Storia Pittorica Della Italia Dal Risorgimento Delle Belle Arti Fin

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Storia Pittorica Della Italia Dal Risorgimento Delle Belle Arti Fin ^.^. ì- T*^ u ^ .*.;'1 V"*- Digitized by the Internet Archive in 2011 with funding from Boston Public Library http://www.archive.org/details/storiapittoricad1822lanz3 STORIA PITTORICA DELLA ITALIA DAL RISORGIMENTO DELLE BELLE ARTI " FI» PRESSO AL FINE DEL XVIII. gECOLO DELL'ABATE LUIGI LANZI ANTIQUARIO I. b R. IN FIRENZE EDIZIONE QUARTA ^t é» 1^- .. ^ UiA^* s TOMO TERZO «VK SI DESCniVB LA SCUOLA VEKEZIAKA FIRENZE PRESSO FILIPPO MÀRCHINI MDCCCXXII. t tj ' / l UÌ\W, il.^tra^, DELLA STORIA PITTORICA DELLA ITALIA SUPERIORE LIBRO PRIMO SCUOLA VENEZIANA. innesta scuola non avria mestieri di essere da altra penna descritta, se il Sig. Antonio Zanetti nell'applauditissima opera della Pittura Veneziana avesse gli artefici dello Stato considerati alquanto maggiormente ch'egli non fece, scrivendo solo di quelli che per le chiese o per altri luoghi esposti alla vista del pubblico avean dipinto in Venezia. Egli però non ha reso picciolo giovamento a chi vuol succedergli e distendere il soggetto medesimo a più ampi confini; avendo egli con buon metodo divisate r epoche, descritti gli stili, bilanciati i menti di non po- chi pittori, e cosi mostrato qual' età e qual grado spetti a ciascun di essi. Gli altri poi che lasciò innominati possono facilmente ridursi ad una o ad un'altra delle schiere ch'egli distinse, e tutta la storia aumentarsi sul piano eh egli formò. A. conoscere questi altri aiutano le memorie che di tutto lo Stato veneto raccolse prima il Vasari, e più ampiamente dipoi il Cavaliere Ridolfi nelle vite de'pittor veneti, e il Boschini nelle Miniere della pittura, nella Carta del navicar pittoresco , ed in altri libri. A ninno spiaccia di legger citato il Vasari, del quale gli storici della scuola veneziana furono più scontenti di quel che ne fossero quei della scuola romana e della senese e 4 SCUOLA della napolitana, le cui querele ho già riferite altrove; aggiuntevi, ove ho potuto farne , le mie apologie. Non serve ora ripeterle per rispondere agli scrittori veneti. Dico solamente^ che il Vasari a' professori di Venezia tessè elogi amplissimi in più luoghi della sua storia, e specialmente nelle vite del Carpaccio, di Liberale, del Pordenone. Aggiungo poi , che se talora egli errò o per mancanza di più esatte notizie, o anche per certo spirito di rivalità o di patriottismo che cela La mente guidò forse la sua penna e animò i suoi scritti, non mi sarà mala- gevole in tanta luce di lettere, quanta oggi splende {a)y sostituir nomi e ragguagli più veri, e giudizi meno al- terati verso i più antichi della scuola (b). Quanto è a' più moderni a' quali egli non giunse, ho suppellettile isto- rica se non copiosa, meno scarsa certamente che in varie altre scuole d'Italia. Oltre il Ridolfì e il Boschini e lo Zanetti, ho gF istorici delle particolari città, onde anche l'Orlandi ha trascelte varie notizie di artefici; e niuno di essi antepongo alSig. Zamboni per copia ed autorità di documenti adunati nelle sue Fabbriche di Brescia. Ho in oltre alcuni scrittori che segnatamente di artefici lor cittadini raccolsero le memorie o pubblicaron le vite; siccome han fatto de" veronesi il Commendatore del Poz- zo (e), de' bergamaschi il Conte Tassi, il Signor Verci [a) Osserva Monsig. Bottali , clic Giorgio nella rita del Franco lodò troppo parcamente il Tintoretto e Paolo Veronese ; e lo stesso può dirsi del Gambera e di molti altri che vivevano allora, o ch'erano già morti quando egli scriveva. A' suoi giudizi son succeduti quei dei Garacci e di molti insigni professori , clie posson seguirsi con sicurezza. [b) Opportunamente uscì a luce in Bassano nel 1800 una Notizia d'Opere dì disegno scritta da un Anonimo, verisimilmente pa- dovano, circa il i55o: fu pubblicata e illustrata dal eh. Sig. Ab. Morelli ; e vi si leggono aneddoti riguardanti specialmente la scuola veneta. (e) Il Cignaroli rinomato pittore, oltre l'aver tessuto un cata- Ogo ragionato su i pittori di Verona , edito già nella C>"onaca ,YENEZIANA 5 de^ bassaiiesi. Né iiiun aiuto porgon le Guide o sia le Descrizioni de' quadri esposti in molte città dello Stato; ancorché non sian tutte di pari merito. Vi è la trevigiana del Pvigamonti , la vicentina impressa dal Vendramini Mosca, la bresciana del Carboni, la veronese tratta spe- cialmente dalla Verona illustrata dei March. Maffei, la veneta del lySS del sempre lodevole Sig. Antonio M. Zanetti. Molto ricca di memorie istoriche sopra i pittori è quella di Padova tessuta già dal Rossetti, ed ora cor- retta e migliorata dal Brandolese: né poche nuove cose ed interessanti, per fissare meglio cert' epoche di profes- sori, ci ha comunicate il Bartoìi nella Guida di Rovigo; ed alquante pure in quella di Bergamo il Dottor Pasta. A questi aiuti ho aggiunte non poche notizie edite negli miogi del Sig. Longhi e in alcuni cataloghi di particolari quadrerie; ed altre aneddote in parte raccolte per me medesimo, in parte datemi dagli amici («), e particolar- mente dal coltissimo Sig. Gio. Maria Sasso che fa spe- rarci una Venezia Pittrice co' disegni delle migliori pit- ture di questa scuola incisi accuratamente {hi). dello Zagata ( Tom. Ili ), lasciò postille MSS. a tutta l'Opera del Pozzo. io) In questa edizione ho potuto per mezzo del Sig. Co. Cav. de Lazara profittare di un MS. di Natal Melcliiuri disteso nel 1728, intitolato Vite de Pittori Veneti. Questo scrittore è di autorità e perchè pittore e perchè conobbe la maggior parte di coloro , dei quali tessè le vite. {b) Morì questo degno uomo, e l'opera non è uscita per anco. Vide però luce quella del Sig. Co. Canonico de Jlinaldis su i pittori del Friuli; che , dopo le brevi notizie che ne avea scritte l'Altan, meglio e più stesamente fa conoscere quella grande scuola: egli non è sempre esatto ,• e meglio scriverebbe se avesse veduto più. Uscì pure in luce l'Opera in due volumi del P. M. Federici su gli artefici della Marca trevigiana, corredata di documenti, e che più dell'antecedente può pascere un lettor erudito. Fa però, come co- munemente i libri di opinioni nuove, fa, dico, sospendere talora il giudizio. EPOCA PRIMA Gli Antichi. Oe iieir ingresso di ogni scuola pittorica dovessi seguir l'esempio della Etruria Pittrice, che alle pitture sue fa precedere qualche suo musaico, io aviei qui da nominare que' di Grado fatti nel secolo VI, distinti col nome del Patriarca Elia, e que' di Torcello, e qualche altro in Ve- nezia e nelle Isole e in Terra ferma lavorati ne' secoli susseguenti al crescere degli edifici insieme colla gran- dezza del veneto Stato. Ma lasciando stare che questi esser musaici ( come molti di Roma ) possono opera dei greci, il titolo del mio lavoro che si limita alla Pittura e all'epoca del suo risorgimento in Italia, fa che io non sia molto sollecito di più antichi monumenti di belle arti, che staccatamente e senza serie di scuola qua e là si veggono; quantunque non lasci talora di accennargli secondo le opportunità quasi come per un parergo. Cose tali si deon cercare in altri libri. Io scrivo della Pittura risorta. Il più antico monumento pittorico eh' esista nel veneziano, credo essere a Verona in un sotterraneo delle Monache de' SS. Nazario e Celso, che inaccessibile al co- mune dei curiosi, è stato nondimeno fatto incidere in vari rami dal eh. Monsignor Dionisi. In questo, che fu già oratorio dt?' fedeli, son dipinti alcuni misteri di nostra redenzione, alcuni Apostoli, alcuni Santi Martiri, e spe- cialmente il passaggio di un giusto da questa vita, a cui assiste l'Arcangelo S. Michele. I simboli, le fabbriche, il disegno, le mosse, i vestiti delle figure, i caratteri ag- giunti non lasciano dubitare che la pittura sia anteriore EPOCA PRi;VIA 7 d'assai al risorgimento delle arti in Italia. Ma il comune degli scrittori ordisce i principj della pittura veneta dal secolo XI o sia dal 1070 incirca; quando il Doge Selvo invitò di Grecia i musaicisti per adornare il magnifico tempio dell' Evangelista S. Marco. Doveano quegli arte- fici, ancorché rozzi, in qualche modo saper dipingere; non potendosi far musaico, che prima non sia disegnata e colorita in cartoni la composizione da ridursi in opera : questi, dicon essi, furono i primi rudimenti della pittura in Venezia. Comunque siasi, T arte vi allignò presto; e crebbe dopo il 1204 quando, presa Costantinopoli, fu piena Venezia in breve tempo non p'ir di artefici, ma di pitture, di statue, di bassirilievi greci (a). Che se io non fossi usato a restringere i miei racconti alle pitture che esistono, e delle altre e de' loro autori a dar solo qualche breve cenno, proverei con istorici documenti, che dopo quel tempo la città non fu scarsa di dipintori, e potè for- Pittori lei mare di essi nel secolo XIII una compagnia con leggi e e'^xiV. constituzioni sue proprie. Ma di quelli artefici più antichi rimane o il solo nome, come di un Giovanni da Venezia Gkvanm r(AVB>E/.ili 1- nj- • 11 1 T» •! e di un Martmello da xJassano; o, spento il nome, ne re- Martikel- "*" ^**" sta solo qualche lavoro, com'è l'Arca in le^no della B. t? Giuliana dipinta circa il 12G2, che fu quello della sua morte. Resta questo monumento nel suo monastero di S. Biagio alla Giudecca; rimaso in venerazione anche dopo che il corpo della Beata fu trasferito in urna di pietra nel 1297. ^^ ^ dipinto S. Biagio titolar della chiesa, S. Cataldo Vescovo e la B. Giuliana; quegli ritti, questa genuflessa: i lor nomi sono in latino; e lo stile ancorché rozzo, pur non è greco.
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