16 martedì 5 settembre 2006

LO SPORT

Impresa del Setterosa agli Europei di ■ 13,00 Italia 1 ■ 18,30 SkySport3 Belgrado. Le ragazze della pallanuoto IN TV Studio Sport Calcio, Tottenham-Everton ■ 14,00 SkySport2 ■ 18,40 Rai 2 hanno raggiunto la semifinale grazie alla Rugby, Treviso-Parma Pallanuoto, Grecia-Italia vittoria per 8-7 contro la Grecia. In campo ■ 14,15 Eurosport ■ 20,00 SkySport1 maschile il Settebello ha battuto la Slovenia Camp. del Mondo di Rally Calcio, Villareal-Arsenal ■ 15,45 Eurosport ■ 20,45 SkySport2 20-7, ma per passare il turno resta decisivo Ciclismo, Vuelta di Spagna Motori, Formula Nascar il match di oggi, sempre contro gli ellenici ■ 16,30 Rai 3 ■ 20,45 Eurosport Atletica, Marcialonga Tennis, U.S. Open ■ 17,45 Eurosport ■ 21,00 Rai 3 Tennis, U.S. Open Calcio, Italia-Austria ■ ■ Pallanuoto 18,40 Rai 2 Calcio 21,00 Rai 1 18,15 Rai 2 0,00 SkySport1 Rai TG Sport Sport Time Addio Giacinto, campione e galantuomo È morto Facchetti, 64 anni. Era malato da tempo. Asso dell’Inter di Herrera, simbolo di stile e onestà

■ di Alberto Crespi / Segue dalla prima nel grande Torino e Cervato nel- gol in trasferta, allora, non vale- Eusebio. Sarebbe stata la seconda ni ’60. Avrebbero potuto essere la semifinale contro l’URSS tiran- la Fiorentina di Bernardini), ma vano doppio). Corso e Peirò die- Coppa nerazzurra, dopo la pri- di più, ma non vale la pena di re- do la monetina. Lì, almeno, fu fu il primo a segnare tanto. Fra i dero il via, lo spagnolo con il me- ma vinta nel 1964 a Vienna con- criminare. Le vere ingiustizie, fortunato. A Messico ’70 giocò SI SAPEVA che, dietro quelle dediche e suoi gol, resta stampato nella me- morabile gol con palla soffiata al tro il Real Madrid di Di Stefano. Facchetti le ha subite da vicepre- un ottimo mondiale ma il desti- moria quello segnato al Liverpo- portiere inglese Lawrence men- Quell’Inter vinse due Coppe dei sidente (lo divenne dopo la mor- no birichino volle che fosse il quell’assenza, si nascondeva l’attesa di una ol in un’incredibile semifinale di tre questi palleggiava prima di Campioni e 3 scudetti in 4 anni, te del mitico Peppino Prisco) e suo vecchio compagno Tarcisio Coppa dei Campioni nella pri- rinviare; ma fu Facchetti, con ai quali va aggiunto lo scudetto da presidente (fu nominato do- Burgnich a segnare contro la Ger- notizia drammatica. Giacinto Facchetti stava mavera del 1965. L’Inter aveva una discesa travolgente, a chiu- del 1971 che vedeva in campo, po il “passo indietro” di Massi- mania un gol epocale (quello del perso 3-1 in Inghilterra, serviva- dere la pratica che mandava l’In- accanto al nuovo ariete Boninse- mo Moratti nel 2004). Ma queste 2-2, prima del 4-3 finale), lui che molto male. Era ricoverato all’Istituto dei tu- no 3 gol per ribaltare il risultato (i ter in finale contro il Benfica di gna, quasi tutti i grandi degli an- sono storie, squallide, di oggi: non segnava mai. E in finale, Facchetti è stato anche contro il Brasile, non si divertì mori di Milano, per “nominato” nelle intercettazio- molto: , veloce come ni di , in un modo tan- un giaguaro e potente come un un cancro al pancre- to volgare e becero che non vale toro, fu uno dei pochi attaccanti nemmeno la pena di ricordarlo. a fargli venire l’emicrania. Resta, as che ieri gli ha dato In nazionale, Facchetti ha vissu- quella di Facchetti, una storia bel- to momenti gloriosi (l’Europeo lissima con un pessimo finale. il colpo di grazia. An- vinto nel ’68, i mondiali di Messi- Ora l’Inter ha un motivo in più co ’70) e spedizioni tristissime per vincere. Devono farlo per che oggi che è ufficiale, non si rie- (Germania ’74, una disfatta). Nel “Cippelletti”. Lui è là, insieme a sce a credere alla morte di Fac- ’68 c’era lui, capitano, nello spo- Prisco, e li guarda. Guai a deluder- chetti. Lui, il gigante buono, l’at- gliatoio quando l’arbitro decise lo. leta più perfetto della grande In- ter, il capitano di 70 partite della ● ● nazionale. Lui che nelle figurine HANNO DETTO Panini degli anni ’60 e ’70 (giocò in dal ’61 al ’78) sembrava il ritratto della salute. Lui che era alto 1,88, statura che allora ne fa- Mazzola Rivera ceva un watusso (solo Cudicini, un portiere, lo superava: 1,91). E invece, fra i membri di quell’au- tentica Maginot che era la difesa della grande Inter, è il secondo che se ne va. Il primo fu il povero , tanti anni fa. Ora è toccato a lui. In quella for- mazione che tanti sanno recitare come un mantra (Sarti Burgnich Facchetti, Bedin Guarneri Pic- «Un gigante buono «Nonostante fosse chi…) cominciano a esserci trop- Forte fisicamente un campione pi buchi, troppo presto. Giacinto Facchetti aveva solo 64 anni. Era ma sempre corretto in campo sul piano nato a , nella “bassa” con tutti dentro umano valeva bergamasca, il 18 luglio del 1942. Ha sempre e soltanto gioca- e fuori dal campo» anche di più» to nell’Inter, come Sandro Maz- Giacinto Facchetti con la maglia dell’Inter e, sotto, con quella della nazionale zola e Beppe Bergomi: una ban- diera vera. Esordì il 21 maggio del 1961: Roma-Inter 0-2. Quan- La carriera REAZIONI Moratti: «Grazie per aver onorato l’Inter». Zoff: «Impossibile non volergli bene» do i tifosi lo videro, per lo più ri- masero perplessi. Era lungo, ma- Nato a Treviglio, provincia di gro e un po’ sgraziato, sembrava Bergamo, il 18 luglio 1942, arriva inadatto al calcio e soprattutto al all’Inter nel 1958. Herrera fu il Napolitano piange la scomparsa ruolo di terzino. Ma Helenio Her- primo a intuirne la stoffa, fino a rera garantiva per lui: per una di farlo debuttare il 21 maggio 1961 quelle curiose amnesie che carat- in Roma-Inter 0-2. Nel 1963 si terizzavano il suo rapporto con laurea campione d’Italia per la l’italiano, il “mago” non riuscì su- prima volta e, nello stesso anno, «Esempio per le nuove generazioni» bito a imparare il suo cognome debutta con l’Italia ad Instanbul (a lungo lo chiamò, chissà per- con la Turchia (0-1). Con la ché, “Cippelletti”, che divenne il maglia azzurra colleziona 94 suo soprannome nello spogliato- presenze, 70 da capitano e 3 gol ■ di Giuseppe Caruso / Milano lita». Burgnich: «Resterà immortale io) ma giurò immediatamente con il trionfo dell’Europeo 1968 e nella galleria del calcio, è stato il pre- che quel lungagnone bergama- il titolo di vice-campioni del «Scompare uno dei protagonisti mag- Sempre, Zoff, ieri spiegava come «a cursore dei terzini d'attacco». Com- sco sarebbe diventato una colon- mondo nel 1970. Il Mago Herrera giori della storia dello sport italiano. Facchetti fosse impossibile non voler mosso il pensiero di : na della squadra. Si sbagliava, lo trasforma nel primo Resta di esempio per le nuove genera- bene, senza ombra di dubbio era una «Caro Cipe, non sono riuscito a dirti per difetto: Facchetti sarebbe di- terzino-bomber della storia, il zioni l'attaccamento ai valori di lealtà persona fantastica dentro e fuori dal quello che volevo, per paura di farti ca- ventato una colonna anche del- primo terzino fluidificante che e di agonismo che hanno fatto di lui campo. Ho grandi ricordi di Giacinto. pire che il tempo era inesorabile e la la nazionale, dove esordì nel attacca sulla fascia. Nel 1964 un grande campione e manager». Le Abbiamo giocato insieme in naziona- malattia terribile. Scusami, ma credo 1963 (contro la Turchia) e giocò perde lo spareggio scudetto con parole del presidente della Repubbli- le per molto tempo ed è stato un ami- che ti debba ringraziare soprattutto ben 94 partite (70 da capitano), il Bologna, ma si rifà con la ca, GiorgioNapolitano, esprimono il co straordinario». per la pazienza che hai sempre avuto un record che molti anni dopo Coppa Campioni e pensiero di tutti gli italiani e aprono , suo compagno di con me. Dolce, intelligente, coraggio- sarebbe stato superato solo da Di- Intercontinentale (più il bis nel idealmente la lunga e commossa lista squadra nella grande Inter ed in nazio- so, riservato, lontano da ogni reazione no Zoff, e Fabio 1965 in Europa, nel Mondo dei commenti e dei ricordi per la mor- nale, ha ricordato: «Abbiamo giocato volgare. Grazie ancora di aver onorato Cannavaro. Come sempre, Her- insieme allo scudetto). Il quarto te di Giacinto Facchetti. per un'infinità assieme, mi ricordo tan- l'Inter, e con lei tutti noi». rera aveva visto lontano: aveva tricolore arriva nel 1971 e l’ultimo Una lista che vede in prima fila celebri- tissime cose. Ma penso che sia giusto Piangono anche personalità della poli- intuito che il fisico, la falcata e la successo è la del tà dello sport e dello spettacolo, della che venga ricordato come un campio- tica, tra cui Armando Cossutta, interi- tecnica tutt’altro che trascurabile 1978. Lascia a 36 anni, il 7 cultura e della politica. Tra queste col- ne d'onestà: nel calcio e nella vita. Ba- sta di lungo corso, che ha voluto ricor- di Facchetti gli avrebbero permes- maggio 1978 in Inter-Foggia 2-1, pisce quella di : «Il calcio ita- sta pensare a com'era in campo. Pote- dare «uno dei più nobili campioni del- so di essere un’arma tattica formi- dopo 475 partite in serie A con liano perde uno dei migliori personag- va puntare tutto sulla forza fisica, ma lo sport: non solo un grandissimo gio- dabile, un terzino capace di rove- 59 gol (634 in totale con 75 gol), gi della sua storia». Certo, la morte di la sua vera forza era la correttezza». catore ma uno di quegli uomini che sciare l’azione e di diventare un tutto con la maglia nerazzurra. Facchetti colpisce duramente tutti, sia , avversario del e nel mondo sportivo si fanno valere formidabile attaccante aggiunto. Dietro la scrivania una parentesi chi l’aveva conosciuto personalmen- compagno della nazionale ha sottoli- per le proprie qualità umane di onestà Infatti, in carriera Facchetti ha se- di 9 mesi all’Atalanta, poi all’ te, sia di chi ne aveva seguito le gesta neato come «sul piano umano valesse e correttezza di dedizione». gnato con la maglia dell’Inter Inter come dirigente nel 1985. da più lontano. Anche all’Unità si ri- anche di più che su quello sportivo. È Per il presidente del Coni, Gianni Pe- ben 75 gol, cifra impressionante Nel novembre 2001 è corda la grande disponibilità del presi- un pezzo della mia vita che se ne va». trucci, con Facchetti se ne va «uno dei per un difensore. Non fu il pri- vicepresidente, e dal gennaio dente dell’Inter e le sue belle parole in «Lui era il capitano di una generazione “Grandi Capitani”, che per lunghi e mo terzino “fluidificante” (pri- 2004 è il presidente, il 19˚ della occasione degli ottanta anni del no- - ha detto Riva - una persona splendi- gloriosi anni è stato l'emblema della ma di lui c’erano stati Maroso storia nerazzurra. stro quotidiano. da, un dirigente onesto, una faccia pu- nostra Nazionale di calcio.