Il direttore responsabile un cuore verde quello che pulsa nella provincia vibonese, capace di esprime- Enrico De Girolamo re in un ambito territoriale circoscritto e ben delimitato una sintesi perfetta tra mare e montagna, tra un’economia turistica che si manifesta principal- mente lungo la fascia costiera e una realtà rurale che, invece, caratterizza il Èlussureggiante entroterra. Una dimensione territoriale dalla duplice valenza che rappresenta, però, un unicum culturale e storico, espressione di un’identità che tutto comprende senza soluzione di continuità. È proprio in questa multiforme natura che si esprime una delle maggiori potenzialità del Vibonese, che offre al visitatore un ventaglio di opportunità diffi cil- mente riscontrabili altrove. Ecco, allora, che all’orizzontalità di un mare cristallino, si contrappone la verticalità del massiccio delle Serre e la sua atmosfera alpina, con i boschi e le radure, i ruscelli e le cascate, a sovvertire prospettive visive e suggestioni paesaggistiche. La montagna, dunque, rappresenta un imprescindibile “luogo” per questa provincia, una realtà complementare a quella costiera, sebbene profondamen- te diversa. La Camera di Commercio è fortemente consapevole dell’importanza di questa preziosa risorsa territoriale e in questo numero di Lìmen abbiamo voluto foca- lizzare l’attenzione sulle prospettive di sviluppo dell’entroterra vibonese, ma avendo sempre presente la necessità, prima di ogni altra cosa, di agire nel rispetto dell’eco- sostenibilità. In quest’ottica si inserisce l’interessante ricerca promossa dall’Ente ca- merale sulle potenzialità del settore legno, ancora in parte inespresse. Uno studio che traccia con meticolosità lo scenario di riferimento, analizzandone criticità e punti di forza, per poi delineare precise strategie di intervento. Un’economia, quella montana, indissolubilmente legata alla natura, come per gli ultimi carbonai che operano nel fol- to dei boschi serresi e che ancora oggi utilizzano secolari tecniche artigianali per pro- durre il carbone di legna più apprezzato dagli chef e dagli appassionai di cucina “alla brace”. Ma da queste parti montagna signifi ca anche echi di un passato misconosciu- to ai più, come quelli che evocano i ruderi delle Ferriere di Mongiana, il maggiore complesso siderurgico del regno borbonico. Di un passato molto più remoto si nutre, invece, il mistero dei megaliti di Nardodipace, piccolo centro montano che gode or- mai di fama internazionale grazie alle colossali formazioni rocciose che costellano i suoi boschi e che secondo alcuni rappresenterebbero la testimonianza archeologica di un popolo preistorico dedito ad enigmatici riti astrologici. Tesi, però, che non trova riscontri nella comunità scientifi ca, della quale riportiamo la posizione uffi ciale gra- zie al contributo offerto alla nostra rivista da due autorevoli ricercatori universitari. Certa, invece, è l’origine ellenica di una necropoli scoperta durante i lavori di scavo per la realizzazione di una nuova strada e che ora catalizza l’attenzione degli archeo- logi, anche in considerazione del fatto che all’interno delle tombe sono stati ritrovati scheletri umani risalenti a circa di 2.500 anni. Come in ogni numero, non mancano poi argomenti legati all’attività dell’Ente camerale, a cominciare dall’indagine sullo stato del sistema produttivo locale svolta dall’Osservatorio economico provinciale che ci offre un quadro esaustivo della situazione contingente e delinea l’andamento futuro nel medio periodo. Altrettanto rilevante è il rapporto su Basilea 2, che analizza con puntualità gli effetti sulle Pmi del nuovo accordo internazionale relativo alle mo- dalità di accesso al credito bancario. Sempre con riferimento all’attività della Camera di Commercio, questa volta in qualità di ente attuatore dei provvedimenti a favore delle imprese danneggiate dall’alluvione del luglio 2006, grande interesse suscitano gli articoli che rendono conto delle procedure di erogazione degli aiuti economici e degli accordi promossi per facilitare l’accesso al credito. Infi ne, come al solito, spazio all’arte, con il resoconto su un’importante mostra che ha visto esporre a Vibo Valentia i maggiori artigiani calabresi e l’articolo sulla maestria pittorica di uno dei maggiori artisti calabresi del Settecento, Giuseppe Pascaletti.

settembre / ottobre 3 2007 Il direttore editoriale egli ultimi due decenni tanto l’economia italiana quanto il sistema Michele Lico fi nanziario hanno subito signifi cative modifi cazioni strutturali, ma Presidente Camera di Commercio di Vibo Valentia poco sembra essere cambiato nel rapporto banca/impresa se è vero, com’è vero, che sempre aperto è rimasto il dibattito sulla imputabi- Nlità o meno di gran parte dei problemi strutturali delle imprese ad un apparato bancario che non riesce ad offrire servizi in grado di stimolare l’innovazione, gli investimenti e la competitività interna. Si contesta in particolare un costo troppo alto dei prestiti, quantitativamente insuffi cienti, e una gamma di servizi troppo PRESIDENTE limitata e poco effi ciente. Michele Lico Un giudizio negativo che investe tanto le banche italiane nel loro complesso rap- portate a quelle degli altri Paesi, tanto, e soprattutto, le banche operanti nel Mez- CONSIGLIO CAMERALE GIUNTA CAMERALE zogiorno d’Italia relazionate al resto del territorio nazionale. per il settore AGRICOLTURA Michele Lico - Presidente Un dato di fatto è inconfutabile: il credito è sicuramente uno dei fattori importan- Filoreto Fondacaro Francesco Gioghà - Vice Presidente ti per lo sviluppo di un’impresa e complessivamente di un sistema economico. Ercole Massara Giuseppe Caffo Analizzando l’infl uenza dei fattori istituzionali sull’avanzamento dei sistemi Domenico Petrolo Bruno Valeriano La Fortuna Paolo Pileggi Ercole Massara produttivi locali risulta evidente come è proprio il modo in cui in un dato luogo Michele Vartuli Antonello Meddis vengono a radicarsi valori, saperi, bisogni e istituzioni a determinare possibilità Paolo Pileggi e risorse per lo sviluppo. per il settore ARTIGIANATO Giuseppe Rito Una chiave di lettura dei differenziali geografi ci dello sviluppo locale è proprio Rosario Carbone Francesco Gioghà nella relazione tra crescita socio economica e quella dei mercati fi nanziari e ban- REVISORI DEI CONTI cari e nel ruolo delle infrastrutture creditizie, derivando che un sistema creditizio per il settore COOPERATIVE locale effi ciente è una variabile istituzionale decisiva per la competitività di un Antonello Meddis Michele Montagnese - Presidente Massimo Corso territorio. per i settori CREDITO, Francesco Schiumerini Laddove quindi le banche hanno saputo riconoscere i segni della vivacità im- ASSICURAZIONI E SERVIZI ALLE IMPRESE prenditoriale delle piccole e medie imprese dando loro credito e fi ducia si sono Giuseppe Macrì consolidati i processi di crescita economica individuali e globali. In altre aree, Antonino Nicocia SEGRETARIO GENERALE Dr. Antonio Gallo Cantafi o come quelle meridionali, dove questo non è accaduto, il tessuto delle PMI ha per il settore INDUSTRIA iniziato a svilupparsi con mille diffi coltà, e si è punato, così, a forme di autofi na- Giuseppe Caffo ziamento penalizzanti investimenti, innovazione, ricerca. Una strada percorribile Antonio Gentile Michele Lico per migliorare il dialogo tra imprese e attori bancari potrebbe essere quella di lavorare sul contenimento dell’asimmetria informativa accrescendo il livello di per il settore TURISMO informazioni che la banca possiede sull’impresa. “Basilea 2” potrebbe essere una Giuseppe Rito nuova occasione sempre che le banche dimostrino di non essere semplici erogato- per le ORGANIZZAZIONI SINDACALI DEI LAVORATORI ri di denaro e che il rigore non esclude la possibilità della conoscenza. Bruno Valeriano La Fortuna La Camera di Commercio di Vibo Valentia è attiva nel favorire questo processo di dialogo e conoscenza. L’Osservatorio Economico Provinciale 2008, il Rapporto per le ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI Luciano Prestia sull’affi dabilità delle imprese della provincia con richiami al nuovo regime di Basilea 2, le convenzioni stipulate con il sistema bancario per favorire l’accesso al credito agevolato alle imprese colpite dall’alluvione del 2006 sono anche modi per intensifi care le relazioni tra banche e imprese locali rendendole funzionali al rilancio di un territorio che, dalla fascia costiera all’entroterra, è ricco di risorse e di potenzialità produttive, così che meritano attenzione e fi ducia le idee e i pro- getti signifi cativi e utili ad uno sviluppo reale e competitivo.

4 settembre / ottobre settembre / ottobre 5 2007 2007 DIRETTORE EDITORIALE Michele Lico Presidente CCIAA SOMMARIO

DIRETTORE RESPONSABILE Enrico De Girolamo

COMITATO SCIENTIFICO Alluvione, la Camera di Commercio eroga Osservatorio Economico Provinciale 2007 Tonino Ceravolo 8 40 storico i contributi in acconto alle imprese danneggiate Francesco De Grano dirigente Regione Giuseppe Fiorillo Credito agevolato alle imprese alluvionate Artigianato, le opere dei maestri calabresi arciprete Duomo di San Leoluca 11 46 Silvestro Greco biologo in mostra a Vibo Valentia Maria Teresa Iannelli direttrice Museo V. Capialbi Andrea Lanza L’affidabilità delle imprese Nardodipace, la Stonehenge italiana economista 14 52 Giampiero Monteleone della provincia di Vibo Valentia notaio Giacinto Namia storico Risorsa legno I lavori per la variante di Badia Vito Teti 18 58 antropologo svelano una Necropoli

REDAZIONE Maurizio Caruso Frezza I Carbonai Carlo Felice Crispo Rosanna De Lorenzo 24 62 Raffaella Gigliotti folletti della memoria il primo sindaco del dopoguerra Ernesto Matera Anselmo Pungitore Le Reali Ferriere di Mongiana Giuseppe Pascaletti PROGETTO GRAFICO 30 66 E IMPAGINAZIONE Un percorso artistico tra Francesco Romano la Calabria, Napoli, Roma... e Vibo Valentia STAMPA Sentiero Frassati Romano Arti Grafi che 34 Tropea (VV) da Serra a Mongiana tra natura e misticismo

FOTO © Archivio Romano Arti Grafi che © Studio Krom © Archivio C.C.I.A.A.

Direzione e redazione Camera di Commercio di Vibo Valentia tel 0963.44011 - fax 0963.44090 [email protected]

Registrazione Tribunale n° 3 del 2006

In copertina: una cascata nei boschi delle Serre (foto di Michelangelo Serra)

6 settembre / ottobre 2007 di Rosanna De Lorenzo Gli aiuti economici relativi ono arrivate le prime provvidenze per le imprese a questa prima tranche ammontano vibonesi colpite dall’alluvione del 3 luglio 2006. a circa 3 milioni di euro Si tratta dei fondi destinati all’erogazione dei contributi in acconto per la ripresa delle attività e rappresentano un’anticipazione produttive.S Benefi ciari i soggetti ex art.5 dell’Ordinan- sui fi nanziamenti che verranno za Presidente Consiglio dei Ministri n. 3531/2006 cer- destinati alle aziende vibonesi tifi cati idonei dalla Commissione di verifi ca e controllo dall’Accordo di programma appositamente istituita dalla Camera di Commercio, a ALLUVIONE quadro tra Stato e Regione suo tempo nominata, dal Commissario Delegato Agazio Loiero, soggetto attuatore per le attività di ricognizione La Camera di Commercio eroga i contributi e quantifi cazione dei danni alle imprese. La complessi- va somma di 3.158.747 euro è stata temporaneamente reperita dal Commissario delegato con il ricorso al Fon- in acconto alle imprese danneggiate do unico per l’Industria, con un’anticipazione che sarà successivamente portata in detrazione dall’importo im- pegnato nell’Accordo di Programma Quadro “Sviluppo Locale - Emergenza Alluvione Vibo Valentia”. Un se- gnale di fi ducia per le imprese, a cui è stata tempestiva- mente assicurata la disponibilità del contributo grazie alla solerzia con cui la Camera di Commercio ha prov- veduto ad emettere i relativi mandati di pagamento. Le procedure, infatti, sono state condotte e completate nell’arco di pochi giorni dalla data in cui l’Ente ha otte- nuto l’accreditamento dei fondi dalla Regione Calabria. Con l’erogazione dei contributi in acconto, la Camera di Commercio ha portato a conclusione le attività previste, per questa prima fase, nella convenzione stipulata con il Commissario delegato e dirette a sostenere la ripresa delle attività produttive danneggiate dall’improvviso e imprevedibile evento meteorologico che all’inizio di lu- glio dello scorso anno ha colpito la fascia costiera della provincia vibonese, particolarmente nel tratto tra Vibo Marina e Portosalvo, nonché alcuni centri dell’entroter- ra. Come ha sottolineato il presidente della Camera di Commercio, Michele Lico, le risorse fi nanziarie così ero- gate in acconto a future provvidenze, sono sicuramente un positivo segnale per le aziende alluvionate, ma non sono assolutamente suffi cienti a risollevare un’economia fortemente compromessa, che attende ancora signifi ca- tive azioni di sostegno. Con l’erogazione dei contributi in acconto, infatti, si è dato attuazione a quanto previsto dall’OPCM 3531/2006, mentre per dar corso alla secon- da fase, e quindi alla programmazione pluriennale pre-

settembre / ottobre 9 2007 vista dalla successiva OPCM 3540/2006, tutto è rimesso all’approvazione dell’Accordo di Programma Quadro “Sviluppo Locale - Emergenza alluvione Vibo” da parte del competente Ministero per lo Sviluppo economico e alla successiva sottoscrizione dell’intesa con la Regione Calabria. Questione non di poco conto perché, a questa seconda fase, sono interessate anche quelle aziende che, pur pre- ventivamente ammesse all’istruttoria per la concessione del contributo in acconto, a fi ne procedura non hanno avuto riconosciuto il benefi cio per carenza di documen- tazione integrativa o per accertata copertura assicurati-

Sopra, l’incontro tenutosi nel novembre del 2006 con le associazioni ed i comitati per illustrare criteri e modalità per la liquidazione dei con- tributi in acconto alle imprese alluvionate - da sinistra Eugenio Filice e Raffaele Niccoli, rispettivamente funzionario e responsabile Dipar- timento protezione Civile regione Calabria; Michele Lico, presidente della Camera di Commercio; Maurizio Caruso Frezza, funzionario ca- merale. A fi anco, il commissario delegato per l’emergenza alluvione, Agazio Loiero, Governatore della Calabria (foto Francesco Mazzitello). a disponibilità di no essere tutte le imprese va. Anche queste, infatti, avranno titolo e diritto a par- risorse fi nanziarie attive alla data di pubblica- tecipare alle misure di fi nanziamento contemplate dalle è per le imprese zione del bando e ammesse linee guida dell’Accordo di programma Quadro. condizione essen- al benefi cio del contributo L’accordo, suddiviso in tre linee di intervento, riserva la Lziale per una tranquilla ge- in acconto secondo quan- seconda, “Linea B”, ai contributi da concedere alle im- stione ordinaria e per piani- to certifi cato dalla Camera prese che, avendo subito danni a seguito dell’alluvione, fi care investimenti; tanto più lo diventa in situazioni di di Commercio ai sensi dell’OPCM 3531/2006 e delle vogliono realizzare un investimento, per avvio o ripresa criticità, come succede in caso di eventi eccezionali che successive ordinanze commissariali. Sono escluse dal- dell’attività, eventualmente anche in una sede deloca- rischiano di rallentare o paralizzare la produzione. In la misura le imprese agricole, passate alla competenza lizzata. «Una prospettiva questa - precisa il Presidente questi casi disporre di maggiore liquidità signifi ca poter dell’Amministrazione provinciale di Vibo Valentia con Lico - che fa ben sperare nella possibilità di un effettivo scongiurare anche l’estrema conseguenza della chiusu- ordinanza commissariale n. 19/2006. rilancio dell’economia locale. Le diffi coltà per il nostro ra dell’azienda. È per queste ragioni che, a favore delle Le imprese potranno ottenere la concessione del fi nan- territorio, non ancora completamente superate e rese imprese colpite dall’alluvione del 3 luglio 2006, la Ca- ziamento agevolato in funzione di defi niti program- ancor più evidenti ogni volta che si verifi cano precipi- mera di Commercio ha adottato un’ulteriore misura di mi di investimento e precisamente per acquisto, ripa- tazioni intense, richiamano l’urgenza di una seria pro- sostegno, specifi ca per agevolare l’accesso al credito e razione e/o sostituzione di attrezzature e macchinari; grammazione per la messa in sicurezza del territorio, così accelerare i processi di ripresa e rilancio delle atti- opere murarie di ripristino dagli immobili aziendali; sovvertendo la logica assolutamente ineffi cace degli in- vità produttive. rifacimento e/o adeguamento a norma degli impianti; terventi tampone. Intorno a queste questioni di eviden- Allo scopo è stata siglata un’apposita convenzione tra la reintegro delle scorte di magazzino; ricostruzione della te attualità, auspichiamo si concentri l’attenzione e la Camera di Commercio e Banca Carime di Vibo Valentia, liquidità aziendale. cooperazione di quanti sono deputati, per competenza, Banca di Credito Cooperativo di Maierato, Confi di Ca- Il fi nanziamento, in misura non inferiore a 10.000 euro all’adozione di programmi e scelte operative e a cui la labria e Fidart Calabria. e fi no ad un importo massimo di 30.000 euro, potrà es- Camera di Commercio conferma fattiva collaborazione A benefi ciare del programma di fi nanziamento potran- sere concesso sotto forma di mutuo chirografario, non e partecipazione».

10 settembre / ottobre settembre / ottobre 11 2007 2007 cumulabile con le agevolazioni di microcredito già av- viate dalla Camera di Commercio per le imprese femmi- nili danneggiate dall’alluvione. Il fondo, appositamente costituito da Camera di Commercio e Regione Calabria per l’abbattimento totale degli interessi che matureran- no sui prestiti erogati alle imprese, è di 540.000 euro e verrà utilizzato, fi no ad esaurimento, esclusivamente per abbattere il tasso debitorio ordinario senza alcu- na estensione al tasso di mora o per tempi eccedenti la durata del contratto di fi nanziamento, comunque non superiore ai 60 mesi, comprensiva del periodo di pre- ammortamento. Sono esenti da spese tanto l’istruttoria quanto l’eventua- le estinzione anticipata. I Confi di convenzionati preste- ranno garanzie a copertura fi no ad un massimo del 50% dell’importo del fi nanziamento concesso. La garanzia avrà un costo una tantum pari all’1% del fi nanziamento concesso. L’istruttoria e la valutazione di merito credi- tizio sarà di esclusiva competenza degli Istituti bancari convenzionati che procederanno in piena autonomia e discrezione nel rispetto dei propri regolamenti interni e della normativa che disciplina l’attività creditizia. «Con questa misura - precisa il presidente della Camera di Commercio, Michele Lico - si ampliano le possibilità per le imprese danneggiate di riprendere e sviluppare la propria attività produttiva. La convenzione con gli Isti- tuti bancari ed i Confi di è frutto di un impegno e di un lavoro di mediazione costante e silenzioso che la Came- ra di Commercio, quale soggetto attuatore, ha portato avanti in questi mesi per consentire alle imprese un be- nefi cio integrativo ai contributi in acconto che proprio in questi giorni abbiamo erogato. La Camera di Com- mercio vuole incoraggiare gli imprenditori a guardare avanti con fi ducia e lo fa con azioni mirate e concrete. Con questo intervento le imprese potranno disporre di ulteriore liquidità eliminando l’aggravio degli interessi sul capitale e così pensare, con maggiore tranquillità, a riorganizzare i processi produttivi interrotti o rallentati. Un risultato che ancora una volta dimostra come la si- nergia con la Regione Calabria, ed in questo caso anche con gli Istituti di credito ed i Confi di, dia maggiore forza ed effi cacia alla volontà di quanti, effettivamente, si im- pegnano a lavorare positivamente per il territorio». Un impianto industriale di Portosalvo

settembre / ottobre 13 2007 di Raffaella Gigliotti entrata in vigore del nuovo accordo di Basi- spettive sia possibile intervenire per un reale sviluppo lea sui requisiti patrimoniali delle banche è socio-economico. destinato ad avere conseguenze importanti La simulazione è stata effettuata su un campione di 300 sull’accesso al credito da parte delle impre- imprese della provincia di Vibo Valentia e si è basata L’se, ma molte delle piccole e medie imprese dimostrano sull’applicazione di uno specifi co modello econometri- di non essere ancora adeguatamente preparate ad af- co. L’analisi si è concentrata su alcune variabili di rife- frontare gli effetti della nuova regolamentazione. rimento, verifi cando se e in che misura esse vadano a La Camera di Commercio di Vibo Valentia, in collabo- incidere sulla distribuzione delle imprese lungo la scala razione con il Consorzio camerale per il Credito e la di ranking (solvibilità, vulnerabilità, rischio). Finanza di Milano, ha avviato, in concomitanza con la In generale, la simulazione presenta risultati buoni: progressiva adozione delle nuove regole da parte del- l’88,3% del campione, infatti, non appare a rischio ele- le banche, una serie di iniziative di studio e ricerca, in- vato di default (stato di insolvenza) e il 7% si colloca formazione e divulgazione su Basilea 2. Ed è tra queste nella fascia di eccellenza della scala di ranking. È un iniziative che rientrano il rapporto “L’affi dabilità delle dato meno brillante di quello emerso nel campione na- imprese nella provincia di Vibo Valentia” ed il semina- zionale del 2005, dove le imprese più solide costituivano rio di formazione ed informazione “Basilea 2: il nuovo il 10,3% del campione. È da rilevare, d’altra parte, che è approccio banca-impresa”. anche più numerosa la presenza di imprese in fascia di Conoscere le tematiche relative all’accesso al credito per rischio, dove all’11,7% del campione provinciale si con- le piccole e medie imprese e l’ampio processo di rifor- trappone una media dell’1,1% a livello nazionale. ma normativa e regolamentare che investe il sistema L’81,3% del campione vibonese si colloca in una fascia L’analisi, promossa dalla Camera di Commercio, è stata condotta su un campione di 300 imprese, del credito italiano ed internazionale è sempre più im- intermedia denominata “di vulnerabilità”, che non indi- tra ditte individuali e società di persone, ed è fi nalizzata alla valutazione del livello di rischiosità di questa tipologia portante ai fi ni del sostegno allo sviluppo dei sistemi ca un rischio più o meno imminente di default ma che, di imprese ed alla realizzazione di un benchmark di riferimento per le micro-aziende, alla luce del processo di valutazione che il sistema creditizio sarà chiamato a svolgere per effetto del nuovo accordo di Basilea 2 economici e dei tessuti imprenditoriali locali. Basilea 2 comunque, segnala, alla stregua di un campanello d’al- e la riforma dei principi contabili internazionali da un larme fi nanziario, la presenza di criticità via via più con- lato, la legge sul risparmio e legge sui confi di dall’altro, sistenti, tali da favorire, potenzialmente, il verifi carsi di richiedono di rivedere i rapporti banca-impresa e la va- crisi di liquidità a fronte di eventi negativi o imprevisti. lutazione delle garanzie concesse dai confi di, così come Alcune delle variabili considerate si sono dimostrate la valorizzazione di canali alternativi di fi nanziamento utili per discriminare tra i diversi livelli di rischiosità (venture capital, accesso a nuovi mercati quali il MAC delle imprese del campione. L’analisi della forma giu- -Mercato Alternativo dei Capitali per le PMI). ridica, ad esempio, evidenzia una maggiore rischiosità Per superare le diffi coltà legate alla valutazione del me- relativa delle ditte individuali (14% in fascia di Rischio, rito del credito delle imprese meno strutturate, Basilea 2 contro il 7,5% delle società di persone), pur se, per con- ha concesso alle banche la possibilità di trattare queste tro, esse presentano anche la maggiore consistenza nu- imprese in pool, ovvero di giudicarne complessivamen- merica nella fascia di Solvibilità (7,3% contro il 6,5%). te la rischiosità sulla base di comuni caratteristiche set- Le imprese del commercio e dei servizi appaiono le più toriali, geografi che, di mercato. Importante è allora per robuste, collocandosi particolarmente numerose nel- le banche disporre di studi, di serie storiche, di simula- la fascia di eccellenza (rispettivamente con il 9,5% e il zioni attendibili. 7,6%) e, al contempo, presentando una minor incidenza In tale contesto, il rapporto ”L’affi dabilità delle imprese di aziende ad alto rischio rispetto alla media (rispetti- della provincia di Vibo Valentia”, presentato il 10 otto- vamente 8,3% e 10,2%). Allo stesso modo, dimensioni bre scorso dalla Camera di Commercio, rappresenta un organizzative, anagrafi che e, per certi versi, anche di passaggio utile per comprendere lo “stato di salute” del mercato, incidono in misura più o meno notevole sul tessuto produttivo locale e su quali basi e con quali pro- posizionamento delle imprese lungo la scala di ranking.

settembre / ottobre 15 2007 Al crescere della struttura delle aziende, infatti, appare A completamento del lavoro, l’Ente camerale, solleci- Distribuzione delle imprese del campione lungo la scala di ranking per forma giuridica migliore, in modo più o meno evidente, il risultato in tato dal proprio Comitato imprenditorialità femminile, termini di solidità fi nanziaria. Signifi cativi sono, inol- ha voluto dedicare uno specifi co focus alle imprese in tre, i risultati relativi al rapporto con il sistema ban- rosa che stanno acquisendo un ruolo sempre più im- Solvibilità Vulnerabilità Rischio Totale cario emersi dall’indagine. Le imprese dimostrano di portante nel contesto produttivo locale. Si tratta di im- coltivare rapporti duraturi, nella maggior parte dei casi prese tendenzialmente giovani, con un mercato limitato Ditte individuali 7,3% 78,8% 14,0% 100,0% con una sola banca, ma si tratta di un rapporto a volte nella maggioranza dei casi ai confi ni provinciali, anche diffi cile, dove il costo del credito rimane una questione in considerazione della preponderante presenza di im- Società di 6,5% 86,0% 7,5% 100,0% aperta. Conoscenza personale con i responsabili di fi lia- prese del commercio e dei servizi al dettaglio. Il rap- persone le e disponibilità adeguata di garanzie restano, per buo- porto con le banche, confermando il trend complessivo na parte delle aziende, elementi decisivi per facilitare la del campione provinciale, è profondo e notevolmente Campione 7,0% 81,3% 11,7% 100,0% concessione del credito, mentre è ancora relativamente fi delizzato ma, al tempo stesso, è viva la sensibilità al scarsa l’attenzione alla patrimonializzazione e ad altri problema dell’accesso al credito. elementi “quantitativi” su cui si dovrebbe invece con- Il presidente della Camera di Commercio, Michele centrare l’analisi degli effetti operativi di Basilea 2. Lico, ha sottolineato come «questa simulazione am- Distribuzione delle imprese del campione lungo la scala di ranking per macro-settore

Confronto tra il campione provinciale e quello nazionale Solvibilità Vulnerabilità Rischio Totale Ranking campione Ranking Campione Classe Commercio 9,5% 82,1% 8,3% 100,0% provinciale nazionale Solvibilità 1 0,0% 3,0% Costruzioni 2,3% 83,7% 14,0% 100,0% Solvibilità 2 2,0% 3,2% Solvibilità 3 5,0% 4,1% Manifatturiero 5,5% 76,4% 18,2% 100,0% Solvibilità 7,0% 10,3% Servizi 7,6% 82,2% 10,2% 100,0% Vulnerabilità 1 11,7% 13,1% Vulnerabilità 2 35,3% 30,4% Campione 7,0% 81,3% 11,7% 100,0% Vulnerabilità 3 12,7% 28,9% Vulnerabilità 4 12,0% 14,7% bisce a evidenziare, stimolare, proporre e favorire la di Commercio, il sistema bancario, le imprese e le altre condivisione e la discussione di politiche e strategie istituzioni di prossimità operanti sul territorio». Par- Vulnerabilità 5 9,7% 1,4% attivabili per sostenere lo sviluppo del territorio». «Svi- ticolarmente partecipato il seminario di formazione e Vulnerabilità 81,3% 88,5% luppo - ha continuato Lico - che, sempre più, è fatto di informazione “Basilea 2: il nuovo approccio banca - im- conoscenza e di capacità di operare in rete. L’augurio è, presa”. Oltre sessanta le adesioni, provenienti da asso- Rischio 1 3,7% 0,5% quindi, di poter contribuire, anche con questo lavoro, ciazioni imprenditoriali di categoria, banche, imprese, Rischio 2 4,3% 0,6% ad ampliare e approfondire le occasioni di incontro e ordini professionali. confronto tra tutti i soggetti che operano per la crescita Una partecipazione, dunque, ampia e qualifi cata, a con- Rischio 3 3,7% 0,0% del sistema socio-economico locale. I risultati di questa ferma dell’interesse verso le iniziative dell’Ente came- Rischio 11,7% 1,1% ricerca si confi gurano, pertanto, come uno spunto per rale, riconosciuto rappresentativo ed autorevole riferi- una rifl essione puntuale ed approfondita tra la Camera mento sul territorio a servizio dei propri stakeholder.

16 settembre / ottobre settembre / ottobre 17 2007 2007 ddii MMaurizioaurizio CaruzoCaruzo FrezzaFrezza on circa 49mila ettari di boschi, a cui si ag- l’utilizzo di avanzate tecnologie Ict, nonché di automa- giungono 16mila ettari di uliveti, il Vibonese zione industriale. La situazione della struttura e della può contare su un grande patrimonio foresta- performance della fi liera legno-forestale della provincia le, da cui si ricava ogni anno circa un milione di Vibo Valentia, quindi, presenta signifi cative oppor- Ce mezzo di tonnellate di legname destinato a molteplici tunità di sviluppo, ma anche forti arretratezze e vincoli scopi, dalla produzione di semilavorati a quella di mo- che condizionano negativamente lo sfruttamento di tali bili, dalla realizzazione di componenti per l’edilizia fi no opportunità. In particolare, tra le cause che frenano la all’utilizzo per il restauro di beni storici e architettonici. crescita del settore, si evidenzia la bassa qualità della Sulla base di questa importante premessa, la Camera di maggioranza dei legnami prodotti; lo sfruttamento del Commercio ha individuato, con la collaborazione del legname prodotto per applicazioni elementari a basso Consorzio del Mobile di Pesaro e del C.E.S.P., Azienda valore aggiunto; la scarsa integrazione fra produzione Speciale della Camera di Commercio di Matera, alcune silvicola e trasformazione industriale in loco, per cui linee di azione ritenute utili per impostare un program- la prima è prevalentemente “esportata” al di fuori del- ma in grado di favorire lo sviluppo strategico del siste- la provincia con riduzione del valore aggiunto locale; ma produttivo basato sulla silvicoltura e sulla trasfor- l’arretratezza del modello di business prevalente nelle mazione industriale dei suoi prodotti, con particolare imprese locali, accompagnata dall’inadeguatezza del- attenzione alla produzione di mobili e di altri prodotti le strutture organizzativo-gestionali rispetto all’attuale di arredamento. L’analisi offre un quadro di riferimento contesto competitivo. attuale e preciso sulle potenzialità del settore, sugge- rendo le linee di azione migliori per la crescita e l’am- LE FINALITÀ STRATEGICHE modernamento del comparto locale, costituito da oltre Tenendo presenti le criticità della fi liera legno-arredo, 700 imprese tra attività di silvicoltura, manifatturiere e sono individuabili come prioritarie le seguenti strategie commerciali connesse alla risorsa legno, in una provin- di intervento pubblico: cia dove il settore manifatturiero della lavorazione del a) Introdurre modalità appropriate di governo del pa- legno e dei prodotti per l’edilizia e la casa gioca un ruolo trimonio forestale in modo da accrescerne la qualità e la signifi cativo, rappresentando il terzo settore industriale produttività. locale, dopo l’alimentare ed il metalmeccanico. b) Promuovere la realizzazione di iniziative per l’utiliz- Ecco, in sintesi, i risultati della ricerca effettuata. zo delle biomasse per la produzione di energia. c) Estendere e qualifi care la produzione di componenti LE RISORSE: CRITICITÀ E OPPORTUNITÀ e di prodotti per il settore dell’arredamento, basati sulla Risorsa Dalla ricognizione del patrimonio forestale presente nel risorsa “legno”, attivando la costituzione di nuove im- territorio provinciale, emerge che esso è costituito prin- prese ed intervenendo sia nella fase di progettazione dei cipalmente da latifoglie (7000 ha), specie resinose (11000 prodotti sia in quella di fabbricazione e di commercia- ha), castagni e lecci (16000 ha), specie miste (15000 ha) e lizzazione. olivi (16000 ha). d) Rafforzare e qualifi care il sistema imprenditoriale La struttura industriale di riferimento si presenta assai locale, anche con l’introduzione di elementi strutturali frammentata su specifi che fasi del ciclo di trasformazio- che rendano continuativo tale processo. ne della risorsa legno, con una fortissima quota di im- e) Attivare rapporti di collaborazione e partenariato con LEGNO prese di piccola e piccolissima dimensione per lo più a i sistemi imprenditoriali esterni al territorio, nazionali Una ricerca promossa dalla Camera di Commercio carattere artigianale (il 60%). Inoltre, la grande maggio- ed esteri, che consolidino e approfondiscano i processi traccia le linee strategiche di intervento ranza di queste imprese si concentra sul momento pro- di qualifi cazione del sistema imprenditoriale locale. per valorizzare al meglio il patrimonio boschivo duttivo, con limitata attenzione alla innovazione di pro- dotto ed alla commercializzazione al di fuori del mer- LINEE D’AZIONE vibonese, dalla produzione di semilavorati cato locale. Anche i modelli organizzativi e gestionali Per il conseguimento delle fi nalità strategiche indivi- a quella di energia ecocompatibile delle imprese sono di tipo tradizionale e risulta limitato duate sono proposte precise linee d’azione. Innanzitut-

settembre / ottobre 19 2007 to, per il potenziamento del patrimonio forestale loca- (Pesarese, Veneto, Brianza, ecc.). Occorre, quindi, pun- le, occorre introdurre adeguate forme di governo dello tare sulla competitività di prezzo e qualità per consen- stesso, basato su regole ben defi nite e nell’ambito della tire all’offerta vibonese di inserirsi nei mercati di questi certifi cazione forestale di prodotto (Chain of Custody). distretti. Per rendere fattibile l’attuazione delle iniziati- Come è noto, la Chain of Custody fornisce, insieme al si- ve imprenditoriali fi nalizzate allo sfruttamento del pa- stema di certifi cazione FSC, i Principi e Criteri (P&C) trimonio forestale locale, occorre rafforzare e qualifi care per la gestione sostenibile delle foreste naturali e del- le imprese, i loro imprenditori ed i loro quadri tecnici e le piantagioni, secondo lo standard internazionale di gestionali. riferimento elaborato dal FSC. La certifi cazione avvie- In particolare per la modernizzazione dei sistemi azien- ne in conformità a standard locali, elaborati sulla base dali di produzione, si propone di realizzare: dei P&C tramite la partecipazione ed il consenso delle - Una serie di check-up della struttura tecnologica delle parti interessate. Possono essere oggetto di certifi ca- aziende in base ai quali si possano formulare suggeri- zione FSC sia singole proprietà forestali, sia organizza- menti e proposte su come introdurre innovazioni che zioni operanti nella trasformazione del legno. Possono incrementino l’effi cienza e la qualità del processo pro- inoltre richiedere la certifi cazione gruppi di aziende o duttivo. aziende che applicano procedure comuni e vengono va- - In base ai risultati dei check-up tecnologici, promuo- lutate come un’unica struttura. L’approccio della Chain vere progetti dimostrativi per l’introduzione in azienda of Custody è la base per l’elaborazione di un piano di di tecnologie innovative relativamente sia alle attività intervento sul territorio e sulle risorse. Un esempio di produttive sia a quelle commerciali e gestionali. Si tende tale piano di intervento è rappresentato dallo standard così ad evidenziare le migliori performance sul piano di buona gestione forestale dell’Arco alpino italiano che dell’effi cacia e dell’effi cienza, ottenibili con avanzati si- comporta una serie di norme e modalità preparatorie stemi di produzione e con le tecnologie per l’e-commer- per uno sviluppo sostenibile d’organizzazioni foresta- ce e più in generale l’e-business. li di limitata dimensione operativa. Tenuto conto del- Le tecnologie da analizzare sono sia quelle di progetta- le varietà legnose presenti nel territorio provinciale, si zione e produzione sia quelle ICT per applicazioni di segnalano il castagno, il faggio e l’abete come le specie automazione industriale e di gestione aziendale. su cui puntare, poiché per le loro caratteristiche sono Parallelamente e sinergicamente a questi interventi per più facilmente collocabili sul mercato e rappresentano l’innovazione dei sistemi aziendali di produzione, oc- inoltre la materia ideale per lo sviluppo d’aziende di corre procedere alla loro qualifi cazione e certifi cazio- seconda trasformazione del legno. Il mercato di sboc- ne. In quest’ottica, va promossa nelle aziende la prassi co più interessante è senza dubbio quello dell’edilizia, dell’utilizzo delle prove di laboratorio per verifi care la forte consumatore di prodotti tradizionali, (come trava- validità della progettazione dei prodotti e la qualità dei ture per capriate, listelli per sottotegole, tavole prismate processi di lavorazione, al fi ne di migliorare la propria per armature, tavole da ponteggio) e di prodotti inno- offerta sul mercato, incrementandone il valore aggiunto vativi (quali le travi lamellari, pannelli per casseformi, e la rispondenza alle esigenze di una domanda sempre pannelli isolanti, tavole maschiate, compensati fenolici più sofi sticata. A complemento ed integrazione di que- e pavimenti a posa fl ottante prefi nti o grezzi). Il pavi- ste azioni riguardanti la struttura fi sica e organizzativa mento a posa fl ottante è, in particolare, un prodotto a aziendale, occorre intervenire per la qualifi cazione delle forte espansione in Europa e potrebbe rappresentare risorse umane e della loro professionalità. In particolare, una possibilità di utilizzo importante per il faggio ed il bisogna agire sia sugli imprenditori che sui quadri tec- castagno. Il settore del mobile rappresenta ugualmen- nici e gestionali. Per i primi occorre realizzare interven- te un mercato di sbocco per il legname, soprattutto per ti formativi che, con modalità innovative (focus group, La produzione di tavole destinate all’edilizia rappresenta semilavorati di faggio e di castagno. Esiste già in Ita- una delle principali voci del settore vibonese del legno conversazioni strategiche, etc.), da un lato accrescano le lia una grande capacità produttiva in questo settore nei loro capacità di elaborazione di strategie coerentemente distretti produttivi fortemente specializzati nel mobile con il nuovo contesto competitivo globale e, dall’altro,

20 settembre / ottobre settembre / ottobre 21 2007 2007 sviluppino la loro managerialità in termini di padronan- un notevole vantaggio per le aziende produttrici, poi- za delle nuove metodologie gestionali e delle applicazio- ché evita tutta la fase del riciclo sia a livello di raccolta ni aziendali delle tecnologie ICT. Per quanto riguarda i che di trattamento degli scarti. quadri aziendali, invece, occorre realizzare interventi Il secondo fattore è di rilevante importanza: la costruzio- formativi per la realizzazione di fi gure/competenze ne di una fabbrica di pannelli comporta un investimen- professionali relative ad aree critiche per la competitivi- to fi sso assai elevato. Attualmente la dimensione degli tà aziendale quali qualità e certifi cazione, progettazione impianti tende ad accrescersi per sfruttare economie avanzata e industrial design, logistica, pianifi cazione e di scala. La produzione giornaliera da raggiungere per controllo di gestione, tecnologie ICT (per la produzione permettere l’ammortamento degli impianti, varia da un e la commercializzazione a livello di singola azienda e minimo di 600/700mc/giorno fi no ad un massimo di l’integrazione in reti sistemiche di aziende). 1300/1500mc/giorno. La soglia minima di investimen- to è dell’ordine di 50 milioni di euro per gli impianti più LA VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE FORESTALI piccoli, fi no a più del doppio per gli impianti di grandi Per la valorizzazione delle risorse forestali locali occorre dimensioni. A tutto questo va poi aggiunto l’elevato bi- in primo luogo avviare iniziative imprenditoriali per la sogno di capitale circolante, per garantire i fl ussi di ma- trasformazione della materia prima in semilavorati e in terie prime e per fi nanziare gli stock di prodotto fi nito. prodotti d’arredo da immettere poi nei mercati naziona- Tali impianti, inoltre, necessitano di infrastrutture (rete li ed internazionali. Per quanto riguarda i semilavorati stradale, ferroviaria e scali portuali) particolarmente svi- esiste l’opzione delle produzioni di pannelli truciolari luppate per permettere di movimentare agevolmente i L’interno di una segheria e MDF. I pannelli consentono lo sfruttamento ottimale fl ussi in entrata ed in uscita. Il patrimonio boschivo del- del legno come risorsa naturale: infatti la produzione di la provincia di Vibo Valentia potrebbe essere suffi cien- pannelli naturali impiega il 100 per cento della materia te per alimentare un impianto di dimensioni minime, a elettrico, con conferimento diretto all’Enel, o termico, rose segherie nella provincia di Vibo Valentia, in parti- prima, compresi residui e scarti forestali che, altrimen- condizione di attivare uno sfruttamento programmato distribuita a soggetti diversi per molteplici applicazioni colare, è certamente un valore aggiunto ai fi ni della rea- ti, rimarrebbero inutilizzabili. La produzione italiana di delle risorse forestali secondo i criteri della Chain of Cu- (industriali e civili). In questo settore, la fi liera del legno lizzazione di una centrale a biomasse, poiché i materiali pannelli è quasi esclusivamente concentrata nel nord stody. Vista la qualità e la tipologia dei legnami è pre- può svolgere un ruolo fondamentale mediante vari tipi di risulta delle lavorazioni, in gran parte già sminuzzati d’Italia ed è ormai in mano a pochi gruppi industriali. feribile produrre MDF piuttosto che truciolare. L’MDF di apporto: ed a basso contenuto di umidità sono una fonte di ap- L’unico impianto presente al Sud è la Novolegno, nelle infatti necessita di legno più nobile rispetto all’altra - coltivazioni energetiche legnose, appositamente rea- provvigionamento di qualità della centrale. L’impiego vicinanze di Avellino, che appartiene al gruppo Fantoni. tipologia di pannello. Inoltre, alla luce della domanda lizzate impiegando specie selezionate per l’elevata resa delle biomasse per usi energetici, inoltre, offre numerosi La concentrazione al Nord è dovuta a due fattori fonda- di mercato, l’MDF offre maggiori possibilità rispetto al in biomassa come la ginestra, la robinia, il pioppo, l’eu- vantaggi sia diretti che indiretti alla collettività locale mentali: la disponibilità di legname (l’area è storicamen- truciolare in termini di mercati di sbocco. Si stima, infat- calipto, il salice. Molto conveniente e fattibile l’utilizzo e nazionale, alle Amministrazioni pubbliche, agli ope- te produttrice di pioppo) e l’elevato investimento fi sso ti, che la domanda mondiale di questo prodotto tenderà di specie come ginestra o giunco come biomasse a fi ni ratori agroforestali e dell’industria di trasformazione per la realizzazione di impianti. Il primo fattore è ormai a crescere nel prossimo decennio, con tassi di sviluppo energetici. Tali coltivazioni si conseguono tramite im- del legno. In particolare, consente lo sfruttamento del in regressione: la coltivazione del pioppo è andata via intorno al 3-4 per cento annuo. pianti con cicli colturali brevi e grande capacità di cre- legname di piccole dimensioni, vale a dire di quella fra- via diminuendo, costringendo tutte le aziende a reinve- scita dopo il taglio (ceduazione). Le colture realizzate zione di produzione legnosa normalmente abbandona- stire in un nuovo sistema di approvvigionamento. LA PRODUZIONE DI ENERGIA secondo questa logica sono denominate short rotation ta nei boschi (si stima che in un bosco sia abbandonato Il gruppo Saviola, uno dei leader del settore, ha lanciato I dati disponibili mostrano che circa 325.000 metri cubi di forestry (SRF) e sono oggetto di fi nanziamento nell’am- il 25-50 per cento della massa legnosa asportata) e che per primo il concetto di “urban forest” arrivando ad or- legname possono essere estratti ogni anno. Il 70 per cen- bito del Quadro Comunitario di Sostegno 2000-2006 che innalza notevolmente il rischio di incendi forestali. Inol- ganizzare la raccolta degli scarti di legno (che una volta to, circa 220.000 metri cubi, viene utilizzato per usi nobili è stato ampiamente rifi nanziato per i prossimi anni; tre, fornisce un’opportunità di riuso anche ai residui le- erano destinati alla discarica) per la successiva lavora- ed il 30 per cento, circa 100.00 metri cubi, rappresenta lo - i boschi, soprattutto i cedui, le siepi alberate ed i frut- gnosi dell’agricoltura (come le ramaglie ottenute con le zione e trasformazione in pannello truciolare. scarto. A questo scarto si aggiungono circa 150.000 metri tiferi, per la componente della produzione legnosa de- potature degli alberi da frutto). Il tradizionale processo In seguito anche le altre aziende hanno seguito l’esem- cubi di legname proveniente da boschi cedui, ottenendo stinata a legname da ardere e per i residui legnosi di di produzione del carbone che si realizza nell’area delle pio. È stato anche creato il label, “pannello ecologico” circa 250.000 metri cubi di materiale idoneo a produrre piccole dimensioni, normalmente abbandonati sul letto Serre si innesta inoltre su questo specifi co mercato dei che garantisce un prodotto realizzato con il 100 per cen- energia, pannelli truciolari e fi bra (MDF). In particolare di caduta; combustibili legnosi potendo così trovare, unitamente to di legno proveniente da scarti. la produzione dell’energia si può avviare mediante la - gli scarti dei processi produttivi di lavorazione e tra- alla produzione di pellet, una domanda in forte crescita Naturalmente la presenza di legno nobile rappresenta costruzione di centrali a biomasse e può essere di tipo sformazione del legname grezzo. La presenza di nume- a fronte di fabbisogni nazionali.

22 settembre / ottobre settembre / ottobre 23 2007 2007 di Maria Rosaria Costantino* l carbone nei vagonetti era bagnato e luc- cicava. Lungo le sponde dei vagoni, sulla scritta bianca C.W. & Co scorreva l’acqua. I minatori, cupa e grigia folla che cammina incurante«I della pioggia, si sparpagliavano lungo la fer- rovia e per i campi. (…) Grigi, bagnati e sporchi, i mi- natori arrancavano per la strada». Così David Herbert Lawrence in Figli e amanti descriveva “i lavoratori del carbone”, coloro che non vedevano mai la luce perché costretti tutto il giorno a lavorare nelle viscere della terra. Se nella cultura anglosassone la parola carbone evoca descrizioni come quella di Lawrence, in Calabria, probabilmente, lo stesso termine potrebbe richiamare alla nostra memoria il braciere o i barbecue estivi, ma forse poche persone si soffermano a pensare che quel carbone che dà un gusto così gradevole ai nostri piatti proviene forse proprio dalla nostra Calabria, ed in parti- colare dal Vibonese che in questa attività rigorosamente artigianale vanta una tradizione secolare, ed è frutto del durissimo e insalubre lavoro svolto dai carbonai. Questi uomini i cui volti neri, così come il loro dialetto strettissimo, esprimono la loro marcata identità, produ- cono il carbone con una tecnica antichissima che risale, inalterata, ai Fenici. Come folletti del bosco, i carbonai svolgono la loro attività all’aperto, in solitudine e qua- si in simbiosi con la natura da loro amata e rispettata perché fonte del loro sostentamento. Diversamente dai minatori di D. H. Lawrence, non trasmettono grigiore o cupezza, i carbonai, ma una straordinaria energia e grande dignità, accompagnate da qualche sorriso che si può tradurre in un caloroso benvenuto. La fase pre- liminare del loro lavoro consiste nel ripulire un’ampio spiazzo vicino alla zona destinata al taglio della legna di cui occorrono sei quintali per ottenere un quintale di carbone; si procede poi a costruire una sorta di cono I CARBONAI ammassando sul terreno un primo strato di fogliame secco e rami sottili e un secondo strato costituito da pic- folletti della memoria coli tronchi per completare infi ne con una copertura di paglia e terra battuta. Per far sì che vi sia una buona LLaa ttipicaipica catastacatasta didi legnalegna allestitaallestita daidai carbonaicarbonai delledelle SerreSerre Nel folto dei boschi serresi ancora oggi il carbone viene prodotto con tecniche artigianali combustione, viene creata alla base della carbonaia (sca- pprimarima cheche iinizinizi lala combustionecombustione pperer llaa pproduzioneroduzione ddii ccarbone.arbone. razzu) un’apertura ampia attraverso cui dare fuoco alla NNellaella paginapagina a fi anco,anco, unun ccarbonaioarbonaio aall llavoroavoro ((fotofoto GGianfrancoianfranco di secolare memoria che vengono tramandate di padre in fi glio. Un lavoro duro che costringe FFerraro)erraro) chi lo svolge a vivere all’aperto per settimane al fi ne di controllare costantemente la combustione catasta di legna; a combustione avviata i carbonai ridu- delle cataste di legna che lentamente si trasformano nel prezioso prodotto fi nale cono l’apertura e, utilizzando dei pali appuntiti, fanno

settembre / ottobre 25 2007 IIll laboriosolaborioso allestimentoallestimento deldel grandegrande cconoono ddii llegnaegna cchehe ppoioi vverràerrà bbruciatoruciato llentamenteentamente pperer pprodurrerodurre iill ccarbonearbone ((fotofoto BBrunoruno TTripodi)ripodi) decine di buchi (fumarole) nella terra battuta in cima al cono per consentire la fuoriuscita dei gas e permettere il tiraggio. Il fumo è inizialmente azzurro e non diventa bianco fi nché la legna non si sia completamente bruciata senza consumarsi. Durante questo lasso di tempo, che dura circa due settimane, i carbonai sorvegliano il fuoco notte e giorno per controllare la cottura e poter spegne- re la carbonaia quando necessario chiudendo gli sfi ata- toi con terra battuta. Dopo aver lasciato raffreddare il cono, questi singolari abitanti dei boschi lo demolisco- no lentamente e con molta attenzione perché non vada perduto alcun pezzo del lucente e profumato carbone, dono delle loro montagne. «La montagna è l’anima del- la Calabria; un’anima descritta a tinte fosche, un tempo ricordata per essere un covo dei tanto temuti banditi, dei cupi e pittoreschi briganti, e oggi dei latitanti», scri- veva Carlo Carlino, sottolineando che nella montagna si trova quella «libertà dello spirito» che secondo Jules Mi- chelet si avverte solo sulle alture, «dove l’albero piange, sospira e geme con voce umana». Purtroppo la monta- gna però non viene spesso ricordata quale luogo dove ancora oggi “vivono” antichi mestieri, quale luogo della memoria dove la parola “tradizione” ha ancora un si- gnifi cato ed è una splendida realtà. I carbonai incarnano con il loro lavoro, la loro cultura, la loro stessa esistenza, la memoria della nostra regione, riaffermano con la loro presenza un’identità che è anche la nostra, rappresenta- no una linea di continuità fra il nostro passato e il pre- sente. Lavorano circa quindici ore al giorno i carbonai e hanno l’ossido di carbonio nei polmoni, in balìa di un destino che non possono scegliere perché tramandato dai loro padri, ma consapevoli di essere testimoni ed Per produrre carbone di qualità la lenta combustione delle cataste dura almeno due settimane. eredi di una tradizione millenaria e, quel che più per Nelle immaggini un momento della produzione loro conta, di non avere padroni. (foto Bruno Tripodi) * docente - ricercatrice

settembre / ottobre 29 2007 ddii TToninoonino CeravoloCeravolo importanza di Mongiana – ha scrit- to il sacerdote Bruno Maria Tedeschi in un suo articolo inserito nell’opera Il Regno delle Due Sicilie descritto ed illustrato«L’, diretta da Filippo Cirelli e pubblicata a Napoli in fascicoli tra il 1853 e il 1859 – è riposta tutta nel suo Reale stabilimento metallurgico, e nelle sue annesse of- fi cine e macchine. Sotto questo rifl esso il paese è uno dei punti più industriali del Regno, e forse il primo, se Le reali si pon mente che quivi trovasi, con rara combinazione, FERRIERE riunite le risorse tutte che sono necessarie per attivare con profi tto un opifi cio di questo genere. In effetti la di Mongiana contrada è ricca all’intorno ed a breve distanza, di mi- niere, di boschi, di acque abbondanti, e di pietra steatite cotanto utile alla costruzione degli Altiforni; nonché di calcareo argilloso, detto castina ad uso di fondente per verifi care le sostanze eterogenee del minerale; il quale, essendo troppo ricco, senza di essa sarebbe molto diffi - cile a trattarsi». L’articolo del sacerdote, pur con tutti i limiti tipici della storiografi a municipalistica del suo tempo, si sofferma- va con chiaro intento informativo sulle caratteristiche dell’insediamento industriale. Ricordava che la fonde- ria di Mongiana possedeva tre altiforni chiamati Santa Barbara, San Ferdinando e San Francesco e che questi producevano mediamente centoventi cantaja di ghisa al giorno (un cantajo corrispondeva a 89,8 kg), per un tota- le approssimativo annuo di ventiquattromila cantaja. La fonderia, negli anni in cui scriveva don Tedeschi, aveva subito una profonda trasformazione: se pochi anni prima era una «[...] spelonca oscura, coperta di una miserabile tettoja, e scompartita da palancati di legno», adesso «[...] grazie al bel disegno eseguito dal [...] Sig. Savino, è stata ingrandita e circondata di solide mura. Contiene nel suo interno i tre sopra menzionati Altiforni, che danno nel loro assieme una bella prospettiva, diverse offi cine, e più la nuova macchina a vapore soffi ante, della forza di cin- Tra i monti vibonesi delle Serre sorgeva il maggiore insediamento industriale e minerario quanta cavalli, recentemente spedita dal Real Governo». Alla fonderia erano annessi magazzini, offi cine e stanze del regno borbonico dove si producevano grandi quantità di ghisa, armi e semilavorati in ferro. di vario uso: i depositi del minerale e del carbone; le Con l’unità d’Italia iniziò il declino che portò alla chiusura defi nitiva degli altiforni che fi no a quel offi cine di forgiatori e falegnami; le stanze dei fondito- momento avevano concentrato intorno alla loro incessante attività fermenti culturali, politici ed economici L’entrata delle antiche Ferriere di Mongiana, oggi in fase di restauro

settembre / ottobre 31 2007 ri scientiscientici fi ci armi prodottepro a Mongiana, i dibattiti su industria pub- Londra dell’anno successivo, nella quale l’impianto di e anancoracoora ccortiliortili blblicaica e pprivata, i momenti di crisi, sino all’atto fi nale Mongiana fu uno dei pochi, tra quelli italiani, a ricevere «[«[...]...] ppere riporvi le dello smsmantellamentoa delle barriere protezionistiche at- un premio. Nella diversa politica economica inaugura- pipiramidiramidi dei projetti- tuato dadall nuovo Stato unitario, che avrebbe costituito la ta con l’unità d’Italia per le Ferriere di Mongiana, tut- li;li; la ribatteriaribatteriatt deidei mmede-ede- ppremessaremessa per l’interruzione delle attività siderurgiche tavia, non c’era più posto: «Un sistema protetto - scrive sisimi,mi, ed unaun sega idraulica nenellelle SerSerrer calabresi. ancora Gaetano Cingari - che era nato ed era vissuto peperr uso di ttavolame».a PPurur in mmezzo a una storia non sempre lineare, una cosa all’ombra dello Stato, non poteva reggere la lotta di Al di fuori delde recinto che racchiu- rimane ccerta:e le fabbriche di Mongiana sono state la più mercato». dedevava la fofonderiandderiae esistevano altre of- iimportantemportan industria metallurgica del Regno borboni- Brunello De Stefano Manno e Gennaro Matacena, nel fi cine e fabbriche,fabbriche,ich quali quelle collocate cco.o. Ha sscrittoc Gaetano Cingari nella Prefazione al volu- libro sopra citato, focalizzano ulteriormente il proble- lulungongo le sponde deld fi ume Allaro, utilizzate me ddii BrBrunellou De Stefano Manno e Gennaro Matacena ma: «Lo Stato unitario privilegia subito la componente «p«perer raffi nare il ferraccio»ferraccio»cio o quella che conteneva «la LLee Reali FFerriere ed Offi cine di Mongiana (Società Editrice, piemontese e ligure, ha cervello e cuore al nord che pul- macchinamacchina per tirar ferri,ferri, detta di RobinRobinsonson; vasta e gran-gran- 1979):1979): «Nemmeno«N allora la condizione dell’uomo era sa con Torino, capitale vicina al centro di quell’Europa diosasa Fabbrica, che conteneac quattro banchi di ferro lieta e senzase drammi [...]. Ma la vita pulsava in mol- nella quale la nuova nazione tenterà d’inserirsi ancor fuso, edd altrettantialtrettanti cilindrici di enorme dimensione, mes- te direzioni,direzio sicché dalle ferriere si irradiavano stimoli si in movimentoento da ruote d’ingranaggio mosse alla loro economici,economic sociali e tecnici e, com’era naturale, impulsi prima d’essere organica, omogenea e priva di ghetti». volta da un’altra enorme ruota del peso di oltre cento politicipolitici e culturali». All’ultima fase della vita delle ferriere di Mongiana è le- ccantaja».antaja». Una fabbrica, quest’ultima, cheche l’alluvione del NelNel marzomarz 1861 lo “statino” degli addetti allo stabili- gato il nome di Achille Fazzari (Catanzaro, 1839-1910). 1133 novembrenovembre 1855 aveva completamentecompletamente distrutto, tra-tra- mento didi Mongiana dava un totale di 762 unità: 250 car- Ex colonnello garibaldino (aveva combattuto a Caserta scinando nella furia devastatrice del fi ume macchine,macchine, bonari,bonari, 909 minatori, 100 armieri, 110 mulattieri e bovari Vecchia, nella battaglia del Volturno e a Montelibretti), mamagazzinigazzini e operai. AAll di sopra dedellalla ffonderia,onderia, infi ne, e ancoraancora ribattieri, forgiari, staffatori, limatori. Secondo M. forse sarto prima dell’esperienza politica risorgimenta- eerara visivisibilebile llaa nuova ffabbricaabbrica d’armi, con ll’ingresso’ingresso soso-- PetrocchiPetrocchi questo era lo stato delle Ferriere dal 1848 al le, deputato nella XII e nella XVI legislatura, Fazzari stenutstenutoo da ccolonneolonne scanascanalatelate di fferroerro ffusouso e adadornatoornato 1859:1859: «Due«D altiforni per la produzione della ghisa, sei aveva acquistato il complesso industriale in seguito al con lttdlle statue del re e dllidella regina. rafffi nerie,i due fornelli Wilkinson ed altre offi cine mi- bando d’asta emanato dall’Intendenza di Finanza di Le “Reali Ferriere e Offi cine di Mongiana” si trovavano nori». I materiali prodotti «venivano impiegati per gli Catanzaro il 25 giugno 1874. Non si rivelò una soluzio- al centro di un autentico distretto siderurgico-minera- usi della guerra e della marina [...], si fornivano pez- ne felice. rio di cui facevano parte anche lo stabilimento di Ferdi- zi per ferrovia [...], si costruivano, tra l’altro, metraglie Fazzari, mentre dimostrò un sostanziale disinteresse nandea - con la fonderia Sant’Antonio - inaugurato dal di ferro fuso, ferro maglio, ghisa in lingotti, lastre per verso la fabbrica, elesse la residenza della Ferdinandea re nel 1833 e le miniere di ferro di Pazzano, ai quali si moschettoni, palle e bombe». Ma anche ruote enormi, a proprio buen retiro - dal quale raccolse anche reperti potrebbe aggiungere la ferriera di Razzona (nei pressi tubi, campane e i pezzi utilizzati per la costruzione del del patrimonio culturale e artistico della zona - e sol- di Cardinale) costruita dalla famiglia Filangieri. ponte Cristino sul Calore. I risultati ottenuti permisero tanto nel 1881 fece riprendere per breve tempo le atti- La storia delle Reali Ferriere di Mongiana durò poco più allo stabilimento di Mongiana di partecipare ad alcune vità siderurgiche. In quell’anno la vicenda produttiva di un secolo, dal 1771 - anno in cui gli impianti comin- importanti esposizioni: alla prima volta del 1853 seguì delle ferriere si concluse defi nitivamente: gli operai più ciarono a funzionare - sino al 1881, data della chiusura la presenza all’Esposi-l Esposi- qualifi cati emigrarono a Terni, per essere impiegati nel- seguita all’unifi cazione italiana. Insieme con i regimi zione industrialeindustriale di FFi-i- la fabbrica d’armi che sarebbe stata aperta nel 1884. La politici (Regno delle Due Sicilie prima, Regno d’Italia renzerenze del 1861 (con l’as- manodopera senza qualifi ca si avviò, invece, lungo il poi) si succedettero anche la speranza e la disperazione segnazionesegnazione delladella MedagliaMedaglia doloroso calvario delle rotte statunitensi e sudamerica- delle popolazioni, le attese e le smentite, storie di sfrut- e deldel DiDiplomaploma di riconosciriconosci-- ne. L’antica fabbrica, spogliata di tutto, venne abbando- tamento, di disoccupazione e di emigrazione, di “bor- mento) e quella all’Esposi-all’Esposi- nata a se stessa e, con essa, decadde ogni altra prospet- boni” e “piemontesi”, di fi oriture e decadenze. zionezione internazionaleinternazionale di Alcuni scorci del Ponte sul Garigliano, costruito in epoca borbonica con pezzi provenienti dalle Ferriere di Mongiana. tiva di sviluppo industriale nell’accidentato territorio Non mancarono le polemiche sulla precisione delle Nella pagina a fi anco alcune armi realizzate sempre nell’antico im- pianto siderurgico montano delle Serre.

32 settembre / ottobre settembre / ottobre 33 2007 2007 di Enrico De Girolamo n capriolo con il suo cucciolo esce dal folto del bosco e cautamente si affaccia sul sentie- ro che si snoda tra conifere e faggi secolari. Controlla timoroso che nessuno sia in vista Ue poi, velocemente come è apparso, scompare nuova- mente tra gli alberi seguito dal suo piccolo. Una scena tutt’altro che inusuale, a cui si può assistere con un po’ di fortuna mentre ci si inoltra lungo uno dei percorsi na- turalistici più suggestivi d’Italia, l’unico Sentiero Frassa- ti della Calabria, che si dipana nel cuore delle montagne vibonesi, tra Serra San Bruno e Mongiana. SENTIERO FRASSATI Intitolati al beato Pier Giorgio Frassati - alpinista ed escursionista vissuto per appena 24 anni all’inizio del Da Serra a Mongiana ‘900 e innalzato agli altari da Papa Giovanni Paolo II nel 1990 - i sentieri a lui dedicati rappresentano una sintesi perfetta tra natura e contemplazione mistica. In questa’ottica, quello di Serra è senza dubbio uno dei tra natura e misticismo più interessanti, perché alla valenza naturalistica, rap- presentata dalla varietà di fl ora e fauna, associa le testi- monianze storiche e culturali che costellano il tracciato, lungo complessivamente 22 chilometri e percorribile in circa 7 ore di cammino. Il sentiero, caratterizzato da un percorso ad anello, parte da Serra San Bruno, in prossimità della Certosa, antichis- simo e monumentale insediamento monastico fondato all’inizio dell’XI secolo dal santo capostipite dell’ordine dei certosini. Da qui, attraverso boschi e radure, si ar- riva fi no a Mongiana, sede di “Villa Vittoria”, il princi- pale centro meridionale del Corpo forestale dello Stato, ubicato all’interno della Riserva naturale biogenetica “Cropani-Micone”, che misura complessivamente 255 ettari e rappresenta uno dei luoghi più interessanti dal punto di vista botanico. Un itinerario diviso in nove tappe, ognuna contraddistinta da peculiarità storiche e naturalistiche che la rendono unica. La valorizzazione del sentiero Frassati di Serra, istituito nel 1998 su iniziativa del Corpo forestale dello Stato e del Club alpino italiano (Cai), ha benefi ciato dell’impe- gno dell’Amministrazione provinciale di Vibo Valentia, che nel corso degli ultimi anni ha promosso una serie Intitolato all’alpinista ed escursionista beatifi cato da Papa Giovanni Paolo II nel 1990 di interventi fi nalizzati a migliorarne il tracciato, attrez- rappresenta uno dei percorsi naturalistici più interessanti del Meridione zandolo con una puntuale segnaletica informativa per Un attraversamento in legno lungo il Sentiero Frassati renderlo più fruibile da un punto di vista scientifi co e

settembre / ottobre 35 2007 ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE - I ruderi delle Ferriere di Mongiana presenti lungo il Sentiero Frassati

settembre / ottobre 37 2007 Pier Giorgio a Frassati na- sce a Torino il 6 aprile del 1901 da geni- tori biellesi. Il padre Alfredo allestendo zone di sosta per gli escursionisti. In partico- è fondatore e la ammirav lare, l’azione della Provincia si è concentrata sulla prima

y direttore del

t tappa del tracciato, il cosiddetto “sentiero mistico”, che j quotidiano “La Stampa”, senatore nel 1913 dalla Certosa arriva in località Santa Maria del Bosco, e ambasciatore a Berlino tra il 1921 e il 1922. percorribile agevolmente sia a piedi che in bicicletta. La La madre Adelaide è un’appassionata ed seconda tappa, invece, giunge sino alle sorgenti del fi u- affermata pittrice. Con la sorella Luciana me Ancinale, dove il paesaggio è dominato dall’abete (madre di Jas Gawronski, il noto giorna- bianco e dalle felci del rigoglioso sottobosco. lista e politico italiano) frequenta il Liceo- Da qui si snoda il terzo tratto quasi interamente in salita, Ginnasio Massimo d’Azeglio e consegue fi no ai 1.100 metri di Pietra Marcata, sempre tra boschi la maturità classica all’Istituto Sociale dei padri Gesuiti. Nel 1918 s’iscrive al Regio d’alto fusto e vegetazione bassa tipicamente montana. E Politecnico di Torino per seguire il corso poi la volta della quarta tappa, il laghetto di Villa Vitto- di Ingegneria industriale meccanica con ria, dove il bosco si dirada lasciando il posto ad ampie specializzazione mineraria al fi ne di de- radure che ospitano anche una riserva recintata di daini. dicarsi «a Cristo tra i minatori». Sviluppa Qui, come accennato, è possibile visitare anche il cen- prestissimo una profonda vita spirituale, tro del Corpo forestale dello Stato, all’interno del quale s’iscrive e partecipa attivamente a nume- sono stati allestiti alcuni interessanti percorsi a tema di rose associazioni (Fuci, Gioventù Cattolica, carattere didattico: il sentiero delle piante offi cinali, il inista tremendo» che Wo Club Alpino Italiano, Giovane Montagna), sentiero geologico, quello botanico, il percorso faunisti- p ma il campo della sua massima attività è la co (che ospita, in aree recintate, daini, cervi, caprioli cin- Conferenza di San Vincenzo, dove si pro- ghiali e mufl oni) e, infi ne, il sentiero “dei frutti perduti”, diga nell’aiuto ai bisognosi, ai malati, agli dove sono presenti numerose specie fruttifere. «l’al , infelici, donando loro tutto se stesso. Nel La quinta tappa conduce poi alle Ferriere borboniche di 1922 entra nel Terz’ordine domenicano as- Mongiana, che per un secolo, dal 1771 al 1881, hanno sumendo il nome di fra’ Gerolamo in ricor- rappresentato uno dei principali insediamenti siderur- do del Savonarola. Due mesi prima della gici della Penisola, rendendo questa zona famosa per la laurea, a soli 24 anni, viene stroncato in cin- produzione di armi e semilavorati in ferro e ghisa. que giorni da una poliomielite fulminante. Tra lecci, castagni e ontani, l’itinerario prosegue verso il fi ume Allaro, dove sorge un vecchio mulino che può es- io Frassati Muore il 4 luglio del 1925. I suoi funerali g,pg sono un’apoteosi. jy La sua tomba diviene sere visitato, arricchendo ulteriormente l’escursione. La subito meta di pellegrinaggi e oggi le sue settima e ottava tappa toccano le località di Catarinella, spoglie riposano nel duomo di Torino. Il 20 Ninfo e Cerasella e rappresentano la frazione più ripo- maggio del 1990 Giovanni Paolo II procla- sante dell’intero tragitto, che in questa parte costeggia ma Beato quel giovane che nel 1980 aveva la montagna e si inoltra in un secolare bosco di faggi. ier Gior defi nito «un alpinista tremendo» e nel 1984 Infi ne, il ritorno a Serra San Bruno, con l’ultimo tratto

P aveva indicato come modello agli sportivi quasi interamente pianeggiante ma di grande interesse del mondo intero. botanico.

settembre / ottobre 39 2007 di Raffaella Gigliotti

n continuità con l’annualità precedente, ed in hanno consentito il miglioramento del PIL pro capite, attuazione di un obiettivo specifi co formalmente indicatore inteso come sintesi dello sviluppo. previsto e programmato per l’anno in corso, Una economia “a-ciclica”, dunque, ma in piena la Camera di Commercio di Vibo Valentia ha evoluzione, con tempi di mutazione sempre più pubblicatoI l’Osservatorio Economico Provinciale 2007. rapidi che potranno determinare un posizionamento Conoscere il territorio per promuoverlo, indagare sulle competitivo del territorio in linea con i trend esigenze reali delle imprese per meglio soddisfare i congiunturali dei principali competitors; un’economia loro fabbisogni, analizzare l’andamento del tessuto che deve essere supportata da policy sempre più imprenditoriale locale per tastarne periodicamente adeguate alla sua specifi ca connotazione e, soprattutto, il polso: a tutto questo è fi nalizzato l’Osservatorio sempre più concertate tra i soggetti protagonisti della Economico, che la Camera di Commercio di Vibo programmazione dello sviluppo. VIBO VALENTIA Valentia, con il contributo scientifi co dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne, ha realizzato per fotografare IL PRODOTTO INTERNO LORDO PROVINCIALE ED IL PIL PRO l’economia della provincia con uno scatto sulle CAPITE caratteristiche strutturali ed un focus sull’andamento Nell’ultimo anno di rilevazione (2005), il PIL proveniente congiunturale delle imprese vibonesi, a cui si è aggiunto dai vari settori che compongono l’economia locale si è uno speciale approfondimento sulle imprese femminili. attestato in provincia di Vibo Valentia a 2.604 milioni di Il Rapporto 2007 delinea gli scenari di una economia euro. In virtù di tale livello, Vibo Valentia rappresenta in provincia di Vibo Valentia che reagisce ancora con l’8,3% del totale della ricchezza prodotta in Calabria, lo uno step di ritardo al trend dell’economia nazionale, 0,7% di quella dell’intero Mezzogiorno e lo 0,2% di quella ma fortemente dinamica in termini di numerosità nazionale. Moderata la crescita del PIL nella provincia imprenditoriale. vibonese tra il 2003 ed il 2005 con un incremento del Le imprese, infatti, continuano a crescere e ad tasso medio annuo pari all’1,9%. irrobustirsi, optando per forme giuridiche sempre più Dai dati relativi al livello medio della ricchezza complesse. E se da un lato, il tessuto imprenditoriale disponibile per abitante emerge che nel 2005 il PIL vibonese mostra ancora resistenze all’apertura verso pro capite in provincia di Vibo Valentia si è attestato i mercati internazionali, dall’altro, le dinamiche sui 15.434 euro, valore inferiore al dato regionale, del del mercato interno ed il rilevante ruolo di alcune Mezzogiorno ed a quello medio nazionale. eccellenze territoriali (il turismo e l’agroalimentare),

Prodotto interno lordo a prezzi correnti (in milioni di euro) nelle province calabresi, nel Mezzogiorno e in Italia (2003-2005) 2003 2004 2005 10.429 10.834 11.031 Crotone 2.308 2.426 2.441 Catanzaro 6.018 6.281 6.581 Vibo Valentia 2.462 2.536 2.604 Reggio Calabria 8.140 8.805 8.750 CALABRIA 29.356 30.880 31.407 MEZZOGIORNO 328.518 338.943 346.493 ITALIA 1.335.352 1.388.872 1.417.240 Fonte: Istituto G. Tagliacarne

settembre / ottobre 41 2007 Andamento delle variazioni (%) delle esportazioni in provincia di Vibo Valentia, LA STRUTTURA IMPRENDITORIALE particolare, tra il 2005 ed il 2006, si registra un aumento in Calabria e in Italia (1995-2006) Alla fi ne del 2006 il tessuto imprenditoriale della delle forze di lavoro pari all’1,3%. Cresce il numero provincia di Vibo Valentia risultava composto da 15.262 degli occupati dell’1%, ma cresce soprattutto il numero 200,0 imprese, delle quali 13.321 in attività, valore superiore sia dei disoccupati (3,5%). al corrispettivo dato regionale che a quello nazionale. Il tasso di disoccupazione in provincia di Vibo Valentia 150,0 Il saldo tra nuove imprese e cancellazioni risulta positivo è del 13,4%, circa il doppio di quello medio italiano 141,4 (318 unità in più) ed in linea con il trend di crescita (6,8%); aumenta rispetto all’anno precedente, in contro

regionale e nazionale. tendenza con quanto accade nelle altre province 100,0 Dal punto di vista settoriale, si rileva la centralità calabresi, dove invece si rileva una diminuzione più o

del commercio (32,9%), il signifi cativo contributo meno signifi cativa. 61,2 dell’agricoltura (23,7%), la buona consistenza 50,0 32,5 dell’industria ricettiva. Seguono le costruzioni e le Confronto territoriale del tasso 34,7 23,5 9,3 27,3 13,6 17,8 10,3 5,5 4,9 attività manifatturiere. di disoccupazione nelle province calabresi 0,4 7,5 9,0 5,2 4,1 -1,8 3,2 0,0 2,2 -6,3 -4,6 L’analisi per forma giuridica evidenzia ancora una netta ed in Italia, anni 2005-2006 (valori %) 1997/96 1998/97 1999/98 2000/99 2001/00 2002/01 2003/02 2004/03-8,1 2005/04 2006/05 prevalenza di imprese costituitesi in forma di ditta -4,4 -1,4 -1,6 -9,1 individuale. Rispetto all’anno precedente, tuttavia, si 6,8 -24,1 ITALIA 7,7 -50,0 registra un incremento delle società di capitali dell’11%, -48,5 12,9 -55,6 passando dalle 666 del 2005 alle 739 del 2006. Calabria 14,4 12,7 R eggio C alabria 16,3 -100,0 Vibo Valentia CALABRIA ITALIA 13,4 La numerosità imprenditoriale in provincia Vibo Valentia 13,1 Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat di Vibo Valentia (2006) 13,9 Catanzaro Registrate Attive Iscritte Cessate 15,4 13,5 Andamento delle variazioni (%) delle importazioni nella provincia Agricoltura 3.197 3.155 247 115 Crotone 15,5 di Vibo Valentia, in Calabria ed in Italia (1995-2006) Pesca 20 19 0 0 12,2 Cosenza 12,3 Estrazione di minerali 17 16 0 0 60,0

Attivita’ manifatturiere 1.568 1.453 58 78 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0 16,0 18,0

Elettr.,gas e acqua 9 8 0 0 50,0 Tasso di disoccupazione 2005 Tasso di disoccupazione 2006 49,3 Costruzioni 1.795 1.660 133 114

Commercio 4.652 4.378 299 312 40,0 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati ISTAT 36,7 Alberghi e ristoranti 861 840 61 54 32,3 Trasporti 390 367 20 27 30,0 LE DINAMICHE DEL COMMERCIO ESTERO Intermediaz.monetaria 149 146 21 10 24,9 Nel corso del 2006 la provincia di Vibo Valentia 24,0 23,5 Immob.,noleg.,informat.,ricerca 671 621 59 42 20,0 20,2 ha esportato beni e servizi per un valore pari a 42 Istruzione 61 60 4 3 17,3 13,5 12,5 12,6 Sanità 43 38 0 1 milioni di euro, ma con una variazione negativa nel 11,3 12,1 10,0 8,6 5,9 Altri servizi 536 519 40 30 fl usso di esportazione del -11,3% rispetto al 2003 che, 5,8 8,3 0,7 Non classifi cate 1.293 41 206 44 2,0 0,6 associato all’aumento, in valore delle importazioni, 0,0 -0,8 TOTALE 15.262 13.321 1.148 830 ha determinato un defi cit della bilancia commerciale 1997/96 1998/97 1999/98-3,2 2000/99 2001/00 2002/01-1,0 2003/02 2004/03 2005/04 2006/05 -4,7 Fonte: Infocamere -7,9 -4,2 -2,4 di 3,6 milioni di euro. Sia per le importazioni che per -10,0 -8,0

le esportazioni, prevalgono soprattutto i prodotti -16,7 IL MERCATO DEL LAVORO manufatti e trasformati, seguiti da quelli della pesca e -20,0 Il quadro del mercato del lavoro locale è sostanzialmente della piscicoltura. Si esporta soprattutto in Asia, Europa, -23,7 in linea rispetto alle dinamiche registrate nelle altre America ed Africa. Si importa sostanzialmente dai Paesi -30,0 province calabresi. Nel caso di Vibo Valentia, in Europei e da quelli asiatici. Vibo Valentia CALABRIA ITALIA Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat

42 settembre / ottobre settembre / ottobre 43 2007 2007 IL QUADRO INFRASTRUTTURALE di oltre 30 punti percentuali rispetto alle altre realtà Distribuzione provinciale del tasso di interesse a breve termine (Anno 2005) Per quanto concerne le infrastrutture di trasporto, provinciali della regione. Meno esaltante è invece emerge, per la provincia di Vibo Valentia, un quadro la condizione della provincia vibonese rispetto alle confortante supportato da indicatori al di sopra della infrastrutture economiche e sociali, i cui indicatori, media regionale. Quello totale è pari a 98,6, e se si purtroppo, denotano forti lacune. aggiunge la categoria dei porti, sale a 110,5, superiore

Indici di dotazione delle infrastrutture di trasporto delle province calabresi, del Mezzogiorno e dell’Italia al 2004 (Italia = 100) Rete Rete Porti Aeroporti TOTALE TOTALE stradale ferroviaria (e bacini d’utenza) (e bacini d’utenza) SENZA PORTI Catanzaro 106,8 86,1 34,4 93,2 71,8 75,9 Cosenza 109,7 89,8 41,2 11,4 57,8 59,7 Crotone 60,5 18,5 86,8 91,3 54,2 50,6 Reggio Calabria 105,3 118,1 236,9 91,2 99,7 84,4 Vibo Valentia 136,4 257,4 217,8 228,5 110,5 98,6 CALABRIA 105,3 102,0 105,1 69,8 74,0 70,5 Mezzogiorno 86,5 82,4 102,6 59,7 75,9 72,9 ITALIA 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Elaborazioni Istituto Tagliacarne

Indici di dotazione delle infrastrutture economiche delle province calabresi, del Mezzogiorno e dell’Italia (2004) Strutture e reti Impianti e reti Reti bancarie Infrastrutture TOTALE per la telefonia e la TOTALE energetico- ambientali e di servizi vari economiche SENZA PORTI telematica Catanzaro 48,8 64,5 52,4 69,4 71,8 75,9 Cosenza 50,2 41,5 38,1 54,5 57,8 59,7 Crotone 38,4 33,8 30,0 51,3 54,2 50,6 Reggio Cal. 49,9 100,1 66,1 109,7 99,7 84,4 Vibo Valentia 45,8 40,8 47,1 139,1 110,5 98,6 MEZZOGIORNO 62,3 64,5 59,6 73,9 75,9 72,9 ITALIA 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Elaborazioni Istituto Tagliacarne

Indici di dotazione delle infrastrutture sociali delle province calabresi, Fonte: Elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Banca d’Italia del Mezzogiorno e dell’Italia (2004) Strutture Strutture per Strutture Infrastrutture TOTALE TOTALE culturali e ricreative l’istruzione Sanitarie sociali SENZA PORTI LA SITUAZIONE DEL CREDITO abitanti (contro un valore nazionale pari a 5,41); 3,2 è il Catanzaro 26,4 99,5 96,0 74,0 71,8 75,9 Il circuito bancario vibonese risulta ancora caratterizzato rapporto tra numero di sportelli ed imprese operanti sul Cosenza 47,3 81,6 59,2 62,7 57,8 59,7 da una signifi cativa presenza degli istituti di dimensione territorio (6,2 è il dato nazionale). Crotone 19,1 46,0 106,9 57,4 54,2 50,6 nazionale o internazionale, con relativi sportelli, anche Diminuiscono le sofferenze bancarie, ma il livello dei Reggio Calabria 33,3 93,0 86,9 71,1 99,7 84,4 Vibo Valentia 41,8 64,6 18,8 41,7 110,5 98,6 se le banche piccole e minori presenti in provincia sono tassi di interesse a breve termine registrato a Vibo MEZZOGIORNO 55,6 92,9 81,3 76,6 75,9 72,9 andate accrescendo nell’ultimo quinquennio il loro Valentia evidenzia un costo del denaro pari all’8,48%, ITALIA 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 radicamento e la loro diffusione sul territorio. Sono in ancora molto più alto rispetto al valore medio nazionale Fonte: Elaborazioni Istituto Tagliacarne totale 42 gli sportelli bancari in provincia al I° semestre (5,82%). 2006 (3 in più rispetto al 2000); 2,49 sportelli per 10.000

44 settembre / ottobre settembre / ottobre 45 2007 2007 di Emanuele Stranges

aestri artigiani provenienti da tutta la Calabria hanno riempito con i colori e le forme delle loro opere le sale del Valen- tianum, portando i segni distintivi di una culturaM e di una storia che si mantiene viva e vivace. L’esposizione organizzata Tutto questo e molto altro ha rappresentato la mostra “Artigianato in Calabria” che si è tenuta dal 28 ottobre a Vibo Valentia al 4 novembre a Vibo Valentia, nelle sale dell’ex conven- dal consorzio regionale to del ‘500. che promuove la tutela L’accento posto sulla manifestazione, durante la gior- e la valorizzazione nata inaugurale, dal presidente del Comitato regionale degli antichi mestieri dell’Artigianato artistico e tradizionale, Maria Carbone, ha offerto ai visitatori dal sindaco della città, Franco Sammarco, e dall’assesso- la possibilità di ammirare re regionale alle Attività produttive, Pasquale Tripodi, centinaia di opere ha lasciato intuire la volontà di portare all’attenzione realizzate con tecniche del pubblico e delle istituzioni un settore in cui sono racchiuse le radici e le energie della cultura calabrese. e materiali tipici Le ceramiche, gli oggetti in legno e in vetro, il ferro bat- della nostra tradizione. tuto, così come i tessuti lavorati al telaio o gli strumenti L’evento è stato arricchito della tradizione musicale calabrese, sono stati allo stesso da workshop che tempo protagonisti e sfondo scenografi co di una mostra hanno consentito che si è presentata come un vero e proprio contenitore ad amministratori culturale. Organizzata dal Co.Se.R. Calabria - il consor- e operatori del settore zio al quale è stata affi data dalla Regione la missione di di confrontarsi tutela e promozione dell’artigianato artistico e tradizio- sulle prospettive nale - la mostra ha inteso superare quell’immobilismo che spesso grava sugli eventi che si limitano all’aspetto di crescita del comparto espositivo, attraverso una serie di workshop che hanno e sugli interventi consentito di analizzare i risvolti antropologici, sociali a salvaguardia ed economici dell’artigianato e di segnare le linee gui- di questa preziosa da per lo sviluppo di settore. In particolare, l’ammini- risorsa economica e culturale stratore delegato del Co.Se R. Calabria, Stefano Zirilli, ha introdotto il workshop dal titolo “Il mostacciolo di Soriano - Tra arte e gastronomia”, durante il quale lo storico di tradizioni popolari Ottavio Cavalcanti, ordi- nario all’Università della Calabria, e l’architetto Marisa Gigliotti, del Coordinamento Slow Food Calabria, han- no ribadito quanto nelle tradizioni culinarie calabresi e del territorio vibonese sia importante il simbolismo ARTIGIANATO come fattore coagulante tra la quotidianità e il divenire A sinistra, una maschera d’argento realizzata da “Offi cine preziose” di Le opere dei maestri calabresi Angela Squillace - Catanzaro. In questa pagina, costume Arbereshe - in mostra a Vibo Valentia Museo di arte etnica “Caraffa” di Catanzaro settembre / ottobre 47 2007 storico-sociale. Concetti, questi, che sono rimasti sotto gli occhi del pub- blico nella sezione dedicata al mostacciolo, dove l’alle- stitrice della mostra, l’architetto Anna Russo, ha creato una alternanza tra le differenti interpretazioni artistiche e il dolce vero e proprio, quasi da rendere diffi cile, ap- punto, la distinzione tra arte e gastronomia. Una delle peculiarità più distintive di “Artigianato in Calabria” è il suo essere itinerante e la sua volontà di connotare territorialmente ogni evento. Così, come è stato per le precedenti edizioni di Catanzaro e Reggio Calabria, anche a Vibo Valentia le eccellenze locali sono state messe in grande risalto. Così, ad esempio, grazie alla dimostrazione effettuata con passione e pazienza certosina dal Maestro ebanista di Brognaturo, Vincenzo Grenci, i visitatori hanno potuto assistere alla metamor- fosi di una pesante e grossolana radice in un’elegante pipa o avvertire come sia ancora intenso il ricordo di quando Vibo Valentia si chiamava Monteleone e nelle ferriere si producevano e si decoravano imponenti cam- pane per i campanili di tutta Italia. Con l’intento di rafforzare la trasmissione dei saperi e le relazioni intergenerazionali è stato concepito l’in- contro “Scuola e… Bottega” durante il quale Salvatore Pronestì, maestro e costruttore d’organi di Sant’Onofrio, ha illustrato le tecniche di costruzione di questi antichi strumenti musicali ai giovani studenti dell’Istituto d’ar- te e dell’Ipsia. L’organo è nell’immaginario collettivo uno strumento con una forte connotazione religiosa, perciò, nel wor- kshop successivo è stato il connubio tra musica ed arte sacra ad essere messo sotto la lente d’ingrandimento, grazie alle relazioni di Diego Ventura, delegato per la Calabria dell’associazione Santa Cecilia per la musica sacra, di don Filippo Ramondino, archivista e cerimo- niere vescovile e di Salvatore Pronestì, che a fi ne serata ha smesso i panni del relatore per vestire quelli di musi- cista allietando i presenti con un concerto. Lungi dal voler esaurire in un’unica, impossibile sinte- si tutte le differenti sfere espressive in cui gravita e si intreccia l’artigianato calabrese, questi incontri hanno Un vaso realizzato dalla New Art Ceramiche avuto il merito di riportare a galla la convinzione che di Paola Perri - Squillace

48 settembre / ottobre 2007 la nostrara reregionegione sia traboccantecante di una cul-cul- tura eterogeneaerogenea cheche trova la sua forzaorza pproprioroprio nenellelle sue differenzenze di ggenerieneri e di stistili,li, di epoche e ggenerazioni.enerazioni. Gli aspettipetti di carattere politicopolitico ed economico,mico, sicuramente meno aaffasci-ffasci- nanti mmaa decisamente ffondamentaliondamentali pperer la conservazioneervazione e llaa crescita di qquestouesto set- tore, sono stati affrontati durante la tavola rotonda dal titolo “La legge regionale 15/02: il ruolo degli Enti locali per la promozione e lo sviluppo dell’ar- tigianato artistico tradizionale calabrese”, introdotta dal presidente del Co.Se.R. Calabria, Walter Fonte, e mo- derata dal giornalista televisivo Piero Muscari, che ha consentito ai rappresentanti delle istituzioni e agli am- ministratori presenti di confrontarsi sul tema insieme alle associazioni di categoria, per creare delle conver- genze in grado di riportare questo settore ad un livello di eccellenza come lo sono i prodotti dei suoi maestri. “Artigianato in Calabria”, quindi, non è stata soltanto una mostra, ma uno stimolo a ricordare che gli antichi mestieri che si ribellano alle logiche buie delle produ- zioni seriali sono un faro per chi vuole muovere verso il progresso senza doversi spogliare della propria cultura, della propria storia. Rivolgere loro lo sguardo e soste- Realizzazione del laboratorio Tecnè, di Angela Pellicanò nerli non signifi ca guardare al passato bensì ad un do- Reggio Calabria. Nella pagina a fi anco, Crocefi sso realizzato da mani costruito sulle impalcature della propria identità e “Ferro e Arte” di Francesco Porcaro - San Pietro a Maida per questo più solido e certo.

settembre / ottobre 51 2007 di Gioacchino Lena * Marino Sorriso-Valvo **

Nardodipace, nel cuore delle serre vibonesi, si cela tondate. Da esse differiscono per la minore altitudine e un mistero che dal 2002, da quando cioè la notizia per il fatto che alcune delle conche più ampie sono state ha assunto un’eco internazionale, affascina migliaia nel passato sede di bacini lacustri. Verso valle, inoltre, e migliaia di persone in tutto il mondo: la vera na- alle spianate di erosione continentale si sostituiscono i Atura dei megaliti scoperti nel folto del bosco che circonda il piccolo vari ordini di terrazzi, molto scompaginati ed erosi, i centro montano. Antichissime ed enormi rocce levigate, alcune del più recenti dei quali giungono quasi alla riva del mare NARDODIPACE peso stimato in circa 200 tonnellate, disposte secondo strane geome- (Lena, 2003). La Stonehenge trie, che a molti sono apparse subito come la prova inconfutabile di una regia umana. In età paleolitica, quindi, misteriose genti preisto- GEOLOGIA riche, antenati dei calabresi moderni, avrebbero insediato qui una La costituzione geologica dell’area circostante i due italiana sorta di “Stonehenge italiana”, come l’ha ribattezzata la stampa. centri abitati (Nardodipace vecchio è quasi disabitato) Defi nizione suggestiva che ha immediatamente acceso la fantasia e è costituita essenzialmente dall’affi oramento di due im- l’interesse di moltissime persone e che ormai rappresenta un sinoni- portanti complessi litologici: mo di Nardodipace. Di contro, però, la comunità scientifi ca, scettica a - Complesso metamorfi co. sin dall’inizio in merito all’ipotesi che potesse trattarsi di manufatti b - Batolite di Stilo. preistorici, nega che i megaliti ritrovati siano opera dell’uomo e par- Al primo appartengono rocce metamorfi che di vario la piuttosto di antichissime e rare formazioni geologiche, frutto di grado: paragneiss, micascisti, gneiss occhiadini, orto- movimenti tellurici e sollevamenti magmatici. gneiss a granato, gneiss anfi bolici a granato, metabasiti L’articolo che segue rappresenta l’interessante contributo offerto alla e marmi. nostra rivista da due eminenti ricercatori universitari che illustrano La presenza in essi di minerali a basso grado di meta- in maniera puntuale, documentata e con un linguaggio molto tec- morfi smo indica importanti fenomeni di retrometamor- nico la posizione uffi ciale della comunità scientifi ca. Una tesi che fi smo in ambiente diverso da quello originario. La ricer- comunque non scalfi sce la convinzione più o meno fondata di chi è ca scientifi ca odierna ritiene che il primo metamorfi smo certo che cinquemila anni fa, su queste montagne, vivesse un miste- appartenga all’orogenesi ercinica (circa 280 milioni di rioso popolo che animava ancestrali riti religiosi e astronomici. anni fa) e ne attribuisce la trasformazione ad un ambien- te profondo; il metamorfi smo del secondo è avvenuto in ambiente più superfi ciale e risale all’orogenesi alpina. PREMESSA Il batolite di Stilo, appartenente a sua volta alla cosid- L’abitato di Nardodipace è un insediamento del tutto detta “Unità di Stilo”, consiste di diverse masse intruse recente, edifi cato dopo una delle tante alluvioni che entro quelle metamorfi che, con composizione variabile hanno funestato la Calabria nel secolo scorso, sull’alti- da tonalite a gabbro ma con prevalenza di granodiori- piano a quote tra 1050 ed i 1090 metri s.l.m., in condi- te. Entro di esso è possibile distinguere alcune strutture zioni morfologiche più favorevoli. Il centro antico si tro- importanti che conferiscono, direttamente o indiretta- vava invece a circa 600 metri di quota, a picco sul fi ume mente, diverse caratteristiche di resistenza agli ammassi Allaro, tipica fi umara che presenta lungo il suo corso rocciosi. Fra queste, la presenza di “fratture di raffred- I boschi del piccolo centro montano custodiscono misteriose formazioni rocciose che secondo caratteri di rilevante interesse geomorfologico. damento” cioè di superfi ci lungo le quali la roccia è pre- le tesi più suggestive rappresentano la testimonianza archeologica di un popolo preistorico La natura diffi cile, dalla morfologia molto tormentata, disposta a fratturarsi. Esse assumono una caratteristica dedito a riti astronomici. La comunità scientifi ca nega questa possibilità e offre un’altra dei versanti che precipitano verso la fascia collinare io- tessitura a strati sferici concentrici e conferiscono alle spiegazione legata ai movimenti tellurici ed ai sollevamenti magmatici. nica, contrasta con l’andamento quasi pianeggiante di rocce granitiche una “fratturazione ad esfoliazione”, dando origine a forme tipiche come gli sferoidi di esfo- Ma intanto la notorietà di questo affascinante luogo cresce a livello internazionale alcuni tratti delle parti sommitali della Catena del Serre, in questo simile alla adiacente catena dell’Aspromonte liazione ed i tor; inoltre sono subsferiche o concentriche, ed al massiccio della Sila (Sorriso-Valvo, 1993), ai quali con raggio di curvatura variabile da pochi centimetri a rimandano le superfi ci di spianamento e le cime arro- diverse centinaia di metri.

settembre / ottobre 53 2007 Questi due tipi di fratture si combinano variamente LE FORME DI INTERESSE NATURALISTICO (ossigeno, acido carbonico, ecc.), per cui l’alterazione superiori, esposti per più lungo tempo all’alterazione delimitando blocchi più o meno regolari con facce che La zona di Nardodipace, come tutta la catena della Serre procede più rapidamente lungo le fratture e dalle super- più intensa, sono maggiormente arrotondati rispetto a vanno da piane a convesse o concave (Figure 1 e 2). e dell’Aspromonte, presenta rilevanti aree di interesse fi ci di fratturazione verso l’interno dei blocchi da esse quelli sottostanti (Fig. 5). naturalistico. Fra esse, le fi umare che, dal punto di vista delimitati (Fig. 3) Altri autori, come, ad esempio, Balk (1937), Twidale del patrimonio naturalistico, vanno considerate un vero Se i diversi sistemi di frattura delimitano blocchi più o (1964), Thomas (1978), oltre agli effetti dell’alterazione e proprio bene culturale non solo per gli innegabili valo- meno regolari, in prossimità dei vertici e degli spigoli guidata dalle fratture tettoniche, riconoscono quelli di Fig. 1 - Frattura curvilinea da contrazione. ri estetici, accresciuti dall’abbandono e dal conseguente l’alterazione agisce con maggiore intensità che in cor- altre fratture dall’andamento sferoidale, dovute a con- rinselvatichimento, ma anche perché in esse si sviluppa- rispondenza delle facce; ciò avviene perché ogni parti- trazione della roccia (da attribuirsi alle tensioni da raf- no fenomeni naturali con una tale dinamica da rendere cella della roccia può essere attaccata dall’alterazione freddamento dei magmi) o agli effetti della decompres- molto più facile la comprensione dei meccanismi di di- proveniente da due (spigoli) o tre (vertici) facce. A lun- sione in rocce sottoposte a forti tensioni tettoniche poi versi fenomeni naturali. In altri termini, si tratta di vere go termine, la forma sferoidale è quella che rappresenta più o meno rapidamente rilasciate a causa dell’erosione. e proprie aree- test, di “palestre” geologico-geomorfolo- la superfi cie maggiormente distante da vertici e spigo- Queste fratture, che danno ai blocchi sferoidali il tipico giche, da valorizzare anche a fi ni turistici. li. Per questo motivo i blocchi cubici si trasformano in aspetto di “esfoliazione cipollate” (Figure 1 e 2), sono in Oltre alle fi umare, sono da ricordare alcune forme tipi- blocchi sferici (sferoidi, Fig. 4). In affi oramento, i blocchi realtà presenti su molte rocce che in Calabria danno ori- che delle aree granitiche: gli sferoidi di esfoliazione ed i tor.

GENESI DEGLI SFEROIDI E DEI TOR La genesi degli sferoidi e dei tor è comune, essendo i primi elementi isolati, mentre nei secondi gli elementi costituenti sono invece raggruppati. Entrambe le forme sono dovute sia all’alterazione molto spinta delle rocce a struttura granulare, come graniti (e Fig. 2 - Frattura rettilinea, di origine tettonica (frecce blu) e fratture simili), sabbie, arenarie e conglomerati compatti o con curvilinee da contrazione (frecce rosse). stratifi cazione poco marcata, sia all’azione di dilava- mento del materiale residuale da alterazione che circon- da i nuclei ancora coerenti (sferoidi, “corestones”). L’alterazione molto spinta riduce i minerali più alterabi- li (soprattutto miche, anfi boli, ossidi) a minerali dell’ar- gilla e sabbia fi ne rendendo la roccia molto friabile. Se la struttura originaria è ancora riconoscibile, la roccia alterata prende il nome di “saprolite”. Gli sferoidi sono in genere di roccia alterata ma non fi no al grado di saprolite (Le Pera & Sorriso-Valvo, 2000), mentre l’alterite che li ingloba è in uno stadio di altera- zione ancora più avanzato, con totale distruzione delle strutture originarie (“grus”). I geomorfologi di scuola italiana (Castiglioni, 1979; Pa- nizza, 1992) spiegano la formazione degli sferoidi e dei Figura 3 - Schema dell’evoluzione delle forme di esfoliazione in rocce granitiche. In alto, le linee sub-parallele indicano fratture di varia origine: da contrazione per il raffreddamento dei plutoni o da decompressione (sub-sferiche o curve); e da fratture tettoniche (essenzialmente planari). Lo tor in base alla presenza ed alla frequenza di fratture che schema è solo esemplifi cativo, in quanto le fratture disegnate sono solo una minima parte delle reali fratture che di norma si trovano in queste roc- attraversano la roccia. Le fratture diventano vie prefe- ce, e sono solo indicative dei tipi e sistemi possibili. Le fratture si possono diversamente combinare nel delimitare blocchi reali, dando origine a forme renziali di penetrazione e circolazione dell’acqua delle svariate, caratterizzate tutte da un notevole grado di arrotondamento da alterazione. I blocchi sono isolati già nel sottosuolo e l’arrotondamento è piogge che contiene disciolti vari composti aggressivi maggiore in quelli prossimi alla superfi cie. Nello schema inferiore, per semplicità grafi ca non è rappresentato il sabbione da alterazione che rimane al suolo ed in profondità tra un blocco e l’altro.

54 settembre / ottobre settembre / ottobre 55 2007 2007 gine a forme arrotondate; fra esse predominano i grani- ti, i conglomerati e le arenarie grossolane. Solo i graniti, tuttavia, formano in prevalenza blocchi completamente isolati, mentre i conglomerati e le arenarie grossolane tendono a generare alti e prominenti rilievi arrotondati, i cosiddetti “duomi di esfoliazione” o “pan di zucche- ro”. Esempi notissimi in Calabria sono la Pietra Cappa e le Rocce di S. Pietro presso Natile Vecchio, mentre esem- pi noti a livello mondiale, tanto per citarne solo alcuni, sono il famosissimo “Pao di Assucar” di Rio de Janeiro, i dome della Yosemite Valley in California, le Meteore greche e il paesaggio monumentale della Cappadocia, da dove forse deriva il nome di Pietra Cappa. Fig. 6 - Nardodipace, tor 3. Fig. 7 - Nardodipace, tor 1. Fratture tettoniche subverticali e di origine Oltre alla presenza delle fratture, Le Pera e Sorriso-Val- probabilmente non tettonica (contrazione?) suborizzontali. vo (2000) hanno dimostrato che per la formazione degli Fig. 4 - Sila, Monte Pietra dell’Altare. Sferoide isolato. Si vedono bene sferoidi è necessario che la composizione mineralogica si possono distinguere tre tipi di tor: sheet tor, tower tor rosi saggi condotti dalla Soprintendenza, che potessero un frammento distaccato di recente,mosso dalla neve, e, sulla destra, un altro frammento separato da una frattura da contrazione in procin- delle rocce granitoidi sia tale che la biotite non superi il e doming tor. I tower tor (tor a torre) assumono forme dare indicazioni non già sulla genesi, ma almeno sullo to di completare la sfera quasi perfetta con il suo distacco. 36%, altrimenti si produce solo grus (detrito totalmente ruderali, torreggianti; gli sheet tors assumono forme ta- svolgimento di una qualsiasi forma di attività intorno a alterato). bulari; i doming tors sono quelli a duomo o a pan di queste forme, se si escludono alcuni tentativi di estra- I tor sono una variante particolare degli sferoidi. Si trat- zucchero. I tor di Nardodipace (Fig. 6) appartengono zione di materiale da costruzione mediante il metodo ta in ultima analisi di diversi blocchi che non sono cir- alla categoria dei tower tors. dei cunei lungo le fratture, e forse il non ben collocabile condati da volumi rilevanti di grus. Inoltre, la presenza La loro somiglianza con strutture costruite è impres- nel tempo, ma comunque recente, uso per l’appoggio di di fatturazioni suborizzontali, siano esse tettoniche, da sionante. Senonché, alcune osservazioni permettono di un riparo ligneo. contrazione o da decompressione, separa blocchi che confermarne l’origine naturale. In primo luogo, non si La “Pietre”, se non sono testimoni di insediamenti e subiscono solo limitati spostamenti rispetto alla loro vedono le fondazioni degli eventuali muraglioni. Per di attività preistorici, sono però sicuramente elementi posizione originaria, per cui, invece di singoli sferoi- trovarle bisognerebbe scavare, ma il fatto è che le pa- di elevato interesse naturalistico, perché rappresenta- di, si hanno pile di diversi blocchi da sub-arrotondati reti di alcuni muraglioni hanno l’assetto delle strutture no una forma molto caratteristica di un elemento geo- a sferoidali, variamente sovrapposti, talvolta combinati tettoniche rilevate anche a distanza da queste forme. In morfologico tipico delle aree a graniti, quello che oggi in fantastiche strutture (Thomas, 1978) che somigliano a secondo luogo, in alcuni siti, tra blocchi contigui, si os- si defi nisce come “geosito”, un sito cioè di importanza ruderi di antiche costruzioni, da cui anche il termine di serva un intervallo regolare di roccia laminata ed argil- geologica. Il loro inserimento in un contesto boschivo le “forme ruderali” (Castiglioni, 1978); la fi gura 6 mostra lifi cata, una cataclasite tipica, che non si spiegherebbe particolarmente suggestive, e la loro raggiungibi- questo particolare aspetto di uno dei tor di Nardidipa- con l’ipotesi del muro costruito. In terzo luogo, a dare lità le rende fruibili per un escursionismo di breve rag- ce. l’impressione del muro sono le fratture suborizzontali gio per cui potrebbero essere inseriti in percorsi escur- Sferoidi e tor sono diffusi nelle zone di affi oramento che separano i blocchi sovrapposti. Ma, al contempo, i sionistici di più ampio respiro, come già avviene per dei graniti e di altre rocce granulari grossolane in Ca- muri sono inclinati; ciò non ha senso: sembrerebbe che altri casi analoghi in Calabria. In particolare, si potrebbe labria. In tutte le guide escursionistiche della Calabria il muro fosse stato costruito inclinato, o che i giunti tracciare una serie di “sentieri delle pietre”, o “sentieri Fig. 5 - Nardodipace, Tor 1. Il tor mostra chiaramente il maggior grado sono riportati esempi molto interessanti (Pietre dei Bri- orizzontali fossero prima inclinati e poi resi orizzonta- dei tor”, corredati da guide escursionistiche ed inseriti di arrotondamento della parte superiore, esposta ad una maggiore ganti, alcuni monoliti presso Silvana Mansio; sferoidi di li dall’inclinazione dei muri (Fig. 7). Quarto, sono evi- in un circuito escursionistico organizzato. aggressione da parte degli agenti atmosferici già quando i blocchi erano ancora immersi nella saprolite. Si noti il diverso grado di sviluppo M.Volpintesta, campo di sferoidi di Carlomagno; tor di denti le fratture subsferiche ad andamento concentrico, dell’apertura apparente (dovuta all’asportazione del materiale frap- M. Nero; tor del T. Garga; ecc.). con vari raggi di curvatura. La genesi delle “Pietre di * docente di Geologia Applicata alla Ricerca Archeologica, posto tra i blocchi, più che ai loro movimenti) lungo le fratture, una delle quali, nel blocco in alto a sinistra, è evidentemente una prose- Nella zona di studio, le “Pietre di Nardodipace” sono Nardodipace” risulta in defi nitiva certamente attribu- Università della Tuscia, Viterbo. Presidente “Commissione cuzione di quella che separa i due blocchi sottostanti. Il diverso grado un classico e bellissimo esempio di tor complessi, con ibile ad un noto e diffuso fenomeno naturale. Nessun Geoarcheologia”, Ordine dei Geologi della Calabria. di alterazione e di apertura apparente lungo una singola frattura, nel forme ruderali tipo muraglioni. Secondo Thomas (1978), reperto archeologico è stato trovato, nonostante i nume- volgere di poca distanza, è tipico dei graniti. ** dirigente di Ricerca, CNR-IRPI, sede di Cosenza.

56 settembre / ottobre settembre / ottobre 57 2007 2007 di Enrico De Girolamo Provincia di Vibo Valentia

avori pubblici e archeologia, un binomio non La scoperta ha generato grande entusia- sempre felice, ma spesso fonte di confl itti isti- smo tra i ricercatori, guidati dall’archeo- tuzionali scanditi da lunghe fasi di stallo. Di loga Maria Teresa Iannelli, responsabile tutt’altro tenore, invece, è il rapporto di stretta locale della Sovrintendenza di Reggio Ca- Lcollaborazione che lega la Provincia e la Soprintenden- labria e direttrice del Museo Vito Capialbi di za ai Beni archeologici dopo il ritrovamento di alcune Vibo Valentia, oltre che stimata collaboratrice della no- tombe greche nel cantiere aperto dall’Amministrazione stra rivista e componente del comitato scientifi co. È lei per realizzare la variante di Badia, che ha affi dato alla collega Rotella che collegherà Limbadi a Nicote- la supervisione dei lavori di scavo ra, permettendo così di bypassare avviati dalla Provincia, nella con- il centro abitato. sapevolezza che il tracciato della Durante la fase di sbancamento, variante in costruzione insiste su con le ruspe impegnate ad abboz- un’area ricca di grandi opportu- zare il tracciato della nuova stra- nità archeologiche. In prossimità da, dalla terra smossa sono spun- di Nicotera, infatti, si snodava la tate fuori le porzioni terminali di Via Popilia, l’antica strada roma- due lastre di coccio quasi intera- na che collegava Capua con Reg- mente coperte. Pochi centimetri gio, intersecata da altri assi viari di terracotta, un ritrovamento che mettevano in collegamento la insignifi cante per chiunque non Calabria con la Puglia. Circostan- abbia l’occhio allenato a scorgere za questa che determinò la costru- tra detriti e materiale di risulta le zione di numerose ville romane e vestigia archeologiche di un pas- l’insediamento di tenute agricole sato millenario. Ma tanto è basta- lungo le principali vie di comuni- to all’archeologa Anna Maria Ro- cazione. tella, incaricata dalla Soprinten- «Ipotizzavamo, quindi, il ritro- denza di seguire i lavori di scavo vamento di reperti risalenti a per la realizzazione della nuova quell’epoca - ha spiegato Iannel- arteria stradale, per capire che lì li nel corso della presentazione sotto, a pochi centimetri di profondità, poteva celarsi dell’intervento infrastrutturale organizzata dalla Pro- una delle testimonianze archeologiche più interessanti vincia -. Invece, con grande emozione, siamo incappati I llavoriavori pperer llaa vvarianteariante ddii BBadiaadia ssvelanovelano degli ultimi anni: una necropoli greca risalente al V o in qualcosa di molto più rilevante da un punto di vista IV secolo avanti Cristo. Mai si sarebbe aspettata, invece, storico e scientifi co: quattro tombe risalenti a epoca pre- che le tombe contenessero anche gli scheletri dei defun- cristiana, con all’interno gli scheletri di due adulti e due ti, perfettamente conservati. Il ritrovamento di reperti bambini, più una serie di suppellettili, tra cui due lu- osteologici, infatti, si verifi ca in rarissimi casi, perché il cerne, dei vasetti e una statuetta di Atena. Una scoperta tempo e l’umidità fi niscono quasi sempre per cancellare davvero eccezionale, perché studiando le ossa ritrovate uunana ogni traccia biologica. gli antropologi potranno tracciare un profi lo più certo delle popolazioni che abitavano in queste zone 2.500 NNECROPOLIECROPOLI anni fa, indagando le abitudini di vita, a cominciare da A fi anco, una delle tombe greche scoperte durante i lavori quelle alimentari». per la realizzazione della variante di Badia

settembre / ottobre 59 2007 Le tombe sono collocate in un canale che, prima di ospi- tare i sepolcri, serviva agli antichi abitanti di questa zona per smaltire l’acqua piovana o per l’irrigazione. «Tutto lascia supporre che nelle immediate vicinanze delle tombe vi siano le vestigia di una fattoria greca o addirittura di un intero villaggio - ha aggiunto l’archeo- loga Rotella -. Ecco perché continueremo a indagare per portare alla luce ciò che resta di questo presunto insedia- mento». Come accennato, il ritrovamento è stato illustrato nel corso di una conferenza stampa organizzata dall’Am- ministrazione provinciale e ospitata nell’auditorium del Palazzo municipale di Limbadi, di cui Badia è frazione. All’incontro con i giornalisti hanno preso parte, oltre agli archeologi, il vice presidente della Provincia e as- sessore ai Lavori pubblici, Paolo Barbieri, gli ingegneri Giuseppe Teti e Francesco Defi na dell’Uffi cio tecnico provinciale, guidato dall’ingegnere capo Rosario Ruffa, il sindaco di Limbadi Rosario Spasari, e il commissario straordinario di Nicotera Marcello Palmieri. Esauriti gli aspetti squisitamente scientifi ci legati alla scoperta archeologica, Barbieri ha illustrato l’intervento ammodernamento dell’intera rete viaria, portato avan- per la costruzione della nuova bretella, che sarà pron- ti con decisione dall’amministrazione Bruni sin dal suo ta nella primavera del 2008. La strada costituisce una insediamento. Inoltre, sempre con riferimento a questa variante alla provinciale n. 30, nel tratto che congiunge zona della provincia, pensiamo di intervenire per allun- i centri abitati di Limbadi e Nicotera, dove subisce un gare fi no a Ioppolo la Strada del Mare, che oggi da Pizzo notevole restringimento che costringe i veicoli in tran- conduce a Ricadi, utilizzando a questo scopo parte dei sito a procedere lungo un senso unico alternato regola- fondi che la Finanziaria 2006 ha destinato alla viabilità to da semafori. Una situazione di grande disagio che si secondaria di Calabria e Sicilia». protrae ormai da decenni, compromettendo la viabilità «La Provincia ha dimostrato grande apertura e sensibi- della zona. L’intervento della Provincia eliminerà com- lità verso la salvaguardia di questa scoperta - ha aggiun- pletamente questa criticità della rete viaria, grazie alla to Maria Teresa Iannelli -, confermando con i fatti una costruzione di una strada a due corsie lunga 860 metri, decisa volontà di collaborazione con la Soprintendenza per un costo complessivo di 852mila euro. L’andamento e adattando il progetto iniziale della strada alle esigenze ondulato del tracciato, inoltre, si inserisce al meglio nel di tutela dello scavo». contesto morfologico della zona, inducendo i veicoli a Un’intesa rimarcata dall’assessore Barbieri, che ha sot- rallentare una volta giunti in prossimità degli svincoli tolineato quanto sia importante valorizzare al meglio di entrata e uscita. questa scoperta, «che arricchisce enormemente il patri- «Si tratta di un’opera molto attesa che risolverà defi - monio archeologico vibonese». Inoltre, Barbieri si è det- nitivamente questa situazione di disagio - ha spiegato to disponibile, a nome della Provincia, a valutare insie- L’eccezionalità della scoperta fatta a Badia è rappresentata soprat- Barbieri -. Un intervento previsto nella programmazio- me alla Soprintendenza ulteriori iniziative di carattere tutto dall’ottimo stato di conservazione dei corpi sepolti nella necro- poli greca. Nelle tombe, come è possibile notare in questa foto, sono ne pluriennale della Provincia, che si inserisce a pieno editoriale e scientifi co che possano contribuire al rag- state recuperate anche alcune suppellettili. Nella pagina a fi anco, la titolo in quel vasto piano generale di riqualifi cazione e giungimento di questo obiettivo. statuetta della dea Atena ritrovata nel sito

settembre / ottobre 61 2007 di Giacinto Namia 8 settembre del 1943 le truppe anglo-ame- ne delle ‘voci’ sulla storia della Magna Grecia nell’Enci- ricane entravano a Vibo Valentia; gli Alle- clopedia Italiana. ati, non essendo più possibile mantenere Crispo aveva una vasta e profonda conoscenza della lin- alla guida del Comune il podestà Gaetano gua latina e della lingua greca: possedeva - come è stato L’Di Tocco, scelsero come sindaco l’avvocato Carlo Felice autorevolmente detto - quasi d’istinto il greco antico, bi- Crispo, fi glio di Antonino Crispo, che aveva ricoperto zantino e moderno. Vi si aggiungeva una sicura compe- più volte la carica di sindaco della città nell’ultimo ven- tenza nelle principali lingue moderne: tedesco, francese, Carlo Felice CRISPO tennio del diciannovesimo secolo. inglese e spagnolo. Non ha scritto molto, ma quanto ha Carlo Felice Crispo era ormai un uomo anziano: era scritto si segnala per l’ampiezza della ricerca e l’acume nato a Vibo Valentia, allora Monteleone Calabro, il 4 della problematica. Gli interessi dello studioso erano Il primo sindaco del dopoguerra ottobre del 1881; durante soprattutto rivolti alla storia il Fascismo era vissuto in della sua terra e all’indagi- modo appartato dedican- ne del senso profondo della dosi agli studi che avevano civiltà in essa fi orita, come come oggetto la storia e la appare dalla sua opera più civiltà greco-romana e in importante: “Contributo alla particolare la Magna Grecia. storia della più antica civiltà Fine intellettuale dedito Aveva in politica un orienta- della Magna Grecia” (1940). mento liberale e moderato. Quando venne chiamato a allo studio della Magna Grecia Nel 1926 era stato incaricato servire la città come sindaco, e convinto liberale, accettò dalla Giunta municipale del dovette mettere un po’ da tempo, insieme con l’asses- parte i suoi studi per atten- l’incarico affi datogli dagli Alleati sore Domenico Antonio Ba- dere al nuovo faticoso impe- dopo la liberazione d’Italia sile e il professor Pietro Ta- gno; e forse a lui, che amava rallo, a risistemare l’archivio conversare con gli antichi, e si ritrovò a gestire la città del Comune prima che ve- venne in mente più di un di Vibo Valentia negli anni più nisse «depauperato dolosamente», come si legge nella esempio illustre di dotto dell’antichità greco-romana relativa delibera. pronto a tralasciare gli studi, se la patria lo imponeva, diffi cili, con la popolazione Sulla fi gura dello studioso non esistono studi specifi ci per entrare nel vivo dell’agone politico. E così egli fece stremata dai bombardamenti se si eccettua il bellissimo necrologio dettato dal gran- cercando di dare il meglio di sé stesso. de grecista vibonese Carlo Diano (1902-1974) suo amico La sua sindacatura ebbe inizio nel settembre del 1943 e e ridotta in grande povertà. carissimo; il necrologio apparve sull’“Archivio Storico termine nel marzo del 1945 e fu dedicata in primo luo- Con una politica considerata della Calabria e della Lucania” tempo dopo la morte di go a cercare e trovare rimedi alle dure condizioni in cui “paternalista” dai suoi oppositori, Crispo, avvenuta il 10 dicembre del 1946 a Roma dove si versava la popolazione in seguito ai bombardamenti ai trovava degente in ospedale. Tuttavia, per avere un’idea quali la città era stata sottoposta. Fu costretto addirittu- riuscì ad alleviare le sofferenze della stima di cui godeva già da un pezzo nel campo ra a servirsi dei locali dell’ospedale cittadino per procu- dei vibonesi impostando degli studi basterà ricordare che fu membro della Com- rare alloggi alle centinaia di famiglie che erano rimaste missione internazionale per la redazione del Corpus senza casa. Tale destinazione dell’ospedale suscitò pe- la sua azione sul rigoroso Inscriptionum Medii Aevi e della Commissione per la santi critiche perché esso era l’unica struttura sanitaria senso morale che lo ispirava redazione del Corpus Inscriptionum Latinartum nel set- esistente nel comprensorio; ma probabilmente non vi tore relativo a Vibo Valentia e incaricato della redazione erano soluzioni migliori e più immediate. Subito dopo della Carta Archeologica greco-romana di Ipponio-Vibo la sistemazione degli sfollati negli alloggi si presentava Valentia; fu chiamato inoltre a collaborare alla redazio- con uguale urgenza la situazione alimentare. Crispo, per

settembre / ottobre 63 2007 Un’immagine d’epoca di Monteleone, l’attuale Vibo valentia Corso Umberto I in un’immagine dell’immediato dopoguerra vissuto nel VI secolo a.C. L’ultima parte della ricerca venire incontro alle necessità della gente, fece ricorso daco e i partiti facenti parte del Comitato di Liberazione tersi; ma la situazione politico-amministrativa della cit- apparve postuma; ne aveva corretto le bozze quando alle associazioni assistenziali tradizionalmente presen- Nazionale (CNL). Questi chiedevano di partecipare e di tà stenterà a comporsi. la morte era ormai prossima. Sulla dirittura morale e ti nel territorio e alle società di mutuo soccorso. Cercò condividere la gestione del potere, di fondarla su una Durante il periodo della sua sindacatura Crispo rallen- coerenza di vita e di costumi dell’uomo, che non venne e trovò personale disponibile e idoneo perché vigilasse normativa chiara e vincolante per tutti a cominciare dal tò, come si è accennato, ma non smise mai del tutto i meno neanche nei tempi diffi cili dedicati agli impegni sul prezzo dei generi alimentari e degli ortofrutticoli, sindaco e tra l’altro di creare un ente comunale autono- suoi studi; anzi portò avanti un’ampia ricerca sul me- pubblici, può valere quanto scrisse l’insigne storico del- creò una commissione annonaria per i rifornimenti di mo per l’approvvigionamento dei generi alimentari. dico-fi losofo Alcmeone di Crotone seguace di Pitagora, la Magna Grecia, Giovanni Pugliese Carratelli, che nel generi alimentari e ne istituì un’altra per provvedere ai Crispo, forse perché poco fi ducioso sull’effi cacia di una corso di uno scritto sul grande meridionalista Umberto sussidi per le famiglie dei militari impegnati nel confl it- normativa rigorosa che avrebbe potuto favorire il mer- L’EPIGRAFE SULLA TOMBA DI CRISPO Zanotti Bianco ha collocato Carlo Felice Crispo tra gli to, si prese cura inoltre dei problemi delle frazioni. cato nero e l’imboscamento delle merci, preferiva pun- uomini «che dalla loro dirittura morale e dalla connessa Dal punto di vista più strettamente politico l’ammini- tare sul senso di solidarietà dei ceti proprietari; e la sua coscienza ‘politica’ traevano la fede nella libertà e la for- strazione Crispo suscitò notevoli opposizioni e si scon- gestione del potere, che dà l’impressione di essere stata za per tener viva la tradizione civile». trò con le nascenti o rinate forze politiche che si andava- paternalistica, fu supportata da un alto senso di respon- Al già citato Carlo Diano si deve, infi ne, l’epigrafe incisa no costituendo in partiti. sabilità e da un grande impegno personale e portò a su una parete della cappella che custodisce, nel cimitero Da liberale d’altri tempi Crispo non avvertì la necessità garantire a tutti, per continuare sul tema dell’approv- della città, i resti mortali di Crispo. della presenza di una vera e propria giunta comunale e vigionamento, le razioni alimentari spettanti. E non fu Sul punto più sacro della cinta muraria Ipponio ti accoglie L’epigrafe è scritta in greco antico, lingua che gli fu ca- si volse alla gestione del potere municipale senza far ri- poca cosa. sull’alto colle sotto la terra dei tuoi padri. rissima, e parla dell’antica e greca Ipponio e della terra corso ai partiti e alla loro collaborazione. Di conseguen- Il contrasto tra il sindaco e i partiti segnerà una pausa Tutto ciò che ti fu caro ti è accanto, e sopra dei padri e del cielo stellato. za per tutto il 1944 ci fu uno scontro continuo tra il sin- con l’uscita di scena di Crispo, che fu costretto a dimet- perennemente lo stesso cielo stellato degli avi.

64 settembre / ottobre settembre / ottobre 65 2007 2007 l’azzurro intenso del mantello del Cristo di Lu- modelli michelangioleschi e raffaelleschi di estrazione dovico Mazzanti ne “La visione di Sant’Igna- ancor tardo manierista, sia negli originali e più moder- zio” che accoglie e cattura l’attenzione del visi- ni sviluppi in direzione cortonesca e fi nanche maratte- tatore della mostra di Lamezia Terme dedicata sca. Echi romanizzati, da Michelangelo a Raffaello fi no aÈ Giuseppe Pascaletti. “In primo piano il Santo di Lo- al Maratta, sono stati intravisti anche in quest’”Ultima yola nell’estatica posa rivolta verso la fi gura del Cristo, Cena”. L’opera in realtà replica una composizione di attorniato da gruppi di angeli in volo che sostengono la Giovan Francesco Romanelli, di cui un esemplare ap- pesante croce; in alto il Dio Padre, e sullo sfondo tutti partiene ai depositi della Galleria Nazionale d'Arte An- quei simboli, che vogliono sottolineare l’invito al Santo tica di Palazzo Barberini…” (R. Caputo). a tornare a Roma… le colonne classiche… il fi ume… i Del vibonese Giulio Rubino è il grande olio su tela raf- resti antichi del ponte… l’accenno di cupola…” (A. Lo fi gurante la “Sacra famiglia con i Santi Elisabetta, Zac- Bianco). Il sapiente gioco dei mantelli panneggiati del caria e Giovannino”, proveniente dalla Chiesa di San Mazzanti, che è tesoro prezioso e cornice di preghiera Giuseppe, già del Gesù, di Vibo Valentia. della Chiesa di San Michele Arcangelo di Vibo Valentia, “Appartenente ad una famiglia testimoniata nei diver- segna l’inizio del percorso che da Pascaletti di Fiume- si settori artistici, Rubino è documentato a Nicotera nel freddo Bruzio si vuole tracciare per proseguire alla ri- 1744, nella sua città nel 1747, nel catasto onciario del scoperta di una parte notevole del patrimonio artistico 1755 da cui si apprende l’effettivo anno di nascita, e nel- vibonese tra la fi ne del Seicento e gli inizi del Settecento. la chiesa dell’Annunziata di Reggio Calabria nel 1771. E in quegli anni il viterbese Mazzanti è attivissimo nel … La sua carriera pittorica raggiunge notevoli picchi panorama fi gurativo romano, in contatto con la commit- di affermazione, come dimostrano i dipinti dissemina- tenza gesuita che aveva ereditato dal maestro Gaulli. ti sul territorio dell’antica diocesi di Mileto, ma anche È infatti dallo stretto legame con quest’ultimo che deriva in altre aree della Calabria (Pizzo, Reggio Calabria). Un la destinazione del grande quadro ad una chiesa gesui- catalogo abbastanza nutrito in cui si possono cogliere le ta di Vibo Valentia, che si confi gura quale testimonianza personali evoluzioni del suo stile ed il lento progredire estremamente importante di un artista particolarmente della sua bottega nel fi glio Lorenzo, nato il 1729, cono- signifi cativo, esponente di spicco di un Settecento so- sciuto soprattutto per essere stato il primo maestro di brio e raffi nato che traduce in termini discorsivi l’en- Emmanuele Paparo…” (R. Caputo). fasi barocca. Se la raffi nata cifra dei volti porcellanati Da Vibo Valentia a Mileto alla perla del Tirreno. del Mazzanti capta la colta curiosità degli appassionati È dalla Chiesa del Gesù di Tropea che provengono due d’arte sacra alla mostra lametina, l’abilità pittorica dei imponenti tele di Giuseppe Pascaletti, in mostra a La- vibonesi autentici si apprezza nelle opere in esposizione mezia Terme. Si tratta della “Visione di Sant’Ignazio di di Francesco Antonio Coratoli e di Giulio Rubino. Loyola” e dell’”Estasi di San Francesco Saverio”. Del primo è l’“Ultima Cena”, proveniente dalla Catte- “La commissione dei dipinti tropeani al Pascaletti è cer- drale di Mileto. “Francesco Antonio Coratoli che, secon- tamente da inquadrare nei rapporti che il pittore dovet- do le fonti, oltre ad essere pittore fu anche architetto e te intrattenere con gli ambienti ecclesiastici e nobiliari musico, fu dapprima allievo di Francesco Zoda, altro pit- della città, poiché sede diocesana nella cui giurisdizio- tore vibonese, e poi si trasferì a Roma per un soggiorno ne ricadeva la natia . Per gli alta- di Michele Lico di studio. La critica attuale ha rilevato nella sua produ- ri di questa chiesa vengono scelti due episodi, cardine zione gli esiti di tali approfondimenti sia nel recupero di dell’esperienza mistica dei Santi, che volutamente apro- no uno squarcio sul tema della visione e dell’estasi, caro

A fi anco, Ludovico Mazzanti (Roma 1686 - Viterbo 1775) alla spiritualità seicentesca soprattutto romana, e che Apparizione di Cristo a Sant’Ignazio di Loyola detto “Visione di indubbiamente in pieno Settecento è ancora in grado di Giuseppe PASCALETTI Sant’Ignazio” Olio su tela cm 360x215 Secolo XVIII (metà, databile) mantenere intatta la sua effi cacia. La gamma cromatica

Un percorso artistico tra la Calabria, Napoli, Roma... e Vibo Valentia settembre / ottobre 67 2007 Visione di Sant’Ignazio Estasi di San Francesco Saverio di Loyola Olio su tela cm 268x168,5 Olio su tela cm 267,5x168,5 Secolo XVIII (1755, datato) Secolo XVIII (1755, datato)

68 settembre / ottobre settembre / ottobre 69 2007 2007 Giulio Rubino (Vibo Valentia, 1699-1771, post.) Sacra famiglia con i santi Elisabetta, Zaccaria e Giovannino -Olio su tela; 190x160 Secolo XVIII (quinto decennio, databile)

Francesco Antonio Coratoli (Vibo Valentia, 1671 ca. - 1722) Ultima cena - Olio su tela cm 93x130 Secolo XVIII (primo ventennio, databile)

dei due dipinti è carica di toni ombrosi, e contrasta con mente è evidente l’impeto barocco particolarmente nel- la luminosità più ariosa delle composizioni di Giuseppe la resa chiaroscurale e nelle vibranti pieghe delle vesti… Grimaldi – pittore tropeano scomparso nel 1748 – che Questi toni scuri distinguono le due presentate opere decorano le pareti… tropeane dal contesto generale della produzione cala- Il Pascaletti sceglie una impaginazione intrisa di quelle brese del Pascaletti, nella quale sono frequenti effetti co- suggestioni di Sebastiano Conca (1680-1764) che conno- loristici più luminosi e cangianti...” (A. Preiti). tano molta della sua produzione e qui particolarmente Il percorso artistico tracciato attraverso questa straor- ti, ma anche per tutta la cultura artistica calabrese della ni tra le vicende della committenza, ecclesiastica e laica, evidenti nell’impostazione delle fi gure del Cristo e del dinaria mostra - straordinaria anche per la location e gli metà del Settecento. Dipinti, pale di cappelle private o e quelle del pittore. Padre nella raffi gurazione trinitaria sua tipica…. Gli allestimenti – offre spunti di rifl essione sulle dipenden- d’altare rappresentavano e denotano il forte legame tra È un’occasione, dunque, per scoprire altri - e ai più, an- spunti di matrice romana sono assorbiti soprattutto nel- ze stilistiche e formali delle opere esposte e sulla loro la cultura artistica meridionale e quella romana. cor sconosciuti- preziosi frammenti dell’immenso patri- la densa atmosfera della “visione”, dove più marcata- storia critica. E non solo con riguardo a Joseph Pascalet- Un legame che fa discutere anche sulle forti interrelazio- monio artistico della Calabria.

70 settembre / ottobre settembre / ottobre 71 2007 2007 Gli Uffici della Camera di Commercio

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