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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

I TERREMOTI 1997-2007 Sono passati dieci anni da quando una DELL’APPENNINO sequenza di scosse sismiche, così lunga da farla ricordare come “il terremoto Enzo Boschi Enzo Ber Guido I secolo a.C. – 2000 infinito”, coinvolse una vasta area UMBRO-MARCHIGIANO compresa tra l’ e le Marche. Quei terremoti colpirono duramente

tolaso la popolazione, le abitazioni e i beni Guido Bertolaso ed Enzo Boschi culturali, di cui queste regioni sono ricche; primo fra tutti la Basilica di San Francesco di Assisi, uno dei

I monumenti-simbolo dell’arte italiana TERREMOTIDELL nel mondo. Questo libro racconta la lunga storia sismica dell’area colpita dai terremoti nel settembre 1997, partendo dagli eventi più antichi per arrivare ai nostri giorni.

’APPENNINO UMBR ’APPENNINO Sapere quando, dove e come i terremoti hanno già colpito l’Appennino umbro-marchigiano non serve ad alimentare paure, ma a mostrare i caratteri propri di quest’area e a valutarne la pericolosità. Infatti, i terremoti che verranno non saranno molto diversi da quelli O-MARCHIGIANO già avvenuti nelle stesse aree. È la sismologia storica che scopre e classifica gli effetti dei terremoti del passato. Antiche testimonianze individuali o complicate risposte istituzionali diventano dei dati indispensabili per valutare la sismicità di un’area. Il punto di partenza è un preciso contesto I secolo a.C secolo I storico e sociale. Questa storia, quasi mai nota agli abitanti di un’area sismica, può contribuire a una nuova cultura

. Istituto Nazionale – 2000 – di Geofisica e Vulcanologia della sicurezza, per applicare oggi con convinzione le strategie di prevenzione necessarie per mitigare gli effetti dei terremoti futuri.

Storia Geofisica Ambiente Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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I TERREMOTI DELL’APPENNINO UMBRO-MARCHIGIANO

area centrale e meridionale dal I secolo a.C. al 2000 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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I TERREMOTI DELL’APPENNINO UMBRO-MARCHIGIANO area centrale e meridionale dal I secolo a.C. al 2000

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi

con la collaborazione di Emanuela Guidoboni Graziano Ferrari Sergio Castenetto Dante Mariotti Gianluca Valensise Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

progetto e ricerca Il terremoto del 1997-98 è stato un evento Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari e Gianluca Valensise. i mportante, che ha segnato nu ove strategie di intervento e di prevenzione e una nuova sinergia collaboratori di redazione con la ricerca scientifica. Alberto Comastri, Martino Ferrarese, Maria Luisa De Simone, Leonardo Furlan. Lo ricordiamo con questo libro, dedicato a tutti coloro che hanno vissuto quella crisi sismica in prima persona, come residenti, tecnici, ricercatori o cartografia e grafica elettronica Maria Giovanna Bianchi e Gabriele Tarabusi volontari, e che si sono adoperati per affrontare l’emergenza e la ricostruzione con coraggio, razionalità ed efficienza.

Si ringraziano gli enti che nel 1998 hanno cortesemente collaborato alla prima edizione, favorendo la ricerca documentaria e iconografica, in particolare: – Accademia Spoletina; – Archivio della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli; – Archivio di Stato di Macerata, Sezione di Camerino; – Archivio di Stato di ; – Archivio di Stato di Perugia, Sezione di Foligno; – Archivio di Stato di Perugia, Sezione di Spoleto; – Archivio di Stato di Roma; – Archivio Segreto Vaticano; – Archivio Storico Comunale di ; – Archivio Storico Comunale di Norcia; – Archivio Vescovile di Foligno; – Biblioteca Civica di Storia dell’arte “Luigi Poletti” di Modena; – Cineteca Comunale, Bologna; – Curia Vescovile di Camerino; – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, Roma; – Osservatorio Sismico “A. Bina”, Perugia; – Polizia Municipale di Foligno; – Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria, Perugia; – Soprintendenza per i Beni Artistici per l’Umbria, Perugia; – Università di Perugia.

seconda edizione riveduta e integrata © 2007 Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della protezione civile Via Ulpiano 11, 00193 Roma Via Vitorchiano 2, 00189 Roma © 2007 ING Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Via di Vigna Murata 605, 00143 Roma © 2007 SGA Storia Geofisica Ambiente Via del Battiferro 10b, 40129 Bologna ricerca e testi

prima edizione © 1998 ING Istituto Nazionale di Geofisica Via di Vigna Murata 605, 00143 Roma © 1998 SGA Storia Geofisica Ambiente I diritti di utilizzazione economica, di edizione, stampa, Via Bellombra 24/2, 40136 Bologna riproduzione, memorizzazione elettronica e di adattamento ricerca e testi totale o parziale, con qualsiasi mezzo (incluso microfilm, video e copie fotostatiche), traduzione, modifica, ISBN 978-88-85213-12-X aggiornamento o revisione sono riservati per tutti i paesi. Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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Indice

9 Prefazione Guido Bertolaso ed Enzo Boschi 130 1831 ottobre – 1832 aprile Valle del Topino 140 • Dopo il terremoto: le case di Assisi secondo il perito Antonio Mollari 18 Alcune parole su questo libro 142 • Il quotidiano e l’aulico: due poeti per uno stesso evento 146 • Il santuario di Santa Maria degli Angeli: una storia tormentata dai terremoti 24 Elenco dei terremoti selezionati 150 • Foligno: monumenti e terremoti, un rapporto secolare

25 99 a.C. Norcia 151 1832 ottobre – dicembre alta Valle del Chienti 25 • Le lance di Marte oscillano nella Regia: un rudimentale rilevatore 153 • L’inizio del terremoto raccontato dal governatore di Visso di scosse nella Roma antica? 154 1838 gennaio – novembre Valnerina 26 63 a.C. Appennino umbro? 158 1854 12 febbraio Valle del Topino 27 801 29 aprile Appennino centrale? 163 1859 22 agosto Valnerina 28 1279 30 aprile Nocera, Valle del Chienti e Camerino 170 • Dallo stato della Chiesa al regno d’Italia: la prima legge edilizia antisismica di Norcia 32 • I ricordi a “scatola cinese” dei monaci medievali e il suo fallimento

35 1328 4 dicembre Valnerina 173 1878 15 settembre Valle del Clitunno

38 1477 gennaio – maggio Foligno 176 1879 23 febbraio Valnerina

41 1599 novembre – 1600 gennaio Valnerina 178 1898 aprile – settembre alta Valnerina 42 •“Umide le coperture delle tende, umide le membra” 180 1915 marzo – luglio alta Valle del Chienti e Assisi 45 1703 14 gennaio Appennino umbro-reatino 182 • Effetti in Umbria di terremoti lontani: Marsica 1915, Cittareale 1916

60 1719 27 giugno alta Valnerina 184 1974 2 dicembre Valnerina

62 1730 12 maggio Valnerina – 1730 ottobre Gubbio 186 1979 19 settembre Valnerina 199 • Terremoti: arte perduta e arte ritrovata 76 1747 gennaio – aprile Gualdo Tadino e Nocera Umbra 206 • Il caso Sellano: una storia di danni sismici forse sottovalutati 83 • Annifo: tracce di una storia sismica ancora quasi sconosciuta 208 1984 29 aprile Gubbio e Perugia 84 1751 27 luglio Gualdo Tadino e Nocera Umbra 211 • Turismo, arte e terremoto: il ruolo dei mezzi di comunicazione 90 • Il leviatano burocratico ai tempi dello stato pontificio 215 • I terremoti avevano già colpito i monumenti di Assisi prima del 1997? 92 • Cronaca di una burocrazia davanti alla ricostruzione 216 1997 settembre – 1998 aprile Appennino umbro-marchigiano 98 1785 febbraio – giugno alta Valle del Chienti 232 • Il grande trambusto degli archivi storici in Umbria 233 • Assisi: il terremoto nel complesso della Basilica e i grandi restauri 101 1791 ottobre – 1793 aprile Foligno e la sua montagna, Sellano 237 • Il terremoto più studiato degli ultimi cinquant’anni 112 • Le “palombare” perdute 245 Parametri dei terremoti selezionati 114 1799 28 luglio Camerino e il suo territorio 121 • Le stime dei danni dell’allievo di Vanvitelli 300 Bibliografia 123 • Il terremoto sorprende i combattenti 345 Elenco delle carte, delle figure e referenze iconografiche 124 1815 3 settembre Valnerina Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Prefazione

Prevedere o prevenire? In questo apparente dualismo si coniugano due delle caratteristiche principali del nostro sistema nazionale di Protezione Civile, che già dal 1992 è configurato come un “servizio naziona- le” formato da amministrazioni dello Stato centrali e periferiche, da enti pubblici nazionali e locali e da numerosi altri soggetti pubblici e privati. Da molti anni la Protezione Civile italiana ha fatto propria e dif- fuso una cultura che pone la ricerca sui fenomeni naturali estremi e le attività di prevenzione dei rischi connessi sullo stesso piano delle più tradizionali attività di soccorso. Il libro che presentiamo intende illustrare e far conoscere questa sinergia tra il sistema della ricerca e l’amministrazione centrale dello Stato nel campo delle scienze applicate; ossia tra chi studia i fenomeni naturali per cogliere – o se vogliamo, prevedere – le caratteristiche degli eventi avversi futuri, e chi ha il compito di trasformare i risultati di questi studi in una maggior consapevolezza del rischio e in specifiche norme di prevenzione. La Protezione Civile nazionale è ben consapevole del fatto che un’efficace cultura di difesa dai disastri naturali richiede un paziente trasferimento delle conoscenze dal mondo scientifico alle diverse compo- nenti della società; paziente perché richiede anni di lavoro, una continua attenzione verso i canali di for- mazione primaria dei cittadini del futuro, una capillare opera di informazione che sia esaustiva, e che al tempo stesso rifugga dal catastrofismo gratuito che spesso caratterizza i mass-media. Questo libro, ripubblicato e integrato dieci anni dopo il terremoto che colpì l’Umbria e le Marche il 26 set- tembre 1997, è frutto di una iniziativa congiunta del Dipartimento della Protezione Civile e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Dedicato a lettori curiosi e attenti, non necessariamente esperti di sismologia o di tecniche costruttive antisismiche, il libro racconta la storia dei terremoti di una vasta parte di territorio appenninico tra l’Umbria meridionale e le Marche (fig. 1). La narrazione intreccia aspetti della complessa storia sismica di questa parte dell’Italia con numerosi aspetti della sua storia civile, poli- tica e sociale, partendo dalle epoche più remote per giungere a quel fatidico 26 settembre 1997. Tutto era cominciato il 4 settembre 1997, quando con i primi notiziari della mattina gli italiani appresero

dagli organi di informazione che nella notte una scossa di magnitudo 4.4 (ML) aveva colpito la zona di Col- fiorito, una piccola località al confine tra le province di Perugia e Macerata. Il terremoto aveva causato qualche danno in antichi casolari in muratura che contornano la Piana di Colfiorito, un ampio altipiano posto lungo il crinale dell’Appennino e noto fin dall’antichità per essere una delle vie di collegamento tra il cuore dell’Umbria e la costa adriatica; tuttavia nessuno dei non numerosi edifici di costruzione recente esistenti nella zona sembrava aver riportato lesioni preoccupanti. Quella scossa diede avvio a un vero e proprio periodo sismico in scala ridotta, con un centinaio di repliche (quelle che i giornalisti comune- mente chiamano “scosse di assestamento”), che si spinsero fino a Nocera Umbra verso nord-ovest, e fino a Sellano e Preci verso sud-est. Di lì a pochi giorni anche queste repliche finirono e la popolazione tirò un sospiro di sollievo, sia perché chi abita in quella zona è abituato a piccole scosse che avvengono di quan- do in quando, sia perché, in fondo, la zona di Colfiorito sembrava essere stata baciata dalla fortuna, essen- do uscita indenne dalle due crisi sismiche che hanno colpito in tempi recenti l’Umbria e le Marche: quel- la di Norcia e dell’alta Valnerina del 19 settembre 1979, e quella di Gubbio e Valfabbrica del 29 aprile 1984. Fig.1 Area dell’Appennino umbro-marchigiano analizzata in questo libro attraverso i terremoti storici che l’hanno colpita Chi poi conosceva già un po’ di storia della regione poteva essere a conoscenza del fatto che anche in pas- dal I secolo a.C. al 1997. Sono qui localizzati 40 epicentri, di cui si può vedere l’elenco a pag. 21. sato la zona di Colfiorito era stata “risparmiata” da grandi distruzioni sismiche. A partire dal 1703 e poi ancora nel 1719, 1730, 1747, 1751 e 1799, una impressionante sequenza di forti terremoti aveva semina- to distruzione e morte lungo il crinale appenninico che separa l’Umbria dalla parte più meridionale delle Marche. Durante questi cento anni di terremoti e distruzioni la Piana di Colfiorito, che come oggi era caratterizzata da una densità abitativa bassissima rispetto agli adiacenti fondovalle dei fiumi Topino e Nera, si era trovata come nell’occhio del ciclone, una specie di isola tranquilla in un mare in tempesta, e aveva risentito solo marginalmente di questi eventi distruttivi. La Natura però, generalmente, non è incli- ne a concedere favori ed esenzioni a chi abita nelle zone più calde dell’attività geodinamica, quale è tutta 9 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

cità, e magari fare “previsioni a posteriori” di eventi ormai passati. Quello dei sismologi sembra dunque essere un percorso professionale frustrante nel primo caso, e inutile nel secondo caso, ma non è così: al contrario, guardare a ciò che è già accaduto è la strada da seguire. A differenza di altri settori della Fisi- ca, che basano le loro fondamenta sulla capacità di organizzare e riprodurre infinite volte un determina- to esperimento, la Geofisica, ovvero lo studio della Terra e delle sue manifestazioni, non può scegliere “quando”, “come” e “dove” organizzare un esperimento. I terremoti che avvengono sotto i nostri occhi, o che sono avvenuti dieci anni fa, o anche due secoli fa, sono l’occasione sperimentale;che consente di capi- re quali forze generano i terremoti, come e quanto forti saranno quelli del futuro, quali località ne ver- ranno colpite, dove ci potremo aspettare i danni più forti: in poche parole, il “dove” e il “come”. E forse un giorno sarà possibile ipotizzare il “quando”, che è poi la fonte delle nostre amarezze ma anche l’obiet- tivo più difficile da raggiungere. Questo “quando”, tuttavia, se da un lato potrebbe salvare vite umane, che è un diritto prioritario, dall’altro non potrebbe evitare del tutto i crolli e le distruzioni. Questo libro illustra uno degli strumenti principali attraverso cui si realizza questa indagine retrospettiva sulle caratteristiche della sismicità di una determinata regione. Per comprendere la struttura di dettaglio del libro, i criteri di selezione e catalogazione dell’informazione riportata e le diverse possibili chiavi di let- tura, il lettore potrà fare riferimento al capitolo che segue. Qui ci limitiamo a raccomandare di rilevare gli elementi comuni e le sistematicità che possono emergere da uno studio storico così condotto, di tentare di cogliere come i terremoti di oggi e di ieri siano parte di un’unica storia naturale, e di osservare come la maggiore o minore gravità degli effetti dei terremoti dipendano strettamente dall’intrecciarsi di questa storia naturale con la storia della società che abita quel territorio. Ma affinché questo confronto sia pie- namente attuabile è necessario dapprima richiamare alcuni concetti fondamentali del processo sismico e di come esso può essere quantificato.

Che cos’è un terremoto?

Un terremoto può essere definito come l’atto conclusivo di un lungo e incessante processo di accumulo di deformazione delle rocce che formano la parte più esterna della Terra. L’energia che determina questa deformazione proviene dai grandi processi dinamici o, più propriamente, tettonici (dal greco tektonikós, che indica un legame con l’arte di edificare), che si sviluppano all’interno del nostro pianeta e lo coinvol- Fig.2 Questa mappa rappresenta la densità di rilascio di energia sismica delle diverse zone d’talia a partire dall’anno gono nella sua globalità. Il guscio esterno della Terra, a sua volta, è come un mosaico di “tessere” irrego- 1000. L’immagine sottolinea la diversità dello stile del rilascio tra Italia meridionale e Sicilia da un lato, dove la sismicità è lari per dimensioni e forma, che i geofisici chiamano “placche”. Le placche si spostano spinte dalla dina- più concentrata e più distruttiva, e il resto della penisola (comprendendo anche la zona dei terremoti del settembre- ottobre 1997), dove i terremoti sono più piccoli e dispersi. Il riquadro sulla destra mostra un ingrandimento della zona mica interna del pianeta, dinamica che in ultima analisi è responsabile della produzione dell’energia umbro-marchigiana, in cui è riportata anche la localizzazione delle tre scosse principali della sequenza del 1997 (si veda necessaria per scatenare i terremoti, dare vita ai vulcani e generare catene montuose e fosse oceaniche. testo). Gli effetti di questi spostamenti sono particolarmente evidenti nei punti di contatto tra placche, e l’Ap- pennino, stretto tra la placca Africana e quella Eurasiatica, è uno di questi punti nevralgici del pianeta. In la dorsale appenninica dalla Liguria alla Sicilia, Piana di Colfiorito inclusa. I ricercatori ne sono ben con- queste particolari regioni del globo, la deformazione della porzione più superficiale e “fragile” della crosta sapevoli, e in effetti la “tranquilla” Piana di Colfiorito era già stata osservata come una possibile anomalia terrestre determina uno stato di instabilità che, raggiunta una certa soglia, non consente ulteriori accu- in un quadro di sismicità, quella dell’intero Appennino umbro-marchigiano, notoriamente distruttiva e tut- muli di sforzo. La Natura tende sempre ad andare verso uno stato di stabilità e, dal momento che l’accu- tavia ben compresa e giustificata dalle conoscenze sulla geodinamica della nostra penisola. mulo di deformazione tra placche adiacenti è un processo che agisce senza sosta, per liberare periodica- Purtroppo questa condizione di “attenzione” da parte della comunità scientifica non ha potuto spingersi mente l’energia in eccesso si serve di un meccanismo di cui noi vediamo solo gli effetti tangibili sotto al di là del semplice sospetto, sia perché situazioni analoghe si riscontrano in diverse zone dell’Italia, sia forma di scuotimento: il terremoto, che in pratica è il risultato di una frattura, o faglia, che si propaga nelle perché la nostra capacità di percepire l’imminente accadimento di un terremoto a partire dai dati che i zone crostali divenute instabili. Una volta creatasi, ogni faglia diviene la sede preferenziale in cui si libera nostri strumenti e le nostre analisi forniscono è, come tutti sanno o dovrebbero sapere, ancora molto limi- l’energia della regione in cui la faglia stessa si trova, perché l’energia che serve per rimobilizzare una frat- tata. Ed è per questo che abbiamo vissuto con particolare amarezza la crisi sismica che sarebbe poi ini- tura esistente è sempre minore di quella necessaria per generarne una nuova. A ogni ciclo di carico e sca- ziata il 26 settembre: amarezza dovuta non solo alla tragedia che si stava consumando davanti ai nostri rico dell’energia è associato un terremoto, le cui dimensioni sono grossolanamente funzione delle dimen- occhi, ma anche e forse soprattutto per non aver intuito subito con chiarezza e in modo diretto che l’Um- sioni della faglia stessa, definita in questo caso “faglia sismogenetica”. bria e le Marche stavano per essere colpite da una nuova e grave crisi sismica. Il terremoto è quindi una manifestazione di un processo che coinvolge l’evoluzione della parte più ester- Quello che è successo in Umbria e nelle Marche nel 1997 riassume a perfezione quello che sembra esse- na della superficie terrestre. Ne consegue che, di tutta l’energia che viene rilasciata in maniera pressoché re il “destino” dei sismologi: se guardano in avanti, si amareggiano perché le loro analisi sembrano sem- istantanea durante un terremoto, solo una parte viene impiegata per generare le onde sismiche respon- pre vaghe e c’è sempre qualcosa che avrebbero potuto capire prima o meglio; se guardano indietro, ai ter- sabili dello scuotimento del terreno e dei danni conseguenti, mentre il resto deforma in modo permanen- 10 remoti del passato (anche recentissimo), allora riescono a capire, ricostruire processi, cogliere sistemati- te l’ambiente circostante: un evento sismico è in grado di abbassare, innalzare o spostare orizzontalmen- 11 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

te di qualche decimetro o di qualche metro parti della crosta terrestre che, a seconda della magnitudo del È molto difficile prevedere se una faglia sismogenetica è prossima al raggiungimento delle condizioni di terremoto, possono estendersi per decine o centinaia di chilometri quadrati. Questa deformazione altera innesco della frattura, e nel caso in cui questo avvenisse, se e quali faglie adiacenti verranno attivate dal lo stato di sforzo delle parti di crosta contigue alla faglia attivata, che così, in un certo senso, “trasmette suo movimento. Se questi parametri fossero facilmente stimabili avremmo in mano la chiave per preve- informazioni” alle faglie attive circostanti, piccole o grandi che siano. Potremmo definire questo processo dere i terremoti. Purtroppo però tutte queste valutazioni dipendono strettamente dalla conoscenza dell’e- come il modo in cui le faglie “comunicano” tra di loro, cedendo o ricevendo una certa quantità di sforzo. nergia totale accumulata nel tempo, più quella eventualmente aggiunta da terremoti avvenuti precedente- Questa percentuale di sforzo, per così dire “aggiunto” su una faglia da un terremoto avvenuto su una faglia mente nelle aree circostanti (anche molti secoli prima!), nonché dalla conoscenza delle caratteristiche delle adiacente, si somma allo sforzo tettonico che con continuità carica tutte le faglie sismogenetiche che già rocce della zona sismica. Oggi possiamo stimare questi parametri con ampia approssimazione, ma certo non esistono in una certa porzione di crosta, e può quindi portare ad ulteriori scosse. È intuitivo che questo misurare direttamente, visto che nessuno ancora ha inventato un modo per rendere accessibili rocce sepolte “sforzo aggiunto” avrà tanto maggiore effetto quanto la faglia che ne viene caricata è piccola, e questo a 5, 10, 20 chilometri di profondità. Possiamo misurare con una certa accuratezza gli aspetti cinematici dei spiega perché ogni grande terremoto viene sempre seguito da una miriade di scosse tanto più numerose processi geodinamici che causano l’accumulo di energia nella crosta terrestre, in altre parole la direzione e quanto più sono piccole, che sono appunto le repliche. La zona colpita dai terremoti del settembre-otto- l’intensità relativa degli sforzi, ma ci è preclusa la conoscenza del valore assoluto dell’energia immagazzinata bre 1997 ne è un ottimo esempio: in sei mesi furono registrate oltre ottomila repliche, ma solo un migliaio nella zona sismica che ci interessa. Ne consegue che non ne conosciamo nemmeno il livello di deformazione, furono sentite dalla popolazione e forse una ventina causarono ulteriori danni alle abitazioni. e quindi la maggiore o minore vicinanza temporale alla frattura. In conclusione, nessuno al mondo è oggi in grado di prevedere i terremoti osservando direttamente i processi di accumulo di deformazione, anche se Fig.3 A sinistra: Distribuzione attuale delle stazioni sismiche che contribuiscono alla localizzazione e siamo in grado di seguire con grande precisione l’evoluzione di una zona sismica in attività. parametrizzazione dei terremoti che avvengono nel territorio italiano. Le stazioni appartengono alla rete nazionale Da quanto detto deriva che un’importante chiave di lettura di questo libro: se un settore di crosta si è rotto gestita dall’INGV e ad alcune reti locali gestite da: Università di Genova, Osservatorio Geofisico Sperimentale di Trieste, producendo un terremoto in epoca relativamente recente, che in termini geologici può voler dire negli ultimi Regione Emilia Romagna, Regione Toscana e Regione Friuli Venezia Giulia. Queste reti operano in stretta sinergia e due o tre secoli, si può ragionevolmente ritenere che oggi esso non abbia ancora raggiunto uno stato di defor- rispondono ad esigenze di protezione civile e di ricerca. Completa il quadro la rete mediterranea MedNet, anch’essa gestita dall’INGV in collaborazione con diverse istituzioni di ricerca Euro-mediterranee. Questa rete, costituita da mazione tale da far temere un nuovo forte terremoto. Viceversa, una zona sismica che non ha liberato ener- strumentazione ad alto contenuto tecnologico, è dedicata prevalentemente a ricerche avanzate sui terremoti maggiori. gia per molti secoli, potrebbe “presto” divenire sede di un terremoto. Una zona sismica che si trova in queste Negli anni della sequenza sismica urmbro-marchigiana le rete sismica nazionale contava circa 90 stazioni, mentre oggi condizioni viene chiamata lacuna sismica, anche se naturalmente l’accuratezza con cui ci è possibile stima- ne conta oltre 200. Occorre precisare che tale evoluzione non è solo quantitativa, ma anche qualitativa: infatti in questi re il significato della parola “presto” è quella tipica dei processi geologici: anni, decenni, o forse secoli. Come anni è stato significativamente incrementato anche il valore tecnologico della strumentazione sismica. accennato in precedenza, e come apparirà più chiaro dalle descrizioni e dalle immagini proposte nelle pagine sucessive, la definizione di lacuna sismica sembra descrivere perfettamente la condizione in cui si trovavano le zone colpite dalla sequenza sismica umbro-marchigiana prima del 4 settembre 1997.

Fig.4 Distribuzione delle scosse principali e minori della sequenza iniziata nel settembre 1997 (includendo tutte le scosse avvenute fino alla fine di aprile 1998). Procedendo da nord- ovest verso sud-est, le quattro stelle

identificano la scossa del 3 aprile 1998 (ML 5.0), quella delle ore 11:40 del 26 settembre

1997 (ML 5.8), quella delle ore 02:33 dello

stesso giorno (ML 5.6), e quella del 14 ottobre

1997 (ML 5.5). Con cerchietti bianchi sono riportati tutti i terremoti (scosse premonitorie e repliche) avvenuti tra il 4 settembre 1997 e la fine di febbraio 1998, in grigio le repliche del 12 marzo 1998 e in nero quelle dell’aprile 1998. 13 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

“Misurare” i terremoti a usare un altro tipo di magnitudo, la magnitudo-durata (MD), perché è di più facile determinazione e con- sente quindi una maggiore tempestività di informazione con una bassissima probabilità di errore. La Come si è visto, le tecniche di cui disponiamo attualmente non ci consentono di misurare direttamente i magnitudo-durata è una quantità un po’ rozza e fa giustamente storcere il naso ai sismologi più raffinati:

processi di accumulo di deformazione tettonica e i parametri caratteristici della sorgente sismica. Ci si ad esempio, in termini di magnitudo locale (ML), la scossa che ha dato l’avvio alla sequenza sismica deve accontentare di misurare, ovviamente solo a posteriori, il risultato ultimo di questi processi di accu- umbro-marchigiana, quella delle ore 02:33 di mattina del 26 settembre, è risultata più piccola di quella mulo, ovvero i terremoti. Ma anche misurare e paragonare tra loro i terremoti, soprattutto quelli del pas- che è avvenuta poche ore dopo alle ore 11:40, mentre in termini di magnitudo-durata le due scosse sato, non è facile. I sismologi, che naturalmente hanno come obiettivo primario l’oggettività e la riprodu- appaiono pressoché equivalenti, come è testimoniato anche dalla somiglianza dei loro effetti sul territo- cibilità delle misure, cercano di valutare l’energia liberata e usano diversi parametri fisici più o meno sofi- rio. Questo non crea alcun problema per gli interventi di Protezione Civile, ma può generare malintesi con sticati. Viceversa, coloro che “subiscono” un terremoto, o che sono chiamati a valutarne l’impatto, sono gli organi di informazione; anche perché da alcuni anni i sismologi hanno iniziato a usare un terzo tipo di

preoccupati, comprensibilmente, solo dai danni prodotti, ovvero dall’intensità del terremoto, e spesso magnitudo, detta magnitudo-momento (MW), che è calcolata direttamente e rigorosamente a partire dal introducono nelle valutazioni elementi di soggettività. Ulteriori ambiguità nascono dal fatto che il quadro valore dell’energia effettivamente rilasciata, cosa resa oggi possibile dagli sviluppi della moderna sismo-

di danno, classificato attraverso i gradi della scala MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg, comunemente usata in logia. Per lo stesso terremoto la MW tende ad essere leggermente più grande della ML: la MW della scossa Italia: per una descrizione delle diverse scale degli effetti tuttora in uso si veda il capitolo che segue), non delle ore 11:40, ad esempio, risulta essere stata pari a 6.0, contro una stima della ML pari a 5.8. dipende solo dalle caratteristiche intrinseche della sorgente sismica, ma da almeno due altri importanti Tutte queste considerazioni possono apparire puramente accademiche, ma possono invece diventare cri- fattori. Il primo è, ovviamente, la qualità delle costruzioni colpite; l’altro è rappresentato dalle caratteri- tiche per chi si occupa di terremoti in un Paese ad elevata sismicità e densamente popolato come l’Italia. stiche del suolo in cui gli edifici affondano le loro fondamenta. In alcuni casi, e più spesso di quanto si Un’informazione imprecisa può generare problemi gravi. Un caso tipico è la confusione fra stima della creda, queste caratteristiche possono rendere più severa la sollecitazione sismica, causando danni anche magnitudo Richter e dell’intensità per uno stesso terremoto. Molti, ma purtroppo non tutti, sanno che la in edifici ben costruiti. magnitudo misura l’energia rilasciata attraverso i dati strumentali, mentre l’intensità è prevalentemente Anche la determinazione della grandezza di un terremoto attraverso la sua magnitudo può dar luogo a sor- una scala di effetti, dunque non sarebbe possibile stabilire fra di loro relazioni univoche su basi fisiche. prese e malintesi. Esistono infatti molte definizioni della magnitudo, ognuna con i suoi meriti e le sue limi- Tuttavia, analizzando molti terremoti del recente passato di cui è stata stimata con strumenti l’energia tazioni, e nello scegliere l’una o l’altra sono talora gli stessi sismologi che, involontariamente, contribui- liberata sotto forma di onde sismiche, cioè la magnitudo, e per i quali è nota la distribuzione del danno, scono a generare confusione nella determinazione della forza di un terremoto appena avvenuto. I valori è stato possibile trovare una relazione empirica che lega le due grandezze. Questa relazione ci consente

riportati in questo testo sono quelli della cosiddetta magnitudo locale (ML), che più si avvicina alla defi- di utilizzare i valori di intensità per valutare una magnitudo-momento piuttosto accurata anche per i ter- nizione originale di Richter. Nei rapporti con la Protezione Civile durante le crisi sismiche, invece, si tende remoti avvenuti prima dell’epoca strumentale, che possono così essere analizzati in maniera più omoge- nea rispetto agli eventi recenti. La tabella di pagina 21 mostra i valori di magnitudo che sono stati calco- Fig.5 Terremoti in Umbria dal 4 settembre 1997 al 3 aprile 1998: andamento spazio-temporale della sequenza del 1997-98 lati per tutti gli eventi trattati in questo libro. La stessa relazione, una volta determinata la magnitudo con lungo una sezione parallela all’Appennino. Le stelline e le linee bianche verticali associate a queste identificano strumenti moderni, ci consente di stimare il massimo livello di danno atteso per un dato terremoto, anche rispettivamente i quattro eventi più importanti della sequenza (si veda anche la Fig.4) e la lunghezza delle faglie sismogenetiche che ne sono state responsabili.

26 settembre, 11:40 3 aprile 26 settembre, 02:33

Fig.6 Orientamento delle faglie sismogenetiche responsabili dei 19 terremoti più forti della sequenza del 1997-98. premonitoria 14 ottobre I simboli esagonali indicano le dimensioni 4 settembre 1997 relative delle diverse scosse. Si noti l’omogeneità delle direzioni di rottura, che nel complesso descrivono una tendenza di questo settore dell’Appennino a estendersi in 14 direzione NE-SO. 15 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

se solo una ricognizione diretta nelle zone colpite può consentire di stabilire i valori puntuali dell’inten- Quale conclusione possiamo trarre? Essendosi ormai sostanzialmente “riempito” lo spazio lasciato sità degli effetti effettivamente raggiunta. Alla fine del libro, il lettore curioso e interessato può trovare libero tra i grandi terremoti storici di questa parte dell’Appennino, è lecito ritenere che nei prossimi per ogni terremoto qui presentato gli elenchi delle località valutate con i gradi di intensità MCS e altri decenni o secoli le zone colpite nel 1997 potranno contare su un periodo di relativa tranquillità, e che parametri. poi successivamente le parti si invertiranno. Questo, ovviamente, non esclude che queste zone pos- sano subire danni a causa di terremoti avvenuti in zone limitrofe, come spesso è successo in passato. Anche per questo è fondamentale che in futuro i sismologi si sforzino di mettere in evidenza altri set- Uno sguardo ai terremoti del futuro: “filosofia” della prevenzione e della ricerca tori della catena appenninica che possono risultare “in ritardo” con la sismicità attesa, e quindi ipo- tizzare almeno per grandi linee dove avverranno i prossimi terremoti. Da quanto si è detto, consegue che di terremoti ce ne saranno ancora nell’area colpita nel 1997. Fra La delineazione delle “lacune sismiche” come criterio-guida per interventi di prevenzione fu una delle dieci, trenta, cento anni, altre sequenze sismiche forse simili a quella iniziata il 26 settembre 1997, col- linee portanti dell’azione di Franco Barberi, responsabile della Protezione Civile all’epoca del “terre- piranno le stesse zone o zone immediatamente adiacenti. La propensione di una regione a generare moto infinito”, come i mass-media definirono la sequenza sismica del 1997-98. A distanza di dieci anni terremoti più o meno forti e la stima dell’impatto territoriale, che tali terremoti possono avere, costi- ricordiamo le difficoltà che egli dovette superare nelle ore immediatamente successive alla scossa tuiscono la pericolosità sismica di quella regione, e i relativi studi formano un settore applicativo della della notte del 26 settembre, nei mesi di quell’autunno-inverno e nella primavera del 1998, quando la sismologia, che in un certo senso fa da ponte tra le ricerche sulla sismicità a carattere esclusivamen- forte scossa di Gualdo Tadino del 3 aprile precipitò nuovamente la popolazione nel panico, proprio te scientifico e le necessità della pianificazione territoriale. mentre sembrava che il peggio fosse passato. Furono mesi di tensione, di lavoro e di difficoltà buro- Ma come si valuta la pericolosità sismica? Quali sono gli ingredienti principali di questa analisi? Come cratiche, ma anche di innovazione e di nuove prospettive: una di queste fu il forte legame che si si diceva all’inizio di questa Prefazione, per “capire” la sismicità di una regione e valutarne la perico- instaurò tra il mondo della ricerca e il sistema nazionale di Protezione Civile, oggi indispensabile losità sismica dobbiamo guardare al passato e ciò è vero particolarmente in Italia, dove è conservato punto fermo nelle strategie di prevenzione, di cui anche questo libro, ripresentato ora nella seconda un patrimonio storico-documentario eccezionalmente ricco, già molto esplorato da questo punto di edizione più curata e integrata da nuovi dati, riteniamo sia un risultato positivo. vista, ma non ancora in modo esaustivo. Potremmo “ribaltare” idealmente la storia sismica passata su quella futura; questo probabilmente non ci consentirebbe di prevedere puntualmente i singoli grandi terremoti e i loro effetti, ma certamente ci darebbe un’idea complessiva del rischio a cui andiamo incontro. Quindi, una prima risposta a queste domande la si trova proprio in questo libro. I dati emer- si dalla ricerca storica rappresentano un patrimonio prezioso che va utilizzato come elemento fonda- Guido Bertolaso Enzo Boschi mentale per capire la sismicità che accadrà in futuro in questa area. Per chiarire meglio questi con- Capo del Dipartimento della Protezione Civile Presidente dell’Istituto Nazionale cetti apparentemente vaghi diamo un’occhiata a quello che il libro ci dice sulla sismicità della regione di Geofisica e Vulcanologia circostante la Piana di Colfiorito. Si è già accennato al fatto che l’insieme dei terremoti qui descritti suggerisce che questa zona per secoli abbia rappresentato una lacuna sismica circondata da zone molto attive, anche se tale attività in alcuni casi è dovuta a terremoti molto antichi e per questo assai 27 settembre 2007 meno documentati. Nel 1279 un forte terremoto colpì una zona che si può far coincidere con l’estre- mità nord-orientale del settore attivato nel 1997, mentre nel 1328 un altro forte terremoto colpì la zona posta poco oltre il suo limite meridionale. Quest’ultimo terremoto causò centinaia di vittime e distruzioni a Norcia, Preci e Sellano, centro quest’ultimo colpito nuovamente dalla scossa del 14 otto-

bre 1997 (ML 5.5). A sua volta il terremoto che è avvenuto nei pressi di Gualdo Tadino il 3 aprile 1998 ha interessato proprio l’estremità settentrionale del settore attivato nel 1997, estendendolo per altri 5 chilometri verso nord-ovest e arrivando a lambire l’area colpita dai terremoti del 1747 e del 1751. Cam- biando contemporaneamente sia la scala temporale di osservazione sia le energie in gioco, si può veri- ficare che il confronto con i terremoti già accaduti si applica anche all’osservazione della sismicità recente. Tra il 1975 e il settembre 1997 la Rete Sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica registrò alcune decine di migliaia di terremoti sparsi su tutto il territorio nazionale. Nell’area interessata dalla sequenza umbro-marchigiana, tuttavia, durante questo periodo la sismicità è stata modesta, mentre ai suoi margini si sono osservate zone caratterizzate da concentrazioni di piccoli terremoti. L’analisi congiunta di queste semplici osservazioni suggerisce che la faglia sismogenetica responsabi- le del terremoto del 1328 dovrebbe trovarsi immediatamente a sud-est di quella che ha generato la scossa del 14 ottobre 1997, la più meridionale di quelle attivate nell’ambito dell’intera sequenza. A sua volta, la parte centrale della struttura sismogenetica attivata con le forti scosse del 26 settembre 1997 non sembra aver generato terremoti almeno negli ultimi 700 anni, se si trascurano piccoli terremoti localizzati in specifici settori della struttura. Infine, la sua parte più settentrionale sembra chiudersi appena a sud-est dell’area colpita dai terremoti del 1747 e 1751, senza apparenti e significative solu- zioni di continuità che invece si ritrovano verso nord-ovest, tra questa stessa area e quella interessa- Si ringraziano Alessandro Amato, Massimo Cocco, Andrea Morelli e tutti i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e ta dal terremoto di Gubbio e Valfabbrica del 1984. Vulcanologia che nel 1997-98 hanno raccolto, elaborato e studiato i dati relativi alla sequenza sismica umbro-marchigiana, 16 trasformandola nel terremoto più analizzato e meglio compreso della storia sismica italiana. 17 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Alcune parole su questo libro • nel libro ci sono inoltre delle schede tematiche, in cui è richiamato un argomento o un aspetto della vicenda del terremoto. Si tratta di approfondimenti sulla burocrazia dei governi passati, di particolarità letterarie o di curiosità emerse dalla ricerca, oppure di casi di studio riguardanti singole località o monu- menti su cui si è voluto portare l’attenzione. Per quanto solitamente collegati a un particolare evento I dati sui terremoti del passato sismico, questi excursus rendono possibile un percorso di lettura complementare; • le figure sono presentate come lettura parallela al testo. Questo libro utilizza i dati della sismologia storica, il settore della sismologia che studia i terremoti del pas- sato dal punto di vista degli effetti. Il linguaggio della sismologia storica: descrizioni qualitative e parametri numerici Nell’elaborazione delle schede relative ai vari terremoti qui presentati sono stati seguiti alcuni criteri sem- plificativi: Il settore di ricerca, analisi ed elaborazione dei dati sui terremoti del passato è il campo specifico della • nei paragrafi riguardanti gli effetti non sono riportate tutte le località coinvolte dal terremoto, ma solo sismologia storica, oggi una neodisciplina che può essere considerata “l’altra metà del cielo” della sismo- quelle dell’area umbro-marchigiana, in cui le scosse principali hanno avuto intensità pari almeno al VI logia. Sebbene sia un settore di ricerche molto attivo, rimane spesso in ombra e sta di fatto “dietro” a grado MCS (sul significato di questa sigla si veda oltre), quindi a partire dalla soglia del danno. Per un tutte le elaborazioni sulla pericolosità sismica e sul rischio. La sua collocazione un po’ marginale è dovu- elenco completo degli effetti si rimanda al capitolo Parametri dei terremoti selezionati; ta in gran parte al fatto di essere poco nota e di elaborare dati qualitativi. • le indicazioni bibliografiche relative alle informazioni utilizzate non sono state specificate ogni volta, per La nostra cultura riconosce ai numeri, ossia al dato quantitativo, lo status privilegiato di elemento certo, rendere più agile la lettura; tuttavia ogni dato è basato su specifiche informazioni storiche. Per even- indiscutibile e, in un qualche modo, esterno e indipendente dai soggetti. Ma come ogni aspetto della tuali approfondimenti si rimanda alla bibliografia generale ragionata; realtà che ci circonda, anche i terremoti e i loro effetti possono essere analizzati sia quantitativamente • nelle carte sono localizzati gli effetti classificati con i gradi della scala MCS su una base cartografica digi- sia qualitativamente. Per quanto attiene ai terremoti del passato, il dato numerico è elaborato solo dopo tale del territorio italiano; molte carte presentano una elaborazione di tali dati che rende immediata la la ricostruzione dello scenario sismico. Lo studio di testi che provengono da culture più o meno remote visualizzazione a colori degli effetti; per i simboli usati si veda oltre la legenda generale; obbliga a soffermarsi su almeno due elementi, che possono mettere in crisi la generale fiducia nell’og- • in fondo al libro, nel capitolo Parametri dei terremoti selezionati sono disponibili gli elenchi con le gettività. Da una parte, molti di questi testi forniscono informazioni che anche l’esigente ricercatore con- località classificate e i relativi parametri per ogni terremoto qui analizzato. temporaneo può considerare precise e dettagliate, soprattutto indispensabili per conoscere gli effetti di un evento sismico, altrimenti non noto. Le successive elaborazioni numeriche (compendiate nei para- Percorsi di lettura metri sismici) si basano quindi su una precedente valutazione qualitativa dell’evento analizzato. Detto in altri termini, il numero, in sismologia storica, esprime un valore di sintesi che ha alle spalle un’analisi sto- Questo libro è strutturato per schede, ciascuna delle quali presenta i dati riguardanti un terremoto acca- rica, dell’evento sismico analizzato. duto entro l’area colpita dalla sequenza sismica del settembre-ottobre 1997. Il catalogo è stato costruito Anche i dati quantitativi strumentali hanno a che fare con interpretazioni, e perciò, nonostante il loro indi- attraverso una selezione dal Catalogo dei Forti Terremoti in Italia (Boschi et al. 2000 e Guidoboni et scutibile credito, sono soggetti alle stesse regole sulla fallibilità ed emendabilità che tutti riconosciamo a al. 2007) disponibile anche in Internet presso il sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, nel qualsiasi altro prodotto della speculazione umana. Il valore del dato numerico risiede in genere nella qua- settore Banche Dati (http://storing.ingv.it/cfti4med/). Gli eventi sismici sono stati selezionati con questi lità sia della strumentazione che l’ha prodotto, sia dell’analisi che l’ha elaborato; così come la qualità del criteri: dato storico dipende dalla qualità della ricerca che lo sottointende. (i) terremoti con intensità epicentrale maggiore o uguale al grado VII della scala MCS localizzati in una La sismologia storica “parla” quindi un doppio linguaggio, quello delle descrizioni degli effetti dei terremoti fascia di territorio di circa 30 km estesa in direzione nord ovest/sud est fra Nocera Umbra e Sellano; e quello dei parametri numerici, che classificano i terremoti. (ii) terremoti con intensità epicentrale maggiore o uguale al grado VIII, che pur essendo all’esterno di questa fascia hanno causato danni gravi in località comprese nell’area umbro-marchigiana più colpita dalla Alcuni termini specifici sequenza sismica del settembre-ottobre 1997. Da questa selezione sono emersi complessivamente 39 eventi sismici, dei quali sei non erano preceden- Questo libro si rivolge ad un vasto pubblico e perciò si è cercato di mantenere un linguaggio chiaro e temente noti nell’ambito della sismologia storica. In quest’ultima categoria di eventi “sconosciuti”, quat- accessibile. Rimangono da spiegare alcuni termini indispensabili spesso utilizzati: tro terremoti sono stati, per così dire, restituiti a un’immagine territoriale (1477, ottobre 1730, 1815, otto- 1. fonti storiche bre 1832) e due sono rimasti risentimenti locali di Annifo, i cui epicentri sono ancora sconosciuti (1631 e 2. cataloghi sismici 1721). 3. scala MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg) Questo libro offre la possibilità di una lettura sequenziale e analitica. La sua natura di testo divulgativo ha 4. TU (Tempo Universale) o GMT (Greenwich Mean Time) suggerito di facilitare la lettura attraverso schede disposte in ordine cronologico: 5. area epicentrale, epicentro. • ogni scheda è introdotta da una sintesi di poche righe (quasi un occhiello giornalistico) per enucleare alcune peculiarità del terremoto come evento sociale. Gli autori hanno ritenuto di favorire così una sele- 1. Fonti storiche zione delle schede, che possono interessare maggiormente il lettore, offrendo alcune suggestioni per Il termine fonte è usato in questo libro in senso storiografico: individua un testo scritto da un testimone una consultazione più rapida dei testi; autorevole e contemporaneo all’evento cui si riferisce. L’analisi critica del testo (esegesi) e la conoscenza • ogni scheda è organizzata in paragrafi, disposti secondo il seguente ordine: descrizione delle fonti degli elementi sociali e culturali del contesto storico, permettono di poter riconoscere l’affidabilità di una (documenti e materiali storici che hanno fornito i dati di base); descrizione del terremoto e dei suoi testimonianza scritta. Ovviamente, secondo i vari periodi, le fonti possono essere costituite da memorie effetti territoriali e nelle singole località, i cui nomi sono evidenziati in neretto. Inoltre si presentano individuali e/o da documenti prodotti da istituzioni (pubbliche, ecclesiastiche o private). In questa ricerca, informazioni relative ai risvolti sociali ed economici dell’emergenza, alla natura delle risposte istituzio- sono state prevalentemente utilizzate fonti archivistiche prodotte dalle istituzioni (oltre il 60% delle voci 18 nali, ai tempi e ai modi della ricostruzione, alle reazioni dell’ambiente scientifico del tempo; bibliografiche): sono testi manoscritti e inediti, costituiti da pratiche amministrative, da carteggi fra sedi 19 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

centrali e periferiche dei governi, da lettere scritte da vescovi nella loro funzione di governo (trattandosi III leggero, viene percepito come tremolio di territori dell’antico stato pontificio), da ecclesiastici, da governatori locali o da responsabili ufficiali delle IV percepito all’interno degli edifici; i liquidi possono oscillare nei contenitori; può causare panico emergenze e delle ricostruzioni. La complessità di questa documentazione risiede da un lato nei suoi V si avverte nettamente lo scuotimento degli edifici; i vetri delle finestre si infrangono; oggetti pendenti molteplici legami con la gestione di un territorio, su cui vi erano spesso molteplici ruoli amministrati- entrano in oscillazione vi, dall’altro nella particolare storia delle istituzioni e nelle prassi burocratiche dello stato della Chie- VI viene sentito da tutti; molti fuggono all’aperto; gli oggetti cadono; si hanno leggere crepature agli sa. intonaci e fessure nei muri, può cadere qualche tegola Vi sono anche fonti prodotte dalla sismologia, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, allorché la VII danni moderati a edifici di forte struttura; piccole spaccature nei muri; crolli in strutture malandate sismologia cominciò ad organizzarsi con servizi nazionali per conoscere meglio gli effetti locali dei terre- o mal costruite; crollo di tetti; fuoriescono pietre dalle murature; cadono comignoli moti che andavano accadendo. Tali fonti scritte sono in particolare le cartoline macrosismiche, una VIII un quarto circa delle case è gravemente lesionato; solidi muri di cinta crollano; parti di edifici posso- sorta di questionari distribuiti entro una fitta rete di rilevazioni locali, compilate da autorevoli corrispon- no crollare; negli interni si rovesciano i mobili; ruotano statue e colonne denti (prefetti, sindaci, osservatori meteorologici e geodinamici ecc.), i quali subito dopo una scossa invia- IX circa la metà delle case in muratura sono gravemente danneggiate; alcune crollano completamente; vano a Roma la descrizione degli effetti. Le fonti sismologiche qui analizzate includono anche rilievi tec- la maggior parte è inabitabile nico-scientifici, bollettini macrosismici e ricognizioni sul campo effettuate da sismologi del tempo. X gravissima distruzione di circa 3/4 degli edifici; la maggior parte crolla; i binari si piegano; le dighe di spaccano; le strade assumono un aspetto “ondulato” o si spaccano 2. Cataloghi sismici XI crollo di tutti gli edifici in muratura; i binari si piegano fortemente; cedono i pilastri di ferro; effetti Ricorrono spesso in questo libro i termini repertori eruditi e cataloghi sismici: sono degli elaborati estesi anche sull’ambiente diversi secondo le epoche e gli autori, costituiti da serie storiche di terremoti, ordinate cronologicamen- XII nessuna opera umana regge; gli effetti sul paesaggio assumono aspetti grandiosi. te. I repertori, frutto della cultura storica e letteraria, furono composti per lo più da eruditi, senza scopi applicativi, a partire dalla metà del XV secolo fino verso la fine dell’Ottocento. I cataloghi sono invece un 4. TU (Tempo Universale) o GMT (Greenwich Mean Time) elaborato finalizzato alla conoscenza più sistematica dell’attività sismica. I cataloghi sismici possono esse- Il tempo origine di un evento sismico non è meno importante della sua localizzazione geografica e della re descrittivi (ossia contenere solo descrizioni di effetti), parametrici (ossia elencare solo i parametri di valutazione dell’intensità. La sismologia storica si imbatte in continue difficoltà in questo campo: infatti, sintesi numerici) o descrittivi e parametrici insieme, come nel caso del Catalogo dei Forti Terremoti in le datazioni utilizzate nelle fonti storiche variano attraverso le epoche e le aree, essendo stati ulitlizzati in Italia (Boschi et al. 2000 e Guidoboni et al. 2007). Ricordiamo che l’Italia ha il catalogo dei terremoti più passato diversi stili di datazione e di sistemi orari. Inoltre, i dati relativi al tempo spesso sono stati mal importante del mondo, per lunghezza dell’arco cronologico, qualità e quantità dei dati, e che per questo interpretati dai compilatori di cataloghi dei terremoti della tradizione sismologica. Questo aspetto della può essere analizzato statisticamente per valutare l’attività sismica nel lungo periodo e valutare la peri- ricerca, perciò, risulta complesso e talvolta problematico. Si pensi, per esempio, che dal 1702 al 1846 a colosità di aree e siti. Roma si regolavano gli orologi sulla base della meridiana della chiesa di Santa Maria degli Angeli; succes- sivamente e fino alla seconda metà del ’900 un colpo di cannone annunciava il mezzogiorno. 3. Scala MCS L’adozione del Tempo Medio dell’Europa Centrale su tutto il territorio del regno d’Italia fu fatto il primo La scala MCS, ossia la Mercalli – Cancani – Sieberg, è usata in Italia per classificare gli effetti causati da un novembre 1893 e rappresenta l’ultima fase di un processo di standardizzazione della misura del tempo. terremoto in un contesto abitato e costruito: questa scala non misura quindi l’energia del terremoto, ma Dopo questa unificazione, la riduzione al tempo universale (TU) risulta immediatamente dalla sottrazio- l’intensità degli effetti, interpretabile anche come una stima dello scuotimento. ne di un’ora (due, quando è in corso l’ora legale). In tutto il mondo gli orologi collegati agli strumenti Questa scala è un aggiornamento di quella elaborata da Mercalli in successive versioni a partire dal 1887. sismici sono costantemente sincronizzati al tempo universale. Per il periodo precedente, e comunque in In tutto il mondo per classificare gli effetti dei terremoti si usano scale che hanno come base la scala Mer- presenza di usi orari diversi da quello attuale, la riduzione al tempo universale deve tenere conto della calli: per esempio negli Stati Uniti si usa la scala MM (Mercalli Modificata) elaborata nel 1931, nell’Europa longitudine e della longitudine delle diverse località per le quali le fonti danno indicazioni orarie (per una centrale e orientale è utilizzata la scala MSK (Medvedev-Sponheuer-Kárník), ed è in fase di applicazione in trattazione più ampia, ma pur sempre divulgativa di questo tema riferito ai terremoti si veda Ferrari e alcuni paesi europei la scala EMS (European Macroseismic Scale). Le scale MSK, MM e EMS prendono in Marmo 1985). considerazione anche le diverse tipologie costruttive (pietrame naturale, muratura, cemento armato ecc.) In questo libro, tutte le localizzazioni temporali degli eventi sono uniformemente riferite al tempo uni- e i diversi livelli di vulnerabilità: possono quindi essere usate per classificare i diversi effetti su un patri- versale, chiamato anche “ora di Greenwich” (GMT): è dunque possibile raffrontare le informazioni qui monio edilizio direttamente osservato o minuziosamente conosciuto. La scala MCS usata in questo libro è contenute con quelle di cataloghi non italiani, così come avviene per i cataloghi strumentali. quella applicata nel Catalogo dei Forti Terremoti in Italia e nel Catalogo Parametrico dei Terremoti Nelle schede di questo libro relative ad alcuni terremoti, l’indicazione del tempo secondo l’uso orario delle Italiani (CPTI): allo stato attuale della ricerca è ritenuta abbastanza adatta – nonostante i diversi e non fonti è stata inserita tra parentesi, accanto all’orario in tempo universale, per non perdere la suggestione piccoli problemi che pone – a classificare gli effetti desunti da dati storici, in quanto le tipologie costrutti- dei testi del passato. In particolare, si troverà menzione di due diversi tipi di notazione temporale: l’ora- ve del passato erano complessivamente più omogenee di quelle attuali. Restano ovviamente molte inco- rio “all’italiana” e quello “alla francese”. Il primo faceva cominciare la giornata dall’avemaria, mezz’ora gnite sullo stato di conservazione dei vari insiemi edilizi, sui quali oggi, trattandosi di situazioni non più dopo il tramonto: questo tipo di indicazione oraria anticipava l’inizio di una nuova giornata di una quan- osservabili o non sempre conoscibili in dettaglio, il sismologo storico spesso non può esprimere stime così tità compresa circa fra le tre e le sei ore e mezzo, secondo le stagioni e la latitudine della località. Lo stile precise come quelle richieste da altre scale. “alla francese” suddivideva il giorno in due metà di dodici ore ciascuna, partendo dal mezzogiorno e dalla La scala MCS qui usata si compone di 12 gradi, di cui in pratica sono utilizzati solo i gradi dal II all’XI. Si mezzanotte. presenta qui una rapida sintesi orientativa dei “quadri” di effetti previsti dai vari gradi, elaborata sempli- ficando la versione originale tedesca (Sieberg 1932): 5. Area epicentrale, epicentro Per i terremoti storici per i quali si dispone di sufficienti dati di intensità è possibile calcolare un epicen- I impercettibile, rilevato solo dai sismografi tro. Diversamente dall’epicentro strumentale, nel contesto della sismologia storica, con questo termine si 20 II molto leggero, avvertito solo da soggetti molto sensibili intende un punto convenzionale, calcolato secondo vari metodi in uso, che si identifica complessivamen- 21 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

te con il baricentro dell’area dei maggiori effetti. Per i terremoti di questo libro, gli epicentri sono stati cal- colati attraverso un algoritmo informatico (Gasperini e Ferrari 2000). Con i termini area epicentrale si intende semplicemente l’area in cui si rilevano gli effetti più gravi di un terremoto ed entro cui presumi- bilmente è contenuta la faglia che ha generato quel terremoto (Gasperini 2004, Boxer program, http://ibogfs.df.unibo.it/user2/paolo/www/boxer/boxer.html).

Legenda delle carte Qui di seguito sono indicati i simboli usati e i colori delle mappe correlati ai gradi della scala MCS.

XI VIII X-XI VII-VIII X VII IX-X VI-VII IX VI VIII-IX V-VI

effetti sull’ambiente

frana, smottamento, colata di fango, scoscendimento, ecc. intorbidamento di sorgenti rotture del terreno, fratture, fessure, spaccature variazioni di portata delle sorgenti e dei pozzi, comparsa e scomparsa di acque sotterranee e di sorgenti esalazioni o fuoriuscite di gas, eruzioni di salse, maccalube fuoriuscita di acqua o fanghi dal terreno o liquefazione

Fig.7 Terremoti dell’Appennino umbro-marchigiano analizzati in questo libro. Ogni terremoto è rappresentato mediante un simbolo circolare proporzionale alla magnitudo valutata a partire dai dati d’intensità (si veda il catalogo alla pagina 22 seguente). 23 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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Elenco dei terremoti selezionati 99 a.C. Norcia n. 40 scosse data ora coordinate Intensità magnitudo area epicentrale epicentro massima equivalente A Norcia è distrutto un tempio, a Roma oscillano le lance di Marte: autori tardi, rispetto all’evento, ma attendibili, ricordano questo terremoto e la relativa risposta 99 a.C. — — — — — 42 48 13 06 VIII 5.6 Norcia istituzionale: a quali dèi sacrificare per fermare le scosse? 63 a.C. — — — — — 42 44 12 44 IX 5.6? Appennino umbro? 801 04 29 20 00 — 41 54 12 29 VII-VIII 5.4? Appennino centrale? Le fonti 1279 04 30 14 00 — 43 06 12 56 IX 6.5 Appennino umbro-march. 1328 12 04 06 15 — 42 51 13 01 X 6.4 Valnerina Le testimonianze sono molto tarde rispetto all’evento, e tuttavia attendibili: il letterato del II secolo d.C. 1477 02 03 01 00 — 42 57 12 42 VII-VIII 4.9 Foligno Aulo Gellio era infatti molto ben informato sulle fonti più antiche, in cui ricercava arcaismi linguistici; 1599 11 06 01 25 — 42 43 13 01 IX 6.0 Valnerina Ossequente, autore del IV-V secolo, attinge in buona parte a Livio (storico del I secolo a.C.) o comunque a fonte autorevole. Ossequente è l’unica testimonianza sugli effetti del terremoto a Norcia, mentre Gellio 1703 01 14 18 00 — 42 42 13 04 XI 6.7 Appennino umbro-reatino si limita a ricordare una leggera scossa sentita a Roma, desunta dall’oscillazione delle lance di Marte (si 1719 06 27 06 30 — 42 53 13 03 VIII 5.5 Alta Valnerina veda il box seguente). 1730 05 12 05 00 — 42 45 13 07 IX 5.9 Valnerina • Giulio Ossequente: [trad.] A Norcia [nel 99 a.C.] il tempio sacro fu distrutto da un terremoto. 1730 10 23 10 20 — 43 21 12 35 VII-VIII 5.4 Gubbio Questo terremoto è noto alla tradizione dei cataloghi sismici a partire dai repertori eruditi del XV secolo. 1747 04 17 16 20 — 43 13 12 45 VIII-IX 5.8 Appennino umbro-march. 1751 07 27 01 00 — 43 13 12 44 X 6.3 Appennino umbro-march. 1785 05 03 02 30 — 43 04 12 57 VIII 5.1 Alta valle del Chienti Il prodigio ricordato nei testi antichi 1791 10 11 13 05 — 42 57 12 52 VIII 5.5 Appennino umbro 1799 07 28 22 05 — 43 13 13 09 IX 6.2 Appennino marchigiano Le lance di Marte oscillano nella Regia: 1815 09 03 23 00 — 42 50 13 01 VIII 5.5 Valnerina un rudimentale rilevatore di scosse nella Roma antica? 1832 01 13 13 00 — 42 59 12 36 X 6.2 Valle del Topino Tra i prodigi che gli storici spesso elencavano nelle Marte e a quegli altri dèi che egli crede” (4.6). 1832 11 14 11 00 — 42 57 13 06 VI 4.7 Alta valle del Chienti loro narrazioni, uno dei più ricordati è quello delle Nel senatoconsulto trascritto da Gellio si rileva qua- 1832 11 21 21 00 — 42 57 13 07 VII 4.8 Alta valle del Chienti vibrazioni delle lance di Marte, presagio di una si un’incertezza nello stabilire le divinità cui sacrifi- 1832 12 04 19 00 — 43 00 13 04 VII-VIII 5.3 Alta valle del Chienti minaccia incombente: in un primo tempo sembra care, tanto che vengono indicati Giove e Marte, 1838 01 05 14 — — 42 46 12 47 VII 5.0 Valnerina trattarsi di una lancia sola, secondo una testimo- lasciando poi al console il compito di scegliere a nianza di Plutarco (Rom. 29), ma successivamente quali altri dèi dedicare il sacrificio. Questo elemen- 1838 02 14 07 30 — 42 50 12 54 VIII 5.3 Valnerina le fonti le ricordano sempre al plurale (Dumézil to sembra indicare una plurivocità o un’incertezza 1838 08 05 17 15 — 42 53 12 53 VII 5.1 Valnerina 1977, p.141). circa le divinità correlate al terremoto. 1854 02 12 05 — — 43 02 12 35 VIII 5.6 Valle del Topino Le lance di Marte erano conservate, oltre che a Lanciani (1918) da questo passo desumeva che le 1859 08 22 12 32 — 42 50 13 06 IX 5.8 Valnerina Roma, anche in altre città latine; si sa, per esempio, lance erano predisposte in modo da funzionare che ve ne era una a Preneste (Hastam Martis come un rudimentale osservatorio sismico – 1878 09 15 07 20 — 42 51 12 41 VIII 5.4 Valle del Clitunno Praeneste sua sponte promotam, Liv. 24.10.10). secondo i termini usati dallo stesso Lanciani – e che 1879 02 23 18 30 — 42 46 13 03 VIII 5.6 Valnerina Particolare interesse assumono le lance conservate la loro oscillazione era quasi certamente causata da 1898 04 23 18 22 08 42 37 12 56 V-VI 4.1 Alta Valnerina a Roma nella Regia, che furono oggetto di un sena- scosse sismiche, ma è difficile sostenere che la cor- 1898 08 25 16 37 46 42 54 13 00 VII 5.0 Alta Valnerina toconsulto, cioè di un decreto del senato. Scrive relazione fosse consapevole al punto tale da usare 1898 09 12 14 14 10 42 54 12 59 VIII 5.3 Alta Valnerina Gellio, riferendosi all’anno 99 a.C.: le lance come un “avvisatore sismico” (su questo strumento in uso nell’Ottocento si veda Ferrari, 1915 03 15 11 23 — 43 01 12 54 VII 5.0 Alta valle del Chienti “Ho letto negli antichi annali che si usa notificare 1992). Il contesto in cui è ricordato il movimento 1915 03 26 23 37 — 43 05 12 28 VI 4.6 Assisi quando la terra ha tremato e quali espiazioni si delle lance suggerisce situazioni specifiche: si pre- 1974 12 02 01 55 15 42 49 12 56 VII-VIII 5.2 Valnerina devono compiere: così fu notificato al senato che cisa infatti che tale spostamento avveniva sponta- 1979 09 19 21 35 37 42 43 13 04 VIII-IX 5.8 Valnerina nel sacrario le lance di Marte si erano mosse. In neamente (sponte), cioè senza che niente e nessu- questa circostanza, avvenuta durante il consolato di no intervenisse a mutare lo stato di quiete degli 1984 04 29 05 02 57 43 13 12 31 VIII 5.6 Umbria settentrionale M.Antonio e A.Postumio fu emesso un senatocon- oggetti, che è condizione indispensabile per rileva- 1997 09 03 22 07 — 43 04 12 58 V-VI 4.7 Appennino umbro-march. sulto, il cui testo è il seguente: poiché Caio Giulio re la trasmissione di un’onda sismica. 1997 09 26 00 33 — 43 02 13 00 VII-VIII 5.6 Appennino umbro-march. figlio di Lucio, pontefice, ha notificato che nel 1997 09 26 09 40 — 43 07 12 54 VIII-IX 5.7 Appennino umbro-march. sacrario della Regia le lance di Marte si sono mos- (elaborato da I terremoti prima del Mille in Italia e 1997 10 14 15 23 — 42 57 12 58 VIII-IX 5.5 Appennino umbro-march. se, su tale argomento il senato ha decretato che il nell’area mediterranea, a cura di E.Guidoboni, ING- console M.Antonio faccia un sacrificio a Giove e a SGA, 1989, scheda di A.Palumbo, pp.122-123). 24 25

99 a.C. Norcia — 63 a.C. Appennino umbro? Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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Effetti quasi sconosciuti 801 29 aprile Appennino centrale? A Norcia fu distrutto un tempio; questo elemento non deve far ritenere che si trattò dell’unico danno, dato che le fonti antiche selezionavano le informazioni, tramandando solo quegli elementi che, in quel quadro culturale, si ritenevano degni di memoria. La scossa fu sentita anche a Roma e questo ricordo è legato a Durante un passaggio dell’imperatore Carlo Magno a Spoleto, la terra tremò violen- un prodigio: infatti, nell’edificio del Foro detto Regia oscillarono le lance di Marte. temente; non si conosce l’area dei massimi effetti, ma fu verosimilmente un terre- moto appenninico molto forte, perché causò danni anche a Roma: crollò il tetto della basilica di S.Paolo Apostolo, poi restaurata da Leone III.

63 a.C. Appennino umbro? Le fonti Le testimonianze sono costituite da due fonti indipendenti: gli annali di Eginardo, scritti probabilmente a poca distanza dagli eventi narrati, e il Liber Pontificalis romano, importante fonte per la storia di Roma Un terremoto “onorato” dalla menzione nelle celebri orazioni ciceroniane contro nell’alto medioevo. Nel Liber Pontificalis la sezione dedicata alla vita di papa Leone III (795-816) è costi- Catilina. Varie fonti ricordano prodigi concomitanti, fra cui la caduta di fulmini. Il tuita quasi interamente di estratti dai registri ufficiali in cui venivano riportate le spese dei papi a favore terremoto diventa nelle interpretazioni del tempo un presagio di gravi disordini delle chiese. Le due fonti che ricordano questo terremoto sono reciprocamente indipendenti e, grazie ai sociali relativi alla congiura allora in corso. differenti stili di datazione, si confermano a vicenda: l’anno 801 coincideva infatti con la nona indizione, ricordata dal Liber Pontificalis. Anche se entrambi i testi indicano come giorno del terremoto il 30 apri- le, per una più adeguata approssimazione al tempo origine del terremoto è necessario tenere conto di un altro fattore: gli annali di Eginardo affermano che il terremoto avvenne all’ora seconda della notte del 30 Le fonti aprile, facendo chiaramente uso della scala di misura romana in ore temporarie che, tradotta in tempo Cicerone, autore contemporaneo all’evento, nella sua terza orazione contro Catilina accenna vagamente universale (TU), corrisponde circa alle ore 20 del giorno precedente. La prima ora della notte, secondo a “terremoti” e ad altri presagi. Confermano questi eventi altre due fonti più tarde, ma ugualmente fede- l’uso romano, cominciava infatti con il tramonto del sole e quindi le prime ore della notte di quello che degne: Plutarco, letterato greco della seconda metà del I secolo-inizio del II secolo d.C. e Cassio Dione, allora era considerato il 30 aprile coincidono con le ultime di quello che oggi è il 29 aprile. storico greco del III secolo d.C. La localizzazione a Spoleto è dovuta a Ossequente, autore del IV-V seco- Questo terremoto è noto alla tradizione dei cataloghi sismici a partire dal XVII secolo. lo d.C. circa, che attinse a fonti autorevoli antiche perdute. • Eginardo: [trad.] [L’imperatore Carlo Magno] venne a Spoleto e mentre si trovava là avvenne un grandissimo terremoto nel- • Cicerone: [trad.] Per non parlare di certi prodigi, come il cielo infiammato di meteore dalla parte dell’occidente; per lascia- l’ora seconda della notte del secondo giorno prima delle calende di maggio [30 aprile 801 d.C., in realtà il 29 aprile verso le re da parte la caduta di fulmini, i terremoti; per non parlare degli altri prodigi che si sono verificati durante il mio consola- 20 TU], che scosse gravemente tutta l’Italia. A causa di esso crollò gran parte del tetto della basilica di S.Paolo Apostolo [a to [63 a.C.] in un numero così grande da far pensare a un vero e proprio presagio, da parte degli dèi immortali, degli attua- Roma] assieme alle travi, e in alcuni luoghi città e montagne rovinarono a terra. li avvenimenti. • Plutarco: [trad.] Inoltre anche le potenze celesti sembrarono adombrare, con terremoti, fulmini e apparizioni, ciò che stava • Liber Pontificalis: [trad.] Nella nona indizione [1 settembre 800 – 31 agosto 801 d.C.], a causa dei nostri peccati, avven- per accadere. ne improvvisamente un terremoto il secondo giorno prima delle calende di maggio [30 aprile 801 d.C.], la chiesa di S.Paolo • Dione: [trad.] Molti fulmini caddero dal cielo sereno, la terra fu scossa violentemente e si videro apparizioni in molti posti. Apostolo [a Roma] fu scossa dal terremoto e i suoi tetti crollarono. Il grande e illustre pontefice [Leone III (795-816 d.C.)] • Ossequente: [trad.] Il terremoto scosse tutta Spoleto [nel 63 a.C.] e vi furono alcuni crolli. vedendo ciò ebbe grande dolore e prese a lamentarsi sia per le suppellettili d’argento, sia per le altre suppellettili che nella chiesa andarono distrutte o rovinate. Ma con l’aiuto e la protezione del Signore, il pontefice, impegnandosi con tutte le sue forze, restaurò la chiesa come si trovava fin dai tempi antichi, rafforzandola grandemente, e ne migliorò l’aspetto decoran- do con marmo sia il presbiterio sia la chiesa e rinnovando i suoi portici. Restaurò anche tutti i tetti ed offerse tre immagini Effetti non valutabili auree, cioè quella del Salvatore Nostro Gesù Cristo, dei beati apostoli Pietro e Paolo, e pose sulla porta nell’ingresso un’al- Il terremoto causò alcuni crolli a Spoleto. Tra i prodigi concomitanti è ricordata la caduta di fulmini. Que- tra immagine argentea del Salvatore, con decorazioni d’oro, per una spesa di sessanta libbre, inoltre rimise a nuovo tutte le suppellettili d’argento che si erano rovinate. Decorò, infine, di metallo e gesso le bellissime finestre della chiesa. sto evento è stato fissato nella memoria storica più per il particolare contesto politico che per i suoi effet- ti, che non sono valutabili: il terremoto è indicato infatti come uno dei tanti prodigi avvenuti durante il consolato di Cicerone nel 63 a.C., all’epoca dei gravi disordini sociali legati alla congiura di Catilina. Per Gli effetti: menzionati solo danni a Roma questo legame con le fonti latine classiche, questo terremoto è noto alla tradizione dei cataloghi sismici a partire dal XV secolo. Si ricordano danni in varie città, purtroppo non specificate. A Roma crollò gran parte del tetto della basi- lica di S.Paolo Apostolo; sulla base di osservazioni archeologiche, è stato supposto anche il crollo della chiesa di S.Petronilla. Per quanto riguarda Spoleto, gli annali di Eginardo si limitano a ricordare che mentre l’imperatore Carlo Magno si trovava in quella località avvenne un grandissimo terremoto, di cui tuttavia non sono indicati gli effetti. Allo stato attuale delle conoscenze è quindi possibile localizzare danni precisi solo a Roma, per cui questo terremoto risulta lì localizzato. La menzione che il terremoto avesse riguardato “tutta l’Italia” fa però supporre un evento forte, con un’area di effetti probabilmente molto estesa, centrato nell’Appenni- no umbro e da lì sentito fino a Roma: si sa che anche altri forti terremoti umbri hanno causato danni a 26 Roma. Sono inoltre ricordate frane in un’area imprecisata. 27

801 29 aprile Appennino centrale? Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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1279 30 aprile Nocera, Valle del Chienti e Camerino

Annali benedettini e antiche cronache ricordano questo terremoto e le sue numero- se scosse, che causarono rovine in città allora importanti, quali Camerino e Nocera Umbra, e fecero crollare molti borghi fortificati e castelli sulle montagne comprese fra Nocera e Camerino. Nella valle del Chienti, in prossimità di Castello di Serravalle, una frana alterò il corso del fiume.

Le fonti Il terremoto del 30 aprile 1279 è testimoniato da numerose cronache di area italiana e germanica dei secoli XIII-XIV: questi testi, pur appartenenti ad ambiti culturali che ne sanciscono l’autorevolezza, non furono scritti da testimoni diretti, ma presumibilmente recepirono vari passaggi orali all’interno dei cir- cuiti monastici e attraverso i canali informativi del tempo (mercanti, ecclesiastici, viaggiatori o soldati). La fonte più dettagliata di informazioni è la cronaca del francescano Salimbene de Adam, composta Fig.9 Serravalle di Chienti: torre e parte delle mura duecentesche dell’antico borgo fortificato di Castello di Serravalle. negli anni ’80 del XIII secolo (l’autore morì presumibilmente tra la fine del 1288 e l’inizio del 1289). Non si sa esattamente se al momento del terremoto Salimbene si trovasse nell’area umbra, o se ricevette solo Fig.10 Serravalle di Chienti: i resti dell’antico castello come appaiono a chi proviene da Colfiorito. informazioni dai suoi confratelli: si ipotizza che alla fine del 1279 si trasferì a Reggio Emilia, ma la sua biografia non fornisce elementi certi per stabilire da quale località. A livello locale è stata conservata solo una breve memoria del notaio di Foligno, Bonaventura di Benve- Le stesse informazioni di Salimbene sono riportate anche nella cronaca coeva del notaio di Reggio Emi- nuto, vissuto tra la fine del Duecento e i primi decenni del Trecento. Un fuggevole accenno a questo lia, Alberto Milioli, e, in forma più breve, in un’altra fonte reggiana, l’anonimo Memoriale potestatum evento, risentito a Roma, è contenuto anche nella Continuatio Pontificum Italica II nell’ambito della Regensium. Salimbene e Alberto Milioli, oltre ai danni causati in territorio umbro-marchigiano, riferi- narrazione della vita di papa Nicolò III (1277-1280). scono anche, sebbene più succintamente, circa gli effetti del terremoto che il giorno seguente, primo Quanto agli annali monastici di area germanica, alcuni testi contengono informazioni importanti per la maggio 1279, aveva colpito l’area romagnola. conoscenza degli effetti: la Chronica S.Petri Erfordensis moderna, composta a Erfurt verso la metà del XIV secolo, menziona esplicitamente paesi e città colpite e gli Annales Polonorum, compilati nel monastero dei frati Minori di Cracovia, risalenti alla seconda metà del XIV e all’inizio del XV secolo, descrivono effetti sull’ambiente senza precisare i toponimi. Qualche breve cenno è poi riportato in altri testi, come gli Annales Neresheimenses, scritti nel mona- stero di S.Udalrico di Neresheim (diocesi di Augsburg), il cui nucleo originario risale ai secoli XI-XIII con continuazioni fino all’inizio del XV secolo, e il Chronicon Elwacense, scritto nel monastero dei SS.Vito, Sulpicio e Serviliano di Ellwangen (nella stessa diocesi di Augsburg), che si rifà agli Annales Neresheimenses: entrambi menzionano effetti sull’ambiente, tuttavia la loro descrizione contiene ele- menti non realistici e fu verosimilmente soggetta a distorsioni dovute alla distanza di questi due mona- steri dall’area colpita e alla comprensibile enfatizzazione di un evento che recava in sé i tratti del “mirabile”. A partire dal Seicento, numerosi testi della storiografia erudita hanno fatto menzione di questo terre- moto, spesso confondendolo o unificandolo a quello del primo maggio dello stesso anno 1279 di area romagnola. In questa tradizione di studi eruditi si segnala il contributo dello storico di Camerino Camil- lo Lilii (1649-1652), che utilizzò il diario di Pietro Antonio Lilii, un suo antenato vissuto due secoli prima (circa alla metà del XV secolo). Nella sua opera Lilii riporta la trascrizione di un atto di vendita tra i componenti della nobile famiglia Bulgarelli e il comune di Camerino, redatto nel 1283, documento nel quale la data del terremoto dell’aprile 1279 è utilizzata come riferimento cronologico, cosa che ne evi- denzia l’impatto nella cultura e nella società del tempo.

Gli effetti: i danni descritti nel modello comunicativo medievale Il terremoto del 30 aprile 1279 avvenne circa alle ore 14 TU, che nelle fonti del tempo corrispondono alle espressioni “circa horam vesperarum”, “post vesperas” o “immediate post vesperas”. Colpì una vasta area 28 Fig.8 30 aprile 1279: localizzazione dell’epicentro e degli effetti più gravi. dell’Appennino umbro-marchigiano: i termini usati nelle fonti non consentono una dettagliata identifica- 29

1279 30 aprile Nocera, Valle del Chienti e Camerino Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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zione dei danni nelle varie località, tuttavia il terremoto si delinea nelle testimonianze come un evento che Fig.11 Localizzazione delle principali frane causò devastanti effetti sull’edilizia e sull’ambiente. storiche dell’alta Valle del fiume Chienti in I paesi più colpiti furono Camerino, Nocera Umbra e numerosi piccoli castelli montani non meglio specifi- prossimità dell’abitato di Serravalle di Chienti. cati. Danni rilevanti si ebbero anche a Cingoli, Fabriano, Matelica, San Severino Marche, Foligno e Spello. La frana A è recente (1988-89) e connessa, almeno in parte, alla presenza di una cava. Con La ricostruzione dello scenario territoriale presenta alcuni elementi di incertezza relativi alla localizzazio- B è indicato uno scivolamento di materiali ne del “castello” di Serravalle. Occorre infatti premettere che in area umbro-marchigiana numerosi siti detritici di versante che hanno raggiunto il fon- sono denominati Serravalle, un geotoponimo comune nelle aree montuose italiane, che indica una struttu- dovalle occludendo temporaneamente il corso ra fortificata posta nella posizione strategica di “chiusura” di una valle. Basandosi su questo elemento del Chienti. La frana C interessa la parte più morfologico sono stati analizzati elementi territoriali contenuti nelle fonti medievali al fine di migliorare la settentrionale dell’abitato di Castello di Serra- localizzazione del sito. La relativa vicinanza a Nocera Umbra di un Serravalle, già citato dalle fonti medie- valle. Il franamento (1 milione di m cubi ca. di vali, ha poi orientato una verifica sul campo in quest’area, in prossimità dell’attuale Serravalle di Chienti. materiale), che ha un’area sorgente fra le quote 950 m e 560 m ca, ha coinvolto anche il La possibilità che questo sito corrisponda al Serravalle indicato nelle fonti coeve come scenario di notevo- substrato roccioso e ha raggiunto il fondovalle, li effetti del terremoto sull’ambiente è stata verificata analizzando i caratteri sia ambientali, sia antropici e occludendo il corso del Chienti. L’età presumi- storici, nonché valutando la predisposizione dell’area a subire effetti paragonabili a quelli descritti dalle bile della frana C, i caratteri morfologici, la fonti (si veda box). Il terremoto fu avvertito fino a Roma e a Montecassino verso sud, fino a Venezia verso tipologia del movimento e la forma del deposi- nord. Le scosse più forti si protrassero per 14, 15 o 17 giorni secondo le diverse fonti. La vaghezza di que- to sono compatibili con un innesco sismico: il ste informazioni non permette di delineare una sequenza sismica cronologicamente accertata, ma confer- terremoto del 1279 potrebbe essere un evento ma la molteplicità di scosse rilevanti. congruente con la situazione rilevata. A Camerino, due delle quattro aree in cui era ripartita la città furono colpite in modo gravissimo: le fonti, Salimbene de Adam, Alberto Milioli e il Memoriale potestatum Regensium, usano il termine submersa (completamente distrutta, annientata); vi furono molte vittime. La Chronica S.Petri Erfordensis, ricor- da, probabilmente amplificando la notizia, la distruzione di tutte le torri e tutte le case e computa in mille Fig.12 Piede della frana storica che ha indotto il numero dei morti. Gli Annales Polonorum ricordano che in un convento cistercense morirono cin- una deviazione del fiume Chienti: una parte quanta suore. Secondo lo storico di Camillo Lilii (1649-52) crollarono il campanile di S.Maria, la torre di dell’attuale abitato di Serravalle di Chienti è S.Giacomo e un monastero (forse lo stesso ricordato dagli annali di Cracovia), le cui monache perirono fondato su questa frana. tutte tranne una. La località oggi identificabile con Castello di Serravalle èmenzionata nelle fonti medievali sia in modo esplicito, ricordandone il nome (Serravalle), sia in modo generico come castrum: i danni sembrano esse- re stati causati da un concorso di effetti sull’edilizia e sull’ambiente: dai monti si staccò probabilmente una frana (si veda scheda relativa nel seguito) e il castello – si scrisse non senza una notevole enfasi immagi- nativa – rimase così spianato come se prima non vi fossero stati edifici (est ita planum sicud numquam fuerunt ibi aliqua edificia): morirono tutti gli abitanti dell’insediamento, circa 500. Anche a Nocera Umbra, come a Camerino, fu distrutta oltre metà della città; in particolare crollò (cor- ruit) il monastero della chiesa maggiore assieme agli edifici circostanti destinati alle abitazioni dei canoni- ci. Secondo la Chronica S.Petri Erfordensis moderna morirono innumerevoli persone, ma il vescovo si salvò. Cagli è inclusa tra le località (castra) che secondo Salimbene de Adam, Alberto Milioli e il “Memo- riale potestatum Regensium”, subirono gravi danni, tanto da essere menzionata come distrutta (dirupta); le stesse fonti menzionano con lo stesso termine, dirupta, anche Cingoli, Fabriano, Foligno, Matelica, Spello e San Severino Marche. A Cerreto di Spoleto gli abitanti del comune tennero un consiglio all’aperto presso le mura del castello, forse perché, come ritiene lo storico Sansi (1879), il terremoto aveva causato danni rilevanti ed era rischio- so rimanere dentro gli edifici, oppure semplicemente per precauzione, visto che due anni prima, nel 1277, l’area spoletina era stata colpita da un altro terremoto.

La frana nell’area di Castello di Serravalle Un metodo per risolvere alcuni problemi posti dal linguaggio delle fonti medievali consiste nell’affron- tare i testi da punti di vista disciplinari diversi. Nel caso di questo terremoto un avanzamento nell’in- terpretazione è stato determinato da considerazioni emerse dall’osservazione geologica, che sembrano in buon accordo con le descrizioni degli effetti fornite dalle tre principali fonti medievali (si veda il box precedente). Analizzando i dati geologici, diviene ragionevole ritenere che il “Serravalle” citato dalle 30 fonti fosse molto prossimo o si identificasse con l’attuale località Castello di Serravalle e che ai gravi 31

1279 30 aprile Nocera, Valle del Chienti e Camerino Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

effetti sull’edilizia del borgo fortificato si fossero aggiunti effetti di frana con temporanea variazione del regime idrico locale, impaludamenti e deviazioni del corso del fiume. L’osservazione geologica rileva che nell’area di Serravalle affiorano terreni cretacei della serie stratigrafica umbro-marchigiana. Si tratta di calcari e calcari marnosi ben stratificati e di marne. L’analisi delle fotogra- fie aeree, a varie scale e di diversa età, ha permesso di individuare nell’area alcuni movimenti franosi, sia

I ricordi “a scatola cinese” dei monaci medievali

Gli effetti ambientali cui si riferiscono le fonti medie- castello, fatti ad arte, furono alternativamente con- vali, e che probabilmente tanto stimolarono l’immagi- giunti e parimenti staccati; e un lago e un fiume, nazione dei contemporanei, non sono immediatamen- dalla cui piena venivano prodotti i laghi, furono te localizzabili, poiché le fonti forniscono informazioni prosciugati del tutto. E in breve tutti quei castelli non esaustive, collocate per di più all’interno di un che si trovano in quelle parti montane sopportaro- modello comunicativo che potremmo definire nel suo no molti danni. Anche un castello fu del tutto complesso “a scatola cinese”. Il modo di procedere è distrutto. quello di fornire un toponimo identificabile, poi dei riferimenti privi di localizzazione, cioè “coperti”, poi Annales Polonorum ancora qualche elemento identificabile. Ovviamente Anche due monti si unirono in uno; tra essi scorre- questo modo di raccontare non era dovuto al deside- va un fiume, che fu così rinchiuso tra i monti, che rio di creare giochi semantici per i lettori dei secoli non avendo nessun letto, formò un lago intorno a successivi, ma ai caratteri specifici del sistema delle sé, fino a sessanta miglia e più, travolgendo tutto. comunicazioni medievali, quali la trasmissione orale Anche alcuni castelli siti sui monti, poiché la terra Fig.13 Terremoto del 30 aprile 1279: localizzazione dei castelli esistenti nel XIII secolo nell’area marchigiana e i maggiori delle informazioni e i loro vari passaggi, che compor- si apriva per il terremoto, che continuò per 15 gior- effetti di danno. Un’immagine complessiva del terremoto alla pagina 24. tavano distorsioni progressive, prima di giungere al ni, gli stessi castelli crollarono con i monti; alcuni testo scritto. In questi passaggi talune indicazioni grandissimi monti furono ridotti a campo, intera- venivano perse, come i precisi riferimenti geografici, mente spianati a terra, e fece (il terremoto) una mentre altre se ne aggiungevano, come gli aspetti qua- miserabile strage nel popolo. litativi dei fenomeni, che tendevano ovviamente ad I caratteri storici dell’insediamento militare e civile essere sempre enfatizzati (una consuetudine che a di quest’area nel medioevo e alcune verifiche in sito dire il vero è tuttora in uso). Osserviamo questo pro- sembrano confermare gli effetti sull’ambiente ripor- cedimento, tipico delle narrazioni medievali, nelle tre tati in modo quasi stravagante da queste fonti. Nel fonti principali che contengono informazioni sugli XIII secolo quest’area era intensamente incastella- effetti ambientali causati da questo terremoto. Le par- ta: sono stati localizzati numerosi piccoli centri for- ti di testo qui riportate, tradotte dal latino medievale, tificati sui monti compresi fra Camerino e Nocera seguono quelle in cui gli autori descrivono le distru- (si veda la mappa nella Fig.13): fra questi anche zioni nelle città e implicitamente indicano, attraverso quello oggi identificabile nella parte dell’abitato di i nomi dei luoghi, un’area di circa 3.000 kmq. Serravalle di Chienti denominata Castello di Serra- valle, che si trova alla testata della valle del Chien- Chronica S.Petri Erfordensis moderna ti, a poca distanza dal valico che separa i piani di Nocera era posta su un monte, e c’era di fronte un Colfiorito. In questa località ancora oggi sono osser- altro monte; e un castello era posto tra l’uno e l’al- vabili i resti di un castello, molto probabilmente tro monte; qui erano esattamente cinquecento ospiti, quello menzionato dai monaci medievali: alcune e aveva nome Serravalle. Questi monti vennero l’uno parti di mura sembrano infatti risalire alla fine del contro l’altro e ricoprirono quel castello che era nel XIII secolo. Il fiume Chienti, che potrebbe quindi mezzo, con tutte le persone che c’erano dentro. Ed essere identificato con quello citato dalle fonti, ora è cosi spianato, come se là non ci fosse mai stato attraversa l’abitato: la sue piene formavano in alcun edificio. E nei dintorni di quelle due città ci periodo medievale una zona palustre, che era utiliz- sono altri castelli, nei quali a causa del medesimo zata e sfruttata nell’economia agricola locale (i laghi terremoto morirono molti uomini. “fatti ad arte”, menzionati in una fonte). Questa zona d’acque superficiali oggi non è rilevabile, per- Salimbene de Adam, Cronica ché quest’area fu bonificata nel XV secolo dai Vara- Parimenti tre monti tra i quali due laghi e un no, signori di Camerino. Fig.14 Bassorilievo raffigurante il lavoro dei monaci sugli Fig.15 Il crollo di una casa come dramma collettivo in un antichi codici. Molti annali monastici conservano il ricordo affresco di Giotto e suoi allievi (Assisi, Basilica inferiore di 32 del terremoto del 1279. San Francesco, parete di fondo). 33

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superficiali sia profondi. I primi, di dimensioni assai contenute, coinvolgono in prevalenza le coltri detriti- 1328 4 dicembre Valnerina che, abbondanti in prossimità di faglie e laddove affiorano i terreni più marnosi. Le frane profonde, classi- ficabili in generale come scivolamenti complessi, sono più estese e coinvolgono sia depositi detritici di ver- sante sia il substrato roccioso. Fra le frane profonde, tutte localizzate nella sinistra idrografica del fiume Chienti, tre presentano caratteri morfologici di interesse per una ricostruzione storica: Molte fonti medievali ricordano che all’alba del 4 dicembre 1328 un violento terre- –la prima frana, nei pressi del valico di Colfiorito, è recente ed è connessa, almeno in parte, alla pre- moto causò morti e distruzioni gravissime a Norcia e in vari paesi della Valnerina. senza di una cava. I primi movimenti furono rilevati nel dicembre del 1988 mentre il collasso avvenne Lontano molti chilometri, nell’antica città di Ripatransone, un cittadino della comu- il 3-4 marzo del 1989. Si tratta di uno scivolamento complesso che ha coinvolto depositi detritici di ver- nità ebraica annotò la sua drammatica testimonianza e raccolse le prime impressio- sante per uno spessore massimo di 20 metri ca. (Fig.12); ni dei fuggiaschi in un libro di preghiere. – la seconda frana, localizzata poche centinaia di metri più a nord, lungo le pendici del monte Faeto, presenta caratteri morfologici e litologici simili alla precedente. Si tratta di uno scivolamento di mate- riali detritici di versante che, a differenza del caso precedente, hanno però raggiunto il fondovalle Le fonti occludendo temporaneamente il corso del Chienti. Il piede della frana, assai più antica della preceden- te, è rimodellato dal fiume Chienti, che ha potuto facilmente incidere per qualche decina di metri il Ricordano questo terremoto diverse autorevoli fonti, fra cui due scritte da testimoni diretti: la cronaca del deposito di frana incoerente; notaio Bonaventura di Benvenuto, vissuto a Foligno tra la fine del XIII e la prima metà del XIV secolo, e una –la terza frana interessa la parte più settentrionale dell’abitato di Castello di Serravalle. A differenza lunga memoria scritta in ebraico contenuta in un libro di preghiere di Moisé ben Daniel, un membro della delle due precedenti, il franamento non ha coinvolto solo le coperture detritiche ma anche il substrato comunità ebraica dell’antica città di Ripatransone (“La Ripa” nel testo), appartenente al territorio della Marca roccioso, costituito da marne a fucoidi e da scaglia bianca. L’area sorgente, ben individuabile sia dalle anconetana. Il manoscritto, conservato presso la Jewish National and University Library di Gerusalemme, fotografie aeree che dalle carte topografiche, si estende da quota 950 a quota 560 ca. Il movimento, che informa sugli effetti del terremoto a Ripatransone, e riporta le prime notizie là giunte in merito alle gravi ha coinvolto circa 1 milione di m3 di materiale, ha raggiunto il fondovalle, occludendo il corso del Chien- distruzioni di Norcia. Le notizie furono in un secondo tempo confermate dal racconto degli abitanti di Norcia ti. Ciò può avere causato l’impaludamento temporaneo o la formazione di un lago effimero di modeste scampati al disastro, che si erano rifugiati a Ripatransone, e dall’autore stesso del manoscritto, che si recò suc- dimensioni e profondità, immediatamente a monte del deposito della frana. Anche se al momento non cessivamente nella città umbra e constatò di persona ciò che era stato narrato (la traduzione utilizzata è del è possibile datare con precisione il franamento, i caratteri morfologici, evidenti ed ancora molto “fre- dr. Alberto Sermoneta, Rabbino capo della Comunità ebraica di Bologna). schi”, fanno ritenere plausibile che il movimento non sia molto antico: potrebbe infatti essere quello Queste due fonti permettono di datare con precisione il terremoto: Bonaventura di Benvenuto ricordò infat- menzionato dagli annali medievali, correlato al terremoto del 1279. Infatti, la tipologia del movimento, ti che le scosse cominciarono il 4 dicembre 1328, attorno all’aurora (“circa auroram”); la notizia concorda con un crollo di materiale roccioso fratturato a causa della presenza di una faglia, e la forma del deposito, la menzione di Moisé ben Daniel che scrisse di avere cominciato a percepire la scossa sul far del mattino poco in gran parte localizzato al piede del versante, sono compatibili con un innesco sismico, legato allo scuo- prima del sorgere del sole. timento del versante a causa di un terremoto. Per la loro mancata diffusione – la cronaca di Foligno perché legata ad una piccola città, la testimonianza di I corpi franosi identificati nell’area comprendente Castello di Serravalle e Serravalle di Chienti mostra- Moisé ben Daniel perché scrittura privata – le due fonti non furono recepite dalla successiva tradizione sto- no una predisposizione di questo territorio al dissesto sotto input sismico, con creazione o scomparsa riografica. La notizia del terremoto fu invece conservata in altre fonti del tempo, che a loro volta vennero poi di piccoli laghi o impaludamenti e con la interruzione e/o deviazione del corso del fiume Chienti. utilizzate dai primi testi della tradizione storiografica: si tratta del Chronicon Mutinense del notaio Giovan- ni da Bazzano, degli anonimi Annales Arretinorum Minores e della cronaca di Giovanni Villani. Quest’ulti- Si ringraziano Fausto Guzzetti e Massimo Cardinali, dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica nell’Italia Cen- mo autore, morto nell’epidemia di peste del 1348, rappresenta la fonte più ricca di informazioni su questo ter- trale, CNR (Perugia), per aver messo a disposizione dati della loro ricerca nell’area di Colfiorito e Serravalle di Chienti. remoto e a lui si deve l’indicazione di sei delle località colpite. Gli Annales Arretinorum Minores e il Chronicon Mutinense di Giovanni da Bazzano aggiunsero ulteriori dettagli menzionando le località di Spoleto e di Castel San Giovanni, non ricordate da Villani. Lo schema delle relazioni tra le fonti immediatamente successive mette in evidenza l’influsso esercitato dalla cronaca di Giovanni Villani su importanti cronache cittadine del XIV secolo, come l’anonima Cronaca sene- se detta la cronaca maggiore (erroneamente attribuita ad Agnolo di Tura del Grasso), e del XV secolo, come la Polyhistoria del frate domenicano Bartolomeo da Ferrara e la bolognese Cronaca Varignana; tale influs- so persistette anche sulla storiografia dei secoli successivi. Generiche le attestazioni del terremoto contenute nelle cronache perugine in volgare dei secoli XIV-XVI, vale a dire gli Annali e cronaca di Perugia, le Memorie di Perugia di Mariano del Moro e la Cronaca della città di Perugia nota col nome di diario del Graziani, che riportano informazioni simili e si limitano a men- zionare la città di Norcia. Il ricordo di questo terremoto è conservato anche dalla storiografia erudita dei secoli XVI-XVIII. A partire da Bonito (1691) questo terremoto è poi confluito nella tradizione sismologica attraverso i cataloghi di von Hoff (1840), Perrey (1848), Mercalli (1883), Taramelli (1896), Baratta (1899, 1901).

Gli effetti: a Norcia le distruzioni più gravi

34 Le scosse cominciarono il 4 dicembre 1328, verso l’aurora (“circa auroram”), cioè intorno alle ore 6:00 TU. 35

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Tutte le fonti concordano nel riferire che avvennero molti o grandi terremoti (il termine è sempre ripor- tato al plurale): Bonaventura di Benvenuto, che ha come punto d’osservazione Foligno, accenna al fatto che le scosse durarono per mesi. I danni maggiori sono localizzati nella zona collinosa a ovest dei monti Sibillini, nella valle del fiume Nera. A Norcia il terremoto causò la quasi completa distruzione della maggior parte dell’abitato; crollarono case, palazzi, torri, chiese e parte delle mura cittadine. Sia pure in una comprensibile esagerazione, le fonti ricordano i danni come gravi ed estesi, tali che non sarebbe rimasta alcuna casa in cui non ci fosse- ro stati danni e decessi. : non è citata nelle fonti medievali fra le località colpite; tuttavia, riferimenti a danni gravi proven- gono da una fonte più tarda e autorevole: Paolo Rocchi, letterato di Cascia, il cui testo si conserva alla Biblioteca Apostolica Vaticana, ricorda, nell’ambito della descrizione del terremoto del 1599, di cui fu testimone, che i danni a Cascia per il terremoto del 1328 furono simili a quelli di Norcia e che ogni anno il 4 dicembre si celebrava la festa di Santa Barbara per invocarne la protezione da eventi calamitosi.

Altre località danneggiate Castel San Giovanni: il terremoto distrusse (dirupavit) ti in questa località. Nonostante alcune ambiguità dovute la maggior parte delle case e degli edifici. alla lingua ebraica e alle conseguenti oscillazioni semanti- Cerreto di Spoleto: parte del paese crollò (rovinò). che, si desume che gli effetti furono molto forti: la casa Monte San Martino: parte dell’insediamento crollò dove si trovava questo testimone fu scossa fortemente o (rovinò); il sito, oggi non più esistente, fu distrutto per forse anche crollarono delle pareti; nella cantina le botti ragioni belliche alla fine del Trecento. sbattevano l’una contro l’altra e il vino oscillando risuona- Montesanto: l’insediamento, indicato nelle fonti come va “come una campana”. “castello”, crollò (rovinò). Spoleto: crollarono (corruerunt) molte case e ci furono Preci: l’insediamento, indicato nelle fonti come “castello”, morti, di cui non si conosce il numero; perirono anche crollò (rovinò), causando la morte di tutti gli abitanti e numerosi animali. degli animali. Visso: parte dell’insediamento, indicato nelle fonti come Ripatransone: Moisé ben Daniel fu testimone degli effet- “castello”, crollò (rovinò).

Morti, flagellazioni rituali e freddo: l’avvio della ricostruzione Fig.16 4 dicembre 1328: localizzazione degli effetti più gravi classificati secondo la scala d’intensità MCS. Il numero delle vittime fu elevato perché le case erano crollate travolgendo i loro abitanti nel sonno. Riguardo al numero delle vittime di Norcia e del suo territorio le fonti del Trecento sono discordanti: Fig.17 Particolare del “Libro di preghiere” di Moisé Ben Daniel (secolo XIV), in cui sono ricordati gli Moisé ben Daniel menziona oltre 2.000 morti, ricordando in particolare la morte di 7 ebrei; Giovanni Vil- effetti del terremoto del 1328 a Norcia e a Ripatransone (Jewish National and University Library of Jerusalem, Heb. 8.o 4281). lani ne menziona più di 5.000, Giovanni da Bazzano oltre 4.000, gli Annali e cronaca di Perugia sosten- gono che i morti furono più di 2.000, mentre la più tarda Cronaca della città di Perugia ne indica solo più di 200 (forse per errori incorsi durante la copiatura dei manoscritti); Mariano del Moro nelle sue Memorie di Perugia si limita a scrivere che vi furono molti morti. La discordanza sul numero dei morti può forse derivare dal fatto che alcune fonti attribuirono a Norcia le vittime complessive causate dal ter- remoto in tutto il territorio. Secondo Villani morirono tutti gli abitanti del paese di Preci. Secondo gli Annales Arretinorum Minores ci furono dei morti anche a Spoleto. A Norcia la reazione immediata di parte degli scampati fu la fuga dalla città. In seguito si organizzarono riti penitenziali e flagellazioni rituali, nonostante la pioggia, e poi la neve che aveva raggiunto circa gli 80 centimetri. Molti abitanti lasciarono i loro paesi sui monti e andarono ad abitare in luoghi di pianura. La ricostruzio- ne di Norcia, secondo il parere di Moisé ben Daniel, non modificò i caratteri dell’edilizia abitativa prece- dente: egli sottolinea infatti che la città fu ricostruita nello stesso posto e fu riportata presto allo stesso aspetto che aveva prima del terremoto.

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1477 gennaio — maggio Foligno

Il notaio del comune di Foligno inserisce tra le “Riformanze” alcuni fogli che conser- vano la sua personale testimonianza dei danni causati nella città dal terremoto. Par- tendo da questa memoria sono stati reperiti altri documenti, ed è stato possibile rico- struire alcuni aspetti della sequenza sismica del 1477, un evento quasi sconosciuto alla tradizione sismologica. Avvenne durante un inverno particolarmente rigido, subito dopo un’epidemia di peste i cui effetti non si erano ancora del tutto esauriti quando cominciarono le scosse.

Le fonti Le informazioni sui danni di questo terremoto riguardano solo Foligno, e rimane perciò sconosciuta l’e- satta area epicentrale. La fonte principale è costituita da una memoria coeva scritta dal notaio del comu- ne di Foligno, Michelangelo Grillo, conservata nella Sezione di Foligno dell’Archivio di Stato di Perugia, fondo Riformanze, registro 38, carta 56r-v. Questa memoria, che attesta gli effetti del terremoto a Foligno e il risentimento a Todi, fu inserita dallo stesso notaio tra le Riformanze del consiglio comunale di Foli- gno, delle quali una, datata 19 marzo 1477 (registro 38, carta 59r-v), contiene importanti informazioni sui danni al palazzo priorale di Foligno e sulla deliberazione consiliare relativa alle riparazioni necessarie. Inoltre, una memoria di un notaio perugino, pubblicata a cura di Abbondanza (1973) e il cui testo origi- nale è conservato nel fondo notarile dell’Archivio di Stato di Perugia, attesta gli effetti del terremoto a Perugia e a Foligno.

Gli effetti: danni a Foligno, ma è sconosciuta l’area epicentrale La sequenza sismica si protrasse dai primi giorni di gennaio 1477 fino al maggio successivo. Le prime scos- se furono leggere, ma verso la fine di gennaio aumentarono d’intensità. Il 30 gennaio alle ore 16 TU (ore 23 in orario all’italiana) una scossa molto forte spaventò la popolazione, che abbandonò le abitazioni e, nonostante il freddo, apprestò dei ripari di fortuna all’aperto. Due giorni dopo, nella notte tra il 2 e il 3 febbraio alle ore 1 TU circa (ore 8 della notte in orario all’italiana), fu avvertita la scossa più forte di tutta la sequenza. La memoria di Grillo e la riformanza del 19 marzo attestano che questa scossa danneggiò tutti gli edifici della città, dei quali alcuni tra i più vecchi crollarono, e quasi tutti i camini. Dal palazzo priora- le crollarono tre merli, che cadendo danneggiarono parte del tetto e delle tegole; nel complesso dello stes- so palazzo la cappella e la cancelleria furono danneggiate: questa parte dell’edificio, che era stata in pre- cedenza lesionata e quindi rinforzata con quattro chiavi di ferro, subì gravissime lesioni e divenne peri- colante. La scossa fu avvertita fortemente a Perugia e a Todi.

Peste e gelo La sequenza sismica del 1477 seguì di un anno un’epidemia di peste, i cui effetti non si erano ancora del tutto esauriti all’epoca del terremoto. Questi due eventi e il particolare rigore dell’inverno, a causa del quale le acque del lago Trasimeno ghiacciarono, furono interpretati dalla popolazione come il segno di tremende disgrazie che l’avrebbero colpita entro il 1480. AFoligno la scossa del 30 gennaio causò panico nei cittadini, alcuni dei quali abbandonarono la città. Dopo la forte scossa avvenuta nella notte tra il 2 e il 3 febbraio, la gente si riversò all’aperto, dove rimase esposta ai rigori dell’inverno, in particolare a una forte nevicata. Quanto agli interventi delle istituzioni, come attestato dalla riformanza del 19 marzo 1477, il consiglio Fig.18 Memoria del terremoto del 3 febbraio 1477 scritta dal cancelliere della comunità di Foligno, il notaio Miche- comunale di Foligno deliberò di far riparare il palazzo priorale, la cui parte più danneggiata era dive- langelo Grillo (gentimente trascritta da M.Paola Bianchi e Federica Romano). Una parte del testo è tradotta nella 38 nuta pericolante, e di affidare a due cittadini la supervisione delle operazioni di ricostruzione. pagina seguente (Archivio di Stato di Perugia, Sez. di Foligno, Priorale, Consigli e riformanze, reg.38, 1476-1481). 39

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

La relazione del notaio Michelangelo Grillo, scritta in un latino quasi umanistico, fu inserita nel registro 1599 novembre — 1600 gennaio Valnerina 38 delle Riformanze di Foligno; è qui riportata in traduzione la prima parte (c.56r-v, 1477, Archivio di Stato di Perugia, Sezione di Foligno). Freddo e paura: la popolazione di Cascia, indifesa di fronte al terremoto avvenuto Poiché è mia intenzione che non solo gli affari pubblici, ma anche quegli eventi che sono degni nell’inverno, fu abbandonata a se stessa, senza che alcun provvedimento da parte di memoria siano registrati negli annali che io stesso curo, ho riportato senza alcun silenzio la notizia di un rovinoso terremoto così tremendo che prima non si era mai avuto. Circa alle dell’amministrazione papale, occupandosi delle ricostruzioni necessarie, ne miglio- calende di gennaio la terra si mosse appena un poco; nei giorni successivi e in particolare rasse la difficile situazione. verso la fine del mese prese a muoversi con maggiore forza e intensità. Il giorno trenta alle ore 23 tutto fu così sconvolto che fummo presi dal panico: le persone impaurite vagavano senza meta, mentre venivano preparati umili alloggi e luoghi più sicuri; Le fonti peraltro l’inverno, i venti e la neve erano stati impietosi e noi speravamo in un futuro miglio- re, senz’altro meno duro per questa regione colpita dalla peste; e infine qualche anziano lasciò Nel novembre 1599 il futuro duca di Urbino, Francesco Maria II della Rovere (1548-1631), si trovava a la città. Casteldurante, l’odierna Urbania, e nel suo diario annotò con eleganza il risentimento della scossa del gior- La seconda notte di febbraio, mentre i tremori erano così frequenti che i fedeli, radunati nelle no 6. Benché d’interesse letterario, questa memoria non descrive il terremoto, le cui informazioni princi- chiese, elevavano solenni preghiere (sebbene in realtà fossero così diffidenti da essere più pali sono invece fornite dalle istituzioni amministrative locali delle comunità più colpite, che dovettero intenti alla fuga che alle cose divine), alle ore 8 avvenne una scossa così forte che nessun edi- ficio restò illeso, alcuni dei più vecchi subirono crolli interni e solo pochissimi camini appa- intervenire per prendere alcuni urgenti provvedimenti. rivano intatti. Crollarono tre merli posti nel fastigio della parete anteriore del palazzo priora- Nel fondo delle “Lettere al Comune” della Sezione di Spoleto dell’Archivio di Stato di Perugia, sono con- le, causando il dissesto del tetto e delle tegole. Il palazzo “plurifarianum” fu gravemente lesio- servati alcuni documenti che attestano quell’emergenza: i gravi danni a Cascia sono ricordati in una let- nato e la parte di questo dove si trovava lo spazio della cancelleria, che già in precedenza era tera inviata il 22 novembre dai priori di Cascia a quelli di Spoleto; gli effetti a Montesanto sono invece atte- stata danneggiata e quindi rinforzata con quattro chiavi di ferro, fu orribilmente lesionata. La stati in 4 lettere inviate tra il 6 novembre e il 6 dicembre 1599 dalla comunità e dal podestà di Montesan- gente credeva che quelle chiavi avrebbero resistito, e invece crollò del tutto e nel crollo investì to ai priori di Spoleto. anche l’area circostante. Nell’Archivio Storico Comunale di Norcia, nei registri dei “Consigli e Riformanze” (vol.85, anni 1599-1601) In quella notte e nel giorno che venne a portare la luce la terra fu scossa così di frequente, seb- bene in modo non terribile, che non la si poté vedere in stato di quiete per un solo attimo. Quale si conserva il verbale della seduta del 28 novembre 1599, che attesta i danni e le successive riparazioni confusione per la città, quale clamore si verificò a causa del sommo pericolo! Passammo la alla rocca della città. In quegli anni le amministrazioni pubbliche non prendevano provvedimenti per i notte nelle piazze, nei giardini, nelle case e presso le mura cittadine, esposti soltanto al rigore danni all’edilizia abitativa minore; per questa ragione, il fatto che le fonti documentarie non menzionino del vento e della neve [...]. danni alle case non deve indurre a ritenere che tali danni non ci furono. Per poter conoscere il quadro dei

Fig.19 L’antico abitato di Foligno in un disegno del XVI secolo (Biblioteca Augusta di Perugia, Cipriano Piccol Passo, Fig.20 L’antico abitato di Cascia in un disegno del XVI secolo (Biblioteca Augusta di Perugia, Cipriano Piccol Passo, Il primo libro delle Piante et ritratti delle Città e Terre dell’Umbria). Il primo libro delle Piante et ritratti delle Città e Terre dell’Umbria).

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1599 novembre — 1600 gennaio Valnerina Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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danni bisogna ricorrere ad altri tipi di fonti, come relazioni e memorie coeve. Fortunatamente gli effetti di questo terremoto sono testimoniati dalla dettagliata relazione scritta poco dopo il 15 gennaio 1600 in lingua latina da un colto cittadino di Cascia, forse “Paolo Rocchi Maestro del Pubblico a Cascia” (secon- do l’ipotesi di Franceschini 1913). Questa relazione era un tempo conservata presso la Biblioteca Barbe- riniana di Roma e ora nella Biblioteca Apostolica Vaticana (Barberini Latini, 324). Della relazione esiste anche una copia settecentesca conservata nel codice Vaticano Latino 7934 (Biblioteca Apostolica Vatica- na, Narratio Terremotus) a suo tempo usata da de Rossi (1882). Lo stesso Rocchi fu anche autore di una relazione in versi su questo terremoto.

Gli effetti: prima dissesti e lesioni, poi crolli Agli inizi di ottobre furono avvertite leggere scosse a Cascia. Il 4 novembre 1599 alle ore 8:25 TU una forte scossa fece crollare la parte superiore della rocca di Mon- tesanto; caddero molte pietre dai torrioni e dai merli; alcune mura si lesionarono tanto da aprirsi com- pletamente dall’alto in basso; cadde una volta della stanza del castellano, e furono danneggiate tutte le volte. A Cascia furono rilevate notevoli fessure e lesioni in parecchie case. Il 6 novembre alle ore 1:25 TU circa vi fu la scossa percepita come più forte dell’intera sequenza, che colpì violentemente il territorio compreso fra Cascia, Norcia, Spoleto. Gli effetti più gravi furono a Chiavano, Cascia, Castel San Giovanni, Collegiacone, Giappiedi, Maltignano, Mucciafora e Roccatamburo. Chiava- no subì i danni più gravi: è menzionato il crollo di metà degli edifici. A Cascia crollarono 40 case e diver- se torri e campanili, le mura urbane si spaccarono, tutte le case furono lesionate e alcune di esse dovet- tero essere puntellate. Furono danneggiati anche edifici precedentemente rinforzati da chiavi di ferro. A Norcia furono danneggiati il monastero di S.Chiara, la torre sopra la porta Massari e la rocca. A Monte- santo si aprirono screpolature e fessure in quasi tutte le case, anche in quelle ben costruite; cadde la campanella della rocca i cui danni, già causati dalla scossa del 4 novembre, furono ulteriormente aggra- vati. È peraltro attestato che la rocca si trovava già in precedenza in cattive condizioni a causa di cedi-

“Umide le coperture delle tende, umide le membra”

Di un comportamento molto diffuso in caso di terremoto, quale la decisione di rifugiarsi in tende o baracche per non essere travolti da eventuali crolli, un testo poetico può fare un quadro di sofferenza molto complesso e toccante. È il caso di questi versi dal carme composto in distici da un autore coevo, Paolo Rocchi, “Maestro del pubblico” di Cascia, in seguito al terremoto del 1599. Seppure in una struttura narrativa piuttosto stereotipata, i versi che qui si propon- gono colgono i tratti della difficile situazione della popolazione colpita.

[testo originale] [traduzione] Innumeras Terrae equatas hic conspicit aedes Il viandante che qui veda le innumeri case Quisque viatorum, sevaque fata gemit. Distrutte, piange il destino crudele. Quo fit quod nullus primus consistere tectis Perciò nessuno per primo sotto i tetti Nunc audet numium territus atque tremens; Osa ora restare, troppo atterrito e tremante; Sed veluti pecudes, volucres ac more ferarum Ma come bestiame, come uccelli o animali Cuncti sub tennis nocte, diumque iacent. Notte e giorno giacciono tutti insieme sotto le tende. Roscida tennarum sunt lintea, roscida membra Umide le coperture delle tende, umide le membra Apparent nebulis, corpora quaeque latent. Appaiono nella nebbia, ogni corpo è nascosto. Extingunt lumen venti, nec carcere noctis I venti estinguono i lumi, e nel carcere della notte Luminis auxilium percipit ullus homo. Nessun uomo scorge il conforto della luce. Filioli plorant, nec praebent cibaria matres I figli piangono, le madri non hanno cibo: Namque metus rapuit lac, rapuitque famem. Il latte è stato rubato dalla paura, rubato dalla fame. Saepe canes latrant, placidam carpitque quietem Spesso latrano i cani, e non coglie un riposo tranquillo Nullus, vicini fluminis unda nocet. Nessuno turba lo scorrere del fiume vicino. 42 Fig.21 6 novembre 1599: localizzazione dell’epicentro e degli effetti più gravi. 43 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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menti alle fondazioni. A Cerreto di Spoleto le abitazioni rimasero diffusamente e gravemente danneg- 1703 14 gennaio Appennino umbro-reatino giate, tanto che la popolazione dovette abbandonare le case dissestate e si rifugiò in campagna. Il terremoto fu avvertito a Spoleto, Perugia, Urbania, Roma, L’Aquila, Ancona, Pesaro e in quasi tutte le Marche e la Romagna. Una devastante sequenza sismica durata per oltre un anno, caratterizzata da tre forti Forti scosse furono sentite fino alla metà del gennaio 1600. scosse nel volgere di due settimane, fra le più violente e distruttive della storia italia- na. Il territorio colpito afferiva a due stati: quello della Chiesa, per l’Umbria, le Mar- che e il Lazio, e quello del regno di Napoli, per l’Abruzzo e il Molise. Il patrimonio edi- lizio di molti centri abitati dell’Umbria meridionale, fra cui Cascia e Norcia, era già Altre località danneggiate stato lesionato dalla forte scossa del 18 ottobre 1702 e dalle sue repliche. I danni furo- Annifo: fu danneggiata la chiesa parrocchiale che minac- rinforzata con 40 chiavi di ferro. no catastrofici e coinvolsero l’intera rete insediativa dell’Umbria meridionale con ciava di crollare; i lavori di riparazione furono eseguiti nel Giappiedi: la scossa del 6 novembre danneggiò gravemente 1603. quasi tutte le case. effetti e ripercussioni pluridecennali. Castel San Giovanni: furono danneggiate gravemente Maltignano: furono danneggiate gravemente quasi tutte le quasi tutte le case. case. • La sintesi che qui si presenta riguarda solo l’Umbria e le Marche ed è stata rielaborata dal CFTI4-Med (Guidoboni et al. Collegiacone: la scossa del 6 novembre danneggiò grave- Mucciafora: furono danneggiate gravemente quasi tutte le 2007), cui si rimanda per una conoscenza complessiva sui problemi indotti nell’intera area dei danni e per la bibliografia mente quasi tutte le case. case. generale. Frenfano: la scossa del 6 novembre fece crollare la torre del Roccatamburo: furono danneggiate gravemente quasi tutte castello medievale, nonostante fosse stata precedentemente le case. Le fonti Data la vastità dell’area colpita e le diverse afferenze territoriali, riportano informazioni su questo terre- Emergenza abitativa e disagi moto le fonti amministrative relative sia agli organi centrali di governo, sia alle sedi locali. Per quanto Vi furono 40 morti, di cui 8 a Cascia e i restanti nei borghi e villaggi del suo territorio. Numerose persone riguarda le località colpite in Umbria e nelle Marche, sono state utilizzate le fonti prodotte dall’ammini- rimasero sotto le rovine per 3 o 4 ore prima di essere estratte illese. La popolazione fu colta dal panico e, strazione pontificia, conservate all’Archivio di Stato di Roma, nei fondi Camerale I, Commissario genera- dopo la scossa del 6 novembre, gli abitanti di Cascia lasciarono la città e passarono la notte fuori delle le della Camera Apostolica, Congregazione del Buon Governo e Congregazioni particolari deputate, e mura presso la chiesa di S.Antonio. Molti montarono tende anche dentro la chiesa e vi rimasero per oltre all’Archivio Segreto Vaticano, nel fondo Carpegna. Il quadro delle informazioni sul terremoto è completa- 20 giorni, finché, a causa del freddo e della neve, furono costretti a far ritorno a casa. Tuttavia, per paura to dalle corrispondenze conservate negli archivi diplomatici di varie corti italiane, da manoscritti e rela- delle scosse che replicavano frequenti, usarono come abitazioni cantine, magazzini e luoghi sotterranei. zioni a stampa, dalle corrispondenze giornalistiche dell’epoca e da alcune epigrafi. Anche a Cerreto la popolazione abbandonò le abitazioni dissestate e si accampò fuori dal paese. All’Archivio di Stato di Roma, nel fondo Camerale I sono stati reperiti tre chirografi del papa Clemente XI, Mentre la terra continuava a tremare fu organizzata una processione solenne oltre le mura di Cascia fino datati rispettivamente 17 febbraio 1703, 2 aprile 1704 e 13 dicembre 1704, documenti che attestano gli alla chiesa dei Cappuccini e furono indetti riti devozionali in molte chiese, monasteri e conventi di Cascia. interventi e i provvedimenti finanziari a favore delle popolazioni colpite. Nel fondo Congregazione del Il papa Clemente VIII inviò nell’area colpita il vescovo di Camerino, il prefetto di Norcia, il governatore di Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), è stata reperita documentazione relativa alle località di: Arqua- Spoleto e il vicario del vescovo di Spoleto perché accertassero l’entità dei danni: a Cascia furono stimati ta del Tronto, Arrone, Bevagna, Cascia, Cerreto di Spoleto, Chiavano, Civita, Forsivo, Gualdo Cattaneo, superiori a 200 ducati. Da Norcia e da Spoleto furono inviati aiuti in denaro e offerte di ospitalità agli abi- Massa Martana, Mevale, Montefalco, Monteleone di Spoleto, Norcia, Savelli, Scheggino, Sellano, Spello, tanti di Cascia. Spoleto, Trevi e Valcaldara. Tale documentazione contiene descrizioni di effetti in interi paesi o su singo- Il podestà di Montesanto, Mario di Domo, provvide a far levare le pietre pericolanti dalle sommità delle li edifici pubblici, richieste di lavori, stime per restauri, rendiconti di spese già sostenute, deliberazioni mura della rocca e i coppi dal tetto, già in cattive condizioni a causa di dissesti statici dell’edificio. delle amministrazioni locali. Per fronteggiare la grave emergenza amministrativa e fiscale indotta dal terremoto fu creata dal governo pontificio una nuova struttura amministrativa: la “Congregazione sopra le materie del terremoto”, alla quale fu affidato l’incarico di esaminare le richieste degli abitanti delle località colpite e di vagliare le domande di proroga delle esenzioni fiscali quinquennali. Nella documentazione relativa a questo organi- smo, conservata nel fondo Congregazioni particolari deputate, sono state evidenziate 18 pratiche di par- ticolare interesse per l’Umbria. Presso l’Archivio Segreto Vaticano, fondo “Carpegna”, sono stati reperiti 10 documenti che attestano gli effetti del terremoto nelle località dello stato pontificio colpite: si tratta di 9 memoriali e suppliche invia- ti al pontefice dalle comunità di Norcia, Cascia, Spoleto, Monteleone di Spoleto e Bevagna e della copia di una lettera inviata dal commissario apostolico incaricato dei soccorsi nelle zone terremotate, monsignor Pietro de Carolis, alla Sacra Congregazione del Buon Governo, datata 28 giugno 1703. Inoltre gli archivi diplomatici di alcune corti italiane contengono informazioni su questo evento e in par- ticolare sul panico che si diffuse a Roma: per esempio nell’archivio Gonzaga (Archivio di Stato di Manto- va) sono conservate 10 lettere indirizzate al duca di Mantova, Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers, scritte fra il 26 gennaio e il 3 marzo 1703 da Roma e Fermo, che riguardano questo terremoto. 44 Tra le fonti amministrative edite, di fondamentale interesse informativo sono le relazioni del commissario 45

1703 14 gennaio Appennino umbro-reatino Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

apostolico de Carolis (1703). Di notevole valore informativo sono anche le fonti manoscritte reperite alla Il terremoto del 1703 è stato considerato dalla storiografia un evento importante per le società e le eco- Biblioteca Apostolica Vaticana: il codice 4336 Barberino Latino contiene due disegni, uno relativo a una nomie colpite, oltre che in Umbria meridionale, anche in Abruzzo e nel Reatino. La letteratura sismologi- spaccatura causata dal terremoto nel monte Orano (nel Reatino) e l’altro relativo al progetto di un’abita- ca italiana fino all’inizio del Novecento fu molto interessata a questo grande evento: non solo è ricordato zione-rifugio per il terremoto (Fig. 27). Nei manoscritti Urbinati Latini, il codice 1699 contiene due rela- in tutti i cataloghi e repertori, ma fu anche oggetto di approfondimenti specifici riguardanti la storia della zioni sui danni a Norcia. sismologia (de Rossi 1882; Baratta 1897), gli effetti di propagazione a Roma (de Rossi 1897) e lo studio La sequenza sismica del 1703 ebbe un forte impatto sulla società e sulla cultura del tempo, come è testi- dell’area sismogenetica (Baratta 1915). moniato da corrispondenze, discorsi e scritti privati, nonché dalla storiografia locale di centri sia colpiti sia non direttamente coinvolti. Numerose biblioteche civiche conservano infatti memorie manoscritte di questo terremoto, riguardanti o effetti locali, o la fama della sua distruttività, che raggiunse anche luoghi Gli effetti: devastazioni in area umbro-marchigiana lontanissimi, o lo stato d’animo indotto nelle popolazioni. Il terremoto del 1703 fu uno dei più gravi disastri sismici della storia italiana per estensione geografica e per Fonti utili per la valutazione dei danni e per la storia della ricostruzione si sono rivelate anche le gazzet- entità delle distruzioni, dovute agli effetti cumulativi di numerose e violente scosse. Ne fu colpita l’Italia cen- te del tempo. Le corrispondenze di queste gazzette provenivano da Roma ed erano perciò attente soprat- trale, dove causò la morte di circa 10.000 persone, delle quali oltre 2.000 in Umbria, e dove complessiva- tutto agli effetti delle scosse in questa città e ai numerosi riti religiosi che vi si svolsero, in un clima emo- mente una cinquantina di località risultarono totalmente o per la maggior parte distrutte, un’altra cinquan- zionale particolarmente teso. Altre informazioni, riguardanti le cerimonie religiose che ebbero luogo a tina subirono crolli estesi a gran parte del patrimonio edilizio e più di un centinaio di paesi subì gravi danni. Roma durante il terremoto, sono riportate da Chracas (1704), del quale è stato inoltre utilizzato il tratta- Entro la sequenza sismica del 1703, che era stata preceduta dalle scosse avvenute nel 1702 tra ottobre e to (Chracas 1703), che contiene un elenco di scosse avvertite a Roma. Fonte diretta di rilevante portata dicembre, sono distinguibili tre forti scosse: quella del 14 gennaio delle ore 18 TU ca., quella del 16 gen- informativa per Roma è anche il dettagliatissimo diario del letterato ed erudito Valesio (ed. 1977-1979), naio delle ore 13:30 TU ca. e quella del 2 febbraio delle ore 11:05 TU ca. molto preciso nel differenziare gli effetti delle varie scosse. Le scosse del 14 e del 16 gennaio, i cui effetti non sono sempre distinguibili in tutte le località interessa- Anche le epigrafi hanno dato un contributo specifico: ne sono state identificate complessivamente 19, che te, colpirono l’Umbria e le Marche meridionali e i territori limitrofi del Lazio settentrionale e dell’Abruzzo menzionano riparazioni o ricordano lo scampato pericolo dal terremoto; 17 riguardano l’Umbria e le Marche: orientale, in particolare Norcia, Cascia, Cerreto di Spoleto, Monteleone di Spoleto, Arquata del Tronto e i sono localizzate ad Agriano, Amelia, Cascia, Castelluccio, Fabriano, Narni, Norcia, Spoleto e Visso. Un ex villaggi dei rispettivi territori. voto dedicato a S.Nicola, conservato nella basilica di Tolentino, celebra il santo per aver protetto la città. A Norcia i danni furono gravissimi; è attestato che gli effetti furono dovuti alle scosse del 18 ottobre 1702, del 14, 16 e 25 gennaio e del 25 febbraio 1703. La scossa del 18 ottobre 1702 e le successive, che si erano protratte fino ai primi di dicembre, avevano lesionato molti edifici. La scossa del 14 gennaio, che colpì quindi un patrimonio edilizio già dissestato, distrusse quasi completamente la città. L’edilizia ecclesiasti-

Fig.23 Norcia: danni del terremoto del 14 gennaio 1703 sugli edifici della piazza (disegno a matita di autore anonimo, Archivio Storico Comunale di Norcia).

Fig.22 Carta semplificata degli effetti della grande sequenza sismica del gennaio-febbraio 1703, generata nell’Appennino umbro-reatino e aquilano e della sequenza del settembre-ottobre 1997 di Colfiorito. Le aree di danno della scossa del 14 gennaio 1703 sono rappresentate in rosso: la linea continua delimita l’area dei massi- mi effetti distruttivi (XI grado MCS); la linea tratteggiata delimita gli effetti compresi fra i gradi X e VII MCS. Le aeree di danno della scossa del 2 febbraio 1703 sono rappresentate in blu: la linea continua delimita l’area degli effetti di X grado, quella tratteggiata gli effetti compresi fra i gradi IX e VII grado MCS. L’area colpita della sequenza del settembre-ottobre 1997 è rappresentata in nero: la linea continua delimita i danni più 46 gravi, dal grado VIII al IX, la linea tratteggiata l’area degli effetti fino al VII grado MCS. 47

1703 14 gennaio Appennino umbro-reatino Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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ca fu gravemente compromessa: 13 chiese e monasteri crollarono del tutto o in parte e nella chiesa prin- Ad Arquata del Tronto 40 case crollarono totalmente e le rimanenti divennero inabitabili; furono forte- cipale di S.Maria crollò la copertura. Anche l’edilizia pubblica subì danni gravissimi: la residenza del pre- mente danneggiati o crollarono parzialmente tutti gli edifici civili ed ecclesiastici: le chiese, il palazzo prio- fetto detta “Castellina”, i magazzini pubblici, il Monte di Pietà subirono crolli; ci fu bisogno di riparazioni rale, la cancelleria, l’archivio, la scuola pubblica, i magazzini del grano e del sale, la torre pubblica, l’abi- agli edifici del deposito di grano dell’Abbondanza, e del deposito del sale, alla Depositaria, al quartiere dei tazione del luogotenente, la rocca e la caserma. soldati e degli sbirri; caddero le campane del palazzo pubblico; le mura della città crollarono parzialmen- A Sellano il terremoto fece crollare o rese inabitabili gran parte delle case. Fu notevolmente danneggia- te; la porta principale e la torre, per metà crollate, divennero pericolanti. ta la chiesa parrocchiale di S.Maria, nel cui interno furono lesionati 3 archi, che dovettero essere puntel- I quattro rioni in cui era divisa la città subirono i seguenti danni: nel rione di S.Lucia l’unico edificio che lati, e l’architrave della finestra sovrastante l’altare maggiore; il campanile, dal quale caddero le campane, non crollò fu il palazzo apostolico, che tuttavia ebbe crolli ai muri interni; la chiesa di S.Francesco e il con- fu gravemente dissestato e dovette essere demolito. Il palazzo priorale subì gravi danni nelle facciate e vento dei padri del Terz’Ordine subirono crolli parziali; nella chiesa parrocchiale crollarono parzialmente nella torre campanaria; crollò la copertura di una loggia attigua ai magazzini pubblici del grano; l’abita- il tetto e il campanile. Nel rione di S.Benedetto crollarono il collegio e, parzialmente, la torre; la chiesa di zione del podestà fu resa inagibile. S.Benedetto subì crolli parziali e gravi lesioni, il campanile divenne pericolante; il palazzo consolare crol- Spoleto fu danneggiata dalle scosse avvenute il 14 e 16 gennaio, il 2 febbraio, l’1 marzo, il 9 aprile e il lò dalle fondamenta; solo 5 o 6 edifici non crollarono completamente. Nel rione di S.Giacomo, crollò inte- 29 giugno 1703. La scossa del 14 gennaio causò gravi danni ad alcune case che divennero inabitabili; ramente l’omonima chiesa; il convento dei padri Agostiniani subì crolli gravi mentre il monastero delle questi danni furono peggiorati dalla scossa del 16 gennaio. La scossa del 2 febbraio causò ulteriori gravi monache di S.Caterina, crollato parzialmente, fu considerato riparabile; le poche abitazioni non crollate danni: ogni edificio dovette essere puntellato. Le successive scosse del primo marzo e del 9 aprile cau- risultarono inabitabili. Nel rione di S.Giovanni, l’omonima chiesa subì il crollo di una navata; di due mona- sarono danni e ne causò di nuovi anche quella del 29 giugno. Secondo notizie fornite dalla comunità le steri di monache uno crollò e l’altro fu danneggiato; la metà del rione si presentava quasi tutto “dirocca- abitazioni della città divennero tutte pericolanti. I locali dell’archivio pubblico, che era situato all’inter- to”. All’esterno della cinta muraria della città crollarono la chiesa e il convento di S.Vincenzo e 16 chiese no del palazzo priorale, divennero pericolanti, come riportato nel marzo del 1703 dall’affittuario di que- subirono danni di vario genere. Nei pressi di Norcia furono inoltre rilevate alcune spaccature nel terreno sti locali, il quale notificò inoltre che non gli era possibile accedervi a causa delle scosse sempre più fre- con fuoriuscita di zolfo e bitume, e alcune voragini. quenti di terremoto. Notizie fornite dal governatore della città nell’aprile del 1703 riferiscono di danni A Cascia, già colpita dal terremoto del 14 ottobre 1702, la maggior parte delle abitazioni crollò o diven- causati da nuove scosse di terremoto. La scossa del 9 aprile causò il crollo della facciata della chiesa ne inabitabile. La parte alta della città fu quasi completamente distrutta. Crollarono 17 chiese e 7 mona- degli Agostiniani, in seguito al quale morì una donna; vi furono molti feriti e la quasi totalità delle case steri. Rimasero gravemente danneggiati tutti gli edifici pubblici: il palazzo apostolico, le carceri, il forno e divenne inabitabile. i depositi del grano. Il campanile del palazzo pubblico, che sosteneva una grandissima campana, crollò Prima di presentare i dati relativi ai danni nelle località minori, è il caso di soffermarsi su alcuni dati di sin- sulla residenza del governatore, riducendosi in blocchi di macerie di notevoli dimensioni. tesi relativi alle scosse di terremoto che causarono i danni più gravi per dare un’idea dell’estensione del- Le scosse causarono il crollo degli acquedotti e danni al granaio della “grasciaria”; la residenza del can- l’area colpita. La scossa del 14 gennaio fu avvertita su un’area di 68.000 kmq circa compresa tra Bologna e celliere, quella del segretario pubblico, le stanze dell’archivio pubblico, i magazzini del Monte Frumenta- Napoli. A Milano, Trento e Venezia fu appena percettibile. La nuova violenta scossa del 16 gennaio ebbe rio e quello dell’Abbondanza subirono danni irreparabili; le 5 porte delle mura urbane, con i loro fortini, e un’area di risentimento molto più piccola: fu infatti circoscritta a circa 14.000 kmq. La situazione di Cascia, le mura stesse crollarono in molti punti. Norcia, Spoleto e dei loro territori fu ulteriormente aggravata. Nel complesso 41 paesi e villaggi dell’area A Cerreto di Spoleto la scossa del 14 gennaio causò estese distruzioni. Il paese era suddiviso in cinque circostante Cascia e Norcia furono pressoché rasi al suolo: Abeto, Argentigli, Avendita, Belforte, Belvede- contrade, in cui gli effetti sono localizzabili con una certa attendibilità: le contrade portavano i nomi di re, Buda, Castel San Giovanni, Castel Santa Maria, Chiavano, Chiusita, Civita, Colle di Avendita, Colle Santo Apicino, S.Maria, Strada, Borgo Fregino, Colle. Nella contrada di Apicino, 15 abitazioni su 18 crollarono Stefano, Colmotino, Coronella, Forsivo, Frascaro, Fustagna, Giappiedi, Le Cascine, Maltignano, Manigi, totalmente o parzialmente e le restanti divennero inabitabili; 2 chiese, parzialmente crollate, divennero Mevale, Montaglioni, Ocricchio, Onelli, Opagna, Paganelli, Rocca Tervi, Ruscio, San Marco, Savelli, Sciedi, pericolanti. Nella contrada di S.Maria 3 chiese con le abitazioni annesse furono danneggiate molto grave- Serviglio, Tazzo, Trimezzo, Trognano, Valcaldara, Valdonica, Valiano, Villa San Silvestro. mente e giudicate non riparabili; 1 casa crollò totalmente e altre 4 furono rese inabitabili. In contrada Stra- da, 49 abitazioni crollarono o divennero inabitabili; la chiesa parrocchiale subì danni riparabili; il conven- to degli Agostiniani e il monastero delle Benedettine furono danneggiati in modo quasi irreparabile: le pareti esterne furono gravemente lesionate, caddero i tetti e i solai; la cappella del Corpus Domini minac- ciava di crollare, il palazzo apostolico crollò quasi completamente, il palazzo priorale, la cancelleria, l’ar- chivio e il forno pubblico divennero inagibili; l’edificio del Monte frumentario crollò del tutto. Nella con- trada di Borgo Fregino le 36 abitazioni crollarono o furono rese inabitabili; lo stesso fu rilevato per le 15 case della contrada del Colle. A Monteleone di Spoleto 32 case crollarono totalmente, 50 furono danneggiate così gravemente da dover essere demolite e tutte le altre subirono gravi lesioni e furono rese inabitabili ad eccezione di alcuni piani terreni; fuori dal centro abitato crollarono 9 casali rurali. Danni molto gravi subirono anche gli edifi- ci pubblici e religiosi. Crollò totalmente la chiesa parrocchiale di S.Nicolò, così come l’annessa canonica; crollò interamente la chiesa della Madonna delle Grazie, quella della Madonna di Castelvecchio crollò quasi completamente e quella della SS.Concezione in parte; poco fuori dall’abitato crollarono totalmente le chie- se della SS.Croce e della Madonna del Piano; tutte le altre chiese furono danneggiate in modo meno grave, ad eccezione di quella del Carmine che risultò illesa; il convento di S.Francesco crollò in parte e per il resto Fig.24 Norcia: Castellina, partico- lare dell’epigrafe, un tempo conser- fu reso inabitabile, a parte le stalle e le cantine a piano terra, nella chiesa cadde la volta. Crollarono in parte vata sulla porta Santa Lucia, in cui le mura castellane; subirono gravi danni e crolli parziali il palazzo priorale con l’annessa torre, la scuola e il si ricorda il restauro avvenuto dopo 48 granaio pubblico; fu fortemente danneggiata la residenza del governatore, crollò la caserma. il terremoto del 1703. 49

1703 14 gennaio Appennino umbro-reatino Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

La scossa del 2 febbraio 1703, che colpì in particolare L’Aquila e il suo territorio, fu percepita in un’area scossa del 14 gennaio danneggiò in modo notevole il paese; ta di 64 residenti. di 52.000 kmq circa. Isolati e leggeri risentimenti furono segnalati fino a Milano e a Venezia. A Roma causò non vi furono vittime. Colle Santo Stefano: villaggio del territorio di Cascia; la fessure e lesioni nelle cupole e nelle volte di numerose chiese, caduta di calcinacci, di tegole, delle parti Castel San Giovanni: borgo fortificato del territorio di scossa del 14 gennaio causò la distruzione totale dell’abita- Cascia; la scossa del 14 gennaio causò la distruzione quasi to; crollò la chiesa parrocchiale; nel paese e nel vicino villag- sporgenti dei tetti; nella chiesa di S.Andrea della Valle si aprì una volta. Molti edifici pericolanti furono totale dell’abitato; crollò la chiesa parrocchiale; nel paese e gio di Serviglio morirono complessivamente 22 persone puntellati e a distanza di qualche giorno i danni furono reputati più gravi di quanto era sembrato. nei villaggi annessi di Fustagna e di Valdonica morirono (29%) su una popolazione censita di 75 abitanti. complessivamente 17 persone su, a seconda delle fonti, 107 Collescille: villaggio del territorio di Norcia dipendente da • Qui di seguito sono elencati i danni nelle altre località umbre e marchigiane; sono escluse le località in cui le scosse furo- abitanti (16% della popolazione totale censita), oppure 235 Piedivalle; la scossa del 14 gennaio danneggiò notevolmente no avvertite senza danni (per una conoscenza complessiva del territorio coinvolto si veda ancora il Catalogo dei Forti Ter- abitanti (7%). le abitazioni, che furono comunque giudicate riparabili; non remoti in Italia, ING-SGA, 1997). Castel Santa Maria: borgo fortificato del territorio di Nor- vi furono vittime. cia; la scossa del 14 gennaio causò la distruzione totale del Colmotino: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del 14 paese; 2 chiese crollarono e un’altra subì danni riparabili; gennaio causò la distruzione totale del paese; crollò la chie- Altre località danneggiate nell’area umbro-marchigiana morirono 25 persone (33%) su una popolazione censita di 75 sa parrocchiale; morirono 20 persone (45%) su una popola- abitanti. zione censita di 44 abitanti. Abeto: borgo fortificato del territorio di Norcia; la scossa del del 14 gennaio causò la distruzione pressoché totale del Castelvecchio: borgo fortificato del territorio di Norcia; la Corone: villaggio del territorio di Norcia; la scossa del 14 14 gennaio causò la distruzione quasi totale del paese; crol- paese; la chiesa parrocchiale fu danneggiata gravemente e scossa del 14 gennaio danneggiò gravemente il paese: non vi gennaio danneggiò gravemente il paese: non vi furono crolli lò la chiesa parrocchiale; morirono 36 persone (15%) su una divenne pericolante; morirono 9 persone (20%) su una furono crolli totali, ma quasi tutte le case furono rese inabi- totali, ma quasi tutte le case furono rese inabitabili; la chie- popolazione censita di 240 abitanti. popolazione censita di 45 abitanti. tabili; la chiesa parrocchiale subì danni riparabili; nel paese sa parrocchiale subì danni riparabili; nel paese e nel vicino Acquaro: villaggio del territorio di Norcia dipendente da Belvedere: borgo fortificato del territorio di Norcia; la scos- e nel vicino villaggio di Corone non vi furono vittime su una villaggio di Castelvecchio non vi furono vittime su una popo- Piedivalle; la scossa del 14 gennaio danneggiò notevolmente sa del 14 gennaio causò la distruzione totale del paese; crol- popolazione censita complessiva di 300 abitanti. lazione censita complessiva di 300 abitanti. le abitazioni, che furono comunque giudicate riparabili; non lò la chiesa parrocchiale; morirono 7 persone e il resto della Cerasola: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del 14 Coronella: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del 14 vi furono vittime. popolazione abbandonò l’abitato. gennaio danneggiò gravemente il paese; la chiesa parroc- gennaio causò la distruzione pressoché totale del paese; Agriano: villaggio del territorio di Norcia; la scossa del 14 Bevagna: la scossa del 14 gennaio causò danni alle mura chiale crollò parzialmente; morirono 5 persone (6%) su una crollò la chiesa parrocchiale; morirono 18 persone (46%) su gennaio danneggiò gravemente il paese, rendendo inabitabi- castellane, delle quali crollò un tratto nei pressi della porta del popolazione censita di 79 abitanti. una popolazione censita di 39 abitanti. li le case; non subì danni la chiesa parrocchiale; non vi furo- Salvatore e divenne pericolante il tratto adiacente al conven- Chiavano: borgo fortificato del territorio di Cascia; la scos- Croce: borgo fortificato del territorio di Norcia; la scossa del no vittime. to di S.Agostino; vi furono danni anche nel palazzo apostolico. sa del 14 gennaio causò la distruzione totale del paese; la 14 gennaio danneggiò il paese in modo non grave; la chiesa Aliena: villaggio del territorio di Norcia; la scossa del 14 Biselli: borgo fortificato del territorio di Norcia; la scossa chiesa parrocchiale crollò quasi completamente e le altre parrocchiale subì danni riparabili; non vi furono vittime su gennaio causò la distruzione di gran parte del paese; la chie- del 14 gennaio causò la distruzione di gran parte del paese; dovettero essere demolite; morirono 60 persone (56%) su una popolazione censita complessiva di 128 abitanti. sa parrocchiale subì danni riparabili; morirono 3 persone nella chiesa parrocchiale crollò il tetto, la chiesa del SS.mo una popolazione censita di 107 abitanti. Fematre: villaggio del territorio di Norcia; la scossa del 14 (3%) su una popolazione censita di 100 abitanti. Sacramento risultò illesa; morirono 4 persone (5%) su una Chiusita: villaggio del territorio di Norcia dipendente da gennaio danneggiò il paese in modo notevole; la chiesa par- Ancarano: borgo fortificato del territorio di Norcia; la scos- popolazione censita di 86 abitanti. Mevale; la scossa del 14 gennaio causò la distruzione totale rocchiale subì danni riparabili; non vi furono vittime su una sa del 14 gennaio danneggiò notevolmente l’abitato; la chie- Borgo: villaggio del territorio di Arquata del Tronto; la scos- del paese. popolazione censita complessiva di 200 abitanti. sa parrocchiale subì lesioni nella volta, nelle pareti e nel sa del 14 gennaio danneggiò notevolmente le case, che furo- Civita: borgo fortificato del territorio di Cascia; la scossa del Fogliano: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del 14 campanile, altre 3 chiese furono danneggiate in varie parti e no comunque giudicate riparabili. 14 gennaio causò la distruzione totale del paese; crollarono gennaio causò la distruzione di metà del paese e danneggiò quella di S.Giacomo fu colpita da un macigno staccatosi dalla Borgo Cerreto: la scossa del 14 gennaio danneggiò molto completamente la chiesa parrocchiale, la canonica e l’osteria le case rimanenti, che furono comunque giudicate riparabili; sovrastante montagna e crollò parzialmente; non vi furono gravemente l’abitato: 25 case furono rese inabitabili; le 4 di proprietà della Comunità di Cascia; subirono danni la furono danneggiate 3 chiese; morirono 17 persone (5%) su morti su una popolazione censita di 300 abitanti. chiese del paese divennero pericolanti; il convento e la chie- cisterna, le condutture idriche e la fontana pubblica; mori- una popolazione censita di 323 abitanti. Annifo: furono danneggiate le arcate della chiesa parroc- sa di S.Francesco crollarono parzialmente; crollò totalmente rono 13 persone (46%) su una popolazione censita di 28 abi- Foligno: la scossa del 14 gennaio causò la caduta di molti chiale, che dovettero essere rinforzate con grosse catene di l’osteria di proprietà della Comunità di Cerreto; furono gra- tanti, i superstiti abbandonarono il villaggio, che fu in segui- camini, di parti di tetti e il crollo parziale di un campanile; ferro. vemente danneggiate le porte di S.Francesco e di S.Antonio; to ripopolato da 3 nuove famiglie. furono segnalati danni anche in seguito alla scossa del 16 Argentigli: borgo fortificato del territorio di Norcia; la scos- il ponte sul fiume Nera subì gravi danni: crollarono le spon- Colforcella: borgo fortificato del territorio di Cascia; la gennaio; l’effetto cumulativo delle due scosse causò danni sa del 14 gennaio causò la distruzione totale del paese; la de e i muretti laterali e resistette il solo arco; il ponte sul scossa del 14 gennaio causò la distruzione di parte del paese; anche alle case più solide. chiesa parrocchiale divenne pericolante; morì 1 persona fiume Vigi fu reso pericolante. crollarono quasi totalmente 2 chiese; non vi furono vittime Forsivo: borgo fortificato del territorio di Norcia; la scossa (2%) su una popolazione censita di 51 abitanti. Buda: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del 14 gen- su una popolazione censita di 77 abitanti. del 14 gennaio causò la distruzione totale del paese; 3 chie- Arrone: vi furono gravi danni agli edifici pubblici e privati; naio causò la distruzione quasi totale del paese; crollò la Collazzoni: borgo fortificato del territorio di Norcia; la se crollarono e quella di S.Apollinare fu resa pericolante; si crollarono parzialmente le mura castellane e l’archivio pub- chiesa parrocchiale; morirono 32 persone (23%) su una scossa del 14 gennaio danneggiò gravemente il paese; subì ruppero le condutture dell’acquedotto; morirono 62 persone blico; subirono danni rilevanti la chiesa di S.Giovanni, la popolazione censita di 138 abitanti. danni la chiesa parrocchiale; non vi furono vittime su una (40%) su una popolazione censita di 156 abitanti. porta castellana e i suoi due torrioni, il palazzo priorale, il Camerino: vi furono danni in seguito alle scosse del 14 e del popolazione censita di 200 abitanti. Frascaro: villaggio del territorio di Norcia; la scossa del 14 campanile dell’orologio pubblico e il ponte di legno sul 16 gennaio; una fonte giornalistica riferisce del crollo di una Colle Curioso: villaggio del territorio di Cascia dipendente gennaio causò la distruzione quasi totale del paese; la chie- fiume Nera. chiesa. da Poggio Primocaso; la scossa del 14 gennaio danneggiò sa parrocchiale fu resa pericolante; morirono 17 persone Atri: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del 14 gen- Campi: borgo fortificato del territorio di Norcia; la scossa gravemente il paese; non vi furono vittime. (14%) su una popolazione censita di 120 abitanti. naio danneggiò gravemente il paese; subirono notevoli danni del 14 gennaio danneggiò molto gravemente il paese: 20 case Colle di Avendita: villaggio del territorio di Norcia; la scos- Fustagna: villaggio del territorio di Cascia dipendente da 3 chiese; morì 1 persona (1%) su una popolazione censita di crollarono totalmente e altre 25 furono rese inabitabili; la sa del 14 gennaio causò la distruzione quasi totale del paese: Castel San Giovanni; la scossa del 14 gennaio causò la distru- 81 abitanti. chiesa parrocchiale subì danni riparabili, fu danneggiata la solo 2 case non crollarono; la chiesa parrocchiale fu resa zione quasi totale dell’abitato; crollò la chiesa parrocchiale. Avendita: villaggio al confine fra i territori di Cascia e Nor- guglia del campanile; altre 2 chiese furono dissestate; le pericolante; non furono segnalate vittime su una popolazio- Giappiedi: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del 14 cia; la scossa del 14 gennaio causò la distruzione totale del mura castellane crollarono in più punti, caddero 2 torri e le ne censita di 60 abitanti. gennaio causò la distruzione quasi totale del paese; la chie- paese; 2 chiese crollarono e un’altra fu danneggiata; moriro- altre furono lesionate; subirono danni gli edifici di proprietà Collegiacone: borgo fortificato del territorio di Cascia; la sa parrocchiale crollò quasi completamente; a seconda delle no 32 persone (27%) su una popolazione censita di 117 abi- della Comunità; non vi furono vittime su una popolazione scossa del 14 gennaio causò la distruzione di gran parte fonti, morirono 11 persone (12%) su una popolazione censi- tanti. censita di 600 abitanti. del paese; 2 chiese crollarono ed altre 2 furono danneg- ta di 90 abitanti, oppure 16 persone (17%) su 95 residenti. 50 Belforte: borgo fortificato del territorio di Norcia; la scossa Castelluccio: borgo fortificato del territorio di Norcia; la giate; morirono 3 persone (5%) su una popolazione censi- Gualdo Cattaneo: vi furono notevoli danni alle abitazioni; 51

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

la cisterna che forniva acqua al paese fu resa inservibile, l’o- gennaio causò la distruzione di parte del paese; 3 chiese Cascia; la scossa del 14 gennaio danneggiò gravemente il S.Antonio; morirono 46 persone (23%) su una popolazione steria della “Cavallara” divenne pericolante. crollarono e altre 2 furono danneggiate; morirono 3 persone paese e i villaggi annessi; subirono notevoli danni 6 chiese; stimabile di circa 200 abitanti. Le Cascine: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del (1%) su una popolazione censita di 290 abitanti. non vi furono vittime su una popolazione censita di 144 abi- Saccovescio: villaggio del territorio di Norcia; la scossa del 14 gennaio causò la distruzione totale del paese; crollò la Ocricchio: villaggio del territorio di Norcia; la scossa del 14 tanti. 14 gennaio danneggiò il paese in modo non grave; la chiesa chiesa parrocchiale; nel paese e nei vicini villaggi di Opagna gennaio causò la distruzione quasi totale del paese; la chie- Ponte: la scossa del 14 gennaio danneggiò molto gravemen- parrocchiale subì danni riparabili; non vi furono vittime su e Trimezzo morirono complessivamente 46 persone (33%) sa parrocchiale divenne pericolante; morirono 17 persone te il paese: 20 case crollarono totalmente e tutte le altre 40 una popolazione censita complessiva di 150 abitanti. su una popolazione censita di 140 abitanti. (23%) su una popolazione censita di 75 abitanti. furono rese inabitabili; numerosi casali rurali dei dintorni San Giorgio: borgo fortificato del territorio di Cascia; la Legogne: borgo fortificato del territorio di Norcia; la scossa Onelli: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del 14 gen- crollarono o divennero inabitabili; la chiesa parrocchiale subì scossa del 14 gennaio causò la distruzione di parte del paese; del 14 gennaio causò la distruzione di parte del paese; la naio causò la distruzione di gran parte del paese; morirono 32 dissesti riparabili nelle murature esterne e venne puntellata; 1 chiesa crollò ed altre 2 furono danneggiate; non vi furono chiesa parrocchiale crollò parzialmente e quella di S.Maria persone (15%) su una popolazione censita di 210 abitanti. le chiese di S.Martino e di S.Giuliano furono danneggiate vittime su una popolazione censita di 53 abitanti. totalmente; morirono 3 persone (2%) su una popolazione Opagna: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del 14 molto gravemente e vennero giudicate irreparabili, quella di San Marco: borgo fortificato del territorio di Norcia; la scos- censita di 147 abitanti. gennaio causò la distruzione totale del paese; crollò la chie- S.Pietro divenne pericolante; morirono 11 persone (5,5%) sa del 14 gennaio e l’incendio che si sviluppò in seguito al Logna: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del 14 gen- sa parrocchiale; morirono 20 persone (54%) su una popola- su una popolazione censita di circa 200 abitanti. terremoto causarono la distruzione totale del paese; moriro- naio causò la distruzione di gran parte del paese; la chiesa zione censita di 59 abitanti; secondo altri dati, nel paese e Popoli: villaggio del territorio di Norcia; la scossa del 14 no 53 persone (31%) su una popolazione censita di 170 abi- parrocchiale crollò parzialmente; non vi furono vittime su nei vicini villaggi di Le Cascine e Trimezzo morirono com- gennaio danneggiò gravemente il paese; crollò la chiesa par- tanti. una popolazione censita di 160 abitanti. plessivamente 46 persone (33%) su 140 residenti. rocchiale; non furono segnalate vittime su una popolazione San Pellegrino: villaggio del territorio di Norcia; la scossa Maltignano: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del Orvano: villaggio del territorio di Norcia; la scossa del 14 censita di 49 abitanti. del 14 gennaio danneggiò in modo notevole il paese; la chie- 14 gennaio causò la distruzione totale del paese; crollarono gennaio danneggiò in modo non grave le case, che furono Preci: borgo fortificato del territorio di Norcia; la scossa del sa parrocchiale crollò parzialmente; non vi furono vittime su 3 chiese; morirono 121 persone (46%) su una popolazione giudicate abitabili; la chiesa parrocchiale subì varie lesioni; 14 gennaio danneggiò molto gravemente il paese: 10 case una popolazione censita di 360 abitanti. censita di 261 abitanti. non vi furono vittime su una popolazione censita complessi- crollarono e le altre divennero inabitabili; la chiesa parroc- San Severino Marche: la scossa del 14 gennaio causò la Manigi: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del 14 va di 80 abitanti. chiale cadde quasi totalmente, altre chiese del circondario caduta di alcune volte nei conventi di S.Maria del Glorioso e gennaio causò la distruzione totale del paese; crollò la chie- Paganelli: villaggio del territorio di Norcia; la scossa del 14 furono fortemente danneggiate; morì 1 persona (0,2%) su di S.Maria delle Grazie; notevoli danni subirono alcuni edifi- sa parrocchiale; morirono 15 persone (20%) su una popola- gennaio causò la distruzione totale del paese; crollò la chie- una popolazione censita di 500 abitanti. ci rurali dei dintorni; i danni più gravi furono dovuti alla zione censita di 73 abitanti. sa parrocchiale; morirono 27 persone (73%) su una popola- Puro: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del 14 gen- scossa del 2 febbraio: fu lesionato il palazzo comunale, Massa Martana: a causa delle scosse di gennaio crollò par- zione censita di 37 abitanti. naio danneggiò notevolmente il paese; la chiesa parrocchia- divenne pericolante il campanile della torre civica, cadde zialmente una porta della cinta muraria; un torrione situato Palmaiolo: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del 14 le fu fortemente dissestata; non vi furono vittime su una una grande pietra dalla facciata della cattedrale, caddero nella piazza maggiore divenne pericolante e minacciò di crol- gennaio danneggiò gravemente il paese; la chiesa parroc- popolazione censita di 32 abitanti. due muri nel convento della Madonna dei Lumi e due archi lare sul tetto della chiesa parrocchiale di S.Felice: si rese chiale fu fortemente dissestata; a seconda delle fonti, non vi Rasenna: villaggio del territorio di Norcia; la scossa del 14 del ponte di S.Ignazio; nella campagna circostante crollaro- necessario il suo abbassamento; una successiva scossa avve- furono vittime, oppure morì 1 persona (1,5%) su una popo- gennaio colpì notevolmente il paese: tutte le case subirono no alcune cascine e stalle. nuta l’1 aprile 1703 causò la caduta di alcune pietre del tor- lazione censita di 72 abitanti. danni, ma non crollarono; la chiesa parrocchiale divenne Sant’Anatolia: villaggio del territorio di Cascia; la scossa rione sul tetto della chiesa. Paterno: borgo fortificato del territorio di Cascia; la scossa pericolante; non vi furono vittime su una popolazione censi- del 14 gennaio causò la distruzione di parte del paese; non vi Mevale: borgo fortificato del territorio di Norcia; la scossa del 14 gennaio danneggiò gravemente il paese, rendendo ta di 30 abitanti. furono vittime su una popolazione censita di 28 abitanti. del 14 gennaio causò la distruzione totale dell’abitato; crol- inabitabili le case; crollò la chiesa parrocchiale; non vi furo- Riofreddo: borgo fortificato del territorio di Norcia; la scos- Sant’Andrea: villaggio del territorio di Norcia; la scossa del larono la chiesa parrocchiale e il mulino pubblico con la stal- no vittime su una popolazione censita di 22 abitanti. sa del 14 gennaio causò la distruzione di parte del paese; la 14 gennaio causò la distruzione di gran parte del paese; la la e le capanne adiacenti; nel paese e nei villaggi annessi di Pescara del Tronto: villaggio del territorio di Arquata del chiesa parrocchiale subì danni riparabili; non vi furono vitti- chiesa parrocchiale fu danneggiata, il campanile crollò; mori- Chiusita e di Valiano morirono complessivamente 37 perso- Tronto; la scossa del 14 gennaio danneggiò molto gravemen- me su una popolazione censita complessiva di 80 abitanti. rono 2 persone (2%) su una popolazione censita di 100 abi- ne (20%) su una popolazione censita di 187 abitanti. te l’abitato causando il crollo totale di 50 case. Roccanolfi: borgo fortificato del territorio di Norcia; la tanti. Montaglioni: borgo fortificato del territorio di Norcia; la Piandoli: borgo fortificato del territorio di Cascia; la scossa scossa del 14 gennaio danneggiò gravemente il paese, ren- Santa Trinità: borgo fortificato del territorio di Cascia; la scossa del 14 gennaio causò la distruzione totale del paese; del 14 gennaio causò la distruzione di gran parte del paese; dendo inabitabili le case; la chiesa parrocchiale crollò quasi scossa del 14 gennaio causò la distruzione di gran parte del la chiesa parrocchiale crollò parzialmente; morirono 11 per- crollò la chiesa parrocchiale; non vi furono vittime su una totalmente; morirono 2 persone (0,8%) su una popolazione paese; crollò la chiesa parrocchiale; morirono 3 persone sone (23%) su una popolazione censita di 47 abitanti. popolazione censita di 24 abitanti. censita di 250 abitanti. (8%) su una popolazione censita di 38 abitanti. Montebufo: borgo fortificato del territorio di Norcia; la Piediripa: villaggio del territorio di Norcia; la scossa del 14 Roccaporena: borgo fortificato del territorio di Cascia; la Savelli: villaggio del territorio di Norcia; la scossa del 14 scossa del 14 gennaio causò la distruzione di gran parte del gennaio causò la distruzione di gran parte del paese; morì 1 scossa del 14 gennaio danneggiò notevolmente il paese; gennaio causò la distruzione totale del paese; 2 chiese crol- paese; crollarono 3 chiese; morirono 13 persone (10%) su persona (2,5%) su una popolazione censita di 40 abitanti. furono fortemente dissestate 3 chiese; non vi furono vittime larono; morirono 83 persone (52%) e molte altre furono feri- una popolazione censita di 131 abitanti. Piedivalle: villaggio del territorio di Norcia; la scossa del 14 su una popolazione censita di 137 abitanti. te su una popolazione censita di 160 abitanti. Montefalco: vi furono danni in molti punti della cinta mura- gennaio danneggiò notevolmente le abitazioni, che furono Roccatamburo: borgo fortificato del territorio di Cascia; la Scheggino: furono danneggiate le chiese di S.Paterniano e ria, nel palazzo apostolico, nella scuola, nel granaio e nel comunque giudicate riparabili; la chiesa parrocchiale subì scossa del 14 gennaio causò la distruzione di gran parte del di S.Silvestro, la sacrestia e la canonica annesse alla chiesa macello pubblici. danni non gravi; nel paese e nei villaggi annessi di Acquaro, paese; la chiesa parrocchiale subì gravi danni; morirono 7 parrocchiale, l’osteria, il torrione pubblico, il mulino e il fran- Mucciafora: borgo fortificato del territorio di Cascia; la Collescille e Valle non vi furono vittime su una popolazione persone (4,5%) su una popolazione censita di 155 abitanti. toio di proprietà della Comunità. scossa del 14 gennaio causò la distruzione di gran parte del censita complessiva di 300 abitanti. Rocca Tervi: borgo fortificato del territorio di Cascia; la Sciedi: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del 14 gen- paese; fu danneggiata la chiesa parrocchiale; morì 1 persona Poggio di Croce: borgo fortificato del territorio di Norcia; scossa del 14 gennaio causò la distruzione quasi totale del naio causò la distruzione di gran parte del paese; la chiesa (0,5%) su una popolazione censita di 170 residenti. la scossa del 14 gennaio causò il crollo di alcune case; la paese; crollò la chiesa parrocchiale; morirono 20 persone parrocchiale crollò; a seconda delle fonti, morirono 32 per- Nortosce: villaggio del territorio di Rocchetta; la scossa del chiesa parrocchiale fu danneggiata leggermente; non vi furo- (34%) su una popolazione censita di 59 abitanti. sone (15%) su una popolazione censita di 210 abitanti, 14 gennaio causò la distruzione di gran parte del paese; la no vittime su una popolazione censita di 163 abitanti. Rocchetta: la scossa del 14 gennaio danneggiò molto grave- oppure 12 persone (6,5%) su 190 residenti. chiesa parrocchiale subì danni riparabili. Poggiodomo: borgo fortificato del territorio di Cascia; la mente il paese; crollarono 3 chiese e il palazzo Priorale; Serravalle: villaggio fortificato del territorio di Norcia; la Nottoria: villaggio del territorio di Norcia; la scossa del 14 scossa del 14 gennaio danneggiò gravemente il paese, ren- morirono 15 persone (4%) su una popolazione censita di 360 scossa del 14 gennaio danneggiò molto gravemente il paese: gennaio danneggiò in modo non grave le case, che furono dendo inabitabili le case, che furono comunque giudicate abitanti. 20 case crollarono e le altre divennero inabitabili; la chiesa giudicate abitabili; non furono segnalate vittime su una riparabili; subirono danni 4 chiese; non vi furono vittime su Ruscio: villaggio del territorio di Monteleone di Spoleto; la parrocchiale divenne pericolante, quella di S.Pietro risultò popolazione censita di 100 abitanti. una popolazione censita di 400 abitanti. scossa del 14 gennaio causò la distruzione totale del paese illesa; morirono 3 persone (1%) su una popolazione censita 52 Ocosce: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del 14 Poggio Primocaso: borgo fortificato del territorio di composto da 40 abitazioni; crollò la chiesa parrocchiale di di 253 abitanti. 53

1703 gennaio Appennino umbro-reatino Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Serviglio: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del 14 rimaste in piedi; crollarono totalmente la chiesa parrocchia- gennaio causò la distruzione totale dell’abitato; crollò la le e il campanile. Morirono 2 persone (2%) e altre 12 furono chiesa parrocchiale; nel paese e nel vicino villaggio di Colle gravemente ferite su una popolazione censita di 100 abitan- Santo Stefano morirono complessivamente 22 persone ti. (29%) su una popolazione censita di 75 abitanti. Trivio: villaggio del territorio di Monteleone di Spoleto; la Spello: in seguito alle scosse del gennaio subì danni la rocca scossa del 14 gennaio danneggiò gravemente il paese: 7 case nella quale cadde la copertura di due torrioni, uno dei quali crollarono totalmente e le altre furono rese inabitabili; crol- divenne pericolante per una grande lesione; nella chiesa di lò quasi completamente la chiesa parrocchiale di S.Erasmo; S.Maria del Mausoleo si aprirono lesioni nella volta e in due vi furono 3 morti. delle pareti esterne; nel palazzo priorale furono lesionati i Trognano: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del 14 muri e le volte della sala del consiglio e della stanza attigua gennaio causò la distruzione totale del paese; crollò la chie- alla libreria, e l’arco sottostante alla torre campanaria; furo- sa parrocchiale; morirono 69 persone (48%) su una popola- no, inoltre, danneggiati la chiesa di S.Caterina, la scuola zione censita di 145 abitanti. pubblica e altri edifici della Comunità. Usigni: borgo fortificato del territorio di Cascia; la scossa Tazzo: villaggio del territorio di Cascia; la scossa del 14 gen- del 14 gennaio danneggiò gravemente il paese, rendendo naio causò la distruzione totale del paese; morirono 20 per- inabitabili le case, che furono comunque giudicate riparabi- sone (34%) su una popolazione censita di 59 abitanti. li; subirono danni 3 chiese; non vi furono vittime su una Todi: la scossa del 14 gennaio causò danni non precisati. popolazione censita di 81 abitanti. Todiano: borgo fortificato del territorio di Norcia; la scossa Valcaldara: villaggio del territorio di Norcia; la scossa del 14 del 14 gennaio danneggiò molto gravemente il paese: 12 gennaio causò la distruzione pressoché totale del paese; fu case crollarono; la chiesa parrocchiale subì varie lesioni; non gravemente danneggiata la chiesa parrocchiale, crollò la vi furono vittime su una popolazione censita di 130 abitanti. canonica; morirono 30 persone (43%) su una popolazione Trevi: il terremoto causò l’indebolimento di muri e colonna- censita di 70 abitanti. Da una supplica inoltrata alla Sacra ti del palazzo pubblico, tanto da renderne necessario il Congregazione del Buon Governo si rileva che nel 1724 la restauro; gli archi e i muri degli acquedotti pubblici situati chiesa era ancora puntellata con travi. fuori dalle porte dell’abitato si ruppero e fu necessaria la Valdonica: villaggio del territorio di Cascia dipendente da riparazione di 3 dei 6 archi e di un muro contiguo pericolan- Castel San Giovanni; la scossa del 14 gennaio causò la distru- te; furono necessari restauri in alcuni tratti delle mura zione quasi totale dell’abitato; crollò la chiesa parrocchiale. castellane, nel macello, nel deposito del sale e nelle cisterne Valiano: villaggio del territorio di Norcia dipendente da della Comunità. Mevale; la scossa del 14 gennaio causò la distruzione totale Trimezzo: borgo fortificato del territorio di Cascia; la scos- del paese. sa del 14 gennaio causò la distruzione totale del paese; crol- Valle: villaggio del territorio di Norcia dipendente da Piedi- lò la chiesa parrocchiale; morirono 26 persone (38%) su una valle; la scossa del 14 gennaio danneggiò notevolmente le popolazione censita di 68 abitanti; secondo altri dati, nel abitazioni, che furono comunque giudicate riparabili; non vi paese e nei vicini villaggi di Le Cascine e Opagna morirono furono vittime. complessivamente 46 persone (33%) su 140 residenti. Villa San Silvestro: villaggio del territorio di Cascia; la Triponzo: borgo fortificato del territorio di Norcia; la scos- scossa del 14 gennaio causò la distruzione pressoché totale sa del 14 gennaio causò estese distruzioni; la chiesa parroc- del paese; crollò la chiesa parrocchiale; morirono 44 perso- chiale subì crolli parziali, il campanile fu lesionato. La suc- ne (46%) su una popolazione censita di 95 abitanti. cessiva scossa del 2 febbraio fece crollare le poche case Visso: la scossa del 14 gennaio causò danni non precisati.

L’impatto sull’economia dell’area umbra e le inefficaci risposte istituzionali Il terremoto bloccò le attività produttive nelle zone colpite causando una forte crisi economica. L’inter- vento delle autorità fu rapido, ma non efficace, limitandosi ad alcuni provvedimenti temporanei di carat- tere fiscale. Negli anni successivi le comunità di Cascia e di Norcia continuarono a chiedere sovvenzioni per riparare ai danni subiti dal loro patrimonio abitativo. Le amministrazioni pubbliche non riuscirono a convogliare risorse sufficienti per garantire la ricostruzio- ne, che fu inoltre rallentata dai limiti organizzativi e tecnici del tempo: per esempio, la rimozione delle macerie richiese molti mesi di lavoro e fu ostacolata da numerosi e frustranti rallentamenti. Inoltre i rischi della diffusione di epidemie, della carestia e della perdita del controllo dell’ordine pubblico furono affron- tati dalle amministrazioni dello stato della Chiesa e del regno di Napoli (per l’area colpita di sua compe- tenza) con modalità piuttosto simili e scarsamente risolutive. Gli effetti di questo disastro perdurarono a lungo e innescarono anche consistenti flussi emigratori dalle località più danneggiate. 54 Le ripercussioni sulle economie locali furono gravissime: a Norcia andò perduta buona parte del patri- Fig.25 14 gennaio 1703: localizzazione dell’epicentro e degli effetti più gravi. 55 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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monio zootecnico della comunità, costituito da 975 bovini, 880 bestie da soma e 12.000 fra ovini e capri- to dal papa Clemente XI nei luoghi colpiti perché procedesse alla loro ispezione, la rimozione delle mace- ni. A Cascia le coltivazioni furono in gran parte abbandonate come conseguenza della deviazione del corso rie avrebbe comportato una spesa per Norcia di 6.000 scudi e per Cascia di 1.500 scudi. L’architetto fornì del fiume Corno: essendo divenuto inutilizzabile l’acquedotto cittadino, rimasero inattivi 10 mulini e si al commissario apostolico, Pietro de Carolis, una stima complessiva dei danni rilevati nell’abitato di Nor- inaridirono i pascoli, con conseguente scarsità di foraggi per il bestiame. Nel novembre del 1703 perma- cia e di parte del suo territorio e nell’abitato di Cascia. Tale stima comprendeva i danni denunciati dai pro- nevano ancora difficoltà nell’approvigionamento del pane perché erano andati distrutti molti forni. prietari delle abitazioni, dai monasteri, dai conventi e dalle chiese e rilevati nelle mura urbane. I danni a La carenza di legname nelle zone colpite creò ulteriori problemi: a Forsivo la necessità di procurarsi Norcia furono stimati 341.243 scudi, e quelli del suo territorio 84.538 scudi. I danni a Cascia furono sti- legname e fascine da bruciare nelle calcare, per produrre la calce, indusse le istituzioni locali a limitare mati 64.205 scudi, e quelli del suo territorio 150.000 scudi; va sottolineato che queste stime non prende- l’allevamento delle capre che, nutrendosi di germogli, impedivano la crescita delle piante. vano in considerazione i danni subiti dalle comunità di Cerreto, Monteleone e Arquata. Per quel che riguarda gli interventi istituzionali dello stato pontificio, analogamente alle misure adottate La stima dei danni in tutto il territorio, comprensivo di molti altri castelli, ville, casali e abitazioni di cam- nel regno di Napoli, i finanziamenti alle ricostruzioni furono indiretti: Clemente XI, come risulta dalle sup- pagna e di quelli causati dalle molte scosse del 1703 agli edifici inizialmente agibili, fu calcolata in più di pliche presentate un anno dopo il terremoto da diverse comunità dell’Umbria, si limitò a concedere l’e- un milione di scudi. La ricostruzione fu lenta, i mezzi non furono sufficienti e i gravi disagi sociali ed eco- senzione parziale dalle tasse, lasciando al contempo in vigore la tassa sul macinato, fatto che aggravò le nomici pesarono a lungo sulle popolazioni residenti. condizioni delle fasce più povere della popolazione. Gli interventi non furono sufficienti neppure per procedere alla rimozione delle macerie dalle strade: nel gennaio del 1704, infatti, la comunità di Cascia chiese, oltre all’esenzione completa dai “pesi camerali” (le Morti e decremento demografico tasse annuali), il finanziamento dello “spurgo de cimenti” (cioè l’eliminazione delle macerie) e l’erogazio- ne di un prestito a basso interesse, appellandosi al trattamento riservato dai precedenti pontefici alle zone Una stima del numero delle vittime fu avanzata da fonti ufficiali dello stato pontificio e del regno di Napo- colpite dai terremoti del 1688 (Benevento) e del 1695 (Bagnoregio). li: complessivamente furono denunciati circa 9.761 decessi, di cui 2.067 in Umbria, e 7.694 (oltre a 1.136 Per quanto riguarda le stime economiche dei danni, secondo le valutazioni dell’architetto Bufalini, invia- feriti) nel territorio del regno di Napoli. Le fonti tuttavia forniscono dati non omogenei, e in qualche caso

Fig.27 a e b Pianta e alzato di una casetta per ripararsi dal a terremoto progettata a Roma in seguito alle numerose scos- se avvenute nei primi mesi del 1703 (Biblioteca Apostolica Vaticana, cod. Barberini Latini, 4336).

b

Fig.26 Norcia: progetti di Sebastiano Cipriani per la ricostruzione del campanile e dell’orologio del palazzo comunale dan- neggiati dal terremoto del 14 gennaio 1703. Il progetto di destra (E) fu quello approva- to (Biblioteca Comunale-Diocesana di Nor- cia, Fondo Reguardati, Prospetto del primo e secondo pensiere del campanile 56 et orologgio della città di Norcia, 1708). 57

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anche piuttosto differenti, sul numero dei morti. Per quanto riguarda l’Umbria, secondo notizie fornite nel alcune altre scosse di terremoto aggravarono i danni subiti dal palazzo apostolico che si trovò così in peri- 1708 dalla comunità di Norcia, in quell’anno rimanevano 10.000 abitanti. Prima del 1703 nell’incasato colo di crollo: ciò induce a pensare che fino a quel momento non si fosse provveduto ad alcuna riparazione. risiedevano circa 3.500 abitanti e nel territorio, in cui erano situati 51 ville e castelli, circa 7.000. Notizie A Forsivo nel 1728 si ritenne necessario intraprendere il restauro della rete idrica che era stata danneg- fornite alcuni anni dopo il terremoto dai cittadini di Norcia indicano il numero degli abitanti a 3.000 circa. giata dai terremoti del 1703, con una spesa prevista di 258 scudi. La relazione di de Carolis del 25 febbraio 1703 indica invece che il territorio e prefettura di Norcia, com- Per Arrone il confronto tra una perizia dell’aprile 1704 e documenti posteriori, datati 1710 e 1721, dimo- prese Rocchetta, Ponte e altri centri sotto la giurisdizione di Spoleto, perse 587 dei suoi 10.767 abitanti stra che i lavori di riparazione non furono eseguiti o lo furono solo in parte. (5%) e che a Norcia morirono circa 800 dei 2.800 abitanti (28%). Un secolo prima del terremoto Cascia e il suo territorio contavano 1.482 fuochi (circa 6.000 residenti) e gli abitanti di età inferiore ai 14 anni erano 2.105. A causa delle morti e degli abbandoni, i fuochi rimase- 1703 –- teorie e interpretazioni: le tracce di un primo strumento sismico ro 830, equivalenti a circa 3.300 individui, e gli abitanti con età inferiore ai 14 anni 1.355. Una fonte, che Il dibattito scientifico che seguì questo grande evento sismico fu molto vivace. Il trattato di Abbati (1703) però fornisce dati riferibili solo alle prime scosse della sequenza sismica, calcola che tra i 4.845 abitanti riporta molte informazioni sulla sequenza sismica e presenta l’interpretazione scientifica del tempo, non- del territorio di pertinenza di Cascia (città, borghi, castelli e territorio) vi furono 730 morti (15%). La rela- ché vari aspetti della discussione teorica; l’autore aggiunse anche un repertorio erudito sui terremoti del zione di de Carolis indica invece che a Cascia e nel suo territorio morirono 680 (13%) dei 5.032 abitanti passato. complessivi, mentre nella città erano deceduti 49 (10%) dei circa 500 abitanti. Il fisico Rampazzi (1703) scrisse un discorso sulle cause del terremoto. Ricchi di informazioni sono inol- Civita rimase pressoché disabitata dopo il terremoto; la comunità di Cascia, per incrementare la sua popo- tre i saggi di Baglivi (ed. latina 1754; trad. it. 1842), famoso medico di origine dalmata. I saggi, scritti nel lazione, chiamò delle famiglie forestiere a ripopolare il paese. 1703 e nel 1705, contengono le osservazioni dirette degli effetti delle varie scosse a Roma, città dove risie- deva l’autore. Oltre alle proprie osservazioni, Baglivi pubblicò lettere e relazioni ufficiali riguardanti gli effetti nelle regioni più colpite e vari interventi sul dibattito scientifico inerente all’interpretazione di que- Ricostruzioni senza grandi progetti sto evento. Baglivi interpretò questo terremoto utilizzando una concezione antropomorfica della Terra di Le fonti amministrative non forniscono un quadro organico delle ricostruzioni, contenendo al contrario tipo antico, e assimilò il lungo periodo sismico a un decorso patologico, riportando anche numerose noti- frammentarie informazioni che riguardano soltanto alcune delle località danneggiate. Ciò è essenzial- zie relative ad aspetti particolari del cielo e a comportamenti degli animali in connessione con le scosse. mente dovuto al fatto che le autorità pontificie non svilupparono un piano ordinato e globale di ricostru- Alcune fonti fanno inoltre cenno alla teoria aristotelica dei venti sotterranei come causa dei terremoti. In zioni, ma si limitarono a “inseguire” le esigenze più stringenti delle località più colpite, come Norcia. particolare, una relazione relativa alle fenditure apertesi nel terreno nei pressi di Sigillo (Rieti) riporta l’o- Nell’aprile del 1708 soltanto 1/4 dell’abitato di Norcia era stato riedificato. Il governatore di Cascia riferì pinione che da queste sarebbe “svaporato” il vento sotterraneo. che le distruzioni causate dal terremoto alla parte alta della città favorirono un suo processo di spopola- Il terremoto fu invece elaborato in termini più naturalistici da Teloni (1703), il quale, rifacendosi ad un’o- mento in corso già nel periodo precedente. Nel settembre del 1704 a Cascia c’erano ancora problemi rela- pinione diffusa, ritenne che la scossa del 14 gennaio avesse avuto origine a Norcia e nei monti Sibillini. tivi a edifici resi pericolanti dalle scosse. Il terremoto fu oggetto di interesse scientifico anche in Europa, come dimostrano l’opera di de Haute- Nel 1713 le mura di Monteleone di Spoleto erano ancora a terra in più punti e la chiesa di S.Nicolò non Feuille (1703) pubblicata a Parigi e le osservazioni pubblicate ad Amsterdam dalla Accademia reale di era ancora stata riportata al suo antico stato. La stessa chiesa di S.Nicolò necessitava di interventi di Scienze nel 1707. De Haute-Feuille progettò un semplice strumento a travaso di mercurio per poter restauro ancora nel luglio del 1726. “osservare i terremoti e per poterli prevedere” (Ferrari 1992). Lo strumento consisteva in un contenito- Nel 1706 a Cerreto di Spoleto il ponte “Bugianino” era ancora pericolante. A Bevagna tra il 1706 e il 1707 re orizzontale riempito di mercurio con bordi molto allargati al di sotto dei quali erano otto vaschette col- legate da altrettante scanalature al contenitore. A seguito dell’oscillazione “sismica” dell’apparato il mer- curio travasava in una o più delle vaschette inferiori in quantità maggiore o minore a seconda dell’am- piezza del movimento prodotto dalla scossa, mentre la direzione del moto veniva indicata dalla posizione delle vaschette nelle quali il mercurio veniva ritrovato. Lo strumento veniva coperto con una campana di vetro per preservarlo dall’azione del vento. Non è certo che lo strumento sia stato realizzato. Nel 1784 l’a- bate Atanagio Cavalli progettò il primo strumento che si richiama a quello descritto da de Haute-Feuille, ma la prima realizzazione di cui ci è rimasto l’originale risale soltanto al 1818 (Fig.28): si tratta dello stru- mento di Nicolò Cacciatore, direttore della Specola di Palermo dal 1817 al 1841. Di tale strumento riman- gono due esemplari, uno conservato a Palermo e l’altro a Roma. Fig.28 Sismoscopio a mercurio Caccia- tore (1818). Lo strumento, progettato e fatto realizzare da Nicolò Cacciatore, direttore dell’Osservatorio Astronomico di Palermo, era ispirato ad un analogo strumento che aveva ideato, ma forse mai realizzato, l’astronomo francese Jean de Hautefeuille dopo i terremoti del 1703. L’esemplare qui riprodotto, conser- vato all’Ufficio Centrale di Ecologia Agra- ria di Roma, è uno dei due prototipi ancora esistenti; l’altro, del 1827, è con- servato presso il museo dell’Osservatorio 58 Astronomico di Palermo. 59

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1719 27 giugno alta Valnerina

Un terremoto risentito in una vasta area colpì Cascia e Norcia, lesionandone gli edi- fici. Testimonia l’evento una lettera scritta da un medico al medico archiatra del papa Clemente XI, il giorno dopo la scossa, sotto la tenda in cui l’autore si era rifugiato.

Le fonti Le fonti sono costituite da una lettera e da alcuni documenti raccolti da de Rossi (1889). La corrispon- denza riveste una importanza fondamentale per la conoscenza e la definizione dell’area del danno: l’auto- re, un medico di nome Cocchi (1719), scrisse infatti a G.M.Lancisi, medico archiatra del papa Clemente XI, il 28 giugno, un giorno dopo l’evento sismico, proprio da Cascia ed esattamente dalla tenda in cui si era rifugiato a causa del terremoto. Va tenuto presente che l’autore risulta particolarmente credibile per quanto riguarda Cascia, mentre può avere esagerato gli effetti sulle località circostanti, per l’emozione e la paura causate dall’evento. Lancisi (1719) rispose il 5 luglio, attestando che la scossa era stata avverti- ta anche a Roma. Ambedue le lettere si trovano in una raccolta di epistole “fisico-mediche”. Anche due giornali di Mantova e di Bologna descrivono questa scossa, riportando due corrispondenze da Roma relative agli effetti in Umbria. Il contemporaneo diario manoscritto di Vermiglioli, conservato alla Biblioteca Augusta di Perugia, riporta il risentimento delle scosse a Perugia.

Gli effetti: descrizioni senza dettagli di danni gravi La scossa del 27 giugno 1719 colpì l’alta Valnerina alle 6:30 TU circa; a Cascia è ricordata una replica nella tarda mattinata del giorno successivo. A Perugia furono avvertite due scosse, la prima alle 6:30 TU ca. (ore 11 e mezza, secondo l’uso orario all’italiana) del 27 giugno, la seconda più debole dopo le 18 TU ca. dello stesso giorno (dopo le 23, secondo l’uso orario all’italiana). La natura delle fonti non permette di avere il quadro preciso degli effetti su tutto il territorio colpito. Una breve e generica descrizione è fornita dalla lettera di Cocchi, scritta il 28 giugno da Cascia: il medico specifica solamente che negli edifici di Norcia e Cascia si erano aperte profonde fenditure e che la popolazione si era rifugiata in tende erette all’aperto. Inoltre, secondo Cocchi, i paesi di Castel- vecchio, Croce, Preci, Saccovescio, Sant’Eutizio e Todiano (chiamato Tuturano) erano stati distrutti o erano in rovina. A Spoleto, Foligno, Nocera Umbra e Rieti la scossa fu risentita fortemente; a Nocera Umbra fu osservato un intorbidamento delle acque termali. La scossa fu avvertita anche a Chieti e a Visso, dove non causò danni. L’area di risentimento si estese fino a Perugia e Roma. Riguardo al risentimento della scossa a Roma, fonti differenti divergono nell’individuarne il momento esat- to: secondo una corrispondenza giornalistica di Mantova essa avvenne poco dopo le 6:30 TU (le 11 e mezza, in orario all’italiana) del 27, mentre un’altra corrispondenza giornalistica, di Bologna, afferma che la scossa accadde dopo le 5:30 TU (le 10 e mezza, in orario all’italiana) del mattino dello stesso giorno e durò lo spazio di due avemaria, cioè circa 20 secondi. Lancisi, nella lettera di risposta al medico Cocchi, scrive che il terremoto fu avvertito poco prima delle 7 TU ca. (poco prima delle ore 12, in orario all’ita- liana). A Cascia vi fu grande panico: nei primi momenti il ricordo recente dei disastrosi effetti del terremoto del 1703 contribuì ad aumentare l’agitazione e la confusione. Il medico Cocchi così descrisse quegli attimi di terrore al suo collega Lancisi: “Tutti, presi da timor panico correvano fuori, mentre dappertutto le case oscillavano, i tetti sbattevano e la terra sembrava si aprisse sotto i piedi. Le donne piangendo si misero a pregare e a fare voti...”. In seguito la gente si riorganizzò e cominciò a costruire negli spazi aperti, piazze e campi, dei ripari di fortuna, per poter superare quella nuova emergenza.

60 Fig.29 27 giugno 1719: epicentro e intensità degli effetti più gravi. 61 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

1730 12 maggio Valnerina — 1730 ottobre Gubbio Gli effetti: i contorni di un disastro sismico Il terremoto avvenne il 12 maggio 1730 alle ore 5:00 TU circa (tra le 10 e le 10 e mezza dell’orario all’ita- liana); la scossa ebbe la durata di un “credo”, cioè di circa 20 secondi e fu seguita alle ore 13:45 TU circa Durante il conclave per l’elezione del successore del papa Benedetto XIII, una (ore 19 dell’orario all’italiana) da una replica, che ebbe quasi la stessa intensità. Una successiva scossa fu sequenza sismica violenta, con forti scosse dal 12 al 27 maggio, causò gravi distru- avvertita il 15 maggio a Roma alle ore 11:50 (ore 17 italiane), e una forte replica allarmò la popolazione zioni a Norcia, a Cascia e nei paesi del loro territorio. La risposta istituzionale fu ral- di Norcia il 27 maggio. Nella notte tra il 25 e il 26 dicembre a Norcia furono avvertite tre scosse molto lentata dal vuoto di potere pontificio. Circa 5 mesi dopo, un forte terremoto scosse forti, di un’intensità simile a quelle del 12 maggio, che causarono panico nella popolazione che viveva Gubbio. Fra le alterne vicende delle domande e delle concessioni di sgravi fiscali, le ancora, prefetto compreso, nelle baracche. Il terremoto ebbe effetti distruttivi in circa 100 paesi appenninici dell’Umbria e delle Marche meridionali, due ricostruzioni richiesero molti anni. del Lazio e dell’Abruzzo. È attestato che le località più colpite furono Norcia e 12 paesi del suo territorio (Belvedere, Campi, Casciolino, Frascaro, Nottoria, Onde, Piediripa, Popoli, San Marco, San Pellegrino, Savelli e Valcaldara), posti quasi tutti a sud della città, dove le distruzioni furono estese a gran parte delle Le fonti abitazioni. Il nucleo più consistente di documentazione è costituito dalle pratiche e dalle corrispondenze ammini- Per quanto riguarda gli altri paesi dell’Umbria e delle Marche, quando è mancante una descrizione dei strative conservate all’Archivio di Stato di Roma, nel fondo della Sacra Congregazione del Buon Governo danni, si è tenuto conto dell’entità dell’esenzione fiscale praticata dalla Camera pontificia. Sulla base di (serie XI, Conti e tasse diverse, Terremoti e incasati, b.300). Sono stati reperiti oltre 120 documenti, data- questi dati si evince che Norcia e i paesi del suo territorio siano stati i più danneggiati, essendo stati esen- ti fra il 1731 e il 1755, riguardanti le esenzioni fiscali concesse alle località danneggiate e le modalità di tati dai pesi camerali per un periodo di 10 anni; meno danneggiati Cascia, Cerreto di Spoleto e i paesi dei ripartizione dei finanziamenti per il restauro delle chiese e degli edifici pubblici. Si tratta di suppliche, rispettivi territori, che furono esentati dai pesi camerali per un periodo di 6 anni; all’ultimo posto nella relazioni, perizie riguardanti le località di Norcia, Cerreto di Spoleto, Visso, Ancarano, Arquata del Tron- scala discendente dei danneggiamenti Visso e i paesi del suo territorio, a cui fu accordata l’esenzione dai to, Aschio, Calcara, Campi, Casali, Castelsantangelo sul Nera, Colmotino, Fogliano, Macchie, Opagna, pesi camerali per un periodo di 5 anni. In realtà, a una minore entità dell’esenzione accordata non sem- Sorbo, Ussita, Vallestretta, Vallinfante, Villa San Silvestro, e il Santuario di Macereto. pre corrispondeva esattamente una minore quantità di danni, perché entravano in gioco nella valutazio- Sono stati inoltre analizzati più di 360 resoconti ufficiali e note di spese relative a riparazioni di edifici pub- ne degli sgravi fiscali anche altri elementi. blici ed ecclesiastici dei centri sopra citati e di numerose altre località: Abeto, Agriano, Aliena, Argentigli, Per la città di Norcia si dispone di un quadro piuttosto dettagliato degli effetti: 13 complessi ecclesiasti- Avendita, Belforte, Borgo Sant’Antonio, Castelluccio, Castelvecchio, Chiavano, Chiusita, Colle di Avendi- ci e monasteri subirono crolli e lesioni che li resero inagibili; alcuni palazzi pubblici e il teatro crollarono ta, Cortigno, Frascaro, Giappiedi, Montaglioni, Montebufo, Nottoria, Ocosce, Ocricchio, Onelli, Orvano, parzialmente; la maggior parte delle abitazioni divenne inabitabile, soprattutto a causa del crollo dei tetti. Ospedaletto, Piediripa, Poggiodomo, Popoli, Preci, Saccovescio, San Marco, San Pellegrino, Savelli, Todia- Sono ricordati i seguenti danni localizzati: il crollo del campanile della chiesa di S.Benedetto, che cadde no, Triponzo, Valcaldara e Vallazza. completamente spezzandosi in due tronconi, uno dei quali sfondò parte della sottostante chiesa e l’altro Nello stesso fondo della Sacra Congregazione del Buon Governo, nella serie I (Affari generali, memorie e distrusse alcuni edifici adiacenti. Il campanile fu poi ricostruito nel 1738 in forme più ridotte, mentre la massime) è conservato un ristretto delle perizie inviate nel 1733 alla Congregazione dal prefetto di Nor- fiancata della chiesa fu rafforzato da una speronatura; la sacrestia fu danneggiata. Crolli al duomo, ai cia, Roberto della Genga, relative ai lavori necessari per la riparazione delle chiese parrocchiali e degli edi- monasteri di S.Lucia, della SS.Trinità (che risultò inabitabile) e di S.Chiara; crollo del convento e della fici pubblici di Cascia e del suo territorio. Nella serie II (Atti per luoghi) è stata esaminata la documenta- chiesa dei padri Osservanti; crolli nelle chiese collegiate di S.Maria (fatta riedificare dopo il 1703) e di zione relativa a Sellano (b.4423), dove è stata reperita la copia del chirografo (documento ufficiale di S.Giovanni; il crollo parziale dei conventi e delle chiese dei padri Agostiniani (che nel 1737 erano ancora diretta emanazione papale) del papa Clemente XII, datato 26 settembre 1731, relativo all’esenzione fisca- in rovina) e di S.Francesco dei frati Minori Conventuali, del collegio dei padri delle Scuole Pie (di recen- le concessa al paese a causa dei danni subiti. te costruzione); danni gravi alla chiesa annessa al collegio; crollo del convento e della chiesa dei padri Le 29 perizie analizzate presentano caratteristiche eterogenee; si tratta infatti di documentazione pro- Riformati; gravi danni e lesioni al convento dei frati Cappuccini. Divennero inabitabili i monasteri di dotta per diverse esigenze. In alcuni casi vengono elencate esclusivamente le spese preventivate per le S.Antonio, S.Pace, S.Caterina; il monastero di S.Antonio in particolare fu coinvolto nei crolli delle mura riparazioni, risultando così difficoltosa una valutazione effettiva dei danni causati dalle scosse. In altre castellane che in parte confinavano con la struttura stessa. La chiesa e oratorio dei padri Filippini, l’at- occasioni, invece, contengono elementi descrittivi del danno; si tratta di documentazione inviata in gran tuale chiesa dell’Addolorata che i Filippini avevano ricostruito dopo il terremoto del 1703, fu gravemente parte da ecclesiastici e monasteri, come ad esempio il monastero di S.Giacomo di Visso, per documenta- danneggiata, una lapide nel presbiterio ricorda la riparazione conclusasi nel 1738; danni per circa 300 re la necessità di un intervento di riparazione urgente o ulteriore su edifici che non avevano beneficiato scudi riportò la chiesa del S.mo Rosario; danni alla “Castellina” (abitazione del prefetto), al palazzo con- di sovvenzioni sufficienti. Anche in questi casi, non è sempre individuabile il danno preciso causato dal solare, attuale palazzo comunale (col crollo del teatro, mentre la torre campanaria era rimasta in piedi). terremoto perché spesso la perizia fu redatta a distanza di tempo, oppure perché il perito elencò sempli- Una perizia sulla chiesa di S.Francesco datata 30 aprile 1737 mette in evidenza che la chiesa era utilizza- cemente una serie di interventi da attuare, spesso senza descrivere il relativo danno da riparare. ta nonostante i gravi danni, che nel frattempo erano senz’altro peggiorati; il coro presentava squarci nelle All’Archivio Segreto Vaticano sono state reperite lettere inviate dal vescovo di Spoleto, Pietro Carlo de Bene- volte e nelle mura, una facciata della chiesa si era gonfiata in modo preoccupante, tanto che si temeva un dictis, e dal prefetto di Norcia, Basilio Sceriman, al segretario di Stato cardinale Banchieri, e le suppliche crollo imminente, i due pilastrini alle basi dell’arco sovrastante l’altare maggiore presentavano profonde inviate al papa Clemente XII da parte delle monache dei monasteri di S.Chiara e della SS.Trinità di Visso. fenditure, le due pareti della chiesa erano notevolmente indebolite (sia per la loro vetustà sia per i danni Per quanto riguarda la documentazione locale, all’Archivio Storico Comunale di Norcia sono stati reperiti inferti dal terremoto), la grondaia era in parte da rifare; infine il crollo del campanile sulla sacrestia ren- disegni e piante relativi alla ricostruzione della chiesa di S.Giacomo (attuale chiesa della Madonna Addolora- deva necessario l’abbattimento e successivamente il totale rifacimento di ambedue. ta) di Norcia e all’annesso convento dei Filippini, danneggiati dal terremoto. A Norcia la memoria di questo Cascia, con i paesi ad essa afferenti, fu notevolmente danneggiata; le fonti amministrative anche in que- terremoto è conservata anche in due epigrafi collocate una sul portale laterale della chiesa di S.Maria Argen- sto caso non riportano dati relativi all’edilizia abitativa; la comunità fu esentata per 6 anni dal pagamento tea, e l’altra sulla sommità dell’arco absidale della basilica di S.Benedetto; inoltre il terremoto è ricordato in dei pesi camerali. Nel monastero di S.Chiara, il muro divisorio e la volta dell’oratorio minacciavano di crol- 62 un’iscrizione incisa sul reliquiario argenteo di S.Scolastica conservato nella basilica di S.Benedetto. lare; la scala e i muri del convento necessitavano di essere assicurati con catene; una parte del tetto del 63

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

dormitorio era in cattive condizioni e doveva essere ricostruito; la chiesa presentava i muri sbrecciati e dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative Castelsantangelo sul Nera: borgo fortificato del territo- con fessure e così pure la clausura; due cisterne per l’acqua erano state danneggiate; la muraglia del cor- reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. rio di Visso. Il paese fu notevolmente danneggiato e fu esen- tile doveva essere assicurata da una scarpa; dalla parte della strada comunale era crollata una stanza. Sono attestate le spese sostenute per il restauro della chie- tato per 5 anni dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti sa parrocchiale di S.Bartolomeo. amministrative reperite non riportano dati relativi all’edili- Il monastero di S.Maria delle Grazie presentava crolli tali da permettere l’entrata di estranei nell’edificio. Buda:villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu notevol- zia civile minore. Il monastero di S.Salvatore presentava i La chiesa di S.Francesco aveva la volta sconnessa e piena di fessure e il muro verso il cortile del conven- mente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal pagamento seguenti danni: la facciata anteriore della chiesa e del to presentava lesioni, per cui bisognava assicurarli con catene di ferro; la facciata e il muro principale si dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite non monastero era fuori piombo; la sacrestia presentava nume- erano in parte spaccati; il tetto della chiesa era in cattive condizioni e così pure una parte del tetto del riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attesta- rose piccole fenditure; l’infermeria aveva gli archetti disse- dormitorio e di alcune stanze del convento. Tre stanze con il tetto a volta dovevano essere assicurate con ti i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Stefano, per il stati; la porta del dormitorio era crollata e le due arcate che catene di ferro; il muro verso l’orto di una stanza si era pressoché staccato dall’edificio e la volta della cui restauro fu stimata necessaria una spesa di 51 scudi e sostenevano il tetto erano dissestate e aperte; il refettorio stanza doveva essere assicurata con catene. risulta erogato un contributo di 79 scudi. presentava fenditure; un lato del granaio era fuori piombo; Calcara: villaggio del territorio di Visso. Il paese fu notevol- un lato del vestibolo presentava una fenditura profonda; un Nel monastero di S.Rita, nel 1737, la stanza adibita a granaio aveva ancora le lesioni del terremoto, e mente danneggiato e fu esentato per 5 anni dal pagamento muro della stanza chiamata “della bogata” era fuori piombo rischiava di crollare: la volta era da rifare e i muri dovevano essere assicurati con uno sperone. dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite non e danneggiato; un altro muro era fuori piombo; la fontana riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attesta- presentava un arco dissestato e i muri di recinzione dell’or- te le spese sostenute per il restauro della chiesa parrocchia- to erano furi piombo e danneggiati. Si prevedeva una spesa Altre località danneggiate le di S.Andrea. Nel settembre 1737, il restauro della chiesa di 253 scudi. Il monastero di S.Agostino presentava i non era ancora terminato e la sacrestia era in cattivo stato; seguenti danni: una stanza a pian terreno chiamata “vasca Abeto: borgo fortificato del territorio di Norcia. Vi furono palazzo 110 scudi, dal 1733 al 1734 altri 114 scudi; bisogna- per la risistemazione era prevista una spesa di 57 scudi. cuperta” presentava una fenditura alla volta, aveva i muri gravi danni agli edifici, ma nessuna vittima. Il paese fu esen- va aggiungere un’ulteriore somma di 99 scudi, per il crollo Campi: borgo fortificato del territorio di Norcia. Vi furono laterali parzialmente sconnessi, l’archetto della porta disse- tato per 10 anni dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti sopraggiunto. Per la riparazione del ponte di S.Pietro erano gravi distruzioni, estese a gran parte delle abitazioni, e vitti- stato, il pavimento sconnesso; la stanza “della caldara” amministrative reperite non riportano dati relativi all’edilizia stati spesi 13 scudi. me. Il paese fu esentato per 10 anni dal pagamento dei pesi aveva la volta sconnessa e con una fenditura da un lato; l’in- civile minore. Sono attestati i danni subiti dalla chiesa par- Aschio:villaggio del territorio di Visso. Il paese fu notevol- camerali. Le fonti amministrative reperite non riportano tonacatura della volta della cantina era crepolata; la finestra rocchiale, per il cui restauro risulta erogato un contributo di mente danneggiato e fu esentato per 5 anni dal pagamento dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attestati i danni dell’infermeria aveva un lato sconnesso; un lato dell’orato- 299 scudi. dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite non subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Andrea, per il cui rio era fuori piombo; così pure un lato del granaio vecchio, Acquaro:villaggio del territorio di Norcia dipendente dal- riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attesta- restauro risulta erogato un contributo di 28 scudi. Da una che aveva inoltre varie fenditure; la grata che separava l’o- l’abbazia di S. Eutizio; gravi danni agli edifici, ma non vi ti i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Maria della supplica inoltrata dalle monache del monastero di S.Orsola ratorio e la chiesa era sconnessa; la stanza antecedente il furono vittime. Cava, che minacciava di crollare nonostante fosse stata pun- nel 1738 e dalle relative informazioni fornite alla Sacra Con- vestibolo della scala aveva la porta e l’archetto sconnessi; la Agriano: villaggio del territorio di Norcia. Il paese fu grave- tellata su ogni lato, e le spese sostenute per il restauro. gregazione del Buon Governo dal vescovo di Spoleto e dal loggia aveva le pareti con fenditure e le arcate in parte dis- mente danneggiato e fu esentato per 10 anni dal pagamen- Atri:villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu notevol- prefetto di Norcia, si rileva che il monastero, gravemente sestate; il dormitorio vecchio aveva il lato maggiore fuori to dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite non mente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal pagamento danneggiato dal terremoto, era ancora in stato rovinoso e piombo; la stanza del forno aveva un lato sconnesso; il muro riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attesta- dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite non pericolante. di recinzione dell’orto era sconnesso e crollato in due parti ti i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Vito Martire, riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attesta- Casali: villaggio del territorio di Visso. Il paese fu notevol- in modo che permetteva il passaggio di estranei. Si preve- per il cui restauro risulta erogato un contributo di 132 scudi. ti i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Gregorio, per mente danneggiato e fu esentato per 5 anni dal pagamento deva una spesa di 124 scudi. Il convento dei frati Minori Aliena: villaggio del territorio di Norcia. Il paese fu grave- il cui restauro fu stimata necessaria una spesa di 250 scudi dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite non Conventuali era stato danneggiato, in particolare il coro mente danneggiato e fu esentato per 10 anni dal pagamen- e risulta erogato un contributo di 60 scudi. riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attesta- della chiesa minacciava il crollo. La chiesa e l’ospedale della to dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite non Avendita: villaggio del territorio di Norcia. Il paese fu gra- te le spese sostenute per il restauro della chiesa parrocchia- compagnia della Misericordia avevano subito danni non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attesta- vemente danneggiato e fu esentato per 10 anni dal paga- le dei SS.Vincenzo e Anastasio. Nel maggio 1738, il restauro meglio specificati. ti i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Eutizio, per il mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite della chiesa non era ancora terminato: il tetto era privo della Castelvecchio: borgo fortificato del territorio di Norcia. Il cui restauro risulta erogato un contributo di 29 scudi. non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono copertura in coppi e il muro della facciata era fuori piombo paese fu gravemente danneggiato e fu esentato per 10 anni Ancarano: borgo fortificato del territorio di Norcia. Vi furo- attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Proco- di oltre 20 cm (più di un palmo); per la risistemazione era dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative no gravi danni agli edifici, ma nessuna vittima. Il paese fu lo, per il cui restauro fu stimata necessaria una spesa di 136 prevista una spesa di 86 scudi. reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. esentato per 10 anni dal pagamento dei pesi camerali. Le scudi e risulta erogato un contributo di 184 scudi. Casciolino: villaggio del territorio di Norcia. Vi furono gravi Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di fonti amministrative reperite non riportano dati relativi Belforte:borgo fortificato del territorio di Norcia. Il paese distruzioni, estese alla totalità delle abitazioni, e numerose S.Giovanni Battista, per il cui restauro risulta erogato un all’edilizia civile minore. Sono attestati i danni subiti dalla fu gravemente danneggiato e fu esentato per 10 anni dal vittime. contributo di 315 scudi. chiesa parrocchiale di S.Benedetto, per il cui restauro risul- pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative repe- Castelluccio: borgo fortificato del territorio di Norcia. Il Cerasola:villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu note- ta erogato un contributo di 70 scudi. Da tre successive sup- rite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono paese fu gravemente danneggiato e fu esentato per 10 anni volmente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal paga- pliche inoltrate dalla comunità si rileva che la volta della attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale, per il cui dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite chiesa era crollata totalmente e i muri erano stati lesionati. restauro risulta erogato un contributo di 8 scudi. reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono L’edificio era stato provvisoriamente ricoperto con un tetto Belvedere: borgo fortificato del territorio di Norcia. Vi Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale della attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale dei SS.Filip- di tavole, che era in seguito caduto a causa della neve. furono gravi distruzioni, estese alla totalità delle abitazioni, Madonna Assunta, per il cui restauro risulta erogato un con- po e Giacomo, per il cui restauro fu stimata necessaria una Argentigli:borgo fortificato del territorio di Norcia. Il e numerose vittime. tributo di 41 scudi. spesa complessiva di 39 scudi e risulta erogato un contribu- paese fu gravemente danneggiato e fu esentato per 10 anni Borgo Cerreto: villaggio dipendente da Cerreto di Spoleto. Castel San Giovanni: borgo fortificato del territorio di to di 76 scudi. dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative Il paese fu notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 Cascia. Il paese fu notevolmente danneggiato e fu esentato Cerreto di Spoleto:fu notevolmente danneggiato e fu esen- reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. anni dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministra- per 6 anni dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti ammi- tato per 6 anni dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale, per il tive reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile nistrative reperite non riportano dati relativi all’edilizia civi- amministrative reperite non riportano dati relativi all’edilizia cui restauro risulta erogato un contributo di 12 scudi. minore. Sono attestate le spese sostenute per il restauro le minore. Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parroc- civile minore. Sono attestati i danni subiti dalla chiesa matri- Arquata del Tronto: sono attestati danni al palazzo prio- della chiesa parrocchiale di S.Francesco. chiale di S.Maria e dalla fontana pubblica, per il cui restau- ce di S.Maria, dai palazzi e dalla segreteria pubblica. Per il rale, i cui muri durante i successivi lavori di riparazione crol- Borgo Sant’Antonio: villaggio del territorio di Visso. Il ro fu stimata necessaria una spesa complessiva di 115 scudi restauro di questi edifici e della chiesa di S.Francesco di 64 larono del tutto. Dal 1731 al 1733 si erano spesi per tale paese fu notevolmente danneggiato e fu esentato per 5 anni e risulta erogato un contributo di 20 scudi. Borgo Cerreto risulta erogato un contributo di 157 scudi. 65

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Chiavano: villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu note- chitetto Consoli la chiesa aveva tutte le murature spiomba- buto di 87 scudi. volmente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal paga- volmente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal paga- te e doveva essere rinforzata con la costruzione di speroni; Macchie: villaggio del territorio di Visso. Il paese fu note- mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite la fontana aveva subito il crollo dei muri della vasca e la rot- volmente danneggiato e fu esentato per 5 anni dal paga- non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono tura di parte dell’acquedotto. Per i restauri fu stimata neces- mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Maria di attestati i danni subiti dalle chiese parrocchiali di S.Ilario e saria una spesa complessiva di 82 scudi e risulta erogato un non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono Loreto, dalla casa pubblica e dalla fontana pubblica, per il di S.Maria e dalla fontana pubblica, per il cui restauro fu sti- contributo di 53 scudi. Da una supplica inoltrata dalla comu- attestate le spese sostenute per il restauro della chiesa par- cui restauro fu stimata necessaria una spesa complessiva di mata necessaria una spesa complessiva di 319 scudi e risul- nità nel 1737 si rileva che il restauro della chiesa non era rocchiale di S.Giovanni. Nel dicembre 1733, il restauro della 370 scudi e risulta erogato un contributo di 199 scudi. ta erogato un contributo di 254 scudi. stato ancora completato; secondo una nuova perizia, per chiesa non era ancora terminato: la struttura doveva essere Ocricchio: villaggio del territorio di Norcia. Il paese fu gra- Chiusita: borgo fortificato del territorio di Norcia. Il paese rinforzare la struttura dell’edificio era necessaria l’apposi- rafforzata con uno sperone dalla parte del presbiterio e vemente danneggiato e fu esentato per 10 anni dal paga- fu gravemente danneggiato e fu esentato per 10 anni dal zione di due catene di ferro; la spesa prevista era di 18 doveva essere riparata la sacrestia. mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative repe- scudi. Maltignano: villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono rite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono Coronella: villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal paga- attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Maria, attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Pietro, notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal paga- mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite per il cui restauro risulta erogato un contributo di 53 scudi. per il cui restauro risulta erogato un contributo di 18 scudi. mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono Onde: borgo fortificato del territorio di Norcia. Il terremoto Civita: borgo fortificato del territorio di Cascia. Il paese fu non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Martino causò gravi distruzioni, estese alla totalità delle abitazioni, e notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal paga- attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Stefano, e dalla casa pubblica, per il cui restauro fu stimata necessa- numerose vittime. mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite per il cui restauro fu stimata necessaria una spesa di 41 ria una spesa complessiva di 313 scudi e risulta erogato un Onelli: villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu notevol- non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono scudi e risulta erogato un contributo di 42 scudi. contributo di 238 scudi. mente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal pagamento attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale dei SS.Pie- Cortigno: borgo fortificato del territorio di Norcia. Il paese Manigi: villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu note- dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite non tro e Paolo, per il cui restauro fu stimata necessaria una fu gravemente danneggiato e fu esentato per 10 anni dal volmente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal paga- riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attesta- spesa di 33 scudi e risulta erogato un contributo di 15 scudi. pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative repe- mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite ti i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Sisto, dalla Colforcella:borgo fortificato del territorio di Cascia. Il rite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono casa pubblica e dalla fontana pubblica, per il cui restauro fu paese fu notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Angelo, attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Nicolò e stimata necessaria una spesa complessiva di 156 scudi e dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative per il cui restauro risulta erogato un contributo di 10 scudi. dalla fontana pubblica, per il cui restauro fu stimata neces- risulta erogato un contributo di 143 scudi. reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Fogliano: villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu note- saria una spesa complessiva di 84 scudi e risulta erogato un Opagna: villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu note- Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di volmente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal paga- contributo di 65 scudi. volmente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal paga- S.Maria e dalla casa pubblica, per il cui restauro fu stimata mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite Montaglioni: borgo fortificato del territorio di Norcia. Il mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite necessaria una spesa complessiva di 210 scudi e risulta ero- non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono paese fu gravemente danneggiato e fu esentato per 10 anni non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono gato un contributo di 34 scudi. attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Ippoli- dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Angelo Colle di Avendita: villaggio del territorio di Norcia. Il to, dalla casa pubblica e dalla fontana pubblica, per il cui reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. e dalla casa pubblica, per il cui restauro fu stimata necessa- paese fu gravemente danneggiato e fu esentato per 10 anni restauro risulta erogato un contributo di 452 scudi. Da una Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale, per il ria una spesa complessiva di 195 scudi e risulta erogato un dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative supplica inoltrata dalla comunità nel 1737 si rileva che il cui restauro risulta erogato un contributo di quasi 2 scudi. contributo di 36 scudi. reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. restauro della chiesa non era stato ancora completato; Montebufo: borgo fortificato del territorio di Norcia. Il Orvano: villaggio del territorio di Norcia. Il paese fu grave- Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di secondo una perizia, per stabilizzare la struttura dell’edificio paese fu gravemente danneggiato e fu esentato per 10 anni mente danneggiato e fu esentato per 10 anni dal pagamento S.Felice, per il cui restauro risulta erogato un contributo di era necessaria la costruzione di due speroni sul lato destro dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite non 6 scudi. e dalla parte dell’altare maggiore, uguali a quelli già costrui- reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attesta- Collegiacone: borgo fortificato del territorio di Cascia. Il ti sul lato sinistro e dalla parte della tribuna; era inoltre Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale della ti i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Marco Evan- paese fu notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni necessario riparare il tetto sconnesso; la spesa prevista era Madonna, per il cui restauro risulta erogato un contributo di gelista, per il cui restauro risulta erogato un contributo di 35 dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative di 323 scudi. 111 scudi. scudi. reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Frascaro: villaggio del territorio di Norcia. Vi furono gravi Monteleone di Spoleto: vi furono danni non precisati Ospedaletto: villaggio del territorio di Norcia. Il paese fu Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di distruzioni, estese alla totalità delle abitazioni, e vittime. Il all’abitato e ai lavori in muratura fatti per alzare il letto del gravemente danneggiato e fu esentato per 10 anni dal paga- S.Maria, per il cui restauro fu stimata necessaria una spesa paese fu esentato per 10 anni dal pagamento dei pesi came- fiume Corno. mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite di 28 scudi e risulta erogato un contributo di 51 scudi. rali. Le fonti amministrative reperite non riportano dati rela- Montesanto: il paese fu notevolmente danneggiato e fu non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono Colle Santo Stefano: villaggio del territorio di Cascia. Il tivi all’edilizia civile minore. Sono attestati i danni subiti esentato dal pagamento di 1.000 scudi di pesi camerali, cor- attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Loren- paese fu notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni dalla chiesa parrocchiale di S.Antonio Abate. rispondenti a circa 4 anni di contribuzione. Le fonti ammini- zo Martire, per il cui restauro risulta erogato un contributo dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative Giappiedi: villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu note- strative reperite non riportano dati descrittivi dei danni. di 59 scudi. reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. volmente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal paga- Mucciafora: borgo fortificato del territorio di Cascia. Il Palmaiolo: villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite paese fu notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal paga- S.Stefano e dalla fontana pubblica, per il cui restauro fu sti- non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite mata necessaria una spesa complessiva di 56 scudi e risulta attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Giovan- reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono erogato un contributo di 44 scudi. ni Battista, per il cui restauro fu stimata necessaria una Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale, per il attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Nicolò e Collescille: villaggio del territorio di Norcia dipendente spesa di 102 scudi e risulta erogato un contributo di 87 cui restauro risulta erogato un contributo di 128 scudi. dalla fontana pubblica, per il cui restauro fu stimata neces- dall’abbazia di S.Eutizio. Il terremoto causò gravi danni agli scudi. Nottoria: villaggio del territorio di Norcia. Il terremoto saria una spesa complessiva di 86 scudi e risulta erogato un edifici, ma non vi furono vittime. Logna:villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu notevol- causò gravi distruzioni, estese alla totalità delle abitazioni, e contributo di 46 scudi. Colmotino:villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu mente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal pagamento vittime. Il paese fu esentato per 10 anni dal pagamento dei Piandoli: borgo fortificato del territorio di Cascia. Il paese notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal paga- dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite non pesi camerali. Le fonti amministrative reperite non riporta- fu notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attesta- no dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attestati i pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative repe- non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono ti i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Giovenale e dai danni subiti dalla chiesa parrocchiale, per il cui restauro rite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Maria e pozzi pubblici, per il cui restauro fu stimata necessaria una risulta erogato un contributo di 97 scudi. attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Giovan- 66 dalla fontana pubblica. Secondo le perizie effettuate dall’ar- spesa complessiva di 153 scudi e risulta erogato un contri- Ocosce: villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu note- ni Battista, per il cui restauro fu stimata necessaria una 67

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

spesa di 11 scudi e risulta erogato un contributo di 40 scudi. S.Nicolò, per il cui restauro fu stimata necessaria una spesa ti i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Bartolomeo e pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative repe- Piediripa: villaggio del territorio di Norcia. Il terremoto di 49 scudi e risulta erogato un contributo di 20 scudi. dalla casa pubblica, per il cui restauro risulta erogato un rite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono causò gravi distruzioni, estese alla totalità delle abitazioni, e Saccovescio: villaggio del territorio di Norcia. Il paese fu contributo di 40 scudi. attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Marti- vittime. Il paese fu esentato per 10 anni dal pagamento dei gravemente danneggiato e fu esentato per 10 anni dal paga- Sellano: il paese fu notevolmente danneggiato e fu esenta- no, per il cui restauro fu stimata necessaria una spesa di 20 pesi camerali. Le fonti amministrative reperite non riporta- mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite to dal pagamento di 1.500 scudi di pesi camerali, corrispon- scudi e risulta erogato un contributo di 58 scudi. no dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attestati i non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono denti a circa 4 anni di contribuzione. Le fonti amministrati- Usigni: borgo fortificato del territorio di Cascia. Il paese fu danni subiti dalla chiesa parrocchiale, per il cui restauro attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Spes, ve reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile mino- notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal risulta erogato un contributo di quasi 52 scudi. per il cui restauro risulta erogato un contributo di 83 scudi. re. Sono attestati i danni subiti dalla chiesa matrice di pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative repe- Piedivalle: villaggio del territorio di Norcia dipendente dal- San Giorgio: borgo fortificato del territorio di Cascia. Il S.Maria Assunta, di cui crollò il campanile, e dalle chiese di rite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono l’abbazia di Sant’Eutizio. Vi furono gravi danni agli edifici, paese fu notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni S.Caterina, S.Angelo, S.Severino e della SS.Annunziata, attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Salva- ma nessuna vittima. dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative tutte gravemente dissestate; danni notevoli subirono anche tore, per il cui restauro fu stimata necessaria una spesa di Poggiodomo: borgo fortificato del territorio di Cascia. Il reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. le mura castellane. 18 scudi e risulta erogato un contributo di 30 scudi. paese fu notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di Serviglio: villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu note- Ussita: borgo fortificato del territorio di Visso. Il paese fu dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative S.Giorgio, per il cui restauro fu stimata necessaria una volmente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal paga- notevolmente danneggiato e fu esentato per 5 anni dal reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. spesa di 143 scudi e risulta erogato un contributo di 50 mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative repe- Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di scudi. non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono rite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono S.Pietro, per il cui restauro fu stimata necessaria una spesa San Marco: borgo fortificato del territorio di Norcia. Il ter- attestati i danni subiti dalla fontana pubblica, per il cui attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale dei SS.Ippo- di 13 scudi e risulta erogato un contributo di 81 scudi. remoto causò gravi distruzioni, estese alla totalità delle abi- restauro fu stimata necessaria una spesa di 43 scudi. lito e Cassiano e dalla pieve di S.Maria; in quest’ultimo edi- Poggio Primocaso:borgo fortificato del territorio di tazioni, e vittime. Il paese fu esentato per 10 anni dal paga- Sorbo: villaggio del territorio di Visso. Il paese fu notevol- ficio, vari anni dopo il terremoto, il tetto era ancora da Cascia. Il paese fu notevolmente danneggiato e fu esentato mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite mente danneggiato e fu esentato per 5 anni dal pagamento restaurare, inoltre preoccupava la posizione della stessa per 6 anni dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti ammi- non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite non chiesa, sottostante le falde di un monte: i muri che proteg- nistrative reperite non riportano dati relativi all’edilizia civi- attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Gio- riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono atte- gevano l’edificio e il camminamento per raggiungerlo erano le minore. Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parroc- vanni Battista, per il cui restauro risulta erogato un contri- state le spese sostenute per il restauro della chiesa parroc- infatti stati danneggiati. chiale di S.Fortunato e dalla fontana pubblica, per il cui buto di 126 scudi. chiale di S.Stefano. Nel settembre 1737, il restauro della Valcaldara: villaggio del territorio di Norcia. Il terremoto restauro fu stimata necessaria una spesa complessiva di 595 San Pellegrino: villaggio del territorio di Norcia. Il terre- chiesa non era ancora terminato e il tetto della sacrestia era causò gravi distruzioni, estese alla totalità delle abitazioni, scudi e risulta erogato un contributo di 30 scudi. moto causò gravi distruzioni, estese alla totalità delle abita- in cattivo stato; per la risistemazione era prevista una spesa e vittime. Il paese fu esentato per 10 anni dal pagamento Popoli: villaggio del territorio di Norcia. Il terremoto causò zioni, e vittime. Il paese fu esentato per 10 anni dal paga- di 40 scudi. dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite non gravi distruzioni, estese alla totalità delle abitazioni, e vitti- mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite Tazzo: villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu notevol- riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono atte- me. Il paese fu esentato per 10 anni dal pagamento dei pesi non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono mente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal pagamento stati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale della Madonna camerali. Le fonti amministrative reperite non riportano attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale, per il cui dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite non della Misericordia, per il cui restauro risulta erogato un con- dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attestati i danni restauro risulta erogato un contributo di 239 scudi. riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono atte- tributo di 119 scudi. subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Pietro, per il cui restau- Sant’Anatolia: villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu stati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Leonardo, Vallazza: villaggio del territorio di Visso. Il paese fu note- ro risulta erogato un contributo di 9 scudi. notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal per il cui restauro fu stimata necessaria una spesa di 30 volmente danneggiato e fu esentato per 5 anni dal paga- Preci: borgo fortificato del territorio di Norcia. Il paese fu pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative repe- scudi e risulta erogato un contributo di 35 scudi. mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite gravemente danneggiato e fu esentato per 10 anni dal paga- rite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono Tempio del Clitunno: cadde un pezzo del cornicione del non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono mento dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Maria, lato meridionale del tempietto o chiesa di S.Salvatore. attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Anto- non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono per il cui restauro fu stimata necessaria una spesa di 142 Todiano: borgo fortificato del territorio di Norcia. Il terre- nio e le spese sostenute per il restauro. attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Maria, scudi e risulta erogato un contributo di 60 scudi. moto causò gravi danni agli edifici, ma non vi furono vitti- Valle: villaggio del territorio di Norcia dipendente dall’ab- per il cui restauro risulta erogato un contributo di 34 scudi. Santa Trinità: borgo fortificato del territorio di Cascia. Il me. Il paese fu esentato per 10 anni dal pagamento dei pesi bazia di S.Eutizio. Vi furono gravi danni agli edifici, ma nes- Puro: villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu notevol- paese fu notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni camerali. Le fonti amministrative reperite non riportano suna vittima. mente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal pagamento dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attestati i danni Vallestretta: villaggio del territorio di Visso. Il paese fu dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite non reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Bartolomeo, per il cui notevolmente danneggiato e fu esentato per 5 anni dal riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attesta- Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di restauro risulta erogato un contributo di 80 scudi. pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative repe- ti i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Marco e dalla S.Biagio, per il cui restauro fu stimata necessaria una spesa Trevi: danni leggeri agli edifici. rite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono fontana pubblica, per il cui restauro fu stimata necessaria di 79 scudi e risulta erogato un contributo di 40 scudi. Trimezzo: borgo fortificato del territorio di Cascia. Il paese attestati i danni subiti dalle chiese parrocchiali di S.Donato una spesa complessiva di 124 scudi e risulta erogato un con- Sant’Eutizio:gravi danni alle strutture murarie dell’abba- fu notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal e di S.Reparata. La prima doveva essere rinforzata con la tributo di 50 scudi. zia; non vi furono vittime. pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative repe- costruzione di alcuni speroni e con una chiave di ferro; Roccaporena: borgo fortificato del territorio di Cascia. Il Santuario di Macereto: sono attestati danni alla chiesa rite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono doveva inoltre essere restaurato l’altare maggiore, che pre- paese fu notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni della Madonna Santissima non meglio specificati. attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Maria, sentava fessure e cadute dell’intonaco. Nella seconda era dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative Savelli: villaggio del territorio di Norcia. Il terremoto causò per il cui restauro fu stimata necessaria una spesa di 56 necessario porre una chiave di ferro nell’arco dell’altare reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. gravi distruzioni, estese alla totalità delle abitazioni, e vitti- scudi e risulta erogato un contributo di 50 scudi. maggiore, rifare un muro della sacrestia che era fuori piom- Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di me. Il paese fu esentato per 10 anni dal pagamento dei pesi Triponzo: borgo fortificato del territorio di Norcia. Il paese bo verso l’interno e riparare il campanile. La spesa prevista S.Montano e dalla casa pubblica, per il cui restauro fu sti- camerali. Le fonti amministrative reperite non riportano fu gravemente danneggiato e fu esentato per 10 anni dal per questi lavori era di 50 scudi. mata necessaria una spesa complessiva di 192 scudi e risul- dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attestati i danni pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative repe- Vallinfante: villaggio del territorio di Visso. Il paese fu ta erogato un contributo di 61 scudi. subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Michele Arcangelo, per rite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono notevolmente danneggiato e fu esentato per 5 anni dal Roccatamburo: borgo fortificato del territorio di Cascia. Il il cui restauro risulta erogato un contributo di 64 scudi. attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di S.Pietro, pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative repe- paese fu notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni Sciedi: villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu notevol- per il cui restauro risulta erogato un contributo di 133 rite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative mente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal pagamento scudi. attestati i danni subiti dalle chiese parrocchiali di S.Pietro e reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. dei pesi camerali. Le fonti amministrative reperite non Trognano: villaggio del territorio di Cascia. Il paese fu di S.Maria. La prima aveva subito lesioni in due archi, che 68 Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di riportano dati relativi all’edilizia civile minore. Sono attesta- notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni dal dovevano essere rinforzati da due chiavi di ferro. Nella 69

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

seconda i tre archi che sostenevano il tetto presentavano monastero di S.Giacomo, al monastero della SS.Trinità, alle varie lesioni che richiedevano l’apposizione di tre chiavi di carceri, al palazzo apostolico e a un ponte di pietra dei din- Emergenza nel vuoto di potere ferro; inoltre, la crociera a sinistra dell’altare maggiore era torni. Per i danni riportati dalla chiesa del monastero di La zona di Cascia e Norcia, già colpita dal terremoto del 1703 e da quello meno grave del 1719, stava spiombata e doveva essere demolita e ricostruita. La spesa S.Chiara, le monache chiedevano 60 scudi di finanziamen- prevista per questi lavori era di 66 scudi. to. Il monastero di S.Giacomo presentava fenditure nella attraversando una grave crisi economica, che fu notevolmente acuita dagli effetti devastanti delle forti Villa San Silvestro: villaggio del territorio di Cascia. Il sacrestia, nell’infermeria, nell’oratorio e nella stanza “del scosse protrattesi almeno fino alla fine del mese di maggio. Le economie di Cascia, di Norcia e dei paese fu notevolmente danneggiato e fu esentato per 6 anni Capitolo”, la cui riparazione richiedeva una spesa stimata in castelli e villaggi dipendenti dalle due città subirono danni considerevoli: andarono distrutti beni e dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti amministrative 65 scudi. Il monastero di S.Liberatore furono riscontrati strutture produttive e ci fu una forte spinta migratoria. Dalle suppliche inviate alla Sacra Congregazio- reperite non riportano dati relativi all’edilizia civile minore. danni non meglio specificati ai muri interni ed esterni. Il ne del Buon Governo risulta evidente lo stato di prostrazione delle popolazioni colpite, le cui difficoltà Sono attestati i danni subiti dalla chiesa parrocchiale di monastero della SS.Trinità nel 1736 era ancora privo di furono acuite dai ritardi dell’amministrazione nell’elargire gli aiuti economici necessari e dalla mancan- S.Silvestro e dalla fontana pubblica, per il cui restauro fu tetto nella sacrestia, infermeria, noviziato e oratorio. Il za di un efficace coordinamento delle operazioni di soccorso. In parte, questa carenza istituzionale fu stimata necessaria una spesa complessiva di 154 scudi e seminario era rimasto pressoché inabitabile; la facciata era risulta erogato un contributo di 32 scudi. Secondo una peri- fuori piombo, una parte del tetto era stata malcostruita e dovuta alla particolare situazione politica che caratterizzava il momento storico. A Roma era infatti riu- zia effettuata nel 1752, la chiesa parrocchiale era ancora in coperta di rami d’albero, il dormitorio era in parte da rifa- nito il conclave: il papa Benedetto XIII era morto il 21 febbraio e il suo successore, Clemente XII, sareb- stato di grave degrado, priva di un muro laterale, con il re; la scala era sconnessa; si prevedeva una spesa di 430 be stato eletto il 12 luglio successivo e consacrato quattro giorni dopo. Questa situazione di vuoto isti- tetto, il pavimento, le porte e gli altari laterali rovinosi. Per scudi. Alla chiesa collegiata di S.Maria furono rilevati i tuzionale, prolungatasi per circa cinque mesi, rallentò il disbrigo delle pratiche inerenti al terremoto. le riparazioni si prevedeva una spesa di 60 scudi. seguenti danni: la facciata era fuori piombo e presentava In seguito ai crolli e al continuo ripetersi delle scosse, la popolazione abbandonò le case e abitò all’aper- Visso: il paese fu notevolmente danneggiato e fu esentato profonde fenditure e il tetto era parziamente da rifare, to o sotto tende. Le fonti non permettono di precisare il numero dei morti e feriti; si sa che nella sola Nor- per 5 anni dal pagamento dei pesi camerali. Le fonti ammi- anche perché malcostruito. Per le riparazioni si prevedeva cia sono ricordati circa 200 morti e moltissimi feriti. Fu considerato che se il terremoto fosse capitato in nistrative reperite non riportano dati relativi all’edilizia una spesa di 964 scudi. civile minore. Sono attestati danni non meglio specificati al piena notte gli effetti sulle persone, sorprese nel sonno, sarebbero stati ben più gravi. L’impatto sulla popolazione fu molto forte, a causa delle numerose vittime e feriti e della perdita non solo delle abitazio- ni, ma anche dei beni di sussistenza. Sui luoghi colpiti mancava ogni genere di bene di prima necessità e si faticava a mantenere l’ordine pubblico: ci furono gravi episodi di sciacallaggio, alcuni dei quali attribui- ti a malviventi giunti dal regno di Napoli. Molti di questi furono catturati, e nel clima teso dell’emergenza ne fu proposta la messa a morte; furono inviati sul luogo soldati e forze di polizia di rinforzo. Tuttavia i furti, soprattutto di notte, a Norcia continuarono anche negli anni successivi, finché non si provvide a riparare le mura. Il vescovo di Spoleto, accompagnato dal vicario e da altri religiosi, si recò a Norcia per prestare aiuto e conforto alla cittadinanza. Sono attestate speciali pratiche devozionali nella zona epicentrale, in alcuni centri delle Marche e a Roma. Da Roma furono inviati chirurghi e medici e delle baracche prelevate da Castel S.Angelo. Inoltre furono versati 3.000 scudi per i primi soccorsi e molti prelati fecero donazioni allo stesso scopo. A Foligno i mer- canti della città offrirono una statua d’argento e rame dorato a S.Feliciano, patrono della città.

L’iter degli sgravi fiscali Le fonti permettono di precisare alcuni dei provvedimenti attuati dal governo pontificio, che consistettero essenzialmente in concessioni fiscali. Il papa Clemente XII, con chirografo del 24 gennaio 1731, venne in aiuto alle località colpite esentando per 10 anni la città di Norcia e il suo territorio dal pagamento dei pesi camera- li a partire dal gennaio 1730. Condizione dell’esenzione fu che le tasse degli ultimi 3 anni del decennio, cioè dal 1737 al 1740, dovessero essere comunque esatte e depositate presso il tesoriere di Spoleto o nel Monte di Pietà, per rimanere a disposizione del prefetto della Congregazione del Buon Governo, che li avrebbe eroga- ti per la ricostruzione delle mura castellane e di altri edifici pubblici della città. Con questo provvedimento, la città e il territorio furono complessivamente esentati dal pagamento di 66.014 scudi di pesi camerali. Le altre comunità a cui fu concesso lo sgravio dei pesi camerali furono: Cascia e il suo territorio, esenta- ti per 6 anni, per 18.670 scudi complessivi (3.111 scudi annui); Cerreto di Spoleto e il suo territorio, esen- tati per 6 anni per 4.732 scudi complessivi (788 scudi annui); Visso e il suo territorio, esentati per 5 anni per 7.491 scudi complessivi (1.498 scudi annui); Sellano, esentata “una tantum” dal pagamento di 1.500 scudi (su una contribuzione di 388 scudi annui); Montesanto, esentata “una tantum” dal pagamento di 1.000 scudi (su una contribuzione di 232 scudi annui). Essendo terminato nel dicembre 1736 il periodo di 7 anni di concessione dello sgravio totale, la città di Norcia chiese ulteriori provvedimenti. Si richiese che il versamento dovuto dalla città per gli ultimi 3 anni Fig.30 Particolare del frontespizio di una relazione sugli effetti del terremoto del 12 maggio 1730, edita a Firenze di esenzione potesse essere versato invece nello spazio di 6 anni; che fossero diminuiti i pesi camerali, 70 nel 1730. cioè le tasse annuali a carico della popolazione, e che la città e il territorio fossero esentati dal pagamen- 71

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

gregazione del Buon Governo, cardinale Imperiali, furono effettuate le seguenti erogazioni: 585 scudi per le chiese e i luoghi pii di Cascia; 416 scudi per il Palazzo del Governatore e del Magistrato; 600 scudi per la “compra” del monastero di S.Lucia; 600 scudi “per conto della fabrica della torre”; 1.024 scudi per le chiese parrocchiali del territorio (esclusi gli 800 scudi provenienti dal sussidio di 100.000 scudi del lotto). Il totale delle somme erogate prima del 1738 era pertanto di 3.226 scudi; il residuo era di 5.157 scudi. Da questo fondo furono prelevate nell’ultima distribuzione fatta nel 1738 dal nuovo prefetto della Congrega- zione, cardinale Riviera, le seguenti somme: 480 scudi per le chiese di Cascia; 60 scudi per i ponti; 1.000 scudi per la “permuta” con il monastero di S.Chiara; 1.328 scudi per le chiese del territorio. In totale 2.868 scudi. Restavano quindi a disposizione “per la fabrica della torre” 2.288 scudi. Le operazioni relative al finanziamento della ricostruzione furono lunghe e complicate. Nel 1752 veniva- no ancora inviati documenti e note spese dalle comunità colpite alla Sacra Congregazione del Buon Gover- no; spesso inoltre sorsero complicazioni e malintesi tra le istituzioni locali e la stessa Sacra Congregazio- ne relativamente alle autorizzazioni di spesa. Nel 1754 la Sacra Congregazione ordinò un accertamento sui materiali impiegati per il restauro degli edifici pubblici di Norcia. I fondi concessi in alcuni casi risul- tarono del tutto insufficienti.

La ricostruzione tra debiti e interventi inadeguati Fig.31 Norcia: pianta e prospetto della chie- Anche a causa della scarsità degli aiuti concessi, la ricostruzione fu assai lenta. sa di S.Giacomo (Archivio Storico Comunale di Norcia, Cabreo dei Beni spettanti alla A Norcia nel 1736 buona parte della popolazione viveva ancora nelle baracche, né si sa quando fu loro pos- S.Religione Gerosolimitana, 1750). sibile lasciarle, e gli edifici pubblici non erano ancora stati riparati. Nel 1737 erano ancora in rovina la chie- sa e il convento dei padri Agostiniani, per cui si prevedeva una spesa di 804 scudi; nel 1738 l’oratorio di S.Filippo, di cui in un primo tempo si pensava di restaurare la sola sacrestia, era ancora inagibile. Nel 1736 to dei pesi camerali per altri 15 anni. I frutti di quest’ultima esenzione sarebbero stati impiegati per la fu restaurata la torre civica, nel 1750 e 1751 il palazzo consolare. costituzione di un Monte di Sussidio destinato alla riparazione delle strutture produttive adibite alla lavo- Dal conto trasmesso dal prefetto di Norcia, Della Genga, al cardinale Imperiali, prefetto della Congrega- razione della lana, ovvero gli edifici delle “Lane e Pannine”. Questo ulteriore sgravio era ritenuto estre- zione del Buon Governo, risultano spesi complessivamente 2.320 scudi, nel periodo compreso tra il dicem- mamente necessario, perché la città e il territorio continuavano a spopolarsi; due ulteriori ragioni furono bre 1733 e il novembre 1735. Tale somma risulta ripartita nelle riparazioni alle chiese parrocchiali dei cen- portate dalla popolazione a sostegno delle proprie richieste di esenzione. Innanzitutto, concedendo l’e- tri dipendenti da Norcia e nelle riparazioni agli edifici principali di Norcia stessa. senzione per 10 anni, il papa aveva fatto sperare alla città di prorogare in seguito il provvedimento per Da un conto datato 1736 e relativo alle spese sostenute a Cascia e nel suo territorio nel periodo agosto- altri 15 anni, valutando che lo sgravio decennale non sarebbe stato sufficiente a far fronte ai danni subi- novembre 1735 risultano spesi complessivamente 1.157 scudi. ti. Inoltre, si riteneva eccessivo l’ammontare annuale dei pesi camerali: esso era stato infatti calcolato in Un resoconto di spese datato maggio 1738 informa delle somme già elargite e di nuovi finanziamenti a proporzione al consumo di sale, e il consumo effettivo era di circa due terzi inferiore a quello valutato per Cascia e ai paesi del suo territorio: il totale delle sovvenzioni ammontava a 4.026 scudi, cui il 12 maggio il calcolo della tassa. La città e il territorio ne avevano quindi subìto un notevole danno. 1738 si aggiungevano altri 3.276 scudi. Il relatore della supplica si pronunciò in favore della concessione della rateazione in 6 anni delle somme Tra il 1737 e il 1738 a Mucciafora si dovette intervenire sul tetto della chiesa parrocchiale perché esso era da versare negli ultimi 3 anni di esenzione, e in favore della proroga degli sgravi per un tempo da stabi- stato ricostruito con legname di scarsa qualità; la chiesa di Colmotino doveva ancora essere assicurata con lirsi. Si disse, invece, contrario ad accogliere la richiesta di diminuzione dei pesi annuali a carico della città catene di ferro. A Cascia il monastero di S.Antonio minacciava ancora il crollo e bisognava assicurarlo con e del territorio, perché questo provvedimento avrebbe potuto costituire un precedente ed essere invoca- chiavi e catene; il tetto della chiesa era da rifare. to anche dalle altre comunità. Il monastero della SS.Trinità di Visso nel 1736 era ancora in attesa dei lavori: mancava il tetto nella sacre- Con un successivo chirografo del 17 febbraio 1737 la città di Norcia e il suo territorio ottennero ulteriori stia, nell’infermeria, nell’edificio del noviziato e nell’oratorio. sgravi fiscali. L’esenzione totale, precedentemente stabilita per 7 anni, fu rinnovata per un altro triennio a partire dal primo gennaio 1740. Inoltre, le tasse da pagare, secondo quanto disposto dal primo chiro- grafo, negli ultimi 3 anni del decennio 1730-1739, furono ripartiti in 6 anni a partire dal primo gennaio 1737. Il provvedimento prevedeva che metà della somma derivante da questa esazione sarebbe stata destinata agli scopi già previsti dal primo chirografo, e l’altra metà a “ristabilire gli edifici delle Lane e Pan- nine”; un residuo sarebbe stato infine destinato ad altre opere e necessità della città. Il prefetto della Congregazione del Buon Governo aveva già disposto di tutta l’intera somma relativa agli anni dal 1737 al 1739. Per far fronte al “ristabilimento degli edifici delle Lane e Pannine” rimanevano per- tanto soltanto i fondi che sarebbero derivati dalle esazioni degli anni dal 1740 al 1742. Riguardo a Cascia e al suo territorio è attestato che nel 1739 l’esazione dei pesi camerali per gli anni 1734 e 1735 proveniente dalla “grazia del 1730” ammontava a 6.223 scudi. Il ricavato dei 20 Luoghi del Monte della Comunità provenienti “dalla grazia del 1703” era di 2.160 scudi. In totale risultavano perciò dispo- 72 nibili 8.383 scudi. Da questa somma, prima del 1738, essendo ancora in vita il prefetto della Sacra Con- 73

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Ottobre 1730: una nuova sequenza sismica a nord di Norcia

Cinque mesi dopo, a Gubbio, il 23 ottobre: un terremoto “perduto” dalla tradizione sismologica. Le scosse danneggiarono la città, incidendo ferite su un corpo urbano che aveva iniziato il suo declino nel secolo precedente.

Le fonti Questo terremoto è stato ignorato dalla tradizione sismologica, probabilmente perché fu “oscurato” dal più violento e famoso terremoto del maggio dello stesso anno, che aveva colpito Norcia. È invece attestato da un carteggio autorevole, conservato nel fondo Segreteria di Stato dell’Archivio Segreto Vaticano, ora messo in luce: nella serie “Vescovi”, due lettere del vescovo di Gubbio al segretario di Stato, cardinale Antonio Banchieri, una datata 27 ottobre 1730 e l’altra 10 novembre 1730, fanno riferimento alla sequen- za sismica iniziata il 21 ottobre e protrattasi fino ai primi giorni di novembre.

Gli effetti: dal timore all’allarme La sequenza sismica ebbe inizio il 21 ottobre 1730 e si protrasse fino ai primi giorni di novembre; furono colpite la città di Gubbio e la campagna circostante. La prima scossa fu avvertita il 21 ottobre alle ore 14:50 TU circa. La popolazione, benché intimorita, non fu presa dal panico: da cinque anni infatti si avver- tivano continue leggere scosse e il ripetersi di un evento ormai consueto non suscitò particolare ansietà. Alcune nuove scosse avvennero nella notte del 21 ottobre, di cui una molto sensibile alle ore 2:50 TU circa. Altre furono sentite la mattina del 22 ottobre; quella delle ore 6:50 TU fu molto forte e allarmò la popolazione. La sera stessa furono celebrati riti devozionali nella cattedrale. Altre scosse si susseguirono nella notte, e nella mattina del 23 ottobre ci fu la scossa più forte, alle ore 10:20 TU circa, che causò in città i danni più gravi. A Gubbio molte abitazioni furono lesionate, crollarono parecchi comignoli e alcune “ventaglie” di tetti (sporti di gronda tradizionali in legno e laterizio). Subirono danni notevoli le chiese della Madonna del Ponte, Madonna del Prato, S.Maria della Piaggiola, S.Maria dei Battilana (ora S.Maria dei Laici o dei Bian- chi) e S.Domenico, il convento e la chiesa dei Cappuccini, il convento dei Francescani, i monasteri delle Cappuccine e dei padri Scopettini, il palazzo vescovile. Nella campagna circostante i danni furono ancora più gravi: alcune case crollarono e altre 80 abitazioni subirono crolli parziali. La sera del 27 ottobre si tenne in città una solenne processione, alla quale parteciparono molti cittadini in vesti penitenziali. Nei primi giorni di novembre furono avvertite altre scosse di minore intensità; l’ulti- ma forte scossa è menzionata nelle fonti il 5 novembre 1730, giorno in cui fu fatta una nuova processione per implorare il protettore della città, S.Ubaldo.

Decadenza e vulnerabilità edilizia a Gubbio Come si osserva anche oggi, Gubbio è costituita da un compatto tessuto monumentale e urbano di chie- se, palazzi e abitazioni stilisticamente molto omogenee, la cui realizzazione risale ai secoli XIII e XIV, periodo che coincide con la fase del suo massimo sviluppo economico e demografico. Tuttavia Gubbio, insieme agli altri territori del ducato d’Urbino, passò sotto il dominio della Chiesa nel 1631 alla morte del- l’ultimo duca Francesco Maria II della Rovere, rimasto senza eredi. Lo sviluppo non ebbe seguito nei seco- li di dominio pontificio, anzi per la città iniziò un periodo di decadenza e intorno al 1730 la popolazione era ridotta a poco più 6.000 abitanti. Proprio a causa della decadenza economica e culturale di questo periodo la struttura edilizia e urbanistica della città si mantenne sostanzialmente inalterata. È tuttavia presumibile che la decadenza economica avesse già cominciato a incidere sullo stato di conservazione del- 74 Fig.32 12 maggio 1730: localizzazione dell’epicentro e degli effetti più gravi. l’edificato e sulla generale mancanza di manutenzione nelle abitazioni e negli edifici pubblici. 75

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1747 gennaio — aprile Gualdo Tadino e Nocera Umbra La vicinanza cronologica con i terremoti del 1741 e del 1751, e la marginalità del territorio colpito, hanno probabilmente contribuito ad attutire la risonanza di questo terremoto sulla stampa coeva: l’evento non risulta infatti documentato né da relazioni a stampa, né da notizie pubblicate dalle gazzette dell’epoca. L’area dell’Appennino umbro-marchigiano, in particolare il territorio che faceva Nella recente bibliografia scientifica, il terremoto è stato studiato da Monachesi et al. (1983), per quanto parte della diocesi di Nocera Umbra, dovette sopportare verso la metà del Settecen- riguarda gli effetti nel territorio marchigiano dell’alta valle dell’Esino, utilizzando documentazione di archi- to lunghi anni di carestie, cui si aggiunsero i danni dovuti al continuo passaggio di vi comunali. truppe militari. Questo terremoto, che seguiva di pochi anni quello del 1741 (Fabria- no), peggiorò la già difficile situazione economica e sociale. Le comunità colpite con- Gli effetti: il ruolo dei caratteri edilizi di Gualdo Tadino tinuavano a dibattersi fra spese per la riparazione dei danni e tasse. La sequenza sismica del 1747, le cui scosse principali avvennero il 26 gennaio e il 17 aprile, colpì l’Ap- pennino umbro-marchigiano, in particolare sul versante umbro, dove causò crolli e gravi danni nelle loca- lità appartenenti alla diocesi di Nocera Umbra (cioè, oltre a Nocera stessa, Gualdo Tadino, Sigillo, Fossa- Le fonti to di Vico e Sassoferrato), ad Annifo, a Casa Castalda, Collemincio, Pieve di Compresseto e Poggio Informazioni dettagliate sulla sequenza sismica del 1747 sono contenute nella documentazione ammini- Sant’Ercolano; causò inoltre notevoli danni ad Assisi e a Santa Maria degli Angeli. Nelle Marche causò strativa e finanziaria conservata presso l’Archivio di Stato di Roma, l’Archivio di Stato di Perugia, l’Archivio gravi danni con crolli parziali a Belvedere e a Fabriano e danni a Camerino, Campodonico ed Esanatoglia. Segreto Vaticano e l’Archivio della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli. La scossa del 26 gennaio colpì Gualdo Tadino, causando danni alle case e gravi danni al monastero e alla All’Archivio di Stato di Roma è conservata una lettera del vescovo di Nocera Umbra al prefetto della Con- chiesa di S.Agostino, il costo delle cui riparazioni fu stimato pari a poco meno di 128 scudi. gregazione del Buon Governo, datata 20 maggio 1747, nella quale sono descritti i danni causati dal terre- La scossa del 17 aprile 1747, avvenuta alle ore 16:20 TU ca. (ore 22 in uso orario all’italiana) ebbe gli effet- moto agli edifici privati ed ecclesiastici della città e del territorio circostante. La lettera si trova nel fondo ti più gravi a Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Sigillo, Fossato di Vico e Sassoferrato. A Gualdo Tadino Camerale II, busta 1 della categoria “Terremoti”, fascicolo “Terremoto del 17 aprile 1747 nei Comuni di causò il crollo di numerose abitazioni e danneggiò gravemente tutti gli edifici, causando crolli parziali di Nocera, Gualdo, Sigillo e Fossato”, che contiene tra l’altro lettere del vescovo di Nocera relative ai danni muri e solai e rendendo i fabbricati pericolanti. Il complesso del palazzo priorale subì gravi danni, in par- subiti dai paesi di Gualdo Tadino e Sigillo e suppliche e memoriali delle comunità danneggiate e annotazio- ticolare nell’edificio scolastico, nel forno e nel macello; il mulino della comunità fu danneggiato: i danni ni della Congregazione del Buon Governo sui provvedimenti da adottare a favore delle popolazioni danneg- agli edifici di pertinenza della comunità furono complessivamente valutati pari a 274 scudi. La rocca Flea, giate. Nello stesso fondo, la serie “Epistolario” conserva 11 copie di lettere inviate dal tesoriere generale al residenza del governatore, la cui riparazione era di pertinenza delle autorità pontificie, subì danni per 56 tesoriere dell’Umbria, al tesoriere di Spoleto, ai decemviri della provincia dell’Umbria, al vescovo di Nocera scudi. La strada Flaminia, che attraversava Gualdo, subì danni per 60 scudi. Secondo quanto esposto dai Umbra, al governatore di Nocera Umbra e al commissario di Gualdo Tadino. Nel fondo Camerale I, la serie rappresentanti della comunità la gravità dei danni era da attribuirsi all’indebolimento degli edifici dovuto “Registri camerali conservati dai notai, segretari e cancellieri della Camera apostolica”, conserva i 3 chiro- a precedenti terremoti, in particolare a quello del 1741, e alle caratteristiche edilizie dell’abitato situato grafi (i documenti di diretta emanazione papale) del papa Benedetto XIV, che attestano gli interventi attua- in forte declivio e costituito da piccole case mal costruite. ti dal governo pontificio a Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Sigillo, Fossato di Vico ed Annifo in seguito alla A Nocera Umbra la scossa causò il crollo di parte delle abitazioni e danneggiò tutte le altre, alcune delle scossa del 17 aprile, che causò i danni più gravi. Esiste però un quarto chirografo, relativo a provvedimen- quali divennero inabitabili; fu in particolare danneggiato il quartiere Sasso, dove le case dovettero essere ti in favore di Casa Castalda, Collemincio, Pieve di Compresseto e Poggio Sant’Ercolano. Questo documen- puntellate per evitarne il crollo. Il patrimonio edilizio pubblico fu gravemente danneggiato: il palazzo prio- to presenta una contraddizione nella datazione del terremoto: da una parte asserisce infatti che le esenzio- rale subì danni ingenti e il palazzo del governatore ebbe bisogno di riparazioni. Anche il patrimonio eccle- ni furono accordate “come appunto per simile contingenza aggraziammo ultimamente le comunità di Noce- siastico fu estesamente danneggiato: tutte le chiese della città, ad eccezione di alcune piccole cappelle, ra, Sigillo, Gualdo, e Fossato danneggiate dalla stessa scossa di tremuoto” (cioè quella del 17 aprile 1747), furono danneggiate in modo così grave da non consentire le celebrazioni ecclesiastiche. In particolare dall’altra asserisce che le località oggetto del chirografo furono danneggiate da una scossa che sarebbe avve- subirono gravi danni la cattedrale e il palazzo vescovile, di cui rimase agibile soltanto una stanza. Poco nuta il 26 giugno del 1747. Questa seconda indicazione, che compare all’inizio del testo, fu quasi certamen- fuori dall’abitato crollarono totalmente la chiesa e l’annesso edificio dell’ex-monastero di S.Stefano. te un errore di cancelleria; nessun altro documento coevo menziona infatti questa scossa. A Sigillo crollarono numerose abitazioni e divennero inabitabili gran parte delle altre; il palazzo priorale Il fondo Congregazione del Buon Governo, nella serie II (Atti per luoghi), conserva 11 documenti riguar- crollò parzialmente. A Fossato di Vico la scossa causò crolli e gravi danni agli edifici pubblici e privati. danti Gualdo Tadino e 2 documenti riguardanti Assisi; nella serie V (Lettere) sono conservate le minute di A Sassoferrato ci furono gravi danni. Per Casa Castalda, Collemincio, Pieve di Compresseto e lettere inviate dalla Congregazione ai pubblici amministratori delle località colpite dal terremoto; la serie Poggio Sant’Ercolano, è attestato che la scossa causò crolli in case e chiese. Ad Annifo la scossa causò XI (Conti e tasse diverse) contiene una nota riguardante le esenzioni concesse alle comunità; infine le vac- crolli e gravi danni in diverse abitazioni, nella chiesa parrocchiale e nella canonica. chette (sorta di appunti sulle decisioni prese durante le riunioni della Congregazione) della serie XIII Ad Assisi la scossa del 17 aprile danneggiò la strada consolare e il palazzo priorale. A Santa Maria degli (Registri e Vacchette) attestano i provvedimenti in favore delle comunità colpite. Angeli il convento fu gravemente fessurato e la basilica subì vari danni: i fianchi erano stati gravemente All’Archivio di Stato di Perugia, nel fondo Delegazione Apostolica, è conservata una lettera del segretario fessurati, nel coro si era aperta una profonda spaccatura, alcuni pilastri della navata erano in cattivo stato, di Stato, Valenti Gonzaga, al governatore di Perugia. il frontespizio della facciata era fortemente inclinato verso la piazza e c’erano infiltrazioni d’acqua in più All’Archivio Segreto Vaticano nel fondo Segreteria di Stato, serie “Vescovi”, è conservata la corrisponden- punti. za amministrativa tra le autorità locali e il segretario di Stato; inoltre nella serie “Particolari” si trova una In area marchigiana furono danneggiate varie località: Belvedere, Fabriano, Camerino, Campodonico ed supplica del gonfaloniere e dei priori di Nocera. Nel fondo Sacra Congregatio Concilii sono infine state Esanatoglia. A Belvedere il terremoto danneggiò gravemente e rese inabitabili quasi tutte le case, che reperite 2 relazioni del vescovo di Camerino e di Fabriano con notizie relative all’evento. già in precedenza risultavano in cattivo stato di conservazione a causa del mancato restauro dei danni All’Archivio della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli sono state reperite la cronaca del convento, una causati dal terremoto del 1741. A Fabriano la scossa peggiorò lo stato del palazzo priorale, già prece- cronaca di Andrea da Casoli (XVIII secolo) e la perizia dei danni alla basilica di Santa Maria degli Angeli dentemente danneggiato; subirono danni le mura castellane tra porta Cervara e porta del Piano, che crol- 76 redatta dall’architetto Carattoli, una parte della quale è stata pubblicata da Vignoli (1989). larono parzialmente, e una torre in piazza S.Nicola, che in parte divenne pericolante. 77

1747 gennaio — aprile Gualdo Tadino e Nocera Umbra Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Altre località danneggiate

Bastia: fu ulteriormente danneggiato l’edificio comunale, Esanatoglia: subì danni notevoli. che già in precedenza risultava in cattivo stato di conserva- Monte Sente: in questa località, un podere di montagna di zione a causa della mancata riparazione dei danni subiti in proprietà della comunità di Nocera, furono gravemente seguito al terremoto del 1741. danneggiate le case, che divennero pericolanti; i lavori di Collamato: fu ulteriormente danneggiato l’edificio comuna- riparazione, il cui costo fu valutato dai muratori incaricati le, che già in precedenza risultava in cattivo stato di conser- di periziare i danni pari a 40 scudi, consistettero nel rifaci- vazione a causa della mancata riparazione dei danni subiti in mento di una facciata, di una cantonata, del pavimento seguito al terremoto del 1741. della cucina, della mangiatoia e delle spallette di una porta, Camerino: la scossa del 17 aprile causò gravi danni alla cat- nel rinforzo dei tetti con tre travi, e nella riparazione dei tedrale, in particolare alla volta e alla facciata. tetti. Cancelli: fu ulteriormente danneggiato l’edificio comunale, San Donato: fu ulteriormente danneggiato l’edificio comu- che già in precedenza risultava in cattivo stato di conserva- nale, che già in precedenza risultava in cattivo stato di con- zione a causa della mancata riparazione dei danni subiti in servazione a causa della mancata riparazione dei danni subi- seguito al terremoto del 1741. ti in seguito al terremoto del 1741.

Un difficile contesto economico e sociale La zona colpita faceva parte dello stato della Chiesa. Era un’area marginale dal punto di vista economico; la maggior parte della popolazione era dedita all’agricoltura e all’allevamento. All’ora in cui avvenne la scossa più forte la maggior parte della popolazione si trovava fuori casa; per que- sta ragione a Gualdo Tadino, una delle località più colpite, benché molte persone fossero gravemente feri- te, non ci fu nessun decesso; il terremoto causò la morte di una sola persona, abitante di Belvedere. In seguito alla scossa del 17 aprile gli abitanti abbandonarono le loro abitazioni e si rifugiarono in campa- gna, nonostante le intemperie stagionali e la scarsità di cibo. Il clero si rifiutò di celebrare messe e altre funzioni per evitare che i fedeli fossero esposti al rischio di essere sepolti dal crollo degli edifici di culto. Anche a Fabriano dopo la forte scossa del 17 aprile la popolazione si rifugiò in campagna, dove alloggiò in baracche; il vescovo dispose numerose orazioni e suppliche. Il contesto storico e socio-economico sul quale incise il terremoto è documentato dalle fonti amministra- tive e finanziarie. Queste fonti forniscono informazioni particolarmente dettagliate per Nocera Umbra e la sua diocesi, che comprendeva le località più gravemente colpite dal terremoto (Gualdo Tadino, Sigillo, Fossato di Vico), e informazioni più sporadiche per l’area marchigiana. Quanto allo stato economico di Nocera Umbra, che qualche anno prima del terremoto era stata posta sotto assedio e saccheggiata da parte delle truppe spagnole, e della sua diocesi, è attestato che la popo- lazione era particolarmente povera: in quegli anni le comunità locali avevano accumulato ingenti debi- ti fiscali verso l’erario come conseguenza, tra l’altro, delle spese sostenute per il mantenimento delle truppe straniere che di frequente attraversavano l’area umbra. Il terremoto del 1747 aggravò la diffici- le congiuntura economica dell’intero territorio, tanto che il governatore generale dell’Umbria espresse alla Congregazione del Buon Governo il timore che, qualora l’amministrazione pontificia non fosse tem- pestivamente intervenuta con provvedimenti finanziari volti a riparare ai danni causati dal terremoto, i contadini sarebbero stati costretti ad abbandonare le loro case e le coltivazioni. In seguito ai danni alle abitazioni di Nocera Umbra, alcuni degli abitanti furono costretti ad abbandonarle e altri si sistemaro- no nei primi piani, che erano stati meno danneggiati. Fuori dalla città si trovò rifugio presso i palazzi dei Bagni (l’attuale località Bagni di Nocera). Il vescovo Chiappé indisse numerose funzioni penitenziali ed orazioni ai santi protettori della città per lo svolgimento delle quali ricorse all’aiuto di missionari gesuiti; a causa dei danni subiti dalle chiese, le celebrazioni religiose furono tenute in alcune cappelle minori. A Gualdo Tadino i raccolti agricoli degli ultimi 7 anni erano stati scarsissimi; in particolare il grano rac- colto nel 1747 non permetteva l’autosostentamento della comunità, che dovette pertanto richiedere alla Congregazione del Buon Governo l’autorizzazione a contrarre un debito di 2.000 scudi per acquistare beni alimentari. La documentazione amministrativa fornisce inoltre il quadro della complessa situazione fisca- le di questa località, la cui comunità doveva ogni anno versare all’erario 1.800 scudi. È attestato che nel 78 1747 la comunità non era stata in grado di pagare gran parte (1.152 scudi) dei pesi camerali, e che i pegni Fig.33 17 aprile 1747: localizzazione dell’epicentro e degli effetti più gravi. 79 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

(anche beni primari) depositati a garanzia degli ingenti debiti contratti sia dalla comunità sia dai privati tesoriere generale diede al tesoriere di Spoleto l’ordine di far eseguire il provvedimento del papa. giacevano non riscattati da molti mesi, tanto che il loro stato di deperimento era avanzato. In considerazione della gravosa condizione economica di Gualdo Tadino, nel 1748 il suo commissario e il luo- gotenente di Perugia chiesero alla Congregazione del Buon Governo di concedere un sussidio con il quale si Finalmente l’esenzione fiscale sarebbero pagate le somme dovute al camerlengo responsabile per Gualdo Tadino, il quale avrebbe poi potu- Con il chirografo del 30 settembre 1747, dopo che la Sacra Congregazione del Buongoverno aveva sta- to versare alla tesoreria umbra i pesi camerali dovuti dai gualdesi. Sebbene dalla documentazione archivi- bilito nel dettaglio il modo in cui il testo avrebbe dovuto essere redatto, il papa accolse le richieste di stica non risulti che questa richiesta sia stata accolta dalla Congregazione, un’importante memoria scritta nel esenzione fiscale delle comunità di Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Fossato di Vico e Sigillo. Per queste maggio del 1748 dalla comunità di Gualdo sostiene che il debito era stato comunque in gran parte saldato, comunità fu disposta l’esenzione per 3 anni dal pagamento dei pesi camerali, esclusi la tassa sul maci- tanto che al 20 aprile la comunità era debitrice per poco più di 113 scudi di pesi camerali relativi al 1747. nato, gli interessi dei Monti di Pietà esistenti a carico delle stesse comunità e la tassa di mantenimento Questa memoria era stata scritta per sollecitare l’intervento della Congregazione del Buon Governo nella lite dei soldati. L’esenzione fu prevista per il periodo compreso dal primo gennaio 1747 a tutto il dicembre giudiziaria che aveva visto coinvolti da una parte Stefano Coppari, concessionario dell’esazione dell’imposta 1749. I pesi camerali relativi all’anno 1747 sarebbero comunque stati esatti, ma il loro ammontare sareb- sul consumo di vino, dall’altra la comunità di Gualdo. Risulta evidente dalla memoria come il provvedimen- be stato depositato presso le comunità, i Monte di Pietà o presso i camerlenghi, rimanendo a disposizio- to finanziario di regola disposto dalle autorità pontificie, le esenzioni dai pesi camerali, fosse parzialmente ne del prefetto della Congregazione del Buon Governo per essere impiegato nella ricostruzione e nel inefficace, in quanto non portava alcun beneficio alle fasce più povere della popolazione, che non avendo restauro delle abitazioni danneggiate. proprietà immobiliari avrebbero potuto trarre vantaggio soltanto da esenzioni dalle imposte sui consumi. L’ammontare complessivo di questi provvedimenti finanziari fu di 4.106 scudi per Nocera Umbra, 3.780 scudi per Gualdo Tadino, 1.300 scudi per Fossato di Vico e 959 scudi per Sigillo. L’ordine di esecuzione del provvedimento fu spedito dal tesoriere generale, che contestualmente informò i decemviri dell’Um- La burocrazia pontificia e i provvedimenti finanziari bria, al tesoriere di Spoleto il 22 di novembre. Nello stesso mese la comunità di Nocera informò la Con- Il “corpus” documentario disponibile attesta sia il processo di acquisizione delle informazioni sui danni gregazione dei danni in un suo podere, quello di Monte Sente, dove le abitazioni avevano bisogno di ripa- causati dal terremoto da parte delle autorità pontificie sia i provvedimenti adottati per riparare ai danni razioni per 40 scudi circa, e chiese il permesso di poter stornare per le riparazioni altri capitoli di spesa, stessi. Questa documentazione riguarda le località più colpite. In Umbria: Nocera Umbra e il suo pode- perché i fondi per le spese impreviste erano insufficienti. Le procedure per l’accoglimento della doman- re di Monte Sente, Gualdo Tadino, Sigillo, Fossato di Vico, Casa Castalda, Collemincio, Pieve di Com- da richiesero alcuni mesi, coinvolgendo anche altri funzionari pontifici, come il governatore e il luogote- presseto, Poggio Sant’Ercolano e Annifo; nelle Marche: Fabriano e i suoi villaggi, Camerino e Sassofer- nente di Perugia, finché il 16 marzo 1748 la Congregazione ordinò al governatore di Perugia di avviare le rato. procedure per l’appalto delle riparazioni necessarie. Nell’aprile del 1747 la comunità di Nocera Umbra informò la Congregazione del Buon Governo e la La documentazione amministrativa relativa a Gualdo Tadino attesta tra l’altro gli effetti di una preceden- Segreteria di Stato circa i danni causati dal terremoto, in particolare quelli relativi al palazzo priorale, te scossa di terremoto, avvenuta il 26 gennaio. Questa scossa aveva causato danni per 127 scudi al mona- che erano stati stimati pari a 160 scudi circa, e richiese di essere esentata dal pagamento dei pesi came- stero di S.Agostino, le cui rendite non erano sufficienti a sostenere i costi di riparazione. Per questa ragio- rali per almeno 10 anni. Nel maggio successivo i danni causati dal terremoto a Nocera e territorio furo- ne i monaci del convento e il commissario di Gualdo, Nanni, richiesero alla Congregazione che il mona- no oggetto di una intensa corrispondenza amministrativa fra la tesoreria generale dello stato pontificio, stero fosse esentato dal pagamento dei pesi camerali per 4 anni. la comunità nocerina, il vescovo Chiappé e il governatore generale dell’Umbria, Sceriman. Dopo la scossa del 17 aprile la comunità di Gualdo supplicò il papa di prendere provvedimenti per ripa- Il 3 maggio il tesoriere generale ordinò al tesoriere dell’Umbria di procedere alla riparazione dei danni rare ai danni causati dal terremoto; questa richiesta fu sostenuta dalle già ricordate lettere di Sceriman e al palazzo del governatore di Nocera, che erano stati stimati in poco più di 38 scudi; nello stesso mese, Chiappé. Le prime stime dei danni, con relative richieste di intervento, furono prodotte tra luglio ed ago- mentre il consiglio comunale informava il papa dei danni subiti e gli rivolgeva la supplica di accordare a sto: una perizia attesta che sarebbero stati necessari 274 scudi per le spese di riparazione; questa somma, Nocera esenzioni fiscali, il vescovo Chiappé, con due lettere, una del 20, rivolta alla Congregazione, una nelle successive suppliche e lettere della comunità e del commissario di Gualdo Tadino (cui la Congrega- del 27, rivolta allo stesso papa, dopo aver riportato un quadro dei danni subiti e della condizione eco- zione aveva richiesto di verificare i dati forniti dalla comunità gualdese) fu elevata a 300 scudi, per il repe- nomico-finanziaria della sua diocesi, fece sue le richieste della comunità di Nocera; infine il governato- rimento di 2/3 dei quali fu richiesto il permesso di ricorrere ad un prestito. re di Perugia, con due lettere del 20 e del 27 maggio, informò la Congregazione che la stima dei danni In agosto la Congregazione ordinò al commissario di riferire sulle condizioni delle strade, che erano state al palazzo priorale fatta dalla comunità era valida e che lui stesso si era recato nei luoghi più colpiti dal danneggiate, e di presentare istanza formale per le riparazioni necessarie; in settembre il tesoriere gene- terremoto (oltre a Nocera Umbra anche Gualdo Tadino, Sigillo, Fossato di Vico), cosa che gli aveva per- rale informò il commissario di aver ordinato al tesoriere di Spoleto di far eseguire le riparazioni necessa- messo di verificare l’effettiva necessità di un intervento da parte delle autorità centrali. rie alla rocca Flea, il cui costo era stato stimato pari a 56 scudi, e gli ordinò di controllare l’esecuzione In giugno la Congregazione, cui nel frattempo il vescovo Chiappé aveva nuovamente notificato i danni e delle riparazioni. Il 30 settembre fu quindi disposta dal papa la già ricordata esenzione triennale dai pesi le condizioni economiche della sua diocesi, ordinò al governatore di Perugia di procedere alla gara di camerali che riguardava anche Gualdo Tadino. Come già per Nocera Umbra e Gualdo Tadino, anche per appalto per la riparazione del palazzo priorale e gli promise che il papa sarebbe prontamente interve- Sigillo e Fossato di Vico le procedure amministrative che portarono al chirografo papale del 30 settembre nuto in favore dell’area colpita; al contempo però la Congregazione informò Chiappé che al momento 1747 ebbero inizio con le suppliche al papa delle rispettive comunità. Per Fossato di Vico è disponibile non era possibile soddisfare le richieste di intervento. ulteriore documentazione, attestante che il tesoriere generale dello stato pontificio nel luglio del 1747 In luglio il segretario di Stato, Valenti Gonzaga, ordinò al governatore generale di compiere gli interventi richiese al vescovo Chiappé di verificare la consistenza dei danni in questa località. necessari a Nocera, seppure nel rispetto delle competenze della Congregazione; il tesoriere generale Con un terzo chirografo, datato 13 luglio 1748, il papa estese alle comunità di Casa Castalda, Collemincio, informò il governatore di Nocera del fatto che il papa aveva deciso di disporre al più presto esenzioni Pieve di Compresseto e Poggio Sant’Ercolano le esenzioni precedentemente accordate alle comunità di fiscali in favore della città, provvedimento che fu poi effettivamente preso in settembre, e informò inol- Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Fossato di Vico e Sigillo. Fu così disposto che (i) i pesi camerali relativi al tre il vescovo Chiappé che il papa stava per disporre una donazione di 500 scudi per la riparazione del 1748, esclusi la gabella sul macinato, gli interessi dei Monti esistenti a carico delle stesse comunità e la vescovado. Questo provvedimento fu ratificato con il chirografo del 19 luglio, con il quale il papa ordinò tassa di mantenimento dei soldati, fossero depositati presso il Monte di Pietà di Perugia o il camerlengo 80 alla Camera apostolica l’elargizione di un sussidio di 500 scudi al vescovo di Nocera. Lo stesso giorno il della stessa città e messi a disposizione del prefetto della Congregazione affinché li utilizzasse per com- 81

1747 gennaio — aprile Gualdo Tadino e Nocera Umbra Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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piere i lavori di riparazione necessari; e che (ii) le 4 località fossero esentate dal pagamento dei pesi came- rali relativi al biennio 1749-1750, sempre fatta eccezione per la gabella sul macinato, gli interessi dei Monti Annifo: tracce di una storia sismica ancora quasi sconosciuta e la tassa di mantenimento dei soldati. L’ammontare complessivo di questi provvedimenti finanziari fu pari a 509 scudi per Casa Castalda, a 140 Il paese di Annifo fu molto danneggiato dal terremoto del 1747 e un chirografo di Benedetto XIV ne ricono- scudi per Poggio Sant’Ercolano, 379 scudi per Pieve di Compresseto e a 132 scudi per Collemincio. sceva il danno e concedeva alcune esenzioni. Annifo è stata anche una delle località più danneggiate dalla Analogo provvedimento fu in seguito adottato, con il chirografo datato 9 aprile 1749, in favore della comu- sequenza sismica del settembre-ottobre 1997, ma la sua storia sismica è ancora poco conosciuta. Le infor- nità di Annifo che non era in grado di sostenere i costi dei lavori di ricostruzione della chiesa e dell’abita- mazioni vanno cercate soprattutto nella documentazione ecclesiastica. Annifo appartenne fino al 1938 alla zione del parroco, stimati in 2.500 scudi. L’esenzione fu disposta per il periodo compreso tra il primo gen- diocesi di Nocera Umbra, poi successivamente a quella di Foligno. Nei libri parrocchiali, nella visite pastora- naio 1748 e il 31 dicembre 1750. L’ammontare complessivo fu di 198 scudi. li e nella documentazione della Camera Pontificia compaiono sporadici ma significativi riferimenti a danni al patrimonio ecclesiastico. Nell’elenco che segue, dopo la data, è indicata la localizzazione dell’area epicentra- Dalla documentazione amministrativa nota non risultano interventi delle autorità centrali in favore di le; come si può rilevare, per i due terremoti del 1631 e del 1721 le aree epicentrali non sono ancora note. Assisi, sebbene i suoi rappresentanti e il suo governatore avessero notificato alla Congregazione l’entità dei danni subiti, e in favore delle località colpite in area marchigiana. Per Assisi fu stimato che i danni al palazzo priorale fossero di 383 scudi; a Camerino, per il restauro della cattedrale, il vescovo di Camerino 1599 Norcia non era in grado di sostenere i costi dei lavori di e Fabriano utilizzò 300 scudi del suo patrimonio personale e promosse collette ed elemosine presso la La chiesa fu gravemente danneggiata e “minacciava ricostruzione della chiesa e dell’abitazione del par- popolazione locale. ruina grande dalli tremuoti”; nel 1603 fu restaurata. roco, stimati 2.500 scudi, e rivolse una supplica al papa Benedetto XIV per ottenere dei sussidi; con un 1631 25 febbraio epicentro sconosciuto apposito chirografo, la Comunità fu parzialmente Perizie non sistematiche e ricostruzioni povere Una casa di proprietà della parrocchia, ubicata entro esentata per 3 anni dal pagamento dei pesi camera- il castello, “andò in rovina per li terremoti”. li, per una somma ammontante complessivamente a In seguito al terremoto del 1747 le comunità colpite fecero eseguire alcune perizie dei danni. Una perizia 198,13 scudi. del novembre 1747 fatta eseguire dalla comunità di Nocera Umbra attesta che il complesso di case rurali 1703 gennaio-febbraio Umbria meridionale Due anni dopo, la chiesa parrocchiale, “fracassata dal di Monte Sente aveva bisogno di lavori di riparazione per 40 scudi, consistenti nel rifacimento di una fac- Qualche dissesto alla chiesa richiese “chiavi di ferro tremuoto”, era in via di ricostruzione; i lavori termina- ciata, di una cantonata, del pavimento della cucina, della mangiatoia e delle spallette di una porta, nel grosse agl’archi a causa de’ gran terremoti”. rono nell’ottobre del 1750, quando la chiesa fu ricon- rinforzo dei tetti con tre travi, e nella riparazione dei tetti. sacrata dal vescovo di Nocera, in visita pastorale. A Gualdo Tadino furono periziati il monastero di S.Agostino e gli edifici pubblici danneggiati (il comples- 1721 18 giugno epicentro sconosciuto so del palazzo comunale e il mulino di campagna). Il monastero aveva bisogno di lavori di riparazione per Questo terremoto, definito in una memoria parroc- Nel 1794, si volle dare una soluzione a quella che si poco meno di 128 scudi, necessari a rinforzare le stanze della foresteria, a rifare un muro e ricoprire con chiale spaventoso, “fracassò la casa presbiterale”, per riteneva una scarsa resistenza alle scosse da parte dei la cui riparazione fu necessaria una spesa di 90 scudi. due edifici ecclesiastici principali, cioè la chiesa e la nuovi coppi un tetto, a riparare una facciata della cantina e un pezzo del muro che circondava l’orto, a casa parrocchiale: il vescovo, mons. Massaioli, in visi- rimettere cinque travi sul soffitto del dormitorio. Gli edifici pubblici avevano invece bisogno di lavori per 1747 17 aprile Gualdo Tadino e Nocera Umbra ta pastorale dispose infatti di estendere “il muraglio- un costo stimato pari a 274 scudi, necessari per riparare i tetti ed i muri, che erano gravemente fessurati. Crolli e gravi danni in diverse abitazioni, nella chie- ne sotto il cantone della chiesa, verso ponente, L’architetto Carattoli periziò la basilica di Santa Maria degli Angeli, rilevando che i fianchi della chiesa sa parrocchiale e nella canonica; dovendo già prov- andando detta chiesa notabilmente a perire per lo erano stati gravemente fessurati, nel coro si era aperta una profonda spaccatura, alcuni pilastri della nava- vedere al restauro delle proprie case, la popolazione sfaldamento del colle, ove è posta la chiesa”. ta erano in cattivo stato, il frontespizio della facciata era fortemente inclinato verso la piazza e vi erano infiltrazioni d’acqua in più punti. Delle riparazioni consigliate da Carattoli furono eseguite soltanto l’im- biancatura totale della chiesa e la copertura con piombo del cornicione mediano della cupola. Quanto alle principali ricostruzioni e riparazioni, a Nocera Umbra entro tre mesi dal terremoto le autorità pontificie avevano disposto gli interventi di riparazione per (i) il palazzo del governatore, che aveva subi- to danni pari a 38 scudi, per la cui riparazione in maggio il tesoriere generale aveva ordinato al tesoriere dell’Umbria di far partire l’appalto relativo; (ii) il palazzo priorale, i cui danni ammontavano a 160 scudi, per la riparazione del quale in giugno la Congregazione ordinò al governatore di Perugia di far partire l’ap- palto; (iii) il palazzo vescovile, per la cui riparazione in luglio il papa donò 500 scudi. Per quanto riguarda Gualdo Tadino, nel settembre del 1747 il tesoriere generale informò il commissario di Gualdo di aver ordi- nato al tesoriere provinciale di far eseguire i lavori di riparazione della rocca Flea, che aveva subito danni per 56 scudi. A Camerino la riparazione della cattedrale fu completata entro il 1750.

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1751 27 luglio Gualdo Tadino e Nocera Umbra orario all’italiana) e alle ore 3:15 TU ca. (ore 8 italiane); erano state precedute da una forte scossa avve- nuta nella notte del 26 luglio 1751 alle ore 21:15 TU (ore 2 italiane), e furono seguite da frequentissime repliche che si protrassero per mesi, fino all’anno successivo. I territori di Gualdo Tadino e Nocera Umbra ancora soffrivano per le continue care- Nel territorio di Gualdo Tadino, il terremoto causò il crollo di tutte le case di 4 villaggi: Busche (19 case), Caprara (49), Margnano (17) e Piagge (36); a Crocicchio ne crollarono 16 (84%) su 19, le restanti 3 e stie e per i terremoti avvenuti negli ultimi dieci anni, quando, nell’estate del 1751, la chiesa parrocchiale divennero inagibili; a Grello ne crollarono 29 (83%) su 35, le restanti 6 divennero furono colpiti da nuove e più gravi distruzioni. La burocrazia dello stato della Chiesa, parzialmente inabitabili; a Rigali crollarono 43 case, le poche rimaste in piedi divennero inabitabili; a Cor- perennemente alla ricerca di nuove entrate per un erario esausto, rivelò in quest’oc- cia e a Petroia crollò la maggior parte dell’incasato, composto rispettivamente di 12 e 20 abitazioni; a San casione tutta la sua macchinosità e lentezza, in un continuo susseguirsi di suppliche, Pellegrino ne crollarono 32 (61%) su 52 e le altre 20 divennero inabitabili. A Belvedere, nel territorio di informative, delibere, concessioni e promesse. Fabriano, il terremoto causò il crollo di gran parte delle case e delle chiese, mentre gli edifici che non crol- larono divennero inabitabili; inoltre le frequenti repliche causarono il crollo di alcune case in corso di rico- struzione. Le fonti A Gualdo Tadino, su 426 case, 76 (18%) crollarono totalmente, 342 (80%) subirono danni gravissimi, in particolare crolli interni, e divennero pericolanti; le restanti 8 (2%) resistettero in buono stato ed abitabi- La base di elementi informativi relativi a questo evento proviene in massima parte dai documenti ammini- li. In questa località subirono gravi danni il patrimonio edilizio pubblico e il patrimonio ecclesiastico. Per strativi e finanziari conservati negli Archivi di Stato di Roma e di Perugia e nell’Archivio Segreto Vaticano; quanto riguarda il primo, nel complesso del palazzo priorale (attuale palazzo comunale) crollarono total- altre informazioni sono state reperite all’Archivio Storico del convento di S.Pietro di Perugia e all’Archivio mente la torre, con l’orologio e la campana pubblica, la segreteria, l’archivio, le scuole, mentre la facciata della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli. Sono stati complessivamente utilizzati 118 documenti che crollò parzialmente; la rocca Flea, allora residenza del commissario governativo, fu gravemente danneg- attestano gli effetti del terremoto, gli interventi istituzionali e le reazioni sociali nell’area colpita. giata; infine le condutture dell’acqua furono danneggiate, causando problemi gravosi e di lungo periodo per Dell’Archivio di Stato di Roma sono stati analizzati 94 documenti: nel fondo Camerale I sono conservati 2 quanto riguarda l’approvvigionamento d’acqua alla città. Quanto invece al patrimonio ecclesiastico, l’insie- chirografi di papa Benedetto XIV relativi a disposizioni finanziarie in favore di Nocera Umbra e di Gualdo me delle 11 chiese e dei 7 monasteri di Gualdo Tadino fu gravemente colpito; in particolare crollarono la Tadino; nel fondo Congregazione del Buon Governo, l’ufficio che autorizzava e regolava le attività econo- chiesa della Madonna del Piano e il convento di S.Agostino (fatta eccezione per tre piccoli vani) e gran mico-finanziarie delle comunità locali dello stato pontificio, 4 serie contengono documenti relativi a questo parte della sua chiesa; l’abbazia di S.Donato subì gravi danni, in particolare alla chiesa, il cui campanile crol- evento: si tratta della serie I (Affari generali, memorie e massime), della serie II (Atti per luoghi), della serie lò, e un numero imprecisato di edifici di sua proprietà crollarono; il convento di S.Francesco fu gravemen- V (Lettere) e della serie XIII (Registri e vacchette). La serie I contiene 43 documenti, dei quali 27 relativi te danneggiato, e il campanile della sua chiesa crollò; il monastero di S.Margherita fu danneggiato in varie a Gualdo Tadino, 5 relativi a Fabriano e il suo territorio, in particolare il castello di Belvedere e Campodo- parti. I danni a Gualdo Tadino ammontarono complessivamente a 70.000 scudi. nico, 5 relativi a Gubbio, 3 relativi a Nocera Umbra e 3 relativi a Sigillo. Nella serie II (Atti per luoghi), la A Nocera Umbra il terremoto causò danni notevoli alla maggior parte degli edifici, per un ammontare busta relativa a Nocera Umbra contiene 7 documenti con notizie sul terremoto del 1751, quella di Gualdo complessivo di 13.500 scudi. Il patrimonio edilizio privato fu estesamente e gravemente danneggiato: com- Tadino ne ha 31 e quella di Assisi 6. Nella serie V (Lettere), vol. 146, sono conservate 3 minute di lettere plessivamente 164 case, 2 magazzini e 2 osterie subirono danni di diversa entità per un valore globale di della Sacra Congregazione del Buon Governo, 2 delle quali indirizzate al vescovo di Nocera e 1 indirizzata oltre 11.300 scudi. Quanto al patrimonio ecclesiastico, 9 chiese, tra cui il duomo, 4 monasteri, il seminario, al governatore di Perugia. Nella serie XIII (Registri e vacchette) sono conservate 2 annotazioni relative ad il palazzo vescovile, il palazzetto del vescovo posto fuori le mura e altri 5 edifici di proprietà ecclesiastica alcune riunioni della Sacra Congregazione del Buon Governo e a 2 udienze concesse dal papa al segretario subirono danni che furono complessivamente valutati pari a 1.720 scudi. Il duomo ebbe le volte, in parti- della Congregazione, Conti, in cui furono presi provvedimenti in merito al terremoto. colare quelle del coro, dissestate e fessurate, e i muri lesionati; le spese di riparazione furono valutate pari Del fondo Delegazione Apostolica dell’Archivio di Stato di Perugia sono stati utilizzati 5 documenti: 3 let- a 150 scudi; il vescovado, che era stato già danneggiato dal terremoto del 1747, ebbe alcune volte disse- tere indirizzate al governatore di Perugia, monsignor Gonzaga, 1 memoriale dei priori di Sigillo e 1 memo- state e i soffitti danneggiati: i costi delle riparazioni ascendevano a 60 scudi; furono inoltre danneggiate e riale di alcune comunità del territorio di Perugia. divennero poco sicure la chiesa della Compagnia della Morte e quella di S.Giuseppe, il convento dei padri All’Archivio Segreto Vaticano nei fondi Segreteria di Stato e Sacra Congregatio Concilii sono stati repe- conventuali di S.Francesco e il monastero delle monache di S.Giovanni: questi edifici ecclesiastici subiro- riti 15 documenti contenenti le corrispondenze dei vescovi con la curia romana. no danni valutati pari a 80 scudi ciascuno. Il monastero con la chiesa di S.Chiara, e la chiesa dei padri di L’Archivio Storico del convento di S.Pietro di Perugia conserva 2 documenti che attestano le spese per le S.Filippo Neri ebbero danni per 70 scudi ciascuno. Fuori porta gli edifici ecclesiastici ebbero danni per 420 riparazioni dello stesso convento. Infine all’Archivio della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli sono con- scudi: il convento dei padri Cappuccini subì i danni più gravi, stimabili pari a 120 scudi. Furono inoltre dan- servate due cronache, una riguardante la chiesa di Santa Maria degli Angeli dal 1705 al 1834 e una secon- neggiati il palazzetto del vescovo, le chiese della Madonna della Valle, del convento dei padri Cappuccini, da, scritta da Andrea da Casoli, in cui sono menzionati gli effetti in varie località umbre. di S.Felicissimo e di S.Spirito. Questo terremoto attirò l’attenzione della stampa dell’epoca, come è attestato da 29 corrispondenze di gaz- Il patrimonio edilizio pubblico subì danni che nell’insieme ammontarono a 400 scudi; vanno ricordati, in zette e periodici del tempo, che riportano elementi riguardanti i danni e alcuni aspetti dei provvedimenti particolare alcuni edifici di rilievo, come il palazzo priorale, che ebbe i muri gravemente fessurati (è atte- attuati dalle istituzioni per le località più colpite, in particolare Gualdo Tadino e Nocera Umbra stato che alcune fessurazioni erano preesistenti): le spese di riparazione furono valutate pari a 80 scudi; la torre della comunità, che subì danni stimati pari a 40 scudi e che riguardarono in particolare la cima, dove gli architravi delle finestre furono lesionati, cadde parte dei parapetti, il tetto fu sconnesso e la volta del- Gli effetti: quattro villaggi rasi al suolo, crolli in 21 paesi l’ultimo piano cadde in parte; l’ospedale, che, danneggiato e divenuto poco sicuro, aveva bisogno di ripa- Questa sequenza sismica colpì l’Appennino umbro-marchigiano in particolare nel versante umbro, causan- razioni per una spesa di 80 scudi. do effetti disastrosi nel territorio di Gualdo Tadino e danni gravissimi, con numerosi crolli, nel territorio di Altre importanti località fortemente colpite dal terremoto furono Assisi, Gubbio, Foligno e Perugia. Ad Nocera Umbra e di Gubbio. Assisi i danni agli edifici pubblici e privati furono valutati pari a 5.000 scudi; da questa stima erano esclu- 84 Le scosse che causarono i danni più gravi avvennero il 27 luglio 1751 alle ore 1:00 TU ca. (5 e tre quarti in si i danni al palazzo apostolico, che divenne inabitabile, e a quello vescovile. Nel palazzo priorale alcune 85

1751 27 luglio Gualdo Tadino e Nocera Umbra Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

stanze divennero inabitabili e i danni furono stimati circa 375 scudi. Furono gravemente danneggiati 3 monasteri, di cui le fonti non riportano il nome: nel primo il dormitorio divenne pericolante e furono sti- mati danni per 500 scudi; nel secondo fu necessario rinforzare le murature esterne con la costruzione di 3 speroni, per cui fu stimata una spesa di più di 300 scudi; il terzo subì danni alle officine valutati 600 scudi. Tra i numerosi edifici privati danneggiati è ricordato il palazzo Vallemani. A Gubbio e nel suo territorio, i danni furono stimati di 66.384 scudi. I danni principali riguardarono il patri- monio ecclesiastico: il palazzo vescovile fu gravemente danneggiato; furono inoltre danneggiati il monaste- ro di S.Ubaldo, la cattedrale e molte case. Nelle campagne circostanti crollarono la maggior parte delle case coloniche (è attestato che in una proprietà crollarono o subirono danni irreparabili 14 case). A Foligno ci furono danni al patrimonio ecclesiastico e a quello edilizio privato: la facciata del duomo e le chiese di S.Francesco e S.Salvatore furono danneggiate. A Perugia il terremoto causò danni notevoli: in particolare è attestato che il monastero di S.Pietro, che fu gravemente danneggiato, godette di sgravi fiscali, accordati dalla procura generale dell’ordine benedettino, pari a 500 scudi, da utilizzarsi per gli interventi di ripristino. L’area di risentimento fu compresa tra Forlì a nord e Roma a sud.

Altre località danneggiate

Bagni di Nocera: il nuovo palazzo termale fu danneggiato e no parte delle 20 case di cui era formato il paese; le altre abi- divenne parzialmente inabitabile; crollò la volta di un vano e tazioni divennero inagibili. caddero calcinacci; il vecchio stabilimento subì danni non Camerino: la torre campanaria della cattedrale, che diven- precisati. ne pericolante, fu gravemente fessurata e le fessurazioni Bastia: il palazzo apostolico fu gravemente danneggiato e preesistenti si ampliarono. Le abitazioni furono lesionate. divenne inabitabile. Campodonico: villaggio del territorio di Fabriano; crollaro- Broccaro: villaggio del territorio di Gualdo Tadino; crollaro- no 4 case e molte altre furono danneggiate.

Fig.34 Gubbio: chiesa e monastero di Sant’Ubaldo in un affresco della biblioteca del convento di Santa Maria degli Angeli.

86 Fig.35 27 luglio 1751: localizzazione dell’epicentro e degli effetti più gravi. 87 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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Cantiano: vi furono danni gravi non precisati. Pastina: villaggio del territorio di Gualdo Tadino; crollarono erano divorati da larve di insetti. A Gubbio, la carestia, perdurante da anni, era tale che i proprietari ter- Casa Castalda: vi furono gravi danni, per riparare i quali la 7 case (36,8%) su 19 di cui era formato il paese; le rimanen- rieri erano costretti ad acquistare altrove generi alimentari per il loro sostentamento e nel 1751 la raccol- comunità richiese al governatore di Perugia una dilazione ti subirono gravi danni. ta del grano era stata eccezionalmente scarsa, cosa che avrebbe impedito di procedere alla semina del per il pagamento delle tasse. Pieve di Compresseto: crolli e gravi danni in tutte le case, 1752. La povertà estrema in cui versavano Gubbio e il suo territorio è inoltre testimoniata dal fallimento Casale: villaggio del territorio di Gualdo Tadino; crollarono per riparare i quali la comunità richiese al governatore di 3 case (37,5%) sulle 8 che componevano il paese; le altre 5 Perugia una dilazione per il pagamento delle tasse. della questua in favore di Gualdo Tadino. furono danneggiate gravemente. Poggio di Sotto: vi furono gravi danni, per riparare i quali Sigillo, secondo quanto riportato dal vescovo di Nocera Umbra, Chiappé, era la località più povera di tutta Case Borgonuovo: villaggio del territorio di Gualdo Tadino; la comunità richiese al governatore di Perugia una dilazione la diocesi: in questa comunità, che, come le altre dell’area umbra, era provata da una lunga carestia, i rac- furono danneggiate gravemente le 6 case di cui era compo- per il pagamento delle tasse. colti agricoli del 1751-1752 furono talmente scarsi da non permettere l’autosostentamento. sto il paese. Poggio Sant’Ercolano: vi furono gravi danni, per riparare Belvedere, che era un piccolo paese di circa 400 abitanti, afferiva al territorio di Fabriano, in area marchi- Cerqueto: villaggio del territorio di Gualdo Tadino; crolla- i quali la comunità richiese al governatore di Perugia una giana: nell’estate del 1751 una forte siccità aveva inaridito le colture e compromesso il raccolto del grano: rono parte delle 12 case di cui era composto il paese; le dilazione per il pagamento delle tasse. ciò costrinse gli abitanti a cibarsi per alcuni mesi di ghiande e causò la moria del bestiame a causa della restanti furono danneggiate gravemente. Roveto: villaggio del territorio di Gualdo Tadino; furono Città di Castello: la torre e la volta della cattedrale furono danneggiate gravemente le 17 case di cui era formato il mancanza di biade. danneggiate. paese. Collemincio: vi furono gravi danni, per riparare i quali la San Severino Marche: fu lesionata la chiesa di S.Michele. comunità richiese al governatore di Perugia una dilazione Santa Croce: villaggio del territorio di Gualdo Tadino; furono I provvedimenti della macchina burocratica pontificia per il pagamento delle tasse. danneggiate gravemente le 5 case di cui era formato il paese. Costacciaro: fu danneggiato il convento dei padri Conven- Santa Maria degli Angeli: il santuario fu lievemente dan- Le risorse messe a disposizione per la ricostruzione furono scarsissime: gli interventi istituzionali non furo- tuali. neggiato: si riaprirono le fessurazioni dalla cima sino quasi no disposti in favore dell’intera area colpita, ma concentrati nella sola diocesi di Nocera, e in particolare Fabriano: ci furono pochi danni alle case; il palazzo vesco- alla base della finestra centrale del coro grande, che erano nella terra di Gualdo (la località più gravemente colpita dal terremoto), e riguardarono in misura minore vile fu invece danneggiato più gravemente e divenne tempo- state causate dal terremoto del 1747. Belvedere, trascurando al contempo le pur gravi necessità delle terre di Gubbio e di Sigillo. raneamente inabitabile. Scheggia: crollarono 3 case e vi furono danni gravi nelle Va inoltre qui precisato che dal vasto “corpus” documentario disponibile per questo evento è possibile Fossato di Vico: vari crolli e gravi danni all’insieme delle altre. desumere un quadro dettagliato ma non organicamente strutturato degli interventi istituzionali volti a ripa- case. Sigillo: crollarono 4 case e vi furono gravi danni nelle altre; Gaifana: villaggio del territorio di Gualdo Tadino; crollaro- fu gravemente danneggiato il monastero di S.Anna, che rare ai danni. Ciò è dovuto ad almeno tre fattori: in primo luogo, alla molteplicità delle istituzioni e dei sog- no parte delle 12 case di cui era formato il paese; le altre divenne parzialmente inabitabile. getti coinvolti negli interventi disposti dal papa Benedetto XIV, cioè, oltre alla Segreteria di Stato, alla Sacra furono danneggiate gravemente. Spello: danni non meglio precisati agli edifici, sia ecclesia- Consulta, alla Tesoreria generale e alla Sacra Congregazione del Buon Governo (l’ufficio che autorizzava e Morano: villaggio del territorio di Gualdo Tadino; furono stici sia privati. regolava le attività economico-finanziarie delle comunità locali dello stato pontificio), anche gli “Zelanti” danneggiate gravemente le 40 case di cui era formato il Vaccara: villaggio del territorio di Gualdo Tadino; furono dello stato pontificio, di Assisi e di Gualdo Tadino, l’arciconfraternita del Cuor di Gesù comunemente detta paese, alcune delle quali crollarono totalmente. danneggiate gravemente le 30 case di cui era formato il dei Sacconi, i superiori generali degli ordini Francescano ed Agostiniano, il governatore di Perugia, l’Epi- Padule: crollò la chiesa parrocchiale. paese. scopato di Nocera, i vescovi delle diocesi interessate dai provvedimenti finanziari, i cardinali protettori Palazzo Mancinelli: villaggio del territorio di Gualdo Tadi- Voltole: villaggio del territorio di Gualdo Tadino, indicato no; furono danneggiate gravemente le 50 case di cui era for- nelle fonti anche con il toponimo di Villanova; furono grave- delle comunità colpite, nonché commissari, governatori, priori, gonfalonieri e pubblici rappresentanti e mato il paese. mente danneggiate le 10 case del paese. ordini religiosi delle comunità locali. In secondo luogo, la difficoltà di attuazione fu dovuta alla mancanza di una definizione rigorosa ed univoca delle competenze istituzionali e, da ultimo, alla centralizzazione della struttura burocratica pontificia, che impediva alle autorità locali di compiere operazioni che impli- Per quanto riguarda gli effetti sull’ambiente, nel monte Serra Santa, nei pressi di Gualdo Tadino, si stacca- cassero un esborso di denaro pubblico senza l’autorizzazione della Sacra Congregazione del Buon Gover- rono massi e furono rilevate esalazioni sulfuree. Due sorgenti, che scaturivano una dallo stesso monte Serra no. Questi fattori comportavano inoltre la produzione di una molteplicità di suppliche, costituite talora Santa e un’altra in località Capo d’Acqua, dopo essersi prosciugate per breve tempo, tornarono a sgorgare dalla richiesta di provvedimenti “ad personam” o comunque non a beneficio dell’intera comunità interes- con le acque intorbidate. È inoltre attestato il temporaneo prosciugamento di tutte le sorgenti di Gualdo sata, talaltra dalla denuncia di supposti trattamenti di favore accordati ad altri a scapito del supplicante o Tadino. dei supplicanti. Nell’insieme queste richieste “dal basso” (che, va ricordato, erano rivolte a varie unità isti- tuzionali, dal “cardinale protettore” allo stesso papa) se pure forniscono informazioni di dettaglio sulle esi- genze delle comunità locali, assai di più contribuiscono a rendere difficile la ricostruzione del complesso Un contesto economico e sociale già provato processo amministrativo che portò alla scelta e all’attuazione degli interventi istituzionali. Il terremoto causò la morte di una decina di persone. Gli effetti sull’assetto economico delle comunità furo- È in ogni caso possibile fornire un quadro di sintesi degli interventi disposti dal papa Benedetto XIV e gesti- no gravi, in quanto gli ingentissimi danni peggiorarono la grave situazione economica dell’area posta tra ti dalla Sacra Congregazione del Buon Governo per Gualdo Tadino, Nocera Umbra e Belvedere. Per Gual- Assisi e l’Appennino umbro-marchigiano dovuta alle carestie che si protraevano già da vari anni. Questo do Tadino e contado furono disposti tre provvedimenti finanziari: (i) una questua generale da farsi in tutto terremoto seguiva inoltre di pochi anni il terremoto del 1741 (che aveva fortemente colpito il fabrianese) lo stato pontificio (l’ammontare globale del denaro raccolto fu forse pari a oltre 16.000 scudi); (ii) l’esen- e quello del 1747. Tale quadro è testimoniato dalla documentazione amministrativa, che riporta informa- zione per il triennio 1751-1754 dal pagamento di tutti i pesi camerali fatta eccezione per gli interessi sui zioni dettagliate in particolare per Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Gubbio, Sigillo, Belvedere; queste loca- crediti dovuti al Monte di Pietà e per le tasse sul macinato, sugli argenti e per il mantenimento dei milita- lità, a causa della congiuntura economica negativa, erano tutte fortemente indebitate verso l’erario. ri, e la destinazione dei pesi camerali relativi al triennio 1754-1756, salvo le medesime eccezioni del trien- Gualdo Tadino era una città con 1.324 abitanti nell’abitato accentrato e 1.850 nella campagna: negli anni nio precedente, in favore dei lavori di ricostruzione; (iii) la donazione da parte del papa di 3.000 scudi, precedenti il terremoto si era verificata una forte diminuzione delle entrate fiscali dovuta alla carestia che ugualmente da destinarsi ai lavori di ricostruzione. Quanto invece a Nocera Umbra e a Belvedere, per cia- aveva depresso le attività agricole. Ciò fu di grave ostacolo agli interventi volti a riparare ai danni, in quan- scuna di queste località fu disposto un unico provvedimento finanziario: a Nocera furono donati da parte to la comunità non disponeva di somme attive di bilancio. del papa 2.000 scudi, una somma che permise di pagare l’ingente debito contratto con la tesoreria del- 88 Nelle campagne di Nocera Umbra i vitigni, che costituivano una cospicua entrata economica, da alcuni anni l’Umbria; a Belvedere furono invece donati 250 scudi. 89

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Le ricostruzioni: riuso delle macerie e mancanza di progetti Gualdo Tadino: l’iter burocratico dopo il terremoto del 1751 L’esiguità delle somme messe a disposizione delle comunità colpite da parte dell’amministrazione pontifi- cia rallentò, o rese comunque difficile, il processo di ricostruzione e restauro degli edifici crollati o dan- neggiati. Per Gualdo Tadino è attestato che sebbene già nel 1752 la ricostruzione fosse in pieno svolgi- I fase: verifica dei danni e scelta dei provvedimenti mento, alcune difficoltà impedivano di procedere a quest’opera con la solerzia desiderata: alcuni proprie- tari di più case si rifiutavano infatti di cedere una parte dei loro terreni, che il vescovo di Nocera voleva 1751 destinare alla costruzione di case per i poveri, pretendendo anzi che fossero erogati fondi per ricostruire luglio-agosto settembre-ottobre tutte le loro case. Nonostante queste difficoltà le ricostruzioni proseguirono, come è attestato da due reso- il commissario di Gualdo Tadino informa la il segretario della CBG va a Gualdo Tadino; Congregazione del Buon Governo (CBG) su: verifica i danni; informa il papa conti del 1753 compilati dai due “deputati di probità”, Coppari e Angeletti, incaricati di assistere il vesco- danni; primi soccorsi; situazione finanziaria vo Chiappé nella gestione delle ricostruzioni: Coppari dichiarò di aver speso 186 scudi tra il 3 agosto 1752 e il 6 agosto 1753 per lo sgombero delle strade dalle macerie; Angeletti attestò invece di aver impiegato 3.878 scudi per il restauro delle case e di aver previsto una ulteriore spesa di 1.400 scudi per il restauro di

altre 30 case e delle mura cittadine. Risulta invece che ancora verso la fine del 1754 non si era trovata solu- novembre il segretario della CBG suggerisce al papa dicembre zione ad uno dei più gravi problemi causati dal terremoto a Gualdo Tadino: l’insufficiente approvvigiona- il segretario di Stato notifica ai vescovi e al segretario di Stato i provvedimenti per l’ordine di procedere ad una questua generale mento dell’acqua dovuto alla rottura delle condutture e al prosciugamento o alla deviazione delle sorgenti Gualdo Tadino e un metodo efficace di nelle loro diocesi in favore di Gualdo Tadino utilizzate fino al 1751. erogazione dei sussidi ai danneggiati Nell’ottobre del 1754 il nuovo commissario di Gualdo Tadino, Flaviani, si adoperò presso la Congregazione affinché quest’ultimo problema, che era già stato sottoposto all’attenzione della Congregazione dal prece- dente commissario, Rota, nel dicembre del 1752, potesse avere una soluzione: dalla lettera del commissario Flaviani emerge che fino ad allora l’unico intervento era consistito nella messa a disposizione da parte della II fase: decisione comunità di 25 scudi da utilizzarsi per costruire 4 fontane pubbliche. Da questi due documenti risulta inol- 1752 febbraio luglio tre che la rimozione delle macerie del palazzo priorale non era ancora stata completata e che parte dei docu- il vescovo di Nocera Umbra redige gli il papa decide i provvedimenti per Gualdo: menti dell’archivio non era ancora stata recuperata. L’opera di rimozione delle macerie del palazzo priorale elenchi delle persone che hanno diritto ai – esenzioni fiscali sussidi – donazione di una somma di denaro interessava la comunità di Gualdo anche perché, come è attestato da una supplica alla Congregazione del e incarica il vescovo di Nocera di gestire Buon Governo, i gualdesi speravano di poter riutilizzare le macerie come materiale da costruzione. le ricostruzioni L’inadeguatezza dei provvedimenti finanziari disposti dal papa e dalla Congregazione del Buon Governo ostacolò anche le ricostruzioni e i restauri degli edifici di proprietà degli ordini religiosi, come è attestato dalla documentazione relativa ai conventi dei padri Agostiniani e Francescani e delle monache Francesca- III fase: attuazione dei provvedimenti e nuove attese 1752 1752 1753 il vescovo di Nocera comincia l’esecuzione i due funzionari incaricati di assistere il 1753 degli ordini e informa il segretario della vescovo di Nocera nella supervisione delle Il leviatano burocratico ai tempi dello stato pontificio CBG sull’avanzamento dei lavori ricostruzioni a Gualdo proseguono i lavori di loro competenza e informano la CBG sull’avanzamento dei lavori L’origine di usi e pratiche amministrative lente e dopo sette anni, in cui decine di figure dell’ammini- complesse risale a ben prima dell’unità d’Italia: una strazione pontificia, da papa Benedetto XIV ai vice- delle loro radici può propriamente essere individua- commissari locali, avevano prodotto centinaia di car- 1754 1754 1755 ta nella struttura dell’amministrazione pontificia, un te, spesso le une mere duplicazioni delle altre, e il commissario di Gualdo Tadino informa la il vescovo di Nocera chiede al papa il 1755 vero e proprio monstrum burocratico che si dimo- nonostante, alla fine, si fossero faticosamente reperi- CBG su approvvigionamento dell’acqua e permesso di costruire un collegio per i pellegrini; conflitto tra comunità di Gualdo strò spesso incapace di compiere scelte tempestive te molte migliaia di scudi da destinarsi per gli inter- sgombero non ancora completato delle macerie del palazzo Priorale e monastero di S.Margherita; le monache ed efficaci per affrontare le emergenze delle rico- venti di ricostruzione della città, nel 1758 a Gualdo informano papa e CBG struzioni. Tadino non si era ancora messo mano alla ricostru- La lunga e laboriosa procedura che fu necessaria per- zione del palazzo priorale, e del denaro che era stato 1756 ché l’amministrazione pontificia prima scegliesse e a questo scopo stanziato si era persa ogni traccia. poi attuasse gli interventi in favore di Gualdo Tadino Il grafico presenta le fasi e gli elementi principali del- 1756 1757 1757 Le amministrazioni locale e centrale Le amministrazioni locale e centrale dopo il terremoto del 1751 rappresenta in questo l’iter burocratico relativo alla ricostruzione di Gualdo tacciono... tacciono... senso un caso esemplare. Tadino; per avere un’idea dell’affollarsi di ruoli e La verifica dell’entità dei danni e la scelta degli inter- competenze, che parteciparono alla lunghissima e venti istituzionali si protrassero fino al dicembre del macchinosa procedura, abbiamo elencati i 30 perso- 1751; nel dicembre stesso e durante l’anno successi- naggi, fra protagonisti e comparse, in gran parte 1758 1758 vo furono disposti i provvedimenti, la cui esecuzione sovrapposti in questo processo decisionale comincia- gli “Zelanti” di Gualdo Tadino informano la CBG che il palazzo priorale non è ancora stato risultava ancora non completata nel 1758: infatti to nel 1751 e non ancora terminato nel 1758. ricostruito

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

ne. Infine, come emerge da una supplica non datata degli “Zelanti” di Gualdo alla Congregazione, la cui innovazioni architettoniche inutili e dannose. Non è noto se questa denuncia e le successive repliche della redazione può essere fatta risalire al 1758, i fondi stanziati per la ricostruzione del palazzo priorale, pari a comunità di Assisi ebbero seguito. 7.000 scudi, fino ad allora non erano ancora stati utilizzati. A Perugia il convento di S.Pietro fu esentato dalla procura generale dell’ordine cassinese dal pagamento di A Nocera Umbra nel 1753 fu progettata la ricostruzione dell’oratorio di S.Filippo Neri; è però attestato che tasse per 500 scudi; la somma di denaro così risparmiata doveva essere destinata al pagamento delle spese ancora nel 1760 la Congregazione del Buon Governo non aveva dato la necessaria autorizzazione al progetto. sostenute per compiere il restauro dell’edificio conventuale. Quanto invece ad Assisi, è attestato che nel 1759 il palazzo priorale, che aveva subito danni stimati in 375 Infine a Camerino il vescovo avviò la ricostruzione della torre campanaria della cattedrale: i muri furono scudi, era stato restaurato; tale intervento fu però oggetto di una contestazione da parte degli “Zelanti” di riparati e rinforzati con catene di ferro, le campane furono riassestate in modo che la loro oscillazione non Assisi, i quali accusarono i pubblici rappresentanti della città di aver proceduto durante i restauri a delle potesse causare danni alle pareti.

Cronaca di una burocrazia davanti alla ricostruzione ☞ luglio 1751 ne delle macerie dalle strade. Nello stesso giorno il nell’ottobre successivo redasse tre relazioni che il lavori di pubblica utilità a Roma); (iii) una elemosina istituzioni e funzionari coinvolti: vescovo di Nocera Umbra, Chiappé, inviò al segreta- segretario Conti, una volta rientrato a Roma, sinte- o questua, da attuarsi coinvolgendo il consesso dei Congregazione del Buon Governo; segreteria di rio di Stato una relazione in cui, fatti presenti i dan- tizzò in un’unica relazione al papa Benedetto XIV prelati romani e degli ordini religiosi. Infine, con una Stato; commissario e pubblico consiglio di Gual- ni e gli effetti sul contesto antropico relativi a Gual- nella quale sono dettagliatamente riportati, sia per relazione del 13 novembre indirizzata al segretario di do Tadino do, e fornita anche qualche informazione sugli effet- Gualdo Tadino, sia per i 4 castelli e i 18 villaggi del Stato, Conti riferì che i danni a Gualdo erano pari a ti di danno in altre località della sua diocesi, supplicò suo territorio: (i) i dati demografici; (ii) il numero 70.000 scudi e propose 10 criteri per la distribuzione Il 27 luglio 1751 il commissario di Gualdo Tadino, il soccorso del papa. Alle sollecitazioni di un inter- delle case che componevano queste località; (iii) il dei fondi da stanziarsi in favore della città; questi cri- Vincenzo Rota, riferì sugli effetti del terremoto al vento rivolte da Chiappé alle autorità centrali, la numero delle case crollate, rese inabitabili, danneg- teri, una volta presi i primi provvedimenti finanziari prefetto della Sacra Congregazione del Buon Gover- segreteria di Stato rispose con due lettere dell’agosto giate; (iv) i dati relativi ai danni al patrimonio edili- per Gualdo, furono sostanzialmente adottati nella no e al segretario di Stato, Valenti Gonzaga. Nella stesso in cui si assicurava Chiappé che il segretario zio ecclesiastico. La relazione era completata da lettera di istruzioni inviata dalla Congregazione del prima lettera, Rota, accennando alla perizia che era della Congregazione del Buon Governo e il tesoriere alcune osservazioni direttamente compiute da Conti Buon Governo al vescovo di Nocera. precedentemente stata fatta per il palazzo priorale di generale erano stati incaricati di prendere tutti i riguardanti l’impatto del terremoto sulle attività pro- Gualdo Tadino dopo il terremoto del 1747, fece pre- provvedimenti possibili e lo si autorizzava a trasferi- duttive e lo stato della popolazione, che alloggiava in dicembre 1751-febbraio 1752 sente che sarebbe stato necessario “rinnovarla per il re in altri monasteri le monache di Gualdo (i loro misere capanne di frasche; da un elogio al vescovo di istituzioni e funzionari coinvolti: maggior danno” (una supplica dei rappresentanti di conventi erano infatti divenuti pericolanti). Mentre Nocera Umbra, Chiappé, il quale aveva venduto i segreteria di Stato; Confraternita dei Sacconi; Gualdo alla Congregazione del Buon Governo risa- le autorità amministrative superiori studiavano gli suoi beni (argenti e cavalli) per aiutare i gualdesi e vescovi di Foligno e di Assisi; Congregazione del lente allo stesso luglio attesta che già prima di que- interventi in favore dell’area colpita, alcune comu- che si era di fatto trasferito a Gualdo per poter Buon Governo; vescovo di Nocera; commissario e sto evento sismico il palazzo priorale aveva bisogno nità locali offrirono il loro contributo alla terra di meglio assistere la popolazione colpita; dalla notifica pubblico consiglio di Gualdo Tadino; “Zelanti” di di essere riparato). Nella seconda, Rota, dopo aver Gualdo: il 7 agosto infatti le comunità di Gubbio e di dell’avvenuta consegna a Chiappé stesso del denaro Roma presentato la difficile situazione finanziaria ed eco- Assisi proposero ai gualdesi di essere ospitati nelle raccolto da Conti durante una prima questua a Roma nomica della terra di Gualdo (sottolineando in parti- loro terre. A questa offerta i Gualdesi, come notifica- (527 scudi), denaro che i due prelati avevano deciso Dal dicembre del 1751 l’amministrazione pontificia, colare l’impossibilità dei gualdesi di corrispondere to al papa dal segretario della Congregazione del di suddividere in due quote: una, pari a 325 scudi, completato il laborioso processo di verifica dei danni alla Camera Apostolica, vale a dire l’erario pontificio, Buon Governo, Conti, in una relazione del novembre destinata ai Gualdesi più bisognosi; l’altra (202 scu- e di acquisizione di tutte le altre informazioni utili le imposte dovute) pregò il segretario di Stato di ren- successivo, opposero un motivato rifiuto articolato in di) destinata alla popolazione del contado. all’individuazione degli strumenti volti a riparare ai dere il papa edotto dell’evento, affinché questi pren- cinque punti: in essi in sintesi si sosteneva che tale danni causati dal terremoto, procedette all’attuazio- desse provvedimenti che assicurassero il “necessario soccorso fosse non solo poco utile, ma pure dannoso, novembre 1751 ne degli interventi: questi consistettero in una que- sollievo a tante miserie”. in quanto, se avessero accettato di trasferirsi nei ter- istituzioni e funzionari coinvolti: stua generale in favore dei Gualdesi, che poté essere ritori di Assisi e Gubbio, i gualdesi avrebbero dovuto papa Benedetto XIV; segretario della Congrega- subito disposta, e in provvedimenti finanziari (con- agosto 1751 lasciare in stato di abbandono pascoli e coltivazioni. zione del Buon Governo cessioni di contributi e sgravi fiscali), la cui attuazio- istituzioni e funzionari coinvolti: ne fu invece differita di alcuni mesi, probabilmente a commissario di Gualdo Tadino; governatore di settembre 1751 Il 10 novembre papa Benedetto XIV, letta la relazio- causa delle scarse risorse di cui disponeva allora l’e- Perugia, Sacra Consulta; vescovo di Nocera istituzioni e funzionari coinvolti: ne inviatagli, invitò Conti a presentargli, tramite il rario dello stato pontificio. Quanto al primo provve- Umbra; segretario di Stato, segretario della Con- segretario della Congregazione del Buon Gover- segretario di Stato, suggerimenti utili per decidere dimento, il giorno 8 dicembre la segreteria di Stato gregazione del Buon Governo; tesoriere generale; no; Stefano Coppari, cittadino di Gualdo come intervenire e gli chiese di fornire una giustifi- inviò una lettera circolare a tutti i vescovi dello stato comunità di Gubbio e di Assisi cazione del rifiuto da parte dei Gualdesi della già pontificio in cui li si informava che, avendo il papa All’incirca nel settembre del 1751 Conti si recò a ricordata offerta di Gubbio e Assisi di ospitarli nelle ordinato che in tutto lo Stato si procedesse appunto Il 7 agosto Rota notificò al governatore di Perugia, Gualdo Tadino per verificare l’entità dei danni nella loro terre. Conti, spiegate le ragioni dei Gualdesi, ad una questua in favore della terra di Gualdo, ognu- Gonzaga (il quale 3 giorni prima era stato invitato città e nel suo territorio: a questa opera collaborò il consigliò al papa di predisporre un congruo finanzia- no di loro sarebbe stato responsabile della raccolta dalla Sacra Consulta a tenere informato questo con- gualdese Stefano Coppari (nel 1752 nominato dalla mento, il cui utilizzo avrebbe dovuto essere regolato delle elemosine per la propria diocesi e che dopo la sesso sugli effetti del terremoto a Gualdo) i provve- Sacra Congregazione del Buon Governo “deputato di da un’autorità di controllo, attingendo a tre possibili Pasqua i vescovi sarebbero stati informati sulle dimenti urgenti che aveva già attuato o che erano in probità” con il compito di verificare che le opere di fonti: (i) la Camera Apostolica, qualora disponesse di modalità di trasmissione del denaro raccolto. Per corso d’opera: recupero del materiale d’archivio ricostruzione fossero eseguite secondo la procedura fondi da destinare ai gualdesi; (ii) il Lotto (una quo- quanto riguarda Roma è attestato dalle corrispon- sepolto nelle macerie del palazzo priorale e rimozio- predisposta dalla Congregazione stessa). Coppari ta delle cui giocate era già però impegnata per altri denze coeve di 2 autorevoli periodici che la questua, 92 ☞ ☞ 93 1751 27 luglio Gualdo Tadino e Nocera Umbra Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

☞ cominciata il 19 dicembre, fu affidata all’Arciconfra- richiesti a Chiappé, la Congregazione del Buon aprile-agosto 1752 e alla chiesa, e in particolare sottolineava che la loro ternita del Cuore di Gesù, comunemente detta dei Governo inviò allo stesso vescovo una lettera con le istituzioni e funzionari coinvolti: incompletezza era dovuta alla scarsità delle rendite Sacconi. I vescovi delle diocesi di Foligno e di Assisi istruzioni per l’erogazione dei fondi raccolti in favo- papa Benedetto XIV; prefetto della Congregazione degli Agostiniani di Gualdo. risposero prontamente alla circolare presentando al re di Gualdo, in cui si recepivano in gran parte i cri- del Buon Governo; superiore degli Agostiniani; Il 12 agosto del 1752 il vescovo Chiappé riferì al segretario di Stato la loro “pronta ubbidienza” con teri già proposti nel novembre precedente da Conti vescovo di Nocera; segretario della Congregazio- segretario della Congregazione che, sebbene la rico- due lettere, rispettivamente del 21 e del 27 dicem- a Valenti Gonzaga. ne del Buon Governo struzione degli edifici crollati fosse in pieno svolgi- bre, nelle quali entrambi peraltro ricordavano le L’“Istruzione a Monsignor Vescovo di Nocera per l’e- mento, alcune difficoltà impedivano di procedere a ristrettezze economiche e i bisogni delle loro dioce- rogazione del danaro” si articolava in 9 punti, nei Soltanto nel 1752 l’erario pontificio poté disporre di quest’opera con la solerzia desiderata: alcuni proprie- si. Sebbene non sia noto l’ammontare del denaro quali, attestato in primo luogo che i danni global- alcuni fondi da girare in favore di Gualdo e territorio: tari di più case si rifiutavano infatti di cedere una par- raccolto, da alcune fonti emerge qualche informazio- mente ascendevano a 70.000 scudi, in sintesi si sta- il primo provvedimento finanziario è attestato da un te dei loro terreni, che il vescovo voleva destinare alla ne sull’esito della questua: a Roma furono raccolti biliva che: (i) i proprietari di più case avrebbero chirografo (il documento ufficiale di diretta emana- costruzione di case per i poveri, pretendendo anzi 700 scudi; a Gubbio la questua fallì; infine una sup- potuto fruire dei contributi per le ricostruzioni sol- zione papale) di papa Benedetto XIV del 5 aprile, con che fossero loro erogati fondi per ricostruire tutte le plica degli Eugubini che abitavano nel territorio di tanto per una delle loro case; (ii) il restauro dei beni il quale si ordinava che (i) la comunità gualdese fos- loro case crollate. Ciò notificato, il vescovo richiese Gualdo, i quali denunciavano alla Sacra Congrega- immobiliari dei cittadini facoltosi (tutti coloro che se esentata dal pagamento dei pesi camerali relativi al che la Congregazione avallasse il suo progetto di zione del Buon Governo il fatto di essere stati esclu- non erano inseriti negli elenchi redatti da Chiappé), triennio luglio 1751-luglio 1754 e che (ii) i pesi came- acquisto dei terreni da destinarsi alle case per i pove- si dai provvedimenti papali del 1752 in favore delle dei cittadini non residenti a Gualdo, dei forestieri rali relativi al triennio luglio 1754-luglio 1757 fossero ri. Va qui precisato che da questo e da altri documen- popolazioni colpite, riporta che la questua generale abitanti e degli ordini religiosi sarebbe stato comple- regolarmente riscossi dalla tesoreria dell’Umbria, ti, tra i quali in particolare una lettera del 7 marzo del aveva fruttato ai Gualdesi una cifra compresa tra i tamente a carico dei rispettivi proprietari; (iii) i con- depositati presso il Monte di Pietà o il camerlengo 1752 nella quale Chiappé esponeva in via confiden- 15.000 e i 16.000 scudi (evidentemente questa atte- tributi sarebbero stati erogati non in forma liquida dell’Umbria e messi quindi a disposizione del prefetto ziale ad un suo interlocutore romano, Marco Carcani, stazione ha valore puramente indicativo, essendo ma tramite l’assegnazione di materiali da costruzio- della Congregazione affinché questi erogasse “in tut- l’idea di utilizzare i finanziamenti per Gualdo favoren- funzionale alla denuncia di una presunta discrimina- ne e, in caso di un avanzo finale, si sarebbe proce- to ad arbitrio, e come stimerà più proprio ed espe- do quanto più possibile i poveri, emerge un marcato zione da parte delle autorità pontificie). duto ad una ulteriore distribuzione di materiali par- diente” i fondi necessari ai Gualdesi, che, a quanto dissidio tra gualdesi facoltosi e vescovo di Nocera, il tendo dai cittadini più poveri; (iv) gli edifici avreb- risulta dalla documentazione reperita, furono desti- quale già nel gennaio precedente era stato fatto Gli elenchi dei danneggiati: rinvii e incom- bero dovuto essere ricostruiti bassi e in economia; nati alla ricostruzione del palazzo priorale. Va peral- oggetto di accuse (non si sa se fondate) riguardanti la prensioni tra autorità centrali e locali (v) il vescovo Chiappé, con l’aiuto di due deputati di tro precisato che questo provvedimento non riguar- lentezza con cui aveva proceduto a redigere gli elen- Tra il dicembre del 1751 e il febbraio del 1752 la probità (uno dei quali direttamente nominato dalla dava l’insieme dei pesi camerali: si disponeva infatti chi richiestigli dalla Congregazione. Sacra Congregazione del Buon Governo e il vescovo Congregazione del Buon Governo nella persona di che gli interessi dei Monti per crediti verso la comu- Chiappé intrattennero una fitta corrispondenza Stefano Coppari), avrebbe vigilato sul rispetto dei nità di Gualdo e le tasse sul macinato, sugli argenti e 1753 amministrativa riguardante le procedure di assegna- criteri fissati e avrebbe dovuto registrare in partita per il mantenimento dei militari sarebbero state istituzioni e funzionari coinvolti: zione dei fondi alle persone bisognose di un contri- doppia ogni movimento di denaro e tutte le provvi- comunque riscosse e versate all’erario per tutti i sei vescovo di Nocera e deputati di probità buto: il 4 dicembre la Congregazione richiese a ste e le assegnazioni dei materiali da costruzione. anni della durata del provvedimento stesso. Chiappé di compilare gli elenchi delle famiglie di Con un secondo chirografo non datato ma comunque Nonostante le molte difficoltà le ricostruzioni prose- Gualdo e del contado, dei quali uno formato dai Suppliche e memoriali in attesa dei finanziamenti riferibile al 1752 il papa, constatato che la Camera guirono, come è attestato da due resoconti del 1753 nominativi dei “veri poveri, che oltre la casa caduta, Nello stesso periodo in cui vescovo di Nocera e Con- Apostolica presentava un piccolo avanzo, dispose che compilati dai due deputati di probità incaricati di o resa inabitabile, poco o nulla possiedono di beni gregazione si scambiavano questa corrispondenza fossero messi a disposizione del prefetto della Con- assistere Chiappé nella gestione delle ricostruzioni: il stabili, né godono di altre rendite”; l’altro dai nomi- amministrativa, al papa Benedetto XIV e alla Sacra gregazione 3.000 scudi da erogarsi in favore dei Gual- già ricordato deputato di probità Coppari attestò di nativi di “coloro che quantunque possidenti e di con- Congregazione del Buon Governo furono indirizzate desi per la ricostruzione ed il restauro degli edifici aver speso 186 scudi tra il 3 agosto 1752 e il 6 agosto dizione nobile o civile, tuttavia o per debiti contrat- varie lettere, memoriali e suppliche da parte del danneggiati. Con questo provvedimento si esaurisco- 1753 per la rimozione delle macerie dalle strade; l’al- ti, o per la numerosa figliolanza, o per il maggior commissario Rota, dell’archivista Mattioli, dei pub- no gli interventi delle autorità centrali. Ciò che segue tro deputato di probità, Angeletti, attestò invece di danno sofferto, possano riputarsi come poveri”. blici rappresentanti, di religiosi e privati cittadini di è la storia della loro attuazione. aver impiegato 3.878 scudi per il restauro delle case Chiappé, che aveva incontrato varie difficoltà a sod- Gualdo e da parte degli “Zelanti” di Roma. Con la let- e di aver previsto una ulteriore spese di 1.400 scudi disfare prontamente la richiesta della Congregazio- tera del 18 gennaio alla Congregazione, che aveva in A Gualdo Tadino la gente continua a lamentarsi per il restauro di altre 30 case e delle mura cittadine. ne, inviò gli elenchi il 12 febbraio del 1752. Dopo allegato un memoriale dell’archivista Mattioli, Rota Le lamentele della comunità di Gualdo Tadino relati- averli vagliati, la Congregazione stabilì che dovesse- segnalò che la maggior parte dei documenti deposi- ve alla lentezza con cui gli ordini monastici provvede- 1754 ro essere riscritti (i) indicando la stima dei danni di tati all’archivio di Gualdo era andata dispersa. Tra le vano alla ricostruzione dei loro edifici furono prese in istituzioni e funzionari coinvolti: ciascuna casa danneggiata; (ii) citando una sola vol- suppliche sono invece di particolare interesse quelle considerazione dal papa in agosto: il giorno 9 ordinò commissario di Gualdo Tadino ta i proprietari di più case e riportando quante case rivolte dai pubblici rappresentanti di Gualdo Tadino al segretario della Congregazione, Conti, di ammoni- dello stesso proprietario erano state danneggiate; al papa Benedetto XIV e alla Congregazione, in cui si re i superiori degli ordini ad occuparsi senza indugio Risulta invece che ancora verso la fine del 1754 non (iii) ristilando l’elenco in ordine alfabetico. Le ricer- faceva presente che i superiori degli ordini france- del restauro dei loro edifici di Gualdo. Il 25 di agosto si era trovata soluzione ad uno dei più gravi proble- che archivistiche fin qui condotte hanno purtroppo scano ed agostiniano, sebbene fossero passati ormai il superiore generale degli Agostiniani replicò alle mi causati dal terremoto a Gualdo Tadino: l’insuffi- portato al reperimento della sola prima versione di vari mesi dal terremoto, non avevano ancora provve- contestazioni dei gualdesi inviando a Conti una lette- ciente approvvigionamento d’acqua dovuto alla rot- questi elenchi, che, così come è redatta, non forni- duto a restaurare gli edifici ecclesiastici di loro pro- ra scritta il 19 dello stesso mese dal padre provincia- tura delle condutture idriche e alla scomparsa o sce informazioni utili sui danni a Gualdo e territorio. prietà. Questi rilievi furono sottoposti all’attenzione le dell’Umbria in cui quest’ultimo sosteneva che era- deviazione delle sorgenti utilizzate fino al 1751. Nel- Presumibilmente poco dopo aver ricevuto gli elenchi del papa soltanto in agosto. no già stati fatti alcuni lavori di restauro al convento l’ottobre del 1754 il nuovo commissario di Gualdo 94 ☞ 95 1751 27 luglio Gualdo Tadino e Nocera Umbra Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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☞ 1751: teorie ed interpretazionidel terremoto: il pendolo “sismografo” Il terremoto del 1751 fu studiato da Andrea Bina (1751, 1756), famoso monaco benedettino, noto alla storia Tadino, Flaviani, si adoperò presso la Congregazione Chiappé ed essersi rivolte alla Congregazione, le mona- della sismologia, il cui strumento sismico è stato oggetto di recenti studi (Ferrari 1992). Bina fu tra i primi ad affinché questo problema, che era già stato sottopo- che si rivolsero direttamente al papa con una supplica elaborare la teoria dell’elettricismo, che divenne poi per tutto il Settecento e per parte dell’Ottocento la teo- sto all’attenzione della Congregazione dal preceden- nella quale, fatto presente il conflitto con la popolazio- te commissario, Rota, nel dicembre del 1752, potes- ne di Gualdo e ricordato che la Congregazione aveva ria dominante per la spiegazione dei fenomeni sismici, e che lo scienziato corredò di numerose osservazioni se avere una soluzione: dalla lettera di Flaviani emer- loro concesso l’estensione delle esenzioni al 1754 con sui fenomeni che precedono e accompagnano i terremoti. In particolare, Bina riteneva che i terremoti fosse- ge che fino ad allora l’unico intervento era consistito la formula “pro uno anno tantum”, sottolinearono che ro causati dall’esplosione di materiale combustibile sotterraneo il quale avrebbe agitato il fluido elettrico che nella messa a disposizione da parte della comunità di l’estensione delle esenzioni fino al 1756, che avrebbe gli elettricisti supponevano scorresse nelle viscere della terra. 25 scudi da utilizzarsi per costruire 4 fontane pubbli- loro garantito un risparmio di 112 scudi, era indispen- Bina costruì un apparecchio formato da un pendolo molto sensibile appeso a una trave di un piano rialzato che. Da questi due documenti risulta inoltre che la sabile per poter completare il restauro del monastero. (più sensibile alle scosse); all’estremità inferiore il pendolo recava un globo di piombo, a cui era fissato uno rimozione delle macerie del palazzo priorale non era L’ultimo documento relativo a Gualdo Tadino redatto stilo di un pollice e mezzo di lunghezza circa; sotto di esso pose una cassetta con sabbia che galleggiava in una ancora stata completata e che parte dei documenti nel 1755 è una lettera inviata il 23 settembre da bacinella d’acqua. I solchi prodotti dallo stilo sulla sabbia indicavano la direzione e il tipo di moto della terra. dell’archivio non era ancora stata ritrovata. L’opera Chiappé al papa, nella quale il vescovo affermava che di rimozione delle macerie del palazzo priorale inte- era ormai terminata la ricostruzione della città e richie- ressava la comunità di Gualdo anche perché, come è deva l’autorizzazione ad erigervi una chiesa collegiata. attestato da una supplica non datata alla Congrega- zione, i Gualdesi speravano di poter riutilizzare le 1758 macerie come materiale da costruzione. istituzioni e funzionari coinvolti: vicecommissario e commissario di Gualdo Tadi- 1755 no; Congregazione del Buon Governo; “Zelanti” istituzioni e funzionari coinvolti: di Gualdo Tadino pubblico consiglio di Gualdo Tadino; monastero di S.Margherita di Gualdo; vescovo di Nocera; Con- Gli ultimi due documenti riguardanti gli interventi gregazione del Buon Governo; papa Benedetto XIV istituzionali a Gualdo Tadino sono una lettera dell’11 aprile 1758 con cui il commissario Del Bene chiede- Nel 1755 riemerse il conflitto fra comunità di Gualdo e va alla Congregazione che i padri Agostiniani godes- ordini religiosi: in questa occasione il contrasto coin- sero di nuovi sgravi fiscali e una supplica non datata volse le monache Francescane del monastero di S.Mar- degli “Zelanti” di Gualdo alla Congregazione. Que- gherita, le quali non avevano ottenuto dal consiglio st’ultimo documento, la cui redazione può essere fat- pubblico di Gualdo Tadino alcun appoggio alla loro ta risalire al 1758, attesta che i fondi stanziati per la richiesta di estensione al triennio 1754-1756 dell’esen- ricostruzione del palazzo priorale, pari a 7.000 scudi, zione dal pagamento dei pesi camerali. Infatti il consi- non erano ancora stati utilizzati; i supplicanti chiede- glio di Gualdo stabilì che avrebbe appoggiato tale vano pertanto che la Congregazione, verificato se richiesta solo nel caso in cui l’esenzione per il secondo tale somma fosse effettivamente depositata presso il triennio fosse stata accordata all’intera comunità. Nel Monte di Pietà, la ponesse sotto il controllo di un giu- 1755, dopo aver ottenuto il sostegno del vescovo dice e del direttore del Monte.

Fig.37 Frontespizio del trattato di Andrea Bina Fig.38 Osservatorio Sismologico di Perugia, presso sulle cause del terremoto del 1751, pubblicato a Perugia l’Abbazia di San Pietro: ricostruzione del sismoscopio nello stesso anno. a pendolo di Andrea Bina.

Fig.36 Cronologia delle scosse della sequenza sismica di Gualdo Tadino dal maggio 1751 al febbraio 1752. Le linee in nero individuano eventi sismici di cui le fonti storiche forniscono un’indicazione cronologica precisa al giorno; in grigio, 96 sciami di scosse indicati come effetti massimi. 97

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sare danni, per proseguire più forti e frequenti dal 21 marzo in poi, causando a Serravalle di Chienti l’a- 1785 febbraio — giugno alta Valle del Chienti pertura di lesioni in muri male costruiti. Il 28 aprile fu percepita una grande quantità di scosse in un lasso di tempo assai breve: a Muccia vi furono 20-30 scosse in poche ore accompagnate da numerosi rombi, e a Serravalle di Chienti tra le ore 19:30 TU del 28 aprile e le 2:00 TU circa del 29 aprile furono sentite 5 A poca distanza dai terremoti del 1781, che avevano colpito una vasta area marchi- scosse, di cui l’ultima fu la più forte. Il 29 aprile ne furono percepite 20 circa. giana nell’entroterra di Pesaro, le pendici dell’Appennino umbro furono scosse da una Le scosse continuarono nei primi giorni di maggio. Il 2 maggio alle ore 20:10 TU ca. (1 e mezza in orario nuova sequenza sismica, che aggravò una situazione di diffuso disagio economico. A all’italiana) a Muccia fu avvertita una scossa sensibile accompagnata da rombo che causò tremolio di vetri; Castello di Serravalle un cippo ricorda una chiesa danneggiata, non più ricostruita. alle ore 1:15 TU del 3 maggio vi fu una forte scossa che produsse scuotimento di letti, seguirono poi fino alle ore 2:30 TU altre 15 scosse, l’ultima delle quali fu più intensa ed accompagnata da forte rombo; tali scosse non superarono la durata di 5-6 secondi; tra le ore 3:00 e 4:00 ve ne furono parecchie altre. Il 23 Le fonti giugno e il 2 agosto a Serravalle furono avvertite due nuove forti scosse. A Serravalle di Chienti le scosse del periodo compreso fra il 5 febbraio e l’8 aprile causarono danni rile- Un importante carteggio fra due religiosi che si interessavano di terremoti e molte pratiche amministra- vanti all’interno e all’esterno della chiesa parrocchiale di S.Martino, posta in località Castello di Serraval- tive descrivono questo evento. Una lettera a stampa, inviata in data 10 maggio 1785 dal padre Michele le, e a tutte le abitazioni del borgo: furono gravemente danneggiati la sacrestia e il coro, che risultarono Augusti al padre Piermaria Rosini, fu pubblicata in due numeri del periodico settecentesco “Antologia inagibili, l’altare maggiore e il campanile. Furono lesionati anche gli archi del tetto e gli archi della cap- Romana”: in essa il monaco ulivetano fa un’ampia relazione delle scosse che egli stesso aveva avvertito il pella del SS.Crocefisso, oltre ai due archi dell’altare maggiore; rimase gravemente danneggiato dalle fon- giorno 2 maggio 1785 mentre si trovava nel paese di Muccia, poco distante da Camerino, e riporta le testi- damenta quasi tutto il muro laterale e furono lesionati i tredici sepolcri posti all’interno della chiesa. Le monianze dell’abate di Muccia sulle numerose scosse avvenute precedentemente fra il febbraio e la fine ulteriori scosse avvertite il 23 giugno e il 2 agosto aggravarono le condizioni statiche della chiesa. di aprile 1785. Per quanto riguarda gli effetti, ben 32 documenti permettono di localizzare i danni nel comune di Serra- valle di Chienti, e forniscono informazioni sulla lunga vicenda della riedificazione della chiesa parrocchia- Disagio economico e danni precedenti mal riparati le di S.Martino di Castello di Serravalle. Questi documenti sono conservati all’Archivio di Stato di Roma, nel fondo Camerale II (Miscellanea camerale per materia Terremoti, b.2) e consistono in: una perizia dei I paesi di Muccia e di Serravalle di Chienti afferivano amministrativamente alla città di Camerino. Il ter- lavori necessari per il restauro della chiesa parrocchiale di S.Martino del Castello di Serravalle datata 8 remoto aggravò una situazione già caratterizzata da un diffuso disagio economico: a Serravalle, nella par- aprile 1785 redatta dai maestri muratori Candileti e Pusti; 10 documenti, fra lettere e minute, componenti rocchia di San Martino, soggetta alla diocesi di Nocera Umbra, vivevano in tutto 30 famiglie, tutte pove- la corrispondenza fra il tesoriere generale monsignor Ruffo e il tesoriere di Camerino Alessandro Bandini re, senza alcun reddito. Inoltre, secondo quanto comunicarono i periti pontifici, le abitazioni della par- Collaterali nel periodo compreso fra il 27 luglio 1785 e il 22 luglio 1788; 2 relazioni del tesoriere generale al papa Pio VI, rispettivamente dell’agosto 1785 e del marzo 1788; inoltre suppliche, inviate dal parroco e dalla popolazione di Serravalle a Papa Pio VI nel giugno 1785 e nel dicembre 1787, attestati dei sacerdo- ti della cura di S.Martino di Serravalle e di S.Lucia inerenti allo stato economico delle parrocchie e delle relative famiglie; contratto di appalto per la ricostruzione della chiesa di S.Martino; nota delle spese ero- gate dalla Camera Apostolica per la ricostruzione della chiesa di S.Martino. Sono state inoltre analizzate le lettere inviate dal marzo al novembre del 1788 dal vescovo di Nocera Umbra, Francesco Lorenzo Massaioli, al tesoriere generale e quelle inviate dal sacerdote Angelo Marsili al tesoriere generale. Particolarmente importante per la valutazione dei danni è la perizia redatta il giorno 8 aprile 1785 dai maestri muratori Candileti e Pusti che permette di attribuire gli effetti a Serravalle causati dalle scosse susseguitesi fra il 5 febbraio 1785 e il giorno 8 aprile 1785. All’Archivio di Stato di Roma è stata vagliata anche la documentazione conservata nel fondo della Con- gregazione del Buon Governo, da cui dipendeva l’amministrazione delle comunità locali. All’Archivio di Stato di Macerata, Sezione di Camerino, è stata inoltre reperita una nota delle spese straordinarie soste- nute dalla Comunità di Camerino nell’anno 1785 per un triduo tributato a S.Emidio. Tale notizia, che indi- ca se non altro il forte timore delle popolazioni, è stata rintracciata anche nelle Riformanze del Comune di Camerino (verbale della seduta del 4 maggio 1785).

Gli effetti: lesioni aggravate con il passare dei giorni Il terremoto colpì i paesi di Muccia e Serravalle di Chienti, posti alle pendici dell’Appennino umbro-mar- chigiano, solcate dal fiume Chienti. La sequenza sismica fu lunga, con un picco di intensità nel periodo compreso fra il 5 febbraio e l’8 aprile 1785, quando ci furono le scosse più forti, che causarono i danni maggiori a Serravalle di Chienti. Fig.39 3 maggio 1785: epicentro 98 Le scosse erano iniziate a Muccia, paese a pochi chilometri da Camerino, il 5 febbraio 1785, senza cau- e intensità degli effetti più gravi. 99 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

rocchia avevano già risentito danni non piccoli in seguito ai terremoti del 1781, i cui effetti più distruttivi 1791 ottobre — 1793 aprile Foligno e la sua montagna, Sellano avevano riguardato Cagli e il suo territorio. In questo quadro di disagio e di distruzioni, le fonti non ricor- dano né morti né feriti, soltanto, si direbbe, la paura dei vivi: infatti menzionano riti devozionali a Muccia e a Camerino, dove fu svolto un triduo in onore di S.Emidio. Una sequenza sismica lunghissima, durata quasi un anno e mezzo, colpì Foligno e la sua montagna, e più a sud l’area di Sellano, e infine nuovamente alcuni borghi della La chiesa perduta di S.Martino a Castello di Serravalle montagna di Foligno, delineando un’area di danni molto simile a quella dei terre- La chiesa parrocchiale di S.Martino, posta in località Castello di Serravalle, ebbe danni gravissimi sia ai moti del settembre-ottobre 1997. Minuziose perizie e rilevazioni sulle costruzioni muri portanti sia alle pareti interne: per questa ragione fu ritenuto più economico abbatterla e costruire fatte da esperti periti pontifici consentono oggi di valutare la tipologia dei danni, un nuovo edificio, in un sito più sicuro e meno a ridosso del monte che, secondo i periti pontifici, rende- dovuti in parte anche alla scarsa qualità di un’edilizia povera e vulnerabile. va umido e malsicuro il muro esterno laterale. La nuova chiesa fu costruita sotto la direzione dell’architetto Angeletti per un costo di 1.460 scudi. L’o- nere economico era così ripartito: 900 scudi dovevano essere pagati dalla Camera Apostolica coi frutti Le fonti della mensa vescovile di Recanati e Loreto, gli altri 560 erano a carico dei parrocchiani, cui si richiedeva Importanti e preziose fonti attestano gli effetti di questa sequenza sismica, che aveva avuto nella prece- di prestare la loro opera gratuitamente. L’opera di edificazione iniziò nel novembre dell’anno 1788 e fu ter- dente letteratura scientifica un’immagine sbilanciata e imprecisa, dovuta alla mancanza di dati di base minata alla fine di ottobre dell’anno 1791. Nel luogo dove era situata l’antica chiesa di S.Martino oggi vi è completi. Recenti ricerche, utilizzando sia la documentazione amministrativa pontificia, sia quella pro- un cippo commemorativo (Fig.40). dotta dalle comunità locali, hanno restituito i contorni dell’intera area di danni. Nell’Archivio di Stato di Roma, nel fondo della Sacra Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi), la ricerca ha messo in luce il carteggio intercorso fra la Camera pontificia da un lato, i governa- tori locali, le comunità di Foligno e di Sellano, e gli architetti incaricati della valutazione dei danni dal- l’altro. All’Archivio Segreto Vaticano (fondo Segreteria di Stato, serie Vescovi), è stata reperita una lettera del governatore di Spoleto, Pietro Gravina, datata 15 novembre, alla quale è allegata una lettera del segre- tario della comunità di Sellano, Giuseppe Todini. Con tale lettera il governatore comunicò al segretario di Stato quanto era accaduto, chiedendo che si procedesse al rilievo dei danni. A livello locale, presso l’Archivio di Stato di Perugia, sezione di Foligno, sono conservate altre pratiche, relazioni e perizie, che hanno completato il quadro. Tra l’ottobre e il dicembre 1791 vari personaggi della curia romana e della Chiesa locale (di Foligno, di Orvieto, di Spoleto, di Terni) si interessarono alla vicen- da amministrativa innescata da questo terremoto, sollecitando richieste, consigliando, suggerendo, Fig.40 Serravalle di Chienti: antica strada di intercedendo. Una pratica particolarmente complessa è emersa dai carteggi dei priori di Foligno, riguar- accesso al paese. Il cippo ricorda il luogo in cui do alle riparazioni necessarie per il palazzo priorale, che aveva avuto danni seri e strutturali. si trovava la chiesa di San Martino che fu molto Presso l’Archivio storico del convento di S.Pietro di Perugia è stato, infine, reperito un resoconto di danneggiata dai terremoti del 1785 e non più spese che attesta i danni subiti dalla chiesa di S.Costanzo di Perugia e i lavori di riparazione fatti ese- ricostruita. Il nuovo edificio fu eretto un poco guire dai monaci Benedettini del vicino convento. più a valle nel paese, fra il 1785 e il 1791. La stampa del tempo si interessò scarsamente di questo evento, focalizzando comunque l’attenzione sugli effetti nella città di Foligno, e disinteressandosi del tutto delle aree ben più danneggiate della mon- tagna, sia di Foligno sia di Sellano.

Gli effetti: danni gravi su un’edilizia povera e mal conservata La scossa che causò i danni più rilevanti avvenne il giorno 11 ottobre alle ore 13:05 TU ca. (ore 20 in uso orario all’italiana). Fu seguita da numerose repliche nei giorni successivi fino agli inizi di dicembre. L’a- rea più colpita fu la zona appenninica a est e a sud-est di Foligno dove tutti i piccoli paesi di montagna subirono gravi danni. A Foligno il terremoto causò danni in numerose case e palazzi e in diverse chiese. Le fonti amministra- tive, per l’ottica in cui sono state prodotte, non riportano descrizione dei danni subiti dall’edilizia civile, che dovettero essere rilevanti perché a distanza di un secolo erano ancora riconoscibili gli interventi di Fig.41 Relazione del tesoriere generale al papa Pio VI sui danni subiti dalla chiesa di San ripristino effettuati in numerosi edifici. I lavori erano consistiti soprattutto nel rinforzo delle murature Martino per il terremoto del 1785 e sulla esterne mediante la costruzione di speroni di sostegno e di archi di contrasto; le zone della città mag- necessità di riedificarla (Archivio di Stato di giormente interessate da questi lavori erano la piazza del Grano, la via Amadio, la via Fossacieca, la via 100 Roma, Camerale II, Terremoti, b.2, n.7). Monasteri, il vicolo dietro il palazzo Carrara, il vicolo che conduceva al monastero di S.Elisabetta. 101

1791 ottobre — 1793 aprile Foligno e la sua montagna, Sellano Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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Fra gli edifici pubblici ed ecclesiastici di Foligno, risultarono danneggiati la chiesa di S.Lucia, che dovette essere rinforzata da uno sperone, il palazzo apostolico e il palazzo priorale. Per quest’ultimo edificio l’architetto Neri redasse il 12 novembre una dettagliata perizia dei danni e dei lavori di ripri- stino necessari. Nella sala Consigliare fu riscontrato un rilevante “sbilancio” – secondo il termine usato dai periti pontifici – del muro di facciata, che aveva prodotto un abbassamento della volta, la quale risultava distaccata dai muri laterali e lesionata da una lunga fessurazione. La volta minacciava, per- tanto, di cadere e doveva essere demolita e ricostruita, previo il consolidamento delle murature mediante l’apposizione di 6 catene di ferro. Nella stanza chiamata la “cappella vecchia” era grave- mente danneggiato il pavimento appoggiato ad una sottostante volta, che minacciava di crollare ed era sostenuta da puntelli; tale volta avrebbe dovuto essere demolita e sostituita da un solaio “alla fioren- tina”; nella stessa stanza dovevano inoltre essere riparate varie fessure apertesi nelle pareti e negli architravi di porte e finestre. Nella “chiesa nuova” si erano aperte varie lesioni causate dallo sbilancio di un muro, che doveva essere consolidato con l’apposizione di una catena di ferro. Nella torre cam- panaria si erano aperte alcune fessure nelle murature; era, inoltre, necessario rinforzare con 2 catene di ferro gli archi soprastanti ai finestroni rivolti a nord e a sud, per evitarne il cedimento. Nelle stan- ze chiamate la “sacrestia vecchia” furono rilevate varie fessure nei muri e negli architravi delle porte, che dovevano essere riparate. Nella stanza utilizzata come deposito della farina del forno pubblico, che era annesso al palazzo, fu riscontrata la grave sconnessione e lo sbilancio del muro esterno, che doveva essere demolito e ricostruito. Secondo la valutazione dell’architetto, la spesa necessaria per tali lavori di ripristino era di 332 scudi. Dopo la redazione di questa perizia, l’architetto Neri fu nuovamente chiamato ad esaminare l’edificio, perché si erano manifestate nuove lesioni e sconnessioni nella torre campanaria. Neri redasse una secon- da perizia, datata 5 gennaio 1792, nella quale rilevò l’indebolimento e il distacco delle pareti della torre dal resto del palazzo; ritenne pertanto necessaria l’applicazione di 3 catene di ferro per ristabilire la con- nessione della facciata con il muro interno opposto; due di queste catene avrebbero dovuto essere appo- ste nel piano nobile, precisamente nella stanza “della lanterna” e la terza nella parte sinistra del piano superiore. Per questo ulteriore intervento fu preventivata una spesa di 70 scudi. A Sellano, secondo la perizia effettuata dall’architetto Amadio, 44 case subirono gravi lesioni, spaccatu- re, distacchi delle murature interne ed esterne, in particolare nelle facciate e nei cantoni; furono rilevati Fig.42 Sellano, chiesa di San Francesco: gli effetti subiti Fig.43 Sellano, chiesa di Santa Maria Assunta: le scosse vari muri spiombati, in un caso di circa 25 cm (un palmo e due once); in alcuni casi fu riscontrata la cadu- per le scosse del settembre-ottobre 1997 appaiono molto del settembre-ottobre 1997 hanno causato il crollo di una ta di camini, di parti di soffitti e volte, di architravi, stipiti e spallette di porte o finestre. Subirono gravi simili a quelli causati dal terremoto del 1791, descritti dagli parte del tetto della navata laterale destra. Questa stessa danni anche gli edifici di proprietà ecclesiastica e pubblica. Nella chiesa parrocchiale di S.Maria Assunta architetti pontifici in una dettagliata perizia. chiesa subì gravi danni anche per il terremoto del 1791. (del XIII secolo, ricostruita nel XVI secolo) e nell’annessa canonica furono rilevate varie lesioni; le più gravi riguardavano la sacrestia. Subì gravi danni la chiesa della SS.Annunziata, in particolare nella parete dell’altare maggiore, che era edificata in forte pendenza, e nella parete a sinistra dell’altare maggiore, dove Altre località danneggiate si era aperta una grande lesione; varie altre murature dell’edificio furono giudicate pericolanti e dovette Abruzzo: villaggio del territorio di Orsano. L’architetto 2 casi si doveva demolire il “palombaro” rialzato sul tetto essere demolito il campaniletto. Nella chiesa di S.Caterina furono danneggiati un angolo della facciata e Amadio nel corso della sua perizia visitò 3 case danneggiate, della casa. Complessivamente, per il ripristino degli edifici fu una parete laterale; nella chiesa della Madonna della Croce fu riscontrato un muro fortemente spiomba- una delle quali era già stata riparata dal proprietario. Nelle valutata necessaria la spesa di 429 scudi. to nella sacrestia; gravi lesioni e spiombi furono rilevati in tutte le pareti della piccola chiesa di S.Angelo. altre 2 furono riscontrate gravi lesioni e spiombi nelle mura- Afrile: borgo fortificato del territorio di Foligno. Il terremo- Nella chiesa del SS.Sacramento furono rilevate numerose lesioni nella volta e nei muri e il distacco com- ture, in particolare nei cantoni, per cui era necessaria la to dell’11 ottobre 1791 causò pochi danni. Il paese fu invece pleto della facciata; subì varie lesioni anche l’annessa casa dell’omonima compagnia. costruzione di speroni e l’apposizione di varie catene; per gravemente colpito da una successiva scossa, avvenuta il 21 La chiesa S.Francesco dei Cappuccini subì estese lesioni nelle volte della navata e del coro e nell’arco tali lavori fu stimata una spesa di 47 scudi. aprile 1793, che causò gravi danni al patrimonio edilizio civi- Acqua Santo Stefano: villaggio del territorio di Foligno. le ed ecclesiastico. del presbiterio; fu inoltre rilevata una parte di muro fuori piombo. Nell’annesso convento furono riscon- L’abitato fu notevolmente colpito: secondo la perizia redatta Apagni: l’abitato fu notevolmente colpito: secondo la perizia trati gravi danni nella biblioteca e nel dormitorio, costituito da 22 camere, alcune delle quali erano dive- dall’architetto Neri, 7 case furono danneggiate da lesioni, redatta dall’architetto Amadio, furono danneggiate grave- nute inabitabili in seguito alle grandi spaccature apertesi nelle pareti divisorie costruite con mattoni “a distacchi e spiombi delle murature, alcune delle quali minac- mente 6 case, una delle quali crollò quasi totalmente, e coltello”. Gravi lesioni e sconnessioni furono rilevate anche nella parte più bassa dell’edificio dove erano ciavano di crollare o erano cadute parzialmente, da scon- avrebbe dovuto essere ricostruita. Nelle altre 5 furono posti il refettorio, la dispensa e la sacrestia; i danni in questa parte della costruzione furono attribuiti dal- nessioni dei tetti e caduta dei fumaioli. Vari danni furono riscontrati cadute di cantoni, gravi lesioni, spaccature e l’architetto Amadio alla scarsa solidità delle fondazioni. L’ospizio di proprietà degli stessi padri Cappuc- rilevati anche nella chiesa parrocchiale, i cui muri risultava- distacchi delle murature. La chiesa di S.Maria di Tacciano fu no fortemente indeboliti e pericolanti, e nell’annessa canoni- danneggiata molto gravemente nelle pareti e nell’arco della cini fu gravemente lesionato. Nel palazzo priorale di Sellano fu rilevato lo spiombo di un cantone; nel- ca. I lavori di ripristino necessari consistevano nella demoli- porta; la chiesa parrocchiale subì varie lesioni e sconnessio- l’annesso magazzino caddero 3 architravi di finestre. zione e riedificazione di parti di muri, nell’apposizione di ni. I lavori di ripristino necessari consistevano nella riedifica- Danni di analoga gravità riguardarono i centri di Casenove, Leggiana, Montalbo, Morro, Orsano, catene e nella costruzione di speroni di sostegno delle mura- zione di parti di muri e di architravi di porte, nell’apposizio- 102 Rasiglia, San Martino, Scopoli, Serrone e Volperino (si veda nell’elenco delle località danneggiate). ture esterne, nella risistemazione delle coperture dei tetti; in ne di catene e nella costruzione di speroni di sostegno delle 103

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murature esterne. Complessivamente, per il ripristino degli abitazioni subirono piccole lesioni non pericolose. Un casale erano varie lesioni, il muro della facciata era spiombato ed Cupigliolo: villaggio del territorio di Foligno. L’architetto edifici fu valutata necessaria la spesa di 142 scudi. L’archi- signorile nelle vicinanze del villaggio subì gravissime lesioni erano caduti 3 architravi di porte. I lavori di ripristino neces- Neri nel corso della sua perizia visitò 2 case danneggiate: in tetto Amadio visitò anche la canonica, la quale, benché nella facciata, che uscì dalla verticale per oltre 20 cm (più di sari consistevano nella riedificazione di parti di muri e di una riscontrò un muro pericolante, che doveva essere rinfor- costruita in un sito fortemente scosceso, non aveva subito un palmo), rendendo necessaria la costruzione di uno spe- tetti, nell’apposizione di catene e nella costruzione di spero- zato con la costruzione di uno sperone; nell’altra furono rile- alcun danno, perché era appoggiata alla cinta delle mura rone; la parete opposta gravemente compromessa dovette ni di sostegno delle murature esterne, nella risistemazione vati danni nella facciata, che doveva essere assicurata con la castellane, sostenuta da 5 solide torri. Le case del paese essere demolita e ricostruita interamente, così come altre delle coperture dei tetti; in 3 casi si doveva demolire il costruzione di uno sperone, la sconnessione del tetto e varie appoggiate a questo settore delle mura rimasero illese. porzioni dei muri interni ed esterni; il “palombaro” avrebbe “palombaro” rialzato sul tetto della casa. Complessivamente, fessure nei muri interni; furono anche rilevati i danni subiti Biscina: villaggio del territorio di Orsano. L’abitato fu note- dovuto essere rinforzato con l’apposizione di due catene, per il ripristino degli edifici fu valutata necessaria la spesa di da una capanna, nella quale era necessario demolire la parte volmente colpito: secondo la perizia redatta dall’architetto oppure essere abbassato al piano del tetto. Per i lavori di 480 scudi. superiore fortemente sconnessa, costruire uno sperone di Amadio, 4 case furono danneggiate da gravi lesioni e caduta ripristino fu stimata necessaria la spesa di 92 scudi. Casale: villaggio del territorio di Sellano. L’abitato fu note- rinforzo a uno dei muri e riparare varie fessure. Per tali lavo- di parti delle murature, di architravi di porte e finestre e di Casaino: villaggio del territorio di Sellano. L’abitato fu note- volmente colpito: secondo la perizia effettuata dall’architet- ri di ripristino fu valutata necessaria la spesa di 48 scudi. un camino. I lavori di ripristino necessari consistevano nella volmente colpito: secondo la perizia redatta dall’architetto to Amadio, 7 case furono danneggiate da gravi lesioni, spac- Faustana: danni ai mulini di proprietà della Comunità di ricostruzione delle parti rovinate, nell’apposizione di catene Amadio, 4 case furono danneggiate da gravi lesioni, spacca- cature e distacchi delle murature. I lavori di ripristino neces- Trevi posti sul fiume Clitunno. e nella costruzione di speroni di sostegno delle murature ture e spiombi delle murature. I lavori di ripristino necessa- sari consistevano nella riedificazione di parti di muri e di Fonni: villaggio del territorio di Apagni. L’abitato fu note- esterne. Complessivamente, per il ripristino degli edifici fu ri consistevano nella riedificazione di parti di muri e di archi- architravi di porte e finestre, nell’apposizione di catene e volmente colpito: secondo la perizia redatta dall’architetto valutata necessaria la spesa di 93 scudi. travi di finestre, nell’apposizione di catene e nella costruzio- nella costruzione di speroni di sostegno delle murature Amadio, 3 case furono danneggiate da gravi lesioni e cadute Casa Rampi: villaggio del territorio di Orsano. L’abitato fu ne di speroni di sostegno delle murature esterne. Comples- esterne. Complessivamente, per il ripristino degli edifici fu di parti delle murature. Nelle altre case furono rilevati danni notevolmente colpito: secondo la perizia redatta dall’archi- sivamente, per il ripristino degli edifici fu valutata necessa- valutata necessaria la spesa di 128 scudi. più leggeri. Subì gravi danni la chiesa parrocchiale, dove tetto Amadio, 3 case furono danneggiate da gravi lesioni e ria la spesa di 53 scudi. Casenove: villaggio del territorio di Foligno. L’abitato fu furono riscontrate estese lesioni in tutte le pareti. I lavori di cadute parziali delle murature. Subì varie lesioni anche una Casale: villaggio del territorio di Foligno. L’abitato fu grave- gravemente colpito: secondo la perizia redatta dall’architet- ripristino necessari consistevano nella riedificazione di parti piccola chiesa annessa a una delle case danneggiate. I lavori mente colpito: secondo la perizia redatta dall’architetto Neri, to Neri, 19 case, 1 casino signorile, 2 osterie e l’edificio della di muri, nell’apposizione di catene e nella costruzione di spe- di ripristino necessari consistevano nella riedificazione di 15 case furono danneggiate da crolli parziali di muri e tetti; posta, furono danneggiati da crolli parziali di muri e tetti; roni di sostegno delle murature esterne. Complessivamente, parti di muri, di vani di porte e finestre, nell’apposizione di lesioni, distacchi e spiombi delle murature; sconnessioni dei lesioni, distacchi e spiombi delle murature esterne; sconnes- per il ripristino degli edifici fu valutata necessaria la spesa di catene e nella costruzione di speroni di sostegno delle mura- tetti e caduta dei fumaioli. Nella chiesa parrocchiale i muri sioni dei tetti, caduta dei fumaioli e delle grondaie; fenditu- 107 scudi. ture esterne. Complessivamente, per il ripristino degli edifi- risultavano sbilanciati e gli archi dei finestroni del campani- re nelle pareti interne e caduta di architravi di porte e fine- Fonte Marina: villaggio del territorio di Orsano. L’architet- ci fu valutata necessaria la spesa di 41 scudi. Tutte le altre le erano fortemente sconnessi; nell’annessa canonica vi stre. Una delle abitazioni dovette essere demolita totalmen- to Amadio nel corso della sua perizia visitò 2 case danneg- te e altre 2 parzialmente; nel casino dovette essere demolita giate: in una riscontrò la caduta di un cantone, che doveva parte del primo piano. Nella chiesa parrocchiale fu rilevato essere ricostruito e rinforzato con l’apposizione di due cate- un forte sbilancio del muro della facciata; nell’annessa cano- ne; nell’altra furono rilevate varie lesioni e la sconnessione di Fig.44 Casenove, effetti delle scosse del settembre-ottobre 1997 su un vecchio edificio: è ancora rilevabile uno sperone nica, oltre ai danni nella facciata, furono riscontrate lesioni alcuni vani di porte e finestre, l’edificio doveva inoltre esse- di rinforzo, oggi verniciato in bianco e nero, realizzato come intervento di consolidamento dopo il terremoto del 1791. nei muri interni e la sconnessione del tetto. I lavori di ripri- re rinforzato da due catene. Per i lavori di ripristino fu valu- stino necessari consistevano nella riedificazione di parti di tata necessaria la spesa di 35 scudi. muri e di tetti demolite, nell’apposizione di catene e nella Forfi: villaggio del territorio di Sellano. L’abitato fu notevol- costruzione di speroni di sostegno delle murature esterne, mente colpito: secondo la perizia redatta dall’architetto nella risistemazione delle coperture dei tetti; nella ricostru- Amadio, 4 case furono danneggiate da gravi lesioni e spac- zione di solai e di architravi di porte e finestre. Complessi- cature delle murature. Subirono gravi lesioni e sconnessioni vamente, per il ripristino degli edifici fu valutata necessaria anche la chiesa parrocchiale e l’annessa canonica, dove vari la spesa di 1.872 scudi. muri risultavano pericolanti. I lavori di ripristino necessari Cifo: villaggio del territorio di Foligno. L’abitato fu notevol- consistevano nella riedificazione di parti di muri e di archi- mente colpito: secondo la perizia redatta dall’architetto travi di finestre, nell’apposizione di catene, nella costruzio- Neri, 8 case furono danneggiate da lesioni, distacchi e ne di speroni di sostegno delle murature esterne. Comples- spiombi delle murature, alcune delle quali minacciavano di sivamente, per il ripristino degli edifici fu valutata necessa- crollare o erano cadute parzialmente, da sconnessioni e da ria la spesa di 96 scudi. Tutte le altre abitazioni subirono cadute di piccole porzioni dei tetti. I lavori di ripristino danni giudicati non gravi. necessari consistevano nella demolizione e riedificazione di Franca: villaggio del territorio di Foligno. L’abitato fu note- parti di muri, nella costruzione di speroni di sostegno delle volmente colpito: secondo la perizia redatta dall’architetto murature esterne, nella risistemazione delle coperture dei Neri, 4 case e 6 capanne furono danneggiate da distacchi e tetti. Complessivamente, per il ripristino degli edifici fu valu- spiombi delle murature esterne, parte delle quali erano tata necessaria la spesa di 208 scudi. cadute o dovevano essere demolite, da fessure nelle pareti Collelungo: villaggio del territorio di Foligno. L’abitato fu interne e cadute di architravi di porte. I lavori di ripristino notevolmente colpito: secondo la perizia redatta dall’archi- necessari consistevano nella riedificazione di parti di muri e tetto Neri, 6 case furono danneggiate da distacchi e spiombi di tetti, nell’apposizione di catene di ferro e nella costruzio- delle murature esterne, da sconnessioni dei tetti, da fessure ne di speroni di sostegno delle murature esterne; in un caso nelle pareti interne. Nella chiesa di S.Lorenzo erano parzial- si doveva demolire il “palombaro” rialzato sul tetto della mente crollati un muro e il tetto. I lavori di ripristino neces- casa. Complessivamente, per il ripristino degli edifici fu sari consistevano nella demolizione e riedificazione di parti valutata necessaria la spesa di 225 scudi. di muri e tetti, nella costruzione di speroni di sostegno delle Il Colle: località del territorio di Foligno. L’architetto Neri nel murature esterne, nella risistemazione delle coperture dei corso della sua perizia visitò un casino signorile, nel quale tetti. Complessivamente, per il ripristino degli edifici fu valu- riscontrò gravi sconnessioni in varie parti, in particolare nel 104 tata necessaria la spesa di 196 scudi. “palombaro”, che doveva essere demolito, e in tutti i tetti; le 105

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pareti esterne, che minacciavano di crollare, dovevano essere muri, nella costruzione di speroni di sostegno delle muratu- ture dei tetti; in un caso si doveva demolire il “palombaro” ciate e dei cantoni, da gravi lesioni, spaccature, distacchi e rinforzate con la costruzione di 4 speroni. Nell’interno doveva re esterne, nella risistemazione delle coperture dei tetti; in 2 rialzato sul tetto della casa. Complessivamente, per il ripri- spiombi delle murature. Nella chiesa parrocchiale furono essere ripristinata la volta della chiesa, che era caduta, e dove- casi si doveva demolire il “palombaro” rialzato sul tetto della stino degli edifici fu valutata necessaria la spesa di 874 scudi. riscontrati gravi danni nella parte più bassa della costruzio- vano essere ricostruiti 10 architravi di porte, alcuni dei quali casa. Complessivamente, per il ripristino degli edifici fu valu- Orsano: L’abitato fu gravemente colpito: secondo la perizia ne, già rinforzata da uno sperone; si aprirono varie lesioni erano caduti e gli altri erano pericolanti; doveva inoltre esse- tata necessaria la spesa di 743 scudi. redatta dall’architetto Amadio, 19 case furono danneggiate nelle pareti e divennero pericolanti le pietre del vano della re abbassata una stanza e riparate varie fenditure apertesi Madonna del Sasso: secondo la perizia redatta dall’archi- da crolli di parti delle pareti esterne, in particolare delle fac- porta laterale; il campanile fu gravemente danneggiato nel nelle pareti. Nella capanna annessa all’edificio principale fu tetto Neri, la chiesa aveva subito gravi danni nella tribuna, rilevata una volta fortemente danneggiata, che doveva essere che doveva essere demolita e ricostruita integralmente; demolita e ricostruita a solaio, per eliminare anche la spinta nella sacrestia dovevano essere riparati il tetto e il solaio ed esercitata sui muri laterali sconnessi, che dovevano essere era necessario rinforzare un muro sbilanciato con la costru- rinforzati con l’apposizione di due catene di ferro. Per questi zione di uno sperone. Per il ripristino dell’edificio fu valuta- lavori fu stimata necessaria la spesa di 197 scudi. ta necessaria la spesa di 83 scudi. I Molini: villaggio del territorio di Orsano. L’abitato fu note- Madonna delle Grazie: secondo la perizia redatta dall’ar- volmente colpito: l’architetto Amadio nel corso della sua chitetto Neri, la chiesa aveva subito varie lesioni nei muri e perizia visitò 3 edifici con doppia funzione di abitazione e di sconnessioni del tetto; erano parzialmente crollati i muri mulino. Nonostante la forte struttura dei fabbricati, costrui- della sacrestia, che doveva essere demolita e ricostruita ti con buone pietre e rinforzati da speroni, furono riscontra- integralmente; dovevano, inoltre, essere riparati il muro e la te gravi lesioni e spiombi delle murature, caduta di camini e volta sottostante alla chiesa, attraverso la quale scorreva il di architravi di finestre. Gravi danni furono rilevati anche in torrente Terminara. Per il ripristino dell’edificio fu valutata una piccola chiesa annessa a uno dei mulini e in 2 vicine necessaria la spesa di 110 scudi. capanne, nelle quali era parzialmente crollato il muro di fac- Madonna di Ricciano: secondo la perizia redatta dall’ar- ciata. I lavori di ripristino necessari consistevano nella riedi- chitetto Neri, la chiesa aveva subito un notevole sbilancia- ficazione di parti di muri, di architravi e spallette di porte e mento dei muri laterali, che minacciavano di crollare e dove- finestre, nell’apposizione di catene e nella costruzione di vano essere rinforzati con la costruzione di 2 speroni; parte speroni di sostegno delle murature esterne. Complessiva- del tetto era caduto e nelle pareti interne si erano aperte mente, per il ripristino degli edifici fu valutata necessaria la varie fessure. Per il ripristino dell’edificio fu valutata neces- spesa di 242 scudi. Nelle altre case furono rilevate leggere saria la spesa di 93 scudi. lesioni. Mocali: villaggio del territorio di Sellano. Secondo la perizia I Santi: località del territorio di Foligno. L’architetto Neri redatta dall’architetto Amadio, fu notevolmente danneggiata nel corso della sua perizia visitò 4 case danneggiate nelle una casa, per il cui ripristino era necessaria la costruzione di quali riscontrò lesioni e spiombi delle murature esterne, uno sperone di sostegno e l’apposizione di 2 catene. Per il caduta di una grondaia e di un architrave. Nella chiesa del ripristino fu valutata necessaria la spesa di 14 scudi. Nelle luogo furono riscontrate lesioni nelle volte, il crollo di una altre abitazioni furono riscontrate piccole lesioni non perico- porzione di muro adiacente al portone e la caduta di un lose. architrave di porta; nella sacrestia un muro era pericolante. Montalbo: villaggio del territorio di Sellano. L’abitato fu gra- Per i lavori di ripristino, consistenti nel rinforzo delle mura- vemente colpito: secondo la perizia redatta dall’architetto ture esterne con la costruzione di speroni, fu valutata neces- Amadio, 8 case furono danneggiate da crolli parziali e gravi saria la spesa di 75 scudi. lesioni delle murature. Fu notevolmente danneggiata la chie- La Spiazza: località del territorio di Foligno. L’architetto sa parrocchiale, che subì lo strapiombo della facciata a causa Neri nel corso della sua perizia visitò un casino signorile, nel della spinta della volta, nella quale si aprirono anche varie quale riscontrò gravi sconnessioni nel “palombaro”, che lesioni. I lavori di ripristino necessari consistevano nella rie- doveva essere demolito; doveva inoltre essere ricostruito un dificazione di parti di muri, di vani di porte e finestre, nel- muro del granaio, completamente scollegato dalle altre pare- l’apposizione di catene e nella costruzione di speroni di ti, che a loro volta avrebbero dovute essere rinforzate con sostegno delle murature esterne. Complessivamente, per il una catena di ferro e con la costruzione di 2 speroni. Nell’in- ripristino degli edifici fu valutata necessaria la spesa di 232 terno dell’edificio principale dovevano essere ricostruite le scudi. volte della galleria, della chiesa e di una stanza, che erano Morro: borgo fortificato del territorio di Foligno. L’abitato fu cadute, così come 3 pareti divisorie, 3 architravi e la cappa gravemente colpito: secondo la perizia redatta dall’architet- di un camino. Dovevano, inoltre, essere demolite 2 capanne to Neri, 18 case furono danneggiate da crolli parziali, lesioni annesse all’edificio, rese inservibili. Per questi lavori fu sti- e spiombi delle murature esterne; sconnessioni dei tetti, mata necessaria la spesa di 240 scudi. caduta dei fumaioli e delle grondaie; fenditure nelle pareti Leggiana: villaggio del territorio di Foligno. L’abitato fu gra- interne e caduta di architravi di porte e finestre. In 2 delle vemente colpito: secondo la perizia redatta dall’architetto abitazioni danneggiate dovette essere demolito il piano più Neri, 1 casa crollò totalmente e altre 13 furono danneggiate elevato. Nella chiesa parrocchiale furono rilevati un muro da lesioni, distacchi e spiombi delle murature esterne, alcu- esterno sbilanciato, varie lesioni nei muri interni e la caduta ne delle quali minacciavano di crollare o erano cadute par- di parte della grondaia; nell’annessa canonica i muri esterni zialmente, da sconnessioni e da cadute di porzioni dei tetti; risultavano indeboliti ed erano caduti 2 fumaioli. I lavori di 2 delle abitazioni danneggiate dovettero essere abbassate ripristino necessari consistevano nella demolizione e riedifi- demolendo il piano più elevato. I lavori di ripristino necessa- cazione di alcuni muri, nella costruzione di speroni di soste- 106 ri consistevano nella demolizione e riedificazione di parti di gno delle murature esterne, nella risistemazione delle coper- Fig.45 11 ottobre 1791: localizzazione dell’epicentro e degli effetti più gravi. 107 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

tetto e in due pilastri, che dovettero essere parzialmente parrocchiale, dove furono riscontrate estese lesioni nella ro essere abbassate demolendo il piano più elevato. dei tetti, lesioni nelle pareti interne e la caduta di volte, solai ricostruiti. Il palazzo Priorale subì gravi lesioni e uno stra- facciata e nel campanile, divenuto pericolante, e l’annessa Nella chiesa parrocchiale furono rilevati gravi dissesti nella e architravi di porte o finestre. Nella chiesa parrocchiale piombo del muro di facciata, la caduta del camino e varie canonica. I lavori di ripristino necessari consistevano nella volta e nel muro della facciata e la caduta di 3 architravi; furono rilevati gravi danni nei muri esterni, uno dei quali spaccature nelle pareti. I lavori di ripristino necessari consi- riedificazione di parti di muri, nell’apposizione di catene e nella canonica era parzialmente crollato il tetto, i muri ester- dovette essere demolito e ricostruito, la caduta della gron- stevano nella riedificazione di muri, di architravi di porte e nella costruzione di speroni di sostegno delle murature ni risultavano sbilanciati, le pareti interne erano lesionate ed daia e varie lesioni nella volta e nelle pareti interne; nell’an- finestre, nell’apposizione di catene, nella costruzione di spe- esterne; in 2 casi si doveva demolire il “palombaro” rialzato erano caduti 5 architravi. I lavori di ripristino necessari con- nessa canonica era spiombato il muro della facciata, le pare- roni e di archi di contrasto per rinforzare le murature ester- sul tetto della casa. Complessivamente, per il ripristino degli sistevano nella demolizione e riedificazione di estese parti di ti interne erano lesionate ed erano caduti 6 architravi e il ne. Complessivamente, per il ripristino degli edifici fu valu- edifici fu valutata necessaria la spesa di 268 scudi. muri e di tetti; nell’apposizione di catene di ferro o nella fumaiolo. I lavori di ripristino necessari consistevano nella tata necessaria la spesa di 566 scudi. Rasiglia: villaggio del territorio di Foligno. L’abitato fu note- costruzione di speroni di sostegno delle murature esterne; demolizione e riedificazione di estese parti di muri e di tetti; Ottaggi: villaggio del territorio di Sellano. L’abitato fu gra- volmente colpito: secondo la perizia redatta dall’architetto nella risistemazione delle coperture dei tetti; in 5 casi si nell’apposizione di catene di ferro o nella costruzione di spe- vemente colpito: secondo la perizia redatta dall’architetto Neri, 32 case e 1 mulino furono danneggiati da lesioni, doveva demolire il “palombaro” rialzato sul tetto della casa. roni di sostegno delle murature esterne; nella risistemazione Amadio, 7 case furono danneggiate da gravi lesioni e spac- distacchi e spiombi delle murature esterne; sconnessioni e Complessivamente, per il ripristino degli edifici fu valutata delle coperture dei tetti; in 6 casi si doveva demolire il cature delle murature. I lavori di ripristino necessari consi- caduta di piccole porzioni dei tetti; fenditure nelle pareti necessaria la spesa di 2.294 scudi. “palombaro” rialzato sul tetto della casa. Complessivamente, stevano nella riedificazione di parti di muri, nell’apposizione interne e caduta di architravi di porte e finestre. Nella chie- Serrone: borgo fortificato del territorio di Foligno. L’abitato per il ripristino degli edifici fu valutata necessaria la spesa di di catene e nella costruzione di speroni di sostegno delle sa parrocchiale fu rilevato lo sbilancio del muro della faccia- fu colpito molto gravemente: secondo la perizia redatta dal- 5.690 scudi. murature esterne. Complessivamente, per il ripristino degli ta e un pericoloso abbassamento della volta; la chiesa di l’architetto Neri, 4 case crollarono totalmente; 4 case e un Sostino: villaggio del territorio di Foligno. L’abitato fu note- edifici fu valutata necessaria la spesa di 71 scudi. S.Venanzio, nonostante fosse rinforzata da adeguati speroni, casino signorile erano talmente danneggiate dal crollo o volmente colpito: secondo la perizia redatta dall’architetto Pale: borgo fortificato del territorio di Foligno. L’abitato fu subì notevoli danni nelle murature e la sconnessione del dallo scollegamento delle murature esterne ed interne, delle Neri, 10 case furono danneggiate da lesioni e spiombi delle notevolmente colpito: secondo la perizia redatta dall’archi- tetto. I lavori di ripristino necessari consistevano nella riedi- volte e dei solai da dover essere demolite integralmente; murature esterne, alcune delle quali minacciavano di crolla- tetto Neri, 7 case e 1 palazzo signorile furono danneggiati da ficazione di parti di muri e di tetti demolite, nell’apposizione altre 21 abitazioni e un edificio adibito a cartiera avevano re o erano cadute parzialmente; da sconnessioni dei tetti e lesioni e spiombi delle murature esterne; sconnessioni e di catene di ferro e nella costruzione di speroni di sostegno subito crolli parziali, lesioni, distacchi e spiombi delle mura- caduta dei fumaioli; da fessure nelle pareti interne e caduta caduta di piccole porzioni dei tetti; caduta dei fumaioli; fen- delle murature esterne; nella risistemazione delle coperture ture esterne, la caduta totale o parziale e gravi sconnessioni di architravi. I lavori di ripristino necessari consistevano diture nelle pareti interne e caduta di architravi di porte e dei tetti; nella ricostruzione di solai e di architravi di porte e finestre. Fu, inoltre, riscontrato il crollo di un tratto delle finestre; in 5 casi si doveva demolire il “palombaro” rialzato Fig.46 Serrone, chiesa di San Felice: i ponteggi sostengono l’edificio della chiesa e l’annessa casa parrocchiale, mura castellane. I lavori di ripristino necessari consistevano sul tetto della casa. Complessivamente, per il ripristino degli danneggiati dalle scosse del settembre-ottobre 1997. È rilevabile il cedimento dello sperone realizzato dopo il terremoto del nella demolizione e riedificazione di parti di muri e di tett; edifici fu valutata necessaria la spesa di 745 scudi. 1791 per ripristinare la stabilità della casa parrocchiale che era rimasta danneggiata. nell’apposizione di catene di ferro e nella costruzione di spe- Roviglieto: villaggio del territorio di Foligno. L’abitato fu roni di sostegno delle murature esterne; nella risistemazione notevolmente colpito: secondo la perizia redatta dall’archi- Fig.47 Serrone: i grandi speroni su questi edifici furono realizzati come interventi di ripristino dei danni del terremoto del delle coperture dei tetti. Complessivamente, per il ripristino tetto Neri, 13 case furono danneggiate da lesioni, distacchi e 1791. degli edifici fu valutata necessaria la spesa di 246 scudi. spiombi delle murature esterne, di cui alcune parti erano Perugia: leggere fenditure nella volta della sacrestia della cadute; da sconnessioni dei tetti; fenditure nelle pareti inter- chiesa di S.Costanzo. ne e caduta di architravi di porte. Nella chiesa parrocchiale Piedimonte: località del territorio di Foligno. L’architetto furono rilevati danni nella volta e la sconnessione del cam- Neri nel corso della sua perizia visitò una capanna, nella panile. I lavori di ripristino necessari consistevano nella quale riscontrò i muri fuori piombo; l’edificio doveva essere demolizione e riedificazione di parti di muri, nell’apposizio- rinforzato con la costruzione di 2 speroni. ne di catene e nella costruzione di speroni di sostegno delle Pisenti: località del territorio di Foligno. L’architetto Neri murature esterne, nella risistemazione delle coperture dei nel corso della sua perizia visitò 3 case danneggiate nelle tetti; in un caso si doveva demolire il “palombaro” rialzato quali riscontrò lesioni e spiombi delle murature esterne, sul tetto della casa. Complessivamente, per il ripristino degli delle quali alcune parti erano cadute, sconnessioni dei tetti edifici fu valutata necessaria la spesa di 299 scudi. e caduta dei fumaioli, fenditure nelle pareti interne. Nella San Martino: villaggio del territorio di Sellano. L’abitato fu chiesa del luogo un muro era spiombato ed era caduta parte gravemente colpito: secondo la perizia redatta dall’architet- della grondaia. Per i lavori di ripristino, consistenti nel to Amadio, 8 case furono danneggiate da gravi lesioni, spac- rinforzo delle murature esterne, con l’apposizione di catene cature e spiombi delle murature. Nella chiesa parrocchiale e la costruzione di speroni, e nella risistemazione delle furono riscontrate varie lesioni e una porzione di muro stra- coperture dei tetti fu valutata necessaria la spesa di 88 piombato; anche l’annessa canonica subì notevoli danni. I scudi. lavori di ripristino necessari consistevano nella riedificazio- Ponte Santa Lucia: località del territorio di Foligno. L’ar- ne di parti di muri, di finestre e di volte, nell’apposizione di chitetto Neri nel corso della sua perizia visitò 2 case e 1 oste- catene e nella costruzione di speroni di sostegno delle mura- ria danneggiate, nelle quali riscontrò lesioni e spiombi delle ture esterne. Complessivamente, per il ripristino degli edifi- murature esterne, sconnessioni dei tetti, fenditure nelle ci fu valutata necessaria la spesa di 143 scudi. pareti interne e caduta di architravi di finestre. Per i lavori Scopoli: borgo fortificato del territorio di Foligno. L’abitato di ripristino, consistenti nel rinforzo delle murature esterne fu gravemente colpito: secondo la perizia redatta dall’archi- con la costruzione di speroni, e nella risistemazione delle tetto Neri, 1 casa crollò totalmente, altre 18 abitazioni, un coperture dei tetti fu valutata necessaria la spesa di 82 mulino e un edificio adibito a tintoria furono danneggiati da scudi. crolli parziali dei muri, lesioni, distacchi e spiombi delle Pupaggi: villaggio del territorio di Sellano. L’abitato fu note- murature esterne; dalla caduta totale o parziale e da gravi volmente colpito: secondo la perizia redatta dall’architetto sconnessioni dei tetti; da lesioni o dal crollo delle pareti Amadio, 14 case furono danneggiate da gravi lesioni e spac- interne; dalla caduta di volte, solai, fumaioli e degli architra- 108 cature delle murature. Subirono gravi danni anche la chiesa vi di porte o finestre; 2 delle abitazioni danneggiate dovette- 109

1791 ottobre — 1793 aprile Foligno e la sua montagna, Sellano Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

nella demolizione e riedificazione di parti di muri, nell’appo- costruzione di speroni e di archi di contrasto per il sostegno Lo sguardo dei periti sizione di catene e nella costruzione di speroni di sostegno delle murature esterne. Complessivamente, per il ripristino delle murature esterne, nella risistemazione delle coperture degli edifici fu valutata necessaria la spesa di 212 scudi. Per potere mettere la Camera pontificia davanti alle sue responsabilità, le comunità locali, attraverso i loro dei tetti. Complessivamente, per il ripristino degli edifici fu Vio: villaggio del territorio di Sellano. L’abitato fu gravemen- rappresentanti di governo, chiesero che i danni fossero descritti e valutati da architetti esperti. Tali valu- valutata necessaria la spesa di 147 scudi. te colpito: secondo la perizia redatta dall’architetto Amadio, tazioni in questo caso furono fatte non solo stimando il danno economico in scudi, baiocchi e paoli, ma Sterpare: villaggio del territorio di Sellano. L’abitato fu 11 case furono danneggiate da gravi lesioni, spaccature, anche descrivendo la tipologia dei danni. È questo elemento a consentire oggi una valutazione degli effet- notevolmente colpito: secondo la perizia redatta dall’archi- distacchi e spiombi delle murature. I lavori di ripristino ti di quelle scosse in termini molto realistici. Per poter valutare quei danni è quindi necessario assumere tetto Amadio, 5 case furono danneggiate da gravi lesioni e necessari consistevano nella riedificazione di parti di muri, cadute di parti delle murature. I lavori di ripristino necessa- di architravi di porte e finestre, di volte e solai, nell’apposi- lo “sguardo” dei periti come metro di valutazione. ri consistevano nella riedificazione di parti di muri e di archi- zione di catene e nella costruzione di speroni di sostegno I periti autori di questi rilievi non sono illustri architetti, come quelli che periziarono pochi anni prima gli travi di porte, nell’apposizione di catene e nella costruzione delle murature esterne; in un caso si doveva demolire il edifici di un’altra città pontificia colpita da un terremoto, Rimini – si trattava infatti di Valadier e di Mori- di speroni di sostegno delle murature esterne. Complessiva- “palombaro” rialzato sul tetto della casa. Complessivamente, gia (Guidoboni e Ferrari 1986) – tuttavia i loro nomi sono ugualmente rimasti legati alla valutazione di un mente, per il ripristino degli edifici fu valutata necessaria la per il ripristino degli edifici fu valutata necessaria la spesa di evento assai importante per la storia urbana dei centri colpiti, siano stati essi città o piccoli paesi. spesa di 60 scudi. 281 scudi. L’architetto Filippo Neri fu incaricato dalla comunità di Foligno di periziare, oltre al palazzo priorale, gli Verchiano: villaggio del territorio di Foligno. L’abitato fu Volperino: villaggio del territorio di Foligno. L’abitato fu edifici dei paesi della collina e della montagna ad est della città, che furono i più colpiti dal terremoto. Il notevolmente colpito: secondo la perizia redatta dall’archi- gravemente colpito: secondo la perizia redatta dall’architet- tetto Neri, 26 case furono danneggiate da lesioni e spiombi to Neri, 25 case furono danneggiate da crolli parziali di muri documento tecnico che redasse mostra con evidenza l’accuratezza del suo rilievo descrittivo, la pignole- delle murature esterne, alcune delle quali minacciavano di e tetti; lesioni, distacchi e spiombi delle murature esterne; ria dei conti, la sistematicità con cui organizzò la perizia, che fu poi trasmessa agli atti della comunità di crollare o erano cadute parzialmente; da sconnessioni dei sconnessioni dei tetti e caduta dei fumaioli; fenditure nelle Foligno e della Camera pontificia. L’architetto visitò complessivamente 17 fra villaggi e borghi fortificati, tetti e caduta dei fumaioli; da fessure nelle pareti interne e pareti interne e caduta di architravi di porte; 3 edifici dovet- senza trascurare i relativi “annessi”, cioè chiese rurali, casini signorili, osterie, casali sparsi nei rispettivi caduta di architravi. I lavori di ripristino necessari consiste- tero essere parzialmente demoliti. territori. Complessivamente valutò i danni di circa 300 edifici, annotando per ognuno il nome del pro- vano nella demolizione e riedificazione di parti di muri, nel- La chiesa parrocchiale aveva subito gravi danni nelle mura- prietario, i danni rilevati, gli interventi di ripristino necessari e i costi preventivabili. Dalla sua perizia, l’apposizione di catene e nella costruzione di speroni di soste- ture esterne ed era giudicata pericolante, il campanile era datata 19 novembre 1791, risultano danni per un totale di 17.046 scudi. gno delle murature esterne, nella risistemazione delle coper- sconnesso, la volta doveva essere parzialmente demolita; ture dei tetti; in 3 casi si doveva demolire il “palombaro” rial- l’annessa canonica aveva i muri esterni fortemente indeboli- L’architetto Francesco Amadio, incaricato dal governatore di Spoleto di periziare gli edifici della “terra” di Sel- zato sul tetto della casa. Complessivamente, per il ripristino ti e lesioni nelle pareti interne, una delle quali doveva esse- lano, dei “castelli” di Orsano e Apagni e dei villaggi dei rispettivi territori, redasse un documento di imposta- degli edifici fu valutata necessaria la spesa di 493 scudi. re demolita. I lavori di ripristino necessari consistevano nella zione analoga, ma molto più sintetico, limitandosi spesso ad annotare soltanto gli interventi di ripristino Villamagina: villaggio del territorio di Sellano. L’abitato fu demolizione e riedificazione di parti di muri e di tetti; nel- necessari e i relativi costi, senza descrivere direttamente il danno rilevato. La sua perizia è accompagnata da notevolmente colpito: secondo la perizia redatta dall’archi- l’apposizione di catene di ferro e nella costruzione di spero- una introduzione nella quale affermò che le abitazioni da lui visitate, per stessa ammissione dei proprietari, tetto Amadio, 8 case furono danneggiate da gravi lesioni e ni di sostegno delle murature esterne; nella risistemazione erano già state indebolite da terremoti precedenti (1767, 1785, 1789) e di essersi pertanto limitato, “a scan- spaccature delle murature. Subì gravi danni anche la chiesa delle coperture dei tetti; in 3 casi si doveva demolire il zo di più rilevante dispendio”, a considerare soltanto i danni causati dal terremoto del 1791 e i restauri stret- parrocchiale, dove furono riscontrate estese lesioni nella fac- “palombaro” rialzato sul tetto della casa. Complessivamente, ciata. I lavori di ripristino necessari consistevano nella riedi- per il ripristino degli edifici fu valutata necessaria la spesa di tamente necessari a restituire l’abitabilità agli edifici. Le sue stime risultano pertanto, a fronte di danni sostan- ficazione di parti di muri, nell’apposizione di catene, nella 493 scudi. zialmente comparabili, sensibilmente minori di quelle dell’architetto Neri. Amadio visitò complessivamente 18 paesi valutando i danni in 180 edifici. La sua perizia, datata 12 dicembre 1791, rilevò danni per 4.110 scudi.

Fig.48 Villa Magina, chiesa parrocchiale: crolli parziali e puntellamenti a causa delle scosse del set- tembre-ottobre 1997. Questo edificio subì gravi danni anche per il terremoto del 1791. La continuità abitativa fra fame e interventi parziali I priori di Foligno e il gonfaloniere avviarono subito, appena una decina di giorni dopo la scossa dell’11 otto- bre, le prime pratiche per organizzare interventi economici che avrebbero potuto rendere attuabile la rico- struzione nei luoghi più colpiti, sollevando le comunità locali dai pesanti tributi fiscali. Il segretario di Stato, cardinale de Zelada, mantenne rapporti costanti con la comunità di Foligno e con il cardinale Antemori, “protettore” della città, e con il vescovo di Foligno, monsignor Trenta, che risiedeva a Terni. Anche per i paesi che facevano capo al governatore di Spoleto si cercò di avviare il “circolo virtuoso” delle perizie e degli sgravi fiscali. L’erario pontificio in quegli anni era sottoposto a notevoli pressioni da parte delle comu- nità locali proprio a causa dei terremoti che avevano colpito diverse e importanti città del suo territorio nel precedente decennio: nel 1781 le Marche e la Romagna, nel 1786 Rimini, nel 1789 Città di Castello. Gli “sconti” fiscali, l’esonero da tasse o da debiti precedentemente contratti dovevano perciò essere richiesti con particolari attenzioni procedurali e da personaggi già ben introdotti nella burocrazia pontificia. Il contesto economico dell’area era in quegli anni molto difficile: scarsi raccolti e il conseguente aumento dei prezzi dei beni di prima necessità stavano riducendo alla fame le popolazioni residenti. Ancora alcuni anni dopo, nel 1793, la situazione restava allarmante: gli abitanti dei villaggi e dei paesi appartenenti alla città di Foligno avevano mandato dei loro rappresentanti per trattare con l’“abbondanziere” di Foligno, canonico Paolucci, un soccorso alimentare. La riparazione delle case in rovina appariva quasi secondaria davanti all’incertezza della sopravvivenza stessa. Dalle fonti analizzate risulta che l’intervento del gover- no centrale si limitò all’invio di una sovvenzione di 2.000 scudi a favore dei paesi danneggiati del territo- 110 rio di Foligno, a fronte di danni stimati, come visto, di oltre 17.000 scudi, e negò qualsiasi sgravio fiscale. 111

1791 ottobre — 1793 aprile Foligno e la sua montagna, Sellano Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Fig.49-50 Esempi di “palombare” in alcuni disegni del XVI secolo (Biblioteca Augusta di Perugia, Cipriano Piccol Passo, cit.). Fig.51-52 Esempi di “palombare” in alcuni disegni del XVI secolo (Biblioteca Augusta di Perugia, Cipriano Piccol Passo, cit.).

Le “palombare” perdute ☞

Fra i molti effetti distruttivi del terremoto del 1791 va rettangolari, mentre soltanto nelle prime si trova il tet- superiore, sono intonacate e imbiancate. L’interno può bovino e dei concimi, la preoccupazione maggiore di ricordato, per la sua peculiarità, il danneggiamento dif- to a quattro pioventi, che dà alla palombara una più avere tre, quattro o cinque piani, con un vano ciascuno. ogni contadino era procurarsi i concimi stessi. fuso di un gran numero di “palombare”. Definita nella nobile forma architettonica, richiamando certe costru- A prima vista l’esistenza della torre colombaia non cam- A partire dalla fine del Settecento, le palombare sem- zona, e nelle perizie dell’epoca, “palombaro” o “palom- zioni urbane del Trecento o del Quattrocento. Si fa più bia niente nella struttura della casa rurale, ma un più brano ormai condannate. Ma prima di scomparire, la bajo”, la palombara è un tipo di edificato diffuso nel Sei- frequente a nord di Spoleto, infine, il tetto a un solo attento esame mostra come la torre abbia nell’ordina- palombara si trasforma: si chiudono i fori che servivano cento e nel Settecento in Umbria, in particolare nello piovente, che nella sua forma più rudimentale ha la mento della casa un ruolo di prima importanza e rap- al passaggio dei piccioni, si apre una finestra e si ottie- Spoletino, e in misura minore nelle regioni circostanti: grondaia sporgente dal solo lato più basso, dove si tro- presenti l’elemento base, intorno al quale si sono suc- ne così una stanza o un magazzino; se l’edificio è trop- si tratta di una torre la cui parte superiore serve da pic- vano le aperture per il passaggio dei piccioni; in alcuni cessivamente aggiunte le altre costruzioni: deriva da ciò po vecchio, il vano viene abbandonato. È anche questa cionaia, ma il nome comprende spesso, nell’uso comu- casi i muri sugli altri tre lati si alzano di 30 o 40 cm una infinita varietà di tipi, per cui ogni casa ha un aspet- incuria progressiva a rendere le palombare facile bersa- ne, tutto l’edificio che ospita la struttura. Le palombare sopra la copertura di tegole e proteggono così il tetto, to e una “personalità” diversi da tutte le altre. A volte, glio per le distruzioni sismiche, come quelle apportate si trovano sparse nella pianura e nella collina e spesso lasciandolo esposto solo verso sud o sud-est. Questa la palombara si erge isolata, come una torre di guardia, dal terremoto del 1791. Una volta lesionata, la palom- anche all’interno dei paesi; in misura minore erano pre- particolarità di costruzione si presenta anche nel tetto talora l’ampliamento dell’edificio ha interessato un solo bara minacciante il crollo incombe su tutte le parti senti nei villaggi di montagna. a due pioventi, ma in questo caso sono i due muri del lato e la torre si è venuta a trovare su un angolo, oppu- aggregate intorno ad essa, e non di rado deve essere La palombara, secondo gli accurati studi di Bonasera comignolo che si alzano sopra il tetto formando due re la casa si è ingrandita su due, tre o anche quattro lati demolita per garantire la sicurezza del resto dell’edifi- (1955), ha forma di torre quadrata o quasi quadrata, opposti frontoni. della palombara, in epoche diverse. Sembra comunque cio: il fatto assai comune che, nelle case isolate come mai rotonda, con lati di 6-7 metri, un’altezza che in La grondaia sembra talvolta sostenuta da piccole men- che l’alta torre favorisca le costruzioni addossate: gli nei casali, i tetti siano spesso a differente altezza può genere supera di soli 3 o 4 metri i tetti circostanti, e sole, ma l’elemento architettonico più diffuso è una annessi, che nella casa normale di tipo rettangolare si derivare proprio dalla soppressione di molte torri. muri di spessore variabile da 60 a 80 cm, quasi sempre specie di cornicione che, un metro circa sotto la gron- staccano più facilmente dal corpo principale, nella casa Nonostante la nota prosaica della loro probabile funzio- più spessi, quindi, di quelli del resto della casa. Non si daia, circonda la palombara. Fatta di pietre o di matto- a palombara restano in genere uniti ad esso. ne originaria, le palombare, col loro passato misterioso tratta di una semplice piccionaia aggiunta sopra l’ulti- ni sporgenti, essa non è solo un elemento estetico, ma Perché le palombare? Nell’edilizia povera contadina e il loro aspetto suggestivo, rimangono un’affascinante mo piano, ma di una solida costruzione, tutta d’un pez- è costruita perché i piccioni vi si possano posare; solo tutto è calcolato da un punto di vista pratico: una parte particolarità architettonica della zona. Non sono certo zo dalle fondamenta alla sommità del tetto, qualunque raramente circonda tutta la torre e più spesso si trova così importante dell’edificio, per il costo della sua soltanto i terremoti i responsabili della loro progressiva sia la disposizione degli edifici riuniti (si vedano alcuni su due, tre o un solo lato, sempre quello verso sud. Può costruzione e il posto che occupa, deve avere una ben scomparsa: più semplicemente, esaurita la loro funzio- disegni sopra). avere anche forma spezzata, come una scalinata con la precisa ragione d’essere. Da più di un secolo non se ne ne storica le strutture si avviano a un inevitabile decli- Le forme del tetto sono varie: la più comune è quella a parte più alta sul comignolo e la più bassa sulla faccia- costruiscono più e molte sono abbandonate; pochi pro- no, che i danni causati dagli eventi sismici non fanno due pioventi simmetrici, la cui pendenza e direzione ta, e alcune torri hanno due file di cornicioni. Al di prietari ci tengono ancora colombi: la ragione della dif- che affrettare. Eppure, nella peculiarità e nel fascino ripetono spesso quella del tetto della casa; i pioventi sopra del cornicione vi sono i fori per il passaggio dei fusione di questa struttura architettonica va dunque delle palombare c’è il germe di una valorizzazione stori- possono tuttavia anche essere asimmetrici, e la loro piccioni e, un po’ più in alto, una apertura a forma di cercata nel passato. L’ipotesi più accreditata è la meno ca e artistica, perché non vengano davvero del tutto pendenza perpendicolare alla facciata principale. Que- rosone per facilitare la circolazione dell’aria nella romantica: concime. Fino allo sviluppo delle colture “perdute” non solo fra le macerie dei terremoti, ma sta forma si ripete sia nelle torri quadrate sia in quelle colombaia. Le pareti della torre, almeno nella sua parte foraggere, e di conseguenza all’aumento del bestiame anche sotto la polvere del tempo e dell’indifferenza.

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1791 ottobre — 1793 aprile Foligno e la sua montagna, Sellano Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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1799 28 luglio Camerino e il suo territorio Sono state inoltre consultate anche storie locali, che riprendono, senza ulteriori approfondimenti, le infor- mazioni conservate nella prima storiografia ottocentesca. La bibliografia storiografica ha attinto spesso alla documentazione amministrazione per dar conto di vari Come sfondo, le insurrezioni antinapoleoniche, in primo piano 104 morti, centinaia aspetti di questo terremoto: Marcaccini (1968), Bonifazi (1976) e Corradini (1979) contengono testimo- di feriti, e le inesauste richieste delle amministrazioni locali solo parzialmente accol- nianze sul restauro della chiesa di S.Venanzio di Camerino; Montironi (1979) e Barbieri (1979) hanno ana- te. Le perizie dell’architetto Andrea Vici, allievo di Vanvitelli, forniscono ordinata- lizzato l’opera di ricostruzione di Vici nel duomo di Camerino; Cartechini (1979) ha esaminato l’impatto mente le cifre di un terremoto distruttivo: crollate o inabitabili molte case di Came- dell’evento nel contesto sociale del tempo e le risposte da parte delle istituzioni di Camerino. Inoltre Per- galani (1984), Pergalani et al. (1985), Paciaroni (1989) e Bittarelli (1996) hanno fornito elementi sugli rino, gravemente danneggiata una parte rilevante del suo patrimonio artistico. Alcu- effetti e sul contesto storico. ni paesi vicini furono quasi completamente distrutti.

Gli effetti: case “squarciate” a Camerino, crolli e lesioni in altri paesi Le fonti Questo terremoto colpì il territorio di Camerino con tre forti scosse, percepite dalla popolazione con vio- Una approfondita ricerca archivistica e bibliografica ha portato al reperimento di numerose fonti dirette lenza crescente nello spazio di nove ore (le fonti hanno come punto di osservazione Camerino): la prima che hanno permesso di delineare sia gli effetti sismici sia il complessivo impatto dell’evento nella società. avvenne il 28 luglio alle ore 13:05 TU ca. (18 italiane), non fece alcun danno, e fu sentita in una vasta area Per quanto riguarda gli effetti a Camerino, nella Sezione di Camerino dell’Archivio di Stato di Macerata delle Marche e dell’Umbria. La seconda scossa alle ore 18:05 TU ca. (23 italiane) più lunga e più forte, sono stati reperiti 12 documenti, fra cui 7 perizie riguardanti edifici pubblici e una relazione, che testi- causò diversi danni agli edifici. La scossa principale, che causò le maggiori distruzioni, avvenne alle ore moniano puntualmente sugli effetti nella città. Si tratta di memoriali, promemoria e corrispondenze. Un 22:05 TU ca. (3 di notte, in orario all’italiana) e durò 6 secondi. Varie scosse si susseguirono per circa un contributo di particolare interesse per la stima dei danni a Camerino è stato fornito da 7 perizie riguar- mese. danti edifici pubblici, una redatta dall’architetto Amadio, riguardante la torre pubblica, le altre 6 dall’ar- Gli effetti cumulativi risultarono particolarmente distruttivi a Cessapalombo, Camerino, San Ginesio e San chitetto Andrea Vici, allievo di Vanvitelli, riguardanti il palazzo pubblico, la torre pubblica, l’Università, le Severino Marche. porte del Carmine e di Baldo, la chiesa della Madonna delle Carceri. Inoltre, la relazione sui danni, redat- A Camerino, per il quale si dispone del maggior numero di informazioni, i danni maggiori causati dal ter- ta sempre dall’architetto Vici, su incarico del comune di Camerino, costituisce un documento importante remoto riguardarono le abitazioni dei privati cittadini, che in non pochi casi furono dichiarate inabitabili. sull’entità complessiva dei danni locali. Le case sono descritte come “squarciate”; cumuli di macerie ingombravano le strade; solo i piani terreni Sempre nella sezione di Camerino dell’Archivio di Stato di Macerata, sono state esaminate le Riformanze risultarono meno danneggiati. Fu osservato che le case di mattoni, ben costruite e di recente fattura, resi- dal 21 agosto al 30 dicembre 1799 e sono stati individuati 6 documenti che hanno fornito elementi impor- stettero bene, mentre quelle più vecchie, che erano costruite con grosse pietre di cava irregolari, legate tanti sugli effetti a Camerino e sui provvedimenti presi dalla magistratura cittadina per fronteggiare l’e- con pessime malte, subirono i danni più gravi. mergenza del dopo terremoto. Tuttavia, la documentazione reperita riguarda, come è ovvio trattandosi di documenti ufficiali, nello spe- All’Archivio di Stato di Roma nel fondo Congregazione del Buon Governo (serie II, Atti per luoghi, Came- cifico gli edifici pubblici della città. Il campanile, situato sopra la porta della chiesa dei padri Conventuali rino XVI), sono stati reperiti 2 documenti: la supplica inviata nel 1801 dalle monache del monastero di di S.Francesco, riportò notevoli lesioni, che tuttavia non interessarono l’intero edificio, essendo intatte sia S.Chiara di Camerino al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, cardinale Busca, e la minu- le fondamenta sia il cornicione e la corona sopra i quattro archi delle campane. I danni si ridussero quin- ta dei decreti dello stesso prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo in occasione della visita di a lesioni che interessarono tutto l’edificio dal piano dell’orchestra al piano dei finestroni, lasciando però alla comunità di Camerino del 17 ottobre 1801. intatti i pilastri angolari. Per quanto non tanto grave da rendere necessaria la demolizione, fu rilevata una All’Archivio Segreto Vaticano, nel fondo Sacra Congregatio Concilii, sono state vagliate 6 relazioni invia- spaccatura, che portò il campanile a pendere da un lato, verso la casa dei marchesi Savini, di circa 11 cm, te dai prelati che si succedettero come arcivescovi di Camerino dal luglio 1800 al 31 dicembre 1897, che e dall’altro di circa 4 cm. informano sugli effetti e sui provvedimenti adottati per i restauri di alcuni edifici ecclesiastici. Il palazzo pubblico presentò un distacco delle mostre delle finestre di pietra di peperino non collegate al Gli effetti a San Severino Marche sono attestati da documentazione conservata all’Archivio Segreto Vati- muro, e un simile distacco del pilastro di peperino nell’angolo della facciata verso la piazza del duomo. Si cano nel fondo Sacra Congregatio Concilii: sono stati reperiti 6 documenti costituiti da relazioni di staccò inoltre dal muro tutta la cortina ornamentale di mattoni nel cortile di prospetto all’ingresso: non vescovi inviate al papa Pio VII e da 3 documenti contenenti le sintesi e le osservazioni della Sacra Con- essendo ben collegati in origine al muro di pietra in fondo al cortile, infatti, tutti gli elementi sia portanti, gregatio Concilii. pilastri e archi, sia ornamentali, cornici, ornati di finestre e fondi di mattoni, si erano staccati dal muro. La memoria dell’evento distruttivo, e delle avvenute ricostruzioni nella zona di San Severino, è conserva- Altri muri del palazzo pubblico subirono danni simili: il muro della sala “della Famiglia” verso il cortile e ta anche in due iscrizioni poste una nell’interno della chiesa suburbana di S.Maria del Glorioso, l’altra sulla il relativo muro laterale presentarono due strapiombi di circa 18 cm (circa dieci once), mentre una pen- facciata della piccola chiesa di S.Francesco di Cusiano. denza di circa 25 cm (quattordici once) fu notata nel muro in fondo al palco del teatro, verso la stanza del Gli effetti a Camerino e negli altri centri danneggiati sono inoltre attestati dalla lunga relazione-trattato vestiario. Molto pericolanti risultarono il muro del palazzo pubblico verso il seminario, largo solo circa 67 del medico di Camerino Moreschini (1802), che pur non essendo stato testimone diretto del terremoto, cm (tre palmi), staccato per circa 7 cm (quattro once) dalle mura divisorie di fianco al forno, e un muro raccolse due anni dopo, con notevole accuratezza, molte testimonianze riguardanti gli effetti sulle costru- divisorio scollegato e in pericolo di crollo. Altre lesioni e piccoli distacchi presenti nell’edificio non minac- zioni, sull’ambiente e sulle persone. ciavano ulteriori movimenti o aggravamenti, ma richiedevano urgente manutenzione. Menzioni di effetti locali sono conservate in alcune fonti memorialistiche coeve: nel manoscritto di I danni all’edificio dell’Università interessarono soprattutto le due parti estreme: risultarono infatti stac- Pasquale Ubaldo Benetti conservato alla Biblioteca Comunale “L. Benincasa” di Ancona; nelle memorie cate dall’edificio, e pericolanti erano il muro di facciata sopra il quartiere della Piazza e quello sopra la storiche di Perugia degli anni 1798 e 1799, conservate nell’Archivio storico del convento di S.Pietro di Cancelleria nell’ultima scuola. Cadde la volta sopra la rampa di scale che portava alla Tesoreria, volta che Perugia, nella cronaca del convento di Santa Maria degli Angeli degli anni 1705-1834 (Archivio della Por- sorreggeva il pavimento della prima scuola, di cui collassò in parte anche il soffitto. Nella stanza di pas- 114 ziuncola), e nel “Libro dei morti” della parrocchia di S.Eustachio di Belforte di Chienti. saggio contenente il camino, il terremoto aggravò in maniera definitiva crepe preesistenti nelle mura late- 115

1799 28 luglio Camerino e il suo territorio Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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rali, e si determinò un abbassamento della volta di copertura delle scuole in un corridoio laterale, a causa dell’allontanamento dal muro che la sorreggeva. Due delle porte della città furono danneggiate: della porta del Carmine rimase illeso l’ornato, ma cadde tutta la volta interna insieme a una parte delle mura laterali che la sorreggevano, mentre nella porta di Baldo, oltre alla volta e a parte di un muro laterale, crollò quasi interamente anche l’ornato esterno. Per quanto riguarda quest’ultima porta le riparazioni richiedevano inoltre, per poter garantire una maggiore resistenza dell’edifi- cio, l’impiego di materiali migliori di quelli usati in precedenza, giudicati dall’architetto Vici assai scadenti. La chiesa della Madonna delle Carceri, definita “assai robusta” dall’architetto Vici, subì anch’essa alcuni danni. Cadde un pezzo di pietra dal cornicione superiore, rompendo una porzione del mattonato sotto- stante, e furono lesionati, seppure in maniera non grave, gli architravi di pietra delle finestre del primo ordine. La stanza posta sopra al portico era in pericolo di crollo e le volte di quattro coretti caddero o divennero gravemente pericolanti; risultarono scomposti o mancanti alcuni tratti di grondaia. Nella casa del cappellano furono danneggiati la volta di una stanza, un muro divisorio in mattoni e un angolo. Nel duomo, oltre al tetto crollarono parti della volta e quattro gugliette in pietra che caddero a notevole distanza nell’antistante piazzale. Crollò inoltre il catino della chiesa di S.Venanzio; nella chiesa di S.Maria in Via cadde la cupola e si ebbero lesioni al tetto, alla volta e alle pareti; le chiese e i due monasteri del Carmine e di S.Chiara furono molto danneggiati e divennero inagibili. La chiesa di S.Maria del Carmine fu distrutta. Dalla sommità della chiesa dei padri dell’Oratorio cadde il sostegno di una croce. Riportò danni anche l’ospedale. L’architetto Vici, perito per il comune di Camerino, calcolò in 136.130 scudi la spesa per restaurare la città. Cessapalombo, villaggio di circa 31 nuclei familiari, fu completamente distrutto; le case crollarono dalle fondamenta. Vi furono 9 morti, relativamente pochi rispetto agli effetti, perché la popolazione era stata allertata da scosse precedenti. La torre del castello ebbe le mura squarciate; alcuni pastori osservarono fenomeni luminosi. A San Ginesio crollò parzialmente la torre pubblica alta circa 30 m che cadendo danneggiò la volta della chiesa attigua; la parte alta della torre, con le campane e il cupolino, di oltre 430 kg (circa 1.300 libbre) fu scagliata sulla piazza, per la violenza della scossa, a circa 6 m di distanza dalla sua base; gravi danni alle Fig.53 Camerino: la chiesa cattedrale prima delle distruzioni del terremoto del 1799; la successiva ricostruzione modificò chiese e alle abitazioni; vi furono 5 morti. profondamente l’edificio (da Lo stato di tutti i paesi e popoli del mondo, Venezia 1757). A San Severino Marche ci furono danni a molti edifici: crollò la volta del coro della cattedrale, si stac- carono parti delle volte nelle chiese di S.Agostino e di S.Rocco, rovinò l’oratorio di S.Filippo. Riportarono Colmone: si aprirono lesioni nella chiesa di S.Bartolomeo. Palazzata:si aprirono numerose fenditure nella chiesa di danni gravi le chiese di S.Giuseppe e di S.Giovanni e le chiese suburbane di S.Domenico e di S.Maria del Corsciano: crollò la chiesa parrocchiale di S.Vito. S.Palazia. Glorioso; la chiesa di S.Michele fu distrutta. La statua di Cristo collocata sopra la cappella della Madonna Costa: tutte le abitazioni furono danneggiate più o meno Paradiso:furono gravemente danneggiati un casino signorile nella chiesa di S.Maria del Glorioso ruotò. Il convento di S.Maria delle Grazie, noto anche col nome di gravemente, ma nessuna crollò ad eccezione di una piccola e una casa colonica; crollò parzialmente una piccola chiesa. casa, che crollò parzialmente; la chiesa di S.Paolo subì lesioni Parolito: si aprirono crepe nella chiesa. S.Pacifico, fu uno degli edifici più colpiti. Fu danneggiato il palazzo vescovile e la perizia dell’architetto così gravi che dovette essere demolita. Pioraco: le fonti coeve non menzionano questa località. Monghini valutò il costo della ricostruzione in 1.800 scudi. Furono demoliti i muri del pubblico forno del Cusiano:la piccola chiesa di S.Francesco fu distrutta. Baratta (1901) riporta la comunicazione di un corrispondente pane; subì danni la porta del Peso; la porta di S.Giovanni, crollando, mandò fuori piombo la contigua fac- Elcito:caddero molte case di contadini e l’abitato subì note- locale, tale Ludovico Ludovici, che avrebbe estratto notizie ciata della casa del signor Marantoni. Alla villa Collio si ebbero danni gravi. Vi furono 2 feriti. Nella cam- volissimi danni. sugli effetti di questo terremoto da memorie manoscritte del pagna vicina crollarono molte case rurali e chiese. Fiastra:il paese fu danneggiato in modo non grave. tempo. Benché quindi non verificabile su documentazione Fontecupa:ci furono danni alla chiesa parrocchiale di S.Bia- diretta, il quadro dei danni che emerge è il seguente: alcune gio. case furono rese inabitabili e le altre subirono varie lesioni, Altre località danneggiate Frontale:crollò la chiesa parrocchiale. caduta di comignoli e di qualche parte dei muri più vecchi; Gagliannuovo:da una parziale trascrizione del “Libro dei nelle volte, nella facciata e nel pavimento della chiesa parroc- Barbiato: crollò l’oratorio di S.Maria. i comignoli e i pavimenti delle camere; crollò parzialmente il battesimi” della parrocchia di S.Giuseppe di San Severino, si chiale si aprirono leggerissime lesioni, la canonica divenne Belforte del Chienti: secondo la testimonianza tratta dal monastero di S.Caterina; morirono 3 persone. evince che il villaggio fu quasi interamente distrutto; la chiesa inabitabile; subirono gravi danni la chiesa e il convento di “Libro dei morti” della parrocchia di S.Eustachio ci furono 2 Camporaglia: crollò la chiesa di S.Lorenzo. di S.Croce con l’annessa casa parrocchiale subì danni gravissi- S.Francesco. morti. Cerreto: crollarono alcune case e morirono alcune persone. mi; le 52 famiglie (270 persone) che componevano il villaggio Portolo: crollò la chiesa di S.Anna. Bolognola: si aprirono molte crepe nella chiesa di S.Bene- Cesolo: da una parziale trascrizione del “Libro dei battesi- si accamparono in capanne. Pozzuolo:il paese fu quasi interamente distrutto. detto. mi” della parrocchia di S.Giuseppe di San Severino, si evin- Granali:da una parziale trascrizione del “Libro dei battesimi” Rocca d’Aiello:crollarono due torrioni, uno di cinque e l’al- Cagnore: da una parziale trascrizione del “Libro dei battesi- ce che il villaggio fu quasi interamente distrutto; la chiesa della parrocchia di S.Giuseppe di San Severino, si evince che tro di sette piani. mi” della parrocchia di S.Giuseppe di San Severino, si evin- parrocchiale di S.Maria subì gravi danni. il villaggio fu quasi interamente distrutto. San Casciano:da una trascrizione parziale del coevo “Libro ce che il villaggio fu quasi interamente distrutto; furono Chigiano: la vecchia chiesa parrocchiale di S.Savino fu Letegge:il paese fu quasi interamente distrutto. dei morti” della parrocchia di Cerreto di San Ginesio, si evin- distrutte la chiesa parrocchiale di S.Giovanni, la canonica e completamente distrutta. Mergnano San Savino: cadde una casa. ce che morirono poche persone. la piccola chiesa di S.Maria delle Fontanelle. Colle Amato: la chiesa di S.Michele Arcangelo fu lesionata. Morico: ci furono gravi danni alle abitazioni; in una sola casa San Costanzo da una trascrizione parziale del coevo “Libro Caldarola: gravi danni alle abitazioni; in particolare furono Collicelli: si aprirono numerose fenditure nella chiesa di morirono 13 persone. dei morti” della parrocchia di Cerreto di San Ginesio, si evin- 116 fortemente danneggiate le facciate delle case, caddero tutti S.Michele Arcangelo. Muccia: il paese fu danneggiato in modo non grave. ce che morirono poche persone. 117

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Santa Maria degli Angeli: riportò qualche lieve danno il Serravalle di Chienti: il paese subì danni non gravi. rità centrale all’emergenza delle zone colpite. Un consistente aumento dei costi della manodopera rese convento. Le scosse replicarono due o tre volte nella notte. Serrone: da una parziale trascrizione del “Libro dei battesi- ancora più difficoltosa la ripresa. Dieci giorni prima, il 18 luglio 1799 alle ore 7:45 TU ca. (12 mi” della parrocchia di S.Giuseppe di San Severino, si evin- Non si hanno notizie di soccorsi immediati organizzati dal governo centrale. La gravità di questa carenza e mezza in orario all’italiana), fu avvertita una forte scossa ce che il villaggio fu quasi interamente distrutto; crollò la istituzionale si può misurare sul tono delle comunicazioni pubbliche inviate dalle autorità di Camerino alle che causò spavento e nessun danno; alle ore 20:45 TU ca. chiesa di S.Lucia. (ore 1 e mezza di notte, in orario all’italiana) ne fu avvertita Statte: il paese fu quasi interamente distrutto. istituzioni centrali dello stato pontificio, e anche sulla dissertazione del medico Moreschini, che fu molto una più forte che causò qualche danno in alcune celle, nella Stigliano: da una parziale trascrizione del “Libro dei batte- eloquente nel sottolineare il ruolo della iniziativa privata e personale dei cittadini di Camerino nell’opera di libreria e nella chiesa. simi” della parrocchia di S.Giuseppe di San Severino, si evin- ricostruzione. Tuttavia si ottennero infine alcune risposte dall’autorità centrale, in parte grazie alla pervi- Sarnano: gravi danni diffusi alle abitazioni, e 6 vittime, alcu- ce che il villaggio fu quasi interamente distrutto; caddero le cacia e alla intraprendenza della comunità di Camerino nel proporre soluzioni economiche e nel richiede- ne persone morirono nella parrocchia di S.Agostino. chiese di S.Giovanni Battista e di S.Damiano. re provvedimenti, anche alternativi alla sovvenzione diretta, che permettessero di porre riparo ai danni. Serralta: gravissimi danni alle chiese di S.Stefano e di Tabbiano: crollò la chiesa di S.Lorenzo. Nella seduta del consiglio cittadino del 21 agosto 1799 il primo problema ad essere affrontato fu quello S.Apollinare che risultarono fatiscenti e coi tetti sfondati. Torricella: il paese fu quasi interamente distrutto. dei senza tetto e su proposta del consigliere Cucchiaroni fu deciso di dare loro aiuto concedendo “quelle

Fra Napoleone e il papa: un contesto di distruzioni e danni gravi Il territorio di Camerino era parte dello stato pontificio, occupato in quel periodo dalle truppe napoleoni- che; erano infatti gli anni in cui in Italia si susseguivano gli esperimenti giacobini, contrastati dalla resi- stenza dei governi legittimi e dei loro alleati esteri. Nei mesi precedenti al terremoto il clima politico e sociale era caratterizzato da un’estrema agitazione e il popolo insorse contro i Francesi, che furono cac- ciati da Camerino. In seguito la città fu nuovamente occupata dalle truppe napoleoniche, e ci furono nuove insurrezioni antifrancesi circa un mese dopo il terremoto. I morti accertati furono complessivamente 104, di cui 43 a Camerino, che all’epoca aveva circa 6.000 abi- tanti, 13 a Morico, 9 a Cessapalombo, 6 a Sarnano, 5 a San Ginesio, 3 a Caldarola, 2 a San Severino Mar- che, 2 a Belforte di Chienti. I feriti furono molti: 453 solo a Camerino (circa il 7% della popolazione). Tut- tavia fu rilevato che, rispetto alla gravità dei danni, i morti e i feriti furono relativamente poco numerosi, perché gli abitanti erano stati allertati dalle scosse precedenti e si trovavano per lo più all’aperto. Il terremoto impose un’emergenza economica su una situazione politica e amministrativa già gravata da altri gravi problemi. Nel promemoria redatto dalla comunità di Camerino per il cardinale Antonelli, “pro- tettore” della città, vengono ricordati tre fondamentali oneri economici che si affiancavano in quel perio- do alle spese di ricostruzione conseguenti al terremoto: la pubblica annona, l’approvvigionamento per le truppe in transito nel territorio di Camerino, e le spese per il mantenimento dell’Università, in quel momento chiusa per mancanza dei fondi, sospesi a causa dei moti rivoluzionari. Il primo problema fu in parte risolto con una tassa straordinaria sull’estimo, sul mercato e sul bestiame, mentre per l’approvvigio- namento delle truppe si auspicò che venisse richiesto di contribuire alle spese anche alle vicine città di Fabriano, Matelica, Nocera Umbra e Norcia. Fu “implorato” invece un sussidio per le riparazioni dei danni. La città di Camerino versava già una tassa annuale di 516 scudi per sovvenzionare la ricostruzione di Rimi- ni e di Città di Castello per i terremoti che le avevano colpite rispettivamente nel 1786 e nel 1789; tali even- ti sismici furono definiti dalle autorità locali “di gran lunga inferiori” a quello che aveva colpito Camerino. I contraccolpi del terremoto non furono facili da assorbire e le ripercussioni sull’economia locale conti- nuarono ad essere avvertite per lungo tempo. L’industria della produzione dei tessuti in seta, per cui la città di Camerino era rinomata, fu gravemente danneggiata dall’emigrazione di numerose famiglie di lavo- ratori dalla città, dal crollo o dai danni subiti da alcuni degli edifici per la lavorazione e dalla distruzione di numerosi macchinari. Anche la vita culturale della città risentì del terremoto: l’interruzione delle attività didattiche nella rino- mata Università fu motivo di preoccupazione per le autorità municipali. In realtà le suddette attività erano state già compromesse dagli sconvolgimenti rivoluzionari, e soprattutto dalle loro ripercussioni sui fondi statali destinati all’istruzione.

Interventi istituzionali: vaghe risposte a precise domande Le gravi tensioni sociali e politiche dovute alle lotte fra insorti e occupanti napoleonici, poco prima e dopo 118 il terremoto, non favorirono la ricostruzione, e soprattutto rallentarono la risposta istituzionale dell’auto- Fig.54 28 luglio 1799: localizzazione dell’epicentro e degli effetti più gravi. 119 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

porzioni di case, rimesse o altre camere che avanzano ai nostri bisogni”. A tale scopo venne nominata una commissione composta di due nobili e due cittadini per sovrintendere alla requisizione ed assegnazione 1799: le stime dei danni dell’allievo di Vanvitelli degli alloggi. Tale provvedimento ebbe però un’applicazione parziale e limitata nel tempo: passato il primo momento dell’emergenza e della generosità, infatti, i proprietari cominciarono a rivolgersi ai giudici per Secondo le perizie dell’architetto Andrea Vici, allievo preventivi relativi alle spese di ricostruzione, per un riavere le loro case. di Vanvitelli, nella città di Camerino il preventivo per totale di 136.130 scudi di spesa prevista, sono inoltre Sempre nella seduta del 21 agosto il consiglio comunale dovette prendere provvedimenti contro il rialzo le spese relative alla ricostruzione di alcuni edifici di così dettagliati: dei prezzi dei materiali edilizi; furono date disposizioni in merito allo sgombero delle strade; venne deci- proprietà del comune, valutate in totale a 1.396 scu- 52.900 scudi per ricostruzioni relative alle case di pri- sa la riparazione del forno pubblico, del palazzo pubblico e della chiesa della Madonna delle Carceri. I di, risultava così suddiviso: vati proprietari e dei poveri della città e dei sobborghi 400 scudi per le riparazioni del palazzo pubblico (39%); fondi per il restauro del palazzo pubblico furono anticipati da privati cittadini, in seguito la mancanza di (29%); 48.730 scudi per ricostruzioni relative alle case abita- fondi costrinse a sospendere i lavori. Accanto a questi problemi urgenti vi erano anche quelli relativi alla 76 scudi per le riparazioni alla torre pubblica (5%); te o locate dai possidenti benestanti (36%); situazione politica: rifornimenti alle truppe austriache in transito lungo la via Flaminia, normalizzazione 445 scudi per le riparazioni all’Università (di cui 392 34.500 scudi per ricostruzioni relative agli edifici pub- della vita amministrativa in tutti i suoi aspetti. Allo scopo di avere una visione dei danni più generale, indi- scudi da pagarsi a spese dell’Università, e 53 scudi a blici della cattedrale, della collegiata di S.Venanzio, spensabile per avviare la ricostruzione, il consiglio comunale del 12 dicembre 1799 decise di affidare spese della Tesoreria, i cui uffici furono in parte inte- della chiesa Madonna delle Carceri, del palazzo pub- all’architetto Vici l’incarico di svolgere un accurato sopralluogo a Camerino per accertare e stimare i ressati dai crolli) (32%); blico, della torre pubblica, delle porte del Carmine e danni. 343 scudi per le riparazioni alle porte del Carmine e di Baldo, e dell’Università (25%). Le prime richieste della municipalità di Camerino furono indirizzate al comitato del governo provvisorio di Baldo (178 scudi per la porta del Carmine, 165 scu- In queste stime non furono compresi i costi relativi della repubblica Romana, e riguardavano la sospensione di aggravi fiscali, permessi di conio, permessi di di per la porta di Baldo), con un’ulteriore spesa di cir- alla pulizia e alle decorazioni interne, ai lavori di fale- utilizzo dei materiali preziosi recuperabili fra le rovine, e una sovvenzione di almeno 200.000 scudi; si ca 300 scudi prevista per eventuali miglioramenti nel- gnameria, ai danni agli edifici di proprietà o di com- chiedeva inoltre che parte delle tasse versate dalla comunità di Camerino venisse destinata alle ricostru- la qualità dei materiali, dell’ornato e del disegno del- petenza della Chiesa, e ai Benefici ecclesiastici. Nella la porta di Baldo (24%); stima non furono calcolati nemmeno i danni alle abi- zioni. La risposta dell’autorità centrale fu in parte positiva, sebbene riguardasse di preferenza permessi 132 scudi per le riparazioni alla chiesa della Madonna tazioni di villeggiatura appena fuori città, e a tutto il ed esenzioni, rinviando significativamente le sovvenzioni dirette. delle Carceri (10%). territorio circostante. Queste voci potevano ammon- Un anno dopo, furono richiesti da parte della città di Camerino nuovi provvedimenti. Uno prevedeva l’a- Nel documento redatto da Andrea Vici per riferire in tare, secondo Vici, ad altri 200.000 scudi. bolizione di due conventi, quello dei padri Olivetani e quello dei padri Silvestrini, da lungo tempo estre- generale sui danni subiti dalla città di Camerino, i mamente ridotti nell’organico (un sacerdote ed un laico per ogni convento), al punto da non poter più espletare le funzioni della vita religiosa a beneficio della cittadinanza. Si richiedeva che le rendite annue dei due conventi, che ammontavano rispettivamente a 598 scudi e a 400 scudi, venissero convogliate a Fig.55 Camerino, chiesa di San Venanzio: pianta del progetto di ricostruzione di Luigi Poletti. In nero sono indicate le parti favore delle ricostruzioni. Alcuni attriti e polemiche, peraltro prevedibili, sorsero fra i responsabili della dell’antico edificio che secondo l’architetto pontificio erano da conservare (da Furiozzi 1979). ricostruzione, soprattutto per quanto riguardava la cattedrale e la chiesa di S.Venanzio. Altre richieste Fig.56 Camerino, chiesa di San Venanzio: la facciata in uno schizzo del progetto di ricostruzione contenuto in una lettera riguardavano sgravi fiscali, come il condono della tassa che Camerino pagava per i terremoti di Rimini e di Luigi Poletti al marchese Amico Ricci, inviata da Roma il 2 gennaio 1842 (Biblioteca Comunale “Mozzi-Borgetti” di Mace- di Città di Castello, e l’esenzione da tasse riguardanti la tenuta della “Rancia”. rata, Manoscritti, 1071, 1502/4). Se la situazione non era facile per le pubbliche istituzioni laiche, lo stesso si può dire dei centri religiosi. Le monache del monastero di S.Chiara, raso al suolo quasi completamente dal terremoto, inviarono una supplica al cardinale Busca, prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, affinché condonasse loro “l’imposta di paoli tre per cento”, statale, e quella di uno scudo per cento stabilita dalla comunità di Camerino per far fronte alle spese relative al terremoto stesso. In seguito a una visita ufficiale di sopral- luogo alla comunità di Camerino, il cardinale Busca decretò che si provvedesse all’elargizione di 1.200 scudi per il ripristino della rete viaria e del palazzo pubblico, e di un’altra somma, risoltasi in 900 scudi, per la ricostruzione della cattedrale e della chiesa di S.Venanzio e per ulteriori spese di riedificazione rela- tive ad altri edifici ecclesiastici. A San Severino Marche, in seguito alla caduta nel giugno del 1799 della Repubblica Romana, ci fu un vuoto di potere fino al 14 agosto 1799: la magistratura cittadina cercò di affrontare e di risolvere i pro- blemi più urgenti e decise di far periziare da architetti e capimastri muratori tutte le case della città. Inol- tre decise di prendere severe misure per porre un freno al forte rincaro dei materiali edilizi. Il 26 agosto il consiglio comunale inviò una deputazione alla “Imperial Pontificia Reggenza di Stato” di Macerata con la richiesta di sgravi fiscali, ma dalla documentazione non si evince se essa sia stata accolta o meno.

Riti devozionali a santi patroni sempre più “specializzati” Il terremoto suscitò forti risposte sociali di tipo devozionale, in particolare nei paesi di San Severino Mar- che e di San Ginesio. Fu in seguito a questo evento, infatti, che la comunità di San Severino introdusse la devozione a S.Emidio, ne commissionò un ritratto ed elaborò una teoria secondo cui la città era stata fino- 120 ra preservata dai terremoti grazie ad un leggendario legame di parentela tra Emidio e Severino. 121 ☞ 1799 28 luglio Camerino e il suo territorio Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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☞ A San Ginesio fu eretta a spese municipali, nella navata destra della collegiata, una cappella dedicata al muro della larghezza di circa 90 cm fu spaccato profondamente insieme al pavimento che sosteneva. Sul martire S.Emidio. Inoltre da allora si instaurò la tradizione di un triduo seguito da una processione nella versante orientale del Monte d’Aria, a circa 3,5 km a sud di San Severino, si aprì una profonda voragine sera del 28 luglio. ancora oggi chiamata la “Buca del Terremoto”. Ad Ancona, nella chiesa di S.Maria del Popolo, fu fatto a spese dei cittadini un triduo in onore di S.Emidio.

La ricostruzione 1799: il terremoto sorprende i combattenti I costi della ricostruzione gravarono pesantemente sulle spalle della cittadinanza, data la difficile situa- zione politica che fu in parte causa della lentezza della risposta istituzionale. I lavori furono in compenso Luglio 1799 – I repubblicani francesi e gli Austro- rischi di una battaglia: accelerati grazie all’apporto massiccio di manodopera proveniente dall’esterno del territorio colpito, circa Aretini si contendono il controllo del territorio di “una fiera scossa di terremoto, che fu orrenda e 300 “forestieri”, gratificati da un aumento del salario consueto in ragione dell’urgenza con cui si richiede- Camerino. Il 28 luglio è in corso una battaglia, il cui sensibilissima. Tuttavia dagli Austro-Aretini, i va loro di effettuare i lavori. Nell’agosto del 1800, le ricostruzioni più urgenti erano state effettuate: già svolgimento è delineato nelle memorie storiche di quali non badavano che alla pugna non fu nel 1802 il medico Moreschini dichiarava, peccando probabilmente di ottimismo, del tutto scomparse le Perugia degli anni 1798 e 1799, conservate nell’Ar- avvertita, a riserva di quelli, che si trovavano al tracce del terremoto. chivio storico del convento di S.Pietro di Perugia. Campo di Massiano”. Alcuni strascichi del terremoto risultano invece da una parte della documentazione e dai carteggi ammi- In un primo momento, le sorti della battaglia sem- Un terremoto durante una battaglia, dunque: sem- nistrativi. Nel novembre del 1801 il vescovo di San Severino, Angelo Antonio Anselmi, inviava al papa Pio brano volgere a favore degli Austro-Aretini: bra una coincidenza assai peculiare, ma lo stesso VII una relazione in cui, oltre a descrivere l’estrema povertà in cui il terremoto aveva ridotto lui e la sua “Gli AustroAretini, con indicibile rapidità lavo- fenomeno è ricordato riguardo a un altro terremoto ravano le trincee. Un cannone già avevano distruttivo, quello del 217 a.C. avvenuto durante la comunità, per la necessità di raccogliere i fondi necessari alle riparazioni della chiesa, notificava il persi- impostato rimpetto alla Porta di S.Angelo, e battaglia fra Romani e Cartaginesi vicino al Lago stente stato di degrado delle chiese del castello di Frontale e del villaggio di Gagliannuovo. Il vescovo rife- andavano impostando gli altri nei luoghi di cui Trasimeno. Scrive Livio: “Tantusque fuit ardor riva circa i provvedimenti legali adottati per costringere le popolazioni ad effettuare le operazioni di ripa- sopra parlammo. Il fuoco della Moschetteria era animorum, adeo intentus pugnae animus, ut razione, e chiedeva un intervento istituzionale nella sua opera di persuasione. sempre uniforme, ma molto languido quello dei eum motum terrae [...] nemo pugnantium sense- La ricostruzione della cattedrale di Camerino fu affidata all’architetto Andrea Vici, che dopo avere esa- diminuiti Repubblicani alle Mura”. rit”: “Era tale la frenesia e così concentrato l’animo minato le parti superstiti dell’edificio, redasse tre progetti per la riedificazione. I lavori cominciarono nel Il giorno seguente, tuttavia, qualcosa sembra cam- alla battaglia, che nessuno dei combattenti percepì 1806, alla morte di Vici furono portati avanti dall’ingegnere Clemente Folchi; nel 1823 fu messa in fun- biare nei rapporti di forza sul campo di battaglia: il terremoto stesso” (Liv. 22.5.8). zione una parte della chiesa, che fu aperta al pubblico nel 1832 e ultimata nel 1834. “I Repubblicani scorgendo quanto bene gli In entrambi i casi, l’evento sismico è inavvertito dai Sempre a Camerino, la chiesa di S.Venanzio ebbe una ricostruzione molto lunga e faticosa. Nel 1802 il pre- Austro-Aretini imposti avevano i loro cannoni, combattenti: che sia la verità o che sia parte di una fetto della Congregazione del Buon Governo cardinale Busca affidò all’architetto Piernicoli l’incarico della in specie contro della Porta, si battevano con sorta di agiografia del guerriero si può quantomeno riedificazione. La fase della ricostruzione della chiesa fu ritardata dall’urgente ricostruzione della chiesa maggior accanimento. Atterriti i volontari del- rilevare che la caratterizzazione letteraria del rap- l’impensato sforzo dell’Artiglieria, sebbene la porto fra battaglia e terremoto non è cambiata. Pur cattedrale, da vicende politiche e dalla morte del cardinale Busca e dell’architetto Piernicoli. Nel 1836 l’in- ponessero in canzone, per aver colla sola polve- mutando i tempi, i luoghi, gli eserciti e forse gli carico della riedificazione fu affidato all’architetto modenese Luigi Poletti; la chiesa fu solennemente ria- re tirato, dicendo, che andassero a prendergli le uomini, i cronisti si attengono allo stereotipo e, sep- perta al culto soltanto nel 1875. palle in Arezzo, compresi nondimeno da spa- pure non fanno di due mali un bene, almeno ordina- vento, col favor delle tenebre, incominciarono a no i mali gerarchicamente in modo ben preciso, fuggire, deludendo la maggior parte la vigilanza facendo sì che l’uno “annulli” l’altro. E anche l’ironia Teorie e interpretazioni: torri “paraterremoto” e terremoti guaritori de’ Francesi, tuttoche quelli poste avessero le rimane la stessa: insensibile nel furore della batta- Sentinelle per tutto il Borgo di S. Angelo”. glia a qualunque cosa salvo lo spargimento di san- Il medico Moreschini (1802) interpretò il terremoto nel quadro della teoria dell’elettricismo, allora molto Quando ecco avviene qualcosa di imprevisto, un gue, il prode combattente passa illeso e forse ignaro in voga, richiamandosi, in particolare, alle tesi di Bertholon (1779), che aveva progettato torri “parater- evento che non è normalmente considerato fra i attraverso il terremoto. remoto”, alla stregua di parafulmini rovesciati. Un capitolo dello stesso testo è dedicato ai presunti effetti del terremoto su diverse patologie. Moreschi- ni fa riferimento alla credenza, diffusa all’epoca, che i terremoti fossero causa di malattie epidemiche, per via di certi “vapori” emanati dalla terra durante le scosse. Il medico si propose di dimostrare l’inesattezza di questa convinzione, e anzi sostenne la tesi opposta, portando diversi esempi di malati guariti in segui- to ad un evento sismico. Secondo Moreschini, il “fluido elettrico” liberato dalla terra grazie al terremoto avrebbe infatti agito in maniera benefica su alcune categorie di malati.

Effetti ambientali fra abbagli e realtà Moreschini (1802) riferisce che alcuni fenomeni luminosi furono osservati in concomitanza con l’evento sismico: il più “impressionante” fu notato nella località di Parolito, circa 3 km a est di San Severino Mar- che, e consistette in una vampa di fuoco che, uscita dalla terra, vagò per la campagna incendiando un vec- chio olmo e una capanna. 122 In località I Ponti, nei pressi di Camerino, il terreno apparve smosso e rialzato; in un casino di caccia un 123

1799 28 luglio Camerino e il suo territorio Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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1815 3 settembre Valnerina I mastri muratori al lavoro Dalle perizie risaltano nomi del tutto sconosciuti e tuttavia riconducibili a precisi percorsi di lavoro nel- l’ambito della perizia dei danni: alcuni professionisti si occuparono di interi paesi, come il maestro mura- Un terremoto a lungo sottovalutato dalla sismologia rivela un danno a Norcia detta- tore Feliciano Conti, che valutò i danni ai paesi di Belforte, Corone e Triponzo, i maestri muratori Orazio gliatamente stimato da numerose perizie e sorprendentemente elevato; carente la Marignoli, Giovanni Andreoli e Donato Micocci per il paese di Legogne, i maestri muratori Sebastiano risposta istituzionale per la ricostruzione. Notari e Antonio Maria Maina per il paese di Castelvecchio, i maestri muratori Giovanni e Mariano Andreo- li per il paese di Forsivo e i maestri muratori Luigi e Arcangelo Costarelli per il paese di Montaglioni. Alcune perizie si occupano nel dettaglio solamente di edifici pubblici, ad esempio quelle redatte dal mae- Lo strano caso di un terremoto fantasma stro muratore Lucantonio Giobbi e dai maestri muratori Antonio Piermarini e Girolamo Bernasconi. Altri professionisti esaminarono nel dettaglio esclusivamente edifici di proprietà di privati: i maestri muratori Questo terremoto è stato a lungo vittima di un doppio equivoco, perpetuatosi nella tradizione sismolo- Luigi Costarelli e Domenico Ciotti per due case di Sant’Eutizio, i maestri muratori Giovanni e Sebastiano gica e solo di recente risolto con il reperimento di nuove fonti documentarie: su di esso aleggia infatti Andreoli per due case di Biselli, il maestro muratore Domenico Salvatore per due abitazioni di Norcia. l’ombra dell’inesistente terremoto del 3 settembre 1812. Dovuta probabilmente a un refuso di Secchi Infine, in alcuni casi si nota un interesse più economico che tecnico: piuttosto che dettagliare gli effetti (1860), la menzione di un terremoto avvenuto il 3 settembre 1812 ha per lungo tempo indotto a consi- del terremoto sui singoli edifici, il maestro muratore si limita a stilare un preventivo per le riparazioni. derare due terremoti differenti quello che era in effetti un unico evento sismico erroneamente datato. Questo avviene per interi paesi, come nel caso dei maestri muratori Ilario e Sebastiano Andreoli per i paesi Inoltre l’area epicentrale del terremoto del 1815 è stata a lungo identificata con Roma, a causa della scar- di Collazzone e Serravalle, del maestro muratore Venanzio Andreoli per il paese di Argentigli e dei mae- sità delle fonti. Menzionando soltanto il risentimento della scossa a Roma le notizie lasciavano infatti nel- stri muratori Lucantonio Giobbi e Giuseppe Recchi per il paese di Abeto, o per singoli edifici, come in l’ombra la vera area epicentrale, Norcia e il suo territorio, e inducevano a sottostimare il fenomeno. Que- tutte le 6 perizie del maestro muratore Giovanni Battista Piermarini, che esaminò i danni occorsi ad Agria- ste fonti “incriminate” sono il “Bollettino mensuale dell’Osservatorio Centrale del Real Collegio Carlo no, compresa quella redatta con il maestro muratore Vito Bernasconi. Alberto in Moncalieri” (1892), e la “Gazzetta Piemontese” del 14 settembre 1815, che riportano breve- mente la notizia di una scossa avvertita a Roma in questa data, e furono riprese dai cataloghi di Baratta (1897), Galli (1906), Dall’Olio e Molin (1980). La ricerca ha fatto ora luce sull’evento, delineandone il quadro di effetti. Gli effetti: danni diffusi e costi economici Il terremoto avvenne il 3 settembre 1815 intorno alle ore 23:00 TU, e interessò principalmente la città di Norcia e 19 paesi del suo territorio: Abeto, Acquaro, Agriano, Aliena, Argentigli, Belforte, Biselli, Caiano, Le fonti Castelvecchio, Cerasola, Collazzoni, Corone, Forsivo, Legogne, Montaglioni, Poggio di Croce, Roccanolfi, La documentazione riguardante questo terremoto è stata reperita presso l’Archivio di Stato di Roma e Serravalle e Triponzo. I danni agli edifici non furono di grande entità, ma furono molto diffusi, e interes- negli archivi storici comunali di Norcia e di Cerreto di Spoleto. Per quanto riguarda la documentazione sarono una grande quantità di abitazioni nei paesi, oltre a molti edifici religiosi e pubblici. In genere furo- della Camera pontificia, essa evidenzia quanto e come l’amministrazione centrale fosse coinvolta per il no aggravati dal ripetersi di altre scosse e consistettero soprattutto in lesioni dei muri e nel crollo di cami- rilievo dei danni e per le prime misure di ricostruzione. ni, tegole e parti di tetti; in alcuni casi, a Poggio di Croce, nella chiesa parrocchiale di Legogne, e nell’a- Tale documentazione si compone (i) di 4 verbali di sedute del consiglio generale della città di Norcia, bitazione del signor Giuseppe Buchi a Norcia, crollarono intere pareti e solo per quanto riguarda il paese dei giorni 12 e 19 novembre 1815, 12 gennaio 1816 e 28 aprile 1816, conservati nell’Archivio Storico di Abeto si ha notizia di crolli di interi edifici. Comunale di Norcia, fondo Consigli e Riformanze, vol.145 (1804-1817), e tre verbali di sedute del con- A Norcia crollarono camini, volte e parti di tetti, e vi furono lesioni e crolli di muri. Nelle abitazioni di pri- siglio generale di Cerreto di Spoleto, dei giorni 11 novembre 1815, 3 dicembre 1815 e 16 gennaio 1816, vati le lesioni alle pareti e ai tetti e il pericolo di crolli resero inabitabili, in parte o del tutto, diverse case conservati nell’Archivio Storico Comunale di Cerreto di Spoleto, fondo Consigli e Riformanze, serie costringendo parte della popolazione a un prolungato pernottamento in costruzioni di fortuna. La casa del Consigli (1805-1816) e (ii) della corrispondenza del tesoriere generale monsignor Ercolani coi segre- signor Giuseppe Buchi, accuratamente periziata, risultò gravemente danneggiata e in parte inabitabile per tari della Sacra Consulta Riganti e Ciecalotti, conservata all’Archivio di Stato di Roma, fondo Camerale pericolo di crolli di diversi muri maestri in almeno quattro stanze dell’edificio: il danno complessivo III (Comuni), serie Norcia (1559-1822). Questi ultimi documenti riguardano la grave situazione della ammontava a 200 scudi. La casa del segretario, di proprietà comunale, subì gravi danni, con serie lesioni città di Norcia dopo il terremoto, con particolare attenzione alle condizioni degli edifici pubblici, peri- nei muri e la volta della cantina in pericolo di crollo, per una spesa di 26 scudi per le ricostruzioni. Risultò ziati nel dettaglio, e di un promemoria dello stesso monsignor Ercolani per l’udienza papale relativa pericolante il muro est del palazzo consigliare, sbilanciato di oltre 30 cm (un palmo e mezzo) e fessurato, all’emergenza. Inoltre, la documentazione contiene una supplica dei rappresentanti della comunità di per la cui riparazione fu preventivata una spesa di 183 scudi. Crollò parte del cornicione del palazzo apo- Norcia al segretario di Stato, con la richiesta di sgravi fiscali, esenzioni ed eventuali sussidi necessari a stolico, per 6 m nei muri esterni e per più di 11 m agli angoli dei torrioni, e si aprì un arco del loggiato del far fronte alle spese della ricostruzione, e le relative note della tesoreria generale, in cui si stabilivano cortile: furono danneggiati diversi muri negli appartamenti del governatore e del luogotenente. Le sole le esenzioni da accordare alla comunità. La documentazione comprende anche la corrispondenza dei riparazioni del palazzo apostolico e delle chiese furono preventivate in 362 scudi, mentre furono calcola- pubblici rappresentanti di Norcia con il governatore generale Antonio Irlandieri, e di questi con il segre- ti in 588 scudi i danni alle abitazioni di privati, fra città e campagna circostante. Due le abitazioni private tario di Stato, relativa alle perizie dei danni. Sempre presso l’Archivio di Stato di Roma, fondo Camera- periziate, per un totale di 161 scudi. le, serie III, sono state reperite 37 diverse perizie di maestri muratori che riportano nel dettaglio i danni Ad Abeto ci furono gravi danni agli edifici, alcuni dei quali risultarono distrutti o inabitabili. Furono dan- agli edifici e le spese preventivate per la ricostruzione nelle seguenti 20 località del territorio di Norcia: neggiate la chiesa di S.Angelo, per 50 scudi, l’Icona di S.Maria della Neve, per 400 scudi, la chiesa di Abeto, Acquaro di Sant’Eutizio, Agriano, Aliena, Argentigli, Belforte, Biselli, Castelvecchio, Cerasola, S.Maria con annessa casa, per 30 scudi, la chiesa parrocchiale con annessa casa e la casa del predicatore, Cerreto di Spoleto, Collazzone, Corone, Forsivo, Legogne, Montaglioni, Norcia, Poggio di Croce, Rocca per 160 scudi. In totale i danni furono valutati in 640 scudi per le chiese e gli stabili ecclesiastici e in 2.425 Nolfi, Serravalle, e Triponzo. Alcune perizie riguardano interi paesi, con gli edifici religiosi, pubblici e scudi per le 40 abitazioni di privati periziate. 124 l’edilizia abitativa. A Belforte la chiesa parrocchiale fu danneggiata nella facciata est, fessurata nel mezzo della volta, da cui 125

1815 3 settembre Valnerina Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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caddero 150 tegole rompendo 100 piastrelle, e lesionata nei muri; occorsero 70 scudi di riparazioni. Nel Monte Frumentario del paese fu fessurata la volta nella parte centrale e lesionati i muri, per un danno totale di 45 scudi. Danni analoghi, ovvero crolli di pareti e di tegole, e gravi lesioni a muri e volte, furono causati dal terremoto anche alle 4 abitazioni di privati periziate, per un danno totale di 270 scudi. A Castelvecchio vi furono danni ad alcuni edifici, in cui i muri risultarono gravemente fessurati e crol- larono tegole, grondaie e parti di tetti. La pieve fu gravemente colpita, e dovette essere ricostruita per metà, avendo ben tre muri seriamente pericolanti, con una spesa di 250 scudi. Fu molto rovinata la fac- ciata della chiesa parrocchiale, che presentava anche aperture nella volta e crepe nei pilastri; nel campa- nile compariva una lesione da cima a fondo. La spesa per questi due edifici fu valutata in 150 scudi. Furo- no danneggiate la casa parrocchiale, che in parte divenne pericolante, e il palazzo comunale, con lesioni nel pavimento e la facciata est pericolante: i danni furono valutati in 140 scudi. I muri puntellati della porta del paese, già crollata, divennero pericolanti; i danni a questa e al vicino macello ammontarono a 70 scudi. La casa della compagnia del SS.Sacramento subì gravi danni al tetto e ai muri con danni valutati 25 scudi. Anche le 29 case di privati periziate avevano subito danni gravi, in particolare crollo di camini e parti del tetto, e lesioni nei muri, alcuni dei quali in pericolo di crollo, per una spesa totale preventivata di 1.236 scudi. A Collazzoni la scossa, seguita da altre che aggravarono le distruzioni, causò danni agli edifici, valutati in 902 scudi per chiese ed altri stabili ecclesiastici, e 2.303 scudi per le 30 abitazioni di privati periziate, di cui una in pericolo di crollo. Nella chiesa di S.Giuliana Vergine e Martire si aprirono fessure dal soffit- to al pavimento in tutti e quattro i muri perimetrali, e nei due archi che sostenevano il tetto; furono inol- tre danneggiati i finestroni dell’annesso campanile. Furono danneggiate anche la chiesa della Madonna Santissima delle Grazie, la chiesa della Madonna Santissima della Fonte, la chiesa di S.Antonio da Pado- va, la chiesa di S.Croce, la chiesa di S.Alberto, la chiesa della Madonna Santissima dello Scandolaro, la chiesa di S.Caterina, la casa appartenente alla compagnia del Carmine e le due case appartenenti alla compagnia delle Anime del Purgatorio. A Corone crollarono tegole e parti di tetti e ci furono lesioni ai muri; alcune pareti e volte minacciarono il crollo e dovettero essere puntellate e rinforzate, se non addirittura ricostruite. Le mura della chiesa del paese risultarono pericolanti, per una spesa preventivata di 17 scudi. Furono danneggiati: un mulino, in Fig.57 3 settembre 1815: localizzazione dell’epicentro e degli effetti più gravi. cui cadde il pilastro sottostante le macine, caddero 60 tegole, e furono gravemente lesionati tutti e quat- tro i muri di una stanza; un magazzino, di cui risultarono fessurate tutte le pareti; il macello. Il preventi- vo per le riparazioni di questi edifici fu calcolato in 78 scudi. La somma preventivata per le riparazioni ai crollo, per un danno di 20 scudi; la casa parrocchiale annessa fu dichiarata inabitabile, essendo crollato 12 edifici privati periziati fu valutata 720 scudi. un angolo con mezza facciata, e molte travi del tetto, per un danno di 40 scudi; la stalla e la capanna A Forsivo ci furono danni ad alcuni edifici, in cui i muri risultarono pericolanti o gravemente fessurati e annesse subirono un danno di 20 scudi per il crollo di un angolo dal pavimento alla volta, e per altre lesio- crollarono tegole, grondaie e parti di tetti; nell’abitazione del signor Pietro Petrini furono gravemente ni. Crollò anche la facciata della casa della compagnia della SS.Trinità e cadde una parte di muro soste- lesionate tre facciate e minacciò il crollo un’altra parete laterale, caddero inoltre diverse tegole, per un nente il vano di una finestra, molte lesioni si aprirono nei muri mentre il tetto minacciava di crollare: i danno totale di 100 scudi. Caddero molte tegole e un pezzo di muro della chiesa della Vergine Santissima, danni ammontarono a 40 scudi. La chiesa della Madonna Santissima subì un danno di 30 scudi, per lesio- che fu danneggiata per 25 scudi, mentre nella chiesa di S.Apollinare una colonna uscì dal suo sesto, si ni alla facciata est, al tetto e alla porta, che era pericolante. Crollò un angolo della chiesa di S.Ilario, metà aprirono fessure nei muri e nelle travi del tetto, per un danno di 39 scudi. Una facciata laterale della chie- del campanile e una parte della facciata; la volta si aprì, il danno fu valutato in 90 scudi. Le 11 case di pri- sa di S.Antonio risultò pericolante, come pure un arco di finestra già malsicuro, e caddero 200 tegole: il vati periziate presentarono vari danni, soprattutto lesioni nei muri estese dal soffitto al pavimento, crolli danno fu di 35 scudi. Diverse lesioni dello stesso genere interessarono la canonica, con danni per 40 scudi. parziali di pareti, angoli diroccati, tegole e camini caduti, per un danno totale di 291 scudi. I danni furono valutati in 139 scudi per chiese ed altri stabili ecclesiastici e 484 scudi per il Monte Fru- A Poggio di Croce ci furono notevoli danni agli edifici: crolli di pareti, lesioni nei muri, caduta di tegole, mentario e per le 34 abitazioni di privati periziate, che presentavano muri lesionati, in pericolo di crollo o camini e parti di tetti. I danni furono aggravati dal ripetersi di scosse successive. Nella chiesa parrocchiale di diroccati, tegole cadute e fessure nelle volte. S.Egidio crollò il muro esterno nord e furono gravemente danneggiati i muri esterni est ed ovest; nel cam- A Legogne ci furono danni agli edifici, lesioni e crolli nei muri e crollo di tegole e parti di tetti. Gravi i panile si aprirono varie fessure e crollarono alcuni pezzi del muro sud danneggiando i tetti della chiesa e della danni ai muri portanti, crivellati, in pericolo di crollo o crollati in numerose case. Il danno per le 19 case sacrestia; una lesione si aprì nel muro nord della canonica, di cui fu danneggiato anche il muro est. In tutto periziate ammontò a 987 scudi. La chiesa di S.Martino fu danneggiata nella facciata e nei muri laterali, i danni a questi edifici ammontarono a 250 scudi. Nella chiesa della SS.Annunziata si aprirono gravi lesioni caddero due travi del tetto e il muro principale dell’oratorio; risultò pericolante anche l’annessa casa par- nella volta, nei muri e nella facciata, e in particolare nel muro sud, per un danno di 262 scudi. Nella chiesa rocchiale, per un danno totale di 100 scudi. La chiesa della Santissima Icona presentò fessure in più parti del SS.Crocefisso fu lesionato il muro ovest, si aprirono grosse spaccature nel muro nord, e il piccolo cam- dei muri maestri, una volta si squarciò e l’altra rimase in pericolo di crollo: il danno ammontò a 45 scudi. panile crollò causando danni a tegole e piastrelle dell’edificio sottostante, per un danno totale di 110 scudi. Crollò in diversi punti il tetto della chiesa dell’Assunta, si aprirono grosse fessure in un muro maestro e Una lesione si aprì nel muro ovest della chiesa della Madonna Santissima della Quercia, e fessure meno rile- crollò del tutto l’annesso campanile, per un danno di 70 scudi. vanti negli altri muri dell’edificio, per un totale di 25 scudi di danno. Nel complesso, i danni ammontarono a 126 A Montaglioni la chiesa parrocchiale fu lesionata in molti punti, e il suo campanile risultò in pericolo di 647 scudi per le chiese e gli altri edifici ecclesiastici e a 2.369 scudi per le 23 abitazioni di privati periziate. 127

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

A Triponzo l’incasato fu gravemente danneggiato, anche a causa del ripetersi di scosse successive a quel- di Spoleto avanzò delle richieste presso il vescovo di Spoleto, per ottenere sussidi o almeno esenzioni la del 3 settembre. L’abitazione del signor Ippolito Testa fu danneggiata al punto di minacciare il crollo, in dalle tasse. La tesoreria generale propose, nell’impossibilità di stanziare fondi per l’emergenza, di accor- particolare nella facciata principale, coinvolta dal cedimento della strada su cui si affacciava l’edificio; in dare alle zone colpite l’esenzione per un anno dal pagamento della dativa, una tassa che ammontava a seguito al crollo del muraglione di sostegno del piano stradale, le fondamenta della casa si trovarono, 5.000 scudi. Per valutare appieno la carenza della risposta istituzionale, è sufficiente considerare sempli- infatti, del tutto scoperte e dovettero essere puntellate, per una spesa complessiva di 66 scudi per la sola cemente i costi previsti nelle perizie relative ai 19 paesi per i quali è stata reperita la documentazione. Il abitazione, e di altri 165 scudi per le riparazioni alla strada e al muraglione. Crollò il muro laterale del totale che si ottiene, soprattutto se confrontato con l’entità dell’aiuto concesso, è elevato: 21.650 scudi di ponte situato alla porta del paese che serviva anche da acquedotto, privando del rifornimento idrico parte danni, che, a fronte di un aiuto economico di 5.000 scudi, significa un risarcimento di meno di un quarto della comunità. Il tetto della chiesa di S.Caterina crollò quasi interamente, e rimase pericolante la parte del danno stimato nelle perizie. restante, e anche la facciata presentò gravissime lesioni, per un danno totale di 272 scudi. Furono grave- mente danneggiati i muri laterali della chiesa del SS.Crocifisso, con conseguente instabilità del soffitto e caduta di parte del tetto: i danni ammontarono a 94 scudi. Nella chiesa della Madonna Santissima del Car- Fig.58 Verbale del consiglio del comune di Norcia del 19 novembre 1815: sono menzionati i danni mine, subirono lesioni i muri laterali e, soprattutto, le pareti della sacrestia che minacciava di crollare, con al palazzo consolare, al monastero di San Benedetto e al campanile della chiesa pievana (Archivio danni per quasi 85 scudi. Anche la casa parrocchiale, la casa della confraternita del SS. Crocifisso, e il Storico Comunale di Norcia, Consigli e Riformanze, vol.145, 1804-1817). locale dell’osteria pubblica presentarono lesioni ai muri e danni alle coperture, per un totale di 140 scudi. La casa della cappella del SS.Crocifisso fu trovata in stato pericolante, danneggiata per 70 scudi. La casa della confraternita del SS.Sacramento risultò danneggiata per 69 scudi, e una casetta appartenente alla compagnia della Misericordia di Cerreto, pericolante, fu danneggiata per 13 scudi. La spesa preventivata per la ricostruzione fu di 743 scudi per le chiese e gli altri edifici ecclesiastici, di 1.295 scudi per le 28 abi- tazioni private periziate.

Altre località danneggiate Acquaro: danni ad alcuni edifici, in cui i muri risultarono Cagliano: lesioni alle facciate e ai tetti dell’abitazione di gravemente fessurati e crollarono tegole, grondaie e parti di campagna del signor Arcangelo Bonanni; i danni, calcolati tetti. I danni all’abitazione di privati di cui si richiese una insieme a quelli della casa ereditaria dello stesso proprieta- perizia ammontarono a 150 scudi: la casa risultò lesionata rio nel paese di Triponzo, ammontarono a 55 scudi. nella facciata ovest, nella volta, e con numerosi muri crolla- Cerasola: danni non precisati all’abitazione di Francesco ti o in pericolo di crollo. Benedetti per 50 scudi, e alla chiesa parrocchiale dei Agriano: le perizie reperite per questo paese, esclusiva- Ss.Benedetto e Antonio per 18 scudi. mente monetarie, danno conto dei danni alle abitazioni di Cerreto di Spoleto: furono danneggiati il macello pubbli- privati, che ammontarono a 542 scudi. co, particolarmente al piano superiore, e la Segreteria del Aliena: danni ad alcuni edifici, in cui i muri risultarono gra- Comune. La volta dell’edificio dove si trovava l’archivio vemente fessurati e crollarono tegole, grondaie e parti di necessitò di riparazioni. tetti. La canonica fu danneggiata per un totale di 11 scudi. Roccanolfi: danni agli edifici, crolli e lesioni dei muri. La La chiesa parrocchiale subì danni per 50 scudi, mentre i spesa complessiva per la ricostruzione fu preventivata in danni alle 11 abitazioni di privati di cui si richiese una peri- 108 scudi. zia ammontarono a 131 scudi. San Lazzaro: la chiesa ebbe le pareti fessurate, caddero Argentigli: la perizia è esclusivamente monetaria. Il pre- alcune tegole. La casa del parroco e il magazzino del grano, ventivo per le spese della ricostruzione ammontò a 500 e le stalle, subirono danni analoghi, ovvero crolli di tegole, scudi per l’intero paese. lesioni e rischi di crollo delle pareti, spaccature negli angoli Biselli: la casa del signor Francesco Sembroni, periziata, degli edifici, per una spesa totale di 150 scudi. risultò lesionata in diverse pareti e con due stanze inabitabi- Serravalle: la casa parrocchiale di S.Claudio e la chiesa di li per pericolo di crolli: i danni furono valutati 60 scudi. S.Pietro furono danneggiate, rispettivamente per una Borgo Cerreto: furono danneggiate entrambe le porte del spesa valutata 200 e 100 scudi. Le 44 case private perizia- paese, di S.Francesco e di S.Antonio, il ponte di S. France- te subirono nel complesso un danno economico di 1.821 sco e il tetto dell’osteria pubblica. scudi.

La risposta istituzionale: esenzioni fiscali, non sovvenzioni Il terremoto avvenne in una situazione sociale difficile, caratterizzata da instabilità politica e aggravata dalla scarsità del raccolto di grano dell’annata. Per far fronte ai danni, gli amministratori di Norcia in una supplica a papa Pio VII chiesero all’amministrazione pontificia sgravi fiscali generalizzati e la redistribu- zione ai membri più bisognosi della comunità della parte di tasse pagata dai membri più abbienti. Richie- sero inoltre di fare pressioni sull’amministrazione di Spoleto e sul daziere di Foligno, perché sospendes- 128 sero l’esazione rispettivamente dei dazi camerali e della tassa sul macinato. Anche il comune di Cerreto 129

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

si sulla “Gazzetta Universale” e pubblicarono lettere di corrispondenti dalle località colpite: sono stati uti- 1831 ottobre — 1832 aprile Valle del Topino lizzati i numeri che riportano notizie delle scosse dell’autunno del 1831, a partire dal 27 ottobre, e delle scosse dei primi mesi dell’anno seguente, con i relativi provvedimenti attuati dal governo pontificio. Noti- zie dettagliate sono riportate anche da altre testate: la “Voce della Verità” di Modena, la “Gazzetta privi- Una lunga sequenza sismica caratterizzata da un gran numero di scosse e da danni legiata di Milano”, la “Gazzetta di Genova”, il “Diario di Roma”, la “Gazzetta di Mantova”, il “Giornale del gravi in un territorio sempre più colpito con il passare dei mesi. Assisi fu molto dan- Regno delle Due Sicilie” di Napoli, la “Gazzetta privilegiata di Venezia”. Il terremoto dell’Umbria del 1832 ebbe grande risonanza non solo nello stato della Chiesa, ma in Italia in neggiata. La basilica di Santa Maria degli Angeli fu quasi completamente distrutta; genere. Brevi notizie del terremoto sono contenute in numerose opere storico-memorialistiche locali lunga e travagliata la storia della sua ricostruzione fra problemi tecnici e alterne coeve e in vari cataloghi e studi sismologici: von Hoff (1841), Perrey (1848), Tanzini (1846), Mercalli vicende della risposta istituzionale al disastro. (1883), Serpieri (1888-1889), de Rossi (1889), Baratta (1897, 1901). Un’ampia ricostruzione storica di questo terremoto è stata pubblicata da Sensi (1980); un’analisi storico- Le fonti artistica sulla ricostruzione del santuario di Santa Maria degli Angeli è contenuta in Vignoli (1989); Lun- ghi e Lunghi (1989) hanno presentato importanti elementi della ricostruzione del 1832 dal punto di vista Questo terremoto è attestato da numerose fonti istituzionali e amministrative, da memorie private, da tecnico-architettonico. Per quanto riguarda la bibliografia scientifica, Conversini (1989) ha analizzato relazioni e osservazioni di scienziati del tempo. documenti amministrativi, fornendo la prima sintesi dei danni basata su documentazione archivistica. All’Archivio di Stato di Roma, nel fondo Ministero dell’Interno, Titolo II (Amministrazione pubblica), sono stati reperiti 30 documenti relativi al terremoto. Si tratta dei carteggi intercorsi tra le varie istituzioni delle località colpite e il segretario degli Affari Interni dello stato pontificio, cardinale Gamberini, relativamen- I terremoti sentiti da ottobre 1831 ad aprile 1832 te agli interventi per i soccorsi poi per la ricostruzione. Sempre presso l’Archivio di Stato di Roma, nel fondo Camerale III (Comuni), sono stati reperiti importanti documenti, redatti poche settimane dopo la La sequenza sismica fu caratterizzata dall’ampiezza dell’arco temporale, dalla molteplicità delle scosse e scossa del 13 gennaio 1832, che sintetizzano lo stato dell’edilizia privata di Assisi e del suo territorio rura- dalla diversità di localizzazione dei danni (si veda il grafico di sintesi di Fig.61). le (b.1148), secondo cinque categorie (“dirute”, “inabitabili”, “abitabile in parte”, “in stato mediocre”, “in La scossa del 27 ottobre 1831 fu avvertita a Foligno alle ore 4:30 TU circa (le 11 e tre quarti italiane), durò stato sufficiente”). circa 8 secondi e fu seguita nei giorni successivi da numerose scosse di minore entità. Alle ore 3:15 TU All’Archivio Segreto Vaticano, nel fondo Sacra Congregatio Concilii, sono state reperite 6 relazioni pro- (le dieci e tre quarti italiane) del 6 novembre vi fu una scossa piuttosto forte della durata di circa 10 venienti dalle diocesi di Assisi, Spoleto, Foligno e Bevagna; nel fondo Segreteria di Stato è conservata una secondi seguita da altre due e da numerose repliche nella notte e giorni successivi. lettera del delegato apostolico di Viterbo al segretario di Stato, cardinale Bernetti. La scossa che causò i danni più gravi avvenne alle ore 13 TU del 13 gennaio e diede inizio alla lunga All’Archivio di Stato di Perugia, nel fondo Delegazione Apostolica, sono stati reperiti vari fascicoli conte- sequenza sismica del 1832; alle ore 14 TU dello stesso giorno seguì una replica molto forte avvertita a nenti i carteggi intercorsi tra il delegato apostolico di Perugia e le diverse amministrazioni dei paesi col- Bevagna e a Foligno; fino al 15 gennaio si susseguirono numerose altre scosse. A Foligno sono ricordate, piti; è stata reperita anche la corrispondenza intercorsa tra l’amministrazione centrale e altre località dello oltre a tre prime forti scosse, altre 130 repliche nel corso della giornata del 13 gennaio e della notte suc- stato pontificio e il delegato apostolico, oltre a circolari e documenti ufficiali prodotti dalla delegazione di cessiva. A Spello la prima scossa durò più o meno un minuto e fu seguita da una seconda scossa di qual- Perugia e dalla “Commissione speciale” di Foligno. Tra questi ultimi documenti si trova anche l’edizione che secondo. a stampa del “Voto solenne” della città di Foligno del vescovo Cadolini (precedentemente arcivescovo di Il 18 gennaio alle ore 24 TU fu avvertita una scossa molto forte a Foligno e a Perugia. Forti repliche furo- Spoleto), che fu nominato commissario speciale del governo per i paesi terremotati. Nello stesso fondo no avvertite senza danni nell’area epicentrale nella sera del 22 gennaio, e a Cannara nella notte tra il 24 Delegazione Apostolica, è conservata la documentazione dell’ingegnere capo Cerrini, relativa in partico- e il 25. Il 27 gennaio vi fu una lieve scossa preceduta da un tuono tra le 13:30 e le 14:30 TU ca. (tra le 21 lare alla ricostruzione dei palazzi apostolici di Foligno e di Spello. e le 22 italiane): peggiorò le condizioni del santuario di Santa Maria degli Angeli, della chiesa di S.Fran- Le memorie dal 1830 al 1847 del convento di San Pietro di Perugia, nell’Archivio storico del convento stes- cesco e di diverse case a Cannara, Bastia e in campagna. so, contengono un breve resoconto del terremoto; inoltre nei libri di conto dello stesso archivio è regi- Il 29 gennaio alle ore 18:15 TU (l’una e mezza di notte italiane) una forte scossa causò danni a Trevi. Il 10 strato un pagamento versato al pittore Sassatelli per riparazioni e pitture fatte nella chiesa e nel conven- febbraio furono avvertite due scosse piuttosto forti nell’area già maggiormente colpita, una alle ore 5 TU to in seguito ai danni. (le ore 12 italiane) e l’altra alle ore 10 TU (le ore 17 italiane). Nell’Archivio Vescovile di Foligno si conservano pratiche attinenti al rilievo dei danni di Assisi, che furo- A marzo le scosse continuavano, peggiorando la situazione degli edifici già danneggiati. Il 13 marzo due no descritti dall’architetto Mollari il 6 e 7 febbraio 1832 in una specifica perizia: questi documenti sono scosse della durata di circa 7 secondi ciascuna e precedute da un tuono, si verificarono una alle ore 0:30 menzionati e in parte utilizzati nello studio di Conversini (1989). TU ca. (7 e mezza italiane), l’altra alle ore 3:30 TU ca. (10 e mezza italiane); esse causarono nuovi danni Nell’Archivio della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli, tra le “Carte sciolte” sono stati reperiti disegni, a Cannara, a Bastia, a Santa Maria degli Angeli, ad Assisi e a Foligno; durante il giorno furono avvertite rapporti e relazioni relativi alla ricostruzione del santuario, pressoché distrutto in seguito alle diverse scos- altre 27 repliche nella Valle Umbra. In particolare per Assisi tale scossa fu definita della stessa violenza di se. Un’altra fonte importante sugli effetti è la cronaca del convento medesimo dal 1705 al 1834, in cui sono quella del 13 gennaio e fu avvertita con maggiore intensità nella pianura circostante che nella zona colli- contenuti dettagli dei danni riportati dall’edificio. Inoltre nel 1842 fu pubblicata a Roma la “Relazione sto- nare. rica sul Risorgimento della Basilica degli Angeli presso Assisi” di monsignore Scipione Perilli, in cui si riper- Nei due giorni successivi furono avvertite scosse lievi ma continue. Il 14-15 marzo due repliche leggere, correva la storia del santuario e si dava il resoconto ufficiale della sua ricostruzione. Quattro epigrafi nel avvenute nella notte, causarono ulteriori rovine alla chiesa di Santa Maria degli Angeli. Il 27 marzo alcu- santuario conservano memoria della sua distruzione, della successiva ricostruzione e inaugurazione del ne osservazioni meteorologiche pubblicate dalla “Gazzetta Universale” riferivano che le scosse erano 1840. Disegni e documenti relativi alla ricostruzione della basilica di Santa Maria degli Angeli sono stati avvertite meno forti che in precedenza nei territori di Foligno e di Bevagna e più forti a Santa Maria degli reperiti anche nella Biblioteca civica di Storia dell’arte “Luigi Poletti” di Modena, si conservano le carte e i Angeli; tuttavia dopo i danni causati dalle scosse della notte tra il 12 e il 13 marzo non si erano registrati disegni dell’architetto pontificio Poletti, che curò il progetto e la ricostruzione della basilica. ulteriori danni. Il 16 aprile ormai da tre giorni a Foligno si avvertivano scosse; il 19 dello stesso mese alle 130 La stampa dell’epoca diede grande risalto al terremoto. Diversi giornali italiani ripresero gli articoli appar- 2:30 TU del mattino fu sentita una forte scossa. 131

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Gli effetti: la Valle Umbra in ginocchio La sequenza sismica iniziata il 27 ottobre 1831 e protrattasi fino alla primavera del 1832 colpì l’Umbria centrale danneggiando, più o meno gravemente, circa 90 località della provincia di Perugia, situate nella cosiddetta “Valle Umbra”, costituita dalle vallate dei fiumi Chiascio e Topino, e nelle aree collinari e pede- montane circostanti. Gli effetti più gravi furono rilevati dopo la scossa del 13 gennaio 1832, che causò la quasi completa distru- zione dei paesi di Budino e Cannara; crolli estesi e diffusa inabitabilità nei paesi di Bastia, Bevagna, Borroni, Capodacqua e Collemancio. A Foligno il terremoto del 27 ottobre causò la caduta di numerosi camini, il crollo di alcune volte e sof- fitti, fenditure nei muri. Le repliche del 6 novembre lesionarono quasi tutte le case; in particolare il mona- stero femminile di S.Lucia divenne inabitabile. In seguito alle scosse del 13 gennaio, accompagnate da un violento temporale, gran parte degli edifici crollò o divenne inabitabile. Il palazzo del governatore fu gra- vemente danneggiato nella facciata, che crollò, e nel tetto, che risultò da rifarsi; gli uffici pubblici della cancelleria e della polizia in parte crollarono, in parte divennero inabitabili; risultarono inabitabili le caser- me, il palazzo vescovile e il seminario; le carceri furono danneggiate e quindi evacuate. Crollarono il mona- stero di S.Lucia, la chiesa e il campanile di S.Maria in Campis, il convento degli Agostiniani; la chiesa di S.Feliciano subì gravi lesioni sul lato della piazza. La chiesa parrocchiale di S.Maria Maddalena crollò. Nella parrocchia di S.Giovanni dell’Acqua 16 abitazioni crollarono, 14 risultarono inabitabili. In seguito alle scosse della sera del 22 gennaio la situazione di molti edifici che già erano pericolanti peggiorò ulterior- mente: nessun edificio pubblico era agibile e solo la cattedrale e la chiesa di S.Maria del Pianto erano pra- ticabili. Le scosse della notte tra il 12 e il 13 marzo causarono la caduta di una volta e il crollo di parte del tetto del palazzo del governatore e di parte di una volta della chiesa della SS.Annunziata; in questa occa- sione si registrarono inoltre altri danni lievi non specificati dalle fonti. La scossa del 13 gennaio causò inoltre crolli e danni gravissimi in una vasta area circostante Foligno, che si estendeva a nord-ovest in direzione di Spello e Assisi fino a Perugia, a nord-est in direzione della Val- topina, a est in direzione di Scopoli e Colfiorito, a sud oltre Trevi e a ovest in direzione di Bevagna, Col- lazzone fino a Marsciano. Le fonti concordano nel rilevare che i paesi della pianura soffrirono danni mag- giori di quelli della collina. Ad Assisi furono danneggiati quasi tutti gli edifici, alcuni molto gravemente. Dopo la scossa del 13 gen- Fig.59 Assisi, basilica superiore di San Francesco, naio furono condotte accurate perizie per il rilievo dei danni; le case danneggiate furono classificate sulla sottotetto della navata centrale (da Rocchi 1982): in primo base di cinque categorie, che benché non descrivano il danno, forniscono elementi per valutare la com- piano, evidenziato con il cerchio bianco, è visibile un plessiva agibilità del patrimonio edilizio privato: “dirute” (crollate), “inabitabili”, “abitabile in parte”, “in intervento di “cucitura” dell’arco dell’ultima volta della stato mediocre”, “in stato sufficiente”. navata centrale, probabilmente fatto dopo il terremoto Complessivamente i periti riscontrarono 401 abitazioni danneggiate, di cui 4 crollate, 41 inabitabili, 132 del 1832. abitabili in parte, 143 in “stato mediocre”, 81 in condizioni “sufficienti”. Sono ricordati inoltre gravi danni non specificati ai seguenti edifici: la chiesa e il monastero di S.Chiara, la chiesa e il monastero di S.Pietro, il chiostro e la chiesa di S.Antonio, la chiesa di S.Damiano, la chiesa Nuova, il vescovado con la chiesa annessa, il palazzo del governatore, il palazzo comunale, la caserma. Nel convento di S.Francesco, secon- do la relazione redatta da Mollari il 9 febbraio, vi furono danni non gravi nei tetti, nelle volte e nel cam- panile; la parte superiore della facciata nord fu danneggiata. Nella basilica è stata rilevata “in situ” una chiave, circa nella seconda metà della navata centrale, che cuce una profonda fessura nel dorso di una volta, che potrebbe essere stata causata da questo terremoto. Ad Assisi non vi furono vittime, morirono invece alcune persone nel territorio circostante, dove gli effetti di danno furono più gravi di quelli in città. A San Pietro Monte, piccola località del territroio di Assisi, su un totale di 101 case, 2 furono giudicate inabitabili, 5 abitabili in parte, 22 “in stato mediocre”, 46 “in stato suf- ficiente”, 26 rimasero illese; a San Pietro Piano, tutte le 157 case furono gravemente danneggiate: 13 crolla- rono completamente, 62 divennero inabitabili, 35 rimasero abitabili solo in parte, 47 “in stato mediocre”. Nel- l’abitato di San Rufino, su 156 case totali, 1 crollò, 14 divennero inabitabili, 11 abitabili solo in parte, 88 furo- no giudicate “in stato mediocre”, 28 “in stato sufficiente”, 14 rimasero quasi illese; nell’abitato di Santa Mar- Fig.60 Assisi, basilica superiore di San Francesco: rilievo gherita Monte, su un totale di 14 case risultarono: 3 case inabitabili, 2 abitabili in parte, 2 “in stato medio- in pianta della parte verso il transetto della navata centrale cre”, 7 “in stato sufficiente”. Nell’abitato Vescovato tutte le 58 case subirono danni, 9 crollarono, 15 diven- (da Rocchi 1982): è indicato l’intervento di cucitura 132 nero inabitabili, 13 abitabili solo in parte, 9 furono giudicate “in stato mediocre” e 12 “in stato sufficiente”. dell’arco danneggiato dal terremoto del 1832. 133

1831 ottobre — 1832 aprile Valle del Topino Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Secondo una lettera del governatore di Assisi al delegato apostolico di Perugia datata 17 aprile, i danni se del 27 gennaio e della notte tra il 12 e il 13 marzo causarono nuovi danni alle case. I danni furono sti- ammontavano a 40.000 scudi in città e a 60.000 scudi in campagna. mati in 100.000 scudi. Per gli ingenti danni alla basilica di Santa Maria degli Angeli e agli edifici circostanti si veda nel segui- Bettona aveva circa 2.000 abitanti. Dopo le scosse del 13 gennaio furono rilevati i seguenti danni: delle to il box relativo. 8 chiese, la chiesa collegiata subì solo fenditure non gravi alle volte; rimasero illese la chiesa della com- A Perugia la scossa del 13 gennaio causò la caduta di camini e danni a edifici privati e pubblici, in parti- pagnia della Morte e la chiesa di S.Andrea; la chiesa di S.Rocco ebbe qualche dissesto alle volte, riparabi- colare al palazzo apostolico che subì fenditure e lesioni. Si distaccarono le facciate delle carceri cittadine le con catene o chiavi di ferro; la piccola chiesa di S.Petruccio subì lesioni riparabili alla volta; la chiesa di verso il vicolo della Sabbia e S.Lorenzo e si aprirono crepe profonde nei muri e nelle volte di alcune parti S.Crispolto fu lesionata non gravemente alle volte, invece le volte della sacrestia in parte crollarono, in dell’edificio (scala a chiocciola, segreta della Torretta, scala d’ingresso, camera da letto del custode). Nella parte furono molto danneggiate; la chiesa del monastero soppresso di S.Giacomo e la chiesa del mona- chiesa del convento di S.Pietro si staccarono alcuni grossi pezzi di intonaco dalla volta del coro e cadde stero di S.Caterina ebbero piccole fenditure. Il convento dei padri Conventuali fu danneggiato e divenne un angelo aggettante che ornava la tribuna e che era già male assicurato. Molti muri del convento, spe- in parte inabitabile; quello di S.Caterina subì alcuni danni ma rimase abitabile. L’edificio del monastero cialmente quelli della foresteria e del dormitorio più grande verso sud, furono lesionati; crollò un camino abbandonato di S.Giacomo, concesso in enfiteusi, fu lievemente fessurato. Il palazzo comunale subì fen- nella cucina. Ci furono alcuni feriti. diture non gravi; l’ospedale, già in stato di abbandono, subì un ulteriore peggioramento. Le 138 abitazio- A Bastia, la scossa causò gravissimi danni. In questa località prima del terremoto c’erano 278 case, 1 ni furono tutte lesionate e fessurate: 74 crollarono in parte e divennero pericolanti; 54 erano state o sta- monastero femminile, 6 chiese e 1 teatro. Tutti gli edifici, tranne 2 case, divennero inabitabili: i muri erano vano per essere puntellate; 30, sebbene danneggiate, erano comunque abitabili. Il perito inviato all’indo- franati o crollati, i tetti crollati o sconnessi, le volte danneggiate gravemente. Gli edifici che non erano mani delle scosse rilevava che queste ultime case, abitate da indigenti, erano state comunque malco- crollati, comprese la torre civica e i campanili, divennero pericolanti. I bastioni, il municipio, le carceri, il struite e si trovavano in cattive condizioni da prima del terremoto. Una perizia datata 27 aprile 1832 atte- Monte Frumentario e le scuole crollarono completamente; nelle abitazioni private ci furono crolli interni; sta danni per 13.148 scudi. il monastero di S.Anna crollò parzialmente e divenne pericolante. Le chiese subirono molti danni. Le scos- A Bevagna, paese di circa 4.200 abitanti, ci furono gravi danni. Nelle contrade della Porta Guelfa e della

Fig.62 Basilica di Santa Maria degli Angeli: disegno del crollo della navata centrale e di quella di sinistra per il terremoto del 1832 (da Perilli 1842).

Fig.61 Assisi, basilica superiore di San Francesco: il crollo dell’arco per il terremoto del 1997 in una foto del 134 febbraio 1998. 135

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Porta dei Molini crollarono completamente 150 case e 6 torri. La chiesa collegiata, il palazzo comunale, la de, e vari danneggiamenti ai camini e ai muri che dovettero essere rinforzati con chiavi di ferro; la casa residenza del governatore, i conventi e la maggior parte degli edifici risultarono diroccati. Il locale ospe- colonica del podere in località “Palombaro” presentava la facciata fuori piombo e danni a un tratto di muro dale e la chiesa della Consolazione subirono crolli e risultarono inagibili. Ci furono 4 morti e 250 feriti. rivolto verso nord. A Borroni 8 famiglie rimasero senza tetto, 3 case crollarono completamente, 6 case furono definite “in A Spello ci furono crolli estesi e danni diffusi nella maggior parte degli edifici. Il collegio Felice, le chie- parte cadenti”; tutte le case avevano subito danni tali da non poter essere riparate. se e il teatro risultarono inagibili. Le volte del palazzo del governatore (l’antica rocca dei Baglioni) furo- A Budino, secondo la relazione, datata 15 gennaio, del comandante della stazione di polizia di stanza a no lesionate, la scala divenne pericolante, molti architravi crollarono. Uno di questi, cadendo, causò la Foligno, la scossa del 13 aveva causato il crollo di 15 case su 30 che costituivano l’incasato; secondo altre morte di una figlia del governatore. Solo le carceri non subirono danni. Ci furono 4 morti e vari feriti; nel- fonti successive, il paese fu completamente distrutto, e ci furono 13 morti. l’intero territorio dipendente dal comando di polizia di Spello furono segnalati 20 morti. Secondo la peri- Cannara fu quasi completamente distrutta; morì una persona. Prima del terremoto del 13 gennaio il zia del 23 aprile 1832 i danni a Spello e nel suo territorio ammontavano a 123.992 scudi, di cui 70.312 paese aveva 7 chiese, 1 monastero di monache, 1 teatro, 1 locale per le Maestre Pie, 1 ospedale, dei muli- scudi riguardavano i danni alla città. ni per il grano e dei frantoi, 7 case di proprietà comunale, 2 palazzi e 173 case private. Le chiese, tranne A Trevi tutte le abitazioni furono danneggiate in modo più o meno grave e la chiesa delle Lacrime subì S.Matteo, che aveva comunque subito danni, crollarono in parte e divennero inagibili. La casa del priora- gravi danni. Il 29 gennaio una replica molto forte causò ulteriori danni. Complessivamente, delle 400 abi- to di S.Matteo divenne inabitabile; il convento delle monache di S.Sebastiano fu molto danneggiato, le tazioni del paese, 23 divennero pericolanti, 40 inabitabili, 97 inabitabili in parte, 120 furono danneggiate poche stanze agibili erano comunque pericolanti; il locale delle Maestre Pie divenne pericolante e inabi- ma rimasero abitabili, 120 furono lievemente lesionate. tabile; le case di proprietà comunale divennero tutte inabitabili, tranne quella del Magistrato, che tuttavia ebbe diverse fenditure; uno dei palazzi rimase in buone condizioni; soltanto i mulini e i frantoi non subi- rono danni. Delle 173 case private solo le 10 più basse erano ancora abitabili, ma, essendo circondate da Altre località danneggiate edifici pericolanti, rischiavano comunque di essere travolte da crolli. Le restanti abitazioni divennero ina- Armenzano: su 27 case, 1 crollò, 9 furono giudicate inabi- Collepepe, che dovette essere demolita e ricostruita total- bitabili: 3 di esse crollarono completamente e circa 100 parzialmente, le case restanti furono molto dan- tabili, 9 abitabili in parte, 5 “in stato mediocre”, 2 “in stato mente; la spesa preventivata fu di 207 scudi. neggiate, soprattutto ai piani superiori. Il ponte sul fiume Topino rimase illeso. Sono ricordati ulteriori sufficiente”, 1 risultò quasi illesa. Casevecchie: il paese fu gravemente danneggiato dalle danni alle case in occasione della scossa del 27 gennaio, che causò crolli nel convento di S.Francesco. Assignano: la chiesa parrocchiale, compresa la sacrestia, scosse del 13 gennaio. Secondo la relazione del comandante A Montefalco, furono gravemente danneggiate 93 abitazioni; secondo la relazione, datata 15 gennaio, del subì danni e crepe ai muri interni ed esterni; la canonica pre- della stazione di polizia di stanza a Foligno datata 15 gen- comandante della stazione di polizia di stanza a Foligno, un casale nella vicina località Torre di Monte- sentò crepe ai muri; la casa colonica di proprietà parroc- naio, crollò un casale rurale causando la morte di 7 persone. falco crollò causando la morte di 5 persone. chiale era stata resa inabitabile. Per ripare tali danni era pre- Castellaccio: il paese fu gravemente danneggiato dalla scos- vista una spesa di 22 scudi. sa del 13 gennaio; un casale crollò causando la morte dei 7 A Pantalla sono attestati danni alla chiesa e alla casa parrocchiale per poco più di 18 scudi. Subirono Azzano: danni a un caseggiato, dove era necessario rico- abitanti e del loro bestiame. Vi furono crolli gravi e 9 morti. danni per 402 scudi anche i seguenti edifici di proprietà del conte Dominici di Todi: il casino vecchio fu struire la cima di un camino e una transenna. Castelleone: il paese fu gravemente danneggiato. gravemente lesionato sia all’interno, sia all’esterno, e fu necessario assicurare alcuni muri con chiavi di Bastiola: il paese fu gravemente danneggiato. Castelnuovo: su 56 case, 3 crollarono, 17 furono giudicate ferro; il casino nuovo, situato a destra del castello, subì danni alla facciata nord, fenditure nella sala gran- Belfiore: le case risultarono tutte danneggiate ai piani inabitabili, 26 abitabili in parte, 7 “in stato mediocre”, 2 “in superiori e 3 erano irrecuperabili. Una perizia su 25 abita- stato sufficiente”, 1 risultò quasi illesa. zioni ricorda: 1 casa distrutta, 3 gravemente danneggiate, 8 Castel Ritaldi: sono menzionati danni non specificati ad danneggiate, 13 lievemente danneggiate. alcuni edifici. Beroide: una casa fu giudicata inabitabile. Cave: il paese fu gravemente danneggiato. Fig.63 a e b Spello, casa Bocci prima e dopo il terremoto del 13 Bovara: delle 130 abitazioni del paese, 1 divenne pericolan- Città di Castello: pochi danni non gravi; caddero alcuni gennaio 1832 in due disegni anonimi (da Conversini 1989). te, 7 erano inabitabili, 19 parzialmente inabitabili, 30 abita- camini e calcinacci dai muri. bili e 73 leggermente lesionate. Colfiorito: il paese fu gravemente danneggiato. Butine: il paese fu gravemente danneggiato. Colle: il paese fu gravemente danneggiato. Cacciano: sono attestati gravi danni a edifici di proprietà Colle del Marchese: le case dei poveri subirono i danni della parrocchia. Al podere detto il Poggio la stalla aveva peggiori, perché già in cattive condizioni e prive di fonda- subito danni a due pilastri, un muro e all’architrave della menta. In una casa cadde una parte del pavimento, in altre i porta, mentre la casa colonica andava rifondata; la volta del muri cedettero o i tetti dovettero essere puntellati. forno divenne pericolante e il camino era da ripulire e ripa- Collemancio: danni gravissimi; molte case crollarono. I rare. Al podere Casella occorreva rifare due pezzi di muro danni, in una perizia dell’aprile 1832 ammontavano a 2.916 delle stalle e sistemare tutti i tetti. Al Monte Frumentario era scudi. necessario ricostruire due pezzi di muro. La sacrestia della Collepepe: furono danneggiati vari edifici di proprietà del- chiesa parrocchiale era inabitabile. Per riparare tali danni l’abbazia di S.Pancrazio: la casa padronale situata nel paese era prevista una spesa di 63 scudi. e le case dei poderi situati in località “Le Carceri”, in località Cancellara: il paese fu gravemente danneggiato. “Barattano”, e in località “Canali”. Il totale dei danni fu sti- Cannaiola: delle 105 abitazioni del paese, 3 divennero peri- mato 33 scudi. colanti, 7 erano inabitabili, 5 parzialmente inabitabili, 30 abi- Collepino: il paese fu gravemente danneggiato; secondo tabili e 60 leggermente lesionate. una perizia datata 23 aprile 1832 i danni, sommati a quelli Cantalupo: danni non meglio precisati. del vicino paese di San Giovanni ammontavano a 7.097 Capodacqua: su 80 case, 11 crollarono, 22 furono giudicate scudi. inabitabili, 5 abitabili in parte, 9 “in stato mediocre”, 33 “in Colombella Bassa: il paese fu gravemente danneggiato. stato sufficiente”. Corvia: le case furono danneggiate, ma in modo meno grave a b Casalalta: fu danneggiata molto gravemente la casa del che in altri paesi. 136 podere “San Vito” di proprietà dell’abbazia di S.Pancrazio di Costa di Trex: su 28 case, 2 furono giudicate inabitabili, 4 137

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

abitabili in parte, 5 “in stato mediocre”, 9 “in stato sufficien- Picciche: delle 40 abitazioni del paese, 1 divenne pericolan- te”, 8 risultarono quasi illese. te, 1 era inabitabile, 4 parzialmente inabitabili, 8 abitabili e Costano: il paese fu gravemente danneggiato. 26 leggermente lesionate. Coste San Paolo: delle 75 abitazioni del paese, 1 divenne Pieve Pagliaccia: il paese fu gravemente danneggiato. pericolante, 7 parzialmente inabitabili, 14 abitabili e 53 leg- Pieve San Nicolò: su 25 case, 10 furono giudicate inabita- germente lesionate. bili, 6 abitabili in parte, 2 “in stato mediocre”, 3 “in stato suf- Deruta: il paese fu gravemente danneggiato; caddero più di ficiente”, 4 risultarono quasi illese. 100 camini e molte case rimasero lesionate; subirono danni Pigge: delle 70 abitazioni del paese, 3 erano parzialmente le mura castellane. inabitabili, 13 abitabili e 54 leggermente lesionate. Fiamenga: il paese fu gravemente danneggiato. Pissignano: 2 case, di cui una divenne pericolante, furono Il Paradiso: su 29 case, 4 furono giudicate inabitabili, 4 abi- rese totalmente inabitabili, una terza lo fu solo parzialmente. tabili in parte, 7 “in stato mediocre”, 1 “in stato sufficiente”, Ponze: delle 15 abitazioni del paese, 1 risultò inabitabile, 5 13 risultarono illese. abitabili e 9 leggermente lesionate. Maceratola: il paese fu gravemente danneggiato; la chiesa Porziano: su un totale di 12 case, 3 furono giudicate inabi- e le case subirono crolli. tabili, 1 abitabile in parte, 6 “in stato mediocre”, 1 “in stato Manciano: delle 35 abitazioni del paese, 2 divennero peri- sufficiente”, 1 risultò illesa. colanti, 4 inabitabili, 10 parzialmente inabitabili, 2 abitabili e Rasiglia: il paese fu gravemente danneggiato. 17 leggermente lesionate. Ripa: prima del terremoto, il paese aveva 56 case e 2 chie- Marsciano: caduta di qualche camino e crepature in alcuni se. Il terremoto ne rese inabitabili la metà, le altre erano abi- muri. tabili al piano terreno, ma si temevano comunque crolli. Matigge: delle 80 abitazioni del paese, 9 divennero perico- Sono attestati puntellamenti di edifici dopo la scossa del 13 lanti, 4 inabitabili, 4 inabitabili in parte, 22 abitabili, 41 lie- gennaio. vemente lesionate. Ripabianca: il paese fu gravemente danneggiato; l’unico Palazzo: il paese fu gravemente danneggiato. campanile del paese e i muri di diversi edifici erano in pro- Pale: il paese fu gravemente danneggiato. cinto di crollare; le due chiese parrocchiali e l’abitazione del Parrano: in seguito al terremoto del 13 gennaio, delle 95 parroco avevano subito gravi danni. abitazioni del paese, 1 divenne pericolante, 4 erano inabita- San Giovanni: il paese fu gravemente danneggiato; secon- bili, 8 parzialmente inabitabili, 14 abitabili e 68 leggermente do una perizia datata 23 aprile 1832 i danni, sommati a quel- lesionate. li del vicino paese di Collepino ammontavano a 7.097 scudi. Perticani: il paese fu gravemente danneggiato. Sono ricor- San Giustino: il paese fu gravemente danneggiato. date vittime e feriti. Secondo una fonte 3 case erano crolla- San Lorenzo: delle 40 abitazioni del paese, 3 divennero te o inabitabili e 8 famiglie erano rimaste senza tetto. pericolanti, 1 era inabitabile, 11 parzialmente inabitabili, 17 Petrignano: il paese fu danneggiato sensibilmente. abitabili e 8 leggermente lesionate. Pettino: in seguito al terremoto del 13 gennaio, delle 22 Santa Maria di Lignano: su 30 case, 1 crollò, 5 furono giu- abitazioni del paese, 3 erano abitabili e 19 leggermente dicate abitabili in parte, 8 “in stato mediocre”, 8 “in stato suf- lesionate. ficiente”, 8 risultarono quasi illese. ☞

Fig.65 Cronologia delle scosse della sequenza sismica della Valle del Topino dal 27 ottobre 1831 al 19 aprile 1832. Le linee in nero individuano eventi sismici di cui le fonti storiche forniscono un’indicazione cronologica precisa al giorno; in 138 Fig.64 13 gennaio 1832: epicentro e intensità degli effetti più gravi. grigio sciami di scosse. 139

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

☞ Santa Maria in Valle: delle 95 abitazioni del paese, 1 Scafali: il paese fu gravemente danneggiato. Tracce di “salse”: buche circolari e fanghi divenne pericolante, 4 erano inabitabili, 8 parzialmente ina- Scopoli: il paese fu gravemente danneggiato. bitabili, 14 abitabili e 68 leggermente lesionate. Spoleto: danni non meglio precisati. Poco prima della scossa del 13 gennaio, a Budino fu osservata l’apertura di due spaccature nel terreno, Sant’Eraclio: gli edifici furono gravemente danneggiati e Sterpeto: il paese fu danneggiato sensibilmente. dalle quali fuoriuscirono getti di acqua, sabbia e fango dell’altezza di alcuni metri (molti palmi). resi in gran parte inabitabili. Tordandrea: crollarono la chiesa e la canonica sotto le cui Dopo la scossa, nella pianura ad ovest di Foligno furono osservate nel terreno fenditure e buche di forma Santo Stefano dei Piccioni: il paese fu gravemente dan- rovine morì il parroco. Tutte le 68 case del paese furono dan- circolare, da cui erano emersi acqua e fango. In un campo di proprietà del conte Azzi Vitelleschi sito in loca- neggiato. neggiate, 7 crollarono, 18 furono giudicate inabitabili, 9 abi- lità Campitelli, si aprì una buca di forma quasi circolare della larghezza di circa 1,5 m in corrispondenza del- San Vitale : su 132 case, 9 crollarono, 25 furono giudicate tabili in parte, 9 “in stato mediocre”, 25 “in stato sufficiente”. l’angolo di un canale di scolo, rimasto inghiottito dalla buca stessa; al momento della scossa del 13 gennaio inabitabili, 25 abitabili in parte, 38 “in stato mediocre”, 35 Turri: il paese fu gravemente danneggiato. “in stato sufficiente”, 7 risultarono illese. È ricordata una Uppello: il paese fu gravemente danneggiato. dalla buca era scaturita acqua, che poi, assorbita, aveva lasciato emergere una lingua di terra cinerina. Varie vittima. Vescia: il paese fu gravemente danneggiato. altre buche dello stesso tipo, dell’ampiezza di circa 70 cm (3 palmi), furono osservate in tutto il territorio circostante per l’estensione di oltre 1 km (3/4 di miglio) in direzione di Bevagna; fenomeni analoghi furo- no riscontrati anche a Cantagalli. A Corvia e in località “Ponte delle tavole”, nei pressi di Bevagna, si apri- rono fenditure nel terreno da cui fuoriuscirono materie bituminose ed esalazioni sulfuree. Dopo il terremoto del 1832: A Cannara e a Cantagalli furono segnalate forti variazioni del livello delle acque di alcuni pozzi. le case di Assisi secondo il perito Antonio Mollari La situazione di Assisi apparve subito grave: il giorno 5 febbraio 1832 il commissario speciale, monsignor Cado- lini, chiese all’architetto Antonio Mollari di formulare il suo parere sullo stato dei fabbricati: il 9 febbraio, Molla- ri inviò una relazione precisa e circostanziata, da cui si evincono non solo i danni, ma anche la consapevolezza Carattere dell’emergenza e prime reazioni dell’intrinseca vulnerabilità degli edifici dovuta alla vetustà e ai dissesti statici già precedenti al terremoto, oltre I paesi colpiti dal terremoto afferivano amministrativamente alle delegazioni apostoliche di Perugia e di che alla ubicazione di versante dell’incasato. Si evince inoltre che per le case meglio costruite i danni furono Spoleto; le fonti reperite evidenziano chiaramente lo stato di difficoltà in cui le comunità locali si trova- limitati alle parti interne. rono e l’insufficienza delle misure attuate dal governo pontificio, sotto il pontificato di Gregorio XVI, che dovette fronteggiare una situazione assai grave. La lunga sequenza sismica del 1831-1832 ebbe infatti un Eccellenza Reverendissima, rare o del tutto o in parte; questo atterramento però impatto fortissimo sull’edilizia dei centri colpiti, causando gravi ripercussioni sulle economie locali. La gra- Mi sono fatto un dovere, appena ricevuto il venera- esigge molta cautela ed avvertenza perché l’esisten- vità dell’evento fu dovuta sia alla violenza delle scosse, sia alla lunghezza della sequenza sismica. to comando di Vostra Eccellenza Reverendissima, il ti superiori fabbricati non rovinino per mancanza La sequenza sismica ebbe andamento analogo nelle diverse località colpite: dopo le prime scosse dell’ot- dì 5 corrente portarmi in Assisi per esaminare lo di quel debole sostegno che ora hanno delle sottopo- tobre-novembre 1831, allarmanti ma non gravi, le scosse del 13 gennaio 1832 causarono crolli estesi pri- stato delli fabricati di quella miserabile città. Per ste case rovinose e cadenti. vando gli abitanti della zona delle proprie case e spesso di un riparo che non fosse una semplice tenda; la ben due giorni assiduamente mi sono occupato a Non può negarsi che la maggior parte dei fabbrica- situazione fu peggiorata dalle cattive condizioni meteorologiche. Anche le reazioni degli abitanti dei diver- perlustrare tutte le abitazioni pericolanti per la ti rovinosi non suscettibili di ristauro fossero anche si paesi furono fra loro simili. A Foligno la prima scossa del 13 gennaio atterrì la popolazione che uscì dalla publica sicurezza percorrendo le publiche strade ed prima della scossa del terremoto per la loro anti- città; in seguito gli abitanti, sotto la guida del vescovo, si radunarono nella piazza Canepé e trovarono ripa- ispezionando i fabbricati minaccianti rovina. È sì chità in istato cattivo e fuori di linea di piombo; è ro in baracche di legno e carri. Anche a Bastia la popolazione in parte si era sistemata nei piani bassi delle copioso il numero delle case pericolanti, demolibili, altresì però vero che colle scosse terribili del terre- che mi è impossibile sul momento individuatamen- moto sono sì maltrattate e scomposte fuori di piom- abitazioni, che tuttavia erano malsicure, in parte si era riparata in baracche di tende e lenzuoli, che però te indicarle, come farò dopo formato il generale e bo e ridotte a stato rovinoso tale che la sola demoli- non erano adatte al rigore dell’inverno. I monaci di Santa Maria degli Angeli, che non avevano abbando- distinto elenco quando il tempo me lo permetterà. zione del tutto o in parte può garantire la pubblica nato il convento, si sistemarono in un camerone del piano terra, meno danneggiato dalle scosse del resto Per ora basti sapere che lo stato di quella città in sicurezza. dell’edificio. A Spello la popolazione si sistemò in baracche fuori dalla città. La popolazione di Bevagna si generale è spaventoso e fa terrore per la sua loca- Ho anche esaminati più fabbricati dei possidenti rifugiò nei campi; mancando le tavole per costruire baracche furono approntati ripari con coperte. lità, essendo edificata alla discesa di un ertissimo quali, benché al di fuori non diano segno di rovina Gran parte della popolazione di Foligno, comprese le autorità locali e i militari di guarnigione, era priva di monte, per cui può dirsi che le case inferiori servo- imminente, nell’interno sono sì maltrattati, scon- un riparo, per cui lasciò la città per dirigersi verso Perugia e altre località, come Spoleto, Assisi o Mace- no come di base e sostegno di quelle che superior- nessi ed offersi che molti devono demolirsi per un rata. Molti cercarono rifugio a Perugia anche da Bastia e dai centri maggiormente colpiti. mente s’inalzano di una contrada sopra l’altra, per piano almeno, molti potranno reggere col solo aiu- In tutte le zone colpite era drammatico il bisogno di beni di prima necessità come legname, cibo e tende, cui il rovesciamento delle abitazioni inferiori por- to di molte chiavi o catene di ferro, altrimenti abbi- nonché di personale medico, muratori e carpentieri; all’indomani delle scosse, l’arcivescovo di Spoleto ta seco la rovina delle sopraposte, molte delle quali sognano di forti ragionate e ben costruiti speroni inviò medici e chirurghi, e si recò di persona in visita alle comunità colpite: si trattava di Giovanni Maria per essere di un esorbitante altezza dalla parte del con muramento ad uso di buon arte. declino non sono suscettibili di essere sostenute con [...] Mastai Ferretti, futuro papa Pio IX. puntelli e sono quasi tutte malconcie e di molto Le bacio rispettosamente il sagro anello e mi glorio sconquassate. confermarmi dell’Eccellenza Vostra Reverendissi- Supera il n. di 100 le case dei poveri da me ispe- ma umilissimo devotissimo obbligatissimo servo Riti e ringraziamenti zionate e che minacciano rovina, che devonsi atter- Antonio Mollari”. Fin dalle prime scosse in tutto il territorio colpito si svolsero riti devozionali. La reazione della popola- zione di Foligno fu particolarmente intensa; il 19 febbraio 1832 il vescovo fece a nome di tutta la popo- lazione un pubblico voto, consistente nell’osservanza dello stretto digiuno e in una processione di peni- tenza da tenersi il 13 gennaio di ogni anno per un secolo. Il voto comprendeva inoltre altri riti da com- piersi nei giorni dedicati ai santi patroni; pratiche devozionali e penitenziali sono appunto attestate negli anni successivi in osservanza al voto. Si fece ricorso a messe e cerimonie per tutta la sequenza 140 sismica, inoltre fu avviato il culto di S.Emidio, alcune reliquie del quale furono donate da Ascoli Pice- 141 ☞ 1831 ottobre — 1832 aprile Valle del Topino Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

flusso delle persone in fuga dai luoghi terremotati verso Perugia causò problemi di ordine pubblico Il quotidiano e l’aulico: due poeti per uno stesso evento anche in questa città. Da Foligno fu inoltrata al delegato di Perugia richiesta di invio di soldati nelle Per uno stesso evento sismico, due testimoni di stampo assai diverso: Gian Giacomo Belli, poeta dia- zone terremotate per motivi di ordine pubblico, ma la situazione di emergenza creata a Perugia dall’af- lettale assai noto, e il professor Adone Palmieri, ufficiale sanitario della Milizia pontificia. Non è pos- flusso degli sfollati rendeva sconsigliabile diminuire il presidio militare della città. Le autorità di Foli- sibile e forse nemmeno necessario riportare per intero i sei sonetti che Belli dedicò al terremoto del 13 gno inoltrarono pertanto una analoga richiesta di intervento al delegato di Spoleto. gennaio 1832 e il lunghissimo canto di Palmieri inneggiante alla generosità mostrata da papa Gre- gorio XVI nell’emergenza sismica: è invece sufficiente affiancare ad uno dei sonetti di Belli un brano del canto in cui Palmieri descrive più o meno lo stesso momento del fenomeno. Emergono così le diver- Effetti sul contesto economico e sociale genze di stile e di intenzione retorica. Il sonetto di Belli fu scritto nell’anno stesso dell’evento, mentre il canto di Palmieri è filtrato dai dieci anni che trascorsero tra l’evento e la sua rievocazione. Le ripercussioni sullo stato economico delle popolazioni furono molto gravi. Parte della popolazione fu ridotta all’indigenza e in generale i drammatici effetti riverberarono sull’economia della zona anche negli anni successivi. Particolarmente grave risultò la situazione a Bevagna: in una lettera del vesco- Gian Giacomo Belli, Adone Palmieri, Canto ad onore dell’immortal vo Cadolini al segretario per gli Affari Interni, cardinale Gamberini, datata 29 luglio 1834, è descritto Er terramoto de venardì, 2, 1832 Gregorio XVI felicemente regnante, 1842 lo stato di devastazione in cui versava ancora il paese, al quale erano stati concessi scarsissimi finan- Io stavo in piede avanti der cammino Come di Lenno il favoloso speco ziamenti e che, trovandosi in una posizione marginale rispetto alle principali vie di comunicazione, Posanno la marmitta sur fornello, L’accesa fantasia dei vati pinse, aveva un’economia arretrata. Le case erano ancora in rovina e numerosissimi cittadini non avevano Quanto sento uno scrocchio ar tavolino, Sordo rumor quel vel si trasse seco, ancora un riparo adeguato, le baracche di legno erette durante l’emergenza, ovviamente non proget- E ddà ddu’ o ttre ttocchetti er campanello! E il cuor di molti fredda mano strinse, tate per durare a lungo, erano marcite nel corso del tempo e le puntellature minacciavano di cedere. Cerchio di nere nubi in aer cieco, Inoltre, il raccolto del grano era stato scarso e la situazione era nel complesso talmente tesa che i M’arivorto, e tte vedo er credenzino, Parte dell’Umbra regione cinse, magistrati e i parroci minacciavano di lasciare i propri uffici. Nel 1840 la popolazione di Bevagna, che Tu ttu ttu ttù, ttremajje lo sportello. E un diluvio di grandine cadea prima del terremoto contava circa 4.200 abitanti, risultava di circa 2.000 persone, ovvero più che Arzo l’occhi ar zolaro, e ppare infino Che lo spavento ed il fragor crescea. dimezzata. Fà de questo la gabbia de l’uscello. Piombano al suolo quei compatti diacci Che giustizia del Ciel terribil scaglia, Tratanto er gatto, fsc, zompa tant’arto, Sembra che irato un Cherubin s’affacci Er campanello ricomincia er zono, Tra gli elementi ad eccitar battaglia, La risposta istituzionale nel continuo peggioramento dei danni E una luscerna me va ggiù de cuarto. Delle attonite genti par che allacci Le fonti istituzionali permettono di seguire dettagliatamente le misure messe in atto dalle istituzioni cen- Io mo ddunque te dico, e nnun cojjono, Paura il piè, cui di fuggir non caglia: trali e locali pontificie. Nell’immediata fase di emergenza si cercò di organizzare gli aiuti. Un primo rap- Che sti tocchi, sto trittico e sto sarto E il tenebroso velo alfine scisso, porto relativo alla provincia di Perugia fu inviato il 14 gennaio 1832 dal delegato apostolico alla segrete- Del suol commuove il più profondo abisso. Vònno dì tterramoto bbell’e bbono. ria di stato: vi erano indicati i centri maggiormente colpiti e i primi provvedimenti presi, cioè l’invio di ingegneri e di capimastri per rilevare l’entità dei danni e per assicurare gli edifici pericolanti, nonché alcu- ne disposizioni per impedire episodi di sciacallaggio. Nel frattempo il medesimo delegato apostolico di Perugia aveva inviato l’ingegnere Mondragoni a Bastia, e l’architetto Poggi a Cannara e a Ripa, accompa- ☞ no a Foligno. I monaci della chiesa di S.Agostino commissionarono, per ricordare il terremoto, un qua- gnati da un capomastro che provvedesse al puntellamento o alla demolizione degli edifici pericolanti; nel dro ad olio tuttora conservato nella chiesa restaurato dopo il terremoto del 1997 (Fig.63). rapporto successivo alla ricognizione e nelle corrispondenze da tutti i centri colpiti fu fatto presente che Nel santuario di S.Maria del Monte di Cesena è conservato un ex-voto donato da un tenore, il quale, erano necessari legnami, operai e muratori in grande quantità. quando furono avvertite le scosse, interruppe lo spettacolo in corso nel teatro di Foligno riuscendo così Il governatore di Foligno, in seguito ai crolli causati dalle scosse del 13 gennaio, provvide a trasferire gli a salvarsi. Per quanto riguarda il mondo letterario, il poeta dialettale romano Gian Giacomo Belli scris- uffici della cancelleria e della polizia in locali messi a disposizione da un privato cittadino, il signor Mare- se sei sonetti su questo terremoto. Adone Palmieri, ufficiale sanitario delle milizie pontificie, scrisse un scotti. Inoltre stabilì provvedimenti relativi all’ordine pubblico, fece in modo che iniziasse la rimozione canto, il “Canto ad onore dell’immortal Gregorio XVI felicemente regnante”, in onore del papa Grego- delle macerie più ingombranti dalle strade e che si provvedesse ad assicurare gli edifici pericolanti; dopo- rio XVI che aveva soccorso i suoi sudditi. diché lasciò il governo della città per otto giorni al presidente del tribunale per accompagnare la propria famiglia, rimasta priva di alloggio, a Macerata, sua città d’origine. Politica e ordine pubblico Il 18 gennaio 1832 le autorità locali rimaste sul posto inviarono al delegato apostolico di Perugia il verba- L’emergenza sismica si sovrappose a una controversia di carattere politico. Era stata infatti diffusa la le di una riunione in merito ad alcune misure relative all’emergenza, allegando una lettera in cui si face- voce che alla vigilia del terremoto del 13 gennaio a Foligno fossero in corso trame rivoluzionarie a favo- vano presenti le necessità più urgenti: c’era bisogno di un chirurgo, di legname, di muratori e capimastri. re della rivolta che era in atto a Bologna e in Romagna; la notizia era apparsa su alcuni giornali. La cit- A Cannara fu immediatamente costituita una commissione per provvedere all’allestimento di baracche e tadinanza rigettò tali accuse, in particolare pubblicando sulla “Gazzetta Universale” una lunga smenti- alla distribuzione dei primi aiuti. Una commissione che coordinasse i primi interventi fu istituita, secondo ta, con testimonianza di fedeltà al governo pontificio, in apertura della “Relazione sui terremoti” pub- le direttive che erano state inviate dal delegato apostolico, anche a Spello: essa provvide a fare puntella- blicata sul numero del 27 marzo. re gli edifici pericolanti a spese dei proprietari, o a spese del comune per gli indigenti. Era stato disposto Dopo le scosse più forti e la prevedibile agitazione popolare, furono rilevati furti ed episodi di sciacal- che tutto il legname che si trovava nei magazzini cittadini fosse requisito e utilizzato per l’operazione, laggio a Foligno e a Cannara: il sergente del distaccamento militare di stanza a Cannara scriveva il 25 provvedimento che tuttavia fu rettificato dal delegato apostolico. Le istituzioni si preoccuparono inoltre gennaio al comando facendo presente che la mancanza dell’illuminazione creava dei problemi di ordi- di verificare che nessuno rimanesse nelle case pericolanti, e organizzarono la costruzione delle baracche 142 ne pubblico, soprattutto relativi alla guardia notturna e alla prevenzione di episodi di sciacallaggio. L’af- fuori città. 143

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Il papa Gregorio XVI inviò alle popolazioni colpite un primo sussidio in denaro, e indisse una colletta in I finanziamenti favore delle zone terremotate in tutto il territorio dello stato pontificio. Nominò quindi il vescovo di Foli- Nell’immediato le varie istituzioni locali dei centri colpiti utilizzarono per le spese necessarie ai primi gno, Cadolini, commissario speciale del governo per i paesi terremotati. soccorsi i fondi disponibili per le emergenze. Vi furono numerosi episodi di carità privata da parte di Il 18 gennaio il commissario provvide a notificare le decisioni della Santa Sede e istituì una deputazione prelati e invii di collette organizzate da diverse diocesi italiane, compresa Roma; a Perugia alcuni pri- incaricata del rilievo dei danni. I governatori e le comunità locali redassero delle perizie sotto il coordi- vati cittadini agiati aprirono una sottoscrizione a favore delle popolazioni colpite. namento tecnico della deputazione. Tuttavia il perdurare delle scosse aggravò notevolmente i danni cau- Secondo una fonte giornalistica la prima cifra stanziata dal papa dall’erario pontificio, oltre a una sati dalle scosse precedenti, rendendo necessario rivedere le perizie stesse con effetto di notevole ral- somma tratta dal suo patrimonio personale, fu di 11.000 scudi; 1.000 scudi dal suo patrimonio perso- lentamento sulle procedure burocratiche. nale furono destinati alla riparazione di Santa Maria degli Angeli. La risposta istituzionale non fu esente da problemi di coordinamento nei soccorsi e di sovrapposizioni di Nel primo e nel terzo dei “Prospetti de’ Sussidi ed erogazioni per li paesi danneggiati dal terremoto competenze. A Foligno la composizione della commissione istituita su suggerimento del delegato aposto- nella delegazione di Perugia”, fatti pubblicare dal commissario speciale Cadolini, si dà conto sia delle lico fu rivista all’indomani della nomina del commissario speciale. Inoltre un estratto di un dispaccio della entrate nella cassa del Commissariato sia delle relative uscite. Il primo prospetto arriva al giorno 30 Segreteria di Stato mostra con chiarezza che la nomina del vescovo di Foligno Cadolini a commissario spe- gennaio 1832: erano stati incassati 8.402 scudi ne erano stati spesi 2.425, per cui la cassa risultava in ciale aveva causato tensioni con il delegato apostolico di Perugia, che si era sentito scavalcato. attivo di 5.977 scudi. Il terzo prospetto, che arriva al 29 febbraio incluso, parte da un attivo in cassa di Il sergente del distaccamento militare di stanza a Cannara scrisse il 25 gennaio al Comando perché i sol- poco più di 8.320 scudi, che sommato alle entrate del periodo arrivava a una somma di 14.732 scudi di dati erano privi di alloggio e il priore, essendo il podestà e il segretario partiti per Perugia, non sapeva entrate e di 4.216 scudi di uscite; la cassa risultava dunque in attivo di 10.516 scudi. come comportarsi relativamente al problema e alla distribuzione del pane ai militari. Il 31 gennaio 1832 La “Gazzetta Universale” diede resoconti continui delle donazioni e collette versate da numerosissimi fu trasmessa al delegato apostolico di Perugia una nota spese di 9 scudi per dei lavori di puntellamento, prelati, privati cittadini e diocesi. Dal 18 gennaio al 27 marzo risultavano donati alla delegazione di Spo- eseguiti a Ripa per ordine del parroco della pieve, ma non autorizzati dalle istituzioni preposte di Foligno. leto complessivamente 14.858 scudi. Notizie sporadiche relative a questue e donazioni sono attestate Dalle zone circostanti, risparmiate dal terremoto, furono inviati operai e muratori verso Foligno e le altre ancora alla metà di aprile 1832. zone colpite, sotto invito del commissario speciale e del delegato apostolico di Perugia; essi provenivano ☞ da Città di Castello, Città della Pieve, Corciano, Fratta Todina, Gualdo Tadino, Magione, Nocera Umbra e Perugia, e si fece anche domanda alla delegazione di Macerata. Il governatore di Città della Pieve a tale Fig.66 Cesena, santuario di Santa Maria del Monte: ex voto del cantante cesenate Paolo Soglia, scampato proposito chiedeva al delegato apostolico di Perugia quale trattamento economico sarebbe stato riserva- fortunosamente al terremoto del 1832, accaduto mentre cantava nel teatro di Foligno. to ai lavoratori, mentre da Castiglione del Lago e da Masciano si avvisava che gli operai disponibili erano Fig.67 Foligno, chiesa di Sant’Agostino: due particolari del quadro a olio dipinto dopo il terremoto del 13 gennaio 1832 pochi. Si cercava inoltre di far fronte alla crescente necessità di legname. per ringraziare i santi protettori della città.

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Fig.68-69 Basilica di Santa Maria degli Angeli: ponteggi per la ricostruzione del coro e della navata sinistra della basilica Fig.70 Basilica di Santa Maria degli Angeli: sezione trasversale disegnata da Luigi Poletti, dopo il terremoto del 1832, con crollata per il terremoto del 1832. Progetto di Luigi Poletti, disegni di D.Bartoccini (Archivio della Porziuncola, 1832-35). le indicazioni per la rimodellazione degli archi (Biblioteca Civica di Stori dell’arte “Luigi Poletti” di Modena, Fondo Poletti).

Il santuario di Santa Maria degli Angeli: una storia tormentata dai terremoti

1747 17 aprile: gravemente fessurato il convento e conseguenza la volta sprofondò con i tetti e le mura cupola, e diede disposizioni relative all’abside per Poletti risolse il problema del peso dei tetti gravan- danni alla basilica. La perizia eseguita dall’architet- laterali soprastanti. Le poche parti restate in piedi, rendere riutilizzabili il coro e la navata centrale. te sulla volta adottando una incavallatura poligona. to Carattoli attesta che i fianchi della chiesa erano essenzialmente i muri che sostenevano la cupola Tuttavia alcuni religiosi, di propria iniziativa, comin- La facciata principale aveva subito danni soprattut- stati gravemente fessurati, nel coro si era aperta maggiore, erano tuttavia malridotte: solo la Porziun- ciarono a ricostruire la navata destra i cui piloni era- to nella parte superiore, che divenne pericolante: si una profonda spaccatura, alcuni pilastri della nava- cola si era salvata dal crollo. Fu però rilevato che i no stati assicurati in precedenza con legname cer- decise di demolirla e procedere a una nuova costru- ta erano in cattivo stato, il frontespizio della faccia- piloni e i muri portanti della chiesa erano vuoti chiato di ferro. Questi piloni erano stati costruiti zione, differente dalla precedente. Poletti elaborò ta era fortemente inclinato verso la piazza e l’acqua all’interno ed erano stati costruiti con cemento di con grossi ciotoli di fiume rivestiti da uno strato di due progetti, di cui fu scelto il secondo per motiva- aveva infiltrato la chiesa in più punti. Degli inter- pessima qualità e ciottoli; inoltre il tetto era stato una testa di mattoni e si cominciò a ricostruirli zioni di ordine economico. venti di ripristino consigliati da Carattoli furono collocato sulle volte in modo tale da gravare pesan- aggiungendo nuovo materiale al vecchio; ciò fece sì La ricostruzione, non contando i mesi invernali in eseguite l’imbiancatura totale della chiesa e la temente sull’intera costruzione. che le nuove parti presto si crepassero. cui i lavori venivano sospesi, durò quaranta mesi. copertura con piombo del cornicione mediano della I padri del convento corsero ai ripari chiamando da Il 13 maggio del 1832 frate Luigi Ferri partì per un L’inaugurazione solenne si tenne il giorno 8 settem- cupola. Foligno l’architetto Mollari, il quale per salvare la viaggio che lo portò nelle varie corti europee alla bre 1840, alla presenza del cardinale Luigi Lambru- 1751 27 luglio: lievi danni alla chiesa: si riapriro- Porziuncola da un eventuale crollo della cupola fece ricerca di finanziamenti per la basilica; tornò ben tre schini; papa Gregorio XVI si recò in visita al santua- no le fessurazioni dalla cima sino quasi alla base del- costruire una piramide di fascine, calcinacci e anni e mezzo dopo, nel 1835, con la somma di rio il 23 settembre 1841. la finestra centrale del coro grande, che erano state legname, la cui cuspide arrivava a circa 13 m (55 14.000 scudi e molti oggetti sacri. Ferri diede un 1854 12 febbraio: guasti di un certo rilievo al con- causate dal terremoto del 1747. palmi) d’altezza, meno di 1/5 dell’altezza della giudizio negativo sui lavori eseguiti durante la sua vento e alla chiesa soprattutto nelle parti non soli- 1799 28 luglio: qualche lieve danno al convento. soprastante cupola; Mollari fasciò inoltre il cupolino assenza e iniziò con i responsabili della ricostruzio- damente riparate dopo il terremoto del 1832. Nel Le scosse replicarono due o tre volte nella notte. con due cerchiature e la cupola con quattro cer- ne dell’edificio un diverbio che bloccò per mesi ogni convento più di ogni altra parte subirono danni le Dieci giorni prima, il 18 luglio 1799 alle ore 7:45 TU chiature di ferro, con nodi e zeppature di rinforzo. intervento. celle situate a est e a ovest del refettorio grande; ca. (12 e mezza italiane), fu avvertita una forte Il papa Gregorio XVI destinò 1.000 scudi del suo La situazione fu sbloccata da Gregorio XVI il 26 feb- riportarono lesioni l’infermeria e il noviziato, che scossa che causò spavento e nessun danno; alle ore patrimonio personale alla riparazione della basilica. braio 1836, quando il cardinale Agostino Rivarola fu era stato ricostruito con poca solidità; cadde il sof- 20:45 TU ca. (1 e mezza di notte) ne fu avvertita Per la ricostruzione di questo santuario fu aperta incaricato di tutte le operazioni riguardanti il san- fitto di due camere, si aprirono fessure nella fore- una più forte che causò qualche danno in alcune una raccolta di fondi, a capo della quale fu posto, in tuario. Rivarola costituì un comitato tecnico compo- steria interna e rovinò la foresteria esterna delle celle, nella biblioteca e nella chiesa. qualità di commissario generale frate Luigi Ferri da sto dall’architetto Poletti, che dirigeva i lavori, dal- donne. Nella chiesa si aprirono notevoli fessure nel- 1831 27 ottobre: gravi danni ai due archi esterni Bologna; poco dopo lo stesso frate fu nominato dal l’architetto locale Mollari e dal capomastro France- l’abside del coro, nei due cappelloni della crociera della porta maggiore, al cupolino sovrastante la commissario speciale, vescovo Cadolini, addetto ai sco Frattini, e un comitato amministrativo compo- laterali alla cupola e nel cupolino; riportarono lesio- cupola maggiore e al cornicione del coro. restauri da eseguire sull’edificio. Il papa in data 5 sto da Luigi Ferri (commissario della fabbrica), dal ni le navate piccole anche se fabbricate di nuovo; 6 novembre: scossa che fu definita più forte di maggio diede incarico all’architetto Luigi Poletti di guardiano “pro tempore” (prefetto dell’economia), nella facciata cadde la croce di travertino; furono quella dell’ottobre, peggiorò le lesioni precedenti. Modena di intervenire. L’opera di Poletti fu impron- dal conte Giovanni Fiumi (cassiere), da Raffaele danneggiate le cappelle di S.Antonio, di S.Giuliana e 1832 13 gennaio: danni gravi, che peggiorarono tata al recupero: fece puntellare le parti che minac- Barili (computista). Il 14 marzo 1836, dopo avere dell’altare maggiore; il coro rimase pericolante; una per tutto il periodo successivo. ciavano di cadere, assicurò la cupola con sostegni demolito la navata destra, si incominciò la riedifica- larga fenditura si aprì nella cappella di S.Francesco 27 gennaio: le repliche causarono ulteriori danni alle finestre, fece murare i tre archi che sosteneva- zione, non più a ciottoli di fiume, ma a mattoni e e nella cappella del Roseto. Tibaldi inserisce dei alla navata centrale e alla facciata della chiesa no la cupola separando le tre navate dal resto della inserendo alcune variazioni alle arcate per alleggeri- tiranti di ferro. 13 e 15 marzo: il grande crollo. Nuove scosse fece- chiesa. Ordinò poi di ricostruire la navata sinistra re il peso della costruzione. Gli stessi accorgimenti 1984 29 aprile: danni alla cupola della chiesa, agli ro crollare i quattro piloni della navata sinistra e di allo stesso scopo, di contrastare cioè la spinta della furono adottati per la navata sinistra. In particolare affreschi della facciata e a quelli della Porziuncola. 146 147

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☞ Il 20 maggio 1832 il delegato apostolico di Perugia, Ferri, emanò una circolare indirizzata alle magistra- ammontavano a 2.916 scudi. I lavori di restauro del palazzo camerale di Spello furono dati in appalto a ture, governatori, priori e autorità locali, riguardante gli sgravi prediali concessi dal pontefice. Nelle zone Lorenzo Cecconi il 17 ottobre 1832 per una previsione di spesa di 230 scudi; l’8 agosto 1834 fu presenta- colpite erano concessi sgravi fiscali riguardanti alcune tasse fra cui una tassa fondiaria: in alcuni casi le to il resoconto dei lavori ultimati che aveva superato il preventivo di soli 5 scudi. A quella data Cecconi tasse erano cancellate per intero e per tutto l’anno, in altri casi si ponevano precise condizioni: sgravi doveva ancora incassare 150 scudi. Una perizia datata 27 aprile 1832 riporta a Bettona danni per 13.148 mensili o bimestrali, sgravi riguardanti proprietà al di sotto di un certo valore immobiliare, o condoni tem- scudi. poranei condizionati al pagamento di metà delle tasse nei mesi successivi. A Bevagna, città colpita da una grave crisi per diverse ragioni, fra cui l’insufficienza dei finanziamenti con- Il tesoriere generale dello Stato aveva raccolto le notizie dei danni pervenute dalle diverse località colpi- cessi e lo scarso raccolto di grano dell’annata, la situazione non era migliorata ancora nel 1840; la rico- te, ed aveva emanato un elenco delle medesime in modo che i vari cancellieri del Censo provvedessero a struzione della chiesa della Consolazione e dell’ospedale fu pianificata solo in quell’anno, impegnando i trascrivere i rispettivi estimi catastali rustici e urbani, su cui basare l’applicazione degli sgravi concessi. fondi dell’ospedale stesso che comunque risultavano insufficienti: nel 1859 i malati erano ancora ricove- Inoltre, il delegato apostolico di Perugia fu incaricato di sovrintendere a tutte le operazioni relative al pro- rati negli edifici del convento di S.Agostino. cedimento. Tuttavia sono attestati dissidi tra i diversi livelli delle istituzioni riguardo alle stime dei danni causati dal terremoto nei diversi centri; il governatore di Foligno ad esempio, un mese dopo la circolare del delegato apostolico, lamentava che nell’elenco delle località colpite non fossero stati inclusi alcuni Teorie e interpretazioni: elettricisti e fochisti all’Accademia dei Lincei paesi del territorio a lui sottoposto. Da un nuovo elenco si apprende che le richieste del governatore di Antonio Rutili Gentili (1832), naturalista testimone di questo terremoto, elaborò una spiegazione sulle Foligno furono accolte. Inoltre sorsero dubbi interpretativi circa la normativa relativa allo sgravio. cause che determinarono questo terremoto, fondata sulla teoria dell’elettricismo. La sua analisi comin- Numerose richieste di finanziamenti continuarono ad essere inoltrate dalle comunità colpite al segretario ciava dalle numerose e abbondanti precipitazioni dell’estate precedente il terremoto, seguite da “gagliar- per gli Affari Interni, cardinale Gamberini, nel 1833 e nel 1834. Al comune di Foligno era stato concesso dissimi venti boreali”, una combinazione che avrebbe prodotto “un terreno umidissimo sotto un suolo ari- un sussidio di 50 milioni di libbre di sale depositato nelle saline di Cervia a favore dei possidenti del ceto dissimo”. Ciò avrebbe portato alla formazione di pesanti vapori, troppo densi per staccarsi dal suolo sotto meno agiato; in seguito la quantità di sale fu commutata nella somma di 6.000 scudi accordati per le ripa- forma di nubi. razioni alle case dei “poveri” e a monasteri e chiese. Il gonfaloniere e gli anziani del comune il 18 settem- Secondo la teoria dell’elettricismo, gli strati superiori dell’atmosfera erano i più carichi di elettricità, che bre 1833 si lamentarono di questa decisione, poiché i danni complessivi riportati superavano i 500.000 veniva portata verso terra dalle nebbie e dai vapori. Secondo Rutili Gentili il ristagnare dei vapori presso scudi e la cifra che poteva essere ottenuta dalla vendita del sale sarebbe stata maggiore dei 6.000 scudi la terra, e l’eccessiva disparità di carica fra questi, impregnati di elettricità, e il suolo seccato dai venti, che erano stati loro elargiti. Da un rapporto del computista generale della Camera Apostolica al segreta- avrebbero determinato un’attrazione dell’elettricità verso lo strato di terreno sottostante, umido e quin- rio per gli Affari Interni, datato 28 dicembre 1833, si evince che anche il comune di Bevagna e il l’arcive- di “carico”, come i vapori. Nell’attraversare il suolo secco, l’elettricità avrebbe prodotto le scosse di ter- scovo di Spoleto reclamavano l’utilizzo di somme che potevano essere ottenute dal sale in giacenza a Cer- remoto. La soluzione sarebbe stata quindi costruire delle sorte di “parafulmini”, che salendo dalle profon- via, ma che il governo pontificio non fu in grado di organizzarne la vendita. dità elettriche del terreno fino a molto in alto negli strati più elettrici dell’atmosfera avrebbero permesso Risulta dunque evidente la difficoltà in cui versavano i paesi colpiti dal terremoto, e altrettanto evidente all’elettricità di passare dalle une agli altri senza causare distruzioni. Questa soluzione era già stata ela- l’inadeguatezza dei finanziamenti versati dal governo pontificio. La valutazione è confermata da altra borata alla fine del Settecento e l’analisi di Rutili Gentili non si rivela una novità. documentazione, come ad esempio la lettera del vescovo di Foligno al segretario per gli Affari Interni, car- Un anonimo rapporto di un professore di fisica, stampato nel 1832 nella stamperia della Camera Aposto- dinale Gamberini, datata 29 luglio 1834, in cui è descritto lo stato di devastazione in cui a quella data ver- lica e consegnato all’Accademia dei Lincei, contiene alcune riflessioni sulle cause del terremoto del 13 sava ancora la città di Bevagna, alla quale erano stati concessi scarsissimi finanziamenti. gennaio 1832 e sui mezzi possibili per allontanare o alleviare i danni sismici in genere; questo autore si basava sulle teorie di Vassali-Eandi (1818), un oppositore dell’elettricismo che sosteneva la dipendenza dei fenomeni sismici dall’accumulo di gas sotterranei. Secondo questa teoria, nelle caverne sotterranee si La lenta ricostruzione sarebbe attuata una decomposizione di piriti ferruginose, procedimento che avrebbe liberato gas idroge- I tempi della ricostruzione furono lunghi. Ad Assisi i danni, secondo una lettera del governatore al dele- no. Contestualmente, altri processi chimici relativi ai fossili sotterranei produrrebbero ossigeno. L’au- gato apostolico di Perugia datata 17 aprile 1832, ammontavano a 40.000 scudi in città e a oltre 60.000 mento delle masse di questi “vapori elastici” sotterranei sarebbe la causa di espolosioni sotterranee, ori- scudi in campagna. Nel 1836 la relazione del vescovo di Assisi alla Sacra Congregatio Concilii infor- gine dei terremoti. Il professore di fisica avanzò una proposta molto semplice per la prevenzione dei feno- mava che il palazzo vescovile era ancora inabitabile e il vescovo risiedeva ancora nel convento di meni sismici: lo scavo di pozzi artesiani che, offrendo ai gas una via d’uscita naturale, potessero preveni- S.Francesco. re il formarsi di masse critiche di “vapori elastici” e le relative esplosioni. Peccato che un’idea simile fosse A Foligno, l’interno del palazzo vescovile fu ricostruito dal vescovo Cadolini e risulta ultimato alla data del già stata di moda, con scarso successo, dal tempo di Aristotele in poi. 1846; la chiesa parrocchiale di S.Maria Maddalena, crollata in seguito al terremoto, non fu più ricostruita. I due studi furono oggetto di discussione all’Accademia dei Lincei, discussione apparentemente chiusa Nel marzo 1834 il palazzo del governatore era ancora inabitabile; la facciata del palazzo non era ancora dalla relazione presentata nel 1832 dal professor Saverio Barlocci, docente di fisica all’Università di Roma, stata riparata: era in corso un contrasto tra il governo della città, che chiedeva che una parte della spesa che prese in esame i presupposti teorici, le induzioni e i suggerimenti operativi dei due autori ma non li prevista di 2.644 scudi fosse sovvenzionata dalla cassa della delegazione apostolica di Perugia, e la teso- giudicò corretti o condivisibili. La conclusione di Barlocci recitava: reria della delegazione di Perugia che negava il finanziamento; la questione era complicata dal fatto che Avendo noi pertanto, presso l’analisi fatta delle due enunciate memorie, riconosciuti come inefficaci al riparo dei terremoti alcune case erano state danneggiate dai crolli del palazzo stesso e i proprietari di tali edifici chiedevano il i rimedj in esse proposti, che si riducono 1) agli artificiali allagamenti, 2) ai pozzi artesiani, 3) alle spranghe frankliniane; non sapremmo consigliare il governo ad intraprendere lunghe o dispendiose operazioni, senza la probabilità almen plausi- risarcimento, inoltre era stato asportato materiale che doveva servire alla ricostruzione. In una lettera bile di un felice risultato. datata 28 aprile 1832 il governatore di Foligno scriveva al delegato apostolico di Perugia che i danni nel La relazione terminava consigliando rimedi al terremoto più semplici come l’evacuazione della popola- territorio a lui sottoposto ammontavano a oltre mezzo milione di scudi. zione dalle aree a rischio, ed esortando gli abitanti dell’Umbria alla pazienza, perché “straordinarj e pas- Secondo una perizia datata 23 aprile 1832 i danni a Spello e nel suo territorio ammontavano a 123.992 saggieri sono questi fenomeni”. La relazione sembra quasi concepita come un parere esperto, in grado di scudi così suddivisi: 70.312 scudi per danni in città; 7.097 scudi per danni nei paesi di Collepino e San Gio- offrire un motivato supporto teorico alle decisioni governative. 148 vanni e 46.583 scudi per danni ai fabbricati e case coloniche dell’intero territorio. A Collemancio i danni 149

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Foligno: monumenti e terremoti, un rapporto secolare 1832 ottobre — dicembre alta Valle del Chienti

Questa sintesi evidenzia gli effetti dei terremoti più distruttivi su alcuni edifici del patrimonio stori- co-artistico di Foligno, offrendo una sintesi dei danni evinta dalle fonti. Per maggiori dettagli si veda- Una sequenza “dimenticata” dai cataloghi sismici, che fu oggetto di discussione nel- no i vari terremoti in questo libro, al paragrafo relativo agli effetti. l’antica università di Camerino, si protrasse per oltre un mese: lesioni, cedimenti, crollo di camini, abitazioni instabili e puntellate. L’amministrazione pontificia lo con- siderò un evento irrilevante e scoraggiò finanziamenti e interventi. 1279 30 aprile VIII grado MCS “chiesa nuova” si erano aperte varie lesioni causate Secondo Salimbene de Adam, Alberto Milioli e il dallo sbilancio di un muro. “Memoriale potestatum Regensium”, la città subì gra- Nella torre campanaria si erano aperte alcune fes- vi distruzioni (dirupta). sure nelle murature; rischiavano inoltre il cedimento Le fonti 1477 3 febbraio VII-VIII grado MCS gli archi soprastanti ai finestroni rivolti a nord e a sud. Questa sequenza fino a poco tempo fa era sconosciuta ai cataloghi sismici: fu infatti “oscurata” dal più La scossa danneggiò tutti gli edifici della città, dei Nelle stanze chiamate la “sacrestia vecchia” furono forte e distruttivo terremoto che era iniziato nel mese di ottobre 1831 e si era protratto fino all’aprile 1832 quali alcuni tra i più vecchi crollarono, e quasi tutti i rilevate varie fessure nei muri e negli architravi delle camini. porte. Nella stanza utilizzata come deposito della fari- (si veda la scheda precedente). Le fonti ora reperite provengono da un fascicolo documentario conser- Palazzo priorale: tre merli, crollando, danneggiaro- na del forno pubblico, che era annesso al palazzo, fu vato all’Archivio Segreto Vaticano, nel fondo della Segreteria di Stato, serie “rubrica 36”. Si tratta della no parte del tetto e alcune tegole; nel complesso del- riscontrata la grave sconnessione e lo sbilancio del corrispondenza che il segretario di Stato, cardinale Tommaso Bernetti, scambiò in quei mesi con il dele- lo stesso palazzo la cappella e la cancelleria furono muro esterno. Secondo la valutazione dell’architetto, gato apostolico di Spoleto, monsignor Antonio Maria Cagiano, e di quella intercorsa fra quest’ultimo e il danneggiate: questa parte del palazzo priorale (chia- la spesa necessaria per tali lavori di restauro era di governatore di Visso, Paolo Canonici. Nel fascicolo è inoltre conservato uno scambio epistolare tra il mata “palatium plurifarianum” nella memoria del 332 scudi. Dopo la redazione di questa perizia, l’ar- segretario di Stato, il delegato apostolico di Camerino, Filippo Olivieri, e il segretario dell’Accademia dei notaio del consiglio comunale Michelangelo Grillo), chitetto Neri fu nuovamente chiamato ad esaminare Lincei, abate Feliciano Scarpellini, riguardante una relazione sul terremoto redatta dai professori di scien- che era stata in precedenza lesionata e quindi rinfor- l’edificio, perché si erano aggravate le lesioni e scon- ze naturali dell’Università di Camerino. zata con quattro chiavi di ferro, subì gravissime lesio- nessioni della torre campanaria. Redasse una secon- ni e divenne pericolante. da perizia, datata 5 gennaio 1792, nella quale rilevò 1703 14 e 16 gennaio VII grado MCS l’indebolimento e il distacco delle pareti della torre La scossa del 14 gennaio causò la caduta di molti dal resto del palazzo. Per questo ulteriore intervento Gli effetti: tre scosse fortissime e interi paesi danneggiati camini, tetti e il crollo parziale di un campanile; vi fu preventivata la spesa di 69 scudi. La sequenza sismica che si protrasse dal mese di ottobre al dicembre 1832 ebbe tre scosse particolarmen- furono danni anche in seguito alla scossa del 16 gen- 1831 – 1832 VIII grado MCS te forti: il 14 novembre, il 21 novembre e il 4 dicembre. naio. L’effetto cumulativo delle due scosse causò dan- La scossa del 27 ottobre 1831 fu avvertita con violen- Le scosse furono in realtà numerose, a partire dal 28 ottobre 1832. Le prime due furono avvertite a Visso, ni anche alle case più solide. za e causò la caduta di numerosi camini, il crollo di 1751 27 luglio VI-VII grado MCS alcune volte e soffitti, crepe nei muri. In seguito alle alle ore 23:05 TU (nella notte tra il 28 e il 29 ottobre, verso le sei e mezza dell’orario “all’italiana”) e alle ore Il terremoto causò danni al patrimonio ecclesiastico e scosse del 13 gennaio 1832 nessun edificio fu esente 23:45 TU circa. Le scosse successive furono sentite con particolare forza a Visso e nei paesi dei dintorni, il a quello edilizio privato. da danni gravi: la maggior parte era crollata, i rima- 30 e 31 ottobre, il 14 novembre, verso le ore 11 TU, il 17 novembre, alle 21 TU circa, il 21 novembre alle Chiese: furono danneggiate la facciata del duomo e le nenti erano comunque inabitabili. In seguito alle ore 21 TU, nella notte del 22 novembre alle ore 1:30 TU, il 30 novembre, circa alle ore 12:30 TU e il 4 dicem- chiese di S.Francesco e di S.Salvatore. scosse della sera del 22 gennaio molti edifici che già bre, circa alle ore 19 TU. Il governatore di Visso riferisce che al momento delle scosse fu notato che i fiumi, 1791 11 ottobre VII grado MCS erano pericolanti peggiorarono ulteriormente: nessun specialmente il Nera, rumoreggiavano come se fossero in piena e minacciassero un’inondazione. La città fu notevolmente colpita da questo terremoto, edificio pubblico era agibile e solo la cattedrale e la Complessivamente i paesi danneggiati furono 10, situati alle pendici occidentali dei Monti Sibillini, tra le che causò danni in numerose case e palazzi e in diver- chiesa di S.Maria del Pianto erano praticabili. alte valli dei fiumi Chienti e Nera; il governatore di Visso indica la zona di Bolognola e Fiastra come proba- se chiese. Chiesa di S.Lucia: risultò danneggiata e Palazzo apostolico: in seguito alla scossa del 13 gen- bile epicentro delle scosse avvertite tra i giorni 28 e 31 ottobre. I danni consistettero nel complesso nel crol- dovette essere rinforzata da uno sperone; non si han- naio riportò gravi danni alla facciata, che crollò e al lo di camini e di parti di edifici vecchi o mal costruiti, in lesioni e cedimenti di murature. no notizie dell’annesso monastero. tetto che fu da rifare. Le scosse della notte tra 12 e 13 Ad Aschio la scossa del 14 novembre 1832 fece cadere alcuni comignoli e causò il crollo di muri di “capan- Palazzo Apostolico: risultò danneggiato. marzo causarono la caduta di una volta e il crollo di Palazzo priorale: l’architetto Neri redasse il 12 parte del tetto. ne” isolate di cattiva costruzione; la scossa del 21 novembre 1832 aggiunse ai danni già causati dalla pre- novembre 1791 una dettagliata perizia dei danni e dei Monastero di S.Lucia: in seguito alla scossa del 6 cedente il crollo di altri camini e l’apertura di nuove fenditure negli edifici più vecchi. Gli abitanti, spaven- lavori di ripristino necessari. Nella sala Consigliare fu novembre 1831 divenne inabitabile; la scossa del 13 tati, si rifugiarono nei punti più sicuri delle case e nei sotterranei. In seguito alla scossa del 4 dicembre, che riscontrato un rilevante sbilancio del muro di faccia- gennaio la fece crollare. causò nuove lesioni agli edifici, fu necessario puntellare diverse case e chiese per garantirne la stabilità. In ta, che aveva prodotto un abbassamento della volta, Chiese: a causa della scossa del 6 novembre 1831 coincidenza con le scosse accadute di notte, fu notato un bagliore simile a un lampo in direzione delle mon- la quale risultava distaccata dai muri laterali e lesio- crollarono la chiesa e il campanile di S.Maria in Cam- tagne a est del paese. nata da una lunga fessurazione, e rischiava il crollo. pis, il convento degli Agostiniani, la chiesa parroc- A Borgo Sant’Antonio la scossa del 14 novembre causò il crollo di alcuni comignoli. La scossa del 21 Nella stanza chiamata la “cappella vecchia” era gra- chiale di S.Maria Maddalena; la chiesa di S.Feliciano novembre fece cadere altri comignoli e causò l’apertura di crepe e lesioni in case di vecchia costruzione. vemente danneggiato il pavimento appoggiato ad una riportò gravi lesioni sul lato della piazza. In seguito Gli abitanti, spaventati, si rifugiarono nei punti più sicuri delle case e nei sotterranei. La scossa del 4 dicem- sottostante volta, che minacciava di crollare ed era alle scosse del 22 gennaio 1832 crollò parte di un vol- bre causò gravi lesioni ai muri degli edifici, tanto che fu necessario puntellare diverse abitazioni e qualche sostenuta da puntelli; nella stessa stanza dovevano to della chiesa della SS.Annunziata; in questa occa- chiesa per garantirne la stabilità. I danni causati risultarono comunque meno gravi che a Pievebovigliana e inoltre essere riparate varie fessure apertesi nelle sione si registrarono inoltre altri danni lievi non spe- pareti e negli architravi di porte e finestre. Nella cificati dalle fonti. Pieve Torina. 150 A Casali la scossa del 14 novembre causò fessurazioni nei muri di alcune abitazioni, senza pericolo di crol- 151

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dinale Bernetti, in modo da poter rispondere alle domande di soccorso che gli erano pervenute dai paesi della montagna colpiti dal terremoto. Il 4 dicembre 1832, il segretario di Stato gli rispose che, poiché i danni non erano molto gravi, doveva evitare quanto più possibile di erogare sussidi. In caso di necessità avrebbe potuto chiedere ai cassieri o agli amministratori camerali una somma complessiva di 300 o 400 scudi, una cifra assai modesta. In compenso, per i fedeli furono organizzati molti riti devozionali.

Teorie e interpretazioni: l’Università di Camerino al lavoro La sequenza sismica dell’ottobre-dicembre 1832 fu oggetto di studio da parte dei professori di scienze naturali dell’antica e rinomata Università di Camerino, e trovò interesse e risposte anche presso il gover- no pontificio. I professori di scienze naturali dell’Università di Camerino inviarono alla segreteria di stato una relazione riguardante le scosse avvertite a partire dall’ottobre 1832, relazione che venne successiva- mente spedita dal segretario di stato al segretario dell’Accademia dei Lincei, Scarpellini.

L’inizio del terremoto del 1832 in una lettera del governatore di Visso

Il governatore di Visso, Paolo Canonici, scrisse al delegato apostolico di Spoleto, monsignor Cagiano, una det- tagliata relazione da cui si evincono interessanti elementi descrittivi sull’avvio della sequenza sismica dell’ot- tobre 1832. La lettera è conservata in copia all’Archivio Segreto Vaticano (Segreteria di Stato, rubrica 36).

Visso Visso 1° [nove]mbre 1832 ne contarono una diecina all’incirca, sempre in Eccellenza R[everendissi]ma minor forza del primo. I tremiti terrestri, ed i Dopo di aver regnato per otto giorni circa i venti rumori aerei, tenenti sempre la stessa direzione del nord, ed arrecato freddo sensibile in queste si ripeterono più volte nel giorno 29, e nella mat- vette de’ monti con brine, non che asciugato per- tina della notte consecutiva furono assai sensibi- Fig.71 4 dicembre 1832: epicentro e intensità degli effetti più gravi. fettamente il suolo, che in antecedenza era stato li; altre piccole scosse si sono sentite nei giorni 30 li. La scossa del 21 novembre fece cadere alcuni comignoli e causò fenditure in case di vecchia costruzio- bagnato da discreta quantità di pioggia, cessaro- ai 31, e nella notte scorsa alle ore quattro, e mez- ne. Gli abitanti, spaventati, si rifugiarono nei punti più sicuri delle case e nei sotterranei. no il giorno 28 perduto Ottobre e diede luogo ad za circa è venuta una forte scossa, e tre altre pic- una dolce atmosfera, e quieta anzi che nò la not- cole in questa mattina. L’ultima ha prodotto un A Pievebovigliana la scossa del 4 dicembre causò danni più gravi, le fonti non riferiscono esattamente te di questo giorno andando al 29, trovandosi l’a- istantaneo sereno purissimo nell’orizzonte, con quali, che a Borgo Sant’Antonio e ad Aschio, dove vi furono gravi lesioni ai muri degli edifici, tanto che fu ria ad una piuttosto grata temperatura, non che vento del nord. Niun danno è accaduto ai fabbri- necessario puntellare diverse case e chiese per garantirne la stabilità. perfettamente tranquilla, sereno il cielo, che per cati di questa Comune solidamente costrutti e A Pieve Torina la scossa del 4 dicembre fece più danni, anche in questo caso le fonti non riferiscono quali, altro in parte si andava ingombrando da poca nessuno per quanto è a mia cognizione dei Vil- che a Borgo Sant’Antonio e ad Aschio, dove fu necessario puntellare diverse case e chiese rese pericolan- denza caligine, da cui rimaneva intorbidato il laggi di questo Circondario; si vocifera, che l’ori- ti per le gravi lesioni subite. chiarore delle stelle, circa le ore sei, minuti tren- gine più prossima di questo Terremoto sia nelle A Ussita la scossa del 21 novembre causò il crollo di alcuni comignoli e fenditure in case di vecchia costru- ta italiane, venne una veemente scossa di Terre- vicinanze di Fiastra, e Bolognola, Delegazione di zione. Gli abitanti, spaventati, si rifugiarono nei punti più sicuri delle case e nei sotterranei. moto, che durò circa cinque minuti secondi; la Camerino. A Vallestretta la scossa del 21 novembre causò seri danni alla chiesa parrocchiale, di cui si rese necessa- direzione fù dal nord-est, al sud-ovest; il moto Questa Popolazione fu colpita da un certo spa- rio controllare l’agibilità. parve tutto ondulatorio, il rombo precedente, e vento nella prima scossa, ed abbandonò le pro- A Visso la scossa sentita il 28 ottobre alle ore 23:05 TU fu forte, preceduta e accompagnata da un rombo. consecutivo fu assai sensibile, ed egualmente spa- prie abitazioni. Non ebbe luogo disordine alcuno, ventevole; dopo circa una mezz’ora s’udì altro tanto facile ad avvenire in simili casi; ora si fan- Poco dopo, alle ore 23:45 TU circa, fu avvertita un’altra scossa preceduta da un rombo. La scossa del 14 rombo aereo, che per altro non produsse verun no Pubbliche Preci da questi devoti miei ammini- novembre alle ore 11 TU fu più forte delle altre, ma non causò danni nel paese. La chiesa dei Cappuccini, moto di terra, passato quindi poco tempo tornò strati, onde implorare dal Cielo, che allontani gli situata a meno di un km dall’abitato, minacciò invece di crollare: la costruzione era già in cattiva condizio- una seconda scossa di terra, ed in tutta la notte se effetti di tanto flagello. ne statica prima delle scosse e fu necessario puntellarla. La scossa del 4 dicembre causò pochi danni: nei muri di vari fabbricati si aprirono delle crepe, senza comprometterne la stabilità.

La risposta istituzionale: parole, opere e omissioni La risposta istituzionale a questo terremoto rivelò la propensione delle autorità pontificie a sottostimare il danno: quantomeno, gli aiuti giunsero più in forma spirituale che materiale. Il 30 novembre 1832 il dele- 152 gato apostolico di Spoleto, monsignor Cagiano, inoltrò richiesta di finanziamenti al segretario di Stato, car- 153

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1838 gennaio — novembre Valnerina all’abitato. Caddero grossi macigni; la gente, spaventata, fuggì dalle case, 8 delle quali furono lesionate. Va sottolineato che, nella sua relazione al delegato apostolico di Spoleto, il perito Milanesi notò che l’edi- Una sequenza sismica che durò quasi un anno e mise a dura prova la buona volontà ficato era di pessima costruzione e in cattivo stato di conservazione: il perito riscontrò lesioni alle pareti delle abitazioni, crolli di tetti e di pavimenti, spostamento di architravi. Una casa dovette essere sgombe- delle istituzioni e la resistenza della popolazione: molte relazioni e poche sovvenzio- rata, mentre le altre necessitarono di urgenti puntellature. ni. A Sellano, Acera e Borgiano ci furono crolli e lesioni: fu rilevato che l’edificato era A Sellano la scossa del 14 febbraio fece crollare alcune abitazioni e ne lesionò gravemente altre. La scos- di pessima qualità e in cattivo stato di conservazione. sa del 5 agosto fu molto forte e causò ulteriori danni agli edifici già lesionati. Ad Acera la scossa del 14 febbraio causò il crollo di alcune abitazioni già lesionate dalle scosse delle set- timane precedenti. Caddero interamente 4 case del borgo fortificato, in tutte si aprirono grandi fenditu- Le fonti re, alcune minacciarono di cadere. La scossa del 5 agosto causò ulteriori danni. A Spoleto le due scosse consecutive del 5 gennaio furono molto forti e causarono lievi danni. Cadde a Una notevole quantità di fonti istituzionali e scientifiche attesta questa lunga sequenza sismica, e pemet- terra in strada la palla di pietra su cui era infissa la croce della facciata della chiesa di S.Ansano, si fermò te di individuare gli effetti della scossa del 5 agosto 1838 delle ore 17:15 TU, non precedentemente nota. un pendolo e suonarono i campanelli delle case. La gente, spaventata, si riversò all’aperto. La terra con- Nella sezione di Spoleto dell’Archivio di Stato di Perugia nel fondo Delegazione Apostolica di Spoleto tinuò a tremare anche nei giorni seguenti. La scossa del 14 febbraio causò danni al cornicione di Palazzo (b.255), sono stati reperiti 8 documenti datati dal gennaio al novembre 1838. Particolarmente importan- Campello; subì danni di qualche entità la casa Pini (ora Campelli); crollarono vari comignoli. La scossa del te è la relazione che due fisici, Fontana e Salvatori, inviarono al delegato apostolico Lucciardi il 9 gennaio 5 agosto fu fortemente avvertita ma causò solo lievi danni. 1838 con notizie dettagliate sulla sequenza delle scosse e sugli effetti nelle singole località. Inoltre le memorie della Segreteria generale della Delegazione Apostolica di Spoleto contengono dati importanti sulla sequenza delle scosse dal gennaio al novembre 1838. Fiamme immaginarie e cadute reali di massi Nel fondo Segreteria di Stato dell’Archivio Segreto Vaticano sono state reperite e analizzate 11 lettere inviate dal delegato apostolico di Spoleto al segretario di stato, cardinale Lambruschini, delle quali 6 invia- Alcuni fenomeni collegati a questo terremoto furono subito oggetto di una controversia, sull’autenti- te nei giorni seguenti la scossa del 5 gennaio 1838 e 5 dopo la scossa del 14 febbraio (Esteri, b.70, 1838, cità delle testimonianze che li descrivevano. Colla (1839), ripreso da Perrey (1848), ricorda che nei Rubrica 110). Ad esse sono allegate copie della relazione del perito Milanesi sui danni causati dalla scos- giorni tra l’8 e il 14 gennaio 1838 nel circondario di Spoleto si aprirono spaccature nel terreno dalle sa del 5 gennaio, degli ordini emanati dal generale Cremona e del rapporto del maresciallo dei Bersaglie- quali uscivano fiammate, ma una corrispondenza giornalistica coeva dubita di tali testimonianze, ri Gasparini sui danni della scossa del 14 febbraio a Sellano. sostenendo che si trattava piuttosto “dell’effetto delle immaginazioni perturbate dal terrore”. Il peri- Il catalogo di Colla (1839) contiene una descrizione degli eventi ripresa poi successivamente da Perrey to pontificio Milanesi, inviato dal delegato apostolico di Spoleto, non vide spaccature nel terreno e (1848); Mercalli (1883) non si discosta dai resoconti pubblicati nel 1838. Tale produzione, che consta di ritenne che i lampi fossero da ascriversi alle “calcaree che erano a fuoco da alcuni giorni”. Anche i 8 articoli afferenti a 6 testate riprende pressoché integralmente le corrispondenze pubblicate dalla “Gaz- periti Fontana e Salvatori affermarono che non si era formata alcuna spaccatura nel terreno. zetta di Foligno” nei giorni immediatamente successivi ai terremoti di metà febbraio 1838. A Borgiano in seguito alle scosse del 5 gennaio 1838 crollarono grossi macigni. La scossa del 14 feb- braio causò a Grotte il distacco di un macigno, che dalla montagna precipitò su una casa, causandone il crollo; numerosi massi si staccarono dall’alto delle montagne e caddero nelle valli fino a Biselli. Gli effetti: i danni in un territorio povero e già colpito Dopo la scossa del 5 agosto si aprì ad Apagni nella strada maestra un crepaccio nel terreno largo circa 20 cm e lungo circa 2 m e mezzo, che si richiuse 5 o 6 ore dopo. Questa sequenza sismica iniziò il giorno 3 gennaio 1838, si protrasse fino a novembre, e colpì la zona com- presa fra Spoleto e Foligno: undici mesi in cui si susseguirono moltissime scosse di diversa entità. Ne sono ricordate oltre 270 di cui 3, molto violente, causarono danni: il 5 gennaio, il 14 febbraio e il 5 agosto. Una risposta istituzionale indecisa Il 3 gennaio furono avvertite a Spoleto le prime leggere scosse, che si susseguirono per tutto il giorno e la notte; il 4 gennaio furono avvertite a Spoleto due scosse leggere, una alle ore 20 TU e una alle 21:20 TU. Dopo la scossa del 5 gennaio, il delegato apostolico di Spoleto inviò ingegneri nelle caserme a ispezio- Le prime scosse molto violente, che causarono danni, furono le due, consecutive, del 5 gennaio alle ore nare eventuali danni; non furono però riscontrate situazioni di pericolosità. I detenuti del carcere pena- 14:00 TU, avvertite a Spoleto e dintorni fino alla metà di gennaio. Lievi scosse si susseguirono quasi inin- le minacciarono disordini: fu perciò inviata una compagnia di linea e furono rafforzati tutti i presidi; il terrottamente nei giorni seguenti. generale Cremona emanò ordini straordinari alla truppa. Il delegato apostolico di Spoleto chiese un rap- Il 14 febbraio alle ore 7:30 TU una forte scossa, della durata di circa 12 secondi, fu avvertita nella zona porto sulla situazione del paese di Bevagna e una relazione al perito Milanesi, incaricato di verificare gli compresa tra Spoleto e Foligno, e altre scosse, di cui una molto forte, seguirono durante tutta la giorna- effetti nei monti di Borgiano, Vallocchia, Valcieca e Monte Luco. Chiese inoltre una relazione ai fisici ta. Il giorno seguente, 15 febbraio, alle ore 0:30 TU fu avvertita a Foligno una scossa molto violenta. Per Fontana e a Salvatori sulle osservazioni effettuate durante il sisma. Dopo la scossa del 5 febbraio lo tutto il mese di febbraio si succedettero scosse leggere, fenomeno che proseguì quasi quotidianamente stesso delegato apostolico di Spoleto richiese al maresciallo dei Bersaglieri un rapporto sui danni cau- nei mesi di marzo e aprile. Durante i mesi di maggio e giugno le ormai consuete scosse leggere furono sati nel territorio di Sellano. Purtroppo, la buona volontà si esaurì ben prima che finisse la lunga intervallate da altre più forti, alcune furono accompagnate da rombi chiaramente avvertiti che molto sequenza sismica: dopo la scossa del 5 agosto il delegato apostolico non inviò nessun informatore per aggiunsero allo stato di inquietudine della popolazione. A luglio le scosse furono meno frequenti e più leg- non incorrere in nuove spese. Il priore di Cerreto di Spoleto stilò un elenco di sovvenzioni da distribuire gere, ma il 5 agosto alle ore 17:15 TU una forte e lunga scossa interessò Spoleto, Acera, Apagni, Sellano, ai danneggiati contenente 63 nomi di persone che ottennero da un massimo di 1,50 scudi a un minimo Pupaggi, Agliano Campello e Bianca, causando danni. In agosto le scosse furono quasi quotidiane, anche di 0,10 scudi. Nell’elenco delle sovvenzioni distribuite ai danneggiati dal terremoto i nomi di 7 abitanti sensibili. Frequenti e numerose scosse si susseguirono fino a novembre, quando finalmente si esaurì l’e- di Borgo Cerreto, 20 di Cerreto di Spoleto, 1 di Papacqua, 2 di Pianelle, 13 di Ponte e 13 di Triponzo. stenuante sequenza. Vennero celebrati diversi riti religiosi: a Spoleto, una processione si recò alla cattedrale per venerare la 154 A Borgiano le scosse del 5 gennaio si susseguirono frequenti e con violenza e causarono notevoli danni testa di S.Ponziano; a Foligno, dopo la scossa del 14 febbraio fu fatto un triduo di preghiera a S.Feliciano. 155

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Fig.72 14 febbraio 1838: localizzazione dell’epicentro e degli effetti più gravi. Fig.73 5 agosto 1838: epicentro e intensità degli effetti più gravi.

Altre località danneggiate

Agliano: la scossa del 14 febbraio causò il crollo di numero- Cerasola: la scossa del 14 febbraio causò la caduta di qual- Ponte: la scossa del 14 febbraio causò il crollo di alcune abi- edifici. se abitazioni già lesionate dalle scosse delle settimane pre- che comignolo. tazioni. San Giorgio: la scossa del 14 febbraio causò probabilmente cedenti. La scossa del 5 agosto fu fortemente avvertita e Cerreto di Spoleto: la scossa del 14 febbraio causò il crol- Postignano: la scossa del 14 febbraio causò il crollo di fab- la caduta di qualche camino. causò ulteriori gravi danni. lo di numerose abitazioni già lesionate dalle scosse delle set- bricati che erano già stati lesionati dalle scosse precedenti. Santa Maria di Costantinopoli: la scossa del 14 febbraio Apagni: secondo la testimonianza del sindaco del paese, la timane precedenti, caddero tutti i muri a secco, alcuni tetti Morì una persona. causò danni soprattutto alla chiesa. scossa del 5 agosto fu fortemente avvertita e causò gravi delle case e qualche volta di stanza. La scossa del 5 agosto Pupaggi: la scossa del 14 febbraio causò danni. La scossa Triponzo: la scossa del 14 febbraio causò la caduta di tutti i danni al patrimonio abitativo; la popolazione abbandonò le causò danni. del 5 agosto fu fortemente avvertita e causò gravi danni agli muri a secco, di alcuni tetti e di qualche volta di stanza. case e si rifugiò in campagna. Scosse più lievi vennero avver- Foligno: la scossa del 14 febbraio causò piccoli danni. La tite nei giorni successivi. scossa del 15 febbraio causò anch’essa lievi danni. Bevagna: la scossa del 5 gennaio fu fortemente avvertita. Un Giappiedi: la scossa del 14 febbraio causò la caduta di un rapporto, sollecitato dal delegato apostolico di Spoleto, infor- tetto di una camera non abitata. ma che non vi furono danni. La scossa del 14 febbraio arrecò Grotti: la scossa del 14 febbraio causò il distacco dalla mon- qualche spavento alla popolazione e causò piccoli danni ai tagna di un macigno che precipitò su una casa, facendola fabbricati già malconci a causa dei terremoti del 1832. crollare. Bianca: la scossa del 5 agosto fu fortemente avvertita e Montefalco: la scossa del 14 febbraio fu assai violenta e causò danni agli edifici. causò qualche danno nei fabbricati. Borgo Cerreto: la scossa del 14 febbraio causò danni alla Papacqua: la scossa del 14 febbraio causò danni. caserma e ad alcune abitazioni. Piandoli: la scossa del 14 febbraio causò la caduta di qual- Campello: la scossa del 5 agosto fu fortemente avvertita e che comignolo. 156 causò danni agli edifici. Pianelle: la scossa del 14 febbraio causò danni. 157

1838 gennaio — novembre Valnerina Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

ne di esse con notevole intensità: a Bastia, il 14 febbraio alle ore 21:00 TU fu avvertita una scossa molto 1854 12 febbraio Valle del Topino forte, il 15 febbraio alle ore 3:30 TU una scossa più intensa della precedente, e alle ore 13:30 TU una terza, ancora più intensa delle altre, accompagnata da un rombo e avvertita anche a Perugia, dove causò gran- de panico alla popolazione, a Bettona, Assisi e Foligno. Quasi un anno di scosse, danni ingenti a case, edifici pubblici e religiosi: una sequen- Il 15 maggio le scosse non erano ancora cessate: alle ore 13:30 TU a Bastia una nuova scossa fortissima za sismica lunga e complessa che lasciò senza tetto 291 famiglie e compromise nuo- accompagnata da rombo fece cadere qualche mattone, aprire nuove fessure e causò molto panico. La vamente la stabilità della basilica di Santa Maria degli Angeli, da poco ricostruita scossa suscitò spavento anche a Perugia e fu avvertita ad Assisi, Bettona e Foligno. L’ultima scossa, avver- tita a Bastia e dintorni il 5 ottobre 1854, alle ore 4:20 TU, accompagnata da rombo, causò panico nella dopo il terremoto del 1832. popolazione. Gli effetti distruttivi più gravi furono a Bastia e Cannara, paesi situati a pochi chilometri da Assisi, dove molte case crollarono e le rimanenti furono gravemente lesionate. A Bastia la scossa del 12 febbraio 1854 Le fonti causò la rovina di molti edifici, moltissime case furono gravemente lesionate. Cadde il chiostro del mona- Questa sequenza sismica è attestata da numerose fonti istituzionali, che forniscono notizie rilevanti anche stero benedettino di S.Anna; crollarono parte della casa parrocchiale, del palazzo Angelini e il locale delle sull’entità finanziaria del danno e sui modi e sui tempi della ricostruzione. Presso l’Archivio Segreto Vati- scuole pubbliche; crollò la chiesa di S.Nicola al Ponte; caddero le volte del palazzo comunale e quelle della cano, nel fondo Segreteria di Stato (anno 1854, Rubrica 36) è stata reperita la corrispondenza intercorsa chiesa di S.Rocco; divenne inagibile la chiesa di santa Croce. fra il delegato apostolico di Perugia, monsignor Lo Schiavo, il segretario di Stato cardinale Antonelli e il Nella campagna circostante, fra Bastia e Spello, molti casali crollarono. Furono distrutte 100 case coloni- vescovo di Assisi. Sono 31 documenti, fra lettere e minute contenenti informazioni dettagliate sugli effet- che sparse nei dintorni, 6 chiese e 5 conventi. ti nelle località di Bastia, Cannara, Assisi, Rivotorto, Santa Maria degli Angeli e Perugia; vi sono inoltre Ad Assisi la scossa del 12 febbraio causò danni a molte abitazioni, e in particolar modo alle abitazioni di informazioni sulle scosse successive. campagna. La parte superiore del convento di S.Francesco subì molte lesioni; non subì invece alcun danno All’Archivio di Stato di Perugia, nel fondo Delegazione Apostolica, che raccoglie la documentazione ammi- la basilica di S.Francesco. nistrativa del governo pontificio locale, sono stati individuati alcuni fascicoli contenenti la corrisponden- A Perugia la scossa del 29 dicembre aveva causato qualche danno, ma i danni maggiori furono causati za intercorsa fra i delegati apostolici “pro tempore” e l’ingegnere pontificio Paolo Liverani, perizie, reso- dalla scossa del 3 febbraio 1854, che danneggiò in vari punti il convento di S.Pietro, e soprattutto quella conti di spesa e mandati di pagamento relativi ai lavori di restauro al palazzo apostolico di Perugia e agli del 12 febbraio, in seguito alla quale quasi tutte le case subirono qualche lesione. Furono lesionati il con- edifici comunali di Bastia. vento benedettino di S.Pietro, i cui danni furono valutati intorno a 1.000 scudi, e il monastero francesca- Presso l’Archivio della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli sono stati reperiti 2 documenti: si tratta di no di S.Girolamo dei Minori; nella chiesa di S.Domenico cadde una parte di cornicione; il convento di una relazione manoscritta (“Opinamento...”) dell’architetto Giovanni Battista Tiberi sui restauri da farsi S.Domenico subì molti danni e nell’adiacente caserma cadde la volta ferendo tre soldati. Nel palazzo apo- alla basilica di Santa Maria degli Angeli e di una cronaca anonima manoscritta sul terremoto tratta dalle stolico, nella parte adibita a residenza delegatizia, si aprirono notevoli screpolature nei muri della came- memorie del santuario dal 1837 al 1860 che fornisce puntuali notizie sui danni alla basilica e al convento. ra da letto e della sala adiacente alla loggia; nella volta della prima galleria si osservarono diverse scon- All’Archivio storico del convento di S.Pietro di Perugia, è stata vagliata una cronaca che raccoglie le nessioni; la volta della stanza dei ricevimenti riportò notevole danno; il muro esterno del palazzo nell’an- memorie del monastero dal 1846 al 1866, nella quale sono conservate parecchie notizie sulla sequenza golo nord-est rimase scollegato. La popolazione, in preda al panico, abbandonò le proprie case. delle scosse e sugli effetti. A Rivotorto crollarono la chiesa di S.Maria e il convento dei padri conventuali, primo ricovero di Sono state inoltre reperite 30 cronache giornalistiche coeve afferenti a 7 testate, che hanno fornito pun- S.Francesco e dell’ordine minorita. Del convento rimasero in piedi solo una parte dei muri principali e tuali informazioni sull’entità dei danni a Perugia, Bastia, Assisi, Rivotorto e Santa Maria degli Angeli. il tempietto di S.Francesco presso la porta maggiore, mentre rimase illesa la cappella della Madonna Nei contributi sismologici del tempo questo terremoto è citato in modo generico dal catalogo di Mercalli della Misericordia. (1883) e dalle note sui terremoti italiani avvenuti nel 1854 redatte da Perrey (1855); notizie più specifiche In località Santa Maria degli Angeli subirono danni il convento e la basilica, soprattutto nelle parti non sono riportate dal catalogo dei terremoti storici dell’Umbria di Taramelli (1896) e dai documenti raccolti solidamente riparate dopo i terremoti del 1832. Nel convento più di ogni altra parte subirono danni le celle da Malvasia e pubblicati da de Rossi (1889) che riassumono informazioni tratte dalla Gazzetta di Bologna. situate ad est e a ovest del refettorio grande; ebbe lesioni il noviziato che non era stato solidamente rico- Per quanto riguarda la storiografia recente, notizie generiche dell’evento a San Severino Marche sono con- struito; caddero i soffitti di due camere, nella foresteria interna si aprirono fessure e crollò la foresteria tenuti in Paciaroni (1989); rilevante il contributo di Vignoli (1989), Santucci (1997) e Vetturini (1997). esterna delle donne. Nella basilica si aprirono notevoli fessure nell’abside del coro, nelle due grandi cap- pelle della crociera laterali alla cupola e nel cupolino; riportarono lesioni le navate piccole anche se fabbri- cate di nuovo; nella facciata cadde la croce di travertino; furono danneggiate le cappelle di S.Antonio, di Gli effetti: lesioni diffuse e nuovi danni alla basilica di Santa Maria degli Angeli S.Giuliana e dell’altare maggiore; il coro rimase pericolante; una larga fenditura si aprì nella cappella di S.Francesco e nella cappella del Roseto; il noviziato e l’infermeria (cappella del Transito) divennero inagi- Una lunga sequenza sismica si protrasse dal dicembre 1853 fino all’ottobre 1854; la scossa più violenta bili. La chiesa nuova e la cupola subirono pochi danni. Ci furono danni al cimitero e alle case del paese. avvenne il 12 febbraio 1854 alle ore 5:00 TU ca. e colpì l’area compresa fra Perugia, Assisi, Foligno e Spo- leto. Le prime due scosse, leggere, furono avvertite a Bastia il 28 e il 29 dicembre 1853; la seconda scossa delle ore 23:00 TU del 29 dicembre causò qualche danno a Perugia e alla basilica di Santa Maria degli Angeli, Altre località danneggiate danni aggravati dalla scossa delle ore 2:00 TU del 3 febbraio 1854. Nei giorni seguenti si verificarono Bastiola: danni all’abitato. Ospedalicchio: gravi danni agli edifici dell’abitato; alcune numerose scosse, fra cui la maggiore fu quella del 4 febbraio delle ore 23:00 TU, che fu avvertita anche a Bevagna: caduta di fumaioli e apertura di fessure nei muri. famiglie rimasero senza tetto. Perugia e Foligno. Il 12 febbraio alle ore 1:00 TU ad Assisi vi fu una scossa violenta alla quale replicarono Costano: gravi danni agli edifici dell’abitato; alcune famiglie Spello: caduta di fumaioli e apertura di fessure nei muri. continue scosse fino alle ore 5.00 TU; alle ore 2:15 TU fu avvertita una scossa leggera ad Urbino, e infine rimasero senza tetto. Spoleto:caduta di fumaioli e apertura di fessure 158 alle ore 5:00 TU circa vi fu la scossa principale. Le scosse si susseguirono nei giorni e mesi successivi, alcu- Foligno: caduta di fumaioli e apertura di fessure nei muri. nei muri. 159

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Fig.75-76 Basilica di Santa Maria degli Angeli: sezione trasversale e pianta disegnate da Giovanni Battista Tiberi, dopo il terremoto del 1854, con le indicazioni dei tiranti di rinforzo da collocare nell’edificio (Archivio della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli, Carte sciolte, 20 ottobre 1855).

Fig.74 12 febbraio 1854: localizzazione dell’epicentro e degli effetti più gravi.

L’emergenza: alcuni feriti e molti senza tetto La scossa del 12 febbraio e le numerose repliche dei giorni successivi causarono molto spavento e disagio nella popolazione. Non vi furono morti, solo qualche ferito, tra cui 3 soldati della compagnia Cacciatori, la guarnigione svizzera di stanza a Perugia, che furono coinvolti nel crollo della volta della caserma unita al convento di S.Domenico. L’intera popolazione abbandonò le abitazioni e si riparò in luoghi sotterranei. Nel comune di Bastia e nelle sue frazioni rimasero senza tetto complessivamente 291 famiglie, circa 1.260 persone. Le condizioni dei senza tetto, accampati fuori dei paesi in baracche di legno, furono aggravate dal clima rigido della stagione, dalle abbondanti nevicate cadute precedentemente, dalla mancanza di viveri e dal replicare frequente delle scosse. Il monastero benedettino di S.Anna a Bastia fu così grave- mente danneggiato che le monache dovettero essere trasferite dal vescovo di Assisi nel monastero di S.Apollinare ad Assisi.

Elemosine, non interventi programmati Il delegato apostolico di Perugia monsignor Lo Schiavio, nei giorni immediatamente successivi alla scos- sa, spedì a Bastia e a Cannara, i due comuni maggiormente colpiti, gli ingegneri pontifici e provinciali e un membro della commissione provinciale permanente perché sovrintendessero alla costruzione di barac- 160 che di legno. All’ingegnere pontificio fu anticipato un mandato di 190 scudi tratto dalla cassa camerale per 161

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provvedere alle prime e più urgenti necessità. Le spesa prevista dal delegato apostolico di Perugia per 1859 22 agosto Valnerina provvedere ai bisogni più urgenti della popolazione fu di circa 640 scudi. Poiché le risorse dei comuni di Bastia e Cannara erano molto scarse, il delegato apostolico si occupò in parte del sostentamento dei più poveri autorizzando a Bastia l’esenzione di una tassa (detta del castano). Alla vigilia dell’annessione dell’Umbria al regno d’Italia (11 settembre 1860) Norcia Papa Pio IX elargì agli abitanti dei comuni danneggiati 500 scudi del proprio denaro personale, che fu fu gravemente colpita da un terremoto. Le istituzioni pontificie questa volta si preoc- distribuito alle 291 famiglie di Bastia rimaste senza tetto. Per consentire di seguire il suo esempio, il papa indisse inoltre una colletta fra i cittadini di Roma, il cui ricavato fu spedito al cardinale Pecci, vescovo di cuparono di ottenere precise e dettagliate informazioni sulle caratteristiche edilizie Perugia. Una offerta di 100 scudi fu votata dal consiglio comunale di Foligno in soccorso dei danneggiati delle località danneggiate. Sulla base di questi dati fu emanata una nuova legge, che di Bastia e dintorni. La guarnigione delle guardie svizzere di stanza a Perugia distribuì 200 razioni di pane rappresenta per l’Italia uno dei primi tentativi di epoca contemporanea di regola- ai poveri di Bastia. mentare l’edilizia in aree molto esposte agli effetti sismici. Lo sconvolgimento politi- L’ingegnere Santini di Perugia presiedette i lavori di ricostruzione del convento e della chiesa di Santa co e amministrativo causò il blocco delle ricostruzioni previste, vanificando così l’ec- Maria degli Angeli. Per il finanziamento dei lavori di restauro del santuario il padre provinciale Andrea di cellente lavoro di verifica dei danni e di progettazione urbanistica compiuto dall’am- Greccio si recò a Roma dal papa, che elargì una somma; seguirono l’esempio del papa i cardinali e tutti gli altri prelati, i nobili ed i benefattori della città. Il ministro generale dell’Ordine dei Minori Marescalchi, ministrazione di Pio IX. vescovo di Avellino e poi di Caltagirone, donò ai frati del convento 2.400 scudi destinati al santuario. Le fonti Ricostruzioni e riparazioni previste solo per gli edifici pubblici Il terremoto del 1859 è testimoniato da varie e autorevoli fonti: la dettagliata relazione di Angelo Secchi, allora direttore dell’osservatorio del Collegio Romano, sulla ricognizione che lui stesso fece a Norcia subi- A Perugia il vicario generale Laurenzi indisse tridui in tutte le chiese dei frati Regolari e nelle chiese prin- to dopo il terremoto (Secchi 1860) e il rapporto ufficiale del ministro dell’Interno dello stato pontificio cipali della città; furono anche indette pubbliche preghiere e processioni. In una di esse il popolo della (Relazione della Commissione 1860). L’Archivio di Stato di Roma, l’Archivio Segreto Vaticano e l’Archivio città recò in processione la statua chiamata del Gonfalone del Duomo, immagine che di consueto era espo- Storico Comunale di Norcia conservano inoltre numerose fonti documentarie che attestano molteplici sta solo in occasione di grandi pericoli, come pestilenze e terremoti e che non veniva portata per le vie da aspetti di questo importante evento sismico. quasi cento anni. A Santa Maria degli Angeli fu esposta l’immagine della Madonna. Ad Assisi il vescovo All’Archivio di Stato di Roma, fondo Ministero dell’Interno, Titolo II (Amministrazione Pubblica), è con- Luigi Landi Vittori indisse un triduo nella cattedrale e una processione con l’immagine di S.Rufino patro- servata la busta “Terremoto di Norcia, 1869”, che contiene 130 documenti redatti tra il 22 agosto 1859 e no e protettore della città; ai parroci della diocesi furono chiesti gli elenchi delle persone danneggiate. il giorno 11 febbraio 1872. Tra questi sono di particolare rilevanza le relazioni, i rapporti e le lettere di alti Nel dicembre 1856 fu approvata dal ministero dell’Interno dello stato pontificio la perizia redatta dall’in- funzionari pontifici, del vescovo di Norcia e della commissione incaricata della distribuzione dei sussidi; i gegnere governativo Paolo Liverani per i lavori di riparazione da farsi nel Palazzo apostolico di Perugia, verbali delle amministrazioni locali; osservazioni in materia edilizia e una perizia redatte dall’ingegnere con una spesa stimata di 253 scudi. pontificio Caporioni e il rescritto (l’atto con cui le leggi pontificie venivano promulgate) di papa Pio IX con Il 15 settembre 1854 era già stato parzialmente riparato il monastero di S.Anna di Bastia; quello stesso il quale fu approvato il regolamento della nuova legge edilizia statutaria per Norcia. giorno infatti vi tornarono le monache che erano state evacuate in seguito alla scossa del 12 febbraio 1854. L’Archivio Segreto Vaticano, fondo Segreteria di Stato, conserva la corrispondenza intercorsa tra il 1859 Non essendovi mezzi per procedere con le riparazioni, la parte ricostruita fu separata dall’altra da un e il 1860 tra il segretario di Stato vaticano da una parte e dall’altra il delegato apostolico di Spoleto, mon- muro. La chiesa di S.Croce di Bastia fu riparata nel 1855. L’intervento fu fatto su progetto di Federico Pic- signore Pericoli, le autorità locali di Norcia e la commissione istituita per riparare ai danni. coni di Bastia con la sovrintendenza di Francesco Fratini di Foligno: la chiesa fu allora trasformata in stile L’Archivio Storico Comunale di Norcia conserva nel fondo Riformanze e Consigli i verbali dei consigli gotico e ingrandita con l’ampliamento dell’abside. comunali tenutisi tra il 17 novembre 1859 e il 22 gennaio 1861, tra i quali hanno particolare rilevanza i Per quanto riguarda i lavori di riparazione della basilica di Santa Maria degli Angeli, nel 1855 l’architetto verbali delle sedute del 17 novembre 1859, del 5 aprile 1860, del 24 maggio, 21 giugno, 26 luglio e del 23 Giovanni Battista Tiberi suggerì di concatenare tutto il fabbricato della chiesa con dei tiranti di ferro e di agosto dello stesso anno. sostituire al timpano, troppo pesante, un frontone a scaglioni. I lavori di restauro del convento di Santa La stampa italiana del tempo diede particolare rilievo al terremoto, che è ricordato in varie corrispon- Maria degli Angeli furono presieduti dall’ingegnere Santini di Perugia. Sotto il noviziato si costruirono denze giornalistiche di testate romane, fiorentine, milanesi e genovesi. degli archi invece delle travi, tutto il braccio del noviziato fu legato ed abbracciato da chiavi e catene di Un’iscrizione, murata alla base del campanile della chiesa cattedrale di S.Maria Argentea di Norcia, ricor- ferro. Anche nella chiesa furono messe in opera chiavi e catene di ferro; la volta di mezzo fu fissata ad una da il terremoto. Alcuni danni a Norcia sono documentati da due rare fotografie di Robert Macpherson grande spranga posta verticalmente nel muro laterale e legata a vari arpioni; fu unita ad altre due catene (Becchetti e Pietrangeli 1987), che si trovava casualmente sul luogo (Figg.74-75). fermate con palettoni ai tre pilastri addossati al muro esterno della basilica; sei grossi tiranti di ferro lega- rono la facciata a tutto il sistema della chiesa. L’abside del coro fu collegata con catene. Gli effetti: a Norcia solo un edificio quasi intatto La scossa del 22 agosto 1859, avvenuta alle ore 12:32 TU, ebbe effetti disastrosi a Norcia e nei vicini vil- laggi di Campi, Capo del Colle, Casali di Serravalle e Sant’Angelo; causò il crollo di circa metà degli inca- sati di Abeto, Ancarano e Todiano e di circa un terzo degli edifici di Frascaro. Per Norcia sono attestati gravissimi danni e crolli diffusi, e, in particolare, la distruzione di due interi quartieri posti sul pendio della collina, le cui case, abitate dai cittadini più poveri, erano di pessima costru- zione. Il patrimonio ecclesiastico fu estesamente danneggiato: il palazzo vescovile crollò parzialmente e 162 divenne pericolante; l’ospizio delle Orfane crollò parzialmente; furono gravemente danneggiati e diven- 163

1859 22 agosto Valnerina Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

nero pericolanti sette chiese, tre conventi e due edifici di proprietà ecclesiastica; furono gravemente dan- danni. Molte delle case parzialmente crollate dovettero essere successivamente demolite. neggiate sei chiese, tra le quali la chiesa cattedrale di S.Maria Argentea, i cui danni maggiori riguardaro- Gli osservatori incaricati dal papa rilevarono che le case di recente costruzione avevano subito gravissimi no il tetto, il soffitto e il campanile, che crollò, e un istituto di educazione; subirono danni meno gravi due danni e ritennero che ciò fosse dovuto al fatto che erano state edificate in modo del tutto inadeguato; rile- chiese e due edifici ecclesiastici, tra i quali il seminario vescovile; subirono infine danni lievi due chiese e varono inoltre che tra le case più recenti, quelle la cui altezza superava i due piani erano crollate com- l’Ospedale degli Infermi. pletamente. Furono particolarmente danneggiati i piani superiori delle case, che divennero inabitabili e il Anche il patrimonio edilizio pubblico subì gravi danni: il palazzo comunale subì alcuni crolli e divenne cui crollo causò spesso lo sfondamento del pianterreno. Le case che subirono i danni minori furono quel- pericolante; il palazzo del governo, noto con il nome di “Castellina”, divenne in gran parte pericolante; le che si trovavano nel centro della città e quelle situate a fondo valle e costruite su terreno tufaceo. È crollarono completamente l’arco di porta S.Lucia e tre punti della cinta muraria, che per il resto subì gravi attestato che solo un edificio abitativo, la casa del marchese Cipriani, rimase quasi intatto. I danni a Nor- danni. I fabbricati industriali crollarono completamente. cia furono complessivamente valutati di 210.000 scudi. Quanto agli edifici ad uso abitativo, delle 676 case di cui era composto l’incasato di Norcia, 195 (29%) Il terremoto ebbe anche rilevanti effetti sull’ambiente: nei pressi di Norcia causò l’apertura di numerose crollarono completamente, 405 (60%) subirono crolli parziali, mentre le restanti (11%) subirono gravi spaccature nel suolo e la caduta di massi dai monti. Fu inoltre osservato che le acque delle fontane della città e quelle del vicino fiume Torbidone (forse perché momentaneamente ostruito da una frana), dopo che per breve tempo avevano cessato di scorrere, ricomparvero intorbidate e terrose. L’area di risentimento del terremoto fu compresa tra Pesaro a nord e Roma a sud. Fig.77 22 agosto 1859: localizzazione dell’epicentro e degli effetti più gravi.

Altre località danneggiate Abeto: secondo Secchi, il quale si basava sulle informazioni tazioni crollarono totalmente o parzialmente. ottenute dall’ingegnere governativo Kibel, il terremoto Cascia: lievi danni agli edifici; il convento dei Francescani, causò danni pari a metà di quelli di Norcia: da questa indi- già in cattivo stato, divenne in parte inabitabile. cazione si può desumere che 45% circa delle abitazioni crol- Frascaro: secondo Secchi (1860), il quale si basava sulle larono totalmente o parzialmente. informazioni ottenute dall’ingegnere governativo Kibel, il Ancarano: secondo Secchi (1860), il quale si basava sulle terremoto causò danni pari a un terzo di quelli di Norcia: da informazioni ottenute dall’ingegnere governativo Kibel, il questa indicazione si può desumere che 30% circa delle abi- terremoto causò danni pari a metà di quelli di Norcia: da tazioni crollarono totalmente o parzialmente. questa indicazione si può desumere che 45% circa delle abi- Piè del Colle: secondo Secchi (1860), il quale si basava tazioni crollarono totalmente o parzialmente. sulle informazioni ottenute dall’ingegnere governativo Kibel, Campi: secondo Secchi (1860), il quale si basava sulle infor- il terremoto causò danni pari a metà di quelli di Norcia: da mazioni ottenute dall’ingegnere governativo Kibel, il terre- questa indicazione si può desumere che 45% circa delle abi- moto causò danni pari a quelli di Norcia: da questa indica- tazioni crollarono totalmente o parzialmente. zione si può desumere che circa 90% delle abitazioni crolla- Sant’Angelo: secondo Secchi (1860), il quale si basava rono totalmente o parzialmente. sulle informazioni ottenute dall’ingegnere governativo Kibel, Capo del Colle: secondo Secchi (1860), il quale si basava il terremoto causò danni pari a quelli di Norcia: da questa sulle informazioni ottenute dall’ingegnere governativo Kibel, indicazione si può desumere che circa 90% delle abitazioni il terremoto causò danni pari a quelli di Norcia: da questa crollarono totalmente o parzialmente. indicazione si può desumere che circa 90% delle abitazioni Todiano: secondo Secchi (1860), il quale si basava sulle crollarono totalmente o parzialmente. informazioni ottenute dall’ingegnere governativo Kibel, il Casali di Serravalle: secondo Secchi (1860), il quale si terremoto causò danni pari a metà di quelli di Norcia: da basava sulle informazioni ottenute dall’ingegnere governati- questa indicazione si può desumere che 45% circa delle abi- vo Kibel, il terremoto causò danni pari a quelli di Norcia: da tazioni crollarono totalmente o parzialmente. questa indicazione si può desumere che circa 90% delle abi- Visso: ci fu qualche danno.

L’annessione dell’Umbria al regno d’Italia e la paralisi delle attività economiche Il terremoto avvenne in un periodo storico particolarmente travagliato per l’Umbria, caratterizzato dal conflitto per il controllo dell’Italia centrale che vide contrapposti stato pontificio e regno d’Italia. Nel giu- gno del 1859 i cittadini di Perugia erano insorti contro l’autorità papale, offrendo la città a Vittorio Ema- nuele II. Papa Pio IX, che pure nel corso del suo pontificato si era distinto per la sua volontà di riformare in senso più democratico lo stato pontificio, inviò truppe di mercenari svizzeri, i quali il 20 giugno 1859 espugnarono la città abbandonandosi a saccheggi e procedendo a una repressione durissima. Ma la sovra- nità pontificia sull’Umbria era destinata a durare per non più di un anno ancora: infatti nel settembre del 1860 l’Umbria fu definitivamente annessa al regno sabaudo. Il terremoto causò la morte di 101 persone e il ferimento di altre 60 circa a Norcia, allora abitata da 4.500- 5.000 persone. Questo evento e la delicatissima congiuntura storica durante la quale avvenne comporta- 164 rono la completa sospensione per vari mesi delle attività economiche di Norcia, i cui abitanti erano pre- 165

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Fig.78 Norcia: chiesa di San Benedetto e palazzo comunale danneggiati dal terremoto del 22 agosto 1859, in una grande e preziosa fotografia di Robert Macpherson (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, Fondo Becchetti, Cartella A).

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valentemente impiegati nel settore agricolo. La popolazione aveva infatti abbandonato la città per rifu- giarsi nelle campagne circostanti fino a che, cominciato l’inverno, le autorità ordinarono agli abitanti di fare ritorno alle proprie abitazioni. I fabbricati industriali, per la maggior parte concerie e lanifici, erano stati completamente distrutti. È attestato che le imprese locali, alle quali nel quadro degli interventi di costruzione e ricostruzione programmati furono destinati 2.000 scudi come indennizzo, ripresero in parte Fig.79 Norcia, casa Cipriani la loro attività non appena la popolazione fu rientrata a Norcia. danneggiata dal terremoto del 1859, in una fotografia di Robert Macpherson: in primo piano il tempietto quasi intatto su uno sfondo di edifici crollati Pio IX: l’avvio di un rinnovamento interrotto (Biblioteca Civica di Storia dell’arte “Luigi Poletti” di Modena, Fondo Il punto di vista generalmente privilegiato dalla storiografia, che ricorda Pio IX essenzialmente come il Poletti). “perdente” dei moti che portarono all’unificazione dell’Italia con l’annessione di Roma, lascia spesso in ombra quelli che furono i meriti di questo papa in campo scientifico, culturale e sociale. È forse interes- Fig.80 Norcia, chiesa di San sante ricordare che uno dei primi atti del suo pontificato fu l’istituzione di una speciale congregazione di Benedetto e palazzo comunale: lo stato per lo studio di alcuni dei problemi più urgenti dello stato pontificio; grazie anche alla consulenza di stato degli edifici risale a pochi anni questo ufficio, il papa concesse l’amnistia del 17 luglio 1846. Questo rilevante evento storico non fu però dopo il terremoto del 1859 e prima degli interventi di ricostruzione. Si l’unica questione affrontata dalla congregazione, che si occupò infatti di numerosi problemi di governo, osserva, confrontando con la fig. 78, quali la modernizzazione delle vie di comunicazione, da perseguirsi principalmente con l’adozione delle la provvisoria sistemazione della strade ferrate, i problemi relativi all’ordinamento giudiziario e alla milizia, la struttura della macchina facciata del palazzo comunale, fiscale e finanziaria, punto quest’ultimo particolarmente dolente, come già è stato in questo testo sottoli- la rimodellazione del timpano della neato nell’analisi degli interventi istituzionali successivi a un terremoto. chiesa e l’abbattimento del portico, Pio IX, che era venuto a contatto negli anni precedenti con illustri rappresentanti della corrente liberale, a destra della chiesa (foto di autore pur senza condividerne appieno gli orientamenti, avviò un programma ricostruttivo e riformistico, che anonimo). mirava a razionalizzare la complessa macchina statale che a lui faceva capo; può forse essere imputato alla turbolenza del periodo storico (ben presto non ebbe più, in realtà, alcuno stato da riorganizzare) se que- sto papa non riuscì a portare a termine l’organica opera di riforma che si era prefisso. Tuttavia, per quan- to concerne l’intervento del suo governo dopo il terremoto del 1859, va rilevata l’importanza del rilievo dei danni richiesto, che fu redatto da una specifica commissione, tenendo conto di due basilari punti di vista: quello di un architetto esperto, come Luigi Poletti, e quello di uno scienziato, Angelo Secchi, nome di punta della sismologia di quegli anni. Il risultato di questa analisi “incrociata”, che oggi potremmo defi- nire scritta nell’ambito dell’ingegneria e della geotecnica, costituisce per l’Italia uno dei primi contributi scientifici sull’analisi degli effetti sismici sulle costruzioni e la base delle prime norme edilizie in funzione antisismica, varate e poi abbandonate con l’avvento del regno d’Italia (si veda la scheda relativa).

Una concausa delle distruzioni: la qualità dell’edilizia locale I gravissimi effetti del terremoto ebbero come concausa le caratteristiche dell’edilizia locale. Gli osserva- tori incaricati dalle autorità pontificie di verificare i danni rilevarono che le case avevano muri sottili costruiti con ciottoli di fiume, senza facce piane cui si potesse attaccare il cemento, per cui erano slegati l’uno dall’altro; avevano inoltre volte pesanti costruite con gli stessi ciottoli, irregolari e male innestate sui muri e senza legatura alcuna; le “camere canne” (controsoffittature di cannucciato e gesso) erano state fatte con pesanti armature: erano infatti state utilizzate bacchette di faggio anziché canne e le loro irre- golarità erano state coperte con pesanti intonaci che si staccavano facilmente dal legno; i tetti, a padi- glione senza incavallature, erano spingenti. Erano infine stati utilizzati cementi di pessima qualità, fatti con calce magra e argillosa e impastati con sabbia di scarsa qualità. Fu inoltre rilevato che le case più danneggiate erano state quelle di edificazione più recente, che erano state erette in modo inadeguato; che i due quartieri che avevano subito i danni più gravi, quelli posti sul pendio della collina, erano stati costruiti su grandi depositi di scarico e sui voltami di più antichi edifici, con fondamenta irregolari senza incassature rettangolari; che infine mancavano scarichi fognari e condotti per l’incanalamento delle acque di scolo.

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Le burocrazie pontificia e sabauda e il mistero dei fondi scomparsi Dallo stato della Chiesa al regno d’Italia: Subito dopo il terremoto il delegato apostolico, monsignor Pericoli, provvide ai primi soccorsi, tra i quali la nuova legge edilizia antisismica di Norcia e il suo fallimento va ricordato l’allestimento delle baracche in legno in cui le popolazioni furono alloggiate per alcuni mesi. Dopo questi primi provvedimenti la commissione speciale istituita per organizzare la risposta istituziona- Sulla base delle osservazioni compiute dalla commis- mente individuate dalla commissione e che in genera- le al terremoto procedette alla raccolta di ingenti fondi per le opere di costruzione e ricostruzione e per sione scientifica composta dall’architetto pontificio le la qualità dei materiali fosse buona. Gli ultimi due gli indennizzi alla popolazione. Furono complessivamente stanziati 29.335 scudi, frutto di concessioni Luigi Poletti e da Angelo Secchi (allora direttore del- articoli del regolamento prevedevano la demolizione sovrane per 9.500 scudi, di concessioni della provincia di Spoleto per 3.000 scudi, di collette per 16.350 l’osservatorio del Collegio Romano), il vecchio regola- del fabbricato e severe sanzioni in caso di infrazione. scudi, di interessi di depositi fruttiferi per 485 scudi. Il papa aveva previsto di elargire nell’arco di quattro mento edilizio statutario fu sostituito da una nuova Le “Disposizioni transitorie” stabilirono dei premi in legge edilizia articolata in tre parti: “Disposizioni denaro per coloro che avessero contribuito all’indivi- anni altri 20.000 scudi da destinarsi alla costruzione del nuovo quartiere “Borgo Pio”; nel settembre 1860 generali”, “Regolamento edilizio”, “Disposizioni transi- duazione delle cave adatte e dei materiali migliori. Norcia fu però annessa al regno d’Italia e così questi ulteriori finanziamenti non furono mai stanziati. Per torie”, per un totale di 33 articoli. Questa legge rap- Questa complessa e articolata legge edilizia fu ogget- questa ragione i fondi effettivamente disponibili furono pari a 29.335 scudi. Il 27% di questi fu utilizzato presenta per l’Italia uno dei primi tentativi di epoca to di un lungo contenzioso che vide contrapposti da per i risarcimenti dei danni alle popolazioni; il 4% per somministrazioni di viveri; l’1% per sussidi vari; lo contemporanea di regolamentare le tecniche e gli usi una parte il consiglio comunale di Norcia e dall’altra la 0,1% fu elargito a titolo di rimborso-spese dei soli costi vivi all’architetto Poletti per il suo progetto del edilizi in aree molto esposte agli effetti sismici. delegazione apostolica e gli ingegneri incaricati della quartiere “Borgo Pio”. Fu così complessivamente speso appena un terzo dei fondi disponibili. Le disposizioni generali prevedevano che ogni nuova progettazione dei lavori di pubblica utilità. Il conten- Gli sconvolgimenti politici del settembre 1860 e il relativo caos amministrativo comportarono il blocco del costruzione dovesse essere preventivamente autoriz- zioso riguardava in particolare l’articolo 2 delle dispo- progetto di costruzione del Borgo Pio, per il quale l’amministrazione pontificia aveva previsto di spende- zata da una apposita commissione che ne avrebbe sizioni generali, che stabiliva il divieto di costruzione re 30.000 scudi (dei quali, come abbiamo visto, 20.000 non furono mai messi a disposizione della com- verificata la conformità al nuovo regolamento, e che di sui terreni ritenuti inadatti all’edificazione di fabbrica- missione incaricata delle ricostruzioni); e bloccarono anche l’erogazione dei risarcimenti alle popolazioni, lì in poi non si sarebbe più potuto costruire su terreni ti: il consiglio comunale cercò insistentemente di far il cui apposito fondo era stato dotato di 17.000 scudi, con i quali si sarebbe dovuto provvedere a inden- inadatti; stabilivano inoltre la procedura per l’inoltro, modificare questo articolo, adducendo vari ordini di il vaglio e l’eventuale accoglimento del progetto di ragioni, sotto le quali si nascondeva però senz’altro il nizzare anche gli istituti di beneficienza delle corporazioni ecclesiastiche e gli imprenditori locali. costruzione, i modi di vigilanza sui lavori e le sanzioni timore che, qualora l’articolo 2 fosse stato applicato in Complessivamente risulta perciò che i due terzi dei 30.000 scudi effettivamente stanziati non furono mai per i contravventori. modo rigoroso, si sarebbe verificata una fortissima spesi: i documenti dell’epoca non permettono di comprendere se e come queste somme residue furono Il regolamento edilizio prevedeva che i nuovi edifici svalutazione dei vasti terreni dichiarati inadatti alle utilizzate, ma una supplica del vescovo di Norcia, risalente all’aprile 1869, riporta la notizia che 10.000 dovessero essere di due piani, compreso il pianterre- costruzioni, con una significativa perdita economica scudi destinati alle ricostruzioni erano ancora custoditi presso il Monte di Pietà di Roma. no, più eventualmente un seminterrato, non superan- per i loro proprietari. Il contenzioso si estese così A questo punto mancano all’appello ancora 10.000 scudi: chi se ne appropriò? Anche se nessuno dei docu- do comunque i 7,50 m d’altezza, e che fossero costrui- anche al progetto di Luigi Poletti di un nuovo quartie- menti di cui disponiamo ne parla, è possibile pensare che almeno una parte di questa somma sia finita ti con base “a baracca”. Quanto agli edifici da restau- re da erigersi fuori dalle mura cittadine (Fig.78) e a nelle mani della nuova amministrazione sabauda. Il modo in cui fu utilizzata questa ingente cifra è però a rare, fu stabilito che fosse demolito l’eventuale terzo quello dell’ingegnere Caporioni di un nuovo sistema tutt’oggi un mistero non chiarito. piano. Le regole generali di costruzione e restauro sta- viario per la città di Norcia, che prevedeva l’abbatti- bilivano che i muri dovessero essere sufficientemente mento di varii edifici e l’allargamento delle strade. spessi; che, qualora le case non fossero “a baracca”, i Le ricostruzioni attestate furono molto più contenute muri dovessero essere spessi non meno di 60 cm e rispetto a quelle progettate. Uno “specchio” delle spe- rinforzati con una scarpata, e che non si sarebbero se sostenute per la riparazione della cattedrale di Nor- potute costruire volte se non nei sotterranei, o, tutt’al cia risalente al febbraio 1869 riporta che la ricostru- più, al pianterreno, in caso di edificio da restaurare. zione di parte del campanile era costata 5.347 scudi, e Le volte avrebbero dovuto essere costruite a tutto che erano ancora necessari 5.700 scudi per le altre sesto semicircolare, oppure a botte, a vela o a schifo, riparazioni. Quanto agli edifici d’abitazione, è attesta- e la chiave di volta avrebbe dovuto avere uno spesso- to che una parte degli abitanti, appena rientrati in re di almeno 25 cm. Porte e finestre dovevano essere città, cominciarono a ricostruire le proprie case con la poste a distanza conveniente dagli angoli dei muri massima economia e senza rispetto del nuovo regola- esterni e dalle estremità dei muri di tramezzo, dotate mento edilizio comunale allora in discussione. Il con- Fig.81 Norcia: versione di spallette ben lavorate e archi e travature bene siglio comunale giustificò queste ricostruzioni “contra manoscritta delle disposizioni impostati e perfettamente allineate tra un piano e l’al- legem” sostenendo che non si sarebbe potuto impedi- edilizie elaborate dal geologo tro; tetti, solai e soffitti dovevano essere sostenuti con re alle persone “che trovavansi ad abitare in caverne Arcangelo Secchi e travi poggianti orizzontalmente su tutti i muri, dotati sotterranee” di darsi una sistemazione più dignitosa, e dall’architetto Luigi Poletti per di legature, chiavi di ferro e incavallature costruite ad sostenedo inoltre la non retroattività del nuovo rego- la ricostruzione edilizia dopo il arte; nelle “camere a canna” (controsoffittature di lamento comunale, che era divenuto efficace il 15 terremoto del 1859. Gli articoli 2 cannucciato e gesso) l’armatura doveva essere bene maggio 1860. e 4 riguardavano il limite di due assicurata ai muri e l’intonaco non troppo pesante. Fu Del fallimento della legge edilizia fu in parte respon- piani nell’altezza dei nuovi inoltre stabilito che per la costruzione dei muri si uti- sabile anche l’annessione di Norcia al regno d’Italia, edifici, lo spessore dei muri e la lizzassero pietre stratiformi di qualità resistente e che avvenuta nel settembre 1860, che causò il blocco dei realizzazione di una scarpata non si utilizzassero ciottoli salvo che nelle fondamen- lavori previsti e pose fine di fatto al lungo contenzioso alla base dei muri esterni ta; che la malta fosse di buona qualità, che non si fra il consiglio comunale di Norcia e la Delegazione (Archivio Storico Comunale di potesse estrarre materiale se non in cave apposita- Apostolica. Norcia, Consigli e Riformanze, 170 vol.151, 1858-1861). 171

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Teorie e interpretazioni scientifiche: timide riflessioni fuori dalla teoria del vulcanesimo 1878 15 settembre Valle del Clitunno Angelo Secchi, autorevole astronomo e meteorologo membro di varie accademie scientifiche europee, svi- luppò alcune teorie e interpretazioni scientifiche su questo terremoto. Sulla base delle osservazioni da lui stesso fatte durante la visita ai luoghi colpiti, tra il settembre e l’ottobre 1859, concluse che il terremoto Accompagnato da violenti scrosci di pioggia, questo terremoto fece crollare a Mon- non era correlato a fenomeni vulcanici, che l’area di danno non era interessata da vulcanismo, che infine tefalco 10-15 case e ne rese inabitabili circa 40; fu gravemente danneggiato il san- l’area di Norcia non era situata in prossimità di una “faglia terrestre”. La novità di queste affermazioni è tuario della Madonna della Stella. Questo evento sismico fu studiato a suo tempo nel- dovuta al fatto che la teoria dominante di quegli anni era quella del “vulcanismo”. Secchi riservò partico- l’ambito della teoria del vulcanesimo, allora condivisa dalla comunità scientifica. lare attenzione alla struttura idrogeologica dell’alta Valnerina, sostenendo che l’intera area era soggetta ad una intensa attività erosiva e ipotizzò l’esistenza di imponenti corsi d’acqua sotterranei. Le fonti Gli elementi descrittivi di questo terremoto sono forniti da fonti e studi scientifici: la relazione di Ricci (1878) e il quadro sinottico compilato da de Rossi (1880), nel quale le intensità sono quelle della scala del Fig.82 Norcia: progetto di Luigi Poletti per la realizzazione del Borgo Pio, un quartiere esterno alle mura della città, che 1874, pubblicati sul “Bullettino del Vulcanismo Italiano”. Sono state inoltre reperite tre cartoline macro- avrebbe dovuto essere adibito a edilizia popolare nell’ambito della ricostruzione di Norcia, ma che non fu mai realizzato sismiche, fonte tipica della tradizione sismologica, compilate sulla base di altrettante schede termoudo- (Biblioteca Civica di Storia dell’arte “Luigi Poletti” di Modena, Fondo Poletti). metriche inviate all’Ufficio Centrale di Meteorologia di Roma da parte dei corrispondenti di Poggio Mirte- to, Spoleto e Fermo.

Fig.83 15 settembre 1878: localizzazione dell’epicentro e degli effetti più gravi.

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Presso l’Archivio Segreto Vaticano, nel fondo della Segreteria di Stato, una lettera inviata dall’arcivesco- Altre località danneggiate vo di Spoleto al papa Leone XIII costituisce una interessante testimonianza autografa. Bevagna:l’arcivescovo di Spoleto in una lettera indirizzata al pavimenti, volte e tettoie. La stampa dell’epoca ha completato il quadro degli effetti con informazioni più generali sul contesto e papa riferisce che questa località “soffrì” a causa della scossa. Mercatello: gravi danni all’abitato, una parte del quale sulle reazioni della popolazione: sono state raccolte 8 corrispondenze giornalistiche afferenti a 4 testate; Bruna: gravi danni all’abitato, una parte del quale divenne divenne inagibile; furono riscontrati alcuni crolli totali, lesio- le corripondenze pubblicate sulla “Voce della Verità”, giornale romano, contengono informazioni che furo- inagibile; furono riscontrati alcuni crolli totali, lesioni diffu- ni diffuse, spostamento di muri, caduta di comignoli, rottura no poi riprese da altre 2 testate. se, spostamento di muri, caduta di comignoli, rottura di di pavimenti, volte e tettoie. pavimenti, volte e tettoie. Trevi: danni leggeri non precisati. Il terremoto è ricordato anche nei cataloghi di Mercalli (1883), Taramelli (1896), Galli (1906), Conversi- Foligno: danni leggeri. Turrita: gravi danni all’abitato, una parte del quale divenne ni et al. (1990), in cui sono menzionati alcuni parametri del danno, come la valutazione dell’intensità delle Fratta: gravi danni all’abitato, una parte del quale divenne inagibile; furono riscontrati alcuni crolli totali, lesioni diffu- scosse e la localizzazione degli effetti più gravi. inagibile; furono riscontrati alcuni crolli totali, lesioni diffu- se, spostamento di muri, caduta di comignoli, rottura di se, spostamento di muri, caduta di comignoli, rottura di pavimenti, volte e tettoie.

Gli effetti: colpito un territorio povero e di montagna Case crollate o inabitabili: un’emergenza sotto la pioggia La scossa più forte avvenne il 15 settembre 1878 alle ore 7:20 TU. Una forte replica fu avvertita lo stesso giorno alle ore 12:50 TU: ad Assisi fu percepita più fortemente rispetto a quella delle ore 7:20; a Castel La Regia Prefettura incaricò un ingegnere di periziare l’area più colpita: Montefalco e i paesi vicini. I danni Ritaldi e a Montefalco causò danni. Nel circondario di Spoleto, fino al 20 settembre furono avvertite repli- descritti dal sismologo Ricci (1878) divennero, nelle corrispondenze giornalistiche dell’epoca, 16 case che forti e frequenti, che continuarono fino al 25 settembre; sono infine attestate lievi scosse nel pome- crollate e 132 case inabitabili, per un totale di almeno 150.000 lire di danni. riggio del 30 settembre. I danni più gravi furono subiti da edifici rurali, generalmente di scadente e vecchia costruzione e in catti- La scossa del 15 settembre colpì Montefalco e alcuni paesi situati nell’area collinare a est dei Monti Mar- vo stato di manutenzione. tani. Le località più danneggiate furono Montefalco e quattro piccoli paesi nei pressi di Castel Ritaldi. Al Durante la sequenza sismica, piogge persistenti e, dopo la fine delle scosse, un violento temporale, furo- santuario della Madonna della Stella, nei pressi di Montefalco, ci furono crolli parziali; a Turrita, in loca- no probabilmente causa delle fessurazioni del terreno e dell’aumento del livello delle acque sorgive regi- lità Le Casaline, si attivò una frana. Sono inoltre ricordate fessurazioni del terreno e un aumento del livel- strato a Turrita. È inoltre attestato che dopo le forti scosse del 15 settembre le popolazioni di Foligno, lo delle acque sorgive: tuttavia, come rilevava Ricci (1878), le fessurazioni e l’aumento delle acque furo- Spoleto e Montefalco, allarmate dalle nuove scosse, abbandonarono le abitazioni. no forse causati dalle piogge che accompagnarono la sequenza sismica o dai temporali che la seguirono. La scossa fu definita da de Rossi, usando il linguaggio della sua stessa scala macrosismica, “fortissima” a Teorie e interpretazioni: gli ultimi anni della teoria del vulcanesimo Bettona, Giano dell’Umbria, Foligno e Spoleto, e di grado sempre inferiore per gli altri luoghi colpiti; “for- Alla fine dell’Ottocento era ancora condivisa, benché ormai in declino, la teoria del vulcanismo, conside- temente avvertita” a Trevi, Norcia, e, nel Viterbese, a Caprarola; “mediocre” ad Assisi, Bastia, Camerino, rato il fenomeno deputato a contrastare l’azione erosiva e disgregatrice degli agenti esogeni (atmosfera, Rieti, Fermo, San Giusto, Spello, Todi e Terni; “leggera” ad Amelia, Falerone, Narni e Rocca di Papa. L’a- piogge, acque correnti e mare), azione che altrimenti avrebbe determinato la completa scomparsa delle rea di risentimento fu compresa tra il Viterbese a ovest, l’Aquila a est, Perugia a nord e Roma a sud. terre emerse. Tutti i fenomeni endogeni erano dunque concepiti come coordinati nell’azione di “rigene- A Montefalco alcune case furono gravemente danneggiate e divennero inabitabili, caddero alcuni comi- razione” di catene montuose, isole e continenti sottoposti al continuo “livellamento” degli agenti esogeni. gnoli e gli edifici ecclesiastici furono leggermente lesionati. L’ingegnere inviato dalla Regia Prefettura, La teoria del vulcanismo accomunava quindi in un unico modello fenomeni oggi considerati assai diversi secondo la dettagliata relazione di Ricci (1878), rilevò fra Montefalco e le sue frazioni più colpite 10-15 come eruzioni vulcaniche, geyser, movimenti micro e macrosismici. case crollate 40 inabitabili per imminente pericolo di crollo e circa 120 lesionate. Una corrispondenza gior- È all’interno di questo contesto teorico che scrisse Ricci (1878), prendendo in considerazione le caratte- nalistica dell’epoca riporta che centinaia di persone rimasero senza tetto e sostentamento. Nelle quattro ristiche geologiche dell’area di danno del terremoto, la propagazione delle scosse e le occorrenze di even- frazioni colpite (Bruna, Mercatello, Fratta e Turrita) in più di cento case furono rilevate fessure profon- ti sismici nella stessa area. Lo scienziato asserì che “la regione umbra è uno dei più comuni e frequentati de, con spostamento di muri, caduta di comignoli e rotture di pavimenti, volte e tettoie. focolari (sic) sismici d’Italia”; che l’area di questa regione più esposta ad eventi sismici corrispondeva Una lettera inviata dall’arcivescovo di Spoleto al papa descrive quanto accaduto al santuario della Madon- all’area epicentrale della sequenza sismica del settembre 1878 e che, infine, era possibile istituire una na della Stella; la chiesa subì notevoli danni alle navate laterali: fessure nelle volte degli altari e alcuni relazione tra i terremoti umbri e i fenomeni endogeni del Vesuvio. crolli parziali, anche la navata centrale fu danneggiata; caddero dorature, stucchi e capitelli e quasi tutti gli affreschi furono danneggiati. L’immagine sacra della Madonna venerata nel santuario rimase illesa. La casa annessa al santuario divenne inabitabile. Il 21 settembre 1878 fu necessario provvedere alla ripara- zione del tetto della chiesa per evitare che la pioggia peggiorasse i danni. Nella valutazione degli effetti a Spoleto, Trevi e Foligno, si evidenziano alcune divergenze fra fonti diver- se. Nelle tre città, secondo Ricci (1878), la scossa fu forte. Per quanto riguarda Spoleto, questa valuta- zione è confermata da una cartolina macrosismica. Tuttavia de Rossi (1880) classifica la scossa come “for- tissima” a Foligno e a Spoleto, e solo “mediocre” a Trevi, in base alla scala da lui formulata. Per quanto riguarda Spoleto, dalla lettera inviata dall’arcivescovo di Spoleto al papa si apprende di un danno specifico: all’interno del duomo, nella cappella del Sacramento costruita all’inizio del Seicento, si riaprirono fenditure causate da precedenti terremoti. Le corrispondenze giornalistiche dell’epoca danno conto delle reazioni della popolazione di Trevi, i cui abitanti fuggirono spaventati dalle abitazioni e si radu- narono nel duomo per ascoltare la messa; inoltre azzardano una valutazione dei danni secondo cui a Foli- gno i danni furono pari a quelli di Trevi e di Spoleto. 174 175

1878 15 settembre Valle del Clitunno Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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1879 23 febbraio Valnerina

Un terremoto, classificato “rovinoso” dai sismologi del tempo, colpì l’area compren- dente Cascia, Norcia e Serravalle, in mezzo a un turbinare di sabbia rossa portata dalle piogge scroscianti; lesioni agli edifici.

Le fonti Le fonti utilizzate sono di carattere scientifico: si tratta di uno studio di de Rossi (1879) e del quadro sinottico compilato dallo stesso de Rossi e pubblicato nel “Bullettino del Vulcanismo Italiano” (1880), nel quale le intensità sono assegnate in base alla scala macrosismica formulata dallo stesso autore, pubblica- ta nel 1874. Questo terremoto è inoltre menzionato nelle “Osservazioni meteorologiche del CAI” (1879), nei cataloghi di Mercalli (1883) e di Galli (1906), in cui sono indicati solo alcuni parametri, come la valu- tazione dell’intensità delle scosse e la localizzazione dei maggiori effetti. Presso l’Archivio dell’Ufficio Centrale di Ecologia Agraria di Roma sono state reperite 3 cartoline macro- sismiche compilate sulla base di altrettante schede termoudometriche inviate all’Ufficio Centrale di Meteorologia di Roma da parte dei corrispondenti di Vetralla, Poggio Mirteto e L’Aquila. Una corrispon- denza giornalistica del 25 febbraio 1879 riporta la notizia di una replica. Fig.84 23 febbraio 1879: localizzazione dell’epicentro e degli effetti più gravi.

Gli effetti: lesioni e dissesti La scossa principale avvenne il 23 febbraio 1879 alle ore 18:30 TU circa. Fu preceduta da numerose scos- se avvertite tra i giorni 22 e 23 febbraio, e seguita da altre fino al 28 febbraio. Secondo de Rossi (1879) le repliche sarebbero tutte avvenute attorno alle ore 18:30 TU, cioè alla stessa ora della scossa principale. A Camerino fu avvertita una scossa leggera il 24 febbraio alle ore 12 TU circa e ancora a Camerino ci fu una replica leggera il 6 marzo alle ore 10 TU circa. La scossa principale del 23 febbraio colpì l’area tra Norcia, Cascia e Serravalle, causando gravi fessura- zioni negli edifici di Cascia, Norcia e Serravalle. Fu avvertita fortemente a Roma, Ascoli, Camerino e Ame- lia, leggermente a Città di Castello, Fermo, Narni, L’Aquila, Oderzo, Velletri e Viterbo, e con intensità non specificata a Poggio Mirteto e Vetralla. A Cascia nelle case si aprirono lesioni verticali su tutto il corpo degli edifici; de Rossi (1880) classifica la scossa di Cascia come “rovinosa”, in base alla scala da lui stesso formulata; lo stesso termine fu attribui- to anche a Serravalle, località per la quale non si conoscono descrizioni di effetti in dettaglio. Per Nor- cia, de Rossi nel 1879 classificò la scossa come “estremamente forte”, tale da causare danni gravi agli edi- fici, e nel 1880 la definì “rovinosa”, in base alla scala da lui stesso formulata. Si tratta di leggere differen- ze semantiche che indicano comunque una stessa valutazione dell’intensità della scossa.

Gli elementi infieriscono: piogge torrenziali e sabbia rossa Le popolazioni dei paesi colpiti dal terremoto furono poste in condizione di ulteriore disagio a causa delle avverse condizioni atmosferiche. La sequenza sismica del febbraio 1879 fu infatti accompagnata da for- tissime piogge e, tra i giorni 23 e 25 febbraio, da una violenta burrasca. All’Aquila è attestata una grandi- nata avvenuta il 23 febbraio. De Rossi (1879) sosteneva che dal 13 febbraio l’Italia era stata agitata da uno speciale periodo sismico. Nello stesso periodo si ebbero infatti burrasche eccezionali. Per quanto esse non fossero certo la causa dei fenomeni sismici, l’eccessiva depressione barometrica avrebbe favorito, secon- do de Rossi, la manifestazione sismica massima, coincidente con la burrasca. Le fonti ricordano che il 25 febbraio una pioggia di sabbia colpì Narni e Amelia, nei pressi di quest’ultima località la montagna di Fig.85 Fronte e retro di una “cartolina macrosismica” relativa agli effetti del terremoto del 23 febbraio 1879 a Poggio S.Benedetto fu arrossata dalla sabbia. De Rossi (1879) riferisce le misurazioni effettuate dal collega prof. Mirteto: questa, come tutte le cartoline precedenti al 1887, fu compilata sulla base di informazioni desunte da cartoline 176 Fagioli, dalle quali risultava che ogni grammo d’acqua piovana conteneva nove milligrammi di sabbia. udometriche contestuali al terremoto. 177

1879 23 febbraio Valnerina Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

1898 aprile — settembre alta Valnerina La scossa del 25 agosto 1898, avvenuta alle ore 16:37 TU, causò danni a Mevale, Chiusita, Rasenna, Rena- ro e Preci. A Mevale tre case crollarono parzialmente, a Chiusita una casa crollò parzialmente; a Rena- ro ci furono gravi danni; a Rasenna ci furono danni non meglio precisati; a Preci qualche casa di buona Una nuova sequenza sismica colpì alcune piccole località poste nei monti tra Visso e costruzione fu gravemente fessurata e gran parte delle abitazioni ebbero leggere fenditure. A Sellano, Visso, Cerreto di Spoleto e Foligno la scossa del 25 agosto fu fortemente avvertita. L’area di Sellano: la scossa più violenta avvenne 4 mesi dopo l’inizio dell’attività sismica. Una risentimento fu compresa tra Magliano Sabina a sud-ovest e Cupramontana a nord-est. minuziosa rete di informazioni locali specifiche – che faceva capo al servizio sismico La scossa del 12 settembre 1898, avvenuta alle ore 14:14 TU, aggravò i danni causati dalla precedente nazionale di allora – consente oggi di delineare quegli effetti. scossa del 25 agosto a Mevale, Chiusita, Rasenna, Renaro e Preci. A Mevale questa scossa era stata preceduta tra il 9 e l’11 settembre da alcune forti scosse che secondo un testimone avrebbero causato i danni più gravi; crollò il castello e vari edifici di cattiva costruzione cad- Le fonti dero parzialmente. In seguito fu necessario demolire 20 case (cioè quasi tutte le abitazioni del paese), Presso l’Ufficio Centrale di Ecologia Agraria di Roma, che a quel tempo funzionava come servizio sismico dove abitavano circa 200 persone, poiché era divenuto impossibile ripararle. A Chiusita vari edifici di cat- nazionale, sono conservate quasi un centinaio di cartoline macrosismiche relative a questa sequenza, tiva costruzione crollarono parzialmente; a Rasenna i danni riguardarono quasi tutti gli edifici, alcuni dei inviate all’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica di Roma dai suoi corrispondenti locali. Di que- quali divennero inabitabili; a Renaro ci furono nuovi danni e a Preci nuove crepe si aprirono nelle case. ste, 18 sono relative alla scossa del 23 aprile 1898, ore 18:22 TU; 66 sono relative alla scossa del 25 ago- sto 1898, ore 16:37 TU, e 12 alla scossa del 12 settembre 1898, ore 14:14 TU. Nel loro insieme hanno for- nito informazioni per 71 località. Anche la stampa si occupò di questo evento: complessivamente sono state vagliate 9 corrispondenze affe- renti a 4 testate giornalistiche, delle quali una, quella pubblicata a firma di Sensini (1898), riporta varie Fig.86 A sinistra: descrizione degli effetti delle scosse del 1898 a Sellano, in una lettera dell’insegnante Giulio Robbi, informazioni sugli effetti delle scosse del 25 agosto e del 12 settembre. testimone diretto, inserita tra le “cartoline macrosismiche” riguardanti questo terremoto (Archivio dell’Ufficio Centrale di Ecologia Agraria, Cartoline Macrosismiche, n.315). Fig.87 25 agosto 1898: epicentro e intensità degli effetti più gravi. Gli effetti: i danni nella montagna Questa sequenza sismica iniziò in aprile e terminò nel settembre 1898. La scossa più violenta avvenne circa 4 mesi dopo le prime scosse. La scossa del 23 aprile 1898, avvenuta alle ore 18:22 TU, fu fortemente avvertita senza danni a Sellano e, più lievemente, a Leonessa, a Monteleone di Spoleto e a Rieti. L’area di risentimento fu compresa tra Sel- lano a nord e Rieti a sud, distanti 50 chilometri circa l’una dall’altra.

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1898 aprile – settembre alta Valnerina Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

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1915 marzo — luglio alta Valle del Chienti e Assisi

Nonostante le informazioni “boicottate” dal difficile contesto storico, caratterizzato dalla prima guerra mondiale in corso e dal disastro sismico della Marsica di alcuni mesi prima, emergono danni da non sottovalutare: lesioni diffuse a Cesi, Colfiorito, Dignano, Assisi; panico fra la popolazione.

Le fonti Informazioni di prima mano su questo terremoto sono contenute nelle cartoline macrosismiche conservate presso l’archivio dell’Istituto Nazionale di Geofisica: si tratta di 44 cartoline macrosismiche inviate all’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica di Roma, da corrispondenti locali. Di queste, 18 sono relative alla scossa del 15 marzo; 21 riguardano la scossa più forte del 26 marzo e 5 sono relative a una replica avvertita il 26 marzo. I primi dati ufficiali su questo evento furono pubblicati nel catalogo di Cavasino (1935). Sono state inoltre reperite 11 corrispondenze giornalistiche, che fanno riferimento a 8 diverse testate, ma che dato il par- ticolare momento storico non risultano particolarmente informative riguardo al terremoto.

Gli effetti: due scosse distinte, lesioni in vari paesi La sequenza sismica fu caratterizzata da due scosse violente avvenute il 15 marzo 1915 alle ore 11:23 TU e il 26 marzo 1915 alle ore 23:37 TU. La scossa del 26 marzo fu preceduta da una scossa avvertita alle ore 7:15 TU; repliche successive furono avvertite alle 4:30 TU, alle 8:15 TU e alle ore 9:20 TU. Altre repliche furono avvertite a Foligno tra il 6 e l’8 aprile per un totale di 16 scosse che, tuttavia, non causarono danni. Il 2 e il 3 giugno furono avvertite due scosse forti; l’ultima replica fu avvertita il 10 luglio alle ore 14:45 TU circa. La scossa del 15 marzo colpì l’alta valle del fiume Chienti, nell’area appenninica tra Marche e Umbria, e quel- la del 26 marzo un’area più a est, attorno ad Assisi e al paese di Santa Maria degli Angeli. La scossa del 15 marzo causò i danni più gravi a Popola, dove crollarono alcuni tetti, e a Colfiorito, dove varie case risultarono lesionate; lesioni leggere furono riscontrate nei paesi di Cesi, Costa, Dignano e Fraia. La scossa del 26 marzo causò i massimi effetti nell’abitato di Santa Maria degli Angeli, dove crollarono un soffitto e alcuni comignoli, e ad Assisi, dove caddero alcuni comignoli e si aprirono leggere lesioni in alcune case. Fu avvertita fortemente anche a Perugia, preceduta da bagliore nel cielo e da un boato, ma non causò danni, pur provocando panico nella popolazione, con disordini negli ospedali, nel carcere e nei collegi; rin- toccarono il campanone municipale e altre campane. La scossa del 3 giugno causò lesioni all’abbazia e alla chiesa di S.Maria di Montelabate, in provincia di Perugia.

Le notizie soffocate dalle voci di guerra e una ricognizione scientifica mancata Dopo la scossa del 15 marzo a Colfiorito furono costruiti ripari di fortuna; i lavori furono seguiti dalla sotto- prefettura. La stampa auspicò, per il ricovero immediato degli abitanti sfollati dalle proprie case, l’utilizzo delle “casermette per l’artiglieria” in possesso del Ministero della Guerra. A Perugia, dopo la scossa del 26 marzo, la gente si riversò nelle strade: il prefetto Pericoli, insieme ad altri funzionari della Prefettura, compì una velo- ce ricognizione per la città la notte stessa per accertare eventuali danni e lo stato dell’ordine pubblico. Gli abi- tanti di alcuni paesi trascorsero varie notti all’aperto o in baracche, spaventati probabilmente anche dalle noti- zie riguardanti il terremoto di Avezzano del 13 gennaio 1915. La zona colpita era rilevante sotto diversi aspetti, soprattutto sotto quello turistico: godeva già all’inizio del secolo grande fama per la bellezza del paesaggio ed era meta di gite sia dall’Umbria sia dalle Marche; la ric- chezza di selvaggina e la pesca nel lago Trasimeno costituivano un’importante risorsa. Tutto ciò non bastò a 180 suscitare interesse per il terremoto: la stampa nazionale passò l’evento quasi sotto silenzio. ☞ Fig.88 15 marzo 1915: epicentro e intensità degli effetti più gravi. 181 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Effetti in Umbria di terremoti lontani: Marsica 1915, Cittareale 1916

L’area umbra risente anche di forti terremoti i cui epicentri sono localizzati a molti chilometri di distan- za; così fu per il terremoto del 13 gennaio 1915, che distrusse l’intero paese di Avezzano e gran parte del- la Marsica. Questo evento di elevata magnitudo (7.1) si propagò verso nord danneggiando numerosi pae- si umbri, i cui danni sono valutabili fra il VI e il VII grado MCS. L’edilizia abitativa più diffusa era quasi tutta in muratura di pietrame e malta comune, aveva i solai in legno; i tetti erano spingenti, realizzati in legno di quercia con travicelli, tavole e coppi comuni.

Amelia: la scossa fu percepita della durata di circa 30 sò panico generale nella popolazione, fuga dalle abita- secondi; causò tremolio di oggetti anche di grandi zioni, numerose lesioni nelle case e in alcuni edifici dimensioni; furono rilevate lesioni nella chiesa e nel pubblici tra i quali il duomo, palazzo Soliano e le chiese campanile di S.Francesco; furono danneggiati anche di S.Giovenale, S.Chiara e dell’Annunziata. altri edifici nell’incasato e nelle campagne circostanti. Papigno: danni e lesioni ai fabbricati. Arrone: danni e lesioni nei fabbricati. Roccanolfi: lesioni gravi, strapiombo dei muri. Assisi: la scossa fu percepita della durata di circa 30 Spoleto: la scossa fu percepita della durata di almeno secondi; causò scricchiolio di travi, suono di campanel- 15 secondi; causò lesioni in molti edifici e in alcuni casi li, ampie oscillazioni di oggetti sospesi, lievi fenditure in i danni furono gravi con crolli parziali. diversi edifici e gravi danni a una casa. Terni: la scossa fu percepita della durata di circa 25 Ferentillo: crollo di parte del cornicione dell’abbazia. secondi; causò lesioni in alcuni edifici e caduta di comi- Gubbio: danni leggeri. gnoli e cornicioni; gravi danni subirono la basilica di Montecastrilli: danni leggeri. S.Valentino e l’ex convento delle Grazie. Montefranco: danni leggeri e lesioni ai fabbricati. Todi: lesioni agli edifici, al duomo, al palazzo vescovile, Orvieto: la scossa fu percepita distintamente in due al palazzo del Podestà, al palazzo del Popolo e alla chie- riprese della durata complessiva di 15-20 secondi; cau- sa della Consolazione.

Il 16 novembre 1916 un terremoto di assai minore energia (magnitudo 5.0) colpì un’area del reatino, Cit- tareale. Anche in questo caso gli effetti colpirono alcuni centri umbri, in particolare Cascia e le sue frazio- ni Avendita, Colforcella, Colmotino, Poggio Primocaso, San Giorgio, Trognano e Villa San Silvestro. Il Genio Civi- le di Perugia, diversi anni dopo, approvò perizie di danni e progetti di ricostruzione e riparazioni riguar- danti solo edifici pubblici ed ecclesiastici: assai poco si sa sui danni all’edilizia abitativa La lentezza degli interventi portò ad unificare le pratiche relative sia al terremoto del 1915 sia a quello del 1916 in dichia- razioni non distinte, per cui per Cascia e le sue frazioni non è possibile classificare i danni sulla base di questa documentazione, pur ufficiale e attendibile. Complessivamente i danni riguardarono caduta di cornicioni, lesioni, dissesti ai tetti.

☞ Probabilmente l’entità del terremoto di Avezzano del 13 gennaio 1915, un gravissimo disastro sismico, indus- se a considerare poco allarmanti i danni minori causati da queste scosse della Valle del Chienti. Inoltre, il con- testo politico forniva motivi di preoccupazione su tutt’altro fronte: quello bellico. Era infatti in corso la prima guerra mondiale e l’Italia sarebbe entrata in guerra pochi mesi dopo, il 24 maggio 1915: la maggior parte dello spazio disponibile sui giornali era dunque occupato dalle notizie riguardanti il conflitto. Pur nella scarsità di informazioni sul terremoto, le corrispondenze giornalistiche diedero un certo rilievo alla figura di Guido Alfani, eminente sismologo, direttore dell’Osservatorio Ximeniano di Firenze. Il 18 aprile, Alfa- ni tenne una conferenza sul terremoto nella chiesa di S.Agostino a Foligno; la misura dell’importanza accor- data alla sua presenza a livello locale, sintomo di un’acuta sensibilizzazione al problema sismico, è data dal fatto che una seduta del consiglio comunale fu prorogata per dare alla rappresentanza comunale la possibi- lità di assistere alla conferenza. Lo scienziato era stato appositamente convocato dall’Osservatorio Geodinamico di Foligno: una commissione si era infatti recata a Firenze per descrivergli nel dettaglio lo svolgimento della sequenza sismica della Val di Chienti, e per chiedere il suo parere in merito all’acquisto di alcune apparecchiature per l’Osservatorio. Alfa- ni aveva in programma una ricognizione a Bevagna, a Colfiorito, a Santa Maria degli Angeli e a Perugia: tut- Fig.89 Carta semplificata degli effetti del terremoto del 13 gennaio 1915, che colpì la Marsica, causando oltre 32.000 tavia non è noto se fu compiuta, e quali ne siano stati i risultati, perché di una simile ricognizione non è stata morti, distruggendo decine di paesi e facendo danni rilevanti a un numero elevatissimo di centri abitati. L’area umbro- 182 trovata traccia fra le carte lasciate da Alfani e attualmente conservate all’Osservatorio Ximeniano di Firenze. marchigiana, benché molto distante, si trova in un’area di danni compresi fra i gradi VII e VI. 183 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

1974 2 dicembre Valnerina amministratori locali visitarono i centri più colpiti tra il 3 e il 5 dicembre 1974. Dopo le scosse del dicembre 1974, che avevano causato gravi distruzioni, un comitato di terremotati diramò un comunicato in cui faceva presente il perdurare dei disagi e il fatto che molte persone, ancora Un forte terremoto colpì la zona fra la Valnerina e i Monti Sibillini. In sei paesi l’80 alloggiate a San Benedetto e a Porto d’Ascoli, non avevano avuto la possibilità di tornare nelle proprie case. per cento degli edifici subì lesioni. Una difficile normalizzazione.

Altre località danneggiate Le fonti Cerreto di Spoleto: caduta di calcinacci e di tegole, e comunicato del Ministero dell’Interno, questa frazione fu I dati informativi di base utilizzati per questo terremoto, avvenuto in periodo di rilevazione strumentale, danni notevoli a diversi edifici. Molti abitanti del comune una delle più danneggiate. presentano una struttura distributiva peculiare: sono infatti di due tipi soltanto, ed idealmente molto dovettero rifugiarsi per alcuni giorni sotto le tende montate Maltignano: lesioni in alcuni edifici. Secondo una corri- distanti quanto a livello di “scientificità”. dai Vigili del Fuoco. spondenza giornalistica del 6 dicembre 1974, che riporta un Si dispone infatti innanzitutto di una fonte tipica della sismologia: le rilevazioni strumentali riportate nel Colmotino: lesioni in alcuni edifici. comunicato del Ministero dell’Interno, questa frazione fu Bollettino Sismico Definitivo dell’Istituto Nazionale di Geofisica (1974). Si tratta di un testo tecnico, Cortigno: danni notevolissimi a diversi edifici. Molti abitan- una delle più danneggiate. composto di dati numerici, e destinato agli “addetti ai lavori”. ti del comune dovettero rifugiarsi per diversi giorni sotto le Palmaiolo: lesioni in alcuni edifici. In secondo luogo, notizie relative agli effetti macrosismici sono state reperite in 11 corrispondenze gior- tende erette dai Vigili del Fuoco. Secondo una corrispon- Poggioprimocaso: lesioni in alcuni edifici. denza giornalistica del 6 dicembre 1974, che riporta un Preci: danni alle abitazioni. nalistiche afferenti a 6 testate diverse, nazionali e locali. Questo secondo gruppo di fonti riporta in manie- ra a volte approssimativa parametri temporali e spaziali quali il tempo origine del terremoto, la durata, l’a- rea di risentimento, privilegiando la trattazione di altri aspetti dell’emergenza, come le vittime, i danni agli edifici, le reazioni della popolazione e degli organi di governo. Il corpus di fonti disponibile, con la sua netta suddivisione in fonti tecniche e fonti giornalistiche, costi- tuisce un ulteriore esempio di come nella ricerca si possa presentare la necessità di convogliare risorse scientificamente e linguisticamente diverse, per comporre un quadro di effetti complessivi, di cui in qual- che caso non rimarrebbe traccia, nonostante la vicinanza nel tempo.

Gli effetti: crepe, lesioni e caduta di massi Le prime scosse furono avvertite il giorno 1 dicembre 1974 nelle zone di Cascia e di Norcia e causarono la caduta di tegole e calcinacci. Le tre scosse più forti furono avvertite il 2 dicembre: alle ore 1:15 TU, alle 1:55 e alle 2:45 TU. A Terni fu avvertita una replica la sera del 2 dicembre alle ore 18 TU circa. Altre scos- se di diversa entità furono avvertite nei giorni seguenti: una, forte, a Rocchetta, il 4 dicembre, verso sera, indusse gli abitanti che si trovavano in chiesa ad abbandonare spaventati la funzione religiosa; diverse altre scosse furono avvertite il 5 dicembre, nell’arco della giornata, nell’area di Foligno e in quella di Nor- cia, e le ultime tre il 9 dicembre nella Valnerina. La zona dei massimi effetti delle scosse del 2 dicembre risulta compresa tra la Valnerina e i monti Sibilli- ni. Una frana determinò l’interruzione della strada statale n.320 “Casciana” dal chilometro 1 al chilometro 10, tra Serravalle e Triponzo. Il traffico fu deviato per Pontechiusita e Preci. Anche la statale n.209 venne chiusa al traffico il 6 dicembre 1974. I danni maggiori si ebbero a Triponzo, dove le 80 abitazioni del comune, in cui risiedevano circa 40 fami- glie, furono fatte evacuare, e gli abitanti dovettero rifugiarsi per giorni sotto le tende montate dai Vigili del Fuoco. Nei giorni successivi fu demolita una torre medievale sovrastante l’abitato, che era sul punto di crollare. A Rocchetta, Nortosce, Buggiano, Ponte, Colle Soglio, e Pianelle l’80% dell’abitato risultò lesionato. A Cascia le scosse del 2 dicembre causarono la caduta di calcinacci e di tegole, e lesio- ni in diversi edifici. Non ci furono danni alle persone; la popolazione si riversò nelle strade e passò la notte all’aperto. A Norcia la chiesa di S.Caterina fu chiusa al pubblico, l’edificio delle scuole elementari riportò crepe e in tutto l’abitato si ebbe caduta di tegole e calcinacci. Non ci furono danni alle persone. Le scosse del 2 dicembre allarmarono gli abitanti della Valnerina e in seguito alle ricognizioni furono pre- disposte dai vigili del fuoco di Spoleto e di Perugia delle tende in cui venne trasferita la popolazione; altri cittadini preferirono trasferirsi nelle città di Foligno, Terni e Spoleto. I danni complessivi nella Valnerina e nella vallata di Spoleto furono stimati in circa 3 miliardi; il Ministero dell’Interno inviò nella zona il diret- tore generale della Protezione Civile e dei servizi antincendio e, dopo una ricognizione delle zone più col- 184 pite, dispose un assegno a favore dei comuni colpiti dal terremoto. Anche gli assessori regionali e gli Fig.90 2 dicembre 1974: epicentro e intensità degli effetti più gravi. 185 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

1979 19 settembre Valnerina 5% subì crolli totali, il 50% crolli parziali; il 45% danni gravi. San Marco aveva poco meno di 100 abitanti: furono danneggiate gravemente quasi tutte le abitazioni; furono danneggiati 41 edifici, tutte case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta Ancora danni, paesi dissestati, oltre 5.000 edifici compromessi. A rischio un patrimo- scadente (classe A della scala MSK-64): il 20% subì crolli parziali; il 70% danni gravi; il 10% danni di media nio storico artistico di grande valore. Qualche piccolo borgo non sarà più ricostruito. entità. Ci furono 3 morti sotto le macerie; subì danni la porta trecentesca. Gravissimi i danni alla chiesa dell’Annunziata (già S.Maria di Castelvecchio), in cui fu incrinata la facciata, lesionate le volte, danneg- giata la tribuna e tutti gli affreschi, fra i quali andarono completamente perduti quelli del registro supe- Le fonti riore, oltre alla decorazione del catino. Cadde quasi completamente la cinquecentesca chiesa parrocchia- le di S.Giovanni Battista di cui rimasero in piedi solo l’arcone centrale e l’altare maggiore: il campanile a Una delle fonti principali per questo terremoto è lo studio macrosismico dell’Istituto Nazionale di Geofisica vela piombò parte su un fienile lì accanto, parte sul muro e sulla volta della chiesa: i crolli travolsero un (Favali et al. 1980), che è stato elaborato utilizzando i dati raccolti dall’osservazione diretta in circa 200 loca- vecchio; furono danneggiati l’antico priorato di S.Marco Vecchio, già in rovina, e l’oratorio di S.Lorenzo lità situate nell’area dei massimi effetti e dai dati dei questionari macrosismici inviati all’ING dalle stazioni alla sommità del paese. Una fotografia allegata allo studio di Favali et al. (1980) documenta l’apertura di dei Carabinieri di oltre 500 località delle regioni Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise e Toscana. Inoltre, profonde lesioni in un edificio. 11 comuni e le relative frazioni furono oggetto di un’indagine molto approfondita che ha consentito di rile- Trimezzo è compreso nell’area in cui furono rilevate le distruzioni più estese: alcuni edifici crollarono total- vare la qualità e la quantità dei danni e la tipologia delle costruzioni danneggiate; i comuni sono i seguenti: mente e la totalità dei rimanenti furono danneggiati gravemente o crollarono parzialmente. Cascia, Cerreto di Spoleto, Ferentillo, Monteleone di Spoleto, Norcia, Poggiodomo, Preci, Sant’Anatolia di Altre 40 località circa, fra cui Cascia e Norcia, subirono crolli parziali e gravi danni agli edifici. Narco, Scheggino, Sellano e Vallo di Nera. A Cascia furono danneggiate 277 case, di cui il 20% erano vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza I dispacci dell’agenzia ANSA dal 19 al 28 settembre 1979 contengono informazioni utili per valutare alcuni legata con malta scadente (classe A della scala MSK-64); il 40% in mattoni o in pietra squadrata, e con sof- elementi dell’impatto sociale e dell’organizzazione degli interventi di soccorso. fitti a travatura in ferro o legno (classe B della scala MSK-64); il 40% erano case rinforzate, con strutture La risposta istituzionale è attestata da un decreto-legge (15 ottobre 1979, n.494); 3 decreti del Presidente ben costruite (classe C della scala MSK-64): il 15% subì crolli parziali; il 35% danni gravi; il 25% danni di del Consiglio dei Ministri (rispettivamente del 19 ottobre 1979, del 10 giugno 1980 e del 29 luglio 1980); la media entità; il 25% danni leggeri. Molte abitazioni, anche di recente costruzione, rimaste apparentemente legge del 3 aprile 1980, n.115 e due disegni legge (Senato della Repubblica, Legislatura VIII, Atti Interni, 1983) con i relativi resoconti di discussione, che informano sui provvedimenti varati dal governo per realiz- zare lo sviluppo economico-sociale e il riassetto del territorio colpito. Lo studio di Conversini et al. (1983) ha fornito un’analisi dei danni basata sull’identificazione di aree geolo- Fig.91 San Marco: danni causati dal terremoto del 19 settembre 1979. giche a diversa risposta sismica; gli studi di Cordella (1981, 1995) contengono informazioni sui danni al patri- monio artistico a Norcia e nelle località circostanti.

Gli effetti: danni ingenti, travolti gli edifici vecchi o mal ristrutturati La scossa più violenta avvenne il 19 settembre 1979 circa alle ore 21:36 TU e colpì alcune zone dell’Umbria, delle Marche e del Lazio; fu seguita da numerose repliche, delle quali alcune molto violente. Particolare curioso: a Perugia gli elefanti del circo Orfei avvertirono il terremoto un’ora prima che avvenisse, comin- ciando a barrire; al momento della scossa gli animali ruppero i picchetti delle catene e fuggirono per le stra- de della città. La zona più colpita fu l’area appenninica umbra della Val Nerina, dove alcuni piccoli centri montani (Castel Santa Maria, Chiavano, Civita, San Marco, Trimezzo) subirono crolli e gravissimi danni. Furono complessi- vamente danneggiati oltre 5.000 edifici, dei quali alcuni crollarono totalmente e circa 600 furono giudicati da demolire. A Castel Santa Maria, che aveva circa 60 abitanti, furono danneggiate 63 case, di cui il 90% erano vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK-64), il 9% in mat- toni o in pietra squadrata, e con soffitti a travatura in ferro o legno (classe B della scala MSK-64), l’1% erano case rinforzate, con strutture ben costruite (classe C della scala MSK-64): il 5% subì crolli totali, il 50% crol- li parziali; il 45% danni gravi. Gravi danni alla chiesetta, che subì il crollo dell’abside e del campanile. A Chiavano, che aveva 365 abitanti, furono danneggiate 51 case, di cui il 69% erano vecchie o mal ristrut- turate, o in pietra grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK-64), il 30% in mattoni o in pie- tra squadrata, e con soffitti a travatura in ferro o legno (classe B della scala MSK-64), l’1% erano case rinfor- zate, con strutture ben costruite (classe C della scala MSK-64): il 5% subì crolli totali, il 50% crolli parziali; il 45% danni gravi. A Civita la chiesa e il campanile subirono gravi danni; furono danneggiate 48 case, di cui il 95% erano vec- chie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK-64) e il 5% 186 in mattoni o in pietra squadrata, e con soffitti a travatura in ferro o legno (classe B della scala MSK-64): il 187

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

indenni all’esterno, ebbero profonde crepe e lesioni all’interno. Un magazzino del grano fu giudicato ina- Dall’indagine di microzonazione sismica effettuata da Conversini et al. (1989) nei centri abitati di Cascia gibile. Una grossa struttura alberghiera fu giudicata parzialmente fuori uso, così come numerosi negozi. Il e Norcia, è emerso che a Norcia i danni più gravi furono concentrati nella zona della bassa pianura del terremoto causò inoltre la distruzione di tutte le stalle, che erano fatiscenti da tempo. Il santuario di Santa fiume Sordo in corrispondenza delle marcite (nella maggior parte dei casi si trattava però di costruzioni Rita resistette, in quanto recentemente rinforzato. vecchie con murature molto scadenti). Malgrado la distribuzione sparsa degli insediamenti è risultata A Norcia numerose abitazioni crollarono parzialmente e 44 edifici pericolanti furono giudicati da demo- abbastanza probabile la corrispondenza fra zone terrazzate e le zone di minor danneggiamento; i nuovi lire. Molti tratti delle mura cittadine subirono danni e lesioni. Subirono danni il torrione vicino a porta insediamenti di Sant’Eustacchio a nord del centro abitato sono risultati particolarmente danneggiati. S.Lucia, che riportò crepe trasversali, e la porta stessa, di cui crollò la parte superiore e la cui massa orna- I danni più gravi riguardarono frazioni dei territori comunali di Cascia, Cerreto di Spoleto, Norcia, Pog- mentale fu trasportata alla “Castellina”. Porta del Colle fu gravemente danneggiata nel torrione: si dovet- giodomo, Preci e Sant’Anatolia dove i danni riguardarono la maggior parte degli edifici (dal 60% all’88%). te abbattere il terrazzo pensile coperto da tettoia, uno degli elementi più caratteristici di tutto il circuito Danni meno estesi (dal 20% al 41% degli edifici totali) furono rilevati nei territori comunali di Ferentillo, murario. Porta Massari subì danni sull’alzato al di sopra del fornice centrale, nella volta del passaggio e Monteleone di Spoleto, Scheggino e Sellano. In quasi tutti i comuni analizzati, la maggioranza degli edifi- sulla facciata interna. Nel monastero di S.Antonio fu danneggiato il campanile, alcuni tratti delle mura e ci danneggiati (dal 62% all’80%) erano costruzioni vecchie o mal ristrutturate con prevalente struttura in parti dell’interno, ma le monache avviarono immediatamente una decisa opera di restauro. Porta S.Gio- pietra grezza legata con malta scadente. Nel comune di Cascia, invece, oltre a edifici vecchi e fatiscenti vanni subì danni sia nel vano interno che all’esterno; il torrione prima di Porta Romana fu danneggiato agli (47%) i danni riguardarono anche le costruzioni in mattoni o in pietra squadrata, con coperture ben spigoli e fratturato per tutta l’altezza. In corso Sertorio, non uno degli edifici fu indenne da crolli. Nella costruite o rinforzate (53%). chiesa di S.Lorenzo, crollò in parte il controsoffitto; il palazzo ex-Cipriani, poi Santoni, riportò danni visi- La scossa fu avvertita sensibilmente in una vasta area dell’Italia centrale, da Firenze a Napoli. bili nella copertura, nei muri e nel balcone in ferro battuto “alla spagnola”. Furono molto danneggiati i Per quanto riguarda gli effetti sull’ambiente, il terremoto causò la caduta di massi sulla strada che costeg- palazzi ex-Colizzi e Mannocchi e il piano superiore di palazzo Bucchi-Corazzini, in cui risultò pericolante gia il fiume Sordo tra Norcia e Cascia. Furono rilevati smottamenti a Castel Santa Maria e una frana sulla un ampio soffitto ligneo. Vi furono lesioni gravi nel convento di S. Maria della Pace, che interessarono le strada che collega Norcia e Serravalle. sale interne e il piccolo portico del XV secolo pur lasciando illesa la chiesetta. Il palazzo della commenda di Malta subì danni nel cortile interno e nelle strutture resistenti; di fianco, nella chiesa di S.Filippo o Addolorata furono lesionati l’abside e il campanile e compromessa da vari dissesti la statica all’interno. La Altre località danneggiate chiesa di S.Caterina fu lesionata nella facciata e nell’abside, e riportò crepe nella volta; sulla porta dell’ex- Abeto: fu gravemente danneggiata la porta castellana che angolo prossimo a via Veracini e alla piazza, ingentilito da un convento di S.Agostino si distaccò dal supporto un frammento di affresco; qualche crepa si aprì nella fac- scavalca via S.Maria: le strutture sovrastanti dovettero esse- archivolto di una finestra e da una porta del 1410. Furono ciata della chiesa di S.Francesco. Subì gravi lesioni la basilica di S. Benedetto; un muro crollò danneg- re abbattute. La chiesa di S.Martino subì il maggior danno danneggiati 50 edifici, dei quali l’80% era costituito da case giando l’adiacente locale del Vescovato, fu danneggiato il campanile, i crolli peggiori riguardarono i piani con il crollo totale dell’atrio, e furono lesionati l’interno e vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con superiori del Vescovato; la basilica restò chiusa fino alla vigilia della visita del papa Giovanni Paolo II, il 23 l’abside. Furono danneggiati 22 edifici, dei quali il 70% era malta scadente (classe A della scala MSK-64) e il 20% da marzo 1980. costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra case in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in Subì danni la “Castellina”, di cui fu smantellato il campaniletto e le cui opere conservate nelle sale supe- grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): il 5% subì riori furono trasportate nel torrione sud del fortilizio, insieme ad altri beni mobili recuperati da altri edi- 64) e il 30% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- crolli parziali; il 60% danni gravi; il 25% danni di media fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64: entità; il 10% danni leggeri. La ricostruzione seguita al ter- fici danneggiati. Fu lesionato l’interno del palazzo comunale, in cui cedette la mostra in pietra del gabi- il 10% subì crolli parziali; il 35% danni gravi; il 40% danni di remoto ha rinnovato quasi tutti gli edifici del paese talora netto del sindaco e ci furono gravi danni nell’ala situata a ridosso del teatro: gli uffici comunali furono spo- media entità; il 15% danni leggeri. privandoli dei segni del loro passato. stati nei prefabbricati fuori porta S.Giovanni; si fermò l’orologio pubblico della torre comunale, e appar- Agriano: la chiesa parrocchiale di S.Vito riportò lesioni sul- Amatrice: ci furono danni leggeri in circa il 60% delle abi- vero sconnessi gli elementi in pietra del portone d’ingresso sotto la torre stessa. Nella cattedrale, i pila- l’arco del presbiterio e qualche sconnessione nel pavimento; tazioni; fu sospesa l’erogazione dell’energia elettrica. stri portanti subirono danni gravissimi, e furono danneggiate le volte della sacrestia. La caserma dei cara- una dimora monumentale innalzata da Bernardino Lalli nel Ampognano: danni di media entità a 2 edifici. binieri e l’edificio della scuola elementare furono giudicati inagibili; furono riscontrati danni a un edificio 1645 fu gravemente danneggiata, al punto da essere abban- Ancarano: furono danneggiati 21 edifici, tutte case vecchie donata; furono danneggiate un’edicoletta con affresco del o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- del XIV secolo già lesionato da precedenti terremoti; crollarono una stalla e un caseificio; alcune persone XV secolo (Madonna del Latte) addossata al muro di una dente (classe A della scala MSK-64): il 25% subì danni gravi; rimasero ferite. Crollò una casa attigua alla porta Maccarone. casa in via S.Paolo, e la chiesa di S.Nicola accanto al cimite- il 60% danni di media entità; il 15% danni leggeri. Nei dintorni di Norcia, furono danneggiati: il complesso dell’Annunziata, sede dell’ospedale civile, par- ro. Furono danneggiati 104 edifici, dei quali l’80% era costi- Apagni: il terremoto danneggiò 2 edifici: uno subì danni ticolarmente nelle volte e nell’ala occidentale del chiostro minore, di cui crollarono le colonne delle tuito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza gravi; l’altro danni di media entità. arcate; la piccola chiesa campestre della Madonna di Cascia, situata poco fuori dall’abitato in direzione legata con malta scadente (classe A della scala MSK-64) e il Arquata del Tronto: non sono note descrizioni degli effet- sud-ovest, in cui crollò metà del tetto e fu lesionata gravemente la facciata, con crollo del campanilet- 20% da case in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a ti. Favali et al. (1980) hanno valutato l’intensità della scossa to a vela; la chiesa e il convento dei Cappuccini, che subirono vari crolli; la chiesa di S.Scolastica. Alcu- travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): il 5% di VI grado MCS. Il nome di questo comune rientra nell’e- subì crolli parziali; il 60% danni gravi; il 20% danni di media lenco inserito nell’art.1 del decreto legge 15 ottobre 1979, ne fotografie allegate allo studio di Favali et al. (1980) documentano la rotazione del pinnacolo di una entità; il 15% danni leggeri. n.494 che prevedeva sovvenzioni e agevolazioni fiscali per le chiesa, lesioni a un pilastro di una struttura in cemento armato, il distacco di tamponature da una strut- Aliena: nella chiesa di S.Eutizio si aprì una grossa spacca- popolazioni dei comuni colpiti. tura in cemento armato. tura parallela allo spigolo sinistro, fu danneggiato l’architra- Atri: furono danneggiati 31 edifici, dei quali il 95% era costi- Complessivamente furono danneggiati 773 edifici, il 55% dei quali era costituito da case vecchie o mal ve dell’ingresso e apparve un po’ sconnesso il campanile del tuito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK-64), il 35% da case XIX secolo; si squarciò la volta absidale e fu rovinato il gran- legata con malta scadente (classe A della scala MSK-64) e il in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64), e il de altare maggiore in stucco; ci furono cedimenti del muro 5% da case in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a sul secondo altare di destra; fu lacerata forse a causa della travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): il 65% 10% da case rinforzate, con strutture ben costruite (classe C della scala MSK-64): il 5% subì crolli par- caduta di qualche sasso la tela raffigurante S. Lorenzo e subì crolli parziali; il 25% danni gravi; il 5% danni di media ziali; il 32% danni gravi; il 25% danni di media entità; il 38% danni leggeri. Il nome di questo comune rien- S.Eutizio. L’area dietro la chiesa fu la più dissestata, divenne entità; il 5% danni leggeri. tra nell’elenco inserito nell’art.1 del decreto legge 15 ottobre 1979, n.494 che prevedeva sovvenzioni e pericolante una casupola in cui era immurato un grosso e Avendita: furono danneggiati 80 edifici, dei quali il 20% era 188 agevolazioni fiscali per le popolazioni dei comuni colpiti. caratteristico frontone funerario romano, e così pure un costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra 189

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- te, o in pietra grezza legata con malta scadente (classe A Buggiano: furono danneggiati 16 edifici, tutte case vecchie gravi; 1 casa danni di media entità; 2 case danni leggeri. 64), il 70% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- della scala MSK-64) e il 10% da case in mattoni o in pietra o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- Campi: furono danneggiati 12 edifici, dei quali l’85% era fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64), squadrata, con soffitti a travi in ferro o in legno (classe B dente (classe A della scala MSK-64): il 30% subì danni gravi; costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra e il 10% da case rinforzate, con strutture ben costruite (clas- della scala MSK-64): il 40% subì crolli parziali; il 45% danni il 30% danni di media entità; il 40% danni leggeri. grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- se C della scala MSK-64): il 20% subì crolli parziali; il 50% gravi; il 5% danni di media entità; il 10% danni leggeri. Butino: furono danneggiati 4 edifici, tutte case vecchie o 64) e il 15% da case in mattoni o in pietra squadrata, con danni gravi; il 30% danni leggeri. Borgo Cerreto: furono danneggiati 78 edifici, dei quali il mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- soffitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK- Belforte: i dati riguardanti questa località sono stati elabora- 75% era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in dente (classe A della scala MSK-64): 2 case subirono danni 64): il 10% subì crolli parziali; il 15% danni gravi; il 60% ti congiuntamente a quelli riguardanti San Lazzaro. Furono pietra grezza legata con malta scadente (classe A della scala di media entità; 2 subirono danni leggeri. danni di media entità; il 15% danni leggeri. Nella chiesa di danneggiati 19 edifici, dei quali l’80% era costituito da case MSK-64) e il 25% da case in mattoni o in pietra squadrata, Camerino: il terremoto, preceduto da un lungo e forte S.Salvatore si aprì uno squarcio nella porzione di muro vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta con soffitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala boato, causò il crollo di alcuni cornicioni e, nelle abitazioni, sopra la ruota di destra, si inclinò in avanti la ghiera del por- scadente (classe A della scala MSK-64) e il 20% da case in MSK-64): il 10% subì crolli parziali; il 50% danni gravi; il 10% la caduta di soprammobili e quadri. Oltre 200 case furono tale, si aprirono fenditure nella muratura. La celletta cam- mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in ferro o in danni di media entità; il 30% danni leggeri. danneggiate e 5 divennero inabitabili; furono segnalati danni panaria innestata sulla sommità della torre cinquecentesca legno (classe B della scala MSK-64): il 40% subì danni gravi; Buda: furono danneggiati 18 edifici, dei quali il 70% era alla basilica di S. Filippo, alla Madonna delle Carceri, al riportò una frattura longitudinale; l’iconostasi posta oltre il 20% danni di media entità; il 40% danni leggeri. costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra duomo (nella navata centrale e in quella destra), a S. Maria l’arcone ogivale dell’arcata sinistra dovette essere rafforza- Biselli: Cordella (1981) lo definisce “un paese fantasma”. I grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- in Via e a molti edifici scolastici. In Borgo S. Domenico la ta da una carpenteria lignea. Nel 1995 la maggior parte delle pochi abitanti del paese si trasferirono a valle. Divenne peri- 64), il 25% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- scuola elementare fu giudicata inagibile. Furono calcolati abitazioni fu riparata senza grandi rivolgimenti del tessuto colante la chiesa di S.Martino; la chiesa di S.Leonardo fu fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64), danni per un miliardo e mezzo di lire. originario. poco danneggiata salvo che nel campanile, ma all’interno fu e il 5% da case rinforzate, con strutture ben costruite (clas- Cammoro: furono danneggiati 10 edifici, tutte case vecchie Capanne di Collegiacone: furono danneggiate 3 case danneggiato un affresco del secolo XVII e fessurato uno se C della scala MSK-64): il 10% subì crolli parziali; il 55% o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- rinforzate e ben costruite (classe C della scala MSK-64): 2 stemma. Nel complesso, furono danneggiati 16 edifici, dei danni gravi; il 25% danni di media entità; il 10% subì danni dente (classe A della scala MSK-64): 7 case subirono danni subirono danni di media entità e 1 subì danni leggeri. quali il 90% era costituito da case vecchie o mal ristruttura- leggeri.

Fig.93 A lato: Norcia, chiesa di San Benedetto: il Fig.94 Norcia, torre Castellana fuori Porta Ascolana: pinnacolo destro della facciata è ruotato per effetto del danni causati dal terremoto del 19 settembre 1979. Fig.92 Norcia: case puntellate in via Anicia dopo il terremoto del 19 settembre 1979 terremoto del 19 settembre 1979

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Capo del Colle: le abitazioni furono tutte più o meno col- l’elenco inserito nell’art.1 del decreto legge 15 ottobre 1979, legata con malta scadente (classe A della scala MSK-64), il o in pietra grezza legata con malta scadente (classe A della pite; Castelfranco, roccaforte nursina, subì danni, ma con- n.494 che prevedeva sovvenzioni e agevolazioni fiscali per le 50% di case in mattoni o in pietra squadrata, e con soffitti a scala MSK-64): 4 subirono danni gravi; 1 danni di media sistettero solo nella caduta di qualche pietra. Una curiosità: popolazioni dei comuni colpiti. travatura in ferro o legno (classe B della scala MSK-64); il entità; 4 danni leggeri. secondo un abitante del posto, citato da Cordella (1981), Castelvecchio: furono danneggiati 41 edifici, dei quali 2% erano case rinforzate, con strutture ben costruite (clas- Colle di Avendita: furono danneggiati 13 edifici, dei quali tre sassi rimasti in bilico in cima a un mozzicone di torrio- l’80% era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in se C della scala MSK-64): il 5% subì crolli parziali; il 30% il 15% era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in ne delle mura rimasero, dopo il terremoto, nella stessa pietra grezza legata con malta scadente (classe A della scala danni gravi; il 45% danni di media entità; il 20% subì danni pietra grezza legata con malta scadente (classe A della scala posizione. MSK-64) e il 20% da case in mattoni o in pietra squadrata, leggeri. MSK-64), il 70% da case in mattoni o in pietra squadrata, Casale: i dati riguardanti questa località sono stati elabora- con soffitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala Collazzoni: i dati riguardanti questa località sono stati ela- con soffitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala ti congiuntamente a quelli riguardanti Villamagina. Furono MSK-64): il 10% subì danni gravi; il 45% danni di media borati congiuntamente a quelli riguardanti Civitella. Furono MSK-64), e il 15% da case rinforzate, con strutture ben danneggiati 16 edifici, dei quali il 70% era costituito da case entità; il 45% danni leggeri. danneggiati 43 edifici, dei quali l’80% era costituito da case costruite (classe C della scala MSK-64): il 15% subì crolli vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con Cerasola: furono danneggiate 24 case, tutte in mattoni o vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con parziali; il 55% danni gravi; il 20% danni di media entità; il malta scadente (classe A della scala MSK-64), il 20% da case in pietra squadrata, con soffitti a travi in ferro o in legno malta scadente (classe A della scala MSK-64) e il 20% da 10% subì danni leggeri. in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in ferro o (classe B della scala MSK-64): il 5% subì crolli parziali; il case in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in Collefabbri: danni gravi a 1 edificio. in legno (classe B della scala MSK-64), e il 10% da case 50% danni gravi; il 25% danni di media entità; il 20% danni ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): il 25% subì Collegiacone: furono danneggiate 3 case, tutte rinforzate, rinforzate, con strutture ben costruite (classe C della scala leggeri. crolli parziali; il 25% danni gravi; il 30% danni di media con strutture ben costruite (classe C della scala MSK-64): MSK-64): il 25% subì danni gravi; il 50% danni di media Cerreto di Spoleto: furono segnalati danni negli uffici entità; il 20% subì danni leggeri. tutte subirono danni di media entità. entità; il 25% danni leggeri. comunali e in tutte le scuole; 2 persone rimasero ferite. La Colle: i dati riguardanti questa località sono stati elaborati Colle Santo Stefano: furono danneggiate 2 case vecchie o Casali di Serravalle: furono danneggiati 21 edifici, dei torre situata all’ingresso del teatro e altri muri adiacenti congiuntamente a quelli riguardanti Postignano. Furono mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta scaden- quali il 70% era costituito da case vecchie o mal ristruttura- minacciarono il crollo, e caddero i muri di sostegno. Furono danneggiati 9 edifici, tutte case vecchie o mal ristrutturate, te (classe A della scala MSK-64). te, o in pietra grezza legata con malta scadente (classe A danneggiati 105 edifici, dei quali il 60% era costituito da case della scala MSK-64) e il 30% da case in mattoni o in pietra vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con squadrata, con soffitti a travi in ferro o in legno (classe B malta scadente (classe A della scala MSK-64) e il 40% da della scala MSK-64): il 45% subì danni gravi; il 10% danni di case in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in media entità; il 45% danni leggeri. ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): il 10% subì Caso: furono danneggiati 35 edifici, dei quali l’80% era danni gravi; il 30% danni di media entità; il 60% danni leg- costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra geri. Il nome di questo comune rientra nell’elenco inserito grezza legata con malta scadente (classe A della scala nell’art.1 del decreto legge 15 ottobre 1979, n.494 che pre- MSK-64) e il 20% da case in mattoni o in pietra squadrata, vedeva sovvenzioni e agevolazioni fiscali per le popolazioni con soffitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala dei comuni colpiti. MSK-64): il 65% subì danni di media entità; il 35% danni Cervara: danni lievi a 2 abitazioni. leggeri. Ceselli: furono danneggiati 18 edifici, dei quali l’80% era Castel San Felice: furono danneggiati 34 edifici, dei quali il costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra 90% era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- pietra grezza legata con malta scadente (classe A della scala 64) e il 20% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- MSK-64) e il 10% da case in mattoni o in pietra squadrata, con fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): soffitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): il 5% subì crolli parziali; il 50% danni gravi; il 40% danni di il 25% subì danni di media entità; il 75% danni leggeri. media entità; il 5% danni leggeri. Castel San Giovanni: furono danneggiati 11 edifici, dei Cittareale: lesioni negli edifici, alcuni dei quali richiesero quali il 60% era costituito da case vecchie o mal ristruttura- verifiche di stabilità. Il nome di questo comune rientra nel- te, o in pietra grezza legata con malta scadente (classe A l’elenco inserito nell’art.1 del decreto legge 15 ottobre 1979, della scala MSK-64), il 30% da case in mattoni o in pietra n.494 che prevedeva sovvenzioni e agevolazioni fiscali per le squadrata, con soffitti a travi in ferro o in legno (classe B popolazioni dei comuni colpiti. della scala MSK-64), e il 10% da case rinforzate, con strut- Civitella: furono danneggiati 18 edifici, tutte case vecchie o ture ben costruite (classe C della scala MSK-64): il 10% subì mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- crolli parziali; il 65% danni gravi; il 15% danni di media dente (classe A della scala MSK-64): il 25% subì crolli par- entità; il 10% subì danni leggeri. ziali; il 15% danni gravi; il 35% danni di media entità; il 25% Castellonalto: furono danneggiati 6 edifici, tutte case vec- subì danni leggeri. chie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta Civitella: i dati riguardanti questa località sono stati elabo- scadente (classe A della scala MSK-64): 1 crollò parzial- rati congiuntamente a quelli riguardanti Collazzoni. Furono mente; 1 subì danni gravi; 2 danni di media entità; 2 danni danneggiati 43 edifici, dei quali l’80% era costituito da case leggeri. vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con Castellone Basso: furono danneggiati 4 edifici: 1 subì malta scadente (classe A della scala MSK-64) e il 20% da danni gravi; 2 danni di media entità; 1 subì danni leggeri. case in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in Castelluccio: furono danneggiati 13 edifici, tutte case vec- ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): il 25% subì chie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta crolli parziali; il 25% danni gravi; il 30% danni di media scadente (classe A della scala MSK-64): il 20% subì crolli entità; il 20% subì danni leggeri. parziali; il 75% danni di media entità; il 5% danni leggeri. Colforcella: il paese aveva 60-70 abitanti ca. L’abitato fu Castelsantangelo sul Nera: l’abitato fu sensibilmente gravemente danneggiato; numerose abitazioni dovettero Fig.95 Legogne, chiesa di San Martino: danneggiato; insieme a Ussita, furono segnalate lesioni in essere abbandonate. Furono danneggiate 29 case, di cui il l’abside e il campanile puntellati dopo il 192 circa 500 abitazioni. Il nome di questo comune rientra nel- 38% erano vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza terremoto del 19 settembre 1979. 193

1979 19 settembre Valnerina Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Fig.96 Santuario della Madonna della Neve (nei pressi di Cascia): crollo a causa del terremoto del 19 settembre 1979.

Collescille: furono danneggiati 14 edifici, dei quali l’80% MSK-64): 12 crollarono parzialmente; 6 subirono danni gravi. era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra Cortigno: furono danneggiati 18 edifici, tutte case vecchie grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- 64) e il 20% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- dente (classe A della scala MSK-64): il 10% subì crolli par- fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): ziali; l’85% danni gravi; il 5% danni leggeri. il 10% subì danni gravi; il 30% danni di media entità; il 60% Ferentillo: furono danneggiati 72 edifici, dei quali il 60% danni leggeri. era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra Colle Soglio: furono danneggiati 11 edifici, tutte case vec- grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- chie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta 64), il 20% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- scadente (classe A della scala MSK-64): il 10% subì danni fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64), gravi; il 40% danni di media entità; il 50% danni leggeri. e il 20% da case rinforzate, con strutture ben costruite (clas- Colmotino: furono danneggiati 11 edifici, dei quali il 95% se C della scala MSK-64): il 20% subì danni gravi; il 50% era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra danni di media entità; il 30% danni leggeri. Il nome di que- grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- sto comune rientra nell’elenco inserito nell’art.1 del decreto 64) e il 5% da case rinforzate, con strutture ben costruite legge 15 ottobre 1979, n.494 che prevedeva sovvenzioni e (classe C della scala MSK-64): il 30% subì crolli parziali; il agevolazioni fiscali per le popolazioni dei comuni colpiti. 50% danni gravi; il 20% danni di media entità. Fergino: furono danneggiati 5 edifici, tutte case vecchie o Corone: furono danneggiati 25 edifici, dei quali l’80% era mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra dente (classe A della scala MSK-64): 3 subirono danni gravi; grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- 2 danni leggeri. 64) e il 20% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- Fiano: furono danneggiati 20 edifici, dei quali 18 erano case fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con il 20% subì danni gravi; il 40% danni di media entità; il 40% malta scadente (classe A della scala MSK-64) e 2 case in danni leggeri. mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in ferro o in Coronella: furono danneggiati 18 edifici, dei quali 17 erano legno (classe B della scala MSK-64): 5 crollarono parzial- case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con mente; 10 subirono danni gravi; 5 danni di media entità. malta scadente (classe A della scala MSK-64) e una era Fogliano: furono danneggiati 54 edifici, dei quali il 25% era 194 rinforzata, con strutture ben costruite (classe C della scala costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra Fig.97 19 settembre 1979: localizzazione dell’epicentro e degli effetti più gravi. 195 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

S.Martino; la chiesa riportò gravi danni nell’interno e ne danni un caseggiato cinquecentesco con lo stemma di Ful- divenne pericolante la parte absidale. La chiesa di S.Maria vio Orsini. accusò il cedimento dello sperone d’angolo verso valle; le Madonna della Quercia: furono distrutte l’inferriata, le pareti di sinistra e di destra su staccarono completamente porticine in pietra e la parte superiore dell’altare della chie- dal corpo centrale, furono lacerate le tre tele del soffitto sa. Dal campaniletto a vela cadde la campana e gli edifici a ligneo; rimasero illesi il portale di Buccio e il campanile, ma destra della chiesa crollarono. fu sensibilmente danneggiata nell’ogiva e nella base la porta Maltignano: il terremoto colpì gravemente l’abitato. Furo- castellana attigua. Risultò in pericolo di crollo l’oratorio, o no danneggiati 52 edifici, dei quali il 50% era costituito da “Monte” appoggiato alla parrocchiale, e una larga spaccatu- case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con ra si aprì nel passaggio sottostante, di fronte alla fonte. Furo- malta scadente (classe A della scala MSK-64), il 40% da case no gravemente danneggiate 5 case antiche di via Diaz, una in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in ferro o delle quali crollò. Furono danneggiati 18 edifici, dei quali il in legno (classe B della scala MSK-64), e il 10% da case 90% era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in rinforzate, con strutture ben costruite (classe C della scala pietra grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK-64): il 50% subì crolli parziali; il 40% danni gravi; il 10% MSK-64) e il 10% da case in mattoni o in pietra squadrata, danni di media entità. con soffitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala Manigi: furono danneggiati 17 edifici, dei quali il 45% era MSK-64): il 10% subì crolli parziali; l’85% danni gravi; il 5% costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra danni leggeri. La chiesa parrocchiale di S.Martino subì danni grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- tali da dovere essere ristrutturata. 64), il 50% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- Leonessa: danni e lesioni al 60% delle abitazioni. Il nome fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64), di questo comune rientra nell’elenco inserito nell’art.1 del e il 5% da case rinforzate, con strutture ben costruite (clas- decreto legge 15 ottobre 1979, n.494 che prevedeva sov- se C della scala MSK-64): il 10% subì crolli parziali; il 75% venzioni e agevolazioni fiscali per le popolazioni dei comu- danni gravi; il 15% danni di media entità. ni colpiti. Meggiano: furono danneggiati 63 edifici, dei quali il 70% era Logna: l’abitato fu gravemente colpito. Furono danneggia- costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra te 34 case, di cui il 15% erano vecchie o mal ristrutturate, o grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- in pietra grezza legata con malta scadente (classe A della 64) e il 30% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- scala MSK-64), l’80% erano case in mattoni o in pietra squa- fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): drata, e con soffitti a travatura in ferro o legno (classe B il 45% subì danni gravi; il 35% danni di media entità; il 20% della scala MSK-64), e il 5% case rinforzate, con strutture danni leggeri. ben costruite (classe C della scala MSK-64): il 5% subì crol- Mocali: danni gravi a 1 edificio; danni di media entità a 5 li parziali; il 20% danni gravi; il 35% danni di media entità; edifici e danni leggeri a un edificio. Fig.98 Fiano d’Abeto: alcuni crolli parziali nelle parti alte degli edifici del paese per il terremoto del 19 settembre 1979. il 40% danni leggeri. Molini di Cammoro: danni leggeri a 10 edifici. L’Eremita: i dati riguardanti questa località sono stati ela- Montaglioni: furono danneggiati 47 edifici, dei quali l’80% borati congiuntamente a quelli riguardanti Piedipaterno sul era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- Geppa: furono danneggiati 5 edifici, tutte case vecchie o Nera. Furono danneggiati 84 edifici, dei quali l’80% era grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- 64), il 60% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra 64) e il 20% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64), dente (classe A della scala MSK-64): 2 subirono danni gravi; grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): e il 15% da case rinforzate, con strutture ben costruite (clas- 1 danni di media entità; 2 danni leggeri. 64) e il 20% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- il 35% subì crolli parziali; il 20% danni gravi; il 20% danni di se C della scala MSK-64): il 30% subì crolli parziali; il 60% Giappiedi: furono danneggiati 25 edifici, dei quali il 5% era fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): media entità; il 25% danni leggeri. danni gravi; il 10% danni di media entità. costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra il 25% subì danni gravi; il 25% danni di media entità; il 50% Montalbo: furono danneggiati 18 edifici, tutte case vecchie Forsivo: furono danneggiati 30 edifici, dei quali l’80% era grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- danni leggeri. o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra 64), il 15% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- Macenano: furono danneggiati 41 edifici, tutte case vecchie dente (classe A della scala MSK-64): il 30% subì danni gravi; grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64), o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- il 50% danni di media entità; il 20% danni leggeri. 64) e il 20% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- e l’80% da case rinforzate, con strutture ben costruite (clas- dente (classe A della scala MSK-64): il 40% subì danni gravi; Monte Cavallo: il terremoto danneggiò l’abitato; alcune fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): se C della scala MSK-64): il 70% subì crolli parziali; il 20% il 25% danni di media entità; il 35% danni leggeri. case furono giudicate inagibili. Il nome di questo comune il 15% subì crolli parziali; il 75% danni gravi; il 10% danni di danni gravi; il 10% danni di media entità. Madonna della Neve: crollò la chiesa rinascimentale; il rientra nell’elenco inserito nell’art.1 del decreto legge 15 media entità. Grotti: furono danneggiati 8 edifici, dei quali 5 erano case tiburio cadde sul pavimento e quattro delle sue otto facce, ottobre 1979, n.494 che prevedeva sovvenzioni e agevolazio- Frascaro: il terremoto causò danni alle modeste abitazioni, vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con quelle corrispondenti all’altare maggiore, alla sacrestia pic- ni fiscali per le popolazioni dei comuni colpiti. che furono in seguito riattate. malta scadente (classe A della scala MSK-64) e 3 case in cola, alla porta laterale e alla porta principale, si squarcia- Monte San Vito: furono danneggiati 20 edifici, tutte case Fustagna: furono danneggiate 14 case, tutte vecchie o mal mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in ferro o in rono, rimasero solo frammenti dei due portali. Crollarono vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta scadente legno (classe B della scala MSK-64): 1 subì danni gravi; 2 la sacrestia maggiore, il campanile a vela e tutte le parti di malta scadente (classe A della scala MSK-64): il 5% subì (classe A della scala MSK-64): il 20% subì crolli parziali; il danni di media entità; 5 danni leggeri. coronamento, tutti i sei nicchioni dipinti dagli Angelucci danni gravi; il 10% danni di media entità; l’85% danni leg- 70% danni gravi; il 10% danni di media entità. Le Cascine: furono danneggiate 9 case, tutte vecchie o mal furono danneggiati, alcuni in modo irreparabile; furono geri. Gavelli: furono danneggiati 15 edifici, dei quali l’80% era ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta scadente distrutti l’organo e la cantoria, la cancellata in ferro battu- Montebufo: furono danneggiate la chiesa parrocchiale e costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra (classe A della scala MSK-64): 8 subirono danni gravi; 1 subì to, la cassa delle elemosine, la mostra lignea dell’altare una loggetta del XVI secolo in via del Castello. Furono dan- grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- danni di media entità. maggiore, gli armadi e i banchi delle due sacrestie e, in neggiati 115 edifici, dei quali il 90% era costituito da case 64) e il 20% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- Le Mura: furono danneggiati 3 edifici: 1 subì danni gravi e 2 quella piccola, il crocifisso di Fabio Angelucci. Il crollo vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): danni di media entità. della chiesa è documentato da una fotografia allegata allo malta scadente (classe A della scala MSK-64) e il 10% da 196 tutte subirono danni leggeri. Legogne: fu danneggiata la cella campanaria della chiesa di studio di Favali et al. (1980). Accanto al santuario, riportò case in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in 197

1979 19 settembre Valnerina Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): il 90% subì te, o in pietra grezza legata con malta scadente (classe A Palmaiolo: furono danneggiati 14 edifici, dei quali il 75% alla roccia, su cui rimase visibile un dipinto del 1584. Furo- crolli parziali; il 10% danni gravi. della scala MSK-64), il 75% da case in mattoni o in pietra era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pie- no danneggiati 63 edifici, dei quali l’80% era costituito da Montefiorello: furono danneggiati 31 edifici, dei quali squadrata, con soffitti a travi in ferro o in legno (classe B tra grezza legata con malta scadente (classe A della scala case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con l’80% era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in della scala MSK-64), e il 10% da case rinforzate, con strut- MSK-64), il 15% da case in mattoni o in pietra squadrata, malta scadente (classe A della scala MSK-64) e il 20% da pietra grezza legata con malta scadente (classe A della scala ture ben costruite (classe C della scala MSK-64): il 5% subì con soffitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala case in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in MSK-64) e il 20% da case in mattoni o in pietra squadrata, crolli parziali; il 20% danni gravi; il 60% danni di media MSK-64), e il 10% da case rinforzate, con strutture ben ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): il 10% subì con soffitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala entità; il 15% danni leggeri. Per quanto riguarda le case spar- costruite (classe C della scala MSK-64): il 20% subì crolli crolli parziali; il 50% danni gravi; il 30% danni di media MSK-64): il 30% subì danni gravi; il 20% danni di media se del circondario, furono danneggiati 29 edifici, tutte da parziali; il 50% danni gravi; il 20% danni di media entità; il entità; il 10% danni leggeri. entità; il 50% danni leggeri. case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con 10% danni leggeri. Piè del Colle: la chiesetta di S.Matteo subì lesioni sullo spi- Monteleone di Spoleto: gravi lesioni in numerose abita- malta scadente (classe A della scala MSK-64): il 25% subì Paterno: furono danneggiati 14 edifici, dei quali il 90% era golo destro verso la strada e nella parte posteriore. La pare- zioni, 30 delle quali furono giudicate inabitabili. Furono dan- crolli parziali; il 75% danni gravi. costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra te di fondo si spaccò verticalmente nella zona centrale, neggiati 94 edifici, dei quali il 60% era costituito da case vec- Ocre: crollò un cornicione; 2 persone furono ferite. grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- risultò screpolata e rigonfia in altri punti. Furono danneg- chie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta Ocricchio: furono danneggiati 24 edifici, dei quali l’85% era 64) e il 10% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- giate molte case. scadente (classe A della scala MSK-64), il 30% da case in costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): Piedi la Costa: furono danneggiati 13 edifici, tutte case mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in ferro o in grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- il 40% subì danni gravi; il 20% danni di media entità; il 40% vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con legno (classe B della scala MSK-64), e il 10% da case rinfor- 64) e il 25% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- danni leggeri. malta scadente (classe A della scala MSK-64): il 45% subì zate, con strutture ben costruite (classe C della scala MSK- fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): Pescia: l’abitato fu gravemente colpito. La chiesa parroc- danni gravi; il 30% danni di media entità; il 25% danni leg- 64): il 35% subì danni gravi; il 40% danni di media entità; il il 35% subì crolli parziali; il 20% danni gravi; il 40% danni di chiale di S.Carlo Borromeo e S.Ansovino ebbe la facciata geri. 25% danni leggeri. Il nome di questo comune rientra nell’e- media entità; il 5% danni leggeri. Fu danneggiata la chiesa di scissa in due da una fenditura verticale, e divenne inagibile Piedipaterno sul Nera: i dati riguardanti questa località lenco inserito nell’art.1 del decreto legge 15 ottobre 1979, S.Eutizio, di cui fu demolito il campanile divenuto pericolan- a causa delle lesioni alle pareti e alla volta; crollò la chiesa di sono stati elaborati congiuntamente a quelli riguardanti L’E- n.494 che prevedeva sovvenzioni e agevolazioni fiscali per le te, e che dovette essere ricostruita. S.Antonio, tranne la parete dell’altare maggiore, addossata remita. Furono danneggiati 84 edifici, dei quali l’80% era popolazioni dei comuni colpiti. Onelli: l’abitato fu gravemente colpito. Furono danneggiati Montereale: furono segnalate cadute di cornicioni e legge- 41 edifici, dei quali il 15% era costituito da case vecchie o ☞ re lesioni in vecchi fabbricati. mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- Monterivoso: furono danneggiati 6 edifici, dei quali 5 erano dente (classe A della scala MSK-64), l’80% da case in mat- Terremoti: arte perduta e arte ritrovata case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con toni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in ferro o in malta scadente (classe A della scala MSK-64), e una era in legno (classe B della scala MSK-64), e il 5% da case rinfor- Non di rado le distruzioni dei terremoti mettono in cui fu eretto il santuario. mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in ferro o in zate, con strutture ben costruite (classe C della scala MSK- luce elementi artistici (affreschi, epigrafi, strutture Ad Agriano, nella chiesa parrocchiale di S.Vito, lo legno (classe B della scala MSK-64): 1 subì danni gravi; 2 64): il 30% subì danni gravi; il 35% danni di media entità; il architettoniche) che precedenti interventi umani scrostamento di una parte di intonaco, in alto a sini- danni di media entità; 3 danni leggeri. 35% danni leggeri. avevano occultato. Questo non è un fenomeno stra del presbiterio, ha fatto ricomparire una vivace Montesanto: danni gravi a 5 edifici e danni di media entità Opagna: furono danneggiati 7 edifici, tutte case vecchie o recente e a volte non manca persino di una casuale decorazione. a 1 edificio, tutti vecchi o mal ristrutturati (classe A della mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- ironia: per esempio, nell’agosto 1916, un terremoto A Piè del Colle, scrive Cordella, nel caso di S.Matteo scala MSK-64). dente (classe A della scala MSK-64): il 30% subì crolli par- a Rimini fece cadere l’intonaco di una parete nella “è lecito affermare che se qualche aspirazione a Muccia: alcune case gravemente lesionate furono giudicate ziali; il 50% danni gravi; il 20% danni leggeri. chiesa di Sant’Agostino, mettendo in luce un affre- uscire dall’anonimato questa chiesetta potrà accam- inagibili; furono danneggiati il municipio e il motel dell’Agip. Orsano: furono danneggiati 10 edifici, tutte da case vecchie sco trecentesco di notevole valore, rappresentante pare, di ciò sarà debitrice al terremoto”: durante i Mucciafora: furono danneggiati 32 edifici, dei quali il 75% o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- un crollo sismico (Guidoboni e Ferrari 1986). sondaggi della Soprintendenza sono infatti riemerse era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra dente (classe A della scala MSK-64): 2 subirono danni gravi; Il terremoto del 1979 della Valnerina, a causa delle alcune rustiche opere pittoriche, dietro l’altare è grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- 3 danni di media entità; 5 danni leggeri. scosse e/o grazie ai conseguenti lavori di restauro, ricomparsa una Madonna in trono goticizzante, 64) e il 25% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- Ospedaletto: subì danni la chiesa di S.Filippo Neri, con portò al “ritrovamento” di oggetti d’arte sconosciuti datata 1468; sul pilastro destro della seconda cam- fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): caduta d’intonaco dalle volte, e la chiesa di S.Lorenzo fu o perduti nei secoli, coperti da intonacature poco pata è tornato alla luce un affresco frammentario il 25% subì danni gravi; il 35% danni di media entità; il 45% danneggiata nelle volte, negli altari e negli affreschi. Furono selettive, occultati da arredi. Lo studio di Cordella datato 1528, che rappresenta un profeta. danni leggeri. danneggiati 25 edifici, dei quali il 70% era costituito da case (1981) sottolinea, oltre ai danni causati dal terre- A Campi, nella chiesa di S.Salvatore, sono riemersi Nortosce: furono danneggiati 46 edifici, dei quali il 90% era vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con moto, le rovine portate dall’incuria e dall’abbando- da sotto la calce alcuni affreschi risalenti ai secoli costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra malta scadente (classe A della scala MSK-64) e il 30% da grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- case in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in no, e la vergogna del saccheggio perpetrato dai ladri XIV e XV, situati in massima parte nel corpo più vec- 64) e il 10% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): il 5% subì a danno degli oggetti d’arte e di valore, abbandonati chio dell’edificio e nella parete di fondo, e una fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): crolli parziali; il 45% danni gravi; il 30% danni di media negli edifici non più abitati o utilizzati per il culto. Madonna in trono col Bambino del pieno secolo XIV, il 20% subì crolli parziali; il 40% danni gravi; il 10% danni di entità; il 20% danni leggeri. Nella cattedrale di Norcia, furono casualmente insolita per colorito e disegno, in buono stato di con- media entità; il 30% danni leggeri. Paganelli: furono danneggiati 19 edifici, dei quali l’80% era rimesse in luce sul fianco sinistro della chiesa tre servazione. Nottoria: subì danni il patrimonio religioso: la chiesa di costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra epigrafi romane, di cui una di dimensioni e fattura Nella chiesa di Legogne, diverse superfici affrescate S.Stefano, e la chiesa in via Piersanti di cui crollò la volta. grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- eccezionali; lo sterro nell’area circostante ha fatto sono riemerse grazie al lavoro dei restauratori chia- Nel paese, furono danneggiati 72 edifici, dei quali il 70% era 64) e il 20% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- affiorare manufatti di età e provenienze diverse, mati a recuperare quelle precedenti, danneggiate costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): alcuni inseriti nelle strutture, altri mobili. dal terremoto. grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- il 30% subì crolli parziali; il 60% danni gravi; il 5% danni di Al santuario della Madonna della Neve, sotto la men- Si tratta solo di alcuni brevi accenni, quasi annegati 64) e il 30% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- media entità; il 5% danni leggeri. La chiesa di S.Salvatore sa dell’altare maggiore è ricomparso un frammento nel mare di dati sulle distruzioni, sulle macerie, sui fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): riportò fenditure, danni agli angoli e al soffitto cassonettato, di colonna romana a profonde scanalature: si tratta furti e sull’incuria. Eppure, anche così, suscitano il 5% subì crolli parziali; il 35% danni gravi; il 45% danni di che divenne pericolante; furono danneggiati il campanile a di un nuovo elemento che conferma l’ipotesi di un una domanda: perché mai devono essere le calamità media entità; il 15% danni leggeri. vela e la finestra circolare sopra la porta, e le due campane antico insediamento nel luogo, ora così isolato, su della natura a restituirci le meraviglie dell’uomo? Ocosce: nel centro abitato furono danneggiati 58 edifici, dei dovettero essere trasportate nella sacrestia, assieme a quel- 198 quali il 15% era costituito da case vecchie o mal ristruttura- le della Madonna della Quercia. 199

1979 19 settembre Valnerina Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): ☞ grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- il 20% subì crolli parziali; il 25% danni gravi; il 25% danni di 64) e il 20% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- media entità; il 30% danni leggeri. fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): Ponte del Piano: furono danneggiati 8 edifici, tutte case il 25% subì danni gravi; il 25% danni di media entità; il 50% vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con danni leggeri. malta scadente (classe A della scala MSK-64): 1 casa crollò Piediripa: furono danneggiati l’esterno della chiesetta della parzialmente; 1 subì danni gravi; 2 danni di media entità; 4 Madonna del Rosario e la parrocchiale di S.Antonio, danneg- subirono danni leggeri. giata nel fondo della navata destra, nelle volte delle due Pontuglia: crollo parziale di un’abitazione e danni gravi a 3 navate, nella controfacciata e in alcuni affreschi; secondo edifici. Cordella (1981) uno dei danni ebbe un aspetto simbolico: in Popoli: furono danneggiati 18 edifici, tutte case vecchie o un affresco raffigurante S.Emidio, protettore dai terremoti, mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- la città che il santo reggeva in mano fu tagliata in due da una dente (classe A della scala MSK-64): 2 crollarono parzial- crepa prodotta dal terremoto. Nel complesso, furono dan- mente. 9 subirono danni gravi; 6 danni di media entità; 1 neggiati 29 edifici, dei quali l’80% era costituito da case vec- danni leggeri. La piccola chiesa di S.Pietro fu danneggiata. chie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta Postignano: i dati riguardanti questa località sono stati ela- scadente (classe A della scala MSK-64) e il 20% da case in borati congiuntamente a quelli riguardanti Colle. Furono mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in ferro o in danneggiati 9 edifici, tutte case vecchie o mal ristrutturate, legno (classe B della scala MSK-64): il 20% subì crolli par- o in pietra grezza legata con malta scadente (classe A della ziali; il 20% danni gravi; il 40% danni di media entità; il 20% scala MSK-64): 4 subirono danni gravi; 1 danni di media subì danni leggeri. entità; 4 subirono danni leggeri. Piedivalle: furono danneggiati 16 edifici, dei quali il 60% Preci: l’abitato fu gravemente colpito. Furono danneggiati era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pie- 39 edifici, dei quali il 60% era costituito da case vecchie o tra grezza legata con malta scadente (classe A della scala mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- MSK-64), il 30% da case in mattoni o in pietra squadrata, dente (classe A della scala MSK-64), il 30% da case in mat- con soffitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala toni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in ferro o in MSK-64), e il 10% da case rinforzate, con strutture ben legno (classe B della scala MSK-64), e il 10% da case rinfor- costruite (classe C della scala MSK-64): il 40% subì danni zate, con strutture ben costruite (classe C della scala MSK- gravi; il 20% danni di media entità; il 40% danni leggeri. 64): il 20% subì danni gravi; il 10% danni di media entità; il Pielarocca: l’abitato fu gravemente danneggiato. 70% danni leggeri; Il nome di questo comune rientra nell’e- Pieve Torina: alcune case gravemente lesionate furono giu- lenco inserito nell’art.1 del decreto legge 15 ottobre 1979, dicate inagibili. Il nome di questo comune rientra nell’elenco n.494 che prevedeva sovvenzioni e agevolazioni fiscali per le inserito nell’art.1 del decreto legge 15 ottobre 1979, n.494 popolazioni dei comuni colpiti. che prevedeva sovvenzioni e agevolazioni fiscali per le popo- Pupaggi: furono danneggiati 10 edifici, dei quali 9 erano lazioni dei comuni colpiti. case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con Pievebovigliana: alcune case gravemente lesionate furono malta scadente (classe A della scala MSK-64) e 1 era una giudicate inagibili. casa in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in Poggio Primocaso: furono danneggiati 17 edifici, dei quali ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): 2 subirono il 5% era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in danni gravi; 3 danni di media entità; 5 danni leggeri. pietra grezza legata con malta scadente (classe A della scala Puro: furono danneggiati 8 edifici, dei quali uno era vecchio MSK-64), il 25% da case in mattoni o in pietra squadrata, o mal ristrutturato (classe A della scala MSK-64), 2 erano con soffitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala case in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in MSK-64), e il 70% da case rinforzate, con strutture ben ferro o in legno (classe B della scala MSK-64), e 5 erano case costruite (classe C della scala MSK-64): il 70% subì crolli rinforzate, con strutture ben costruite (classe C della scala parziali; il 15% danni gravi; il 10% danni di media entità; il MSK-64): 2 case crollarono parzialmente; 4 subirono danni 5% danni leggeri. gravi; 2 danni di media entità. Poggiodomo: furono danneggiati 30 edifici, dei quali il 40% Rescia: furono danneggiati 16 edifici, tutte case vecchie o era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- dente (classe A della scala MSK-64): il 30% subì danni gravi; 64) e il 60% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- il 25% danni di media entità; il 45% danni leggeri. fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): Roccanolfi: furono danneggiati 57 edifici, dei quali l’80% il 35% subì danni di media entità; il 65% danni leggeri. Il era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra nome di questo comune rientra nell’elenco inserito nell’art.1 grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- del decreto legge 15 ottobre 1979, n.494 che prevedeva sov- 64) e il 20% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- venzioni e agevolazioni fiscali per le popolazioni dei comuni fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): colpiti. il 25% subì danni gravi; il 40% danni di media entità; il 35% Ponte: furono danneggiati 52 edifici, dei quali il 90% era danni leggeri. costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra Roccaporena: furono danneggiati 10 edifici, dei quali 1 era grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- una casa vecchia o mal ristrutturata (classe A della scala Fig.99 Terzone San Pietro (Rieti): il terremoto del 19 settembre 1979 colpì anche l’Appennino reatino, di cui nel 200 64) e il 10% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- MSK-64) e 9 erano case in mattoni o in pietra squadrata, con testo non sono riportati gli effetti. Qui è documentato il crollo della navata centrale della chiesa di San Pietro in Cellis. 201

1979 19 settembre Valnerina Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

soffitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK- gravi; il 30% danni di media entità; il 50% danni leggeri. gata allo studio di Favali et al. (1980); i pilastri addossati alle dente (classe A della scala MSK-64): 5 crollarono parzial- 64): 2 crollarono parzialmente; 3 subirono danni gravi; 1 San Valentino: furono danneggiati 6 edifici, dei quali 5 pareti dell’unica navata si spezzarono a circa metà della loro mente; 1 subì danni gravi. danni di media entità; 4 danni leggeri. erano case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza altezza, e furono danneggiati l’altare maggiore e i sei altari Sfercia: danni alla Rocca di Varano situata poco fuori l’a- Roccatamburo: furono danneggiati 29 edifici, dei quali il legata con malta scadente (classe A della scala MSK-64) e 1 lignei laterali; la sacrestia si aprì nel mezzo. Subirono danni bitato. 70% era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in era in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in anche la casa parrocchiale e la romita di S.Egidio, verso Pie- Spoleto: caduta di cornicioni, calcinacci, fumaioli e rottura pietra grezza legata con malta scadente (classe A della scala ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): 2 case subi- diripa, che ebbe la copertura rovinata e i quattro angoli inde- delle tubature dell’acqua potabile. Per precauzione furono MSK-64) e il 30% da case in mattoni o in pietra squadrata, rono danni gravi; 4 subirono danni di media entità. boliti. Furono danneggiati 91 edifici, dei quali il 60% era eretti sbarramenti intorno al palazzo comuale e al palazzo con soffitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala San Vito: furono danneggiati 7 edifici, dei quali 6 erano case costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grez- Collicola. In un vecchio edificio adibito a casa di riposo situa- MSK-64): l’85% subì danni gravi; il 5% danni di media entità; vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con za legata con malta scadente (classe A della scala MSK-64), to presso l’antica chiesa di San Paolo si ebbero lesioni ai il 10% danni leggeri. malta scadente (classe A della scala MSK-64) e 1 era una il 30% da case in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a muri, caduta di intonaco e crollo di una parte del tetto dei Rocchetta: furono danneggiati 39 edifici, dei quali l’80% era casa in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64), e il servizi igienici; fu ordinato lo sgombero dell’infermeria; il costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): 3 subirono 10% da case rinforzate, con strutture ben costruite (classe C danno fu superiore ai 500 milioni di lire. grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- danni di media entità; 4 danni leggeri. della scala MSK-64): il 5% subì crolli parziali; il 75% danni Sterpare: furono danneggiati 7 edifici, tutte case vecchie o 64) e il 20% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- Santa Trinità: furono danneggiati 8 edifici, tutte case vec- gravi; il 15% danni di media entità; il 5% danni leggeri. mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): chie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta Scheggino: furono danneggiati 15 edifici, dei quali il 60% dente (classe A della scala MSK-64): 6 subirono danni gravi; il 20% subì danni gravi; il 25% danni di media entità; il 55% scadente (classe A della scala MSK-64): 4 crollarono par- era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra 1 danni leggeri. danni leggeri. zialmente; 4 subirono danni gravi. grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- Subiaco: caduta di parti di cornicioni e di calcinacci, senza Ruscio: furono danneggiati 38 edifici, dei quali il 70% era Sant’Anatolia: l’abitato fu gravemente colpito. Furono 64) e il 40% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- danni alle persone. costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra danneggiati 12 edifici, dei quali il 3 erano case vecchie o mal fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): Tazzo: furono danneggiati 8 edifici, dei quali 7 erano case grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta scadente il 5% subì danni gravi; il 60% danni di media entità; il 35% vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con 64) e il 30% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- (classe A della scala MSK-64), 3 case in mattoni o in pietra danni leggeri. Il nome di questo comune rientra nell’elenco malta scadente (classe A della scala MSK-64) e 1 era una fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): squadrata, con soffitti a travi in ferro o in legno (classe B inserito nell’art.1 del decreto legge 15 ottobre 1979, n.494 casa in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in il 35% subì danni gravi; il 40% danni di media entità; il 25% della scala MSK-64), e 6 case rinforzate, con strutture ben che prevedeva sovvenzioni e agevolazioni fiscali per le popo- ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): 6 case crolla- danni leggeri. costruite (classe C della scala MSK-64): 1 casa crollò par- lazioni dei comuni colpiti. rono parzialmente; 1 subì danni gravi; 1 subì danni di media Saccovescio: furono danneggiati 23 edifici, dei quali il 70% zialmente; 7 subirono danni gravi; 4 danni di media entità. Sciedi: furono danneggiati 30 edifici, tutte case vecchie o entità. era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra Sant’Anatolia di Narco: furono danneggiati 64 edifici, dei mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- Terne: furono danneggiati 5 edifici: 3 subirono danni gravi, grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- quali il 70% era costituito da case vecchie o mal ristruttura- dente (classe A della scala MSK-64): il 15% subì crolli par- 1 danni di media entità e 1 danni leggeri. 64) e il 30% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- te, o in pietra grezza legata con malta scadente (classe A ziali; il 15% danni gravi; il 50% danni di media entità; il 20% Terria: danni di media entità a 6 edifici. fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): della scala MSK-64) e il 30% da case in mattoni o in pietra danni leggeri. Todiano: lo spigolo ovest del bastione della porta castellana, il 15% subì danni gravi; il 5% danni di media entità; l’80% squadrata, con soffitti a travi in ferro o in legno (classe B Sellano: l’abitato fu gravemente colpito. Furono danneggia- con un affresco del ‘400 alquanto rovinato, riportò una cre- subì danni leggeri. della scala MSK-64): il 10% subì danni gravi; il 20% danni di ti 67 edifici, dei quali il 60% era costituito da case vecchie o patura; risultò dissestato il contiguo palazzo gentilizio dei Sambucheto: furono danneggiati 5 edifici: 2 subirono danni media entità; il 70% subì danni leggeri. Il nome di questo mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- Battaglia. Subirono qualche danno il campanile della chiesa gravi; 3 danni leggeri. comune rientra nell’elenco inserito nell’art.1 del decreto dente (classe A della scala MSK-64), il 30% da case in mat- parrocchiale e la casetta su cui si appoggiava la fontanella San Giorgio: l’abitato fu gravemente colpito. Furono dan- legge 15 ottobre 1979, n.494 che prevedeva sovvenzioni e toni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in ferro o in pubblica. Furono danneggiati 51 edifici, dei quali l’80% era neggiati 35 edifici, dei quali il 17% era costituito da case vec- agevolazioni fiscali per le popolazioni dei comuni colpiti. legno (classe B della scala MSK-64), e il 10% da case rinfor- costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra chie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta Sant’Andrea: fu danneggiata la chiesa di S.Andrea, di cui zate, con strutture ben costruite (classe C della scala MSK- grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- scadente (classe A della scala MSK-64), l’80% da case in furono lesionate le pareti, il tetto e il campanile, crollarono i 64): il 5% subì crolli parziali; il 45% danni gravi; il 20% danni 64) e il 20% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in ferro o in due altari e le strutture “a foratoni” a fianco dell’altare mag- di media entità; il 30% danni leggeri. Il nome di questo fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): legno (classe B della scala MSK-64), e il 3% da case rinfor- giore. Furono danneggiati 27 edifici, dei quali l’85% era comune rientra nell’elenco inserito nell’art.1 del decreto il 20% subì crolli parziali; il 25% danni gravi; il 35% danni di zate, con strutture ben costruite (classe C della scala MSK- costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra legge 15 ottobre 1979, n.494 che prevedeva sovvenzioni e media entità; il 10% danni leggeri. 64): il 5% subì crolli parziali; il 45% danni gravi; il 50% danni grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- agevolazioni fiscali per le popolazioni dei comuni colpiti. Tribbio: danni gravi a 3 case; danni di media entità a una di media entità. 64) e il 15% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- Serravalle: fu danneggiata la parrocchiale di S.Pietro, in casa e danni leggeri a 2 case. San Lazzaro: i dati riguardanti questa località sono stati fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): riva al Corno, in cui furono lesionate porzioni del soffitto e ci Triponzo: i danni riguardarono il 90% dell’abitato, quasi elaborati congiuntamente a quelli riguardanti Belforte. Furo- il 45% subì crolli parziali; il 30% danni gravi; il 20% danni di fu qualche dissesto nell’ambiente più antico, dove si trovava tutti gli abitanti dovettero rifugiarsi nei prefabbricati e no danneggiati 19 edifici, dei quali l’80% era costituito da media entità; il 5% danni leggeri. Crollò completamente la il fonte battesimale. Nella chiesa di S.Claudio fu danneggiata numerose persone abbandonarono un albergo-ristorante per case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con chiesa di S.Andrea, nonostante fosse stata restaurata 20 la facciata, cadde qualche tegola dal campanile, crollarono il timore di crolli. La chiesetta della Madonna del Carmine malta scadente (classe A della scala MSK-64), e il 20% da anni prima. alcuni pezzi di archi. Nel complesso, nel paese furono dan- divenne inagibile: cadde il timpano dell’altare e fu danneg- case in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in Sant’Angelo: gravi danni alla chiesa della Madonna Bianca: neggiati 51 edifici, dei quali l’80% era costituito da case vec- giata l’abside. Subì lesioni il torrione esagonale che sorgeva ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): il 40% subì la volta mostrò segni di cedimento e si inclinò il portico late- chie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta a protezione dell’antico ingresso del castello; la parrocchiale danni gravi; il 20% danni di media entità; il 40% subì danni rale, danneggiando i fusti delle colonnine. scadente (classe A della scala MSK-64) e il 20% da case in di S.Caterina di Alessandria riportò profonde fenditure nelle leggeri. Savelli: l’abitato fu gravemente colpito: Cordella (1981) mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in ferro o in pareti, nel soffitto e sopra la porta d’ingresso, e fu molto San Mamiliano: furono danneggiati 4 edifici. scrive suggestivamente che “i tetti hanno come ribollito, legno (classe B della scala MSK-64): il 75% subì danni gravi; lesionata e pericolante la parete dell’altare maggiore. Nel San Martino: furono danneggiati 14 edifici, tutte case vec- certi muri si sono attorcigliati su se stessi”. Dovette essere il 15% danni di media entità; il 10% danni leggeri. complesso, furono danneggiati 56 edifici, dei quali il 70% era chie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta demolita l’abitazione di Antonio Berardi, in via Dalmazia 35, Serravalle di Chienti: alcune case gravemente lesionate costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra scadente (classe A della scala MSK-64): 4 subirono danni di che aveva su una delle pareti un affresco quattrocentesco; fu furono giudicate inagibili. Il nome di questo comune rientra grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- media entità; 10 subirono danni leggeri. gravemente danneggiata la chiesa di S.Michele Arcangelo in nell’elenco inserito nell’art.1 del decreto legge 15 ottobre 64), e il 30% da case in mattoni o in pietra squadrata, con San Pellegrino: l’abitato fu notevolmente colpito. Furono cui la parte anteriore e quella posteriore si distaccarono dal 1979, n.494 che prevedeva sovvenzioni e agevolazioni fiscali soffitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK- danneggiati 165 edifici, tutte case vecchie o mal ristruttura- corpo centrale e la punta della guglia campanaria precipitò per le popolazioni dei comuni colpiti. 64): il 10% subì crolli parziali; il 30% danni gravi; il 20% te, o in pietra grezza legata con malta scadente (classe A sulla chiesa, sfondando parte del tetto e del soffitto d’incan- Serviglio: furono danneggiati 6 edifici, tutte case vecchie o danni di media entità; il 40% subì danni leggeri. 202 della scala MSK-64): il 5% subì crolli parziali; il 15% danni nucciato il cui crollo è documentato da una fotografia alle- mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- Trivio: furono danneggiati 19 edifici, dei quali il 90% era 203

1979 19 settembre Valnerina Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta scadente Marche e 30 miliardi al Lazio. L’erogazione dello Stato mirava non solo al restauro dei danni, ma anche grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- (classe A della scala MSK-64). a favorire lo sviluppo economico-sociale e il riassetto del territorio colpito. 64) e il 10% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- Vallo di Nera: furono danneggiati 146 edifici, dei quali fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): l’80% era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in il 50% subì danni gravi; il 30% danni di media entità; il 20% pietra grezza legata con malta scadente (classe A della scala danni leggeri. MSK-64) e il 20% da case in mattoni o in pietra squadrata, Ricostruzioni fra risanamenti e progetti di consolidamento Trognano:l’abitato fu danneggiato molto gravemente. con soffitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala Furono danneggiati 76 edifici, dei quali il 70% era costituito MSK-64): il 35% subì danni gravi; il 25% danni di media I centri storici di Cascia e Norcia, ad eccezione di alcuni vecchi edifici del tutto fatiscenti, subirono in da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata entità; il 40% danni leggeri. Il nome di questo comune rien- complesso danni di media entità dalla scossa principale e dalle successive repliche. Apparve simile la con malta scadente (classe A della scala MSK-64) e il 30% tra nell’elenco inserito nell’art.1 del decreto legge 15 ottobre situazione degli edifici di recente costruzione e ciò trova giustificazione sia nella scarsa idoneità delle da case rinforzate, con strutture ben costruite (classe C 1979, n.494 che prevedeva sovvenzioni e agevolazioni fiscali caratteristiche geologiche dei terreni su cui tali edifici sorgevano, tutti al di fuori del basamento roc- della scala MSK-64): il 75% subì crolli parziali; il 15% danni per le popolazioni dei comuni colpiti. cioso, sia nel mancato rispetto della normativa antisismica. Data la tipologia costruttiva dei centri sto- gravi; il 5% danni di media entità; il 5% danni leggeri. Villa Campanara: furono danneggiati 8 edifici, tutte case rici, la vetustà degli edifici e il loro essere stati già ripetutamente colpiti da terremoti passati, appari- Usigni: furono danneggiati 30 edifici, dei quali il 75% era vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con va chiara la necessità di interventi di consolidamento strutturale più radicali. costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra malta scadente (classe A della scala MSK-64): 6 case crolla- grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- rono parzialmente; 1 subì danni gravi; 1 subì danni leggeri. Fig.100 Norcia dopo il terremoto del 19 settembre 1979: ricostruzione della torre dell’orologio del palazzo comunale. 64) e il 25% da case in mattoni o in pietra squadrata, con sof- Villa San Silvestro: furono danneggiati 41 edifici, tutte fitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK-64): case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con Fig.101 Norcia dopo il terremoto del 19 settembre 1979: un’ulteriore ricostruzione del portico della chiesa di San il 5% subì danni gravi; il 20% danni di media entità; il 75% malta scadente (classe A della scala MSK-64): 11 crollarono Benedetto, danneggiato dai terremoti anche nei secoli precedenti. danni leggeri. parzialmente; 30 subirono danni gravi. Ussita: l’abitato fu sensibilmente danneggiato; insieme a Villa del Guado: furono danneggiati 6 edifici, case vecchie Castelsantangelo sul Nera, furono segnalate lesioni in circa o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- 500 abitazioni. Il nome di questo comune rientra nell’elenco dente (classe A della scala MSK-64): 1 casa subì danni gravi; inserito nell’art.1 del decreto legge 15 ottobre 1979, n.494 1 danni di media entità; 4 danni leggeri. che prevedeva sovvenzioni e agevolazioni fiscali per le popo- Villamagina: i dati riguardanti questa località sono stati ela- lazioni dei comuni colpiti. borati congiuntamente a quelli riguardanti Casale. Furono Valcaldara: furono danneggiati 66 edifici, dei quali l’80% danneggiati 16 edifici, dei quali il 70% era costituito da case era costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pietra vecchie o mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con grezza legata con malta scadente (classe A della scala MSK- malta scadente (classe A della scala MSK-64), il 20% da case 64), e il 20% da case in mattoni o in pietra squadrata, con in mattoni o in pietra squadrata, con soffitti a travi in ferro o soffitti a travi in ferro o in legno (classe B della scala MSK- in legno (classe B della scala MSK-64), e il 10% da case 64): il 20% subì crolli parziali; il 40% danni gravi; il 25% rinforzate, con strutture ben costruite (classe C della scala danni di media entità; il 15% subì danni leggeri. MSK-64): il 25% subì danni gravi; il 50% danni di media Valdonica: fu danneggiato il patrimonio religioso: la chiesa entità; il 25% danni leggeri. di S.Maria, la chiesa di S.Giovanni, che presentava vistose Visso: crollò qualche vecchio muro, 12 famiglie rimasero spaccature nelle volte della chiesa e dell’ex-sagrestia. Nel senza casa e altre dovettero provvisoriamente abbandonare complesso, furono danneggiati 9 edifici, tutte case vecchie o le proprie abitazioni gravemente lesionate; non vi furono mal ristrutturate, o in pietra grezza legata con malta sca- danni alle persone. Il nome di questo comune rientra nell’e- dente (classe A della scala MSK-64): 1 casa crollò parzial- lenco inserito nell’art.1 del decreto legge 15 ottobre 1979, mente; 7 subirono danni gravi; 1 danni di media entità. n.494 che prevedeva sovvenzioni e agevolazioni fiscali per le Valle: danni di media entità a 2 edifici, case vecchie o mal popolazioni dei comuni colpiti.

Risposte istituzionali Il terremoto causò la morte di 5 persone e il ferimento di molte decine, causando gravissimi danni ad edifici privati e pubblici, ad opere pubbliche, alla rete stradale e alle attività economiche. I pochi abi- tanti di Biselli abbandonarono il piccolo paese e si trasferirono a valle. Per i primi soccorsi furono mobilitati nella zona di Norcia circa 600 militari; furono inoltrate 7.000 richieste di posti-letto in tende e circa 1.000 posti-letto in roulottes o abitazioni prefabbricate. Furo- no calcolati danni per circa 100 miliardi di lire; il settore agricolo ebbe danni per almeno 10 miliardi. Cinque giorni dopo la scossa fu varata una legge che stanziò 500 milioni per i primi soccorsi. Il governo intervenne emanando il decreto-legge n.494 del 15 ottobre 1979 con il quale mise a dispo- sizione delle regioni colpite i necessari mezzi finanziari per far fronte alle prime esigenze, quali l’ac- quisto di prefabbricati per i senza tetto e l’approntamento di adeguate strutture per il ricovero del bestiame. La somma stanziata fu di complessivi 13.300 milioni da ripartirsi nel modo seguente: all’Um- bria 9.500 milioni, alle Marche 1.200 milioni e al Lazio 2.600 milioni. Ulteriori interventi dello Stato furono varati con la legge del 3 aprile 1980, con la quale furono asse- 204 gnati contributi speciali: all’Umbria 45 miliardi da ripartirsi nel triennio 1980-1982, 200 miliardi alle 205

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

A Norcia fu avviata una vasta opera di ricostruzione, condotta in modo da non stravolgere la fisionomia Battista quasi completamente distrutta, furono salvate alcune tele poste sopra gli altari del secolo storica della città. Il cinquecentesco palazzo Mannocchi fu riconsolidato. Il crollo della chiesa rinasci- XVII, una statua lignea e un tabernacolo ligneo rispettivamente del XV e XVI secolo. Dal campanile mentale della Madonna della Neve, situata nel comune di Cascia, fuori Castel S.Maria, lungo la via fra l’al- vennero tolte le due campane. Nel 1994 questi oggetti non erano stati ancora collocati al loro posto. topiano di Norcia e la Sabina interna, rappresentò il danno più grave e irreparabile dal punto di vista dei L’abitato di Pescia nel 1994 appariva in buona parte restaurato. Il lavoro di recupero delle abitazioni beni culturali. Nel 1980 il tempio fu sottoposto a restauro conservativo per le parti che restavano delle di Campi fu quasi completato nel 1994 senza gravi stravolgimenti del tessuto originario. strutture e degli affreschi. A Norcia ci furono anche danni notevoli all’edificio storico che ospitava il A Sant’Andrea la chiesa di S.Andrea, filiale di S.Angelo di Savelli, nel 1995 non era ancora stata museo “Castellina”, che misero a rischio le opere lì conservate. Furono sgomberate tutte le sale e le opere restaurata. furono collocate prima in alcuni ambienti del piano terreno dello stesso museo, poi in un ambiente ade- Il paese di Legogne fu quasi del tutto ricostruito. Il paese di Castel Santa Maria, completamente distrut- guatamente attrezzato nel Piano di S.Scolastica. I lavori di consolidamento e restauro del museo si pro- to, nel 1994 fu raso al suolo per motivi di sicurezza, mentre un nuovo abitato sorse su un’altura poco trassero molto a lungo anche per la discontinuità dei finanziamenti. distante. La ricostruzione del paese di Aliena ha in qualche caso privato dei segni del loro passato gli La ricostruzione del paese di Valcadara fu quasi del tutto finita nel 1995. Nel 1994 il paese di San edifici del paese. Marco appariva in buona parte risanato, compresa la porta trecentesca; mostrava però ancora una breccia nelle mura e un intero caseggiato da ricostruire; della chiesa cinquecentesca di S.Giovanni

Il caso Sellano: una storia di danni sismici sottovalutati

Dopo le scosse del 14 ottobre 1997, i mezzi di comunicazione hanno enfatizzato il caso di Sellano, pae- ciata e una parete laterale; nella chiesa della Madon- 1838 14 febbraio e 5 agosto VIII e VII grado se rimasto così gravemente danneggiato da essere completamente evacuato. Il consolidamento dell’e- ☞ na della Croce fu riscontrato un muro fortemente MCS dilizia di Sellano fu attuato sulla base dei danni del terremoto del 1979, ma al di là di come possano spiombato nella sacrestia; gravi lesioni e spiombi Secondo il rapporto che il maresciallo dei bersaglieri essere stati realizzati i lavori, che è ovviamente un problema di ingegneria, la storia sismica di que- furono rilevati in tutte le pareti della piccola chiesa di Gasparini inviò al delegato apostolico di Spoleto, la sto paese conserva memoria di danni assai più elevati. S.Angelo. Nella chiesa del SS.Sacramento furono rile- scossa del 14 febbraio 1838 delle ore 7:30 TU causò il vate numerose lesioni nella volta e nei muri e il crollo di diverse abitazioni; altre furono gravemente 1703 14 gennaio IX grado MCS spondenti a circa 4 anni di contribuzione. Le fonti distacco completo della facciata; subì varie lesioni lesionate. La scossa del 5 agosto 1838 fu fortemente Non è facile stabilire quale, fra le due più violente amministrative non riportano dati relativi all’edilizia anche l’annessa casa dell’omonima compagnia. avvertita e causò ulteriori danni agli edifici già lesionati scosse di questa sequenza sismica, quelle del 14 gen- civile minore. La chiesa dei Cappuccini subì estese lesioni nelle vol- dalle scosse precedenti. naio e del 2 febbraio, abbia causato i danni più gravi; Sono attestati i danni subiti dalla chiesa matrice di te della navata e del coro e nell’arco del presbiterio; tuttavia, vista l’ubicazione di questa località a nord di S.Maria Assunta, di cui crollò il campanile, e dalle fu inoltre rilevata una parte di muro fuori piombo. 1898 23 aprile, 25 agosto e 12 settembre V-VI Cerreto di Spoleto, si può ragionevolmente ritenere chiese di S.Caterina, S.Angelo, S.Severino e della Nell’annesso convento furono riscontrati gravi danni grado MCS che si trattò della scossa del 14 gennaio. Il paese fu SS.Annunziata, tutte gravemente dissestate; danni nella libreria e nel dormitorio, costituito da 22 came- La scossa del 23 aprile 1898, avvenuta alle ore 18:22 così gravemente danneggiato da apparire quasi raso notevoli subirono anche le mura castellane. re, alcune delle quali erano divenute inabitabili in TU, fu fortemente avvertita, rovesciò alcuni mobili e al suolo. In particolare, sono disponibili alcuni dati seguito alle grandi spaccature apertesi nelle pareti fece suonare le campane dell’orologio comunale. La precisi circa i danni al palazzo pubblico e alla chiesa 1791 11 ottobre VIII grado MCS divisorie costruite con mattoni “a coltello”. Gravi scossa del 25 agosto 1898, avvenuta alle ore 16:37 di S.Maria della Pieve; dal tipo di intervento program- Il terremoto colpì notevolmente l’abitato: secondo la lesioni e sconnessioni furono rilevate anche nella par- TU, fu fortemente avvertita e causò rovesciamento di mato, si può dedurre la gravità del danno subito: del perizia effettuata dall’architetto Amadio, 44 case te più bassa dell’edificio dove erano posti il refettorio, mobili. La scossa del 12 settembre 1898, avvenuta palazzo si sarebbero dovute ricostruire completamen- furono danneggiate da gravi lesioni, spaccature, la dispensa e la sacrestia; i danni in questa parte del- alle ore 14:14 TU, fu avvertita e la popolazione, spa- te le facciate e si sarebbe dovuto restaurare il campa- distacchi delle murature interne ed esterne, in parti- la costruzione furono attribuiti dall’architetto Amadio ventata anche a causa delle repliche, lasciò le case e nile, che ancora nel 1706 era privo del tetto e con un colare nelle facciate e nei cantoni; furono rilevati vari alla scarsa solidità delle fondazioni. si trasferì nelle campagne. muro in parte fradicio; occorreva inoltre riparare l’o- muri spiombati, in un caso di circa 25 cm (un palmo L’ospizio di proprietà degli stessi padri Cappuccini fu rologio pubblico, collocato sul medesimo campanile. e due once); in alcuni casi fu riscontrata la caduta di gravemente lesionato. 1979 19 settembre VII grado MCS Subirono danni i tetti sotto di cui vi erano i locali dei camini, di parti di soffitti e volte, di architravi, stipiti Nel palazzo priorale fu rilevato lo spiombo di un can- Furono danneggiati 67 edifici, dei quali il 60% era granai del Monte dell’abbondanza; altri danni sono e spallette di porte o finestre. tone; nell’annesso magazzino caddero 3 architravi di costituito da case vecchie o mal ristrutturate, o in pie- segnalati ad una loggia presso questi. La spesa stima- Anche gli edifici di proprietà ecclesiastica e pubblica finestre. tra grezza legata con malta scadente (classe A della ta fu di 400 scudi. Fu danneggiato anche l’edificio del subirono gravi danni. Nella chiesa parrocchiale e nel- I lavori di restauro necessari consistevano nella riedi- scala MSK-64), il 30% da case in mattoni o in pietra Monte Frumentario. Della chiesa furono demoliti una l’annessa canonica furono rilevate varie lesioni; le più ficazione totale o parziale di muri, di architravi di por- squadrata, con soffitti a travi in ferro o in legno (clas- parete ed un pilastro del campanile, dal quale erano gravi riguardavano la sacrestia. Subì gravi danni la te e finestre, nell’apposizione di catene, nella costru- se B della scala MSK-64), e il 10% da case rinforzate, cadute le campane e che minacciava di crollare; all’in- chiesa della SS.Annunziata, in particolare nella pare- zione di speroni e di archi di contrasto per rinforzare con strutture ben costruite (classe C della scala MSK- terno della chiesa di S.Maria della Pieve si dovettero te dell’altare maggiore, che era edificata in forte pen- le murature esterne; in una casa avrebbe dovuto 64): il 5% subì crolli parziali; il 45% danni gravi; il puntellare tre archi. denza, e nella parete a sinistra dell’altare maggiore, essere demolito l’ultimo piano, in altre 2 si doveva 20% danni di media entità; il 30% danni leggeri. Que- dove si era aperta una grande lesione; varie altre demolire il “palombaro” rialzato sul tetto della casa. sta località fu inclusa nell’elenco di quelle a cui si 1730 12 maggio VII-VIII grado MCS murature dell’edificio furono giudicate pericolanti e Per il ripristino delle abitazioni e degli edifici pubbli- applicava l’art.1 del Decreto legge 15 ottobre 1979, Il paese fu notevolmente danneggiato e fu esentato dovette essere demolito il campaniletto. Nella chiesa ci fu valutata necessaria la spesa di 915 scudi; per gli n.494 che prevedeva sovvenzioni e agevolazioni fisca- dal pagamento di 1.500 scudi di pesi camerali, corri- di S.Caterina furono danneggiati un angolo della fac- ☞ edifici ecclesiastici la spesa ammontava a 369 scudi. li per le popolazioni dei comuni colpiti. 206 207

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

1984 29 aprile Gubbio e Perugia sala papale e del museo presso il Sacro Convento. Nella facciata del Duomo di S.Rufino furono riscontra- te lesioni verticali: in particolare, si aprì una vistosa fessura parallela a un’altra verificatasi in passato. I capitelli del tempio di Minerva furono lesionati. Un patrimonio edilizio di interesse storico e artistico, in particolare quello di Assisi, Gub- A Gubbio il terremoto danneggiò in modo non grave l’abitato; le lesioni alle tamponature rilevate in alcu- ne strutture in cemento armato furono attribuite a difetti costruttivi. In particolare, furono riscontrati bio e Perugia, fu nuovamente danneggiato. Il terremoto ebbe effetti gravi anche sul con- danni e fenditure nelle pareti di un reparto dell’ospedale e nel palazzo dei Consoli (già danneggiato dal testo economico: dopo la scossa del 29 aprile, in Umbria, regione che già da tempo stava terremoto dell’ottobre 1982 e da fenomeni di corrosione), che fu transennato e chiuso al pubblico dalla sviluppando il turismo culturale e religioso, i turisti si allontanarono mettendo tempo- Sovrintendenza ai monumenti; la torre campanaria si staccò dalle strutture adiacenti. La seicentesca chie- raneamente in crisi l’economia locale. sa della Madonna del Prato (che già aveva subito danni per il terremoto del 24 ottobre 1730) non crollò perché era stata prima del terremoto puntellata per iniziativa della Soprintendenza di Perugia: le sue strutture, cedendo, si appoggiarono letteralmente sulle impalcature; tuttavia, la cupola subì una torsione Le fonti e crollò il campanile. Nella chiesa di S.Maria della Vittoria, detta “Vittorina”, il terremoto causò il distac- co dell’abside e della controfacciata. La chiesa di S.Maria della Piaggiola crollò quasi totalmente, tanto da L’Istituto Nazionale di Geofisica, nell’ambito di una collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, stipulata nel mettere allo scoperto le sepolture. Furono rilevate lesioni nelle chiese di S.Francesco e di S.Agostino; fu 1979, avviò una grande raccolta di dati attraverso un questionario macrosismico appositamente predisposto. riscontrata la caduta di numerose pietre dal teatro romano, che fu chiuso per precauzione. L’elaborazione di tali dati fu pubblicata da Spadea e Vecchi (1984). Analoghi rilievi fuorono curati dal Grup- Fu ordinata la chiusura precauzionale delle scuole. In particolare, la magistratura aprì un’indagine per po Nazionale per la Difesa dai Terremoti del CNR (Monachesi et al. 1984). Altri studi sono stati successiva- stabilire le cause del crollo parziale della scuola “Aldo Moro” (un edificio recente, costruito in cemento mente svolti da ricercatori dell’ING: Di Sanza e Favali (1985), Scalera et al. (1985), Barchi et al. (1985), Del armato), considerando che gli edifici adiacenti furono solo parzialmente lesionati. Numerose persone Pezzo et al. (1986) e Selvaggi e Sylos-Labini (1992), pubblicati negli atti di alcuni convegni organizzati nel- riportarono ferite. l’ambito del Gruppo Nazionale di Geofisica della Terra Solida del CNR. A Perugia, in seguito al terremoto, 1.300 persone dovettero lasciare le abitazioni, divenute inagibili. Furo- Una ulteriore fonte di informazioni è rappresentata dai dispacci dell’agenzia ANSA dal 29 aprile al 10 maggio no riscontrati danni al palazzo dei priori, consistenti in fessure sulle pareti, lesioni nelle sale della Leva, 1984 e dagli articoli redatti dai corripondenti de “Il Messaggero di Roma” e de “La Nazione”. Tali notizie hanno dei Notari, della Vaccara, del Consiglio, all’affresco del Pinturicchio e nelle sale dei piani superiori: furo- fornito informazioni utili per valutare l’organizzazione degli interventi di soccorso e alcuni elementi dell’im- no riscontrate caduta di intonaci e lesioni profonde con allargamento di vecchie fenditure nella Galleria patto socio-economico. Nazionale dell’Umbria (situata al terzo piano del palazzo). Generalmente, furono riscontrati danni nei Il quadro degli interventi istituzionali è attestato dai provvedimenti in favore delle popolazioni colpite presi da punti di congiunzione fra la struttura duecentesca e quella del secolo successivo. Lesioni anche al museo Governo e Parlamento: si tratta del decreto-legge 26 maggio 1984, n.159, della presentazione del disegno di archeologico e alla villa del Boccaglione. legge da parte del governo al parlamento e del testo finale della legge di conversione 24 luglio 1984, n.363 Il campanile della chiesa di S.Costanzo fu giudicato pericolante. Furono lesionate la chiesa di S.Pietro e (Gazzetta Ufficiale, n.145, 1984; n.202, 1984; Camera dei Deputati, 1984). l’oratorio di S.Agostino (specialmente il soffitto); nella chiesa di S.Domenico crollarono una trave e altri punti della copertura che risultavano deboli da tempo. Nel duomo, che al momento della scossa era sot- toposto a restauri nelle navate laterali, crollarono pezzi di intonaco dalla volta del transetto, fu danneg- Gli effetti: l’edilizia storica cede giato un arco e furono riscontrate gravi lesioni nella sagrestia più piccola, crepe nel transetto, nell’abside La scossa più forte avvenne il 29 aprile 1984 alle ore 5:03 TU e colpì l’Umbria settentrionale. Le località e nelle mura del chiostro. più danneggiate furono Assisi, Gubbio, Perugia, Città di Castello, Valfabbrica, Umbertide, Gualdo Tadino La scossa fu avvertita in una vasta area dell’Italia centrale, da Ravenna a Roma e da Firenze a Fano. e numerose frazioni e località minori, coinvolgendo complessivamente quasi 300.000 abitanti. Vi furono gravi lesioni agli edifici, soprattutto negli interni, e crolli parziali di abitazioni, per lo più edifici vecchi e in cattive condizioni statiche; molti di questi erano inoltre già stati danneggiati da terremoti precedenti. In alcuni casi furono riscontrati fenomeni di amplificazione degli effetti dovuti a particolari caratteristiche Altre località danneggiate del terreno su cui sorgevano gli edifici danneggiati. Complessivamente le ordinanze di sgombero furono Abbazzia di Vallingegno: l’abbazia fu danneggiata molto Crollarono l’antico castello, appena restaurato, e la torre. quasi 1.800. I gravi danni alle case coloniche e alle stalle, in taluni casi crolli parziali, resero inabitabili gravemente. Canoscio: lesioni al santuario, che fu chiuso. circa 100 di esse. Circa 230 aziende agricole furono danneggiate. Bellugello: questa località è compresa fra quelle più colpi- Cantignano: lesioni in molte case, che ne peggiorarono le Oltre all’edilizia abitativa, furono riscontrati danni al patrimonio architettonico storico-artistico, costi- te: subì caduta di tetti, lesioni e crolli parziali che resero ina- condizioni statiche già compromesse da un terremoto pre- tuito da abbazie, castelli e santuari, spesso situati in luoghi isolati rispetto ai centri abitati. Furono gibili molte abitazioni; le case, che all’esterno sembravano cedente; circa 50 persone rimasero senzatetto. riscontrati danni anche ai beni archeologici, dal teatro romano di Gubbio ad alcuni resti romani lungo la intatte, all’interno erano praticamente sventrate; crollò il Capannaccio: il ponte di epoca romana dell’antica via Fla- via Flaminia. muro esterno del cimitero. minia subì lesioni notevoli. Ad Assisi il terremoto rese inabitabili oltre 100 case e, al 2 maggio, 120 persone avevano dovuto abban- Belvedere: lesioni a non meno dell’80% degli edifici, che ne Caprignone: crollarono la chiesa e il convento. peggiorarono le condizioni statiche già compromesse da un Carbonesca: una corrispondenza giornalistica segnalò donare le proprie abitazioni. Furono riscontrate gravi lesioni nella chiesa di S.Maria Maggiore, compresi terremoto precedente. Crollarono il tetto di una chiesa, un’a- danni a circa il 90% del patrimonio edilizio. alcuni resti di epoca romana situati sotto la chiesa, che fu chiusa al culto per precauzione. Anche il palaz- la del cimitero e una vecchia stalla (causando la morte di Carestello: lesioni a edifici e crolli parziali. Alcune famiglie zo vescovile fu danneggiato. Fu ordinata la chiusura precauzionale delle scuole. alcuni animali). Alcune famiglie dovettero abbandonare le dovettero abbandonare le proprie abitazioni. Nella basilica superiore di S.Francesco caddero frammenti dall’affresco di Cimabue (situato nel transet- proprie abitazioni. Si aprirono fenditure nel terreno. Casa Castalda: danni al santuario della Madonna dell’Olmo. to); gli affreschi di Giotto non furono danneggiati; tuttavia, furono notate lesioni alle strutture e caduta di Biscina: lesioni in molte case, che ne peggiorarono le con- Casacce: questa località è compresa fra quelle più colpite: stucchi restaurati dopo il 1982. Comunque, alcuni giorni dopo la scossa, le mura della basilica furono pun- dizioni statiche già compromesse da un terremoto prece- furono rilevate caduta di cornicioni, lesioni e crolli parziali; si tellate e la chiesa venne chiusa. Furono riscontrate lesioni agli stucchi del refettorio e nelle pareti della dente: furono riscontrati danni a non meno del 90% del interruppero le linee elettriche e i collegamenti telefonici. 208 patrimonio edilizio. Casanova: furono rilevate lesioni alle tamponature in alcu- 209

1984 29 aprile Gubbio e Perugia Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

ne strutture in cemento armato, probabilmente attribuibili a furono interrotte le linee elettriche e i collegamenti telefonici. ni; vi furono alcuni feriti; 6 chiese furono giudicate inagibili. distacco della controfacciata. difetti costruttivi. Petroia: questa località è compresa fra quelle più colpite: Una corrispondenza giornalistica segnalò danni a non meno Valle di Chiascio: questa località è compresa fra quelle più Città di Castello: decine di case furono lesionate; 2 chiese furono rilevati caduta di tetti, lesioni e crolli parziali renden- dell’80% del patrimonio edilizio: 120 persone dovettero colpite: furono rilevati caduta di tetti, lesioni e crolli parziali furono giudicate inagibili. Fu ordinata la chiusura precauzio- do inagibili molte abitazioni. Nel cimitero, alcune lapidi si abbandonare le proprie abitazioni. Fu ordinata la chiusura rendendo inagibili molte abitazioni. nale delle scuole. Furono lesionati il palazzo Bufalini (poi frantumarono e le bare uscirono dai loculi. Il castello crollò e delle scuole. Nella duecentesca pieve furono riscontrati Viole: crollarono i solai di un edificio. chiuso), il palazzo Vitelli di S.Giacomo e le cappelle laterali la vicina abitazione fu dichiarata inagibile. danni agli affreschi (attribuiti alla scuola di Cimabue) e il del duomo. Nella Pinacoteca crollarono intonaci. La chiesa Pian d’Assino: furono riscontrati crolli parziali dei tetti per degli Zoccolanti fu danneggiata, e le volte del convento furo- sfilamento delle “traversine” o, in qualche caso, delle travi e no lesionate. Al 2 maggio, 120 persone avevano dovuto lesioni delle tamponature in case in muratura o in cemento abbandonare le proprie abitazioni. armato di costruzione recente. Per le località elencate di seguito non sono invece note descrizioni degli effetti. Monachesi et al. (1984), Civitella Ranieri: ci furono danni. Piccione: questa località è compresa fra quelle più colpite: senza fornire elementi descrittivi, hanno valutato l’intensità della scossa di VII grado MCS per i seguenti Colombella Bassa: questa località è compresa fra quelle furono rilevati caduta di cornicioni, lesioni e crolli parziali; paesi: Barcaccia, Caresto, Carpiano, Case Colle, Case Vaccaria, Cipolleto, Civitella Benazzone, Farneto, più colpite: furono rilevati caduta di cornicioni, lesioni e crol- furono interrotte le linee elettriche e i collegamenti telefonici. Giobbino, Il Palazzo, Loreto, Montanaldo, Pietralunga, Pietramelina, San Cipriano, San Cristoforo, Santa li parziali; furono interrotte le linee elettriche e i collega- Pierantonio: alcuni nuclei familiari dovettero abbandonare Maria Maddalena, Santa Maria di Colonnata, Scheggia, Semonte, Solfagnano, Spada e Valtopina. Spadea e menti telefonici. Alcune famiglie dovettero abbandonare le le proprie abitazioni. Furono riscontrati crolli parziali dei Vecchi (1985), senza fornire elementi macrosismici, hanno valutato l’intensità della scossa di VII grado proprie abitazioni. tetti per sfilamento delle “traversine” o, in qualche caso, MCS a Cantiano e di VII-VIII grado MCS a San Martino in Colle. Costacciaro: crepe su alcuni resti di epoca romana e lesio- delle travi e lesioni delle tamponature in case in muratura o ni alla chiesa di S.Francesco. in cemento armato di costruzione recente. Fossato di Vico: la chiesa di S.Cristoforo subì danni gra- Pilonico Paterno: una casa crollò. vissimi. Poggio Morico: la chiesa fu danneggiata. 1984 – Turismo, arte e terremoto: il ruolo dei mezzi di comunicazione Fratticiola Selvatica: questa località è compresa fra quel- Poggio San Dionisio: la chiesa fu danneggiata. le più colpite: furono rilevati caduta di cornicioni, lesioni e Ponte Pattoli: questa località è compresa fra quelle più col- Già all’inizio degli anni ’80 l’economia umbra, tradi- che delle popolazioni colpite, causò dunque ulterio- crolli parziali; furono interrotte le linee elettriche e i collega- pite: furono rilevati caduta di cornicioni, lesioni e crolli par- zionalmente legata ai settori agricolo e zootecnico, ri danni anche sotto il profilo economico. menti telefonici. Nella chiesa di S.Pietro Apostolo furono ziali; furono interrotte le linee elettriche e i collegamenti era arricchita e diversificata dalla valorizzazione turi- Non vi è dubbio che si tratti di una reazione molto riscontrati gravi danni alle coperture. telefonici. stica del territorio. “naturale”, come è indicato dalla ricorsività del feno- Gualdo Tadino: al 2 maggio 100 persone avevano dovuto Ponte della Resina: questa località è compresa fra quelle lasciare le abitazioni, divenute inagibili. Fu ordinata la chiu- più colpite. Furono riscontrati crolli parziali dei tetti per sfi- Il terremoto del 1984 colpì gravemente l’economia meno: anche in seguito alle scosse di terremoto del sura precauzionale delle scuole. La Rocca Flea fu danneg- lamento delle “traversine” o, in qualche caso, delle travi e della zona nelle sue componenti fondamentali, dan- settembre-ottobre 1997 e del marzo-aprile 1998, giata gravemente. lesioni delle tamponature in case in muratura o in cemento neggiando numerosi centri rurali e circa 230 aziende infatti, l’afflusso turistico alle zone colpite ha subito Maestrello: lesioni a una chiesa. armato di costruzione recente; furono interrotte le linee agricole: di queste, 57 ebbero bisogno di interventi una notevole diminuzione. Tuttavia, non si tratta di Mengara: gravi lesioni nei muri maestri, rottura di mobili elettriche e i collegamenti telefonici. urgentissimi per ripristinare le strutture e garantire una reazione del tutto “razionale”, dato che le notizie pesanti e di tramezzi in case costruite in pietra squadrata, Ponte d’Assi: un ragazzo fu ferito in seguito al crollo del un adeguato riparo al bestiame, dato che la notte sulla reale sicurezza degli alberghi erano di pubblica mattoni comuni o tufo legati con buone malte, con soffitti a tetto della sua abitazione. successiva alla scossa più forte era nevicato sulle circolazione, e non c’era motivo di ritenerle inatten- travatura in ferro o legno. Rancolfo: ci furono alcuni crolli; un uomo rimase ferito montagne che circondano Gubbio. Un altro aspetto dibili. Occorre quindi rilevare che a una presentazio- Montelabate: l’abbazia trecentesca subì danni molto gravi. molto gravemente in seguito alla caduta del tetto del suo del danno sismico merita però di essere più attenta- ne corretta senza sensazionalismi della situazione si Monteluiano: lesioni in molte case, di cui peggiorarono le casolare. mente sottolineato: la “fuga” dei turisti. Questo ter- sarebbe potuto abbinare uno sforzo reale di comuni- condizioni statiche già compromesse da un terremoto pre- Rivotorto: la chiesa cinquecentesca di S.Maria che custodi- remoto causò infatti l’immediato allontanamento dei cazione, capace fra l’altro di vincere l’impulso all’eso- cedente. sce il “Tugurio” di S.Francesco fu gravemente danneggiata; turisti dalle località legate al culto di S.Francesco e do turistico. Purtroppo, quest’opera coscienziosa e Montone: al 2 maggio 200 persone avevano dovuto lasciare danni anche ad altre chiese. anche da Gubbio, dove era prevista per il 15 maggio civile di informazione sembra invece essere mancata le abitazioni; 3 chiese furono giudicate inagibili. In un alber- Rocca Sant’Angelo: ci furono danni alla chiesa di S.Maria 1984 la tradizionale “corsa dei ceri”. Sebbene i con- in più di un’occasione di crisi. go in cemento armato crollarono interi fondelli. Crollò il in Arce, che fu chiusa per precauzione. trolli compiuti non avessero rilevato danni alle strut- Per quanto riguarda il patrimonio artistico, elemento tetto nella chiesa di S.Francesco e furono riscontrate crepe San Potente: ci furono danni alle chiese. ture alberghiere, assicurando così la piena ricettività chiave della zona strettamente legato all’aspetto turi- nelle mura. San Vitale: ci furono danni alle chiese. delle attrezzature turistiche, numerose prenotazioni stico, occorre precisare che negli anni precedenti al Morleschio: il castello, fatiscente, crollò completamente. Santa Maria degli Angeli: danni alla cupola della chiesa per assistere ad alcuni eventi culturali previsti ad terremoto del 1984, l’Istituto Centrale del Restauro Nerbisci: fu ordinata la chiusura della chiesa. che custodisce la Porziuncola di S.Francesco, e anche agli Assisi e a Perugia furono disdette; come conseguen- aveva condotto campagne conservative su alcuni Nocera Umbra: 80 persone dovettero abbandonare le pro- affreschi della facciata e della stessa Porziuncola. za di ciò gli operatori turistici espressero la preoccu- monumenti della zona; tuttavia, erano in seguito man- prie abitazioni. Subì notevoli lesioni il ponte di epoca roma- Sant’Angelo di Celle: a causa dei danni subiti, a 5 giorni pazione che la paura e i danni causati dal terremoto cati i fondi sufficienti per garantire un intervento più na dell’antica via Flaminia situato in località Le Spugne. dalla scossa, il tetto della settecentesca chiesa crollò, cau- Padule: gravi lesioni in case in muratura provviste di cordo- sando il ferimento di una persona. potessero influire negativamente sul futuro dell’eco- efficace. Inoltre, per riparare i danni causati dai terre- lo, o ben ristrutturate; lesioni e dislocamenti in case costrui- Scritto: questa località è compresa fra quelle più colpite: nomia locale. moti del 19 settembre 1979 (Valnerina) e del 17 otto- te in pietra squadrata, mattoni comuni o tufo, legati con furono riscontrati caduta di cornicioni, lesioni e crolli par- La valutazione pessimistica dei turisti riguardo alla bre 1982 (Valfabbrica), erano stati avviati lavori che buone malte con soffitti a travatura in ferro o legno; crollo di ziali; furono interrotte le linee elettriche e i collegamenti pericolosità della situazione, oltre probabilmente a riguardavano circa 200 cantieri: nel 1984, quasi 150 di murature perimetrali, spaccature dei tramezzi e lesioni alle telefonici. Le abitazioni, che all’esterno sembravano intatte, influire in modo negativo sulle condizioni psicologi- questi erano fermi per mancanza di finanziamenti. tamponature in case in cemento armato, probabilmente subirono gravi danni all’interno. Alcune famiglie dovettero attribuibili a difetti costruttivi. abbandonare le proprie case. Palazzo: furono rilevati danni alle chiese. Un edificio scolasti- Umbertide: lesioni a decine di case e il ferimento di alcune co, antico ma recentemente ristrutturato, fu danneggiato persone; 600 persone dovettero lasciare le abitazioni, dive- molto gravemente. nute inagibili. Furono riscontrati danni alla Collegiata e alla Parlesca: questa località è compresa fra quelle più colpite: chiesetta di S.Bernardino. 210 furono rilevati caduta di cornicioni, lesioni e crolli parziali; Valfabbrica: gravi danni agli edifici e il crollo di 3 abitazio- 211

1984 29 aprile Gubbio e Perugia Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Fig.102-104 Campagna di Gubbio: tipologia di danni nell’edilizia rurale causati dal terremoto del 29 aprile 1984.

Soccorsi e interventi Rimasero ferite circa 100 persone, la maggior parte delle quali in modo lieve: alcune di esse riportarono feri- te a causa della caduta di materiali, altre si infortunarono durante la fuga dalle abitazioni. Fu ordinata la chiusura precauzionale delle scuole nei comuni di Gubbio, Assisi, Città di Castello, Gualdo Tadi- no, Valfabbrica. Alcune ore dopo la scossa del 29 aprile, i responsabili della Protezione Civile giunsero alla prefettura di Peru- gia per seguire l’organizzazione dei soccorsi, tenendosi in contatto con la Commissione Grandi Rischi attra- verso ponti radio messi a disposizione da radioamatori. Il comune di Perugia organizzò 12 squadre composte ciascuna da 1 tecnico e da 1 vigile urbano attrezza- ti per compiere un primo rilevamento dei danni su tutto il territorio comunale, comprese le frazioni e le numerose case isolate nelle campagne. In tutto, oltre 1.900 persone parteciparono alle operazioni di emer- genza: circa 670 civili e 470 militari, 435 rappresentanti delle Forze dell’ordine, circa 200 vigili del fuoco e oltre 130 volontari. Il ministero della Difesa impartì disposizioni allo stato maggiore dell’esercito perché fossero attuati i piani pre- visti per i casi di calamità naturali: oltre agli elicotteri dell’esercito e dei carabinieri, squadre di militari orga- nizzarono le aree per la sistemazione di tendopoli nei 2 centri di coordinamento di Gubbio e Umbertide e installarono centri per la distribuzione dei pasti alle persone evacuate dalle proprie abitazioni. Quasi 6.400 persone rimasero senzatetto; di queste, 5.100 furono registrate nei seguenti 3 comuni: a Gubbio, 3.200; a Perugia, 1.300 e a Umbertide 600. Per ospitare le persone rimaste senzatetto furono inviate in Umbria circa 1.200 roulottes (di cui 500 acquistate dall’amministrazione regionale) e circa 520 tende. Per ottenere un più efficace controllo dei danni sul patrimonio artistico, il giorno 1 maggio furono inviati a Perugia tre ispettori centrali, uno per la sezione archeologica, uno per la sezione architettonica e un terzo per i collegamenti con la Protezione Civile. Il 3 maggio fu istituita una speciale commissione ministeriale compo- 212 sta da tecnici della Protezione Civile e del ministero dei Beni Culturali e Ambientali. Il danno, secondo le Fig.105 29 aprile 1984: localizzazione dell’epicentro e degli effetti più gravi. 213 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

I terremoti avevano già colpito i monumenti di Assisi prima del 1997? Assisi costituisce un caso unico al mondo per il valore artistico e simbolico dei suoi monumenti, in cui affondano le radici della spiritualità cristiana. I danni delle scosse del settembre – ottobre 1997 hanno scosso l’opinione pubblica mondiale: era già nota la pericolosità sismica di Assisi? In questa scheda sono sintetizzati i danni ai monumenti come emergono dalle fonti della sismologia storica; altre informazio- ni potrebbero essere desunte dall’analisi architettonica degli edifici, da cui è possibile rilevare le tracce di antichi dissesti o di riparazioni. Per il periodo prima del Settecento si hanno informazioni di risen- timenti ad Assisi sporadiche e generiche, come quelle relative al terremoto del 1349, ma sufficienti per poter affermare che gli effetti sismici non sono estranei alla storia della città medievale. Assisi si trova in un’area interessata dall’attività di diverse sorgenti sismiche, alcune assai vicine, come quella della valle del Topino, altre localizzate anche a notevole distanza, come si può evincere nel seguito, dall’indi- cazione dell’area epicentrale (area ep.) posta dopo la data dei terremoti, che precede la sintesi degli effet- ti ad Assisi: sono stati esclusi gli effetti sotto la soglia del danno, cioè inferiori al grado VI MCS.

1349 settembre: area ep. Appennino umbro-reatino legno di oltre 1 metro e mezzo di lunghezza e di circa Menzione generica di danni. 50 cm di larghezza, fissata alla volta con piastre di ferro 1747 17 aprile: area ep. Gualdo Tadino bullonate: questa chiave “cuce” una lunga fessura e Fu danneggiato il palazzo priorale (attuale palazzo comu- costituisce un intervento di riparazione ragionevolmen- nale): sono menzionate le fondazioni e i muri di due stan- te correlato ai lavori eseguiti nel complesso francesca- ze; non si ha la descrizione del danno, di cui si conosce no dopo questo terremoto. solo il valore economico: 383 scudi e 50 baiocchi. I danni complessivi ad Assisi, comprensivi anche del 1751 27 luglio: area ep. Gualdo Tadino patrimonio privato, furono valutati in una cifra molto Gravi danni al patrimonio ecclesiastico e civile: il costo elevata, circa 40.000 scudi per la città e 60.000 scudi complessivo delle riparazioni fu valutato circa 5.000 per l’area extra urbana. scudi: da questa stima furono esclusi i danni al palazzo 1854 12 febbraio: area ep. Valle del Topino apostolico, che divenne inabitabile, e a quello vescovile, Il convento di San Francesco riportò molte lesioni nella che subì gravi danni, entrambi di competenza del parte superiore. Le fonti concordano nel ritenere che la governo pontificio centrale. Nel palazzo priorale (attua- basilica di S. Francesco non subì invece alcun danno. le palazzo comunale) alcune stanze divennero inabita- 1915 13 gennaio: area ep. Marsica bili. Furono gravemente danneggiati 3 monasteri, di cui La scossa, il cui epicentro si trovava a circa 148 km di le fonti non riportano il nome: nel primo, un monastero distanza, nell’Abruzzo centrale, fu sentita ad Assisi del- femminile, il dormitorio divenne pericolante: i danni la durata di circa 30 secondi: causò scricchiolio di travi, Fig.106-109 Campagna di Gubbio: tipologia di danni nell’edilizia rurale causati dal terremoto del 29 aprile 1984. furono stimati 500 scudi; nel secondo fu necessario ampie oscillazioni di oggetti sospesi, lievi fessurazioni in rinforzare le murature esterne con la costruzione di tre diversi edifici. speroni; il terzo subì danni alle officine valutati circa 1915 26 marzo: area ep. alta Valle del Chienti 600 scudi. Tra gli edifici privati danneggiati è menzio- Caddero alcuni comignoli e si aprì qualche fenditura in prime stime, fu calcolato in circa 100 miliardi di lire; secondo il soprintendente ai Beni Culturali e Ambienta- nato il palazzo Vallemani. alcuni edifici; non si hanno informazioni specifiche sul- li, il danno al patrimonio artistico fu di circa 60 miliardi di lire. 1832 gennaio – marzo: area ep. Valle del Topino l’edilizia monumentale di Assisi. Il giorno dopo la scossa del 29 aprile, il ministero dell’Interno mise a disposizione del prefetto di Perugia 400 Gravi danni, non dettagliatamente descritti, nei seguen- 1984 29 aprile: area ep. Gubbio milioni di lire per i primi soccorsi, mentre 500 milioni di lire furono stanziati tramite un’ordinanza emessa dalla ti edifici: chiesa e monastero di S.Chiara, chiesa e Furono riscontrate gravi lesioni nella chiesa di S.Maria Protezione Civile. monastero di S.Pietro, chiostro e chiesa di S.Antonio, Maggiore, compresi alcuni resti di epoca romana situa- Il 7 maggio a Roma si tenne una riunione, cui parteciparono il ministro della Protezione Civile, una delega- chiesa di S.Damiano, chiesa Nuova. ti sotto la chiesa, che fu chiusa al culto per precauzio- zione della regione Umbria e altri ministri per avviare ulteriori finanziamenti: fu approvata l’erogazione di 28 Inoltre furono danneggiati il palazzo del Governo, il ne. Anche il palazzo vescovile fu danneggiato. Nella miliardi e 500 milioni di lire per la sistemazione di prefabbricati e l’impianto di strutture di ricovero per il set- palazzo comunale e il vescovado con l’annessa chiesa. basilica superiore di S.Francesco caddero frammenti tore agricolo. Il governo autorizzò la sospensione delle esecuzioni di sfratto per 3 mesi. Danni più leggeri, costituiti da fessurazioni, crepe e dis- dall’affresco di Cimabue del transetto; gli affreschi di sesti nei tetti e nelle volte furono rilevati nel convento Giotto non furono danneggiati; furono notate lesioni I problemi relativi alla ricostruzione sia di questo terremoto, sia di quello che aveva colpito la zona di Valfab- di S.Francesco. Anche il campanile richiese chiavi di alle strutture e caduta di stucchi restaurati dopo il brica nell’ottobre 1982 furono affrontati con un disegno di legge. Il 26 maggio 1984 il governo emanò il decre- rinforzo e interventi agli archi dei finestroni “al lato del- 1982. Alcuni giorni dopo la scossa, la basilica fu puntel- to-legge, n.159 con cui si adottarono misure straordinarie ed urgenti; con l’art.1 fu disposto uno stanziamen- la chiesa”. la chiesa di S.Francesco ebbe bisogni di lata e la chiesa fu chiusa. Furono rilevate lesioni anche to di 800 miliardi da ripartirsi nel quinquennio 1984-1988 per compiere gli interventi necessari. Il decreto- “restauri di lieve rimarco”; la facciata nord fu “offesa nel agli stucchi del refettorio nelle pareti della sala papale legge fu convertito in legge il 24 luglio 1984 (legge n.363) con modifiche: in particolare nell’art.1 la somma di suo vertice”, secondo la perzia di Mollari (1832). L’ac- e del museo presso il sacro Convento. Nella facciata del 800 miliardi di lire stanziata precedentemente fu elevata a 900 miliardi. curato rilievo architettonico di Rocchi (1982), ha mes- duomo di S.Rufino si aprirono fessure verticali: in par- so in luce nell’estradosso della quarta volta dalla faccia- ticolare una parallela ad una lesione apertasi in passa- ta principale una chiave costituita da una tavola di to. I capitelli del tempio di Minerva furono lesionati. 214 215

1984 29 aprile Gubbio e Perugia Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

1997 settembre — 1998 aprile Appennino umbro-marchigiano Le caratteristiche morfologiche e litologiche dei suoli favorirono notevoli effetti di sito, che amplificarono l’energia del terremoto. Per esempio, nel paese di Cesi (Serravalle del Chienti) la parte bassa e più moder- Il terremoto più grave che ha colpito l’Italia dopo l’Irpinia nel 1980. Divenuto famoso nel na dell’incasato poggia su sedimenti argilloso-sabbiosi incoerenti e fu gravemente danneggiata. Mentre la mondo per i danni subiti da un patrimonio storico-artistico eccezionale, ha avuto un parte alta del paese, Cesi Villa, più antica e su sedimenti conglomeratici cementati e rocce carbonatiche, grande impatto mediatico dovuto, in particolare, alla ripresa video in diretta del crollo subì solo lievi danni per lo più consistenti in crepe e cadute di tegole. di due volte della Basilica Superiore di Assisi. È oggi il terremoto più studiato d’Italia, con oltre 130 pubblicazioni scientifiche, e quello che ha consolidato nuove strategie di interventi per la fase di emergenza e ha stabilito una preziosa sinergia fra Protezione Civile e ricerca sismologica.

Le fonti La descrizione degli effetti nelle diverse località è contenuta nei rapporti interni del Centro Situazioni (CESI) del Dipartimento della Protezione Civile, conservati presso l’Archivio dello stesso Dipartimento. Sono stati utilizzati i documenti relativi al periodo compreso tra il 26 settembre 1997 ed il 30 aprile 1998. I rapporti contengono le segnalazioni inviate dai Comuni, dalle Prefetture, dal Centro Operativo della Direzione generale della Protezione Civile e dei servizi antincendio del Ministero dell’Interno, dalla Sala Operativa del Comando Generale dei Carabinieri, dalle Soprintendenze per i Beni Ambientali ed Archi- tettonici e, per la scossa del 3 aprile 1998, le segnalazioni inviate dall’Ufficio del Commissario delegato per i beni culturali. La descrizione dei danni al patrimonio edilizio storico è stata inoltre integrata con le informazioni conte- nute nelle due raccolte di schede tecniche curate della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Mini- stero dei Beni Culturali: Primo repertorio dei centri storici in Umbria (1998) e Metodi e strumenti per i centri storici delle Marche (2000).

Gli effetti: colpito un prestigioso patrimonio storico architettonico La lunga sequenza sismica ebbe inizio con la scossa del 3 settembre 1997 alle ore 22:07 UT (ore 0:07 loca- li del 4 settembre), localizzata nella zona di Colfiorito (Foligno). Ci furono danni leggeri in alcune località del comune di Serravalle di Chienti, e particolarmente a Cesi e Dignano. Fu rilevata qualche lesione in singoli edifici a Civitella, Colfiorito, Pieve Torina, Serravalle di Chienti, Sefro e Verchiano. A tale evento fecero seguito nei giorni successivi alcune decine di scosse di magnitudo inferiore. Le scosse più violente furono due e avvennero entrambe il 26 settembre 1997, rispettivamente alle ore 2:33 e alle 11:40 locali (ossia 0:33 e 9:40 del tempo universale) con epicentro nell’area di Colfiorito. Furono colpiti i territori di Verchiano, Foligno, Sellano, Nocera Umbra, Serravalle di Chienti. Diverse centinaia di scosse avvennero nella settimana successiva al 26 settembre: ne furono registrate oltre 1.300 in dieci giorni. Altri eventi sismici di notevole intensità avvennero nel mese di ottobre 1997 e nei mesi di marzo, aprile e giugno 1998, con i massimi effetti nell’area montagnosa compresa tra Gualdo Tadino e Sellano. I due terremoti del 26 settembre causarono 11 vittime (compresi i due morti per infarto poco dopo il ter- remoto delle 2:33, a Bastia Umbra) e 230 feriti. Al termine della sequenza sismica, oltre 49.000 edifici pri- vati e 4.500 edifici monumentali risultarono danneggiati. Riguardo alla popolazione, 14.000 nuclei fami- liari furono evacuati. Il danno economico complessivo fu di circa 13 miliardi di euro. I danni più consistenti furono rilevati a Nocera Umbra, Foligno, Camerino, Fabriano, Sellano e ad Assisi. I danni riguardarono in particolare l’edilizia storica, caratterizzata da edifici in pietra o in mura- tura, con solai in legno spesso non ancorati alle murature. In alcuni casi, interventi di “ammodernatura” degli edifici o modifiche avevano introdotto solai in cemento armato o tetti non lignei, con aumento di peso sulle murature; tale fatto peggiorò poi la risposta sismica. Gli edifici in cemento armato e in genera- le di più recente costruzione, che comunque rappresentavano una percentuale minore delle abitazioni 216 presenti nell’area dei maggiori effetti, risultarono anch’essi danneggiati, ma in genere in modo minore. Fig.110 settembre-ottobre 1997: le prime scosse più forti e i relativi epicentri (in ore locali). 217 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

L’eccezionale patrimonio artistico delle regioni Umbria e Marche risultò seriamente danneggiato. Località maggiormente danneggiate

Sono indicati in neretto i comuni e in corsivo le frazioni comunali. Principali eventi sismici sopra la soglia del danno, da settembre 1997 ad aprile 1998 Umbria Sono qui elencate le scosse che hanno avuto il maggiore impatto sulla popolazione. L’intensità epicentra- le è valutata sulla base dei dati del Bollettino Macrosismico dell’INGV. La magnitudo è quella calcolata Assisi: Danni diffusi in tutto il centro storico al patrimonio accentuò la lesione longitudinale della volta della navata edilizio pubblico e privato. In molte strade gli edifici furono centrale con caduta di calcinacci. Nella chiesa di S.Chiara dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV. puntellati. Nella Basilica superiore di S.Francesco crollarono caddero calcinacci dalle volte del transetto e della navata due volte che causarono la morte di quattro persone (due centrale e si accentuarono le lesioni esterne sulla facciata Data Ora locale I MCS (ML) Località prossima all’epicentro 04 09 1997 00:07 V – VI 4.8 Colfiorito tecnici della Soprintendenza e due frati). Danni gravi colpi- laterale destra. rono il palazzo apostolico e il palazzo papale (già restaurato Nella Basilica di S.Maria degli Angeli si aggravarono le lesio- 26 09 1997 02:33 VII – VIII 5.6 Cesi nel 1929), inseriti nel complesso del Sacro Convento. Altri ni al primo e secondo arco della navata sinistra con caduta 26 09 1997 11:40 VIII 5.8 Annifo danni subirono il chiostro dei morti, il presbiterio e il cam- di frammenti di intonaco. Nel Complesso conventuale di 03 10 1997 10:55 VII 5.0 Colfiorito panile. Danni contenuti furono rilevati alla chiesa di S.Chia- S.Damiano, sull’ala ovest (dormitorio e oratorio di S.Chiara), 04 10 1997 18:13 VI 4.6 Sellano – Preci ra e al duomo di S.Rufino. fu rilevata l’accentuazione delle lesioni diffuse esistenti, con 07 10 1997 01:24 VII 5.4 Colfiorito Restarono danneggiate anche alcune porte della città. Il caduta di calcinacci. Nell’oratorio dei Pellegrini la scossa del 12 10 1997 13:08 VI – VII 5.1 Sellano – Preci monastero di S.Chiara dovette essere puntellato. L’ospedale 3 aprile causò la caduta di calcinacci e il peggioramento 14 10 1997 17:23 VII – VIII 5.5 Sellano – Preci divenne inagibile. dello stato fessurativo nel livello sottostrada (al di sotto della Ci furono danni anche alla Basilica di Santa Maria degli cappella affrescata). 09 11 1997 20:07 V 4.6 Sellano – Preci Angeli dove si distaccarono calcinacci dall’architrave della Nel palazzo Bartocci si aggravarono le lesioni nel salone del 26 03 1998 17:26 VI 4.7 Gualdo Tadino porta d’ingresso e dalla volta del transetto sinistro. Dopo la secondo piano, con caduta di frammenti d’intonaco dagli 03 04 1998 09:26 VI 4.9 Gualdo Tadino scossa del 7 ottobre dal timpano della Basilica, già lesionato, affreschi. 05 04 1998 17:52 VI 4.5 Gualdo Tadino si staccò un altro pezzo di muratura. Bastia: lesioni alle strutture murarie del campanile e della A seguito della scossa del 3 aprile 1998 furono rilevati nuovi chiesa di S.Croce, che ospitava la pinacoteca comunale. danni: nella Basilica superiore di S.Francesco caddero fram- Bevagna: crolli parziali nella chiesa di S.Francesco, gravi Il primo terremoto italiano visto e seguito “in diretta” menti d’intonaco e fu rilevata la sconnessione di alcuni conci lesioni in quelle di S.Silvestro e S.Filippo. Lesioni più o meno nella sommità del campanile. Nella chiesa di S.Rufino si consistenti si osservarono anche nel palazzo comunale, e Questo terremoto, sia per l’intensità e la gravità dei danni delle scosse principali sia per il susseguirsi nel tempo di altre scosse importanti, ha focalizzato l’attenzione dei mass-media per un lungo periodo. Gior- Fig.112 Foligno: il “Torrino”, la torre campanaria alla sommità dell’edificio comunale, prima del crollo totale. nali, televisioni, siti in rete fornirono cronache dirette molto più estese dei normali tempi giornalistici e/o televisivi dedicati alla cronaca, producendo un gran numero di articoli e servizi, di notevole valore infor- mativo, a livello internazionale. Il terremoto accaduto nella notte del 26 settembre aveva richiamato numerose troupe televisive e molti giornalisti si trovavano già sul luogo al momento della seconda e più devastante scossa delle ore 11:40 della mattina. Le riprese televisive del crollo avvenuto nella basilica di Assisi fecero il giro del mondo e trasmisero “in diretta” la percezione del disastro, generando un grande impatto emotivo. Il 27 settembre 1997 i giornali nazionali uscirono con titoli di grande emotività, quali L’Italia colpita al cuore (Corriere della Sera), Si sbriciola il cuore d’Italia (Il Messaggero), Il mondo piange lo scempio di Assisi (La Stampa), L’Italia ferita (La Repubblica), per citare solo alcuni dei titoli delle principali testate nazionali che annunciavano le scosse del 26 settembre. Come spesso accade in eventi così tragici non mancarono esagerazioni e dati contraddittori, così come non mancò la puntuale fioritura di approfon- dimenti o il racconto di storie che si prestavano a descrizioni di carattere romanzato, come ad esempio il tragico caso dei due anziani coniugi morti nel letto a Collecurti (Serravalle del Chienti) in occasione della prima scossa. Le migliori penne del giornalismo italiano scrissero più di un editoriale, ogni volta stimola- ti dal susseguirsi delle scosse. Il numero dei servizi televisivi fu a cadenza quasi giornaliera fino all’estate del 1998, al limite della satu- razione mediatica, producendo in alcuni casi anche effetti inaspettati come quello del nascere di una sorta di “turismo del tragico”, come fu definito, con un afflusso sui luoghi di persone curiose di vedere ciò di cui tutti parlavano. Alcuni crolli, oltre quello di Assisi, furono assunti a valore simbolico, come quello della torre di Sellano, il cui tentativo di recupero fu seguito con servizi giornalieri culminati con la ripresa del crollo avvenuto in occasione della scossa del 14 ottobre proprio durante il tentativo di “imbracamento” da parte dei Vigili del Fuoco. Alcune di quelle immagini sono ancora oggi visionabili in internet. Il terremoto del 1997-98 ha anche ispirato un film, Domani (2001) di Francesca Archibugi, che ha avuto un discreto successo di pubblico. 218 219

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negli edifici scolastici. Danni lievi e diffusi nelle abitazioni. ziali in edifici pubblici e privati. A seguito della scossa del 3 senza di depositi alluvionali recenti. Per l’influenza dei fatto- centro storico; gravi danni al palazzo comunale e alla chiesa Il terremoto del 3 aprile 1998 aggravò i danni precedenti. aprile 1998 si aggravarono i danni causati dalle scosse pre- ri litologici e morfologici che amplificano il moto del suolo, di S.Maria Assunta. Anche molte delle chiese delle frazioni Nella chiesa di S.Francesco si allargarono le lesioni nell’absi- cedenti. Fessurazioni di una certa entità interessarono sta- nonostante la relativa distanza dall’epicentro, le frazioni di furono danneggiate, in particolare a San Martino, Forfi, de e caddero frammenti di intonaco. Nella chiesa di S.Silve- bili che non avevano avuto danni rilevanti con le scosse pre- Isola e di Molina, poco a nord di Nocera, furono tra i siti Rio. A Colle di Postignano fu danneggiata la chiesa di stro si aprirono nuove lesioni nella zona absidale e nella cedenti ed erano ancora abitati. Caddero dei cornicioni. più danneggiati. S.Agata; a Colle San Severino la chiesa parrocchiale, a parte alta, di attacco, dell’arco trionfale. Furono rilevati Crollò il tetto del palazzo Ceccoli. Nella chiesa di S.Donato si La scossa del 7 ottobre causò un aggravamento generale dei Montesanto, la chiesa di S.Lucia; a Civitella la chiesa di danni su una delle colonne di destra dell’abside. aprirono lesioni all’angolo destro della facciata con caduta di danni. A Nocera fu allestita una delle più grandi tendopoli S.Pietro; a Casale Rocchetti la chiesa di S.Antonio. Nella chiesa di S.Michele Arcangelo si aprirono nuove lesio- intonaco. Nella chiesa di S.Francesco caddero frammenti di del dopo terremoto. La scossa del 14 ottobre determinò un generale aggrava- ni, con caduta di intonaco, nella navata sinistra e destra intonaco con leggero aggravamento delle lesioni di distacco Dopo la scossa del 3 aprile 1998, nella cattedrale di Nocera mento dei danni. Crollò la torretta del comune; crollò il cam- all’imposta della volta e si aggravarono le lesioni preesisten- tra le pareti laterali e la volta. Nella chiesa di S.Maria del Umbra crollò il controsoffitto e si ebbe un sensibile aggrava- panile della chiesa di S.Maria Assunta e la maggior parte ti nella zona absidale, con sconnessione della copertura. Gonfalone danni diffusi con parziali crolli delle volte, gravi mento delle condizioni del pilastro sinistro di facciata della delle case subì nuovi danni. Cerreto di Spoleto: crollò il campanile della chiesa di lesioni alle murature con andamento verticale e con perico- cella campanaria. Nella chiesa di S.Filippo si aggravarono i A seguito della scossa del 3 aprile 1998 a Sellano centro, S.Maria Annunziata e furono rilevate lesioni nelle chiese di lo di ribaltamento della facciata. Nella cattedrale di S.Bene- fenomeni di schiacciamento alla base della cella campanaria nella chiesa di S.Francesco ci fu un aggravamento del qua- S.Maria de Libera e della Madonnella. La cinta muraria pre- detto si rilevarono cadute di intonaco dalla volta ed espul- e il quadro fessurativo alla base della copertura dei Portici. dro fessurativo complessivo. A Rio nella chiesa di S.Cri- sentava un quadro fessurativo diffuso. Fu chiusa l’antica stra- sione di frammenti lapidei e laterizi dalla cella campanaria. Nel quartiere di Santa Croce si aggravò il quadro fessurativo stoforo, fu rilevato un leggero aggravamento delle lesioni da di collegamento tra Spoleto e le Marche per il pericolo di Danni anche all’ospedale dove venne dichiarato inagibile alla base della copertura nella chiesa parrocchiale, e si evi- all’abside. A Villamagina nella chiesa di S.Silvestro caduta massi dalla rupe sovrastante. Nella frazione di Tri- l’ultimo piano. denziò una maggiore sconnessione degli angoli murari. aumentarono le lesioni al campanile. A Piano di Posti- ponzo ci furono gravi danni nelle chiese di S.Caterina e di Nella chiesa di S.Giovanni Battista, in località Grello, crollò Nelle frazioni Isola e Lanciano crollarono alcuni edifici, gnano aumentarono le lesioni nella chiesa della Madonna, S.Maria delle Grazie. parzialmente il timpano della facciata. A San Pellegrino, tra cui una vecchia torre già lesionata e disabitata. I Vigili del in particolare sulla parete sinistra, dove negli angoli le travi Foligno: l’80 per cento degli edifici del centro storico furo- nella chiesa parrocchiale si aggravò il quadro fessurativo alla Fuoco segnalarono danni significativi in località Molina, della copertura risultarono distaccate dalle murature. no lesionati, e di questi il 40 per cento in modo grave. Danni sommità della controfacciata e caddero dei calcinacci; furo- con caduta di cornicioni e comignoli da edifici agibili. A Montesanto, nell’edificio della Posta crollò una parte diffusi anche nelle frazioni comunali di Colfiorito, Scopoli, no rilevati dissesti e lesioni al resto delle murature. A Pasti- A Sorifa, nella chiesa di San Michele Arcangelo fu osserva- della parete di fondo. A Mocali nella chiesa di S.Anna Annifo, Fraia, Casenove, Verchiano, Camino, Cossignano. na fu rilevato un aggravamento del quadro fessurativo nella to un forte aggravamento delle lesioni esistenti alla base aumentò la rotazione in avanti del paramento esterno della Crollarono parzialmente la torre campanaria della chiesa di chiesa parrocchiale. A Boschetto la chiesa parrocchiale della cella campanaria. A Col Sant’Angelo nella Torre e facciata e dei portali in pietra, e si aggravò la lesione sull’an- S.Maria Infraportas e restò gravemente danneggiato il cam- subì nuovi danni. A Cerqueto, crollarono cornicioni e casa privata fu rilevato un aggravamento generalizzato delle golo anteriore sinistro della chiesa. panile del Comune. Gravemente danneggiata anche la cupo- restarono lesionati un centinaio di edifici; la chiesa parroc- lesioni e un crollo nel coronamento del sottotetto. Nella A Vene di Cammoro nella chiesa di S.Chiara peggiorò il la del Duomo di S.Feliciano e lesionato l’ospedale, una parte chiale subì nuovi danni. A Osteria di Morano nella chie- chiesa dei Ss.Gregorio e Romano a Colle si aggravarono le quadro fessurativo in corrispondenza dell’abside; lo stesso del quale risale al XV secolo. sa del Sacro Cuore furono rilevate lesioni gravi su tutte le precedenti lesioni nella sacrestia e nel campanile. accadde a Cammoro nella chiesa della Madonnuccia, dove Ad Annifo i danni più gravi si osservarono in località Villa, cappelle laterali, sull’arco trionfale e sul catino absidale; ci fu A Boschetto, nella chiesa di S.Giovanni si aprirono lesioni fu rilevato anche un aggravamento del dissesto sulle volte a che poggia su detriti di falda sciolti soggetti a fenomeni fra- espulsione di materiale e caduta d’intonaco. alla volta di copertura e fu rilevato un notevole aggravamen- vela; nella chiesa di S.Maria Novella aumentarono le lesioni nosi. A Verchiano i danni maggiori interessarono la parte Gubbio: rimase inagibile una parte della Loggia dei Tiratori to dello stato di conservazione degli affreschi. in controfacciata e agli angoli della copertura. bassa dell’incasato, costruito su argille e sabbie fluvio-lacu- con la sottostante chiesa dei Bianchi; risultò pericolante il Perugia: Crollarono diversi cornicioni, si aprirono crepe e A Orsano, nella chiesa della Madonna della Consolazione, stri; mentre la parte alta, costruita su roccia, subì danni tetto della chiesa di S.Lucia. Crollò parte del tetto dell’Ere- lesioni nei muri di molte abitazioni e in varie chiese: nel si aggravarono le lesioni a taglio nella facciata e fu rilevato minori. Così pure Casenove fu più danneggiata nella parte mo di S.Ambrogio, costruito circa nell’anno 1000, nella zona duomo, nelle chiese di S.Pietro, S.Ercolano, S.Angelo, un leggero incremento delle lesioni nel campanile della chie- sud. della Gola del Bottaccione. Danni anche alla medievale S.Domenico e nel chiostro dell’Abbazia di Montelaba- sa di S.Maria. Nella chiesa di S.Pietro, in località Le Terne, Dopo la scossa del 7 ottobre, la torre campanaria posta alla Badia di Sant’Emiliano. te. Danni anche al complesso dell’Arco etrusco. si aggravò il quadro fessurativo; lo stesso fu rilevato a Ster- sommità dell’edificio comunale di Foligno, il famoso “Torri- Montefalco: danni diffusi al patrimonio edilizio privato. Dopo la scossa del 7 ottobre nuovi danni resero inagibili i pare, nella chiesa della Madonna del Rosario: qui fu anche no”, subì danni ulteriori e crollò definitivamente a seguito Particolarmente gravi i danni subiti dal Museo di S.France- locali dell’ufficio tecnico e la ragioneria del Comune, Palazzo osservata una leggera rotazione della parete destra (già pun- della scossa del 14 ottobre. sco, con la caduta di qualche frammento degli affreschi, e Bianchi e il Vescovado. Peggiorò la condizione del Palazzo tellata) verso l’esterno. La scossa del 3 aprile 1998 causò crolli di case già lesionate lesioni sulle volte. Furono transennati numerosi edifici del dei Priori. Spello: lesioni diffuse e crollo parziale di alcune abitazioni, o parzialmente crollate nei centri abitati di Annifo, Cossi- centro storico. A seguito della scossa del 3 aprile 1998 nella A seguito della scossa del 3 aprile 1998, nell’Abbazia di Mon- danni alla stazione ferroviaria. Gravi lesioni al patrimonio gnano e Verchiano. A Foligno centro fu rilevata la caduta chiesa di S.Chiara fu rilevato un aggravamento delle condi- telabate si aggravano le lesioni già esistenti con pericolo di artistico e culturale della città: monumenti e palazzi storici di calcinacci e crolli nello zuccherificio, in precedenza già zioni statiche del cupolino con apertura di nuove lesioni oriz- crolli. Nella chiesa di S.Bevignate si aprono nuove lesioni restarono danneggiati. abbandonato perché inagibile. zontali. con caduta di intonaco dalla facciata e sconnessioni alle Spoleto: danni lievi e diffusi alle case. Lesioni al duomo, alla Nella chiesa di S.Nicolò ci furono crolli parziali d’intonaci dal Nocera Umbra: l’abitato fu fortemente danneggiato. Poiché murature. chiesa di S.Filippo Neri e al piano alto del palazzo comunale. soffitto e nella chiesa di S.Salvatore un aggravamento del poggia su terreni rocciosi, marne e calcari, le forti accelera- Preci: danni diffusi al patrimonio edilizio pubblico e privato, A seguito della scossa del 3 aprile 1998 nel duomo si accen- quadro fessurativo precedente, con caduta di intonaci. zioni registrate e i conseguenti danni sono da attribuire alla caduta di cornicioni e qualche crollo parziale. Danni alle tuò il distacco della facciata, si aggravarono le lesioni nella A Casenove crollò il campanile e ci furono gravi danni alla morfologia della collina dove sorge il paese. Molte abitazioni, chiese della Madonna del Peschiera, di S.Maria della Pietà e zona del transetto e aumentarono le lesioni nella navata cen- chiesa di S.Ansovino. A Colfiorito, furono rilevati gravi inoltre, erano prive di catene di rinforzo, presenti invece con di S.Caterina. A seguito della scossa del 3 aprile 1998, a trale e nelle navate laterali. danni al campanile e alla chiesa di S.Maria Assunta. A Sco- maggiore frequenza in altri centri abitati colpiti. Tutti i Roccanolfi, nella chiesa di S.Andrea ci fu un generale Trevi: danni lievi e diffusi alle case. Lesioni al palazzo comu- poli, gravi lesioni alla chiesa di S.Anna, al campanile e alla palazzi storici della città restarono gravemente lesionati; aggravamento delle condizioni statiche con parziali crolli di nale, alla chiesa della Madonna delle Lacrime, che ospita chiesa di S.Maria Assunta. A Mormonzone, nella chiesa di stessa sorte anche per il 70 per cento circa delle abitazioni materiale lapideo dalla parete di fondo. opere pittoriche del Perugino e dello Spagna. Crolli parziali S.Feliciano la scossa causò il crollo parziale della volta affre- del centro storico. La Torre civica del Duecento, il Campa- Sellano: fu gravemente danneggiata la maggior parte del alle mura cittadine. scata absidale, che restò in condizioni precarie. Nel Castello naccio, uno dei simboli del paese, crollò parzialmente nella di Sant’Eraclio ci fu un aggravamento delle condizioni parte alta. Rimase danneggiato anche il palazzo comunale. ☞ statiche sia in sommità che alla base della torre sud; crolla- Crepe nelle murature del Museo civico e nella cattedrale. rono alcuni elementi lapidei dalla parte di coronamento della Nella frazione di Bagnara ci furono lesioni in edifici pub- torre est. A Verchiano nella chiesa di S.Maria Assunta blici e privati del centro storico. crollò una parte del campanile. A Nocera Scalo i danni furono anche maggiori, sia perché 220 Gualdo Tadino: lesioni diffuse alle case e alcuni crolli par- l’incasato è posto in uno stretto fondovalle, sia per la pre- 221

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

☞ Marche chiesa di S.Andrea. In località Vallicchio danni alla chie- ni fabbricati in località Savignano, lesioni diffuse alle sa di S.Lucia. murature delle chiese di S.Lorenzo, di S.Giovanni, in loca- Acquacanina: danni al municipio e lesioni leggere in chiale, all’ospedale e alle abitazioni private. Petritoli: dopo la scossa del 14 ottobre 1997 crollò il tim- lità Collina, di S.Paolo, in località Borgiano, e al vec- numerosi edifici privati. Esanatoglia: gravi lesioni alla chiesa del convento dei pano della chiesa dei Ss.Vittore e Corona, in località chio mulino. Amandola: dopo la scossa del 14 ottobre 1997 crollò una Cappuccini. Danni al palazzo comunale, al palazzo aposto- Moregnano. Serra San Quirico: lesioni diffuse al patrimonio edilizio. porzione della facciata del Teatro Europa, già lesionato lico, alla torre di S.Andrea e alle mura della città. Lesioni Pieve Torina: danni gravi alla stazione del Corpo Fore- Un esteso quadro fessurativo interessò il palazzo Piccioni dalla scossa del 26 settembre. L’edificio divenne totalmen- lievi diffuse agli edifici privati. stale dello Stato, alla chiesa di S.Maria Assunta, alla chie- e la chiesa dei Ss.Quirico e Giuditta. Danni anche nella te inagibile. Fabriano: gravi lesioni nella facciata della cattedrale e sa di S.Michele a Colle di Antico, dove crollò il campa- chiesa di S.Filippo, nella chiesa di S.Francesco, nella chie- Ascoli Piceno: nel centro storico, a causa della caduta di gravi danni al palazzo del Comune, divenuto inagibile. nile, alla chiesa di S.Oreste di Casavecchia, al santuario sa di S.Lucia, che presentava lesioni diffuse sulla volta e intonaci dalle facciate degli edifici, fu necessario provve- Danneggiato lo storico Teatro Gentile. Danni anche alla di S.Maria in Caspriano e all’ex ospedaletto dei Pellegrini gravi dissesti alla torre campanaria. dere a transennamenti. Altri danni furono rilevati nella chiesa di S.Benedetto e alla chiesa e convento di S.Mar- del XII secolo. A causa delle ferite riportate nel crollo della Serravalle del Chienti: crollo di una parte consistente frazione di Lisciano. Dopo la scossa del 14 ottobre 1997 gherita. Lesionato il palazzo ex Possenti, l’ala vecchia del- propria abitazione un anziano abitante morì all’Ospedale degli edifici nel capoluogo e nelle frazioni, in particolare a si rilevarono danni alla cattedrale di S.Emidio, dove si l’ospedale; danni lievi e diffusi negli edifici privati, soprat- di Macerata. Collecurti e Cesi. La chiesa di S.Lucia presentava lesioni ampliò una crepa nella parete posteriore. tutto nella parte dell’abitato che insiste su depositi allu- Pioraco: lesioni alla sede municipale, all’edificio scolasti- diffuse e la chiesa di S.Croce a Percanestro subì il crol- Bolognola: danni gravi alla chiesa di S.Maria delle Grazie, vionali. Nel crollo della facciata della chiesa dei Ss.Biagio co, agli edifici privati del centro storico, all’edificio Opera lo quasi totale della facciata. Gravi danni all’edificio del alla chiesa del Cimitero, al vecchio Castello, alle mura dei e Romualdo morì un’anziana donna. Pia Maialoni, all’edificio Opera Pia Bracci, alla chiesa del comando del Corpo Forestale dello Stato. ruderi Varano, a Villa Malvezzi ed al Palazzo Primavera- Fiordimonte: danni alla sede municipale, alla chiesa di Crocifisso, alla chiesa di S.Francesco, alla chiesa di S.Vit- Crollò la chiesa della Madonna del Piano e le murature Villa Bentivoglio. Danni leggeri all’edificio scolastico e al S.Gregorio e lievi lesioni diffuse negli edifici privati. Danni torino, alla chiesa della Madonna delle Lacrime e alla della fortificazione trecentesca del castello d’Elce. La palazzo comunale. gravi alla chiesa del Castello e alla chiesa della frazione caserma dei Carabinieri. parte bassa dell’abitato di Cesi subì gravissimi danni, Camerino: gravemente danneggiate la chiesa di S.Maria Vico di Sopra. San Severino Marche: gravi danni a Villa Collio e legge- mentre la parte alta, Cesi Villa, subì solo lievi danni, per in Via, con il crollo parziale della facciata e lesioni al cam- Fiuminata: circa il 30 per cento degli edifici risultarono re lesioni in alcuni edifici privati. la maggior parte crepe e caduta di tegole. panile; la chiesa di S.Carlo e l’ex convento di S.Domenico. danneggiati. Lesioni alla chiesa di S.Cassiano. Sassoferrato: fortemente danneggiato il palazzo comu- Il diverso livello di danno si spiega con le diverse caratte- La cattedrale riportò distacchi diffusi. Gravi danni anche Gagliole: danni lievi e diffusi al patrimonio edilizio. nale; numerosi edifici furono lesionati, tra i quali il mona- ristiche litologiche dei terreni sui quali sorgono i due abi- al palazzo ducale, al palazzo arcivescovile, al rettorato, al Matelica: danni lievi agli edifici. stero delle Benedettine e il monastero di S.Chiara. La tati: depositi argilloso-sabbiosi di origine lacustre e fluvio- complesso di S.Caterina, occupato dall’Archivio di Stato e Montecavallo: danni al palazzo comunale e circa il 40 per chiesa di S.Pietro subì il crollo parziale della volta e lesio- lacustre nel primo caso; roccia ricoperta da un esiguo stra- all’edificio comunale. Lesioni all’ospedale. cento degli edifici danneggiati. Gravi danni alla chiesa di ni nella torre campanaria. Lesionate anche la chiesa di to di detriti consistenti nel secondo caso. L’abitato di Col- Castelraimondo: danni gravi al palazzo comunale, alla S.Lorenzo. S.Francesco, la chiesa e il convento del Sacro Cuore, la lecurti, uno dei più danneggiati, poggia anch’esso su chiesa di S.Biagio, dove crollò il tetto, e alla torre campa- Muccia: lesioni diffuse al patrimonio edilizio. Distacco chiesa di S.Maria della Pace, la chiesa di S.Maria del Ponte. sedimenti fluvio-lacustri e su un piccolo rilievo isolato. Nel naria. Lesioni diffuse nella chiesa di S.Lorenzo e nella della facciata e lesioni gravi alla chiesa di S.Biagio. Disse- Lesioni diffuse al palazzo Montanari e al palazzo dei Prio- crollo di una casa morì una coppia di anziani coniugi. A chiesa di S.Martino. Lesionati anche gran parte degli edifi- sti alle coperture della chiesa di S.Maria di Varano. In loca- ri, che ospitava il Museo civico. solo 1 km da Collecurti, nella frazione Forcella, che pog- ci privati. lità Massaprofoglio danni gravi ai ruderi del Castello e Serrapetrona: danni significativi agli edifici privati, al gia su roccia, i danni furono assai limitati. Cingoli: danni al palazzo comunale, alla chiesa parroc- nella torre longobarda detta “la Torraccia”; lesioni nella cimitero e alla sede del municipio. Crollo parziale di alcu- Tolentino: lesioni lievi agli edifici e in particolare al san-

Fig.112 Collecurti (Serravalle del Chienti): l’abitato devastato dal terremoto. Fig.113 Nocera Umbra: crolli e cedimenti in case.

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

tuario di S.Nicola. anche nel cimitero monumentale, alle mura castellane, alle Ussita: danni nella sede municipale e in una casa di ripo- opere idrauliche e ai serbatoi idrici. so. Lesioni lievi e diffuse negli edifici privati. Gravissimi Furono rilevate lesioni nella chiesa del convento dei Cap- danni nel cimitero monumentale. puccini, nella chiesa del SS.Crocifisso, nel campanile della Visso: crollo della scuola elementare e media; danni nella chiesa di S.Maria. Danni diffusi al patrimonio edilizio pri- sede municipale, nel palazzo e nella chiesa di S.Giacomo, vato erano concentrati nella zona nuova di recente edifi- nel palazzo Varano, nell’edificio della biblioteca comunale, cazione. Gravi lesioni nella chiesa di S.Maria Annunziata in nel palazzo Governatori, nel palazzo SS.Trinità, nel com- località Mevale e nella chiesa della SS.Trinità in località plesso sportivo e nella piscina comunale coperta. Danni Rasenna.

La protezione civile alla prova dei fatti La lunga sequenza sismica che colpì l’Umbria e le Marche tra settembre 1997 e aprile 1998 ha rappresentato un seve- ro collaudo per il sistema di protezione civile del nostro Paese, riorganizzato alcuni anni prima con la legge istitutiva n. 225 del 24 febbraio 1992. Quel terremoto fu un’esperienza che servì a verificare e ad aggiornare i modelli di inter- vento messi a punto nelle diverse emergenze degli anni precedenti, in particolare dopo le alluvioni del Piemonte del 1994 e della Versilia del 1996. Per fronteggiare le conseguenze della crisi sismica del 1996-98 l’intervento è stato impostato secondo il cosiddetto “modello Versilia”, vale a dire applicando l’impianto normativo e procedurale sperimentato per la prima volta in occa- sione dell’alluvione che, nel giugno 1996, colpì quella regione. Tali procedure prevedevano: la nomina dei presidenti delle regioni Umbria e Marche a Commissari delegati; l’emanazione delle norme per l’attuazione urgente degli inter- venti di assistenza, di ripristino e di recupero socio-ambientale; l’attivazione degli interventi con ordinanze di prote- zione civile e, una volta quantificati i danni, l’avvio dell’elaborazione di un provvedimento legislativo per la ricostru- zione. Con le varie ordinanze di protezione civile furono disposte misure a favore delle popolazioni colpite e sono state prese Fig.115 La logistica per gli interventi della Croce Rossa. numerose decisioni importanti cambiando strategia su vari punti rispetto al passato: per esempio, una scelta priori- taria fu di non sradicare dal loro territori le popolazioni colpite. Ciò determinò un impegno eccezionale per tutte le componenti del sistema di protezione civile.

Fig.114 Nocera Umbra: i primi insediamenti per fronteggiare l’emergenza. Il modello d’intervento adottato per l’emergenza Le problematiche emerse nel corso dell’alluvione del novembre 1994 in Piemonte, avevano portato il Dipartimento della Protezione Civile a riconsiderare il modello complessivo della propria azione speri- mentando, con l’alluvione della Versilia del 1996, un diverso meccanismo di intervento, ritenuto più effi- cace e idoneo, successivamente utilizzato e messo decisamente alla prova dal terremoto umbro-marchi- giano del 1997-98. Tale meccanismo d’intervento si articola in tre fasi fondamentali: 1) la dichiarazione dello stato di emergenza, ai sensi dell’art. 5, comma 1 della legge n. 225/92, con rife- rimento a calamità di grande rilevanza e che rappresenta il presupposto per l’adozione di strumenti di intervento straordinari; 2) l’emanazione di ordinanze di emergenza ai sensi dell’art.2 della legge n. 225/92, che consentono di rispondere con immediatezza alle esigenze poste dalle situazioni di crisi, disciplinando in modo rapido i primi interventi e prevedendo deroghe alla normativa ordinaria; 3) l’emanazione di decreti-legge che, adottati in una fase immediatamente successiva, consentono di avviare concretamente la ricostruzione e garantiscono la continuità con la fase dell’emergenza, durante la quale la priorità è quella di assicurare il soccorso e il ripristino delle normali condizioni di vita. La realizzazione degli interventi è affidata a commissari appositamente delegati e individuati, di regola, il presidente della regione colpita o un sindaco (in funzione del livello territoriale coinvolto), nel rispet- to delle competenze istituzionali esistenti. Dopo il terremoto del Molise del 2002 il meccanismo è stato ulteriormente modificato, consentendo l’e- manazione di ordinanze ancora prima della dichiarazione dello stato di emergenza, per favorire l’imme- diata attivazione con poteri straordinari degli interventi di soccorso e assistenza. 224 Seguendo la procedura qui delineata, per far fronte alla grave situazione che si era determinata nelle 225

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regioni Umbria e Marche, con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 settembre 1997 gere a una stima del fabbisogno economico per la successiva fase della ricostruzione. fu dichiarato lo stato di emergenza nazionale, al quale seguì, già il 28 settembre, l’emanazione della prima Tale non facile attività fu essenziale per consentire il rientro nelle abitazioni della maggior parte della ordinanza (ne furono poi emesse complessivamente 15, in stretta sequenza temporale), al fine di disci- popolazione, a cui, viceversa, si sarebbe dovuto assicurare ancora il ricovero e l’assistenza come nei gior- plinare con immediatezza l’esercizio dei poteri speciali. L’ordinanza ministeriale n. 2668 del 28 settembre ni immediatamente successivi all’evento. Per la ripresa delle attività essenziali e della vita sociale ed eco- 1997 nominava quali commissari delegati i presidenti delle regioni Umbria (Bruno Bracalente) e Marche nomica dei territori colpiti (ospedali, scuole, chiese, uffici pubblici ed attività produttive) fu un’attività di (Vito D’Ambrosio). Mentre l’ordinanza ministeriale n. 2669 del 1° ottobre 1997 individuava nel direttore grande rilevanza pratica, che ha consentito di valutare in tempi strettissimi il numero di edifici danneg- generale dell’Ufficio Centrale per i Beni Artistici Architettonici Ambientali e Storici, del Ministero dei Beni giati, per i quali sarebbero stati necessari gli interventi di riparazione, e le esigenze di strutture e alloggi Culturali e Ambientali, Mario Serio, il commissario delegato per l’attuazione degli interventi urgenti sul provvisori da allestire. patrimonio storico artistico. I compiti dei commissari delegati riguardano i) la salvaguardia della pubblica Le verifiche di agibilità e di danno furono eseguite impiegando squadre di tecnici esperti che facevano e privata incolumità, da attuare con interventi mirati all’eliminazione delle situazioni di pericolo; ii) la rea- capo a tre strutture costituite presso i COM (Centro Operativo Misto, centri di competenza sovra-comu- lizzazione di strutture provvisorie per la ripresa dell’attività scolastica e delle altre attività di pubblico inte- nale per la gestione locale dell’emergenza) di Foligno, di Serravalle del Chienti e di Fabriano. Il concorso resse; iii) più in generale, la realizzazione di tutti quegli interventi volti alla ripresa delle normali condi- offerto da squadre rese disponibili da altre amministrazioni statali e regionali fu molto ampio. Uno speci- zioni di vita delle popolazioni colpite. fico censimento dell’agibilità e dei danni, nonché numerosi interventi di somma urgenza sui beni cultura- Le ordinanze emanate per il terremoto umbro-marchigiano si caratterizzano per quattro aspetti innovati- li, furono disposti dall’Ufficio dello specifico commissario delegato ai Beni Culturali e dai Provveditorati vi: alle Opere Pubbliche. 1) la delimitazione dell’ambito territoriale effettuata per la prima volta sulla base di criteri oggettivi Nella fase della prima emergenza, la priorità nelle operazioni di valutazione dell’agibilità fu data alle (rilievo del danno e attribuzione ad ogni comune del livello di danno); costruzioni ritenute strategiche per la funzione in esse svolta, come gli ospedali, che fino alla mattina del 2) l’introduzione di criteri standard obiettivi per la valutazione dei danni (scheda di verifica di agibilità 26 settembre avevano continuato a funzionare, fu estesa all’intero patrimonio edilizio. Nei primi giorni e rilievo del danno); dopo la scossa ci furono punte di oltre 200 squadre di tecnici che operavano contemporaneamente nei 3) la completezza degli interventi a favore delle zone colpite, prevedendo: a) un piano di interventi sulle territori di Umbria e Marche, impiegate diversamente in funzione delle specifiche esigenze. Il maggior strutture pubbliche, con particolare attenzione al patrimonio culturale; b) contributi alle famiglie per numero di tecnici fu destinato alle ispezioni delle case, altri gruppi presero in esame chiese e beni monu- favorire il rientro nelle abitazioni o per la sistemazione in alloggi temporanei; c) approntamento di cen- mentali, altri ancora si occuparono degli edifici pubblici strategici. tri di assistenza e la sospensione dei termini fiscali; d) benefici per i lavoratori in cassa integrazione; I rilievi tecnici, su circa 100.000 verifiche effettuate nelle due regioni, indicarono complessivamente circa 4) la valorizzazione dei poteri locali per la realizzazione degli interventi. 29.000 edifici inagibili nelle due regioni, di cui 27.000 di proprietà privata. I dati raccolti nel corso delle ispezioni consentirono anche di avere un primo quadro dei fabbisogni finanziari per la ricostruzione, che

I soccorsi L’evento sismico del 1997, il più severo dopo quello irpino del 1980, ha confermato la validità e l’impor- Fig.116 Cesi: effetti differenziati entro l’incasato. tanza della decisione presa dallo Stato nel 1982 di istituire una struttura operativa sovra-ministeriale di coordinamento, il Dipartimento della Protezione Civile, capace di raccogliere le segnalazioni 24 ore su 24 sugli eventi disastrosi e di coordinare in tempo reale la risposta dei soccorsi e la gestione razionale delle risorse. La macchina dei soccorsi, infatti, si mise in moto dopo alcuni minuti dalla comunicazione dell’e- vento e della sua localizzazione epicentrale, da parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica alla Sala Operati- va del Dipartimento della Protezione Civile. Nell’attività di soccorso e assistenza alle popolazioni furono coinvolte tutte le componenti operative della Protezione Civile (vigili del fuoco, organizzazioni di volontariato, forze dell’ordine, esercito e tutte le strut- ture preposte al soccorso): fu un numero enorme di operatori coinvolti, fino a 10.083 persone, che con- temporaneamente lavorarono in un vasto territorio, dove la viabilità era disagevole per gli smottamenti avvenuti e moltissime frazioni da raggiungere erano in zone montuose. Nella prima fase dell’emergenza fu data assistenza completa (posti letto, pasti caldi, assistenza sanitaria) a circa 38.000 persone, utilizzando 4.385 tende, 4.400 roulottes e altre sistemazioni in strutture pubbli- che antisismiche. Il numero totale dei senzatetto per abitazioni distrutte o inagibili fu di 25.470 persone (di cui 7.194 nelle Marche e 18.276 in Umbria), comprendendo 10.783 famiglie.

Il difficile rilievo dei danni nell’accumularsi degli effetti Un’altra attività fondamentale, avviata e condotta nella fase dell’emergenza, fu l’ispezione delle costru- zioni danneggiate dal sisma, con due finalità: la prima, prioritaria, di verificare l’agibilità degli edifici pub- blici e privati, ossia la loro utilizzabilità dopo lo scuotimento sismico, anche nell’ipotesi di ulteriori scosse di intensità simile a quella della più forte scossa avvenuta; la seconda, di rilevare i danni al fine di giun- 226 227

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al momento dell’emanazione della legge di conversione n. 61/1998 ammontavano a circa 10.000 miliardi insediamenti abitativi, tali da consentire una adeguata vivibilità nel medio termine. L’insediamento abita- di lire (circa 5 miliardi di euro). tivo è stato concepito come un sistema urbano in grado di assicurare la ricostituzione delle funzioni pri- marie necessarie alla vita di una comunità. È stato quindi ideato un sistema di aggregazione a quattro o sei moduli che affacciano su una corte interna, riproducendo le funzioni di interscambio sociale proprie Sintesi dei danni del cortile o del pianerottolo e spazi di aggregazione a livello di quartiere (piazza) intorno alle quali orga- nizzare le attività di interesse comune come le attività di culto, le attività commerciali, i servizi pubblici e DANNO sociali, gli uffici amministrativi, ecc. La struttura di base utilizzata per l’intervento è stato il modulo abi- REGIONE PERSONE EDIFICI DANNEGGIATI ECONOMICO tativo o sociale mobile che presenta le caratteristiche dimensionali di un container ISO standard di lun- ghezza 40 piedi (12,20 m). morti feriti famiglie evacuate privati monumentali pubblici mln euro La forma di assistenza abitativa attuata non trova riscontri a livello internazionale per tempi di realizza- zione, ampiezza e qualità. I comuni interessati alla realizzazione di insediamenti abitativi di emergenza, a b M ARCHE 4 92 3.688 22.000 2.385 1.136 4,374 completati in meno di tre mesi – grazie al lavoro del Gruppo Tecnico Insediamenti di Emergenza del Dipartimento della Protezione Civile che ha operato presso il COM di Foligno – sono stati 49, di cui 26 in Umbria e 23 nelle Marche. Gli insediamenti realizzati nella regione Umbria sono stati 127, per un totale di c d U MBRIA 7 138 9.285 27.780 2.297 2.661 8,442 3.478 moduli abitativi e 397 moduli sociali. Quelli nella regione Marche sono stati 39, con 886 moduli abi- tativi e 73 moduli sociali. Un totale, quindi, di 166 insediamenti con 4.364 moduli abitativi e 470 moduli sociali. Oltre alla realizzazione di aree urbanizzate è stato necessario disporre il posizionamento di 563 TOTALI 11 230 12.973 49.780 4.682 4.138 12,816* moduli in aree sparse per far fronte alle esigenze di allevatori ed operatori agricoli e di spazi ad uso socia- le e per i servizi. Un totale, quindi, di 4.834 moduli per rispondere alla richiesta abitativa e di spazi socia- a: 1 morto a Pieve Torina, 1 a Fabriano, 2 a Serravalle del Chienti; li di una popolazione di circa 10.000 persone. b: 82 feriti nella provincia di Macerata, 10 nella provincia di Ancona; La possibilità di mantenere le popolazioni, nel limite del possibile, nei territori di appartenenza, ha rap- c: 4 morti ad Assisi, 1 a Foligno, 2 a Bastia Umbra; presentato un vantaggio psicologico significativo per le persone colpite dalla perdita della propria casa, d: in provincia di Perugia. luogo della memoria e della vita famigliare, ma anche valore economico fondamentale. La popolazione coinvolta si è trasformata in “soggetto attivo” in grado di partecipare concretamente alla ricostruzione, * Il costo stimato nelle relazioni regionali di monitoraggio sull’attuazione della ricostruzione al 2001, era contribuendo ad una più rapida ripresa sociale ed economica dell’area interessata dall’evento. di 24.815 miliardi di lire. Nel primo semestre 2002 a seguito dell’avanzamento della ricostruzione degli edifici danneggiati, nonché della realizzazione di alloggi meno disagiati (casette di legno) e di alloggi di edilizia residenziale pubblica, i nuclei famigliari ancora alloggiati nei moduli prefabbricati erano circa 719 in Umbria e 70 nelle Marche, L’assistenza abitativa con una riduzione di circa l’80-90 per cento rispetto all’autunno del 1997. La realtà socio-economica e l’assetto morfologico e insediativo dell’area colpita nelle due regioni è carat- terizzata da piccole città, paesi e soprattutto da molte decine di frazioni di collina e di montagna e da cen- Le novità nell’intervento normativo per la ricostruzione tinaia di case sparse abitate da agricoltori. Questo particolare quadro territoriale e antropico determinò la necessità di sviluppare una forma di assistenza abitativa che evitasse lo spostamento in massa delle fami- Con il decreto legge 27 ottobre 1997 n. 364, convertito con modificazioni e integrazioni dalla legge 17 glie dai luoghi di abituale residenza: la scelta fu di realizzare alloggi prefabbricati e i fare ricorso a siste- dicembre 1997 n. 434 “Interventi urgenti in favore delle zone colpite da ripetuti eventi sismici nelle regio- mazioni alternative, fornendo sia contributi finanziari sia garanzie sui contratti d’affitto. ni Marche e Umbria”, in aggiunta alle norme necessarie ad attivare gli interventi di soccorso e di assi- Superata la fase della prima emergenza, 2.470 famiglie nelle Marche e 4.674 famiglie in Umbria, per un stenza, sono state disposte ulteriori misure a favore delle popolazioni colpite, in particolare: sospensione totale di 16.455 persone, trovarono una collocazione autonoma in alloggi sfitti. Le restanti 3.639 famiglie, di termini fiscali, disposizioni sulla prestazione del servizio militare di leva, misure finanziarie ed ammini- per un totale di 9.015 persone, furono sistemate in villaggi temporanei dislocati sul territorio colpito, molti strative, interventi di sostegno alle attività produttive, ecc. nelle frazioni rurali e montane. Il successivo decreto legge 30 gennaio 1998 n. 6, convertito con modificazioni ed integrazioni dalla legge Il pieno accordo tra tutti i soggetti coinvolti nella decisione, dai sindaci, ai commissari, alla Protezione Civi- 30 marzo 1998 n. 61 “Ulteriori interventi urgenti in favore delle zone terremotate delle regioni Marche ed le, consentì di ottenere subito una forte condivisione delle scelte da parte delle istituzioni e dei cittadini Umbria e di altre zone colpite da eventi calamitosi”, costituisce il primo strumento normativo “quadro” colpiti dal terremoto. per l’avvio della complessa opera di ricostruzione. Tale decreto è stato in seguito modificato ed integrato, La realizzazione degli insediamenti nelle numerosissime frazioni e località disseminate sul territorio dovet- per tenere conto degli sviluppi della ricostruzione, in particolare con la legge 13 luglio 1999 n. 226 recan- te superare notevoli difficoltà, legate soprattutto alle caratteristiche morfologiche del territorio stesso, te “Interventi urgenti in materia di Protezione Civile”. che non facilitavano operazioni di questo genere. La viabilità in particolare, resa ancora più difficile dal- Il decreto legge n. 6/98, predisposto sentite le regioni, gli enti locali, le forze sociali e produttive, affida l’avanzare della stagione invernale e dai numerosi smottamenti, rese necessario pianificare un imponente l’intervento alle regioni e ai comuni, che diventano i veri protagonisti della ricostruzione. Alle regioni spet- organizzazione dei trasporti dei materiali, con un forte impegno delle forze dell’ordine preposte al con- ta il delicato compito di programmare la spesa, suddividerla fra le diverse finalità della legge, dettare pro- trollo della viabilità. cedure e modalità pratiche per l’erogazione dei contributi. Ai comuni spetta il ruolo fondamentale di inter- Un importante obiettivo stabilito dal Dipartimento della Protezione Civile fu di assicurare alla popolazio- locutori dei cittadini e delle imprese per la realizzazione concreta degli interventi e per l’erogazione mate- ne il migliore standard di vita, pur considerando la situazione di emergenza. riale dei relativi contributi. Al governo centrale, nella figura del Presidente del Consiglio dei Ministri è A differenza di quanto avvenuto in passato in situazioni analoghe, per l’intervento in Umbria e nelle Mar- riservata l’alta vigilanza sull’opera di ricostruzione. 228 che sono state emanate precise direttive tecniche per la realizzazione delle opere di urbanizzazione degli La novità introdotta dal decreto legge n. 6/98 è la concessione del contributo economico finalizzato alla 229

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

sicurezza sismica degli edifici. Il contributo pubblico per la ricostruzione degli edifici privati (destinati sia a uso abitativo sia ad attività produttive) non è più rapportato al danno (come era stato sempre fatto in passato), ma copre integralmente i costi relativi al rifacimento delle parti strutturali, eseguito nel rispet- to delle prescrizioni per il miglioramento della resistenza sismica, il rifacimento delle parti comuni degli edifici e la realizzazione di tutte le rifiniture esterne. È lasciato a carico del proprietario solamente il costo delle rifiniture interne. Il contributo commisurato al danno, concesso in passato, non offriva, infatti, garanzie né sotto il profilo del miglioramento della resistenza sismica degli immobili, né sotto quello della conservazione e valorizzazione delle caratteristiche architettoniche ed estetiche. Un intervento di rico- struzione che si prefigga di raggiungere questi due obiettivi costa una cifra certamente superiore al valo- re dell’immobile crollato o danneggiato, sismicamente non protetto. Ma, un contributo rapportato al danno, anche nella misura massima del 100 per cento non avrebbe consentito una ricostruzione in sicu- rezza e nel rispetto delle esigenze artistiche e monumentali di molti degli edifici danneggiati dal terremo- to. L’intervento normativo attuato ha introdotto inoltre elementi di particolare interesse nel quadro del rias- setto generale delle competenze locali, privilegiando il radicamento territoriale delle strutture di inter- vento, consentendo un costruttivo spirito di collaborazione tra Dipartimento della Protezione Civile, regioni ed enti locali per fronteggiare l’emergenza, anticipando le soluzioni indicate dal decreto legislati- vo 31 marzo 1998 n. 112 (legge Bassanini), in ordine al conferimento di funzioni e compiti amministrati- vi dello Stato alle regioni e agli enti locali. Gli autori della ricostruzione sono le regioni, gli enti locali coin- volti e i cittadini. Le amministrazioni centrali svolgono un ruolo di indirizzo e di coordinamento e concor- rono a risolvere questioni e problematiche di carattere generale. In sostanza, la ripartizione delle funzio- ni attuata nella ricostruzione di Umbria e Marche riflette il principio della sussidiarietà, che negli ulti- mi anni sta trovando sempre maggiore applicazione in provvedimenti normativi di carattere generale.

Fig.117-118 Nocera Umbra: alcuni degli ingenti danni all’edilizia antica. La tutela dei beni storici e artistici nella fase dell’emergenza . Spoleto, Perugia, Gualdo Tadino, Fossato di Vico. Furono trasferite circa 2.300 oggetti di interesse stori- Le conseguenze del terremoto del 1997-98, amplificate dall’importanza del patrimonio monumentale, co-artistico. Nelle Marche, a Macerata, furono messe al sicuro le opere da tutte le chiese e a Fabriano dalle archeologico, storico-artistico, archivistico e librario danneggiato, hanno facilitato l’avvio rapido del recu- chiese e dalla pinacoteca comunale. Furono trasferiti anche i beni della pinacoteca comunale di Nocera pero, non solo delle volte della Basilica superiore di Assisi, divenuta il simbolo mediatico dell’entità del Umbra, Foligno ed Assisi e parte della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia. danno subito, ma anche degli altri beni coinvolti. La nomina di un commissario delegato per il patrimonio Dal 2001, presso il Dipartimento della Protezione Civile, è operante un gruppo di lavoro interministeria- artistico e storico, con l’ordinanza n. 2668 del 28 settembre 1997, consentì di attuare interventi urgenti le, composto da dirigenti del Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero per i beni e le attività cul- volti ad evitare ulteriori danni ai beni culturali e ad avviare le attività progettuali per il loro recupero. turali e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, per la salvaguardia e la prevenzione dei beni culturali dai La prima linea di attività nella fase di emergenza fu quella dell’accertamento dei danni subiti dal patri- rischi delle calamità naturali. monio storico-artistico, effettuato da nuclei operativi interdisciplinari, composti da personale delle Soprintendenze interessate e da tecnici specializzati. Lo scopo era di delineare un quadro sintetico della quantità e qualità dei monumenti danneggiati e delle opere d’arte che erano state ricoverate in luoghi sicuri, e fornire una prima indicazione di massima dei costi necessari per avviare il recupero dei beni arti- stici, largamente diffusi perfino in piccoli centri ormai quasi abbandonati. Molti piccoli paesi di montagna hanno spesso una o due chiese ed ogni chiesa ha affreschi, altari, dipinti, e antiche suppellettili per il culto. Il rilevamento è stato coordinato, sul piano metodologico, dall’Istituto Centrale del Restauro, del Ministe- ro dei Beni Culturali, nell’ambito del sistema informativo territoriale Carta del Rischio, nel quale sono con- fluiti tutti i dati e le informazioni raccolte. Fu inoltre svolto un parallelo rilevamento delle chiese da parte del Gruppo Nazionale per la Difesa dai Ter- remoti (GNDT, allora del CNR, oggi confluito nell’INGV), mirato in particolare al rilevamento delle condi- zioni statico-strutturali dei monumenti ai fini dell’agibilità. Il rilevamento e l’analisi del danno sono servi- ti per la predisposizione di primi interventi per la messa in sicurezza e la protezione degli edifici compro- messi (puntellamenti, messa in sicurezza interna ed esterna, velatura degli affreschi). Un’altra linea di attività della fase di emergenza ha riguardato la rimozione delle opere d’arte mobili (arre- di, suppellettili, dipinti), archivi e biblioteche dagli edifici lesionati e il loro ricovero in luoghi idonei. Per quanto riguarda il ricovero delle opere d’arte furono sgomberate in Umbria le chiese dei comuni di Assi- Fig.119 Crolli in una 230 si, Foligno, Nocera Umbra, Valtopina, Sellano, Cerreto e Preci; parzialmente quelle di Bevagna, Spello, chiesetta medievale. 231

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Nuovi problemi per la ricerca Assisi: il terremoto nel complesso 1997: il grande trambusto degli archivi storici in Umbria subito dopo il terremoto della Basilica e i grandi restauri

Il terremoto del settembre-ottobre 1997 ha avuto Ciò comportò la chiusura della camera oscura, il tra- gravi effetti anche in campo archivistico, in relazio- sferimento delle macchine in dotazione al laboratorio ne sia agli edifici sia alla documentazione conserva- di microfilm, degli schedari e dell’archivio fotografi- La Basilica di S.Francesco di Assisi fu voluta forte- del XVI secolo, e da cui parte la via Frate Elia, che ta. Nella provincia di Perugia l’amministrazione co; il trasloco dell’Ufficio del personale; lo smantella- mente da frate Elia, vicario dell’ordine dei Francesca- conduce alla Porta di S.Francesco, realizzata nel XIV archivistica è presente con 5 sedi: un Archivio di mento della stanza dei computer; lo sgombero di una ni, per desiderio dello stesso Francesco. Il progetto secolo. Stato, posto nel capoluogo, e 4 sezioni da esso parte della legatoria e di parte del materiale e delle iniziò subito dopo la morte del santo, principalmente La chiesa inferiore è a navata unica con transetto ed dipendenti situate ad Assisi, Foligno, Gubbio e Spo- scaffalature lignee del deposito numero 5. per consentirne una consona sepoltura. Il 29 aprile abside. La navata è divisa in cinque campate da basse leto. La presenza di una rete di Archivi di Stato dif- Il materiale conservato nelle strutture statali non 1228, papa Gregorio IX incaricava ufficialmente lo arcate a tutto sesto, sostenute da pilastri. La copertu- fusa sul territorio più che in qualsiasi altra regione subì danni, anche se qualche preoccupazione destò la stesso frate Elia di costruire la Basilica, il convento e ra è di volte a costoloni nella navata e di volte a botte è giustificata dalla quantità e qualità del materiale situazione di Assisi, dove il recupero della documen- un palazzo per i papi. nel transetto. A metà della navata si aprono due sca- archivistico conservato, notevole per antichità e per tazione nell’ex Monte Frumentario doveva essere Il 17 luglio 1228, all’indomani della canonizzazione di lette che portano alla cripta vera e propria che ospita pregio. compiuto al più presto. Francesco, lo stesso pontefice pose la prima pietra. il corpo di S.Francesco, “riscoperta” nel 1818 e in La situazione delle diverse sedi è molto diversifica- Non fu così per gli archivi conservati fuori dalle Fin dall’inizio la grande basilica fu progettata a due seguito ricostruita in stile neoclassico tra il 1925 e il ta: a Perugia l’Archivio di Stato è ospitato nel com- strutture statali, che in alcuni casi versavano già in piani. La parte inferiore, con funzione di cripta per 1932. Tutta la chiesa è ornata da pregevoli affreschi, in plesso monumentale di S.Domenico, dove occupa i condizioni precarie. In particolare, quelli comunali raccogliere il corpo di S.Francesco, era pressoché ter- cui predomina la mano di Giotto e di altri insigni pit- locali prospicienti il secondo chiostro; a Spoleto si e quelli religiosi – tra i più diffusi sul territorio – minata già nel 1230; la chiesa fu consacrata il 20 mag- tori medievali. trova nell’ex Ospedale di S.Matteo, in un’ala oppor- subirono danni per il dissesto delle sedi e, successi- gio 1253 da Innocenzo III. La facciata della Basilica, prospiciente la piazza supe- tunamente ristrutturata nel 1990, in attesa dell’ac- vamente, per le condizioni meteorologiche sfavore- Verso la fine del XIII secolo fu ampliata con l’aggiunta riore di S.Francesco, corrisponde all’alzato della chie- quisizione e della sistemazione del resto dell’edifi- voli. del transetto d’ingresso e delle cappelle laterali. Con sa superiore. Altri terremoti, prima di quello del 1997 cio; a Foligno la nuova sede di Palazzo Deli era L’Archivio di Stato di Perugia ricevette con proce- la cappella di S.Caterina, costruita nel 1367, la strut- fecero danni alla chiesa: le scosse del gennaio-marzo appena completata al momento del terremoto e la dura d’urgenza l’Archivio Storico Comunale di tura si può considerare effettivamente compiuta. del 1832 danneggiarono la facciata che fu “offesa nel documentazione vi era stata trasferita da pochi Costacciaro, una parte di quello di Assisi, e quello Alla chiesa inferiore si accede dalla piazza inferiore di suo vertice” (Mollari, 1832). L’accurato e competen- giorni; ad Assisi l’Archivio di Stato si trovava nell’ex dell’archivio del Teatro Pavone di Perugia. La Sezio- S.Francesco, quest’ultima circondata da un portico tissimo rilievo architettonico curato da Rocchi (1982) Monte Frumentario, un edificio vetusto posto nel ne di Foligno ospitò l’Archivio della Diocesi e del del XV secolo, completato e rifatto in parte alla fine mise in luce nell’estradosso di questa, una chiave centro della città particolarmente elevato verso la Capitolo di Nocera Umbra, l’Archivio Storico Comu- valle, che subì danni ingenti. Immediatamente dopo nale di Foligno, l’Archivio dell’ECA e dell’ex Congre- le prime scosse si cercò di recuperare almeno la gazione di Carità. La Sezione di Gubbio ricevette documentazione comunale più antica, ma proprio l’Archivio Storico Comunale di Nocera Umbra insie- mentre una funzionaria si trovava all’interno dei me agli archivi aggregati delle IPAB (Istituzioni Pub- locali, insieme a una squadra del servizio di Prote- bliche di Assistenza e Beneficenza), dell’ufficio di zione Civile, sopraggiunse la violenta scossa del 3 conciliazione e del fondo notarile. La Sezione di Spo- ottobre e le operazioni furono interrotte. Un funzio- leto acquisì l’Archivio Storico Comunale di Sellano nario recuperò alcuni pezzi più antichi e li depositò (recuperato in condizioni di grave rischio) e predi- nell’Archivio di Stato di Perugia, mentre il resto del- spose gli spazi per ospitare la Biblioteca comunale e la documentazione rimase nella struttura pericolan- diocesana di Nocera Umbra. Pervenne all’Archivio di te, in attesa dell’assegnazione di una sede alternati- Stato di Perugia la richiesta di deposito dell’Archivio va da parte dell’amministrazione comunale. Storico Comunale di Valtopina, che era conservato A Gubbio era ormai ultimata la nuova sede nel com- nel piano seminterrato del palazzo comunale, inagi- plesso di S.Francesco restaurato, dove fu deposita- bile e invaso dall’umidità. ta d’urgenza la documentazione conservata presso il comune di Nocera Umbra. Oltre alla sede di Assisi, anche quella di Perugia subì danni: furono dichiarati inagibili il laboratorio per i microfilm, la sala della biblioteca, utilizzata per iniziative culturali, una parte del laboratorio di Ringraziamo la dr Maria Grazia Bistoni, dell’Archi- restauro e del deposito numero 5. vio di Stato di Perugia, per aver fornito questi dati.

232 Fig.120 Assisi: la Basilica di S.Francesco e il sacro Convento in una incisione del Settecento. 233

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costituita da una tavola di legno fissata alla volta con sede espositiva del Tesoro della Basilica (270 pezzi di piendo con schiuma di poliuretano tutte le cavità nella cata sotto il timpano della Basilica superiore che era piastre di ferro bullonate, per “cucire” una lunga lesio- oreficeria, tessuti, dipinti, vetri e ceramiche dal XIII al muratura. sul punto di crollare). ne, presumibilmente causata da quel terremoto. Sem- XIX secolo) e una parete della “sala rossa”, dove si Il campanile subì danni solo nella parte sommitale, pre nel 1832 nell’edificio del convento furono riscon- trovava esposta la Collezione Perkins (57 dipinti su dove alcuni conci si distaccarono e caddero dalle volte Il restauro delle volte: un incredibile trati danni leggeri, costituiti da fessurazioni, crepe e tavola dal XIV al XVI secolo); delle bifore. “mosaico” di 300.000 frammenti ricomposto dissesti nei tetti. – il refettorio, gravemente danneggiato tanto che fu Nella Basilica superiore, dopo un volo di 22 metri e in I dipinti murali della Basilica di Assisi rappresentano Sul fianco sinistro della facciata, dal quale sporgono i necessario puntellare la parete di fondo; seguito all’impatto con il pavimento in marmo – tanto uno dei più rilevanti complessi pittorici medievali, non contrafforti cilindrici, si alza il grande campanile spar- – il chiostro di Sisto IV, la cui parete verso la valle si violento da sfondato e danneggiato in più punti – gli solo per la loro estensione (circa 10.000 metri quadri) tito orizzontalmente da cornici e archetti, con la cella distaccò e si inclinò, strappando gli ancoraggi delle intonaci dipinti sugli elementi in pietra e mattoni si ma soprattutto per la loro importanza artistica e stori- campanaria aperta da tre arcate. Iniziato contempora- catene poste nel porticato e creando una situazione ridussero in frammenti o si sbriciolarono. In particola- ca: da essi ha infatti origine la moderna pittura italia- neamente alla chiesa, il campanile fu terminato nel prossima al collasso; re furono i seguenti affreschi: i) quello posto sulla na ed europea. 1239. Nel 1530 ne fu abbattuta la cuspide. Durante il – il piazzale inferiore, dove il muro verso valle si metà dell’arco contiguo alla controfacciata, raffiguran- “Il mondo piange lo scempio di Assisi”, “Su Assisi una terremoto del 1832 ci furono dei danni che richiesero deformò causando una serie di lesioni longitudinali te quattro coppie di santi francescani, tra cui France- bomba come a Sarajevo”, “Assisi ha fretta di rialzare la la messa in opera di archi di rinforzo. nel piazzale e una situazione di pericolo per il portica- sco, Chiara e S.Rufino, protettore di Assisi; ii) l’affre- testa”: questi alcuni dei titoli di prima pagina apparsi La chiesa superiore è a navata unica con transetto e to verso la valle. sco di una delle quattro vele della volta della campata, sui quotidiani dopo la scossa del 26 settembre 1997, abside ottagonale. Le campate sono limitate da pila- contigua all’arco, sulla quale erano raffigurati S.Giro- che riflettevano lo sconforto per le gravi perdite subi- stri polistili, a fasci di colonnine, su cui poggiano i Basilica lamo dottore della Chiesa e un frate; iii) l’affresco di te ma anche una speranza: quella di poter presto costoloni delle volte a crociera. Le pareti del transet- I danni nella Basilica, seppur gravissimi per la perdita una delle quattro vele della volta della quarta campa- riconsegnare al mondo i tesori perduti. Un sogno che to e dell’abside sono ricoperte da un vasto ciclo di di vite umane e per il valore inestimabile delle opere ta, contigua alla vela di Cimabue, con dipinto un cielo diventò realtà il 5 aprile 2006, quando furono restitui- affreschi, opera grandiosa di Cimabue, di Giotto e di distrutte, sono stati limitati per la maggior parte ad azzurro stellato; iv) l’affresco sulla vela della volta, te, al sacro convento di Assisi, ai padri francescani, ai altri pittori. Già il terremoto del 29 aprile 1984 (si alcuni elementi specifici: due volte della Basilica supe- all’incrocio tra navata e transetto, raffigurante l’apo- fedeli, ai turisti di tutto il mondo, completamente veda scheda, in questo libro) aveva fatto cadere alcu- riore, il timpano del transetto sinistro e la sommità del stolo S.Matteo, l’angelo e una immaginaria terra di restaurate, la vela di Cimabue (raffigurante S.Matteo) ni frammenti dell’affresco di Cimabue, che decora le campanile. Il crollo delle due volte adiacenti il tran- Giudea. e la vela stellata, le due vele della campata sopra l’al- volte del transetto. Anche alcuni stucchi restaurati setto e la facciata fu dovuto in massima parte alla Negli affreschi delle pareti, raffiguranti il ciclo delle tare maggiore crollate. I faticosi, difficilissimi e per dopo il 1982 si erano fessurati e in parte staccati (per enorme quantità di materiale di riempimento accu- storie francescane, si riaprirono vecchie lesioni; inol- certi versi quasi disperanti interventi erano stati pro- ulteriori approfondimenti si rimanda alla scheda “I mulato attraverso i secoli in corrispondenza delle tre furono investiti dalla polvere. gettati e diretti dall’Istituto Centrale per il Restauro. terremoti avevano già colpito i monumenti di Assisi?”, “imposte” e delle “reni” delle volte stesse (cioè in Nella Basilica inferiore il terremoto causò la perdita di Gli interventi strutturali realizzati sull’intero edificio, in questo libro). adiacenza dei muri perimetrali). Questo materiale edi- adesione fra intonaci dipinti e supporto murario, ne avevano consentito la riapertura al culto già alla lizio sciolto, privo di coesione, ha prodotto per effetto soprattutto in corrispondenza della zona della volta vigilia dell’anno giubilare 2000. Tali lavori furono in Sacro Convento delle azioni sismiche (con una componente orizzonta- all’incrocio fra navata e transetto, al di sotto del punto parte accompagnati e in parte seguiti dai meticolosi La sequenza sismica del 1997-98 ha causato lesioni le prevalentemente perpendicolare all’asse della Basi- di sfondamento del pavimento della Basilica Superio- restauri delle volte, che interessarono anche gli arredi diffuse, distacchi e fuori piombo delle murature. Sul- lica) delle pressioni molto forti, alternativamente su re e nella parte esterna del braccio sinistro del tran- e i dipinti murali. Ma soprattutto, a destare la curiosità l’edificio era presente dal 1994 un sistema di monito- un fianco e sull’altro delle volte, mandando in frantu- setto, al confine con la cappella di S.Giovanni, in parte e l’ammirazione di tutto il mondo, fu il recupero, la raggio statico e dinamico, installato dal Servizio Sismi- mi gli elementi in pietra della struttura architettonica “scollata” dal resto della Basilica (la cappella è collo- classificazione, il restauro e la ricollocazione in situ di co Nazionale, per tenere sotto controllo una serie di (archi trasversali e costoloni) e disarticolando la tes- lesioni che si erano già evidenziate a seguito di alcuni situra in mattoni delle vele. Le vele, come si vide nella eventi sismici di bassa magnitudo e che facevano ipo- drammatica ripresa filmata durante il crollo, cedette- tizzare il rischio di danni più gravi per terremoti di ro per prime trascinando l’intera volta. intensità più elevata. Le scosse del 26 settembre 1997 Tutte le volte comunque risultarono fortemente dan- e le successive hanno purtroppo confermato tale ipo- neggiate, con larghe fessure e notevoli deformazioni tesi, avendo prodotto estesi danni all’intero edificio, permanenti, creando ovunque una situazione prossi- colpendo il salone, le stanze papali, il refettorio e le ma al collasso. Per scongiurare il pericolo di ulteriori aule dell’Istituto Teologico, nei quali si trovavano col- crolli si intervenne rimuovendo l’enorme peso del locate numerose opere d’arte di notevole valore (araz- riempimento e chiudendo le lesioni con una malta zi, paliotti, dipinti su tela, arredi). I danni resero priva di sali, in modo da non danneggiare gli affreschi. necessario il loro trasferimento in un unico ambiente Il timpano del transetto crollò parzialmente a causa in condizioni di sicurezza, individuato all’interno del del degrado e della vetustà delle malte che avevano Sacro Convento. perso la loro capacità legante. Le singole pietre della Le zone maggiormente colpite furono: facciata progressivamente si distaccarono dal tessuto – il salone papale, dove crollò una parte della volta e murario, creando una zona di collasso che via via si del timpano, e furono profondamente danneggiati la andò estendendo. L’intervento d’urgenza fu realizzato sala e le stanze attigue; in meno di una settimana, dopo la scossa del 7 otto- – il museo, dove restarono gravemente danneggiate le bre, ingabbiando il timpano con una struttura retico- due sale, in particolare le volte della “sala gotica”, lare posizionata mediante l’impiego di due gru e riem- Fig.121 Assisi: Basilica Superiore. Il 234 grande crollo messo in sicurezza 235

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Il terremoto più studiato degli ultimi cinquant’anni: pubblicazioni dal 1997 al 2007

L’intensità, le conseguenze sul territorio, la durata e il gran numero di scosse che hanno caratterizzato questa sequen- za sismica, la peculiarità rappresentata dalla “coppia sismica” avvenuta il 26 settembre, oltre che la necessità di carat- terizzare l’area colpita in termini di valutazione del rischio, hanno fortemente stimolato l’interesse della comunità scientifica nazionale e internazionale. Questo interesse si è tradotto in un gran numero di lavori pubblicati nelle prin- cipali riviste scientifiche nazionali ed internazionali. Sono qui elencati, in ordine alfabetico per autore, i 135 contributi più significativi pubblicati dalla fine del 1997 al 2007. Altri importanti contributi attualmente in preparazione vedranno la luce nei prossimi anni, a testimonianza del fatto che i terremoti umbro-marchigiani del 1997 hanno rappresentato – e continuano a rappresentare – un autenti- co laboratorio per numerosi ambiti disciplinari della sismologia. Il diagramma che segue mostra l’andamento nel tempo della produzione scientifica selezionata. Ci sembra significa- tivo il picco di studi registrato nel 2000, congruentemente con il fatto che la pubblicazione di un contributo scienti- Fig.122-123 Assisi: Basilica Superiore. Alcune fasi della ricomposizione degli affreschi. fico su una rivista internazionale di rilievo richiede un tempo variabile tra un minimo di sei mesi e uno-due anni. oltre 300.000 frammenti degli affreschi crollati. restituiti dai rilievi fotogrammetrici precedenti al crol- Ogni fase del lavoro di restauro degli affreschi fu lo. Sopra tale riproduzione fu eseguito un disegno a Alberti M., Spatial structures in earthquakes and faults: dagli eventi sismici successivi al 26 settembre 1997 in accompagnata da studi, confronti e verifiche a livello tratto su carta trasparente dell’intera raffigurazione e quantifying similarity in simulated stress fields and Umbria e Marche, Ingegneria Sismica, a.14 (3), internazionale tra studiosi, tecnici e specialisti di vari allo stesso modo un rilievo della posizione e della natural data sets, Journal of Structural Geology, 1997, pp.27-56. settori (storici dell’arte, architetti, ingegneri, restaura- forma dei vari frammenti d’affresco, opportunamente vol.28 (6), 2006, pp.998-1018. Barba S. e Basili R., The analysis of seismological and tori, fisici, chimici, informatici, ecc.), Così, a partire dal collocati, facendoli coincidere con la fotografia sotto- Alberti M., Spatial variations in the similarity of earth- geological observations for moderate sized earth- 2002, con l’ausilio dei computers e di tecnologie inno- stante. La reintegrazione delle lacune fu realizzata per quake populations: The case of the 1997 Colfiorito- quakes: The Colfiorito fault system (Central vative, prese avvio l’ultima parte del lavoro, quella rela- gradi successivi di “abbassamento ottico” dell’intonaco Sellano (northern Apennines, ) seismic sequen- Apennines, Italy), Geophysical Journal tiva alla individuazione e alla scelta degli elementi in vista, in corrispondenza delle lacune. I dipinti così ce, Tectonophysics, vol.421 (3-4), 2006, pp.231-250. International, vol.141 (1), 2000, pp.241-252. appartenenti alla vela cimabuesca raffigurante S.Mat- restaurati furono poi ricollocati sulla volta della Basili- Alessandrini B., Filippi L. e Borgia A., Upper-crust tomo- Barchi M.R. 2002, Lithological and structural controls on teo, alla decorazione del costolone e alla vicina vela ca, come noi oggi li possiamo ammirare. graphic structure of the Central Apennines, Italy, the seismogenesis of the Umbria region: observations stellata, da ricollocare sulla struttura della volta ripri- Dopo otto anni di ricerche, di analisi e di lavori si è from local earthquakes, Tectonophysics, vol.339, from seismic reflection profiles, Bollettino della stinata. quindi conclusa nel 2006 la complessa operazione di 2001, pp.479-494. Società Geologica Italiana, vol.121 (2), 2002, Sia i frammenti della vela di S.Girolamo, crollata dalla restauro che ha impegnato, secondo i dati forniti dal Amato A., Azzara R., Chiarabba C., Cimini G.B., Cocco Special Volume 1, pp.855-864. prima campata e già inaugurata nel settembre 2002, Ministero dei Beni Culturali, decine e decine di restau- M., Di Bona M., Margheriti L., Mazza S., Mele F., Basili R., Source ITGG018, Colfiorito North, in DISS sia quelli della vela di S.Matteo, furono recuperati solo ratori – molti dei quali volontari – per oltre 160.000 ore Selvaggi G., Basili A. Boschi E., Corboulex F., Working Group. Database of Individual per circa il 20-25 per cento della loro superficie totale di lavoro, comportando un costo complessivo di circa 2 Deschamps A., Gaffet S., Bittarelli G., Chiaraluce L., Seismogenic Sources (DISS), Version 3.0.3: A dipinta: essi furono assemblati servendosi di una base milioni di euro; la superficie pittorica oggetto degli Piccinini D. e Ripepe M., The 1997 Umbria-Marche, compilation of potential sources for earthquakes fotografica a grandezza naturale rielaborata sui dati interventi era di circa 180 metri quadrati. Italy, earthquake sequence: a first look at main larger than M 5.5 in Italy and surrounding areas, shocks and aftershocks, Geophysical Research 2006, http://www.ingv.it/DISS/ Letters, vol.25 (15), 1998, pp.2861-2864. Basili R., Source ITGG018, Colfiorito South, in DISS Antonini G., Ardizzone F., Cardinali M., Galli M., Guzzetti Working Group. 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242 243

1997 settembre — 1998 aprile Appennino umbro-marchigiano Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Parametri dei terremoti selezionati

I dati qui presentati sono estratti dal Catalogo dei Forti Terremoti in Italia dal 461 a.C. al 2000, quar- ta versione, CFTI4Med, disponibile in Internet nel sito web: http://storing.ingv.it/cfti4med/. I curatori di questa ultima edizione del 2007 sono: E. Guidoboni, G. Ferrari, D. Mariotti, A. Comastri, G. Tarabusi e G. Valensise. Tale nuovo elaborato del CFTI contiene l’aggiornamento e l’integrazione dei dati rispetto alla versione precedente (Boschi et al. 2000), nonché i risultati di specifiche ricerche sui terremoti medieva- li, disponibili nel volume di E. Guidoboni e A. Comastri, Catalogue of Earthquakes and Tsunamis in the Mediterranean area from the 11th to the 15th century, pubblicato nel 2005. I dati sulle scosse del 1997- 1998 dell’Appennino umbro-marchigiano sono tratti dal Bollettino macrosismico dell’ING curato da Gasparini e Vecchi (2001) e fanno riferimento solo ai capoluoghi comunali.

99 a.C. n = 42 48 13 06 Io = VIII Siti n. 2 Me 5.6 Norcia

località lat. long. I località lat. long. I Norcia PG 42 48 13 06 IX Roma RM 41 54 12 29 F

63 a.C. n = 42 44 12 44 Io = VIII Siti n. 1 Me 5.6? Appennino umbro?

località lat. long. I Spoleto PG 42 44 12 44 VIII

801 04 29 20:00 TU n = 41 54 12 29 Io = VII-VIII Siti n. 2 Me 5.4? Appennino centrale?

località lat. long. I località lat. long. I Roma RM 41 54 12 29 VII-VIII Spoleto PG 42 44 12 44 NC

1279 04 30 14:00 TU n = 43 06 12 56 Io = IX Siti n. 16 Me 6.5 Appennino umbro-march.

località lat. long. I località lat. long. I Camerino MC 43 08 13 04 IX San Severino Marche MC 43 14 13 11 VII-VIII Castello di Serravalle MC 43 04 12 57 IX Spello PG 42 59 12 40 VII-VIII Nocera Umbra PG 43 07 12 47 IX Cerreto di Spoleto PG 42 49 12 55 VI-VII Cagli PU 43 33 12 39 VII-VIII Roma RM 41 54 12 29 V Cingoli MC 43 22 13 13 VII-VIII Montecassino FR 41 29 13 49 F Fabriano AN 43 20 12 54 VII-VIII Venezia VE 45 26 12 20 F Foligno PG 42 57 12 42 VII-VIII Forlì FC 44 13 12 03 NC Matelica MC 43 15 13 01 VII-VIII Serra San Quirico AN 43 27 13 01 NC

1328 12 04 06:15 TU n = 42 51 13 01 Io = X Siti n. 13 Me 6.4 Valnerina

località lat. long. I località lat. long. I Montesanto PG 42 54 12 56 X Monte San Martino PG 42 54 13 01 VIII-IX Norcia PG 42 48 13 06 X Visso MC 42 56 13 05 VIII-IX Preci PG 42 53 13 02 X Ripatransone AP 43 00 13 46 VI Cascia PG 42 43 13 01 IX-X Foligno PG 42 57 12 42 F Castel San Giovanni PG 42 41 13 04 IX Roma RM 41 54 12 29 F Spoleto PG 42 44 12 44 IX Camerino MC 43 08 13 04 NC Cerreto di Spoleto PG 42 49 12 55 VIII-IX 245

Parametri dei terremoti selezionati Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

1477 02 03 01:00 TU n = 42 57 12 42 Io = VI-VII Siti n. 3 Me 4.9 Foligno località lat. long. I località lat. long. I Posta RI 42 31 13 06 IX-X Corone PG 42 53 13 01 VIII località lat. long. I località lat. long. I Sciedi PG 42 42 13 02 IX-X Leonessa RI 42 34 12 58 VIII Foligno PG 42 57 12 42 VII-VIII Todi PG 42 47 12 24 F Terzone San Pietro RI 42 37 13 04 IX-X Monte Santa Maria RI 42 13 12 46 VIII Perugia PG 43 06 12 23 V Valdonica PG 42 41 13 03 IX-X Paganica AQ 42 21 13 28 VIII Aliena PG 42 46 13 02 IX Palmaiolo PG 42 44 13 02 VIII Amatrice RI 42 38 13 17 IX Paterno PG 42 45 12 59 VIII 1599 11 06 01:25 TU n = 42 43 13 01 Io = IX Siti n. 20 Me 6.0 Valnerina Arquata del Tronto AP 42 46 13 18 IX Piediluco TR 42 32 12 45 VIII Biselli PG 42 47 12 59 IX Poggio Primocaso PG 42 45 12 59 VIII località lat. long. I località lat. long. I Borgo Cerreto PG 42 49 12 55 IX Poggio di Croce PG 42 51 13 00 VIII Cascia PG 42 43 13 01 IX Annifo PG 43 03 12 51 VII Cascia PG 42 43 13 01 IX Polino TR 42 35 12 51 VIII Chiavano PG 42 39 13 04 IX Cerreto di Spoleto PG 42 49 12 55 VII Cerreto di Spoleto PG 42 49 12 55 IX Popoli PG 42 45 13 06 VIII Castel San Giovanni PG 42 41 13 04 VIII Montesanto PG 42 54 12 56 VII Collegiacone PG 42 43 12 59 IX Preci PG 42 53 13 02 VIII Collegiacone PG 42 43 12 59 VIII Ancona AN 43 36 13 30 F Fogliano PG 42 44 13 03 IX Riofreddo MC 42 57 12 59 VIII Giappiedi PG 42 44 12 59 VIII Urbania* PU 43 40 12 31 F Logna PG 42 45 13 01 IX Roccanolfi PG 42 52 13 01 VIII Maltignano PG 42 42 13 03 VIII L’Aquila AQ 42 21 13 24 F Lugnano RI 42 26 12 56 IX San Giorgio PG 42 45 13 01 VIII Mucciafora PG 42 45 12 55 VIII Perugia PG 43 06 12 23 F Montebufo PG 42 50 13 02 IX Sant’Anatolia PG 42 44 13 01 VIII Norcia PG 42 48 13 06 VIII Pesaro PU 43 54 12 54 F Monteleone di Spoleto PG 42 39 12 57 IX Sassa AQ 42 21 13 18 VIII Roccatamburo PG 42 44 12 56 VIII Roma RM 41 54 12 29 F Mucciafora PG 42 45 12 55 IX Scala SI 43 30 11 05 VIII Frenfano PG 42 44 13 04 VII-VIII Spoleto PG 42 44 12 44 F Nortosce PG 42 47 12 57 IX Borgo AP 42 46 13 18 VII-VIII Offeio RI 42 18 13 01 IX Borgo San Pietro RI 42 30 12 53 VII-VIII Pescara del Tronto AP 42 45 13 16 IX Castel Sant’Angelo RI 42 24 13 01 VII-VIII 1703 01 14 18:00 TU n = 42 42 13 04 Io = XI Siti n. 199 Me 6.7 Appennino umbro-reatino Piandoli PG 42 46 12 59 IX Collebaccaro RI 42 23 12 46 VII-VIII località lat. long. I località lat. long. I Piediripa PG 42 44 13 07 IX Poggiodomo PG 42 43 12 56 VII-VIII Cittareale RI 42 37 13 10 XI Maltignano PG 42 42 13 03 X Ponte PG 42 48 12 55 IX Rasenna MC 42 56 12 57 VII-VIII Paganelli PG 42 44 13 08 XI Manigi PG 42 43 13 05 X Roccatamburo PG 42 44 12 56 IX Rieti RI 42 24 12 52 VII-VIII Chiavano PG 42 39 13 04 X-XI Mevale MC 42 54 12 59 X Rocchetta PG 42 46 12 56 IX Roccantica RI 42 19 12 42 VII-VIII Opagna PG 42 39 13 06 X-XI Montaglioni PG 42 52 13 00 X San Giovinale RI 42 37 13 02 IX Roccaporena PG 42 43 12 58 VII-VIII Savelli PG 42 44 13 08 X-XI Montereale AQ 42 31 13 15 X Santa Trinità PG 42 42 13 04 IX San Pellegrino PG 42 45 13 09 VII-VIII Abeto PG 42 50 13 04 X Norcia PG 42 48 13 06 X Sant’Andrea PG 42 43 13 07 IX Santa Croce RI 42 34 13 09 VII-VIII Accumoli RI 42 42 13 15 X Ocricchio PG 42 44 13 06 X Sellano PG 42 53 12 56 IX Spoleto PG 42 44 12 44 VII-VIII Albaneto RI 42 32 13 03 X Rocca Tervi PG 42 46 13 00 X Serravalle PG 42 47 13 01 IX Usigni PG 42 42 12 56 VII-VIII Antrodoco RI 42 25 13 05 X Ruscio PG 42 39 12 57 X Triponzo PG 42 50 12 56 IX Acquaro PG 42 52 13 04 VII Argentigli PG 42 47 13 00 X San Marco PG 42 43 13 08 X Trivio PG 42 39 12 59 IX Ancarano PG 42 50 13 06 VII Avendita PG 42 45 13 03 X Serviglio PG 42 42 13 04 X Campi PG 42 51 13 06 VIII-IX Annifo PG 43 03 12 51 VII Belforte PG 42 51 12 58 X Tazzo PG 42 43 13 03 X Legogne PG 42 48 13 02 VIII-IX Apoleggia RI 42 30 12 51 VII Belvedere PG 42 45 13 05 X Trimezzo RI 42 39 13 07 X Ocosce PG 42 43 13 00 VIII-IX Bagnoregio* VT 42 38 12 06 VII Borgo Velino* RI 42 24 13 03 X Trognano PG 42 38 13 04 X Pendenza RI 42 22 13 01 VIII-IX Bevagna PG 42 56 12 36 VII Buda PG 42 38 13 03 X Valcaldara PG 42 44 13 08 X Todiano PG 42 51 13 04 VIII-IX Camerino MC 43 08 13 04 VII Castel Santa Maria PG 42 42 13 07 X Valiano MC 42 55 12 59 X Agriano PG 42 46 13 02 VIII Casanova San Giovanni RI 42 34 12 59 VII Chiusita MC 42 53 12 59 X Villa San Silvestro PG 42 39 13 03 X Arrone TR 42 35 12 46 VIII Castelluccio PG 42 50 13 12 VII Civita PG 42 40 13 07 X Bacugno RI 42 33 13 08 IX-X Atri PG 42 44 13 00 VIII Castelnuovo di Farfa RI 42 14 12 45 VII Colle Santo Stefano PG 42 42 13 04 X Borbona RI 42 31 13 08 IX-X Cantalice RI 42 28 12 54 VIII Collescille PG 42 52 13 04 VII Colle di Avendita PG 42 45 13 03 X Castel San Giovanni PG 42 41 13 04 IX-X Castelvecchio PG 42 53 13 01 VIII Croce MC 42 55 13 02 VII Colmotino PG 42 43 13 04 X Frascaro PG 42 45 13 09 IX-X Cerasola PG 42 46 13 00 VIII Fematre MC 42 56 13 01 VII Coronella PG 42 38 13 04 X Fustagna PG 42 41 13 04 IX-X Cittaducale RI 42 23 12 57 VIII Foligno PG 42 57 12 42 VII Forsivo PG 42 48 13 01 X Giappiedi PG 42 44 12 59 IX-X Colforcella PG 42 44 13 02 VIII Gualdo Cattaneo PG 42 55 12 33 VII Le Cascine PG 42 39 13 06 X Onelli PG 42 42 13 02 IX-X Collazzoni PG 42 50 13 00 VIII L’Aquila AQ 42 21 13 24 VII Colle Curioso PG 42 45 12 59 VIII Massa Martana PG 42 47 12 31 VII 246 Concerviano RI 42 19 12 59 VIII Montefalco PG 42 54 12 39 VII 247

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Monteleone Sabino RI 42 14 12 51 VII Tivoli RM 41 58 12 48 VI-VII San Pellegrino PG 42 45 13 09 IX Maltignano PG 42 42 13 03 VII-VIII Nottoria PG 42 44 13 09 VII Todi PG 42 47 12 24 VI-VII Savelli PG 42 44 13 08 IX Manigi PG 42 43 13 05 VII-VIII Orvano MC 42 55 13 02 VII Vallerano VT 42 23 12 16 VI-VII Valcaldara PG 42 44 13 08 IX Mucciafora PG 42 45 12 55 VII-VIII Piedivalle PG 42 52 13 04 VII Visso MC 42 56 13 05 VI-VII Abeto PG 42 50 13 04 VIII Ocosce PG 42 43 13 00 VII-VIII Poggio Fidoni RI 42 23 12 47 VII Viterbo VT 42 25 12 07 VI-VII Acquaro PG 42 52 13 04 VIII Onelli PG 42 42 13 02 VII-VIII Poggio Mirteto RI 42 16 12 41 VII Ascoli Piceno AP 42 51 13 35 VI Agriano PG 42 46 13 02 VIII Opagna PG 42 39 13 06 VII-VIII Puro PG 42 44 13 02 VII Greccio RI 42 27 12 45 VI Aliena PG 42 46 13 02 VIII Palmaiolo PG 42 44 13 02 VII-VIII Roma RM 41 54 12 29 VII Amelia TR 42 33 12 25 S Ancarano PG 42 50 13 06 VIII Piandoli PG 42 46 12 59 VII-VIII Saccovescio PG 42 54 13 02 VII Urbino PU 43 44 12 38 S Argentigli PG 42 47 13 00 VIII Poggio Primocaso PG 42 45 12 59 VII-VIII Salisano RI 42 15 12 45 VII Amandola AP 42 59 13 21 V Avendita PG 42 45 13 03 VIII Poggiodomo PG 42 43 12 56 VII-VIII Scandriglia RI 42 10 12 51 VII Sansepolcro* AR 43 34 12 08 V Belforte PG 42 51 12 58 VIII Puro PG 42 44 13 02 VII-VIII Scheggino PG 42 43 12 50 VII Aversa CE 40 58 14 12 F Cascia PG 42 43 13 01 VIII Roccaporena PG 42 43 12 58 VII-VIII Spello PG 42 59 12 40 VII Bologna BO 44 30 11 20 F Castelluccio PG 42 50 13 12 VIII Roccatamburo PG 42 44 12 56 VII-VIII Trevi PG 42 53 12 45 VII Fabriano AN 43 20 12 54 F Castelvecchio PG 42 53 13 01 VIII San Giorgio PG 42 45 13 01 VII-VIII Valle PG 42 52 13 04 VII Firenze FI 43 47 11 15 F Cerreto di Spoleto PG 42 49 12 55 VIII Santa Trinità PG 42 42 13 04 VII-VIII Benevento BN 41 08 14 47 VI-VII Rimini RN 44 04 12 34 F Chiusita MC 42 53 12 59 VIII Sant’Anatolia PG 42 44 13 01 VII-VIII Campoli Appennino FR 41 44 13 41 VI-VII Sarnano MC 43 02 13 18 F Colle di Avendita PG 42 45 13 03 VIII Sant’Eutizio PG 42 52 13 04 VII-VIII Castel Gandolfo RM 41 45 12 39 VI-VII Terni TR 42 34 12 39 F Collescille PG 42 52 13 04 VIII Sciedi PG 42 42 13 02 VII-VIII Chieti CH 42 21 14 10 VI-VII Tolentino MC 43 13 13 17 F Cortigno PG 42 49 12 59 VIII Sellano PG 42 53 12 56 VII-VIII Frascati RM 41 48 12 41 VI-VII Velletri RM 41 41 12 47 IV Leonessa RI 42 34 12 58 VIII Serviglio PG 42 42 13 04 VII-VIII Genzano di Roma RM 41 42 12 41 VI-VII Napoli NA 40 51 14 16 III-IV Montaglioni PG 42 52 13 00 VIII Tazzo PG 42 43 13 03 VII-VIII Marino RM 41 46 12 40 VI-VII Milano MI 45 28 9 11 II Montebufo PG 42 50 13 02 VIII Trimezzo RI 42 39 13 07 VII-VIII Narni TR 42 31 12 31 VI-VII Trento TN 46 04 11 07 II Ocricchio PG 42 44 13 06 VIII Trognano PG 42 38 13 04 VII-VIII Orvieto TR 42 43 12 07 VI-VII Venezia VE 45 26 12 20 II Orvano MC 42 55 13 02 VIII Usigni PG 42 42 12 56 VII-VIII Radicofani SI 42 54 11 46 VI-VII Monte Alvagnano 42 41 13 08 EE Ospedaletto PG 42 47 13 04 VIII Villa San Silvestro PG 42 39 13 03 VII-VIII San Severino Marche MC 43 14 13 11 VI-VII Monte Corno 42 33 12 56 EE Piedivalle PG 42 52 13 04 VIII Visso MC 42 56 13 05 VII-VIII Sulmona AQ 42 03 13 56 VI-VII Preci PG 42 53 13 02 VIII Accumoli RI 42 42 13 15 VII Saccovescio PG 42 54 13 02 VIII Aschio MC 42 58 13 04 VII Todiano PG 42 51 13 04 VIII Borgo Sant’Antonio MC 42 57 13 05 VII 1719 06 27 06:30 TU n = 42 53 13 03 Io = VIII Siti n. 16 Me 5.5 Alta Valnerina Triponzo PG 42 50 12 56 VIII Calcara MC 42 56 13 09 VII località lat. long. I località lat. long. I Valle PG 42 52 13 04 VIII Casali MC 42 57 13 10 VII Castelvecchio PG 42 53 13 01 VIII Foligno PG 42 57 12 42 V Amatrice RI 42 38 13 17 VII-VIII Castelsantangelo sul Nera MC 42 54 13 09 VII Croce MC 42 55 13 02 VIII Nocera Umbra PG 43 07 12 47 V Arquata del Tronto AP 42 46 13 18 VII-VIII Macchie MC 42 54 13 11 VII Norcia PG 42 48 13 06 VIII Rieti RI 42 24 12 52 V Atri PG 42 44 13 00 VII-VIII Monteleone di Spoleto PG 42 39 12 57 VII Preci PG 42 53 13 02 VIII Spoleto PG 42 44 12 44 V Borgo Cerreto PG 42 49 12 55 VII-VIII Montesanto PG 42 54 12 56 VII Saccovescio PG 42 54 13 02 VIII Chieti CH 42 21 14 10 F Buda PG 42 38 13 03 VII-VIII Santuario di Macereto MC 42 59 13 07 VII Sant’Eutizio PG 42 52 13 04 VIII Perugia PG 43 06 12 23 F Castel San Giovanni PG 42 41 13 04 VII-VIII Sorbo MC 42 56 13 09 VII Todiano PG 42 51 13 04 VIII Roma RM 41 54 12 29 IV Cerasola PG 42 46 13 00 VII-VIII Ussita MC 42 57 13 08 VII Cascia PG 42 43 13 01 VII Visso MC 42 56 13 05 NC Chiavano PG 42 39 13 04 VII-VIII Vallazza MC 42 57 13 09 VII Civita PG 42 40 13 07 VII-VIII Vallestretta MC 42 58 13 08 VII Colforcella PG 42 44 13 02 VII-VIII Vallinfante MC 42 53 13 10 VII 1730 05 12 05:00 TU n = 42 45 13 07 Io = IX Siti n. 115 Me 5.9 Valnerina Colle Santo Stefano PG 42 42 13 04 VII-VIII L’Aquila AQ 42 21 13 24 VI località lat. long. I località lat. long. I Collegiacone PG 42 43 12 59 VII-VIII Roma RM 41 54 12 29 VI Belvedere PG 42 45 13 05 IX Nottoria PG 42 44 13 09 IX Colmotino PG 42 43 13 04 VII-VIII Tempio del Clitunno PG 42 51 12 45 VI Campi PG 42 51 13 06 IX Onde PG 42 47 13 01 IX Coronella PG 42 38 13 04 VII-VIII Tivoli RM 41 58 12 48 VI Casciolino PG 42 47 13 08 IX Piediripa PG 42 44 13 07 IX Fogliano PG 42 44 13 03 VII-VIII Trevi PG 42 53 12 45 VI Frascaro PG 42 45 13 09 IX Popoli PG 42 45 13 06 IX Giappiedi PG 42 44 12 59 VII-VIII Camerino MC 43 08 13 04 V Norcia PG 42 48 13 06 IX San Marco PG 42 43 13 08 IX Logna PG 42 45 13 01 VII-VIII Loro Piceno MC 43 10 13 25 V 248 249

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Ripatransone AP 43 00 13 46 V Foligno PG 42 57 12 42 IV-V Costacciaro PG 43 21 12 43 VII-VIII Terni TR 42 34 12 39 V Ripe San Ginesio MC 43 09 13 22 V Perugia PG 43 06 12 23 IV-V Gubbio PG 43 21 12 35 VII-VIII Ancona AN 43 36 13 30 F San Ginesio MC 43 06 13 19 V Sulmona AQ 42 03 13 56 NC Poggio Sant’Ercolano PG 43 14 12 42 VII-VIII Sansepolcro* AR 43 34 12 08 F San Severino Marche MC 43 14 13 11 V Vasto CH 42 07 14 42 NC Poggio San Dionisio* PG 43 10 12 37 VII-VIII Civita Castellana VT 42 18 12 25 F Spoleto PG 42 44 12 44 V Assisi PG 43 04 12 37 VII Faenza RA 44 17 11 53 F Bagni di Nocera PG 43 05 12 49 VII Firenze FI 43 47 11 15 F Camerino MC 43 08 13 04 VII Forlì FC 44 13 12 03 F 1730 10 23 10:20 TU n = 42 21 12 35 Io = VII-VIII Siti n. 1 Me 5.4 Gubbio Perugia PG 43 06 12 23 VII Monterotondo RM 42 03 12 37 F Spello PG 42 59 12 40 VII Orte VT 42 28 12 23 F località lat. long. I Bastia Umbra PG 43 04 12 33 VI-VII Pesaro PU 43 54 12 54 F Gubbio PG 43 21 12 35 VII-VIII Città di Castello PG 43 27 12 14 VI-VII Ripatransone AP 43 00 13 46 F Fabriano AN 43 20 12 54 VI-VII Roma RM 41 54 12 29 F

1747 04 17 16:20 TU n = 43 13 12 45 Io = VIII-IX Siti n. 24 Me 5.8 Appennino umbro-march. Foligno PG 42 57 12 42 VI-VII San Gemini TR 42 37 12 33 F San Severino Marche MC 43 14 13 11 VI Spoleto PG 42 44 12 44 F località lat. long. I località lat. long. I Santa Maria degli Angeli PG 43 03 12 35 VI Tivoli RM 41 58 12 48 F Gualdo Tadino PG 43 14 12 47 VIII-IX Esanatoglia MC 43 15 12 57 VII Arezzo AR 43 28 11 53 V Capo d’Acqua PG 43 15 12 47 EE Nocera Umbra PG 43 07 12 47 VIII-IX Monte Sente PG 43 08 12 43 VII Senigallia AN 43 43 13 13 V Monte Serra Santa 43 15 12 50 EE Sigillo PG 43 20 12 44 VIII-IX Santa Maria degli Angeli PG 43 03 12 35 VII Annifo PG 43 03 12 51 VIII Assisi PG 43 04 12 37 VI-VII Belvedere AN 43 14 12 52 VIII Bastia AN 43 21 12 49 VI-VII Casa Castalda PG 43 12 12 39 VIII Camerino MC 43 08 13 04 VI-VII 1785 05 03 02:30 TU n = 43 04 12 57 Io = VII Siti n. 11 Me 5.1 Alta valle del Chienti Collemincio PG 43 10 12 41 VIII Cancelli AN 43 18 12 50 VI-VII località lat. long. I località lat. long. I Fossato di Vico PG 43 18 12 46 VIII Collamato AN 43 17 12 57 VI-VII Serravalle di Chienti MC 43 04 12 57 VIII Fabriano AN 43 20 12 54 NF Pieve di Compresseto PG 43 14 12 41 VIII Fabriano AN 43 20 12 54 VI-VII Assisi PG 43 04 12 37 F Gubbio PG 43 21 12 35 NF Poggio Sant’Ercolano PG 43 14 12 42 VIII San Donato AN 43 23 12 51 VI-VII Camerino MC 43 08 13 04 F Loreto AN 43 26 13 37 NF Sassoferrato AN 43 26 12 51 VII-VIII Foligno PG 42 57 12 42 S Foligno PG 42 57 12 42 F Senigallia AN 43 43 13 13 NF Campodonico AN 43 14 12 52 VII Arcevia* AN 43 30 12 56 V Muccia MC 43 05 13 03 IV Spoleto PG 42 44 12 44 NF Macerata MC 43 18 13 27 II

1751 07 27 01:00 TU n = 43 13 12 44 Io = X Siti n. 68 Me 6.3 Appennino umbro-march.

località lat. long. I località lat. long. I 1791 10 11 13:05 TU n = 42 57 12 52 Io = VIII Siti n. 54 Me 5.5 Appennino umbro Busche PG 43 11 12 46 X Morano PG 43 10 12 43 VIII-IX località lat. long. I località lat. long. I Caprara PG 43 15 12 42 X Palazzo Mancinelli PG 43 16 12 46 VIII-IX Casenove PG 42 59 12 51 VIII Casale PG 42 58 12 48 VII-VIII Crocicchio PG 43 16 12 43 X Pastina PG 43 13 12 44 VIII-IX Leggiana PG 42 59 12 50 VIII Cifo PG 42 59 12 51 VII-VIII Grello PG 43 13 12 44 X Pieve di Compresseto PG 43 14 12 41 VIII-IX Montalbo PG 42 53 12 55 VIII Collelungo PG 43 00 12 49 VII-VIII Margnano PG 43 11 12 46 X Roveto PG 43 11 12 47 VIII-IX Morro PG 42 57 12 51 VIII Madonna del Sasso PG 42 59 12 49 VII-VIII Piagge PG 43 15 12 44 X Santa Croce PG 43 14 12 43 VIII-IX Orsano PG 42 55 12 51 VIII Madonna delle Grazie PG 42 57 12 52 VII-VIII Belvedere AN 43 14 12 52 IX-X Vaccara PG 43 15 12 46 VIII-IX Rasiglia PG 42 58 12 52 VIII Madonna di Ricciano PG 43 01 12 50 VII-VIII Corcia PG 43 12 12 47 IX-X Voltole PG 43 12 12 45 VIII-IX San Martino PG 42 54 12 55 VIII Ottaggi PG 42 54 12 55 VII-VIII Petroia PG 43 12 12 48 IX-X Campodonico AN 43 14 12 52 VIII Scopoli PG 42 58 12 48 VIII Pale PG 42 59 12 47 VII-VIII Rigali PG 43 12 12 47 IX-X Fossato di Vico PG 43 18 12 46 VIII Sellano PG 42 53 12 56 VIII Pupaggi PG 42 53 12 53 VII-VIII Broccaro PG 43 12 12 45 IX Nocera Umbra PG 43 07 12 47 VIII Serrone PG 42 58 12 51 VIII Roviglieto PG 42 56 12 46 VII-VIII Case Borgonuovo PG 43 15 12 44 IX Padule PG 43 19 12 37 VIII Volperino PG 42 59 12 52 VIII Sostino PG 42 59 12 48 VII-VIII Cerqueto PG 43 14 12 45 IX Scheggia PG 43 24 12 40 VIII Acqua Santo Stefano PG 42 57 12 50 VII-VIII Sterpare PG 42 53 12 54 VII-VIII Gaifana PG 43 10 12 47 IX Sigillo PG 43 20 12 44 VIII Biscina PG 42 56 12 51 VII-VIII Verchiano PG 42 57 12 53 VII-VIII Gualdo Tadino PG 43 14 12 47 IX Cantiano PU 43 28 12 38 VII-VIII Casaino PG 42 53 12 55 VII-VIII Villamagina PG 42 53 12 55 VII-VIII San Pellegrino PG 43 16 12 44 IX Casa Castalda PG 43 12 12 39 VII-VIII Casale PG 42 54 12 55 VII-VIII Vio PG 42 54 12 55 VII-VIII Casale PG 43 15 12 46 VIII-IX Collemincio PG 43 10 12 41 VII-VIII 250 251

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Abruzzo PG 42 56 12 51 VII La Spiazza PG 42 58 12 50 VII Santa Maria degli Angeli PG 43 03 12 35 VI Fano PU 43 50 13 01 F Apagni PG 42 53 12 54 VII Mocali PG 42 53 12 55 VII Serravalle di Chienti MC 43 04 12 57 VI Roma RM 41 54 12 29 III Casa Rampi PG 42 56 12 51 VII Piedimonte PG 42 57 12 50 VII Gaglianvecchio MC 43 17 13 12 V Serrapetrona MC 43 11 13 11 NC Cupigliolo PG 43 00 12 52 VII Pisenti PG 43 00 12 50 VII Perugia PG 43 06 12 23 V Buca del Terremoto 43 12 13 10 EE Foligno PG 42 57 12 42 VII Ponte Santa Lucia PG 42 59 12 47 VII Ancona AN 43 36 13 30 F Fonni PG 42 52 12 54 VII Afrile PG 43 01 12 49 VI Fonte Marina PG 42 55 12 51 VII Faustana PG 42 52 12 44 VI 1815 09 03 23:00 TU < = 42 50 13 01 Io = VIII Siti n. 24 Me 5.5 Valnerina Forfi PG 42 55 12 55 VII Perugia PG 43 06 12 23 VI

Franca PG 43 00 12 50 VII Assisi PG 43 04 12 37 IV-V località lat. long. I località lat. long. I I Molini PG 42 55 12 52 VII Spoleto PG 42 44 12 44 IV-V Acquaro PG 42 52 13 04 VIII Aliena PG 42 46 13 02 VII I Santi PG 42 58 12 51 VII Tolentino MC 43 13 13 17 IV-V Castelvecchio PG 42 53 13 01 VIII Belforte PG 42 51 12 58 VII Il Colle PG 42 59 12 50 VII Roma RM 41 54 12 29 III Forsivo PG 42 48 13 01 VIII Biselli PG 42 47 12 59 VII Legogne PG 42 48 13 02 VIII Borgo Cerreto PG 42 49 12 55 VII Montaglioni PG 42 52 13 00 VIII Caiano PG 42 49 12 56 VII 1799 07 28 22:05 TU n = 43 13 13 09 Io = IX Siti n. 71 Me 6.2 Appennino marchigiano Poggio di Croce PG 42 51 13 00 VIII Cerasola PG 42 46 13 00 VII Serravalle PG 42 47 13 01 VIII Cerreto di Spoleto PG 42 49 12 55 VII località lat. long. I località lat. long. I Triponzo PG 42 50 12 56 VIII Corone PG 42 53 13 01 VII Cessapalombo MC 43 06 13 15 IX-X Agnano MC 43 10 13 04 VIII Agriano PG 42 46 13 02 VII-VIII Norcia PG 42 48 13 06 VII Barbiato MC 43 16 13 12 A Bolognola MC 43 16 13 11 VIII Argentigli PG 42 47 13 00 VII-VIII Roccanolfi PG 42 52 13 01 VII Camporaglia MC 43 16 13 06 A Caldarola MC 43 08 13 14 VIII Collazzoni PG 42 50 13 00 VII-VIII San Lazzaro PG 42 52 12 59 VII Corsciano MC 43 18 13 09 A Castelraimondo MC 43 13 13 03 VIII Abeto PG 42 50 13 04 VII Roma RM 41 54 12 29 F Frontale MC 43 21 13 06 A Cerreto MC 43 04 13 18 VIII Tabbiano MC 43 14 13 09 A Fiungo MC 43 08 13 09 VIII

Cagnore MC 43 16 13 11 IX Gualdo MC 43 04 13 20 VIII 1832 01 13 13:00 TU n = 42 59 12 36 Io = X Siti n. 102 Me 6.2 Valle del Topino Camerino MC 43 08 13 04 IX Mergnano San Savino MC 43 10 13 03 VIII località lat. long. I località lat. long. I Cesolo MC 43 16 13 12 IX Pieca MC 43 05 13 17 VIII Budino PG 42 57 12 38 X Fiamenga PG 42 57 12 40 VIII Elcito MC 43 19 13 06 IX Pioraco MC 43 11 12 59 VIII Cannara PG 43 00 12 35 X Foligno PG 42 57 12 42 VIII Gagliannuovo MC 43 16 13 11 IX Polverina MC 43 05 13 07 VIII Bastia Umbra PG 43 04 12 33 IX Il Paradiso PG 43 07 12 39 VIII Granali MC 43 15 13 12 IX San Ginesio MC 43 06 13 19 VIII Bevagna PG 42 56 12 36 IX Maceratola PG 42 57 12 40 VIII Letegge MC 43 09 13 07 IX San Severino Marche MC 43 14 13 11 VIII Borroni PG 42 56 12 42 IX Manciano PG 42 54 12 46 VIII Pozzuolo MC 43 09 13 08 IX Sarnano MC 43 02 13 18 VIII Capodacqua PG 43 02 12 39 IX Matigge PG 42 54 12 45 VIII Santa Lucia MC 43 07 13 05 IX Tuseggia MC 43 10 13 05 VIII Collemancio PG 42 59 12 31 IX Montefalco PG 42 54 12 39 VIII Serrone MC 43 08 13 18 IX Vallicchio MC 43 05 13 03 VIII Spello PG 42 59 12 40 VIII-IX Palazzo PG 43 06 12 34 VIII Statte MC 43 09 13 09 IX Varano di Sotto MC 43 07 13 07 VIII Armenzano PG 43 04 12 42 VIII Pale PG 42 59 12 47 VIII Stigliano MC 43 15 13 08 IX Costa MC 43 11 13 00 VII-VIII Assisi PG 43 04 12 37 VIII Pantalla PG 42 52 12 24 VIII Torricella MC 43 12 13 04 IX Paradiso MC 43 11 13 01 VII-VIII Belfiore PG 42 59 12 45 VIII Parrano PG 42 53 12 45 VIII Villa d’Aria MC 43 11 13 09 IX Rocca d’Aiello MC 43 11 13 04 VII-VIII Bettona PG 43 01 12 29 VIII Perticani PG 42 56 12 41 VIII Belforte del Chienti MC 43 10 13 14 VIII-IX Amandola AP 42 59 13 21 VII Bovara PG 42 52 12 45 VIII Picciche PG 42 51 12 42 VIII Morico MC 43 06 13 16 VIII-IX Esanatoglia MC 43 15 12 57 VII Cannaiola PG 42 52 12 43 VIII Pieve Pagliaccia PG 43 09 12 29 VIII Portolo MC 43 17 13 10 VIII-IX Leteggiole MC 43 09 13 08 VII Casevecchie PG 42 55 12 41 VIII Pieve San Nicolò PG 43 08 12 37 VIII San Casciano MC 43 03 13 16 VIII-IX Matelica MC 43 15 13 01 VII Castellaccio PG 43 01 12 37 VIII Porziano PG 43 09 12 40 VIII San Costanzo MC 43 04 13 19 VIII-IX Pievebovigliana MC 43 04 13 05 VII Castelnuovo PG 43 02 12 35 VIII Rasiglia PG 42 58 12 52 VIII Chigiano MC 43 18 13 08 B Teramo TE 42 40 13 42 VII Cave PG 42 56 12 41 VIII Ripa PG 43 08 12 31 VIII Cusiano MC 43 13 13 13 B Fontecupa MC 43 15 13 10 E Colle del Marchese PG 42 49 12 38 VIII Ripabianca PG 42 56 12 24 VIII Colle Amato MC 43 17 13 11 C Collicelli MC 43 18 13 10 D Collepino PG 43 01 12 42 VIII San Giovanni PG 43 03 12 43 VIII Palazzata MC 43 17 13 10 C Colmone MC 43 16 13 12 D Colombella Bassa PG 43 09 12 30 VIII San Giustino PG 43 33 12 10 VIII Parolito MC 43 14 13 13 C Fiastra MC 43 02 13 09 VI Costa di Trex PG 43 05 12 40 VIII San Lorenzo PG 42 51 12 43 VIII Serralta MC 43 19 13 11 C Muccia MC 43 05 13 03 VI Costano PG 43 03 12 32 VIII San Vitale PG 43 03 12 38 VIII 252 Coste San Paolo PG 42 53 12 46 VIII Santa Maria degli Angeli PG 43 03 12 35 VIII 253

Parametri dei terremoti selezionati Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I 1838 01 05 14:00 TU n = 42 46 12 47 Io = VII Siti n. 8 Me 5.0 Valnerina Santa Maria di Lignano PG 43 07 12 42 VIII Petrignano PG 43 06 12 32 VII località lat. long. I località lat. long. I Santo Stefano dei Piccioni PG 42 56 12 45 VIII Pettino PG 42 52 12 49 VII Sant’Eraclio PG 42 56 12 43 VIII Pigge PG 42 51 12 45 VII Acera PG 42 49 12 51 VII Torrecola PG 42 40 12 44 V Scafali PG 42 56 12 41 VIII Ponze PG 42 55 12 48 VII Borgiano PG 42 44 12 47 VII Valcieca PG 42 43 12 46 V Scopoli PG 42 58 12 48 VIII Santa Maria in Valle PG 42 54 12 45 VII Spoleto PG 42 44 12 44 VI Monteluco PG 42 43 12 45 F Tordandrea PG 43 02 12 33 VIII Spoleto PG 42 44 12 44 VII Bevagna PG 42 56 12 36 V Cascia PG 42 43 13 01 NF Torre di Montefalco PG 42 55 12 39 VIII Sterpeto PG 43 07 12 33 VII Trevi PG 42 53 12 45 VIII Azzano PG 42 49 12 45 VI-VII 1838 02 14 07:30 TU n = 42 50 12 54 Io = VIII Siti n. 25 Me 5.3 Valnerina Turri PG 42 53 12 40 VIII Castel Ritaldi PG 42 49 12 40 VI-VII Uppello PG 42 57 12 44 VIII Celleno VT 42 33 12 08 VI-VII località lat. long. I località lat. long. I Vescia-Scanzano PG 42 59 12 44 VIII Città di Castello PG 43 27 12 14 VI Acera PG 42 49 12 51 VIII Cerasola PG 42 46 13 00 VI Butine PG 43 04 12 32 VII-VIII Marsciano PG 42 55 12 20 VI Agliano PG 42 52 12 52 VIII Foligno PG 42 57 12 42 VI Cancellara PG 42 56 12 45 VII-VIII Città della Pieve PG 42 57 12 00 V Cerreto di Spoleto PG 42 49 12 55 VIII Montefalco PG 42 54 12 39 VI Casalalta PG 42 57 12 26 VII-VIII Corciano PG 43 08 12 17 V Ponte PG 42 48 12 55 VIII Papacqua PG 42 50 12 54 VI Castelleone PG 42 58 12 27 VII-VIII Fratta Todina PG 42 51 12 22 V Postignano PG 42 52 12 55 VIII Spoleto PG 42 44 12 44 VI Colfiorito PG 43 02 12 53 VII-VIII Nocera Umbra PG 43 07 12 47 V Sellano PG 42 53 12 56 VIII Bevagna PG 42 56 12 36 V Colle PG 42 56 12 53 VII-VIII Camerino MC 43 08 13 04 F Triponzo PG 42 50 12 56 VIII Cascia PG 42 43 13 01 V Pissignano PG 42 50 12 46 VII-VIII Cesena FC 44 08 12 15 F Borgo Cerreto PG 42 49 12 55 VII Torriola PG 42 48 12 23 F Assignano PG 42 52 12 26 VII Ferrara FE 44 50 11 37 F Giappiedi PG 42 44 12 59 VII Accumoli RI 42 42 13 15 IV Bastiola PG 43 05 12 33 VII Firenze FI 43 47 11 15 F Le Pianelle PG 42 50 12 53 VII Norcia PG 42 48 13 06 IV Beroide PG 42 50 12 43 VII Gualdo Tadino PG 43 14 12 47 F Piandoli PG 42 46 12 59 VII Grotti PG 42 45 12 50 NC Cacciano PG 42 51 12 26 VII Magione PG 43 15 12 46 F Pupaggi PG 42 53 12 53 VI-VII Biselli PG 42 47 12 59 EE Cantalupo PG 42 58 12 35 VII Roma RM 41 54 12 29 F S. Maria di Costantinopoli PG 42 50 12 55 VI-VII Collepepe PG 42 55 12 24 VII Urbino PU 43 44 12 38 F Corvia PG 42 56 12 41 VII Parma PR 44 48 10 20 II Deruta PG 42 59 12 25 VII Castiglione del Lago PG 43 08 12 03 NF 1838 08 05 17:15 TU n = 42 53 12 53 Io = VII Siti n. 10 Me 5.1 Valnerina Perugia PG 43 06 12 23 VII Cantagalli PG 42 56 12 38 EE località lat. long. I località lat. long. I Acera PG 42 49 12 51 VII Bianca PG 42 49 12 47 VI-VII 1832 11 14 11:00 TU n = 42 57 13 06 Io = VI Siti n. 5 Me 4.7 Alta valle del Chienti Agliano PG 42 52 12 52 VII Campello Alto PG 42 50 12 47 VI-VII Apagni PG 42 53 12 54 VII Cerreto di Spoleto PG 42 49 12 55 VI-VII località lat. long. I località lat. long. I Pupaggi PG 42 53 12 53 VII San Giorgio PG 42 45 13 01 VI Aschio MC 42 58 13 04 VI San Severino Marche MC 43 14 13 11 V Sellano PG 42 53 12 56 VII Spoleto PG 42 44 12 44 VI Borgo Sant’Antonio MC 42 57 13 05 VI Visso MC 42 56 13 05 V Casali MC 42 57 13 10 VI

1854 02 12 05:00 TU n = 43 02 12 35 Io = VIII Siti n. 21 Me 5.6 Valle del Topino

1832 11 21 21:00 TU n = 42 57 13 07 Io = VII Siti n. 8 Me 4.8 Alta valle del Chienti località lat. long. I località lat. long. I Bastia Umbra PG 43 04 12 33 VIII Foligno PG 42 57 12 42 VI località lat. long. I località lat. long. I Cannara PG 43 00 12 35 VIII Spello PG 42 59 12 40 VI Vallestretta MC 42 58 13 08 VII Ussita MC 42 57 13 08 VI Rivotorto PG 43 03 12 37 VIII Spoleto PG 42 44 12 44 VI Aschio MC 42 58 13 04 VI San Severino Marche MC 43 14 13 11 V Bastiola PG 43 05 12 33 VII-VIII Città di Castello PG 43 27 12 14 V Borgo Sant’Antonio MC 42 57 13 05 VI Spoleto PG 42 44 12 44 V Campagna PG 43 03 12 30 VII-VIII San Severino Marche MC 43 14 13 11 V Casali MC 42 57 13 10 VI Visso MC 42 56 13 05 V Costano PG 43 03 12 32 VII-VIII Trevi PG 42 53 12 45 V Ospedalicchio PG 43 05 12 30 VII-VIII Urbino PU 43 44 12 38 V 1832 12 04 19:00 TU n = 43 00 13 04 Io = VII-VIII Siti n. 6 Me 5.3 Alta valle del Chienti Assisi PG 43 04 12 37 VII Cittaducale RI 42 23 12 57 F Perugia PG 43 06 12 23 VII Cetona SI 42 58 11 54 III-IV località lat. long. I località lat. long. I Santa Maria degli Angeli PG 43 03 12 35 VII Arezzo AR 43 28 11 53 III Pieve Torina MC 43 03 13 03 VII-VIII Borgo Sant’Antonio MC 42 57 13 05 VII Bevagna PG 42 56 12 36 VI-VII Pievebovigliana MC 43 04 13 05 VII-VIII Visso MC 42 56 13 05 VI 254 Aschio MC 42 58 13 04 VII San Severino Marche MC 43 14 13 11 V 255

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

1859 08 22 12:32 TU n = 42 50 13 06 Io = IX Siti n. 18 Me 5.8 Valnerina 1898 04 23 18:22:08 TU n = 42 37 12 56 Io = IV-V Siti n. 14 Me 4.1 Alta Valnerina

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Ancarano PG 42 50 13 06 IX Todiano PG 42 51 13 04 VIII Sellano PG 42 53 12 56 V-VI Micigliano RI 42 27 13 03 NF Campi PG 42 51 13 06 IX Cascia PG 42 43 13 01 VI Leonessa RI 42 34 12 58 IV Monte San Giovanni in Sabina RI42 20 12 47 NF Capo del Colle PG 42 51 13 06 IX Visso MC 42 56 13 05 VI Rieti RI 42 24 12 52 IV Moricone RM 42 07 12 46 NF Casali di Serravalle PG 42 47 13 04 IX Castelluccio PG 42 50 13 12 V Monteleone di Spoleto PG 42 39 12 57 III Nerola RM 42 10 12 47 NF Norcia PG 42 48 13 06 IX San Severino Marche MC 43 14 13 11 V Castel Sant’Angelo RI 42 24 13 01 NF Piediluco TR 42 32 12 45 NF Sant’Angelo PG 42 50 13 06 IX Pesaro PU 43 54 12 54 F Cittareale RI 42 37 13 10 NF Posta RI 42 31 13 06 NF Abeto PG 42 50 13 04 VIII Roma RM 41 54 12 29 F Labro RI 42 31 12 48 NF Stroncone TR 42 30 12 40 NF Frascaro PG 42 45 13 09 VIII Santa Lucia MC 43 21 13 21 F Piè del Colle PG 42 51 13 06 VIII Trevi PG 42 53 12 45 F 1898 08 25 16:37:46 TU n = 42 54 13 00 Io = VII Siti n. 67 Me 5.0 Alta Valnerina

1878 09 15 07:20 TU n = 42 51 12 41 Io = VIII Siti n. 34 Me 5.4 Valle del Clitunno località lat. long. I località lat. long. I Mevale MC 42 54 12 59 VII-VIII Falconara Marittima AN 43 38 13 24 NF località lat. long. I località lat. long. I Chiusita MC 42 53 12 59 VII Fara in Sabina RI 42 13 12 44 NF Madonna della Stella PG 42 51 12 41 C Poggio Mirteto RI 42 16 12 41 F Preci PG 42 53 13 02 VII Farindola PE 42 26 13 49 NF Bruna PG 42 49 12 41 VIII Assisi PG 43 04 12 37 IV Renaro PG 42 55 12 58 VII Fiamignano RI 42 16 13 08 NF Castel Ritaldi PG 42 49 12 40 VIII Bastia Umbra PG 43 04 12 33 IV Rasenna MC 42 56 12 57 VI-VII Ficulle TR 42 50 12 04 NF Fratta PG 42 51 12 41 VIII Camerino MC 43 08 13 04 IV Cerreto d’Esi AN 43 19 12 59 V-VI Filottrano AN 43 26 13 21 NF Mercatello PG 42 50 12 41 VIII L’Aquila AQ 42 21 13 24 IV Montefalco PG 42 54 12 39 VIII Rieti RI 42 24 12 52 IV Sellano PG 42 53 12 56 V-VI Fossombrone PU 43 41 12 49 NF Turrita PG 42 52 12 39 VIII Terni TR 42 34 12 39 IV Cerreto di Spoleto PG 42 49 12 55 V Grottazzolina AP 43 07 13 36 NF Bettona PG 43 01 12 29 VII-VIII Todi PG 42 47 12 24 IV Foligno PG 42 57 12 42 V Gualdo Tadino PG 43 14 12 47 NF Bevagna PG 42 56 12 36 VI-VII Narni TR 42 31 12 31 III-IV Visso MC 42 56 13 05 V Iella BN 41 18 14 41 NF Trevi PG 42 53 12 45 VI-VII Rocca di Papa RM 41 46 12 43 III-IV Caldarola MC 43 08 13 14 IV Labro RI 42 31 12 48 NF Foligno PG 42 57 12 42 VI Roma RM 41 54 12 29 III-IV Civitella del Tronto TE 42 46 13 40 IV Magione PG 43 15 12 46 NF Giano dell’Umbria PG 42 50 12 35 VI San Giusto MC 43 06 13 08 III-IV Leonessa RI 42 34 12 58 IV Magliano Sabina RI 42 22 12 29 NF Norcia PG 42 48 13 06 VI Spello PG 42 59 12 40 III-IV Rieti RI 42 24 12 52 IV Micigliano RI 42 27 13 03 NF Spoleto PG 42 44 12 44 VI Amelia TR 42 33 12 25 III Sarnano MC 43 02 13 18 IV Montasola RI 42 23 12 41 NF Campello sul Clitunno PG 42 49 12 47 V Falerone AP 43 06 13 28 III Trevi PG 42 53 12 45 III-IV Monte Castello di Vibio PG 42 50 12 21 NF Caprarola VT 42 20 12 14 V Fermo AP 43 10 13 43 III Acquasanta Terme AP 42 46 13 25 III Monte San Giovanni in Sabina RI42 20 12 47 NF Gallese VT 42 22 12 24 V Perugia PG 43 06 12 23 III Arquata del Tronto AP 42 46 13 18 III Montereale AQ 42 31 13 15 NF Cantalice RI 42 28 12 54 III Montorio al Vomano TE 42 35 13 38 NF Cupramontana AN 43 27 13 07 III Notaresco TE 42 39 13 54 NF 1879 02 23 18:30 TU n = 42 46 13 03 Io = VIII Siti n. 15 Me 5.6 Valnerina Macerata MC 43 18 13 27 III Ostra AN 43 37 13 09 NF località lat. long. I località lat. long. I San Severino Marche MC 43 14 13 11 III Paganica AQ 42 21 13 28 NF Cascia PG 42 43 13 01 VIII Poggio Mirteto RI 42 16 12 41 F Spoleto PG 42 44 12 44 III Pedaso AP 43 06 13 50 NF Norcia PG 42 48 13 06 VIII Vetralla VT 42 19 12 03 F Bolognola MC 43 00 13 14 II Pergola PU 43 34 12 50 NF Serravalle PG 42 47 13 01 VIII L’Aquila AQ 42 21 13 24 IV Acqualagna PU 43 37 12 40 NF Piobbico PU 43 35 12 31 NF Spoleto PG 42 44 12 44 VI Fermo AP 43 10 13 43 III Antrodoco RI 42 25 13 05 NF Porto San Giorgio AP 43 11 13 48 NF Amelia TR 42 33 12 25 V Narni TR 42 31 12 31 III Arrone TR 42 35 12 46 NF Posta RI 42 31 13 06 NF Ascoli Piceno AP 42 51 13 35 V Velletri RM 41 41 12 47 II Atri TE 42 35 13 59 NF Potenza Picena MC 43 22 13 37 NF Roma RM 41 54 12 29 V Viterbo VT 42 25 12 07 II Bagnoregio* VT 42 38 12 06 NF San Costanzo PU 43 46 13 04 NF Santa Lucia MC 43 21 13 21 V Camerano AN 43 32 13 33 NF San Ginesio MC 43 06 13 19 NF Cantiano PU 43 28 12 38 NF Senigallia AN 43 43 13 13 NF Castel Sant’Angelo RI 42 24 13 01 NF Stroncone TR 42 30 12 40 NF Contigliano RI 42 25 12 46 NF Torgiano PG 43 01 12 26 NF Corinaldo AN 43 39 13 03 NF 256 257

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

1898 09 12 14:14:10 TU n = 42 54 12 59 Io = VIII Siti n. 16 Me 5.3 Alta Valnerina 1974 12 02 01:55:15 TU n = 42 49 12 56 Io = VII-VIII Siti n. 28 Me 5.2 Valnerina

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Chiusita MC 42 53 12 59 VIII Visso MC 42 56 13 05 V Cortigno PG 42 49 12 59 VIII Cascia PG 42 43 13 01 VI Mevale MC 42 54 12 59 VIII Sarnano MC 43 02 13 18 F Buggiano PG 42 51 12 55 VII-VIII Norcia PG 42 48 13 06 VI Rasenna MC 42 56 12 57 VIII Norcia PG 42 48 13 06 III-IV Colle Soglio PG 42 50 12 54 VII-VIII Ascoli Piceno AP 42 51 13 35 V Preci PG 42 53 13 02 VII Fabriano AN 43 20 12 54 III Le Pianelle PG 42 50 12 53 VII-VIII Monteleone di Spoleto PG 42 39 12 57 V Renaro PG 42 55 12 58 VII Baschi TR 42 40 12 13 NF Nortosce PG 42 47 12 57 VII-VIII Sant’Anatolia di Narco PG 42 44 12 50 V Sellano PG 42 53 12 56 V-VI Montasola RI 42 23 12 41 NF Ponte PG 42 48 12 55 VII-VIII Scheggino PG 42 43 12 50 V Foligno PG 42 57 12 42 V Todi PG 42 47 12 24 NF Rocchetta PG 42 46 12 56 VII-VIII Spoleto PG 42 44 12 44 V Trevi PG 42 53 12 45 V Vallo di Nera PG 42 45 12 52 NF Triponzo PG 42 50 12 56 VII-VIII Terni TR 42 34 12 39 V Cerreto di Spoleto PG 42 49 12 55 VII Vallo di Nera PG 42 45 12 52 V Maltignano PG 42 42 13 03 VII Ancona AN 43 36 13 30 F 1915 03 15 11:23 TU n = 43 01 12 54 Io = VII Siti n. 24 Me 5.0 Alta valle del Chienti Colmotino PG 42 43 13 04 VI-VII Camerino MC 43 08 13 04 IV Palmaiolo PG 42 44 13 02 VI-VII Visso MC 42 56 13 05 IV località lat. long. I località lat. long. I Poggio Primocaso PG 42 45 12 59 VI-VII Macerata MC 43 18 13 27 III Colfiorito PG 43 02 12 53 VII Visso MC 42 56 13 05 II-III Preci PG 42 53 13 02 VI-VII Serravalle PG 42 47 13 01 EE Popola PG 42 59 12 53 VII Accumoli RI 42 42 13 15 NF Cesi MC 43 00 12 54 VI Amatrice RI 42 38 13 17 NF Costa d’Arvello PG 43 02 12 50 VI Cerreto di Spoleto PG 42 49 12 55 NF 1979 09 19 21:35:37 TU n = 42 43 13 04 Io = VIII-IX Siti n. 694 Me 5.8 Valnerina Dignano MC 43 01 12 55 VI Cittareale RI 42 37 13 10 NF Fraia PG 43 00 12 53 VI Deruta PG 42 59 12 25 NF località lat. long. I località lat. long. I Casenove PG 42 59 12 51 V-VI Marsciano PG 42 55 12 20 NF Madonna della Neve PG 42 43 13 07 A Tazzo PG 42 43 13 03 VIII Sellano PG 42 53 12 56 V Monteleone di Spoleto PG 42 39 12 57 NF Castel Santa Maria PG 42 42 13 07 VIII-IX Villa San Silvestro PG 42 39 13 03 VIII Foligno PG 42 57 12 42 IV Narni TR 42 31 12 31 NF Chiavano PG 42 39 13 04 VIII-IX Agriano PG 42 46 13 02 VII-VIII Rieti RI 42 24 12 52 IV Nocera Umbra PG 43 07 12 47 NF Civita PG 42 40 13 07 VIII-IX Borgo Cerreto PG 42 49 12 55 VII-VIII Amandola AP 42 59 13 21 III Poggio Mirteto RI 42 16 12 41 NF Trimezzo RI 42 39 13 07 VIII-IX Buda PG 42 38 13 03 VII-VIII Cannara PG 43 00 12 35 III Todi PG 42 47 12 24 NF Trognano PG 42 38 13 04 VIII-IX Cerasola PG 42 46 13 00 VII-VIII Madonna della Quercia PG42 45 13 07 C Civitella PG 42 50 13 00 VII-VIII Sant’Angelo PG 42 50 13 06 C Collazzoni PG 42 50 13 00 VII-VIII 1915 03 26 23:37 TU n = 43 05 12 28 Io = VI Siti n. 40 Me 4.6 Assisi Atri PG 42 44 13 00 VIII Colle Santo Stefano PG 42 42 13 04 VII-VIII Avendita PG 42 45 13 03 VIII Cortigno PG 42 49 12 59 VII-VIII località lat. long. I località lat. long. I Cascia PG 42 43 13 01 VIII Forsivo PG 42 48 13 01 VII-VIII Assisi PG 43 04 12 37 VI Sigillo PG 43 20 12 44 IV Castel San Giovanni PG 42 41 13 04 VIII Giappiedi PG 42 44 12 59 VII-VIII Santa Maria degli Angeli PG 43 03 12 35 VI Castel Ritaldi PG 42 49 12 40 III Colforcella PG 42 44 13 02 VIII Le Cascine PG 42 39 13 06 VII-VIII Bastia Umbra PG 43 04 12 33 V Città di Castello PG 43 27 12 14 III Colle di Avendita PG 42 45 13 03 VIII Legogne PG 42 48 13 02 VII-VIII Deruta PG 42 59 12 25 V Collazzone PG 42 54 12 26 III Colmotino PG 42 43 13 04 VIII Logna PG 42 45 13 01 VII-VIII Perugia PG 43 06 12 23 V Ficulle TR 42 50 12 04 III Coronella PG 42 38 13 04 VIII Montaglioni PG 42 52 13 00 VII-VIII Ponte Felcino PG 43 08 12 27 V Gualdo Tadino PG 43 14 12 47 III Fogliano PG 42 44 13 03 VIII Nortosce PG 42 47 12 57 VII-VIII Ponte San Giovanni PG 43 05 12 26 V Marsciano PG 42 55 12 20 III Fustagna PG 42 41 13 04 VIII Ocosce PG 42 43 13 00 VII-VIII Ponte Valleceppi PG 43 06 12 27 V Pienza SI 43 05 11 41 III Maltignano PG 42 42 13 03 VIII Onelli PG 42 42 13 02 VII-VIII Torgiano PG 43 01 12 26 V Sellano PG 42 53 12 56 III Manigi PG 42 43 13 05 VIII Paganelli PG 42 44 13 08 VII-VIII Cannara PG 43 00 12 35 IV-V Urbino PU 43 44 12 38 III Montebufo PG 42 50 13 02 VIII Pescia PG 42 41 13 09 VII-VIII Città della Pieve PG 42 57 12 00 IV-V Valfabbrica PG 43 09 12 36 II-III Norcia PG 42 48 13 06 VIII Popoli PG 42 45 13 06 VII-VIII Giano dell’Umbria PG 42 50 12 35 IV-V Bevagna PG 42 56 12 36 II Ocricchio PG 42 44 13 06 VIII Puro PG 42 44 13 02 VII-VIII Nocera Umbra PG 43 07 12 47 IV-V Castiglione del Lago PG 43 08 12 03 II Opagna PG 42 39 13 06 VIII San Giorgio PG 42 45 13 01 VII-VIII Bettona PG 43 01 12 29 IV Spoleto PG 42 44 12 44 II Palmaiolo PG 42 44 13 02 VIII Sciedi PG 42 42 13 02 VII-VIII Castel del Piano PG 43 04 12 18 IV Todi PG 42 47 12 24 II Piediripa PG 42 44 13 07 VIII Serviglio PG 42 42 13 04 VII-VIII Castiglione della Valle PG 43 01 12 15 IV Umbertide PG 43 18 12 20 II Poggio Primocaso PG 42 45 12 59 VIII Todiano PG 42 51 13 04 VII-VIII Corciano PG 43 08 12 17 IV Cortona AR 43 16 11 59 NF San Marco PG 42 43 13 08 VIII Triponzo PG 42 50 12 56 VII-VIII Foligno PG 42 57 12 42 IV Gubbio PG 43 21 12 35 NF Santa Trinità PG 42 42 13 04 VIII Valcaldara PG 42 44 13 08 VII-VIII Magione PG 43 08 12 12 IV Montone PG 43 22 12 20 NF Sant’Andrea PG 42 43 13 07 VIII Valdonica PG 42 41 13 03 VII-VIII Passignano sul Trasimeno PG43 1112 08 IV Sansepolcro AR 43 34 12 08 NF 258 Savelli PG 42 44 13 08 VIII Abeto PG 42 50 13 04 VII 259

Parametri dei terremoti selezionati Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference:

Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Accumoli RI 42 42 13 15 VII Ampognano TR 42 38 12 46 VI-VII San Valentino PG 42 41 12 49 VI-VII Piediluco TR 42 32 12 45 VI Aliena PG 42 46 13 02 VII Apagni PG 42 53 12 54 VI-VII San Vito PG 42 52 13 01 VI-VII Pioraco MC 43 11 12 59 VI Ancarano PG 42 50 13 06 VII Borbona RI 42 31 13 08 VI-VII Sant’Anatolia di Narco PG 42 44 12 50 VI-VII Pizzoli AQ 42 26 13 18 VI Belforte PG 42 51 12 58 VII Butino PG 42 39 12 56 VI-VII Scheggino PG 42 43 12 50 VI-VII Poggio Bustone RI 42 30 12 53 VI Biselli PG 42 47 12 59 VII Camerino MC 43 08 13 04 VI-VII Schioppo PG 42 42 12 48 VI-VII Polino TR 42 35 12 51 VI Buggiano PG 42 51 12 55 VII Cammoro PG 42 54 12 51 VI-VII Serravalle di Chienti MC 43 04 12 57 VI-VII Rieti RI 42 24 12 52 VI Campi PG 42 51 13 06 VII Capanne di Collegiacone PG42 44 12 59 VI-VII Spello PG 42 59 12 40 VI-VII Rivodutri RI 42 31 12 51 VI Capodacqua AP 42 44 13 14 VII Casale PG 42 54 12 55 VI-VII Spoleto PG 42 44 12 44 VI-VII Rocca Sinibalda RI 42 16 12 56 VI Casali di Serravalle PG 42 47 13 04 VII Casenove PG 42 59 12 51 VI-VII Sterpare PG 42 53 12 54 VI-VII San Ginesio MC 43 06 13 19 VI Castelluccio PG 42 50 13 12 VII Caso PG 42 42 12 51 VI-VII Terne PG 42 55 12 53 VI-VII San Paolo di Jesi AN 43 27 13 10 VI Cerreto di Spoleto PG 42 49 12 55 VII Castel San Felice PG 42 45 12 51 VI-VII Terria TR 42 39 12 50 VI-VII San Severino Marche MC 43 14 13 11 VI Ceselli PG 42 41 12 49 VII Castellonalto TR 42 37 12 50 VI-VII Ussita MC 42 57 13 08 VI-VII Sarnano MC 43 02 13 18 VI Cittareale RI 42 37 13 10 VII Castellone Basso TR 42 37 12 49 VI-VII Valle PG 42 52 13 04 VI-VII Sfercia MC 43 07 13 08 VI Civitella PG 42 41 12 50 VII Castelsantangelo sul Nera MC42 54 13 09 VI-VII Vallo di Nera PG 42 45 12 52 VI-VII Staffolo AN 43 26 13 11 VI Colle Soglio PG 42 50 12 54 VII Castelvecchio PG 42 53 13 01 VI-VII Villa del Guado PG 42 51 13 00 VI-VII Stroncone TR 42 30 12 40 VI Collescille PG 42 52 13 04 VII Colle PG 42 52 12 55 VI-VII Villamagina PG 42 53 12 55 VI-VII Subiaco RM 41 55 13 06 VI Corone PG 42 53 13 01 VII Colle Fabbri PG 42 45 12 40 VI-VII Antrodoco RI 42 25 13 05 VI Tolentino MC 43 13 13 17 VI Fiano PG 42 49 13 04 VII Collefabbri PG 42 42 12 49 VI-VII Appennino MC 42 59 13 05 VI Trevi PG 42 53 12 45 VI Frascaro PG 42 45 13 09 VII Collegiacone PG 42 43 12 59 VI-VII Arquata del Tronto AP 42 46 13 18 VI Valtopina PG 43 03 12 45 VI Leonessa RI 42 34 12 58 VII Ferentillo TR 42 37 12 47 VI-VII Arrone TR 42 35 12 46 VI Acquacanina MC 43 02 13 10 V-VI Meggiano PG 42 48 12 52 VII Fergino PG 42 51 12 57 VI-VII Belmonte in Sabina RI 42 19 12 54 VI Ascrea RI 42 12 13 00 V-VI Monte Cavallo MC 43 00 13 00 VII Geppa PG 42 46 12 51 VI-VII Bolognola MC 43 00 13 14 VI Belmonte Piceno AP 43 05 13 32 V-VI Monteleone di Spoleto PG 42 39 12 57 VII Grotti PG 42 45 12 50 VI-VII Caldarola MC 43 08 13 14 VI Campli TE 42 44 13 41 V-VI Montesanto PG 42 54 12 56 VII Il Colle PG 42 47 12 51 VI-VII Calvi dell’Umbria TR 42 24 12 34 VI Cantalice RI 42 28 12 54 V-VI Mucciafora PG 42 45 12 55 VII Le Mura TR 42 37 12 46 VI-VII Campello sul Clitunno PG 42 49 12 47 VI Castel Ritaldi PG 42 49 12 40 V-VI Nottoria PG 42 44 13 09 VII Lorino TR 42 38 12 47 VI-VII Campotosto AQ 42 33 13 22 VI Castel Sant’Angelo MC 43 20 13 11 V-VI Ospedaletto PG 42 47 13 04 VII L’Eremita PG 42 47 12 52 VI-VII Casperia RI 42 20 12 40 VI Cessapalombo MC 43 06 13 15 V-VI Piedivalle PG 42 52 13 04 VII Macenano TR 42 39 12 49 VI-VII Castelraimondo MC 43 13 13 03 VI Civitella del Tronto TE 42 46 13 40 V-VI Poggiodomo PG 42 43 12 56 VII Mevale MC 42 54 12 59 VI-VII Cervara PG 42 54 13 01 VI Colle di Tora RI 42 13 12 57 V-VI Ponte PG 42 48 12 55 VII Mocali PG 42 53 12 55 VI-VII Cittaducale RI 42 23 12 57 VI Collevecchio RI 42 20 12 33 V-VI Ponte del Piano PG 42 49 12 55 VII Molini di Cammoro PG 42 55 12 52 VI-VII Colfiorito PG 43 02 12 53 VI Cottanello RI 42 24 12 41 V-VI Pontuglia PG 42 41 12 48 VII Montalbo PG 42 53 12 55 VI-VII Collestatte TR 42 34 12 44 VI Fiamignano RI 42 16 13 08 V-VI Preci PG 42 53 13 02 VII Monte San Vito PG 42 41 12 51 VI-VII Concerviano RI 42 19 12 59 VI Fiastra MC 43 02 13 09 V-VI Rescia PG 42 38 12 59 VII Montefiorello PG 42 47 12 51 VI-VII Configni RI 42 25 12 39 VI Gagliole MC 43 14 13 04 V-VI Roccanolfi PG 42 52 13 01 VII Monterivoso TR 42 37 12 48 VI-VII Eggi PG 42 46 12 47 VI Loreto Aprutino PE 42 26 13 59 V-VI Roccaporena PG 42 43 12 58 VII Muccia MC 43 05 13 03 VI-VII Fiuminata MC 43 11 12 56 VI Monsampietro Morico AP 43 04 13 33 V-VI Roccatamburo PG 42 44 12 56 VII Nicciano TR 42 38 12 47 VI-VII Foligno PG 42 57 12 42 VI Monsampolo del Tronto AP42 54 13 48 V-VI Rocchetta PG 42 46 12 56 VII Ocre RI 42 36 12 59 VI-VII Francavilla d’Ete AP 43 11 13 32 VI Montasola RI 42 23 12 41 V-VI Ruscio PG 42 39 12 57 VII Orsano PG 42 55 12 51 VI-VII Gavelli PG 42 41 12 54 VI Monte Rinaldo AP 43 02 13 35 V-VI Saccovescio PG 42 54 13 02 VII Paterno PG 42 46 12 52 VI-VII Greccio RI 42 27 12 45 VI Montefortino AP 42 57 13 21 V-VI San Pellegrino PG 42 45 13 09 VII Piedi la Costa PG 42 48 12 52 VI-VII Gualdo MC 43 04 13 20 VI Monteleone di Fermo AP 43 03 13 32 V-VI Sant’Anatolia PG 42 44 13 01 VII Piedipaterno sul Nera PG 42 46 12 52 VI-VII Labro RI 42 31 12 48 VI Montemonaco AP 42 54 13 20 V-VI Sellano PG 42 53 12 56 VII Pieve Torina MC 43 03 13 03 VI-VII Longone Sabino RI 42 16 12 58 VI Montenero Sabino RI 42 17 12 49 V-VI Serravalle PG 42 47 13 01 VII Pievebovigliana MC 43 04 13 05 VI-VII Montefalco PG 42 54 12 39 VI Montottone AP 43 04 13 35 V-VI Terzone San Paolo RI 42 37 13 04 VII Posta RI 42 31 13 06 VI-VII Montefranco TR 42 36 12 46 VI Morgnano PG 42 46 12 42 V-VI Tribbio PG 42 54 12 52 VII Postignano PG 42 52 12 55 VI-VII Montereale AQ 42 31 13 15 VI Ortezzano AP 43 02 13 37 V-VI Trivio PG 42 39 12 59 VII Pupaggi PG 42 53 12 53 VI-VII Morro Reatino RI 42 32 12 50 VI Paganico Sabino RI 42 11 13 00 V-VI Usigni PG 42 42 12 56 VII Sambucheto TR 42 39 12 50 VI-VII Nocera Umbra PG 43 07 12 47 VI Penne PE 42 27 13 56 V-VI Villa Campanara PG 42 51 13 00 VII San Lazzaro PG 42 52 12 59 VI-VII Otricoli TR 42 25 12 29 VI Petrella Salto RI 42 18 13 04 V-VI Visso MC 42 56 13 05 VII San Mamiliano TR 42 37 12 46 VI-VII Papigno TR 42 33 12 41 VI Poggio Catino RI 42 18 12 41 V-VI Amatrice RI 42 38 13 17 VI-VII San Martino PG 42 54 12 55 VI-VII Penna San Giovanni MC 43 03 13 26 VI Poggio Mirteto RI 42 16 12 41 V-VI 260 261

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Serrapetrona MC 43 11 13 11 V-VI Force AP 42 58 13 29 V Petriolo MC 43 13 13 28 V Casacanditella CH 42 15 14 12 IV-V Servigliano AP 43 05 13 30 V-VI Frasso Sabino RI 42 14 12 48 V Petritoli AP 43 04 13 39 V Casalincontrada CH 42 17 14 08 IV-V Taverne MC 43 02 12 55 V-VI Fratta Todina PG 42 51 12 22 V Pianella PE 42 24 14 03 V Casoli CH 42 07 14 17 IV-V Terni TR 42 34 12 39 V-VI Genga AN 43 26 12 56 V Pietracamela TE 42 31 13 33 V Castel Sant’Elia VT 42 15 12 22 IV-V Valle Castellana TE 42 44 13 30 V-VI Giano dell’Umbria PG 42 50 12 35 V Piglio FR 41 50 13 09 V Castel del Monte AQ 42 22 13 44 IV-V Acquasparta TR 42 41 12 33 V Giove TR 42 31 12 19 V Poggio Nativo RI 42 13 12 48 V Castelli CH 42 13 14 26 IV-V Alanno PE 42 18 13 58 V Graffignano VT 42 34 12 12 V Pollenza MC 43 16 13 21 V Castelnuovo Vomano TE 42 38 13 51 IV-V Alba Adriatica TE 42 50 13 56 V Grottammare AP 42 59 13 52 V Ponte San Giovanni PG 43 05 12 26 V Castelplanio AN 43 30 13 05 IV-V Amandola AP 42 59 13 21 V Gualdo Cattaneo PG 42 55 12 33 V Popoli PE 42 10 13 50 V Ceccano FR 41 34 13 20 IV-V Amelia TR 42 33 12 25 V Gualdo Tadino PG 43 14 12 47 V Porano TR 42 41 12 06 V Ceprano FR 41 33 13 31 IV-V Appignano MC 43 22 13 21 V Guardea TR 42 37 12 18 V Ripatransone AP 43 00 13 46 V Chieti Scalo CH 42 21 14 08 IV-V Arezzo AR 43 28 11 53 V Isola del Gran Sasso TE 42 30 13 40 V Ripe AN 43 40 13 06 V Civitaquana PE 42 19 13 54 IV-V Ascoli Piceno AP 42 51 13 35 V Loro Piceno MC 43 10 13 25 V Rocca di Mezzo AQ 42 12 13 31 V Civitella Casanova PE 42 22 13 53 IV-V Assisi PG 43 04 12 37 V L’Aquila AQ 42 21 13 24 V Roma RM 41 54 12 29 V Collescipoli TR 42 32 12 37 IV-V Atessa CH 42 04 14 27 V Macerata MC 43 18 13 27 V Ronciglione VT 42 17 12 13 V Contigliano RI 42 25 12 46 IV-V Atri TE 42 35 13 59 V Magliano Sabina RI 42 22 12 29 V Salisano RI 42 15 12 45 V Corciano PG 43 08 12 17 IV-V Avezzano AQ 42 02 13 26 V Magliano di Tenna AP 43 08 13 35 V San Benedetto del Tronto AP42 56 13 54 V Corropoli TE 42 50 13 50 IV-V Bassano in Teverina VT 42 28 12 19 V Massa Martana PG 42 47 12 31 V San Gemini TR 42 37 12 33 V Cupramontana AN 43 27 13 07 IV-V Bastia Umbra PG 43 04 12 33 V Matelica MC 43 15 13 01 V San Vito Romano RM 41 53 12 59 V Filottrano AN 43 26 13 21 IV-V Bellante TE 42 45 13 48 V Mogliano MC 43 11 13 29 V Santa Maria degli Angeli PG43 03 12 35 V Fossato di Vico PG 43 18 12 46 IV-V Bettona PG 43 01 12 29 V Mompeo RI 42 15 12 45 V Santa Vittoria in Matenano AP43 01 13 30 V Gubbio PG 43 21 12 35 IV-V Bevagna PG 42 56 12 36 V Monte Castello di Vibio PG 42 50 12 21 V Sant’Egidio alla Vibrata TE 42 49 13 43 V Mergo AN 43 28 13 02 IV-V Bomba CH 42 02 14 22 V Monte San Martino MC 43 02 13 26 V Sant’Elpidio a Mare AP 43 14 13 41 V Montalto delle Marche AP 42 59 13 36 IV-V Borrello CH 41 55 14 18 V Monte San Vito AN 43 36 13 16 V Scandriglia RI 42 10 12 51 V Monte Giberto AP 43 05 13 38 IV-V Bucchianico CH 42 18 14 11 V Monte Urano AP 43 12 13 40 V Scheggia PG 43 24 12 40 V Monte San Pietrangeli AP 43 11 13 35 IV-V Camerano AN 43 32 13 33 V Montecarotto AN 43 32 13 04 V Sefro MC 43 09 12 57 V Monte Vidon Combatte AP43 03 13 38 IV-V Camporotondo di Fiastrone MC43 08 13 16 V Montecassiano MC 43 22 13 26 V Sgurgola FR 41 40 13 09 V Montemarciano AN 43 38 13 19 IV-V Cannara PG 43 00 12 35 V Montecastrilli TR 42 39 12 29 V Smerillo AP 43 00 13 27 V Monteprandone AP 42 55 13 50 IV-V Carbognano VT 42 20 12 16 V Montefalcone Appennino AP 42 59 13 28 V Sora FR 41 43 13 37 V Monterado AN 43 42 13 06 IV-V Carsoli AQ 42 06 13 05 V Montefano MC 43 25 13 26 V Spina PG 42 59 12 17 V Monterosi VT 42 12 12 19 IV-V Castel Colonna AN 43 41 13 06 V Montegiorgio AP 43 08 13 32 V Stimigliano RI 42 18 12 34 V Monterotondo RM 42 03 12 37 IV-V Catignano PE 42 21 13 57 V Montelparo AP 43 01 13 32 V Teramo TE 42 40 13 42 V Morro d’Alba AN 43 36 13 13 IV-V Celano AQ 42 05 13 33 V Montelupone MC 43 21 13 34 V Todi PG 42 47 12 24 V Notaresco TE 42 39 13 54 IV-V Cerreto d’Esi AN 43 19 12 59 V Montopoli di Sabina RI 42 15 12 41 V Torgiano PG 43 01 12 26 V Orsogna CH 42 13 14 17 IV-V Chieti CH 42 21 14 10 V Montorio al Vomano TE 42 35 13 38 V Tortoreto TE 42 48 13 55 V Orvieto TR 42 43 12 07 IV-V Cingoli MC 43 22 13 13 V Morrovalle MC 43 19 13 35 V Urbisaglia MC 43 12 13 23 V Palmiano AP 42 54 13 27 IV-V Civita Castellana VT 42 18 12 25 V Mosciano Sant’Angelo TE 42 45 13 53 V Valfabbrica PG 43 09 12 36 V Poggio San Marcello AN 43 31 13 05 IV-V Collazzone PG 42 54 12 26 V Narni TR 42 31 12 31 V Vallerano RM 41 53 12 58 V Ponzano di Fermo AP 43 06 13 40 IV-V Colmurano MC 43 10 13 21 V Narni Scalo TR 42 32 12 31 V Vasanello VT 42 25 12 21 V Porto San Giorgio AP 43 11 13 48 IV-V Colonnella TE 42 52 13 52 V Nepi VT 42 14 12 21 V Vignanello VT 42 23 12 17 V Rapagnano AP 43 10 13 36 IV-V Comunanza AP 42 57 13 25 V Nereto TE 42 49 13 49 V Villa Santa Lucia degli Abruzzi AQ42 20 13 47 V Rosara AP 42 50 13 32 IV-V Corchiano VT 42 21 12 21 V Nerito TE 42 33 13 29 V Viterbo VT 42 25 12 07 V San Marcello AN 43 35 13 12 IV-V Corridonia MC 43 15 13 31 V Oriolo Romano VT 42 09 12 08 V Firenze FI 43 47 11 15 F Sigillo PG 43 20 12 44 IV-V Corvaro RI 42 12 13 16 V Orte VT 42 28 12 23 V Lucca LU 43 51 10 30 F Soriano nel Cimino VT 42 25 12 14 IV-V Cossignano AP 42 59 13 41 V Ortucchio AQ 41 57 13 39 V Siena SI 43 19 11 20 F Sutri VT 42 14 12 13 IV-V Crognaleto TE 42 35 13 29 V Ovindoli AQ 42 08 13 31 V Acquasanta Terme AP 42 46 13 25 IV-V Tagliacozzo AQ 42 04 13 15 IV-V Deruta PG 42 59 12 25 V Passo Corese RI 42 09 12 39 V Alatri FR 41 44 13 21 IV-V Venarotta AP 42 53 13 30 IV-V Esanatoglia MC 43 15 12 57 V Penna Sant’Andrea TE 42 36 13 46 V Altino CH 42 06 14 20 IV-V Veroli FR 41 41 13 25 IV-V Fabrica di Roma VT 42 20 12 18 V Perugia PG 43 06 12 23 V Anagni FR 41 45 13 09 IV-V Acqualagna PU 43 37 12 40 IV Faleria VT 42 14 12 27 V Pesaro PU 43 54 12 54 V Arpino FR 41 39 13 37 IV-V Acquaviva SI 43 23 11 10 IV Fara in Sabina RI 42 13 12 44 V Petrignano PG 43 06 12 32 V Canepina VT 42 23 12 14 IV-V Acquaviva Picena AP 42 57 13 49 IV 262 263

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Acuto FR 41 47 13 11 IV Civitella d’Agliano VT 42 36 12 11 IV Montegabbione TR 42 55 12 06 IV Tivoli RM 41 58 12 48 IV Allerona TR 42 49 11 58 IV Collarmele AQ 42 04 13 38 IV Montegranaro AP 43 14 13 38 IV Torino di Sangro CH 42 11 14 32 IV Altidona AP 43 06 13 48 IV Fabro TR 42 52 12 01 IV Monteleone d’Orvieto TR 42 55 12 03 IV Torre San Patrizio AP 43 11 13 36 IV Ancona AN 43 36 13 30 IV Falconara Marittima AN 43 38 13 24 IV Montenerodomo CH 41 58 14 15 IV Torricella Peligna CH 42 01 14 16 IV Anghiari AR 43 32 12 03 IV Falerone AP 43 06 13 28 IV Monterchi AR 43 29 12 07 IV Tossicia TE 42 33 13 39 IV Apecchio PU 43 33 12 25 IV Fara Filiorum Petri CH 42 15 14 11 IV Monterubbiano AP 43 05 13 43 IV Trasacco AQ 41 57 13 32 IV Apiro MC 43 23 13 08 IV Farindola PE 42 26 13 49 IV Moresco AP 43 05 13 44 IV Tuscania VT 42 25 11 52 IV Arcevia AN 43 30 12 56 IV Ferentino FR 41 41 13 15 IV Napoli NA 40 51 14 16 IV Urbania PU 43 40 12 31 IV Archi CH 42 05 14 23 IV Fermo AP 43 10 13 43 IV Navelli AQ 42 14 13 44 IV Urbino PU 43 44 12 38 IV Arielli CH 42 16 14 18 IV Ficulle TR 42 50 12 04 IV Numana AN 43 31 13 37 IV Vacone RI 42 23 12 39 IV Assergi AQ 42 25 13 30 IV Fiuggi FR 41 48 13 13 IV Offagna AN 43 32 13 26 IV Valentano VT 42 34 11 49 IV Bagnoregio VT 42 38 12 06 IV Fontecchio AQ 42 14 13 36 IV Ortona CH 42 21 14 24 IV Vejano VT 42 13 12 06 IV Barbarano Romano VT 42 15 12 04 IV Fossacesia CH 42 15 14 29 IV Ortona dei Marsi AQ 42 00 13 44 IV Vetralla VT 42 19 12 03 IV Baschi TR 42 40 12 13 IV Francavilla al Mare CH 42 25 14 18 IV Osimo AN 43 29 13 29 IV Villa Santa Maria CH 41 57 14 21 IV Bassano Romano VT 42 13 12 12 IV Frascati RM 41 48 12 41 IV Ostra AN 43 37 13 09 IV Villamagna CH 42 20 14 14 IV Belvedere Ostrense AN 43 35 13 10 IV Frosinone FR 41 38 13 20 IV Paglieta CH 42 10 14 30 IV Vitorchiano VT 42 28 12 10 IV Bisenti TE 42 32 13 48 IV Gallese VT 42 22 12 24 IV Palena CH 41 59 14 08 IV Agugliano AN 43 33 13 23 III-IV Blera VT 42 16 12 02 IV Gessopalena CH 42 03 14 16 IV Paliano FR 41 48 13 03 IV Aquino FR 41 30 13 42 III-IV Bolognano PE 42 13 13 58 IV Gioia dei Marsi AQ 41 57 13 42 IV Parrano TR 42 52 12 06 IV Atina FR 41 37 13 48 III-IV Bolsena VT 42 39 11 59 IV Giulianova TE 42 45 13 57 IV Pedaso AP 43 06 13 50 IV Civitella Messer Raimondo CH42 05 14 13 III-IV Bomarzo VT 42 29 12 15 IV Goriano Sicoli AQ 42 05 13 46 IV Pennadomo CH 42 00 14 20 IV Colbordolo PU 43 49 12 43 III-IV Borgorose RI 42 12 13 14 IV Grottazzolina AP 43 07 13 36 IV Pescara PE 42 28 14 13 IV Corinaldo AN 43 39 13 03 III-IV Bracciano RM 42 06 12 11 IV Grotte di Castro VT 42 40 11 52 IV Pescina AQ 42 01 13 39 IV Fara San Martino CH 42 05 14 12 III-IV Cabernardi AN 43 30 12 52 IV Guardiagrele CH 42 11 14 13 IV Pescorocchiano RI 42 12 13 09 IV Morino AQ 41 52 13 27 III-IV Camerata Picena AN 43 35 13 21 IV Isernia IS 41 36 14 14 IV Pineto TE 42 36 14 04 IV Piansano VT 42 31 11 50 III-IV Campagnano di Roma RM 42 08 12 23 IV Isola del Liri FR 41 41 13 35 IV Poggio San Vicino MC 43 22 13 05 IV Polverigi AN 43 31 13 24 III-IV Campofilone AP 43 05 13 49 IV Jesi AN 43 31 13 15 IV Poggiofiorito CH 42 15 14 19 IV Proceno VT 42 45 11 50 III-IV Canino VT 42 28 11 45 IV Lama dei Peligni CH 42 02 14 11 IV Porto Recanati MC 43 26 13 40 IV San Vito Chietino CH 42 18 14 27 III-IV Cantiano PU 43 28 12 38 IV Lanciano CH 42 14 14 23 IV Porto Sant’Elpidio AP 43 15 13 46 IV Sansepolcro AR 43 34 12 08 III-IV Capestrano AQ 42 16 13 46 IV Lapedona AP 43 07 13 46 IV Potenza Picena MC 43 22 13 37 IV Scerni CH 42 06 14 34 III-IV Capistrello AQ 41 58 13 23 IV Loreto AN 43 26 13 37 IV Rapino CH 42 13 14 11 IV Spinaceto RM 41 47 12 26 III-IV Capodimonte VT 42 33 11 55 IV Luco dei Marsi AQ 41 58 13 28 IV Ripe San Ginesio MC 43 09 13 22 IV Strangolagalli FR 41 36 13 30 III-IV Capranica VT 42 15 12 11 IV Lugnano in Teverina TR 42 34 12 20 IV Roseto degli Abruzzi TE 42 40 14 01 IV Tollo CH 42 20 14 19 III-IV Casalbordino CH 42 09 14 35 IV Maiolati Spontini AN 43 29 13 07 IV San Benedetto dei Marsi AQ42 00 13 37 IV Torrita di Siena SI 43 10 11 46 III-IV Casalvieri FR 41 38 13 43 IV Manoppello PE 42 15 14 04 IV San Lorenzo Nuovo VT 42 41 11 54 IV Acquapendente VT 42 45 11 52 III Castel Frentano CH 42 12 14 21 IV Marino RM 41 46 12 40 IV San Martino al Cimino VT 42 22 12 08 IV Acquaviva SI 43 07 11 52 III Castel Giorgio TR 42 42 11 59 IV Marsciano PG 42 55 12 20 IV San Nicolò a Tordino TE 42 42 13 47 IV Arce FR 41 35 13 34 III Castel Viscardo TR 42 45 12 00 IV Marta VT 42 32 11 55 IV San Venanzo TR 42 52 12 16 IV Balsorano AQ 41 48 13 34 III Castelbellino AN 43 29 13 09 IV Martinsicuro TE 42 53 13 55 IV Santa Maria Nuova AN 43 30 13 19 IV Barbara AN 43 35 13 01 III Castelfidardo AN 43 28 13 33 IV Massa Fermana AP 43 09 13 29 IV Sant’Angelo in Lizzola PU 43 50 12 48 IV Bettolle SI 43 12 11 48 III Castelvecchio Subequo AQ42 08 13 44 IV Miglianico CH 42 22 14 18 IV Sant’Angelo in Pontano MC 43 06 13 24 IV Boville Ernica FR 41 39 13 28 III Castiglione in Teverina VT 42 39 12 12 IV Monsano AN 43 34 13 15 IV Sant’Eusanio del Sangro CH42 10 14 20 IV Cassino FR 41 29 13 50 III Castignano AP 42 56 13 37 IV Montappone AP 43 08 13 28 IV Scurcola Marsicana AQ 42 04 13 20 IV Castelleone di Suasa AN 43 36 12 59 III Celleno VT 42 33 12 08 IV Monte Porzio Catone RM 41 49 12 43 IV Secinaro AQ 42 09 13 41 IV Cetona SI 42 58 11 54 III Cellino Attanasio TE 42 35 13 52 IV Monte Roberto AN 43 29 13 08 IV Serra San Quirico AN 43 27 13 01 IV Lettopalena CH 42 00 14 10 III Cerchio AQ 42 04 13 36 IV Monte San Giusto MC 43 14 13 36 IV Serra de’ Conti AN 43 33 13 02 IV Marzocca AN 43 40 13 18 III Chiaravalle AN 43 36 13 20 IV Monte Vidon Corrado AP 43 07 13 29 IV Silvi TE 42 33 14 07 IV Mercatello sul Metauro PU43 39 12 20 III Chiusi SI 43 01 11 57 IV Montecchio TR 42 40 12 17 IV Sirolo AN 43 31 13 37 IV Monte Romano VT 42 16 11 54 III Città di Castello PG 43 27 12 14 IV Montecosaro MC 43 19 13 38 IV Sulmona AQ 42 03 13 56 IV Montemurlo PO 43 56 11 02 III Civitanova Alta MC 43 19 13 41 IV Montefiascone VT 42 32 12 02 IV Supino FR 41 37 13 13 IV Montepulciano SI 43 06 11 47 III Civitella Roveto AQ 41 55 13 25 IV Montefiore dell’Aso AP 43 03 13 45 IV Taranta Peligna CH 42 01 14 10 IV Morolo FR 41 38 13 12 III 264 265

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Onano VT 42 42 11 49 III Rosciano PE 42 19 14 03 III Tavernacce PG 43 14 12 25 VII Pieve di Compresseto PG 43 14 12 41 VI Ostra Vetere AN 43 36 13 04 III San Casciano dei Bagni SI 42 52 11 53 III Umbertide PG 43 18 12 20 VII Ponte San Giovanni PG 43 05 12 26 VI Palombaro CH 42 08 14 14 III San Giovanni Incarico FR 41 30 13 33 III Valtopina PG 43 03 12 45 VII Preggio PG 43 14 12 13 VI Pescocostanzo AQ 41 53 14 04 III San Vincenzo Valle Roveto AQ41 50 13 31 III Apecchio PU 43 33 12 25 VI-VII Rancale PG 43 15 12 23 VI Pico FR 41 27 13 34 III Sant’Angelo in Vado PU 43 40 12 25 III Badia di San Benedetto PG 43 26 12 28 VI-VII San Biagio PG 43 23 12 25 VI Piobbico PU 43 35 12 31 III Senigallia AN 43 43 13 13 III Bastia Umbra PG 43 04 12 33 VI-VII San Gratignano PG 43 12 12 20 VI Pontecorvo FR 41 27 13 40 III Tarquinia VT 42 15 11 45 III Branca PG 43 16 12 41 VI-VII San Lorenzo PG 43 21 12 21 VI Roccaraso AQ 41 51 14 05 III Cantagallo FI 43 42 11 13 NF Canoscio PG 43 23 12 13 VI-VII San Lorenzo di Montenero PG 43 11 12 23 VI Roccascalegna CH 42 04 14 18 III Porto Santo Stefano GR 42 26 11 07 NF Carugi PG 43 11 12 36 VI-VII San Pellegrino PG 43 16 12 44 VI Roccasecca FR 41 33 13 40 III San Casciano in Val di Pesa FI 43 39 11 11 NF Casa Castalda PG 43 12 12 39 VI-VII Sansepolcro AR 43 34 12 08 VI Casamorcia PG 43 22 12 32 VI-VII Santa Maria di Sette PG 43 20 12 19 VI Civitella Ranieri PG 43 19 12 22 VI-VII Sant’Anna PG 43 24 12 26 VI 1984 04 29 05:02:57 TU n = 43 13 12 31 Io = VIII Siti n. 592 Me 5.6 Umbria settentrionale Costacciaro PG 43 21 12 43 VI-VII Sellano PG 42 53 12 56 VI Fossato di Vico PG 43 18 12 46 VI-VII Serra Partucci PG 43 19 12 23 VI località lat. long. I località lat. long. I Maestrello PG 43 11 12 19 VI-VII Sigillo PG 43 20 12 44 VI Bellugello PG 43 13 12 34 VIII Casanova PG 43 19 12 31 VII Mocaiana PG 43 23 12 30 VI-VII Spello PG 42 59 12 40 VI Belvedere PG 43 13 12 32 VIII Case Colle PG 43 15 12 37 VII Morleschio PG 43 13 12 28 VI-VII Spindoli MC 43 12 12 54 VI Casacce PG 43 11 12 26 VIII Case Vaccaria PG 43 14 12 36 VII Nogna PG 43 24 12 27 VI-VII Trestina PG 43 22 12 14 VI Biscina PG 43 13 12 35 VII-VIII Castiglione PG 43 17 12 29 VII Palazzo PG 43 06 12 34 VI-VII Urbania PU 43 40 12 31 VI Camporeggiano PG 43 21 12 25 VII-VIII Cipolleto PG 43 20 12 35 VII Petrignano PG 43 06 12 32 VI-VII Vescia-Scanzano PG 42 59 12 44 VI Cantignano PG 43 13 12 33 VII-VIII Città di Castello PG 43 27 12 14 VII Piobbico MC 43 00 13 16 VI-VII Viole PG 43 03 12 38 VI Caprignone PG 43 13 12 35 VII-VIII Civitella Benazzone PG 43 12 12 27 VII Poggio Morico PG 43 10 12 39 VI-VII Acqualagna PU 43 37 12 40 V-VI Carestello PG 43 17 12 32 VII-VIII Col Francesco PG 43 15 12 25 VII Poggio San Dionisio PG 43 10 12 37 VI-VII Anghiari AR 43 32 12 03 V-VI Colombella Bassa PG 43 09 12 30 VII-VIII Col Palombo PG 43 15 12 37 VII San Potente PG 43 03 12 38 VI-VII Arezzo AR 43 28 11 53 V-VI Fratticiola Selvatica PG 43 11 12 33 VII-VIII Coltavolino PG 43 14 12 27 VII San Vitale PG 43 03 12 38 VI-VII Armenzano PG 43 04 12 42 V-VI Gualdo Tadino PG 43 14 12 47 VII-VIII Farneto PG 43 10 12 30 VII Sant’Angelo di Celle PG 43 00 12 23 VI-VII Barzotto PG 43 28 12 18 V-VI Monteluiano PG 43 20 12 32 VII-VIII Giobbino PG 43 14 12 36 VII Tordandrea PG 43 02 12 33 VI-VII Caberta PG 43 06 12 38 V-VI Montone PG 43 22 12 20 VII-VIII Goregge PG 43 19 12 28 VII Ascagnano PG 43 15 12 23 VI Caldarola MC 43 08 13 14 V-VI Padule PG 43 19 12 37 VII-VIII Gubbio PG 43 21 12 35 VII Badia PG 43 17 12 21 VI Cannara PG 42 47 12 30 V-VI Parlesca PG 43 13 12 24 VII-VIII Il Palazzo PG 42 51 12 28 VII Bastiola PG 43 05 12 33 VI Casa Conte PG 43 05 12 41 V-VI Petroia PG 43 14 12 34 VII-VIII Loreto PG 42 50 12 28 VII Bettona PG 43 01 12 29 VI Cerreto di Spoleto PG 42 49 12 55 V-VI Piccione PG 43 11 12 31 VII-VIII Mengara PG 43 16 12 34 VII Bevagna PG 42 56 12 36 VI Crocicchio PG 43 16 12 43 V-VI Pierantonio PG 43 16 12 24 VII-VIII Montanaldo PG 43 18 12 30 VII Camerino MC 43 08 13 04 VI Foligno PG 42 57 12 42 V-VI Pilonico Paterno PG 43 09 12 31 VII-VIII Montelabate PG 43 12 12 30 VII Capannaccio PG 42 58 12 44 VI Magione PG 43 08 12 12 V-VI Ponte Pattoli PG 43 10 12 26 VII-VIII Montelovesco PG 43 18 12 25 VII Carpini PG 43 23 12 23 VI Monterchi AR 43 29 12 07 V-VI Ponte della Resina PG 43 12 12 26 VII-VIII Nerbisci PG 43 22 12 30 VII Casenove PG 42 59 12 51 VI Passignano sul Trasimeno PG 43 11 12 08 V-VI Rancolfo PG 43 14 12 26 VII-VIII Nocera Umbra PG 43 07 12 47 VII Castel d’Arno PG 43 09 12 32 VI San Giustino PG 43 33 12 10 V-VI Rivotorto PG 43 03 12 37 VII-VIII Perugia PG 43 06 12 23 VII Castelraimondo MC 43 13 13 03 VI Serra Sant’Abbondio PU 43 29 12 46 V-VI San Martino in Colle PG 43 02 12 22 VII-VIII Pian d’Assino PG 43 18 12 22 VII Cerosa PG 43 13 12 41 VI Serrapetrona MC 43 11 13 11 V-VI Santa Cristina TR 42 50 12 03 VII-VIII Pietralunga PG 43 26 12 26 VII Citerna PG 43 30 12 07 VI Sterpeto PG 43 07 12 33 V-VI Scritto PG 43 14 12 33 VII-VIII Pietramelina PG 43 16 12 26 VII Cordigliano PG 43 10 12 25 VI Torre Calzolari PG 43 18 12 40 V-VI Valfabbrica PG 43 09 12 36 VII-VIII Ponte d’Assi PG 43 19 12 35 VII Corlo PG 43 21 12 20 VI Vallecchio PG 43 25 12 27 V-VI Valle di Chiascio PG 43 16 12 35 VII-VIII Rocca Sant’Angelo PG 43 08 12 33 VII Giomici PG 43 12 12 37 VI Vallina AN 43 21 12 49 V-VI Abbazzia di Vallingegno PG43 15 12 34 VII San Cipriano PG 43 18 12 33 VII Migiana di Monte Tezio PG 43 12 12 23 VI Acquasparta TR 42 41 12 33 V Assisi PG 43 04 12 37 VII San Cristoforo PG 43 13 12 36 VII Monte Corona PG 43 16 12 21 VI Antirata PG 43 29 12 19 V Barcaccia PG 43 11 12 36 VII Santa Maria Maddalena PG 43 18 12 35 VII Monte Santa Maria Tiberina PG 43 26 12 10 VI Arcevia AN 43 30 12 56 V Brunetta PG 43 19 12 25 VII Santa Maria degli Angeli PG 43 03 12 35 VII Monteverde PG 43 10 12 34 VI Baruccio AN 43 27 12 48 V Cagli PU 43 33 12 39 VII Santa Maria di Colonnata PG 43 17 12 34 VII Osteria del Gatto PG 43 17 12 45 VI Bastia AN 43 21 12 49 V Cantiano PU 43 28 12 38 VII Scheggia PG 43 24 12 40 VII Pianello PG 43 09 12 32 VI Belforte all’Isauro PU 43 43 12 23 V Carbonesca PG 43 14 12 37 VII Semonte PG 43 22 12 32 VII Pieve San Quirico PG 43 13 12 24 VI Belforte del Chienti MC 43 10 13 14 V Caresto PG 43 13 12 37 VII Solfagnano PG 43 13 12 26 VII Pieve Torina MC 43 03 13 03 VI Belmonte Piceno AP 43 05 13 32 V 266 Carpiano PG 43 15 12 32 VII Spada PG 43 19 12 38 VII 267

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Belvedere AN 43 14 12 52 V Montelago AN 43 26 12 47 V Ravenna RA 44 25 12 12 F San Giovanni PG 43 03 12 43 IV-V Cacciano AN 43 17 12 51 V Monteleone di Fermo AP 43 03 13 32 V Roma RM 41 54 12 29 F San Giovanni del Pantano PG 43 13 12 20 IV-V Calcinare PG 43 29 12 19 V Montemonaco AP 42 54 13 20 V Terni TR 42 34 12 39 F San Marco PG 43 08 12 22 IV-V Calzolaro PG 43 21 12 13 V Moria PU 43 31 12 35 V Amandola AP 42 59 13 21 IV-V Santa Vittoria in Matenano AP 43 01 13 30 IV-V Campodiegoli AN 43 19 12 49 V Niccone PG 43 19 12 18 V Arquata del Tronto AP 42 46 13 18 IV-V Sant’Angelo in Pontano MC 43 06 13 24 IV-V Campodonico AN 43 14 12 52 V Ospedalicchio PG 43 05 12 30 V Arrone TR 42 35 12 46 IV-V Sant’Ippolito AP 43 01 13 21 IV-V Camporotondo di Fiastrone MC43 08 13 16 V Palazzo PG 43 28 12 18 V Badia Tedalda AR 43 42 12 11 IV-V Serra de’ Conti AN 43 33 13 02 IV-V Campottone MC 43 13 12 52 V Peglio PU 43 42 12 30 V Borgo Pace PU 43 39 12 18 IV-V Smerillo AP 43 00 13 27 IV-V Cancelli AN 43 18 12 50 V Pergola PU 43 34 12 50 V Caprese Michelangelo AR 43 38 11 59 IV-V Urbino PU 43 44 12 38 IV-V Cartoceto PU 43 37 12 49 V Pianello PU 43 31 12 33 V Castel Guelfo PG 43 32 12 26 IV-V Acquasanta Terme AP 42 46 13 25 IV Castiglioni AN 43 27 12 48 V Pieve Petroia PG 43 12 12 20 V Castelplanio AN 43 30 13 05 IV-V Acquaviva SI 43 07 11 52 IV Cenerente PG 43 09 12 21 V Poggio Sorifa MC 43 09 12 51 V Castiglione in Teverina VT 42 39 12 12 IV-V Acquaviva Picena AP 42 57 13 49 IV Cerreto d’Esi AN 43 19 12 59 V Promano PG 43 22 12 16 V Cerreto PU 43 32 12 33 IV-V Agosta RM 41 59 13 02 IV Cessapalombo MC 43 06 13 15 V Rucce AN 43 22 12 47 V Chiusi SI 43 01 11 57 IV-V Agugliano AN 43 33 13 23 IV Chiaserna PU 43 27 12 40 V Saltara PU 43 45 12 54 V Chiusi Scalo SI 43 00 11 57 IV-V Alba Adriatica TE 42 50 13 56 IV Collazzone PG 42 54 12 26 V San Felice AN 43 23 12 46 V Fabro TR 42 52 12 01 IV-V Allerona TR 42 49 11 58 IV Colle Umberto I PG 43 10 12 19 V San Lorenzo in Campo PU 43 36 12 57 V Ficulle TR 42 50 12 04 IV-V Altidona AP 43 06 13 48 IV Colmurano MC 43 10 13 21 V San Secondo PG 43 24 12 14 V Fratta Todina PG 42 51 12 22 IV-V Amatrice RI 42 38 13 17 IV Comunanza AP 42 57 13 25 V San Severino Marche MC 43 14 13 11 V Frontino PU 43 46 12 23 IV-V Amelia TR 42 33 12 25 IV Corniole PG 43 31 12 28 V San Venanzo TR 42 52 12 16 V Isola del Piano PU 43 44 12 47 IV-V Antrodoco RI 42 25 13 05 IV Cupo AN 43 20 12 49 V Sant’Agata Feltria PU 43 52 12 13 V Leonessa RI 42 34 12 58 IV-V Appignano del Tronto AP 42 54 13 40 IV Cupramontana AN 43 27 13 07 V Sant’Angelo in Vado PU 43 40 12 25 V Loro Piceno MC 43 10 13 25 IV-V Auditore PU 43 49 12 34 IV Deruta PG 42 59 12 25 V Sarnano MC 43 02 13 18 V Lunano PU 43 44 12 26 IV-V Barbara AN 43 35 13 01 IV Fabbrecce PG 43 23 12 14 V Sassocorvaro PU 43 47 12 30 V Marsciano PG 42 55 12 20 IV-V Barchi PU 43 40 12 56 IV Fabriano AN 43 20 12 54 V Sefro MC 43 09 12 57 V Massa MC 43 11 12 56 IV-V Baschi TR 42 40 12 13 IV Falerone AP 43 06 13 28 V Serra San Quirico AN 43 27 13 01 V Massa Fermana AP 43 09 13 29 IV-V Bellaria RN 44 09 12 27 IV Ferentillo TR 42 37 12 47 V Serradica AN 43 16 12 51 V Massa Martana PG 42 47 12 31 IV-V Belvedere Ostrense AN 43 35 13 10 IV Fermignano PU 43 40 12 39 V Serrungarina PU 43 45 12 53 V Mergo AN 43 28 13 02 IV-V Bettolle SI 43 12 11 48 IV Fonte di Brescia MC 43 09 12 53 V Servigliano AP 43 05 13 30 V Mombaroccio PU 43 48 12 51 IV-V Borbona RI 42 31 13 08 IV Force AP 42 58 13 29 V Sestino AR 43 42 12 18 V Monsampietro AP 42 55 13 31 IV-V Borgo Velino RI 42 24 13 03 IV Fossato PU 43 27 12 39 V Sinalunga SI 43 13 11 44 V Monte Castello di Vibio PG42 50 12 21 IV-V Camerano AN 43 32 13 33 IV Fraccano PG 43 30 12 18 V Spina PG 42 59 12 17 V Monte San Martino MC 43 02 13 26 IV-V Camerata Picena AN 43 35 13 21 IV Fratte Rosa PU 43 38 12 54 V Spoleto PG 42 44 12 44 V Montecalvo in Foglia PU 43 49 12 38 IV-V Campli TE 42 44 13 41 IV Frontone PU 43 31 12 44 V Todi PG 42 47 12 24 V Montecastrilli TR 42 39 12 29 IV-V Campofilone AP 43 05 13 49 IV Genga AN 43 26 12 56 V Tolentino MC 43 13 13 17 V Montefalcone Appennino AP 42 59 13 28 IV-V Capocavallo PG 43 09 12 19 IV Gualdo MC 43 04 13 20 V Torgiano PG 43 01 12 26 V Montefelcino PU 43 44 12 50 IV-V Capodimonte VT 42 33 11 55 IV Gualdo Cattaneo PG 42 55 12 33 V Torre San Patrizio AP 43 11 13 36 V Montegabbione TR 42 55 12 06 IV-V Caprarola VT 42 20 12 14 IV La Torraccia PG 43 10 12 21 V Urbisaglia MC 43 12 13 23 V Monteleone d’Orvieto TR 42 55 12 03 IV-V Carassai AP 43 02 13 41 IV Laverino MC 43 08 12 53 V Val di Maggio PG 43 31 12 28 V Montelparo AP 43 01 13 32 IV-V Carbognano VT 42 20 12 16 IV Lerchi PG 43 29 12 12 V Valdolmo AN 43 26 12 48 V Papigno TR 42 33 12 41 IV-V Carpegna PU 43 47 12 20 IV Lugnano PG 43 22 12 11 V Viacce AN 43 22 12 48 V Parrano TR 42 52 12 06 IV-V Castel Colonna AN 43 41 13 06 IV Matelica MC 43 15 13 01 V Visso MC 42 56 13 05 V Penna San Giovanni MC 43 03 13 26 IV-V Castel Viscardo TR 42 45 12 00 IV Mercatello sul Metauro PU43 39 12 20 V Ancona AN 43 36 13 30 F Petriano PU 43 47 12 44 IV-V Castelbellino AN 43 29 13 09 IV Molinaccio Umbro PG 43 12 12 52 V Ascoli Piceno AP 42 51 13 35 F Piandimeleto PU 43 43 12 25 IV-V Casteldelci PU 43 47 12 09 IV Montappone AP 43 08 13 28 V Bologna BO 44 30 11 20 F Pieve Santo Stefano AR 43 40 12 02 IV-V Castelfidardo AN 43 28 13 33 IV Montecarotto AN 43 32 13 04 V Fano PU 43 50 13 01 F Pioraco MC 43 11 12 59 IV-V Castelleone di Suasa AN 43 36 12 59 IV Montecastelli PG 43 20 12 18 V Firenze FI 43 47 11 15 F Poggio San Marcello AN 43 31 13 05 IV-V Castelli CH 42 13 14 26 IV Montecosaro MC 43 19 13 38 V Forlì FC 44 13 12 03 F Ripe San Ginesio MC 43 09 13 22 IV-V Castorano AP 42 54 13 44 IV Montefalco PG 42 54 12 39 V Livorno LI 43 33 10 19 F Rosara AP 42 50 13 32 IV-V Cesena FC 44 08 12 15 IV Montefortino AP 42 57 13 21 V Macerata MC 43 18 13 27 F San Ginesio MC 43 06 13 19 IV-V Cetona SI 42 58 11 54 IV Montegiorgio AP 43 08 13 32 V Pisa PI 43 43 10 24 F San Giorgio di Pesaro PU 43 43 12 59 IV-V Chianciano Terme SI 43 03 11 50 IV 268 269

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Chiaravalle AN 43 36 13 20 IV Monte Porzio PU 43 41 13 03 IV Porto Recanati MC 43 26 13 40 IV Filottrano AN 43 26 13 21 III-IV Cittaducale RI 42 23 12 57 IV Monte Rinaldo AP 43 02 13 35 IV Porto San Giorgio AP 43 11 13 48 IV Folignano AP 42 49 13 38 III-IV Civita Castellana VT 42 18 12 25 IV Monte Roberto AN 43 29 13 08 IV Porto Sant’Elpidio AP 43 15 13 46 IV Latera VT 42 38 11 50 III-IV Civitanova Alta MC 43 19 13 41 IV Monte San Pietrangeli AP 43 11 13 35 IV Posta RI 42 31 13 06 IV Massignano AP 43 03 13 48 III-IV Civitella del Tronto TE 42 46 13 40 IV Monte San Vito AN 43 36 13 16 IV Rapagnano AP 43 10 13 36 IV Mercatino Conca PU 43 52 12 30 III-IV Civitella d’Agliano VT 42 36 12 11 IV Monte Urano AP 43 12 13 40 IV Recanati MC 43 24 13 33 IV Mondolfo PU 43 45 13 06 III-IV Colbordolo PU 43 49 12 43 IV Monte Vidon Combatte AP43 03 13 38 IV Riccione RN 44 00 12 40 IV Montefiascone VT 42 32 12 02 III-IV Colledara TE 42 32 13 41 IV Montebuono RI 42 22 12 36 IV Rieti RI 42 24 12 52 IV Pedaso AP 43 06 13 50 III-IV Collescipoli TR 42 32 12 37 IV Montecchio TR 42 40 12 17 IV Ripatransone AP 43 00 13 46 IV Piansano VT 42 31 11 50 III-IV Collevecchio FR 41 33 14 00 IV Monteciccardo PU 43 49 12 49 IV Ripe AP 42 53 13 30 IV Pienza SI 43 05 11 41 III-IV Colonnella TE 42 52 13 52 IV Montedinove AP 42 58 13 35 IV Rocca Santa Maria TE 42 41 13 32 IV Pistoia PT 43 56 10 55 III-IV Contigliano RI 42 25 12 46 IV Montefiore dell’Aso AP 43 03 13 45 IV Rocca di Cambio AQ 42 14 13 29 IV Porto Potenza Picena MC 43 22 13 42 III-IV Corchiano VT 42 21 12 21 IV Montegallo AN 43 31 13 29 IV Saludecio RN 43 52 12 40 IV Prato PO 43 53 11 06 III-IV Corinaldo AN 43 39 13 03 IV Montegranaro AP 43 14 13 38 IV San Benedetto del Tronto AP 42 56 13 54 IV Rocca di Mezzo AQ 42 12 13 31 III-IV Corropoli TE 42 50 13 50 IV Montegridolfo RN 43 51 12 41 IV San Costanzo PU 43 46 13 04 IV Ronciglione VT 42 17 12 13 III-IV Cossignano AP 42 59 13 41 IV Montelabbate PU 43 51 12 47 IV San Leo PU 43 54 12 21 IV Sassofeltrio PU 43 53 12 31 III-IV Fabrica di Roma VT 42 20 12 18 IV Montelupone MC 43 21 13 34 IV San Marcello MC 43 06 13 04 IV Savignano sul Rubicone FC 44 05 12 24 III-IV Fano Adriano TE 42 33 13 32 IV Montemarciano AN 43 38 13 19 IV San Paolo di Jesi AN 43 27 13 10 IV Serra di Maiolo PU 43 52 12 19 III-IV Fermo AP 43 10 13 43 IV Monteprandone AP 42 55 13 50 IV Santa Maria Nuova AN 43 30 13 19 IV Sogliano al Rubicone FC 44 00 12 18 III-IV Forano RI 42 18 12 36 IV Montepulciano SI 43 06 11 47 IV Sant’Angelo in Lizzola PU 43 50 12 48 IV Talamello PU 43 54 12 17 III-IV Fossombrone PU 43 41 12 49 IV Monterado AN 43 42 13 06 IV Sant’Egidio alla Vibrata TE 42 49 13 43 IV Torricella Sicura TE 42 39 13 39 III-IV Francavilla d’Ete AP 43 11 13 32 IV Monterubbiano AP 43 05 13 43 IV Sant’Elpidio a Mare AP 43 14 13 41 IV Arsoli RM 42 02 13 01 III Gabicce Mare PU 43 58 12 45 IV Montorio al Vomano TE 42 35 13 38 IV Sarsina FC 43 55 12 09 IV Avezzano AQ 42 02 13 26 III Gavignano RM 41 42 13 03 IV Montottone AP 43 04 13 35 IV Sarteano SI 42 59 11 52 IV Bisenti TE 42 32 13 48 III Giove TR 42 31 12 19 IV Moresco AP 43 05 13 44 IV Sassoferrato AN 43 26 12 51 IV Castellalto TE 42 41 13 49 III Gradara PU 43 56 12 46 IV Morro d’Alba AN 43 36 13 13 IV Senigallia AN 43 43 13 13 IV Castignano AP 42 56 13 37 III Grottammare AP 42 59 13 52 IV Morrovalle MC 43 19 13 35 IV Spinetoli AP 42 53 13 46 IV Falconara Marittima AN 43 38 13 24 III Grottazzolina AP 43 07 13 36 IV Nereto TE 42 49 13 49 IV Staffolo AN 43 26 13 11 IV Fiamignano RI 42 16 13 08 III Grotte di Castro VT 42 40 11 52 IV Nerito TE 42 33 13 29 IV Stimigliano RI 42 18 12 34 IV Giulianova TE 42 45 13 57 III Guardea TR 42 37 12 18 IV Novafeltria PU 43 54 12 17 IV Stroncone TR 42 30 12 40 IV Lubriano VT 42 38 12 07 III Igea Marina RN 44 08 12 29 IV Numana AN 43 31 13 37 IV Sutri VT 42 14 12 13 IV Mezzano PC 45 07 10 00 III Jesi AN 43 31 13 15 IV Offagna AN 43 32 13 26 IV Tarano RI 42 21 12 36 IV Montegrimano PU 43 52 12 28 III Labro RI 42 31 12 48 IV Offida AP 42 56 13 41 IV Tavoleto PU 43 51 12 36 IV Montemaggiore al Metauro PU 43 44 12 57 III Lapedona AP 43 07 13 46 IV Orciano di Pesaro PU 43 41 12 58 IV Tavullia PU 43 54 12 45 IV Morro d’Oro TE 42 40 13 55 III Loreto AN 43 26 13 37 IV Oriolo Romano VT 42 09 12 08 IV Teramo TE 42 40 13 42 IV Notaresco TE 42 39 13 54 III Lugnano in Teverina TR 42 34 12 20 IV Orte VT 42 28 12 23 IV Torri in Sabina RI 42 21 12 38 IV Ovindoli AQ 42 08 13 31 III Macerata Feltria PU 43 48 12 27 IV Ortezzano AP 43 02 13 37 IV Torrita di Siena SI 43 10 11 46 IV Penna Sant’Andrea TE 42 36 13 46 III Macerone FC 44 09 12 20 IV Orvieto TR 42 43 12 07 IV Tortoreto TE 42 48 13 55 IV Petrella Salto RI 42 18 13 04 III Magliano Sabina RI 42 22 12 29 IV Osimo AN 43 29 13 29 IV Tossicia TE 42 33 13 39 IV Piagge AP 42 50 13 35 III Magliano di Tenna AP 43 08 13 35 IV Ostra AN 43 37 13 09 IV Tuscania VT 42 25 11 52 IV Pineto TE 42 36 14 04 III Maiolati Spontini AN 43 29 13 07 IV Ostra Vetere AN 43 36 13 04 IV Valentano VT 42 34 11 49 IV Potenza Picena MC 43 22 13 37 III Martinsicuro TE 42 53 13 55 IV Passo Corese RI 42 09 12 39 IV Valle Castellana TE 42 44 13 30 IV Roseto degli Abruzzi TE 42 40 14 01 III Mercato Vecchio PU 43 48 12 23 IV Pennabilli PU 43 49 12 16 IV Vallinfreda RM 42 05 13 00 IV San Nicolò a Tordino TE 42 42 13 47 III Micigliano RI 42 27 13 03 IV Pesaro PU 43 54 12 54 IV Venarotta AP 42 53 13 30 IV Subiaco RM 41 55 13 06 III Mondaino RN 43 51 12 40 IV Petritoli AP 43 04 13 39 IV Villa Piattoni AP 42 52 13 42 IV Affile RM 41 53 13 06 NF Mondavio PU 43 40 12 58 IV Pian di Nese PG 43 14 12 19 IV Villagrande PU 43 50 12 22 IV Barbarano Romano VT 42 15 12 04 NF Monsampolo del Tronto AP 42 54 13 48 IV Pietracamela TE 42 31 13 33 IV Bagnoregio VT 42 38 12 06 III-IV Bassano Romano VT 42 13 12 12 NF Monsano AN 43 34 13 15 IV Poggio Mirteto RI 42 16 12 41 IV Bellante TE 42 45 13 48 III-IV Bassano in Teverina VT 42 28 12 19 NF Montalto delle Marche AP 42 59 13 36 IV Polverigi AN 43 31 13 24 IV Capranica VT 42 15 12 11 III-IV Bellegra RM 41 53 13 02 NF Monte Cerignone PU 43 50 12 25 IV Ponzano di Fermo AP 43 06 13 40 IV Castel Giorgio TR 42 42 11 59 III-IV Bertinoro FC 44 09 12 08 NF Monte Giberto AP 43 05 13 38 IV Porano TR 42 41 12 06 IV Cupra Marittima AP 43 01 13 52 III-IV Blera VT 42 16 12 02 NF 270 271

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Camerata Nuova RM 42 01 13 06 NF Savarna RA 44 30 12 07 NF Maiolati Spontini AN 43 29 13 07 IV Accumoli RI 42 42 13 15 III Cellino Attanasio TE 42 35 13 52 NF Silvi TE 42 33 14 07 NF Matelica MC 43 15 13 01 IV Avigliano Umbro TR 42 39 12 26 III Gerano RM 41 56 13 00 NF Vallepietra RM 41 56 13 14 NF Mogliano MC 43 11 13 29 IV Castel Ritaldi PG 42 49 12 40 III Jenne RM 41 53 13 10 NF Vejano VT 42 13 12 06 NF Monte Subasio [] 43 03 12 40 IV Fratta Todina PG 42 51 12 22 III Monte Urano AP 43 12 13 40 IV Gualdo Cattaneo PG 42 55 12 33 III Montegiorgio AP 43 08 13 32 IV Loro Piceno MC 43 10 13 25 III 1997 09 03 22:07 TU n = 43 04 12 58 Io = V-VI Siti n. 171 Me 4.7 Appennino umbro-march. Monteleone di Spoleto PG 42 39 12 57 IV Offida AP 42 56 13 41 III località lat. long. I località lat. long. I Pievebovigliana MC 43 04 13 05 IV Pietralunga PG 43 26 12 26 III Monte Cavallo MC 43 00 13 00 V-VI Monte San Pietrangeli AP 43 11 13 35 IV-V Posta RI 42 31 13 06 IV Ponte Felcino PG 43 08 12 27 III Serravalle di Chienti MC 43 04 12 57 V-VI Monte Vidon Combatte AP 43 03 13 38 IV-V San Martino AP 42 44 13 27 IV Rotella AP 42 57 13 34 III Camerino MC 43 08 13 04 V Montefalco PG 42 54 12 39 IV-V San Severino Marche MC 43 14 13 11 IV San Lorenzo in Campo PU 43 36 12 57 III Campello sul Clitunno PG 42 49 12 47 V Montefortino AP 42 57 13 21 IV-V Sassoferrato AN 43 26 12 51 IV Santa Maria Nuova AN 43 30 13 19 III Camporotondo di Fiastrone MC 43 08 13 16 V Montegallo AP 42 50 13 20 IV-V Sigillo PG 43 20 12 44 IV Santa Vittoria in Matenano AP 43 01 13 30 III Cerreto di Spoleto PG 42 49 12 55 V Montemonaco AP 42 54 13 20 IV-V Staffolo AN 43 26 13 11 IV Sant’Anatolia di Narco PG 42 44 12 50 III Cessapalombo MC 43 06 13 15 V Norcia PG 42 48 13 06 IV-V Todi PG 42 47 12 24 IV Scheggino PG 42 43 12 50 III Esanatoglia MC 43 15 12 57 V Penna San Giovanni MC 43 03 13 26 IV-V Urbisaglia MC 43 12 13 23 IV Collazzone PG 42 54 12 26 II-III Fabriano AN 43 20 12 54 V Poggio San Marcello AN 43 31 13 05 IV-V Amatrice RI 42 38 13 17 III-IV Montalto delle Marche AP 42 59 13 36 II-III Foligno PG 42 57 12 42 V Poggio San Vicino MC 43 22 13 05 IV-V Arcevia AN 43 30 12 56 III-IV Acquasparta TR 42 41 12 33 II Gagliole MC 43 14 13 04 V Rivodutri RI 42 31 12 51 IV-V Barbara AN 43 35 13 01 III-IV Cagli PU 43 33 12 39 II Mergo AN 43 28 13 02 V Rosora AN 43 29 13 04 IV-V Belmonte Piceno AP 43 05 13 32 III-IV Candeleto PG 43 26 12 26 II Nocera Umbra PG 43 07 12 47 V Sarnano MC 43 02 13 18 IV-V Borbona RI 42 31 13 08 III-IV Rocca Santa Maria TE 42 41 13 32 II Pieve Torina MC 43 03 13 03 V Scheggia e Pascelupo PG 43 24 12 40 IV-V Castelbellino AN 43 29 13 09 III-IV Terni TR 42 34 12 39 II Pioraco MC 43 11 12 59 V Serra Sant’Abbondio PU 43 29 12 46 IV-V Cittareale RI 42 37 13 10 III-IV Arrone TR 42 35 12 46 NF Preci PG 42 53 13 02 V Serrapetrona MC 43 11 13 11 IV-V Force AP 42 58 13 29 III-IV Campotosto AQ 42 33 13 22 NF Sefro MC 43 09 12 57 V Spoleto PG 42 44 12 44 IV-V Giano dell’Umbria PG 42 50 12 35 III-IV Cantalice RI 42 28 12 54 NF Sellano PG 42 53 12 56 V Tolentino MC 43 13 13 17 IV-V Gubbio PG 43 21 12 35 III-IV Castignano AP 42 56 13 37 NF Spello PG 42 59 12 40 V Trevi PG 42 53 12 45 IV-V Leonessa RI 42 34 12 58 III-IV Colli sul Velino RI 42 30 12 47 NF Valtopina PG 43 03 12 45 V Ussita MC 42 57 13 08 IV-V Massa Martana PG 42 47 12 31 III-IV Corridonia MC 43 15 13 31 NF Visso MC 42 56 13 05 V Valfabbrica PG 43 09 12 36 IV-V Montecarotto AN 43 32 13 04 III-IV Deruta PG 42 59 12 25 NF Acquacanina MC 43 02 13 10 IV-V Venarotta AP 42 53 13 30 IV-V Montedinove AP 42 58 13 35 III-IV Labro RI 42 31 12 48 NF Amandola AP 42 59 13 21 IV-V Acquasanta Terme AP 42 46 13 25 IV Montone PG 43 22 12 20 III-IV Magione PG 43 08 12 12 NF Apiro MC 43 23 13 08 IV-V Albacina AN 43 20 13 00 IV Montottone AP 43 04 13 35 III-IV Marsciano PG 42 55 12 20 NF Assisi PG 43 04 12 37 IV-V Arquata del Tronto AP 42 46 13 18 IV Morrovalle MC 43 19 13 35 III-IV Montecassiano MC 43 22 13 26 NF Bevagna PG 42 56 12 36 IV-V Ascoli Piceno AP 42 51 13 35 IV Ortezzano AP 43 02 13 37 III-IV Montecastrilli TR 42 39 12 29 NF Bolognola MC 43 00 13 14 IV-V Bastia Umbra PG 43 04 12 33 IV Pergola PU 43 34 12 50 III-IV Montefano MC 43 25 13 26 NF Caldarola MC 43 08 13 14 IV-V Belforte del Chienti MC 43 10 13 14 IV Perugia PG 43 06 12 23 III-IV Montegranaro AP 43 14 13 38 NF Cannara PG 43 00 12 35 IV-V Bettona PG 43 01 12 29 IV Petritoli AP 43 04 13 39 III-IV Montereale AQ 42 31 13 15 NF Cascia PG 42 43 13 01 IV-V Castelplanio AN 43 30 13 05 IV Pollenza MC 43 16 13 21 III-IV Ospedaletto TR 42 50 12 13 NF Castelraimondo MC 43 13 13 03 IV-V Cingoli MC 43 22 13 13 IV Ponzano di Fermo AP 43 06 13 40 III-IV Poggio Bustone RI 42 30 12 53 NF Castelsantangelo sul Nera MC 42 54 13 09 IV-V Comunanza AP 42 57 13 25 IV Rapagnano AP 43 10 13 36 III-IV Polino TR 42 35 12 51 NF Cerreto d’Esi AN 43 19 12 59 IV-V Corciano PG 43 08 12 17 IV Serra San Quirico AN 43 27 13 01 III-IV San Gemini TR 42 37 12 33 NF Fiastra MC 43 02 13 09 IV-V Cupramontana AN 43 27 13 07 IV Serra de’ Conti AN 43 33 13 02 III-IV San Venanzo TR 42 52 12 16 NF Fiuminata MC 43 11 12 56 IV-V Falerone AP 43 06 13 28 IV Servigliano AP 43 05 13 30 III-IV Stroncone TR 42 30 12 40 NF Grottazzolina AP 43 07 13 36 IV-V Ferentillo TR 42 37 12 47 IV Torre San Patrizio AP 43 11 13 36 III-IV Torgiano PG 43 01 12 26 NF Gualdo Tadino PG 43 14 12 47 IV-V Fossato di Vico PG 43 18 12 46 IV Treia MC 43 19 13 19 III-IV Umbertide PG 43 18 12 20 NF Macerata MC 43 18 13 27 IV-V Genga AN 43 26 12 56 IV Valle Castellana TE 42 44 13 30 III-IV Monte Giberto AP 43 05 13 38 IV-V Jesi AN 43 31 13 15 IV 272 Monte San Martino MC 43 02 13 26 IV-V Magliano di Tenna AP 43 08 13 35 IV 273

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

1997 09 26 00:33 TU n = 43 02 13 00 Io = VII-VIII Siti n. 760 Me 5.6 Appennino umbro-march. località lat. long. I località lat. long. I Gubbio PG 43 21 12 35 V-VI Acciano AQ 42 11 13 43 V località lat. long. I località lat. long. I Loro Piceno MC 43 10 13 25 V-VI Accumoli RI 42 42 13 15 V Monte Cavallo MC 43 00 13 00 VII-VIII Lisciano Niccone PG 43 15 12 09 VI Magliano di Tenna AP 43 08 13 35 V-VI Acqualagna PU 43 37 12 40 V Valtopina PG 43 03 12 45 VII-VIII Maiolati Spontini AN 43 29 13 07 VI Massa Fermana AP 43 09 13 29 V-VI Acquaviva Picena AP 42 57 13 49 V Muccia MC 43 05 13 03 VII Montappone AP 43 08 13 28 VI Matelica MC 43 15 13 01 V-VI Alviano TR 42 35 12 18 V Preci PG 42 53 13 02 VII Montefalco PG 42 54 12 39 VI Mergo AN 43 28 13 02 V-VI Amelia TR 42 33 12 25 V Serravalle di Chienti MC 43 04 12 57 VII Montegiorgio AP 43 08 13 32 VI Monsampietro Morico AP 43 04 13 33 V-VI Ancarano TE 42 50 13 45 V Bevagna PG 42 56 12 36 VI-VII Montone PG 43 22 12 20 VI Montalto delle Marche AP 42 59 13 36 V-VI Apecchio PU 43 33 12 25 V Bolognola MC 43 00 13 14 VI-VII Palmiano AP 42 54 13 27 VI Monte Castello di Vibio PG 42 50 12 21 V-VI Apiro MC 43 23 13 08 V Caldarola MC 43 08 13 14 VI-VII Penna San Giovanni MC 43 03 13 26 VI Monte San Vito AN 43 36 13 16 V-VI Appignano MC 43 22 13 21 V Camerino MC 43 08 13 04 VI-VII Pieve Torina MC 43 03 13 03 VI Monte Santa Maria Tiberina PG 43 26 12 10 V-VI Arrone TR 42 35 12 46 V Castelraimondo MC 43 13 13 03 VI-VII Poggiodomo PG 42 43 12 56 VI Montecassiano MC 43 22 13 26 V-VI Ascoli Piceno AP 42 51 13 35 V Castelsantangelo sul Nera MC 42 54 13 09 VI-VII San Ginesio MC 43 06 13 19 VI Montefalcone Appennino AP 42 59 13 28 V-VI Avigliano Umbro TR 42 39 12 26 V Cessapalombo MC 43 06 13 15 VI-VII San Severino Marche MC 43 14 13 11 VI Montefelcino PU 43 44 12 50 V-VI Barbara AN 43 35 13 01 V Fiuminata MC 43 11 12 56 VI-VII Sant’Angelo in Pontano MC 43 06 13 24 VI Montefortino AP 42 57 13 21 V-VI Baschi TR 42 40 12 13 V Foligno PG 42 57 12 42 VI-VII Sassoferrato AN 43 26 12 51 VI Montefranco TR 42 36 12 46 V-VI Belmonte in Sabina RI 42 19 12 54 V Nocera Umbra PG 43 07 12 47 VI-VII Serra Sant’Abbondio PU 43 29 12 46 VI Montelabbate PU 43 51 12 47 V-VI Belvedere Ostrense AN 43 35 13 10 V Petriolo MC 43 13 13 28 VI-VII Sigillo PG 43 20 12 44 VI Montelupone MC 43 21 13 34 V-VI Borbona RI 42 31 13 08 V Pievebovigliana MC 43 04 13 05 VI-VII Spello PG 42 59 12 40 VI Montemonaco AP 42 54 13 20 V-VI Calcata VT 42 13 12 25 V Pioraco MC 43 11 12 59 VI-VII Spoleto PG 42 44 12 44 VI Morro d’Alba AN 43 36 13 13 V-VI Camerano AN 43 32 13 33 V Scheggia e Pascelupo PG 43 24 12 40 VI-VII Tolentino MC 43 13 13 17 VI Norcia PG 42 48 13 06 V-VI Campli TE 42 44 13 41 V Sefro MC 43 09 12 57 VI-VII Valfabbrica PG 43 09 12 36 VI Offida AP 42 56 13 41 V-VI Cantalupo in Sabina RI 42 18 12 39 V Sellano PG 42 53 12 56 VI-VII Acquasanta Terme AP 42 46 13 25 V-VI Passignano sul Trasimeno PG 43 11 12 08 V-VI Carbognano VT 42 20 12 16 V Serrapetrona MC 43 11 13 11 VI-VII Amatrice RI 42 38 13 17 V-VI Penna Sant’Andrea TE 42 36 13 46 V-VI Cartoceto PU 43 46 12 53 V Torgiano PG 43 01 12 26 VI-VII Antrodoco RI 42 25 13 05 V-VI Perugia PG 43 06 12 23 V-VI Casperia RI 42 20 12 40 V Trevi PG 42 53 12 45 VI-VII Arquata del Tronto AP 42 46 13 18 V-VI Petriano PU 43 47 12 44 V-VI Castel Colonna AN 43 41 13 06 V Ussita MC 42 57 13 08 VI-VII Assisi PG 43 04 12 37 V-VI Petritoli AP 43 04 13 39 V-VI Castelbellino AN 43 29 13 09 V Visso MC 42 56 13 05 VI-VII Bastia Umbra PG 43 04 12 33 V-VI Poggio Bustone RI 42 30 12 53 V-VI Castelfidardo AN 43 28 13 33 V Acquacanina MC 43 02 13 10 VI Belmonte Piceno AP 43 05 13 32 V-VI Poggio San Marcello AN 43 31 13 05 V-VI Castelli TE 42 29 13 43 V Amandola AP 42 59 13 21 VI Bettona PG 43 01 12 29 V-VI Poggio San Vicino MC 43 22 13 05 V-VI Castelnuovo di Farfa RI 42 14 12 45 V Belforte del Chienti MC 43 10 13 14 VI Cagli PU 43 33 12 39 V-VI Pollenza MC 43 16 13 21 V-VI Castiglione del Lago PG 43 08 12 03 V Campello sul Clitunno PG 42 49 12 47 VI Castel Ritaldi PG 42 49 12 40 V-VI Posta RI 42 31 13 06 V-VI Castiglione in Teverina VT 42 39 12 12 V Camporotondo di Fiastrone MC 43 08 13 16 VI Castel Sant’Angelo RI 42 24 13 01 V-VI Rieti RI 42 24 12 52 V-VI Castignano AP 42 56 13 37 V Cannara PG 43 00 12 35 VI Castel di Lama AP 42 52 13 42 V-VI Ripatransone AP 43 00 13 46 V-VI Cittaducale RI 42 23 12 57 V Cantiano PU 43 28 12 38 VI Castelleone di Suasa AN 43 36 12 59 V-VI San Costanzo PU 43 46 13 04 V-VI Cittareale RI 42 37 13 10 V Cascia PG 42 43 13 01 VI Castelplanio AN 43 30 13 05 V-VI San Lorenzo in Campo PU 43 36 12 57 V-VI Città di Castello PG 43 27 12 14 V Cerreto di Spoleto PG 42 49 12 55 VI Cerreto d’Esi AN 43 19 12 59 V-VI San Paolo di Jesi AN 43 27 13 10 V-VI Civitanova Marche MC 43 18 13 44 V Cingoli MC 43 22 13 13 VI Civitella del Tronto TE 42 46 13 40 V-VI Santa Vittoria in Matenano AP 43 01 13 30 V-VI Collevecchio RI 42 20 12 33 V Cossignano AP 42 59 13 41 VI Collazzone PG 42 54 12 26 V-VI Sant’Anatolia di Narco PG 42 44 12 50 V-VI Colli sul Velino RI 42 30 12 47 V Esanatoglia MC 43 15 12 57 VI Collecorvino PE 42 27 14 01 V-VI Sarnano MC 43 02 13 18 V-VI Comunanza AP 42 57 13 25 V Ferentillo TR 42 37 12 47 VI Colli del Tronto AP 42 53 13 45 V-VI Scheggino PG 42 43 12 50 V-VI Configni RI 42 25 12 39 V Fiastra MC 43 02 13 09 VI Concerviano RI 42 19 12 59 V-VI Serra San Quirico AN 43 27 13 01 V-VI Contigliano RI 42 25 12 46 V Fossato di Vico PG 43 18 12 46 VI Corciano PG 43 08 12 17 V-VI Smerillo AP 43 00 13 27 V-VI Corinaldo AN 43 39 13 03 V Frontone PU 43 31 12 44 VI Corridonia MC 43 15 13 31 V-VI Staffolo AN 43 26 13 11 V-VI Corropoli TE 42 50 13 50 V Gagliole MC 43 14 13 04 VI Cupramontana AN 43 27 13 07 V-VI Tarano RI 42 21 12 36 V-VI Crognaleto TE 42 35 13 29 V Giano dell’Umbria PG 42 50 12 35 VI Fabriano AN 43 20 12 54 V-VI Treia MC 43 19 13 19 V-VI Deruta PG 42 59 12 25 V Gualdo MC 43 04 13 20 VI Genga AN 43 26 12 56 V-VI Umbertide PG 43 18 12 20 V-VI Falerone AP 43 06 13 28 V 274 Gualdo Cattaneo PG 42 55 12 33 VI Gualdo Tadino PG 43 14 12 47 V-VI Valle Castellana TE 42 44 13 30 V-VI Fano Adriano TE 42 33 13 32 V 275

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Fermignano PU 43 40 12 39 V Monteleone di Spoleto PG 42 39 12 57 V Serra de’ Conti AN 43 33 13 02 V Castelnuovo di Porto RM 42 08 12 30 IV-V Fermo AP 43 10 13 43 V Montelibretti RM 42 08 12 44 V Servigliano AP 43 05 13 30 V Castiglion Fiorentino AR 43 20 11 55 IV-V Folignano AP 42 49 13 38 V Montelparo AP 43 01 13 32 V Tavullia PU 43 54 12 45 V Castilenti TE 42 32 13 55 IV-V Forano RI 42 18 12 36 V Monteprandone AP 42 55 13 50 V Terni TR 42 34 12 39 V Cattolica RN 43 58 12 44 IV-V Fossombrone PU 43 41 12 49 V Montescudo RN 43 55 12 33 V Torre San Patrizio AP 43 11 13 36 V Cepagatti PE 42 22 14 04 IV-V Francavilla d’Ete AP 43 11 13 32 V Montopoli di Sabina RI 42 15 12 41 V Torricella Sicura TE 42 39 13 39 V Cetona SI 42 58 11 54 IV-V Frasso Sabino RI 42 14 12 48 V Montottone AP 43 04 13 35 V Torricella in Sabina RI 42 16 12 52 V Chianciano Terme SI 43 03 11 50 IV-V Gabicce Mare PU 43 58 12 45 V Moresco AP 43 05 13 44 V Tossicia TE 42 33 13 39 V Chiusi SI 43 01 11 57 IV-V Grottammare AP 42 59 13 52 V Narni TR 42 31 12 31 V Urbania PU 43 40 12 31 V Ciciliano RM 41 58 12 56 IV-V Grottazzolina AP 43 07 13 36 V Nespolo RI 42 09 13 04 V Urbisaglia MC 43 12 13 23 V Cineto Romano RM 42 03 12 58 IV-V Isola del Piano PU 43 44 12 47 V Numana AN 43 31 13 37 V Valentano VT 42 34 11 49 V Città della Pieve PG 42 57 12 00 IV-V Jesi AN 43 31 13 15 V Offagna AN 43 32 13 26 V Vallo di Nera PG 42 45 12 52 V Civitella d’Agliano VT 42 36 12 11 IV-V Labro RI 42 31 12 48 V Orciano di Pesaro PU 43 41 12 58 V Venarotta AP 42 53 13 30 V Colonnella TE 42 52 13 52 IV-V Latera VT 42 38 11 50 V Orvieto TR 42 43 12 07 V Acquapendente VT 42 45 11 52 IV-V Corchiano VT 42 21 12 21 IV-V Leonessa RI 42 34 12 58 V Ostra AN 43 37 13 09 V Acquasparta TR 42 41 12 33 IV-V Cortino TE 42 37 13 31 IV-V Longone Sabino RI 42 16 12 58 V Ostra Vetere AN 43 36 13 04 V Alanno PE 42 18 13 58 IV-V Cottanello RI 42 24 12 41 IV-V Loreto AN 43 26 13 37 V Panicale PG 43 02 12 06 V Alba Adriatica TE 42 50 13 56 IV-V Cugnoli PE 42 18 13 56 IV-V Lugnano in Teverina TR 42 34 12 20 V Peglio PU 43 42 12 30 V Ancona AN 43 36 13 30 IV-V Cupra Marittima AP 43 01 13 52 IV-V Lunano PU 43 44 12 26 V Pescara PE 42 28 14 13 V Arcevia AN 43 30 12 56 IV-V Elice PE 42 31 13 58 IV-V Macerata MC 43 18 13 27 V Pienza SI 43 05 11 41 V Arlena di Castro VT 42 28 11 49 IV-V Fabro TR 42 52 12 01 IV-V Macerata Feltria PU 43 48 12 27 V Pietralunga PG 43 26 12 26 V Arsita TE 42 30 13 47 IV-V Faleria VT 42 14 12 27 IV-V Maiolo PU 43 52 12 19 V Pietrarubbia PU 43 48 12 23 V Attigliano TR 42 31 12 18 IV-V Farindola PE 42 26 13 49 IV-V Maltignano AP 42 50 13 41 V Piobbico PU 43 35 12 31 V Bagnoregio VT 42 38 12 06 IV-V Fiamignano RI 42 16 13 08 IV-V Marcellina RM 42 01 12 48 V Poggio Catino RI 42 18 12 41 V Barete AQ 42 27 13 17 IV-V Ficulle TR 42 50 12 04 IV-V Marsciano PG 42 55 12 20 V Poggio Mirteto RI 42 16 12 41 V Basciano TE 42 36 13 44 IV-V Force AP 42 58 13 29 IV-V Martinsicuro TE 42 53 13 55 V Ponzano di Fermo AP 43 06 13 40 V Bellaria-Igea Marina RN 44 09 12 27 IV-V Formello RM 42 05 12 24 IV-V Massignano AP 43 03 13 48 V Porano TR 42 41 12 06 V Bisenti TE 42 32 13 48 IV-V Fratta Todina PG 42 51 12 22 IV-V Micigliano RI 42 27 13 03 V Potenza Picena MC 43 22 13 37 V Bomarzo VT 42 29 12 15 IV-V Gemmano RN 43 54 12 35 IV-V Mogliano MC 43 11 13 29 V Rapagnano AP 43 10 13 36 V Borghi FC 44 02 12 21 IV-V Giove TR 42 31 12 19 IV-V Molina Aterno AQ 42 09 13 44 V Ripe San Ginesio MC 43 09 13 22 V Borgo Pace PU 43 39 12 18 IV-V Giulianova TE 42 45 13 57 IV-V Mompeo RI 42 15 12 45 V Rivodutri RI 42 31 12 51 V Borgo Velino RI 42 24 13 03 IV-V Gradoli VT 42 39 11 51 IV-V Mondavio PU 43 40 12 58 V Roccagiovine RM 42 03 12 54 V Borgorose RI 42 12 13 14 IV-V Guardea TR 42 37 12 18 IV-V Monsampolo del Tronto AP 42 54 13 48 V Rosora AN 43 29 13 04 V Bucchianico CH 42 18 14 11 IV-V Laterina AR 43 30 11 43 IV-V Montasola RI 42 23 12 41 V Rotella AP 42 57 13 34 V Bussi sul Tirino PE 42 13 13 50 IV-V Licenza RM 42 04 12 54 IV-V Monte Colombo RN 43 55 12 33 V Roviano RM 42 01 13 00 V Cagnano Amiterno AQ 42 27 13 14 IV-V Lubriano VT 42 38 12 07 IV-V Monte Giberto AP 43 05 13 38 V Salisano RI 42 15 12 45 V Calvi dell’Umbria TR 42 24 12 34 IV-V L’Aquila AQ 42 21 13 24 IV-V Monte Porzio PU 43 41 13 03 V Saltara PU 43 45 12 54 V Camerata Picena AN 43 35 13 21 IV-V Magliano Sabina RI 42 22 12 29 IV-V Monte San Martino MC 43 02 13 26 V San Benedetto del Tronto AP 42 56 13 54 V Canepina VT 42 23 12 14 IV-V Marcetelli RI 42 14 13 03 IV-V Monte Vidon Combatte AP 43 03 13 38 V San Gemini TR 42 37 12 33 V Cantalice RI 42 28 12 54 IV-V Massa Martana PG 42 47 12 31 IV-V Monte Vidon Corrado AP 43 07 13 29 V San Pio delle Camere AQ 42 17 13 39 V Canzano TE 42 39 13 48 IV-V Mercatello sul Metauro PU 43 39 12 20 IV-V Montecarotto AN 43 32 13 04 V Santa Maria Nuova AN 43 30 13 19 V Capena RM 42 08 12 32 IV-V Mercatino Conca PU 43 52 12 30 IV-V Montecastrilli TR 42 39 12 29 V Sant’Angelo in Lizzola PU 43 50 12 48 V Capodimonte VT 42 33 11 55 IV-V Mombaroccio PU 43 48 12 51 IV-V Monteciccardo PU 43 49 12 49 V Sant’Elpidio a Mare AP 43 14 13 41 V Caprarola VT 42 20 12 14 IV-V Mondaino RN 43 51 12 40 IV-V Montedinove AP 42 58 13 35 V Sant’Eusanio Forconese AQ 42 17 13 31 V Casaprota RI 42 15 12 48 IV-V Monte San Giovanni in Sabina RI 42 20 12 47 IV-V Montefano MC 43 25 13 26 V Sant’Ippolito PU 43 41 12 52 V Castel Viscardo TR 42 45 12 00 IV-V Monte San Pietrangeli AP 43 11 13 35 IV-V Montegabbione TR 42 55 12 06 V Sassocorvaro PU 43 47 12 30 V Castel del Monte AQ 42 22 13 44 IV-V Montecalvo in Foglia PU 43 49 12 38 IV-V Montegallo AP 42 50 13 20 V Selci RI 42 19 12 37 V Castellalto TE 42 41 13 49 IV-V Montecchio TR 42 40 12 17 IV-V 276 Montegranaro AP 43 14 13 38 V Senigallia AN 43 43 13 13 V 277

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Montecompatri RM 41 48 12 44 IV-V Riccione RN 44 00 12 40 IV-V Brittoli PE 42 19 13 52 IV Pianella PE 42 24 14 03 IV Montecosaro MC 43 19 13 38 IV-V Rignano Flaminio RM 42 12 12 29 IV-V Campotosto AQ 42 33 13 22 IV Piansano VT 42 31 11 50 IV Montefino TE 42 33 13 53 IV-V Rocca Santa Maria TE 42 41 13 32 IV-V Canino VT 42 28 11 45 IV Pietranico PE 42 17 13 55 IV Montefiore dell’Aso AP 43 03 13 45 IV-V Roma RM 41 54 12 29 IV-V Cappelle sul Tavo PE 42 28 14 06 IV Pisoniano RM 41 54 12 58 IV Monteflavio RM 42 06 12 50 IV-V Sambuci RM 41 59 12 56 IV-V Caprese Michelangelo AR 43 38 11 59 IV Poggio Picenze AQ 42 19 13 32 IV Montegridolfo RN 43 51 12 41 IV-V San Clemente RN 43 56 12 38 IV-V Caramanico Terme PE 42 09 14 00 IV Poggio San Lorenzo RI 42 15 12 51 IV Monteleone d’Orvieto TR 42 55 12 03 IV-V San Giorgio di Pesaro PU 43 43 12 59 IV-V Carpegna PU 43 47 12 20 IV Ponzano Romano RM 42 15 12 34 IV Monterado AN 43 42 13 06 IV-V San Giovanni Teatino CH 42 25 14 12 IV-V Carsoli AQ 42 06 13 05 IV Popoli PE 42 10 13 50 IV Monterchi AR 43 29 12 07 IV-V San Giustino PG 43 33 12 10 IV-V Castel di Tora RI 42 13 12 58 IV Pratola Peligna AQ 42 06 13 52 IV Montereale AQ 42 31 13 15 IV-V San Venanzo TR 42 52 12 16 IV-V Catignano PE 42 21 13 57 IV Rimini RN 44 04 12 34 IV Monterubbiano AP 43 05 13 43 IV-V Sant’Agata Feltria PU 43 52 12 13 IV-V Cave RM 41 49 12 56 IV Ripe AN 43 40 13 06 IV Montorio al Vomano TE 42 35 13 38 IV-V Sant’Angelo in Vado PU 43 40 12 25 IV-V Celleno VT 42 33 12 08 IV Rocca Canterano RM 41 57 13 01 IV Morlupo RM 42 09 12 29 IV-V Sassa AQ 42 21 13 18 IV-V Cellino Attanasio TE 42 35 13 52 IV Roccamontepiano CH 42 15 14 08 IV Morro Reatino RI 42 32 12 50 IV-V Scandriglia RI 42 10 12 51 IV-V Chieti CH 42 21 14 10 IV Roseto degli Abruzzi TE 42 40 14 01 IV Morro d’Oro TE 42 40 13 55 IV-V Scoppito AQ 42 22 13 15 IV-V Civita Castellana VT 42 18 12 25 IV Sacrofano RM 42 06 12 27 IV Morrovalle MC 43 19 13 35 IV-V Serrungarina PU 43 45 12 53 IV-V Civitaquana PE 42 19 13 54 IV Saludecio RN 43 52 12 40 IV Mosciano Sant’Angelo TE 42 45 13 53 IV-V Sirolo AN 43 31 13 37 IV-V Civitella Casanova PE 42 22 13 53 IV San Giovanni Valdarno AR 43 34 11 32 IV Nepi VT 42 14 12 21 IV-V Sovicille SI 43 17 11 14 IV-V Colbordolo PU 43 49 12 43 IV San Gregorio da Sassola RM 41 55 12 52 IV Novafeltria PU 43 54 12 17 IV-V Stimigliano RI 42 18 12 34 IV-V Collarmele AQ 42 04 13 38 IV San Lorenzo Nuovo VT 42 41 11 54 IV Ofena AQ 42 20 13 45 IV-V Stroncone TR 42 30 12 40 IV-V Colle di Tora RI 42 13 12 57 IV Sant’Angelo Romano RM 42 02 12 43 IV Orte VT 42 28 12 23 IV-V Tavoleto PU 43 51 12 36 IV-V Cortona AR 43 16 11 59 IV Sant’Egidio alla Vibrata TE 42 49 13 43 IV Ortezzano AP 43 02 13 37 IV-V Teramo TE 42 40 13 42 IV-V Fabrica di Roma VT 42 20 12 18 IV Sarteano SI 42 59 11 52 IV Otricoli TR 42 25 12 29 IV-V Terranuova Bracciolini AR 43 33 11 35 IV-V Falconara Marittima AN 43 38 13 24 IV Sestino AR 43 42 12 18 IV Paciano PG 43 01 12 04 IV-V Tocco da Casauria PE 42 13 13 55 IV-V Fiano Romano RM 42 10 12 35 IV Siena SI 43 19 11 20 IV Palestrina RM 41 50 12 53 IV-V Todi PG 42 47 12 24 IV-V Fossa AQ 42 18 13 29 IV Silvi TE 42 33 14 07 IV Parrano TR 42 52 12 06 IV-V Toffia RI 42 13 12 45 IV-V Gallese VT 42 22 12 24 IV Sogliano al Rubicone FC 44 00 12 18 IV Pedaso AP 43 06 13 50 IV-V Torano Nuovo TE 42 49 13 47 IV-V Gambettola FC 44 07 12 20 IV Soriano nel Cimino VT 42 25 12 14 IV Pennabilli PU 43 49 12 16 IV-V Torre de’ Passeri PE 42 15 13 56 IV-V Gerano RM 41 56 13 00 IV Sulmona AQ 42 03 13 56 IV Pergola PU 43 34 12 50 IV-V Torri in Sabina RI 42 21 12 38 IV-V Graffignano VT 42 34 12 12 IV Sutri VT 42 14 12 13 IV Pesaro PU 43 54 12 54 IV-V Torriana RN 43 59 12 23 IV-V Grotte di Castro VT 42 40 11 52 IV Tornimparte AQ 42 17 13 18 IV Petrella Salto RI 42 18 13 04 IV-V Torrita Tiberina RM 42 14 12 37 IV-V Isola del Gran Sasso TE 42 30 13 40 IV Turania RI 42 08 13 01 IV Piagge PU 43 44 12 58 IV-V Torrita di Siena SI 43 10 11 46 IV-V Lettomanoppello PE 42 14 14 02 IV Vallerano VT 42 23 12 16 IV Piandimeleto PU 43 43 12 25 IV-V Urbino PU 43 44 12 38 IV-V Lucignano AR 43 16 11 45 IV Verucchio RN 43 59 12 25 IV Piegaro PG 42 58 12 05 IV-V Vacone RI 42 23 12 39 IV-V Magione PG 43 08 12 12 IV Villa Santa Lucia degli Abruzzi AQ 42 20 13 47 IV Pietracamela TE 42 31 13 33 IV-V Vetralla VT 42 19 12 03 IV-V Massa d’Albe AQ 42 06 13 24 IV Vitorchiano VT 42 28 12 10 IV Pizzoli AQ 42 26 13 18 IV-V Vicoli PE 42 20 13 54 IV-V Mentana RM 42 02 12 38 IV Abbadia San Salvatore SI 42 53 11 41 III-IV Poggio Moiano RI 42 12 12 53 IV-V Vignanello VT 42 23 12 17 IV-V Mondolfo PU 43 45 13 06 IV Affile RM 41 53 13 06 III-IV Poli RM 41 53 12 54 IV-V Viterbo VT 42 25 12 07 IV-V Monte Urano AP 43 12 13 40 IV Allerona TR 42 49 11 58 III-IV Polino TR 42 35 12 51 IV-V Abbateggio PE 42 13 14 01 IV Montepulciano SI 43 06 11 47 IV Anghiari AR 43 32 12 03 III-IV Polverigi AN 43 31 13 24 IV-V Agosta RM 41 59 13 02 IV Monterotondo RM 42 03 12 37 IV Asciano SI 43 14 11 34 III-IV Porto Recanati MC 43 26 13 40 IV-V Altidona AP 43 06 13 48 IV Montorio Romano RM 42 08 12 48 IV Atri TE 42 35 13 59 III-IV Porto San Giorgio AP 43 11 13 48 IV-V Arezzo AR 43 28 11 53 IV Morciano di Romagna RN 43 55 12 39 IV Bassano Romano VT 42 13 12 12 III-IV Porto Sant’Elpidio AP 43 15 13 46 IV-V Arsoli RM 42 02 13 01 IV Notaresco TE 42 39 13 54 IV Bibbiena AR 43 42 11 49 III-IV Proceno VT 42 45 11 50 IV-V Barchi PU 43 40 12 56 IV Palombara Sabina RM 42 04 12 46 IV Cappadocia AQ 42 00 13 17 III-IV Recanati MC 43 24 13 33 IV-V Barisciano AQ 42 19 13 36 IV Percile RM 42 06 12 55 IV Carapelle Calvisio AQ 42 18 13 41 III-IV Riano RM 42 05 12 31 IV-V Bassano in Teverina VT 42 28 12 19 I Pereto AQ 42 04 13 06 IV Carpineto della Nora PE 42 20 13 52 III-IV Pescorocchiano RI 42 12 13 09 IV Castel Giorgio TR 42 42 11 59 III-IV 278 Pescosansonesco PE 42 14 13 52 IV Castel Sant’Elia VT 42 15 12 22 III-IV 279

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Castiglione a Casauria PE 42 14 13 54 III-IV Casalincontrada CH 42 17 14 08 III Tortoreto TE 42 48 13 55 III Chitignano AR 43 40 11 53 NF Chiusi della Verna AR 43 42 11 56 III-IV Casape RM 41 54 12 53 III Trequanda SI 43 11 11 40 III Cinigiano GR 42 53 11 24 NF Cocullo AQ 42 02 13 47 III-IV Castel Focognano AR 43 39 11 50 III Tuscania VT 42 25 11 52 III Citerna PG 43 30 12 07 NF Corvara PE 42 16 13 52 III-IV Castel San Pietro Romano RM 41 51 12 54 III Vittorito AQ 42 07 13 49 III Fagnano Alto AQ 42 15 13 34 NF Foiano della Chiana AR 43 15 11 49 III-IV Castel del Piano GR 42 53 11 32 III Badia Tedalda AR 43 42 12 11 II-III Farnese VT 42 33 11 44 NF Gagliano Aterno AQ 42 08 13 42 III-IV Casteldelci PU 43 47 12 09 III Bolsena VT 42 39 11 59 II-III Gallicano nel Lazio RM 41 52 12 49 NF Longiano FC 44 04 12 19 III-IV Castelfranco di Sopra AR 43 37 11 33 III Celano AQ 42 05 13 33 II-III Gioia dei Marsi AQ 41 57 13 42 NF Lucoli AQ 42 17 13 20 II-III Goriano Sicoli AQ 42 05 13 46 NF Loreto Aprutino PE 42 26 13 59 III-IV Castelvecchio Calvisio AQ 42 19 13 41 III Mercato Saraceno FC 43 58 12 12 II-III Luco dei Marsi AQ 41 58 13 28 NF Marta VT 42 32 11 55 III-IV Castelvecchio Subequo AQ 42 08 13 44 III Nerola RM 42 10 12 47 II-III Manciano GR 42 35 11 31 NF Montebello di Bertona PE 42 25 13 52 III-IV Castiglion Fibocchi AR 43 32 11 46 III Olevano Romano RM 41 52 13 02 II-III Montalcino SI 43 03 11 29 NF Montemarciano AN 43 38 13 19 III-IV Castiglione Messer Raimondo TE 42 32 13 53 III Piancastagnaio SI 42 51 11 41 II-III Montalto di Castro VT 42 21 11 36 NF Montevarchi AR 43 31 11 34 III-IV Cerchio AQ 42 04 13 36 III Pratovecchio AR 43 47 11 43 II-III Monte Romano VT 42 16 11 54 NF Onano VT 42 42 11 49 III-IV Cerveteri RM 42 00 12 06 III Rocca Santo Stefano RM 41 55 13 01 II-III Montemignaio AR 43 44 11 37 NF Paganico Sabino RI 42 11 13 00 III-IV Civitella Roveto AQ 41 55 13 25 III Scafa PE 42 16 14 00 II-III Murlo SI 43 10 11 23 NF Penne PE 42 27 13 56 III-IV Collalto Sabino RI 42 08 13 03 III Zagarolo RM 41 50 12 50 II-III Ocre AQ 42 17 13 29 NF Pian di Scò AR 43 39 11 33 III-IV Collepietro AQ 42 13 13 47 III Avezzano AQ 42 02 13 26 II Ortignano-Raggiolo AR 43 41 11 45 NF Pieve Santo Stefano AR 43 40 12 02 III-IV Filettino FR 41 53 13 19 III Camerata Nuova RM 42 01 13 06 II Ortona dei Marsi AQ 42 00 13 44 NF Piglio FR 41 50 13 09 III-IV Francavilla al Mare CH 42 25 14 18 III Castel Madama RM 41 58 12 52 II Ovindoli AQ 42 08 13 31 NF Poggio Berni RN 44 02 12 24 III-IV Genazzano RM 41 50 12 58 III Civita d’Antino AQ 41 53 13 28 II Paganico GR 42 56 11 16 NF Raiano AQ 42 06 13 49 III-IV Ischia di Castro VT 42 33 11 45 III Gaiole in Chianti SI 43 28 11 26 II Pergine Valdarno AR 43 28 11 41 NF Rocca Sinibalda RI 42 16 12 56 III-IV Jenne RM 41 53 13 10 III Monte San Savino AR 43 20 11 43 II Pescina AQ 42 01 13 39 NF Rocca di Mezzo AQ 42 12 13 31 III-IV Loro Ciuffenna AR 43 36 11 38 III Montefiore Conca RN 43 53 12 37 II Poppi AR 43 43 11 46 NF Ronciglione VT 42 17 12 13 III-IV Magliano de’ Marsi AQ 42 06 13 22 III Monteroni d’Arbia SI 43 14 11 25 II Prezza AQ 42 04 13 50 NF San Casciano dei Bagni SI 42 52 11 53 III-IV Manoppello PE 42 15 14 04 III Montesilvano PE 42 31 14 09 II Roccalbegna GR 42 47 11 30 NF San Demetrio ne’ Vestini AQ 42 17 13 33 III-IV Monte Porzio Catone RM 41 49 12 43 III Nocciano PE 42 20 13 59 II San Benedetto dei Marsi AQ 42 00 13 37 NF San Polo dei Cavalieri RM 42 01 12 50 III-IV Montefiascone VT 42 32 12 02 III Pitigliano GR 42 38 11 40 II San Cesareo RM 41 49 12 48 NF San Valentino in Abruzzo Citeriore PE42 14 13 59 III-IV Monterosi VT 42 12 12 19 III Rocca di Cambio AQ 42 14 13 29 II San Giovanni d’Asso SI 43 09 11 35 NF San Vito Romano RM 41 53 12 59 III-IV Montiano FC 44 05 12 18 III Roiate RM 41 52 13 04 II San Quirico d’Orcia SI 43 03 11 36 NF Sansepolcro AR 43 34 12 08 III-IV Moricone RM 42 07 12 46 III Roncofreddo FC 44 02 12 19 II Santa Fiora GR 42 50 11 35 NF Sarsina FC 43 55 12 09 III-IV Navelli AQ 42 14 13 44 III Verghereto FC 43 48 12 00 II Santa Sofia FC 43 57 11 54 NF Allumiere RM 42 09 11 54 NF Santarcangelo di Romagna RN 44 04 12 27 NF Scurcola Marsicana AQ 42 04 13 20 III-IV Oriolo Romano VT 42 09 12 08 III Arcidosso GR 42 52 11 32 NF Santo Stefano di Sessanio AQ 42 21 13 39 NF Secinaro AQ 42 09 13 41 III-IV Ortucchio AQ 41 57 13 39 III Arcinazzo Romano RM 41 53 13 07 NF Scansano GR 42 41 11 20 NF Sinalunga SI 43 13 11 44 III-IV Orvinio RI 42 08 12 56 III Bagno di Romagna FC 43 50 11 58 NF Seggiano GR 42 56 11 33 NF Sorano GR 42 41 11 43 III-IV Palombaro CH 42 08 14 14 III Blera VT 42 16 12 02 NF Semproniano GR 42 44 11 32 NF Tagliacozzo AQ 42 04 13 15 III-IV Picciano PE 42 28 13 59 III Bracciano RM 42 06 12 11 NF Subbiano AR 43 34 11 52 NF Tivoli RM 41 58 12 48 III-IV Rapolano Terme SI 43 17 11 36 III Calascio AQ 42 20 13 42 NF Subiaco RM 41 55 13 06 NF Vallinfreda RM 42 05 13 00 III-IV Riofreddo RM 42 04 13 00 III Campagnano di Roma RM 42 08 12 23 NF Talla AR 43 36 11 47 NF Varco Sabino RI 42 14 13 01 III-IV Rocca di Cave RM 41 51 12 57 III Campagnatico GR 42 53 11 16 NF Tarquinia VT 42 15 11 45 NF Vasanello VT 42 25 12 21 III-IV Roccamorice PE 42 13 14 02 III Capistrello AQ 41 58 13 23 NF Tessennano VT 42 29 11 47 NF Vejano VT 42 13 12 06 III-IV Rosciano PE 42 19 14 03 III Capranica Prenestina RM 41 52 12 57 NF Tolfa RM 42 09 11 56 NF Vicovaro RM 42 01 12 54 III-IV San Benedetto in Peri... AQ 42 11 13 46 III Castel San Niccolò AR 43 44 11 42 NF Torrevecchia Teatina CH 42 23 14 13 NF Anguillara Sabazia RM 42 05 12 16 III San Mauro Pascoli FC 44 06 12 25 III Castell’Azzara GR 42 46 11 42 NF Trasacco AQ 41 57 13 32 NF Anticoli Corrado RM 42 01 12 59 III Sante Marie AQ 42 06 13 12 III Castelnuovo Berardenga SI 43 21 11 30 NF Trevi nel Lazio FR 41 52 13 15 NF Ascrea RI 42 12 13 00 III Sant’Oreste RM 42 14 12 31 III Castiglione d’Orcia SI 43 00 11 37 NF Trevignano Romano RM 42 09 12 15 NF Bellegra RM 41 53 13 02 III Saracinesco RM 42 00 12 57 III Cavriglia AR 43 31 11 29 NF Vallepietra RM 41 56 13 14 NF Bucine AR 43 29 11 37 III Savignano sul Rubicone FC 44 05 12 24 III Cellere VT 42 31 11 46 NF Villamagna CH 42 20 14 14 NF Buonconvento SI 43 08 11 29 III Stia AR 43 48 11 42 III Cerreto Laziale RM 41 57 12 59 NF Vivaro Romano RM 42 06 13 00 NF 280 Capestrano AQ 42 16 13 46 III Tione degli Abruzzi AQ 42 12 13 38 III 281

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

1997 09 26 09:40 TU n = 43 07 12 54 Io = VIII Siti n. 891 Me 5.7 Appennino umbro-march. località lat. long. I località lat. long. I Palmiano AP 42 54 13 27 VI Monteleone di Spoleto PG 42 39 12 57 V-VI località lat. long. I località lat. long. I Penna San Giovanni MC 43 03 13 26 VI Montelupone MC 43 21 13 34 V-VI Serravalle di Chienti MC 43 04 12 57 VIII-IX Pievebovigliana MC 43 04 13 05 VI-VII Petriolo MC 43 13 13 28 VI Montottone AP 43 04 13 35 V-VI Sellano PG 42 53 12 56 VIII Pioraco MC 43 11 12 59 VI-VII Piobbico PU 43 35 12 31 VI Morro d’Alba AN 43 36 13 13 V-VI Foligno PG 42 57 12 42 VII-VIII Poggio San Marcello AN 43 31 13 05 VI-VII Poggio San Vicino MC 43 22 13 05 VI Narni TR 42 31 12 31 V-VI Frontone PU 43 31 12 44 VII-VIII Poggiodomo PG 42 43 12 56 VI-VII Pollenza MC 43 16 13 21 VI Offida AP 42 56 13 41 V-VI Gagliole MC 43 14 13 04 VII-VIII Sant’Angelo in Pontano MC 43 06 13 24 VI-VII Posta RI 42 31 13 06 VI Ortezzano AP 43 02 13 37 V-VI Nocera Umbra PG 43 07 12 47 VII-VIII Scheggia e Pascelupo PG 43 24 12 40 VI-VII Roccafluvione AP 42 52 13 29 VI Orvieto TR 42 43 12 07 V-VI Valtopina PG 43 03 12 45 VII-VIII Sefro MC 43 09 12 57 VI-VII San Ginesio MC 43 06 13 19 VI Ostra Vetere AN 43 36 13 04 V-VI Acquacanina MC 43 02 13 10 VII Serra Sant’Abbondio PU 43 29 12 46 VI-VII San Lorenzo in Campo PU 43 36 12 57 VI Pennabilli PU 43 49 12 16 V-VI Camerino MC 43 08 13 04 VII Serrapetrona MC 43 11 13 11 VI-VII San Marcello AN 43 35 13 12 VI Petritoli AP 43 04 13 39 V-VI Camporotondo di Fiastrone MC 43 08 13 16 VII Torgiano PG 43 01 12 26 VI-VII Sarnano MC 43 02 13 18 VI Pietralunga PG 43 26 12 26 V-VI Cessapalombo MC 43 06 13 15 VII Trevi PG 42 53 12 45 VI-VII Sigillo PG 43 20 12 44 VI Poggio Catino RI 42 18 12 41 V-VI Fabriano AN 43 20 12 54 VII Ussita MC 42 57 13 08 VI-VII Tarano RI 42 21 12 36 VI Rieti RI 42 24 12 52 V-VI Fiuminata MC 43 11 12 56 VII Alviano TR 42 35 12 18 VI Tolentino MC 43 13 13 17 VI Ripatransone AP 43 00 13 46 V-VI Fossato di Vico PG 43 18 12 46 VII Amandola AP 42 59 13 21 VI Treia MC 43 19 13 19 VI Ripe San Ginesio MC 43 09 13 22 V-VI Gualdo Tadino PG 43 14 12 47 VII Bettona PG 43 01 12 29 VI Acquasanta Terme AP 42 46 13 25 V-VI Rivodutri RI 42 31 12 51 V-VI Monte Subasio [] 43 03 12 40 VII Bevagna PG 42 56 12 36 VI Apiro MC 43 23 13 08 V-VI San Costanzo PU 43 46 13 04 V-VI Muccia MC 43 05 13 03 VII Cagli PU 43 33 12 39 VI Appignano MC 43 22 13 21 V-VI San Paolo di Jesi AN 43 27 13 10 V-VI Preci PG 42 53 13 02 VII Campello sul Clitunno PG 42 49 12 47 VI Arquata del Tronto AP 42 46 13 18 V-VI San Severino Marche MC 43 14 13 11 V-VI Sassoferrato AN 43 26 12 51 VII Cantiano PU 43 28 12 38 VI Avigliano Umbro TR 42 39 12 26 V-VI Sant’Anatolia di Narco PG 42 44 12 50 V-VI Spello PG 42 59 12 40 VII Castel Ritaldi PG 42 49 12 40 VI Barbara AN 43 35 13 01 V-VI Scheggino PG 42 43 12 50 V-VI Valfabbrica PG 43 09 12 36 VII Castelbellino AN 43 29 13 09 VI Belmonte Piceno AP 43 05 13 32 V-VI Senigallia AN 43 43 13 13 V-VI Visso MC 42 56 13 05 VII Castelleone di Suasa AN 43 36 12 59 VI Cascia PG 42 43 13 01 V-VI Smerillo AP 43 00 13 27 V-VI Arcevia AN 43 30 12 56 VI-VII Castelsantangelo sul Nera MC 42 54 13 09 VI Castel Colonna AN 43 41 13 06 V-VI Spoleto PG 42 44 12 44 V-VI Assisi PG 43 04 12 37 VI-VII Cerreto di Spoleto PG 42 49 12 55 VI Castel di Lama AP 42 52 13 42 V-VI Staffolo AN 43 26 13 11 V-VI Bastia Umbra PG 43 04 12 33 VI-VII Corciano PG 43 08 12 17 VI Castelfidardo AN 43 28 13 33 V-VI Umbertide PG 43 18 12 20 V-VI Belforte del Chienti MC 43 10 13 14 VI-VII Esanatoglia MC 43 15 12 57 VI Città di Castello PG 43 27 12 14 V-VI Urbino PU 43 44 12 38 V-VI Bolognola MC 43 00 13 14 VI-VII Ferentillo TR 42 37 12 47 VI Collazzone PG 42 54 12 26 V-VI Urbisaglia MC 43 12 13 23 V-VI Caldarola MC 43 08 13 14 VI-VII Fiastra MC 43 02 13 09 VI Collecorvino PE 42 27 14 01 V-VI Accumoli RI 42 42 13 15 V Cannara PG 43 00 12 35 VI-VII Fiordimonte MC 43 02 13 05 VI Collevecchio RI 42 20 12 33 V-VI Acqualagna PU 43 37 12 40 V Castelplanio AN 43 30 13 05 VI-VII Gualdo MC 43 04 13 20 VI Concerviano RI 42 19 12 59 V-VI Acquaviva Picena AP 42 57 13 49 V Castelraimondo MC 43 13 13 03 VI-VII Gualdo Cattaneo PG 42 55 12 33 VI Configni RI 42 25 12 39 V-VI Amatrice RI 42 38 13 17 V Cerreto d’Esi AN 43 19 12 59 VI-VII Lisciano Niccone PG 43 15 12 09 VI Deruta PG 42 59 12 25 V-VI Amelia TR 42 33 12 25 V Cingoli MC 43 22 13 13 VI-VII Loro Piceno MC 43 10 13 25 VI Filottrano AN 43 26 13 21 V-VI Anghiari AR 43 32 12 03 V Colmurano MC 43 10 13 21 VI-VII Maiolati Spontini AN 43 29 13 07 VI Forano RI 42 18 12 36 V-VI Antrodoco RI 42 25 13 05 V Costacciaro PG 43 21 12 43 VI-VII Massa Fermana AP 43 09 13 29 VI Gemmano RN 43 54 12 35 V-VI Apecchio PU 43 33 12 25 V Cupramontana AN 43 27 13 07 VI-VII Monsampietro Morico AP 43 04 13 33 VI L’Aquila AQ 42 21 13 24 V-VI Auditore PU 43 49 12 34 V Genga AN 43 26 12 56 VI-VII Montalto delle Marche AP 42 59 13 36 VI Magliano di Tenna AP 43 08 13 35 V-VI Barete AQ 42 27 13 17 V Giano dell’Umbria PG 42 50 12 35 VI-VII Monte Vidon Corrado AP 43 07 13 29 VI Marsciano PG 42 55 12 20 V-VI Baschi TR 42 40 12 13 V Gubbio PG 43 21 12 35 VI-VII Montedinove AP 42 58 13 35 VI Micigliano RI 42 27 13 03 V-VI Borbona RI 42 31 13 08 V Maltignano AP 42 50 13 41 VI-VII Montefalco PG 42 54 12 39 VI Monte San Martino MC 43 02 13 26 V-VI Borgo Pace PU 43 39 12 18 V Matelica MC 43 15 13 01 VI-VII Montefalcone Appennino AP 42 59 13 28 VI Monte San Vito AN 43 36 13 16 V-VI Bucchianico CH 42 18 14 11 V Mergo AN 43 28 13 02 VI-VII Montefortino AP 42 57 13 21 VI Monte Santa Maria Tiberina PG 43 26 12 10 V-VI Calvi dell’Umbria TR 42 24 12 34 V Montappone AP 43 08 13 28 VI-VII Montegiorgio AP 43 08 13 32 VI Montecarotto AN 43 32 13 04 V-VI Camerano AN 43 32 13 33 V Monte Cavallo MC 43 00 13 00 VI-VII Montelparo AP 43 01 13 32 VI Montefano MC 43 25 13 26 V-VI Camerata Picena AN 43 35 13 21 V Pergola PU 43 34 12 50 VI-VII Montone PG 43 22 12 20 VI Montefranco TR 42 36 12 46 V-VI Candeleto PG 43 26 12 26 V 282 Pieve Torina MC 43 03 13 03 VI-VII Norcia PG 42 48 13 06 VI Montegallo AP 42 50 13 20 V-VI Cantalupo in Sabina RI 42 18 12 39 V 283

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Caprarola VT 42 20 12 14 V Longone Sabino RI 42 16 12 58 V Poggio Mirteto RI 42 16 12 41 V Allerona TR 42 49 11 58 IV-V Carpegna PU 43 47 12 20 V Lucignano AR 43 16 11 45 V Poggio Moiano RI 42 12 12 53 V Ancona AN 43 36 13 30 IV-V Cartoceto PU 43 46 12 53 V Lunano PU 43 44 12 26 V Poggio San Lorenzo RI 42 15 12 51 V Arezzo AR 43 28 11 53 IV-V Casperia RI 42 20 12 40 V Macerata MC 43 18 13 27 V Polino TR 42 35 12 51 V Arrone TR 42 35 12 46 IV-V Castelnuovo di Farfa RI 42 14 12 45 V Magliano Sabina RI 42 22 12 29 V Polverigi AN 43 31 13 24 V Arsita TE 42 30 13 47 IV-V Castiglione del Lago PG 43 08 12 03 V Maiolo PU 43 52 12 19 V Ponzano Romano RM 42 15 12 34 V Ascoli Piceno AP 42 51 13 35 IV-V Castiglione in Teverina VT 42 39 12 12 V Martinsicuro TE 42 53 13 55 V Ponzano di Fermo AP 43 06 13 40 V Attigliano TR 42 31 12 18 IV-V Castignano AP 42 56 13 37 V Massa Martana PG 42 47 12 31 V Porano TR 42 41 12 06 V Badia Tedalda AR 43 42 12 11 IV-V Cattolica RN 43 58 12 44 V Mercatello sul Metauro PU 43 39 12 20 V Porto San Giorgio AP 43 11 13 48 V Bellaria-Igea Marina RN 44 09 12 27 IV-V Cetona SI 42 58 11 54 V Mogliano MC 43 11 13 29 V Potenza Picena MC 43 22 13 37 V Belvedere Ostrense AN 43 35 13 10 IV-V Ciciliano RM 41 58 12 56 V Mompeo RI 42 15 12 45 V Radicofani SI 42 54 11 46 V Bibbiena AR 43 42 11 49 IV-V Citerna PG 43 30 12 07 V Monte Giberto AP 43 05 13 38 V Rapagnano AP 43 10 13 36 V Bisenti TE 42 32 13 48 IV-V Cittaducale RI 42 23 12 57 V Monte San Giovanni in Sabina RI 42 20 12 47 V Riano RM 42 05 12 31 V Borghi FC 44 02 12 21 IV-V Cittareale RI 42 37 13 10 V Monte San Pietrangeli AP 43 11 13 35 V Riccione RN 44 00 12 40 V Borgo Velino RI 42 24 13 03 IV-V Colli sul Velino RI 42 30 12 47 V Monte Urano AP 43 12 13 40 V Rocca Santa Maria TE 42 41 13 32 V Borgorose RI 42 12 13 14 IV-V Comunanza AP 42 57 13 25 V Monte Vidon Combatte AP 43 03 13 38 V Roccagiovine RM 42 03 12 54 V Brittoli PE 42 19 13 52 IV-V Contigliano RI 42 25 12 46 V Montebuono RI 42 22 12 36 V Rosora AN 43 29 13 04 V Calcata VT 42 13 12 25 IV-V Corinaldo AN 43 39 13 03 V Montecalvo in Foglia PU 43 49 12 38 V Rotella AP 42 57 13 34 V Campli TE 42 44 13 41 IV-V Corridonia MC 43 15 13 31 V Montecassiano MC 43 22 13 26 V Salisano RI 42 15 12 45 V Cantalice RI 42 28 12 54 IV-V Corropoli TE 42 50 13 50 V Montecastrilli TR 42 39 12 29 V Saludecio RN 43 52 12 40 V Capena RM 42 08 12 32 IV-V Cortino TE 42 37 13 31 V Montecosaro MC 43 19 13 38 V San Gemini TR 42 37 12 33 V Carbognano VT 42 20 12 16 IV-V Cottanello RI 42 24 12 41 V Montelabbate PU 43 51 12 47 V San Giorgio di Pesaro PU 43 43 12 59 V Casaprota RI 42 15 12 48 IV-V Cupra Marittima AP 43 01 13 52 V Monteleone d’Orvieto TR 42 55 12 03 V San Giustino PG 43 33 12 10 V Castel Giorgio TR 42 42 11 59 IV-V Fabro TR 42 52 12 01 V Montelibretti RM 42 08 12 44 V Sansepolcro AR 43 34 12 08 V Castel San Niccolò AR 43 44 11 42 IV-V Falerone AP 43 06 13 28 V Montemonaco AP 42 54 13 20 V Santa Maria Nuova AN 43 30 13 19 V Casteldelci PU 43 47 12 09 IV-V Fermignano PU 43 40 12 39 V Monterado AN 43 42 13 06 V Santa Vittoria in Matenano AP 43 01 13 30 V Castelli TE 42 29 13 43 IV-V Fermo AP 43 10 13 43 V Montescudo RN 43 55 12 33 V Sant’Agata Feltria PU 43 52 12 13 V Castelnuovo di Porto RM 42 08 12 30 IV-V Ficulle TR 42 50 12 04 V Moresco AP 43 05 13 44 V Sant’Angelo in Lizzola PU 43 50 12 48 V Castiglion Fiorentino AR 43 20 11 55 IV-V Firenze FI 43 47 11 15 V Morrovalle MC 43 19 13 35 V Sant’Angelo in Vado PU 43 40 12 25 V Catignano PE 42 21 13 57 IV-V Folignano AP 42 49 13 38 V Nepi VT 42 14 12 21 V Sant’Elpidio a Mare AP 43 14 13 41 V Celleno VT 42 33 12 08 IV-V Force AP 42 58 13 29 V Orciano di Pesaro PU 43 41 12 58 V Sant’Ippolito PU 43 41 12 52 V Cellino Attanasio TE 42 35 13 52 IV-V Fossombrone PU 43 41 12 49 V Orte VT 42 28 12 23 V Serra de’ Conti AN 43 33 13 02 V Cesenatico FC 44 12 12 24 IV-V Francavilla d’Ete AP 43 11 13 32 V Osimo AN 43 29 13 29 V Serramonacesca PE 42 15 14 06 V Chianciano Terme SI 43 03 11 50 IV-V Frasso Sabino RI 42 14 12 48 V Ostra AN 43 37 13 09 V Sestino AR 43 42 12 18 V Chiusi della Verna AR 43 42 11 56 IV-V Fratta Todina PG 42 51 12 22 V Otricoli TR 42 25 12 29 V Stimigliano RI 42 18 12 34 V Cineto Romano RM 42 03 12 58 IV-V Frontino PU 43 46 12 23 V Parrano TR 42 52 12 06 V Teramo TE 42 40 13 42 V Città della Pieve PG 42 57 12 00 IV-V Gambettola FC 44 07 12 20 V Passignano sul Trasimeno PG 43 11 12 08 V Terni TR 42 34 12 39 V Civitella Casanova PE 42 22 13 53 IV-V Graffignano VT 42 34 12 12 V Pedaso AP 43 06 13 50 V Todi PG 42 47 12 24 V Civitella San Paolo RM 42 12 12 35 IV-V Grottammare AP 42 59 13 52 V Peglio PU 43 42 12 30 V Torre San Patrizio AP 43 11 13 36 V Civitella del Tronto TE 42 46 13 40 IV-V Grottazzolina AP 43 07 13 36 V Penna in Teverina TR 42 30 12 21 V Torricella in Sabina RI 42 16 12 52 V Civitella d’Agliano VT 42 36 12 11 IV-V Grotte di Castro VT 42 40 11 52 V Perugia PG 43 06 12 23 V Urbania PU 43 40 12 31 V Civitella in Val di Chiana AR 43 25 11 43 IV-V Guardea TR 42 37 12 18 V Petriano PU 43 47 12 44 V Vacone RI 42 23 12 39 V Colbordolo PU 43 49 12 43 IV-V Isola del Piano PU 43 44 12 47 V Piagge PU 43 44 12 58 V Vallo di Nera PG 42 45 12 52 V Colli del Tronto AP 42 53 13 45 IV-V Jesi AN 43 31 13 15 V Piandimeleto PU 43 43 12 25 V Venarotta AP 42 53 13 30 V Colonnella TE 42 52 13 52 IV-V Labro RI 42 31 12 48 V Piegaro PG 42 58 12 05 V Acciano AQ 42 11 13 43 IV-V Corchiano VT 42 21 12 21 IV-V Laterina AR 43 30 11 43 V Pienza SI 43 05 11 41 V Acquasparta TR 42 41 12 33 IV-V Crognaleto TE 42 35 13 29 IV-V Leonessa RI 42 34 12 58 V Pizzoli AQ 42 26 13 18 V Alanno PE 42 18 13 58 IV-V Cugnoli PE 42 18 13 56 IV-V 284 Alba Adriatica TE 42 50 13 56 IV-V Fabrica di Roma VT 42 20 12 18 IV-V 285

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Faleria VT 42 14 12 27 IV-V Poggio Bustone RI 42 30 12 53 IV-V Barchi PU 43 40 12 56 IV Mercato Saraceno FC 43 58 12 12 IV Fano Adriano TE 42 33 13 32 IV-V Porto Recanati MC 43 26 13 40 IV-V Basciano TE 42 36 13 44 IV Molina Aterno AQ 42 09 13 44 IV Fiamignano RI 42 16 13 08 IV-V Porto Sant’Elpidio AP 43 15 13 46 IV-V Bassano Romano VT 42 13 12 12 IV Mondavio PU 43 40 12 58 IV Fiano Romano RM 42 10 12 35 IV-V Proceno VT 42 45 11 50 IV-V Bellante TE 42 45 13 48 IV Montasola RI 42 23 12 41 IV Forlimpopoli FC 44 11 12 08 IV-V Recanati MC 43 24 13 33 IV-V Bertinoro FC 44 09 12 08 IV Monte Castello di Vibio PG 42 50 12 21 IV Gabicce Mare PU 43 58 12 45 IV-V Rignano Flaminio RM 42 12 12 29 IV-V Bolsena VT 42 39 11 59 IV Monte San Savino AR 43 20 11 43 IV Gagliano Aterno AQ 42 08 13 42 IV-V Rimini RN 44 04 12 34 IV-V Bomarzo VT 42 29 12 15 IV Montecompatri RM 41 48 12 44 IV Gallese VT 42 22 12 24 IV-V Rocca Priora RM 41 47 12 45 IV-V Bucine AR 43 29 11 37 IV Montefiore dell’Aso AP 43 03 13 45 IV Gatteo FC 44 07 12 23 IV-V Sacrofano RM 42 06 12 27 IV-V Bugnara AQ 42 01 13 52 IV Montelanico RM 41 39 13 02 IV Giove TR 42 31 12 19 IV-V Sambuci RM 41 59 12 56 IV-V Campotosto AQ 42 33 13 22 IV Montenero Sabino RI 42 17 12 49 IV Licenza RM 42 04 12 54 IV-V San Benedetto del Tronto AP 42 56 13 54 IV-V Canzano TE 42 39 13 48 IV Monteprandone AP 42 55 13 50 IV Loreto AN 43 26 13 37 IV-V San Clemente RN 43 56 12 38 IV-V Capodimonte VT 42 33 11 55 IV Montepulciano SI 43 06 11 47 IV Lugnano in Teverina TR 42 34 12 20 IV-V San Giovanni Teatino CH 42 25 14 12 IV-V Caprese Michelangelo AR 43 38 11 59 IV Monterotondo RM 42 03 12 37 IV Mandela RM 42 02 12 55 IV-V San Lorenzo Nuovo VT 42 41 11 54 IV-V Carsoli AQ 42 06 13 05 IV Montevarchi AR 43 31 11 34 IV Marano Equo RM 42 00 13 01 IV-V San Mauro Pascoli FC 44 06 12 25 IV-V Castel del Monte AQ 42 22 13 44 IV Morlupo RM 42 09 12 29 IV Marcetelli RI 42 14 13 03 IV-V Santarcangelo di Romagna RN 44 04 12 27 IV-V Castel di Tora RI 42 13 12 58 IV Navelli AQ 42 14 13 44 IV Massignano AP 43 03 13 48 IV-V Sarteano SI 42 59 11 52 IV-V Castilenti TE 42 32 13 55 IV Novafeltria PU 43 54 12 17 IV Meldola FC 44 08 12 04 IV-V Sassocorvaro PU 43 47 12 30 IV-V Castrocaro Terme FC 44 10 11 57 IV Palestrina RM 41 50 12 53 IV Mercatino Conca PU 43 52 12 30 IV-V Savignano sul Rubicone FC 44 05 12 24 IV-V Cellere VT 42 31 11 46 IV Percile RM 42 06 12 55 IV Mombaroccio PU 43 48 12 51 IV-V Scandriglia RI 42 10 12 51 IV-V Civita Castellana VT 42 18 12 25 IV Pergine Valdarno AR 43 28 11 41 IV Mondaino RN 43 51 12 40 IV-V Scoppito AQ 42 22 13 15 IV-V Civitanova Marche MC 43 18 13 44 IV Pescosansonesco PE 42 14 13 52 IV Monsampolo del Tronto AP 42 54 13 48 IV-V Serra San Quirico AN 43 27 13 01 IV-V Civitaquana PE 42 19 13 54 IV Petrella Salto RI 42 18 13 04 IV Monte Porzio PU 43 41 13 03 IV-V Serrungarina PU 43 45 12 53 IV-V Collalto Sabino RI 42 08 13 03 IV Pianella PE 42 24 14 03 IV Montecchio TR 42 40 12 17 IV-V Servigliano AP 43 05 13 30 IV-V Colle di Tora RI 42 13 12 57 IV Picciano PE 42 28 13 59 IV Monteciccardo PU 43 49 12 49 IV-V Sirolo AN 43 31 13 37 IV-V Colledara TE 42 32 13 41 IV Pietranico PE 42 17 13 55 IV Montefiore Conca RN 43 53 12 37 IV-V Sogliano al Rubicone FC 44 00 12 18 IV-V Colleferro RM 41 44 13 00 IV Pisoniano RM 41 54 12 58 IV Monteflavio RM 42 06 12 50 IV-V Sorano GR 42 41 11 43 IV-V Collepietro AQ 42 13 13 47 IV Poggio Berni RN 44 02 12 24 IV Montegabbione TR 42 55 12 06 IV-V Tavoleto PU 43 51 12 36 IV-V Cortona AR 43 16 11 59 IV Poli RM 41 53 12 54 IV Montegranaro AP 43 14 13 38 IV-V Toffia RI 42 13 12 45 IV-V Corvara PE 42 16 13 52 IV Popoli PE 42 10 13 50 IV Montemarciano AN 43 38 13 19 IV-V Torano Nuovo TE 42 49 13 47 IV-V Elice PE 42 31 13 58 IV Pratola Peligna AQ 42 06 13 52 IV Monterchi AR 43 29 12 07 IV-V Torre de’ Passeri PE 42 15 13 56 IV-V Fagnano Alto AQ 42 15 13 34 IV Raiano AQ 42 06 13 49 IV Monterubbiano AP 43 05 13 43 IV-V Torri in Sabina RI 42 21 12 38 IV-V Falconara Marittima AN 43 38 13 24 IV Ripa Teatina CH 42 21 14 14 IV Montiano FC 44 05 12 18 IV-V Torriana RN 43 59 12 23 IV-V Fara in Sabina RI 42 13 12 44 IV Ripe AN 43 40 13 06 IV Montopoli di Sabina RI 42 15 12 41 IV-V Torricella Sicura TE 42 39 13 39 IV-V Farindola PE 42 26 13 49 IV Rocca Canterano RM 41 57 13 01 IV Montorio al Vomano TE 42 35 13 38 IV-V Torrita Tiberina RM 42 14 12 37 IV-V Francavilla al Mare CH 42 25 14 18 IV Rocca San Giovanni CH 42 15 14 28 IV Morciano di Romagna RN 43 55 12 39 IV-V Tossicia TE 42 33 13 39 IV-V Frascati RM 41 48 12 41 IV Rocca Sinibalda RI 42 16 12 56 IV Morro Reatino RI 42 32 12 50 IV-V Valle Castellana TE 42 44 13 30 IV-V Gerano RM 41 56 13 00 IV Rocca di Papa RM 41 46 12 43 IV Mosciano Sant’Angelo TE 42 45 13 53 IV-V Vallerano VT 42 23 12 16 IV-V Giulianova TE 42 45 13 57 IV Roccacasale AQ 42 07 13 53 IV Nereto TE 42 49 13 49 IV-V Verucchio RN 43 59 12 25 IV-V Goriano Sicoli AQ 42 05 13 46 IV Roccamontepiano CH 42 15 14 08 IV Numana AN 43 31 13 37 IV-V Vignanello VT 42 23 12 17 IV-V Gradoli VT 42 39 11 51 IV Roncofreddo FC 44 02 12 19 IV Offagna AN 43 32 13 26 IV-V Vitorchiano VT 42 28 12 10 IV-V Isola del Gran Sasso TE 42 30 13 40 IV San Benedetto in Periillis AQ 42 11 13 46 IV Onano VT 42 42 11 49 IV-V Abbateggio PE 42 13 14 01 IV Labico RM 41 47 12 53 IV San Giovanni Valdarno AR 43 34 11 32 IV Panicale PG 43 02 12 06 IV-V Acquapendente VT 42 45 11 52 IV Lettomanoppello PE 42 14 14 02 IV San Venanzo TR 42 52 12 16 IV Pesaro PU 43 54 12 54 IV-V Agosta RM 41 59 13 02 IV Lubriano VT 42 38 12 07 IV Sant’Egidio alla Vibrata TE 42 49 13 43 IV Piansano VT 42 31 11 50 IV-V Arsoli RM 42 02 13 01 IV Macerata Feltria PU 43 48 12 27 IV Secinaro AQ 42 09 13 41 IV Pietracamela TE 42 31 13 33 IV-V Artena RM 41 44 12 55 IV Magione PG 43 08 12 12 IV Siena SI 43 19 11 20 IV Pieve Santo Stefano AR 43 40 12 02 IV-V Asciano SI 43 14 11 34 IV Marcellina RM 42 01 12 48 IV Spoltore PE 42 27 14 08 IV 286 Pineto TE 42 36 14 04 IV-V Bagnoregio VT 42 38 12 06 IV Marta VT 42 32 11 55 IV Stroncone TR 42 30 12 40 IV 287

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Tivoli RM 41 58 12 48 IV Nespolo RI 42 09 13 04 III-IV Collarmele AQ 42 04 13 38 III Stia AR 43 48 11 42 III Tocco da Casauria PE 42 13 13 55 IV Oriolo Romano VT 42 09 12 08 III-IV Collepardo FR 41 46 13 22 III Tessennano VT 42 29 11 47 III Valentano VT 42 34 11 49 IV Orvinio RI 42 08 12 56 III-IV Dovadola FC 44 07 11 53 III Tione degli Abruzzi AQ 42 12 13 38 III Vasanello VT 42 25 12 21 IV Paganico Sabino RI 42 11 13 00 III-IV Fara Filiorum Petri CH 42 15 14 11 III Tolfa RM 42 09 11 56 III Vicovaro RM 42 01 12 54 IV Penne PE 42 27 13 56 III-IV Fossa AQ 42 18 13 29 III Tollo CH 42 20 14 19 III Villa Santa Lucia deg... AQ 42 20 13 47 IV Pomezia RM 41 41 12 30 III-IV Fumone FR 41 44 13 17 III Torrita di Siena SI 43 10 11 46 III Viterbo VT 42 25 12 07 IV Roccamorice PE 42 13 14 02 III-IV Gallicano nel Lazio RM 41 52 12 49 III Tuscania VT 42 25 11 52 III Zagarolo RM 41 50 12 50 IV Ronciglione VT 42 17 12 13 III-IV Genazzano RM 41 50 12 58 III Vacri CH 42 18 14 14 III Abbadia San Salvatore SI 42 53 11 41 III-IV Roseto degli Abruzzi TE 42 40 14 01 III-IV Genzano di Roma RM 41 42 12 41 III Villa Celiera PE 42 23 13 52 III Anticoli Corrado RM 42 01 12 59 III-IV Roviano RM 42 01 13 00 III-IV Giuliano Teatino CH 42 18 14 17 III Alatri FR 41 44 13 21 II-III Arielli CH 42 16 14 18 III-IV San Casciano dei Bagni SI 42 52 11 53 III-IV Grottaferrata RM 41 47 12 41 III Ariccia RM 41 43 12 40 II-III Atessa CH 42 04 14 27 III-IV San Demetrio ne’ Vestini AQ 42 17 13 33 III-IV Guardiagrele CH 42 11 14 13 III Camaldoli AR 43 48 11 49 II-III Barbarano Romano VT 42 15 12 04 III-IV San Gregorio da Sassola RM 41 55 12 52 III-IV Introdacqua AQ 42 00 13 54 III Celano AQ 42 05 13 33 II-III Barisciano AQ 42 19 13 36 III-IV San Pio delle Camere AQ 42 17 13 39 III-IV Jenne RM 41 53 13 10 III Civitavecchia RM 42 05 11 48 II-III Bologna BO 44 30 11 20 III-IV San Valentino in Abruzzo Citeriore PE42 14 13 59 III-IV Lanciano CH 42 14 14 23 III Collelongo AQ 41 53 13 35 II-III Bussi sul Tirino PE 42 13 13 50 III-IV San Vito Romano RM 41 53 12 59 III-IV Lariano RM 41 43 12 50 III Latera VT 42 38 11 50 II-III Cagnano Amiterno AQ 42 27 13 14 III-IV Sassa AQ 42 21 13 18 III-IV Londa FI 43 52 11 34 III Magliano de’ Marsi AQ 42 06 13 22 II-III Calascio AQ 42 20 13 42 III-IV Sinalunga SI 43 13 11 44 III-IV Longiano FC 44 04 12 19 III Marino RM 41 46 12 40 II-III Campoli Appennino FR 41 44 13 41 III-IV Soriano nel Cimino VT 42 25 12 14 III-IV Loro Ciuffenna AR 43 36 11 38 III Monteroni d’Arbia SI 43 14 11 25 II-III Canino VT 42 28 11 45 III-IV Subbiano AR 43 34 11 52 III-IV Lucoli AQ 42 17 13 20 III Nemi RM 41 43 12 43 II-III Canosa Sannita CH 42 18 14 18 III-IV Sutri VT 42 14 12 13 III-IV Modena MO 44 39 10 56 III Nerola RM 42 10 12 47 II-III Carapelle Calvisio AQ 42 18 13 41 III-IV Tornimparte AQ 42 17 13 18 III-IV Monterosi VT 42 12 12 19 III Olevano Romano RM 41 52 13 02 II-III Carpineto della Nora PE 42 20 13 52 III-IV Tortoreto TE 42 48 13 55 III-IV Montorio Romano RM 42 08 12 48 III Palombara Sabina RM 42 04 12 46 II-III Casalincontrada CH 42 17 14 08 III-IV Tuoro sul Trasimeno PG 43 12 12 04 III-IV Ofena AQ 42 20 13 45 III Rocca di Mezzo AQ 42 12 13 31 II-III Casape RM 41 54 12 53 III-IV Vallinfreda RM 42 05 13 00 III-IV Ortona CH 42 21 14 24 III Santa Maria Imbaro CH 42 13 14 27 II-III Casoli CH 42 07 14 17 III-IV Vejano VT 42 13 12 06 III-IV Pennapiedimonte CH 42 09 14 12 III Sant’Oreste RM 42 14 12 31 II-III Castel Focognano AR 43 39 11 50 III-IV Velletri RM 41 41 12 47 III-IV Pescara PE 42 28 14 13 III Tagliacozzo AQ 42 04 13 15 II-III Castel Frentano CH 42 12 14 21 III-IV Vetralla VT 42 19 12 03 III-IV Pian di Melosa FI 43 45 11 32 III Valmontone RM 41 46 12 55 II-III Castel Viscardo TR 42 45 12 00 III-IV Vittorito AQ 42 07 13 49 III-IV Piancastagnaio SI 42 51 11 41 III Veroli FR 41 41 13 25 II-III Castelnuovo Berardenga SI 43 21 11 30 III-IV Vivaro Romano RM 42 06 13 00 III-IV Pitigliano GR 42 38 11 40 III Vico nel Lazio FR 41 47 13 21 II-III Castelvecchio Subequo AQ 42 08 13 44 III-IV Affile RM 41 53 13 06 III Poggibonsi SI 43 28 11 09 III Buonconvento SI 43 08 11 29 II Cave RM 41 49 12 56 III-IV Allumiere RM 42 09 11 54 III Pratovecchio AR 43 47 11 43 III Camerata Nuova RM 42 01 13 06 II Chieti CH 42 21 14 10 III-IV Ari CH 42 17 14 16 III Rapolano Terme SI 43 17 11 36 III Caramanico Terme PE 42 09 14 00 II Fano PU 43 50 13 01 III-IV Arlena di Castro VT 42 28 11 49 III Reggello FI 43 41 11 32 III Castell’Azzara GR 42 46 11 42 II Farnese VT 42 33 11 44 III-IV Atri TE 42 35 13 59 III Reggio nell’Emilia RE 44 42 10 38 III Civitella di Romagna FC 44 00 11 56 II Fiumicino RM 41 46 12 14 III-IV Bellegra RM 41 53 13 02 III Riofreddo RM 42 04 13 00 III Gaiole in Chianti SI 43 28 11 26 II Foiano della Chiana AR 43 15 11 49 III-IV Blera VT 42 16 12 02 III Rocca di Botte AQ 42 02 13 04 III Luco dei Marsi AQ 41 58 13 28 II Forlì FC 44 13 12 03 III-IV Campo di Giove AQ 42 01 14 03 III Rocca di Cave RM 41 51 12 57 III Nocciano PE 42 20 13 59 II Galeata FC 44 00 11 55 III-IV Canterano RM 41 57 13 02 III Roma RM 41 54 12 29 III Ortignano-Raggiolo AR 43 41 11 45 II Ischia di Castro VT 42 33 11 45 III-IV Casacanditella CH 42 15 14 12 III San Giovanni d’Asso SI 43 09 11 35 III Ovindoli AQ 42 08 13 31 II Manciano GR 42 35 11 31 III-IV Castelfranco di Sopra AR 43 37 11 33 III San Godenzo FI 43 56 11 37 III Paliano FR 41 48 13 03 II Manziana RM 42 08 12 08 III-IV Castelvecchio Calvisio AQ 42 19 13 41 III San Quirico d’Orcia SI 43 03 11 36 III Pescina AQ 42 01 13 39 II Mondolfo PU 43 45 13 06 III-IV Castiglione Messer Raimondo TE 42 32 13 53 III Sante Marie AQ 42 06 13 12 III Pescosolido FR 41 45 13 39 II Montebello di Bertona PE 42 25 13 52 III-IV Cerchio AQ 42 04 13 36 III Sant’Eufemia a Maiella PE 42 07 14 02 III Pian di Scò AR 43 39 11 33 II Montefiascone VT 42 32 12 02 III-IV Cerveteri RM 42 00 12 06 III Sant’Eusanio Forconese AQ 42 17 13 31 III Piglio FR 41 50 13 09 II Montereale AQ 42 31 13 15 III-IV Chitignano AR 43 40 11 53 III Saracinesco RM 42 00 12 57 III Poggio Picenze AQ 42 19 13 32 II Moricone RM 42 07 12 46 III-IV Civitella Roveto AQ 41 55 13 25 III Sarsina FC 43 55 12 09 III Portico e San Benedetto FC 44 02 11 47 II 288 Morro d’Oro TE 42 40 13 55 III-IV Cocullo AQ 42 02 13 47 III Scurcola Marsicana AQ 42 04 13 20 III Rocca San Casciano FC 44 04 11 51 II 289

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Rocca di Cambio AQ 42 14 13 29 II Filetto CH 42 14 14 15 NF Rocca Pia AQ 41 56 13 59 NF Serrone FR 41 51 13 06 NF Roiate RM 41 52 13 04 II Fossacesia CH 42 15 14 29 NF Rocca Santo Stefano RM 41 55 13 01 NF Sulmona AQ 42 03 13 56 NF San Polo dei Cavalieri RM 42 01 12 50 II Frisa CH 42 16 14 22 NF Roccastrada GR 43 01 11 10 NF Talla AR 43 36 11 47 NF Sora FR 41 43 13 37 II Gavignano RM 41 42 13 03 NF Rosciano PE 42 19 14 03 NF Tavarnelle Val di Pesa FI 43 34 11 10 NF Subiaco RM 41 55 13 06 II Gioia dei Marsi AQ 41 57 13 42 NF Rufina FI 43 49 11 29 NF Torrevecchia Teatina CH 42 23 14 13 NF Tarquinia VT 42 15 11 45 II Gorga RM 41 39 13 07 NF San Benedetto dei Marsi AQ 42 00 13 37 NF Trasacco AQ 41 57 13 32 NF Acuto FR 41 47 13 11 NF Greve in Chianti FI 43 35 11 19 NF San Cesareo RM 41 49 12 48 NF Tredozio FC 44 05 11 45 NF Albano Laziale RM 41 44 12 40 NF Grosseto GR 42 46 11 07 NF San Vincenzo Valle Roveto AQ 41 50 13 31 NF Trequanda SI 43 11 11 40 NF Anagni FR 41 45 13 09 NF Guarcino FR 41 48 13 19 NF San Vito Chietino CH 42 18 14 27 NF Trevi nel Lazio FR 41 52 13 15 NF Ancarano TE 42 50 13 45 NF Impruneta FI 43 41 11 15 NF Santa Fiora GR 42 50 11 35 NF Trevignano Romano RM 42 09 12 15 NF Anversa degli Abruzzi AQ 42 00 13 48 NF Incisa in Val d’Arno FI 43 39 11 27 NF Santa Sofia FC 43 57 11 54 NF Trivigliano FR 41 46 13 16 NF Arcidosso GR 42 52 11 32 NF Ladispoli RM 41 57 12 05 NF Santo Stefano di Sessanio AQ 42 21 13 39 NF Vallepietra RM 41 56 13 14 NF Arcinazzo Romano RM 41 53 13 07 NF Lama dei Peligni CH 42 02 14 11 NF Scanno AQ 41 54 13 53 NF Verghereto FC 43 48 12 00 NF Avezzano AQ 42 02 13 26 NF Lecce nei Marsi AQ 41 56 13 41 NF Scansano GR 42 41 11 20 NF Villalago AQ 41 56 13 50 NF Bagno a Ripoli FI 43 45 11 19 NF Lettopalena CH 42 00 14 10 NF Seggiano GR 42 56 11 33 NF Villamagna CH 42 20 14 14 NF Bagno di Romagna FC 43 50 11 58 NF Loreto Aprutino PE 42 26 13 59 NF Segni RM 41 41 13 01 NF Villavallelonga AQ 41 52 13 37 NF Balsorano AQ 41 48 13 34 NF Magliano in Toscana GR 42 36 11 18 NF Semproniano GR 42 44 11 32 NF Bisegna AQ 41 55 13 45 NF Miglianico CH 42 22 14 18 NF Bracciano RM 42 06 12 11 NF Montalcino SI 43 03 11 29 NF Campagnano di Roma RM 42 08 12 23 NF Monte Romano VT 42 16 11 54 NF 1997 10 14 15:23 TU n = 42 57 12 58 Io = VII-VIII Siti n. 786 Me 5.5 Appennino umbro-march. Campagnatico GR 42 53 11 16 NF Montemignaio AR 43 44 11 37 NF località lat. long. I località lat. long. I Cansano AQ 42 00 14 01 NF Monteriggioni SI 43 23 11 13 NF Sellano PG 42 53 12 56 VIII-IX Belmonte in Sabina RI 42 19 12 54 V-VI Capalbio GR 42 27 11 25 NF Montesilvano PE 42 31 14 09 NF Preci PG 42 53 13 02 VII Camerino MC 43 08 13 04 V-VI Capistrello AQ 41 58 13 23 NF Monticiano SI 43 08 11 11 NF Serravalle di Chienti MC 43 04 12 57 VII Camporotondo di Fiastrone MC 43 08 13 16 V-VI Cappadocia AQ 42 00 13 17 NF Montieri GR 43 08 11 01 NF Campello sul Clitunno PG 42 49 12 47 VI-VII Cannara PG 43 00 12 35 V-VI Capranica Prenestina RM 41 52 12 57 NF Morino AQ 41 52 13 27 NF Cerreto di Spoleto PG 42 49 12 55 VI-VII Castel di Lama AP 42 52 13 42 V-VI Castel Madama RM 41 58 12 52 NF Murlo SI 43 10 11 23 NF Muccia MC 43 05 13 03 VI-VII Castelplanio AN 43 30 13 05 V-VI Castel San Pietro Romano RM 41 51 12 54 NF Orbetello GR 42 26 11 13 NF Spello PG 42 59 12 40 VI-VII Castelsantangelo sul Nera MC 42 54 13 09 V-VI Castel Sant’Elia VT 42 15 12 22 NF Ortona dei Marsi AQ 42 00 13 44 NF Visso MC 42 56 13 05 VI-VII Cerreto d’Esi AN 43 19 12 59 V-VI Castel del Piano GR 42 53 11 32 NF Pacentro AQ 42 03 14 00 NF Acquacanina MC 43 02 13 10 VI Civitella San Paolo RM 42 12 12 35 V-VI Castellafiume AQ 41 59 13 20 NF Palazzo SI 43 12 11 02 NF Bevagna PG 42 56 12 36 VI Fabriano AN 43 20 12 54 V-VI Castellina in Chianti SI 43 28 11 17 NF Palena CH 41 59 14 08 NF Cascia PG 42 43 13 01 VI Ferentillo TR 42 37 12 47 V-VI Castiglion Fibocchi AR 43 32 11 46 NF Palombaro CH 42 08 14 14 NF Castelleone di Suasa AN 43 36 12 59 VI Fiastra MC 43 02 13 09 V-VI Castiglione d’Orcia SI 43 00 11 37 NF Pelago FI 43 46 11 30 NF Fiuminata MC 43 11 12 56 VI Leonessa RI 42 34 12 58 V-VI Cavriglia AR 43 31 11 29 NF Pereto AQ 42 04 13 06 NF Foligno PG 42 57 12 42 VI Matelica MC 43 15 13 01 V-VI Chiusdino SI 43 09 11 05 NF Pescasseroli AQ 41 48 13 47 NF Monte Cavallo MC 43 00 13 00 VI Montappone AP 43 08 13 28 V-VI Ciampino RM 41 48 12 36 NF Pescorocchiano RI 42 12 13 09 NF Montefalco PG 42 54 12 39 VI Monte Castello di Vibio PG 42 50 12 21 V-VI Cinigiano GR 42 53 11 24 NF Pettorano sul Gizio AQ 41 58 13 58 NF Norcia PG 42 48 13 06 VI Montefortino AP 42 57 13 21 V-VI Civita d’Antino AQ 41 53 13 28 NF Poggiofiorito CH 42 15 14 19 NF Pieve Torina MC 43 03 13 03 VI Monteleone di Spoleto PG 42 39 12 57 V-VI Civitella Messer Raimondo CH 42 05 14 13 NF Poppi AR 43 43 11 46 NF Poggiodomo PG 42 43 12 56 VI Montemonaco AP 42 54 13 20 V-VI Colle di Val d’Elsa SI 43 25 11 08 NF Predappio FC 44 06 11 59 NF Sant’Anatolia di Narco PG 42 44 12 50 VI Offida AP 42 56 13 41 V-VI Colledimacine CH 42 00 14 12 NF Premilcuore FC 43 59 11 47 NF Trevi PG 42 53 12 45 VI Palmiano AP 42 54 13 27 V-VI Cori LT 41 39 12 55 NF Pretoro CH 42 13 14 08 NF Ussita MC 42 57 13 08 VI Penna San Giovanni MC 43 03 13 26 V-VI Dicomano FI 43 53 11 31 NF Prezza AQ 42 04 13 50 NF Vallo di Nera PG 42 45 12 52 VI Pianella PE 42 24 14 03 V-VI Falsini SI 43 15 11 05 NF Radda in Chianti SI 43 29 11 22 NF Valtopina PG 43 03 12 45 VI Pievebovigliana MC 43 04 13 05 V-VI Fara San Martino CH 42 05 14 12 NF Radicondoli SI 43 16 11 03 NF Amatrice RI 42 38 13 17 V-VI Pioraco MC 43 11 12 59 V-VI Ferentino FR 41 41 13 15 NF Rapino CH 42 13 14 11 NF Arrone TR 42 35 12 46 V-VI Pollenza MC 43 16 13 21 V-VI 290 Filettino FR 41 53 13 19 NF Rignano sull’Arno FI 43 43 11 27 NF 291

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Roccagiovine RM 42 03 12 54 V-VI Cupramontana AN 43 27 13 07 V Posta RI 42 31 13 06 V Cantiano PU 43 28 12 38 IV-V San Pio delle Camere AQ 42 17 13 39 V-VI Deruta PG 42 59 12 25 V Rieti RI 42 24 12 52 V Capena RM 42 08 12 32 IV-V Sant’Angelo in Pontano MC 43 06 13 24 V-VI Fabro TR 42 52 12 01 V Ripatransone AP 43 00 13 46 V Caprarola VT 42 20 12 14 IV-V Scheggino PG 42 43 12 50 V-VI Falerone AP 43 06 13 28 V Ripe San Ginesio MC 43 09 13 22 V Carapelle Calvisio AQ 42 18 13 41 IV-V Sefro MC 43 09 12 57 V-VI Fano Adriano TE 42 33 13 32 V Rocca Santa Maria TE 42 41 13 32 V Casalincontrada CH 42 17 14 08 IV-V Serrapetrona MC 43 11 13 11 V-VI Folignano AP 42 49 13 38 V Rotella AP 42 57 13 34 V Castel Giorgio TR 42 42 11 59 IV-V Tarano RI 42 21 12 36 V-VI Forano RI 42 18 12 36 V Sambuci RM 41 59 12 56 V Castelfidardo AN 43 28 13 33 IV-V Tolentino MC 43 13 13 17 V-VI Fossato di Vico PG 43 18 12 46 V San Martino AP 42 44 13 27 V Castelli TE 42 29 13 43 IV-V Torre San Patrizio AP 43 11 13 36 V-VI Grottazzolina AP 43 07 13 36 V San Severino Marche MC 43 14 13 11 V Castignano AP 42 56 13 37 IV-V Valfabbrica PG 43 09 12 36 V-VI Gualdo Cattaneo PG 42 55 12 33 V San Venanzo TR 42 52 12 16 V Castilenti TE 42 32 13 55 IV-V Abbateggio PE 42 13 14 01 V Guardea TR 42 37 12 18 V Sarnano MC 43 02 13 18 V Cepagatti PE 42 22 14 04 IV-V Accumoli RI 42 42 13 15 V Isola del Piano PU 43 44 12 47 V Sassoferrato AN 43 26 12 51 V Cessapalombo MC 43 06 13 15 IV-V Acquasanta Terme AP 42 46 13 25 V Licenza RM 42 04 12 54 V Scafa PE 42 16 14 00 V Città di Castello PG 43 27 12 14 IV-V Acquaviva Picena AP 42 57 13 49 V Lisciano RI 42 27 12 55 V Scandriglia RI 42 10 12 51 V Civitaquana PE 42 19 13 54 IV-V Albacina AN 43 20 13 00 V Longone Sabino RI 42 16 12 58 V Scheggia e Pascelupo PG 43 24 12 40 V Colli sul Velino RI 42 30 12 47 IV-V Amandola AP 42 59 13 21 V Loro Piceno MC 43 10 13 25 V Serra Sant’Abbondio PU 43 29 12 46 V Colonnella TE 42 52 13 52 IV-V Antrodoco RI 42 25 13 05 V Lugnano in Teverina TR 42 34 12 20 V Serramonacesca PE 42 15 14 06 V Comunanza AP 42 57 13 25 IV-V Apiro MC 43 23 13 08 V L’Aquila AQ 42 21 13 24 V Spoleto PG 42 44 12 44 V Contigliano RI 42 25 12 46 IV-V Appignano MC 43 22 13 21 V Macerata Feltria PU 43 48 12 27 V Stimigliano RI 42 18 12 34 V Corciano PG 43 08 12 17 IV-V Arquata del Tronto AP 42 46 13 18 V Magliano Sabina RI 42 22 12 29 V Stroncone TR 42 30 12 40 V Corinaldo AN 43 39 13 03 IV-V Ascoli Piceno AP 42 51 13 35 V Maiolati Spontini AN 43 29 13 07 V Tavullia PU 43 54 12 45 V Corridonia MC 43 15 13 31 IV-V Assisi PG 43 04 12 37 V Massa Fermana AP 43 09 13 29 V Teramo TE 42 40 13 42 V Corropoli TE 42 50 13 50 IV-V Avigliano Umbro TR 42 39 12 26 V Mergo AN 43 28 13 02 V Terni TR 42 34 12 39 V Cortino TE 42 37 13 31 IV-V Bisenti TE 42 32 13 48 V Mogliano MC 43 11 13 29 V Torano Nuovo TE 42 49 13 47 V Crognaleto TE 42 35 13 29 IV-V Bolognola MC 43 00 13 14 V Monsampietro Morico AP 43 04 13 33 V Torri in Sabina RI 42 21 12 38 V Farindola PE 42 26 13 49 IV-V Borbona RI 42 31 13 08 V Monsampolo del Tronto AP 42 54 13 48 V Torricella Sicura TE 42 39 13 39 V Fermo AP 43 10 13 43 IV-V Bucchianico CH 42 18 14 11 V Monte Giberto AP 43 05 13 38 V Tossicia TE 42 33 13 39 V Filottrano AN 43 26 13 21 IV-V Cagnano Amiterno AQ 42 27 13 14 V Monte Santa Maria Tiberina PG 43 26 12 10 V Treia MC 43 19 13 19 V Force AP 42 58 13 29 IV-V Caldarola MC 43 08 13 14 V Monte Vidon Combatte AP 43 03 13 38 V Venarotta AP 42 53 13 30 V Fossombrone PU 43 41 12 49 IV-V Calvi dell’Umbria TR 42 24 12 34 V Monte Vidon Corrado AP 43 07 13 29 V Zagarolo RM 41 50 12 50 V Francavilla d’Ete AP 43 11 13 32 IV-V Cantalupo in Sabina RI 42 18 12 39 V Montecarotto AN 43 32 13 04 V Acquasparta TR 42 41 12 33 IV-V Fratta Todina PG 42 51 12 22 IV-V Canzano TE 42 39 13 48 V Montecassiano MC 43 22 13 26 V Alviano TR 42 35 12 18 IV-V Gagliole MC 43 14 13 04 IV-V Cartoceto PU 43 46 12 53 V Montecastrilli TR 42 39 12 29 V Arcevia AN 43 30 12 56 IV-V Gallese VT 42 22 12 24 IV-V Casaprota RI 42 15 12 48 V Montegallo AP 42 50 13 20 V Atri TE 42 35 13 59 IV-V Genga AN 43 26 12 56 IV-V Castel Ritaldi PG 42 49 12 40 V Montegiorgio AP 43 08 13 32 V Barbara AN 43 35 13 01 IV-V Giulianova TE 42 45 13 57 IV-V Castelbellino AN 43 29 13 09 V Monteleone d’Orvieto TR 42 55 12 03 V Baschi TR 42 40 12 13 IV-V Goriano Sicoli AQ 42 05 13 46 IV-V Castelraimondo MC 43 13 13 03 V Montenero Sabino RI 42 17 12 49 V Belforte del Chienti MC 43 10 13 14 IV-V Isola del Gran Sasso TE 42 30 13 40 IV-V Cineto Romano RM 42 03 12 58 V Montopoli di Sabina RI 42 15 12 41 V Bellante TE 42 45 13 48 IV-V Jesi AN 43 31 13 15 IV-V Cingoli MC 43 22 13 13 V Montorio al Vomano TE 42 35 13 38 V Bolsena VT 42 39 11 59 IV-V Labro RI 42 31 12 48 IV-V Cittaducale RI 42 23 12 57 V Moricone RM 42 07 12 46 V Bomarzo VT 42 29 12 15 IV-V Latera VT 42 38 11 50 IV-V Cittareale RI 42 37 13 10 V Orte VT 42 28 12 23 V Borgo Velino RI 42 24 13 03 IV-V Loreto AN 43 26 13 37 IV-V Civitella del Tronto TE 42 46 13 40 V Otricoli TR 42 25 12 29 V Borgorose RI 42 12 13 14 IV-V Luco dei Marsi AQ 41 58 13 28 IV-V Collazzone PG 42 54 12 26 V Petriano PU 43 47 12 44 V Cagli PU 43 33 12 39 IV-V Lucoli AQ 42 17 13 20 IV-V Collecorvino PE 42 27 14 01 V Petritoli AP 43 04 13 39 V Calcata VT 42 13 12 25 IV-V Lunano PU 43 44 12 26 IV-V Collevecchio RI 42 20 12 33 V Poggio Catino RI 42 18 12 41 V Camerano AN 43 32 13 33 IV-V Mandela RM 42 02 12 55 IV-V Colli del Tronto AP 42 53 13 45 V Poggio San Marcello AN 43 31 13 05 V Campli TE 42 44 13 41 IV-V Marcellina RM 42 01 12 48 IV-V Concerviano RI 42 19 12 59 V Poggio San Vicino MC 43 22 13 05 V Canino VT 42 28 11 45 IV-V Marcetelli RI 42 14 13 03 IV-V 292 Costacciaro PG 43 21 12 43 V Porano TR 42 41 12 06 V Cantalice RI 42 28 12 54 IV-V Marsciano PG 42 55 12 20 IV-V 293

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Martinsicuro TE 42 53 13 55 IV-V Ponzano Romano RM 42 15 12 34 IV-V Barchi PU 43 40 12 56 IV Monte Porzio PU 43 41 13 03 IV Massa Martana PG 42 47 12 31 IV-V Porto San Giorgio AP 43 11 13 48 IV-V Barete AQ 42 27 13 17 IV Monte Porzio Catone RM 41 49 12 43 IV Massignano AP 43 03 13 48 IV-V Potenza Picena MC 43 22 13 37 IV-V Basciano TE 42 36 13 44 IV Montecchio TR 42 40 12 17 IV Mercatello sul Metauro PU 43 39 12 20 IV-V Raiano AQ 42 06 13 49 IV-V Bassano Romano VT 42 13 12 12 IV Montecompatri RM 41 48 12 44 IV Mompeo RI 42 15 12 45 IV-V Rapagnano AP 43 10 13 36 IV-V Bussi sul Tirino PE 42 13 13 50 IV Montefiascone VT 42 32 12 02 IV Mondavio PU 43 40 12 58 IV-V Rivodutri RI 42 31 12 51 IV-V Camerata Picena AN 43 35 13 21 IV Morro d’Oro TE 42 40 13 55 IV Montalto delle Marche AP 42 59 13 36 IV-V Salisano RI 42 15 12 45 IV-V Campotosto AQ 42 33 13 22 IV Morrovalle MC 43 19 13 35 IV Monte San Giovanni in Sabina RI42 20 12 47 IV-V San Benedetto del Tronto AP 42 56 13 54 IV-V Capistrello AQ 41 58 13 23 IV Narni TR 42 31 12 31 IV Monte San Pietrangeli AP 43 11 13 35 IV-V San Gemini TR 42 37 12 33 IV-V Capranica VT 42 15 12 11 IV Nereto TE 42 49 13 49 IV Monte Urano AP 43 12 13 40 IV-V San Giorgio di Pesaro PU 43 43 12 59 IV-V Caramanico Terme PE 42 09 14 00 IV Nespolo RI 42 09 13 04 IV Montecosaro MC 43 19 13 38 IV-V San Giovanni Teatino CH 42 25 14 12 IV-V Carsoli AQ 42 06 13 05 IV Numana AN 43 31 13 37 IV Montefelcino PU 43 44 12 50 IV-V San Lorenzo in Campo PU 43 36 12 57 IV-V Casacanditella CH 42 15 14 12 IV Ofena AQ 42 20 13 45 IV Montefino TE 42 33 13 53 IV-V Santa Maria Nuova AN 43 30 13 19 IV-V Casperia RI 42 20 12 40 IV Olevano Romano RM 41 52 13 02 IV Montefiore Conca RN 43 53 12 37 IV-V Santa Vittoria in Matenano AP 43 01 13 30 IV-V Castel Madama RM 41 58 12 52 IV Ortucchio AQ 41 57 13 39 IV Montefiore dell’Aso AP 43 03 13 45 IV-V Sant’Egidio alla Vibrata TE 42 49 13 43 IV-V Castel Viscardo TR 42 45 12 00 IV Palestrina RM 41 50 12 53 IV Monteflavio RM 42 06 12 50 IV-V Sant’Elpidio a Mare AP 43 14 13 41 IV-V Castel del Monte AQ 42 22 13 44 IV Palmoli CH 41 56 14 35 IV Montegridolfo RN 43 51 12 41 IV-V Sant’Eusanio Forconese AQ 42 17 13 31 IV-V Castelvecchio Subequo AQ 42 08 13 44 IV Parrano TR 42 52 12 06 IV Montelabbate PU 43 51 12 47 IV-V Scoppito AQ 42 22 13 15 IV-V Castiglione del Lago PG 43 08 12 03 IV Passignano sul Trasimeno PG 43 11 12 08 IV Montelupone MC 43 21 13 34 IV-V Scurcola Marsicana AQ 42 04 13 20 IV-V Catignano PE 42 21 13 57 IV Piagge PU 43 44 12 58 IV Monteprandone AP 42 55 13 50 IV-V Serra San Quirico AN 43 27 13 01 IV-V Cave RM 41 49 12 56 IV Piansano VT 42 31 11 50 IV Monterado AN 43 42 13 06 IV-V Serra de’ Conti AN 43 33 13 02 IV-V Cellino Attanasio TE 42 35 13 52 IV Pietracamela TE 42 31 13 33 IV Montottone AP 43 04 13 35 IV-V Serrungarina PU 43 45 12 53 IV-V Cerchio AQ 42 04 13 36 IV Pietralunga PG 43 26 12 26 IV Morro Reatino RI 42 32 12 50 IV-V Servigliano AP 43 05 13 30 IV-V Cetona SI 42 58 11 54 IV Pietranico PE 42 17 13 55 IV Morro d’Alba AN 43 36 13 13 IV-V Silvi TE 42 33 14 07 IV-V Città della Pieve PG 42 57 12 00 IV Piglio FR 41 50 13 09 IV Mosciano Sant’Angelo TE 42 45 13 53 IV-V Staffolo AN 43 26 13 11 IV-V Civitanova Marche MC 43 18 13 44 IV Pineto TE 42 36 14 04 IV Notaresco TE 42 39 13 54 IV-V Sulmona AQ 42 03 13 56 IV-V Civitella Casanova PE 42 22 13 53 IV Pisoniano RM 41 54 12 58 IV Offagna AN 43 32 13 26 IV-V Tivoli RM 41 58 12 48 IV-V Colleferro RM 41 44 13 00 IV Poli RM 41 53 12 54 IV Orciano di Pesaro PU 43 41 12 58 IV-V Toffia RI 42 13 12 45 IV-V Collelongo AQ 41 53 13 35 IV Popoli PE 42 10 13 50 IV Orvieto TR 42 43 12 07 IV-V Torgiano PG 43 01 12 26 IV-V Collepietro AQ 42 13 13 47 IV Porto Recanati MC 43 26 13 40 IV Ostra AN 43 37 13 09 IV-V Torricella in Sabina RI 42 16 12 52 IV-V Configni RI 42 25 12 39 IV Proceno VT 42 45 11 50 IV Palombara Sabina RM 42 04 12 46 IV-V Torrita Tiberina RM 42 14 12 37 IV-V Corchiano VT 42 21 12 21 IV Recanati MC 43 24 13 33 IV Panicale PG 43 02 12 06 IV-V Umbertide PG 43 18 12 20 IV-V Elice PE 42 31 13 58 IV Riano RM 42 05 12 31 IV Pedaso AP 43 06 13 50 IV-V Urbisaglia MC 43 12 13 23 IV-V Fabrica di Roma VT 42 20 12 18 IV Rimini RN 44 04 12 34 IV Peglio PU 43 42 12 30 IV-V Valle Castellana TE 42 44 13 30 IV-V Fara San Martino CH 42 05 14 12 IV Rocca Sinibalda RI 42 16 12 56 IV Penna in Teverina TR 42 30 12 21 IV-V Vasanello VT 42 25 12 21 IV-V Formello RM 42 05 12 24 IV Rocca di Papa RM 41 46 12 43 IV Penne PE 42 27 13 56 IV-V Vico nel Lazio FR 41 47 13 21 IV-V Francavilla al Mare CH 42 25 14 18 IV Roccamontepiano CH 42 15 14 08 IV Percile RM 42 06 12 55 IV-V Vicoli PE 42 20 13 54 IV-V Gerano RM 41 56 13 00 IV Roccamorice PE 42 13 14 02 IV Pergola PU 43 34 12 50 IV-V Acciano AQ 42 11 13 43 IV Graffignano VT 42 34 12 12 IV Rosora AN 43 29 13 04 IV Perugia PG 43 06 12 23 IV-V Affile RM 41 53 13 06 IV Grottammare AP 42 59 13 52 IV Sacrofano RM 42 06 12 27 IV Pescara PE 42 28 14 13 IV-V Agosta RM 41 59 13 02 IV Grotte di Castro VT 42 40 11 52 IV San Benedetto in Perillis AQ 42 11 13 46 IV Petriolo MC 43 13 13 28 IV-V Alba Adriatica TE 42 50 13 56 IV Gubbio PG 43 21 12 35 IV San Cesareo RM 41 49 12 48 IV Picciano PE 42 28 13 59 IV-V Allerona TR 42 49 11 58 IV Lariano RM 41 43 12 50 IV San Demetrio ne’ Vestini AQ 42 17 13 33 IV Piegaro PG 42 58 12 05 IV-V Amelia TR 42 33 12 25 IV Laterina AR 43 30 11 43 IV San Giustino PG 43 33 12 10 IV Piobbico PU 43 35 12 31 IV-V Ancona AN 43 36 13 30 IV Macerata MC 43 18 13 27 IV San Gregorio da Sassola RM 41 55 12 52 IV Poggio Mirteto RI 42 16 12 41 IV-V Arcinazzo Romano RM 41 53 13 07 IV Magliano de’ Marsi AQ 42 06 13 22 IV San Polo dei Cavalieri RM 42 01 12 50 IV Poggio Moiano RI 42 12 12 53 IV-V Arsita TE 42 30 13 47 IV Marta VT 42 32 11 55 IV San Valentino in Abruzzo Cit. PE 42 14 13 59 IV Poggio San Lorenzo RI 42 15 12 51 IV-V Arsoli RM 42 02 13 01 IV Mentana RM 42 02 12 38 IV Sante Marie AQ 42 06 13 12 IV 294 Polverigi AN 43 31 13 24 IV-V Bagnoregio VT 42 38 12 06 IV Molina Aterno AQ 42 09 13 44 IV Sant’Angelo in Vado PU 43 40 12 25 IV 295

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Sassa AQ 42 21 13 18 IV Gualdo Tadino PG 43 14 12 47 III-IV Vignanello VT 42 23 12 17 III-IV Piandimeleto PU 43 43 12 25 III Senigallia AN 43 43 13 13 IV Lettomanoppello PE 42 14 14 02 III-IV Vitorchiano VT 42 28 12 10 III-IV Poggio Picenze AQ 42 19 13 32 III Sigillo PG 43 20 12 44 IV Magione PG 43 08 12 12 III-IV Artena RM 41 44 12 55 III Riofreddo RM 42 04 13 00 III Sirolo AN 43 31 13 37 IV Mombaroccio PU 43 48 12 51 III-IV Auditore PU 43 49 12 34 III Ripe AN 43 40 13 06 III Tocco da Casauria PE 42 13 13 55 IV Mondaino RN 43 51 12 40 III-IV Bellegra RM 41 53 13 02 III Rocca di Botte AQ 42 02 13 04 III Torre de’ Passeri PE 42 15 13 56 IV Montebello di Bertona PE 42 25 13 52 III-IV Belvedere Ostrense AN 43 35 13 10 III Rocca di Cave RM 41 51 12 57 III Tortoreto TE 42 48 13 55 IV Montecalvo in Foglia PU 43 49 12 38 III-IV Borghi FC 44 02 12 21 III Roseto degli Abruzzi TE 42 40 14 01 III Trevi nel Lazio FR 41 52 13 15 IV Montefano MC 43 25 13 26 III-IV Bucine AR 43 29 11 37 III Saltara PU 43 45 12 54 III Vacri CH 42 18 14 14 IV Montegabbione TR 42 55 12 06 III-IV Bugnara AQ 42 01 13 52 III San Giorgio la Molara BN 41 16 14 55 III Vallinfreda RM 42 05 13 00 IV Monterchi AR 43 29 12 07 III-IV Carbognano VT 42 20 12 16 III San Nicola la Strada CE 41 03 14 20 III Villa Santa Lucia degli Abruzzi AQ 42 20 13 47 IV Montereale AQ 42 31 13 15 III-IV Casape RM 41 54 12 53 III San Vito Romano RM 41 53 12 59 III Villamagna CH 42 20 14 14 IV Morciano di Romagna RN 43 55 12 39 III-IV Castel San Pietro Romano RM41 51 12 54 III Sansepolcro AR 43 34 12 08 III Viterbo VT 42 25 12 07 IV Morlupo RM 42 09 12 29 III-IV Casteldelci PU 43 47 12 09 III Santa Maria la Fossa CE 41 05 14 08 III Vittorito AQ 42 07 13 49 IV Nepi VT 42 14 12 21 III-IV Castiglione Messer Raimondo TE 42 32 13 53 III Santo Stefano di Sessanio AQ 42 21 13 39 III Acqualagna PU 43 37 12 40 III-IV Novafeltria PU 43 54 12 17 III-IV Chieti CH 42 21 14 10 III Sant’Agata Feltria PU 43 52 12 13 III Anghiari AR 43 32 12 03 III-IV Ovindoli AQ 42 08 13 31 III-IV Cocullo AQ 42 02 13 47 III Sant’Ippolito PU 43 41 12 52 III Arezzo AR 43 28 11 53 III-IV Paciano PG 43 01 12 04 III-IV Collalto Sabino RI 42 08 13 03 III Sant’Oreste RM 42 14 12 31 III Avezzano AQ 42 02 13 26 III-IV Pennabilli PU 43 49 12 16 III-IV Collarmele AQ 42 04 13 38 III Sarsina FC 43 55 12 09 III Barisciano AQ 42 19 13 36 III-IV Pennapiedimonte CH 42 09 14 12 III-IV Collepardo FR 41 46 13 22 III Sassocorvaro PU 43 47 12 30 III Brittoli PE 42 19 13 52 III-IV Pescolanciano IS 41 41 14 20 III-IV Corvara PE 42 16 13 52 III Sutri VT 42 14 12 13 III Camerata Nuova RM 42 01 13 06 III-IV Petrella Salto RI 42 18 13 04 III-IV Faleria VT 42 14 12 27 III Tagliacozzo AQ 42 04 13 15 III Canosa Sannita CH 42 18 14 18 III-IV Petrella Tifernina CB 41 41 14 42 III-IV Fara in Sabina RI 42 13 12 44 III Terranuova Bracciolini AR 43 33 11 35 III Capodimonte VT 42 33 11 55 III-IV Pienza SI 43 05 11 41 III-IV Foiano della Chiana AR 43 15 11 49 III Tione degli Abruzzi AQ 42 12 13 38 III Cappadocia AQ 42 00 13 17 III-IV Pizzoli AQ 42 26 13 18 III-IV Gabicce Mare PU 43 58 12 45 III Tocco Caudio BN 41 07 14 38 III Carpegna PU 43 47 12 20 III-IV Pretoro CH 42 13 14 08 III-IV Gemmano RN 43 54 12 35 III Tollo CH 42 20 14 19 III Carpineto della Nora PE 42 20 13 52 III-IV Rapino CH 42 13 14 11 III-IV Giuliano Teatino CH 42 18 14 17 III Torella del Sannio CB 41 38 14 31 III Castel Colonna AN 43 41 13 06 III-IV Rocca Santo Stefano RM 41 55 13 01 III-IV Grottaferrata RM 41 47 12 41 III Torriana RN 43 59 12 23 III Castiglion Fiorentino AR 43 20 11 55 III-IV Roccacasale AQ 42 07 13 53 III-IV Guardiagrele CH 42 11 14 13 III Torrita di Siena SI 43 10 11 46 III Cattolica RN 43 58 12 44 III-IV Roccamonfina CE 41 17 13 59 III-IV Ischia di Castro VT 42 33 11 45 III Tuscania VT 42 25 11 52 III Celano AQ 42 05 13 33 III-IV Ronciglione VT 42 17 12 13 III-IV Loro Ciuffenna AR 43 36 11 38 III Vallepietra RM 41 56 13 14 III Celleno VT 42 33 12 08 III-IV San Lorenzo Nuovo VT 42 41 11 54 III-IV Manoppello PE 42 15 14 04 III Varco Sabino RI 42 14 13 01 III Chianciano Terme SI 43 03 11 50 III-IV San Marcello AN 43 35 13 12 III-IV Mercatino Conca PU 43 52 12 30 III Vetralla VT 42 19 12 03 III Ciciliano RM 41 58 12 56 III-IV Sant’Angelo in Lizzola PU 43 50 12 48 III-IV Miglianico CH 42 22 14 18 III Villa Celiera PE 42 23 13 52 III Civita Castellana VT 42 18 12 25 III-IV Sant’Eufemia a Maiella PE 42 07 14 02 III-IV Mondolfo PU 43 45 13 06 III Villalago AQ 41 56 13 50 III Civitella Roveto AQ 41 55 13 25 III-IV Saracinesco RM 42 00 12 57 III-IV Monteciccardo PU 43 49 12 49 III Acquapendente VT 42 45 11 52 II-III Colbordolo PU 43 49 12 43 III-IV Sarteano SI 42 59 11 52 III-IV Montescudo RN 43 55 12 33 III Anticoli Corrado RM 42 01 12 59 II-III Colle di Tora RI 42 13 12 57 III-IV Secinaro AQ 42 09 13 41 III-IV Montevarchi AR 43 31 11 34 III Arielli CH 42 16 14 18 II-III Cortona AR 43 16 11 59 III-IV Soriano nel Cimino VT 42 25 12 14 III-IV Montone PG 43 22 12 20 III Badia Tedalda AR 43 42 12 11 II-III Cottanello RI 42 24 12 41 III-IV Spoltore PE 42 27 14 08 III-IV Morcone BN 41 20 14 40 III Canterano RM 41 57 13 02 II-III Cupra Marittima AP 43 01 13 52 III-IV Subiaco RM 41 55 13 06 III-IV Navelli AQ 42 14 13 44 III Chitignano AR 43 40 11 53 II-III Fara Filiorum Petri CH 42 15 14 11 III-IV Tavoleto PU 43 51 12 36 III-IV Orvinio RI 42 08 12 56 III Citerna PG 43 30 12 07 II-III Ficulle TR 42 50 12 04 III-IV Tornimparte AQ 42 17 13 18 III-IV Ospedaletto TR 42 50 12 13 III Fermignano PU 43 40 12 39 II-III Filetto CH 42 14 14 15 III-IV Turania RI 42 08 13 01 III-IV Ostra Vetere AN 43 36 13 04 III Filettino FR 41 53 13 19 II-III Fontecchio AQ 42 14 13 36 III-IV Urbania PU 43 40 12 31 III-IV Pacentro AQ 42 03 14 00 III Lubriano VT 42 38 12 07 II-III Fossa AQ 42 18 13 29 III-IV Urbino PU 43 44 12 38 III-IV Paliano FR 41 48 13 03 III Montelibretti RM 42 08 12 44 II-III Frontino PU 43 46 12 23 III-IV Vallerano VT 42 23 12 16 III-IV Pereto AQ 42 04 13 06 III Nerola RM 42 10 12 47 II-III Gissi CH 42 01 14 33 III-IV Valmontone RM 41 46 12 55 III-IV Pescosansonesco PE 42 14 13 52 III Pergine Valdarno AR 43 28 11 41 II-III 296 Gradoli VT 42 39 11 51 III-IV Vejano VT 42 13 12 06 III-IV Piancastagnaio SI 42 51 11 41 III Pescorocchiano RI 42 12 13 09 II-III 297

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Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I località lat. long. I Riccione RN 44 00 12 40 II-III Caprese Michelangelo AR 43 38 11 59 NF Montegranaro AP 43 14 13 38 NF San Potito Sannitico CE 41 20 14 24 NF Sestino AR 43 42 12 18 II-III Carlantino FG 41 36 14 59 NF Monteroni d’Arbia SI 43 14 11 25 NF San Quirico d’Orcia SI 43 03 11 36 NF Valentano VT 42 34 11 49 II-III Carovilli IS 41 43 14 18 NF Monterubbiano AP 43 05 13 43 NF San Salvatore Telesino BN 41 14 14 30 NF Vicovaro RM 42 01 12 54 II-III Casalbore AV 41 14 15 01 NF Morino AQ 41 52 13 27 NF San Vincenzo Valle Roveto AQ 41 50 13 31 NF Apecchio PU 43 33 12 25 II Castel Focognano AR 43 39 11 50 NF Murlo SI 43 10 11 23 NF Santa Croce del Sannio BN 41 23 14 44 NF Bibbiena AR 43 42 11 49 II Castel Morrone CE 41 07 14 21 NF Ocre AQ 42 17 13 29 NF Santa Fiora GR 42 50 11 35 NF Bojano CB 41 29 14 28 II Castel del Piano GR 42 53 11 32 NF Ortignano-Raggiolo AR 43 41 11 45 NF Scansano GR 42 41 11 20 NF Casalduni BN 41 16 14 42 II Castelbottaccio CB 41 45 14 42 NF Ortona dei Marsi AQ 42 00 13 44 NF Seggiano GR 42 56 11 33 NF Castel Sant’Elia VT 42 15 12 22 II Castell’Azzara GR 42 46 11 42 NF Pesco Sannita BN 41 14 14 49 NF Semproniano GR 42 44 11 32 NF Castellafiume AQ 41 59 13 20 II Castelnuovo Berardenga SI43 21 11 30 NF Pietrelcina BN 41 12 14 51 NF Sinalunga SI 43 13 11 44 NF Castiglione in Teverina VT 42 39 12 12 II Castiglion Fibocchi AR 43 32 11 46 NF Pitigliano GR 42 38 11 40 NF Sogliano al Rubicone FC 44 00 12 18 NF Ladispoli RM 41 57 12 05 II Castiglione d’Orcia SI 43 00 11 37 NF Poggio Berni RN 44 02 12 24 NF Sorano GR 42 41 11 43 NF Mercato Saraceno FC 43 58 12 12 II Castropignano CB 41 37 14 34 NF Poppi AR 43 43 11 46 NF Sparanise CE 41 11 14 06 NF Montepulciano SI 43 06 11 47 II Cellere VT 42 31 11 46 NF Porto Sant’Elpidio AP 43 15 13 46 NF Subbiano AR 43 34 11 52 NF Nocciano PE 42 20 13 59 II Cerreto Sannita BN 41 17 14 34 NF Prezza AQ 42 04 13 50 NF Tarquinia VT 42 15 11 45 NF Onano VT 42 42 11 49 II Cerro al Volturno IS 41 39 14 06 NF Rapolano Terme SI 43 17 11 36 NF Tessennano VT 42 29 11 47 NF Oriolo Romano VT 42 09 12 08 II Chianche AV 41 03 14 47 NF Rionero Sannitico IS 41 43 14 08 NF Tolfa RM 42 09 11 56 NF Pescina AQ 42 01 13 39 II Chiusi della Verna AR 43 42 11 56 NF Rocca di Mezzo AQ 42 12 13 31 NF Toro CB 41 34 14 46 NF Pieve Santo Stefano AR 43 40 12 02 II Ciampino RM 41 48 12 36 NF Roccalbegna GR 42 47 11 30 NF Torrenieri SI 43 05 11 33 NF Pratola Peligna AQ 42 06 13 52 II Cinigiano GR 42 53 11 24 NF Roccamandolfi IS 41 30 14 21 NF Torrioni AV 41 02 14 49 NF Radicofani SI 42 54 11 46 II Circello BN 41 21 14 48 NF Roccasicura IS 41 42 14 14 NF Trasacco AQ 41 57 13 32 NF Rocca di Cambio AQ 42 14 13 29 II Civita d’Antino AQ 41 53 13 28 NF Rosciano PE 42 19 14 03 NF Trequanda SI 43 11 11 40 NF Roiate RM 41 52 13 04 II Civitavecchia RM 42 05 11 48 NF Saludecio RN 43 52 12 40 NF Trivento CB 41 47 14 33 NF San Marco la Catola FG 41 31 15 00 II Civitella d’Agliano VT 42 36 12 11 NF San Benedetto dei Marsi AQ 42 00 13 37 NF Tufara CB 41 29 14 57 NF San Vittore del Lazio FR 41 28 13 56 II Civitella in Val di Chiana AR 43 25 11 43 NF San Biase CB 41 43 14 35 NF Valle Agricola CE 41 25 14 15 NF Sant’Angelo Romano RM 42 02 12 43 II Colli a Volturno IS 41 36 14 06 NF San Casciano dei Bagni SI 42 52 11 53 NF Verghereto FC 43 48 12 00 NF Trevignano Romano RM 42 09 12 15 II Falconara Marittima AN 43 38 13 24 NF San Felice a Cancello CE 41 01 14 29 NF Verucchio RN 43 59 12 25 NF Acuto FR 41 47 13 11 NF Farnese VT 42 33 11 44 NF San Giorgio del Sannio BN 41 04 14 51 NF Villavallelonga AQ 41 52 13 37 NF Allumiere RM 42 09 11 54 NF Ferrazzano CB 41 32 14 40 NF San Giovanni d’Asso SI 43 09 11 35 NF Vinchiaturo CB 41 30 14 35 NF Altidona AP 43 06 13 48 NF Filignano IS 41 33 14 03 NF San Leucio del Sannio BN 41 04 14 45 NF Vitulazio CE 41 10 14 13 NF Amorosi BN 41 12 14 28 NF Fossalto CB 41 40 14 33 NF San Martino Valle Caudina AV 41 01 14 40 NF Vivaro Romano RM 42 06 13 00 NF Anagni FR 41 45 13 09 NF Gallicano nel Lazio RM 41 52 12 49 NF Anversa degli Abruzzi AQ 42 00 13 48 NF Gioia dei Marsi AQ 41 57 13 42 NF Asciano SI 43 14 11 34 NF Guarcino FR 41 48 13 19 NF Bagno di Romagna FC 43 50 11 58 NF Guardiaregia CB 41 26 14 32 NF Balsorano AQ 41 48 13 34 NF Introdacqua AQ 42 00 13 54 NF Belforte all’Isauro PU 43 43 12 23 NF Jelsi CB 41 31 14 48 NF Belmonte del Sannio IS 41 49 14 25 NF Jenne RM 41 53 13 10 NF Bisegna AQ 41 55 13 45 NF Lecce nei Marsi AQ 41 56 13 41 NF Blera VT 42 16 12 02 NF Longano IS 41 31 14 15 NF Bracciano RM 42 06 12 11 NF Lucignano AR 43 16 11 45 NF Buonconvento SI 43 08 11 29 NF Manciano GR 42 35 11 31 NF Calascio AQ 42 20 13 42 NF Monacilioni CB 41 37 14 49 NF Calvi Risorta CE 41 13 14 08 NF Montagano CB 41 39 14 40 NF Campagnano di Roma RM 42 08 12 23 NF Montalto di Castro VT 42 21 11 36 NF Campodipietra CB 41 33 14 45 NF Monte Romano VT 42 16 11 54 NF Campolieto CB 41 38 14 46 NF Monte San Savino AR 43 20 11 43 NF 298 Capranica Prenestina RM 41 52 12 57 NF Monte San Vito AN 43 36 13 16 NF 299

Parametri dei terremoti selezionati Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Bibliografia

Fonti inedite

Archivio della Curia Vescovile di Foligno to del governo provvisorio della Repubblica Romana, Vescovi, Carteggio Cadolini 1832 Camerino 10 agosto 1799. fasc.1 – Relazione dell’ingegnere Antonio Mollari al vesco- – Perizia dei lavori necessari per il restauro della Torre vo Cadolini sui danni causati dal terremoto del 13 gen- pubblica di Camerino redatta dall’architetto Francesco naio 1832 nella città di Assisi, Foligno 9 febbraio 1832. Angelo Amadio, Camerino 19 settembre 1799. fasc.1 – Lettera dell’ingegnere Antonio Mollari al vescovo – Perizia dei lavori necessari per il restauro della Torre Cadolini, Foligno 16 febbraio 1832. pubblica di Camerino redatta dall’architetto Andrea fasc.2 – Supplica del padre guardiano del convento di Vici, Camerino 24 maggio 1800. Santa Maria degli Angeli al vescovo Cadolini, Santa Ma- – Perizia dei lavori necessari per il restauro del Palazzo ria degli Angeli, gennaio 1832. pubblico di Camerino redatta dall’architetto Andrea Vici, Camerino 29 maggio 1800. Archivio della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli – Perizia dei lavori necessari per il restauro dell’edifi- Carte sciolte cio dell’Università di Camerino redatta dall’architetto – Perizia del Sig. Arch. Carattoli sulle riparazioni da Andrea Vici, Camerino 4 giugno 1800. farsi nella Basilica, 31 maggio 1751. – Perizia dei lavori necessari per il restauro della chie- – Disegno dell’Armatura fatta per la ricostruzione delle sa della Madonna delle Carceri di Camerino redatta volte nella Navata a mano sinistra nella Chiesa di S.a dall’architetto Andrea Vici, Camerino 5 giugno 1800. Maria degli Angeli nel piano di Asisi. Inventato e diretto – Perizia dei lavori necessari per il restauro delle Porte dal Capo mastro David Bartoccini di Perugia, 1832- del Carmine e di Baldo di Camerino redatta dall’architet- 1835. to Andrea Vici, Camerino 8 giugno 1800. – Disegno dell’Armatura fatta per la ricostruzione del – Relazione dell’architetto Andrea Vici sui danni causa- Coro nella Chiesa di S.Maria degli Angeli nel Piano di ti agli edifici pubblici e alle abitazioni private della città Asisi. Inventato e diretto dal Capo Mastro David Bar- di Camerino dal terremoto del 28 luglio 1799, Cameri- toccini di Perugia, 1832-1835. no 5 luglio 1800. – Parere del Sig. Brizi circa le riparazioni della Basilica, – Lettera dell’agente Tommaso Lori ai priori di Cameri- 22 agosto 1832. no, Roma 27 agosto 1800. – Rapporto sui lavori eseguiti, e di quelli che tutt’ora – Promemoria della città di Camerino al cardinale pro- sono in costruzione nella Insigne Basilica di S.Maria tettore Antonelli, Camerino agosto 1800. degli Angeli presso la Città di Assisi, 2 marzo 1835. – Promemoria della città di Camerino al cardinale pro- – Relazione dell’Ingegnere Sig. Cav. Bertolini sui due tettore Antonelli, Camerino settembre 1800. Pilastri, ed altri lavori della Chiesa degli Angeli, 15 – Promemoria della città di Camerino sulla ricostruzio- giugno 1835. ne della chiesa Cattedrale e della chiesa Collegiata di – Opinamento sulle grandi riparazioni da farsi alla Ba- S.Venanzio, Camerino novembre 1804. silica di S.Maria degli Angioli presso Asisi per danni ca- Libro Rosso (1270-1336) – Copia di atto di vendita di diritti gionati dal terremoto accaduto il dì 11 Febbrajo 1854 feudali tra la famiglia Bulgarelli e il Comune di Cameri- redatto dall’architetto Giovanni Battista Tiberi, Peru- no rogato il 9 dicembre 1283. gia 20 ottobre 1855. Riformanze Sala A, scansia VII – P. Andrea da Casoli, Umbria Serafica, reg.A62 (1726-1735) – Verbale della seduta del Consi- sec.XVIII. glio della Comunità di Camerino del 15 maggio 1730. Sala B, scansia IX/b – vol.6, Cronaca del Convento 1705- reg.A75 (1784-1786) – Verbale della seduta del Consi- 1834. glio della Comunità di Camerino del 4 maggio 1785. – vol.7, Memorie relative al Santuario ed al Convento reg.A80 (1799-1800) – Verbali delle sedute del Consi- di S.Maria degli Angeli dal 1837 al 1860. glio della Comunità di Camerino del 21 agosto, 9 otto- bre, 9 e 16 novembre, 16 e 30 dicembre 1799. Archivio di Stato di Firenze Archivio Mediceo del Principato, filza 3418 – Lettera di Archivio di Stato di Mantova Anton Maria Fede, Roma 16 gennaio 1703. Archivio Gonzaga, classe E, Dipartimento affari esteri, b.1055 Archivio di Stato di Macerata, Sezione di Camerino – Lettera di Pietro Marchesi al duca di Mantova, Roma Comune di Camerino, b.4, fasc.21, Terremoti (1789-1799) 26 gennaio 1703. – Memoriale della Municipalità di Camerino al Comita- – Lettera del conte Guido Baldo Giuliani al duca di 301 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Mantova, Roma 3 febbraio 1703. ni al delegato apostolico relativa ai danni causati dal – Lettera di Pietro Marchesi al duca di Mantova, Roma terremoto, Spello 14 gennaio 1832. 3 febbraio 1703. – Lettera del governatore di Foligno Mariano Antonio – Lettera di Orazio Landini al duca di Mantova, Roma 3 Mariani al delegato apostolico relativa ai danni causati febbraio 1703. dal terremoto, Foligno 14 gennaio 1832. – Lettera del conte Guido Baldo Giuliani al duca di – Lettera del gonfaloniere e degli anziani di Foligno al Mantova, Roma 3 febbraio 1703. delegato apostolico relativa ai danni causati dal terre- – Lettera al duca di Mantova, Fermo 9 febbraio 1703. moto, Foligno 14 gennaio 1832. – Lettera del conte Guido Baldo Giuliani al duca di – Perizia dei danni causati dal terremoto del 13 gen- Mantova, Roma 10 febbraio 1703. naio nelle carceri di Perugia redatta dai periti Odoardo – Lettera del conte Guido Baldo Giuliani al duca di Poggi e Francesco Boschi, Perugia 14 gennaio 1832. Mantova, Roma 17 febbraio 1703. – Lettera del governatore di Assisi Domenico Bartoli al – Lettera del conte Guido Baldo Giuliani al duca di delegato apostolico relativa ai danni causati dal terre- Mantova, Roma 20 febbraio 1703. moto, Assisi 15 gennaio 1832. – Lettera del conte Guido Baldo Giuliani al duca di – Lettera del governatore di Foligno Mariano Antonio Mantova, Roma 3 marzo 1703. Mariani al delegato apostolico relativa agli effetti sul suolo causati dal terremoto, Foligno 15 gennaio 1832. Archivio di Stato di Perugia – Copia del rapporto del comandante della stazione di Delegazione Apostolica di Perugia polizia di Foligno al Comando della compagnia di Peru- b.279 – Lettera del segretario di Stato cardinale Silvio Va- gia, Foligno 15 gennaio 1832. lenti Gonzaga al governatore di Perugia, Roma 12 lu- – Copia del rapporto del comandante della stazione di glio 1747. polizia di Assisi al Comando della compagnia di Peru- b.282 – Copia di lettera del commissario di Gualdo Tadino gia, Assisi 15 gennaio 1832. Francesco Vittorio Rota al governatore di Perugia – Lettera del gonfaloniere di Assisi Giovanni Fiumi al monsignor Gonzaga, Gualdo Tadino 7 agosto 1751. delegato apostolico relativa ai danni causati dal terre- b.304 – Memoriale dei Priori di Sigillo al cardinale protet- moto, Assisi 16 gennaio 1832. tore Riviera, Sigillo 17 aprile 1752. – Rapporto dell’ingegnere capo G.B.Cerrini al delegato – Lettera dei pubblici rappresentanti di Perugia al go- apostolico sui danni causati dal terremoto agli edifici di vernatore di Perugia monsignor Gonzaga, Perugia apri- Bastia, Santa Maria degli Angeli, Spello, Foligno, Ripa le 1752. e Cannara, Perugia 17 gennaio 1832. – Memoriale delle popolazioni delle Comunità di Pieve – Minuta di lettera del delegato apostolico al segretario di Compresseto, Poggio Sant’Ercolano, Casa Castalda, di Stato relativa ai danni causati dal terremoto del 13 Collemincio, e Poggio di Sotto alla Sacra Congregazio- gennaio e ai provvedimenti adottati, Perugia 17 gen- ne del Buon Governo, Perugia aprile 1752. naio 1832. b.791, fasc.1 – Lettera del gonfaloniere di Assisi al delega- – Lettera circolare del segretario di Stato cardinale to apostolico relativa al compenso richiesto dagli im- Bernetti ai vescovi relativa all’effettuazione di una col- piegati scritturali assunti per i danni del terremoto, As- letta a favore delle popolazioni danneggiate dal terre- sisi 31 marzo 1832. moto, Roma 17 gennaio 1832. – Lettera del gonfaloniere di Assisi al governatore di – Lettera del pro-gonfaloniere di Spello Pierleone Bocci Assisi relativa all’attività della Commissione locale per al delegato apostolico relativa ai provvedimenti adotta- la verifica dei danni causati dal terremoto, Assisi 10 ti in seguito al terremoto, Spello 17 gennaio 1832. agosto 1832. – Copia del rapporto del comandante della stazione di b.791, fasc.2 – Sommario di corrispondenza tra il vescovo polizia di Spello al Comando della compagnia di Peru- di Foligno commissario speciale per il terremoto gia, Spello 17 gennaio 1832. I.G.Cadolini e la Comunità di Bettona, marzo 1832. – Lettera del segretario di Stato cardinale Bernetti al – Specchio riguardante le puntellature fatte a cura del- delegato apostolico di Perugia relativa alla nomina del la Deputazione locale di Bettona agli edifici danneggia- vescovo di Foligno a commissario speciale per le zone ti dal terremoto, Bettona 9 marzo 1832. terremotate, Roma 17 gennaio 1832. b.791, fasc.10 – Lettera del tesoriere generale Mario Mat- – Minuta di lettera del delegato apostolico all’ingegne- tei al delegato apostolico relativa al pagamento dei pe- re capo relativa all’invio di personale nelle zone colpite riti incaricati di verificare i danni causati dal terremo- dal terremoto, Perugia 17 gennaio 1832. to, Roma 17 marzo 1832. – Lettera del vescovo di Foligno I.G.Cadolini al delega- b.791, fasc.13 – Lettera dell’arcivescovo di Ferrara al de- to apostolico di Perugia relativa ai provvedimenti adot- legato apostolico di Perugia relativa all’invio di 300 tati in seguito al terremoto, Foligno 18 gennaio 1832. scudi raccolti nella diocesi in favore dei danneggiati – Lettera del delegato apostolico al vescovo di Foligno dal terremoto, Ferrara 15 marzo 1832. relativa ai provvedimenti adottati in seguito al terre- b.791, fasc.14 – Minuta di lettera del delegato apostolico di moto, Perugia 18 gennaio 1832. Perugia al segretario di Stato relativa ai danni causati – Notificazione del vescovo di Foligno Ignazio Giovanni dal terremoto nella provincia, Perugia 14 gennaio 1832. Cadolini relativa ai provvedimenti assunti in seguito al 302 – Lettera del governatore di Spello Girolamo Sebastia- terremoto, Foligno 18 gennaio 1832. Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

– Lettera del priore di Cannara Angelo Majoli al dele- – Lettera del governatore di Castiglione del Lago Vin- gato apostolico relativa ai provvedimenti adottati in se- cenzo Loreti al delegato apostolico relativa al terremo- guito al terremoto, Cannara 18 gennaio 1832. to, Castiglione del Lago 22 gennaio 1832. – Dichiarazione del parroco della chiesa Cattedrale di – Lettera degli anziani di Corciano al delegato apostoli- Foligno Filippo Todi attestante lo stato di indigenza del co relativa al terremoto, Corciano 23 gennaio 1832. suo parrocchiano Luigi Cittadini danneggiato dal terre- – Lettera del pievano di Ripa Francesco Sepioni al de- moto, Foligno 18 gennaio 1832. legato apostolico relativa al pagamento delle spese per – Lettera del gonfaloniere e degli anziani di Foligno al il puntellamento degli edifici pericolanti, Ripa 23 gen- delegato apostolico relativa ai provvedimenti adottati naio 1832. in seguito al terremoto, Foligno 18 gennaio 1832. – Lettera del priore di Deruta Tommaso Pascoli al de- – Lettera del priore di Bastia Giuseppe Angelini al de- legato apostolico relativa al terremoto, Deruta 24 gen- legato apostolico relativa ai provvedimenti adottati in naio 1832. seguito al terremoto, Bastia 19 gennaio 1832. – Lettera del governatore di Gualdo Tadino Tommaso – Lettera del vescovo di Foligno I.G.Cadolini al delegato Biagioli al delegato apostolico relativa al terremoto, apostolico di Perugia relativa all’invio di militari nelle lo- Gualdo Tadino 25 gennaio 1832. calità colpite dal terremoto, Foligno 19 gennaio 1832. – Lettera del sergente comandante il distaccamento – Lettera dell’inquisitore generale del Sant’Uffizio di Pe- militare di Cannara al Comando della compagnia di Pe- rugia al delegato apostolico, Perugia 19 gennaio 1832. rugia relativa al terremoto, Cannara 25 gennaio 1832. – Minuta di lettera del delegato apostolico all’inquisito- – Lettera del governatore di Città della Pieve S.Gian- re generale del Sant’Uffizio di Perugia, Perugia 19 gen- nelli al delegato apostolico relativa al terremoto, Città naio 1832. della Pieve 25 gennaio 1832. – Minuta di lettera circolare del delegato apostolico ai – Lettera del priore di Marsciano Luigi Serafini al dele- priori e governatori di varie città della Delegazione re- gato apostolico relativa al terremoto, Marsciano 26 lativa agli effetti causati dal terremoto e all’invio di mu- gennaio 1832. ratori nella zona di Foligno, Perugia 20 gennaio 1832. – Lettera dal gonfaloniere di Foligno Tommaso Lezj – Minuta di lettera circolare del delegato apostolico ai Marchetti al delegato apostolico relativa ai provvedi- priori e governatori di varie città della Delegazione re- menti adottati in seguito al terremoto, Foligno 26 gen- lativa alla nomina del vescovo di Foligno a commissa- naio 1832. rio speciale per le zone terremotate, Perugia 20 gen- – Lettera del governatore di Magione Carlo Segarelli al naio 1832. delegato apostolico relativa al terremoto, Magione 27 – Lettera del vicario generale di Foligno al delegato gennaio 1832. apostolico relativa all’invio di militari nelle località col- – Lettera dell’ingegnere capo G.B.Cerrini al delegato pite dal terremoto, Foligno 20 gennaio 1832. apostolico relativa ai danni causati dal terremoto ad – Lettera del governatore di Foligno Pietro Toccacieli Assisi e Bettona, Perugia 29 gennaio 1832. al delegato apostolico relativa ai danni causati dal ter- – Lettera del governatore di Città di Castello D.A.Pa- remoto agli edifici distrettuali, Foligno 20 gennaio scoli al delegato apostolico relativa al terremoto, Città 1832. di Castello 29 gennaio 1832. – Estratto di dispaccio del segretario di Stato cardinale – Lettera del vescovo di Foligno I.G.Cadolini al delega- Bernetti al delegato apostolico di Perugia, Perugia 20 to apostolico di Perugia relativa al pagamento delle gennaio 1832. spese per il puntellamento degli edifici pericolanti a – Minuta di lettera del delegato apostolico di Perugia al Ripa, Foligno 31 gennaio 1832. delegato apostolico di Spoleto relativa all’invio di mili- – Lettera del governatore di Nocera Umbra al delegato tari nelle località colpite dal terremoto, Perugia 21 apostolico relativa al terremoto, Nocera Umbra gen- gennaio 1832. naio 1832. – Minuta di lettera del delegato apostolico di Perugia – Nota relativa alle prime necessità dei centri di Foli- al vescovo di Foligno relativa all’invio di militari nelle gno e Bastia, Perugia gennaio 1832. località colpite dal terremoto, Perugia 21 gennaio – Supplica di Giampaolo Salvietti di Spello al delegato 1832. apostolico per ottenere un sussidio, Perugia gennaio – Minuta di lettera del delegato apostolico al segretario 1832. di Stato relativa ai danni causati dal terremoto al Santua- – Lettera del governatore di Spello Girolamo Sebastia- rio di Santa Maria degli Angeli, Perugia 21 gennaio 1832. ni al delegato apostolico relativa ai danni causati dal – Lettera del parroco di Ripabianca Antonio Ferdinan- terremoto a Cannara, Spello gennaio 1832. di al priore di Deruta relativa al terremoto, Ripabianca – Manifesto del commissario speciale per il terremoto 21 gennaio 1832. Ignazio Giovanni Cadolini relativo al Regolamento del- – Copia della perizia dei danni causati dal terremoto a la Commissione Speciale di Foligno per sovvenire ai Bettona redatta dall’architetto Francesco Boschi, Pe- paesi danneggiati dal terremoto nella Delegazione di rugia 22 gennaio 1832. Perugia, Foligno 1 febbraio 1832. – Lettera del governatore di Fratta Todina M.Antonini – Primo prospetto dei sussidi ed erogazioni per i paesi al delegato apostolico relativa al terremoto, Fratta To- danneggiati dal terremoto nella Delegazione di Perugia dina 22 gennaio 1832. fino al 31 gennaio compreso, Foligno 1 febbraio 1832. 303

Bibliografia Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

– Lettera del governatore di Fratta Todina M.Antonini sati dal terremoto a Spello e a Collemancio, Spello 26 al delegato apostolico relativa al terremoto, Fratta To- aprile 1832. dina 2 febbraio 1832. – Lettera del priore di Bettona al delegato apostolico – Lettera del governatore di Città di Castello D.A.Pa- relativa ai provvedimenti adottati in seguito al terre- scoli al delegato apostolico relativa ai danni causati dal moto e alla perizia dei danni, Bettona 28 aprile 1832. terremoto nel territorio del distretto, Città di Castello – Lettera del governatore di Foligno Mariano Antonio 8 febbraio 1832. Mariani al delegato apostolico relativa ai danni causati – Perizia dei lavori necessari per il restauro della chie- dal terremoto a Foligno e nel territorio del distretto, sa e della casa parrocchiale di Pantalla redatta dal Foligno 28 aprile 1832. maestro muratore Domenico Donori, Pantalla 11 feb- – Nota delle Comuni e loro Appodiati compresi nella braio 1832. Delegazione di Perugia, e danneggiate dal terremoto, – Perizia dei lavori necessari per il restauro della chie- Perugia aprile 1832. sa e degli edifici parrocchiali di Cacciano redatta dal – Copia di relazione del gonfaloniere di Foligno Tom- maestro muratore Antonio Silvi, Todi 11 febbraio 1832. maso Lezj Marchetti al governatore di Foligno sui dan- – Perizia dei lavori necessari per il restauro della chie- ni causati dal terremoto nel territorio comunale, Foli- sa e degli edifici parrocchiali di Assignano redatta dal gno 22 maggio 1832. maestro muratore Clemente Battinelli, Assignano 25 – Lettera circolare del delegato apostolico di Perugia febbraio 1832. C.Ferri ai governatori, gonfalonieri, priori e sindaci – Terzo prospetto dei sussidi ed erogazioni per i paesi delle comunità della Delegazione relativa agli sgravi fi- danneggiati dal terremoto nella delegazione di Perugia scali a favore dei terremotati, Perugia 25 maggio 1832. fino al 29 febbraio compreso, Foligno 1 marzo 1832. – Nota delle Comuni e loro Appodiati comprese nella – Perizia dei lavori necessari per il restauro degli edifi- Delegazione di Perugia danneggiate dal terremoto, Pe- ci di Pantalla di proprietà della famiglia Dominici di To- rugia maggio 1832. di redatta dal maestro muratore Giuseppe Nagni, Todi – Minuta di lettera del delegato apostolico al governa- 10 marzo 1832. tore di Foligno relativa all’applicazione degli sgravi fi- – Perizia dei lavori necessari per il restauro degli edifi- scali a favore dei terremotati, Perugia 25 giugno 1832. ci di proprietà dell’abbazia di S.Pancrazio di Collepepe – Perizia delle spese necessarie per il ripristino dei redatta dai maestri muratori Clemente Battinelli e Gio- danni causati dal terremoto alle case di Bastia e delle vanni Marchini, Todi 12 marzo 1832. frazioni di Costano e di Opedalicchio redatta dalla – Stato dei luoghi, e Famiglie che hanno sofferto dei commissione composta dai periti Domenico Antonelli danni nelli passati Terremoti compresi nel Distretto e Giovanni Corradetti, dal deputato assistente Alessio del Governo di Todi redatto dal governatore Giovanni Ciai e dall’indicatore Marco Donti, Bastia 1832. Battista Brunetti, Todi 21 marzo 1832. b.5346, fasc.1 – Lettera del delegato apostolico monsi- – Lettera del tesoriere generale Mario Mattei al delega- gnor Antonio Maria Cagiano all’ingegnere capo Cerrini, to apostolico relativa ai provvedimenti fiscali ordinati Perugia 9 luglio 1833. dal papa Gregorio XVI a favore delle località danneg- – Copia del contratto d’appalto dei lavori di restauro del giate dal terremoto, Roma 7 aprile 1832. Palazzo Apostolico di Foligno stipulato dal delegato – Lettera del priore di Cannara Salvatore Savioli al de- apostolico monsignor Antonio Maria Cagiano e dal mae- legato apostolico relativa ai danni causati dal terremo- stro muratore Francesco Petri, Perugia 17 marzo 1834. to, Cannara 17 aprile 1832. – Lettera del delegato apostolico monsignor Antonio – Lettera del governatore di Assisi Domenico Bartoli al Maria Cagiano all’ingegnere capo Cerrini, Perugia 31 delegato apostolico relativa ai danni causati dal terre- marzo 1834. moto ad Assisi e nel territorio del distretto, Assisi 17 – Lettera dell’ingegnere Odoardo Poggi all’ingegnere aprile 1832. capo Cerrini, Perugia 2 aprile 1834. – Lettera del governatore di Foligno Mariano Antonio – Copia di supplica di Angela Santarelli di Foligno al te- Mariani al delegato apostolico relativa ai danni causati soriere generale monsignor Tosti, Foligno luglio 1834. dal terremoto a Foligno e nel territorio del distretto, – Copia di perizia dei danni subiti dalla casa di Angela Foligno 18 aprile 1832. Santarelli di Foligno in seguito al crollo del Palazzo – Lettera del governatore di Spello Rodolfo Masini al Apostolico redatta dall’ingegnere Rutili, Foligno 1 ago- delegato apostolico relativa ai danni causati dal terre- sto 1834. moto a Spello e nel territorio del distretto, Spello 20 – Resoconto finale delle spese sostenute per il restau- aprile 1832. ro del Palazzo Apostolico di Spello redatto dall’inge- – Lettera del priore di Cannara Salvatore Savioli al de- gnere Odoardo Poggi, Spello 8 agosto 1834. legato apostolico relativa ai danni causati dal terremo- – Lettera del delegato apostolico monsignor Antonio to a Collemancio, Cannara 24 aprile 1832. Maria Cagiano all’ingegnere capo Cerrini, Perugia 12 – Lettera del priore di Bastia Giuseppe Angelini al delega- agosto 1834. to apostolico relativa ai danni causati dal terremoto a Ba- – Relazione dell’ingegnere capo Giovanni Battista Cer- stia e nel suo territorio, Bastia 25 aprile 1832. rini al delegato apostolico monsignor Cagiano, Perugia – Lettera del governatore di Spello Rodolfo Masini al 17 agosto 1834. 304 delegato apostolico relativa alle perizie dei danni cau- – Osservazioni dell’ingegnere capo Giovanni Battista Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Cerrini sul progetto per la nuova facciata del Palazzo nel Palazzo Apostolico di Perugia dal falegname Beni- Apostolico di Foligno redatto dall’ingegnere Poggi, Pe- gno Soli, Perugia 12 settembre 1855. rugia 11 settembre 1834. – Minuta di lettera dell’ingegnere pontificio Paolo Live- – Lettera del delegato apostolico monsignor Antonio rani al delegato apostolico di Perugia, Perugia 14 set- Maria Cagiano all’ingegnere capo Cerrini, Perugia 11 tembre 1855. settembre 1834. b.5355, fasc.2 (1855) – Lettera del delegato apostolico di – Lettera del delegato apostolico monsignor Antonio Perugia all’ingegnere pontificio Liverani, Perugia 28 Maria Cagiano all’ingegnere capo Cerrini, Perugia 27 novembre 1855. ottobre 1834. b.5355, fasc.3 (1856) – Minuta di lettera dell’ingegnere – Relazione dell’ingegnere Odoardo Poggi all’ingegnere pontificio Paolo Liverani al delegato apostolico di Pe- capo Cerrini, Foligno 22 novembre 1834. rugia, Perugia 11 gennaio 1856. – Copia di lettera del tesoriere generale monsignor To- – Estratto del verbale della sessione del 24 aprile 1856 sti al delegato apostolico monsignor Cagiano, Roma 27 del Consiglio d’arte relativo alla valutazione della peri- novembre 1834. zia per i lavori di restauro del Palazzo Apostolico di Pe- – Relazione dell’ingegnere Odoardo Poggi all’ingegnere rugia, Roma aprile 1856. capo Cerrini, Foligno 7 dicembre 1834. – Lettera del delegato apostolico di Perugia all’inge- – Copia di relazione dell’ingegnere Odoardo Poggi al- gnere pontificio Liverani, Perugia 4 giugno 1856. l’ingegnere capo Cerrini, Foligno 8 dicembre 1834. – Minuta di lettera dell’ingegnere pontificio Paolo Live- – Lettera del delegato apostolico monsignor Antonio rani al delegato apostolico di Perugia, Perugia 20 ago- Maria Cagiano all’ingegnere capo Cerrini, Perugia 16 sto 1856. dicembre 1834. – Perizia dei lavori necessari per il restauro del Palazzo b.5355, fasc.1 (1854) – Resoconto dei lavori di manuten- Apostolico di Perugia redatta dall’ingegnere pontificio zione e restauro eseguiti nel Palazzo Apostolico di Pe- Paolo Liverani il 15 marzo 1854 con capitolato speciale rugia durante l’anno 1854 dal tappezziere Giuseppe di riforma, Perugia 20 agosto 1856. Ciuchi, Perugia 23 ottobre 1854. – Minuta di lettera dell’ingegnere pontificio Paolo Live- – Resoconto dei lavori di manutenzione e restauro ese- rani al delegato apostolico di Perugia, Perugia 10 otto- guiti nel Palazzo Apostolico di Perugia durante l’anno bre 1856. 1854 dal maestro muratore Napoleone Bartoccioli, Pe- – Perizia dei lavori necessari per il restauro della scala rugia 6 gennaio 1855. principale del Palazzo Apostolico di Perugia redatta – Riassunto delle spese sostenute per i lavori di manu- dall’ingegnere pontificio Paolo Liverani, Perugia 17 ot- tenzione e restauro eseguiti nel Palazzo Apostolico di tobre 1856. Perugia durante l’anno 1854 redatto dall’ingegnere – Lettera del delegato apostolico di Perugia monsignor pontificio Paolo Liverani, Perugia 9 gennaio 1855. Tancredi Bella all’ingegnere pontificio Liverani, Peru- – Resoconto dei lavori di manutenzione e restauro ese- gia 24 novembre 1856. guiti nel Palazzo Apostolico di Perugia durante l’anno – Minuta di lettera dell’ingegnere pontificio Paolo Live- 1854 dal fabbro Luigi Cruciani, Perugia gennaio 1855. rani al delegato apostolico di Perugia monsignor Bella, – Resoconto dei lavori di manutenzione e restauro ese- Perugia 27 novembre 1856. guiti nel Palazzo Apostolico di Perugia durante l’anno – Notificazione del delegato apostolico di Perugia mon- 1854 dal falegname Benigno Soli, Perugia gennaio 1855. signor Tancredi Bella relativa alla gara d’appalto dei la- – Resoconto dei lavori di manutenzione e restauro vori di restauro del Palazzo Apostolico di Perugia, Pe- eseguiti nel Palazzo Apostolico di Perugia durante rugia 16 dicembre 1856. l’anno 1854 dal verniciatore Luigi Angelini, Perugia – Lettera del delegato apostolico di Perugia all’inge- gennaio 1855. gnere pontificio Liverani, Perugia 26 aprile 1858. – Resoconto dei lavori di manutenzione e restauro ese- – Minuta di lettera dell’ingegnere pontificio Paolo Li- guiti nel Palazzo Apostolico di Perugia durante l’anno verani al delegato apostolico di Perugia, Perugia 27 1854 dal vetraio e stagnino Bartolomeo Ciani, Perugia aprile 1858. gennaio 1855. Notarile, Protocolli, vol.209 – Notaio Francesco di Giacomo, – Resoconto dei materiali utilizzati nei lavori di manu- a.1477, Memoria del terremoto del 3 febbraio 1477. tenzione e restauro eseguiti nel Palazzo Apostolico di Perugia durante l’anno 1854 forniti dal negoziante Cri- Archivio di Stato di Perugia, Sezione di Foligno stoforo Piceller, Perugia gennaio 1855. Priorale, Consigli e riformanze – Stato delle somme da pagare agli artigiani e ai forni- reg.38 (1476-1481) – Verbale della seduta del Consiglio tori per i lavori di manutenzione e restauro eseguiti nel della Comunità di Foligno del 19 marzo 1477. Palazzo Apostolico di Perugia durante l’anno 1854, Pe- – Memoria del terremoto del 3 febbraio 1477 redatta rugia marzo 1855. dal cancelliere della Comunità di Foligno notaio Miche- – Certificato di pagamento dei lavori di riparazione ur- langelo Grillo. gente effettuati nel Palazzo Apostolico di Perugia dal fa- reg.96 (1726-1732) – Verbale della seduta del Consiglio legname Benigno Soli redatto dall’ingegnere pontificio della Comunità di Foligno del 20 maggio 1730. Paolo Liverani, Perugia 12 settembre 1855. reg.101 (1772-1792) – Verbale della seduta del Consiglio – Resoconto dei lavori di riparazione urgente effettuati della Comunità di Foligno del 26 novembre 1791. 305

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Priorale, serie VII – Perizia delle catene necessarie per il restauro della (Corrispondenza e carte diverse), cat.IV (Lettere e carte torre campanaria del Palazzo Priorale di Foligno redat- diverse), b.796, fasc. “1791 – Perizie, Fogli e Lettere ri- ta dai capi maestri ferrai E.Giustiniani, V.Bucciatti e sguardanti le spese a cagione del Terremoto seguito in Ot- A.Brandetti, Foligno 29 marzo 1792. tobre detto Anno” – Lettera di Viviano Orfini al gonfaloniere e ai priori di Archivio di Stato di Perugia, Sezione di Spoleto Foligno, Albano 22 ottobre 1791. Comune di Spoleto, Lettere al Comune, b.38 – Lettera del segretario di Stato cardinale de Zelada al – Lettera del podestà di Montesanto ai priori di Spole- governatore di Foligno, Roma 22 ottobre 1791. to, Montesanto 6 novembre 1599. – Lettera del cardinale Antemori al gonfaloniere e ai – Lettera dei difensori della Comunità di Montesanto ai priori di Foligno, Orvieto 25 ottobre 1791. priori di Spoleto, Montesanto 8 novembre 1599. – Lettera di Viviano Orfini al gonfaloniere e ai priori di – Lettera dei priori di Cascia ai priori di Spoleto, Cascia Foligno, Roma 29 ottobre 1791. 22 novembre 1599. – Lettera del delegato apostolico e vescovo di Foligno – Lettera dei difensori e della popolazione di Montesan- al gonfaloniere e ai priori di Foligno, Terni 29 ottobre to ai priori di Spoleto, Montesanto 24 novembre 1599. 1791. – Lettera dei difensori della Comunità di Montesanto ai – Copia di lettera del segretario di Stato cardinale de priori di Spoleto, Montesanto 6 dicembre 1599. Zelada al cardinale Antemori protettore della città di Riformagioni, vol.264 – Verbale della seduta del Consiglio Foligno, Roma 29 ottobre 1791. del 18 maggio 1730. – Lettera del segretario di Stato cardinale de Zelada al Delegazione Apostolica di Spoleto gonfaloniere e ai priori di Foligno, Roma 29 ottobre b.255 – Lettera del delegato apostolico monsignor L.Luc- 1791. ciardi al gonfaloniere di Spoleto, Spoleto 26 febbraio – Copia di lettera del delegato apostolico e vescovo di 1838. Foligno al prefetto della Sacra Congregazione del Buon – Memorie della Segreteria generale sulle scosse di ter- Governo cardinale Carandini, Terni 30 ottobre 1791. remoto avvertite da gennaio a novembre 1838. – Lettera del cardinale Antemori al gonfaloniere e ai b.877 – Lettera del governatore di Bevagna B.Accorimbo- priori di Foligno, Orvieto 1 novembre 1791. ni al delegato apostolico monsignor Lucciardi, Bevagna – Lettera del delegato apostolico e vescovo di Foligno 15 febbraio 1838. al gonfaloniere e ai priori di Foligno, Terni 2 novembre – Lettera del governatore di Cascia S.Manzetti al dele- 1791. gato apostolico monsignor Lucciardi, Cascia 15 feb- – Lettera del prefetto della Sacra Congregazione del braio 1838. Buon Governo cardinale Filippo Carandini al gonfalo- – Lettera del governatore di Norcia Giovanni Maria niere e ai priori di Foligno, Roma 9 novembre 1791. Moscini al delegato apostolico monsignor Lucciardi, – Perizia dei lavori necessari per il restauro del Palazzo Norcia 15 febbraio 1838. Priorale di Foligno redatta dall’architetto Filippo Neri, – Minuta di lettera del delegato apostolico monsignor Foligno 12 novembre 1791. L.Lucciardi al governatore di Bevagna Accorimboni, – Lettera del cardinale Antonelli al gonfaloniere e ai Spoleto 17 febbraio 1838. priori di Foligno, Roma 12 novembre 1791. – Lettera del governatore di Norcia Giovanni Maria – Lettera del delegato apostolico e vescovo di Foligno Moscini al delegato apostolico monsignor Lucciardi, al gonfaloniere e ai priori di Foligno, Terni 13 novem- Norcia 17 febbraio 1838. bre 1791. – Elenco delle sovvenzioni distribuite ai danneggiati – Lettera del cardinale Antemori al gonfaloniere e ai dal terremoto nel Comune di Cerreto redatto dal prio- priori di Foligno, Orvieto 15 novembre 1791. re Giovanni Battista Scanduri, Cerreto di Spoleto 13 – Lettera del prefetto della Sacra Congregazione del luglio 1838. Buon Governo cardinale Filippo Carandini al governa- b.917 – Relazione di P.Fontana e I.Salvatori al delegato tore di Foligno, Roma 16 novembre 1791. apostolico monsignor L.Lucciardi sulle osservazioni – Perizia dei danni causati dal terremoto dell’11 otto- effettuate in occasione dei terremoti, Spoleto 9 gen- bre 1791 nei castelli e nelle ville del territorio di Foli- naio 1838. gno redatta dall’architetto Filippo Neri, Foligno 19 no- – Minuta di lettera del delegato apostolico monsignor vembre 1791. L.Lucciardi ai segretari di Stato, Spoleto 8 agosto 1838. – Lettera dell’agente Ottavio Galtoni al gonfaloniere e ai priori di Foligno, Roma 23 novembre 1791. Archivio di Stato di Roma – Lettera di Viviano Orfini al gonfaloniere e ai priori di Camerale I, Chirografi Foligno, Roma 14 dicembre 1791. coll.A, reg.171 – cc.77-78, Chirografo del papa Clemente – Memoriale degli abitanti dei Castelli e delle Ville del XI al tesoriere generale monsignor Lorenzo Corsini ar- Territorio di Foligno al papa Pio VI, Foligno dicembre civescovo di Nicomedia a favore delle popolazioni dan- 1791. neggiate dal terremoto del 1703, Roma 17 febbraio – Perizia dei lavori necessari per il restauro della torre 1703. campanaria del Palazzo Priorale di Foligno redatta dal- – cc.104-105, Chirografo del papa Clemente XI al teso- 306 l’architetto Filippo Neri, Foligno 5 gennaio 1792. riere generale monsignor Lorenzo Corsini arcivescovo Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

di Nicomedia a favore delle popolazioni danneggiate Camerale II, Terremoti dal terremoto del 1703, Roma 2 aprile 1704. b.1, n.1, Terremoto del 17 aprile 1747 nei Comuni di No- coll.A, reg.222 – Indice de’ chirografi essistenti negli atti cera, Gualdo, Sigillo e Fossato del signor Silvestro Antonio Mariotti segretario e can- – Supplica dei priori della Terra di Sigillo al papa Bene- celliere della Reverenda Camera Apostolica dall’anno detto XIV, Sigillo aprile 1747. 1700 a tutto il 1758. – Lettera del vescovo di Nocera Umbra Giovanni Batti- coll.C, reg.263 – cc.47-48, Chirografo del papa Benedetto sta Chiappé al prefetto della Sacra Congregazione del XIV al tesoriere generale monsignor Gian Francesco Buon Governo, Nocera Umbra 20 maggio 1747. Banchieri a favore della Città di Nocera, Roma 22 mar- – Memoriale dei pubblici rappresentanti e della popo- zo 1752. lazione di Nocera Umbra al papa Benedetto XIV, Noce- – cc.49-50, Chirografo del papa Benedetto XIV al teso- ra Umbra maggio 1747. riere generale monsignor Gian Francesco Banchieri a – Supplica della Comunità della Terra di Fossato al pa- favore della Comunità della Terra di Gualdo, Roma 5 pa Benedetto XIV, Fossato di Vico maggio 1747. aprile 1752. – Memoriale dei pubblici rappresentanti e della popo- Camerale I, Registri camerali conservati dai notai, se- lazione della Terra di Gualdo al papa Benedetto XIV, gretari e cancellieri della Camera apostolica, Offi- Gualdo Tadino maggio 1747. cio VI, Gregorio Castellani – Lettera del vescovo di Nocera Umbra Giovanni Batti- vol.420 (1747) – Chirografo del papa Benedetto XIV al te- sta Chiappé al prefetto della Sacra Congregazione del soriere generale monsignor Gian Francesco Banchieri Buon Governo, Nocera Umbra 3 giugno 1747. a favore del vescovo di Nocera, Roma 19 luglio 1747. – Lettera del vescovo di Nocera Umbra Giovanni Batti- – Chirografo del papa Benedetto XIV al tesoriere gene- sta Chiappé al prefetto della Sacra Congregazione del rale monsignor Gian Francesco Banchieri a favore del- Buon Governo, Nocera Umbra 20 giugno 1747. la Città di Nocera, della Terra di Gualdo e dei Castelli – Nota della Segreteria della Sacra Congregazione del di Sigillo e Fossato, Roma 30 settembre 1747. Buon Governo relativa alla stesura del chirografo a fa- vol.423 (1748) – Chirografo del papa Benedetto XIV al te- vore della Città di Nocera, Roma settembre 1747. soriere generale monsignor Gian Francesco Banchieri – Nota della Segreteria della Sacra Congregazione del a favore delle Comunità di Compresseto, Poggio Buon Governo relativa alla stesura del chirografo a fa- Sant’Ercolano, Casa Castalda e Coldimincio, Roma 13 vore delle Comunità di Nocera, Gualdo, Sigillo e Fossa- luglio 1748 to, Roma settembre 1747. vol.424 (1749) – Chirografo del papa Benedetto XIV al te- b.2, n.7, Terremoto del 1784 [1785] nel Comune di Serra- soriere generale monsignor Gian Francesco Banchieri valle (Diocesi di Nocera) a favore del Castello di Nifo, Roma 9 aprile 1749. – Perizia dei lavori necessari per il restauro della chiesa Camerale II, Epistolario parrocchiale di S.Martino del Castello di Serravalle re- b.100, Registro di lettere delle provincie dell’Umbria e datta dai maestri muratori Martino Antonio Candileti e Patrimonio dall’anno 1744 a tutto dicembre 1747 Francesco Pusti, Serravalle di Chienti 8 aprile 1785. – c.328, Copia di lettera del tesoriere generale al teso- – Attestato dei sacerdoti della Cura di S.Martino del riere dell’Umbria, Roma 3 maggio 1747. Castello di Serravalle relativo allo stato economico del- – c.338, Copia di lettera del tesoriere generale al ve- la parrocchia, Serravalle di Chienti 9 aprile 1785. scovo di Nocera Umbra, Roma 5 luglio 1747. – Attestato del parroco della chiesa di S.Martino del – c.339, Copia di lettera del tesoriere generale al go- Castello di Serravalle relativo allo stato economico del- vernatore di Nocera Umbra, Roma 12 luglio 1747. le famiglie della parrocchia, Serravalle di Chienti 10 – cc.339-340, Copia di lettera del tesoriere generale al aprile 1785. vescovo di Nocera Umbra, Roma 15 luglio 1747. – Supplica del parroco e della popolazione di Serraval- – c.341, Copia di lettera del tesoriere generale al teso- le al papa Pio VI, Serravalle di Chienti giugno 1785. riere di Spoleto, Roma 19 luglio 1747. – Minuta di lettera del tesoriere generale al tesoriere di – c.346, Copia di lettera del tesoriere generale ai de- Camerino, Roma 27 luglio 1785. cemviri della provincia dell’Umbria, Roma 22 novem- – Lettera del tesoriere di Camerino Alessandro Bandi- bre 1747. ni Collaterali al tesoriere generale, Camerino 6 agosto – Copia di lettera del tesoriere generale al tesoriere di 1785. Spoleto, Roma 22 novembre 1747. – Minuta di lettera del tesoriere generale al tesoriere di b.147, Registro di lettere diverse dell’anno 1747 Camerino, Roma 10 agosto 1875. – c.181v, Copia di lettera del tesoriere generale al ve- – Lettera del tesoriere di Camerino Alessandro Bandi- scovo di Nocera Umbra, Roma 5 luglio 1747. ni Collaterali al tesoriere generale, Camerino 16 ago- – c.187v, Copia di lettera del tesoriere generale al go- sto 1785. vernatore di Nocera Umbra, Roma 12 luglio 1747. – Minuta di lettera del tesoriere generale al tesoriere di – c.192r, Copia di lettera del tesoriere generale al ve- Camerino, Camerino 24 agosto 1785. scovo di Nocera Umbra, Roma 15 luglio 1747. – Relazione del tesoriere generale al papa Pio VI, Roma b.147, Registro di lettere diverse dell’anno 1748 agosto 1785. – Copia di lettera del tesoriere generale al commissario – Supplica del parroco e della popolazione del Castello di Gualdo Tadino, Roma 4 settembre 1748. di Serravalle al papa Pio VI, Serravalle di Chienti di- 307

Bibliografia Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

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cembre 1787. gli illustrissimi signori deputati, Assisi 5 febbraio 1832. – Lettera dell’arcivescovo di Camerino all’uditore del – Prospetto delle case nel recinto della Città d’Assisi ri- papa Pio VI, Camerino 31 gennaio 1788. conosciute in deperimento dopo il terremoto delli 13 – Biglietto dell’uditore del papa Pio VI al tesoriere ge- gennaio 1832, in seguito della locale ispezione fatta da- nerale monsignor Ruffo, Roma 20 febbraio 1788. gl’illustrissimi signori deputati, Assisi 5 febbraio 1832. – Lettera del vescovo di Nocera Umbra Francesco Lo- Norcia, b.1549 (1559-1822) renzo Massaioli al tesoriere generale, Terni 1 marzo – Perizia dei lavori necessari per il restauro degli edifi- 1788. ci del castello di Montaglioni redatta dai maestri mura- – Relazione del tesoriere generale monsignor Ruffo al tori Luigi Costarelli e Arcangelo Costarelli, Montaglioni papa Pio VI, Roma marzo 1788. 10 settembre 1815. – Lettera del tesoriere di Camerino Alessandro Bandi- – Perizia dei lavori necessari per il restauro degli edifi- ni Collaterali al tesoriere generale, Camerino 24 mag- ci del castello di Triponzo redatta dal maestro murato- gio 1788. re Feliciano Conti e attestata dal notaio pubblico della – Attestato dei parroci delle chiese di S.Lucia e di S.Mar- Terra di Cerreto Giuseppe Nobili, Cerreto di Spoleto tino del Castello di Serravalle relativo allo stato delle 28 settembre 1815. due parrocchie, Serravalle di Chienti 4 giugno 1788. – Perizia dei lavori necessari per il restauro di una abi- – Lettera del vescovo di Nocera Umbra Francesco Lo- tazione del castello di Triponzo redatta dal maestro renzo Massaioli al tesoriere generale, Nocera Umbra 9 muratore Feliciano Conti e attestata dal notaio pubbli- giugno 1788. co della Terra di Cerreto Giuseppe Nobili, Cerreto di – Lettera del tesoriere di Camerino Alessandro Bandi- Spoleto 28 settembre 1815. ni Collaterali al tesoriere generale, Camerino 21 giu- – Perizia dei lavori necessari per il restauro di una abi- gno 1788. tazione di Norcia redatta dal maestro muratore Lucan- – Lettera del sacerdote Angelo Marsili al tesoriere ge- tonio Giobbi, Norcia 30 settembre 1815. nerale, Camerino 1 luglio 1788. – Perizia dei lavori necessari per il restauro di una abi- – Minuta di lettera del tesoriere generale monsignor tazione di Norcia redatta dal maestro muratore Lucan- Ruffo al tesoriere di Camerino, Roma 5 luglio 1788. tonio Giobbi, Norcia 1 ottobre 1815. – Lettera del vescovo di Nocera Umbra Francesco Lo- – Perizia delle spese necessarie per il restauro degli renzo Massaioli al tesoriere generale, Nocera Umbra 8 edifici del castello di Abeto redatta dai maestri mura- luglio 1788. tori Lucantonio Giobbi e Giuseppe Recchi, Abeto 6 ot- – Minuta di lettera del tesoriere generale monsignor tobre 1815. Ruffo al tesoriere di Camerino, Roma 12 luglio 1788. – Supplica dei pubblici rappresentanti di Norcia al se- – Lettera del vescovo di Nocera Umbra Francesco Lo- gretario di Stato, Norcia 7 ottobre 1815. renzo Massaioli al tesoriere generale, Nocera Umbra 15 – Perizia dei lavori necessari per il restauro di una abita- luglio 1788. zione rurale nel Territorio di Norcia redatta dal maestro – Lettera del tesoriere di Camerino Alessandro Ban- muratore Domenico Salvatore, Norcia 7 ottobre 1815. dini Collaterali al tesoriere generale, Camerino 22 lu- – Lettera del governatore generale Antonio Irlandieri glio 1788. al segretario di Stato, Norcia 7 ottobre 1815. – Lettera del vescovo di Nocera Umbra Francesco Lo- – Perizia delle spese necessarie per il restauro degli renzo Massaioli al tesoriere generale, Nocera Umbra 11 edifici del castello di Argentigli redatta dal maestro mu- agosto 1788. ratore Venanzio Andreoli, Argentigli 8 ottobre 1815. – Copia del primo capitolo del contratto d’appalto per – Perizia delle spese necessarie per il restauro degli la ricostruzione della chiesa parrocchiale di S.Martino edifici della villa di Serravalle redatta dai maestri mu- di Serravalle, Camerino 6 novembre 1788. ratori Ilario Andreoli e Sebastiano Andreoli, Serravalle – Lettera del sacerdote Angelo Marsili a Francesco 9 ottobre 1815. Sarti, Camerino 25 novembre 1788. – Perizia delle spese necessarie per il restauro di una – Lettera del vescovo di Nocera Umbra Francesco Lo- abitazione della villa di Agriano redatta dai maestri renzo Massaioli al tesoriere generale, Nocera Umbra 29 muratori Antonio Piermarini e Vito Bernasconi, Agria- novembre 1788. no 9 ottobre 1815. – Lettera del sacerdote Angelo Marsili al tesoriere ge- – Perizia dei lavori necessari per il restauro degli edifi- nerale, Camerino 15 marzo 1791. ci del castello di Poggio di Croce redatta dai maestri – Nota delle somme erogate dalla Camera apostolica muratori Perizia dei periti muratori Ignazio Boncristia- per la ricostruzione della chiesa parrocchiale di S.Mar- ni, Sebastiano Andreoli e Ilario Andreoli, Poggio di tino di Serravalle, Roma marzo 1791. Croce 9 ottobre 1815. – Lettera del sacerdote Angelo Marsili al tesoriere ge- – Perizia delle spese necessarie per il restauro di una nerale, Camerino 25 ottobre 1791. abitazione della villa di Agriano redatta dal maestro mu- Camerale III (Comuni) ratore Girolamo Bernasconi, Agriano 10 ottobre 1815. Foligno, b.1148 (1832) – Perizia dei lavori necessari per il restauro degli edifi- – Prospetto delle case rurali del territorio di Assisi ri- ci del castello di Forsivo redatta dai maestri muratori conosciute in deperimento dopo il terremoto delli 13 Giovanni Andreoli e Mariano Andreoli e attestata dal 308 gennajo 1832, in seguito della locale ispezione fatta da- parroco Pietro Venuti, Forsivo 10 ottobre 1815. Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

– Perizia dei lavori necessari per il restauro degli edifi- Sanctis, Castelvecchio 23 ottobre 1815. ci del castello di Legogne redatta dai maestri muratori – Perizia delle spese necessarie per il restauro di 10 abi- Orazio Marignoli, Giovanni Andreoli e Donato Micocci, tazioni della villa di Aliena redatta dal maestro murato- Legogne 10 ottobre 1815. re Giovanni Battista Piermarini, Aliena 23 ottobre 1815. – Perizia delle spese necessarie per il restauro degli – Perizia dei lavori necessari per il restauro di una abi- edifici del castello di Collazzoni redatta dai maestri tazione di proprietà della Comunità di Norcia redatta muratori Ilario Andreoli e Sebastiano Andreoli, Collaz- dal maestro muratore Lucantonio Giobbi, Norcia 26 ot- zoni 11 ottobre 1815. tobre 1815. – Perizia delle spese necessarie per il restauro di 2 abi- – Perizia dei lavori necessari per il restauro di una abi- tazioni della villa di Agriano redatta dal maestro mura- tazione del castello di Biselli redatta dai maestri mura- tore Vito Bernasconi, Agriano 15 ottobre 1815. tori Giovanni Andreoli e Sebastiano Andreoli, Biselli 27 – Lettera dei pubblici rappresentanti di Norcia al go- ottobre 1815. vernatore generale Irlandieri, Norcia 16 ottobre 1815. – Perizia dei lavori necessari per il restauro di una abi- – Perizia dei lavori necessari per il restauro di una tazione del castello di Biselli redatta dai maestri mura- abitazione di Norcia redatta dal maestro muratore Do- tori Giovanni Andreoli e Sebastiano Andreoli, Biselli 27 menico Salvatore, Norcia 16 ottobre 1815. ottobre 1815. – Perizia delle spese necessarie per il restauro di 3 – Perizia dei lavori necessari per il restauro degli edifi- abitazioni della villa di Agriano redatta dal maestro ci del castello di Belforte redatta dal maestro muratore muratore Giovanni Battista Piermarini, Agriano 16 ot- Feliciano Conti e attestata dal notaio pubblico della tobre 1815. Terra di Montesanto di Spoleto Giuseppe De Sanctis, – Perizia delle spese necessarie per il restauro di 2 abi- Norcia 28 ottobre 1815. tazioni della villa di Aliena redatta dal maestro murato- – Perizia dei lavori necessari per il restauro del Palazzo re Giovanni Battista Piermarini, Aliena 16 ottobre Apostolico di Norcia redatta dal maestro muratore ca- 1815. merale Lucantonio Giobbi, Norcia ottobre 1815. – Lettera del governatore generale Antonio Irlandieri – Perizia delle spese necessarie per il restauro della al segretario di Stato, Norcia 17 ottobre 1815. chiesa parrocchiale e di 7 abitazioni della villa di Aliena – Perizia delle spese necessarie per il restauro di una redatta dai maestri muratori Antonio Piermarini e Gi- abitazione della villa di Agriano redatta dal maestro rolamo Bernasconi, Aliena ottobre 1815. muratore Giovanni Battista Piermarini, Agriano 19 ot- – Lettera del segretario della Sacra Consulta Ciecalotti tobre 1815. al tesoriere generale monsignor Ercolani, Roma 4 no- – Perizia delle spese necessarie per il restauro di 21 vembre 1815. abitazioni della villa di Agriano redatta dal maestro – Lettera del segretario della Sacra Consulta Riganti al muratore Giovanni Battista Piermarini, Agriano 21 ot- tesoriere generale monsignor Ercolani, Roma 8 no- tobre 1815. vembre 1815. – Perizia dei lavori necessari per il restauro degli edifi- – Minuta di lettera del tesoriere generale monsignor ci del castello di Castelvecchio redatta dai maestri mu- Ercolani alla Sacra Consulta, Roma 11 novembre 1815. ratori Sebastiano Notari e Antonio Maria Maina e atte- – Perizia dei lavori necessari per il restauro degli edifi- stata dal notaio Giuseppe Muschi, Castelvecchio 21 ot- ci della villa di Corone redatta dal maestro muratore tobre 1815. Feliciano Conti e attestata dal notaio pubblico della – Perizia delle spese necessarie per il restauro di 2 abi- Terra di Montesanto di Spoleto Giuseppe De Sanctis, tazioni della villa di Cerasola redatta dal maestro mu- Norcia 28 novembre 1815. ratore Giuseppe Ercoli, Cerasola 21 ottobre 1815. – Ristretto delle perizie dei lavori necessari per il re- – Perizia delle spese necessarie per il restauro di 9 abi- stauro degli edifici delle località danneggiate dal terre- tazioni della villa di Agriano redatta dal maestro mura- moto del 3 settembre 1815, Roma novembre 1815. tore Girolamo Bernasconi, Agriano 22 ottobre 1815. – Minuta di lettera del tesoriere generale monsignor – Perizia dei lavori necessari per il restauro di 2 abita- Ercolani al segretario di Stato, Roma novembre 1815. zioni del castello di Acquaro di Sant’Eutizio redatta dai – Nota della Tesoreria generale relativa al sussidio da maestri muratori Luigi Costarelli e Domenico Ciotti, accordare alle Comunità colpite dal terremoto del 3 Sant’Eutizio 22 ottobre 1815. settembre 1815, Roma novembre 1815. – Perizia dei lavori necessari per il restauro degli edifi- – Lettera del segretario della Sacra Consulta Riganti al ci di proprietà della Commenda di S.Lazzaro nel castel- tesoriere generale monsignor Ercolani, Roma 2 di- lo di Belforte redatta dal maestro muratore Feliciano cembre 1815. Conti e attestata dal notaio pubblico della Terra di – Nota della Tesoreria generale relativa al sussidio da Montesanto di Spoleto Giuseppe De Sanctis, Castel- accordare alle Comunità colpite dal terremoto del 3 vecchio 23 ottobre 1815. settembre 1815, Roma 22 dicembre 1815. – Perizia dei lavori necessari per il restauro degli edifi- – Memoria del tesoriere generale monsignor Ercolani ci di proprietà della Commenda di S.Lazzaro nei castel- per l’udienza del papa Pio VII sulla supplica della Co- li di Castelvecchio e Roccanolfi redatta dal maestro munità di Norcia, Roma dicembre 1815. muratore Feliciano Conti e attestata dal notaio pubbli- Commissario generale della Camera apostolica, Collec- co della Terra di Montesanto di Spoleto Giuseppe De tio Rubino, vol.23 309

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– cc.525-526, Lettera dei Conservatori del Popolo Ro- – cc.1022-1030, Relazione del segretario della Sacra mano al papa Clemente XI relativa all’autorizzazione di Congregazione del Buon Governo monsignor Pietro pratiche devozionali in seguito al terremoto del 1703, Paolo Conti al papa Benedetto XIV sullo stato di Gual- Roma 15 febbraio 1703. do Tadino e del suo Contado, Roma ottobre 1751. Congregazione del Buon Governo, serie I (Affari generali, – c.1020r, Biglietto del papa Benedetto XIV al segreta- memorie e massime) rio della Sacra Congregazione del Buon Governo mon- Appendice, b.88 (1620-1827) – Ristretto delle perizie dei signor Conti, Roma 10 novembre 1751. lavori necessari per il restauro delle chiese parrocchiali – cc.1100-1104r, Relazione del segretario della Sacra e degli edifici pubblici di Cascia e del suo Contado dan- Congregazione del Buon Governo monsignor Pietro neggiati dal terremoto del 12 maggio 1730, Roma 1733. Paolo Conti al segretario di Stato cardinale Valenti vol.42 – c.1159, Copia di relazione del governatore di Fa- Gonzaga sulle modalità di distribuzione dei contributi briano Giambattista Mirelli al segretario di Stato cardi- erogati a favore della Terra di Gualdo Tadino e del suo nale Valenti Gonzaga sui danni causati dal terremoto Contado, Roma 13 novembre 1751. nel Castello di Belvedere, Fabriano 30 luglio 1751. – c.1115, Supplica della famiglia Feliziani al segretario – c.1161r, Copia di lettera del segretario di Stato cardi- della Sacra Congregazione del Buon Governo monsi- nale Silvio Valenti Gonzaga al governatore di Fabriano gnor Conti, Gualdo Tadino 30 novembre 1751. Giambattista Mirelli, Roma 4 agosto 1751. – c.1119r, Supplica di Francesca Fancelli al segretario – cc.1004-1005, Copia di relazione del vescovo di No- della Sacra Congregazione del Buon Governo monsi- cera Umbra Giovanni Battista Chiappé al segretario di gnor Conti, Gualdo Tadino 30 novembre 1751. Stato cardinale Valenti Gonzaga sui danni causati dal – cc.1036-1039r, Relazione del segretario della Sacra terremoto nella Terra di Gualdo Tadino e nel suo Terri- Congregazione del Buon Governo monsignor Pietro torio, Nocera Umbra 7 agosto 1751. Paolo Conti al papa Benedetto XIV sui provvedimenti – cc.1032-1033r, Copia di lettera del gonfaloniere e dei da adottare in favore della terra di Gualdo Tadino e del consoli di Gubbio al gonfaloniere e ai priori di Gualdo suo Contado, Roma novembre 1751. Tadino, Gubbio 7 agosto 1751. – c.1072, Minuta di lettera della Sacra Congregazione – cc.1034-1035r, Copia di lettera del gonfaloniere e dei del Buon Governo al vescovo di Nocera Umbra Giovan- priori di Assisi al gonfaloniere e ai priori di Gualdo Ta- ni Battista Chiappé, Roma 4 dicembre 1751. dino, Assisi 7 agosto 1751. – c.1116r, Supplica di Angela Angeli al segretario della – c.1133, Attestazione dei superiori delle comunità re- Sacra Congregazione del Buon Governo monsignor ligiose di Gubbio relativa alla situazione economica Conti, Gualdo Tadino 10 dicembre 1751. della città e ai danni causati dal terremoto, Gubbio 6 – c.1109r, Lettera del vicario dell’abbazia di S.Benedet- settembre 1751. to di Gualdo Tadino Domenico Balducci al segretario – c.1134, Attestazione del vice tesoriere della città di della Sacra Congregazione del Buon Governo monsi- Gubbio Giambattista Gismondi relativa alla situazione gnor Conti, Gualdo Tadino 21 dicembre 1751. economica della città e del suo Territorio, Gubbio 9 – c.1120, Supplica di Francesco Vecchiarelli al segreta- settembre 1751. rio della Sacra Congregazione del Buon Governo mon- – c.1132, Attestazione del vice computista della Comu- signor Conti, Gualdo Tadino 24 dicembre 1751. nità di Gubbio Carlo Antonio Timotelli relativa alla stima – c.1106r, Supplica di Innocenzo Berardi alla Sacra economica dei danni causati dal terremoto alle case del- Congregazione del Buon Governo, Gualdo Tadino 1751. la città e del suo Distretto, Gubbio 10 settembre 1751. – c.1081, Supplica degli “Zelanti” dello Stato Pontificio – c.1138-1144r, Perizia dei danni causati dal terremoto alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Roma 1751. agli edifici pubblici e privati della città di Nocera Um- – c.1078r, Supplica di Girolamo Fancelli alla Sacra Con- bra redatta dall’architetto Pietro Carattoli, Nocera Um- gregazione del Buon Governo, Gualdo Tadino 1751. bra 24 settembre 1751. – cc.1073-1074, Lettera del vescovo di Nocera Umbra – cc.1006-1007, Relazione di Stefano Coppari al segre- Giovanni Battista Chiappé al segretario della Sacra tario della Sacra Congregazione del Buon Governo Congregazione del Buon Governo monsignor Conti, monsignor Conti sullo stato della Comunità di Gualdo Gualdo Tadino 8 gennaio 1752. Tadino, Gualdo Tadino 12 ottobre 1751. – c.1076r, Lettera del vescovo di Nocera Umbra Gio- – c.1125, Lettera del gonfaloniere e dei consoli di Gub- vanni Battista Chiappé al segretario della Sacra Con- bio a Francesco Cavallini, Gubbio 18 ottobre 1751. gregazione del Buon Governo monsignor Conti, Gual- – c.1001r, Lettera di Stefano Coppari al segretario del- do Tadino 29 gennaio 1752. la Sacra Congregazione del Buon Governo monsignor – c.1110, Supplica della Comunità del Castello di Bel- Conti, Gualdo Tadino 19 ottobre 1751. vedere del Territorio di Fabriano al tesoriere generale – c.1121-1122, Lettera di Francesco Cavallini al segre- dello monsignor Gian Francesco Banchieri, Belvedere tario della Sacra Congregazione del Buon Governo gennaio 1752. monsignor Conti, Cingoli 28 ottobre 1751. – c.1155-1156, Lettera del governatore di Fabriano – c.1009, Relazione di Stefano Coppari al segretario Giambattista Mirelli al prefetto della Sacra Congrega- della Sacra Congregazione del Buon Governo monsi- zione del Buon Governo, Fabriano 14 febbraio 1752. gnor Conti sullo stato dei Castelli e delle Ville del Ter- – c.1147, Lettera del gonfaloniere e dei priori di Noce- 310 ritorio di Gualdo Tadino, Gualdo Tadino ottobre 1751. ra Umbra al segretario della Sacra Congregazione del Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. 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Buon Governo monsignor Conti, Nocera Umbra 19 feb- ne del Buon Governo, Norcia 10 luglio 1707. braio 1752. – Supplica della Comunità di Arquata alla Sacra Con- – c.1080r, Lettera del cardinale vicario al segretario gregazione del Buon Governo, dicembre 1711. della Sacra Congregazione del Buon Governo monsi- – Lettera del prefetto di Norcia Eduardo Orsini al pre- gnor Conti, Roma 29 febbraio 1752. fetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, – c.1157-1158r, Supplica della popolazione del Castello Norcia 2 gennaio 1712. di Belvedere del Territorio di Fabriano alla Sacra Con- Arrone I, b.275 (1631-1738) gregazione del Buon Governo, Belvedere febbraio 1752. – Perizia dei maestri muratori Vincenzo Antonio Gual- – c.1149, Supplica della badessa e delle monache del fetti e Tommaso Gualfetti sui restauri necessari agli monastero di S.Anna di Sigillo al papa Benedetto XIV, edifici pubblici di Arrone, Arrone 6 aprile 1704. Sigillo febbraio 1752. – Lettera del governatore di Spoleto Abondio Rezzoni- – c.1108, Lettera del vescovo di Nocera Umbra Giovan- co alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Spole- ni Battista Chiappé a Marco Carcani, Nocera Umbra 7 to 20 aprile 1704. marzo 1752. – Perizia dei maestri muratori Carlo Milanese e Giusep- – c.1148r, Lettera del vescovo di Nocera Umbra Gio- pe Milanese sui restauri necessari al palazzo Priorale di vanni Battista Chiappé alla Sacra Congregazione del Arrone, Arrone 14 maggio 1710. Buon Governo, Nocera Umbra 7 marzo 1752. – Lettera del vicario e dei priori del castello di Arrone – c.1146r, Lettera del cardinale vicario al segretario alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Arrone 7 della Sacra Congregazione del Buon Governo monsi- aprile 1721. gnor Conti, Roma 27 marzo 1752. Assisi IX, b.335 (1733-1748) – c.1084, Supplica dei pubblici rappresentanti di Gual- – Lettera del governatore di Assisi Cesare Grillotti al do Tadino alla Sacra Congregazione del Buon Governo, prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, Gualdo Tadino 1752. Assisi 21 novembre 1747. – c.1153-1154r, Supplica della popolazione della Terra – Supplica dei pubblici rappresentanti di Assisi alla di Sigillo al prefetto della Sacra Congregazione del Sacra Congregazione del Buon Governo, Assisi no- Buon Governo, Sigillo 1752. vembre 1747. – cc.1066-1069, Resoconto delle spese occorse per la ri- Assisi X, b.336 (1749-1764) mozione delle macerie dalle strade di Gualdo Tadino re- – Estratto del verbale del Consiglio generale della città datto da Stefano Coppari, Gualdo Tadino 6 agosto 1753. di Assisi del 3 novembre 1751 attestato dal segretario – cc.1062-1065r, Elenco dei proprietari delle case della pubblico della Comunità notaio Francesco Scaramuc- terra di Gualdo Tadino e del suo Territorio restaurate cia, Assisi 15 novembre 1751. con il contributo erogato dalla Sacra Congregazione – Lettera del governatore di Assisi Martino Vespasiani del Buon Governo, Gualdo Tadino 1753. al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Gover- – cc.1040-1051r, Resoconto delle spese occorse per il no, Assisi 27 novembre 1751. restauro delle case della terra di Gualdo Tadino e del – Supplica degli “Zelanti” della città di Assisi alla Sacra suo Territorio redatto da Giuseppe Angeletti, Gualdo Congregazione del Buon Governo, Assisi luglio 1759. Tadino 1753. – Estratto del verbale del Consiglio generale della città Congregazione del Buon Governo, serie II (Atti per luoghi) di Assisi del 30 marzo 1757 attestato dal segretario Amandola I, b.108 (1630-1704) pubblico della Comunità notaio Francesco Scaramuc- – Estratto di deliberazione consiliare, Amandola 17 cia, Assisi 9 agosto 1759. gennaio 1703. – Lettera del governatore di Assisi Francesco Antonio – Lettera a nome della Comunità e dei priori di Aman- Bacchettoni al prefetto della Sacra Congregazione del dola alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Ma- Buon Governo, Assisi 11 agosto 1759. cerata 9 marzo 1703. – Memoriale dei pubblici rappresentanti di Assisi al Arquata, b.263 governatore Francesco Antonio Bacchettoni, Assisi – Lettera del commissario apostolico monsignor Pietro agosto 1759. de Carolis al prefetto della Sacra Congregazione del Bevagna III, b.512 (1703-1726) Buon Governo, Norcia 9 settembre 1703. – Notaio Pietro Paolo Mucci, Perizia dei maestri mura- – Relazione sopra li Luoghi cinque Monti indebitati alla tori Pietro Paolo Bernasconi e Simone Pietro Fiordi- Communità d’Arquata sotto li 14 giugno 1704. ponte sui restauri necessari alle mura del castello di – Supplica della Comunità di Arquata alla Sacra Con- Bevagna, Bevagna 14 gennaio 1703. gregazione del Buon Governo, marzo 1705. – Notaio Pietro Paolo Mucci, Perizia dei maestri mura- – Lettera del prefetto di Norcia e commissario aposto- tori Domenico Baratta e Santi di Rocco Ugolini sui re- lico Flavio Ravizza al prefetto della Sacra Congregazio- stauri necessari ai ponti del castello di Bevagna, Beva- ne del Buon Governo, Norcia 24 maggio 1705. gna 14 gennaio 1703. – Lettera del prefetto di Norcia e commissario aposto- – Lettera del governatore di Perugia Giorgio Spinola lico Flavio Ravizza al prefetto della Sacra Congregazio- alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Perugia ne del Buon Governo, Norcia 17 aprile 1707. 16 gennaio 1703. – Lettera del prefetto di Norcia e commissario aposto- – Supplica della Comunità di Bevagna alla Sacra Con- lico Flavio Ravizza al prefetto della Sacra Congregazio- gregazione del Buon Governo, gennaio 1703. 311

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– Notaio Pietro Paolo Mucci, Copia di lettera del gover- al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Gover- natore di Perugia Giorgio Spinola al podestà di Beva- no, Perugia 25 giugno 1707. gna, Perugia 6 febbraio 1703. – Ragioni responsive alli supposti contenuti nel me- – Notaio Pietro Paolo Mucci, Copia di lettera del gover- moriale dato per parte de’ particolari e poveri sopra il natore di Perugia Giorgio Spinola al podestà di Beva- riattamento del Palazzo Apostolico che si danno per gna, Perugia 10 febbraio 1703. parte de’ publici rappresentanti della Comunità di Be- – Supplica del Consiglio generale della Comunità di vagna, 1708. Bevagna alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Camerino XVI, b.625 (1797-1802) agosto 1703. – Minuta di decreti del prefetto della Sacra Congrega- – Notaio Pietro Paolo Mucci, Perizia dei maestri mura- zione del Buon Governo cardinale Busca in occasione tori Pietro Paolo Bernasconi, Simone Pietro Fiordipon- della visita alla Comunità di Camerino, Camerino 17 ot- te e Andrea Mariani sui restauri necessari alle mura del tobre 1801. castello di Bevagna, Bevagna 16 ottobre 1703. – Supplica delle monache del monastero di S.Chiara di – Lettera del governatore di Perugia Giacinto di Mes- Camerino al prefetto della Sacra Congregazione del serano al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Buon Governo cardinale Busca, Camerino 1801. Governo, Perugia 20 novembre 1703. Cascia III, b.800 (1691-1704) – Supplica di Nicolò Arcangerilli alla Sacra Congrega- – Supplica del Pubblico della Terra di Cascia alla Sacra zione del Buon Governo, novembre 1703. Congregazione del Buon Governo, novembre 1702. – Notaio Pietro Paolo Mucci, Perizia dei maestri mura- – Lettera del governatore Ludovico Soderini alla Sa- tori Simone Pietro Fiordiponte e Michelangelo Fiordi- cra Congregazione del Buon Governo, Cascia 14 di- ponte sui restauri necessari al palazzo Apostolico di cembre 1702. Bevagna, Bevagna 22 agosto 1704. – Lettera del governatore Crispolto Ciccarelli al prefet- – Lettera del governatore di Perugia Giacinto di Mes- to della Sacra Congregazione del Buon Governo, Ca- serano al prefetto della Sacra Congregazione del Buon scia 15 aprile 1703. Governo, Perugia 23 agosto 1704. – Lettera del vice governatore Gaetano de Giudici alla – Supplica della Comunità di Bevagna alla Sacra Con- Sacra Congregazione del Buon Governo, Cascia 5 lu- gregazione del Buon Governo, agosto 1704. glio 1703. – Notaio Pietro Paolo Mucci, Estratto del verbale di se- – Lettera del governatore Crispolto Ciccarelli al prefet- duta del Consiglio generale di Bevagna del 9 novembre to della Sacra Congregazione del Buon Governo, Ca- 1704, Bevagna 12 novembre 1704. scia 15 novembre 1703. – Perizia del maestro muratore Felice Bucci sui restau- – Notaio Francesco Cotaloni, Estratto dal Libro dei ri necessari al palazzo Apostolico di Bevagna, novem- Concilii della Comunità di Cascia, Seduta del 5 agosto bre 1704. 1703, Cascia 16 novembre 1703. – Lettera del governatore di Perugia Giacinto di Mes- – Lettera del governatore Crispolto Ciccarelli al prefet- serano al prefetto della Sacra Congregazione del Buon to della Sacra Congregazione del Buon Governo, Ca- Governo, Perugia 12 settembre 1705. scia 28 novembre 1703. – Supplica del priore del convento di S.Agostino di Be- – Supplica della Comunità e dei consoli di Cascia alla vagna alla Sacra Congregazione del Buon Governo, set- Sacra Congregazione del Buon Governo, novembre 1703. tembre 1705. – Supplica della Comunità di Cascia alla Sacra Congre- – Supplica di Nicolò Arcangerilli alla Sacra Congrega- gazione del Buon Governo, novembre 1703. zione del Buon Governo, luglio 1706. – Lettera del governatore Crispolto Ciccarelli al prefet- – Lettera del governatore di Perugia Giuseppe Firrao to della Sacra Congregazione del Buon Governo, Ca- al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Gover- scia 27 dicembre 1703. no, Perugia 3 agosto 1706. – Supplica dell’affittuario dell’osteria di Civita di Cascia – Lettera del governatore di Perugia Giuseppe Firrao Paolo Antonio Ricci alla Sacra Congregazione del Buon al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Gover- Governo, dicembre 1703. no, Perugia 7 settembre 1706. – Lettera del governatore Crispolto Ciccarelli al prefet- – Notaio Pietro Paolo Mucci, Perizia dei maestri mura- to della Sacra Congregazione del Buon Governo, Ca- tori Simone Pietro Fiordiponte e Michelangelo Fiordi- scia 7 febbraio 1704. ponte sui restauri necessari alle mura del castello di – Lettera del governatore Crispolto Ciccarelli al prefet- Bevagna, Bevagna 21 novembre 1706. to della Sacra Congregazione del Buon Governo, Ca- – Lettera del governatore di Perugia Giuseppe Firrao scia 29 maggio 1704. al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Gover- – Supplica della badessa e delle monache del monaste- no, Perugia 23 novembre 1706. ro di S.Rita di Cascia alla Sacra Congregazione del – Supplica di Nicolò Arcangerilli alla Sacra Congrega- Buon Governo, maggio 1704. zione del Buon Governo, novembre 1706. – Lettera del governatore Crispolto Ciccarelli al prefet- – Lettera del governatore di Perugia Giuseppe Firrao to della Sacra Congregazione del Buon Governo, Ca- al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Gover- scia 24 giugno 1704. no, Perugia 4 gennaio 1707. – Lettera del commissario apostolico monsignor Pietro 312 – Lettera del governatore di Perugia Giuseppe Firrao de Carolis al prefetto della Sacra Congregazione del Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Buon Governo, Norcia 26 giugno 1704. – Supplica della popolazione del Castello di Afrile al se- – Supplica delle monache del monastero di S.Lucia di gretario di Stato cardinale De Zelada, Afrile maggio 1793. Cascia al prefetto della Sacra Congregazione del Buon – Relazione del visitatore apostolico monsignor Ciavoli Governo, giugno 1704. alla Sacra Congregazione del Buon Governo sul restau- – Lettera del vice governatore Gaetano de Giudici alla ro del Palazzo pubblico di Foligno, Roma 1794. Sacra Congregazione del Buon Governo, Cascia 24 set- – Lettera dell’architetto Virginio Bracci alla Sagra Con- tembre 1704. gregazione del Buon Governo, Roma 4 luglio 1795. – Supplica del Pubblico della Terra di Cascia alla Sacra – Relazione dell’architetto Virginio Bracci sulle ispezio- Congregazione del Buon Governo, settembre 1704. ni eseguite al Palazzo publico e alle strade di Foligno, Cerreto di Norcia I, b.979 (1630-1708) copia, Roma luglio 1795. – Lettera del commissario apostolico monsignor Pietro – Lettera del governatore di Foligno Valentino Balduc- de Carolis al prefetto della Sacra Congregazione del ci al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Go- Buon Governo, Norcia 26 settembre 1703. verno, Foligno 18 agosto 1795. – Supplica dell’affittuario dell’osteria del borgo di Cer- Forsivo, b.1736 reto Silvestro del quondam Francesco alla Sacra Con- – Lettera del luogotenente Giuseppe Lazzari alla Sa- gregazione del Buon Governo, settembre 1703. cra Congregazione del Buon Governo, Norcia 27 gen- – Lettera del luogotenente Giuseppe Lazzari alla Sa- naio 1704. cra Congregazione del Buon Governo, Norcia 27 gen- – Supplica della Comunità e dei massari del castello di naio 1704. Forsivo alla Sacra Congregazione del Buon Governo, – Supplica del gonfaloniere e dei priori di Cerreto alla gennaio 1704. Sacra Congregazione del Buon Governo, gennaio 1704. – Supplica della Comunità e del Popolo del castello di – Lettera del prefetto di Norcia e commissario aposto- Forsivo al prefetto della Sacra Congregazione del Buon lico Flavio Ravizza al prefetto della Sacra Congregazio- Governo, Forsivo 31 gennaio 1728. ne del Buon Governo, Norcia 18 marzo 1706. – Perizia del maestro muratore Cristofano Speroni sui – Lettera del prefetto di Norcia e commissario aposto- restauri necessari alle condutture idriche del castello lico Flavio Ravizza al prefetto della Sacra Congregazio- di Forsivo, Norcia 7 marzo 1728. ne del Buon Governo, Norcia 9 maggio 1706. – Lettera del prefetto di Norcia Francesco Ferniani al – Supplica del gonfaloniere e dei priori della Comunità prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, di Cerreto alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Norcia 27 marzo 1728. maggio 1706. Gualdo Cattaneo II, b.1956 (1689-1774) – Lettera del prefetto di Norcia e commissario aposto- – Copia di lettera del governatore di Perugia al podestà lico Flavio Ravizza al prefetto della Sacra Congregazio- di Gualdo Cattaneo, Perugia 14 aprile 1703. ne del Buon Governo, Norcia 23 ottobre 1707. – Lettera del podestà Girolamo Damiani al governatore – Supplica degli uomini della Terra di Cerreto alla Sa- di Perugia, Gualdo Cattaneo 22 aprile 1704. cra Congregazione del Buon Governo, Cerreto 11 ago- – Memoriale degli abitanti di Gualdo Cattaneo alla Sa- sto 1707. cra Congregazione del Buon Governo, aprile 1704. Chiavano, b.1028 (1635-1826) Gualdo Tadino V, b.1966 (1729-1750) – Lettera del vice gonfaloniere alla Sacra Congregazio- – Supplica del priore e dei monaci del convento di ne del Buon Governo, 22 luglio 1703. Sant’Agostino di Gualdo Tadino alla Sacra Congrega- – Supplica della Comunità di Chiavano alla Sacra Con- zione del Buon Governo, Gualdo Tadino febbraio 1747. gregazione del Buon Governo, luglio 1703. – Perizia delle spese necessarie per il restauro del con- Civita di Cascia, b.1142 (1614-1831) vento di S.Agostino di Gualdo Tadino, Gualdo Tadino – Lettera del vescovo di Spoleto alla Sacra Congrega- febbraio 1747. zione del Buon Governo, Spoleto 10 giugno 1710. – Lettera del commissario di Gualdo Tadino Sebastiano – Lettera del gonfaloniere di Cascia alla Sacra Congre- Nanni alla Sacra Congregazione del Buon Governo, gazione del Buon Governo, Cascia 29 luglio 1719. Gualdo Tadino 18 marzo 1747. – Lettera del gonfaloniere di Cascia alla Sacra Congre- – Perizia delle spese necessarie per il restauro degli gazione del Buon Governo, Cascia 22 luglio 1727. edifici pubblici di Gualdo Tadino redatta dai capi mae- – Lettera del gonfaloniere di Cascia alla Sacra Congre- stri muratori Antonio Vannoni e Giacomo Chini e atte- gazione del Buon Governo, Cascia 24 settembre 1727. stata dal segretario priorale notaio Matteo Fanucci, – Lettera della Comunità di Civita alla Sacra Congrega- Gualdo Tadino 26 luglio 1747. zione del Buon Governo, 1728. – Supplica dei pubblici rappresentanti di Gualdo Tadi- Foligno XVII, b.1690 (1792-1795) no alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Gual- – Estratto del verbale del Consiglio generale della città do Tadino luglio 1747. di Foligno del 18 maggio 1793 attestato dal segretario – Lettera del commissario di Gualdo Tadino Sebastiano priorale notaio Ermenegildo Giustiniani, Foligno 20 Nanni alla Sacra Congregazione del Buon Governo, maggio 1793. Gualdo Tadino 8 agosto 1747. – Lettera del governatore di Foligno Girolamo Bianchi – Lettera del commissario di Gualdo Tadino Sebastiano al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Gover- Nanni alla Sacra Congregazione del Buon Governo, no, Foligno 25 maggio 1793. Gualdo Tadino 8 agosto 1747. 313

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– Supplica dei pubblici rappresentanti di Gualdo Tadi- – Copia di chirografo del papa Benedetto XIV al pre- no alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Gual- fetto della Sacra Congregazione del Buon Governo a do Tadino agosto 1747. favore della Comunità di Gualdo e del suo Contado, – Lettera del commissario di Gualdo Tadino Sebastiano Roma 1752. Nanni al prefetto della Sacra Congregazione del Buon – Minuta di lettera di istruzioni della Sacra Congrega- Governo, Gualdo Tadino 6 aprile 1748. zione del Buon Governo al vescovo di Nocera Giovanni – Lettera del luogotenente di Perugia Girolamo Bonta- Battista Chiappé, Roma 1752. dosi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon – Lettera del gonfaloniere e dei priori di Nocera Umbra Governo, Perugia 11 maggio 1748. al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Gover- – Memoriale della Comunità e della popolazione di no, Nocera Umbra 31 marzo 1753. Gualdo Tadino alla Sacra Congregazione del Buon Go- – Chirografo del papa Benedetto XIV al segretario del- verno, Gualdo Tadino maggio 1748. la Sacra Congregazione degli Sgravi e del Buon Gover- Gualdo Tadino VI, b.1967 (1751-1758) no monsignor Conti a favore del Castello di Belvedere – Lettera del commissario di Gualdo Tadino Francesco di Fabriano, Roma 1753. Vincenzo Rota al prefetto della Congregazione del – Supplica dei pubblici rappresentanti della Terra di Buon Governo, Gualdo Tadino 27 luglio 1751. Gualdo Tadino alla Sacra Congregazione del Buon Go- – Supplica dei pubblici rappresentanti di Gualdo Tadi- verno, Gualdo Tadino settembre 1754. no alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Gual- – Lettera del commissario di Gualdo Tadino Vito Anto- do Tadino luglio 1751. nio Flaviani alla Sacra Congregazione del Buon Gover- – Memoriale dell’archivista di Gualdo Tadino Cherubi- no, Gualdo Tadino 5 ottobre 1754. no Mattioli alla Sacra Congregazione del Buon Gover- – Attestato del sindaco del monastero di S.Margherita no, Gualdo Tadino 8 gennaio 1752. di Gualdo Tadino sacerdote Giovanni Battista Travaglia – Lettera del commissario di Gualdo Tadino Francesco relativo allo stato economico del monastero, Gualdo Vincenzo Rota al prefetto della Sacra Congregazione Tadino 20 febbraio 1755. del Buon Governo, Gualdo Tadino 18 gennaio 1752. – Supplica della badessa e delle monache del monastero – Lettera del vescovo di Nocera Umbra Giovanni Batti- di S.Margherita di Gualdo Tadino alla Sacra Congrega- sta Chiappé al prefetto della Sacra Congregazione del zione del Buon Governo, Gualdo Tadino febbraio 1755. Buon Governo, Gualdo Tadino 12 febbraio 1752. – Lettera del vescovo di Nocera Umbra al prefetto del- – Lettera del vescovo di Nocera Umbra Giovanni Batti- la Sacra Congregazione del Buon Governo, Nocera sta Chiappé al segretario della Sacra Congregazione Umbra 19 aprile 1755. del Buon Governo monsignor Conti, Gualdo Tadino 12 – Supplica della badessa e delle monache Francescane febbraio 1752. del monastero di S.Margherita di Gualdo Tadino al pa- – Elenco delle famiglie possidenti indebitate di Gualdo pa Benedetto XIV, Gualdo Tadino 1755. Tadino e del suo Contado danneggiate dal terremoto, – Supplica della Comunità e dei pubblici rappresentan- Gualdo Tadino febbraio 1752. ti di Gualdo Tadino alla Sacra Congregazione del Buon – Elenco delle famiglie povere di Gualdo Tadino e del Governo, Gualdo Tadino gennaio 1758. suo Contado danneggiate dal terremoto, Gualdo Tadi- – Lettera del vice commissario di Gualdo Tadino Giu- no febbraio 1752. seppe Fabri alla Sacra Congregazione del Buon Gover- – Nota della Segreteria della Sacra Congregazione del no, Gualdo Tadino 4 febbraio 1758. Buon Governo relativa agli elenchi delle famiglie di – Lettera del commissario di Gualdo Tadino Filippo del Gualdo Tadino e del suo Contado danneggiate dal ter- Bene alla Sacra Congregazione del Buon Governo, remoto, Roma febbraio 1752. Gualdo Tadino 11 aprile 1758. – Lettera del vescovo di Nocera Umbra Giovanni Batti- – Supplica degli “Zelanti” della Terra di Gualdo Tadino sta Chiappé al segretario della Sacra Congregazione alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Gualdo del Buon Governo monsignor Conti, Gualdo Tadino 12 Tadino s.d. agosto 1752. – Supplica degli Eugubini abitanti nel Territorio di – Copia di lettera del padre provinciale Giacomo Fir- Gualdo Tadino alla Sacra Congregazione del Buon Go- rot al vicario generale degli Agostiniani, Perugia 19 verno, Gualdo Tadino s.d. agosto 1752. – Supplica dei pubblici rappresentanti di Gualdo Tadi- – Lettera del vescovo di Gubbio al prefetto della Sa- no alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Gual- cra Congregazione del Buon Governo, Gubbio 24 ago- do Tadino s.d. sto 1752. Massa di Todi I, b.2276 (1630-1706) – Biglietto del vicario generale degli Agostiniani al se- – Perizia dell’architetto Giovanni Leofeori sui restauri gretario della Sacra Congregazione del Buon Governo necessari al torrione di Massa, 3 aprile 1703. monsignor Conti, Roma 25 agosto 1752. – Lettera del commissario Giovanni Taddeo Taddei alla – Lettera di Giacomo Antonio Rota al prefetto della Sa- Sacra Congregazione del Buon Governo, Massa di Todi cra Congregazione del Buon Governo, Gualdo Tadino 6 aprile 1703. 16 dicembre 1752. – Supplica della Comunità di Massa alla Sacra Congre- – Supplica dei pubblici rappresentanti di Gualdo Tadi- gazione del Buon Governo, aprile 1703. 314 no al papa Benedetto XIV, Gualdo Tadino 1752. – Lettera del commissario Giovanni Taddeo Taddei al- Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

la Sacra Congregazione del Buon Governo, Massa 11 Nocera Umbra novembre 1747. giugno 1703. – Copia autentica del verbale del Pubblico Consiglio Mevale, b.2340 (1684-1826) della Città di Nocera del 18 febbraio 1748 redatta dal – Lettera del difensore e pubblico rappresentante del- segretario della Comunità notaio Rinaldo Giacobuzi, la Comunità del castello di Mevale di Norcia alla Sacra Nocera Umbra 20 febbraio 1748. Congregazione del Buon Governo, 30 marzo 1748. – Lettera del luogotenente Girolamo Bontadori al pre- Montefalco II, b.2463 (1663-1704) fetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, Pe- – Spese straordinarie della Comunità di Montefalco rugia 9 marzo 1748. per l’anno incominciato il primo maggio 1703 e termi- – Memoriale dei pubblici rappresentanti della Città di nato l’ultimo aprile 1704. Nocera alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Monteleone di Norcia II, b.2600 (1665-1728) Nocera Umbra agosto 1751. – Lettera del prefetto di Norcia Dondario Malvicini al – Lettera del luogotenente Pietro Antonio Mucci al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, Norcia 25 maggio 1710. Perugia 25 settembre 1751. – Supplica dei priori della Terra di Monteleone alla Sa- – Memoriale dei pubblici rappresentanti della Città di cra Congregazione del Buon Governo, maggio 1710. Nocera al papa Benedetto XIV, Nocera Umbra aprile – Notaio Angelita Scaramuccia, Perizia del maestro 1752. muratore Giuseppe Ambrosio de Niccolis sui restauri – Copia autentica del verbale del Pubblico Consiglio necessari alla chiesa di S.Nicolò di Monteleone, Monte- della Città di Nocera del 29 aprile 1753 redatta dal se- leone 20 giugno 1710. gretario della Comunità notaio Rinaldo Giacobuzi, No- – Lettera del prefetto di Norcia Dondario Malvicini al cera Umbra 13 ottobre 1753. prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, – Lettera del luogotenente Pietro Antonio Mucci al Norcia 3 luglio 1710. prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, – Pianta della chiesa matrice di Monte Leone che si de- Perugia 16 ottobre 1753. ve riedificare, 1710. Nocera VIII, b.3047 (1757-1764) – Lettera del prefetto di Norcia Eduardo Orsini al pre- – Supplica degli ecclesiastici, dei consiglieri e della po- fetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, polazione della città di Nocera Umbra al papa Clemen- Norcia 17 giugno 1713. te XIII, Nocera Umbra settembre 1760. – Perizia del maestro muratore Pietro Patroncini sui – Supplica degli ecclesiastici, dei consiglieri e della po- restauri necessari alle mura del castello di Monteleone, polazione della città di Nocera Umbra al prefetto della giugno 1713. Sacra Congregazione del Buon Governo, Nocera Um- – Lettera del prefetto di Norcia Flavio Ravizza al pre- bra settembre 1760. fetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, Norcia VI, b.3070 (1701-1706) Norcia 21 agosto 1720. – Supplica degli abitanti di Norcia al papa Clemente XI, – Lettera del prefetto di Norcia Flavio Ravizza al pre- novembre 1702. fetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, – Lettera del vescovo di Spoleto alla Sacra Congrega- Norcia 18 settembre 1720. zione del Buon Governo, Spoleto 6 dicembre 1702. – Supplica del Popolo della Terra di Monteleone alla Sa- – Copia di lettera della Congregazione deputata per il cra Congregazione del Buon Governo, settembre 1720. terremoto al commissario apostolico monsignor Pietro – Lettera del prefetto di Norcia Francesco Ferniani al de Carolis, Roma 30 aprile 1704. prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, – Lettera del commissario apostolico Pietro de Carolis Norcia 31 luglio 1726. al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Gover- – Supplica della Comunità e Popolo di Monteleone al no, Norcia 8 maggio 1704. papa Benedetto XIII, luglio 1726. – Supplica degli abitanti del Contado di Norcia alla Sa- Nocera VII, b.3046 (1746-1756) cra Congregazione del Buon Governo, maggio 1704. – Memoriale dei pubblici rappresentanti della Città di – Lettera del commissario apostolico Pietro de Carolis Nocera al prefetto della Sacra Congregazione del Buon al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Gover- Governo, Nocera Umbra aprile 1747. no, Norcia 8 giugno 1704. – Lettera del governatore generale Basilio Sceriman al – Supplica degli Zelanti di Norcia al papa Clemente XI, prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, giugno 1704. Perugia 20 maggio 1747. – Lettera del commissario apostolico Pietro de Carolis – Lettera del governatore generale Basilio Sceriman al al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Gover- prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, no, Norcia 14 agosto 1704. Perugia 27 maggio 1747. – Copia di lettera del commissario apostolico monsi- – Perizia dei lavori necessari per il restauro delle case gnor Pietro de Carolis al tesoriere di Spoleto, Norcia 23 di Monte Usente della Comunità di Nocera redatta dal agosto 1704. maestro muratore Aristeo Centi, Nocera Umbra no- – Notaio Emiliano Scaramuccia, Estratto dal Libro del- vembre 1747. le Spese straordinarie, Norcia 14 ottobre 1705. – Supplica dei pubblici rappresentanti della Città di – Lettera del commissario apostolico monsignor Pietro Nocera alla Sacra Congregazione del Buon Governo, de Carolis al prefetto della Sacra Congregazione del 315

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Buon Governo, Norcia 28 dicembre 1704. Scheggino I, b.4391 (1631-1802) – Supplica dei consoli e dei cittadini di Norcia alla Sa- – Notaio Luca Bolci, Perizia dei maestri muratori Inno- cra Congregazione del Buon Governo, dicembre 1704. cenzo Bertini e Giuliano Bertini sui restauri necessari – Lettera del prefetto di Norcia e commissario aposto- alle chiese e agli edifici pubblici di Scheggino, Scheggi- lico Flavio Ravizza alla Sacra Congregazione del Buon no 10 marzo 1704. Governo, Norcia 22 ottobre 1705. – Lettera del governatore di Spoleto Abondio Rezonico – Lettera del prefetto di Norcia e commissario aposto- alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Spoleto lico Flavio Ravizza al prefetto della Sacra Congregazio- 16 marzo 1704. ne del Buon Governo, Norcia 6 maggio 1706. – Supplica della Comunità di Scheggino di Spoleto alla – Supplica dei cittadini di Norcia alla Sacra Congrega- Sacra Congregazione del Buon Governo, marzo 1704. zione del Buon Governo, maggio 1706. Sellano I, b.4423 (1630-1748) – Lettera del prefetto di Norcia e commissario aposto- – Supplica della Comunità della Terra di Sellano alla lico Flavio Ravizza al prefetto della Sacra Congregazio- Sacra Congregazione del Buon Governo, aprile 1704. ne del Buon Governo, Norcia 11 novembre 1706. – Notaio Luca Emiliani, Perizia dei maestri muratori Offagna I, b.3122 (1630-1740) Giorgio Giorgioli e Antonino Leoni sui restauri necessa- – Nota delle spese fatte dalla Comunità della Terra ri al palazzo Pubblico di Sellano, Sellano 2 maggio 1704. d’Offagna d’Ancona nell’anno da primo marzo 1704 a – Lettera del governatore di Spoleto Abondio Rezzoni- tutto sudetto 1705. co alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Spole- Piediluco III, b.3496 (1691-1708) to 7 maggio 1704. – Lettera del podestà Basilio Berardi al prefetto della – Notaio Luca Emiliani, Perizia dei maestri muratori Si- Sacra Congregazione del Buon Governo, Piediluco 11 gismondo Sillano e Andrea Menino sui restauri neces- marzo 1703. sari al campanile del palazzo Pubblico di Sellano, Sella- – Lettera del podestà Francesco Valvassori al prefetto no 28 maggio 1706. della Sacra Congregazione del Buon Governo, Piedilu- – Supplica della Comunità della Terra di Sellano alla co 15 giugno 1703. Sacra Congregazione del Buon Governo, maggio 1706. – Supplica dei priori e dei particolari della Terra di Pie- – Supplica della Comunità della Terra di Sellano alla diluco alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Sacra Congregazione del Buon Governo, giugno 1706. giugno 1703. – Copia di memoriale al governatore di Spoleto Valerio – Lettera del podestà Francesco Valvassori al prefetto Rota, giugno 1706. della Sacra Congregazione del Buon Governo, Piedilu- – Supplica del rettore e pievano della chiesa parrocchia- co 5 gennaio 1704. le di S.Maria della Pieve di Sellano Andrea Fiorelli alla – Supplica dei pubblici rappresentanti della Terra di Sacra Congregazione del Buon Governo, giugno 1706. Piediluco alla Sacra Congregazione del Buon Governo, – Lettera del governatore di Spoleto Valerio Rota alla febbraio 1704. Sacra Congregazione del Buon Governo, Spoleto 1 – Lettera del podestà Francesco Valvassori al prefetto luglio 1706. della Sacra Congregazione del Buon Governo, Piedilu- – Notaio Luca Emiliani, Estratto di proposizione del co 1 marzo 1704. Consiglio generale della Terra di Sellano del 4 febbraio – Lettera del podestà Francesco Valvassori al prefetto 1703, Sellano 3 luglio 1706. della Sacra Congregazione del Buon Governo, Piedilu- – Lettera del governatore di Spoleto Valerio Rota alla co 25 aprile 1704. Sacra Congregazione del Buon Governo, Spoleto 7 lu- – Notaio Giovanni Brosi, Perizia del maestro muratore glio 1706. Antonio Noreda sui restauri necessari alla porta Spole- – Fede e dichiarazione del podestà Luca Emiliani sulle tina e alle mura del castello di Piediluco, Piediluco 22 spese sostenute per il restauro degli edifici pubblici, luglio 1707. Sellano 6 gennaio 1708. – Lettera del podestà Domenico Annesi alla Sacra Con- – Fede e dichiarazione del podestà Luca Emiliani sulle gregazione del Buon Governo, Piediluco 27 luglio 1707. spese sostenute per il restauro degli edifici pubblici, – Supplica dei rappresentanti della Comunità di Piedi- Sellano 7 aprile 1708. luco alla Sacra Congregazione del Buon Governo, lu- – Lettera del difensore e dei consiglieri della Comunità glio 1707. di Sellano al prefetto della Sacra Congregazione del Sarnano II, b.4332 (1675-1718) Buon Governo, Sellano 8 aprile 1708. – Notaio Nicolangelo Silvetti, Copia di proposizione e ri- – Perizia del maestro muratore Giorgio Giorgioli sui re- soluzione del Consiglio della Comunità della Terra di stauri necessari nella casa del podestà di Sellano, Sel- Sarnano del 4 febbraio 1703, Sarnano 25 febbraio 1703. lano 1 dicembre 1710. – Lettera del governatore Filippo Geti alla Sacra Con- – Lettera del luogotenente Raimondo Masetti al prefet- gregazione del Buon Governo, Macerata 16 marzo 1703. to della Sacra Congregazione del Buon Governo, Spo- – Supplica della Terra di Sarnano alla Sacra Congrega- leto 9 gennaio 1711. zione del Buon Governo, marzo 1703. – Notaio Michele Agosti, Estratto dal libro pubblico dei Savelli, b.4369 (1666-1832) Consigli della Terra di Sellano, Sellano 7 ottobre 1711. – Lettera della Comunità di Savelli alla Sacra Congre- – Notaio Michele Agosti, Perizia dei maestri ferrai Fa- 316 gazione del Buon Governo, Savelli 15 maggio 1723. brizio Nardi e Flaminio Sillani sui restauri necessari al- Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

l’orologio pubblico di Sellano, Sellano 7 ottobre 1711. glio 1703. – Lettera del governatore di Spoleto Gaetano Rampa al – Notaio Angelo Marsiliani, Estratto dal registro del- prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, l’esito comunitativo della Comunità di Trevi e dalle Spoleto 11 ottobre 1711. partite straordinarie concesse dalla Sacra Congrega- – Supplica della Comunità di Sellano alla Sacra Con- zione presenti nella Tabella della Comunità, Trevi 12 gregazione del Buon Governo, marzo 1717. ottobre 1703. – Lettera del governatore di Spoleto Carlo Francesco – Lettera del governatore di Perugia Giacinto di Mes- Airoldi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon serano al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, Spoleto 1 giugno 1717. Governo, Perugia 13 ottobre 1703. – Copia del chirografo del papa Clemente XII al teso- Valcaldara, b.5260 (1724-1820) riere generale Carlo Maria Sacripante, Roma 26 set- – Lettera del prefetto di Norcia alla Sacra Congregazio- tembre 1731. ne del Buon Governo, Norcia 7 giugno 1724. Sellano III, b.4425 (1785-1794) – Lettera di due abitanti di Valcaldara alla Sacra Congre- – Perizia dei danni causati dal terremoto dell’11 otto- gazione del Buon Governo, Valcaldara 10 giugno 1724. bre 1791 nella terra di Sellano, nei castelli di Orsano e Congregazione del Buon Governo, serie V (Lettere) Apagni, e nei rispettivi territori redatta dall’architetto vol.135 (1747, parte 1a) Francesco Amadio, Spoleto 12 dicembre 1791. – Minuta di lettera della Sacra Congregazione del Buon – Lettera del governatore di Spoleto Pietro Gravina al- Governo al governatore generale di Perugia, Roma 3 la Sacra Congregazione del Buon Governo, Spoleto 31 giugno 1747. dicembre 1791. – Minuta di lettera della Sacra Congregazione del Buon Spello III, b.4619 (1701-1724) Governo al governatore generale di Perugia, Roma 3 – Estratto di deliberazione consiliare, Spello 11 marzo giugno 1747. 1703. vol.136 (1747, parte 2a) – Perizia del maestro muratore Nicolò Mola sui restau- – Minuta di lettera della Sacra Congregazione del Buon ri necessari nel Castellaccio, nei casali e nel palazzo Governo al commissario di Gualdo Tadino, Roma 29 lu- Priorale di Spello, Spello 20 aprile 1703. glio 1747. Spoleto VI, b.4649 (1703-1705) – Minuta di lettera della Sacra Congregazione del Buon – Lettera del governatore Oronzio Salinari Lecce al Governo al commissario di Gualdo Tadino, Roma 19 prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, agosto 1747. Spoleto 11 aprile 1703. – Minuta di lettera della Sacra Congregazione del Buon – Lettera del governatore Oronzio Salinari Lecce al Governo al governatore generale di Perugia, Roma 11 prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, novembre 1747. Spoleto 29 aprile 1703. vol.137 (1748, parte 1a) – Supplica dell’affittuario del forno pubblico di Spoleto – Minuta di lettera della Sacra Congregazione del Buon Domenico Amici alla Sacra Congregazione del Buon Governo al governatore generale di Perugia, Roma 16 Governo, aprile 1703. marzo 1748. – Lettera del governatore Abondio Rezzonico alla Sa- – Minuta di lettera della Sacra Congregazione del Buon cra Congregazione del Buon Governo, Spoleto 21 mag- Governo al prefetto di Norcia, Roma 11 maggio 1748. gio 1704. vol.145 (1752, parte 1a) – Notaio Antonio Ancaiani, Estratto di comparizione di – Minuta di lettera della Sacra Congregazione del Buon Prospero Lucii archivista della Città di Spoleto innanzi Governo al vescovo di Nocera Umbra, Roma 22 gen- al Governatore di Spoleto, Spoleto 24 maggio 1704. naio 1752. – Supplica dell’affittuario dell’archivio di Spoleto Pro- vol.146 (1752, parte 2a) spero Lucii alla Sacra Congregazione del Buon Gover- – Minuta di lettera della Sacra Congregazione del Buon no, maggio 1704. Governo al governatore generale di Perugia, Roma 15 – Lettera del governatore Abondio Rezzonico al prefet- luglio 1752. to della Sacra Congregazione del Buon Governo, Spo- – Minuta di lettera della Sacra Congregazione del leto 27 luglio 1704. Buon Governo al vescovo di Nocera Umbra, Roma 12 – Supplica del tesoriere di Spoleto Andrea Mauri Ridol- agosto 1752. fi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Go- Congregazione del Buon Governo, serie XI (Conti e tasse verno, luglio 1704. diverse) Trevi di Perugia II, b.5176 (1685-1705) b.300, Terremoto del 1730 in Norcia, Cascia, Visso, Cerre- – Supplica della Comunità e dei priori di Trevi alla Sa- to, Sellano di Spoleto e Montesanto cra Congregazione del Buon Governo, giugno 1703. – Supplica della badessa del monastero di S.Salvatore di – Notaio Angelo Marsiliani, Perizia dei maestri murato- Castelsantangelo al prefetto della Sacra Congregazione ri Domenico di Nicola e Paolo da’ Bovara sui restauri del Buon Governo, Castelsantangelo 6 giugno 1731. necessari all’acquedotto pubblico di Trevi, Trevi 1 lu- – Perizia dei lavori necessari per il restauro della chie- glio 1703. sa del convento di S.Francesco di Cascia redatta dal – Lettera del luogotenente Francesco Arcangelli alla perito Giuseppe Graziani, Cascia 18 agosto 1731. Sacra Congregazione del Buon Governo, Perugia 7 lu- – Perizia dei lavori necessari per il restauro del mona- 317

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stero di S.Chiara di Cascia redatta dai maestri murato- Norcia notaio Domenico Antonio Minicucci, Norcia 7 ri Domenico Zarenghi e Benedetto Vittori, Cascia 13 gennaio 1736. giugno 1732. – Resoconto delle somme impiegate dall’agosto al no- – Perizia dei lavori necessari per il restauro del con- vembre 1735 per il restauro delle chiese parrocchiali, vento di S.Agostino di Cascia redatta dai maestri mura- dei monasteri e degli edifici pubblici della città di Ca- tori Giovanni Pedrotti e Benedetto Vittori, Cascia 9 lu- scia e del suo Contado redatto dal cancelliere della Co- glio 1732. munità di Norcia notaio Domenico Antonio Minicucci, – Verbale della seduta della Congregazione particolare Norcia 9 gennaio 1736. relativa all’impiego dei fondi destinati al restauro degli – Supplica della badessa e delle monache del monaste- edifici pubblici di Norcia redatto dal segretario monsi- ro di S.Lucia di Norcia al prefetto della Sacra Congre- gnor Bussi, Roma 20 aprile 1733. gazione del Buon Governo, Norcia 4 novembre 1736. – Supplica dei parrocchiani della chiesa di S.Giovanni – Copia di attestato del vescovo di Spoleto Pietro Car- di Macchie di Castelsantangelo al prefetto della Sacra lo de Benedictis sullo stato della città di Norcia e del Congregazione del Buon Governo, Macchie 5 dicem- suo Contado in seguito al terremoto del 1730, Spoleto bre 1733. 5 dicembre 1736. – Lettera del prefetto di Norcia Roberto della Genga al – Supplica delle monache del monastero della SS.ma prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, Trinità di Visso al prefetto della Sacra Congregazione Norcia 23 dicembre 1733. del Buon Governo cardinale Imperiali, Visso 13 dicem- – Supplica della badessa e delle monache del monaste- bre 1736. ro di S.Antonio di Norcia al prefetto della Sacra Con- – Supplica delle monache del monastero di S.Antonio di gregazione del Buon Governo, Norcia 17 aprile 1734. Cascia al prefetto della Sacra Congregazione del Buon – Lettera del prefetto di Norcia Roberto della Genga al Governo cardinale Imperiali, Cascia 15 dicembre 1736. prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, – Supplica del rettore del seminario di Visso Tommaso Norcia 2 giugno 1734. Colombini al prefetto della Sacra Congregazione del – Lettera del vice governatore di Visso Francesco Ba- Buon Governo, Visso 15 dicembre 1736. raschi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon – Supplica del santese della chiesa parrocchiale e col- Governo, Visso 5 giugno 1734. legiata di S.Maria di Visso al prefetto della Sacra Con- – Lettera del vice governatore di Visso Francesco Be- gregazione del Buon Governo, Visso 23 dicembre 1736. raschi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon – Perizia dei lavori necessari per il restauro della chie- Governo, Visso 6 giugno 1734. sa del convento di S.Agostino di Norcia redatta dai – Lettera del prefetto di Norcia Roberto della Genga al maestri muratori Pietro Mainini e Francesco Signorini, prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, Norcia 3 gennaio 1737. Norcia 3 luglio 1734. – Lettera del prefetto di Norcia Giovanni Vitellio Vitel- – Supplica della badessa del monastero delle Cappuc- leschi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon cine di S.Chiara di Cascia Maria Rosalba di Gesù al pre- Governo, Norcia 17 gennaio 1737. fetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, Ca- – Lettera del prefetto di Norcia Giovanni Vitellio Vitel- scia 20 ottobre 1734. leschi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon – Supplica del padre guardiano e dei monaci del con- Governo, Norcia 20 febbraio 1737. vento di S.Maria delle Grazie di Cascia al prefetto della – Lettera del prefetto di Norcia Giovanni Vitellio Vitel- Sacra Congregazione del Buon Governo, Cascia 18 di- leschi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon cembre 1734. Governo, Norcia 20 febbraio 1737. – Perizia dei lavori necessari per il restauro del con- – Lettera del prefetto di Norcia Giovanni Vitellio Vitel- vento dei Minori Conventuali di S.Francesco di Cascia leschi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon redatta dai maestri muratori Domenico Zarenghi e Be- Governo, Norcia 20 febbraio 1737. nedetto Vittori e attestata dal notaio Dionisio Morelli, – Supplica del padre guardiano e dei monaci del con- Cascia 15 gennaio 1735. vento dei Minori Conventuali di Norcia alla Sacra Con- – Lettera del prefetto di Norcia Roberto della Genga al gregazione del Buon Governo, Norcia 30 marzo 1737. prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, – Supplica della badessa e delle monache del monaste- Norcia 29 gennaio 1735. ro di S.Liberatore di Visso alla Sacra Congregazione – Resoconto delle spese sostenute dalla Comunità di del Buon Governo, Visso 13 aprile 1737. Arquata dal maggio 1725 all’aprile 1734 redatto dal – Supplica della badessa e delle monache del monaste- cancelliere priorale Leone Carlo Bucciarelli, Arquata 9 ro di S.Agostino di Castelsantangelo alla Sacra Congre- maggio 1735. gazione del Buon Governo, Visso 13 aprile 1737. – Lettera dei priori di Arquata al computista della Sa- – Supplica della popolazione di Colmotino al prefetto cra Congregazione del Buon Governo Fabio Rosa, Ar- della Sacra Congregazione del Buon Governo cardinale quata 10 luglio 1735. Riviera, Colmotino 13 aprile 1737. – Resoconto delle somme impiegate dal dicembre 1733 – Perizia dei lavori necessari per il restauro della chie- al novembre 1735 per il restauro delle chiese parroc- sa del convento di S.Francesco di Norcia redatta dai chiali e degli edifici pubblici della città di Norcia e del maestri muratori Giuseppe Ricchi e Francesco Signori- 318 suo Contado redatto dal cancelliere della Comunità di ni, Norcia 30 aprile 1737. Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

– Lettera del prefetto di Norcia Giovanni Vitellio Vitel- – Supplica del parroco di Fogliano di Cascia Stefano leschi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Caponi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, Norcia 8 maggio 1737. Governo cardinale Riviera, Fogliano 1737. – Perizia dei lavori necessari per il restauro del monaste- – Perizia dei lavori necessari per il restauro della chie- ro della SS.Trinità di Norcia redatta dai periti Alessan- sa parrocchiale dei Ss.Vincenzo e Anastasio di Casali di dro Specci e Bartolomeo Giobbi, Norcia 11 maggio 1737. Ussita redatta dai maestri muratori Carlo Antonio Ami- – Lettera del prefetto di Norcia Giovanni Vitellio Vitel- ci e Giovanni Battista Amici, Casali 8 maggio 1738. leschi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon – Lettera del prefetto di Norcia Giovanni Vitellio Vitel- Governo, Norcia 11 maggio 1737. leschi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon – Lettera del prefetto di Norcia Giovanni Vitellio Vitel- Governo, Norcia 17 maggio 1738. leschi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon – Nota delle somme erogate per il restauro delle chiese Governo, Norcia 15 maggio 1737. parrocchiali, degli edifici pubblici e dei luoghi pii di Ca- – Supplica della badessa del monastero di S.Chiara di scia e del suo Territorio, Roma maggio 1738. Visso Angela Lucia Ferri al prefetto della Sacra Con- – Lettera del vescovo di Spoleto Pietro Carlo de Bene- gregazione del Buon Governo, Visso 29 maggio 1737. dictis al prefetto della Sacra Congregazione del Buon – Perizia dei lavori necessari per il restauro della chie- Governo cardinale Riviera, Norcia 16 luglio 1738. sa parrocchiale di S.Maria di Colmotino redatta dai – Estratto del verbale del Consiglio generale della Co- maestri muratori Girolamo Ercoli e Francesco Ercoli, munità di Norcia del 23 luglio 1738 attestato dal can- Colmotino 6 giugno 1737. celliere notaio Domenico Antonio Minicucci, Norcia 28 – Lettera del vice governatore di Cascia Gaetano de luglio 1738. Giudici al prefetto della Sacra Congregazione del Buon – Lettera del prefetto di Norcia Giovanni Vitellio Vitel- Governo, Cascia 8 giugno 1737. leschi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon – Supplica della badessa del monastero di S.Agostino Governo cardinale Riviera, Norcia 30 luglio 1738. di Castelsantangelo Agostina Accoramboni al prefetto – Supplica della badessa e delle monache del monaste- della Sacra Congregazione del Buon Governo, Castel- ro di S.Lucia di Norcia al prefetto della Sacra Congre- santangelo 28 luglio 1737. gazione del Buon Governo, Norcia 21 dicembre 1738. – Supplica dei monaci del convento di S.Francesco di – Supplica della badessa e delle monache del monaste- Cascia al prefetto della Sacra Congregazione del Buon ro di S.Lucia di Norcia al prefetto della Sacra Congre- Governo, Cascia 30 luglio 1737. gazione del Buon Governo, Norcia 18 gennaio 1739. – Nota della Segreteria della Sacra Congregazione del – Supplica della badessa del monastero delle Cappuc- Buon Governo relativa ai fondi erogati per il restauro cine di S.Chiara di Cascia Maria Rosalba di Gesù al pre- del convento di S.Agostino di Norcia, Roma luglio 1737. fetto della Sacra Congregazione del Buon Governo car- – Perizia dei lavori necessari per il restauro del mona- dinale Domenico Riviera, Cascia 27 giugno 1739. stero di S.Rita di Cascia redatta dal perito Domenico – Perizia dei lavori necessari per il restauro delle chiese Berenghi, Cascia 7 agosto 1737. parrocchiali di S.Donato e S.Reparata di Vallestretta di – Lettera del luogotenente di Norcia Aldebrando Ca- Ussita redatta dal maestro muratore Domenico di Be- paldi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon nedetto di Ciovolone, Vallestretta 19 novembre 1739. Governo, Norcia 7 agosto 1737. – Nota della Segreteria della Sacra Congregazione del – Lettera del governatore di Cascia al prefetto della Sa- Buon Governo relativa ai fondi erogati per il restauro cra Congregazione del Buon Governo, Cascia 7 settem- degli edifici pubblici della città di Cascia e del suo Con- bre 1737. tado, Roma 1739. – Lettera del luogotenente di Norcia Aldebrando Ca- – Supplica del pievano e della popolazione della terra di paldi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Cerreto al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, Norcia 21 settembre 1737. Governo cardinale Riviera, Cerreto 23 novembre 1740. – Lettera del luogotenente di Norcia Aldebrando Ca- – Nota della Segreteria della Sacra Congregazione del paldi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Buon Governo relativa ai fondi da destinare al restauro Governo, Norcia 21 settembre 1737. degli edifici della “Lana e Pannine” della città di Nor- – Lettera del luogotenente di Norcia Aldebrando Ca- cia, Roma 1740. paldi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon – Nota delle esenzioni concesse a varie Comunità per i Governo, Norcia 21 settembre 1737. danni subiti a causa dei terremoti, 1750. – Attestazione dei medici Pietro Piselli e Onofrio Mila- – Supplica del parroco di Villa San Silvestro di Cascia nesi sullo stato delle monache del monastero di S.An- alla Sacra Congregazione del Buon Governo, Villa San tonio di Cascia, Cascia 18 ottobre 1737. Silvestro 15 luglio 1752. – Perizia dei lavori necessari per il restauro del mona- – Nota delle spese sostenute per il restauro degli edifi- stero di S.Antonio di Cascia redatta dal perito Giusep- ci pubblici della terra di Cerreto attestata dal notaio pe Graziani, Cascia 22 ottobre 1737. Giuseppe Bonifacio, Cerreto 18 luglio 1752. – Nota della Segreteria della Sacra Congregazione del – Lettera del gonfaloniere e dei priori di Cerreto al prov- Buon Governo relativa alla richiesta della città di Nor- veditore e consigliere della Sacra Congregazione del cia di proroga delle esenzioni fiscali concessele, Ro- Buon Governo Filippo Paltoni, Spoleto 20 luglio 1752. ma 1737. – Perizia dei lavori necessari per il restauro della chie- 319

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sa parrocchiale di Villa San Silvestro di Cascia redatta sa parrocchiale di S.Angelo di Opagna di Cascia, s.d. dai periti Francesco Ercoli e Giuseppe di Geronimo, – Nota delle spese sostenute per il restauro della chie- Villa San Silvestro 6 agosto 1752. sa parrocchiale di S.Bartolomeo di Borgo Sant’Antonio – Lettera del governatore di Cascia Carlo Solega al pre- di Visso, s.d. fetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, Ca- – Nota delle spese sostenute per il restauro della chie- scia 30 agosto 1752. sa parrocchiale di S.Giovanni Battista di Giappiedi di – Resoconto dell’impiego delle somme depositate pres- Cascia, s.d. so il Monte di Pietà di Norcia redatto dal notaio Dome- – Nota delle spese sostenute per il restauro della chie- nico Berardelli, Norcia 27 febbraio 1753. sa parrocchiale di S.Marco Evangelista di Orvano, s.d. – Lettera del vescovo di Spoleto al prefetto della Sa- – Nota delle spese sostenute per il restauro della chie- cra Congregazione del Buon Governo, Spoleto 3 di- sa parrocchiale di S.Maria di Chiavano, s.d. cembre 1753. – Nota delle spese sostenute per il restauro della chie- – Nota della Segreteria della Sacra Congregazione del sa parrocchiale di S.Maria di Preci, s.d. Buon Governo relativa ai fondi erogati per il restauro – Nota delle spese sostenute per il restauro della chie- del monastero di S.Lucia di Norcia, Roma 1753. sa parrocchiale di S.Pietro di Poggiodomo, s.d. – Lettera del luogotenente di Norcia Niccolò Sensi al – Nota delle spese sostenute per il restauro della chie- prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, sa parrocchiale di S.Pietro di Popoli di Norcia, s.d. Norcia 23 gennaio 1754. – Nota delle spese sostenute per il restauro della chie- – Resoconto delle spese occorse per il restauro degli sa parrocchiale S.Maria di Loreto di Ocosce, s.d. edifici pubblici e delle mura castellane della città di – Note delle spese sostenute per il restauro del mona- Norcia redatto dal notaio Domenico Berardelli, Norcia stero della SS.Trinità di Visso, s.d. 11 agosto 1755. – Note delle spese sostenute per il restauro del mona- – Lettera del governatore di Norcia Muzio Gallo al pre- stero di S.Giacomo di Visso, s.d. fetto della Sacra Congregazione del Buon Governo car- – Note delle spese sostenute per il restauro del Palazzo dinale Doria, Norcia 23 agosto 1755. Apostolico di Visso, s.d. – Estratto della perizia dei danni causati dal terremoto – Note delle spese sostenute per il restauro del Ponte alle mura castellane di Norcia relativo alla zona confi- di Pietra nel Territorio di Visso, s.d. nante con il monastero di S.Antonio, Norcia s.d. – Note delle spese sostenute per il restauro della chie- – Nota della Segreteria della Sacra Congregazione del sa dei Ss.Vincenzo e Anastasio di Casali di Ussita, s.d. Buon Governo relativa ai fondi depositati nei Monte di – Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa Pietà di Norcia, Cascia, Visso e Cerreto destinati al re- di S.Antonio di Vallazza, s.d. stauro degli edifici pubblici, Roma s.d. – Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa – Nota della Segreteria della Sacra Congregazione del di S.Maria della Cava di Aschio di Visso, s.d. Buon Governo relativa ai fondi depositati nel Monte di – Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa Pietà di Norcia destinati al restauro degli edifici pub- parrocchiale dei Ss.Ippolito e Cassiano di Ussita, s.d. blici della città, Roma s.d. – Note delle spese sostenute per il restauro della chie- – Nota della Segreteria della Sacra Congregazione del sa parrocchiale della Madonna Assunta di Castelluccio Buon Governo relativa ai fondi erogati per il restauro di Norcia, s.d. del convento degli Zoccolanti di Norcia, Roma s.d. – Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa – Nota della Segreteria della Sacra Congregazione del parrocchiale di Abeto, s.d. Buon Governo relativa al restauro della chiesa dei pa- – Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa dri di S.Filippo Neri di Norcia, Roma s.d. parrocchiale di Avendita, s.d. – Nota della Segreteria della Sacra Congregazione del – Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa Buon Governo relativa all’impiego dei fondi destinati al parrocchiale di Montebufo, s.d. restauro degli edifici pubblici di Norcia, Roma s.d. – Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa – Nota della Segreteria della Sacra Congregazione del parrocchiale di Nottoria, s.d. Buon Governo relativa alle spese sostenute dalla Co- – Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa munità di Norcia per il restauro degli edifici pubblici, parrocchiale di Piediripa, s.d. Roma s.d. – Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa – Nota delle spese sostenute per il restauro della chie- parrocchiale di S.Andrea di Calcara di Ussita, s.d. sa parrocchiale di Argentigli, s.d. – Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa – Nota delle spese sostenute per il restauro della chie- parrocchiale di S.Andrea di Campi, s.d. sa parrocchiale di Belforte, s.d. – Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa – Nota delle spese sostenute per il restauro della chie- parrocchiale di S.Antonio Abate di Frascaro, s.d. sa parrocchiale di Montaglioni, s.d. – Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa – Nota delle spese sostenute per il restauro della chie- parrocchiale di S.Bartolomeo di Todiano, s.d. sa parrocchiale di Onelli, s.d. – Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa – Nota delle spese sostenute per il restauro della chie- parrocchiale di S.Benedetto di Ancarano, s.d. sa parrocchiale di S.Angelo di Cortigno di Norcia, s.d. – Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa 320 – Nota delle spese sostenute per il restauro della chie- parrocchiale di S.Eutizio di Aliena di Norcia, s.d. Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

– Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa nio e delle Cappuccine di S.Chiara di Cascia redatta parrocchiale di S.Felice di Colle di Avendita, s.d. dal perito Giuseppe Graziani, Cascia s.d. – Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa – Perizia dei lavori necessari per il restauro della chie- parrocchiale di S.Giovanni Battista di Castelvecchio, s.d. sa parrocchiale e collegiata di S.Maria di Visso redatta – Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa dall’architetto Giovanni Battista Consoli, Visso s.d. parrocchiale di S.Giovanni Battista di San Marco, s.d. – Perizia dei lavori necessari per il restauro della fonta- – Note delle spese sostenute per il restauro della chie- na pubblica di Colmotino redatta dall’architetto Gio- sa parrocchiale di S.Giovanni di Macchie di Castelsan- vanni Battista Consoli, Colmotino s.d. tangelo, s.d. – Perizia dei lavori necessari per il restauro delle chie- – Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa se parrocchiali di S.Pietro e di S.Maria di Vallinfante di parrocchiale di S.Ilario di Chiavano, s.d. Castelsantangelo, Vallinfante s.d. – Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa – Perizia dei lavori necessari per ultimare il restauro parrocchiale di S.Ippolito di Fogliano di Cascia, s.d. del monastero di S.Giacomo di Visso redatta dai periti – Note delle spese sostenute per il restauro della chiesa Giovanni Filippini, Giuseppe Dominici e Giovanni Ric- parrocchiale di S.Lorenzo Martire di Ospedaletto di ci, Visso s.d. Norcia, s.d. – Perizia dei lavori necessari per ultimare il restauro – Note delle spese sostenute per il restauro della chie- della chiesa parrocchiale dei Ss.Vincenzo e Anastasio sa parrocchiale di S.Maria di Ocricchio di Norcia, s.d. di Casali di Ussita redatta dall’architetto Giovanni Bat- – Note delle spese sostenute per il restauro della chie- tista Consoli, Casali s.d. sa parrocchiale di S.Michele Arcangelo di Savelli, s.d. – Perizia dei lavori necessari per ultimare il restauro – Note delle spese sostenute per il restauro della chie- della chiesa parrocchiale di S.Andrea di Calcara di sa parrocchiale di S.Pietro di Chiusita, s.d. Ussita redatta dall’architetto Giovanni Battista Con- – Note delle spese sostenute per il restauro della chie- soli, Calcara s.d. sa parrocchiale di S.Spes di Saccovescio, s.d. – Perizia dei lavori necessari per ultimare il restauro – Note delle spese sostenute per il restauro della chie- della chiesa parrocchiale di S.Ippolito di Fogliano di sa parrocchiale di S.Stefano di Sorbo di Ussita, s.d. Cascia redatta dall’architetto Giovanni Battista Conso- – Note delle spese sostenute per il restauro della chie- li, Fogliano s.d. sa parrocchiale di S.Vito Martire di Agriano, s.d. – Perizia dei lavori necessari per ultimare il restauro – Note delle spese sostenute per il restauro della chie- della chiesa parrocchiale di S.Maria di Colmotino di sa parrocchiale di San Pellegrino, s.d. Cascia redatta dall’architetto Giovanni Battista Conso- – Note delle spese sostenute per il restauro della chie- li, Colmotino s.d. sa parrocchiale di Triponzo, s.d. – Perizia dei lavori necessari per ultimare il restauro – Note delle spese sostenute per il restauro della chie- della chiesa parrocchiale di S.Stefano di Sorbo di Ussi- sa parrocchiale e matrice di S.Maria di Cerreto, s.d. ta redatta dall’architetto Giovanni Battista Consoli, – Note delle spese sostenute per il restauro della chie- Sorbo s.d. sa sacramentale della Madonna della Misericordia di – Supplica dei parrocchiani della chiesa di S.Maria di Valcaldara, s.d. Pieve di Ussita al prefetto della Sacra Congregazione – Note delle spese sostenute per il restauro delle car- del Buon Governo cardinale Riviera, Ussita s.d. ceri di Visso, s.d. – Supplica dei sacerdoti, cappellani e ministri del San- – Osservazioni della Segreteria della Sacra Congrega- tuario della Madonna SS.ma di Macereto di Visso al zione del Buon Governo alla relazione del prefetto di prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo Norcia sulle somme necessarie per il restauro delle cardinale Riviera, Visso s.d. chiese e dei luoghi pii di Cascia e del suo Territorio, – Supplica del padre guardiano e dei monaci del con- Roma s.d. vento dei Minori Conventuali di Castelsantangelo al – Perizia dei lavori necessari per il restauro del mona- prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, stero di S.Agostino di Castelsantangelo redatta dal pe- Castelsantangelo s.d. rito Gaetano Maggi e attestata dal notaio Carlo Rovio, – Supplica del parroco della chiesa dei Ss.Vincenzo e Castelsantangelo s.d. Anastasio di Casali di Ussita al prefetto della Sacra – Perizia dei lavori necessari per il restauro del mona- Congregazione del Buon Governo cardinale Riviera, stero di S.Antonio di Cascia redatta dall’architetto Casali s.d. Giambattista Consoli, Cascia s.d. – Supplica del parroco della chiesa di S.Angelo di Opa- – Perizia dei lavori necessari per il restauro del mona- gna Costantino Pauli al prefetto della Sacra Congrega- stero di S.Salvatore di Castelsantangelo redatta dal pe- zione del Buon Governo cardinale Riviera, Opagna s.d. rito Gaetano Maggi e attestata dal notaio Carlo Rovio, – Supplica del parroco delle chiese di S.Donato e S.Re- Castelsantangelo s.d. parata di Vallestretta di Ussita al prefetto della Sacra – Perizia dei lavori necessari per il restauro del semi- Congregazione del Buon Governo cardinale Riviera, nario di Visso redatta dall’architetto Giovanni Battista Vallestretta s.d. Consoli, Visso s.d. – Supplica del parroco delle chiese di S.Pietro e di – Perizia dei lavori necessari per il restauro della chie- S.Maria di Vallinfante di Castelsantangelo Antonio sa parrocchiale di Fogliano e dei monasteri di S.Anto- Puccelli al prefetto della Sacra Congregazione del 321

Bibliografia Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

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Buon Governo cardinale Riviera, Vallinfante s.d. vacchette) – Supplica del parroco e della popolazione di Ancarano vacchetta 138, Congregazioni particolari (1747) – An- al prefetto della Sacra Congregazione del Buon Gover- notazione degli argomenti trattati e delle risoluzioni no cardinale Riviera, Ancarano s.d. adottate. – Supplica del parroco e della popolazione di Aschio al vacchetta 139, Congregazioni generali (1748) – Anno- prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo tazione degli argomenti trattati e delle risoluzioni cardinale Riviera, Aschio s.d. adottate. – Supplica del priore e dei monaci del convento di vacchetta 140, Congregazioni particolari (1748) – An- S.Agostino di Visso al prefetto della Sacra Congrega- notazione degli argomenti trattati e delle risoluzioni zione del Buon Governo, Visso s.d. adottate. – Supplica del priore e del camerlengo della Compa- vacchetta 147, Congregazioni generali (1752) – An- gnia della Misericordia di Visso al prefetto della Sacra notazione degli argomenti trattati e delle risoluzioni Congregazione del Buon Governo, Visso s.d. adottate. – Supplica del santese della chiesa parrocchiale e colle- vacchetta 148, Congregazioni particolari (1752) – An- giata di S.Maria di Visso Venanzio Frattini al prefetto notazione degli argomenti trattati e delle risoluzioni della Sacra Congregazione del Buon Governo, Visso s.d. adottate. – Supplica della badessa e degli ufficiali della chiesa Congregazioni particolari deputate, Cause diverse del SS.mo Rosario di Norcia al prefetto della Sacra tomo 38, n.8, Congregazione sopra le materie del terre- Congregazione del Buon Governo cardinale Riviera, moto (1707) Norcia s.d. – Verbale di riunione della Congregazione deputata per – Supplica della badessa e delle monache del monaste- il terremoto sui provvedimenti da adottare per soccor- ro di S.Antonio di Cascia al prefetto della Sacra Congre- rere le città di Spoleto e di Norcia danneggiate dai ter- gazione del Buon Governo cardinale Riviera, Cascia s.d. remoti del 1703, Roma 25 giugno 1703. – Supplica della badessa e delle monache del monaste- – Lettera del commissario apostolico Pietro de Carolis ro di S.Giacomo di Visso al prefetto della Sacra Congre- alla Congregazione deputata per il terremoto relativa gazione del Buon Governo cardinale Riviera, Visso s.d. alla richiesta della Comunità di Monteleone di esenzio- – Supplica della città di Norcia al prefetto della Sacra ni fiscali in seguito ai terremoti del 1703, Norcia 28 Congregazione del Buon Governo cardinale Riviera, giugno 1703. Norcia s.d. – Nota dei danni causati dai terremoti del 1703 nella – Supplica della Comunità e della popolazione di Anca- Terra di Monteleone e nelle sue ville, Monteleone giu- rano al prefetto della Sacra Congregazione del Buon gno 1703. Governo cardinale Riviera, Ancarano s.d. – Memoriale della Comunità di Monteleone alla Con- – Supplica della popolazione di Ancarano al prefetto gregazione deputata per il terremoto sulla richiesta di della Sacra Congregazione del Buon Governo cardinale esenzioni fiscali in seguito ai terremoti del 1703, Mon- Riviera, Ancarano s.d. teleone giugno 1703. – Supplica delle badesse e delle monache dei cinque – Memoriale dei deputati della Città di Spoleto alla monasteri di Visso al prefetto della Sacra Congregazio- Congregazione deputata per il terremoto sulla richie- ne del Buon Governo, Visso s.d. sta di esenzioni fiscali in seguito ai terremoti del 1703, – Supplica delle monache del monastero di S.Antonio Spoleto giugno 1703. di Cascia al prefetto della Sacra Congregazione del – Nota interna della Congregazione deputata per il Buon Governo cardinale Imperiali, Cascia s.d. terremoto sulle sovvenzioni da erogare alla città di – Supplica delle monache del monastero di S.Antonio Spoleto danneggiata dai terremoti del 1703, Roma 2 di Cascia al prefetto della Sacra Congregazione del luglio 1703. Buon Governo cardinale Riviera, Cascia s.d. – Relazione del commissario apostolico monsignor Pie- – Supplica delle monache del monastero di S.Orsola di tro de Carolis al segretario di Stato cardinale Paolucci Campi al prefetto della Sacra Congregazione del Buon sui lavori di ricostruzione nelle località colpite dai ter- Governo cardinale Riviera, Campi s.d. remoti del 1703, Norcia 20 novembre 1703. – Supplica delle monache Francescane del monastero – Memoriale della Comunità e Popolo di Norcia al pa- di S.Chiara di Visso e degli ufficiali della chiesa di pa Clemente XI sulla situazione degli edifici ecclesia- S.Antonio di Vallazza di Ussita al prefetto della Sacra stici danneggiati dai terremoti del 1703, Norcia no- Congregazione del Buon Governo cardinale Riviera, vembre 1703. Visso s.d. – Memoriale della Comunità e Popolo di Norcia al papa Congregazione del Buon Governo, serie XII (Bilanci co- Clemente XI sulla situazione della popolazione dan- munali e conti economici) neggiata dai terremoti del 1703, Norcia novembre vol.1165, Spese straordinarie di diverse Communità 1703. delle cinque provincie Marca, Romagna, Umbria, Patri- – Memoriale degli abitanti del Contado di Norcia alla monio e Campagna (1785) – cc.440-443, Nota delle Congregazione deputata per il terremoto sulla situa- spese straordinarie sostenute dalla Comunità di Came- zione della popolazione danneggiata dai terremoti del rino nell’anno 1785. 1703, Norcia 15 gennaio 1704. 322 Congregazione del Buon Governo, serie XIII (Registri e – Relazione della Congregazione deputata per il terre- Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

moto al papa Clemente XI sui provvedimenti a favore – Lettera dell’arcivescovo di Spoleto Ignazio Giovanni delle popolazioni colpite dai terremoti del 1703, Roma Cadolini al segretario per gli Affari interni cardinale gennaio 1704. Gamberini, Spoleto 30 settembre 1833. – Memoriale della Comunità di Monteleone alla Con- – Minuta di lettera del segretario per gli Affari interni gregazione deputata per il terremoto sulla richiesta di cardinale Gamberini al tesoriere generale, Roma 7 ot- esenzioni fiscali in seguito ai terremoti del 1703, Mon- tobre 1833. teleone gennaio 1704. – Minuta di lettera del segretario per gli Affari interni – Memoriale degli abitanti di Cascia e suoi castelli alla cardinale Gamberini al tesoriere generale, Roma 8 ot- Congregazione deputata per il terremoto sulla situa- tobre 1833. zione della popolazione danneggiata dai terremoti del – Lettera dell’arcivescovo di Spoleto Ignazio Giovanni 1703, Cascia gennaio 1704. Cadolini al segretario di Stato cardinale Bernetti, Foli- – Memoriale della Comunità di Bevagna alla Congrega- gno 3 dicembre 1833. zione deputata per il terremoto sui danni causati agli – Lettera dell’arcivescovo di Spoleto Ignazio Giovanni edifici pubblici dai terremoti del 1703, Bevagna gen- Cadolini al segretario per gli Affari interni cardinale naio 1704. Gamberini, Foligno 3 dicembre 1833. tomo 49, n.1, Congregazione particolare deputata per la – Lettera del segretario di Stato cardinale Bernetti al Città di Norcia, Popolo di Cascia e territorio (1708) segretario per gli Affari interni cardinale Gamberini, – Memoriale del Popolo e Pubblico di Norcia al papa Roma 7 dicembre 1833. Clemente XI sulla proroga delle esenzioni fiscali conces- – Minuta di lettera del segretario per gli Affari interni se in seguito ai terremoti del 1703, Norcia aprile 1708. cardinale Gamberini al tesoriere generale, Roma 10 di- – Memoriale del Popolo di Cascia e territorio al papa cembre 1833. Clemente XI sulla proroga delle esenzioni fiscali conces- – Rapporto del computista generale della Camera Apo- se in seguito ai terremoti del 1703, Cascia aprile 1708. stolica Di Nazianzo al segretario per gli Affari interni – Memoriale del Popolo e Pubblico di Norcia al papa cardinale Gamberini, Roma 28 dicembre 1833. Clemente XI sulla proroga delle esenzioni fiscali conces- – Memoria della Segreteria per gli Affari interni per l’u- se in seguito ai terremoti del 1703, Norcia giugno 1708. dienza del papa Gregorio XVI dell’11 gennaio 1834. – Relazione della Congregazione deputata per il terre- – Minuta di lettera del segretario per gli Affari interni moto sulle istanze delle Comunità di Norcia e Cascia cardinale Gamberini all’arcivescovo di Spoleto, Roma relative alla proroga delle esenzioni fiscali concesse in 21 gennaio 1834. seguito ai terremoti del 1703, Roma giugno 1708. – Supplica del gonfaloniere di Bevagna al segretario Ministero dell’Interno, Titolo II (Amministrazione Pubbli- per gli Affari interni cardinale Gamberini, Bevagna 15 ca), Rubrica 36 (Agricoltura) maggio 1834. b.297, Terremoto di Foligno del 13 gennaio 1832 (1834) – Supplica del gonfaloniere di Bevagna al segretario – Minuta di lettera del segretario per gli Affari interni per gli Affari interni cardinale Gamberini, Bevagna 12 cardinale Gamberini al tesoriere generale, Roma 8 giugno 1834. giugno 1832. – Minuta di lettera del segretario per gli Affari interni – Supplica del gonfaloniere e degli anziani del comune cardinale Gamberini al gonfaloniere di Bevagna, Roma di Foligno al segretario per gli Affari interni cardinale 12 luglio 1834. Gamberini, Foligno 27 giugno 1833. – Lettera dell’arcivescovo di Spoleto Ignazio Giovanni – Lettera dell’arcivescovo di Spoleto Ignazio Giovanni Cadolini al segretario per gli Affari interni cardinale Cadolini al segretario per gli Affari interni cardinale Gamberini, Spoleto 29 luglio 1834. Gamberini, Spoleto 6 luglio 1833. – Memoria della Segreteria per gli Affari interni per l’u- – Minuta di lettera del segretario per gli Affari interni dienza del papa Gregorio XVI del 2 agosto 1834. cardinale Gamberini al tesoriere generale, Roma 18 – Minuta di lettera del segretario per gli Affari interni luglio 1833. cardinale Gamberini al tesoriere generale, Roma 14 – Rapporto del computista generale della Camera Apo- agosto 1834. stolica Di Nazianzo al segretario per gli Affari interni – Minuta di lettera del segretario per gli Affari interni cardinale Gamberini, Roma 29 luglio 1833. cardinale Gamberini all’arcivescovo di Spoleto, Roma – Minuta di lettera del segretario per gli Affari interni 16 agosto 1834. cardinale Gamberini all’arcivescovo di Spoleto, Roma – Lettera dell’arcivescovo di Spoleto Ignazio Giovanni 31 luglio 1833. Cadolini al segretario per gli Affari interni cardinale – Supplica del gonfaloniere e degli anziani del comune Gamberini, Spoleto 21 agosto 1834. di Foligno al segretario per gli Affari interni cardinale – Lettera del computista generale della Camera Apo- Gamberini, Foligno 18 settembre 1833. stolica Di Nazianzo al segretario per gli Affari interni – Supplica della “Commissione speciale de’ restauri in cardinale Gamberini, Roma 22 agosto 1834. Bevagna” al segretario per gli Affari interni cardinale – Minuta di lettera del segretario per gli Affari interni Gamberini, Bevagna 22 settembre 1833. cardinale Gamberini all’arcivescovo di Spoleto, Roma – Lettera dell’arcivescovo di Spoleto Ignazio Giovanni 23 agosto 1834. Cadolini al segretario per gli Affari interni cardinale – Lettera dell’arcivescovo di Spoleto Ignazio Giovanni Gamberini, Spoleto 25 settembre 1833. Cadolini al segretario per gli Affari interni cardinale 323

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Gamberini, Spoleto 30 agosto 1834. – Norcia. Stato nominativo degli estinti nella catastrofe b.302, Terremoto di Norcia (1869) del 22 Agosto 1859, redatto colle rispettive note esibi- – Dispaccio telegrafico del delegato apostolico di Spo- te dai Rev[eren]di Parrochi di Norcia insieme al verba- leto monsignor Luigi Pericoli al ministro dell’Interno le di ricognizione, Norcia agosto 1859. monsignor Pila, Spoleto 22 agosto 1859. – Norcia. Stato nominativo dei feriti nella catastrofe – Dispaccio telegrafico del delegato apostolico di Spo- del dì 22 Agosto 1859, Norcia agosto 1859. leto monsignor Luigi Pericoli al ministro dell’Interno – Rapporto del ministro dell’Interno monsignor Andrea monsignor Pila, Norcia 23 agosto 1859. Pila al Consiglio dei ministri del 27 agosto 1859 sui sus- – Dispaccio telegrafico del delegato apostolico di Spo- sidi per la città di Norcia, Roma agosto 1859. leto monsignor Luigi Pericoli al ministro dell’Interno – Rapporto del ministro dell’Interno monsignor Andrea monsignor Pila, Spoleto 24 agosto 1859. Pila per l’udienza del papa Pio IX del 26 agosto 1859, – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor Su quanto ebbe luogo per parte del Governo Pontificio Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- nel gennaio 1832 pe’ terremoti nelle provincie di Peru- gnor Pericoli, Roma 24 agosto 1859. gia e Spoleto, Roma agosto 1859. – Relazione del delegato apostolico di Spoleto monsi- – Rapporto del ministro dell’Interno monsignor Andrea gnor Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila per l’udienza del papa Pio IX, Sul sussidio ai pove- Pila, Norcia 24 agosto 1859. ri della città di Norcia danneggiati dal terremoto, Roma – Dispaccio telegrafico del delegato apostolico di Spo- agosto 1859. leto monsignor Luigi Pericoli al ministro dell’Interno – Dispaccio telegrafico del delegato apostolico di Spo- monsignor Pila, Spoleto 25 agosto 1859. leto monsignor Luigi Pericoli al ministro dell’Interno – Lettera del ministro del Commercio e dei Lavori pub- monsignor Pila, Spoleto 1 settembre 1859. blici al ministro dell’Interno monsignor Pila, Roma 25 – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor agosto 1859. Andrea Pila al vescovo di Norcia monsignor Bacchettoni, – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor al delegato apostolico di Spoleto monsignor Pericoli e al Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- gonfaloniere di Norcia Colizzi, Roma 1 settembre 1859. gnor Pericoli, Roma 25 agosto 1859. – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- gnor Pericoli, Roma 1 settembre 1859. gnor Pericoli, Roma 26 agosto 1859. – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- gnor Pericoli, Roma 2 settembre 1859. gnor Pericoli, Roma 27 agosto 1859. – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor – Dispaccio telegrafico del delegato apostolico di Spo- Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, leto monsignor Luigi Pericoli al ministro dell’Interno Norcia 4 settembre 1859. monsignor Pila, Spoleto 27 agosto 1859. – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor – Lettera del vescovo di Norcia Raffaele Bacchettoni, Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- del delegato apostolico di Spoleto Luigi Pericoli e del gnor Pericoli, Roma 9 settembre 1859. gonfaloniere di Norcia Luigi Colizzi al ministro dell’In- – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor terno monsignor Pila, Norcia 27 agosto 1859. Andrea Pila all’architetto Luigi Poletti, Roma 9 settem- – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor bre 1859. Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor Norcia 27 agosto 1859. Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- – Relazione del delegato apostolico di Spoleto monsi- gnor Pericoli, Roma 10 settembre 1859. gnor Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor – Lettera dell’abate del Convento dei Cappuccini di Pila, Norcia 27 agosto 1859. Norcia al ministro dell’Interno monsignor Pila, Norcia – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor 11 settembre 1859. Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor Norcia 29 agosto 1859. Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor Spoleto 13 settembre 1859. Luigi Pericoli al segretario di Stato cardinale Antonelli, – Lettera dell’architetto Luigi Poletti al ministro del- Norcia 29 agosto 1859. l’Interno monsignor Pila, Pesaro 17 settembre 1859. – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- Norcia 30 agosto 1859. gnor Pericoli, Roma 17 settembre 1859. – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, gnor Pericoli, Roma 31 agosto 1859. Norcia 29 settembre 1859. – Relazione del delegato apostolico di Spoleto monsi- – Lettera del vescovo di Norcia Raffaele Bacchettoni gnor Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor al ministro dell’Interno monsignor Pila, Norcia settem- 324 Pila, Norcia 31 agosto 1859. bre 1859. Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

– Verbale della Commissione per la erogazione dei fon- – Progetto di Regolamento edilizio per la città di Nor- di a beneficio dei danneggiati dal terremoto del 22 ago- cia, desunto dalla proposta di quel Consiglio comunale, sto, Norcia 3 ottobre 1859. dalle osservazioni e correzioni fattevisi dal Tribunale di – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor 1.a istanza in Spoleto, da monsignor delegato con la Andrea Pila al presidente della “Commissione pel Ter- Congregazione Governativa Spoletina, e dal professor remoto di Norcia” duca Salviati, Roma 14 ottobre 1859. commendatore Luigi Poletti architetto, che insieme – Relazione del delegato apostolico di Spoleto monsi- col reverendo padre Secchi della Compagnia di Gesù gnor Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor propose le basi principali del regolamento suddetto Pila, Spoleto 15 ottobre 1859. nell’accesso che ebbe luogo in quella città il 2 ottobre – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor 1859, e dall’opinamento del Consiglio di Stato espresso Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- nel rapporto del 10 marzo 1860, Roma marzo 1860. gnor Pericoli, Roma 24 ottobre 1859. – Rapporto del ministro dell’Interno monsignor Andrea – Sunto della Relazione del Sig.e Prof. Comm.e Luigi Pila al Consiglio dei ministri sul proposto sussidio go- Poletti, e del R.P. Angelo Secchi della Compagnia di Ge- vernativo per i danni conseguiti alla città di Norcia dal sù, intorno alle cause ed agli effetti del terremoto del 22 terremoto del 22 agosto 1859, Roma marzo 1860. agosto 1859 nella città di Norcia, co’ modi di prevenirne – Rapporto del ministro dell’Interno monsignor Andrea in gran parte le funeste conseguenze, stabilita p[er]ro- Pila al Consiglio dei ministri sulla nuova legge edilizia ché sia una legge edilizia comunale sulle seguenti pre- statutaria della città di Norcia, Roma marzo 1860. scrizioni di arte, alle quali fanno seguito parecchie di- – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor sposizioni transitorie, per la specialità delle conseguen- Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, ze del terremoto sud[dett]o, Roma ottobre 1859. Spoleto 4 aprile 1860. – Estratto del verbale del Consiglio generale del Comu- – Lettera dei deputati a raccogliere in Roma sussidi ne di Norcia del 17 novembre 1859 relativo all’appro- per i danneggiati dal terremoto di Norcia al Vicario Ge- vazione del regolamento edilizio per il restauro e la nerale di Sua Santità principe Cardinale Costantino nuova costruzione di edifici, Norcia 21 novembre 1859. Patrizi, Roma 25 aprile 1860. – Osservazioni del Tribunale di 1.a istanza di Spoleto – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor sulla proposta di regolamento edilizio per la città di Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- Norcia, Spoleto 4 dicembre 1859. gnor Pericoli, Roma 28 aprile 1860. – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor – Rescritto del papa Pio IX relativo al regolamento del- Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, la nuova legge edilizia statutaria della città di Norcia, Spoleto 16 dicembre 1859. Roma 28 aprile 1860. – Lettera dell’architetto Luigi Poletti al ministro del- – Osservazioni sulla rettificazione ed ampliamento del- l’Interno monsignor Pila, Roma 28 dicembre 1859. le strade, e delle piazze della Città di Norcia redatte – Osservazioni dell’architetto Luigi Poletti sulla propo- dall’ingegnere pontificio Venanzio Caporioni, Norcia sta di regolamento edilizio per la città di Norcia, Roma 11 maggio 1860. 28 dicembre 1859. – Supplica del gonfaloniere e degli Anziani del Comune – Estratto del verbale della seduta del 6 dicembre 1859 di Norcia al delegato apostolico di Spoleto monsignor della Congregazione Governativa di Spoleto relativo al- Pericoli, Norcia 14 maggio 1860. la proposta di regolamento edilizio per la città di Nor- – Indicazione dei riempimenti nell’area della città di cia, Spoleto dicembre 1859. Norcia, rilevati nella fondazione di diversi fabbricati ed – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor analoghe ispezioni redatte dall’ingegnere pontificio Ve- Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, nanzio Caporioni, Norcia 15 maggio 1860. Spoleto 21 febbraio 1860. – Perizia dei danni cagionati al Fabbricato della Città di – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor Norcia dal terremoto del 22 Agosto 1859 redatta dal- Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- l’ingegnere pontificio Venanzio Caporioni, Norcia 15 gnor Pericoli, Roma 23 febbraio 1860. maggio 1860. – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, Spoleto 28 febbraio 1860. Spoleto 18 maggio 1860. – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, Spoleto 4 marzo 1860. Spoleto 23 maggio 1860. – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor – Lettera del vicario generale cardinale Costantino Pa- Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- trizi al ministro dell’Interno monsignor Pila, Roma 24 gnor Pericoli, Roma 10 marzo 1860. maggio 1860. – Sunto della relazione su i terremoti di Norcia inco- – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor minciati il 22 di agosto 1859, Roma marzo 1860. Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- – Estratto del verbale della seduta del 10 marzo 1860 gnor Pericoli, Roma 25 maggio 1860. del Consiglio di Stato relativo alla proposta di regola- – Estratto del verbale del Consiglio generale del Comu- mento edilizio per la città di Norcia, Roma marzo 1860. ne di Norcia del 24 maggio 1860 relativo all’acquisto di 325

Bibliografia Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

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aree per la sistemazione e l’ampliamento delle strade e Andrea Pila al ministro del Commercio e dei Lavori delle piazze della città, Norcia 26 maggio 1860. pubblici, Roma 7 agosto 1860. – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, Spoleto 27 maggio 1860. Spoleto 10 agosto 1860. – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, gnor Pericoli, Roma 28 maggio 1860. Spoleto 12 agosto 1860. – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- gnor Pericoli, Roma 5 giugno 1860. gnor Pericoli, Roma 13 agosto 1860. – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, Spoleto 19 giugno 1860. Spoleto 21 agosto 1860. – Estratto del verbale del Consiglio generale del Comu- – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor ne di Norcia del 21 giugno 1860 relativo agli amplia- Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- menti e alla sistemazione delle piazze e delle strade gnor Pericoli, Roma 24 agosto 1860. della città, Norcia 28 giugno 1860. – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, Spoleto 25 agosto 1860. Spoleto 30 giugno 1860. – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor – Estratto del verbale della seduta del 5 giugno 1860 Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- della Congregazione Governativa di Spoleto relativo al- gnor Pericoli, Roma 25 agosto 1860. l’atto consiliare del Comune di Norcia del 24 maggio – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsi- 1860, Spoleto giugno 1860. gnor Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor monsignor Pericoli, Roma 28 agosto 1860. Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor Spoleto 4 luglio 1860. Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor gnor Pericoli, Roma 5 settembre 1860. Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- – Relazione del delegato apostolico di Spoleto monsi- gnor Pericoli, Roma 9 luglio 1860. gnor Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor Pila, Roma 15 dicembre 1860. Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor gnor Pericoli, Roma 16 luglio 1860. Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor Roma 28 dicembre 1860. Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor gnor Pericoli, Roma 22 luglio 1860. Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, – Lettera del ministro del Commercio e dei Lavori pub- Roma 31 dicembre 1860. blici al ministro dell’Interno monsignor Pila, Roma 26 – Nota de’ sussidi dati a diversi danneggiati per le emi- luglio 1860. grazioni dalla città di Norcia, e per altri infortuni sof- – Notificazione della Commissione incaricata della di- ferti in causa dello straordinario terremoto del 22 Ago- stribuzione dei sussidi ai danneggiati dal terremoto del sto 1859, 1860. 22 agosto 1859, Spoleto 31 luglio 1860. – Nota de’ sussidi dati alle Reverende Monache di – Osservazioni del Consiglio dei ministri sulla pianta Sant’Antonio di Norcia per compensarle, in parte, dei del nuovo Borgo Pio da costruire a Norcia, Roma lu- danni dello straordinario terremoto del 22 Agosto 1859, glio 1860. in esecuzione della mente esternata da diversi oblatori – Rapporto del ministro dell’Interno monsignor Andrea di collette, attivate pel terremoto suddetto, 1860. Pila al Consiglio dei ministri sulla costruzione a Norcia – Nota de’ sussidi volontari raccolti dall’Eccellentissi- del nuovo Borgo Pio e sull’esonero della quota comu- mo e Reverendissimo Signor Cardinale Vicario Genera- nale di contributo, Roma luglio 1860. le di Sua Santità per soccorrere la popolazione di Nor- – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor cia danneggiata dallo straordinario terremoto del 22 Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- Agosto 1859, 1860. gnor Pericoli, Roma 1 agosto 1860. – Nota de’ sussidi volontari raccolti nello Stato Pontifi- – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor cio a cura di Monsignor Luigi Pericoli, Delegato Apo- Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, stolico di Spoleto, per soccorrere la popolazione di Spoleto 3 agosto 1860. Norcia danneggiata dallo straordinario terremoto del – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor 22 Agosto 1859, 1860. Luigi Pericoli al ministro dell’Interno monsignor Pila, – Nota degli interessi decorsi sulle somme destinate a Spoleto 6 agosto 1860. soccorrere la popolazione di Norcia danneggiata dallo 326 – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor straordinario terremoto del 22 Agosto 1859, deposita- Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

te presso diversi, 1860. Roma 22 gennaio 1872. – Nota dei sussidi volontari raccolti in alcune Diocesi – Copia del rapporto del ministro dell’Interno per l’u- dello Stato Pontificio a cura dei rispettivi Vescovi, dai dienza del papa Pio IX, Sulla domanda dell’arciprete di quali furono trasmessi a Monsignor Raffaele Vescovo di Norcia, per aver modi di riparare la Cattedrale di essa Norcia, per soccorrere la popolazione di quella città Città, Roma 11 febbraio 1872. danneggiata dallo straordinario terremoto del 22 Ago- – Copia del rapporto generale di quanto riferisce agli sto 1859, 1860. atti della Commissione pel terremuoto di Norcia del 22 – Rapporto sul rendiconto esibito da Monsignore Peri- agosto 1859, Roma 11 febbraio 1872. coli, Delegato Apostolico di Spoleto, in nome della – Nota del capo dell’Ufficio di Stralcio sulla Cassa de’ Commissione Pontificia pe’ danneggiati dal terremoto sussidi pei danneggiati dal terremoto di Norcia, Roma di Norcia, 1860. 11 febbraio 1872. – Situazione al 30 novembre 1860 de’ sussidi dati per – Nota sulla somma divisaria 17 mila, per ripartirla soccorrere la popolazione di Norcia danneggiata dallo nel ristauro delle case de’ cittadini poveri, in adempi- straordinario terremoto del 22 Agosto 1859, e della mento degli ordini del Ministero, che i soli poveri do- erogazione fattasene dalla commissione speciale isti- vessero fruire di qualunque riparto, ed in [scudi] tuita con dispaccio del Ministero dell’Interno del 24 30.179:06.8, per la fabbrica del nuovo Borgo Zitelli, agosto 1859, numero 33098, 1860. Roma febbraio 1872. – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor – Rapporto sulla domanda della Legazione di Portogal- Andrea Pila al delegato apostolico di Spoleto monsi- lo in Roma, per parte del Governo Piemontese onde gnor Pericoli, Roma 21 gennaio 1861. avere la somma depositata nel Sacro Monte di Pietà in – Lettera del Comune di Norcia al vescovo di Norcia Roma, proveniente da elargizioni in favore de’ danneg- Bacchettoni, Norcia 30 maggio 1862. giati dal terremoto di Norcia nel 1859, e destinato alla – Lettera del vescovo di Norcia Raffaele Bacchettoni costruzione della Borgata Pia nella così detta Chiusa al ministro dell’Interno monsignor Pila, Norcia 4 giu- Zitelli presso quella città, Roma febbraio 1872. gno 1862. – Nota di monsignor Luigi Pericoli al ministro dell’In- Archivio Parrocchiale di Annifo terno monsignor Pila, Roma 9 luglio 1862. Libro di Memorie (1591-1780). – Specchio delle spese fatte e da farsi e delle passività Registro del Santissimo Sagramento di Nifo (1675-1770). incontrate per ripararare i danni cagionati dal terremo- to del 22 Agosto 1859 alla Chiesa Cattedrale di Norcia, Archivio Parrocchiale di Belforte del Chienti fra i quali è a noverarsi specialmente la distruzione del Parrocchia di S.Eustachio, Libro IV dei Morti 1742-1830 Campanile e Campane, redatto dal canonico Giuseppe – c.392, Annotazione delle vittime causate dal terremoto Fares e attestato dal vescovo di Norcia Raffaele Bac- del 28 luglio 1799. chettoni, Norcia 2 febbraio 1869. – Rapporto del direttore generale del Sacro Monte di Archivio Segreto Vaticano Pietà di Roma Francesco Guglielmi al tesoriere genera- Carpegna, vol.78 le e ministro delle Finanze monsignor Ferrari, Roma 19 – Lettera di P.de Carolis alla Sacra Congregazione so- aprile 1869. pra le cause de’ terremoti, Norcia 28 giugno 1703. – Lettera del tesoriere generale e ministro delle Finan- – cc.517v-518r, Relazione distinta de’ danni recati dal ze monsignor Giuseppe Ferrari al ministro dell’Interno terremoto delli 14 gennaio 1703 nella Terra di Monte monsignor Negroni, Roma 28 aprile 1869. Leone e suo distretto, giugno 1703. – Supplica del vescovo e del Capitolo della Cattedrale di – Memoriale degl’huomini del contado di Norcia invia- Norcia al papa Pio IX, Norcia aprile 1869. to alla Sacra Congregazione sopra l’occorrente a causa – Lettera di monsignor Luigi Pericoli al ministro dell’In- del terremoto, 15 gennaio 1704. terno monsignor Negroni, Roma 16 maggio 1869. – Memoriale della comunità di Bevagna presentato alla – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor Sacra Congregazione deputata sopra la materia del Augusto Negroni al vescovo di Norcia Bacchettoni, Ro- terremoto, Bevagna 15 gennaio 1704. ma 8 giugno 1869. – Memoriale presentato dalla comunità e popolo di – Lettera del vescovo di Norcia Raffaele Bacchettoni al Norcia alla santità di nostro signore papa Clemente XI, ministro dell’Interno monsignor Negroni, Norcia 11 sullo stato della Diocesi in seguito al terremoto del 14 giugno 1869. gennaio 1703, Norcia 15 gennaio 1704. – Lettera di Francesco Guglielmi del direttore genera- – Relazione del commissario apostolico di Norcia P.De le del Sacro Monte di Pietà di Roma Francesco Gugliel- Carolis sui danno causati in Norcia e in Cascia dal ter- mi al ministro dell’Interno monsignor Negroni, Roma remoto del 1703, Norcia 15 gennaio 1704. 18 giugno 1869. – Supplica della comunità di Monteleone alla Sacra – Minuta di lettera del ministro dell’Interno monsignor Congregazione sopra le cause de’ terremoti, Monteleo- Augusto Negroni al direttore generale del Sacro Monte ne 15 gennaio 1704. di Pietà di Roma Guglielmi, Roma 26 giugno 1869. – Supplica presentata dalla comunità e popolo di Nor- – Nota del Regio Commissario per l’amministrazione cia a Papa Clemente nella quale viene riferito lo stato temporanea del Monte di Pietà di Roma d’Emarese, economico e fiscale della comunità aggravato dal ter- 327

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remoto del 14 gennaio 1703, Norcia 15 gennaio 1704. b.762 C, Spoletana – cc.505-510, Supplica degli abitanti di Cascia sul terri- – Relazione dell’arcivescovo Ignazio Giovanni Cadolini torio e castelli alla Sacra Congregazione de’ terremoti al papa Gregorio XVI, Spoleto 1 febbraio 1837. in Roma, Cascia gennaio 1704. – Relazione dell’arcivescovo Giovanni Sabbioni alla – Memoriale della città di Spoleto presentato alla Sacra Sacra Congregazione del Concilio, Spoleto 15 dicem- Congragazione deputata sopra la materia del terremo- bre 1840. to, Spoleto 1704. – Ioannes Baptista Arnaldi Archiepiscopus Spoletanus, Sacra Congregatio Concilii, Relationes Relazione dell’arcivescovo Giovanni Battista Arnaldi b.83 B, Asisiensis alla Sacra Congregazione del Concilio, Spoleto 1 mag- – Relazione del vescovo di Assisi alla Sacra Congrega- gio 1859. zione del Concilio, Assisi 29 gennaio 1836. Segreteria di Stato b.176 A, Camerinensis et Fabrianensis anno 1832, Rubrica 36 – Relazione del vescovo di Camerino e Fabriano alla – Lettera del delegato apostolico di Viterbo Q.Sisto al Sacra Congregazione del Concilio, Camerino 17 no- segretario di Stato cardinale Bernetti, Viterbo 28 feb- vembre 1747. braio 1832. – Relazione del vescovo di Camerino e Fabriano alla – Copia di lettera del governatore di Visso Paolo Cano- Sacra Congregazione del Concilio, Camerino 30 otto- nici al delegato apostolico di Spoleto monsignor Cagia- bre 1750. no, Visso 1 novembre 1832. – Relazione del vescovo di Camerino e Fabriano alla – Lettera del delegato apostolico di Spoleto Antonio Sacra Congregazione del Concilio, Camerino 10 no- Maria Cagiano al segretario di Stato cardinale Bernetti, vembre 1753. Spoleto 3 novembre 1832. – Relazione del vescovo di Camerino e Fabriano alla – Copia di lettera del governatore di Visso Paolo Cano- Sacra Congregazione del Concilio, Camerino 4 novem- nici al delegato apostolico di Spoleto Cagiano, Visso 18 bre 1756. novembre 1832. b.176 B, Camerinensis et Fabrianensis – Lettera del delegato apostolico di Spoleto Antonio – Relazione dell’arcivescovo di Camerino alla Sacra Maria Cagiano al segretario di Stato cardinale Bernetti, Congregazione del Concilio, Camerino luglio 1800. Spoleto 23 novembre 1832. – Relazione dell’arcivescovo di Camerino alla Sacra Con- – Lettera del delegato apostolico di Spoleto Antonio gregazione del Concilio, Camerino 29 dicembre 1803. Maria Cagiano al segretario di Stato cardinale Bernetti, – Relazione dell’arcivescovo di Camerino Nicola Mattei Spoleto 30 novembre 1832. alla Sacra Congregazione del Concilio, Roma 17 dicem- – Copia di lettera del governatore di Visso Paolo Cano- bre 1831. nici al delegato apostolico di Spoleto Cagiano, Visso 2 – Relazione dell’arcivescovo di Camerino Nicola Mattei dicembre 1832. alla Sacra Congregazione del Concilio, Roma 14 dicem- – Minuta di lettera del segretario di Stato cardinale bre 1834. Tommaso Bernetti al delegato apostolico di Spoleto – Relazione dell’arcivescovo di Camerino alla Sacra Con- monsignor Cagiano, Roma 4 dicembre 1832. gregazione del Concilio, Camerino 31 dicembre 1897. – Lettera del delegato apostolico di Spoleto Antonio b.351 C, Fulginatensis Maria Cagiano al segretario di Stato cardinale Bernetti, – Relazione del vescovo di Foligno alla Sacra Congre- Spoleto 6 dicembre 1832. gazione del Concilio, Foligno 1 ottobre 1846. – Lettera del delegato apostolico di Spoleto Antonio b.745 B, Sancti Severini Maria Cagiano al segretario di Stato cardinale Bernetti, – Relazione del vescovo Angelo Antonio Anselmi al pa- Spoleto 6 dicembre 1832. pa Pio VII, San Severino Marche 27 novembre 1801. – Lettera del pro-delegato apostolico di Camerino Fi- – Sintesi e osservazioni della Sacra Congregazione del lippo Olivieri al segretario di Stato cardinale Bernetti, Concilio sulla relazione del vescovo Angelo Antonio Camerino 6 dicembre 1832. Anselmi del 27 novembre 1801, Roma 1802. – Copia di lettera del governatore di Visso Paolo Cano- – Relazione del vescovo Giacomo Ranghiaschi al papa nici al delegato apostolico di Spoleto Cagiano, Visso 9 Pio VII, San Severino Marche 16 aprile 1817. dicembre 1832. – Sintesi e osservazioni della Sacra Congregazione del – Minuta di lettera del segretario di Stato cardinale Concilio sulla relazione del vescovo Giacomo Ranghia- Tommaso Bernetti al segretario dell’Accademia dei schi del 16 aprile 1817, Roma 1817. Lincei Scarpellini, Roma 9 dicembre 1832. – Relazione del vescovo Giacomo Ranghiaschi al papa – Minuta di lettera del segretario di Stato cardinale Pio VII, San Severino Marche 15 aprile 1822. Tommaso Bernetti al pro-delegato apostolico di Came- – Sintesi e osservazioni della Sacra Congregazione del rino Olivieri, Roma 9 dicembre 1832. Concilio sulla relazione del vescovo Giacomo Ranghia- – Lettera del delegato apostolico di Spoleto Antonio schi del 15 aprile 1822, Roma 1822. Maria Cagiano al segretario di Stato cardinale Bernetti, b.762 B, Spoletana Spoleto 13 dicembre 1832. – Sintesi e osservazioni della Sacra Congregazione del anno 1854, Rubrica 36 Concilio sulla relazione dell’arcivescovo Ignazio Gio- – cc.32-33, Lettera del delegato apostolico di Perugia 328 vanni Cadolini dell’1 febbraio 1837, Roma 1837. monsignor Lo Schiavo al segretario di Stato cardinale Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Antonelli, Perugia 3 gennaio 1854. 7 aprile 1854. – c.39, Lettera del delegato apostolico di Perugia mon- – c.80, Copia di lettera del priore di Bastia al delegato signor Lo Schiavo al segretario di Stato cardinale Anto- apostolico di Perugia, Bastia 15 maggio 1854. nelli, Perugia 9 febbraio 1854. – c.78, Lettera del delegato apostolico di Perugia mon- – c.34, Lettera del delegato apostolico di Perugia mon- signor Lo Schiavo al segretario di Stato cardinale Anto- signor Lo Schiavo al segretario di Stato cardinale Anto- nelli, Perugia 16 maggio 1854. nelli, Perugia 12 febbraio 1854. – c.81, Minuta di lettera del segretario di Stato cardi- – c.37r, Lettera del delegato apostolico di Perugia nale Antonelli al delegato apostolico di Perugia, Roma monsignor Lo Schiavo al segretario di Stato cardinale 20 maggio 1854. Antonelli, Perugia 13 febbraio 1854. – c.82, Lettera del delegato apostolico di Perugia mon- – c.36, Minuta di lettera del segretario di Stato cardi- signor Lo Schiavo al segretario di Stato cardinale Anto- nale Antonelli al delegato apostolico di Perugia, Roma nelli, Perugia 22 maggio 1854. 14 febbraio 1854. – c.84, Lettera del delegato apostolico di Perugia al – cc.41-42, Lettera del delegato apostolico di Perugia segretario di Stato cardinale Antonelli, Perugia 12 monsignor Lo Schiavo al segretario di Stato cardinale agosto 1854. Antonelli, Perugia 15 febbraio 1854. – c.86r, Lettera del delegato apostolico di Perugia al – c.45r, Minuta di lettera del segretario di Stato cardi- segretario di Stato cardinale Antonelli, Perugia 2 set- nale Antonelli al delegato apostolico di Perugia, Roma tembre 1854. 16 febbraio 1854. – c.88r, Lettera del vescovo di Assisi al segretario di – c.54, Lettera del delegato apostolico di Perugia mon- Stato cardinale Antonelli, Assisi 16 settembre 1854. signor Lo Schiavo al segretario di Stato cardinale Anto- – c.90r, Minuta di lettera del segretario di Stato cardi- nelli, Perugia 16 febbraio 1854. nale Antonelli al vescovo di Assisi, Roma 25 settembre – cc.56-57r, Lettera del vescovo di Assisi al segretario 1854. di Stato cardinale Antonelli, Assisi 16 febbraio 1854. – c.124r, Lettera del delegato apostolico di Perugia al – cc.47-48, Copia di lettera del gonfaloniere di Assisi segretario di Stato cardinale Antonelli, Perugia 7 otto- Francesco Cilleni al vescovo di Assisi, Assisi 17 feb- bre 1854. braio 1854. anno 1860, Rubrica 36, fasc. unico – c.46r, Lettera del vescovo di Assisi al segretario di – cc.13-19r, Relazione del delegato apostolico di Spole- Stato cardinale Antonelli, Assisi 18 febbraio 1854. to monsignor Luigi Pericoli al segretario di Stato cardi- – cc.51-52, Lettera del delegato apostolico di Perugia nale Antonelli sui danni causati a Norcia dal terremoto monsignor Lo Schiavo al segretario di Stato cardinale del 22 agosto 1859, Norcia 24 agosto 1859. Antonelli, Perugia 19 febbraio 1854. – c.21, Minuta di lettera del segretario di Stato cardi- – c.43, Minuta di lettere del segretario di Stato cardi- nale Antonelli al delegato apostolico di Spoleto monsi- nale Antonelli al pro-ministro delle Finanze e al con- gnor Pericoli, Roma 27 agosto 1859. trollore geerale, Roma 20 febbraio 1854. – cc.22-23r, Lettera della cittadinanza di Norcia al se- – c.44, Minuta di lettera del segretario di Stato cardi- gretario di Stato cardinale Antonelli, Norcia 1 settem- nale Antonelli al delegato apostolico di Perugia, Roma bre 1859. 20 febbraio 1854. – c.24r, Minuta di lettera del segretario di Stato cardi- – c.50, Minuta di lettera del segretario di Stato cardinale nale Antonelli al gonfaloniere di Norcia Colizzi, Roma 7 Antonelli al vescovo di Assisi, Roma 22 febbraio 1854. settembre 1859. – c.53, Minuta di lettera del segretario di Stato cardi- – c.25r, Lettera del presidente della “Commissione pel nale Antonelli al delegato apostolico di Perugia, Roma Terremoto di Norcia” duca Salviati al segretario di Sta- 22 febbraio 1854. to cardinale Antonelli, Roma 28 ottobre 1859. – c.58, Minuta di lettera del segretario di Stato cardi- – c.28r, Lettera del direttore generale della Polizia nale Antonelli al vescovo di Assisi, Roma 27 febbraio monsignor A.Matteucci al segretario di Stato cardinale 1854. Antonelli, Roma 24 febbraio 1860. – cc.59-60r, Lettera del delegato apostolico di Perugia – c.29, Minuta di lettera del segretario di Stato cardi- monsignor Lo Schiavo al segretario di Stato cardinale nale Antonelli al direttore generale della Polizia monsi- Antonelli, Perugia 17 marzo 1854. gnor Matteucci, Roma 27 febbraio 1860. – cc.63-70, Lettera del delegato apostolico di Perugia anno 1878, Rubrica 1, fasc.6 monsignor Lo Schiavo al segretario di Stato cardinale – cc.177-179r, Lettera dell’arcivescovo di Spoleto Do- Antonelli, Perugia 26 marzo 1854. menico Cavallini Spadoni al papa Leone XIII, Cingoli – c.61r, Biglietto del cardinale vicario al sostituto della 21 settembre 1878. Segreteria di Stato monsignor Berardi, Roma 28 mar- Segreteria di Stato, Esteri, b.270 (1838), Rubrica 110 zo 1854. – Estratto degli ordini emanati dal comandante gene- – cc.73-75r, Lettera del delegato apostolico di Perugia rale Cremona in seguito al terremoto del 5 gennaio, monsignor Lo Schiavo al segretario di Stato cardinale Spoleto 5 gennaio 1838. Antonelli, Perugia 30 marzo 1854. – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor – c.77, Minuta di lettera del segretario di Stato cardi- L.Lucciardi al segretario di Stato cardinale Lambru- nale Antonelli al delegato apostolico di Perugia, Roma schini, Spoleto 7 gennaio 1838. 329

Bibliografia Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Segue Archivio Segreto Vaticano

– Copia di relazione del perito L.Milanesi al delegato – c.157r, Supplica della badessa e delle monache del apostolico di Spoleto monsignor Lucciardi sui danni monastero della SS.ma Trinità di Visso al papa Clemen- causati dal terremoto del 5 gennaio, Spoleto 8 gen- te XII, Visso settembre 1730. naio 1838. – cc.273-274r, Lettera del vescovo di Gubbio al segre- – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor tario di Stato cardinale Banchieri, Gubbio 27 ottobre L.Lucciardi al segretario di Stato cardinale Lambru- 1730. schini, Spoleto 8 gennaio 1838. – c.308, Lettera del vescovo di Gubbio al segretario di – Copia di relazione di P.Fontana e I.Salvatori al dele- Stato cardinale Banchieri, Gubbio 10 novembre 1730. gato apostolico di Spoleto monsignor Lucciardi sulle – cc.416-417r, Lettera del prefetto di Norcia Basilio osservazioni effettuate in occasione dei terremoti, Sceriman al segretario di Stato cardinale Banchieri, Spoleto 9 gennaio 1838. Norcia 27 dicembre 1730. – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor vol.155 (1731) L.Lucciardi al segretario di Stato cardinale Lambru- – c.24, Lettera del prefetto di Norcia Basilio Sceriman schini, Spoleto 10 gennaio 1838. al segretario di Stato cardinale Banchieri, Norcia 13 – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor gennaio 1731. L.Lucciardi al segretario di Stato cardinale Lambru- vol.252 schini, Spoleto 12 gennaio 1838. – c.309, Lettera del governatore di Fabriano Emerico – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor Bolognini al segretario di Stato cardinale Valenti Gon- L.Lucciardi al segretario di Stato cardinale Lambru- zaga, Fabriano 21 aprile 1747. schini, Spoleto 14 gennaio 1838. – c.329, Lettera del governatore di Fabriano Emerico – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor Bolognini al segretario di Stato cardinale Valenti Gon- L.Lucciardi al segretario di Stato cardinale Lambru- zaga, Fabriano 28 aprile 1747. schini, Spoleto 17 gennaio 1838. – c.375, Lettera del vescovo di Nocera Umbra Giovanni – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor Battista Chiappé al papa Benedetto XIV, Nocera Um- L.Lucciardi al segretario di Stato cardinale Lambru- bra 27 maggio 1747. schini, Spoleto 14 febbraio 1838. vol.261 – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor – cc.333-334, Lettera del governatore di Fabriano L.Lucciardi al segretario di Stato cardinale Lambru- Giambattista Mirelli al segretario di Stato cardinale Va- schini, Spoleto 18 febbraio 1838. lenti Gonzaga, Fabriano 30 luglio 1751. – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor vol.262 L.Lucciardi al segretario di Stato cardinale Lambru- – cc.16-17, Lettera del vescovo di Nocera Umbra Gio- schini, Spoleto 21 febbraio 1838. vanni Battista Chiappé al segretario di Stato cardinale – Copia di rapporto del maresciallo dei Bersaglieri Ga- Valenti Gonzaga, Nocera Umbra 7 agosto 1751. sparini sui danni causati dal terremoto nel territorio di – c.324, Lettera del vescovo di Assisi al segretario di Sellano, Spoleto febbraio 1838. Stato cardinale Valenti Gonzaga, Assisi 6 dicembre – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor 1751. L.Lucciardi al segretario di Stato cardinale Lambru- – c.390, Lettera del vescovo di Foligno al segretario di schini, Spoleto 4 marzo 1838. Stato cardinale Valenti Gonzaga, Foligno 21 dicembre – Lettera del delegato apostolico di Spoleto monsignor 1751. L.Lucciardi al segretario di Stato cardinale Lambru- – cc.412-413, Lettera del vescovo di Assisi al segreta- schini, Spoleto 8 agosto 1838. rio di Stato cardinale Valenti Gonzaga, Assisi 27 di- Segreteria di Stato, Particolari cembre 1751. vol.227 (1747) – c.96, Supplica del gonfaloniere e dei vol.265 priori di Nocera Umbra al segretario di Stato cardinale – cc.58-59, Lettera del vescovo di Nocera Umbra Gio- Valenti Gonzaga, Nocera Umbra 22 aprile 1747. vanni Battista Chiappé al papa Benedetto XIV, Gualdo vol.231 (1751) – cc.201-202r, Lettera del commissario di Tadino 24 febbraio 1753. Gualdo Tadino Francesco Vincenzo Rota al segretario vol.270 di Stato cardinale Valenti Gonzaga, Gualdo Tadino 27 – cc.157-158r, Lettera del vescovo di Nocera Umbra luglio 1751. Giovanni Battista Chiappé al papa Benedetto XIV, No- vol.231 (1751) – cc.217-218r, Supplica del gonfaloniere e cera Umbra 23 settembre 1755. dei priori di Nocera Umbra al segretario di Stato cardi- vol.322 A nale Valenti Gonzaga, Nocera Umbra 31 luglio 1751. – c.301, Lettera del segretario della Comunità di Sella- Segreteria di Stato, Vescovi no Giuseppe Todini al segretario di Stato, Sellano 12 vol.154 (1730) novembre 1791. – c.156r, Supplica della badessa e delle monache del – c.300r, Lettera del governatore di Spoleto Pietro Gra- monastero di S.Chiara di Visso al papa Clemente XII, vina al segretario di Stato, Spoleto 15 novembre 1791. Visso 30 agosto 1730. vol.331 (1746-1747) – c.155r, Lettera del vescovo di Spoleto Pietro Carlo de – cc.285v-286r, Minuta di lettera del segretario di Stato Benedictis al segretario di Stato cardinale Banchieri, cardinale Silvio Valenti Gonzaga al governatore di Fa- 330 Spoleto 14 settembre 1730. briano Bolognini, Roma 6 maggio 1747. Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

– cc.298v-299r, Minuta di lettera del segretario di Stato Manoscritti Chigiani cardinale Silvio Valenti Gonzaga al vescovo di Nocera – M.V.IV, cc.209-210r, Relatione delle Ruine fatte dal Umbra Chiappé, Roma 7 giugno 1747. Terremoto nella Diocesi di Rieti, [1703]. vol.333 (1751-1752) – M.V.V, Relazione del prodigio avvenuto nella Chiesa – c.147, Minuta di lettera del segretario di Stato cardi- di Allumiere durante la processione che si faceva per il nale Silvio Valenti Gonzaga al governatore di Fabriano terremoto del 1703. Mirelli, Roma 4 agosto 1751. – M.V.V, Lettera dei Conservatori del Popolo Romano – c.155, Minuta di lettera del segretario di Stato cardi- al Papa Clemente XI relativa all’autorizzazione di prati- nale Silvio Valenti Gonzaga al vescovo di Nocera Um- che devozionali in seguito al terremoto del 1703, Roma bra Chiappé, Roma 11 agosto 1751. 15 febbraio 1703. – c.160, Minuta di lettera del segretario di Stato cardi- Urbinati Latini, 1699 nale Silvio Valenti Gonzaga al vescovo di Nocera Um- – cc.175-186, Lettera dal medico di Terni ad una per- bra Chiappé, Roma 21 agosto 1751. sona di consideratione in Roma [14 febbraio 1703], in – cc.223-224, Minuta di lettera circolare del segretario “Terremoto accaduto in Norcia nel 1703 regnante Cle- di Stato cardinale Silvio Valenti Gonzaga ai vescovi del- mente XI Pontefice Optimo Maximo”. le diocesi dello Stato Pontificio, Roma 8 dicembre 1751. – cc.175-186, Giovanni Andrea Lorenzani, Terremoto accaduto in Norcia nell’1703 regnante Clemente XI Archivio Storico Comunale di Cerreto di Spoleto Pontefice Optimo Maximo. Raguaglio delli terremoti Consigli e Riformanze accaduti in Norcia e ruvine della detta città e suo con- Consigli 1805-1816 – Verbali delle sedute del Consiglio tado nel 1703. generale dell’11 novembre e 3 dicembre 1815 e 16 gen- Urbinati Latini, 1704 naio 1816. – cc.116-126, Discorso sopra il tremoto di Roma. Vaticani Latini, 7934 Archivio Storico Comunale di Norcia – cc.38-44, [Paolo Rocchi], Narratio Terremotus in Di- Cabreo dei Beni spettanti alla S.Religione Gerosolimita- strictu Spoleti, Comitatus Nursiae et in Terra Cassiae na (1750) die V Novem[bris] A[nno] MDXCIX, copia, sec.XVIII. – cc.1v-2r, Pianta e prospetto della chiesa di S.Giaco- mo di Norcia, 1750. Biblioteca Augusta di Perugia Consigli e Riformanze Manoscritti, 1398, n.35 – P.Vermiglioli, Diario (1692-1742), – vol.85 (1599-1601), Verbale della seduta del Consiglio sec.XVIII. generale del 28 novembre 1599. – vol.145 (1804-1817), Verbali delle sedute del Consiglio Biblioteca Civica di Storia dell’arte “Luigi Poletti” di generale del 12 e 19 novembre 1815, 12 gennaio e 28 Modena aprile 1816. Fondo Poletti – vol.151 (1858-1861), Verbali delle sedute del Consiglio – 461, Chiesa di S.Venanzio di Camerino, Sezione tra- generale del 17 novembre 1859, 5 aprile, 24 maggio, 21 sversale che dimostra lo scomparto delle volte della giugno, 26 luglio e 23 agosto 1860. nave media..., s.d. – 483, Chiesa di S.Venanzio di Camerino, Studio di Archivio Storico del Convento di San Pietro di Perugia pianta, s.d. C.M. 347 – Memorie storiche dei fatti occorsi in Perugia e – 485, Chiesa di S.Venanzio di Camerino, Sezione per suo territorio negli anni 1798 e 1799. lungo sull’A-B dell’icnografia..., s.d. Libri Economici, n.163, sec.XVIII. – 544, Basilica di Santa Maria degli Angeli, Prospetto di Libri Economici, n.291, sec.XIX. metà facciata, s.d. Mazzo C, n.2 – Memorie storiche di Perugia, sec.XVIII. – 545, Icnografia del Tempio della Madonna degli An- Mazzo XLVI, Lettere dal 1746 al 1760 – Lettera del procura- geli, Roma 24 maggio 1832. tore generale della Congregazione Cassinese all’abate – 546, Pianta della Basilica di Santa Maria degli Angeli del convento di San Pietro, Roma 1 settembre 1751. presso Asisi con studio del nuovo pavimento, s.d. Memorie del Monastero dal 1847 al 1866. – 548, Basilica di Santa Maria degli Angeli, Cimasa del- Memorie del Monastero dal 1830 al 1847. l’Acroterio e Tondo Sopra, s.d. – 549, Disegno della nuova incavallatura del tetto della Biblioteca Apostolica Vaticana Navata di mezzo della Madonna degli Angeli presso As- Barberini Latini sisi, 10 settembre 1838. – 324, cc.173-183, [Paolo Rocchi], Terraemotus in Co- – 550, Basilica di Santa Maria degli Angeli, Prospettiva mitatu Cassiae, Cerreti et Spoleti anno 1599. dell’interno disegnata da Giovanni Battista Mariani, s.d. – 4336, Pianta ò sia Disegno della Voragine apertasi – 551, Spaccato per traverso della Basilica di S.Maria de- per il Terremotto nel monte di Orano ne Stati di Regno gli Angeli presso Asisi coll’indicazione delle riforme di vicino à Sigillo Villa della Posta l’anno sud[det]to 1703. Archi, e Volte da farsi nella ricostruzione della medesi- – 4336, Sbozzo ò sia Disegno del Casone, che doveva ma, Santa Maria degli Angeli 19 luglio 1836. alzarsi nel Giardino delle 4 Fontane in contingenza del – 552, Basilica di Santa Maria degli Angeli, Prospettiva Terremoto l’anno sud[det]to 1703. dell’interno, s.d. 331

Bibliografia Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

– 555a, Restauro della facciata della Basilica degli An- Biblioteca Comunale di Correggio geli presso Assisi, s.d. Archivio di memorie patrie, b.154, fasc.1 – Diario di noti- – 555b, Basilica di Santa Maria degli Angeli, Pianta, s.d. zie patrie ed estere (1806-1839), sec.XIX. – 1357, Pianta della città di Norcia col nuovo Borgo nella Chiusa Zitelli che potrà aver nome dal Monarca Biblioteca Comunale “Mozzi-Borgetti” di Macerata Benefattore Papa Pio IX, s.d. Manoscritti, 1071, 1502/4 – Lettera dell’architetto Luigi – 1358, Pianta della città di Norcia nella proporzione di Poletti al marchese Amico Ricci, Roma 2 gennaio 1 a 2000, s.d. 1842. – 1359, Norcia. Studio del Borgo Pio, s.d. Biblioteca Comunale di Ripatransone Biblioteca Comunale Diocesana di Norcia Doroteo Spina, Notizie di storia ripana – dal 1720 al 1762, Fondo Reguardati sec.XVIII, trascrizione dattiloscritta a cura di Armando – Memoriale della Comunità e del Popolo di Norcia al Augusto Nisi, 1938. papa Clemente XI sulla situazione degli edifici eccle- siastici della città e del territorio danneggiati dai terre- Biblioteca Comunale di Sansepolcro moti del 1703, Norcia novembre 1703. Manoscritti, J.109 – Francesco Giuseppe Pignani, Annota- – Memoriale della Comunità e del Popolo di Norcia al zioni estratte dal compendio istorico di memorie fedel- papa Clemente XI sulla situazione della economica del- mente raccolte intorno all’origine, fondazione e prose- la città e del territorio danneggiati dai terremoti del guimento della città di Borgo San Sepolcro, 1767. 1703, Norcia novembre 1703. – Memoriale del Popolo e del Pubblico di Norcia al pa- Biblioteca del Museo Civico Correr di Venezia pa Clemente XI sulla proroga delle esenzioni fiscali Manoscritti Provenienze Diverse, 264/B – Giornale dal concesse alla città e al territorio in seguito ai terremoti 1801 a tutto l’anno 1861 di alcuni avvenimenti storici e del 1703, Norcia giugno 1708. notizie biografiche, sec.XIX. – Memoriale del Popolo e del Pubblico di Norcia alla Congregazione deputata sulla proroga delle esenzioni Biblioteca Municipale “A.Panizzi” di Reggio Emilia fiscali concesse alla città e al territorio in seguito ai ter- Manoscritti Regg., C.127 – P.Fantuzzi, Memorie delle cose remoti del 1703, Norcia luglio 1708. più rimarcabili accadute nella nostra città di Reggio – Lettera del vescovo di Norcia Raffaele Bacchettoni al (1820-1861), sec.XIX. parroco di Fermo Fagotti, Norcia 3 settembre 1859. The Jewish National and University Library Biblioteca Comunale “L.Benincasa” di Ancona of Jerusalem Manoscritti, 286 – Pasquale Ubaldo Bedetti, Primo libro di Heb. 8.o 4281 – Moisé Ben Daniel, Libro di preghiere, 1391. annali e memorabili successi accaduti negl’anni scorsi, secc.XVIII-XIX.

Fonti edite antiche e medievali

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Fonti edite moderne e contemporanee

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De Barlesi G., L’insorgenza a Caldarola, in A.A.Bittarelli, Gli av- Carolis dopo trasmessa la sudetta Relatione [gene- venimenti dell’età napoleonica in alcuni diaristi rale delle ruine, e mortalità cagionate dalle scosse del camerinese, ristampato in Id. Camerinum, del Terremoto de’ 14 Gennaro, e 2 Febbraro 1703 in pp.59-81, Camerino, Pieve Torina 1996. Norcia, e Cascia, e loro contadi, compresi li Castel- Barlocci S., Relazione sui terremoti di Foligno e dell’Um- li delle Rocchette, e Ponte, Giurisdizione di Spole- bria accaduti in gennajo 1832, Roma 1832. to] all’istesso Sig. Card. Paulucci, Roma 1703. Belli G.G., Er terramoto de venardì, in I sonetti romane- De Haute-Feuille J., Moyen de faire des Observations sur les schi, pubblicati dal nipote Giacomo, a cura di L.Moran- Tremblemens de Terre, & de les pouvoir prèdire, in di, vol.2, pp.38-42, Città di Castello 1886. J.De Haute-Feuille, Microscope micrométrique, Belli G.G., Le lemosine p’er terremoto, in I sonetti romane- pour diviser les Instrumens de Mathématique dans schi, pubblicati dal nipote Giacomo, a cura di L.Moran- une grande précision. Gnômon horizontal, et in- di, vol.3, pp.358-359, Città di Castello 1886. strument astronomique, pour prendre la hauteur Bina A., Ragionamento sopra la cagione de’ terremoti ed des Astres jusques aux Tierces. Et l’Aplication des in particolare di quello della Terra di Gualdo di Lunetes Pinulères, aux Instrumens de la Gèome- Nocera nell’Umbria seguito l’A[nno] 1751, Perugia trie pratique. Avec un Moyen de faire des Observa- 1751. tions sur les Tremblemens de Terre, & de les pou- Bina A., Ragionamento sopra la Cagione de’ tremuoti... voir prèdire, pp.25-28, Paris 1703. Dato nuovamente in luce dal Sig. Conte Aurelio Descrizione del terribile terremoto accaduto in Norcia il Miari con una lettera dello stesso Padre intorno al- giorno 22 agosto e 6 settembre 1859, Roma 1859. le meteore infiammate scritta al suddetto Sig. Con- Distinta Relazione dei danni cagionati dal Terremoto te, Carpi 1756. nella Terra ragguardevole di Gualdo di Nocera, se- Cadolini I.G., Voto solenne della Città di Fuligno fattosi li guito la notte de’ 26 Luglio 1751, Foligno 1751. 19 Febbrajo 1832, Foligno 1832. Exemplar Epistola Romam missa Excellentissimo Duci de Camera dei Deputati, Legislatura IX, Atti Parlamentari, Uzeda Oratori Carbolico a Ministro Hispano, quem Disegni di legge – Relazioni – Documenti, vol.58, Pro-rex Neapolis Aquilam dimiserat ad damna explo- n.1754, Disegno di legge presentato dal Presidente del randa, terræmotum præteritorum causa producta, ab Consiglio dei Ministri (Craxi) e dal Ministro per il Italico sermone a nobis latine fideliter redditæ, in Coordinamento della Protezione Civile (Zamberletti) G.Baglivi, Opera Omnia medico-practica et anato- di concerto col Ministro del Bilancio e della Program- mica, pp.277-279, Venezia 1754. mazione Economica (Longo) e col Ministro del Tesoro Esemplare di una lettera mandata a Roma all’Eccellentissi- (Goria), Conversione in legge del decreto-legge 26 mo Duca d’Uzeda Oratore Cattolico dal Ministro di maggio 1984, n.159, recante interventi urgenti in favo- Spagna, il quale fu spedito dal Vicerè di Napoli ad re delle popolazioni colpite dai movimenti sismici del Aquila per esaminare i danni prodotti dalla causa dei 29 aprile 1984 in Umbria e del 7 e 11 maggio 1984 in terremuoti passati, in G.Baglivi, Opere complete me- Abruzzo, Molise, Lazio e Campania, Presentato il 28 dico-pratiche ed anatomiche, tradotte per la prima maggio 1984, Roma 1987. volta in italiano e commentate da R.Pellegrini, pp.623- Chracas L., Breve discorso metheorologico de’ terremoti, 625, Firenze 1842. con la Cronologia di tutti quelli si sono sentiti in Francesco Maria II Della Rovere, Diario, ed. F.Sangiorgi, Roma dalla Creatione del Mondo sin al recente oc- Urbino 1989. corso sotto il Regnante Pontefice Clemente XI su le Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana, a.120, n.293 due della notte meno un quarto il dì quattordeci (26 ottobre 1979), Decreto del Presidente del Consi- Gennaro 1703, Roma 1703. glio dei Ministri 19 ottobre 1979, Indicazione delle pro- Chracas L., Racconto istorico de terremoti sentiti in Ro- vincie e dei comuni dell’Umbria, Marche e Lazio colpiti ma, e in parte dello Stato Ecclesiastico, e in altri dal terremoto del 19 settembre 1979, ai quali applicare luoghi la sera de’ 14 di Gennajo, e la mattina de’ 2 le disposizioni degli articoli 2, 3, 4 e 5 del decreto-leg- di Febbrajo dell’anno 1703 [...], Roma 1704. ge 15 ottobre 1979, n.494, Roma 1979. Cocchi A.C., De immani hysterico affectu. Illustrissimo Do- Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana, a.121, n.189 mino Jo: Mariæ Lancisio Clementis XI Archiatro, & in- (11 luglio 1980), Decreto del Presidente del Consiglio timo Cubiculario Antonius Cocchius S. [Cascia 28 giu- dei Ministri 10 giugno 1980, Indicazione dei comuni gno 1719], in T.Sydenham, Opera Medica, p.355, Ve- della regione Marche ai quali sono applicabili gli inter- 334 nezia 1762. venti previsti dalla legge 3 aprile 1980, n.115, recante Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

ulteriori interventi dello Stato in favore delle popola- maggio 1984, Interventi urgenti in favore delle popola- zioni dell’Umbria, Marche e Lazio colpite dagli eventi zioni colpite dai movimenti sismici del 29 aprile 1984 sismici del 19 settembre 1979 e successivi, Roma 1980. in Umbria e del 7 ed 11 maggio 1984 in Abruzzo, Moli- Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana, a.121, n.253 se, Lazio e Campania, Roma 1984. (15 settembre 1980), Decreto del Presidente del Con- Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti della Repubbli- siglio dei Ministri 29 luglio 1980, Indicazione dei comu- ca Italiana, a.1984, vol.3, n.363, Legge 24 luglio 1984, ni della regione Lazio ai quali sono applicabili gli inter- Conversione in legge, con modificazioni, del decreto- venti previsti dalla legge 3 aprile 1980, n.115, recante legge 26 maggio 1984, n.159, recante interventi urgenti ulteriori interventi dello Stato in favore delle popola- in favore delle popolazioni colpite dai movimenti sismi- zioni dell’Umbria, Marche e Lazio colpite dagli eventi ci del 29 aprile 1984 in Umbria e del 7 e 11 maggio 1984 sismici del 19 settembre 1979 e successivi, Roma 1980. in Abruzzo, Molise, Lazio e Campania, Roma 1984. ISTAT, 11.o Censimento generale della popolazione 24 Rampazzi F.M., Discorso fisico, e morale sopra le cause ottobre 1971, vol.2 (Dati per Comune sulle caratteri- del terremoto, Ronciglione 1703. stiche strutturali della popolazione e delle abitazioni), Rapporto di un P. Professore di fisica sulle cause le quali fasc.52 (provincia di Terni), Roma 1973. son potute concorrere nel Terremoto del giorno 13 di ISTAT, 11.o Censimento generale della popolazione 24 Gennaro [1832] alla rovina dei Paesi della Valle del- ottobre 1971, vol.2 (Dati per Comune sulle caratteri- l’Umbria, e dei mezzi, se è possibile, di allontanarli, stiche strutturali della popolazione e delle abitazioni), o renderli meno dannosi. Rimesso dalla Segreteria fasc.51 (provincia di Perugia), Roma 1973. di Stato all’Accademia de’ Lincei, Roma 1832. La Civiltà Cattolica, s.IV, vol.3 (1859), p.611. Recensione a S.Barlocci, “Relazione sui terremoti di Fuli- La Civiltà Cattolica, s.IV, vol.4 (1859), pp.493-497. gno e dell’Umbria accaduti in gennajo scorso Lancisi G.M., De immani hysterico affectu. Lancisius Coc- [1832], letta nell’adunanza generale dell’accademia chio suo S. [Roma 5 luglio 1719], in T.Sydenham, Ope- de’ Lincei il giorno 23 febbrajo 1832”, Giornale Arca- ra Medica, p.355, Venezia 1762. dico di Scienze Lettere ed Arti, tomo 51 (luglio-set- Mannocchi L., Relazione del terremoto che desolò Norcia tembre 1831), pp.200-212, 1832. il giorno 22 agosto 1859, Roma 1860. Recensione a A.Rutili Gentili, “Nuove riflessioni sulle cau- Moreschini M., Ragionamento storico-filosofico sul tre- se naturali dei terremoti di Fuligno”, Giornale Ar- muoto accaduto in Camerino il dì 28 luglio 1799, cadico di Scienze Lettere ed Arti, tomo 52 (ottobre- Camerino 1802. dicembre 1831), pp.271-279, 1832. Palmieri A., Il terremoto di Fuligno del 13 gennaio 1832. Relatione d’un miracolo fatto dal glorioso S.Filippo Neri Canto ad onore dell’immortal Gregorio XVI felice- in preservatione di tutta la Congregatione dell’O- mente regnante, s.l. 1842. ratorio di Norcia cioè sette Padri, & un Fratello di Perilli S., Relazione storica sul risorgimento della Basili- essa Congregatione nelle presenti ruine de Terre- ca degli Angeli presso Asisi, 2a ed, Roma 1842. moti sentiti in questo Anno 1703, Roma 1703. Piermarini G., Intorno al terremoto di Norcia, Roma 1860. Relatione del terremoto sentitosi in Roma, e luoghi cir- Proseguimento del diario, overo distinta relazione de’ convicini, ed in Regno di Napoli, li giorni del 14 Danni, e scuotimenti fatti dal Terremoto tanto in Ro- 15 e 16 Mese di Gennaro 1703 con li Luoghi, e Pae- ma, quanto fuori dalli 24 di Febraro per tutto il Me- si danneggiati; scritta da Roma da un Personaggio se di Maggio prossimopassato [1703] [...], Roma 1703. ad un suo amico à Bologna, Bologna 1703. Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti della Repubbli- Relazione de’ danni fatti dall’innondazioni, e terremoto ca Italiana, a.1979, vol.6, n.494, Decreto-legge 15 ot- nella città dell’Aquila, ed in altri luoghi Circonvi- tobre 1979, Provvidenze ed agevolazioni contributive e cini dalli 14. del Mese di Gennaro sino alli 8. del fiscali per le popolazioni dei comuni delle regioni Um- Mese di Febraro 1703, Roma 1703. bria, Marche e Lazio, colpite dal terremoto del 19 set- Relazione distinta de’ danni cagionati da’ passati Tre- tembre 1979, Roma 1980. muoti nel Regno di Napoli e nello Stato di Santa Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti della Repubbli- Chiesa in quest’Anno 1703, Napoli e Bologna 1703. ca Italiana, a.1979, vol.7, n.623, Legge 14 dicembre Relazione della Commissione speciale nominata con di- 1979, Conversione in legge, con modificazioni, del de- spaccio del Ministero dell’interno del 24 agosto creto-legge 15 ottobre 1979, n.494, concernente prov- 1859 N.33.098 per provvedere ai danni cagionati videnze ed agevolazioni contributive e fiscali per le po- in Norcia dal terremoto del 22 di esso mese, e per polazioni dei comuni delle regioni Umbria, Marche e amministrare ed erogare le somme avutesi in favo- Lazio, colpite dal terremoto del 19 settembre 1979, re dei danneggiati; corredata di allegati compro- Roma 1980. vanti l’esercizio dell’incarico dal giorno del disa- Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti della Repubbli- stro, al 30 novembre 1860 e rassegnata a sua Eccel- ca Italiana, a.1980, vol.3, n.115, Legge 3 aprile 1980, lenza Reverendissima Monsignore Andrea Pila Mi- Ulteriori interventi dello Stato in favore delle popola- nistro dell’interno il 15 dicembre 1860, Roma 1861. zioni dell’Umbria, Marche e Lazio colpite dagli eventi Rocchi Paolo, Relazione in versi riguardante il terremoto di sismici del 19 settembre 1979 e successivi, Roma 1981. Cascia del 5 novembre 1599, in M.Franceschini, Me- Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti della Repubbli- morie storiche di Cascia raccolte [...] l’anno del Si- ca Italiana, a.1984, vol.2, n.159, Decreto-legge 26 gnore 1819, pp.124-128, Cascia 1913. 335

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Roveri e Fiorentini, Annali Ferraresi 1830-1880, Ferrara 1703, in G.Baglivi, Opere complete medico-pratiche 1891. ed anatomiche, tradotte per la prima volta in italiano Rutili Gentili A., Riflessione sulle cause naturali dei pre- e commentate da R.Pellegrini, pp.628-635, Firenze senti terremoti presentate all’Accademia dei Lincei 1842. convocata nel giorno 5 febbraro 1832, Roma 1832. Serie delle cose più notabili osservate in questo anno 1703, Rutili Gentili A., Notizie dei terremoti di Foligno e rifles- durante i terremuoti nel Lazio e nei limitrofi paesi del- sioni sulle cause naturali dei medesimi, Fuligno l’Umbria, in G.Baglivi, Opere complete medico-prati- 1832. che ed anatomiche, tradotte per la prima volta in ita- Rutili Gentili A., Nuove riflessioni sulle cause naturali liano e commentate da R.Pellegrini, pp.635-636, Firen- dei terremoti di Fuligno, Fuligno 1832. ze 1842. Senato della Repubblica, Legislatura VIII, Atti Interni, Di- Series Urbium, oppidorum; & pagorum tam in Samnio Regni segni di legge e relazioni, vol.39, n.710-A, Relazione Neapolis, quam in locis ditioni Pontificiae subditis, delle Commissioni riunite 5a (Programmazione econo- quæ praeteritis terræmotibus damna, & ruinas passa mica, bilancio, partecipazioni statali) e 8a (Lavori pub- sunt, excerpta ex diario Neapolitano, iussu Proregis blici, comunicazioni) (Relatore Santonastaso) sul Di- typis dato a Bulifonio Bibliopola 1703 Neapoli, in G.Ba- segno di legge presentato dal Presidente del Consiglio glivi, Opera Omnia medico-practica et anatomica, dei Ministri di concerto col Ministro del Bilancio e del- pp.279-280, Venezia 1754. la Programmazione Economica col Ministro del Tesoro Series Urbium, Pagorum, & Oppidorum Ditionis Ecclesiasti- col Ministro dei Lavori Pubblici col Ministro dell’Indu- ca in Umbria & Sabinis, qua his terræmotibus aut diru- stria, del Commercio e dell’Artigianato e col Ministro ta sunt, aut fere devastata, anno 1703, in G.Baglivi, per i Beni Culturali e Ambientali comunicato alla Presi- Opera Omnia medico-practica et anatomica, denza il 7 febbraio 1980, Ulteriori interventi dello Sta- pp.280-283, Venezia 1754. to in favore delle popolazioni dell’Umbria, Marche e Series magis notabilium observatorum hoc anno 1703 du- Lazio colpite dagli eventi sismici del 19 settembre 1979 rantibus Terræmotibus in Latio, & finitimis Umbriæ e successivi, Comunicata alla Presidenza il 12 marzo Regionibus, in G.Baglivi, Opera Omnia medico-prac- 1980, Roma 1983. tica et anatomica, p.284, Venezia 1754. Senato della Repubblica, Legislatura VIII, Atti Interni, Di- Teloni V., De’ terremoti, loro cagioni, effetti, e malori, che segni di legge e relazioni, vol.39, n.710, Disegno di producono, e loro Cura preservativa in generale. legge presentato dal Presidente del Consiglio dei Mini- Lettera all’Illustrissimo Signor Marchese Andrea stri (Cossiga) di concerto col Ministro del Bilancio e Maidalchini, Viterbo 1703. della Programmazione Economica (Andreatta) col Mi- Valesio F., Diario di Roma [1700-1742], a cura di G.Scano nistro del Tesoro (Pandolfi) col Ministro dei Lavori con la collaborazione di G.Graglia, 6 voll., Milano Pubblici (Nicolazzi) col Ministro dell’Industria, del 1977 - 1979. Commercio e dell’Artigianato (Bisaglia) e col Ministro Venuti R., Osservazioni sopra il fiume Clitunno detto in per i Beni Culturali e Ambientali (Ariosto) comunicato oggi Le Vene situato tra Spoleto, e Fuligno. Del suo alla Presidenza il 7 febbraio 1980, Ulteriori interventi Culto, e Antichissimo Tempio, e dello stato suo pre- dello Stato in favore delle popolazioni dell’Umbria, sente, Roma 1753. Marche e Lazio colpite dagli eventi sismici del 19 set- Vera, e distinta Relazione del Terremoto sucesso nella tembre 1979 e successivi, Roma 1983. Città di Norcia, e suo Contado il dì 12 Maggio Sensini P., Un mese di terremoti nel Comune di Visso, Il Resto 1730, Firenze 1730. del Carlino, n.269, 27 settembre 1898, Bologna 1898. Veridica Relazione de Danni fatti dalle Scosse di Terre- Serie delle città, dei castelli e dei villaggi quanto in Sannio moto all’Antichissima Città di Norcia, Roma 1730. del Regno di Napoli quanto in altri luoghi soggetti al Veridica, e distinta Relazione overo diario de’ danni dominio Pontificio, che nei passati terremuoti soffriro- fatti dal Terremoto dalli 14 Gennaro, fino alli 2 di no danni e rovina, tolta dal Diario Napoletano, per or- Febraro 1703, Roma 1703. dine del Vicerè, data alle stampe dal Bulifonio in Napo- Vero, e distinto ragguaglio dello stato di Cascia, e suo li nel 1703, in G.Baglivi, Opere complete medico-pra- territorio prima e doppo li Terremoti seguiti nel tiche ed anatomiche, tradotte per la prima volta in presente Anno MDCCIII. Con il Catalogo di tutti li italiano e commentate da R.Pellegrini, pp.626-628, Fi- Castelli, e Ville alla sua Giurisdizzione soggette. renze 1842. Con la distinta notizia de’ danni fatti da’ Terremo- Serie delle città, dei villaggi e dei castelli del Dominio Eccle- ti nelli detti Luoghi, con il computo di tutte le Per- siastico nell’Umbria e nei Sabini che da questi terre- sone restate sepolte à Luogo per Luogo, e quelli che muoti o furono rovinati o quasi devastati nell’anno di presente vivono, Roma 1703.

336 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Epigrafi

Epigrafe posta sopra la porta della chiesa di Santa Maria di collegiata, crollata a causa dei terremoti del 1703, fatti Macereto a Visso (Macerata) in memoria dei terremoti eseguire dal prefetto di Norcia Flavio Ravizza, 1713, in del 14 gennaio e 2 febbraio 1703 (1703), in L.Chracas, F.Patrizi-Forti, Delle memorie storiche di Norcia, li- Racconto istorico de terremoti sentiti in Roma, e in bri otto, p.629, Norcia 1869. parte dello Stato Ecclesiastico, e in altri luoghi la Epigrafe posta sopra la porta Narenula di Norcia in ricordo sera de’ 14 di Gennajo, e la mattina de’ 2 di Feb- dei lavori di ricostruzione delle mura cittadine, crollate brajo dell’anno 1703, pp.226-227, Roma 1704. a causa del terremoto del 14 gennaio 1703, fatti ese- Epigrafe posta sul prospetto esterno del torrione che fian- guire dal prefetto di Mugnano Giovanni Corrado Ursi- cheggia la Porta Romana sulla via Flaminia a Spoleto in ni, 1711, in F.Patrizi-Forti, Delle memorie storiche di memoria degli aiuti inviati da papa Clemente XI per soc- Norcia, libri otto, p.633, Norcia 1869. correre la città colpita dai terremoti del 1703 (1704), in Epigrafe posta sopra la porta della sala del Consiglio del pa- L.Chracas, Racconto istorico de terremoti sentiti in lazzo comunale di Norcia in ricordo del prefetto di Mu- Roma, e in parte dello Stato Ecclesiastico, e in altri gnano Giovanni Corrado Ursini che fece eseguire i la- luoghi la sera de’ 14 di Gennajo, e la mattina de’ 2 vori di ricostruzione della città di Norcia dopo il terre- di Febbrajo dell’anno 1703, p.257, Roma 1704. moto del 14 gennaio 1703 (1703), in F.Patrizi-Forti, Epigrafe commemorativa del terremoto del 1703, posta sul- Delle memorie storiche di Norcia, libri otto, p.633, la porta principale riedificata della città di Amelia, in Norcia 1869. M.Baratta, Saggio dei materiali per una storia dei feno- Epigrafe posta sopra la porta della chiesa di San Francesco a meni sismici avvenuti in Italia raccolti dal prof. Miche- Cascia in memoria dell’esenzione quinquennale dal da- le Stefano De Rossi, Bollettino della Società Geologi- zio camerale concessa dal papa Clemente XI a favore ca Italiana, vol.18 (1899), p.442. della città a seguito dei terremoti del gennaio e feb- Epigrafe commemorativa del terremoto del 1703, posta su un braio 1703 (1704), in M.Franceschini, Memorie stori- busto d’argento dedicato a San Giovenale in Narni, in che di Cascia raccolte [...] l’anno del Signore 1819, M.Baratta, Saggio dei materiali per una storia dei feno- pp.156-157, Cascia 1913. meni sismici avvenuti in Italia raccolti dal prof. Michele Epigrafe posta fra i due ingressi della chiesa di S.Venanzo di Stefano De Rossi, Bollettino della Società Geologica Fabriano a ricordo della liberazione della città dai ter- Italiana, vol.18 (1899), p.442. remoti del 14 aprile 1672 e del 2 febbraio 1703 e da al- Epigrafe un tempo posta sulla porta della cancelleria del go- tre calamità naturali, 1703, in R.Sassi, Il culto della verno di Norcia in ricordo dei lavori di ricostruzione Madonna del Buon Gesù a Fabriano, pp.33-35, Fa- del palazzo consolare, crollato a causa dei terremoti briano 1948. del 1703, fatti eseguire dal commissario apostolico Pie- Epigrafe posta nel chiostro dell’ex convento dei minori Os- tro de Carolis sotto il pontificato di Clemente XI, 1703, servanti dell’Annunziata (oggi ospedale civile) di Nor- in F.Patrizi-Forti, Delle memorie storiche di Norcia, cia riguardante la ricostruzione dopo i terremoti del libri otto, p.624, Norcia 1869. 1703, in R.Cordella, Norcia e territorio. Guida stori- Epigrafe un tempo posta sulla porta Massari di Norcia in ri- co-artistica, p.96, Norcia 1995. cordo dei lavori di ricostruzione del palazzo consolare, Epigrafe posta alla base della torre campanaria della prepo- crollato a causa dei terremoti del 1703, fatti eseguire situra di San Vito di Agriano in memoria del terremoto dal commissario apostolico Pietro de Carolis sotto il del 14 gennaio 1703 che devastò Norcia e Cascia ma pontificato di Clemente XI, 1704, in F.Patrizi-Forti, non Agriano che ne attribuì la grazia a San Ponziano, in Delle memorie storiche di Norcia, libri otto, p.625, R.Cordella, Norcia e territorio. Guida storico-arti- Norcia 1869. stica, pp.160, 162, Norcia 1995. Epigrafe posta sul torrione settentrionale della Castellina di Epigrafe posta sul timpano del portale della chiesa del Sacra- Norcia, un tempo residenza fortificata dei governatori mento di Castelluccio in memoria della ricostruzione apostolici, in memoria dell’opera di ricostruzione com- dell’edificio crollato a causa dei terremoti del gennaio e piuta dal commissario apostolico Pietro de Carolis do- febbraio 1703 (1728), in R.Cordella, Norcia e territo- po i terremoti del 1703 (1704), in F.Patrizi-Forti, Delle rio. Guida storico-artistica, pp.160, 162, Norcia 1995. memorie storiche di Norcia, libri otto, p.626, Norcia Ex voto dedicato a San Nicola, conservato nella Basilica di To- 1869 (ristampa anastatica, Bologna 1968). lentino (Macerata), per aver protetto la città dai terre- Epigrafe posta nella sala del Consiglio del palazzo comunale moti del 1703, in Investigation of historical earth- di Norcia in ricordo dei lavori di ricostruzione della quakes in Europe, ed. M.Stucchi, D.Postpischl e chiesa collegiata di Santa Maria Argentea (attuale D.Slejko, Tectonophysics, vol.193 (1991), p.VII. chiesa concattedrale), crollata a causa dei terremoti Epigrafe posta sulla sommità dell’arco absidale della basilica del 1703, fatti eseguire dal prefetto di Norcia Flavio di San Benedetto di Norcia in memoria degli interventi Ravizza, 1706, in F.Patrizi-Forti, Delle memorie stori- di ricostruzione presumibilmente dopo i terremoti del che di Norcia, libri otto, p.628, Norcia 1869. 1703 e 1730 (1787), in R.Cordella, Norcia e territo- Epigrafe posta sopra la porta della sagrestia dell’attuale rio. Guida storico-artistica, p.24, Norcia 1995. chiesa concattedrale di Santa Maria Argentea di Norcia Epigrafe sul reliquiario argenteo di Santa Scolastica conser- in ricordo dei lavori di ricostruzione dell’allora chiesa vato nella sagrestia della basilica di San Benedetto di 337

Bibliografia Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Norcia in memoria del fatto che il reliquiario non ven- 1847, in E.Vetturini, Il terremoto a Bastia: ieri come og- ne danneggiato dal terremoto del 1730 [1731], in gi, Subasio, supplemento degli “Atti Accademia Pro- R.Cordella, Norcia e territorio. Guida storico-arti- perziana del Subasio”, a.5, n.4, 30 dicembre 1997, p.40. stica, pp.27-28, Norcia 1995. Epigrafe posta sotto la cupola della basilica di Santa Maria Epigrafe posta sul portale laterale della chiesa concattedrale degli Angeli di Assisi, in cui è ricordata la ricostruzione di Santa Maria Argentea di Norcia in memoria degli in- e l’inaugurazione della chiesa in seguito al terremoto terventi di restauro dopo il terremoto del 12 maggio del 1832 (1840), in S.Perilli, Relazione storica sul ri- 1730 (1735), in R.Cordella, Norcia e territorio. Guida sorgimento della Basilica degli Angeli presso Asisi, storico-artistica, pp.45-46, Norcia 1995. 2a ed., p.12, Roma 1842. Epigrafe posta sull’ultimo pilastro a sinistra dell’altare mag- Epigrafe posta nella sagrestia di Santa Maria degli Angeli in giore della chiesa di Santa Maria del Glorioso di Sanse- onore del card. Agostino Rivarola, incaricato della dire- verino in memoria del terremoto del 28 luglio 1799, in zione della ricostruzione del santuario, 1840, in S.Peril- R.Paciaroni, Memorie sismiche sanseverinati, pp.40, li, Relazione storica sul risorgimento della Basilica 51, San Severino Marche 1989. degli Angeli presso Asisi, 2a ed., p.13, Roma 1842. Epigrafe posta nella facciata della chiesa di San Francesco di Epigrafi collocate all’interno dell’arco costruito in occasione Cusiano in memoria della ricostruzione della chiesa crol- della visita di Papa Gregorio XVI al santuario di Santa lata a causa del terremoto del 28 luglio 1799 (1800), in Maria degli Angeli, 1841, in S.Perilli, Relazione storica R.Paciaroni, Memorie sismiche sanseverinati, pp.49, sul risorgimento della Basilica degli Angeli presso 51, San Severino Marche 1989. Asisi, 2a ed., pp.13-14, Roma 1842. Epigrafe posta alla base del campanile della chiesa Collegiata Epigrafe sottostante la statua di bronzo di Gregorio XVI fatta di Santa Croce di Bastia in memoria della ricostruzione eseguire in occasione della sua visita al santuario di San- dell’edificio e della torre civica campanaria crollati a ta Maria degli Angeli appena inaugurato, 1840, in S.Pe- causa dei terremoti del 1832 (1839), in E.Vetturini, Il rilli, Relazione storica sul risorgimento della Basili- terremoto a Bastia: ieri come oggi, Subasio, supple- ca degli Angeli presso Asisi, 2a ed., p.15, Assisi 1842. mento degli “Atti Accademia Properziana del Subasio”, Epigrafe posta alla base del campanile della chiesa concatte- a.5, n.4, 30 dicembre 1997, p.40. drale di Santa Maria Argentea di Norcia in memoria del Epigrafe sulla campana della torre civica di Bastia che ne ri- terremoto del 22 agosto 1859 (1869), in R.Cordella, corda la rifusione dopo i danni subiti a causa dei terre- Norcia e territorio. Guida storico-artistica, p.46, moti del 1832 e la ricollocazione sulla torre riedificata, Norcia 1995.

Giornali e gazzette

ANSA, Notiziario italiano (Roma) – 1979: 19, 20, 21, 22, n.42, 28 febbraio, n.48; 2 marzo, n.50. 23, 24, 25, 26, 27, 28 settembre. 1984: 29, 30 aprile; 1, Gazzetta di Ferrara (Ferrara) – 1854: 21 febbraio, n.14, 2, 3, 4, 5, 7, 8, 10 maggio. 24 febbraio, n.15, 28 febbraio, n.16; 10 marzo, n.19. Avvisi Stampati di Foligno (Foligno) – 1703: 19 gennaio, 1974: 3 dicembre, n.281 n.3, 26 gennaio n.4, 31 gennaio n.5; 8 febbraio, n.6, 15 Gazzetta di Genova (Genova) – 1832: 25, 28 gennaio; 11 febbraio, n.7, 23 febbraio, n.8; 2 marzo, n.9, 9 marzo, febbraio. 1838: 3 marzo, n.18. 1859 29 agosto, n.203; n.10; 14 giugno, n.23. 2 settembre, n.207. Bologna (Bologna) – 1703: 30 gennaio; 6, 13, 20, 27 feb- Gazzetta di Mantova (Mantova) – 1703: 7 febbraio, n.6, 14 braio; 6, 13, 20 marzo; 3, 24 aprile; 1 maggio; 5 giugno; febbraio, n.7, 28 febbraio, n.9; 7 marzo, n.10, 14 mar- 17, 24 luglio. 1719: 11 luglio, n.28 e 15 agosto, n.33. zo, n.11, 28 marzo, n.13; 4 aprile, n.14; 23 maggio, 1730: 23 maggio, n.21; 30 maggio n.22; 6 giugno, n.23, n.21; 6 giugno, n.23, 13 giugno, n.24; 18 luglio, n.29. 20 giugno n.25. 1751: 3 agosto, n.31, 10 agosto, n.32, 1719: 14 luglio, n.28; 18 agosto, n.33. 1832: 4 feb- 17 agosto, n.33; 24 agosto, n.34; 14 settembre, n.37, braio, n.25. 1878: 18 settembre, n.221. 21 settembre, n.38; 19 ottobre, n.42; 29 dicembre, Gazzetta di Milano (Milano) – 1751: 11 agosto, n.32, 25 n.52. 1752: 29 febbraio, n.9; 6 giugno, n.23; 19 set- agosto, n.34; 8 settembre, n.36, 15 settembre, n.37. tembre, n.38; 5 dicembre, n.49. 1753: 2 ottobre, n.40. 1859: 31 agosto. Corriere della Sera (Milano) – 1915: 28 marzo. 1974: 3, 6 Gazzetta Ferrarese (Ferrara) – 1878: 24 settembre, n.223, dicembre. 26 settembre, n.225; 2 ottobre, n.230. Diario di Roma (Roma) – 1832: 18, 25 gennaio. Gazzetta Piemontese (Torino) – 1815: 14 settembre. 1838: 3 Diario Ordinario (Roma) – 1751: 31 luglio, n.5310; 1 set- febbraio, n.27; 1 marzo, n.49. 1854: 21, 23 febbraio. tembre n.5323; 25 dicembre n.5373. Gazzetta Privilegiata di Bologna (Bologna) – 1838: 27 Gazzetta dell’Emilia (Bologna) – 1878: 26 settembre, febbraio, n.25. n.268. Gazzetta Privilegiata di Milano (Milano) – 1832: 26, 28, Gazzetta di Bologna (Bologna) – 1791: 25 ottobre, n.86; 2 29, 30 gennaio; 1, 4, 5 febbraio; 7, 15, 19, 22 marzo. 338 novembre, n.88. 1854: 18 febbraio, n.40; 21 febbraio, 1833: 2 gennaio. 1838: 6 marzo, n.65. Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

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Storiografia erudita e studi storiografici

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Elenco delle carte, delle figure e referenze iconografiche

1 Area dell’Appennino umbro-marchigiano analizza- Daniel (secolo XIV), Jewish National and ta attraverso i terremoti storici che l’hanno colpi- University Library of Jerusalem. ta dal I secolo a.C. al 1997, elaborazione INGV. 18 Memoria del terremoto del 3 febbraio 1477, 2 Mappa della densità di rilascio di energia sismica Archivio di Stato di Perugia, Sezione di Foligno. delle diverse zone d’talia a partire dall’anno 1000, 19 L’antico abitato di Foligno in un disegno del XVI elaborazione INGV. secolo, Biblioteca Augusta di Perugia. 3 Distribuzione attuale delle stazioni sismiche che 20 L’antico abitato di Cascia in un disegno del XVI contribuiscono alla localizzazione e parametrizza- secolo, Biblioteca Augusta di Perugia. zione dei terremoti che avvengono nel territorio 21 6 novembre 1599: localizzazione dell’epicentro e italiano, elaborazione INGV. degli effetti più gravi, elaborazione SGA. 4 Distribuzione delle scosse principali e minori della 22 Carta semplificata degli effetti della grande sequenza iniziata nel settembre 1997 (includendo sequenza sismica del gennaio-febbraio 1703, tutte le scosse avvenute fino alla fine di aprile generata nell’Appennino umbro-reatino e aquilano 1998), elaborazione INGV. e della sequenza del settembre-ottobre 1997 di 5 Terremoti in Umbria dal 4 settembre 1997 al 3 Colfiorito, elaborazione SGA. aprile 1998: andamento spazio-temporale della 23 Norcia: disegno dei danni del terremoto del 14 sequenza del 1997-98 lungo una sezione parallela gennaio 1703 agli edifici della piazza Archivio all’Appennino, elaborazione INGV. Storico Comunale di Norcia. 6 Orientamento delle faglie sismogenetiche respon- 24 Norcia: Castellina, particolare dell’epigrafe che sabili dei 19 terremoti più forti della sequenza del ricorda il restauro dopo il terremoto del 1703, 1997-98, elaborazione INGV. Cordella 1981. 7 Terremoti dell’Appennino umbro-marchigiano 25 14 gennaio 1703: localizzazione dell’epicentro e analizzati, elaborazione SGA. degli effetti più gravi, elaborazione SGA. 8 30 aprile 1279: localizzazione dell’epicentro e degli 26 Norcia: progetti di Sebastiano Cipriani per la rico- effetti più gravi, elaborazione SGA. struzione del campanile e dell’orologio del palazzo 9 Serravalle di Chienti: torre e parte delle mura due- comunale danneggiati dal terremoto del 14 gen- centesche dell’antico borgo fortificato, foto SGA. naio 1703, Biblioteca Comunale Diocesana di 10 Serravalle di Chienti: i resti dell’antico castello Norcia. come appaiono a chi proviene da Colfiorito, foto 27 a-b Pianta e alzato di una casetta per ripararsi dal ter- SGA. remoto progettata a Roma in seguito alle numero- 11 Localizzazione delle principali frane storiche del- se scosse avvenute nei primi mesi del 1703, l’alta Valle del fiume Chienti in prossimità dell’abi- Biblioteca Apostolica Vaticana. tato di Serravalle di Chienti, elaborazione IRPI, 28 Sismoscopio a mercurio Cacciatore (1818), Museo Perugia. dell’Ufficio Centrale di Ecologia Agraria di 12 Piede della frana storica che ha indotto una devia- Roma. zione del fiume Chienti: una parte dell’attuale abi- 29 27 giugno 1719: epicentro e intensità degli effetti tato di Serravalle di Chienti è fondato su questa più gravi, elaborazione SGA. frana, foto SGA. 30 Particolare del frontespizio di una relazione sugli 13 Terremoto del 30 aprile 1279: localizzazione dei effetti del terremoto del 12 maggio 1730, edita a castelli esistenti nel XIII secolo nell’area marchi- Firenze nel 1730. giana e i maggiori effetti di danno, elaborazione 31 Norcia: pianta e prospetto della chiesa di SGA. S.Giacomo, Archivio Storico Comunale di 14 Bassorilievo raffigurante il lavoro dei monaci sugli Norcia. antichi codici. Molti annali monastici conservano il 32 12 maggio 1730: localizzazione dell’epicentro e ricordo del terremoto del 1279, degli effetti più gravi, elaborazione SGA. Kunsthistorisches Museum, Vienna. 33 17 aprile 1747: localizzazione dell’epicentro e 15 Il crollo di una casa come dramma collettivo in un degli effetti più gravi, elaborazione SGA. affresco di Giotto e suoi allievi, Basilica inferiore 34 Gubbio: chiesa e monastero di Sant’Ubaldo, di San Francesco, Assisi. Biblioteca del convento di Santa Maria degli 16 4 dicembre 1328: localizzazione degli effetti più Angeli. gravi classificati secondo la scala d’intensità MCS, 35 27 luglio 1751: localizzazione dell’epicentro e degli elaborazione SGA. effetti più gravi, elaborazione SGA. 17 Particolare del “Libro di preghiere” di Moisé Ben 36 Cronologia delle scosse della sequenza sismica di 345 Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Gualdo Tadino dal maggio 1751 al febbraio 1752, Rocchi 1982. elaborazione SGA. 60 Assisi, basilica superiore di San Francesco: rilievo 37 Frontespizio del trattato di Andrea Bina in pianta della parte verso il transetto della nava- sulle cause del terremoto del 1751, pubblicato a ta centrale, Rocchi 1982. Perugia nello stesso anno. 61 Assisi, basilica superiore di San Francesco: il crol- 38 Ricostruzione del sismoscopio lo dell’arco per il terremoto del 1997 in una foto a pendolo di Andrea Bina, Osservatorio sismolo- del febbraio 1998, foto SGA. gico di Perugia. 62 Basilica di Santa Maria degli Angeli: disegno del 39 3 maggio 1785: epicentro crollo della navata centrale e di quella di sinistra e intensità degli effetti più gravi, elaborazione per il terremoto del 1832, Perilli 1842. SGA. 63 a-b Spello, casa Bocci prima e dopo il terremoto del 13 40 Serravalle di Chienti: antica strada di accesso al gennaio 1832 in due disegni anonimi, Conversini paese, foto SGA. 1989. 41 Relazione del tesoriere generale al papa Pio VI sui 64 13 gennaio 1832: epicentro e intensità degli effet- danni subiti dalla chiesa di San ti più gravi, elaborazione SGA. Martino per il terremoto del 1785, Archivio di 65 Cronologia delle scosse della sequenza sismica Stato di Roma. della Valle del Topino dal 27 ottobre 1831 al 19 42 Sellano, chiesa di San Francesco: gli effetti subiti aprile 1832, elaborazione SGA. per le scosse del settembre-ottobre 1997, foto 66 Cesena, santuario di Santa Maria del Monte: ex SGA. voto del cantante cesenate Paolo Soglia, 43 Sellano, chiesa di Santa Maria Assunta: gli effetti Santuario di Santa Maria del Monte. subiti per le scosse del settembre-ottobre 1997, 67 Foligno, chiesa di Sant’Agostino: due particolari foto SGA. del quadro a olio dipinto dopo il terremoto del 13 44 Casenove, effetti delle scosse del settembre-otto- gennaio 1832, Chiesa di Sant’Agostino. bre 1997 su un vecchio edificio, foto SGA. 68-69 Basilica di Santa Maria degli Angeli: disegni dei 45 11 ottobre 1791: localizzazione dell’epicentro e ponteggi per la ricostruzione del coro e della nava- degli effetti più gravi, elaborazione SGA. ta sinistra della basilica crollata per il terremoto 46 Serrone, chiesa di San Felice: i ponteggi che del 1832, Archivio della Porziuncola di Santa sostengono la chiesa e l’annessa casa parrochiale, Maria degli Angeli. danneggiate dalle scosse del settembre-ottobre 70 Basilica di Santa Maria degli Angeli: sezione tra- 1997, foto SGA. sversale disegnata da Luigi Poletti, dopo il terre- 47 Serrone: grandi speroni realizzati come interventi moto del 1832, Biblioteca Civica di Stori del- di ripristino dei danni del terremoto del 1791, foto l’arte “Luigi Poletti” di Modena. SGA. 71 4 dicembre 1832: epicentro e intensità degli effet- 48 Villa Magina, chiesa parrocchiale: crolli parziali e ti più gravi, elaborazione SGA. puntellamenti a causa delle scosse del settembre- 72 14 febbraio 1838: localizzazione dell’epicentro e ottobre 1997, foto SGA. degli effetti più gravi, elaborazione SGA. 49-50 Esempi di “palombare” in alcuni disegni del XVI 73 5 agosto 1838: epicentro e intensità degli effetti secolo, Biblioteca Augusta di Perugia. più gravi, elaborazione SGA. 51-52 Esempi di “palombare” in alcuni disegni del XVI 74 12 febbraio 1854: localizzazione dell’epicentro e secolo, Biblioteca Augusta di Perugia. degli effetti più gravi, elaborazione SGA. 53 Camerino: la chiesa cattedrale prima delle distru- 75-76 Basilica di Santa Maria degli Angeli: sezione tra- zioni del terremoto del 1799, Lo stato di tutti i sversale e pianta disegnate da Giovanni Battista paesi e popoli del mondo, Venezia 1757. Tiberi, dopo il terremoto del 1854, Archivio della 54 28 luglio 1799: localizzazione dell’epicentro e degli Porziuncola di Santa Maria degli Angeli. effetti più gravi, elaborazione SGA. 77 22 agosto 1859: localizzazione dell’epicentro e 55 Camerino, chiesa di San Venanzio: pianta del pro- degli effetti più gravi, elaborazione SGA. getto di ricostruzione di Luigi Poletti, Furiozzi 78 Norcia, chiesa di San Benedetto e palazzo comu- 1979. nale, danneggiati dal terremoto del 22 agosto 56 Camerino, chiesa di San Venanzio: progetto di 1859, in una grande e preziosa fotografia di Robert ricostruzione in una lettera di Luigi Poletti al mar- Macpherson, Istituto Centrale per il Catalogo e chese Amico Ricci, Biblioteca Comunale “Mozzi- la Documentazione. Borgetti” di Macerata. 79 Norcia, casa Cipriani danneggiata dal terremoto 57 3 settembre 1815: localizzazione dell’epicentro e del 1859, in una fotografia di Robert Macpherson, degli effetti più gravi, elaborazione SGA. Biblioteca Civica di Storia dell’arte “Luigi 58 Verbale del consiglio del comune di Norcia del 19 Poletti” di Modena. novembre 1815, Archivio Storico Comunale di 80 Norcia, chiesa di San Benedetto e palazzo comu- Norcia. nale, Studio 27, Norcia. 59 Assisi, basilica superiore di San Francesco, sotto- 81 Norcia: versione manoscritta delle disposizioni 346 tetto della navata centrale visto dall’abside, edilizie elaborate dal geologo Arcangelo Secchi e Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

dall’architetto Luigi Poletti per la ricostruzione degli effetti più gravi, elaborazione SGA. edilizia dopo il terremoto del 1859, Archivio 106-109 Campagna di Gubbio: tipologia di danni nell’edili- Storico Comunale di Norcia. zia rurale causati dal terremoto del 29 aprile 1984, 82 Norcia: progetto di Luigi Poletti per la realizzazio- foto SGA. ne del Borgo Pio, Biblioteca Civica di Storia del- 110 Settembre-ottobre 1997: le prime scosse più forti l’arte “Luigi Poletti” di Modena. e i relativi epicentri (in ore locali) elaborazione 83 15 settembre 1878: localizzazione dell’epicentro e SGA. degli effetti più gravi, elaborazione SGA. 111 Foligno: il “Torrino”, la torre campanaria alla som- 84 23 febbraio 1879: localizzazione dell’epicentro e mità dell’edificio comunale, prima del crollo totale degli effetti più gravi, elaborazione SGA. foto Protezione Civile. 85 Fronte e retro di una “cartolina macrosismica” 112 Foligno: il “Torrino”, la torre campanaria alla som- relativa agli effetti del terremoto del 23 febbraio mità dell’edificio comunale, prima del crollo tota- 1879 a Poggio Mirteto, Archivio dell’Ufficio le, foto Protezione Civile. Centrale di Ecologia Agraria, Roma. 113 Collecurti (Serravalle del Chienti): l’abitato deva- 86 Descrizione degli effetti delle scosse del 1898 a stato dal terremoto, foto Protezione Civile. Sellano, in una lettera dell’insegnante Giulio 114 Nocera Umbra: i primi insediamenti per fronteg- Robbi, Archivio dell’Ufficio Centrale di giare l’emergenza, foto Protezione Civile. Ecologia Agraria, Roma. 115 La logistica per gli interventi della Croce Rossa, 87 25 agosto 1898: epicentro e intensità degli effetti foto Protezione Civile. più gravi, elaborazione SGA. 116 Cesi: effetti differenziati entro l’incasato, foto 88 15 marzo 1915: epicentro e intensità degli effetti Protezione Civile. più gravi, elaborazione SGA. 117-118 Nocera Umbra: alcuni degli ingenti danni all’edili- 89 Carta semplificata degli effetti del terremoto del zia antica, foto Protezione Civile. 13 gennaio 1915, elaborazione SGA. 119 Crolli in una chiesetta medievale, foto Protezione 90 2 dicembre 1974: epicentro e intensità degli effet- Civile. ti più gravi, elaborazione SGA. 120 Assisi: la Basilica di S.Francesco e il sacro 91 San Marco: danni causati dal terremoto del 19 set- Convento in una incisione del Settecento, foto tembre 1979, Pietro Crocchioni, Perugia. Protezione Civile. 92 Norcia: case puntellate in via Anicia dopo il terre- 121 Assisi: Basilica Superiore. Il grande crollo messo moto del 19 settembre 1979, Studio 27, Norcia. in sicurezza, foto Protezione Civile 93 Norcia, chiesa di San Benedetto: il pinnacolo 122-123 Assisi: Basilica Superiore. Alcune fasi della ricom- destro della facciata è ruotato per effetto del ter- posizione degli affreschi, foto Protezione Civile. remoto del 19 settembre 1979, Studio 27, Norcia. 119 Assisi: Basilica Superiore. Una fase 94 Norcia, torre Castellana fuori Porta Ascolana: del restauro, foto Protezione Civile. danni causati dal terremoto del 19 settembre 1979, Studio 27, Norcia. 95 Legogne, chiesa di San Martino: l’abside e il cam- panile puntellati dopo il terremoto del 19 settem- bre 1979, Studio 27, Norcia. 96 Santuario della Madonna della Neve (nei pressi di Cascia): crollo a causa del terremoto del 19 set- tembre 1979, Pietro Crocchioni, Perugia. 97 19 settembre 1979: localizzazione dell’epicentro e degli effetti più gravi, elaborazione SGA. 98 Fiano d’Abeto: alcuni crolli parziali nelle parti alte degli edifici del paese per il terremoto del 19 set- tembre 1979, Studio 27, Norcia. 99 Terzone San Pietro (Rieti), crollo della navata cen- trale della chiesa di San Pietro in Cellis per il ter- remoto del 19 settembre 1979, foto SGA. 100 Norcia dopo il terremoto del 19 settembre 1979: ricostruzione della torre dell’orologio del palazzo comunale, Studio 27, Norcia. 101 Norcia dopo il terremoto del 19 settembre 1979: un’ulteriore ricostruzione del portico della chiesa di San Benedetto, Studio 27, Norcia. 102-104 Campagna di Gubbio: tipologia di danni nell’edili- zia rurale causati dal terremoto del 29 aprile 1984, foto SGA. 105 29 aprile 1984: localizzazione dell’epicentro e 347

Elenco delle carte, delle figure e referenze iconografiche Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

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Bibliografia Permission to use this file is granted subject to full acknowledgement of the source in the form available at this LINK and of the following reference: Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, in collaborazione con Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Sergio Castenetto, Dante Mariotti e Gianluca Valensise - I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano, dal I secolo a.C. al 2000. DPC, INGV e SGA Storia Geofisica Ambiente, Roma-Bologna 2007, ISBN-13: 978-88-85213-12-8, 347 pp.

Finito di stampare nel mese di agosto 2007 da Tipografia Finiguerra