Magdalensberg. Ceramica e contesti di epoca augustea

Eleni Schindler Kaudelka (Scavi del /Carinzia)

Informazioni generali

Il Magdalensberg costituisce l’elevazione centrale di una serie di montagne al margine est dello Zollfeld, in Carinzia/ , con le coordinate geografiche Lat 46, 72 N; Lon 14, 45 E; Alt 1058 m. Il sito localizzato sul versante sud della montagna, punto di partenza della romanizzazione delle Alpi orientali, copre circa tre chilometri quadrati di terrazze artificiali, coronato da una fortificazione e da un tempio sulla cima della montagna. Otto chilometri ad ovest lavia Norica attraversa la pianura dello Zollfeld sotto la strada attuale -St. Veit an der . La posizione, difficile da raggiungere, non era stata scelta dai romani, piuttosto era un luogo assegnato dalle autorità locali per la creazione di un impianto di produzione. La base economica dell’emporium si fonda sulla produzione a livello ampio di ferro e di acciaio, il ferrum (Straube 1998). Mentre i fondi provenivano dalle grandi case commerciali aquileiesi (Bandelli 2001), la popolazione locale offriva il know-how. Barre e lingotti di ferro trasportati sul Magdalensberg servivano alla fabbricazione di oggetti finiti. L’artigianato del ferro del primo periodo era localizzato sul lato nord del forum, sotto il tempio di età tiberiana (Dolenz 1998, 28). Parallelamente alla produzione di acciaio si nota una grande attività di produzione di bronzo. Crogioli, pezzi semifiniti, matrici, scorie e scarti di lavorazione ne sono la prova, tuttavia le fornaci identificate all’interno delle officine hanno permesso una classificazione delle botteghe di bronzisti a partire da una ventina di unità riconosciute (Dolenz 2004, 171). Una batteria di 19 fornaci di tecnologia alta per la fusione dell’oro rimane fino ad oggi l’unica nel mondo romano. Secondo il titolo imperiale leggibile all’interno di due matrici per lingotti d’oro, la fabbrica auraria imperiale può essere datata negli anni di Caligola (Piccottini 2001). L’istituzione della provincia in epoca claudia mette un punto finale alle attività del sito abbandonato in favore del nuovo Municipium Claudium .

Gli elementi della ricerca cronologica

In sessanta anni di indagini sono state scavate e datate 230 unità in 12 settori, sebbene, a causa dei versanti ripidi della montagna, gli strati in maggioranza contaminati abbiano comportato grandi difficoltà interpretative e abbiano portato alla necessità di un selezionamento rigoroso delle basi della ricerca (Schindler Kaudelka 2004b). La “pulizia dello strato” va sempre esclusa come alterazione delle realtà scavate, mentre l’eliminazione di tutto il materiale non stratificato impoverisce considerevolmente la selezione dei materiali, fino a rendere incomprensibile parte della cultura materiale. Purtroppo le forme complete provengono spesso da contesti contaminati mentre i frammenti non identificabili proliferano in contesti chiusi. Per quanto riguarda la raccolta statistica, la situazione del Magdalensberg affronta i problemi generali dei vecchi scavi. In seguito alla carenza di spazio in magazzino, un certo numero di materiale non risulta rintracciabile, probabilmente

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eliminato in accordo con le usanze internazionali. Quantità e peso della ceramica non sono sempre attendibili fino al 1980, quando inizia la conservazione totale dei materiali rinvenuti.

Le realtà della stratigrafia dopo 60 anni di scavo

230 unità documentate 12 settori scavati 51 contesti chiavi periodo 1 periodo 2 periodo 3

fase 1 fase 2 fase 3 fase 4 fase 5 fasi 6 e 7

5 7 8 10 3 9 contesti contesti contesti contesti contesti contesti 12 contesti

40–25 a.C. 25–10 a.C. 10–0 a.C 0–15 d.C. 10–25 d.C. 25–50 d.C.

179 contesti contaminati però sempre databili pocchissimi livelli in situ

strati livellati ed estesi in situ dopo incendio o altre catastrofe pendi ripidi e strati scivolati verso le terrazze inferiore grandi strati di livellamento e di terrazzamento multisettoriali

stratigrafia in disordine dopo un terremoto alla fine dell’età augustea cronologia a rovescio dopo cambio di clima con smottamenti nel Medioevo

squilibrio manifesto tra strutture e materiali precoci risulta di difficile interpretazione. mancanza di edifici databili nei periodi 1 e 2 con numero elevato di materiali corrispondenti maggioranza della ceramica augustea trovata in livelli di terrazzamento e scariche

La scelta di tre contesti chiave, significativi per l’età augustea, tiene conto delle realtà dell’organigramma. La pianta generale (Fig. 1) trascura le notevoli differenze di altitudine di quasi 30 metri tra i diversi settori. In grigio si vedono i tre settori esaminati.

Cronologia augustea sull’esempio di tre strati di livellamento

La trasformazione dell’area dell’artigianato del bronzo. Il settore “OR-Hang, hinter Ostmauer OR/18–19”, creato al margine est del forum mercantile 20 a.C.–10 a.C. (Fig. 2 e 3).

Copre grosso modo una superficie di 350–400 metri quadrati e raggiunge uno spessore fino a 3,5 m. Scavato nel 1966, nuove indagini alla ramificazione periferica sud-est hanno confermato, nel 2005, i risultati dello scavo iniziale. Si tratta di un grande volume di terreno suddiviso in due grandi unità stratigrafiche sovrapposte, una est-ovest (strato 2), l’altra nord-sud (strato 3), per estendere un terreno da costruzione. Non ci sono indicazioni per quanto riguarda una discarica di riempimento successivo (Vetters 1969, Dolenz 2004).

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La base di partenza quantitativa

339

290

184

152 140 118

82

45 41 34 12 6 7 VRP Vetri Anfore Monete Lucerne Mortaria comuni fuoco regionale Decorata Grigia Grigia fine Norditalica Ceramiche coperchi Pareti sottili Vernice nera Vernice Ceramica da Terra Terra Sigillata Vasi trepiedi Vasie trepiedi

I conteggi devono essere fatti in modo restrittivo, a seconda degli individui identificabili, non limitandosi ai soli frammenti di orlo. Le quantificazioni del Magdalensberg si caratterizzano per una proporzione elevata di elementi importati. La presenza ancora numerosa di ceramica a vernice nera, di tipologia transitoria tra le sigillate nere e quelle rosse, con una percentuale alta di provenienze padane, mentre l’arretina nera diminuisce, indica una composizione omogenea nei primi anni di Augusto. Come forma più frequente si osserva il grande piatto a parete svasata (Schindler 1986, Abb. 1 per l’arretina, Abb. 3 per la padana). Sono presenti anche la coppa campaniforme (Schindler 1986, Abb. 2, 11) e il piatto a orlo sagomato (Schindler 1986, Abb. 4, 20). Completa il panorama un numero importante di bolli (Schindler 1986, Abb. 6). I 290 vasi di terra sigillata del settore OR-Hang, con 48 fondi di coppe e piatti non determinati si suddividono nelle forme precoci. Manca ancora il piatto Consp. 18, mentre i primi 2 frammenti di Consp. 22 indicano la chiusura della discarica verso 10 a.C. (Schindler/Scheffenegger 1977, Tav. 138–141).

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I bolli di sigillata del settore OR risultano, nella maggioranza, di provenienza padana. Divisi a seconda della cronologia proposta in OCK, la lista contiene solo pochi prodotti di vasai della fase B “makers of standardized forms with hanging lips or with vertical rim” (Kenrick, OCK 36), con una prevalenza di artigiani della fase A “Early non standardized shapes; variability of fabric between red and black”.

Settore OR-Hang Bolli di Terra Sigillata Data OCK Totale Vasai OCK 40 a.C. 1 Sabio L. Umbrici 2491 30 a.C. 4 Arretinum 243 C.Sertorius Ocella 1912 20 a.C. 11 A. Titius 2164 A. Titius Figulus 2168 Aescinas 50 Gallio 863 Salvius Malli 1088 Sex. Petronius 1434 Hilarus Plaetori 1472 Laetus Plaetori 1473 Thyrsus Plaetori 1476 L. Tettius Samia 2109 15 a.C. 5 Cephalo 543 Hetaerus 944 Adelphus 38 10 a.C. 2 Hilarus 951 Luccius 1039

Per la ceramica norditalica decorata a matrice molto abbondante nel settore OR si constata un peso notevole dei prodotti delle officine Aco, a detrimento dei prodotti delle officine Sarius. Il bicchiere cilindrico con pareti decorate a Kommaregen è di gran lunga il più frequente. Si notano le seguenti firme (Schindler Kaudelka 980).1

Settore OR-Hang Nomi presenti sulla norditalica decorata Adelphus Buccio Norbani 2X C. Aco 2X C. Aco C.L. Antiochus C. Aco C.L. Eros Eros Hilarus Hilarus Aco 2X Stepanus Norbani Nomi presenti su coppe Sarius L. Surus L. Surus Surus

E’ caratteristica della prima età augustea una certa abbondanza di bicchieri cilindrici a pareti sottili, con piccole variazioni riguardo alla decorazione della parete, quando il vetro era ancora considerato un prodotto di lusso. Nelle province in contatto con popoli che preferiscono la cervisia al vino, i bicchieri rappresentano una forma standard, mentre le coppe e coppette emisferiche e cilindriche non hanno ancora subito gli effetti della standardizzazione artigianale. Come fossile principale si è evidenziato il bicchiere con decorazione a spina Forma 2, seguito dal gobelet clouté Froma 20 e dalle coppe cilindriche Forma 28 e 68, con le prime presenze di coppe decorate alla barbottina Forma 80 (Schindler Kaudelka 1975) (Fig. 2).

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La ceramica da cucina importata dalla regione vesuviana consiste in piatti rosso-pompeiani (= VRP) a orlo pendente e a orlo angolare. Il settore non ha fornito vasi firmati (Schindler Kaudelka 1986). Poco frequenti nel contesto risultano i mortai, tutti di provenienza italica. Tipologicamente appartengono alla forma norditalica dei “Rote Reibschüsseln” e al gruppo a orlo sagomato delle produzioni del Latium (?) (Zabehlicky-Scheffenegger 1996). La ceramica comune acroma da tavola, con olpi monoansate e brocche a due anse di tipologia ancora non standardizzata, fa parte delle importazioni dall’Italia settentrionale (Schindler Kaudelka 1989). Rimane un problema aperto la ricostruzione della panoramica completa delle anfore del settore OR-Hang. Il totale di 140 pezzi probablimente non corrisponde alla realtà antica, ma è dovuto alla scelta archeologica degli anni sessanta. Di solito i contenitori da trasporto rappresentano il gruppo più importante all’interno dei contesti. La tipologia delle forme rimane dunque incompleta, cosa che non si estende ai pezzi bollati sempre conservati. Sono presenti in maggioranza prodotti delle officine produttrici della regio X italica. Il settore non ha fornito bolli di Laekanius Bassus, la firma più comune sulle anfore olearie istriane. Non è possibile giudicare se le importazioni Settore OR-Hang Bolli di anfora dall’Istria non sono ancora iniziate in questo momento o se il riutilizzo delle anfore, come materiali a vita lunga, ha contribuito Cosa alla mancanza dei prodotti di Laekanius nel settore OR-Hang. Iunius Patiens Rimangono indeterminati due bolli [---]VR[---] e CVMM[---] (Maier- P. Q. Scapula Maidl 1992, Bezeczky 1994). L. Salvi La ceramica grigia regionale del Magdalensberg (Zabehlicky- Dr6B Vari Pacci Scheffenegger 2001) riflette un fenomeno internazionale dell’epoca Costini augustea: la produzione regionale di ceramica fine da tavola, con due rami di tipologia. Una parte si orienta verso il repertorio di ...VR... ispirazione indigeno, un’altra parte traspone modelli importati. Le CVMM... forme di influenza celtica sono del tutto comuni attraverso il mondo celtico e alpino. Quelle d’influenza italica invece si ispirano alla vernice nera, al piatto a orlo svasato (Schindler 1967, Taf. 1), alla coppa campaniforme (Schindler 1967, Taf. 3) e alle coppe e bicchieri della ceramica a pareti sottili italica (Schindler Kaudelka 1975, Forma 1). Mentre vari frammenti si riscontrano in tutta la provincia a partire dalla metà del primo secolo avanti fino alla fine del primo secolo dopo Cristo e oltre, sul Magdalensberg il gruppo è limitato alle forme tardorepubblicane e augustee di coppette pseudo-Consp. 22, di brocche biansate di imitazione Schindler Kaudelka 1989, Tav. 13, nr. 14.

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Le forme tipiche della batteria da cucina trovate nel settore OR sembrano derivare dalle olle ad impasto di grafite (Zabehlicky-Scheffenegger 1997/98) di transizione con le olle tipo Auerberg (Schindler Kaudelka/Zabehlicky-Scheffenegger in corso di stampa). Sono presenti anche le olle a orlo a S (Schindler Kaudelka/Zabehlicky-Scheffenegger 1994, 54–58) e le olle cilindriche a profilo semplice (Schindler Kaudelka/Zabehlicky-Scheffenegger 1994, 62–64). I vasi sono lavorati a mano senza tornio con impasti regionali con degrassante costituito di frammenti di marmo carinziano, con un’infinità di varianti di decorazione a pettine. Non si osservano volumi né dimensioni standardizzate. E’ interessante la rarità di coperchi destinati solo alle forme alte che però mostrano quasi sempre tracce di usura dovute all’uso di un coperchio. In proporzione di 1 : 4 o 1 : 5 sono accompagnati da vasi trepiedi con coperchi pertinenti in tecnica identica usciti dalle stesse officine regionali (Zabehlicky-Scheffenegger 1997).

Gli effetti del terremoto per la ceramologia La ristrutturazione del concetto urbanistico verso il 15 d.C., vista dal settore “augusteische Planierschichte des Südhanges” (= SH) (Fig. 4, 5 e 6)

Sotto gli edifici del settore SH si estendono 2000 metri quadrati dello strato “augusteische Planierschicht des Südhanges” (Zabehlicky-Scheffenegger 1998, Schindler Kaudelka 2004). Lo strato costituisce la base per la costruzione edilizia di un quartiere a duplice vocazione di residenze e negozi, senza tracce di produzione artigianale ed era evidenziato da frammenti combacianti di terra sigillata, di anfore, di vetro e di norditalica decorata provenienti da unità stratigrafiche a volte distanti 50 – 80 metri l’una dall’altra (Zabehlicky-Scheffenegger 1998, 192). L’enorme terrazzamento steso alla fine dell’età augustea dopo il terremoto si sovrappone, eliminadole, a rovine di un certo numero di piccoli edifici ivi presenti in età augustea; sopra ad esso l’ultimo livello di vita del settore evidenzia la creazione di un nuovo quartiere della città. Più complesso nella composizione della stratigafia di OH-Hang, il contesto era probabilmente stato creato raggruppando tre scarichi diversi di formazione non uniforme (Piccottini 1998). Le indagini del pendio parzialmente tagliato dall’attuale strada provinciale sono durate dal 1980 al 1986. Per ottenere un livello piano uniforme lo strato cambia di profondità da nord a sud da pochi centimetri fino a 3 metri di spessore (Dolenz 2007, Abb. 5). L’enorme difficoltà di quantificare il materiale rende quasi impossibile e inattuabile la sua gestione, nemmeno con la disponibilità di grandi spazi di lavoro. L’eventualità di un doppio contaggio di due pezzi non direttamente combacianti viene esemplificata da due frammenti di olla da cucina, dall’aspetto esteriore non uniforme, l’uno con i frammenti del degrassante sciolti dalle condizioni acide del suolo, l’altro con la superficie liscia, ritrovati in due case diverse in due unità stratigrafiche non troppo lontane l’una dall’altra (Fig. 7).

La base di partenza quantitativa

1781

1166 1075

613 618

337 312 198 105 78 74 66 27 28 VRP Vetri Anfore Monete Lucerne Mortaria comuni fuoco regionale Decorata Grigia Grigia fine Norditalica Ceramiche coperchi Pareti sottili Ceramica da Ceramica Vernice nera Vernice Terra Sigillata Terra Vasi trepiedi e

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In totale, i rinvenimenti sono quattro volte più abbondanti di quelli del settore OR-Hang per alcune classi di materiale. La ceramica a vernice nera rappresenta quasi il 2 % del totale, con tutti gli elementi già riscontrati nel settore OR-Hang (Schindler 1986). La composizione complessa dell’unità stratigrafica emerge dalla tabella riassuntiva della terra sigillata. La fine del riempimento va datata alla fine dell’età augustea, per un numero ristretto di piatti del servizio 2 con una prima comparsa delle coppe Consp. 24 e di due piatti Consp. 20.1. Il gruppo intermedio raggiunge le 304 unità, limitato in confronto con il grande gruppo residuale della prima età augustea, di gran lunga il più numeroso. A questo gruppo consistente di 673 individui corrispondono solo pocchissime strutture su tutta la superficie del sito. Nonostante i metodi di quantificazione diversi usati per eliminare eventuali errori, la divisione rimane la stessa (Zabehlicky-Scheffenegger 1998, 194, Schindler Kaudelka 2004a, 244).

Confrontate con i 22 bolli di sigillata del settore OR-Hang, le 89 firme del settore SH rappresentano una percentuale molto più alta. La maggioranza dei nomi corrisponde alla maglia cronologica del settore OR-Hang. Si sottolinea la provenienza di origine padana della sigillata del Magdalensberg. I bolli non classificati sono nomi non inseriti in OCK.

Settore Südhang Bolli di Terra Sigillata Data OCK Totale Vasai OCK 40 a.C. 2 A. Sestius 1926 Arretinum 132 30 a.C. 10 C. Sertorius Ocella 1912 A. Titius 2164 Aescinas 50 Sextus Annius 183 P. Attius 347 20 a.C. 24 Casidorus 520 Liccaeus 1032 Hilarus Plaetori 1472 Laetus Plaetori 1473

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Settore Südhang Bolli di Terra Sigillata Data OCK Totale Vasai OCK Primio 1527 Serius 1882 Aptus Seri 1883 Severus Seri 1885 20 a.C. 24 Adiutor Seriorum 1886 Laetus Seriorum 1887 C. Umbricius 2388 Passius Telamo 1228 Teuriscus 0 Agatho 31 Ateius 144 Batullus 326 Benevolus 328 Cephalo 412 Cesstus 416 Chrestus 425 Coenus 460 15 a.C. 22 Eubulus 649 Hetaerus 794 Lamyrus 0 Leucus 877 Philadelphus 1306 Primus 1390 Saturninus 1672 Solimarus 1840 Agilis 32 Bitus 329 Dasius 587 Dento 592 Eutactus 657 10 a.C. 17 Hilarus 796 Luccius 891 Myro 1063 Sarius 1655 Seneca 1727 Solo 1841 0 1 Firmus 694 Auctus 222 Dalmata 0 Età augustea 4 Idonius 0 Pelops 1234

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Settore Südhang Bolli di Terra Sigillata Data OCK Totale Vasai OCK Libanus 0 Non datato 3 anepigrafi 0 anepigrafi 0 C. Aco 0 Optatus Anni 0 T. Attelius Priscus 0 Non classificato 6 Capito 0 Hilario 0 Tymulo 0

Tipica di un contesto di scarico spostato più volte, l’estrema frammentarietà dei bicchieri Aco, delle coppe Sarius e dei crateri adriatici non aggiunge nulla allo studio della ceramica norditalica decorata. Il materiale di abitato si presenta di solito molto frammentato, e ancora di più in un ambito di riempimento secondario. La richezza tipologica ed epigrafica non contribuisce a fare progressi nella ricerca rimasta ancora a livello antiquario. All’interno della lista le firme più rappresentate rimangono enigmatiche perchè mutile o non bene leggibili. Le attestazioni di Diophanes sono tutte con la decorazione a Kommaregen prevalente nella parte orientale della pianura padana. La raccolta di coppe Sarius firmate risulta modesta, e per lo più conserva lettere isolate. Il solo pezzo notevole, un grande frammento di cratere con un satiro che balla in un bosco (Schindler Kaudelka 1998, 189), non ha conservato la firma.

Settore Südhang Nomi presenti sulla norditalica decorata Aco C. Aco 2 × Diophanes 6 × Eros C. Aco C. L. Antiochus Hilarus 3 × Hilarus Aco 2 × Hilarus Gavi 2 × R Buccio Norbani 3 × Nomi presenti su coppe Sarius C Sarius TA L. Sarius R Surus

La tipologia della ceramica a pareti sottili è congruente alle forme riscontrate nel settore OR-Hang, tuttavia le differenti proporzioni danno un’immagine più diversificata. Anche nel settore SH il fossile principale rimane il bicchiere a spina di Forma 2, accompagnato da un numero importante di bicchieri a orlo alto incurvato a parete liscia (Forma 19 e 26) o con decorazione a spina (Forma 1) e bicchieri decorati alla barbottina (Forma 13, Forma 35). Completa la raccolta un numero piuttosto esiguo di coppette e coppe cilindriche (Schindler Kaudelka 1998). La tabella di partenza ha evidenziato una composizione atipica per la quale manca una spiegazione stringente. Perchè vi è una scarsa rappresentanza di olpi in ceramica comune e pochissimi vetri? Un primo indizio di omogeneità dello strato veniva dal bollo su anfora Dr 6B istriana L. Umbricius. I due frammenti combacianti sono stati trovati ad una distanza di 50 metri, fatto che ci ha guidato nel controllare la totalità dei rinvenimenti dell’intero livellamento, per confermare la sua formazione complessiva multisettoriale (Fig. 8). Il contesto non ha fornito anfore ispaniche per garum e salsamenta. La motivazione di questo fatto va ricercata più nella possibilità di importazioni di prodotti dell’industia alimentare in contenitori non identificati o non pervenuti fino alla città del Magdalensberg perchè cambiati ad Aquileia, piuttosto che l’ipotesi di un inizio del trasporto di garum solo dopo la fine dell’età augustea. La questione di eventuali forniture dall’Italia rimane aperta. La classificazione delle ultime Lam 2 e le prime Dr 6A lascia dei dubbi per frammenti non chiaramente identificabili, ma c’è anche da chiarire il contenuto. Completano il panorama le anfore vinarie orientali in numero abbondante, i pochi esemplari di anfore da defrutum iberiche

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Settore Südhang Bolli di anfora e la maggioranza di contenitori da olio istriani. La lista dei bolli su anfora contiene i seguenti nomi. Lam2/Dr6A Numerius Accanto alle forme italiche della ceramica grigia [--]aevae Aufidi regionale, le forme di derivazione celtica sono le più M. Coreti Vi numerose (Schindler-Kaudelka/Zabehlicky-Scheffenegger M. Her Phae 1994). Il repertorio tipilogico della ceramica da cucina L. N. F. importata è costituito da piatti e coperchi rosso-pompeiani (Schindler Kaudelka 1986) dalla regione vesuviana e da Primu Aebidieni mortai di provenienza sia dall’Italia settentrionale sia dal T. H. B. Latium (Zabehlicky-Scheffenegger 1996). L. Tari Rufi La ceramica da fuoco regionale, sempre di colore Ante 6B Sepulli P F scuro, si divide in una maggioranza di forme alte, con orli di proporzioni e tipologia variegata e con grandi quantità Apici di vasi decorati a pettine, e una forma alpina di vasi a tre Dr6B T. Iunius Patiens piedi con coperchio, che spesso porta marchi del vasaio Laekanius, C. Laekanius, C. Laek, C. Laek in pseudolettere (Zabehlicky-Scheffenegger 1997). Tranne Barb, Felix Ser, Her Laek, Opta Laek, Viator poche eccezioni si tratta di forme realizzate a mano senza l’uso del tornio, quasi sempre eseguite in argille Mes Cae con frammenti di marmo di provenienza regionale come L. Umbrici degrassante. Vari Pacci Cosae La stratigrafia a rovescio di origine post antica. Le Cot unità stratigrafiche sopra gli edifici del settore T/1–T/3, da datare 10 a.C.–15 d.C. (Fig. 9 e 10)

Scavato nel 1987, il settore, localizzato in una zona di pendio estremamente ripido, consiste in una casa polivalente modificata più volte. Quel che interessa in questa sede sono gli strati non legati alle attività della struttura. Alla fine del 400 in Carinzia si manifesta un’alterazione climatica, a causa della quale sul Magdalensberg sono avvenuti cedimenti del terreno dopo una serie di piogge violente (Schindler Kaudelka 2001). Parte del terreno è scivolato, con uno smottamento, creando una situazione archeologica complicata, con una problematica particolare. Ad un contesto significativo di abbandono e di degrado di età tiberiano-claudia si è sovrapposto un livello di degrado di età augustea (Schindler Kaudelka 1996).

La base di partenza quantitativa Vetri VRP fuoco Mortai Anfore comuni Monete Lucerne coperchi decorata regionale Grigia fine Norditalica Ceramiche Pareti sottili Vernice nera Vernice Ceramica da Terra Sigillata Terra Vasi trepiedi e trepiedi Vasi

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In equilibrio con il settore OR-Hang per quanto riguarda le quantità di materiale, la statistica cambia del tutto quando si aggiunge la parte franata a sudovest I rinvenimenti, anche in questo caso si è osservato che frammenti combacianti sono stati trovati distanti l’uno dall’altro, hanno evidenziato che la montagna intera si era messa in movimento alla fine del 400. Ne danno prova due frammenti di bicchiere Aco pertinenti alla produzione di Acastus (Fig. 11) trovati a 100 metri di distanza. Si nota una percentuale di vernice nera residuale tendente a zero e un numero molto più alto di vetri, che induce a considerare il settore sopra T/1–T/3 come l’ultimo dei tre presi in considerazione, datato verso gli ultimi anni dell’epoca augustea. ll contesto augusteo scivolato da un terrazzamento non identificato a nord sopra il settore T/1–T/3 si è sovrapposto a strati tiberiani di degrado e di abbandono. La data dello smottamento è sottolineata da qualche frammento del tardo Medioevo (Fig. 10). Un’indicazione supplementare per la data della catastrofe è fornita da una moneta di Massimiliano I del 1415. La distribuzione equilibrata tra coppe e piatti dei servizi 1 e 2 in maggioranze padani all’interno della terra sigillata del settore offre una visione standard e normale per i contesti di tarda età augustea del Magdalensberg. Non si segnala nemmeno una nuova variante formale.

Il settore T/1–T/3, almeno nello strato augusteo, ha prodotto 27 bolli su sigillata. Meritano un’attenzione speciale due coppe con bolli rettangolari leggibili Re di probabile provenienza istriana (Zabehlicky-Scheffenegger/Schneider 2004, Maggi 2001, 159). La produzione di rilevanza locale avveniva probabilmente all’interno dei latifondi di Sisenna, a Loron presso Parenzo. Si notano una volta di più le differenze fra il materiale precoce del settore OR e la parte precoce del settore SH con il materiale tardo di T/1.

Settore T/1–T/3 Bolli di Terra sigillata Data OCK Totale Vasai OCK 40 a.C. 1 A. Sestius 1925 30 a.C. 1 A. Titius 2164 Amicus 86 20 a.C. 4 Sextus Annius 183 Adiutor 41 15 a.C. 10 Atiutor 330 Agatho 54

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Settore T/1–T/3 Bolli di Terra sigillata Data OCK Totale Vasai OCK Philadelphus 1441 Serius 1882 15 a.C. 10 Aptus Seri 1883 Thyrsus Seriorum 1890 Hilarus 951 Luccius 1039 10 a.C. 4 Sarius 1782 Umbricius 2441 Solo 1977 0 4 C. Murrius 1203 Rec 0 Non classificato 3 Cautus 0

La ceramica norditalica decorata con i motivi decorativi presenti si inserisce bene nei rinvenimenti molto abbondanti forniti ad oggi dagli scavi del Magdalensberg. La panoramica tipologica si trova arricchita di un altro bicchiere firmato da Acastus pertinente al gruppo dei bicchieri con iscrizioni (Schindler Kaudelka 2001).

Settore sopra T/1–T/3 Nomi presenti sulla norditalica decorata Aco C. Aco Acastus Aco Diophanes Hilarus Norbanus

Nomi presenti su coppe Sarius Surus Sarius

Il repertorio della ceramica a pareti sottili del settore T/1 contiene alcune forme osservate per la prima volta nel sito che però si inseriscono bene nella tipologia, perchè gia presenti tra il materiale di Cosa ( Marabini Moevs 1973) e tra il materiale della Catalogna (Lopez Mullor 1989). Si tratta del bicchiere biansato Cosa 294 e di un’ansa anepigrafe a matrice simile a Cosa 140, firmata da Ciclops. Meno utili per stabilire una cronologia valida, perchè di vita più lunga, sono le olpi e le brocche padane, con alcuni esemplari di dubbia provenienza da Celeia. Le quantità di ceramiche comuni e da cucina importate sono di interesse e di valore tipocronologico, non solo per gli scavi del Magdalensberg. La maggioranza dei mortaria, fra di essi alcuni bollati, arrivano dal Lazio (?), i piatti rosso pompeiani (= VRP) invece provengono della regione vesuviana, su di essi si notano a volte Settore sopra T/1–T/3 Bolli di anfora marchi di fabbrica (Schindler Kaudelka 1996). Dr6A L N F I contenitori da trasporto di prodotti alimentari del settore T/1–T/3 con i loro bolli mostrano il panorama usuale. Poche delle Iunius Patiens ultime Lamboglia 2 danno piuttosto l’impressione di forme ibride Vari Pacci di Lam 2/Dr 6A. Si nota che le vinarie italiche rappresentano una minoranza rispetto alle importazioni dall’Egeo Orientale. Mentre le C. Laekanius Dr6B anfore da frutta della Baetica, le Haltern 70, sono sempre presenti in Viator piccole quantità, mancano i contenitori da garum e salsamenta della Felix Servus medesima regione. La maggioranza delle presenze è quella delle anfore olearie della regio X italica, con un rilievo particolare delle Mes Cae istriane dell’officina di Laekanius Bassus. Riguardo all’affidabilità

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delle datazioni per i contenitori riutilizzabili, lo strato scivolato dalla terrazza superiore permette di fare uno studio esemplare. Tranne l’eccezione di L N F sulla spalla di una Dr 6A, mancano quasi tutti i bolli precoci, e solo due sono collegabili alla parte italiana della regio X: Iunius Patiens e Vari Pacci, mentre C. Laekanius Bassus con i vilici o servi Viator e Felix servus provengono da Fazana/Istria e Mes Cae da Loron/Istria. In questo ambito, è interessante notare che le anfore di stratigrafia tiberiana del settore sono cronologicamente più vecchie (Schindler Kaudelka 1996). Caratterizzano la datazione tardoaugustea del settore sopra T/1–T/3, le ultime presenze, non frequenti, quasi già residuali, di ceramica grigia regionale. Le ceramiche da fuoco di produzione locale del settore T/1–T/3, sempre con degrassante di marmo locale, prodotte con la tecnica della modellazione a mano, si distinguono poco dalla batteria da cucina già riscontrata nel settore Südhang. Si tratta di un repertorio di forme semplici, di vita lunga, con profili e misure non standardizzate. Olle da cucina, vasi tripodi e coperchi talvolta portano simboli ante cocturam e offrono un’infinità di variazioni di decorazioni a pettine (Schindler Kaudelka 1996).

La posizione dei tre contesti all’interno della maglia cronologica

Mettiamo in relazione i tre strati di livellamento discussi. Sulla prima colonna le datazioni assolute e in azzurro la cronologia complessiva. Ognuno contiene nel primo livello una quantità di residuali, materiale che non aiuta a datare il contesto, però è essenziale come fonte di informazione sia sullo sviluppo dei gruppi, sia sull’inizio del sito, anche se dobbiamo sempre ricordare la mancanza di strutture attribuibili alla prima epoca.

Cronologia Cronologia relativa Sequenza cronologica dei complessi datanti assoluta OR SH T/1–T/3 40 a.C. 35 a.C. Fase 1 30 a.C. 25 a.C. 20 a.C. Fase 2 15 a.C. 10 a.C. 5 a.C. Fase 3 0 5 d.C. Fase 4 10 d.C. 15 d.C. Fase 5 20 d.C. 25 d.C. 30 d.C. 35 d.C. 40 d.C. Fase 6 Fase 7 45 d.C. 50 d.C.

La tabella riassuntiva sottolinea le diferenza tra i fossili principali dei tre contesti analizzati e ricorda che, per lo studio di contesti, il lavoro con strati di terrazzamento e con livellamenti, se condotto con prudenza, apporta un grande numero di informazioni di notevole importanza. Oggetti prodottti in un arco cronologico di più di 30 anni sono riuniti negli stessi contesti.

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Questa osservazione, non nuova ma a volte lasciata un po’ in ombra, sottolinea la differenza tra la data di fabbricazione e la data di utilizzo. La comparazione dei tre contesti offre una conferma per la succesione cronologica dei reperti contenuti nei tre contesti discussi “OR-Hang hinter OR(18–19)”, “augusteische Planierschicht des Südhanges” e “Rollschichten über T/1–T/3. Le attestazioni delle ceramiche importate hanno convalidato le datazioni stabilite e dunque l’uso dei modelli attuali al di fuori del Magdalensberg, le date proposte rimangono ancora valide. Fondata in un’epoca quando il Regnum Noricum non apparteneva ancora all’Imperium Romanum (Dolenz 2001), dopo l’occupazione romana, la città diventa la prima capitale della nuova provincia. Le strutture riflettono l’immagine di una città romana influenzata da modelli urbanistici dell’Italia centro settentrionale. La localizzazione di un presunto insediamento indigeno rimane al momento sconosciuta. All’interno dei 5 ettari scavati non si è potuto evidenziare alcun sito celtico. Scavi recenti su una terrazza sul fianco nord del Magdalensberg hanno identificato l’annesso di una circonvallazione del tipo murus gallicus (Artner et alii 2008). L’interesse primario dei romani era incentrato sui giacimenti di metalli delle Alpi orientali, oro, ferro e rame posseduti dalla popolazione locale celtica. Il commercio con prodotti di consumo, anche se di prima importanza per l’interpretazione archeologica delle vestigia della città sul Magdalensberg, veniva considerato solo come vantaggio collaterale per garantire in primo luogo il livello di vita usuale ai romani immigrati, vivamente approvato dai celti presenti, e solo in secondo luogo per sfruttare i redditi commerciali. Il contesto descritto “OR-Hang hinter Ostmauer OR/18–19” testimonia le grandi attività romane nell’ultima età repubblicana e nei primi anni del regno di Augusto. I danni di un terremoto alla fine dell’età augustea hanno deteriorato l’intera città. Cassius Dione (56, 3, 3) menziona un terremoto come cattivo auspicio per la battaglia di Varus. Durante la ristrutturazione la concezione urbanistica cambia totalmente: da un sito centrato sulla produzione e sul commercio nasce una città amministrativa con edifici e monumenti pubblici, mentre le officine vengono spostate al margine del centro urbano (Dolenz 2007, 112). Il contesto descritto dalla “augusteische Planierschichte des Südhanges” deve la sua formazione a questo nuovo concetto urbanistico. A differenza di molti siti di abitato, il Magdalensberg è sopravvissuto nei tempi senza attività edilizia sopra le rovine. Un solo disturbo avviene alla fine dell’epoca medievale e le ripercussioni del cambio di clima hanno contribuito ad una prospettiva completamente nuova. Mentre la chiesa di Sant’Elena sulla cima della montagna è edificata sopra il podio del tempio tardorepubblicano utilizzando per la costruzione le pietre del sito vicino e i resti di marmo per la malta, l’archeologia del settore descritto “sopra T/1–T/3” ha dovuto risolvere un engima di stratigrafia e lavorare con la cultura materiale, avulsa dalle strutture nelle quali gli oggetti erano usati in epoca augustea. L’insediamento romano sul Magdalensberg con la sua datazione ben delimitata rappresenta una base ideale per i ragionamenti storico-economici e per le questioni sulla distribuzione e il rifornimento dall’epoca tardorepubblicana e augustea fino all’età claudia. Fin dall’inizio lo scavo del Magdalensberg è stato di importanza fondamentale per la ricerca. Definizioni, tipologie, dati cronologici e gruppi di riferimento archeometrici soprattutto delle terre sigillate padane lisce si rifanno al Magdalensberg (Schindler-Scheffenegger 1977). L’Atlante (Mazzeo Saracino 1985 e Pucci 1985), il Conspectus (Ettlinger et alii 1990) e l’OCK (Oxé-Comfort-Kenrick 2001) si servono delle basi stabilite negli anni settanta con la pubblicazione del volume sulla terra sigillata del Magdalensberg.

Un ringraziamento va all’équipe del Magdalensberg per i suggerimenti utili elaborati durante le lunghe ore di discussioni, inoltre per l’incoraggiamento e la pazienza; un altro grazie va ai nostri studenti che gestiscono la schedatura. L’italiano è stato rivisto da S. Mazzocchin. F. Kraft ha contribuito a perfezionare i disegni.

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Fig. 1. Magdalensberg, Carinzia/Austria, Pianta dello scavo con localizzazione dei contesti augustei “OR-Hang hinter OR/18–19”, “augusteische Planierschicht des Südhanges” e “Rollschichten über T/1–T/3”.

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Fig. 2. Magdalensberg, Carinzia/Austria, Facies del settore “OR-Hang hinter OR/18-19”.

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Fig. 3. Magdalensberg, Carinzia/Austria OR-Hang Facies del settore “OR-Hang hinter OR/18–19”.

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Fig. 4. Magdalensberg, Carinzia/Austria, Facies del settore “augusteische Planierschicht des Südhanges”.

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Fig. 5. Magdalensberg, Carinzia/Austria, Facies del settore “augusteische Planierschicht des Südhanges”.

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Fig. 6 Magdalensberg, Carinzia/Austria, Facies del settore „augusteische Planierschicht des Südhanges“.

Fig. 7. Magdalensberg, Carinzia/Austria, Settore SH Frammenti combacianti di olla da fuoco difficili da identificare.

Fig. 8. Magdalensberg, Carinzia/Austria, Settore SH Bollo di anfora olearia Dr 6B istriana L. Umbricius. Frammenti combacianti trovati a 50 metri di distanza.

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Fig. 9. Magdalensberg, Carinzia/Austria, Facies “Rollschichten über T/1–T/3”.

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Fig. 10. Magdalensberg, Carinzia/Austria, Facies del settore “Rollschichten über T/1–T/3”.

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Fig. 11. Magdalensberg, Carinzia/Austria, settorei sopra T/1 e sopra WR/1, Bicchiere Norditalico di Acastus. Frammenti trovati a 100 metri di distanza.

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