La rassegna stampa diOblique marzo 2014

Per gentile concessione della casa editrice 66thand2nd, pubblichiamo l‘incipit del romanzo di Rodge Glass Voglio la testa di Ryan Giggs, in libreria dal 20 marzo

Provate a immaginare: sono tempi bui. Primave- E anche se ci riuscissi, sei abbastanza sicuro che non ra 1999, e sono mesi che non vedi l’interno di un la capiresti fi no in fondo. uffi cio o di un magazzino o anche di un uffi cio di È il 14 aprile, e un altro pomeriggio arriva e se ne va. collocamento. Eviti il padrone di casa (ti sei fatto Hai appena fi nito gli allenamenti con la squadra locale, anche togliere il telefono, perché non si sa mai) ed è quella di cui non riesci nemmeno più a dire il nome. un’eternità che non vedi mamma, anche se Guy dice Da quando la gamba è tornata abbastanza a posto da che ci sono stati degli sviluppi. ricominciare a giocare, mettere gli scarpini e anche solo Parla di nuovo di papà, come una volta, come se fos- pensare di scendere in campo con quel branco di di- se uscito a comprare le sigarette e potesse tornare lettanti non ha signifi cato esattamente la redenzione. da un momento all’altro. Quando non è papà è lo Non sai se tornerai la prossima settimana. Oggi, men- zio Si. (Quando Guy vuole sapere se lo aiuteresti a tre correvi su quel campo da dilettanti, tra le pozzan- convincerla a seguire un corso serale o a iscriversi a ghere fangose e l’erba secca, non ti andava nemmeno un circolo, qualunque cosa pur di farla uscire di casa, di respirare, fi guriamoci di inseguire la palla. Questa ritrovare fi ducia in sé stessa, fi ngi di non sentire. Ti squadra è fortunata se arriva a qualche centinaio di ricorda qualcuno). spettatori ogni partita. Devi giocare, però, o pensi vera- Parlare con mamma ti fa venire voglia di bere, quindi mente che potresti anche morire. E almeno c’è sempre non ci parli quasi mai. Ma almeno, nonostante tutto, lo United. Sempre, sempre lo United. è un po’ che ti comporti bene – non accetti lavori a Qualunque cosa accada, la Premiership va avanti. Le rischio, non ti metti nei casini. Riesci a stare lontano vecchie sconfi tte sono alle spalle e ci si prepara alle anche dalle scommesse. Sono cose che valgono dav- nuove sfi de. E succede sempre qualcosa di eccitante: vero, e tieni il conto delle ore e dei giorni dall’ultima in questa stagione più che mai. volta che hai sgarrato. Ogni giorno che passa aggiorni In questa stagione, questa magica stagione, i successi il totale e ti senti bene. A volte, di notte, sdraiato al dello United ti hanno ridato un po’ di vita, e adesso buio, ti sembra di essere disperatamente vicino a ren- entri al Dog & Partridge tutto aff ettuoso e amiche- derti conto di qualcosa. A risolvere qualcosa. Qual- vole e sicuro e protetto, e sta per cominciare cosa di straordinario a cui nessun altro si è mai avvi- il quinto turno della Fa Cup, contro l’Arsenal. Guy è cinato. Nella tua testa, al buio, allunghi una mano e già arrivato. Ha ordinato anche per te. Ti accomodi cerchi di a∂errarla, ma questa cosa non si fa prendere. sul solito sgabello e la partita comincia.

rrs_mar14.indds_mar14.indd 1 117/04/20147/04/2014 119:11:099:11:09 Rodge Glass Voglio la testa di Ryan Giggs 66thand2nd, collana Attese, pp 327, euro 17

Può un sogno infrangersi centotrentatré secondi dopo essersi realizzato? È ciò che accade a Mikey Wilson, ultimo esponente di quella mitica Generazione del ’92 che avrebbe reso invincibile il Manchester United nei due decenni successivi. A differenza delle altre, però, la carriera di Mi- key termina pochi istanti dopo essere iniziata, a causa di un tragicomico infortunio provocato da un assist impreciso di Ryan Giggs, «l’ultimo calciatore gentiluomo», l’idolo del giovane Wilson. E, da quel giorno, la sua ossessione. Sedici anni dopo Mikey – alcolizzato e disoccupato – cerca di riprendere il controllo della propria vita invocan- do l’aiuto dei suoi ex compagni di squadra ma senza ottenere alcun conforto. Nemmeno da lui, Giggs, l’uomo che per la cui immortalità ha pagato il prezzo più caro. E verso il quale indirizzerà tutta la sua frustrazione. Alternando i brani dei Joy Division ai cori della Repubblika di Mancunia, lo sguardo solidale e malinconico di Rodge Glass ci ricorda che alle spalle di ogni folgorante carriera ce ne sono altre migliaia che finiscono a pezzi, lasciando vuoti che non potranno più essere colmati.

Rodge Glass (1978) è cresciuto nel Cheshire, nord dell’Inghilterra, in una famiglia che da oltre cinquant’anni non perde una partita all’Old Traff ord. È autore dei romanzi No Fireworks e Hope for Newborns (entrambi per Faber & Faber), della graphic novel Dougie’s War illustrata da Dave Turbitt, e di LoveSexTravelMusik, una raccolta di racconti uscita nel 2013 che ha per protagonista la Generazione easyJet. Nel 2009 Glass ha ottenuto importanti riconoscimenti per il suo Alasdair Gray. A Secretary’s Biography, scelto da Jonathan Coe come libro dell’anno: un «imponente e ambizioso» ritratto dello scrittore scozzese defi nito «uno dei pilastri della narrativa del xx secolo» e di cui Rodge fu assistente personale dal 2001 al 2005. Dopo aver trascorso un anno tra il Cile e la Bolivia per lavorare al suo ultimo romanzo, Glass è tornato a Glasgow, dove insegna alla Edge Hill University, collabora come editor con la casa editrice indipendente Cargo e suona la chitarra nei Burnt Island.

rrs_mar14.indds_mar14.indd 2 117/04/20147/04/2014 119:11:149:11:14 «Siamo di fronte alla più forte crisi dalla Seconda guerra mondiale». | Gian Arturo Ferrari

– Francesco Pacifi co, «Il potere del glamour» IL del Sole 24 Ore, marzo 2014 5 – Fulvio Fulvi, «Usa, così la letteratura vinse il razzismo» Avvenire, primo marzo 2014 7 – Tonia Mastrobuono, «Biermann, e gli altri non capivano ma si adeguavano» , 2 marzo 2014 9 – Valentina Parisi, «Mattanza e buen retiro, la penisola degli scrittori» il manifesto, 3 marzo 2014 11 – Alessandro Zuccari, «Ebook all’italiana» Avvenire, 6 marzo 2014 13 – Piergiorgio Odifreddi, «Il fascino eterno della sezione aurea che colpisce anche i graphic designer» , 6 marzo 2014 14 – Laura Antonini, «Piccoli lettori che fanno crescere il business» D la Repubblica delle donne, 8 marzo 2014 16 – Marco Missiroli, «Oliver Twist ai tempi delle bombe» La Lettura del , 9 marzo 2014 18 – Silvia D’Autilia, «Ghostwriters: parole senza padri» Doppiozero,11 marzo 2014 20 – Francesca Carabini, «Segrate si prende aNobii, punta ai dati degli utenti» pagina99, 12 marzo 2014 22 – Silvia Truzzi, «Strega, un premio piccolo Piccolo?» il Fatto Quotidiano, 13 marzo 2014 24 – Serena Danna, «Narroprogrammatore» La Lettura del Corriere della Sera, 16 marzo 2014 26 – Stefano Mauri, «Addio a Segre, cercava la verità nella letteratura» la Repubblica, 17 marzo 2014 28 – Antonio Prudenzano, «Cavallero (Mondadori Libri): “Non prevediamo ricavi da aNobii…”» Aff aritaliani.it, 18 marzo 2014 30 – Oscar Cosulich, «Downtown Zusak» l’Espresso, 20 marzo 2014 31 – Laura Margottini, «Lettori in caduta libera, il nostro defi cit è culturale» pagina99, 23 marzo 2014 32

rrs_mar14.indds_mar14.indd 3 117/04/20147/04/2014 119:11:149:11:14 – Giuseppe Dierna, «Io & Hrabal. Ho tradotto il re di Praga» la Repubblica, 23 marzo 2014 33 – Rossana Sisti, «L’editoria salvata dalle… Peppa Pig!» Avvenire, 24 marzo 2014 36 – Antonello Guerra, «Gli anti-Roth. Non si è mai troppo vecchi per scrivere» la Repubblica, 27 marzo 2014 37 – Mauro Aprile Zanetti, «Lawrence Ferlinghetti, la mia America sta diventando un Terzo mondo» La Stampa, 27 marzo 2014 39 – Christian Raimo, «I libri vendono poco, si è capito. Ma forse ci sono responsabilità e soluzioni» minima&moralia, 27 marzo 2014 41 – Stefano Petrocchi, «I libri vendono poco, si è capito: intervento di Stefano Petrocchi» minima&moralia, 28 marzo 2014 43 – Antonella Fiori, «Ma come fanno i librai» l’Espresso, 28 marzo 2014 44 – Giovanni De Mauro, «Scaff ali» Internazionale, 28 marzo 2014 47 – Alessandro Gnocchi, «Quando la vera letteratura sbarcava (e sbancava) in Rai» il Giornale, 29 marzo 2014 48 – Massimo Veneziani, «La solitudine siderale di Julius Evola che sfi da i secoli» il Giornale, 31 marzo 2014 50

Raccolta di articoli pubblicati da quotidiani, periodici e siti internet tra il primo e il 31 marzo 2014. Impaginazione a cura di Oblique Studio.

rrs_mar14.indds_mar14.indd 4 117/04/20147/04/2014 119:11:149:11:14 Il potere del glamour

La nuova generazione di intellettuali italiani è cresciuta credendo che la forza irresistibile del fascino (sì, stiamo parlando del glamour) sia un’illusione pericolosa e un effetto artifi ciale capace solo di ingannare il popolo, eppure non si rende conto che la grande bellezza molto spesso è uno scudo protettivo della creatività

Francesco Pacifi co, IL del Sole 24 Ore, marzo 2014

La posizione giusta sul glamour è che è sbagliato. Joe Strummer era un Che, ma Paul Simonon era Sono costretto a dirlo: appartengo a due categorie l’uomo più elegante d’Inghilterra). sociali e di mercato che escono dalla fabbrica con L’altra categoria cui appartengo, quella dell’intellet- «Impostazioni – Glamour: sbagliato». 1) Sono un tuale borghese italiano, ha tra i suoi princìpi l’idea che intellettuale borghese italiano; 2) sono stato adole- l’immagine è sovrastruttura e fumo negli occhi: l’intel- scente negli anni Novanta. lettuale guarda attraverso la patina della società dello La seconda categoria ha per principali signifi canti spettacolo, ne decostruisce a dovere i meccanismi, fa i capelli sporchi di Kurt Cobain, l’acuto tamarro l’analisi e demistifi ca. Una dimostrazione recente è la di Chris Cornell e la musica priva di fascino ma reazione compatta di quasi tutti gli intellettuali che ricca di rabbia e moralità dei Pearl Jam. Il grunge conosco contro La grande bellezza di Sorrentino: cosa portò, secondo il mercato e il mondo di mtv/Vi- sta cercando di fare, Sorrentino? Di crearsi una misti- deomusic da cui la mia generazione è stata educata, ca? La grande bellezza è un fi lm falso (io sono talmen- il ritorno del rock no-nonsense sulla scena musica- te pronto ad accettare questo punto di vista che ho le e nel costume. L’aristocratica intensa sporcizia preferito non vedere il fi lm per evitare le dissonanze chitarristica di Sonic Youth, Pixies, Dinosaur Jr., cognitive e rimanere fedele al mio demographic), che che aveva tenuto in vita la controcultura america- non racconta la vera Roma, che usa Servillo come na negli anni Ottanta di tastiere, giacche argen- passepartout, come la mozzarella nei piatti estivi; il tate e sassofoni, arrivava nel mainstream grazie ai fi lm è confezionato per i turisti, può piacere solo a Nirvana. Era una musica tutta sostanza: bisognava loro, è una cartolina, non contiene immagini forti. rifi utare le apparenze. (Da grandi poi, leggendo le Sorrentino, al di là del merito, è un regista italiano storie orali del punk e della new wave e della no conosciuto all’estero. L’intellettuale borghese ita- wave avremmo scoperto che gli antenati rumorosi liano vorrebbe essere sicuro al cento percento che del grunge erano in realtà devotissimi all’estetica, Sorrentino non sia un autore sbagliato prima di af- alla scena, al glamour, alla superfi cie. Kim Gor- fi darlo alle sensibilità di altri paesi europei o degli don dei Sonic Youth fa la stilista e suona musi- americani. Noi non ci dormiamo la notte all’idea ca sperimentale alle sfi late di moda altrui. Ma la che i nostri amici inglesi o americani escano emo- storia venne raccontata così: gli anni Novanta ave- zionati da un fi lm che in realtà… in realtà… non vano sostanza perché ereditavano tutto il buono e so neanche come spiegartelo, my friend, Sorren- il sostanziale della controcultura occidentale. Se tino lavora di menzogna a un livello così profondo ti ispiravi ai Clash non era perché erano stati dei che… sai, Th e Great Beauty, ok, ma don’t trust Sor- gagà perfettamente vestiti e con una collezione di rentino, vi supplico non fatelo diventare un mito. dischi raffi nata, ma solo perché erano stati Giusti: L’intellettuale borghese italiano come me crede che

rrs_mar14.indds_mar14.indd 5 117/04/20147/04/2014 119:11:149:11:14 parlando di Sorrentino stia parlando di fi lm, di opere, una premiazione, come Clooney che sorride nello ma non è così: la cosa che l’int. bor. it. non accetta è spot Nespresso, come Angelina che passa trafelata che esista un autore che aff ascina pubblici stranieri a sul red carpet, come Capote che dà un ballo), per cui non possiamo andare a dire: «Non fi datevi di lui, è pensare di vivere in un mondo degno della nostra un bignamino del cinema, non c’è un’idea…». presenza e partecipazione – sia che noi siamo spet- Credo che il tema, qui, più che il dovere di cri- tatori, sia che noi siamo chi proietta l’immagine tica (come direbbero i suoi avversari), e più che glamourous. l’invidia (come direbbero i suoi sostenitori), sia Poi, c’è la critica: Sorrentino è davvero un ere- un caso di odio per il glamour: e come ho già det- de di Fellini? Quella è davvero Roma? Se è una to, infatti, il glamour, secondo noi, è sbagliato. Roma sua e personale e idiosincratica, lo è in Il glamour è quella semplifi cazione di uno stato di buona fede, lo è rispettosamente? Lo è artistica- cose – compiuto in collaborazione da chi proietta mente? La critica è fondamentale, ma forse pri- la propria immagine e da chi si nutre dell’imma- ma della critica c’è il sogno: molti di noi vogliono gine proiettata – per cui, nel caso in questione, un credere di vivere in un mondo in cui escono bei certo numero di persone decide di vedere la storia fi lm e si può ancora uscire dalle sale commossi di successo di Sorrentino nella maniera seguente: ed esaltati e camminare per la città a tre centime- un regista raffinato e guascone ha eredi- tri da terra, e pensare alla vita guardando i Fori. tato i geni dei maestri, fellini soprattut- Esiste una possibilità di rispettare Sorrentino e la to, e ci ridà il gusto del grande cinema, ci sua capacità di far sognare senza rinunciare al diritto fa sognare, ci fa vedere una roma bellissi- di critica? Esiste un modo per concedergli il suc- ma, e gli inglesi e gli americani si esalta- cesso – e il glamour, la semplifi cazione di ritenerlo no e ci fanno sentire di nuovo relevant. un divo, un eroe del cinema italiano –, e allo stesso Il glamour funziona così, in maiuscoletto. Bisogna tempo mantenere le nostre posizioni su come vada- accettare questa versione semplifi cata, esagerata no rappresentati il centro di Roma e i tempi in cui e priva di imperfezioni (come una foto di Gisele, viviamo? come un cenno del capo di DiCaprio a Scorsese a

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 6 117/04/20147/04/2014 119:11:149:11:14 Usa, così la letteratura vinse il razzismo

Ricorrono i cent’anni dalla nascita di Ralph W. Ellison, lo scrittore che ebbe con Richard Wright un ruolo fondamentale per il riconoscimento dei diritti dei neri

Fulvio Fulvi, Avvenire, primo marzo 2014

A 18 anni lesse La terra desolata, poema di Th omas Di lui ricorrono quest’anno il centenario della na- Stearns Eliot, e ne rimase folgorato. Ralph Wal- scita e il ventennale della scomparsa: nacque infatti do Ellison, fi glio di un muratore e nipote di uno a Oklahoma City il primo marzo del 1914 e morì a schiavo, era una matricola del Tuskegee Institute, New York nel 1994. Fu il rettore del suo college, Ri- la prestigiosa università afroamericana dell’Alaba- chard Wright, maestro del romanzo nero di protesta ma dove, grazie a una borsa di studio, imparava a e amico di Sartre e Camus, a incoraggiarlo alla scrit- suonare il pianoforte e la tromba. Quei 433 versi tura: trasferitosi a New York, Ellison cominciò verso del capolavoro modernista pubblicato dall’autore la fi ne degli anni Trenta a pubblicare racconti e arti- de Icori della Rocca nel 1922 gli facevano pensare coli su magazine come New Challenge e New Masses. al jazz per via del ritmo sincopato e della tecnica di Iscritto al Partito comunista, ne uscì nel 1945 dive- composizione che mette in armonia «voci» diverse. nendone, in seguito, uno dei più intransigenti criti- Così Ellison si appassionò alla letteratura facendo- ci: sosteneva infatti che il marxismo fosse inadegua- ne in seguito uno strumento per aff ermare l’iden- to a dare risposte effi caci alla questione razziale. È tità culturale e i diritti civili dei neri d’America. del 1952 il suo unico romanzo, il capolavoro L’uomo

rrs_mar14.indds_mar14.indd 7 117/04/20147/04/2014 119:11:149:11:14 invisibile, ultimato dopo sei anni di severe revisioni: Con il suo romanzo, da cui appare evidente la lezio- il libro, di ispirazione autobiografi ca, ottenne il Na- ne di Melville e Dostoevskij, Ellison ha contribuito tional Book Award, tra i principali premi letterari a dare maggiore visibilità sociale e culturale ai neri degli Stati Uniti. È la storia di un uomo che da ado- nordamericani, tanto che oggi Barack Obama cita lescente è costretto a lottare a occhi bendati, come spesso la sua opera come un fondamentale punto di un animale, contro altri ragazzi neri per far divertire riferimento politico e culturale. Tra le altre opere di i ricchi bianchi della città. Per questo il giovane la- Ellison va ricordato Volo di ritorno, tredici racconti scia la famiglia e va a studiare a New York ma non scritti tra il 1937 e il 1954. Anche qui l’esperienza si laurea e decide di fare politica ad Harlem rima- personale dell’autore è il motivo ispiratore di storie nendo coinvolto in violenti episodi di odio razziale. che, nella continua ricerca di un equilibrio tra istin- Deluso, si ritira nel seminterrato di un palazzo abi- to e ragione, «suonano come gospel»: la morte del tato solo da bianchi dove vive ascoltando dischi di genitore quando Ralph aveva solo tre anni, l’amore Louis Armstrong come What did I do to be so-Black per il jazz, gli umili lavori svolti per mantenersi agli and Blue («Che cosa ho fatto per essere così nero e studi, la violenza vista e subìta, l’amicizia, la solida- triste?»). Quando il giovane torna alla vita sociale rietà. Si tratta di un aff resco «multicolore» e profon- continua la sua lotta, ma con un’altra visione della do della società americana di quegli anni e di una realtà. «Io sono invisibile semplicemente perché la denuncia mai velleitaria della condizione dei neri. gente si rifi uta di vedermi – dice il protagonista del Fra il 1955 e il 1958 Ellison visse anche a Roma romanzo – quando gli altri si avvicinano, vedono solo e a Parigi. Tornato negli Usa, insegnò letteratura quello che mi sta intorno, o séstessi, o delle invenzio- americana e russa al Bard College, poi alla Rutgers ni della loro fantasia, ogni e qualsiasi cosa, insomma, University, a Yale e alla . Nel tranne me». È questo il tema ricorrente in tutta la 1967 la sua casa nel Massachussetts fu distrutta da produzione letteraria di Ellison, che arrivò ad indi- un incendio nel quale fi nì incenerito il manoscritto viduare proprio nel jazz l’elemento unifi cante della del secondo romanzo che stava scrivendo. Ellison società e dell’identità storica e culturale americana, cercò allora di riscriverlo ma il volume uscirà po- una musica che gli yankee hanno imparato proprio stumo e incompiuto nel 1999 con il titolo Junete- dai blues e dagli spirituals della tradizione africana. enth («Il giorno della libertà»).

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 8 117/04/20147/04/2014 119:11:149:11:14 «Biermann, Christa Wolf e gli altri non capivano ma si adeguavano»

L’accusa del poeta Uwe Kolbe, che nel suo primo romanzo racconta gli anni della Ddr: erano gli intellettuali a legittimare Honecker

Tonia Mastrobuono, La Stampa, 2 marzo 2014

Della «dittatura dei piccoloborghesi» Uwe Kolbe ferocissima resa dei conti con quegli ambienti, con non voleva riesumare soltanto la sua storia persona- gli intellettuali della Germania Est, anche con ico- le. Quella di un enfant prodige della poesia che con ne intoccabili come Christa Wolf, Heiner Müller e la caduta del Muro scopre, come milioni di tedeschi, Wolf Biermann, che il poeta ritiene corresponsabili di essere spiato da una persona amata. In questo della lunga sopravvivenza del regime. caso addirittura dal padre, un alto uffi ciale della Sta- Kolbe vive ormai a Amburgo ed è nella capitale per si. Come per prendere le distanze da quel passato, presentare il suo primo, bellissimo romanzo, Die dal quartiere di Berlino Est, Prenzlauer Berg, che ha Lüge (La bugia, S. Fischer editore), che eff ettiva- battezzato uno dei circoli letterari più famosi della mente racconta un rapporto tra padre e fi glio fatto Ddr e che lo ha cresciuto, Kolbe ci dà appuntamen- di menzogne e tradimenti. Allude al confl itto sin dai to in un famoso caff è dietro l’«isola dei bevitori fur- nomi, Hildebrand e Hadubrand, presi in prestito dal bi», come l’ha chiamata in una poesia recente, dietro primo poema della letteratura tedesca, dalla medieva- Savignyplatz, nella parte occidentale della città. E le Canzone di Ildebrando, dove i due eserciti di padre il tema principale della nostra conversazione è una e fi glio si aff rontano in battaglia e il primo uccide il

rrs_mar14.indds_mar14.indd 9 117/04/20147/04/2014 119:11:149:11:14 secondo. Ma nonostante le apparenze, le somiglianze L’indolenza è quella del suo alter ego, Hadubrandt anche biografi che – il padre è un comunista convinto, – «perché è ovvio che con il libro non voglio soltanto il fi glio un artista che diventa famoso quando è anco- far male ad alcuni di quella generazione, ma anche, ra molto giovane – il romanzo tratta di altro. in parte, a me stesso» –, che attraversa decenni di In alcune opere più vecchie, Kolbe aveva già fatto i spensierata vita da artista, oscillando tra adattamen- conti con il suo passato doloroso. Qui si tratta piut- to al regime – per non perdere il successo garantito tosto di raccontare il regime e i suoi corresponsabili, in primo luogo dalla benevolenza dell’apparato – e accenni timidi di reazione. Ma che è dedito soprat- tutto «allo sfrenato edonismo tipico della Ddr, vie- tato ma diff usissimo», che colleziona donne, fi gli e colossali bevute. Il protagonista è «un marxista ri- «Il problema è: chi li legittimava? È chiaro: gli intellettuali. Ed è con loro che faccio i conti». belle che si oppone a parole ma poi è attratto dalla Tanto è vero «che il primo impulso era stato di sirena del successo. Per me Hadubrandt è una “pars titolare il libro “Indolenza”» pro toto”, è quel miscuglio di ribellione e adegua- mento che disgraziatamente caratterizza ogni re- gime». Ecco perché il romanzo non è ambientato esplicitamente nella Ddr. I personaggi, però, sono riconoscibilissimi. C’è il che agli occhi di Kolbe sono gli scrittori, i poeti, i mu- suo mentore, Franz Führmann, che fu un opposi- sicisti «che ballavano sul Muro, che si giostravano tra tore della dittatura e che nel libro è tra le rare fi gure roboante opposizione e adeguamento, che facevano i positive, così come appaiono altri famosi intellet- funamboli, sprecando le loro energie e le loro intel- tuali come Heiner Müller «colpevoli di essere ribelli ligenze critiche per qualcosa che non esisteva. Non riluttanti» o Wolf Biermann «che andò all’Ovest per hanno mai capito che non c’era un interlocutore, un diventare che cosa? Il più grande critico comuni- destinatario dei loro messaggi. Avrebbero dovuto dire sta dei comunisti». E Christa Wolf, che non è mai “il re è nudo”, come pochissimi hanno fatto. E anche citata nel romanzo, ma che fu vittima, in uno dei quelli che andavano via, che andavano in Occidente, più famosi romanzi sul Muro, Eroi come noi, di una hanno continuato a fornirci le loro inutili analisi mar- lunga stroncatura da parte di un altro scrittore di xiste della realtà». Berlino Est, Th omas Brussig? «È l’esempio lam- Il regime di Honecker, un personaggio talmente ri- pante dell’intellettuale che non prende posizione, dicolo, sottolinea Kolbe, «che Chaplin non avrebbe che spreca energie per qualcosa che non esiste». potuto neanche caricaturarlo in un altro Grande dit- Per Kolbe, «alla fi ne la rifl essione vera è la seguen- tatore», aveva certamente degli aspetti raccapriccian- te: come ha potuto durare 40 anni questo presunto ti, «di cui abbiamo parlato mille volte, la repressione, “paradiso in terra”, che non era altro che un teatro la Stasi, eccetera». Ma il tema, sottolinea, «è anche dell’assurdo, un regime che aveva ereditato uomini e che Honecker era una fi gura piccola, squallida, un strutture del Terzo Reich? E perché gli intellettuali borghesuccio, come si capì pure quando ci fecero ve- sono stati lì a difendere l’utopia contro il reale? Un dere quelle ridicole villette dove viveva, a Wantlitz». fatto vero è che gli intellettuali tedeschi non erano La verità, «che molti ancora faticano a vedere, è che anticomunisti, non erano liberali, non erano catto- Honecker e i suoi avevano una paura tremenda. E lici come Solidarność. E hanno cullato questo so- presidiavano una zona di potere vuota. Il problema è: gno assurdo della Terza via. Persino quando crollò chi li legittimava? È chiaro: gli intellettuali. Ed è con il Muro, lo avrebbero voluto lì, per un altro po’, per loro che faccio i conti». Tanto è vero «che il primo fare esperimenti socialisti. Un popolo intero li ha impulso era stato di titolare il libro “Indolenza”». giustamente mandati a quel paese».

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 1010 117/04/20147/04/2014 119:11:149:11:14 Mattanza e buen retiro, la penisola degli scrittori

Crimea. Mandel’stam, Tolstoj, Volosin, Littell, nella letteratura russa l’immagine di giardino di delizie trapassa senza soluzione di continuità in efferate carnefi cine

Valentina Parisi, il manifesto, 3 marzo 2014

«A certuni poter ucci dere impu ne mente fa l’eff et- ciale delle Ss Maxi mi lien Aue tenta di ripren dersi to di un bagno in fre sche acque eff er ve scenti, e per dall’«aff aticamento nervoso» che l’assistere ai mas- que sta razza di per sone, dagli occhi castani infan- sacri degli Einsa tz gruppen nelle terre ucraine gli ha til mente sfron tati e peri co lo sa mente vacui, la Cri- inevi ta bil mente provo cato. Ma anche – a ritroso – le mea era sol tanto una stazione termale dove si sot- pagine immor tali in cui un gio vane uffi ciale d’ar- to po ne vano a un ciclo di cure osser vando un regime tiglieria dell’esercito zarista, Lev Niko lae vic Tol- toni fi cante e salutare per la loro indole». Così Osip stoj, ritrae «quell’insolita com mi stione di una bella Mandel’stam scriveva all’inizio degli anni Venti, rie- città e di uno sporco bivacco» che era Seba sto poli vo cando a distanza di tempo i mesi trascorsi nella nel 1855, fi ssando nel contempo una volta per tut- città di Teodo sia men tre infu riava la guerra civile. te il carat tere anti e roico, paradossale e disumano di Nell’omonima prosa (inserita nella raccolta Il rumo- qualsiasi guerra. re del tempo, a cura di Daniela Rizzi, Adelphi, 2012), Croce via mille na rio di genti e civiltà, la peni sola lo stile frammen ta rio e spe ri men tale del poeta rifl et- crimeana sem bra rifl ettersi nella lette ra tura russa teva effi ca cemente come alla strati fi ca zione storica in forma di crono topo can giante, dove l’immagine off erta da Teodo sia, «regina del Mar Grande» (o del giardino di delizie, spesso decli nata nelle sue Nero), e al suo «corpo meravi glioso» si fossero di varianti più orienta li ste e gaudenti, trapassa senza recente «incollate le zec che della pri gione e del- soluzione di con ti nuità in eff e rate carne fi cine che la caserma» dei volontari fi lozaristi agli ordini dei rivelano in modo incon tro verti bile l’essenza degli gene rali Deni kin e Vrangel’, men tre «cen tu rioni che eventi bellici. Così fu per Tolstoj che, di fronte allo sape vano di cane e di lupo» si aggiravano inopi na- stilli ci dio quoti diano consu mato intorno al quarto ta mente per le sue vie. Se agli occhi di Mandel’stam bastione di Seba sto poli, aveva già osser vato in tono quella che un tempo era stata una fi orente colonia lapida rio come le con tro ver sie che la diplo mazia geno vese con il nome di Cafà con servava ancora la non era in grado di appia nare fos sero ancor meno stu pe fa cente capacità di «far fi nta che nulla fosse risolvi bili «con la pol vere e il san gue» (I rac conti di cam biato», dimostran dosi così «più antica, migliore Sebasto poli , trad. di Vitto rio Tomelleri, Garzanti, e più pura di tutto quello che avveniva al suo inter- 1995). Nel contempo, il governa torato di Tauride no», d’altro canto quella sini stra conti guità tra mat- (così sarà chiamata fi no al 1921 la Crimea) conti- tanza e rilassa tezza balneare si sarebbe purtroppo nuava pur sem pre a essere l’«Oriente in miniatura» rive lata destinata a ripetersi ben presto sulle coste celebrato dal polacco (e sud dito russo) Adam Mic- della Crimea. Basti aprire Le benevole di Jonathan kiewicz nei suoi Sonetti di Crimea (trad. di Elena Littell (trad. di Marghe rita Botto, Einaudi, 2007), Croce e Eli sa betta Cywiak, Adelphi, 1977), scritti là dove in un sanato rio vicino a Jalta l’esausto uffi - nel 1825 sulla fal sariga dei poemi meri dio nali com-

rrs_mar14.indds_mar14.indd 1111 117/04/20147/04/2014 119:11:149:11:14 po sti qualche anno prima da Alek sandr Puškin che, anche la bizzarra acronia L’isola di Cri mea scritta nella città-giardino di Bach ci sa raj, capitale dell’o- da Vasi lij Akse nov nel 1979 (e tra dotta da Patrizia monimo kha nato, si aggi rerà feb bri ci tante nel 1821, Deotto per Mon da dori nel 1988). Qui la peni sola tra sfi gu rando le pro prie pene amo rose in quelle che, cri meana si trasforma in un’isola a tutti gli eff etti secondo la leg genda, qualche decennio prima ave- che i bol sce vi chi nel 1920 non sono mai riusciti vano perse gui tato il khan tataro Girej. Nella Fon- a ricon qui stare. Una sorta di enclave prerivoluzio- tana di Bachci sa raj , quest’ultimo apparirà per una na ria al largo del Mar Nero capace di conser vare sia volta tanto dimen tico dei suoi eterni nemici (Geno- la pro pria autonoma rispetto alla compagine impe- va, la Polonia e, ovviamente, l’impero zari sta) e con- riale sovietica, sia la propria neutra lità nel corso cen trato più che altro sulle scherma glie interne al del secondo confl itto mondiale. Una prospet tiva suo harem. Da que sto para digma orienta leg giante, fan ta po li tica in aperta con trad di zione con la para- asse con dato dallo stesso Puškin più in osse quio dei bola esisten ziale speri men tata realmente dal poeta gusti dei let tori pie tro burghesi che per intima con- sim bo li sta Maksi mi lian Volosin che, sulle coste vin zione, discende l’immagine di una Crimea buen della penisola crimeana, nella sua dacia di Kokte- retiro meri dio nale, che tro verà la sua incar na zione bel’, sarà anima tore di un cenacolo artistico viva- ultima in termini di confor mi smo nei sanatori e nel- cis simo che attirerà fra gli altri Marina Cvetaeva. le dacie che verranno qui riservati da Stalin in poi Que sto almeno fi no al luglio 1914, quando salirà al meri tato riposo della nomen klatura o dell’intel li- per ultimo «come un ani male ritar da ta rio a bordo gen cija sopravvis suta alle pur ghe. Uno stereo tipo su dell’Arca» che solcando il Mar Nero lo porterà via cui peral tro Anton Čechov già ironiz zava nel 1898, dalla Crimea, inghiottita presso ché subito dalla allor ché, minato dalla tuber co losi, informava Lidija Grande guerra. S. Mizi nova di star comprando (a credito) una pro- A Parigi nella raccolta Anno mundi ardentis (1915), prietà in una località pit tore sca a soli venti minuti il poeta russo nato a Kiev e amico di Rudolf Stei ner di cam mino da Jalta dove tra scorrere l’inverno «e sarà tra i pochi a condan nare inequi vo ca bil mente la far cre scere l’uva spina da voi odiata. […] Ho già car ne fi cina in atto. Una posizione di singo lare luci- abboz zato la pianta, natu ral mente senza dimen ti- dità rispetto ai suoi amici inclini a inter pre tare la care gli ospiti, ai quali ho asse gnato una stanzuc- guerra come sacra mis sione con tro il mili ta ri smo cia nello scanti nato. In assenza degli ospiti ci terrò ger manico, e che tutta via resta inevita bil mente ve- i tac chini» (Vita attraverso le lettere , trad. di Gigliola nata di malin conia. Se infatti Tol stoj, testimone Ven turi e Clara Coisson, Einaudi, 1989). ocu lare a Seba sto poli, poteva dichiarare di aver Fino a che punto la Crimea sia stata una valvola innal zato a eroina dei suoi reportage ante litte ram la di sfogo e di proie zione fanta stica essenziale per verità, Volosin di fronte alle men zogne evidenti dei l’intelligencija sovietica lo testimo niano non solo le giornali «patriottici», potrà solo ribadire il proprio splen dide foto del ciclo Sno bi smo cri meano scattate diritto insoppri mi bile «a non cessare di amare il ne- da Boris Michaj lov (Char’kov, 1938) nel 1982, ma mico / e di non prendere a odiare il fratello».

Cro ce via mil le na rio di genti e civiltà, la penisola cri meana sem bra rifl ettersi nella lette ra tura russa in forma di crono- topo cangiante, dove l’immagine del giardino di delizie, spesso decli nata nelle sue varianti più orienta li ste e gau denti, tra- passa senza soluzione di conti nuità in efferate car ne fi cine che rive lano in modo incontro ver ti bile l’essenza degli eventi bellici.

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 1212 117/04/20147/04/2014 119:11:149:11:14 Ebook all’italiana Alessandro Zaccuri, Avvenire, 6 marzo 2014

Il paese del libro ha perso una città. E che città: una della Libreria, Emilio Sarno, che fa notare anzitutto la metropoli da due milioni di abitanti, poco meno vaghezza della formula scelta dall’Istat. Per il digitale grande di Parigi, se vogliamo attenerci a un esempio non si parla direttamente di lettura, ma del fatto di aver cosmopolita. Una Parigi metafi sica, ecco, e molto «letto o scaricato libri online o ebook». Più che altro, italiana, dove nessuno – al bar o in salotto, in metro- avverte Sarno, manca qualsiasi «indice di sovrapposi- politana o nella vasca da bagno – legge mai un libro. zione» tra cartaceo e digitale. Non si sa, insomma, se i 5 Il dato, in eff etti, era già noto dallo scorso dicembre, milioni e 224 mila utenti di ebook (un italiano su dieci, quando l’Istat ha diff uso il rapporto su editoria e let- a conti fatti) siano esclusivamente lettori ipertecnolo- tura nel nostro paese. Bilancio ancora negativo, con gici o se tra di loro si nasconda una quota, più o meno una fl essione del 7,6 percento rispetto all’anno pre- consistente, di «lettori tradizionali» che non disdegna cedente. Quantifi cando, ecco saltare fuori la cifra di l’utilizzo di piattaforme diverse. I segnali positivi non un milione e 984 mila lettori scomparsi dall’orizzonte mancano, fa notare Sarno (i lettori di ebook sono equa- del rilevamento demoscopico nell’arco di dodici mesi. mente distribuiti su tutto il territorio nazionale, senza Ora il quadro statistico proposto dell’Istat è passato al variazioni sensibili tra Nord e Sud), anche se per il resto vaglio del Giornale della Libreria, il mensile dell’Asso- il quadro rimane preoccupante. È ancora Peresson a ciazione italiana editori. Perché c’è il rischio che, tra un sottolineare come la più recente indagine Istat denunci segno algebrico e l’altro, il conto alla fi ne non torni. A un calo di lettori in tutte le fasce di età, comprese quelle sottolinearlo è uno dei massimi esperti del settore, Gio- fi n qui relativamente protette dei bambini e dei ragazzi. vanni Peresson, che nel suo intervento insiste su quella Analogamente sono in diminuzione i cosiddetti «let- che, di primo acchito, sembrerebbe una partita di giro tori forti», quelli che viaggiano al ritmo di almeno abbastanza rassicurante. I quasi due milioni di lettori un libro al mese. Lo scorso anno se ne sono persi per scomparsi dal quadrante delle statistiche dovrebbero strada 650 mila rispetto al 2012 (la percentuale, pari essere in qualche modo compensati dalla nuova gene- all’11,4 percento, è la più consistente fi n qui registrata). razione di «lettori digitali» che, sempre secondo l’Istat, Ne restano attualmente 3 milioni e 370 mila, grosso sono invece in netto aumento. Il fenomeno è recentis- modo tanti quanti sono gli abitanti di Madrid. Ed è simo (per convenzione il 2010 è considerato l’«anno questa roccaforte, ricorda Peresson, ad assorbire il 39 zero» dell’ebook all’italiana), ma l’incremento è im- percento delle copie vendute in Italia. Ma a diminuire pressionante, almeno a prima vista. Se nel 2011 la per- sono anche i «deboli» o «medi», sempre senza tener centuale dei nostri connazionali che dichiarava di aver conto dei «morbidi», che con il libro hanno contatti avuto un contatto con il libro digitale era del 2,3 per- sporadici, occasionali e, in defi nitiva, trascurabili. La cento rispetto all’universo dei lettori tradizionali, oggi richiesta è, ancora una volta, di introdurre indicatori la quota è balzata al 21,5 percento. In termini assoluti, più precisi, che permettano di mettere in relazione l’ac- tre anni fa il libro digitale riguardava poco più di un quisto di libri con quello di ebook: due contesti al mo- milione di italiani, mentre nel 2013 siamo abbondante- mento rigidamente separati dall’Istat. «Solo così» con- mente sopra i cinque milioni, come mostrano le tabel- clude Peresson «saremmo in grado di dire con certezza le che pubblichiamo per gentile concessione dell’Aie. dove sono andate a fi nire le oltre 1.984.000 persone Migrazione in corso, dunque? Si legge meno sulla car- disperse all’appello 2013 sulla lettura perché non credo ta e di più sul display? A suggerire una certa prudenza, proprio che siano andate tutte a ingrossare le fi la dei oltre a Peresson, è un altro degli analisti del Giornale 31,5 milioni di non lettori».

rrs_mar14.indds_mar14.indd 1313 117/04/20147/04/2014 119:11:149:11:14 Il fascino eterno della sezione aurea che colpisce anche i graphic designer

Dalla matematica ai grandi artisti il rettangolo «magico» che defi nisce le forme perfette La divina proporzione

Piergiorgio Odifreddi, la Repubblica, 6 marzo 2014

La «sezione aurea» ha colpito ancora. L’editore in- spirali auree accostate fra loro, perfette a un grado glese GraphicDesign& ha infatti appena pubblica- che può solo essere sognato da attrici e modelle. to un libro intitolato Golden Meaning che contiene, Altre immagini rappresentano bottiglie, bicchie- come annuncia il sottotitolo, «55 esperimenti gra- ri, termometri e altri oggetti, nei quali il contenuto fi ci» da parte di altrettanti top designer mondiali. è in proporzione aurea con il vuoto rimanente. Altre Essi eff ettuano le loro variazioni sul tema aureo ancora riformattano oggetti di uso comune in modo del numero più famoso e chiacchierato della storia: da far loro assumere proporzioni auree. E una pagina quello chiamato appunto «sezione aurea» o «divina rappresenta gli immancabili conigli, che ricordano il proporzione», e di cui la copertina del libro ricorda e fatto che la sezione aurea è approssimata dal rappor- riporta le prime cifre decimali, cioè 1,618. to fra due qualunque termini successivi della famosa Il formato delle pagine dell’opera è lo stesso già «successione di Fibonacci». Questa prende il nome da usato da nella Flagellazione Leonardo da Pisa, detto Fibonacci, che la pubblicò nel di Cristo, le cui due scene illustrano la proprietà 1202 nel suo Libro dell’abaco, appunto come soluzione caratteristica del cosiddetto «rettangolo aureo»: il di un problema relativo alla riproduzione dei conigli. fatto che, togliendo il quadrato costruito sul lato La successione parte da 0 e 1, e a ogni passo proce- minore, rimane un rettangolo che è simile a quel- de sommando i due numeri precedenti: la sequenza lo di partenza. Nel libro, due pagine riportano la continua dunque con 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, scritta «la sezione aurea è una cassetta degli attrez- eccetera, il che spiega il motivo della scelta delle 55 zi per i caratteri tipografi ci», composta doverosa- variazioni eff ettuate dai 55 designer. Conigli a par- mente con caratteri costruiti a partire da rettangoli te, le apparizioni, spesso inaspettate e insospettate, aurei di varie dimensioni, alla maniera delle scritte della sequenza di Fibonacci in natura sono talmente digitali. ubique, da riempire da anni i numeri della rivista Poiché il rettangolino che si ottiene da un rettan- quadrimestrale Th e Fibonacci Quaterly. golo aureo per sottrazione del quadrato è anch’esso E altrettanto vale per le manifestazioni della se- aureo, gli si può a sua volta sottrarre il quadratino zione aurea, descritte nei classici Crescita e forma di costruito sul suo lato minore, e così via, innescando D’Arcy Th ompson e Le curve della vita di Th eodore un inarrestabile processo, che costituisce una delle Cook, e compendiate più recentemente da La sezio- prime immagini storiche dell’infi nito. Inserendo dei ne aurea di Mario Livio. quarti di cerchio nei vari quadrati, via via sottratti ai L’attrazione estetica della sezione aurea è rimasta vari rettangoli, si ottengono poi delle «spirali auree». immutata nei secoli. Il primo campo in cui essa si è E l’immagine più geniale del libro è forse un «sedere manifestata è stata la matematica: dagli Elementi di d’oro», le cui due natiche sono semplicemente due Euclide alla Divina proporzione di , gli

rrs_mar14.indds_mar14.indd 1414 117/04/20147/04/2014 119:11:149:11:14 La rassegna stampa di Oblique | marzo 2014

addetti ai lavori si sono estasiati di fronte alla bellez- vacue. E nei Cinquanta segreti dell’artigianato magi- za delle fi gure e dei solidi in cui essa compare. co il secondo ha discusso non soltanto i disegni di Il «poligono aureo» per eccellenza è il pentagono, le Leonardo, ma anche il proprio personale uso della cui diagonali stanno in rapporto aureo con i lati, e stella pitagorica nell’impianto della Leda atomica, e formano una fi gura nota come «stella pitagorica». E del dodecaedro nella struttura de L’ultima cena. un’altra immagine dell’infi nito, ancora più evidente Se in pittura la sezione aurea si presenta come para- di quella telescopica dei rettangoli aurei, si ottiene digma di proporzione estetica, non stupisce ritrovarla notando che i lati della stella pitagorica formano al anche in scultura e architettura, da Fidia a Le Corbu- centro una fi gura che non è altro che un nuovo penta- sier. Addirittura, spesso il rapporto numerico tra dia- gono regolare, dentro al quale si può costruire un’altra gonale e lato del pentagono viene appunto indicato stella pitagorica, e così via. La successione telescopi- con Phi, in onore del primo, oltre che di Fibonacci. ca alternata di pentagoni e stelle, simile a un esercito Quanto al secondo, il suo Modulor prende signifi - senza fi ne di bambole russe contenute una nell’altra, cativamente il nome da «module d’or», e utilizza la suggerisce che la diagonale e il lato del pentagono si- sezione aurea per determinare due serie, una rossa e ano grandezze fra loro incommensurabili. una blu, di dimensioni armoniche a misura d’uomo, Pochi simboli hanno avuto, nella storia, il potere da utilizzare nella progettazione non solo degli edifi - d’attrazione della stella pitagorica a cinque punte. ci, ma anche dei mobili e degli oggetti di casa. In Italia oggi noi l’associamo automaticamente alle Anche in musica la sezione aurea ha giocato un Brigate Rosse, ma il suo utilizzo rivoluzionario ha certo ruolo, da Bach a Béla Bartók. Il primo popo- radici lontane: essa non è infatti altro che la famo- larizzò nei 48 preludi e fughe del Clavicembalo ben sa Stella rossa sulla Cina dell’omonimo libro di Edgar temperato il sistema di temperamento equabile tut- Snow, ed è stata adottata in periodi diversi dall’Ar- tora in uso, che consiste nella divisione dell’ottava in mata Rossa, dalle Brigate Garibaldi, dai Vietcong e dodici semitoni uguali fra loro, e matematicamente dai Tupamaros. corrisponde a una «spirale aurea». Il secondo invece Leggendo le loro memorie, si scopre che i primi bri- era così aff ascinato dalla sezione aurea, che la usò gatisti non riuscivano mai a disegnarla bene: veniva ripetutamente per equilibrare le parti della Musica sempre un po’ squilibrata verso l’alto, quando ad- per archi, percussioni e celesta e della Sonata per dirittura non ci scappava una stella di David a sei due pianoforti e percussioni. punte, come in un sequestro compiuto da Mario Naturalmente, i roboanti aggettivi usati al riguardo Moretti. Perché la costruzione di un pentagono re- suggeriscono che nella sezione aurea sia coinvolto golare non è immediata come quella di un triangolo, qualcosa di sublimemente estetico, e infatti così un quadrato o un esagono regolari, e coinvolge, im- pensavano i pitagorici che la scoprirono, due millen- plicitamente o esplicitamente, la «divisione aurea» ni e mezzo fa. Cosa ci sia di divino, o di aureo, nella di un segmento. stella pitagorica, è diffi cile da intuire a prima vista: Quanto ai “solidi aurei”, i due più noti sono il do- certo non il fatto che essa, avendo tante punte quan- decaedro e l’icosaedro. Il primo si ottiene metten- te sono le lettere del nome Jesus, possa impaurire il do insieme dodici facce pentagonali. E il secondo demonio, come succede a Mefi stofele nel Faust di si può costruire congiungendo i dodici vertici di Goethe. tre rettangoli aurei (o di tre carte di credito, meglio Ma una volta che si impari ad apprezzare l’equilibrio se scadute) incastrati perpendicolarmente fra loro. di questo rapporto, si scoperchia una vera cornuco- Questi oggetti hanno aff ascinato non soltanto i ma- pia. E si comincia a dubitare pitagoricamente che si tematici, ma anche gli artisti, da Leonardo a Dalí. tratti forse dell’unico essere per il quale l’aggettivo Le illustrazioni del primo per il libro di Luca Pa- «divino» non suoni ridicolo o sacrilego, e cioè un cioli hanno fatto storia, nelle loro versioni piene e numero.

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 1515 117/04/20147/04/2014 119:11:149:11:14 Piccoli lettori che fanno crescere il business

Il mercato dell’editoria libraria scricchiola sotto il peso dell’invenduto. Ma le librerie per ragazzi fanno eccezione. Specialmente se offrono servizi multitasking

Laura Antonini, D la Repubblica delle donne, 8 marzo 2014

Il 2013 si è concluso con una fl essione negativa del ri in cui da sempre noi italiani ci distinguiamo». 5,7 percento per il mercato dell’editoria e molte li- A proporre formazione agli aspiranti librai ci sono brerie hanno chiuso per sempre. Nello scenario poco l’Accademia Drosselmeier di Bologna e la scuola entusiasmante, brilla però, in controtendenza, il set- Umberto ed Elisabetta Mauri (scuolalibraiuem.il): tore dei bambini e ragazzi, dove si continuano ad aperta nel 1983, con più di duemila corsisti, nel 2008 aprire attività con il conforto del mercato. «Con un ha deciso di dedicare un corso specifi co per imparare +3,1 percento, pari a circa 5 milioni di euro, il com- a diventare «librai per ragazzi». E poi ci sono mini- parto sale di percentuale a un 15,4 percento con- corsi low cost per la durata di un weekend, come tro il 14,1 percento del 2012», commenta Monica quelli proposti dal circuito Cleio della Libreria Cen- Manzotti, client manager della società di rilevazioni tostorie di Roma. «Abbiamo coinvolto più di 800 BookScan Nielsen. Un dato positivo che si fa occa- iscritti, che hanno aperto 40 nuove librerie per ragaz- sione d’impiego e di buone opportunità di business. zi in Italia» spiega l’ideatrice e titolare della libreria, A intraprendere la carriera sono, quasi sempre, Antonella de Simone. «Dalla stesura di un business donne e giovani under 30 con esperienze nel mon- plan agli strumenti per richiedere un fi nanziamento, do della scuola e della formazione. «Tra le librerie fi no al grande lavoro di selezione di titoli e editori». indipendenti» spiega Giovanni Peresson, responsa- Per chi invece ha già le idee chiare, dal 2006 c’è il bile Uffi cio studi dell’Associazione italiana editori, Master dalla Scuola librai italiani (scuolalibraitalia- «quelle per ragazzi rappresentano il 25 percento, ni.org): «Per l’ottava edizione, proponiamo moduli l’Annuario Andersen nel 2013 ne ha censite 570 su sul tema dell’innovazione» dice il presidente della un totale di 2.270. Un trend in crescita che ha visto Società Italiana Librai Alberto Galla, «cercando di negli ultimi dieci anni consolidare circa 100 nuove dare una prospettiva concreta all’imprenditore e al unità». dipendente». Ma il mestiere del libraio si è dovuto reinventa- Lo sviluppo del commercio online, l’avvento dei let- re. Sarebbe anacronistico aprire oggi un nego- tori digitali con la conseguente smaterializzazione del zio seguendo il modello del secolo scorso, quando prodotto, oltre alla concorrenza con magazzini po- non esistevano l’intrattenimento online e la gran- tenzialmente sterminati e servizi di consegna rapidi, de distribuzione. Come per tutte le professio- indicano comunque la necessità di un nuovo approc- ni, infatti, il libraio per ragazzi deve continuare a cio al mestiere. «Il punto di forza di chi decide di fare studiare perché «se il relativo settore ha tenuto la da sé resta la capacità di scegliere titoli puntando su posizione, tanto da essere per esempio in cresci- editori diversi, dimostrando di conoscere il prodot- ta all’estero» spiega Marco Polillo, presidente Aie, to. E poi c’è il salto di qualità dell’off erta dei servizi». «è anche per la abilità e la competenza particola- Soprattutto, il libraio per bambini, oltre a occupar-

rrs_mar14.indds_mar14.indd 1616 117/04/20147/04/2014 119:11:149:11:14 La rassegna stampa di Oblique | marzo 2014

si di libri «deve inventarsi altri mestieri, in modo tante ore, ma perché le casse di libri, da spostare e che la libreria diventi uno spazio multifunzionale». riporre, pesano un bel po’». Ma non chiamatela ludoteca: i servizi e le attività concepiti da queste librerie di nuova generazione Se il librario su tre ruote «mantengono il focus sul core business dell’impresa, Nel decimo municipio di Roma, da un anno esatto, cioè l’amore per i libri»: ne sono convinte le quattro un’Ape Piaggio recapita titoli di piccoli editori per anime della libreria Viale dei Ciliegi 17, di Rimini, l’infanzia ai bambini di scuole e biblioteche. Si trat- «una delle prime ad avere avviato iniziative per i pic- ta della fortunata esperienza di “Bibliolibrò”, un po’ coli», ricorda la socia Alice Bigli, che ha frequentato libreria ambulante e un po’ laboratorio teatrale, nata la prima edizione dell’Accademia Drosselmeier di dall’intuizione di Valentina Rizzi, che è riuscita a Bologna. «Abbiamo un calendario settimanale di realizzare il suo sogno grazie al sostegno economico appuntamenti divisi per fasce di età, un miniclub dei del Fondo della Creatività della Provincia di Roma. lettori per i più grandicelli, il tutto cucito sul ritmo «Mi piace chiamare questo progetto “Libroteca ar- della nostra cittadina. tistica ambulante”», racconta Rizzi, che è anche au- Con la primavera spostiamo laboratori e letture per trice e drammaturga per ragazzi. «E in un territorio la buona notte alle 9 di sera, quando le strade di periferico dove le librerie in genere continuano a Rimini si animano di mercatini per piccoli e fami- chiudere, desideravo promuovere un circuito alter- glie». Succede lo stesso alla Libreria Pel di Carota di nativo alla grande distribuzione». Padova, aperta dal 2010 dai fratelli David e Arianna Dal mezzo a tre ruote Valentina vende libri artistici Tolin con Maurizio Citran, organizza mostre e la- e testi didattici, off re un servizio di prestito sull’u- boratori creativi a partire da un libro. E anche alla sato e, novità, dal 3 al 6 aprile prossimi organizze- Cuccumeo di Firenze, nata dall’incontro tra Teresa rà un minifestival del libro per ragazzi con tanto di Porcella, Bianca Belardinelli ed Elena Cavini (una autori, illustratori ed editori pronti a raccontare su scrittrice, una storica dell’arte e una cantante lirica strada il proprio progetto editoriale. «Il mio sogno», professionista). La prima conferma: «Non vendia- conclude, «è quello di dare vita a una vera e propria mo solo libri. Per sviluppare il business facciamo rete capace di arginare l’omologazione a vantaggio letture animate, incontri con autori e illustratori, della biblio-diversità e di titoli che spesso non han- corsi di formazione per insegnanti, genitori e attivi- no la forza commerciale per arrivare su certi territori tà di service editoriale. Abbiamo anche inserito una svantaggiati». selezione di giochi creativi e prodotti artigianali di artisti e artigiani nazionali». Per questo genere di attività diventa rilevante che l’a- spirante libraio per ragazzi scelga spazi di metratura Sarebbe anacronistico aprire oggi un negozio adeguata, ma senza perdere di vista i costi. Chi intra- seguendo il modello del secolo scorso, quando prende questa strada dovrà insomma fare i conti con non esistevano l’intrattenimento online e la grande distribuzione. Come per tutte le variabili pratiche tutt’altro che secondarie», precisa professioni, infatti, il libraio per ragazzi deve Porcella, perché «a diff erenza delle biblioteche, sia- continuare a studiare […]. mo esercizi commerciali. Quindi è bene farsi seguire da un buon commercialista, avere un progetto preciso e identifi care sia le peculiarità del servizio off erto che la domanda di quel servizio nel territorio prescelto. E poi bisogna ricordarsi che, lungi da qualsiasi stereo- tipo romantico, la libreria è un luogo di lavoro “pe- sante”: non solo perché si sta a contatto del pubblico

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 1717 117/04/20147/04/2014 119:11:149:11:14 Oliver Twist ai tempi delle bombe

L’epopea di un orfano con un dipinto in valigia. Donna Tartt riscrive Dickens in chiave moderna

Marco Missiroli, La Lettura del Corriere della Sera, 9 marzo 2014

Eccolo qui, l’attesa è fi nita: il grande romanzo ha i Carel Fabritius allievo prediletto di Rembrandt. La connotati di un piccolo volatile che produce mera- presenza di Fabritius è nelle pennellate volutamente viglia e interrompe un digiuno lungo undici anni. Il grossolane, tracce di una creazione mai estinta. È il cardellino di Donna Tartt arriva in Italia dopo aver legame eterno tra l’opera e chi la genera e chi la os- scardinato lettori e classifi che internazionali, man- serva. L’immortalità. Il dipinto sgretola la solitudine tenendo la promessa di un’opera monumentale. È di Th eo mentre la bomba esplode e si porta via il le- il terzo libro della scrittrice di Greenwood, segue game materno. La madre fi nisce, il fi glio comincia. quel Dio di illusioni che fece gridare al capolavoro Tra le macerie del museo Th eo si ritrova solo e com- e Il piccolo amico che ne consacrò la stazza narrati- pie un gesto disperato, si impossessa del Fabritius. va. La Tartt è un’autrice di ostinata discrezione e L’amuleto della sua orfananza. Lo porterà con sé e candore diabolico che possiede l’arte di fermare il darà il via alla sua epopea di crescita e subbuglio, di tempo. Dopo l’esordio folgorante del 1992 disse che riconquista della purezza ferita. nella sua vita ci sarebbero stati al massimo cinque Il cardellino non ha genere letterario, impossibile libri, era un elogio alla lentezza che genera opere costringerlo alla gabbia. È il Dickens che mancava necessarie. Il cardellino è il giro di boa di questa cles- ai giorni nostri. La Tartt raccoglie l’infl uenza del- sidra creativa e alza il tiro dell’ambizione: raccontare lo scrittore inglese e la fa sua: «Quando ero picco- una storia semplice in un modo semplice, cambian- la Oliver Twist mi stregò. Fu il primo libro che lessi do la percezione di stare al mondo. con l’impressione di trovarmi di fronte al sangue e Nei suoi personaggi c’è un’interruzione, continui alla morte. La sorte del protagonista mi tormentò bivi, un modo famelico di rosicchiare l’esistenza: per l’intero periodo della scuola». Trentacinque anni anche in questa storia la Tartt si affi da a un protago- dopo riscriverà la lotta per la sopravvivenza e le gran- nista diviso. Si chiama Th eo Decker, ha tredici anni di speranze. La trasmetterà a un orfano della nostra e sta per perdere la madre in un attacco terroristico epoca che per salvarsi accetta la caduta e le nuove al Metropolitan Museum di New York. Poco prima elemosine: la droga, il crimine, i funambolismi dei della tragedia sono insieme nel museo, si aggirano falsari d’arte. Nel girone infernale Th eo intuisce tra i dipinti ed è qui che Th eo assorbe l’ultimo la- l’unica salvezza: accettare se stesso. «Non si tratta scito della mamma: l’amore per questo quadro mi- di apparenze esteriori, ma del signifi cato interiore. nuscolo che ritrae un cardellino incatenato. È un Una grandezza che è nel mondo, ma non del mon- ritratto che colpisce per la grazia e perché può esse- do, una grandezza che il mondo non capisce. Un io re visto con due sguardi diff erenti, c’è l’occhio im- che non vorresti avere. Un cuore tuo malgrado». mediato che ne mostra la prigionia mansueta, e c’è La liberazione sentimentale è nel dettaglio del car- una prospettiva obliqua che rivela il suo autore, quel dellino, lì, sulla zampa destra: la catena. Nel legame

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sottile tra il pennuto e la sua prigionia è racchiu- da sottrazione. Ha la magia dell’invisibilità: le sue so il corredo aff ettivo. Il cuore nostro malgrado. È presentazioni sono eventi, come le sue interviste e una fame d’amore che guida Donna Tartt in que- ogni minima apparizione: «Tutto è disturbo quan- sta odissea esistenziale attraverso New York e Las do si scrive. Per il mio bene è meglio stare a casa a Vegas, fi no a Amsterdam. Th eo aff ronta un viaggio lavorare senza dare in pasto la mia creatività parlan- interminabile costellato dal dubbio: la cocaina, la do dei miei libri o facendo presentazioni. È davvero sessualità irrisolta, la miseria, un padre che non ri- controproducente. Se dovessi intraprendere un tour conoscerà mai, le illusioni. La sua unica bussola è il editoriale ogni due anni impazzirei. È troppo frene- ricordo della madre e il capolavoro di Fabritius che tico. Posso concedermelo una volta ogni dieci». Ci nasconde nella valigia. Tutti lo cercano, un orfano è siamo, il momento è adesso: la Tartt arriva in questi l’unico custode della bellezza. La Tartt accompagna giorni in Italia per il lancio del libro. questo segreto con una lingua spedita, vivida, densa. Come lei anche Th eo vorrebbe scomparire. Disper- Le novecento pagine fi lano anche nelle divagazioni so nel mondo, dissolto nel ricordo della madre, ero- che l’autrice si concede per levigare le sue creature. so da un’orfananza che fatica a ripararsi. Le persone Ma tutto torna, e in questo ricorda Le correzioni di che incontra sono sfi orate, mai integrate nel suo sen- Jonathan Franzen, signore degli equilibrismi. so di emarginazione. È un’anima alla deriva, e il suo Fiducia e tensione sono le altre identità di quest’o- abbandono rispecchia perfettamente una legge sot- pera. Il lettore metterebbe la mano sul fuoco che sia terranea su cui Donna Tartt sembra pensare questa una storia vera, merito dell’empatia che si crea con storia di destini: se due persone con lo stesso peso di il protagonista e il suo zoppicare tra le passioni. Sia- solitudine si incontrano generano una comunanza, mo tutti Th eo Decker e viviamo tutti il suo destino se i pesi sono diversi danno vita a una gerarchia di indeciso, come una Donna Tartt adolescente ave- solitudini. Th eo è lassù, in cima alla piramide degli va fatto per Oliver Twist. Ha scritto bene Stephen esclusi. Finché scruta il cardellino. Lì capisce, e ten- King a libro terminato: «L’ho letto con lo stesso ta il suo volo. Rincorre la salvezza della normalità, misto di terrore ed eccitazione che si prova durante guidato dell’esergo di Camus che apre il romanzo: l’ultimo inning di una partita di baseball ancora da «L’assurdo non rende liberi; ci vincola». decidere. Il cardellino è un trionfo di coraggio e di ambizione. Un’impresa paragonabile a un viaggio dall’America all’Irlanda in barca a remi. Tempeste comprese». Per questa traversata vertiginosa, Donna Tartt si è È una fame d’amore che guida Donna Tartt in aggrappata alle origini. È fi glia di una bibliotecaria questa odissea esistenziale attraverso New York del Mississippi, la sua educazione è passata dall’in- e Las Vegas, fi no a Amsterdam. chiostro e da un’attitudine al lavoro duro. Ha un trascorso di studentessa brillante e un presente di stakanovista della scrittura. La svolta della sua for- mazione avviene quando si trasferisce nel Vermont per studiare al Bennington college: è il 1982. Qui incontrerà il suo grande amico Bret Easton Ellis. Poco dopo scriveranno parallelamente i casi edi- toriali degli ultimi decenni, Dio di illusioni e Meno di zero, otto milioni di copie vendute in due e un modo opposto di vivere la celebrità. Se Ellis divam- pa nella sovraesposizione, Donna Tartt è creatura

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 1919 117/04/20147/04/2014 119:11:149:11:14 Ghostwriters: parole senza padri Silvia D’Autilia, Doppiozero, 11 marzo 2014

Nella Grecia antica si chiamavano logografi e su Il gioco è semplice: l’autore fantasma scrive e l’altro commissione componevano discorsi da far pronun- fi rma. Cosa lega le due parti? Un contratto con cui ciare ad altri. Erano esperti del parlar bene: Lisia, si decidono caratteristiche e compensi per il servi- Demostene, Tisia e Isocrate. Spesso i loro discorsi zio. Non esiste naturalmente una scala univoca per rappresentavano vere e proprie orazioni che i pri- stimare la retribuzione dello scrittore-ombra: i costi vati poi utilizzavano per la difesa personale in sede possono variare dalla lunghezza alla complessità, dal giudiziaria. tempo impiegato alle diffi coltà incontrate. Oggi la categoria professionale del logografo esiste Tuttavia alcune agenzie di writers stanno inizian- ancora? Certamente no. La difesa personale non è do a concordare delle cifre minime o massime, per contemplata e le orazioni giudiziarie sono preroga- pagina in caso di interi libri o addirittura a battuta tiva indiscussa degli avvocati. Eppure si potrebbe nel caso di articoli e simili. Paesi come gli Usa, il credere che una qualche forma di eredità, certamen- Canada e la Germania hanno già fi ssato un tariff ario te pattuita con lo stile di vita contemporaneo, ci è entro cui sono stabilite in termini minimi e massi- stata lasciata: stiamo parlando dei ghostwriters. mi le cifre degli anticipi e delle retribuzioni nelle È scomparso l’etimo greco e al suo posto ne è su- varie fasi di bozza. Non solo. Si è già provveduto bentrato uno anglosassone, ma l’espressione risulta a utilizzare ghostwriters di nazioni orientali (i più ancora costruita sull’unione di due parole, la cui se- gettonati sono gli indiani) per risparmiare sulla re- conda, scrittori, permane. A far la diff erenza è dun- tribuzione: rispetto ai colleghi occidentali si otter- que il primo termine: da discorso (logos) a fantasma rebbe un risparmio sino addirittura all’80 percento. (ghost). E in eff etti potremmo quasi ipotizzare che Questa corsa verso est fi nalizzata all’outsourcing a l’evoluzione cui ha assistito questa professione sia da basso costo sta ulteriormente incoraggiando la mac- ricercarsi proprio in questo slittamento linguistico. china degli investimenti editoriali nel mercato degli Nell’Atene del v e del iv secolo a.C., il logografo era scrittori-fantasma. un mestiere riconosciuto dalla polis al punto che, su Fin dal 2001, il New York Times era in grado di necessità, chi poteva permetterselo commissionava aff ermare a quanto sarebbe ammontata la parcel- un discorso giudiziario a eruditi noti e risaputamen- la destinata al ghostwriter incaricato di scrivere le te esperti di oratoria. Oggi invece non solo l’iden- memorie di Hillary Clinton: la cifra si aggirerebbe tità di questi professionisti deve essere oscura, ma intorno ai 500 mila dollari, escludendo ovviamente i sono pagati per comporre davvero di tutto: non più, guadagni post-pubblicazione. o meglio non solo, discorsi di tipo politico o para- Infatti, nel sottoscrivere l’accordo le due parti s’im- politico ma interi libri, semplici racconti, articoli pegnano a rispettare precisi vincoli: l’autore-ombra scientifi ci, biografi e e romanzi. percepisce la somma fi ssata, garantendo di non di- Tutt’altro che rappresentare un fenomeno ombra e vulgare la sua vera paternità sull’opera, e all’autore di per così dire da retrobottega, in realtà, per le dimen- copertina spettano i vari profi tti post-pubblicazio- sioni sempre più importanti che sta assumendo nel ne, essendo egli, tra l’altro, il titolare del copyright. panorama editoriale e letterario, appare una vera e Le contraddizioni generate da questo meccanismo propria moda, ad appannaggio di quanti, o impos- sono evidenti. Innanzitutto la questione dei dirit- sibilitati a comporre di loro pugno o incapaci, si ap- ti: pur spettando all’autore che fi rma tutti i diritti poggiano a queste mani silenziose. editoriali, vanno tuttavia attribuiti al ghostwriter i

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diritti morali, che sono per loro stessa natura ina- Bisogna ricredersi? L’industria della scrittura-fanta- lienabili, come vogliono, tra l’altro, gli articoli 20 e sma, considerate le dimensioni che in questi ultimi 21 L.633/41. anni sta assumendo, pare ci chieda di farlo! «L’autore di un’opera anonima o pseudonima Già nel 2007 Robert Harris aveva dedicato il suo ha sempre il diritto di rivelarsi e di far riconosce- romanzo thriller Il ghostwriter a questo nuovo ste- re in giudizio la sua qualità di autore»: se quindi reotipo culturale, da cui è stato tratto il fi lm L’uomo il vero autore può in qualunque momento riven- nell’ombra, diretto da Roman Polanski e uscito in dicare la sua paternità nel caso in cui terzi dicano Italia nell’aprile 2010. Quando il protagonista del di esserne gli autori, crolla il meccanismo stesso romanzo accetta di comporre le memorie di un pri- che regola la scrittura-fantasma. In questo caso mo ministro britannico uscente è ancora ignaro del- il vero autore recede dall’accordo di non-divul- le sorti in cui era incappato il precedente ghostwri- gazione e s’impegna a restituire la cifra stabilita. ter dell’uomo politico inglese. Ma ormai i giochi son Non appare meno paradossale la posizione dei let- fatti e quel che sarà sarà. tori, che credono di dover attribuire all’autore di co- Solo i tempi diranno se il suo ineluttabile ruolo porterà pertina contenuto e stile della composizione, men- a una qualche forma di professionale autenticità o se al tre non ne conosceranno mai le vere mani. contrario rimarrà appeso al destino di uomo-ombra, Un bello scacco insomma a chi credeva che la scrit- proprio come a noi lettori oggi non resta che rimanere tura venisse da dentro, che fosse aff are di pathos! appesi alla dubbia paternità delle parole che leggiamo!

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 2121 117/04/20147/04/2014 119:11:159:11:15 Segrate si prende aNobii, punta ai dati degli utenti

La Mondadori acquista il social network degli appassionati di libri. Obiettivo: raccogliere informazioni sugli utenti

Francesca Carabini, pagina99, 12 marzo 2014

La notizia dell’acquisizione di aNobii da parte del Ieri mattina, con un tweet di buon’ora c’è stato l’an- Gruppo Mondadori ha invaso la rete: un editore che nuncio di Mondadori, un colpo grosso per l’azien- compra un social network per la lettura. L’annuncio da: un milione di utenti in tutto il mondo, 300 mila si è diff uso fi n da ieri mattina. Ma cosa ha comprato soltanto in Italia, il paese più aff e zionato al sito che realmente Segrate? Certo, il social network, ma so- prende il nome dal tarlo della carta. Il costo del- prattutto le informazioni che contiene sulle abitudi- l’operazione non è ancora noto, ma non dovrebbe ni di lettura di tutti gli utenti. essere esorbitante.

rrs_mar14.indds_mar14.indd 2222 117/04/20147/04/2014 119:11:159:11:15 La rassegna stampa di Oblique | marzo 2014

«Con l’acquisizione di aNo bii» ha dichiarato Erne- ho sentito il bisogno di sapere quali altre persone sto Mau ri, amministratore delegato del gruppo, «la l’avevano letto nella mia città». Ieri, lo stesso Sung nostra strategia di sviluppo nell’area libri si concre- ha dichiarato: «Sono entusiasta di entrare nel Grup- tizza con un’operazione che ben ne rappresenta le po Mondadori. È la casa perfetta per aNobii». caratteristiche: i lettori al centro. Una piattaforma Approdato in Italia nel 2007, aNobii è stato accolto che ci permetta di ascoltare le persone è fondamen- come un paradiso virtuale per gli amanti dei libri. tale per la crescita del digitale nei libri e per la co- Ma la storia della piattaforma è andata peggio- struzione della casa editrice del futuro». rando negli ultimi anni. Dal 2010 il sito ha iniziato D’accordo, i lettori al centro e l’ascolto. Il marketing a presentare diversi problemi tecnici spingendo gli editoriale online è una nuova frontiera, certo. Ma il utenti a spostarsi su altre piattaforme concorrenti cuore dell’operazione sembra essere piuttosto l’alta con le stesse fi nalità come Goodreads, Shelfari, Li- qualità dei dati acquistati. Una rete di «malati» di braryTh ing o Zazie. libri di questi tempi vale eccome. Nel giro di qualche anno aNo bii ha perso molti af- Prima della nascita delle piat taforme di social re- fezionati e ha venduto le sue quote a diversi azio- ading e del l’utilizzo degli strumenti digitali forniti nisti tra cui gli editori Har perCollins, Penguin e dalla rete, per un editore era impensabile riuscire Random House. Fino a perdere la leadership nel a ottenere un riscontro diretto sui libri pubblicati. settore. Oggi è Goodreads il network più utilizzato Il giudizio dei lettori era diffi cile da raggiungere e dagli appassionati della lettura, soprattutto da quelli a parlare erano le statistiche sulle vendite. Il web e dei paesi anglosassoni. Anobii ha aiutato a svilup- i social network hanno avvicinato i lettori crean- pare una conversazione online attorno alla lettura, do una connessione tra gli utenti e mettendo a di- per mettendo agli utenti di condividere le personali sposizione gli strumenti per la condivisione delle preferenze e i giudizi su ogni libro letto e caricato. preferenze. E queste sono informazioni di enorme valore per Non è un momento facile per il settore editoriale, una casa editrice come Mondadori. Si era già assi- in particolar modo in Italia dove le statistiche sulla stito a una manovra simi le quando nell’aprile dello lettura non sono per nulla incoraggianti. Secondo scorso anno Amazon aveva acquisito Goodreads per l’Istat nel 2013 la percentuale dei letto ri è dimi- la somma di 150 milioni di dollari. I dati sulle pre- nuita signifi cativamente passando dal 46 percento del 2012 al 43 percento dell’anno scorso. Mentre i lettori forti, coloro che leggono in media almeno Prima della nascita delle piattaforme di social un libro al mese, ne rappresentano soltanto 13,9 reading e dell’utilizzo degli strumenti digitali forniti percento. Nel frattempo l’introduzione degli stru- dalla rete, per un editore era impensabile riuscire a menti digitali de gli ultimi anni non ha reso sem- ottenere un riscontro diretto sui libri pubblicati. Il plice il lavoro degli editori costretti a rincorrere giudizio dei lettori era diffi cile da raggiungere e a una strategia per far fronte alla crisi. parlare erano le statistiche sulle vendite. Ma cos’è aNobii? In sostanza, un social network svi- luppato nel 2006 da Greg Sung per dare la possibi- lità agli utenti di condividere le loro letture, scrivere re censioni dei libri, creare gruppi di discussione e ferenze di lettura dei lettori forti, che generalmente scambiarsi suggerimenti. Il social reading per mette sono coloro che utilizzano questo tipo di strumen- di trasformare la lettura in un’esperienza di condivi- ti, rappresentano una grande risorsa per chi deve sione. «L’idea di aNobii» dichiarava Greg Sung nel far fronte a un mercato in continua decrescita. E il 2009 «mi è venuta dopo aver letto un libro sul web Gruppo Mondadori ha deciso di puntare al business 2.0. Vivevo a Hong Kong e dei dati.

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 2323 117/04/20147/04/2014 119:11:159:11:15 Strega, un premio piccolo Piccolo?

L’autore Einaudi è il vincitore predestinato. Ecco perché

Silvia Truzzi, il Fatto Quotidiano, 13 marzo 2014

«Ritenendo defi nitivamente chiusa epoca premi «Lo fi rma il vincitore di quell’edizione, Tommaso letterari rinuncio al premio perché non mi sento Landolfi , autore di proverbiale riservatezza, che usa di continuare ad avallare con il mio consenso isti- soltanto tre parole: “Deploro mia assenza”. Se nep- tuzioni ormai svuotate di signifi cato». Mittente: pure letterati della loro autorevolezza sono riusciti a (cui è stato intitolato, post mortem sconfi ggere premiopoli, non credo che lo farà mai un premio letterario, seppur per esordienti). Desti- nessuno. Con grande soddisfazione dei reparti com- natario: il premio Viareggio. Siamo alla fi ne degli merciali e di marketing». Infatti, siamo sempre qui anni Sessanta, premiopoli è al suo apice. Un tele- e sì, state leggendo un articolo sul premio Strega: gramma – racconta Andrea Kerbaker nel suo nuovo del resto è marzo e insieme alla natura si risvegliano Breve storia del libro (a modo mio), appena uscito per anche gli appetiti degli editori. Ponte alle Grazie – arriva anche nel 1975 al premio Di seguito breve riassunto delle strategie 2014. Ei- Bagutta. naudi candida , con Il desiderio di

rrs_mar14.indds_mar14.indd 2424 117/04/20147/04/2014 119:11:159:11:15 La rassegna stampa di Oblique | marzo 2014

essere come tutti (anzi Tutti, in maiuscolo). Il libro di tante». Per non lasciare nulla al caso, la casa editrice Piccolo, autore casertano stimato quanto poliedrico del gruppo Rcs ha stampato Il padre infedele con una (scrive anche per la tivù e il cinema), è da mesi il vincito- fascetta fi rmata da Walter Siti: chissà che non porti re annunciato. Le ragioni sono molte: editore giusto, bene. Poi ci sono anche gli altri, e non sono pochi. il potente Struzzo, libro politico, autore autorevole. L’informato Aff aritaliani.it sta monitorando i po- Dunque, direte voi, Mondadori salterà un giro, per tenziali sfi danti: Giuseppe Lupo, autore di Viaggia- non ostacolare la sorellina sabauda. Invece no: Se- tori di nuvole (Marsilio), Giuseppe Catozzella con grate ci sarà, precisamente con Lisario o il piacere Non dirmi che hai paura (Feltrinelli), Marco Magini infi nito delle donne di Antonella Cilento, libro di cui autore di Come fossi solo (Giunti), Alice Di Stefano si può dire poco perché non è ancora uscito. Si sa con Publisher (Fazi), Paolo Piccirillo con La terra che è la storia di una giovinetta bella e muta, nella del sacerdote (Neri Pozza), Francesco Pecoraro che Napoli seicentesca. Naturalmente questo non signi- presenta La vita in tempo di pace (Ponte alle Grazie). fi ca aff atto che i voti di Mondadori saranno negati a Ma se Piccolo ha già vinto, perché gli altri parteci- Piccolo. E i «nemici» di Rcs? pano? «È vero che da mesi Piccolo è il vincitore an- L’aff are qui si complica. L’anno scorso ha vinto un nunciato,» spiega Luigi Spagnol, direttore editoriale autore Rizzoli – Walter Siti – dunque quest’anno sarà di Ponte alle Grazie e amministratore delegato del diffi cile fare il bis. Pare che Elisabetta Sgarbi – diret- gruppo Gems, «ma è giusto partecipare allo Strega, tore editoriale di Bompiani – avesse intenzione di far che resta la vetrina più importante. La speranza, si correre Il dolore pazzo dell’amore di Pietrangelo Butta- sa, è l’ultima a morire e noi ci presentiamo con un fuoco. Tra i cui pregi c’era, anche, di avere uno stile e titolo di cui siamo molto convinti». un linguaggio completamente diversi dal romanzo di Già, lo Strega vale – o forse valeva – almeno 40 mila Piccolo. Pare che il veto su Buttafuoco l’abbia messo copie per il vincitore. E a volte anche per gli altri direttamente Casa Bellonci, che non voleva né Butta- della cinquina: altro che maturità, la fascetta è tutto. fuoco né Aurelio Picca (che si era comunque sottrat- Specie in questi anni bui di crisi economica in cui to, rifi utandosi di fare la vittima sacrifi cale). le vendite in libreria sono crollate e quelle digitali Risultato? Candidato uffi ciale Bompiani è Il padre non sono ancora decollate. E poi lo Strega è anche infedele di , storia di ordinaria con- uno degli ultimi luoghi in cui gli intellettuali italiani fl ittualità post partum: «Avevamo cominciato a non hanno una qualche voce in capitolo, dunque tutti gli essere più una coppia un attimo dopo essere divenu- anni c’è qualcosa di triste e insieme divertente nel ti una famiglia». Scelta singolare per molte ragioni. vedere gli editori contendersi i voti come farebbero L’autore ha gareggiato nel 2009, perdendo in fi nale le aspiranti Miss Italia. con per un solo voto: sconfi tta che Pare siano già partiti i pranzi, le telefonate, le cam- brucia ancora e che rischia di ripetersi. Il libro, non pagne di conquista. Bisogna dire che la Fondazione sfugge, è pericolosamente simile per il tema trattato Bellonci sta provando a rendere il più possibile tra- a La separazione del maschio (2008), fortunatissimo sparente il voto, ma siamo comunque tra amici degli titolo einaudiano. Chi era l’autore? Francesco Picco- Amici. È sempre lo stesso fi lm, che fi nisce ai primi lo. Non trattasi di omonimia: il destino è in agguato, di luglio con un assalto al buff et romano allestito al Scurati lo sa. Citando Il padre infedele (pagina 24): Ninfeo di Villa Giulia che fa impallidire La grande «All’epoca gli scrittori casertani “molto sofi sticati” bellezza. In un’intervista a questo giornale, Manlio cominciavano a essere di moda». Al giochino del Cancogni (che vinse lo Strega nel 1973) ha detto: vincitore annunciato non vuol starci – naturalmente «Il premio era nato tra il ‘43 e il ‘45 come tentati- – Elisabetta Sgarbi, direttore editoriale di Bompia- vo di resistenza culturale». Che cosa rimane di quel ni: «Non c’è niente di scontato, anche se Piccolo è tentativo? L’anno scorso ha vinto Resistere non serve un autore importante che ha scritto un libro impor- a niente.

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 2525 117/04/20147/04/2014 119:11:159:11:15 Narroprogrammatore

Vikram Chandra. Creare per un computer è come costruire romanzi. Che però vivono d’ambiguità

Serena Danna, La Lettura del Corriere della Sera, 16 marzo 2014

Adesso è chiaro perché quei giovani programmato- Sostiene che il lavoro da programmatore l’abbia aiutata ri informatici tra i protagonisti di Amore e nostalgia nell’attività di romanziere. In che senso? a Bombay sono così realistici. Vikram Chandra, 52 I codici informatici dimostrano quanta complessi- anni, uno dei più importanti esponenti della lette- tà possa emergere da gesti molto semplici. La co- ratura indiana in lingua inglese, il programmatore struzione di una rete articolata, che avviene grazie a l’ha fatto davvero. E conosce talmente bene l’uni- poche e precise azioni, è qualcosa che appartiene al verso di codici, errori e computazione da aver scelto romanzo. Naturalmente né il programmatore, né il per il suo debutto nella saggistica un libro dedicato narratore dovranno mai svelare al pubblico lo sforzo all’informatica. Geek Sublime, appena uscito in In- compiuto per arrivare alla superfi cie interattiva. La ghilterra, è un racconto chiaro e molto originale – il forma dell’oggetto dovrà apparire inevitabile e rag- Guardian l’ha defi nito «memoir tecno-artistico» – in giunta senza sforzo. cui si mischiano principi di programmazione, teorie del linguaggio ed estetica. Raggiungiamo Chandra Cosa hanno in comune informatici e scrittori? via Skype a Berkeley, California, dove insegna scrit- Entrambi hanno a che fare con il linguaggio, ma tura creativa. in maniera molto diversa: nella programmazione l’ambiguità può portare al disastro. Quando scrivi Cominciamo dall’origine della sua passione per l’infor- codici il linguaggio deve essere completamente ed matica: era un adolescente nerd? esclusivamente denotativo. Nel linguaggio poetico, Decisamente, anche se allora non conoscevo la pa- al contrario, viene introdotta e utilizzata una voluta rola. In India venivo defi nito «topo da biblioteca» ambiguità, un’implicazione che – stando alla tradi- perché la lettura ossessiva era il modo in cui espri- zione classica degli esteti indiani e ai teorici del lin- mevo il mio essere nerd. Non facevo altro che leg- guaggio – è sempre stata oltre qualsiasi possibilità di gere, ma i libri erano davvero cari a Mumbai negli denotazione. La poesia parla attraverso ciò che non anni Settanta, così dovevo puntare sui prestiti degli dice, grazie a una risonanza che gli studiosi chiama- amici o delle biblioteche. Negli Stati Uniti, durante no dhvani, vibrazione, riverbero. Questa diff erenza il liceo, ho fatto qualche lezione di informatica ma porta a un’obiettiva diff erenza nel loro lavoro di tutti la svolta è arrivata dopo: studiavo sceneggiatura alla i giorni. Spesso i geek amano defi nirsi artisti. Biso- Columbia University di New York e cercavo di scri- gna andarci piano… vere il primo romanzo. Non avevo soldi, così trovai un lavoro in uno studio medico: il mio compito era Programma ancora? trascrivere e catalogare le ricette. Cominciai a scri- Occasionalmente e non quanto vorrei, eppure i com- vere programmi per facilitare il processo. puter restano, insieme alla scrittura, la mia grande

rrs_mar14.indds_mar14.indd 2626 117/04/20147/04/2014 119:11:159:11:15 La rassegna stampa di Oblique | marzo 2014

passione. Non è un caso se nel periodo più diffi cile L’ostilità dichiarata della classe intellettuale, con scrit- della mia carriera, è stata l’informatica a darmi il so- tori e accademici che non perdono occasione per schie- stegno economico e morale per farmi andare avan- rarsi contro le conseguenze nefaste del web, ha secondo ti. Mi sento davvero fortunato per il fatto di vivere lei contribuito al dominio culturale e sociale delle grandi quest’epoca: l’umanità sta cambiando a una velocità aziende di internet? unica nella storia. Programmare è un piacere, ma Non c’è dubbio, credo però che come la classe cul- è anche un aiuto prezioso per capire pienamente il turale del mondo occidentale stenti a capire la ri- mio tempo, il mio mondo e me stesso. voluzione in corso, i vari Mark Zuckerberg e Jeff Bezos non ne comprendano davvero le implicazioni Eppure nel mondo intellettuale si riscontrano le mag- e le conseguenze. È rischioso, ma fa parte della na- giori ostilità nei confronti della rivoluzione informa- tura stessa delle rivoluzioni: sfuggono al controllo tica. Il suo collega Jonathan Franzen è un fi ero rappre- dei progenitori e prendono strade che vanno oltre le sentante della categoria. loro idee e follie. Siamo tutti stranieri in questa nuo- Credo che molte persone siano terrorizzate per- va terra, nativi sono solo i nati in questi anni. Come ché il mondo in cui sono cresciute non esiste più. ha sottolineato lo scienziato Alan Kay: «Tecnologia Succede sempre quando c’è un cambiamento ra- è tutto ciò che è stato inventato dopo la tua nascita, dicale. All’inizio della rivoluzione della stampa, il resto è solo roba». Quando i neonati di oggi saran- che consentì la riproduzione meccanica di testi e no uomini percepiranno il loro ambiente come «solo l’educazione di massa, c’erano le stesse paure per roba» e ci guarderanno come noi guardiamo oggi i la perdita di intimità, credibilità e rigore. «Adesso nostri nonni che annaspano con la televisione. tutti possono pubblicare i libri», dicevano. Teme- vano che i fi gli potessero leggere di nascosto libri Da programmatore, come vede il futuro del web? piccanti a letto… Allora si scatenò il «panico da La crescente interattività è una progressione natu- stampa», adesso siamo nel pieno «panico da inter- rale. Più interessante ma decisamente più diffi cile net». Gli uomini che hanno più paura del cambia- è l’evoluzione del web semantico, dove le informa- mento sono quelli a loro agio con il «regime» che zioni non sono più un insieme di testi ma un meta- internet sta scardinando, per semplifi care: maschi linguaggio universale che permette al mio program- bianchi di mezza età e di classe sociale medio-alta. Tendono a guardare con nostalgia a un sistema di produzione e di potere che escludeva automati- camente le masse e rimpiangono il periodo in cui scrittori e intellettuali erano considerati star cultu- «Io ho un modello completamente differente rali, decisori dei gusti del popolo. Per loro quella nella testa: nulla muore ma tutto si reincarna e doveva essere una specie di età dell’oro. Invece se trova nuove forme di espressione.» guardo indietro vedo solo schiavitù, colonialismo, distruzioni di manoscritti ed emarginazione. Io ho un modello completamente diff erente nella testa: nulla muore ma tutto si reincarna e trova nuove forme di espressione. Pensiamo solo a quante volte ma di usare i tuoi dati e viceversa. Ovviamente per è stato dichiarato morto il romanzo: gli annunci riuscirci avremmo bisogno di vocabolari e ontolo- sono cominciati negli anni Sessanta, e circa ogni gia condivisi: questo non può avvenire in maniera sei mesi, qualche uomo saggio lo dichiara morto. verticistica, così il web semantico rischia di restare E invece mai tanti romanzi sono stati scritti e letti un’utopia. Ma è comunque una buona direzione da nella storia dell’umanità come in questi anni. prendere.

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 2727 117/04/20147/04/2014 119:11:159:11:15 Addio a Segre, cercava la verità nella letteratura

Il grande fi lologo è morto ieri a Milano. Curò l’edizione critica dell’«Orlando furioso» e della «Chanson de Roland». Era stato appena pubblicato il Meridiano con i suoi scritti

Paolo Mauri, la Repubblica, 17 marzo 2014

È particolarmente doloroso dare l’addio a Cesare Se- Una volta, nel volumetto autobiografi co intitola- gre, scomparso ieri a Milano. Avrebbe compiuto 86 to Per curiosità ( Einaudi, 1999), Segre raccontò anni il 4 aprile. La sua uscita di scena suggella un’epoca che gli era capitato di partecipare ai convegni dei gloriosa della nostra cultura letteraria fatta di concrete fi lologi romanzi – questa era allora la sua qualifi - imprese rinnovate dalle fondamenta, edizioni critiche ca – tutti un po’ paludati e iperaccademici persino di grandi classici, profonde meditazioni teoriche e raf- nel modo di vestire e di salutarsi, ma presto i suoi fi nati «esercizi» di lettura, per usare un termine usuale interessi si sarebbero diretti verso la semiologia, una in Contini e che certo a Segre non dispiacerebbe. E disciplina che aveva radici anche antiche, ma di per un riconoscimento del suo ruolo fondamentale è rap- sé nuovissima e – diremmo oggi – un po’ «casual» presentato dal recente Meridiano a lui dedicato, in cui nel presentarsi al mondo. Curiosamente fu un al- compare una sorta di «istruzioni per l’uso» (Ragioni di tro celebre Debenedetti, Giacomo, che negli anni una scelta) dello stesso Segre, contributo alla critica del Sessanta lavorava al Saggiatore, a chiedere a Segre proprio lavoro che ha un precedente illustre nell’inter- di organizzare una specie di inchiesta sullo struttu- locutore-avversario Benedetto Croce. ralismo che allora stava diventando molto di moda Costretto da ragazzo a subire le traversie che le specie in Francia. Debenedetti non era uno struttu- leggi razziali imposero agli ebrei, Cesare, che era ralista, né sarebbe diventato un semiologo, ma era nato a Verzuolo, presso Saluzzo nel ’28, si trovò molto attento a quanto di nuovo andava accadendo. giovanissimo a fare da aiutante-segretario di San- L’inchiesta uscì nel ’65 a corredo del catalogo del- torre Debenedetti, suo zio, fi lologo di chiara fama la casa editrice, coinvolgendo personaggi del cali- sospeso dall’insegnamento perché ebreo. Fu la sua bro di Starobinski, Jakobson, Friedrich e Barthes. vera scuola, sicché si ritrovò poi all’università con Nello stesso periodo Segre, insieme a Maria Corti, una preparazione invidiabile: era come se fosse nato D’Arco Silvio Avalle e Dante Isella, dava vita alla fi lologo e tale si fosse poi confermato discutendo la rivista Strumenti critici pubblicata da Einaudi: il ti- tesi di laurea con Benvenuto Terracini. A ventisei tolo si ispirava alla raccolta di Gli anni era già in cattedra a Trieste, quasi coetaneo dei strumenti umani, e fu un punto di incontro molto suoi allievi e professore sarebbe rimasto tutta la vita, fecondo per dare alla critica letteraria un nuovo sta- soprattutto a Pavia, ma anche in molte eccellenti tuto e all’edizione dei testi una disciplina molto più università straniere. L’interesse per la prosa italiana articolata. A Segre toccò occuparsi, tra l’altro, dell’e- delle origini e per il plurilinguismo che è caratteri- dizione di Ariosto, un autore che aveva in qualche stica dei «macaronici» sfociò nel volume Lingua, sti- modo ereditato dallo zio Santorre. Non posso qui le e società (Feltrinelli, 1963), titolo che mi è sempre raccontare né la genesi delle nuove edizioni critiche, parso un po’ l’emblema di tutta la sua ricerca. in gran parte di discendenza continiana, né il gran

rrs_mar14.indds_mar14.indd 2828 117/04/20147/04/2014 119:11:159:11:15 La rassegna stampa di Oblique | marzo 2014

mare di lavori messi a punto da Segre e dai suoi col- smentiva certo l’assunto del precedente, ma ne tem- leghi e amici, perché bisogna dire che tra di loro ci perava le asprezze e dava corso a letture importanti, fu un’intesa forte e spesso fortissima e un muoversi su , Gadda, Sereni, . spesso parallelo. Con Maria Corti, Segre fi rmò an- Il medievista Segre da tempo non trascurava più che un volume dedicato ai Metodi attuali della critica i suoi contemporanei: aveva anche collaborato in Italia (Eri, 1970), che nasceva da una serie di le- alla Letteratura italiana diretta da Alberto Asor zioni radiofoniche e testimoniava la grande ricchez- Rosa e da tempo scriveva sui quotidiani: prima za, la pluralità delle letture critiche applicate in que- la Stampa, poi il Giorno e infi ne – e per moltissimi gli anni. Chi può dimenticare l’esame di Gli orec- anni – il Corriere della Sera. Né il suo campo d’azio- chini di Montale allestito da D’Arco Silvio Avalle? ne si limitava alla letteratura italiana, ma spaziava Anche Segre si sarebbe occupato di Montale: lon- dalla Francia alla penisola iberica e alle Americhe. tanissimo dalla letteratura contemporanea, avrebbe Viaggiava volentieri Cesare, ma, come ha ricorda- conosciuto Montale grazie a Contini e presto ne to, sempre in luoghi dove ci fosse un buon centro sarebbe diventato amico, come amici di Montale di cardiologia, da quando aveva avuto un infarto. furono anche Isella e la Corti, a parte le divergenze Nel già citato libro autobiografi co Per curiosità, chi sulle poesie postume. Ma l’incendio della discussio- ne ha voglia potrà trovare i dettagli di un lungo ne teorica e dell’applicazione dei nuovi metodi era percorso aff rontati con grande verve narrativa. La destinato a spegnersi abbastanza presto e Segre lo stessa che anima le Dieci prove di fantasia (Einau- avrebbe registrato nel volume einaudiano (1993) in- di, 2010) in cui un grande studioso manomette per titolato Notizie dalla crisi che si poneva fi n dal sot- parodia testi e personaggi celebri di epoche diverse, totitolo la domanda: dove va la critica letteraria? «La da Gano di Maganza a Charles Bovary, che prende critica», scriveva Segre, «che fu egemone dagli anni carta e penna e rivela a Flaubert di non essere aff at- Sessanta agli Ottanta aveva, tra le altre ambizioni, to quello scioccone che lui pensava. Lettore sottile, quella della totalità. Ogni nuovo procedimento o Segre gioca qui la carta dell’ironia, che era poi un punto di vista trovava il suo posto in un sistema. tratto distintivo della sua conversazione, sommessa Oggi la seduzione della totalità è appassita e ci si ed elegante. può inoltrare nella foresta letteraria seguendo sia la segnaletica uffi ciale, sia richiami d’altro genere: l’importante è raggiungere in qualunque modo una qualche gratifi cante, o esaltante, comprensione». La «Oggi la seduzione della totalità è appassita «foresta letteraria» fa pendant con il «bosco narrati- e ci si può inoltrare nella foresta letteraria vo» delle lezioni americane di . seguendo sia la segnaletica uffi ciale, sia richiami La verità, a me pare, è che l’aspirazione alla totalità d’altro genere: l’importante è raggiungere in franasse un po’ dappertutto perché «lingua, stile e qualunque modo una qualche gratifi cante, società» – per usare ancora il titolo di Segre – vanno o esaltante, comprensione.» fatalmente insieme e dunque interagiscono. Quel- la che doveva essere una rivoluzione copernicana si rivelò dunque una avventura dai percorsi molto frantumati quando non addirittura opposti. Si face- va intanto strada la lezione di Lotman e della scuola di Tartu, che subito interessò Maria Corti e Segre: orizzonti nuovi si aprivano. Otto anni dopo le Noti- zie dalla crisi, Segre pubblicò un nuovo volume in- titolato Ritorno alla critica (Einaudi, 2001) che non

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 2929 117/04/20147/04/2014 119:11:159:11:15 Cavallero (Mondadori Libri): «Non prevediamo ricavi da aNobii per i prossimi 3 anni, ma…» Antonio Prudenzano, Affaritaliani.it, 18 marzo 2014

Ecco come il primo gruppo librario italiano proverà Gli utenti attivi in Italia sarebbero 200 mila… a rilanciare aNobii, ed ecco chi sono gli «anobiiani» E veniamo alle novità in arrivo: a giorni su aNo- bii verrà aperto un blog: «L’obiettivo è cominciare un dialogo diretto con gli iscritti (300 mila solo in Inutile provare a chiedere al numero uno di Mon- Italia ma a quanto ci risulta sarebbero circa 200 mila dadori Libri Riccardo Cavallero quanto è costata a quelli attivi) per capire quali sono le esigenze degli Segrate l’acquisizione di aNobii, social network de- utenti e le modifi che più urgenti da apportare per dicato ai libri fondato nel 2006 da Greg Sung. Ma migliorare il social network. quando, al termine dell’incontro milanese in cui Mondadori ha spiegato come proverà a rilanciare «Investimenti sul mobile» aNobii (presenti, oltre a Cavallero, anche Edoardo Arrivato a Milano da Hong Kong (dove resterà Brugnatelli, chiamato da Mondadori a seguire il pro- la sede di aNobii, anche se a Milano Brugnatelli getto, Greg Sung e Federico Rampolla, responsabile sta formando un team, che a regime sarà formato per l’area Digital Innovation di Segrate), Affarita- «da una ventina di professionisti»), Greg Sung ha liani.il ha chiesto al direttore generale Libri Trade ammesso che negli ultimi anni lo sviluppo del sito del primo gruppo librario italiano quali saranno le si è fermato: «Il portale va reso più veloce. Inoltre, fonte di ricavi per aNobii, Cavallero non ha avuto la piattaforma deve essere aperta alle altre. E soprat- problemi a rispondere che «Mondadori non prevede tutto, dobbiamo crescere sul mobile e sviluppare da quest’acquisizione ricavi per i prossimi tre anni». nuove app. Per noi» ha sottilineato Sung «questa è Anzi, «ha programmato delle ulteriori spese, pari una rinascita». Il creatore di aNobii, tra l’altro, non a diverse centinaia di migliaia di euro, per migliorare è preoccupato dalla concorrenza di colossi come Fa- dal punto di vista tecnologico il social network». Ric- cebook e Twitter, anzi: «Ci aiutano a far conoscere cardo Cavallero ha poi aggiunto: «L’obiettivo è far sì di più aNobii. E comunque, dalle nostre ricerche ri- che aNobii torni a essere percepito come uno spazio sulta che chi viene su aNobii lo fa perché sa che da autorevole dai lettori forti e dagli addetti ai lavori». noi non troverà le distrazioni che invece sono ine- E ancora: «Non dimentichiamoci che questo social vitabili su Facebook, e potrà concentrarsi solo sulla network viene divulgato in una decina di lingue, e sua passione per la lettura». che per noi avrà una ricaduta positiva anche dal punto di vista internazionale». Ecco chi sono gli anobiiani L’incontro milanese è servito anche a ottenere una «Ci aiuterà a capire come si muovono i gusti dei lettori» serie di informazioni sugli utenti del social network Durante l’incontro alla libreria Mondadori di piaz- («giovani, istruiti, equamente suddivisi tra uomini za Duomo la domanda è rimasta nell’aria per tutto il e donne»), che in totale sono circa un milione nel tempo: cosa guadagna Mondadori da quest’operazio- mondo: il 45,2 percento arriva dall’Italia, il 16,4 ne per cui non prevede ricavi nel prossimo triennio? percento dall’India, il 9 percento da Taiwan, il 5,4 A rispondere ci pensa Brugnatelli: «Al gruppo Mon- percento dall’Argentina e il 3,9 percento dalla Spa- dadori aNobii non serve a vendere, ma a capire come gna (il resto va sotto la voce «altro»). E come mai si muovono i gusti dei lettori, per calibrare meglio i sono assenti gli Usa? Ammette Greg Sung: «Lì ab- nostri piani editoriali sul medio-lungo periodo». biamo tanti concorrenti». Goodreads su tutti.

rrs_mar14.indds_mar14.indd 3030 117/04/20147/04/2014 119:11:159:11:15 Downtown Zusak Oscar Cosulich, l’Espresso, 20 marzo 2014

Il suo libro ha venduto 8 milioni di copie. possono sfuggire all’orrore nazista che li circonda. E l’autore della serie tv cult ora ne fa un fi lm «Il mio romanzo sfi ora le 600 pagine ed è decisa- mente dark,» spiega Zusak «la voce narrante è quella della Morte, disgustata e terrorizzata dal comporta- «Questo libro per me signifi ca molto: ho passato tre mento degli uomini durante il nazismo. Sapevo fi n anni interi a scriverlo, lavorandoci ogni giorno, poi dall’inizio che, per portarlo al cinema, avrei dovuto ce ne sono voluti altri nove perché trovassi qualcuno mettere da parte il mio ego e prendere atto che, se il che, otto anni fa, lo pubblicasse. Ovvio quindi che romanzo è “mio”, il fi lm è decisamente “loro”. Non non me la sentissi di essere coinvolto più di tanto potevo certo imporre la voce narrante “fuori campo” dal fi lm. Lo scrittore australiano Markus Zusak, 39 della Morte per il 99 percento del fi lm: letteratura e anni a giugno, spiega così il suo legame viscerale col cinema sono mezzi espressivi con regole diverse. Per romanzo Th e Book Th ief (in Italia edito da Frassinel- questo ho cercato di non interferire mai, andando li come Storia di una ladra di libri). Pubblicato nel sul set solo tre o quattro volte». 2005, è un bestseller che, nel mondo, ha venduto Non è comunque una presa di distanza dal fi lm più di 8 milioni di copie e ora è diventato il fi lm quella dell’autore che, conscio del fatto che «il ro- omonimo diretto da Brian Percival, noto soprattut- manzo si rivolge a un pubblico adulto, mentre il fi lm to per la fortunata serie tv Downton Abbey. Il fi lm ha è pensato per una platea più vasta», è comunque en- il suo punto di forza nello straordinario trio di pro- tusiasta di come i suoi personaggi abbiano preso vita tagonisti formato da Geoff rey Rush, Emily Watson sullo schermo: «La prima volta che ho visto i pro- e la giovanissima attrice canadese Sophie Nélisse tagonisti mi sono commosso, la loro bravura è stra- (era Alice in Monsieur Lazhar di Philippe Falar- ordinaria» spiega Zusak. «Geoff rey Rush e Emily deau), uscito lo scorso novembre negli Stati Uniti, Watson sono riusciti a cogliere perfettamente lo arriva ora in Italia il 27 marzo distribuito dalla Fox. spirito che anima i personaggi e si sente la gran- Il romanziere accetta di parlarne a l’Espresso «prima de scuola teatrale nelle loro performance. Geoff rey di rinchiudermi in casa, non rispondere più né alle con me è stato molto gentile, mi ha detto che usava mail, né al telefono e dedicarmi solo alla scrittura di continuamente il libro come guida per la psicologia Bridge of Clay, su cui sono al lavoro già da dieci anni». del personaggio», conclude l’autore, «è stato molto Storia di una ladra di libri racconta le vicende del- bello sentire l’aff etto di tutte quelle persone sul set la piccola Liesel Meminger (Nélisse), affi data dalla che trattavano me e il mio libro come fossimo vecchi madre ai coniugi Hans (Rush) e Rosa Hubermann amici. Mi colpiva vedere così tanta gente al lavoro (Watson). Liesel non sa leggere né scrivere, ma im- nel dar vita alle mie parole». Non sembra però che para a farlo grazie all’aiuto del padre adottivo, in l’esperienza, al momento, spinga Zusak a tentare la lunghe notti trascorse insieme a studiare. L’amore via della sceneggiatura, o della regia cinematografi - per la lettura le fa superare la diffi denza verso Max ca. «Non ci penso nemmeno» puntualizza. «Come (Ben Schnetzer), giovane ebreo tedesco che i genito- scrittore sono responsabile unico di quello che fac- ri adottivi nascondono in cantina. Liesel e Max leg- cio, la mattina porto a spasso i miei cani e provo ad gono i romanzi che lei salva dai roghi nazisti e ruba alta voce i dialoghi che poi scriverò, non devo ren- dalle biblioteche. È solo grazie al mondo immagi- dere conto a nessuno. Non ho nessuna intenzione di nario in cui si rifugiano con la lettura che i ragazzi cambiare mestiere».

rrs_mar14.indds_mar14.indd 3131 117/04/20147/04/2014 119:11:159:11:15 Lettori in caduta libera, il nostro defi cit è culturale Laura Margottini, pagina99, 23 marzo 2014

di quanto si spendeva nel 2011. Gli acquirenti sono Al sud solo 3 persone su 10 leggono un libro. Ma non per la maggior parte diplomati e laureati, risiedono va meglio nel resto del Paese. In Italia tra il 2011 e il tra il Nord e il Centro Italia, hanno un profi lo gio- 2013 c’è stato un calo medio dal 49 al 43 percento vane (25-34 anni) e sono, appunto, in maggioran- del numero di lettori. Solo i ragazzi fra i 14 e i 19 anni za donne. Mentre lo zoccolo duro degli acquirenti, mettono qualche speranza quelli che da soli hanno comperato il 36 percento di tutte le copie vendute in Italia nel 2013, sono solo il 4 percento della popolazione, tra i 24 e i 34 anni. «Chi ha più denaro legge più libri, o chi legge più La maggior parte dei libri vengono acquistati in li- libri fa più denaro?» ha commentato con un tweet breria (il 35 percento), il 18 percento in supermer- provocatorio Daniele Pinna, agente letterario, i dati cati, il 17 percento in edicola e solo l’11 percento in 2013 sull’acquisto e la lettura dei libri nel nostro pa- internet. Tra i libri letti, solo il 17 percento proviene ese, commissionati dal Centro per il libro e la lettura dalle biblioteche, a indicare che anche questi spazi (Cepell) all’agenzia di rivelamento Nielsen e presen- sono frequentati sempre di meno. Il numero dei let- tati ieri a Roma. Dati a cui la rete sembra prestare tori è passato dai 25,3 milioni del 2011 ai 22,4 del molta attenzione, a giudicare dai commenti sui social 2013. network che girano da ieri. «Il problema dell’Italia è una politica di diff usio- Numeri che fotografano una nazione spaccata a ne dell’abitudine a leggere libri capillare e radicale. metà e, in generale, sempre meno aff ezionata alla Ma sono cose che costano» ha detto Gian Arturo lettura, soprattutto se si guarda alle fasce più a basso Ferrari, presidente del Centro per il libro e la let- reddito. Inoltre, emerge che si leggono più libri al tura (Cepell), ai microfoni di Radio24. «Se l’aves- Centro-Nord, mentre al Sud solo 3 persone su 10 simo sostenuta nel passato avrebbe avuto un costo lo fanno. In generale, tra il 2011 e il 2013 c’è stato più sopportabile di quello che avrebbe oggi. Tut- un calo medio dal 49 al 43 percento del numero di tavia prima o poi bisogna iniziare». I commenti di lettori, e dal 44 al 37 percento di quello degli ac- Ferrari, però, non sono piaciuti ad alcuni, che lo quirenti. Ma tra tante percentuali sconfortanti nel hanno attaccato con una serie di tweet al vetriolo. rapporto Nielsen, si nasconde qualche piccola per- Una polemica che si trascina dallo scorso ottobre. la che perlomeno fa sperare nel futuro. Perché dal In occasione della edizione 2013 della Fiera del li- rapporto emerge che la fascia di lettori più forte in bro di Francoforte, sul Corriere della Sera Ferrari assoluto è quella dei ragazzi tra i 14 e 19 anni, dove i aveva scritto un duro editoriale contro l’editoria. lettori si attestano al 60 percento. Seguita dalle don- «Gli italiani hanno abbandonato gli investimenti ne – 48 percento contro il 38 percento degli uomini all’estero e dall’estero nessuno investe in Italia». – più numerose anche sul fronte degli acquisti: il 41 Aff ermazioni che non sono piaciute ai critici che, percento contro il 33 percento. Nielsen mostra un in alcuni casi, hanno chiesto perfi no le dimissioni paese in cui, nel 2013, il 37 percento della popola- di Ferrari, dal momento che l’ente ministeriale che zione ha acquistato almeno un libro nel 2013 – 19,5 presiede – il Cepell – è chiamato a trovare soluzio- milioni di individui contro i 22,8 del 2012 – per un ni al problema del sempre più fl ebile interesse alla totale di 112 milioni di copie vendute e con una lettura degli italiani. E non solo limitarsi a consta- spesa media di 57,47 euro – il 9 percento in meno tarne gli eff etti.

rrs_mar14.indds_mar14.indd 3232 117/04/20147/04/2014 119:11:159:11:15 Io & Hrabal. Ho tradotto il re di Praga

I racconti non pubblicati, i giri di birra, una serata con Havel e una falce fatale. Tra ricordi, fotografi e e aneddoti un ritratto del grande scrittore a cent’anni dalla nascita

Giuseppe Dierna, la Repubblica, 23 marzo 2014

La carta è parecchio ingiallita, ma forse era gialla Un trucco per aggirare la censura? La prima di una già allora, nel ’59: c’era ancora penuria di carta, in lunga serie di provocazioni linguistiche? Chissà… quel fi nire degli anni Cinquanta, nella Cecoslovac- Intanto, però, lo scandalo seguito alla pubblicazio- chia non ancora pienamente destalinizzata (anzi: ne del romanzo I vigliacchi di Josef Škvorecký (con in realtà solo molto parzialmente), e per le bozze corollario di licenziamenti e copie ritirate – benché di stampa non si sprecava certo quella buona. Le tardivamente – dalle librerie) spinge la casa editrice correzioni, le aggiunte, sono però lì, tracciate con a bloccarne la pubblicazione e a smontare i piombi, la riconoscibilissima calligrafi a un po’ tremolante per cui di quel libro avanzano oggi solo quelle boz- di Hrabal. Era il suo primo libro di racconti (anzi: ze che Hrabal mi aveva regalato sul fi nire degli anni avrebbe dovuto esserlo), dal titolo suffi cientemente Ottanta, durante uno dei molti pomeriggi passati bizzarro da far da presentazione a uno scrittore a dir assieme («del resto sono più utili a lei che a me»). poco anomalo per l’epoca: L’allodola sul fi lo, titolo Se si escludono i due racconti usciti nel ’56 – in senza alcun apparente legame con ciò che c’era nei 250 copie – come allegato al Bollettino dell’asso- racconti. ciazione dei bibliofi li cechi, iniziava così la carriera

rrs_mar14.indds_mar14.indd 3333 117/04/20147/04/2014 119:11:159:11:15 uffi ciale di scrittore , il maggior Sì, il trentenne Hrabal, già con un copioso passato da narratore ceco della seconda metà del Novecento, poeta inedito (frutto della lettura di poetisti cechi e nato in Moravia il 28 marzo di cent’anni fa, giusto surrealisti francesi) e da pochi anni fi nalmente laure- tre mesi prima dell’attentato a Sarajevo (e quindi atosi in legge (l’occupazione tedesca aveva avuto tra ancora all’interno dell’impero austro-ungarico). E, le altre conseguenze anche la chiusura delle universi- oltretutto, quello non era neanche il primo libro tà), fi nisce a lavorare alle acciaierie Poldi, la Poldinka che gli smontavano bello e impaginato. La cosa come la chiamavano aff ettuosamente gli operai, picco- lo inferno dall’incidente facile, dove – come leggiamo nello splendido poemetto La bella Poldi (1950), che ne mitizza i contorni – «Dio guida l’ambulanza e da solo «Un uomo che ritiene di essere nato per raccoglie gli angeli spezzati e li trasporta nella notte». E diventare scrittore deve imparare a diventare quella breve esperienza (tre anni, fi no a un incidente sul un occhietto di diamante in movimento, lavoro che toglie di mezzo anche lui) segnerà non solo deve imparare a montarsi un nastro la sua scrittura ma soprattutto il suo modo di guardare. di registratore nel cervello.» Alcuni anni più tardi, ricordandosi forse di André Breton che aveva parlato dei poeti come di «apparec- chi di registrazione» che ricusano ogni «operazione di fi ltraggio della realtà», scriverà infatti Hrabal: «Un era già successa – undici anni prima – alla Stra- uomo che ritiene di essere nato per diventare scrittore dina perduta, un volumetto nel quale Hrabal, an- deve imparare a diventare un occhietto di diamante cora a Nymburk (una cinquantina di chilometri in movimento, deve imparare a montarsi un nastro di da Praga, la cittadina della sua giovinezza), aveva registratore nel cervello». raccolto a proprie spese il meglio della sua produ- Come il Cineocchio di Dziga Vertov, quei documen- zione poetica, in parte risalente al periodo in cui tari che riprendevano quasi «oggettivamente» le con- era ancora un ventenne che arrossisce facilmente, quiste della rivoluzione russa, anche Hrabal essen- che facilmente balbetta e s’impappina, e il sabato si zialmente ascolta, osserva, memorizza. E scrive un attarda a stirare le banconote da dieci corone «per racconto come Jarmilka, incentrato su un’addetta alla infi larle poi con cura nel portafoglio e mettermi in distribuzione del cibo lì a Kladno, musa – volutamen- bella mostra nel momento in cui, in osteria, avrei te priva di fronzoli – della nuova «fattografi a» hraba- pagato la consumazione». Un elegante gagà, coi liana, da opporre alla Nadja un po’ folle e artistoide capelli impomatati e lo sguardo languido, «sempre raccontata da Breton. «Cinéma vérité», come dirà nel agghindato all’ultima moda», con un vestito di sar- ‘65 in un’intervista. Ma i crudeli racconti di quegli toria, camicia su misura e guanti in pelle di cervo anni, e i non meno crudeli poemetti (oltre alla Bel- La stradina perduta, che nel fi nale già conteneva le la Poldi anche Bambino di Praga), rimarranno inediti avvisaglie di una nuova scrittura, era andato a in- per diversi decenni, falsando in tal modo la perce- frangersi contro la nazionalizzazione della tipografi a zione dello scrittore Hrabal da parte dei lettori, tra- seguita alla presa di potere comunista di febbraio, sformandolo – complice, bisogna dirlo, Hrabal stesso quando «arrivò il 1948… e io mi ritrovai un po’… – in un nuovo Jaroslav Hašek, un compare del soldato non dico messo da parte… ma, insomma, mi ritrovai Švejk, mentre invece la raffi nata complessità narrativa a lavorare alle acciaierie di Kladno», come mi aveva hrabaliana, il suo gusto moderno del montaggio, la raccontato, con una cospicua dose di ironia, nell’in- pratica delle citazioni (da Dante ai più biechi manife- tervista che gli avevo fatto per l’Espresso nel 1986, al sti murali) lo allontanano drasticamente da Hašek, e tempo dell’uscita della mia traduzione di Ho servito se c’è un modello da indicare dietro la dominante del il re d’Inghilterra. linguaggio parlato («il parlato come spettacolo», per

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 3434 117/04/20147/04/2014 119:11:159:11:15 La rassegna stampa di Oblique | marzo 2014

citare ) questo sarà da rinvenire piut- parete della camera da letto, e che Hrabal negli anni tosto in Louis-Ferdinand Céline, «l’irraggiungibile Cinquanta aveva rinvenuto nella vecchia sinago- Céline», come mi diceva in quell’intervista. ga di Liben, ormai adibita a magazzino del Teatro Più che inventare, Hrabal ama assemblare, riutiliz- S.K. Neumann, quando era stata defi nitivamente zare, incollare «oggetti trovati» di vario ordine e na- smantellata. Certo, aver potuto invece riprendere il tura (storielle, immagini…), così come faceva anche bric-à-brac che aff ollava gli spazi dell’appartamen- concretamente negli anni Cinquanta, e poi di nuovo to di Liben (Sull’argine dell’eternità) dove Hrabal vent’anni dopo, in alcuni aff ascinanti collage cartacei tornava dal lavoro all’acciaieria, e dov’era rimasto che nei primi mesi della nostra frequentazione alla per vent’anni! Una casa tutta stracolma – a quel Tigre d’oro mi aveva invitato a casa sua a vedere, di- che scrivevano i giornalisti che, dopo l’uscita nel segnandomi – su quei foglietti dove in osteria si se- ’63 del suo primo volumetto di racconti (La perli- gnano le birre – una mappa per come raggiungerlo. na sul fondo), cominciavano a fargli visita – di tar- Così, ad esempio, nel Re d’Inghilterra Hrabal confes- ghe pubblicitarie, placche coi numeri civici, alcu- sa di aver utilizzato i ricordi dell’oste della cittadina di ne maschere mortuarie dello stesso Hrabal (opera Sadská, mentre altri frammenti provengono da Miloš dell’amico Vladimír Boudník) e persino una protesi Havel, proprietario degli Studi Barrandov e zio di attaccata al lampadario, che a questo punto ci ver- Václav. E una volta che avevamo fatto un giro al ca- rebbe da immaginare tutto fatto di minuscole ossa stello di Lysá nad Labem, una trentina di chilometri umane, come nella cripta di Sedlec a Kutná Hora. da Praga, alla casa di riposo dove avevano dimorato E mi era riuscito anche di immortalare, alla fi ne di negli ultimi anni la madre di Hrabal e il fantasmago- maggio del 1989, alla prima praghese di Ho servito rico zio Pepin, a un certo punto tra le statue tardoba- il re d’Inghilterra, lo storico incontro di Hrabal con rocche del parco ci si era parata davanti un’esile fi gura Václav Havel, da poco per l’ultima volta scarcerato femminile in pietra arenaria, con una falce quasi in- e accolto alla stazione di Praga da una piccola folla fi lata nella testa, e là era stato immediato ricordarsi che già lo acclamava «il nostro presidente». Un po’ di un personaggio del suo secondo libro di raccon- smagrito, con i muscoli ai bordi della bocca che ne ti del ’64, Pábitelé (parola inventata che potremmo tradivano la tensione, il futuro presidente guarda di- rendere con Cianfruglioni): il poveretto, inseguito vertito, quasi aff ascinato, un Hrabal in piena aff abu- dalle api, non trova di meglio per liberarsene che lazione. Teatrale, irrefrenabile agitare in maniera forsennata la falce che ha in mano e che fatalmente gli si va a confi ccare nella testa. Si vedeva che Hrabal si stava divertendo, scoperto lì nel suo ar- chivio di immagini, e si era subito messo in posa a imi- Più che inventare, Hrabal ama assemblare, tarne il gesto. Non mi restava altro che scattare la foto. riutilizzare, incollare «oggetti trovati» di vario In quegli anni a Praga avevo l’abitudine di portare ordine e natura (storielle, immagini…), sempre con me la macchina fotografi ca, per cui avevo così come faceva anche concretamente potuto fotografare, con Hrabal che mi faceva da Ci- negli anni Cinquanta […] cerone, gli angoli di Nymburk – la torre dell’acqua, le mura dell’ormai scomparsa fabbrica di birra gestita dal patrigno – che avevo incontrato traducendo La tonsura e che avrei ritrovato aff rontando alcuni anni più tardi La stradina perduta. E avevo potuto fotografare, nell’appartamento di Praga, l’enorme dorata corona di David (poi dona- ta allo scrittore Arnošt Lustig) che si stagliava sulla

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 3535 117/04/20147/04/2014 119:11:159:11:15 L’editoria italiana salvata dalle… Peppe Pig! Rossana Sisti, Avvenire, 24 marzo 2014

Per mesi stazionano ai vertici delle classifi che, i bambini li adorano, li comprano in libreria (o, meglio, gli adulti li comprano per loro), li chiedono in prestito in biblioteca. Eppure neanche uno dei libri amati dai più piccoli compare nell’elenco di quelli che piacciono agli esperti e vengono segnalati tra i migliori sul mercato.

La conferma, il giorno dell’inaugurazione della Scarto enorme ivi Fiera del libro per ragazzi di Bologna, arriva Lo scarto è enorme, come se i due mondi non ri- dall’annuale indagine sui migliori libri per ragaz- uscissero a comunicare. «Molti libri, interessanti e zi del 2013 – quelli più prestati nelle biblioteche apprezzabili» spiega Pontegobbi «non riescono a italiane e quelli più venduti in libreria – realizzata bucare la rete della comunicazione, mentre il best- da LiBeR, autorevole rivista di critica letteraria e seller si impone continuamente, forte del fatto che osservatorio dei fenomeni che interessano i libri se ne parla continuamente. È un fenomeno che ali- di questo settore. Snobismo dei critici o invisi- menta sé stesso. Il bestseller seriale, spesso ridotto a bilità di quanti non si rassegnano alla serialità, un brand, a un marchio declinato in diverse forme, alle mode o al facile intrattenimento spesso ali- dalla maglietta all’astuccio allo zaino, possiede una mentato dai cartoon? Spiega il direttore Riccardo forza quantitativa tale da intercettare più facilmente Pontegobbi: «Sembra proprio che l’editoria na- il lettore». zionale sia salvata dalle Peppe Pig, dagli Stilton A chi gli chiede tre parole chiave per defi nire le ten- e dalle Schiappe che con i loro grandi numeri denze del mercato dei ragazzi Riccardo Pontegobbi hanno spinto il mercato dei ragazzi al +3,1 per- sintetizza, parlando di una produzione sempre più cento, mentre il mercato complessivo del libro ha globalizzata, frammentata e targhettizzata. «Sem- perso il 6,5 percento. Del resto la macchina della brano parolacce» scherza «ma non lo sono. Il 50 serialità sta andando forte. I primi cinque posti percento dei libri arriva da ogni parte del mondo. della classifi ca dei prestiti in 400 biblioteche ita- Crescono le collane ma hanno meno titoli e soprat- liane sono occupati da altrettanti volumi della se- tutto perdono in personalità. Infi ne si produce per rie della Schiappa. A ridosso troviamo la maialina target. La fascia 0-6 anni è cresciuta moltissimo Peppa e il topo Stilton. E la massifi cazione dei mentre si è rarefatta quella dagli 8 ai 10-12 anni. gusti è confermata dall’analoga classifi ca degli ac- Molto raff orzata invece la produzione rivolta agli quisti. Stessi volumi, stessi personaggi. Niente a over 12 fi no ai giovani adulti. Ancora il trionfo del che vedere con la lista dei 180 libri che gli esperti, crossover che coinvolge fasce di lettori sempre più studiosi e osservatori del settore, giudicano mi- ampie, un target alle cui esigenze gli editori cercano gliori per contenuto e stile, e che comprende libri di rispondere. E questo infl uenza stili e generi. La come Miss Charity di Marie-Aude Murail, Il fiu- contaminazione dei linguaggi e l’ibridazione dei ge- me lento di Alessandro Sanna, Spiaggia magica di neri letterari portate all’eccesso creano miscele inde- Crockett Johnson, Io sono soltanto un cane di Jutta fi nibili in cui non c’è più l’avventura, la fantascienza, Richter o La meravigliosa macchia di Pietro Corvo il poliziesco o lo storico a guidare la proposta edito- fi rmata da Guido Quarzo». riale, ma tutto questo intrecciato insieme».

rrs_mar14.indds_mar14.indd 3636 117/04/20147/04/2014 119:11:159:11:15 Gli anti-Roth. Non si è mai troppo vecchi per scrivere

«Smettere? Perché dovremmo? Non siamo gente da pensione». Da Walcott a Salter, da Ferlinghetti a Camilleri e Trevor. Quelli che non mollano si raccontano a «Repubblica»

Antonello Guerrera, la Repubblica, 27 marzo 2014

«Perché continuo a scrivere? E allora perché non Italia, anche con l’ultimo Inseguendo un’ombra (Sel- mi chiede per quale motivo continuo a respira- lerio). «Smetterò di scrivere quando semplicemente re?». Dagli Stati Uniti, Lawrence Ferlinghetti, ul- non ci sarò più,» continua il padre di Montalbano timo grande erede della Beat Generation, risponde «la scrittura è la mia disciplina per stare al mondo, stizzito, abrasivo. Chiedergli della sua radicale pro- il mio vivere quotidiano. Solo la tecnica è diventata lifi cità, nonostante l’età quasi secolare e una vivace più facile grazie all’esercizio continuo, ma le storie esistenza, lo ha turbato. Tanto che il resto dell’in- restano ugualmente diffi cili da scrivere. Il mio re- tervista ha la sostanza di un secco telegramma. «Ha cente La creatura del desiderio (Skira) mi è costato mai pensato: “Ok, questo è il mio ultimo libro”?». una fatica terribile perché trattava temi come la ge- «No». «Che diff erenza trova rispetto a quarant’an- losia di cui pensavo di essermi liberato con gli anni. ni fa?». «Nessuna». «Ha cambiato le sue abitudini Invece, è riemersa con una potenza devastante». con gli anni? Oggi quante ore scrive al giorno?». Camilleri ha mai pensato di smettere? «L’unica vol- «Io scrivo nella mia testa ventiquattro ore al gior- ta è stata con il secondo Montalbano, ma poi i letto- no». «L’ispirazione è sempre la stessa?». «Sì». Stop. ri mi hanno chiesto di continuare. D’altronde, non Perché Ferlinghetti, autore del recente A Coney sono mai stato bravo a impormi privazioni, come Island of the Mind (minimum fax), è uno di quegli con il bere e le sigarette. Poi certo,» continua «in- scrittori che non mollano mai. Quelli che la penna torno a uno scrittore di successo si muovono trop- è il loro ultimo respiro. Come ha già detto anni fa, pe macchine ingombranti: la promozione dei libri, «non conosco scrittori e pittori in pensione. Perché le pressioni degli editori, le richieste continue della sono come i soldati. Semplicemente svaniscono». stampa. Lo capisco, Roth». Intanto, però, l’esausto Philip Roth a 80 anni ha «Ma, un momento. Davvero Roth ha smesso di rinunciato a «battagliare con la scrittura», come scrivere?» chiede sconvolto Derek Walcott, al te- dice lui, per nuotare e ricevere ospiti nel weekend; lefono da Santa Lucia. «Non lo sapevo, mi spiace per Günter Grass i romanzi sono oramai una fa- molto e sinceramente non lo capisco» ammette il tica incalcolabile; e se un altro Nobel come Alice premio Nobel, che in una sua vecchia poesia (Vulca- Munro si sente troppo fragile per i suoi morbidi no, 1976), auspicava l’addio alla scrittura per incar- racconti, tra un anno Ferlinghetti, alla smagliante narsi nel «lettore ideale». «Ma questo non signifi ca età di 96 anni, pubblicherà i suoi diari di viaggio pensarlo» ammonisce Walcott «e poi io continuerò 1975-2013. a scrivere. «Mi creda, non ho mai pensato alla scrittura come Fino alla fi ne. Anche senza ispirazione – che è una a qualcosa che possa stancare» racconta Andrea Ca- cosa per giovani – e anche se oramai mi costa una milleri, che ogni volta, a 88 anni, vende più di tutti in fatica enorme». E cosa scriverà? «Sto lavorando a

rrs_mar14.indds_mar14.indd 3737 117/04/20147/04/2014 119:11:159:11:15 un’opera su uno dei miei pittori preferiti. Mi hanno viaggio in Messico «sono tornato al romanzo per- detto che devo completarla entro la fi ne dell’anno. ché non riuscivo a scrivere di meno. La decisione Chissà se ci riuscirò: ogni giorno, mi sveglio e fac- di ripartire non è venuta all’improvviso. Ma pian cio quel che posso». A che ora si sveglia? «Dipende. piano ha preso forma. Ed è diventata realtà. Non Un tempo all’alba. Credevo per scrivere, invece era è stato più diffi cile di prima. È solo questione di per fumare. Perso questo vizio, mi alzo più tardi». abitudine. Ci vorrebbe un miracolo, ma non esclu- Walcott, Camilleri, Ferlinghetti, Toni Morrison, do un altro romanzo. Certo, in tal caso, sarebbe l’ultimo». Di «ultimo», invece, non vuole sentire parlare Wil- liam Trevor, con John Banville il più grande scrittore C’è chi dice che gli scrittori hanno paura di irlandese vivente dopo la morte di . rimanere soli, di essere accecati dalla pagina Ottantacinque anni (in Italia è pubblicato da Guan- bianca, di rinunciare al giudizio del lettore. E da), dalla sua casa inglese intona una voce marmorea poi ci sono i soldi, certo. In realtà, a discuterne ma fresca, intercalata da una sinfonia di «sono vec- con gli interessati, questi irriducibili lo fanno chio». Di pensione, però, neanche a parlarne. «Non soprattutto perché una fi la di caratteri, spazi e la vedo la fi ne. Non ci riesco. Continuerò a scrivere cancellature è l’unico orizzonte della loro vita. fi no alla morte, perché è la cosa che so fare meglio, la più naturale. Sa, ora sto lavorando a dei nuovi racconti. E, mi creda, l’ispirazione viene come pri- ma. Scrivere a questa età è più facile, perché hai più E.L. Doctorow, Boris Pahor, Raff aele La Capria, esperienza. Ma è anche molto più diffi cile» ammette solo per citarne alcuni. Sono tanti gli scrittori ul- Trevor. «Da vecchio, incidere ogni singola parola su traottantenni che non mollano, neanche di fronte carta è faticoso». Incidere? «Sì. Ho sempre usato la agli acciacchi o, a volte, alla malattia. Se Gabriel macchina da scrivere – il computer no, non ne sarei Garcìa Márquez è lentamente «svanito», come di- capace» spiega Trevor. «Ma con l’età ho rivalutato rebbe Ferlinghetti, per cause di forza maggiore, molto l’uso della matita. Così, se sbaglio qualcosa, e il Nobel ungherese Imre Kertész, da tempo con mi capita sempre più spesso, posso cancellarlo con gravi problemi di salute, nel 2010 ha annunciato facilità». il suo addio alla letteratura, per poi ritrattare. Na- Anche Walcott, ammette tutto fi ero, si affi da esclu- dine Gordimer, in una recente intervista a questo sivamente «alla nuda mano». Niente macchina da giornale, ha rivelato di avere un cancro. Ma anche scrivere, troppo dura e meccanica. Camilleri, invece, lei non vuole mollare, almeno con i racconti. apprezza la tecnologia: «Utilizzo il computer come C’è chi dice che gli scrittori hanno paura di rima- una macchina da scrivere sofi sticatissima» anzi «mi nere soli, di essere accecati dalla pagina bianca, di sento un impiegato della scrittura. Mi sveglio presto rinunciare al giudizio del lettore. E poi ci sono i di mattina e lavato, sbarbato e vestito di tutto pun- soldi, certo. In realtà, a discuterne con gli interes- to mi siedo alla mia scrivania e scrivo quasi tutta la sati, questi irriducibili lo fanno soprattutto perché mattina. Sia che stia scrivendo un romanzo o una una fi la di caratteri, spazi e cancellature è l’unico lettera a un amico immaginario, io scrivo». Curio- orizzonte della loro vita. Lo scrittore americano samente, anche Salter si defi nisce un «impiegato» James Salter di anni ne ha 88 e dopo trenta di asti- che non accusa aff atto la fatica. «Impiegati» di qua- nenza ha deciso di risposare il romanzo con Tutto si novant’anni che non sanno cosa sia la pensione. quel che è la vita (Guanda). Un’opera monumen- Non a caso, diversi anni prima di morire, William tale, secondo i suoi fan. «Nonostante l’età» ci rac- Faulkner chiese un inequivocabile epitaffi o sulla sua conta Salter tra una tappa e l’altra del suo brioso tomba: «Scrisse libri. Poi morì».

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 3838 117/04/20147/04/2014 119:11:159:11:15 Lawrence Ferlinghetti, la mia America sta diventando un Terzo mondo

Incontro con il poeta della Beat Generation mentre a San Francisco si celebrano i suoi 95 anni. I viaggi con Ginsberg, un ricordo di Castro, l’infelice Urss di Stalin

Mauro Aprile Zanetti, La Stampa, 27 marzo 2014

«Ecco un Ferlinghetti molto più politico, una voce l’allarme sollevato in questi giorni da Paul Krugman per i poeti del dissenso». Robert Weil, direttore del- sul «capitalismo patrimoniale» secondo l’accezione la Liveright Publishing, ha presentato così il nuo- di Th omas Piketty. Alla domanda su cosa può dirci vo progetto editoriale, Writing Across the Landscape: dopo un secolo di vita, risponde lapidario: «Questo Travel Journals (1950-2013) di Lawrence Ferlin- sarà l’ultimo secolo degli umani sulla terra». ghetti. L’edizione prevista per il 2015, a cura di Gia- Il poeta di North Beach è molto preoccupato di da Diano in collaborazione con Matthew Gleeson, quanto poco stia facendo la politica. Dopo tutto includerà un’estesa diaristica, appunti di viaggio. A quello che ha visto (Nagasaki inclusa), tra comuni- parte uno dei suoi primi memoir che risale alla fi ne smo e capitalismo, è la poesia che lo ha salvato? «A degli anni Quaranta – dove racconta dello sbarco in dire il vero è alquanto diffi cile scrivere poesie in que- Normandia andando su e giù per l’Atlantico su una sti giorni, dinanzi alla tragedia che viviamo come carretta di mare, guidando un pugno di sbarbatelli pianeta. E il capitalismo ora è veramente fottuto – il verso la liberazione dell’Europa dal nazismo –, l’i- comunismo lo è già stato –, specialmente negli Stati tinerario dell’avventuriero Ferlinghetti ci porta in Uniti, dove ogni cosa è veramente incasinata: i ric- Cile, a La Paz in Bolivia, «il più povero e misera- chi diventano sempre più ricchi, i poveri sempre più bile paese in cui io sia mai stato; persino più povero poveri. Se i repubblicani vincono le prossime presi- di Haiti», in Messico e Nord Africa, a Cuba, nella denziali sarà un disastro». Spagna di Franco, nell’Unione Sovietica e in Nica- Che ne è della middle class e all’American dream? ragua sotto i sandinisti, senza dimenticare la Francia «Beh, il paese sta piuttosto diventando un Terzo e la sua adorata Italia. mondo. E abbiamo l’invasione dell’innovazione. Sessant’anni di viaggi in giro per il mondo? «No, a com: il denaro della Silicon Valley che compra la dire il vero sono 95» corregge lui, ridendo. A dimo- città. Abbiamo anche un sindaco che è completa- strazione che «San Francisco era ed è ancora l’ultima mente a favore di questo business. Uno dei princi- frontiera» di resistenza della Beat Generation, agli pali pericoli è che il capitalismo nel suo più comple- antipodi dell’attuale Bit Generation, questa setti- to sviluppo è un nemico della democrazia. I poveri mana la leggendaria libreria City Lights dedica una perdono persino la loro rappresentanza secondo la serie di iniziative al suo fondatore che compie 95 linea repubblicana. Ogni trionfo per il capitalismo è anni. È un Ferlinghetti in ottima forma, illuminato una sconfi tta per la democrazia». da una luce serafi ca, agile e spietato d’intelletto, poli- La conversazione tocca anche l’ex premier italiano tico più che mai, lirico nei suoi montanti, stracolmo Berlusconi: Ferlinghetti non si capacita di come di umorismo con tinte di cupezza «sull’avvenire del- possa ancora essere in giro. Scherza sulla sua osses- la terra e la razza umana». Gli fa perfettamente eco sione per l’altezza, e racconta degli stivali di Castro

rrs_mar14.indds_mar14.indd 3939 117/04/20147/04/2014 119:11:159:11:15 che per l’appunto lo rendevano anche più alto di lui Quando incontrai Fidel mi sorprese vedere che quel quando furono faccia a faccia a Cuba agli albori del- “feroce dittatore” era zoppicante e tremolante. Era la rivoluzione. Quando sente dei lavori socialmente tutto solo, quando venne fuori guidò una jeep aperta utili che dovrà fare Berlusconi, ride di cuore tra l’i- senza guardie. Era l’inizio della rivoluzione cubana, potesi di badante per anziani o in convento con le il tempo dell’euforia, quando tutto era grandioso. suore. Di papa Francesco, di cui condivide «la rivo- Pablo Neruda era in città, allora questi giovani poeti luzione con la tenerezza», dice: «È il primo con un mi dissero che avrebbe fatto un reading di fronte cervello, speriamo non lo ammazzino». a tutti i castristi e mi chiesero se volevo andare a «Il mio primo viaggio come poeta all’estero» conti- sentirlo. Quando entrai nel Senato vidi una ressa: nua «fu con Allen Ginsberg a Concepción in Cile. tremava ogni cosa! Entrarono tutti con una divisa Poi andai a Machu Picchu, su cui scrissi la poe- militare e il sigaro in bocca. C’era grande eccitazio- sia Hidden Door, ispirato a Las alturas di Pablo Ne- ne. Quando salì sul palco ci fu un applauso di massa. ruda. Lo stesso anno a Cuba, in un bar, io e mia mo- Tempo dopo ebbe molte discussioni e un sacco di glie Kirby incontrammo due giovani che dissero di disaccordi con Cuba. Neruda era comunista. Fidel essere poeti e collaboratori di Lunes de Revolución. non era uno di quelli del gruppo originario. Era uno Avevano pubblicato Ginsberg, Kerouac, Corso, e di quegli studenti universitari, intellettuali. Non anche alcune delle mie poesie. Quando realizzarono erano gli operai del partito. Anni dopo, quando ero che ero io, dissero che avevano letto tutto di me, in Nicaragua, lessi che Fidel aveva dichiarato: “Non chiedendomi se volevo incontrare Fidel. Perché no, sono un seguace del comunismo, ne sono una vitti- risposi». Ed ecco, verso la fi ne del pasto, l’epifania: ma”. Beh, è ancora vivo!». «Questo uomo grande e alto venne fuori dalla cu- Ultimo fl ash di Ferlinghetti: un passaggio sul suo cina in divisa militare, fumando un sigaro. Chiesi viaggio in Russia, prendendo la Transiberiana nel ai giovani poeti se mi potevano presentare. E loro 1967, gli permette di descrivere la vita sotto Stalin. risposero che non lo conoscevano. L’unica cosa che «C’era un enorme striscione che glorifi cava l’anniver- potevo dire in spagnolo era: “Soy amigo de Allen sario dei cinquant’anni della Rivoluzione, e un’orda Ginsberg”». umana lungo la strada, tutti vestiti di nero. Sembra- Ferlinghetti ride molto divertito e continua: «Al- vano completamente infelici. Andai in un cinema: len l’aveva incontrato a New York al Lenox Hotel, non mostravano che fi lm di propaganda, con musica quando cercava fi nanziamenti. I governi e le banche marziale, truppe che marciavano. Il pubblico sedeva non gli volevano prestare denaro. Così andò a cer- in assoluto silenzio per tre ore, dopo di che si trasci- carlo in Unione Sovietica, perché noi gli avevamo nava fuori muto. Era così patetico. Era la gloria del girato le spalle. Fu stupido da parte degli americani. cinquantesimo anniversario del comunismo!».

«A dire il vero è alquanto diffi cile scrivere poesie in questi giorni, dinanzi alla tragedia che viviamo come pianeta. E il capitalismo ora è veramente fottuto – il comunismo lo è già stato –, specialmente negli Stati Uniti, dove ogni cosa è veramente incasinata: i ricchi diventano sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri»

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 4040 117/04/20147/04/2014 119:11:169:11:16 I libri vendono poco, si è capito. Ma forse ci sono responsabilità e soluzioni Christian Raimo, minima & moralia, 27 marzo 2014

Per quest’anno non cambiare. Il rito del piagnisteo non riguardi l’acquisto di libri o di ebook, non ci della presentazione dei dati Nielsen sulla lettura si è parlano per esempio le abitudini della lettura online. svolto come ogni primavera, chiamando a raccolta gli Scrivevo che Gian Arturo Ferrari se ne doveva an- addetti al lavoro e invitandoli a una sorta di lavacro dare, per manifesta incapacità a gestire questo ruolo. penitenziale. Alla biblioteca Angelica a Roma, in una E invece Gian Arturo Ferrari è ancora lì, da ultimo giornata di sole maestoso, Gian Arturo Ferrari, presi- giapponese, anche quest’anno ha speso una parte dei dente del Centro per il libro e la lettura (Cepell), ha fondi del Cepell per fare questa ricerca Nielsen – l’u- offi ciato il rito, sciorinando una serie di slide – le fo- nica sua idea degna di nota della sua direzione – di tografi e del disastro – e commentandole con tono tra- cui noi non conosciamo i criteri d’indagine, ma che gico una dopo l’altra: lettori in calo vertiginoso, lettori gli ha confermato che il cielo, anche in lontananza, è fortissimi con vocazione suicidaria, librerie di catena foschissimo. in supercrisi, il 40 percento dei laureati che non legge Che aggiungere, quindi? Nulla; mi piacerebbe solo, nemmeno un libro l’anno, il Sud ormai ridotto a una se posso, invece di rimuginare tra me e me sui tempi waste land… Sgranando questo rosario nero, Ferrari bui che verranno, rivendicare un paio di piccole cose. si è stracciato le vesti: se continua così, ha chiosato La prima è che Ferrari per esempio ieri ha ammesso ogni tanto per riprendere fi ato, accadrà l’apocalisse… che sì le promozioni, i maggi dei libri, le feste, le ini- Ecco: sarebbe facilissimo scrivere l’articolo che sta- ziative commerciali o pseudotali, non servono a mol- te leggendo. Mi basterebbe prendere l’articolo che to. Ok, grazie: tre anni fa, quando sostenevo questa ho scritto l’anno scorso o due anni fa nella stessa posizione in un dibattito pubblico a Radio Tre, gaf occasione, aggiornare qualche percentuale al ribasso mi urlò contro. Seconda cosa: da almeno una decina e ripetere con sconforto le osservazioni che mi sor- d’anni, da quando con vari scrittori, editori ci siamo gevano dal cuore allora. Scrivevo che mi sembrava resi conto che la crisi economica stava investendo assurdo che il capo dell’organismo dedito alle poli- in modo calamitoso il settore culturale e editoriale, tiche sulla lettura in Italia non sapesse fare altro che abbiamo pensato di rimboccarci le maniche e svol- descrivere la rovina con attonita suffi cienza. Scrive- gere un ruolo di supplenza a una politica inane. Per vo che mi sembrava di assistere alla sanzione di una questo sono nate realtà come Tq, i Mulini a Vento, débâcle senza che nessuno se ne prendesse almeno Monteverdelegge, la Tribù del Lettori, i Piccoli Ma- una parte di responsabilità: nel 2010, al momento estri, il Forum del Libro, o decine di associazioni, di del suo insediamento al Cepell, Ferrari aveva pro- piccoli festival indipendenti, di gruppi di lettura … messo di conquistare in cinque anni un 8 percen- Chi non ha cercato di cavalcare la crisi, conosce bene to di nuovi lettori, ne ha persi più del 10 percento. cosa hanno fatto e cosa fanno queste iniziative, c’ha Scrivevo che l’unico modo per invertire la tendenza partecipato, e sa perché e come funzionano… E ieri catastrofi ca era pensare un piano di alfabetizzazio- Lidia Ravera, l’assessore alla Cultura della Regione ne culturale coordinato con la scuola e l’università, Lazio, non ha potuto far altro che riconoscere che le e non iniziative rivolte essenzialmente al mercato migliori idee di contrasto al disastro sono venute da come le promozioni e le feste del libro. Scrivevo che gente come i Piccoli Maestri o i Monteverdelegge, e la Nielsen fa ricerche di mercato e censisce soprat- ha promesso di fi nanziarle. Educazione diff usa alla tutto quello che la gente compra, non quello che la lettura invece di una scontistica aggressiva: che idea gente fa: ossia non ci dicono molto sulla lettura che incredibile che abbiamo avuto, eh?

rrs_mar14.indds_mar14.indd 4141 117/04/20147/04/2014 119:11:169:11:16 E l’ennesimo punto da rivendicare per chi questi Dall’altra parte però, io sono convinto, le soluzioni anni si è speso con successo, da battitore libero, esistono. Chi in questi anni – invece di piangere senza alcun appoggio politico, è che anche il gap nel ricordo di un’età dell’oro (sì, ci ricordiamo an- di competenze si è allargato. Qualche domenica fa che di un pessimo articolo di Ferrari sul Corriere a Libricome si è svolto anche lì l’annuale dibat- che parlava della Fiera di Francoforte, sputando tito sullo stato dell’arte dell’editoria: gli interventi sentenze sulla crisi editoriale italiana) o pensa- sono stati deprimenti, sia nella parte diagnostica re come succhiare le ultime gocce di un mercato che in quella prognostica. Nel migliore dei casi, si esausto – si è formato, studiando i progetti italiani sono dette cose di buon senso. Nel peggiore, come o internazionali che sono riusciti a riconquistare nel caso di Riccardo Cavallero, capo di Monda- lettori, chi ha letto per esempio i libri di Antonella dori Trade, con una tronfi a indiff erenza si è detto Agnoli o ha guardato come funziona l’esperienza che gli editori non hanno il compito di educare, londinese di Sergio Dogliani, chi ha speso mate- hanno il compito di vendere. Insomma, ogni volta rialmente una parte importante del proprio tempo che vado a questi incontri, l’impressione che rica- andando gratuitamente nelle scuole di periferia, vo è che ci sia chi c’ha guadagnato nella crisi, per nelle biblioteche sperdute di provincia, chi ha cre- esempio coloro che – come Mondadori – partendo ato con pochissime forze e zero fondi degli osser- da una posizione dominante, nel naufragio sono vatori sul libro più attivi del Cepell (il Tropico del riusciti comunque a occupare una parte più ampia Libro, il Forum del Libro, Librinnovando…); ora della zattera. ha almeno la piccola fortuna di avere una speranza.

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 4242 117/04/20147/04/2014 119:11:169:11:16 I libri vendono poco: un intervento di Stefano Petrocchi Stefano Petrocchi, minima & moralia, 28 marzo 2014

che ciò accadesse, il paese non avrebbe fatto un pas- Riceviamo e pubblichiamo la risposta del direttore so avanti nella promozione della lettura. della Fondazione Bellonci Stefano Petrocchi al pezzo di C’è un fermento di iniziative dal basso, ricordi, e Christian Raimo «I libri vendono poco, si è capito. Ma bene fanno quelle istituzioni che le sostengono (che forse ci sono responsabili e soluzioni» c’entra Tq? Anzi, che fi ne ha fatto Tq? «Langue» scriveva Vincenzo Ostuni su Alfabeta 2. E nel pe- riodo in cui c’era, che cosa ha prodotto Tq? «Paro- Caro Christian, le», dico io, non resistendo al richiamo saussuriano). hai ragione, la divulgazione dei dati sulla scorag- Ho partecipato nei mesi scorsi a numerose sedute giante attitudine alla lettura di noi italiani è uno di ascolto volute dalle amministrazioni locali re- stanco rito primaverile. Il Centro per il libro e la let- centemente insediate per far sì che le realtà che citi tura ricompensa gli addetti ai lavori pazientemente potessero illustrare le loro buone pratiche. Mentre convenuti immergendoli nella gloria di una biblio- stavo a sentire il racconto del vissuto eroico, lo dico teca storica romana, quest’anno l’Angelica, così da senza ironia, del festival del paesino fuori porta e ricordare a tutti da che grande civiltà proveniamo della biblioteca di quartiere mi è venuto da pensare: (in cui la lettura era faccenda assai elitaria: forse an- c’è un premio letterario tra i maggiori che ha qua- drebbero meglio valutate le risonanze simboliche di si settant’anni di vita e una fondazione che – no- certe location). toriamente – da almeno venti lavora tutto l’anno Venuto a noia a te stesso, ti eri ripromesso (15 otto- con decine di scuole a Roma, nel Lazio e fuori, mi bre u.s.) di non occuparti più del presidente del Ce- piacerebbe per una volta ascoltare dai nuovi ammi- pell. Quando però è la verità a strattonarti con la sua nistratori della cosa pubblica – perdonami l’acces- urgenza, capisco che anche un intellettuale come te, so di hybris – in che modo intendono contribuire a per solito restio a spandere il proprio verbo, non può valorizzare questo patrimonio storico, bibliografi co, fare a meno d’intervenire. Ma allora, caro Christian, archivistico e di esperienza con i lettori più giovani. ripetilo anche tu quel dato che alla presentazione Per il 2013 Roma Capitale ha contribuito con zero dell’indagine Nielsen è stato citato davanti a un euro, la Regione Lazio con duemilaquattrocento; solerte funzionario dell’Institut Français: le attività per il 2014 ancora nulla si sa. dell’omologo francese del Cepell, il Centre National A novembre, in occasione di Più libri più liberi du Livre, si basano su risorse per 42 milioni di euro sono stato contattato da quel funzionario dell’In- (a gennaio – mentre da noi andava in scena l’infor- stitut Français per dare vita a un gemellaggio con tunio parlamentare degli sgravi fi scali sull’acquisto il più noto premio francese che, fra l’altro, porterà dei libri – ha varato un piano di aiuti alle librerie una delle scuole che attribuiscono il Goncourt des indipendenti del costo di 9 milioni); la dotazione lycéens nella giuria del premio Strega Giovani. Dal annuale del Cepell è ben lontana dal raggiungere il ministero degli Esteri, cui spetta la promozione cul- milione, soldi di cui una buona parte è presumibile turale fuori d’Italia, non ho ricevuto neppure gli au- che se ne vadano per le spese di gestione e il perso- guri di Natale. nale. Questa situazione, a vari anni dalla nascita del Centro, potrebbe forse indurre il suo presidente a Con aff etto, trarre le conseguenze sul piano personale; quand’an- Stefano

rrs_mar14.indds_mar14.indd 4343 117/04/20147/04/2014 119:11:169:11:16 Ma come fanno i librai

Bar, ristoranti, sale da tè, servizio a domicilio, presentazioni itineranti. Tutte le invenzioni dei piccoli per rispondere alla crisi e resistere all’assalto delle grandi catene

Antonella Fiori, l’Espresso, 28 marzo 2014

Dallo shopping online, contro lo strapotere di mentre si parla di libri, si tengono anche corsi di Amazon, al potenziamento del sito. Dall’accoglien- cucina e di pasticceria. «L’idea del tè coi libri mi è za al cliente con tè e pasticcini – modello albergo di venuta una volta a Parigi» dice Lavinia Manfrotto lusso – sino al far diventare la propria libreria un sa- che crede molto alla «libreria salotto», arricchita dal- lotto, una casa, un punto di incontro irrinunciabile. la competenza della sorella Lorenza, modello con il Con il cliente da sedurre attraverso il cibo, i corsi, quale quest’anno hanno ricevuto il premio Lucia- gli incontri, ma anche facendo brillare in vetrina i no e Silvana Mauri della Scuola Librai. Tra le altre ricami di stoff e preziose o gioielli d’importazione… iniziative, il laboratorio dei biscotti per i bambini Essendo però attenti e aperti al territorio. Con le cui segue la lettura dei libri e l’attività del disegno. iniziative più strane che ruotano attorno a presen- «Quando una nostra cliente che ha appena fatto un tazioni e vendite in pub, case private, in teatro. corso di pasticceria ci dice: era un pezzo che non Dura la vita del libraio oggi. Eppure le strategie per passavo un’ora così serena, noi abbiamo raggiunto il sopravvivere alla crisi esistono. E proprio in questi nostro scopo». tempi straordinari – con tantissimi che hanno chiu- so i battenti nell’ultimo anno – alcune piccole libre- marco vola rie indipendenti hanno messo a punto scelte vincen- Volare Pinerolo ti (e tutte da copiare). Ecco, in un’indagine che ha A mezzogiorno una cucina di prodotti esclusiva- toccato otto punti vendita da Bassano del Grappa mente bio, «fatti in casa» a 8 euro. E la sera un ape- a Palermo, da Reggio Emilia a Roma, le strategie ritivo a 1,50 euro. La libreria Volare di Pinerolo fa più originali e innovative raccontate dalla voce dei concorrenza diretta, in quanto a prezzi, non solo ai protagonisti. librai ma ai bar e ristoranti della zona. «Conosciamo il territorio e cerchiamo di intercettare i gusti» dice il lavinia manfrotto titolare Marco Vola che riversa il suo, di gusto, nello Libreria Palazzo Roberti, Bassano del Grappa scegliere romanzi e saggi che fa arrivare alla velocità Il papà produceva attrezzature fotografi che, era le- della luce se non sono immediatamente disponibili ader del mercato e aveva comprato un palazzo in in negozio. «Il nostro competitor è Amazon e biso- pieno centro storico a Bassano del Grappa per abi- gna essere in grado di batterlo sennò perdi la ven- tarci. Loro, le fi glie, le sorelle Manfrotto, ne hanno dita». Risultato? Grande fi delizzazione. «Abbiamo fatto una libreria di successo. 900 metri espositivi, 30 mila tessere di clienti che credono nelle nostre un bellissimo giardino, Palazzo Roberti è un luogo proposte», dice Vola che riassume gli ingredienti del dell’anima per la cittadina di 45 mila abitanti. «Una successo in tre fattori: ambiente, servizio e compe- vera e propria casa» piace dire alle Manfrotto, dove, tenza. «In provincia c’è meno concorrenza ma non

rrs_mar14.indds_mar14.indd 4444 117/04/20147/04/2014 119:11:169:11:16 La rassegna stampa di Oblique | marzo 2014

bisogna abbassare la guardia». Così ogni settimana di arancio e guacamole, vino doc e tartine alle oli- dedica spazio su un tavolo di legno a un solo libro, ve. La presentazione del libro nel giorno di festa a come fosse «il piatto del giorno». Troppo selettivo? Milano paga. C’è il pienone di clienti afi cionados Macchè… «In questo modo autori come Stephen- ma anche famiglie con bambini. «La nostra strategia son di Iperborea con libri come Paradiso e inferno da di sopravvivenza? Non omologarsi», spiega Rober- noi sono diventati dei piccoli bestseller». to Tartaglia con Andrea Spazzali e Veronica Casati tra i titolari della libreria nata nel 1975. «Come non davide ruffinengo farsi fagocitare dalle Feltrinelli? Innanzitutto con la Th erese e Profumi per la mente, Torino “ricchezza del banco” da sempre attento ai piccoli Una libreria itinerante, perché «essere stanziali editori e con una sezione ragazzi che garantisce no- non ti porta da nessuna parte». Con il libraio che vità di grande qualità». In eff etti chi entra alla Cen- ti racconta il libro oltre lo scaff ale. Per capire che tofi ori non sa mai che libro lo aspetta. «Ormai per i era un’idea vincente a Davide Ruffi nengo, assieme nostri clienti siamo dei consulenti e infatti si è creato a Davide Ferraris titolare della libreria Th erese di un ambiente dove ci si scambiano opinioni sui libri Torino, è bastato vedere l’impatto sul pubblico. Al per arrivare alla dritta giusta». Fondamentale avere teatro Baretti di Torino qualche lunedì fa c’era il un occhio al quartiere, sapere dove si sta. «Rendersi tutto esaurito. Avevano portato un giallo, un libro conto che non siamo in una zona strapopolare. Non di poesie uno di saggistica e uno per ragazzi. Dopo fare l’errore di chi si è spostato in un luogo più pe- la presentazione sono andati esauriti. «Dalla libre- riferico e ha pensato di proporre gli stessi testi che ria tradizionale ti aspetti una selezione tradiziona- metteva in vetrina in centro». le, la libreria itinerante invece ti può sorprendere» dice Ruffi nengo che come altro progetto ha avviato paola silvi un laboratorio radiofonico nelle scuole. «Ai ragazzi All’Arco, Reggio Emila chiediamo cosa piace e cosa non piace leggere ma «Abbiamo cercato di raff orzare le nostre caratteri- alla fi ne basta stimolarli e una risposta c’è sempre». stiche. Innanzitutto creando un ambiente piacevole, Altra iniziativa Pub-lishing, incontro con gli editori iniziando a muoverci tantissimo con il sito, seguen- e i lettori in un pub davanti a una birra. Finora han- dolo giorno per giorno con continui aggiornamenti, no aderito in molti: da e/o a Lonely Planet, da Bal- potenziando le presentazioni dei libri e arrivando a dini & Castoldi a minimum fax. «Il valore umano creare tre eventi a settimana». La titolare della libre- è importantissimo», dice Ruffi nengo, che crede alla ria all’Arco Paola Silvi ha un’esperienza da libraia responsabilità sociale del libraio. «A metà della po- di 35 anni di attività. E non ha dubbi: quello che polazione non importa niente del libro e le librerie fa la diff erenza, come al ristorante, oltre al cibo, è tradizionali vivono in equivoco: pensano di essere il servizio. Nel suo caso la marcia in più è stata col- speciali. Aspettano che le persone vengano a loro: legarsi al territorio, agli eventi che girano in citta noi facciamo esattamente il contrario: andiamo da come il festival della Fotografi a. «Con il concor- loro». so Scatta un libro l’anno scorso abbiamo avuto un grande successo. L’idea era quella di ritrarre la trama roberto tartaglia del libro attraverso una foto. Ha vinto l’immagine Centofi ori, Milano di due giovani donne velate che leggevano un libro Una libreria sulla piazza del passante ferroviario ma che rappresentava: Leggere Lolita a Teheran di Azar anche nel cuore di uno dei quartieri più trendy di Nafi si». Per creare un’atmosfera intima, avvolgente Milano. La domenica mattina davanti alle vetri- che è poi quella della lettura del libro, in libreria c’è ne della Centofi ori, in Piazzale Dateo, si allestisce poi un salottino con un pianoforte. Risultato: molti come un fl ash mob un brunch-picnic con insalata studenti vengono per esercitarsi e in sottofondo c’è

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 4545 117/04/20147/04/2014 119:11:169:11:16 sempre musica. Un modo, davvero non come un al- vuole» dice la responsabile di Liberrima Augusta tro, per avvicinare i piu giovani ai libri. Epifani «e ho scoperto che è fondamentale innanzi- tutto l’accoglienza dei desideri». Tre librerie diverse giulia riva e un ristorante per un vero e proprio polo culturale Griot, Roma nel meraviglioso centro storico barocco di Lecce che Specializzazione all’ennesima potenza. È questo il riunisce la classica libreria di varia, una libreria del punto di forza della libreria Griot di Roma. Griot gusto – Liberrimagusto – e una per ragazzi – Liber- rimakids. All’interno fi li conduttori diversi: da una parte il cibo e dall’altra i giocattoli ed esperienze lu- diche da vivere con i bambini e come trait d’union «A metà della popolazione non importa niente un ristorante caff è che dialoga con i tre spazi. «La del libro e le librerie tradizionali vivono in cultura è un concetto che ha bisogno di ripensar- equivoco: pensano di essere speciali. Aspettano si con sempre nuovi satelliti», dice Epifani che ha che le persone vengano a loro: noi facciamo creato un’impresa con 30 dipendenti aperta anche esattamente il contrario: andiamo da loro» la sera. Valore aggiunto? Creare un luogo che abbia un’anima, dove si sente che pulsa qualcosa. «Oggi si avverte questo calo del desiderio e bisogna suscitarlo in chi entra in libreria. Gli eventi sono le occasioni come i cantastorie dell’Africa occidentale. Perché per creare nuovi stimoli. Ma è il dialogo con i clienti sono i sapori e i suoni dell’Africa che si ritrovano in che ci costringe a essere perfetti». questa libreria di Trastevere diventata un punto di ri- ferimento nazionale per la letteratura, la saggistica, fabrizio piazza l’arte, i fumetti, la letteratura per ragazzi del conti- Modus Vivendi, Palermo nente africano. «Tutto nasce otto anni fa da un grup- L’ora x in libreria scatta alle 9,30 con cornetti e po di persone che per molto tempo si sono occupate caff è gentilmente off erti ai clienti. La libreria Mo- di cooperazione» spiega Giulia Riva, libraia e presi- dus Vivendi di Palermo, sin dal nome, suggerisce dente di questa associazione che si è fatta conoscere un modo speciale di vivere il libro. Dalla colazio- per i corsi e laboratori di lingue. «Si parte dall’abc, ne con l’autore ai reading, fi no a iniziative uniche fi no ai corsi avanzati dove si arriva a una competenza in Italia: come Citofonare interno Modus, ovve- che permette di leggere i giornali e ascoltare radio e ro l’organizzazione della presentazione dei libri a tv». Oltre ai corsi di arabo che durano quattro anni domicilio. «Il pacchetto comprende l’acquisto del con frequenza bisettimanale, si imparano lo swaili, libro, più la cena dalla padrona di casa in magni- il persiano, il somalo, fi no all’amarico e il wolof , le fi che dimore palermitane e la musica di artisti lo- lingue parlate in Etiopia e in Senegal. Con la novità cali» spiega il libraio Fabrizio Piazza. Altro punto del creolo haitiano per i clienti-lettori più esigenti. di forza la sezione di alto artigianato dedicata ai «Oltre ai più tradizionali corsi di scrittura di recente prodotti originali provenienti dall’India. Così nella ha spopolato un seminario tenuto da Stefano Fara- vetrina i libri stanno in mezzo a stoff e e sciarpe velli per insegnare a fare acquarelli mentre si viaggia pregiate perché come dice Piazza citando Steiner creando così un proprio carnet di disegni». «i libri hanno bisogno di noi». Infi ne, laboratori di bambini con classi delle scuole medie che vengono augusta epifani in libreria ma anche il contrario. «Siamo noi che Liberrima, Lecce andiamo a parlare di libri a scuola. Lo scopo è non Fare in modo che il libro diventi un’esperienza. «La essere solo dentro ma anche fuori, aperti sul terri- prima cosa che cerco di capire da un lettore è cosa torio, nella strada, tra la gente».

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 4646 117/04/20147/04/2014 119:11:169:11:16 Scaffali Giovanni De Mauro, Internazionale, 28 marzo 2014

Se fossero un partito si fermerebbero al 4 percen- «Siamo di fronte alla più forte crisi dalla Secon- to e con la nuova legge elettorale non entrerebbe- da guerra mondiale» ha detto Gian Arturo Ferrari ro neanche in parlamento. Sono i lettori forti in presentando il rapporto. Tra le cause ci sono la si- Italia: nel 2013 hanno comprato il 36 percento di tuazione economica, la concorrenza di internet che tutti i volumi venduti nel corso dell’anno. L’ultimo sottrae sempre più tempo alla lettura, la chiusura rapporto sull’acquisto e la lettura dei libri conferma delle librerie indipendenti, la persistente modestia una tendenza rilevata da tempo. Molto più della dei livelli di scolarizzazione, il processo di dealfabe- metà della popolazione italiana non legge né com- tizzazione, lo scarso impegno dei governi a sostegno pra libri. Tra il 2011 e il 2013 la quota di lettori è delle biblioteche e della lettura nelle scuole. scesa dal 49 al 43 percento e quella di acquirenti Ma è anche vero che fi nora nessuno ha provato a dal 44 al 37. Il calo ha toccato soprattutto le perso- chiedersi se una delle ragioni (non l’unica, ovvia- ne tra i 35 e i 44 anni, laureate e di sesso maschile. mente, né la principale) possa essere il graduale im- Solo i lettori sopra i 65 anni hanno speso di più in poverimento della qualità dei nuovi libri pubblica- libreria. ti. È colpa solo degli altri? È colpa solo di chi non L’Italia è spaccata a metà: i lettori sono concentrati legge, della crisi, della rete? Possibile che non abbia tra Emilia-Romagna e Nordest. Le donne leggono qualche responsabilità anche il livello complessivo più degli uomini, i ragazzi tra i 14 e i 19 anni sono il dell’off erta editoriale? Possibile che non ci si chieda 60 percento dei lettori, le fasce più benestanti com- quali sono, oggi, tutti questi libri che le folle do- prano più libri. La vendita di ebook è aumentata, vrebbero accorrere in massa a comprare e che invece ma solo del 14 percento: troppo poco per compen- colpevolmente vengono lasciati sugli scaff ali delle sare il calo del resto del settore. librerie?

rrs_mar14.indds_mar14.indd 4747 117/04/20147/04/2014 119:11:169:11:16 Quando la vera letteratura sbarcava (e sbancava) in Rai

Sono online tutti i numeri de «L’Approdo», versione stampata della storica trasmissione radiotelevisiva

Alessandro Gnocchi, il Giornale, 29 marzo 2014

«Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione Fanno parte della seconda serie di Xenia, composta di scale / e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gra- da 14 poesie riunite, per la prima volta nella loro dino». Il premio Nobel per la letteratura Eugenio completezza, sul numero 42 del 1968 del trime- Montale scrisse questi versi famosi il 20 novembre strale L’Approdo letterario. Erano accompagnati da 1967. una stringata ma preziosa introduzione di Silvio

rrs_mar14.indds_mar14.indd 4848 117/04/20147/04/2014 119:11:169:11:16 La rassegna stampa di Oblique | marzo 2014

Ramat, capace di collocare, «in presa diretta» come trasmissioni di marchette travestite da recensioni si direbbe oggi, le nuove composizioni all’interno e interviste. (Fanno eccezione alcuni programmi dell’opera del poeta genovese. Nello stesso nu- confi nati però su canali di cui quasi tutti ignora- mero, accanto a Montale, troviamo un saggio di no l’esistenza oppure trasmessi a orari più adatti ai Carlo Bo su Jahier, Sbarbaro e La Voce; un’analisi vampiri che agli esseri umani). accurata della poesia di Clemente Rebora condot- Comunque, ecco qualche esempio di cosa potete ta in punta di penna da ; le traduzioni trovare e leggere per intero nel sito dell’Approdo dall’Odissea di Giuseppe Ungaretti, che il poeta ha in un paio di pomeriggi di navigazione intensiva. letto in televisione, come introduzione al famoso L’indice del primo numero mette quasi soggezio- sceneggiato Rai; un brano inedito degli Indiff erenti ne, tra un Roberto Longhi di là e un Attilio Berto- di ; scritti di e altri lucci di qua, passando per l’immancabile Giuseppe studiosi; una rassegna delle novità di letteratura e Ungaretti. Correte alle ultime pagine: c’è un ca- fi lologia fi rmata, tra gli altri, da Piero Bigongiari e lendario poetico dell’anno 1952, appena iniziato. Lanfranco Caretti. Ogni mese è descritto da una poesia, un racconto Abbiamo scelto un numero a caso della rivista edi- o un elzeviro. Firmano: , Giuseppe ta dalla Rai tra il 1952 e il 1977, con una pausa Ungaretti, Emilio Cecchi, Salvatore Quasimodo, tra il 1955 e il 1958 seguita da un piccolo cambio Antonio Baldini, Mino Maccari, G.B. Angioletti, nel nome della testata, da L’Approdo a L’Approdo , , Vitaliano Bran- letterario. La notizia è che, grazie alle Teche Rai, cati, Diego Valeri, . Un buon tutti i numeri sono ora disponibili per la lettura anno, non c’è che dire. Nel numero 3 del 1953, on line, all’indirizzo approdoletterario.teche.rai.it. c’è un altro assiduo dell’Approdo, Giorgio Capro- Il consiglio è di aprire il sito e di immergersi nella ni, con l’elzeviro La lepre, poi Danza della lepre, lettura di un fascicolo a caso: resterete comunque edito in volume nel 2004 da Scheiwiller (Aria ce- sbalorditi dalla miscela di opere all’epoca inedite e leste. E altri racconti). Nel numero 4 dello stesso di divulgazione di altissimo livello, affi data ai mi- anno, un certo , autore non an- gliori scrittori, artisti, critici e fi losofi del paese. Se cora aff ermato, anche se alle prese con l’abbozzo siete giovani, lo stupore si tramuterà in choc nel di Ragazzi di vita e Le ceneri di Gramsci, chiarisce momento stesso in cui vi si parerà davanti agli oc- che Carlo Emilio Gadda è il cuore del Novecen- chi la spiegazione dell’intero progetto. L’Approdo, to (e qui segnalo l’unica pecca che abbia trovato infatti, nacque come versione stampata della tra- nel sito: mancano alcune righe in fondo al testo). smissione radiofonica iniziata nel 1945 sotto la di- Nel numero due del 1964, Roberto Longhi fi rma il rezione di Adriano Seroni, Giovanni Battista An- «coccodrillo» di Giorgio Morandi (Exit Morandi), gioletti e Leone Piccioni. Quest’ultimo fu l’artefi ce se non fosse comico defi nire «coccodrillo» quella del passaggio alla televisione, con la conduzione di che a tutti gli eff etti è una pagina critica di prima- Edmonda Aldini e Giancarlo Sbragia. Il periodico ria importanza, in cui il pittore, allora non ancora era stampato da Eri a Torino, direzione a Roma, canonizzato, viene descritto come «secondo a nes- redazione a Firenze. Direttori furono Giovanni suno» nel Novecento. Tra un’intervista a Calvino Battista Angioletti e, alla sua morte, Carlo Betoc- su Vittorini, e un’altra a Arnoldo Mondadori su se chi. Insomma, nell’arco di due o tre generazioni, stesso, tra un numero speciale su Satura di Mon- la cultura letteraria in Rai è passata da Caproni, tale (con testimonianze inedite, ovvio) e un altro Pasolini, Gadda, Calvino e Buzzati a Masterpiece. in memoria di Giacomo Debenedetti, rischiate di E non lamentiamoci troppo di Masterpiece, per- passare molto tempo connessi a internet. E pensa- ché da anni c’era niente, a parte alcune rubriche/ re che un tempo qui era (quasi) tutta televisione…

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rrs_mar14.indds_mar14.indd 4949 117/04/20147/04/2014 119:11:169:11:16 La solitudine siderale di Julius Evola che sfi da i secoli

Il lungo cammino attraverso Dada, esoterismo, Tradizione di un fi losofo incompreso e rifi utato. Oggi come allora

Marcello Veneziani, il Giornale, 31 marzo 2014

«Ho dovuto aprirmi da solo la via… Quasi come scritti. La prefazione è di Geminello Alvi. Curioso un disperso ho dovuto cercare di riconnettermi con l’inserto fotografi co con immagini di Evola mai vi- i miei propri mezzi ad un esercito allontanatosi, ste, per esempio da bambino coi suoi genitori. spesso attraversando terre infi de e perigliose». Così Evola racconta la sua vita attraverso le sue opere e Julius Evola (1898-1974), descrive nella sua auto- i suoi snodi fondamentali: l’esperienza della Gran- biografi a la solitudine siderale del suo cammino. de guerra, poi il periodo di pittore Dada, quindi la Mezzo secolo fa Evola scese dal cavallo altero fase fi losofi ca, poi il suo percorso esoterico, infi ne il dell’impersonalità e si raccontò in un’autobiografi a suo cammino nella Tradizione. E sullo sfondo, i suoi intellettuale che intitolò con spirito alchemico Il rapporti con gli artisti e gli iniziati, gli scrittori e i cammino del cinabro. Ora, a quarant’anni dalla sua fi losofi del suo tempo, le trasgressioni, il controver- morte, il testo rivede la luce nelle Opere di Evola so rapporto col fascismo tra sostegno e dissenso, su- (Mediterranee, pagg. 438, euro 32,50), curate da perfascismo e antifascismo, e poi con i giovani della Gianfranco de Turris, aiutato da Giovanni Sessa e destra postbellica. C’è anche il capitolo scabroso del Andrea Scarabelli, arricchito di note, notizie e altri razzismo. Evola fu teorico di un razzismo spirituale

rrs_mar14.indds_mar14.indd 5050 117/04/20147/04/2014 119:11:169:11:16 La rassegna stampa di Oblique | marzo 2014

che non piacque ai razzisti doc e ai nazisti ma gli restò verità è solo «un rifl esso della potenza: la verità è un addosso come il suo peccato originale. Non c’è in lui errore potente, l’errore è una verità debole». Un relati- odio antisemita né alcun fanatismo, c’è perfi no una vismo imperniato sulla potenza, che ne decide il rango dignitosa coerenza, riconobbe Renzo De Felice. Ma e il valore. «Essere, verità, certezza non stanno dietro Evola prescinde totalmente dai fatti e dalla tragedia ma avanti, sono dei compiti», non dei fondamenti. dello sterminio e si attesta solo sui principi; ciò infon- Grandiosi piani metastorici in nome della Tradizione, de un tono astratto alle farneticazioni della razza, qui templi sacri, civiltà millenarie dell’Essere ma in piedi ridotte peraltro da lui a «una parentesi» nella sua vita resta solo la solitudine stellare dell’Io. Solipsismo eroi- e nella sua opera. Evola confessa di aver rasentato da co. «Debbo pochissimo all’ambiente, all’educazione, giovane «l’area delle allucinazioni visionarie e fors’an- alla linea del mio sangue» scrive Evola, sottolineando che della pazzia» e «una specie di cupio dissolvi, un la sua estraneità alla tradizione cristiana, famigliare e impulso a disperdersi e a perdersi». patriottica «il mio impulso alla trascendenza è cen- Nelle pagine del Cinabro, a fi anco del pensiero e trato sull’aff ermazione libera dell’Io». Anzi, avverte delle opere, scorre la vita, la storia – arricchita dalle Evola, «non vi è avvenimento rilevante dell’esistenza note dei curatori – gli ambienti a lui vicini e a lui che non sia stato da noi stessi voluto in sede prena- avversi, le note ostili della questura ai tempi del fa- tale». Siamo quasi all’autocreazione, al selfmade man scismo, perfi no la vicenda di un duello rifi utato da metafi sico. Resta sospesa nei cieli la domanda che qui Evola per non abbassarsi al rango dello sfi dante che si pone Evola: «Che cosa può venire dopo il nichili- però gli costò la rimozione del grado di uffi ciale e smo europeo?... Dove si può trovare un appoggio, un gli impedì di partire volontario nella Seconda guer- senso dell’esistenza, senza tornare indietro?». Evola ri- ra mondiale. Ci sono gli scontri con alcuni fascisti, spose che l’unica soluzione era «essere se stessi, seguire c’è la sua fama di mago e c’è perfi no l’accenno di solo la propria legge, facendone un assoluto». Ma non Evola al Mussolini superstizioso: «Aveva un’au- è proprio questa incondizionata libertà la punta più tentica paura per gli iettatori di cui vietava che si avanzata del nichilismo europeo, non è di questo indi- pronunciasse il nome in suo cospetto». C’è la storia vidualismo assoluto che sta morendo la nostra civiltà? assurda del processo nel dopoguerra a un gruppo E se fosse l’Individuo Assoluto l’ostacolo estremo alla di giovani neofascisti in cui fu coinvolto un Evo- rivelazione dell’Essere? la del tutto ignaro e ormai paralizzato, vittima di Un titanico e aristocratico disdegno del mondo accom- un bombardamento a Vienna. C’è la cronaca della pagna il racconto biografi co di Evola. Ma ogni tanto sua morte, l’11 giugno di quarant’anni fa, quando si apre uno squarcio nel suo severo stile impersonale. si fece portare davanti alla fi nestra e morì in piedi, Ad esempio quando riporta in queste pagine i giudizi guardando al Gianicolo; e poi i funerali con la sua lusinghieri sulle sue opere. Fa tenerezza notare che per bara senza croce e senza corteo funebre, secondo le lenire il suo isolamento Evola citi queste sporadiche sue volontà, e le sue ceneri disperse tra le cime delle e spesso modeste attenzioni alla sua opera. O quando Alpi, che aveva amato e scalato. sfugge al suo stoicismo imperturbabile qualche umana Evola fu un mito già da vivente, avvolto in un alone amarezza per il mancato riconoscimento del suo pen- di magia. In queste pagine aleggia un paradosso: un siero: «La grande stampa e la cultura uffi ciale rimasero, pensatore isolato e in disparte che incrocia nella sua e anche in seguito dovevano rimanere, sorde». Lo stes- vita e nella sua opera, gli autori, le correnti, gli even- so Cammino del Cinabro, confessa nella nota d’esordio, ti più salienti del Novecento. A questo paradosso ne fu scritto «nell’eventualità che un giorno l’opera da me corrisponde uno inverso sul piano del pensiero: Evo- svolta in otto lustri sia fatta oggetto di un’attenzione la, fautore della Tradizione e del Sacro, fonda la sua diversa da quella che fi nora le è stata concessa». Altri opera su un Individualismo Trascendentale, non solo otto lustri sono passati dalla sua morte ma non sem- teorico e psichico ma pratico e magico. Per Evola la brano bastati. La solitudine di Evola sfi da i secoli.

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