Diari Di Cineclub N. 48
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n.3 Anno VI N. 48 Marzo 2017 ISSN 2431 - 6739 Pasolini in Russia Legge Franceschini Appunti a margine della traduzione di Kirill Medvedev de La La stagione della nuova gioventù di Pasolini resistenza del Nel 2016, grazie alla modo consuntivo, a cui Pasolini consegnò un pubblico e dei circoli traduzione del poeta finale disincanto, calato non per nulla in un moscovita Kirill Med- friulano lavorato a freddo, «calpestato», scris- del cinema vedev per i tipi della se Zanzotto, e quasi abiurato rispetto alle ac- Passati i primi entusia- Free Marxism Press, censioni liriche degli esordi giovanili. A prima stici acritici commenti di cui lo stesso Medve- vista, la scommessa di Medvedev potrebbe appa- dei soliti noti, pian piani- dev è titolare, è uscita rire un esercizio, ambizioso e insieme raffinato, no, ma con sempre mag- la versione russa delle da laboratorio linguistico, stimolato dalla stes- giore evidenza, stanno liriche friulane raccol- sa audacia della sfida. Ma in realtà non è que- emergendo posizioni che te nel 1975 da Pasolini sto sforzo, o non solo esso, a gettare le basi considerano sbagliata la Angela Felice nel volume La nuova dell’agone tra la lingua russa e il testo di Paso- Legge cinema e audiovi- gioventù. Anche a non lini, di cui in passato, e sempre per la sua casa sivo. Ho letto in ordine tener conto delle tante traduzioni in altre lin- editrice, Medvedev aveva già tradotto parti di tempo i lucidi inter- gue di cui oggi l’opera pasoliniana è sempre dell’opera saggistica. Si tratta allora della con- Angelo Tantaro venti di Stefania Brai, più fatta oggetto, l’operazione spicca per la tinuazione del dialogo con un autore sentito del presidente della sua eccezionalità. La comprovano tanto l’im- congeniale per ragioni che esulano dal puro FICC – Federazione Italiana dei Circoli del Cinema maginabile difficoltà della restituzione di dato formale e pertengono più propriamente Marco Asunis, con la lettera al ministro France- quei versi in una lingua, quella russa, che al territorio dell’adesione ideologica o, me- schini, e, per ultimo, del presidente dell’Aa- ignora il mosaico e lo scarto delle parlate dia- glio, post-ideologica, proiettata sul fondale mod - Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio lettali, quanto la scelta stessa di un libro, a suo controverso della Russia di Putin. Occorre a e Democratico Vincenzo Vita, nonché ex sotto- questo punto fare dei segretario del Ministero delle Comunicazioni. passi a ritroso, quanto- Sarebbe, secondo loro, una legge, quella di Fran- meno tre, per cogliere ceschini, che non terrebbe nella giusta conside- la densa complessità di razione i bisogni culturali, sociali e formativi implicazioni in questo del pubblico. Si, del pubblico cinematografico. traghetto pasoliniano segue a pag. 4 da una lingua a un’al- tra, sottratto al mero fenomeno della “curio- I primi 70 anni della sità” editoriale come anche all’anomalia del- IFFS – International la fatica solitaria. E in- Federation of Film nanzitutto può tornare utile il paradigma adot- Societies La “Scissione” di Pierfrancesco Uva tato da Vladimir Paper- (II parte) ny, storico dell’architet- tura, per descrivere il nocciolo della vita culturale sotto il regime sovietico, secondo un 1947 | 2017 andamento di corsi e ricorsi che si può appli- care senza forzature anche al periodo succes- 70 anni in circolo sivo al crollo dell’Urss. In un suo saggio del FICC - Corso resi- 1985, Architecture in the Age of Stalin secondo l’e- denziale di autofor- dizione inglese del 2002, egli fissò infatti nella mazione ricorrenza di un ritmo perennemente binario la travagliata vicenda della cultura sovietica, quasi una fisarmonica della storia mossa pe- Cagliari rennemente tra mobilitazione della speranza Hotel Panorama e arretramento, tra un’epocale sensibilità al 10,11,12 Marzo processo rivoluzionario, avviato dapprima Julio Lamaña, segretario generale della IF- dall’Ottobre bolscevico con le sue potenzialità FS chiude l’intervento sulla storia della na- emancipatrici, e le successive e traumatiche scita della Federazione iniziato nel prece- Il programma repressioni totalitarie. In una simile cornice a dente numero (cfr. Diari di Cineclub n. 47 corrente alternata anche la cultura fu sollecitata - Febbraio pag. 5). segue a pag. 10 segue a pag. successiva segue a pag. 8 [email protected] n. 48 segue da pag. precedente dell’ufficialità, con soluzioni di compromesso anche nell’incertezza di una definizione con- a fare la sua parte e, nel dibattito tutto nove- ideologico nel caso dei poeti civili degli anni divisa sul ruolo degli intellettuali nella nuova centesco sul rapporto dell’arte con la politica, a Sessanta, ora inclini all’autocensura e a mo- congiuntura politica, si apre allora la strada a interrogarsi sulla funzione, le responsabilità e dalità evasive; dall’altro, con forme sotterra- un sostanziale divergere di posizioni alterna- gli atteggiamenti cui l’estetica, di volta in vol- nee di dissenso liberale e antisovietico, sorret- tive, nessuna delle quali dominante sulle al- ta, è interpellata dal dinamismo sociale. Di to da un’idea di arte autonoma e deideologizzata. tre. Per alcuni, come il poeta Prokhanov, l’oc- due culture parlò dunque Paperny, intenden- Sono, questi ultimi, i poeti cosiddetti “non casione pare favorire il risveglio perfino do il movimento sistole-diastole che, in Urss, censurati” che poi, in forme ancora più vistose dell’estetica di propaganda filosovietica; per ha visto alternarsi, da un lato, una pratica di depoliticizzazione, avrebbero trovato dei altri, Limonov su tutti, l’espressione maledetta estetica spesso fermentante dal basso, pro- continuatori nella generazione dei giovani di un dissenso radicale, in un ambiguo miscu- gressista e tesa alla ricerca di forme nuove e, scrittori attivi durante la Perestroika e negli glio di irrazionalismo, stalinismo e anarchia; dall’altro, una seconda normata dall’alto, ri- anni Novanta post-sovietici. L’arte cessa così per altri ancora, specie della generazione più piegata nel conservatorismo e stagnante. Ec- di essere al centro delle preoccupazioni dirigi- giovane, la manifestazione del malessere e co dunque il primo passo a ritroso, utile a stiche delle autorità e perde di influenza so- dell’alienazione intellettuale, in cui fondere il tracciare la panoramica di questa bipolarità. ciale, mentre si fa largo nei poeti – Stanislav personale e il politico e reideologizzare l’arte Nei primi anni Venti esplode il vitalismo della Lvovskij e Dmitri Kuzmin, su tutti- la conce- in chiave problematica e non organica. È nel libertà estetica d’avanguardia, che in varie zione del carattere privato del comportamen- quadro di questo ripensamento sul valore cri- forme sperimentali fiancheggia il progetto to letterario, refrattario a ogni “mandato” ci- tico dell’estetica non allineata che si motiva il politico del nuovo processo egualitario senza vile e praticato nel solo culto soggettivo della rinnovato interesse per la figura di Pasolini, diventarne il diretto megafono propagandi- ricerca formale. La Russia di Putin però spari- ora riletto come modello positivo di artista stico. Ma l’euforia si smorza ben autonomo rispetto ad ogni con- presto e già intorno agli anni dizionamento. II caso della for- Trenta cede all’avanzare del con- tuna russa di Pasolini –serve qui trollo di Stato, con l’imposizione un secondo, piccolo passo all’in- di una sola cultura ufficiale prole- dietro- è peraltro esemplare de- taria e organica, orientata dalla gli altalenanti travagli della vi- burocrazia al canone legittimato cenda sovietica e post-sovietica, del Realismo socialista. In quel fin quasi a esserne una sintoma- rovesciamento ogni autonomia tica cartina di tornasole. Se è ve- estetica finisce così per essere so- ro infatti che negli ambienti in- spettata di deviazionismo bor- tellettuali non venne mai meno ghese, censurata e spesso messa l’attenzione a questo autore, tra- a tacere, anche brutalmente. Ma dotto fin dal 1962, è anche vero poi di nuovo, con il “disgelo” av- che nella cultura ufficiale sovie- viato nel 1956, riaffiora il valore tica egli conosce tutta la sindro- della libera competizione artisti- me dell’altare e della polvere. ca e della sperimentazione for- Esaltato fino agli anni Sessanta, male. È richiamata la creatività quando pare un affidabile com- estetica delle passate esperienze pagno di strada marxista, Paso- d’avanguardia, specie futuriste, e lini precipita nel discredito della riprende slancio la fiducia nella “degenerata” arte borghese so- possibilità dell’arte di incidere nel- prattutto a partire dal 1966, la riforma politica della società quando egli prese posizione sul post-staliniana. Appaiono libri e caso Siniavskij-Daniel, e da allo- autori prima banditi, come nel ra è fatto oggetto di pesanti at- caso di Vladimir Lugovskoi e Leo- tacchi o, peggio, di un tombale nid Martynov, e soprattutto si fa silenzio, come avviene perfino avanti una nuova generazione di nel caso del suo assassinio, sem- poeti – tra essi, Yevgeny Yevtu- plicemente ignorato. Toccherà shenko-, animati dalla speranza attendere la Perestrojka e il pri- che la libertà estetica possa di nuo- mo tempo ancora morbido dell’e- vo essere accreditata come neces- ra Putin perché lo scrittore torni sario fattore politico. Anche que- alla ribalta come oggetto affasci- sto entusiasmo generale ha però nante di studio, non meno che, il fiato corto e mostra la corda già sotto traccia, di possibili stru- nei primi anni Sessanta, toccan- mentalizzazioni post-sovietiche do il suo acme di disillusione dap- per