CAVAZZI DELLA SOMAGLIA, ORIO LITTA PEZZO N.: Il Numero Di Cartella Indicato in “Segnatura” Inventariazione a Cura Di Maria Barone
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AD 38/3 Archivio di Stato di Milano CAVAZZICAVAZZI DELLADELLA SOMAGLIASOMAGLIA Orio Litta Per la richiesta indicare: FONDO: CAVAZZI DELLA SOMAGLIA, ORIO LITTA PEZZO N.: il numero di cartella indicato in “Segnatura” Inventariazione a cura di Maria Barone Milano, agosto 2006 ORIO LITTA 1272 - 1922 Il nucleo documentario di Orio Litta costituisce una delle "sezioni" archivistiche in cui si struttura l'Archivio gentilizio della famiglia Cavazzi della Somaglia. La documentazione fu inizialmente conservata presso il palazzo di Orio (1) . Costruito nella seconda metà del secolo XVIII, il palazzo fu una delle residenze estive dei conti dell'area lodigiana. In detta sede alcune stanze, precisamente due, furono adibite ad archivio, di cui una predisposta come "ripostiglio" doveva conservare i documenti già archiviati relativi all'amministrazione dei beni mobili ed immobili dei territori feudali di Orio, di Senna e di Mirabello, mentre l'altra utilizzata come "stanza d'archivio" era il luogo dove si avviarono i primi processi di archiviazione, nonché di ordinamento delle carte. Non ci è dato sapere quando le carte di Orio furono trasferite presso l'antico castello di Somaglia , anch'essa tenuta estiva della famiglia e prima residenza del capostipite del casato, Niccolò Cavazzi. In questa sede, presumibilmente nella seconda metà dell'Ottocento, vi confluì l'intero patrimonio documentario dei conti prodotto nel corso della propria esistenza. I documenti conservati in buste o in scatole furono collocati in "otto armadi lignei " (2), all'interno dei quali fu posizionata anche la documentazione proveniente dal palazzo di Orio. Il complesso archivistico fu conservato presso Somaglia fino al 1995, anno in cui fu ceduto allo stato su disposizione della famiglia Cavazzi per motivi fiscali. In quello stesso anno il patrimonio documentario fu acquisito dall'Archivio di stato di Milano, competente per territorio (3). Al momento del versamento le 109 buste del nucleo documentario di Orio risultavano contrassegnate da duplici etichette, testimonianza tangibile di due specifici interventi di riordino effettuati tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento. Le etichette più recenti riportavano la sigla identificativa del corpus documentario, ORL, (Orio-Litta) seguita da un numero progressivo; mentre quelle apposte nell'Ottocento, di dimensioni ridotte, ma ancora visibili, recavano le indicazioni dei titoli e dei sottotitoli relativi alle serie in cui la documentazione era stata riordinata. Come molte famiglie gentilizie di età moderna anche i nobili Cavazzi, tra le innumerevoli incombenze amministrative, si occuparono della formazione di un archivio relativo ai loro beni, al fine di tutelare quei poteri di natura fiscale e "feudale" che erano stati conferiti al casato sin dalla seconda metà del Trecento. Per questi motivi ciascun documento fu oggetto di un processo di archiviazione sistematico e costante nel corso dei secoli. Inizialmente i documenti furono conservati in appositi incartamenti, corrispondenti alle odierne camicie archivistiche, contrassegnati da sigle numeriche, seguite da successive indicazioni relative al contenuto dell'atto. La documentazione quattro-cinquecentesca fu difatti archiviata riportando sul verso delle custodie alcune sigle alfabetiche e numeriche. Dette segnature corrispondevano ad una specifica collocazione "fisica" del documento in un armadio oppure in cassetti ed identificabile in relazione alla sigla menzionata. A questa fase, che potremmo definire pragmatica, finalizzata cioè al recupero immediato della cartula, seguì una successiva modalità di gestione documentaria, che si configurò nel contempo più articolata, rispetto alla pur semplice, ma necessaria indicazione di collocazione dell'atto. Fu nella seconda metà del Seicento, in un periodo in cui la stesura dei primi repertori o indici di corredo cominciò a farsi strada anche negli archivi di famiglia , che l'archivio Cavazzi e in modo specifico la documentazione relativa ad Orio, fu sottoposta ad un intervento di ordinamento più analitico. La documentazione Seicentesca e quella Settecentesca fu ripartita in "Capi", cioè in nuclei documentari strutturati per materie, con relativa numerazione in numeri romani, indicativi della collocazione documentaria. Si costituirono in tal modo delle specifiche serie monotematiche, in cui gli atti confluirono in relazione al contenuto. A questa fase, seguì quella ottocentesca, che rappresentò l'ultimo intervento di riordino della documentazione. Realizzato presso il castello di Somaglia, i documenti furono riordinati in base il principio della pertinenza, cioè secondo il contenuto degli atti e secondo il principio della territorialità, cioè in riferimento ai toponimi delle proprietà acquisite o per concessione feudale o per vincoli ereditari. Le antiche carte feudali, nonché quelle sette-ottocentesche furono 1 contrassegnate pertanto da specifiche segnature, come ad es. Orio, acquisti; Orio, affitti; Livraga, affitti; Senna, acque. I titoli menzionati delle serie furono successivamente riportati nella stesura di un inventario redatto presumibilmente dopo il riordino "fisico" delle carte ed intitolato Castello di Somaglia, Archivio, Inventario Supplementare (4). Detto inventario, sebbene sommario, rappresenta l'unico strumento di corredo del nucleo documentario. La costituzione del complesso documentario di Orio ricopre un arco cronologico ampio, esso ebbe inizio nella seconda metà del Trecento per concludersi a fine secolo XIX. I numerosi passaggi di proprietà avvenuti sia all'interno del nucleo familiare dei Cavazzi (trasmissione ereditaria padre- figlio) sia quelli esterni, (Cavazzi- Holt e Litta Visconti Arese), non hanno modificato sostanzialmente la formazione e la conservazione dell'archivio del "Tenimento di Orio", sebbene sia stato riscontrato una breve cesura o meglio un cambiamento dei processi di archiviazione di una parte della documentazione. Si tratta di documenti prodotti tra il 1847 ed il 1899 in seguito all'ultimo passaggio di proprietà, quello avvenuto tra il nobile Riccardo Holt e la famiglia Litta Visconti Arese. I nuovi proprietari, i Litta Visconti Arese, gestirono ed organizzarono il loro archivio di famiglia secondo criteri specifici. Per quanto riguarda le carte patrimoniali di Orio esse risultavano inserite in specifici incartamenti. I fascicoli, collocati all'interno degli incartamenti, erano stati conservati in fogli prestampati di colore azzurro recanti l'intestazione "Amministrazione del conte Giulio Litta Visconti Arese"; seguivano i riferimenti al numero di protocollo, nonché le date di inizio e di conclusione della pratica, il contenuto, la segnatura di collocazione archivistica ed eventuali annotazioni. Su dette camicie furono poi apposte delle etichette di forma rettangolare, con la sigla di Orio e il numero della busta. Si precisa che, sebbene la documentazione prodotta dall'amministrazione Litta non sia stata oggetto del riordino ottocentesco, tuttavia nella stesura dell'inventario "Supplementare" furono riportate le indicazioni delle 10 buste prodotte da detta amministrazione, nonché il contenuto generale di ciascuna busta. Le carte menzionate furono infatti conservate in scatole contrassegnate da etichette recanti l'intestazione di "Amministrazione Litta Visconti Arese" seguite da una numerazione progressiva. Non ci è dato sapere quando le buste dell'amministrazione Litta furono accorpate al restante patrimonio documentario di Orio, già conservato presso il castello di Somaglia. Tuttavia le 10 buste siglate Amministrazione Litta costituirono insieme alle restanti 100 buste siglate ORL un unico corpo documentario. Si segnala infine che lo stato generale di conservazione della documentazione è buono, sebbene alcune unità archivistiche risultino non consultabili a causa di macchie di umidità e di strappi del materiale cartaceo. Struttura e contenuto della sezione Orio Litta Il complesso documentario di Orio Litta è conservato attualmente in 117 buste contrassegnate da un numero progressivo e dalla sigla identificativa ORL, (Orio Litta). In esse si conserva una corposa quanto interessante documentazione sulla gestione del patrimonio fondiario ed immobiliare dei territori lodigiani di Orio, di Livraga, di Ca' de Mazzi, di Senna e di Mirabello. L'attuale struttura, cioè la ripartizione della documentazione in serie ed in sottoserie, è stata ricostituita secondo l'ultimo riordino effettuato sui documenti a fine Ottocento. Fondamentale si è rivelato l'inventario realizzato a conclusione dei lavori di riordino e redatto nei primi anni del Novecento dal titolo Castello di Somaglia. Archivio. Inventario Sommario, in cui sono stati riportati i titoli e sottotitoli relativi alle serie costituenti la stessa sezione documentaria. Il nucleo documentario si articola pertanto nelle seguenti serie e sottoserie: 1. Amministrazione, benefici, cappellanie, messe e oratori (1544- 1833) 2. Amministrazione, debiti (1514- 1846) 3. Amministrazione Crediti, Capitali, Mutui, Sovvenzioni del "Tenimento di Orio" ( 1608-1831) 3.1 Amministrazione, Crediti, Camera ducale di Mantova ( 1594- 1680) 2 4. Amministrazione, Fondi in genere ( 1518- 1821) 4.1 Amministrazione Livraga, acquisti diversi (1627-1730) 4.2 Amministrazione Livraga, livelli (1622- 1830) 4.3 Amministrazione Livraga, Ca' de Mazzi, acquisti-livelli ( 1698-1759) 4.4 Amministrazione, Livraga, dazi e regalie ( 1481-1831) 4.5 Amministrazione, Livraga, censo 4.6 Amministrazione, Livraga, strade. 5. Amministrazione Orio, acquisti ( 1272-1898) 6.