NOTE OLLEZIONISMO E COMMITTENZA DEI UFFO DI AGNARA E C R B 1 AA. VV., Percorsi d’arte, tra vestigia dei Messapi, il collezionismo dei Ruffo e l’evoluzione pittorica di Mino Delle Site, Cavallino, Sa- CALETTA lerno 2005. S 2 «La strada Emmanuela prende il nome dal principe Emmanuele Filiberto, gran priore di Castiglia e fratello del duca di Savoia Vittorio Amedeo I. Essendo Viceré in Sicilia, nella sua permanenza in Messina, prese a cuore la sistemazione della Marina, ossia del Teatro Marit- Domenico Gioffrè timo. Per la costruzione della Palazzata della nuova strada, in suo onore fu denominata Emmanuela» (V. Ruffo, La Galleria Ruffo nel se- colo XVII a Messina, “Bollettino d’arte”, 1916, p. 22). 3 AA. VV., Percorsi d’arte... cit., p. 26. 4 V. Ruffo, op. cit., p. 27. 5 T. Puntillo, Il 1783 in in generale e a Bagnara in particolare. Il terremoto e i terremoti, parte seconda: (1783-1793). L’apoca- toria toria lisse e i terremoti, A. S. F. B., Bagnara Calabra febbraio 2008, p. 26. 6 V. Ruffo, op. cit., p. 25. S S 7 D. Gioffrè, La Gran Casa dei Ruffo di Bagnara, Equilibri Editore, Reggio Cal. 2010, pp. 63-64. La Gran Casa dei Ruffo di Bagnara si è sem- terato, autore del celebre poemetto dramma- trattò di comprare le Botteghe e le case vicine...»8. chì di preziose reliquie, di belli e ricchi parati e di pre distinta sin dalle origini per la forte sen- tico Natale di Cristo, dedicato al potente zio, La ricerca della bellezza e l’esaltazione del Ca- gran copia di sagri arredi. Il Seminario, l’episcopio e sibilità nei confronti di artisti e artigiani a cui il cardinale Tommaso Ruffo, un’opera ispira- sato sono motivi che ricorrono di continuo due ville suburbane sono altri grandiosi suoi monu- commissionava opere di notevole pregio a tal ta ai principi morali che costituivano il nu- nelle decorazioni plastiche e negli affreschi menti»13. punto da essere conosciuta non solo in Italia cleo spirituale fondante della Famiglia Ruffo5. delle sale. Nel soffitto centrale il cardinale si ma anche all’estero. Esponenti del casato qua- Del cospicuo medagliere custodito dalla fa- trova rappresentato in gloria, in abiti pontifi- li Antonio Ruffo, principe della Scaletta e del- miglia annoveriamo: «una medaglia grande da cali, che sovrasta le provincie di Ravenna, Bo- la Floresta, il cardinale Tommaso Ruffo e l’ar- 100 zecchini in oro di Carlo V, 15 medaglie d’oro logna e Ferrara, affidate alle sue cure nel cor- civescovo Antonio Maria Ruffo rappresenta- di imperatori e pontefici, 17 medaglie antiche di ra- so della sua carriera ecclesiastica. Sia all’in- no senza ombra di dubbio i mecenati per ec- me dei Ruffo e dei sigilli di rame del conte di Ca- terno che all’esterno del palazzo compare lo cellenza del Casato, arrecando splendore e ric- tanzaro Pietro Ruffo di Calabria, del conte Gugliel- stemma dentato dei Ruffo di Bagnara per ri- chezza alla famiglia a cui appartenevano1. mo Ruffo, di Guglielmo Ruffo conte di Sinopoli, di badire il valore altamente celebrativo dell’o- Don Antonio (1610-1678) viveva a Messina Nicolò Ruffo di Calabria conte di Catanzaro e mar- pera intrapresa. Abbellirono la dimora con nel palazzo fatto costruire dalla madre, la du- chese di Crotone, di G. F. Marino Marzano Ruffo pitture e sculture artisti di notevole spessore chessa Antonia Spatafora e Alliata. La vedo- principe di Rossano, duca di Sessa e di Squillace, tra cui lo scultore Andrea Ferreri, autore del- va Ruffo finanziò la costruzione, essendosi conte di Montalto di Alife, figlio ed erede della ce- la statua della Vigilanza, posizionata al termi- presentata l’occasione propizia, di una son- lebre Cobella Ruffo»6. ne della prima rampa dello scalone di pietra tuosa dimora a Messina per il ramo cadetto La collezione di quadri del Ruffo compren- bianca che conduce al piano nobile. Tale ar- dei Ruffo di Bagnara. Ella infatti si offerse di deva 364 opere di artisti di fama internazio- tista progettò anche la ricca decorazione a completare i lavori, intrapresi dal Senato mes- nale del calibro di: Brughel, Durer, Novelli, stucco che ricopre la parete della scalinata, sinese, costruendo un palazzo a livello di Polidoro da Caravaggio, Poussin, Mattia Pre- adornata dai medaglioni dei sei papi che si quelli già iniziati, per continuare decorosa- ti, Guido Reni, Tiziano, Tintoretto, Anniba- mostrarono munifici con la città9. Un altro ar- mente la strada Emmanuela2. Lo scalone di le Carracci, Paolo Veronese, Pietro da Cor- tista bolognese, Vittorio Bigari, dipinse un af- palazzo Ruffo, che portava alle stanze e alla tona, Dossi, Guercino, Palma il Vecchio, Gio- fresco della Religione Cattolica rappresenta- galleria, era adorno di varie statue di marmo, vanni l’Olandese, Vincenzo Romano, Andrea ta dal papato e dalle provincie ad esso sotto- tra cui un busto di Pallade, comprato a Na- Sacchi, Claudio Lorenese, Carlo Maratti, Ca- poste, Ravenna, Bologna e Ferrara, raffigu- 10 Fig. 1. Ignoto artista meridionale, Antonio Ruffo, Principe della Scaletta. poli nel 1671, quello di Scipione l’Africano, stiglione, Giacinto Brandi, Luca d’Olanda, rate simbolicamente in vesti eroiche . Com- Messina, Collezione della Nobile Arciconfraternita degli Azzurri fatto da Gaspare Serpotta in Palermo, un Salvator Rosa, Van Dyck, Vouet, De Ribera pleta il ciclo settecentesco, del palazzo, la “gal- mezzo busto di Giulio Cesare con la corona detto lo Spagnoletto, Artemisia Gentileschi leria” la cui volta è decorata con affreschi in di lauro in testa, acquistato a Napoli il 20 Giu- ecc7. cui domina il tema religioso: la glorificazione gno 1673, e altre opere. Le sale erano state L’altro grande mecenate di Casa Ruffo è il di San Francesco accolto dalla Santa Trinità decorate da artisti di notevole fama come il Cardinale Tommaso (1653-1753) la cui car- sullo sfondo di un cielo chiarissimo, anima- napoletano Nunzio Russo, Antonio Bova, riera ecclesiastica conobbe un successo sen- to da nuvole, putti e leggiadre figure allego- Agostino Scilla3. za pari tanto da diventare decano del Sacro riche11. Tommaso Ruffo, fu un grande colle- La dimora con la sua pinacoteca, il medagliere, Collegio Cardinalizio. Fu a Ferrara che l’alto zionista di opere d’arte attribuite ai grandi ar- le argenterie artistiche, i ricchi arazzi, gli splen- prelato, come legato pontificio, mostrò tutto tisti del Cinquecento e del Seicento tra cui didi affreschi, divenne un luogo di incontro il suo mecenatismo. Qui infatti si preoccupò Giorgione, Tiziano, Bassano, Correggio, Raf- degli intellettuali del tempo. Artisti, letterati, molto per l’erezione della Cattedrale, alla qua- faello, Parmigianino, Caravaggio, i Carracci, scienziati erano soliti soggiornare nel palaz- le poi donò preziose reliquie, paramenti son- Guido Reni e Guercino, Rubens, Van Dyck, zo, ed anche dopo la morte del principe don tuosi e arredi sacri, e per la ricostruzione del Velasquez, Giordano, Solimena, ecc.12 Antonio, i suoi figli, tra cui vi erano musici- Palazzo arcivescovile, quale sua dimora prin- Il Cardinale fece anche erigere il Seminario, sti, pittori, poeti ed oratori, continuarono l’o- cipesca: l’Episcopio e due magnifiche ville come af- pera del padre arricchendo la biblioteca e fa- «Il 12 luglio 1717 – Il Card. Ruffo volendo abita- ferma il Moroni: ESPERIDE, nn. 5/6, gennaio-dicembre 2010 cendo del loro palazzo una vera e propria fu- re un Palazzo più signorile di quello che era prima, «A Ferrara narrai quanto fu benefico e generosissi- ESPERIDE, nn. 5/6, gennaio-dicembre 2010 cina di cultura4. Una sensibilità verso l’arte e incominciò a disfare il vecchio per rifabbricarne un mo come Legato e come Vescovo, nella città e nella il bello che don Antonio trasmise soprattut- nuovo di tutta pianta secondo disegno di un archi- diocesi... Compì la fabbrica della Cattedrale, per la to al figlio Antonino, musicista, pittore e let- tetto venuto da Roma chiamato Tommaso Mattei, e quale destinò le proprie rendite della Mensa, l’arric- Fig. 2. Pier Leone Ghezzi, Cardinale Tommaso Ruffo. Roma, Galleria 48 d’Arte Antica 49 8 Tommaso Mattei, architetto romano, operoso a Roma e dintorni verso la fine del XVII secolo e l’inizio del XVIII, fu un bino al vecchio Simeone nel tempio ed altre nove figure pagato dell’E.mo Ottoboni – sc. 600». M. A. De Angelis, La cappella Ruffo in San allievo del celebre Carlo Fontana che progettò il palazzo dei Ruffo di Bagnara a Napoli, nei pressi dell’odierna piazza Dan- Lorenzo in Damaso a Roma, in “Ricerche di Storia dell’arte. Estratti”, Carocci editore, anno 2008, n. 94, p. 68. te, commissionatogli nel 1660 da Fabrizio Ruffo, duca di Bagnara. Mattei fu membro dell’Accademia di San Luca dove fra 16 Ibidem, p. 73; v. n. 11. l’altro nel 1706/7 ricevette il titolo di accademico di merito insieme ad Antonio Ferri e Filippo Juvarra. AA. VV., Palazzo 17 G. Leone, E. De Rose, Giuseppe Pascaletti (1699-1757) di . Un percorso artistico tra la Calabria Napoli e Ro- arcivescovile. Il cardinale Tommaso Ruffo a Ferrara 1717-1738, Gabriele Corbo Editore, Ferrara, Roma 1994, pp. 67-70. ma, Rubbettino, Soveria Mannelli 2007, pp. 122-123. 9 Si tratta, in ordine cronologico, di Urbano III, Gregorio VIII, Eugenio IV, Clemente VIII, Innocenzo XII e Innocenzo 18 «Palazzo Ruffo, sito in Roma nel rione Trevi, di fronte al palazzo dei Colonna. Precedentemente di proprietà, in ordine di tempo, delle fa- XIII. Ibidem, pp. 71-82. miglie Cybo, Altemps e degli Isimbardi, acquistato dal cardinale Tommaso Ruffo, per la prelatura della sua famiglia. Lo fece rimodernare dal- 10 F. Haskell, Mecenati e pittori. Studio sui rapporti tra arte e società italiana nell’età barocca, Sansoni, Firenze 1966, pp. 344-345. l’architetto Giovanni Battista Contini». V. Mazzatesta, Il Cardinale Antonio Maria Ruffo di Bagnara Calabra, in “Studi Meridionali”, 11 AA. VV., Palazzo arcivescovile... cit., pp. 86-90. XII, anno 1979, (gennaio-marzo), n. 1, p. 98. v. nota. 12 Haskell, op. cit., pp. 345-346. 19 T. Puntillo, E. Barilà, Il caso di Bagnara, vol. 1, Edizioni Periferia, 1993, p. 109 13 AA. VV., Palazzo arcivescovile... cit., p. 198. 20 «Una delle due pianete si trova custodita presso il museo di arte sacra “A. Versace” della Chiesa del Carmine a Bagnara. Tale pianeta è toria toria 14 Haskell, op. cit., p. 346. in seta gialla laminata in oro con galloni gialli in filo d’oro. Sul verso, la striscia centrale, realizzata in tessuto diverso, reca in basso lo stem- 15 «Altro [quadro] di palmi tre alto, e largo due, e mezzo rappr.te la B. Vergine con la Scrittura in mano, e Bambino che dorme del Trevi- ma del cardinale Antonio Maria Ruffo. Sulla fodera del recto, in basso al centro vi è un’iscrizione a inchiostro, in caratteri corsivi, parzialmente S S sani, pagato dal fù E.mo Ottoboni – sc. 300. Altro palmi dieci alto, e dodici largo rappresentante la Beatissima Vergine che presenta il Bam- leggibili: “Ad usum Hujus Colleg(...) Parochialis Ecclesiae (...) Admodum Red°/Archidiacono Francisco Paulo Verderam (...) ultima/ (...) Durante il soggiorno romano visse presso il tempio, forse anch’essa di Trevisani15. L’amo- bile del potere e splendore del Casato di Ba- Palazzo della Cancelleria, residenza apparte- re che il cardinale possedeva per l’arte e dun- gnara19. nuta al cardinale Pietro Ottoboni; qui trasferì que per la sua collezione si denota anche nel- Altro grande mecenate è il vescovo Antonio in cinque stanze, denominate nel suo testa- le accurate disposizioni testamentarie che vie- Maria Ruffo (1687-1753) molto legato a Ba- mento “nobile galleria”, la sua pregiatissima tavano qualunque frammentazione o aliena- gnara tanto da voler trascorrere gli ultimi an- collezione di quadri che comprendeva opere zione del nucleo interamente conservato nel- ni della sua vita nel piccolo centro tirrenico. di indubbio valore artistico, come il Ritratto le cinque camere dell’appartamento di rap- Non sappiamo esattamente quante e quali di Juan Pareja di Diego Velázquez, esposto a presentanza nel Palazzo della Cancelleria. Per opere collezionò durante la sua esistenza ma Roma in occasione di una mostra nel 1704, il trasferimento a Napoli, eventualmente vo- di certo a Bagnara donò quadri e si adoperò quattro quadri del Crespi tra cui ricordiamo luto dall’erede, il cardinale fornì anche preci- per il restauro di chiese e conventi. Durante Abigaille che fa doni a David e Il ritrovamento di se disposizioni di trasporto16. gli anni romani infatti, nel 1710, fondò a Ba- Mosè, due dipinti raffiguranti la vita di Salo- La morte lo colse nel 1753 nel palazzo della gnara una Congregazione delle Sacre Stim- mone ed una Danza di ninfe con ventiquattro Cancelleria alla veneranda età di novant’anni mate di San Francesco all’interno della Chie- figure, di Donato Creti, cui il cardinale con- e il corpo venne tumulato nella chiesa di San sa di San Nicola cui offrì in dono preziosi ar- ferì il titolo di cavaliere dello Speron d’Oro. Lorenzo in Damaso a Roma, nella ricchissi- redi e due preziosissime pianete ancora oggi Dell’artista Luca Giordano si annoverano ma cappella dedicata a San Nicola, patrono esistenti20, insieme forse ad una grande tela quattro dipinti tra i quali Il canto delle donne ebree dei Ruffo e poi di Bagnara. La Cappella Ruffo, raffigurante Giuditta e Oloferne (cm 240x140), dopo la traversata del Mar Rosso, mentre del So- costruita da Nicola Salvi in San Lorenzo in copia da un modello reniano molto replica- limena una Natività ed una Presentazione14. Damaso, venne decorata da Sebastiano Con- to. Il dipinto è stato attribuito ad ambito stan- Due dipinti commissionati e pagati dall’Ot- ca e da Corrado Giaquinto, il primo dei qua- zionesco da Mario Panarello, che ha segnala- toboni ma poi inglobati nella sua collezione: li aveva già eseguito altri dipinti per lo stesso to la derivazione reniana del soggetto, e più re- Fig. 4. Pianeta, particolare dello stemma dei Ruffo di Bagnara sormontato una Madonna leggente con il Bambino, di France- dal cappello cardinalizio, riferibile al Cardinale Antonio Maria Ruffo. Ba- committente: nella volta l’Eterno Padre con- centemente, da Cettina Nostro, a Paolo De sco Trevisani, e una Presentazione di Gesù al gnara Calabra, Museo Angelo Versace. segna a Mosè le Tavole della Legge in una Matteis, artista vissuto a cavallo tra Seicento e gloria di Angeli; nei pennacchi l’Umiltà, la Settecento, formatosi a Napoli21. L’opera, se- Mansuetudine, la Fortezza e la Tempesta. condo la Nostro, sarebbe ascrivibile al perio- Sull’altare la Vergine con il Bambino e i SS. do 1710-1712 e potrebbe pertanto essere una Filippo Neri e Nicola da Bari. Di Sebastiano committenza del cardinale Antonio Ruffo. Conca peraltro in Calabria si possono oggi Rispetto agli originali del Reni, come ha os- ammirare, presso la Galleria di Palazzo Ar- servato Mario Panarello, «la copia di Bagna- none a Cosenza, i famosi bozzetti della co- ra si caratterizza per un maggiore senso del- siddetta “Pala Ruffo”, realizzata proprio per lo sfumato, che stempera i netti contorni re- l’omonima cappella della basilica di S. Lo- niani, e per la particolare morbidezza carat- renzo in Damaso, e provenienti originaria- terizzante i passaggi chiaroscurali, che sensi- mente dal castello di . Dal carteg- bilmente si spengono contribuendo ad im- gio dell’artista calabrese Eugenio Tano (1840- mergere la figura nel fondo scuro. si fondo- 1914) si evince che i due bozzetti furono re- no, inoltre, maggiormente quegli effetti saet- staurati dallo stesso allorquando il feudo di San tanti che la luce crea sulle vesti e sui corpi Lucido, compreso il castello ormai distrutto, della Giuditta del Reni»21bis. fu acquisito nel corso dell’Ottocento dalla fa- Nel 1713 il cardinale donò alla Chiesa del Ro- miglia Giuliani. Dopo ulteriori passaggi eredi- sario un reliquario d’argento con la seguente tari le opere furono acquisite dallo Stato nel dedica: 1998 e destinate alla Galleria Nazionale di Co- EXC.s DNS. D. ANTON. senza17. RUFFO PROTEC.r ESPERIDE, nn. 5/6, gennaio-dicembre 2010 Ancora oggi a Roma è possibile osservare HAS RELIQs DEDIT ESPERIDE, nn. 5/6, gennaio-dicembre 2010 l’imponenza del Gran Palazzo dei Ruffo di COGRnI SSml ROSARY Bagnara18, in piazza SS. Apostoli, di fronte al QUAE, FARU HONORE palazzo del Principe Colonna: segno intangi- HOC DEPOSITU EREXIT Fig. 3. Antonio Maria Ruffo (incisione da: ?????????). Fig. 5. Pianeta. Bagnara Calabra, Museo Angelo Versace. 50 51 Storia 52 ESPERIDE, nn. 5/6, gennaio-dicembre 2010 donna dellaSantissimaConcezione puccini sottolacappelladedicataallaMa- per suaespressavolontà,nellachiesadeiCap- gnara il3Febbraio1753evennetumulato, Il CardinaleAntonioMariaRuffomorìaBa- Di tantaricchezzaèrimastapocamemoria all’estero. chiese, quadrisparsipertuttaItaliaeanche rono leoperechecommissionarono:palazzi, trebbe ancorascriveremoltopoichémoltefu- Sul collezionismodeiRuffodiBagnarasipo- ta”, aprile-giugno2006,annoXXIX,n.110,pp.26-27. e XIXsecolo 91; CettinaNostro, talogo dellamostra,acuradiRosaMariaCagliostro,CettinaNostroeTeresaSorrenti,DeLuca,Roma1999,pp.90- re, questodepositoeresse1713 23 22 21bis 21 dà notizial’iscrizioneadinchiostrorilevatasullafodera tenere anchelostemmaquiriutilizzato.Ilrifacimentoèdadatarsiintornoal1829,pervolontàdelcanonicoFrancescoPaoloVerderame,dicui Lapianetareimpiegasulversounastrisciaditessutotratta,probabilmente,davestepiùantica,cuidovevaappar- Voluntate facta1829”. a curadiS.E.Schifferer,A.Emiliani,Schleier,Bologna1988,pp.145-150. 258-259; SybilleEbertSchifferer, gnara Calabra,Chiesa delRosario. Fig. 6.Ignoto,Giuditta eOloferne(oliosutela,copiada Guido Reni).Ba- « Cfr.: MarioPanarello,schedain Mazzatesta, op.cit.,p.100. L’Eccellentissimo SignoreDonAntonioRuffo,protettore,questereliquiediedeallaCongregazionedelSantissimoRosarioche,perfareono- M. Panarello,op.cit.PerlereplichedelReninotesiveda:S.Pepper, , inAA.VV., Giuditta eOlofernediBagnaraCalabra:perunanuovaipotesiletturaattribuzione, Tasselli distoriaBagnaraCalabra.Museo“A.Versace” 1713 » . Gioffrè, op.cit.,p.110. 22 Giuditta conlatestadiOloferne Sacre Visioni,IlpatrimoniofigurativonellaprovinciadiReggioCalabria(XVI-XVIIIsecolo) (L.Lojacono, » 23 . La suppellettileecclesiastica:argentierimessinesienapoletanitraXVIII , in sore storico-artistico. li echevideronascerepersonaggiditalespes- ghi chefuronoprotagonistidieventiepoca- nio diinestimabilevaloreproprioinqueiluo- ché nonsiperdaunamemoriaeunpatrimo- di piùapprofonditivenganoprodottiaffin- scarsi riflessialSud.Èfondamentalechestu- tracce importantinelcentro-nordItaliacon nismo delcardinaleTommasorimangono nacoteca delprincipeAntonioosulcollezio- strò inetàmoderna.Dellameravigliosapi- soprattutto nelleterrecheilCasatoammini- do Reni).Bagnara Calabra, ChiesadelRosario. Fig. 7.Ignoto,Giuditta eOloferne,particolare(oliosutela, copiadaGui- Guido Reniel’Europa,famafortuna Guido Reni.L’operacompleta , Iiriti,ReggioCalabria2006,p.149. in “CalabriaSconosciu- , catalogodellamostra , Novara1988,pp. , ca- ridionale delXVIIsecolo plessivo panoramaculturaledellasocietàme- maggior detentorediopereartistichenelcom- anzidetto, vedeinAntonioRuffo-Scalettail La passioneperilcollezionismod’arte,come infine ilramosicilianodei Scilla mo primogenito,porteràiltitolodi tale” diquestalineadellafamigliachenelra- co centrodell’Aspromontechesaràla“capi- S. Cristina(prima nel 1334dalreRobertod’Angiò,iterritoridi mo, cadettodelContediCatanzaro,ottiene rono “quasisovrani”nelleCalabrie;Gugliel- Qualificati dale legataallevicendestorichedellaCalabria nopoli) faràdeiRuffolaprincipalecasafeu- Comneno, figlidell’imperatorediCostanti- vanna eBereniceconBasilioAndronico minato nell’alleanzamatrimonialefraGio- ca medievaleilcrescenteprestigiosociale(cul- origini alla L’antica dinastia,pertradizione,ascrivelesue maggiore spicco. Ruffo diBagnara,individuailpersonaggio 1799 chenellapersonadelcardinaleFabrizio litiche legateallarivoluzionePartenopeadel bria, solitamentericordataperlevicendepo- to legatoallastoriadellaCasaRuffodiCala- co Gioffrèriportainluceunimportanteaspet- La ricerca,svoltainquestianni,daDomeni- da quelledelSS.Rosario edellaMadonnadel- porazione diboscaioli e Carmelo; laconfraternita, sostenutadallacor- nel 1687ilsodaliziodi MariaSS.delMonte Francesco Ruffo,IVduca diBagnara,fonda ternite eoperepie.InquestocontestoD. di edificichiesastici,alpatrocinioconfra- mecenatismo perlopiùlegataallo proprio il prestigioformalenellarappresentazionedel Più modestamente,lanobiltàlocaleesercita chetipo delcollezionistailluminato. sterno cheidentificanonellasuafigural’ar- messa inattoattraversoirapporticonl’e- tellettuale masoprattutto,l’osmosiculturale lore dellasuacollezionequalificaillivelloin- Francesca Valensise B U AGNARA EET IVNMNONLACOMMITTENZA NELLA RINVENIMENTO RECENTE N . Daicadetti, status esRufa Gens Magna Domus anche attraversoun’operadi contea laica Duchi diBagnara di epocaromana;inepo- negli attiufficiali,fu- 2 mannesi ; l’incomparabileva- Ruffo dellaScaletta ) eSinopoli,anti- , eaffiancata jus patronato , deriverà Principi di 1 . . legrina diBagnara, Chiesadell’Annunziata. Fig. 1.Pittoremeridionale, Annunciazione,particolare (olio sutela).Pel- ra in localitàbaricentricatraSinopolieBagna- La costruzionedellachiesadell’Annunziata, del duca. Bagnara, D.FrancescoRuffo 1615 infattil’omonimoeavodelIVducadi trollare) sodalizididevozionereligiosa.Nel la CasaRuffoimpegnatiapresiedere(econ- epoche precedenti,vedeirappresentantidel- mente conunusoconsolidatoche,anchein la nelboscodi mentato perlapresenzadiun’anticacappel- ni intransitoversolaTerrasantaedocu- babilmente importatodapellegrininorman- zione diMaria,cultoremotaoriginepro- crementava ladevozioneversol’Annuncia- cizio dioperepieecaritatevoli la Montagnasvolgeilsuooperatonell’eser- no allafinedelXXsecolo,continuaasubire tenutosi indiscretostatodiconservazionefi- L’edificio,cri difondazionenormanna. man- co orientatoanord-est,tipicodegliedificisa- 1783, purmantenendol’impiantoplanimetri- zione certamentesuccessivaalterremotodel niano lelineeneoclassichediunariedifica- sibili nelquartiereanticodelpaese,testimo- ne al1620 legrina cleo fondativodelvillaggiodenominato D. MariaRuffoII Ruffo diD.VincenzodeiPrincipiScillae del suomatrimonioconlacongiunta,Imara 6 , determinalaformazionedelprimonu- e riferibileconbuonaapprossimazio- 7 . Iruderidellachiesa,tutt’oggivi- Belluchio a Principessa diScilla,in- 5 , fraipossedimenti R 4 , inoccasione FODI UFFO 3 ; coerente- Pel- 53 ESPERIDE, nn. 5/6, gennaio-dicembre 2010 Storia NOTE 8 Cfr. Archivio della Diocesi di Reggio Calabria, Pellegrina, Parrocchia della Ss. Annunziata, Stato materiale ed economico della Chiesa; inventario redatto il 28 aprile 1873 dal curato Domenico Arena. 1 Archivio privato del b.ne di S. Agata, dr. Arturo Nesci - Reggio C. 9 Ibidem. 2 Cfr. R. De Gennaro, Per il collezionismo del ’600 in Sicilia: l’inventario di don Antonio Ruffo principe della Scaletta, Pisa 2003. 10 A. Latella, P. Scordo, Origini... cit., p. 24. 3 D. Gioffrè, La Gran Casa dei Ruffo di Bagnara, ed. EquiLibri, Reggio Calabria 2010, p. 94. 11 Il quadro fu sostituito nel XIX secolo dal gruppo ligneo tutt’oggi esistente. 4 Francesco Ruffo (1596-1643) di Carlo e Antonia Spatafora, II duca di Bagnara, Signore di S. Antimo, Solano, Motta S. 12 Cfr. P. Scordo, A. Latella, Origini... cit., p. 32. Giovanni (con Pellaro e Lazzaro), S. Lorenzo (con Bagaladi, S. Pantaleo e S. Maria di Ceramia). Dal 1610 Signore di Amen- 13 A. Frangipane, Inventario degli oggetti d’arte d’Italia, II. Calabria, Libreria dello Stato, Roma 1933, p. 271; G. Minasi, L’Aba- dolea (con Gallicianò, Condofuri, Roccaforte e Roghudi). Dal 1618 feudatario di Covale. Ivi, p. 144. zia normanna di Bagnara, Napoli 1905, p. 19. 5 G. Fiumanò, nella sua Monografia storica di Bagnara Calabra (1914), conferma l’ipotesi di una cappella votiva di fondazione 14 Giuseppe Melluso (Bagnara, doc. XVIII sec.- Napoli 1783) indicato dal Cardone (1873) come l’autore della Dormitio Ma- normanna in zona Belluchio. riae di Bagnara e di altri dipinti custoditi presso chiese del circondario. Vedi, F. Valensise, Storia di Bagnara negli scritti di R. 5 I due centri rappresentano i luoghi “storici” della dinastia Ruffo oltre che, rispettivamente, paesi natali di D. Imara e D. Cardone, F. Macrì, G. Minasi, G. Fiumanò, Ed. Equilibri, Reggio Calabria 2011, p. 108. toria toria Francesco. 15 Il dipinto, oggetto di importanti interventi di integrazione nel corso del restauro attuato intorno al 1999, è stato espo- 7 Una targa marmorea apposta da D. Francesco Ruffo rimanda al 1620 la costruzione (o l’adeguamento) del luogo. Cfr. A. sto alla mostra e pubblicato nel catalogo Sacre Visioni, Il patrimonio figurativo nella provincia di Reggio Calabria (XVI-XVIII se- S S Latella, P. Scordo, Origini della Congrega di Maria Ss.Annunziata. Il Villaggio di Pellegrina, Laruffa, Reggio Calabria 2009, p. 48. colo), a cura di Rosa Maria Cagliostro, Cettina Nostro e Maria Teresa Sorrenti, De Luca, Roma 1999, pp.104-105. la compromissione degli agenti atmosferici e l’inginocchiatoio della Vergine; rimane il ci- presenta numerose parallelismi con la tela le al tardo Settecento», conservata nella chie- soprattutto degli interventi funzionali all’am- miero che, trattandosi di una testa di cavallo della Dormitio Mariae custodita nell’Abbazia di sa Madre di San Nicola, duomo della città di modernamento del quartiere che ne hanno ir- sorgente da una corona ducale (vedi part.), ri- Bagnara Calabra e inventariata dal Frangipa- Palmi, all’interno di una cappella recente- reparabilmente compromesso il fronte princi- manda indiscutibilmente alla committenza ne come: «Madonna circondata dai dodici mente realizzata sul lato destro del presbite- pale con la demolizione dell’antica gradinata Ruffo. Apostoli, quadro del maggiore altare, dipinto rio, il secondo non è più rintracciabile fra i di accesso in pietra granitica. La composizione del dipinto, piuttosto banale a olio su schema cinquecentesco, ma total- beni artistici del santuario di Acquaro. Gli eventi legati all’incuria degli uomini e alle nella consueta riproposizione dell’Arcangelo mente rifatto da mano provinciale. Ricorda La Dormitio custodita in Bagnara dopo un re- calamità naturali hanno cancellato gran parte che si rivolge alla Madonna, si svolge in un l’antico titolo della Chiesa di Bagnara»13. La cente restauro ha ritrovato numerosi partico- della memoria storica legata al luogo; il terre- ambiente interno dove un tendaggio lascia in- misconosciuta mano provinciale si riferirebbe se- lari della originaria composizione figurativa, moto del 1908 sarà infatti il motivo dello spo- travedere un paesaggio esterno che fa da sfon- condo una fonte tardottocentesca a Giusep- ma anche in questo caso i precedenti ridi- stamento del sito della chiesa parrocchiale nel do alla colomba dello Spirito Santo. pe Melluso14, artista locale morto prematura- mensionamenti della tela, così come dimostra nuovo quartiere nato sui baraccamenti d’e- I margini, estremamente risicati, lasciano pen- mente in Napoli, anche autore di una Madonna la superstite elsa della spada posta ai piedi di mergenza. Quest’ultima circostanza sarà pro- sare che l’eliminazione dello stemma posto al- della Sacra Lettera e di un San Rocco, rispetti- S. Paolo sul lato inferiore del dipinto, hanno babilmente alla base della dispersione di nu- la base, sia solo l’ultimo di una serie di ridi- vamente realizzati per le chiese di Palmi e Ac- delimitato fortemente la scena oltre ad aver merosi manufatti che arricchivano l’antica chie- mensionamenti che, specie sul lato sinistro quaro. Se la prima di queste opere può esse- mutilato parte degli elementi figurativi con- sa8. Rimangono, a testimonianza del mecena- hanno particolarmente marginalizzato l’im- re identificata con la tela di ispirazione bi- ferendo un complessivo, spiacevole, senso di tismo dei feudatari, un calice in argento data- magine dell’Arcangelo. zantina, raffigurante la Madonna della Lettera15, “sovraffollamento” che penalizza la visione to 1759 con inciso alla base uno stemma di al- La staticità dell’insieme, unita ad uno stile pit- fino ad oggi definita «opera di ignoto databi- dell’insieme peraltro molto simile all’Annun- leanza dei Ruffo e una tela raffigurante l’An- torico piuttosto elementare, rinnega l’attribu- ciazione di Pellegrina, nunciazione. Anche quest’ultimo manufatto, zione alla mano del napoletano Joseph To- soprattutto per ciò che visibile per molti anni nella sacrestia della nuo- majoli12; tantomeno si riscontrano connes- riguarda la rappresenta- va chiesa, proviene dal patrimonio artistico del- sioni fra un’opera di quest’ultimo, conserva- zione dei panneggi, la l’antico tempio parzialmente crollato con il ter- ta presso la chiesa di Portosalvo in Cannitel- statica espressività del- remoto del 1908; l’inventario del 1873 ne do- lo e il dipinto di Pellegrina che, al contrario, le figure, l’elementare cumenta indirettamen- raffigurazione dello te l’esistenza attraverso Spirito Santo, fino alla la citazione «Veli del medesima localizzazio- Quadro – 4»9. ne territoriale dei due Come accaduto per il dipinti, che riportereb- culto di S. Barbara, raf- be ad un’unica commit- figurata in una tela da- tenza. tata al 1772 e successi- È quindi auspicabile vamente sostituita da che questa segnalazione una statua lignea10, an- motivi una più compe- che il quadro dell’An- tente analisi delle opere nunciazione ha quindi descritte, consentendo rappresentato il primo un nuovo tema di ri- oggetto di devozione flessione per un settore per il tempio fondato di studio che credo ri- nel 1620 dal duca servi ancora numerosi, Ruffo11. interessanti, ambiti di Una recente, e im- ricerca. provvida, sostituzione ESPERIDE, nn. 5/6, gennaio-dicembre 2010 della cornice ha elimi- ESPERIDE, nn. 5/6, gennaio-dicembre 2010 nato dall’insieme pit- torico lo stemma raf- figurato alla base del- Fig. 2. Pittore meridionale, Annunciazione (olio su tela). Pellegrina di Bagnara, Chiesa dell’Annunziata. Fig. 3. Giuseppe Melluso, Dormizione della Vergine. Bagnara Calabra, ????????????????? 54 55