Collezionismo E Committenza Dei Ruffo Di Bagnara E Scaletta
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NOTE OLLEZIONISMO E COMMITTENZA DEI UFFO DI AGNARA E C R B 1 AA. VV., Percorsi d’arte, tra vestigia dei Messapi, il collezionismo dei Ruffo e l’evoluzione pittorica di Mino Delle Site, Cavallino, Sa- CALETTA lerno 2005. S 2 «La strada Emmanuela prende il nome dal principe Emmanuele Filiberto, gran priore di Castiglia e fratello del duca di Savoia Vittorio Amedeo I. Essendo Viceré in Sicilia, nella sua permanenza in Messina, prese a cuore la sistemazione della Marina, ossia del Teatro Marit- Domenico Gioffrè timo. Per la costruzione della Palazzata della nuova strada, in suo onore fu denominata Emmanuela» (V. Ruffo, La Galleria Ruffo nel se- colo XVII a Messina, “Bollettino d’arte”, 1916, p. 22). 3 AA. VV., Percorsi d’arte... cit., p. 26. 4 V. Ruffo, op. cit., p. 27. 5 T. Puntillo, Il 1783 in Calabria in generale e a Bagnara in particolare. Il terremoto e i terremoti, parte seconda: (1783-1793). L’apoca- toria toria lisse e i terremoti, A. S. F. B., Bagnara Calabra febbraio 2008, p. 26. 6 V. Ruffo, op. cit., p. 25. S S 7 D. Gioffrè, La Gran Casa dei Ruffo di Bagnara, Equilibri Editore, Reggio Cal. 2010, pp. 63-64. La Gran Casa dei Ruffo di Bagnara si è sem- terato, autore del celebre poemetto dramma- trattò di comprare le Botteghe e le case vicine...»8. chì di preziose reliquie, di belli e ricchi parati e di pre distinta sin dalle origini per la forte sen- tico Natale di Cristo, dedicato al potente zio, La ricerca della bellezza e l’esaltazione del Ca- gran copia di sagri arredi. Il Seminario, l’episcopio e sibilità nei confronti di artisti e artigiani a cui il cardinale Tommaso Ruffo, un’opera ispira- sato sono motivi che ricorrono di continuo due ville suburbane sono altri grandiosi suoi monu- commissionava opere di notevole pregio a tal ta ai principi morali che costituivano il nu- nelle decorazioni plastiche e negli affreschi menti»13. punto da essere conosciuta non solo in Italia cleo spirituale fondante della Famiglia Ruffo5. delle sale. Nel soffitto centrale il cardinale si ma anche all’estero. Esponenti del casato qua- Del cospicuo medagliere custodito dalla fa- trova rappresentato in gloria, in abiti pontifi- li Antonio Ruffo, principe della Scaletta e del- miglia annoveriamo: «una medaglia grande da cali, che sovrasta le provincie di Ravenna, Bo- la Floresta, il cardinale Tommaso Ruffo e l’ar- 100 zecchini in oro di Carlo V, 15 medaglie d’oro logna e Ferrara, affidate alle sue cure nel cor- civescovo Antonio Maria Ruffo rappresenta- di imperatori e pontefici, 17 medaglie antiche di ra- so della sua carriera ecclesiastica. Sia all’in- no senza ombra di dubbio i mecenati per ec- me dei Ruffo e dei sigilli di rame del conte di Ca- terno che all’esterno del palazzo compare lo cellenza del Casato, arrecando splendore e ric- tanzaro Pietro Ruffo di Calabria, del conte Gugliel- stemma dentato dei Ruffo di Bagnara per ri- chezza alla famiglia a cui appartenevano1. mo Ruffo, di Guglielmo Ruffo conte di Sinopoli, di badire il valore altamente celebrativo dell’o- Don Antonio (1610-1678) viveva a Messina Nicolò Ruffo di Calabria conte di Catanzaro e mar- pera intrapresa. Abbellirono la dimora con nel palazzo fatto costruire dalla madre, la du- chese di Crotone, di G. F. Marino Marzano Ruffo pitture e sculture artisti di notevole spessore chessa Antonia Spatafora e Alliata. La vedo- principe di Rossano, duca di Sessa e di Squillace, tra cui lo scultore Andrea Ferreri, autore del- va Ruffo finanziò la costruzione, essendosi conte di Montalto di Alife, figlio ed erede della ce- la statua della Vigilanza, posizionata al termi- presentata l’occasione propizia, di una son- lebre Cobella Ruffo»6. ne della prima rampa dello scalone di pietra tuosa dimora a Messina per il ramo cadetto La collezione di quadri del Ruffo compren- bianca che conduce al piano nobile. Tale ar- dei Ruffo di Bagnara. Ella infatti si offerse di deva 364 opere di artisti di fama internazio- tista progettò anche la ricca decorazione a completare i lavori, intrapresi dal Senato mes- nale del calibro di: Brughel, Durer, Novelli, stucco che ricopre la parete della scalinata, sinese, costruendo un palazzo a livello di Polidoro da Caravaggio, Poussin, Mattia Pre- adornata dai medaglioni dei sei papi che si quelli già iniziati, per continuare decorosa- ti, Guido Reni, Tiziano, Tintoretto, Anniba- mostrarono munifici con la città9. Un altro ar- mente la strada Emmanuela2. Lo scalone di le Carracci, Paolo Veronese, Pietro da Cor- tista bolognese, Vittorio Bigari, dipinse un af- palazzo Ruffo, che portava alle stanze e alla tona, Dossi, Guercino, Palma il Vecchio, Gio- fresco della Religione Cattolica rappresenta- galleria, era adorno di varie statue di marmo, vanni l’Olandese, Vincenzo Romano, Andrea ta dal papato e dalle provincie ad esso sotto- tra cui un busto di Pallade, comprato a Na- Sacchi, Claudio Lorenese, Carlo Maratti, Ca- poste, Ravenna, Bologna e Ferrara, raffigu- 10 Fig. 1. Ignoto artista meridionale, Antonio Ruffo, Principe della Scaletta. poli nel 1671, quello di Scipione l’Africano, stiglione, Giacinto Brandi, Luca d’Olanda, rate simbolicamente in vesti eroiche . Com- Messina, Collezione della Nobile Arciconfraternita degli Azzurri fatto da Gaspare Serpotta in Palermo, un Salvator Rosa, Van Dyck, Vouet, De Ribera pleta il ciclo settecentesco, del palazzo, la “gal- mezzo busto di Giulio Cesare con la corona detto lo Spagnoletto, Artemisia Gentileschi leria” la cui volta è decorata con affreschi in di lauro in testa, acquistato a Napoli il 20 Giu- ecc7. cui domina il tema religioso: la glorificazione gno 1673, e altre opere. Le sale erano state L’altro grande mecenate di Casa Ruffo è il di San Francesco accolto dalla Santa Trinità decorate da artisti di notevole fama come il Cardinale Tommaso (1653-1753) la cui car- sullo sfondo di un cielo chiarissimo, anima- napoletano Nunzio Russo, Antonio Bova, riera ecclesiastica conobbe un successo sen- to da nuvole, putti e leggiadre figure allego- Agostino Scilla3. za pari tanto da diventare decano del Sacro riche11. Tommaso Ruffo, fu un grande colle- La dimora con la sua pinacoteca, il medagliere, Collegio Cardinalizio. Fu a Ferrara che l’alto zionista di opere d’arte attribuite ai grandi ar- le argenterie artistiche, i ricchi arazzi, gli splen- prelato, come legato pontificio, mostrò tutto tisti del Cinquecento e del Seicento tra cui didi affreschi, divenne un luogo di incontro il suo mecenatismo. Qui infatti si preoccupò Giorgione, Tiziano, Bassano, Correggio, Raf- degli intellettuali del tempo. Artisti, letterati, molto per l’erezione della Cattedrale, alla qua- faello, Parmigianino, Caravaggio, i Carracci, scienziati erano soliti soggiornare nel palaz- le poi donò preziose reliquie, paramenti son- Guido Reni e Guercino, Rubens, Van Dyck, zo, ed anche dopo la morte del principe don tuosi e arredi sacri, e per la ricostruzione del Velasquez, Giordano, Solimena, ecc.12 Antonio, i suoi figli, tra cui vi erano musici- Palazzo arcivescovile, quale sua dimora prin- Il Cardinale fece anche erigere il Seminario, sti, pittori, poeti ed oratori, continuarono l’o- cipesca: l’Episcopio e due magnifiche ville come af- pera del padre arricchendo la biblioteca e fa- «Il 12 luglio 1717 – Il Card. Ruffo volendo abita- ferma il Moroni: ESPERIDE, nn. 5/6, gennaio-dicembre 2010 cendo del loro palazzo una vera e propria fu- re un Palazzo più signorile di quello che era prima, «A Ferrara narrai quanto fu benefico e generosissi- ESPERIDE, nn. 5/6, gennaio-dicembre 2010 cina di cultura4. Una sensibilità verso l’arte e incominciò a disfare il vecchio per rifabbricarne un mo come Legato e come Vescovo, nella città e nella il bello che don Antonio trasmise soprattut- nuovo di tutta pianta secondo disegno di un archi- diocesi... Compì la fabbrica della Cattedrale, per la to al figlio Antonino, musicista, pittore e let- tetto venuto da Roma chiamato Tommaso Mattei, e quale destinò le proprie rendite della Mensa, l’arric- Fig. 2. Pier Leone Ghezzi, Cardinale Tommaso Ruffo. Roma, Galleria 48 d’Arte Antica 49 8 Tommaso Mattei, architetto romano, operoso a Roma e dintorni verso la fine del XVII secolo e l’inizio del XVIII, fu un bino al vecchio Simeone nel tempio ed altre nove figure pagato dell’E.mo Ottoboni – sc. 600». M. A. De Angelis, La cappella Ruffo in San allievo del celebre Carlo Fontana che progettò il palazzo dei Ruffo di Bagnara a Napoli, nei pressi dell’odierna piazza Dan- Lorenzo in Damaso a Roma, in “Ricerche di Storia dell’arte. Estratti”, Carocci editore, anno 2008, n. 94, p. 68. te, commissionatogli nel 1660 da Fabrizio Ruffo, duca di Bagnara. Mattei fu membro dell’Accademia di San Luca dove fra 16 Ibidem, p. 73; v. n. 11. l’altro nel 1706/7 ricevette il titolo di accademico di merito insieme ad Antonio Ferri e Filippo Juvarra. AA. VV., Palazzo 17 G. Leone, E. De Rose, Giuseppe Pascaletti (1699-1757) di Fiumefreddo Bruzio. Un percorso artistico tra la Calabria Napoli e Ro- arcivescovile. Il cardinale Tommaso Ruffo a Ferrara 1717-1738, Gabriele Corbo Editore, Ferrara, Roma 1994, pp. 67-70. ma, Rubbettino, Soveria Mannelli 2007, pp. 122-123. 9 Si tratta, in ordine cronologico, di Urbano III, Gregorio VIII, Eugenio IV, Clemente VIII, Innocenzo XII e Innocenzo 18 «Palazzo Ruffo, sito in Roma nel rione Trevi, di fronte al palazzo dei Colonna. Precedentemente di proprietà, in ordine di tempo, delle fa- XIII. Ibidem, pp. 71-82. miglie Cybo, Altemps e degli Isimbardi, acquistato dal cardinale Tommaso Ruffo, per la prelatura della sua famiglia. Lo fece rimodernare dal- 10 F. Haskell, Mecenati e pittori. Studio sui rapporti tra arte e società italiana nell’età barocca, Sansoni, Firenze 1966, pp.