Giovanni Lerda, Oddino Morgari, Costantino Lazzari, Dino Rondani
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Giovanni Artero (*) APOSTOLI DEL SOCIALISMO nell’Italia nord-occidentale: Giovanni Lerda, Oddino Morgari, Costantino Lazzari, Dino Rondani (*)Buccinasco (MI) tel. 0245701875 Indice Giovanni Lerda tra massoneria e “intransigenza” Oddino Morgari. Biografia politica di un "cittadino del mondo" Costantino Lazzari. Un socialista lombardo da Bertani a Lenin. Dino Rondani. “commesso viaggiatore” del socialismo. Appendice: Generazioni e percorsi del massimalismo socialista in Lombardia. Premessa Nel territorio di quello che nel secolo scorso era il “triangolo industriale”, (Milano-Torino-Genova), vi fu un precoce sviluppo di organizzazioni operaie e contadine1 (Società di Mutuo soccorso, 1 All’inizio del ‘900 nelle regioni del Nord-Ovest (Piemonte, Lombardia, Liguria) erano presenti 760 cooperative (con 364 mila soci) su 2200 (con 567 mila soci); 2670 (con 412 mila iscritti) Società operaie di mutuo soccorso su 6600 (con 994 mila soci); il 39,19 degli iscritti al PSI in un territorio abitato dal 25,8 della popolazione italiana. In queste tre regioni il movimento operaio e contadino ebbe caratteri che lo distinguono sia del modello emiliano (con propaggini nel mantovano e Polesine), incentrato sull'agricoltura capitalistica, sia da quello “centro-italiano” (Toscana, Marche, Umbria), regioni in cui predomina la mezzadria e la piccola impresa artigianale. Si veda: M.Degl'Innocenti Geografia e istituzioni del socialismo italiano, 1892-1914, Napoli, 1983; M.Ridolfi Il PSI e la nascita del partito di massa, Bari, 1992 Cooperative, Leghe sindacali, Camere del lavoro) nonché di sezioni del Partito socialista, con la conseguente formazione di una leadership che si impose anche a livello nazionale. Da questo territorio provengono infatti molti leaders sia del socialismo (da Filippo Turati a Claudio Treves, Leonida Bissolati, Enrico Ferri…) che del movimento sindacale (da Rigola a Cabrini e Buozzi…) delle origini. Alcuni di essi hanno destato l’interesse degli storici che hanno loro dedicato studi monografici, ma personalità che hanno ricoperto ruoli importanti - si pensi ad un Costantino Lazzari segretario del PSI nel cruciale periodo tra impresa libica e guerra mondiale - non hanno ricevuto una attenzione adeguata. Il volume raccoglie le biografie di quattro di questi “pionieri” (uniti anche da una comune appartenenza generazionale oltre che territoriale: quindici anni separano il più anziano dal più giovane), come contributo a studi più approfonditi. GIOVANNI LERDA (1853-1927) tra massoneria e “intransigenza” Premessa 1. Tra positivismo e massoneria (1880-1893) 2. Lo sviluppo industriale e le origini del socialismo torinese 3. Giovanni Lerda nel socialismo torinese (1888-93) 4. Il modello socialista genovese 5. Il decennio genovese (1893-1902) 6. La lotta per la vita (1894) 7. Il Congresso di Firenze (luglio 1896). 8. Il socialismo e la sua tattica (ottobre-novembre 1896) 9. La polemica con Bernstein (1897) 10. Esilio svizzero (1898-99) e attività all’estero. 11. Il nuovo secolo e il "ferrismo" (1900-1906) 12. La frazione intransigente (1906-11) 13. Da Modena a Reggio Emilia (1911-12) 14. L'impresa libica nel quadro dell’imperialismo italiano ed europeo 15. Il congresso di Ancona, la guerra e il dopoguerra Premessa «Appartiene alla preistoria del socialismo ligure e del socialismo italiano. Scrivendo così, epigraficamente, di Giovanni Lerda, incido il suo nome tra quelli degli apostoli».2 Queste solenni parole dedicate alla sua leggendaria figura di pioniere del socialismo in Liguria ritraevano lo stato d'animo di devozione che seppe suscitare attorno alla sua persona3 per l'attività propagandistica e organizzativa4 Il movimentato percorso di Giovanni Lerda riflette le complesse e contrastanti esperienze di un 2 La Farandole (Luigi Campolonghi), “Il lavoro”, 24.10.1904 3 Gli operai genovesi fecero trasportare la salma a Voltri, dove nel 1952 fu commemorato il centenario della sua nascita trentennio di storia del socialismo italiano. Formatosi nella torinese Editrice Scientifica Bocca, culla del positivismo, iscritto alla massoneria senza condividerne l'anticlericalismo di origine democratico-risorgimentale, il suo avvicinamento al marxismo è simile a quello di molti esponenti socialisti della sua generazione il più illustre dei quali fu Enrico Ferri. I suoi tratti distintivi furono una particolare attenzione alle condizioni materiali di vita dei lavoratori ed un impegno costante sul piano della propaganda elementare. Dalla sua formazione culturale da autodidatta derivò un certo eclettismo, una concezione pedagogica della cultura e un atteggiamento di deferenza nei confronti degli intellettuali provenienti dal mondo accademico. L'occasionalità degli articoli di giornale e la contingenza dei comizi nascondevano la debolezza dei concetti che divulgava tra le folle, ma quando si trattava di dare un contributo teorico allo sviluppo del marxismo emergeva la mancanza di rigore sistematico e la frammentarietà del suo pensiero. Fu però uno dei pochi socialisti italiani che, per la sua conoscenza del tedesco e i contatti stabiliti grazie alla sua compagna Oda Olberg5, partecipò ai dibattiti della Seconda Internazionale. Rivolse anche l'attenzione alla religione, considerandola un tramite per la realizzazione di un socialismo inteso moralmente come solidarismo da praticare all'interno della famiglia, negli ambienti del lavoro, nella vita privata. Nella iscrizione che volle sulla lapide: "visse e morì come ateo" la chiave di lettura sta nel «come», che allude al valore strumentale del suo ateismo visto, in un'ottica illuminista, come superamento della religione in nome della "ragione morale". 4 La sua compagna scrisse che «faceva, più che vita di famiglia, vita di ferrovia: non c'è quasi comunello d'Italia dove non abbia tenuto conferenze» Oda Olberg, “II Lavoro Nuovo” 24.8.1952 5 Oda Olberg (1872-1955), figlia di un ufficiale di marina, appartiene alla generazione di intellettuali tedeschi avvicinatisi alla socialdemocrazia dopo la vittoria elettorale del 1890, nel suo caso agevolata dalla lettura di La donna e il socialismo di Bebel. ll 1896 è l'anno sia de La miseria nell'industria tessile a domicilio che della collaborazione alla “Neue Zeit”. Criticò le tendenze del PSI facendo riferimento al suo partito d'origine, «partito-guida» della Seconda Internazionale. Con Lerda presentò l'OdG degli «intransigenti» al congresso di Roma del 1906, ma dopo la vittoria al congresso di Reggio Emilia si distaccò dalla frazione per l'incompatibilità del suo orientamento "kautskiano" con la linea di alleanza col sindacalismo rivoluzionario perseguita da Mussolini. Nonostante la guerra continuò la collaborazione al “Vorwarts” di Berlino e all' “Arbeiter Zeitung” di Vienna e la corrispondenza epistolare con Luisa e Karl Kautsky, ma fu strettamente sorvegliata dalla polizia. Diffidata nel 1923 per alcune corrispondenze apparse sul “Vorwarts”, aderì al PSU. Nel 1927 si stabili a Vienna, dove divenne redattrice dell' “Arbeiter Zeitung” e nel 1928 pubblicò un opuscolo intitolato alla memoria di Lerda, nel 1931 fu in Spagna, inviatavi dal partito austriaco e dall' “Arbeiter Zeitung” e l'anno dopo dette alle stampe Nationalsozialismus . I coniugi avevano avuto quattro figli: Gracco, Edgardo (nato a Genova il 29.7.1899), Marcella (nata a Roma il 3.5.1906) e Renata. Su Edgardo esiste nel Casellario Politico Centrale un fascicolo personale perchè, trasferitosi a Buenos Aires , fu assunto nel 1933 dalla polizia argentina per la lotta alla mafia. Nel 1934 si stabilì presso il figlio a Buenos Aires, dove proseguì l'attività politica come membro di varie organizzazioni socialiste e antifasciste, collaborando alla “Nuova patria” e a “Critica”, e qui morì l’11 aprile 1955. 1. Tra positivismo e massoneria (1880-1893) Nato il 29 settembre 1853 nel forte di Fenestrelle6, in una famiglia di militari (un nonno era stato nella Grande Armata napoleonica in Russia), rimasto orfano del padre nell’infanzia, fu costretto a lasciare la scuola nautica7 per motivi economici. Trovò allora lavoro a Torino presso la Casa editrice Bocca8, in cui entrò come impiegato subalterno, ma di cui divenne direttore a soli 27 anni nominato nel 1880 dal vecchio proprietario. La Casa curava le "Edizioni Scientifiche", in cui pubblicavano Max Nordau,9 Herbert Spencer, Enrico Ferri, Iakov A.Novicow, Scipio Sighele10, Giuseppe Sergi, Cesare Lombroso, che dirigeva anche l’Archivio di antropologia criminale, psichiatria, e medicina legale.11 L’attività editoriale lo mise in contatto con questo ambiente, da cui ricevette un'indelebile impronta, anche se la sua non fu un'accettazione acritica, ma anch'egli contribuì alla autodecomposizione del positivismo che 6 Comune montano della Val Chisone (Pinerolo) a 70 km. da Torino, era all’epoca un importante sito militare. Nel 1853, non esistendo ancora i registri di stato civile, fu iscritto sui registri di battesimo della Parrocchia di S.Luigi, depositati in copia presso il comune, come "Lerda Antoine Sebastien Jean", dimorante presso il Forte San Carlo. Il padre Bartolomeo risulta "militaire". La madre, Natalina Tarò, era di Cairo Montenotte, capoluogo della Val Bormida, in provincia di Savona. 7 Si tratta probabilmente dell’Istituto tecnico navale "Leon Pancaldo" di Savona, fondato nel 1846 8 Enzo Bottasso L' editoria torinese dopo l'Unita d'Italia, Roma, 1981 9 1849-1923. Scrittore, filosofo, leader sionista. Ilsuo libro più noto è Menzogne convenzionali 10 M.Garbari, Società ed istituzioni in Italia nelle opere sociologiche di Scipio Sighele ,Trento, 1988; N.Gridelli