Notiziario Bibliografico periodico della Giunta regionale del Veneto 7-8

CMP

n. 7-8 - settembre 1991 - sped. in abb. postale IV/70 - taxe perçue - tassa riscossa - Padova Notiziario biliografico n. 7-8, settembre 1991 Sommario periodico quadrimestrale d’informazione bibliografica a cura della Giunta regionale del Veneto

Comitato promotore Giorgio Carollo (assessore all’informazione e all’editoria), Anelio Pellizzon (coordinatore del Una rivista per l’editoria veneta (Anelio Pellizzon) 6 dipartimento per l’informazione), Silvio Tra- Gli Editori del Veneto 8 montin (docente di storia della chiesa)

Direttore responsabile Anelio Pellizzon RECENSIONI E SEGNALAZIONI Responsabile di redazione Chiara Finesso Opere generali Segreteria di redazione V. Vianello, Il letterato, l’accademia, il libro. Contributi sulla cultura veneta Giovanna Battiston del Cinquecento (Cinzio Gibin)13 Donatella Possamai C. Di Filippo Bareggi, Il mestiere di scrivere. Lavoro intellettuale e mercato Collaboratori alla redazione di questo numero librario a Venezia nel Cinquecento (Renato Zironda)13 Davide Banzato, Giovanna Battiston, Marco S. Pillinini, Bernardino Stagnino. Un editore a Venezia tra Quattro e Cinquecento Bevilacqua, Luigi Boscardin, Paolo Cecchi, (Valentina Trentin)13 Marcello Colusso, Mario Cozzutto, Franca Fabris, Giovanni Mardersteig: stampatore, editore, umanista (Antonella Miolo)14 Sandra Faccini, Susanna Falchero, Elio Franzin, Midor Ledor. Di generazione in generazione. Vita e cultura ebraica nel Veneto Silvia Gasparini, Cecilia Ghetti, Cinzio Gibin, (Cinzio Gibin) 14 Giovanni Larese, Anna Lauria, Giovanni Mari, Antonio Mengato, Antonella Miolo, Emanuela L'Archivio IRE. Inventari dei fondi antichi degli ospedali e luoghi pii di Venezia Negri, Nadia Nigris, Giorgio Nonveiller, Fortu- B. Aikema - D. Meijers, Nel regno dei poveri: arte e storia dei grandi ospedali nato Ortombina, Lorenza Pamato, Luca Parisato, e luoghi pii di Venezia (Valentina Trentin)15 Francesco Passadore, Anelio Pellizzon, Edizioni del Cinquecento possedute dall’Istituto Veneto di scienze lettere e arti Ferdinando Perissinotto, Maria Perissinotto, (Valentina Trentin)15 Donatella Possamai, Gian Carlo Possamai, Ma- S. Pillinini, Il “Veneto governo democratico” in tipografia (Cinzio Gibin)15 rio Quaranta, Paola Rolletta, Franco Rossi, Mara Scarso, Luigino Scroccaro, Francesco Selmin, S. Barizza - G. Ferrari, L’archivio municipale di Murano 1808/1924 (Stefano Sorteni)16 Licia Sirch, Stefano Sorteni, Carlida Steffan, L’archivio storico dell’Accademia Olimpica conservato presso la Biblioteca Civica Nilda Tempini, Pier Giorgio Tiozzo, Lorenzo Bertoliana (sec. XVI-XIX) (Valentina Trentin)16 Tiso, Galliano Titton, Mariagrazia Toniolo Muraca, Silvio Tramontin, Valentina Trentin, Livio Vanzetto, Renato Zironda Filosofia E. Garin, Aristotelismo veneto e scienza moderna (Mario Quaranta)16 Collaboratori alla rassegna bibliografica di questo numero R. Ardigò, Lettere edite ed inedite (Mario Quaranta)17 Silvia Battisti, Giovanna Battiston, Eddi Carli, Susanna Falchero, Giorgio Nonveiller, Giovan- ni Plebani, Donatella Possamai, Paola Rolletta, Storia della Chiesa Lorenzo Tiso, Valentina Trentin AA.VV., Gaspare Contarini e il suo tempo (Lorenza Pamato)17 AA.VV., La Chiesa di Venezia nei secoli XI-XIII, a cura di F. Tonon (Lorenza Pamato)17 Direzione, redazione e amministrazione Giunta regionale del Veneto Pellegrinaggio ai Luoghi Santi. “Liber Peregrinationis” di Jacopo da Dipartimento per l’Informazione (Lorenza Pamato)18 30121 Venezia - Palazzo Sceriman A. Rigon, Clero e città. “Fratela cappellanorum”, parroci, cura d’anime in Padova Cannaregio Lista di Spagna, 168 dal XII al XV secolo (Pier Giorgio Tiozzo)18 tel. 041/792616 AA.VV., Una città, un fondatore. Miscellanea di studi mazziani II (Silvio Tramontin)19 Periodicità: quadrimestrale Le “Ricerche di storia sociale e religiosa” nei verbali delle sedute padovane Tiratura: 15.000 copie (1956-1974) (Lorenza Pamato)19 Distribuzione gratuita D. Bruni, Origini degli ospedali nelle valli dell’Agno e del Chiampo. Organizzazione ecclesiastica ed attività socio-religiosa laicale nel secolo XV (Lorenza Pamato)20 Autorizzazione del Tribunale di Padova n. 1291 del C. Conti, Le edicole religiose nel centro storico della città di Vicenza (Lorenza Pamato)20 21-6-1991 Spedizione in abbonamento postale gruppo IV/70 Cinquant’anni di pastorale del lavoro a Padova (Lorenza Pamato)20 Stampa: Arti Grafiche Padovane

In copertina: Scienze sociali Miniatura dal Notitia dignitatum (1427) AA.VV., Prima e dopo la comunità. Analisi sperimentale dei risultati del Progetto dell’aquilano Antonio di Angelo (Cambridge, pilota “Tossicodipendenze” della Regione Veneto (Susanna Falchero)20 Fitzwilliam Museum, ms 86-1972, c. 3r) AA.VV., Tossicodipendenze: contributi teorici e metodologici. per l’attività degli psicologi Le illustrazioni all’interno della rassegna si riferi- nei servizi del Veneto (Anna Lauria)21 scono a marchi di stampatori veneti. Comunità Terapeutica La Genovesa. La metodologia e le esperienze (Susanna Falchero)21

2 AA.VV., Minori e giustizia (Susanna Falchero) 21 Arte Protezione dei minori e cultura dei -media (Susanna Falchero) 22 Venezia e l’Oriente vicino (Giorgio Nonveiller)33 Idee e materiali per il progetto pilota per la sperimentazione di modelli F. Vivian, Da Raffaello a Canaletto. La collezione del Console Smith di intervento a favore dei giovani e dei minori (Susanna Falchero) 22 Canaletto e Visentini. Venezia e Londra Progetto di prevenzione (Susanna Falchero) 22 I rami del Visentini per le vedute di Venezia del Canaletto (Giorgio Nonveiller)34 Scelta di vita scelta di morte (Anna Lauria)22 Tiziano (Giorgio Nonveiller)34 G. Bettin, Il domani e l’attimo. Un’indagine tra i giovani in un’area del Veneto V. Romani, Problemi di michelangiolismo padano: Tibaldi V. Belotti, Giovani a Vicenza. Traiettorie e corsi di vita fra i giovani e Nosadella (Davide Banzato)34 (Susanna Falchero)23P. Brandolese, Del genio de’ lendinaresi per la pittura, V. Belotti - S. La Mendola, Oltre lo stereotipo. Una ricerca sugli a cura di V. Sgarbi (Davide Banzato)35 anziani nelle aree rurali (Susanna Falchero)23R. Milan, Francesco Bartoli. Arte e teatro nell’Italia del Settecento AA.VV., Migrazione e problemi previdenziali. Per una nuova politica (Paola Rolletta)35 di impegno culturale e di solidarietà sociale (Susanna Falchero)23L. Lanzi, Viaggio nel Veneto, a cura di D. Levi (Cinzio Gibin)36 I. Cacciavillani, La Legge forestale regionale Tesori delle Fondazioni artistiche italiane (Davide Banzato)36 A. Andrighetti, La legge veneta sull’agriturismo Vedovas Angeli, a cura di M. Cacciari (Giorgio Nonveiller)36 (Mariagrazia Muraca)24 Tancredi (Giorgio Nonveiller)37 I. Cacciavillani., La sentenza Fletzer sulle Regole (Donatella Possamai)24Sculture di Neri Pozza Omaggio a Giovanni Barbisan, Neri Pozza, Tono Zancanaro AA.VV., Atlante dell’artigianato veneto (Livio Vanzetto)24(Sandra Faccini)37 M. Rosina, Tradizioni cadorine (Nilda Tempini)25P.C. Santini, Alberto Viani (Giorgio Nonveiller)37 Gruppo musicale di Costalta, Racconti ladini (Nilda Tempini)25Ceramica greca della collezione Chini nel Museo Civico di Bassano del Grappa (Paola Rolletta)38 Lingua La ceramica degli Antonibon (Paola Rolletta)38 G. Folena, Culture e lingue nel Veneto medievale (Renato Zironda) 25 Carlo Scarpa. I vetri di Murano 1927-1947, a cura di M. Barovier (Giorgio Nonveiller)38 D. Rizzolo, La toponomastica storica dei comuni di Lusiana e Conco A. Saccardo, Il Tretto. Toponomastica storica A. Dorigato, Ercole Barovier 1889-1974 (Paola Rolletta)39 (Galliano Titton)26AA.VV., Fictilia. La ceramica nel vicentino (Paola Rolletta)39 L. Meneghello, Maredè maredè... Sondaggi nel campo della Il Museo dell’occhiale di Pieve di Cadore (Giovanni Larese)39 volgare eloquenza vicentina (Renato Zironda)27

Architettura-Paesaggio-Urbanistica Storia della scienza M. Stefani Mantovanelli, Le ville e i parchi comunali di Mirano AA.VV., Le scienze mediche nel Veneto dell’Ottocento (Marcello Colusso)40 (Mario Quaranta)27J. Gilbert, Cadore terra di Tiziano (Giovanni Larese)40 G.T. Bagni, La matematica nella Marca. Jacopo Riccati La nuova dimensione urbana: Venezia-Mestre nella regione Veneto (Mario Quaranta)28(Stefano Sorteni)40 AA.VV., La città diffusa (Stefano Sorteni)41 Ambiente e Scienze naturali M. Sbrogiò, I castelli di Mestre e l’antica struttura urbana Parchi e riserve del Veneto (Lorenzo Tiso)29(Stefano Sorteni)41 Magnifica Comunità del Cadore, Montagna e parchi AA.VV., Verona Illustrata. La città e il territorio (Franca Fabris)29dal XV al XX secolo (Luca Parisato)42 Territorio e Ambiente in provincia di Belluno (Giovanni Larese)29E. Migliorini, Le dimore rurali del Bellunese (Giovanni Larese)42 Veneto ambiente ’90 (Franca Fabris)30Nuove forme dell’abitare a Padova (Antonio Mengato)42 La vegetazione forestale del Veneto (Franca Fabris)30Enzo Bandelloni (Luigi Boscardin)42 Le fontane bianche (Gian Carlo Possamai)30Di villa in villa. Guida alle ville venete (Mara Scarso)43 AA.VV., Il mondo delle Dolomiti (Mario Cozzutto)30 G. Zanon, I ghiacciai del Veneto (Franca Fabris)31Musica-Teatro Ambiente fiume. Natura e vita nel parco del Brenta Storia della musica al Santo di Padova (Francesco Passadore)43 La fauna ittica della provincia di Padova (Lorenzo Tiso)31M.G. Miggiani, Il fondo Giustiniani del Conservatorio “Benedetto Le acque del Muson (Stefano Sorteni)31Marcello” (Emanuela Negri)43 Storia naturale a Bassano del Grappa (Franca Fabris)32G. Bianchini - G. Bosticco, Liceo musicale “Benedetto Marcello” Atlante degli uccelli nidificati nelle province di Treviso e Belluno G. Bianchini - C. Manfredi, Il fondo Pascolato del Conservatorio (Gian Carlo Possamai)32“Benedetto Marcello” (Nadia Nigris)44 Ricerche sui pesci del lago di Garda (Franca Fabris)32S. De Sanctis - N. Nigris, Il fondo musicale dell’I.R.E. (Carlida Steffan)44 Ecologia, ambiente, salute (Franca Fabris)32 F. Ferrarese - C. Gallo, Il fondo musicale della Biblioteca Capitolare Fertilizzanti. Razionalizzazione dell’uso e tutela dell’ambiente del Duomo di Treviso (Paolo Cecchi)45 (Gian Carlo Possamai)33 Le origini del madrigale, a cura di L. Zoppelli (Licia Sirch)45

3 M. Girardi - F. Rossi, Il Teatro La Fenice. Cronologia degli spettacoli L’Italia imbavagliata. Lettere censurate 1940-43, 1792-1936 (Fortunato Ortombina)46a cura di I. Dalla Costa (Giovanni Mari)58 AA.VV., Il diletto della scena e dell’armonia.Teatro e musica L. Scalco, Limena un come industriale dell’area padovana nelle Venezie dal ’500 al ’700 (Paolo Cecchi)46(Giovanna Battiston)59 Il convegno internazionale di studi sul Ruzante, a cura di La città invisibile. Storie di Mestre (Stefano Sorteni)59 G. Calendoli e G. Vellucci (Paola Rolletta)47Mestre infedele. Confini comunali in terraferma e rapporti tra Mestre e Venezia, a cura di P. Brunello (Stefano Sorteni)59 Letteratura Storia di Treviso, a cura di E. Brunetta (Elio Franzin)60 AA.VV., Carlo De’ Dottori e la cultura padovana del Seicento A. Kozlovic, Il Risorgirnento in provincia di Vicenza (Cinzio Gibin)47 (Marco Bevilacqua)61 E. Greenwood, Vita di Giacomo Zanella (Mario Quaranta)48W. Schaumann - P. Schubert, Isonzo - là dove morirono (Marco Bevilacqua)61 G. Guarda, Una vocazione sofferta (Nilda Tempini)48 W. Balsamo, Storia di una comunità. I santamarianti AA.VV., Le stanze ritrovate. Antologia di scrittrici venete dal (Marco Bevilacqua)61 Quattrocento al Novecento (Cinzio Gibin)49 G. Maccagnan, Storia di Veronella (Marco Bevilacqua)61 Gasparo Gozzi. Il lavoro di un intellettuale nel Settecento veneziano (Mario Quaranta)49AA.VV. Fratta Polesine. La storia (Marco Bevilacqua)62 G. De Luca, Il buon vecchio (Renato Zironda)50 N. Naldini, Il solo fratello. Ritratto di Goffredo Parise (Nilda Tempini)50 W. Stefani, I travestimenti del “Prete Bello” (Donatella Possamai) 51 PUBBLICISTICA VENETA Giuseppe Berto. La sua opera il suo tempo (Nilda Tempini)51“Storie di paese” in provincia di Venezia dal 1970 al 1990 (Luigino Scroccaro)63 G. Noventa, “Il Castogallo” e altri scritti (Mario Quaranta)52 I Colli Euganei: rassegna bibliografica dal 1970 ad oggi (Francesco Selmin)67 Storia M. Gallina, Una società coloniale del Trecento: Creta fra Venezia e Bisanzio (Cecilia Ghetti)52ASSOCIAZIONI E CULTURA A. Zorzi, La vita quotidiana a Venezia nel secolo di Tiziano La Fondazione Levi di Venezia (Franco Rossi)70 (Ferdinando Perissinotto)53 L’Isola di San Lazzaro centro di cultura armena (Cinzio Gibin)73 Venezia e il mare, a cura di A. Tenenti e U. Tucci La Fondazione Giuseppe Sarto (Silvio Tramontin)74 (Ferdinando Perissinotto)53La Fondazione Emanuela Zancan (Susanna Falchero)75 C. Coco, Da Mattia Corvino agli Ottomani. Rapporti diplomatici tra Venezia e l’Ungheria 1458-1541 (Silvia Gasparini)53 Carte da navigar. Portolani e carte nautiche del Museo Correr 1318-1732 (Cinzio Gibin)54 T. Tombor, Il Veneto, l’Ungheria, l’Adriatico. I millenari legami L’EDITORIA NEL VENETO storici artistici e umani veneto-ungheresi (Silvia Gasparini)54La pittura nel Veneto (Davide Banzato)78 P. Ulvioni, Il gran castigo di Dio. Carestia ed epidemie a Venezia Cultura popolare veneta (Pier Giorgio Tiozzo)80 e nella Terraferrna 1628-1632 (Silvia Gasparini)54La “Guida ai dialetti veneti” di Manlio Cortelazzo (Pier Giorgio Tiozzo)83 P. Del Negro - F Ambrosini, L’Aquila e il Leone. I contatti Premi e culture locali (Pier Giorgio Tiozzo)85 diplomatici fra gli Stati Uniti d’America e la Repubblica Veneta (Silvia Gasparini)55 L. Montobbio, Splendore e utopia nella Padova dei Carraresi (Elio Franzin)55MEMORIA VENETA A. Lazzarini, Fra terra e acqua. L’azienda risicola di una famiglia Le “Memorie” di Girolamo Polcastro (Maria Perissinotto)90 veneziana nel Delta del Po (Elio Franzin)55 C. Garbellini, Il Polesine nell’età austriaca: società e governo del territorio (Stefano Sorteni)56 Il comune di Venezia e la rivoluzione del 1848-49, a cura di S. Barizza (Cinzio Gibin)56RIVISTERIA VENETA Spoglio dei periodici di arte (1988-1991) 93 M. Sardo, Ottavia, le Biscie e Bonaparte (Giovanni Mari)56 Carta archeologica del Veneto (G.B.)57 Archeologia industriale nel Veneto, a cura di F. Mancuso (Livio Vanzetto)57RASSEGNA BIBLIOGRAFICA AA.VV., L’amministrazione provinciale di Padova (Mario Quaranta)57Opere generali Bibliografia - Biblioteconomia - Archivistica - Manoscritti - I.R. Pellegrini, Associazionismo, cooperazione e movimenti politici Enciclopedie - Annuari - Cataloghi 100 nel Veneto Orientale (Stefano Sorteni)58 Filosofia I.R. Pellegrini, La valigia a doppio fondo. Gordiano Pacquola nella Storia e critica della fiflosofia - Filosofia della scienza 100 storia sandonatese del Novecento (Giovanni Mari)58Psicologia - Psicoanalisi 101 AA.VV., Società e politica in Italia. Contributi e analisi delle Acli Parapsicologia - Occultismo 101 (Giovanni Mari)58

4 Religione Ingegneria civile, elettrotecnica, elettronica, navale 113 Storia della Chiesa e delle religioni - Morale e Teologia - Informatica 113 Culto, e pratiche devozionali 101 Agricoltura 113 Scienze sociali Economia domestica 114 Sociologia - Antropologia - Ecologia generale - Statistica 102 Arte Politica 103 Critica, storia e teoria dell’arte - Scultura, Grafica e Pittura - Economia - Commercio, Comunicazioni, Trasporti - Artigianato artistico - Cataloghi di collezioni, mostre e musei 114 Affari, Tecnica commerciale e industriale 104 Architettura - Urbanistica - Paesaggio 116 Diritto, Legislazione e Giurisprudenza - Amministrazione pubblica 105 Musica 117 Educazione - Pedagogia - Assistenza sociale - Sicurezza sociale 108 Cinema - Teatro - Fotografia 118 Usi e costumi - Tradizioni - Folklore 109 Sport - Turismo - Giochi 119 Linguaggio Letteratura Linguistica - Etimologia - Dialettologia Grammatica - Fonologia - Critica, storia e teoria letteraria 119 Filologia - Paleografia - Traduzione - Prosodia e Metrica - Letteratura - Narrativa - Memorialistica 120 Storia della lingua - Stilistica 109 Poesia 121 Scienze pure Letteratura e lingua greca e latina 122 Astronomia - Matematica - Fisica 110 Storia e Geografia 122 Biologia - Chimica 110 Libri riguardanti il Veneto editi in Italia Botanica - Geologia - Paleontologia - Zoologia 111 Arte 125 Storia della scienza e della tecnica 111 Letteratura - Storia - Società 126 Scienze applicate Libri illustrati - Turismo 126 Medicina - Igiene - Sanità pubblica e Medicina preventiva - Criteri di citazione della rassegna bibliografica 127 Farmacologia e terapeutica 111

5 Una rivista per l’editoria veneta

Esce ormai da tre anni il “Notiziario bibliografico” promosso quelle dello studioso. Bastino questi pochi cenni non certo a dalla Giunta regionale. Dal primo numero sperimentale si è dirimere la questione ma a delinearne con la maggior nettezza andata elaborando, con la fattiva collaborazione e la critica possibile i contorni: ciò che è importante per la biblioteca è costruttiva dei più diversi operatori culturali, una struttura che superfluo per il ricercatore, ciò che è fondamentale per un ci pare articolata in modo abbastanza soddisfacente per rispon- editore può risultare inutile per la biblioteca. La linea di dere alle esigenze della documentazione su base regionale. demarcazione è tra le esigenze del catalogo e quelle della La premessa di questa iniziativa sta, se si vuole risalire nel bibliografia: il primo descrive le copie specifiche di un libro, un tempo, agli anni Settanta, quando l’Amministrazione dello disco ecc.; la seconda si occupa di costruire la descrizione della Stato cominciò a trasferire alle Regioni le materie di loro “copia ideale” dell’insieme testo-supporto integro, come è stato competenza costituzionale, tra le quali anche quelle relative alla pensato dall’autore e dall’editore. La rivista, nata come stru- cultura e all’informazione. Le Regioni risposero (più o meno mento d’informazione e punto di riferimento per l’importante velocemente, a dire il vero, ma il Veneto fu certamente tra le mondo editoriale veneto, ha inizialmente incontrato resistenze prime) con adeguata legislazione e con la formazione di appo- e difficoltà tecniche più numerose di quanto ci si aspettasse. Il site strutture operative. Ciò ha portato anche all’istituzione di problema è perciò stato sottoposto alla critica dei lettori e i centri di documentazione e conservazione (come, per esempio, criteri di citazione della rassegna bibliografica sono stati man la nostra Mediateca). mano modificati. È chiaro che si dovevano contemperare mo- Originale è però, a quanto ci risulta, la compilazione di un dalità disparate di lettura, tenendo presente che l’obiettivo bollettino di informazione su quanto “fa cultura” nella regione: fondamentale rimane la rapida trasmissione delle notizie la sistemazione attuale del “Notiziario” offre infatti una pano- bibliografiche. Allo stato attuale ci sembra di aver messo a ramica sul mondo culturale veneto e una rassegna delle novità punto un modello sufficientemente funzionale per mediare tra librarie. le esigenze dei vari utenti e delle diverse fonti della rassegna. Particolarmente interessante ed unico in una rivista a larga La rassegna bibliografica è stata inizialmente condotta so- diffusione è lo spazio dedicato alla pubblicistica e all’asso- prattutto sul materiale arrivato nelle biblioteche della regione in ciazionismo culturale. In queste pagine trovano voce iniziative base alla legge sul deposito obbligatorio degli stampati (la cui più o meno importanti, più o meno “ricche”, più o meno applicazione è, come è noto, alquanto lacunosa) e sui tabulati istituzionali: la rivista rappresenta cioè una “vetrina” conside- approntati dall’Editrice bibliografica di Milano per compilare il revole soprattutto per quelle forze culturali, per così dire som- suo Catalogo dei libri italiani in commercio. merse, che formano l’ossatura della storia locale ma che spesso Ora la situazione pare essersi sbloccata grazie alla partecipe non riescono a stabilizzarsi, o peggio, si disperdono in produ- collaborazione delle case editrici venete e notevole è stato, zioni a tiratura limitata, scarsamente pubblicizzate e che già nell’ultimo periodo, l’afflusso di libri presso la redazione. Tali dopo poco tempo risultano irreperibili e quindi perdute alla opere, è bene ricordare, vanno, come previsto dalla normativa memoria storica. regionale, a formare un Archivio editoriale veneto, esaustivo Una parte consistente della rivista è occupata dalle schede di per quanto possibile e con finalità conservative e promozionali informazione bibliografica sulla produzione dell’editoria veneta, dell’industria del libro e della cultura. e delle opere relative al Veneto pubblicate in Italia. È inoltre La “Rassegna” cerca di essere esaustiva: essa non intende prevista anche una sezione riservata alle opere riguardanti il discriminare il livello scientifico del materiale prodotto nel Veneto pubblicate all’estero. Veneto, ma documentarlo nel modo più completo possibile. Il Esistono iniziative bibliografiche a carattere nazionale, ma “Notiziario” non è e non vuole essere né particolarmente alcune sono in ritardo – come la “Bibliografia Nazionale “difficile” né selettivo: il suo compito è di raggiungere più Italiana” – e altre hanno carattere strettamente commerciale, lettori possibile. come il Catalogo dei libri italiani in commercio pubblicato A questo proposito si ricorda che esso viene redatto in dalla Editrice Bibliografica di Milano. Tutte però lasciano quindicimila copie e distribuito gratuitamente, nel Veneto, a troppo spesso da parte ciò che fa la ricchezza di una cultura tutte le biblioteche, alle scuole medie inferiori e superiori, agli locale, come gli editori minori, commerciali e non: basti pensa- istituti universitari, ai musei, alle sovrintendenze, agli archivi, re alle associazioni culturali anche a carattere temporaneo che agli assessorati ai beni culturali di ente locale, a tutte le associa- pubblicano gli atti di un convegno, i quali possono rivelarsi zioni e circoli culturali, agli editori, ai periodici, ai giornalisti, preziosi per qualche importante aspetto di storia locale. alle banche, alle parrocchie, agli ordini professionali e di La sezione che il “Notiziario” vi dedica è stata la più ap- categoria, agli uomini politici e ai sindacalisti; in Italia viene prezzata, particolarmente a livello universitario, da parte sia inviato alle maggiori istituzioni tra quelle sopra ricordate e ai degli studenti che dei docenti, ed insieme la più discussa, a causa ministeri; all’estero lo ricevono gli Istituti italiani di cultura e le dei criteri descrittivi e della sua non completezza. associazioni degli emigrati. Questo breve elenco è sufficiente a È noto che la questione della descrizione normalizzata del- sottolineare la capillarità e l’impegno della sua diffusione. l’informazione e del suo supporto fisico è particolarmente Nel primo numero della rivista si auspicava la messa in opera spinosa. Delicatissimo è poi l’equilibrio tra le esigenze di una di servizi automatici di gestione dell’archivio-informazioni biblioteca, quelle di una libreria, quelle di una casa editrice e raccolto. L’auspicio si è realizzato e oggi siamo in grado di

6 presentare una mappa analitica dell’editoria veneta che fino ad Ancora una volta ci piace concludere con un invito alla ora mancava. collaborazione a tutti coloro che sono in qualche modo interes- Stiamo inoltre sperimentando un servizio di “rivisteria veneta” sati alla realizzazione del progetto qui sommariamente deline- dando lo spoglio di un buon numero di periodici di carattere ato, e con un sincero ringraziamento ai molti che ci hanno culturale ed umanistico della regione. In questo settore, per la offerto il loro fattivo contributo per la buona riuscita dell’inizia- verità, si avvertono fortissime le difficoltà dovute alle scarse tiva. risorse economiche della maggior parte delle riviste, che escono Anelio Pellizzon con periodicità molto irregolare.

Destinatari del Notiziario bibliografico

Cultura e istruzione Librerie e distributori librari [234] Giornalisti [580] (nel Veneto a tutti) Archivi - Sovrintendenze [156] (responsabili e redattori delle pagine e dei servizi culturali di quotidiani, settimanali, reti televisive (in tutto il territorio nazionale) Premi [30] (letterari e giornalisici del Veneto) in tutta Italia) Associazioni e enti culturali [957] Periodici d’informazione [80] (nel Veneto a tutte, in Italia a quelle di interesse umanistico) Enti e Istituzioni pubblici (stampa periodica veneta) Biblioteche e sistemi bibliotecari [1564] Amministrazione periferica dello Stato [440] (nel Veneto a tutti, in Italia alle principali biblio- (Prefetture, preture, questure, tribunali del Politica ed economia teche dei capoluoghi di provincia) Veneto) (nel Veneto) Emigrati [360] Comuni [1280] Banche [166] (circoli e associazioni di emigrati veneti all’este- (agli Assessorati ai Beni culturali e ai sindaci di ro) tutti i Comuni del Veneto - agli Assessorati ai Camere di commercio - Enti Fiera [80] Beni culturali dei capoluoghi di provincia di tutta Istituti italiani di cultura all’estero [45] Italia) Consorzi per lo sviluppo economico-so- ciale [60] Istruzione secondaria nel Veneto [450] Consolati e ambasciate nel Veneto [23] (Scuole medie inferiori e superiori - Conservato- Ordini professionali [115] Consigli di quartiere nel Veneto [40] ri e Istituti musicali - Provveditorati - Consigli Turismo [350] provinciali scolastici - Direzioni didattiche) Ministeri e pubblica amministrazione [117] (Aziende di promozione turistica - Aziende di Musei - Gallerie - Collezioni [339] Province [280] soggiorno e turismo - Comunità montane) (nel Veneto a tutti, in Italia ai principali musei e (al presidente e agli assessori ai beni culturali pinacoteche) delle Amministrazioni provinciali in tutta Italia) Parlamentari veneti [77] Riviste di cultura [350] Regione del Veneto [363] (nel Veneto a tutte, in Italia a quelle di carattere (Assessorati - Commissioni consiliari perma- Partiti [73] umanistico) nenti - Dipartimenti - Enti, Istituti e Società (segreterie provinciali e regionali) regionali - Gruppi consiliari - Ispettorati - Uffici Università [1370] regionali decentrati) Sindacati regionali - Associazioni di (biblioteche degli Istituti universitari - Istituti di categoria [307] ricerca universitari e del CNR - Scuole dirette a Regioni [85] fini speciali - Accademie d’arte: nel Veneto a (ai presidenti e agli Assessorati ai Beni culturali delle Giunte regionali in Italia) tutti, in Italia a quelli del settore umanistico, Vari all’estero agli Istituti di Italianistica delle Uni- Servizi sociali [300] versità) (Consultori, Centri sociali, Comunità Tera- Enti religiosi - Diocesi e parrochie [120] peutiche nel Veneto) (del Veneto) Editoria Privati [1249] Editori [580] Informazione e stampa Insegnanti [904] (nelle Tre Venezie a tutti, nelle altre regioni ai Agenzie stampa [40] Professori universitari [1436] principali) (nel Veneto a tutte, in Italia alle principali)

7 Gli Editori del Veneto

Viene qui di seguito fornito ai lettori un primo elenco con i dati toriale”, “Casa Editrice”, “Libreria Editrice”, “Società Editrice”, essenziali delle realtà editoriali presenti nella regione Veneto: il “Arti Grafiche” ecc., qualora non facciano parte integrante del repertorio comprende, oltre alle case editrici, quelle associazioni nominativo dell’editore (e cioè quando sono seguite da un aggettivo o culturali e quegli enti che pubblicano con una certa regolarità. da una preposizione) vengono soppresse; Nella compilazione del presente elenco sono stati seguiti i seguenti – l’eventuale articolo iniziale non viene mai soppresso o posposto, criteri: così come per la preposizione. – i nominativi degli editori e degli enti o assocazioni vengono forniti Ci scusiamo di eventuali errori e dimenticanze, pregando fin d’ora in un unico ordine alfabetico all’interno di ciascuna provincia; i lettori e gli interessati di volerceli segnalare. – specificazioni iniziali o finali come “Edizioni”, “Editrice”, “Edi-

Belluno e provincia Biblos - Artegrafica Sociale CLEUP - Cooperativa Libraria Editrice Via Alfieri, 5 dell’Università di Padova Castaldi 35013 Cittadella Via G. Prati, 19 Via Paradiso, 27 tel. 049-9401020 35122 Padova 32032 Feltre tel. 049-650261 tel. 0439-83460 Bolzonella - Interbooks Via Rudena, 46 Clessidra Istituto Bellunese di Ricerche Sociali 35123 Padova Casella Postale 365 e Culturali tel. 049-850926 35100 Padova Piazza Piloni, 11 tel. 049-669767 32100 Belluno B.G.M. tel. 0437-940641 Via A. Da Bassano, 31 Cooperativa Giordano Bruno 35135 Padova Via S. Rocco, 16 Magnifica Comunità di Cadore tel. 049-617066 35042 Este 32044 Pieve di Cadore tel. 0429-50988 tel. 0435-32262 Campus Prato della Valle, 81 Cortina Nuova Dolomiti 35123 Padova Via Marzolo, 2 Zona Industriale, 134 tel. 049-655912 35131 Padova 32010 Pieve d’Alpago tel. 049-656921 tel. 0437-900716 Carroccio Via Alfieri, 1 CUSL - Nuovavita Nuovi Sentieri 35010 Vigodarzere Via Gassi, 42 Piazza Roma, 81/b tel. 049-700568 35129 Padova 32020 Falcade tel. 049-8071885 tel. 0437-590308 Cedam Via Japelli, 5/6 Decibel Pilotto 35121 Padova Via del Santo, 30 Via Tezze, 12/18 tel. 049-656677 35123 Padova 32032 Feltre tel. 049-36674 tel. 0439-2454 Centro Editoriale Veneto Via Vescovado, 41 Drago 35141 Padova Piazza dei Signori, 44 Padova e provincia tel. 049-656602 35139 Padova tel. 049-8754505 Alborg Centro Stampa di Palazzo Maldura Via Metastasio, 4 Via Pellegrino, 1 Editime 35125 Padova 35137 Padova Via Rialto, 6 tel. 049-682520 tel. 049-651688 35122 Padova tel. 049-655911 Antenore Centro Studi Antoniani Via Rusca, 15 Piazza del Santo, 11 Edizioni 1+1 35124 Padova 35123 Padova Via Roma, 122 tel. 049-686566 tel. 049-663944 35020 Brugine tel. 049-5806048 Associazione Culturale Lombardo- Centro Studi Storici Croati Veneto Via Cilea, 7 Edizioni del Noce Via C. Moro, 13 35123 Padova Via De Gasperi, 16 35141 Padova tel. 049-609211 35012 Camposampiero tel. 049-8721304 tel. 049-5790339 Centro Studi Zancan - Centro studi e Ausilio formazione sociale Emanuela Zancan Edizioni di AR Via Annibale da Bassano, 70/D Via Patriarcato, 41 Casella postale 414 35137 Padova 35139 Padova 35100 Padova tel. 049-657916 tel. 049-663800

8 Edizioni Giuridiche Moderne Liviana Signum Via Madonna del Rosario, 91 Via Dottesio, 1 Via del Santo, 183 35020 Ponte di Brenta 35138 Padova 35010 Limena tel. 049-8931827 tel. 049-8710099 tel. 049-8840588 EMP - Edizioni Messaggero Manobook S.O.G. Via Orto Botanico, 11 Via S. Mattia, 14/1 Galleria Storione, 2/A 35123 Padova 35121 Padova 35123 Padova tel. 049-664322 tel. 049-35718 tel. 049-8758644 Erredici Mastrogiacomo Studio Editoriale Programma Via della Provvidenza, 147 Piazza S. Nicolò, 9 Via S. Eufemia, 5 35030 Rubano 35122 Padova 35121 Padova tel. 049-630777 tel. 049-8750847 tel. 049-8753110 Euganea Editoriale Comunicazioni MEB Suman Via Roma, 82 Via Makallè, 73 Via F. Beggiato, 26 35122 Padova 35138 Padova 35026 Conselve tel. 049-657493 tel. 049-8712477 tel. 049-5384105 Facto Muzzio Tradutec Via Foscolo, 11 Via Makallè, 73 via De Marchi, 2 35131 Padova 35138 Padova 35127 Padova tel. 049-662533 tel. 049-8712477 tel. 049-850352 Flaviana - Galiverna Nord Est Unipress Via IV Novembre, 21/A Galleria Ognissanti, 18 Via C. Battisti, 231 35031 Abano Terme 35129 Padova 35121 Padova tel. 049-8600331 tel. 049-8752542 Orfeo Francisci piazza dei Signori, 44 Università di Padova - Dipartimento di Via Puccini, 27 35139 Padova Linguistica 35031 Abano Terme tel. 049-8754505 Via Pellegrino, 1 tel. 049-810956 35137 Padova Panda tel. 049-651688 GB Via Micca, 48 Via Curzola, 9 35027 Noventa Padovana UPSEL 35135 Padova tel. 049-625603 Via Pietro d’Abano, 1/A tel. 049-604102 35139 Padova Piccin e Piccin Nuova Libraria tel. 049-8753090 Gregoriana Libreria Editrice Via Altinate, 107 Via Roma, 82 35121 Padova Valmartina 35122 Padova tel. 049-655566 Via Dottesio, 1 tel. 049-657493 35138 Padova Piovan tel. 049-8710195 Il Poligrafo Via Montegrotto, 41 Via Turazza, 19 35031 Abano Terme Veneta Editrice 35128 Padova tel. 049-669767 Via Aldobrandino da Conselve, 34 tel. 049-776986 35026 Conselve Progetto tel. 049-5384610 Imprimitur Via Marzolo, 28 Via P. Canal, 13/15 35131 Padova Zanetel Katrib 35137 Padova tel. 049-665585 Via Polacco, 2 tel. 049-8723730 35127 Padova Randi tel. 049-755188 ISEP - Istituto per la Storia Ecclesiastica via S. Lucia, 1 Padovana 35139 Padova Zanibon Via del Seminario, 29 tel. 049-35976 Piazza dei Signori, 44 35122 Padova 35139 Padova tel. 049-657099 Rebis tel. 049-8754505 via Roma, 261 Isonomia 35030 Montemerlo Zielo Via S. Pietro, 17 tel. 049-9901515 Via Europa, 43 35042 Este 35042 Este tel. 0429-55783 Sartori tel. 0429-3225 Via Manzoni, 96 La Garangola 35126 Padova Via Montona, 4 tel. 049-757900 Rovigo e provincia 35127 Padova tel. 049-8750550 Scritti Monastici Centro Polesano di Studi storici Abbazia di Praglia archeologici ed etnografici La Linea 35033 Bresseo di Teolo Piazza S. Bortolo, 18 Via Carducci, 26/2 tel. 049-9900625 45100 Rovigo 35123 Padova tel. 0425-25077 tel.049-8803700 9 Il Pilastrello Pagus Commissione per la Pubblicazione Via Santa Maria Nuova, 75/A Via Curtatone, 10 dei Documenti Finanziari 45026 Lendinara 31038 Paese della Repubblica Veneta tel. 0425-61313 tel. 0422-950264 S. Polo, 3002 30125 Venezia Istituto Padano Arti Grafiche - IPAG Santi Quaranta tel. 041-5222281 Via delle Industrie, 1 Località Furo S. Antonino, 4 45100 Rovigo 31100 Treviso Comitato per la pubblicazione delle Fonti tel. 0425-474014 tel. 0422-553555 relative alla storia di Venezia S. Polo, 3002 Minelliana Vianello 30125 Venezia Piazza S. Bortolo, 18 Via Postioma, 85 tel. 041-5222491 45100 Rovigo 31050 Ponzano Veneto tel. 0425-23403 tel. 0422-969677 Corbo & Fiore Via Caneve, 6 Pegaso - CDR Zogalia Via Celio, 1 30173 Venezia - Mestre Casella Pôstale 19 tel. 041-985957 45100 Rovigo 31100 Treviso tel. 0425-27131 Deputazione di Storia Patria per le Venezie S. Croce, 1583 Treviso e provincia Venezia e provincia 30125 Venezia Amadeus Albrizzi tel. 041-5225063 Via G. Mazzini, 10/39 S. Polo, 1940 Ediciclo 31044 Montebelluna 30125 Venezia Via Tasso, 1 tel. 0423-601085 tel. 041-719435 30026 Portogruaro tel. 0421-274135 Arcari Arcobaleno Via Verdi, 10/A Riviera Bosco Piccolo, 40 Edizioni del Cavallino 31021 Mogliano Veneto 30030 Oriago S. Marco, 1725 tel. 041-5902630 30124 Venezia Armonia tel. 041-5210488 Becco Giallo Via Zanella, 16/A Via Garibaldi, 4 30173 Venezia - Mestre Edizioni del Leone 31046 Oderzo tel. 041-980914 Via Negrelli, 10 tel. 0422-712472 30038 Spinea Arsenale tel. 041-994354 Canova S. Marco, 4708 Via Calmaggiore, 31 30124 Venezia Eidos Via Belluno, 15 31100 Treviso 041-5205903 tel. 0422-46628 30035 Mirano Arte 13 tel. 041-430697 De Bastiani S. Marco - Frezzeria, 1281/B Via della Vittoria, 280 30124 Venezia Elite Via Lussinpiccolo, 34 31029 Vittorio Veneto 041-5227586 tel. 0438-550265 30174 Venezia - Mestre Ateneo Veneto tel. 041-917860 Editrice Trevigiana Campo S. Fantin, 1897 Erizzo Viale Monfenera, 8/10 30124 Venezia S. Croce, 499 31100 Treviso tel. 041-5224459 30135 Venezia tel. 0422-22504 Bocchi tel. 041-5225127 Giacobino Casella Postale Zelarino Evi Via Cucco, 5 - Collalto 30174 Venezia - Mestre Cannaregio, 3143/A 31058 Susegana tel. 041-908797 30121 Venezia tel. 0438-840267 Cassiopeia Filippi GMF Cannaregio, 6125 Castello, 5763 Via VII aprile, 1 30131 Venezia 30122 Venezia 31100 Treviso tel. 041-5287272 tel. 041-5236916 tel. 0422-20975 Centro Internazionale della Grafica Fondazione Corazzin Matteo San Marco, 2669/A Via Querini, 27/7 Via E. Mattei, 7 30124 Venezia 30172 Venezia - Mestre 31030 Dosson di Casier tel. 041-5228723 tel. 041-974659 tel. 0422-490177 Centro Studi Storici Fondazione Giorgio Cini MP Via Piave, 5 Isola di San Giorgio Maggiore Vicolo Musonello, 3 30171 Venezia - Mestre 30124 Venezia 31033 Castelfranco Veneto tel. 041-952010 tel. 041-5289900 tel. 0423-496721 CLUVA - Città Studi Fondazione Levi Orio San Marco 2893 via Piave, 15 S. Croce, 197 30135 Venezia 30124 Venezia 31015 Conegliano tel. 041-5203161 tel. 0438-31956 tel. 041-5226910

10 Fondazione Scientifica Querini Stampalia Marsilio Bi e Gi Castello, 4778 Marittima - Fabbricato, 205 Via Ca’ di Cozzi, 41 30122 Venezia 30135 Venezia 37124 Verona tel. 041-5203433 tel. 041-5227822 tel. 045-8300968 Fonema Nuova Dimensione Centro di Documentazione per la Storia Via Mion, 56 Corso Martiri della Libertà, 138 della Valpolicella 30038 Spinea 30026 Portogruaro Viale Verona, 13 tel. 041-999623 tel. 0421-760227 37022 Fumane Galleria Palazzo Malipiero Centro Editoriale Giuridico S. Marco, 1725 Castello, 5250 Via Adigetto, 43 30124 Venezia 30122 Venezia 37122 Verona tel. 041-5210488 tel. 041-5231468 tel. 045-8004562 Rebellato Grafiche La Press Corso Trentin, 9 Centro Studi Storici Viale Industria - II Strada, 3 30027 San Donà di Piave Via Ponte di Catullo, 6 30032 Fiesso d’Artico tel. 0421-330661 37044 Cologna Veneta tel. 049-502722 tel. 0442-85168 Regione del Veneto Helvetia Dorsoduro, 3901 Centro Studi del Territorio Benacense S. Polo, 2366 30123 Venezia Via per Albisano, 5 30125 Venezia tel. 041-792709 37010 Torri Del Benaco tel. 041-5222489 tel. 045-7225652 Il Cardo Smog e Dintorni Via Dante, 125 Cierre S. Croce, 1356 Via della Valverde, 50 30125 Venezia 30171 Venezia - Mestre tel. 041-950101 37122 Verona tel. 041-5240692 tel. 045-8002343 Il Leggio Stamperia di Venezia Via Padova, 5 S. Polo, 2083 Cortina 30019 Sottomarina 30125 Venezia Via C. Cattaneo, 8 tel. 041-5540099 tel. 041-5225184 37121 Verona tel. 045-594177 I.R.E. - Istituzioni di Ricovero e di Storti Educazione S. Marco, 2551 Della Scala Giudecca, 27/A - Zitelle 30124 Venezia Via Unità d’Italia, 76 30123 Venezia tel. 041-431607 37137 Verona tel. 041-5217419 Studium Cattolico Veneziano tel. 045-7050681 S. Marco, 337 Istituto di Ricerche Economiche Demetra 30124 Venezia Via Matteotti, 12 e Sociali del Veneto - IRES tel. 041-5222382 Via Peschiera, 5 37066 Sommacampagna 30174 Venezia - Mestre Tedeschi tel. 045-8960466 tel. 041-972286 Via E. de Amicis, 4 Editoriale Tre 30170 Venezia - Mestre Via Prato Santo, 4 Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti tel. 041-970206 Campo S. Stefano, 2945 37126 Verona Tipografia Armena 045-912861 30124 Venezia Via S. Lazzaro tel. 041-5210635 30100 S. Lazzaro degli Armeni - Venezia Edizioni del Paniere La Biennale di Venezia tel. 041- Via C. Cattaneo, 27 S. Marco, 1364/A 37121 Verona 30124 Venezia Verona e provincia tel. 045-8000084 tel. 041-5200311 Accademia di Agricoltura Scienze Edizioni Magiche L’Altra Riva e Lettere Via Capovilla di Sopra, 9 Via Cavallotti, 81 Via Leoncino, 6 37031 Illasi 30170 Venezia - Mestre 37121 Verona tel. 045-7834246 tel. 041-937914 tel. 045-8003668 Edizioni Scaligere Libreria Editrice Cafoscarina Anterem via Saina, 40 Dorsoduro, 3246 Via Cantarane, 10 37021 Bosco Chiesanuova 30123 Venezia 37129 Verona tel. 045-7050681 tel. 041-5231276 tel. 045-32494 Essedue Libreria Emiliana Editrice Azione Nonviolenta Corso Porta Nuova, 99 San Marco, 4487 Via Spagna, 8 37122 Verona 30124 Venezia 37123 Verona tel. 045-8003112 tel. 045-8009803 tel. 041-5220793 Fondazione Verona - Fondazione Verona Libreria Universitaria Editrice Bertani Nuova Editrice per gli Adulti Portatori di Handicap Dorsoduro, 3258/9 Via Interrato Acqua Morta, 31 Via Cristofoli, 33 30123 Venezia 37129 Verona 37138 Verona tel. 041-5229602 tel. 045-8011345 tel. 045-577444

11 Futuro Società Letteraria di Verona Istituto per la Storia del Risorgimento Viale G. D’Annunzio, 3 Piazzettta Scalette Rubiani, 1 Italiano 37126 Verona 37121 Verona Corso Palladio, 98 - Palazzo Trissino tel. 045-915622 tel. 045-30641 36100 Vicenza tel. 0444-995111 Gutenberg Solaria via Tartaro, 9 Via Marsala, 6 La Locusta 37064 Povegliano Veronese 37128 Verona Via del Castello, 20 tel. 045-7971224 tel. 045-8308501 36100 Vicenza tel. 0444-324051 Il Segno Valdonega Strada del Recioto, 30 Via Marsala, 71 L.I.E.F. - Libreria Internazionale Edizioni 37024 Negrar 37128 Verona Francescane tel. 045-7501179 tel. 045-8348501 Borgo S. Lucia, 38/40 36100 Vicenza Kalaris tel. 0444-513450 Via Rossetti, 4 Vicenza e provincia 37124 Verona Accademia Olimpica Moro tel. 045-8300423 Largo Goethe, 3 Via A. De Gasperi, 58 36100 Vicenza 36022 Cassola Libreria Universitaria tel. 0424-533027 Via dell’Artigliere, 17 tel. 0444-324376 37129 Verona Asterisco Nuovo Progetto tel. 045-32899 Via Rovegliara, 3 Contrada della Fascina, 3 36050 Bressanvido 36100 Vicenza L’Informatore Agrario tel. 0444-323439 Largo Caldera, 3/A tel. 0444-660026 37122 Verona Comune di Bassano del Grappa Padovan tel. 045-8010560 Museo Biblioteca Archivio Borgo Scroffa, 97 Via Museo, 12 36100 Vicenza Mazziana tel. 0444-513898 Via S. Carlo, 5 36061 Bassano del Grappa 37129 Verona tel. 0444-22235 Pozza tel. 045-912039 Dedalus Contrà Oratorio dei Servi, 19/21 Piazza Biade, 19 36100 Vicenza Morelli tel. 0444-320787 Via Sciesa, 27 36100 Vicenza 37122 Verona tel. 0444-323853 Rossato tel. 045-597808 Edizioni del Rezzara Via Bella Venezia, 13/C Contrà delle Grazie, 14 36074 Novale di Valdagno Nuova Colibrì tel. 0445-411000 Località Ortaglia - C.P. 17 36100 Vicenza 37010 Torri del Benaco tel. 0444-324394 Scrimin tel. 045-7225327 Fincati Piazza Garibaldi, 25/26 Via Bonamico, 30 36061 Bassano del Grappa Ordine degli Architetti della tel. 0424-22537 Provincia di Verona 36061 Bassano del Grappa via Oberdan, 3 tel. 0424-25593 Sistema Bibliotecario di Schio 37121 Verona Galla via Baratto, 7 tel. 045-592319 Corso Palladio, 16 36015 Schio Orlandi 36100 Vicenza tel. 0445-20444 tel. 0444-233352 via Mazzini, 6 Stocchiero 37121 Verona Ghedina e Tassotti Via dell’Industria, 49 Perosini Via S. Patrizio, 15 36100 Vicenza Via Fratelli Stevani, 84 36061 Bassano del Grappa tel. 0444-566133 37059 Zevio tel. 0424-23769 tel. 045-7851251 Il Punto d’Incontro Resch Via Fogazzaro, 99 Lungadige Matteotti, 13/C 36100 Vicenza 37126 Verona tel. 0444-320067 tel. 045-915499 IRSEPS - Istituto di Ricerche e di Studi Ricchiuto sull’Edilizia Popolare Sacra Via F. Da Levanto, 7 Via Cangrande della Scala, 5 37138 Verona 36063 Marostica tel. 045-562029 tel. 0424-72395 SEA Società Editrice Aquarius Istituto per le ricerche di storia sociale Via Albere, 19 e di storia religiosa 37138 Verona Contrà Mure S. Rocco, 28 tel. 045-577399 36100 Vicenza tel. 0444-544350

12 Recensioni e segnalazioni

Opere generali galleria di biografie di ben 14 intellettuali-tipografi Sansovino sono 18, la cui impresa fu “Al segno operanti a Venezia: il fiorentino anticlericale Anto- della luna crescente” ed operò fra il 1560 ed il 1575. nio Brucioli, Nicolò Franco da Benevento unico Il Parabosco svolse assieme all’attività di tipografo VALERIO VIANELLO, Il letterato, l’accademia, il li- meridionale, Francesco Sansovino, il piacentino quella di organista. Concludendo è la stessa Autrice bro. Contributi sulla cultura veneta del Cinquecen- Gerolamo Parabosco, il bassanese Giuseppe Betussi, ad affermare che lo status sociale dei 14 intellettuali to, Padova, Antenore, 1988, 8°, pp. 194, s.i.p. un altro piacentino Ludovico Domenichi in seguito rimane “sfuggente” mentre un’unica tendenza può al quale si stabilì a Venezia anche Anton Francesco essere intravista nella “grande precarietà del lavoro Verso la metà del Cinquecento Venezia, con essa Doni, di lontana origine piacentina e pure Ortensio offerto dalla stampa”. Il silenzio delle fonti notarili Roma, divenne nella penisola uno dei poli di mag- Lando, Girolamo Ruscelli, Francesco Bandelli, lo dimostra che gli accordi e i contatti con i tipografi e giore attrazione per gli intellettuali ed in particolare spagnolo Alfonso di Ulloa, Tommaso Porcacchi, gli intellettuali sono quasi sempre verbali. La corte per i letterati. Tale fenomeno era legato ad una Orazio Toscanella, Ludovico Dolce l’unico vene- diventa, per alcuni che pur la disprezzano, solo trasformazione delIa figura stessa del letterato, il ziano. agevole, appetita ma con alterne vicende, fatta ecce- quale, con la crisi dell’intellettuale-cortigiano, ri- Di tutti questi intellettuali-tipografi, fatta ecce- zione per il Domenichi. Alcuni invece come il cercava nuovi sbocchi che soddisfacessero anche zione per quello meridonale e quello straniero, tutti Brucioli, il Toscanella e forse il Dolce scelsero la alle sue esigenze esistenziali quotidiane. La stampa gli altri provengono dal centro nord d’Italia e ope- strada del precettore privato. Sia la scelta della corte e l’Università potevano essere i mezzi e i luoghi da rano a Venezia a cavallo fra la prima e la seconda come quella del precettore tuttavia hanno in comu- cui ricavare “onore e pane”: Venezia, quale centro metà del ’500. Il secondo paragrafo che conclude la ne la scarsa resa del lavoro intellettuale che si attesta di produzione libraria, e Padova, sede universitaria, prima parte del volume è dedicato al motivo che sui 6/7 scudi mensili. divennero la “residenza permanente o temporanea” attrasse gli intellettuali sunnominati a Venezia do- L’Autrice con il suo lavoro ha così permesso di di scrittori e artisti. vuto al fatto che Venezia garantiva una vita cultura- aprire nuove strade per lo studio della storia della Tale flusso intellettuale verso Venezia si riflette le e tipografica nello stesso tempo, assicurando un tipografia accostando storia della stampa alla storia inevitabilmente sull’organizzazione culturale ed “in- mercato editoriale che corrispondeva alle loro aspet- della cultura e degli intellettuali e alla storia del- veste – è la tesi dell’autore – strutture ed aspetti della tative. Vengono così ad incrociarsi nomi di intellet- l’economia. comunicazione letteraria”. Vianello investiga in tuali e nomi di tipografi assieme ai dati statistici che Renato Zironda modo approfondito e con specialistica competenza l’Autrice fornisce con competenza e con la sicurez- il dibattito letterario-culturale sviluppatosi intorno za di chi svolge indagine archivistica. E a tal propo- alla metà del Cinquecento, che avrebbe prodotto dei sito è sufficiente scorrere la terza parte del volume notevoli cambiamenti nell’organizzazione cultura- composta esclusivamente di tabelle e di grafici. le intesa nella molteplice dimensione di luogo di Assieme poi all’indice analitico dei nomi ricchissi- STEFANO P ILLININI, Bernardino Stagnino. Un editore cultura, dell’intellettuale, dei mezzi di comunica- mo di dati relativi a personaggi anche di scarso a Venezia tra Quattro e Cinquecento, Roma, zione e della relazione fra discipline. rilievo come, ad esempio Cappello Battista agente Jouvence, 1989, 8°, pp. 116, ill., s.i.p. A Padova, oltre allo Studio, luogo di produzione di Giolito de’ Ferrari a Napoli. La Di Filippo Bareggi, culturale è l’Accademia degli Infiammati, fondata così, con la prima e la terza parte fa del suo studio un L’industria editoriale nella Venezia del Cinque- nel 1540. Il programma degli Infiammati è “la cura repertorio vero e proprio, aspetto che rende e rende- cento è talmente ricca e variegata che decenni di delle buone lettere e dell’eloquenza” non disgiunta rà il volume sempre attuale. studi non hanno esaurito le possibilità di indagine e dall’obiettivo di “trovare la verità delle cose”. Ca- Nella seconda parte del volume l’Autrice rielabora la fruttuosità dei risultati. Di fronte infatti a moltis- ratteristica dell’Accademia è il superamento i dati forniti nella prima parte cercando di dare loro simi studi relativi al “principe degli editori”, Aldo dell’erudizione e l’apertura a tematiche filosofico- una interpretazione. Dei 14 intellettuali tipografi Manuzio, e a studi comparativi e statistici sui tipo- scientifiche, un indirizzo che diventerà prevalente esaminati quasi tutti appartengono ad un ceto socia- grafi di minor prestigio, importante è l’osservazio- fra le accademie cittadine. Se la decadenza del le di medio-alta borghesia e, pur avendo tutti i loro ne che l’autore compie nella sua introduzione: “...[è] primato delle lettere, la divulgazione della cultura e padri garantito loro una preparazione culturale su- interessante studiare la produzione di un editore l’uso del volgare diventano argomenti di forte con- periore, non andranno incontro alle aspirazioni dei ‘minore’, che veda nell’editoria principalmente un trasto, sono anche degli indicatori di esigenze cultu- famigliari. Fu così che l’intellettuale fu “costretto” mezzo per guadagnare del denaro, che sia un mer- rali nuove. Tra i bisogni avvertiti, quello di uno a “fare della cultura anche un lavoro in senso pro- cante e non un umanista e quindi cerchi di stampare “stile lucido” e di “chiarezza espositiva” soprattutto prio e cioè un’attività che fosse in qualche modo opere che si vendano con una certa facilita. È questo in presenza di una settorializzazione del sapere. Il retribuita”. Altro elemento omogeneo è che quasi il caso di Bernardino Stagnino”. nodo del rapporto lettere-filosofia-scienza conduce tutti i 14 intellettuali-tipografi vivovo ai margini Bernardino Giolito de Ferrari da Trino, detto lo così ad una delimitazione del ruolo del letterato, delle accademie delle quali condivisero solo gli Stagnino (muore nel 1540), è esemplare da questo relegando la filologia a “funzione propedeutica” e obiettivi culturali. E qui l’Autrice entra nel mondo punto di vista, anche a causa della sua “longevità” la retorica a “tecnica che insegna a scrivere bene”. delle Accademie veneziane. Il fatto poi che i 14 come tipografo, editore e “librorum mercator”. Il Si tratta di una ridefinizione dell’identità del lettera- intellettuali presi in considerazione, fatta eccezione to, che consente però allo scrittore di entrare in “una per Ludovico Dolce, provenissero tutti da altre città logica di mercato che richiede un sapere specialisti- d’Italia presuppone una fitta relazione con altri co”. intellettuali da loro conosciuti nelle varie Cinzio Gibin peregrinazioni. Un intero capitolo, infatti, è dedica- to ai circuiti epistolari e alle relazioni culturali. Quanto rendesse il lavoro all’intellettuale la Di Filippo Bareggi lo esplica nel 4° capitolo della seconda parte. La veste del redattore tipografico CLAUDIA DI FILIPPO BAREGGI, Il mestiere di scrivere. non solo permette un guadagno sicuro agli intellet- Lavoro intellettuale e mercato librario a Venezia tuali, ma la tipografia stessa diventa “un ambiente di nel Cinquecento, Roma, Bulzoni, 1988, 8°, pp. 422, lavoro dal valore aggregante molto forte e capace di L. 48.000. divenire centro di dibattiti culturali e crocevia di molteplici incontri”. Ma l’intensità del lavoro ri- Il fascino della Venezia del Cinquecento legata al chiesto nella tipografia farà sì che ben 5 degli mondo dei tipografi, degli stampatori, dei commit- intellettuali presi in esame finiscano con il preferire tenti è oramai un fatto assodato, rivelando così la corte e quindi l’accoglienza presso “un ricco e Venezia non solo come città d’arte, ma pure come nobile signore”. Dei 14 intellettuali presi in esame centro di cultura che ebbe nel Cinquecento il prima- tutti, comunque, nel periodo trascorso a Venezia to della stampa. A sua volta non poteva venir meno assunsero le vesti del tipografo in proprio, anche se una casa editrice come la Bulzoni affermatasi so- stamparono pochi testi come il Brucioli che editò prattutto per le pubblicazioni di carattere dal 1548 al 1566 solo 5 titoli nuovi con la marca bibliografico e per la più prestigiosa rivista in Italia tipografica “All’insegna della Speranza”. Infatti – assieme a “La Bibliofilia” (Olschki) – di storia del affiancò al lavoro del tipografo quello di maestro libro, “Il Bibliotecario”. per arrotondare le sue entrate. Il Dolce invece fra il Entrando nel merito del contenuto del libro della 1532 e il 1568 svolse attività di editore e di autore Di Filippo Bareggi, l’Autrice costruisce una ideale stampando ben 278 edizioni. I titoli di Francesco

13 suo primo libro risale infatti al 1483 e l’ultimo al grande lavoro, l’Opera Omnia di Gabriele D’An- 1538. Stefano Pillinini ha compiuto un’accuratissi- nunzio. La mostra di Verona ne documenta l’attività ma ricerca, su repertori e in biblioteche, per rico- in un ritratto a tutto tondo che di Mardersteig coglie struire nel modo più completo possibile l’intera la produzione di tipografo, di editore, di creatore di produzione dello Stagnino. Individua così due peri- caratteri e di studioso del Rinascimento. Questo odi nella sua attività. Il primo (1483-1500), è legato ultimo aspetto ha origini lontane ma salde nella sua all’Università di Padova: a Padova infatti lo formazione intellettuale, che dà conto di affinità stampatore inizia la sua attività in collaborazione spirituali e spiega scelte operative. Laureato in con Giovanni Herbart di Silgenstadt, ma anche giurisprudenza, aveva mosso i suoi primi passi nel dopo il suo trasferimento a Venezia si appoggia a mondo artistico-editoriale fondando ad Amburgo, Padova per il sicuro smercio della sua produzione insieme a Carl George Helse, la rivista “Genius”, giuridica. portavoce del movimento espressionista, che ospitò Il periodo più fecondo risale agli anni 1488-1495. scritti di storici dell’arte dell’importanza di Tietze, In seguito, pur passando alcuni momenti di crisi, Valentiner e Friedländer, di teorici e filosofi quali coincidenti del resto con i periodi difficili dell’indu- Pauli e Köhler e testimonianze di artisti. stria editoriale veneziana, mantiene un livello di Il successivo trasferimento nel piccolo centro produzione più che dignitoso. Dal 1500 alla fine del ticinese di Montagnola coincise con la fondazione suo periodo più produttivo pubblica di preferenza della sua attività tipografica e con la rinascita del- testi di religione (liturgici e dottrinali), letteratura e l’interesse per l’umanesimo, visto come mezzo di medicina. La produzione medica è ancora spiegabile educazione e di libero esercizio della mente. Questo con i contatti con il mondo universitario, mentre nuovo interesse e gli studi conseguenti fecero di lui quella religiosa e letteraria (Dante, Petrarca, Virgi- un appassionato cultore della civiltà italiana lio, Sannanzaro ecc.) rispecchia investimenti tran- rinascimentale nei suoi aspetti di fermento culturale quilli in opere di sicuro e rapido successo commer- e di chiarezza espressiva. I risultati di questa forma- ciale. zione culturale dove scienza, arte e sensibilità natu- Anche tecnicamente la sua opera è più “normale” rale si esprimono al meglio sono presenti in tutta la Midor Ledor. Di generazione in generazione. Vita rispetto a quella di un Aldo: decorosa, e quindi a produzione di Mardersteig che traduceva nei suoi e cultura ebraica nel Veneto, catalogo dell’omoni- prezzo relativamente contenuto. Completano il bril- libri, con sensibilità quasi d’architetto, la perfetta e ma mostra organizzata dall’Associazione “Gaudium ° lante saggio le sezioni con l’elenco delle edizioni pulita simmetria di forme dell’arte rinascimentale. et Spes”, Praglia (PD), Scritti Monastici, 1989, 8 , dello Stagnino (descritte brevemente ma con ab- La grande fama che egli acquistò come disegna- pp. 238, ill., L. 70.000. bondanti riferimenti ai repertori), l’indice degli au- tore di caratteri originali deriva, oltre che da una sua tori, curatori e traduttori e la cedola testamentaria in istintiva propensione alla costruzione tipografica, Sul finire del 1989 l’Associazione “Gaudium et volgare dell’editore. anche dai suoi studi puntigliosi e attenti dell’arte del Spes” ha organizzato, presso l’Abbazia di Praglia (Padova), la mostra “Midor Ledor. Di generazione Valentina Trentin libro antico, soprattutto umanistico, sia manoscritto che a stampa. in generazione”; essa è stata un momento importan- I caratteri da lui creati venivano incisi dal parigi- te per fare conoscere la cultura ebraica, in particola- no Charles Malin, cui Mardersteig fu legato da una re è riuscita, coerentemente con le intenzioni, a grande ammirazione e riconoscenza. A partire dalla “presentare – ha scritto Luzzato – l’Ebreo reincisione di alcuni caratteri Bodoni per l’opera di concreto che vive qui ed ora, quindi l’Ebreo delle Giovanni Mardersteig: stampatore, editore, comunità vicine, l’Ebreo del Veneto nella sua umanista, Mostra storico-documentaria a cura di D’Annunzio, fino alla creazione del Griffo, tratto dal carattere dell’omonimo incisore bolognese, del- quotidianità e nella sua concreta espressione stori- Franco Origoni e Sergio Marinelli (Verona, Museo ca”. Il catalogo della mostra, rimasto a documenta- di Castelvecchio, 2 giugno-15 settembre 1989), lo Zeno, disegnato ed elaborato da Mardersteig partendo da un manoscritto del copista Ludovico zione dell’iniziativa, va ad affiancarsi alla Verona, Museo di Castelvecchio - Edizioni pubblicistica esistente sull’ebraismo nel Veneto ed Valdonega, 1989, 4°, pp. 211, ill., s.i.p. Arrighi vicentino, del Fontana, creato per la casa editrice Collins di Glasgow, la collaborazione in Italia, proponendo un’agile ma non superficiale Mardersteig-Malin fu continua fino alla morte lettura della cultura ebraica vista nella La misura e la classicità, un profondo senso multidimensionalità della determinazione storica. artistico e del bello unito a una espressione serena- dell’incisore, nel 1955; da allora Mardersteig non creò alcun nuovo carattere ma si limitò a dirigere La Ketubbah (contratto matrimoniale scritto), la mente razionale introducono nel mondo dello tovaglietta e il piatto per Seder (cena pasquale) e stampatore ed editore Giovanni Mardersteig, che, lavori della Monotype Corporation per la estensio- ne del suo carattere Dante. tutti gli altri oggetti, infatti, rappresentano i tanti tedesco, nativo di Weimar, si trasferì stabilmente in momenti dello svolgersi della vita dell’Ebreo. Italia, a Verona, nel 1928 per stamparvi il suo primo La figura di Hans Mardersteig studioso dell’arte tipografica si completa oltre che nella creazione di Oltre alle schede curate da Anna Blayer, Giulio caratteri, nella produzione di libri d’arte della sua Bourbon, Dora Liscia Bemporad, Beniamino Officina Bodoni. Il libro figurato d’autore deve a lui Cannaruto, Laura Voghera, il catalogo presenta un la sua realizzazione più alta in Italia, negli anni ’40. utile glossario dei più ricorrenti e significativi ter- A partire dal Milione illustrato da 30 litografie di mini ebraici; in questo modo viene superata la Massimo Campigli, stampato per Hoepli, nel 1942, difficoltà linguistica che a volte è di ostacolo alla in piena guerra, fino ad arrivare al 1975 con Il comprensione delle tradizioni e dell’agire dell’Ebreo. cappotto di Gogol illustrato da Annigoni, Molto interessanti i saggi: Amos Luzzato e Gadi Mardersteig dà voce a tutti i maggiori artisti italiani, Luzzato hanno fornito, prima, un profilo storico pubblicandoli per proprio conto o per Hoepli e i sull’insediamento ebraico nel Veneto e poi hanno “Cento Amici del libro”. Ma dando uno sguardo descritto gli aspetti principali della cultura e tradi- all’attività complessiva di Mardersteig editore-ti- zione ebraica; Piero Stefani, nel suo intervento pografo, anche i libri che non sono impreziositi Dalla nascita alla morte, si è occupato delle norme, dall’intervento dell’artista, sono pacificamente delle consuetudini, dei riti che regolano la vita annnoverabili tra i libri d’arte per il nitore inegua- dell’Ebreo fin dalla nascita; delle feste ebraiche ha gliabile della pagina stampata, specchio di un’arte e scritto Luciano Meir Caro; Luciana Mortara di una perizia tipografica che sempre si accompagna Ottolenghi e Pier Luigi Fantelli si sono occupati alla capacità interpretativa e allo studio dell’opera invece delle dieci tavole dipinte con soggetto biblico in questione. e che si ipotizza costituissero “la decorazione di pareti mobili di una Sukkah [capanna]”. Una varietà Antonella Miolo di interventi che, nell’ambito di un primo approc- cio, fornisce le “chiavi” indispensabili per la cono- scenza della cultura ebraica. Cinzio Gibin

14 L’Archivio IRE. Inventari dei fondi antichi degli ISTITUTO V ENETO DI S CIENZE L ETTERE ED A RTI, Edizio- ospedali e luoghi pii di Venezia, a cura di Giuseppe ni del Cinquecento possedute dall’Istituto Veneto di Ellero, Venezia, IRE, 1987, 8°, pp. 311, ill., s.i.p. scienze, lettere ed arti. Catalogo breve, a cura di Caterina Griffante, Venezia, Istituto Veneto di scien- BERNARD AIKEMA - DULCIA MEIJERS, Nel regno dei ° poveri: arte e storia dei grandi ospedali veneziani ze lettere ed arti, 1989, 8 , pp. 224, s.i.p. in età moderna 1474-1797, Venezia, IRE, 1989, 4°, pp. 310, ill., s.i.p. La sede veneziana autonoma dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti fu aperta nel 1838, per L’anno scorso si è compiuto il cinquantenario disposizione dell’imperatore Ferdinando I che sud- delle Istituzioni di Ricovero e di Educazione (IRE). divise l’Istituto nelle due sedi di Milano e, appunto, L’ente veneziano, che accentra l’amministrazione Venezia. Contemporaneamente sorse la Biblioteca, di sedici luoghi pubblici di assistenza e beneficenza, che si è andata via via arricchendo, soprattutto con è nato infatti nel 1939, dall’intuizione politica di gli scambi delle sue pubblicazioni con quelle edite non produrre fratture in una proficua gestione, da altre istituzioni di cultura. Particolarmente con- plurisecolare, che andava, senza soluzione di conti- siderevole è infatti la collezione di atti accademici nuità, dagli interventi della Repubblica Veneta at- italiani e stranieri. Grande incremento essa ha anche traverso la Congregazione di Carità fino all’attuale ricevuto dai doni dei suoi autorevoli membri, come IRE. Sedici sono le istituzioni pubbliche di assisten- i professori Angelo Minoch, Luigi Luzzati, Giusep- za e rieducazione che sono state riunite nella gestio- pe Gerola, Fabio Vitali e altri. La Biblioteca, pur ne del 1939: Astori Omobon Vincenzo, Pia Fonda- essendo in linea di massima riservata ai soci, ha zione Bonaventura Bartoli, Pia Casa di Ricovero sempre cercato di favorire tutti gli studiosi. Partico- SS. Giovanni e Paolo, Ca’ di Dio, Pia Casa dei lare importanza in questo senso rivestono le pubbli- Catecumeni, Dona Bernardo fu Marco, Garzoni cazioni, alcune già edite ed altre in preparazione, Vincenzo, Fondazione Giovanelli Manin Fosca, Pullan e Richard Palmer rispettivamente sulla nuova che contengono cataloghi delle varie raccolte della Marcantonio Locatelli, Istituto Manin, Orfanatrofio filantropia e sull’assistenza medica nella Venezia Biblioteca. maschile, Orfanatrofio femminile, Ospizio Badoer, cinquecentesca, di Dulcia Meijers sull’architettura Il catalogo delle cinquecentine, curato da Caterina Pia Casa delle Penitenti, Anna Villabruna Dei, della nuova filantropia, di Bernard Aikema sugli Griffante, è l’ultimo esempio in ordine cronologico Conservatorio delle Zitelle. I due volumi escono per aspetti iconografici veneziani nella rappresentazione per diffondere la conoscenza del patrimonio librario celebrare l’importante ricorrenza, ma non sono af- della virtù della carità, di Denis Arnold sull’attività dell’Istituto. Si è adottato lo standard descrittivo fatto elementi isolati: dal 1984 infatti l’Istituto pub- musicale che si svolgeva negli ospedali e negli istituti abbreviato, universalmente conosciuto perché usa- blica nella collana “Carità e assistenza a Venezia” di formazione e rieducazione. L’insegnamento della to nei cataloghi short title del British Museum. importanti contributi per la conoscenza di una parte musica agli assistiti e alle assistite (cosa che favoriva, Particolarmente curate sono le intestazioni, con rilevante della storia sociale veneziana fino ad ora elemento di non secondaria importanza, generosi opportuna rete di rinvii e intestazioni secondarie, e poco studiata. Ma l’attenzione al passato risale lasciti da parte della raffinata aristocrazia veneziana) la segnalazione delle discrepanze tra le note tipo- molto più indietro nel tempo: nell’introduzione ha una grande rilevanza sopratutto nel Settecento: le grafiche del frontespizio e quelle del colophon. all’inventario dell’archivio dell’ente, Bianca “figlie del coro”, istruite da personalità anche impor- Conclude la scheda la citazione dei repertori mag- Lanfranchi Strina sottolinea l’importanza del fatto tanti, divennero famose in tutto il mondo, e la didat- giori, al fine naturalmente di permettere la perfetta che esso si sia assicurato il lavoro di un archivista tica dell’insegnamento del bel canto veneziano in- identificazione di una edizione. L’ordinamento è diplomato alla prestigiosa scuola veneziana, l’auto- fluenzò le scuole di musica inglesi e tedesche. Con- alfabetico per autori (personali e enti). Seguono poi re appunto della prima opera segnalata. cludono questa sezione i saggi del già citato Giuseppe gli indici dei tipografi, editori e librai, dei luoghi di Nella preziosa introduzione Giuseppe Ellero ana- Ellero (Personaggi e momenti di vita), e di Giuliana stampa e delle date di stampa. La raccolta consiste lizza la struttura dell’archivio storico che la fondazio- Marcolini su un episodio importante del diciottesimo di circa trecento pezzi, variamente datati dal 1512 al ne della Congregazione della Carità, nel primo seco- secolo: l’istituzione del Pio luogo delle Penitenti di 1600. Prevalgono naturalmente i tipografi venezia- lo XIX, ha permesso di raccogliere dai vari centri San Giobbe. ni, con un totale di centonovanta edizioni: dai Giolito assistenziali soppressi in un’unica sede consentendo- Il complesso nasce, con il pragmatismo così de Ferrari a Lucantonio Giunta, da Giovanni Griffio ne la perfetta conservazione. Il fondo più importante, tipico della società veneziana, per colmare un vuoto a Giandomenico Nicolini da Sabbio, da Giovanni per il quale si edita parzialmente (e comunque in assistenziale: le povere prostitute che volevano riti- Battista e Melchiorre Sessa a Vincenzo Valgrisio, modo dettagliato relativamente a particolari per ser- rarsi dal “mal fare” potevano solo scegliere di con due edizioni di Aldo Manuzio jr. e una di Aldo vire alla storia nobiliare, dell’arte, della musica ecc.) entrare nel Convento delle Convertite o al Soccorso, e Andrea Torresano (le Silvae di Stazio del 1519). l’inventario, è quello dell’Ospedale dei derelitti ai ma tramite pagamento e l’accettazione dei voti Valentina Trentin SS. Giovanni e Paolo detto l’Ospedaletto (fondato religiosi a vita. Il Pio luogo, secondo le concezioni nel 1528). Per i fondi minori (Ospedale di S. Lazaro del patriarca Giovanni Badoer, segue invece la più dei Mendicanti, 1600-1797; Pia Casa dei Catecumeni, moderna teoria della temporanea rieducazione mo- 1557-1797; Casa delle Zitelle, 1559-1797; Pia Casa rale e spirituale in un ambiente protetto, e viene del Soccorso, 1580-1797; Pio Luogo delle Penitenti materialmente edificato in modo da rendere funzio- STEFANO PILLININI, Il “Veneto governo democrati- di S. Giobbe, 1700-1797; Compagnia del Patrocinio nale la reclusione delle donne, ritenuta essenziale co” in tipografia, Venezia, Comune, 1990, 8°, pp. delle Donzelle Periclitanti, 1749-1797 e Discepole per la riuscita del loro cambiamento di vita. Del- 118, ill., s.i.p. della Beata Vergine dette le Campanere, 1758-1797) l’Istituto l’autrice ricostruisce la storia anche eco- si dà un regesto sintetico. L’imporatanza delle ricer- nomica e finanziaria, che rivela gli enormi interessi Durante il periodo della Municipalità Provviso- che che si possono compiere su questo archivio non che, in certi casi, andarono ben oltre le mere finalità ria di Venezia (12 maggio 1797 - 18 gennaio 1798) ha bisogno di essere qui dimostrata: quotidianamente di sussistenza assistenziale. La seconda parte del- veniva stampato il “Quadro sessioni pubbliche”, esso è visitato da numerosi studiosi italiani e stranieri, l’opera, a cura di Aikema e Meijers, è dedicata alla contenente i verbali delle sedute. Nell’avviso del- e l’opera di Ellero risponde quindi ad un’esigenza storia artistica dei complessi architettonici dove l’editore vi è scritto che “uno de’ principj della inderogabile e diventerà lo strumento privilegiato per ebbero sede i vari luoghi pii. Vengono illustrati e democrazia è quello che il popolo sia istruito di tutto la consultazione dei fondi, oltre che (auspichiamo descritti nella storia della costruzione e nello studio ciò che i suoi rappresentanti sanno immaginare e con Bianca Lanfranchi Strina) essere “di stimolo per del loro patrimonio pittorico e scultoreo gli Incura- stabilire”. L’atto della Municipalità e l’affermazio- continuare il lavoro di scavo nelle carte mediante un bili, l’Ospedaletto, le Convertite, la Pietà, i ne dell’editore sono da sottolineare perché dimo- approfondimento sempre più ricco”. Catecumeni, le Zitelle , il Soccorso, i Mendicantti e strano l’importanza assegnata all’informazione dai Un esempio della ricchezza dei risultati che può le Penitenti (per chiamare le varie istituzioni e le municipalisti. La pubblicazione degli atti era vista produrre lo studio dell’antica documentazione degli loro chiese con i nomi con cui sono popolarmente come un dovere dall’autorità democratica perché istituti benefici di Venezia, non solo nell’ambito note). consentiva la conoscenza delle decisioni prese o da della storia sociale, della medicina e dell’ assistenza, Entrambi i volumi sono presentati nella consueta prendere, di conseguenza facilitava il controllo pub- ma anche in quello della storia artistica, è offerto dal veste tipografica molto curata, e sono corredati da blico, ossia dei cittadini. La partecipazione alla vita secondo volume segnalato. Nel regno dei poveri è vasti apparati di indici e bibliografici, e da numerose politico-sociale, la trasparenza degli atti delle auto- diviso in due parti: la prima analizza in lucidi contri- illustrazioni e tavole. rità municipaliste sono elementi fondamentali in buti l’assistenza agli emarginati com’era concepita un’organizzazione sociale e politica democratica. nella Riforma cattolica, con gli interventi di Brian Valentina Trentin Si spiega così l’intensa attività tipografica svolta

15 durante il periodo municipalista: nel giro di otto mente storico, si possono trovare alcuni brani tratti Filosofia mesi vengono stampati cinquecento opuscoli. Di da documenti inediti che mettono in evidenza aspet- ciò vi è consapevolezza, tanto che un documento, ti poco conosciuti del passato di Murano e possono indirizzato da un democratico a un aristocratico, si fornire utili stimoli ad appassionati e ricercatori EUGENIO GARIN, Aristotelismo veneto e scienza mo- apre mettendo in risalto tale “esplosione tipografi- oltre ad interessanti annotazioni sull’attività e la derna, in Umanisti artisti scienziati. Studi sul Rina- ca”: “Voi vi meravigliate, perché fu scritto da varie storia dell’amministrazione. scimento italiano, Roma, Editori Riuniti,1989, 8°, persone in pochi giorni quello che non si avrebbe Il materiale prodotto dalle diverse sezioni muni- pp. 333, L. 32.000. potuto scrivere da una intera Nazione in molti anni”. cipali è stato raccolto in 353 buste, il cui contenuto Degli opuscoli, conservati presso la biblioteca è accuratamente descritto nell’inventario che racco- L’esame delle caratteristiche, del valore e del della Deputazione di storia patria per le tre Venezie, glie anche il materiale di corredo, le anagrafi, gli ruolo svolto dall’aristotelismo entro la cultura veneta Pillinini ha presentato il catalogo. Accompagnato affari militari e la contabilità, oltre ai verbali delle e, più in generale, il peso che ha avuto nella prepa- da un’interessante introduzione, in cui si dà rilievo riunioni del consiglio e della giunta. Nella sezione razione della rivoluzione scientifica, è stato (e con- al dibattito svoltosi a Venezia sulla libertà di stam- conclusiva è stata raccolta un scelta significativa tinua ad essere) una delle questioni storiografiche pa, esso è un ulteriore strumento di consultazione dell’importante repertorio d’immagini conservato più discusse e variamente interpretate. Su tale vexata messo a disposizione di chi è interessato a studiare nel fondo archivistico muranese. La pubblicazione quaestio interviene uno dei maggiori storici del le vicende di questo periodo. di questo materiale costituisce senza dubbio un Rinascimento, Eugenio Garin, che si suole inserire Cinzio Gibin riferimento e uno stimolo per chi voglia intrapren- in quell’orientamento storiografico il quale privile- dere una ricerca sulla storia recente di Murano. gia piuttosto il platonismo come componente essen- Stefano Sorteni ziale di questo periodo e presente anche in Galileo, nella sua lettura del gran libro della natura. Ebbene, in questo denso saggio Garin prende atto SERGIO BARIZZA - GIORGIO FERRARI, L’archivio mu- di alcuni risultati nuovi raggiunti dagli storici della nicipale di Murano 1808/1924, Portogruaro (VE), ° filosofia, come Charles Schmitt e Antonino Poppi, Nuova Dimensione, 1990, 8 , pp. 114, ill., L. 22.000. L’archivio storico dell’Accademia Olimpica con- e cioè che non è più sostenibile la tesi di un Forse non tutti sanno che in tempi non lontani servato presso la Biblioteca Civica Bertoliana (sec. aristotelismo averroista, omogeneo e unitario, che XVI-XIX), a cura di Antonio Ranzolin, Vicenza, avrebbe caratterizzato lo Studio padovano nel corso Murano costituiva un comune a sé stante rispetto a ° quello veneziano, e precisamente nell’arco di tem- Accademia Olimpica, 1989, 8 , pp. 169, ill., L. di alcuni secoli; al contrario, entro il termine po che va dal 1806, anno nel quale l’amministrazio- 30.000. “aristotelismo” si collocano posizioni, esigenze, ne venne istituita dai francesi, al 1924, quando bisogni culturali tra loro assai diversi e diversamen- L’Accademia Olimpica di Vicenza fu fondata da te espressi. Così, un esame dei testi che circolavano questa cessò perché assorbita nel comune di Vene- Valerio Chiericato e Girolamo da Schio nel 1555 zia. Le carte prodotte a partire dal 1808 e conservate in questo periodo induce Garin ad affermare, in con l’intento di sviluppare le materie scientifiche. termini persuasivi, “che sono i nuovi filosofi-filologi per la maggior parte presso l’Archivio storico mu- Durante i primi anni di vita non ebbe una sede fissa nicipale della città lagunare sono state recentemente a operare nella direzione più propriamente scienti- e i soci si riunivano a turno nelle proprie abitazioni. fica; che sono loro a offrire nuovi strumenti di inventariate e ordinate dal direttore Sergio Barizza Molto presto gli accademici istituirono nel loro in collaborazione con Giorgio Ferrari. Questa ope- ricerca, nuovi testi, nuovi metodi, dai sussidi visivi ambito una scuola, che con alterne vicende fu anche dei disegni delle macchine alla versione e illustra- razione, i cui risultati sono stati raccolti nel volume accessibile a giovani non ascritti all’Accademia. Il che qui si presenta, avviene a tre anni di distanza dal zione dei grandi testi matematici”. Ciò ovviamente dotto consesso abbandonò ben presto le intenzioni non significa che lo Studio padovano non si caratte- riordino degli archivi municipali di Venezia e scientifiche per dedicarsi a quelle letterarie, ma Malamocco. A questo punto, al definitivo recupero rizzi per il privilegiamento accordato alle discipline gloria maggiore è ad esso derivata dallo splendido logiche e naturali, ma entro tale nuovo contesto le dei fondi dei comuni “lagunari”, manca solamente Teatro Olimpico, capolavoro famoso in tutto il la sistemazione dell’archivio di Pellestrina, che stesse ricerche logico-scientifiche assumono un mondo di Andrea Palladio. Le rappresentazioni nuovo aspetto, vale a dire si inseriscono in un speriamo venga realizzata al più presto. teatrali erano infatti diventate l’occupazione prefe- L’incuria e il disinteresse generali avevano co- audace tentativo di creare una nuova classificazione rita degli Olimpici. Nel 1585 il teatro fu inaugurato del sapere, nuovi nessi fra discipline, più razionali stretto questo patrimonio di cultura e memoria sto- con la recita dell’Edipo di Sofocle, nella traduzione rica nel cosiddetto dimenticatoio e rischiava, in tal rapporti fra esperienza e ragione. del Giustinian, con un apparato scenico rivoluzio- Così, figure come Pietro d’Abano e Giovanni modo, di andare completamente perso, preda del- nario per il tempo e con Luigi Groto nella parte dello l’umidità e della muffa. I due archivisti, con pazien- Dondi dall’Orologio, afferma Garin, acquistano un sfortunato monarca. rilievo del tutto particolare se appunto non sono za e tenacia, hanno rinvenuto le rubriche e gli indici L’Accademia conobbe, seguendo le vicende sto- realizzati in precedenza e, utilizzandoli al meglio, appiattiti nella dimensione storica tradizionale. “Così riche della propria città, momenti di declino e di fra Quattrocento e Cinquecento sono presenti a sono riusciti a riportare all’unità un fondo che splendore. Non fu però mai sciolta, almeno di fatto, precedenti e parziali interventi avevano disgregato Padova in vesti nuove tutte le voci del pensiero nonostante difficoltà e pretese accampate ora dal classico e medievale: l’Aristotele autentico greco, e reso di difficile se non impossibile consultazione. Senato Veneto ora dal regime napoleonico. L’istitu- Le pagine introduttive alla descrizione delle sin- l’Aristotele latino medievale, l’Aristotele di Averroè, to è ancora oggi vitale, essendosi gradatamente e poi Avicenna e l’enciclopedia di Avicenna”. In- gole unità che compongono l’archivio sono divise adeguato alle caratteristiche di un moderno centro in due paragrafi; nel primo vengono esaminate le somma l’aristotelismo padovano, nella molteplicità di cultura. La continuità della sua esistenza è stata delle sue connotazioni (culturali, etiche, scientifi- vicende occorse al fondo e i criteri scelti nell’ordi- felicemente accompagnata dalla sopravvivenza dei namento, mentre nel secondo, di carattere propria- che) concorre in modo decisivo ad aggiornare “le suoi archivi. Una grandissima parte di documenti, discussioni teoriche interne alla tradizione medie- costituente l’archivio antico, è conservata nella Bi- vale europea” e a rinnovare la struttura stessa del blioteca Civica Bertoliana di Vicenza. Antonio sapere umanistico. Ranzolin ha compiuto su questo materiale una pre- È evidente che così caratterizzato, il pensiero di ziosa opera di riordino e di repertorizzazione. Il suo Aristotele non può non essere una componente della lavoro si è svolto parallelamente ad una intelligente tradizione scientifica, se non proprio in termini campagna di microfilmatura, che consentirà una strettamente teorici, in quello culturale, nel senso migliore conservazione del materiale più deperibile che tutti i protagonisti della rivoluzione scientifica senza impedire agli studiosi l’accesso alle informa- si sono richiamati esplicitamente a quella tradizio- zioni. Il volume costituisce quindi un ordinato, ne. Come e fino a che punto si possa poi parlare di puntuale e chiaro punto di partenza per la consulta- un “aristotelismo metodologico di Galileo”, è un zione del fondo, che potrà ora avvenire in modo problema che rimane aperto e la cui discussione non veloce e mirato. È tanto più importante quando si può che avvantaggiarsi da rigorose messe a punto pensi che la storia dell’Accademia (eccettuata forse come questa. quella del Teatro) è ancora legata a ricerche risalenti al secolo scorso, mentre si avverte viva l’esigenza di Mario Quaranta più moderni contributi, svincolati dalle preoccupa- zioni celebrative e costruiti sulle fonti originali, che certamente quest’opera favorirà. Valentina Trentin

16 ROBERTO ARDIGÒ, Lettere edite ed inedite, a cura di completo dei rapporti avuti da Ardigò, delle aree Wilhelm Buttemeyer, vol. I: 1850-1894, Francoforte culturali con cui ha mantenuto legami di collabora- sul Meno, Peter Lang, 1990, 8°, pp. 4O5, s.i.p.. zione o di amicizia ecc. Ora la cultura italiana possiede un prezioso strumento, indispensabile per Lo storico della filosofia Buttemeyer – uno dei riprendere la discussione sul filosofo che ha maggiori studiosi del positivista italiano – avvia con emblematicamente rappresentato una fase impor- questo primo volume la pubblicazione di tutte le tante della cultura italiana post-risorgimentale; un lettere di Ardigò (edite e inedite), raccolte in anni di periodo che solleva un sempre più vivo interesse paziente ricerca. In questo primo quarantennio sono negli storici della filosofia e della cultura italiana. state rintracciate 406 lettere, di cui 222 sono pubbli- Si ricorda, infine, che la Biblioteca Universitaria cate per la prima volta. Come accenna il curatore di Padova ha recentemente acquisito dal conte Canal nell’introduzione, “l’epistolario di Roberto Ardigò, il fondo dei manoscritti di Ardigò (e molta parte nel suo insieme, è interessante dal punto di vista della sua biblioteca privata), ora finalmente dispo- biografico, culturale e filosofico; e costituisce quin- nibile agli studiosi. di uno strumento utile per comprendere la sua Mario Quaranta personalità, per ricostruire meglio la sua formazio- ne filosofica e per intendere i tempi e i modi della sua affermazione nella cultura italiana”. Va peraltro detto che Ardigò – il quale ha inse- gnato filosofia all’Università di Padova dal 1881 al 1909 – non considera la lettera come uno strumento Storia della chiesa di comunicazione e discussione teorica, come, ad esempio, sarà per Vailati o Prezzolini, e pertanto poche sono le lettere rilevanti sotto questo profilo. AA VV., Gaspare Contarini e il suo tempo, Atti del Basterà ricordare quelle ad Aristide Gabelli, mentre convegno di studio (Venezia, 1-3 marzo 1985), a un discorso a sé merita l’ampio carteggio con Pa- cura di F. Cavazzana Romanelli, pref. di G. Alberigo, squale Villari, già pubblicato dallo studioso tede- Venezia, Studium Cattolico Veneziano, 1988, 8°, veneziano nel pensiero di G.C.) e di P. Boracco sco. Particolarmente significative le indicazioni che pp. 258, s.i.p. (L’ideale del vescovo secondo il laico G.C.). Viene Ardigò fornisce sulla sua biografia culturale e poli- pubblicato anche l’intervento conclusivo di K.-V. tica (per quest’ultimo aspetto sono importanti le Le Edizioni Studium Cattolico ci offrono un’ul- Selge, una prima sintesi dei lavori presentati al lettere a Ghisleri, Turati, Colajanni). I corrispon- teriore occasione di conoscere la storia lagunare ed convegno, in cui si indicano le linee di ricerca denti di Ardigò sono numerosissimi, e quest’opera i suoi protagonisti, che sono inevitabilmente parte ancora da approfondire per comprendere appieno il testimonia il prestigio e il credito di cui ha goduto il anche della storia europea, attraverso la pubblica- pensiero e l’opera di Gaspare Contarini. filosofo positivista nella cultura italiana. Si può dire zione degli atti del convegno sulla figura e sull’ope- Lorenza Pamato che quasi tutta la cultura filosofica italiana abbia ra di Gaspare Contarini, tenutosi a Venezia nel carteggiato con lui; molte lettere sono risposte per marzo del 1985. L’iniziativa, nata per ricordare il avere ricevuto un libro o opuscoli, e a volte c’è personaggio nel quarto centenario della sua nascita anche un cenno di valutazione. Da questo primo (1483-1983), è stata promossa dalla casa editrice e volume esce l’immagine di un intellettuale al centro dal Comune, testimonianza della viva partecipazio- di un fitta rete di rapporti, anche per la funzione AA.VV., La Chiesa di Venezia nei secoli XI-XIII, ne della città alla ricerca della sua storia. Gli studiosi ° culturale e professionale che ha assolto: è stato Venezia, Studium Cattolico Veneziano, 1988, 8 , intervenuti al convegno hanno presentato le recenti pp. 240, ill., L. 28.000. presente in numerose commissioni universitarie per ricerche e le nuove acquisizioni storiografiche sulle concorsi a cattedre e per posti di perfezionamento e vicende e sul pensiero del Contarini, uomo di Stato “...ci si trova di fronte ad un tessuto della cui pertanto ha avuto un certo peso nell’ambito accade- e uomo di Chiesa nel travagliato periodo che vide trama ci rimangono ancora celate intere vastissime mico, allora, come oggi, importante canale di sele- importanti cambiamenti nell’assetto della Repub- zone,... la Venezia religiosa è ancora sostanzial- zione e controllo del personale culturale. blica e la lacerazione dell’unità cristiana. Proprio mente più problema che conoscenza...”. Così nella Solo la tenacia, la passione e il rigore filologico tale lacerazione cercò di contrastare con le sue presentazione al volume F. Tonon avverte il lettore di Buttemeyer hanno consentito questo importante posizioni moderate e di apertura verso gli dei limiti di una ricerca storiografica, quella sulla risultato. Ogni lettera è annotata e nel volume si interlocutori d’oltralpe durante la sua partecipazio- Chiesa veneziana, che certo non può ancora vantare trovano decine di biografie dei corrispondenti (noti ne alla Dieta di Ratisbona in veste di cardinale, la solida tradizione propria della “...Venezia delle e meno noti), per cui possiamo avere un quadro convinto egli stesso della necessità di una riforma magistrature, della diplomazia, dell’economia e interna della Chiesa e diretto animatore del dibattito dell’arte”. La collana “Contributi alla storia della volto a risanarla, contribuì alla stesura del Chiesa veneziana” intende appunto, come si rileva Consiliorum de emendanda Ecclesia. Vengono dal piano generale dell’opera, seguire l’evolversi messi in risalto la grande ricchezza umana e spiri- della vita religiosa nella Laguna, dalle origini sino tuale del Contarini, i percorsi della sua formazione ad oggi, secondo un’ottica rivolta ai temi della pietà e l’importanza degli studi padovani, l’operato al popolare, della cura pastorale, dei rapporti tra Chie- servizio della Serenissima come magistrato e poi sa e fedeli, come è proprio della moderna sensibilità ambasciatore presso Carlo V e presso la corte roma- storiografica. na, finché papa Paolo III lo nominò cardinale. Questo volume si avvale dei contributi di studiosi Dopo la puntuale sintesi biografica di S. particolarmente attenti ai contenuti della storia reli- Tramontin (Profilo biografico di G.C.), E. Massa giosa e ai problemi dell’area veneziana e veneta in mette in discussione l’esistenza del circolo culturale generale e si segnala, oltre che per i risultati di e spirituale guidato dal Giustiniani che il Contarini ricerche già avviate, anche per le nuove e interes- avrebbe frequentato (G.C. e gli amici, fra Venezia e santi ipotesi di lavoro qui presentate. Camaldoli); dell’esperienza romana si occupa G. I secoli presi in esame sono caratterizzati da un Fragnito (G.C. tra Venezia e Roma), sua è anche la dinamismo religioso che coinvolge ogni parte della bibliografia contariniana che conclude il volume; Chiesa e che, una volta a contatto con il particolare seguono le relazioni di argomento teologico di A. tessuto sociale e politico della Venezia insulare, ne Stella (Spunti di teologia contariniana e lineamenti viene in qualche modo condizionato, fino ad assu- di un itinerario religioso) e di E.G. Gleason (Le idee mere delle connotazioni spesso non riscontrabili di riforma della Chiesa in G.C.); nella tavola roton- nell’ambito della terraferma. da conclusiva si è infine trattato dell’intervento alla Nelle pagine di questo libro scorgiamo una im- Dieta di Ratisbona e al dibattito sulla giustificazio- magine decisamente vitale di Venezia e delle sue ne (A. Marranzini - P. Prodi - P. Ricca, I colloqui di istituzioni, ecclesiastiche e civili, ne vengono trat- Ratisbona: l’azione e le idee di G.C.). Non compa- teggiati i reciproci legami, che mutano col tempo iono purtroppo le relazioni di G. Cozzi (Lo stato ma non vengono mai meno. G. Cracco parla a 17 questo proposito di una “armoniosa coincidenza tra possibilità di una alternativa rispetto al tradizonale Santa che Jacopo compì nel 1335, probabilmente Chiesa e istituzioni civili”, al di là della presenza di monachesimo benedettino, ma proprio alle norme incaricato da Mastino della Scala, pratica diffusa a motivi di contrasto interni alle gerarchie ecclesiasti- di quest’ultimo verranno ricondotte dopo breve quell’epoca. Poche le notizie biografiche sicure su che o verso il potere ducale. La rottura non si tempo, per le resistenze delle gerarchie ecclesiasti- Jacopo, ma certo dovette essere personaggio noto e verificò né con la Chiesa locale né con quella che, forse incapaci di gestire le nuove proposte, fino in contatto con gli Scaligeri. La cultura superficiale romana, nemmeno di fronte al tradimento venezia- a ricadere sotto l’obbligo claustrale. e attenta principalmente ai dati sacri traspare dalle no della quarta crociata, che anzi Venezia, guidata Venezia è stata sin qui tratteggiata come centro sue pagine: tende soprattutto alla ricerca dei luoghi dal ceto emergente mercantile proteso verso il mare, particolarmente vivo religiosamente, ma ci chiedia- biblici ed evangelici di cui parla con sfoggio di seppe presentarsi come strumento provvidenziale mo ora, con S. Tramontin, se questo si accompagna erudizione e con intenti edificatori. Pur non essendo per la difesa della Chiesa universale e come tale anche a manifestazioni di santità tali da farci acco- un osservatore scientifico, coglie le caratteristiche venne legittimata dal suo clero, che pure aveva gliere la cinquecentesca definizione di “...Venezia naturali ed antropiche dei territori visitati, si infor- beneficiato della spedizione crociata (si pensi, ad patria di santi”. La risposta a cui lo studioso giunge ma sugli usi e costumi delle popolazioni locali, esempio, alle reliquie trafugate dalle chiese d’Orien- parrebbe positiva, formulata dopo aver delineato le riporta dati precisi sull’organizzazione politico- te). Delle gerarchie ecclesiastiche si è occupato A. figure di Pietro I Orseolo, Gerardo e Pietro Acotanto, amministrativa e difensiva del sultano, descrive Rigon, che rintraccia alcuni elementi di distinzione emblematici del legame esistente tra religione e l’urbanistica delle città, è particolarmente esatto dei presuli lagunari da quelli della terraferma stu- politica (Pietro fu doge, eletto con acclamazione nell’indicare la dislocazione di pozzi e sorgenti. diando il ruolo dell’episcopato nella svolta pastora- popolare), e per le difficoltà nel rintracciare le loro Ignora le diverse formazioni cristiane sorte in Me- le avvenuta tra XII e XIII secolo. Non è possibile, vicende storiche entro il complesso materiale dio-Oriente: non lo interessano; dedica un capitolo appare chiaro, imputare ai vescovi di Venezia agiografico. all’esplosione della dottrina islamica, ma lo fa l’estraneità, generalmente riscontrata nelle gerar- Chiude infine il volume il contributo di A. Niero, attingendo ad una bassa letteratura polemica. chie, dalla cura animarum: l’alta percentuale rin- ultimo ma non per questo meno importante, con una Jacopo scrive anche di luoghi non visitati perso- tracciata in Laguna di vescovi di diretta origine serie di proposte per diversi itinerari di lettura del nalmente e solo attraverso una attenta analisi del pievana ne attesta la formazione pastorale. Ma so- ricchissimo apparato musivo marciano, nel cui pro- testo ed il confronto con i percorsi di altri pellegrini, prattutto questi vescovi, già parroci delle stesse gramma iconografico taluni hanno scorto l’inter- spesso imposti dalle autorità locali, il Monneret è comunità, assicurano continuità nella guida dei fe- vento di Gioacchino da Fiore, sulla base di tarde riuscito a ricostruire l’itinerario da lui seguito, in deli. Dal XIII secolo si trovano, a ricoprire cariche fonti quattrocentesche. Ma, se più d’una sono le Palestina, nel Sinai, in Egitto ed in Siria. episcopali, anche frati predicatori, ma è ancora tutta chiavi interpretative che sono state ipotizzate, certo Il Liber fu composto dopo il rientro in patria e nei da indagare la loro effettiva influenza sulla svolta a nessuno sfugge l’esistenza di un messaggio non codici risulta preceduto da tre brevi scritti prepara- pastorale. solo di fede ma anche politico, teso alla celebrazio- tori al viaggio, che non sono opera di Jacopo ma, Procedendo con la ricerca sulla pastorale, D. ne del doge, della Repubblica e dei suoi ideali, uniti al testo, vennero inseriti nei manoscritti dal Rando cerca di rintracciare le strutture attraverso le rafforzando così, ancora una volta, quell’immagine copista. La presente edizione ripropone anche il quali tale cura si realizzava. Non sembra si possa di “armoniosa coincidenza tra Chiesa e istituzioni ricco apparato di note curato dal Monneret: una ritenere per Venezia il modello, altrove valido, della civili”. valida guida al lettore per la comprensione e l’ana- filiazione da pieve a cappella. I pochi dati certi sulla Lorenza Pamato lisi del testo e necessaria introduzione alla vastissi- matricità di alcune chiese, a Venezia sono relativi ma bibliografia relativa alla Terra Santa. Tale appa- all’età moderna. Le fonti testimoniano, ancora, le rato non sembra però facilmente alla portata di chi dispute sorte tra le varie autorità vescovili proprio affronti la sola traduzione, e i rimandi alle pagine per la cura pastorale tra il patriarca di Grado e il del Manneret paiono un supporto forse troppo debo- vescovo di Castello, in diretta concorrenza. Emerge Pellegrinaggio ai Luoghi Santi. “Liber le. Comunque il Castagna offre un’ampia ed esau- però come dato rilevante l’importanza dell’elemen- Peregrinationi” di Jacopo da Verona, trad. e present. riente presentazione in cui, illustrati criterio e fina- to laico, attivo nell’organizzazione ecclesiastica di Vittorio Castagna, Verona, Accademia di agri- lità di questa operazione, delinea il contenuto del con donazioni, vere e proprie fondazioni, e con coltura, scienze e lettere di Verona, 1990, 8°, pp. Liber, la letteratura sulla Terra Santa esistente al- l’influenza esercitata dalle grandi famiglie sulle 448, ill., s.i.p. l’epoca ma non utilizzata da Jacopo, tranne l’opera “proprie chiese”, che si pretende di reggere anche di Bhurchard da Monte Sion OFP, la situazione dei “spiritualmente tramite la nomina del pievano”. È Quarant’anni fa veniva pubblicato dalla Libreria Luoghi Santi, i suoi rapporti con Mastino, citato in quindi tale Chiesa una diretta emanazione del popo- dello Stato il testo crititco del Liber Peregrinationis alcuni passi, e mette in luce ancora l’importanza lo della pieve, Chiesa che a questo popolo sembra di fra’ Jacopo da Verona a cura di U. Monneret de dell’opera, unica fra le relazioni composte in Italia appartenere. Villard: é ora riproposto in stampa anastatica, com- nel XIV sec. a tentare di ricostruire una geografia Lasciato il clero si passa, con i contributi di A. pleto di introduzione e note e preceduto dalla pre- della Terra Santa. Fabris, G. Spinelli e F. Sorelli, ad una rassegna della sentazione e traduzione italiana di Vittorio Casta- Lorenza Pamato presenza a Venezia delle diverse forme di vita gna, allo scopo di rendere così l’opera accessibile ad religiosa comunitaria, i canonici regolari, i benedet- un più vasto pubblico. tini e movimenti riformati (accolti questi ultimi con Il Liber contiene la relazione del viaggio in Terra una certa riluttanza e insediatisi qui senza troppa fortuna, vista la loro autonomia dalle giurisdizioni ANTONIO RIGON, Clero e città. “Fratela locali che mal si inserisce nella tradizione venezia- cappellanorum”, parroci, cura d’anime in Padova na), infine i mendicanti. dal XII al XV secolo, Padova, Istituto per la storia Le singole fondazioni vengono seguite nel loro ecclesiastica padovana, 1988, 8°, pp. 371, ill., L. evolversi, eventualmente anche nel loro declino, 35.000. come nel caso dei canonici, che tuttavia resisteran- no a Venezia e proprio da qui conosceranno nei Sviluppato sul filone di studi di storia religiosa secoli successivi una nuova diffusione attraverso i padovana del medioevo che fa riferimento all’opera documenti relativi a donazioni, contese con l’auto- di Paolo Sambin e nello specifico al suo L’ordina- rità vescovile, concessioni di protezione, anche da mento parrocchiale di Padova nel medioevo (Pado- parte di privati o dello stesso doge. Fonti importanti va, 1941), il volume è la sistemazione e punto sono i testamenti, in cui si possono trovare censite le d’arrivo del lavoro storiografico di Antonio Rigon, varie comunità esistenti al momento della loro docente di storia medievale nell’Ateneo patavino. rogazione e che contengono “tracce di religiosità Basandosi prevalentemente su fonti archivistiche popolare”, leggibili nelle disposizioni a favore di della Curia vescovile viene analizzata la formazio- questo o di quell’ordine, nella scelta, ad esempio, ne, la storia e le caratteristiche della “Congregatio” dei dogi di farsi seppellire entro mura domenicane, urbana di sacerdoti e chierici delle “cappelle” (le scelta che diventerà quasi una prassi. Meritano chiese cittadine, poi parrocchie) di Padova, dai suoi decisamente ulteriori appprofondimenti i dati ripor- primi documenti (del 1136) al XV secolo. Viene tati sulle varie comunità femminili. Sia nelle fonda- studiato il rapporto del “prete in cura d’anime” con zioni monastiche che in quelle canonicali e mendi- le altre strutture ecclesiastiche locali da un lato e con canti, il mondo femminile sembra cercare forme la città ed il territorio dall’altro, mettendo in eviden- nuove che gli permettano maggiore autonomia e la za i rapporti sociali, economici e culturali della

18 Padova medievale. Essenziale, dai documenti con- date dall’istituto: un laboratorio di ricamo, uno per servati, si rivelano, dal punto di vista economico- la seta (e in questo caso si coltivava il seme del baco sociale, l’acquisizione e la gestione da parte della in maniera da operare sul ciclo completo) e uno per “Fratela” di una parte delle decime sulle terre, il la costruzione di fiori di carta, una novità assoluta a quartese; dal punto di vista culturale ed istituzionale Verona. Sulla lavorazione della seta e sulla sua i rapporti con i laici e la situazione territoriale ed commercializzazione si sofferma Giovanni Zalin e urbanistica del territorio padovano. un volume speciale riccamente illustrato ci presenta Il volume è completato dalla edizione di alcuni Un capolavoro dell’arte serica veronese. Il documenti significativi e degli statuti della “Fratela paramento di don Mazza (Verona, Mazziana, 1989, cappellanorum”. 8°, pp. 94, ill., L. 25.000), un paramento destinato Pier Giorgio Tiozzo alla corte imperiale di Praga ed ora custodito tra i tesori della basilica di S. Pietro a Roma. Il saggio più consistente ed anche sotto un certo aspetto il più interessante è quello di Giuseppe Butturini sul piano mazziano per le missioni, inqua- AA.VV., Una città, un fondatore. Miscellanea di drato sul risveglio missionario dell’epoca, piano studi mazziani. II, Verona, Mazziana, 1990, 8°, pp. che va dalla chiamata in Italia delle “morette” 570, ill., s.i.p. educate nell’Istituto femminile, all’invio in Africa centrale di missionari, preludio a quella che sarà la Ad un primo volume miscellaneo di studi fondazione del Comboni. L’ideale missionario sem- mazziani, uscito nel 1966 in occasione del primo brava al Mazza quasi il coronamento della sua opera centenario della morte di don , e e nell’altare delle “devozioni” a S. Carlo, una tela reperibile ora in edizione anastatica, si aggiunge vicenda e i protagonisti dell’istituto maschile desti- raffigurante S. Giuseppe, l’angelo custode e i sacri questo, edito in occasione del secondo centenario nato ad accogliere giovani di buona indole, di sag- cuori di Gesù e di Maria e un’altra dedicata a S. della nascita del prete veronese (1790-1865). Si gio criterio e di intelligenza vivace e soprattutto Luigi, figurava pure un quadro che rappresentava S. potrebbe affermare che i due volumi si completano poveri. Questa infatti era la condizione preliminare Ignazio che invia S. Francesco Saverio in India. approfondendo, questo secondo, molti aspetti di da lui esigita in un periodo in cui gli studi superiori Missione concepita dal Mazza sia come una promo- contorno, si potrebbe anche dire, ma indispensabili e spesso anche gli studi seminaristici erano presso- zione umana che come plantatio Ecclesiae anche se per inquadrare e comprendere la personalità e l’at- ché impediti a chi non fosse appartenuto a famiglie nelle sue direttive non è sempre facile capire quale tività del Mazza. A cominciare dal saggio di Mau- nobili o borghesi dotate di una buona rendita. dovesse avere la priorità. rizio Longarini che affronta tre diari di contempora- Ma quello che va notato nella pedagogia del Il volume però non ci dà solo la figura e l’opera di nei: un oste, Valentino Alberti, un nobile, Francesco Mazza è l’apprezzamento delle capacità personali, don Mazza, ma vengono spesso ricordati i suoi Cavazzocca Mazzanti e un prete, don Leopoldo la promozione delle doti individuali, la realizzazio- contatti con Gaspare Bertoni, che fu in parte il suo Stegagnin, ricostruisce l’ambiente economico-so- ne delle proprie aspirazioni da parte dell’allievo. ispiratore, Teodora Campostrini, Maddalena di ciale di Verona dalla caduta della Serenissima Re- Egli darà ogni appoggio anche con l’istituire a Canossa, Leopoldina Naudet, don Pietro Leonardi, pubblica alla Verona Austriaca del 1835. La Verona Padova un convitto per i giovani più capaci portati don Antonio Provolo, don Carlo Steeb in modo tale religiosa viene invece studiata, soprattutto attraver- agli studi universitari, convitto che verrà chiuso e da mettere ancora una volta in rilievo (se ce ne fosse so le visite pastorali, da Rino Cona che esamina le aperto a seconda dei bisogni e dei soldi a disposizio- stato il bisogno) quale era stato il ruolo di Verona e strutture ecclesiastiche della città da Napoleone agli ne, che erano sempre pochi per sostenere tutte le delle sue nuove Congregazioni maschili e femminili Asburgo, mentre Luciano Malusa approfondisce la opere mazziane, e che solo dopo il secondo dopo- nell’epoca della Restaurazione. Forse avremmo vo- situazione culturale nelle scuole dei gesuiti e del guerra troverà una sistemazione definitiva. Egli luto veder trattato anche il ruolo di don Mazza in seminario fra posizioni integriste e pensiero lascerà ai suoi allievi una grande libertà di scelta e consiglio comunale o nella camera di commercio, neotomistico e vede intrecciati i due termini a Vero- se la maggior parte opterà per il sacerdozio e molti oppure qualcosa di più sull’Istituto generale, cui na già nei primi decenni dell’Ottocento, situazione diventeranno suoi collaboratori non sarà certo per facevano capo le altre attività, e pure un indice delle culturale completata da un’accurata indagine di costrizione ma per vocazione. Del resto alla libertà tavole che con le loro notazioni nel retro vengono a Giuseppe Franco Viviani delle opere riguardanti la di scelta corrisponderà la libertà di licenziamento. E far parte integrante del volume. Piccoli nei o piccoli filosofia, la religione, l’economia, l’agricoltura, l’in- saranno parecchi quelli che verranno congedati o desideri che nulla tolgono all’importanza di questo dustria, il commercio, la politica, le lingue straniere, per una scarsa resa nello studio o per mancanza di testo di rilievo anche per lo studio della religiosità e le scienze, le arti, la letteratura alla metà del secolo docilità e di criterio. È un punto questo che andrebbe dell’economia veronese nel primo cinquantenario XIX. Si tratta in quest’ultimo caso di una “sorta di ulteriormente approfondito, accanto ad un discorso dell’Ottocento. sull’istituto generale che era un po’ il cardine di tutte scenografia” come la definisce l’autore, in cui va Silvio Tramontin collocata l’azione di Mazza nel periodo più intenso le istituzioni mazziane. della sua vita. Sono piu di 1400 volumi direttamente Questi due saggi del Butturini, con l’aggiunta di o indirettamente citati, ma ci si potrebbe anche un utile compendio cronologico e un’antologia di chiedere se non sarebbe stato più utile vedere e documenti, dove viene riprodotta pure la nota lette- approfondire quali di questi esistessero nella biblio- ra al padre mechitarista armeno di Vienna Aristace Azarian in cui brevemente il Mazza riassume la sua Le “Ricerche di storia sociale e religiosa” nei teca del Mazza e dei suoi compagni e discepoli. verbali delle sedute padovane (1956 -1974), a cura Un secondo filone di saggi esamina la figura e attività e la sua finalità, sono state edite con il titolo Rigore e libertà. La proposta educativa di don di Filiberto Agostini, Vicenza, Istituto per le ricer- l’attività del padre di don Nicola, Luigi Mazza, un che di storia sociale e religiosa, 1988, 8°, pp. 116, borghese tra profitto commerciale e rendita agraria Nicola Mazza (1790-1865) (Verona, Mazziana- ° s.i.p. (come intitola il suo contributo Federico Bozzini), Università di Verona, 1990, 8 , pp. 223, ill., L. un benestante che lascia l’attività commerciale in 15.000), in un volume separato, sempre in occasio- Per il 20° anniversario della fondazione del “Cen- mano ai fratelli, con un’evidente strategia per una ne delle celebrazioni centenarie. Tra le realizzazio- tro studi per le fonti della storia della chiesa nel rendita agraria, ma che viene travolto, si potrebbe ni del Mazza una in particolare va notata e cioè Veneto”, sorto a Padova nel 1966, vengono pubbli- dire, dalla crisi politico-economica di quegli anni: il l’istituzione di un corso quadriennale di approfon- cati i verbali degli interessanti dibattiti che in quella padre di un prete che tra l’altro acquista anche un dimento dogmatico-morale-scritturistico per i suoi sede si tennero, prima che l’esperienza di questo podere appartenente a religiosi e incamerato dai allievi preti, sull’esempio del convitto ecclesiastico Centro e di altri sorti a Salerno e a Potenza conflu- francesi; e pure gli amici e i benefattori del Mazza realizzato dal Guala a Torino. issero nell’unico “Istituto per le ricerche di storia illuminando la figura di don Pietro Albertini, possi- Uno studio di minor portata è quello di Clara sociale e religiosa”, fondato a Vicenza nel 1975. dente, benefattore e prete (Marco Girardi). Molti Rossi e Maria Bongiovanni sulla genesi e sviluppo Nei verbali è testimoniato l’impegno degli stu- sono i benefattori ricorrenti nei vari saggi e non dell’opera femminile. Qui almeno per quei tempi diosi, guidati da G. De Rosa, uniti nel portare avanti mancano neppure gli ebrei come Ignazio Weil Weiss. non era in gioco l’istruzione né il compito sociale un progetto di storia religiosa non isolata ma raccor- Ma – come era doveroso – la parte più consistente della donna. Bastava darle una istruzione elementa- data all’evoluzione della società, della politica e del volume è riservata al Mazza stesso, Emilio re ed insegnare loro il lavoro che le potesse rendere dell’economia. Lavorarono di concerto storici, Butturini ne traccia un agile profilo da cui risulta la autosufficienti e le preparasse ad essere buone ma- sociologi e archivisti per definire le linee personalità del Mazza corne uomo di fede, di cultura dri di famiglia. Il lavoro avrebbe dovuto essere storiografiche, metodologiche e strumentali della e di scuola e in un saggio più ampio esamina la scelto dalle ragazze stesse ed erano tre le possibilità successiva ricerca storica. Si puntò al recupero delle

19 fonti archivistiche, per poi interrogarle con atten- questi si esprimono attraverso organizzazioni di Dalla fabbrica al territorio. Cinquant’anni di pa- zione filologico-critica; l’elaborazione di uno sche- natura laica che attua nuove forme di assistenza. storale del lavoro a Padova, a cura di Giovanni ma unico di regestazione, frutto della ricca fase Conclude infine il volume una ricca appendice Vallarin, Padova, Gregoriana, 1990, 8°, pp. 184, ill., sperimentale, permise di dare inizio alla pubblica- documentaria in cui Bruni pubblica materiale pro- L. 16.000. zione, ancora in corso, dei regesti delle visite pasto- veniente da tre archivi vicentini, testimonianza del- rali del Veneto, in “Thesaurus...”. l’attenta ricerca da lui compiuta e contributo per La Libreria Gregoriana ci presenta questo inte- Dal 1956 al 1988 sono usciti ben 56 volumi, futuri eventuali approfondimenti generosamente resi ressante volume che, stando alla prima informazio- raccolti in 3 collane, “Thesaurus ecclesiae Italiae disponibili agli studiosi della storia vicentina. ne subito fornita dal curatore, non è un libro ma recentiores aevii”, “Biblioteca di storia sociale e Lorenza Pamato piuttosto il resoconto di un cammino, ancora in religiosa”, “Fonti e studi di storia veneta”; dal 1972 divenire, compiuto da persone e fatti accomunati si pubblica inoltre la rivista semestrale “Ricerche di dall’impegno di rendere presente la Chiesa all’uo- storia sociale e religiosa”. Chiude il volumetto il mo, nel periodo del passaggio dal mondo contadino Notiziario editoriale, con dettagliate informazioni a quello industriale. Si ricercano i protagonisti e si su tutte queste pubblicazioni. CARMELO CONTI, Le edicole religiose nel centro interrogano i testimoni di cinquant’anni di attività Lorenza Pamato storico della città di Vicenza. Compendio di note pastorale a Padova, non per farne un semplice storiche, catalogazione e rilievi, Vicenza, Comune bilancio ma per verificare le linee lungo le quali - Assessorato all’Urbanistica, 1990, 8°, pp. 58, ill., quell’impegno si è snodato e per trarne gli spunti s.i.p. che permettano di seguire la nuova fase di evoluzio- ne del sociale, sempre più avanzato, complesso e DARIO BRUNI, Origini degli ospedali nelle valli Le edicole religiose, importante elemento nella individualistico. dell’Agno e del Chiampo. Organizzazione ecclesia- mappa spirituale di una città che noi non siamo più Si parte dal quadro storico della presenza e delle stica ed attività socio-religiosa laicale nel secolo in grado di cogliere, rimangono ora inserite in un attività della Chiesa padovana durante gli anni qui XV, a cura di Antonio Lora, present. di Gian Piero tessuto urbano spesso profondamente mutato ri- considerati, passando attraverso la partecipazione Pacini, Cologna Veneta (VR), La Mainarda, 1990, spetto a quello nel quale e per il quale furono create. cattolica alla Resistenza, l’impegno di formazione 8°, pp. LIII-426, ill., L. 35.000. Riportano ad una vecchia divisione in parrocchie sociale svolto dall’Azione Cattolica prima e dalle che la moderna urbanistica ha scordato e disegnano, ACLI poi, il sorgere di associazioni di lavoratori di La ricerca di Bruni sull’origine degli ospedali ove ancora presenti e visibili, gli itinerari della fede; ispirazione cristiana, l’opera dei cappellani del la- nelle valli dell’Agno e del Chiampo risponde alle testimoniano della devozione e della cultura popo- voro. Le difficoltà di rapportarsi ad una società esigenze della moderna storiografia ed è svolta lare. Dalle antiche stampe si nota quanto fosse urbana sempre più complessa e la nuova secondo le linee metodologiche proprie della “scuo- maggiore un tempo la loro presenza e quelle rimaste evangelizzazione nelle fasce periferiche, ove coin- la” veneta di storia, come giustamente la definisce sono in certi casi inglobate in strutture a loro del cidono emarginazione sociale e territoriale. Verso Pacini. Vi si ritrovano quindi attenzione per la tutto estranee; da alcune l’immagine sacra è stata la fine degli anni ’60 si entra in una fase più matura “minuta” storia locale e per la quotidianità ed un uso asportata o resa illeggibile dal tempo. Lo scorso con la nascita ufficiale della Pastorale del Lavoro, rigoroso delle fonti documentarie, sottilmente ana- anno, a conclusione del lavoro di catalogazione una promozione fatta di impegno sociale e politico lizzate ed interrogate, anche quelle ritenute più delle edicole religiose del centro storico, è stata attraverso la ricerca di una maggior partecipazione refrattarie a fornire elementi che non riguardino allestita la mostra i cui dati sono presentati in questo laica. Segue poi, l’intervista a mons. Pietro solo aspetti economici e giuridici ma pure della volumetto. Si tratta del primo passo in un progetto Zaramella, che ripercorre la sua esperienza pastora- religiosità e devozione popolare, quindi ad esempio volto a censire presenza e stato di conservazione le: un osservatorio privilegiato per guardare a cin- i testamenti. Se queste sono le premesse delle edicole dell’intero territorio cittadino. quant’anni di impegno della Chiesa di Padova in un metodologiche, quelle storiografiche e bibliografiche Il censimento è avvenuto in base alle forme e ai complesso ma costruttivo confronto con il mondo si trovano nella poderosa opera del Mantese, studio- materiali, alle immagini di culto rappresentate e alle del lavoro. so della storia e dei documenti dell’area vicentina. attuali condizioni, per indicare quindi il tipo di Nella seconda parte troviamo una serie di testi- L’esposizione è preceduta da una nota introduttiva intervento necessario al loro recupero. Si tratta di monianze significative: quella di don Giovanni di Lora alla documentazione fotografica riportata; un’importante opera di sensibilizzazione verso il Nervo, attivo in un periodo particolarmente difficile non riguarda gli ospedali, ma le opere d’arte che patrimonio artistico e religioso della città, per ritro- per le incornprensioni tra l’ambiente operaio ed testimoniano la fede e la carità da cui sorsero gli varne la memoria e valorizzare quanto rimane di ecclesiastico, più in sintonia con il vecchio mondo ospedali stessi. alcuni aspetti della vita di un tempo. contadino; altre esperienze relative all’ONARMO, e ai suoi cappellani del lavoro, alle attività delle ACLI e Nella prima parte vengono delineati gli aspetti Lorenza Pamato comuni. Dapprima viene presentato l’ambito geo- della Scuola di Servizio Sociale. In conclusione grafico, che è quello della parte orientale del un’ultima parte dedicata a riflessioni sulla presenza vicentino, e l’organizzazione ecclesiastica, rispetto e sulle modalità di intervento attuate ed attuabili alla quale la zona del Chiampo può contare su una dalla pastorale in una prospettiva futura, indivi- situazione più definitiva già dal secolo XIII. I verba- duando nella solidarietà, una nuova solidarietà che li delle visite pastorali del 1453 e 1460 offrono un parte dall’ambito familiare, la via da seguire per quadro dello stato del clero e dagli statuti comunali mantenere il senso della partecipazione cristiana nel si può cogliere la cura delle istituzioni civili nel far sociale fino alle soglie del terzo millenio, ed oltre. osservare le forme religiose e nell’organizzare le Lorenza Pamato manifestazioni legate alla devozione popolare, di cui sono oggetto l’Eucarestia, la Vergine e i santi; nei testamenti si legge di donazioni, elemosine ai pauperes Christi, contributi a chiese e ospedali. L’azione caritativa e di solidarietà si attua attraver- Scienze sociali so l’opera delle confraternite, nelle quali i singoli contributi risultano rinforzati e organizzati. Vari i sodalizi presenti nei territori in esame, AA.VV., Prima e dopo la comunità. Analisi speri- soprattutto i Battuti o Disciplinati, e proprio fraglie mentale dei risultati del Progetto pilota di Disciplini sono alla guida dei tre ospedali docu- “Tossicodipendenze” della Regione Veneto, Pado- mentati per il XV secolo nelle due valli. Nelle va, Giuridiche Edizioni Moderne, 1990, 8°, pp. l91, confraternite confluiscono elementi laici e religiosi, s.i.p. di varia estrazione, in alcuni casi sorgono per diretto impulso di influenti membri della Chiesa locale; Per affrontare in maniera ancor più incisiva e confraternite e ospedali raccolgono in sé contributi tecnica il problema delle tossicodipendenze, nel ed opere di provenienza sia religiosa che civile e 1983 l’Assessorato ai Servizi Sociali della Regione divengono un importante punto di riferimento per Veneto promosse e finanziò un “progetto pilota” l’azione caritativa e di assistenza. Vengono quindi triennale per la sperimentazione di differenti accolti i modelli di carità offerti dalla Chiesa ma metodologie riabilitative. Il progetto coinvolse cin-

20 que Comunità terapeutiche del Veneto – che in Un’ulteriore difficoltà è dovuta all’esigenza di un AA.VV., Minori e giustizia, Padova, Fondazione collaborazione con i Servizi pubblici, nell’arco dei cambiamento e delle condizioni ambientali (uscire “Emanuela Zancan”, 1990, 8°, pp. 250, L. 25.000. tre anni seguirono 320 tossicodipendenti – e l’Isti- dal giro dei ricatti, acquisire una propria dignità tuto P.O.S.TER. di Vicenza che curò l’analisi dei dati attraverso un lavoro ecc.) e del proprio gruppo di Da sempre il problema della delinquenza minorile in particolare attraverso la preparazione e la lettura appartenenza (la famiglia e i gruppi sociali in senso ha interessato e colpito per la sua gravità, interesse finale delle schede di valutazione. Nato per la neces- lato). Sulla base di queste condizioni si può ipotiz- connesso più alla giovane età dei protagonisti che sità di vagliare gli effetti che le differenti zare l’utilità di un modello multifocale, che miri ad alla reale portata psicologica dell’atto deviante. impostazioni organizzative, teoriche, scientifiche e aumentare le possibilità di scelta del soggetto in Perciò, nonostante con le leggi si tentasse di assicu- programmatiche esistenti fra le varie comunità ope- funzione di una crescita di tutti i “focus” con cui egli rare un’educazione, una risocializzazione e un’assi- ranti sul territorio hanno a livello di risultati, il stesso intrattiene delle relazioni. Bisognerebbe tra stenza psico-pedagogica, di fatto non si è mai andati volume qui presentato, oltre a raccogliere i frutti del l’altro tener presente che lo scopo di tale approccio molto al di là delle misure restrittive preoccupando- lavoro di quegli anni, ci propone in chiave critica terapeutico è responsabilizzare il soggetto, offrirgli si essenzialmente di garantire l’ordinamento socia- alcuni tra i temi strettamente legati ad esso quali la gli strumenti per acquisire una dignità personale, le e trascurando la tutela degli adolescenti che – una relazione troppo spesso chiamata in causa fra rompendo ogni forma di dipendenza, e non sosti- volta entrati in riformatorio – sarebbero stati eti- tossicodipendenza e condizione giovanile, il peso tuendo quella dell’eroina con un’altra: dal proprio chettati per sempre. La detenzione su un minore può che Comunità terapeutiche e Servizi pubblici hanno terapeuta o dalla propria comunità. avere effetti devastanti. Al di là dell’etichettamento per quanto concerne prevenzione e recupero, l’in- Tutto questo in ogni caso non può prescindere da e – spesso – del rifiuto sociale verso il soggetto fluenza del contesto sociale nei rapporti fra le varie un cambiamento della politica sociale, volta ad deviante, è noto come il riformatorio e successiva- parti in causa. Troviamo ad esempio come l’opinio- offrire strumenti legislativi adeguati all’etica di una mente il carcere agissero da amplificatori di deter- ne generale ritenga le Comunità terapeutiche assai tale forma di terapia. minate condotte. Generalmente il minore che incap- più potenti ai fini riabilitativi rispetto alle strutture Anna Lauria pa nelle maglie della giustizia esprime con il suo pubbliche e quanto ciò possa aver contribuito alla gesto un profondo disagio interiore, una ricerca di maggiore espansione delle prime. identità. In questo senso, la socializzazione all’in- In proposito, i dati nazionali ed in particolare terno dell’istituto di pena può diventare un nuovo e quelli sul Veneto riportati nel testo sono sufficien- pericoloso punto di riferimento, quando non siano temente rappresentativi di tale squilibrio. Ma, oltre Comunità terapeutica La Genovesa. La metodologia addirittura le stesse zone di residenza o le famiglie a segnalare una maggiore fiducia nel privato, il e le esperienze, Verona, ULSS 25 - Venezia, Regio- a fornire modelli comportamentali non adeguati (si ricorso alle Comunità con richieste puramente ne Veneto, 1990, 8°, pp. 116, ill., s.i.p. pensi ai piccoli spacciatori o ai baby-killer da poco riabilitative è significativo di una realtà che ricorre saliti alla ribalta delle cronache). ai centri preposti solo quando il problema già sussi- Nel mese di maggio è stato presentato a Verona Negli ultimi tempi molto è stato fatto, soprattutto ste in maniera drammatica. il volume Comunità Terapeutica La Genovesa. La in ambito locale, per prevenire e per reinserire i Il notevole lavoro di tutti coloro i quali hanno metodologia e le esperienze con il quale gli opera- giovani portatori di tale disagio, con la creazione di collaborato alla realizzazione del Progetto è arric- tori intendono fare il punto dei primi otto anni di vita comunità e altre strutture residenziali, con l’utilizzo chito da una sofisticata analisi dei dati raccolti con della Comunità terapeutica. Sorta nel 1982 grazie di misure alternative alla detenzione. La Fondazio- le schede di valutazione (contenute in appendice). alla ULSS 25 della Regione Veneto ed affidata ad ne Zancan, occupandosi di problemi sociali, ha Inoltre, il momento valutativo, importante ai fini una cooperativa di operatori professionali, “La affrontato in diversi seminari il rapporto minori- della comparazione fra i differenti metodi riabilita- Genovesa” si è subito segnalata, oltre che per l’im- giustizia, ma il varo del nuovo Codice di Procedura tivi, è stato eseguito con accuratezza, prevedendo – pegnativo lavoro di recupero e reinserimento, per Penale contenente anche disposizioni sul processo oltre ai classici riferimenti “in entrata” ed “in usci- alcune iniziative volte a sensibilizzare la popolazio- penale a carico di minorenni (disciplinato in base ta” – un momento di “follow-up” per verificare non ne del territorio alla conoscenza del problema alle particolari condizioni psicologiche, alla matu- solo l’avvenuto recupero del soggetto, ma anche la tossicodipendenze, promuovendo dibattiti e confe- rità e alle esigenze educative del minore) ha costitu- tenuta del trattamento a parecchi mesi dalla sua renze ed organizzando attività sportive rivolte an- ito un ulteriore momento di riflessione sui problemi conclusione. che a gruppi esterni. tecnici, istituzionali, giuridici che i soggetti e gli Susanna Falchero Ed è anche questa l’ottica in cui va inteso il libro, Enti chiamati in causa avrebbero dovuto affrontare. non solo come consuntivo di quanto fatto fino ad Per questo, prima ancora dell’entrata in vigore del oggi, o come esclusivamente rivolto a colleghi nuovo Codice, la Fondazione Zancan ha organizza- operatori, ma come lavoro divulgativo e dialogo aperto verso tutti coloro i quali si occupano di AA.VV., Tossicodipendenze: contributi teorici e giovani e con i giovani vivono, certi che conoscenza metodologici per l’attività degli psicologi nei servi- e prevenzione sono le armi più efficaci per contra- zi del Veneto, Venezia, Regione Veneto, 1990, 8°, stare l’espansione di un problema così serio e così s.i.p. vicino. Nel libro ci viene esposta in maniera semplice ed Scopo dello studio è la definizione del ruolo dello esaustiva la metodologia, ossia la modalità con la psicologo verso uno dei problemi sociali più scot- quale il processo terapeutico procede, dall’acco- tanti della civiltà odierna: le tossicodipendenze. Si glienza al follow up, passando attraverso le regole, è cercato di delineare gli approcci teorici a cui far le riunioni, il lavoro, il contatto con le famiglie, la riferimento per la costruzione di un adeguato setting formazione scolastica e professionale, il da utilizzare con il soggetto tossicodipendente. Vie- reinserimento nel mondo del lavoro, le prime espe- ne data molta importanza, in questo tipo di terapia, rienze autonome al di fuori della Comunità al primo colloquio, in cui si dovrebbero osservare terapeutica. In queste pagine il lettore potrà trovare l’integrazione dell’identità del soggetto, il tipo di la storia di tutti quelli che hanno partecipato e difese da lui utilizzate e la presenza o meno di un partecipano alla vita della Comunità: operatori, adeguato esame di realtà. Da ciò lo spunto per la volontari, obiettori di coscienza, collaboratori ester- costruzione del setting, tenendo conto sia della ni, e soprattutto i giovani ospiti con le loro speranze propria impostazione teorica sia delle condizioni e la loro volontà di vivere. oggettive in cui verrà praticata la terapia. A livello A cura della stessa Comunità Terapeutica, ricor- teorico quindi si può pensare di utilizzare svariati diamo ancora gli atti del convegno Le condizioni approcci, dalla psicoterapia psicoanalitica all’inter- dell’operatore sociale: volontariato, precariato vento multifocale, dall’ottica sistemica alla psicote- professionale. Quali prospettive?, tenutosi nel mag- rapia di gruppo. Una tale scelta però si scontra con gio 1989 con il patrocinio della Regione Veneto. le peculiarità del soggetto tossicodipendente e con Susanna Falchero il particolare contesto in cui quest’ultimo si trova inserito. Infatti è molto difficile, se non impossibile, attuare un contratto terapeutico con il tossicodipen- dente, avendone questi già stretto uno con la “roba”.

21 to due seminari riguardanti in particolare: le struttu- giudici, giornalisti, operatori sociali, riuniti in una re di appoggio necessarie al raggiungimento degli serie di piccole tavole rotonde suddivise per temi: CIRCOSCRIZIONE N. 3 - COMUNE DI VICENZA, Progetto obiettivi della riforma, il disadattamento degli ado- “Dalla fiction alla diretta”, “Famiglia, scuola e di prevenzione, present. di A. Del Rio, Vicenza, lescenti e i problemi di rieducazione, la responsabi- mass-media: un sistema complesso di rapporti del Cooperativa Nuovo Progetto, 1990, 8°, pp. 96, s.i.p. lità e il ruolo dei servizi ministeriali nelle fasi del minore”, “La rappresentazione della violenza sui processo, la responsabilità dei servizi territoriali e minori attraverso i mass-media”, “Crescere con lo Ancora in tema di disagio minorile, a seguito di l’integrazione degli interventi nella Comunità loca- spot: dialettica tra minori e pubblicità”, “Cultura dei un’ indagine precedentemente condotta, il Consi- le. Nel primo seminario (Bressanone, 21-25/6/89) mass-media e protezione dei minori”. glio di Circoscrizione n. 3 del Comune di Vicenza magistrati, operatori sociali e altri esperti hanno Il volume – corredato da tabelle riguardanti l’abu- propone e pubblica un Progetto di Prevenzione confrontato le loro diverse esperienze e quelle di so sessuale su minori, l’ascolto TV in Italia e all’este- elaborato da un apposito gruppo di ricerca sulla base altri paesi europei. Nel secondo seminario (Malosco, ro, l’organizzazione dei programmi televisivi per di un’inchiesta esplorativa. I principali problemi 27/8-2/9/89) operatori territoriali, ministeriali e di bambini in alcuni paesi europei e negli USA, e dal emersi riguardano la carenza di spazi relazionali comunità, hanno vagliato le possibilità di attuazio- testo della Legge Regionale sul pubblico tutore – extrafamiliari, la necessità di gestire in maniera ne di un servizio integrato, volto a privilegiare le rispecchia l’articolazione del Convegno nella pre- coordinata il tempo extrascolastico, il bisogno di opportunità di crescita del minore. I coordinatori sentazione dei temi e nella brevità degli interventi. socializzazione inteso come accettazione degli altri delle due iniziative, E. Busnelli e A.C. Moro, hanno Risulta quindi scorrevole e di facile lettura per tutti e confronto costruttivo, la carenza di informazione, raccolto in questo volume i contributi principali al coloro i quali hanno a cuore lo sviluppo dei minori. formazione e dialogo sulla salute privata e pubblica. fine di rendere noto e accessibile ad una platea più Susanna Falchero In quest’ottica prettamente educativa, il gruppo di vasta il cammino fin qui compiuto. lavoro propone l’apertura pomeridiana degli im- Susanna Falchero pianti sportivi funzionanti, la ristrutturazione di immobili da adibire a centri di aggregazione, il ripristino delle aree ludiche verdi già esistenti, il REGIONE VENETO - ASSESSORATO AI SERVIZI SOCIALI E coordinamento delle diverse iniziative per il tempo AL COORDINAMENTO DELLE POLITICHE GIOVANILI, Speri- libero, l’entrata in funzione di un servizio di vigilan- Protezione dei minori e cultura dei mass-media. mentare valutazione. Idee e materiali per il proget- za di quartiere. Viene sottolineata l’importanza del- Convegno nazionale, Venezia, Regione Veneto, to pilota per la sperimentazione di modelli di inter- la prevenzione di un disadattamento che non è 1989, 8°, pp. 153, s.i.p. vento a favore dei giovani e dei minori, Vicenza, appannaggio esclusivo delle cosiddette “fasce a Istituto P.O.S.TER. - Cooperativa Nuovo Progetto, rischio”, ma si estende a tutti quanti i giovani, specie Ancora una volta la Regione Veneto si è dimo- 1990, 8°, pp. 234, L. 15000. se in aperto contrasto con il gruppo sociale di strata sensibile ai problemi sociali offrendoci con appartenenza. È a tal fine che l’iniziativa ha coin- questo volume gli Atti di un Convegno Nazionale Nel 1987, nell’ambito della Legge Regionale 55/ volto, e vuole continuare a coinvolgere, Presidi e (tenutosi ad Abano Terme nella primavera 1989) 82 sul riordino delle funzioni socio-assistenziali e Direttori Didattici, genitori e gruppi di associazioni, tutto dedicato al difficile e controverso rapporto tra sull’individuazione di modelli gestionali di riferi- operatori socio-sanitari e tutti coloro i quali sono minori e mass-media. L’interesse che tale iniziativa mento, l’Assessorato ai Servizi Sociali e al Coordi- interessati all’educazione e all’integrazione delle ha suscitato fra addetti ai lavori e non, è dovuto a namento delle Politiche Giovanili della Regione nuove leve. molteplici fattori: innanzitutto ricordiamo come in Veneto ha promosso la realizzazione di un Progetto Susanna Falchero quel periodo l’opinione pubblica si trovasse emoti- Pilota triennale per la sperimentazione di modelli di vamente coinvolta da alcuni casi giudiziari clamo- intervento a favore di giovani e minori, avvalendosi rosi, di grande risonanza giornalistica, aventi per della collaborazione dei Comuni di Conegliano, protagonisti dei bambini (come ad esempio la pic- Este, Monselice, Padova, Treviso, Venezia, Vero- Scelta di vita scelta di morte. Convegno Europeo cola Serena Cruz). Inoltre si stava già discutendo a na, Vicenza e delle ACLI di Padova. sulla prevenzione dei comportamenti autodistruttivi proposito della legge sull’emittenza. Ma non è tutto. Trattandosi di un’iniziativa a carattere sperimen- dei giovani, organizzato dal Dipartimeto Politiche Finalmente veniva organizzato un Convegno in cui tale è stata affidata ad un Istituto di ricerca la giovanili della Regione Veneto e dall’I.R.E.F.R.E.A. non ci si limitasse a proporre esclusivamente dati gestione di una metodologia valutativa che consen- (Venezia Lido, 3-5 novembre 1989), Venezia, Re- allarmanti sul tempo medio che i bambini trascorro- tisse di tenere sotto controllo nelle varie fasi l’anda- gione Veneto, 1990, 8°, pp. 259, s.i.p. no davanti alla televisione, o ipotesi su “quanto” – mento del progetto. L’Istituto P.O.S.TER. di Vicenza in termini di educazione/ diseducazione – i media ci presenta con questo volume quanto è stato fatto Scelta di vita, scelta di morte. Quest’argomento possano influenzare lo sviluppo dei minori, ma fino a metà percorso, sia dal punto di vista valutativo è stato l’oggetto di un ampio dibattito sulla preven- anche e soprattutto di “come” i mezzi di comunica- che da quello operativo, domandandosi innanzitutto zione primaria dei comportamenti autodistruttivi zione di massa (in particolare la televisione e i se e come si possa valutare un intervento sociale. quotidiani) possano fare violenza ai minori sfruttan- Il testo è suddiviso in due parti: nella prima, di do delicate vicende umane in nome dell’audience. stampo prettamente teorico, vengono affrontati e Tendenza particolarmente mostrata dalla cosiddet- discussi i problemi di un intervento valutativo nel ta “televisione-verità” tanto in auge negli ultimi significato che assume e nei metodi utilizzati, pro- anni. blemi che vanno di volta in volta risolti in base Fino a che punto arriva la trasmissione di notizie all’area di intervento per evitare semplicistiche ed e dove incominciano il cattivo gusto e il improduttive “valutazioni selvagge”; successiva- sensazionalismo ? Perché questo abuso di orrore ha mente vengono presentati il percorso e gli strumenti così presa sul pubblico? In che modo un uso impro- utilizzati, arrivando ad una prima analisi dei dati prio delle notizie porta a conflitti tra le istituzioni raccolti. Un capitolo è dedicato alle relazioni degli preposte alla tutela dei minori e l’opinione pubbli- operatori sociali che attivamente hanno partecipato ca? Come mai le tradizionali agenzie di al progetto nelle realtà locali. La seconda parte del socializzazione (scuola e famiglia) cedono sempre volume è composta di appendici che propongono più il passo al mezzo televisivo come sistema di questionari, tabelle, quadri riassuntivi, tavole riferimento? Perché ci si preoccupa di mostrare solo sinottiche, senza i quali la lettura del testo risulte- le reazioni indignate degli adulti, facendo slittare rebbe astratta. Come sottolineano gli Autori, l’ope- l’attenzione dalle cause della violenza alla semplice ra non intende essere esaustiva del lavoro inerente il denuncia? Quali effetti può avere a lungo termine il Progetto, ma vuole offrire un primo contributo condizionamento culturale degli spot pubblicitari tecnico e chiarificativo ad un pubblico vasto. sui giovanissimi? Che cosa si può e si deve fare per Susanna Falchero riprogettare i media anche in funzione del pubblico infantile e come si possono sfruttare al massimo le potenzialità educative della televisione? A questi e altri interrogativi hanno lavorato do- centi universitari, sociologi, psicologi, educatori, esponenti del mondo cattolico, politici, legislatori,

22 dei giovani. In tale convegno sono emerse alcune attori sociali più giovani, anzi si potrebbe dire che teorie che tentano di spiegare comportamenti quali molte delle nostre opinioni sulla terza età siano il gioco con la droga, il suicidio, il gioco con la frutto di stereotipi e condizionamenti culturali. strada, attraverso chiavi di lettura squisitamente Ecco perché all’interno del nuovo Piano Sociale psicoanalitiche. Ad esempio si è delineata la con- Regionale per la programmazione delle politiche dotta del tossicomane come un gioco il cui solo assistenziali, la ricerca condotta dalla Fondazione obiettivo è la morte. Tale comportamento ludico G. Corazzin sugli anziani delle aree rurali assume nasconderebbe e un’angoscia nei riguardi della morte un peso rilevante. Attraverso la lettura dei dati e paradossalmente un vuoto immenso, tanto insop- raccolti con una vasta campagna di colloqui, i ricer- portabile da preferirgli l’oggetto della propria ango- catori ci offrono un’immagine nuova e più viva scia. Queste chiavi di lettura psicoanalitiche posso- dell’anziano, tutt’altro che rigido nei suoi valori, no essere un valido strumento se inserite in un interessato e partecipe alla cultura moderna, attivo contesto globale del problema, in cui è presente sia politicamente (più dei giovani), teso a non l’aspetto psicologico e i vissuti personali del sog- autoisolarsi ma al contrario presente nelle getto, sia la risonanza sociale della condotta devian- aggregazioni (in particolare gli uomini), nonostante te sul gruppo di appartenenza, sia la rilevanza poli- i problemi quotidiani dovuti alle condizioni di salu- tica che quella condotta assume. te, al vivere da soli (specialmente le donne, più Altrimenti non si comprende come mai è nello longeve), ad alcune forme di dipendenza dagli altri. stesso “essere tossico” l’affrontare un pericolo (ad Interessante è anche il rapporto col mondo del es. essere diventato sieropositivo) con “un nuovo lavoro, l’impatto con il pensionamento e l’improv- buco” e il coinvolgere gli altri nel proprio vortice. visa quantità di tempo libero disponibile, soprattut- Tale coinvolgimento è l’espressione del bisogno to se concomitante all’uscita dei figli dal nucleo più grave che il “tossico” avverte: quello di divorare familiare. Dalla ricerca emerge chiaramente come voracemente “l’altro”, per poter vivere e per sentirsi l’ambiente agricolo favorisca gli anziani nel non vivo, e non per morire. Divorare la vita altrui in tal subire traumaticamente queste “fratture” e a non caso significa riempire una voragine affettiva creata sentirsi isolati dal sistema relazionale sociale. dalla famiglia e ingrandita poi dal resto della società La lettura di questo libro tocca un argomento di nel momento in cui questo “figlio” viene rifiutato e pregnante attualità ed è indubbiamente consigliabile deresponsabilizzato. In tale ottica affrontare le con- a tutti – in quanto partecipi del mutamento sociale – dotte autodistruttive del giovane significa stare con per svincolarsi dai preconcetti e riappropriarsi di lui, percepire da vicino i suoi vissuti e, cosa più ne Giovanile, a distanza di pochi anni da una prece- rapporti più concreti con gli anziani. importante, rinunciare “...ad un bisogno di interven- dente. Susanna Falchero to onnipotente che, per sua stessa definizione, nega Anche in questi lavori, come in altri di argomento la soggettività dell’altro in nome di una soddisfazio- sociale, gli Autori sfatano degli stereotipi diffusi ne narcisistica ottenuta al prezzo della castrazione secondo i quali “i giovani sono tutti uguali” e “i dell’individuo” (E. Gius, Responsabilità, etica e giovani sono più avanti o in disaccordo rispetto ai deontologia nella prevenzione, p. 72). La preven- loro genitori”. Infatti, analizzando le grandi aree di GRAZIANO TASSELLO - FRANCO PITTAU - DANIELE zione quindi di tali condotte implica un aggancio indagine (tempo libero, scuola, lavoro, relazioni ROSSINI, Migrazione e problemi previdenziali. Per non solo sul soggetto deviante ma anche sul resto sociali, religione, famiglia) e confrontando le rispo- una nuova politica di impegno culturale e di solida- del gruppo a cui egli appartiene, in modo da far ste del campione veneto con quelle di ricerche rietà sociale, prefaz. di Mario Sica, Padova, Mes- diventare entrambi artefici responsabili del proprio analoghe svolte in area nazionale, emerge un qua- saggero, 1988, 8°, pp. 219, L. 20.000. cambiamento. Ma tutto ciò è realizzabile se si opera dro tutt’altro che discrepante o negativo. I giovani, a livello politico e legislativo e non solo medico, se in Veneto come nelle altre regioni, sono fortemente Il problema delle migrazioni è all’ordine del si prospetta un modello di prevenzione alternativo a congruenti con i valori delle generazioni adulte, giorno, ma l’attenzione della massa si è spostata quello attuale, definito dal Prof. B. Hemiksson sono pragmatici, pensano in termini concreti al loro verso coloro i quali tentano la fortuna nel nostro come “modello bidet”, in cui c’è un coinvolgimento futuro, credono nelle istituzioni, nella scuola e nella Paese, mettendo un po’ in disparte quella che costi- massiccio di tutta la comunità alla trasfonmazione famiglia che mettono al primo posto tra “ciò che tuisce “l’Italia fuori d’Italia” ossia i nostri conna- dei cosiddetti comportamenti a rischio (vedasi il conta di più” nella vita (la famiglia d’origine e zionali all’estero. Certamente, quella degli tipo di politica attuato nel nostro paese per quanto formarsi una famiglia propria). E questo nonostante extracomunitari è una questione che ha assunto riguarda il rischio di diffusione dell’H.I.V. rispetto a i problemi, che sono ovunque gli stessi: un forte grande rilevanza sociale negli ultimi anni e ha quello di altri paesi, quali quelli scandinavi). drop-out nella scuola del post-obbligo ed un conse- suscitato non poche controversie, specialmente in Anna Lauria guente incanalamento verso lavori saltuari, spesso occasione della legge Martelli, ma tutto ciò a mag- dequalificati, sicuramente non rispondenti ai desi- gior ragione non deve farci dimenticare o sottovalu- deri ed alle aspettative di “lavoro sicuro che garan- tare le difficoltà cui quotidianamente sono chiamati tisca un reddito e la possibilità di mettersi in pro- a far fronte milioni di Italiani all’estero. prio”. Dei giovani, insomma, concretamente inte- Partendo dal presupposto che della migrazione GIANFRANCO B ETTIN (a cura di), Il domani e l’attimo. ressati ai valori morali ed economici, consapevoli di non è sufficiente conoscere solo la storia, ma occor- Un’indagine tra i giovani in un’area del Veneto, diventare ogni giorno di più protagonisti, alla ricer- rono esperienze di incontro e “convivenza quotidia- Mira (VE), Assessorato ai Servizi sociali del Comu- ca della “migliore qualità della vita”, perché real- na” col problema, il missionario veronese Graziano ne - Venezia, Fondazione G. Corazzin, 1990, 8°, pp. mente preoccupati per il loro futuro, la società Tassello con i due operatori sociali Franco Pittau e 99, L. 25.000. domani. Daniele Rossini, da tempo professionalmente im- Susanna Falchero pegnati in un settore così delicato, hanno raccolto le VALERIO BELOTTI (a cura di), Giovani a Vicenza. loro esperienze in questo volume il cui intento è di Traiettorie e corsi di vita fra i giovani, Vicenza, contribuire ad una nuova cultura dell’emigrazione. Comune - Venezia, Fondazione G. Corazzin, 1990, ° Il libro, articolato in tre sezioni, partendo da un’ana- 8 , pp. 208, L. 25.000. lisi storico-legislativa del problema e dei bisogni V. BELOTTI - S. LA MENDOLA (a cura di), Oltre lo sociali ad esso correlati, pone delle considerazioni Il fenomeno “gioventù” tipico delle società com- sulla tutela previdenziale degli Italiani all’estero plesse, caratterizzato da una maggiore richiesta di stereotipo. Una ricerca sugli anziani nelle aree ° dopo la Prima Conferenza Nazionale sull’Emigra- istruzione e da una prolungata permanenza nella rurali, Venezia, Fondazione G. Corazzin, 1990, 8 , pp. 179, L. 25.000. zione (1975), evidenziando cosa è stato fatto e cosa famiglia d’origine, ci viene proposto in due belle ancora deve essere fatto, pur non trascurando ele- ricerche edite dalla Fondazione G. Corazzin, svol- In conseguenza al calo delle nascite e alle miglio- menti come l’andamento demografico e occupazio- tesi rispettivamente nel Comune di Mira ed in ri condizioni di vita, la popolazione anziana rappre- nale nel nostro territorio. quello di Vicenza, la prima per iniziativa dell’Am- senta una fascia sociale sempre più vasta. A tale In tale ottica vengono proposti anche dati sugli ministrazione Comunale, centrata sull’ambito loca- aumento di consistenza però, non corrispondono stranieri in Italia e casi emblematici di “Diritto le ma non per questo affetta da localismo, la seconda pienamente una conoscenza precisa e un interessa- sociale” affrontati in diversi Paesi Europei. Tutto grazie all’Osservatorio Permanente sulla Condizio- mento concreto alla vita degli anziani da parte degli ciò vuole essere non solo un motivo di conoscenza

23 e di approfondimento, ma una vera e propria denun- Andrighetti intitolato La legge veneta delle Regole del Cadore e del diritto regoliero. cia affinché i responsabili politici, amministrativi e sull’agriturismo. È un lavoro encomiabile che pren- L’interesse speculativo per queste antiche istituzio- sociali pongano fine a tante ingiustizie e difficoltà de in esame la suddetta difficoltà in cui si trova oggi ni giuridiche cadorine sta conoscendo, negli ultimi patite da chi – con costi psicologici altissimi – l’agricoltura. La ricerca muove dalla consapevolez- anni, un momento di rinnovata attenzione; sempre contribuisce al benessere economico dell’Italia. za che l’agricoltura costituisce un punto di riferi- più ne viene sottolineato il carattere di civiltà, come Susanna Falchero mento rispetto al problema ambientale. L’attività afferma Fiorello Zangrande nella prefazione al- agrituristica è appunto un nuovo modello di azienda l’opera: “Non diremo una novità, ma ci pare indi- agricola per la tutela delle risorse, nella quale si spensabile ripeterla, nel sottolineare che le Regole vuole associare alla produzione di beni agro-ali- del Cadore risultano, nell’intersezione del piano dei mentari la protezione dell’ambiente. Gli agricoltori, principi proprietari con quello delle associazioni IVONE CACCIAVILLANI, La legge forestale regionale, rendendo servizi di tipo privato dai quali traggono familiari, entità di comprovata civiltà anche giuridi- Padova, Studio Editoriale Programma, 1990, 8°, pp. un reddito diretto ed immediato, e servizi utili alla ca”. 254, L. 35000. collettività sovvenzionati dalla Regione, diventano Donatella Possamai protagonisti della tutela ambientale. Nella prima ADOLFO ANDRIGHETTI, La legge veneta parte del volume si trova la disciplina giuridica. Si sull’agriturismo, Padova, Studio Editoriale Pro- ° parte dalla definizione del fenomeno, ricordando gramma, 1990, 8 , pp. 177, L. 30000. che la sua essenza è rappresentata dalla ruralità, dal fatto che esso è naturalmente legato all’azienda La collana sulla legislazione veneta costituisce B. ANASTASIA - F. OCCARI - M. PESARESI, Atlante agricola come espressione della cultura contadina. dell’artigianato veneto. Una ricerca promossa dal- un’importante iniziativa: essa vuole essere uno stru- Sono perciò analizzati il rapporto di connessione tra mento di lavoro nell’identificazione delle norme la CNA del Veneto, Portogruaro (VE), Nuova Dimen- agriturismo e attività agricola e quello di sione, 1990, 8°, pp. 192, ill., L. 34.000. regolatrici delle singole materie rientranti nella com- complementarietà, indicando con tale termine il petenza legislativa regionale, ma contro corrente, nesso di accessorietà esistente nel suddetto legame È noto che l’artigianato veneto ha attraversato, in rovesciando la prassi comune dell’operatore giuri- ed escludendo, invece, un’eventuale relazione di dico, il quale dovrà esaminare prima la legislazione questi ultimi vent’anni, una fase accelerata di cre- reciprocità, dato che l’attività principale resta quel- scita e di ristrutturazione. Questo libro quantifica il regionale e poi quella statale. Da segnalare che lo la agricola propriamente detta. Sono poi prese in sforzo di ricostruire la disciplina vigente comin- fenomeno e fornisce le necessarie informazioni per considerazione le norme concernenti gli aspetti interpretarlo e per guidarne gli sviluppi. Particolar- ciando dalla legislazione regionale non è solo una concreti ed essenziali dell’attività agrituristica, qua- novità, ma sottolinea anche la realtà della Regione mente utile ed apprezzabile appare la scelta di li il luogo, la somministrazione dei pasti, la vendita realizzare una forte disaggregazione settoriale e nel quadro istituzionale vigente. dei prodotti, l’ospitalità e altre iniziative ricreative Il primo volume della collana, di Ivone soprattutto territoriale – a livello di singoli comuni e culturali. La seconda parte del volume è quella più – dei dati statistici disponibili; i quali, altra novità di Cacciavillani, è dedicato a La legge forestale regio- tecnica, in cui sono ordinate le disposizioni per nale. Nella prima parte sono raggruppati gli articoli questo lavoro, sono desunti prevalentemente da una l’esercizio dell’attività suddetta, contenute nella fonte amministrativa praticamente inesplorata nelle della legge forestale regionale del 1978 e le norme legge regionale 15 luglio 1986. L’ultima parte del di altre leggi regionali, statali e comunitarie, che sue potenzialità, il Registro ditte delle Camere di libro comprende la normativa complementare, cioé Commercio (banca dati ISET del Cerved). servono all’individuazione della normativa veneta. integrativa di quella sopra esaminata. Si ricordi che la disciplina vigente è quella contenu- Alla fine del 1988, le imprese artigiane venete I due saggi vanno segnalati non solo per l’impor- ammontavano ad oltre 130.000 unità, con quasi ta nella legge Serpieri del 1923 e nel relativo rego- tanza del materiale offerto, ma soprattutto per il lamento di attuazione del 1926, stante il richiamo 400.000 addetti, almeno la metà dei quali lavoratori rigoroso ordine che gli Autori hanno seguito nella dipendenti. Si tratta di valori che collocano l’arti- fatto dall’art. 2 della legge forestale regionale e nei prospettazione delle norme regolatrici delle rispet- limiti in cui quest’ultima o altre leggi sopraggiunte gianato veneto al secondo posto tra le regioni italia- tive materie, in modo da costituire un valido stru- ne, subito dopo la Lombardia. Ma anche all’interno non intervengano a modificarla. Per quel che riguar- mento di lavoro per l’operatore giuridico. da il coordinamento con le norme comunitarie, della regione, il peso dell’occupazione artigiana giova richiamare che esse prevalgono su quelle Mariagrazia Toniolo Muraca assume una notevole rilevanza ed appare in conti- interne incompatibili e costituiscono, secondo una nua espansione: dal 17% sul totale degli occupati sentenza della Corte Costituzionale, il limite nel 1981 si è passati al 21% nel 1988. L’incremento invalicabile della loro modificabilità da parte di dell’occupazione artigiana è da attribuire prevalen- norme interne anche successive. La seconda parte temente a processi di accorpamento e di espone gli articoli della legge forestale regionale, le IVONE CACCIAVILLANI, La sentenza Fletzer sulle Re- razionalizzazione verificati negli anni Ottanta, dal gole, Belluno, Istituto Bellunese di Ricerche Sociali momento che la crescita del numero delle unità norme da essi richiamate e le norme complementari. ° Tale prospetto è un aiuto notevole grazie all’estre- e Culturali, 1989, 8 , pp. 64, ill., L. 6.000. locali è risultata in questo periodo molto più conte- ma chiarezza dell’esposizione. Il primo capo della nuta rispetto al decennio ’71-81, nel corso del quale seconda parte contempla le norme di inquadramen- In questo volume Ivone Cacciavillani, noto av- le imprese artigiane venete erano pressocché rad- to della materia, comprendenti distinti rinvii a nor- vocato veneziano e storico del diritto, che già si era doppiate. me che stabiliscono a loro volta la procedura di occupato della situazione istituzionale cadorina nel- Certo, non tutti i settori registrano segni positivi: imposizione del vincolo idrogeologico, l’ammini- l’opera La proprietà collettiva nella montagna veneta in forte espansione appaiono soprattutto le diverse strazione, il contenuto del suddetto vincolo, la riser- sotto la Serenissima (1988), prende in esame la componenti del sistema-moda, mentre il settore va di emanare indirizzi per la sua gestione, e la sentenza pronunciata il 27 febbraio 1985 dal com- edilizio presenta segni di cedimento. Diversificata regolamentazione della competenza di materia de- missario per la liquidazione degli usi civici Gino anche l’evoluzione delle diverse aree; mentre appa- gli usi civici con riferimento alla garanzia Fletzer. La causa era sorta alcuni anni addietro tra il re assolutamente statica la situazione della provin- giurisdizionale. Il secondo capo esamina la sistema- Comune di Auronzo di Cadore e la Società Immo- cia di Rovigo, uno sviluppo rapido e consistente si zione idrogeologica, la conservazione del suolo e la biliare S. Rocco da un lato, e dall’altro alcuni è avuto nel cuore della regione, in quell’area situata difesa delle coste, mentre il terzo capo contiene privati, in rappresentanza di 74 denuncianti, che si ai confini delle province di Padova, Treviso, Vicenza norme sulla tutela ed incremento del patrimonio opponevano alla “cementizzazione” di alcuni terre- e Venezia che, a livello storiografico e sociologico, silvo-pastorale. A questo proposito si ricorda che gli ni. Accertato l’antico regime regoliero di questi è considerata la più tipicamente veneta. elementi del tradizionale trinomio (agricoltura, ultimi, accertata cioè la loro appartenenza al patri- Un’ultima osservazione: il libro, pubblicato an- silvicoltura e pastorizia) hanno un contenuto ben monio collettivo della comunità, i beni in causa che grazie al contributo della Regione Veneto e del distinto e che se la funzione pastorale è quasi scom- vennero dal Fletzer dichiarati demaniali in base alle Banco Ambrosiano-Veneto, si caratterizza per la parsa e quella agraria è marginalizzata sia dalla leggi sulla montagna del 1952 e del 197I, e, come presenza, accanto ai saggi dei ricercatori, di centi- scarsa produttività naturale che dall’impossibilità tali, inalienabili, imprescrittibili e inusucapibili. naia di elaborazioni cartografiche, ottenute con l’im- di meccanizzare l’agricoltura montana, la All’esposizione integrale della sentenza, i cui piego di moderne tecniche software, che non si silvicoltura, invece, ha assunto un ruolo assoluta- singoli articoli sono sempre introdotti da un com- presentano come semplici ausili esplicativi, ma mente prevalente rispetto alle altre due. La terza e mento storico-giuridico, Cacciavillani ha premesso costituiscono esse stesse, per la particolare tecnica ultima parte contiene le norme di tutela forestale per tre capitoli: “Il pianeta montagna”, “Origini e svi- adottata, degli indispensabili “strumenti generatori la lavorazione dei terreni e per le trasformazioni dei luppi della proprietà collettiva” e “Il regime attuale di conoscenza”. boschi in altre colture. e le possibilità di restauro”, che illuminano la suc- Livio Vanzetto Della stessa collana è il lavoro di Adolfo cessiva sentenza nella prospettiva storico-evolutiva

24 GRUPPO MUSICALE DI COSTALTA, Racconti ladini (con Lingua traduzione italiana a fronte). Na söra d’inverno ze stua e etre storie, Pieve di Cadore (BL), Magnifica Comunità di Cadore, 1989, 8°, pp. 139, ill., s.i.p. GIANFRANCO FOLENA, Culture e lingue nel Veneto medievale, Padova, Studio Editoriale Program- La lingua ladina, nata durante la dominazione ma,1990, 8°, pp. XIX-412, ill., L. 60.000. romana delle Alpi dalla fusione e successiva romanizzazione delle locali popolazioni retiche, A dieci anni di distanza dalla miscellanea di Studi attualmente sopravvive nella zona dei Grigioni e di filologia romanza e italiana offerti a Gianfranco nelle vallate dolomitiche ma è conservata e protetta Folena dagli allievi padovani (Modena, Mucchi, con dignità di lingua solamente nell’Alto Adige ove 1980), è uscito il volume di Gianfranco Folena, s’affianca nelle scuole e nella toponomastica al inaugurante la collana di “Filologia veneta” della tedesco e all’italiano, mentre è molto meno nota e casa editrice patavina Editoriale Programma, intito- studiata nei suoi ceppi carnico e ancor più bellunese, lato Culture e lingue nel Veneto medievale. e ciò nonostante nella sola zona del Comelico venga Il poderoso volume, ben curato graficamente e parlata da più di diecimila persone. seguito da un comitato di redazione di “spessore”, Fioriscono così anche fuori del Tirolo le iniziati- raccoglie 12 contributi del Folena legati al periodo ve volte a salvaguardare la sopravvivenza di un medioevale e geograficamente ascritti all’area antico ed originale patrimonio culturale, sia con lo veneta, tutti editi in varie sedi e quasi tutti riaggiornati studio e la conservazione della lingua e dei valori bibliograficamente con qualche ritocco nel testo. Il passati sia stimolandone la crescita con la presa di volume non è che il frutto limitato di tanta fatica e coscienza della loro esistenza come etnia tuttora di ricerca accurata come si evince dai ben 307 titoli viva. È proprio in quest’ultimo filone che s’inseri- (comprese le recensioni) che il Folena ha pubblicato sce la raccolta di racconti ladini curata e voluta dal dal 1941 al 1979, come si ricava dalla ricca e vasta gruppo musicale di Costalta ed edita, con il patroci- bibliografia redatta da Antonio Daniele nella mi- nio della Regione Veneto e della Magnifica Comu- scellanea succitata del l980, ma purtroppo non ag- nità di Cadore nella Collana di Cultura Locale serie giornata al 1990 come più di qualcuno avrebbe Ladino Cadorina: si tratta infatti di racconti contem- MARCELLO ROSINA, Tradizioni cadorine, Belluno, desiderato in questa sede. poranei – con la sola eccezione di un testo friulano Ad un primo sfoglio del volume, colpisce lo Istituto Bellunese di Ricerche Sociali e Culturali, del secentesco poeta Ermes di Colloredo, tradotto in 1990, 8°, pp. 160, ill., L.15.000. svariato uso delle fonti a cui attinge l’Autore, dalle ladino del Comelico, facente parte delle tradizioni epigrafi, ai documenti d’archivio ai codici legate al carnevale – scritti a più mani e in massima pergamenacei fino a giungere all’uso dell’elenco È uscito col n. 10 nella serie dei “Quaderni parte in forma dialogica adatta alla recitazione, a Calaltini” Tradizioni Cadorine, un interessante li- telefonico definito la “più accessibile fonte rinverdire l’antico uso della “stua” (vedi la “stube” antroponimica contemporanea” (pp.183-184, nota bro di M. Rosina, a mezza via fra nostalgia e tirolese) ove trascorrere in compagnia le lunghe disincanto, che si propone di trattare in modo orga- 18). Così sugli studi dei nomi di persona medioevali serate di un inverno che può durare anche sette-otto il Folena con i suoi contributi ha saputo mettere in nico e quanto più possibile completo il rustico mesi. Sono racconti semplici, un poco naif, che mondo pastorale e contadino di un Cadore che piena luce la differenza non solo fra Dante e Dantino, parlano della gente di montagna nel suo allontanarsi chiarendo la questione della presenza di Dante ormai non esiste più se non negli incompleti ricordi da essa e provarne nostalgia; nel non riuscire spesso di ciò che i più anziani sentirono raccontare nella Alighieri a Padova, ma anche fra Corrado e ad accettarne i cambiamenti e l’invasione, non sem- Corradino, Aldobrando e Aldobrandino tutte unità loro gioventù dai nonni di allora. È proprio per pre innocente, dei turisti; nel vivere stagioni ed ritrovare ed ordinare questi frammenti sbiaditi inte- onomastiche autonome. Alla chiarezza ha poi ag- eventi, naturali e non, talora anche drammatici, con giunto la radice e la derivazione, creando uno studio grandoli ed arricchendoli laddove è possibile con un misto di diffidenza e rassegnazione, limitatezza l’ausilio di documenti e testimonianze scritte che che rimane così un repertorio vero e proprio per gli e senno. Vengono offerti al lettore con la traduzione studiosi del medioevo. questo libro è nato. italiana a fronte, che purtroppo però non sempre è in Esso è diviso in tre sezioni diverse, ognuna prece- Passando ora a ripercorrere l’iter del volume in grado di garantire la conservazione delle originali questione, subito colpisce come il libro inizi con la duta da alcuni frammenti storici, contemporanei agli freschezza e sapidità. anni descritti, che esaminano rispettivamente l’am- riproposizione del contributo intitolato Tradizione biente agricolo-pastorale, quello religioso e quello Nilda Tempini e cultura trobadorica nelle corti e nelle città venete, sociale del Cadore nel secolo scorso, offrendo nel- contributo che già era apparso in un’opera in più l’insieme un affresco vivido e di piacevole lettura; volumi nota in tutt’Italia e della quale il Folena tale da garantire, nell’intendimento dell’Autore, la definì e impostò l’impianto e l’articolazione, cioè la sopravvivenza di un patrimonio a lui caro e paziente- Storia della cultura veneta (Vicenza, Neri Pozza, mente ed affettuosamente ricercato, raccolto ed ora 1976-1986). Il sostanzioso saggio delinea come il tramandato in modo di trasmettere anche ai lettori Veneto sia una delle terre dell’Italia settentrionale, d’oggi, spesso frastornati da un rapporto stravolto dopo quella ligure-piemontese, dove più felicemen- con il tempo e la natura, la potente suggestione di un te si diffonde la “cultura poetica occitanica”. Preva- mondo sovente duro e faticoso, ma non privo di una le nel Veneto la cultura epico-romanzesca e si sua austera e talora sacrale bellezza (vedi ad esempio diffonde soprattutto nelle città di Terraferma, decli- la partenza dei pastori per l’alpeggio). nando nei primi decenni del Trecento. Rimane estra- Seguiamo così lo scorrere dei mesi, scanditi nea Venezia – fatta eccezione per il canzoniere di dall’avvicendarsi dei lavori agricoli, pesanti e così Bartolomè Zorzi – dove si diffonde la prosa storica totalizzanti da costituire il punto focale di questo e la cronaca contemporanea che assorbono l’avven- mondo, attorno a cui ruotano speranze e gioie, tura epico-cavalleresca. La cultura occitanica e quella desideri e dolori, a scandire con il loro antico calen- oitanica nel Veneto rispondono ai due binomi dario le vite dei nostri avi: ci si sposava a Carnevale danteschi “amore e cortesia” e “valore e cortesia”, così da arricchire la nuova famiglia del lavoro di un rispondenti a situazioni e pubblico diversi: aristo- altro componente che in tale modo si guadagnava il cratico-cortese la prima, cittadino-borghese la se- pane; si festeggiavano i momenti di pausa dell’atti- conda. Il Folena fa notare che mancano trovatori di vità agricola; si invocavano prima gli dei e poi il Dio professione e individua in due caratteristiche il cristiano per i raccolti... provenzalismo veneto: la prima, è che il Veneto è Ritroviamo così il sapore talvolta ingenuo e dol- una raccolta attiva e una vera officina di tradizioni ce, talaltra arguto, di un esistere non poi così lontano manoscritte provenzali “legate ad una vivace attivi- da noi da essere completamente cancellato dalla tà grammaticale e didattica”; la seconda, invece, è nostra memoria. Il libro è arricchito da fotografie, legata al problema biografico-narrativo, anche se la d’epoca e non, e da un’interessante bibliografia. paternità alle “vidas” e alle “razos” resterà sempre sub iudice, pur rimanendo il Veneto il centro di Nilda Tempini raccolta grazie a Uc de -Circ. È quest’ultimo il

25 primo nome di un trovatore la cui produzione il DIONIGI RIZZOLO, La toponomastica storica dei co- Folena analizza. Fa seguito Peire de la Cavana o muni di Lusiana e Conco, Asiago (VI), Istituto di Caravana o Ca’ Varana come la critica ha dimostra- Cultura Cimbra, 1988, 8°, pp. 207, s.i.p. to e al quale è legata “la prima data certa e precoce, ANGELO SACCARDO, Il Tretto. Toponomastica stori- 1194, negli anni della prevalenza italiana in lingua ca, Schio (VI), Comune - Asiago (VI), Istituto di d’oc...”. Fa seguito Peire d’Alvernhe detto anche Cu]tura Cimbra, 1989, 8°, pp. XVII-328, s.i.p. “veilletez lombartz”, vecchietto lombardo. Passan- do poi alla corte estense il Folena analizza la figura Lo studio dei nomi di luogo (toponomastica) del trovatore Aimeric de Peguilhon, che trovò ospi- permette di ricostruire la vita, la cultura, il lavoro talità alla corte dei marchesi d’Este che avevano dell’uomo in un dato territorio. Dionigi Rizzolo e sede nel castello di Calaone. L’Aimeric, caro a Angelo Saccardo, nei rispettivi volumi, cercano di Dante Alighieri, è tra i più prolifici giullari da risalire all’origine (etimologia) dei toponimi attra- quanto ci è pervenuto fin d’ora. Nell’analisi l’Auto- verso i documenti d’archivio, le testimonianze ora- re raffronta la produzione dell’Aimeric con quella li, la stessa configurazione fisica dei luoghi e, aspet- di un trovatore bolognese Lambertino Buvalelli to proprio di questa indagine, lo studio della lingua presente alla corte dei Da Romano. nel corso dei secoli. Altro paragrafo significativo è poi quello dedica- Il primo libro analizza la toponomastica di Lusiana to a Treviso, sede principale delle “corti d’Amore” e Conco, che fanno parte dei “Sette Comuni”. Il e città che oltre ad essere la più prolifica per la secondo la toponomastica di Tretto, territorio pre- cultura volgare, poiché punto di incontro e di produ- valentemente montuoso, dal ’69 aggregato al comu- zione di scriptoria in lingua d’oc, d’oil e di sì, fu ne di Schio. Le tre località rientrano nella più vasta anche luogo di divertimento “cortese” e mondano area denominata “area cimbra”. come i “tornei di dame” e i “Castelli o Corti d’Amo- Quelli che noi impropriamente chiamiamo re”. Interessante è pure la figura già citata di Uc de “Cimbri” non sono, come si credeva fino alla metà Saint-Circ poiché è il più importante curatore del- del Settecento, i Cimbri sconfitti dai Romani nel l’eredità trobadorica e poeta giullare stabilitosi alla 102 a.C. Si tratta, invece, dei discendenti delle corte dei Da Romano a Treviso e divenuto poeta di popolazioni che molto più tardi, tra il 1050 e il 1200, corte. documentario che attesti la presenza di Dante lasciarono la Baviera meridionale e colonizzarono Conclude la serie dei giullari la figura del mer- pacificamente le zone montane a nord di Vicenza e cante veneziano Bartolomè Zorzi, il quale nella Alighieri a Padova, Treviso, Vicenza e Venezia. Per Folena la presenza dl Dante nel Veneto è “sfuggen- di Verona. L’omogeneità dei gruppi di coloni e guerra tra Veneziani e Genovesi da questi ultimi fu l’isolamento rispetto alle popolazioni di pianura ne catturato, rimanendo in prigione 7 anni a Genova. te” e “inafferrabile”, sostenendo che è “la presenza topografica, storica, umana del Veneto nella cultura favorirono l’espansione durante i secoli XIV, XV e Durante il periodo di prigionia compose e raccolse XVI. Dalla fine del XVI secolo le attestazioni di- i componimenti in lingua d’oc e, liberato, trent’anni e nella poesia di Dante”. Continua il contributo con l’analisi della figura di Giovanni Quirini primo ventano sempre più rare; infatti, a causa della con- dopo, raccolse e compose quelli in lingua d’oil. Di tinua diminuzione dei parlanti, la diffusione del- veneziano nel canzoniere dello Zorzi c’è solo l’ispi- cultore di Dante nel Veneto. Sempre inerente al Veneto è l’analisi che il Folena l’idioma si arrestò e le espressioni cimbre vennero razione etico-politica e il delicato accenno alla sostituite da quelle italiane e venete. Emerse così un “donna lontana da Venezia”, mentre non dimostra conduce circa la fortuna di Francesco Petrarca nel- l’area veneta con il contributo intitolato Il Petrarca idioma molto particolare, risultato dell’interferenza alcuna presenza di cenacoli culturali trobadorici a tra l’antico bavarese, la lingua letteraria italiana e il Venezia, a differenza della Terraferma dove invece volgare e la sua “schola” padovana. L’Autore mette in evidenza come per Francesco Petrarca ci dialetto regionale. il centro propulsore di tale tradizione fu Treviso fra Oggi il veneto ha finito per prevalere e il cimbro il ’200 e il ’300 con la corte dei Da Camino. siano testimonianze ben più chiare dimostranti la fortuna del petrarchismo nel Veneto aventi come è passato da lingua di comunicazione orale a lingua Il Folena segnala oramai la necessità di redigere della “memoria”: si ricordano ancora preghiere un preciso inventario dei manoscritti di poesia epicentro Padova. Prima di tutto perché molto ma- teriale petrarchesco è conservato a Padova, fra ciò imparate da bambini, filastrocche, sentenze, massi- provenzale “localizzabili nel Veneto”, poiché è me ecc. D’altra parte singole voci lessicali, così grazie a Pietro Bembo che è stata conservata e spicca la lettera autografa del Petrarca conservata presso la Biblioteca del Seminario di Padova, e poi come alcuni tratti fonetici cimbri, sono passati nel tramandata “la parte più cospicua della tradizione veneto. Lo studio della toponomastica di “area occitanica”. Probabilmente il Bembo raccolse nelle perché i due principali e primi imitatori della lirica del Petrarca sono ben conosciuti: Giovanni Dondi e cimbra” evidenzia la presenza del sostrato neolatino, varie biblioteche patrizie del Veneto i codici di costituito dall’antico dialetto vicentino e veronese. poesia trobadorica che sono giunti sino a noi. Francesco di Vannozzo. Ed è sul codice Marciano latino XIV.223 che il Folena si sofferma poiché Per Lusiana, Conco e Tretto gli autori danno un Passando al secondo contributo, Beata beatrix, il etimo latino, rispettivamente dal nome personale Folena mette in chiara evidenza che non vi è alcun raccoglie le rime di Giovanni Dondi (recentemente riproposte da Antonio Daniele per la Neri Pozza) e romano Lucilius, da concha e da traiectum (sentie- rapporto fra Beatrice d’Este e la Beatrice di Dante ro). Tuttavia gli stessi autori avvertono che non sono Alighieri, pur definendo il Duecento per collega idealmente la fortuna del Petrarca nel Veneto a quella di Dante Alighieri. Il Folena sottolinea da escludere origini germaniche, almeno per Conco l’onomastica femminile “il secolo di Beatrice”. e Tretto. I nuovi coloni chiamano Lusiana “Lusan”, Stimolante è pure il saggio dal titolo In margine come fra il Dondi, divulgatore delle rime in prosa del Petrarca, e il Petrarca la corrispondenza sia che in tedesco significa “taglia fuori”, riferito al- ai “Sermones”: stile francescano e stile antoniano. l’originario disboscamento. Per Conco, Dionigi L’Autore concepisce il predicatore come colui che invece in lingua latina, pur trattandosi di un latino fuori dagli schemi retorici e che era “sì doppio, tra Rizzolo propone anche un bavareve gunge, kunke, trasmette il proprio sapere agli altri attraverso la “giogo, passo” e per Tretto, Angelo Saccardo av- parola. Analizzando così i sermoni di sant’Antonio, stil de’ moderni e ’il sermon prisco”. Il Vannozzo, a differenza del Dondi, diffonde la poesia del Petrarca verte che il dialetto tedesco ha tratte, “terreno vicinale il Folena osserva che il linguaggio è “ricco, vario, incolto”. musicale: felice di scoprire – per conto – tra folti con uno stile che è ancora intriso di influenze dantesche. Il Folena conclude affermando che I toponimi contenuti nei due studi possono essere pruneti etimologici e luoghi pieni di retoriche deli- divisi in tre grandi categorie: i nomi di origine zie, anche umili flores, e pagine di intensa preghiera “attaneto” e “conciliato” è nell’ambiente veneto il divorzio fra umanesimo latino e letteratura volgare neolatina, quelli di origine germanica e, infine, i e di alta lirica religiosa”. Per quelli di san Francesco toponimi che sono il risultato dell’interferenza tra i il Folena scrive: “Francesco ha portato una sempli- fra ’400 e ’500, pur rimanendo ancora da “esplorare gli antefatti del petrarchismo veneto del Quattro- due sistemi linguistici. La terza categoria, anche se ficazione rivoluzionaria che taglia e sfronda foreste molto ridotta, è di gran lunga la più interessante, dottrinali cresciute [...] e salva l’essenziale, quello cento...”. Concludono il volume i saggi sulla bibbia istoriata perché tipica delle aree di bilinguismo. (Ricordia- che uno porta con sé e dentro di sé”. Tali definizioni mo il noto Mongibello, altro nome con cui viene si commentano da sole. padovana (edito nel l962 per la Neri Pozza) e quello relativo alla cultura volgare e all’umanesimo caval- designato l’Etna, composto dall’italiano monte e Nel capitolo intitolato La presenza di Dante nel dall’arabo giabal, che significa “monte”). In questo Veneto, l’Autore si avvale anche della storia dell’ar- leresco nel Veneto, contributi sui quali la difficoltà di esposizione stride con lo spazio concessomi. gruppo troviamo nomi germanici con diminutivo te per cui uno studioso di chiara fama aveva indivi- veneto o italiano, nomi composti da parole neolatine duato nella cappella degli Scrovegni il ritratto di Renato Zironda e tedesche e, da ultimo, toponimi formati con un Dante Alighieri tra Giotto e Giovanni Pisano. Il vocabolo germanico al quale viene aggiunto il cor- Folena tuttavia, oltre a dimostrare la diversità fra rispondente neolatino. Alcuni esempi: Tèline, da tal Dante e Dantino, dichiara che manca il supporto

26 “valle” e -ine, Angarétto, da angar “terreno recintato” stabilito a Venezia da Pietro Bembo con le Prose quando sempre nei Cenni preliminari scrive che più -etto, Gerteleto da garto “orto”, con doppio nelle quali si ragiona della volgar lingua. Il “Per comodità delle persone non esperte a cui mi diminutivo, il cimbro -ele e il veneto -eto; Povertale, Quondam parlò a tal proposito di un “protagonismo rivolgo ho adottato la terminologia e le distinzioni dal latino populus “pioppo” e cimbro tale “valle”, trissiniano” ovvero contrappone a Venezia (Roma e tradizionali delle ‘parti del discorso’ [...]” (p. 227). Obertrogge, dal tedesco obar “situato sopra” e Firenze) grande capitale, Vicenza come nuovo cen- Soffermandoci ora sulla prima parte del volume latino trogiu “sentiero”; Speneche, dal dialetto tro culturale di Terraferma. Sembra così che l’istan- intitolata Sondaggi, l’impressione che uno riceve è vicentino spina “siepe spinosa” e tedesco ecke “co- za protagonistica sia oggi applicabile al lavoro di quella di trovarsi di fronte ad una raccolta di aned- sta”; fino a Costa de l’Eche che è come dire “Costa Luigi Meneghello che in un certo qual modo con- doti dove fanno da padrone le parole e le espressioni della Costa”, dal momento che “ekka” in cimbro trappone al Dizionario veneziano-italiano di Giu- dialettali sulle quali Meneghello ha effettuato un significa “costa”; oppure Prà Bisele, vale a dire seppe Boerio del 1856 strumento ancora oggi vali- sondaggio di carattere non solo linguistico ma an- “Prato del Prato”, poiché in cimbro “bisa, bise” dissimo, il suo Maredè maredè... (Maredè sta per che sociologico. Infatti l’A. attraverso il lavoro di significa “prato”. chiocciola in una antica filastrocca). Ciò soprattutto scavo, ricerca e recupero dei termini dialettali, so- I lavori di Dionigi Rizzolo e Angelo Saccardo per come si articola la seconda parte del volume prattutto dell’alto vicentino, porta alla luce il vero hanno numerosi punti in comune. L’oggetto d’inda- suddivisa in due sottosezioni: una Appendice dal effetto della parlata del suono dialettale. Cito un gine è lo stesso, il metodo uniforme e molto accurata titolo Note di morfologia elementare e un Indice solo esempio quando l’A. (a p. 87) analizza il è, in entrambi, la descrizione toponomastica. Tutta- intitolato Registro delle parole e delle cose. Questa termine dialettale conpare: via, se si assume il punto di vista del lettore, emer- seconda parte del volume diventa, volere o no, la “a) quello che ci tiene a battesimo, nostro santolo gono alcune differenze. Dionigi Rizzolo divide il parte che va ad irrobustire il lavoro di Luigi b) quello della cresima, santolo anche lui territorio di Lusiana e Conco in quattro parti, per Meneghello, certo meno accativante della prima c) il conpar-d’anelo al matrimonio ognuna delle quali dà una presentazione storica con parte dal titolo Sondaggi, ma nella quale lo scrittore d) quello che ci tiene a battesimo una figlia o un la relativa descrizione toponomastica. Il testo, data cerca di inquadrare come in una normale gramma- figlio la veste editoriale molto agile, si rivolge oltre che tica linguistica il dialetto vicentino, dando in tal e) quello di cui teniamo a battesimo figlia o figlio agli specialisti, anche a un pubblico più vasto, modo, per parafrasare il Bembo, dignità nazionale f) quello a cui abbiamo fatto da conpar-d’anelo”. sufficientemente curioso per affrontare un breve al dialetto in genere. In realtà più che di protagonismo Abbiamo tutti un conpare o lo siamo stati e ciò viaggio in terra cimbra. e di sfida si può parlare di volontà di creare una induce a riflettere, oltre che a sorridere. II libro di Angelo Saccardo, che si apre con una cultura veneta unitaria. Infatti quello di Meneghello Non sempre i termini sono così strutturati, ma a prefazione di Giovan Battista Pellegrini dell’Uni- è un volume nel quale l’Autore vuol far rendere la volte compaiono avvolti in un aneddoto. Ed ecco il versità di Padova, dopo brevi cenni storici, affronta regione Veneto un tutt’uno, senza, a mio avviso, Meneghello di Vicenza e del suo triangolo vicentino i principali problemi linguistici legati alla situazio- contrapporre Venezia a Vicenza, così come ha fatto – Filippini, Liceo Pigafetta e stradella di San Marcello ne di “area cuscinetto”, tra il veneto e il cimbro, lo stesso Neri Pozza che con le Storie veneziane ha – quando narra che negli anni Trenta una giovane propria di Tretto. Segue un ricco repertorio creato, proprio attraverso il linguaggio, un’unità ginnasiale abitante in stradella San Marcello, senti- toponomastico, destinato, però, più alla consulta- culturale veneta senza suddivisione tra Venezia e ta suonare la campanella di scuola, “si mette a zione che a una lettura completa. Terraferma. È questa una tendenza che accomuna correre, e la madre le grida: «Maria Teresa, non Le due opere rispondono alla richiesta, più volte Meneghello a Neri Pozza, scrittori vicentini che corare così che ti scorlano le tete!». (Esse scorlavano formulata dagli studiosi, di possedere una mappa hanno tentato di creare una cultura veneta vera e infatti, maestosamente)”. Tale esempio è narrato completa della toponomastica cimbra. Grazie alle propria. Che sarebbe Meneghello senza Malo e che per contrapporre la frase comune tutt’oggi: “Te numerose affinità e, nello stesso tempo, al modo sarebbe Neri Pozza senza la sua Vicenza? Purtuttavia scorla ’l servelo (dove si pensa che il cervello non diverso di presentare i risultati della ricerca, i due attraverso la lingua hanno creato entrambi una unità sia fissato a dovere dentro la testa, ma si muova di testi risultano complementari. Il suggerimento è, culturale propriamente veneta, senza distinzione tra qua e di là come zavorra in una stiva)” (p. 16). dunque, di tenerli entrambi sulla scrivania per una Venezia autonoma e tiranna e le città di Terraferma. Gli esempi ci fanno intuire come la prima parte di lettura parallela. Quello di Meneghello non è certo un libro che Maredè maredè... sia un vero zibaldone, anzi fanno Galliano Titton tende a suscitare nostalgia del passato, anzi mira a pensare che il libro, ora unificato e strutturato, fosse fissare un patrimonio culturale che, a causa prima una serie di schede frutto di tanto lavoro di dell’omologazione culturale imperante, tende a ricerca che Meneghello ha condotto, schede anche scomparire. Ciò è ben dimostrato nella seconda ingiallite ed ora rivisitate e riproposte parte del volume, anche se è lo stesso Meneghello a aneddoticamente. Questa prima parte certamente LUIGI MENEGHELLO, Maredè maredè... Sondaggi nel scrivere nei Cenni preliminari che non vi è “pretesa più ilare puo essere letta, mentre la seconda va campo della volgare eloquenza vicentina, Bergamo, di completezza”. Che non sia poi un libro prettamente consultata e potrebbe fare volume a se stante. Moretti & Vitali, 1990, 8°, pp. 314, s.i.p. vicentino, ma di linguistica dove l’A. mira a dare Renato Zironda dignità nazionale al dialetto in genere, è ben detto Ha sorpreso un po’ i suoi lettori lo scrittore Luigi Meneghello con la pubblicazione, sostenuta dalla Banca Popolare Vicentina, del libro Maredè maredè... Sondaggi nel campo della volgare elo- Storia della scienza quenza vicentina, poiché ci aveva oramai abituati a ripubblicare i suoi testi più noti, con varianti, ag- giunte, sottrazioni e ampliamenti. AA VV., Le scienze mediche nel Veneto dell’Otto- È sul sottotitolo del nuovo libro che vorrei cento, Atti del primo seminario di storia delle scien- soffermarmi, in particolare sulla seconda parte di ze e delle tecniche nell’Ottocento veneto (Venezia, esso, della volgare eloquenza, che richiama subito 2 dicembre 1989), present. di Augusto Ghetti, Ve- alla memoria i tentativi di Giangiorgio Trissino a nezia, Istituto Veneto di scienze, lettere e arti, 1990, proposito del quale Amedeo Quondam ebbe a scri- 8°, pp. 241, ill., s i p. vere: “Il 1529 è anno di intensa attività per il Trissino. Da Vicenza servendosi del tipografo Con inusuale tempestività, l’Istituto veneto pub- Tolommeo Janicolo, lancia sul mercato editoriale e blica gli atti di un convegno con cui la gloriosa nel dibattito culturale la scoperta del De vulgari istituzione avvia la promozione degli studi di storia eloquentia di Dante da lui personalmente tradotto, il della scienza e della tecnica, collegandosi così ad Dialogo [...], la Grammatichetta [...]. Vi è una una tradizione che risale agli anni di Antonio Favaro, evidente necessità, di produrre allo stesso tempo il il maggiore studioso italiano di Galileo. Sul ruolo e proprio discorso progettuale e la sua esemplifica- i compiti che in tale direzione può assolvere questa zione pratica: la Poetica e insieme le Rime [...]” (A. istituzione si sofferma Loris Premuda, che assieme Quondam, La poesia duplicata. Imitazione e scrit- a Carlo Maccagni ha messo a punto il nuovo pro- tura nell’esperienza del Trissino, in Convegno di gramma di ricerca. Non potendo entrare nel merito studi su Giangiorgio Trissino, a cura di N. Pozza, di tutti i tredici interventi, che delineano un quadro Vicenza, Accademia Olimpica, 1980). Un program- assai ricco di dati, fatti e situazioni della medicina ma che voleva forse contrapporsi a quello del 1525 veneta, accenniamo ad alcuni. Luciano Bonuzzi si

27 sofferma su Figure ed itinerari della medicina (naturalisti, fisici, medici, ingegneri) emigrano e veronese ottocentesca, per ribadire che anche se coloro che restano – soprattutto medici, farmacisti, “l’asse forte della cultura veneta” va da Padova a insegnanti, avvocati – fanno ciò che possono per Venezia, Verona “si mantiene sostanzialmente in- mantenere vivo l’interesse verso la scienza. Maria tegrata nel mondo della Serenissima fino alla cadu- Laura Soppelsa si sofferma su Paolo Marzolo e le ta”, per cui la sua tradizione è stata costantemente ‘parole medaglie’ della medicina; si tratta di un alimentata da una costante circolazione di idee ed saggio importante perché pone all’attenzione degli esperienze con gli altri centri culturali. Qui c’e, ad studiosi l’attività di un intellettuale geniale purtrop- esempio, una solida tradizione di storiograria medi- po ancora dimenticato. La Soppelsa ci fornisce un ca che va dal Settecento all’Ottocento: da Andrea limitato e convincente “sondaggio” sull’importan- Chiocco a Scipione Maffei, per giungere agli stu- za delle ricerche di Marzolo, con un giusto riferi- diosi dell’età della Restaurazione come mento al rilievo decisivo che le ricerche marzolane Michelangelo Asson, Giuseppe Cervetto e Cesare hanno avuto nella formazione culturale e nelle pri- Lombroso. Ma anche successivamente ci sono stu- me opere di Cesare Lombroso. diosi come Luigi Messedaglia che alla storia della Questo primo convegno è senz’altro servito a medicina e dell’alimentazione danno opere di rilie- darci una prima, ampia informazione sulla medici- vo, mentre l’evoluzionismo sollecita ricerche nuo- na nel Veneto ottocentesco, sui rapporti e i ve di antropologia, come quelle di G. Pelanda e A. condizionamenti sociali e culturali che tale scienza Cainer, i quali fra l’altro studiano le caratteristiche ha avuto e su alcune personalità di rilievo che hanno dei “pazzi criminali” del Manicomio provinciale di lavorato nella nostra regione (di grande interesse la Verona. Ma è la stessa figura (professionale e socia- “riscoperta” di Francesco Aglietti da parte di le) del medico che cambia, come ci attestano le Maccagni). In queste ricerche prevale l’interesse biografie di Targa, Zeviani, Pollini, Barbieri, storico-sociologico, mentre solo nel primo saggio Manzoni: medici fra Sette-Ottocento, formati alla di Giancarlo Zanier (La medicina browniana nel scuola padovana di Morgagni, in cui competenza e Veneto) si affronta il problema della circolazione prudenza dottrinale si associano a una sicura dei paradigmi scientifici e il loro impatto nella religiosità (alcuni sono stati educati dai gesuiti). cultura veneta. Si tratta, come precisa Ghetti, di un conferma “quale studioso all’avanguardia nella co- “Tutto sommato – afferma l’Autore – nel primo primo passo, e compiuto nella direzione giusta. noscenza dei più significativi metodi del calcolo differenziale del suo tempo”. Infine viene trattata ’800 ai medici viene riconosciuto un indubbio pre- Mario Quaranta stigio”. l’“equazione di Riccati” (il primo che usò questo Mario Specchi ci fornisce una rigorosa informa- termine fu il grande D’Alembert). Nella storia della zione su La stazione zoologica di Trieste, centro matematica Riccati è ricordato pressoché esclusiva- scientifico all’avanguardia a cavallo dei due secoli mente per la sua teoria delle equazioni differenziali e per avere dato il nome a una di tali equazioni. In (1875-1918). Egli distingue due periodi; un primo GIORGIO TOMASO BAGNI, La matematica nella Mar- fra il 1875 e il 1900 e un secondo fra il 1900 e il 1914; ° quest’opera viene chiarito che il merito di Riccati fu ca. Jacopo Riccati, Treviso, Teorema, 1990, 8 , pp. anche quello di ricondurre le equazioni del se- in quest’ultimo l’istituzione scientifica raggiunge il 127, s.i.p. suo massimo sviluppo; basterà citare l’attività di cond’ordine in equazioni di prim’ordine, e proprio questa idea sarà seguita da altri studiosi per trattare Adolf Steuer, uno dei padri della planctonologia, i Nel recente revival riccatiano, che avviene nel cui lavori sono ancora oggi citati nelle bibliografie. le equazioni differenziali ordinarie di ordine supe- contesto di una alacre ripresa degli studi di storia riore. Renato Mazzolini interviene su Scienza e medicina della scienza, si inserisce anche questo lavoro in cui nel Trentino nel secondo Ottocento. Si tratta di un Per sottolineare che Riccati ha dato contributi l’autore presenta in termini chiari l’opera matema- originali anche in altri campi oltre la matematica, territorio della monarchia asburgica che conosce un tica di Jacopo Riccati (1676-1754). Tale opera av- lungo periodo di depressione economica, che incide Bagni si sofferma su alcuni scritti di fisica e di viene non a caso nella Marca trevigiana, ove fu meccanica; tali ricerche confermano che il matema- profondamente sulla situazione sanitaria. A ciò va pubblicato, nel 1478, il primo libro a stampa del aggiunto il fatto che per l’Impero il Trentino ha “un tico trevigiano fu sempre “costantemente alla ricer- mondo di matematica, L’arte de labbacho, noto ca di soluzioni nuove e brillanti”. Le stesse conside- significato prevalentemente strategico-militare”, per come l’Aritmetica di Treviso. In quel periodo la città cui gli intellettuali professionalmente più dotati razioni di carattere metodologico e filosofico espres- veneta è al centro di una fiorente industria del libro; se nell’ultima opera – Saggio intorno il Sistema nella metà del secolo XIV Pace da Fabriano si era dell’Universo –, contribuiscono a caratterizzare ul- stabilito nel trevigiano introducendo la carta da lino. teriormente la vastità di interessi di Riccati, il cui E nel Settecento, ricorda l’autore, a Treviso “studio- lavoro complessivo “si inserisce con sicurezza nei si, scienziati, architetti, artisti e letterati operano nel più importanti dibattiti che, nel Settecento, animano clima caratterizzato dall’enciclopedismo, anche at- l’ambiente scientifico”. traverso fecondi epistolari con i più grandi pensatori La novità dell’approccio di Bagni consiste europei”. E Riccati fu appunto in rapporti epistolari nell’evidenziare il valore e l’originalità dei vari con l’ambiente scientifico europeo; pubblicò alcuni contributi riccatiani attraverso un’analisi puntuale suoi lavori nella rivista di Leibniz “Acta delle procedure matematiche messe in atto per risol- Eruditorum”, e in una lettera a Bourguet il filosofo vere i vari problemi, precisando in termini moderni tedesco esprimeva la sua speranza che il conte – quando risulta necessario – alcuni concetti usati da trevigiano continuasse la sua attività, volta a fare Riccati. Risulta così abbastanza agevole sia la lettu- conoscere le nuove scienze in Italia. D’altra parte la ra delle memorie analizzate dall’autore, sia com- fama raggiunta da Riccati era così diffusa che Pietro prendere l’apprezzamento delle novità dei risultati il Grande lo invitò a Pietroburgo per assumere la raggiunti e l’eleganza dei procedimenti via via presidenza dell’Accademia delle Scienze, ma il adottati. matematico italiano rifiutò l’invito. Dopo una introduzione in cui sono indicati, in Mario Quaranta termini essenziali, i momenti più importanti dello sviluppo della matematica, preparatori della nascita moderna dell’analisi matematica, Bagni indica qua- li sono le opere di Riccati e quali i lavori di matema- tica meritevoli di una attenta analisi; analisi che egli poi conduce nei capitoli successivi. Un rilievo par- ticolare acquista il trattato Della separazione delle indeterminate nelle equazioni differenziali del pri- mo grado, e della riduzione delle equazioni diffe- renziali del secondo grado, e d’altri gradi ulteriori. È con quest’opera, afferma l’autore, che Riccati si

28 Ambiente e Scienze naturali Montagna e parchi. Se e come possono essere fattori di sviluppo, a cura di Maurizio Busatta, Pieve di Cadore (BL), Magnifica Comunità di Cadore - Parchi e riserve del Veneto, a cura di Serena Bressan Comunità Montane Cadorine, 1990, 8°, pp. 207, ill., e Massimo Pasqualin, Venezia, Giunta Regionale - L. 10.000. Segreteria Regionale per il territorio, 1990, 4°, pp. 198, ill., L. 45.000. Il 20% del territorio veneto è adibito a parco e a riserva. Come gestirlo? Come conservarlo o tenere Il libro, in piacevole veste grafica, riccamente la sfida dell’equilibrio naturale e migliorarlo o cre- corredato di foto a colori, fa il punto sull’attuale are nuove risorse ambientali? Nel Cadore il territo- situazione regionale in tema di parchi e riserve rio è rimasto sufficientemente integro aiutato, in naturali. Attualmente in Veneto sono stati istituiti questo, anche dalla tutela sulle proprietà collettive tre Parchi Regionali, quello dei Colli Euganei, il delle Regole. Una risposta a queste domande viene Parco della Lessinia e quello delle Dolomiti data all’interno del libro che raccoglie gli atti di un d’Ampezzo. In via di promulgazione è invece la convegno svoltosi nel dicembre ’89, organizzato legge istitutiva del Parco Naturale Regionale del dalle Comunità Cadorine, dedicato a tale argomen- fiume Sile (limitatamente alle sole sorgenti), men- to. tre altre leggi (Medio Brenta, Lagune di Caorle, Al meeting hanno partecipato scienziati, univer- Bosco del Cansiglio) hanno avuto e stanno vivendo sitari, esperti nazionali, esponenti di associazioni un iter piuttosto travagliato. ambientaliste e di enti, rappresentanti della stampa, Il libro si apre con un bel saggio di Franco economisti e politici che hanno effettuato un’analisi Posocco che ricostruisce la storia degli ambiti di dettagliata del territorio regionale ed esposto le loro tutela veneti, attraverso l’evoluzione dei concetti valutazioni sugli aspetti naturalistici, territoriali e che ne hanno guidato la costituzione, partendo dalla socio-economici dei parchi. primitiva idea di territorio “riservato” (al Re, come Oggi non si parla più di aree di protezione, bensì riserva di caccia, o alla Serenissima, come serbatoio di conservazione della natura: conservazione glo- boschivo per la costruzione di navi), passando attra- bale delle specie, della qualità delle acque, dei verso gli errori dei parchi “museo”, fino a giungere terreni, dei beni culturali, delle tradizioni. Si tratta, monitoraggio ambientale condotto con metodologia all’idea moderna del parco che non può prescindere in sintesi, di preservare il capitale e valutarne gli scientifica nel biennio 1987-88, senza trascurare gli dall’instaurazione di un equilibrio tra le esigenze di interessi che esso apporta, interessi che sono molti elementi di vulnerabilità d’un sistema invidiato per salvaguardia naturale e le necessità di spazi per il e diversificati. “Questi beni pubblici puri” possono i valori naturalistici e paesaggistici che esprime e mantenimento delle attività umane. Non bisogna creare le condizioni perché si studino sistemi intel- considerato dagli esperti “sotto controllo”, nono- infatti dimenticare che l’istituzione di un Parco ligenti di sfruttamento della risorsa territorio. stante qualche situazione di degrado. impone vincoli di varia natura non solo ai visitatori, Le varie proposte portate avanti dai relatori of- Il volume consta di tre parti; l’Introduzione (fir- ma anche ai suoi stessi abitanti, limitando il livello frono un quadro quanto mai ampio in cui vengono mata da F. Viola e G. Sala del Laboratorio di di sfruttamento delle risorse sia in senso valutate situazioni in atto, effettuate correlazioni Ecologia montana dell’Università di Padova e da paesaggistico (limiti nell’edificabilità, obbligo di con altre realtà della montagna, come gli Appennini M. Busatta, coordinatore editoriale dell’opera) pro- mantenere talune formazioni naturali ecc.), che o le Alpi Carniche, e suggerite soluzioni diverse: pone un rapido viaggio alla scoperta dei caratteri produttivo. Questo genera fenomeni di rigetto ri- centri per la conservazione e il miglioramento del geofisici e del sistema economico-produttivo loca- spetto all’idea del Parco, spesso vissuta come “ca- patrimonio genetico vegetale, un bacino pilota per il le. Nella seconda parte (La cartella clinica dei corpi lata dall’alto”, e spiega molte delle difficoltà incon- controllo dello stato delle acque, riserve integrate idrici, con testi di G. Sala, M. Zanetti, P. Turin e M. trate dai tecnici e dai legislatori nell’istruzione dei con interventi volti a conservare l’ambiente, gestio- De Conz) la qualità delle acque fluenti è giudicata contenuti normativi e nella loro successiva ne dei boschi e dei territori, sistemi di valorizzazione complessivamente buona, anche se permane “una promulgazione. Ciò che ancora manca è una cultura dei prodotti, fruizione delle risorse per metterle a situazione sostanziale di elevato rischio latente” per del territorio parchivo, nel quale la popolazione disposizione del tempo libero, creando, in partico- la costante immissione di sostanze estranee alla dovrebbe trarre un flusso di utilità commisurato alle lare, un ambito per la ricerca scientifica (l’Italia è norma. Non mancano tuttavia alcune zone caratte- reali capacità di produzione dell’ambiente: insom- l’unico Paese che non possiede un centro studi per rizzate dal pesante inquinamento delle acque, come ma un equilibrio fabbisogni-risorse molto lontano la cultura e la tecnologia della montagna). ad esempio le aree industriali del Cadore e di Feltre dall’ottica tuttora diffusa dello sfruttamento non Si è quindi analizzata la legge-quadro sulla ge- o il torrente Boite a valle di Cortina. Gli scarichi programmato. Occorre diffondere l’idea di una nuova stione delle aree protette, se ne sono valutate le liquidi delle fognature rappresentano il peggior qualità della vita, basata su valori diversi da quelli finalità e i limiti. Il convegno si è concluso con una fattore di degrado delle aste idriche, dal momento coltivati finora, pur riconoscendo l’assoluta neces- tavola di sintesi sull’argomento in cui non sono che i depuratori sono in grado di coprire solo il 27% sità di consentire l’insediamento umano, anche pro- mancati dibattiti, incontri e “scontri” e l’epilogo si del fabbisogno provinciale. La parte finale del rap- duttivo, all’interno del Parco, pena la sua è avuto con l’esposizione di un “Programma regio- porto, redatta da M. De Conz, è dedicata per intero marginalizzazione e l’abbandono. nale di sviluppo dei parchi naturali” con l’indicazio- all’emergenza rifiuti, settore in cui restano diverse Nel secondo capitolo viene illustrata la legisla- ne di dieci condizioni essenziali per il loro successo. cose da fare: eliminare le discariche abusive, reperire zione veneta di argomento ambientale e gli stru- Franca Fabris i siti idonei a stoccare e smaltire i rifiuti industriali menti conoscitivi del territorio approntati dalla Re- (circa 46.000 tonnellate annue), incentivare la rac- gione, e vengono commentati i principali ambiti di colta differenziata dei rifiuti. intervento legislativo, sulla cui formulazione esiste Dalle pagine di questo primo check up alla mon- un certo disorientamento, anche tra gli addetti ai tagna bellunese, esce nitida l’immagine d’una terra lavori, vuoi per la terminologia, talora ambigua, Territorio e Ambiente in provincia di Belluno, valorizzata dall’uomo, che non ha compromesso vuoi per i contenuti stessi. Belluno, Amministrazione provinciale, 1989, 4°, sinora le risorse naturali, come altrove, invece, è La parte più cospicua ed interessante è però pp. 168, ill., s.i.p. successo. “È auspicabile – scrive il prof. Viola – che costituita dalle 36 schede relative ad altrettanti le future scelte ambientali, senza postulare una ambiti territoriali meritevoli di protezione, descritti Col duplice intento di informare i bellunesi sullo impossibile cristallizzazione del territorio allo stato nei loro tratti salienti e corredate da bellissime foto stato di salute del loro territorio e di gettare le basi attuale, sappiano modellare uno sviluppo economi- a colori, tratte dagli archivi della Segreteria Regio- d’un osservatorio permanente sulla qualità dell’am- co in grado di porre al centro d’ogni interesse nale per il Territorio. Il lettore sarà certamente biente, l’Amministrazione Provinciale di Belluno l’uomo che non solo lavora e produce, ma anche stimolato ad una rivisitazione della nostra regione, ha dato alle stampe e distribuito gratuitamente in vive e vuole vivere in un ambiente sano e gradevo- alla scoperta di luoghi forse non a tutti noti, nei quali 5000 copie un dossier che riporta e commenta i dati le”. sono tuttora leggibili i caratteri tipici della terra relativi all’inquinamento della rete idrografica e Giovanni Larese veneta. Chiudono il volume i testi delle leggi istitutive quelli concernenti produzione e smaltimento dei dei quattro parchi regionali, ivi compreso quello rifiuti solidi. Districarsi tra tabelle, grafici e carte delle sorgenti del fiume Sile. tematiche può sembrare arduo, ma la pubblicazione Lorenzo Tiso ha il pregio di spiegare con chiarezza gli esiti d’un

29 Veneto: ambiente novanta, a cura del Consorzio La vegetazione forestale del Veneto. Prodromi di logica, cioè un’agricoltura che senza trascurare l’in- Gestione Problemi Ambiente, Venezia, Giunta Re- tipologia forestale, Venezia, Regione Veneto - Di- teresse dell’agricoltore integri le necessità gionale del Veneto, 1990, 4°, pp. 263, ill., L. 35.000. partimento Foreste, 1990, 8°, pp. 180, ill., s.i.p. dell’habitat. Gian Carlo Possamai Il Nord-est dell’Italia, che era fino alla prima In Italia, a differenza degli altri Paesi europei, metà del secolo una regione margine dell’Europa, è manca una tradizione di studi sui vari tipi di vegeta- diventato in pochi decenni un epicentro industriale: zione e di foreste che sia anche in grado di fornire centri urbani e suburbani, industrie chimiche, una mappa della situazione floristica/ecologica/ elettromeccaniche, della carta, delle materie plasti- selvicolturale su cui attuare una pianificazione ter- FRANCA FABRIS - LICIA TAMARO - ITALO CORTESE, Il che, poligrafiche hanno fatto del Veneto una delle ritoriale. Questo libro tenta di colmare tale lacuna mondo delle Dolomiti, Firenze, Edizioni Primave- regioni più industrializzate e ad elevato reddito offrendo una classificazione delle aree forestali a ra, 1990, 8°, pp. 115, ill., s.i.p. dell’Italia. Di conseguenza si è venuto a creare seconda della categoria dei boschi (es. faggete, anche uno stato di inquinamento e di produzione di leccete) o a seconda del tipo delle specie più indica- La numerosa e ricca letteratura sulle Dolomiti, le rifiuti di notevole portata. Senza creare degli inutili tive. La ricerca copre tutta l’area del Veneto, dalla più belle montagne del mondo, si è arricchita note- allarmismi si è capito che il problema dell’ambien- costa alle montagne, e dà, inoltre, indicazioni clima- volmente in occasione della celebrazione dei due- te, che per un lungo periodo era proseguito fra tiche e fitogeografiche. Vi si rileva, ad esempio, che cento anni del loro battesimo. Fu infatti nel 1789 che l’indifferenza generale, deve essere affrontato in il carpino nero occupa circa un terzo dell’area un chimico ginevrino usò per la prima volta il nome modo razionale e programmatico, poiché è evidente forestale veneta. Ad ovest prevalgono le querce, le dolomite e lo fece in onore del geologo e mineralista che, se da un lato si sono avuti notevoli vantaggi faggete sono presenti soprattutto al di sopra degli francese de Dolomieu che qualche tempo prima socioeconomici, si sono anche avuti evidenti con- 800 metri di altitudine, il pino nero e il pino silvestre aveva raccolto in Val d’Isarco un “sasso” bianco traccolpi sulla qualità dell’ambiente. lungo il corso del Piave, mentre oltre i l000 metri si diverso dalle solite pietre di calcare e al quale non Il libro valuta cinque anni di attività della Re- trova il pino cembro che nell’area veneta trova il era riuscito a dare una precisa catalogazione. De gione sull’ambiente, da quando il 16 Aprile 1985 limite orientale dell’areale italiano. Alle stesse quo- Saussure, attraverso successive analisi di laborato- con la legge 33 si sono definite le funzioni legate te si possono trovare i lariceti e le peccete; quest’ul- rio, lo aveva individuato come un carbonato doppio ai problemi ambientali svolte fra Regione, Provin- time scendono, però, anche più in basso. di calcio e magnesio e lo aveva appunto battezzato cia, Comune, funzioni diverse ma con ruoli stret- In quest’analisi delle tipologie vegetali non pote- dolomite. tamente collegati. Con la legge n. 394 dell’8-7-86 è va mancare la zona litorale. Dalla linea della battigia Oggi un nuovo libro, Il mondo delle Dolomiti, nato il Ministero dell’Ambiente, come unico si stende la prateria arida con le siepi frangivento a viene ad aumentare le pur notevoli conoscenze che interlocutore statale al posto di diversi referenti: tamerice. Alla prateria arida segue l’orno/lecceta già abbiamo e lo fa con una ricca iconografia che dicasteri, Ministeri dei lavori pubblici, Sanità, fino ai boschi dei litorali dove l’uomo ha sostituito accompagna argomenti fino ad oggi poco conside- Marina Mercantile ecc. la vegetazione naturale con pino domestico, la spe- rati o addirittura trascurati. Infatti, geografia e geo- Il libro affronta la cronistoria che dall’85 ad oggi cie piu impiegata nei rimboschimenti costieri del logia sono supportate da una serie di altri argomenti, ha portato alla pianificazione del territorio veneto e Veneto e il pino marittimo, esso pure assai frequen- di ecologia, di storia e cultura, sulle attività econo- della sua economia. Vi sono enunciate le varie leggi te. miche, sullo sport e sulle leggende, che hanno il che si sono succedute a tutela dell’ambiente e il loro Con tale approccio a questa classificazione, come pregio di rendere finalmente giustizia a questo ine- iter. Dati, tabelle, organigrammi, statistiche mostra- dice il sottotitolo, si è certamente, se non data una guagliabile territorio compreso fra la Val d’Adige, no le varie forme di inquinamento fra loro correlate: formulazione definitiva della tipologia forestale del della Rienza, del Cordevole e la Valsugana. la situazione dei corpi idrici del Veneto e, oltre al Veneto, effettuata una prima verifica senza, per I vari temi sono trattati con somma discrezione: rilevamento, le forme di controllo della qualità delle altro, prendere in esame le formazioni dovute al- anche quelli di più difficile esposizione vengono acque, dalle falde idriche alle acque di superficie, l’uomo e le delicate formazioni fluviali che avreb- descritti in modo assolutamente comprensibile e di dagli inquinamenti derivati dalle diverse lavorazio- bero consentito di ampliare la ricerca, ma contem- ciò si deve dar atto agli autori che, infatti, non ni alla situazione delle alghe (eutrofizzazione) nei poraneamente dilatato i tempi di attuazione del sembrano volerne imporre la lettura se non in fun- laghi, nelle marine costiere, nelle lagune. libro. zione della curiosità, dell’interesse e della facilità Il territorio veneto è stato suddiviso in zone Franca Fabris con cui ogni argomento si presenta anche a chi non omogenee di protezione, considerando le diverse ha mai avuto soverchio interesse per la geologia, fasce in base alle caratteristiche geomorfologiche, l’economia o l’ambiente. La lettura è molto piace- insediamenti, zone collinari, di pianura ecc. con il vole; vi si trovano svelate tante piccole curiosità e, loro carico inquinante derivante dagli abitanti, dalle per chi ha già frequentato questi luoghi, vi è la industrie, dagli allevamenti zootecnici. Le fontane bianche, Ponzano (TV), Sezione WWF di sorpresa di ritrovarsi a dover ammettere di non aver Rilevamenti e controlli sono stati effettuati anche Villorba - Amministrazione Comunale di Villorba, visto e compreso proprio tutto. sulla qualità dell’aria: si è così ottenuta una rete di 1990, 8°, pp. 96, ill., s.i.p. La conseguenza immediata è quella di avvertire monitoraggio, avviata già dal 1985 e che rientra nel il desiderio di recarsi sui luoghi o di ritornarci il programma europeo EMEP (Environmental Le fontane bianche è nato dalla collaborazione prima possibile alla ricerca di tutto quanto non si è Monitoring European Program) per il controllo tra la sezione WWF e il Comune di Villorba dove scoperto prima, dei mille risvolti di ogni tipo che sulle emissioni in atmosfera della qualità dell’aria e nascono le polle d’acqua così denominate. Dopo sarà possibile recepire in ogni luogo. Qui la natura delle piogge acide. una prefazione del Sindaco, dell’Assessore all’ Eco- ha profuso a piene mani tesori e incantesimi unici al Se la Regione Veneto è senza dubbio una delle logia e della Sezione WWF vengono prese in consi- mondo: sono tutti a portata di mano ed è inevitabile più industrializzate d’Italia, ne consegue che si derazione le risorgive, la loro nascita (che risale un atteggiamento più reverenziale verso la Grande trova in posizione preminente anche per la produ- all’era quaternaria), il sistema idrologico (relativo Madre e contemporaneamente nasce il proposito di zione di rifiuti tossici e nocivi, tipici delle attività al Sile) e l’area occupata (circa 70 ettari a nord est non farsi defraudare di una simile ed irripetibile produttive agricole e industriali, rifiuti derivanti di Treviso), climatizzata dall’acqua che sgorga a ricchezza. dalle attività domestiche e fortemente caratterizzati temperatura praticamente costante (10-12 °C). Si Mi pare non si possa proprio chiedere altro ad un dalla cosiddetta civiltà dei rifiuti e che dipendono passa alla descrizione degli usi medievali di caccia libro che ha intelligentemente esaudito lo scopo per dai livelli di reddito. Smaltimento e trattamento con e pesca e di quelli relativi alla coltivazione e al cui è stato scritto: essere stimolo, invito e guida alla produzione di sostanze utili e energia elettrica fanno pascolo. Particolarmente interessante l’etimologia conoscenza di questi luoghi ed esternare in modo parte di un piano già in atto ma che nell’immediato di alcuni dei toponimi della zona: dal Cao de Melma positivo il nostro atteggiamento riconoscente per futuro programmatico deve sempre più rispondere (capo, ovvero inizio del fiume Melma) a Bulgidoro quanto ricevuto in dono ed a conservarlo nel modo alle necessità delle diverse situazioni. Questa nuova (indicante il continuo ribollire delle sabbie, smosse più cosciente. coscienza ambientalistica ha portato a un nuovo dalle bolle d’acqua che scaturiscono dal fondo). I Mario Cozzutto rapporto fra l’uomo e il suo sviluppo; si è finalmente restanti capitoli sono dedicati alle trattazioni riguar- compreso che poiché ogni uomo ha il diritto di danti la flora e la fauna presenti nell’area delle vivere in un ambiente non inquinato, tutelare la Fontane Bianche. Il volume, magnificamente illu- natura significa tutelare la salute dell’uomo. strato, si chiude con la valutazione delle attività sul Franca Fabris territorio con particolare riguardo all’attività agra- ria ed alla conflittualità con le strutture di salvaguar- dia dell’ambiente, auspicando una agricoltura bio-

30 GIORGIO ZANON, I ghiacciai del Veneto, Treviso, Ambiente fiume. Natura e vita nel parco del Brenta, Canova - Venezia, Giunta Regionale del Veneto, Venezia, Marsilio, 1990, 4°, pp. 199, ill., s.i.p. ° 1990, 4 , pp. 80, ill., L. 20.000. La fauna ittica della provincia di Padova, Padova, Amministrazione Provinciale - Assessorato alla Questa ricerca fa parte dello studio dell’ambiente Pesca, 1990, 8°, pp. 191, ill., s.i.p. naturale al fine di una valutazione della pianifica- zione e dell’utilizzazione del territorio che la Regio- Il Brenta, o la Brenta come si dovrebbe più ne intende condurre in modo particolare sulle zone correttamente dire, con riguardo all’etimologia, è montane. Il rilevamento è stato affrontato dal Cen- insieme al Piave il fiume che meglio caratterizza la tro Sperimentale Valanghe e Difesa Idrogeologica storia paesaggistica del Veneto, assai diversa da di Arabba. quella, più mansueta, anche se con le debite ecce- Lo studio dei ghiacciai consente di risalire alle zioni, del Po e dell’Adige; nei secoli le innumerevo- modificazioni del clima nel tempo interpretandone li scorribande della Brenta fuori dagli alvei (per la i processi che, dalle grandi estensioni del Pleistocene, verità in epoche passate assai aleatori), hanno la- hanno portato all’attuale fisionomia geografica. Il sciato segni profondi ed inconfondibili nel territorio ghiacciaio, inoltre, è un fattore importante che agi- attraversato. Si tratta di segni visibilissimi, che la sce sul clima locale e rappresenta pure un motivo di forza delle “brentane” ha tracciato fino a pochi anni attrazione turistica piuttosto rilevante. Per questi or sono, e che hanno condizionato oltre al paesaggio aspetti lo studio dei ghiacciai del Veneto è senza anche la storia delle attività umane intorno al corso dubbio significativo e questo libro, scritto dal d’acqua. La Brenta è un fiume a carattere torrentizio, glaciologo G. Zanon del Dipartimento di Geografia sulle cui rive e greti, in continua evoluzione anche “G. Morandini” dell’Università di Padova offre una oggi, si è sviluppata una vegetazione ricchissima, in panoramica seria e completa dell’argomento. numero se non in specie, e nelle cui acque, tuttora Quando e come si forma un ghiacciaio? Come limpide almeno fino alle porte di Padova (limpide, viene alimentato? Come si conserva nel tempo? ma, pultroppo non esenti da inquinamenti), prospe- Quanti tipi di ghiacciai è possibile osservare nel rano in gran numero pesci, anfibi e crostacei. Il Veneto? Queste e molte altre domande trovano fiume nei secoli è stato anche fonte di approvvigio- Completano il volume una breve introduzione un’esauriente risposta nel libro che ci parla della namento idrico ed asse fondamentale di trasporto storia degli studi condotti sui ghiacciai veneti fino sui problemi legati ai popolamenti ittici, fluviale tra Padova e Venezia, generando tuttavia all’idrografia superficiale della provincia di Padova alle attuali attestazioni delle banche dati sul feno- guasti di portata storica come quando il suo corso meno che interessa una superficie di circa 559 ettari ed un commento finale sui risultati della ricerca. finale venne deviato fuori dalla laguna per ridurre i Vengono analizzati i dati raccolti e delineati alcuni con la presenza di 40 ghiacciai situati tutti nella sola problemi di intasamento dei canali, causati dai ma- provincia di Belluno. Le acque che ne derivano, ad possibili interventi conservativi e di ripristino, per teriali portati dalle acque, rinunciando però, nel la cui realizzazione il presente volume – oltre ad una eccezione di quelle che si partono da alcuni ghiac- contempo, anche al contributo di acque dolci ed ciai che appartengono al bacino dell’Adige, afflui- auspicata “Carta ittica” – dovrebbe risultare stru- ossigenate che il fiume portava (oggi molto meno). mento privilegiato. scono quasi per intero nel bacino del Piave. Ampio Ancora, fu oggetto, la Brenta, di numerose opere spazio, nel libro, è riservato al più vasto ghiacciaio idrauliche, con bretelle di collegamento al Lorenzo Tiso delle Dolomiti, quello Principale della Marmolada Bacchiglione, sia per mantenerne un equilibrio idrau- che, con la sua estensione di 260 ettari, si trova a lico, sia per assetare Padova come con la bretella ad cavallo delle provincie di Trento e di Belluno. opera di Giangaleazo Visconti che da nord di Bassano Carte, mappe, una serie di belle fotografie, lito- immetteva le acque nell’Astico e successivamente RICCARDO ABATI - MARIA PIA POLO (a cura di), Le grafie storiche, schemi e tabelle completano questa acque del Muson, Mirano (VE), Biblioteca Comuna- nel Bacchiglione, fortunatamente devastata poche ° ricerca con la descrizione dei ghiacciai delle Pale di ore dopo l’inaugurazione dalla forza stessa del le “F. Farsetti”, 1989, 8 , pp. 95, ill., s.i.p. S. Martino, dei ghiacciai del Civetta, delle Tofane, fiume. La sua storia vivacissima viene piacevol- del Cristallo, dell’Antelao e delle Marmarole in uno mente documentata da un saggio di Franco Signori, Gli anni Ottanta hanno visto nel campo dell’inda- stile essenziale e di facile comprensione anche per con una breve introduzione di Marcello Zunica, già gine storica in ambito locale la realizzazione di i non addetti ai lavori. coautore di saggi importanti sulla geologia e numerose ricerche nelle quali l’interesse per il pas- Franca Fabris morfologia della Brenta. Segue una parte prettamente sato si è unito a tematiche ecologiche; al tempo iconografica che documenta con belle fotografie i stesso, è opinione comune che questa maggiore tratti salienti della geomorfologia, della flora e della sensibilità per i problemi ambientali abbia portato fauna del fiume. un rinnovato interesse per la storia locale. Canali, Chiudono il volume alcune considerazioni di fiumi, boschi e l’assetto idrogeologico nel suo com- Claudio Strati sull’istituzione del Parco del Brenta, plesso sono così diventati oggetti di analisi storica, da anni in gestazione e mai nato, anzi addirittura per una ricerca sempre più proiettata verso il presen- abortito proprio nella scorsa legislatura, quando te. In tale filone s’inserisce questo saggio dedicato ormai sembravano appianati tutti gli elementi di alla storia del fiume Muson che è stato realizzato contrasto. Spiace che il sottotitolo del libro, Natura grazie alla collaborazione fra la biblioteca comuna- e vita nel parco del Brenta, rimanga a tutt’oggi le e l’amministrazione di Santa Maria di Sala e soltanto un auspicio, e ci si augura che nel corso rappresenta il primo di una serie di quaderni dedica- della presente legislatura regionale, gli interessi di ti al passato di questo paese. Significativamente è pochi non riescano ancora una volta a prevalere stata l’Assemblea dei lettori, cioè i cittadini stessi sulla domanda collettiva di salvaguardia naturale. che, facendosi interpreti di un diffuso bisogno di Sempre in tema di ambiente fluviale, farà molto cultura, sollecitarono nel 1986 il Comitato di gestio- piacere ai naturalisti, ma anche, perché no, ai pesca- ne dell’ente a costituire un gruppo di lavoro con tori, lo studio statistico sulle specie ittiche della l’incarico di recuperare e divulgare alcune tematiche provincia di Padova, realizzato dall’Assessorato legate alla storia della comunità. Provinciale alla pesca. Vengono riuniti in 42 schede Questa pubblicazione, quindi, non si indirizza tutti i dati salienti riguardo ad altrettante popolazio- tanto agli addetti ai lavori o a un ristretto numero di ni di pisciformi rinvenute lungo fiumi, rogge e eruditi locali, ma nasce con l’obiettivo primario di canali della Provincia. Per ciascuna specie descritta, sensibilizzare i semplici cittadini sull’importanza oltre ad una chiara iconografia fotografica, vengono che la conoscenza storica riveste ai fini della cresci- fornite notizie circa la sua diffusione (specificando ta culturale di una comunità, non trascurando però con quale frequenza ed in quali corsi d’acqua è stata la competenza scientifica e l’approfondimento reperita), concise informazioni di carattere biologi- metodologico. Almeno in questo caso, e non sem- co, nonché un commento finale riguardo al suo pre accade, indagine in ambito locale non significa interesse nella pesca. affatto un’indagine limitata e di poco spessore.

31 Attorno a questo progetto si sono raccolte le forze ENZO OPPI, Ricerche sui pesci del lago di Garda. intellettuali del paese che, ben indirizzate e coordi- Riedizione dei lavori pubblicati tra il 1974 e il 1988, nate, hanno individuato differenti momenti di ricer- Verona, Cooperativa fra pescatori “Garda” - Centro ca con l’obbiettivo di valorizzare le fonti documen- studi per il territorio benacense - Amministrazione tarie presenti in loco, prime fra tutte quelle custodite provinciale, 1989, 8°, pp. 302, ill., s.i.p. presso l’archivio di Villa Farsetti. Il piccolo fiume Muson, e in generale il patrimo- Enzo Oppi era un professore di scuola media, nio ambientale del territorio, è uno dei temi indivi- morto in ancora giovane età, ittiologo, studioso, duati, il cui insieme annovera, tra gli altri, argomenti ricercatore legato al Museo Civico di Storia Natura- come la tradizione e la civiltà popolari, la vita le di Verona, ma soprattutto profondo conoscitore religiosa e civile, l’edilizia abitativa e i monumenti della fauna del lago di Garda, dei problemi derivanti storici. Come già altrove è accaduto, questo volume dalla pesca e di quelli relativi alla conservazione ha preso lo spunto iniziale da una ricerca svolta in delle varie specie. L’Amministrazione Provinciale ambito scolastico. Da questa base si è poi partiti, di Verona ha ritenuto di poterlo ricordare con questo attingendo anche agli archivi di Padova e Venezia, libro che raccoglie molti dei suoi scritti e che riguar- per ricostruire la storia di un corso d’acqua che ha dano, in particolare, la biologia di alcune specie di condizionato nei secoli lo sviluppo di Santa Maria pesci, quali gli agoni, le lasche, le savette, i vaironi, di Sala e la vita dei suoi abitanti. Attraverso la storia i triotti, i pesci persici, i lavarelli, le anguille, i di un fiume prende corpo anche la storia degli carpioni e i pesce gatto del lago di Garda, uno dei più uomini che vi vivevano attorno, e la dimensione grandi laghi glaciali d’Europa, oltre che dei più umana è presente soprattutto nell’appendice del profondi e uno dei meno conosciuti. Altri scritti libro dove vengono integralmente trascritti i docu- contengono un’analisi generale sulla distribuzione menti inediti utilizzati nel corso della ricerca e dai banca dati delle specie che si presentano spontane- ittica del lago e sui problemi della pesca in rapporto quali, a tratti, emerge un vivo spaccato di vita amente nel territorio e, legata a queste, la grande alle trasformazioni ambientali dovute al turismo. quotidiana. L’ambito cronologico della ricerca è varietà degli insetti fitofagi ad esse unite. Oppi considerava il carpione l’emblema del suo molto ampio e va dall’epoca romana ai giorni nostri Questa nuova realtà del Museo di Bassano del lago e su di esso aveva attirato l’interesse di colleghi ponendo particolare attenzione alla politica di con- Grappa ha messo in evidenza l’importanza del e studenti. Le sue ricerche lo portarono alle servazione dei fiumi condotta dalla Repubblica di naturalismo non accademico visto attraverso le col- articolazioni di dati e tabelle sulla situazione dello Venezia che considerava la laguna e la terraferma lezioni del passato e che oggi tende a fornire mate- stato di inquinamento delle acque e sulla che la circondava come un sistema idrografico riale didattico per le scuole, a creare gruppi di eutrofizzazione delle alghe, indice di inquinamen- unico al cui equilibrio contribuivano anche i fiumi appassionati ricercatori e, soprattutto, si propone di to, e sullo sfruttamento delle risorse ittiche, sull’in- che vi sfociavano. Confrontando l’oculatezza e stimolare la conoscenza ambientalistica del paesag- troduzione di specie alloctone: tutti fenomeni che l’amore che ispiravano in quel periodo la gestione gio con gli animali e i vegetali caratteristici della richiedono l’attività permanente di un laboratorio del territorio con l’incuria e la disattenzione attuali zona, nella loro qualità ed evoluzione nel tempo al idrobiologico. risulta evidente l’importanza di questo libro che, fine di dare un ulteriore contributo alla cultura dello Nelle sue ultime ricerche, Oppi presenta le nume- partendo dal passato, chiede oggi maggior attenzio- studioso e del cittadino. rose specie ittiche che popolano il Garda accompa- ne verso la conservazione e la valorizzazione del gnandole con illustrazioni e con una pregevole patrimonio culturale e ambientale della comunità. Franca Fabris documentazione storica, valutando la distribuzio- Stefano Sorteni ne, l’alimentazione, l’accrescimento, la riproduzio- ne, le tecniche e i tipi di rete con cui si pescano le varie specie, oltre ai rapporti che intercorrono tra le varie specie. Viene sempre messo in rilievo il decre- FRANCESCO MEZZAVILLA, Atlante degli uccelli mento di alcune specie e le cause che lo hanno nidificanti nelle province di Treviso e Belluno Storia naurale a Bassano (1788-1988). Una gior- determinato, dovute spesso alla misura troppo pic- (Veneto) 1983-1988, Montebelluna (TV), Museo cola delle maglie delle reti da pesca che non lasciano nata di studi nel bicentenario della nascita di Alber- ° Civico di Storia e Scienze naturali, 1989, 8 , pp. scampo alle specie giovani, oltre alla insufficiente to Parolini (1788-1867), a cura di Alessandro 116, ill., s.i.p. Minelli, Padova, La Garangola, 1990, 8°, pp. 89, protezione che le femmine hanno durante la ripro- ill., s.i.p. duzione. Nato all’interno di un progetto europeo comples- In questa ricca panoramica, che ci consente di Questa raccolta di scritti è stata ricavata dalle sivo, sotto l’egida dell’European Ornithological penetrare nel mondo dei pesci lacustri, non poteva relazioni e dalle ricerche di amministrativi, cittadini Atlas Committee, mirante a fornire, per mezzo di mancare la vegetazione del canneto dal fusto lungo e docenti delle Università di Padova, di Roma e di una standardizzazione delle metodologie di raccol- e flessibile che si trova in un’area di transizione tra Trieste che si sono incontrati in un Convegno a ta dati, una mappa europea delle specie, l’Atlante l’ecosistema acquatico e quello terrestre e che agi- Bassano del Grappa con il duplice intento di com- degli uccelli nidificanti nelle province di Treviso e sce da depuratore naturale delle acque. Belluno costituisce un primo importante passo ver- memorare Alberto Parolini, naturalista bassanese Franca Fabris del XVIII secolo, e inaugurare la sezione naturalistica so una migliore conoscenza dell’avifauna di queste del museo. Vi hanno contribuito personaggi noti due province. I dati sono stati raccolti da 49 collabo- quali Sandro Ruffo, ex direttore del Museo Civico ratori nei periodi riproduttivi dal 1983 al 1988, di Verona, Alessandro Minelli, biologo che, oltre a giungendo all’apice dei rilevamenti dal 1985 al curare la stesura generale del libro, ha parlato in 1987. Dopo una breve prima parte contenente, tra l’al- MARINO NICOLINI, Ecologia ambiente salute, Bolo- particolare dei fini e della struttura di un museo gna, Documentazione scientifica editrice - Venezia, inserito nel suo territorio, i botanici Lorenzoni, tro, le indicazioni sugli aspetti geomorfologici e ° geografico-vegetazionali del territorio in esame, Giunta Regionale del Veneto, 1990, 8 , pp. 93, ill., Pignatti e altri. s.i.p. Con queste pagine si penetra all’interno della vita l’Atlante prosegue con il censimento di ben 151 di un museo: la sua nascita, un tempo legata esclu- specie, di cui 61 non-Passeriformi e 90 Passeriformi. Già nel titolo si coglie il significato del libro che sivamente alla raccolta amatoriale dei suoi fondatori, Per mezzo di un sistema a schede, di ogni singola spiega l’interdipendenza tra ecologia, ambiente e Giambattista Brocchi (1771-1826) e Alberto Parolini specie vengono fornite notizie molto dettagliate salute, ponendo in rilievo il problema dell’esisten- (1788-1867), costituita da reperti di viaggi, piante, sull’habitat e – attenendosi nella rilevazione alla za e della sopravvivenza dell’uomo. Punti strategi- fossili, animali che contribuiscono ad ampliare le metodologia già applicata in ambito europeo – sui ci trattati sono l’ambiente naturale e l’ambiente conoscenze naturalistiche in campo botanico e ge- fenomeni inerenti alla nidificazione (migrazione, umano, le alterazioni provocate dagli inquinamen- ologico fino alla progettazione dell’attuale sezione periodo, canto, cibo) concludendo con una stima del ti, dallo stress, dal fumo, dal modo di alimentarsi e naturalistica, con intenti di ricerca, conoscenza, numero delle coppie presenti. di vivere. attività didattica, consulenza ecc. Oltre ad essere una piattaforma scientifica impre- La storia dell’uomo, al suo inizio, parla del- Lo studio d’ambiente del Museo riguarda le zone scindibile per futuri ulteriori studi, il volume costi- l’equilibrio fra l’ambiente e la specie umana, que- del Monte Grappa, del fiume Brenta e la fascia delle tuisce un’utile strumento per tutti gli appassionati di st’ultima perfettamente inserita nelle catene ali- colline terziarie con i loro areali submediterranei, bird-watching. mentari, regolate dalle leggi della natura. Con le nonché le grotte, gli ambienti di fondovalle e una Gian Carlo Possamai glaciazioni ha inizio la lotta per la sopravvivenza in

32 un ambiente ostile, in un clima rigido e con scarsità Inizialmente si è cercato di raccogliere dati di cibo. Vengono allora potenziate le tecniche di idrologici, pedologici e chimici su alcuni terreni caccia: l’uomo inizia a costruirsi ripari e a coprirsi agrari della provincia di Venezia per mezzo di di pelli. Dopo le glaciazioni iniziano sistemi di laboratori mobili con rilevazioni in continuo; per le coltivazione che porteranno all’agricoltura. La sco- determinazioni di azoto, fosforo, potassio e sodio si perta del fuoco è un’altra tappa importante verso il è ricorsi a colorimetri, spettrofotometri e turbidimetri. progresso: intorno al fuoco l’uomo si riunisce in Le tecniche usate sono di normale reperimento nella gruppi sociali e scambia quelle informazioni che lo letteratura chimica ufficiale. Si è cercato di valuta- porteranno ad un linguaggio articolato. Nei luoghi re: a) la quantità di dilavazione del concime mine- più ricchi d’acqua e di terreni fertili nascono cosi le rale sul terreno, la loro percentuale nell’influsso prime civiltà. sulla produzione agraria e sulla produzione di acidi La storia più recente dell’uomo è legata alla umici, fattori determinanti nella fertilità del suolo; nascita della tecnologia, risultato di arti e scienze b) l’importanza del concime organico sia nell’inte- che hanno determinato lo sviluppo della civiltà. Ma, grare che nel sostituire il concime minerale; c) il con il progresso, sono derivati fenomeni di altera- carico di eutrofizzazione e di inquinamento in un zione quali le acque inquinate da scarichi industriali bacino idrico sperimentale sia nel caso di un feno- o domestici, mentre gli habitat naturali hanno subito meno unico (temporale) sia in un contesto continua- modificazioni che hanno provocato l’estinzione di to (stagione di piogge) per mezzo di un modello molte specie animali e vegetali. idrologico (USDHAL-77) – già sperimentato in Ame- L’autore, docente di chimica dell’Università di rica e adattato alla tipologia climatica e agraria Padova, sottolinea la differenza fra ecologia, come italiana – la cui taratura è stata eseguita nel bacino studio delle interrelazioni fra gli organismi e l’am- campione di Prà di Levada. biente, e l’ecologismo, termine che indica l’inseri- La conflittualità tra costi del concime minerale e mento dell’ecologia nella politica e che non va resa in prodotti agrari è stata risolta auspicando un confuso con lo studio dell’ambiente. L’ecologia è la consumo di stallatico intensivo nelle zone a forte scienza che, con l’aiuto di scienze diverse come la produzione, sia come integratore che addirittura chimica e la fisica, valuta gli equilibri naturali, ne come sostituente parziale per mezzo del trasporto rileva le loro alterazioni, le rotture o la distruzione nelle zone a bassa produzione. Esso infatti costitu- degli ambienti naturali. isce la riserva batterica del terreno, apporta elementi Di qui le preoccupazioni per il nostro pianeta che sono tra i più consumati, favorisce una tessitura malato e per le malattie ambientali che colpiscono più produttiva, tutelando in tal modo il reddito Otto Demus, a Edoardo Arslan, propende per una l’intera umanità. Come sopravvivere, come difen- agrario e riducendo inoltre il contributo all’inquina- traduzione di alcuni elementi strutturali vicini al dersi, come salvaguardare la nostra salute? Il libro mento idrico. mondo islamico in termini di colorismo, che hanno analizza le varie situazioni e suggerisce le modalità Gian Carlo Possamai permesso forse ai veneziani di accogliere la cultura per evitare o diminuire gli inquinamenti fisici, chi- gotica. mici, elettromagnetici, ideologici, da stress o psico- Le ascendenze islamiche possono apparire più logici. evidenti nelle arti decorative ma, come segnala il La veste tipografica, che si serve di carta riciclata, Grube, pongono molti problemi. In primo luogo la è particolarmente accattivante per le sue vignette a questione che di molti oggetti artistici, i quali hanno fumetti, lo stile piano, semplice, ricco di massime e circolato per Venezia, non sempre è chiaro se si di aneddoti. Arte tratta di originali islamici o di vere e proprie copie Franca Fabris da modelli ottomani fatte a Venezia, il che vale per i disegni tessili; in maniera affine, per le stoffe e i ATENEO VENETO - PROVINCIA DI VENEZIA, Venezia e tappeti dei secoli XIV e XV che compaiono nei l’Oriente vicino. Atti del Primo simposio interna- dipinti non è chiaro se sono d’importazione o fanno zionale sull’arte veneziana e l’arte islamica, (Ve- parte già di una produzione locale; lo stesso dicasi Fertilizzanti. Razionalizzazione dell’uso per la pro- nezia, Ateneo Veneto, 9-12 dicembre 1986), a cura per le prime lacche veneziane che riproducono duzione agricola e la tutela dell’ambiente. (Progress di Ernst J. Grube, con la collab. di Stefano Carloni esattamente ornamenti floreali islamici: artigiani Report n. 1), a cura del Centro scientifico didattico e Giovanna Curatola, Venezia, L’Altra Riva, 1989, locali o maestri mussulmani – o di formazione per l’assistenza tecnica in agricoltura, Venezia, 4°, pp. 251, ill., s.i.p. islamica – che lavorarono a Venezia? Allora non si Regione Veneto - ESAV, 1987, 4°, pp. 72, ill., s.i.p. può dare per scontata l’ipotesi di un “gusto orienta- le” nell’arte veneziana tra Medioevo e Rinascimen- Fertilizzanti. Razionalizzazione dell’uso per la pro- Il simposio muove dall’esigenza di cominciare a definire in maniere precise e articolate i complessi to, che finirebbe col porre più problemi di quanti duzione agricola e la tutela dell’ambiente. (Progress effettivamente ne risolva. Come si vede non sono Report n. 2), a cura del Centro scientifico didattico rapporti che si erano andati instaurando nei secoli tra Venezia e l’Oriente islamico, rapporti finora questioni di poco conto. per l’assistenza tecnica in agricoltura, Venezia, Il volume raccoglie contributi di vari studiosi: Regione Veneto - ESAV, 1988, 4°, pp. 66, ill., s.i.p. affidati alle generiche indicazioni reperibili negli studi che si erano accostati al problema. Ernst J. Marco Spallanzani pubblica una serie di documenti Fertilizzanti. Razionalizzazione dell’uso per la pro- Grube nell’introduzione pone l’esigenza di perse- archivistici sulle arti minori nei secoli XIV-XVI duzione agricola e la tutela dell’ambiente. (Rap- guire uno sforzo convergente di ricerche storiche utili allo studio dei rapporti tra l’Italia e l’Islam; porto finale), a cura del Centro scientifico didattico non solo di ordine generale, ma coinvolgenti l’eco- Anthony Hobson si occupa dell’influenza islamica per l’assistenza tecnica in agricoltura, Venezia, nelle rilegature veneziane rinascimentali; Maria ° nomia, la letteratura, materiali d’archivio, vari aspetti Regione Veneto - ESAV, 1990, 4 , pp. 216, ill., dell’organizzazione produttiva come le corporazio- Vittoria Fontana delle ceramiche tra il ’400 e il ’600; s.i.p. ni artigiane, quelle commerciali e industriali. Il Ileana Chiappini della tessitura serica; Ernst J. Grube Grube sottolinea inoltre la necessità di appropriate delle lacche; Anna Contadini della decorazione dei L’enorme mole di lavoro è stata svolta ricerche sull’architettura veneziana che presenta cuoi dorati; Stefano Carboni degli oggetti decorati collegialmente da un folto gruppo interdisciplinare ascendenze islamiche (che vadano al di là delle utili a smalto della vetreria muranese. Julian Ruby deli- sotto la guida del Comitato tecnico-scientifico coor- indicazioni di un Selvatico o di un Ruskin, più o nea una panoramica ragionata della visione che dinato da Paolo Alghisi dell’Università di Padova. meno accettate dagli studiosi successivi), per chia- l’Europa aveva dell’Oriente mussulmano dal 1470 La ricerca, della durata di tre anni, ha prodotto, oltre rire in maniera più stringente quali aree dell’Oriente al 1600. Alberta Fabris Grube propone una rilettura all’affinamento delle metodologie impiegate, di in- mussulmano sono riferibili alle tracce che troviamo dei testi dei viaggiatori italiani e veneziani dubbio interesse anche per la comunità scientifica, nell’architettura veneziana e quale ne sia stata l’ef- (dall’Angiolello al Pigafetta) come fonti storiche e una notevole quantità di informazioni, di considere- fettiva influenza, segnando probabilmente le aper- testimonianze dei diversi atteggiamenti verso il vole utilità non soltanto ai fini dell’assistenza tecni- ture che hanno contribuito all’originalità dell’archi- mondo islamico. ca e della pianificazione, ma anche come piattafor- tettura veneziana rispetto all’intero Occidente. Di Giorgio Nonveiller ma per studi futuri. Il lavoro si articola in due tali problematici rapporti Giovanni Lorenzoni, in Progress Reports, relativi alle prime fasi della ricer- una attenta disanima che va da Pietro Selvatico a ca, ed in un Rapporto finale.

33 FRANCES VIVIAN, Da Raffaello a Canaletto. La col- tura pittorica del grandissimo artista, il quale ne ha lezione del Console Smith. Grandi disegni italiani dato un’immagine decisiva che va ben oltre il desti- dalla Royal Library di Windsor, catalogo della no culturale della città lagunare. mostra (Venezia, Fondazione Cini, 15 settembre-18 Il sodalizio tra Tiziano, Sansovino e Aretino, novembre 1990), Milano, Electa, 1990, 8°, pp. 202, vero e proprio “triunvirato artistico”, viene acuta- ill., s.i.p. mente precisato da Giandomenico Romanelli in Canaletto & Visentini. Venezia & Londra, catalogo Tiziano “politico”. Tra Repubblica e Impero. Utili della mostra (Venezia, Ca’ Pesaro-Galleria chiarimenti sulla cultura letteraria dell’artista – più Intenazionale d’Arte Moderna, 18 ottobre 1986-6 limitata di quanto ci si aspetterebbe – sono reperibili gennaio 1987), a cura di Dario Succi, Gorizia, nello studio di Giorgio Padoan su Tiziano Bertoncello-E. Tedeschi, 1986, 4°, pp. 394, ill., epistolografo. Non poche precisagioni vengono s.i.p. anche dal saggio di Lionello Puppi su Tiziano nella critica del suo tempo, imperniato su una serie di I rami di Visentini per le vedute di Venezia del proposte critiche che trovano uno dei maggiori Canaletto, catalogo della mostra (Venezia, Museo protagonisti in Lodovico Dolce. Correr, settembre-novembre 1990), a cura di Giulio I complessi nodi Bellini e Tiziano, nonché Lari, Venezia, Iniziativa “Visentini” per il Correr, ° Giorgione e Tiziano – che hanno posto questioni 1990, 8 , pp. 202, ill. s.i.p. complesse ed estremamente controverse – sono affidati rispettivamente a Alan Brown e a La centralità che Smith (1674-1770) ha Terisio Pignatti; in particolare quest’ultimo, per avuto entro il dibattito culturale della Venezia sette- quanto concerne il nodo Giorgione-Tiziano, sceglie centesca – in quanto collezionista, mercante, diplo- una linea attribuzionistica piuttosto cauta. Altri matico, mecenate, editore, conoscitore d’arte ben studiosi si soffermano sui rapporti tra l’artista e la addentro nelle più svariate pratiche culturali – si è committenza (Charles Hope), sui soggetti religiosi venuta chiarendo da un ventennio a questa parte in Tiziano (Rona Goffen), sulla ritrattistica del grazie a un’importante serie di contributi che vanno Tiziano (Antonio Paolucci), sui recenti restauri di in particolare dalla storia del collezionismo, a quella dipinti tizianeschi a Venezia (Giovanna Nepi Scirè), della pittura e dell’architetura. È noto che il circolo Il più recente catalogo sui rami di Antonio nonché su una serie di ricerche e studi sulla tecnica culturale del Console britannico nel suo Palazzo ai Visentini, occasionato dal dono della serie comple- pittorica dell’artista, mediante indagini chimico- SS. Apostoli ha visto presenze come Bonomo e ta delle 40 lastre del Prospectus al Museo Correr di fisiche non distruttive. Va segnalata, infine, la pro- Francesco Algarotti, padre Lodoli, Andrea Memmo, Venezia, da parte di un gruppo di promotori di posta di David Rosand circa Tiziano e lo spazio Giovanni Poleni, l’abate Facciolati, Apostolo Zeno, “Visentini per il Correr”, a completamento della virtuale, dove lo studioso afferma che l’artista era l’abate Antonio Conti, Scipione Maffei, Carlo raccolta dei disegni del Visentini e delle stampe già stimolato a “creare composizioni che univano dina- Goldoni, Anton Maria Zanetti, Giovanni Antonio presenti nel suddetto museo, ha consentito di racco- micamente lo spazio reale e lo spazio virtuale”, Canal, Antonio Visentini, Rosalba Carriera e altri gliere tutti i materiali in un’esposizione, con qual- evocando uno spazio più “profondo” di quello reale ancora. che ulteriore approfondimento. Infatti, sull’opera- e che va ben al di là di quello prospettico. Scopo precipuo del volume della Vivian, che zione Smith-Pasquali del Prospectus e sulla diversa costituisce il catalogo della recente mostra alla interpretazione incisoria del Visentini rispetto alle Giorgio Nonveiller Fondazione Giorgio Cini di Venezia, è di tracciare vedute dlpinte dal Canaletto si sofferma il Romanelli un profilo della vastissima collezione del Console in catalogo, notando che Venezia il Visentini “l’ha Smith, la cui fisionomia è nota in termini generali, irrigidita e per certi versi monumentalizzata, l’ha ma non è facile da ricostruire e precisare opera per resa ancor più anti-naturale, artificiale e ‘artistica’ opera per i disegni, le stampe, i dipinti, i manoscritti, che nelle tele del maestro; ha, infine, accentuato le VITTORIA ROMANI, Problemi di michelangiolismo padano:Tibaldi e Nosadella, Padova, Antenore, i libri e altro ancora, a causa della genericità degli sottolineature scenografiche e teatrali, enfatizzando ° elenchi d’epoca, nonché della dispersione interve- di esse, il sublime rispetto al pittoresco”; che è 1989, 8 , pp. 93, ill., s.i.p. nuta nel tempo. Tuttavia una scelta dei disegni appunto l’immagine di Venezia che ha fatto testo italiani dal museo esistente alla Royal Library di dalla metà del Settecento in poi. Nel volume è raccolto il testo di una attesa e frequentata conferenza tenuta da Vittoria Romani il Windsor, può dare un’idea precisa della configura- Giorgio Nonveiller zione della collezione dei disegni di Joseph Smith, 20 maggio 1986 nell’ambito del ciclo di Seminari di soprattutto per quanto riguarda artisti a lui contem- Storia dell’Arte Moderna organizzati da Alessan- poranei come Sebastiano e Marco Ricci, Giovanni dro Ballarin, che hanno offerto numerosi spunti di Battista Piazzetta, Antonio Visentini, Giovanni riflessione e momenti di ricerca ad altissimo livello. In questa sede viene ricostruita la poco nota Antonio Canal, connotandone la peculiare origina- Tiziano, Catalogo della mostra organizzata da Co- lità; ma arricchita anche dalla presenza di antichi figura del pittore bolognese Giovanni Francesco mune di Venezia-Assessorato alla Cultura, Mini- Bezzi detto il Nosadella, la cui produzione era stata maestri come Raffaello Sanzio, Giovanni Ambrogio stero ai Beni culturali e ambientali, Soprintendenza Figino, Agostino Caracci, Guido Reni, Giovanni precedentemente analizzata solo nella Felsina Pit- ai Beni artistici e storici di Venezia, National Gallery trice del Malvasia e da un pionieristico studio del Benedetto Cantiglione. of Art di Washington e Galileo Industrie Ottiche di Dal rapporto tra Canaletto e Joseph Smith – che Voss del 1932 che ce ne restituiva un primo scarno Venezia (Venezia, Palazzo Ducale, giugno-ottobre catalogo. ne fu mercante e mecenate – nasce tra l’altro la ° 1990), Venezia, Marsilio, 1990, 4 , pp. 432, ill., Negli studi successivi la ricostruzione del Voss straordinaria intrapresa del Prospectus Magni Ca- s.i.p. nalis Venetiarum, una raccolta di incisioni di vedute non aveva avuto fortuna e la maggior parte delle veneaziane dai dipinti che lo Smith aveva commes- opere di questo artista erano state fatte confluire nel Lo splendido catalogo di Tiziano, uscito in occa- catalogo del suo maestro, Pellegrino Tibaldi. Di so a Canaletto, eseguite da Antonio Visentini e sione di una delle esposizioni più straordinarie che stampate da Giambattista Pasquali (a spese del recente solo Winkelmann nel 1976 e la Sambo nel negli ultimi anni sia stato dato di vedere in Italia, fa 1981 si erano soffermati su questo pittore e sui suoi Console britannico), uscita in 16 tavole nel 1735, il punto delle conoscenze maturate sull’artista negli poi rielaborate, con l’aggiunta di due serie di 12 rapporti con il Tibaldi, sulla base di una certa ultimi decenni. La mostra è dedicata al ricordo di quantità di opere del Nosadella che cominciavano tavole ciascuna, nell’edizione del 1742. È un’inizia- Rodolfo Pallucchini, che fu uno dei massimi studio- tiva che è stata decisiva per l’arte incisoria venezia- ad apparire sul mercato antiquario, ma sempre risol- si del sommo pittore cadorino. Francesco Valcanover vendo il rapporto artistico tra i due in favore di una na del Settecento. Il primo importante approfondi- nell’ampia introduzione al catalogo dipana la vicen- mento del rapporto tra il Canaletto e il Visentini, dipendenza allievo-maestro. da artistica e la fortuna critica di Tiziano, Vittoria Romani, con acribia e assoluto rigore nonché della composita fisionomia di pittore, dise- focalizzandone tra l’altro le strepitose potenzialità gnatore, incisore, architetto e teorico dell’architet- filologico, si riallaccia in questa sua ricerca alle pittoriche che fanno parte della sua eredità, che ha posizioni di Voss, che per primo aveva individuato tura di quest’ultimo, è nel volume Canaletto & coinvolto pittori europei grandissimi tra il Seicento Visentini. Venezia & Londra del 1986, uscito in un compatto corpus di opere poi insensatamente e l’Ottocento. Gino Benzoni nel suo saggio su diviso dagli studi successivi, ricostruendo la corret- occasione di una mostra a Ca’ Pesaro che ha contri- Venezia ai tempi di Tiziano osserva che la realtà e il buito a chiarire non pochi aspetti del Prospectus, ta fisionomia dei rapporti tra Tibaldi e Nosadella. La mito della Venezia cinquecentesca sarebbero addi- ricostruzione della personalità artistica di quest’ul- nonché l’opera incisoria del Canaletto. rittura inimmaginabili senza la eccezionale avven-

34 1794, decise di dedicare uno scritto sulle testimo- sco: la descrizione delle opere più significative nianze d’arte della città nella quale si era formato. dell'arte italiana. In sostanza era sua intenzione Un testo introduttivo di Vittorio Sgarbi, da tempo compilare una sorta di guida turistica dell'intera allenatosi, grazie ad un incarico particolare, alla penisola italica. L'idea che sottende questo lavoro conoscenza delle opere d’arte della provincia di non è originale, già altri autori prima di lui e in secoli Rovigo, illustra la storia di questo personaggio. Già precedenti avevano atteso a simili fatiche; nuova è nel 1793, a 19 anni, aveva cominciato la sua dime- invece l'impostazione sia grafica che di contenuto. stichezza con l’arte redigendo il catalogo dei libri Bartoli introduce un rinnovamento editoriale che d’arte pubblicati da Albrizzi. La sua carriera era susciterà invidie e simpatie tra i suoi contempora- proseguita in seguito a Padova a fianco del Conte nei. Egli intuisce che bisogna adottare, per la sua Giovanni de Lazara, ispettore delle pubbliche pittu- guida, un formato più comodo, “tascabile”, in modo re, che fu da lui trascinato a Lendinara per vedere che il turista, ma anche il paesano appasionato due dipinti. In quest’occasione ebbe il modo di dell'arte dei suoi luoghi, possa portarla con sè senza correggere molte delle attribuzioni lasciate aperte aggravi; intuisce anche una nuova e più comoda dalla bella guida del Bartoli. Ne emerge la figura di distribuzione degli argomenti trattati, nella puntua- un dotto conoscitore, perfettarnente inserito nel le stesura degli indici, l’uno in riferimento agli gusto del suo tempo che, oltre a descrivere artisti, l’altro ai luoghi considerati. Il suo merito e il minuziosamente quanto si trovava negli edifici pub- suo valore arrivano, per certe trattazioni in special blici e di culto, dimostra una perfetta conoscenza di modo, fino ai nostri giorni. Basti pensare al quanto era in possesso dei collezionisti privati. monoscritto sulla fiorente produzione artistica Segue il testo del Brandolese, dedicato al conte cesenate che, insieme al manoscritto dell’Orietti, è Giovambattista Conti, riedito con le note critiche a l’unico documento che testimonia il pregio di tale cura di Sgarbi, nel quale si nota la diligente produzione. E ancora, un suo manoscritto sul terri- impostazione nell’inquadrare tutte le pitture in una torio padovano conserva un certo valore documen- cornice storiografica. Questa viene fatta partire dai tario poiché durante il ’700 gli studiosi non si sono timo viene fatta partire da una sua opera capitale, la “primitivi” Giotto, Guariento, Giusto, Altichiero e, occupati in maniera sistematica e approfondita di Pala di S. Maria della Vita, la cui datazione viene attraversando il Rinascimento e il Manierismo, ar- questa zona. fissata ai primi anni ’60 grazie anche alla conferma riva al rifiorire della pittura nel Settecento, in un Bartoli, nel 1777, diventò socio onorario del- di un documento del 1565 che ricorda la definitiva atteggiamento illuminista già toccato da un purismo l’Accademia Clementina di Bologna, un riconosci- sistemazione dell’opera nel 1563. Il dipinto era neoclassico che lo porta a trattare con diffidenza gli mento che molto giovò al suo spirito provato. Egli stato finora ritenuto erroneamente l’opera prima “eccessi” del Manierismo. era stato uno dei più bravi “comici” italiani. Non dell’artista e interpretato nell’ambito della tradizio- La parte più interessante del volume è quella che soltanto per le sue notevoli doti recitative, ma anche ne raffaellesca bolognese. La nuova datazione me- raccoglie le schede, a cura di Sgarbi e Paola per la vastità della sua erudizione. Produsse, tra glio lo inserisce nello sviluppo della pittura a Bolo- Pizzamano, che, con riproduzioni a colori, ritrova- l’altro, numerose commedie e molti sonetti. E del gna, intorno alla cultura di Prospero Fontana e del no nella loro collocazione attuale le opere citate da teatro italiano si occupa ne Le Notizie istoriche de’ Bagnacavallo, ma nel quadro di una riproposizione Brandolese con una aggiornata bibliografia. Alcuni comici italiani. di modelli rappresentativi accettati in chiave di questi dipinti sono assai noti agli studiosi, come Bartoli rappresenta la figura dell’erudito del Set- controriformistica. Da questo perno centrale la Ro- quelli di Domenico Mancini, Dosso Dossi, Verone- tecento e nella sua opera si riscontra il pensiero mani riesamina il decennio precedente di attività se, Montemezzano, Fetti, Vecchia, Vicentino e dominante del periodo, specialmente quando egli all’ombra del Tibaldi, riconsiderando un gruppo di Zanchi, ma viene anche dato spazio a brani di pittura rivendica uguale identità per la produzione figura- Sacre Famiglie in precedenza di incerta attribuzione minore, rappresentata in particolare dal Mosca e dal tiva degli antichi e quella dei “moderni” e, inoltre, e per le quali si deduce l’esecuzione intorno al 1551. Martini. Viene riportato l’accento anche su opere nel suo giudizio sull’opera d’arte: l’opera di un Al Nosadella vengono restituite quindi le Storie di non molto note, come quelle di Angelo Trevisani e qualsiasi pittore deve essere valutata come prodotto Susanna di Palazzo Poggi, ribadendo il vecchio Bartolomeo Letterini, fino alla S. Agata di Tiepolo delle condizioni storico-artistiche di un’epoca. È parere di Voss, caratterizzate da una approssima- oggi ai Musei di Berlino. Viene dato rilievo anche forse per questo motivo che nei suoi saggi mancano zione impensabile nel Tibaldi, che pure era interve- alla personalità di Tomrnaso Sciacca che, nato a quasi totalmente analisi stilistiche delle opere d’ar- nuto nella stessa sede nelle Storie di Ulisse che Mazara del Vallo, concludeva la sua carriera, pro- te. Non mancano però, precise e puntuali informa- vedono una nuova datazione fissata agli anni 1549- prio a Lendinara, nel 1795. zioni che mirano a identificare le varie maniere 1551. In appendice al volume segue una ricca sezione regionali. La sua onestà intelletuale sta proprio in Le invenzioni del Tibaldi vengono riprese dal documentaria su Lendinara, nella quale vanno se- questo: egli non sovrappone la sua ideologia esteti- Nosadella con una serie di forzature un po’ sgan- gnalati D’un’altra casa per fare alla villa progetto ca all’opera analizzata. È sì parco nei giudizi, ma gherate di tipo michelangiolesco e tradotte in termi- di Fra’ Valerio da Lendinara, un inedito manoscritto ni bonari e familiari. A questo punto la Romani di Gioacchino Masatto databile prima del 1783 e inserisce notevoli revisioni alla grafica dell’autore e conservato all’Accademia dei Concordi, Indice segnala alcuni inediti sulla base del confronto alfabetico dei pittori scultori ecc. l’opere dei quali filologico. esistono in Lendinara, e due testi del Bartoli. Un Nel suo insieme il volume aggiunge una preziosa illuminante saggio di Pier Luigi Bagatin, Pietro tessera al mosaico della conoscenza della pittura Brandolese, un libraio giacobino, ricco di altre bolognese tra il 1550 e il 1560. In questo decennio informazioni e acute interpretazioni chiude il volu- le summenzionate Storie di Ulisse del Tibaldi se- me e la carrellata illustrativa su Pietro Brandolese. gnano il momento più approfondito nell’interpreta- Davide Banzato zione del michelangiolismo in città, un michelangiolismo che verrà tradotto come si è visto dal suo allievo Nosadella. Davide Banzato ROSALBA MILAN, Francesco Bartoli. Arte e teatro nell’Italia del Settecento, Rovigo, Minelliana, 1990, 8°, pp. 156, ill., L. 35.000.

P. BRANDOLESE, Del genio de’ lendinaresi per la Francesco Bartoli non è un personaggio famoso, pittura, a cura di V. Sgarbi, Rovigo, Minelliana, se non per gli addetti ai lavori. Il presente volume 1990, 8°, pp. 333, ill., s.i.p. vuole restituire agli onori della cultura quest’uomo che, con cura e impegno tutto settecentesco, ha Pietro Brandolese, libraio, amico delle Belle Arti, assunto un ruolo importante nel mondo veneto e forse maggiormente noto per il suo Pitture sculture italiano. e altre cose notabili di Padova, a quarant’anni, nel Egli ha dedicato la sua vita ad un lavoro gigante-

35 altrettanto oculato ed asciutto. Tesori delle Fondazioni artistiche italiane, catalo- menti per la storia della pittura e della civiltà vene- Rosalba Milan ricalca il suo autore, producendo go della mostra (Verona, Fondazione Museo ziana del Seicento e del Settecento. Anche il casato un lavoro pieno di rimandi e accorte interpretazioni, Miniscalchi Erizzo, 30 marzo-1 maggio 1990), a dei Tadini a Lovere, come i Querini, legò, alla sua molto elegante e raffinato nello stile e molto onesto cura di Gian Paolo Marchini, Verona, Mondadori, estinzione, le proprie raccolte alla città di apparte- nell’approccio scientifico. Doti che il Bartoli ha 1990, 8°, pp.120; ill., s.i.p. nenza; in questo caso la Fondazione si lega all’isti- inseguito tutta la vita. tuzione di annesse scuole d’arte per la gioventù Una vita estremamente travagliata poiché minata Nelle sale del Museo Miniscalchi Erizzo di Vero- locale e ad un patrimonio terriero atto a finanziarne dalla tisi, dalla povertà e da una moglie che non na, fino a tredici anni fa semplice dimora privata con la sopravvivenza. Nello stesso modo Alfredo e condivideva i suoi interessi. Francesco Bartoli e una collezione legata alla storia della città come Pompeo Correale avevano legato nel 1902 le loro Teodora Ricci si conoscono sul palcoscenico, sono quella dell’erudito secentesco Ludovico Moscardo, collezioni ad un Museo da costituirsi a Sorrento. due attori; si sposano, hanno due figli. L’uno si ritira si è tenuta una mostra che attraverso alcuni oggetti Un’eccezione rispetto alle precedenti, quasi tutte a Rovigo, dove apre una libreria, l’altra rimane sul selezionati ha messo giustamente in luce quanto le caratterizzate dall’aspetto di “casa-museo”, è il palcoscenico facendo strage di cuori e aumentando Fondazioni artistiche italiane abbiano contribuito Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone, arti- il “carnet di pettegolezzi” dei benpensanti del tem- alla conoscenza e alla fruibilità del nostro patrimo- sta, mecenate e già direttore della zecca di Tokyo, po. Bartoli spera sempre che Teodora torni a con- nio artistico. Vengono prese in esame 11 fondazioni che nel 1898 donava a Genova una raccolta di circa durre una vita onesta e degna, soprattutto dopo che in rappresentanza di 8 città, in uno stretto legame 1500 pezzi giapponesi, ampliata successivamente la loro figlia è diventata monaca. In questa baraonda con un convegno che ne ha illustrato normative, dal Comune con acquisti. Se “casa-museo” è anche familiare egli riesce ad intrattenere amicizie impor- legislazione, fonti di finanziamento e difficoltà ed il Museo di Palazzo d’Arco a Mantova che raccoglie tanti e proficue per il suo lavoro. Di notevole rilievo in concomitanza con l’inaugurazione del Museo antiche collezioni nobiliari, il fenomeno più appa- è quella con Pietro Brandolese, autore de Del genio Miniscalchi Erizzo. Il catalogo si articola in 11 riscente della categoria è costituito da altre due de’ Lendinaresi per la pittura. Essi intratteranno un sezioni, una per ogni fondazione. A cura di vari celeberrime istituzioni lombarde, il Museo Poldi fitto rapporto epistolare; molte lettere sono riportate autori che sarebbe troppo lungo enumerare in questa Pezzoli di Milano e l’Accademia Carrara di in appendice al testo, da cui la Milan ha ricavato sede, viene delineata la storia di ogni istituto indivi- Bergamo, che con i loro dipinti rappresentano, notizie e suggerimenti fondamentali per la sua ana- duandone le articolate collezioni e tracciando la spesso con autentici capolavori, le principali scuole lisi e per dare il giusto merito a Francesco Bartoli, storia del loro studio e catalogazione. Inoltre uno o di pittura in Italia. Il primo, voluto da Gian Giacomo quale divulgatore d’arte del ’700. più oggetti prestigiosi sono esposti a testimonianza Poldi Pezzoli nel 1879, è mantenuto dal Comune di Paola Rolletta della ricchezza e della peculiarità di queste raccolte Milano e da privati ed è in continuo accrescimento, mentre un’aggiornata scheda ne illustra l’avventura mentre il secondo, legato a una Commissaria del critica. conte Giacomo Carrara del 1796, rimase tale fino al Apre il catalogo l’Istituto ospite; segue la Peggy 1958 quando il Comune subentrò nella sua gestione Guggenheim Collection di Venezia, la raccolta che ed è intimamente legato alla storia del collezioni- LUIGI LANZI, Viaggio nel Veneto, a cura di Donata oggi meglio rappresenta in Italia le linee di sviluppo smo bergamasco, essendosi accresciuto con i suc- Levi, Firenze, Studio per edizioni scelte, s.i.a., pp. dell’arte del Novecento. Alcune collezioni, come cessivi legati Lochis (1859) e Morelli (1891). XLVIII-256, s.i.p. quella Bagatti Valsecchi di Milano, sistemata tra Opere del Falconetto, Kandinsky, Mansueti, 1880 e 1886 in una caratterizzazione di casa Veronese, Longhi, Dossi, armi dal Museo Stibbert, Nel 1793 l’abate Luigi Lanzi ha effettuato un rinascimentale, si trovano ancora nell’assetto ceramiche, miniature, bronzi, arazzi e vetri, sono gli viaggio nell’Italia settentrionale che lo ha condotto museografico che aveva voluto il loro fondatore e oggetti che hanno animato l’esposizione testimo- anche in varie città venete quali Venezia, Padova, fornendo pertanto un insostituibile documento del niando la ricchezza delle Fondazioni. Vicenza. In questo suo viaggio, egli ha raccolto una gusto dell’abitare. Lo stesso intento si ritrova nel Davide Banzato enorme quantità di informazioni su materiali pitto- modo di esporre voluto da Herbert Percy Horne, che rici e d’antiquaria che gli sarebbe servita per la nel 1916 donava le sue collezioni allo Stato italiano redazione e pubblicazione della Storia pittorica con il vincolo di istituire una fondazione per il loro dell’Italia, edita a Bassano tra il 1795-96. Le anno- integro mantenimento; la raccolta è costitiuita da tazioni di Lanzi erano raccolte in un taccuino di oggetti appartenenti alla categoria ingiustamente Vedovas Angeli, con un testo di Massimo Cacciari, viaggio intitolato Viaggio del 1793 per lo Stato detta delle “arti minori”, ma ospita parecchi impor- Klagenfurt, Ritter - Venezia, Arsenale, 1989, 4°, pp. Veneto, e Venezia istessa. Pittori di que’ luoghi, tanti dipinti dal secolo XIV in poi tra cui opere di 115, ill., s.i.p. Musei quivi veduti, e Musei veduti nell’anno se- Giotto, Simone Martini, Lorenzetti e Masaccio. guente 1794 in Sarzana, Torino ecc. Dopo che Ugualmente è il desiderio di tramandare la pro- “L’Angelo viene, forse, a «salvare» il percepire alcune parti erano state già pubblicate, nel 1962 da pria collezione che induceva Giovanni Querini a dall’essere meramente percepire, a ricordare la di- Nicco Fasola, la parte riguardante la pittura genove- legarla alla sua città; questa si caratterizza come mensione utopica, immaginativa dello stesso più se, e nel 1977 da Pier Luigi Fantelli, per ciò che Museo d’ambiente, offrendo insostituibili docu- semplice, modesto, passeggero atto di percezione. riguardava il soggiorno padovano, gli appunti del Non vi è fenomeno che non sia immaginato [...]. viaggio vengono ora proposti in maniera completa. L’esistere, ogni esistere, è immagine di «ciò» da cui Luigi Lanzi, nato a Macerata nel 1732 e morto a proviene, del Non-luogo inattingibile che pure testi- Firenze nel 1810, è stato uno dei più importanti monia [...]. L’Angelo aiuta a comprendere la di- storici dell’arte italiana. Nel 1775, dopo un periodo mensione ek-statica in cui vive tutto ciò che vive”. in cui aveva insegnato greco e latino, fu chiamato La citazione è desunta dal denso saggio di Massimo dal granduca di Toscana Pietro Leopoldo ad occu- Cacciari, che introduce alcuni motivi presenti in parsi della sistemazione delle collezioni d’antichità tutta l’opera di Emilio Vedova soffermandosi sul- delle gallerie fiorentine. l’incontro dell’artista con l’Angelo, poiche “la figu- Il taccuino di Lanzi, indicato da lui stesso con il ra dell’Angelo è formata dallo stesso contrasto, termine Repertorio, è molto importante sia per un dalla stessa inseparabilità di opposti, di cui è forma- approfondimento del metodo di lavoro dell’autore, ta la sua opera”. sia per la ricchezza degli appunti, in particolare Il volume è un vero e proprio diario che testimo- quelli pittorici: “Infatti – scrive nell’introduzione nia l’accostamento di Vedova al tema dell’Angelo, Donata Levi – le ricognizioni dell’abate appaiono riproducendo in ottima veste editoriale una trentina estremamente capillari non solo per quanto riguarda di fogli del 1986, dedicati all’Angelus Novus, agli il patrimonio ecclesiastico, ma anche per ciò che Angeli prigioni, agli Angeli possibili e agli Angeli concerne il collezionismo privato”. Il Repertorio si Offanim. Cacciari propone legittimamente una sor- rivela importante anche perché fornisce “un quadro ta di traccia segreta all’interno dell’opera di Vedova esauriente – sottolinea Levi – del patrimonio artisti- identificando l’incontro dell’artista col suo Angelo co di una vasta regione dell’Italia settentrionale in già nelle prime architetture veneziane disegnate e un momento significativo quale fu la immediata dipinte negli anni 1935-38, entro un percorso che vigilia della dominazione napoleonica e delle di- attraversa alcune opere decisive dell’itinerario di spersioni di opere d’arte che ad essa seguirono”. Vedova, fino ai Plurimi-Binari del ’77-78, ai Tondi Cinzio Gibin a agli Oltre dell’83.

36 Negli otto fogli che Vedova dedica all’Angelus co della città natale e quindi delle frequentazioni della Novus, il gesto veloce dell’artista afferra un attimo prima giovinezza di Tancredi, anche se non possiamo quasi infigurabile, un “come se” che resta tuttavia parlare di una ricostruzione filologica; possiamo vede- non.udibile e invisibile; sono disegni di immagini re l’incredibile prontezza che l’artista aveva nel far quasi epifaniche, irruzioni subitanee dal continuum proprie esperienze molto diverse, sempre con risultati temporale. All’Angelus Novus si contrappongono interessanti. Nel saggio di Silvio Guarnieri tutto ciò gli Angeli prigioni, dodici fogli di Angeli caduti risulta chiaramente, anche se non condivido l’ipotesi forse nei vizi umani, inesorabilmente condannati e che lo scrittore feltrino avanza sul nodo pittura-malat- abbruttiti, non più capaci di volare, che richiamano tia mentale in Tancredi, non certo interno alla pittura antiche angosce e paure tra costrizioni, torture e nella polarità tra figurazione e astrazione, ma legato al crocifissioni, vere e proprie “prigioni dell’anima”, singolare nesso tra arte e vita “inestricabile, coinvol- con richiami a ferite non rimarginabili. gente, definitivo” (come ha scritto Toniato), dove la Il terzo ciclo in sei fogli è dedicato agli Angeli posta in gioco per l’artista era estrema, entro uno possibili, delineati da Vedova con un segno che spazio sociale dell’arte sempre meno percorribile ri- tende a dissolvere l’immagine in una scrittura più spetto alle esigenze di pienezza e di verità che l’artista lieve e trasparente, in uno stato tra essere e non perseguiva. essere. Sono figure di “Angelo mancato”, l’opposto Opportunamente Fabrizio D’Amico ha pubbli- di ogni gesto definitorio, ma colto subito prima, cato una serie di fogli inediti del 1950, risalenti al ancora sospeso tra varie possibilità, che sono tutte soggiorno romano di Tancredi, e si è interrogato presenti e non si possono escludere a vicenda. Un sulle tracce lasciate da quell’ambiente artistico sul puro possibile che sussiste accanto a “tutte le cose lavoro del pittore, senza ricavarne peraltro indica- esistenti, poiché nessuna cosa sarebbe se non fosse zioni significative, ma mettendo in luce come già il possibile”. allora Tancredi andasse elaborando alcuni elementi Più evidente è la tensione tra figurabile e decisivi per il linguaggio pittorico che andrà preci- infigurabile nei cinque fogli che Vedova dedica agli sando tra il ’50 e il ’51. Angeli Offanim, immagini rotatorie, forse di annul- Più complessa l’operazione di G. Cortenova e T. Nell’Odeo del Teatro, in occasione delle festività lamento, di labilissimo confine tra terra e cielo. Toniato implicita nel catalogo della mostra di Vero- natalizie del 1990, è stata allestita una mostra corre- Giorgio Nonveiller na, dove al di là di ovvii accostamenti di Tancredi a data da un volume pubblicato nel secondo anniver- certo Pollock o a Tobey, si mostrano le fonti europee sario della scomparsa di Neri Pozza, temperamento della sua ispirazione (dal secessionismo di matrice versatile e dinamico editore (da ricordare il sodali- viennese, a Klee, a Mirò, all’ultimo Matisse), rece- zio, per oltre un trentennio, con la Fondazione G. pite con assoluta originalità e freschezza. Ciò emer- Cini di Venezia, pur essendo complesso il suo Tancredi. 92 opere inedite 1950-1955, catalogo ge dalle 92 opere inedite, soprattutto quelle del ’53, rapporto con la città “fisica”, come si evince da una della mostra (Verona, Galleria d’Arte moderna e mostrando dall’interno la continuità di una dichiarazione espressa in veste di incisore: “Vene- contemporanea, Palazzo Forti, 14 marzo-16 mag- sperimentazione aperta, con una serie di dipinti di zia è dal punto di vista della rappresentazione gra- gio 1987), a cura di Giorgio Cortenova e Toni altissimo livello. fica una città senza spessore”. Toniato, Milano, Mazzotta, 1987, 8°, pp. 127, ill., L. Il catalogo della mostra di Belluno anche nello Sia nella grafica che nella plastica si colgono 30.000. scritto di Dino Marangon tiene conto di tali novità, vibrazioni inquietanti e frante avvertibili soprattut- presentando una scelta antologica quasi completa to nell’interpretazione delle Rovine di Vicenza (cfr. FABRIZIO D’AMICO, Tancredi (1950-1954), catalogo dei vari momenti della pittura di Tancredi, che Omaggio..., pp. 91-93) e Rovine alle barche (cfr. della mostra (Roma, Galleria Il Segno e Torino, risulta qualitativamente efficace. Omaggio..., p. 94) – il Pozza ricoprì per oltre un Galleria Martano, maggio-giugno 1988), Torino, ° Giorgio Nonveiller quindicennio, dal 1973 al 1987, la carica di presi- Martano, 1988, 8 , pp. 56, ill., L. 12.000. dente dell’Associazione degli Incisori Veneti – afflati Tancredi a Feltre, catalogo della mostra (Feltre, di struggente, ma controllata emotività soprattutto Galleria d’Arte Moderna Carlo Rizzarda, 12 ago- nel Presepio del 1949 (Vicenza, collezione privata), sto-30 settembre 1988), Feltre, Castaldi, 1988, 8°, l’opera “principe” della rassegna promossa oppor- pp. 112, ill., s.i.p. Sculture di Neri Pozza, catalogo della mostra a cura tunamente per valorizzarne il nobile e arcano fasci- Tancredi, catalogo della mostra (Belluno, Palazzo di Angelo Colla, present. di Renzo Zorzi, Vicenza, no (mentre il catalogo delle sculture si colloca come Crepadona, 20 luglio-9 settembre 1990), Feltre, Neri Pozza, 1990, 8°, pp. 100, ill., s.i.p. pendant del volume sulle incisioni, comprendendo Castaldi, 1990, 8°, pp. 95, ill., L. 20.000. nell’Appendice anche gli interventi di E. Gasparini, Omaggio a Giovanni Barbisan, Neri Pozza, Tono E. Giani, L. Magagnato, N. Pozza). Zancanaro. Incisioni, catalogo della mostra a cura Tancredi è un artista che stenta ancora ad avere il L’attività plastica del vicentino si esaurì alla fine di Giorgio Trentin, Venezia, Corbo e Fiore, 1990, degli anni Quaranta (e per un ardito confronto con pieno riconoscimento che la qualità della sua opera 8°, pp. 166, ill., s.i.p. pittorica reclama nel panorama storico dell’arte l’attività di alcuni scultori nella Toscana contempo- italiana tra il 1950 e il 1964. Soltanto dopo la sua ranea segnalo l’eccellente contributo di C. Del Bra- “E del 1930 sono i quattro gruppi in bronzo degli vo, Sculture italiane 1920-1940, in “Antichità viva”, tragica fine la critica d’arte più avvertita ha comin- animali dell’Altopiano [...] (vanno sotto il nome di ciato ad occuparsene con più attenzione, fuori dagli 1981, 4, riprodotto dopo poche correzioni in Id., Le Giuseppe Zanetti ma sono in effetti di mano di mio risposte dell’arte, Firenze 1985, pp. 311-323), men- stereotipi culturali che le vicende artistiche degli padre), che decorano la fontana di piazza ad Asiago” anni ’50 e ’60 avevano imposto. tre quella grafica, iniziata negli anni 1934-1935, (cfr. N. Pozza, Le sculture di Ugo Pozza 1882-1945, progredì soprattutto dopo il 1950. Del carattere estremamente composito della cul- Vicenza 1988, p. 8). tura artistica e del pensiero di Tancredi, a prima Ricco di suggestioni e di scoperte inconsuete si Sandra Faccini vista insospettabile, sono una testimonianza i cata- presenta l’incontro con la scultura di N. Pozza, dalla loghi delle mostre tenutesi sull’artista feltrino tra il scabra essenzialità, pregna di vitali umori padani e 1987 e il 1990, carattere composito che è difficile di sottili reminiscenze martinaniane (Il Sogno, 1931; comprendere se ci si limita ad elencare le ascendenze Donna che nuota sott’acqua, 1941) e marinare artistiche effettive o probabili, senza avvertire subi- (Nuotatore, 1932; Pomona, 1935). PIER CARLO SANTINI, Alberto Viani, catalogo della to l’originalità, l’intensità espressiva e la freschezza Un frammento estrapolato dai ricordi delle espe- mostra (Mantova, Centro internazionale d’arte e di lirica della sua opera, sempre ben al di là di una rienze con il padre guida il mio percorso: “Ma fu cultura di Palazzo Te, 23 settembre-23 novembre ° rielaborazione di altrui esperienze. Un accento certo il prof. Luigi Ongaro allora direttore del Mu- l990), Milano, Olivetti - Electa, l990, 8 , pp. 332, inconfondibile della pittura di Tancredi sta nella seo, a pregare mio padre di fare un sondaggio sugli ill., s.i.p. capacità di identificare un’idea di spazio curvo, stucchi della scenografia dello Scamozzi nel Teatro potenzialmente illimite, col colore in quanto ener- Olimpico: e quello fu il lavoro che feci con lui. Alberto Viani (1906-1989) è stato uno dei più gia luminosa con qualità di iridescenza e trasparen- Ricordo il rispetto col quale ricostruiva i pupazzetti grandi scultori europei contemporanei, vissuto a za straordinarie. di fil di ferro, gesso e stoppa posati sulle prospettive: Venezia, è stato forse il maggiore erede di Arturo Il catalogo della mostra di Feltre fornisce insostituibili fu una lezione indimenticabile che durò due mesi” Martini, al quale è succeduto nella cattedra di scul- indicazioni delle frequentazioni sull’ambiente artisti- (cfr. N. Pozza, Le sculture, cit., p. 9). tura all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Viani

37 ha ereditato da Martini il problema del rapporto con Per l’enorme quantità di materiale non si conosce l’antico nella scultura moderna, ma mentre in Martini né la località né i contesti originali di provenienza, è stato un confronto a tratti drammatico e inquietan- però gli studiosi che hanno curato la catalogazione te con la storia della scultura dalle civiltà mediterra- sono concordi nel farli provenire, per la maggior nee pre-elleniche al Quattrocento (e talora anche al parte, da necropoli di siti magno-greci. Le cerami- Barocco e all’Ottocento canoviano) ritrovando la che analizzate e fotografate nel presente volume strada di un impatto con la scultura antica (scopren- sono principalmente del periodo corinzio, benché done l’“incompiutezza”), salvaguardando l’ipotesi sia difficile, a tutt’oggi, dare una data d’inizio e di di un rapporto possibile e complesso con la moder- fine a tale periodo storico. Mancano ceramiche nità, entro un’istanza non filologica ma della fase protocorinzia e di transizione. rammemorativa, in Viani è diventato invece un Tutto il catalogo è organizzato per forme – costante rapporto con l’idea di classicità connaturata amphoriskoi, kothones, alabastron, pyxis – e per nell’uomo moderno a un’altissima istanza ogni forma ci sono le indicazioni cronologiche, ove umanistica. Il classicismo di Viani, a differenza di si hanno dati certi; quando si è nell’impossibilità i quello del Canova – dove memoria dell’antico e curatori propongono una datazione generica. invenzione convergono in un’operazione filologica Interessante è l’individuazione di officine o pit- –, si mantiene in un’orizzonte immaginativo nel tori che ci permette, per alcuni pezzi, di conoscere quale l’idea, la forma, l’opera coincidono con la perfino l’autore. Un autore con un nome fittizio, theorìa (come visione intellettuale), per cui la scul- ricavato dalle caratteristiche del manufatto o dal tura diventa un’operazione definitiva. Nella perfet- luogo del ritrovamento, ma pur sempre un riferimeto ta equivalenza tra i pieni e i vuoti, tra la luce e abbastanza preciso che ci immette più direttamente vanni Maria Moretto, la cui famiglia era già note- l’ombra, tra la permanenza temporale e l’emergen- nel mondo della antica Grecia e dei suoi artisti. volmente avvezza alla produzione di piatti e altro, e za esistenziale Viani è andato elaborando una serie Il periodo maggiormente documentato è il medio in brevissimo tempo conquista il primato della di sculture esemplari dove la figura umana (la corinzio, anche se nell’analisi delle forme e delle produzione maiolica nella Repubblica della Sere- “statua”) racchiude l’istanza rammemorativa in for- correnti stilistiche gli autori fanno notare come, in nissima. L’invenzione, come la definì lui stesso, me assolutamente depurate da ogni riferimento molti casi, queste ultime si possono rintracciare in non è nella decorazione (soprattutto all’inizio, è mimetico, cioè sculture che stanno a sé periodi precedenti e seguenti a quello in questione. ancora quella bianca e blu dei decori olandesi), nell’assolutezza dei piani e dei profili, nella lumino- Esiste, dunque, una certa continuità stilistica, come quanto negli ampi recipienti lavorati a tornio, sui sa immaterialità dei volumi, nella purezza astrattiva dimostrano, ad esempio, un alabastron e una pyxis. quali in epoca successiva si faranno decorazioni delle forme. Le schede relative ad ogni ceramica sono esaustive policrome che attestano la grandezza creativa degli Viani ricerca il valore permanente della scultura sia dal punto di vista dell’analisi storica che per i Antonibon. Decori blu, verdi e viola manganese con entro i problemi che la contemporaneità è andata via termini di confronto che di volta in volta vengono garofani, tulipani e rose fantastiche dagli steli si- via ponendo all’arte dagli anni Quaranta agli anni dati. La bellezza dei manufatti, però, non è stata nuosi ora in bocciolo, ora aperti, riuniti in aerei Settanta. Ne è venuta un’alta lezione di probità pienamente resa dalle foto in bianco e nero che mazzi opera dei maestri che fecero di Giovanni etica, di coerenza e di rigore intellettuale, virtù che corredano il testo. Battista Antonibon e della sua famiglia i “leader nel raramente si trovano congiunte nel nostro tempo. Paola Rolletta settore”. Non bisogna dimenticare che ad alimenta- Pier Carlo Santini ha riunito egregiamente nella re la fortuna e il successo degli Antonibon ci fu un monografia, che funge anche da catalogo, tutte le ampio e continuo sostegno statale: ottennero esen- sculture conosciute, comprese quelle distrutte dal- zioni dalle tasse, esenzioni da qualsiasi dazio per l’artista e di cui è rimasta documentazione, fornen- l’acquisto di materie prime e autorizzazioni ad do uno strumento di studio completo, con un’ampia La ceramica degli Antonibon, a cura di G. Ericani, aprire un negozio, divennero in seguito tre, a Vene- antologia critica che attesta l’interesse e l’alta valu- P. Marini, N. Stringa, Milano, Electa, 1990, 8°, pp. zia e “divieto agli operai che abbandonassero la tazione che la scultura di Viani ha avuto dai maggio- 200, ill., s.i.p. fabbrica di svolgere la stessa attività in un altra ri critici d’arte, non solo italiani, dalla metà degli fornace prima di quattro anni”. Le loro maioliche anni Quaranta ad oggi. Nell’ambito della manifestazioni su “I Tiepolo e sconfissero ogni concorrenza e furono in grado di Giorgio Nonveiller il Settecento vicentino”, svoltesi l’estate scorsa tra affrontare il mercato internazionale. Successiva- Vicenza, Bassano del Grappa e Montecchio Mag- mente la nota caratteristica che determina la loro giore, un posto notevole è stato affidato alla mostra fama è proprio nei decori sia dal punto di vista della “La ceramica degli Antonibon”. Da poco è stato scelta dei colori – saranno dei veri e propri creatori pubblicato il catalogo per i tipi di Electa, quanto mai di gusto –, sia da quello della selezione e AA.VV., Ceramica greca della collezione Chini ricco di riferimenti storici, ricerche metodologiche dell’accostamento dei colori. nel Museo Civico di Bassano del Grappa, Roma, e soprattutto foto dei prodotti fittici di questa fami- Oltre ad essere degli artisti notevoli, dei bravi Giorgio Bretschneider, 1990, 8°, pp. 112, ill., s.i.p. glia. imprenditori, sono stati dei veri precursori nell’ana- La rivisitazione di questo periodo storico del- lisi di mercato e degli art-director ante-litteram. Questo è il terzo volume dedicato alla collezione l’area culturale vicentina ha abbracciato oltre la Anche quando viene meno il sistema protezionisti- Chini conservata nel Museo della cittadina veneta, pittura anche l’architettura, la scultura e le cosiddet- co, a causa della caduta della Repubblica di Vene- dopo che l’esimio professore Virgilio Chini ebbe te arti “minori”, fra cui appunto la ceramica. Dal zia, la fabbrica degli Antonibon regge il confronto fatto dono dei suoi prestigiosi pezzi d’arte greca alla XVII secolo in avanti nel territorio vicentino c’è e il ritmo con la produzione europea. Col cambia- sua città natale. stato un notevole sviluppo della manifattura cera- mento del gusto e del target si mettono alla ricerca mica soprattutto per la presenza nel sottosuolo di di settori economicamente remunerativi, potenzian- argilla plastica, di sabbia silicea e della famosa do la produzione della terraglia. Successivamente “terra bianca di Vicenza” – il caolino –, nella zona affittarono l’azienda per poi riprenderne le redini che va da Bassano del Grappa a Nove. Proprio a fino alla fine dell’Ottocento, avendo dato un’im- Nove ha origine, nei primi decenni del Settecento, la pronta indelebile alla manifattura ceramica italiana. manifattura Antonibon. Bisogna premettere che in Paola Rolletta questo periodo tutta l’Europa nutre uno smodato interesse per la porcellana, mentre nel Veneto non sono rimaste più delle manifatture dopo la chiusura dei Vezzi, a causa di gravi problemi finanziari, e il declino dei Manardi ormai prossimi alla fine. Vene- Carlo Scarpa. I vetri di Murano 1927-1947, a cura zia è invasa da maioliche olandesi – che, con i loro di Marina Barovier, prefaz. di Francesco Dal Co, disegni blu, imitano le porcellane cinesi –, da Venezia, Il Cardo, 1991, 4°, pp. 174, ill., L. 70.000 maioliche prodotte in Liguria e anche in alcuni paesi d’Europa come l’Austria. Carlo Scarpa è stato una delle più geniali figure Giovanni Battista Antonibon con un rapido colpo d’artista che abbia avuto Venezia nel nostro secolo. di mano stipula un contratto vantaggioso con Gio- Certamente la sua attività di architetto risulta più

38 nota, in costante crescita nell’interesse della cultura organizzata nel Salone della Basilica Palladiana: architettonica internazionale, per nulla scalfitta dai una mostra sulla ceramica, una delle arti “tecnolo- tredici anni intercorsi dalla sua scomparsa. Le opere giche” più antiche. di Scarpa mostrano già una capacità di durata che è Geograficamente il vicentino, specialmente il quella propria forse ai più alti valori poetici che territorio che va da Marostica a Bassano, passando l'architettura italiana abbia conosciuto nel Nove- per Cittadella e Nove, è la zona della ceramica, dove cento. Ma l’attività architettonica del Nostro si è è nata una tradizione che continua da secoli di variamente intrecciata non solo con una iniziale artigiani-artisti. Proprio per salvaguardare e valo- pratica pittorica e scultorea, bensì con un’attività di rizzare questo binomio, Fictilia è stata organizzata: designer quanto mai varia che ha saputo da ogni per essere il punto di congiunzione tra il fare artisti- occasione trarre motivi di innovazione linguistica e co e la produzione artigianale e industriale. Questo formale, dando contributi tanto esemplari quanto catalogo è la versione stampata dell’intento. inediti. Nelle pagine si intersecano i due assi, diacronico Il suo radicamento entro una tradizione artistica e sincronico, che illustrano in maniera esaustiva il veneta va inteso nel senso più perspicuo di attitudi- valore che ha avuto e che ha, nella società e nell’arte, ne a confrontarsi con un retaggio storico-artistico la ceramica. Si va da rarissimi manufatti protostorici colto nella sua problematicità e nella complessità e romani a quelli dell’età longobarda, a quelli del- dei suoi dispiegamenti, il che forse gli viene anche l’alto Medioevo, al Rinascimento fino ai giorni dalla lezione di Arturo Martini. In Scarpa, come in nostri. Martini, non v’è continuità meramente stilistica Attualmente si definisce ceramico qualsiasi ma- rispetto al passato o all’antico, ma una rara capacità teriale solido composto in gran parte da sostanze evocativa di valori estetici e poetici del passato in inorganiche non metalliche. Ecco allora che sfilano chiavi perfettamente moderne e attuali con una foto di esempi di ricerca avanzata nel campo delle oscillazione tra atteggiamento filologico e attitudi- rinnovamento sul piano dei contenuti e delle forme applicazioni industriali che testimoniano l’impiego ne rammemorativa. che il maestro vetraio ha saputo imprimere all’arte della ceramica nell’elettronica, nella biomedica ecc. Così anche la fase di ricerca legata all’ideazione di soffiare. Ospiti della mostra sono stati artisti vicentini di splendidi vasi nelle vetrerie di Cappelin e di Ercole Barovier, pur non lavorando personal- soprattutto, anche se è stato dato ampio spazio ad Venini a Murano, tra il 1927 e i primi anni Quaranta, mente il vetro, assunse il titolo di maestro vetraio artisti italiani e stranieri, che hanno presentato og- si è svolta, come per altre esperienze di Scarpa, per la grande fantasia e il desiderio di ricerca e di getti dalle forme e dalle tecniche più svariate. Alcu- mediante un approfondimento storico e tecnico sperimentazione che caratterizzano la sua opera. ni di loro si inseriscono polemicamente nel dibatti- “che costituiva il presupposto del suo operare nel Sul piano tecnico egli studiò le possibili applicazio- to, tutt’altro che risolto, per il primato tra artigianato mondo culturale contemporaneo, ma anche del suo ni del vetro creando numerosi tessuti vitrei nuovi, e disegno industriale, proponendo oggetti interesse per l’artigianalità più ricercata, ma accom- convinto delle infinite potenzialità del materiale, volutamente inutili, ma pregni di un’arcaica pagnata da assoluta indifferenza per l’economicità ma guardando sempre quella grande e secolare simbologia rituale. In questa “autoriduzione” pro- dei mezzi produttivi” (come scrive Rosa Barovier esperienza del lavoro dell’isola della laguna. vocatoria, l’artista tenta di recuperare, moderna- Mentasti). I primi vasi di vetro di Carlo Scarpa, tra Basti pensare alla fortuna che ha avuto la creazio- mente, i tempi e i gesti dell’artigianato guardando il ’27 e il ’30, appartengono a un clima Déco, rigonfi ne del vetro “rostrato”, la cui superficie è costellata anche al mercato, senza strizzargli troppo l’occhio. nelle forme quanto essenziali nella configurazione: di grandi punte a rilievo con effetto di brillante Paola Rolletta paste vitree, lattimi aurati o a filamenti, neri argentati oppure vedere la collezione Primavera, alla quale che rivelano una grande sensibilità pittorica. C’è fin numerose riviste specializzate hanno dedicato pa- dall’inizio una miracolosa coesistenza tra forme recchie pagine. Questo vetro a colorazione biancastra sobrie di coppe, di anfore, di vasi sferici e trasparen- con effetti craquelé striato derivò casualmente, come ze cromatiche, “forzando” sempre i materiali verso affermò con amarezza Barovier: non riuscì, nean- Il Museo dell’occhiale Pieve di Cadore, Milano, inedite perfezioni. Nessuna acquiescenza c’è in che dopo innumerevoli esperimenti negli anni suc- Fabbri, 1990, 8°, pp. 204, ill., s.i.p. Scarpa verso forme e lavorazioni note, ma una cessivi, a rifarlo. grande attenzione a tecniche e linguaggi apparte- Gli anni 1935-36 rappresentano l’apice della sua Il made in Cadore si identifica con l’occhialeria, nenti alla splendida tradizione vetraria muranese, sperimentazione; sono gli anni in cui diede l’avvio un impero produttivo datato 1878, quando a Calalzo da riscattare e reinvestire verso più moderne lievità. alla produzione con “colorazione a caldo senza nacque il primo opificio italiano di montature. Non Dalla metà degli anni Trenta i vasi e le coppe fusione”, con la quale creerà numerosi oggetti, a caso, dunque, proprio nella terra di Tiziano, a diventano sempre più sobri, senza alcun definiti da più parti dei veri capolavori. Questa Pieve, è stato di recente inaugurato il Museo decorativismo che non concorra a definire meglio la tecnica introdusse, per la prima volta a Murano, il dell’Occhiale, il cui nucleo fondamentale è costitu- struttura dell’oggetto vetroso, più o meno adatta vetro pesante: i maestri vetrai muranesi erano al ito dalla splendida collezione Bodart. Questo volu- volta per volta ad assorbire o a rifrangere la luce. principio riluttanti abituati com’erano da secoli al me, edito da Fabbri, è il catalogo e l’elegante bigliet- Lo splendido volume che riproduce una settanti- concetto di “vetro soffiato”, sottile e leggerissimo. to da visita d’una raccolta che vuol essere – come na di vetri, esce in occasione espositiva contempo- Coppe, lampadari, piatti, figurine animali e uma- spiega in premessa V. Tabacchi – un dinamico ranea alla mostra dei dipinti di Mario De Luigi a ne, ma anche vasi, bocce e ciotole dalla smagliante punto d’incontro tra mondo della cultura e realtà Venezia: ed è difficile trovare un nesso più illumi- policromia si succedono nelle pagine tra riprodu- imprenditoriale. La schedatura di ciascun pezzo è nante del grande sodalizio tra Scarpa e De Luigi, dei zioni di “partìe”, le ricette scritte qua e là di minerali stata curata da Luca Moioli, autore anche dei testi vetri dell’uno e dei dipinti dell’altro, accomunati da e altri “miscugli speciali” per ottenere quelle che illustrano l’universo multiforme dei fassamani, una concezione molto affine del rapporto tra luce e colorazioni esclusive e senza fusione. I segreti di dei pince-nez, dei monocoli e binocoli, dei cannoc- colore. Ercole Barovier. chiali, degli occhiali orientali, dei ventagli e bastoni Giorgio Nonveiller Paola Rolletta da passeggio con lenti incorporate, degli astucci finemente lavorati, della ricca collezione di ex voto di malati guariti da difetti alla vista, della serie di vecchie insegne di negozi di ottica ecc. Oltre 200 pagine con 250 foto a colori raccontano 700 anni di Ercole Barovier 1889-1974 vetraio muranese, ca- AA.VV., Fictilia. La ceramica nel vicentino, cata- storia dell’occhiale, una tra le invenzioni più utili e talogo della mostra (Venezia, Museo Correr, otto- logo della mostra (Vicenza, Basilica Palladiana, 11 diffuse, ma anche un oggetto sensibile alle mutazio- bre-novembre 1989), a cura di Attilia Dorigato, ni del gusto e all’evoluzione della tecnica e non ° novembre-7 gennaio 1990), a cura di Fernando Venezia, Marsilio, 1990, 8 , pp. 152, ill. s.i.p. Rigon, Vicenza, Grafiche Stocchiero, 1989, 8°, pp. privo, inoltre, di una forte carica simbolica. Nel 190, ill., s.i.p. libro la parte iconografica e catalografica risulta Ercole Barovier è uno dei maggiori designer di preponderante; la precede una serie di brevi scritti Murano tra gli anni Venti e Sessanta, colui che ha Fictilia è il titolo suggestivo – forse per la sua introduttivi, opera di firme illustri. Come quella di datro la più forte spinta di rinnovamento al vetro etimologia: deriva infatti dal latino fingo che signi- M.F. Tiepolo che si occupa della vetreria veneziana muranese. Nel catalogo, alla cui stesura ha contri- fica forgiare per “fingere” – dell’esposizione che e dei capitolari dei cristallieri che già nel ’300 buito suo figlio Angelo, viene messo in evidenza il dall’11 novembre 1989 al 7 gennaio 1990 è stata distinguevano tra lapides ad legendum (lenti d’in-

39 grandimento) e roidi da ogli (lenti per occhiali). gurante la battaglia di Cadore; ma anche illustrando Sulle dispute tra Venezia e Firenze circa l’invenzio- le opere d’arte cadorine del Cinquecento (che in ne degli occhiali, L. Moioli scrive che: “i capitolari molti casi Gilbert attribuisce erroneamente a veneziani sono la pietra miliare non per la paternità Tiziano). dell’invenzione da parte di una persona, ma da parte Il filo rosso che lega tra loro i dieci capitoli del di una città: Venezia”. S. Meccoli parla di “miracolo volume è dato dal tentativo di riconoscere gli aspetti ottocentesco” raccontando dei pionieri cadorini della paesaggistici del Cadore nei profili delle montagne moderna occhialeria italiana. Completano l’intro- che fanno da sfondo a tanti quadri del Vecellio, e nel duzione i saggi di G. Bologna (sulla grande diffusio- rimarcare di continuo l’influsso della terra d’origine ne degli occhiali alla corte milanese degli Sforza) e sul carattere dell’artista. Gilbert definisce Tiziano di F. Valcanover (su sei secoli di iconografia degli “Omero del paesaggio”, “inseparabilmente connes- occhiali, dagli affreschi trecenteschi di Tommaso so con le Dolomiti”; tale tesi (che trovò sostenitori da Modena sino ai disegni di Picasso). autorevoli in Cavalcaselle ed Hourticq) pare ecces- Per chi volesse saperne di più sulla storia dei siva, anche se la critica oggi sostiene che nell’opera mezzi di correzione della vista, si consiglia di con- tizianesca un influsso del paesaggio bellunese, pur sultare l’ampia bibliografia in argomento pubblica- generico e difficilmente localizzabile, ci sia effetti- ta in chiusura di catalogo o, meglio ancora, una vamente stato. visita al museo ed alla sua interessante biblioteca di La pregevole prefazione di Giovanni Angelini trattati d’ottica, i più antichi dei quali risalgono al mette a fuoco la personalità del Gilbert, nel contempo Seicento. alpinista, disegnatore e scrittore. Va ascritto ad Giovanni Larese Angelini (studioso di vaglia, recentemente scompar- so, che ha donato alla collettività bellunese gli oltre 3000 volumi della sua preziosa biblioteca di monta- Analogamente singolare e decisiva per la storia gna) anche il merito della pubblicazione di dodici dell’arte nel territorio miranese è la collaborazione, inediti acquarelli del Gilbert, raffiguranti delicati stretta ed amichevole, ancora a villa Belvedere, tra paesaggi cadorini. La traduzione di A.L. Samoggia il committente Vincenzo Paolo Barzizza, l’architet- ripropone nella sua integrità il testo originale, senza Architettura-Paesaggio-Urbanistica to Giuseppe Jappelli ed il pittore Giovanni De Min. alterarne lo spirito, permettendo anzi di gustare L’autrice ricostruisce, momento per momento, la appieno, nelle sue molteplici sfumature, la prosa genesi del parco, del laghetto, del sovrastante gilbertiana, un classico della letteratura di montagna. MARINA STEFANI MANTOVANELLI, Le ville e i parchi castelletto neogotico, confrontando documenti e Giovanni Larese comunali di Mirano, Mirano (VE), Comune, 1989, stabilendo analogie con altre costruzioni jappelliane, 8°, pp. 221, ill., s.i.p. deducendone paternità certa e testimoniando inoltre l’intervento pittorico del De Min all’interno della Questo volume completa un piano, voluto dal- torretta, oggi sfortunatamente perduto. Ne risulta l’amministrazione comunale miranese, che, dopo una visione d’insieme di vastissima portata che ci La nuova dimensione urbana: Venezia-Mestre nel- aver previsto l’acquisizione ed il resturo di alcune permette di comprendere un po’ più a fondo quale la regione Veneto, Atti del Convegno, Venezia, fra le più importanti dimore patrizie del suo territo- fosse il modo di “vivere in villa” in epoche e contesti Arsenale, 1990, 8°, pp. 125, L. 16.000. rio, ne ha voluto approfondire l’indagine storico- diversi e di svincolare l’immagine di Mirano dalla artistica e Marina Stefani Mantovanelli, con pazien- solitaria figura di Giandomenico Tiepolo che pro- In questo volume vengono raccolti gli atti del te e metodica ricerca, ha ricostruito, passo su passo, prio in questo territorio, a Zianigo, lasciò nella sua convegno sull’“area metropolitana” organizzato le vicende costruttive e decorative delle cinque ville villa di campagna, verso il 1790, l’ultima splendida dalla Fondazione Gramsci di Venezia, che da tempo comunali. Questo studio, basato su precisissime testimonianza della grande pittura veneziana. opera sul territorio promuovendo dibattiti e realiz- fonti archivistiche, ci permette una lettura quanto Marcello Colusso zando iniziative concrete in campo culturale. Sulla mai analitica della storia delle singole ville e della base delle proposte e delle indicazioni che erano relativa committenza, individuando cambiamenti emerse in precedenti incontri – in particolare nei di proprietà, divisioni patrimoniali, eredità ecc. due convegni “Idea di Venezia” e “Città della scien- Come giustamenta afferma Paolo Preto nella pre- za e della tecnologia” –, architetti, docenti e ricerca- fazione storica, “la ricostruzione delle vicende JOSIAH GILBERT, Cadore terra di Tiziano, trad. di tori universitari, politici e sindacalisti si sono inter- patrimoniali di alcune famiglie che a Mirano avevano Anna Luisa Samoggia, present. di Giovanni rogati, ognuno nelle proprie competenze, sul tema ville e terreni, condotta anche negli anni successivi Angelini, Belluno, Nuovi Sentieri, 1990, 8°, pp. sempre attuale di quale modello e dimensione dare alla caduta della Repubblica, illumina le tappe e le 274, ill., s.i.p. alla struttura della città lagunare. modalità dell’esaaurimento del patriziato veneziano Tralasciando un’impostazione che nelle prece- e dello sfaldamento della sua proprietà immobiliare”. I maestosi scenari naturali, i paesi, l’arte e la denti iniziative sembrava accentrare l’attenzione Quest’indagine ha permesso, pertanto, di deter- storia del Cadore raccontati dalla penna colta e sui problemi del centro storico insulare, si è voluto minare finalmente i primi committenti della villa curiosa ed illustrati con gradevoli disegni da un in questa occasione allargare l’indagine all’intera Belvedere ed i seguenti cambiamenti della proprie- gentleman inglese del secolo scorso: ad accompa- area di Venezia e Mestre, considerando i due centri tà: dai Bollani a Molin, da questi agli Erizzo sino a gnare con garbo il lettore alla scoperta della piccola parte di un sistema urbano unico e bipolare che, giungere a Vincenzo Paolo Barzizza. Ma questa regione alpina da poco riunita al Regno d’Italia è superando le diverse specificità, unisce insieme ricerca, pur nella rigorosa successione cronologica, Josiah Gilbert, autore di Cadore or Titian’s country. terra ed acqua, va aldilà dello spazio fisico ammini- sarebbe ben arida cosa se la Stefani Mantovanelli Di quelle cronache di viaggio pubblicate a Londra strato dal comune e si connette ad un più ampio non avesse ricostruito, attorno a dei precisi nuclei nel 1869, l’editore bellunese Nuovi Sentieri ha hinterland costituito non solo dai comuni della documentari, anche le trasformazioni architettoniche proposto, in occasione del quinto centenario della cintura, ma dalla stessa regione Veneto. dei singoli edifici. nascita di Tiziano, la prima versione italiana. Gilbert Questa nuova immagine di città, impostasi so- Lo studio dei rapporti intercorsi tra comittenza ed esplorò il Cadore in lungo e in largo, con lo spirito prattutto tra gli anni ’70 ed ’80 con la attenuazione artisti operanti in questo territorio le ha consentito, avventuroso del pioniere, guardando con simpatia della centralità urbana della città insulare, ha affida- inoltre, di giungere a scoperte assolutamente nuove ad un territorio che iniziava solo allora ad aprirsi ai to ai due centri, Venezia e Mestre, ruoli diversi per la storia dell’arte veneta. In particolare, appare primi turisti e rocciatori stranieri. Nella sua guida rispetto al passato ed ha presentato nuovi problemi, interessantissimo il legame di comittenza tra Paolo ante litteram, l’erudizione (con una messe di notizie sui quali non vi era stata ancora una approfondita Antonio Erizzo e Costantino Cedini, ottimo allievo storico-geografiche tratte per lo più dai libri del riflessione. In linea generale, ognuno degli interve- figurista del Guarana, che, dopo aver lavorato tra il canonico Ciani) si fonde efficacemente con gustosi nuti ha voluto delineare una chiara immagine della 1788 e il 1790 a palazzo Erizzo di Venezia, in cui aneddoti di viaggio e con romantiche descrizioni struttura urbana e metropolitana dell’area venezia- diede prova di abile scioltezza pittorica, lasciò altra delle bellezze naturali. Di Tiziano e della sua fami- na, fornendo dati e proponendo soluzioni concrete, testimonianza del suo operare nel presbiterio della glia si parla spesso: citando, ad esempio, la visita sia in termini di nuove infrastrutture – ad esempio la chiesa arcipretale di Mirano, probabilmente con alle dimore del pittore a Venezia e a Pieve, o a metropolitana di superficie che dovrebbe unire più l’appoggio del nobile veneziano. proposito del grande Telero, andato perduto, raffi- saldamente Mestre a Venezia –, sia in termini di

40 diverse vocazioni funzionali, nella direzione di uno all’idea di città diffusa, ma i saggi raccolti non rio mestrino: uno più antico, formato sulle rovine sviluppo più equilibrato e razionale. In questo sen- assumono un valore conclusivo e questa ipotesi non del castrum romano, e uno più recente costruito in so, tutti, con diversità di accenti, hanno sottolineato sembra del tutto dimostrata; sono infatti auspicabili più riprese a partire dall’XI secolo. il ruolo essenziale che dovrebbe costituire la ulteriori indagini che siano in grado di fornire ele- Proprio al vecchio ed al nuovo castello è dedicato ridefinizione del sistema di comunicazioni stradale menti di prova più consistenti. Vanno segnalati, il volume di Marco Sbrogiò, con cui il “Centro Studi e ferroviario. comunque, alcuni interventi per il loro grado di Storici di Mestre” inaugura la sua nuova collana I punti qualificanti attorno ai quali si è articolato approfondimento e per il contributo fornito ai fini intitolata “Contributi alla storia di Mestre”, una il convegno sono stati sostanzialmente tre. La rela- della verifica dell’ipotesi prospettata. Negli inter- iniziativa che rompe un periodo di relativo silenzio zione di Paolo Costa e Antonio Zanetto ha sottoline- venti di Luciano Vettoretto vengono elaborati dei dell’associazione in campo editoriale. Dalla sua ato che la mancanza di pianificazione a livello dati statistici che sostengono l’analisi dei fenomeni fondazione, avvenuta nel 1962, il Centro si è assun- regionale, ed il conseguente spreco di risorse, ha a livello dell’intera regione Veneto, raggiungendo to il compito di scoprire, conservare e divulgare le penalizzato non solo Venezia, ma anche Padova e dei risultati che confortano l’ipotesi di città diffusa. tradizioni e la storia meno recente della città e, in Treviso. Gli interventi di Maria Rosa Vittadini e In quello di Marco Torres viene presa in esame qualche modo, quest’ultima opera raccoglie una Francesco Macaluso hanno fornito concrete indica- l’area centrale della regione servendosi del modello pesante eredità fatta di lunghi anni di ricerche, zioni sugli elementi che costituiscono quel sistema ISTAT di aggregato urbano e mettendo in evidenza la convegni e pubblicazioni, dai “Quaderni” alla col- urbano dai confini indefiniti e sfuggenti che è il non omogeneità dell’area definita come città diffu- lana dedicata ai documenti della storia mestrina, al comune metropolitano, individuandone gli indiriz- sa. Importante, inoltre, ai fini della complessione convegno organizzato nel 1969 su “Il Castello di zi di sviluppo e le infrastrutture necessarie. Infine, complessiva della questione, il contributo iniziale Mestre nella storia della Repubblica di Venezia”. Roberto D’Agostino, dopo aver sostenuto che la dello stesso Indovina, nel quale l’autore, tenendo Finora, comunque, non si era mai tentato di dare realizzazione di alcuni grandi progetti – come ad conto delle discussioni e delle critiche espresse un’organizzazione sistematica e il più possibile esempio l’ipotesi di una Venezia città-museo-diffu- all’interno del gruppo di lavoro, delinea un quadro completa al materiale raccolto su entrambi i castelli so – comporta la messa in opera di strategie opera- chiaro e completo dell’ipotesi di città diffusa. In un – in particolare su quello più antico, del quale tive ad un livello più ampio di quello comunale, momento in cui è ancora vivo il dibattito sui possi- abbiamo ancor oggi poche notizie – che sorsero sul afferma che se non si lavorerà per appianare le bili confini e sulle funzioni del comune metropoli- territorio mestrino; Sbrogiò, inoltre, rovescia l’ap- contraddizioni esistenti tra Mestre e Venezia attra- tano veneziano, istituito dalla legge sulla proccio metodologico tradizionale mettendo in pri- verso la riqualificazione urbana, il delicato sistema riorganizzazione degli enti locali, e in cui da più mo piano lo studio della cartografia. Infatti, data la arriverà alla sua disgregazione. A questo scopo egli parti si avanza l’ipotesi di allargare l’area fino a scarsezza delle testimonianze rimasteci, l’autore ha considera strategica la realizzazione di alcuni pro- comprendere tutto il Veneto centrale, sfruttando al fondato la sua indagine non solo sulle notizie getti come, ad esempio, la sistemazione dell’area massimo le possibili interconnesioni sociali e terri- ricavabili dai documenti, ma, soprattutto, sull’ana- attorno al Canal Salso, dall’alto valore simbolico toriali, questo lavoro assume un’importanza rile- lisi delle antiche mappe, una fonte preziosa che quale legame tra la laguna e la terraferma. vante poiché rappresenta un’utile strumento per presenta però molte insidie e che deve essere usata Ogni relazione esposta durante il convegno si conoscere le caratteristiche non solo urbanistiche, con cautela, dato che solamente in periodo segnala per la concretezza delle soluzioni prospet- ma enche socio-economiche, di questa importante napoleonico vennero realizzate a fini catastali map- tate e si pone come punto di riferimento per quelle zona geografica. pe precise e dettagliate, mentre in precedenza i forze politiche che vorranno realmente operare del- Stefano Sorteni criteri pittorici e descrittivi prevalevano sulla preci- le scelte razionali nell’interesse della collettività. sione del rilevamento. Sbrogiò, volendo fornire Stefano Sorteni un’immagine il più possibile chiara e veritiera delle due strutture fortificate prese in esame, allarga il campo della sua ricerca indagando lo sviluppo del MARCO SBROGIÒ, I castelli di Mestre e l’antica tessuto urbano in cui quelle erano inserite ed effet- struttura urbana, Mestre (VE), Centro Studi Storici tua un lavoro comparativo con le altre opere di AA.VV., La città diffusa, Venezia, D.A.E.S.T., 1990, di Mestre, 1990, 4°, pp. 181, ill., s.i.p. fortificazione esistenti sul territorio dell’antica Marca 8°, pp. 227, ill., s.i.p. Trevigiana, di cui Mestre faceva parte. Ancor oggi, nascosto dai condomini e dai par- Il saggio abbraccia un arco cronologico molto Questo volume raccoglie alcuni studi elaborati cheggi, esiste qualche resto della cerchia di mura ampio, dalla preistoria – epoca a cui risalirebbero i nel corso della ricerca “Ipotesi dell’area centrale che anticamente cingeva il centro urbano di Mestre: primi insediamenti – ai giorni nostri e si struttura in veneta, la città diffusa”, finanziata nel 1987 dal l’incontrollata e disordinata attività edilizia non ha cinque parti collegate tra loro. Nonostante l’atten- Ministero della Pubblica Istruzione. Il gruppo di risparmiato nemmeno il cuore antico della città e ha zione s’incentri soprattutto sugli aspetti urbanistici, lavoro, coordinato dall’urbanista Francesco Indovi- quasi completamente cancellato questo pallido ri- vengono riportate in breve, in sede introduttiva, na, era composto da docenti e ricercatori del Dipar- cordo di un tempo passato. Nelle fonti si rinvengono alcune notizie di carattere storico sui fattori che timento di Analisi economica e sociale del territorio notizie di due castelli, sorti in siti diversi del territo- hanno condizionato lo sviluppo dell’antico nucleo della Facoltà di Architettura di Venezia, da urbano e dei castelli che ne facevano parte. È inte- neolaureati e da studenti. Il progetto muoveva dal- ressante constatare come gli aspetti propriamente l’ipotesi che l’area centrale del Veneto – composta urbanistici possano essere stati influenzati da scelte dalle province di Venezia, Padova e Treviso – di ordine economico, amministrativo e militare e avesse modificato in questi ultimi 10-15 anni la come l’ubicazione delle strutture fortificate, il loro natura dell’insediamento passando da una condi- ruolo, più o meno importante nella storia, ed il loro zione di urbanizzazione diffusa ad uno stadio chia- stesso abbandono possano essere stati condizionati mato, provvisoriamente, “città diffusa”, che si è dalle scelte delle amministrazioni diverse che si sviluppato ed è stato individuato soprattutto in alcu- sono succedute alla guida della città, dal Vescovo di ne zone del continente nordamericano. In sostanza Treviso al Comune della stessa città, alla Serenissi- si sarebbe verificato su un ampio territorio di natura ma. Dalle notizie raccolte emerge, inoltre, l’imma- agricola, parallelamente ad uno sviluppo sociale ed gine di una struttura cittadina caratterizzata, per economico, uno spostamento da una situazione tutto il periodo antico, dagli stretti rapporti instaura- insediativa sparsa, priva di pianificazione e senza tisi tra gli elementi che la componevano – dal infrastrutture e servizi, ad un’altra di tipo estensivo castello al centro commerciale di Borgo San Loren- e a funzionalità urbana. L’obiettivo del gruppo di zo, al porto Cavergnago – e condizionata nel suo lavoro era, quindi, verificare l’operatività di questo sviluppo dalle trasformazioni subite dall’assetto modello teorico come reale interpretazione dell’or- idraulico del territorio. ganizzazione territoriale sviluppatasi nell’area del Nella seconda e nella terza parte del libro sono Veneto centrale. Il modello di città diffusa, contrap- state raccolte le riproduzioni di numerose carte, posto a quello di città integrata, è nuovo rispetto al alcune delle quali inedite, risalenti ad un periodo passato dato che le indagini precedenti non lo ave- compreso tra il ’600 ed il ’900 e, attraverso la vano preso in considerazione come possibile riferi- descrizione ed il commento dei particolari più inte- mento. ressanti di ognuna, si forniscono indicazioni che I risultati ottenuti dagli studi condotti hanno confermano ed ampliano quanto detto nella parte confermato i meccanismi che hanno dato origine introduttiva. L’autore propone in sede conclusiva

41 una ricostruzione visiva di quelle che presume po- ma topograficamente per rendere più facile al letto- Nuove forme dell’abitare. Politiche abitative, tessero essere la struttura e l’ubicazione dei due re l’individuazione delle immagini. L’opera preve- recupero urbano, edilizia popolare a Padova, a castelli e delinea, con l’ausilio di rilievi e fotografie, de anche una sezione con l’elenco delle illustrazioni cura di Luigi Di Prinzio e Sergio Lironi, Padova, l’immagine di alcuni elementi di quello più recente, e delle didascalie, dove l’immagine è raccontata Comune di Padova - Studio Editoriale Programma, come la Torre di Belfredo e quella dell’Orologio, grazie a brevi ma molto precise informazioni, ed 1990, 8°, pp. 203, ill., L. 35.000. giungendo, inoltre, ad uno stimolante confronto con una sezione con le notizie biografiche, sintetiche ed le strutture fortificate esistenti nelle zone limitrofe esaustive, degli artisti che hanno eseguito le incisio- Il volume non è una pubblicazione di tipo teori- di Portobuffolé, Castelfranco, Noale, Susegana e ni. Sia l’elenco delle illustrazioni che le note biogra- co-critico sull’architettura bensì contiene un’esau- Collalto. fiche sono state curate da Carlo e Marcos Perini. riente campionatura degli interventi pubblici che Con questo saggio di Marco Sbrogiò viene fatto Ricordo che quest’opera, insieme alla già pubblica- l’amministrazione comunale ha affrontato nel corso un significativo passo avanti verso la ricostruzione ta Padova illustrata, fa parte della collana “città di circa cinque anni. La finalità della pubblicazione definitiva della storia antica di Mestre, una città illustrate” che lo Studio Editoriale Programma ha sta nel tentativo di contribuire alla costituzione di considerata ancora da molti senza un passato. proposto per la salvaguardia e la divulgazione della quella necessaria riforma legislativa, accanto ad Stefano Sorteni memoria storica delle città. una rinnovata azione politica, indispensabile per un Luca Parisato nuovo intervento nell’ambito dell’edilizia pubblica futura. Sempre difficile, nel panorama politico-econo- mico italiano, intervenire in questo campo e i risul- CAMILLO SEMENZATO - CARLO E MARCOS PERINI, Ve- tati espressi in tale pubblicazione non contribuisco- rona Illustrata. La città e il territorio dal XV al XX ELIO MIGLIORINI, Le dimore rurali del Bellunese. no a chiarire tali difficoltà, semmai a documentare secolo, Padova, Studio Editoriale Programma, 1990, (Immagini 1925-1955), a cura di Daniele Perco, gli innegabili sforzi significativi che la città ha 4°, pp. 206, ill., s.i.p. Feltre (BL), Centro per la documentazione della affrontato, senza la presunzione di risolvere i pro- cultura popolare, 1989, 8°, pp. 120, ill., s.i.p. blemi abitativi, ma certamente indicandone la stra- Il volume offre una selezione d’immagini della da. città di Verona e del suo territorio, una serie di Elio Migliorini, docente di geografia negli atenei Nella presentazione al volume il sindaco Paolo illustrazioni che ci permettono di compiere un viag- di Napoli e Roma, fu profondo conoscitore della Giarretta e l’on. Settimo Gottardo individuano giu- gio attraverso i secoli alla ricerca della memoria di Valbelluna, sua terra d’origine, che descrisse nel stamente nel rafforzamento degli enti locali la nuo- questa nobile città per scoprirne le sue trasforma- 1932 in un esemplare saggio antropogeografico. va svolta per una politica abitativa in Italia. L’inter- zioni, riconoscerne le radici romane, il medioevo Nel 1969 pubblicò con A. Cucagna, presso Olschki, vento dell’arch. Sergio Lironi delinea invece come orgoglioso, il classicismo rinascimentale, fino a La casa rurale nella montagna bellunese, una mo- la questione delle abitazioni si ponga ciclicamente giungere al romantico ottocento quando Verona, nografia frutto di attente esplorazioni, anche foto- al primo posto come problema nazionale. Una parte cosciente della propria bellezza, si darà completa- grafiche, del territorio. Poco prima di morire, della pubblicazione è dedicata ad una trattazione mente agli artisti. Una caratteristica che fa onore Migliorini donò al Centro per la Documentazione storica degli interventi pubblici nella città dal 1890 alla città è, come scrive Semenzato, “quella di della Cultura Popolare di Feltre oltre 1000 foto in – dagli interventi nel quartiere Portello alle case sapersi rinnovare senza rinunciare alle eredità più bianco e nero delle case contadine, da lui ritratte tra popolari di via Bezzecca del 1910 agli inteventi care”. Caratteristica questa che permette, anche il 1925 ed il 1955. Un centinaio di quelle immagini degli anni ’20 e ’30 in piazza Castello e in via Toselli oggi, di ritrovare i secoli passati in quelle pietre. sono state raccolte da Daniela Perco in un Quaderno – fino agli inteventi degli anni ’60. Il libro offre al lettore le migliori immagini della (il 6° della serie) edito dal Centro. I fotogrammi La seconda parte del volume è dedicata ai proget- città, le più pregevoli tecnicamente anche se non si scelti riguardano gli esterni di dimore rurali bellunesi, ti degli anni ’80 e al programma di recupero edilizio tratta di un’opera per “professionisti”. Le immagini feltrine, alpagote ed agordine, con esclusione del all’interno del centro storico della città. Ampia è la e il testo, infatti, facilitano l’approccio a questo materiale relativo agli alloggi temporanei dei pasto- raccolta dedicata agli interventi diretti da parte particolare argomento rispondendo ad una esigen- ri (oggetto di una prossima ricerca di D. Perco). Si dell’ente pubblico attraverso diversi concessionari, za, oggi profondamente sentita, di riavvicinamento tratta di testimonianze irripetibili d’una realtà da via Bajardi al recupero edilizio di via Bezzecca, sentimentale e culturale alla città e al proprio terri- abitativa multiforme che fu propria d’una civiltà in al nuovo intervento di via Moretto da Brescia al torio. Il volume si apre con la bella.introduzione di grado di esprimere soluzioni architettoniche spesso quartiere Arcella fino allo splendido recupero della Semenzato a cui fanno seguito le illustrazloni della originali, sempre dignitose ed in sintonia con un corte Ca’ Lando. Sono da sottolineare i contributi di città nella prima parte e del territorio nella seconda. paesaggio modellato sapientemente dall’operosità V. Dal Piaz sul concetto di restauro a proposito di Le incisioni non sono ordinate cronologicamente umana. Ca’ Lando e di P. Brentel e R. Cartamantiglia Oggi la cultura rurale appare soffocata dalle sull’intervento edilizio operato sull’antica corte. profonde modificazioni socio-economiche che han- Antonio Mengato no portato allo spopolamento dei paesi e al degrado delle attività agro-silvo-pastorali in quota. L’edili- zia di allora è in gran parte scomparsa, o risulta snaturata da rifacimenti e ristrutturazioni troppo disinvolte. I segni di quel passato che ancora restano Enzo Bandelloni, a cura di Enrico Pietrogrande e vanno dunque studiati e – se possibile – salvati dalla Fabio Zecchin, Padova, La Garangola, 1990, 8°, pp. distruzione. Questo è l’intento principale della pub- 81, ill., s.i.p. blicazione, concepita come un omaggio all’Autore e come catalogo d’una mostra che intende tutelare e A dodici anni dalla scomparsa, in questa piccola valorizzare quanto rimane delle tipiche forme ma curata pubblicazione, vengono ricordate le ope- architettoniche rurali. Nel volumetto, le immagini re e la figura dell’ing. arch. Enzo Bandelloni da sono precedute da una breve e puntuale nota di amici e colleghi. Pierluigi Giordani nella presenta- Migliorini nella quale si dà rilievo alle peculiarità ed zione ricorda il personaggio autentico, ironico, ma alle tipologie, nonché agli elementi costruttivi e sempre rigoroso sotto l’aspetto professionale e funzionali dei manufatti contadini. Nell’economia Camillo Bianchi ci offre un ricordo dell’amico. del testo è in ogni caso la parte iconografica a farla Interessanti le ricostruzioni, curate da Enrico da padrone. Forse l’aggiunta d’un commento ad Pietrogrande, di alcune opere e progetti di Bandelloni ogni foto avrebbe conferito un respiro più ampio – dalla casa Tagliapietra al Lido di Jesolo fino alle all’opera, col rischio, però, di forzare il pensiero di strutture universitarie a Legnaro (Padova) –; viene Migliorini. evidenziato un collegamento con le tendenze Giovanni Larese architettoniche allora legate alle figure padovane più note, come quella di Daniele Calabi (cfr. C. Bianchi - V. Dal Piaz - E. Pietrogrande, D. Calabi progetti per Padova 1951-1959, a cura di E. Pietrogrande, Padova, Editoriale Programma, 1988), e con Mario Ridolfi a livello internazionale.

42 Il breve contributo di Fabio Zecchin ricorda Musica - Teatro musicali in facsimile o in trascrizione moderna, l’eredità culturale del maestro scomparso, sottoli- percorrendo uno spazio temporale che va dal neando come negli anni attorno al 1976 gli interessi duecentesco Officio ritmico antoniano di Giuliano di Bandelloni si rivolgessero all’architettura rurale Storia della musica al Santo di Padova, a cura di da Spira (in una fonte trecentesca per la prima volta veneta, prima che tale argomento divenisse d’inte- Sergio Durante e Pierluigi Petrobelli, Vicenza, Neri riprodotta in facsimile) alla realizzazione resse dominante. Ricordiamo come sia E. Pozza, 1990, 4°, pp. XVIII-390, ill., L. 120.000. ottocentesca di Oreste Ravanello del transito e inno Pietrogrande che F. Zecchin svolgono la libera antoniano Ex gratulemur. professione e l’attività di cultori presso la Facoltà Nel 1977 l’editore Neri Pozza affrontava per la In conclusione, se per un verso il volume fa il d’Ingegneria dell’Università di Padova. prima volta, nel quinto volume della collana “Fonti punto sugli studi musicologici antoniani, per l’altro Luigi Boscardin e studi per la storia del Santo a Padova”, la – complice anche l’allettante appendice – testimo- problematica musicale veneta e antoniana pubbli- nia, paradossalmente, quanto poco sia stata affron- cando il regesto del materiale documentario di sog- tata questa tematica nel passato rispetto al valore getto musicale raccolto dal p. Antonio Sartori (Do- della tradizione musicale patavina e quante oppor- cumenti per la storia della musica al Santo e nel tunità di indagine offrano le sue fonti documentarie Di villa in villa. Guida alle ville venete. A visitors’ Veneto); un’autentica miniera di preziose testimo- e musicali. Guide to the Veneto Villas, a cura di Antonio Canova, nianze che non mancò di stimolare la ricerca Francesco Passadore Treviso, Canova, 1990, 8°, pp. 244, ill., L. 70.000. musicologica. Il nuovo volume – decimo della col- lana – ne riprende il soggetto, questa volta dalla Come è riportato nel primo capitolo del presente parte dell’intepretazione delle fonti documentarie volume, la nascita nel XV secolo della tipologia musicali, facendo tesoro non solo di quell’apporto della villa sul territorio veneto è testimonianza di archivistico ma anche delle acquisizioni e degli MARIA GIOVANNA MIGGIANI, Il fondo Giustiniani del vitalità, luogo di arte e cultura e reddito economico. studi realizzati nel secolo che ci separano dal Conservatorio “Benedetto Marcello”. Catalogo dei Infatti la villa è dimora della ricca borghesia e pionieristico studio di Giovanni Tebaldini edito nel manoscritti e delle stampe, Firenze, Olschki, 990, aristocrazia veneziana, sempre più incline a conso- 1895, L’archivio musicale della cappella antoniana 8°, pp. LVI-616, L. 138.000. lidare il proprio potere con la rendita fondiaria e il in Padova. Illustrazione storico-critica. Sebbene, controllo dell’attività agricola (controllo politico- come afferma uno dei curatori (Sergio Durante), la Terzo della collana pubblicata dall’editore istituzionale del territorio agricolo veneto). La real- pubblicazione si adegui “solo parzialmente alla Olschki dedicata ai Cataloghi dei fondi storici della tà veneta si distingue nettamente dal concetto di domanda oggi prevalente sul mercato musicologico”, biblioteca del Conservatorio di musica “Benedetto villa del centro-nord intesa solo come luogo di riferendosi a scelte di impostazione e scientifiche Marcello” di Venezia, il poderoso volume che qui si svago e di cultura; l’impianto base della villa veneta, dovute alla lunga gestazione dell’opera e, probabil- presenta contiene il catalogo delle opere musicali derivato dall’abitazione veneziana, è un grande mente, anche alla veste editoriale più consona al manoscritte e a stampa raccolte a palazzo Trevisan vano centrale da cui si dipartono fabbricati laterali libro d’arte con peculiarità di strenna e a scelte dalla famiglia Giustiniani delle Zattere – una delle rustici per la sistemazione degli attrezzi agricoli e iconografiche e tipografiche tutt’altro che in linea più prestigiose di Venezia – all’incirca tra il ’700 e per la monda delle messi. La villa è, inoltre, luogo con la tradizione dell’editoria musicologica, l’ap- il 1949, anno in cui il fondo fu donato al Conserva- d’incontro degli artisti e umanisti veneti. porto scientifico è indubbiamente di grande valore. torio di musica “Benedetto Marcello”. Le caratteristiche stilistiche della villa cambiano Infatti, nonostante qualche comprensibile Nell’accurato studio introduttivo – un nuovo, a seconda dell’epoca. Vi è uno stile gotico (nel défaillance, viene finalmente per la prima volta prezioso tassello utile per la ricostruzione della volume ampliamente documentato con riferimenti tracciata un’immagine complessiva della cappella storia del gusto e delle tendenze musicali veneziane alle costruzioni del periodo) gradatamente sotto l’aspetto istituzionale, repertoriale e storico tra il ’700 e l’800 – l’Autrice tratteggia le caratteri- soppiantato dallo stile rinascimentale, corredato musicale che la bibliografia specialistica, costituita stiche di quest’ampio ed eterogeneo fondo musica- anch’esso da vari richiami all’architettura esistente; da articoli spesso ospitati in sedi di non facile le, che, formatosi nel tempo e destinato ad uso interessanti le annotazioni fatte per il barocco e il individuazione e reperimento, non può rendere. privato, non ha un orientamento preciso. Sulla for- classicismo dell’epoca barocca. Il volume si articola in tre sezioni. La prima mazione dell’archivio influirono, inoltre, non solo i È inoltre da sottolineare l’ampio servizio foto- (L’istituzione, i musicisti, il repertorio, gli strumen- gusti personali dei membri della famiglia Giustiniani grafico a colori che permette al lettore di ritrovare e ti) propone una visione diacronica della storia della che via via contribuirono ad arricchirlo, ma anche i identificare le caratteristiche architettoniche delle cappella dalle origini sino al nostro secolo ad opera lasciti di Paolo Pera, dal 1809 al 1833 maestro di ville venete, le stesse esportate in molti paesi dal- di Antonio Lovato (dalle origini al Quattrocento), musica della famiglia, e di Marchiò Balbi, nobile l’attività degli artisti italiani all’estero e dallo studio Jessie Ann Owens (Cinquecento), Arnaldo Morelli musicista veneto. delle opere degli artisti stranieri in Italia. (Seicento), Maria Nevilla Massaro (Settecento) e Oltre a queste due donazioni, di indubbia rilevanza Ottima guida per scoprire, nel dolce paesaggio Elisa Grossato (Otto-Novecento), senza peraltro quantitativa, come precisa Maria Giovanna veneto, un interessante itinerario. tralasciare le vicissitudini legate agli organi della Miggiani, il fondo acquisì anche pezzi appartenuti Basilica studiate da Oscar Mischiati. Ne emerge, alla raccolta della contessa Giulia Osia, all’incirca Mara Scarso nonostante le molte e aspre controversie che ne tra la fine del ’700 e i primi anni del secolo seguente, segnarono la storia, una cappella inferiore solo alle altri ancora provenienti da casa Tiepolo, imparenta- massime cappelle italiane (S. Pietro a Roma e S. ta con i Giustiniani e, con buona probabilità, una Marco a Venezia), ma molto prossima come orga- parte dell’eredità Suarez. nici e impegno repertoriale a istituzioni delle di- Anche l’archivio teatrale del teatro di San Moisè mensioni di S. Petronio a Bologna: nel XVII secolo, può essere considerato, a detta dell’Autrice, come ad esempio, la cappella poteva contare su un orga- una possibile fonte degli esemplari musicali presen- nico di circa trenta esecutori. La seconda parte ti nel fondo. Come è noto, le vicende di questo teatro (L’ambiente musicale antoniano fra Padova e l’Eu- si intersecarono con quelle dei Giustiniani a partire ropa) si distingue per l’impostazione sincronica dal 1792, quando la famiglia ritornò in possesso centrata su quei personaggi ed istituzioni settecen- dello stabile. Responsabile dell’impresa del San teschi che hanno dato alla cultura musicale antoniana Miosè per circa dodici anni, dal 1794 al 1806, fu il un respiro addirittura transalpino quali Giuseppe violinista bresciano Antonio Capuzzi che via via si Tartini, la cui parabola artistica viene elegantemen- avvalse della collaborazione di altri musicisti. Du- te tracciata dalla verve della penna di Pierluigi rante questo periodo Capuzzi “intraprese con gran- Petrobelli. Le ricerche armoniche di Francescantonio de determinazione una politica tesa ad incrementare Callegari, Francescantonio Vallotti e Giordano l’ascolto ed il consumo di musica strumentale” che Riccati e i loro rapporti con teorici e studiosi, tra i era ben eseguita dall’orchestra del teatro, pur propo- quali spicca il nome dell’onnipresente padre Martini, nendo un repertorio che “lasciava a margine le più sono indagati da Patrizio Barbieri; quindi le vicende recenti esperienze europee”. dell’accademia, retta dal mecenatismo del marche- In questo “insieme ampio ed eterogeneo di testi se Giuseppe Ximens che gravitava tra la cappella – con caratteristiche più vicine all’archivio che ad antoniana e le più illustri personalità dell’Europa una collezione – possono essere riconosciuti alme- musicale, sono studiate da Paolo Cattelan. Una no due elementi qualificanti e comuni attinenti alla corposa appendice raccoglie significative fonti presentazione esteriore”: l’aspetto d’uso dei pezzi

43 ne fonti databili tra la seconda metà del ’700 e i primi storia dei due fondi, inoltre la presenza della tabella decenni dell’800; la seconda, più recente, si compo- delle filigrane conferma il lavoro di ricerca svolto ne di materiale secondo-ottocentesco. Alla prima con particolare cura e pazienza come testimoniano serie fa riferimento il volume edito nell’89 Liceo- anche i corposi apparati bibliografici e i riferimenti Società Musicale Benedetto Marcello: si tratta di documentari. manoscritti raccolti nella Biblioteca del Liceo tra il Nadia Nigris 1877, anno in cui essa fu fondata, e il 1895, anno in cui il Liceo divenne Civico e il Municipio acquisì la Biblioteca. La seconda raccolta è invece descritta nel volume Il fondo Pascolato del Conservatorio Benedetto Marcello. STEFANO SE SANCTIS - NADIA NIGRIS, Il fondo musi- Le diverse provenienze caratterizzano il Fondo cale dell’I.R.E. Istituzioni di Ricovero e Educazione del Conservatorio all’interno del quale si distinguo- di Venezia, Roma, Torre d’Orfeo, 1990, 8°, pp. no vari filoni a seconda degli interessi dell’antico XXXVII-324, L. 45.000. possessore. I manoscritti di proprietà del nobile Dottori riguardano la musica per teatro, con partiture La pubblicazione del catalogo del Fondo Musi- di opere e pezzi sciolti prevalentemente riferiti a cale dell’I.R.E. di Venezia va ad aggiungersi ad una rappresentazioni tenutesi nel Teatro Nuovo di Pa- serie di analoghi lavori che testimoniano il rinnova- dova. Sempre in campo teatrale, compare in ben 17 to interesse di questi ultimi anni per la catalogazione fonti di arie d’opera il nome di Matilde Brusacurame e salvaguardia delle fonti storico-documentarie ita- della quale non si conosce alcun termine biografico: liane. Inoltre la pubblicazione in questione è il frutto forse si trattava di una cantante, considerata la dell’impiego di metodi e strumenti informatizzati natura delle fonti a lei riferite dal momento che i che, naturalmente, si sono dimostrati un importante del fondo, che conservano le annotazioni, le pezzi sono tutti operistici. Diversa la natura della supporto sia per la catalogazione in se stessa, sia per diteggiature e gli appunti propri dello studioso, e la donazione di Agostino Gambara, compositore e la comparazione dei dati. L’applicazione dell’infor- comune matrice veneta. Un orientamento coerente musicista dilettante, suonava il violino e la viola: si matica alla catalogazione ha visto in Italia, nell’ul- ed univoco è ravvisabile, secondo l’Autrice, soprat- tratta di musica da camera per archi che si presenta timo triennio, la nascita di parecchi progetti di tutto nei manoscritti e nelle edizioni a stampa del rilegata con una particolare cura. Il “legato Panciera” schedatura, tra cui quello per la realizzazione di un ’700 e ’800, il cui gusto, ancora legato allo stile comprende musica vocale da camera in riduzione Archivio Computerizzato Musicale Veneto classico, riflette quello degli ambienti nobiliari del per canto e cembalo e musica strumentale prevalen- (A.CO.M.), all’interno del quale sono confluiti, tra tempo: oltre al consueto interesse per il repertorio temente per cembalo. Infine il Dono Zan: ventisette l’altro, proprio i dati relativi al Fondo musicale teatrale, è dominante, infatti, la produzione stru- manoscritti, una ventina sono particelle, alcune di dell’IRE. Partendo dalla loro attività di schedatori mentale (i figli di J.S. Bach, Boccherini, Haydn, esse per il soprano Margherita Bianchi attiva a nell’ambito del progetto A.CO.M., Stefano De Sanctis Vanhal, Pleyel, Mozart ecc.), presente con forme Venezia alla fine del ’700. e Nadia Nigris, hanno realizzato un catalogo che va che richiedono un limitato numero di esecutori, La famiglia Pascolato fu molto attiva nel campo ad inserirsi nella collana “Cataloghi di Fondi musi- come si addice ad un fondo che documenta soprat- della cultura veneziana con il particolare interesse cali italiani” a cura della Società italiana di tutto un’attività famliare di Hausmusik. per la musica; a questo casato apparteneva il fondo musicologia. L’impiego dell’informatica all’inter- La preziosa ricerca di Maria Giovanna Miggiani, donato nel 1905 alla Biblioteca del Conservatorio; no del lavoro di catalogazione ha fornito – come iniziata nel 1986 con il paziente lavoro di riordino e contiene esclusivamente musica sacra, la quale “non ricorda nelle pagine introduttive al catalogo il diret- schedatura, è sfociata in un catalogo comprendente appartiene al più puro periodo dell’arte, ma non è tore del progetto A.CO.M. – la possibilità di “opera- ben 672 manoscritti e 160 opere a stampa tra com- priva di valore per lo meno storico, e fu l’opera zioni di controllo incrociato e attribuzione di fonti posizioni di un solo autore, antologie di autori vari amorosa di tutta una vita” (pp. IX-X); questo testi- anonime e degli estratti”, solo partendo “da pochi e testi a carattere didattico e di teoria musicale. monia lo scarso interesse nei confronti della musica dati riportati nel manoscritto”: un catalogo quindi Molto opportunamente, data la vastità e varietà del sacra ottocentesca, epoca poco felice per questo che mette nuovamente in luce “l’accresciuta consa- materiale, il volume è stato corredato di 6 utili indici genere e allo stesso tempo la cura con cui Michele pevolezza” dell’importanza dell’apporto informatico (dei titoli e degli incipit testuali, delle forme musi- Alessandro Pascolato aveva raccolto il fondo. Il anche nei campi di ricerca musicologica. Uscendo cali, dei personaggi, dei luoghi di rappresentazione, fondo contiene fonti che, nel loro insieme, coprono all’interno di una collana di cataloghi, il lavoro di dei luoghi di edizione e dei nomi) che permettono l’intero ciclo liturgico di musicisti molto noti, spe- De Sanctis e Nigris segue ovviamente sia le consue- allo studioso di orientarsi con sicurezza all’interno cie in area veneta, come Bertoni, Furlanetto, Baldan. te norme generali che si sono stabilite per la catalo- del catalogo. L’ordinamento dei cataloghi è stato fatto per gazione da parte del R.I.S.M. (Répertoire International Senz’altro apprezzabile, infine, la scelta di forni- autore, non essendo possibile, per la peculiarità del des Sources Musicales), sia le indicazioni redazionali re le date di nascita e di morte (se note) degli autori materiale, ordinare i manoscritti per singoli piccoli dell’Associazione per la ricerca delle Fonti musicali o il loro periodo d’attività; notizie preziose, soprat- fondi. Le norme di schedatura RISM e le regole proprio per la collana “Cataloghi di Fondi musicali tutto se riferite a compositori minori la cui attività dell’ICCU (Guida ad una descrizione catalografica italiani”. rimase circoscritta a determinate zone. uniforme, a cura di Massimo Gentili Tedeschi, Il catalogo del Fondo musicale IRE offre un corpus 1980), seguite per la stesura dei cataloghi, non Emanuela Negri di 478 schede, che comprendono per la maggior trovano nelle edizioni Olschki una soddisfacente parte manoscritti (463), a cui va aggiunto un più veste editoriale. Ad esempio, come avviene in tutti esiguo numero di opere a stampa (9) e solamente 6 i cataloghi della collana, la disposizione verticale libretti d’opera. Ma vediamo che cosa si è ricavato dello spoglio dei versetti nelle composizioni sacre da questo lavoro di schedatura, per quel che riguar- (lavoro molto dispendioso) richiede un notevole da la composizione del Fondo. Leggendo la prefa- GIGLIOLA BIANCHINI - GIANNI BOSTICCO, Liceo musi- impiego di spazio; lo stesso vale anche per l’adozio- cale “Benedetto Marcello” 1877-1895. Catalogo zione a firma di Giuseppe Ellero, archivista storico ne di corpi tipografici di dimensioni eccessive e la dell’IRE, troviamo risolta l’errata supposizione, nata dei manoscritti (Prima serie), Firenze, Olschki, ripetizione del nome dell’autore. Nel caso degli 1989, 8°, pp. LII-402, ill., L. 78.000. all’inizio del secolo, per cui questo fondo musicale estratti d’opera non risulta chiara la descrizione non solo proveniva – come collocazione – GIGLIOLA BIANCHINI - CATERINA MANFREDI, Il fondo della scheda e il contenuto; nella maggior parte dei dall’Ospedaletto, ma ne avrebbe raccolto i mano- Pascolato del Conservatorio “Benedetto Marcello”. casi si tratta di una guida per il cantante. Forse scritti, frutto di quel ricco “consumo” musicale fatto Catalogo dei manoscritti (Prima serie), Firenze, sarebbe stato meglio trattare le guide come opere ad opera delle “Figlie del coro”. In realtà la maggior ° Olschki, 1990, 8 , pp. XLV-421, ill., L. 90.000. unitarie. In alcuni casi viene dato anche l’incipit parte dei manoscritti che compongono il fondo musicale del recitativo che precede l’aria, inutile ai musicale appartengono al sacerdote Giovanni I due volumi, editi rispettivamente nel 1989 e nel fini di una corretta schedatura. Gli incipit, anziché Bernardi detto Germanico, un abate vissuto tra la 1990, riguardano il cosiddetto “Fondo Originario essere inseriti nel corpo delle schede, sono raccolti fine del ’700 e la prima metà dell’800, il quale del Conservatorio”. Si tratta di un fondo composito in fondo al volume con il risultato di rendere meno raccolse una gran quantità sia di musica da chiesa, sia per la diversa provenienza dei manoscritti sia per agevole la consultazione. sia di trascrizioni di musica operistica. Il catalogo si la loro datazione. All’interno del fondo si possono L’introduzione ai volumi presenta in modo chia- porrebbe quindi come ulteriore testimonianza di distinguere due serie di manoscritti: la prima contie- ro e approfondito le caratteristiche dei materiali e la quella realtà diffusamente attestata a Venezia, dove

44 l’impegno quale “sacerdote cantore” conviveva con dà l’indicazione della paginazione, il titolo conven- atti, Luca Zoppelli, introduce l’argomento traccian- l’interesse per il teatro musicale e l’attività didattica zionale, l’organico vocale, l’eventuale indicazione do una sintetica storia del passaggio dalla frottola al (Maestro di maniera) rivolta a cantanti d’opera. La originale relativa alla festività a cui il brano si madrigale e cerca di individuare le cause di questa figura di questo personaggio, donatore riferisce, la datazione, l’eventuale nome del copista, trasformazione, delineando un parallelo fra il nuovo all’Ospedaletto di un sì ricco fondo, poi passato la trascrizione di annotazioni significative presenti linguaggio dell’intellettuale di quegli anni (quello all’IRE, rimane tuttavia abbozzata: gli autori del nel codice ed infine l’incipit musicale. In alcuni casi raffinato ed elitario indicato proprio dal Bembo) e catalogo hanno infatti riservato, nella loro introdu- si danno le concordanze con stampe coeve (dalle quello altrettanto complesso e “astruso” della zione, maggior spazio per stendere un profilo stori- quali la composizione è stata di solito polifonia madrigalistica che si oppone alla “natura- co dell’attività dell’Ospedaletto, ripercorrendo le presumibilmente copiata) oppure, nel caso di autori lezza” dell’idioma frottolistico. principali tappe evolutive di questa struttura che, dei quali esista l’edizione moderna delle musiche, Ad analoghe conclusioni giunge Antonio Vassalli sorta a scopo assistenziale già negli anni dfficili l’indicazione utile a localizzare la composizione in che individua come luogo d’origine del madrigale della peste del ’500, divenne, come per gli altri tale edizione. L’elenco degli autori cinquecenteschi musicale l’area Roma-Firenze negli anni 1515-27. Ospedali veneziani (Pietà, Incurabili, Derelitti), sede rappresentati va da grandi maestri quali ad esempio Importanti sono poi le questioni che solleva l’autore di un’intensa attività musicale svolta dalle cosiddet- Arcadelt, Rore, Andrea Gabrieli, Jachet da Mantua, relativamente alla diffusione e al repentino succes- te “Figlie del coro”. Ma la vivace attività musicale Willaert, a figure minori, legate professionalmente so del genere al di fuori di quest’area, indicando così dell’Ospedaletto – rilevano giustamente Nigris e De alla chiesa trevigiana come ad esempio Giovanni vie nuove alla ricerca. Sanctis – va spegnendosi nella seconda metà del Nasco. Molte composizioni, come ha dimostrato Di estremo interesse risulta poi l’intervento di ’700 (la cessazione definitiva delle attività musicali Bonnie Blackburn ricostruendo – sulla base dell’in- Paolo Emilio Carapezza il quale ipotizza, fornendo risale al 1791), mentre la maggior parte del fondo è ventario di D’Alessi – due codici perduti in un’otti- una copiosa serie di prove, che la fonte della poetica costituita da manoscritti che risalgono alla prima ma monografia, purtroppo ignorata dalle autrici del del Bembo possa essere costituita dall’antico tratta- metà del IX secolo. catalogo (Bonnie J. Blackburn, Music for Treviso to greco di Aristosseno, La scienza armonica. In tal Quindi ci troviamo di fronte ad un catalogo che Cathedral in the Late Sixteenth Century. A caso alla base delle Prose della volgar lingua (1525), non fornisce nuove testimonianze sull’attività Reconstruction of the Lost Manuscripts 29 and 30, finora generalmente ritenuta come scuola di una dell’Ospedaletto, ma piuttosto lo specchio della vita London, Royal Musical Association, 1987), sono teoria di un linguaggio particolarmente funzionale musicale vissuta dall’abate Bernardi nella Venezia state copiate nei manoscritti da stampe coeve. Inol- alla musica, starebbe proprio una dottrina musicale. del primo Ottocento. Un catalogo non per questo tre non di rado il testo liturgico originale è stato Gino Belloni prende in considerazione due can- meno interessante da offrire al pubblico degli stu- sostituito dal copista stesso, secondo la tecnica del zonette giovanili del Bembo (dal cod. ms. venezia- diosi, convenendo con quanto scrisse a proposito di contrafactum, in base alle particolari esigenze litur- no, Querini Stampalia, VI 4) per sottoporle ad una questo fondo Taddeo Wiel nel 1914, là dove retori- giche della cattedrale trevigiana, in parte simili a rigorosa analisi stilistico-metrica dalla quale risulta camente intonava: “Non sarà opera di mente illumi- quelle del rito aquileiese. lo sperimentalismo metrico del letterato le cui origi- nata e geniale, opera meritoria, quella che farà In appendice al catalogo sono riportati i due ni, secondo il Belloni, vanno ricercate nella tradi- conoscere l’Archivio, e ne faciliterà l’accesso e lo inventari tardo cinquecenteschi del fondo musicale zione poetica italiana due-trecentesca, nel Poliziano studio?”. della cattedrale, già trascritti da D’Alessi, oltre petrarchista e negli apporti della contemporanea Carlida Steffan all’inventario dello stesso D’Alessi, purtroppo ri- lirica spagnola. Notevole per l’ampiezza e la ric- portato senza gli incipit musicali delle composizio- chezza di dati è la bibliografia posta alla fine dell’ar- ni contenute in codici perduti, incipit che avrebbero ticolo. permesso di stabilire eventuali, importanti concor- Maria Giovanna Miggiani nel notare che la Mu- danze. Infine, relativamente ai manoscritti distrutti sica de messer Bernardo Pisano sopra le Canzone FRANCESCA FERRARESE - CRISTINA GALLO, Il fondo o presunti tali, una buona notizia: alcuni di essi sono del Petrarca (1520) fu la prima opera in musica ad musicale della Biblioteca Capitolare del Duomo di stati recentemente rinvenuti da Michele Pozzobon, utilizzare testi petrarcheschi, dando così l’avvio ad Treviso, Roma, Torre d’Orfeo, 1990, 8°, pp. XXVII- gravemente danneggiati dalle fiamme, ma forse una tradizione che sarebbe durata per più di un 395, L. 48.000. restaurabili: viene data notizia di tale ritrovamento secolo, mette in evidenza il fatto che Bernardo nel catalogo e nella recensione dello stesso Pozzobon Pisano, oggi noto più che altro proprio come musi- Uno degli aspetti più frustranti per lo storiografo alla citata monografia della Blackburn pubblicata cista, fu anche filologo. Infatti pubblicò nel 1522 musicale che voglia indagare il repertorio di singole nel n. 8 del periodico musicologico “Early Music un’opera di Apuleio, dedicandola a Filippo Strozzi, istituzioni musicali dei secoli XV e XVI è costituito History”. e postillò dei poeti classici, rivelando dei legami con dalla perdita o dalla dispersione degli archivi musi- Paolo Cecchi i circoli umanistici fiorentini più all’avanguardia cali di moltissime cappelle, anche di grande impor- dell’epoca. tanza come ad esempio la Basilica di S. Marco a L’intervento di Luigi Lera è l’unico che prende Venezia. Importanza fondamentale assumono quindi direttamente in esame l’aspetto prettamente musi- quegli archivi che ci sono giunti almeno parzial- cale del madrigale. Nell’esaminare Il Primo libro a mente intatti, siano essi di istituzioni ecclesiastiche Le origini del madrigale, Atti del’incontro di studio quattro voci di Jacques Arcadelt – pubblicato attor- di grande prestigio musicale come ad esempio la (Asolo, 23 maggio 1987), a cura di Luca Zoppelli, no al 1538 – Lera ne rileva alcuni modelli cappella Sistina a Roma, S. Petronio a Bologna e il Asolo (TV), Quaderni asolani, 1990, 8°, pp. 128, ill., individuabili nelle coeve chansons francesi, in par- Duomo di Ferrara, o di chiese di centri di media s.i.p. ticolare quelle del secondo libro pubblicato importanza come la Chiesa di Casale Monferrato e dall’Attaignat nel 1536, nella frottola e in alcuni la Cattedrale di Treviso. In omaggio alla città che ospitava l’incontro di tratti della musica sacra di Josquin, suo maestro. La pubblicazione del catalogo di quest’ultima studio – Asolo, in cui è ambientato il famoso trattato Infine Paolo Mazzinghi tratta dei rapporti fra istituzione è quindi un evento importante, benché il sull’amore di Pietro Bembo, Gli asolani (1506) Andrea Calmopoeta – commediografo e attore – e la patrimonio di musiche polifoniche della chiesa appunto – la quasi totalità degli interventi verte musica, rapporti che risultano essere di vari tipi, trevigiana, sopravvissuto a quattro secoli di traver- sull’aspetto letterario del madrigale cinquecentesco dall’inserzione in commedie ed egloghe di compo- sie storiche, fu in parte distrutto da un bombarda- sulla cui origine un ruolo fondamentale giocò il sizioni musicali finalizzate ad esigenze mento che colpì la citta nel 1944. Fu solo grazie petrarchismo propugnato dallo stesso Bembo. Gran- drammaturgiche, alla creazione di testi utilizzati da all’opera di Monsignor Giovanni D’Alessi, curato- de rilievo viene dato anche ad altri aspetti culturali musicisti, fra i quali vale la pena di ricordare il re e studioso appassionato del fondo della cattedra- e di contorno che pure ebbero importanti funzioni ferrarese Ludovico Agostini. le, che una parte consistente dell’Archivio fu salva- nella formazione e diffusione del genere. Si tratta in conclusione di un’opera il cui impe- ta dalla distruzione. D’Alessi inoltre, con rara Più che di una raccolta di saggi che da varie gno fondamentale sembra essere quello di voler preveggenza, aveva schedato prima del 1944 tutto il prospettive analizzano il tema dell’incontro, si trat- cogliere da una prospettiva interdisciplinare il più fondo capitolare, cosicché è oggi possibile conosce- ta delle trascrizioni delle relazioni orali che conser- ampia possibile un fenomeno letterario e musicale re almeno sommariamente il contenuto dei codici vano pertanto, anche in questa sede, un carattere di grande importanza storica, il madrigale appunto, distrutti. Il catalogo riporta lo spoglio di cinque non definitivo bensì interlocutorio e spesso sulle cui origini molto si continuerà a dire in seguito, manoscritti di canto piano, tra i quali un importante apportatore di nuove prospettive di ricerca. Alla anche proprio grazie ai suggerimenti e agli indirizzi antifonario trecentesco, e di una ventina di mano- fine del volume viene riportata la discussione, an- di ricerca emersi in questo incontro di studi. Questo scritti polifonici, dei quali solo undici appartengono ch’essa ricca di spunti e proposte nuove, che seguì costituisce il maggior merito di questi Atti. Va però al primitivo corpus cinquecentesco, e nove stampe l’esposizione delle relazioni. anche notato che alcuni dei problemi emersi durante anch’esse del XVI secolo. Di ogni composizione si Il primo intervento, dello stesso curatore degli la discussione o l’esame delle questioni possono trovare una soluzione anche nella presa di contatto

45 diretta con le fonti musicali, poco (per non dir nulla) canale, quello che passa sul retro del teatro. considerate negli interventi. Per esempio, imposta- La nuova Cronologia evidenzia ancora una volta re il problema delle origini come passaggio dalla quale parte il Teatro La Fenice ha avuto nella storia pratica essenzialmente monodica della frottola – la del teatro d’opera italiano ed internazionale, scrittu- cui troppo semplicistica definizione “omoritmica, rando i più grandi compositori, librettisti, cantanti, prevalenza della voce superiore, regolarità strofico- scenografi, strumentisti e coreografi in ogni epoca sintattica” (p. 10) si sente sostanzialmente presente della sua secolare vicenda. La Cronologia degli in molti interventi – a quella polifonica madrigalistica spettacoli, scaturita dal vaglio del nominato Archi- prescindendo da un’analisi dei documenti musicali vio, non si limita a fornire un seguito di titoli e date; (assai più complessi e ricchi di apporti delle astratte a tale dettagliata sequenza, che rimane comunque definizioni letterarie) pare a volte deviante, in quan- l’obbiettivo principale di un lavoro del genere, si to evita la considerazione di tutta una produzione aggiunge un insieme di informazioni nel tentativo musicale italiana che sta cronologicamente e di riproporre ogni dato nel suo proprio contesto. È in stilisticamente tra quella frottola e il madrigale nelle tale atteggiamento che i veneziani Girardi e Rossi sue prime manifestazioni. Mi riferisco, per esem- hanno superato l’impostazione metodologica di re- pio, alle villotte venete del famoso Apografo mar- centi pubblicazioni compilate da altri colleghi in ciano, ai canti carnascialeschi fiorentini, alle prestigiose occasioni quali il bicentenario del Tea- chansons del Petrucci (l’Odhecaton, i Canti B e C), tro alla Scala e del Teatro Regio di Torino. alle frottole protomadrigalistiche, alle stesse com- Nell’intento di ricostruire un quadro storico uni- posizioni di Bernardo Pisano, alle frottole su testi tario che si rifacesse il più possibile a tempi e modi latini – importanti sedi sperimentali di ritmica lega- di produzione della civiltà musicale veneziana, la ta alla metrica – e ad alcuni codici fiorentini databili materia, innanzitutto, è stata ordinata per stagioni. 1520, contenenti dei veri e propri madrigali, la cui Tale criterio di redazione consente agevolmente di indagine oggi in corso è stata menzionata anche nel seguire rapporti con consuetudini e storia della città; corso della discussione riportata in questi Atti. ad esempio, sin dai primi anni di vita del teatro è Licia Sirch stata la stagione di Carnevale, poi di Carnevale- Quaresima, ad assumere maggiore consistenza ri- guaggio, della librettistica, delle tipologie del suono spetto ad altre, Ascensione, Primavera o Autunno e del canto; e ancora le connessioni con la cultura, che in genere seguivano nell’ambito dello stesso la committenza pubblica e privata, pervenendo quin- anno. Scelta degna di encomio per i nostri autori è di alla qualificazione dei generi, alle relative pole- miche dibattute nel campo della pura erudizione e MICHELE GIRARDI - FRANCO ROSSI, Il Teatro La stata quella, finalmente, di non tenere distinte nel volume tre successive compilazioni per opere, balli talvolta in quello professionale”. Fenice. Cronologia degli spettacoli 1792-1936, Il contributo di Lina Urban Padoan, Dalla Venezia, Albrizzi, 1989, 4°, pp. XXXI-491, s.i.p. e concerti come spesso è accaduto, bensì di avere concepito una sola Cronologia che classificasse “momaria” alla “mascherata”: lo spettacolo pub- ogni spettacolo svolto negli spazi del Teatro La blico a Venezia nel Cinquecento, prende in esame la La ricostruzione del proprio passato attraverso la pluralità di spettacoli pubblici che venivano generi- compilazione di una cronologia è in genere la prima Fenice; tale prospetto unitario ha compreso infatti le serate delle adiacenti Sale Apollinee come anche camente denominati momarie e che avevano un iniziativa cui provvede un teatro in vista di una carattere spiccatamente politico-celebrativo, o allu- ricorrenza importante. Ciò corrisponde a quanto è importanti iniziative che, pure se svolte fisicamente fuori del teatro, sono state organizzate sotto l’egida devano a fatti di cronaca, oppure facevano parte avvenuto in occasione dei festeggiamenti per i 200 integrante delle feste carnevalesche del zioba graso. anni del Comunale di Bologna, i 200 anni del Teatro della Società proprietaria: per citare un solo esem- pio, è il caso di una esecuzione della Messa di Manlio Cortelazzo (Canzoni plurilinguistiche a Ve- alla Scala, i 200 anni del Teatro Regio di Torino nezia nel XVI secolo) illustra alcuni aspetti del rispettivamente nel 1963, nel 1978, nel 1988; analo- Requiem di Verdi avvenuta in Piazza San Marco con un complesso di 500 esecutori o di una confe- mistilinguismo di alcuni tipi di componimenti poe- gamente il Teatro La Fenice, con il necessario tici in auge nella Venezia cinquecentesca, stretta- anticipo, ha promosso l’iniziativa in vista del pro- renza di Tommaso Marinetti al Palazzo della Ragio- ne di Padova, organizzate nell’ambito del Terzo mente legati all’intonazione musicale, in alcuni casi prio bicentenario che scadrà nel 1992. Il lavoro si anche nell’ambito di rappresentazioni teatrali. In articola in due tomi, il primo, Cronologia degli Festival Internazionale di Musica. Per ogni Stagio- ne è stato ricostruito il calendario che, riproducendo particolare l’autore ritorna sul plurilinguismo veneto- Spettacoli, 1792-1936, è in libreria mentre il secon- greco che caratterizza le greghesche (quasi tutte, do, comprendente gli anni dal 1936 al 1992 uscirà i dati delle singole locandine, permette di sapere, giorno per giorno, ciò che avveniva in teatro, quale quelle oggi note, opera di Antonio Molino) e sulle allo scadere della ricorrenza. relative intonazioni musicali, tema per altro già Quale fonte primaria per la loro meticolosa com- opera si rappresentava, unitamente a quale ballo e con quali interpreti. A fissare ulteriormente l’attivi- ampiamente trattato in un fondamentale saggio di posizione, gli autori Michele Girardi e Franco Rossi Paolo Fabbri (“Rivista italiana di musicologia”, XI, hanno assunto l’Archivio del Teatro. Altre pubbli- tà del teatro nella vita dell’esigente pubblico vene- ziano contribuisce un dettagliato apparato di note 1976, pp. 182 sgg.). cazioni sullo specifico argomento non hanno avuto Un’indagine sull’impiego della musica soprat- la funzione di vere e proprie fonti, senza per questo che per ogni serata informa di aspetti mondani quali la frequente presenza di ospiti illustri, nonché di tutto nell’ambito di rappresentazioni teatrali e sce- aver mancato di fornire utili ragioni di confronto; ci niche nelle accademie venete costituisce il tema del si riferisce alla cronologia di Sandro Dalla Libera. relazioni con avvenimenti di cultura, di cronaca e di storia veneziana. contributo di Ivano Cavallini (Le Accademie venete L’ottimo stato di conservazione in cui si trova il del Rinascimento tra musica e teatro): interessanti materiale documentario ha permesso di esplorare Fortunato Ortombina in particolare alcune notazioni sul contesto cultura- questi duecento anni di attività in aspetti tanto le entro cui si inscrivevano musica e rappresenta- propriamente artistici quanto dell’articolatissimo zioni sceniche nell’ambito accademico veneto e apparato contabile: l’archivio conserva infatti sugli intendimenti teorici in campo teatrale di taluni partiture autografe, libretti, locandine, carteggi, li- intellettuali attivi nelle accademie citate, come ad bri paga, inventari, almanacchi, documenti che ri- AA.VV., Il diletto della scena e dell’armonia. Tea- esempio Luigi Groto, del quale è riportata un’inte- velano lo spessore di una grande impresa, privata tro e musica nelle Venezie dal ’500 al ’700, a cura ° ressante lettera dove il letterato illustra la sua visio- sino al 1936, in cui all’originalità della promozione di Ivano Cavallini, Rovigo, Minelliana, 1990, 8 , ne della funzione drammaturgica dell’intermedio. artistica corrispondono una attenta e dinamica am- pp. 321, ill., s.i.p. Ai rapporti tra la teoria drammaturgica tardo ministrazione. E senz’altro degna di una grande rinascimentale e la Poetica di Aristotele, considera- impresa è la storia del Teatro La Fenice sin dalle Il presente volume raccoglie una serie di saggi a ti alla luce delle polemiche sul Pastor fido, è dedi- vicende che ne precedettero l’inaugurazione, quan- carattere letterario, storico e più strettamente cato il bel saggio di Giancarlo Cavazzini (Padova e do la Nobile Società proprietaria, estromessa dal musicologico che sviluppano temi e indagini trattati Guarini: la Poetica di Aristotele nella trattastica Teatro di S. Benedetto, decise di erigere un nuovo nel corso di tre seminari estivi dal 1986 al 1988 drammaturgica prebarocca). Musica, teatro e de- teatro, l’ottavo di Venezia, che per grandezza e presso il Conservatorio di Adria. La storia dello vozione in Dalmazia sono invece i temi dei saggi di prestigio avrebbe dovuto eclisssare tutti gli altri; spettacolo nei domini della Serenissima dal ’500 al Vjera K. Katalinìc e Stanislav Tuksar (Dalmatia in ottenuta la concessione, in soli 27 mesi il teatro fu ’700 costituisce il filo d’Arianna che unisce i contri- the16th Century and Music in its Theatre e A inaugurato nonostante i lavori di demolizione ne- buti del volume, nei quali, con spirito Historical Example of Celebrating Patron in cessari ed addirittura l’esigenza di aprire un nuovo interdisciplinare, “si analizzano i caratteri del lin- Music: “Della solenne festa di S. Biagio, protettore

46 di Ragugia”), mentre il contributo di Marco Di personaggio nelle diverse commedie. Come attra- Pasquale, Annotazioni sull’impiego degli strumenti verso il mix linguistico egli vuole evidenziare la sua musicali nel teatro padano del cinquecento, prose- visione della vita, così attraverso il medesimo per- gue l’indagine dell’autore sull’organologia e la prassi sonaggio egli vuole approfondire l’umanità del ca- esecutiva strumentale cinquecentesca, particolar- rattere in tutte le sue sfaccettature. mente incentrata sull’attività di quel formidabile Ronald Ferguson, a questo proposito, ha sottoli- laboratorio di “strumentalità” che fu l’Accademia neato le difficoltà che si incontrano a tradurre filarmonica di Verona. Ruzante. Egli sostiene che bisogna ricorrere ad Al teatro d’opera e alla librettistica dell’oratorio- alcuni espedienti per poter restituire sulla pagina la azione sacra seicentesci e settecenteschi sono infine vivacità e il registro del pavano. I linguisti ruzantiani dedicati i saggi di Maria Girardi (Da Venezia a devono adeguarsi a situazioni linguistiche Vienna: le “facezie teatrali” di Nicolò Minato, con contemporane, il più possibile parallele se vogliono in appendice un elenco di drammi in musica e degli essere fedeli ai testi originali. In tal modo il altri lavori teatrali di Minato rappresentati a Vene- bergamasco verrà tradotto (per il pubblico anglofono) zia e a Vienna tra il 1650 e il 1730), di Carlo Vitali con la parlata scozzese – Londra è per gli scozzesi (Difficili esordi di Galuppi operista: una fonte la Venezia per i bergamaschi. precoce) e di Giorgio Mangini (Le azioni sacre di Con questa riuscita iniziativa, ormai alla sua Metastasio: conservazioni del testo e varianti seconda edizione, il Comune di Padova intende dare librettistiche). una giusta dimensione ed una giusta collocazione Paolo Cecchi storico-sociale alla figura di questo importante ope- ratore culturale vissuto nel ’500, per troppo tempo relegato ad un ruolo secondario o addirittura dimen- ticato al di fuori delle mura cittadine. Paola Rolletta Il Convegno internazionale di studi sul Ruzante, a cura di Giovanni Calendoli e Giuseppe Vellucci, Dagli atti si rileva che i caratteri dei personaggi, Venezia, Corbo e Fiore, 1989, 8°, pp. 338, ill., s.i.p. anche se ispirati a modelli classici, sono assai più sfumati psicologicamente, in particolare rispetto ai In questo volume sono raccolti gli atti del secon- loro archetipi plautini. Così La Vaccaria e La do convegno sul Ruzante patrocinato dall’Assesso- Piovana, pur essendo rifacimenti plautini, risultano rato allo Spettacolo e Manifestazioni del Comune di più ancorate al ’500 che all’epoca dell’autore latino. Padova, sempre alla ricerca di una internazionalità Del resto in tutta l’opera di Angelo Beolco sono Letteratura culturale, e dall’Istituto di Storia del teatro e dello evidenziate le piaghe della società veneto-padana e spettacolo dell’Università di Padova, che si è svolto italiana del primo ’500. Questa realtà storica spiega in questa città il 27-29 maggio 1987. anche il clima di violenza che molto spesso caratte- AA.VV , Carlo De’ Dottori e la cultura padovana L’opera di Angelo Beolco costituisce un impor- rizza la sua opera. George Ulysse fa notare come la del Seicento, Atti del convegno di studi (Padova, tantissimo patrimonio culturale totalmente pavano guerra e le sue conseguenze, l’ingiustizia dell’orga- 26-27 novembre 1987), a cura di Antonio Daniele, che interessa oramai il mondo intero, come dimo- nizzazione giuridica e sociale, l’odio tra poveri e Padova, Accademia patavina di scienze, lettere e stra la nutrita partecipazione di studiosi ed esperti di ricchi, la crisi religiosa, alimentano il clima di arti, 1990, 8°, pp. VIII-376, s.i.p. varie nazionalità che si sono avvicendati nel corso violenza perfino in quelle opere la cui tensione a delle giornate. prima vista sembrerebbe derivare dal motivo squi- Nel novembre 1987, organizzato dall’Accade- I primi due interventi sono stati dedicati ai ricordi sitamente tradizionale della rivalità amorosa. Se si mia patavina, si è svolto a Padova, in occasione del di due grossi personaggi che tanto hanno contribu- analizza la parola sgrigno, “figlio del riso” come terzo centenario della morte, un convegno su Carlo ito alla conoscenza e alla valutazione dell’opera dice Beolco, si capisce come la violenza sia espressa de’ Dottori (1618-1686). Personaggio di rilievo ruzantiana: Ludovico Zorzi e Mario Baratto. Gio- in modo provocatorio. della cultura padovana e veneta, è considerato an- vanni Battista Pellegrini dell’Università di Padova Ruzante attraverso lo sberleffo schiaffeggia e che una figura importante della letteratura italiana ricorda Ludovico Zorzi studioso, traduttore e com- denuncia le storture, i malcostumi e i “peccati” etici del Seicento. mentatore di testi teatrali pavani, e la sua prima del suo tempo. Il fortore liberatorio della sua parla- L’Aristodemo (1657), per esempio, è ritenuta una prima raccolta completa su Ruzante (Ruzante. Tea- ta, la sonorità aggressiva del dialetto, le beffe della delle migliori tragedie italiane dell’epoca. Della sua tro, Torino, Einaudi, 1967); e Cesare Molinari del- vita, anzi che quelle delle commedia, e le voglie abbondante produzione letteraria, L’Asino (1652), l’Università di Firenze Mario Baratto, studioso e elementari di quei volti rustici hanno da sempre poema eroicomico sulla lotta tra padovani e vicentini, ambasciatore di Ruzante a Parigi che riconosce in affascinato le platee, ma non bisogna dimenticare è considerato l’altra sua opera più importante. Ruzante quella linea antirinascimentale del grande che Ruzante era pienamente cosciente della portata Il convegno, di cui nel settembre 1990 sono usciti Rabelais. della sua “rivoluzione”. Egli si ribella al fiorentino, gli atti, ha consentito “un’indagine – scrive Antonio Ruzante (colui che ruzza, che gioca) è uno scrit- al decorativismo fine a se stesso delle corti, al Daniele nella premessa – sufficientemente detta- tore tipicamente pavano e nel contempo tipicamen- Rinascimento oleografico per portare sulla scena in gliata dello scrittore e della sua epoca, che può te italiano – egli stesso si autodefinisce “Pavan e de maniera ironica e gioiosa quei moti di riforma che giovare a far luce, pur da un osservatorio ristretto e Tralia” – ma è soprattutto un operatore culturale che tanto si reclamavano a voce bassa. La sua maestria, provinciale, sull’evolversi della poesia moderna ha radicalmente influenzato la cultura teatrale ita- come fa notare il convegno, è proprio nel bilanciare italiana, nel periodo che vede lentamente attenuarsi liana ed europea. sulla pagina e sulla scena, egli stesso era attore, la l’esperienza del petrarchismo e l’affermarsi del Intorno al XV secolo e agli inizi del XVI gli attori violenza reale e la parodia comica. Ecco perché ad barocco più spinto”. recitavano isolati o in piccoli gruppi che dopo la una lettura più attenta le sue commedie, anche Un’indagine storico-critico-letteraria viene com- rappresentazione si scioglievano. Essi operavano quando finiscono in farsa ridanciana, lasciano l’ama- piuta negli interventi di Guido Baldassarri, Antonio all’interno di due situazioni ben distinte: c’erano i ro in bocca. Si giustifica in tal modo anche l’uso del Daniele, Giovanni Pellizzari, Paolo Getrevi, Gior- comici di professione che erano legati alla tradizio- pavano e la sua valenza ideologica. Quella lingua, gio Ronconi, Giovanni Calendoli, Fabio Orpianesi, ne della recitazione estemporanea, con frizzi e lazzi forse mai esistita come scrive Odoardo Bertani, è Achille Olivieri. Un’analisi dell’epistolario è forni- che alimentavano l’esiguo canovaccio; e gli attori vista come oggetto di riso, di marginalizzazione, di ta da Maria Luisa Doglio. Lo studio della figura di che svolgevano la loro attività alle corti dove reci- attenzione e di richiamo. Non è solo un atto d’amore Dottori viene completato con l’esame dell’ambien- tavano commedie scritte di ispirazione classica. È per la lingua materna, ma una cosciente operazione te culturale in cui era vissuto; di ciò si sono occupate Ruzante il primo a tentare con successo un’opera- ideologica. Quel suo frammisto di diverse lingue le relazioni di Marisa Milani (Gli amici pavani di zione di unione tra questi due mondi così nettamen- generiche, che poi verrà ereditato concettualmente Carlo de’ Dottori), Nicola Mangini (La situazione te distinti. Egli riesce a dare una dignità ed una dai comici dell’arte, riporta al teatro quei valori teatrale a Padova nel tempo di Carlo de’ Dottori) e compiutezza artistica alla letteratura drammatica di extra letterari presenti in lingue parlate veramente. Dante Nardo (Ottavio Ferrari e gli studi classici a origine popolare nell’ambito della quale i comici di In effetti Beolco riporta gli attori all’origine, Padova). Dell’aspetto artistico e figurativo si sono professione si erano formati. È anche il primo a dopo che essi avevano dovuto abbandonare la loro occupati Luigi Montobbio e Davide Banzato, men- usare un gruppo di attori pressoché fisso con lo schiettezza per sottostare ai rigidi canoni classici. tre Mariella Magliani ha dato comunicazione dei stesso personaggio affidato sempre allo stesso attore. Alla polivocalità corrisponde l’uso di uno stesso

47 idee”, alla sua attività di insegnante, dall’attività di Sulla attività educativa di Zanella verso gli arti- poeta a quella dell’impegno politico. Sulla scelta giani e gli operai, l’autrice è molto più cauta rispetto del sacerdozio l’autrice corregge o integra prece- a recenti rivalutazioni proposte da storici come denti interpretazioni, e afferma con sicurezza che Emilio Franzina; essa sottolinea che la preoccupa- “non ci è pervenuta alcuna prova che la sua vocazio- zione fondamentale che è alla base del pensiero ne sia stata il risultato di una decisione sconvolgen- politico-sociale zanelliano è di “mantenere una so- te”; a parte la possibile influenza della madre, resta cietà stabile”, onde “le sue proposte per il migliora- il fatto che il sacerdozio non era estraneo alla sua mento delle condizioni dei lavoratori equivalgono famiglia se già due cugini erano divenuti sacerdoti. ad una razionalizzazione dello status quo esistente Tuttavia Giacomo non scelse la normale carriera nell’Italia del secondo Ottocento”. Siamo insomma ecclesiastica, ma la via dell’insegnamento come di fronte a un filantropismo cristiano utopico e “abate”, assolvendo comunque l’obbligo di cele- infecondo di fronte ai problemi posti dal tumultuoso brare giornalmente la Messa nella chiesa della par- sviluppo economico e sociale che avviene in quegli rocchia in cui risiedette. Zanella insegnò nei licei di anni, per cui, conclude l’autrice, risulta “alquanto Vicenza (1843-1853 e 1858-1861), Venezia (1857- deludente il fatto che Zanella continui a proporre le 58) e Padova (1862-66); tenne la cattedra all’Uni- medesime idee per trent’anni: di fronte alle sempre versità di Padova fino al 1872 e nel 1877 accettò più incalzanti sfide del socialismo, e delle rivelazio- l’incarico di preside presso il Collegio delle Dame ni delle inchieste sulle condizioni sociali e indu- Inglesi di Vicenza fino al 1888, anno della morte. striali in Italia, Zanella non fu mai disposto, tranne L’autrice delinea poi, con ricchezza di particola- nel caso della tratta dei fanciulli, a battersi per ri, la vita privata e di società dell’abate, disegnando- ottenere riforme più radicali”. ne con finezza la personalità incline alla melanconia. Mario Quaranta risultati di un primo censimento delle opere a stam- Si sofferma sui rapporti con gli amici, fra cui spic- pa di Dottori. cano Fedele Lampertico (che fu suo allievo) e lo Molto interessante il profilo storico-politico-bio- scrittore Antonio Fogazzaro; né sono poco signifi- grafico tracciato da Lino Lazzarini, la cui analisi è cativi i rapporti con le donne “che rappresentavano rivolta in particolare ad indagare la figura di Dottori per lui un rifugio e allo stesso tempo lo stimolo ad in connessione alle vicende dell’Accademia dei GUIDO GUARDA, Una vocazione sofferta, Vicenza, affrontare il mondo, in particolare le donne più Nuovo Progetto, 1988, 8°, pp. 570, ill., L. 40.000. Ricovrati, della quale Dottori ha iniziato a far parte anziane”. nel 1645 all’età di ventisette anni, divenendone Nella seconda parte del volume, l’autrice parla di Curioso e forse ingrato, quello di essere morto Principe nel 1649. È uno studio in cui viene deline- Zanella politico, ribadendo che costante è stato “il troppo presto per poter sentire parlare del ruolo ato un quadro complessivo di un personaggio, quale suo interesse per la questione dell’indipendenza e dell’ambivalenza nello sviluppo della personalità Dottori, dalle molte sfaccettature. Il Dottori viene dell’unità d’Italia, per il rapporto tra Chiesa e Stato teorizzato da Freud dopo nemmeno trent’anni; tanto analizzato non solo sotto l’aspetto del letterato ma e per i problemi sociali”; problemi che erano dibat- più curioso ed ingrato laddove si consideri che anche sotto quello dell’intellettuale; di conseguen- tuti nell’ambiente cattolico vicentino: “I simpatiz- proprio nell’ambivalenza risiede il carattere salien- za vengono approfonditi i suoi rapporti con il mon- zanti per la causa italiana erano attratti da due te della vita e dell’opera di Giacomo Zanella, do politico e accademico. Il comportamento di elementi dell’atmosfera intellettuale del Seminario: ambivalenza che si esplica nel contapporsi, partico- Dottori verso il potere politico è duplice: mentre in primo luogo dal senso dell’identità nazionale, larmente doloroso per lui sacerdote, fra ragione e ricerca riconoscimenti presso corti e principi, è della italianità, fondato su una particolare interpre- fede, e da cui deriva la difficoltà di conciliare una invece indifferente a Venezia e non dimostra alcun tazione dei classici, per cui la cultura del passato era forma ed un gusto rigorosamente classici, potrem- rapporto di “devozione” verso la Dominante. vista come eredità nazionale, comune a tutta l’Italia mo quasi dire “apollinei”, con contenuti e tensioni L’ambivalenza della visione dell’intellettuale Dot- [...]. Inoltre,in quel periodo, grazie alla guida illumi- sicuramente figli del Romanticismo, finendo spes- tori viene così sintetizzata da Lazzarini: “C’è dun- nata di Cappellari, il pensiero di Rosmini e di so col far prevalere nettamente la forma sul conte- que un altro Dottori, per i suoi stessi impegni politici Gioberti aveva influenzato l’indirizzo filosofico del nuto, debolezza enorme e già chiaramente ed e culturali lontano da una mentalità cittadinesca: un Seminario”. Insomma tutta la generazione zanelliana impietosamente indicata dal Croce che aspetto che appare nella continua ricerca di rapporti partecipa dei fermenti politico-culturali del perio- semanticamente nega un reale significato persino a con principi e le loro corti. Chiusura quindi in una do; e Zanella fu costretto a lasciare l’insegnamento molti dei versi dell’ode Sopra una conchiglia fossi- cerchia locale e nello stesso tempo relazioni in a Vicenza perché il Commissario di polizia Beltrame le, da molti considerata il capolavoro del Nostro. ambito italiano ed europeo: interessi che possono diede questo inequivocabile giudizio: l’abate “non In questo ponderoso volume Guido Guarda, gior- sembrare contradditori, ma che sono propri della ispira fiducia dal lato politico perché in continua nalista e vicentino per vocazione, nell’occasione realtà contemporanea, politica e sociale, della men- relazione con persone esaltate e di princìpi avversi del centenario della morte dello Zanella, si sforza di talità e della vita di questo secolo”. al nostro Governo”. Così, ad esempio, il centenario esaminare, nel quadro più vasto di un secolo assai Cinzio Gibin della nascita di Dante costituì un’occasione per travagliato, la vicenda umana di questo sacerdote manifestare sentimenti patriottici e in questa occa- sione Zanella scrisse due saggi: Albertino Mussato o delle guerre fra Padovani e Vicentini, in cui esaltò la figura di Mussato difensore della libertà patavina ELIZABETH GREENWOOD, Vita di Giacomo Zanella, contro Cangrande, che aveva occupato Vicenza, e A present. di Giorgio Oliva, Vicenza, Neri Pozza, Dante Alighieri, ove è espressa “l’etica liberale 1990, 8°, pp. 300, ill., s.i.p. moderata”. L’autrice, insomma, considera parte dell’attività letteraria di Zanella entro questa pro- Lo studioso inglese, che insegna all’Università di spettiva patriottica. Leicester, ha rielaborato la sua tesi di laurea sotto la Diversi sono i problemi che un cattolico liberale direzione di Luigi Meneghello e ci ha così dato un (e sia pure moderato) deve affrontare dopo l’unità altro studio di Zanella, che si aggiunge a quelli usciti d’Italia, quando cioè si pone in termini conflittuali sulla scia di un anniversario particolarmente fecon- il rapporto tra lo Stato e la Chiesa. A ciò si aggiunga do, tanto da poter affermare di trovarci di fronte ad che dopo il 1866 il clero cattolico liberale vicentino un vero e proprio revival dell’abate vicentino. La fu diretto dal vescovo Antonio Farina, di stampo prima parte del volume è una rigorosa e scrupolosa nettamente conservatore. In tale situazione, i margi- ricostruzione della biografia di Zanella, condotta ni per un’azione apertamente liberale si restringono sulla base di un serio e paziente lavoro d’archivio e drasticamente e Zanella sceglie una posizione di l’utilizzazione sapiente del ricco epistolario. Ven- ripiegamento; egli “si rifiuta di drammatizzare il gono così approfonditi tutti i momenti della vita problema del potere temporale del papa – che non dello scrittore, dalla sua formazione scolastica, da viene infatti menzionato specificamente – preferen- cui risulta che compì “gli studi di filosofia e di do invece sottolineare il ruolo spirituale unificato teologia in un’atmosfera di apertura verso nuove della Chiesa”.

48 vicentino laureato in filosofia, prima docente e poi di scandagliò abissi d’angoscia e dolore inarrivabili ra gli “anti” (antimaschilismo), che non si ingabbia rettore nell’Ateneo patavino, poeta patriota e per l’estro poetico dello Zanella; forse il nostro nella pretesa di volere essere alternativa; viene “modernista”, che tanta fama godé in vita quanto è riuscì a ritagliarsi nel personaggio di prete di pro- definito invece il ruolo di queste scrittrici nella l’oblio che pare ora averlo coperto (come vincia una sua piccola faticosa serenità che gli società e nella letteratura, valutandone il contributo. puntigliosamente annota il Guarda compulsando consentì di avvicinarsi almeno un pochino di più al Inevitabilmente la condizione della donna, con ruo- vari testi scolastici), pur se già in vita voci talora miraggio della felicità. li sociali ben definiti e subalterni, diventa oggetto autorevolissime – il succitato Benedetto Croce – Si disegna così attraverso queste pagine la si- stesso del fare letteratura; l’interesse letterario si talaltra meno – Vittorio Imbriani – si levano a lhouette di un uomo che, come ha detto il Crescini salda all’impegno civile per l’emancipazione della contestare la liceità di quella popolarità. per il busto commemorativo conservato a Padova, donna: la letteratura diventa strumento di battaglia. La figura che da tale lavorio emerge, mutuata da cantò fede e scienza anelando “armonie consolatrici L’antologia, in definitiva, è un arricchimento una lettura diligente non solo della vasta e non nel tragico dissidio dell’anima moderna”; shilouette della storia letteraria e civile del Veneto e dell’Italia sempre eccelsa produzione zanelliana ma anche di solamente, ché le sfumature più intense e dolorose che viene proposto attraverso la presentazione delle documenti e testimonianze contemporanei, è quella rimangono inesorabilmente sepolte in quei tre “verni parti significative della produzione letteraria di ven- di un carattere semplice, ingenuo, entusiasta, domi- noiosamente eguali, amaramente eterni” di cui così tiquattro scrittrici venete, vissute in un arco di nato dalla madre, figura piissima di dama ancora poco ci è dato sapere ma di cui, come esseri umani, tempo compreso tra il 1400 e il 1900. settecentesca, e forse – suggerisce il Guarda – dalla molto ci è dato intuire e comprendere. Cinzio Gibin coscienza di averne deluse tante aspettative essendo Nilda Tempini incapace da una parte di aderire pedissequamente alla visione della religiosità e della vita o meglio della vita religiosa che da lei gli veniva, e dall’altra incapace di trovare in sé la necessaria forza per ILARIA CROTTI E RICCIARDA RICORDA (a cura di), riconoscere ed imporre, a sé ed a lei, una propria AA.VV., Le stanze ritrovate. Antologia di scrittrici Gasparo Gozzi. Il lavoro di un intellettuale nel autonomia di giudizio in un mondo che stava tanto venete dal Quattrocento al Novecento, a cura di Settecento veneziano, Atti del Convegno (Venezia- rapidamente e spesso traumaticamente cambiando; Antonia Arslan, Adriana Chemello, Gilberto Pordenone, 4-6 dicembre 1986), Padova, Antenore si delinea così un doloroso nodo di tensione che Pizzamiglio, Mirano (VE), Eidos, 1991, 8°, pp. 276, 1989, 8°, pp. 491, s.i.p.. esploderà, lo Zanella cinquantaduenne, alla morte L. 30.000. della madre sfociando in un importante episodio Il volume, che raccoglie gli atti di un convegno, depressivo sulla cui natura poco si sa se non che “Biasimo la monacata a forza non quelle che è scandito in quattro parti – problemi generali, tra durò tre anni e mezzo e che condusse ad una specie chiamate dalle voci dello Spirito Santo si ritirano a narrativa e giornalismo, il teatro, questioni – che di involuzione disillusa e amara, con un ripiegarsi servir Dio nei monasteri”, sono le parole di Arcangela consentono un esame pressoché completo della verso piccole cose semplici, pratiche, solide e co- Tarabotti, scrittrice veneziana vissuta tra il 1604 e il figura di Gasparo Gozzi (1713-1786) e della sua munque non più velleitarie: recede, quasi abiuran- 1652, scritte nella dedica al lettore nell’opera postu- molteplice attività in un periodo in cui Venezia si do, dalle sue posizioni di rosminiano e patriota ma La semplicità ingannata (1654). Da esse traspa- impose programmaticamente di non essere coinvol- accontentandosi di mantenere, dell’antica ribellio- re la rabbia e la sofferenza di chi, fatto molto usuale ta in conflitti armati imepegnativi. E Gasparo, che ne ad un’autorità religiosa spesso meschina e retri- all’epoca, era costretta per costume e mentalità dei non si occupò mai di vicende politiche internazio- va, il gesto significativo quanto innocuo di vestir tempi ad entrare in convento e farsi monaca. Gli nali, neanche nelle sue riviste, entro la politica “cana e velada” al posto dell’ortodossa tonaca; scritti della Tarabotti documentano la battaglia del- interna venenziana “recitò un ruolo senza dubbio da rinuncia al rettorato a Padova, laddove aveva detto: l’autrice finalizzata a “rifiutare le regole del gioco comprimario e non soltanto nell’ambito scolasti- “L’arte deve unicamente mirare all’arte, cioè al- che stavano alla base – ha scritto Madile Gambier – co”. Egli “diede un contributo non trascurabile l’espressione del bello. Se poi da quest’espressione dell’ordine sociale del tempo”. Riprendere in mano all’affermazione della linea politico-culturale del del bello nasce il conseguimento di qualche nobile le opere della Tarabotti significa ripercorrere con Procuratore di S. Marco, una linea diretta ad immet- fine, tanto meglio”, dichiarazione programmatica un’altra ottica la storia politico-sociale-letteraria tere nuova linfa nell’avvizzita tradizione civile del- che meglio di tante analisi critiche dà verosimil- del Veneto, significa riportare a galla personaggi, la repubblica aristocratica mediante un recupero mente lo spirito con cui va letta l’arte zanelliana; si fatti, reti relazionali andati dispersi o ritenuti filologico del glorioso passato, una strategia che applica con entusiasmo fanciullesco alla costruzio- ininfluenti in una ricostruzione storica del Veneto. doveva permettere di arginare la nefasta influenza ne della sua casa e scrive i 91 sonetti del ciclo Il discorso non vale solo per la Tarabotti, ma anche dei modelli transalpini”. Con queste affermazioni “Astichello”, scegliendosi il ruolo di testimone di per altre donne quali, solo per citarne alcune, Gaspara Piero Del Negro delinea in termini precisi il ruolo un “minuto mondo” campestre fatto di fiori, uccelletti Stampa, Moderata Fonte, Sara Copio Sullam, svolto da Gozzi nella vita civile e culturale della e formiche, talvolta commovente e talaltra stucche- Giustina Michiel Renier. Venezia settecentesca; si tratta di una figura di vole. L’intento del libro è proprio quello di “ampliare intellettuale che attraverso questi ventisette contri- Il Guarda percorre attentamente questa parabola – ha precisato Antonia Arslan – una conoscenza buti esce come uno dei protagonisti del periodo, esistenziale, interessandosi al contempo a quanto deficitaria o manchevole, per illuminare angoli ri- tanto da configurarsi, secondo Bruno Rosada accadeva fuori e dentro il Lombardo-Veneto con posti o segreti, o travolti dall’oblio dopo un’effime- (Gasparo Gozzi tra morale e pedagogia) come un divagazioni che incuriosiranno soprattutto il lettore ra fama, della cultura letteraria di una civiltà, quella intelletuale moderno “traduttore, pubblicista, writer, vicentino. Il libro, a mezza via fra la biografia e il veneta, attraverso i secoli”. Un approccio originale organizzatore di cultura e operatore culturale, inse- saggio critico, si articola in tre diverse sezioni perché è una storia letteraria al femminile che supe- gnate e funzionario”. dedicate rispettivamente allo Zanella “pubblico”, Su tale funzione insiste anche Gérard Luciani alla sua vicenda umana ed infine al poeta, tre piani nell’intervento su G. Gozzi cronista e animatore in realtà destinati ad intersecarsi più e più volte in un ufficioso della vita intellettuale veneziana alla fine poeta in cui le vicende ed i dissidi del mondo del Settecento. “Per tutta la vita – questa la tesi di circostante – pare sottolinearci il Guarda, rincorren- fondo – il Gozzi, rimarrà a strettissimo contatto con dosi e talora inevitabilmente ripetendosi nello svol- i tre grandi mezzi culturali che poteva conoscere il gere questo suo trittico zanelliano – si incidono ’700 veneziano: il Libro, il Teatro e la Scuola”. profondamente nella carne e nell’anima. Ovviamente in modi diversi, secondo una strategia E d’altronde le incertezze e le angosce di un culturale sapiente e via via affinata, e con una lucida secolo di grandi fermenti ed innovazioni quali sicu- consapevolezza del ruolo della stampa. Su tale ramente fu il XIX (basti ricordare l’enorme impatto aspetto si sofferma Ricciarda Ricorda (Il giornali- che ebbe la comparsa della teoria evoluzionistica di smo: la “Gazzetta Veneta”) in uno dei testi più Darwin e del Manifesto di Marx e Engels) saremmo approfonditi e persuasivi. Basterà ricordare l’im- tentati di credere che in qualche modo riuscirono a portanza che in questa rivista assumono gli annunci scivolare più dolcemente addosso allo Zanella che economici, “una novità assoluta per un periodico di non ad altri suoi contemporanei; e forse scontato ma argomento vario”. Ma è la stessa immagine del certo non banale sarà il ricordo del Leopardi de La mercante che assume connotati nuovi, quella del- ginestra e della dolorosissima tensione da lui svi- l’uomo virtuoso, onesto, pacifico, avendo – afferma luppata tra progressismo e pessimismo, quel Leo- Gozzi – “piantate nel core le massime di pietà verso pardi astorico e universale che giganteggia non solo Dio, di obbedienza verso il Principe, di onestà versi nell’ambito della letteratura italiana – forse Leopar-

49 delle caratteristiche peculiari del nuovo mezzo ri- osserva quattro anziani dell’Ospizio vaganti per la spetto ad altri strumenti (come il libro), a un giorna- strada. Alla fine il pittore nel ritrarli, capirà di aver lismo militante, come quello espresso da “Il Caffé” dipinto il suo capolavoro. Fra pini, lecci e cipressi di Milano, in cui c’è anche una concezione del Arrigo Bugiani accosta un povero, sinonimo forse giornale come strumento di crescita democratica di vecchio, quasi a voler dimostrare che la natura fa dell’opinione pubblica. Solo dopo la rivoluzione da contorno alla vecchiaia addolcendola. Succinta francese nascerà la figura del moderno giornalista di ma bella la riflessione di Antonio Baldini narrando professione, ed è stato comunque un indubbio me- che a 20 anni vedeva vecchi gli uomini di 50 anni, rito di Gasparo Gozzi averci dato, con la “Gazzetta a 30 invece quelli di 50 gli sembravano piu interes- Veneta”, un organo che rispecchia abbastanza fe- santi e simpatici. Quando ebbe 40 anni si sentì delmente i tratti di una società commerciale in “sempre meglio e più spesso d’accordo coi sviluppo, e proprio nella prosa giornalistica è stato cinquantenni” e così via intitolando la breve rifles- indicato dai critici l’aspetto più innovativo (sotto il sione La scala mobile dell’età. Delizioso il raccon- profilo stilistico e umano) del letterato veneto. to, sconosciuto probabilmente ai più, di Neri Pozza Mario Quaranta che immagina un vecchio attorno alla stufa e attorniato dai famigliari: fratello, sorella, il vecchio padre e lo zio sacerdote. De Luca non si astiene dal collocare a pie’ di pagina una nota di ringraziamen- to a Neri Pozza scrivendo: “...mentre gli italiani GIUSEPPE DE LUCA, Il buon vecchio, Vicenza, La debbono a lui quella mirabile edizione dei Vangeli Locusta, 1990, 16°, pp. 104, L. 20.000. che domani la storia ricorderà come uno dei vanti del nostro tempo, e noi la trascuriamo!”. Parole, quelle di De Luca, che sembravano preludere alle gli uomini e di probità”. Siamo di fronte, afferma la Don Giuseppe De Luca (1898-1962) fu un “prete romano”, come amava definirsi, sacerdote scomo- tante polemiche sorte scioccamente dopo la scom- studiosa, a un progetto di aggiornamento controlla- parsa di Neri Pozza . Segue il racconto di Augusto to, che intende salvaguardare i valori della tradizio- do alle gerarchie ecclesiastiche romane, alquanto solerte e attivo come scrittore, editore, studioso di Guldi che narra la morte di un vecchio. Concludono ne pur accettandone una revisione modernizzante. il volume una preghiera di John Henry Newman e il Sulle narrazioni di fatti di cronaca, di vicende di “storia della pietà”, tanto da svolgere un ruolo di primo piano in tutta la cultura italiana del ’900. Congedo di don Giuseppe De Luca. personaggi comuni di Venezia e della Terraferma, Sarà spontaneo chiedersi perché tutti i racconti e presentate sempre come storie vere, si sofferma Diresse dal 1947-48 un bollettino intitolato “Il buon vecchio” per le Piccole Suore dei Poveri. Del le riflessioni vertono sulla vecchiaia ed i vecchi; il Giorgio Barberi Squarotti (Novella come cronaca), motivo è dovuto alla volontà dell’editore-curatore il quale appunto esamina come la cronaca acquisi- bollettino uscirono soltanto sei numeri poiché, come scrive lo stesso De Luca nel Congedo riprodotto che ha voluto dedicare il volume a tutti i vecchi. Va sca “uno statuto letterario sicuro: ma senza perdere, tuttavia riconosciuto il merito a Rienzo Colla di aver proprio per l’uso delle più adeguate figure retoriche, fedelmente nel volume locustiano: “Incomincio questo bollettino da poco, e già è nella necessità di aggiunto con il presente volumetto un tassello bio- la vivacità originaria, quella che è canonicamente grafico su don Giuseppe De Luca omesso dalla riconosciuta alle vicende che hanno per protagonisti terminare [...] su tremilacinquecento invii gratuiti, appena seicentocinquanta ci hanno risposto pagan- biografia recente di Luisa Mangoni, In partibus personaggi di estrazione popolare”. Si tratta peral- infidelium. Don Giuseppe De Luca: il mondo catto- tro di una presenza effimera, perché tali narrazioni do la piccola quota. Continuare il bollettino, signi- fica sottrarre pane ai poveri...”. Già da qui si può lico e la cultura italiana del Novecento (Torino, si estinguono presto, lasciando il posto a dialoghi Einaudi, 1989). filosofici, recensioni ai libri e agli spettacoli, alle notare come il volumetto edito dalla piccola casa lettere dei lettori ecc. Insomma, la scomparsa dei editrice vicentina costituisca un contributo alla sto- Renato Zironda fatti veri raccontati lascia lo spazio ai discorsi di ria dell’editoria minore del ’900. costume e di idee, secondo una esigenza più vicina Entrando nel merito del contenuto del volume in ai gusti colti dei contemporanei. questione, il curatore Rienzo Colla propone una In Gozzi si riscontra anche una costante riflessio- serie raffinata e garbata, come è tradizione de “La Locusta”, di riflessioni sui vecchi e sulla vecchiaia NICO NALDINI, Il solo fratello. Ritratto di Goffredo ne sulle condizioni nuove della scrittura letteraria e ° sui problemi del rapporto fra il letterato, il mercato scritte da don De Luca – stupenda la riflessione sui Parise, Milano, Rosellina Archinto, 1989, 8 , pp. e il pubblico. Bartoli Anglani legge in quest’ottica nonni! – il quale in fine mette in evidenza alcuni 70, L. 14.000. Le “Lettere diverse” ovvero il pubblico come ipote- brani dell’opera di sant’Agostino “...quattro piccoli si, mentre al teatro sono dedicati sette saggi, fra cui brani, tolti dall’opera immensa di sant’Agostino, Il ritratto che Naldini ci porge dell’amico Parise segnaliamo quello di Alberto Beniscelli, I due Gozzi sono come quattro foglie rapite a una foresta...”. si sdipana sul filo della memoria prendendo a prete- tra critica e pratica teatrale, e di Nicola Mangini, Seguono poi una scelta di racconti e riflessioni – sto alcune delle lettere, accidentalmente conserva- Gasparo Gozzi, cronista teatrale. Nell’intervento collocati forse non in modo organico – sulla vec- te, di un più vasto carteggio durato più di trent’anni di Beniscelli vengono indicate con precisione le chiaia di vari autori che collaborarono al bollettino e parzialmente andato perduto; è perciò il caso diversità di scelte e di prospetttive presenti in Carlo di De Luca. Inizia Vincenzo Ceresi con una rifles- l’unico apparente criterio di scelta di questi scritti, e in Gasparo, e come quest’ultimo, specie dopo sione sul Vangelo, sostenendo come la dottrina di che talvolta ci appaiono così chiaramente indirizzati l’“avvento del dramma serio di diderottiana deriva- Gesù ha risorse tali da dare alla vecchiaia “il volto all’esclusiva attenzione e comprensione dell’amico zione, si rinserri in un ostile distacco e silenzio”, e gli spiriti della gioventù”. Giuseppe Filograssi interlocutore, con scherzi gergali e confidenze, da vedendo fra l’altro venir meno il suo obiettivo di una accosta all’immagine del vecchio la figura di san rendere lecito il domandarsi sino a che punto la rinacita italiana dei generi. In quello di Mangini Giuseppe, un santo sempre raffigurato da vecchio conoscenza dell’uomo Parise sia illuminante ed viene ridimensionata la figura di Gozzi “critico” forse perché ha le migliori prerogative: esperienza, indispensabile alla conoscenza dello scrittore, ed è teatrale; si tratta piuttosto di un cronista, dal mo- saggezza e santità eccelsa. Nello Vian tratta in pur vero che da essi non può scaturire che una mento che Gasparo “non era né un uomo di teatro sintesi la biografia degli ultimi anni di vita di san immagine parziale, mutila se non altro di quelle (come un Goldoni), né particolarmente addotrinato Filippo Neri, traendo spunto dall’opera biografica molte lettere smarritesi nello scorrere del tempo e in materia (come lo erano un Maffei o un Zeno o lo del Capecelatro, dando di Filippo Neri la descrizio- della vita. Non a caso, perciò, questo smilzo libretto stesso fratello Carlo”. È piuttosto un letterato, fine ne dei tratti somatici del volto da vecchio così come ci si offre come un ritratto, rappresentazione cioè di e sensibile, che incarna la figura dell’intellettuale fu ed è raffigurato nelle opere d’arte. quel particolare Goffredo amico di Nico così come tradizionale “il quale affronta la vita e il mondo con Continua Giovanni Papini raccontando dei suoi quest’ultimo lo vide e immaginò fin dal loro non- profondo distacco, e quindi quanto mai disarmato di quattro amici preferiti tutti ottuagenari inoltrati: incontro nel ’54 all’inseguimento di Giovanni fronte al quotidiano e alla realtà dell’esistenza”. Vittorio Emanuele Orlando, Emanuele Mignone Comisso cui Parise, soprattutto quel primo Parise Con quest’opera la figura di Gasparo Gozzi è vescovo di Arezzo, Vittorio Cian storico letterario e del Ragazzo morto e le comete e del Prete bello, stata esaminata analiticamnte in tutti i suoi molte- l’agiografo danese Giovanni Jaergensen cittadino ancora fortemente legato alla provincia umorale e plici aspetti, e ovviamente la dimensione del “gior- onorario di Assisi. Afferma il Papini che: “l’esem- sanguigna e ad una sua immagine pettegola e quasi nalista” si staglia nitidamente, anche se le valutazio- pio e l’affetto di questi quattro animosi mi aiutano machiettistica, ci appare anche stilisticamente vici- ni sono a volte differenziate. Dai vari contributi e m’incoraggiano a vivere”. no. risulta che il giornalismo gozziano rappresenta il Bellissimo il breve racconto di Nicola Lisi che Questo particolare Parise ci si mostra improvviso momento di passaggio da una piena consapevolezza immagina un pittore affacciato alla finestra mentre e sensuale, giocoso e incostante, annoiato ed inquie-

50 to mentre l’amicizia – e la vita – si svolgono, quasi mio Campiello, Viareggio) sia paradossalmente dal come in un andante mozartiano nel cui tessuto, sotto rifiuto da parte della critica incapace di accettare le note briose e in apparenza leggere, si cela una quanto della propria nevrosi ritrovava in essa rifles- profonda conoscenza del lato oscuro dell’esistere, sa (secondo l’interpretazione di Piancastelli). grave, spesso disincantata ma mai cupa – e lo In effetti, la coscienza di un torto perpetrato ai vediamo così sposarsi per ripicca; riversare caustico danni di un autore sicuramente più autentico e e tagliente il proprio sarcasmo sulla “tribù dei lette- significativo di molti altri del nostro dopoguerra, rati”; cercare nuovi stimoli e nuove vie per il proprio pur se talora più osannati, pare animare, nell’intento estro creativo, in un via vai un po’ caotico ed appros- di raddrizzare quel torto, lo spirito di questi due simativo di amori ed entusiasmi, case ed editori (da convegni i cui interventi troviamo raccolti in questo notare l’iter editoriale del “romanzo industriale” Il libro, a Berto intitolato, nell’intento di fornire una Padrone, opera centrale nella produzione dello scrit- panoramica il più possibile sfaccettata ed obiettiva tore vicentino e che come tale viene sottolineata da sull’intera attività di questo autore, senza scordare Naldini, opera seguita ad una stagnazione sia umana le sue opere cosiddette “minori” ed i testi scritti per che letteraria), a testimoniarne la profonda vitalità il teatro. Ed è proprio nella volontà di comprenderne fino al lento smorire dell’esistere e allo spengersi l’esatta importanza e il ruolo occupato nell’ambito delle gioie, minati dalla malattia e dalla consapevo- della nostra letteratura contemporanea che vediamo lezza della precocità della propria fine. susseguirsi come oratori, accanto a critici e uomini Come tutti gli amori fraterni, anche questo di di lettere, anche psicoanalisti e amici. Così attraver- Naldini, fratello “celeste” forse un poco al modo in so le tematiche essenziali del Male e del Dolore, cui Stephens si sentì fratello di Joyce, pare talvolta qualche sconfinamento antropologico”, come af- esperite dall’Autore inizialmente solo nella loro rivelare dei tratti meno limpidi, coll’insistere su ferma Nevio Furegon nella postfazione all’opera – realtà materiale ed esteriore e via via interiorizzate certi snobistici vezzi da “povero veneto” cresciuto della realtà sociale di Vicenza nel periodo preceden- come Male psicologico ch’è in ognuno di noi – senza padre; col dipingere una certa leggerezza te e immediatamente seguente la seconda guerra quasi misterioso retaggio di un’antica, incompren- umana, fatta d’incostanza e quasi superficialità, e mondiale: ed è fuor di dubbio che proprio con questa sibile colpa – e che nei primi scritti inconsapevol- un indulgere ad una scherzosità che nella sua grana realtà Parise volesse fare i conti nel suo romanzo, i mente e poi sempre più coscientemente e un poco grossa richiama quella sua provincia così cui protagonisti, pur muovendosi in dimensioni sapientemente egli cerca di comprendere, attraver- spesso raffigurata senza pietà; ma tutto questo come spazio-temporali modificate dalla fiction letteraria, so un’indagine psicologica dapprima istintiva e poi se, nello stemperarsi nel tempo della memoria, restano saldamente ancorati ad un substrato “reale” freudiana, si delinea il nocciolo da cui parte l’in- andasse perduta l’originale giocosità ed innocenza. di storia locale. chiesta esistenziale di questo intellettuale laico che Ci rimane negli occhi l’immagine della casa di Donatella Possamai così a lungo, tormentosamente e vorremmo dire Salgareda, fraternamente divisa “con ogni sorta di rigorosamente, s’interrogò sulla possibilità di una uccelli, fagiani, lepri e specialmente talpe”, calda di risposta trascendente a quanto della vita lo andava vimini e legno, il cirmolo dorato e tenero, la tavola ferendo, secondo gli stilemi di quello che probabil- coperta d’incerata su cui vennero scritti i racconti mente è il più antico e drammatico quesito umano – dei Sillabari, il caminetto così favorevole al convivio, Giuseppe Berto. La sua opera, il suo tempo, a cura così come se lo sentiva impresso a fuoco nelle carni come l’immagine lontana e struggente di una sem- di Everardo Artico e Laura Lepri, Firenze, Olschki Ivan Karamazov – ma che egli filtra attraverso il pre cercata Innisfree, dove “i grilli cantano e l’ali dei - Venezia, Marsilio, 1989, 8°, pp. 309, s.i.p. sorriso e l’ironia, estremo tentativo di difesa quasi fanelli ricolmano la sera”, ultimo amore del com- freudianamente rivendicante un’impossibile auto- piersi del destino. A quasi dieci anni dalla morte di Giuseppe Berto, nomia dalle dolorose necessità della realtà esterna Nilda Tempini due convegni a breve distanza l’uno dall’altro si perché, come notava Saviane, Berto scrive dell’esi- sono occupati dell’opera e della personalità di que- stere di tutti e non della tragica eccezione. sto autore veneto che alla pricipale attività di ro- Nell’ambito degli interventi è quasi ovvio notare manziere associò quelle di polemista, di sceneggia- come una parte di essi sia dedicata a Il male oscuro tore e di critico cinematografico (queste ultime ed al rapporto che Berto ebbe con la psicoanalisi WALTER STEFANI, I travestimenti del “Prete Bello”, nell’ambito di un rapporto problematico e mai total- aprendo, proprio lui, la via al romanzo psicoanalitico Vicenza, Gilberto Padovan, 1989, 8°, pp. 143, ill., mente consumato – sappiamo che Berto sognò con il racconto della lunga anamnesi di una nevrosi L. 28.000. vanamente la regìa – di amore e odio con la decima (non quindi la storia di un’analisi come si era avuto Musa, vissuta da lui con spirito esclusivamente nella Coscienza di Zeno, cui è naturale riferirsi, ma A venticinque anni dall’uscita del romanzo di mercenario). In tutte le sue attività Berto mise quel di cui è doveroso altresì segnalare la diversità) il Goffredo Parise Il prete bello, Walter Stefani, gior- suo sorridente, caratteristico spirito veneto da quale, più che fluire dalla coscienza, pare esserne nalista vicentino, ha ripercorso i luoghi cittadini che “bastian contrario” e da outsider d’eccezione, che vomitato violentemente quasi, attingendo al voca- servirono da sfondo al romanzo, tentando inoltre di gli permise di scivolare attraverso scuole e tendenze bolario medico, a vomica, in un’esplosione concita- individuare, all’interno di una galleria di candidati, con estrema abilità mantenendosi, nella sua fiera ta che temendo lo ristagnare e il perdersi persino i possibili prototipi dei personaggi. Proposta come refrattarietà a qualsivoglia classificazione e nella pausa di un punto fermo (e scopriremo quante un gioco, senza velleità pseudoscientifiche, l’opera irregimentamento, sempre autonomo e talora così pene editoriali questa non-sintassi procurò al suo si snoda attraverso un doppio percorso a ritroso, controcorrente da finire per essere lui un “maestro”; autore) appare frutto più di una tumultuosa esigenza negli anni ’30 – periodo d’ambientazione della tuttavia e forse fatalmente, in questo suo cammino liberatoria che non di una precisa o cosciente scelta fabula parisiana – e nei primi anni ’50, quando lo personale fu spesso incompreso se non addirittura letteraria, cui il modello dello stream of consciusness scrittore si dedicò alla stesura dell’opera. Affiorano snobbato dal Gotha della critica nazionale (i famosi al quale spesso viene accostata vorrebbe far pensare così, dalle pagine dello Stefani, i ritratti delle due “radicali” de’ Il male oscuro) in un modo che fu per (sappiamo che la prima stesura del libro richiese innocue vecchiette – ispiratrici delle indimenticabi- l’Autore causa di profonda sofferenza, soprattutto appena due mesi e fu sottoposta alla supervisione li Walenska – che furono sconvolte dall’uscita del nell’ambito più vasto di un suo problematico rap- dell’analista di Berto). romanzo, poiché immediatamente riconosciute e porto con l’Autorità e la Gloria su cui getterà luce Il panorama degli interventi comprende anche derise dall’intera città, delle varie “signorine” dalla proprio Il male oscuro, una luce dolceamara e l’analisi dell’attività di polemista svolta per “Il sensualità prorompente di cui Fedora sarebbe dive- spesso dolorosa che illuminando, fin dove era con- Resto del Carlino” e successivamente raccolta nei nuta la regina. E ancora quelli dei ragazzini di strada sentito alla parola, le pieghe tenebrose e Dialoghi col Cane Martin Cocai, marxista e conte- delle contrade San Faustino e Oratorio Servi – la problematiche (oscure, appunto) della sua esistenza statore, che fornendogli un ideale alter ego gli “naja” di Sergio e Cena – e della pia donna, “di ne faceva la vicenda esemplare di ognuno. Riflette- permise “d’insinuare in ogni battuta la sua arma condizione civile e possidente” sottesa alla figura re sulle pulsioni e le ansie, le motivazioni e le scelte migliore, l’ironia, prendendo di petto, anzi di scancio, della Signorina Immacolata. Si giunge così, attra- di questo Autore può significare anche scoprire tutta l’attualità che gl’importava” (Marabini), pren- verso l’esame di altri personaggi minori e di qualcosa su noi stessi: e quanto quella sofferta – pur dendosi per di più il lusso da una parte di rimanere accadimenti chiave, come l’episodio del furto, al se narrata con toni tragicomici – lotta di affranca- narratore anche quando fa il giornalista e dall’altra capitolo finale, “Chi era Don Gastone?”. mento da una figura parentale fosse vicina all’espe- quello enorme di poter ragionare col solo ausilio del In conclusione, pur con alcuni limiti, I travesti- rienza universale è provato sia dall’enorme succes- buon senso (ricordiamo che il libro uscì nel ’68). menti del “Prete Bello” traccia un affresco – “con so editoriale che accompagnò il libro (e che nel 1964 Ancora, troviamo la storia dell’avventura fascista di gli valse, caso tuttora rimasto unico, il doppio pre- Berto e la riscoperta di testi oramai quasi sconosciu-

51 ti, come La colonna Feletti o il più noto Guerra in contributi con l’avvertenza che “Noventa non con- Storia camicia nera, con la testimonianza di una grande cepisce opere occasionali, neppure in scritti di cro- coerenza morale piuttosto che politica, filtrata so- naca quotidiana, ma dà sempre il meglio di sé in prattutto attraverso i ricordi di Tumiati e Troisi, ogni suo intervento”. MARIO GALLINA, Una società coloniale del Trecen- compagni di prigionia in Texas, che videro nascere Una delle tesi più interessanti sostenute da to: Creta fra Venezia e Bisanzio, Venezia, Deputa- in Berto, con la stesura de’ Il cielo è rosso, la Manfriani è che “il solitario, l’‘eretico’ Noventa zione editrice, 1989, 8°, pp. 163, s.i.p. coscienza del proprio “essere scrittore” analizzando fosse ben più radicato di quanto si è solitamente il disperante disastro nel quale la sua generazione di sostenuto nella cultura a lui coeva”; e secondo tale Nel corso del Medioevo l’isola di Creta rappre- sopravvissuti cercava la forza per vivere, compren- prospettiva risulta più chiara (o chiarita) la prospet- senta una sorta di ponte naturale tra l’Asia, l’Europa dere e, forse, accettare, ma che Berto personalmente tiva complessiva del lavoro culturale dello scrittore e l’Africa. Validamente inserita nelle rotte commer- non riuscì mai a trovare, come testimoniano la sua veneto, a partire dalla sua proposta di riforma cultu- ciali proiettate verso Cipro e la Siria, scalo malattia e la lunga indagine irrisolta sulle due facce rale. Particolare interesse riveste la tesi di laurea del insostituibile per il controllo dell’Egeo, “fattore della Salvezza, Cristo e Giuda, durata tutta la vita. 1923 su Ricerche sulla forma migliore di governo, decisivo per la sopravvivenza stessa dell’impero È ancora Piancastelli attraverso una citazione di ove il curatore rintraccia “in nuce alcune costanti latino di Costantinopoli”, l’isola passa nel 1204 dal Orlando – il quale vede il fenomeno artistico come nell’elaborazione teorica noventiana che, da que- dominio bizantino a quello veneziano, divenendo “ritorno del represso (cioè dell’incoscio) reso frui- st’opera giovanile, confluiscono negli scritti suc- così per oltre quattro secoli una pietra miliare nel- bile per una pluralità sociale di uomini, ma reso cessivi, sviluppandosi logicamente e senza cesure”. l’impero coloniale della Repubblica di S. Marco. innocuo dalla sublimazione e dalla fissazione” – ad In quest’opera, infatti, si intrecciano motivi teorici L’autore affronta, con l’ausilio di una estesa e offrirci una delle chiavi di lettura più affascinanti (il rapporto fra un autentico liberalismo e un auten- puntuale documentazione bibliografica ed dell’opera di Berto. E partendo dal presupposto che tico marxismo) con altri di carattere storico (la archivistica, alcune tematiche legate alla storia del- ogni creazione artistica (pena, come direbbe la vittoria del positivismo nella cultura italiana la dominazione veneziana nell’isola, privilegiando Woolf, la grottesca produzione di grida o lagni ottocentesca). Si tratta di una acquisizione particolarmente gli aspetti economici del rapporto anziché melos) è imprescindibile dall’annullamen- metodologica stabile in Noventa, il quale tenterà che viene progressivamente a legare Creta alla to di quell’Io, carico di limitazioni ed angustie e sempre di indicare il nesso fra progettualità ideolo- nuova “madrepatria”. Due sono gli interrogativi intrappolato nella vicenda esistenziale di ciascuno, gica e le forze culturali capaci di darle consistenza principali cui il libro si propone di dare documentata per poter così aspirare a quell’Universalità che è la e radicamento. Così, in quest’opera giovanile risposta: da un lato, le modalità di effettivo inseri- sola giustificazione dell’arte, come non ammirare Noventa ritiene che il fascismo non costituisca una mento dell’isola nelle rotte del traffico veneziano in commossi l’elegante equilibrio raggiunto da Berto? frattura con la precedente storia italiana, ma il punto Levante, dall’altro le caratteristiche del contempo- Nilda Tempini d’approdo; “ciò significa, afferma Manfriani, che la raneo sviluppo “in loco” dell’economia cretese at- teoria del fascismo come ‘rivelazione’ di antichi traverso la valorizzazione delle sue autonome risor- vizi della società italiana sta alla base della futura se. concezione noventiana del fascismo come errore Utilizzando la ricca documentazione locale, sen- della e non contro la cultura italiana”. za peraltro ignorare la pubblicistica ufficiale di GIACOMO NOVENTA, “Il Castogallo” e altri scritti L’altro importante inedito di Noventa è Il parte veneziana, la ricostruzione della realtà econo- 1922-1959, a cura di Franco Manfriani, Venezia, Castogallo, che “rappresenta la prima rivelazione mica e demografica dell’isola evidenzia alcune ca- Marsilio,1991, 8°, pp. LXCIII-314, s.i.p. della sua vocazione poetica”; solo alcune ottave del ratteristiche originali, come il lento costituirsi di poema sono state pubblicate nel 1929 nella rivista di una classe mercantile “veneto-cretese” formata da Con questo quinto volume si conclude la pubbli- Mario Bonfantini “La Libra”. È, questo, un periodo elementi che, pur nel formale mantenimento di cazione di tutte le opere e gli scritti di Giacomo cruciale nella formazione di Noventa, caratterizzato rapporti con la madrepatria di origine, appare sem- Noventa, un onore riservato a pochissimi scrittori da un “incessante e inquieto vagabondare” per l’Eu- pre più positivamente integrata nel nuovo ambiente. del nostro Novecento. Questo volume è dedicato ropa, alla fine del quale egli affinerà e consoliderà le Dalla fusione tra élite greca autoctona e “conquista- quasi interamente a scritti totalmente o parzialmen- sue credenze fondamentali, in particolare il suo tori” veneziani deriva un modello sociale e politico te inediti, e il curatore può così riprendere ciò che ha radicale rifiuto dell’idealismo. Il curatore ricorda relativamente stabile, nel quale le differenze cultu- detto nelle precedenti prefazioni, ricostruendo con che quest’opeta “non godè mai di particolare grazia rali e religiose riescono a comporsi, dopo un diffici- esattezza alcuni momenti della biografia culturale presso il suo autore, né al momento della sua com- le avvio iniziale, in una sorta di “pacificazione” che di Noventa, lumeggiando alcuni passaggi finora posizione né in seguito”; comunque ce ne viene permette a Venezia di procedere allo sfruttamento non chiariti e alcuni rapporti come quello, intricato offerta una particolareggiata analisi con l’avverten- razionale delle risorse economiche dell’isola, lega- e conflittuale, con Gobetti. Inoltre il curatore via via za che è difficile fornirne un’interpretazione atten- te prevalentemente all’agricoltura (vite, cereali, frut- precisa il contesto entro cui vanno collocati i singoli dibile perché “si tratta di lacerti di un poema”. teti). L’ampiezza della documentazione disponibile Fra gli altri scritti (in tutto ventuno), segnaliamo per il XV secolo consente all’autore di tentare un infine gli Appunti per una filosofia del buo senso, approccio quantitativo ai problemi ed ai risultati di ove è ripreso un tema fondamentale della polemica un’attività agricola a lungo vincolata, nonostante noventiana contro la cultura moderna: la condanna l’intraprendenza dei coloni veneziani, a ritmi anco- del virtuismo, un termine con cui egli “bolla quel ra “bizantini”, cioè statici, quasi immobili. vizio del pensiero moderno consistente nella cre- Favorita dalla posizione geografica e dalla fertilità denza alla perfezione originale dell’uomo”. del suolo, fittamente punteggiato da insediamenti Alla fine dell’impresa editoriale si può affermare abitativi tra i quali spicca per importanza quello di che la scelta è stata valida, perché è stato reimmesso Candia, Creta conosce un periodo di particolare nella cultura italiana un intellettuale che ha dato prosperità nel corso del XV secolo, che vede l’affer- alcuni rilevanti contributi letterari, filosofici, etico- mazione delle istituzioni politico-amministrative politici, e di storia della nostra tradizione culturale, veneziane (Consiglio dei Dodici, Maggior Consi- meritevoli di essere ridiscussi nella integralità della glio e Senato o Consiglio dei Rogati) sul tronco di un loro formulazione, mentre l’opera poetica ha già diritto consuetudinario, di matrice bizantina, mai avuto una “consacrazione” pressoché definitiva. del tutto accantonato. Mario Quaranta Di tali indirizzi legislativi, così come degli svi- luppi di un’attività economica di taglio mercantile, ma costantemente rivolta alla ricapitalizzazione di parte consistente del profitto nella terra (sino al rischio di esaurimento, per eccesso di sfruttamento, di talune risorse, come quelle vitivinicole), l’autore offre una descrizione precisa, illuminante della vita e dello sviluppo di una provincia affatto secondaria dell’impero di S. Marco. Cecilia Ghetti

52 ALVISE ZORZI, La vita quotidiana a Venezia nel lettura è la componente di spettacolarità insita nel secolo di Tiziano, Milano, Rizzoli, 1990, 16°, pp. mondo veneziano del tempo; erede della tradizione 438, ill., L. 12.000. millenaria del lucente cerimoniale bizantino, incar- nata negli usi e nelle consuetudini di un popolo In una piazza S. Marco parata a festa, gremita di schietto e aperto di marinai e mercanti, Venezia si una pittoresca folla vociante, davanti alle massime rappresenta, si espone, si mette in mostra: dai rituali autorità della Serenissima ogni giovedì grasso, al ufficiali, complicati, splendidi, a volte truculenti, culmine dei festeggiamenti del carnevale, veniva come nell’eccidio dei maiali, al coloratissimo mon- liberato un potente toro; furente scalpitava nella do del porto, delle calli brulicanti, dei canali sinuosi piazza braccato da molossi feroci fino a quando, attraversati da gondole dipinte. Un mondo dai esausto e stremato, era sgozzato insieme a dodici cromatismi accentuati, violenti, che si stemperano maiali quale perenne ricordo della remota vittoria lievemente nel chiarore velato della laguna inverna- del doge Vitale Michiel II sul patriarca di Aquileia le, per riaccendersi, come danza sfaccettata di river- Ulrico, che nel 1162, assieme a dodici suoi canonici, beri, nella acciecante luce estiva riflessa dall’acqua, fece la fine del povero toro descritto da Marino in quello stesso gioco di colori, ora freddi e tenui ora Sanudo nei suoi Diarii. caldi e pastosi che attraversa la grande stagione L’azione si svolge nella Venezia cosmopolita dei della pittura veneta nel secolo di Tiziano. primi decenni del XVI secolo così come ci viene descritta con vivacità e attenzione da Alvise Zorzi Ferdinando Perissinotto nell’ultimo testo della collana storica di analisi della vita quotidiana presentato nella “Biblioteca univer- sale Rizzoli”. Fedele alla linea della collana, impe- gnata in un’opera di divulgazione ragionata e coe- rente, Zorzi ci offre uno spaccato variegato della Storia di Venezia, vol. XII: Venezia e il mare, a cura Serenissima cercando di presentare un quadro a di Alberto Tenenti e Ugo Tucci, Roma, Istituto della ° tutto tondo dell’epoca d’oro veneziana. Prendendo Enciclopedia Italiana, 1990, 8 , pp. 99, ill., s.i.p. e dando concretezza e rigore alla volontà generale, come spunto le ammirate descrizioni del Sanudo, il che informa l’opera, di riannodare le fila del passato testo si inoltra nell’analisi dei complessi meccani- Non è azzardato affermare che Venezia stia attra- nelle contraddizioni del presente. smi istituzionali della città, attraversa il labirinto dei versando in questi anni un periodo cruciale: sul La sezione tematica, costituita dai rimanenti nove molteplici uffici e giurisdizioni immergendoli nel crinale di una metamorfosi epocale che ha ormai volumi, avrà quindi come oggetto l’esame di quelle vivo della operosa società veneziana, alterato la sua originaria natura, stravolgendone strutture portanti della storia veneziana che, materializzando quel fascino seducente e misterio- radicalmente il tessuto economico e sociale, la città dispiegandosi nella lunga durata, costituiscono lo so che la regina dell’Adriatico esercitava nei con- si trova ora davanti a una scelta inquietante che sfondo comprensivo della sua dinamica evoluzione fronti dell’Europa rurale del tempo. trattiene in sé sia la possibilità tragica di una deca- storica: i campi d’indagine toccheranno l’arte vene- La descrizione di Zorzi, puntuale nella denza irreversibile, sia le potenzialità di una rinasci- ziana, la cultura, la società, le istituzioni, i rapporti contestualizzazione storica, si sviluppa in un conti- ta che non tradisca, ma rivaluti il ruolo profondo con la Chiesa, la vita quotidiana, l’ambiente e il nuo movimento ondulatorio: dall’esame delle della Serenissima. Il definitivo abbandono delle rapporto con il mare. macrostrutture della politica, della società, dell’eco- velleità, inseguite ancora nell’immediato dopoguer- Non occasionalmente, come nota G. Cozzi nella nomia, alla lettura minuziosa degli aspetti solo ra, di rifondare Venezia quale nevralgico polo pro- presentazione dell’opera, questa grande storia di apparentemente marginali di storia materiale come duttivo e di scambio commerciale libera infatti Venezia si apre con il volume dedicato al mare: sul lo studio dell’alimentazione o delle tecniche mari- l’opportunità di reinventarla quale centro cosmopo- mare si è infatti costruito il successo della città; dalla nare. In questo modo il grande scenario delle lunghe lita di cultura, arte, umanità. Tale possibilità na- perdita del suo controllo, dalla fine di quel rapporto rotte commerciali verso l’oriente arriva a contrarsi sconde però il rischio letale di snaturare di osmosi che legava la città all’elemento marino è nella prospettiva angusta, ma tragicamente concre- definitivamente la città, trasformandola in una sorta scaturita la sua decadenza. Ma forse, se facciamo ta, dei rematori delle pesanti galeazze veneziane, di grande supermercato della fruizione culturale soprattutto riferimento al saggio introduttivo di mentre quelle stesse spezie, posta in palio di aspri e ondeggiante tra il gusto necrofilo Alberto Tenenti Il senso del Mare, il richiamo al cruenti conflitti commerciali con i portoghesi, si dell’imbalsamazione e l’effimero godimento mare come “dimensione dell’incerto”, mondo ritrovano a inondare di sapore le pietanze della onnivoro della “merce cultura”. procelloso e notturno, ma pure riserva inesauribile cucina veneziana arditamente sospesa tra elaborati Fondamentale diventa perciò ripensare il legame di vita e ricchezza, può fornire anche una suggestiva accostamenti di aromi e gusti più rustici e rotondi. che stringe Venezia con la sua storia, per compren- metafora del futuro di Venezia sospeso com’è tra le L’aspetto centrale che emerge da tutta questa dere come il passato di questa città viva e compene- grandi potenzialità, che appena si intuiscono, e il tri il presente non quale cosa morta, ma come rischio della più terribile rovina. Non a caso nel messaggio profondo e vitale di civiltà che è nostro linguaggio marinaresco la stessa parola “fortuna” compito proteggere e salvaguardare. È questo l’alto contribuisce a designare, nei fortunali, la rabbia dovere civico che si propone la monumentale Storia devastatrice delle onde come anche il cieco destino di Venezia di cui l’Istituto della Enciclopedia Italia- e la buona sorte. na con la collaborazione della Fondazione Giorgio Cini sta approntando la preparazione. Ferdinando Perissinotto L’opera, il cui piano complessivo prevede venti volumi articolati su di una duplice prospettiva cronologica e tematica, è il prodotto di una ricerca collettiva che si avvale del contributo di un prestigioso Comitato direttivo composto da Vittore CARLA COCO, Da Mattia Corvino agli Ottomani. Branca, Gaetano Cozzi, Ugo Tucci, Gino Benzoni, Rapporti diplomatici tra Venezia e l’Ungheria 1458- Girolamo Arnaldi, Vincenzo Cappelletti, Giorgio 1541, pref. di Lajos Tardy, Venezia, Tipografia ° Cracco, Tullio Gregory, il compianto Rodolfo Commerciale, 1990, 8 , pp. 115, ill., s.i.p. Pallucchini, Bruno Paradisi, Massimiliano Pavan, Il volume, corredato da uno schema cronologico Pietro Prini, Paolo Prodi, Giovanni Pugliese e dall’indice delle illustrazioni, presenta una rico- Carratelli, Alberto Tenenti. I primi otto volumi struzione dei turbolenti avvenimenti che hanno se- attraverseranno la storia di Venezia dalle mitiche gnato l’ultimo secolo di indipendenza dell’Unghe- origini fino allo splendore rinascimentale e alla ria, prima di cadere sotto il dominio ottomano, e dei lenta decadenza sei/settecentsca. Tre volumi saran- rapporti diplomatici e culturali intercorsi con la no quindi dedicati agli ultimi duecento anni della Repubblica di Venezia. L’Autrice, che si basa non Serenissima, dalla Venezia Austriaca ai nostri gior- solo su documenti veneziani ma anche su fonti ni, approfondendo un’area d’indagine che la magiare finora difficilmente accessibili, divide il storiografia contemporanea, legata al periodo d’oro lavoro in due parti precedute da un’introduzione della repubblica aristocratica, ha per lo più disatteso storica.

53 La prima parte tratta dell’evoluzione dei rapporti nella storia religiosa e infine alle vicende artistiche veneto-magiari nel secolo XV, prendendo le mosse nel Veneto e nell’Ungheria dell’Ottocento e del dall’elezione al trono ungherese, nel 1458, di Matyas primo Novecento. Precedono una nota geografica Hunyadi ovvero Mattia Corvino (così detto dall’im- sulla “Strada Ungarorum” – arteria di collegamento presa del suo stemma), mettendo in risalto la perso- tra il Veneto e l’Ungheria fin dall’antichità romana nalità di questo sovrano colto ed energico, la sua e in gran parte cancellata solo dagli interventi stra- politica interna accortamente accentratrice e la sua dali dell’età napoleonica – e un breve saggio storico diplomazia volta a stringere e mantenere contatti introduttivo che, prendendo le mosse dalle prime con gli Stati europei, in vista sia di una presenza scorrerie degli Ungari nel Veneto nell’800 d.C., commerciale e politica dell’Ungheria nel Mediter- giunge all’unità d’Italia. Ciascuno degli argomenti raneo, sia di concreti appoggi contro l’incombente trattati è assistito da una nota bibliografica, di par- minaccia turca. In quest’ambito, Carla Coco dedica ticolare utilità in quanto riferita anche ad opere ampio spazio allo sviluppo delle relazioni instaurate ungheresi non agevolmente reperibili da parte di con la Serenissima, principale interlocutore euro- studiosi non specializzati. peo dell’Ungheria fino alla fine del Quattrocento. Il primo gruppo di studi, che occupa la maggior Attraverso le relazioni dei rappresentanti veneziani parte del libro, è dedicato principalmente alle vicen- – Pietro Tomasi e poi Giovanni Emo – e altri de che contrapposero la Repubblica di Venezia documenti dell’epoca, vengono messi in risalto il all’Ungheria per il dominio della Dalmazia nei ruolo di baluardo contro gli Ottomani assunto dal- secoli XIV e XV. Vengono ricostruite la situazione l’Ungheria dopo la caduta di Costantinopoli in dei traffici nel Mediterraneo, l’egemonia venezia- mano turca nel 1453 e la posizione di difficile na, l’alleanza genovese-magiara contro la Serenis- equilibrio della Repubblica di Venezia, interessata sima, gli inutili attacchi del re d’Ungheria Luigi il sia a mantenere rapporti commerciali con i Turchi di Giandomenico Romanelli e Ugo Tucci. Grande contro Treviso nel 1356-79, e infine la sia a finanziare generosamente le campagne militari Biadene, presentando le carte, ha dato una descri- campagna militare condotta in Dalmazia nel 1480 condotte contro di loro dagli Ungheresi. Lo Stato zione analitica di ogni singola opera in modo da da Balasz Magyar per conto del re ungherese Mattia magiaro appare anzi agli occhi veneziani un alleato offrire una lettura scientificamente valida; non solo, Corvino. assai più efficace di quanto non siano gli altri Stati la studiosa ha sottolineato anche il valore estetico Ampio spazio è riservato anche ad un’analisi europei, preoccupati per l’egemonia veneziana nei che le carte rivestivano. Infatti la loro funzione complessiva delle lotte marittime tra il Veneto e commerci con il Levante. In questo quadro, acqui- pratica, quella di orientare durante la navigazione, l’Ungheria per il dominio dell’Adriatico, snodatesi stano particolare rilievo le figure di Janos Pannonius non ha impedito di intendere le carte come “oggetti dal medioevo alla fine della prima guerra mondiale, e di Gyorgy Hando, inviati diplomatici a Venezia, il preziosi e curiosi”, adatti a soddisfare il gusto di e ad un saggio concernente la formazione e lo primo canonista laureato a Padova, fine umanista e famiglie e personaggi dell’aristocrazia. Motivi de- sviluppo delle autonomie cittadine e poi comunali poeta oltre che abile diplomatico, protagonista del- corativi sono presenti soprattutto nelle opere della in Dalmazia dall’antichità greca e romana al XV l’ambasceria del 1465; il secondo, parimenti dotto- scuola catalana; al contrario a Venezia, nella prepa- secolo. Conclude la prima parte uno studio condotto re in utroque a Padova, impegnato poi in altre razione delle carte, si badava soprattutto all’essen- su un fatto di “vampirismo” riferito da una cronaca missioni ufficiali fino al cadere del secolo. zialità e alla praticità. L’intervento di Romanelli è zaratina del Quattrocento, corredato da considera- La seconda parte del libro tratta delle vicende teso invece ad indagare il linguaggio (simbolico- zioni storiografiche ed etnografiche. cinquecentesche, tra i protagonisti delle quali spic- allegorico nel Medioevo, referenziale-scientifico in La seconda parte è dedicata alle figure storiche di cano i diplomatici veneziani Vincenzo Guidotti e epoca moderna) delle carte, alla ricerca di “qualche san Gerardo Sagredo, martire in Ungheria, e dei Alvise Gritti e l’ungherese Fulop More de Csula. Il indizio” che faccia affiorare l’origine e la trasforma- beati Marco Ongaro e Maurizio d’Ungheria. Un raffreddarsi dei rapporti veneto-magiari e l’atmo- zione dei segni “nei domini della cartografia”. Ugo particolare rilievo assume in questa sezione il lavo- sfera della lega antiveneziana di Cambrai creano Tucci si è soffermato sulle tecniche dei cartografi ro di ricostruzione di biografie attendibili e docu- una situazione di incertezza e di ambiguità, accen- nel predisporre le carte nautiche. Elemento saliente, mentate, pur senza trascurare il vaglio critico dei tuata dalla mancanza in Ungheria di un sovrano prima dell’introduzione di meridiani e paralleli, era dati forniti dalle agiografie tradizionali. energico dopo la morte di Mattia Corvino nel 1490. la rete costituita da una serie di semirette intersecan- La terza parte tratta dei rapporti artistici veneto- Vengono qui tratteggiate le mosse dell’ambasciato- ti. Le linee consentivano di tracciare la rotta che le ungheresi intrattenuti – nell’ambito dell’impero re veneziano a Buda, Pietro Pasqualigo, e l’incer- navi dovevano seguire. austro-ungarico cui entrambi i paesi erano sottopo- tezza del governo ungherese tra l’attrattiva della La lettura offerta dai tre studiosi è stimolante sti – nell’Ottocento e nel Novecento fino alla prima riconquista della Dalmazia e la prospettiva di perde- perché favorisce un approccio alle carte nautiche, guerra mondiale, lumeggiando altresì la personalità re, nel caso di una fattiva adesione alla lega contro non circoscrivibile al solo uso pratico, diretto a fare di tre artisti, membri dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, i lauti contributi da questa versati annual- cogliere la pluralità di connotazioni di cui esse sono Venezia, vissuti ed operanti in Ungheria: Giacomo mente per finanziare la difesa dai Turchi, finché la portatrici e che di volta in volta le fanno considerare Marastoni, Marco Casagrande e Michelangelo situazione non viene radicalmente mutata dalla sti- oggetti artistici oppure rappresentazione di una con- Grigoletti. pula di definitivi accordi commerciali tra Venezia e cezione del mondo. Si tratta infine dell’attività teatrale svolta in Un- gli Ottomani. L’Ungheria perde così il suo sosteni- Cinzio Gibin gheria da Eleonora Duse a cavallo tra Otto e Nove- tore più valido e il seguito del saggio non può che cento. Conclude il libro un epilogo riguardante la ripercorrere le tappe della sua progressiva rovina battaglia del Piave nella prima guerra mondiale. fino alla sconfitta finale. Silvia Gasparini Silvia Gasparini TIBOR TOMBOR, Il Veneto, l’Ungheria, l’Adriatico. I millennari legami storici, artistici e umani veneto- ungheresi, a cura di Guido Sinopoli, Venezia, ° Marsilio, 1989, 8 , pp. 317, L. 50.000. PAOLO ULVIONI, Il gan castigo di Dio. Carestia ed Carte da navigar. Portolani e carte nautiche del epidemie a Venezia e nella Terraferma 1628-1632, Museo Correr 1318-1732, a cura di Susanna Biadene, L’Autore, ungherese nato a Fiume, storico ma Milano, Angeli, 1989, 8°, pp. 256, s.i.p. Venezia, Marsilio, 1990, 8°, pp. 132, ill., L. 40.000. anche storico dell’arte e della letteratura, raccoglie in questo libro i frutti di una vita dedicata a rinnova- L’Autore ricostruisce in questo volume, sulla L’atlante del 1318 di Pietro Vesconte e la carta re l’antico ponte culturale e umano che lega l’Italia, base di un ampio spoglio del materiale archivistico dell’Adriatico (1472) dell’anconetano Grazioso e in specie il Veneto, all’Ungheria. Il volume con- e bibliografico relativo all’argomento, le vicende Benicasa sono tra le opere più importanti della tiene una serie di saggi che rappresentano la reda- della carestia e della pestilenza che colpirono lo quarantina di esemplari che costituiscono la raccol- zione definitiva di relazioni pronunciate a conve- Stato veneto nel primo quarto del Seicento. L’opera ta di carte nautiche e portolani del Museo Correr. La gni, congressi e commemorazioni e che sono dedi- è divisa in due parti dedicate rispettivamente la collezione si è potuta ammirare a Venezia, tra set- cati a diversi aspetti delle relazioni veneto-unghere- prima alla città di Venezia e al Dogado, la seconda tembre e dicembre 1990 nella mostra “Carte da si dal medioevo all’età contemporanea; è suddviso al Dominio di Terraferma. Una particolare attenzio- navigar”. Di essa è rimasto il pregevole catalogo in tre parti, attinenti rispettivamente alla storia po- ne è riservata lungo tutto il volume ai dati demografici curato da Susanna Biadene e contenente interventi litica e sociale, a personaggi di particolare rilievo – ricavati dai fondi archivistici delle magistrature

54 veneziane e locali competenti in materia di sanità e due esperienze a confronto, Piero Del Negro intro- dagli archivi patriarcali e parrocchiali – nonché ai duce l’argomento del libro tratteggiando le ragioni documenti relativi alle ripercussioni della pestilen- politiche, ideologiche e culturali che creano una non za sulla congiuntura economica e a dati relativi a colmabile distanza tra l’antichissima aristocrazia criminalità e giustizia nel periodo considerato. veneziana e la neonata democrazia americana. Il La prima parte è introdotta da un’esposizione di saggio rileva chiaramente la sfumatura ambigua quale fosse la situazione demografica della città di assunta sul finire del XVIII secolo dal termine di Venezia tra la fine del Cinquecento e i primi anni del “repubblica”, applicato sia a forme di governo irre- Seicento, ovvero tra la fine dell’epidemia del 1575- parabilmente “Ancien Régime”, quale la venezia- 76 e l’inizio di quella del 1628-32. Segue l’analisi na, sia a sistemi innovatori, quale quello americano. della politica annonaria perseguita dal governo ve- Ne risulta una fondamentale incompatibilità tra i neziano negli anni 1625-29 tramite la creazione di due ordinamenti, che porta ad una reciproca, pru- scorte di cereali nei pubblici magazzini, l’istituzio- dente indifferenza destinata sostanzialmente a du- ne di calmieri e misure protezionistiche, in parte rare anche dopo la caduta della Serenissima. Il vanificate dal contrabbando delle derrate verso pa- secondo e più ampio saggio, opera di Federica esi esteri non soggetti a calmiere. Ad interventi di tal Ambrosini ed intitolato Rapporti politici e commer- fatta si associano provvedimenti fiscali e finanziari ciali tra Repubblica Veneta e Stati Uniti sul finire ed iniziative caritative e assistenziali, volte a solle- del secolo XVIII, ricostruisce le vicende tramite le vare le condizioni delle masse di poveri spinti quali ebbero luogo i cauti e radi approcci tra i due dall’incipiente carestia ad affollare la città. Viene Stati. messa in risalto, grazie anche alle statistiche che La prima parte del lavoro esamina l’evolversi dei corredano il testo, la circostanza che il concetto di rapporti politici tra Venezia e gli U.S.A. Lo studio si pestilenza vera e propria sembra essere strettamente basa principalmente su documenti diplomatici, tra i collegato, nella mentalità dell’epoca, al fatto che la quali assume particolare rilievo il carteggio tra i falcidia sia indiscriminata tra poveri e ricchi, popo- rappresentanti veneziani presso le varie corti euro- lani e patrizi, cosicché non si parla né si scrive di pee e il Senato nel periodo 1776-1786. Ne risulta un libero” pubblicò un proclama “al popolo di Padova” “peste” finché la mortalità non comincia ad incidere quadro in parte frammentario, ma documentato ed in cui, fra l’altro, dichiarava: “Non essere volontaria pesantemente anche sulle classi privilegiate, non efficace, dell’estrema circospezione adottata dalla la dedizione della Città di Padova al governo Veneto, potendo quindi più essere interpretata come una Repubblica Veneta e dell’atteggiamento pure pru- com’egli iniquamente fece spargere, e violente- semplice conseguenza di qualche annata economi- dente, ma non privo di intraprendenza, tenuto dai mente costrinse a credere, mentre nell’anno 1405 il camente difficile. diplomatici statunitensi. veneto governo s’impossessò della città nostra, Lo sviluppo del contagio, ricostruito sulla base La gerontocrazia veneziana – di fronte alla di- dopo aver barbaramente strangolato con infame dei documenti archivistici e bibliografici, viene chiarazione d’indipendenza del 1776, poi alle vi- tradimento il suo generale e signore Francesco da seguito lungo gli anni 1630-31, evidenziando il cende della guerra contro la Gran Bretagna, ed Carrara, ora famiglia Papafava, con due suoi figli, il circolo vizioso tramite il quale la crisi economica infine alle iniziative americane per la stipula di quale s’era portato colà sulla buona fede di conclu- produce un degrado delle condizioni igienico-sani- un’intesa commerciale – prende tempo raccoglien- der la pace”. Secondo i municipalisti padovani, con tarie tale da favorire l’epidemia, che a sua volta do notizie dai suoi informatissimi ambasciatori a la caduta di Venezia, dopo quattro secoli di domina- incide negativamente sulla situazione economica proposito del contegno tenuto dai rappresentanti zione, Padova riprendeva la sua storia interrotta da aggravando la carestia in una spirale di distruzione, delle altre potenze europee, nonché della situazione un assassinio di stato. I Carraresi dominarono Pado- vanamente ostacolata dalle misure sanitarie e finan- politica interna e delle prospettive economiche e va sostanzialmente dal 1318 fino al 1405. Otto di ziarie pur adottate con intraprendenza dal governo commerciali della Confederazione, con la mira di essi esercitatorno il potere signorile. Tre morirono veneziano. Il “flagello di Dio” assume in effetti la non guastare il difficile equilibrio che ancora può di morte violenta. portata di una catastrofe che segna la fine di un’epo- assicurare la posizione della Serenissima come po- Montobbio ha dedicato un’attenzione particoalre ca e degli uomini che l’avevano vissuta: il Rinasci- tenza neutrale sullo scacchiere internazionale: una a Francesco I detto il Vecchio e all’ultimo signore, mento veneziano finisce con la peste, e i suoi ultimi presa di posizione decisa e tempestiva avrebbe Francesco II detto Novello. All’origine dell’elezio- esponenti sono sostituiti da una generazione più rappresentato da parte veneziana il venir meno ad ne di Giacomo I, il Grande, nella carica di “Protet- giovane e legata alla Controriforma cattolica. una politica secolare. Viceversa i rappresentanti tore e signore generale di Padova, del distretto La seconda parte del saggio indaga sulla situazio- degli Stati Uniti, all’indomani stesso della dichiara- padovano e del popolo” vi fu un’esigenza di carat- ne demografica, economica e sociale nei vari terri- zione d’indipendenza, danno inizio ad una serie di tere militare. Bisognava fronteggiare energicamen- tori del Dominio e sugli effetti della carestia e della mosse, affidate in ampia misura all’iniziativa di te la pressione degli Scaligeri. Fancesco I detto il pestilenza nel determinare la fine dell’ancora per- Benjamin Franklin, finalizzate a raccogliere con- Vecchio fu uomo eccezionalmente ricco, la cui durante floridezza rinascimentale – già in parte senso ed aiuti concreti da parte degli Stati europei. forza finanziaria derivava dagli investimenti presso compromessa dall’alterarsi dell’equilibrio politico Nella seconda parte del saggio vengono compen- i banchieri padovani, dall’industria manifatturiera e – e l’inizio di una crisi endemica di durata secolare, diate le vicende degli sporadici contatti commercia- dalle proprietà fondiare. Manca nel volume un’at- aggravata in Friuli dall’inefficienza dell’antiquato li effettivamente istituiti – a prescindere da iniziati- tenzione adeguata al ruolo della terra nella storia sistema feudale. Il volume si chiude con un bilancio ve ufficiali – dai mercanti dei due paesi, superando della famiglia dei Carraresi alla quale spesso viene finale delle conseguenze del flagello e uno sguardo la reciproca pregiudiziale sfiducia nella solidità dei ricondotta la fisionomia del potere signorile. È agli sviluppi successivi in campo demografico, agri- rispettivi sistemi economici e nell’efficacia dei ri- invece bene documentata la vita culturale durante il colo, politico e sociale. spettivi metodi commerciali. dominio carrarese e in particolare l’arte figurativa Silvia Gasparini L’ultimo capitolo dello studio, infine, Venezia e esaltata da Guariento, Giusto de’ Menabuoi, Stati Uniti: due repubbliche senza punti d’intesa, Altichiero, Avanzo, Giacomo da Verona. Sulla base conclude approfondendo e documentando dei giudizi di Alberto Tenenti e di Jacques Le Goff, l’insuperabile lontananza, non solo geografica, tra viene illustrata la figura di Giovanni Dondi dal- due continenti e due epoche della storia. l’Orologio, l’inventore dell’Astrario. PIERO DEL NEGRO - FEDERICA AMBROSINI, L’Aquila e Silvia Gasparini Elio Franzin il Leone. I contatti diplomatici per un accordo commerciale fra gli Stati Uniti d’America e la Repubblica Veneta 1783-1797, premessa di Rober- to Laureri, Padova, Studio Editoriale Programma - Brugine (PD), Edizioni 1+1, 1989, 8°, pp. 131, ill., LUIGI MONTOBBIO, Splendore e utopia nella Padova ANTONIO LAZZARINI, Fra terra e acqua. L’azienda s.i.p. dei Carraresi, Venezia, Corbo e Fiore, 1989, 8°, pp. risicola di una famiglia veneziana nel Delta del Po, 383, ill., L. 60.000. I: Terre acque montagne. Studi e documenti sulla Il volume consta di due distinti saggi, corredati storia dell’ambiente, Roma, Edizioni di storia e da una nota biografica concernente gli Autori e da Il primo maggio 1797 quando appena da qualche letteratura, 1990, 8°, pp. 290, ill., L. 50.000. una nota bibliografica. giorno si era costituita per ordine dell’esercito fran- Nel primo, dal titolo La Serenissima e la “Nuova cese la nuova Municipalità di Padova, “un cittadino La tenuta agricola di cui Antonio Lazzarini sta Americana Repubblica”: filtri e schemi culturali di scrivendo la storia si trovava sulla sponda sinistra

55 Ferrante Aporti, tra i più avanzati dell’epoca. CLAUDIO G ARBELLINI, Il Polesine nell’Età austriaca: L’autore attinge ad un’ampia gamma di fonti società e governo del territorio, Rovigo, Minelliana, documentali e bibliografiche ed individua con la 1990, 8°, pp. 308, ill., s.i.p. sua indagine gli elementi essenziali della questione, inserendo e spiegando le cause dei problemi locali Quest’opera di Claudio Garbellini, pubblicata alla luce di quelli più generali della regione e dello grazie alla collaborazione della Camera di Com- stato lombardo-veneto e delineando, in tal modo, un mercio di Rovigo e dell’Associazione Culturale panorama di ampio respiro della società polesana Minelliana, è il secondo volume della collana “Eco- durante la Restaurazione. nomia e Società”, dedicata alla raccolta di fonti per Stefano Sorteni una storia socio-economica del Polesine. Questo lavoro va ad occupare senza dubbio la fascia qualitativamente migliore della ricerca stori- ca sociale; infatti, non si vedono spesso in questo campo opere che raggiungono un livello così alto di Il comune di Venezia e la rivoluzione del 1848-49, approfondimento ed un’analisi esaustiva delle fonti a cura di Sergio Barizza, Venezia, Arsenale, 1991, e della bibliografia consultata, quest’ultima vera- 8°, pp. 144, ill., s.i.p. mente notevole. Un risultato che è il frutto soprattut- to della sensibilità dei promotori, che hanno voluto Nel novembre 1848 la Muncipalità di Venezia dedicare una collana specificatamente alla raccolta stabiliva che i “proprietari di Bisatti” potessero di fonti, utili ad un successivo lavoro di ricerca, utilizzare come vivaio il rivo della tana. Una delle privilegiando così l’approfondimento metodologico tante decisioni che una Municipalità prende durante e lo scavo critico. il proprio normale esercizio amministrativo, Il volume precedente della raccolta, di Luigi sennonché la data ricorda che a Venezia era in pieno del Po di Gnocca, uno dei rami nei quali si divide il Lugaresi, era dedicato alla storia del Polesine du- svolgimento l’insurrezione capeggiata da Daniele delta del fiume. È necessario iniziare la lettura del rante l’età Napoleonica; questo ne è la continuazio- Manin e Niccolò Tommaseo. Nel momento della libro guardando le tavole annesse al volume. Si ne, dal momento che oggetto della sua indagine maggiore discontinuità storico-politica, quale il moto misura così la distanza esistente e la diversità am- sono gli anni dal 1815 al 1866, il periodo della rivoluzionario del 1848-49, persiste una dimensio- bientale fra il ghetto nel quale, almeno fino al 1797, Restaurazione durante la dominazione austriaca. Le ne delle cose materiali, dei singoli individui, della erano stati rinchiusi i Sullam, una famiglia ebrea, e riforme realizzate in campo legislativo ed ammini- sopravvivenza che richiede interventi amministra- i campi acquistati nel 1818 nel Basso Polesine. strativo, durante il breve periodo del governo fran- tivi giornalieri. Così in pieno svolgimento rivolu- Acutamente John Stuart McDonald ha colto di cese, avevano infatti posto le solide basi per lo zionario si pensa alla vaccinazione, alla revisione questa zona del Veneto il carattere di frontiera, vale sviluppo e le modificazioni sociali ed economiche del ruolo delle arti e commercio, all’asta per l’ere- a dire che il basso Polesine, in un certo senso, realizzatesi successivamente. In generale, si può zione dei ponti votivi. Si è in guerra ma non ci si funzionò come colonia interna, ricca di risorse da dire che l’autore valuti in modo sostanzialmente dimentica di tutelare, per dirla in termini attuali, il sfruttare. positivo il periodo della Restaurazione perché esso consumatore; a difesa del compratore che “non ha Marino Berengo (L’agricoltura veneta dalla ca- segnò un miglioramento nelle condizioni di vita dei ormai più alcuna garanzia, e purtroppo quindi può duta della Repubblica all’Unità, Milano, 1963) ha polesani. Durante l’Ottocento l’immagine di questo essere, ed è anzi non poche volte con tutta facilità individuato nella corsa all’investimento fondiario territorio, posto alle foci del Po, era costituita dalla defraudato”, la municipalità, nel giugno 1849, ren- della popolazione ebraica veneta uno degli aspetti terra e dall’acqua, spesso più dall’acqua che dalla deva noto “che non si userà riguardo alcuno verso più dinamici della borghesia contro le strutture della terra, e proprio prendendo spunto da questa consi- chi contravvenisse” a quanto prescritto dalla legge. società artistocratica. Ma nello stesso tempo ha derazione l’autore, dopo una introduzione in termi- Due realtà, della guerra e della quotidianità, a sottolineato la distinzione fra l’adesione degli ebrei ni generali, inizia il proprio lavoro prendendo in contatto ma che procedono con tempi diversi. Alla veneti alle idee liberali e il significato economico e esame il rapporto dei polesani con questi due ele- rapidità rivoluzionaria fa da contraltare il cadenzare sociale dei loro investimenti nell’acquisto di cam- menti, un legame che si estrinseca per tutto questo lento, ma continuo, dell’azione amministrativa, tanto pagne resi possibili dall’abrogazione del divieto di periodo nella questione del risanamento che “il comune, con la sua immutabile struttura, viene acquistare beni immobili alla caduta della Repub- idrogeologico del territorio. Durante l’epoca della visto – scrive Barizza – come la solida base che blica. Restaurazione, piuttosto che la dominazione stra- garantisce la vita”. Il pregio del libro sta proprio La tenuta basso-polesana fu acquistata nel feb- niera, fu soprattutto la precaria situazione territoria- nell’evidenziare, attraverso la trascrizione integrale braio del 1818 da due figli di Benedetto Sullam, le a condizionare negativamente lo sviluppo sociale dei verbali delle sedute del consiglio, tenute tra proprietario di una fortuna creata con attività com- ed economico della regione. In questo senso la l’aprile 1848 e l’agosto 1849, il continuo rimando tra merciali e creditizie di cui nulla si sa. I Sullam non soluzione dei problemi legati alla bonifica, avvenu- esigenze rivoluzionarie e le necessità quotidiane. furono certamente proprietari assenteisti sulle terre ta, con grave ritardo e lunghissime polemiche, sola- Cinzio Gibin che si formavano in seguito al Taglio di Porto Viro, mente tra ottocento e novecento, rappresentò il vero già compiuto dalla Repubblica di Venezia nel 1604. “risorgimento” della zona, dato che essa fu sola- Si inserirono nell’attività di bonifica delle valli mente sfiorata dagli avvenimenti risorgimentali. (cioè delle paludi). La bonifica nel Veneto aveva L’autore continua la propria disamina della situa- avuto fra i suoi tecnici e progettisti di macchine un zione socio-economica del Polesine affrontando le MIRTO SARDO, Ottavia, le Bisce e Bonaparte, architetto del livello di Giuseppe Jappelli, il cui questioni delle vie di comunicazione e dell’agricol- Vicenza, Nuovo Progetto, 1989, 8°, pp. 357, ill., L. “smergone” ottenne l’avallo scientifico tura, vera spina dorsale dell’economia locale. Per 42.000. dell’Accadémie des sciences di Parigi. Ma sia a quanto riguarda il primo punto, durante il governo Brondolo che nel Dossi valieri la bonifica ha fra i austriaco fu potenziato l’utilizzo dei fiumi, in parti- Opera originale e complessa quella che Mirto suoi protagonisti anche numerosi esponenti della colare del Po e dell’Adige, quali vie di comunica- Sardo, vicentino di origine, propone all’attenzione più tradizionale nobiltà veneziana. Nell’azienda dei zione, con ampi benefici per l’attività commerciale, di tutti. Partendo dalla descrizione della vita di tutti Sullam accanto all’uso di macchine agricole di ogni che ebbe un notevole incremento. Il settore agrico- i giorni del Veneto settecentesco, ma soprattutto di tipo e dei modelli più avanzati si trovano “residui lo, d’altra parte, che occupava il cinquanta per cento Vicenza e provincia, arriva a focalizzare il suo feudali” come il rifiuto di pagare qualsiasi indenniz- della popolazione, fu condizionato negativamente itinerario sugli anni precedenti, contemporanei e zo per le migliorie di qualsiasi tipo, le limitazioni dai ritardi maturati nella soluzione del problema successivi alla Rivoluzione Francese e all’avvento contrattuali, autonomia del conduttore, le onoranze. della bonifiche. di Napoleone al potere. Tutto questo attraverso la Garbellini conclude il proprio studio affrontando storia di una famiglia: i Bissari, nobili vicentini, che Elio Franzin in modo ampio ed approfondito l’analisi della strut- passano dal loro quieto e grigio conformismo con- tura assistenziale ed educativa sviluppatasi sul ter- servatore, agli ideali e alle organizzazioni sociali ritorio polesano. Anche in questo campo il Polesine, della Rivoluzione Francese, fino ad impegnarsi come d’altra parte tutto il Veneto, rimase su posizio- attivamente nella municipalità democratica vicentina ni di retroguardia rispetto, ad esempio, alla Lombar- appena costituita. I Bissari, da sempre ostili alla dia, anche se nel 1846 fu eretto nella zona il primo Repubblica Veneta, aderiscono entusiasticamente asilo rurale della regione ispirato ai principi di agli ideali del “Nuovo Ordine”.

56 Sardo trae soprattutto spunto dalla vita irrequieta torio territoriale regionale, ampliando la documen- di Girolamo Bissari e dei suoi figli “giacobini”. tazione dei siti archeologici già elencati e delimitati Descrive, facendo parlare i documenti in suo pos- ai sensi delle leggi 1 giugno 1939 n. 1089 e 8 agosto sesso, il clima da caccia alle streghe sempre latente 1985 n. 431 nel volume Le zone archeologiche del nei confronti dei “senza Dio” giacobini, in maniera Veneto redatto dalla Segreteria per il territorio e quasi cinematografica. Come si evince dalla splen- dalla Soprintendenza archeologica del Veneto. dida presentazione di Paolo Preto, l’autore mostra G.B. tutta la sua abilità nell’utilizzo del materiale d’ar- chivio, per scrivere una pagina di storia vissuta tumultuosamente dai protagonisti, venendo sicura- mente a colmare una lacuna su quel preciso periodo. L’utilizzo del giornale di Ottavia Negri Velo, Archeologia industriale nel Veneto, a cura di Fran- cronista privilegiata dell’epoca, completa lo scena- co Mancuso, Cinisello Balsamo (MI), Silvana - rio degli ultimi anni del ’700, accentuando le emo- Venezia, Giunta Regionale del veneto, 1990, 8°, pp. zioni, le ansie e i timori del particolare e dell’intimo, 220, ill., s.i.p. in una società arricchita da sorprese, tentazioni, passioni violente, il tutto condito dall’originalità di L’archeologia industriale attira da qualche tem- quella lingua per noi già antica. Certamente i Bissari po un crescente interesse di studiosi di differente – dice lo stesso autore – non sono il meglio del formazione culturale. Proprio per la sua natura giacobinismo vicentino, ma il loro atteggiamento interdisciplinare, si tratta di un campo di studi nel privo di mezzi termini e dimentico di eventuali quale i pericoli insiti nella frammentazione specia- gravi conseguenze, affascina e coinvolge. Ma, alla listica delle ricerche appaiono particolarmente evi- fine, il destino della famiglia Bissari passa in secon- denti. Apprezzabile dunque l’idea di riassumere in do piano rispetto al grande affresco offerto su quegli un volme collettivo i principali risultati di ricerca anni e sulle eccezionali situazioni che li hanno conseguiti nel settore da storici, urbanisti, architetti contraddistinti. I Giacobini furono sconfitti, rimossi in questi ultimi anni. dalla memoria storica dalla Restaurazione austria- Il volume, curato e introdotto da Franco Mancuso, ca, ma la loro ingenua e a tratti commovente aspira- ha una struttura molto complessa e articolata: in zione alla democrazia ha segnato indelebilmente le dieci capitoli, affidati rispettivamente a Giorgio coscienze, come bene dimostreranno gli eventi suc- Bellavitis, Raffaello Vergani, Walter Panciera, Bru- cessivi. no Rigobello e Maria Cavriani, Mauro Pitteri, Vin- libro è stato voluto per ricordare un evento di cento Giovanni Mari cenzo Fontana, Guido Zucconi, Giuliana Mazzi, anni fa: il 2 dicembre 1889 è stato nominato per la Fanco Mancuso, Giovanni Luigi Fontana, Gianna prima volta in modo ‘democratico’ il presidente Riva, vengono analizzati altrettanti differenti aspet- della Provincia di Padova”. La struttura dell’opera, ti della realtà protoindustriale veneta. Un’introdu- splendidamente impaginata, consente di dare spa- zione per ognuno dei capitoli traccia il quadro zio sia a una seria ricerca sulla storia della Provin- REGIONE VENETO - SEGRETERIA REGIONALE PER IL TER- generale, mentre una nutrita serie di schede, redatte cia, sia alle testimonianze di alcuni dei protagonisti RITORIO, Carta archeologica del Veneto, vol. II, da una trentina di ricercatori, consente di approfon- dell’amministrazione provinciale. Sei giornalisti Modena, Panini, 1990, 8°, pp. 387, ill., s.i.p. dire aspetti specifici o di illustrare manufatti di hanno intervistato Alberto Marcozzi, Vittorio particolare interesse. In un’opera del genere, essen- Marani, Marcello Olivi, Candido Tecchio, Giorgio Con la pubblicazione del secondo volume della ziale, ai fini documentari e di comprensione, risulta Dal Pian, Giacomo Pontarollo, facendo precedere il Carta archeologica del Veneto redatta dalla Giunta l’apparato iconografico, curato infatti da Daniela colloquio da un agile profilo degli intervistati. Regionale del Veneto – Segreteria per il Territorio Mazzotta con grande attenzione e ricchezza: centi- Umberto Pototschnig esamina le leggi che hanno – in collaborazione con l’Istituto di archeologia naia di foto, in bianco e nero e a colori, offrono una regolato la Provincia prima del 1889; in particolare dell’Università di Padova, si aggiunge un ulteriore documentazione estremamente particolareggiata e quella del 1965, con cui si è voluto “rafforzare la nuovo contributo al progetto che prevede una com- stimolante di ciò che rimane della complessa rete di Provincia come istituzione autonomistica”. L’auto- pleta ricognizione della consistenza del patrimonio edifici e infrastrutture industriali disseminati in re indica poi le ragioni per cui questa istituzione non archeologico del territorio veneto. Il piano comple- tutta la campagna e la collina veneta, prevalente- trovò larghi consensi nel Lombardo-Veneto, e così to dell’opera, edita da Franco Cosimo Panini di mente lungo i corsi d’acqua. La prima industrializ- la riforma del 1888-89, venendo incontro alle esi- Modena, prevede la realizzazione di ulteriori due zazione veneta interessò infatti solo marginalmente genze di questa regione, fu accolta con particolare volumi che, sulla base della Carta d’Italia dell’Isti- le città capoluogo (eccetto Venezia), diffondendosi favore. Giuseppe Toffanin si sofferma su La città e tuto Geografico Militare, analizzeranno in modo invece capillarmente nel territorio, alla ricerca di la provincia di Padova dal 1889 al 1989, delinean- puntuale la qualità e la quantità dei ritrovamenti fonti di energia e di forza lavoro a buon mercato. do in termini sobri e con un’accurata selezione di localizzandone il sito. Per ognuno di essi è stata Pur non trattandosi di un vero e proprio censi- dati e fatti la crescita complessiva che ha conosciuto compilata una scheda organizzata in due parti: la mento, questo volume offre una panoramica molto il territorio (cittadino e provinciale) nel corso di prima fornisce informazioni essenziali che vengono dettagliata dell’imponente patrimonio questi ultimi cento anni. Ne esce l’immagine di un a costituire una sorta di carta d’identità del sito, protoindustriale veneto meritevole di una qualche progressivo sviluppo in tutti i campi dell’attività mentre la seconda illustra la qualità e il tipo del tutela. Le leggi che consentono interventi di recupero umana, anche se non mancano rilievi critici specie ritrovamento fornendo infine i riferimenti in questo settore esistono, come dimostra il saggio verso quel “tombare canali che i predecessori ave- bibliografici. finale di Franco Posocco e Linda Mavian; e qualco- vano aperto con sacrificio ed avvedutezza, e in Con il primo volume è stata presentata la situa- sa è già stato fatto, con risultati spesso incoraggian- questo sport di distruggere i corsi d’acqua le gene- zione della provincia di Belluno (fogli IGM ti. Ma numerosi sono anche gli esempi di abbando- razioni successive non saranno meno esperte”. Marmolada, Cortina, Ampezzo, Feltre e Belluno) e no e incuria; spetta soprattutto agli enti locali, con Alberto Dal Porto indugia a lungo su alcuni di alcune parti delle province di Vicenza (fogli un corretto e accorto uso dei piani regolatori, cerca- momenti significativi dell’attività consiliare, indi- Schio e Bassano del Grappa) e Treviso (Conegliano). re un rimedio. cando gli interventi più importanti compiuti nel Il secondo volume testimonia la situazione della Livio Vanzetto territorio, nella salvaguardia di edifici, nella costru- provincia di Verona (fogli Riva, Peschiera del Garda, zione di nuovi o ristrutturazione di antichi. Per Verona, Legnago). quanto riguarda l’intervento sanitario, l’autore ri- Il Presidente della Regione del Veneto, Franco corda l’azione delle “Locande sanitarie” per la Cremonese, evidenzia, nella presentazione del vo- prevenzione e cura della pellagra (siamo nel 1892), lume, come questi studi rientrino nell’azione intra- AA.VV., L’amministrazione provinciale di Padova e si sofferma poi sulla costruzione del Manicomio presa con la L.R. 17/1986 per la custodia ed il 1889-1989, Padova, Studio Editoriale Programma, provinciale, avviata nel 1903. Si tratta di un proble- recupero del patrimonio di testimonianze lasciateci 1989, 8°, pp. 283, ill., s.i.p. ma che attraversa tutta la storia della Provincia, dalle epoche antiche. In tal senso la carta archeologica perché fin dal 1889 la Deputazione avvertiva preoc- costituisce un importante contributo informativo Nella presentazione di Franco Frigo, presidente cupata come fosse “spaventosamente progrediente” per la composizione delle banche dati dell’osserva- della Provincia di Padova, si afferma che “questo il numero dei “mentecatti” bisognosi di ricovero. Il

57 Manicomio sorse a Brusegana e fu scelta la strada di vale, come fraglie e confraternite, e giunge alla AA.VV., Società e politica in Italia. Contributi e via dei Colli “per essere prossima alla Città, servita vigilia della prima Guerra Mondiale, con l’apparire analisi delle Acli. Testimonianze, Vicenza, Nuovo di acquedotto, e con una ‘fronte’ esposta a mezzo- dei moderni partiti e sindacati. L’autrice ricerca le Progetto, 1990, 8°, pp. 128, ill., L. 15.000. giorno per più di 55 metri”. Nel 1906 fu approvato origini del fenomeno associativo e le ragioni del suo il regolamento per il funzionamento dell’istituzione tardo manifestarsi, nelle sue forme più moderne, nel A prescindere dall’argomento, uno degli e il 16 giugno 1907 fu inaugurato l’imponente Veneto Orientale, offrendoci così una ricostruzione handicaps più ricorrenti nei convegni di studio è la complesso di 26 ettari. ampia e dettagliata del contesto socio-economico in mancanza di una divulgazione dei temi trattati che Marcello Olivi fornisce un preciso ed esauriente cui l’associazionismo si è sviluppato. Imelde Rosa vada oltre l’interesse degli addetti ai lavori. Il testo Profilo storico-legislativo della Provincia, mentre Pellegrini giunge all’individuazione di tre filoni che stiamo esaminando offre, a chi volesse appro- Ivone Cacciavillani si sofferma su La Provincia principali del movimento associativo e cooperativo fondire gli argomenti insiti nella costituzione del nella realtà veneta, individuando i complessi e della regione e ne descrive le caratteristiche più “Forum del Cattolicesimo Democratico” avviato spesso conflittuali rapporti esistenti fra città e cam- salienti: quello di ispirazione cattolica che trova il dalle ACLI a Vicenza, uno strumento accurato. pagna e indicando nell’opera di “mediazione istitu- proprio motore organizzativo nell’azione dell’Ope- Partendo da un’analisi storica atta ad affermare le zionalizzata tra ‘città’ e ‘provincia’, con funzione di ra dei Congressi a partire dalla fine dell’Ottocento; origini sociali del Cattolicesimo Democratico ten- perequazione degli inevitabili squilibri territoriali” quello laico-borghese alimentato dalla parte più denti a rivalutare la figura dell’uomo rispetto a l’odierno ruolo di questa istituzione. illuminata della classe dirigente del tempo; e infine quella del politico, il convegno si sviluppa attraver- In conclusione, si tratta di un’importante stru- quello di stampo socialista che si afferma saldamen- so interventi organici, mentre vengono esaminate in mento conoscitivo; è stato evitato l’agiografismo o te a partire dalle elezioni del 1913. maniera particolare le attività di personaggi come l’apologia temporis acti e così ne è uscito un primo Attingendo ad una ricca e articolata gamma di Luigi Sturzo, Giovanni Aver, Giuseppe Arena. Ogni punto di partenza che stimola a ulteriori approfon- fonti, le quali comprendono il documento d’archi- movimento che nasce, di qualsiasi natura esso sia, dimenti della storia di una istituzione che è stata e vio, la testimonianza orale o i giornali del tempo, e ha bisogno di determinare le proprie radici. La storia rimane essenziale nel tessuto territoriale e culturale fornendo un’esauriente bibliografia sull’argomen- del Cattolicesimo democratico risale alla nascita del della regione. Nella maggior parte dei contributi gli to, questo lavoro può essere considerato un buon Partito Popolare, fino a corrispondere con le lotte e autori si attengono a fornire di documentazione esempio di ricerca in campo locale e un riferimento le iniziative delle ACLI. Quando si pensa che il “oggettiva” delle “cose fatte”, mentre in certi casi per chi voglia proseguire gli studi in questo ambito. “partito Sturziano” era nato come “il partito degli occorreva ricordare adeguatamente l’opera che al- Stefano Sorteni interessi non tutelati, dei bisogni dei senza voce, cuni personaggi hanno compiuto per creare e far non essendo la cattura del consenso il suo principale funzionare istituzioni di grande rilievo. È il caso, ad obiettivo, ma essere la voce del bisogno e quindi la esempio, del prof. Ernesto Bemondo, che ha fonda- traduzione del bisogno in speranza politica” – come to e diretto il Manicomio provinciale con metodi ha affermato De Mita nel suo intervento su Sturzo – moderni apprezzati in Italia e all’estero. IMELDE ROSA PELLEGRINI, La valigia a doppio fondo. ci si chiede perché si è persa questa strada a favore Mario Quaranta Gordiano Pacquola nella storia sandonatese del di ideali dal fine ambiguo, privi di valore morale, se Novecento, Portogruaro (VE), Nuova Dimensione, non del tutto opposti. 1990, 8°, pp. 175, ill., L. 25.000. Un tragitto irto di difficoltà, un tentativo di rifondazione etica e culturale che presenta delle Diversi sono gli itinerari per ricostruire gli eventi strane analogie con il travaglio politico vissuto dal IMELDE ROSA PELLEGRINI, Associazionismo, coope- storici di una regione. Uno dei più affascinanti e Partito Comunista Italiano, ora Partito Democratico razione e Movimenti politici nel Veneto Orientale, concreti è quello di utilizzare la vita di quei perso- della Sinistra, ciò sicuramente traendo spunto dalle Portogruaro (VE), Nuova Dimensione, 1988, 8°, pp. naggi che con le loro vicissitudini la storia l’hanno loro comuni origini popolari. Nell’antico e moder- 188, ill., L. 19.000. costruita. no svilupparsi del problematico rapporto tra fede e Gordiano Pacquola è uno di questi. Uomo limpi- politica, tra convinzioni religiose e compromessi, Questo saggio, la cui pubblicazione è stata resa do, “duro e puro” come suole dirsi. Partendo dalla solo “l’uomo nuovo” può misurarsi positivamente, possibile anche dalla collaborazione dell’Unione sua S. Donà di Piave, ha percorso le tappe di un sempre che intenda la sua attività politica come Cooperative del Veneto, è il frutto non solo del impegno assoluto al servizio dei suoi ideali. La servizio, come missione, e non come puro esercizio lungo e paziente impegno dell’autrice, ma anche ricostruzione di Imelde Rosa Pellegrini, tralascia i di potere. degli orientamenti culturali e storiografici espressi toni trionfalistici e retorici per farci conoscere da Giovanni Mari dal gruppo di operatori, ricercatori e appassionati vicino un “uomo”. Le tracce impresse vengono che hanno dato vita alla Cooperativa Nuova Dimen- sostenute da documentazioni puntuali ed estrema- sione. Da diversi anni questo gruppo ha tentato, per mente interessanti. “Il carcere è stata la nostra mezzo di pubblicazioni e convegni, di definire in Università” amava affermare Gordiano Pacquola modo nuovo il presente e il passato del Veneto con disarmante semplicità, evocando momenti dif- L’Italia imbavagliata. Lettere censurate 1940-43, a Orientale, troppo spesso considerato una zona di ficili di molti militanti comunisti. Con queste basi, cura di Ivo Dalla Costa, Paese (TV), Pagus, 1990, 8°, frontiera, lontana dalle correnti più vive della cultu- le sue vicende politiche si sono sviluppate attraver- pp. 180, ill., L. 25.000. ra e della storia. L’area in questione comprende so il confino inflittogli dal regime fascista, il infatti il Portogruarese, il Sandonatese e l’Opitergino boicottaggio da parte dei suoi concittadini attanagliati Il libro di Ivo Dalla Costa, costituisce una testi- e risente dell’influenza delle città vicine di Venezia dalla paura di rappresaglie, la Resistenza, la cattura, monianza reale delle condizioni morali e fisiche e Pordenone. il campo di concentramento, la fine della guerra, il degli Italiani in guerra (’40-45), fossero essi civili o In realtà questo volume comprende solo la prima ritorno a casa. Tasselli di un mosaico comune a tanti militari. Partendo da una meticolosa ricerca condot- parte di un progetto di ricerca più ampio, che arrive- italiani di quell’epoca. La differenza in G. Pacquola ta presso gli Archivi della Prefettura di Treviso, rà ad analizzare l’evoluzione delle attuali forme di sta nel fatto che egli non ebbe cali di tensione, l’autore è riuscito ad assemblare magistralmente associazionismo politico e sindacale, che sarà og- ripensamenti, non cessò di combattere, ma continuò materiale inedito e variamente censurato, alcuni getto di una seconda pubblicazione. L’autrice ha la sua opera. Lo ritroviamo infatti nel dopoguerra tra pezzi sono anche fotografati corredati da spiegazio- considerato l’associazionismo come uno degli indi- gli operai, i braccianti, i disoccupati ad organizzare ni puntuali. Il percorso ideato svaria su tutto il fronte catori più importanti della vitalità e del progresso di manifestazioni, sempre in prima linea. della seconda guerra mondiale: dall’Albania alla una società nella sua evoluzione storica e ha colle- Certamente il libro non è un’opera di Russia, all’Africa. Ne consegue un’opera di infor- gato questo fenomeno e il suo affermarsi ai progres- “beatificazione”, ma lo svolgersi di un esempio, di mazione ma anche di studio. Le poche stentate righe si economici e industriali che hanno interessato il un gesto coerente che dovrebbe far riflettere. Inter- di corrispondenza intercorrenti tra i soldati e i loro Veneto Orientale, soprattutto a partire dai primi pretando il titolo si potrebbe dire che “La valigia a familiari, hanno l’effetto devastante della verità. anni del Novecento con le bonifiche intensive e il doppio fondo” nasconde... la fede: quella strana Per questo le Commissioni Provinciali di Censura sorgere dei primi nuclei produttivi come la fabbrica commistione tra coraggio e impudenza, tra ingenui- lavoravano alacremente: trascrivendo, cancellan- cooperativa Perfosfati di Portogruaro. tà e testardaggine, che mutano il destino di un uomo do, obliterando e segnalando agli Organi Centrali Adottando al suo interno un’articolazione qualsiasi. dello Stato. Naturalmente gli autori e i destinatari diacronica il volume, dopo aver preso in considera- Giovanni Mari delle missive erano completamente all’oscuro del- zione molto brevemente lo sviluppo l’attenzione con cui veniva trattata la loro corri- dell’associazionismo a livello nazionale e regiona- spondenza. Quel varco nella disperazione, costitu- le, parte dalle prime forme di associazione medioe- ito dalla speranza che qualcuno potesse condividere

58 effetti dell’art. 8 della legge 29.7.1957 n. 635. E non ramento dei servizi pubblici e per gli spazi verdi è vi possono essere dubbi sulla efficacia di questa strettamente legata allo sforzo che si deve compiere legge, se appena cinque anni dopo, cioè nel 1962, ai per riflettere seriamente sulle ragioni e gli autori del 4 insediamenti produttivi già esistenti se ne erano degrado edilizio e sociale. Una riflessione storica aggiunti altri 31, sestuplicando così la manodopera lontanissima, quindi, da qualsiasi volontà antiquaria industriale, portandola da circa 240 unità a 1375. In o celebrativa e cosciente che passato e presente sono altre pagine l’autore spiega che si trattava di una in fondo molto vicini perché attraverso una storia manodopera pendolare che via via si incrementava, proiettata verso il presente si può ricostruire un’im- togliendo Limena da quel relativo isolamento agri- magine critica e creativa della città in cui si vive. colo che da sempre la divideva dal pur vicinissimo Questo saggio trae la propria originalità dalla capologuo provinciale e proiettandola nel dinami- pluralità di storie che raccoglie e si caratterizza smo industriale che ben presto avrebbe stravolto la anche per la diversità delle fonti a cui ogni autore quiete del tranquillo borgo agricolo. attinge: dai documenti d’archivio ai materiali foto- L’insistenza viene posta sull’industrializzazione grafici e alle testimonianze orali. L’ordinamento diffusa e recente che ha interessato quest’area del del materiale, raccolto in quattro sezioni, tende a padovano, ma restano in ombra alcuni interrogativi, mettere in evidenza proprio questo carattere di che indichiamo come ipotesi per future ricerche: a) confronto tra le diverse esperienze. Nelle prime due quali sono state le conseguenze per la speculazione parti, “Pensare la storia di Mestre” e “Storia dello fondiaria in riferimento sia ai primi insediamenti sviluppo urbano”, l’analisi si incentra, con pluralità ex-lege 635/1957 che al Piano regolatore generale d’indirizzi, sulla ricostruzione del passato cittadino, dell’ottobre 1963 che si proponeva di individuare e mettendo a confronto i punti di vista e le metodologie disciplinare le aree a vocazione produttiva? b) che dello storiografo e dell’insegnante, dell’urbanista e impatto vi fu sui conduttori espulsi dalle terre ex- dell’archivista. Nella terza, “Indagine sui quartieri e agricole? c) senza dubbio le localizzazioni nella cintura urbana”, l’ambito della ricerca, invece, si zona industriale hanno creato nuova occupazione; allarga fino a comprendere i paesi dell’hinterland, i ma a che prezzo e con quali conseguenze sugli loro rapporti con il centro e le connessioni ammini- assetti sociali? strative e territoriali dei quartieri, nella convinzione Nell’interpretazione di Lino Scalco è evidente lo che lo studio dei flussi di popolazione e di idee tra e quindi capire il loro disagio, il loro dolore fu per sforzo di ritrovare più una linea di continuità che di i diversi elementi di un sistema urbano riveste una molte persone illusorio e, quindi, crudele. Nel mo- rottura con il passato; in altri termini, questo passag- grande importanza. L’ultima sezione, intitolata si- mento storico attuale, dove si è ripreso a parlare gio all’economia industriale a Limena è avvenuto in gnificativamente “Piste”, è dedicata alla scuola del- concretamente e superficialmente di guerra, biso- modo “dolce”, integrandosi senza scosse al preva- l’obbligo e raccoglie alcuni suggerimenti che pos- gnerebbe dare uno sguardo a queste lettere di perso- lente mondo agricolo, oppure si è data una rottura? sono in qualche modo rinnovare le metodologie ne che la guerra l’hanno vissuta sulla loro pelle e che Anche se riconosciamo le obiettive difficoltà di un didattiche della storia. Ogni singolo intervento rive- parlano solo di pace. Così rimasero senza risposta tema così inedito, riteniamo che l’industrializzazio- ste una certa importanza, ma il valore di questo gli sfoghi, la rabbia di chi si sentiva abbandonato e ne diffusa di Limena abbia assegnato a questo volume sta soprattutto nel rendere finalmente pos- ingannato; le illusioni legate alla casa e alla famiglia comune un preciso ruolo di rottura con il passato. sibile il dialogo tra ricerca storica e scuola, due lontana, rimanevano tali così come la miseria, la Giovanna Battiston mondi che fino ad oggi sembravano aver costruito fame, gli orrori della guerra e la voglia disperata di tra loro un muro di incomunicabilità. concluderla in fretta. Lettere di guerra, quindi, ma che come abbiamo visto parlano solamente di pace, Stefano Sorteni quella pace che tutti cercano ma nessuno vuole. Un invito crudo alla riflessione e alla convivenza civile. La città invisibile. Storie di Mestre, Atti del Conve- Giovanni Mari gno (Mestre, marzo 1988), Venezia, Arsenale, 1990, 8°, pp. 171, ill., L. 19.000. PIERO B RUNELLO (a cura di), Mestre infedele. Confini comunali in terraferma e rapporti tra Mestre e Come accade spesso, solo la tenacia e la volontà Venezia, Portogruaro (VE), Nuova Dimensione, degli organizzatori ha fatto sì che, a distanza di più 1990, 8°, pp. 134, ill., L. 20.000. LINO SCALCO, Limena: un comune industriale del- di due anni, si arrivasse alla pubblicazione degli atti l’area padovana (1951-1981), Limena (PD), Comu- di questo convegno. Il volume, però, non è solamen- Ancor oggi, a perenne memoria di un lontano ° ne-Bibloteca Comunale, 1991, 8 , pp. 110, ill., s.i.p. te la trascrizione letterale degli interventi tenutisi in passato, su un lato della sala consiliare del munici- occasione dell’omonimo convegno svoltosi a Mestre pio fa bella mostra di sé lo stemma bianco e azzurro Da qualche anno a questa parte si registra una nel marzo del 1988. Anzi, si tratta di qualcosa di della città che porta l’iscrizione “Mestre fidelis”. crescente produzione di studi storici sull’Alto Pado- diverso. Chiuso il convegno si è pensato, infatti, di Questo appellativo fu conferito a Mestre nell’anno vano, anche per merito di alcuni studiosi che hanno raccogliere nel libro i risultati dello stimolante di- 1513 dal Senato della Repubblica di Venezia in dato vita ad una rivista trimestrale, “Storia e cultu- battito che seguì a quell’avvenimento e di riordinar- ricordo dell’eroica resistenza alle truppe spagnole e ra”, il fondatore della quale, Lino Scalco, è l’autore li secondo un nuovo percorso in modo da suggerire tedesche della Lega di Cambray. Questo motto ha del libro che qui si recensisce. Si tratta del primo ulteriori momenti di riflessione e di studio sulla per secoli sintetizzato in qualche modo i termini del tentativo di spiegare – analizzando prima l’evolu- storia mestrina in epoca contemporanea. rapporto di sudditanza, politica ed economica, che zione graduale della famiglia rurale, vista come In questa pubblicazione, realizzata grazie alla legava la terraferma a Venezia ed è stato portato aggregato socio-economico fondamentale del vec- collaborazione del Movimento di Cooperazione orgogliosamente a simbolo di un passato glorioso e chio borgo agricolo, nella sua dimensione patriarca- Educativa e dell’associazione StoriAmestre, inse- di un’identità mestrina che si fondava sul rapporto le e quindi in quella mononucleare – il passaggio gnanti, storici e operatori culturali di diversa estra- con la città lagunare. Col passar del tempo e il venir tipico della industrializzazione di una zona rurale, zione arrivano ad un proficuo confronto, nel tenta- meno della potenza veneziana, i modi di relazione non già vissuta in presenza di una grande impresa, tivo di far luce sul passato recente di Mestre. Un attraverso cui questo rapporto si realizzava e, di bensì al contrario attraverso un insediamento di una tema anche scottante, dato che, per comodità ed conseguenza, l’identità cittadina che su esso si fon- molteplicità di piccole attività manifatturiere. interesse, questa città è stata spesso considerata una dava, sono diventati più complessi e di difficile È proprio questo il caso di Limena. L’autore grande periferia senza storia e dallo sviluppo caoti- definizione sia quando, per tutto l’Ottocento, Mestre spiega come sia avvenuta la graduale co, non degna di essere presa in considerazione se e Venezia erano due comuni amministrativamente marginalizzazione del lavoro agricolo e non la sua non come terreno su cui edificare. Dietro al bisogno separati, sia quando, dall’agosto del 1926, Mestre scomparsa; evidenzia il rapporto dinamico tra di storia locale, che questo volume esprime, vi è il divenne parte del comune veneziano. Limena, Padova e la provincia nel trentennio 1951- desiderio di alcuni semplici cittadini di opporsi al Prendendo spunto dallo storico motto questo 1981 per far emergere certi caratteri della nascita senso di spaesamento e alla mancanza di identità volume s’intitola Mestre infedele e raccoglie i risul- guidata di questa localizzazione industriale, che che sembrano caratterizzare la società mestrina in tati del convegno “Centri e periferie. Mestre Vene- viene fatta risalire agli incentivi concessi per l’inse- questi ultimi decenni. In questa direzione, la civile zia Quartieri”, organizzato dall’associazione diamento di attività economiche in località dichia- lotta intrapresa in questi anni recenti per il miglio- StoriAmestre nel maggio del 1989, integrandoli con rate “economicamente depresse” ai sensi e per gli

59 alcuni nuovi interventi realizzati successivamente. come il Cep e il Peep. Da segnalare l’originale L’incontro si proponeva come un momento di civile intervento di Domenico Canciani che si sofferma ad e meditata riflessione sul destino della città, nel analizzare le cartoline, che in diverse epoche hanno clima acceso del dibattito suscitato dal referendum rappresentato scorci urbani di Mestre, consideran- sulla proposta di separazione amministrativa tra dole come una sorta di spezzoni di mentalità e Mestre e Venezia che si sarebbe svolto a distanza di simboli di un’immagine collettiva che muta col un mese. Il convegno traeva spunto anche da un passare del tempo. rinnovato interesse per la storia locale più recente Nella terza parte, utilizzando alcuni articoli pub- stimolato da un nuovo atteggiamento della cittadi- blicati dai giornali locali e analizzandone il linguag- nanza, in particolare delle giovani generazioni di gio, Paola Sartori e Alessandro Voltolina prendono mestrini che sembrano più partecipi e radicate nella in considerazione i momenti più recenti del dibattito città in cui vivono e di conseguenza esprimono un sull’autonomia di Mestre e cioè i due referendum forte desiderio di conoscere e comprendere la dina- per la separazione amministrativa di Mestre da mica dello sviluppo economico e sociale di Mestre, Venezia tenutisi nel 1979 e nel 1989. Mettendo a anche in rapporto a Venezia, a Porto Marghera e agli confronto i risultati delle analisi si può rilevare altri centri della terraferma. come l’opinione pubblica locale abbia raggiunto Gli interventi, raccolti nel volume, si sviluppano una maggiore maturità. Mentre infatti nel 1979 il lungo un percorso ampio e articolato che il curatore, dibattito che precedette la votazione fu affare esclu- Piero Brunello, divide in tre sezioni. Nella prima sivo dei partiti politici, dieci anni dopo l’interesse da Sergio Barizza ricostruisce in maniera puntuale gli parte dei cittadini è maggiore e il ventaglio degli avvenimenti che portarono, tra l’inizio dell’Otto- interventi molto più ampio e variegato, compren- cento e il primo ventennio del Novecento, all’attua- dendo associazioni di categoria, professionisti, stu- le configurazione dei confini amministrativi in ter- denti, donne, cittadini e organizzazioni sindacali. raferma, attraverso l’annessione a Venezia della Dalla lettura dei diversi interventi nasce sponta- zona di Malcontenta e dei comuni di Chirignago, nea la considerazione che la questione del referen- Favaro, Mestre e Zelarino, mettendo in evidenza dum non è un astratto problema burocratico, ma è come le questioni economiche, in particolare la strettamente legato allo scottante tema di una distri- costruzione del porto veneziano e i problemi a buzione equa ed equilibrata del potere tra centri e questo connessi, condizionarono fortemente le scelte periferie, che può condizionare la vita quotidiana di me costante, esente da piene e da magre rovinose. in campo amministrativo e politico. L’autore inda- ogni cittadino. Partito dallo studio di problemi di Ugo Mattana afferma che il Sile ha determinato lo ga, inoltre, sulle richieste di autonomia che Mestre stretta attualità, il volume assume un valore non sviluppo storico di Treviso grazie ai suoi scambi, e Favaro presentarono dopo la Liberazione e sotto- contingente nel momento in cui offre alla coscienza già attivi in epoca romana, con il centro lagunare di linea le divisioni aspre, le discussioni accese e gli collettiva nuovi spunti di riflessione e approfonditi Altinum. L’antica fiera di San Luca si svolgeva scontri feroci che in quel periodo scossero in modo percorsi di ricerca. In quest’opera l’indagine vicino al Porto della Fiera appena a valle della città. trasversale la società e i partiti locali, non tralascian- storiografica coglie aspetti poco conosciuti del pas- I rapporti commerciali fra Treviso e Venezia per do di rilevare nella sua analisi, contro ogni sato cittadino che, adeguatamente utilizzati, posso- secoli si sono svolti lungo il Sile. mistificazione, gli interessi occulti e i fatti poco no fornire all’opinione pubblica nuovi argomenti di Tenuto conto del ruolo che hanno svolto nella chiari che si verificarono. discussione sul futuro della città, dimostrando l’im- storia dell’idraulica veneta, forse Ugo Mattana avreb- Nella sezione successiva, sulla scia soprattutto portante contributo che la ricerca può dare sul piano be potuto dedicare una maggiore attenzione agli della riforma degli enti locali e della proposta del dell’impegno civile. interventi di Fra’ Giocondo e di Bartolomeo comune metropolitano veneziano, si tenta di riassu- Stefano Sorteni Ferracina sul canale della Brentella di Pederobba. mere i punti essenziali del dibattito che si è svolto Sia Fra’ Giocondo che Bartolomeo Ferracina sono durante gli anni ottanta sulle caratteristiche del due figure importanti della storia dell’idraulica territorio mestrino, in rapporto soprattutto alla mol- veneta. L’idraulica è quasi certamente l’elemento teplicità di centri e periferie che lo unificante sul terreno culturale, inteso in senso contraddistinguono. In questa nuova prospettiva, ampio, della storia della Terraferma e di Venezia. che trae origine anche dalle recenti ipotesi urbani- La storia delle città venete è molto interessante se in stiche di città diffusa, l’immagine e il ruolo di Storia di Treviso, I: Le origini, a cura di Ernesto esse vengono ricercati ed individuati sia gli elemen- Mestre trovano un loro significato non più nel Brunetta, Venezia, Marsilio, 1989, 8°, pp. 367, ill., ti specifici, differenzianti, che quelli unificanti. E tradizionale ed univoco rapporto con Venezia, ben- s.i.p. questo non è affatto semplice perché presuppone sì in un intreccio di relazioni che vede protagonisti nel ricercatore, nello storico una solida ed estesa insieme agli ex-comuni della terraferma, come Curata da Ernesto Brunetta, la presente opera si conoscenza della storia di tutto il Veneto e di Vene- Chirignago, Favaro e Zelarino, anche i quartieri presenta come il più ambizioso progetto, in quattro zia. La cultura idraulica è fondamentale sia per la che, nati come ripartizioni amministrative senza volumi, di storia di Treviso e del suo territorio che città di Venezia ed i problemi a volte drammatici vita, hanno assunto col tempo una rilevanza sociale, sia stato programmato finora. della sua laguna che per la regione veneta, dove gli e quegli insediamenti abitativi sorti in tempi recenti, E naturalmente un libro su Treviso deve comin- interventi di sistemazione delle acque operati dalla ciare dai fiumi del territorio e soprattutto della città, Repubblica sono stati numerosissimi e di alta qua- il Sile e il Boteniga. Un libro di storia che non lità a volte anche grazie agli idraulici dell’Universi- spieghi quello che si vede oggi nelle città italiane ha tà di Padova. poche probabiltà di essere letto con interesse e Sia Enzo Buchi che Silvio Tramontin hanno curiosità. E Treviso si differenzia dalle altre città sviluppato molto bene i temi della romanizzazione soprattutto per le sue acque interne. Questo indipen- del territorio e della città di Treviso, che era un dentemente dall’uso turistico e promozionale che centro secondario rispetto a Oderzo, Asolo, Altino, ne è stato e ne viene fatto. Forse qualcuno ha anche e delle origini del cristianesimo. Treviso è diretta- classificato le città europee a seconda del regime dei mente coinvolta nel dibattito, a volte piuttosto aspro, loro fiumi e dei rapporti che esse hanno saputo che si è svolto fra gli storici delle origini del cristia- stabilire durante i secoli. Per esempio, si confronti- nesimo sulla figura di San Prosdocimo, compatrono no le enormi differenze esistenti fra Treviso e Pado- di Treviso e patrono di Padova, il leggendario va, collocata fra due fiumi come il Bacchiglione e il evangelizzatore delle Venezie. Tramontin giusta- Brenta e la minaccia permanente delle piene e delle mente sposta l’attenzione verso il cristianesimo dei alluvioni dovuta al regime incostante delle loro tempi di Venanzio Fortunato, nato verso il 530 d.C. acque, soltanto parzialmente originate da risorgive. in una località sul Piave. E dedica molta attenzione Padova ha vissuto fino ai primi anni del regime alle varie ipotesi che sono state formulate a propo- fascista, ma anche dopo, sotto l’incubo delle piene sito dei resti archeologici affiorati nel 1967 vicino che sommergevano interi quartieri popolari della alle vecchie canoniche del duomo. città. I fiumi di risorgiva trevisani avevano un regi- Qualche sorpresa provoca il lunghissimo saggio di Ernesto Brunetta, che sotto il nome di “introdu-

60 zione” ripercorre tutta la storia di Treviso e del suo sette itinerari: 1. la Val d’Astico, la zona di Posina territorio, dalla preistoria fino ai giorni nostri, utiliz- e Laghi, l’altopiano di Tonezza; 2. Schio; 3. il zando in modo molto sicuro tutta la bibliografia Pasubio; 4. Novegno e Summano; 5. la Valle esistente e tentando anche di individuare alcune dell’Agno: Valdagno e Recoaro; 6. la Valle del costanti della storia trevigiana sul lungo periodo, Chiampo: Arzignano e Chiampo; 7. il Basso come la prevalenza del territorio sulla città, il rap- vicentino: Lonigo e Noventa. porto saldissimo della Chiesa con le classi contadi- Marco Bevilacqua ne, la povertà delle campagne. Brunetta non è par- ticolarmente sensibile a certi miti della cultura cit- tadina e cittadinesca, come quello della non ben definita trevigianità, che in fondo è soltanto un modo gentile di esaltare il particolarismo urbano. WALTHER SCHAUMANN - PETER SCHUBERT, Isonzo - là Ma se ci è consentito, vorremmo osservare che il dove morirono, Bassano del Grappa (VI), Ghedina particolarismo cittadino è un fenomeno sia politica- & Tassotti, 1990, 8°, pp. 231, ill., L. 35.000. mente che culturalmente ambivalente, progressivo o regressivo a seconda dei casi. Ed è uno dei veri La storia è piena di territori inesplorati, di vora- “fili rossi” della storia plurisecolare della nostra gini documentali, di ingiuste e premature penisola. In fondo Carlo Cattaneo ha individuato archiviazioni. Di ciò è agevole rendersi conto in nel ruolo di incivilmento delle cento città nei con- presenza di questo libro, scritto a quattro mani da fronti delle campagne la vera costante di lungo Walter Schaumann, storico ed ex ufficiale di carrie- periodo di tutta la storia della penisola. ra, e Peter Schubert, storico e direttore editoriale. Il libro si suddivide in quattro sezioni, di cui la I patriottismi sono un fenomeno forse più aggre- Con la pubblicazione di questo volume, gli autori prima, Il paese dalle origini al secolo XIX, traccia gante di quanto si possa pensare davanti a tutte le hanno inteso colmare le lacune storiografiche rela- brevemente le coordinate storiche della frazione e tragiche difficoltà della formazione dello stato mo- tive a un periodo, quello della prima fase della dell’intero territorio dell’isola di Ariano. La secon- derno laico in Italia. La Repubblica non fa eccezio- Grande Guerra sul fronte italiano (1915-17), e a una da parte, La cronaca. Dall’invasione napoleonica ne. Ma la storia trevigiana è appena agli inizi. Ci regione, quella dell’Isonzo – che da Plezzo e alla fine del dominio austriaco, contiene la docu- sono altri tre volumi in arrivo che attendiamo con Caporetto si estende verso Monfalcone, toccando mentazione di fatti di vita quotidiana avvenuti tra la molto interesse dopo aver letto il primo. via via le zone di Cividale, Cormons e Gorizia –, che caduta della Repubblica Veneta (1797) e Elio Franzin hanno rappresentato un punto cruciale nell’evolu- l’acquisizione della nostra regione da parte del zione del primo conflitto mondiale. Regno d’Italia (1866); per la stesura di questa sezio- La regione isontina è stata uno dei campi di ne l’autore si è servito di fonti archivistiche vaste ed battaglia più cruenti di sempre: lungo le sponde del inesplorate come Archivi comunali e parrocchiali, fiume e nell’immediato entroterra hanno perso la Curie ecc. La terza parte ospita una selezione della ANDREA KOZLOVIC, Il Risorgimento in provincia di vita, da entrambe le parti belligeranti, centinaia di grossa mole di materiale archivistico rinvenuta da Vicenza dalla Val d’Astico al basso vicentino, migliaia di uomini. L’Isonzo, che, ancor oggi, in Balsamo, tra cui citiamo, per rappresentatività di Vicenza, Istituto per la storia del Risorgimento contrasto con il suo drammatico passato, lambisce un’epoca e di un modo di vivere, i documenti italiano, 1988, 8°, pp. 204, ill., s.i.p. paesaggi ameni e incontaminati, è stato teatro di relativi alla dote della Signora Giovanna Pozzo dodici battaglie (tutte minuziosamente rivisitate (1640) e al testamento di don Vincenzo Turati Questo libro, che si inserisce nella collana “Itine- nella loro genesi e nel loro evolversi dai due storici (1627). Infine la quarta parte, “S. Maria in Punta rari turistici risorgimentali vicentini”, conduce il austriaci) che, per poco, non cambiarono completa- oggi”, è dedicata alla descrizione dei monumenti e lettore sulle tracce umane e naturalistiche presenti mente le sorti della guerra sul fronte meridionale, e dei luoghi più caratteristici del paese, supportata da in zone che hanno conosciuto e visto realizzarsi, tra forse dell’intero conflitto: gli austro-tedesci giunse- un buon apparato di fotografie d’epoca che ci resti- Otto e Novecento, gli aneliti di libertà e di unifica- ro a un passo da una vittoria che, con ogni probabi- tuiscono le atmosfere e le forme del tempo che fu. zione nazionale italiani. Nell’area vicentina non lità, avrebbe costretto alla resa totale l’avversario. Il volume di Balsamo, originario del luogo e solo hanno avuto luogo le più aspre battaglie mili- Il libro, ricco di fotografie – delle quali molte, storico per passione, si propone come il risultato di tari (basti pensare solo al Pasubio, a Montebello, al inedite, tratte da raccolte private – e di piantine una lunga e inedita ricerca tesa a valorizzare le Cimone...), ma ha anche preso corpo quello spirito tematiche, segue fedelmente l’evoluzione delle vi- origini e le valenze culturali di un paese che, in nazionale che va ben al di là della forza delle armi cende militari sul nostro fronte negli anni 1915-17, epoche non troppo lontane, è stato sia sotto l’aspetto e della difesa di un territorio. L’autore si è posto dai primi successi italiani sul Monte Nero al crollo di commerciale sia sotto l’aspetto politico un centro di l’obiettivo di dare la possibilità a tutti di scoprire, Caporetto. Il volume ha il merito di rendere giustizia notevole rilevanza nell’area del Delta padano. seguendo i dettami del cosiddetto “turismo intelli- alle mgliaia di vittime del fronte vicentino, troppo Marco Bevilacqua gente”, i luoghi il cui passato è testimoniato da spesso dimenticate al di là delle celebrazioni ufficiali, vestigia storiche e da aspetti naturali inconfondibili, e – grazie alla consultazione da parte degli autori di ricchi di bellezza e di eredità umana. fonti fino ad ora non sfruttate dalla leteratura specia- E se la storia “è stata fatta anche con i piedi”, lizzata – di contribuire a gettare nuova luce sulla come dichiara nella breve introduzione al volume disamina dell’evoluzione della prima guerra mon- GUERRINO M ACCAGNAN, Storia di Veronella. Le chie- Giuseppe Mori, allora anche il semplice atto di diale. se, Cologna Veneta (VR), La Mainarda, 1990, 8°, pp. “spostarsi”, di far visita a un paese o a una Marco Bevilacqua 413, ill., L. 25.000. fortificazione rappresenta una piccola avventura dello spirito sulle orme di un passato ancora ben “La Mainarda”, rivista di cultura, arte, storia ed vivo e radicato nella coscienza collettiva. Questa economia del territorio Adige-Guà, si propone tra i guida si rivolge allora al viaggiatore curioso e suoi obiettivi quello di divulgare la conoscenza e intelligente che, un po’ sulle orme di Goethe, si lasci WILLIAM BALSAMO, Storia di una comunità. I l’interesse per la zona sud-orientale della provincia attrarre da un unico fine: quello, per dirla con parole santamarianti, Rovigo, Minelliana, 1990, 8°, pp. di Verona. Questo libro, che è poi il “Quaderno n. di Mori, di “vedere, riconoscere, spiegare che cosa 125, ill., s.i.p. 12” della rivista, rientra in tale vaste progetto di significano quel monumento, quella lapide, quella studio di quell’area naturale ed umana che ha in croce, quel cippo, quella trincea, quel forte, quella Si tratta di un libro dedicato a S. Maria in Punta, Cologna Veneta uno dei suoi punti cardinali. piazza, quelle vie distinte con un nome”. Non di un paese presso l’isola di Ariano – sul delta del Po –, e Guerrino Maccagnan, studioso di problemi stori- viaggio iniziatico si tratta, ma piuttosto di un itine- alla sua storia. Le origini di questo centro vengono ci locali, ha ultimato questo suo lavoro nel quadro di rario di riscoperta e valorizzazione di aspetti troppo fatte risalire dall’autore al XII-XIII secolo, quando un più ampio progetto che comprende altri due testi spesso trascurati del nostro recente passato. nel luogo ove ora sorge S. Maria comincia ad sulla Storia di Veronella, già in precedenza pubbli- Il volume, corredato di cartine geografiche e di insediarsi una piccola comunità di pescatori e tra- cati nell’ambito della stessa collana: Le origini utili informazioni pratiche (durata degli spostamenti, sportatori fluviali; proprio sull’attività di pesca e (“Quaderno n. 5”, 1981, pp. 91), esauriente analisi ubicazione dei parcheggi, possibilità di alloggio traghettazione di uomini e merci si è costruita la storico-archeologica che, oltre all’indagine sulle ecc.), fornisce di ogni località le nozioni essenziali fortuna economica della zona, appartenente al ducato radici paleovenete e romane di Veronella, si spinge in chiave di storia del Risorgimentio e si divide in di Ferrara. sino alle testimonianze risalenti all’età del bronzo,

61 gnate da illustrazioni fotografiche – nonché, in ricavate, oltre che dalla descrizione delle opere appendice, materiale documentario di varia natura e d’arte e architettoniche ancora presenti in gran provenienza (lettere, testamenti, elenchi di oggetti numero nella zona, anche dallo studio di reperti ecclesiastici ecc.). archeologici e fonti archivistiche spesso inedite – e Con questo libro l’autore ha inteso sottolineare, di coordinate che aiutino ad inquadrare Fratta raccogliendo e dando una sistemazione alle memo- Polesine, paese natale di Giacomo Matteotti (1855), rie storiche inerenti alle chiese del Comune di nelle sue giuste dimensioni storiche. Veronella e delle frazioni limitrofe, l’importanza Dimensioni che risultano evidenti se solo si pen- storica per la comunità umana di edifici di culto sa al fatto che, ben otto secoli prima che i Romani si contenenti veri patrimoni d’arte e di umanità, auten- insediassero in Italia settentrionale, questa comuni- tica eredità di un passato che non deve andare tà rappresentava già un centro di aggregazione e di disperso a nessun costo. La storia della devozione, scambio di grande rilevanza. Gli archeologi, lo dunque, è storia tout court, specie quando essa è sottolinea Licia Rizzi nella sua breve prefazione, specchio di epoche che nel culto trovavano uno dei sono arrivati addirittura a riconoscere a Fratta il momenti socialmente più pregnanti e significativi, ruolo di “centro più importante, per quanto riguarda e di ciò Maccagnan ha tenuto conto nel concepire l’età finale del bronzo, non solo dell’Italia, ma questa indagine storiografica che è diretta a fornire dell’intera Europa: per l’estensione, per la quantità nuovi elementi alla conoscenza non solo di un paese e la qualità del materiale rinvenuto, per il significato come Veronella, ma anche di un’epoca e di un socio-culturale che essa riveste”. sistema di vita. La storia di Fratta ha dunque origini assai remote, Marco Bevilacqua e, nel corso dei secoli, non ha mai cessato di evolver- si: la presenza romana è stata tangibile; l’epoca medievale ha visto questi territori contesi tra Ferrara e la Serenissima, con prevalenza finale di quest’ul- tima (dal 1482) e conseguenti insediamenti di nobili AA.VV., Fratta Polesine. La storia, Rovigo, famiglie veneziane nelle celebri ville cinquecente- Minelliana, 1990, 8°, pp. 257, ill., s.i.p. sche; il periodo risorgimentale ha consacrato Fratta e Cavalpone - S. Donato (“Quaderno n. 6”, 1983, come uno dei centri più vitali ed attivi del nuovo pp. 130), testo dedicato alla storia medievale di due spirito nazionale. frazioni del comune di Veronella. Obiettivo di questo volume, la cui pubblicazione rientra nel novero delle iniziative promosse dal- Il volume è diviso in quattro sezioni: Preistoria, Quest’ultimo volume dedicato alle chiese, corre- Antichità e medioevo, La dominazione veneziana, dato di una esaustiva bibliografia e dell’elenco l’Associazione Minelliana di Rovigo per la valorizzazione e la conoscenza della storia e della L’età contemporanea. Tra i contributi più significa- completo delle fonti archivistiche, è diviso in quat- tivi, segnaliamo Idrogeomorfologia del territorio tro parti: la prima è dedicata alla chiesa di S. Gio- cultura del Polesine, è indagare sul ricchissimo passato artistico, economico, sociale e politico di un frattense secondo la documentazione medievale di vanni Battista a Veronella (dove si segnalano la pala Luciano Alberti, Fratta nel Cinquecento, aspetti e omonima e i dipinti L’Annunciazione e S. Rocco e paese come Fratta, la cui rilevanza storica si pone non solo in ambito locale, ma anche nel contesto figure della cultura letteraria di Primo Griguolo e altri santi, quest’ultimo del settecentesco Antonio Aspetti demografici di Fratta Polesine tra il 1632 e Dal Bianco), la seconda alla chiesa di S. Gregorio nazionale. Gli autori, un gruppo di dodici studiosi di diverse il 1681 dai registri della Parrocchia di Francesco Magno a S. Gregorio, la terza alla chiesa di S. De Poli. Apollinare a Bonaldo e l’ultima alla chiesa di S. discipline (storia, letteratura, urbanistica, storia del- Antonio abate a Miega. Ogni sezione comprende l’arte, geologia ecc.) si sono proposti l’intento di Marco Bevilacqua descrizioni artistiche e architettoniche – accompa- fornire al lettore tutta una serie di informazioni –

62 Pubblicistica veneta

“Storie di paese” di Biblioteche e questo trova forse spiegazio- Portogruaro, (rist. anast. 1851-1882), Portogruaro, ne nella localizzazione periferica sia provin- Società di Storia, 1982. in provincia di Venezia ciale che regionale dell’area. A. SEDRAN, La Chiesa di San Giovanni in dal 1970 al 1990 Scendendo, scarsamente attiva è la zona di Portogruaro, Portogruaro, l982. La Villa romana di Marina di Lugugnana, a cura (a cura di Luigino Scroccaro) S. Donà di Piave contrariamente a quanto del Gruppo Archeologico del Veneto Orientale, succede nell’area Centrale, dominata dalla Pravisdomini, Arti Grafiche, 1985. presenza di Mestre. Su questa città esistono F. COMINOTTO, Le lettere della siora Nina. Cro- numerose pubblicazioni, come appare dalla nache di ieri e di oggi. Spunti di vita cittadina, Come altre province del Veneto, anche quel- bibliografia di R. Pellegrinotti di cui in parte Portogruaro, Nuovo Fronte, 1986. la di Venezia non sembra venir meno al feno- mi sono servito, ma dove manca un’opera S. NAPPI, Discorso sul restauro del Palazzo Altan meno delle “storie di paese” che da un completa anche se si annuncia un volume a Venanzio, Portogruaro, Co.Ven.Or., 1986. ventennio sta interessando un po’ tutti i comu- cura di S. Barizza e G. Sarto nella collana “Le A. NODARI, Storia del Palazzo Altan Venanzio di ni della regione. città nelle Venezie”. Di rilievo in quest’area, Portogruaro, Portogruaro, 1986. L’indagine che qui viene presentata, avente El campanil de Porto. Cronaca di ieri e di oggi. ma non solo, le pubblicazioni del Comune di Spunti di vita cittadina 1973-1987, Portogruaro, per oggetto 42 dei 43 comuni che costituisco- Marcon, ben 9 i volumi nel giro di cinque anni Cragnolin Editore, 1987. no la provincia di Venezia ad esclusione di e ciò va legato al bisogno di identificazione G. ZANCO, Profilo di storia economica di Chioggia (la cui bibliografia, dettagliata e che in questo comune di grande e diffuso Portogruaro, Portogruaro, Il Parco, 1987. precisa, è gia apparsa nel n. 3 di questo “No- sviluppo demografico è particolarmente av- Portogruaro Architettura Rurale, Portogruaro, tiziario”) e della zona insulare del comune di vertito. Anche nel miranese si registra una Società di Storia, 1988. Venezia (la cui produzione richiede un’atten- discreta produzione editoriale, pur se non in Portogruaro Città del Lemene, Portogruaro, So- zione del tutto particolare), ha messo in luce tutti i comuni. Irrilevanti le pubblicazioni nei cietà di Storia, 1988. come ben 37 siano i territori comunali che comuni della Riviera del Brenta dove non R. SANDRON, Guida di Portogruaro, Casier, Bi- possono vantare una recente storia sui loro blioteca Cominiana, 1988. mancano però le opere sui beni paesaggistici Portogruaro Cronache 1895-1905, Portogruaro, paesi. Servendomi in particolar modo del cir- ed architettonici della zona. Società di Storia, 1988. cuito delle Biblioteche Comunali, non sempre Un quadro articolato che abbisognerà certa- comunque all’altezza di risposte concrete ed mente di essere completato, non solo per le Annone Veneto aggiornate, sono riuscito a catalogare 190 opere che qui mancano, ma anche per le nume- M. SACILOTTO, Annone Veneto, Udine, 1972. pubblicazioni sulle singole realtà e 37 su due rose pubblicazioni che, quasi per uno spirito di aree sub provinciali, che ho identificato nel emulazione, vari comuni, soprattutto i più Caorle Portogruarese-Sandonatese e nella Riviera del sprovvisti, hanno in cantiere o nei progetti di T. BOTTANI, Storia della città di Caorle, (ristam- pa del Saggio di Storia della Città di Caorle, Vene- Brenta per un totale di 227 opere. La scelta stampare. non è stata facile e sicuramente apparirà in- zia, 1911), Bologna, Atesa, 1975. Le opere vengono citate, nell’ambito di M. CATTAPAN, Caorle Guida Storico Artistica, completa, ma cerca di offrire un quadro il più ogni Comune, in ordine cronologico e, se Venezia, Tipografica, 1979. esauriente possibile della pubblicistica di sto- dello stesso anno, in ordine alfabetico. R. BONOLLO, Caorle alla fine del ’700, Caorle, ria locale nella provincia di Venezia a partire Luigino Scroccaro Quaderni della Biblioteca Comunale, 1981. dal 1970. Una data, questa, scelta da alcuni “1853-1893”: Il Consorzio Peschereccio di studiosi come l’inizio dell’espandersi di que- Caorle. 130 anni di organizzazione peschereccia, st’interesse, che comunque non sembra signi- Caorle, 1983. ficativa per la provincia di Venezia in quanto C. TURCHETTO, Caorle: suoi monumenti e tesori è nel decennio ’80-90, e soprattutto dopo l’85, d’arte, Caorle, Grafiche 3, 1987. che si registra quell’esplosione di pubblica- Cinto Caomaggiore zioni: 168 su 227. Prima di queste date in Ricordi di Cinto, Cinto Caomaggiore, Ammini- provincia di Venezia sono pochi i comuni con strazione Comunale, 1985. la loro storia scritta, come appare dalla bibliografia che viene anche qui riportata e Portogruarese Concordia Saggittaria che non vuole e non può essere esaustiva e P.L. ZOVATTO, Concordia e dintorni, Portogruaro, completa. Quanto ai criteri di scelta mi sono Portogruaro Castion, 1972 G. BOVIN, Concordia Paleocristiana, Bologna, attenuto a quelli suggeriti da Livio Vanzetto A. SCOTTÀ, Tre secoli di vita scolastica a nel n. 2 del “Notiziario” a proposito della Portogruaro. Dal pubblico Ginnasio Vescovile al Patron, 1973. Collegio “Marconi”, Portogruaro, 1975. P.L. ZOVATTO, Le origini del Cristianesimo a provincia di Treviso tralasciando articoli, tesi Concordia, Udine, Arti Grafiche Friulane, 1975. di laurea, dattiloscritti (escluso uno diffuso in A. SEDRAN, Storie di Portogruaro, Portogruaro, Scuola di Cultura Sociale, 19782. Julia Concordia dall’età romana all’età moder- più copie sulla Riviera del Brenta), giornalini na, Treviso, La Tipografica, 1978. E. DEGANI, Il Comune di Portogruaro sua origine scolastici, puntando su opere a volte di ridotte e sue vicende (1140-1420), Pordenone, Stavolta, Antichi bronzi di Concordia, Portogruaro, Villotta dimensioni ma con preciso contenuto. 1979. e Bergamo, 1983. LETTICH, Le iscrizioni sepolcrali tardoantiche di Non ho poi preso in considerazione la M. GUIOTTO, La Chiesa Abbaziale di Santa Maria pubblicistica generale sulla Grande Guerra, di Summaga, Venezia, Tipografia Commerciale, Concordia, Trieste, 1983. riferita soprattutto alla zona del Piave. Nella 1979. Mappa Archeologica. Gli insediamenti d’epoca romana nell’Agro Concordiese, Portogruaro, A. SCOTTÀ, Storia Portogruarese. La Sede ricerca ho suddiviso la provincia in alcune Co.Ven.Or., 1985. aree tradizionali: Portogruarese, Sandonatese, Vescovile e il suo trasferimento, Portogruaro, Il Fondaco, 1979. B. SCARPA, Immagini e storia di Concordia ro- Area Metropolitana o Centrale, Miranese, mana e paleocristiana, Portogruaro, Società di Sto- Mirese, Cavarzerano, che stando ai numeri F.M. BROLLO, Iscrizioni lapidarie latine del Mu- seo Nazionale Concordiese di Portogruaro, Roma, ria, l985. raccolti manifestano una diversa sensibilità 1980. Julia Concordia romana cristiana. Guida stori- co-artistica archeologica di Concordia, Concor- verso la ricerca storica locale. Nella zona di A SEDRAN, Guida del Duomo Concattedrale di Portogruaro si registra in quasi tutti i comuni, Portogruaro, Portogruaro, Scuola di Cultura Socia- dia, Cooperativa Santo Stefano, 1986. e in particolare in quelli più “storici”, un buon le, 1981. A. SEDRAN, Concordia paleocristiana, Portogruaro, Scuola di Cultura Sociale, 1986. A. 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66 I Colli Euganei tano per merito di alcuni grandi scrittori italia- ritmo più serrato) e qualitativa. Nuovo è l’ap- ni e stranieri che, affascinati dal paesaggio proccio di molti autori alla realtà euganea, rassegna bibliografica collinare, vi avevano stabilito, per periodi più nuove alcune delle tematiche affrontate, più dal 1970 ad oggi o meno lunghi, la loro dimora, talora trasfor- aggiornati gli strumenti di indagine. Il nuovo (a cura di Francesco Selmin) mando il sito prescelto in un vero e proprio corso, se così si può dire, è inaugurato dalla “santuario letterario”. Al nome di Petrarca guida di Franco Sandon, Dino Durante e Anna vanno aggiunti almeno quelli di Foscolo, di Assereto Andar sui Colli Euganei per vedere Byron e di Fogazzaro, ma l’elenco potrebbe e per conoscere. Nelle guide uscite negli anni essere molto lungo. Paolo Baldan, che ha Settanta era ancora il monumento (villa, chie- Mai si è parlato tanto dei Colli Euganei dedicato un documentatissimo saggio a I Colli sa, castello ecc.) a scandire gli itinerari attra- come negli ultimi anni. Qualche volta, in Euganei nella letteratura, fa iniziare ai primi verso i dolci pendii collinari, secondo l’auto- verità, anche improvvisando. Nel complesso del secolo scorso una “torrentizia produzione revole modello callegariano. Ora invece la però è stata una civilissima e appassionata letteraria avente per oggetto i Colli Euganei, natura ha la meglio sull’arte. È verso la cono- discussione, che in ambito politico-ammini- prospera lungo tutto l’Ottocento”. Ma non va scenza e la fruizione dell’ambiente naturale strativo è sfociata nell’istituzione dell’Ente dimenticato che nel secolo del positivismo il che gli autori guidano il turista in sintonia con Parco dei Colli Euganei. L’avvenimento è gruppo collinare ha calamitato, oltre all’atten- la crescita della coscienza ambientalista. Na- stato ovviamente salutato con soddisfazione zione dei poeti, l’interesse di discipline quali sce così un filone, quello degli itinerari da parte di quanti hanno dedicato e continuano la geologia e la botanica. Più di un secolo fa, naturalistici, che riceve nuova linfa dal dibat- a dedicare intelligenza ed energie alla difesa infatti, hanno visto la luce impegnativi studi tito che precede l’istituzione del Parco. Certo, dell’ambiente euganeo dagli assalti dei cavatori naturalistici (per quanto concerne la geologia, non tutte le pubblicazioni attingono livelli e dalle aggressioni di una dissennata politica in verità, contributi di un certo interesse si apprezzabili. Accanto a lavori di indubbia urbanistica. Non sembra però ancora giunto il erano già avuti nella seconda metà del ’700), qualità come quello di Aldo Pettenella (a momento di abbassare la guardia: i primi passi che troveranno più approfonditi sviluppi nella tutt’oggi ineguagliato nel suo genere) comin- del nuovo ente appaiono incerti e non è ancora prima metà del Novecento. Questa è anche ciano a pullulare libercoli sciatti e affrettati, chiara la direzione di marcia. Non a caso l’epoca nella quale fanno la loro comparsa le che finiscono con l’assecondare un turismo Gianni Sandon, l’agguerrito e lucido animato- prime “moderne” guide turistiche: da quella selvaggio piuttosto che invitare alla cono- re di tante battaglie ambientaliste, ha recente- dell’estense Marco Sartori Borotto (1907) a scenza e al rispetto della natura. Resta il fatto mente richiamato l’attenzione sul rischio che quella ben più fortunata di Adolfo Callegari però che tutta questa produzione può avvaler- il Parco dei Colli si trasformi in una specie di (1931). A quest’ultimo va altresì il merito di si di quei progressi nel campo della botanica e “luna park”, in una “Euganeiland”, stravol- aver lanciato il primo allarme per i pericoli della geologia, che hanno trovato una sintesi gendo le finalità della legge istitutiva e i prin- rappresentati dalla selvaggia attività estrattiva. felice in opere quali La flora dei Colli Euganei cipi che l’hanno ispirata. Dopo il vuoto degli anni Quaranta e Cin- di A. Mazzetti e La geologia dei Colli Euganei Per impedire che il nuovo ente di ecologico quanta, la pubblicistica sui Colli mostra chiari di G. Astolfi e F. Colombara. abbia solo la facciata e si ispiri essenzialmente segni di risveglio negli anni Sessanta Gli anni Ottanta sono altresì contrassegnati ad esigenze affaristiche, con l’intento di “pro- preannunciando la fioritura dell’ultimo dalla pubblicazione dei primi “Quaderni di vocare il massimo afflusso di turisti, creando ventennio, nel corso del quale le opere a documentazione” curati da Gianni Sandon. richiami e pretesti i più disparati, artificiosi e stampa sui colli si susseguono a getto conti- Inaugurata nel 1981, la collana è giunta ora al contraddittori” (Sandon), è dunque necessa- nuo, con un ritmo che non trova paragoni nelle terzo quaderno intitolato Storia della legge rio mantenere viva l’attenzione di quelle forze epoche precedenti. La rassegna che qui si che ha salvato i Colli, un lavoro che offre una che da tempo si battono per la salvaguardia dei presenta annovera più di cento titoli (105 per ricostruzione storica ampia e puntuale della Colli: forze politiche, sociali e culturali. Que- l’esattezza), ma è possibile che nonostante battaglia contro le cave iniziata quando la ste ultime, in particolare, sono chiamate a l’accuratezza dell’indagine qualcuno sia sfug- parola ecologia era ancora sconosciuta ai più. svolgere un ruolo decisivo nel creare le condi- gito. Un bilancio largamente positivo, dunque, zioni per un approccio al parco che si sottrag- Naturalmente l’intensificarsi della produ- quello degli anni Ottantanta, ma non in tutti i ga ai nevrotici condizionamenti del turismo zione non è casuale. Basti osservare che il settori. Non sono ancora disponibili, ad esem- consumistico dei nostri giorni, per un uso ventennio 1970-1990 occupa nella millenaria pio, ricerche storiche d’insieme sull’area intelligente di una risorsa preziosa e fragile, storia degli Euganei un posto cruciale, com- euganea. Il recente volume collettaneo I Colli nella quale i valori naturalistici si intrecciano preso com’è tra due eventi di vasta portata. Si Euganei. Natura e civiltà, che pure presenta inscindibilmente con quelli storici e artistici. apre infatti quando il lungo e per certi versi qualche saggio di buon livello, costituisce Spetta alle forze culturali mettere a disposi- drammatico dibattito sulle cave si sta per appena una goccia nel grande vuoto zione un idoneo bagaglio di informazioni sto- concretizzare nell’approvazione della legge storiografico. Continua così a perpetuarsi l’im- riche, scientifiche, artistiche, letterarie, che Romanato del 1971 e si chiude nel momento magine dei Colli quale luogo dell’otium, ca- permettano una piena e corretta fruizione di in cui il Parco dei Colli, istituito, primo tra i ratterizzato principalmente dalla “soavità del- tutto il comprensorio collinare. Il lavoro da Parchi del Veneto, nel 1989, si avvia a muove- le linee femminilmente arrotondate” dei rilie- fare è molto, per quanto le nostre conoscenze re i primi passi. vi e dalla “vaghezza delle fontane”, popolato dell’ambiente euganeo abbiano fatto passi da Scorrendo i titoli degli anni Settanta appare di benedettini assorti in preghiera e di colligiane gigante in anni recenti. Ci sono ancora ritardi subito evidente la centralità del problema del- che cantano antiche romanze. Rarissimi, quan- da colmare, terreni da esplorare, interrogativi le cave. Per il resto la produzione non presenta do non del tutto assenti, i riferimenti alle cui dare una risposta. rilevanti novità. È significativo che, in man- fatiche dei contadini, alle disumane condizio- Un contributo prezioso, per quanto parzia- canza di nuove proposte, si proceda ad una ni dei cavatori, alle devastazioni dell’alcool e le, può venire anche da una meticolosa rico- riedizione, sia pure aggiornata, della guida di della pellagra, alla piaga dell’emigrazione. gnizione delle pubblicazioni aventi per ogget- Callegari e ad una ristampa anastatica di un Per trovare un manipolo di contributi storici to l’acrocoro euganeo uscite nel corso degli volume del 1845, che, per il sunnominato apprezzabili, bisogna ripiegare sulle singole ultimi due secoli e in larga parte sconosciute o Baldan, rappresenta “il primo lavoro realtà locali. Certo, se si procede ad una dimenticate. Si tratta di una bibliografia che interdisciplinare di cui siano stati fatti oggetto disamina dei libri di storia locale dei paesi che soprattutto nell’ultimo ventennio ha raggiun- i nostri Colli”. insistono nell’area del Parco (qui peraltro non to proporzioni ragguardevoli, ma che si era già Con l’aprirsi degli anni Ottanta si ha una si considerano due casi, forse i più interessan- copiosamente arricchita in un passato più lon- svolta, quantitativa (le pubblicazioni escono a ti, di Este e Monselice, per la loro peculiarità

67 di realtà urbane dotate di una forza centripeta), stica nei Colli Euganei, a cura dei Comitati per la Regione del Veneto, [1985]. balzano evidenti vuoti, ritardi, disomogeneità difesa dei Colli Euganei, Battaglia Terme, 1975. A. MAGGIONI - Z. VARANINI - R. PINTON (e altri), M. BOLZONELLA, Invito ai Colli Euganei, Este, Stato nutrizionale dei vigneti a D.O.C. dei Colli di mezzi e di risultati. A fronte della singolar- ° mente ricca bibliografia su Battaglia – invero Zielo, 1976, 5 ed. riv. Euganei, Padova, Amministrazione Provinciale, più legata alla sua dimensione di nodo fluviale A. DAL PRÀ - P. SEDEA, Note di geologia e 1985. idrogeologia euganea, Cadoneghe, Tip. Valentini, PROVINCIA DI PADOVA, Stato nutrizionale dei vi- che di comune collinare – c’è la desolante 1976. gneti a D.O.C. dei Colli Euganei. Risultati delle povertà di molti altri comuni euganei, anche di I Colli Euganei. Paesaggio, arte, storia, introd. analisi del terreno e della diagnostica foliare, Pa- alcuni a cui non mancherebbero quelle risorse di Carlo Munari, fotografie di Lauro Masara com- dova, 1985. finanziarie che spesso sono indispensabili per mentate da Antonio Balasso, Padova, Offset Invicta, G. SALA - F. FONTANELLA - R. MENARDI - V. DAL finanziare rigorosi lavori di ricerca. 1976. PAN, Recupero ambientale delle cave dei Colli È evidente che per centri quali Abano e LIONS CLUB ABANO-TERME EUGANEE, I Convegno Euganei. Cava Bomba: un esempio applicativo, Montegrotto è l’urgenza della promozione di studi sul bacino idrotermale euganeo. Abano Venezia, Regione del Veneto-Assessorato Agricol- turistica a condizionare l’attività editoriale Terme 14 marzo 1976, Abano Terme, 1976. tura e Foreste, 1985. I Colli Euganei, Bologna, Atesa, 1978, rist. anast. G. BORIN, Indagini sul profilo aromatico di uve a che però non può ignorare la risorsa termale su de I Colli Euganei. Illustrazioni storico-artistiche sapore moscato. Rilievi analitici bienali su uve dei cui si fonda l’economia dei due comuni. In con appendice di notizie statistiche geologiche igie- Coli Euganei, Padova, Consorzio Vini D.O.C. Colli verità le radici del filone dedicato al termalismo niche ecc., Padova, Tip. Crescini, 1845. Euganei, 1986. vanno ricercate fin nel lontano Cinquecento. Escavazioni. L’escavazione nei Colli Euganei: C. COPPOLA - E. DI LALLO - A. MAZZETTI - G. Va detto peraltro che Abano aveva avviato un problema di produzione nella salvaguardia del RANZATO, Colli Euganei. Il sentiero naturalistico qualche anno fa un ambizioso progetto territorio, a cura di G. Dalla Barba, s.l.s.e., 1979 del CAI, Padova, Club Alpino Italiano, 1986. storiografico che però si è arrestato troppo (Conselve, Suman). Premesse per un parco, a cura di Gianni Sandon, presto. L. FONTANA, L’analisi del paesaggio. Indagine Battaglia Terme, La Galiverna, 1986. sugli insediamenti spontanei nei Colli Euganei, P. DE ZANCHE, La terapia nel bacino euganeo, Un’accentuata specificità presenta il paese Padova, Consorzio per la valorizzazione dei Colli Montegrotto Terme, Azienda di Cura e Soggiorno, di Arquà Petrarca, per il quale la presenza di Euganei, 1980. [1987?]. ultima dimora del cantore di Laura costituisce I Colli Euganei, fotografie di Fulvio Roiter, testi A. MAZZETTI, La flora dei Colli Euganei, Padova, la calamità di un ininterrotto flusso turistico e di G. Piccoli, L. Calzavara, C. Semenzato, Padova, Studio Editoriale Programma, 1987. il volano di una sovrabbondante produzione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, 1980. CONSORZIO PER LA VALORIZZAZIONE DEI COLLI di guide, opuscoli e monografie, che hanno S. BONANI - M. CAPPELLI - I. CONCI - L. PIRRONE, EUGANEI, Il Museo geopaleontologico dei colli trovato i loro autori al di fuori dell’ambito La probabilità di incendio sui Colli Euganei (PD): Euganei. Cava Bomba - Cinto Euganeo, a cura di strettamente locale. esempio di fattibilità della carta automatica del Franco Colombara e Giamberto Astolfi, con un Gode di discreta fortuna, anche se non sem- pericolo d’incendio, Venezia, Regione Veneto-Di- contributo di Camillo Corrain, Padova, Studio Edi- partimento Foreste, 1981. toriale Programma, 1988. pre meritata, il genere del libro fotografico, CLUB ALPINO ITALIANO-SEZIONE DI PADOVA, A. PETTENELLA, Escursioni nei Colli Euganei, inaugurato una decina di anni fa da un fotogra- Arrampicate sui Colli Euganei. Guida alpinistica Verona, Cierre, 1988. fo di fama quale Fulvio Roiter. Veri e propri dei Monti Pendice e Pirio, Padova, C.A.I., 1981. Storia della legge che ha salvato i Colli, a cura di oggetti preziosi, da maneggiare con cura, que- Le cave a dieci anni dall’entrata in vigore della Gianni Sandon, Battaglia Terme, La Galiverna, sti libri più di altri si giovano di laute spon- legge speciale, a cura di Gianni Sandon, Battaglia 1988. sorizzazioni, ma non sembrano gli strumenti Terme, La Galiverna, 1981. G. BRUNO - L. PUPPI - G.A. CIBOTTO, Colli Euganei. più idonei per accrescere la conoscenza e F. ROITER, Padova e i Colli Euganei, testo di Il canto e il silenzio, Cittadella, Biblos, 1989. l’amore per i nostri colli. Luigi Balestra, commenti alle immagini di Giosuè AA.VV., I Colli Euganei. Natura e civiltà, pref. Chiaradia, Udine, Magnus, 1981. di Pietro Nonis, Padova, Studio Editoriale Program- Le opere vengono citate in ordine cronolo- Architettura rustica dei Colli Euganei. Le forme ma, 1989. gico e, se dello stesso anno, in ordine alfabetico. della casa e dell’ambiente, a cura di Vittorio Degli A scuola sui Colli. Itinerari didattici sui Colli Francesco Selmin Esposti e Maria Grazia Piancastelli, Padova, Signum, Euganei proposti dalla Scuola Media “Guido Ne- 1982. gri” di Cinto Euganeo, a cura di Antonio Mazzetti F. SANDON - D. DURANTE - A. ASSERETO, Andar sui e Anita Pignataro, Verona, Cierre, 1989. Colli Euganei per vedere e conoscere. Quindici Colli Euganei e Colli Berici. Le cinque città itinerari a piedi commentati. Informazioni sulla murate della Marca. Escursioni, Saletto, Direzione flora e sulla fauna, Trieste, Lint, 1982. Didattica di Saletto, 1989. P. FANTELLI, Guida ai Colli Euganei, Abano C. COPPOLA, Colli Euganei. Il sentiero atestino, a Terme, Francisci, 1983. cura della Sezione di Este del Club Alpino Italiano, A. NESTI, I Colli Euganei e le Terme, Venezia, Padova, Società Cooperativa Tipografica, 1989. Storti, 1983. A. MAZZETTI - A. MONACO, I Colli Euganei e le Opere Generali REGIONE DEL VENETO-GIUNTA REGIONALE-DIPARTI- Terme, Montegrotto Terme, Turlon, 1989. 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68 I paesi R. VALANDRO, L’aratro spezzato. Una famiglia a Fontanafreda e Valnogaredo nella seconda guerra memoria tra i colli di Arquà, Este, Zielo, 1989. mondiale, a cura di Flores Baccini e Anita Pignataro, Franciscus. Francesco Petrarca ad Arquà, Pa- Este, Cooperativa Giordano Bruno, 1986. Abano Terme dova, Studio Editoriale Programma, 1990. Collezione Roberto Bassi-Rathgeb, a cura di P.L. Galzignano Fantelli e B. Francisci, introd. di R. Pallucchini, Baone L. FONTANA, Valsanzibio, Cittadella, Biblos, 1990. Abano Terme, Comune, 1973. M. ANDREOSE, Calaone fra storia e leggenda, G. RIGONI SAVIOLI, Pomeriggi da Abano Terme, s.l.s.e., 1975 (Galliera Veneta, Veneta Stampa). Lozzo Bologna, Cappelli, 1975. G. PERARO, Lozzo Atestino tra cronaca e storia, G. AMBROSINI, Il santuario di Monteortone, Pa- Battaglia Terme Cittadella, Betoncello, 1977. dova, Tipografia alla Mandria, 1977. P. DE GREGORIS, Battaglia Terme: una comunità G. PERARO, Il fortilizio di Valbona e i castelli L. 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69 Associazioni e cultura

La Fondazione Levi Le acquisizioni in fotoriproduzione (princi- me curato da Giulio Cattin con contributi di palmente in microfiche) intendono costituire Susy Marcon per la parte codicologica e di di Venezia un vero e proprio archivio della musica veneta, Giordana Mariani Canova per le tematiche (Franco Rossi) procedendo per sezioni tematiche e proposte dalle miniature. Da qualche tempo è storiografiche: sono già presenti tutte le fonti stata comunque siglata una apposita conven- a stampa liutistiche veneziane (e quindi la zione con la Regione Veneto, destinata ad quasi totalità di quelle italiane), oggi si stanno aprirsi a tematiche più legate al territorio; in L’interesse nei confronti della musica da ricevendo interi fondi bibliografici centrati particolare sono state previste le seguenti col- sempre nutrito dalla famiglia Levi, fin dai sul tardo Seicento veneziano. In alcuni casi lane: primi anni dell’Ottocento residenti a Palazzo l’acquisizione è giunta alla completezza o l) Cataloghi di biblioteche (già editi alcuni Giustinian Lolin presso l’Accademia, è al- quasi di alcuni fondi rilevanti per interesse e fondi di Verona, Adria, Treviso e Venezia): è l’origine dell’unica Fondazione a carattere specificità, com’è il caso dei manoscritti della prevista entro il ’91 la pubblicazione di sei esclusivamente musicale del Veneto. Si trattò Fondazione Querini Stampalia, del fondo tomi riguardanti il Fondo Torrefranca del infatti non solo di una passione di famiglia ma Contarini della Biblioteca Nazionale di San Conservatorio di Venezia; a questi si aggiun- anche di un vero e proprio impegno sociale Marco, del fondo Torrefranca del Conserva- ge il catalogo della Capitolare di Padova, (come certo deve essere intesa la cooperazio- torio di Musica “B. Marcello”, del materiale mentre per il ’92 sono già stati predisposti il ne alla fondazione del locale Liceo Musicale, musicale dell’I.R.E. di Venezia e dell’Archivio catalogo dell’Archivio Musicale di San Mar- poi conservatorio “B. Marcello”, avvenuta musicale della Cappella di San Marco, que- co e della Biblioteca Comunale di Treviso. proprio in casa Levi) unito a punte di profes- st’ultimo in fase di riproduzione su disco 2) Cataloghi tematici di autori veneti: la sionismo non disprezzabile, come avviene nel ottico. collana, che avrà inizio nel ’91, prevede la caso di Samuele Levi, autore di musiche desti- Per la schedatura di questo materiale si è pubblicazione dei cataloghi tematici di Gio- nate, tra gli altri, anche al teatro La Fenice. dato vita ad un sistema automatizzato che vanni Legrenzi e di Leone Leoni, ai quali farà L’idea di lasciare tutti i propri averi, in man- consente la ricerca più attenta di ciascuna seguito l’anno successivo Domenico Freschi. canza di eredi diretti, a disposizione degli informazione; è oggi allo studio la possibilità Sono allo studio i cataloghi tematici di studi musicali trovò definizione pratica nel di mettere a disposizione degli studiosi la Agostino Steffani e di Antonio Sartorio. D.P.R. 13.8.1964 n. 1524, registrato alla Corte banca dati che si sta creando anche attraverso 3) Pubblicazione di fonti musicali: conside- dei Conti il 19.1.1965 e pubblicato sulla Gaz- la consultazione a distanza. rato anche il lavoro di catalogazione e studio zetta Ufficiale n. 21 del 26.1.1965. Il settore editoria, cresciuto attraverso la delle fonti marciane condotte dalla Fondazio- La Fondazione venne retta in prima persona pubblicazione di alcuni monumenti della mu- ne, è prevista la edizione in veste anastatica o da Ugo Levi sino al 1971 (anno della sua sica veneziana (un libro di frottole dell’inizio critica di fonti musicali di ambito veneto, morte) e successivamente dai presidenti Gior- del Cinquecento, sei triosonate di Porpora, legate alla Basilica di San Marco, agli Ospe- gio Longo, Giancarlo Tomasin e Gianni saggi sulla musica veneta del Seicento tratti da dali e alle principali istituzioni o alle figure più Milner; parte dei primi anni di lavoro furono un giornale dell’epoca intitolato “Pallade significative di musicisti che hanno operato in impiegati nella definizione legale e nell’orga- Veneta”, le musiche di Leonardo Giustinian tutto il Veneto. nizzazione logistica della prestigiosa sede. Il riviste attraverso le versioni polifoniche tra 4) Pubblicazione di ricerche archivistiche: termine di questa operazione coincise con Quattro e Cinquecento), si completa oggi nel- la collana è stata stimolata dallo studio del l’inizio vero e proprio delle attività, a partire la sua prima fase con la prestigiosa pubblica- fondo marciano a suo tempo trasportato nei dalla creazione di un residence nei locali del zione di Musica e liturgia a San Marco, volu- locali della Fondazione, il cui catalogo costi- palazzo (il restauro è stato terminato nel 1984), tuisce un primo contributo per un “Progetto struttura destinata a fornire ospitalità a Vene- San Marco” (distribuito in tutte le collane zia a musicisti e musicologi che ne abbiano citate); in particolare il primo lavoro, intera- bisogno per periodi di studio o di lavoro. mente dedicato alla Cappella Ducale, farà Per quanto riguarda le attività strettamente riferimento agli aspetti di carattere storico, musicali, la loro definizione fu immediata: il liturgico, sociale, letterario, archivistico, fi- primo passo mosso dallo stesso Levi per cele- gurativo-architettonico oltre allo studio delle brare la nascita della Fondazione consistette fonti più rilevanti e al tentativo di ricostruzio- nello studio, commissionato a Siro Cisilino, ne, in parte ideale in parte fisico, dell’origina- sull’entità dei beni musicali conservati nella rio patrimonio musicale marciano mediante lo biblioteca privata del fondatore. Il risultato di studio di inventari e documentazione questo studio traccia subito le linee fonda- archivistica e l’identificazione di fonti attual- mentali dell’Istituto: l’allestimento e la cura mente custodite presso altri fondi e bibliote- di una biblioteca strettamente musicale, lo che. studio bibliografico e la pubblicazione di 5) Pubblicazioni di ricerche bibliografico- materiali musicali veneti, la ricerca musicali: da un settore di ricerca finanziato musicologica legata alla storia veneta e lo dalla Fondazione e dedicato alla ricostruzione studio dei risultati offerti da queste premesse delle fonti bibliografiche moderne venete si musicologiche per giungere alla esecuzione sta giungendo alla definizione a stampa di un pratica e alla loro diffusione. volume che raccolga non solo tutte le indica- La biblioteca attualmente possiede circa zioni strettamente bibliografiche degli studi 15.000 volumi, principalmente spartiti musi- sul Veneto ma pure una ricca serie di abstract cali, e altrettante opere in microfiche, prove- che possano descrivere il più compiutamente nienti da biblioteche di ogni paese. Il fondo possibile l’opera citata. È previsto inoltre lo librario della famiglia Levi è stato arricchito studio degli aspetti riguardanti la vita musica- da doni e depositi di numerosi benefattori e da le (indici di spettacoli, cronologie, critiche acquisti mirati alla creazione di una vera e ecc.) desunti dai periodici veneti ad indirizzo propria sezione di consultazione che, con le musicale e a carattere generale. più importanti opere di bibliografia musicale, Dopo cinque anni di vita la rivista “Note si segnala in questo genere come la più com- Pietro Longhi, Il concerto, Venezia, Gallerie d’archivio per la storia musicale” – nuova pleta del Veneto e una delle migliori in Italia. dell’Accademia (particolare) serie, pubblicata direttamente dalla Fondazio-

70 ne – è stata convertita in una nuova rivista dal musicale della salmodia nelle tradizioni litur- sono state organizzate, sin dai primi anni di titolo provvisorio di “Musica e storia”, edita giche dell’ebraismo e del cristianesimo. vita della Fondazione, delle manifestazioni da Il Mulino di Bologna e che accoglierà saggi Un momento di raccordo tra l’attività di sia a carattere concertistico che più propria- maggiormente legati all’aspetto musicale, dal ricerca e quella di esecuzione va visto nella mente promozionale. L’attività esecutiva, da momento che gli scritti più specifici saranno funzione di didattica superiore legata sin dalla sempre considerata di competenza di quegli riservati alle collane sopra citate. stesura dello statuto alla Fondazione: nel qua- enti cittadini preposti a questa funzione, è Il settore dedicato alla ricerca e alla orga- dro di un attivo rapporto di collaborazione con stata accettata solo nei casi in cui poteva nizzazione di convegni ha già prodotto, dalle i conservatori di musica (in modo particolare giungere a definire con maggior precisione origini della Fondazione ad oggi, brillanti con quello di Venezia) si collocano i corsi di l’ambiente che si stava studiando; è in questa lavori su temi di diversa origine: il restauro specializzazione ospitati più volte a Palazzo ottica che vanno visti i concerti legati ai semi- degli strumenti musicali (1985), la vita e le Giustinian Lolin, da quelli legati all’arpa (quat- nari o ai convegni di studio. Al contrario, per opere di Benedetto Marcello (1986, in colla- tro seminari in quattro anni successivi, tenuti sollecitare una diffusione musicologica più borazione con il Conservatorio di musica), la da Susanna Mildonian) a quelli attuali di quar- sentita, sono stati organizzati incontri con figura di Giovanni Legrenzi nel terzo centena- tetto (collaborazione tra Asolo Musica e Fon- cantanti, solisti o musicologi di chiara fama in rio della morte (1990). Accanto a questi temi, dazione Levi), tenuti per la parte pratica dallo occasione della incisione di brani o per la che continueranno ad essere trattati in maniera scrivente, violoncellista del celebre Quartetto pubblicazione di volumi di particolare inte- estremamente specialistica e che saranno sol- Italiano, e strutturati per la parte teorica su resse: la presenza di Alfredo Kraus, di Renato lecitati da occasioni specifiche, è già stata temi di ricerca affidati ai maggiori studiosi Bruson, di Paolo Fabbri è stata così un’occa- iniziata e continua ad essere proposta una italiani e stranieri. È desiderio della Fondazio- sione che ha permesso alla cittadinanza di serie di seminari di studio sulle antiche civiltà ne poter giungere in tempi brevi all’organiz- avvicinare non solo il prodotto finito ma di mediterranee. In particolare sono già stati zazione periodica di corsi residenziali e di porre domande e di creare un dibattito con organizzati due seminari sulla musica degli master class che possano offrire in maniera queste personalità. Nel ’91 sono previste ana- ebrei e uno (è già previsto il secondo per il ’91) continuativa quegli apporti di carattere esecu- loghe iniziative nei confronti di Stephan Kunze, sulla musica presso i greci. Accanto a questa tivo e di studio che il conservatorio, per limiti Carlo Bergonzi, Mario Brunello e Mirella linea “geografica” appare anche utile la tratta- strutturali e legislativi, non può dare. Freni. zione di temi “trasversali”, il primo dei quali In vista di una diffusione a più ampio raggio Franco Rossi sara dedicato all’analisi storica, liturgica e dei risultati offerti da musicisti e da musicologi

Edizioni della Fondazioni Levi GIULIO CATTIN, Musica e liturgia a San Marco. TALBOT, Musical Academies in Eighteenth-Century e con il suo patrocinio Testi e melodie per la liturgia delle ore dal XII al Venice, pp. 21-66; FEDERICO MARRI, La Cappella XVII secolo. Dal graduale tropato del Duecento ai Musicale Turritana della Cattedrale di Sassari nei graduali cinquecenteschi - GIORDANA MARIANI secoli XVIII-XIX (I), pp. 67-116; ARNALDO FRANCESCO LUISI, Apografo miscellaneo marcia- CANOVA, La miniatura nei libri liturgici marciani MORELLI, Alessandro Scarlatti Maestro di Cappella no. Frottole canzoni e madrigali con alcuni alla - SUSY MARCON, I codici liturgici di San Marco, in in Roma ed alcuni suoi Oratori. Nuovi documenti, pp. pavana in villanesco (Edizione critica integrale dei corso di stampa 117-144; ANTONIO LOVATO, La Cappella musicale Mss. Marc. It. Cl. IV. 1795-1798), Venezia, Fonda- PIETRO ZAPPALÁ, Le Choralkantaten di Felix della Cattedrale di Padova nel sec. XVIII, pp. 145- zione Levi, 1979, 4°, pp. CCVIII-221, L. 80.000 Mendelssohn Bartholdy, in corso di stampa 194; GIANCARLO ROSTIROLLA, Maestri di Cappel- (edizione delle sole musiche, in brossura L. 33.000) la, organisti, cantanti e strumentisti attivi in Roma nella metà del Settecento, da un manoscritto dell’Ac- NICOLA ANTONIO PORPORA, Sinfonie da camera a tre istromenti opera seconda. Edizione critica a “Note d’archivio per la storia musicale” cademia Nazionale di S. Cecilia, pp. 195-269. cura di Giovanni Calli Ballola, Venezia, Fondazio- nuova serie SUPPLEMENTO: JOHN BURKE, Musicians of S. Maria ne Levi, 1982, 4°, pp. XXII-145, L. 50.000 (edizio- Maggiore , 1600-1700. A social and economic ne in brossura L. 40.000) n.s., I, 1983, 8°, pp. 267, L. 35.000 Study, 1984, 8°, pp. 117, L. 35.000. INDICE: GUIDO BURCHI, Vita musicale e spettacoli FRANCESCO LUISI, Laudario giustinianeo. Musi- ° che a modo proprio, ricostruzioni e “cantasi come” alla Compagnia della Scala di Firenze fra il 1560 e n.s., III, 1985, 8 , pp. 203, L. 30.000 nella tradizione musicale dei secoli XV-XVI-XVII il 1675, pp. 9-50; MARIO FABBRI, La collezione INDICE: OSVALDO GAMBASSI, La scuola dei “Pueri per le fonti della laude attribuite a Leonardo medicea degli strumenti musicali in due sconosciuti cantores” in S. Petronio (1436-1880 ca.), pp. 7-53; Giustinian, Venezia, Fondazione Levi, 1983, 4°, 2 inventari del primo Seicento, pp. 51-62; DINKO PIERO GARGIULO, Strumenti musicali alla corte voll., pp. XII-559; CXLVIII-365, L. 250.000 FABRIS, Strumenti di corde, musici e congregazioni medicea: nuovi documenti e sconosciuti inventari a Napoli alla metà del primo Seicento, pp. 63-110; (1553-1609), pp. 55-71; OLGA TERMINI, Organists ELEANOR SELFRIDGE-FIELD, Pallade veneta. ARNALDO MORELLI, I Testa, celebri organari ro- and Chapel Masters at the Cathedral of Brescia Writings on Music in Venetian Society 1650-1750, (1608-1779), pp. 73-90; FEDERICO MARRI, La cap- ° mani, pp. 111-138; FABRIZIO DELLA SETA, I Bor- Venezia, Fondazione Levi, 1985, 8 , pp. XL-417, L. ghese (1691-1731). La musica di una generazione, pella musicale turritana della Cattedrale di Sassari 60.000 pp. 139-208; OSCAR MISCHIATI, Una statistica nei secoli XVIII e XIX (II), pp. 91-118; KARIN FRANCO ROSSI, La Fondazione Levi di Venezia. della musica a Roma nel 1694, pp. 209-227; FRAN- ANDRAE, Der musikalienfonds der Basilica di S. Catalogo del fondo musicale, Venezia, Fondazione CO CARLO RICCI, Lettere inedite di Strawinsky a Lorenzo in Damaso in Rom, pp. 119-157; MAURI- Levi, 1986, 8°, pp. XX-347, L. 22.000 Vittorio Rieti, pp. 228-244; CARLO VITALI, ‘Il ZIO TARRINI, Una gara musicale a Genova nel 1555, pp. 159-170; OSCAR MISCHIATI, Bibliografia VIRGILIO BERNARDONI, La maschera e la favola Teatro alla moda’ ha finalmente un editore. E altre nell’opera italiana del primo Novecento, con una spigolature archivistiche, pp. 245-250. e musicologia, pp. 171-192. premessa di Lorenzo Bianconi, Venezia, Fondazio- SUPPLEMENTO: GIORGIO PIOMBINI, Indici della rivi- SUPPLEMENTO: JEAN LIONNET, La musique a Saint- ne Levi, 1986, 8°, pp. 175, L. 12.000 sta Note d’archivio per la storia musicale 1924- Louis des Français de Roma au XVII° siècle (prima 1943, con una premessa di Oscar Mischiati, 1983, parte), 1985, 8°, pp. 158, L. 20.000. ELENA FERRARI BARASSI - MARINELLA LAINI (a ° cura di), Per una carta europea del restauro. Con- 8 , pp. 369, L. 25.000. n.s., IV, 1986, 8°, pp. 272, L.35.000 servazione, restauro e riuso degli strumenti musi- ° cali antichi. Atti del convegno internazionale, Fi- n.s., II, 1984, 8 , pp. 284, L. 30.000 INDICE: FRANCESCO LUISI, Una sconosciuta fonte renze, Olschki, 1987, 8°, pp. VI-462, L. 91.000 INDICE: GRAHAM DIXON, Lorenzo Ratti (1589/90- per la canzone vocale e protomadrigalistica redatta 1630): “Exemplum Virtutum”, pp. 7-20; intorno al 1530 (Venezia, Biblioteca del Conserva-

71 torio, Torr. Ms.B.32), pp. 9-104; MAURIZIO SUPPLEMENTO: MAURIZIO TARRINI (a cura di), FRANCESCA GATTA, Catalogo dei libretti d’opera TARRINI, Contributo alla bibliografia di Vincenzo Cornelio Desimoni (1813-1899) “Saggio storico del Fondo Torrefranca, tomo III, Firenze, Olschki, Ruffo: l’attività a Savona e a Genova (1542-46, sulla musica in Liguria” e “Sulla storia musicale in preparazione ° 1562), pp. 105-118; ROSY MOFFA, Enrico Antonio genovese”, 1987, 8 , pp. 74, L. 30.000 LIVIO ARAGONA, Catalogo dei libretti d’opera del Radesca (c. 1570-1625), Maestro di Cappella di Fondo Torrefranca, tomo IV, Firenze, Olschki, in Carlo Emanuele I di Savoia. Precisazioni biografi- preparazione che e catalogo generale delle opere a stampa, pp. Opere pubblicate in collaborazione 119-152; JEAN LIONNET, La musique à “Santa con il Conservatorio di musica ELISABETTA CALLIARI, Catalogo delle stampe ad Maria della Consolazione” au 17ème siècle, pp. 153- “Benedetto Marcello” interesse musicale del Fondo Torrefranca, Firenze, 202; OSCAR MISCHIATI, Per una bibliografia delle Olschki, in preparazione fonti stampate della lauda (1563-1746), pp. 227- Il Conservatorio di Musica Benedetto Marcello di 254; GIANCARLO ROSTIROLLA, Gli “Ordini” del- Venezia - 1876-1976. Centenario della Fondazione la Cappella musicale di S. Pietro in Vaticano (Cap- - Palazzo Pisani - Venezia, Venezia, Stamperia di Opere pubblicate in collaborarazione pella Giulia), pp. 227-254; CARLO VITALI, Una Venezia, 1977, 4°, pp. 299. Contributi di Guglielmina con la Società Italiana di Musicologia possibile testimonianza goldoniana sulla fortuna Tieri e Piero Verardo, Remigio Masobello e Maria critica di J.S. Bach in Italia, pp. 255-259; JOACHIM Tarla, Lino Moretti, Giovanni Morelli, Paolo EMANUELA NEGRI, Il fondo musicale Malaspina SCHLICHTE, Musicologia e bibliografia (Una re- nell’Archivio di Stato di Verona, Roma, Edizioni Pancino, Pietro Verardo (edizione fuori commer- ° plica “assolutamente” polemica), pp. 261-263. cio) Torre d’Orfeo, 1989, 8 , pp. XXXIV-127, L. 16.000 SUPPLEMENTO: JEAN LIONNET, La Musique a Saint- FRANCO ROSSI, I manoscritti del Fondo Torrefranca FRANCESCO PASSADORE, Il fondo musicale del- Louis des Français de Rome au XVII siècle (deuxième l’Archivio Capitolare della Cattedrale di Adria, del Conservatorio Benedetto Marcello. Catalogo ° partie), pp. 211; Statuti e regolamenti della cappel- per autori, Firenze, Olschki, 1986, 8°, pp. XVI-357, Roma, Edizioni Torre d’Orfeo, 1989, 8 , pp. XXXI- le musicali italiane. 1. Cappella Giulia, 1986, 8°, L. 72.000 335, L. 45.000 pp. 32 n.n., L. 25.000. CLAUDIO MADRICARDO - FRANCO ROSSI (a cura FRANCESCA FERRARESE - CRISTINA GALLO, Il di), Benedetto Marcello, la sua opera e il suo tempo. fondo musicale della Biblioteca Capitolare del n.s., V, 1987, 8°, pp. 251, L. 40.000 Atti del convegno internazionale, Firenze, Olschki, Duomo di Treviso, Roma, Edizioni Torre d’Orfeo, INDICE: MAURIZIO TARRINI - ANNA DE FLORIANI, ° 1988, 8°, pp. VIII-482, L. 80.000 1990, 8 , pp. XXVII-395, L. 48.000 Codici musicali dei secoli XII-XIII negli archivi e STEFANO DE SANCTIS - NADIA NIGRIS, Catalogo nella Biblioteca civica di Savona, pp. 7-34; GIGLIOLA BIANCHINI - GIANNI BOSTICCO, Liceo- Società Musicale “Benedetto Marcello” (1877- del fondo musicale dell’I.R.E., Istituzioni di Ricove- GAETANO PITARRESI, Alcune perdute edizioni ro e di Educazione di Venezia, Roma, Edizioni napoletane di opere di polifonisti calabresi della 1895). Catalogo dei manoscritti (Prima Serie), Fi- ° renze, Olschki, 1989, 8°, pp. LII-335, L. 78.000 Torre d’Orfeo, 1990, 8 , pp. XXXVIII-324, L. prima metà del Seicento, pp. 35-51; CLAUDIO 45.000 SCOZZAFAVA, Una lettera inedita di Giuseppe MARIA GIOVANNA MIGGIANI, Catalogo del Fon- Branzoli sulla trascrizione delle intavolature do Giustiniani nel Conservatorio di Musica “B. ANTONIO LOVATO, Il fondo musicale della Capito- alfabetiche per chitarra “alla spagnola”, pp. 53- Marcello” di Venezia, Firenze, Olschki, 1990, 8 °, lare di Padova, Roma, Edizioni Torre d’Orfeo, in 68; ENRICO CARERI, Giuseppe Valentini (1681- pp. LVI-616, L. 125.000 preparazione 1753). Documenti inediti, pp. 69-126; PAOLA GIGLIOLA BIANCHINI - CATERINA MANFREDI, CIRANI, La cappella musicale del Duomo di Catalogo del Fondo Pascolato del Conservatorio Casalmaggiore, pp. 127-147; ANNA DONDI, Orga- Edizioni discografiche Benedetto Marcello, Firenze, Olschki, 1990, 8°, pp. nizzazione teatrale nel Piemonte del Settecento e XLVIII-426, L. 90.000 testimonianze di dote regia nelle istituzioni Frottole Canzoni e madrigali dall’Apografo Mi- alessandrine (1729-1852), pp. 149-199; MARIA ANDREA FABIANO, Catalogo delle stampe musica- scellaneo Marciano a cura di Francesco Luisi, ROSA MORETTI - ANNA SORRENTO, Nuove fonti li del Fondo Torrefranca nel Conservatorio di Gruppo Voci e Strumenti della Fondazione Levi, sulla attività concertistica di Niccolò Paganini ne- Musica “B. Marcello”, Firenze, Olschki, in prepa- direttore Pietro Verardo, Venezia, Fondazione Levi, gli anni 1829-1830, pp. 201-214; ANDREAS LANGE, razione 1981, FL 001/002, L. 25.000 Paganini e l’anno 1829, pp. 215-225; REINHARD EMANUELA NEGRI, Catalogo dei libretti d’opera Ginevra Vivante, Venezia, Fondazione Levi, 1990, WIESEND, La prima opera di Galuppi, pp. 227-234; del Fondo Torrefranca, tomo I, Firenze, Olschki, in CD, L. 40.000. ROSY CANDIANI, Una lettera inedita di J.-Ph. preparazione Rameau a F.M. Zanotti (1752), pp. 235-238; ROSY SABINA CARBONI, Catalogo dei libretti d’opera MOFFA, Una raccolta sconosciuta di Enrico Anto- del Fondo Torrefranca, tomo II, Firenze, Olschki, nio Radesca, pp. 239-249. in preparazione

Giorgione, Fregio ornamentale della sua casa, Castelfranco, Casa del Giorgione

72 L’Isola di San Lazzaro che a Padova e all’Isola di San Lazzaro; una dosi come principale fonte di rinascita cultu- centro di cultura armena mostra sui tappeti armeni a Verona e un’altra rale e ponendosi come anello di congiunzione a Castelfranco (TV) sui Khatchkar (Croci di tra occidente ed oriente. La tipografia, creata (Cinzio Gibin) pietra). Sempre nell’ambito delle “Giornate nel 1789, è stata il mezzo indispensabile per la armene” e all’interno della rassegna “I tesori diffusione della cultura armena; non solo, i di Eurasia” sono stati esposti a Palazzo Ducale Mechitaristi, sensibili alla cultura occidenta- ventisei codici miniati, scelti tra i sedicimila le, hanno tradotto in armeno opere fondamen- “I monaci Armeni dell’isola di San Lazzaro del Matenadaran, la biblioteca di Erevan, ca- tali della cultura italiana e latina diffondendo- di Venezia sono conservati nell’attuale loro pitale della Repubblica armena. Oltre alle le tra gli Armeni. Ne ricordiamo alcune: la stato, finché sia da Noi altrimenti disposto”: manifestazioni artistiche sono stati promossi, Divina Commedia di Dante Alighieri, La così recita il primo articolo del decreto in vari centri veneti, spettacoli musicali e di Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, I napoleonico del 17 agosto 1810. Tale decisio- danza con la partecipazione della Compagnia promessi sposi di Alessandro Manzoni; inol- ne è servita a proteggere i monaci Mechitaristi nazionale di danza armena e del quartetto tre I Sepolcri di Ugo Foscolo, i Canti di da un precedente decreto napoleonico, ema- d’archi Komitas. A documentazione delle Giacomo Leopardi; poi traduzioni di classici nato nel giugno 1805, che deliberava l’aboli- “Giornate armene”, il Consiglio Regionale quali Vittorio Alfieri, Francesco Petrarca, Gio- zione degli ordini religiosi e il passaggio al Veneto con la collaborazione di Italia-URSS ha vanni Boccaccio e Ludovico Ariosto. In lin- demanio delle proprietà dei conventi. Le vi- pubblicato Armenia. Incontro con il popolo gua armena sono stati tradotti i seguenti clas- cende che portarono al decreto del 1810 sono dell’Ararat, Venezia 1987. sici latini: Cesare, Cicerone, Sallustio, Virgi- descritte nell’opuscolo di Carlo Sartor Napo- Il legame Veneto-Armenia non è artificioso lio, Orazio, Fedro, Seneca, Tacito, Marco leone e i Padri Armeni, stampato a Venezia ed occasionale, al contrario ha radici storiche Aurelio, Sant’Agostino. Presso la tipografia nel 1977. Lo stesso autore così spiega, in un consolidatesi nel tempo: nel 1512 proprio a armena viene stampata la rivista letterario- altro opuscolo (Dall’Ararat a San Lazzaro, Venezia viene stampato il primo libro armeno; scientifica “Bazmavep”, la cui pubblicazione Venezia 1978), il trattamento riservato alla fin dalla fine del 1200 numerosi sono gli è iniziata nel lontano 1843. Congregazione: “I Mechitaristi evitarono di Armeni presenti a Venezia; sempre nella città Al lavoro di diffusione culturale i essere coinvolti nella sorte di molti altri con- lagunare verso la metà del XVI secolo opera- Mechitaristi hanno affiancato quello di rac- venti, poiché, in conseguenza del carattere va un certo Antonio Suriano detto l’Armeno colta e conservazione dei manoscritti e delle eminentemente culturale assunto dal loro Or- che “nel 1559, all’età di 26 anni, già attivo nei miniature armene. Nella moderna biblioteca dine, pur senza apportare modifica alcuna alla lavori di costruzione dell’Arsenale di Vene- del monastero sono conservati circa quattro- Regola, ottennero di erigere l’istituzione in zia, riesce a portare a galla – scrive lo studioso mila codici manoscritti del periodo compreso Accademia scientifica”. Si deve quindi al ri- Baykar Sivazliyan – un galeone veneziano tra IX e XVIII secolo. Uno studio sulle minia- conoscimento del ruolo culturale da essi svol- affondato nel porto con tutte le sue preziose ture armene, pubblicato dalla casa editrice to se, nel primo decennio dell’Ottocento, i merci. armena, è stato svolto da Mesrob Gianashian; Padri Armeni poterono continuare a vivere e a La Congregazione fondata da Mechitar si è la ricerca, riguardante tredici codici miniati lavorare nell’isola di San Lazzaro, concessa in inserita quindi in un contesto culturale veneto- dei secoli IX-XIII, per la sua importanza ha affitto dal Senato veneto nel settembre 1717 armeno già sviluppato; i Mechitaristi tuttavia avuto due edizioni (1970, 1989) ed è stata all’abate Mechitar Petrossian (Sebaste 1676 - hanno contribuito ad estenderlo e ad appro- tradotta in varie lingue. Venezia 1749) e ad altri suoi confratelli. L’isola fondirlo. La Congregazione è divenuta punto Attenti alla formazione dei giovani, i di San Lazzaro fu trasformata dall’abate di riferimento per tutti gli Armeni, proponen- Mechitaristi di San Lazzaro dirigono un colle- Mechitar e dai suoi compagni in un centro gio, “Moorat-Raphaël” dal nome dei fondatori, attivo di conservazione, arricchimento e dif- dove viene data, a chi è di origine armena, una fusione della cultura armena, ruolo che la preparazione pari a quella che si consegue nei Congregazione dei Padri Mechitaristi svolge Licei. ancora oggi. I Padri Mechitaristi dunque hanno contri- Un’importante occasione per la conoscen- buito a mantenere viva la cultura armena e a za della cultura armena è stata la manifesta- farla conoscere agli Europei, creando dei vin- zione “Gli Armeni in Italia”, organizzata dal- coli proprio in Italia e nel Veneto. Allo scopo l’Associazione culturale “Gaudium et Spes”, di tenere sveglia l’attenzione su tali legami, con la collaborazione della Comunità nel maggio di quest’anno in Armenia, sono Mechitarista di San Lazzaro e della Regione state programmate delle manifestazioni cultu- Veneto. L’iniziativa si è concretizzata con due rali venete comprendenti: una mostra di pittu- mostre allestite presso il Museo al Santo a ra veneta del 1700 in cui vengono esposte Padova e nell’Isola di San Lazzaro a Venezia trentasei opere dei Musei civici di Padova; nel periodo settembre 1990 - gennaio 1991. una mostra sui tesori dell’Isola di San Lazzaro; Un altro momento di incontro con la cultura dei concerti di musiche vivaldiane. armena è stata la mostra “Armeni, Ebrei, Gre- Cinzio Gibin ci stampatori a Venezia” preparata nel 1989 presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. Tra il settembre 1987 e il marzo 1988 si è svolta, sempre a Venezia, la mostra archeologica “Tesori di Eurasia. Duemila anni di storia in settant’anni di archeologia sovieti- ca”, dove sono state presentate opere prove- nienti dai Musei nazionali armeni e dall’Hermitage. A fianco della mostra una serie di manifestazioni, “Le giornate armene”, promosse dal Consiglio Regionale Veneto e Da Vita romanzesca di Alessandro Magno, allestite in varie città venete: a Belluno una codice armeno di Khaciatur Keciaretsi (sec. XIII), mostra di architettura armena; mostre pittori- Venezia, Congregazione Armena Mechitarista

73 La Fondazione Giuseppe Sarto correre l’intero arco della vita di Pio X e si Santità Pio X. Il Quaderno è completato dal- rivolge ad un largo pubblico, con lo scopo l’attività della Fondazione G. Sarto negli anni (Silvio Tramontin) preciso (come viene indicato nella prefazio- 1988-1989 curata da Q. Bortolato. ne) di togliere Pio X dalle ombre del mito, Il prossimo conterrà le lettere pastorali e ricollocandolo nel suo tempo e nel suo am- alcune tra le più interessanti disposizioni da biente ed esponendo i risultati degli ultimi lui emanate durante il patriarcato veneziano La fondazione Giuseppe Sarto ha le sue approfondimenti su una figura di grande si- ed è già in fase di stampa. ormai remote origini nel novembre 1983 quan- gnificato per la storia del Veneto e della Chie- Un ultima parola va detta sul perché si è do un gruppo di persone sollecitato dall’allora sa. voluto intitolare la fondazione a Giuseppe sindaco di Riese, prof. Gian Pietro Favaro, si Inoltre la Fondazione, in collaborazione Sarto e non a Pio X come altri avrebbero ritrovò sulla spinta di un rinnovato interesse con il Comune di Pieve di Soligo, in occasione desiderato. Si tratta anzitutto di un atto di per la figura di Pio X per vedere cosa si del settantesimo anniversario della morte di umiltà da parte dei fondatori, unito al proposi- sarebbe potuto e dovuto fare per mettersi al Giuseppe Toniolo, ha tenuto il 28-29 ottobre to di evitare apologie non richieste dalla sua passo con questa fase di studi. 1988 presso il Centro di cultura F. Fabbri un figura e di ricercare la sua umanità anche nella Le finalità per cui essa è sorta emergono convegno di studi sul grande sociologo sua santità. chiaramente dall’articolo 3 dello Statuto e trevigiano che tra l’altro fu in stretto, anche se Silvio Tramontin sono quelle di valorizzare la figura e l’opera di in qualche caso sofferto, rapporto con Pio X. Pio X attraverso l’informazione e la pubblica- Vi parteciparono studiosi di diverse discipline zione del materiale storico-archivistico-bio- e gli atti di quel convegno sono appena editi grafico di e su Pio X, di assicurare la fruizione (Giuseppe Toniolo tra economia e società, a di tutto il materiale raccolto, garantendone la cura di P. Pecorari, Udine, 1990). sistemazione, il riordino, la catalogazione, la A guidare l’attività della Fondazione è pre- conservazione e l’incremento. posto un Comitato scentifico (Aubert, De Rosa, Pubblicazioni L’atto costitutivo fu firmato l’8 novembre Pavan, Tramontin, Romanato), mentre il so- 1985 tra il Comune di Riese Pio X e la provin- stegno economico viene dal Consiglio di am- G. SIMIONATO, Aspetti e figure della musica sacra cia di Treviso e il riconoscimento della perso- ministrazione composto dal sindaco pro dell’Ottocento trevigiano, Treviso, Grafiche Mari- ni, 1986. nalità giuridica privata da parte della Regione tempore di Riese Pio X, da rappresentanti Veneto si ebbe il 29 settembre 1987. dell’amministrazione provinciale di Treviso e Sulle orme di Pio X Giuseppe Sarto (1835-1914). Nel frattempo però la Fondazione aveva dal consiglio comunale dl Riese Pio X, i due Dal microcosmo veneto alla dimensione universa- iniziato la sua attività con un convegno, tenuto le. Mostra itinerante nei luoghi di Pio X, a cura di Q. enti promotori. Bortolato, Comune di Salzano, 1986. i giorni 16-17 maggio 1986 in collaborazione È stato edito pure un volumetto di presenta- con l’Amministrazione comunale di zione della Fondazione stessa e quest’anno è Pio X: un Papa e il suo tempo, a cura di G. Romanato, Cinisello Balsamo, Edizioni Paoline, 1987. Castelfranco Veneto, sulle radici venete di Pio uscito il primo Quaderno della Fondazione X, di cui inserirono l’anno successivo gli atti Giuseppe Sarto. Scopo dei Quaderni – come Le radici venete di San Pio X. Atti del convegno di nelle edizioni della Morcelliana (Le radici Castelfranco Veneto 16-17 maggio 1986, a cura di avverte nella presentazione il prof. Gian Pie- S. Tramontin, Brescia, Morcelliana, 1987. venete di San Pio X, Brescia, 1987). Si inten- tro Favaro – “è favorire la conoscenza di deva con questo convegno cercare quanto Giuseppe Sarto, delle vicende e delle figure Una memoria ritrovata. Pio X il Seminario e la della religiosità e pastoralità veneta Giuseppe significative del cattolicesimo veneto e del- diocesi di Padova, a cura di P. Giuriati e G. Sarto avesse trasfuso nel suo pontificato. Le Romanato, Padova, Centro ricerche socio-religio- l’ambiente economico, sociale e culturale in se, 1988. ricerche sono state accurate e i risultati positi- cui si formò”. Questo primo Quaderno reca le vi. Fondazione Giuseppe Sarto Riese Pio X, a cura di presentazioni e i dibattiti sul volume Pio X. Un Q. Bortolato e P. Vietti, Asolo, 1989. Nello stesso anno 1986 ci fu pure un ciclo di papa e il suo tempo (Aubert, Tramontin, concerti sulla Musica sacra prima e dopo Pio Cirotto, Romanato, Lugaresi), uno studio di Giuseppe Toniolo tra economia e società, a cura di P. Pecorari, Udine, 1990. X – tenuti a Riese Pio X, Treviso, Castelfranco, M. Ronzini sul sinodo veneziano del card. Tombolo, alcuni dei luoghi di papa Sarto – Sarto e le associazioni laicall e un secondo di Quaderni della Fondazione Giuseppe Sarto n.1, accompagnato da un opuscolo su Aspetti e M. Andreazza su Giuseppe Toniolo e Sua Asolo, Fondazione G. Sarto, 1990. figure della musica sacra dell’Ottocento trevigiano, opera di Giuliano Simionato, men- tre Quirino Bortolato ha curato una mostra itinerante, Sulle orme di Pio X. Dal microcosmo veneto alla dimensione universale, accompa- gnata da un catalogo. Essa fu congegnata in modo tale che ci si potesse fare un’idea precisa della società, della vita quotidiana, della religiosità popolare ed ufficiale, della cultura, degli usi e costumi del Veneto nell’Ottocento e nel primo Novecento, mostra allestita finora a Riese Pio X, Castelfranco Veneto, Salzano, Lendinara, Padova. È stata curata dal prof. Giampaolo Romanato pure l’edizione di un volume Pio X. Un papa e il suo tempo (Cinisello Balsamo, Edizionl Paoline, 1987), con la col- laborazione di storici quali Roger Aubert, Giovanni Miccoli, Emile Poulat, Mario Isnenghi, Maurilio Guasco, Danilo Veneruso, Silvio Tramontin e studiosi e giornalisti quali Giulio Andreotti, Lino Cusinato, Domenico del Rio, Bartolomeo Sorge, Alvise Zorzi. Si tratta di una grossa impresa che vuole riper-

74 Fondazione Emanuela Zancan con l’ausilio di 456 esperti (10 dei quali pro- Pubblicazioni della Fondazione venienti dall’estero) fra i quali spiccano nomi Centro studi illustri, per un totale di 8.000 partecipanti. e formazione sociale Tutto il materiale raccolto e prodotto viene Collana “Quaderni di servizio sociale” (Susanna Falchero) pubblicato in 4 collane edite dalla Fondazione stessa, mentre interessanti documenti e studi 1. DELL’ORO PETRI L. - SELVA R., Introduzione allo monografici sui servizi socio-sanitari sono studio dell’organizzazione e amministrazione dei riportati nel periodico bimestrale “Servizi servizi sociali, 1969, es. In anni di crescita economica, sociale e Sociali. Informazioni e Documentazioni su 2. GAROFALO S.- TORRI V. - SCHINO F. - MENAPACE culturale come quelli che hanno interessato corsi, studi e ricerche”, nato nel 1979. I temi L. - BIANCO S., Ambito territoriale della politica l’Italia – e ancor più il Veneto – dal secondo affrontati in questo lungo e costante cammino sociale nel prograrnma quinquennale di sviluppo e dopoguerra in poi, ad un benessere diffuso di ricerca sono molteplici e spaziano per tutto ruolo del servizio sociale, 1967, es. fanno da contrappeso nuove fasce di disagio il panorama sociale e sanitario con l’intento di 3. CAVALLONE A. - BOLOCAN PARISI L. - DE DE- sociale, per le quali il concetto tanto decantato far luce su problemi spesso lasciati in ombra e NARO E. - VALLIN O., Unitarietà del servizio socia- di “migliore qualità della vita” è ancora vago di fornire momenti di riflessione e di stimolo le nei suoi metodi, 1968, es. ed irraggiungibile. Basti pensare agli al miglioramento. 4. NERVO G. - DE MENASCE G. - ANFOSSI L., Pasto- emarginati, ai senza tetto, ai nuovi analfabeti, Le aree in cui vengono suddivisi gli argo- rale e servizio sociale, 1968, es. agli handicappati, agli anziani, ai malati ter- menti fin qui trattati sono: politiche sociali; 5. BORDIGNON A. - MORO A. - TOMBOLA E. - minali, ai tossicodipendenti, ai minori mal- unità locale dei servizi; pianificazione e pro- VENTRICE F. - ALTINI G. - GIRARDIN L., Problematica trattati, al divario esistente fra nord Italia e grammazione dei servizi sociali; servizio so- del servizio sociale aziendale, 1968, es. Mezzogiorno, ed al più recente problema del- ciale; ricerca sociale e ricerca valutativa; si- 6. FASOLO PAGLIA E. - MASNOVO G. - TOSI A., l’inserimento degli extracomunitari. stema informativo, informatica e intervento Problematica circa l’apporto delle scienze psicolo- Ad un tale quadro di emergenza sociale sociale; terzo sistema e cooperazione di soli- giche e sociali al servizio sociale, 1969, es. talvolta non è sufficiente rispondere con leggi darietà sociale; volontariato; protezione civile 7. TREVISAN C. - MENAPACE L. - PERAZZOLI E. - se poi la loro applicazione si inceppa nei e volontariato; pastorale e servizi sociali; fa- PIAZZA G., Il servizio sociale nella programmazio- meccanismi burocratici, nella carenza di strut- miglia; politiche e problemi dell’infanzia e ne regionale, 1968, es. ture (non solo assistenziali) e nella scarsa della gioventù; handicappati; anziani; malati 8. TREVISAN C. (a cura di), L’unità locale di servizi, sensibilità dei singoli. Gli istituti di ricerca mentali; tossicodipendenza e AIDS; riforma 1968, es. sociale diventano allora una parte fondamen- carceraria. È inoltre in preparazione il “Centro 9. GIORIO G. (a cura di), Il servizio sociale di comu- tale e integrante per il supporto teorico-prati- di documentazione” di bibliografia edita e nità in alcuni interventi a livello locale, 1969, es. co che forniscono a Regioni e Enti locali al inedita sui servizi sociali, che in una fase 10. VENTRICE F. (a cura di), Servizio sociale fine di evidenziare le problematiche relative successiva verrà messo anche a disposizione aziendale: lavoro con gruppi e comitati, 1969, es. del pubblico. alle fasce più deboli della popolazione. 11. MOLINAROLI F., Supervisione: orientamenti e A Padova esiste da oltre un quarto di secolo Non paghi di tutto ciò (e quale scienziato o considerazioni, 1969, es. la Fondazione “Emanuela Zancan”, piccolo umanista è mai pago del suo operato?) alla ° 12. AA.VV., Esperienze di servizio sociale in ospe- centro ma di respiro nazionale, che con Fondazione Zancan hanno celebrato il 25 dale psichiatrico, 1969, es. anniversario con la stesura di un importante invidiabile produttività si occupa di problemi 13. AA.VV., Unità locale e poteri locali, 1970, es. sociali e formazione professionale degli ope- documento chiamato “Carta di Malosco” (dalla ratori, avvalendosi della collaborazione ester- sede dei seminari estivi) con cui vengono 14. CATTAUI DE MENASCE G. (a cura di), Integra- sistematizzati i principi-guida maturati sino zione nell’attività pastorale fra autorità e compe- na di studiosi di fama internazionale. Nata nel tenza professionale, 1970, es. 1964, grazie a una donazione dell’assistente ad oggi per “l’attuazione di una politica socia- sociale Emanuela Zancan prematuramente le che riconosca e promuova la pari dignità di 15. FIORENTINO F. (a cura di), Libertà e controlli statuali nell’assistenza privata, 1970, es. scomparsa (alla cui memoria è intitolata), la ogni persona”. La persona quindi come punto Fondazione si è distinta fin dai primi passi per di riferimento universale, non i bisogni in sé, 16. AA.VV., Servizio sociale parrocchiale: espe- il suo riferimento ai servizi territoriali, l’ispi- ma l’essere umano con i suoi diritti e la sua rienze, riflessioni, documentazioni, 1970, es. razione pluralistica e rigorosamente scientifi- dignità, questo concetto è stato a lungo ribadi- 17. DELOGU S. - FARRACE A. - FASOLO PAGLIA E. - ca, la volontà di confrontarsi con esperienze to anche dagli esperti intervenuti alla presen- MACCOTTA CECCARELLI A.M. - SANTANERA F., tazione della “Carta di Malosco” (Padova, 12 Innovazioni in campo assistenziale: l’adozione, la nazionali e internazionali, la capacità di “leg- pensione base, l’unità locale, i servizi aperti, 1970, es. gere” con anticipo i problemi sociali emer- Novembre ’90), i quali si sono rivolti a tutti genti. Sua finalità è “l’impegno di contribuire coloro che operano nell’ambito dei servizi 18. ORLANDO P. (a cura di), Scuola di servizio all’incremento degli studi in materia di sicu- sociali affinché vengano recuperati quei valo- sociale: etica e partecipazione, 1970, es. rezza sociale e al processo di formazione ri etici e umani necessari al passaggio da uno 19. FARRACE A. - SANTANERA F. - MACCOTTA professionale degli assistenti sociali e di altri “Stato assistenziale” a uno “Stato sociale”. A.M. - CHIMENZ V., Servizi sociali: nuove prospet- tive per gli enti locali, 1970, es. operatori sociali” (art. 2 dello Statuto). Susanna Falchero Tra le numerose attività che la caratterizza- 20. AA.VV., L’unità locale di servizi: analisi di no, la Fondazione Zancan svolge ricerche e esperienze, 1971, es. progetti di intervento, sia per proprio conto 21. GLASSER P.H., La ricerca valutativa, 1972, es. che commissionate da Ministeri, Regioni, Pro- 22. DELOGU S. - FOSCHI F. - MONOLO M.P. - VETERE vince, Comuni, ULSS, Università, Centri di C. - ZITO A., Il servizio sociale in campo sanitario ricerca, Scuole di Servizio Sociale, e nello nella prospettiva dell’unità locale dei servizi, 1972, stesso ambito di competenze organizza semi- es. nari di ricerca e formazione, oltre a corsi di 23. ANFOSSI L. - MACCOTTA CECCARELLI A.M. - aggiornamento e qualificazione professionale TAVAZZA L., Il segretariato sociale come strumen- per insegnanti. Per meglio esplicitare l’inten- to di informazione democratica, 1973, es. sità di tale impegno seminariale basteranno 24. PUSIC E., Aspetti innovativi nell’amministrazio- alcune cifre: dal 1966 al 1989 la Fondazione ne dei servizi sociali. Tendenze e tensioni, 1973, es. Zancan ha promosso e organizzato 283 semi- 25. CANEVINI M. - ELLENA A. - MENAPACE L. - nari (attualmente a un ritmo di 15 all’anno), PONTICELLI M. - RICCIO A., Le attività di gruppo nell’ambito del servizio sociale, 1975, es.

75 26. BEN OR J. - HYTTEN E. - PUSIC E. - RUSSEL B., nell’unità locale dei servizi, 1978, L. 18.000 per tutti? Esperienze a confronto, 1988, es. Collaborazione tra organismi pubblici e privati nei 19. AA.VV., Quelli che non contano. Materiali di 41. SCASSELLATI GALETTI M. (a cura di), L’assi- servizi sociali: confronto fra esperienze italiane e studio sulla emarginazione, 1978, L. 18.000 stenza domiciliare integrata: una alternativa al straniere (Jugoslavia, Israele, paesi dell’Europa ricovero, 1988, L. 25.000 Occidentale, Stati Uniti), 1976, L. 10.000 20. MORO A.C. - SGRITTA G.B. - DE CAROLIS G. - PETRELLA G., Riforma delle leggi sulla adozione e 27. ARDIGÓ A. - MENAPACE L. - SARTORI L., Plu- sull’affidamento educativo del minore, 1979, es. ralismo e servizi sociali, 1977, L. 10.000 21. BATTISTACCI G. - BRUTTI C. - DE SANDRE I. - Collana “Scienze sociali e servizi sociali” MORO A.C. - SCORTEGAGNA R., Famiglia e territo- rio. Quale spazio per i minori?, 1979, L. 15.000 1. KAHN A.J., Teoria e pratica della pianificazione Collana “Documentazione di servizio sociale” 22. ELLENA A. - GIORDANO M. - NERVO G. - PASINI sociale, trad. di E. Paglia Fasolo e M. Schenkel G. - SCONOCCHIA B. - SERVIDATI M. - TAVAZZA L., Leita, 1973, L. 30.000 1. MOLINAROLI F. (a cura di), Problematiche attuali Il volontariato nel quadro dei servizi sociali sul 2. CHIANCONE A., La programmazione di bilancio: nella supervisione degli assistenti sociali, 1971, es. territorio, 1980, L. 15.000 aspetti e problemi, 1974, L. 15.000 2. TREVISAN C. - MONOLO M.P. - BIANCHI E. (a cura 23. CRUCIANI L. - CREMONCINI V. - MAZZI A. - 3. TRIVELLATO U. (a cura di), Scuola e di), I comuni di fronte all’unità locale dei servizi. MONTERUBBIANESI M. - BERRA M.R. - NOCERA T. stratificazione sociale, 1975, L. 18.000 Indicazioni per un modello di inserimento del servi- - TREVISAN C., Handicappati e unità locale. Rispo- zio sociale negli ospedali. Ruolo dell’assistenza sta ai bisogni di prevenzione, di riabilitazione, di 4. BERNARDI L. - TRIPODI T., Metodi di valutazione privata nelle prospettive di una legge quadro e delle inserimento scolastico e lavorativo, 1981, L. 12.000 di programmi sociali, 1981, L. 15.000 nuove competenze previste dall’ordinamento re- 24. FALCON G. - TREVISAN C. - VIAN F. (a cura di), 5. VIAN F., Un criterio di analisi delle prospettive a gionale, 1972, es. Unità locale: verifica di un modello, 1980, L. 10.000 medio termine del bilancio dell’ente locale, 1977, L. 12.000 3. BENADUSI L. - CHIMENZ DI GIACOMO V. (a cura 25. BORSATO G.B. - GAMBASIN A. - DAL FERRO G. di), Scuola e partecipazione di base, 1972, es. - PAVAN A. - REBELLATO F. - SALA G. - ZILIO A., La 6. BIANCHI E. - DAL PRA PONTICELLI M. - DE 4. MEZZETTI PAOLINI L. - MACCOTTA CECCARELLI parrocchia di fronte al nuovo assetto dei servizi SANDRE I. - GIUS E., Servizio sociale, sociologia, A.M. - POLLO M. - VENTRICE F. (a cura di), Il sociali nel Veneto, 1981, L. 10.000 psicologia. Ripresa critica di un dibattito teorico, 1983, L. 18.000 servizio sociale aziendale nella prospettiva del- 26. BUTTURINI E. (a cura di), Per un impiego l’unità locale dei servizi, 1972, es. alternativo del tempo libero giovanile, 1983, L. 7. BERNOCCHI R. - CANEVINI M. - CREMONCINI V. 5. AJELLO L. - DE SANDRE I. - FASOLO PAGLIA E. - 24.000 - FERRARIO F. - GAZZANIGA L. - PONTICELLI M., GETREVI M. - ORLANDO P., Analisi critica degli Le scuole di servizio sociale in Italia. Aspetti e 27. CREMONCINI V. - TACCANI P. (a cura di), momenti della loro storia, 1984, L. 30.000 obiettivi e degli strumenti operativi del servizio Anziani: cambiamento culturale della loro immagi- sociale, 1972, es. ne, 1981, L. 10.000 8. LOVATI A., Guida alle tematiche di base della 6. BOEHM W.W. (a cura di), Il servizio sociale protezione civile (con allegate 40 schede 28. AA.VV., Inserimento lavorativo e sociale dei bibliografiche), 1984, L. 24.000 individuale nel curriculum professionale dell’assi- giovani handicappati: ruolo della cooperazione e stente sociale: nuovi orientamenti in rapporto al del volontariato, 1985, L. 10.000 9. LOVATI A. (a cura di), Aggiornamento schede cambiamento sociale, 1974, es. bibliografiche sulla protezione civile, 1985, L. 29. AA.VV., La cooperazione nell’ambito dei servi- 12.000 7. MALUCCIO A.N., Tensioni, conflitti e rapporto fra zi sociali, 1982, L. 18.000 il servizio sociale basato sul trattamento dei casi e 10. AA.VV., Il rispetto delle persone nei servizi quello basato su programmi di azione sociale, 1974, 30. ANFOSSI L. - CREMONCINI V. - GALETTI M. - sociali e sanitari, 1986, L. 15.000 es. FARRACE A. - FINZI B. - MARINO F. - SANTANERA F. - TACCANI P., Gli anziani: prevenzione della 11. VERNÓ F. (a cura di), Minori. Un impegno per 8. AJELLO L. - BIANCHI E. - CATTONARO E. - DE cronicità e interventi per i non autosufficienti, 1982, la comunità locale. La presa in carico da parte della SANDRE I. - ORLANDO P. - PONTICELLI M. - RANCI L. 10.000 comunità locale dei problemi dell’età evolutiva, P., Nuove funzioni e nuovi campi di intervento del 1989, L. 25.000 31. BARONE A. - LOVATI A. - PALOMBI G. - servizio sociale nella prospettiva di una politica 12. BUSNELLI E. - MORO A.C., Minori e giustizia, delle riforme, 1974, L. 12.000 TAVAZZA L. et al., Volontariato e protezione civile, 1982, L. 10.000 1990, L. 25.000 9. ONIDA V. - PREZIOSO A. - TREVISAN C., I comuni di fronte all’unità locale, 1974, L. 12.000 32. RUGGIERO F. - NIDITO L. - LOVATI A. - LUPO P. - CARLONI F. et al., Protezione civile: enti locali e 10. BARILI C. - FARRACE A. - TERRANOVA O., volontariato, 1983, L. 12.000 L’aiuto domiciliare nell’unità locale, 1974, es. Collana “Nuova cultura dei servizi sociali” 33. BATTISTACCI G. - CAFFO E. - GATTI F. - (aperta nel 1988 con l’editore F. Angeli di Milano) 11. AA.VV., Politica locale dei servizi sociali. Pro- RADAELLI U. - NASONE D. - TAVASSI M.T., Le blemi di bilancio e di partecipazione, 1974, L. istituzioni e la comunità di fronte all’abuso del 1. BIANCHI E. - CAVALLONE A.M. - DAL PRA 20.000 minore, 1983, L. 12.000 PONTICELLI M. - DE SANDRE I. - GIUS E. - 12. AAVV., Distretto scolastico e unità locale dei 34. AA.VV., Enti locali e volontariato per una PALMONARI A., Il lavoro sociale professionale tra servizi, 1974, L. 5.000 educazione alla protezione civile. Obiettivi, conte- soggetti e istituzioni. Dialogo tra servizio sociale, 13. AA.VV., Il servizio sociale professionale nel nuti e indicazioni metodologiche, 1984, L. 12.000 psicologia, sociologia, 1988, L. 22.000 mutamento dai servizi per emarginati ai servizi 35. AA.VV., Droga: operatori, orientamenti, 1984, 2. LOVATI A. (a cura di), Carcere e territorio. I sociali per tutti, 1975, es. L. 30.000 nuovi rapporti promossi dalla legge Gozzini ed una analisi del trattamento dei tossicodipendenti sotto- 14. BENADUSI L. - PIAZZONI G. - SERENO REGIS D. 36. BATTISTACCI G. - CAFFO E. - CATTABENI G. - - TREVISAN C., La politica locale dei servizi nella posti a controllo penale, contributi di A. Bachelet, VERNÓ F. - TAVASSI M.T., L’abuso e la violenza G. Biondi, M. Creuso, L. Daga, E. Damoli, M. Del legislazione e nelle esperienze degli ultimi anni, all’infanzia, 1985, L. 12.000 1976, L. 10.000 Caro, B. Frediani, M. Gozzini, A. e M. Lovati, A. 37. BUSNELLI E. - CATTABENI G. - DEL CONTE L. - Monticone, F. Scalvini, 1988, L. 24.000 15. AJELLO L. - GANCI A. - PONTICELLI M. - SANTONE G. - TONIZZO A., Dal ricovero all’affida- SGORBATI T.L (a cura di), Formazione degli assi- 3. RANCI ORTIGOSA (a cura di), Welfare State e mento: cambia una legge o una mentalità?, 1985, L. politiche sociali in Italia, contributi di R. Artoni, V. stenti sociali: realtà e tendenze. Analisi di un grup- 12.000 po di scuole di servizio sociale, 1977, L. 12.000 Onida, A. Tosi, B. Dente, G. Giorgi, P. Saraceno, 38. BRACCO P. - BUTELLI L. - MAURIZIO L. - 1990, L. 24.000 16. FALCON G. (a cura di), Programmazione, servi- POZZOBON G. - SANTONE G., È possibile un proget- 4. SCALVINI F. - BORZAGA G. - BUSSOLATI G. - zi sociali e partecipazione nelle leggi della Regione to-obiettivo adolescenti?, 1985, L. 12.000 Veneto, 1977, es. MATUCCI M. - PONTI G. (a cura di), Lavoro, 39. AA.VV., Una strada nuova per l’integrazione emarginazione, impresa: la proposta cooperativa, 17. AA.VV., Prospettive e ipotesi per lo sviluppo scolastica degli handicappati: le “intese” tra scuo- 1990, L. 14.000 delle comunità territoriali: partecipazione e infor- la, U.L.S.S., enti locali, 1985, es. mazione, 1977, L. 15.000 5. LA ROSA M. (a cura di), Welfare State: teorie e 40. NOCERA S. - COTTONI G. (a cura di), Handicappati metodologie di analisi, 1990, L. 22.000 18. TREVISAN C. (a cura di), Il distretto di base gravi e gravissimi: è possibile l’integrazione nelle scuole 76 “Servizi sociali” n. 3: Coordinamento e integrazione nell’U.L. - metodologie e ai relativi programmi d’intervento Informazioni e Documentazioni Distretto di base, integrazione socio-sanitaria, ruolo per tossicodipendenti su corsi studi e ricerche degli operatori sociali (Documenti di seminari) - n. 4: Osservazioni e proposte per la riforma dell’as- Relazioni seminari 1983 sistenza periodico trimestrale della Fondazione Zancan n. 4: Obiettivi e funzioni del servizio sociale nella n. 5-6: Il Distretto di base. Un confronto tra modelli nuova organizzazione dei servizi territoriali ed esperienze

1979 1984 1990 n. 1: La regione di fronte alle nuove competenze in n. 1: L’assistente sociale nel distretto di base: profi- n. 1: Istituzioni, servizi e volontariato di fronte ai materia di assistenza sociale (es.) lo funzionale e integrazione con le altre professio- problemi dei malati nella fase finale della vita n. 2: Il trasferimento delle I.P.A.B. ai Comuni: proble- nalità (es.) n. 2: Programmazione e valutazione nella politica mi e prospettive n. 2: Sistema informativo: ruolo del distretto di base sociale n. 3: L’integrazione tra “sociale” e “sanitario” ed il n. 3: Adozione internazionale: esperienze, proble- n. 3: Formazione e servizi sociali distretto di base (es.) mi, prospettive n. 4: Rischio, disagio e devianza nell’adolescenza. n. 4: Il personale socio-sanitario degli enti sciolti o n. 4: Funzioni di vigilanza e controllo sulle strutture Promozione della comunità locale nelle politiche in via di scioglimento come risorsa per la politica tutelari e residenziali del territorio (documento con- giovanili locale dei servizi clusivo di un seminario) (es.) 1991 1980 1985 n. 1: Emergenze di massa: attenuazione del rischio n. 1: Prestazioni di base nel distretto socio-sanitario: n. 1-2: Medico, infermiere, assistente sociale, assi- e mitigazione delle conseguenze dal vecchio assetto ai nuovi sistemi dell’U.L. (es.) stente domiciliare. Ruolo e integrazione delle pro- n. 2: Vigilanza e controllo sui servizi residenziali: n. 2: Comunità Montane e politica locale dei servizi fessionalità nel Distretto di base responsabilità istituzionli e sociali n. 3: La risposta ai bisogni degli anziani nella nuova n. 3: Osservazioni e proposte sulla attuazione della politica dell’U.L. e la loro partecipazione alla vita Riforma sanitaria Abbonamento annuo: L. 35.000 della comunità locale n. 4: Il diritto dell’anziano non autosufficiente alla Numero singolo: L. 8.000; numero doppio: L. 14.000 n. 4: Dopo il 616 e la 833: l’Unità locale di tutti e salute - Relazioni attività culturali 1985 della Fon- versamento a mezzo c/c postale n. 12106357 inte- servizi dazione (es.) stato a “Centro Studi e Formazione sociale E. Zancan” - Via Patriarcato, 41 - Padova o a mezzo 1981 1986 vaglia postale o assegno bancario n. 1-2: Formazione permanente degli operatori so- n. 1: Modello organizzativo dell’assistenza sociale ciali e lavoro sociale sul territorio: possibile ruolo a livello zonale e ruolo del coordinatore sociale delle Scuole di Servizio Sociale n. 2: La valutazione dei programmi sociali nelle n. 3: Un profilo professionale per il coordinatore Unità Sanitarie Locali sociale delle USL-Veneto n. 3: I giovani e il volontariato n. 4: Una proposta per l’ambito sociale nelle USL n. 4: Bisogni e risposte per l’età evolutiva del Veneto. Dimensioni e fattori sociali della salute nella programmazione degli interventi 1987 Suppl. al n. 4: Documenti di seminari: Coordina- n. 1-2: La famiglia in rapporto al fenomeno droga mento ed integrazione dei servizi - Dimissioni dagli n. 3: Dalle diverse adolescenze alla rete di interventi Ospedali Psichiatrici - Abuso del minore nel territorio n. 4: Note sulla legge finanziaria 1988 Fondazione Emanuela Zancan 1982 n. 1: Il cittadino e la progettualità a livello di base. 1988 Sede legale: Via Patriarcato, 41 - 35139 Pado- Una proposta formativa di educazione alla politica n. 1: L’area del volontariato organizzato oggi: quali va - tel. 049/ 663800 - telefax 049/663013 n. 2: A quattro anni dalla legge di riforma psichia- ruoli specifici fra istituzioni e società trica - Il progetto obiettivo materno-infantile e del- n. 2: I diritti negati degli anziani non autosufficienti Presidente: Mons. Giovanni Nervo l’età evolutiva n. 3: Immigrati dal terzo mondo: istituzioni pubbli- Consiglio di amministrazione: prof. Danilo n. 3: Introduzione alla metodologia della program- che e private e volontariato dopo la legge 943/1986 Agostini, avv. Edoardo Andreoli, mons. Gio- mazione. Esperienze di laboratori di formazione sui lavoratori estracomunitari permanente Suppl. al n. 3: Quale salute con quali servizi. Osser- vanni Nervo, ass. soc. Mattea Paganin, prof. n. 4: Adozione internazionale: promozione o abuso vazioni e riflessioni sul D.D.L. n. 1942 del 24 Antonio Papisca, mons. Giuseppe Pasini, prof. del minore? novembre 1987 “Modifiche all’ordinamento del Giovanni Sarpellon, dott. Luciano Tavazza, Servizio Sanitario Nazionale” (es.) mons. Pietro Zaramella 1983 n. 4: I rpogetti adolescenti: una letura della dimen- Collegio dei revisori dei conti: dott. Antonio n. 1: Il ruolo dell’Ufficio di Direzione nell’U.L. - sione educativa - Organi di protezione del minore: Anziani, famiglia e comunità. Forme di sostegno come sono e come dovrebbero essere Ronconi, dott. Silvano Bortolami, rag. Maria alternative all’istituto (Documenti di seminari) Muraro n. 2: Quale formazione per i volontari? Risultati di 1989 Direzione collegiale: dott. Tiziano Vecchiato, una ricerca nel Veneto - Quanti sono i non vedenti n. 1: La quarta età. Esigenze della vecchiaia avanza- rag. Flaviano Gittoi, ass. soc. Mattea Paganin e in che situazione vivono? - Risultati di una ta ed ipotesi di intervento. I rilevazione nelle tre province maggiormente colpite n. 2: La quarta età. Esigenze della vecchiaia avanza- Sede di svolgimento dei seminari: “Centro dal sisma del 23/11/1980: Salerno, Avellino, Poten- ta ed ipotesi di intervento. II Studi” della Fondazione “E. Zancan’’, za n. 3: Ideologie e filosofie sottostanti alle differenti Malosco, Alta Val di Non - tel. 0463/81342

77 L’Editoria nel Veneto

La pittura nel Veneto costituzione di una comune base culturale. Ettore Merkel analizza il successivo perio- (Davide Banzato) do 1430-50, nel quale si assiste all’esaurirsi della spinta tardogotica nelle figure di Giambono e Francesco dei Franceschi secon- do schemi sempre più aristocratici e al sorge- Molto opportunamente, seguendo la re, grazie anche alla presenza di Andrea del falsariga di quanto realizzato da Electa in La Castagno a Venezia, di un linguaggio pittura in Italia, giunta recentemente a coprire rinascimentale, attestato dal viraggio in que- anche il Settecento, esce, seguendo un ambi- sto senso, negli anni Trenta, di Jacopo Bellini zioso piano editoriale, La pittura nel Veneto. accolto, anche se con numerose cadenze goti- Il Quattrocento, prima parte di una collana che, da Antonio Vivarini. voluta dalla Giunta Regionale del Veneto. Il Un aspetto inedito è quello che viene propo- piano dell’opera, coordinato da un Comitato sto per Padova da Mauro Lucco fino all’inizio Scientifico che vede i nomi prestigiosi di degli anni Venti. Quale protagonista appare la Enrico Castelnuovo, Michel Laclotte, Michael figura – che si incontra frequentemente nei Levey, David Ronsand e Federico Zeri, com- documenti – di Federico Tedesco, il quale prenderà altre parti dedicate alle Origini e al viene ora pienamente identificato con il “Ma- Duecento, al Trecento (attualmente in prepa- estro di Roncaiette”. Dopo il 1420 le maggiori razione) fino a concludersi con il Novecento energie in città sembrano concentrarsi nella (pure in preparazione). decorazione del salone a opera del Miretto e di Il primo dei due volumi, entrambi curati da Jacopo Bellini, San Girolamo, frammento, tavola, Stefano da Ferrara. Il discorso si conclude Berlino-Dahlem, Staatliche Museen Mauro Lucco, si occupa della prima metà del sulle altre presenze gotiche in città: Storlato, secolo, contrassegnata dalla matrice di una Vivarini e Francesco dei Franceschi. cultura tardogotica. Secondo un criterio A Treviso Enrica Cozzi segue il percorso di dovuto a Jaynie Anderson e un saggio di Peter topografico, finora mai affrontato in questi una storia della pittura ad affresco, nel quadro Humfrey sulla tradizione narrativa nella pittu- termini, viene presa in esame la produzione di di una produzione finora assai poco indagata ra quattrocentesca. Un dizionario biografico ciascuno dei centri della Regione. e basata su personalità ancora anonime, che degli artisti, per ognuno dei quali viene citata Venezia apre ovviamente il discorso in due parte dal “Maestro di S. Eligio” e continua con una completa bibliografia, chiude il volume. distinti saggi che ne analizzano il percorso quelli della Cappella Ricchieri di Pordenone, Nel secondo tomo viene affrontata la pro- evolutivo; l’epoca 1400-1430 è presa in esa- di Feletto e dei Battuti di Serravalle, in un duzione della seconda metà del secolo che me da Mauro Lucco. In questo periodo si contesto che si rivela sempre più gotico inter- vede la nascita e la diffusione nel Veneto del assiste all’espansione di un sempre più accen- nazionale. La stessa Cozzi mette in luce anche linguaggio rinascimentale. tuato goticismo, nel senso internazionale, gui- la vivacità dell’ambiente vicentino, che vede Ancora una volta è Venezia ad aprire il dato dalle figure di Niccolò di Pietro e Jacobello all’esordio del secolo l’operare di Michelino discorso. Mauro Lucco traccia un percorso del Fiore che si legano sempre di più al mondo da Besozzo e quindi il forte ingresso della che prende inizialmente in esame le presenze figurativo della terraferma e quindi a Padova. pittura lombarda destinata ad ulteriori esiti fiamminghe di metà secolo tra le lagune. Il La presenza tra le lagune di Gentile da Fabriano con Battista da Vicenza. La splendida stagio- decennio 1450-1460 è caratterizzato dalla fase inciderà profondamente sulla formazione di ne tardogotica di Verona è illustrata da Esther rinascimentale, per certi versi ancora umbratile, Jacopo Bellini e Michele Giambono. Vengo- Moench Scherer. L’esordio del secolo è carat- di Jacopo Bellini e Antonio Vivarini. Se fino no avanzate numerose nuove connessioni e terizzato dagli affreschi nelle chiese di S. a questo momento le botteghe di Venezia e di ricostruiti la matrice della formazione di ogni Zeno, Anastasia e Fermo, che seguono ancora Murano sembrano vivere una situazione di artista e gli scambi linguistici che portano alla l’illustre modello di Altichiero. Solo un nome equilibrio, questa verrà cambiata in favore di appare nei primi decenni, quello di Martino da Venezia con la formazione della personalità Verona, nel quadro di una cultura che sembra egemone della seconda metà del secolo, quel- ancora abbastanza debole. Dopo il 1420, con la di Giovanni Bellini. Alla sua iniziale fase l’attività di Stefano da Verona incontriamo il “mantegnesca”, dominata da un pathos ben primo importante nucleo di opere, di natura più forzato che nel padovano, segue la com- sognante e aristocratica, prive di ogni riferi- prensione della luce come elemento rivelatore mento alla precedente cultura locale. Coeta- delle forme, in connessione al rinnovato in- neo di Stefano e Giovanni Badile, capostipite flusso fiammingo del quale fu latore tra le di una dinastia di artisti, la presenza del lagune intorno alla metà degli anni ’70 Pisanello provocherà un ritorno alla Antonello da Messina. La pala di Pesaro, monumentalità di impianto grazie verso il 1475, e quella di S. Giobbe, verso il all’accoglimento della lezione di Gentile da 1478-80, vedono rispettivamente la conquista Fabriano. Restavano comunque degli spazi del paesaggio e la più totale padronanza della aperti all’intervento esterno che verranno co- pittura di interni. È questa l’epoca delle sue perti da Giambono e Jacopo Bellini. creazioni più innovative e da questo momento La seconda parte del volume offre un’ana- si aprirà un divario tra la sua figura e quegli lisi dell’arte veneta attraverso i suoi temi: artisti, pur attenti e aggiornati, come Giordana Mariani Canova offre un significa- Bartolomeo e Alvise Vivarini, che erano stati tivo confronto tra miniatura e pittura; Ettore ben partecipi dell’avvento del linguaggio Merkel illustra interessanti paralleli tra pittura rinascimentale tra le lagune. La personalità di e arte musiva a Venezia mentre Mirella Giovanni Bellini appare in continua evoluzio- Simonetti analizza acutamente le tecniche della ne fino a quel capolavoro assoluto che è la pittura veneta rapportate ai risultati espressi- Trasfigurazione di Capodimonte, verso il Cima da Conegliano, Madonna in trono col vi. Non potevano mancare un esame del colle- 1490; la sua affollata bottega costituiva il Bambino, santi e angeli musicanti (pala Dragan), zionismo di pittura veneta del Quattrocento punto di riferimento per quanti si trovavano o tavola, Venezia, Gallerie dell’Accademia

78 transitavano a Venezia. Nell’ultimo decennio zione di Verona. Il quadro del periodo 1450- del secolo, divenuto pittore ufficiale della 1480 appare povero: l’inserto del 1459 della Serenissima, abbandona le commissioni per pala di S. Zeno di Mantegna sembra restare un le grandi pale di altare, che vennero progres- fatto isolato e le poche personalità formatesi sivamente assolte da una nuova personalità, vanno a lavorare fuori città. La figura che più Giovan Battista Cima. I modelli belliniani sembra accostarsi in questo momento alla cominciano a venire diffusi dalla bottega e lezione di Mantegna e di Squarcione è France- dalla cerchia intorno al 1480; si tratta di un sco Benaglio, che accoglie volentieri anche continuo e deferente omaggio alle invenzioni modelli pierfrancescani. Viene inoltre rico- di Giovanni e solo la venuta a Venezia di struito da Marinelli un tessuto di pittura ano- Leonardo nel 1500, che stimolò la nascita del nima che accompagna i fatti emergenti, fino a fenomeno Giorgione, mutò la situazione. quando si incontrano le personalità linguisti- Alberta de Nicolò Salmazo ricostruisce il camente più avanzate di Liberale da Verona e non facile percorso di Padova. La città ebbe Domenico Morone. La posizione del grazie alla presenza di Donatello, fino alla Falconetto, attento ai fatti figurativi dell’Italia prima metà degli anni ’50, una posizione di centrale, si caratterizza come “antiveneta”; la avanguardia e una funzione di irradiamento ripresa del nono decennio si coglie nelle opere del linguaggio rinascimentale qui elaborato. Il di Francesco Bonsignori che rivelano precise manifesto di questa cultura, che vediamo cor- conoscenze veneziane, belliniane e rere nella direzione di una esasperata ricerca vivarinesche. Le successive prove di France- della spazialità prospettica, è la decorazione sco Morone, dietro al quale vengono pittori della cappella Ovetari nella chiesa degli come Michele da Verona e Francesco dai Eremitani. Qui, oltre al Vivarini e Giovanni Libri marcheranno il passaggio al nuovo seco- d’Alemagna e altri artisti di minor spicco, è lo riaggiornandosi sul generale panorama attivo il primo artista padovano formatosi a veneto. contatto di Donatello, Nicolò Pizzolo. Scom- Come nel primo volume una seconda parte parso questi in giovane età, il recupero del- Giovanni Bellini, Summa virtus, tavola, viene dedicata a temi, connessioni, interpreta- Venezia, Gallerie dell’Accademia l’ideale della classicità romana verrà portato zioni; Francis Ames-Lewis ci parla della pra- avanti da Andrea Mantegna. Quest’ultimo in tica del disegno nelle botteghe quattrocente- città lasciò altri testi importanti prima della sche, Marino Zorzi della stampa e dell’inci- sua partenza per Mantova nel 1559, ma la sua muranesi sono attivi nel territorio, come An- sione libraria, Catarina Schmidt della “sacra scomparsa fece abbassare immediatamente la drea da Murano e il Bastiani. Con Pier Maria conversazione” nella pittura veneta. Un dizio- temperatura artistica, in quanto nei decenni Pennacchi si assiste alla piena accettazione nario biografico degli artisti, come nel primo successivi vediamo la produzione ripiegarsi del linguaggio belliniano fino a quando nel- tomo, conclude il volume. sul retaggio squarcionesco, anche se alcune l’ultimo decennio sorgerà l’astro di Cima da L’opera si segnala per i nuovi contenuti che figure, come lo Zoppo e lo Schiavone, denun- Conegliano. porta e costituisce, per il rigore filologico, la ciano uno sforzo di aggiornamento notevole. Dopo un’accurata disamina del mondo, tut- quantità dei dati raccolti, le nuove ricostruzio- Una ripresa si avrà solo verso la fine del to sommato provinciale di Belluno e Feltre ni, una nuova base e un imprescindibile punto secolo, con il mantegnismo “di ritorno” del dovuta a Mauro Lucco, Marco Tanzi analizza di confronto di ogni ipotesi per lo studio della Parentino e con la personalità di Jacopo da il percorso di Vicenza. Le novità arrivano pittura veneta. Montagnana. abbastanza presto, con il polittico di Arzignano Davide Banzato Giorgio Fossaluzza illustra la situazione di dello Squarcione nel 1445 e fino al 1470 ogni Treviso, dove il linguaggio rinascimentale prodotto artistico in città sarà squarcionesco. viene inizialmente accolto da Dario da Treviso Verso la fine dell’ottavo decennio ha comun- nei primi anni ’50 il quale, partito da un’edu- que inizio la grande pittura di Vicenza, in una cazione squarcionesca, rimarrà attivo per ol- chiave “lagunare”, grazie alla figura di tre un ventennio. Con Girolamo da Treviso la Bartolomeo Montagna che ne sarà l’egemone, La pittura nel Veneto. Il Quattrocento, Mila- città si mostra aperta all’inserimento del lin- insieme a Giovanni Buonconsiglio, fino alla no, Electa - Venezia, Giunta regionale del guaggio muranese di Alvise Vivarini e suc- fine del secolo. Veneto, 1989-1990, 4°, 2 voll., pp. 784, ill., cessivamente di Giovanni Bellini. Altri artisti Sergio Marinelli illustra la complessa situa- s.i.p.

79 Cultura popolare veneta basa sugli aspetti antropologici ed etnografici na si propone di prendere in considerazione si tende di fatto ad identificare “cultura popo- sia la riedizione di testi significativi, sia nuove (Pier Giorgio Tiozzo) lare” con “cultura locale”, dando spazio quin- ricerche e studi, ed evidenzia nove ambiti di di alle più ampie definizioni ed orientamenti ricerca: tradizioni, miti e pietà popolare; edu- di ogni “cultura” avente una propria specifici- cazione ed apprendimento; istruzione tecni- tà in forza degli ideali, della storia, dell’am- co-professionale e sviluppo economico-so- Una cultura sistematica, in grado di offrire biente e della popolazione che ne è protagoni- ciale nel Triveneto dall’Unità ad oggi; lingua, un solido approccio scientifico e di riuscire ad sta: “cultura popolare” come cultura delle dialetto, toponomastica; narrativa e poesia; essere un preciso e significativo riferimento peculiarità locali. Un approccio quindi sicura- cultura materiale; architettura ed arte; inven- per un vasto pubblico, soprattutto di non spe- mente innovativo per molti versi, che comun- tari ed oggetti d’arte; musica e teatro; strutture cialisti; una serie di pubblicazioni articolate in que rimanda all’articolazione ed alle contrad- di festa. Per la preparazione dei lavori viene più settori ed in grado di costituire un riferi- dizioni delle singole culture. indicato un “approccio metodologico capace mento alto, competente e quasi istituzionale, di evidenziare le interconnessioni tra aspetti di introdurre con criteri pluridisciplinari e Promossa dalla Giunta regionale del Veneto socio-strutturali, rappresentazioni simboliche solidità di studi al mondo popolare veneto. in collaborazione con la Fondazione “Giorgio del reale, concezioni del mondo e della vita, Con questi intendimenti è stata avviata la Cini” di Venezia, la collana viene pubblicata prodotti e processi di acculturazione, evitando “Collana di studi e ricerche sulla cultura popo- dall’Istituto della Enciclopedia Treccani e fa approcci nostalgico-passatisti” o lare veneta realizzata su iniziativa della Re- quasi da corollario alla monumentale Storia di popolareggianti. gione del Veneto”. Frutto di un rinnovato e Venezia, prevista in 20 volumi. Il Comitato Nel 1990 sono stati realizzati i primi tre rinvigorito interesse, sviluppatosi intorno agli scientifico della collana è formato da docenti volumi della collana, stampati su carta patinata, anni ottanta, verso gli “esclusi” della storia e universitari che hanno al loro attivo numerose in elegante e solida rilegatura, e ne sono stati della cultura, verso gli aspetti tradizionalmen- pubblicazioni sulla cultura veneta: Vittore approntati un’altra decina. Sono uscite le se- te considerati “minori”, “particolari”, e in Branca, Ulderico Bernardi, Adriano Alpago guenti opere: quanto tali tralasciati, la collana intende con- Novello, Piero Camporesi, Maria Giordana – Canzoni da battello (1740-1750), a cura tribuire a colmare la carenza di piani editoriali Canova Mariani, Manlio Cortelazzo, Sisto di Sergio Barcellona e Galliano Titton, intro- articolati in grado di occuparsi complessiva- Dalla Palma, Gianfranco Folena, Umberto duzioni di Manlio Cortelazzo e Giovanni mente del mondo popolare veneto, così come Margiotta, Giovanni Morelli, ed inoltre Anto- Morelli, Venezia-Roma, Regione del Veneto- da tempo avviene in altre regioni. Si è quindi nio Niero, Mirco Marzaro, Andrea Zanzotto. Istituto della Enciclopedia italiana, 1990, voll. chiaramente delineato l’obbiettivo di indivi- Il coordinamento editoriale è costituito da 2, 8°, pp. 234 e 1098, s.i.p. (Cultura popolare duare, promuovere e rendere disponibili una Anelio Pellizzon per la Regione, Ernesto veneta, I). serie di testi basilari alla conoscenza della Talentino per la Fondazione Cini, Gianni Eu- – I dialoghi rusticali di Lorenzo Crico, a realtà popolare veneta, manifestatasi in ma- genio Viola per la Treccani. cura e con introduzione di Enzo Demattè, niera estremamente ricca e varia, sulla quale Avviato nel 1987, il Comitato scientifico ha Venezia-Roma, Regione del Veneto-Istituto sono stati realizzati sì numerosi studi e pubbli- enucleato un progetto iniziale della collana, il della Enciclopedia Italiana, 1990, 8°, pp. 434, cazioni specifiche, ma mancano riferimenti quale delinea gli obiettivi e gli ambiti della s.i.p. (Cultura popolare veneta, VII). più complessivi e rilevanti. Al di là di proposta, aperta al contributo dei centri di – Enrico Ratti, Entomologia popolare popolaresche stilizzazioni e stereotipizzazioni, ricerca presenti in regione. L’approccio privi- veneta. Le denominazioni degli insetti nei ricavate in parte dalla stessa tradizione lettera- legiato, si diceva, è di tipo socio-antropologi- dialetti veneti e delle Venezie, presentazione ria o diffuse massicciamente dai media nei co, considerato una “realistica e corretta for- di Manlio Cortelazzo, Venezia-Roma, Regio- decenni scorsi, possiamo parlare di una cultu- ma scientifica di emancipazione e promozio- ne del Veneto-Istituto della Enciclopedia Ita- ra popolare veneta e può essa assumere una ne delle diverse comunità”, approccio artico- liana, 1990, 8°, pp. 275, con 64 ill. b/n, s.i.p. specifica rilevanza e peculiarità? Può essere in lato nelle categorie interagenti di cultura ma- (Cultura popolare veneta, III). grado di farci comprendere meglio la storia e teriale tradizionale (il lavoro, l’alimentazio- la cultura veneta più complessiva? E poi quali ne, la farmacopea, l’architettura minore...) e Le Canzoni da battello documentano un elementi uniscono e caratterizzano il mondo cultura popolare non materiale (lingua e testi periodo particolarmente significativo della popolare di tutto il Veneto, dall’area lagunare letterari, canti, giochi, religiosità...). La colla- cultura popolaresca veneziana, della “canzo- alla cultura dei fiumi fino al mondo montana- ne veneziana”, un periodo precisamente indi- ro ed alle tradizioni contadine? E ancora, a viduato nel quarto decennio del Settecento e livello più generale, che definizione e valore nel quale vi è stata una straordinaria diffusio- dare al termine “cultura popolare”? È evidente ne di canzoni destinate ad essere eseguite infatti che il “popolare” ha limiti semantici appunto in barca, in occasioni di “feste” e non agevolmente circoscrivibili ed è stato divertimento, come “intrattenimento colletti- oggetto di approcci ideologici e culturali di- vo (durante i ‘freschi’ estivi o a carnevale) versi. È significativo il dibattito degli anni oppure legate, nel caso delle serenate galanti, cinquanta, sul quale si sono confrontate e ad occasioni esecutive semipubbliche”. Que- formate generazioni di studiosi, sul mondo sto periodo vede diffondersi il gusto e la moda popolare, dibattito che poneva al centro della delle canzoni, opera di autori che rimangono propria attenzione il legame tra “popolare” e anonimi, esso è successivo alla tradizione di certi ceti sociali subalterni e tra “cultura popo- “cantanti divi” e precede la diffusione della lare” e “cultura dominante”. Il concetto di “canzone veneziana” come opera di autori “popolare” viene quindi associato o a tutto ciò professionisti che si sviluppa verso la fine del che riguarda i ceti sociali subalterni o ad un più secolo. Il fenomeno è documentato da una generico concetto di diffusione quantitativa tradizione musicale scritta di cui abbiamo (vedasi C. Prandi, Popolare, in Enciclopedia conservate numerose raccolte nelle bibliote- Einaudi, vol. X). che veneziane, ed è evidenziata dalla docu- L’orientamento della collana, a tale propo- mentata attenzione verso questa produzione sito, è quello di “mantenere aperta e da parte della cultura europea e di noti turisti. multidimensionale la definizione di cultura L’opera pubblica un repertorio di 580 can- popolare”. Privilegiando un approccio che si zoni riproducendo anastaticamente, nel se-

80 condo tomo, otto codici manoscritti, con mu- dotta il “dizionario del contadino” anziché e simile torma, che non pensa che alla mercede siche e testi, conservati nelle biblioteche ve- quello del cittadino, uno stile sobrio ed ele- della giornata”. Al contadino è chiesta la virtù neziane Querini Stampalia, del Museo Correr, gante, unisce efficacia didattica e freschezza filiale, la docilità verso il possidente, la pruden- della Fondazione Levi e Nazionale Marciana, di esposizione e, non raramente, spontaneità e za sociale, a fronte della quale il parroco si fa ed inoltre i tre volumetti di Venetian Ballads, vivezza letteraria. Fa da sfondo la promotore di precisi progetti sociali: le congre- curati da J.A. Hasse e stampati da Walsh a valorizzazione della solitudine umana nella gazioni di carità e di sanità, la regolamentazione Londra rispettivamente nel 1742, 1744 e 1748. campagna, della bellezza e salubrità della e l’alleviamento delle difficoltà economiche. Per consentire una migliore riproduzione del- agrestità contro la città; una esaltazione della Assistenza sociale e carità danno legittimità le fonti musicali i due tomi hanno formato vita campestre certamente non arcadica ed morale alla Chiesa, che quindi può più efficace- 25x30, il doppio rispetto agli altri volumi della astratta, ma invece fattiva, produttiva, fatta di mente combattere la civetteria femminile dei collana. L’edizione è curata da Sergio terre da coltivare e di istruzioni per il suo più filò, i bollori giovanili, i pregiudizi villerecci e Barcellona per l’aspetto musicale e da Galliano proficuo sfruttamento. Nel testo vi sono rife- le occasioni di devianza sociale nelle osterie e Titton per le poesie che ne costitutiscono i rimenti geografici precisi alla campagna non nei mercati. Il mondo contadino di Crico è testi. Nel primo tomo vengono pubblicati le sufficientemente ubertosa posta ai piedi dei quello della restaurazione e della grossa fami- trascrizioni dei testi e l’indice delle canzoni, colli asolani ed un approccio ideologico di glia patriarcale; per il letterato ed umanista vengono analizzate le fonti musicali e poeti- esaltazione della semplicità contadina, della cattolico una “buona” educazione, che instilli che e presentati i criteri di edizione. tranquillità secolare messa drasticamente alla nei contadini princìpi salutari, va affiancata al Colto e popolare fanno di questo repertorio prova dalle terribili guerre e dai contatti dei rinnovamento dell’agricoltura e consente di un genere ibrido, dai contorni stilisticamente “tempi moderni”: “aimé, da vent’anni in qua condurre all’auspicata redenzione morale e confusi, “una etnofonia ambientale ‘media’ – le vicende politiche, le guerre, e, più c’altro materiale. L’introduzione di Demattè evidenzia precisa G. Morelli nella premessa musicale – mai, li continui passaggi di truppe straniere, il percorso e la filosofia dell’autore, sottoline- . Né popolare né colta. Né nobile né ignobile. apportarono cangiamento notabilissimo nel- andone l’intento economico, cui si congiunge Né alta né bassa. Né bella né brutta. l’indole dominante di questo villaggio, e di un forte gusto artistico e poetico e l’aderenza Un’etnofonia, un repertorio demologico in tutti quelli che del pari si ritrovarono esposti. spirituale dell’autore al mondo contadino. cui ben poco si distingue un ‘popolo’, ma che Quella simplicità nativa, ch’esser deve sì pe- sa ben trattenere nei confini della naturalità di culiare al contadino sofferse un’alterazione; e La terza opera pubblicata è il risultato di una fatto il miniaturistico coacervo delle grazie comeché ella non siasi mai estinta, ed ancora ricerca linguistica speciale condotta da un intonate della materna lingua delle Donne apparisca; tanti viaggi alle città vicine e lonta- entomologo, Enrico Ratti, direttore del Museo Veneziane”. ne per trasporti militari, e tanto conversare con di scienze naturali di Venezia. Si tratta di un Proprio alle donne, all’amore sensuale, al gente d’armi rese costoro svegliati di troppo” vasto repertorio della terminologia con cui corteggiamento finalizzato, si indirizzano i (p. 75). Le due parti dell’opera sono suddivise sono stati e vengono denominati gli insetti testi di questa “espressione viva e vivace di in quinternetti ed affrontano l’economia da nelle Tre Venezie e nel litorale iugoslavo una spensierata e godereccia Venezia”; l’uso punti di osservazioni, il domestico e il rurale, (tradizionale terra veneziana), realizzato sulla di un dialetto fresco e scorrevole, ingentilito che si integrano e sono reversibili tra loro. base di inchieste dirette e dello studio delle da suffissi diminutivi e fatto ardito ed a volte Numerosi gli argomenti trattati: dalle rifles- fonti linguistiche scritte disponibili: diziona- equivoco dalla maliziosità del doppio senso sioni sulle condizioni dei contadini, sulle fa- ri, atlanti linguistici, testi di etnografia, zoolo- amoroso, evidenzia M. Cortelazzo nella intro- miglie rurali, alla esaltazione della industrio- gia popolare, dialettologia. I riferimenti lin- duzione linguistica, è per lo più espressione di sità campagnola, da considerazioni socio-eco- guistici sono riconducibili al veneziano e ai un grasso desiderio di allegria e di piacere nomiche sulla mendicità e mercati, sulla dialetti veneti e ladino-friulani, oltre agli in- sensuale: “l’essenziale è che la Nina – questo pellagra, a nozioni sull’allevamento di anima- flussi esterni che hanno lasciato un segno su di nome-emblema che copre il più astratto Amo- li (dalle api e bachi da seta ai buoi, pecore, essi. re – ascolti, si convinca, ceda”. cavalli, maiali e pollame) e sulle coltivazioni Ne è risultato uno strumento di massima (gelso, vite e altre piante; frumento, granoturco, utilità, definito da Manlio Cortelazzo “uno dei I Dialoghi rusticali sono la riedizione del- biade; legumi, lino, canapa, ortaggi vari); dai più importanti contributi alla conoscenza di l’opera Il contadino istruito dal suo parroco. criteri di conduzione e congedi dei poderi ai un lessico settoriale in ambito triveneto”. Esso Dialoghi, pubblicata in fascicoli a Venezia tra letami, lavori stagionali e rotazione delle col- ben si affianca ad altre pubblicazioni settoriali il 1817 e il 1819 e scritta da Lorenzo Crico, tivazioni, fino a cosiderazioni sui luoghi d’in- su aspetti naturalistici che fanno del Triveneto parroco di Fossalunga, piccola contrada della contro paesani, l’osteria, il filò.... Non manca- un’area ricca di riferimenti dialettologici, a “Castellana”, nell’alta provincia trevisana, che no riferimenti ad abitudini e costumi dei con- partire dal fondamentale lavoro di Adriano contava circa 700 anime. Il volume contiene le tadini, a proverbi ed abitudini alimentari; è Garbini Antroponimia ed omonimia nel cam- due parti dell’opera crichiana, Economia do- assente invece ogni interesse folclorico e po della zoologia popolare (1919-1925). mestica (pp. 67-214) ed Economia rustica demonologico. Il volume si articola in una prima parte (pp. (pp. 215-426) – sono state invece stralciate le Occorre precisare che l’“istruzione” dei con- 11-78) che analizza la denominazione degli parti più prettamente di istruzione religiosa o tadini viene intesa nei Dialoghi in termini di un insetti seguendo la loro classificazione scien- Dialoghi di storia sacra, in quanto troppo paternalismo cattolico e conservatore, che so- tifica sistematica, in una seconda parte (pp. pedanteschi e precettistici –, una bibliografia stiene l’ineluttabilità del destino: non vi è “mag- 121-259) che elenca in ordine alfabetico i di e su Crico, un piccolo glossario, una intro- giore disavventura che vivere mal contenti del termini dialettali riscontrati, ne dà la versione duzione critica di L. Demattè dal titolo Loren- proprio stato” e non accettare l’invidiabile sor- italiana e indica le località di diffusione ed i zo Crico: la pietà economica (pp. 1-60). Il te del “buon contadino che si serba pieno di riferimenti bibliografici. Il volume presenta testo si sviluppa in forma di dialogo tra il moderazione”, che “dedicatosi alla fatica vive inoltre l’indice dei nomi italiani e latini, la Piovano (identificabile nello stesso autore) e lietamente colla sua famigliola, contento del bibliografia consultata, una introduzione e i diversi personaggi del mondo agricolo, quasi proprio stato; tranquillo nella pace di coscien- criteri di edizione, oltre a 64 fotografie (pp. esclusivamente maschili; la forma adottata è za; senza foga di violenti desiderj; null’altro 79-118) dei principali insetti. Ovviamente si semplice ed accessibile, consona all’obiettivo bramando che la prosperità de’ suoi campicelli, tratta di una pubblicazione di consultazione e del lavoro, cioè la “elevazione” del contadino e del piccolo armento; ricevendo però con di riferimento estremamente utile non solo per veneto tramite la divulgazione di precetti agrari virtuosa rassegnazione quanti rovesci sogliono studiosi di insetti ma per un vasto pubblico e morali, delle sue conoscenze economiche, accadere nell’umana vita” (p. 44). Condizioni, interessato alle denominazioni popolari sotto sociali e religiose, la dimostrazione del corret- queste, contrapposte agli irrequieti che non si i più diversi aspetti. to comportamento. A questo fine l’autore ad- accontentano del proprio stato, a “boari, operai,

81 Sono in corso di stampa diversi altri volumi lavoro di scavo sulla lingua del territorio ve- zioni, per analizzarne gli approcci ideologici e della collana; tra quelli di pubblicazione neziano nel Cinquecento. metodologici, apprezzarne i risultati conse- iiminente si segnalano: il Vocabolario del Fra le altre pubblicazioni, che alla loro guiti, e per orientare nuovi studi e ricerche. veneziano di Carlo Goldoni, di Gianfranco uscita non mancheranno di essere recensite La “cultura popolare veneta” appare come Folena, risultato di uno spoglio sistematico di nel “Notiziario”, si segnala la Bibliografia una identità dai dati troppo labili, scarsamente tutta l’opera di Goldoni; le Madonne della delle tradizioni popolari venete, a cura di definiti se non per approcci ideologici e stere- Laguna. Simulacri ‘da vestire’ sec. XV-XIX, a Ulderico Bernardi, Manlio Cortelazzo, Gior- otipati: si tratta di una realtà che merita appro- cura di Riccarda Pagnozzato e Doretta Davan- gio Padoan, che è prevista articolata in “Qua- fondimenti critici e maggiormente articolati. zo Poli, uno studio delle caratteristiche e derni” di bibliografie settoriali. Uno strumen- In questo senso la collana regionale può e deve problematiche poste dalle tradizionali to bibliografico analitico, nel contempo espli- svolgere un ruolo propulsivo e positivo, af- madonne “vestite” in ambito veneziano; il cativo e critico, risulta infatti fondamentale fiancandosi efficacemente ad altri momenti di Dizionario veneziano del dialetto e della cul- per capire la situazione degli studi sulla cultu- conoscenza e riflessione sul mondo popolare tura popolare nel XVI secolo, di Manlio ra popolare veneta, al fine di superare la veneto. Cortelazzo, punto di approdo di un lungo frammentarietà e dispersione delle informa- Pier Giorgio Tiozzo

82 La “Guida ai dialetti veneti” di folkklore” non possa ignorare la sua opera; G. Marcato, F. Ursini, M.T. Vigolo) e con la a maggior ragione possiamo affermare che cultura popolare (U. Bernardi), le difficoltà di Manlio Cortelazzo quanti si occupano di dialetti veneti non pos- dell’etimologia (P. Zolli), la toponomastica (Pier Giorgio Tiozzo) sono non fare riferimento alle sue pubblica- (G.B. Pellegrini), il problema della trascrizio- zioni. È infatti sui dialetti veneti (la ricerca ne dei suoni (L. Canepari), indicazioni per le lessicale, le loro caratteristiche antiche e le inchieste sul campo (M. Cortelazzo), l’analisi interferenze con altre aree) che è incentrata dei testi antichi (I. Paccagnella). Avviata come Ormai da 13 anni il “Corso di dialettologia molta della sua produzione ed attività. Una occasione di “scambio di opinioni e di esigen- veneta” costituisce un immancabile appunta- caratteristica significativa del suo lavoro scien- ze culturali relative all’azione pratica e teorica mento per cultori e studiosi del dialetto veneto. tifico è quello di unire l’impegno accademico intorno ai dialetti veneti”, anche in considera- Promosso dal prof. Manlio Cortelazzo in qua- ad attività e pubblicazioni di ricognizione zione dell’attenzione popolare riscontrata, la lità di ordinario della cattedra di dialettologia sulla situazione degli studi, di documentazio- Guida è continuata cercando di conciliare “la del dipartimento di linguistica dell’Università ne e divulgazione; da questo nascono iniziati- richiesta di indicazioni operative di carattere di Padova, il Corso è stato avviato nel 1979 ed ve quali la proposta di un “Archivio eminentemente pragmatico con la tendenza ha rispettato ogni hanno il suo appuntamento. Bibliografico dei Dialetti Veneti” promossa ad offrire spunti metodologici e storici”, nella Viene organizzato in una settimana di settem- all’interno della Biblioteca civica di Battaglia convinzione che “il presente non è che la bre e articolato in cinque incontri pomeridia- Terme (Padova) e che ha prodotto alcune conseguenza e provvisoria conclusione del ni, in ciascuno dei quali vengono presentate e pubblicazioni bibliografiche curate dal figlio passato, specie in fatto di lingua”. Sul passato discusse due relazioni; segreteria e svolgi- Michele A. Cortelazzo e, appunto, il Corso di del dialetto vengono sviluppati alcuni aspetti mento del Corso fanno capo alla facoltà di dialettologia la cui realizzazione si affianca in ogni “annata” della Guida; viene affrontato Lettere di Padova, a Palazzo Maldura. Alme- ogni anno alla pubblicazione delle lezioni ad esempio lo studio dei testi antichi (A. Stussi no uno degli incontri pomeridiani viene svolto nella Guida ai dialetti veneti edita dalla Cleup e P. Sambin, II), il teatro di Ruzzante (L. però in un comune veneto (in collaborazione di Padova (un volume che mantiene le stesse Zorzi, II), il veneziano antico (M. Cortelazzo, con la Biblioteca o l’Assessorato alla cultura caratteristiche editoriali variando lo spessore IV), la sintassi goldoniana (M. Metzeltin, VI), locale) che cambia ogni anno, occasione que- del testo, da 150 a 300 pagine circa). aspetti diversi di opere antiche (vedasi le gui- sta per una presenza dell’iniziativa sul territo- Il Corso e le relative Guide nascono proprio de XI, XII). rio e non di rado per una riflessione sul dialetto da questa attenzione e sensibilità verso il mon- In ogni numero della Guida vengono svi- della zona interessata dal Corso. La partecipa- do non accademico, verso i parlanti e cultori luppati questioni metodologiche e di carattere zione è di circa 100 persone, ma non sono dei dialetti veneti. Sono queste infatti le moti- generale. Le indicazioni a questo proposito pochi gli interessati che seguono questo ap- vazioni che hanno fatto nascere il Corso (ed potrebbero essere numerose, e ci limitiamo ad puntamento, per così dire, dall’esterno. I esposte da Manlio Cortelazzo nella Premessa indicarne alcune: significato del dialetto e suo corsisti sono per buona parte appassionati dei alla Guida ai dialetti veneti, I, Padova, Cleup, rapporto con la società (G. Marcato, II e III), dialetti veneti, specie delle aree più vicine a 1979, 8°, pp. 334): “Il diffuso interesse per la aspetti psicolinguistici ed interferenza lingua- Padova, poeti vernacoli, ma non mancano cultura popolare, soprattutto contadina; i di- dialetto (R. , M.T. Vigolo, II e III), una studenti, operatori culturali di vario genere, battiti sempre più accesi sull’autonomia lin- utile proposta di trascrizione pratica del dia- studiosi italiani e stranieri. In definitiva non guistica di certi gruppi dialettali; il perenne letto, studiata da M. Cortelazzo e L. Canepari son poche le persone che associano il mese di problema educativo e didattico, del comporta- nel II vol. (e però scarsamente seguita poiché settembre al “Corso di dialettologia veneta”, mento degli insegnanti a contatto con bambini nelle scritture dialettali si mantengono vec- una occasione di approccio allo studio dei e ragazzi, che parlano usualmente in dialetto, chie consuetudini e parecchie persone amano dialetti, di confronto sullo stato delle ricerche hanno stimolato molte persone, piene di entu- trascrivere a proprio modo il dialetto), l’espres- su di essi e di presentazioni di nuovi studi e siasmo e mosse da una genuina carica ideolo- sività orale popolare (D. Perco, II), nomi e tematiche; numerosi sono i ricercatori e stu- gica, ad azioni e provocazioni, delle quali il cognomi veneti (G.B. Pellegrini), fitonimia diosi anche stranieri, che hanno usufruito di dialetto costituiva il motivo centrale. Sono (A. Zamboni), l’intonazione (L. Canepari), lo questa opportunità. sorte, così, diverse iniziative spontanee, alcu- studio di carte linguistiche (M. Cortelazzo) in Il Corso si affianca ad altre iniziative ed ne interessanti e costruttive, altre un po’ meno, Guida, III. attività di ricerca ed editoriali promosse e/o che hanno dato risultati quasi sempre positivi, Viene affrontata la questione della poesia dirette dal prof. Cortelazzo, per mezzo delle contribuendo, se non altro, a sfatare il mito, da dialettale, con interventi di E. Serra (in II) e di quali egli rappresenta un prezioso riferimento tempo resistente nella pubblica opinione, del E. Calzavara, D. Coltro, A. Zanzotto, G.S. per gli studiosi del dialetto di ogni livello e vernacolo come forma deteriore, corrotta e Chisini nel III. nazione: si pensi all’“Atlante Linguistico Me- rifiutata della lingua nazionale. La cultura Vengono inquadrate anche questioni di di- diterraneo” costituito presso la Fondazione accademica raramente si è immessa in questa dattica, vedasi F. Ursini e C. Bandini in II, E. Giorgio Cini di Venezia, all’“Archivio Stori- corrente viva e generosa di propositi e tentati- Zuanelli Sonnino nel IV, e trovano ospitalità co dei Dialetti Veneti” costituito presso il vi, lasciando che il fiume scorresse impetuo- voci di non linguisti, come F. Rocchetta e V. dipartimento di linguistica di Padova, alla samente, senza cercare di convogliarne il flus- Deon nel III e A. Tramarin nel VII. direzione del “Centro di studi per la so lungo gli argini, che un’esperienza scienti- Impostati molti temi generali nei primi nu- dialettologia italiana” del C.N.R., alle nume- fica secolare poteva legittimamente indicare”. meri della Guida, i successivi affrontano mag- rose pubblicazioni scientifiche (come l’Av- Molte cose sui dialetti veneti sono cambia- giormente questioni più delimitate, offrendo viamento critico allo studio della dialettologia te, dal 1979; i 12 volumi di cui si compone una panoramica varia e complessa di partico- italiana e La ricerca dialettale editi dalla attualmente la Guida ai dialetti veneti (ancora lari dialetti veneti; ad esempio di Grado (M.K. Pacini di Pisa) pubblicate in quasi cinquant’an- destinata a crescere con gli anni) costituiscono Tarlao), dell’Alto Cordevole (V. Pallabazzer), ni di attività fino alla recente maggiore pre- una solida “enciclopedia tematica”, con la della Valle di Zoldo (E. Croatto) nel V vol., senza delle sue note linguistiche in diversi quale chiunque si avvicini a problematiche dell’Istria (F. Crevatin, IV, e L. Decarli, VII ed periodici veneti. In una raccolta di studi a lui del dialetto deve confrontarsi, e nella quale altri contributi), di Zara (T. Chiarioni VI e offerti da colleghi stranieri (Linguistica e può trovare “pane per i suoi denti”. VII), del bellunese (L. Corrà, VI e IX), sul dialettologia veneta, Tubingen, Gunterr Narr I primi volumi affrontano prevalentemente chioggiotto (L. Canepari, S. Lanza e M. Verlag, 1983) veniva evidenziato come questioni metodologiche generali dello studio Cortelazzo, VII), dei Colli Euganei (A.L. “l’italianistica che si occupa di dialettologia, del dialetto, ed in particolare il primo ne Prosdocimi e A. Mezzetti, VIII), Grado e di etimologia, di linguaggi speciali, di analizza le caratteristiche essenziali (A. Marano Lagunare (C. Marcato e F. Luca, IX), sociolinguistica, d’interferenze linguistiche o Zamboni), il rapporto con la cultura (L. Corrà, di Udine e Friuli e del Garda, in IX, ricerche

83 sul padovano (F. Rizzi) e veronese contempo- Nesi, VI), Liguria (G.P. Sicardi, VIII), Pie- Belloni e M. Pozza; Elementi veneti in raneo (E. Guardalben) in XI. monte e Val d’Aosta (T. Telmon, X), Friuli (G. albanese, di F. Vicario; Hugo Schuchardt e il La Guida stessa fornisce strumenti interni Frau, X), i “Centri di cultura dialettale” di Veneto, di K. Lichem; La marina austriaca e quali indici di parole, nome ed argomenti Ventimiglia (R. Villa, XI). le sue lingue, di M. Metzeltin; Gabriele D’An- trattati (nel VI) e indice per autori (in XI), una La Guida affronta praticamente ogni aspet- nunzio e i dialetti veneti, di M. Cortelazzo; bibliografia generale (II), ricognizioni su sin- to linguistico e ogni settore che può essere Appunti sulla suffissazione nominale nel goli studiosi, come Carlo Tagliavini (M. collegato ai dialetti veneti, dalle articolazioni Veneto, di C. Marcato; Il dizionario triveneto Cortelazzo, V), Adolfo Mustaffia (A. Daniele, linguistiche più tipiche (sintassi, lessico ed dei nomi degli insetti, di E. Ratti; La medicina VII), ed ha avviato una Rassegna bibliografica etimologia, in IV; dielettometria e classifica- popolare trevisana, di E. Bellò; La medicina delle pubblicazioni che escono di anno in zione quantitativa, in VI; grammatica e popolare dell’Alto Veronese, di G. Vedovelli; anno sui dialetti veneti, arrivata sinora (XI) a topomastica, in X) a sondaggi e studi su aspetti Terminologia gastronomica gradese, di M.K. 221 segnalazioni. particolari: oltre alla letteratura veneta (XI) e Tarlao; Iniziative pugliesi a favore del dialet- All’interno delle varie annate della Guida a trasposizioni locali (es. Dante nel Veneto di to, di P. Caratù. sono sviluppati altri diversi aspetti tendenti a G. Mori, VII), vengono analizzate credenze e Accostandosi alle piste di riferimento e di fare il punto su determinati argomenti presen- leggende (D. Perco, VII), la presenza dei dia- documentazione dei dialetti accumulate nelle tando diversi contributi, ad esempio sui confi- letti veneti nei giornali, in IV, nel cinema (G.P. annate della Guida, ogni nuova Guida privile- ni linguistici del Veneto, vedasi Guida V; Brunetta, VI), nel teatro (N. Mangini, VII), in gia alcuni aspetti specifici e sempre nuovi, vengono presentate analisi di presenze del musiche e balli (M. Dalla Valle, IX). contribuendo significativamente a costituire dialetto veneto all’estero (L. Corrà, II; F. L’ultimo volume (Guida ai dialetti Veneti, questa preziosa enciclopedia veneta: gli argo- Ursini, V; J. Guichrd, VIII) ed all’esterno del XII, a cura di Manlio Cortelazzo, Padova, menti da esplorare non mancano, né manca Veneto, in VIII e IX; sono segnalate esperien- Cleup, 1990, 8°, pp. 147, Lire 25.000) presen- l’attesa del nuovo Corso e della nuova Guida. ze di studio del dialetto in altre regioni italia- ta i seguenti contributi: Proposta di edizione Pier Giorgio Tiozzo ne: Umbria (U. Ugoccioni, V), Toscana (A. del più antico documento in veneziano, di G.

84 Premi e culture locali: strumento privilegiato ed ormai consolidato tesi i lavori di Bruno Castiglioni sulla Corte di informazione e dibattito. benedettina di Maserà (Padova) e di Fabio i “Brunacci” di Monselice e Per incentivare lo studio delle culture locali Rizzi sul dialetto padovano, come libro sul “Pavan” di San Donà di Piave vengono promosse, in specifiche aree del ter- padovano il volume di Tiziano Merlin su Pier Giorgio Tiozzo ritorio regionale, alcune borse di studio; a Monselice (Padova, Il Poligrafo) e come pub- livello di premi, nella parte orientale della blicazione sul Veneto la Padova di Angelo Regione hanno raggiunto una propria fisiono- Ventura (Roma-Bari, Laterza). mia almeno due iniziative: il “Brunacci” di Alla settima edizione, 1990, hanno parteci- Monselice (Padova) e il “Pavan” di San Donà pato 6 ricerche della scuola dell’obbligo, due Si è molto discusso, negli ultimi anni, sui di Piave (Venezia). di istituti tecnici, 3 tesi di laurea, e 14 pubbli- premi letterari, sulla rilevanza di alcuni premi Giunti lo scorso anno alla settima edizione, cazioni. Nella premiazione la giuria ha teso ad la cui tradizione ha saputo caratterizzare la “I premi Brunacci” del Comune di Monselice, evidenziare e segnalare soprattutto le ricerche vita culturale italiana, e per altri versi l’im- che prendono il nome dall’erudito padovano, scolastiche sul territorio della bassa padova- provvisato proliferare di premi improntati alla intendono “valorizzare i contributi volti al na, aspetto che costituisce il motivo prevalen- occasionalità e superficialità, alla mancanza recupero delle conoscenze storiche in ambito te del premio; sono stati premiati la ricerca di di significati culturali, e non sono mancate locale” e si articolano in una sezione scolasti- Amalia Lucetto sui preadolescenti di osservazioni critiche più radicali. In effetti, ca riservata ad alunni delle scuole dell’obbli- Stanghella (Padova) ed il volume sulla com- sono pochi i centri, anche piccoli, nei quali go e studenti di scuola media superiore per pagnia teatrale “Città di Este” curato da Stefa- non sia nata la vocazione a creare un “grande” elaborati sull’area della Bassa Padovana; ven- no Baccini e Viviana Larcati, risultato di ricer- premio; ciò ha costituito in diversi casi un gono quindi premiati: una tesi di laurea o che sviluppate a partire dalla tesi di laurea momento di dibattito e crescita culturale, ma lavori assimilabili sempre inerenti alla Bassa accanto ad una attiva militanza nel lavoro in molte occasioni l’operazione è stata giusti- Padovana, un libro riferentesi alla provincia di teatrale. ficata solo da finalità ed interessi prettamente Padova ed un libro riguardante la storia veneta. Rivolto a lavori sulle culture locali in senso “promozionali”. Caratteristiche principali del premio sono il più generale è il “Premio nazionale dei giova- Il fatto è che ogni premio dato a pubblica- privilegiare gli studi di storia, pur intesi in ni ‘Costantino Pavan’ per opere e iniziative zioni o a scritti non può essere una iniziativa un’ampia accezione che comprende aspetti sulle culture locali”, avviato nel 1985 a San estemporanea, ma deve trovare una propria artistici, economico-sociali, linguistici, Donà di Piave e giunto nel 1990 alla quinta motivazione e giustificazione culturale, le- etnografici etc., ed il riferimento specifico edizione. Il premio nasce per onorare la me- gandosi dialetticamente ad un ambiente, ad un all’area Basso Padovana. moria di un giovane prematuramente scom- retroterra, a qualcosa di più rilevante di una La giuria è composta da docenti dell’Uni- parso, ed ha come promotori e giuria un locale semplice premiazione. Da questo punto di versità di Padova e studiosi locali ed è presie- Comitato-Associazione culturale “Amici di vista ogni paese può avere un proprio premio, duta dal prof. Antonio Rigon, segretario è C. Pavan”, presieduta dal prof. Ulderico cosi come ogni paese può avere una propria Flaviano Rossetto, direttore della Biblioteca Bernardi, segretario Giancarlo Dal Maso, di- storia scritta, una propria caratterizzazione comunale di Monselice, cui i premi fanno rettore della Biblioteca comunale di San Donà. culturale, senza per questo dover millantare riferimento e nella quale i lavori presentati Nato in territorio periferico, distante dai ciò che non è o sperperare risorse; si tratta di trovano una opportuna collocazione. maggiori canali commerciali del libro, il pre- individuare il giusto rapporto con il territorio, Come le precedenti, l’edizione 1988 del mio si pone come obiettivo la valorizzazione la popolazione, la sua stratificazione socio- “Brunacci” è riuscita a mobilitare risorse, della “cultura locale, in rapporto alle trasfor- culturale, la continuità e permanenza dell’ap- giovani e ricercatori sulle tematiche della sto- mazioni dell’ambiente, all’evoluzione della porto culturale che viene dato. ria locale condotta senza angustie localistiche, storia, della comunità e della persona, accerta- Questo è ancora più difficile e complesso con un giudizio – sosteneva la giuria – di ti negli elementi di cultura materiale e non per quanto riguarda la storia e cultura locale, “cordiale stima per tutti e premio a quanti con materiale (linguaggio, feste, giochi, lavoro, per almeno due motivi: non esistono, se non in rigore non disgiunto dal desiderio di farsi religiosità, farmacopea, alimentazione, archi- maniera limitata, riferimenti ai quali collegar- capire si sono impegnati più a fondo nello tettura, musica, etc.)”. Rivolto program- si, metodologie e griglie interpretative privi- studio della storia padovana e veneta”. Per le maticamente ad autori giovani il premio indi- legiate attraverso le quali affrontare diverse tesi di laurea veniva premiato il lavoro di vidua una modalità particolare di premiazione, aree; manca una tradizione di confronto negli Lorenzina Pulze, Movimento demografico a delegando il giudizio finale ad una giuria studi locali, per cui il più delle volte risultano Solesino nel XVIII secolo (Facoltà di Lettere composta da giovani studenti. Gli “Amici di come tante piccole monadi a se stanti. In dell’Universita di Padova, a.a. 1986-87, rel. C. Pavan” scelgono infatti un’opera inedita da questo senso è significativo lo stesso fatto che prof. F. Seneca) e segnalato il lavoro di Elisa- premiare e designano tre opere edite, le quali manchino occasioni e riferimenti comuni, che betta Trivellato, La presenza Greca ad Adria: vengono presentate dagli autori e sottoposte cioè siano poche le iniziative quali il corso di la documentazione letteraria (Facoltà di Let- all’esame di una giuria “formata esclusiva- dialettologia veneta, diretto dal prof. Manlio tere dell’Università di Venezia, a.a. 1987-88, mente da trenta studenti del triennio degli Cortelazzo, giunto ormai al XIII volume della rel. prof. L. Braccesi). Venivano inoltre pre- Istituti Medi Superiori di San Donà di Piave, Guida ai dialetti veneti (Padova, Cleup) o la miati cinque lavori condotti da gruppi di stu- scelti dai rispettivi Consigli d’istituto per meriti collana di profili storici “Le città nelle Venezie denti delle scuole dell’obbligo della zona (di scolastici e sensibilità culturale”. Il premio dall’Unità ai nostri giorni” diretta per Il cui 4 delle medie e 1 delle elementari) e due non è programmaticamente incentrato su una Poligrafo di Padova dai proff. Emilio Franzina ricerche di studenti di scuola media superiore. specifica area geografica, ma è rivolto a studi e Mario Isnenghi. Il problema è stato colto Per le pubblicazioni il premio per l’area pado- su qualsiasi zona e cultura. anche nel mondo editoriale e commerciale, al vana veniva assegnato al volume di Pier Luigi Nel 1986 hanno partecipato al premio 72 quale la Associazione Editori Veneti ha volu- Bagatin, L’arte dei canozi lendinaresi (Trie- opere, 13 delle quali inedite e 18 inerenti il to fornire una occasione di confronto e sguar- a ste, Lint, 1987) ed il premio nazionale alla Veneto (il cui elenco viene allegato in do d’insieme sulla pubblicistica con la 1 pubblicazione di documenti medievali curata bibliografia). Sono state premiate: Camillo Rassegna dell’editoria veneta promossa pres- da Luigi Caberlin, Il catastico di S. Giustina di Pavan, Drio el Sil. Storia, vita e lavoro in riva so la Scuola grande di San Giovanni Evange- Monselice (Padova, Antenore, 1988). al fiume a S. Angelo e Canizzano, presentata in lista a Venezia nel novembre 1989 e che si Nell’edizione 1989 sono stati presentati 13 forma inedita e pubblicata nel 1986; Claudio ripropone con scadenza biennale. Anche per lavori scolastici, 5 tesi di laurea e 11 libri editi Povolo (a cura di), Bolzano Vicentino. Dimen- questi aspetti della pubblicistica veneta, que- (vedasi elenco); la giuria ha premiato per le sioni del sociale e vita economica in un villag- sto “Notiziario bibliografico” costituisce uno

85 gio della pianura vicentina (secoli XIV-XIX), Giacinto Cecchetto e da L’idea delle Marche. allargato l’obiettivo sia in senso tematico (es- Comune di Bolzano Vicentino, 1985; Piercarlo Come nasce il carattere di una regione nella sendo rivolto a contributi con qualsiasi tipo di Jorio, Il magico, il divino, il favoloso nella società dell’Italia moderna, curato da Giorgio approccio disciplinare e metodologico), sia in religiosità alpina, Ivrea, Priuli e Verlucca, Mangani (Ancona, Il lavoro editoriale, 1989) senso geografico, essendo stati presentati stu- 1984. . Il premio provinciale è stato assegnato alle di su comunità ed aspetti locali in ambito Nel 1987 sono state presentate 64 opere, 46 Storie dei senza storia del gruppo El Solzariol, nazionale ed istriano, oltreché regionale. edite e 18 inedite,tra le quali 9 tesi di laurea, 36 seguito dal lavoro di Imelda Rosa Pellegrini Un altro elemento peculiare dei premi, quello elaborati inerenti il Veneto. Sono state pre- sull’Associazionismo... nel Veneto orientale e di essere legati ai giovani, ha dimostrato nella miate la Storia del ghetto di Venezia di Riccardo da Portogruaro architettura rurale di F. sua concreta attuazione alcune difficoltà: una Calimani e, secondi ex aequo, la tesi di laurea Zecchin - R. Moro - A. Dal Moro. stretta limitazione geografica e le difficoltà di di Oscar Suelotto su Vita, lavoro, tradizioni Gli inediti sono stati assegnati per il settore una valutazione storiografica di lavori didatti- nella Pozzaleone della prima metà del ’900 e nazionale alla tesi di laurea di Claudia Alpago- ci nel “Brunacci”; il mancato privilegiamento Nadia Trentini, Chi egn... Vita rurale e tradi- Novello sul Cimitero di San Michele a Vene- di opere di autori giovanili nel “Pavan”, nel zione in Val di Fassa. Studi e documenti di zia e per il provinciale alla tesi di Andreina quale la scelta di una giuria finale di studenti storia orale, Istitut Cultural Ladin ‘Majon di Rigon su Pezzagna, parroco di Zelarino nel del sandonatese e zone limitrofe ha in qualche Fasegn’, 1986. settecento. caso finito per privilegiare pubblicazioni della Nell’ambito del premio ed in sintonia con i All’edizione 1990 hanno partecipato per il zona o di facile approccio. suoi motivi ispiratori, la Amministrazione della premio nazionale 21 opere edite, 1 inedita, 1 Questi aspetti, approssimativi e frutto di Provincia di Venezia dal 1987 ha abbinato al tesi di laurea e 10 lavori provenienti dall’Istria, un’analisi esterna ai premi stessi, nulla tolgo- “Pavan” il premio speciale “Conosci la tua per la sezione provinciale 7 lavori editi e 3 no alla significativa partecipazione dei giova- provincia”, assegnato a tre opere riguardanti inediti. Vincitore del premio è risultata l’ope- ni ai premi stessi; ci riconducono piuttosto ad specificatamente il territorio provinciale, ope- ra di Pietro Galletto Soldi o acquasanta? che una contraddizione di fondo di qualsiasi ini- re designate dagli “Amici di C. Pavan” e poi ripercorre le vicende di un parroco negli anni ziativa sulle culture locali, al fatto cioè che scelte da una giuria di trenta studenti della quaranta, seguita dai lavori di Bona Beda Fazé sembrano con estrema difficoltà assumere un Provincia. Ne sono risultati vincitori Gianna su Quero dalle origini al XVIII secolo e di ruolo signficativo in un ambito più vasto di Marcato - Flavia Ursini con Contadini ’so dai Fiore Bordi su Foreste casentinesi (Firenze, un’area ristretta. Sarebbe interessante, comun- ponti. Mirano nel suo dialetto, seguite da Deam, 1990). Per l’inedito è stata premiata la que, analizzare quale significato e rilevanza i Adriana Gusso, Mestre, le radici: identità di tesi di laurea di Alessio Radossi sull’Unione premi hanno avuto nella realtà locale, se e una città e Michele Zanetti, Boschi e alberi degli Italiani dell’Istria, e di Fiume dal 1954 come hanno influenzato la formazione delle della pianura veneta orientale... al 1963; la sezione provinciale è stata asse- nuove generazioni e l’identità culturale loca- Nel 1988 sono stati presentati 50 lavori, di gnata al lavoro di Luigino Scroccaro su Marcon le, che rapporti hanno creato con l’esterno. cui 33 editi e 17 inediti, 22 riguardanti il alla fine dell’Ottocento, seguito dalla Mestre Tutto sommato si tratta comunque di due Veneto (vedasi bibliografia); l’assegnazione infedele dell’“Associazione storiamestre” e esperienze significative e positive, che hanno del premio nazionale opere edite è andata a dalla storia di Gruaro di Arrigo Rizzetto. teso a caratterizzarsi e a distinguersi nella Eraldo Baldini con Alle radici del folklore Segnalazioni e riconoscimenti particolari sono dilagante moda dei premi (basti pensare ai romagnolo. Origine e significato delle tradi- stati assegnati dalla giuria ad altri lavori. premi di poesia). Da essi, assieme ad altre zioni e superstizioni, Ravenna, Longo, 1986, Dopo cinque edizioni del Premio “Pavan” e esperienze, occorrerebbe partire per affronta- seguito dalle Cante e cantari. La vita, il lavo- sette del “Brunacci” è forse possibile fare un re in modo nuovo un discorso di incentivazione, ro, le feste nel canto veneto di tradizione orale primo bilancio di queste esperienze, risultato promozione e confronto di studi sulla storia e di Dino Coltro (Venezia. Marsilio, 1988) e di un rinnovato interesse verso la storia e la la cultura locale. A mio avviso sarebbe Con la cassela in spalla: gli ambulanti del cultura locale cresciuto negli anni ottanta e sul auspicabile una maggiore informazione ed un Tesino di Elda Fietta Ielen (Ivrea, Priuli e quale si sente oggi un bisogno di ricalibratura più forte coordinamento tra i premi e, per Verlucca, 1987); per le opere inedite alla tesi e di superamento della frammentarietà. Alcu- quanto riguarda gli obiettivi che si pongono, di laurea di Daniela Stefanutto Morire a Treviso ni correttivi, ad esempio nelle modalità di anziché arricchire ed incrementare le nell’Ottocento... Il premio della sezione pro- partecipazione delle opere al premio, sono premiazioni assegnate, la linea culturalmente vinciale è stato assegnato a Michele Zanetti stati evidenziati dalle giurie stesse. Pur ap- più produttiva e significativa mi pare quella di per Il fosso, il salice, la siepe..., seguito da Un prezzando e sostenendo il valore di aspetti inserirli all’interno di iniziative più comples- mestiere e un paese... di F. Boscolo - C. Gibin specifici delle opere o della caratterizzazione sive sulla cultura locale, far diventare cioè il - P. Tiozzo e dal Vivar dei Finoti di Lisa dei premi, occorre sottolineare l’importanza premio una occasione per incentivare iniziati- Davanzo. Il premio inedito provinciale è stato complessiva di queste iniziative. Un aspetto ve in grado di lasciare un segno forte, ad assegnato alla tesi su una levatrice di Pianiga senz’altro positivo è che le opere presentate esempio con esposizioni tematiche, con corsi di Maria Cristina Cappellozza. vanno a formare una specifica collezione al- ed incontri inseriti più direttamente nell’itine- Da questa edizione il premio ha voluto l’interno delle Biblioteche comunali di San rario educativo degli studenti, oppure avvian- inoltre evidenziare una sezione istriana, se- Donà e di Monselice, alle quali i premi fanno do ricerche e studi sul campo, raccogliendo gnalando in modo particolare alcuni elaborati riferimento. In questo modo infatti viene do- dati e documentazione da depositare in quello inediti inerenti specifici aspetti di Dignano cumentato permanentemente l’obiettivo di che è lo strumento principale della memoria e d’Istria, promossi dal Gruppo etnografico- favorire la circolazione ed il confronto degli della coscienza locale, la Biblioteca civica. In storico comunità degli italiani di Dignano, ed studi su tematiche locali, che rimane una delle definitiva, il premio come occasione in più, avviando uno specifico rapporto con ricerche finalità di fondo dei premi stessi, assieme come momento di un intervento culturale pro- sull’Istria. all’incentivo ed alla occasione di incontro fondo e duraturo. Nell’edizione 1989 del premio “Pavan” sono offerto ai partecipanti. Pier Giorgio Tiozzo state presentate 61 opere, 19 delle quali inedi- Dai titoli presentati e dalle caratteristiche te, fra cui sei tesi di laurea, e 17 titoli inerenti dei bandi si desume una differenza di fondo tra il Veneto. Il premio nazionale è stato assegna- i due premi: il “Brunacci” si inserisce nella to a Luigi Zanzi - Enrico Rizzi, I Walser e la tradizione di studi storici di documentazione storia delle Alpi. Un modello di civilizzazione ed è riferito ad un’area definita, assolvendo in e i suoi problemi metodologici (Milano, Jaca questo modo ad uno specifico ruolo didattico Book, 1988), seguito dal volume su Altivole di e di promozione della ricerca; il “Pavan” ha

86 I PREMI “BRUNACCI” coltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1989-90, rel. Gio- PREMIO NAZIONANALE di Monselice (Padova) vanni Lorenzoni. DEI GIOVANI ZENNA M., Movimento demografico a “COSTANTINO PAVAN” Pozzonovo nel secolo XVIII, Università di Padova - per opere e iniziative sulle culture locali Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1989-90. San Donà di Piave (Venezia)

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G. Barisoni, illustrazione da Il vero lume dell’arte dello scrivere..., Venezia, 1607

89 Memoria veneta

Le “Memorie” L’anno successivo, in aprile, il Veneto veniva convertì alle idee provenienti dalla Francia diviso in sette dipartimenti, e Padova denomi- soprattutto per risentimento verso la Domi- di Girolamo Polcastro nata prefettura del Brenta4. Polcastro fu desi- nante, che aveva a lungo tenuto le redini del (Maria Perissinotto) gnato a Magistrato Civile del distretto da potere nella terraferma, e comunque nell’otti- Napoleone, poi confermato nelle funzioni di ca moderata dei princìpi dell’89. Gli aspetti Prefetto quando, nel maggio del 1806, fu resa sociali della dottrina rivoluzionaria furono effettiva l’unione del Veneto al Regno d’Ita- assenti ed ignorati7. La partecipazione politica Le Memorie per servire alla vita civile e lia. Pochi mesi dopo, nell’ottobre, egli lasciò di Polcastro appare dunque dettata non da letteraria d’un Padovano, di Girolamo Padova per Milano, per la nomina a Consiglie- adesione convinta ad ideali, ma piuttosto da Polcastro, sono conservate presso la Bibliote- re di Stato nel Consiglio degli Uditori, con un senso profondo di servizio verso lo stato, ca del Museo Civico di Padova con segnatura ottime referenze del viceré Eugenio una sorta di obbligo morale che però contribu- BP 1016 XIII. Si tratta di un manoscritto Beauharnais, con cui Polcastro intrattenne un iva all’ordine politico, al decoro personale e al autografo di 378 facciate scritte a metà – rapporto di amicizia e di stima. Nel 1809 fu mantenimento dei privilegi aristocratici. numerate però successivamente ed in modo eletto senatore del Regno Italico, carica che Il personaggio verso cui la venerazione e la errato, poiché di fatto sono 400 – composto di mantenne fino all’aprile del 1814, anno della stima di Polcastro mai diminuirono fu Napo- due parti, diviso in nove quaderni. caduta del Regno e del ritorno degli Austriaci. leone. In lui ammirava l’eroe, il guerriero, ma Queste Memorie, scritte dal 1833 al 1837, ci L’attività politica di Polcastro, come testimo- soprattutto il solo uomo capace di garantire offrono un’utile traccia per ripercorrere le sue niano le sue Memorie ebbe termine con la all’Italia prosperità economica, libertà civile vicende private e politiche, quelle della sua Restaurazione. nel rispetto dell’autorità, ordine. L’esperienza città e del suo tempo. Negli anni successivi, egli si dedicò agli napoleonica aveva ravvicinato il paese alla Girolamo Polcastro nacque a Padova il 30 studi e ai viaggi. Nel 1818, a 55 anni, chiese in dimensione di un sistema burocratico ed am- aprile 1763 dal conte Sertorio e da Caterina sposa la contessa veneziana Caterina Cecilia ministrativo; grazie a lui il riformismo sette- Salvi. Egli frequentò collegi per nobili, quindi Querini Stampalia di cui Girolamo conosceva centesco assurgeva ad esperienze di governo. studiò fisica e matematica all’Università, sen- da lungo tempo i genitori Alvise, suo collega Napoleone non creava l’Italia, ma gettava i za prendere la laurea. Erano però le lettere e gli al Consiglio di Stato, e Maria Teresa presupposti fondamentali della sua esistenza studi classici ad appassionarlo maggiormen- Lippomano. Nel 1834, anno della morte del futura. In Polcastro, uomo del Settecento stret- te. Fin da giovane cominciò a comporre opere conte Alvise, gli sposi intrapresero un lungo tamente ancorato al principio di legittimità, in versi, assistito da Melchiorre Cesarotti. viaggio in Italia, per alleviare la rigorosità del era assente l’idea di una lotta per un’Italia Trentunenne sposò la nobile Caterina Papafava lutto. I ricordi di questo periodo compongono unita, ma le radici del Risorgimento vanno che gli diede tre figli, due bimbe morte subito la seconda parte delle Memorie. Essi furono a ricercate anche in questi personaggi, vissuti a dopo la nascita e un maschio, Sertorio. La Firenze, Siena, Roma, Napoli, e poi Livorno, cavallo fra due epoche, tormentati dall’alter- moglie morirà nel 1800, il figlio nel 1810 a Pisa, Lucca, Viareggio, Genova, Alessandria, nativa fra un vecchio mondo di consolidate Milano. Torino, Milano, dove Polcastro aveva a lungo certezze ed una nuova civiltà foriera di inco- La sua attività pubblica iniziò nel 1794 vissuto, e di cui conservava ottimi ricordi. Nel gnite e di perdita di vecchie identità culturali. come deputato ad utilia della città. Fu però la luglio del 1835 ritornarono in Padova. Nel nobile Polcastro non vi fu alcun esito caduta della Serenissima nel 1797 a coinvol- Polcastro morì il 26 settembre 1839 a Vene- rivoluzionario o giacobino, ma non per questo gerlo con entusiasmo maggiore nella politica. zia. A Caterina, che gli fu compagna fedele il suo contributo all’età successiva fu minore. Nell’aprile del 1797 fu membro della munici- fino alla morte, egli affidò l’usofrutto dell’in- Accanto alla sua visione politica, le Memo- palità provvisoria democratica istituita dai tera sua sostanza. Le lasciò in libero dono rie ci offrono anche l’immagine di una socie- Francesi in Padova1; nel luglio dello stesso argenterie, oggetti di lusso, cristalli, gioielli, tà. Il conte Girolamo e la moglie furono assi- anno prese parte al Governo Centrale del carrozze e cavalli. Con la sua morte, per man- dui frequentatori di teatri, sia in patria che Padovano, Polesine di Rovigo ed Adria, volu- canza di figli e per la precedente scomparsa durante i loro viaggi in Italia. Rivivono nelle to da Bonaparte. La sua partecipazione politi- dei due fratelli, la famiglia Polcastro si estin- Memorie i fasti del Teatro Nuovo, del Teatro ca si svolgeva quindi all’interno dei governi di se. Con testamento del 20 maggio 1839, egli Obizzi, della Fenice a Venezia e dei maggiori istituzione francese. Il trattato di legò la sua preziosa biblioteca, costituita da teatri italiani. La vita in villa8 è un altro simbo- Campoformido riportò gli Austriaci nel piu di 4000 volumi, e con essa anche la libreria lo costante del patriziato veneto. Polcastro Veneto2. Polcastro si ritirò dalla vita pubblica di ciliegio, alla città di Padova. Con tale dono amava ritirarsi a Casalserugo o a Loreggia per e, nella sua villa di Casalserugo, si dedicò alla gettava le basi dell’attuale Biblioteca del meditare, riposarsi, comporre, mentre la mo- lettura e ai suoi scritti poetici e letterari. Museo Civico5. glie organizzava feste, giochi, balli, visite ai La nuova dominazione francese del genna- Le Memorie del conte Polcastro ci permet- mercati e alle fiere. Eccezionale fra questi io del 18013 vide il conte Girolamo non più tono non solo di ripercorrere le sue vicende divertimenti era il Carnevale di Venezia9; i membro del governo, ma ugualmente attento private, ma soprattutto di gettare luce sulle sue Polcastro vi partecipavano ogni inverno, tra- osservatore degli avvenimenti con il Diario idee politiche e sulla vita sociale di quel tem- sferendosi in quella città. Amante del viag- che comincia dalla partenza degli Austriaci e po. A Padova l’influenza delle nuove idee gio10, Polcastro ci lascia nelle Memorie delle dal ritorno dei Francesi in questa città il dì 10 provenienti dalla Francia, quelle descrizioni particolareggiate dei suoi soggior- gennaio 1801, in cui mai dimenticò di sottoli- dell’illuminismo e della Rivoluzione, fu forte. ni in Italia. Egli visitò chiese, monumenti, neare i furti e le spoliazioni avvenuti ad opera Nei salotti aristocratici si riunivano letterati, opere d’arte, musei; frequentò teatri, ridotti, dei Francesi. artisti, nobili, e la politica si mescolava al caffé che però mai reggevano il confronto con Il Veneto ritornò austriaco, in seguito alla pettegolezzo. Il salotto piu conosciuto era il Pedrocchi11. I ricordi dei suoi viaggi si pace di Luneville, nell’aprile del 1801. quello di Arpalice Papafava, suocera di muovono in un mondo di frequentazioni Polcastro si stabilì nella sua villa di Loreggia, Polcastro6. patrizie, di curiosità artistiche, di visite a pre- e poi fu in viaggio a Firenze, Siena, Milano. La discussione sulle nuove idee non intaccò lati, governatori austriaci, professori universi- Solo alla fine di questa seconda dominazione però mai la fede nelle tradizioni di questo tari ed artisti. austriaca, nel novembre del 1805, l’attività di mondo conservatore: da una generica simpa- Nobile, viaggiatore, membro della classe Polcastro all’interno dell’amministrazione tia per gli eventi francesi e per le esaltanti dirigente, ciò nonostante l’attività prediletta francese si fece più concreta ed efficace. Egli vittorie militari alla adesione agli ideali del di Polcastro era il componimento letterario. fu presidente del governo provvisorio voluto ’93, la strada era impraticabile. Buona parte Presso la Biblioteca del Museo Civico sono da Bonaparte e da Beauharnais, nel 1805. della nobiltà, ed anche il conte Polcastro, si tuttora conservate le sue opere edite ed inedi-

90 te. Prose, poesie, sonetti, tragedie, drammi, tivo dei patrioti lombardi poteva giustificarsi 1983, pp. 279 e 289. tutto ciò si muove in un mondo arcadico a cui soltanto se diretto e appoggiato da un’autorità 5 L. RIZZOLI, Napoleone Bonaparte a Palazzo è estraneo il presente politico e sociale. Con- costituita, nel caso specifico da Carlo Alber- Polcastro (Padova 2 maggio 1797), Padova, Soc. siderevoli sono i suoi scritti storici. A parte il to”14. Coop. Tip., 1930; D. DE TUONI, Un Padovano a Trieste nel 1820, Trieste, Caprin, 1921; G. già citato Diario, interessante è il Compendio Come Napoleone aveva rappresentato la POLCASTRO, Memorie per servire alla vita civile istorico degli avvenimenti accaduti nella città speranza di un mondo libero dall’anarchia, e letteraria d’un Padovano, Padova, Biblioteca di Padova o ad essa appartenenti dall’anno così ora solo i Savoia potevano garantire la civica, ms. BP 1016 XIII, p. 120. 1787 al 1794, che ci offre per questi anni uno liceità di tale impresa. Fu anche questo tipo di 6 ONGARO, La municipalità a Padova..., cit., scorcio di vita cittadina. La Padova mentalità a portare al successo sabaudo nella pp. 1-18. prenapoleonica è raccontata attraverso storie successiva storia risorgimentale. 7 M. BERENGO, La società veneta alla fine del quotidiane di nascite, morti, omicidi, serate a Settecento, Firenze, Sansoni, 1956, p. 274. Maria Perissinotto 8 teatro, eventi degni di nota. La Napoleoneide P.G. MOMETTO, La vita in villa, in Storia ovvero la Francia salvata, poema di 11054 della cultura veneta, V/1: Dalla Controriforma alla fine del Settecento, a cura di G. Arnaldi e M. Pastore versi, narra le gesta di Napoleone Bonaparte Note Stocchi, Vicenza, Neri Pozza, 1985, pp. 607-629. in Egitto e il suo sbarco in Francia dove ebbe 1 A. ONGARO, La municipalità a Padova nel 9 L. PADOAN URBAN, Il Carnevale veneziano, il Consolato. Polcastro nelle sue Memorie 1797, Feltre, Castaldi, 1904. in Storia della cultura veneta, V/1: Dalla definisce questo poema “veramente italiano e 2 G. MONTELEONE, Padova dal trattato di Controriforma..., cit., pp. 631-646. in questo solo senso romantico”12. Altra opera Campoformido alla caduta del regime napoleonico 10 A. TENENTI, Venezia e il Veneto nelle pagine significativa è la poesia In morte di Vincenzo (1794-1814), “Bollettino del Museo Civico di Pa- dei viaggiatori stranieri, in Storia della cultura Monti, un autografo del 1832, edito a cura di dova”, 75 (1986), pp.115-158; G. TOFFANIN, Il veneta, V/1: Dalla Controriforma..., cit., pp. 557- dominio austriaco in Padova dal 20 gennaio 1798 578. Giovanni Faggian nel “Bollettino del Museo 11 13 al 16 gennaio 1801, Padova, Prosperini, 1901. POLCASTRO, Memorie, cit., p. 313, p. 350. Civico di Padova” nel 1986 . Parlando dei 3 G. MONTELEONE, L’occupazione francese di 12 Ivi, p.192. moti milanesi del ’20-21, Polcastro condanna Padova nel 1801 (16 gennaio-6 aprile), “Bollettino 13 G. FAGGIAN, Una poesia inedita di Girolamo il movimento carbonaro. La spiegazione di del Museo Civico di Padova”, 51 (1962), ristampato Polcastro in morte di Vincenzo Monti, “Bollettino questo atteggiamento, comune a gran parte di in G. MONTELEONE, L’occupazione francese di del Museo Civico di Padova”, 75 (1986), pp. 159- una generazione che affondava le proprie ra- Padova nel 1801, Padova, Soc. Coop. Tip., 1963. 174. dici culturali nel Settecento, “...sta nel princi- 4 L. ANTONIELLI, I prefetti dell’età napoleonica. 14 Ivi, p. 162. pio tradizionale di legittimità, per cui il tenta- Repubblica e Regno d’Italia, Bologna, Il Mulino,

Manoscritti di Girolamo Polcastro – Del calcolo con la vita. Capitolo di Condillac – Napoleonide, CM 160. tradotto dal francese, CM 122 XV. – Napoleonide, ovvero la Francia salvata, 1810- – Diario che comincia dalla partenza degli Au- 1813, CM 123. I manoscritti di Polcastro sono tutti conservati striaci e dal ritorno dei Francesi in questa città il dì – Odi in morte di mia moglie composte in Abano presso la Biblioteca del Museo Civico di Padova. Le 10 gennaio 1801, BP 1001 II (edito in volume nell’agosto del 1801, BP 1936 XLI (edito in Opere, opere vengono riportate in ordine alfabetico di proprio). t. 1, ed in volume proprio). titolo. Le date sono presenti solo quando è stato – Due odi di Pindaro illustrate e tradotte. Memo- – Il Parnaso italiano ossia collezione (nota) dei possibile rintracciarle. Sono stati indicati i casi di ria letta all’Ateneo di Venezia, 2 aprile 1829, CM poeti più celebri che fiorivano dall’origine dell’Ita- opere successivamente edite; è stata sempre indica- 122 IV. liana Poesia a tutto il secolo XVIII col registro a ta la segnatura del manoscritto. – Elogio del fu senatore Luigi Lambertenghi, CM fronte di quelli esistenti nella Biblioteca di casa 122 X (edito in Opere, t. 3, ed in volume proprio). Polcastro, BP 1943 XXXVII. – Alcuni componimenti delle Selve di Stazio – Gli Emblemi d’amore Divino ed umano insie- – Poesie varie, traduzioni, recensioni, CM 122 poeticamente volgarizzati, CM 122 VII (edito in me incisi in 118 tavole e spiegati in versi francesi XVII. Opere, t. 1). d’un cappuccino, ora in versi italiani da M. Euganeo, Poesie varie, 1794; Altre poesie varie, 1791; – Appunti bibliografici, CM 650 IV. CM 122 XI. Altre poesie varie, 1830, voll. 3, CM 499 I-III. Batilde. Dramma in cinque atti in versi, 1810, – Ero e Leandro. Monologo lirico imitato dalla – Saggio di una nuova traduzione in versi delle CM 122 I, CM 122 XII (edito in Opere, t. 1). prosa francese di M.r de Florian, CM 122 XVI georgiche francesi dell’abate Delille, CM 122 II – La bella schiava. Dramma in cinque atti cavato (edito in Opere, t. 1). (edito in Opere, t. 1, ed in volume proprio). dalle avventure di Batilde al Sig. d’Arnaud, 1781, – Filocle, dramma per musica, CM 122 VI (edito – Supplica ai Nobili e Magnifici Signori Deputati CM 803 XXIII. in Opere, t. 1, ed in volume proprio). rappresentanti il Consiglio Generale di Padova, – Biografia di Gaetano Savonarola gentiluomo – Frassinelle, poemetto al Sig. Luigi Mabil, 1799, BP 1936 XLVI. padovano, BP 1463 IV. BP 1939 XL (edito in Opere, t. 1). – Studi di lingua, CM 122 XIX. – Cantico de’ cantici di Salomone. Traduzione – Histoire de Napoléon par M. Norvieuf. Articolo letterale, 1837, CM 122 VIII. per la Nuova Antologia, CM 122 XIII. – Compendio dell’Antenore di S. Pietro – In morte di Vincenzo Monti, canto unico, 1832, Montengori, 1797, CM 122 III. CM 122 IX (edito in volume proprio). Opere edite di Girolamo Polcastro – Compendio istorico degli avvenimenti accadu- – Lettere ed altri scritti, CM 122 XVIII. ti nella citta di Padova o ad essa appartenenti – Memoria. Del modo di conciliare i nuovi principj dall’anno 1787 al 1794, 8°, voll. 8. È premessa la della scuola romantica con quelli della classica I titoli delle opere sono riportati in ordine Raccolta dei più singolari avvenimenti nel corso nella composizione dell’Epopea, CM 122 XIV (edito alfabetico. Salvo indicazione diversa, sono tutti d’anni 22, cioè dal 1764 a tutto il 1786, tratti dalle in Opere, t. 2). reperibili presso la Biblioteca del Museo Civico di memorie postume di Sante Pengo, BP 847. – Memorie di Letteratura e Grammatica, Istoria Padova. – Degli obblighi de’ coniugati. Opuscolo e Mitologia, 1786-1830, voll. 8, CM 512. Plutarchiano dedicato alla Nobile Sposa, CM 122 – Memorie per servire alla vita civile e leteraria – Aci, Galatea e Polifemo. Cantata a tre voci, V (edito in Opere, t. 3, ed in volume proprio). d’un Padovano, 1833-1837, BP 1016 XIII. Padova, Conzatti, s.d.

91 – Le avventure di Telemaco figlio di Ulisse com- – Degli obblighi dei coniugati. Opuscolo – Odi in morte di Caterina Papafava sua sposa, poste da monsignor Francesco Salignac de la Motte plutarchiano dedicato alla nobile sposa contessa Padova, 1802. Fenelon, recate in ottava rima italiana dal conte Caterina Polcastro nata Querini Stampalia, Pado- – Opere, Padova, Minerva, 1832, tt. 4. Girolamo Polcastro, Padova, Tip. del Seminario, va, Crescini, 1818. – Pagine 224 e seguenti del “Compendio voll. 3, 1793-1798. – Dell’antico stato e condizione di Padova, suo istorico”: Casa di Francesco Petrarca in Arquà, – Brano tratto dal “Compendio istorico”: Casa governo civile e sua religione, popolazione, agri- Padova, Penada, 1887 (per nozze Sette-Ancilotto), di Francesco Petrarca in Arquà (15 ottobre 1790), coltura, arti e commercio. Dissertazione tratta da reperibile presso la Biblioteca universitaria di Pado- Padova, Tip. del Seminario, 1891 (per nozze Rasi- alcune memorie inedite del fu conte Gian Domenico va. Mion), reperibile presso la Biblioteca universitaria Polcastro, Milano, Stamperia Reale, 1811. – Poesie varie, Padova, Minerva, 1837. di Padova. – Della poesia e dei poeti del Seicento e quale – Raccolta dei più popolari avvenimenti accadu- – Brano tratto dal “Compendio istorico”: Segni influenza abbia avuto nella corruzione del gusto, in ti nel corso di anni 22, cioè dall’anno 1764 sino a di gratitudine al Corner (22 agosto 1787), Padova, quel secolo, la rinomanza poetica del Cavaliere tutto il 1786, tratti dalle Memorie postume di Sante Soc. Coop. Tip., 1914 (per nozze Ronchi-Sarcinelli). Marini Napolitano. Discorso letto all’Ateneo di Pengo, Padova, Prosperini, 1891 (per nozze Lussana- – Brano tratto dalle “Memorie” (pagg. 10-17) su Venezia il 3 marzo 1834, s.l.s.e. Gloria). una legazione del Municipio di Padova al Bonaparte – Diario che comincia dalla partenza degli Au- – Saggio di una nuova traduzione in versi delle nel 1797, Padova, Prosperini, 1889 ( per nozze striaci e dal ritorno dei Francesi in questa città il dì georgiche francesi dell’abate Jacques Delille, Pa- Vianello-Maluta). 10 gennaio 1801, Padova, Propserini, 1889 (per dova, Tip. del Seminario, 1828. – Brano tratto dal poema “Francia salvata”, nozze Vianello-Maluta). – Sonetto, Padova, Conzatti, 1789 (per nozze canto III. Con cenni intorno all’Autore ed al poema – Due brani tratti dal “Compendio istorico”: Correr-Contarini). di A. Gloria, Padova, Prosperini, 1863 (per nozze Venuta di S.E. Memmo e operazioni nel Prato (18 – Sonetto, Padova, Tip. del Seminario, 1842 (per De Lazara-Sanbonifacio). maggio 1787) e Palio straordinario (18 febbraio nozze Sangiantoffeti-Nani). – Brano tratto dal poema “Francia salvata”, 1787), Padova, Tip. del Seminario, 1893 (per nozze – Sonetto nel giorno della consacrazione a ve- canto VI, Padova, Prosperini, 1863 (per nozze Apolloni-Ninni). scovo di Trimitonte in Cipro di Mons. Francesco Bianchini-Dubois). – Elogio del fu conte senatore Luigi Lambertenghi, Scipione de’ Dondi dall’Orologio vicario generale – Brano tratto dal poema “Francia salvata”, Milano, Destefanis, 1813. capitolare, Padova, Penada, s.d. canto IX, Trieste, Tip. Lloyd Austriaco, 1864 (per – Filocle, melodramma in tre atti, Padova, Edit. – Sonetto per l’insigne oratore abate Giuseppe nozze Luzzatto-Vivante). Giornale Teatrale, 1819. Barbieri, Padova, Minerva, 1834. – Canto epitalamico, Padova, Minerva, 1838 – Il jeu-jeu, ossia l’emigrato. Capitolo, Padova, – Sonetto sopra la statua di Albertino Mussato (per nozze Maldura-Rusconi). Conzatti, 1792. eretta in Prato della Valle, Padova, Minerva, 1831. – Canzone, Padova, Conzatti, 1786 (per nozze Cittadella-Alberti).

Anonimo, La città di Padova, capitale della provincia padovana (da T. Salmon, Lo stato presente di tutti i paesi, Venezia, 1751)

92 Rivisteria veneta

Spoglio dei periodici Il rivestimento lapideo • EDOARDO BENVENU- Genesi delle sculture • ANGELO DRAGONE, I di arte (1988-1991) TO, Sul lessico • VALERIANO PASTOR, Sull’ope- Newspapers di Burchiellaro • PAOLO VALESI0 rare • ROBERTO MASIERO, Nell’arcipelago (a cura di), “Due mondi + due”. architettura • MASSIMO DONÁ, Pensiero magi- co e struttura dell’operare • MARIO GALLARATI, n. 4-5, 1990 Ampliamento del Cimitero di Casarza Ligure MARGHERITA PETRANZAN, Il pensare come Dopo lo spoglio delle pubblicazioni perio- • BRUNETTO DE BATTÈ, Dalla seduzione di- “limite” del fare • ALESSANDRO ANSELMI, diche relative alla storia (ospitato nel n. 4 del screta del segno al fascino del segno discreto Edificio municipale di Rezé-Le-Nantes. Il “li- “Notiziario”) e di quelle relative alla cultura • RICCARDO CALDURA, Opera-operare. Note mite” del progetto • FRANCESCO MOSCHINI, varia (n. 5), è ora la volta di presentare le intorno al caso Duchamp • ROMANO Alessandro Anselmi: archeologia del futuro - riviste di arte. GASPAROTTI, A proposito dei miti greci su La sintesi tra classico e moderno • LUCIANO La nostra regione è da sempre molto attenta, Anfione e Zeto • PAUL VALERY, Amphion. TESTA, I materiali dell’opera - L’anima e la per la grande ricchezza del suo patrimonio pelle • ALDO PERESSA - LEONARDO RAMPAZZI, artistico e delle sue tradizioni universitarie, a n. 1, 1989 Che cosa apparirà? • Il limite • MASSIMO questo campo e vasta è infatti la produzione MARGHERITA PETRANZAN, Sulla relazione • DONÁ, Introduzione • CARLO SINI, Sul limite attuale. VALERIANO PASTOR, Centro scolastico “disumano” e la sua scrittura • MASSIMO Abbiamo cercato di censire nel modo più distrettuale Dolo (VE) 1978-1987. Alcuni mo- DONA, L’Ulisse dantesco e la voragine del completo le riviste del settore, interessando tivi del progetto • ROBERTO MASIERO, Come se limite • ERNESTO GUIDORIZZI, La percezione autori ed editori che hanno collaborato con un dio avesse costruito l’ordine e poi il caos • del finito e l’intuizione dell’infinito in Goethe entusiasmo. Alcune pubblicazioni tuttavia, pur ALDO PERESSA - LEONARDO RAMPAZZI, Opera • ROMANO GASPAROTTI, Péras e àpeiron • pregevoli, ci sembra esulino dalla sfera di ed opere • MASSIMO CACCIARI - VALERIANO Paolo Di Caterina - Pier Giulio Montano: interesse dei lettori del “Notiziario”. Esse PASTOR, Comporre-distinguendo • ROBERTO Casina di campagna • Renè Casanova: Casa possono rientrare in due categorie, compren- MASIERO - SALVATORE NATOLI, Fare e disfare privata a Villecresne (Val de Marne-Francia) denti riviste organi di associazioni artistiche, - Fare e svelare • CARLO MAGNANI, Premio • BRUNETTO DE BATTÈ, Il concetto di galleria fortemente specializzate, e riviste molto lega- Palladio: Museo archeologico e laboratorio tra disegno e costruzione • Concorso interna- te all’attualità. L’inserimento degli spogli del- di restauro a Isernia di Benno Andres Albrecht zionale per la sistemazione di Piazza Dante a le une e delle altre, soprattutto a causa della • LUCA ANTONUCCI, Scenografia teatrale • Genova • RICCARDO CALDURA, Barbara periodicità della nostra rubrica e della lentez- GIOVANNA SANTINOLLI, Muraglie - Muro di Bloom: “The reign of Narcissism” - Yves za con la quale (tutte, più o meno) le riviste ci scena • BRUNETTO BATTÈ, L’angolo e la colon- Klein - In anderem licht. Holografie und pervengono, perde di valore, in quanto l’im- na • FRANCESCO VENEZIA, Il padiglione Italia Umraum • FRANCOISE JULIEN CASANOVA, Ri- portanza di tali periodici è essenzialmente alla Biennale di Venezia • RICCARDO CALDURA, tratto di una plausibile relazione • ALBERTO data dalla rapidità della loro diffusione. La vertigine della simmetria: Gilbert & George ARGENTON, Il tema e le sue variazioni • Diamo, alla fine dello spoglio dei periodici, • PAOLO VALESIO, Genesi di “Havre de Grace”. CATERINA LIMENTANI VIRDIS, Alberto i dati essenziali delle testate che abbiamo Argenton: Topografia degli opposti • PAOLO escluso, che entrano comunque a far parte n. 2-3, 1989 VALESIO (a cura di), “Due mondi + due”. dello “schedario” delle pubblicazioni periodi- MARGHERITA PETRANZAN, Architettura di ne- che, di cui parlavamo nello scorso numero. cessità o necessità di architettura? • Nuovo Invitiamo caldamente gli editori a conti- Cimitero Nizza 1982-1986: FRANCO PIERLUISI, nuare a farcele pervenire, ed i lettori a segna- L’intervento costruito • FRANCESCO MOSCHINI, larcene eventualmente altre: essenziale è in- L’architettura cimiteriale: il cimitero come Annali di architettura fatti l’esaustività a cui tende il nostro censi- metafora - Materia e progetto: il cimitero mento, che vuole costituire un patrimonio di spiegato - Simbolo e allegoria nella cultura Rivista del Centro internazionale di studi di informazioni a disposizione di tutti, anche se architettonica contemporanea - La sintesi di architettura “Andrea Palladio” motivi di spazio e di tempo non ci consentono artificiale e naturale come “terza natura” • comitato di redazione: James S. Ackerman, di renderlo interamente disponibile dalle pa- FRANCO PIERLUISI, I materiali dell’immagine • Howard Burns, Jean Guillaume, Fernando gine del “Notiziario” con l’ampiezza che de- FRANCESCO MOSCHINI, La geometria come Marìas, Manfredo Tafuri, Christoph Thoenes sidereremmo. ipotesi di rifondazione linguistica - Articola- periodicità: annuale zione di una poetica: il G.R.A.U. • ALDO PERESSA editore: Electa, Milano - LEONARDO RAMPAZZI, Il gioco necessario: sede della redazione: Centro internazionale di l’architettura come allegoria dello stare al studi di architettura “Andrea Palladio” - Basi- mondo • La Necessità: lica Palladia - Piazza dei Signori - 36100 Anfione Zeto MASSIMO DONÁ, Introduzione • ANDREA EMO, Vicenza - tel. 0444-546188 rivista internazionale di architettura e arte ...Una inspiegabile necessità • EDOARDO BEN- VENUTO, Morte e sole • MASSIMO DONÁ, Sul a. XXIV, numero di raccordo 1982-1987 direttore resp.: Margherita Petranzan “niente”: voce delirante della Necessità • [1988] periodicità: quadrimestrale VINCENZO VITIELLO, Necessità/Possibilità. Il [ultimo numero uscito col titolo “Bollettino editore: Pagus, Paese (TV) senso del domandare • M. DONÁ (a cura di), del Centro Internazionale...”] sede della redazione: c/o Pagus - via Curtatone, Oltre il gioco. Colloquio con E. Severino • Giulio Romano architetto e la sua influenza: P. 10 - 31038 Paese (TV) - tel. 0422-950264 ROMANO GASPAROTTI, Ananke dallo sguardo CARPEGGIANI, Giulio Romano e la città • T. orrendo. Figure della necessità nel pensare CARUNCHIO, Giulio Romano a Roma. Le ope- n. 0, 1988 greco • VALERIANO PASTOR, Scuola media a re e l’ambiente della formazione • A. CONFOR- MARGHERITA PETRANZAN, Anfione e Zeto e Sambruson-Dolo (VE) di Silvio Paolini e Pa- TI CALCAGNI, L’ influenza di Giulio Romano l’Opera • ADOLFO NATALINI, Note al margine. trizia Valle • DAVID GOLDBLATT - KAY BEA nell’ arte veronese del XVI secolo • Il teatro e Il Teatro della Compagnia Firenze 1984-1987 JONES, Intervista a Peter Eisenman • R. Aranda, l’allestimento scenico nel Cinquecento: E. MARIO LUPANO • , Artefatti di Guglielmo Renzi C. Pigem, R. Vilalta, M. Tapies: Faro Punta BONFATTI, Appunti sull’allestimento scenico • HOWARD N. FOX, Roberto Barni • GIANNA Aldea (Gran Canaria). 1° Premio Nazionale in Germania tra Cinque e Seicento • C. SCOINO, I Vetri e gli specchi • VITTORIO SAVI, convocato dal M.O.P.U. • BRUNETTO DE BATTÈ, GALLICO, “Le proprie armonie decenti al gran ADRIANO CAM- Architettura, Firenze, Teatro • Figure • RICCARDO CALDURA, Effimeri monu- sito”: il caso del teatro Farnese di Parma • PIONI - ALDO PERESSA - LEONARDO RAMPAZZI, menti • LORENZO BURCHIELLARO, Newspapers. M.C. GIULIANI, “La Mascara” di Hercole

93 Bottrigari • S. MAZZONI, Temi aulici e motivi Architettura Storia e documenti cato manoscritto della Biblioteca Apostolica comici nel teatro di Sabbioneta • R. CEVESE, I Vaticana: la memoria di Antonio Visentini restauri del 1869 compiuti nella Rotonda • F. Rivista semestrale di storia dell’architettura pittore di figura • MARIO MANZELLI, Proposta NIZET, Louis I. Kahn, Palladien del Centro di studi storico-archivistici per la per l’identificazione di Michele Marieschi e Contemporain? • M. SACCARDO, Il perfeziona- storia dell’arte e dell’ architettura medioevale del suo alter-ego Francesco Alboto • ANDREA mento della Rotonda promosso da Odorico e e moderna DE MARCHI, Un’aggiunta al problema di Alvise Mario Capra (1591-1619) • S. SPONZA, Della direttore resp.: Fausto Pusceddu Vivarini giovane • GIUSEPPE PACCIAROTTI, Due villa “Eolia” per il “genio” della Rotonda • N. direttore: Renato Bonelli dipinti inediti di scuola veronese a Busto ZANNI, Giulio Romano e l’istituzione dell’or- comitato direttivo: Renato Bonelli, Fausto Arsizio • PAOLA CARBONI, La pala di France- dine rustico come sistema • Bibliografia Pusceddu, Francesco Paolo Fiore, Alberto sco Bissolo del Duomo di Treviso • M. BARRY palladiana: G.E. FERRARI, La Raccolta Maria Racheli KATZ, New light on Tintoretto’s “Portrait of Palladiana e collaterale di Guglielmo periodicità: semestrale Andrea Barbarigo” • RODOLFO PALLUCCHINI, Cappelletti al C.I.S.A di Vicenza. editore: Marsilio, Venezia Una “Parabola del Buon Samaritano” di sede della redazione: Centro di studi storico- Jacopo Bassano • STEFANIA MASON RINALDI, n. 1, 1989 archivistici per la storia dell’arte e dell’archi- Una “Venere” ritrovata di Palma il Giovane ANDRÉ CHASTEL, Introduzione • KURT W. tettura medievale e moderna - Corso Vittorio • FLAVIO VIZZUTTI, Per due dipinti seicenteschi FORSTER, Giulio Romano. “Fondato, fiero, Emanuele II, 294 - 00186 Roma di una chiesa cadorina • LILIANNA SEKULA, sicuro, capriccioso, vario, abondante ed uni- Due tele di Antonio Zanchi al castello di versale” • YVES PAUWELS, Les origines de n. 1-2, 1988 [1989] Wawel a Cracovia • BERNARD J.K. AIKEMA, Le l’ordre composite • SYLVIE DESWARTE-ROSA, RENATO BONELLI, Considerazioni sulla lettera a decorazioni di palazzo Barbaro-Curtis a Ve- Les gravures de monuments antiques d’Anto- Leone X • CLAUDIO VARAGNOLI, Ricerche sul- nezia fino alla metà del Settecento • GLADYS nio Salamanca, à l’origine du “Speculum l’opera architettonica di Gregorini e M. WILSON, Jacopo Amigoni’s “Saint Ursula”: Romanae Magnificentiae” • FERNANDO Passalacqua • ELENA SCILIBERTO, Alle origini a new discovery • FRANCO MORO, Un ritratto MARÍAS, El Escorial de Felipe II y la sabidurìa del “moderno” nordamericano: l’opera di di Rosalba Carriera nella pinacoteca di divina • FERNANDO RIGON, Osservazioni su Silsbee e la sua inedita Richardson House • Cremona e un problema inerente alla grafica palazzo Chiericati • LUCIANA MASI, La CLAUDIO MERLI, Il palazzo del Collegio • DANIEL O. BELL, Tiepolo’s “Betrothal”: a fortificazione di Poggio Imperiale • CLAUDIA Nazareno. Una villa di Angelo Maria Colocci • Virtue in the History of Women • SERGIO BIAMONTI, Gradisca : un’anticipazione sul LORENZO FINOCCHI GHERSI, Particolarità di un CLAUT, Un’aggiunta all’Henrici • EUGENIO tema della piazzaforte • ELENA BASSI, Tommaso “restauro” tardo barocco: il caso di San Teodoro MANZATO, Un pittore veneziano del primo Temanza e la congregazione filippina di al Palatino • GIANLUIGI LERZA, Anticipazioni Ottocento: Giannandrea Rusteghello • SANDRO Chioggia • DECIO GIOSEFFI, Palladio oggi: dal puriste di Pietro Camporese il Giovane. Un SPONZA, Osservazioni sulle pale di San Giobbe Wittkower al postmoderno • CINZIA M. SICCA, inedito dell’Archivio de la Obra Pia España • e di San Zaccaria di Giovanni Bellini • A Lost Drawing by Francesco Muttoni for the STEFANO MAVILIO, I disegni dell’archivio dell’ GIANFRANCO BORTOLOTTI, Sisto Frei scultore Staircase and Garden at the Castello di Ingegnere romano Mario Moretti (1845-1921). (notizie 1500-1515) • FLAVIA NACAMULLI, Trissino. Notizie su alcuni pittori operanti a Venezia nella seconda metà del Seicento • LUCIA LONGO, n. 2, 1990 Testimonianze documentarie su Antonio Triva JEAN GUILLAUME, Ricordo di André Chastel • “Pittore di Corte” in Baviera (1669-1699) • JEAN GUILLAUME, Desaccord parfait. Ordres Arte veneta CHIARA TORRESAN, Per “Treviso scompar- et mesures dans la chapelle des Pazzi • rivista di storia dell’ arte sa”: nuovi documenti su artisti sei-settecente- MANFREDO TAFURI, Raffaello, Jacopo schi attivi nelle chiese conventuali • LINA Sansovino e la facciata di San Lorenzo a direttore: Rodolfo Pallucchini URBAN PADOAN, Il Bucintoro settecentesco: Firenze • CHRISTOPH JOBST, Die kritischen vice direttori: Stefania Mason Rinaldi, Terisio “Antonii Corradini Sculptoris inventum” • Studien nach antiken Triumphbogen von An- Pignatti, Camillo Semenzato PAOLA ROSSI, Su alcune sculture settecente- tonio da Sangallo dem Jüngeren - Das periodicità: annuale sche della chiesa di San Stae • CATHERINE R. Verhaltnis von Säulenordnung und Mauerwerk editore: Electa, Milano - Alfieri, Venezia PUGLISI, Piazzetta’s “Glory of ” • RICHARD GOLDTHWAITE, Il contesto econo- sede della redazione: Istituto di storia dell’ • LINO MORETTI, Notizie su Giambattista mico del palazzo fiorentino nel Rinascimento. arte, Fondazione Giorgio Cini - Isola di S. Crosato • PETER HUMFREY, A history of Investimento, cantiere, consumi • F. WILLIAM Giorgio Maggiore - 30124 Venezia - tel. 041/ Venetian Renaissance art “nach Aufgaben” • KENT, Il palazzo, la famiglia, il contesto poli- 5289900 TERISIO PIGNATTI, Michael Levey, Giambattista tico • HOWARD SAALMAN, The Tranformation Tiepolo, His Life and Art • FRANCA ZAVA of the City in the Renaissance. Florence as a. XLI, 1987, [1988] BOCCAZZI, Il recupero di una fonte settecente- Model • RENATO CEVESE, Dal gotico al primo SERENA SKERL DEL CONTE, Nuove proposte sca: i carteggi di Rosalba Carriera alla Bi- Rinascimento in palazzi di Padova e di Vicenza per l’attività di Vitale da Bologna e della sua blioteca Laurenziana • MARIO PIANA, La casa • MANUELA MORRESI, Contra’ Porti a Vicenza. bottega in Friuli • ETTORE MERKEL, I mosaici veneziana nella storia delle città • ELENA Una famiglia, un sistema urbano e un palazzo rinascimentali di San Marco • LUBA BASSI, La Fenice di Venezia • ALESSANDRO di Lorenzo da Bologna • MARTINA FRANK, FREEDMAN, “The Schiavona”: Titian’s BETTAGNO, Licisco Magagnato • VALERIO Baldassare Longhena e il palazzo Basadon a Response to the Paragone between Painting TERRAROLI, Giacomo Ceruti e i rapporti con San Trovaso. and Sculpture • MANFREDO TAFURI, Aggiunte la cultura veneta • RODOLFO PALLUCCHINI, al progetto sansoviniano per il palazzo di Settecento veneziano in mostra a Venezia e a Vettor Grimani • PAUL H.D. KAPLAN, Veronese’s Milano • ANNA MARIA SPIAZZI, Opere d’arte last “Last Supper” • MARGARET BINOTTO, Un veneziane esposte a Pordenone • Cronaca dei ciclo pittorico di Battista Zelotti nel palazzo restauri al patrimonio artistico veneto • palladiano di Montano Barbarano in Vicenza Bibliografia dell’ arte veneta 1986, a cura di • RICCARDO LUCCHETTA, Girolamo Brusaferro: CHIARA CESCHI e PAOLA ROSSI. precisazioni ed aggiunte al catalogo • ANNALISA SCARPA SONINO, Precisazioni sui a. XLII, 1988, [1989] dipinti di Marco Ricci incisi da Davide Anto- STEFANIA MASON RINALDI - TERISIO PIGNATTI - nio Fossati • ANNALIA DELNERI, Un dimenti- CAMILLO SEMENZATO, Al lettore • ANDRÉ

94 CHASTEL, Un ricordo di Rodolfo Pallucchini • PAVANELLO, Giovanni Volpato incisore a 1-38 • FILIPPO PEDROCCO, Un museo “ambien- CHIARA CESCHI, Bibliografia di Rodolfo Bassano e a Roma • UGO RUGGERI, Disegni tale”: Ca’ Rezzonico • Dipinti: Schede 1-20 di Pallucchini dal 1978 al 1988 • GIOVANNA veneti dell’Ecole des Beaux-Arts di Parigi • FILIPPO PEDROCCO • Ceramiche: Schede 21-36 FOGLIARDI, Gli affreschi romanici trentini di Cronaca dei restauri al patrimonio artistico di NADIR STRINGA • SERGIO BARIZZA, Le sedi San Lorenzo a Tenno e di San Biagio a Mori veneto • ROSALBA TARDITO, Il restauro del del Museo: da Casa Correr al Fontego dei • HOWARD COLLINS, Pictorial Space in telero di Gentile e Giovanni Bellini di Brera • Turchi, alle Procuratie • Disegni e avvisi: Donatello’s Relief Panels on the High Altar in TERISIO PIGNATTI, Il convegno veronesiano • Schede 1-7 di SERGIO BARIZZA • Bibliografia the Santo at Padua • CATHY SANTORE, The Bibliografia dell’arte veneta 1987, a cura di generale. fruits of Venus: Carpaccio’s “Two Courtesan” CHIARA CESCHI e PAOLA ROSSI. • TERISIO PIGNATTI, Una scheda per “Le Cor- a. XXXI, n.s., n. 1-4, 1987 [1991] tigiane” del Carpaccio • MARIA AGNESE CHIA- GIANDOMENICO ROMANELLI, Dalla storia alla RI MORETTO WIEL, Per una cronologia di Giulio modernità. Materiali per un secolo di Archi- Campagnola incisore • GERT VAN DER SMAN, tettura veneziana: l’Ottocento • GIOVANNI L’Eolia di villa Trento: arte e unanesimo MARIACHER, Di un inedito ritratto di France- letterario nel vicentino • ENRICO MARIA GUZZO, Bollettino dei Civici Musei veneziani sco Morosini • TERISIO PIGNATTI, Il “Risveglio Un inedito bresciano per la giovinezza del d’arte e di storia della Dama” di Pietro Longhi • MASSIMO Tintoretto e una restituzione a Leonardo Co- GEMIN, Alcune integrazioni iconografiche alla rona • LUCIANO ANELLI, Venetismo di un grup- direttore resp.: Giandomenico Romanelli mostra “Disegni dalle collezioni del Museo po di dipinti bresciani del Cinquecento: redazione: Attilia Dorigato Correr” • ANTONIO CROVATO, Il terrazzo alla Mombello, Galeazzi, Gandino, Cossali • EN- periodicità: trimestrale veneziana • FLAVIA SCOTTON, Note su Gino RICO COMASTRI, Profilo di Giulio dal Moro • editore: Stamperia di Venezia, Venezia Rossi a Ca’ Pesaro: gli anni 1905-1909. GIOVANNA BALDISSIN MOLLI, Un fregio poco sede della redazione: San Marco, 52 - 30124 conosciuto e un quadro inedito di Paolo Venezia tel. 041/5225625 a. XXXII, n.s., n. 1-4, 1988 [1991] Farinati • GIORGIO FOSSALUZZA, Nota su Gio- ANDREA DE MARCHI, Uno sguardo su Venezia vanni Fumiani • ADRIANO MARIUZ, Capricci a. XXX, n.s., n. 1-4, 1986 [1988] fra Tre e Quattrocento: Il Maestro del Dossale veneziani del Settecento • LUISA ATTARDI, Una [Catalogo della mostra “Una città e il suo Correr • KRUNO PRIJATELJ, Le miniature del “Circoncisione” di Filippo da Verona • museo. Un secolo e mezzo di collezioni civi- Breviario di Spalato (Split) del 1921 al Museo RODOLFO PALLUCCHINI, Una “Madonna” ine- che veneziane”, Venezia, 1986] Correr di Venezia • SERGEI ANDROSSOV, Qual- dita di Bartolomeo Vivarini • FRANCESCA GIANDOMENICO ROMANELLI, Introduzione alla che osservazione sui bronzi veneziani del Ri- D’ARCAIS, Un disegno inedito di Antonio mostra • ID. “Vista cadere la patria...”. nascimento • FRANCESCA CAVAZZANA Bellucci • ANTONIO NIERO, Precisazione e at- Teodoro Correr tra “Pietas” civile e collezio- ROMANELLI, Palladio ai Frari. Una perizia tribuzione a Giusto Le Court • ANNALISA nismo erudito • Dipinti della Collezione Cor- inedita dell’Archivio della Scuola Grande di SCARPA SONINO, A proposito delle incisioni di rer: Schede 1-32 di FILIPPO PEDROCCO • S. Rocco. Marco Ricci: la serie Bartolozzi-Giampiccoli Bronzetti e Placchette: Schede 33-75 di IRENE per Wagner • GRGO GAMULIN, Una proposta ARIANO • Medaglie: Schede 76-105 di per Giovanni Molinari • SERGIO CLAUT, Per CATERINA MARCANTONI CHERIDO • Il servizio Gaspare Diziani: questioni cronologiche e Correr: Schede 106-122 di CATERINA qualche inedito • EGIDIO MARTINI, Un’opera MARCANTONI CHERIDO • Avori: Schede 123- Bollettino du giovanile di Giambattista Tiepolo • WIM 156 di PAOLA CHIAPPERINO • MATILDE iuav - dipartimento di urbanistica KRANENDONK, La vista dalla casa veneziana GAMBIER, Girolamo Ascanio Molin • MICHELE di Giambattista Tiepolo • LUISA ATTARDI, La TOMBOLANI, Le raccolte archeologiche del direttore resp.: Giorgio Piccinato Scuola di San Pasquale Baylon a Venezia • Museo Correr: Schede 1-50 • GIUSEPPE direttore: Franco Berlanda VITTORIO CAPRARA, Una lettera inedita di PAVANELLO, Domenico Zoppetti • ROBERTO redazione: Giulio Ernesti, Alberto Cecchetto, Sebastiano Ricci • PAOLA ROSSI, L’altare di BENEDETTI, Codici e miniature. Pulcerrime Enrico Fontanari, Daniela Mazzotta Francesco Morosini di San Pietro di Castello codex! Il ms. Correr 1493 (Roman periodicità: annuale e la sua decorazione; qualche precisazione e d’Alexandre) nel Museo Correr: Schede 1-13 editore: Cluva, Venezia aggiunta per il catalogo di Francesco Cavrioli • ATTILIA DORIGATO, Emmanuele Antonio Ci- sede della redazione: IUAV - Dipart. di Urba- • FRANCESCA DEL TORRE, Nuovi documenti per cogna bibliofilo e cultore di patrie memorie: nistica - S. Croce, 1957 - 30125 Venezia - tel. Domenico Maggiotto • FULVIO ZULIANI, Il Schede 14-52 • CATERINA MARCANTONI, Nicolò 041/796230 “Corpus” della scultura esterna a Venezia di Papadopoli. Note biografiche • ANDREA Alberto Rizzi • ANNA MARIA SPIAZZI, L’arte dei SACCOCCI, Nicol• Papadopoli studioso di n. 8, dicembre 1988 Canozi lendinaresi • STEFANIA MASON RINALDI, numismatica. Collezioni Papadopoli e Molin: FILIPPO CICCONE, I Piani paesaggistici di terza La “Sancta Città” e i suoi testimoni oculari • Schede 1-134 • MAURIZIO FENZO, Memorie generazione • EDOARDO SALZANO, Sette que- ANNALISA BRISTOT PIANA, Giovanni da Udine patriottiche. Le vicende del Museo del Risor- siti sul futuro della Pianificazione ambientale • PAOLA CESCHI LAVAGETTO, Il Pordenone • gimento. Il collezionismo risorgimentale: Pre- • UGO SIGNORINI, La pianificazione ambientale ALDO RIZZI, Una monografia sul Bencovich • ziosi e Reliquie: Schede 1-13 • Foto: Schede è comprensiva della pianificazione urbanisti- LOREDANA OLIVATO, I palazzi di Vicenza • 14-33 di ALBERTO PRANDI e MAURIZIO FENZO • ca. Il caso della Liguria • PAOLO RIGAMONTI, MARGHERITA AZZI VISENTINI, Una monogra- Oggetti vari e Armi: Schede 34-68 di MAURI- Problemi di rifondazione disciplinare posti fia sul Prato della Valle • JUSTYNA GUZE, Jan ZIO FENZO e IRENE ARIANO • STEFANIA dalla redazione del Piano paesistico della Bialostocki (1921-1988) • LUCIANA CROSATO, MORONATO, La collezione di tessuti Liguria • DANIELE IACOVONE, La pianificazio- Le mostre di Paolo Veronese alla Fondazione Michelangelo Guggenheim • ILEANA CHIAPPINI ne paesistica in rapporto alla legislazione Giorgio Cini e al Museo di Castelvecchio a DI SORIO, Un’antologia di antichi tessuti • regionale. Il caso dell’Abruzzo • ANTONIO Verona • THOMAS MARTIN, Veronese Review • Tessuti copti: Schede 1-12 di ANNAPAOLA PERROTTI, Alcune riflessioni in margine ai TERISIO PIGNATTI, Paolo Veronese: restauri- ZACCARIA RUGGIU • Tessuti dal XII al XVIII piani paesistici in Abruzzo • SANDRO BOATO, mostra alle Gallerie dell’Accademia a Vene- secolo: Schede 13-58 di MARTA CUOGHI L’ecologia non serve alle elezioni • STEFANO zia • VALERIO TERRAROLI, Alessandro COSTANTINI e IOLANDA SILVESTRI • Merletti e BOATO, Pianificazione territoriale ambienta- Bonvicino il Moretto in mostra a Brescia • abiti: Schede 59-68 di DORETTA DAVANZO le e legge 431 • GIUSEPPE CAMPOS VENUTI, GUIDO PEROCCO, Giandomenico e Lorenzo POLI • FLAVIA SCOTTON, La pittura veneziana Metodi e strategie dei Piani paesaggistici • Tiepolo in mostra a Mirano • GIUSEPPE dell’Ottocento nel lascito Molmenti: Schede ALESSANDRO DAL PIAZ, Privilegiare la

95 processualità. Il caso della Campania • VALE- Civiltà veronese chia di San Giovanni Ilarione. RIA ERBA, La legge 431 come adeguamento del sistema normativo alla cultura ambienta- direttore: Mauro Bonato n.s., a. III, n. 6, aprile 1990 le. Il caso della Lombardia • ROBERTO periodicità: quadrimestrale FEDERICO DAL FORNO, Curiosità storiche sulla GAMBINO, I pericoli di bipolarizzazione della editore: Della Scala - Verona cappella Guantieri nella chiesa di Santa Ma- Pianificazione territoriale . Il caso del Pie- sede della redazione: via Saina, 40 - 37021 ria della Scala in Verona • PINO SIMONI, Una monte • GIORGIO MORPURGO, La metodologia Boscochiesanuova (VR ) - tel. 045-7050681 rarissima edizione degli “Epigrammi” di Mar- del piano delle Marche • LUIGI SCANO, I bluff ziale • ENRICO MARIA GUZZO, Il patrimonio del Piano territoriale del Veneto • GUGLIELMO n.s., a. I, n. 1, novembre 1988 artistico veronese alla fine del Seicento negli ZAMBRINI, Nessun freno alla PIERPAOLO BRUGNOLI, La mostra sulla minia- appunti del bresciano Francesco Paglia • infrastrutturazione selvaggia • VIRGINIO tura veronese del Rinascimento • LUCIANO VALENTINO DONELLA, L’organo di Antonio BETTINI - GABRIELE BOLLINI, Una metodologia SALZANI, Necropoli di epoca altomedioevale Sona (1839) nella pieve di S. Martino di di valutazione dell’impatto ambientale deri- in località Ponte della Vallona (Nogara) • Negrar • LANFRANCO FRANZONI, Vicende di vata dagli studi per il lago di Cavazzo e dei ANNAMARIA CONFORTI CALCAGNI, Villa Veri- cronaca relative al tesoretto scaligero di via Tre Comuni • FABRIZIO BOTTINI, Segni sul tà Fraccaroli al Boschetto di San Pietro di Gaetano Trezza • BRUNO AVESANI - FERNANDO territorio, disegni di governo del territorio: Lavagno • MARIA GRAZIA AMBROSI, Un ZANINI, Quando il mestiere è un’arte: il bottaio. dalla tutela del paesaggio alla pianificazione “émigré” alla corte della “saggia Isabella” • paesistica • GIUSEPPE LONGHI, Ambiente e in- GIOVANNI TASSONI, Tracce del culto degli al- novazione: il ruolo delle reti di beri in Lessinia • ANDREA DOMASCHIO (a cura telecomunicazione. di ), Restauri. La Chiesa di San Procolo. Informazioni e studi vivaldiani n. 9, settembre 1989 n.s., a. I, n. 2, dicembre 1988 PIERLUIGI CROSTA, Dal Dottorato di Studi ETTORE CURI, L’alchimia a Verona • PINO direttore: Antonio Fanna Urbani al Dottorato di Pianificazione territo- SIMONI, Stefano Nicolini e i fratelli tipografi a periodicità: annuale riale... e ritorno. Relazione del coordinatore Verona nel Cinquecento • FEDERICO DAL FOR- editore: Ricordi, Milano nel secondo triennio di attività (1986-1988) NO, Un importante ed inedito affresco di Pa- sede della redazione: Istituto ltaliano Antonio del Dottorato di ricerca in Pianificazione olo Farinati in villa Giusti a Ca’ Vendri • Vivaldi - Fondazione Giorgio Cini - Isola di S. Territoriale Urbanistica (sede amministrati- PIERO PIAZZOLA, Confraternite dei “Discipli- Giorgio Maggiore - 30124 Venezia va: IUAV) • GIULIO ERNESTI, La formazione e nati” nel Veronese orientale medio-alto nel lo sviluppo dell’urbanistica italiana (1880- Cinque-Seicento • GAETANO MIGLIORANZI, n. 9, 1988 1950) • GIOVANNI FERRARO, Analisi delle po- Pietro Venier architetto teatrale a Verona • FAUN STACY TANENBAUM, The Pietà litiche • STEFANO BOERI, Le città scritte. Note ANDREA DOMASCHIO (a cura di), Il restauro Partbooks-Continued. Ancora nuove scoper- a proposito di tre testi di C. Aymonino, V. del “Compianto su Cristo deposto”. te vivaldiane nel Conservatorio “Benedetto Gregotti, A. Rossi • LUCIANO VETTORETTO, Marcello” di Venezia • REINHARD STROHM, Nuovi sviluppi della ricerca territoriale in n.s., a. II, n. 3, marzo 1989 Dalla “tragédie” al “dramma per musica” relazione a problemi attuali di conoscenza e MASSIMO TINAZZI, Gli Scaligeri di Verona: (parte I) • GASTONE VIO, Per una migliore decisione: teoria, metodo, esperienza • CRI- una signoria del Trecento • GIORGIO conoscenza di Anna Gir• (da documenti d’ar- STINA BIANCHETTI, Le conoscenze nei proces- CHELIDONIO, Ca’ Palui: ulteriori appunti dal chivio) • KEES VLAARDIN GERBROEK, Rapporti si sociali di piano • CHIARA MAZZOLENI, Teo- paleolitico alla storia • GIUSEPPE FRANCO tematici tra il “Confitebor” RV 596 ed altri rie della pianificazione negli Stati Uniti: una VIVIANI, La pianura atesina alla fine del sec. lavori vivaldiani • OLGA TERMINI, Vivaldi a proposta interpretativa • SILVIA MAFII, L’ana- XVIII: il Nogarese • BRUNO CHIAPPA, L’inter- Brescia: la festa della Purificazione alla Chie- lisi economica e sociale dei progetti e l’espe- vento di Saverio Avesani nella costruzione dei sa della Pace (1711) • OSKAR PRINZ ZU rienza della Banca Mondiale • PATRIZIA quartieri militari di Isola della Scala • ANGE- BENTHEIM - MICHAEL STEGEMAN, Vivaldi e la MALGIERI, Sistemi di trasporto pubblico non LO ORLANDI, Il servo di Dio don Zefirino Boemia. Pochi fatti, molti interrogativi • Per convenzionale: un caso di studio • ALESSAN- Agostini, parroco e fondatore. un incremento degli studi vivaldiani • R.C. DRO BALDUCCI, Un rapporto tra obiettivi ed TRAVERS (a cura di), Discographie Vivaldi n. esiti nella pianificazione urbanistica • ANNA n.s., a. II, n. 4, giugno-settembre 1989 9/1987. MARSON, Città come categorie della critica: ANTONIO PANTANO, Verona “amore sacro” vent’anni di analisi intorno all’urbano • SAN- nell’opera di Ezra Pound •.GIORGIO MARIA n. 10, 1989 DRA CAMICIA, Terziario e territorio: processi CAMBIÉ, Otto foglietti di appunti di Ezra Pound RUDOLF ELLER, Quattro lettere di Antonio localizzativi, relazioni centro-periferia, svi- alla Capitolare • PINO SIMONI, Un rarissimo Vivaldi • CARLO VITALI, Vivaldi e il conte luppo locale • GIANCARLO CORÓ, Strategie libro di falconeria stampato a Verona nel bolognese Sicinio Pepoli. Nuovi documenti ambientali e sviluppo locale nella pianifica- Quattrocento • FEDERICO DAL FORNO, sulle stagioni vivaldiane al Filarmonico di zione regionale • GIANLUIGI PEGOLO, La diffu- L’autoritratto di Innocente Bellavite, Verona • REINHARD STROHM, Dalla “tragédie” sione dell’innovazione: un approccio econo- scenografo veronese del Settecento • PAOLO al “dramma per musica” (parte II) • GASTONE mico spaziale. FRANCESCO FORLATI, Un ponte storico dipinto VIO, Una satira sul teatro veneziano di San- fra le ore del tempo • MAURO BONATO, Appunti t’Angelo datata “febbraio 1717” • LUCA per conoscere il beato Carlo Steeb • FRANCO ZOPPELLI, Tre sussidi vivaldiani • R.C. TRAVERS VENTURI, Guido Valeriano Callegari, libero (a cura di), Discographie Vivaldi n. 10/1988. docente di antichità americane. n. 11, 1990 n.s., a. II, n. 5, dicembre 1989 PHILIPPE LESCAT, “Il Pastor Fido”, une oeuvre CARLA TESSARI, L’iconografia musicale nelle de Nicholas Chédeville • REINHARD STROHM, arti figurative del Rinascimento • MASSIMO Dalla “Tragédie” al “Dramma per musica” TINAZZI, Meteorite Vago • PIERPAOLO (parte III) • PAUL EVERETT, I copisti italiani di BRUGNOLI, Palazzo Orti Manara • VITTORINO Vivaldi • GASTONE VIO, Alla ricerca della data COLOMBO, Cronache politiche veronesi: le dell’ultimo addio di Vivaldi a Venezia • R.C. elezioni amministrative del 1877 • MARIO TRAVERS (a cura di), Discographie Vivaldi n. GECCHELE, 1889: la divisione della parroc- 11/1989.

96 Rassegna Veneta di Studi Musicali Révolution • MARIA GIRARDI, Il teatro La Fenice BENISCELLI, Forza e delicatezza delle passio- durante il ventennio fascista • GILBERTO ni. Le metamorfosi di Pamela • ANNAMARIA comitato di direzione e redazione: Anna Lau- PRESSACCO, Un secondo Gloria cividalese di FINETTO, “La Pamela” e “la buona figliola”: ra Bellina, Giulio Cattin, Elisa Grossato, An- Rentius de Ponte Curvo • GASTONE VIO, Anco- il linguaggio patetico di Goldoni • GINETTE tonio Lovato, Giovanni Morelli, Paolo ra su Francesco Cavalli, casa e famiglia • HERRY, Goldoni e la Marliani ossia l’impossi- Pinamonti, Luca Zoppelli LINA URBAN, Ezra Pound direttore artistico e bile romanzo • GIOVANNI CALENDOLI, “L’amo- periodicità: annuale critico musicale a Rapallo. re paterno”, commedia della speranza • FRA- editore: Cleup - Padova SUPPLEMENTO: Cataloghi di Fondi musi- NO CALE, La “Dalmatina” di Goldoni tra sede della redazione: Dipartimento di storia cali italiani. Norme per la redazione, a cura patriottismo conformistico e cosmopolitismo delle arti visive e della musica dell’Università della Società Italiana di musicologia in colla- illuministico • FRANCO FIDO, I titoli delle com- di Padova - piazza Capitaniato, 7 - 35139 borazione con il R.I.S.M. medie goldoniane • GASTONE GERON, Panora- Padova - tel. 049-29918 / Dipartimento di ma degli spettacoli goldoniani dell’ultimo storia e critica delle arti dell’Università di decennio • NICOLA MANGINI (a cura di), Venezia - Dorsoduro, 3199 - 30123 Venezia Bibliografia goldoniana 1978-1987. n. II-III, 1986/87 [1988] Saggi e memorie di storia dell’arte DAVID FALLOWS, Dufay, la sua Messa per Sant’Antonio da Padova e Donatello • CRISTI- comitato di consulenza per le pubblicazioni: NA GUARNIERI, Un collaboratore di Giordano Rodolfo Pallucchini (direttore), Filippa Alberti Venezia Arti Pasetto nella cattedrale di Padova: il maestro Gaudioso, Margherita Asso, Alessandro di coro Marco Badia • LILIAN PRUETT, I Bettagno, Vittore Branca, Loris Fontana, Gio- direttore: Wladimiro Dorigo ripensamenti di un compositore: la revisione vanna Nepi Sciré, Terisio Pignatti, Luigi Po- comitato di redazione: Franca Bizzotto, Fa- del 1591 del “Liber motectorum quatuor lacco, Gustavo Traversari, Francesco brizio Borin, Manlio Brusatin, Assunta vocum” di Costanzo Porta • PAOLA DEL PIERO, Valcanover, Pietro Zampetti Cuozzo, Emanuele Mattaliano, Giuseppe Antologie polifoniche padovane nel XVI seco- editore: Leo S. Olschki, Firenze - Fondazione Mazzariol, Giovanni Morelli, Angelo Zaniol lo • UGO BERTO, Contributo alla biografia e Giorgio Cini, Venezia periodicità: annuale alle opere di Giovanni Ghizzolo da Brescia sede della redazione: Istituto di storia dell’ar- editore: Viella, Roma (1580 c.-1624) • FRANCESCO PASSADORE, Note te - Fondazione Giorgio Cini - Isola di S. sede della redazione: Dipartimento di storia e intorno alla biografia e all’opera di Michele Giorgio Maggiore - 30124 Venezia - tel. 041- critica delle arti dell’Università di Venezia - De Lipari • ANTONELLA ZAGGIA, “La fiera 5289900 Dorsoduro, 3199 - 30123 Venezia - tel. 041- delle bagatelle”. Il teatro musicale per mario- 5205317 nette di San Girolamo (Venezia 1746-1748) • n. 16, 1988 FABIO ZANZOTTO, L’“Olimpiade” inaugurale CLARA GELAO, L’attività di Nuzzo Barba a n. 2, 1988 del Teatro Eretenio • BRUNO BERTUCCI, Sulle Conversano e le influenze veneto-dalmate nella W. DORIGO, Una nuova lettura delle sculture Parigine di Haydn • CLAUDIO BOLZAN, “Il scultura pugliese del Rinascimento • MARIA del portale centrale di San Marco • V. FONTA- paese celestiale”. Sul soggiorno veneziano e AGNESE CHIARI MORETTO WIEL, Per un catalo- NA, Fra’ Giovanni Giocondo a Venezia (1506- sul viaggio in Italia di Mendelssohn • PAOLO go ragionato dei disegni di Tiziano • UGO 1514) • M. BRUSATIN, L’armonico e il disar- CATTELAN - GIACOMO SERRA, Sul gluckismo di RUGGERI, Alessandro Varotari detto il monico: costruzione di una casa d’artista nel Wagner: un’aggiunta. Lettura incrociata di Padovanino • JUDITH E. BERNSTOCK, Bernini’s primo Cinquecento • L. ZOPPELLI, L’anello “Tristan” ed “Iphigenie en Tauride” • RO- Tomb of Alexander VII dell’artifizio. “Cultura” forma e persuasione BERTO FAVARO, Estetica e musica nel primo dai maestri marciani del Cinquecento alla Thomas Mann: rapporti col romanticismo di n. 17, 1990 retorica musicale del Seicento tedesco • F. E.T.A. Hoffmann • RICCARDO SCIVALES, LILIAN ARMSTRONG, The Pico Master: a RIGON, Il Teatro Olimpico di Vicenza: identità “Carolina Shout”: il nuovo “Sound” del venetian miniaturis of the late Quattrocento • di un monumento. Alla memoria di Licisco pianismo nero americano degli anni Venti (e MARINA STEFANI MANTOVANELLI, Giovanni Magagnato • B.L. BROWN, Paolo Veronese’s l’improvvisazione a due mani) • LUCA Battista Langetti • FRANCA ZAVA BOCCAZZI, I The martyrdom and last communion of Saint ZOPPELLI, La Quinta Zingarese. “Il Quartetto veneti della Galleria Conti di Lucca • MARINA Lucy • A. ZANIOL, Il punto sul flauto diritto in Sol minore” di Brahms/Schöenberg e il MAGRINI, I disegni di Francesco Fontebasso • “Ganassi". Nota di organologia • F. BIZZOTTO, problema della Sinfonia. LINA URBAN PADOAN, Per l’avvio ad uno stu- I Diari di Emmanuele Antonio Cicogna • P. dio su Fabio Canal. COSTANTINI, “Una rivoluzione nell’arte del n. IV, 1988 [1989] disegno”. L’ingresso della fotografia nella VICTOR RAVIZZA, Ruffino d’Assisi, padre della produzione d’immagine di Venezia • P. policoralità veneziana • TIZIANA RAVASIO, PISTELLATO, Natura e artificio dell’opera di Giovanni Battista Mosto e la tradizione Delacroix nell’interpretazione di Baudelaire policorale nella cattedrale di Padova • MAR- Studi goldoniani • P. LUDERIN, Il cavaliere, la bella, il mostro: CO MATERASSI, “Origine et progressi del- per una interpretazione dell’opera di Odilon l’Accademia Filarmonica” (Verona, 1543- editore: Casa di Goldoni - Istituto di studi Redon • S. VIANI, Lezioni viennesi di Max 1553): una rilettura • TIZIANA SCANDALETTI, teatrali, Venezia Dvoràk negli appunti di Antonio Morassi • C. La “Pia Aggregazione di S. Cecilia” e l’am- sede della redazione: Casa di Goldoni -S. ALBERTI, Panorami di sentimento, di favole. biente musicale padovano nel Settecento • Tomà, 2974 -30125 Venezia - tel. 041-5236353 Le rappresentazioni all’aperto nei primi anni NORBERT DUBOWY, “I trionfi della costanza”: della Biennale-Teatro (1934-1941) • M. sulle fonti dell’opera veneziana: una partitura quaderno n. 8, 1988 AGAZZI, Il tesoro di S. Marco • G. GIANIGHIAN, ritrovata di Marc’Antonio Ziani • GIANNI IRÈNE MAMCZARZ, Esperienze e innovazioni “De la ville médiévale à la ville moderne” • G. RUFFIN, Il misantropo cambia corte: osserva- di Carlo Goldoni prima della riforma del ERICANI, La ceramica graffita medievale e zioni su “I Disingannati” di Caldara da 1748 • LÁSZLÓ NYERGES, Motivi della riforma rinascimentale nel Veneto • E. MATTALIANO, Molière (Vienna 1729) • MARIA GIOVANNA teatrale nelle commedie d’ambiente del Un Symposium sui Baccanali di Tiziano e di MIGGIANI, Giovanni Bertati impresario al te- Goldoni • CARMELO ALBERTI, Le inquietudini Rubens • M. GEMIN, “Effetto Arcimboldo” a atro San Moisè (1779-1781) • RICCARDO di un “giuocatore”. La moralità del teatro Palazzo Grassi • T. PIGNATTI, Una mostra sui CARNESECCHI, Ceherubini, chantre de la nella riforma goldoniana • ALBERTO Guardi al Castello di Gorizia • G. GANZER,

97 Opere d’arte di Venezia in Friuli • J. CLAIR, (1839-1989) • D. MARANGON, Artisti italo- “omaggio a Lucio Fontana” • N. MANGINI, Guido Cadorin et le mouvement moderne • C. americani alla Collezione Guggenheim • F. Giovanni Poli e il “Teatro a l’Avogaria” • L. CORTESE, Considerazioni sulla mostra di Paul BIZZOTTO, Biennale ’88 • C. ALBERTI, “La PUPPI, Il lascito di Neri Pozza ai Civici Musei Klee a Ca’ Pesaro • D. MARANGON, Jean scena di Amleto”. Un convegno di storia di Vicenza • L. FABBIANI, Mosaici pavimentali Dubuffet & Art Brut • F. ROSSI, Benedetto teatrale • T. PIGNATTI, La mostra di Paolo di Equilo • L. FERSUOCH, Plastica architettonica Marcello: la sua opera, il suo tempo • F. Veronese alla National Gallery di Washington di Equilo • M. DE MIN, Venezia. Rinvenimenti BIZZOTTO, Tancredi e Finzi a Palazzo Forti • • S. SALVATORI, Ricerche archeologiche a medioevali nella chiesa di S. Lorenzo. Notizie M. GOTTARDI, Aldo Graziati: tra cinema e Cittanova: metodi, risultati, prospettive • I. preliminari • M. AGNESE CHIARI MORETTO WIEL, fotografia • R. DOATI - A. VIDOLIN, “Nuova BORGHERO - T. MARINIG, Prime valutazioni Note sulla decorazione a fresco di facciata in Atlantide. Il continente della musica elettro- cronologico-funzionali sulla presenza roma- Portogruaro • A. CUOZZO, Una Madonna di nica 1900-1986” • C. ALBERTI, Storia del tea- na nell’area di Cittanova • M. TORCELLAN, bottega di Palma il Vecchio • E. BASSI, “Pietro tro. Limiti e strumenti • E. VIO, Le levate Scavi a Sesto al Reghena: la prima chiesa Proto amorevolissimo” • A. ZANIOL, Il restau- fotogrammetriche della basilica di S. Marco • abbaziale • W. DORIGO, Uno smalto veneziano ro dell’organo di Francesco Merlini (1771) L. LAZZARINI - M. PIANA, Gli arconi scolpiti di tecnica limosina • M. CHIARI MORETTO WIEL, nella chiesa di S. Samuele a Venezia • M.G. della basilica marciana • L. FERSUOCH, Venti Un nuovo disegno di Tiziano • G. NEPI SCIRÈ, MIGGIANI, Documenti sul bozzetto per il mo- anni di restauri a Venezia: pittura e scultura Recenti restauri di Paolo Veronese alle Gal- numento a Francesco Pesaro di Antono • R. VENDRAMIN, Venti anni di restauri a Vene- lerie dell’Accademia • M.E. AVAGNINA GOSTOLI, Canova • S. DURANTE, Il progetto ACOM di zia: l’architettura • U. FRANZOI, Il restauro Restauri al Teatro Olimpico di Vicenza • D. Venezia e i beni culturali musicali: lavori in della Scala dei Giganti di Palazzo Ducale • P. BRYANT, “Per una bibliografia sistematica corso, problemi, prospettive. CESCHI LAVAGETTO, Qualche nota per i dipinti della musica sacra dei secoli XVI e XVII” • G. di Morazzone e Guercino a Piacenza • M. VIO, Documenti inediti relativi alla biografia TIELLA, Una teoria del restauro degli stru- di Faustina Bordon Hasse • A. CUOZZO, Due menti musicali. Perché? • F. ZANZOTTO, L’im- bassorilievi inediti del Canova • P. COSTANTINI, magine di rovine nella pittura a Venezia dal Ferdinando Ongania, la Basilica di S. Marco, Verona illustrata Sei al Settecento, attraverso i documenti • G. la fotografia: note a margine di un importante VALPERGA, Conservazione e restauro del film: fondo veneziano. rivista del Museo di Castelvecchio problemi. direttore: Sergio Marinelli n. 4, 1990 comitato di redazione: Gino Castiglioni, Ales- n. 3, 1989 W. DORIGO, Per Giuseppe Mazzariol • G. sandro Corubolo, Lanfranco Franzoni, Sergio W. DORIGO, La cosiddetta “cattedra di S. Mar- MAZZARIOL, Segno iconico e segno del “logos” Marinelli, Paola Marini co” • R. POLACCO, Porte e cancelli bronzei • G MAZZARIOL, Esperienze di etica e di archi- periodicità: annuale medievali in S. Marco a Venezia • M. BRUSATIN, tettura • M. MAZZARIOL PALANZA - B. editore: Museo di Castelvecchio, Verona Quadro per le mura medievali venete. Il mo- TAGLIAPIETRA, Bibliografia di G. Mazzariol • sede della redazione: Museo - Corso dello di Castelfranco: problemi minimi e mas- I. PUCCINELLI, Treviso romana e Castelvecchio, 2 - 37121 Verona - tel. 045- simi di restauro • E. VASSALLO, La conserva- altomedioevale: contributi e ricerche sullo 59473 zione dell’Arsenale di Venezia • S. STEFANAC, sviluppo urbanistico della città (secc. I a.C. - Le sculture di Giovanni Buora a Ossero • L. VIII d.C.) • R. POLACCO, Il “pavimentum n. 1, 1988 PUPPI, La città mattatoio. Riflessioni e ipotesi sectile”di S. Marco • E. MERKEL, Gli organi ANNA MARIA SPIAZZI, Un documento storico- di lettura intorno ad un episodio trascurato della Basilica di S. Marco. La decorazione geografico in Padova nel Trecento. Il dello spettacolo urbano del potere • P. ROSSI, quattrocentesca • E. CALABRESI, Gli organi planisfero di Giusto • GINO CASTIGLIONI, Il Appunti sull’attività veneziana di Clemente della Basilica di S. Marco. Gli strumenti • S. calamo felice. Noterella su Feliciano decora- Molli • E. CHEVALLIER, Venise au XVIIIe siècle KOKOLE, Notes on the sculptural sources for tore • RENATO BERZAGHI, Uno sconosciuto d’après le guide de Lalande • P. LUDERIN, Giorgio Schiavone’s Madonna in London • G. ciclo mantovano di Giulio Campi. Gli amori L’Accademia di Belle Arti di Venezia dal 1866 BELLAVITIS, Il complesso di S. Salvador nel di Giove in palazzo Aldegatti • ANNA MARIA al 1950 • G. MORELLI, Laissez - le - deviner par Cinquecento: “Restaurationem cum CONFORTI CALCAGNI, La collezione di disegni eux-memes. La musica inibita al titolo • A. consequenti reformatione” • J.Y. POUILLOUX, di Federico Morando • MARIOLINA OLIVARI, VIDOLIN, Contatti elettronici. La linea veneta Trois portraits d’Elisabeth I, ou comment Un sorprendente martirio di S. Alessandro di nella musica della nuova avanguardia • F. Frances A. Yates lit les tableaux • I. ALM, Pietro Vecchia e alcune problematiche di BORIN, Su alcune microstorie d’atmosfera nel “Soldati e spiriti, Fauni e fiori”. Balli in the restauro legate alle soppressioni • SERGIO cinema dell’ultimo Tarkovskij • L. FERSUOCH, earliest Venetian operas • P. ROSSI, I “Marmi MARINELLI, Alessandro Maffei davanti a “Tesori d’Eurasia. 2000 anni di archeologia loquaci” del monumento Pesaro ai Frari • F. Namur. La pittura francese a Verona nella sovietica” • F. GHEDINI, “I Fenici” • A BERNABEI, Percorsi del formalismo • G. BAR- tarda età barocca • ISABELLA GAETANI DI ZACCARIA RUGGIU, “Venezia e l’archeologia” BIERI, La nascita del Veneto • G. DAL CANTON, CANOSSA, Tre lettere di Giambattista Tiepolo • R. POLACCO, Due congressi sulle porte Odilon Redon e Venezia • C. ALBERTI, “I cieli e altri documenti inediti su palazzo Canossa • bronzee medievali • V. FONTANA, “L’Arsenale e le ombre, e la facciata del tempio”. Il Festival PAOLA MARINI, È dolce folleggiare a tempo e riordinato”. Nuovi progetti per Venezia • A. Internazionale del Teatro di Venezia nel se- a luogo. Scenografia e decorazione in due FABRIS GRUBE, Solimano il Magnifico a Lon- condo dopoguerra (1947-1950) • P. sale veronesi del 1780. dra • P. ROSSI, Paolo Veronese. Disegni e CECCARELLI, Sui “progetti” di Expo a Venezia dipinti alla Fondazione Giorgio Cini • S. • M.T. RUBIN DE CERVIN GAJA, Riflessioni sui n. 2, 1989 MARINELLI, “Veronese e Verona”: riflessioni Traci • K. PRIJATELJ, La mostra di Biagio da GEMMA SENA CHIESA, Antiche gemme a • L. PUPPI, Il convegno veneziano su Veronese Traù a Venezia • M. GEMIN, La carta più alta • Castelvecchio • GIAN MARIA VARANINI, • E. SALA, I vicini di Mozart: teatro musicale L. ZOPPELLI, “Neo- classico a Trieste” • P. Castelvecchio come residenza nella tarda età dell’ultimo Settecento • M. GEMIN, “Una città COSTANTINI, I 150 anni della fotografia a scaligera • GINO CASTIGLIONI, “Frixi et figure e il suo museo”. Un secolo e mezzo di collezio- Venezia • M. BRUSATIN, Fortunate assenze. et miniadure facte de intajo”. Tra silografia e ni civiche veneziane • F. BIZZOTTO, “Venezia: Arte italiana: 1900-1945 • F. BIZZOTTO, Carlo miniatura in alcuni incunaboli veneziani • gli anni di Ca’ Pesaro (1908-1920)” • G. Carrà: il primitivismo • F. MAZZOCCA, Quat- ANGELA DILLON BUSSI, I libri decorati di MAZZARIOL, Music al Beaubourg • P. tro mostre nel centenario di Arturo Martini • Girolamo Rossi. Illustrazione libraria a Ve- COSTANTINI, Palazzo Fortuny e il 150° anni- S. MARINELLI, In margine al “Realismo magi- nezia nella seconda metà del Quattrocento • versario dell’invenzione della fotografia co”: Astolfo De Maria • D. MARANGON, Un SERGIO MARINELLI, Seguito alla “Miniatura

98 veronese del Rinascimento” • SYLVIE BEGUIN, Hystrio Un project de Battista Del Moro • GIULIANA ERICANI, “Poenitentia Sive Estasis”. Una direttore: Ugo Ronfani Maddalena di Pietro Liberi a Dossobuono di periodicità: trimestrale Villafranca Veronese • LICIA CARUBELLI, Pre- editore: Piovan - Abano Terme (PD) senze veronesi a Crema: Giambettino e sede della redazione: viale Ranzoni, 17 - Giandomenico Cignaroli per il libro veronese 20149 Milano - tel. 02-48700557 del secondo Settecento • PIER ROSENBERG, Fragonard à Vérone. Fragonard et Véronèse Fornisce notizie sull’attualità delle recite, con • GIORGIO MARINI, Per Domenico Pellegrini. interventi anche “politici” su legislazione e Incisioni, lettere, documenti. problemi di gestione del mondo dello spetta- colo italiano. In ogni numero è pubblicato un testo teatrale contemporaneo inedito.

Rivista della stazione sperimentale del vetro ELENCO DI ALTRI PERIODICI D’ARTE direttore resp.: Giovanni Bonetti periodicità: bimestrale sede della redazione: via Briati, 10 - 30141 Murano (VE) - tel. 041-739422 Arte in Periodico molto tecnico sulla ricerca e bimestrale di critica e d’informazione Il calligrafo allo scrittoio delle arti visive sperimentazione relativa alla lavorazione del (da Epistolario miniato di Giovanni da Gaibana, vetro e materiali affini, sia a scopi artistici che Padova, Biblioteca Capitolare) direttore resp: Mario Penelope industriali. direttore editoriale: Giancarlo Calcagni comitato di redazione: Richard Antohi, Mari- na De Stasio, Lorella Pagnucco, Maria Tor- Segnocinema rente La Danza periodicità: bimestrale rassegna nazionale ed internazionale direttore resp.: Paolo Cherchi Usai editore: Edizioni IAC International Art di danza e spettacolo periodicità: bimestrale Company - via Manin, 50 - 30174 Mestre (VE) editore: Cineforum di Vicenza sede della redazione: Via Manin, 50 - 30174 direttore resp.: Erminio Bertollo sede della redazione: via G. Prato, 34 - 36100 Mestre (VE) - tel 041-974545 direttore editoriale: Maurizio Perin Vicenza - tel. 0444-923856 periodicità: trimestrale Una rivista di divulgazione e informazione sede della redazione: via Torino, 5 - 36061 Si occupa di cinema nazionale e internaziona- per il largo pubblico su arte moderna e con- Bassano del Grappa (VI) - tel. 0424-20423 le, con recensioni, inchieste, interviste e rasse- temporanea, arti decorative, mostre e mercati, gne di attualità e retrospettive. che garantisce al contempo un alto rigore Ospita contributi sulla storia, l’evoluzione scientifico. artistica e la tecnica della danza. La Gazzetta delle Arti

direttore resp.: Tommaso Paloscia Ceramica veneta periodicità: mensile editore: Edizioni IAC International Art direttore resp.: Giovanni Domenico Cortese Company periodicità: trimestrale sede della redazione: via Manin, 50 - 30174 editore: Consorzio Ceramiche artistiche del Venezia-Mestre - tel. 041-974545 Veneto - Nove (VI) sede della redazione: via IV Novembre, 23 - È strutturata come un mensile di attualità 36100 Vicenza - tel. 0424-828569 anche internazionale, divisa in varie rubrice: Interviste, inchieste, opinioni; Mostre; Scul- Organo dell’Associazione, contiene articoli tura; Testimonianze; Profili; Libri; Informa- relativi alla storia della ceramica nel Veneto zioni, recensioni, notizie; ecc. Si rivolge agli sia dal punto di vista artistico che più netta- operatori e agli appassionati fornendo un’am- mente artigianale o tecnico, attualità e propo- pia informazione di carattere artistico e cultu- ste di acquisto. Testi in italiano e in inglese. rale.

99 Rassegna bibliografica

OPERE GENERALI 12 21 STANLEY MORISON, Early italian writing books. GREEN M. GEORGIA, Pragmatica. La comprensione Renaissance to baroque, a cura di Nicolas Barker, del linguaggio naturale, trad. di Walter Castelnuovo, Bibliografia - Biblioteconomia Verona, Valdonega, 1990, 8°, pp. 264, ill., L. 70.000 a cura di Corrado Mangione, Padova, Muzzio, 1990, Archivistica - Manoscritti 8°, pp. 242, ill., L. 35.000 Enciclopedie - Annuari - Cataloghi 13* VALCANOVER ANNA FRANCESCA, Leonardo Perosa e 22 1* i manoscritti della biblioteca Querini Stampalia, Kant e la finalità della natura. A duecento anni ACCADEMIA PATAVINA DI SCIENZE LETTERE ED ARTI, Venezia [Fondazione Scientifica Querini Stampalia], dalla “Critica del giudizio”, Atti del Convegno Catalogo dei periodici italiani e stranieri correnti 1990, 8°, pp. 29-V, s.i.p. presso l’Accademia Patavina di Scienze, Lettere ed posseduti dalla Accademia Patavina di Scienze Arti, Padova, Cedam, 1990, 8°, pp. X-274, L. 40.000 Lettere ed Arti, a cura di Elisa Frasson, Padova, 1991, 4°, pp. 43, s.i.p. FILOSOFIA 23 LAVATER JOHANN CASPAR - LICHTENBERG GEORG 2* CRISTOPH, Lo specchio dell’anima. Pro e contro la Gli archivi storici della provincia di Belluno. Am- Storia e critica della filosofia fisiognomica: un dibattito settecenteso, trad. e cura ministrazione, ricerca, didattica, a cura di Agostino Filosofia della scienza di Giovanni Giurisatti, Padova, Il Poligrafo, 1991, Amantia e Ferruccio Vendramini, Belluno, Istituto 8°, pp. 224, ill., L. 32.000 Bellunese della Resistenza, 1990, 8°, pp. 154, s.i.p. 14 L’argomento ontologico, a cura di Marco M. Olivetti, 24 3* Padova, Cedam, 1990, 8°, pp. 768, L. 85.000 PAGOTTO RENATO, Conversazioni filosofiche. Nu- BARIZZA SERGIO - FERRARI GIORGIO, L’Archivio mu- mero due, present. di Franco Ghiereghin, Treviso, nicipale di Murano 1808/1924, Portogruaro (VE), 15 Canova, 1991, 16°, pp. 179, L. 13.000 Nuova Dimensione, 1990, 8°, pp. 114, ill., L. 22.000 A partire dal testo di Prigogine-Stengers, Conve- gno di studi, a cura di Armando Girotti, Padova, 25 4* Unipress, 1990, 16°, pp. 144, L. 15.000 PASCAL BLAISE, Pensieri, scritti scientifici e politici, BUZZATI AUGUSTO - ALPAGO NOVELLO LUIGI, a cura di Adele Canilli, Padova, Liviana, 1990, 8°, Bibliografia bellunese, Belluno, Istituto Bellunese 16 pp. VIII-232, L. 22.000 di Ricerche Sociali e Culturali, 1990, 8°, pp. 1200, BORTOLIN VALERIO, Tra ricerca filosofica e fede s.i.p. cristiana: il movimento di Gallarate, Padova, 26 Gregoriana, 1990, 8°, pp. 536, L. 60.000 PICO DELLA MIRANDOLA GIOVANNI, Discorso sulla 5 dignità dell’uomo, riproposto ai delegati dei Con- CONSULTA PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI DELLE 17 gressi CISL 1989 nella traduzione a cura di Giusep- TRE VENEZIE - GIUNTA REGIONALE DEL VENETO, Etica e politica. La prassi e i valori, scritti di Santo pe Tognon per gentile concessione della Editrice Vademecum per gli operatori nei Beni Culturali Arcoleo, Italo Francesco Baldo, Massimiliana “La Scuola” di Brescia, Vicenza, Nuovo Progetto, Ecclesiastici, a cura di Claudio Bellinati e Ivone Bettiol, Segio Cotta, Antonio Da Re, Adolfo Fabbio, s.d., pp. 30, s.i.p. Cacciavillani, Venezia, Giunta Regionale - Padova, Francesco Ghedini, Alberto Giacconi, Osvaldo Cedam, 1990, 8°, pp. 221, L. 22.000 Rossi, Marina Savi, Maurizio Schoepflin, Salvatore 27 Veca, Marcello Zanatta, Francesco Zanuso, in col- Problemi di etica: fondazione norme orientamenti, 6* laborazione con Centro di studi di Gallarate, Pado- scritti di Giuseppe Angelini, Francesco Cavalla, FONTANA LUIGINA - GALLO DONATO - TRENTIN va, Gregoriana, 1990, 8°, pp. 280, L. 36.000 Eugenio Lecaldano, Antonino Poppi, Giuseppe VALENTINA, Catalogo del fondo Dondi dall’Orolo- Trentin, Carmelo Vigna, Paolo Zecchinato, in col- gio della Biblioteca del Museo Civico di Padova. 18 laborazione con Fondazione Lanza, Padova, Tomi I-IV: regesti e indici, Padova, Museo Civico, GEYMONAT LUDOVICO, La Vienna dei paradossi. Gregoriana, 1990, 8°, pp. 432, L. 50.000 1991, 8°, pp. 148, s.i.p. Controversie filosofiche e scientifiche nel Wiener Kreis, a cura di Mario Quaranta, Padova, Il Poligrafo, 28 7* 1991, 8°, pp. 224, L. 35.000 PULCINI ELENA, Amour-passion e amore coniugale: Guida pratica all’uso della Biblioteca Rosseau e l’origine di un conflitto moderno, Vene- Interdipartimentale di Psicologia “Fabio Metelli”, 19 zia, Marsilio, 1990, 8°, pp. XXIV-277, s.i.p. a cura di A. Celeghin Cristofori e E. Mainardi GIOBERTI VINCENZO, Filosofia della rivelazione, a Peron, Padova, Cleup, 1991, 8°, pp. 49, s.i.p. cura di Giulio Bonafede, Padova, Cedam, 1990, 8°, 29 pp. 370, L. 35.000 RACIOPPI GIACOMO, Del brutto nell’arte, present. di 8 Gabriele Scaramuzza, nota bio-bibliografica e note NUOVA A NGELA, Alessandro Paganino (1509-1538), 20 al testo di Maddalena Mazzocut-Mis, Padova, Padova, Antenore, 1990, 8°, pp. XVI-270, ill., L. GIROTTI ARMANDO, Henri Gouhier e la sua “storia Unipress, 1990, 8°, pp. XXVIII-88, L. 12.000 60.000 storica” della filosofia, Padova, Unipress, 1990, 8°, pp. 181, L. 18.000 30 9* RESNIK D. MICHAEL, Scelte. Introduzione alla teoria PILLININI STEFANO, Il “Veneto governo democrati- delle decisioni, trad. di Walter Castelnuovo, a cura co” in tipografia, Venezia, Comune, 1990, 8°, pp. di Corrado Mangione, Padova, Muzzio, 1990, 8°, 118, ill., s.i.p. pp. 346, L. 35.000

10* 31* PINTON PIETRO, Codice diplomatico saccense. Rac- SANTINELLO GIOVANNI, Tradizione e dissenso nella colta di statuti, diplomi ed altri documenti e regesti filosofia veneta, Padova, Antenore, 1991, 8°, pp. di Piove di Sacco. Con prefazione introduzione, VIII-282, L. 40.000 registro, fonti, note, carte, ecc. Roma 1894, riedizione a cura del Centro di documentazione per 32 la storia e la cultura della Saccisica, Este (PD), Zielo SEMPLICI STEFANO, Dalla teodicea al male radicale. - La Galiverna, 1990, 4°, pp. 324, ill., L. 45.000 Kant e la dottrina illuministica della “giustizia di Dio”, Padova, Cedam, 1990, 8°, pp. 330, L. 42.000 11 RAK MICHELE, La società letteraria. Scrittori e li- 33 brai, stampatori e pubblico nell’Italia dell’indu- STRAUSS LEO, Scrittura e persecuzione, present. di strialismo, Venezia, Marsilio, 1990, 8°, pp. 213, ill., Giuliano Ferrara, Venezia, Marsilio, 1990, 8°, pp. s.i.p. Francesco Bolzetta, Padova, 1595 XXIII-197, s.i.p.

100 34 domenicale e festiva, a cura di Mario Masini, Pado- TOLOMIO ILARIO, I fasti della ragione. Itinerari della va, Messaggero, 1991, 8°, pp. 352, L. 16.000 storiografia filosofica nell’Illuminismo italiano, Padova, Antenore, 1990, 8°, pp. VI-351, ill., L. 56 45.000 BARSOTTI DINO, Elogio della santità cristiana. 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270 295 Letture di diritto civile, raccolte da Guido Alpa e I procedimenti cautelari, a cura di Giuseppe Tarzia, Paolo Zatti, Padova, Cedam, 1990, 8°, pp. XIV-716, Padova, Cedam, 1990, 8°, pp. XX-546, L. 35.000 L. 65.000 296 271 Quarant’anni dalla Costituzione, Atti del IV Con- LO PIANO MICHELE, Annuario sistematico della giu- vegno dell’Associazione Italiana di Dottrina dello risprudenza della Cassazione penale. Dal 1 luglio Stato, a cura di Guido Gerin, Padova, Cedam, 1990, 1988 al 30 giugno 1989, Padova, Cedam, 1990, 8°, 8°, pp. VIII-102, L. 15.000 pp. XXIV-638, L. 85.000 Agostino Bindoni, Venezia, 1550 297 La responsabilità civile nei sistemi di common law,

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108 335* Usi e costumi 358* Oltre lo stereotipo. Una ricerca sugli anziani nelle Tradizioni - Folklore TIETO P AOLO, Proverbi commentati, Padova, Panda, aree rurali, a cura di V. Belotti e S. La Mendola, 1990, 8°, pp. 124, ill., L. 18.000 scritti di V. Belotti, G. Bertin, D. Dal Sasso, S. La 347* Mendola, D. Marini, G. Spiller, Mestre (VE), Fon- Almanacco Veneto 1991, conzà da Angelo Savaris, 359 dazione Corazzin Editrice, 1990, 8°, pp. 179, L. 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485 496 509* EL ENTINA NDREA CAVALLINI ALBERTO - MATTAROLO LINO, D C A , Complementi di matematiche L’inquinamento di origine agricola nella laguna e programmazione in basic, Padova, Cedam, 1990, Termodinamica applicata, Padova, Cleup, 1990, ° veneta, a cura del Consorzio Venezia nuova - Uffi- rist. riv., 8°, pp. XV-510, ill., L. 42.000 8 , pp. X-194, con un Floppy Disk, L. 50.000 cio studi e sperimentazioni, s.l. s.e. (Società Coope- rativa Tipografica di Padova), 1990, in f., pp. 144, 486 497 ill., s.i.p. LIA SABELLA IAMPI OSTANTINO GOTTARDI G IORGIO - MARIOTTO A LBERTO, Il controllo D’E I - C C , Informatica, integrato tempi e costi nella gestione dei progeti, telematica e nuove tecnologie dell’informazione. 510 Padova, Cleup, 19912, 8°, pp. 118, L. 15.000 Normativa nazionale e comunitaria, Padova, Cedam, LATIERI M IGUEL A., Agroecologia. Prospettive scien- 1990, 8°, t.2, pp. XII-784, IV-785-1460, L. 160.000 tifiche per una nuova agricoltura, trad. di P. Angelini, ° 487 a cura di G. Celli, Padova, Muzzio, 1991, 8 , pp. Informazione tecnica per il progetto in edilizia. Il 498 276, ill., L. 28.000 programma “schede”, a cura di Giorgio Garau [et LABBATE LUIGI, Computer... e via! Entrare nel mon- al.], Padova, Cleup, 1990, 8°, pp. 131, ill., s.i.p. do dell’informatica giocando, Padova, Messagge- 511 ro, 1990, 4°, pp. 128, ill., L. 13.000 MENEGON G. - PIVOTTI F. - XICCATO G., Fondamenti di tecnologia agraria, per istituti tecnici per geome- 488 ° LUPI SERGIO - NUNES M.F., Riscaldamento dei me- 499 tri e professionali agrari, Padova, Liviana, 1991, 8 , PISTARINI WALTER, Introduzione al projiect mana- pp. XII-620, L. 38.000

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Ottavio BODONI GIAMBATTISTA, Il cimelio pittorico offerto Giacomazzi, Catalogo della mostra, (Verona - Pa- ARTE agli augustissimi genitori del Re di Roma da lazzo Forti, 15 Marzo - 12 maggio 1991), Verona, Giambattista Bodoni, Verona, Valdonega, 1990, 1991, 8°, s.n.p., s.i.p. 4°, pp. 176-80, ill., L. 650.000 Critica, storia e teoria dell’arte 541 Scultura, Grafica e Pittura 530* COMUNE DI VERONA - ASSESSORATO ALLA CULTURA - Artigianato artistico BRANDOLESE PIETRO, Del genio de’ Lendinaresi per GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA P ALAZ- Cataloghi di collezioni, mostre e musei la pittura, a cura di Vittorio Sgarbi, Rovigo, Asso- ZO FORTI, Verona perlustrazione non stop. Piera ciazione culturale Minelliana, 1990, 8°, pp. 336, ill., Legnaghi, Catalogo della mostra, (Verona - Palazzo 523 s.i.p. 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La collezione Bardi: da 566 Bonito Oliva, Clare Henry, Renato Barilli, Bernard raccolta privata a museo dello Stato, Venezia, RAMPAZZO GIUSEPPE, Creattività, Padova, La Linea Blistène, Michael Grauer, Wenzel , Linda Sopraintendenza ai beni artistici e storici, 1990, 8°, Editrice, 1990, 4°, pp. 384, ill., L. 38.600 Shearer [et al.], Venezia, Edizioni La Biennale di pp. 126, ill., s.i.p. Venezia, 1990, 4°, pp. 348, ill., s.i.p. 567 558* Riccardo Galuppo. “Le maschere”, testi di Paolo 545 MODONESI D ENISE, Museo Maffeiano. Urne etrusche Rizzi - Paolo Tieto e una poesia di Gherardo Bian- Dipinti barocchi delle banche italiane, catalogo e stele paleovenete, con un saggio di Lanfranco chi, Padova, Panda, 1991, 8°, s.n.p., s.i.p. della mostra, Venezia, Marsilio, 1991, 8°, pp. 116, Franzoni, Verona, Comune - Museo di ill., L. 40.000 Castelvecchio, Bergamo, Lucchetti editore, 1990, 568 8°, pp. 72, ill., s.i.p. Ri-generazioni. Fra nuove forme di cultura e nuova 546* cultura delle forme. 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Tassotti, 19913, 8°, pp. 216, ill., L. 58.000 548 569* FELIGIOTTI VINCENZO, Disegni, incisioni ed inediti di 561* ROITER FULVIO - BARZAGHI ANTONIO - RUFFILLI PAO- Pietro Chevalier, present. di C. Semenzato, Pado- La pittura nel Veneto. Il Quattrocento, a cura di LO, Un’antica armonia. Artigianato artistico nel va, Bottega delle arti, 1990, 8°, pp. 59, ill., s.i.p. Mauro Lucco, II, Venezia, Giunta Regionale del trevigiano, trad. di I.A. McBain e D. Marshall, Veneto - Milano, Electa, 1990, 8°, pp. 395-784, ill., Ponzano Veneto (TV), Vianelllo Libri, 1990, 4°, pp. 549* s.i.p. 123, ill., L. 65.000 GARDAN E. - PIOVAN F. - DE BASTIANI F., Pitture murali di evozione popolare nel vittoriese. Contri- 562* 570* buto alla catalogazione delle pitture murali esterne POLAZO M., Pietro Rotari. Pittore veronese del SARPELLON GIOVANNI, Miniature di vetro. Murrine del trevigiano, testi di Angelo Turchini e Giorgio settecento (1707-1762), Negrar (VR), Il Segno, 1838-1924, Venezia, Arsenale, 1990, 8°, pp. 220, Fossaluzza, Vittorio Veneto (TV), Dario De Bastiani 1990, 8°, pp. 130, ill., L. 35.000 ill., L. 60.000 Editore, 1990, 8°, pp. 123, ill., s.i.p. 563* 571* 550* Il Prato della Valle e le opere in pietra calcarea SCARDINO LUCIO, Le fiere delle vanità. Manifesti GOFFEN ROMA, Devozione e committenza. Bellini, collocate all’aperto: esperienze e metodologie di pubblicitari padovani 1845-1945, Rovigo, Leonardo Tiziano e i Frari, Venezia, Marsilio, 1991, 8°, pp. conservazione in area veneta, Atti della giornata di Diffusione Editoriale, 1990, 8°, s.n.p., s.i.p. 200, ill., L. 34.000 studio (Padova, 6 aprile 1990), Padova, Libreria Progetto, 1990, 8°, pp. 359, ill., L. 50.000 572 551* SCHERILLI NICOLA GIUSEPPE, Posta Fibreno. I segni Il leone di San Marco. Studi sul bronzo alato vene- della memoria, present. di Italo Zannier, Elio Filip- ziano, a cura di Bianca Maria Scarfi, Venezia, po Accrocca, s.l. s.e. (Artegrafica sociale di Pado- Albrizzi, 1990, 8°, pp. 256, ill., L. 90.000 va), 1990, 8°, 39 tav., s.i.p.

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118 Sport - Turismo - Giochi 708 DRAZENOVIC MAYA - MARION TEA, Jugoslavia, trad. 697 di Francesca Camerati, Verona, Futuro, 1991, 8°, AMIN MOHAMED - TETLEY BRIAN - WILLETS DUNCAN, ill., pp. 254, L. 24.000 Kenya, trad. Barbara Brioni, Verona, Futuro, 1991, 8°, pp. 432, ill., L. 38.000 709 FABRIS FABIO, Alpi Giulie Orientali e Carso in 698 mountain bike. 27 itinerari in Slovenia, Portogruaro AMIN MOHAMED - TETLEY BRIAN - WILLETS DUNCAN, (VE), Ediciclo, 1991, 16°, pp. 128, ill., L. 23.000 Pakistan, trad. Gianni Rapelli, Verona, Futuro, 1991, 8°, pp., ill., 364, L. 38.000 710 FOUQUET GAETAN - DE PANTHOU PATRICK, Ceylon Francesco Sansovino, Venezia, 1560 699 Maldive, trad. di Patrizia Zangrossi, Verona, Futu- ° AMIN MOHAMED - TETLEY BRIAN - WILLETS DUNCAN, ro, 1991, 8 , ill., L. 24.000 Valdagno (VI), Gino Rossato Editore, 1990, 8°, pp. Safari in Africa, trad. Valentina Beggio e Massimo 112, ill., L. 22.000 Mostallino, Verona, Futuro, 1991, 8°, pp., ill., 320, 711* L. 38.000 GAMBOSO VERGILIO, La basilica del Santo di Pado- 723 va. Guida storico-artistica, Padova, Messaggero, ROSSETTI MARIA GIULIA, India del Nord, Verona, 2 ° 700 1991 , 8 , pp. 196, ill., L. 25.000 Futuro, 1991, 8°, ill., L. 24.000 ANOJA ERMENEGILDO - BENETTI PAOLO - MARTA PAO- LO, Ruggers, introd. di Italo Zannier, Cittadella 712 ° 724 (PD), Biblos, 1990, 4 , pp. 140, ill., L. 55.000 GILETTO MANUELA ALBA, Nell’acqua come prima di Salite della Lombardia. Guida per il ciclista, 2: nascere. Il metodo sensoriale per l’apprendimento Prealpi lombarde: dal lago Maggiore alla Val 701* del nuoto da zero a tre anni, Vicenza, Nuovo ° ° Brembana, Portogruaro (VE), Ediciclo, 1990, 8 , BERTI CAMILLO - DAL MAS GIULIANO, Dolomiti Progetto, 1990, 8 , pp. 208, ill., L. 30.000 pp. 120, ill., L. 22.000 dell’agordino. Rifugi e sentieri sulle Alpi venete, ° Pieve d’Alpago (BL), Nuova Dolomiti, 1990, 16 , 713* 725 RANDIS LAUDIO ELMIN RANCESCO pp. 344, ill., L. 38.000 G C - S F , Guida a SPEICH RICHARD, Creta, trad. di Daria Giunti e Selvazzano. Itinerari di storia, arte e cultura, Carlo Baccini, Verona, Futuro, 1991, 8°, pp. 328, 702 Selvazzano Dentro (PD), comune, Biblioteca Pub- ill., L. 46.000 BIRNBAUM STEPHEN - MAYES BIRNBAUM ALEXANDRA, blica Comunale, 1990, 8°, pp. 168, ill., L. 15.000 Francia, trad. di Gianluca Pollini e Barbara Brioni, ° 726 Verona, Futuro, 1991, 16 , ill., pp. 854, L. 40.000 714 SPEICH R ICHARD, Rodi, trad. di Daria Giunti e Carlo KOBIELUS S TANISLAW - BANIA Z BIGNIEW, Czestochowa Baccini, Verona, Futuro, 1991, 8°, pp. 264, ill., L. 703* - La Madonna di Jasna Gora, trad. di Andrzej 46.000 BORTIGNON M ICHELE, La valle del Brenta ed il monte Litvornia - Francesca Tucci - Inessa Pawlowska, ° ° Grappa, Cassola (VI), Moro, 1990, 8 , pp. 112, ill., Verona, Futuro, 1991, 8 , pp. 256, ill., L. 38.000 727 L. 20.000 TOSETTO DANILO, Parchi ricreativi nel mondo, vol. 715* 5°, Padova, Facto, 1990, 4°, pp. 301, ill., L. 115.000 704 LAZZARIN PIERO, Un Santo, una basilica, una città. CIRILLO FRANCESCO - PICCIN RICCARDO, Manuale di Vicende e curiosità della Basilica di S. Antonio, ° 728 preparazione sportiva per il ciclismo da strada Padova, Messaggero, 1990, 8 , pp. 288, ill., L. TOSETTO D ANILO, Progettare un minigolf. Fattibilità, ciclocross mountain-bike, a cura di M. Stella 26.000 ° pianificazione, gestione, promozione, materiali, Longato, Padova, Meb, 1990, 8 , pp.. 140, ill., L. attrazioni di supporto, regolamento di gioco, Pado- 18.000 716* va, Facto, 1990, 4°, pp. 184, ill., L. 77.000 LAZZAROTTO G. BATTISTA, Itinerario ambiente verso 705* il Monte Grappa, a cura di T. Scremin, Cassola (VI), 729 Dal Sile al Tagliamento, a cura di Camillo Moro, 1990, 8°, pp. 178, ill., L. 20.000 ° TOSETTO DANILO, Successi acquatici. Ventidue par- Semenzato, Mestre (VE), Corbo & Fiore, 1990, 16 , chi che fanno storia, Padova, Facto, 1990, 4°, pp. pp. 445, ill., L. 40.000 717 251, ill., L. 83.000 MANNUCCI A LBERGHINI R OSALY, Il carrozzone, Pado- 706 va, Facto, 1990, pp.160, ill., L. 15.000 730* DE T OFFOLI D ARIO, Il grande libro del Backgammon, ° TURCHETTO C ARLO, Prealpi venete in mountain bike, Venezia, Arsenale, 1990, 8 , pp. 146, ill., L. 35.000 718 20 itinerari tra vette feltrine, Grappa, Cesen, Col MORAWSKI Z DZISLAW, Polonia, Verona, Futuro, 1991, ° Visentin, Alpago, Cansiglio e colline trevigiane, 707* 8 , pp. 148, ill., L. 24.000 Portogruaro (VE), Ediciclo, 1991, 16°, pp. 128, ill., Di villa in villa. Guida alla visita delle Ville Venete, L. 23.000 a cura di Antonio Canova, con trad. inglese, Treviso, 719* Canova, 1990, 8°, pp. 244, ill., L. 60.000 Padova. La basilica di S. Antonio e la città. Storia e arte, a cura di S. Cattazzo, ediz. tedesca tascabile, LETTERATURA Padova, Messagero, 19912, 8°, pp. 144, ill., L. 7.000

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722* 733 IEROPAN IANNI P G , Monte Pasubio. Guida alla Zona BRAMBILLA AGENO FRANCA, Studi danteschi, con un Venturino Ruffinelli, Venezia, 1543 Sacra. Itinerari - Ambiente - Storia, Novale di

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126 1008 1016 Padova, a cura di M. Martelli, Bologna, Edison, VALDES G IULIANO, Lago di Garda, Firenze, Bonechi, 1990, 4°, pp. 20, ill., L. 32.000 1990, 8°, pp. 128, ill., L. 12.000

1009 1017 Pianta guida Venezia, Firenze, Primavera, 1990, ° VALDES GIULIANO, Lake Garda, trad. di R. Lewis, 8 , pp. 36, ill., L. 10.800 Firenze, Bonechi, 1990, 8°, pp. 128, ill., L. 12.000 1010 Plan guide Venice, Firenze, Primavera, 1990, 8°, 1018 pp. 36, ill., L. 10.800 VALDES GIULIANO, Le lac de Garda, trad. di L. Merluzzo, Firenze, Bonechi, 1990, 8°, pp. 128, ill., L. 12.000 1011 SPAGNOLLI BRUNO - D’ALBA - MARTINI, Venezia. I 1019 colori della storia, Trento, Manfrini, 1990, 4°, pp. Girolamo Disceploi, Verona, 1586 Venezia, s.l., La Fotometalgrafica Emiliana, 1991, 172, ill., L. 50.000 4°, pp. 124, ill., L. 10.000 1014 1012 VALDES GIULIANO, Der Gardasee, trad. di G. Bozza, 1020 Stadplan Fuhrer Venedig, Firenze, Primavera, 1990, ° ° Firenze, Bonechi, 1990, 8 , pp. 128, ill., L. 12.000 Verona, a cura di M. Martelli, Bologna, Edison, 8 , pp. 36, ill., L. 10.800 1990, 4°, pp. 20, ill., L. 32.000 1015 1013 VALDES G IULIANO, Lago de Garda, trad. di M. de Los 1021 TANI GIORGIO, Venezia, Torino, Castalia, 1990, 16°, Angeles Luque, Firenze, Bonechi, 1990, 8°, pp. Le vie della seta e Venezia, Roma, Leonardo - De pp. 14, ill., L. 7.000 128, ill., L. 12.000 Luca Editori, 1990, 8°, pp. 128, ill., L. 70.000

Criteri di citazione della rassegna bibliografica

Di ciascuna opera si troverà indicato, nell’ordine: Per gli atti dei convegni e i cataloghi delle mostre si è indicato, dove – cognome e nome dell’autore; possibile, subito dopo il titolo anche il luogo e la data in cui si sono svolti e gli – titolo dell’opera, completo di sottotitolo (in corsivo); eventuali enti organizzatori. – traduttori, curatori prefatori; Se i volumi di cui si compone un’opera portano titoli specifici si è indicato, – luogo di edizione; nell’ordine: titolo generale dell’opera in corsivo, numero del volume in tondo, – editore; titolo del volume in corsivo. – anno di pubblicazione (eventuali ristampe sono state indicate in esponente; All’interno di ciascuna disciplina le opere sono disposte in un unico ordine se si tratta di nuove edizioni rivedute o aggiornate si è specificato “nuova ed. alfabetico di autore e titolo. Si ricorda che nell’ordine alfabetico dei titoli non riv. o aggiorn.”; si tiene conto degli articoli determinativi e indeterminativi iniziali. – formato (si ricorda che i formati indicati corrispondono alle seguenti alteze Si è ritenuto opportuno numerare progressivamente tutte le opere elencate espresse in centimetri: da 10 a 15 = 24°; da 15 a 20 = 16°, da 20 a 28 = 8°, da per facilitare eventuali riferimenti da parte del lettore. 28 a 38 = 4°, oltre 38 = in f.); Le opere d’interesse veneto, pubblicate nel Veneto, sono state segnalate da – numero dei volumi (abbreviato “voll.”); un asterisco accanto al numero progressivo. – numero delle pagine (abbreviato “pp.”) Nella presente Rassegna è stata presa in considerazione la produzione – illustrazioni (abbreviate “ill.”; come tali si sono considerate insieme libraria veneta relativa al periodo ottobre1990-aprile1991. fotografie, disegni, tavole) Si ricorda che l’informazione bibliografica è generale e non specialistica: – prezo di copertina (dove non indicato è stato scritto senza indicazioni riguarda, cioè, la produzione libraria veneta nel suo insieme. prezzo, in sigla s.i.p.). Lo scopo è di raccogliere tutti gli scritti a stampa, qualunque sia il loro Se si tratta di ristampa anastatica si è indicato, dopo l’anno di pubblicazione, valore scientifico, ad eccezione delle pubblicazioni periodiche, degli estratti, “rist. anast.” con eventuale luogo e anno di pubblicazione (ad esempio, “rist. degli opuscoli e delle pubblicazioni non convenzionate quali ciclostile, dispen- anast. Venezia, 1630”). se ecc.

127 periodicità: quadrimestrale direzione e redazione Giunta regionale del Veneto - Dipartimento per l’Informazione 30121 Venezia - Cannaregio Lista di Spagna, 168 - Palazzo Sceriman spedizione in abbonamento postale gruppo IV/70 taxe perçue - tassa riscossa - Padova CMP in caso di mancato recapito restituire al mittente