Magdalensberg. Ceramica E Contesti Di Epoca Augustea
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◄ MAGDALENSBERG. CERAMICA E CONTESTI DI EPOCA AUGUSTEA ELENI SCHINDLER KAUDELKA (Scavi del Magdalensberg/Carinzia) INFORMAZIONI GENERALI Il Magdalensberg costituisce l’elevazione centrale di una serie di montagne al margine est dello Zollfeld, in Carinzia/ Austria, con le coordinate geografiche Lat 46, 72 N; Lon 14, 45 E; Alt 1058 m. Il sito localizzato sul versante sud della montagna, punto di partenza della romanizzazione delle Alpi orientali, copre circa tre chilometri quadrati di terrazze artificiali, coronato da una fortificazione e da un tempio sulla cima della montagna. Otto chilometri ad ovest lavia Norica attraversa la pianura dello Zollfeld sotto la strada attuale Klagenfurt -St. Veit an der Glan. La posizione, difficile da raggiungere, non era stata scelta dai romani, piuttosto era un luogo assegnato dalle autorità locali per la creazione di un impianto di produzione. La base economica dell’emporium si fonda sulla produzione a livello ampio di ferro e di acciaio, il ferrum noricum (Straube 1998). Mentre i fondi provenivano dalle grandi case commerciali aquileiesi (Bandelli 2001), la popolazione locale offriva il know-how. Barre e lingotti di ferro trasportati sul Magdalensberg servivano alla fabbricazione di oggetti finiti. L’artigianato del ferro del primo periodo era localizzato sul lato nord del forum, sotto il tempio di età tiberiana (Dolenz 1998, 28). Parallelamente alla produzione di acciaio si nota una grande attività di produzione di bronzo. Crogioli, pezzi semifiniti, matrici, scorie e scarti di lavorazione ne sono la prova, tuttavia le fornaci identificate all’interno delle officine hanno permesso una classificazione delle botteghe di bronzisti a partire da una ventina di unità riconosciute (Dolenz 2004, 171). Una batteria di 19 fornaci di tecnologia alta per la fusione dell’oro rimane fino ad oggi l’unica nel mondo romano. Secondo il titolo imperiale leggibile all’interno di due matrici per lingotti d’oro, la fabbrica auraria imperiale può essere datata negli anni di Caligola (Piccottini 2001). L’istituzione della provincia in epoca claudia mette un punto finale alle attività del sito abbandonato in favore del nuovo Municipium Claudium Virunum. GLI ELEMENTI DELLA RICERCA CRONOLOGICA In sessanta anni di indagini sono state scavate e datate 230 unità in 12 settori, sebbene, a causa dei versanti ripidi della montagna, gli strati in maggioranza contaminati abbiano comportato grandi difficoltà interpretative e abbiano portato alla necessità di un selezionamento rigoroso delle basi della ricerca (Schindler Kaudelka 2004b). La “pulizia dello strato” va sempre esclusa come alterazione delle realtà scavate, mentre l’eliminazione di tutto il materiale non stratificato impoverisce considerevolmente la selezione dei materiali, fino a rendere incomprensibile parte della cultura materiale. Purtroppo le forme complete provengono spesso da contesti contaminati mentre i frammenti non identificabili proliferano in contesti chiusi. Per quanto riguarda la raccolta statistica, la situazione del Magdalensberg affronta i problemi generali dei vecchi scavi. In seguito alla carenza di spazio in magazzino, un certo numero di materiale non risulta rintracciabile, probabilmente 462 ◄ Magdalensberg. Ceramica e contesti di epoca augustea E. SCHINDLER eliminato in accordo con le usanze internazionali. Quantità e peso della ceramica non sono sempre attendibili fino al 1980, quando inizia la conservazione totale dei materiali rinvenuti. Le realtà della stratigrafia dopo 60 anni di scavo 230 unità documentate 12 settori scavati 51 contesti chiavi periodo 1 periodo 2 periodo 3 fase 1 fase 2 fase 3 fase 4 fase 5 fasi 6 e 7 5 7 8 10 3 9 contesti contesti contesti contesti contesti contesti 12 contesti 40–25 a.C. 25–10 a.C. 10–0 a.C 0–15 d.C. 10–25 d.C. 25–50 d.C. 179 contesti contaminati però sempre databili pocchissimi livelli in situ strati livellati ed estesi in situ dopo incendio o altre catastrofe pendi ripidi e strati scivolati verso le terrazze inferiore grandi strati di livellamento e di terrazzamento multisettoriali stratigrafia in disordine dopo un terremoto alla fine dell’età augustea cronologia a rovescio dopo cambio di clima con smottamenti nel Medioevo squilibrio manifesto tra strutture e materiali precoci risulta di difficile interpretazione. mancanza di edifici databili nei periodi 1 e 2 con numero elevato di materiali corrispondenti maggioranza della ceramica augustea trovata in livelli di terrazzamento e scariche La scelta di tre contesti chiave, significativi per l’età augustea, tiene conto delle realtà dell’organigramma. La pianta generale (Fig. 1) trascura le notevoli differenze di altitudine di quasi 30 metri tra i diversi settori. In grigio si vedono i tre settori esaminati. CRONOLOGIA AUGUSTEA SULL’ESEMPIO DI TRE STRATI DI LIVELLAMENTO La trasformazione dell’area dell’artigianato del bronzo. Il settore “OR-Hang, hinter Ostmauer OR/18–19”, creato al margine est del forum mercantile 20 a.C.–10 a.C. (Fig. 2 e 3). Copre grosso modo una superficie di 350–400 metri quadrati e raggiunge uno spessore fino a 3,5 m. Scavato nel 1966, nuove indagini alla ramificazione periferica sud-est hanno confermato, nel 2005, i risultati dello scavo iniziale. Si tratta di un grande volume di terreno suddiviso in due grandi unità stratigrafiche sovrapposte, una est-ovest (strato 2), l’altra nord-sud (strato 3), per estendere un terreno da costruzione. Non ci sono indicazioni per quanto riguarda una discarica di riempimento successivo (Vetters 1969, Dolenz 2004). 463 ◄ Magdalensberg. Ceramica e contesti di epoca augustea E. SCHINDLER La base di partenza quantitativa 339 290 184 152 140 118 82 45 41 34 12 6 7 VRP Vetri Anfore Monete Lucerne Mortaria comuni fuoco regionale Decorata Grigia Grigia fine Norditalica Ceramiche coperchi Pareti sottili Vernice nera Vernice Ceramica da Terra Terra Sigillata Vasi trepiedi Vasie trepiedi I conteggi devono essere fatti in modo restrittivo, a seconda degli individui identificabili, non limitandosi ai soli frammenti di orlo. Le quantificazioni del Magdalensberg si caratterizzano per una proporzione elevata di elementi importati. La presenza ancora numerosa di ceramica a vernice nera, di tipologia transitoria tra le sigillate nere e quelle rosse, con una percentuale alta di provenienze padane, mentre l’arretina nera diminuisce, indica una composizione omogenea nei primi anni di Augusto. Come forma più frequente si osserva il grande piatto a parete svasata (Schindler 1986, Abb. 1 per l’arretina, Abb. 3 per la padana). Sono presenti anche la coppa campaniforme (Schindler 1986, Abb. 2, 11) e il piatto a orlo sagomato (Schindler 1986, Abb. 4, 20). Completa il panorama un numero importante di bolli (Schindler 1986, Abb. 6). I 290 vasi di terra sigillata del settore OR-Hang, con 48 fondi di coppe e piatti non determinati si suddividono nelle forme precoci. Manca ancora il piatto Consp. 18, mentre i primi 2 frammenti di Consp. 22 indicano la chiusura della discarica verso 10 a.C. (Schindler/Scheffenegger 1977, Tav. 138–141). 464 ◄ Magdalensberg. Ceramica e contesti di epoca augustea E. SCHINDLER I bolli di sigillata del settore OR risultano, nella maggioranza, di provenienza padana. Divisi a seconda della cronologia proposta in OCK, la lista contiene solo pochi prodotti di vasai della fase B “makers of standardized forms with hanging lips or with vertical rim” (Kenrick, OCK 36), con una prevalenza di artigiani della fase A “Early non standardized shapes; variability of fabric between red and black”. Settore OR-Hang Bolli di Terra Sigillata Data OCK Totale Vasai OCK 40 a.C. 1 Sabio L. Umbrici 2491 30 a.C. 4 Arretinum 243 C.Sertorius Ocella 1912 20 a.C. 11 A. Titius 2164 A. Titius Figulus 2168 Aescinas 50 Gallio 863 Salvius Malli 1088 Sex. Petronius 1434 Hilarus Plaetori 1472 Laetus Plaetori 1473 Thyrsus Plaetori 1476 L. Tettius Samia 2109 15 a.C. 5 Cephalo 543 Hetaerus 944 Adelphus 38 10 a.C. 2 Hilarus 951 Luccius 1039 Per la ceramica norditalica decorata a matrice molto abbondante nel settore OR si constata un peso notevole dei prodotti delle officine Aco, a detrimento dei prodotti delle officine Sarius. Il bicchiere cilindrico con pareti decorate a Kommaregen è di gran lunga il più frequente. Si notano le seguenti firme (Schindler Kaudelka 980).1 Settore OR-Hang Nomi presenti sulla norditalica decorata Adelphus Buccio Norbani 2X C. Aco 2X C. Aco C.L. Antiochus C. Aco C.L. Eros Eros Hilarus Hilarus Aco 2X Stepanus Norbani Nomi presenti su coppe Sarius L. Surus L. Surus Surus E’ caratteristica della prima età augustea una certa abbondanza di bicchieri cilindrici a pareti sottili, con piccole variazioni riguardo alla decorazione della parete, quando il vetro era ancora considerato un prodotto di lusso. Nelle province in contatto con popoli che preferiscono la cervisia al vino, i bicchieri rappresentano una forma standard, mentre le coppe e coppette emisferiche e cilindriche non hanno ancora subito gli effetti della standardizzazione artigianale. Come fossile principale si è evidenziato il bicchiere con decorazione a spina Forma 2, seguito dal gobelet clouté Froma 20 e dalle coppe cilindriche Forma 28 e 68, con le prime presenze di coppe decorate alla barbottina Forma 80 (Schindler Kaudelka 1975) (Fig. 2). 465 ◄ Magdalensberg. Ceramica e contesti di epoca augustea E. SCHINDLER La ceramica da cucina importata dalla regione vesuviana consiste in piatti rosso-pompeiani (= VRP) a orlo pendente e a orlo angolare. Il settore non ha fornito vasi firmati (Schindler Kaudelka 1986). Poco frequenti nel contesto risultano i mortai, tutti di provenienza italica. Tipologicamente appartengono alla forma norditalica dei “Rote Reibschüsseln” e al gruppo a orlo sagomato delle produzioni del Latium (?) (Zabehlicky-Scheffenegger 1996). La ceramica comune acroma da tavola, con olpi monoansate e brocche a due anse di tipologia ancora non standardizzata, fa parte delle importazioni dall’Italia settentrionale (Schindler Kaudelka 1989). Rimane un problema aperto la ricostruzione della panoramica completa delle anfore del settore OR-Hang. Il totale di 140 pezzi probablimente non corrisponde alla realtà antica, ma è dovuto alla scelta archeologica degli anni sessanta.