷ ˇ l [Emmanuel]: NP «Dio è con Y™hôπû¿a [Giosuè]: NP «YHWH è salvez- noi», nome simbolico di un discendente za», sacerdote associato a Zorobabele e al annunciato al re Ahaz, cfr. Is. 7,14, 8, 8- profeta A g g e o . C f r. s.v. Nella ricostruzione 1 0 . del tempio, cfr. Esra 2, 1-70 // Neem. 7,6- 72, Israele nella terra promessa e al quale ¿ e z r ˝ ÷ [esdra]: NP (dio), Esra ben nota gui- è intitolato l’omonimo libro biblico. Per da e capo durante il rientro del popolo ambedue i personaggi il significato del ebraico da Babilonia; «(Dio è) aiuto», for- nome è il medesimo. mazione ipocoristica. Y™h û d â [Giuda]: NP divenuto anche NL, ˇt ÷ad˛n˝y [Eth Adonay]: «con il Signore». figlio di Giacobbe e Lea antenato del- G i b ¿ ô n [Gabaon]: NL Gabaon. Celebre l’omonima tribù. Cfr. Gen. 29,35 e 49,8 il anche per la sua menzione in Gios. 10,12 cui territorio occupava la Palestina meri- «fermati o sole in Gabaon», testo a cui poi dionale cfr. Gios. 15, 4-12. fu assegnato un valore cosmologico nella G ˛ p e r [Gofer]: legno con cui è stata fatta polemica contro Galileo. l’arca di Noè, forse il cedro secondo la G a b r î ÷ ˇ l [Gabriele]: NP «Dio è forte», versione dei Settanta. angelo Dan. 8,16; 9,21, Lc. 1, 20,26. H a b m o t: deformazione per h a b b ˝ m â G i l ¿ a d [Galad]: NL, secondo la tradizione il «altare, luogo alto», nel mondo cananeo. toponimo significherebbe «mucchio del H a b o r k a: tradizionalmente tradotto con testimonio». Cfr. Gen. 31,47. «benedici» ma in realtà deformazione di G a t h: NL, rifugio degli Asmonei. Cfr. habb™@r˝kâ «la benedizione». Flavio Giuseppe Bellum Judaicum I, § Hakar: NP cfr. sopra Ben Akar. 326 e Antiquitates Juadaicae XIV, § 450. Si tratta della città di Gat, una delle Hamal abel tub bahani: deformazione di HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 53

• 53 • Glossario ebraico-muratorio, F. Israel

h≥amal abel toub baaani «la misericordia Y ™ h ô y ˝ d˝ ¿ [Ioyada]: NP «Dio ha conosciu- per il luttuoso è buona nella povertà». to», consigliere di David 1; Cron. 27,34. H a m a l: tradizionalmente inteso come J o h a b e n: parola inventata, tradizionalmente «saggezza, grande opera» ma in realtà intesa come «figlio di Dio» la cui compo- deformazione di ¿˝m˝l «lavoro, opera». sizione non è compatibile con le norme che regolano la composizione delle parole Ham a l î ÷ ˇ l [Hamaliele]: NP d’angelo, «Dio ha avuto compassione di me». nella lingua ebraica. H˝môn [Hamon]: «brontolio delle acque». Jakinai: deformazione di j˝kîn. Jaobert: NP deformazione di yahoben. H a ro d i m : parola inventata pl. di r ˛ d ê p r e- ceduta dall’articolo determinativo capo Japho: NL odierna Jaffa y˝pô÷. cfr. 1 Re 5,4. Ye k ˛ n y ˝ h [Jechonias]: NP d e f o r m a z i o n e H ˘ anôk [Henoch]: NP, patriarca antedilu- presente nel testo masoretico di Ger. viano, «l’iniziatore». Cfr. Gen. 5,22-24, 27,20; 28,4; 29,2; 1 Cron. 3,16 per Sir. 44,16; 49,14; Ebrei 11,5; Luca 3,37. yehôy˝kîn. Ultimo re di Giuda. Hiram e Hiram abif: NP, deformazione di Judah jah hay h≥˝y: interpretazione h≥îr˝m ÷ab î w , bronzista tirio per padre e tradizionale «Sia lodato il Dio vivente», della tribù di Naftali da parte di madre, gioco di parole fondato su Gen. 29,35, oppure di origine danita, cfr. 1 Re 7,13// 2 l’etimologia popolare di Giuda. Cron. 2,12; 1 Re 7,13-47// Cron. 2,12-13; K ™ n a ¿ a n [Kananan]: NL, il paese concesso 4,11-16. dal Signore agli Israeliti per i cui limiti Hiram di Tiro: NP H i r a m, h ≥î r ˝ m e variante geografici cfr. Num. 34, 1-12 e Ez. 47,15- h≥ûr˝m. Re di Tiro, «il fratello è elevato», 20. Originariamente antica denominazio- contemporaneo di Davide e Salomone a ne della Palestina. cui fornisce i materiali per la costruzione Keleh: deformazione di kele÷ «prigione». del tempio. 2 Sam. 5,1 1// ! Cron. 14,1; 1 Re 5,15-26 // 2 Cron. 2,2-11. K i t t i m: NP divenuto NL letteralmete “abi- tanti di Kition”, città cipriota, figlio di H i s h e deformazione della parola H o s e a c f r. Yavan «la Grecia» figlio di Iafet. Cfr. infra. Gen. 10,4 // 1 Cron. 1,7. Tale nome è Hôπî¿îa [Hosea]: «salva». divenuto poi per antonomasia sinonimo Ye p e t [Iafet]: NP figlio di Noè, «che egli dei Greci (1 Macc. 1,1) e dei Romani nei a l l a rg h i » ; c f r. Gen. 5,32; 6,10; 9,18; 10,1; manoscritti di Qumran. 1 Cron. 1,4. K˛l [Kol]: «tutto». I o h a b e n: NP «figlio di Dio». NP i n v e n t a t o K˛l pasar: tradizionalmente «tutto è stato ed incompatibile con le norme della sin- spiegato». tassi ebraica. Kûπ [Kush]: NP divenuto NL, reso con HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 54

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A i j q i o p i v a dalla versione dei S e t t a n t a m a Mî k˝m˛kâ b˝÷ˇlîm YHWH [Mi kamoka in realtà si tratta della Nubia, estremo li- baelim adonay]: il tetragramma va letto mite dell’impero persiano secondo Ester ÷ a d ˛ n ˝ y «Chi è come te o Signore». Cfr. 1,1; 8,9. Es. 15,11. Cfr. anche sopra s.v. B a e l i m L ô t [Lôt]: NP nipote di Abramo, padre di mikamoka adonay. Ammon e Moab, antenati mitici dei M î k ˝ ÷ ˇ l [Michael]: NP «Chi è come El», popoli ammonita e moabita. Cfr. Gen. 19, angelo protettore, cfr. Dan. 10,13,21 12,1; 30-36. Juda 9; cfr. Zacc. 3,1-2 e Atti 12,7. M a k a b i m: deformazione di m a k ÷ ˛ b î m M i l b i g: parola tradizionalmente intesa «dolori». come «squadramento di pietre», ma in realtà parola inventata mediante l’inver- M a l ÷ a k î [Malachia]: NP «il mio mes- sagero», ultimo dei Dodici profeti minori sione della parola g i b i l î m «gli abitanti di ed autore dell’omonimo libro biblico, cfr. Biblos». Mal. 1,1 e 3,1. Mîπôr [Misor]: «rettitudine». Yam hammelah [Mar Morto]: NL, letteral- Misraim: NL Aigyptos Misrayim. mente «il mare del sale». Moabon: NP secondo la tradizione murato- M a t h o k: tradizionalmente interpretato come ria figlio di Lot. NP inventato, derivante «dolcezza» ma in realtà si tratta del- dalla deformazione di Moab che eff e t t i v a- l’aggettivo m˝tôq «dolce». mente era il figlio di Lot e l’antenato miti- co dei Moabiti, cfr. Gen, 19,36. Moab si- M ™ t û π e l a h [Matusalemme]: NP «uomo di Selah» figlio di Henoch e padre di gnificherebbe «il seme del padre». Lamek, cfr. Gen. 5,21-27; 1 Cron. 1,13. M ˛ π e h [Mose]: NP «Mose», secondo l’eti- mologia popolare il nome significherebbe M ˝ d a y [Media]: NL c f r. Gen. 10, 2; 1 Cron. 1,5 figlio di Iafet, associato alla Persia in «io lo ho tolto dalle acque», cfr. Es. 2,10. Jdt. 16,10; Ester 1,3; 10,2; Dan. 5, 28; 6,9, N ™ b û k a d n ˇ s s a r [Nabuccodonosor]: NP 13,16; 8, 20; 1 Macc. 1,1. trascrizione ebraica del NP del sovrano M e g i d d o [Megiddo]: NL, città cananea babilonese n a b u - k u d u rri-usur «che Nabu indipendente poi ricostruita secondo 1 Re protegga il figlio»; noto come Nabuc- 9,15, posta nel quinto distretto del regno, codonosor dalla versione dei Settanta. cfr. 1 Re 4,12. N˝qûm [Naqum]: «il vendicato». M e n e: aramaico «è stato contato»; cfr. la Nˇder [Neder]: «voto». celebre frase m™nˇ÷ teqel ûparsîn di Dan. Niqqam niqqah [Niqam niqqah]: «è stato 5,25-28, che costituisce un gioco di paro- vendicato, è stato preso». le composto da tre parole significanti «mina, siclo e mezzo siclo», che vocaliz- N ô a h [Noach]: NP «consolazione». Cfr. zate diversamente vengono a significare Gen. 5,29 oltre che 6,9 e Gen. 9,20-27. «sei stato contato, pesato e diviso». HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 55

• 55 • Glossario ebraico-muratorio, F. Israel N ™ h e m y ˝ h [Nohemias]: NP N e e m i a a quella di Gad, cfr. Num. 32,34-38 e «YHWH ha consolato», cfr. Neem. 1,1; Gios. 13,15-18. 10,2. Scudiero alla corte di Artaserse e da S ™ b ˝ ÷ ô t [Sabaot(h)]: attributo di A d o n a y, questo mandato a ricostruire le mura del detto «degli eserciti» ossia delle schiere tempio di Gerusalemme. militari e poi celesti. ÷ a h o l î ÷ ˝ b [Ooliab, Oholiab]: NP «il padre è S ˝ b a l [Sabbal]: tradizionalmente inteso la mia tenda», artista associato a Besalel come «fatica» ma in realtà il termine si- per la costruzione del santuario nel deser- gnifica «carico pesante». to, cfr. Es. 31,6; 35,34; 36,1-2; 38,23. ∏˝dday [Sadday]: nome divino tradizional- P˝r˝s` k˛l [Paras kol]: giustapposizione di mente reso «l’Onnipotente» sulla base due parole in modo da formare una frase della traduzione dei S e t t a n t a p a n - nominale che tradizionalmente viene inte- tokravtwr. sa come «tutto è stato spiegato», ma che in realtà va intesa come «spiegazione di S ˝ d ô q [Sadok]: NP «giusto»; Sadoq figlio tutto». di Ahitûb sacerdote in servizio dell’arca all’epoca di Davide. Cfr. 2 Sam. 15,24- P h ˝ l e g [Phaleg]: NP «divisione», stato 29; 1 Cron. 15,11; 2 Sam. 8,17; 20,25; 1 pausale di p e l e g , figlio di Eber figlio di Re 4,4. Alla successione di Davide, il Sem secondo Gen. 10,25 // 1 Cron. 1,19. nuovo re Salomone, viene sostenuto da Q˝d˛π [Qadosh]: «santo, sacro». Sadoq, cfr. 1 Re 1,7-45; 1 Re 2,26-27.35; Qah [Qah]: «prendi». 1 Cron. 29,22; 1 Sam. 12,31-35. Rab bonnaym: deformazione di rab b˛nîm, ∏ ™ l ˛ m ˛ h [Salomone]: NP « p a c i f i c o » . «capo dei costruttori». Salomone nome del ben noto re e costrut- tore del Tempio. R ™ p ˝ ÷ ˇ l [ R a ffaele]: NP «Dio ha guarito», Angelo inviato a guarire Tobia, cfr. To b . S a m m a e l: NP angelo dal nome diff i c i l- 3,17. mente traducibile; secondo Schwab signi- ficherebbe «poison superieur». R a f o d o n: deformazione di r ™ p î d î m , ultima tappa dell’Esodo. Cfr. Es. 19,2; Num. ∏ôr l˝b˝n [Schor laban]: «bue bianco». 33,14-15. sidqiyy˝hu [Sedecia]: NP « Yahwe è la mia R ™ h a b ¿ ˝ m [Roboamo]: NP «Il popolo si è giustizia», terzo figlio di Giosia ed ultimo accresciuto»; figlio di Salomone e di Naa- re di Giuda (597-587); cfr. 2 Re 24,17, ma la ammonita, cfr. 1 Re 14,21 e 2 Cron. 25,7. 12,13. ∏ ˇ m [Sem]: NP «nome» del maggiore dei R ™ ÷ û b ˇ n [Ruben]: NP «guardate il figlio»; tre figli di Noè. Cfr. Gen. 5,32; 6,10; 9,18; secondo Gen. 35,23, figlio di Giacobbe 10,1;1 Cron. 1,4. antenato della omonima tribù il cui terri- S˝lal πalom ÷abi [Shallal salom abi]: «ha torio si trovava in Transgiordania assieme saccheggiato la pace di mio padre». HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 56

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S h e l o m o t: deformazione di π ™ l ˇ m û t, «perfe- Cron. 15,10 e ai sacerdoti nel culto del zione», termine dell’ebraico postbiblico. tempio 1 Cron. 26,23 S i b b o l e t h: de formazione di π i b b o l e t « s p i g a Xerxes ÷ah˝πwˇrôπ: NP «Assuero». Secondo di grano», parola di passo. In Giud. 12,6 il Esra 4,6 nemici di Giuda e di Gerusa- termine ha assunto valore di parola di lemme redigono una petizione contro gli passo anche nel mondo profano. abitanti di Giuda e Gerusalemme. S i l o e : Deformazione latina del termine ya¿aborû hammayim [ Yabaoru hammaim]: πil˛a¿ «canale». Tale canale venne scava- «le acque passano». to dal re Ezechia a sud est di Ya k i n e B o a z : nome delle due colonne del Gerusalemme, cfr. 2 Re 20,20; 2 Cron. 32,30 e Sir. 48,17. Oggi l’entrata del tempio salomonico J ˝ k î n e B ô ¿ a z. Questi due NNPP significherebbero «egli rende canale si trova all’esterno delle mura di saldo» e «in lui c’è la forza». Gerusalemme nell’omonino villaggio chiamato in arabo S i l w ˝ n per defor- Ye h o w a: pronuncia errata del tetragramma mazione del greco S i l w a m a sua volta fondata sulle vocali di ÷ a d ˛ n a y. Questa trasformazione greca di πil˛a¿. lettura oggi non è più usata ed è stata so- stituita da «Yahwê» che abbastanza fon- S i o n [siyôn]: NL originariamente monte di datamente sembra essere stata la vera pro- Gerusalemme, poi divenuto sinonimo di nuncia del nome divino per cui cfr. Gerusalemme stessa. Teodoreto di Cirro Q u a e s t i o 15 sull’Eso- T ˇ b ˇ t [ Tebet]: decimo mese nel calendario do dove appare la trascrizione IABE. ebraico postesilico. YHWH: Quattro lettere che compongono il T™hôm [Tehom]: «abisso». tetragramma divino, tradizionalmente S˝piˇl [Tsapiel]: NP «El contempla», nome pronunciate secondo il nome di ciascuna di un angelo. di queste quattro lettere ossia Yod, He, Waw, He. S™d˝qâ [Tsedaka]: «giustizia». Z ˝ b û d [Zabud]: NP, figlio di n˝ t ˝ n « d o n a - Tûbal qayin [ Tubalqain]: NP secondo Gen. to»; cfr. 1 Re 4,5 sacerdote amico di 4,22 figlio di Lamek e Silla e mitico ante- Salomone. nato dei fabbri. ÷ û r î ˇ l [Uriel]: NP «El è la mia luce», nome Z™bûlûn [Zabulon]: NP «Principe» figlio di di un angelo. Giacobbe e Lea; cfr. Gen. 49,13 e Gen. 30,20 dove per il NP viene proposta l’eti- ¿ u z z ˝ ÷ [Uzza]: NP «dio è forza», trasporta- mologia popolare «Dio mi ha fatto un bel tore dell’arca secondo Sam. 6,3-8 e 1 regalo» fondata sulla radice di origine Cron. 13,7-11. aramaica zabad «donare». Antenato del- U z z i e l: «El (Dio) è la mia forza» figlio di l’omonima tribù, situata secondo Gios. Qehat figlio di Levi. Il clan discendente è 19-10-16 tra A s h e r, Naptali, Issachar e associato al trasferimento dell’arca. Cfr. 1 Manasse. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 57

• 57 • Glossario ebraico-muratorio, F. Israel Z ™ k a r y a h û [Zaccaria]: NP «YHWE si è Zerobabel; il suo significato sarebbe ricordato». Profeta autore dell’omonimo «seme (discendenza) di Bal». libro biblico, implicato nella ricostruzio- Z ™ r û b ˝ b e l [Zerobabele]: «discendenza di ne del tempio assieme a Aggeo; cfr. oltre Babele», ultimo davidide, commissario al Zacc. 1,1.7, Esra 5,1 6,14, Nem. 12,16. rimpatrio degli esuli da Babilonia come Z a d d i k [pl. Zaddkkim]: «giusto, giusti» risulta dalla lettura dei libri di Esra, sing. saddîq, plur. saddîqîm. Neemmia e Aggeo. S i d q i ÷ ˇ l [Zadikiel]: NP «Giustizia divina», S î s ˝ ÷ [Ziza variante Zizon]: termine ara- nome di un angelo. maico corrispondendente all’ebraico s î s «fiore», probabilmente il loto, che ornava Z ™ r a h î ˇ l [Zerachiel]: «splendore di Dio», il copricapo del Sommo sacerdote. nome di un angelo. Z o r b a l : «bal di Tiro», NP inventato ed Z e r b a l : NP tradizionalmente interpretato incompatibile con le norme della sintassi come «generato da dio», ma in realtà si ebraica. tratta di un nome inventato sul modello di

Bibliografia essenziale

a) Dizionari ebraici

Noth, M. (1960) Die israelitische Namengebung im Rahmen der gemeinsemitischen Namengebung, rist. anastatica, Hildesheim. Odelain, O. – Seguineau, R. (1978) Dictionnaire des noms propres de la Bible, Paris. Raymond, Ph. (1995) Dizionario di ebraico e aramaico biblici. Edizione italiana a cura del- la Società Biblica Britannica e Forestiera coordinata da J.A. Soggin, F. Bianchi, M. Imo- sa, G. Deiana, D. Garrone, A. Spreafico, Roma. Scerbo, F. (1913) Lessico dei nomi propri ebraici del Vecchio Testamento con interpreta - zione del significato etimologico, Firenze. Schwab, M. (1897) Vocabulaire de l’angeologie d’après les manuscripts hébreux e la Biblio - thèque Nationale, Paris. Testa, E. (1994) Nomi personali semitici biblici, angelici e profani. Studio filologico com - parativo, Assisi. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 58

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b) Dizionari massonici

K i e f e r, Ch.M. (sine data) Mots de passe, mots sacrés, sigles, formules et lettres du discours maçonnique. Contribution à l’ètude du Rite Ecossais Ancien et Accepté, Paris. Moramarco, M. (1989) Nuova enciclopedia massonica, Bologna. Saint-Gall, M. (2004) D i c t i o n n a i re du Rite Ecossais Ancien et Accepté: Hébraïsmes et autre Termes d’Origine françaises, étrangère ou inconnue, Paris. c) Opere sulla storia e notizie particolari sui singoli Riti

Naudon, P. (2002) Histoire, rituels et tuileur des hautes grades Maçonniques, Paris. Ogilvie, E.E. (1978) Freemason’s Royal Arch, Letchworth, Hartfordshire. Pike, A. (1950) Morals and Dogma, Livorno. Ragon, J.M. (1972) Orthodoxie maçonnique, Paris. Ragon, J.M. (2000) Tuileur général de la Franc-Maçonnerie. Manuel de l’initié contenant l’origine identique de l’Ecossisme et de Misraïm, les nomenclatures de 75 maçonneries, 52 rites, 34 ordres dits maçonniques, 26 ordres mixtes … et de plus de 1400 grades, Paris. Ventura, G. (1975) I Riti massonici di Misraïm e Memphis, Venezia. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 59

Cristianesimo e Religione Ovvero, l’equivoco del secolo: Cristianesimo o Cattolicesimo?

di Ovidio La Pera Saggista

After the frequent expressions and meddlings by the high degrees of the Catholic Church about exclusively public matters which should only pertain the Italian Go- vernement, and in order to avoid the incomprehension’s mistakes between Cri- stianity and Catholicism, the Author points out that Cristianity is not a religion and it has nothing to do with the other Churches. It is also reported what our Brother Louis-Claude de Saint-Martin said about this matter, at the time of the French Revolution. The Author wants to show that Freemasons are not favourite by the Roman Church because of their laity and their criticism against the Christian community; in this view the fact that in the Lodges Masons work in the presence of the “three light” is totally forgotten, that is the Square and the Compasses on the Prologue of S. John Gospel. The fact is that Masons don’t dispute against Christianity, but against their dogmatism applied also to those who are not of this faith.

a qualche tempo, stiamo assi- minando il fondamento principale d’ogni stendo ad una continua serie di democrazia, e cioè la laicità, dando luogo esternazioni ed aff e r m a z i o n i ad una forma di Teocrazia strisciante, sotto categoriche da parte delle alte gerarchie del- una larvata apparenza democratica. A la Chiesa Cattolica, su determinati proble- questo tipo di potere, nel diciannovesimo mi, la cui gestione è di esclusiva competen- secolo, i nostri padri, con dure lotte, ave- za dello Stato Italiano, in quanto relativi a vano posto fine; ma purtroppo, a partire dal questioni che interessano tutti i cittadini, e secolo scorso, specifici interessi della classe quindi non solo i cattolici. Con tali siste- politica, nella storia del nostro Paese, e sui matici interventi, la Chiesa sembra ormai quali non entriamo nel merito, hanno mes- voler perseguire un preciso disegno, e cioè so in pericolo il principio della laicità dello quello di poter soddisfare la sua millenaria Stato, firmando con la Chiesa dei patti con- sete di potere, ponendo, indirettamente, sot- cordatari, i quali dovevano tutelare to la sua tutela le leve dello Stato Italiano, l’indipendenza di entrambe, sì da avere una HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 60

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libera Chiesa in un libero Stato, laico e to di legge, il Vangelo di Giovanni, nel Pro- indipendente. Cosa che, però, non si è mai logo, 1: 17 così dice: Perché la legge fu data realizzata. per mezzo di Mosé, la grazia e la verità ven - Pertanto, per evitare ogni dubbio sulla nero per mezzo di Gesù Cristo. Ora, l’istitu- possibilità che le severe zione della L e g g e h a critiche che rivolgiamo come immediata conse- alla Chiesa Cattolica, pos- guenza la determinazione sano in qualche modo della causa per cui tra riguardare il Cristianesi- Dio e gli uomini si stabi- mo in quanto tale, cerche- lisce una separazione, remo di stabilire cosa sia il creandosi in tal modo una Cristianesimo, precisando d u a l i t à , poiché, in eff e t t i se si tratta di una religione vi è chi, da una parte, dà e quale sia il suo rapporto delle disposizioni e chi, con le religioni e specifi- dall’altra, deve osservar- catamente con il Cattoli- le, mentre, ritornando cesimo, sperando così di a l l ’ a ffermazione del Va n- eliminare quella confusio- gelo, la Verità unisce a ne che ha dato luogo, nel Dio, venendo in questo tempo, a tanti equivoci; e a modo ad istituire la n o n - tale scopo ci serviremo anche del contribu- d u a l i t à . Pertanto Verità e Legge apparten- to di un grande nostro Fratello del Settecen- gono a due ordini differenti che non posso- to, e cioè di Louis-Claude de Saint-Martin, no essere mischiati. che di questi temi ne ha diffusamente parla- Nella Nuova Alleanza proposta dal Cri- to nelle sue opere. sto, infatti, non vi è un codice scritto su Dovendo cercare di capire cosa sia, dun- tavole di pietra, ma un codice scritto dallo que, il Cristianesimo, e le ragioni della sua spirito di Dio nel cuore d’ogni persona. Con distinzione dalle religioni, inizieremo col la Legge scritta sulle tavole di pietra, il cuo- prendere in considerazione ciò che comune- re umano rimane duro come la materia su mente viene individuato come r i v e l a z i o n e . cui questa Legge è incisa, mentre quest’ulti- Perciò chiediamoci cosa sia e cosa com- ma rimane, come le statue, sempre la stessa. porti questa rivelazione. O g g e t t i v a m e n t e , La vita dell’uomo, con il mutare delle quando Dio rende noto, in qualche modo, circostanze richiede continuamente dei alle persone, cosa esse devono fare o meno, mutamenti di linea. Ed il conflitto di Gesù si ha una r i v e l a z i o n e; come quella, appunto, con le autorità religiose è stato un conflitto che Dio diede al popolo d’Israele per mez- tra il suo cuore di carne e quello di pietra di zo di Mosé. Ed ecco così la L e g g e , ed è queste autorità. La Legge oggettiva è certa- attraverso la L e g g e che le persone sanno mente un dono di Dio, ma nel contempo è il cosa devono o non devono fare. A p r o p o s i- suo limite. Sempre che si possa parlare di HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 61

• 61 • Cristianesimo e Religione, O. La Pera limiti in Dio; limiti che in realtà provengo- Le autorità religiose avevano la c h i a v e no dalle errate convinzioni di queste autori- del regno, ma non vi entravano, né permet- tà religiose. tevano che altri vi entrassero; ed il loro pec- Quando la Legge scritta diventa assolu- cato più grave è stato l’assolutizzazione del- ta si trasforma in una g a b b i a la Legge scritta. E Gesù, c h e blocca lo spirito, ovvero che altri non è che la via, il desiderio di volare nello la verità e la vita, è venu- spazio infinito. to a rimproverare coloro Se la religione basata sul- che hanno assolutizzato la la Legge scritta è un n i d o, la Legge, e ad aprire le porte madre degli uccelli attende della g a b b i a per liberare i con gioia il momento in cui i prigionieri, impedendo suoi piccoli prenderanno il così ch’essi perissero ad volo nella libertà dello spazio opera dei guardiani della infinito. Ma se essa è una gabbia. g a b b i a, istituisce delle guar- G e s ù c h e c a m m i n a die, ossia le gerarchie eccle- sulle acque, guida i suoi siastiche, che controllano le discepoli sulla v i a c h e porte di questa g a b b i a c o m e porta, oltre il mare, all’in- quelle di una prigione, prov- finito, allo sconosciuto. vedendo al nutrimento quotidiano e stando Quanto agli uomini, esseri mortali, per attente che nessuno degli uccelli lasci la viaggiare necessitano di una b a r c a . B a r c a gabbia. che Gesù e i suoi discepoli usavano andan- Nella g a b b i a , oltre al nutrimento vi è la do per il mare di Galilea. Barca che rappre- protezione e l’esistenza, ma non vi è la vita. senta il nuovo sistema al posto della gabbia L’uccello che vola non ha sicurezze, esso è e che permette di passare sull’altra sponda. vulnerabile, ma in compenso ha la vita con Certi che nell’attraversamento, in caso di le sue infinite possibilità. La differenza tra pericolo Egli è pronto a soccorrerci venen- un nido e d u n a g a b b i a è che la gabbia h a doci incontro camminando sulle acque. porte e guardie, mentre il nido ha solo una Cosa che l’uomo non è in grado di fare per- madre ed un maestro. Se ad una g a b b i a s i ché sovraccarico del peso del proprio ego tolgono le porte, questa diventa un n i d o e le che è stato la causa del sorgere della Legge. guardie si trasformano in madre e maestro. Ma durante il viaggio, avverrà la nascita del Gesù ha insegnato agli uomini la possi- vero S é, ad immagine e somiglianza di Dio, bilità di volare nella libertà dello spazio ed il S é, che è vita come l’acqua, farà dis- infinito. Egli stesso si è liberato dal grembo solvere l ’ e g o , proprio come una bolla sul- di sua madre, ovvero della religione basata l’acqua. sulla L e g g e, infrangendone le porte e tra- Da quanto abbiamo visto, dunque, il Cri- sformandola da gabbia in un nido. stianesimo, non essendo una g a b b i a, non è HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 62

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una religione; e per comprendere in cosa do Melchisedec, ciascuno è sacerdote di se essa consista, prendiamo in considerazione, stesso. Pertanto, indipendentemente da ogni tanto per fare un esempio, la tipo di prestazione sacerdota- via indicata da Louis-Claude le di qualsiasi chiesa, l’isti- de Saint-Martin, e cioè la tuzione del Cristo può ope- cosiddetta via c r i s t i c a . Essa rarsi in ogni uomo di desi- è la via dell’infinito riposo, o derio credendo sinceramen- com’egli diceva, il luogo di te nei poteri e nei meriti del riposo a cui dovrebbero ten- Redentore, o come Saint- dere tutte le religioni; è la Martin ama definirlo, del via dell’infinito movimento, Riparatore. dell’infinito silenzio e del- Ma, per capire appieno l’infinita azione, che ci con- cosa sia il Cattolicesimo, sente, infine, d’entrare nel diversamente dal Cristiane- cuore di Dio. Quella di simo, proponiamo quanto S a i n t - M a r t i n non è l ’ u n i c a Louis-Claude de Saint-Mar- via che nega tutte le altre che tin afferma nella sua celebre comunque portano a Dio, non è la via per- Lettera ad un amico sulla Rivoluzione fetta fra le altre imperfette, non è la b a r c a Francese: che esclude le altre barche, ma è, senz’altro la via, che, mediante l’elevazione del pen - Quando [la Rivoluzione] la si contem - s i e r o, e quindi della facoltà prima di cui dis- pla nei suoi particolari, si vede che sebbe - pone l’uomo, può condurci, con l’azione ne essa colpisca ad un tempo tutti gli ordi - determinata dalla forza del volere, nella ni della Francia, è ben chiaro che colpisce zona cardiaca, ovvero nel luogo in cui vi è ancor più fortemente il clero. Poiché la nobiltà stessa, questa escrescenza l’oggetto del sentire, per aprirci oltre ciò mostruosa fra degli individui uguali per la che è al di là dei limiti del pensiero stesso, loro natura, essendo già stata tanto umi - bruciando, nel fuoco ridestato del proprio liata in Francia da alcuni Monarchi e dai a t a n o r, le scorie della nostra personalità, del loro ministri, non aveva più da perdere, sé individuato, ovvero il nostro essere egoi - per così dire, che dei vani nomi e dei titoli c o , volendo donarci per amore del proprio immaginari, mentre il clero, essendo nel essere, del mondo, degli altri, della Luce, godimento di tutti i suoi diritti fittizi e di della Vita, ovvero del Logos solare, per rea- tutte le sue usurpazioni temporali, doveva lizzare in tal modo, con le forze redente del- provare, sotto tutti i rapporti, il potere del - l’Io, il senso ultimo della vita, che consiste la mano vendicatrice che conduceva la nel fondare il cosmo dell’Amore. rivoluzione; atteso che non si può quasi rifiutarsi di guardare i preti come i più Sottolineiamo, infine, che per chi intra- colpevoli, ed anche come i soli autori di prende questa via non è necessaria alcuna tutti i torti e di tutti i crimini degli altri intermediazione sacerdotale, poiché, secon- ordini. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 63

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In effetti, è il clero la causa indiretta dei È importante notare, infine, come Saint- crimini dei Re, perché è il prete che, secon - Martin, sebbene ad essere colpiti da questa do le espressioni della scrittu - rivoluzione siano stati tutti ra, doveva essere la senti - gli ordini sociali della Fran- nella d’Israele, e che, al cia, non ne attribuisca la contrario, abusando delle responsabilità in modo par- parole indirizzate a Mosè, ticolare alla nobiltà, opinio- a Samuele ed a Geremia, si è arrogato il diritto di isti - ne del resto in genere molto tuire e di destituire i Re, di d i ffusa; e ciò in quanto consacrarli, e di legittima - ritiene ch’essa sia stata già re poi tutti i loro travia - abbastanza umiliata dai menti e tutti i loro capricci, monarchi e dai loro mini- purché essi avessero cura stri, e che pertanto non di alimentare l’ambizione e avesse altro da perdere se la cupidigia di questo stes - non dei “vani nomi e dei so prete; infine, perché que - titoli immaginari”. Ciò non sti Re, ch’egli guardava toglie però che il nostro come sue creature, partori - Filosofo non avesse, no- vano dappertutto, in suo nome, tutti quegli abusi nostante fosse anch’egli, a che, uscendo da una radice sua volta, nobile, una gran- già alterata, si comunicavano natural - de opinione della nobiltà che mente e progressivamente a tutti i rami in questo scritto definisce “escrescenza dello Stato [...]. mostruosa”. Pertanto la responsabilità di questa tragedia non poteva ricadere tutta Incidentalmente facciamo notare che l a che sulla classe del clero a causa delle sue Rivoluzione, appare a Saint-Martin come prevaricazioni, le quali, stando a ciò ch’egli un evento provvidenziale e capitale non dice, agli occhi di Dio, occupavano il primo solo per la Francia, ma per la storia dell’u- posto. manità tutta. Ciò non vuol dire che Robe- Ma ritorniamo a ciò che può essere con- spierre avesse ragione, né che Cazotte fosse siderato un grossolano equivoco storico, e colpevole. La virtù della Rivoluzione è una cioè l’identificazione del Cristianesimo con virtù di castigo e di avvertimento, di pro- il Cattolicesimo. A rgomento ch’egli aff r o n- gresso e di epurazione. La Rivoluzione non ta nella terza parte, intitolata La Parola, del- poteva essere tutta innocente, ma i mali la sua ultima opera Il Ministero dell’Uomo- ch’essa portava erano utili e necessari: gli Spirito: uomini dovevano, fosse ciò mediante una c h i r u rgia terribile, essere strappati alla sedu- Il vero Cristianesimo è non solamente zione del Male di cui l’imperio stava dive- anteriore al Cattolicesimo, ma ancora, al nendo sovrano. termine Cristianesimo stesso; il nome di cristiano non è pronunciato una sola vol - HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 64

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ta nel Vangelo, ma lo spirito di questo 26 e 27) in cui si dice semplicemente: 1) nome vi è molto chiaramente esposto, e che colui che non frena la propria lingua, consiste, secondo il ma che abbandona il suo Vangelo di Giovanni cuore alla seduzione, non (1, 12) nel potere di ha che una religione vana; essere fatto figlio di e 2) che la religione pura e D i o ; e lo spirito dei senza macchia agli occhi figli di Dio o degli di Dio il padre, consiste nel Apostoli del Cristo e visitare gli orfani e le di coloro che avranno vedove nelle loro aff l i z i o - creduto in lui, è, ni, ed a garantirsi dalla cor- secondo Marco (16, ruzione del secolo. Esempi 20), che il Signore in cui il Cristianesimo operava con essi, e appare tendere molto più confermava la parola verso la sua divina subli - con i prodigi che l’ac- mità, o verso il luogo di compagnavano. riposo, che a rivestirsi dei Quindi da questo colori di ciò che siamo abi - punto di vista, per tuati a chiamare religione. essere veramente nel Ecco dunque un quadro Cristianesimo, bisogna essere uniti allo delle differenze del Cristianesimo dal Cat - spirito del Signore, ed aver consumato la tolicesimo. nostra alleanza completa con lui. Il Cristianesimo non è che lo spirito Ora, sotto questo rapporto, la vera stesso di Gesù Cristo nella sua pienezza, e indole del Cristianesimo sarebbe meno dopo che questo divino Riparatore giunse d’essere una religione che la meta ed il luo - all’ultimo gradino della missione che ha go di riposo di tutte le religioni e di tutte cominciato ad adempiere fin dalla caduta quelle vie laboriose, per le quali la fede dell’uomo, promettendogli che la razza degli uomini, e la necessità di purgarsi della donna avrebbe schiacciato la testa del delle loro sozzure, li obbligano a procedere serpente. Il Cristianesimo è il compimento tutti i giorni. del sacerdozio di Melchisedec; è l’anima Perciò è una cosa abbastanza notevole del Vangelo, è esso che fa circolare in que - che nei quattro Vangeli, i quali riposano sto Vangelo tutte le acque vive di cui le sullo spirito del vero Cristianesimo, il nazioni hanno bisogno per dissetarsi. vocabolo religione non appare una sola Il Cattolicesimo, al quale appartiene volta; che negli scritti degli Apostoli, i propriamente il titolo di religione, è la via quali completano il nuovo testamento, non di prova e di travaglio per arrivare al Cri - sia menzionato che quattro volte: la prima stianesimo. negli atti (26, 5) in cui l’autore non parla Il Cristianesimo è la regione dell’af - che della religione giudaica; la seconda nei francamento e della libertà: il Cattolicesi - Colossesi (2, 18) in cui l’autore si limita a mo non è che il seminario del Cristianesi - condannare il culto o la religione degli mo; è la regione delle regole e della disci - angeli; e la terza e quarta in Giacomo (1, plina del neofita. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 65

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Il Cristianesimo riempie tutta la terra splendore. È il Cattolicesimo che ha popo - alla pari dello spirito di Dio. Il Cattolicesi - lato i deserti di solitari, e le città di comu - mo non riempie che una parte nità religiose, gli uni per del globo, sebbene il titolo che abbandonarsi più fruttuo - porta si presenti come uni - samente alla loro salvezza versale. particolare, gli altri per Il Cristianesimo porta la offrire al mondo corrotto nostra fede fino nella regione alcune immagini di virtù e luminosa dell’eterna parola di pietà che lo risvegliasse divina; il Cattolicesimo circo - nella sua letargia. scrive questa fede ai limiti Il Cristianesimo non ha della parola scritta o delle alcuna setta, poiché tradizioni. abbraccia l’unità, e l’unità Il Cristianesimo dilata ed essendo sola, non può esse - estende l’uso delle nostre re divisa da se stessa. Il facoltà intellettuali. Il Catto - Cattolicesimo ha visto licesimo racchiude e circo - nascere nel suo seno delle scrive l’esercizio di queste moltitudini di scismi e di stesse facoltà. sette che hanno portato Il Cristianesimo ci mostra avanti più il regno della Dio apertamente nel seno del divisione che quello della nostro essere, senza il soccorso concordia; e questo Cattoli - di forme e di formule. Il Cattolicesimo ci cesimo stesso, allorché si crede nel più per - lascia alle prese con noi stessi per trovare fetto grado di purezza, trova, a fatica, due il Dio nascosto sotto l’apparato delle ceri - dei suoi membri di cui la credenza sia uni - monie. forme. Il Cristianesimo non ha misteri, e que - Il Cristianesimo non avrebbe mai fatto sto nome stesso gli ripugnerebbe, poiché crociate: la croce invisibile che porta nel per essenza il Cristianesimo è l’evidenza e suo seno non ha per obiettivo che la con - l’universale luce. Il Cattolicesimo è pieno solazione e la felicità di tutti gli esseri. È di misteri, e riposa solamente su una base una falsa imitazione di questo Cristiane - velata. La sfinge può esser posta sulla simo, per non dire di più, che ha inventa - soglia dei templi costruiti dalla mano degli to queste crociate. È poi il Cattolicesimo uomini; non può risiedere sulla soglia del che le ha adottate: ma è il fanatismo che le cuore dell’uomo, che è la vera porta d’en - ha comandate, è il “giacobinismo” che le trata del Cristianesimo. ha composte, è “l’anarchismo” che le ha Il Cristianesimo è il frutto dell’albero; il dirette, ed è il “brigantaggio” che le ha Cattolicesimo non può esserne che il con - e s e g u i t e . cime. Il Cristianesimo ha suscitato la guerra Il Cristianesimo non produce né mona - solamente contro il peccato: il Cattolicesi - steri né anacoreti, perché non può più iso - mo l’ha suscitata contro gli uomini. larsi quanto la luce del sole, e perché cerca Il Cristianesimo procede solamente come essa di diffondere ovunque il suo attraverso esperienze certe e continue: il HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 66

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Cattolicesimo procede solamente attraver - sto celebrò l’Eucaristia con i suoi apostoli, so le autorità e le istituzioni. Il Cristiane - e disse loro, Fate ciò in memoria di me, simo non è che la legge essi avevano già ricevu - della fede; il Cattolice - to il potere di scacciare simo non è che la fede i demoni, di guarire i della legge. malati, e di resuscitare Il Cristianesimo è i morti, ma non ave - l’installazione comple - vano ancora ricevuto ta dell’anima dell’uo - il compimento più mo al rango di mini - importante del sacer - stro e di operaio del dozio, poiché la consa - Signore; il Cattolicesi - crazione del sacerdote mo limita l’uomo alla consiste nella trasmis - cura della propria san - sione dello Spirito tità spirituale. santo, e lo Spirito santo Il Cristianesimo unisce incessantemen - non era ancora stato dato, perché il ripara - te l’uomo a Dio, in quanto sono, per loro tore non era ancora stato glorificato (Gio - natura, due esseri inseparabili; il Cattoli - vanni: 7, 39). cesimo, impiegando talvolta lo stesso lin - Il Cristianesimo diviene un continuo guaggio, nutre tuttavia l’uomo di tante accrescimento di luci, fin dall’istante che forme, che gli fa perdere di vista il suo sco - l’anima dell’uomo vi è ammessa; il Catto - po reale, e gli lascia prendere o anche gli fa licesimo, che ha fatto della santa cena il contrarre numerose abitudini che non più sublime e l’ultimo grado del suo culto, sempre tornano a profitto del suo vero ha lasciato i veli estendersi su questa ceri - avanzamento. monia, ed anche, come ho osservato par - Il Cristianesimo riposa immediatamen - lando dei sacrifici, ha finito con l’inserire te sulla parola non scritta; il Cattolicesimo nel canone della messa i vocaboli M y s t e- riposa in generale sulla parola scritta, o sul rium fidei, che non sono nel Vangelo, e che Vangelo, e particolarmente sulla messa. contraddicono l’universale evidenza del Il Cristianesimo è un’attiva e perpetua Cristianesimo. immolazione spirituale e divina, sia dell’a - Il Cristianesimo appartiene all’eternità; nima di Gesù Cristo, sia della nostra. Il il Cattolicesimo appartiene al tempo. Cattolicesimo, che si basa particolarmente Il Cristianesimo è la meta; il Cattolice - sulla messa, non offre in questa che un’im - simo, nonostante la maestà imponente del - molazione ostensibile del corpo e del san - le sue solennità, e nonostante la santa gue del Riparatore. magnificenza delle sue ammirabili pre - Il Cristianesimo può essere composto ghiere, non è che il mezzo. solamente dalla razza santa che è l’uomo Infine, è possibile che vi siano molti cat - primitivo, o dalla vera razza sacerdotale. Il tolici che non possono giudicare ancora ciò Cattolicesimo, che si basa particolarmente che è il Cristianesimo; ma è impossibile sulla messa, non era al momento dell’ulti - che un vero cristiano non sia in condizio - ma Pasqua del Cristo, che ai gradi iniziali ne di giudicare che cos’è il Cattolicesimo, e di questo sacerdozio, perché quando il Cri - ciò che dovrebbe essere. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 67

• 67 • Cristianesimo e Religione, O. La Pera Certamente L.C. de Saint-Martin non singoli governi egli abbia manifestato il poteva essere più chiaro; egli mette in gran- dovuto rispetto ad essi pur evidenziando le de evidenza come il Cristia- loro manchevolezze2. nesimo sia al di sopra di A conclusione di ogni formalismo religioso, queste riflessioni abbia- e facendo ciò si è esposto mo riportato quest’epi- alle critiche degli osserva- sodio per sottolineare tori e quindi dei suoi nemi- lo spirito d’inimicizia ci i quali non erano poi tan- da cui era circondato, to pochi se si pensa che già ed egli ne era consape- qualche anno prima della vole, tanto è vero che, pubblicazione del suo ulti- sempre nel suo Ritratto3 mo libro Il Ministero del - così scrive: l ’ U o m o - s p i r i t o , così come ci riferisce egli stesso nel Vi sono in alcune suo Ritratto1: delle mie opere parec - chi punti che sono pre - Il 18 gennaio 1798, gior - sentati con negligenza, no in cui ho raggiunto il mio 55° anno ho anziché con la dovuta appreso che il mio libro “Degli Errori e precauzione per non risvegliare gli avver - della verità” era stato condannato in Spa - sari. Tali sono gli articoli in cui parlo dei gna dall’Inquisizione in quanto attentato - preti e della religione, nella mia “ L e t t e r a re alla Divinità ed al riposo dei governi. sulla Rivoluzione Francese” e nel mio “Ministero dell’Uomo-Spirito”. C a p i s c o Che dire a tale proposito; chiunque che questi punti hanno potuto nuocere alle abbia letto quest’opera può testimoniare mie opere perché il mondo non si eleva fino ai gradi in cui esso, se fosse giusto, trove - come non solo ad ogni sua pagina, ma rebbe abbondantemente di che calmarsi, e anche ad ogni sua riga il nostro autore abbia farmi grazia, mentre non è neppure abba - mirato esclusivamente alla difesa della stanza misurato da farmi giustizia. Credo Divinità contro tutte le concezioni materia- che le negligenze, e le imprudenze in cui la listiche mediante le quali gli enciclopedisti mia pigrizia mi ha trascinato in questo minacciavano ogni forma di spiritualità, e genere, hanno avuto luogo con un permes - per quanto riguarda il potere costituito dei so divino che ha voluto con questo allonta -

1 Saint Martin, L.-C. de (2005) Il mio ritratto storico e filosofico, Firenze, art. 861. 2 A tale proposito vedi Degli Errori e della verità, partizione 5 “Del diritto”, cap. Della sottomissio - ne ai sovrani. 3 Saint Martin, L.-C. de (2005) Il mio ritratto storico e filosofico, Firenze, art. 1116. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 68

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nare gli occhi volgari dalle verità troppo il compasso” posti sul “Prologo del Va n g e- sublimi che presentavo forse con la mia lo di Giovanni”. Il nostro semplice volontà umana, e atteggiamento, specificata- che gli occhi volgari non mente e giustamente criti- dovevano contemplare. co, è esclusivamente rivol- to, quando ci appare Cari Fratelli, a conclusio- necessario e non apriori- ne di questo quadro su Cri- sticamente, ad alcuni stianesimo e Cattolicesimo, il aspetti “istituzionali” quale riguarda molto da vici- assunti dal Cattolicesimo e no tutti noi, essendo ritenuti soprattutto dalle sue gerar- dalla Chiesa dei nemici in chie temporali, ovvero al quanto Massoni, nonché dogmatismo su cui si basa denigratori del Cristianesimo, questa religione, come, del devo far notare come venga a resto, avviene per tutte le perpetuarsi questo grossolano religioni. Cattolicesimo, equivoco dell’identificazione che, come afferma il nostro dell’uno con l’altro. F i l o s o f o , non può essere che il c o n c i m e d e l- Ebbene, affermiamo con fermezza che l’albero di cui il Cristianesimo è il frutto, e noi non contestiamo assolutamente il Cri- che è solamente la fede della legge, mentre stianesimo, tanto è vero che le nostre tre il Cristianesimo è la legge della fede, fon- Luci, su cui lavoriamo, sono “la squadra ed dandosi esso sulla Verità. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 69

NMR: Nuovi Movimenti Religiosi NMM: Nuovi Movimenti Magici Perché gli dei ritornano

di Antonio D’Alonzo

The Author wants to identify the phylosophical and anthropological traits which are at the basis of the present newheathen renaissance. While monotheism seems to be unable to answer convincingly to the origin of evil and pain, on the other hand polytheism sees with a sense of proportion human and divine fates and it subdues everything to an impersonal principle that involves mankind in an impenetrable and necessary way. The unfavourable destiny is intended not as a fault derived from a sin, but as a lapse of the fate to be tragically tolerated. Accordingly gods become aspects of psychic energy that everyone can fill with its own life.

econdo la celebre previsione di primato dell’amore universale e dell’espe- Andrè Malraux: II secolo XXI rienza sulla teoria, da una visione ottimisti- sarà religioso o non sarà. In eff e t- ca dell’esistenza, dall’uso frequente di tec- ti, lo scrittore francese aveva visto giusto. niche psicosomatiche, dalla ricerca d’espe- Oggi assistiamo ad un proliferare caotico di rienze-limite indirizzate alla realizzazione nuove forme di spiritualità, che per como- eudemonistica individuale, etc., si deve dità epistemologica possiamo indicare necessariamente prendere coscienza di come “nuovi movimenti religiosi” o “nuovi come la spiritualità contemporanea sia movimenti magici”. Movimenti studiati da inedita ed in fieri. Ed è tanto più bizzarro grandi specialisti come Massimo Introvigne che la nostra epoca riscopra la Spirito, e Gordon Melton. Se è vero, come scrive la quanto più la Chiesa Cattolica Romana ha studiosa francese Françoise Champion, che concentrato il discorso evangelico sul- siamo alla presenza di una “nebulosa misti- l’esclusività dell’ortoprassi e del confronto co-esoterica” composta da una mentalità con i grandi temi etici del mondo contem- incentrata su una concezione olistica, dal poraneo a discapito di qualunque dimen- HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 70

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sione mistica e gnostica. La gnosi antica è Il nuovo paradigma, che si basa sulla speri- stata cancellata dalla chiesa cristiana con la mentazione e sulla riproducibilità del feno- spada delle crociate, la mistica è stata ostra- meno in laboratorio, nasce con Descartes ed cizzata con l’Inquisizione, il suo D i s c o r s o s u l con la messa all’Indice di M e t o d o. La conoscenza libri ed autori, con il cosmologica e l’esote- bagliore dei roghi (quella rismo, al contrario, si che comunemente viene propagano al di fuori oggi definita “mistica” della Chiesa Cattolica non ha nulla a che vedere Romana, diventando con la grande tradizione appannaggio di ricerca- annientata alla fine del t o r i che presso le corti Seicento). r i n a s c i m e n t a l i d a n n o inizio al vero e p r o p r i o Rotture epistemologiche esoterismo occidentale m o d e r n o (Cabbala cri- Nonostante tutto, fino stiana, Teosofia, A l c h i- all’inizio del Q u a t t r o c e n- mia, Paracelsismo, t o il pensiero teologico era etc.). Da questo momen- molto vicino alla tradizione esoterica occi- to la Chiesa C a t t o l i c a Romana è costretta ad dentale: la Scuola di Chartres, per esempio, insistere sul dono della fede e sulla via amo - non aveva nulla da invidiare a molte seriori ris dell’anima, anche perché la mistica spe- scuole occidentali1. Durante il Quattrocento culativa – intellettuale e poetica – è stata si produce una rottura epistemologica, la ampiamente sconfessata e repressa. L a teologia abbraccia il pensiero aristotelico e Chiesa Cattolica Romana potrebbe far fron- la Scolastica, la cosmologia (intesa come te agli assunti della scienza moderna, richia- scienza delle cause seconde) diventa appan- mandosi agli archetipi ed al simbolismo: naggio degli esoteristi rinascimentali ma, dopo essersi focalizzata sulla S c o l a s t i- n e l l a Firenze medicea. La teologia perde ca e sui sillogismi aristotelici, non è in gra- per sempre quel patrimonio incommensura- do di riappropriarsi del c o r p u s delle dottri- bile di simboli, mitologemi ed archetipi. ne esoteriche e cosmologiche, ormai appan- Legandosi al pensiero aristotelico, però, la naggio di ricercatori eterogenei alle cariche teologia è destinata allo smacco, quando e c c l e s i a s t i c h e . La Chiesa, costretta a rima- l’aristotelismo viene soppiantato dalla nere nel solco del pensiero aristotelico, nascita della scienza moderna nel Seicento. s i trova di fronte al pensiero scientifico

1 Cfr. Faivre, 1996: 15-16. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 71

• 71 • Perché gli dei ritornano, A. D’Alonzo moderno e non potendo contrastarne gli Survivals e riplasmazioni assimilatrici assunti è costretta a ripiegare sull’etica e sul sentimentalismo religioso. La Nonostante la crisi Chiesa Cattolica Romana del Cattolicesimo a v r e b b e potuto vincere la secolarizzato e sebbe- partita contro il neopositivi- ne il secolo appena smo se non avesse gettato trascorso sia stato a m a r e i solidi pilastri t e o r e - dominato dalle grandi tici della cosmologia medie- ideologie ratiocentri- vale, se non avesse sconfes- che figlie dell’eredità sato la mistica dell’essenza dei Lumi – il “razio- in favore della mistica nalismo”, il “positivi- dell’“amore sponsale”. Infat- smo”, il “materiali- ti, il pensiero esoterico n o n smo”, il “nichilismo”, si è estinto, ma ha ricevuto etc. (moltiplicando a nuova linfa dagli studi di dismisura gli -ismi) – psicologia del profondo e non si è mai del tutto dell’immaginario. La Chiesa estinto l’anelito antro- Cattolica, oggi, paga dazio pologico alla dimen- alle sue scelte sbagliate: l a sione trascendente. teologia del Novecento si f o n- Infatti, se la formula- da sulla constatazione della sconfitta di zione di un non-luogo rimanda ad un non- fronte alla laicizzazione della società e a l l a tempo e ad un non-spazio, la dimensione de-cristianizzazione dell’Occidente. Ora la del sacro rimane da sempre associata all’i- Chiesa Cattolica Romana è costretta a dea di un “altrove” spirituale. Mentre lo c a v a l c a r e la tigre del modernismo: è debole sguardo orizzontale, tipico dell’utopia di fronte alla scienza moderna, ma al con- sociale, è ricomparso soltanto recentemen- tempo è “costretta” a perseguire politiche te dopo il crollo delle grandi ideologie poli- sbagliate come quella contro il controllo tiche del Novecento – come nel caso, per delle nascite e l’uso dei contraccettivi, in esempio, del movimento no-global – lo un’epoca dove l’esplosione demografica del sguardo verticale dell’uomo verso il Cielo Terzo Mondo rischia di mettere in crisi l’e- non è mai diminuito. Dio non è mai morto cosistema. Inoltre, essa si trova in diff i c o l t à veramente nella spiritualità occidentale. di fronte a i rapidi cambiamenti sociali, Nell’Occidente del Cristianesimo seco- come quelli che attraversano l’America larizzato sono soprattutto gli dei a ritornare L a t i n a . Al contrario, la situazione della nell’immaginario comune come significan- Chiesa Ortodossa Orientale è d i v e r s a : ti negativi o demoniaci. Nella Germania per esempio, la Chiesa Russa è in ripresa. prenazista, gruppi di giovani, denominati HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 72

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W a n d e r v ö g e l 2, praticavano la vita nei la figura della Santa Ve rgine ricalcata da Isi- boschi e il nudismo, esaltavano la danza e la de, dea egizia. Non sono prive d’interesse bellezza; i W a n d e r v ö g e l rifiutavano la civil- anche alcune correlazioni con il calendario tà industriale e finiva- celtico. Il Samhain, il no per riattualizzare capodanno celtico, l’archetipo di W o t a n , cadeva con l’inizio re degli dei del pan- della parte buia del- theon nordico. W o t a n l’anno. La data d’i- o Odino, sconfitto dal- nizio dell’anno non la cristianizzazione era però fissa r i s p e t - delle popolazioni ger- t o a l calendario sola- maniche, poteva esse- re, perché nel calen- re riattualizzato in dario lunare l’inizio modo immaginario delle lunazioni non soltanto assumendo coincideva con l’ini- una valenza negativa, zio dei mesi del esclusivamente nelle calendario solare. I vesti di dio della guer- cristiani si sono ra e non della saggez- inventati la festa di za. Ecco perché il nazionalsocialismo si Ognissanti o Halloween (1 novembre), che riappropriò, mediante il wagnerismo, delle nulla ha a che fare con la tradizione giudai- arcaiche strutture della tradizione nordica, co-cristiana, ma che celebrava il raccolto utilizzando la macchina mitologica per la preservato dai Celti in inverno. Così come folle propaganda sulla razza e la sottomis- la festa di San Michele, che era originaria- sione dei popoli non germanici. mente una festa agricola dell’antica Britan- Come ricorda Mircea Eliade, il mito, nia. La Pasqua era strategicamente fissata in ossia l’archetipo, è trascendente rispetto alla prossimità dell’equinozio di primavera, storia: quest’ultima può aggiungere signifi- dove la Natura si risveglia, risorge dall’o- cati addizionali al simbolo, ma non può scurità invernale, rinnovando il ciclo delle annientare del tutto la struttura semantica stagioni e il tempo dell’uomo. Quale originaria3. migliore metafora per la Resurrezione? Non a caso, la pasqua ebraica, P e s a c h, era la In fondo, è una sorta di nemesi storica se festa del raccolto. Quando il Cristianesimo si pensa ai numerosi prestiti del paganesimo si espanse nel Nord Europa, la festa della al Cristianesimo postpaolino. Ricordiamo, primavera assorbì la festa mediterranea del

2 Cfr. Mogge 1999. Inoltre, per approfondire, cfr. Clarke 1992. 3 Cfr. Eliade 1984. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 73

• 73 • Perché gli dei ritornano, A. D’Alonzo raccolto: Ostern (ted. “Pasqua”) non a caso pantheon pagano. A nostro avviso si tratta deriva da Eostre o A s t a r t e , la Dea Madre della crisi del sistema dualistico nei con- del Vicino Oriente antico, pro- fronti della metafisica monistica. motrice della fertilità delle Soprattutto nella tradizione cri- piante, degli animali e delle stiana, Dio è presentato come un donne. essere ricolmo d’amore e miseri- Il simbolismo della Croce è cordia, alleggerendo in questo un simbolo solare indiano; senso notevolmente i tratti acci- l’aureola è un simbolo egizio; gliosi e vendicativi dello Y H W H l’abete natalizio è un simbolo delle Scritture ebraiche. A l l ’ o r i g i- celtico e germanico che richia- ne della Caduta dell’uomo, tro- ma rispettivamente Irminsul, viamo un serpente tentatore capa- la quercia sacra dei Celti, ce d’indurre Eva ad assaggiare i abbattuta da Carlo Magno nel frutti dell’Albero della Conoscen- 772, e la quercia di Geismar, za del Bene e del Male4. La colpa sacra a T h o r, abbattuta, a sua originale è dell’uomo, ma egli è volta, da San Bonifazio. La indotto a sbagliare dalla presenza stessa nascita di Gesù, arbitra- di un Av v e r s a r i o 5, anche se nel riamente fissata al 25 dicembre, racconto biblico non si dice chiara- è un tentativo di riplasmazione assimilatri- mente che il serpente è il diavolo, Satana o ce della festività del Sol Invictus (il solsti- Lucifero. Si delinea dunque, per la prima zio invernale), che spesso coincideva nel- volta, la tipica dicotomia etica e gnoseolo- l ’ a n t i c a Roma con le Saturnalie e con la gica con la quale il pensiero occidentale nascita di Mithra. dovrà prepararsi a fare i conti. È vero che secondo i parametri interpre- Teodicee e senso del peccato tativi delle scienze storico-religiose non si può parlare di dualismo vero e proprio per il In questa sede non c’interessa analizza- Cristianesimo, poiché l’opposizione non si re il fenomeno neopagano dal punto di vista presenta ad un livello cosmologico o antro- sociologico, né ricostruire la storia del pogonico – potremmo dire nella sfera dei movimento dalla Wicca al Chaos Magick. principi metafisici – ma soltanto su un pia- Ci preme piuttosto analizzare le ragioni di no derivato e consequenziale all’epifania questo scacco apparente del dio monoteista della Creazione. In altre parole, la dualità nei confronti delle più versatili divinità del non è cosmogonica, ma etica ed assiologi-

4 Cfr. Genesi 3:1. 5 “ Avversario”, “Satan” nell’Antico Testamento, tradotto nel III sec. a.C. dagli ebrei d’Egitto con “diabolus”. 6 Cfr. Eliade, 1993: 236. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 74

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ca6. Dunque, nel caso di semplice dualismo minore, un angelo decaduto e tentatore, che etico, qual è il caso del Cristianesimo, in cui sarà comunque annientato alla fine del tem- la contrapposizione tra il po. La possibilità del bene ed il male si cor- male, dunque, è stata rela all’antagonismo tra interpretata dai cristiani Dio ed il diavolo – come effetto diabolico dove quest’ultimo è il causato dalla colpa o risultato di un successi- dal peccato originario: vo atto di ribellione nei risposta che non soddi- confronti dell’ordine sfa, perché subentra in originario – non si può questo caso un ulteriore parlare di dualismo problema inerente alla ontologico stricto sen - persistente predisposi- su. Al contrario di zione dell’uomo riguar- quanto avviene, per do al male. Perché l’uo- esempio, nello Zoroastri- mo continua dunque a smo e nel Manicheismo, dove il bene ed il peccare, malgrado il sacrificio sulla croce male rimandano a principi ontologici corre- del Redentore? Nella storia del pensiero lati e contrapposti e dunque primari: Ahura occidentale in molti hanno provato a forni- M a z d˝ (Ohrmazd) lotterà con il suo antago- re la risposta o ad elaborare una teodicea: da nista malvagio Angra Mainyu (Ahriman) Liebniz a Dostoevskij, da Kafka alla fino alla fine del tempo7. Nel Cristianesimo, Arendt. In Genealogia della Morale, N i e t z- nell’Ebraismo e nell’Islam, Satana si ribel- sche scrive: la alla volontà di Dio, ma la sfida non è paritetica e sembra quasi che il primo possa Questo appunto significa l’ideale asce - perpetuare il male nella Creazione soltanto tico: che qualche cosa mancava, che un’e - attraverso una sorta di tacito consenso del norme lacuna circondava l’uomo – e g l i secondo, come strumento inconsapevole e non sapeva giustificare, spiegare, afferma - confacente al piano escatologico. Il Dio cri- re se stesso, soffriva del problema del suo significato [ . . . ] ma non la sofferenza in se stiano appare con i tratti del deus otiosus: stessa era il suo problema, bensì che il gri - distante e propenso – dopo la discesa del do della domanda “a che scopo soffrire?” Redentore – a contemplare dall’ipeuranio le restasse senza risposta. [ . . . ] l’uomo, l’ani - scelte umane, in attesa che si compia il tem- male più coraggioso e più abituato al dolo - po del Giudizio finale. Il male non abita nel re, in sè non nega la sofferenza; la vuole, la dio dei cristiani, ma deriva da un’entità ricerca persino, posto che gli si indichi un senso di essa, un “perché” del soffrire8.

7 Cfr. Eliade, 1993: 394, s.v. Monoteismo. 8 Cfr. Nietzsche, 1990: 156. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 75

• 75 • Perché gli dei ritornano, A. D’Alonzo Di fronte al silenzio divino verso il male Gli dei del pantheon politeistico presen- assoluto – che si tratti di Auschwitz o del- tano caratteristiche spiccate e tratti com- l’onda di uno tsunami – l’uomo, colto dal- plessi – al pari della psiche umana – estre- l’angoscia, s’interroga smarrito e sbigottito mamente differenziati tra loro9. La questio- sulle ragioni di quest’assenza. ne, del resto, è facilmente Il male come effetto della col- comprensibile, se si presta pa originaria, come assenza attenzione al fatto che essi del bene, come punizione articolano le prime caratte- divina. riologie delle civiltà “supe- riori”, riflettendo la pluralità degli interessi e dei bisogni L’energia cosmica che dà e umani. Dalla distinzione del- sottrae le classi e dei mestieri nasce il pantheon politeistico, ma, Abbiamo visto finora al contempo, gli dei richia- come la presenza del male e mano i diversi idealtipi uma- della sofferenza sia spiegata ni. La scuola sociologica di nel Cristianesimo attraverso Durkheim era solita attribui- lo snodarsi di due punti focali re la manifestazione del e consequenziali: a) la persi- fenomeno religioso ad una stenza del male e della sofferenza come sorta di divinizzazione della società1 0 , ma in manifestazione diabolica; b) il male e la realtà non esiste una netta contrapposizione s o fferenza come punizione per una colpa da tra l’approccio sociologico e quello psico- espiare. logico, poiché altrimenti non si darebbe Ci proponiamo adesso di analizzare le ragione del rapporto intimistico dell’indivi- caratteristiche storico-religiose delle divi- duo come elemento cellulare di fronte alla nità del politeismo, collegando la disanima Natura. Inoltre, in ambito indoeuropeo, il alla valutazione della risposta di fronte al passaggio all’interiorizzazione degli arche- problema del male. Cercheremo, in altre tipi religiosi è filologicamente rilevabile. Si parole, di capire se il pagano riesce in prenda, ad esempio, il processo introspetti- modo migliore a fronteggiare il dolore di vo della coscienza indiana nei confronti del quanto non riesce a fare il fedele di una ritualismo esteriore ed il mondo del mito, religione monoteistica, in particolare del avvenuto nell’VIII sec. a.C., ed esposto nel- C a t t o l i c e s i m o . le Up a n i s ≥ ad11: gli dei iniziano ad abitare nel-

..9 Cfr. Brelich 1995. 10 Cfr. Turchi 1954. 11 Cfr. Zimmer, 2001: 30-31. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 76

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l’interiorità dell’autocoscienza. Già a quel unico, ma dipendono anche loro, alla pari tempo, le divinità politeistiche erano pensa- dei mortali, dai progetti di Ananke, che col- te come archetipi o manifestazioni di un’u- pisce e gratifica indiscriminatamente secon- nica energia che pervade tutto il cosmo. do disegni imperscrutabili. Il volere del Anche nel pantheon Fato è conosciuto dagli greco, gli dei rappre- dei, ma non è in loro sentano degli archetipi potere di mutarne il cor- che richiamano la so, perché ciò che deve complessità della natu- essere accadrà. Simone ra umana, dunque la Weil in L’Iliade poema rappresentazione di della forza1 2 , individua tutti gli aspetti necessa- proprio nel poema omeri- ri al mantenimento del- co il giogo cosmico di l’equilibrio cosmico. questa necessità oscura a Se è vero che il micro- cui tutti, animali, uomini, cosmo non è altro che dei, devono sottostare. la raffigurazione alle- Tutto ciò che noi siamo, gorica del macroco- che pensiamo caratteriz- smo, le strutture sim- zare la nostra essenza, è boliche inconsce che determinato dalla forza. coordinano il funzionamento della psiche si Non ha senso dunque gonfiare il petto di estrinsecano proiettandosi nelle molteplici fronte alla ricchezza, alla bellezza ed all’in- connotazioni delle personalità divine neces- telligenza: tutto ciò che siamo dipende dal- sarie all’equilibrio dell’insieme. Il pantheon la sorte. L’unica virtù omerica consiste allo- stesso degli dei nella sua pluralità simbo- ra nel mantenersi umili, nell’evitare la ten- leggia l’armonia universale, così come i tazione di adorare la sorte, perché la forza molteplici archetipi della psiche rimandano colpisce tutti, concede e sottrae: il vincitore alla raggiunta maturità della personalità domani si trasformerà ineluttabilmente in umana. In questo senso è facile ricordare vinto. Nell’Iliade il male non deriva da un come Afrodite richiami l’amore sensuale o peccato originale o da un demone tentatore. Ares lo slancio guerriero. Sopra di ognuna La forza stritola tutto, perché deve mante- di queste divinità si erge possente ed ineso- nere l’equilibrio cosmico. Dunque, non più rabile il giogo di Moira, così come sopra un mondo sensibile peccaminoso contrap- l’equilibrio della psiche umana incombe posto al un regno celeste, una “città terrena” l’eredità del vissuto e l’avvento del diveni- opposta alla “città di Dio”. Di fronte al re. Gli dei non sono onnipotenti, come il dio potere di Ananke, tutto è buono e degno di

12 Cfr. Weil 1967. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 77

• 77 • Perché gli dei ritornano, A. D’Alonzo amore. La Weil postula la possibilità di libe- stiani si contrapponevano gli eroi tragici rarsi della gravità, della p e s a n t e u r, aprendo dei greci. alla grazia13. In La nascita della trage - d i a, Nietzsche descrive lo Attraverso il potere di stridulo riso di Silenio, inse- Moira si producevano con- guito nei boschi da Mida: catenazioni di espiazioni, destinate a ricadere sui Stirpe misera e caduca, p o s t e r i 1 4: ma – contraria- figlia del caso e della pena, mente a quanto potrebbe perché mi costringi a dirti ciò apparire ad un primo sguar- che è per te il meno profitte - do superficiale – le simili- vole a udire? Ciò che è per te tudini tra le espiazioni dei la cosa migliore di tutte, ti è affatto irraggiungibile: non pagani ed il peccato origi- essere nato, non essere, essere nale cristiano sono soltanto niente. Ma dopo questa, la apparenti. cosa migliore per te è morir In primo luogo, la catena subito15. delle colpe e delle espiazioni pagane si può esaurire nell’arco di qualche generazione – Il dualismo complementare tra apollineo dunque all’interno del divenire – senza per e dionisiaco, enfasi della forma plastica e questo dover necessariamente rimandare ad dissoluzione nell’ebbrezza ditirambica, teo- un giudizio finale fuori dalla storia e dal rizzata da Nietzsche, è stata ridimensionata tempo, come nel caso del Cristianesimo. da Giorgio Colli, in La sapienza greca: Non si deve dimenticare che l’uomo Apollo è al contempo apollineo e dionisia- greco viveva il senso dell’esistenza come c o 1 6 , anch’egli – non diversamente da Pan – un gioco oscuro e assurdo, dove i capricci insegue le ninfe in preda ad estatiche degli dei e l’ordito di Moira sfuggivano a ebbrezze sensuali. Rimane il fatto, come qualsiasi connotazione persecutoria di tipo osserva Joseph Campbell che il luogo mito - vittimista o colpevolista. La colpa abitava genetico originario è la mente umana, crea - fuori dall’anima greca, più percepita come trice e distruttrice di tutti gli dei e di tutte uno sgarro del destino che come una col- le immagini poetiche e soprannaturali1 7. pa generata da un peccato. Ai martiri cri- Dunque, mentre nel Cristianesimo il dio

13 Cfr. Weil 1948. 14 Cfr. La religione dei Greci (1991). 15 Cfr. Nietzsche, 1989: 33-34. 16 Cfr. Colli 1987. 17 Cfr. Campbell 1992 (nota di copertina). HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 78

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unico appare come una sorta di deus otio - Malia della Grande Madre t u s , poco disponibile ad intervenire per arrestare genocidi e cri- Se gli archetipi mini contro l’umanità, sono universali – gli dei del politeismo variegata è la loro appaiono, in fondo, manifestazione nel- come estensione e le diverse culture. frammentazione delle Un popolo di c a c - facoltà della psiche c i a t o r i - r a c c o g l i t o r i umana: in altre parole, non vive come un come archetipi, nel popolo di agricolto- senso junghiano del r i . P r e s s o gli agri- termine. Interfaccia o coltori, l’archetipo polarità, secondo il della Grande Madre neopaganesimo con- s i esprime nel culto t e m p o r a n e o 1 8, comun- d e l l a Madre Te r r a , que sempre sottomessi signora della v e g e t a- al giogo del Fato, dunque in grado di rap- z i o n e e dell’agricoltura. Presso i cacciatori- presentare in modo efficace l’accettazione raccoglitori nel culto della Signora degli tragica o dionisiaca della personalità umana animali, cui il cacciatore lascia nel bosco di fronte allo scacco della sconfitta. Il male u n ’ o fferta primiziale, una parte del raccolto accettato come destino tragico, indipenden- o una singola preda, come r i n g r a z i a m e n t o . te dalla sfera della soggettività individuale, Un’importante chiave di lettura sulla gene- e non come colpa o peccato intrinseco alla si del monoteismo, deve essere ricercata natura umana. Non più la dicotomia teolo- nell’interrelazione tra i popoli e l’ambiente. gica tra il Dio buono e misericordioso e il Per gli indoeuropei-germani, celti, slavi, demonio tentatore origine del male. A l l a arii, etc. – che vivevano immersi in un stregua di Apollo, molte divinità sono ambi- ambiente naturale ricco di foreste, paludi, valenti e presentano un volto radioso ed uno corsi d’acqua, etc., era naturale identificare terribile, realizzando l’armonia dei contrari i luoghi naturali con molteplici divinità, inerenti alla natura umana: l’Io e l’Ombra. specialmente femminili. Mentre i nomadi In particolare, nell’archetipo della Grande del deserto erano portati ad idealizzare un Madre possiamo trovare la perfetta esem- modello patriarcale, dominato da un singo- plificazione della riconciliazione degli lo capotribù maschio, dotato di potere asso- opposti. luto sui sudditi. Lo stesso culto di Iside si è d i ffuso più velocemente tra le genti conta-

18 Cfr. Dimitri, 2005: 85-86. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 79

• 79 • Perché gli dei ritornano, A. D’Alonzo dine, perché la donna è tradizionalmente In questo senso, mentre nella spiritualità dedita alle piante e richiama da sempre l’i- solare-maschile il Sole esclude le Ombre, in dea della fertilità universa- quella Lunare, Luce e le. Al contrario, tra i semi- Ombre sono comple- ti del deserto, popoli di mentari e sussistono pastori dove predominava simultaneamente19. l’allevamento del bestia- La Grande Madre è me, la donna è sempre un archetipo religioso stata socialmente poco che simboleggia il rilevante. L’ i m p o r t a n z a ciclo della Natura, dell’archetipo femminile quindi la Vita, che religioso deve essere c r e a - p e r-distruggere e ricercato nella scoperta d i s t r u g g e - p e r- c r e a r e . dell’agricoltura e nella Originariamente nelle coltivazione delle piante; civiltà agricole arcai- o, comunque, nella vici- che o “primitive”, il nanza di importanti corsi culto della G r a n d e d’acqua, come il Nilo, ad esempio. Tra le Madre – o Mater Natura – si d i ffo nde con la civiltà c.d. “primitive” sono quelle apparte- scoperta delle piante alimentari. Si dovreb- nenti al gruppo dei “coltivatori” a testimo- b e introdurre una prima distinzione tra i niare una posizione femminile socialmente popoli cacciatori-raccoglitori, i popoli c h e elevata: per esempio, gli Ao-Naga della pia- praticano la pastorizia e quelli che c o n o s c o- nura dello Assam (India). Tuttavia, queste no l’agricoltura (anche se a livello “primiti- considerazioni diffuse dagli studi di geo- vo”: non certamente la cereocultura o l’uso grafia religiosa non inficiano l’idea bacho- dell’aratro). Per la mentalità “primitiva” era feniana che all’origine di tutte le civiltà – strabiliante che dal suolo sorgessero le pian- compresa quella semitica – vi sia il matriar- te alimentari, dopo aver seminato. Questo cato ed il culto della Dea. Campbell dimo- “evento” fu messo in connessione con l’al- stra benissimo come le religioni del Padre ternarsi periodico delle stagioni e con la fer- rimangono chiuse all’interno di schemati- tilità della donna. Sia perché il grembo f e m- smi prevalentemente dualistici (il Bene/il minile come l a Terra partorisce i suoi frutti, Male, il Sole/le Tenebre, il Maschile/il Fem- sia perché, probabilmente, la donna è stata minile, il Vero/il Falso, etc.), mentre le reli- la prima a prendersi cura delle piante, men- gioni della Madre considerano le coppie tre l’uomo si dedicava alla caccia ed alla d’opposti come semplici aspetti comple- guerra. A quest’importante serie di nessi mentari della realtà, da ricondurre ad unità. s i m b o l i c i , Te r r a / N a t u r a / S t a g i o n i / D o n n a / c i c l

19 Cfr. Campbell, 1992: 35. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 80

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o mestruale, si aggiunse anche il simboli- materno/protettivo/generatore. Femmina smo lunare. La Luna simboleggia l ’ e t e r n o sanguinaria ma al contempo, materna; ritorno del divenire, la assassina e, nello stesso tem- ciclicità dell’Anno e po, madre: ventre fertile e d e l Cosmo, in quanto – a tomba del mondo21. d i fferenza dell’astro sola- re – si trasforma evolven- Nel tantrismo ¢ i v a i t a, l’a- d o s i nel cerchio perenne spetto femminile rappresen- del tempo. Al potere del- tato da ›akti è più importan- la Grande Madre erano te di quello maschile. ›akti è associati regimi matriar- la manifestazione della c a l i 2 0, come per esempio potenza di ›i v a . La lezione quello della civiltà tantrica supera il dualismo minoica, prima della con- gnostico-manicheo, per i l quista dell’Ellade da par- quale la realtà è e s s e n z i a l - te degli Achei, adoratori mente dicotomica. La lezio- del montone e del solare ne della Grande Madre è in (ma anche lunare) A p o l - fondo questa: K ˝ l ^ con la lo. Cibele in Frigia, Iside destra porge doni e con la in Egitto, Astarte in Feni- sinistra cinge una cia, Inanna nella civiltà s p a d a 2 2. Circolarità dell’essere sumerica, Rea a Creta, Ecate dea degli infe- articolata in una forma d i sacralità dove ri preellenica, etc., sono tutte Grandi il Sublime non è contrapposto, ma specula- Madri. Naturalmente tra gli dei indoari non re al Terribile, la n o e s i s alla carne, la con- si deve dimenticare K ˝ l ^ la nera: forse la templazione al sangue ed alla violenza. Un dea che più di tutte, danzando sopra tipo di metafisica che si trova anche presso u n a piramide di teschi ed indossando una gli Aztechi (anche se gli Inquisitori cristia- collana di mani, racchiude il significato p r o- ni non avevano niente da invidiare a questi, fondo della Natura che genera-per- d i s t r u g- sotto il profilo della crudeltà e dell’eff e r a- gere, ma sa proteggere i suoi figli. t e z z a ) . Un tipo di analisi simile è proposta Dunque, un parallelismo tra l’elemento anche da R. Girard con i suoi studi sullo tenebroso/terribile/distruttivo e quello

20 Non tutti gli storici delle religioni concordano sulla plausibilità di un matriarcato primordiale, teo- ria propugnata per la prima volta da Bachofen. Tra i principali teorici del matriarcato primordiale troviamo il celebre studioso di mitologia comparata americana, J. Campbell. 21 Cfr. Campbell, 1992: 35 22 Cfr. Ibid. p. 35. 23 Cfr. Girard 1987. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 81

• 81 • Perché gli dei ritornano, A. D’Alonzo scapegoat23. dualistico, basilare all’elaborazione dottri- Conclusione nale della Chiesa Cattolica Romana. Ma la mistica dell’essenza fu perse- La mancata armonia dei guitata e sconfitta dalla teo- contrari è peculiare al Cristia- crazia sacerdotale. Il duali- nesimo post-paolino che ha smo fondamentale è dunque trionfato nel corso della storia rimasto irrisolto e latente, e ha realizzato l’apogeo del pronto a tornare in superficie suo trionfo con la persecuzio- alla prime crepe sul muro ne dei Quietisti alla fine del dell’ortodossia religiosa. Il XVII secolo. La grande tradi- ritorno degli dei non è altro zione della mistica renano- che il ritorno del “perturban- fiamminga – che affonda le te” freudiano, il conflitto sue radici nel pensiero greco rimosso. Sta alla teologia e che si estende fino al Quie- contemporanea risolvere il tismo francese – era in grado conflitto psichico e religioso di superare qualunque appa- tra l’Io e l’Ombra, tra la Luce rente difficoltà teoretica deri- e le Tenebre, che tanti danni vata dall’impianto speculativo ha provocato nell’Immagina-

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24 Caso tipico di questa drammatizzazione epilettica del conflitto dei contrari è la celebre vicenda delle indemoniate del convento di Loudun. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 82

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Le discipline psicologiche e la Massoneria a Parigi e Roma all’inizio del Novecento1

di Renato Foschi* ed Elisabetta Cicciola**

Psychological sciences, until the First World War, took hold in those industria- lized countries that had to face social mass problems, such as immigration, and had to reorganize their institutions after decades of political struggle for the defi- nitive overcoming of the ancien régime, and had to face the rise of new problems such as the teaching to read and write, criminality and banditry, the nationali- zation of the education, the needs of the “fourth state”. Left wing governments, which prevailed in Italian and French politics at the beginning of the 20th c e n t u - ry, were in large part made up of Masons whose reformist programs became the breeding grounds of psychological applications. One of the main “solidaristic” objectives of radical and Masonic policies of this period was the establishment of a free, se- cular and compulsory mass education. Moreover, the secularization of the people was considered the c o n d i c i o to establish the democratic participation. Some significant school acts (which concerned the increase of school building, the reform of syllabus, the reorganization of pedagogic work and the teachers trai- ning) and their applications were supported by Masonic politicians. Bourgeois and Buisson patronized Binet’s activity in Paris. Italian Education Secretaries and under-se- cretaries from 1900 to 1914 were almost all Masons; moreover, the psychological and pedagogical activity which famous scholars — as Credaro, De Sanctis and Montessori — carried on in Rome, took hold in an extraordinary period of cultu- ral regeneration for this city, in large part due to the election of Ernesto Nathan. Masonry also promoted a culture based on the so-called “poli- tical sociability” and constituted a model for the mutual assistance and coopera - tive associations, and supported the organizations in “defence” of childhood. So, the present paper intends to offer an historic interpretation, which is critically based upon the analysis of the relationship between the production of scientific knowledge, the disciplinary applications and the political context and whose aim is to shed light on the role played by the Masonic creed both in the liberal policies and in the rootedness and the diffusion of human sciences in the early-20t h- c e n - tury process of mo- dernization of the democracies.

1 Il presente articolo è una rielaborazione aggiornata di The early 20t h century psychological appli - cations and masonic policy: the cases of Paris and Rome, lavoro presentato al 38t h Annual Meeting of CHEI- RON: The International Society for the History of Behavioral and Social Sciences, Poster Session, June 29- July 2, 2006, Sarah Lawrence College Bronxville, New York. Questo lavoro è stato realizzato grazie al soste- gno e alla disponibilità del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, avv. Gustavo Raffi tramite il Servizio Biblioteca del Grande Oriente D’Italia diretto dal dott. Bernardino Fioravanti. * Renato Foschi, Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e Università degli Studi dell’Aquila. ** Elisabetta Cicciola, Università degli Studi di Firenze. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 84

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Introduzione la scienza era considerata da questi massoni un utile ausilio per conseguire tali obiettivi. Il programma del partito radical-socialista Come dimostrato in sede stori- francese era, in effetti, una diretta elabo- ografica da Rose (1996), le di- razione di importanti membri scipline psi- della Massoneria francese, cologiche si sono carat- mentre in Italia è noto che terizzate nel corso del esponenti di primo piano Novecento soprattutto del Grande Oriente avevano come discipline applica- condiviso gli ideali dei moti tive, fornendo alle disci- r i s o rgimentali e, fino pline affini, come quelle all’avvento del fascismo, psichiatriche e peda- contribuirono ad org a n i z- gogiche, strumenti tecno- zare le istituzioni del “nuo- logici e nuovi punti di vo” Stato italiano unitario. vista teorico-metodologi- Di solito il Grande ci. Gli psicologi hanno Oriente non decideva di soprattutto standardizza- intervenire in politica. Una to tecnologie valutative e tipica iniziativa era la libera di intervento che sem- azione del singolo massone, brarono di una certa utilità nell’aff r o n t a r e che, senza dirette indicazioni del Grande e m e rgenti necessità sociali. Fino alla Prima Oriente, operava ispirandosi a quanto dis- Guerra Mondiale la psicologia si è, quindi, cusso nelle diverse logge. Spesso erano illu- principalmente radicata in quei paesi indu- stri personaggi che creavano una rete di col- strializzati in cui occorreva gestire laborazioni con intellettuali, accademici, fenomeni sociali di massa come l’immi- politici con cui condividevano i valori di grazione o riorganizzare stati che uscivano fondo. Una seconda possibilità era determi- da decenni di lotte politiche e per aff r o n t a r e nata dall’attenersi dei liberomuratori ai pro- l ’ e m e rgere di nuove problematiche come grammi “politici” elaborati centralmente l’alfabetizzazione, la criminalità e il brigan- per cementare le “nuove democrazie” costi- taggio, la statalizzazione dell’educazione. tuzionali, intervenendo direttamente nelle Sia in Francia che in Italia molti massoni amministrazioni dello Stato, secondo un furono attivamente impegnati in politica, ventaglio di possibilità che si ispiravano a soprattutto favorendo leggi che persegui- princìpi più o meno radicali, ma sempre vano la modernizzazione e le riforme demo- finalizzati alla progressiva modernizzazio- cratiche degli stati costituzionali. Per lo più ne degli Stati2.

2 Cazzaniga 2006; Chevalier 1975; Conti 2003; Cordova 1985 e 1990; Novarino 2006; Rémond 2004. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 85

• 85 • Le discipline psicologiche e la Massoneria a Parigi e Roma all’inizio del ‘900, R. Foschi e E. Cicciola La politica italiana e francese di inizio educazione paritaria dei bambini che parti- Novecento si caratterizzò quindi con gover- vano da livelli intellettivi o sociali diff e r e n- ni soprattutto di sinistra, ti, fu supportato da politici composti anche da mas- radical-socialisti e masso- soni, il cui programma ni; la sua e x p e r t i s e b e n riformista divenne il ter- corrispose infatti alle esi- reno di coltura per le genze di promozione di applicazioni delle scienze una scuola gratuita e umane. In questo periodo obbligatoria che riuscisse l’educazione di massa ad educare anche i deboli nella scuola primaria, di mente. I radicali tenta- gratuita, libera e obbliga- rono di attuare le famose toria per tutti, normali e leggi promulgate dal anormali, fu uno dei prin- ministro massone Ferry, cipali obiettivi “solidari- che rendevano l’educazio- sti” e/o “opportunisti” ne primaria dei bambini delle politiche radicali. dai 6 ai 13 anni gratuita, Per giunta la secolarizza- obbligatoria e laica. Léon zione della popolazione B o u rgeois (1851-1925) e fu considerata una condizione indispensabi- Ferdinand Buisson (1841-1932), entrambi le su cui fondare la partecipazione demo- premi nobel per la pace, esponenti di primo cratica alla vita politica. Le leggi sulla scuo- piano della Massoneria e del partito radical- la e l’applicazione di queste leggi (incre- socialista, si occuparono di pedagogia e mento nella edilizia scolastica, riforma dei favorirono il lavoro di Binet a Parigi. Buis- programmi, riorganizzazione del lavoro son fondò nel 1899 la Société Libre pour pedagogico, formazione degli insegnanti) l’Etude Psychologique de l’Enfant, di cui furono soprattutto sostenute da politici pro- Binet divenne presidente nel 1902, mentre gressisti vicini al “sodalizio”. B o u rgeois diventò il principale teorico del solidarismo, che emergeva come una dottri- Il sostegno agli interventi psicosociali a na comune fra coloro che consideravano la Parigi e Roma solidarietà come il presupposto di ogni con- tratto sociale. Bourgeois diventò inoltre, Alfred Binet (1857-1911), inventore del sotto il governo di Combes, presidente del- primo test di intelligenza che nella sua pri- la famosa Commissione interministeriale, ma versione del 1905 avrebbe dovuto esse- istituita il 4 ottobre 1904 dal Ministro del- re usato per favorire l’individuazione di l’Istruzione Joseph Chaumié (1849-1919), quei bambini che necessitavano di una edu- che prese il suo nome e il cui scopo fu quel- cazione speciale al fine di essere messi alla lo di includere i bambini anormali nella pari con gli altri, per favorire quindi una riforma scolastica primaria che era iniziata HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 86

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vent’anni prima con le leggi ferriste. D’al- 1899 si perfezionò presso di lui –, attivo tra parte, Buisson fu anche presidente della negli ospedali di Bicêtre e della Salpêtrière, Ligue de l’Enseignement, riformatore che intendeva divenendo uno dei principali laicizzare gli ospedali militanti della campagna sopprimendo il ruolo dei parlamentare per i bambini cappellani, difensore anormali, iniziata nel 1906, della cremazione. To u - per l’applicazione delle leg- louse, psichiatra e psico- gi che stabilivano l’educa- logo, fu direttore di un zione obbligatoria per i bam- famoso laboratorio di bini sordi, muti e ciechi. psicologia nell’ospedale All’interno di questo com- di Villejuif, non lontano plesso contesto politico, da Parigi e maestro di Binet trovò una piena legitti- Henri Piéron (1881- mazione per i suoi lavori, 1964) – il maggiore isti- partecipando direttamente tutore della psicologia sia allo sviluppo della Socié - scientifica in Francia e t é Libre pour l’Etude anch’egli probabilmente Psychologique de l’Enfant c h e massone . Toulouse, soste- alla Commissione Bourgeois3. nendo un’idea “aperta” degli ospedali psi- Sempre a Parigi operavano anche alcuni chiatrici, cercò di fornire cure ai malati sen- medici che si occuparono attivamente di za internarli e divulgò una concezione inter- applicazioni delle scienze umane; esponen- ventista e applicativa della psicologia che, ti di primo piano del “sodalizio massonico” in seguito, influenzò l’opera di Piéron4. sostennero una concezione della psicologia A Roma, all’inizio del Novecento, si tro- e della psicopatologia diretta all’intervento vava il Consiglio Superiore della Pubblica psicosociale di tipo “igienista”; Désiré Istruzione, amministrazione che controllava Magloire Bourneville (1839-1909) ed centralmente la scuola e l’accademia italia- Édouard Toulouse (1865-1947) furono na. In Italia dal 1900 al 1914, i molti Mini- entrambi parlamentari, radicali e massoni. Il stri della Pubblica Istruzione e i sottosegre- primo era noto come uno dei principali tari furono massoni5. Inoltre, l’attività psi- esponenti del movimento medico-psicolo- cologica e pedagogica di Sante De Sanctis gico per l’igiene mentale dei bambini – (1862-1935) e della stessa Montessori anche Maria Montessori (1870-1952) nel (1870-1952), principali innovatori nei set-

3 Cicciola 2006; Foschi e Cicciola 2006. 4 Huteau 2003; Carroy, Ohayon e Plas 2006. 5 Sante di Pol 2002. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 87

• 87 • Le discipline psicologiche e la Massoneria a Parigi e Roma all’inizio del ‘900, R. Foschi e E. Cicciola tori applicativi delle scienze umane, si radi- operosità di Leonardo Bianchi (1848-1927), cò in un eccezionale momento di rina- psichiatra, Ministro della Pubblica Istru- scita culturale per questa città, dovuto zione e dignitario della Massoneria ita- anche alla elezione di Ernesto Nathan liana – prima nel Grande Oriente, poi (1845-1921), già Gran Maestro del nella Gran Loggia d’Italia. A R o m a Grande Oriente d’Italia, famoso sinda- Sante De Sanctis, ottenne la prima co laico di Roma – che amministrò con cattedra di psicologia e, pur non una giunta comunale composta da essendo massone, all’inizio del radicali, repubblicani e socialisti. Sono Novecento, sulla base di una serie note le prime parole di Nathan che, di leggi e regolamenti di riforma appena eletto la sera del 7 dicembre dell’educazione, ispirate a 1907, durante il discorso di insedia- una cultura laica e progres- mento, proclamò: sista, volute da Ministri del- la Pubblica Istruzione, Una prima questione, a nostro esponenti o molto vicini al avviso, tutte le altre soverchia Grande Oriente (Legge [...] sino a quando sia un solo Orlando del 1904, Leg- scolaro entro la nostra cerchia ge Daneo-Credaro del 1911), si occupò del- amministrativa, il quale non possa riceve - la formazione psicologica degli insegnanti, re istruzione ed educazione civile, in del recupero dei bambini poveri e deboli di ambiente sano ed adatto, le considerazioni mente, dell’istituzione, dell’org a n i z z a z i o n e del bilancio finanziario devono cedere il passo alle imperative esigenze del bilancio e dei regolamenti degli Asili infantili e dei 7 morale ed intellettuale. Le scuole devono Giardini d’Infanzia . De Sanctis, inoltre, moltiplicarsi, allargarsi, migliorarsi; rapi - ottenne la prima cattedra italiana di psicolo- damente, energicamente, insieme col per - gia sperimentale dopo una serie di vicissitu- sonale scolastico [applausi vivissimi]6. dini istituzionali che coinvolsero diretta- mente ministri e massoni di alto grado, Molti liberomuratori furono personal- come Bianchi e Nunzio Nasi (1850-1935)8. mente coinvolti nelle operazioni di istitu- La psicologia a Roma fu inoltre attivamen- zione e radicamento delle scienze umane. te sostenuta sia dal filosofo e pedagogista Le prime tre cattedre di psicologia speri- Antonio Labriola (1843-1904) che arrivò mentale in Italia si dovettero infatti alla alle soglie del “Te m p i o ” 9, sia da Luigi

6 Atti del consiglio comunale di Roma 1907, vol. 3, discorso inaugurale di insediamento del sinda- co Nathan, verbale della seduta pubblica del 2 dicembre 1907, pp. 194-195. Cfr. Comune di Roma 1913; Isastia 1998; Schiavone 1998. 7 Armani, 1915: 35; cfr. D’Arcangeli 2004. 8 Lombardo e Cicciola 2005. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 88

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Luciani (1840-1919) organizzatore della tro anche per l’attività di donne vicine fisiologia sperimentale romana, Rettore del- all’ambiente massonico1 0 – sia alle leghe per la “Sapienza”, senatore ed esponente fin la “protezione” dei bambini deboli di da giovane del Grande Oriente. Sempre mente, anch’esse fondate con l’appoggio a Roma, fra Ottocento e Novecento, di medici e politici, come Baccelli, che Maria Montessori, collega e assi- difendevano valori solidaristi aff i n i stente dello stesso De Sanctis, si a quelli elaborati dal Grande formò e lavorò nel medesimo Oriente. Fra il 1907 e il 1913, ambiente. Fu allieva di Labrio- agli albori del movimento la, di Jakob Moleschott (1822- pedagogico montessoriano, 1893) – fisiologo, igienista e Maria Montessori fu inoltre atti- senatore –, di Luciani, di A n g e l o vamente sostenuta da Nathan e Celli (1857-1914), medico, igieni- dall’ambiente laico a lui vicino. sta, deputato, attivo sostenitore di Le prime Case dei Bambini in politiche per l’infanzia, di Clodo- cui fu inventato il metodo peda- miro Bonfigli (1838-1919), gogico furono istituite nei medico, psichiatra, deputato, condomini dell’Istituto anch’egli attivo difensore dei Romano dei Beni Stabili deboli di mente, di Giuseppe Serg i (IRBS) e voluti dal suo direttore (1841-1936), garibaldino, primo docente a Eduardo Talamo (1858-1916)11. L’IRBS era Roma di antropologia e psicologia, pionie- stato costituito all’inizio del Novecento con re romano della pedagogia progressista e le proprietà immobiliari della Banca d’Ita- scientifica. La studiosa, inoltre, trovò un lia, fondato da suoi azionisti e da Bonaldo costante e prezioso sostegno in Guido Bac- Stringher (1854-1930), direttore della stes- celli (1832-1916), medico, accademico, sa Banca, molto vicino a Nathan e fautore massone, fondatore del Policlinico Umber- di una finanza laica e progressista vicina to I, noto esponente politico della sinistra agli ideali del Grande Oriente1 2. Eduardo costituzionale e famoso ministro della Pub- Talamo, senatore radicale, era fratello di blica Istruzione. La Montessori partecipò Roberto Talamo, deputato radicale, sottose- attivamente sia alla costituzione delle prime gretario di Zanardelli di cui organizzò un associazioni femministe – realizzate tra l’al- famoso viaggio in che pose con

9 Mola 2003. 10 Ad es. molte femministe erano mogli di noti esponenti del Grande Oriente, come Vi rginia Nathan, oppure si affiliarono ad organizzazioni che si richiamavano a certi princìpi liberomuratori come fece nel 1898 la stessa Montessori che divenne teosofa (Wilson 1985). 11 Neri 2002; Protasi 2002. 12 Gigliobianco, 2006: 111. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 89

• 89 • Le discipline psicologiche e la Massoneria a Parigi e Roma all’inizio del ‘900, R. Foschi e E. Cicciola forza di fronte all’opinione pubblica nazio- Conclusioni nale l’emergente “questione meridionale”; Eduardo Talamo fu Questo lavoro voluto dallo stesso intende, dunque, for- Stringher a presiedere nire un’interpretazio- l’IRBS. Eduardo e i ne storiografica che è principali azionisti criticamente fondata dell’IRBS erano fau- sull’analisi del rap- tori di una “edilizia porto fra produzione progressista” che del sapere scientifico, coniugasse moderniz- applicazioni discipli- zazione e progresso nari e contesto politi- con il rendimento co, cercando di far finanziario, costruen- luce sulle influenze do e ristrutturando che il credo massoni- “case per il popolo” co ebbe da un canto nel quartiere romano sulla politica liberale di San Lorenzo; questi e dall’altro sul radica- aiutarono Maria Mon- mento e sulla diff u- tessori, fornendole sione delle scienze locali e competenze umane nel processo ingegneristiche per i di modernizzazione suoi primi asili fonda- delle democrazie di ti nel 1907-1908; inizio Novecento. occorre rimarcare che Seppure non diretta- anche a Milano, nel mente coinvolta, la 1908, fu la “Società Massoneria ebbe un Umanitaria”, organizzazione molto vicina ruolo di primo piano come modello org a- alla Massoneria, a chiedere alla Montessori nizzativo e culturale per le associazioni di di fondare i suoi primi asili. Ricordiamo, mutuo soccorso o di pubblica utilità. A l c u- per inciso, che nel 1913 Maria Montessori ni massoni furono attivamente impegnati in tenne la sua prima conferenza scientifica politiche progressiste e promossero una negli Stati Uniti, presso il Tempio massoni- concezione scientifica solidarista1 4. Sia in co di Washington13. Italia che in Francia ci furono primi ministri

13 Babini 1996; Babini e Lama, 2000; Pruneri 2004; Tomasi 1980. 14 Conti 2000 e 2003. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 90

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e ministri che condividevano i valori del no. In questo contesto trovarono una loro “sodalizio” massonico e l’educazione del ragion d’essere la sociologia, la psicologia popolo fu, in particola- e la pedagogia scientifi- re, un settore per il che. Nell’ancien régime loro impegno politico o nei regimi dittatoriali e amministrativo. non era stata infatti pos- Alcuni importanti sibile una concettualiz- intellettuali o scienzia- zazione moderna delle ti, massoni o vicini ai scienze umane, non a liberomuratori, furono caso, in seguito, furono al tempo stesso ricer- molto ridimensionate catori e parlamentari proprio durante il ven- impegnati nella difesa tennio fascista. Occorre di ideali liberali, igie- sottolineare che “educare nisti o solidaristi. il popolo” fu una vera e Bourneville, Buisson, propria “idea guida” del B o u rgeois, To u l o u s e , Grande Oriente nei paesi Moleschott, Luciani, latini. Educare il popolo Baccelli, Bianchi, Celli, era però un’“idea pericolosa”, fu considera- Bonfigli, Sergi e Credaro difesero un’idea ta sovversiva. Il caso di Francisco Ferrer della scienza fortemente orientata in senso (1859-1909) è, da questo punto di vista, applicativo. In questo contesto fu, in ultima emblematico. Ferrer, massone, anarchico, istanza, favorita una concezione della psi- educatore libertario e fondatore della cologia scientifica applicata alla pedagogia. “Escuela moderna”, un vero e proprio Binet e Piéron a Parigi, De Sanctis e Mon- movimento laico di scuole per i figli del tessori a Roma, operarono in questa fitta popolo, che ebbe ramificazioni in tutta rete di relazioni scientifiche e istituzionali. Europa e negli Stati Uniti, fu condannato ed Nel primo decennio del Novecento, la ucciso esclusivamente per questa attività socializzazione all’interno delle logge fu che era considerata nociva dagli ambienti infatti un importante elemento per la forma- conservatori e clericali spagnoli che consi- zione dei democratici repubblicani, sociali- deravano la scuola laica l’anticamera della sti, e, in misura minore, anarchici. Istanza formazione per i futuri ribelli e rivoluziona- centrale di questa socializzazione fu senza ri. In questa visione educare alla libertà era dubbio l’educazione del popolo, condotta considerata un’attività rischiosa perché per mezzo di tutti quegli strumenti che la metteva in crisi la società. Il popolo era tecnologia e la scienza di allora consentiva- spesso considerato “naturalmente degenera-

15 Cfr. Iurlano 2000; Romaniello 1999. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 91

• 91 • Le discipline psicologiche e la Massoneria a Parigi e Roma all’inizio del ‘900, R. Foschi e E. Cicciola

to” e quindi poteva essere educato solo met- associazioni per l’infanzia e di asili1 6 , così tendo a rischio la conservazione delle istitu- come l’educazione laica era il tema più zioni tradizionali1 5 . Il Grande Oriente, inve- dibattuto dalla Giunta insieme a quello dei ce, si opponeva alle idee conservatrici in rapporti fra Massoneria e socialismo. D’al- campo umanistico ed educativo. Francisco tro canto, l’appoggio alle esperienze di Ferrer divenne un vero e proprio martire lai- modernizzazione era un obiettivo del singo- co della educazione lo massone e non delle del popolo, ricordato Logge; mentre, durante nelle logge Francesi, il fascismo, iniziò una Italiane e Spagnole; vera e propria cultura di migliaia di persone stigmatizzazione di tutti scesero in piazza in coloro che avevano atti- sua difesa e il giorno vamente operato in un della sua uccisione contesto in cui molti era- divenne anniversario no massoni ed erano importante per i mas- così definiti solo perché soni e per tutti i condividevano le idee democratici. Tra gli liberali e democratiche altri, Luis Simarro di cui i liberomuratori (1851-1921), primo erano fautori. professore e direttore Non a caso A g o s t i n o di Laboratorio di Psi- Gemelli (1878-1959), psi- cologia a Madrid, Gran Maestro della Mas- cologo, francescano, fondatore della Uni- soneria spagnola, pacifista e promotore di versità Cattolica di Milano e vicino alle alte una concezione applicativa della psicologia gerarchie della Chiesa, alla morte del colle- e della psichiatria, spese la propria reputa- ga Sante De Sanctis ricordava in un artico- zione prima per difendere e poi per riabili- lo commemorativo del 1936 che le ultime tare il nome di Ferrer. parole dello psicologo al suo confessore All’inizio del Novecento ritroviamo erano addirittura state per quante insistenze dunque molti liberomuratori in appoggio ad mi siano state fatte, non ho mai voluto iscri - attività educative e psicologiche all’avan- vermi alla Massoneria17. guardia. D’altra parte basta sfogliare i ver- Con gli occhi dello storico pare impossi- bali delle riunioni della Giunta del GOI di bile che l’ultima preoccupazione di uno inizio Novecento e si trovano continui scienziato sia potuta essere quella di giusti- finanziamenti (“concorsi”) in favore di ficarsi rispetto all’ambiente in cui aveva

16 Cfr. Rocca 2004. 17 Cfr. Ceccarelli, 2005: 142. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 92

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operato, più probabile è che Gemelli nel ca che, senza cadere nella trappola di una 1936 sentisse ancora come ostile quello storia della “cospirazione”, faccia luce sul stesso ambiente che pure le leggi speciali ruolo svolto dalla Massoneria per il radica- del regime fascista avevano ormai perse- mento delle scienze umane nelle democra- guitato e confinato. zie rappresentative, soprattutto per quel che Dunque Roma e Parigi non furono casi riguardò le applicazioni “progressiste” del- isolati, ed è auspicabile una ulteriore ricer- la psicologia e della pedagogia.

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• 93 • Le discipline psicologiche e la Massoneria a Parigi e Roma all’inizio del ‘900, R. Foschi e E. Cicciola

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Via dei Tessitori n° 21 Fornitore del 59100 Prato (PO) Grande Oriente d’Italia tel. 0574 815468 fax 0574 661631 Part. IVA 01598450979 HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 96

Le scritte sono partecipi di un equilibrio grafico visivo geometrico con una parti- colare texture e quattro cerchi a rilievo messi a chiusura dello spazio operativo.

Medaglia coniata per il 33° anno di fondazione di tre circoli G.O.I. di Milano, in b ronzo con bagno galvanico di doratura, realizzata in cento esemplari con custo- dia articolata di Perpex. L’opera è stata realizzata dal Maestro Giorgio Facchini.

Il mistero esoterico di un viaggio...

Nella rappresentaizone della medaglia, l’uomo, in un contesto mediatico, è colui che è chiamato a compiere un lungo viaggio spirituale; una barca, un libro docu- mentano la spiritualità che lo accompagneranno nella sua lunga navigazione iniziatica. Gli strumenti del suo lavoro quotidiano, il compasso, la squadra, ven- gono sistemati in grado di Maestro a completamento; il filo a piombo, i tre punti a triangolo, il triangolo medesimo, il fluido di orientamento, il regolo. L’uomo appro- fondisce la conoscenza muratoria. Le onde simboleggiano il movimento esoterico: il sole e la luna, il giorno e la notte, la luce e il buio, la vita e la morte sono le diver- sità. La rappresentazione si identifica in un processo di contemporaneità del- l’artista con tutti i suoi valori plastici, scultorei. HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 97

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Segnalazioni editoriali

ROGER PEYREFITTE I Figli della Luce. Il Grande Oriente Traduzione dal francese di Moreno Neri. Introduzioni parallele di Gustavo Raffi e Don Paolo Renner. Raffaelli Editore, Toi$ Sebastikoi$, Rimini, 2005. pp. 372, € 24,00.

La Massoneria, nonostante la pubblicità che essa, ormai da diversi decenni, dà ad ogni sua attvità, continua ad essere ogget- to costante di processi alle intenzioni. È con tutta la sua causti- cità, ma anche con profonda onestà, che Peyrefitte ne istruisce la causa. Disponendo di una documentazione di prima mano, ci svela i suoi misteri, i segreti del- le sue logge, i suoi riti, i suoi scopi, i suoi ideali come i suoi calcoli e le sue politiche. E – tra le non minori attrattive di questo libro – numerose figure di massoni contempo- ranei, come del passato, vi sono costellati sotto la loro vera identità. Pubblicato in Francia nel 1961, tradotto in italiano nell’anno seguente, e perciò in pie- no periodo conciliare, questa nuova versione di Moreno Neri, che corregge soprattutto diverse inesattezze della terminologia massonica della prima versione ormai introvabi- le, ha come filo conduttore i rapporti tra la Massoneria e la Chiesa. Questa edizione è inoltre arricchita da introduzioni parallele di Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, e di Don Paolo Renner, sacerdote e docente di Te o- logia cattolica presso l’Istituto di Scienze Religiose di Bolzano. Per passare dal “terri- bile scontro” al “possibile incontro”, come dice uno dei protagonisti del romanzo né la Chiesa né la Massoneria hanno bisogno di fare una gara di corsa, ma il dialogo, sorret- to da ideali, non ha età e non subisce mai scacchi.

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• 98 • SEGNALAZIONI EDITORIALI

ANTONIO BRESCIANI Lionello o Delle Società Segrete A cura di Moreno Neri. Nota bio-bibliografica e Postfazione di Vi rginio Paolo Gastaldi. Raffaelli Editore, Toi$ Sebastikoi$, Rimini, 2005. pp. 345, € 20,00.

Benedetto Croce, nei numerosi saggi critici da lui scritti sulla Letteratura della nuova Italia, ha citato non più di tre volte il nome di Antonio Bresciani, ricordandolo una volta come un “linguaio”, un’altra volta come il “Guerrazzi dei Gesuiti” (per la comune mania di usare molti vocaboli toscani ricercati e poco noti) e la terza volta sbrigandosela, infastidito, con la secca definizione di “insultatore e calunniatore dei patrioti italiani”. Un giudizio più ampio lo esprimeva Antonio Gramsci negli appunti dei Quaderni dal carcere. Egli individuava in Padre Bresciani il capostipite di una cate- goria narrativa, quella restaurativa, del “brescianesimo” appunto, a proposito della qua- le annotava: Le restaurazioni con qualsiasi nome si presentino sono universalmente repressive: il “padre Bresciani”, la letteratura brescianesca diventa predominante. La psicologia che ha preceduto tale manifestazione intellettuale è quella creata dal panico, da una paura cosmica di forze demoniache che non si comprendono e non si possono quindi controllare altro che con una universale costrizione repressiva. Il ricordo di que - sto panico (della sua fase acuta) perdura a lungo e dirige la volontà e i sentimenti; la libertà e la spontaneità creatrice spariscono e rimane l’astio, lo spirito di vendetta, l’ac - cecamento balordo ammantato dalla mellifluità gesuitica. A quasi un secolo e mezzo dalla scomparsa del più produttivo propagandista del movi- mento reazionario cattolico in Italia, quando ormai gli ideali risorgimentali non posso- no più essere sminuiti, quando ormai la Chiesa stessa ha definito provvidenziale l’abo- lizione del potere temporale, quando i Gesuiti hanno cambiato con decisione registro e i pregiudizi antimassonici si stanno dissolvendo, può essere utile riproporre al lettore contemporaneo uno dei numerosi “romanzi” di fantapolitica, composti da Padre Bre- sciani con l’obiettivo di screditare le lotte e le speranze dei patrioti italiani e di quanti si battevano in Europa per realizzare gli ideali di un mondo di giustizia, di libertà e di dignità dell’uomo.

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• 99 • SEGNALAZIONI EDITORIALI

ARTURO REGHINI Per la restituzione della Massoneria Pitagorica Italiana Scritti scelti e ordinati da Moreno Neri. Introduzione di Vinicio Serino. Raffaelli Editore, Toi$ Sebastikoi$, Rimini, 2005. pp. 243, € 20,00.

Frutto di uno spoglio attento, competente e amorevole, que- sta opera riunisce articoli e saggi che Reghini scrisse per diverse riviste italiane specializzate, spesso introvabili e ine- diti da diversi anni. La selezione serve essenzialmente a ritrovare il senso generale dell’opera di Reghini. E questo “senso” è esattamente, come ebbe a scrivere Giovanni Papini, che di Reghini fu amico e di cui, a dispetto degli anni e delle vicende della storia e della vita, serbava un ricor- do straordinario, “il primato dello spirituale”. È proprio la ricerca di tale primato che ha indotto alla realizzazione di questa ambizio- sa raccolta che, appunto, si pone come obiettivo la restituzione della Massoneria pita- gorica italiana. Non solo ai massoni, che certamente potranno trarne seducenti ispira- zioni per la loro attività di perfezionamento interiore, se non altro per il fascino che que- ste pagine sanno suscitare negli animi sensibili. Ma, più generalmente, agli uomini di buona volontà, alla disperata ricerca di dare un senso alle proprie esistenze al giorno d’oggi sempre più prigioniere di un edonismo vuoto e di un altrettanto vuoto morali- smo con qualche, sempre più raro, in verità, richiamo ad improbabili escatologie.

ADRIAN STOKES Stones of Rimini Traduzione di Moreno Neri Raffaelli Editore, Rimini, 2002. € 23,00, pp. 254.

Poeta che mi guida: non posso pensare a migliori parole che quelle di Dante su Virgilio per descrivere Stokes come criti - co d’arte, afferma il filosofo Richard Wollheim in The Ima - ge in Form. Adrian Stokes (1902-1972), esteta, critico, pit- tore e poeta londinese, con Stones of Rimini (una chiara eco, nel titolo, di Stones of Venice di John Ruskin) sfida l’accre- ditata egemonia fiorentina per affermare, al contrario, il valore fondamentale di centri rinascimentali come Venezia e Rimini con il suo Te m p i o Malatestiano.

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• 100 • SEGNALAZIONI EDITORIALI Stones of Rimini segna un punto d’incrocio e una transizione dall’ultima concezione dell’arte vittoriana a quella modernista, in particolar modo nell’architettura e nella scultura. Stokes riprende, e anzi estende, l’opinione di Ruskin e di Walter Pater che l’arte sia essenziale al corretto sviluppo psicologico dell’individuo, ma intesse il loro insegnamento in una nuova trama estetica, foggiata dalla psicanalisi kleiniana e dalle recenti innovazioni nella letteratura, danza e arti visive. Tradotto per la prima volta in italiano e con tutte le sue originali illustrazioni fotogra- fiche, uno degli aspetti affascinanti di questo libro è la distinzione che Stokes fa tra intaglio/modellazione, conducendoci alla scoperta della magia del Tempio Malate- stiano a Rimini, in una sapiente combinazione tra studio, scrittura di viaggio e atto di o s s e r v a z i o n e . Già Ezra Pound in The Symposium a ffermò: Il libro di Stokes è un libro contro lo squal - lore, contro la pochezza, è un libro per la vita intera, è veramente un libro per la “pie - tra viva”. Stokes ha inventato il termine “fior di pietra” per una necessità interiore e a causa della manifesta qualità del suo tema. Pochi scrittori hanno la capacità di evocare la materiale presenza delle opere della sto- ria dell’arte nel modo in cui lo fa Stokes, facendole divenire oggetti reali di ispirazio- ne e deposito delle più profonde fantasie dell’uomo. Stokes è uno di quegli autori capaci di aprirci, con l’affermazione del suo sguardo, antiche, geologiche, eppur dimenticate interpretazioni tali da apparire nuove attraverso quella suggestione che soltanto il vedere può dare.

NICO PERRONE La Loggia della Philantropia Sellerio editore, Palermo, 2006. € 10,00, pp. 232.

Questo libricino nasce da una frequentazione della Danimarca, che per l’autore dura da quindici anni. Suggestione dei luoghi, delle persone, vitalità delle comunità di studio, un welfare sta - te che riesce ancora a sostenere la crescita civile e a sorregge- re nel bisogno. Sapevo che, proprio a Copenaghen, un religioso e archeologo danese aveva intrapreso un viaggio, alquanto misterioso, ver- so Napoli, le Calabrie e la Sicilia. Dei suoi rapporti con l’Italia meridionale fidavo di trovare qualche documento negli archivi di Copenaghen. Ma non è stato sempre facile vedere le carte che cercavo. Per quelle custodite nell’archivio massonico ho dovuto ave- re pazienza, cercarmi la strada e superare un’iniziale riservatezza, ma alla fine sono riuscito a vedere anche quelle. dall’Introduzione dell’Autore 1/2007 H I R A M HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 101

• 101 • SEGNALAZIONI EDITORIALI La Massoneria a Livorno. Dal Settecento alla Repubblica. A cura di Fulvio Conti Il Mulino, Bologna, 2006. pp. 570, € 38,00

Città di mare e di porto, cosmopolita per sua natura, politica- mente, culturalmente, socialmente vivacissima. Nella fisiono- mia così particolare di Livorno, si inserisce come presenza for- te nella storia della fratellanza tra i liberi muratori. Le prime logge massoniche furono fondate a Livorno verso il 1730 per iniziativa della comunità mercantile inglese e attecchirono pro- fondamente nel tessuto sociale e culturale della città. Soprav- vissuta alle persecuzioni della Restaurazione, la Massoneria livornese tornò a rifiorire dopo l’Unità, quando in una città di neppure centomila abitanti furono attive decine di logge, in cui transitarono i maggio- ri esponenti delle forze politiche locali: dall’anarchico Jacopo Sgarallino all’industria- le Luigi Orlando, dal deputato crispino Dario Cassuto al giornalista giolittiano Alceste Cristofanini, dal sindaco Rosolino Orlando, liberale moderato, al sindaco Francesco Ardisson, che all’inizio del Novecento guidò la prima giunta di sinistra della città. Mol- ti massoni livornesi, fra i quali il deputato Vittorio Ezio Marzocchini, furono tra gli ini- ziali fiancheggiatori del movimento fascista, da cui si distaccarono dopo la marcia su Roma. Proprio per i connotati popolari e democratici della locale trama associativa massonica, la repressione fascista fu poi particolarmente spietata e lasciò ben poco spa- zio per una presenza liberomuratoria organizzata, che poté riprendere soltanto dopo la liberazione. Il volume, opera di studiosi di diversa formazione, ricostruisce questa sto- ria plurisecolare sulla scorta di una ricca documentazione inedita d’archivio. E mira ad evidenziare i fattori che hanno consentito alla Massoneria di entrare inequivocabilmente fra gli elementi distintivi del codice identitario livornese.

ENNIO DIRANI, CLAUDIA FOSCHINI, SAURO MATTARELLI Pensiero e Azione. Storia di un concetto attraverso epigrafi, personaggi e ideali. Dal laboratorio ravennate allo scenario risorgimentale italiano. A cura di Sauro Mattarelli Longo Editore, Ravenna, 2003, pp.112, € 8,00

Questo volume celebra, in modo non convenzionale, i cin- quant’anni della Cooperativa “Pensiero e Azione” di Ravenna. Dalla rivisitazione di alcune “esperienze concrete” viene chia- rito il significato storico del concetto di “pensiero e azione”, che ha dato il nome alla cooperativa, sorta nel 1953. 1/2007 H I R A M HIRAM_1_07 16-04-2007 14:44 Pagina 102

• 102 • SEGNALAZIONI EDITORIALI

Gli autori propongono un agile percorso incentrato su alcune epigrafi e personaggi ravennati, da cui la teorica del pensiero e dell’azione ha preso corpo concretamente, durante il Risorgimento e specialmente nei giorni intensi e memorabili della Tr a f i l a Garibaldina, nei mesi che hanno portato all’Unità d’Italia e negli anni successivi, di consolidamento dell’identità italiana, grazie anche al mondo variegato delle immagini e della cultura. Icone ed idee vengono analizzate alla ricerca dei riferimenti chiave: a partire dalla lun- ga storia del repubblicanesimo classico e con un’attenzione particolare ai percorsi idea- li del XIX e del XX secolo, quando, grazie all’intuizione di , il bino- mio “pensiero e azione” indicò inequivocabilmente un’indipendenza che si fondava sul- la responsabilità personale e collettiva. Veniva dunque superata la dottrina dei diritti naturali a favore delle teorie dei doveri e dei diritti individuabili attraverso la “legge uguale per tutti”, applicabile da un potere riconosciuto e capace di farla rispettare sen- za sfociare nella tirannia o nel dispotismo. I contorni per una concreta attuazione della democrazia repubblicana erano così ben tracciati nelle linee essenziali.

Teoria dell’Architettura 117 trattati dal Rinascimento a oggi Taschen, Köln, 2003, pp. 844

Cosa scrivono gli architetti e perché scrivono? Cos’è una teo- ria o un trattato di architettura? Le risposte a queste domande sono tanto numerose e varie quanto i trattati stessi e potrebbe- ro riempire da sole una biblioteca! Abbiamo scelto di raggrup- pare i testi teorici in base ai paesi di provenienza e al periodo in cui sono stati scritti. Sarebbe stato possibile procedere altri- menti e classificarli, per esempio, in base a scelte formali o tematiche, stabilendo un sistema di categorie all’interno del quale ogni titolo avrebbe potuto essere “catalogato” secondo criteri oggettivi. Tuttavia sarebbe stato solo un modo di presentare in forma diversa quello che altre opere hanno già ampiamente trattato. Abbiamo scelto quindi un approccio nuovo: risalire alle origini del trattato di architettura e tentare di cogliere le ragioni che, da cinque secoli, spingono gli architetti a prendere in mano la penna. dall’Introduzione di Christof Thoenes

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VITTORIO COZZOLI Ubi Amor Ibi Oculus. L'occhio di Pound, la profezia della poesia Gli occhi di Beatrice. Raffaelli Editore, Rimini, 2005. pp. 84, € 12,00.

[…] Credo di aver presto capito, grazie a Dante, che Pound è stato uno di quei rari poeti in cui il rapporto tra visione e profe- zia si fa assai stretto, anche se più di altri ha corso i rischi e gli errori di chi vuole farsi anche interprete della propria visione. […] Entrambi, Dante e Pound, fondano la loro più profonda conoscenza su uno speciale atto del vedere, tra visione e veg- genza, che li apre non a visionarietà tra il fantastico e l’alluci- nato, ma ad un’esperienza di reale visione. Da qui l’importanza del “vedere”, dei par- ticolari “occhi”, che consentono a Pound di poter dire UBI AMOR IBI OCULUS e, pri- ma di lui, a Dante di poterci iniziare alla realtà degli “occhi di Beatrice”.

A CURA DI GUSTAVO GOZZI E GIORGIO BONGIOVANNI Popoli e civiltà. Per una storia e filosofia del diritto internazionale. Società Editrice Il Mulino, Democrazie, Diritti, Costituzioni, Collana del Centro per gli Studi Costituzionali, le Culture, i Diritti e le Democrazie - Europa, Eurasia, Mediterraneo, diretta da Gustavo Gozzi, Bologna, 2006. pp. 294, € 22,50.

Due sono i temi al centro di questo volume: la ricerca sulle radici dello “scontro di civiltà” e l’analisi delle odierne trasfor- mazioni del diritto internazionale. Rispetto al primo punto, il volume intende sollecitare e promuovere l’avvio di studi e ricerche sulla storia del dirit- to internazionale, per comprendere come lo scontro tra le civiltà abbia in realtà radici profonde, risalenti almeno all’età del colonialismo del secolo XIX. La fine del sistema coloniale dopo la Seconda guerra mondiale ha creato le condizioni che hanno determi- nato il tramonto della posizione “eurocentrica” del diritto internazionale e ha permes- so l’avvio di una riflessione sui principi del diritto internazionale aperta ai contributi di altre civiltà, in particolare di quela islamica. La seconda parte del volume affronta inve- ce le prospettive che si aprono ad un nuovo ordine mondiale e alla sua possibile forma istituzionale, discutendo alcuni temi fondamentali: dall’ipotesi della dissoluzione del-

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le Nazioni Unite in una pluralità di sistemi regionali, alla prospettiva della creazione di una nuova comunità internazionale, al progetto kantiano di una giurisdizione delle rela- zioni fra gli Stati. Il volume analizza la pluralità delle opzioni che si presentano alla definizione del futuro assetto mondiale.

UMBERTO VERONESI Il diritto di morire. La libertà del laico di fronte alla sofferenza. A cura di Luigi Bazzoli Mondadori Editore, Milano, 2005. pp. 102, € 8,40.

Il suicidio nel nostro paese non è reato, e non lo è ovviamente nemmeno il tentato suicidio. Allora, mi chiedo: perché un poveraccio che si trovi in una condizione di degrado, di dolore mentale e fisico, e che chieda insistentemente di poter termina - re la sua vita, non deve essere esaudito nel suo desiderio? In queste pagine Umberto Veronesi affronta con grande rispet- to ma senza falsi pudori l’argomento dell’eutanasia: un tema spinoso, sul quale, con sempre maggiore frequenza, è chiamata a confrontarsi la nostra società in cui le tec- niche di terapia intensiva possono prolungare la vita vegetativa per un tempo indefi- nito. Il celebre oncologo spiega perché “curare” i pazienti, talvolta, diventa un modo per non “prendersi cura” di loro; chiarisce per quale motivo è urgente giungere a una normativa che anche in Italia dia valore giuridico al cosiddetto testamento biologico; parla di oppiacei e di cure palliative; delinea la posizione degli altri stati europei sul- l ’ a rgo mento. Ma soprattutto pone un’ineludibile questione etica: è lecito impedire a un individuo di disporre della propria vita, anche quando è diventata invivibile?

DOMENICO BUFFARDINI Il sentiero delle lacrime. Storia degli Indiani. Edizioni Biblioteca dell’Immagine, Pordenone, 2006. pp. 206, € 12,50.

Io non credo che la mia gente e la gente bianca siano molto diverse. Sia tra di noi che tra di voi vi sono uomini buoni e uomini malvagi. Ma, forse, una differenza c’è. Gli uomini malvagi tra di noi vengono isolati e messi in condizione di non nuocere. Da voi comandano. Riflessione di un Cherokee ad un missionario gesuita 1/2007 H I R A M HIRAM_1_07 16-04-2007 14:45 Pagina 105

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Questo è l’inizio del lungo viaggio tra gli Indiani. Un viaggio alla scoperta delle origi- ni, delle abitudini, del grande orgoglio, della forza, della naturale saggezza e della bel- lezza di questo popolo unico. Un popolo braccato e torturato, ma mai sconfitto. Il sentiero delle lacrime è il primo volume della monumentale Storia degli Indiani del Nord America. Un’opera completa, dalla conquista spagnola ai giorni nostri, divisa in sei volumi. Questo ultimo libro di Domenico Buffarini, come tutti gli altri scritti da lui, rende giu- stizia ai popoli indigeni dell’America riscoperta da Colombo, osservando la storia con occhio imparziale senza la presunzione tipica degli occidentali e sarà senz’altro un vali- do aiuto per estirpare la mala pianta del razzismo. Questo libro costituisce un’altra testi- monianza della dedizione dell’Autore non solo alla causa dei Nativi Americani, ma anche alla divulgazione della verità storica. Tra la mia gente Cheyenne il termine con cui si definisce una persona come lui è “onorevole anziano”. I miei rapporti personali con Domenico sono iniziati con la sfida della pubblicazione da parte sua di uno dei miei libri e sono continuati con il suo sostegno finanziario e spirituale al progetto di una scuola Cheyenne-Arapaho in Oklahoma. Da anni, inoltre, aiuta la scuola degli Che- yenne del nord ad Ashland nel Montana. Nella lingua del mio popolo non esiste un ter- mine per dire “amico”. Noi abbiamo solo fratelli e sorelle. Domenico Buffarini è mio fratello dalla Presentazione di Lance Helson

A CURA DI GHERARDO GNOLI Il Manicheismo. Volume II: Il mito e la dottrina. I testi manichei copti e la polemica antimanichea. Fondazione Lorenzo Valla e Arnoldo Mondadori Editore, Cuneo, 2006. pp. 350, € 27,00.

Mani adora due dèi non generati, esistenti da sé, eterni, oppo - sti tra loro: così proclama Il fondamento delle empie dottrine di M a n i. Uno è il Bene, l’altro il Male; il primo la Luce, il secon- do le Tenebre. L’anima umana è un frammento di Luce, il cor- po e ogni creatura materiale sono spezzoni di Tenebre. Av v i e- ne poi una fusione dei due, rappresentati come re nemici da sempre e in lotta uno con- tro l’altro. Le Tenebre, oltrepassate le loro frontiere, invadono il regno della Luce. Il Padre buono emana dalla sua sostanza una potenza che viene chiamata Madre della

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Vita, e questa a sua volta emana il Primo Uomo e i suoi Cinque Elementi. Rivestito di essi come di un equipaggiamento di guerra, egli scende negli abissi e dà battaglia alle Tenebre. Ma gli Arconti delle Tenebre contrattaccando mangiano della sua armatura, che è la sua anima. E le Tenebre stringono il Primo Uomo in vincoli tremendi. A l l o r a lo Spirito Vivente gli offre la sua destra e lo trae su dalle Tenebre. Questo, nella mito- logia manichea, il Principio. L’eterna lotta tra bene e male, da allora, domina l’universo. Vi sono tre tempi e tre crea- zioni. Il Padre della Grandezza e il Re delle Tenebre, la Madre della Vita e l’Uomo Pri- mordiale, l’Amico delle Luci e il Grande Architetto, lo Spirito e le Ve rgini: in ogni momento Materia e Luce lottano, coinvolgendo il cosmo e l’uomo in un turbinio di aria, vento, fuoco, fumo, melma: di firmamenti e terre; di arconti e personificazioni; di gri- da e bagliori. Una cosmologia e una mitologia dominate da una fantasia barocca, ispi- rate – si direbbe – dall’arte babilonese, assira e persiana rielaborata da un pittore di pri- ma grandezza. Il fondatore di questa che tutte le altre religioni considereranno un’eresia pericolosissi- ma, Mani, si ritiene, dopo Buddha, Zoroastro e Gesù, l’ultimo inviato del Dio della Verità. Ma si proclama anche “apostolo di Gesù Cristo”, e richiama come anticipazio- ni profetiche della sua le rivelazioni di Adamo, Seth, Enosh, Sem, Enoch, e il rapimen- to di Paolo al terzo Cielo. Così il Manicheismo appare come nuova, originale sintesi gnostica di motivi provenienti dalle fedi e dalle mitologie che lo precedono. Dopo le testimonianze sulla vita di Mani nel primo volume, sono qui presentati – nel- la più vasta raccolta al mondo di testi relativi al Manicheismo – i miti di una delle reli- gioni più diffuse e affascinanti della tarda antichità: I Capitoli del Maestro e I Salmi degli erranti copti, e testi greci, latini, siriaci, medio-persiani e arabi che illustrano la dottrina dei Manichei e l’ostilità delle religioni rivali nei loro confronti.

Sé. Metafisica Realizzativa. Rivista di Studi tradizionali. Equinozio di Primavera 2006

E d i t o r i a l e In tutta coscienza..., di Tr e v a b L’Antro della coscienza, di G. Vi n c i Natura tremenda, di Fumal Le sette fatiche di Ercole, di G. Molimari La ricerca dell’armonia interiore, di F. Batoli Il santo disprezzo per il non-Sé, di Shankara

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Il Pensiero mazziniano. Democrazia in azione. Anno LXI, numero 3, Settembre-Dicembre 2006

Editoriali e commenti La pena di morte, l’Inno di Mameli e il tricolore, di R. Balzani Revisione storica e secondo Risorgimento, di R. Brunetti Che cosa vuole dire essere Associazione Mazziniana, di G. Zan- n e l l i L’informazione fra libertà e potere, di P. Caruso Saggi e interventi Primo Risorg i m e n t o Mazzinianesimo, massoneria e kemalismo nella Turchia moderna, di R. Pancaldi Mazzini nel XXI secolo, di S. Mastellone Il secolo di Giuseppe Mazzini, di S.M. Di Scala Michele Accursi: spia pontificia o doppiogiochista mazziniano, di G. Parma Secondo Risorg i m e n t o “Per la vostra e la nostra libertà”: il secondo corpo d’armata polacco in Italia, di M. Proli Luigi Fabbri (1877-1935). Un organizzatore comunista anarchico, di F. Lamendola Terzo Risorg i m e n t o Il genocidio degli Armeni: una legge riuscirà a convincere chi nega la storia?, di A. Sfienti La vera natura della minaccia islamica all’Europa, di A. Chiti-Batelli Il caso Dink in Turchia e la riflessione europeista, di M. Mondino Padoa Schioppa e la lezione di Quintino Sella, di G.F. Fontana Il rilancio del processo costituzionale europeo, di G. A n s e l m i Cultura e società Il colpevole declino scolastico dell’impronta umanistica, di D. Mirri Il difesa del “laicismo”, di A. Carioti Studi Repubblicani Aldo Garosci (“Magrini”) e i quaderni di Giustizia e Libertà, di M. Bernabè La meteora eurocomunista, di E. Piras Libri Cultura e Società R i l e t t u r e, di C. Rosselli L ’ o p z i o n e, di F. Milandri Scelta ragionata, di F. Grassi Fra gli scaffali, recensioni Segnalazioni dalla Rete In ricordo di Ornella Piraccini

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• 108 • SEGNALAZIONI EDITORIALI Il Laboratorio Grande Oriente d’Italia, Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Toscana n. 73 Luglio, Agosto, Settembre 2006

Editoriale, di A. Pacinotti Esoterismo nella costruzione del Tempio. L’ideale architetto - nico di Leon Battista Alberti, di A. Torsellini La Ruta Jacobea. Il cammino interiore per Santiago de Com - postela, di D. Lombardi Ascesi spirituale, di I. Sardi La simbologia nel Tempio, di T. Peruzzi La Massoneria dinanzi alla tirannide, di E. Cavallucci La Paura, di P. Becattini Amoretti Assetti architettonici legati al movimento giurisdavidico, di B. Mucci Giuseppe Ferlini, di M. Bonati Sallustio Bandini, un illuminato senese, di V. Serino La statua della Libertà: storia e simbolismo, di L. Serafini Notiziario

L’Ipotenusa n. 8 Quinta Serie, Solstizio d’Estate 2006

Editoriale, di M. Raffo Vita nell’Ordine Visita del Gran Maestro Gustavo Raffi all’Oriente di Pine - rolo In Memoria Aletheia, in pillole… qualche momento di storia vissuta trent’anni dopo, di D. Viglongo Studi massonici e storici Wolfgang Amadeus Mozart, Prometeo della musica, di A.M.M. La verità è una Favola, ovvero, i Filaleti e la questione del Simbolo, di C. Porset

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Rinaldo da Concorrezzo, Arcivescovo di Ravenna, ed il processo ai templari (1308- 1311), di E. Di Russo Druidi e Druidismo tra mito e realtà (Prima parte), di S. Canavese Notizie sulla presenza templare a Pinerolo, di AA.VV. Approfondimenti La Fiaccola, di F. Furno Massoneria e Progresso, di M. Losano Il “Laicismo”, una proposta antica equivocata (Prima parte), di M. Verginelli La Fratellanza, di L. Giraudo Gli Astri nel Tempio, di P. Marino Un possibile accostamento fra le comunità esseniche e la Libera Muratoria: i mano - scritti di Qumran, di A.F. L’angolo della poesia Insieme disegnarono cattedrali, di S. Zammitti

Natura e Benessere Periodico trimestrale di Medicine complementari, Terapie na- turali, Alimentazione, Tecniche e Metodologie, Ecologia ambientale e Termalismo Anno 6, n. 19, 2006. € 5,00

Editoriale Il Graal del Terzo Millennio, di D. Cerulli Viaggio a Rosslyn, di D. Cerulli La Bhagavad Gita, di M. Mele Aviaria tra luci e ombre…, di C. Botrè Influenza aviaria: pandemia?, di P. Gargiulo MEDICINE NON CONVENZIONALI MNC e situazione sanitaria in Italia, di P. Roberti Medicina Omeopatica: integrata o disintegrata?, di Roberto Pulcri Medicina Ayurvedica: regolamentazione e globalizzazione, di A. Morandi e C. Tosto

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Il Fegato, organo del coraggio, di S.M. Francardo TERAPIE NATURALI E MEDICINE COMPLEMENTARI Il Codice della Vita, di M.N. Urech Veleno dei serpenti e proprietà terapeutiche, di B. Palmieri e L. Palmieri Medicina popolare dalla A alla Z, a cura di N. Modugno Cenerentola e la madre-matrigna, di T. Brigada Caffè, alleato delle donne, di R. Duca Insonnia: cause e rimedi, di S. Bellometti ALIMENTAZIONE Marchi Dop e Igp, di N. Modugno Finocchio e Acacia per l’intestino, di R. Duca Bentornata fiorentina, di G. d’Agostino Intolleranze alimentari: scoprile con il test, di D. Fogli Cibi contro il colesterolo, di R. Duca La “fronte alta” dei celiaci, di G. Auriemma Piatti gluten free, di E. Monati Fonte del cuore, Fonte Sauzè, di C. Marini ECOLOGIA AMBIENTALE Rumore sotto silenzio? di D. Tarozzi Nemici invisibili e pericolosi, di F. Giomo Nuove scoperte sull’olfatto, a cura di R. Duca DOSSIER TERME E BELLEZZA MSC Crociere Verso l’Europa e il Benessere, di R. Duca Che effetto fa la primavera? di A. Evangelista Budapest, terme ed emozioni, di G. d'Agostino La vetrina di Natura e Benessere Recensioni libri, a cura di D. Fogli

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• 111 • SEGNALAZIONI EDITORIALI Camicia rossa Trimestrale dell’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini Anno XXVI, n. 1 Editoriale Il XX Congresso Nazionale, di C. Bortoletto Primo piano Relativismo e indifferenza, di E. Liserre La camicia rossa e i soci, di A. Ciabatti Incontri La stele della memoria I valori risorgimentali e della Resistenza piacciono ai giovani Storia Ernesto Teodoro Moneta garibaldino e apostolo della pace, di L. Luciani L’impegno dei carabinieri reali in difesa dell’unità. Il caso del Matese, di S.L. Marra Domenico Piva, di A. Neve Dieci, cento, mille eresie, di N. Davini Pio IX era un liberale?, di F. Asso Giacinto Scelsi, garibaldino e prefetto, di D. D’Urso Nicola Mignogna, di R. Cofano Gli ospedali della “Garibaldi” si muovono I nostri ricordi La testimonianza di un reduce, di A. Lucantoni Biblioteca Cronaca dalle Sezioni

I Garibaldini nel Risorgimento dalla Repubblica Romana a Mentana A cura di Claudia Foschini e Maurizio Mari Società Conservatrice Capanno Garibaldi, Cooperativa Culturale e Ricreativa “Pensiero e Azione”, Ravenna, 2007, pp. 48

In vista del bicentenario della nascita di Giuseppe Garibal- di abbiamo pensato di organizzare una mostra che portasse

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l’attenzione non solo sulla figura di Garibaldi, ma anche sui garibaldini, sui volontari e sugli uomini che sono stati l’asse portante del nostro Risorgimento. Tra essi molti erano i giovani e i giovanissimi, che seguivano il generale e si battevano ai suoi ordi- ni senza mai metterli in discussione. Garibaldi fu il catalizzatore del movimento risor- gimentale, il condottiero che guidò i garibaldini contro forze superiori e meglio arma- te e che riuscì a vincere impari battaglie grazie a manovre spregiudicate e al suo acu- me di audace guerrigliero. I garibaldini erano giovani, studenti, intellettuali, operai, determinati e motivati, col coraggio spinto al limite del sacrificio personale per un ideale di libertà e progresso. […] Tenendo conto del materiale disponibile abbiamo purtroppo dovuto tralasciare parte della storia garibaldina come le Guerre per l’Indipendenza dove Garibaldi si impegnò, sempre coi volontari in Camicia Rossa, malgrado l’ostracismo dei militari di carriera; nel 1848 combattè a Luino, Varese e Morazzone; nel 1859 gli fu affidato il comando dei Cacciatori delle Alpi e vinse gli austriaci a Varese, San Fermo e Brescia. Nel 1866, scoppiata la terza Guerra d’Indipendenza, accettò il comando dei volontari con i quali entrò nel Trentino e che condusse alle vittorie di Monte Suello e di Bezzecca, per poi sospendere le operazioni con la famosa parola “Obbedisco”. Lo scopo della mostra è anche quello di tramandare la memoria della nostra storia; un popolo, se non conosce le sue radici e non mantiene viva la memoria della sua storia comune, non ha futuro. La storia deve essere divulgata con intento formativo alle gio- vani generazioni per dare loro una coscienza civile, delle basi etiche e morali che sono le fondamenta della nostra convivenza civile nel rispetto di tutti. dalla Presentazione di Maurizio Mari

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