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581 (DDD) Arrigo Boito (Padua, 1842 – Milan, 1918) MEFISTOFELE Opera in one prologue, four acts and one epilogue Libretto by Arrigo Boito Mefistofele Ferruccio Furlanetto Faust Giuseppe Flilianoti Margherita / Elena Dimitra Theodossiou Marta Sonia Zaramella Wagner / Nereo Mimmo Ghegghi Pantalis Monica Minarelli Orchestra del Teatro Massimo di Palermo Conductor: Stefano Ranzani Coro del Teatro Massimo di Palermo Chorus Master: Miguel Fabian Martinez Coro delle Voci bianche del Teatro Massimo di Palermo Chorus Master: Salvatore Punturo Recording, Editing and Post Production: Rino Trasi Recorded at: Teatro Massimo di Palermo, January 2008 TRACKLIST Cd 1 01 Prologue (Orchestra) 04:44 02 Ave, Signor degli angeli e dei santi (Chorus) 03:13 03 Ave, Signor, perdona se il mio gergo (Mefistofele) 04:06 04 T'è noto Faust? (Chorus, Mefistofele) 03:23 05 Fratelli, teniamoci per mano (Chorus) 07:41 06 Act 1 - Perché di là? (Chorus) 03:42 07 Al soave raggiar di primavera (Faust, Wagner, Chorus) 04:45 08 Sediam sovra quel sasso (Faust, Wagner, Chorus) 05:34 09 Dai campi, dai prati (Faust, Mefistofele) 04:22 10 Son lo spirito che nega (Mefistofele, Faust) 08:21 11 Act 2 - Cavaliero illustre e saggio (Margherita, Faust, Mefistofele, Marta) 04:54 12 Dimmi se credi, Enrico, nella religione (Margherita, Faust, Marta, Mefistofele ) 06:09 TOTAL RUNNING TIME 61:01 Cd 2 01 Su cammina (Mefistofele, Chorus, Faust) 03:53 02 Ascolta! S'agita il bosco (Mefistofele, Chorus) 05:59 03 Ecco il mondo vuoto e tondo (Mefistofele, Chorus) 03:05 04 Stupor, stupor (Faust, Mefistofele, Chorus) 05:52 05 Act 3 - L'altra notte in fondo al mare (Margherita) 06:05 06 Salvala! (Faust, Mefistofele, Margherita) 07:57 07 Sorge il dì! (Mefistofele, Margherita, Faust, Chorus) 05:55 08 Act 4 - La luna immobile inonda l'etere (Elena, Pantalis) 03:12 09 Ecco la notte del classico Sabba (Mefistofele, Faust) 02:24 10 Danza - Ah! Trionfi ad Elena (Chorus, Elena) 02:53 11 Notte cupa, truce (Elena, Chorus) 04:38 12 Forma ideal purissima (Faust, Elena, Chorus, Mefistofele, Pantalis, Nerèo) 08:01 13 Epilogue - Cammina cammina (Mefistofele, Faust) 04:09 14 Giunto sul passo estremo (Faust, Mefistofele) 04:19 15 Ave Signor (Chorus, Mefistofele, Faust) 03:33 TOTAL RUNNING TIME 72:07 ompositore, librettista e scrittore, nel 1868 Boito approntò una partitura elefan - Arrigo Boito fu una delle personalità tiaca (quasi sei ore di musica), intrisa di riferi - C più eclettiche della storia culturale menti ideologici che poco avevano a che fare italiana. Nato a Padova nel 1842, si trasferì col teatro d’opera e di episodi sinfonici poco presto a Milano per studiare violino, pianofor - cari al pubblico italiano. Boito seppe far teso - te e composizione. Nel 1861, grazie a una ro di questa esperienza e sottopose lo sparti - borsa di studio, poté recarsi a Parigi dove to a una profonda revisione. ebbe modo di conoscere personalità del cali - La partitura come oggi noi la conosciamo bro di Auber, Berlioz, Rossini e Verdi, per il debuttò al Teatro Comunale di Bologna il 4 quale scrisse il testo poetico dell’Inno delle ottobre 1875, ottenendo il tanto sospirato suc - Nazioni, eseguito all’Esposizione Universale cesso. Gli interpreti principali furono R. di Londra nel 1862. Nanetti (Mefistofele), Italo Campanini (Faust) Boito era una figura di punta della cosiddetta ed Erminia Borghi-Mamo (Margherita ed “Scapigliatura” milanese, un movimento preva - Elena) diretti da Emilio Usiglio. lentemente letterario del secondo Ottocento ita - L’opera risulta più compatta e incisiva sia sul liano, teso a minare le fondamenta della poetica piano drammaturgico sia su quello musicale. tradizionale (Verdi compreso). La sua fama, Anche se l’eterogeneità dell’ispirazione è evi - all’epoca della prima di Mefistofele , era già dente, Boito riuscì a rendere questa caratteri - vasta e quindi l’attesa per il lavoro di questo arti - stica una cifra unica e assolutamente ricono - sta-compositore era tanta e palpabile. scibile del suo stile. Il successo fu pieno e L’idea di Boito di comporre un’opera ispiran - Mefistofele da quel momento (soprattutto in dosi a uno dei capisaldi della letteratura Italia) entrò stabilmente nel repertorio operisti - romantica tedesca, il Faust di Goethe, risale co e divenne terra di conquista di molti celebri all’inizio degli anni Sessanta dell’Ottocento; il interpreti. lavoro si infittisce nel 1867, durante un viaggio Boito mostra profonda conoscenza dello stru - in Polonia, e diventa frenetico fino al debutto mento vocale. Tutti i ruoli principali sono irti di dell’opera in teatro. Ma l’esordio di questo difficoltà, mai inserite a caso e comunque Diavolo (boitiano in tutto e per tutto, giacché il sempre nell’ambito delle possibilità fisiologi - compositore fu anche librettista e direttore di che della voce. Il ruolo del protagonista è sé stesso), il 5 marzo 1868 al Teatro alla quello più complesso e vocalmente più carat - Scala, fu un fiasco clamoroso. La partitura ori - terizzato. Fin dall’aria d’esordio (“Ave ginale è andata quasi completamente perduta Signor!”) Boito mostra di voler tratteggiare e in cosa consistesse il primo Mefistofele ci è Mefistofele ora a tinte grottesche (con dato desumerlo soprattutto confrontando i sequenze rapide di note staccate e salti ampi libretti delle due versioni. In buona sostanza e repentini) ora a tinte suadenti e grandiose 6 (con frasi cantabili di tessitura medio-acuta). Il Ruslan e Ludmilla di Glinka e, nel 1879, tradus - cantante deve avere assoluta padronanza di se in versi italiani l’ Otello di Shakespeare che tutta la gamma vocale, poiché questo ruolo sarà poi musicato da Verdi. La collaborazione richiede solidissimi affondi nelle note gravi con Verdi segnò uno dei più celebri connubi (come nella celebre aria “Son lo Spirito che tra librettista e compositore della storia della nega”), ma anche note acute sicure e folgoran - musica e si tradusse in strepitosi successi ti. Quello di Boito è un Diavolo cattivo, a tratti come la seconda versione del Simon spietato, ma alla fine non assoluto; insomma la Boccanegra (1881) e il Falstaff (1893). sua sconfitta finale non ci sorprende più di Sempre in ambito librettistico è da ricordare la tanto e la redenzione di Faust appare, in que - stesura dei versi per La Gioconda di Amilcare sto senso, abbastanza prevedibile. Ponchielli. Al tenore Boito dedica pagine memorabili La sua attività di abile versificatore continuò come “Forma ideal purissima” o come la per anni, anche per il teatro di prosa con cele - splendida aria conclusiva, “Giunto sul passo bri traduzioni shakespeariane ( Antonio e estremo”, in cui il cantabile spianato di Faust Cleopatra , Romeo e Giulietta e Macbeth ). ha la meglio sui convulsi interventi mefistofeli - Nonostante i successi in ambito letterario, ci. La tessitura del ruolo è sostanzialmente Boito non abbandonò mai le proprie velleità di centrale ma occorre anche avere acuti solidis - compositore. In particolare, ci fu un progetto simi (il SI naturale dell’Epilogo fa tremare le che lo impegnò praticamente per tutta la vita, vene ai polsi di parecchi tenori!). quello della tragedia lirica Nerone , un’opera I ruoli di Margherita ed Elena sono spesso ese - caratterizzata da una spiccata ispirazione guiti da un’unica interprete, anche per dare decadentistica. Boito mori nel 1918 a Milano e rilievo protagonistico al lato femminile della lasciò il Nerone incompleto nella strumentazio - vicenda, cosa che altrimenti rischierebbe di ne; lo spartito fu ultimato da Arturo Toscanini, venir meno. La celebre aria di Margherita, Antonio Smareglia e Vincenzo Tommasini che “L’altra notte in fondo al mare”, colpisce davve - cercarono di attenersi alle indicazioni lasciate ro per la forza e la sincerità della sua ispirazio - dal Maestro. L’opera fu rappresentata, con ne e non stupisce che abbia sempre avuto enorme successo, al Teatro alla Scala il 1° ampio successo. maggio 1924, ma oggi è sostanzialmente spa - Inusuale, per varietà e originalità, è la presenza rita dal repertorio. del coro, che si impone come vero e proprio quarto protagonista. Stefano Olcese Dal 1876 Boito si impose sempre più come eccellente librettista: approntò la traduzione rit - mico-poetica di Tristano e Isotta di Wagner e di 7 Prologo in cielo. ucciso la madre e il figlio. Faust giunge con Echeggiano dietro una nebulosa i cori celesti Mefistofele e cerca di convincerla a farla scap - che inneggiano al Signore. Compare Mefistofele pare, ma la donna, riconoscendo in Mefistofele che sfida il Creatore: afferma di poter tentare il il Diavolo, rifiuta di scappare con Faust, e l’ani - vecchio Faust. Il coro acconsente e Mefistofele ma della donna ascende al cielo. è sicurissimo della sua vittoria. Atto IV: La notte del Sabba classico. Atto I: La domenica di Pasqua. Mefistofele mostra a Faust la notte del sabba A Francoforte, durante la celebrazione della classico. Le coretidi e le ninfe rendono omag - domenica della Pasqua, Faust e l’amico gio alla bella Elena di Troia, che però ha Wagner osservano incuriositi uno strano Frate un’orribile visione della distruzione di Troia. Grigio. Faust si interroga sull’amore di Dio verso Faust compare e seduce Elena. I due rappre - l’uomo ed incontra il Frate, alias Mefistofele, al sentano l’emblematica unione dello spirito quale concede l’anima in cambio della sapienza romantico con quello classico. e della giovinezza. Mefistofele otterrà l’anima di Faust, se quest’ultimo dirà “Arrestati, sei bello!”. Epilogo: La morte di Faust. Faust, tornato vecchio, è intento alla costru - Atto II: Il giardino / La notte del Sabba. zione di un nuovo mondo e, affascinato dalla Faust incontra la giovane Margherita, e i due si propria opera, non vuole più concedere l’ani - innamorano, mentre Mefistofele tenta di sedur - ma al Diavolo. Mefistofele cerca di ipnotizzar - re Marta, madre di lei. Margherita vorrebbe tra - lo ancora, ma Faust pronuncia la fatidica scorrere la notte insieme a Faust, ma la vecchia frase.