 Domenico Lovisato. Una camicia rossa sulle tracce del tempo di Giancarlo Nonnoi

 . Gli atenei sardi nell’Ottocento

Nel decennio precedente e in quello successivo alla proclamazione del Regno d’Italia il sistema sardo dell’istruzione superiore e, di riflesso, la fragile struttura della ricerca scientifica isolana si trovarono, ancora una volta, a dover fronteggiare un periodo di gravi difficoltà e di stagnazione. I provvedimenti emanati in attuazione della legge Ca- sati del  , che suddivideva le università storiche italiane in due gruppi distinti per rango ed importanza, e le successive norme del luglio  penalizzarono severamen- te i due atenei isolani. Un articolo della Casati prevedeva addirittura la soppressione dell’Università di Sassari . L’Università di Cagliari, in ragione della dimensione e del modesto prestigio, fu collocata nel gruppo degli atenei di secondo livello. Le conse- guenze più immediate riguardarono il ridimensionamento o l’abolizione di alcune fa- coltà, la drastica riduzione del numero dei titoli accademici che potevano essere rila- sciati e un sostanzioso decurtamento dello stipendio dei docenti rispetto a quello ri- conosciuto ai professori delle università di prima categoria. A più riprese, i senati accademici delle due università segnalarono le crescenti dif- ficoltà, il brusco calo delle immatricolazioni e deplorarono il declassamento subìto . I pochi studenti sopravvissuti, per parte loro, inscenarono all’interno dell’ateneo e per le vie cittadine numerose manifestazioni di protesta prontamente condannate e re- presse dalle autorità civili e di pubblica sicurezza. Per arginare il malcontento sociale ed evitare il tracollo di quel poco che ancora rimaneva della tradizione accademica re- gionale, le amministrazioni comunali e provinciali sostenute dalle élite sociali e poli- tiche locali si trovarono nella necessità di dover intervenire con proprie risorse.

. G. F OIS , Dall’Unità alla caduta del fascismo , in A. M ATTONE (a cura di), Storia dell’Università di Sassari ,  voll., Nuoro  , vol. I, pp.  s.; I D., Storia dell’Università di Sassari.  - , Roma  , pp.  - ; I D., Gli “anni difficili” dell’Università di Sassari , in L’Università di Sassari nell’Italia liberale. Dal- la legge Casati alla rinascita dell’età giolittiana nelle relazioni annuali dei Rettori , Sassari  , pp. - . . A. G UZZONI DEGLI ANCARANI , Alcune notizie sull’Università di Cagliari , «Annuario della Regia Università di Cagliari», a.s.  - , p.  ; G. N ONNOI , Dallo “studium intramoenia” all’ateneo metropo- litano. Edifici ed accoglienza della gioventù studiosa nella Università di Cagliari , in G. P. B RIZZI , A. M AT - TONE (a cura), Dai collegi medievali alle residenze universitarie , Bologna  , pp.  -; F OIS , Dall’Unità alla caduta del fascismo , cit., p.  . . Ancora nel  il rettore Giuseppe Todde deplorava un «gravissimo disordine avvenuto entro il tempio sacro della scienza». Cfr. «Annuario della Regia Università di Cagliari», a.s.  - , p.  .  GIANCARLO NONNOI

Per valutare a pieno la portata strutturale e la profondità della crisi occorre con- siderare che nella storia della Sardegna moderna le università erano state gli unici luo- ghi nei quali si svolgesse una qualche attività di studio e di ricerca degna di questo no- me. Agli atenei, a partire dall’età piemontese, era stato inoltre affidato il compito esclusivo della formazione delle classi dirigenti locali, una formazione, quantunque dirigistica e per molti aspetti autoritaria, che mirava ad avvicinare la “gioventù stu- diosa” isolana ai movimenti filosofici ed intellettuali europei più accreditati e insieme moderatamente innovativi . D’altro canto, le altre agenzie nate tra Sette e Ottocento e deputate alla promo- zione e alla diffusione di saperi tecnico-scientifici e tecnico-pratici utili allo sviluppo economico dell’isola, quali la Reale Società Agraria ed Economica di Cagliari e le scuole minerarie, entrarono anch’esse in una crisi esiziale, per cui non furono in gra- do di fornire se non un modestissimo contributo utile a colmare l’enorme divario che separava le pratiche scientifiche e formative dalle esigenze socio-economiche di un’i- sola che faceva molta fatica a muoversi al ritmo della modernità entrata da diversi de- cenni nella fase dell’industrialismo . A dispetto di un quadro d’insieme caratterizzato da forti tensioni e carenze, non mancarono negli atenei isolani alcune espressioni di eccellenza capaci di ben figurare nella repubblica nazionale e continentale delle scienze e delle lettere. A Cagliari tra le personalità che più di altre diedero lustro ad un corpo docente ridotto ai minimi ter- mini meritano un richiamo il botanico Patrizio Gennari, il fisico elettricista Antonio Pacinotti e il matematico Antonio Fais. Tutti personaggi scientificamente piuttosto attivi e inseriti nella comunità accademica nazionale, ai quali si affiancava un lavoro di ricerca più modesto nei risultati ma non meno costante condotto dall’intero corpo docente nei vari settori . Una situazione per molti aspetti non dissimile caratterizzava l’ateneo turritano, per il quale le difficoltà erano sicuramente maggiori, accresciute dallo spettro a lungo in- combente della soppressione. Una minaccia concreta quest’ultima che condizionò la vi- ta di quella università per quasi un ventennio, ma che non impedì la persistenza di al-

. A. M ATTONE , P. S ANNA , La rivoluzione delle idee: la riforma delle due università sarde e la circolazio- ne della cultura europea (  - ), «Rivista storica italiana», CX ,  , , pp.  - ; ora anche con il ti- tolo Settecento sardo e cultura europea. Lumi, società, istituzioni nella crisi dell’Antico Regime , Milano  . . P. M AURANDI (a cura di), Memorie della Reale Società Agraria ed Economica di Cagliari , Roma ; I D., La Società Agraria ed Economica di Cagliari. Un progetto di modernizzazione fallito , in M. M. AUGELLO , M. E. L. G UIDI (a cura di), Associazionismo economico e diffusione dell’economia politica nell’Ita- lia dell’Ottocento. Dalle società economico-agrarie alle associazioni di economisti ,  voll., Milano , vol. I, pp.  - ; M. L. D I FELICE , La Società Agraria ed Economica di Cagliari: la scienza economica nei dibat- titi accademici , in G. P AOLONI (a cura di), Gli archivi per la storia della scienza e della tecnica . Atti del con- vegno internazionale Desenzano del Garda, - giugno  ,  voll., Roma  , vol. II , pp.  - ; per l’i- struzione tecnica cfr. Emendamenti ed aggiunte all’Itinerario dell’Isola di Sardegna del Conte Alberto Del- la Marmora , pel Comm. Giovanni Spano Senatore del Regno, Cagliari  , p.  ; L. B ULFERETTI , Le mi- niere sarde alla metà del secolo  °, in Studi storici in onore di Francesco Loddo Canepa ,  voll., Firenze  , vol. I, pp.  - ; P. C AU , Didattica e sperimentazione nell’Arsenale di Torino: il manoscritto del corso degli esperimenti di chimica metallurgica e docimastica (  - ) conservato nella Biblioteca universitaria di Sas- sari , in P AOLONI (a cura di), Gli archivi per la storia della scienza e della tecnica , vol. II , cit., pp.  - . . Un resoconto della produzione scientifica è contenuto nell’«Annuario della Regia Università di Cagliari», a.s.  - , pp.  - .  . DOMENICO LOVISATO . UNACAMICIAROSSASULLETRACCEDELTEMPO  cune tradizioni di studio, quale quella medica risalente al patologo Gavino Farina e al- l’anatomista e fisiologo del cervello Luigi Rolando, o quella zoologica inaugurata da Francesco Cetti e proseguita da Filippo Fanzago, nonché quella storico-giuridica, che aveva nel magistrato e storico Pasquale Tola uno dei principali riferimenti moderni. Negli anni immediatamente successivi alla rivoluzione parlamentare del  e con i primi governi guidati dalla sinistra storica, alcuni degli aspetti più pregiudizie- voli del quadro appena richiamato incominciarono, se pur lentamente, a mutare. Le iniziative e le lotte per il pareggiamento, condotte spesso sulla difensiva e tese innan- zitutto ad evitare ulteriori penalizzazioni, ripresero slancio, puntando questa volta, con il sostegno dei rappresentanti della regione nel Parlamento nazionale, al supera- mento in tempi brevi della divisione tra università di prima e di seconda categoria . Tra i segnali della ripresa e del gradimento che gli studi universitari tornavano ad incontrare tra le nuove generazioni va rilevata, sul finire degli anni Settanta, la cresci- ta delle immatricolazioni, che ricominciarono a salire con regolarità e costanza fino a segnare nell’arco di un decennio incrementi percentualmente considerevoli rispetto ai minimi raggiunti nei lustri appena trascorsi . Nello stesso arco di tempo si registrò inoltre una certa mobilità del personale docente, segno anche questo che si stava uscendo dalla lunga stagnazione . Tra i nuovi cattedratici che approdarono a Caglia- ri in questi anni merita una particolare attenzione Domenico Lovisato, giunto in città nel novembre del  per ricoprire, in qualità di professore ordinario, la cattedra di Mineralogia e Geologia nella facoltà di Scienze fisiche, matematiche e naturali  .

 . Uno scienziato inquieto

Tra i colleghi del Bastione del Balice Domenico Lovisato si fece presto notare. Lo ave- va sicuramente preceduto fama di persona impetuosa, dal carattere un po’ ruvido e dal- le idee politiche molto nette. Ciò non gli impedì tuttavia di mettere in luce l’acume e la brillantezza del suo intelletto e di guadagnarsi la stima scientifica dei colleghi, divenen- do in breve tempo uno dei professori più in vista dell’ateneo. A pochi anni dal suo arri- vo gli fu infatti affidato l’incarico di tenere il discorso inaugurale per l’anno accademi- co  - . La prolusione, dal titolo Cenni geologici sulla Sardegna , fu pronunciata il  novembre del  , e traccia le linee portanti di quel grande lavoro di ricerca che il geo- logo istriano aveva già avviato e che continuerà a svolgere nei successivi trent’anni  . Lovisato faceva parte di quella schiera di scienziati e letterati che avevano preso par- te attiva all’impresa risorgimentale e si erano formati non solo nelle aule universitarie, ma, spesso, anche sui campi di battaglia. Originario di Isola d’Istria (Izola, Slovenia), do- ve era nato nel  , sin dagli studi ginnasiali fu attratto dalle idee irredentiste; studen-

. Sassari abbandonerà nel  il limbo nel quale era stata relegata, entrando a far parte del gruppo delle università di secondo livello. F OIS , Storia dell’Università di Sassari , cit., pp.  - . . G UZZONI DEGLI ANCARANI , Alcune notizie sull’Università di Cagliari , cit., pp.  -. . «Annuario della Regia Università di Cagliari», a.s.  - , Relazione del Rettore G. Todde , p.  .  . Ivi, a.s.  - , p.  .  . Ivi, a.s.  - , pp.  - .  GIANCARLO NONNOI te di Matematica a Padova fu fermato e arrestato numerose volte per attività antiau- striaca. Nel  subirà anche un processo per alto tradimento, che lo vedrà comunque assolto per insufficienza di prove. Coinvolto nei disordini antiasburgici verificatisi nel- l’ateneo patavino, venne espulso da tutti gli istituti dell’Impero  . Alla vigilia della terza guerra d’Indipendenza si unì al corpo dei volontari garibaldini che operava nel Trenti- no e nel luglio partecipò agli scontri di Monte Suello, di Condino e alla battaglia di Bez- zecca  . Per il suo comportamento sul campo il giovane Domenico si accattivò le simpa- tie del Generale, con il quale rimase a lungo in contatto ben oltre le vicende del   . L’esperienza risorgimentale segnò profondamente la vita di Domenico Lovisato, in primo luogo sotto il profilo politico, ma non mancò di avere una qualche influenza pu- re sulla sua carriera accademica. L’avvicinamento di Lovisato alla geologia avvenne an- che grazie all’amicizia del bergamasco Torquato Taramelli, professore di geologia dap- prima a Genova e a partire  a Pavia. Taramelli era stato anch’egli garibaldino e com- battente nella campagna del Trentino, e si stava affermando come uno dei principali punti di riferimento delle scienze della terra nel nostro paese. Tra i numerosi contribu- ti di Taramelli che consentirono alla geologia italiana di raggiungere rapidamente uno standard europeo va segnalata la sua attiva partecipazione alla realizzazione della Car- ta geologica d’Italia  , un’impresa che muoverà i primi passi concreti dal  e nella qua- le coinvolse anche il compagno d’armi Lovisato. La familiarità e la stima scientifica tra i due erano così solide che, secondo la testimonianza del figlio Antonio, Taramelli pa- dre si impegnò in prima persona per sostenere presso la commissione universitaria la candidatura di Domenico alla cattedra di Geologia dell’Università di Cagliari  . Per comprendere quanto l’esperienza della guerra d’Indipendenza avesse messo ra- dici nel profondo dell’animo dell’istriano, caratterizzando alcuni tratti pubblici della sua personalità, basti ricordare che ogni volta che gli si presentò l’occasione andò a trovare il suo Generale nell’eremo di Caprera e, anche dopo la morte di quest’ultimo, non mancò occasione di recarsi nell’isola dell’arcipelago maddalenino per celebrare la ricorrenza.

 . La pena sarà commutata nella sospensione degli studi limitatamente all’a.a.  - . A. I MERONI , Do- menico Lovisato: la vita e le opere, con prefazione di Antonio Taramelli , «Mediterranea»,  , p.  [estratto].  . Ivi, pp.  -; G. P ATRIZI , voce Domenico Lovisato , in Dizionario Biografico degli Italiani , vol. LXVI , Roma . Al netto della retorica e con l’accortezza di soppesare alcune evidenti imprecisioni ed esage- razioni, per ulteriori notizie biografiche su Lovisato cfr.: «La Colomba», periodico della Comunità de- gli Italiani «Dante Alighieri» di Isola d’Istria, III ,  ,  , edizione speciale dedicata al  ° anniversario della nascita di Domenico Lovisato, pp. - ; F. R ODOLICO , Naturalisti-esploratori dell’Ottocento italiano , Firenze  , pp.  -; e il necrologio a firma Un Sardo apparso sulla «Rivista del Club Alpino Italiano», XXXV ,  , pp.  -.  . Epistolarmente Lovisato aggiornava Garibaldi sulle sue vicende, inoltre più volte gli rese visita a Caprera durante gli anni dell’autoesilio del nizzardo. A. A SSORGIA (a cura di), In e nella Terra del Fuoco . Trascrizione dei diari di Domenico Lovisato sull’esplorazione del  - , vol. I,  ottobre-  di- cembre  , Iglesias , p.  (d’ora in poi Diari DL , I).  . Il progetto prende corpo all’indomani della proclamazione del Regno d’Italia, grazie all’azione di Quintino Sella, ingegnere minerario e ministro delle Finanze dal  . Per coordinare i rilevamenti, che ini- zieranno nel  , venne costituito il Reale Comitato Geologico d’Italia presso il ministero di Agricoltura Industria e Commercio. Cfr. «Bollettino del R. Comitato geologico d’Italia», I,  , pp.  ss.; P. C ORSI , The Italian Geological Survey: The Early History of a Divided Community , in G. B. V AI , W. C AVAZZA (eds.), Four Centuries of the Word “Geology”, Ulisse Aldrovandi  in Bologna , Bologna  , pp.  - .  . A. T ARAMELLI , Prefazione a IMERONI , Domenico Lovisato: la vita e le opere , cit., p. .  . DOMENICO LOVISATO . UNACAMICIAROSSASULLETRACCEDELTEMPO 

Un aneddoto riferito al suo ultimo anno di vita riassume in qualche modo l’esu- beranza di uno spirito combattente mai placato. All’indomani dell’attentato di Sa- rajevo, e appena tre giorni dopo l’entrata in guerra dell’Italia, oramai settantatreenne e quasi cieco inviava al ministro della Guerra una lettera nella quale si dichiarava di- sponibile a contribuire alla causa in qualunque modo si fosse ritenuto utile: «Mi ri- volgo a Vostra Eccellenza – scriveva Lovisato – perché voglia accettare tutto me stes- so in quel qualunque servizio, di cui tenesse capace questo avanzo di camicia rossa nel presente supremo momento per la Patria nostra»  . Parole e sentimenti certamente impastati di retorica, a cui Lovisato non mancava di lasciarsi andare volentieri, ma non privi di suggestione, se si tiene conto che provengono dall’animo di un uomo dalla sa- lute piuttosto vacillante e distante meno di nove mesi dall’appuntamento con la mor- te, che lo raggiunse a Cagliari il  febbraio  . Prima di approdare a Cagliari lo scienziato istriano peregrinò per l’Italia da Nord a Sud. Come docente di matematica e fisica nelle scuole secondarie, a partire dal  , insegnò nei licei di Sondrio, Sassari, Girgenti e Catanzaro. Da Sondrio, dopo ripetute segnalazioni delle autorità di pubblica sicurezza che lo tenevano sempre sott’occhio per la radicalità delle sue idee, venne allontanato e, nell’ottobre del  , “esiliato” in Sar- degna. Anche a Sassari entrò in contrasto con il prefetto della città, subendo, dopo ap- pena un anno di servizio, un secondo trasferimento, questa volta in Sicilia, a Girgenti, da dove a distanza di un anno passerà a Catanzaro, città nella quale si trattenne fino al- l’autunno  . Dopo di che, nel  approdò per la seconda volta in Sardegna in qua- lità di professore straordinario di Mineralogia e Geologia nell’Università di Sassari. A Sassari Lovisato inizia ufficialmente la carriera di geologo accademico. Come già gli era accaduto nel precedente soggiorno, prese ad esplorare sistematicamente il territorio turritano e quelli adiacenti e con i numerosi materiali raccolti nel corso del- le escursioni impiantò il gabinetto geomineralogico dell’Università  . Nell’anno del suo rientro a Sassari su sua iniziativa vide inoltre la luce la sezione locale del Club al- pino italiano  . Quando Lovisato giunse a Cagliari aveva un curriculum scientifico di tutto ri- spetto. Oltre alle numerose esplorazioni e campagne geologiche compiute nel nord della Sardegna, dalla Nurra alla Gallura fino all’arcipelago della Maddalena, nella Ca- labria settentrionale aveva condotto indagini geognostiche e geologiche collegate al grande progetto della Carta geologica del Regno. Era inoltre autore di alcune impor- tanti e pionieristiche memorie sulla geologia della provincia di Sondrio, sugli stru- menti litici dell’età della pietra nella provincia di Catanzaro e di Cosenza, sulle kinzi- giti presenti in quelle aree e di altri studi ancora  .

 . Citato in I MERONI , Domenico Lovisato: la vita e le opere , cit., p.  . Il figlio Mario, ufficiale di ar- tiglieria, al quale il vecchio professore scriveva di volersi unire, cadrà sul fronte del Carso.  . S. B AGELLA , Domenico Lovisato , in M ATTONE (a cura di), Storia dell’Università di Sassari , cit., vol. II , I Maestri , p.  .  . E. C OSTA , Sassari ,  voll., Sassari  , vol. I, p.  ; vol. III , p.  ; D. L OVISATO , Gita inaugurale della Sezione di Sassari del Club Alpino Italiano nel giorno  maggio  al Castello di Osilo , Sassari  .  . Cfr., tra gli altri, A. L OVISATO , Cenni geognostici e geologici della Calabria , «Bollettino del R. Co- mitato geologico d’Italia», IX ,  , pp.  - ,  - ,  - ; X,  , pp.  - ,  - ,  - ; I D., Sul- le Chinzigiti della Calabria , «Atti della Reale Accademia dei Lincei. Memorie della Classe di scienze fisi-  GIANCARLO NONNOI

Sebbene per vocazione fosse un geologo di campagna, non per questo Lovisato era indifferente alle questioni teoriche connesse alla formazione e alla conformazio- ne della crosta terrestre. Anzi, non è da escludere che siano stati proprio gli aspetti teo- rici e speculativi ad avviarlo ad una carriera per la quale non aveva seguito un curricu- lum accademico specifico. Alcuni biografi, prendendo lo spunto da un discorso pro- nunciato a Sondrio nel  in ricordo di Leopoldo Pilla, hanno creduto di ricono- scere nel manoscritto della conferenza tenuta da Lovisato un precorrimento della teo- ria della deriva dei continenti di Alfred Lotar Wegener  . Di primo acchito l’ipotesi può risultare suggestiva, tuttavia anche ad una prima verifica testuale la congettura presenta una capacità di tenuta non insuperabile. Salvo ulteriori approfondimenti e riscontri filologici e storici, in prima approssi- mazione si può infatti dire che dai brani del manoscritto editi non emergono, se non in forma vagamente embrionale, alcuni dei nuclei teorici distintivi della teoria della Kontinentalverschiebung  . In particolare non vi è traccia del postulato secondo cui la crosta terrestre sia formata di materiali di peso specifico medio, flottanti su di un sot- tostrato di peso specifico superiore. In seconda istanza, se si allarga lo sguardo al pa- norama ottocentesco delle scienze della terra, si può riscontrare che alcuni passi no- dali dello scritto di Lovisato hanno significativi punti di contatto con la narrazione vulcanista e catastrofista sull’origine dei continenti esposta dal geografo Antonio Sni- der-Pellegrini in un’opera sui misteri della creazione del  e in particolare nel capi- tolo dedicato all’ Origine de l’Amérique  . Può essere inoltre utile ricordare che quan- do, quasi dieci anni più tardi, con maggiore maturità ed esperienza scientifica Lovisa- to, per spiegare la formazione del terreno pampeano, riaffronterà la controversa quae- stio , le dinamiche orogenetiche a cui egli ricorre sono di tipo vulcanistico. Per dar con- to dell’attuale morfologia delle masse continentali e delle loro particolarità regionali, Lovisato si richiama infatti a quella «bottonatura o occhiellatura» vulcanica dispo- sta lungo le linee perimetrali delle coste oceaniche descritta da Antonio Stoppani  . Una configurazione all’origine di un «sistema lineare circumtellurico», capace occa- sionalmente di ridestarsi e di generare, attraverso una «concentrata esplosione vulca- nica», una grandissima energia in grado di modificare profondamente la fisionomia

che, matematiche e naturali»,  - , pp.  - ; I D., Strumenti litici e brevi cenni geologici sulle provincie di Catanzaro e Cosenza , ivi,  - , pp.  - ; I D., Cenni critici sulla preistoria calabrese , ivi,  , pp.  - ; I D., Contribuzione alla preistoria calabrese , ivi,  , pp.  - ; I D., Studi scientifici sopra Squilla- ce nella Calabria ulteriore seconda , «Atti della Accademia cosentina», Cosenza  , pp. - [estratto]; ID., Riassunto sui terreni terziari e posterziari del circondario di Catanzaro , «Bollettino del R. Comitato geologico d’Italia», XVI ,  , pp.  - . Lovisato fu autore anche di un manuale di Algebra elementare , Torino  .  . E. F OSSA MANCINI , L’opera scientifica di Domenico Lovisato , «Bollettino della Società Geologica Italiana», XLIII ,  , p.  ; I D., La recente teoria della deriva dei continenti in un vecchio manoscritto di Domenico Lovisato , «Urania. Saggi di Astronomia, Meteorologia, Geologia, Mineralogia, Chimica e Fi- sica», XIII , novembre-dicembre  , , pp. - [estratto]; L. G IANNITRAPANI , Il precursore italiano della teoria di Wegener , «L’Universo», gennaio-febbraio  , pp.  - ; M. S EGALA , L’Inutile priorità. Wege- ner e i precursori della deriva dei continenti , «Nuncius», V,  , , pp.  - .  . A. W EGENER , Die Entstehung der Kontinente und Ozeane , Berlin  (I ed.; trad. it. di C. G IUA , La formazione dei continenti e degli oceani , Torino  ).  . A. S NIDER , La Création et ses mystères dévoilés [...], Paris  , capp. XXIX -XXX , pp.  - .  . A. S TOPPANI , Corso di Geologia ,  voll., Milano  - .  . DOMENICO LOVISATO . UNACAMICIAROSSASULLETRACCEDELTEMPO  del primigenio blocco terrestre, rompendone l’unità e allontanandone le parti, e in- nescando infine processi di inabissamento o sollevamento a cui si associa l’azione de- gli agenti secondari di modellamento della crosta terrestre  . Superata l’impropria questione del precorrimento nella direzione accennata, occorre tuttavia anche rimar- care che Lovisato nel corso della sua lunga carriera scientifica si mostrò sempre sensi- bile alle idee del suo tempo, manifestando una spiccata attenzione critica verso le dif- ferenti proposte teoriche circolanti nell’ambito delle scienze della terra, un arcipelago ancora instabile e alla ricerca di un solido e coerente paradigma.

 . Le terre australi

Di gran lunga maggiore è sicuramente il peso che nel curriculum scientifico di Lovi- sato deve essere attribuito alla missione in Patagonia e nella Terra del Fuoco, iniziata il  dicembre  e conclusasi, dopo non poche vicissitudini, con un naufragio al- l’imboccatura orientale del Canale di Beagle, il ° settembre  . La spedizione, nata a seguito della rinuncia, per mancanza di risorse finanziarie adeguate, ad un ben più ambizioso progetto italiano di esplorazione delle terre an- tartiche a sud del  ° parallelo  , era stata fortemente voluta dall’Instituto Geográfi- co Argentino, fondato da poco più di un anno, che riuscì ad ottenere dal Parlamento del paese rioplatense i fondi necessari all’impresa. La missione era inoltre il frutto di una stretta collaborazione tra il sodalizio scientifico bonaerense e l’omologa società geografica del nostro paese. Il nuovo progetto era sostenuto anche dal governo italia- no, il quale tuttavia si limitò al patrocinio e al rilascio dei nullaosta necessari ai propri ufficiali di marina. La Comisión Cientifica de la Expedición era capitanata dall’e- sploratore e viaggiatore piemontese e aveva lo scopo di compiere per- lustrazioni territoriali e costiere unitamente a studi e rilevamenti scientifici di vario ti- po. Di essa, oltre a Lovisato, aggregato in qualità di geologo e vicecapo della commis- sione scientifica, facevano parte lo zoologo Decio Vinciguerra, il botanico Carlo Spe- gazzini e l’idrografo Giovanni Roncagli. Le biografie scientifiche e politiche dei membri della spedizione non sono per nul- la banali e, se lo spazio lo consentisse, meriterebbero un approfondimento. Giacomo Bove, che aveva al suo attivo la partecipazione a due missioni esplorative importanti  ,

 . D. L OVISATO , Una escursione geologica nella Patagonia e nella Terra del Fuoco . Conferenza tenuta dal prof. D. Lovisato il  marzo  , «Bollettino della Società Geografica Italiana», XX ,  , pp.  - .  . Cfr. Idea sommaria di una spedizione antartica italiana, proposta da Cristoforo Negri e dal sottote- nente di vascello Giacomo Bove , Genova  ; «Bollettino della Società Geografica Italiana», XVII ,  , pp.  - .  . Giacomo Bove (Maranzana, AT ,  - Verona,  ), tenente della Marina italiana, a bordo del- la corvetta Governolo aveva preso parte ad una lunga crociera nelle acque delle Indie orientali, visitando Cina, Giappone, Filippine e Borneo. Dal settembre  al febbraio  come idrografo partecipò alla spedizione per la ricerca del passaggio a nord-est al comando di Adolf Erik Nordenskiöld. Sulla nave Ve- ga dalla Svezia percorse il Mare di Barents e il Mare di Siberia e raggiunse il Giappone attraverso lo Stret- to di Bering, rientrando in Europa da sud. Ritornò in una seconda volta ed esplorò il territorio di Missiones, risalendo l’alto Paranà fino al Salto de Guairá, toccando le Cascate dell’Iguazú. Nel   GIANCARLO NONNOI

Vinciguerra e Roncagli  sono infatti i tipici rappresentanti di quella élite tecnico- scientifica politicamente attiva che nei decenni post-unitari si fece carico negli ambi- ti di loro competenza dell’ammodernamento del paese e della riduzione della distan- za che separava l’Italia dalle più avanzate nazioni europee. Spegazzini invece, il più giovane del gruppo  , si trovava già nell’area platense da due anni e sin dal  face- va parte del gabinetto di Storia naturale dell’Università di  . Con lui l’i- striano stabilì un proficuo rapporto di cordiale collaborazione: in più occasioni si trattenne infatti nel laboratorio dell’Università e si avvalse delle sue competenze per l’individuazione e la classificazione delle piante che aveva raccolto nell’isola di São Vi- cente, nell’arcipelago di Capo Verde, allorché la nave diretta all’estuario del Rio della Plata vi aveva fatto scalo  . All’epoca Lovisato, come si è detto, era professore straordinario di Mineralogia e Geologia a Sassari e la notizia del viaggio non passò inosservata nell’ateneo né in città  . Il docente sassarese era stato associato alla spedizione scientifica grazie ai rap- porti che, attraverso la collaborazione al progetto della Carta geologica del Regno, ave- va intrecciato con i membri del Comitato geologico d’Italia e con il direttore del ser- vizio, Felice Giordano, ai quali Lovisato era legato anche per affinità politica  . Un gruppo scientifico-tecnico di vaglia guidato dal ministro Quintino Sella e che in quel- lo stesso  darà vita alla Società Geologica Italiana  . Questi elementi non furono tuttavia gli unici a spingere Lovisato e i suoi compa- gni verso le estremità del Cono Sur. Da un punto di vista culturale e motivazionale, compì una nuova missione nella Terra del Fuoco, e l’anno seguente partecipò ad una esplorazione nell’A- frica equatoriale, risalendo il basso e il medio Congo per un lungo tratto. Rientrato in patria malato e de- moralizzato si tolse la vita a  anni. F. B ONASERA , voce Giacomo Bove , in Dizionario Biografico degli Ita- liani , vol. XIII , Roma  ; E. C OZZANI , Giacomo Bove , Torino  ; C. B ERTACCHI , Geografi ed esplorato- ri italiani contemporanei , Milano  , pp.  - .  . Decio Vinciguerra (Genova,  - Padova,  ) ha narrato la sua esperienza latino-americana in una conferenza tenuta alla Società Geografica Italiana il  aprile  , dal titolo Sulla fauna dell’Ameri- ca australe , «Bollettino della Società Geografica Italiana», XXI ,  , pp.  - . Al rientro dalla spedi- zione avrà in cura il Museo Civico di Storia naturale di Genova. Giovanni Roncagli (Bologna,  - Ro- ma,  ), idrografo nonché «artista pintor fotógrafo de la expedicion», curerà diversi atlanti nazionali e mondiali, divenendo uno dei nomi più noti della cartografia italiana del periodo. Nel  assunse la ca- rica di segretario generale della Società Geografica. Della spedizione nelle terre australi, oltre a diverse in- cisioni e disegni, ci ha lasciato un resoconto dal titolo Da a Santa Cruz , «Bollettino della Società Geografica Italiana», XXI ,  , pp.  - ; e Traccia del viaggio attraverso la Patagonia australe compiuto da G. Roncagli sottot. di v.llo R. M. I. nel maggio  , Roma  .  . Nato a Bario ( TO ) nel  , fu in seguito naturalizzato argentino, e morì il ° luglio  a La Pla- ta, dove insegnò per lunghi anni Storia naturale nell’Università della città che aveva contribuito a creare.  . Diari DL , I, p.  .  . Lettera del prof. Lovisato al Commendatore Q. Sella, del  ottobre  , da Montevideo, «Bol- lettino della Società Geografica Italiana», XVI ,  , pp.  - ; Lettera del Prof. Lovisato al signor Cesare Gamba, Segretario del Comitato centrale di Genova , del  novembre  , da Buenos Aires, «Bollettino del- la Società Geografica Italiana», XV ,  , pp.  -; Diari DL , I, pp.  -,  ,  .  . «Annuario dell’Università di Sassari», a.s.  - ; ivi, a.s.  - , pp.  -; C OSTA , Sassari , vol. I, cit., p.  .  . P. C ORSI , voce Felice Giordano , in Dizionario Biografico degli Italiani , vol. LV , Roma  .  . Sorta il  settembre  , in occasione del II Congresso internazionale di geologia che si teneva a Bologna, ne divenne primo presidente Giuseppe Meneghini. «Bollettino della Società Geologica Italia- na», I,  , p. . Lovisato ne farà parte dal  .  . DOMENICO LOVISATO . UNACAMICIAROSSASULLETRACCEDELTEMPO  occorre considerare che il viaggio scientifico e di scoperta guidato da Bove, non me- no di quelli che lo avevano preceduto e lo seguiranno, costituiva un modello più vol- te sperimentato di formazione, di maturazione e di aggiornamento degli scienziati e degli intellettuali di eccellenza. Una tradizione europea inaugurata nel Settecento, consolidatasi nel secolo successivo e che la monarchia sabauda aveva assecondato sin dai primi decenni dalla costituzione del Regno di Sardegna. La scelta di compiere una missione scientifica in Patagonia e nella Terra del Fuoco, oltre che dall’iniziativa di Bove, dipese anche dalle particolari contingenze politico-sociali che nell’ultimo de- cennio erano venute maturando in Argentina. Superate le divisioni e gli accesi contrasti interni e internazionali che per lunghi decenni avevano condotto le varie fazioni ed entità statali presenti nel subcontinente a confrontarsi ripetutamente in sanguinosissimi conflitti militari, l’Argentina si av- viava rapidamente a definire la propria fisionomia statuale, l’assetto territoriale e a svi- luppare le infrastrutture fisiche e culturali della neonata Repubblica  . Conseguita per via negoziale la sovranità sulla Patagonia orientale e su parte dell’arcipelago della Ter- ra del Fuoco, le classi dirigenti, in particolare quelle bonaerensi, nel corso degli anni Settanta e Ottanta avviarono un processo di ammodernamento e di organizzazione civile ed istituzionale sul modello delle nazioni europee più sviluppate. Nel corso di questi anni furono, tra l’altro, rifondate o realizzate ex novo alcune delle più impor- tanti istituzioni universitarie, scientifiche e culturali del paese  , tra cui la Sociedad de Estímulo Científico  e l’Instituto Geográfico Argentino  . Tra gli obiettivi dei nuovi istituti, unitamente a quello di stimolare e promuovere lo sviluppo della scienza loca- le, vi era anche quello di attrarre forze intellettuali e scientifiche d’oltre Atlantico di- sposte a contribuire al progresso generale della nazione. La messa in sicurezza delle frontiere e il completo dominio sui territori meridionali divenne uno dei principali punti di forza del più generale piano di sviluppo e moderniz- zazione della Nación Argentina. All’inizio degli anni Ottanta, a seguito della Conquista del desierto , era stato definitivamente consolidato il controllo delle vaste aree pampeane e patagoniche che da Buenos Aires si spingono giù fino alle province del Rio Negro e del Chubut  . Mal presidiata e in larga misura inesplorata rimaneva la Patagonia a sud del Río Santa Cruz e la parte dell’arcipelago fuegino sotto la sovranità argentina. Alla vigilia della missione italiana la civilizzazione della Patagonia e lo sfrutta- mento delle sue risorse erano tra le priorità politiche dello Stato presieduto da Julio

 . O. O SZLAK , La formación del Estado Argentino. Orden, progreso y organización , Buenos Aires  , in particolare pp.  ss.  . Nata nell’agosto del  , l’Universidad de Buenos Aires fu sottoposta nel  ad una profonda revisione dei suoi statuti e dei piani di studio. T. H ALPERIN DONGHI , Historia de la Universidad de Bue- nos Aires , Buenos Aires  , pp.  ss.  . Sorta nel  sotto la presidenza di Faustino Sarmiento è divenuta, dopo breve tempo, Sociedad Científica Argentina.  . Nasce nel dicembre del  su impulso di Estanislao Severo Zeballos.  . Congreso Nacional de Historia sobre la Conquista del Desierto, celebrado en la Ciudad de Gral. Ro- ca del  al  de noviembre de  ,  voll., Buenos Aires  ; G. N ONNOI , Desierto, malones y civilización all’origine della Nación Argentina , in A. C ANNAS , T. C OSSU , M. G IUMAN (a cura di), Xenoi. Immagine e parola tra razzismi antichi e moderni . Atti del Congresso Internazionale di Studi Cagliari, - febbraio  , Napoli  , pp.  - .  GIANCARLO NONNOI

Argentino Roca, il generale artefice della Conquista  . Allo sfruttamento delle im- mense terre e delle lunghissime coste del sud è infatti legata, non solo idealmente ma anche socialmente, la cosiddetta Generación del ochenta, ovvero quell’élite argentina cresciuta all’ombra della Casa Rosada, che, da un lato, ha sospinto il paese sudameri- cano verso la modernizzazione e, dall’altro, ha preparato le condizioni per quell’ allu- vione migratoria che nei decenni a seguire si riverserà sul paese. Tra il giovane Regno d’Italia e la neonata República vi era pertanto una sorta di gemellaggio ideale, una par- ziale convergenza d’interessi. Non è infatti un caso che tra i diversi fattori che condurranno Bove e il suo grup- po in Patagonia e in Terra del Fuoco, per nulla marginale sia stata l’influenza positiva esercitata sul governo argentino dalla comunità italiana presente nell’area platense, e in particolare di quella parte di essa composta di profughi politici, intellettuali, bor- ghesi e artigiani che avevano contribuito e contribuivano al processo di europeizza- zione in corso. Diverse associazioni patriottiche e mutualistiche  , supportate dall’in- fluente stampa locale italiana capeggiata da Basilio Cittadini, affiancarono l’opera di promozione condotta dal console d’Italia, Ambrosetti  . Non meno forti, sul piano individuale, in particolare per un giovane scienziato che si cimentava in un ambito di studi e di ricerche abbastanza nuovi, dovettero ri- sultare gli stimoli intellettuali e il senso di sfida scientifica che quella «terra orrida- mente bella» era in grado di suscitare. Nell’Ottocento il Centro e il Sud America era- no concepiti come un vero e proprio Eldorado della storia naturale. Per i cultori di scienze naturali della generazione di Lovisato, il Voyage dello scienziato romantico te- desco Alexander von Humboldt e del naturalista francese Aimé Bonpland era sicura- mente un libro di culto e un modello, se possibile, da emulare  . Le regioni pampeane e patagoniche avevano un fascino e un’importanza del tutto particolari ed esclusivi in particolare per gli studiosi delle scienze della terra. Per questi ultimi l’esplorazione di quelle terre costituiva il viaggio di formazione per eccellenza. Per una molteplicità di ragioni, tra cui la bassissima antropizzazione, quelle lande de- serte e inospitali del Cono Sur, fino alla punta estrema del temutissimo Cabo de Hor- nos, erano un libro spalancato sul tempo, capace di consentire una straordinaria lettu- ra stratigrafica, tettonica e paleontologica della storia della terra come in differita. Gli scienziati della terra solo intorno alla metà dell’Ottocento hanno infatti scoperto che i

 . Roca ricoprì la massima carica repubblicana dal  ottobre  al  ottobre  .  . Il gruppo politicamente più influente e organizzato era quello dei repubblicani mazziniani che aveva in Marino Froncini (  - ), già deputato alla Costituente romana (  ), il proprio leader e in «L’amico del Popolo» il foglio settimanale di riferimento.  . Cittadino, avvocato e imprenditore, era insieme direttore e redattore di «La Patria Italiana», uno dei più importanti giornali italiani nella città portegna. Sulla comunità e sulla stampa italiana nell’area del Rio della Plata si rinvia a F. J. D EVOTO , Storia degli italiani in Argentina , Roma  ; e F. B ETAGNA , La stampa italiana in Argentina , Roma . Cfr. anche Expedicion Austral Argentina. Informes Prelimina- res presentados a S.S.E.E. los Ministros del Interior y de Guerra y Marina de la República Argentina por Gia- como Bove Jefe de la Comision Cientifica de la Expedicion [...] Precedidos de una Introduction y des otros Do- cumentos Relativos a la Expedicion Austral Argentina , Buenos Aires  , p. VI .  . Voyage de Humboldt et Bonpland o Voyage aux régions équinoxiales du Nouveau continent, fait en  ,  ,  ,  ,  et  par Al. De Humboldt et A. Bonpland, redigé par Alexandre de Humboldt , edito a Parigi tra il  e il  .  . DOMENICO LOVISATO . UNACAMICIAROSSASULLETRACCEDELTEMPO  litorali, le falesie, i costoni, le depressioni, i canyon, le immense pianure, i grandiosi ri- lievi e le varie formazioni geologiche di laggiù ostentano i marcatori del tempo che nei luoghi segnati in profondità dalla civiltà umana sono spesso resi invisibili:

Da un mare sempre in orrida tempesta – scrive Lovisato a proposito della Terra del Fuoco – er- ge il capo coi suoi gneis centrali e coi graniti dell’occidente nel laurenziano. Si rituffa nelle on- de del furibondo oceano e riceve i sedimenti del cambriano. Si solleva quindi nuovamente dal- le procellose onde per inabissarsi altra volta e ricevere i depositi del siluriano. Scompare anco- ra sotto le acque e per miriadi di secoli sta sepolta per avere la immensa serie di scisti e di quar- ziti, ecc., del devoniano e del carbonifero, che pochi vestigi ci lasciano di quelle età, durante le quali le regioni australi si completano nel loro insieme. Da quella epoca, pur andando soggette quelle terre alle continue e talvolta rapide oscilla- zioni di abbassamento e di sollevamento, non si immergono più nelle onde cole loro parti più elevate: esse non bagnano mai più le loro cime, ma flagellano i loro piedi; qua e là minano le pendici, inondano i valloni, alcuni dei quali, dopo eterna notte di tenebre ricevono i depositi del terziario più recente. [...] Le irose onde adunque continuano a flagellare la nostra massa rocciosa australe e fan rapina nelle dure membra per infiniti secoli, mentre altrove si depositano le importantissime formazioni del permiano, del triasico, del giurese, del cretaceo e mentre natura pone a confine della nostra Italia il grande baluardo di quelle Alpi  .

Allo stesso tempo, le remote regioni di quella parte del nostro globo sembravano forni- re, da un lato, un robusto sostegno empirico alle tesi di James Hutton (  - ) sulla scala del tempo, sulla formazione delle rocce e sul ruolo svolto dai vari agenti nel mo- dellamento della superficie terrestre  e, dall’altro, una non meno convincente corrobo- razione all’epistemologia anticatastrofista e uniformitarista di Charles Lyell  . Con que- sto spirito e con i Principles of Geology di Lyell in tasca, Charles Darwin sotto il coman- do di Robert FitzRoy si era apprestato a compiere il più famoso viaggio di esplorazione scientifica del secolo XIX , immortalato in uno dei più affascinanti libri di scienza e di viaggio, The Voyage of the Beagle  . Darwin non fu naturalmente né il solo né il primo a percorrere con spirito scientifico quelle terre: altri lo precedettero ed altri lo seguirono. Tra i primi va ricordato Alcide Charles Victor Marie Dessalines d’Orbigny  , mentre tra i secondi una menzione speciale merita l’argentino Francisco Pascasio Moreno  .

 . L OVISATO , Una escursione geologica nella Patagonia e nella Terra del Fuoco , cit., p.  .  . J. H UTTON , Theory of the Earth ,  voll., Edinburgh  .  . C. L YELL , Principles of Geology, Being an Attempt to Explain the Former Changes of the Earth’s Surface by Reference to Causes Now in Operation ,  voll., London  - .  . C. D ARWIN , Journal of Researches into the Geology and Natural History of the Various Countries Visited by H. M. S. Beagle, under the Command of Captain Fitzroy, R. M. from  to  , I, London  ; ID., Geological Observations on South America [...], London  .  . A. C. V. M. D. D’O RBIGNY , Voyage dans l’Amérique Méridionale exécuté pendant les annés  [...]  , Paris  - .  . Più noto come Perito Moreno, autore del Viaje a la Patagonia Austral , Buenos Aires  . Rino- mati sono anche i viaggi compiuti tra XVIII e XIX secolo da Thomas Falkner ( Description of Patagonia and the Adjoining Parts of South America, with a Grammar and a Short Vocabulary, and Some Particulars Re- lating to Falkland’s Islands ,  ), George Chaworth Musters ( At Home with Patagonians ,  ) e Guiller- mo Cox ( Viaje en las rejiones septentrionales de la Patagonia ,  ).  GIANCARLO NONNOI

Erano questi i principali riferimenti scientifici e documentali dell’intera missio- ne italiana. Ma per il geologo istriano, pur conoscendo e richiamando il contributo degli altri studiosi, la sua bussola era principalmente il naturalista inglese. D’altronde, in Italia le idee di Darwin e le sue opere erano state accolte e lette con notevole inte- resse e precocemente  . Nel  , ad appena cinque anni dall’uscita della prima edi- zione inglese, Giovanni Canestrini e Leonardo Salimbeni pubblicavano la traduzio- ne italiana di The Origin of Species  . Nel  Michele Lessona dell’Università di To- rino dava alle stampe la versione italiana del Voyage of the Beagle  . In diverse univer- sità presero inoltre rapidamente corpo i primi nuclei di darwiniani e, sulla falsa riga di analoghe iniziative realizzate in Inghilterra e sul continente, nel generale clima po- sitivistico e scientistico diffuso specialmente tra i naturalisti, in varie città italiane, tra cui Cagliari, si tennero letture o conferenze popolari sull’evoluzione  . Il  ottobre  , il piccolo gruppo di scienziati italiani, partito da Genova il  dello stesso mese, dopo una lunga e disagevole attraversata a bordo del rollante piro- scafo Nord America si ricongiunge a Bove, approdato a Buenos Aires qualche tempo prima  . Ad accogliere Lovisato, Vinciguerra e Roncagli accompagnano il coman- dante della spedizione il signor Leopoldo Rombi e il professor Emilio Rossetti  , un ingegnere italiano, presidente della Societad Cientifica Argentina, socio fondatore e consigliere dell’Instituto Geográfico Argentino. Rossetti, che aveva fatto da raccordo tra i sodalizi gemelli, in quella stessa giornata conduce i connazionali dal professor Estanislao Zeballos, politico, giornalista e giurista influentissimo, presidente dell’In- stituto Geográfico nonché anima culturale e politica della Conquista del Desierto e dell’espansionismo verso la Patagonia  . Come annota Lovisato nei suoi diari, nei giorni seguenti, oltre a diversi membri del governo, il gruppo incontra l’illustre esplo- ratore patagonico Francisco Moreno e visita il suo rinomato museo antropologico  . Nelle settimane che precedono la missione vera e propria, tra incontri istituziona- li, visite di cortesia e altre attività sociali, in attesa del perfezionamento dell’organizza- zione logistica della spedizione  , Lovisato è ospite di diversi connazionali residenti in città e dedica una parte importante del suo tempo ad intessere relazioni scientifiche. Con l’intermediazione di Spegazzini, all’Università di Buenos Aires, fa la conoscenza del chimico Osatti, del geologo Eduardo Aguirre e dello zoologo Carlos Berg. Compie inoltre alcune escursioni a sud nell’area di Azul e di Tandil  e, su invito del ministro del-

 . G. P ANCALDI , Darwin in Italia , Bologna  .  . C. D ARWIN , Sull’origine delle specie per selezione naturale , prima traduzione col consenso dell’au- tore, Modena  .  . Viaggio di un naturalista intorno al mondo di Carlo Darwin , prima traduzione italiana col con- senso dell’autore di M. L ESSONA , [Torino]  .  . T. P IEVANI , Darwin, l’Italia e gli italiani , «Le Scienze»,  gennaio  ; G. M ONTALENTI , Il darwinismo in Italia , «Belfagor», XXXVIII ,  , , p.  .  . Diari DL , I, pp.  ,  ,  .  . Ivi, p.  .  . Ibid .  . Ivi, pp.  ,  .  . In questa fase Lovisato annota diversi attriti tra gli italiani, nonché tra questi e la componente ar- gentina della spedizione (ivi, pp.  ,  e passim ).  . Lettera del prof. Lovisato al Comandante Bove , del  novembre  , «Bollettino della Società Geografica Italiana», XVI ,  , pp.  - .  . DOMENICO LOVISATO . UNACAMICIAROSSASULLETRACCEDELTEMPO  l’Interno, Antonio del Viso, a nord-ovest nel territorio di Cordoba e Rosario  . Pro- traendosi oltre il previsto i preparativi, il geologo italiano visita infine le sponde delle la- gune di Chascomus e Witel, non molto distanti dalla capitale  . Nel corso di queste bre- vi escursioni Lovisato fa il naturalista a tutto campo, osservando e descrivendo non so- lo formazioni geologiche e mineralogiche ma allo stesso tempo fiori, piante, animali, insetti. Esegue altresì misurazioni barometriche e osservazioni climatiche e raccoglie in- sieme testimonianze etnologiche delle popolazioni native e reperti paleontologici. Sul diario dell’istriano sono annotati alcuni dei pezzi più significativi raccolti: la parte estre- ma di una zanna e frammenti di ossa di un Mastodon andium (Cuvier), costole, verte- bre sacrali e ossa di bacino di un Megatherium americanum , alcune placche della coraz- za di un Hoplophorus euphractus , un osso femorale e una piastra dentaria appartenenti ad un Glyptodon elongatus e altre parti scheletriche di grandi mammiferi  . Dopo un sommario inventario, una parte di questi materiali verrà spedita in Italia  .

 . El fin del mundo

Dopo non poche difficoltà sopraggiunte e a dispetto delle critiche che incominciava- no a manifestarsi sulla stampa circa l’utilità e i costi dell’esplorazione  , la missione ver- so l’estremo sud potrà finalmente incominciare il  dicembre  , nel cuore dell’esta- te australe, allorché concluso l’armamento della Cabo de Hornos, la corvetta messa a disposizione dal governo argentino, la città di Montevideo scomparve all’orizzonte  . La Cabo de Hornos della Armada Nacional non era sicuramente la nave più adat- ta al compimento della missione programmat a, inoltre la scorta della cannoniera Uru- guay, prevista nel piano operativo, all’ultimo momento non fu più garantita  . Il co-

 . D. L OVISATO , Da Buenos Aires alle Sierre di Cordova , «Bollettino della Società Geografica Ita- liana», XVII ,  , pp.  - .  . Lettera del prof. Lovisato al Comandante Bove , del  dicembre  , «Bollettino della Società Geo- grafica Italiana», XVI ,  , pp.  - .  . Diari DL , I, pp.  ,  ,  - .  . La polemica lettera del Lovisato dal titolo Sopra i fossili delle Pampas raccolti dalla Spedizione An- tartica Italiana e donati al Museo Geologico di Genova del dott. Giovanni Trabucco , Cagliari  , contiene alle pp. - un elenco dettagliato dei fossili raccolti nel corso delle escursioni pampeane.  . Diari DL , I, p.  .  . Il resoconto integrale della spedizione redatto da Giacomo Bove ha avuto diverse edizioni. Una in lingua castigliana, pubblicata a Buenos Aires alla fine del  e curata dall’Instituto Geográfico Ar- gentino, è contenuta nel volume Expedicion Austral Argentina , cit., pp. - . Il rapporto del Bove incor- porava anche gli informes scientifici predisposti da Lovisato, da Spegazzini e da Vinciguerra. Un’altra edi- zione, con la stessa impostazione e dal titolo La Spedizione Antartica. Relazioni del Capo della Commis- sione Scientifica, Giacomo Bove , apparve in due fasi nel «Bollettino della Società Geografica Italiana», XVII ,  , pp. - e  - . Con il titolo Viaggio alla Patagonia e alla Terra del Fuoco Bove pubblicò an- che una narrazione dell’esperienza nella «Nuova Antologia», sul numero del  dicembre  , pp.  -  . Nel  , con lo stesso titolo, il racconto di Bove è stato riedito dall’ ECIG di Genova. Si segnala inol- tre l’edizione dal titolo: Patagonia, Terra del Fuoco, Mari australi, Rapporto del tenente Giacomo Bove, ca- po della spedizione, al Comitato centrale per le esplorazioni antartiche , Genova  .  . Expedicion Austral Argentina , cit., p. XXI ; Lettera del prof. Lovisato al signor Cesare Gamba , cit., p.  ; Diari DL , I, p.  .  GIANCARLO NONNOI mando militare della missione era stato affidato a Luis Piedrabuena (  - ), un ve- terano di quegli estremi mari atlantici. Un consumato e celebrato marinaio sul quale il governo argentino già faceva affidamento per la salvaguardia degli interessi nazio- nali in quel quadrante del subcontinente appena conquistato. Piedrabuena era so- pravvissuto ad alcuni naufragi e aveva partecipato a diverse pericolose operazioni di salvataggio di marinai e imbarcazioni in balia dei possenti marosi dell’oceano. Co- niugava queste azioni “umanitarie” con la gestione di alcune concessioni e proprietà che aveva nell’area patagonica e fuegina. Il resto dell’equipaggio era interamente for- mato da personale militare argentino, compreso il rappresentante dell’Instituto Geó- grafico, il capitano Edelmiro Correa. Al personale della missione, in rappresentanza del ministerio de Guerra, era stato inoltre aggregato il giornalista Pablo De Gerardis, corrispondente di vari giornali italiani  . I componenti scientifici della missione avevano a disposizione per il lavoro sul campo le importanti tracce di chi li aveva preceduti in quelle terre. Lovisato in parti- colare, come è stato ricordato, aveva la sua stella polare australe in Darwin, che egli considerava, come si ricava da una frase rimasta in sospeso nei diari, il Galileo della storia naturale, colui che ne ha cambiato la prospettiva e i paradigmi di riferimento  . Ripetutamente si ha l’impressione che Lovisato avesse con sé una copia del Jour- nal redatto dal naturalista inglese che aveva toccato quelle terre quasi mezzo secolo pri- ma. Allo stesso modo traspare che là dove Darwin era passato lasciando la sua testi- monianza, Lovisato leggeva il territorio attraverso il reticolo concettuale del precurso- re. Non si tratta però di una operazione meramente passiva e mimetica, al contrario l’i- striano assume tanto nei confronti della lectio darwiniana quanto nei riguardi delle al- tre, un atteggiamento scientificamente critico: osservando, riscontrando, integrando e, dove necessario, correggendo. Numerosi sono i punti nei quali i riscontri sul terreno impongono un rilevamento o una misurazione più accurata, una revisione o una presa di distanza e un riallineamento teorico e cronologico di grande portata. Un passaggio del resoconto generale assemblato da Bove sulla base dei rapporti scientifici redatti dai membri della commissione aiuta a mettere a fuoco il metodo adottato da Lovisato. Dopo alcune escursioni lungo il bacino del Río Santa Cruz nel- la provincia omonima, nel tratto più a valle tra le Islas Leones e l’Isla Pavón, così scri- ve lo scienziato istriano:

A Santa Cruz ci troviamo in terreni terziari coperti da potentissimo lenzuolo di quaternario, che cominciò a sollevarsi alla fine del pliocene più recente e continua in questa oscillazione di solle- vamento, nel quale si trovano pure terreni della Pampa e probabilmente tutta la parte orientale dell’America Meridionale. Molto fu scritto e varie opinioni furono emesse in generale sull’età geologica dei terreni della Repubblica Argentina. [...] Anzitutto devo osservare che il lenzuolo superficiale [...] che costituisce il quaternario, ha una facies speciale, caratteristica, assolutamen- te differente da quella dei terreni della Pampa [...] Quindi per me nulla havvi di comune fra i ter- reni della Pampa e questi della Patagonia: per me non solo non esiste alcuna identità, ma nep- pure alcuna contemporaneità di formazione, come vorrebbe il Darwin, il quale pure considerò come artificiali i limiti che io nettamente pongo fra gli strati argillosi: per me i due terreni si for-

 . Expedicion Austral Argentina , cit., p. XXIII .  . Diari DL , I, p.  .  . DOMENICO LOVISATO . UNACAMICIAROSSASULLETRACCEDELTEMPO  mano in epoca diversa, in diverso modo e con diversi elementi. E mentre non sono d’accordo coll’illustre scienziato inglese nell’ipotesi sulla formazione del fango della Pampa, né credo ac- cettare per nulla l’opinione emessa in proposito dal grande d’Orbigny, non posso del pari asso- ciarmi alla riunione in una che il Darwin fa delle tre divisioni, allora molto opportune, dei ter- mini del bacino della Plata, sui quali a lungo avrò a discorrere nella relazione generale  .

Dopo ventitré giorni e . miglia percorse in «un mare smisuratamente grande e infido»  , doppiato il Capo San Francisco de Paula, la Cabo de Hornos diede fondo all’ancora nell’estuario del Río Santa Cruz, dinnanzi al modesto insediamento milita- re ( subdelegacion ), stabilito in quel luogo per la protezione e il controllo di un’area si- curamente strategica ma all’epoca pressoché deserta ad eccezione di sparsi toldos Tehuelche e di una mezza dozzina di fattorie. A circa  miglia dalla foce, nei pressi dell’Isla Pavón, Piedrabuena possedeva una fattoria. L’aveva ottenuta dal governo qua- le ricompensa per i servizi resi alla repubblica in quelle terre selvagge e per presidiare insieme la parte più a valle del bacino fluviale contro le scorribande degli indiani e le pretese territoriali cilene. L’esplorazione italiana della Patagonia fu limitata e piuttosto raffazzonata, durò all’incirca due settimane e rimase circoscritta al breve tratto di fiume tra le Islas Leo- nes e l’Isla Pavón  . Ben poca cosa se paragonata all’impresa realizzata da FiztRoy e Darwin, che cinquant’anni prima avevano risalito il fiume per centinaia di miglia, fin quasi al lago Argentino da cui il corso d’acqua discende  . Diversi i fattori all’origine dell’esiguità delle perlustrazioni. Sui risultati complessivi della missione influirono negativamente in particolare le non facili condizioni di navigazione e di cabotaggio, in parte dovute alle condizioni climatico-ambientali e, in proporzione per nulla irri- levante, all’inadeguatezza e alla scarsità dei mezzi messi a disposizione predisposti dal- le autorità platensi. Dopo aver subito a malincuore il ritiro della cannoniera di scor- ta, a Santa Cruz gli italiani con disappunto dovettero prendere atto che anche il cut- ter promesso, indispensabile per perlustrazioni sotto costa, capace di destreggiarsi al meglio tra le angosturas , le correnti, i venti, le maree, le secche e le ripide scogliere, non li avrebbe accompagnati per il resto del viaggio  . Dopo una «vertiginosa corsa» verso il sud più profondo con il timore che la nave potesse essere risucchiata dalle pericolose correnti dello stretto di Le Maire, la Cabo de

 . La Spedizione Antartica , cit., pp.  -. In particolare sulla formazione del terreno pampeano la lontananza dall’ipotesi formulata da Darwin fu rilevante. Cfr. L OVISATO , Una escursione geologica nella Pa- tagonia e nella Terra del Fuoco , cit., pp.  ss.  . Alcuni particolari della lunga traversata sono contenuti nella Lettera del sig. Pasquale De Gerar- dis , del  gennaio  , da Santa Cruz a bordo della Cabo de Hornos, «Bollettino della Società Geogra- fica Italiana», XVI ,  , pp. -.  . La Spedizione Antartica , cit., p.  ; A. A SSORGIA (a cura di), In Patagonia e nella Terra del Fuoco . Trascrizione dei diari di Domenico Lovisato sull’esplorazione del  - , vol. II ,  dicembre  - mar- zo  , Iglesias , pp.  ss. (d’ora in poi Diari DL , II ).  . R. F ITZ ROY , Proceeding of the Second Expedition,  - , in Narrative of the Surveying Voyages of His Majesty’s Ships Adventure and Beagle, Between the Years  and  , Describing their Examina- tion of the Southern Shores of South America, and the Beagle’s Circumnavigation of the Globe ,  voll., Lon- don  , vol. II , pp.  - .  . La Spedizione Antartica , cit., p.  .  GIANCARLO NONNOI

Hornos prese la via per l’Isla de los Estados, la più orientale dell’arcipelago della Terra del Fuoco, un colosso pietroso, teatro di centinaia di «tempeste e di lotte per la vita, ci- mitero di centinaia di navi»  . Charles Darwin non aveva messo piede sull’isola, l’ave- va solo avvistata dal ponte del HMS Beagle, FitzRoy se ne era prudentemente tenuto al- la larga. La Cabo de Hornos, falliti alcuni tentativi di imboccare il fiordo di Puerto Parry, l’  di febbraio, gettò l’ancora nel più accessibile Puerto Roca, da dove partirono numerose spedizioni di esplorazione, per portarsi successivamente a Puerto Cook  . L’isola, «the mere backbone of a mountain», come aveva annotato Darwin nei suoi taccuini, è una massa rocciosa, paurosamente frastagliata e scoscesa, grande po- co più del doppio dell’Isola d’Elba, lunga fino a  km e larga non più di  , con pun- ti di appena  m . Quest’estrema propaggine sud-orientale della cordigliera andi- na era rifugio, quantunque precario, di balenieri e destino tragico di vascelli in balia dei flutti in tempesta. Millenario habitat di popolose colonie di foche, di otarie, di pinguini e di uccelli marini era visitata da avidi e spietati cacciatori che con la loro in- cessante attività predatoria avevano ridotto la fauna autoctona ad una sopravvivenza precaria  . Gli olandesi Schouten e Le Maire furono i primi europei ad approdarvi agli inizi del XVII secolo, nel  l’isola fu visitata da James Cook. Più di recente, nell’au- tunno del  , vi aveva gettato l’ancora il navigatore e scienziato inglese Henry Fo- ster per eseguire in loco alcuni esperimenti scientifici, e con l’occasione il chirurgo Wil- liam H. B. Webster e l’idrografo Edward N. Kendall ne rilevarono le principali carat- teristiche morfologiche e naturalistiche  . All’epoca della missione italiana sulla sovranità dell’isola gravavano ancora alcu- ne incertezze. Il governo argentino ne rivendicava il dominio e nel  aveva asse- gnato quella terra di rocce, foreste e naufragi in proprietà a Luis Piedrabuena, il co- mandante della Cabo de Hornos. L’intraprendente marinaio aveva introdotto delle capre nel suo possedimento ed era cointeressato alla lucrosa caccia degli otaridi e dei pinguini. A supporto di questa attività, l’argentino aveva realizzato a Puerto Roca un piccolo stabilimento per la trasformazione del cacciato, la casilla , che serviva anche da base per le operazioni di salvataggio, anch’esse redditizie, degli equipaggi e delle navi che in gran numero venivano gettate sulle scogliere  . A questo riguardo è il caso di ricordare che tra i compiti affidati dal governo argentino alla spedizione vi era anche quello di individuare i punti più adatti al posizionamento di fari e boe in grado di ren- dere meno rischiosa la navigazione in quella parte dell’Atlantico, ma insieme anche quello di identificare i migliori siti per la pesca e per el faeneo de pingüines  .

 . Ivi, p.  .  . Ivi, p.  .  . Lovisato calcolò i seguenti valori: lunghezza  km, larghezza  . L OVISATO , Una escursione geo- logica nella Patagonia e nella Terra del Fuoco , cit., p.  .  . La Spedizione Antartica , cit., p.  . Cfr. anche D. V INCIGUERRA , Sulla fauna dell’America austra- le , «Bollettino della Società Geografica Italiana», XXI ,  , pp.  - .  . Narrative of a Voyage to the Southern Atlantic Ocean, in the Years  ,  ,  , Performed in H. M. Sloop Chanticleer, under the Command of the Late Captain Henry Foster [...] from the Private Journal of W. H. B. Webster, Surgeon of the Sloop ,  voll., London  , vol. I, pp.  - .  . La Spedizione Antartica , cit., pp.  ,  -.  . Expedicion Austral Argentina , cit., p. XXI .  . DOMENICO LOVISATO . UNACAMICIAROSSASULLETRACCEDELTEMPO 

Di notevole importanza ed originalità scientifica risultarono i sistematici rileva- menti geologici e altimetrici compiuti da Lovisato in «quaranta giorni di lavoro non interrotto».

L’Isola degli Stati – egli scrive nel rapporto che consegna a Bove – è una massa schistosa [...]. Questa massa staccata violentemente dalla catena delle Ande e piegata quasi ad angolo retto verso l’oriente sorge dal mare nel devoniano superiore, si completa nel periodo carbonifero, per essere in seguito tormentata dai ghiacci e dai marosi che gareggiano nel travagliarla in tutti i sensi, lisciando, rigando, arrotolando, le sue rocce ed incidendo nel suo seno profondi fiordi. Arditi bracci di mare, correndo in generale da N. a S. e da S. a N. perpendicolarmente al crina- le dei suoi monti, rappresentano i porti attuali dell’isola.

Il sistema montuoso di quest’isola «orridamente bella», continua il nostro geologo, abbozzato nel devoniano superiore, formato dal carbonifero, perdeva la sua primitiva fisio- nomia e veniva novellamente modellato nel modo che oggi lo vediamo, né si depresse più per ricevere nuovi depositi, non trovando noi alcun lembo di formazione, che ricordi terreni dei periodi successivi, sia appartenenti all’epoca secondaria che terziaria: l’isola è dunque una massa primitiva non molto antica, successivamente lavorata dai marosi e dai ghiacciai e che ora si trova in uno stato di sensibile sollevamento, cominciato forse prima dell’ultima epoca glaciale  .

In questa terra primigenia, pressoché priva di traccia umana, di cui quasi tutto rima- neva ancora da conoscere, Lovisato condusse minuziose e pionieristiche ricerche dal punto di vista orografico, idrografico, petrografico e mineralogico, rettificando, ad esempio, le misurazioni altimetriche e le analisi sulla struttura e sulla composizione chimica delle rocce compiute nel corso della spedizione Foster  . L’esplorazione sistematica dell’Isola degli Stati, e in particolare del fronte set- tentrionale affacciato sul Mare Argentino, dal punto di vista scientifico fu la parte più rilevante dell’intera missione italiana nelle terre australi. Infatti, intanto che Lo- visato rivolgeva la sua attenzione alle facies litologiche, Spegazzini e Vinciguerra si applicavano allo studio degli aspetti floristici e faunistici, mentre il comandante ita- liano si dedicava alle misurazioni idrografiche e al perfezionamento della cartogra- fia costiera dell’isola  . Bove, inoltre, con Lovisato, sicuramente il più esperto della compagnia per questo tipo di missioni, compì una serie di impegnative ascensioni sugli scoscesi rilievi interni, denominando con nomi che ricordano l’Italia le som- mità raggiunte  . Anche in queste occasioni, a seguito di rilevamenti strumentali e di più accurate osservazioni, gli esploratori italiani correggono i valori altimetrici precedentemente stimati e arricchiscono la conoscenza dei vari aspetti morfologici dell’isola  .

 . La Spedizione Antartica , cit., pp.  -.  . Ivi, pp.  -.  . Ivi, p.  .  . L OVISATO , Una escursione geologica nella Patagonia e nella Terra del Fuoco , cit., pp.  -.  . La Spedizione Antartica , cit., pp.  -.  GIANCARLO NONNOI

 . L’ultima Tule

Lasciata «l’isola felice», il  marzo  , la Cabo de Hornos, dopo non poche peri- pezie, riuscì a imboccare lo Stretto di Magellano il  aprile, raggiungendo la Bahia San Gregorio in prossimità della Segunda Angostura dopo un’altra settimana di crociera tutt’altro che agevole. Constatate le ripetute difficoltà nautiche incontrate in prece- denza, venne presa la decisione di abbandonare la corvetta argentina, giudicata non adatta a destreggiarsi nel «labirinto di canali, di stretti, di golfi, di baie e di seni» che attendeva il prosieguo della missione. Bove tace su altri motivi che lo indussero a pren- dere questa decisione, ma, come ci testimonia Lovisato in diversi passaggi del suo dia- rio, è evidente che essa fu favorita anche dalla mancata amalgama tra la componente scientifica italiana e la componente militare argentina della spedizione  . Il  aprile, per trovare un vascello più adatto all’esplorazione della Terra del Fuo- co, Bove, Lovisato e il preparatore Ottolenghi, a cavallo, si diressero a Punta Arenas, la colonia penale in territorio cileno, dove giungeranno dopo tre giorni. Il resto della compagnia li raggiungerà qualche giorno dopo a bordo della Cabo de Hornos, che a quel punto si disimpegnò dalla missione, dando appuntamento ai membri della com- missione scientifica per il successivo mese di luglio nell’estuario del Santa Cruz per il rientro a Buenos Aires  . A bordo della goletta San José armata nella città carceraria, il ° maggio, il gruppo italiano, ad esclusione di Roncagli  , riprese l’esplorazione dell’arcipelago fuegino, lun- go il Canale di Magellano in direzione Sud-Ovest, verso il Canale Maddalena, che verrà imboccato dopo una breve sosta nel tristemente famoso Puerto Hambre  . Destreg- giandosi lungo il canale in condizioni climatiche severe, caratterizzate da repentini ed estremi mutamenti meteorologici, nei pressi di quello che allora fu battezzato Fiordo Negri (oggi Seno Magallanes), nella penisola Brecknock, in un momento eccezionale di cielo sereno e terso gli esploratori italiani, tra il  e il  di maggio, si trovarono davanti ai quasi . metri di rocce e gelo del superbo e temibile Monte Sarmiento. Per Lovi- sato e Bove il desiderio di azzardare la scalata del «fantasma bianco» fu irresistibile, ma dopo un solo tentativo, superato il primo costone, preso atto delle difficoltà e valutati i pericoli dell’impresa, Lovisato, da esperto alpinista quale era, decise saggiamente di de- sistere  , limitandosi ad ammirare la magnificenza del ciclopico ghiacciaio di un «in- cantevole azzurro di berillo» dall’alto di uno dei suoi contrafforti meridionali  .

 . Diari DL , II , passim .  . Informe del Delegado del Instituto Geográfico Argentino, don Edelmiro Correa, Segundo Coman- dante de la Corbeta «Cabo de Hornos» , in Expedicion Austral Argentina , cit., p.  .  . Ivi, p.  . G. R ONCAGLI , Da Punta Arenas a Santa Cruz , «Bollettino della Società Geografica Italiana», XXI ,  , pp.  - .  . La Spedizione Antartica , cit., pp.  -. Le diverse località toccate nell’arcipelago fuegino sono in- dicate nell’ Informe del Rapresentante de la Universidad de Buenos Aires, dr. Cárlos Spegazzini , in Expedi- cion Austral Argentina , cit., pp.  -.  . La Spedizione Antartica , cit., p.  .  . Conferencia dada en el Instituto Geográfico Argentino por el profesor Domingo Lovisato , in Expedi- cion Austral Argentina , cit., pp.  -. Cfr. anche La Spedizione Antartica , cit., p.  . In contrasto con le  . DOMENICO LOVISATO . UNACAMICIAROSSASULLETRACCEDELTEMPO 

Doppiata la penisola Brecknock, la goletta si addentrò nel dedalo di canali, di iso- le e di fiordi già percorsi e accuratamente rilevati da FitzRoy, e dopo dieci giorni di na- vigazione non priva di traversie la San José, attraverso il Nord West Arm, fece il suo ingresso nel Canale di Beagle ( On-Asciaga in lingua fuegina)  . L’esplorazione dell’ On-Asciaga costituiva uno degli obiettivi principali di questa fase della missione antartica italiana. Bove, in particolare, avrebbe dovuto definire con precisione l’estremità del meridiano che delimita il confine tra la Repubblica argenti- na e quella del Cile, una determinazione che l’ufficiale italiano eseguì attraverso una serie di triangolazioni. Per organizzare la sistematica esplorazione del canale, il  di maggio la nave exploradora gettò le ancore nella baia che dal  ospitava la missio- ne inglese di Ushuaia, che per una settimana divenne il campo base da cui partirono numerose escursioni nelle aree prospicienti il canale. Il soggiorno a Ushuaia fu da principio molto positivo, tra l’altro rese possibile un contatto diretto con le popola- zioni fuegine dell’area, in particolare con gli Yaghan, gli Alaculuf e in misura minore con gli Ona. Grazie ai diversi incontri con gli Yaghan Bove e Lovisato furono in gra- do di redigere alcune note su usi, costumi, credenze e un essenziale dizionario della lingua dei nativi di quella parte dell’arcipelago, inoltre riuscirono ad acquisire un ric- co materiale etno-antropologico. Il rapporto con il sovrintendente della missione inglese fu oltremodo collabora- tivo e di grande utilità per una esplorazione selettiva del territorio. Le informazioni così ottenute consentirono infatti a Lovisato di perlustrare con cura alcuni siti geolo- gicamente significativi nel bacino del canale e attraverso lo studio della morfologia e delle forme litologiche della regione ebbe modo di consolidare le ipotesi orogeneti- che alle quali si ispirava la sua lettura della storia naturale del Cono Sud  .

Il numero infinito di isole, che noi troviamo alla parte più meridionale dell’America del S. e del- le quali la maggiore è la Terra del Fuoco, rappresenta un massiccio roccioso antichissimo, strap- pato violentemente dalla sua grande madre, la Patagonia, colle sublimi Ande, della quale in tempi forse da noi non molto remoti, formava un solo sistema rigido. Questa immensa terra, frastagliata in tutti i sensi, rotta in tutte le direzioni, attraversata da innumerevoli canali, piena di rade, di baie, di porti, è una massa di gneis, e di granito cen- trale, la quale solleva il capo forse nel laurenziano e si completa nel carbonifero, ricevendo i depositi intermedi del siluriano e del devoniano nelle oscillazioni di abbassamento, seguite dalle relative di sollevamento, cui la nostra terra senza dubbio andò soggetta [...]. Alla fine di questa epoca [...] le nostre contrade vanno dannate ad essere coperte da un immenso lenzuo- lo di ghiaccio, il quale, come lenta ma orribile fiumana, scende dalla imponente massa roc- ciosa fino al mare tempestoso e con esso gareggia nel travagliare quel labirinto di terre in tut- ti i modi, lisciando, rigando, scanalando, arrotondando le membra pietrose ed incidendo per entro a quelle desolate masse profondissimi fiordi ed arditi bracci di mare, rappresentando i ricoveri od i luoghi di perdizione degli sventurati velieri, che navigano in quei sempre peri- testimonianze dei protagonisti, R ODOLICO , Naturalisti-esploratori dell’Ottocento italiano , cit., p.  ; I ME - RONI , Domenico Lovisato: la vita e le opere , cit., p.  ; e R. C ALLIA , A. A SSORGIA , Lo sviluppo delle ricerche geologiche , Cagliari  , p.  , sostengono che Lovisato è stato il primo europeo a raggiungere la vetta del Monte Sarmiento.  . La Spedizione Antartica , cit ., pp.  -.  . L OVISATO , Una escursione geologica nella Patagonia e nella Terra del Fuoco , cit., pp.  ss.  GIANCARLO NONNOI colosi paraggi [...]. Assai lungo deve essere stato questo periodo glaciale, se giudichiamo dal- l’immenso lavorio [...]  .

Dal racconto di un fuegino che viveva nell’insediamento inglese si venne a sapere del- la presenza, sulla costa meridionale della Península Mitre, all’estremità orientale del ca- nale in località Hammacoia , di un materiale simile a quella «pietra che si brucia». Per verificare l’eventuale presenza di un deposito carbonifero, Bove e la sua squadra il  di maggio diressero la San José verso la località indicata. Fu questa la parte più sfortunata dell’intero viaggio esplorativo. Al quarto giorno di navigazione lungo il canale, giunti a destinazione, venne gettata l’ancora nella baia Hammacoia (più nota come Bahia Sloggett). Rapidamente le condizioni meteorologiche mutarono volgendo al peggio. Per due giorni la nave, impossibilitata ad allontanarsi, rimase in rada in attesa che la tempesta e i furiosi venti da nord-est che si erano impossessati della insenatura si pla- cassero. La situazione precipitò il terzo giorno, allorché investita dalla marea sigiziale la nave «divenne facile giuoco del mare». Paventando l’esito ineluttabile e nefasto per la nave e i suoi uomini, Bove prese la decisione di gettare a terra la goletta prima che la furia del mare la fracassasse sulle scogliere e sui bassifondi della costa. Nell’eventualità di un esito sfavorevole venne predisposta una zattera e furono approntate vettovaglie e altri mezzi di prima necessità; così, con l’alta marea, alle tre del pomeriggio, mollate le spossate ancore e alzata la trinchettina prese l’abbrivo la disperata manovra, nel tenta- tivo di dirigere la «sdruscita nave» verso i pochi metri quadrati di sabbia affioranti ai piedi di una minacciosa barranca . Dopo un vertiginoso surfing che parve un’eternità, la San José concluse il forzato naufragio piantando la sua prua in quell’unico angusto spazio libero dalle rocce. In brevissimo tempo, prima che il mare potesse risucchiarli, tutti gli uomini dell’equipaggio balzarono giù dalla nave buttata sul lato sinistro e si portarono rapidamente al sicuro sulla sommità del friabile scoscendimento a picco sui frangenti. Era il tardo pomeriggio di mercoledì  maggio   . Con difficoltà furono raccolte le poche cose utili ad allestire un bivacco di fortu- na e con il solo riparo di una piccola vela la notte trascorse sotto una fitta nevicata e l’imperversare del gelido vento del sud. Nei tre giorni successivi i naufraghi preleva- rono dalla nave ormai immobilizzata dalla sabbia e dal kelp quanto poteva servire alla realizzazione di un accampamento in grado di resistere anche ad eventuali attacchi da parte degli indiani. Mentre gli scienziati provvidero a mettere in salvo i diari scienti- fici e a recuperare i materiali naturalistici non andati dispersi o distrutti  . Solo a cin- que giorni dal rovinoso approdo, cessata la burrasca, fu possibile mettere in mare l’u- nica lancia in grado di navigare e inviarla ad Ushuaia per dare la notizia della disgra- zia e richiedere aiuto  . Anche in questa precaria situazione, in attesa dei soccorsi, il tempo trascorse tra osservazioni naturali e idrografiche, brevi esplorazioni e visite non ostili di aborigeni.

 . La Spedizione Antartica , cit., pp.  -.  . Ivi, p.  . In C ALLIA , A SSORGIA , Lo sviluppo delle ricerche geologiche , cit., p.  , si legge che il nau- fragio avvenne nello Stretto di Magellano.  . Informe del Rapresentante de la Universidad de Buenos Aires, dr. Cárlos Spegazzini , cit., p.  .  . La Spedizione Antartica , cit., p.  .  . DOMENICO LOVISATO . UNACAMICIAROSSASULLETRACCEDELTEMPO 

L’  di giugno l’Allen Gardner, il bastimento della missione, poté raggiungere e rac- cogliere i naufraghi, che tre giorni dopo furono sbarcati sani e salvi ad Ushuaia. La di- scesa a terra sigillò la fine della missione australe italiana. Il  dello stesso mese Lovi- sato e Spegazzini lasciarono Ushuaia per Punta Arenas, da dove avrebbero raggiunto Santa Cruz e da lì Buenos Aires  . Bove si trattenne ancora per qualche tempo nel fin del mundo per gli ultimi adempimenti connessi alla missione. Dopo alcuni giorni passati nella città cilena, Lovisato e Spegazzini a bordo della San Pedro presero la via per la subdelegacion di Santa Cruz, che verrà raggiunta il  del mese di luglio, dove, come previsto, attendeva all’ancora la Cabo de Hornos. Due settimane dopo, con il solo Carlos Spegazzini a bordo, la corvetta della marina ar- gentina lasciava l’approdo diretta a Buenos Aires  . Lovisato evidentemente si trat- tenne in Patagonia per l’esecuzione di quegli «ultimi lavori» che alla partenza da Ushuaia il responsabile scientifico della spedizione gli aveva raccomandato  . Edel- miro Correa, il già ricordato delegato dell’Instituto Geográfico Argentino, riferisce di non meglio precisati «accidentes fortuitos» che non avrebbero consentito a Lovisa- to di compiere con il collega botanico l’ultimo tratto del viaggio  . La pubblicazione di quella parte dei diari del geologo istriano rimasta ancora inedita potrà forse forni- re ulteriori dettagli su questa parte conclusiva della missione. Dai report scientifici ri- mastici emerge comunque chiaramente che nel corso del viaggio di ritorno a Buenos Aires, effettuato con altri mezzi, il geologo italiano ha potuto gettare lo sguardo sui territori più settentrionali della Patagonia non toccati durante la discesa al sud: il Chubut, Golfo Nuevo, con la Penìsula Valdès e Puerto Madryn, fino alla sponda si- nistra del Rio Negro  . Nonostante la missione non avesse raggiunto tutti gli obiettivi prefissati, come Lovisato ammetterà con rammarico  , i cattedratici portegni che avevano promosso e poi seguito con attenzione le sorti della spedizione, le autorità governative argenti- ne che l’avevano supportata economicamente, la stampa locale e i circoli politico-cul- turali che si erano espressi a favore non mancarono di manifestare a Bove e ai suoi scienziati l’apprezzamento per il lavoro svolto nelle difficili ed estreme terre della gio- vane repubblica. I componenti italiani del gruppo di spedizione, che a metà settembre si erano ri- congiunti a Buenos Aires, occuparono le giornate che li separavano dal ritorno in Italia tra la stesura degli informes da presentare al governo, la riorganizzazione dei materiali so- pravvissuti al naufragio, i ripetuti incontri scientifici, le celebrazioni e le conferenze  .

 . Ivi, p.  .  . Informe del Rapresentante de la Universidad de Buenos Aires, dr. Cárlos Spegazzini , cit., p.  .  . La Spedizione Antartica , cit., p.  .  . Informe del Delegado del Instituto Geográfico Argentino, don Edelmiro Correa , cit., p.  .  . Conferencia dada en el Instituto Geográfico Argentino por el profesor Domingo Lovisato , in Expe- dicion Austral Argentina , cit., p.  ; Cenni geologici sulla Terra del Fuoco e sulla Patagonia del prof. D. Lo- visato, da bordo dell’Europa,  ottobre  , in La Spedizione Antartica , cit., p.  ; L OVISATO , Una escur- sione geologica nella Patagonia e nella Terra del Fuoco , cit., pp.  ,  - e passim .  . Ivi, p. .  . Nel finanziare la missione le autorità argentine avevano richiesto che «todos los resultados de la Expedicion serian de propiedad del Gobierno Argentino, que á su vez obsequiaria á los museos de Italia con los duplicados, que resultaran, y á solicitud del Teniente Bove». Expedicion Austral Argentina , cit., p. XIX .  GIANCARLO NONNOI

Oltre che con Estanislao Zeballos e gli uomini di scienza e potere già incontrati pri- ma della partenza, Lovisato ebbe l’opportunità di confrontare e discutere i dati e i re- perti scientifici acquisiti, nonché le sue ipotesi sulla formazione della Terra del Fuo- co e della Patagonia atlantica, con alcuni esperti naturalisti argentini. Di particolare interesse furono gli approfondimenti con Karl Hermann Konrad Burmeister, all’e- poca direttore del Museo di Scienze naturali della capitale platense, e con il paleon- tologo Florentino Ameghino  , due personalità tra loro in competizione ma che nondimeno godevano di una certa reputazione internazionale per la profonda co- noscenza che avevano del territorio argentino  . Il lavoro di Lovisato fu molto ap- prezzato dalla comunità scientifica bonaerense. Oltre ai numerosi incontri ristretti ai quali prese parte, lo scienziato istriano ebbe anche modo di esporre i primi risul- tati delle osservazioni geologiche e mineralogiche appena compiute dinnanzi ad un pubblico più vasto nel corso di una conferenza tenuta all’Instituto Geográfico Ar- gentino  . A coronamento delle numerose attestazioni di elogio ebbe luogo una so- lenne cerimonia, nel corso della quale Giacomo Bove e Domenico Lovisato ricevet- tero dalle mani del ministro dell’Interno Hipólito Irigoyen rispettivamente una me- daglia d’oro e una d’argento, quale pubblico riconoscimento per la difficile impresa portata a termine  . Due giorni dopo, l’  di ottobre, Bove e i suoi distinguidos com- pañeros de la Comision Cientifica Austral incominciarono il lungo viaggio di ritorno in Italia.

 . Il rientro nell’isola dei sardi

La missione scientifica italo-argentina ebbe una certa risonanza anche in Europa. Di- versi bollettini di società geografiche ne diedero notizia e alcuni la commentarono fa- vorevolmente  . Fu tuttavia in Italia che gli esploratori ottennero i maggiori ricono- scimenti per l’impresa  . Per la diffusione dei risultati scientifici ottenuti, la Società Geografica Italiana in più occasioni mise a disposizione dei membri della missione il «Bollettino» del sodalizio. Bove venne nominato «membro d’onore» della Società, mentre Lovisato, Vinciguerra e Roncagli ne divennero «membri corrispondenti»  .

 . L OVISATO , Una escursione geologica nella Patagonia e nella Terra del Fuoco , cit., pp.  -.  . Autori di numerose pubblicazioni, tra cui, Description Physique de la République Argentine , Pa- ris  - , il primo, e Contribución al conocimiento de los mamíferos fósiles de la República Argentina , Bue- nos Aires  , il secondo.  . Conferenza Geologica e Mineralogica data nell’Instituto Geográfico Argentino en la noche del  de octubre , “Boletín del Instituto Geográfico Argentino”, III ,  , Buenos Aires  .  . «La Nacion»,  Octobre de  .  . Cfr., ad esempio, H. VON FEILITZEN , Om den italiensk expeditionen till Patagonie och Eldslandet under lending af löjtnant G. Bove , «Ymer, Tidskrift Utgifven af Svenska Sällskapet för Antropologi och Geografi», ,  , pp.  - ; «Deutsch Geographische Blätter»,  , p.  ; Die Feuerländer. Aus Gia- como Bove’s Bericht über seine Forschungsreise nach dem Feuerlande , «Deutsch Geographische Blätter»,  , pp.  - .  . «Cosmos», VII ,  - , pp.  - ,  -,  -.  . «Bollettino della Società Geografica Italiana», XX ,  , pp.  - .  . DOMENICO LOVISATO . UNACAMICIAROSSASULLETRACCEDELTEMPO 

Al termine dell’importante esperienza australe Lovisato è ormai un ricercatore scientificamente maturo, ma soprattutto ha con sé una ragguardevole quantità di da- ti scientifici, di osservazioni, di appunti, di reperti di vario genere: litologico, minera- logico, paleontologico, botanico, zoologico e anche etno-antropologico. Preziosi ma- teriali che costituiranno la base per molte pubblicazioni e conferenze che terrà negli anni successivi  , e che per una parte saranno donati ad alcune istituzioni museali del nostro paese, mentre per un’altra saranno affidati ad alcuni colleghi italiani e stranie- ri per farne uno studio specialistico. Approdato a Genova dopo più di un mese di viaggio, nel gennaio del  Lovi- sato è già a Sassari  , per riprendere l’insegnamento universitario interrotto. Il rac- conto della sua avventura per qualche tempo tenne banco in città e nel marzo ebbe luogo una conferenza pubblica sull’esperienza nella Terra del Fuoco  . Ma ancora una volta non fu capace di resistere alla tentazione della battaglia politica, manifestando idee repubblicane e garibaldine, e fomentando manifestazioni di piazza che reclama- vano il congiungimento dell’Istria e Trieste all’Italia  . Il terzo soggiorno sassarese fu breve perché dopo appena un anno, nel  , anche grazie ai meriti scientifici conse- guiti con la missione australe, ricevette la nomina a professore ordinario di Geologia e Mineralogia con destinazione Cagliari  . I trentadue anni che Lovisato trascorrerà a Cagliari sono densi di avvenimenti e di studi per poter essere qui sintetizzati anche brevemente. Innumerevoli sono gli am- biti disciplinari che senza limiti prefissati attrassero la curiosità scientifica del Nostro, che spaziò dalla geologia alla mineralogia, dalla paleontologia alla botanica, dall’ar- cheologia alla demo-antropologia, dall’ecologia alla salvaguardia del territorio, dal- l’alpinismo alla museologia. D’altra parte, troppo frammentari e asistematici, e tal- volta occasionali, risultano gli oltre cento titoli a stampa della sua produzione scien- tifica per consentire una ricostruzione schematica e lineare del suo percorso intellet- tuale. Troppo diversificate sono state le aree su cui focalizzò la sua indagine: dalla Nur- ra alla Gallura, all’Arcipelago della Maddalena, dal Sulcis ai colli cagliaritani, dal Gen- nargentu al Limbara, all’Ortobene, al Monte Ferru, al Massiccio dei Sette Fratelli. Questa molteplicità d’interessi è forse tra le concause che impedirono a Lovisato di portare a compimento una monografia organica e generale sul Terziario di Sardegna , un progetto al quale egli lavorò per molti anni.

 . Oltre alle pubblicazioni ricordate nelle precedenti note si segnalano: Description des roches re- cuillies à la Terre du Feu , par M. D. L OVISATO , Appendice a Mission Scientifique du Cap Horn,  - , par le Dr. H AYDES , Medicien principal de la Marine, chevalier de la Légion d’Honneur, Paris  , t. IV , pp.  - ; I D., Di alcune armi e utensili dei Fuegini e degli antichi Patagoni , «Atti della Reale Accademia dei Lincei. Memorie della classe di scienze morali, storiche e filologiche»,  , pp.  - ; I D., Sulla col- lezione etnografica della Terra del Fuoco illustrata dal dott. Colini , «Bollettino della Società Geografica Ita- liana», XXI ,  , pp.  - ; I D., Appunti etnografici con accenni geologici sulla Terra del Fuoco , «Co- smos», VIII ,  - , pp.  - ,  - .  . Il  gennaio  . C OSTA , Sassari , vol. I, cit., p.  .  . Ivi, p.  .  . Ivi, vol. III , p.  ; F OIS , Storia dell’Università di Sassari , cit., p.  ; B AGELLA , Domenico Lovisa- to , cit., p.  .  . «Annuario della Regia Università [di Cagliari]», a.s.  - ,  , p.  .  GIANCARLO NONNOI

Nell’ottica di una ridefinizione storico-critica del profilo dello scienziato, ancora da approfondire e da ricostruire rimangono i suoi legami, non solo personali, con la scuola geologica italiana e con i più prestigiosi ed influenti scienziati del settore, tra cui il già ricordato Taramelli, ma in particolare Stoppani, senza trascurare di scavare sulle possibili distinzioni e/o convergenze con personalità quali Giovanni Capellini e Luigi Pigorini e altri ancora che rientrarono nell’orbita dei suoi interessi di ricerca. Al tempo stesso attende di essere adeguatamente illuminato anche l’intreccio di inter- connessioni che fanno da sfondo alla proficua collaborazione che Lovisato intratten- ne con la Società Geografica Italiana, con la Società Geologica, con gli Accademici dei Lincei e con i paleontologi italiani e stranieri a cui non esitò a rivolgersi quando i suoi studi si orientarono verso i fossili dell’isola. Allo stesso modo attende di essere meglio definita e documentata la cornice metodologica entro cui si sviluppò la colla- borazione scientifica tra il professore dell’Università di Cagliari e la Sociétè Française de Minéralogie, in particolare con il mineralogista e vulcanologo Alfred Antoine La- croix  , che nel  o nel  il Nostro accompagnò in un viaggio di ricerca nel sud della Sardegna  . Analogamente meriterebbe un approfondimento la relazione che condusse, sempre nel  , l’istriano nel laboratorio petrografico di Ferdinand-André Fouqué  al Collège de France di Parigi  , o ancora la collaborazione con Paul Da- niel Jules Hyades, il quale ebbe l’opportunità di comparare i dati della missione fran- cese a Capo Horn (  - ) con gli omologhi che il docente cagliaritano aveva rac- colto nel corso dell’esperienza fuegina  . Più in generale, nel quadro di una ricostruzione dello stato e dell’insieme degli studi scientifici nella Sardegna dell’Ottocento, è matura l’esigenza di una monografia critica e storiograficamente aggiornata su Lovisato che superi la cifra apologetica e iconografica che ha contraddistinto i diversi profili che, come calchi l’uno dell’altro, sono stati tracciati sulla sua figura nel corso degli anni.

 . Animatore della Société de Minéralogie, a lui si deve la classificazione ancora attuale dei vulca- ni sulla base dei tipi di eruzione. R. C OURRIER , Notice historique sur Alfred Lacroix , «Mémoires de l’A- cadémie des Sciences de l’Institut de France»,  ,  , Lecture faite en la séance annuelle des prix du  dé- cembre  , pp.  -.  . Lacroix nel profilo dedicato a Lovisato in occasione della sua morte e apparso sul «Bulletin de la Société Française de Minéralogie», XXXIX ,  , , Compte rendu de la séance du  mars  , M. A. La- croix annonce la mort de M. Domenico Lovisato , p.  , indica il  quale anno del suo viaggio in Sarde- gna, mentre la biografia del mineralogista francese R. C OURRIER , Notice historique sur Alfred Lacroix , cit., p. , lo colloca, più verosimilmente, nell’anno successivo.  . Studiò le rocce e i minerali di origine eruttiva: Minéralogie micrographique roches éruptives françaises , par F. F OUQUÉ et A. M. L ÉVY , Paris  ; Santorin et ses éruptions , Paris  .  . «Bulletin de la Société Française de Minéralogie», XXXIX ,  , , p.  . Sostenuto da Lacroix e Fouqué, Lovisato divenne membro della Société Française de Minéralogie il  luglio  . Cfr. «Bulletin de la Société Française de Minéralogie», X,  , p.  . Lovisato era già stato a Parigi nel  . In quel- l’occasione i suoi riferimenti furono i geologi Charles Vélain, della Sorbonne, e Albert de Lapparent del- l’Institut catholique de Paris, e aveva con sé una serie di campioni di arenarie e delle anageniti provenien- ti dal Monte Santa Giusta della Nurra e da altre zone a nord-ovest dell’isola, che poté confrontare con ma- teriali analoghi provenienti dalla catena dei Vosgi. D. L OVISATO , Appunti ad una nota del Signor Tornqui- st sulla geologia della Sardegna , «R. Istituto Lombardo di Scienze e Lettere», Rendiconti, serie II ,  ,  , pp. - [estratto].  . Description des roches recuillies à la Terre du Feu , par M. D. L OVISATO , cit.  . DOMENICO LOVISATO . UNACAMICIAROSSASULLETRACCEDELTEMPO 

Anche in assenza di un quadro articolato sono tuttavia ben riconoscibili alcune del- le grandi linee lungo le quali si svolge il suo modus operandi nel corso della lunga per- manenza in Sardegna. A Cagliari riprende alcuni dei progetti già avviati a Sassari, tra cui la rideterminazione delle misure altimetriche delle cime del massiccio del Gennargentu e la realizzazione della casa-rifugio dedicata a Alberto Ferrero della Marmora  , un im- pegno quest’ultimo che è una sorta di fil rouge che accompagna il periodo più fecondo dell’attività scientifica del nostro geologo. La realizzazione di quel ricovero di pietra ha infatti per Lovisato anche un valore simbolico. Come nei cinque mesi del  trascor- si tra la Patagonia e la Terra del Fuoco il diario geologico di Darwin era stato la sua gui- da, analogamente nelle sue esplorazioni settimanali dell’isola dei sardi un altro Voyage è il suo vademecum di campagna, quello di Ferrero della Marmora, al quale Lovisato si ri- ferisce costantemente. Tuttavia anche nel nuovo contesto il suo metodo rimane quello acquisito in Patagonia, osservare, riscontrare, integrare e, se necessario, correggere:

Non è vero – scrive Lovisato in quello che può essere considerato il presupposto teorico a cui farà costante riferimento il suo lavoro di ricercatore – che l’isola nostra fosse emersa dal mare permiano, perché i porfidi quarziferi, le anageniti varicolori, le arenarie rosse, gli schisti argil- losi, le argille a gessi, i calcari della Russia, delle Alpi lombarde e di alte altre località, li tro- viamo formare banchi potenti e con un’estensione immensa dal M. Elva della Nurra fino al Sud d’Alghero, per ricomparire a Narocci presso Capo Pecora e poi nell’Iglesiente. [...] Que- sto importante orizzonte che oggigiorno si vuole riguardare come il prolungamento del pe- riodo carbonifero, quasi appendice con cui si chiude il paleozoico, è destinato assieme alle for- mazioni secondarie e terziarie a cambiare la carta geologica dell’illustre A. Lamarmora, il cui splendido lavoro però durerà sempre come un vero tesoro per la scienza, per la Sardegna, per l’Italia. [...] In Sardegna – continua Lovisato – secondo il Lamarmora sembrerebbe che alcuni dei porfidi possano essere assai più recenti, e qualche corrente sia perfino terziaria, come il porfi- do quarzifero di Galtellì, che per l’illustre uomo avrebbe dolomitizzato l’ippuritico di quel monte. Ciò non dovrebbe farci meraviglia [...] però noi per quello di Galtellì dobbiamo asso- lutamente negare l’età precedente ed unirlo ad altri assai più antichi, avendo studiato netta- mente il contatto  .

In estrema sintesi, quelle formazioni che Ferrero della Marmora aveva creduto essere plioceniche, vengono invece indicate da Lovisato di origine miocenica, ovvero di gran lunga più antiche. Un punto di partenza che in fasi successive condurrà il professore cagliaritano a ridefinire interamente la periodizzazione della storia geologica della grande isola tirrenica. Una revisione diacronica che grazie ai numerosi supporti em- pirici anticipa in maniera significativa l’età di formazione di alcune aree dell’isola. Un’accentuata profondità temporale che, nei primi anni del Novecento, lo porterà ad esprimere il suo radicale e sarcastico dissenso rispetto alle frettolose conclusioni for- mulate dal geologo tedesco Alexander Tornquist sulla presenza e sulla distribuzione

 . Collocata a m.  , in località Serra (d) e Code , a metà strada tra il Bruncu Spina e Punta La- marmora (già Perda Crapias ), fu inaugurata il  settembre del  . Oggi purtroppo il rifugio è diroccato.  . D. L OVISATO , Cenni geologici sulla Sardegna , «Annuario della Regia Università di Cagliari», a.s.  - , pp.  -.  GIANCARLO NONNOI nell’isola di formazioni triassiche e del giurassico inferiore ( lias ) , quei depositi e af- fioramenti individuati da Bornemann agli inizi degli anni Ottanta  che Lovisato sarà tra i primi a confermare e studiare  . Come è stato già osservato, l’interesse di Lovisato per la storia geologica e delle età più antiche della Sardegna non aveva limiti prefissati. Dal punto di vista litologi- co, ad esempio, gli va attribuito il merito di aver scoperto e riconosciuto una lunga se- rie di minerali fino ad allora ignoti, tra cui la Rosasite nel Sulcis e una specie di Vana- dato nei pressi di Ozieri  . Particolarmente innovativi furono i suoi studi petrografi- ci e mineralogici sulle isole di Caprera e della Maddalena  , ma altrettanto apprezza- te sono state le sue ricerche sui graniti sferoidi di Ghistorrai  . Egli esaminò inoltre diversi aspetti del sistema collinare che cinge la città di Cagliari e studiò in particola- re le formazioni calcaree già analizzate da Ferrero della Marmora  . Sospinto da una curiosità scientifica mai appagata e sempre indirizzata a ricono- scere le tracce delle età più arcaiche, molto esteso e senza eguali è stato il contributo di Lovisato alla paleontologia sarda. Le sue ricerche furono in larga misura dedicate all’era terziaria, e in particolare ai fossili del Miocene (in larghissima prevalenza), del- l’Eocene e del Pliocene, ma non trascurò nemmeno l’era Neozoica o Quaternaria, né la Paleozoica. Negli ultimi anni della sua vita fu autore di numerosi contributi scien- tifici dedicati ai Clypeaster del Miocene sardo  .

 . A. T ORNQUIST , Gliederung und fossilführung der ausseralpinen Trias auf Sardinien , «Sitzungsbe- richte der Königlich Preussischen Akademie der Wissenschaften zu Berlin», XXXVIII ,  , pp.  - .  . J. G. B ORNEMANN , Sul Trias della parte meridionale dell’Isola di Sardegna , «Bollettino del R. Comitato geologico d’Italia», XII ,  , pp.  - .  . D. L OVISATO , Sopra il permiano e il triasico della Nurra in Sardegna , «Bollettino del R. Comi- tato geologico d’Italia », XV ,  , pp.  - ; I D., Appunti ad una nota del Signor Tornquist sulla geologia della Sardegna , cit.  . I D., Notizia sopra alcune specie minerali nuove per la Sardegna (Embolite, Wolframite, Tantalite) , «Atti della Reale Accademia dei Lincei. Rendiconti della Classe di scienze fisiche, matematiche e natura- li»,  , , pp.  - ; I D., Rosasite, nuovo minerale delle miniere di Rosas (Sulcis-Sardegna) , ivi,  , pp.  -; I D., Sopra una nuova specie di vanadato nel giacimento cuprifero di Bena (d) ’e Padru presso Ozieri (Sassari) , ivi,  , pp.  - .  . I D., La tormalina nella zona arcaica di Caprera , «Atti della Reale Accademia dei Lincei. Rendi- conti della Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali»,  , , pp.  -; I D., Il granito a Caprera ed in Sardegna , ivi,  , , pp.  - ; I D., La montmorillonite nelle granuliti di Cala Francese (Isola della Mad- dalena) , ivi,  , , pp.  -; I D., Le specie minerali finora trovate nelle granuliti di Cala Francese (Isola del- la Maddalena) , «Atti della Reale Accademia dei Lincei. Memorie della Classe di scienze fisiche, mate- matiche e naturali»,  , pp. - .  . I D., Specialità rimarchevoli nella zona granitico-schistosa della Sardegna , «Atti della Reale Acca- demia dei Lincei. Rendiconti della Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali»,  - , pp.  -; ID., Sugli sferoidi della granulite di Ghistorrai presso Fonni , nota II , ivi, pp.  - ; I D., Sopra il granito a sfe- roidi di Ghilostorrai presso Fonni in Sardegna , nota III , ivi,  , pp.  - ; I D., Sopra gli sferoidi di Ghi- storrai presso Fonni in Sardegna , nota IV , ivi,  , pp.  -; F.-A. F OUQUÉ , Sur les nodules de granulite de Ghiostorai prés Fonni (Sardaigne) , «Bulletin de la Société Française de Minéralogie», X,  , pp.  - .  . D. L OVISATO , Il pliocene non esiste nel sistema collinense di Cagliari , «Bollettino del R. Comita- to geologico d’Italia», XVI ,  , pp.  -; I D., Le calcaire grossier jaunâtre de Pirri del Lamarmora ed i cal- cari di Cagliari come pietre da costruzione , Cagliari  ; I D., Le specie fossili finora trovate nel calcare com- patto di Bonaria e di San Bartolomeo , Cagliari  .  . Se ne contano una dozzina apparsi tra il  e il  in vari periodici tra cui la «Palaeonto- graphia Italica», la «Rivista italiana di Paleontologia», il «Bollettino della Società Geologica Italiana» e il «Bollettino del R. Comitato geologico d’Italia».  . DOMENICO LOVISATO . UNACAMICIAROSSASULLETRACCEDELTEMPO 

Nel corso di quasi cinquant’anni di studi e ricerche mise insieme una collezione petrografica, di minerali e di fossili vegetali e animali veramente notevole. Malaugu- ratamente una parte del lavoro di raccolta e in parte di classificazione e catalogazione è andata dispersa  . Delle collezioni che sono pervenute fino a noi fanno parte i resti di un coccodrillo miocenico ( Tomistoma calaritanus ) ritrovato nei dintorni di Ca- gliari, i frammenti di una tartaruga, un certo numero di grossi pezzi di tronchi silica- ti e una parte dei fossili e dei minerali raccolti in Patagonia nell’area di Santa Cruz. Oggi questo insieme di reperti, comunque ancora notevole e di grande pregio scien- tifico-documentale, unitamente ad una parte dei minerali, delle rocce e dei fossili rac- colti da Ferrero della Marmora in Sardegna, è conservato presso il Museo sardo di Geologia e Paleontologia dell’Università di Cagliari a lui intitolato  . Come a tutti i geologi e i paleontologi di campagna, anche a Lovisato accadde nelle sue minuziose esplorazioni del territorio di imbattersi nei segni più recenti e distintivi dell’uomo. Così fu in Calabria, in Patagonia e nella Terra del Fuoco, e co- sì fu in Sardegna. L’archeologia scientifica della Sardegna dei primordi è debitrice a Lovisato non meno che a Ferrero della Marmora. L’istriano rinvenne e analizzò dal punto di vista petrografico, per donarli poi al Museo Archeologico di Cagliari, centinaia di oggetti litici dell’età della pietra e del periodo prenuragico. Ma il suo principale contributo all’archeologia isolana consiste nell’aver individuato e segna- lato numerose tombe, ipogei, grotte naturali e grotticelle artificiali utilizzate a va- ri scopi dagli uomini dell’età della pietra. Numerosissime sono le Domus de Janas identificate e studiate grazie alle sue conoscenze del territorio  , ma neppure i nu- raghi rimasero fuori dalla portata del suo ampio orizzonte scientifico  . Non fu estraneo nemmeno al ritrovamento della necropoli di Anghelu Ruju , presso Al- ghero, scoperta dal giovane Antonio Taramelli, figlio di quel Torquato collega e an- tico compagno d’armi  . La vicenda intellettuale di Domenico Lovisato ci testimonia di uno spirito mul- tiforme e inquieto, come furono molti di quella generazione di uomini di cultura, ac- cademici e professionisti che si formò nelle battaglie e nella stagione risorgimentale e che in seguito costituirono, sia al centro che in periferia, l’ossatura della classe diri- gente dello Stato unitario ai suoi esordi, sostenendo la nuova patria nella faticosa mar- cia verso gli standard politici, sociali, produttivi, industriali e scientifici già raggiunti dalle nazioni europee più progredite.

 . I. C OMASCHI CARIA , Storia e vicende del Museo geo-paleontologico «Domenico Lovisato» , Ca- gliari  , p.  .  . Ivi, p.  .  . D. L OVISATO , Una pagina di preistoria sarda , «Atti della Reale Accademia dei Lincei. Rendi- conti della Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali»,  , , pp.  - ; I D., Nota I ad una pagi- na di preistoria sarda , ivi,  , , pp.  -; I D., Nota II ad una pagina di preistoria sarda , ivi,  , , pp.  -  ; I D., Nota III ad una pagina di preistoria sarda , ivi,  , pp.  -. Cui seguì una ulteriore nota pubbli- cata nel «Bollettino di Paletnologia italiana», XVIII ,  .  . I D., È la Sardegna parte dell’asse centrale della catena tirrenica? , «Atti della Reale Accademia dei Lincei. Rendiconti della Classe di Scienze fisiche, matematiche e naturali»,  - , pp.  - ; I D., Una pagina di Villacidro , «Bollettino della Società adriatica di Scienze naturali», XX ,  , pp.  - .  . T ARAMELLI , Prefazione , cit., pp. -.  GIANCARLO NONNOI

Nello spirito delle celebrazioni che hanno stimolato questo intervento e nella consapevolezza di cedere alla retorica che non mancò mai nello stile comunicativo di Lovisato, possono essere richiamate in conclusione alcune delle parole con le quali, per la penna di Alfred Lacroix, la Société Française de Mineralogie annunciava alla ré- publique scientifique la morte del socio italiano:

Les deux passions qui ont rempli sa vie ont été l’amour de son pais natal et celui de l’Histoire naturelle [...] jusqu’à sa dernière heure, a conservé intacts tous les enthousiasmes qui avaient rempli e ennobli ses jeunes années  .

 . «Bulletin de la Société Française de Minéralogie», XXXIX ,  , pp.  -.