Infrastrutture Minori Nei Territori Dell'abbandono
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1 INFRASTRUTTURE MINORI NEI TERRITORI DELL’ABBANDONO. LE RETI FERROVIARIE A CURA DI EMILIA CORRADI RAFFAELLA MASSACESI INTRODUZIONE CARMEN ANDRIANI POSTFAZIONE RICHARD INGERSOLL 2 3 PRIN 2013/2016 PROGETTI DI RICERCA DI INTERESSE NAZIONALE Area Scientifico-disciplinare 08: Ingegneria civile ed Architettura 100% Progetto grafico di Emilia Corradi e Raffaella Massacesi Unità di Ricerca Università IUAV di Venezia Copyright © MMXVI Università degli Studi di Trento ARACNE editrice int.le S.r.l. Politecnico di Milano www.aracneeditrice.it Politecnico di Torino [email protected] Università degli Studi di Genova Università degli Studi di Roma via Quarto Negroni, 15 “La Sapienza” 00040 Ariccia (Rm) (06) 93781065 Università degli Studi di Napoli “Federico II” ISBN 978-88-548-9187-6 Università degli Studi di Palermo Università degli Studi I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, “Mediterranea” di Reggio Calabria di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi Università degli Studi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il Università degli Studi di Camerino permesso scritto dell’Editore. I edizione: marzo 2016 4 5 INDICE INTRODUZIONE Territori caduti nell’ombra 11 Carmen Andriani INFRASTRUTTURE MINORI NEI TERRITORI DELL’ABBANDONO. LE RETI FERROVIARIE Note sulla pubblicazione 17 Emilia Corradi, Raffaella Massacesi Infrastructure code 25 Per un nuovo assetto di territori minori dell’abbandono Emilia Corradi Fitting territories 35 I territori dei tracciati ferroviari Raffaella Massacesi Ferrovie in conflitto. L’origine bellica delle ferrovie e il disegno 47 del paesaggio veneto Alberto Ferlenga, Fernanda de Maio, Andrea Iorio Paesaggi dell'isterilimento: nuovi cicli di vita attraverso infrastrutture deboli 61 Ilaria Valente Tracciati ferroviari dismessi, in abbandono, sottoutilizzati. Il tratto 65 ferroviario del Vallo di Diano lungo il tracciato Sicignano – Lagonegro Cassandra Cozza Il riciclo dei tratti dismessi della calabro/lucana: nuove infrastrutture 81 verdi nel paesaggio della città metropolitana di Reggio Calabria Vincenzo Gioffrè 3 Falsi Assiomi 95 Mosè Ricci Recycle Genova: dallo scarto al footprint 103 Sara Favargiotti Dispositivi, processi, visioni: strategie operative di riciclo urbano 111 Jeannette Sordi Re-Infrastrutturare l'Italia 119 Antonio De Rossi Treni che fan Città. Infrastrutture ferroviarie e assetti insediativi in Piemonte 123 Mattia Giusiano, Danilo Marcuzzo 6 7 Infrastrutture a perdere 133 Guya Bertelli Segni deboli, tracce permanenti 145 Juan Carlos Dall’Asta Gutiérrez Ripartendo dai borghi: la geografia minore dell'Italia futura 157 Gennaro Postiglione Il museo diffuso come azione di valorizzazione e riappropriazione dei 163 luoghi per il patrimonio "invisibile" dei borghi Michela Bassanelli Il Design for All per valorizzare i centri minori 169 Giuseppe Di Bucchianico Il branding inclusivo per i territori fragili 177 Stefano Picciani Condizioni della fragilità in Abruzzo 181 Massimo Angrilli, Mario Morrica Progettare l’assenza. Il declino dei centri minori 193 Francesca Pignatelli La programmazione comunitaria 2014-2020 a sostegno 197 dei progetti complessi Palmina Romano MAPPE Mappe e nuovi cicli di vita. 205 Rappresentanza e rappresentazione dei territori dell’abbandono Carmen Andriani, Emilia Corradi, Raffaella Massacesi Rigenerare territori fragili_Le reti infrastrutturali nei territori 215 dell'abbandono. Laboratorio di tesi di laurea Carmen Andriani, con Emilia Corradi, Raffaella Massacesi POSTFAZIONE Slow train 237 Racconto di un viaggio Le immagini still frame alle pagg. 11, 16, 17, 19, 21, 23, 25, 27, 29, 31, 33, 34 Richard Ingersoll 35, 37, 39, 41, 43, 45, 156, 168, 213, 219, 236, 241 sono tratte dal video del seminario itinerante Pescara-L'Aquila del 10 ottobre 2013, realizzato con il patrocinio di Trenitalia-Gruppo FS Italiane. Riprese video: Luigi Di Carlo © Trenitalia-Gruppo FS Italiane 8 9 INFRASTRUTTURE MINORI NEI TERRITORI DELL’ABBANDONO. LE RETI FERROVIARIE 10 11 TERRITORI CADUTI NELL’OMBRA Carmen Andriani >UNIGE foto sorbo Questo volume raccoglie parte degli esiti di due giornate di studio svolte a Pescara in occasione della prima tappa del ‘Viaggio in Italia’ di Recycle Italy – Riciclare Territori Fragili (9/10 ottobre 2013). I laboratori attivati dalla Unità pescarese sul tema del riciclo sono stati sette1. Oltre alla Unità ospitante, il Seminario ha visto una partecipazione ampia di diverse Unità di ricerca provenienti da altre sedi. Sul tema delle Raffaella Massacesi, la Valle Subequana, vista dal treno, 2013 reti ferroviarie in via di dismissione hanno portato il loro contributo, documentato in questo volume, le Università di Genova, Venezia, Reggio Calabria, i Politecnici di Milano e di Torino, oltre alla partecipazione di ospiti esterni quali, fra gli altri, Franco Farinelli, Pete Kercher, Palmina Romano, Richard Ingersoll. Nell’ambito delle due giornate di lavoro è stato organizzato un seminario itinerante lungo la tratta Pescara/L’Aquila. E’ stata un’occasione di conoscenza e di esperienza diretta di grande interesse, che ha messo a FLIP-ME 12 13 confronto amministratori locali, associazioni attive sul territorio, studenti, La dismissione, sebbene parziale, interessa una rete enorme. Seimila ricercatori, critici, ospiti esterni. E’ stato un seminario sul campo, lungo un chilometri circa, distribuiti su tutto il territorio nazionale sono un reticolo tracciato ferroviario storico, costruito in più riprese a partire dalla seconda fitto, capillare, che trascina con sé brandelli di territorio: come quando le metà del XIX secolo e concluso, per il tratto verso Roma, nella prima metà radici di una pianta estratte da un vaso trascinano con sé grumi di terra del secolo successivo. di diverse dimensioni. Non sono sovra locali come le infrastrutture della Una linea che, con un andamento lento e tortuoso, segna l’attraversamento mobilità veloce che corrono sul territorio senza entrarvi in contatto. Esse da costa a costa nel centro esatto dell’Italia, e che solo l’autostrada, sono viceversa legate alle vicende del luogo, compromesse con le singole conclusa nel suo ultimo tratto verso Pescara negli anni settanta del biografie dei siti, relazionate ad altri manufatti, a piccole stazioni, a micro novecento, rimpiazzerà relegandola al ruolo minore di collegamento insediamenti produttivi, ad aree vuote dal carattere agricolo, naturale locale. o residuale. La loro dismissione dunque, non è più soltanto un affare ‘trasportistico’ (non lo è mai stato del resto nel caso delle infrastrutture Il tema delle infrastrutture minori ed in particolare delle reti ferroviarie, legate alla mobilità) ma coinvolge, per effetto di trascinamento, pezzi di racconta la storia del nostro territorio da un punto di vista che potremmo territorio caduti essi stessi in abbandono. definire ‘interno’ o ‘eccentrico’. E’ la storia dell’entroterra italiano o dei Si tratta dunque di liberare un potenziale enorme. La questione, che percorsi lenti lungo le coste. Sono tracciati che risalgono alla fine del XIX attraversa tutti i casi specifici qui di seguito presentati, riguarda la secolo, visti allora come una intrusione insopportabile in contesti naturali possibilità di prefigurare un ‘nuovo ciclo di vita’ per i contesti dell’entroterra, incontaminati ed ora divenuti, in una accezione romantica, parte integrante coinvolgendo i tracciati minori da cui sono segnati, i manufatti e gli spazi dell’ambiente naturalistico. aperti che li caratterizzano, le strutture ambientali ed sistemi puntuali I tracciati delle ferrovie minori rappresentano anche un layer significativo di infrastrutturazione che vi si sono insediati, le micro centralità ed i della lettura stratigrafica del territorio. In un ipotetico palinsesto borghi abbandonati. La dismissione riguarda anche una comunità a infrastrutturale essi rappresentano la prima armatura del ferro: un reticolo lungo trascurata e della quale si è provocato, per effetto indotto anche se fitto, capillare, fatto di circuiti brevi e di rami interrotti che si adagiano involontario, il depauperamento numerico, economico e sociale. sul terreno subendone volontariamente tutte le variazione altimetriche e Si può intuire la risorsa che la rigenerazione di questi luoghi può spesso ripercorrendone la tortuosità delle curve di livello, come succede rappresentare, non solo per se stessi ma per una ripresa complessiva nell’entroterra abruzzese. dello stallo in cui versano i contesti metropolitani e di urbanità diffusa. Queste reti hanno garantito la connessione fra aree interne, hanno unito E’ un lavoro interstiziale quello che ci aspetta, che parte da un atto di borghi e piccole città altrimenti scollegate, hanno consentito un circuito conoscenza. Conoscere, anzi ri-conoscere, attraverso il riposizionamento di microeconomie sufficiente a mantenere in vita comunità non urbane. di significato che la espansione territoriale della città e delle sue armature E’ il mondo delle reti corte e dei percorsi lenti, distanti dalle capacità infrastrutturali ci ha comunque obbligato a fare. Censire, in modo critico, il prestazionali dello sviluppo infrastrutturale veloce su cui si è innervata lungo elenco di materiali che ne scaturisce. Ragionare sul nuovo senso di la dimensione metropolitana della città, ma allo stesso tempo necessario questi telai deboli non certo per una riabilitazione nostalgica dei contesti contrappasso per una visione ‘equilibrata’ del territorio. (il piccolo borgo antico, per