Selviculture: Gestire Le Risorse Boschive Vallari Valorizzando Le Identità Locali"
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Fondazione Cariplo Bando - 2009“Educare alla sostenibilità” "SelviCulture: gestire le risorse boschive vallari valorizzando le identità locali" I. Contesto progettuale ................................................................................................................3 La tutela dell’ecosistema forestale..............................................................................................3 Il territorio di riferimento e le aree boscate...............................................................................3 Il contesto territoriale................................................................................................................3 La conservazione delle funzioni dell’ecosistema boschivo.................................................5 Il problema ambientale.............................................................................................................8 Gli elementi di forza nelle valli e le risorse da mobilitare.................................................11 II. Obiettivi del progetto .............................................................................................................13 Cambiamento che l’intervento intende produrre...................................................................13 Obiettivi specifici del progetto..................................................................................................14 Soggetti interessati dal cambiamento.......................................................................................14 Tempi in cui atteso cambiamento.............................................................................................15 III. Strategia d’intervento .........................................................................................................16 Modalità di intervento................................................................................................................16 Riflessioni che hanno condotto alla scelta della strategia .................................................16 Vantaggi della strategia adottata ..........................................................................................17 Fattori esterni...........................................................................................................................18 Azioni di progetto.......................................................................................................................19 AZIONE 1: Progettazione, coordinamento e valutazione ................................................19 AZIONE 2: le buone pratiche amministrative....................................................................20 AZIONE 3: Il coinvolgimento delle scuole..........................................................................21 AZIONE 4: La sensibilizzazione della cittadinanza e degli operatori economici .........23 AZIONE 5: Il piano della comunicazione............................................................................24 IV. Organizzazione proponente ..............................................................................................25 “SelviCulture: gestire le risorse boschive vallari valorizzando le identità locali” Pag. 2 I. Contesto progettuale La tutela dell’ecosistema forestale Effetto serra, riscaldamento globale, desertificazione del pianeta: sono tutti termini allarmanti che purtroppo compaiono sempre più spesso nella nostra vita quotidiana. Ma oggi tutti sappiamo che uno degli antidoti più efficaci contro questi disastri moderni è proprio il bosco. Lʹanidride carbonica è considerato uno dei gas responsabili dellʹaumento della temperatura sulla terra. É presente naturalmente nellʹatmosfera, ma negli ultimi decenni le attività umane ne hanno aumentato la quantità. Le piante sono gli unici esseri viventi in grado di assorbirla con la fotosintesi, attraverso cui trasformano lʹacqua, lʹanidride carbonica e altre sostanze nutritive in zuccheri, proteine e grassi, costruendo nuovi tessuti vegetali e liberando ossigeno. Nelle piante forestali una parte di questi tessuti formano il legno; qui vengono immagazzinati enormi quantità di atomi di carbonio che provengono dallʹanidride carbonica assorbita dalle foglie. Basti pensare che un ettaro di bosco è in grado di abbattere circa 4,5 tonnellate all’anno di anidride carbonica (dato indicativo da ERSAF). Il territorio di riferimento e le aree boscate Il contesto territoriale Il progetto intende coinvolgere le valli Taleggio, Brembilla, bassa Brembana e Imagna, per quel che concerne le aree boscate e d’alpeggio, al fine di una gestione forestale coordinata e sostenibile, partecipata dalla comunità locale nelle sue diverse fasce d’età, così come dagli operatori economici locali (artigiani o imprenditori del legno) e dai turisti. Le valli suddette fanno parte del comprensorio delle Prealpi Orobiche, con caratteristiche similari in termini floristici e boschivi. La Valle Brembilla, a seguito di uno sbocco stretto e incassato solcato dal torrente omonimo, nel tratto più ampio presenta un continuo succedersi di superfici forestali, boschi e praterie più o meno ampi e distribuiti in modo pressoché continuo attorno a numerosi nuclei abitativi. Inoltre, a quote più elevate, oltre il limite dei boschi e in corrispondenza di pendenze considerevoli, sono ancora osservabili ambiti a pascolo, anche se in riduzione. Numerosa è la presenza di alberi da frutto (soprattutto noci e meli, ma non mancano fichi, peri, prugni, ciliegi e peschi), il cui contributo è stato fondamentale nel passato per l’alimentazione della popolazione locale. In questo contesto paesistico infine non manca la presenza di roccoli, collocati lungo i punti di passaggio dei flussi migratori degli uccelli, vere e proprie architetture vegetali, realizzate secondo ben precisi disegni e con caratteristici caselli in muratura dalla forma a torretta, innalzati nelle immediate vicinanze. “SelviCulture: gestire le risorse boschive vallari valorizzando le identità locali” Pag. 3 Il ramo principale della Valle Taleggio, che segue uno sviluppo sud – ovest, a differenza di un tratto orientale solcato dal torrente Enna e profondamente incassato tra le strapiombanti pareti rocciose della Dolomia Principale, presenta un paesaggio nel suo tratto meridionale quasi completamente boscato, tagliato solo dall’abitato di Peghera, mentre in quello settentrionale, più ampio e maggiormente articolato, è interessata da una successione di boschetti e praterie (dove spiccano gli abitati di Sottochiesa, Pizzino, Grasso); anche in questo caso, alle quote più elevate i boschi cedono il passo ai pascoli, anche se ne contengono sempre più le dimensioni. Infine la Valle Brembana nel suo tratto di San Pellegrino – San Giovanni Bianco - Zogno soprastante la gola angusta in località Ubiale e Sedrina che forma una forra in cui scorre il fiume Brembo, si compone di terrazzi pianeggianti o debolmente acclivi, dove un diffuso sistema di terrazzamenti caratterizza ampi tratti dei versanti e in cui spicca la continua successione di prati, ciglioni ed estese superfici forestali, interrotti saltuariamente da minute contrade con marcato accento rurale, in contrasto con il recente sviluppo urbanistico degli abitati del fondovalle. Alle quote elevate infine non mancano estese praterie, in parte interessate da fenomeni di rimboschimento a seguito del venire meno delle attività d’alpeggio e fittamente punteggiate di edifici rurali. I caratteri paesaggistici della Valle Imagna sono particolarmente variegati, ma presentano spiccata tendenza boscosa: il tratto inferiore, angusto e dominato dal boscoso versante occidentale del monte Unione e inciso dal torrente Imagna quasi in una forra, dà spazio, nell’area centrale della Valle, ad un consistente sfruttamento dei suoli e un’organizzazione degli spazi agricoli (e di relativi centri abitati) distribuiti su poggi e terreni a debole acclività, per terminare in un tratto superiore articolato da una testata dominata dai prati della Costa del Palio e di Pralongone e un anfiteatro quasi completamente boscato della Val Pettola, sovrastato dalle cime del Resegone. Le trasformazioni del XX sec. Nelle valli Brembilla e Taleggio risultano evidenti, a partire dallo sviluppo economico del secondo dopoguerra e ancora di più degli anni 60-70, processi di trasformazione urbanistica e crescita edile che ne hanno modificato gli assetti territoriali. Sino all’inizio del 1900 i terreni a coltivi, i prati e i boschi rimanevano le uniche risorse a disposizione degli abitanti. La grande quantità di terreno destinata alle coltivazioni e alla fienagione inoltre obbligava al recupero di vaste fasce boscate per l’alpeggio. L’abbandono di queste pratiche e lo sviluppo economico, infrastrutturale e di trasporti, insieme all’intenzione di rendere le valli luogo di villeggiatura degli abitanti della città, ha prodotto la necessità di realizzare tronchi stradali di connessione con la pianura ed edificare nei luoghi di maggiore accessibilità, togliendo alcuni spazi alle aree verdi per la crescita di strutture alberghiere e alcuni nuovi massicci quartieri residenziali, che nella bassa stagione restano vuoti; nel contempo il desiderio di spostamento delle giovani generazioni nei nuclei cittadini, dotati di maggiori servizi e offerte in termini di studio e occupazione, ha prodotto uno “SelviCulture: gestire le risorse boschive vallari valorizzando le identità locali” Pag. 4 svuotamento dei nuclei urbani vallivi, con conseguente abbandono di alcune frazioni e contrade e mancata conservazione di porzioni di territorio,