Il-Sorpasso.Pdf
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
1 IL SORPASSO di DINO RISI (OVVERO MITI E RITI DELL’ITALIA DEL “BOOM”) Protagonista del film e’ l’Italia degli anni Sessanta, l’epoca del boom economico. Bruno, il protagonista, incarna tutti i miti del suo tempo, a partire dall’euforia di chi crede di avere infranto ogni barriera e di essere pronta per il gran salto in avanti. La sua Aurelia supercappottabile e supercompressa e’ il simbolo di tutto questo. Ed il viaggio si snoda tra gli elementi visibili del nuovo consumismo di massa che sta stravolgendo , di colpo, abitudini e anima degli italiani. Il sorpasso è uno dei più riusciti film italiani degli anni ’60, coerente nella sua altalena farsesca e agrodolce, plebea e sottilmente psicologica. L’Italia del mitico boom è resa con un’euforia rara, un gusto puntuale per la battuta e un ottimo ritmo. Il protagonista, Bruno, incarna un personaggio comico e amaro a un tempo, vera summa dei vizi e dei difetti di quei tempi, e non gli è da meno il fragile e smarrito Roberto. Meglio forse di altri fatti culturali, il film ha rappresentato sia l’autocoscienza di quel periodo sia la fragorosa volgarità di una società che si credeva pronta al grande balzo in avanti proprio mentre comparivano le prime (invisibili) crepe. NOTIZIE SUL FILM Anno 1962 Durata 106’ Origine ITALIA Colore BN Genere COMMEDIA Produzione FILM, SANCRO FILM Distribuzione INCEI FILM - COLUMBIA, TRISTAR HOME VIDEO, CECCHI GORI HOME VIDEO, L'UNITA' VIDEO Regia DINO RISI Attori LUCIANA ANGIOLILLO Moglie di Bruno VITTORIO GASSMAN Bruno Cortona CLAUDIO GORA .......Bibi, fidanzato di Lilly CATHERINE SPAAK ..Lilly figlia di Bruno J.LOUIS TRINTIGNANT ..Roberto Mariani Soggetto e Sceneggiatura RUGGERO MACCARI DINO RISI ETTORE SCOLA Fotografia ALFIO CONTINI Musiche RIZ ORTOLANI Montaggio MAURIZIO LUCIDI ScenografiaUGO PERICOLI LA TRAMA Siamo nel 1962:Ferragosto, a Roma. Bruno Cortona gira per la città deserta a bordo della sua spider. E’ un trentaseienne vitale e spaccone che, nella città vuota, si trova da solo. Cerca un telefono, ma tutti i locali pubblici sono chiusi. Chiede allora di poter usare il telefono di casa a Roberto Mariani, uno sudente solo nella torrida giornata estiva: Roberto è uno studente universitario, introverso, riservato, l’opposto di Bruno. Fra i due nasce in qualche modo un’intesa, basata proprio sulla diversità di carattere:Bruno decide di trascinare Roberto, questi subisce e si lascia trascinare. Prima l’aperitivo, poi il pranzo, infine l’idea di fare una gita in macchina, sulla costa tirrenica, verso nord. Il viaggio porterà la strana coppia da Roma fino a Castiglioncello , toccando posti diversi e diverse situazioni: i parenti che Roberto non vedeva da tanto tempo e che rimangono colpiti dalla simpatia del suo amico; i luoghi di villeggiatura, dove Bruno si imbatte nella sua ex moglie e nella figlia Lilly, un’adolescente che si accompagna ad un fidanzato dai capelli bianchi che potrebbe essere suo padre; le sagre paesane dove i “burini” ballano al ritmo della musica incalzante. Davanti alla spavalderia di Bruno, a poco a poco Roberto cessa di prendere le distanze dalle bravate dell’occasionale compagno (alla cui vitalità non riesce ad opporre resistenza) e incomincia a trasformarsi, prendendolo a modello. Da qui al tragico quanto inaspettato epilogo il passo è breve. Dopo l’ennesimo sorpasso, la macchina esce fuori di strada:Bruno si salva, Roberto muore. Al poliziotto che gli chiede come si chiami il suo amico, Bruno , ancora incredulo, risponde: “Si chiamava Roberto, il cognome non lo so, l’ho conosciuto ieri mattina”. L’AMBIENTAZIONE STORICA Accolto con freddezza dalla critica alla sua uscita nelle sale, ma premiato dal pubblico, Il sorpasso viene ormai considerato un film di culto, significativo proprio per la precisione con cui ricostruisce il clima degli anni del boom economico italiano. All’inizio dei “favolosi anni Sessanta”, come oggi sono chiamati, sono trascorsi appena quindici anni dalla fine della guerra e l’Italia vive con euforia un periodo di impetuosa crescita economica. Nel 1960 a Roma si svolgono le Olimpiadi, una vetrina mondiale per dimostrare che Roma e l’Italia non sono più quelle dei capolavori del cinema neorealista, ma che sono ormai cambiate, ricostruite. L’Italia, da una diffusa povertà, imbocca la strada del benessere. La svolta del paese è avvenuta anche attraverso la costruzione di una rete stradale e di autostrade che, indubbiamente, hanno sostenuto il mercato dell’automobile. Bruno, nel racconto cinematografico, possiede una Lancia Aurelia spider supercompressa, una macchina sicuramente al di sopra delle sue possibilità economiche. Con questa macchina superaccessoriata scorazza per le strade nei giorni di festa estiva e ci offre un’occasione per passare in rassegna i VARI MITI DEL MIRACOLO ECONOMICO ITALIANO E DEL NUOVO BENESSERE: FRIGORIFERI, TELEFONI A GETTONE, VACANZE AL MARE……Il film, attraverso i personaggi e le situazioni, ci mostra la realtà quotidiana di quegli anni e gli ingredienti più importanti di questa svolta economica e ricostruisce il clima per certi aspetti un po’ esaltato di quegli anni, quando, come dice il regista “si comprava tutto perché non avevamo niente”. Con il suo epilogo, tuttavia, si mostra già la contraddizione di fondo, di quegli anni: dove ha portato il metaforico “sorpasso” dalla povertà alla ricchezza diffusa? Pierpaolo Pasolini, attento osservatore del suo tempo, avrebbe senza dubbio risposto: “all’omologazione…” Dino Risi ha invece detto :“ Quando tutti hanno finito di comprare tutto, eccoci qui, eccoci nella profonda depressione” Il sorpasso è quindi un film-saggio su una nazione in movimento, in trasformazione, ma che non riesce sempre a tenere il passo (la mentalità gretta, il miraggio del profitto facile, la filosofia del "tira a campare"). 2 Dino Risi, come a volte accade per miracolose consonanze, gira non solo un film ma, anche, un documentario su Vittorio Gassman che trasforma Bruno Cortona in uno straordinario cialtrone, pietra angolare della storia della maschera italiana IL REGISTA Dino Risi nasce a Milano il 23 dicembre del 1917. Inizia la sua gavetta cinematografica come assistente di Mario Soldati per "Piccolo mondo antico" nel 1940 e poi come aiuto di Lattuada in "Giacomo l'idealista" nel 1942. In quegli anni collabora anche alle sceneggiature dei film "Anna" di Lattuada (1952), "Totò e i re di Roma" (1951) di Steno e Monicelli e "Gli eroi della domenica" di Camerini (1952). Dopo una serie di cortometraggi (il più famoso è "Buio in sala") si trasferisce a Roma nel 1952 e realizza il suo primo lungometraggio di finzione: "Vacanze col gangster". Nel 1953 realizza "Paradiso per tre ore", episodio del film "L'amore in città" (gli altri episodi sono firmati da Antonioni, Fellini e Lattuada), cimentandosi per la prima volta in un genere di cui diventerà specialista per tutto il decennio successivo. La commedia di costume venata di sottile amarezza comincia a delinearsi nel 1955 con "Il segno di Venere". Dello stesso anno è anche la realizzazione di "Pane, amore e...", terzo capitolo della saga iniziata da Comencini, nel quale recita una meravigliosa Loren e che ottiene un grandissimo successo. Il 1956 è l'anno della svolta decisiva di Risi: con la realizzazione di un film da lui scritto e diretto apre la strada ad un nuovo genere capace di trasformare il neorealismo in commedia all'italiana. Il suo "Poveri ma belli" racconta le vicende di un gruppo di giovani romani piccolo borghesi alle prese con le prime storie d'amore. Per questo film Risi scopre dei giovani attori sconosciuti come Renato Salvatori, Maurizio Arena e Marisa Allasio. La formula fu replicata nei due seguiti "Belle ma povere" (1957) e "Poveri milionari" (1959). Il passaggio dal film "leggero" alla satira avviene con "Il vedovo" (1959), storia dei tentativi di un piccolo industriale (Alberto Sordi) che per fare fronte ai debiti tenta di uccidere la moglie per intascarne l'eredità. Il sodalizio con Sordi trova la sua migliore espressione con il film "Una vita difficile" (1961). Negli anni seguenti sotto la sua regia nasce la coppia Gassman- Tognazzi impegnati in una serie di film mirati via via a smascherare i luoghi comuni del popolo italiano ("I mostri", "In nome del popolo italiano"). La collaborazione con Gassman è stata sicuramente la più duratura nella carriera di Risi, con ben quindici film in comune. Da "Il mattatore" del 1960, a "Il sorpasso" (1963), da "Il successo" sempre dello stesso anno, a "Il tigre" (1967), da "Il profeta" (1968) fino a "Profumo di donna" (1974), film che ottiene due nomination all'Oscar. Gli ultimi film girati con Gassman sono "I nuovi mostri" (1977), "Caro papà" (1979) e "Tolgo il disturbo" (1990). Negli anni Sessanta Risi si specializza nei film a episodi , dirigendo i più grandi attori italiani (Manfredi, Vitti) e raccontando sempre piccole storie della vita italiana. Nel 1970 realizza "La moglie del prete" interpretato da Sophia Loren e Marcello Mastroianni e nel 1973 "Sesso matto" con Giancarlo Giannini e Laura Antonelli. Il cinema ed il fascismo sono i temi centrali di "Telefoni bianchi"(1975). L'anno successivo realizza un thriller psicologico "Anima persa", tratto da un romanzo di Gianni Arpino e nel 1977 "La stanza del vescovo" da un libro di Piero Chiara. Del 1978 è il film "Primo amore" con Ugo Tognazzi, storia di un amore irraggiungibile. Nel 1993 il Festival di Cannes gli dedica una retrospettiva delle sue quindici opere più significative. Premio alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2002 IL GENERE CINEMATOGRAFICO:LA COMMEDIA ALL’ITALIANA