CONVENTIO Conventio Inter Sanctam Sedem Et Gubernium Reipublicae Italiae De Rebus Fiscalibus

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CONVENTIO Conventio Inter Sanctam Sedem Et Gubernium Reipublicae Italiae De Rebus Fiscalibus Acta Francisci Pp. 1263 CONVENTIO Conventio inter Sanctam Sedem et Gubernium Reipublicae Italiae de rebus fiscalibus. La Santa Sede ed il Governo della Repubblica Italiana, qui di seguito denominati anche Parti contraenti; tenuto conto della speciale rilevanza dei rapporti tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana, caratterizzati da mutua collaborazione ed improntati alla ricerca di soluzioni condivise in materie di interesse comune; avendo al riguardo presenti, da parte della Repubblica Italiana, i principi sanciti dalla propria Costituzione, e, da parte della Santa Sede, gli insegna- menti del Concilio Ecumenico Vaticano II e le norme del diritto canonico; considerato che i rapporti tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana sono regolati dai Patti lateranensi e, in particolare, dal Trattato tra la Santa Sede e l’Italia, sottoscritto l’11 febbraio 1929 (d’ora in avanti, Trattato del Laterano); tenuto conto del processo in atto verso l’affermazione a livello globale della trasparenza nel campo delle relazioni finanziarie e concordando sull’op- portunità di assicurare la più ampia trasparenza anche attraverso lo scambio di informazioni ai fini fiscali nell’ambito della cooperazione amministrativa; attesa la peculiarità geografica dello Stato della Città del Vaticano, a motivo della cui limitata estensione furono individuate le zone extraterri- toriali di cui agli articoli 13, 14 e 15 del Trattato del Laterano; concordando inoltre sull’opportunità di prevedere che i contribuenti residenti in Italia possano adempiere pienamente ai propri obblighi fiscali, nonché sull’esigenza di dare piena attuazione all’articolo 16, alinea primo, del Trattato del Laterano; hanno convenuto di concludere la presente Convenzione: ARTICOLO 1 (Scambio di informazioni) 1. Le autorità competenti delle Parti contraenti si scambiano le informazioni verosimilmente rilevanti per applicare le disposizioni della presente Conven- zione oppure per l’amministrazione o l’applicazione del diritto interno rela- tivo alle imposte di qualsiasi natura o denominazione riscosse per conto delle 1264 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale Parti contraenti, delle loro suddivisioni politiche o enti locali nella misura in cui l’imposizione prevista non sia contraria alla Convenzione. 2. Le informazioni ricevute ai sensi del paragrafo 1 da una Parte contraente sono tenute segrete analogamente alle informazioni ottenute in applicazio- ne della legislazione fiscale di detta Parte e sono comunicate soltanto alle persone o autorità (compresi i tribunali e le autorità amministrative) che si occupano dell’accertamento o della riscossione delle imposte di cui al para- grafo 1, delle procedure o dei procedimenti concernenti tali imposte, delle decisioni sui ricorsi presentati per tali imposte, o del controllo delle attività precedenti. Tali persone o autorità possono utilizzare le informazioni unica- mente per questi fini. Ai medesimi fini esse possono rivelarle nell’ambito di una procedura giudiziaria pubblica o di una decisione giudiziaria. Nonostante le disposizioni precedenti, una Parte contraente può utilizzare per altri fini le informazioni ricevute, se tali informazioni possono essere impiegate per tali altri fini secondo la legislazione di entrambe le Parti e le autorità competenti della Parte richiesta ne hanno approvato l’impiego. 3. Le disposizioni dei paragrafi 1 e 2 non possono in nessun caso essere in- terpretate nel senso d’imporre a una Parte contraente l’obbligo di: a) adottare provvedimenti amministrativi in deroga alla propria legislazio- ne e prassi amministrativa ovvero a quella dell’altra Parte contraente; b) fornire informazioni che non possono essere ottenute in virtù della propria legislazione o prassi amministrativa ovvero di quella dell’altra Parte contraente; c) fornire informazioni che potrebbero rivelare un segreto commerciale, industriale o professionale oppure procedimenti commerciali o infor- mazioni la cui comunicazione sarebbe contraria all’ordine pubblico. 4. Se le informazioni sono richieste da una Parte contraente in conformità del presente articolo, l’altra Parte contraente usa i poteri a sua disposizione al fine di ottenere le informazioni richieste, anche qualora esse non le siano utili a fini fiscali propri. L’obbligo di cui al periodo precedente è soggetto alle limitazioni previste nel paragrafo 3, le quali non possono essere in nessun caso interpretate nel senso di permettere ad una Parte contraente di rifiu- tare di fornire informazioni solo perché la stessa non ne ha un interesse ai propri fini fiscali. Acta Francisci Pp. 1265 5. In nessun caso le disposizioni del paragrafo 3 devono essere interpretate nel senso che una Parte contraente può rifiutare di comunicare informazioni unicamente perché queste sono detenute da una banca, da un altro istituto finanziario o ente che svolge professionalmente un’attività di natura finan- ziaria, da un mandatario o persona che opera in qualità di agente o fiduciario oppure perché dette informazioni si riferiscono a diritti sul capitale di rischio o di debito di un’entità. 6. La Parte richiedente deve sfruttare tutte le fonti d’informazione abituali pre- viste dalla propria procedura fiscale interna prima di richiedere informazioni. 7. Le autorità fiscali della Parte richiedente, all’atto della richiesta di infor- mazioni, forniscono alle autorità competenti della Parte richiesta le seguenti informazioni: i) l’identità della persona oggetto del controllo o dell’inchiesta; ii) il periodo di tempo oggetto della domanda; iii) la descrizione delle informazioni richieste, nonché indicazioni sulla forma nella quale la Parte richiedente desidera ricevere tali informa- zioni dalla Parte richiesta; iv) lo scopo fiscale per cui le informazioni sono richieste; v) se sono noti, il nome e l’indirizzo del detentore presunto delle informa- zioni richieste. 8. Il riferimento a informazioni “verosimilmente rilevanti” ha lo scopo di garantire uno scambio di informazioni in ambito fiscale il più ampio pos- sibile, senza tuttavia consentire alle Parti contraenti di intraprendere una ricerca generalizzata e indiscriminata di informazioni (“fishing expedition”) o di domandare informazioni la cui rilevanza in merito agli affari fiscali di un determinato contribuente non è verosimile; sebbene il paragrafo 7 preveda importanti requisiti di tecnica procedurale volti a impedire una ricerca ge- neralizzata e indiscriminata di informazioni (“fishing expedition”), i punti da (i) a (v) del paragrafo 7 non devono essere interpretati in modo da ostacolare uno scambio effettivo di informazioni; la condizione “verosimilmente rilevan- te” può essere soddisfatta in casi relativi ad un singolo contribuente (identi- ficato con il nome oppure con altre modalità) ovvero in casi relativi ad una pluralità di contribuenti (identificati con il nome oppure con altre modalità). 1266 Acta Apostolicae Sedis – Commentarium Officiale 9. Le disposizioni del presente articolo sono applicabili alle domande di in- formazioni presentate dalla Parte richiedente alla Parte richiesta a partire dalla data di entrata in vigore della presente Convenzione e che si riferiscono a fatti esistenti o circostanze realizzate a partire dal 1° gennaio 2009. ARTICOLO 2 (Determinazione e versamento delle imposte sui redditi di capitale e sui redditi diversi delle attività finanziarie) 1. Le disposizioni del presente articolo trovano applicazione esclusivamente nei confronti dei seguenti soggetti fiscalmente residenti in Italia ai sensi del testo unico delle imposte sui redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 (“TUIR”), che siano titolari di attività finanziarie presso enti che svolgono professionalmente un’attività di natura finanziaria nello Stato della Città del Vaticano: a) persone fisiche rientranti nelle seguenti categorie: i) chierici e membri degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica; ii) dignitari, impiegati, salariati, anche non stabili, e pensionati della Santa Sede e degli altri enti di cui all’articolo 17 del Trattato del Laterano, che percepiscono i redditi ivi indicati; b) Istituti di Vita Consacrata, Società di Vita Apostolica ed altri enti con personalità giuridica canonica o civile vaticana. 2. Ai fini della presente Convenzione si intende per: – « chierici »: i ministri insigniti dell’ordine sacro ai sensi dei canoni 1008 e 1009 del Codice di diritto canonico; – « Istituti di Vita Consacrata »: gli enti di cui ai canoni 573 e seguenti del Codice di diritto canonico; – « Società di Vita Apostolica »: gli enti di cui ai canoni 731 e seguenti del Codice di diritto canonico; – « enti con personalità giuridica canonica »: gli enti di cui ai canoni 114 e seguenti del Codice di diritto canonico. Acta Francisci Pp. 1267 3. Per la definizione delle categorie indicate al paragrafo 1 e non definite nella presente Convenzione si utilizzano le corrispondenti definizioni previ- ste dalle legislazioni di ciascuna delle Parti contraenti. 4. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente Convenzione, i soggetti indicati nel paragrafo 1 possono, limitatamente alle attività finan- ziarie detenute presso enti che svolgono professionalmente un’attività di na- tura finanziaria nello Stato della Città del Vaticano, adempiere gli obblighi di determinazione e versamento delle imposte sui redditi di capitale e sui redditi diversi di natura finanziaria nonché, qualora dovuta, dell’imposta sul- le attività finanziarie detenute all’estero per il tramite di uno o più degli intermediari
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