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OSSERVATORIO GEOFISICO SPEitiMENT.ALE:DI l\dACERATA
GRUPPO NAZIO'NALÉ REGIONE ABRUZZO PER LA DIFESA DAI TERRÈMOTI/CNR
Sismicità d eli' area aquilano•terall!an;a dali' analisi "attraverso i catal~·ghli't ·
G. Monachesi *e V. Castelli**
con la collaborazione di P. Albini + e R. Camassi ++
* Osservatorio Geofisico Sperimentale - Macerata ** Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti/CNR, ·presso l'Osservatorio Geofisico Sperimentale di M~m · · + Istituto per la Geofisica della Litosfera/CNR - Milano . ++ Gruppo.Nazionale per la Difesa dai Terr~moti/CNR, presso.Istìllito. di Tojjografia e Geodesia d~H'Univetsità ·- di .Bologna · OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE DI MACERATA
REGIONE ABRUZZO GRUPPO NAZIONALE PER LA DIFESA DAI TERREMOTI/CNR
Sismicità dell'area aquilano-teramana dall'analisi "attraverso i cataloghi"
Indice
l. Introduzione 1.1 La metodologia 1.2 Struttura del rapporto tecnico 1.2.1 Le relazioni di sintesi 1.2.2 I terremoti del 1703 di Norcia-L'Aquila
2. Il contesto sismico e i terremoti investigati 2.1 La sismicità dell'area nell'analisi del catalogo PFG/CNR 2.2 Elenco dei terremoti in studio
3. Analisi attraverso i cataloghi 3.1 I terremoti del 1461/62 (area epicentrale: L'Aquila) 3.2 Il terremoto del 1480 (area epicentrale: Campli) 3.3 Il terremoto dell'll/12 aprile 1498 (area epicentrale: L'Aquila ) 3.4 Il terremoti dell'ottobre 1639 (area epicentrale: Amatrice) 3.5 Il terremoto del 1672 (area epicentrale: Amatrice) 3.6 Il terremoto del 1762 (area epicentrale: Poggio Picenze) 3.7 I terremoti del 1785/1786 (area epicentrale: Piediluco) 3.8 I terremoti del luglio/ottobre 1786 (area epicentrale: San Demetdo) 3.9 Il terremoto del gennaio 1791 (area epicentrale: Lucoli) 3.10 I terremoti del 5 settembre 1950 (area epicentrale: Campotosto) 3.11 I terremoti del 24 giugno 1958 (area epicentrale: L'Aquila)
4. Gli effetti dei terremoti del 1703 nel terdtorio aquilano - teramano. Progetto di ricerca 4.1 I terremoti del 1703 (area epicentrale: Norcia-L'Aquila) 4.2 I terremoti del 1703 negli studi sismologici recenti 4.3 Cenni sulla situazione politico - amministrativa dell'Italia centrale tra la fine del XVII e i primi del XVIII secolo 4.3.1 Lo Stato della Chiesa 4.3.2 TI Regno di Napoli 4.4 Il territorio aquilano-teramano nel 1703 4.4.1 Struttura politico - amministrativa 4.4.2 Struttura ecclesiastica 4.5 Fonti 4.5.1 Fonti documentarie 4.5.1.1 Archivi di Stato 4.5.1.2 Archivi storici comunali 4.5.1.3 Archivi ecclesiastici 4.5.2 Fonti narrative 4.6 Cartografia storica
5 Elenco delle fonti individuate dall'analisi attraverso i cataloghi Introduzione 1.-3
tab l. - Cataloghi-filtro adottati per la revisione della sismicità dell'area aquilano teramana
Da Secinara F., 1652. Trattato universale di tutti li PA0100 terremoti occorsi e noti nel mondo, L'Aquila. origini- 1646 Italia, Europa, Mediterraneo
Bonito M., 1691. Terra Tremante ... , Napoli. PA0102 1600 a.C. - 1690 Europa, Mediterraneo
Soldani A., 1798. Relazione del terremoto accaduto in PA0106 Siena il dì 26 maggio 1798, Siena. 1294- 1798 Siena, Toscana
Hoff, K.E.A. von, 1840-1841. Chronik der Erdbeben und PA0108 Vulkan-Ausbriiche, Gotha. 3460 a.C. - 1759 Mondo
Pilla L., 1846. Principali tremuoti avvenuti in tempi PA0109 storici in Toscana. In: !storia del tremuoto che ha 991 - 1846 devastato i paesi della costa toscana il 14 agosto 1846, Toscana Pisa, 195-217.
Perrey A., 1848. Mémoire sur les tremblements de terre PA0110 de la péninsule italique. Mémoires couronnés et 325- 1847 mémoires des savant étrangers, Academie Royale de Italia Belgique, XXII.
Guarini F., 1880. I terremoti a Forlì in varie epoche, PA0115 Forlì. 1087- 1879 Forlì
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De Rossi M. S. (ed.), 1889. Documenti raccolti dal PA0124 defunto conte Antonio Malvasia per la storia dei 603- 1861 terremoti massime d'Italia, Memorie della Pontificia Italia, Bologna Accademia dei Nuovi Lincei, V, 169-289, Roma.
Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Introduzione 1.-4
Kispatich M., 1891. Potresi u Hrvatskoj, Zagreb. PA0161 361- 1880 Croazia
Giovannozzi G., 1895a. I terremoti storici mugellani, Le PA0126 serate italiane, Il, XV, Firenze 1335- 1890 Mugello
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Taramelli T., 1896. Dei terremoti di Spoleto dell'anno PA0129 1895 con catalogo dei terremoti storici nella valle umbra 217 a.c.- 1895 compilato dal sig. prof. P.F. Corradi, Pavia. Spoleto, Umbria
Baratta M., 1899. Saggio dei materiali per una storia dei PA0134 fenomeni sismici avvenuti in Italia raccolti dal Prof. 522- 1871 Michele Stefano de Rossi, Bollettino della Società Italia Geologica Italiana, XVIIT, 432-460.
Baratta M., 1901. I terremoti d'Italia, Torino. PA0137 l - 1899 Italia
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Montandon F., 1953. Les tremblements de terre PA0150 destructeurs en Europe, Geneve. 1000- 1940 Europa
Gardellini P., Spadea M.C., 1980. Bibliografia PA0154 sismologica delle regioni italiane, Roma. 37- 1976 Italia
Coccia F., 1982. Bibliografia sismica della Toscana. In: PA0155 Attività sismica in Toscana durante il cinquantennio XI- 1980 1930-1980, Prato, pp. 301-334. Toscana
Ribaric V., 1982. Seismicity of Slovenia. Catalogue of PA0162 earthquakes (792-1981), Ljubljana. 792- 1981 Slovenia
Osservatorio GeofiSico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Introduzione 1.-5
L'operazione di "analisi attraverso i cataloghi" dei terremoti oggetto di studio è stata strutturata secondo le seguenti fasi: - analisi critica dello studio/i fonte del Catalogo. Fino al 1899 questa fonte è quasi esclusivamente Baratta (1901). L'obiettivo di questa fase è quello di ricostruire e comprendere il percorso compiuto dal compilatore del Catalogo nella parametrizzazione dell'evento; - estrazione dai "cataloghi-filtro" di tutte le fonti citate in relazione al terremoto d'interesse e ricostruzione dei rapporti di filiazione esistenti tra di loro, in base a quanto specificato dai repertori e dalle fonti stesse. L'obiettivo di questa fase è quello di individuare informazioni non utilizzate dal compilatore del Catalogo; - raccolta e analisi critica di tutte le fonti individuate attraverso il procedimento descritto e identificazione delle fonti "principali". Si definiscono "principali" le fonti considerate più affidabili e/o che forniscano notizie uniche, relative cioè a circostanze non attestate da altre fonti. L'obiettivo di questa fase è quello di ripristinare nel formato originale e più attendibile tutte le informazioni individuate; - costruzione di una tabella comparativa località/fonti/notizie, a partire dalla quale vengono redatte la tabella località/intensità e la carta delle intensità del terremoto d'interesse. Nei casi in cui il recupero delle fonti originali delle notizie sia risultato impossibile o l'unica fonte principale sia stata giudicata poco 'affidabile', sono state svolte ricerche supplementari consistenti nello spoglio mirato di repertori informativi bibliografici (non sismologici) scelti con criteri diversi, caso per caso. La procedura descritta non è applicabile alla revisione dei terremoti verificatisi nel periodo posteriore al 1880, in quanto più o meno a partire da questa data l'apporto informativo dei cataloghi-filtro subisce un drastico ridimensionamento rispetto a quello di compilazioni di diverso tipo (bollettini macrosismici, registrazioni strumentali etc.), la cui base informativa originale non è facilmente raggiungibile o disponibile. Di conseguenza, per quanto riguarda i due terremoti di Campotosto del 5 settembre 1950 e di L'Aquila del 24 giugno 1958, è stata adottata una metodologia di analisi semplificata, consistente nella rilettura critica degli studi-base del Catalogo (ad esclusione di quanto risultasse non disponibile perché inedito).
1.2 Struttura del rapporto tecnico
Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Introduzione 1.-6
Il rapporto tecnico è composto da: un capitolo introduttivo sulla sismicità dell'area investigata, corredato da un elenco dei terremoti in studio (cap. 2); relazioni di sintesi dei risultati conseguiti (cap. 3); un capitolo dedicato ai risultati della ricerca sui terremoti di Norcia-L'Aquila del 1703 e ad un'ipotesi di ricerca per la ricostruzione degli effetti di questi ultimi (cap. 4); l'elenco delle fonti individuate dall'analisi attraverso i cataloghi (cap. 5).
1.2.1. Le relazioni di sintesi Per le relazioni di sintesi dei risultati delle analisi dei terremoti studiati è stata adottata una struttura che riprende le fasi della "analisi attraverso i cataloghi" e ne espone gli aspetti più significativi. Nell'intento di rendere quanto più possibile trasparente il percorso compiuto, viene riservato ampio spazio all'analisi critica delle fonti, all'esposizione dei problemi inte~pretativi affrontati e alla descrizione delle ricerche supplementari svolte, in quanto elementi ritenuti indispensabili per la qualificazione del lavoro svolto e delle conclusioni raggiunte. I dati ricavati vengono esposti analiticamente e riassunti poi in una tabella località/intensità per ogni evento individuato. La tabella località/intensità è così strutturata:
Località Pr Località citata Coordinate I nome 'riconosciuto' sigla pro v. nome citato dalle fonti principali int. 'osservata'
Nei campi "Località" e "Coordinate" vengono riportati il nome della località e le coordinate, standardizzati in base al sistema di riferimento geografico adottato dal G.d.L. 1.2.2. (file "località ENEL" fornito nel 1979 da ENEL al PFG/CNR). I nomi e le coordinate delle località citate dalle fonti e non riconosciute all'interno del file ENEL sono stati desunti dalle tavolette al 25.000 dell'Istituto Geografico Militare e evidenziati in tabella mediante un asterisco. I campi "Località" e "Coordinate" non sono stati compilati nel caso in cui le località citate dalle fonti non siano state riconosciute all'interno del file ENEL, e neppure attraverso la consultazione delle tavolette al 25.000, della cartografia storica coeva o di testi di toponomastica storica. Nel campo "Località citata" viene riportato il nome citato dalle fonti principali segnalate nel testo della relazione.
Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Introduzione 1.-7
La relazione si conclude con l'analisi critica dei parametri focali riportati nel Catalogo e con una sintesi delle modifiche proposte al Catalogo stesso. La bibliografia di ciascuna relazione riporta esclusivamente i testi citati nella relazione stessa. L'elenco generale delle fonti individuate mediante "analisi attraverso i cataloghi" viene fornito nella parte conclusiva del rapporto.
1.2.2. I terremoti del 1703 di Norcia-L'Aquila La sequenza di terremoti verificatisi tra il gennaio e il febbraio 1703 è la più significativa catastrofe sismica conosciuta per una rilevante porzione dell'Italia centrale. Lo studio di questi terremoti esige quindi l'avvio di un programma di ricerche di tali proporzioni e complessità da non poter essere affrontato se non ad un livello nazionale. In considerazione di ciò, la ricerca sui terremoti del 1703, svolta per conto della Regione Abruzzo, non può ~ealisticamente proporsi che un obiettivo relativamente minimo. Pertanto, concordemente con i responsabili del G.d.L. 1.2.2 e del Servizio Protezione Civile della Regione Abruzzo, si è deciso di procedere all'esecuzione di una parte dell'imponente lavoro preparatorio richiesto dall'analisi di questi terremoti. L'attività è stata pertanto finalizzata al riordino della cospicua bibliografia citata dai cataloghi-filtro e alla raccolta delle informazioni in essa citate relativamente alle località dell'area aquilano-teramana. Inoltre sono stati raccolti e classificati gli studi sismologici recenti dedicati ai terremoti del 1703 ed è stato redatto un progetto di ricerca finalizzato alla ricostruzione dell'accaduto nel territorio 'regionale'. Il progetto prende l'avvio da una breve analisi del panorama storico-istituzionale del territorio d'interesse all'inizio del Settecento, proponendosi i seguenti obiettivi: analisi delle strutture amministrative laiche ed ecclesiastiche presenti/aventi competenza sull'area aquilano-teramana e in quanto tali potenziali produttori/raccoglitori di notizie su questa area; redazione di un elenco di fonti documentarie, fonti narrative e studi potenzialmente utili per la ricostruzione degli effetti dei terremoti di Norcia L'Aquila del 1703 in area aquilano-teramana; compilazione di una bibliografia di cartografia storica originale e/o ricostruita da utilizzare come strumento di corredo nella ricostruzione dei terremoti di Norcia L'Aquila del 1703.
Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Introduzione 1.-8
Bibliografia
Bellani A. e Stucchi M., 1991. Inventario della base informativa disponibile per i terremoti con lo ~ VII-VIII (1000-1880). Rapporto interno GNDT, Milano.
Postpischl D., ed., 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quaderni della Ricerca Scientifica, 114 2B, Bologna.
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Stucchi M., 1991. Verso una razionalizzazione della base di dati macrosismici. In: P. Albini e M. S. Barbano (edd.), Atti del convegno CNR-GNDT, Pisa, 25-27 giugno 1990, 2, Bologna.
Hanno collaborato alle ricerche: - Fiammetta Chiurazzi, Flavia Mandrelli, Paola Milone, Maurizio Nati, Nazzareno Vasapollo, Massimo Frapiccini; - I ricercatori afferenti ad alcune Unità di Ricerca del G.d.L. 1.2.2; tra questi in particolare: Daniela Bellettati (U. R. Milano 1), Guido Martini (U. R. Roma 1), Diego Molin e Laura Mucci (U. R. Roma 2).
Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... 2. Il contesto sismico e i terremoti investigati
2.1 La sismicità dell'area nell'analisi del catalogo PFG/CNR Allo scopo di ottenere un primo quadro della sismicità dell'area in esame, sono stati analizzati i dati del Catalogo per un ampia area rettangolare, con i vertici nei punti di coordinate 42° 15'-13° 00'; 43° 00'-15° 00' e comprendente il territorio in studio (Fig. 1). Per questa area il catalogo segnala 3.169 eventi, la cui distribuzione per intensità epicentrale è visibile in Fig. 2.
909 900 800 700
;:; 600 c Q) ~ 500 o ~ Q) 400 E ::s z 300 200 100 o 4 o 6 l ('\l
Intensità epicentrale
Fig. 2 -Numero degli eventi per intensità epicentrale (da Postpischl, 1985a)
I 2/3 dei record del Catalogo provengono direttamente dal catalogo ENEL ( 1977). l 07 4 record sono nuove segnalazioni o correzioni apportate al catalogo ENEL nell'ambito delle attività del PFG/CNR. Tra i l 07 4 record 661 sono stati estratti dal Bollettino sismico dell'Istituto Nazionale di Geofisica (ING) e 412 provengono dall'inedito Catalogo del Lazio (Dell'Olio e Molin, 1980). Circa 800 record del Catalogo senza indicazione di intensità epicentrale (Io) si riferiscono ad eventi definiti dai soli dati strumentali. Tra questi 726 sono segnalati dal Bollettino sismico dell'ING e in gran parte riferiti al territorio di Norcia-Cascia, 130
Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... @ o
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o o o o 'P o @ o TERA~t>.@ O o
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o ~
12. 13" O km so
SCALA 1:1000000
Fig. l -Distribuzione degli eventi con Io~ V (da Postpischl, 1985)
~ -·· ;...... ~ .....:~ ·. ~,...... Contesto sismico 2-2 provengono dall'inedito catalogo del Lazio e in gran parte riferiti al territorio di Temi Rieti. Tranne 279 record -per lo più riferiti ad eventi del XX secolo -rivisti nell'ambito delle attività del PFG/CNR, solo per gli eventi riportati in tab. l è stata pubblicata una carta delle intensità (Postpischl, 1985b) corredata da un testo che sostiene le modifiche apportate al record originale ENEL.
tab. l - Record per i quali è disponibile una carta delle intensità in Postpischl, 1985b.
N. Anno M G Ora m s Lat Lon A t Iep. Bib Cod 238 1349 01 22 18 - 4221 1324 3 10 510 8 1284 1703 01 14 18 - 4240 1310 3 10 510 A23 1285 1703 01 16 13 - 4230 1315 3 8 510 2354 1291 1703 02 02 10 - 4225 1315 3 9 510 235 16616 1898 06 27 23 38 42 4224 1254 3 8 510 A 32283 1943 10 03 08 28 29 4255 1340 3 8 510 3
La frequenza degli eventi in funzione del tempo (Fig. 3) evidenzia la presenza di terremoti con Io > 8 tra gli anni 1298 e il XIX secolo; mentre la distribuzione degli eventi con Io = 8 si presenta piuttosto regolare a partire dall'anno 1600 circa.
1298 1328 1349 1461 1639 1703 10 9/10 9 8/9 8
1200 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900 Anni
Fig. 3 - Frequenza degli eventi nel tempo
Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Contesto sismico 2-3
La carta della distribuzione degli eventi (Fig. 4) mostra una sismicità concentrata nella fascia montuosa compresa tra i territori di Norcia, Rieti e L'Aquila; i quadranti orientali del territorio esaminato presentano una scarsa attività sismica.
Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... o o o o o o Q o o o o 00 o @ o o o o 00 0_1480 o @ o- ~
TERAMO o
o @
1703 @
oo o o
30' 30'
O km 25 Va l MI N ::: 3. 5 ---===-~===-• SCALA 1:500000
Fig. 4 - Distribuzione degli eventi con Io ~ V nell'area aquilano-teramana (da Postpischl, 1985) Contesto sismico 2.-4
2.2 Elenco dei terremoti in studio Come ricordato nell'introduzione, obiettivo della convenzione è la revisione dei terremoti più significativi per l'area aquilano-teramana. L'estrazione dal Catalogo ha portato alla formazione di un elenco di quei terremoti che potevano aver prodotto effetti non inferiori al grado VII MCS nel territorio compreso tra le località di L'Aquila e Teramo. La scelta dei terremoti da investigare è stata compiuta sia tenendo conto dei risultati di una breve analisi preliminare delle informazioni riportate nelle fonti del Catalogo sia delle attività già avviate nell'ambito del G.d.L. 1.2.2. L'elenco dei terremoti selezionati è riportato di seguito in una tabella di sintesi, che riprende il formato adottato in Bellani e Stucchi (1991). Scopo della tabella è di fornire un quadro della base informativa sismologica relativa ai terremoti di interesse. La tabella evidenzia, limitatamente ad alcuni cataloghi, per quali record sia disponibile la carta di intensità da cui il record stesso è (presumibilmente) stato estratto e, simmetricamente, quali carte di intensità abbiano o possano generare record di catalogo; a tal fine sono stati separati i dati relativi ai . . cataloghi parametrici (Sezione cataloghi) da quelli relativi agli studi della distribuzione degli effetti (Sezione carte di intensità) in modo da raggruppare le informazioni relative agli stessi eventi (più studi e più record di catalogo). Le informazioni disponibili sono state disposte "attorno" alla riga del record semplificato PFG secondo un criterio cronologico. Su righe precedenti il record PFG sono state collocate le elaborazioni anteriori al 1985, su righe seguenti le elaborazioni successi ve. Quando sulla stessa riga compaiono informazioni relative ad entrambe le sezioni, ciò significa che la parte "catalogo" della riga procede in modo esplicito dalla parte "carte di intensità". I campi prescelti per la sezione cataloghi sono: N numero d'ordine degli eventi tralli da PFG Data data dell'evento cosi come indicata dallo studio da cui è tratta Ora ora dell'evento cosi come indicata dallo studio da cui è tratta Lat latitudine dell'epicentro (gradi e minuti) Lon longitudine dell'epicentro (gradi e minuti) Ac attendibilità delle coordinate epicentrali, secondo i codici EneVPFG Cod codice di correzione (introdotto da PFG) Bib riferimento bibliografico, secondo i codici EneVPFG I o intensità epicentrale
I campi prescelti per la sezione carte di intensità sono: Imax intensità massima della carta di intensità Imin intensità minima della carta di intensità
Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Contesto sismico 2-5
numero totale di punti della carta di intensità. Vengono conteggiati soltanto i punti con assegnazione di intensità esplicita e riferiti a località identificabili con un punto (quindi sono esclusi F, ecc.) Ps numero di punti della carta di intensità con ~5
-,. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Contesto sismico 2-6
Area epic. area di maggior danneggiamento (attenzione! per i record PFG è stata mantenuta la dizione originale che corrisponde per Io~VIII al nome della tavoletta IGM in cui cade l'epicentro mentre per Io~IX era stata conservata la denominazione del record Enel) Iso indica la disponibilità di isosisme (Y = sl, N = no) Studio/Raccolta citazione bibliografica sintetica dello studio/raccolta in cui è contenuta la carta di intensità. Note commenti URrif Sigla della UR "responsabile" del gruppo di eventi; le sigle usate sono le seguenti: M C Osservatorio Geofisico Sperimentale, Macerata; resp. G. Monachesi RM l ENEA - AMB/MON/EVEN, Roma; resp. C. Margottini RM 2 ENEA - AMB/MON, Roma; resp. D. Molin D natura dell'elaborato, che può essere classificato come: P =pubblicazione; R =rapporto, preprint
La tabella segnala anche gli eventi del 3 dicembre 1315 (area epicentrale: Paganica), del 22 gennaio 1349 (area epicentrale L'Aquila) e del 3 novembre 1706 (area epicentrale: Maiella), la cui revisione è in corso a cura delle unità di ricerca RM l (responsabile C. Margottini) e RM2 (responsabile D. Molin). D'accordo con i responsabili del G.d.L. 1.2.2 e del Servizio .Protezione Civile della Regione Abruzzo, si è deciso di non procedere alla analisi dei ricordati terremoti, per i quali il G.d.L. 1.2.2 provvederà a rendere disponibili i risultati delle ricerche.
Bibliografia
Bellani A. e Stucchi M., 1991. Inventario della base informativa disponibile per i terremoti con Io ~ VII-VITI (1000-1880). Rapporto interno GNDT, Milano.
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Osservatorio GeofiSico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Contesto sismico 2-7
Postpischl, D., ed., 1985b. Atlas of isoseismal maps of italian earthquakes. Quaderni della Ricerca Scientifica, 114 2A, Bologna.
Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'arca aquilano-teramana ... SEZIONE CATALOGHI SEZIONE CARTE DIINTENSITA'
N Data Cna Lat Lon k C od Bib . lo lm.x~ Pt P5 Area Epicentrale Carte Iso Studic:VAacoolta Note URrl D 201 03/12/1315 - 42211330 4 000 75 8 Paganica FIA2 FIA2 238 22/01/1349 18 422113 24 3 8 510 10 10 7 15 15 L'Aquila y Spadea et al, 1965 a p 5 leemia FIA2 dubbio 239 09/09/1349 09 41331354 3 A:3 510 10 10 8 17 17 S.Eiia Fiumerapido y Spadea et aL, 1985 a p 09/09/1349 - 42 0013 45 10 8 8 6 6 Conversini et al .. 1990 Cl parziale p FIA2 FIA2 425 27/11/1461 21 42 2013 20 4 000 75 10 L'Aquila MC (REG. ABR., OOSM) 426 27/11/1461 23 42 2013 20 4 000 75 8 Lucoli MC (REG. ABR., OOSM) 431 03/0211462 422013 20 4 000 75 Lucoli MC 07/10/1639 00:30 42 381318 3 10 10516 21 21 Amatrice N Monachesi (ed.), 1987CI CIJI'rulatìva R MC (REG. ABR.. OOSM) 966 14/10/1639 00:30 42 381318 5 235 502 8 Amatrioe 42 3813 18 5 ? - -- - Amatrice N Monachesi (ed.), 1987 vedi rf>633 R MC (REG. ABR., OOSM) 969 17/10/1639 42 3813 18 5 35 502 8 Amatrioe 42 381318 5 ? -- • Amatrioe N Monachesi (ed.), 1987 vedi 0°633 R MC (REG. ABR. OOSMl M:: 1058 18/06/1672 18 42 3513 08 4 23 502 7 Montereale MC MC (AC) (REG. ABR., OOSM) 1296 15/02/1703 24 42 2412 52 4 235 502 7/8 Rieti MC (AC) (REG. ABR., OOSM) 1297 25/02/1703 18:30 42 301300 4 000 75 8 M. Tel'11lnillo 25/02/1703 20:30 42 4413 07 8 . - Alla Val Nerina N Conversini et al., 1990 vedi 0°1291 p MC (AC) (REG. ABR., OOSM) 1303 18/03/1703 • 42 2013 25 4 000 75 8 Lucoli MC (AC) (REG. ABR., OOSM) 1306 27/03/1703 • 75 8 Lucoli MC (AC) (REG. ABR., OOSM) 1310 08/04/1703 42 3013 00 4 000 75 7 M. Terminillo 08/04/1703 06:00 42 431301 8/9 . - Alla Val Nerina N Conversini ert al., 1990 vedi no 1291 p MC (AC) {REG. ABR. OOSM) M:: 1348 03/1111706 14 42001411 4 000 75 304 9110 Maìela 11 78 FIA1 1349 03/11/1706 20 42 0014 00 4 000 75 8 Pettorano FIA1 FIA 1 2144 06/10/1762 18 42 2013 30 4 000 75 9 Poggio Picenze MC (AC) (REG. ABR. OOSM) M:: 8 3 13 5 y Dell'Olio e Molin, 1980 R 4259 02/10/1785 21:15 42 3212 45 3 235 502 8 Labro MC (REG. ABR., OOSM) 7/8 1 1 Dell'Olio e Molin, 1980 R 4266 03/10/1785 23:30 42 3212 45 5 8 502 7/8 Labro MC(AC) 9 5 31 24 y Dell'Olio e Molin, 1980 R 4275 09/10/1785 04:15 42 3212 45 3 235 502 9 PiedHuco MC (REG. ABR., OOSM) 8 1 1 Dell'Olio e Molin, 1980 dubbio R 4285 13/10/1785 14 42 3512 45 6 A25 502 8 Temano MC (REG. ABR., OOSM) 718 1 1 Dell'Olio e Molin, 1980 R 4345 14/0111786 - 42 3712 46 5 8 502 118 FererwiNo MC(AC) 8 . 1 1 DeU'Oiio e Molin, 1980 R 4401 04/06/1786 09 42 3512 45 6 A15 502 8 Temano MC (AC) (REG. ABR., OOSM) 4417 31/07/1786 19:30 42 201330 4 000 75 8 s. Demetrio MC (AC) (REG. ABR., OOSM) 23/08/1786 6 S.Demetrio MC (AC) (REG. ABR., OOSM) 13/10/1786 7 S. Demetrio MC (AC) (REG. ABR., OOSM) 14/10/1786 7 S.Demetrio MC (AC) (REG. ABR., OOSM) 14/10/1786 7 S.Demetrio MC(AClCREG.ABR. OGSMl t.C 4611 01/1791 42 2013 25 4 000 75 8 Lucoli MC (AC) (REG. ABR. OGSM) dubbio t.C N Ora Lat Lon k Cod 8ib lo l !aw 1m Pt Ps Area Epicentrale Iso Studio/Raccolta Note UArf D 05/0911950 8 Carfl)Otosto 24/06/1958 8 L'Aquila I TERREMOTI DEL 1461/62 (Area epicentrale: L 'Aquila) Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del1461162- L'Aquila 3.1 - 2 I terremoti nelle fonti dei catalo~hi Questi terremoti sono descritti dal catalogo PFG (Postpischl ed., 1985) come una serie di otto eventi verificatisi tra il novembre 1461 e il febbraio 1462, localizzati nell'area aquilana. Al principale di questi eventi, verificatosi il 27 novembre 1461, viene attribuita un'intensità epicentrale del grado X MCS. La descrizione del terremoto nella fonte del Catalogo (Baratta, 1901) è molto particolareggiata per quanto riguarda gli effetti nella città dell'Aquila, mentre il quadro degli effetti nel territorio aquilano appare meno definito. Le indicazioni riguardanti l'area di risentimento del terremoto sono estremamente sintetiche. La descrizione di effetti a L'Aquila e nel suo territorio è una fedele parafrasi della relazione fattane dall'erudito abruzzese A. L. Antinori (sec. XVIII), che Baratta poté consultare nella trascrizione non integrale pubblicata da Casti (1887) e nella sintesi di Vittori (1896). L'analisi a partire dai cataloghi-filtro non consente di apportare alcuna significativa integrazione al quadro delle conoscenze proposto da Baratta. Infatti quasi tutti i cataloghi che citano l'evento fanno riferimento alle fonti citate da Baratta (1901) o a testi che si rifanno al Baratta stesso (Milne, 1911; Baratta, 1936). L'unico contributo aggiuntivo è quello di Perrey (1848), che cita alcune cronache quattrocentesche, non abruzzesi, pubblicate da L. A. Muratori nei Rerum Italicarum Scriptores (de Lignamine, sec. XV; Guerriero da Gubbio, sec. XV; Annales Forolivienses, sec. XV; della Pugliola, secc. XIV-XV; Palmieri, sec. XV). Queste cronache forniscono segnalazioni, brevi e generiche, senza aggiungere alcun dato nuovo né per quanto riguarda le località interessate (L'Aquila e Sant'Eusanio ), né per quanto riguarda la gravità degli effetti (generiche descrizioni di crolli e mortalità a L'Aquila). Baratta (1899) cita anche Ascoli Piceno in connessione con la data 1461: la notizia- non ripresa da Baratta (1901) -è però generica e di dubbia attendibilità, come si vedrà più avanti. Si segnala che Bonito (1691) non riporta eventi sismici nel 1461, ma cita Bardi (1581) per la segnalazione di un terremoto che avrebbe danneggiato 'il Sannio' nel 1462. Attualmente non si è in grado di valutare se questa segnalazione vada collegata al terremoto in studio (non sono rari i casi in cui le fonti 'abruzzesi' utilizzano la denominazione 'Sannio' per indicare l'Abruzzo) o se si tratti di un riferimento, con data sbagliata, al grande terremoto meridionale del 1456, non menzionato dal Bardi. Le pagine dedicate dall'Antinori al terremoto del 1461 sono la più organica descrizione attualmente disponibile: non è però possibile valutare quanto di essa sia una scrupolosa trascrizione delle numerose fonti citate e quanto sia frutto di interpretazione da parte dell'Antinori. Infatti - con l'eccezione della cronaca coeva di Francesco d'Angeluccio di Bazzano (sec. XV), del Necrologio teramano (sec. XV ?) [non ancora reperito, NdC] e degli Annali della città dell'Aquila (Cirillo, 1570) - tutte le Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 1461162- L'Aquila 3.1 - 3 fonti cronachistiche aquilane citate da Antinori (Cola di Buccio di Cola, sec. XV; Anonimo cronista aquilano, secc. XIII-XVI; Ricordi, o sia cronaca ... , secc .. XV -XVI; Crispo, sec. XVII; Rizi, sec. XVII) sembrano essere andate disperse o distrutte tra il XVIII e il XIX secolo (Pansa, 1902). La meno attendibile tra le superstiti fonti dell'Antinori appare Cirillo (1570) che, pur fornendo informazioni non dissimili da quelle di Francesco d'Angeluccio, antedata il terremoto al 4 dicembre 1452 e inserisce nella propria descrizione elementi (avvertimento in "tutto il Reame", morte di più di trentamila persone) che fanno ritenere estremamente probabile una contaminazione con dati relativi al grande terremoto meridionale del 5 dicembre 1456. Lo stesso Antinori, in una sua nota, ricorda che l'autore "non allega testimoni contemporanei" e che "quella numerazione [di 30000 morti, NdC] si fece per altra contingenza". Una verifica della correttezza con cui Antinori riporta le proprie fonti è stata condotta sulla cronaca di Francesco d'Angeluccio. In linea di massima si riscontrano una buona concordanza nella descrizione degli effetti e differenze nella cronologia delle repliche, come successivamente si vedrà in dettaglio. Per questi motivi si è deciso di considerare Antinori quale 'fonte privilegiata' per quanto riguarda tutti quei dati di cui non si è trovato sicuro riscontro in Francesco d'Angeluccio. Francesco d'Angeluccio e l'Antinori concordano sostanzialmente nel segnalare come maggiori due eventi: quello avvenuto "nella notte del venerdl dopo il dl de 27 sonate le cinque ore" che "( ... ) fece del molto danno e gettò a terra edifici anche cospicui di chiese e di case con morte di più persone in città e in contado e con caduta di molte campane dalle torri( ... )" e quello verificatosi due ore dopo"(... ) con impeto non minore del primo e fracassò maggior numero di fabbriche( ... )". Le fonti concordano nell'indicare l'Aquilano come area maggiormente danneggiata. Antinori, dopo aver fornito un quadro puntuale dei danni agli edifici ecclesiastici e ai principali edifici civili dell'Aquila, ricorda che: "( ... ) allo stato funesto della Città rovinata in tante parti, e guaste in tutte le altre, talché la quarta parte di essa restò adeguata al suolo, e le altre tre rotte, e lesionate, si aggiunse il non meno funesto del contado. In esso fu il danno ineguale giacché ne toccò il maggiore ai castelli di Sant'Eusanio, di Castelnuovo, di Onda, e del Poggio presso Picenza. Questo cadde quasi del tutto, nell'altro di Sant'Eusanio rovinarono tutte le case, e le chiese sicché non rimasero nepure le mura laterali in piedi né chiesa alcuna e vi morirono persone in più gran numero che altrove onde lo scrissero totalmente rovinato. Eguali furono i danni di Castelnuovo divenuto un mucchio di sassi, caduti anche i torrioni delle mura comuni colla morte di 28 persone, tutte native del luogo ( ... ) Nella Villa di Onda né tampoco restò casa impiedi ( ... )". La rilettura del testo originale antinoriano evidenzia infine che nella parafrasi di Baratta (1901) c'è un errore d'interpretazione ereditato da Vittori (1896). Questi Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 1461162- L'Aquila 3.1 - 4 afferma che a Teramo il terremoto "fu più violento che all'Aquila; rovinarono infatti in gran quantità gli edifici, tra cui le chiese di S. Francesco, S. Domenico e S. Bernardino". Il testo originale (Antinori, sec. XVIII) suona invece cosl: "In Teramo specialmente si fece menzione [corsivo del compilatore] di questo tremuoto, e si disse grande piucché altrove nell'Aquila per la grande strage degli uomini e per la rovina di molti palazzi e case da' fondamenti, le Chiese fra le altre di S. Francesco, di S. Domenico, di S. Bernardino (Necrologio teramano)". Antinori pone dunque l'accento sulla segnalazione del terremoto da parte di una fonte teramana (Necrologio teramano, sec. XV ?), che però indicherebbe l'Aquila come località maggiormente colpita (non è chiaro se e cosa la fonte dica a proposito di eventuali effetti nell'area teramana). I dati sul risentimento sono estremamente scarsi. Si ritiene attendibile l'informazione del diarista coevo dello Mastro (sec. XV) - citato da Baratta (1899) e ripreso da Baratta (1901) - che registra l'avvertimento di una scossa a Roma alle 3 di notte del 27 novembre. La divergenza tra questo orario e quelli citati dalle fonti aquilane può essere attribuita alla scarsa precisione dei sistemi quattrocenteschi di misura del tempo o ad una imprecisione nella segnalazione della fonte romana. Baratta afferma che il terremoto fu avvertito ad Ascoli Piceno, basandosi su di una cronaca ascolana conservata presso la Biblioteca Vaticana (Chronicon Asculanum, XV ?). Questa fonte, tuttavia, descrive soltanto gli effetti del terremoto a L'Aquila. Per gli scopi di questo studio si è deciso di assegnare comunque alla località di Ascoli Piceno un generico avvertimento. Per quanto riguarda il risentimento a Perugia non è stato possibile risalire alla fonte di Pellini (1664) da cui Baratta (1901) riprende la notizia. L'autore, che non cita le proprie fonti, riporta: "Vogliono ultimamente, che di quest'anno [1461 NdC], et nell'Aquila( ... ) et in Perugia fossero terremoti, ma che in quella ( ... ) molti danni ne seguissero, et in questa nessuno". Data la formulazione della notizia non è possibile capire se l'avvertimento a Perugia sia da mettere in relazione con il terremoto aquilano. Nel dubbio si è deciso di assegnare comunque a Perugia un generico avvertimento, effetto non discordante rispetto al quadro generale delle conoscenze acquisite. Buoni (1571) segnala, sulla scorta di un non meglio identificato Bertachino Leggista (secc. XV-XVI ?), un terremoto nel 1461 "molto rovinoso" in Puglia. Si è nel dubbio se interpretare la notizia come generico riferimento al terremoto del 27 novembre 1461 (''Puglia" potrebbe indicare, per metonimia, il Meridione) o come vera e propria segnalazione di un avvertimento in Puglia del terremoto stesso. La notizia è da verificare ulteriormente; si propone comunque l'inserimento di tale avvertimento nella tabella delle intensità. Il 16 novembre 1461 viene segnalata una scossa che non provocò danni. Questa notizia, non riportata da Francesco d'Angeluccio, proviene da una fonte oggi perduta: i Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del1461/62- L'Aquila 3.1 - 5 Ricordi (1461-1465) di Cola di Buccio di Cola (sec. XV) che, come si deduce dalle citazioni che ne fa l'Antinori, fu testimone oculare dei fatti narrati. n terremoto ebbe numerose repliche. Francesco d'Angeluccio scriveva infatti: "a di 11 de Decembre ( ••. )più di 100 assai più, e non finano d'essere". Una replica verificatasi il 4 dicembre 1461 è riportata da Antinori, sulla scorta di Cirillo (1570), come avvertita "per tutto il Reame". In effetti Cirillo, come già osservato, data al 4 dicembre la scossa principale del terremoto, quindi l'interpretazione proposta dall'Antinori non è giustificata. Per quanto riguarda le date delle repliche successive, Francesco d'Angeluccio racconta: "A dl17 de Dicembre 1461, a ore 8 de nocte revenne uno terramuto bono grande, che tucte le persone, ch'erano rannate a casa retornarono afare le logie (... ) cascaroce paricchie case de quelle ch'erano contaminate dallo primo terremoto, e le persone tucte stanno con gran paura( ... ) Negli anni 1462 a di 3 e a dl 4 de jennaro la nocte delli 3 di fo uno grosso terremoto, che rempagorio multo la gente e fo a ore 4 de nocte; e lu altro fo alli dicti 4 di, circa a ore 6 de nocte (... ) impagorio la gente (... )a di 27 de marzo lu venerdi in notte a ore otto, e quarti 3 de ora fo uno terramuto grande tanto, che ongni persona non remase in casa(... ) e più ne fo a dl un altro, e non fo si grande ma pure n'abe lu populu gran paura( ... )". Quelle sopra descritte sono le ultime scosse segnalate da Francesco d'Angeluccio; Antinori ne riporta alcune altre sulla scorta dei ricordi perduti di Cola di Buccio di Cola. Riguardo ad esse è possibile che si sia verificata una parziale sovrapposizione con le ultime informazioni fomite da Francesco d'Angeluccio. Infatti secondo Cola di Buccio (nella trascrizione Antinori) "Nella notte che segui [il giovedi della mezza quaresima, NdC] fu sentita scossa di tremuoto alle cinque ore, quindi un'altra alle nove, e una terza alle dodici, la seconda di esse fu grande molto e n'obbligò le persone a non restare in casa (... )". Infine la mattina "( ... )del 29 marzo( ... ) sulle quattordici ore si risentl nuova scossa seguita poi da due altre, ma la prima sl gagliarda che Niccolò di Buccio [Cola di Buccio di Cola. NdC] il quale si trovava in campagna si sentl sbalzare il terreno sotto i piedi( ... ) non avvennero rovine". Divergenti e poco precise le informazioni sul numero dei morti che oscillano complessivamente tra i 113 e i 150, di cui 60 - o forse 80 - a L'Aquila; mentre, nel territorio aquilano, le fonti, senza specificare cifre esatte, affermano che il maggior numero di vittime si ebbe nella località di Sant'Eusanio Forconese (AQ). Osservatorio Geoftsico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 1461162- L'Aquila 3.1 - 6 Tabelle delle intensità Sono disponibili le seguenti informazioni: 16 novembre 1461 ore -- Località Pr Località citata Coordinate I L'Aquila (Aquila) 42:21-13:24 5 Quale risultato del cumulo degli effetti dei due eventi del 26 novembre 1461 ore 22:30 e del27 novembre 1461 ore 00:30: Località Pr Località citata Coordinate I Castelnuovo AQ Castellio Novo; Castelnuovo 42:18-13:38 10 Onna AQ Onda 42:20-13:29 10 Poggio Picenze AQ Poggio presso Picenza; lu Pogio 42:19-13:32 10 Sant'Eusanio Forconese AQ Santo Sano 42:17-13:31 10 L'Aquila Aquila 42:21-13:24 9 Roma Roma 41:54-12:29 5 Perugia Perugia 43:06-13:23 <5 Ascoli Piceno Ascoli 42:51-13:35 F Teramo Teramo 42:40-13:42 F? Puglia F 17 dicembre 1461 ore 00 Località Pr Località citata Coordinate I L'Aquila (Aquila) 42:21-13:24 5-7 2 gennaio 1462 ore 21 Località Pr Località citata Coordinate I L'Aquila (Aquila) 42:21-13:24 5 3 gennaio 1462 ore 23 Località Pr Località citata Coordinate I L'Aquila (Aquila) 42:21-13:24 5 Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del1461162- L'Aquila 3.1 - 7 26 marzo 1462 ore 23:20 Località Pr Località citata Coordinate I L'Aquila (Aquila) 42:21-13:24 F 27 marzo 1462 ore 03 Località Pr Località citata Coordinate I L'Aquila (Aquila) 42:21-13:24 5 27 marzo 1462 ore 06 Località Pr Località citata Coordinate I L'Aquila (Aquila) 42:21-13:24 3-5 29 marzo 1462 ore 08 Località Pr Località citata Coordinate I L'Aquila (Aquila) 42:21-13:24 4-5 29 marzo 1462 (ore non citate ma successiva a quella delle ore 08) Località Pr Località citata Coordinate I L'Aquila (Aquila) 42:21-13:24 F 29 marzo 1462 (ore non citate ma successiva a quella delle ore 08) Località Pr Località citata Coordinate I L'Aquila (Aquila) 42:21-13:24 F Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del1461/62- L'Aquila 3.1 - 8 Consid~mzioni s:ui gm:am~tri d~l Cataloi:O n Catalogo riporta i seguenti parametri: N. Anno M G Ora m s Lat Lo n A t Iep. Bib Cod 424 1461 11 16 - 4220 1320 4 5 75 ()()() 425 1461 11 27 21 - 4220 1320 4 10 75 ()()() 426 1461 11 27 23 - 4220 1320 4 8 75 ()()() 427 1461 12 04 - 4220 1320 4 7 75 ()()() 428 1461 12 17 23 - 4220 1320 4 6 75 ()()() 429 1462 01 03 10 - 4220 1320 4 6 75 ()()() 430 1462 01 04 22 - 4220 1320 4 6 75 ()()() 431 1462 02 03 - 4220 1320 4 75 ()()() Rispetto alla parametrizzazione proposta dal Catalogo si segnala che: - l'area maggiormente colpita risulta compresa tra le località di Sant'Eusanio Forconese, Castelnuovo, Poggio Picenze e Onna; il baricentro delle località con I = l O viene calcolato nel punto di coordinate 42 19 N e 13 32 E, che viene pertanto proposto quale epicentro dell'evento principale; - si propone di assegnare le coordinate epicentrali dell'evento principale anche ai successivi risentimenti a L'Aquila e di associare loro la classe 5 di attendibilità; - gli orari citati nel Catalogo non sono risultati correttamente trasposti dal sistema orario all'italiana a quello attuale; - non si hanno elementi per datare al 4/12/1461 e al 3/2/1462 due scosse tra il centinaio di repliche che hanno seguito gli eventi principali e si propone pertanto la loro cancellazione dal Catalogo; - 6 eventi accaduti tra il 26 e il 29 marzo 1461 sono databili e vengono proposti per un inserimento in Catalogo. Pertanto si propongono le seguenti modifiche ai parametri del Catalogo: N. Anno M GOra m s La t Lo n A t lep. Bib Cod 424 1461 11 16 - 4219 13 32 5 5 651 A 425 1461 11 26 21 30 - 4219 13 32 3 10 651 A12 426 1461 11 26 23 30 - 4219 13 32 4 8 651 12 427 1461 12 04 - 4219 13 32 4 7 651 9 428 1461 12 16 23 - 4219 13 32 5 517 651 A125 429 1462 01 02 20 - 4219 13 32 5 5 651 A125 430 1462 01 03 22 - 4219 13 32 5 5 651 A15 431 1462 02 03 - 4219 13 32 5 651 9 - 1462 03 26 22 20 - 4219 13 32 5 F 651 8 - 1462 03 27 02 - 4219 13 32 5 5 651 8 - 1462 03 27 05 - 4219 13 32 5 3/5 651 8 - 1462 03 29 07 - 4219 13 32 5 4/5 651 8 - 1462 03 29 - 4219 13 32 5 F 651 8 - 1462 03 29 - 4219 13 32 5 F 651 8 -. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del1461162- L'Aquila 3.1 - 9 Bibliografia Annales Forolivienses, sec. XV. L. A. Muratori (ed.), RIS, XXII, Milano 1733. Anonimo cronista aquilano, secc. XIII-XVI (?). 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De-Antonis (ed.), Il Buonarroti. Scritti sopra le arti e le lettere di Benvenuto Gasparoni, continuati per cura di Enrico Narducci, 10: 63-13; 37-48; 109-119; 141-148. Francesco di Angeluccio di Bazzano, sec. XV. Cronaca delle cose dell'Aquila dall'anno 1436 all'anno 1485. L. A. Muratori (ed.), Antiquitates Italicae Medii Aevi, VI, Milano 1742. Guerriero da Gubbio (ser), sec. XV. Chronicon Eugubinum. L. A. Muratori (ed.), RIS, XXI, Milano 1732. Massonio S., 1594. Dialogo dell'origine della città dell'Aquila, Aquila. Milne J., 1911. A catalogue of destructive earthquakes, A. D. 7 to A. D. 1899, British Association for the advancement of Science, London. Necrologio teramano, sec. XV (?). Palmieri M., sec. XV. Opus de temporibus suis ab anno 1449 ad annum 1482. G. M. Tartini (ed.), RIS, I, Firenze 1748. Pansa G. (ed.), 1902, Quattro cronache e due diari inediti relativi ai fatti dell'Aquila dal sec. XIII al sec. 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Stato dell'Aquila e degli Abruzzi nei grandi periodi sismici del 1315, 1349 e 1461-62, Bollettino della Società Storica Abruzzese,Vlli, 16: 231-236. -. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... • Accumoli • Amatrice 5 L'AQUILA• o- .,. cv + Popoli • o N ~ 30' O km 25 SCALA 1:500000 0SSERVA TORIO GEOFISICO SPERIMENT Al.E . ~ACERATA v Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 20'- 13° 20' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 16 NOVEMBRE 1461 ORE • 42° 19' - 13° 32' <5 fJ PERUGIA \ l l F ASCOLI PlC NO• l l F? Ì\ TERAMO• L'AQUILA 9 o o N -""".·~~ ~ O n no f, o•l o 1 D Castelnuovo ·" l o l N ; ..:::- l l ~ l - ...... ROMA•' l 12" 30' 30 l 14" 30 l O km so SCALA 1:1000000 0sSERVA TORIO GEOflSICO SPERIMfu"'TALE MACERATA x Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 20' - 13 o 20' Terremoto del ì + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STIJDIO 26 NOVEMBRE 1461 ORE 21 3() 42° 19' - 13° 32' • Accumoli • Amatrice 5/7 ~ L'A QJ.J l LA o {'\J ... ~ + Popoli • . N ...::;- '30 l O km 25 SCALA 1:500000 0SSERVA TORIO GEOFISICO SPERIM.:Ez...'T ALE MACERATA V/VII Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso. i cataloghi" 42° 20'- 13° 20' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 16 DICEMBRE 1461 ORE 23 42° 19'- 13° 32' • Accumoli -o ~ • Amatrice 5 e L'AQ,UILA c -"l" + N Popoli • o (\J -::r 30' O km 25 SCALA 1:500000 OSSERVATORIO GEOFISICO S~TALE MACERATA v Sismicità dell'area aquilano-teramana .* FPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 20'- 13° 20' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 02 GENNAIO 1462 ORE 2 0 42° 19'- 13° 32' • Accumoli • Amatrice 5 e L' AOtUILA -o -~ + N Popoli • o C\J """" 30' O krn 25 SCALA 1:500000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTAlE MACERATA v Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOOO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 20' - 13° 20' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 03 GENNAIO 1462 ORE 2 2 42° 19'- 13° 32' • Accumoli • Amatrice F L'AQ.liiLA• -o orp· + (\/ Popoli • o N -:t" 30' O krn 25 SCALA 1:500000 OSSERVATORIO GEOflSICO SPERIMENTALE MACERATA F Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENfRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" Terremoto del + EPIC».'TRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 26 MARZO 1462 ORE 22 20 42° 19' - 13° 32' • Accumoli • Amatrice •5 L'AQJJILA o- .•. + (\J Popoli • o (\J ..::r 30' O km 25 SCALA 1:500000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTAlE MACERATA v Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 27 MARZO 1462 ORE 0 2 42° 19' - 13° 32' • Accumoli • Amatrice 3/5 L( AQUlLA• -o + N Popoli • 30 l O km 25 SCALA 1:500000 OSSERVATORIO liEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA III/V Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOOO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 27 MARZO 1462 ORE 0 5 42° 19' - 13° 32' -, • Accumoli - ..,..o • Amatrice •4/5 L'AQUILA o + N Popoli • o N ~ 30 l O km 25 SCALA---===--===-• 1:500000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA IV/V Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOOO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i catai o ghi" Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 29 MARZO 1462 ORE 07 42° 19'- 13° 32' • Accumoli • Amatrice F tt L'AQUILA C> + N Popoli • . N -::- 30' 25 SCALA 1:500000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA F Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i catai o ghi" Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STIJDIO 29 MARZO 1462 ORE • 42° 19' - 13° 32' • Accumoli • Amatrice F • - L'AQUILA o + C'Il Popoli • 30 l O krn 25 l SCALA 1:500000 OSSERVATORIO GEOFlSICO SPERIMENTALE MACERATA F Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENfRO DA CATALOGO PFG/CNR , dall'analisi "attraverso i cataloghi" Terremoto del + EPICENrRO PROPOSTO IN QUESTO STIJDIO 29 MARZO 1462 ORE • 42° 19' - 13° 32' IL TERREMOTO DEL 1480 (Area epicentrale: Campli) Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Il terremoto del 1480- Campli 32- 2 Il terremoto nelle fonti dei catalo~hi Questo terremoto è descritto dal catalogo PFG (Postpischl ed., 1985) come un evento sismico localizzato nelle vicinanze di Campli (TE), verificatosi nell'anno 1480. All'evento viene attribuita un'intensità epicentrale del grado VIII MCS. Baratta (1901), fonte del Catalogo, cita il proprio Saggio dei materiali ... (Baratta, 1899), affermando inoltre che la notizia originale del terremoto in studio proviene da una cronaca ascolana "della Biblioteca Vaticana". Baratta ( 1899) cita a più riprese due cronache ascolane manoscritte, una delle quali conservata presso la Biblioteca comunale di Ascoli Piceno e l'altra conservata presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. Nel caso del terremoto del 1480 la fonte di Baratta (1899) è il manoscritto di Ascoli Piceno; quanto al manoscritto vaticano, che non contiene alcun riferimento al terremoto in questione, si può ritenere che l'affermazione di Baratta (1901) sia frutto di una semplice distrazione. L'identificazione del manoscritto ascolano cui Baratta (1899) fa riferimento non è facile: la Biblioteca Civica di Ascoli Piceno possiede infatti numerose copie di Ùna 'cronaca ascolana', il cui testo-base è riconoscibile nelle diverse copie - redatte tra il tardo XVI secolo e i primi del Novecento - ciascuna delle quali presenta varianti più o meno significative. Dato che il testo della descrizione dell'evento del 1480 è risultato identico (eccettuati alcuni casi di modernizzazione del linguaggio) in tutte le copie consultate, ai fini di questa ricerca si è deciso di utilizzare la copia che, a un sommario esame paleografico, è sembrata più antica (fine del XVI - primi del XVII secolo) ossia il Libro delle memorie antiche della città di Ascoli (secc. XVI-XVII ?). Gli effetti del terremoto in studio sono genericamente riferiti ai territori di Monteprandone, Monsampolo e Spinetoli, tre località attualmente appartenenti alla provincia di Ascoli Piceno, poste in prossimità della costa adriatica al confine tra le Marche e l'Abruzzo. Baratta (1899) è l'unico dei cataloghi-filtro che segnala questo evento. Va notato però che Bonito (1691) - citando Antonio di Afeltro (sec. XVI ?) - riferisce di una scossa di terremoto che sarebbe stata avvertita durante l'occupazione turca di Otranto (agosto 1480) in concomitanza con la profanazione di alcune immagini sacre. Nei cataloghi-filtro non mancano riferimenti a catastrofici terremoti del 1481 e 1482, verificatisi a Rodi e, secondo Hoff (1840), e Kispatich (1891) anche a scosse avvertite a Ragusa (l'odierna Dubrovnik) il 14 febbraio 1481 e a metà febbraio e fine settembre 1482. La posizione 'adriatica' dei territori delle tre località marchigiane, di Otranto e Dubrovnik e la contiguità cronologica delle segnalazioni, sono tutti elementi che suggeriscono di prendere in considerazione tutte le notizie segnalate, allo scopo di Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Il terremoto del 1480- Campli 32- 3 stabilire se si tratti di segnalazioni riferibili ad uno stesso evento. Una verifica di questa ipotesi è però resa difficoltosa dalla laconicità della fonte di Hoff (Partsch, 1826) -che si limita ad una brevissima menzione di terremoti avvenuti nel 1481 e 1482, senza indicare la provenienza della propria notizia - e dalla non disponibilità della 'fonte principale' utilizzata da Kispatich (1891), e cioè la Storia di Raugia (Razzi, 1595). I risultati dello spoglio del catalogo parametrico della regione Balcanica (Shebalin, 1974) complicano ulteriormente il quadro con la segnalazione dei seguenti eventi: Data Io (MSK-64) Area epicentrale 20 ottobre 1479 9? (sic.) 40 Km a nord di Dubrovnik 18 ottobre 1480 8 40 Km a nord di Dubrovnik 14 febbraio 1481 9? (sic.) Dubrovnik 15 febbraio 1482 9 ? (sic.) Dubrovnik 26 settembre 1482 9 ? (sic) Dubrovnik · Il catalogo dei Balcani cita Jankovic (1972) per gli eventi del 1479-1480 e Trajic (1961) per gli eventi del 1481-1482. Trattandosi di due recenti cataloghi manoscritti la cui disponibilità non è nota, non è stato possibile verificare la consistenza delle informazioni che hanno portato all'inserimento degli eventi nel catalogo balcanico. In queste condizioni è possibile unicamente constatare che il quadro delle conoscenze è estremamente vago e confuso, sensazione già espressa dal compilatore del catalogo dei Balcani che definisce dubbi gli eventi del1481-1482. Relativamente al terremoto di Rodi, non compreso tra quelli oggetto di ricerca, la verifica delle informazioni si è limitata alla rilettura critica del Bonito (1691). L'autore sulla base di cronache Cinque e Seicentesche (Sardo, 1586; Girardi, 1653; Lancellotti, 1627); ma soprattutto dall'Historia della Sacra Religione di San Giovanni Gerosolimitano (Bossi, ?), indica una serie di eventi che interessarono Rodi, l'arcipelago Greco e l'Asia Minore tra il "15 marzo" e il "18 dicembre" 1481. L'autore si sofferma sulla descrizione degli effetti violenti di due maremoti occorsi a Rodi in data 3 maggio e 3 ottobre del 1481 e sulle distruzioni causate nell'isola dall'evento del "18 dicembre" 1481. L'ipotesi di collegamento tra il terremoto 'adriatico' e i fenomeni descritti per Rodi è da verificare. Lo studio ha evidenziato gli aspetti complessi di questi terremoti e non consente di chiarire se le notizie dell'evento 'ascolano' del 1480 siano da attribuire ad un fenomeno locale, o se vadano messe in relazione con un terremoto 'adriatico' o se l'insieme delle informazioni sia da collegare ad un unico evento, catastrofico, localizzabile nell'area egea. , Osservatorio Geoftsico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Il terremoto del 1480- Campli 32- 4 Viste le finalità del presente studio e data la complessità degli aspetti evidenziati, si propone di considerare le informazioni sul risentimento nelle località 'adriatiche' come riferibili ad un unico terremoto, databile tra il 1479 e il 1482 e verosimilmente da localizzare nel Mare Adriatico. La proposta, che giustifica sia la presenza nel catalogo dei Balcani dei forti eventi 'dalmati' che i danni nei territori delle tre località costiere marchigiane, dovrà essere comunque oggetto di ulteriori indagini. La cronaca ascolana (Cronica ... , secc. XVI-XVII ?), riporta genericamente "danni notevoli" per i territori di Monsampolo del Tronto, Spinetoli e soprattutto per quello di Monteprandone dove il terremoto "( ... )fece cadere un pezzo di muraglia verso la marina". Le descrizioni degli effetti risentiti a Dubrovnik citano un generico avvertimento dell'evento; come precedentemente evidenziato, non sono noti i motivi che hanno indotto il compilatore del catalogo dei Balcani ad associare le intensità epicentrali 8 e 9 agli eventi 'dalmati' del1479, 1480 e 1481. Relativamente ad Otranto la notizia generica riportata nei Notamenti di Antonio di Afeltro (sec. XVI ?) non data precisamente la scossa, che, secondo il testo trascritto da Bonito (1691), potrebbe essere accaduta o ad agosto o a settembre. La lettura d~l testo evidenzia come il dato cronologico sembri finalizzato più a sottolineare un castigo divino in risposta alla profanazione di immagine sacre che a datare l'evento sismico. La segnalazione viene pertanto riferita all'evento 'dalmata' anche se non si può escludere la possibilità che la notizia - seppure riferibile ad un evento realmente accaduto - riguardi il risentimento ad Otranto del forte terremoto egeo. L'insieme delle informazioni raccolte non consente di datare le repliche che "( ... ) per circa un'ora ( ... )" furono avvertite nel territorio delle tre località marchigiane. Tabella delle intensità Sono disponibili le seguenti informazioni: ottobre 1480 ore -- Località Pr Località citata Coordinate I Dubrovnik * (YU) Ragusa 8/9? Monteprandone AP Monteprandone (territorio) 42:55-13:50 7/8 Monsampolo del Tronto AP Monte San Polo (territorio) 42:54-13:48 7 Spinetoli AP Spinetoti (territorio) 42:53-13:46 7 Otranto lE Otranto 40:09-18:29 F? Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-tcramana ... Il terremoto del 1480- Campli 32- 5 Considerazioni sui parametri del Catalo~o Il Catalogo riporta i seguenti parametri: N. Anno M G Ora m s Lat Lon At Iep. Bib C od 464 1480 - 4245 1340 4 8 75 ()()() Rispetto alla parametrizzazione proposta dal Catalogo si segnala che: -si propone di localizzare l'evento in mare nel punto di coordinate 43 00 N e 16 00 E, intermedio tra la localizzazione proposta dal catalogo dei Balcani e quella del Catalogo. Di conseguenza si propone di assegnare alle coordinate epicentrali la classe 5 di attendibilità e una intensità epicentrale del grado 9/1 O tali da giustificare le intensità osservate; - l 'evento non è databile con esattezza. Pertanto si propongono le seguenti modifiche ai parametri del Catalogo: N. Anno M G Ora m s Lat Lon A t lep. Bib Cod 464 1479/82- 43 00 16 00 5 9/10 651 135 Bibliografia Antonio di Afeltro, sec. XVI?. Cronica delle cose del regno di Napoli da Antonio Feltrio ricavata de' monumenti di suoi antenati. 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MACERATA DEITAGLIO DELL'AREA Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOOO PFG/CNR Sismicità dell'area aquilano-teramana dall'analisi "attraverso i cataloghi" dall'analisi "attraverso i cataloghi" COSTIERA 42° 45'~ 13° 40' MARCHIGIANA Terremoto del Terremoto del EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 1479 - 1482 + 1479 - 1482 43° 00'- 16° 00' .- .~·-:.;:-·""! IL TERREMOTO DELL'11/12 APRILE 1498 (Area epicentrale: L'Aquila) Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Il terremoto dell'll/12 aprile 1498 -L'Aquila 33- 2 Il terremoto nelle fonti dei catalochi Questi terremoti sono descritti dal catalogo PFG (Postpiscbl ed., 1985) come due eventi sismici localizzati a circa 20 Km a nord di L'Aquila e verificatisi i giorni 11 e 12 aprile 1498 nell'area aquilana. Ad entrambi gli eventi viene attribuita un'intensità epicentrale del grado VII MCS. Baratta (1901), fonte del Catalogo, cita Mozzetti (1836) che inquadra la notizia in questione in un suo elenco di "Tremuoti in Aquila per cronologia", privo di riferimenti bibliografici. Baratta si limita a definire "fortissima" la scossa che l' 11 aprile 1498 fu avvertita a L'Aquila, aggiungendo poi che il 12 aprile ce ne fu "un'altra". Nessuno dei cataloghi-filtro segnala l'evento, ad eccezione di Gardellini e Spadea (1980), che indica come propria fonte Mozzetti (1836). Bonito (1691) presenta una lacuna per gli anni compresi tra il1495 e il1499. In mancanza di una citazione esplicita delle fonti si è cercato di ottenere almeno una valutazione indicativa dell'attendibilità dell'elenco di scosse compilato da Mozzetti attraverso un suo confronto con gli analoghi dati ricavabili da Baratta (1901). Il confronto ba evidenziato che: - Baratta segnala un terremoto nell'aprile del 1398, non citato da Mozzetti; - Mozzetti segnala un evento avvertito a L'Aquila nel 1402, che Baratta non riporta; -l'evento del 1498 è l'unico per cui Baratta abbia come unica fonte Mozzetti; - tutti gli altri terremoti contenuti nell'elenco del Mozzetti sono riportati anche da Baratta, il quale dispone per essi·di più fonti, parte delle quali coeve. Per quanto riguarda l'evento dell'aprile 1398, secondo Baratta attestato dalla cronaca aquilana coeva di Niccolò da Borbona (secc. XIV-XV) e, come già detto, non riportato da Mozzetti, appare giustificato il sospetto che il terremoto datato da Mozzetti (1836) nell'aprile 1498, e apparentemente sconosciuto alle fonti più antiche utilizzate dallo stesso Baratta, possa in realtà essere frutto di una duplicazione dell'evento dell'aprile 1398. Quest'ultimo, ricordato da un contemporaneo, appare invece ragionevolmente attendibile. Prima di procedere a liquidare come falso il terremoto del 1498 sulla base di considerazioni fortemente indiziarie, si è pensato di valutare la possibilità di identificare la fonte alla quale Mozzetti potrebbe essersi rifatto. Pertanto, considerato che i terremoti citati da Mozzetti sono tutti riferiti all'Aquila, è sembrato opportuno consultare la cronachistica aquilana edita. Scartate le cronache aquilane medievali pubblicate da L. A. Muratori nel VI tomo delle Antiquitates Italicae Medii Aevi, nessuna delle quali copre il periodo posteriore al 1485, si è deciso di prendere in considerazione quelle edite in Pansa (1902). All'interno Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Il terremoto dell'll/12 aprile 1498 -L'Aquila 33- 3 di questa pubblicazione, si è imposta all'attenzione la Cronaca coeva (1476-1529, con continuazioni fino al1564) di Basilii da Collebrincioni (secc. XV-XVI), che riporta: "L'anno 1498 fra Barbuto predicatore principiò a portare il baldacchino sopra il SS.mo Sacramento, e predisse molti terremoti, predicava in San Francesco benché prima fusse nella fratemita in San Massimo. Alli 10 d'Aprile fu un terremoto grandissimo infine della predica, e seguirono molti giorni appresso, fumo fatte tre dl processioni doppo Pasqua [Nel1498la Pasqua cadeva il15 aprile, N. d. R.], et otto dl digiunomo in pane, et acqua. Alli 15 d'Aprile venne la nova della rotta de' Colonnesi, e Ursini ( ... )". Poiché Basilii da Collebrincioni (secc. XV -XVI) è una cronaca inedita fino al nostro secolo è probabile che il testo della notizia sia giunta a Mozzetti nella citazione fattane dagli Annali degli Abruzzi (Antinori , sec. XVIII), che forniscono due versioni dell'accaduto: "Si fece agli 11 di Aprile [mercoledì NdC] sentire una scossa di tremuoto, e perché fu grande, e perché si trovò la gente ridotta alla predica quaresimale, correndo il mercoledl santo nella chiesa di San Francesco fuggl tutto il popolo quivi accolto. Replicarono il giovedl [12 aprile NdC] all'ora stessa, molte scosse, e maggiori però non vi fu danno alcuno. Attesta il cronista di quei tempi, che fosse stato predetto il tremuoto da quel Predicatore quaresimale, che non lasciò poi di far fare e processioni, e digiuni, ma che con tutto ciò lasciò fama di aver portato via molti danari". Nella seconda versione, Antinori (sec. XVIII) aggiunge che la scossa dell'Il aprile avvenne alle ore 15 e che i terremoti "( ... ) non furono solamente nell'Aquila ma in altri luoghi del Regno ancora". Poiché l'unica fonte citata dall'Antinori è Basilii da Collebrincioni (sec. XV -XVI), non si sa se la descrizione molto più ricca di dettagli secondari fornita dall'Antinori sia da attribuire all'apporto di informazioni provenienti da una fonte non citata o a un suo arbitrario intervento. Si è deciso di datare l'evento principale al 10 aprile secondo la cronaca coeva del Basilii e di utilizzare in forma dubitativa la data del 12 aprile proposta dall'Antinori per la replica. In conclusione si conferma il risentimento a L'Aquila di alcune scosse di terremoto, la più violenta delle quali ha avuto effetti meno severi di quanto proposto dal Catalogo. Tabelle delle intensità Sono disponibili le seguenti informazioni: 10 aprile 1498 ore - Località Pr Località citata Coordinate I L'Aquila (Aquila) 42:21-13:24 5/6 Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Il terremoto de11'11112 aprile 1498 - L'Aquila 33- 4 12 aprile 1498 ore- (datazione dubbia) Località Pr Località citata Coordinate I L'Aquila (Aquila) 42:21-13:24 F CQnsid"wiQDi sui garam"tri à"l CatalQI:Q Il Catalogo riporta i seguenti parametri: N. Anno M G Ora m s Lat Lon A t Iep. Bib C od 497 1498 04 11 - 4230 13 30 4 7 75 000 498 1498 04 12 - 4230 1330 4 7 75 000 Rispetto alla parametrizzazione proposta dal Catalogo, si propone di associare i valori delle coordinate della località L'Aquila a quelli delle coordinate epicentrali e, di conseguenza, di assegnare a queste ultime la classe 7 di attendibiltà. Pertanto si propongono le seguenti modifiche ai parametri del Catalogo: N. Anno M G Ora m s Lat Lon A t lep. Bib C od 497 1498 04 10 - 4221 13 24 7 5/6 651 A1235 498 1498 04 12 - 4221 13 24 7 F 651 A1235 Bibliografia Antinori A. L., sec. XVIll. Annali degli Abruzzi dalle origini all'anno 1777, 17, Bologna 1971. Baratta M., 1901. I terremoti d'Italia. Torino. Basilii da Collebrincioni V., secc. XV -XVI. Cronaca di Vincenzo Basilii da Collebrincioni (An. 1476-1564). In: G. Pansa (ed.), 1902, Quattro cronache e due diari inediti relativi ai fatti dell'Aquila dal sec. XIII al sec. XVI per la prima volta pubblicati con una dissertazione preliminare sulle fonti edite ed inedite della storia aquilana con illustrazioni e note da Giovanni Pansa, Sulmona, 65-98. Bonito M., 1691. Terra tremante ... , Napoli. Gardellini P., Spadea M.C., 1980. Bibliografia sismologica delle regioni italiane, Roma. Mozzetti F., 1836. Saggio d'influenze meteoriche e del clima sull'agronomia, sulla pastorizia e sulli rami diversi d'economia degli Abruzzi, Teramo. Niccolò da Borbona, secc. XIV-XV. Cronaca, ed. L. A. Muratori, Antiquitates Italicae Medii Aevi, 6, Milano 17 42. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Il terremoto dell'11112 aprile 1498 -L'Aquila 33- 5 Pansa G. (ed.), 1902. Quattro cronache e due diari inediti relativi ai fatti dell'Aquila dal sec. XIII al sec. XVI per la prima volta pubblicati con una dissertazione preliminare sulle fonti edite ed inedite della storia aquilana con illustrazioni e note da Giovanni Pansa, Sulmona. Postpischl D., ed., 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quaderni della Ricerca Scientifica, 114 2B, Bologna. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... • Accumoli -o --::- • Amatrice 5/6 L'AQUILA~ o N Popoli • 30' O km 25 ...SCALA-===--===-- 1:500000 USSERVATORIO UEOASICO ~PERIMENT AIE MACERATA v/vi Stsmicità dell'area aquilano-teramana * EPICENfRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 30' - 13° 30' Terremoto del + EPICENfRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO ·10 APRILE 1498 ORE 42° 21 l - 13° 24' • Accumoli -o -:r • Amatrice F L'AQUILAif- -o N Popoli • 30 l O km 25 SCALA 1:500000 OSSERVATORIO GEOFlSICO SPERIMENTALE MACERATA F Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOOO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 30'- 13° 30' Terremoto del 12 APRILE 1498 ORE • + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 42° 21'- 13° 24' I TERREMOTI DELL'OTIOBRE 1639 (Area epicentrale: Amatrice) Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti dell'ottobre 1639 - Amatrice 3.4- 2 I terremoti nelle fonti dei catalo~hi Questi terremoti sono descritti dal catalogo PFG (Postpischl ed., 1985) come una serie di cinque eventi sismici localizzati nelle vicinanze di Amatrice (AQ) il maggiore dei quali si verificò il giorno 8 ottobre 1639 alle 00.30 (GMT) e fu preceduto da due scosse nei giorni 7 e 8 ottobre e seguito da altre due il 14 e il 17 ottobre 1639. Al maggiore di questi eventi viene attribuita un'intensità epicentrale del grado X MCS. Non essendo disponibile la fonte del Catalogo (Dell'Olio e Molin, 1980), l'analisi di questo terremoto prende l'avvio da una rilettura critica del Baratta ( 190 l). Questi, citando una relazione coeva (Tiberii, 1639), fornisce per il near field una descrizione di effetti non eccessivamente dettagliata, ma estesa a ben 23 località. Relativamente al far field, le informazioni sinteticamente citate riguardano le sole località di Rieti e Recanati. L'analisi a partire dai cataloghi-filtro - quasi tutti 'negativi' - non permette di identificare ulteriori fonti significative. Milne (1911) e Cavasino (1931), citati da Montandon (1953), si rifanno a Baratta (1901). Scoglio (XVII), nella citazione del Bonito (1691), ricorda brevemente il terremoto. La fonte di Baratta è la relazione pubblicata nell'ottobre del1639 da Carlo Tiberii, un personaggio sulla cui identità non si hanno informazioni. La frase conclusiva della relazione: "Per tanto miglior relazione non vi ho potuto apportare, ma sopragiungendo altra più certa nuova, ne farò consapevole ciascheduno" fa pensare che il Tiberii possa essere stato uno dei numerosi gazzettieri attivi a Roma nel XVII secolo. Di seguito viene proposta un'ampia trascrizione della fonte: "( ... ) Venerdl à di sette del corrente Mese di Ottobre 1639 mentre fuori dal pensiero d'ogni sinistro avvenimento ciascuno nella Città della Matrice, e ne' luoghi contigui stava riposando, fu sentito alle sette bore di notte in circa un'improviso scuotere di Case, quale apportò non poco rimore; ma oltre, che svegliò ciascheduno, lasciò tal paura, che non sapevano appigliarsi ad alcuna risolutione. Si fermò, e quietò il Terremoto per spatio d'un quarto d'bora; onde restomo sorpresi da stupore, e spavento. Ritornò poi di nuovo con maggior scossa il Terremoto, sl che fece risolver molti a salvarsi la vita, come presaghi di futura rovina, essendo i segni chiari e manifesti. Vi cadde un intervallo di un altro quarto di bora alla spaventosa rovina. Non vollero alcuni credere, non parendogli potere avvenire; onde rimasero e coperti, & estinti sotto i precipizi. I pianti, le strida, e i compassionevoli gridi, che aiuto chiedevano, accompagnati dall'horrore, e dalle tenebre notturne accrescevano lo spavento. La polvere delli rovinati, e subissati edifici formava nubi nell'aria; onde offuscava la sua tranquillità. Alcuni fuggirno in Campagna, e altri si ricoverorno nella Chiesa di S. Domenico, ove vi è l'esercitio del Santissimo Rosario, quali furono tutti salvi, invocando ciascuno la Beatissima Vergine per mezana ad impetrar gratia appresso Sua Divina Maestà, acciò fossero liberi dal restare assorti nelle voragini, che cagionava il Terremoto. Del Palazzo dell'Eccellentissimo Sig. Alessandro Orsini Principe della Matrice rovinomo doi parti senza offesa di alcuno, trovandosi in tal tempo Sua Eccellenza con la Eccellentissima Signora Principessa sua Consorte con tutta la loro famiglia, e servitù in una Villa detta Santa Iusta per loro diporto, poco distante dalla Matrice, quale non patl in parte alcuna; per lo che si considera, come Sua Divina Maestà habbia voluto preservarli da simil pericolo. Il Palazzo del Reggimento è tutto rovinato, come ancora la maggior parte delle Chiese, Edifici, e Case, con perdita di una quantità di persone, il numero delle quali s'intenderà con più certo avviso, poichè molta gente restò sepolta tra le rovine, e con le pietose strida, e i flebili lamenti, domandando soccorso, Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti dell'ottobre 1639 - Amatrice 3.4- 3 movevano a gran pianti, non potendo i Padri aiutare i Figli, i Figli i Padri, i Fratelli le Sorelle, e i Mariti le Mogli, nè un amico soccorrere all'altro. Durò il Terremoto fino alle nove bore, e poi cessò à fatto; ma non però si assicuromo di entrare nelle meze disfatte Case, e habitationi: anzi furono alzate tende in campagna, dove con ogni ordine si fecero Processioni (... ) (segue descrizione delle pratiche religiose. NdC). La Chiesa del Crocifisso con il Campanile dove era un Monastero di Religiose rovinò senza offesa delle Monache. Furono scavati da 35 cadaveri in Campagna, e altri morimo chiusi dalle rovine, nulla giovandogli il dolersi, il rammaricarsi, e il chiedere aiuto, non potendoglisi somministrare, essendovi tramezzata l'acqua di colore più tosto negro, che di altro colore, e con qualche puzza, e fetore, onde vieta l'avvicinarvisi. Campo Tosto è rovinato parte. San Martino tutto. Collalto à mal termine. Pinaca parte. Filetta, e Nescaia tutte. L'Abadia di San Lorenzo sotto il Vescovato di Ascoli quasi tutta. Padarga parte. In Cantone Villa è restata una semplice casa. Corva è destrutta. Forcella tutta. Capricchio bona parte. La Leia poco. Si perseverava nella penitenza, e nessuno si assicurava di accostarsi per buon spatio alla propria habitatione, ancorche si persuadessero non dover esser più travagliati dal Terremoto, quando il seguente Venerdl, che fù a di 14 del detto Mese d'Ottobre alla medesima bora con maggior violenza si scosse la terra, con la rovina nella Matrice di altre case, e dell'infrascritti Villaggi, cioè: Saletta poco. Corsenito quasi tutto. Casale tutto. La Rocca destrutta. Torreto nè meno il segno. A Colle Basso è restata una casa sola. Pasciano bona parte. Santo Iorio tutto fracassato. Colle Moresco tutto. Si distese il Terremoto anco in Accumulo luogo confinante alla Matrice, dove, oltre l'haver nel medesimo tempo destrutte molte persone non sapendosene fm'hora certo numero, ma solo la caduta di casa con morte di undici persone, rovinò la Chiesa de Padri Francescani con la sprofondatione di tutta la loro Vigna, salvi però detti Padri, con incredibile, e commune spavento. La Rocca de Salii è a fatto rovinata. Poggio Cancello appresso à Monte Reale danneggiato dalla parte del Palazzo del Sig. Lodovico Cerasi padrone di detto luogo, salva però Sua Signoria, e la sua Famiglia, e in Monte Reale è rovinato il Palazw del Signor Gio. Paolo Ricci. La morte del Bestiame di qualsivoglia sorte è stata grandissima; onde pareva, che si fosse aperto l'Inferno a' danni del genere humano, non restando ancora di essere impauriti, continuando il Terremoto, se bene non cosl violento. Si augumentano giornalmente le (... ?) ciascheduno con terrore, raccomandandosi a Dio. Per quel poco, che si è potuto calculare, il danno della Matrice, e suoi contorni avanza la somma di quattrocento mila scudi( ... )". Tiberii opera una netta distinzione tra gli effetti di due diversi eventi: il primo quello di "( ... ) Venerdl à di sette del corrente Mese di Ottobre 1639 (... )" alle ore '7:30' circa e il secondo il "14 del detto Mese d'Ottobre alla medesima bora [di quello del 7 ottobre NdC]". Tuttavia data la contiguità geografica delle località nominate in relazione ai due eventi, non si ritiene di poter assumere e condividere la netta distinzione di effetti proposta dal Tiberii. Mentre valutare descrizioni quali "è restata una casa sola(... ) nè meno il segno" non pone 'particolari' problemi dal punto di vista dell'assegnazione dell'intensità, resta difficile stabilire cosa possano significare i termini "fracassato", "a mal termine" e "rovinato", con i quali il Tiberii - prediligendo frasi brevi e staccate, nella maggior parte delle quali il verbo reggente è sottinteso - descrive gli effetti per una parte dei toponimi citati. Ad esempio, nel seguente brano "( ... ) Campo Tosto è rovinato parte. San Martino tutto. Collalto à mal termine. Pinaca parte. Filetta, e Nescaia tutte (. ... )" non è chiaro se Pinaca, Filetta e Nescaia siano tutte a "mal termine" o tutte "rovinate", né sembra possibile qualificare e quantificare univocamente gli effetti. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti dell'ottobre 1639 - Amatrice 3.4- 4 Il riconoscimento dei toponimi citati dal Tiberii non è risultata un 'operazione immediata: permangono alcuni dubbi sulle associazioni proposte tra nomi citati e nomi attuali (evidenziati nella tabella delle intensità con un punto interrogativo "?"). Inoltre, nonostante l'ausilio di cartografia coeva (Cartaro, 1613; Magini, 1620), alcune località che Tiberii riferisce essere state distrutte non sono state identificate. La fonte data l'evento principale alle ore 7 e mezzo di notte del 7 ottobre. La conversione dal sistema orario "all'italiana" a quello attuale porta a datare l'evento alle l e 30 (EMT) del 7 ottobre 1639. L'esemplare della relazione di Tiberii consultato nel corso dell'indagine non menziona l'evento del 17 ottobre, né fornisce informazioni sugli effetti a Rieti e a Recanati, per i quali si dispone unicamente delle informazioni di Baratta. E' dunque probabile che Baratta abbia utilizzato la preannunciata seconda edizione della relazione di Tiberii, identica a quella sopra trascritta per titolo, luogo e anno di stampa ma integrata da notizie successive al 14 ottobre. La seconda edizione al momento non è disponibile. Le informazioni sui morti sono riferite ad Amatrice (''molta gente restò sepolta tra le rovine"), al suo territorio (''Furono scavati da 35 cadaveri in Campagna, e altri morirno chiusi dalle rovine") e ad Accumuli ("destrutte molte persone non sapendosene fin'bora certo numero, ma solo la caduta di casa con morte di undici persone"). Iab~lle dell~ int~nsità Sono disponibili le seguenti informazioni: 7 ottobre 1639 ore Ol Località Pr Località citata Coordinate I Amatrice RI Matrice 42:37-13:17 5 7 ottobre 1639 ore 01:15 Località Pr Località citata Coordinate I Amatrice RI Matrice 42:37-13:17 5 Quale risultato del cumulo degli effetti dei due eventi del 7 ottobre 1639 ore 01:30 e del 14 ottobre 1639 ore Ol :30: Località Pr Località citata Coordinate I Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti dell'ottobre 1639 - Amatrice 3.4- 5 Cantone* AQ Cantone Villa 42:38-13:18 * 10 Colle Basso 10 Corva 10 La Rocca 10 Torrita RI Torreto 42:37-13:13 10 Accumoli RI Accumulo 42:41-13:14 < 10 Amatrice RI Matrice 42:37-13:17 9 Località Pr Località citata Coordinate I Collemoresco RI Collemoresco 42:38-13:14 8/10 Filetto * AQ Filetta 42:39-13:17 * 8/10 Forcelle RI Forcella 42:38-13:11 8/10 Roccasalli RI Roccasalli 42:39-13:11 8/10 San Martino * RI San Martino 42:38-13:20 * 8/10 Sai? RI Nescaia 42:36-13:14 8/10 Capriccbia RI Capricchio 42:37-13:20 819 Casale RI Casale 42:40-13:17 8/9 Cossito RI Corsenito 42:40-13:17 8/9 Pasciano RI Pasciano 42:38-13:12 8/9 Aleggia?* RI LaLeia 7/9 San Giusta RI Santa Iusta 42:38-13:15 7/9 San Lorenzo a Pinaco ? RI Abadia di San Lorenzo 42:36-13:17 7/9 Arafranca-Pinaco RI Pinaca 42:36-13:17 8 Campotosto AQ Campo Tosto 42:33-13:22 8 Collalto RI Collalto 42:40-13:17 8 Patarico RI Padarga 42:38-13:14 8 San Giorgio RI Santo Iorio 42:38-13:14 8 Montereale AQ Montereale 42:31-13:14 7/8 Poggio Cancelli AQ Poggio Cancelli 42:33-13:19 7/8 Saletta RI Saletta 42:40-13:16 7/8 Recanati MC Recanati 43:24-13:33 F Rieti Rieti 42:24-12:52 F 17 ottobre 1639 ore -- Località Pr Località citata Coordinate I Amatrice RI Matrice 42:37-13:17 4/7 Consid~razioni sui gm:am~tri d~l Catalo&:o Il Catalogo riporta i seguenti parametri: N. Anno M G Ora m s Lat Lo n A t Iep. Bib C od 961 1639 10 07 24 - 4238 1318 5 5 502 123 962 1639 10 08 ()() 15 - 4238 1318 5 6 502 23 963 1639 10 08 ()() 30 - 4238 1318 3 10 502 235 966 1639 10 14 ()() 30 - 4238 1318 5 8 502 235 969 1639 10 17 - 4238. 1318 5 8 502 35 Rispetto alla parametrizzazione proposta dal Catalogo si segnala che: - le località maggiormente danneggiate non sono state finora identificate, -, eccezione fatta per Cantone e Torrita; in conseguenza si propone che il baricentro dei Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-tcramana ... I terremoti dell'ottobre 1639 - Amatrice 3.4- 6 punti massimo risentimento venga stimato a partire dall'area delimitata dalle località cui è stata assegnata un'intensità maggiore del grado 8 MCS. Secondo questo criterio il baricentro viene calcolato nel punto di coordinate 42 38 N e 13 15 E. - si propone di assegnare le coordinate epicentrali dell'evento principale anche alle scosse successive per le quali si hanno informazioni di risentimento per la sola località di Amatrice e di mantenere la classe 5 di attendibilità; - per alcuni eventi gli orari citati nel Catalogo non sono risultati correttamente trasposti dal sistema orario all'italiana a quello attuale; Pertanto si propongono le seguenti modifiche ai parametri del Catalogo: N. Anno M G Ora m s Lat Lo n A t Iep. Bib Cod 961 1639 10 07 00- 4238 1315 5 5 651 23 962 1639 10 07 00 15 - 4238 1315 5 5 651 135 963 1639 10 07 00 30 - 4238 1315 3 10 651 13 966 1639 10 14 00 30 - 4238 13 15 5 8 651 3 969 1639 10 17 - 4238 1315 5 417 651 35 Bibliografia Baratta M., 1901. I terremoti d'Italia. Torino. Bonito M., 1691. Terra tremante ... , Napoli. Dell'Olio A. e Molin D., 1980. Catalogo macrosismico del Lazio dall'anno 1000 al 1975, inedito. Capocci E., 1861. Catalogo dei tremuoti avvenuti nella parte continentale del Regno delle due Sicilie, posti in raffronto con le eruzioni vulcaniche ed altri fenomeni cosmici, tellurici e meteorici. (Memorie I e Il), "Istituto di incoraggiamento alle scienze naturali di Napoli", s. I, t. IX, Napoli. Cartaro F., 1613. Atlante manoscritto del Regno di Napoli. Cavasino, A., 1931. Catalogo dei terremoti disastrosi avvertiti nel bacino del mediterraneo dal 1501 al 1929, Reale Accademia Nazionale dei Lincei, Commissione italiana di studio per i problemi del soccorso alle popolazioni, vol. Il, Roma. Magini G.A., 1620. Italia di Gio. Ant. Magini data in luce da Fabio suo figliuolo. Bologna. Milne J., 1911. A catalogue of destructive earthquakes, A.D. 7 to A.D. 1899, British Association for the advancement of Science, London. Montandon F., 1953.Les tremblements de terre en Europe, Geneve. Postpischl D. ed., 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quaderni della Ricerca Scientifica, 114 2B, Bologna. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti dell'ottobre 1639 - Amatrice 3.4- 7 Scoglio XVII. Historia ecclesiastica, (?). Tiberii C., 1639. Nuova e vera relatione del terribile, e spaventoso terremoto successo nella città della Matrice, e suo stato, con patimento ancora di Accumulo, e luoghi circonvicini, sotto li 7 del presente mese di Ottobre 1639, con la morte compassionevole di molte persone, la perdita di Bestiame d'ogni sorte, e con tutto il danno seguito fino al corrente giorno. Con ogni diligenza, e certezza descritta da Carlo Tiberii Romano, per memoria d'un caso cosi miserando, e lagrimevole, Roma. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... l l l l l • i N ore i o l! Accumoli +*.5 Amatrice Il l'AQUILA -c N 13. 30' 25 SCALA 1:500000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENT.AI.E • ~ACERATA v Sisrnicità dell'area aquilano-terarnana * EPICENfRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 38'- 13° 18' Terremoto del 07 OTTOBRE 1639 ORE 0 0 + E.PICENfRO PROPOSTO IN QUESTO STIJDIO 42° 38' - 13° 15' • N o re i a 1!1 Accumoli +*.s Amatrice Il L'AQUILA o N 13. 30' ...O -===---===- km ....25 SCALA 1:500000 OSSERVATORIO GEOfiSICO SPERIMENTAlE . MACERATA v Sismicità dell'area aquilano-teramana *EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 38' - 13° 18' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STIJDIC 07 OTTOBRE 1639 ORE 00 15 42° 38' - 13° 15' ~------~------~,--~----~~~ ! ;:' l .. Recanati <10 l Accumoli• l i l Collolto•8 / ' 8 9 ~------+------~------~~ l 7/8• •8/.9 l "wU:::ìUitl f"""'"'== ~l l 8/10 i • Rocco salii• ~- ' TERAIJO 8/10 e __ - ;jo gi \ Potorico 8 Filetto• · l • • l [Paggio Con4elli Campotosto 8/10 • • 7/9 9 ~------+~~~~~~;Ho~--7------~~ Forcelle• 8/98/1 O S.Giusta F' Posciono• 8 Cantone Riti l• :a .1 o L'AQUILA S.Gìorgio• + 9* 8/10 S.Uartin :>• Amatrice• 30' 13. 30' 8/9 1 o .o knl so Capricchio• Torrita• S.Lorenzo a P .•7 /9 Arafranca-Pinoco• 8 8/10 Sco i• 1 oi 20' O km SCALA 1:100000 OsSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENfALE 'J MACERATA x Sismicità dell'area aquilano-teramana Il * EPICEN:'!'(Q DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" i <. .:.~ 3Z' - 13o 18' Terremoto del ...'r EPICSHrRC ::.::1:!=-.JSTO L'Il QUESTO STUDIO 07 OTTOBRE 1639 ORE lO 3~ 42:' ::ss· - l3° 15' l' l l l l • N o re i o !l Accumoli +· *·4/7 Amatrice Il L'AQUILA -o N 30' O km 25 ---===-~===-• SCALA 1:500000 OSSERVATORIO GEOFlSICO SPERIMENTALE MACERATA IV/VII Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 38'- 13° 18' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 17 OTTOBRE 1639 OR E -. 42° 38' - 13° 15' IL TERREMOTO DEL 1672 (Area epicentrale: Montereale) --. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... Il terremoto del 1672 - Amatrice 35- 2 Il terremoto nelle fonti dei catalo~hi Questo terremoto è descritto dal catalogo PFG (Postpischl ed., 1985) come un evento verificatosi il giorno 8 giugno 1672 alle 18 e localizzato a Montereale, cui viene attribuita un'intensità del grado VII MCS. Non essendo disponibile la fonte del Catalogo (Dell'Olio e Molin, 1980) l'analisi di questo terremoto prende l'avvio da una rilettura critica del Baratta (1901). Questi riferisce che l'evento provocò gravi danni ad Amatrice, Montereale e in una fascia compresa tra le due località, e fu 'forte' a L'Aquila. Baratta riprende le informazioni da Capocci (1861) e Perrey (1848); il primo non cita le proprie fonti, il secondo cita Hoff ( 1840). Le fonti di Hoff (1840) sono Vivenzio (1783) e una sua ristampa (Vivenzio, 1788). L'analisi a partire dai cataloghi-filtro non consente di apportare alcuna integrazione al quadro delle conoscenze. Bonito ( 1691) segnala alla data 1672 il solo terremoto di Rimini del 14 aprile. Vivenzio (1783) - id~ntico nel para~rafo di nostro interesse a Vivenzio (1788) - cita una fonte coeva indicata come "un foglio volante, impresso in Napoli in detto anno da Francesco Mollo, ed intitolato: Vera relazione del terremoto succeduto nella Provincia d'Abbruzzo ec." riassumendone così il contenuto: "il giorno 8 di Giugno del1672 all'ore 23, vi fu nell'Aquil~ e nelle terre dell'Amatrice, e di Montereale, un forte tremuoto, il quale, quantunque nell'Aquila non facesse cader verona casa; molte però ne caddero in Amatrice ed in Montereale". La Vera relazione ... citata da Vivenzio (1783)- che non compare tra le relazioni citate in bibliografia da Baratta (1901) - è stata cercata senza esito nei cataloghi della Biblioteca Nazionale di Napoli, della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, della Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria e della Biblioteca Casanatense di Roma, che conservano una raccolta ampia di relazioni sei-settecentesche sui terremoti o altri fenomeni naturali. La relazione non è elencata nemmeno tra i testi segnalati dai repertori bibliografici abruzzesi 'classici' di Minieri Riccio (1861-1862), Parascandolo (1876), Bindi (1884) e Pansa (1891). La revisione proposta dall'inedito catalogo del Lazio ... (Dell'Olio e Molin, 1980), secondo la comunicazione di uno degli autori, (Molin, comunicazione personale) è stata effettuata sulla base delle informazioni citate da Capocci (1861) e Perrey (1848). Allo stato attuale delle conoscenze Vivenzio (1783) è dunque la fonte cronologicamente più vicina all'evento; su di essa è possibile formulare alcune considerazioni: - Vivenzio (1783) nella segnalazione dell'evento del 1672 descrive molto sinteticamente- nell'ambito di un elenco cronologico di terremoti verificatisi nel regno di Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... Il terremoto del 1672 - Amatrice 35- 3 Napoli -un evento dalle caratteristiche simili a quelle del terremoto di 'Amatrice' del 1639; quest'ultimo non compare nell'elenco cronologico proposto da Vivenzio; - il giorno e il mese segnalati da Vivenzio ( 17 83) per il terremoto del 1672 (5 giugno) coincidono con quelli del catastrofico terremoto di Benevento del 1688; anche l'ora citata da Vivenzio per il terremoto del 1672 (23) è assai simile a quella del terremoto del 1688 (21). In queste condizioni appare giustificato il sospetto che il terremoto del giugno 1672 segnalato da Vivenzio (1783) possa in realtà essere frutto di una duplicazione dell'evento aquilano-reatino del 1639 o di quello beneventano del 1688, entrambi abbondantemente documentati. Prima di procedere a liquidare come falso il terremoto sulla base di indizi, si è pensato di verificare se la notizia riportata da Vivenzio trovi conferma negli Annali degli Abruzzi (Antinori A. L., sec. XVIII) generalmente attenti segnalatori di eventi sismici 'regionali'. Sotto la data del 1672 Antinori non cita il terremoto (che secondo Vivenzio sarebbe stato avvertito a L'Aquila) ma riporta: aneddoti sul banditismo in Abruzzo; la nomina del nuovo vicerè marchese di Astorga e la sua repressione del banditismo abruzzese; il decreto di chiusura della nobiltà aquilana; l'ampliamento del palazzo vescovile e della chiesa dei Minori Riformati di Penne. Al silenzio di Antinori in merito al terremoto del 1672 si contrappone la dettagliata descrizione del terremoto di Amatrice del 1639, a proposito del quale l'autore osserva che: "i tremoti spaventarono, ma non danneggiarono la città [di L'Aquila, NdC]. Furon sentiti per tutto il mese di ottobre dalla notte prima degli 8 e le prime scosse con impeto, e rumore ( ... )de' luoghi vicini la più ne pati la Matrice coi villaggi". La somiglianza tra le descrizioni degli effetti attestati da più fonti per il terremoto del 1639 e quella degli effetti del terremoto del 1672, attestato solamente da Vivenzio (1783), fa ritenere inattendibile l'informazione secondo la quale il 5 giugno 1672 si sarebbe verificato un evento che causò la caduta delle case di Amatrice e Montereale e che fu avvertito a L'Aquila. E' possibile ipotizzare che Vivenzio abbia attribuito una data scorretta ad una descrizione di effetti originariamente riferita al terremoto di Amatrice del 1639, ricorrendo ad elementi cronologici riferibili alla data riconosciuta del terremoto di Benevento del 1688, anche se in assenza della fonte da lui citata non si ha modo di ricostruire il percorso che potrebbe aver portato a questo errore. Al momento non è quindi escludibile neppure la possibilità che il 5 giugno 1672 sia stata avvertita a L'Aquila una forte scossa di terremoto alla quale Vivenzio potrebbe avere erroneamente associato gli effetti del terremoto del 1639, né che la Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... Il terremoto del 1672 - Amatrice 35- 4 notizia riguardi il risentimento a L'Aquila del terremoto del 1688, riportato come "1672" per un errore nella trascrizione della data. In conclusione, a scopo conservativo si propone comunque di segnalare alla data "8 di Giugno del 1672 all'ore 23" proposta in Vivenzio (1783) il risentimento di un evento a L'Aquila, rimandando ad un eventuale futuro approfondimento della ricerca la verifica dei potenziali collegamenti tra la segnalazione di Vivenzio e il terremoto di Benevento del1688. Tabella delle intensità Sono disponibili le seguenti informazioni: 5 giugno 1672 ore 19 Località Pr Località citata Coordinate I L'Aquila Aquila 42:21-13:24 516 Considerazioni sui parametri del Catalo~o Il Catalogo riporta i seguenti parametri: N. Anno M G Ora m s Lat Lon A t Iep. Bib Cod 1058 1672 06 08 18 - 4235 1318 4 7 502 23 Rispetto alla parametrizzazione proposta dal Catalogo si propone: - di associare i valori delle coordinate della località L'Aquila a quelli delle coordinate epicentrali e, di conseguenza, di assegnare a queste ultime la classe 7 di attendibiltà; - il ridimensionamento dei valori d'intensità. Pertanto si propongono le seguenti modifiche ai parametri del Catalogo: N. Anno M G Ora m s Lat Lon A t Iep. Bib C od 1058 1672 06 08 18 - 42 21 13 24 7 5/6 651 A35 Osservatorio GeofiSico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... Il terremoto del 1672 - Amatrice 35- 5 Bibliografia Antinori A. L., sec. XVIII, Annali degli Abruzzi dalle origini all'anno 1777, 23, Bologna.1971. Baratta M., 1901. I terremoti d'Italia. Torino. Bonito M., 1691. Terra tremante ... , Napoli. Bindi V., 1884. Fonti della storia abruzzese. Supplemento alle Biblioteche storico topografiche degli Abruzzi di C. Minieri-Riccio ed A. Parascandolo composto sulla propria collezione da Vincenzo Bindi, Napoli. Capocci E., 1861, Catalogo dei tremuoti avvenuti nella parte continentale del Regno delle due Sicilie, posti in raffronto con le eruzioni vulcaniche ed altri fenomeni cosmici, tellurici e meteorici. (Memorie I e Il), Istituto di incoraggiamento alle scienze naturali di Napoli, s.1, 9, Napoli. Dell'Olio A e D. Molin, 1980. Catalogo macrosimico del Lazio, ENEA, inedito. Hoff K.E.A.von, 1840. Chronik der Erdbeben und Vulkan-Ausbriiche, Gotha. Minieri Riccio C., 1861-1S62. Biblioteca ·storico-topografica degli Abruzzi composta sulla propria collezione da Camillo Minieri Riccio direttore della Biblioteca Palatina di Napoli, Napoli. Pansa G., 1891. Bibliografia storica degli Abruzzi. Terzo supplemento alla Biblioteca storico-topografica degli Abruzzi di Camillo Minieri Riccio composto sulla propria collezione da Giovanni Pansa, Lanciano. Parascandolo A., 1876. Sopplimento alla Biblioteca storico-topografica degli Abruzzi di Camillo Minieri Riccio composta sulla propria collezione da Adolfo Parascandolo, Napoli. Perrey A., 1848. Mémoire sur les tremblements de terre de la péninsule italique. Mémoires couronnés et mémoires des savant étrangers, Academie Royale de Belgique, XXIT. Postpischl D., ed., 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quaderni della Ricerca Scientifica, 114 2B, Bologna. Vera relazione del terremoto seguito nella Provincia d'Abbruzzo [1672]. Napoli. Vivenzio G., 1783, lstoria e teoria de'tremuoti in generale, e in particolare di quelli della Calabria e di Messina del1783, Napoli. Vivenzio G., 1788, lstoria de'tremuoti avvenuti nella Provincia della Calabria ulteriore e nella città di Messina nell'anno 1783, e di quanto nella Calabria ulteriore fu fatto per lo suo risorgimento fino al 1787, preceduta da una Teoria e !storia generale de'Tremuoti, Napoli. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... • Accumoli l • Amatrice * 5/6 L'AQUILAq_; o C\1 Popoli • . N -::- 30' O km 25 SCALA 1:500000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA V-VI Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 35' - 13° 18' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STIJDI 8 GIUGNO 1672 ORE 18 42° 21' - 13° 24' IL TERREMOTO DEL 1762 (area epicentrale: Poggio Picenze) -, Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Il terremoto del 1762- Poggio Picenze 3.6- 2 Il terremoto nelle fonti dei cata1o~:hi Questo terremoto è descritto dal catalogo PFG (Postpischl ed., 1985) come un evento verificatosi il giorno 6 ottobre 1762 alle ore 18 e localizzato nelle vicinanze di Poggio Picenze (AQ) cui viene attribuita un'intensità epicentrale del grado IX MCS. La fonte del Catalogo è Baratta (1901) che cita Perrey (1848) e De Rossi (1889) i quali utilizzano rispettivamente i periodici Gazette de France (1762) e Bologna (1762). Il Baratta fornisce una descrizione sintetica dell'accaduto; per l'area epicentrale le informazioni si riferiscono alle sole località di Poggio Picenze "quasi interamente diroccatà" e L'Aquila e dintorni, dove il terremoto fece cadere "vari camini" e causò "qualche danno alle chiese". Unica informazione sul risentimento del terremoto è riportata da Baratta (1901) per la città di Roma dove l'evento fu avvertito "leggermente". Baratta si sofferma sulle diverse segnalazioni della data fornita dalle sue fonti e ipotizza a questo proposito un errore di trascrizione da parte di De Rossi ( 1889), portando a sostegno di questa ipotesi l'esistenza di una poesia latina intitolata De Terraemotu pridie nonas octobris 1762 (Tornei, 1765), segnalata da Minieri Ricèio (1861-1862). La definizione "pridie nonas octobris", come correttamente osservato da Baratta, corrisponde al 6 ottobre 1762. La stessa data compare nel titolo di un "dramma sacro per musica", pure citato da Baratta, che nel 1801 venne rappresentato a L'Aquila in ricordo della prodigiosa liberazione dal terremoto. L'analisi a partire dai cataloghi-filtro non apporta integrazioni significative al quadro delle conoscenze, con l'eccezione di Mercalli (1883) che segnala una scossa di terremoto avvertita ad Ariccia, L'Aquila e Roma il 10 ottobre 1762 alle 18. Ne è fonte Bassanelli (1829) che si rifà ad una !storia dell'Ariccia (Lucidi, 1796). Le fonti cronologicamente più vicine al terremoto sono le corrispondenze da Roma del 13 e del 20 ottobre 1762 pubblicate dalla Gazette de France (1762a) e da Bologna (1762). Le corrispondenze si avvalgono di notizie provenienti dall'Aquila, sulla cui natura non si hanno dati certi. Nella poesia latina del preposto della chiesa di Camarda (Tornei, 1765), le informazioni non sono riferite ad una specifica località. Il terremoto, secondo la citazione della corrispondenza del 13 ottobre, pubblicata nella Gazette de France (1762a), fu molto debole a Roma e più violento a L'Aquila. Solo successivamente, nella corrispondenza del 20 ottobre, pubblicata sia da Bologna (1762) che dalla Gazette de France (1762b), si diede notizia della particolare violenza dell'evento a Poggio Picenze che "( ... )restò quasi tutto diroccato, con perdita di molte persone". Le Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Il terremoto del 1762 - Poggio Picenze 3.6- 3 informazioni del 20 integrano anche il quadro degli effetti a L'Aquila dove si verificò la "rovina di vari camini, e in due Chiese degl'Altari maggiori". Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Il terremoto del 1762 - Poggio Picenze 3.6- 4 L'espressione "quasi tutto diroccato" usata nella corrispondenza romana non consente di specificare quale tipo di effetto l'evento abbia provocato a Poggio Picenze. Si propone di associare l'espressione ad una immagine di danno medio-grave e generalizzato. Si sottolinea che una prima analisi di Lucidi (1796) non ha consentito il reperimento della notizia di una scossa il 10 ottobre 1762 alle ore 18 per cui questa fonte è stata citata da Bassanelli (1829), a sua volta fonte del Mercalli (1883). n territorio di Ariccia dal mese di luglio a quello di agosto del 1762 è stato sede di una frequente anche se debole attività sismica (Lucidi, 1796). Il ripetersi di eventi locali ha sicuramente acuito l'attenzione dei testimoni per il fenomeno in sé; non si ha però modo di appurare se la segnalazione del l O ottobre - supponendola vera - possa riguardare un evento locale erroneamente datato, un evento locale datato correttamente e indebitamente associato al terremoto aquilano, o un effettivo risentimento del terremoto aquilano cui è stata associata una data sbagliata. Il fatto che l'evento aquilano sia stato avvertito a Roma non esclude la possibilità di un suo risentimento anche ad Ariccia. Non si ha notizia di repliche mentre il numero dei morti rimane imprecisato e riferito alla sola località di Poggio Picenze. Tabella delle intensità Sono disponibili le seguenti informazioni: 6 ottobre 1762 ore 13 Località Pr Località citata Coordinate I Poggio Picenze AQ Poggio Picenza 42:19-13:32 g L'Aquila Aquila 42:21-13:24 7 Roma Roma 41:54-12:29 3/4 Ariccia RM Ariccia 41:43-12:40 F? Considerazioni sui parametri del Catalogo n Catalogo riporta i seguenti parametri: N. Anno M G Ora m s Lat Lon A t Iep. Bib C od 2144 1762 10 06 18 - 4220 13 30 4 9 75 ()()() -, Rispetto alla parametrizzazione proposta dal Catalogo si segnala che: Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Il terremoto del 1762 - Poggio Picenze 3.6- 5 - si propone di associare i valori delle coordinate epicentrali a quelle di Poggio Picenze sia per rappresentare il maggiore danneggiamento di questa località rispetto alle altre, sia per l'impossibilità di definire il near field. Per quest'ultimo motivo si propone di associare ai valori delle coordinate epicentrali la classe 5 di attendibilità; - l'orario citato nel Catalogo non è risultato correttamente trasposto dal sistema orario all'italiana a quello attuale. Pertanto si propongono le seguenti modifiche ai parametri del Catalogo: N. Anno M G Ora m s Lat Lon At Iep. Bib Cod 2144 1762 10 06 12 - 42 19 13 32 5 8/9 651 A235 Bibliografia Baratta M., 1901. I terremoti d'Italia. Torino. Bassanelli L., 1829. Sopra il tremuoto che ha sofferto la città di Albano con le sue vicinanze dal giorno 21 maggio a tutto il dì 6 di dicembre 1829. Lettera del dottor fisico Luigi Bassanelli all'ecc.mo sig. dottor Giacomo Folchi pubblico professore di medicina nell'archiginnasio romano, Giornale Arcadico di Scienze, Lettere ed Arti, Ott.-Nov.-Dic. 1829, t. XLIV. Bologna, 1762. 26 ottobre, 43, Bologna. De Rossi M.S., 1889. Gazette de France, 1762a. l novembre, 88, Paris. Gazette de France, 1762b. 8 novembre, 90, Paris. Lucidi, 1796. Memorie storiche dell'antichissimo municipio ora terra dell'Ariccia e delle sue colonie Genzano e Nemi, Roma Mercalli G., 1883. Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia, Milano. Minieri-Riccio C., 1861-1862. Biblioteca storico-topografica degli Abruzzi, Napoli. Perrey A., 1848. Mémoire sur les tremblements de terre de la péninsule italique. Mémoires couronnés et mémoires des savant étrangers, Academie Royale de Belgique, XXII. Postpischl D., ed., 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quaderni della Ricerca Scientifica, 114 2B, Bologna. -, Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... Il terremoto del 1762 - Poggio Picenze 3.6- 6 Tornei N., 1765. De terremotu pridie nonas octobris 1762, in Carmina, liber n. De rebus sacris et profanis, Napoli. Voto (Il) di Jefte. Dramma sacro per musica da cantarsi nella città dell'Aquila in occasione si celebra nella chiesa cattedrale il dl anniversario della prodigiosa liberazione dal tremuoto seguito nel dl 6 ottobre 1762 in ringraziamento al di lei amatissimo tutelare S. Emidio( ... ), 1801. Aquila. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... \ l - l o Ì\ -::- l l l l 7 o l '..ò.l1llll A. .:Il!.• ~ N Poggio Picen iZ-r: "' o Ì\ (\J ~ ""' ~ ....~ )/ 4 ROMA •F? ~ Ari cci o ~ 30 l 13" 30' 14. 30 l O km 40 SCALA 1:800000 OsSERVATORIO GEOFlSICO SPERIMENI'ALE MACERATA VIII/IX. Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CA TAL 100 PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° l )' .. 13° 30' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO H QUESTO STUDIO 06 OTTOBRE 1762 ORE 12 42° 19' .. 13° 32' I TERREMOTI DEL 1785/1786 (Area epicentrale: Piediluco) Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I tetTemoti del 1785/1786 - Piediluco 3.7- 2 I terremoti nelle fonti dei catalo~hi Questi terremoti sono descritti dal catalogo PFG (Postpischl ed., 1985) da alcune decine di eventi localizzati nell'area ternana-reatina, verificatisi tra il 2 ottobre 1785 e il 25 novembre 1786. Al principale di questi eventi, verificatosi il 9 ottobre 1785, viene attribuita un'intensità epicentrale del grado IX MCS. illteriori eventi significativi vengono segnalati dal Catalogo il 2, il 13 ottobre 1785 e il4 giugno 1786 (lo= VIII); il3 ottobre e il 14 gennaio 1786 (lo = VWVIII). Non essendo disponibile il testo della fonte del Catalogo (Dell'Olio e Molin, 1980), l'analisi di questo terremoto prende l'avvio da una rilettura critica del Baratta (1901). Il Baratta rifacendosi principalmente a due specifici studi sull'evento umbro del 1785/86 (Gilii, 1786; Baratta, 1896) fornisce una descrizione particolareggiata per quanto riguarda gli effetti di near field; il far field appare meno definito. Il Baratta elenca inoltre molte scosse che seguirono per circa un anno l 'evento principale. Il Gilii, singolare figura di astronomo, botanico e studioso di storia naturale, (chiamato da Pio VII a dirigere la specola vaticana), raccoglie le descrizioni sul terremoto fornite per diverse località da alcune lettere intercorse tra l'autore e alcuni suoi corrispondenti. Il Gilii è osservatore diretto per Roma, mentre relativamente alla zona di Piediluco riporta le informazioni raccolte principalmente dall'abate Rossetti, "testimonio di vista" che ha "tutto ... diligentemente ... notato di mano in mano che se ne andavano sperimentando i tristi effetti"; questo almeno fino al 13 ottobre, giorno del suo rientro a Roma. Nei mesi successivi, fino al marzo 1786, le notizie sull'area di Piediluco provengono da corrispondenze inviate al Rossetti e da questi trasmesse al Gilii. Questo epistolario è stato individuato presso l'Archivio Segreto Vaticano; tuttavia per il presente studio si sono utilizzati gli ampi stralci riportati dal testo del Gilii. Baratta ( 1896), oltre che rifarsi al Gilii, cita alcuni periodici nazionali coevi (Gazzetta Universale, 1785-1786; Diario Ordinario, 1785), le osservazioni dell'abate Cavalli (Cavalli 1785) - che proprio in questa occasione compie accurate osservazioni dalla specola Caetani in Roma, utilizzando il sismoscopio a mercurio di sua invenzione e soprattutto le informazioni tratte "da un incartamento" dell'Archivio di Stato di Roma. Il materiale consultato da Baratta è stato rintracciato nei fascicoli del fondo Camerale II dell'Archivio di Stato di Roma (ASRM, 1785-1788), che raccolgono relazioni e richieste di sussidi per alcune località e diocesi della provincia reatina. Particolarmente interessante - come si vedrà più avanti - è risultata una relazione sugli effetti delle scosse principali nelle diocesi di Terni, Rieti e Spoleto, presentata alla Camera Apostolica nel maggio 1786. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 1785/1786 - Piediluco 3.7- 3 La relazione, finalizzata alla determinazione dell'entità dei sussidi economici per le diverse comunità interessate, è stata redatta principalmente sulla base di un rapporto sintetico commissionato al perito camerale Antonio Cioli, e su notificazioni, perizie e documenti trasmessi da rappresentanti locali del potere 'laico' ed acclesiastico. In alcuni casi, come si vedrà in seguito, i funzionari romani hanno provveduto alla verifica delle informazioni citate nelle diverse perizie allegate alle richieste di sussidio, sollecitando ulteriori e specifiche informazioni ai vescovi locali. La sintesi di questo lavoro viene riportata in una perizia generale, completa dei risultati della verifica effettuata e da commenti di carattere fiscale. I documenti dell'Archivio di Stato di Roma sono stati redatti in periodi diversi compresi tra la fine del 1785 e il 1788 e, come spesso accade per la documentazione di carattere amministrativo, le conclusioni sismologiche che se ne possono trarre sono riferibili alla descrizione cumulativa degli effetti di più scosse cronologicamente contigue. Va segnalato anche che, come era prevedibile, nella documentazione di tipo amministrativo - finanziario si verifica una certa 'contaminazione' di materiali, dovuta alla presenza di richieste di sussidio, perizie e disposizioni amministrative che si riferiscono in modo palese ad eventi cronologicamente e geograficamente vicini, quali il terremoto di Cagli del 3 giugno 1781 e i terremoti del febbraio-maggio 1784 nella zona di Camerino. L'analisi a partire dai cataloghi-filtro permette di identificare ulteriori fonti significative. I maggiori contributi sono fomiti da Perrey (1848) e da De Rossi (1899). Il primo autore utilizza le informazioni raccolte in periodici europei (Gazette de France, 1786; Journal Enciclopédique, 1785; Journal Politique, 1785) e, attraverso la segnalazione di Hoff (1840), anche le Osservazioni romane degli anni 1785 e 1786, riportate nelle Ephemerides Meteorologicae (1786 e 1787). De Rossi cita il periodico Bologna (1785 e 1786), che riporta principalmente corrispondenze da Roma, in parte riprese da altre gazzette. Il repertorio bibliografico di Gardellini e Spadea (1980), oltre ad alcuni testi noti, segnala una storia locale (Armeni, 1897), che oltre a riprodurre ampi stralci della disserta~ione del Gilii, cita un testo (Protezione meravigliosa ... , 1786) che raccoglie alcune testimonianze di interventi miracolosi attribuiti alla Madonna del Rosario, in occasione del terremoto, in Terni, Piediluco e dintorni. Fonti principali per la descrizione del periodo sismico si rivelano quindi le diverse lettere scritte dai luoghi interessati dall'evento, raccolte e pubblicate dal Gilii, oppure riportate dai periodici italiani e/o europei; le osservazioni sismologiche del Cavalli e i documenti conservati all'Archivio di Stato di Roma. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 1785/1786 - Piediluco 3.7- 4 Le informazioni fornite dalle fonti più vicine agli eventi consentono di articolare con una sufficiente precisione le dimensioni delle due scosse principali accadute i giorni 2 e 9 ottobre 1785; mentre per le molte scosse che sono segnalate negli ultimi mesi del 1785 e lungo tutto il 1786, le informazioni si rivelano molto scarse e confuse. Relativamente alla prima delle due maggiori scosse le fonti italiane (Antologia Romana, Gazzetta Ufficiale, Bologna, Gilii) sono concordi nel segnalare che essa avvenne "la sera del dl 2 Ottobre ( ... ) circa le ore tre, e tre quarti della notte". Il Journal Enciclopédique (1785 12/1) citando una corrispondenza da Roma del 17 ottobre, afferma che il terremoto avvenne "le 2 de ce mois, sur les 10 heures du soir". Seguendo la descrizione del Gilii, la scossa fu sensibile non solo nei dintorni di Piediluco, "ma anche ne' luoghi situati a qualche distanza"; a Piediluco crollarono alcune case mentre a Rieti si ebbero danni più leggeri. Nei giorni successivi si verificarono molte altre scosse, soprattutto nella zona di Piediluco. Relativamente alla seconda scossa principale, le fonti concordano nel segnalare che avvenne il giorno 9 ottobre alle ore l O (Diario Ordinario, Antologia Romana, Gilii) o, secondo l'orario alla francese, alle 4 della mattina (J ournal Enciclopédique, 1785 12/1). Le fonti concordano nel segnalare questo evento come più forte del precedente e, anche in questo caso, indicano come area epicentrale quella di Piediluco, dove "al suonare delle ore 10 della notte stando tutti a riposare sotto le capanne ... insorse una nuova scossa di terremoto per succussione, molto più formidabile delle altre fino ad ora riferite. ( ... ) Fattosi poi giorno uscirono tutti dalle loro trabacche, e portatisi dentro il paese furono spettatori della totale ruina di tutte le chiese, e case, alcune delle quali, benché al di fuori apparissero intatte, vedute poi nel loro interno furono trovate ripiene di crepature; ( ... ) Diroccati si videro i campanili delle Chiese della SSma Annunziata, e di S. Antonio, e le respettive campane ridotte in pezzi" (Gilii, 1786). Le fonti italiane e quelle francesi teoricamente utilizzano sistemi orari diversi, rispettivamente noti come orario 'all'italiana', che fa iniziare il giorno a partire dal tramonto del sole di quello che nel sistema attuale è il giorno precedente, e orario 'alla francese', equivalente all'orario attuale. Nel 1785 si è di fatto in una fase di passaggio nell'uso dei due sistemi orari, per cui le fonti hanno una percezione meno chiara del tempo, e i riferimenti all'uno o all'altro sistema si mescolano e si confondono. Le fonti francesi, che pure utilizzano il sistema attuale, non possono essere un riferimento sicuro, in quanto ovviamente raccolgono informazioni in ambiente italiano. Per fare chiarezza su questo problema, si è cercato di analizzare la successione degli eventi partendo da una fonte diretta, che fornisse una sequenza narrativa sufficientemente ampia degli eventi nella loro evoluzione. A questo scopo è sembrata Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 1785/1786 - Piediluco 3.7- 5 utile l'analisi del racconto trasmesso da Piediluco al Gilii dall'abate Rossetti, racconto che si sviluppa con continuità per un paio di settimane. "La sera del dl 2 Ottobre del passato anno 1785 giorno di Domenica, e festa della Madonna SS .ma del Rosario circa le ore tre, e tre quarti della notte si sentì per la prima volta l'orribil flagello del terremoto". Il racconto prosegue con la descrizione dei soccorsi prestati agli abitanti rimasti sotto le macerie e, "durando ancora la notte" dell'iniziativa dallo stesso abate Rossetti di recuperare un miracoloso crocifisso dalla Chiesa di S. Francesco. Vista la pericolosità di questo intento, "giacchè dentro il paese vedevasi imminente il pericolo sl per i scuotimenti di terra pressochè continui, sl ancora per i sassi, che frequentemente cadevano dalla Rocca", si decise di trasferisi all'aperto nella campagna "per tutto il rimanente della notte, qual tempo s'impiegò parte in fare a quell'afflitta gente delle prediche, e parte in fare comunemente delle fervorose orazioni. Uno sciroccoso vento, ed una lenta pioggia quasi continua erano in questa notte compagni indivisibili delle frequenti scosse di terra. Dopo tanti disagi venne il sospirato giorno di Lunedl 3 del mese ... ". Quest'ultimo passaggio è cruciale e decisivo, perchè rivela che il Rossetti usa un riferimento orario perlomeno equivoco. Nel sistema orario 'all'italiana' le ore tre e tre quarti della notte del dl 2 ottobre corrisponderebbero all'incirca alle ore 22 del giorno l ottobre; ma nella narrazione alla notte doveva logicamente seguire il giorno (2 ottobre), e invece "venne il sospirato giorno di Lunedl 3 del mese", il che significa che il Rossetti usa un sistema in qualche modo 'misto', per cui indicando la sera del giorno 2 usa il sistema attuale, mentre nella misurazione delle ore si serve del sistema 'all'italiana'. Allo stesso modo si esprime il Rossetti descrivendo la scossa più grave: "bellissima fu la giornata del Sabato 8 del suddetto mese. Un gran vento di Ponente dominò in tutto il corso di questo giorno, il quale avvicinandosi la sera... al suonare delle ore l O della notte stando tutti a riposare ... insorse una nuova scossa ( ... ) fattosi poi giorno ( ... ) in questo giorno di Domenica 9". Il che significa che la scos~a è avvenuta alle 4 della mattina, come correttamente indicano le Ephemerides Meteorologicae (1787). Evidentemente in questo racconto, come in quello delle altre fonti, i rifetimenti cronologici ed orari sono tutt'altro che trasparenti, per cui si avverte che la cronologia proposta è solamente indicativa, e necessita di una revisione puntuale su fonti specifiche. Di seguito si riportano, ordinate cronologicamente, e senza intervenire nella trasposizione degli orari indicati dalle fonti, le informazioni sulle ulteriori scosse. 24 aprile 1785 Le osservazioni del Cavalli trascritte dal Baratta (1897) segnalano un terremoto a Spoleto e a Foligno. Osservatorio Geoftsico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 178511786 - Piediluco 3.7- 6 2 ottobre 1785 In aggiunta alle informazioni su una delle maggiori scosse viene ricordato che a Terni dalle ore 10 fino alle ore 13, le scosse furono frequentissime (Bologna, 1785/42). Gilii precisa che a Piediluco nel giro di poche ore ci furono tre repliche e il giorno successivo "replicò(... ) più volte leggermente, e la sera alle ore quattro, e mezza si risenti con la stessa forza". A Roma fu sentita anche una scossa alle ore 7 (Gazzetta Universale, 1785/41; Bologna, 1785/41). 3 ottobre 1785 Gilii afferma che tra le tante repliche a Rieti quella delle ore 4 e mezza della sera "si risenti con la stessa forza ma fu di pochissima durata" rispetto a quella del 2 ottobre; per Piediluco dichiara che "circa le ore 6 si fece sentire un altro ben violento scuotimento, nel quale rimasero crepate quasi tutte le altre case". 4 ottobre 1785 Il Gilii riporta che a Piediluco 'in questa, come nella passata [notte], e precisamente alla stessa ora [ore 6] si fece di bel nuovo sentire il terremoto, il quale non solo ingrandì le crepature cagionate alle case dalle scosse precedenti, ma ne apportò ancora delle nuove". Continui tremori a Piediluco secondo il Gilii nei "susseguenti giorni di Mercoledì, Giovedì, e Venerdì, 5, 6, e 7 di Ottobre, nei quali ... tanto di giorno, che di notte furono sentiti dei terremoti, i quali peraltro furono leggeri, e di corta durata". 9 ottobre 1785 Il Diario Ordinario (1785/1126) registra a Roma una scossa "piccola ( ... ) pure non sensibile a tutti" avvenuta "a circa le ore 4 e mezza" che precedette il secondo dei due eventi maggiori. Per le molte scosse successive a quella principale del giorno 9 va segnalato che a Piediluco seguirono tre scosse "durante la messa" (Gilii, 1786); a Roma - come citato dal Diario Ordinario (1785/1126) - "mezz'ora dopo replicò altra scossa ma fu meno sensibile" e nella notte, come attestato dalle osservazioni del Cavalli trascritte da Baratta ( 1897), ci furono altre piccole scosse; a Norcia dopo le dieci ne fu sentito "pure un altro(... ) il quale durò meno ma fu di ugual forza; poi ne succedette un altro ugualmente forte ma ancor di meno durata e questo fu sulle ore 10 e mezza" (Gilii, 1786). 10 ottobre 1785 Alcune volte "sentivasi tremare la terra a Piediluco" (Gilii, 1786). A Roma nella notte ci fu un'altra piccola scossa (Baratta, 1897). A Norcia sempre fu sentito "qualche scotimento ma di durata istantanea(... ) dalle ore 6 fino alle nove" (Gilii, 1786). 11 ottobre 1785 A Terni durante una processione si sentì una forte scossa di terremoto (Journal Enciclopédique, 1785 12/1). A Norcia sempre fu sentito "qualche scotimento ma di durata istantanea( ... ) dalle ore 6 fino alle nove" (Gilii, 1786). 12 ottobre 1785 A Piediluco rari e leggeri scuotimenti secondo Gilii (1786). A Norcia sempre fu sentito qualche "scotimento ma di durata istantanea(... ) alle 12 più sensibile e di un po' più di durata" di quelli degli altri giorni (Gilii, 1786). A Roma alle 16, 50 piccola scossa (Baratta, 1897). Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 1785/1786 - Piediluco 3.7- 7 13 ottobre 1785 A Piediluco rari e leggeri scuotimenti secondo Gilii ( 1786), ma "circa le ore 21 sentirono un botto, che parve uno sparo di mortaletto, e voltatisi da quella parte donde era venuto il botto, videro non senza lor meraviglia, che apertasi la terra mandava in aria del sabbione, e gran puzzo di zolfo". Per Roma le Ephemerides Meteorologicae ( 1787) registrano scosse alle l di mattina. A Norcia sempre fu sentito "qualche scotimento ma di durata istantanea ( ... ) dalle ore 6 fino alle nove" (Gilii, 1786). 14 ottobre 1785 A Piediluco rari e leggeri scuotimenti secondo Gilii ( 1786); secondo alcuni periodici (Bologna, 1785/43; Gazzetta Universale, 1785/43) le "scosse avevano ceduto solo sentendosi qualche lieve tremore". A Norcia sempre fu sentito "qualche scotimento ma di durata istantanea( ... ) dalle ore 6 fino alle nove" (Gilii, 1786). 15 ottobre 1785 A Terni le scosse continuano ne sono state avvertite 12 nello spazio di 4 ore; si rinnovano i danni e in direzione di Spoleto vengono segnalati due villaggi quasi interamente distrutti (Joumal Enciclopédique, 1785 12/15). A Norcia sempre fu sentito "qualche scotimento ma di durata istantanea( ... ) dalle ore 6 fino alle nove" (Gilii, 1786). A Roma alla 16 1/2 ci fu un'altra piccola scossa (Baratta, 1897); forse è a questa che si riferisce il Cavalli quando riporta "il sismografo brevemente segnò ( ... ) [scosse] né da tutti intese né da tutti avvertite ( ... )piccole e di poca durata(... ) [tra cui una] nel mattino del dì 16, tra le 16 e le 17" (Cavalli, 1785b). 18 ottobre 1785 In una corrispondenza da Temi si· ha notizia di "( ... ) tre scosse di terremoto una sulle 7, l'altra sulle ore 9 e la terza sulle ore 12 che fu sensibilissima a quei miseri abitanti" (Bologna 1785/44). 29 ottobre 1785 A Piediluco dopo le ore '19' si sentirono tre "scuotimenti di terra" (Gilii, 1786). 5 novembre 1785 A Terni viene segnalata una scossa di terremoto al tramonto (Ephemerides Meteorologicae, 1787). La stessa scossa, più forte a Rieti, è segnalata anche a Roma (Baratta, 1897). prima del 9 novembre 1785 Da una corrispondenza da Roma del 9 novembre pubblicata dal Joumal Politique de Bruxelles (1785/50) si ha notizia di leggere scosse sentite nella Marca d'Ancona e anche nella capitale. 11 novembre 1785 A Roma nella notte piccola scossa (Baratta, 1897). 12 novembre 1785 "lsta nocte circa hor. l mat. Interamna [Temi NdC] concussa fuit" (Ephemerides Meteorologicae, 1787). Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 1785/1786 - Piediluco 3.7- 8 25 novembre 1785 In una corrispondenza da Roma del 3 dicembre pubblicata dal periodico Bologna (1785/50) si ha notizia che "da lO giorni a questa parte [forse anche prima del 25 novembre] a Temi e in luoghi irconvicini non si sono intese più le scosse di Terremoto". Al contrario le Ephemerides Meteorologicae (1787) segnalano più scosse a Temi. Prima del 26 novembre 1785 Da una corrispondenza da Roma del 26 novembre pubblicata in Bologna (1785/49) si ha notizia che a Temi continuano le scosse di terremoto. 29 novembre 1785 Le Ephemerides Meteorologicae ( 17 87) segnalano una scossa a Terni al tramonto. 3 dicembre 1785 A Roma nella notte piccola scossa (Baratta, 1897). 4 dicembre 1785 Le Ephemerides Meteorologicae (1787) segnalano più scosse a Temi durante la notte. 16 dicembre 1785 Le Ephemerides Meteorologicae (1787) segnalano frequenti e sensibili scosse a Temi dalle 8 della sera alle 3 del pomeriggio seguente. 20 dicembre 1785 Da una corrispondenza da Roma del 28 dicembre riportata nella Gazzetta Universale (1786/1) si ha notizia che a Temi furono avvertite più di 6 scosse per cui gli abitanti seguitarono a restare nelle campagne sotto le baracche. L'informazione proviene da una lettera da Temi (Gazette de France 1786/10). l gennaio 17 86 Le Ephemerides Meteorologicae (1788) segnalano scosse a Terni. 6 gennaio 17 86 Le Ephemerides Meteorologicae (1788) segnalano una scossa appena sensibile a Roma alle 9 1/2 del pomeriggio. l O gennaio 17 86 A Roma nella notte una scossa (Baratta, 1897). Prima dell'l l gennaio 1786 Da una corrispondenza da Roma riportata da Bologna (1786/3) si ha notizia che tanto a Terni quanto nei territori vicini si continuano ad avvertire delle scosse "anche sensibili tanto che le case della città si sono rese inservibili". 14 gennaio 17 86 A Roma una scossa (Baratta, 1897). -, 15 gennaio 17 86 Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 178511786 - Piediluco 3.7- 9 Le Ephemerides Meteorologicae (1788) segnalano scosse in Umbria alle 5,30, 6,30 e 8,30 di mattina. Da una lettera da Gubbio citata in una corrispondenza romana pubblicata nella Gazzetta Universale (1786/9) si ha notizia che a Gubbio furono sentite diverse scosse "non poco gagliarde che spaventarono universalmente l'animo di quei cittadini senza peraltro avervi cagionato alcun danno". 16 gennaio 17 86 A Roma una scossa (Baratta, 1897). Prima del18 febbraio 1786 Da una corrispondenza da Roma del 18/2 pubblicata dalla Gazzetta Universale (1786/16) si ha notizia che ogni giorno si risentono a Gubbio tre o quattro scosse leggere e che quasi ogni ora si ripetono a otto miglia dalla città; la stessa notizia viene ripresa anche dal Journal Politique de Bruxelles (1786/12) e dalla Gazette de France (1786/24). 24 febbraio 1786 Le Ephemerides Meteorologicae (1788) segnalano una scossa a Terni alle "l di mattina". Marzo 1786 Il giornale delle osservazioni fatte dal Cavalli e pubblicato in Baratta (1897) per il mese di marzo cita piccole scosse a Roma: i giorni 4, 6, 8, 17, 21, 23, 24, 25, 28, 29; il giorno 20 le scosse piccole furono 2; il giorno 16 una scossa venne registrata alle ore 10. Aprile 1786 Il giornale delle osservazioni fatte dal Cavalli e pubblicato in Baratta ( 1897) per il mese di aprile cita piccole scosse a Roma i giorni 11, 16, 19 e 21. 17 maggio 1786 Da una lettera da San Gemini citata in una corrispondenza romana pubblicata da Bologna (1786/22) si ha notizia che vi furono avvertite moltissime scosse di terremoto che non causarono "danni di sorta alcuna" bensì fecero paura. 23 maggio 1786 Le Ephemerides Meteorologicae (1788) segnalano una scossa a Terni alle "tra l e 2 pomeridiane". Conferma della notizia si ha da una lettera di Terni citata in una corrispondenza da Roma del 31 maggio pubblicata da Bologna (1786/23) che riporta "nel martedl mattina (... )sopraggiunse una fiera scossa di terremoto seguita nel termine di un ora da altre quattro parimenti sensibili onde tutti( ... ) si trasferirono alli loro casini di Campagna. le medesime scosse si sono intese anche in Narni ed in altri luoghi circonvicini, e in detta città di Terni sono cadute molte cappe de camini, continuando presentemente a sentirsi in tuttti, li suddetti luoghi" La notizia è ripresa anche da una corrispondenza romana del 31 maggio pubblicata dal Gazzetta Universale (1786/45). 30 maggio 17 86 Le Ephemerides Meteorologicae ( 1788) segnalano scosse a Terni alle ore l del mattino e 9 della sera; nella stessa ora le scosse furono avvertite anche Roma. Osservatorio Geoftsico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 178511786 - Piediluco 3.7 - 10 31 maggio A Roma una scossa (Baratta, 1897). l giugno 1786 A Roma una scossa (Baratta, 1897). Prima del 7 giugno 1786 Da una corrispondenza di Roma del 7 giugno pubblicata da Bologna (1786/24) si ha notizia che a Terni e "in altri luoghi circonvicini, e nella Sabina si continuano a sentire le scosse di terremoto, molto minori peraltro di quelle sofferte nel passato mese di Maggio". Forse sono riferite a queste scosse anche le informazioni di una corrispondenza di Roma del l O giugno pubblicata dalla Gazzetta Universale (1786/48) che riporta "continuano in diverse parti e specialmente in Terni, Narni, Santogemini, Morlupo ec. colla caduta di alcune case e muraglie: il Monastero poi di quest'ultimo luogo è talmente sbandellato che quelle religiose hanno chiesto di poter essere trasferite altrove". Quest'ultima notizia viene ripresa integralmente dal Journal Politique de Bruxelles (1786, 7/15). Il giornale delle osservazioni fatte dal Cavalli e pubblicate in Baratta ( 1897) per il mese di giugno cita piccole scosse a Roma i giorni 10, 13, 18; nei giorni 14 e 15 le scosse furono due; il giorno 17 furono quattro; mentre il 20 furono molte. 21 giugno 1786 Da un avviso di Spoleto citato in una corrispondenza romana del 28 giugno pubblicata dalla Gazzetta Universale (1786/53) si ha notizia che "mercoledì della scorsa settimana furono sentite a Spoleto nove scosse di terremoto, una delle quali fu cosi gagliarda che fece cadere molti camini". La notizia viene ripresa anche dal Bologna (1786/27). E' forse a questi eventi che si riferiscono le osservazioni romane pubblicate dalle Ephemerides Meteorologicae (1787) quando datano al 13 giugno "un terremoto che scuote Spoleto e altri luoghi situati negli appennini al di la di Temi". Il giornale delle osservazioni fatte dal Cavalli e pubblicato in Baratta (1897) segnala varie piccole scosse a Roma nei giorni 22, 24, 28 e 30 giugno. Luglio 1786 Il giornale delle osservazioni fatte dal Cavalli e pubblicato in Baratta ( 1897) per il mese di luglio cita varie piccole scosse a Roma i giorni l, 2, 4, 9. 26luglio 1786 Da una lettera da Terni citata in una corrispondenza romana del 2 agosto pubblicata dalla Gazzetta Universale (1786/63) si ha notizia che "mercoledì della scorsa settimana circa le ore 4 e un quarto fu sentita in quella città una scossa di terremoto si violenta che (... )gli abitanti sen ne fuggirono in campagna". La stessa notizia è ripresa da Bologna (1786/32). 31luglio 1786 Da una corrispondenza romana del 2 agosto pubblicata dalla Gazzetta Universale (1786/63) si ha notizia che a Roma "lunedì dopo pranzo circa le ore 20 e mezzo si sentirono due scosse di terremoto che si credono di consenso di altre più forti accadute a Temi". La stessa notizia, ripresa da Bologna (1786/32), specifica che "si dubita moltissimo che possa avere avuto origine da detta città di Terni". Le scosse sono attestate anche in Baratta (1897) che cita una scossa a "20 ore" e "un'altra piccola" a Roma Agosto 1786 Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 1785/1786 - Piediluco 3.7 - 11 Il giornale delle osservazioni fatte dal Cavalli e pubblicato in Baratta (1897) cita piccole scosse a Roma nei giorni 6, 8, 10, 15, 19, 21, 22, 24 e 27; mentre nei giorni 13, 14, 17 le scosse furono due. Settembre 1786 Il giornale delle osservazioni fatte dal Cavalli e pubblicato in Baratta (1897) cita piccole scosse a Roma i giorni 3 e 14; mentre il giorno 4 vi fu una scossa più forte. 22 ottobre 1786 Le Ephemerides Meteorologicae (1788) segnalano una lieve scossa che fu "più sensibile" a Terni alle ore 11,30 pomeridiane. l novembre 1786 Le Ephemerides Meteorologicae (1788) segnalano più scosse a Terni durante la notte. 25 novembre 1786 Le Ephemerides Meteorologicae (1788) segnalano alle 5,11 del mattino una scossa "poco sensibile" a Roma e "più sensibile" a Terni. La scossa è attestata anche in Baratta (1897) che riferisce una piccola scossa a Roma. Dicembre 1786 Baratta (1897) riporta piccole scosse a Roma i giorni 4, 28 e 30; mentre ·il giorno 6 le scosse piccole furono due. Le fonti di tipo giornalistico non forniscono informazioni sufficienti a definire gli effetti delle scosse principali; la vicinanza cronologica delle due scosse del 2 e 9 ottobre potrebbe spiegare la maggiore enfasi attribuita alla scossa del 9 ottobre. La documentazione di tipo amministrativo conservata presso l'Archivio di Stato di Roma, redatta in un arco cronologico che si estende dall'ottobre 1785 al 1788, è la fonte che fornisce informazioni sul maggior numero di località; occorre però sottolineare che questo tipo di documentazione non distingue in alcun modo gli effetti delle scosse che si susseguono dall'ottobre 1785 a tutto il 1786, ragione per cui la mole più consistente di documentazione reperita si riferisce ad effetti che sono cumulativi e in quanto tali utilizzabili. Di seguito si fornisce il quadro generale degli effetti per tutte le località citate da questi documenti, integrate dalle informazioni fornite dalle altre fonti, e in particolare dai materiali raccolti e pubblicati dal Gilii (1786). Apoleggia La relazione del vescovo di Terni riferisce che "la Casa e la Chiesa Parrocchiale ... e le altre case di famiglie povere hanno patito, ma che un sollievo di scudi 200, o poco più sia sufficiente al riparo". Arrone La relazione camerale, sulla base di una relazione del vescovo di Terni, quantifica l'importo economico per gli interventi di riparazione dei danni prodotti dal terremoto alla chiesa parrocchiale e a 21 "case de' Poveri" in 378 scudi. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicit.à dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 1785/1786 - Piediluco 3.7 - 12 Buonacquisto Da una supplica della comunità comprovata da attestati del Parroco, del Podestà e della "Cura vescovile di Spoleto", riportata nella relazione camerale, si riferisce la "caduta di sette case, e col patimento di altre trenta rese inabitabili"; la supplica sottolinea inoltre il "pregiudizio della Chiesa, e del campanile della Parrocchiale". La relazione specifica che "II popolo è composto di 298 anime". Una perizia dell'architetto Pietro Ferrari, allegata al fascicolo, dichiara: "la causa di una tale rovina non può ripetersi solamente da quest'ultime scosse di terremoto, ma anche dagl'altri ... onde quest'ultimo terremoto avendo trovato varie case assai deboli, le ha rovinate ad un segno tale, che alcune sono inabitabili". Castagna La località non è citata nella relazione camerale; la documentazione allegata comprende una supplica della comunità di Castagna per ottenere un sussidio, e una perizia commissionata dal vescovo di Spoleto all'architetto Ferrari, che segnala in particolare lesioni ad una piccola chiesa, e a cinque case "de' poveri", più danneggiate delle altre. Secondo lo stesso perito i danni, "particolarmente nelle case, non si possono certamente ripetere dagl'ultimi terremoti, ma da altri antecedenti, e soprattutto da vecchiezza de' muri". Castiglioni La relazione camerale, sulla base di una perizia trasmessa dal vescovo di Spoleto, quantifica l'importo economico per gli interventi di riparazione dei danni prodotti dal terremoto a una chiesa e "per case de' Poveri in Num. 33 partite" in 1203.7 5 scu~. · Cittaducale Una supplica quantifica l'importo economico per gli interventi di riparazione dei danni prodotti dal terremoto al Palazzo Pubblico in 1000 scudi. Colle Licino La relazione camerale, sulla base della perizia Cioli, quantifica l'importo economico per gli interventi di riparazione dei danni prodotti dal terremoto in 100 scudi. Collesantangelo La località non è citata nella relazione camerale; una perizia dell'architetto Ferrari indica gli interventi di riparazione relativi a 9 case (consistenti principalmente nel collocamento di speroni, di catene e nella riparazione di crepature nei muri) e alla chiesa, cui si dovrà mettere due catene e rifare l'arco della porta e delle finestre. Collestatte Nella relazione camerale viene riferito, su segnalazione del vescovo di Terni, che la "Chiesa Parrocchiale ( ... ) ha patito". Ferentillo Da una supplica della comunità, riportata nella relazione camerale, si riferiscono danni "soprattutto al Convento dei Padri Cappuccini ( ... ) nella maggior parte delle Case a segno, che la povera gente era costretta a dormire in Campagna". L •Aquila In una lettera da Napoli, citata in una corrispondenza da Roma del 26 ottobre 1785, si segnala il generico avvertimento di "moltissime scosse nella provincia dell'Abruzzo le quali non avervano apportato alcun danno, tanto a quei popoli, che alle loro abitazioni: ciò nonostante quasi tutti si erano refugiati alla campagna aperta" (Bologna, 1785/44) Labro La relazione camerale, secondo i rilievi del perito Cioli, riporta danni per 1200 scudi complessivi e rileva che "la qualità delle Case fabbricate di sasso in pendenza del Monte e portate all'altezza di tre o quattro piani. Quindi deduce la facilità del patimento, quale già vi era prima de' Tremuoti. E però niun danno considera per conto di Case de particolari". Tra gli edifici danneggiati sono citati la "Chiesa ed abitazione porrocchiale, e(... ) un Oratorio annesso [500 scudi](... ) Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 1785/1786 - Piediluco 3.7 - 13 il Convento de' Padri Riformati di San Francesco [700 scudi]". Il perito conclude precisando che "Della popolazione di Labro, composta di 786 anime, solo 180 circa abitano in paese (e queste si vanno diminuendo ancora). Le altre abitano fuori in distanza di tre Miglia" e che "Il danno nella Chiesa Parrocchiale sia anco minore dei scudi 500" richiesti. Montefranco La località non è citata nella relazione camerale, nonostante una supplica conservata nello stesso fascicolo dichiari che "simile supplica fu ... fin dallo scorso Novembre avanzata, e verificata colla relazione del perito Cioli", evidentemente senza esito. Il testo della supplica suddetta dichiara che "tre case di contadini sparse nel territorio sono rimaste atterrate; l'unico Convento, che vi è detto di S. Bernardino de' Minori Osservanti è rimasto talmente danneggiato, che que' Religiosi dovettero fuggire( ... ) Tutte le case ... sebbene non sieno cadute, sono però quasi tutte crepate ... onde tutta la Popolazione composta di 900 anime ... vi ve sotto le tende". Alla supplica è allegata una corposa perizia casa per casa, che indica la cifra necessaria complessiva in 3015.80 scudi. Morro Reatino In un memoriale della comunità di Morro vengono citati danni ad alcuni edifici pubblici e privati della città per una cifra complessiva di 1596.50 scudi. Tuttavia il danno viene ridimensionato dalle precisazioni fornite dal Vescovo di Rieti che riferisce: "in Morro, e suo territorio una, o due case al più siano cadute, e queste gia male in arnese, e spettanti ai possidenti ( ... ) Le case patite, alcune delle quali spettanti ai poveri, sono diverse, e queste già da prima malconcie, per non essere mai state risarcite. Il danno maggiore si verifica nella chiesa parrocchiale mal costruita fino dal suo principio e nelle case della comunità. Il primo ( .. )può ripararsi colla spesa di scudi 100. La perizia, come sopra, esibita si assicura dal detto Vescovo essere( ... ) alterata, e sospetta". N orci a Furono avvertite le due maggiori scosse ma nelle lettere da Norcia pervenute al Gilii o ai corrispondenti romani non vengono descritti danni Palombare La relazione camerale, sulla base di una perizia trasmessa del vescovo di Spoleto, quantifica l'importo economico per gli interventi di riparazione dei danni prodotti dal terremoto a una chiesa e "in case de' Poveri in 4 partite" in 91 scudi. Papigno Il perito Cioli quantifica l'importo economico per gli interventi di riparazione dei danni prodotti dal terremoto "alla Chiesa Parrocchiale, Oratorio, Cimiterio e Case all'intorno" in 3000 scudi. Piediluco Il perito Cioli citando i "documenti esibiti dalla Comunita" riferisce che "la popolazione è composta di 584 Anime ( ... ), le case in imminenete pericolo di cadere e spettanti a poveri sono in tutto in numero di 60 ( ... ) 17 famiglie si trovano in Campagna nelle Capanne e senza abitazione". Come ulteriore informazione precisa che "questa terra era in gran parte rovinata prima dei Terremoti, essendo molte case piantate alle radici del Monte sopra l'Arena; che perciò vanno insensibilmente cadendo verso il basso. Volendosi dare riparo alle migliore case patite, ne calcola in cumulo la spesa di circa 2000 scudi". Danni per un ammontare di "121 scudi" vengono riportati anche per la "Chiesa e Casa Parrocchiale". Cio li conclude osservando come dall'insieme delle informazioni "( ... ) possa dedursi che la Terra di Piedilugo sia stata uno dei luoghi più danneggiati dal Terremoto, e più bisognosi di sollecito riparo" . Nel fascicolo è conservata anche una nota inviata il 25 marzo 1786 al vescovo di Temi dall'abate Rossetti, nella quale si contesta duramente la perizia del Cioli, "sl perchè si tratteiUle pochi momenti in detta terra; sl ancora perchè il danno si aumentò colle scosse successive". Polino Il Diario Ordinario (1785/1126) evidenzia come questo paese, e Piediluco siano stati "in gran parte rovinati". Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 1785/1786 - Piediluco 3.7- 14 Rieti Vennero avvertite le due maggiori scosse. Quella del giorno 2 ottobre fece suonare campanelli e campane degli orologi, cadere calcinacci e oggetti; quella del giorno 9 fu sensibilissima tanto che "non vi era fabbrica che non ne avesse risentito il danno" (Gilii, 1786) Rivodutri Secondo quanto citato nella relazione camerale"II vescovo rispetto a Rivodutri assic~ che il Terremoto, poco, o niun danno ha recato, e se tal uno ven'è, è leggero, e può ripararsi dai dannifteati". Roma. Le due maggiori scosse vennero avvertite. La prima quella del 2 ottobre fu avvertita soprattutto ai piani alti dove suonarono i campanelli, e fu segnalata dal sismoscopio della specola Caetani (Cavalli, 1785); secondo il Gilii la scossa fu "di poca durata e piuttosto leggera". La scossa del 9 fu "di qualche durata e molto sensibile" (Gilii, 1786) e secondo il Diario Ordinario (1785/1126) "lo scuotimento fu si forte, che fu inteso anco da quelli che erano nel più profondo sonno, e gran numero di persone abbandonarono le abitazioni (. .. ) ma grazie a Dio non arrecò verun danno". Rosciano La relazione camerale, sulla base di una perizia trasmessa del vescovo di Spoleto, quantifica l'importo economico per gli interventi di riparazione dei danni prodotti dal terremoto "per case de' Poveri in Num. 23 partite" in 1068. 75 scudi San Gemini Una supplica al Papa Pio VI dei Rappresentanti della città, dichiara che i reiterati terremoti del 1785 e 1786 hanno danneggiato il Palazzo Pubblico, per la riparazione del quale una perizia allegata dettaglia la spesa in 340 scudi; gli interventi descritti sono principalmente il collocamento di chiavi, di architravi a po11e e finestre e la sistemazione di diverse crepature. San Mamiliano Una lettera del vescovo di Spoleto presenta la supplica dei "Pubblici Rappresentanti del Castello di S. Mamiliano", secondo la quale il terremoto ha prodotto "danno notabilissimo al Castello, ma ha di più diroccato alcune Case di miserabili contadini". Non risulta però che queste informazioni siano state sottoposte a perizia. Spoleto. Furono avvertite due scosse assai forti il giorno 2 ottobre (Baratta, 1896) e, come si vedrà in seguito, anche eventi successivi. Terni Non pochi furono i danni (Gilii, 1786). Nel ristretto dei danni vengono richiesti 8300 scudi per chiese, casali di campagna e case "de' Particolari". Nella relazione Cioli viene riportata la cifra di 7800 scudi (inferiore a quella del ristretto perchè non sono comprese le spese necessarie per la riparazione dei danni al Palazzo Apostolico e le chiese ed il collegio dell'estinta compagnia dei Gesuiti). La relazione camerale specifica, sulla base delle indicazioni fomite dal Cioli, che i sussidi riguardano "sette Chiese Parrocchiali ... Convento de' P. P. Minori Osservanti detto Le Grazie, ... Convento de' P. P. Riformati di S. Francesco ... le Case de' Poveri tanto in Città, che in Campagna". Per quest'ultima voce si indica la cifra di 7150 scudi, anche se "le Case in Campagna non sono regolarmente abitate da poveri, ma da Coloni de' Fondi. Onde il risarcimento di esse resta a carico de' Padroni", con un possibile notevole risparmio sulla cifra indicata. Terra della Rocca Secondo quanto riferito da Cio li, era "già diroccata in parte prima de' terremoti. Gli abitanti di essa, al cadere delle case, o quando le vedevano in pericolo, si trasferivano alle loro Abitazioni in Campagna, portando via quei cementi, che vi rimanevano (... ) Le due chiese per uso del Parroco, una dentro la Terra, distante l'altra circa mezw miglio, hanno sofferto pochissimo". Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 1785/1786 - Piediluco 3.7 - 15 Todi La scossa del 2 non fu molto forte; il 9 se ne sentirono tre, ma innocue (Baratta, 1896). Torreorsina . Secondo la relazione del perito sono "cadute molte case già patite prima dei terremoti. la Chiesa Parrocchiale anch'essa ha patito". L'importo della perizia dei danni è quantificato complessivamente in 2000 scudi. Tripozzo La relazione camerale, sulla base di una perizia trasmessa del vescovo di Spoleto, quantifica l'importo economico per gli interventi di riparazione dei danni prodotti dal terremoto a una chiesa e "per case de' Poveri in 4 partite" in 114 scudi. Valle San Martino Un memoriale del 22 settembre 1787, inviato al vescovo di Spoleto dagli abitanti della Villa della Valle S. Martino dichiara che le abitazioni e una chiesa rurale sono state danneggiate dalle "ultime scosse". nel dicembre dello stesso anno il tesoriere della Camera Apostolica dispone il pagamento di un sussidio di 50 scudi per alcuni danneggiati in questa località. Nella perizia del Cioli i danni erano quantificati in 152 scudi. A Napoli l'evento non fu avvertito (Gilii, 1786). Relativamente al numero dei morti si ha la sola notizia che a Labro un vecchio perì sotto le rovine di una casa (Gazzetta Universale, 1785/43) Come si è potuto constatare le informazioni raccolte evidenziano uno stato di degrado del patrimonio edilizio preesistente al terremoto. Inoltre in più casi lo stesso perito incaricato dal governo romano di valutare i danni rileva tentati vi di speculazione da parte dei danneggiati. Questi potrebbero anche aver tentato di attribuire al terremoto i danni di un forte temporale che il 25 ottobre, come cita Gilii (1786), o il 27 ottobre, secondo il Journal Politique (1786/1), interessò il territorio temano sradicando molti olivi e abbattendo qualche casa già danneggiata dalle scosse precedenti. Un elemento di novità rispetto alle interpretazioni finora fornite nei vari studi può essere rappresentato dalla possibilità che quasi in contemporanea all'attività dell'area di Piediluco ci sia stata un'attività sismica anche nei Colli Albani . Secondo la Gazzetta Universale, tra le tre scosse avvertite nella capitale quella "(... ) intesa circa le ore 7, ( ... ) fu più sensibile nelli luoghi più eminenti della Dominante". L'avvertimento di una scossa alle ore 7 è attestata solamente per Roma. Si potrebbe anche supporre che sia la segnalazione di uno dei "pressoche continui scuotimenti di terra" avvertiti nel territorio ternano-reatino; tuttavia lo stesso numero della Gazzetta Universale precisa che: "Nella mattina seguente si seppe che in Frascati, Marino e Castel Gandolfo, ed altri luoghi vicini, le dette tre scosse di tremuoto furono più orribili". La notizia viene confermata anche da una corrispondenza da Roma del 17 ottobre, pubblicata dal Joumal Enciclopédique (1785 1211) dove viene riferito: "nous éprouvfunes Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 1785/1786 - Piediluco 3.7 - 16 deux secousses consécutives de tremblement de terre. Elle furent assez fortes pour jettere l'épouvante dans toute la ville( ... ) Le 3, nous apprimes que le tremblement avait été plus violent à Albano, à Laricie & aux environs, en s'approchant de Naples, & sourtout à Tivoli, aù il y a en 3 maisons renversées (... )". Non tutte le fonti tendono comunque ad associare le informazioni al terremoto di Piediluco; da una corrispondenza da Roma del4 ottobre, pubblicata dal Journal Politique de Bruxelles (1785/44) dove si dice: "Hier, sur les 9 heures un quart de soir, nus ressentimes dans l'intervalle de 7 à 8 minutes trois ou quatte secousses de tremblement de terre, don une fut assez forte pour déranger les meubles de plusieurs maisons (... ) Nous apprenons que c'est à Ostie, & le long du rivage de le mer, que la secousse s'est fait principalement sentire. Quoique des maisons se soient écrouleés ( .. ) Nous attendons avec impatience les nouvelles qui nous viendront de la Calabre, et nous faison des voeux pour que cette malheureuse Province n'ait pas plus souffert que nous". ll livello degli effetti segnalati per le località del teiTitorio dei Colli Albani è tale per cui risulta difficile considerarli come risentimento degli eventi del teiTitorio reatino temano; probabilmente le fonti hanno raccolto tutte le notizie relative alle varie scosse avvertite il giorno 2 ottobre, considerandole tutte come manifestazioni del terremoto verificatosi nel territorio temano-reatino. Fatta salva una più approfondita verifica delle informazioni di danneggiamento riportate dalle corrispondenze pubblicate dai giornali francesi, resta comunque da sottolineare che la distanza tra le due aree, la discordanza cronologica, - parzialmente annullata dalla confusione che si verifica a livello di trasmissione delle notizie giornalistiche - e la considerazione del modesto risentimento a Roma, fanno ritenere che si tratti di due eventi distinti. Per questi motivi si ritiene opportuno non inserire le informazioni relative a Frascati, Marino, Castel Gandolfo, Ariccia, Ostia e Tivoli nella tabella delle intensità relativa al terremoto di Piediluco e, concordemente con quanto segnalato dalla Gazzetta Universale, attribuire gli effetti descritti per queste località ad un evento accaduto "( ... )circa le ore 7" del 2 ottobre 1785 (alçune ore dopo la scossa di Piediluco) nell'area dei Colli Albani. Sempre per gli stessi motivi le segnalazioni di repliche successive, individuate sulla base delle sole informazioni di avvertimento a Roma, vengono associate all'epicentro di questo evento. In conclusione tra il 1785 e il 1786 si sono succeduti in Italia centrale alcuni terremoti originatisi in aree diverse (Roma-Colli Albani, Temi-Rieti-Spoleto, Gubbio, L'Aquila). Per l'evento di Piediluco i documenti sottolineano inequivocabilmente uno stato di diffuso degrado degli edifici preesistente al terremoto. In ogni caso, anche non prendendo in considerazione le testimonianze relative ai tentativi di speculazione nelle Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 178511786 - Piediluco 3.7 - 17 descrizioni dei danni, il terremoto non sembra aver raggiunto gli effetti corrispondenti al grado IX assegnato dal Catalogo all'evento del 9 ottobre. In considerazione della difficoltà di discriminare gli effetti di scosse molto ravvicinate, e della disponibilità di documentazione che riporta in forte prevalenza descrizioni che si riferiscono ad una situazione successiva di alcuni mesi all'inizio delle scosse, si ritiene di poter fornire solamente una tabella delle intensità che riflette la situazione determinatasi a tutto il 1786. Nella tabella delle intensità gli effetti sono classificati con una certa prudenza, in quanto si è ritenuto di tener conto delle numerose considerazioni fatte dai periti sul cattivo stato di manutenzione del patrimonio edilizio, dei tentativi più o meno palesi di approfittare della situazione per ottenere sussidi dalla tesoreria camerale, e soprattutto della genericità della documentazione, - anche quella di tipo amministrativo -, relativamente ad alcune località. In particolare si è scelto di assegnare un generico danneggiamento (''D") alle località per le quali esistono sole richieste e disposizioni di finanziamento. Tabella Spoleto PG Spoleto 42:44-12:44 4/5 Norcia PG Norcia 42:48-13:06 F Todi PG Todi 42:47-12:24 F Napoli Napoli 40:51-14:16 NF Considerazioni sui parametri del Catalo~:o Relativamente agli eventi con Io >7 il Catalogo riporta i seguenti parametri: N. Anno M GOra m s Lat Lo n A t lep. Bib Cod 4259 1785 10 02 21 15 - 4232 1245 3 8 502 235 4266 1785 10 03 23 30 - 4332 1245 5 7/8 502 8 4269 1785 10 04 23 - 4232 1245 5 7 502 23 4275 1785 10 09 04 15 - 4232 1245 3 9 502 235 4285 1785 10 13 14 - 4235 1245 6 8 502 A25 4345 1786 01 14 - 4237 1246 5 7/8 502 8 4401 1786 06 04 09- 4235 1245 6 8/9 502 A15 Rispetto alla p,arametrizzazione proposta dal Catalogo si segnala che: - l'area maggiormente colpita risulta compresa in un ampio territorio a pochi chilometri ad est di Terni tra le località di Piediluco e Buonacquisto; viste le incerte assegnazioni delle intensità si propone che il baricentro dei punti massimo risentimento venga stimato a partire dall'area delimitata dalle località cui è stata assegnata un'intensità ~ 7. Secondo questo criterio il baricentro viene calcolato nel punto di coordinate 42 34 N; 12 37 E; - la complessità del fenomeno non consente di arrivare a conclusioni certe sulla severità degli effetti delle varie scosse che tuttavia vanno ridimensionati in relazione sia alla contiguità cronologica e geografica delle continue repliche, sia al fatto che l'intensità massima cumulativa non ha raggiunto effetti superiori al grado VIII MCS. In relazione a quanto esposto sembra pertanto ragionevole l'assegnazione ai singoli eventi di un valore d'intensità epicentrale inferiore di l grado a quello proposto dal Catalogo; - si propone di assegnare le coordinate epicentrali dell'evento principale anche ai successivi risentimenti per le località del'area ternana reatina e di associare loro la classe 5 di attendibilità. - gli orari citati nel Catalogo non sono risultati correttamente trasposti dal sistema orario citato dalle fonti a quello attuale; - non si hanno elementi per datare un evento sismico al 4/6/1786 anche se risulta certa la segnalazione di una scossa nei primi giorni di giugno nell'area di Terni, Narni, San Gemini e Morlupo sicuramente meno severa di quanto farebbe supporre l'intensità epicentrale segnalata dal Catalogo; Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 1785/1786 - Piediluco 3.7 - 19 - relativamente all'evento del 13/10/1785 le uniche informazioni sono riferite a fenomeni acustici, a fessurazione del terreno e a leggere sèosse avvertite nella zona di Piediluco senza alcuna segnalazione di danni. Pertanto si propone la cancellazione del record; Pertanto si propongono le seguenti modifiche ai parametri del Catalogo: N. Anno M GOra m s Lat Lon A t Iep. Bib Cod 4259 1785 10 02 21 15 - 4234 1247 3 7 651 35 4266 1785 10 03 23 30 - 4334 1247 5 6n 651 35 4269 1785 10 04 23 - 4234 1247 5 6 651 35 4275 1785 10 09 04 15 - 4234 1247 3 8 651 35 4285 1785 10 13 14 - 4234 1247 6 8 651 9 4345 1786 01 15 - 4234 1247 5 6n 651 135 4401 1786 06- 4234 1247 6 7/8 651 1235 Bibliografia Archivio di Stato di Roma (ASRm), 1785-1788. Archivio della Reverenda Camera Apostolica, Camerale II, Terremoti, Terremoto del 2 e 9 ottobre 1785 nelle Città e Diocesi di Rieti, Temi e Spoleto. b. 2. Archivio Storico Comunale di Piediluco (ACPl), 1785. 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Bologna, 1786h. 8 agosto, 32, Bologna. Camarda A, sec. XVIII. Lettera, mss. Gilii, cart. 10281, Archivio Segreto Vaticano. Castelli Ranieri, sec. XVIII. Lettera, mss. Gilii, cart. 10281, Archivio Segreto Vaticano. Cavalli A., 1785a. Lettera del Sig. Ab. Cavalli a S.E. il Sig. Duca di Sermoneta. Antologia Romana, XII: 121-123. Cavalli A., 1785b. Lettera II del Sig. Ab. Atanagio Cavalli a S.E. il Sig. Duca Francesco Caetani di Sermoneta, Antologia Romana, XII: 129-131. De Rossi M. S., 1889. Doèumenti raccolti dal defunto conte Antonio Malvasia per la storia dei terremoti ed eruzioni vulcaniche massime d'Italia. Memorie della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei, V: 178-289. de Nobrega E., sec. XVIII. Lettera, mss. Gilii, cart. 10281, Archivio Segreto Vaticano. Diario Ordinario, 1785. 15 ottobre, 1126. Roma Efemeridi letterarie di Roma, 1786. Tomo decimoquinto contenete le opere enunciate nell'anno 1786,.6 maggio, 18, Roma. Ephemerides Societatis Metereologicae Palatinae, 1787. Observationes anni 1785, Mannheim. Ephemerides Societatis Metereologicae Palatinae, 1788. Observationes anni 1786, Mannheim. Gardellini P. e Spadea M.C., 1980. Bibliografia sismologica delle regioni italiane, Roma. Gazette de France, 1786a. 3 febbraio, 10, Paris. Gazette de France, 1786b. 24 marzo, 24, Paris. Gazzetta Universale di Foligno, 1785. 14 ottobre, 41, Assisi. Gazzetta Universale di Foligno, 1785. 28 ottobre, 43, Assisi. Gazzetta Universale, 1786a. 3 gennaio, l. Firenze. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 1785/1786 - Piediluco 3.7 - 21 Gazzetta Universale, 1786b. 17 gennaio, 5. Firenze. Gazzetta Universale, 1786c. 31 gennaio, 9. Firenze. Gazzetta Universale, 1786d. 25 febbraio, 16. Firenze .. Gazzetta Universale, 1786e. 6 giugno, 45. Firenze. Gazzetta Universale, 1786f. 17 giugno, 48. Firenze. Gazzetta Universale, 1786g. 4 luglio, 53. Firenze. Gazzetta Universale, 1786h. 8 agosto, 63. Firenze. Gilii F.L., 1785. Manoscritti, cart. 10281, Archivio Segreto Vaticano. Gilii F. L., 1786. Dissertazione fisico storica su i terremoti di Piediluco accaduti nell'ottobre del 1785, Roma. Hoff K.E.A. von, 1841. Chronik der Erdbeben und Vulkan-Ausbrtiche, Gotha. Journal encyclopédique, 1785. l dicembre. Journal encyclopédique, 1785. 15 dicembre. Lettera del 29 ottobre 1785 al Sig. Ab. Rossetti, 1785. mss. Gilii, cart. 10281, Archivio Segreto Vaticano. Lettera al Sig. Ab. Rossetti, 1785. Mss. Gilii, cart. 10281, Archivio Segreto Vaticano. Lettieri N., 1785. Lettera da Napoli del 22 ottobre 1785 da Napoli, mss. Gilii, cart. 10281, Archivio Segreto Vaticano. Journal Politique de Bruxelles, 1785, 29 ottobre, 44. Journal Politique de Bruxelles, 1785, 10 dicembre, 50. Journal Politique de Bruxelles, 1786, 7 gennaio, l Journal Politique de Bruxelles, 1786, 25 marzo, 12 Patrizi-Forti G., 1869. Delle memorie storiche di Norcia, Norcia. Perrey A., 1848, Mémoire sur les tremblements de terre de la péninsule italique, Académie Royale de Belgique, Mémoires couronnés et mémoires des savants étrangers, XXII. Protezione maravigliosa di Maria Santissima esperimentata dalla città di Terni e dai paesi circonvicini nei terremoti dell'anno 1785, 1786, Temi (ristampa, Terni, 1885). Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del 1785/1786 - Piediluco 3.7 - 22 Quadrini L., 1785. Lettera del8 ottobre 1785, mss. Gilii, cart. 10281, Archivio Segreto Vaticano. Ronchini A., 1785. Lettera. In: Protezione maravigliosa di Maria Santissima esperimentata dalla città di Temi e dai paesi circonvicini nei terremoti dell'anno 1785, 1786, Temi (ristampa, Temi, 1885). Rossetti G., sec. XVIll. Lettera, mss. Gilii, cart. 10281, Archivio Segreto Vaticano. Vanni A., 1785. Lettera. In: Protezione maravigliosa di Maria Santissima esperimentata dalla città di Temi e dai paesi circonvicini nei terremoti dell'anno 1785, 1786, Temi (ristampa, Temi, 1885). Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... rcia F Toditf • l ...------.. l ·· Vedi dettaglio l l scala 1:100.000 L _j RIETI.6/7 D •ci iaducale L'AOUILA•S . (\J -:::r ROUA• 4/5 13. O km 50 SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTAlE MACERATA VIII Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOOO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 32' - 13° 45' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 2 E 9 OTTOBRE 1785 42° 34' - 12° 47' s.~omilìono 7/8 8 Volle S.~ortino• 6/7 F'erentillo•7 •o San Gemini Montefranco .o Costogno 7 Polombore 8 7/8• D •Collelicino Arrone 7 /8 .o 8 .o Polino Costiglioni 7/8 Rosciano Torreorsina 7/8 D e .(. •C o llesiotte TERN17• .o Buonocquisto 8 Popigno 8 Colle S.Angelo• 7 Pìadiluco• 8 ._.orro R. L1j8 Labro• 7/8 8 Rìvodutr~6 Apol~ ggio 7/8 - • ,..,o 40 l SO' O km 5 SCALA 1:100000 OSSERVATORIO GEOHSICO SPERIMENTALE MACERATA l ., ' Sismicità dell'area aquilano-teramana dall'analisi "attraverso i cataloghi" DETI!-iGUO Terremoto del 2 E 9 OTTOBRE 1785 I TERREMOTI DEL LUGLIO/OTIOBRE 1786 (Area epicentrale: San Demetrio) Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del luglio/ottobre 1786 - San Demetrio 3.8- 2 I terremoti nelle fonti dei catalo~hi Questi terremoti sono descritti dal catalogo PFG (Postpischl ed., 1985) come una serie di cinque eventi localizzati nelle vicinanze di Poggio Picenze (AQ), il primo dei quali verificatosi il 31 luglio 1786 alle 19.30 (GMT) e gli altri il rispettivamente il 23 agosto alle ore 11 (GMT), il 13 ottobre 1786, alle 23 (GMT) e il 14 ottobre 1786 alle 4 e alle 11 (GMT). Al principale di questi eventi, verificatosi il 31 luglio, viene attribuita un'intensità epicentrale del grado VIII MCS. Il Baratta (1901) - fonte del Catalogo - citando alcuni numeri della Gazzetta Universale (1786a, b, c ) e le trascrizioni del periodico Bologna (1786a, b, c, d, e) pubblicate in De Rossi (1889), riporta che il terremoto fu caratterizzato a L'Aquila da numerose scosse, la prima delle quali avvenne alle ore 20 e 30' del 31luglio 1786 e "fece lesionare tutti gli edifici". Altre quattro scosse si verificarono in serata, nel giro di un'ora. Intorno alle ore 20 e 30' due scosse di terremoto "sensibilissime" furono avvertite "in Ascoli, in Cantalupo e in Tivoli" mentre a Roma risultarono "lievi". Le repliche si protrassero fino a novembre: il 13 ottobre si avvertì un "continuo tremolio del suolo", seguito, la notte tra il 13 e il 14 ottobre, circa alle 5, da una "scossa fortissima che replicò poi con uguale intensità a 12 h". Numero e intensità dei terremoti sarebbero stati maggiori a Lucoli dove "furono sentiti molti rombi sotterranei e le case dovettero essere abbandonate perché inabitabili". L'analisi a partire dai cataloghi-filtro non aggiunge ulteriori fonti significative a quelle citate da Baratta. Hoff (1841) cita il periodico Hamburger Correspondent (1786a, b, c) e il Tableau chronologique des principaux phénomènes météorologiques observés en differénts pays depuis 33 ans (Cotte, 1807); Perrey (1848) cita la Gazette de France (1786a, b) e le Ephemerides Societatis Metheorologicae Palatinae (1788). Fonti principali sono alcune corrispondenze (''lettere dello stato venute con l'ordinario Corriere Pontificio") provenienti da L'Aquila, pubblicate da vari periodici italiani e europei. Le uniche descrizioni di effetti si hanno per L'Aquila e Lucoli. Una lettera da Roma del 9 agosto asserisce che a L'Aquila l'evento fece cadere "varie case" e danneggiò la facciata della cattedrale (Bologna, 1786a); mentre una corrispondenza da L'Aquila del 17 agosto afferma che rimasero "lese quasi tutte le fabbriche dei Palazzi e delle Chiese" (Gazzetta Universale, 1786c). La corrispondenza da L'Aquila del 17 agosto sulla base del fatto che il terremoto "(... ) ha sempre fatto più strepito, accompagnato da un quasi continuo interno bollore della terra con mugiti sotterranei e sensibili( ... )" (Gazzetta Universale, 1786c) ipotizza che nel territorio di Lucoli (AQ) sia localizzabile il "centro delle( ... ) sotterranee accensioni". Data la situazione, A Lucoli, afferma ancora la corrispondenza, "( ... )tutte quelle case sono state abbandonate come inabitabili". Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del luglio/ottobre 1786 - San Demetrio 3.8- 3 Per le altre località le fonti si limitano ad una descrizione sintetica difficilmente associabile ad un valore d'intensità. Ad Arsoli- non Ascoli come erroneamente indicato dal Baratta- Cantalupo e Tivoli il terremoto fu "sensibilissimo"; per Roma viene segnalato un generico avvertimento. Solo le Observationes Romanae pubblicate in Ephemerides Metheorologicae ... (1788) fanno menzione di Rieti tra le località in cui sarebbe stata avvertita la prima scossa. Non si ha motivo di dubitare dell'informazione, ma considerato che nel 1785 e nel 1786 l'area temano-reatina è stata sede di una frequente e intensa attività sismica, si ritiene opportuna un'ulteriore verifica della segnalazione. In conclusione la località maggiormente colpita risulta essere L'Aquila, ma l'affermazione è giustificata solo dalla mancanza di dettagliate informazioni su quanto accaduto nelle aree circostanti. La Gazette de France (1786a) e le Ephemerides Metheorologicae ... (1788) concordano nell'indicare come orario della prima scossa le 4 del pomeriggio: ciò indica che i due testi convertirono l'ora citata dai periodici italiani ("20 e mezzo") secondò il sistema orario oggi ancora in uso. Baratta conserva l'orario citato dalle fonti italiane. Le fonti segnalano molte repliche, poche delle quali sono databili. Immediatamente dopo l'evento principale sono segnalate quattro scosse nello spazio di un'ora (Gazzetta Universale, 1786c; Gazette de France, 1786a) e, secondo quanto riportato da Bologna (1786a), sei tra l'ora dell'evento principale e l'ora dell'Ave Maria (20 EMT). A otto giorni dall'evento principale ne erano state avvertite a L'Aquila circa 40. Il periodico Bologna (1786c) sulla base di una corrispondenza romana del 30 agosto consente di datare al 22 agosto due repliche "una alle ore 12 e l'altra alle ore 18", entrambe "sensibilissime" aggiungendo a proposito degli effetti "( ... )poche sono le case che in tale infortunio non siano state danneggiate". Il 21 ottobre il corrispondente romano del periodico Bologna scrisse che all'Aquila "( ... )andando continuamente a soffrire delle scosse di terremoto, Venerdl della scorsa settimana [il 13 ottobre, NdC] in tutta la giornata sentirono un continuo tremolo della terra, e nella notte circa le ore 5 un'orribile scossa che replicò in ugual guisa il Sabbato mattina alle ore 12, onde quegli Abitanti pieni di timore se ne stanno per le Piazze, e nella Campagna. Le Fabbriche sono restate quasi tutte patite, come ancora le Chiese(... ) quella di S. Bernardino de' Padri Minori Osservanti( ... ) oltre di essergisi aperti tutti li muri, si sono rotte nella Chiesa le lapidi sepolcrali, restando chiusa, specialmente per sentirsi un gran fetore prodotto dai Cadaveri" (Bologna, 1786d). Baratta (1901) cita l'avvertimento di scosse a L'Aquila fino alla fine di ottobre e in novembre, ma le sue fonti non riportano questo tipo di notizia e, in particolare, è risultato negativo un controllo esteso ai relativi mesi delle osservazioni romane Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del luglio/ottobre 1786 - San Demetrio 3.8- 4 riportate dalle Ephemerides Metheorologicae ... (1788), dove per i mesi di ottobre e novembre è citato unicamente l'avvertimento di scosse a Temi e a Roma. Le fonti non segnalano morti. n terremoto si verifica a breve distanza cronologica e geografica dal periodo sismico che nel 1785 e 1786 ha interessato con i maggiori effetti il territorio temano - reatino. Lo studio non ha preso in considerazione i possibili collegamenti tra gli effetti del terremoto in studio e quelli dei terremoti del 1785-1786. Per un più approfondito esame del periodo sismico temano - reatino si rimanda allo studio monografico contenuto in questo rapporto. Iahell~ d~ll~ int~nsità Sono disponibili le seguenti informazioni: 311uglio 1786 ore 16:30 Località Pr Località citata Coordinate I L'Aquila Aquila 42:21-13:24 7 Arsoli RM Arsoli; Ascoli 42:02-13:01 F Collimento AQ Lucoli 42:17-13:20 F Roma Roma 41:54-12:29 F Tivoli RM Tivoli 41:58-12-48 F Cantalupo in Sabina ? RI Cantalupo 42:18-12:39 F? Rieti Rieti 42:24-12:52 F? 22 agosto 1786 ore 8 Località Pr Località citata Coordinate I L'Aquila Aquila 42:21-13:24 516 22 agosto 1786 ore 14 Località Pr Località citata Coordinate I L'Aquila Aquila 42:21-13:24 516 13 ottobre 1786 ore 23 --., Località Pr Località citata Coordinate I Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicit.à dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del luglio/ottobre 1786 - San Demetrio 3.8- 5 L'Aquila Aquila 42:21-13:24 F Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del luglio/ottobre 1786 - San Demetrio 3.8- 6 14 ottobre 1786 ore 06:00 Località Pr Località citata Coordinate I L'Aquila Aquila 42:21-13:24 F Ccnsid"raz;ioni s11i uaram"tri d"l Catalo~:o ll Catalogo riporta i seguenti parametri: N. Anno M G Ora m s Lat Lon A t Iep. Bib Cod 4417 1786 07 31 19 30 - 4220 13 30 4 8 75 000 4421 1786 08 23 11 - 4220 13 30 4 6 75 000 4430 1786 10 13 23 - 4220 13 30 4 7 75 000 4431 1786 10 14 04 - 4220 13 30 4 7 75 000 4432 1786 10 14 11 - 4220 13 30 4 7 75 000 Rispetto alla parametrizzazione proposta dal Catalogo si segnala che: - la localizzazione e l'entità del terremoto rimangono incerte. Si propone· di associare i valori delle coordinate epicentrali a quelle di L'Aquila sia per rappresentare il maggiore danneggiamento di questa località rispetto alle altre, sia per l'impossibilità di definire il near field. Per quest'ultimo motivo si propone di associare ai valori delle coordinate epicentrali la classe 5 di attendibilità; - gli orari citati nel Catalogo non sono risultati correttamente trasposti dal sistema orario all'italiana a quello attuale; - non si hanno elementi per datare una scossa alle ore 05 (EMT) del 14 ottobre 1786 e pertanto si propone la cancellazione del record 4431; - l'evento del 22 agosto 1786 (ore 14 EMT) viene proposto per un inserimento in Catalogo. Pertanto si propongono le seguenti modifiche ai parametri del Catalogo: N. Anno M GOra m s Lat Lo n A t Iep. Bib Co d 4417 1786 07 31 15 30 - 4221 1324 5 7 651 A235 4421 1786 08 22 7 4221 13 24 5 516 651 A1235 - 1786 08 22 13 - 4221 1324 5 516 651 8 4430 1786 10 13 22 - 4221 13 24 5 F 651 A235 4431 1786 10 14 04- 4220 13 30 4 7 651 9 4432 1786 10 14 05 00- 4221 1324 5 F 651 A235 Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I terremoti del luglio/ottobre 1786 - San Demetrio 3.8- 7 Bibliografia Baratta M., 1901. I terremoti d'Italia. Torino. Bologna, 1786a. 16 agosto, 33, Bologna. Bologna, 1786b. 22 agosto, 34, Bologna. Bologna, 1786c. 5 settembre, 36, Bologna. Bologna, 1786d. 31 ottobre, 44, Bologna. Bologna, 1786e. 5 dicembre, 49, Bologna. Cotte P., 1807. Tableau chronologique des principaux phénomènes météorologiques observés en differénts pays depuis 33 ans (1774-1806), Journal de Physique de chimie et d'histoire naturelle, 65: 161-169; 250-264; 329-364. De Rossi M. S. (ed.), 1889. Documenti raccolti dal defunto conte Antonio Malvasia per la storia dei terremoti massime d'Italia, Memorie della Pontificia Accademia dei Nuovi Lincei, V, 169-289, Roma. Ephemerides Societatis Meteorologicae Palatinae, 1788. Observationes Anni 1786, Mannheim , 505. Gazette de France, 1786a. 29 settembre, 78, Paris. Gazette de France, 1786b. 28 novembre, 95, Paris. Gazzetta Universale, 1786a. 8 agosto, 63, Firenze. Gazzetta Universale, 1786b.22 agosto, 67, Firenze. Gazzetta Universale, 1786c. 2 settembre, 70, Firenze. Hamburger Correspondent, 1786a. 143. Hamburger Correspondent, 1786b. 151. Hamburger Correspondent, 1786c. 163. Hoff (von) K.E.A., 1841. Chronik der Erdbeben und Vulkan-Ausbriiche, Gotha. Perrey A., 1848. Mémoire sur les tremblements de terre de la péninsule italique. Mémoires couronnés et mémoires des savant étrangers, Academie Royale de Belgique, XXII. Postpischl D., ed., 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quaderni della Ricerca Scientifica, 114 2B, Bologna. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... l l l \ l F? l l RIETI• 7 L' AOUILA'f. o ~~ N F? F Cantalupo in S.• Collimento• F Arspl• . N ~ F Tivoli• F ROMA• 30 l 13" 30 l 14° O km 25 SCALA 1:500000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE ('. MACERATA V~ l , ..· ~n··· Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPI:.:-..NrRO DA CATALOGO PFG/CNR i dall'analisi "attraverso cataloghi" 42° 10' -13° 30' Terremoto del + EPICENT':lG r:cro3TO IN QUESTO STIJDIO J ... ;-, 31 LUGLIO 1786 ORE 15 30 42° 21' -13° 24' • Accumoli -o ~ • Amatrice 5/6 L'AQUILA'f r.. o N Popoli • o N ..;:r 30' O km 25 SCALA 1:500000 OSSERVATORIO GEOflSICO SPERIMENTAlE MACERATA V/VI Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOOO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 20' - 13° 30' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 22 AGOSTO 1786 ORE 07 42° 21'- 13° 24' • Accumoli -o -:r • Amatrice 5/6 L'AQUILAif- o N Popoli • o (\J '::t" 30' O km 25 SCALA 1:500000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA v/vi Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 22 AGOSTO 1786 ORE 13 42° 21' - 13° 24' • Accumoli • Amatrice F - L'AOUILAq_ C> N Popoli • o N ~ 30' O krn 25 SCALA 1:500000 OSSERVATORIO GEOF1SICO SPERIMENTALE MACERATA F Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 20'- 13° 30' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 13 OTTOBRE 1786 ORE 22 42° 21'- 13° 24' • Accumoli • Amatrice F L'AQUILAq_ C> C\J Popoli • .. (\J ~ 30 l O km 25 SCALA 1:500000 OSSERVATORIO GEOFlSICO SPERIMENTALE MACERATA F Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 20'- 13° 30' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 14 OTTOBRE 1786 ORE 05 00 42° 21' - 13° 24' IL TERREMOTO DEL GENNAIO 1791 (Area epicentrale: Lucoli) Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... D terremoto del gennaio 1791 - Lucoli 3.9- 2 n terremoto nelle fonti dei catalo~hi Questo terremoto è descritto dal catalogo PFG (Postpischl ed., 1985) come un evento verificatosi nel gennaio 1791, e localizzato nelle vicinanze di L'Aquila, cui viene attribuita un'intensità epicentrale del grado VIII MCS. La fonte del Catalogo (Baratta, 1901), citando Perrey (1848), si limita a segnalare che "sulla fine di gennaio parecchie scosse in Aquila abbatterono delle case" aggiungendo inoltre che il Perrey riprende la notizia da Hoff (1841) e che il Capocci (1861) la riporta integralmente. L'analisi a partire dai cataloghi-filtro non consente di apportare alcuna integrazione al quadro delle conoscenze proposto da Baratta. Infatti i cataloghi risultati 'positivi' (Montandon, 1953 e Mercalli, 1883) si rifanno a Perrey (1848) o a Capocci (1861). Hoff (1841), che cita due corrispondenze coeve (Hamburger Correspondent, 1791), sintetizza così l'accaduto: "1791 ( ... ) fine gennaio. Ad Aquila parecchie scosse di terremoto, che abbatterono alcune vecchie case (... ) Il 2 febbraio fu scritto da Napoli: GOntinua il terremoto in Calabria. Il mese scorso a Catania c'è stata una terribile tempesta che ha strappato via i tetti delle case etc. L'aria era piena di vapori infuocati. Ci sono state alcune scosse di terremoto, dopo di che tutto è tornato calmo. Anche in Abruzzo ci sono stati dei terremoti" [trad. it.]. Non è stato finora possibile reperire la fonte di Hoff (1841). Tuttavia, in considerazione dei complessi rapporti di interscambio tra periodici europei del XVIII secolo è sembrato possibile rintracciare altre citazioni della notizia in alcuni periodici nazionali. Il sondaggio ha consentito di reperire una corrispondenza da Napoli datata l febbraio riportata dalla Gazzetta Universale (1791) secondo la quale: "(. .. )nella città dell'Aquila furono sentite ne' giorni scorsi tre forti scosse di terremoto colla rovina di alcune case vecchie e con qualche danno nelle altre, ma senza alcuna mortalità". Il confronto tra questa fonte e la trascrizione di Hoff consente di ipotizzare che ci si trovi di fronte o alla stessa notizia o a notizie così simili da rendere insignificanti le differenze. Si decide pertanto di considerare per il momento la notizia della Gazzetta Universale come adeguato sostituto alla fonte citata da Hoff (1841). La notizia conserva tuttavia i caratteri di genericità riscontrati anche nella sintesi di Baratta e non permette di dettagliare in alcun modo la cronologia dell'evento. Relativamente agli effetti, l'informazione, benché sintetica, consente di evidenziare un danneggiamento forte ma limitato ad "alcune case vecchie" e danni lievi in altre case. In mancanza di un riferimento cronologico non è possibile stabilire se la segnalazione di "tre forti scosse" sia riferibile ad un evento multiplo o alla percezioni di fasi diverse componenti una singola scossa. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... TI terremoto del gennaio 1791 - Lucoli 3.9- 3 Tabella delle intensità Sono disponibili le seguenti informazioni: gennaio 1791 Località Pr Località citata Coordinate I L'Aquila Aquila 42:21-13:24 7/8 Considerazioni sui parametri del Catalogo Il Catalogo riporta i seguenti parametri: N. Anno M G Ora m s Lat Lon A t Iep. Bib C od 4611 1791 01 4220 13 25 4 8 75 000 Rispetto alla parametrizzazione proposta dal Catalogo si segnala che: - la localizzazione e l'entità del terremoto rimangono incerte. Rispetto alla parametrizzazione proposta dal Catalogo si propone di associare i valori delle coordinate della località L'Aquila a quelli delle coordinate epicentrali e, di conseguenza, di assegnare a queste ultime la classe 7 di attendibiltà. Pertanto si propongono le seguenti modifiche ai parametri del Catalogo: N. Anno M G Ora m s Lat Lon A t Iep. Bib Co d 4611 1791 01 - 42 21 13 24 7 7/8 651 A35 Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... ll terremoto del gennaio 1791 -Lucoli 3.9- 4 Bibliografia Baratta M., 1901. I terremoti d'Italia. Torino. Capocci E., 1861, Catalogo dei tremuoti avvenuti nella parte continentale del Regno delle due Sicilie, posti in raffronto con le eruzioni vulcaniche ed altri fenomeni cosmici, tellurici e meteorici. (Memorie I e Il), Istituto di incoraggiamento alle scienze naturali di Napoli, s.1, 9, Napoli. Gazzetta Universale, 1791.8 febbraio, 12, Firenze. Hamburger Correspondent, 1791. (?), 32. Hamburger Correspondent, 1791. (?), 44. Hoff K.E.A. von, 1841, Chronik: der Erdbeben und Vulkan-Ausbriiche, Gotha. Mercalli G. 1883. Vulcani e fenomeni vulcanici in Italia, Milano. Montandon F., 1953. Les tremblements de terre en Europe, Geneve. Perrey A., 1848, Mémoires sur les tremblements de terre de la Péninsule Italique, Mémoires couronnés et mémoires des savants étrangers, publiés par l'Académie royale des sciences, des lettres, et des beaux arts de Belgique, 22, Bruxelles. Postpischl D., ed., 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quaderni della Ricerca Scientifica, 114 2B, Bologna. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... • Accumoli • Amatrice 7/8 - L' A Q U l L A'fw_ o ... N Popoli • o N -.:r '30' O km 25 ' SCALA 1:500000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA VII/VIII Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENfRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 20' - 13° 25' Terremoto del + EPICENI'RO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO GENNAIO 1791 42° 21' - 13° 24' I TERREMOTI DEL 5 SETTEMBRE 1950 (Area epicentrale: Campotosto) Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 5 settembre 1950 - Campotosto 3.10 - 2 I terremoti nelle fonti dei cataloi!hi Questi terremoti sono descritti dal catalogo PFG (Postpischl ed., 1985) come una serie di 18 eventi localizzati tra le località Capitignano (AQ) e Campotosto (AQ), verificatisi il 5 settembre 1950. All'evento maggiore- avvenuto alle ore 04:08 (GMT) - viene attribuita un'intensità epicentrale del grado VIII MCS. Fonti del catalogo sono: Di Filippo e Marcelli (1951), uno studio specifico sul terremoto condotto sia sui dati strumentali che su quelli macrosismici; il bollettino sismico mensile dell'Istituto Nazionale di Geofisica; l'inedito catalogo sismico di Peronaci. Lo studio di Di Filippo e Marcelli (1951) riporta una breve sintesi degli effetti nell'area di near field, citando informazioni sintetiche sull'inabitabilità degli edifici nella provincia ascolana provenienti dal Genio Civile di Ascoli Piceno e informazioni sul numero di case crollate o danneggiate in provincia di Teramo, informazioni che si presume provengano dal locale ufficio del Genio Civile. Gli autori inoltre forniscono la tabella delle intensità ricostruita a partire dalle informazioni desunte dalla stampa e fomite dall'Ufficio Centrale di Meteorologia e di Ecologia Agraria di Roma. Il Bollettino dell'Istituto Nazionale di Geofisica riporta solo dati strumentali. La ricerca si è limitata alla rilettura delle informazioni riportate nelle fonti del Catalogo. In Di Filippo e Marcelli (1951), danni gravi vengono citati cumulativamente per Campli, Tossicia, Isola del Gran Sasso, Cellino Attanasio e Penne (tutte località in provincia di Teramo tranne l'ultima appartenente alla provincia di Pescara) dove: "( ... ) crollarono complessivamente 64 case e 600 rimasero danneggiate più o meno gravemente". A completamento delle informazioni gli autori citano sintetiche descrizioni solo per poche ulteriori località: "a Pietracamela tutte le case furono lesionate e gli abitanti costretti all'aperto. A Farindola due contadini morirono sotto il crollo della loro casetta ( ... ) in provincia di Ascoli Piceno 410 fabbricati furono dichiarati inabitabili(... )". Secondo Di Filippo e Marcelli (1951), gli effetti massimi hanno raggiunto il grado VIII MCS, un valore che gli autori assegnano ad alcune delle località sopra riportate e ad Arsita, Colledara, Castelli, Bisenti, Fano Adriano, Elice, Civitaquana, Montereale, Arischia, Pizzoli, Amatrice e Accumoli, senza che pei: queste ultime venga però specificato quanto accaduto. Non sono infine noti i motivi per cui, dopo aver fornito una descrizione degli effetti a Penne e a Campli non dissimile da quella riferita alle altre località maggiormente danneggiate, gli autori decidano di assegnare nella tabella delle intensità il grado VII MCS a Penne e di escludere Campli dalla tabella stessa. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 5 settembre 1950 - Campotosto 3.10- 3 Per una corretta valutazione dell'entità degli effetti di questo evento è opportuno comunque tenere presente che: - il terremoto incide su una realtà abitati va provata dalle vicissitudini belliche che hanno "reso malsicure le case(... ) assolutamente inadatte a resistere ad un terremoto" (Di Filippo e Marcelli, 1951) e, per le località dell'area ascolana e per quelle più settentrionali del territorio teramano, anche da eventi di poco ad esso precedenti (vanno ricordati i terremoti di Acquasanta Terme- Io VI- del 3/9/1950 e soprattutto quello di Castignano - Io = VID- del 3/10/1943); - si dubita dell'effettiva consistenza delle assegnazioni di intensità riportate in Di Filippo e Marcelli (1951) per alcune località dell'area reatino - aquilana. Per questo territorio non si può escludere una sovrapposizione delle informazioni riferite a questo evento e a quello del 18/9/1950 - localizzato dal Catalogo tra Borbona e Montereale (Io = VI) - per il quale nel Bollettino dell'Istituto Nazionale di Geofisica viene annotato "Danni a Montereale". Le fonti riportano il tempo origine dell'evento principale, mentre per le repliche successive si limitano a segnalare il tempo di arrivo delle fasi Pg alla stazione di Rocca di Papa. Il Bollettino mensile dell'ING segnala come replica del tenemoto in studio un ulteriore evento il 5 settembre la cui fase Pg fu registrata a Rocca di Papa alle ore 05:00:14 (GMT); inoltre il 7 settembre cita una scossa avvertita in provincia di Ascoli Piceno - la cui fase Pg fu registrata a Rocca di Papa alle 20:13:17 (GMT). Le possibili interazioni tra l'evento in studio e quelli che lo stesso mese interessarono la zona di Acquasanta Terme (AP) e Borbona (RI) non sono state investigate. Tabella delle intensità Sono disponibili le seguenti informazioni: 5 settembre 1950 ore 04:08':57" Località Pr Località citata Coordinate I Accumoli RI Accumoli 42:42-13:15 8 Amatrice RI Amatrice 42:38-13:17 8 Arischia AQ Arischia 42:25-13:21 8 Arsita 1E Arsita 42:30-13:47 8 Bisenti 1E Bisenti 42:32-13:48 8 Campli 1E Campli 42:44-13:41 8 -. Castelli 1E Castelli 42:29-13:43 8 Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 5 settembre 1950 - Campotosto 3.10- 4 Cellino Attanasio 1E Cellino Attanasio 42:35-13:52 8 Civitaquana PE Civitaquana 42:19-13:54 8 Colledara 1E Colledara 42:32-13:41 8 Elice PE Elice 42:31-13:58 8 Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 5 settembre 1950 - Campotosto 3.10 - 5 Località Pr Località citata Coordinate I Fano Adriano 1E Fano Adriano 42:3-13:32 8 Farindola PE Farindola 42:26-13:49 8 Isola del Gran Sasso 1E Isola del Gran Sasso 42:30-13:40 8 Montereale AQ Montereale 42:31-13:15 8 Penne PE Penne 42:27-13:56 8 Pietracamela 1E Pietracamela 42:31-13:33 8 Pizzoli AQ Pizzoli 42:26-13:18 8 Tossicia 1E Tossicia 42:33-13:39 8 Borbona RI Borbona 42:31-13:08 7/8 Scoppito AQ Scoppito 42:22-13:15 7/8 Alanno PE Alanno 42:18-13:58 7 Antrodoco RI Antrodoco 42:25-13:05 7 Arquata del Tronto AP Arquata del Tronto 42:46-13:18 7 Balzo AP Montegallo 42:50-13:20 7 Barisciano AQ Barisciano 42:20-13:36 7 Cittaducale RI Cittaducale 42:23-12:57 7 Civitella del Tronto 1E Civitella del Tronto 42:46-13:40 7 Fossa AQ Fossa 42:18-13:29 7 Loreto Aprutino PE Loreto Aprutino 42:26-13:59 7 Marsia AP Roccafluvione 42:52-13:29 7 Micigliano RI Micigliano 42:27-13:03 7 Montesilvano Marino PE Montesilvano 42:31-14:09 7 Norcia PG Norcia 42:48-13:06 7 Paganica AQ Paganica 42:21-13:28 7 Palmiano AP Palmiano 42:54-13:27 7 Pianella PE Pianella 42:24-14:03 7 Posta RI Posta 42:31-13:06 7 Rocciano 1E Rocciano 42:38-13:40 7 San Demetrio ne' Vestini AQ San Demetrio 42:17-13:33 7 Venarotta AP Venarotta 42:53-13:30 7 Bolognano PE Bolognano 42:13-13:58 6/7 Nereto 1E Nereto 42:49-13:49 6/7 Tocco Da Casauria PE Toccocasauria 42:13-13:55 6/7 Arrone TR Arrone 42:35-12:46 6 Caramanico Tetme PE Caramanico 42:09-14:00 6 Cepagatti PE Cepagatti 42:22-14:04 6 Colonnella 1E Colonnella 42:52-13:52 6 Comunanza AP Comunanza 42:57-13:25 6 Concerviano RI Concerviano 42:19-12:59 6 Controguerra 1E Controguerra 42:51-13:49 6 Labro RI Labro 42:32-12:48 6 Marcetelli RI Marcetelli 42:14-13:03 6 Navelli AQ Navelli 42:14-13:44 6 Offida AP Offida 42:56-13:41 6 Pescara Pescara 42:28-14:13 6 Piediluco TR Piediluco 42:32-12:45 6 Pineto 1E Pineto 42:36-14:04 6 Popoli PE Popoli 42:10-13:50 6 Rocca di Cambio AQ Rocca di Cambio 42:14-13:29 6 Rocca di Mezzo AQ Rocca di Mezzo 42:12-13:31 6 Salle PE Salle 42:11-13:58 6 Tione degli Abruzzi AQ Tione degli Abruzzi 42:12-13:38 6 Visso MC Visso 42:56-13:05 6 Ripatransone AP Ripatransone 43:00-13:46 5/6 Anversa degli Abruzzi AQ Anversa degli Abruzzi 42:00-13:48 5 Bolognola MC Bolognola 43:00-13:14 5 Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 5 settembre 1950 - Campotosto 3.10- 6 Località Pr Località citata Coordinate I Campello sul Clitunno PG Campello sul Clitunno 42:49-12:47 5 Carsoli AQ Carsoli 42:06-13:05 5 Casperia RI Casperia 42:20-12:40 5 Castelnuovo di Farfa RI Castelnuovo di Farfa 42:14-12:45 5 Fermo AP Fermo 42:10-13:43 5 Foligno PG Foligno 42:57-12:42 5 Forano RI Forano 42:18-12:36 5 Gioia dei Marsi AQ Gioia dei Marsi 41:57-13:42 5 Goriano Sicoli AQ Goriano Sicoli 42:05-13:47 5 Macerata Macerata 43:18-13:27 5 Magliano de' Marsi AQ Magliano dei Marsi 42:06-13:22 5 Matelica MC Matelica 43:15-13:01 5 Montacessiano MC Montecassiano 43:22-13:26 5 Montefalco PG Montefalco 42:54-12:39 5 Narni TR Narni 42:313-12:31 5 Nespolo RI Nespolo 42:09-13:04 5 Nocera Umbra PG Nocera 43:07-12:47 5 Pacentro AQ Pacentro 42:03-14:00 5 Pescina AQ Pescina 42:02-13:39 5 Pettorano sul Gizio AQ Pettorano sul Gizio 41:58-13:58 5 Pratola Peligna AQ Pratola 42:06-13:53 5 Raiano AQ Raiano 42:06-13:49 5 Spello PG Spello 43:00-12:40 5 Spoleto PG Spoleto 42:44-12:44 5 Stimigliano RI Stimigliano 42:18-12:34 5 Sulmona AQ Sulmona 42:03-13:56 5 Temi Temi 42:34-12:39 5 Toffta RI Toffia 42:13-12:45 5 Tolentino MC Tolentino 42:13-13:17 5 Turania RI Petescia 42:08-13:01 5 Cannara PG Cannara 43:00-12:35 4/5 Capistrello AQ Capistrelli 41:58-13:23 4/5 Rocca Pia AQ Rocca Pia 41:56-13:59 4/5 Scanno AQ Scanno 41:54-13:53 4/5 Agugliano AN Agugliano 43:33-13:23 4 Ancona Ancona 43:36-13:30 4 Assisi PG Assisi 43:04-12:37 4 Barbara AN Barbara 43:35-13:02 4 Camerano AN Camerano 43:32-13:33 4 Fabriano AN Fabriano 43:20-12:54 4 Filettino FR Filettino 41:53-13:19 4 Genga AN Genga 43:26-12:56 4 Jesi AN Jesi 43:31-13:15 4 Loreto AN Loreto 43:26-13:37 4 Montefiascone VT Montefiascone 42:32-12:02 4 Monteleone d'Orvieto TR Monteleone di Orvieto 42:55-12:03 4 Ostra AN Ostra 43:37-13:09 4 Perugia Perugia 43:06-12:23 4 Rivisondoli AQ Rivisondoli 41:52-14:04 4 Roccaraso AQ Roccaraso 41:51-14:05 4 Roma Roma 41:54-12:29 4 Ronciglione VT Ronciglione 42:17-12:13 4 Staffolo AN Staffolo 43:26-13:11 4 Subiaco RM Subiaco 41:56-13:06 4 Città di Castello PG Città di Castello 43:27-12:14 3/4 Ripe AN Ripe 43:40-13:06 3/4 Senigallia AN Sini gallia 43:43-13:13 3/4 -." Osservatorio Geoftsico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 5 settembre 1950 - Campotosto 3.10 - 7 Località Pr Località citata Coordinate I Tuscania VT Tuscania 42:25-11:52 3/4 Alatri FR Alatri 41:44-13:21 3 Arpino FR Arpino 41:39-13:37 3 Casamari FR Casamari 41:40-13:29 3 Ceprano FR Ceprano 41:33-13:31 3 Ferentino FR Ferentino 41:41-13:15 3 Fiuggi FR Fiuggi 41:48-13:13 3 Frosinone Frosinone 41:38-13:20 3 Guarcino FR Guarcino 41:48-13:19 3 Sarteano 3 Sora FR Sora 41:43-13:37 3 Velletri RM Velletri 41:41-12:47 3 Priverno LT Priverno 41:28-13:11 2 CQnsidemziQni s:ui parametri del CatalQi:Q Il Catalogo riporta i seguenti parametri: N. Anno M G .Ora m s Lat Lon A t Iep. Bib C od 32962 1950 09 05 04 04 36 4230 13 21 3 226 000 32963 1950 09 05 04 08 57 4231 13 21 3 8 181226 304 000 32964 1950 09 05 04 19 24 4230 13 21 3 226 000 32965 1950 09 05 04 20 Il 4230 13 21 3 226 000 32966 1950 09 05 04 28 41 4230 13 21 3 226 000 32967 1950 09 05 04 30 37 4230 13 21 3 226 000 32968 1950 09 05 04 35 12 4230 13 21 3 226 000 32969 1950 09 05 04 36 19 4230 13 21 3 226 000 32970 1950 09 05 04 43 51 4230 13 21 3 226 000 32971 1950 09 05 04 59 32 4230 13 21 3 226 000 32972 1950 09 05 05 02 22 4230 13 21 3 226 000 32973 1950 09 05 05 04 07 4230 13 21 3 226 000 32974 1950 09 05 05 33 03 4230 13 21 3 226 000 32975 1950 09 05 06 33 01 4230 13 21 3 226 000 32976 1950 09 05 08 25 05 4230 13 21 3 226 000 32977 1950 09 05 08 38 05 4230 13 21 3 226 000 32978 1950 09 05 Il 29 33 4230 13 21 3 226 000 32979 1950 09 05 13 35 43 4230 13 21 3 226 000 Rispetto alla parametrizzazione proposta dal Catalogo si segnala che: - le fonti citano quali maggiormente colpite le località di: Accumoli, Amatrice, Arischia, Arsita, Bisenti, Campli, Castelli, Cellino Attanasio, Civitaquana, Colledara, Elice, Fano Adriano, Farindola, Isola del Gran Sasso, Montereale, Pietracamela, Pizzoli, Penne, Tossicia. Il baricentro delle località con I uguale al grado 8 MCS viene calcolato nel punto di coordinate 42 34 N e 13 34 E, che viene proposto quale epicentro dell'evento principale; - si propone di assegnare le coordinate epicentrali dell'evento principale anche ai successivi eventi segnalati come repliche solo sulla base dei dati strumentali e di associare loro la classe 5 di attendibilità; --,, Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 5 settembre 1950 - Campotosto 3.10 - 8 - non si hanno elementi per procedere alla assegnazione dell'intensità della scossa che precorse l'evento principale e delle repliche successive; - l'evento del 5 settembre (ore 05 GMT) viene proposto per un inserimento in Catalogo. Pertanto si propongono le seguenti modifiche ai parametri del Catalogo: N. Anno M G Ora m s Lat Lon A t Iep. Bib C od 32962 1950 09 05 04 04- 4234 1334 5 651 A23 32963 1950 09 05 04 08 57 4234 13 34 3 8 651 3 32964 1950 09 05 04 19 - 4234 1334 5 651 A23 32965 1950 09 05 04 20 - 4234 1334 5 651 A23 32966 1950 09 05 04 28 - 4234 1334 5 651 A23 32967 1950 09 05 04 30 - 4234 13 34 5 651 A23 32968 1950 09 05 04 35 - 4234 1334 5 651 A23 32969 1950 09 05 04 36 - 4234 13 34 5 651 A23 32970 1950 09 05 04 43 - 4234 13 34 5 651 A23 32971 1950 09 05 04 59 - 4234 1334 5 651 A23 - 1950 09 05 05 00- 4234 13 34 5 651 8 32972 1950 09 05 05 02 - 4234 13 34 5 651 A23 32973 1950 09 05 05 04- 4234 13 34 5 651 A23 32974 1950 09 05 05 33 - 4234 13 34 5 651 A23 32975 1950 09 05 06 33 - 4234 13 34 5 651 A23 32976 1950 09 05 08 25 - 4234 13 34 5 651 A23· 32977 1950 09 05 08 38 - 4234 13 34 5 651 A23 32978 1950 09 05 11 29 - 4234 1334 5 651 A23 32979 1950 09 05 13 35 - 4234 1334 5 651 A23 Bibliografia Di Filippo D., Marcelli, L., 1951. Uno studio del terremoto del Gran Sasso d'Italia del 5 Settembre 1950. Annali di Geofisica, IV, 2, 213-239 ING, 1950. Bollettino sismico mensile. Peronaci F., s. d. Elenco cronologico dei terremoti 1700-1973, Ministero dei Lavori Pubblici (inedito). Postpischl D., ed., 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 1980. Quaderni della Ricerca Scientifica, 114 2B, Bologna. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... 13" SCALA 1:1000000 0SSERVA TORIO GEOFISICO $PERJMEli('TAI..E MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 30' - 13° 21 l Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 05 SETTEMBRE 1950 ORE 04 04 42° 34' - 13° 34' o,. • b . Bar ara 4• Jest 3/4 Citta' di C. f) 4Gef1go• 4•Staffolo o N S•Tolenti no 5 Nocera Urhbra 4f#Assisi • f-0 ·:r Con 4• Monteleone d'O . o '"1" !~ •Montefiascone 3/4., Tuscahia o (\1 4•Ronciglione o N,.,- 4 Subiaco 4•f't.OMA • Scanno 4 Rivisondoli •• 3 4 Roccaraso Fiuggi• 3 Sora 3 Velletri • 8 o -q· 3• Arpino 2Jriverno 12" 30' 13° 30' 14. v~ O km SO SCALA 1:1000000 OsSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA VIII Sismicità deU'area aqui1ano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR daU'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 31' - 13° 21' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STIJDIO 05 SETTEMBRE 1950 ORE 04 08 42° 34'- 13° 34' •------7 tio rsio 6.Conrroguerr 7 Balzo • • 6/7 Nereto 5 Campello sul C . • • 7 Norcia • 7 Civitella del T. 7• Arquata del T. • 5• Spoleto 8• Campli 8• Accumoli ~ 8eAmotrice 7 Rocciano • 6 Pi et o 8 Cellino A . • 6•Arrone • 5 TERNI 8 F~ A. • • 8• 8 Colledara 6 Piediluco . rc 8 Bisenti 7 Posta 8 Montereale 8 P1etracame a • 8•Eli ~e 7M tesilvano M. 5 Narni • • • 6• Labro • •Borbona • * 8 8•Arsito • 7/8 Isolo del G.S.• 8• Costelli 6 ESCARA 8 Penne • 7 Micigliano 8 Farindola• • 8 Pizzoli • 7.l oreto A . • 8 Arischio 7•Antrodoco • 7cfionello 7 Citta ducale • 7/8 Scoppito 6 Cepogotii • 7 Pa genico • • ...,.,.., ...... o 5.[osperio IU N ...... v .... \J U.V V 111...1'1UU V.\.; 10ncerv1ono 5 Stimigliano 7J ossa 7• Al n no • 5• Forano 7• S.Demetrio n.V. 6 occo di Cambio 6 Novelli 5 Castelnuovo di F. 6 Marcetelli • • 6 ; 7 6/7.Bol gnano • Toff1o• • 6. 6•Tione d.A. • •5 Rocco di Mez o l e 6 Popoli s.so • 6•Caramanico T . 5.. Nespolo pTuran•a• 30' 30 l 25 SCALA 1:500000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTAlE MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana J dall'analisi "attraverso i cataloghi" DETTA'JUO Terremoto del 05 SETTEMBRE 1950 ORE 04 08 l i i l ! N o ~c i a Il l Accumoli + !J TERNI !J L'AQUILA R ROMA• 13. O km so SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 30' - 13° 21' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 05 SETTEMBRE 1950 ORE 04 19 42° 34'- 13° 34' 13. SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOF1SICO SPERIMENTAlE MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana * EP!CENfRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 30' - 13° 21 t Terremoto del + EP!CENfRO PROPOSTO IN QUESTO STIJDIO 05 SETTEMBRE 1950 ORE 04 20 42° 34' - 13° 34' -.- !l No1 eia l; Il Accumoli 8 + TERNI * : 1!1 i L'AQUILA l . (\J ~ ; . i l 1""1 l\ ROMA• ~ ! i l 1 l : 13" O km 50 SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 30' - 13° 21' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 05 SETTEMBRE 1950 ORE 04 28 42° 34'- 13° 34' l l l l . Nol]"cia Il l Accumoli !J + TERNI * !J L'AQUILA l o l N "" R ROMA• 13" O km 50 SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEORSICO SPERIMENTAlE MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana ·* EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 30' - 13° 21' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 05 SETTEMBRE 1950 ORE 04 30 42° 34'- 13° 34' o j -:::-"" i l l l l! l i N o Jci a l Il Accumoli l l l!!J + l TERNI l * l l l 1!1 L'AQUILA l l l i l l l l l l l l l . l l N l 'T l l l l l l R l l i ROMA• l l l l l l so SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENT.ALE MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENfRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 30'- 13° 21' Terremoto del + EPICENfRO PROPOSTO IN QUESTO STIJDIO 05 SETTEMBRE 1950 ORE 04 35 42° 34' - 13° 34' SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOflSICO SPERIMENT AI..E MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENfRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 30' - 13° 21 t Terremoto del + EPICENfRO PROPOSTO IN QUESTO S11JDIO 05 SETTEMBRE 1950 ORE 04 36 42° 34' - 13° 34' l l l l N o ~c i a l li Accumoli + TERNI• • L'AQUILA l l . l N ~ R ROMA• 13~ O km so SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 30' - 13° 21' Terremoto del + EPICE-I'TRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 05 SETTEMBRE 1950 ORE 04 43 42° 34' - 13° 34' l l i ! 1!1 N o ~c i a Il l A c eu m o l i l 8 + TERNI l l l * l l IJ L'AQUILA R ROMA• O km 50 SCALA 1:1000000 l OsSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE . ~ACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana *EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 30' - 13° 21 t Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 05 SETTEMBRE 1950 ORE 04 59 42° 34' - 13° 34' . :-<) l ~ l ! l l l l l ! !! Norrcia l li Accumoli !l + TERNI l l l l l!J l L'AQUILA l l l l l o l N -::- l l R l ROMA• l l l O km 50 ' SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTAlE MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 05 SETTEMBRE 1950 ORE 05 00 42° 34' - 13° 34' o :"(") l "' l l l No ici o l Il Accumoli l !J TERNI l + l l * l!J L'AQUILA l l l l l l l l o l l N l "' l l R l ROMA• l l l O km so SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 30'- 13° 21' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 05 SETTEMBRE 1950 ORE 05 02 42° 34' - 13° 34' Il N o ~c i a ! Il Accumoli Il TERNI + l * l l 1!1 L'AQUILA l l \ l l i ! l l l l l R l ROMA• l ' i i l O km 50 SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOOO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 30' - 13° 21' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STIJDIO 05 SETTEMBRE 1950 ORE 05 04 42° 34' - 13° 34' l l l l l l l ~ i . N o ~c i a a Accumoli l !l TERNI * l!!J L'AQUILA R ROMA• 13. O km 50 SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEORSICO SPERIMENTALE MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOOO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 30'- 13° 21' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 05 SETTEMBRE 1950 ORE 05 33 42° 34'- 13° 34' i l l l ! N o rtc i a Il Accumoli l!t TERNI + * l!t L'AQUILA l l l .l R ROMA• 13. O km so SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 30' - 13° 21' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 05 SETTEMBRE 1950 ORE 06 33 42° 34' - 13° 34' l l l ! l l e l Norrcia l li Accumoli l!t TERNI + * 1!1 L'AQUILA .l o l N "' R ROMA• O km so SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA Sismicità dell'area 'aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 30' - 13° 21' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STIJDIO 05 SETTEMBRE 1950 ORE 08 25 42° 34' - 13° 34' l l l l l Il N ' . o~c 1 a Il Accumoli !J TERNI + l l l * !J l L'AQUILA l l l l l o N -::r l R l ROMA• ·~ 13. O km so SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 30' - 13° 21' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STIJDIO 05 SETTEMBRE 1950 ORE 08 38 42° 34' - 13° 34' Il Accumoli l! TERNI + l! L'AQUILA l R ROMA• O km 50 SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOOO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 30' - 13° 21' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 05 SETTEMBRE 1950 ORE 11 29 42° 34' - 13° 34' El Accumoli !!J TERNI + 1!1 L'AQUILA l l ·l .. l N 'T' l l R ROMA• 13" 50 SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOHSICO SPERIMENTALE MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENfRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 30'- 13° 21' Terremoto del + EPICENfRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 05 SETTEMBRE 1950 ORE 13 35 42° 34' - 13° 34' I TERREMOTI DEL 24 GIUGNO 1958 (Area epicentrale: L 'Aquila) Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 24 giugno 1958- L'Aquila 3.11 - 2 I terremoti nelle fonti dei catalo ehi Questi terremoti sono descritti dal catalogo PFG (Postpischl ed., 1985) come una serie di quattro eventi localizzati nelle vicinanze di L'Aquila, verificatisi il 24 giugno 1958. All'evento maggiore - avvenuto alle ore 06:07 (GMT) - viene attribuita un'intensità epicentrale del grado VIII MCS. Fonti del Catalogo sono: Di Filippo e Peronaci (1964), uno studio specifico sul terremoto condotto su dati strumentali e macrosismici; il Bollettino sismico mensile dell'Istituto Nazionale di Geofisica; l'inedito catalogo sismico di Peronaci. Lo studio di Di Filippo e Peronaci (1964) riporta una breve sintesi degli effetti nell'area di near field, citando il rilievo diretto effettuato da De Panfilis in collaborazione con i funzionari del Genio Civile e i dati pervenuti all'Ufficio Centrale di Meteorologia e di Ecologia Agraria di Roma. Gli autori forniscono inoltre il piano quotato delle intensità maggiori al grado V e le isosisme. Il Bollettino dell'Istituto Nazionale di Geofisica (ING, 1958) segnala quàsi esclusivamente le osservazioni strumentali. La ricerca si è limitata alla rilettura delle informazioni riportate nelle fonti del Catalogo. Nel testo di Di Filippo e Peronaci (1964) si afferma che "i centri più colpiti furono quelli a sud di Aquila e precisamente gli abitati di Onna e Bazzano ove si verificarono crolli parziali" A queste località gli autori assegnano il grado VII-VIII della scala Mercalli Modificata (MM) che corrisponde al grado VII-VIII MCS. Ulteriori informazioni sono fornite per L'Aquila con la descrizione dei danni subiti dalla mole del Castello Aragonese (''lesioni nelle volte del2° piano e nei tetti") e dalla chiesa di San Bernardino ("spostamento del lato destro della facciata, fessurazioni nella parte bassa del campanile e al di sotto della cella campanaria"). Il Bollettino sismico mensile (ING, 1958) si limita a fornire i tempi di arrivo alla stazione sismometrica di Roma delle fasi Pg e Sg, annotando in occasione dell'evento principale "sentito di VII all'Aquila III-IV a Roma". Nè il Bollettino (ING, 1958) nè lo studio di Di Filippo e Peronaci (1964) descrivono effetti o riportano l'intensità della scossa che precorse l'evento principale e delle repliche successi ve. Il Bollettino mensile dell'Istituto Nazionale di Geofisica segnala come repliche dell'evento in studio due scosse registrate a Roma il 24 giugno alle ore 08:08:08 e alle 13:25:53 (GMT). Osservatorio Geoftsico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 24 giugno 1958 - L'Aquila 3.11 - 3 Si sottolinea infine che il tempo origine della scossa precedente quella principale e delle repliche successive è in realtà il tempo di arrivo alla stazione di Roma delle fasi P g. Iabella d~ll~ intknsità Sono disponibili le seguenti informazioni: 24 giugno 1958 ore 06:07 (GMT) Località Pr Località citata Coordinate I Bazzano AQ Bazzano 42:20-13:27 7/8 Onna AQ Onna 42:20-13:29 7/8 Camarda AQ Camarda 42:23-13:30 7 Fossa AQ Fossa 42:18-13:29 7 L'Aquila Aquila 42:21-13:24 7 Paganica AQ Pagani ca 42:22-13:28 7 Poggio Picenze AQ Poggio Picenze 42:19-13:32 7 Calascio AQ Calascio 42:20-13:42 6 Capestrano AQ Capestrano 42:16-13:46 6 Rocca di Mezzo AQ Rocca di Mezzo 42:12-13:31 6 San Demetrio ne' Vestini AQ San Demetrio 42:17-13:33 6 Scoppito AQ Scoppito 42:22-13:15 6 Fontecchio AQ Fontecchio 42:14-13:36 <5 Roma Roma 41:54-12:29 214 Consid~raziQni sui 11aram~tri d~l CatalQf:Q Il Catalogo riporta i seguenti parametri: N. Anno M G Ora m s Lat Lo n A t Iep. Bib C od 33919 1958 06 24 04 24 24 4221 1326 4 226 ()()() 33920 1958 06 24 06 07 04 4221 1326 2 8 188 226 304 ()()() 33921 1958 06 24 14 51 33 4221 1326 4 3 226 ()()() 33922 1958 06 24 15 29 22 4221 1326 4 4 226 ()()() Rispetto alla parametrizzazione proposta dal Catalogo si segnala che: - l'area maggiormente colpita risulta compresa tra le località di Bazzano e Onna; il baricentro delle due località viene calcolato nel punto di coordinate 42: 20 N e 13:28 E., molto prossimo ai valori segnalati dal Catalogo; - gli eventi del 24 giugno (08:08 e 13:25 GMT) vengono proposti per un inserimento in Catalogo. Pertanto si propongono le seguenti modifiche ai parametri del Catalogo: -, N. Anno M G Ora m s Lat Lon A t Iep. Bib Cod Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del24 giugno 1958- L'Aquila 3.11 - 4 33919 1958 06 24 04 24 4221 1326 4 651 2 33920 1958 06 24 06 07 04 4221 13 26 2 7/8 651 5 - 1958 06 24 08 08 4221 1326 4 651 8 - 1958 06 24 13 25 4221 1326 4 651 8 33921 1958 06 24 14 51 4221 1326 4 651 25 33922 1958 06 24 15 29 4221 1326 4 651 25 Bibliografia Di Filippo D., Peronaci, F., 1964. La sismicità del "Campo fagliato" dell'Aterno. (Terremoto de L'Aquila del24-VI-1958). Annali di Geofisica, XVII, 1: 195-210. ING, 1958. Bollettino sismico mensile. Peronaci F., s. d. Elenco cronologico dei terremoti 1700-1973, Ministero dei Lavori Pubblici (inedito). Postpischl D., ed., 1985. Catalogo dei terremoti italiani dall'anno 1000 al 198.0. Quaderni della Ricerca Scientifica, 114 2B, Bologna. Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... !l N o ~c i a Il Accumoli I!J TERNI 8 L'AQUILA +· o l N "T' R l ROMA• l O km so SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA Sisrnicità dell'area aquilano-terarnana * EPICENTRO DA CATALOOO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 21' - 13° 26' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 24 GIUGNO 1958 ORE 04 24 ., 42° 21' - 13° 26' Camardo 7 1 Scoppìto•6 L'AQUILA 7 +, 7 Pa genica - • 7/B,.Boz• ono ' o c. (\1 Onno• 7 '8 •' •Calascio S.Demetrio ne' Vestini Fosso• 7 •6 6• Capestrano .<5 6 Fontecchio •Rocco di Mezzo o N .;::r .2 /J,. RDMA 30' 13. 30' O km 25 SCALA 1:500000 OssERVATORio GEOfiSico SPERll\!IENTALE MACERATA V1I/Vm Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOCO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" l:. 42:> 21' - 13° 2S' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN r.flESTO STUDIO 24 GIUGNO 1958 ORE 06 07 04 l' 42° 21' - 13° 2S l l l ., .: ·.·... l l N !l O~CIOl . Il Accumoli Il TERNI L'AQUILAI!J + ! l l l o ("IJ l 'l'" : l R l ROMA• l l 13" O km SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 24 GIUGNO 1958 ORE 08 08 42° 21' - 13° 26' l! N o ~c i a Il Accumoli 8 TERNI 11 l L'AQUILA + l : l o C\J "'1"" ! R ROMA• i l SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOF!SICO SPERIMENTALE MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 24 GIUGNO 1958 ORE 13 25 42° 21' - 13° 26' • N or eia Il Accumoli !!t TERNl --- L'AQUILA"+ l ' l R ROMA• i, l i O km so SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA Sisrnicità dell'area aquilano-terarnana * EPICENTRO DA CATALOOO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 21 l - 13° 26' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO 24 GIUGNO 1958 ORE 14 51 42° 21' - 13° 26' 1!1 N or eia i Il Accumoli Il TERNI L'AQUILA• + : i R l ROMA• l 13~ O km so ' SCALA 1:1000000 OSSERVATORIO GEOFISICO SPERIMENTALE MACERATA Sismicità dell'area aquilano-teramana * EPICENTRO DA CATALOGO PFG/CNR dall'analisi "attraverso i cataloghi" 42° 21' - 13° 26' Terremoto del + EPICENTRO PROPOSTO IN QUESTO STUDIO l 24 GIUGNO 1958 ORE 15 29 42° 21' - 13° 26' GLI EFFETTI DEL TERREMOTO DEL 1703 NEL TERRITORIO AQUILANO-TERAMANO PROGETIO DI RICERCA -, Osservatorio Geoflsico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana ... I TERREMOTI DEL 1703 (Area epicentrale: Norcia - L'Aquila) Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 1703 - Norcia-L'Aquila 4.1 - 2 I terremoti nelle fonti dei catalo~hi Questi terremoti sono descritti dal catalogo PFG (Postpischl ed., 1985) come un periodo sismico molto complesso, probabilmente iniziato nell'ottobre 1702 e caratterizzato da tre eventi principali. Al primo di questi eventi, verificatosi il 14 gennaio 1703 alle 18 (GMT) e localizzato a Norcia, viene attribuita un'intensità epicentrale del grado X MCS. Al secondo, verificatosi il 16 gennaio 1703 alle 13 (GMT) e localizzato a Pizzoli, viene attribuita un'intensità epicentrale del grado VIII MCS. Infine al terzo degli eventi principali, verificatosi il 2 febbraio 1703 alle 10 (GMT) e localizzato a L'Aquila, viene attribuita un'intensità epicentrale del grado IX MCS. La fonte del Catalogo per i tre eventi principali è Stucchi (1985), uno studio preliminare che offre un quadro d'insieme delle problematiche interpretative dei terremoti del 1703 e dei risultati delle ricerche svolte, da considerarsi però "non esaurienti" e indirizzati principalmente all'analisi del meno conosciuto evento del 16 gennaio 1703. L'autore attribuisce il grado VII MCS all'intensità epicentrale dell'evento del 10 ottobre 1702, localizzato tra Norcia e Cascia, evidenziandone la probabile influenza sugli effetti dei terremoti del 1703. Questi potrebbero essere stati originati da una stessa area sismogenetica. All'evento del 14 gennaio 1703 viene assegnata un'intensità massima non inferiore a grado X MCS. Norcia è il punto più settentrionale dell'area di near field, entro la quale sono comprese anche Amatrice, Cittareale e Leonessa. All'evento del 16 gennaio 1703 viene assegnata un'intensità massima non superiore a grado VII MCS. L'area epicentrale potrebbe essere Montereale, ma né questo dato né l'estensione del near field possono essere confermati. Molte delle località danneggiate il 14 gennaio vennero distrutte dall'evento del 2 febbraio 1703 cui viene assegnata un'intensità massima del grado IX MCS. L'area epicentrale di questo evento potrebbe essere larga dai 30 ai 35 chilometri e andare da Antrodoco-Sigillo a L'Aquila e oltre ma sia l'intensità della scossa che le dimensioni dell'area danneggiata sono da verificare. Il considerevole numero di vittime provocato dall'evento del 2 febbraio (festa della Purificazione di Maria, vulgo "la Candelora") è da collegare alla concomitanza dell'evento con la celebrazione di funzioni religiose che implicavano la presenza in chiesa di gran parte delle popolazioni delle località colpite. Stucchi ( 1985) riporta la carta delle intensità con una classificazione preliminare di tre categorie di danno per la sola scossa del 14 gennaio 1703. Per gli altri eventi riconducibili a questo periodo sismico il Catalogo utilizza altre fonti, tra cui Baratta (1901), Dell'Olio e Molin (1980). Data la complessità del quadro informativo e la non disponibilità di Dell'Olio e Molin (1980) si è ritenuto opportuno, -, anche in questo caso analizzare la bibliografia di Baratta (1901), che riporta una Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 1703 - Norcia-L'Aquila 4.1 - 3 descrizione dei terremoti del 1703 da lui stesso definita "un sunto molto ristretto [di] uno studio monografico molto particolareggiato" che nel 190 l era inedito e del quale si sono poi perse le tracce. La bibliografia riportata da Baratta in apertura della descrizione sintetica dei terremoti del 1703 testimonia dello sforzo compiuto da questo autore per attingere (sia pure in misura parziale) al maggior numero possibile di potenziali bacini informativi. Le fonti comprendono infatti: - relazioni delle missioni ufficiali di rilevamento dei danni nello Stato della Chiesa (De Carolis, 1703) e nel Regno di Napoli (Urla de Llanos, 1703); carteggi relativi alle stesse missioni (Mancini, 1703, edito in Cappa, 1871); - relazioni giornalistiche (Relazione dei danni ... , 1703; Veridica e distinta relazione ... , 1703; Proseguimento del diario ... , 1703; Relazione distinta de' danni. .. , 1703); - un diario personale (Diario Napoletano ... , XVIII); - letteratura scientifica contemporanea (Baglivi, XVIII a, b, c); - monografie ottocentesche che sintetizzano o pubblicano per esteso testi del XVIII secolo (Cappa, 1871; Parrozzani, 1887 che riporta la descrizione di Antinori, XVIII; Goiran, 1891 che utilizza diari, lettere e documenti d'archivio di area veronese/gardesana); Ulteriori relazioni di carattere giornalistico sono riportate nella bibliografia generale di Baratta (1901). L'analisi a partire dai cataloghi-filtro consente di aumentare il numero di fonti utilizzabili per la ricostruzione dei terremoti del 1703, ma non di modificare le tipologie di fonti usate da Baratta. L'assortimento di fonti attualmente disponibili può essere suddiviso in: testi coevi, redatti tra la seconda metà di gennaio 1703 e i primi del 1704; testi non coevi, redatti tra la prima metà del XVIII e il XX secolo, che riprendono per lo più le informazioni dei coevi, aggiungendo talvolta dati originali, concernenti generalmente aspetti puramente locali del fenomeno. I testi coevi rientrano in linea di massima nelle categorie riscontrate nella analisi delle fonti di Baratta (1901). Il gruppo più numeroso nonché il primo a comparire in scena (fin dalla seconda metà di gennaio 1703) è formato da relazioni di carattere giornalistico, per lo più assimilabili a 'numeri unici', con l'eccezione delle corrispondenze da Roma pubblicate nel periodico Lettres historiques ... (1703), stampato a L'Aia. Gran parte di queste relazioni furono stampate a Roma e in seguito ristampate, a volte con aggiunte o varianti al testo-base, in altre città italiane (nel qual caso il luogo di edizione è indicato Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 1703 - Norcia-L'Aquila 4.1 - 4 come "Roma-Bologna", "Roma-Bergamo", "Roma-lesi" etc.) e anche all'estero (Inghilterra, Spagna, Portogallo). Di conseguenza in esse ha grande spazio la ricostruzione dei terremoti da un punto di vista romano: del resto uno degli aspetti che più colpirono i contemporanei sembra essere stato appunto il fatto che Roma, città che la tradizione voleva 'immune' dai terremoti, fosse stata coinvolta dal fenomeno. La prospettiva spiccatamente romana è controbilanciata dall'inserimento di lettere, testimonianze orali e rapporti ufficiali riguardanti le aree maggiormente colpite dai terremoti. Da parte 'napoletana', se si esclude il resoconto ufficiale di A. Urla de Llanos (v. più avanti), riportato anche da Bagli vi (XVIII), la sola relazione 'coeva' è· il Raguaglio su l'essere della città dell'Aquila ... , stampata per conto del Magistrato aquilano nel maggio 1703. I resoconti delle ispezioni ufficiali svolte nelle aree maggiormente colpite da De Carolis (per la parte spettante allo Stato della Chiesa) e da Urla de Llanos (per la parte spettante al Regno di Napoli) furono tempestivamente dati alle stampe per soddisfare una sete di notizie che sembra essere stata vivissima. Si tratta di fonti ricche di informazioni ma di non sempre facile interpretazione data la sinteticità con cui vengono descritti i danni. Va inoltre considerato che le missioni degli ispettori ufficiali iniziarono solo dopo il terremoto del 2 febbraio: di conseguenza quella che si può ricavare da queste fonti è un'immagine cumulativa degli effetti. L'assortimento di fonti coeve prodotte a seguito dei terremoti del 1703 comprende poi un gruppo di scritti di carattere misto, che uniscono resoconti di esperienze vissute o venute a conoscenza dell'autore (a volte chiaramente riprese da relazioni a stampa) e dissertazioni di carattere storico sui terremoti del passato (Abbati, 1703; Grimaldi, 1703; Baglivi, XVIII) o trattazioni degli aspetti scientifici del fenomeno (Teloni, 1703; Roeser, 1703; Melli, 1704; Baglivi, XVIII). Infine tra i testi coevi citati dai cataloghi-filtro si contano isolati documenti d'archivio e alcune fonti epigrafiche (Iscrizione sulla porta principale della città di Amelia, XVIIT; Iscrizione sul busto di s. Giovenale, 1703 ). I testi non coevi hanno generalmente carattere scientifico o storico. Tra i primi merita di essere ricordata - per la sua notevole fortuna editoriale - una relazione letta da J.F.Maraldi all'Academie Royale des Sciences nel 1704 e in seguito pubblicata nella Histoire de l'Academie Royale des Sciences ... (1707), ripresa da Buffon (1749) e ristampata ancora nel 17 54 (Récueil de mémoires ... , 17 54) e nel 17 61 (Gueneau de Montbéillard, 1761). I testi di carattere storiografico rientrano nel genere delle 'storie locali': le informazioni originali da essi fomite riguardano effetti registrati in singole località: ad esempio Ascoli (Marcucci, 1713), L'Aquila (Antinori, XVIII), Sansepolcro Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 1703 - Norcia-L'Aquila 4.1 - 5 (Ricci, 1932), Tivoli (Crocchiante, 1726), Trevi (Natalucci, 1745), Velletri (Pellicani, XVIII). Data l'abbondanza di testi coevi la ricostruzione degli effetti dei terremoti del 1703 può essere condotta quasi esclusivamente su di essi. La critica di queste fonti pone una serie di complessi problemi, legati alla difficoltà di ricostruire nei particolari la cronologia di redazione dei testi, i rapporti tra cronologia di redazione e cronologia dei terremoti e infine i rapporti di filiazione esistenti tra i diversi testi, molti dei quali presentano indubbie affinità, controbilanciate del resto dall'inserimento di aggiunte e varianti relative ad esperienze personali o locali. L'attività è stata pertanto finalizzata al riordino della cospicua bibliografia citata dai cataloghi-filtro e alla raccolta delle informazioni in essa citate relativamente alle località dell'area aquilano-teramana che di seguito vengono riportate Abbati B., 1703. Epitome metheorologica de' tremoti con la cronologia di VC0200 NC tutti quelli che sono occorsi in Roma dalla creatione del mondo fin agl'ultimi BSNSPNA, Sismica successi sotto il pontificato del regnante Pontefice Clemente XI il di 14 origini-1703 gennaro giorno di domenica su le due di notte meno un quarto, e il di 2 Roma febbraro del corrente anno 1703 ( ... ), Roma (Baratta, 1901; Gardellini e Spadea, 1980) 1703.02.02/15 F . (Fonti: non citate) Account of several earthquakes which bave lately happened in Italy, 1703. VC0201 NR Edinburgh. *** (Gardellini e Spadea, 1980) 1703.02.02/15 Cercato con esito negativo presso: Biblioteca Nazionale Centrale di Roma Biblioteca Casanatense di Roma Amadio F.M., XVIII. Vita di S. Bernardino, ed. F. Costantino Maria da Roma, *** p Roma 1826. BMC *** (Antinori, XVIII) 1703.02.02/15 F* (Fonti: Gigli, 1723) Antinori A. L., XVIII. Annali degli Abruzzi dalle origini all'anno 1777, ms., VC0202 NC Biblioteca Provinciale di L'Aquila (riproduzione dei mss. a cura di Forni, BPAq Bologna). origini-1777 L'Aquila, Abruzzo Gli annali fanno parte dei manoscritti antinoriani cosi suddivisi: Annali: voll. 1+24; Corografia: voli. 25+42; Iscrizioni lapidarie: voll. 43+46; Monumenti e uomini illustri: voll. 47+51. L'autore riporta sempre le sue fonti. (Casti, 1887; Vittori, 1896; Gardellini e Spadea, 1985) 1703.02.02/15 F* (Fonti: Marcucci, 1766; Ragguaglio ... , 1703; Baglivi, 1752; Gigli, 1723; Amadio, XVIII; Giannetas., XVIII; Maraldi, 1704; Crocchiante, 1726; Gattola, 1733; Buffon, 1749; Lazzari, 1731) Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 1703 - Norcia-L'Aquila 4.1 - 6 Archivio storico comunale di Trevi (ASCTre), 1703. Consigli, memoriale GM0203 P allegato alle carte del consiglio del 9 dicembre 1703. ASCTrevi *** Trevi (Taramelli, 1896) 1703.02.02/15 F* (Fonti: non citate) Archivio storico comunale di Urbino (ASCUr), 1703, Consigli comunali dei *** Quaranta, vol. XVII, Biblioteca Universitaria di Urbino. BUUrbino, Fondo del Comune, 128 1695-1705 Urbino (Serpieri, 1873) 1703.02.02/15 F* (Fonti: non citate) Baglivi G., 1710a. De progressione romani terraemotus a k:alendis martiis anni FM0137 c 1703 ad kalendas martias anni 1705, cum historia ( ... ),in Opera Omnia medico OGM F pratica et anatomica, 7' ed., Lyon, 565-580. 1703-1705 Roma (Baratta, 1901; Gardellini e Spadea, 1980) 1703.02.02/15 (Fonti: non citate) Bagli vi G., 1710b. De terremotu romano et urbium adjacentium anno 1703, in FM0138 c Opera Omnia medico-pratica et anatomica, 7• ed., Lyon, 523-533. OGM 1703 Roma (Baratta, 1901; Gardellini e Spadea, 1980) 1703.02.02/15 F (Fonti: non citate) Baglivi G., 1710c. Exemplar epistolae Romam missae excellentissimo duci de *** c Uzeda oratori catholico a ministro Hispano, quem prorex Neapolis Aquilam OGM F dimiserat ad damna exploranda terraemotuum praeteritorum causa producta, 1703 ab Italico sermone a nobis latine fideliter reddita, in Opera omnia medico pratica et anatomica, 7' ed., Lyon, 547-550. 1703.02.02/15 Baglivi G., 1710d. Historia romani terremotus et urbium adjiacentium anno FM0139 c infelicissimo 1703, in Opera Omnia medico-pratica et anatomica, 7• ed., Lyon, OGM 137 533-547. 1703 Roma (Mercalli, 1883; Baratta, 1901; Galli, 1906) 1703.02.02/15 F (Fonti: non citate) Baglivi G., 1710e. Petto Hottonio medico illustri in academia Leydensi *** c Georgius Baglivus medicus in Academia Romana: De progressione Romani OGM F terremotus a kalendis Martiis anni 1703 ad kalendas martias anni 1705, cum 1703 historia morborum, et epidemia constitutionis, quae bis annis regnavit Romae, & historia quamplurium naturae effectuum per id temporis ibidem 1703.02.02/15 observatorum, in Opera omnia medico-pratica et anatomica, 7• edizione, Lyon, 565-580. Baglivi G., 1710f. Series magis notabilis observatorum hoc anno 1703, *** c durantibus terraemotibus in Latio, et finitimis Umbriae regionibus, in Opera OGM F omnia medico-pratica et anatomica, 7' edizione, Lyon, 561-562. 1703 1703.02.02/15 Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 1703 - Norcia-L'Aquila 4.1 - 7 Baglivi G., 1710g. Series urbium, oppidorum, & pagorum, tam in Samnio *** c Regni Neapolis, quam in locis ditioni pontificiae subditis, quae praeteritis OGM F terraemotibus damna, & ruinas passa sunt, excerpta ex Diario Neapolitano 1703 iussu proregis typis dato a Bulifonio bibliopola anno 1703, Neapoli, in Opera omnia medico-pratica et anatomica, 7' edizione, Lyon, 551-553. 1703.02.02/15 Baglivi G., 1710h. Series urbium, pagorum, & oppidorum ditionis *** c ecclesiasticae in Umbria & Sabinis, quae bis terraemotibus, aut diruta sunt aut OGM F fere devastata an(no) 1703, in Opera omnia medico-pratica et anatomica, 7• 1703 edizione, Lyon, 553-560. 1703.02.02/15 Baglivi G., 1754. Opera omnia medico-pratica et anatomica, Venezia. VC0300 NR *** (Antinori, XVIII; Goiran, 1891; Galli, 1906) 1703 N.B. I testi sono disponibili nell'edizione del 1710. Bianchi G., XVIII. [Titolo non citato], in D. da Sant'Eusanio, ?, Città di *** rifugio, pp. 186 e segg. *** (Cappa, 1871) 1703.02.02/15 (Fonti: osservatore diretto) Bottini E., 1925. I terremoti del 2 febbraio 1703 e del13 gennaio 1915 negli VC0204 P Abruzzi, Atti della Società Italiana per il Progresso delle Scienze, ed. R. *** Almagi~ XIII riunione, Napoli, aprile- maggio 1924, Roma. 1703 Abruzzo (Gardellini e Spadea, 1980) 1703.02.02/15 F (Fonti: "memoria del tempo, conservata ne' catasti di Aquila") Breve discorso metheorologico de' tremoli con la cronologia di tutti quelli FM0161 C che si sono sentiti in Roma dalla creatione del mondo sin al recente occorso UCEA Mise. N.1634 sotto il Regnante Pontefice Clemente XI su le 2 della notte meno un quarto -1703 F del dl quattordeci gennaro 1703 dato alle stampe da Luca Antonio Chracas, Europa Asia 1703. Roma. E' una prima edizione "data alle stampe smezzata, e stroppia" di Abbati (1703) (Baratta, 1899; Baratta, 1901; Gardellini e Spadea, 1980) 1703.02.02/15 (Fonti: non citate) Buffon G. F., 1749. Histoire naturelle, Paris. *** (Antinori, XVIII) 1703.02.02/15 (Fonti: Maraldi, 1704) Capocci E., 1861. Catalogo dei tremuoti avvenuti nella parte continentale del PA0112 p Regno delle due Sicilie, posti in raffronto con le eruzioni vulcaniche ed altri OGM F fenomeni cosmici, tellurici e meteorici. (Memorie I e Il), Istituto di 19-1858 incoraggiamento alle scienze naturali di Napoli, s.1, 9, Napoli. Italia meridionale (Mercalli, 1883) (Fonti: non citate) 1703.02.02/15 Cappa F., 1871. Sul terremoto che a 2 di febbraio 1703 rovinò l'Aquila e molti FM0037 c paesi d'Abruzzo, Aquila. B1E B.A.C.III.16 F 1703 L'Aquila, Abruzzo (Baratta, 1901; Gardellini e Spadea, 1980) 1703.02.02/15 (Fonti: Mancini, 1703; Bianchi, 1703) Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 1703 - Norcia-L'Aquila 4.1 - 8 Cbracas L.A., 1704. Racconto istorico de' terremoti sentiti in Roma e in parte MR0056 C dello Stato ecclesiastico e in altri luoghi la sera de' 14 gennaio e la mattina de' *** F 2 di febbraio dell'anno 1703, Roma. 1703 Umbria, Lazio, Roma (Natalucci, 1745; Baratta, 1901; Galli, 1906; Gardellini e Spadea, 1980) 1703.02.02/15 (Fonti: De Carolis, 1703; altre) Corriere scientifico, 1861.06, Roma VC0210 NR *** (Baratta, 1899) 1703.02.02/15 Cercato con esito negativo presso: Biblioteca Nazionale Centrale, Roma Biblioteca Casanatense, Roma Biblioteca di Storia moderna e contemporanea, Roma Crocchiante G.C., 1726. L '!storia delle chiese della Città di Tivoli, Roma. *** p *** (Antinori, XVIII) 1703.02.02/15 F* (Fonti: non citate) De Carolis P., 1703. Relazione generale delle rovine e mortalità cagionata FM0176 C dalle scosse di terremoto de' 14 gennaro e 2 febbraro 1703 in Norcia, Cascia e BNRM Mise B. 499.6.2 loro contadi, compresi li castelli delle Rocchette e Ponte giurisdizione di F Spoleto, Roma. 1703 Norcia Cascia Spoletano (Chracas, 1704; Baratta, 1901) 1703.02.02/15 (Fonti: osservatore diretto) De Noris E., 1703. Lettera del cardinale Enrico De Noris in data Roma 14 *** c aprile 1703 al marchese (sic) di campo conte San sebastiano a Siena, ms., 1703 Biblioteca Comunale, Verona. Roma, Umbria Toscana (Goiran, 1891) 1703.02.02/15 F (Fonti: osservatore diretto) De Vechis, XVIII. Raccolta de' decreti, f. 373 *** *** (Natalucci, 1745) 1703.02.02/15 Diario Napolitano dal 1700 al 1709, XVIII. Archivio Storico per le Provincie FM0088 P Napoletane, 10, Napoli 1885. NA BN, Sez. Nap. Per. 1700-1709 Napoli (Baratta, 1901) 1703.02.02/15 F* (Fonti:osservatore diretto ?; 'notizie') Diverses observations de ftsique generale, 1754. Collection Academique, t. II VC0208 p de la partie francaise, 103-105. MI NB Per. 409 1703 Italia centrale (Perrey, 1848) 1703.02.02/15 F* (Fonti: Maraldi, 1704) Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 1703 - Norcia-L'Aquila 4.1 - 9 Epigrafe del busto d'argento di San Giovenale nella cattedrale di Narni, 1703 ? MC VC0257 c In: G. Eroli, Descrizione delle chiese di Narni e suoi dintorni le più BNarni A.10.H.25 importanti rispetto all'antichità e alle belle arti, Narni 1898. 1703 Narni (Eroli, notizia manoscritta?) 1703.02.02115 F* (Fonti: non citate) Eroli , ? , notizia manoscritta ? VC0214 *** (Baratta, 1899) 1703.02.02115 (Fonti: Epigrafe sul busto di S. Giovenale - Narni; Iscrizione sulla porta principale della città di Amelia) Exacta y veridica noticia de los funestos estragos causados por la continuacion VC0234 NR de los grandes terremotos en Roma y otras partes de Italia, 10 de febrero de *** 1703, 1703. Madrid. (Gardellini e Spadea, 1980) 1703.02.02115 Cercato con esito negativo presso: Biblioteca Nazionale Centrale, Roma Biblioteca Casanatense, Roma Biblioteca di Storia moderna e contemporanea, Roma Biblioteca Nacional, Madrid F. P. R., 1703. Veridica e distinta relazione ovvero diario dei danni fatti dal GM0227 c terremoto dalli 14 gennaro fino alli 2 di febbraro 1703 con esattissimo OGM F ragguaglio di tutte le sagre funzioni ed opere pie fatte in questo tempo nella 1703 città di Roma, Roma. Roma (Baratta, 1901; Gardellini e Spadea, 1980) 1703.02.02115 (Fonti: non citate) Franceschini, ? , comunicazione manoscritta CG0166 *** (Baratta 1899) 1703.02.02115 Gattola E., 1733. Historia abbatiae Cassinensis, s.I. *** *** (Antinori, XVIII) 1703.02.02115 Ghiselli A~ Fr., XVIII. Memorie antiche manoscritte di Bologna raccolte ed VC0220 p accresciute fino ai tempi presenti, ms., Biblioteca Universitaria di Bologna. BOUniv LXV, VIII origini - 1729 Bologna (De Rossi, 1889) 1703.02.02115 T* (Fonti: non citate) Giannettas(?), 1703. Historia Neapolitana, s. l. *** p *** (Antinori, XVIII) 1703.02.02115 F* (Fonti: non citate) Gigli G., 1723. Diario senese (alla data 20 maggio), Siena *** NC *** ND (Amadio, XVIII; Antinori, XVIII) 1703.02.02115 Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 1703 - Norcia-L'Aquila 4.1 - 10 Giornale di Foligno, 1887 .02.4. FM0246 NR *** (Taramelli, 1896) 1703.02.02/15 Cercato con esito negativo presso: Biblioteca Nazionale Centtale, Roma Biblioteca Casanatense, Roma Biblioteca di Storia moderna e contemporanea, Roma Goiran A. ed., 1891. Seconda appendice al catalogo dei terremoti veronesi, GM0173 p Mem. Ace. Agr. Arti e Commercio di Verona, serie III, vol. LXVII, Verona, IGL F 6-7 e 36 (Estratto) *** Verona (Baratta, 1901) 1703.02.02/15 (Fonti: Baglivi, 1754; Guadagni, XVIII; De Noris, 1703) Grimaldi A. F., 1703. De novo et ingentii in universa provincia Umbriae et GM0175 p Aprutij citerioris terraemotu congeminatus nuncius, Todi. BPS S.L.XVIII. e. 23 *** (Baratta, 190 l) 1703.02.02/15 F* (Fonti: non citate) Guadagni N., XVIII. Memorie, ed. O Perini, Archivio Storico Veronese,? *** NC *** (Goiran, 1891) 1703.02.02/15 ND Gueneau de Montbéillard Ph., 1761. Liste cbronologique des éruptions de VC0209 p Volcans, des tremblements de terre de quelques faits météorologiques les MI NB Per. 409 plus remarquables, des cometes, des maladies pestilentielles, &c. jusqu'en -1760 1760 tirée des Mémoires des Académies de l'Europe, des Ouvrages périodiques, mondo des Histoires générales & de Relations particulieres, Collection Académique, composée des mémoires, actes ou journaux des plus célebres académies et societés litteraires étrangéres ( ... ) concernantes l'bistoire naturelle et la botanique, la pbysique experimentale et la cbimie, la medecine et l'anatomie, traduites en françois ( ... ), t. VI partie étrangere, Dijon, 595-598. (Perrey, 1848; Hoff, 1840) 1703.02.02/15 F* (Fonti:non citate) HuotJ., 1837. Noveau cours élementaire de géologie, Paris. VC0223 p *** (Perrey, 1848) 1703.02.02/15 F* (Fonti: non citate) Iscrizione sulla porta principale della città di Amelia. VC0258 *** (Eroli, notizia manoscritta ?) 1703.02.02/15 Keferstein C., 1826. Versucb eines chronologischen Verzeichnisses der VC0226 p Erdbeben und vulkanischen Ausbrucbe seit Anfang unseres Zeitrecbnung, *** Zeitschrift fur Geognosie, Geologie und Naturgescbicbte des Innem der Erde *** 4/3, Weimar, 305. (Hoff, 1840) 1703.02.02/15 F* (Fonti: non citate) Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 1703 - Norcia-L'Aquila 4.1 - 11 Lazzari T., 1703. Ascoli supplicante a' piedi di s. Emidio per la liberazione da' *** C terremoti dell'anno 1703 overo Relazione distinta delle Divozioni fatte in BMC Vol.53 N. 1-30 questa città a tale effetto, e delle grazie ricevute per mezzo del di Lei santo Ascoli Protettore, Macerata. 1703 (Lazzari, 1731) 1703.02.02/15 F (Fonti: osservatore diretto) Lazzari T., 1731, n protettore ne' tremuoti ravvisato in s. Emidio, Ascoli. *** c *** (Antinori, XVIII) 1703.02.02/15 F (Fonti: relazioni a stampa; Lazzari, 1703) Lersner A. A., 1706. Der weitberuhmnten Freyen Reichs Wahi und Handels VC0229 Stadt Frankfurt am Mayn Chronika, Frankfurt. *** (Hoff, 1840) 1703.02.02/15 Lettres historiques contenant ce qui se passe de plus important en Europe et V C*** P les Réflexions nécessaires sur ce sujet, 1703, aprile, La Haye, 341-352. BSMC 23.1l.B.27 *** (Perrey, 1848) 1703.02.02/15 F* (Fonti: non citate) Lettres historiques contenant ce qui se passe de plus important en Europe et VC*** P les Réflexions nécessaires sur ce sujet, 1703, giugno, La Haye, 577-581. BSMC 23.11.B.27 *** (Perrey, 1848) 1703.02.02/15 F* (Fonti: non citate) Lettres historiques contenant ce qui se passe de plus important en Europe et VC*** P les Réflexions nécessaires sur ce sujet, 1703, maggio, La Haye, 459-465. BSMC 23.ll.B.27 *** (Perrey, 1848) 1703.02.02/15 F* (Fonti: non citate) Lettres historiques contenant ce qui se passe de plus important en Europe et VC*** NC les Réflexions nécessaires sur ce sujet, t XXIII, La Haye, 238. BSMC 23.1l.B.27 ND *** (Perrey, 1848) 1703.02.02/15 Lettres historiques contenant ce qui se passe de plus important en Europe et VC0230 NC les Réflexions nécessaires sur ce sujet, t. XXIII, La Haye, p 224. BSMC 23.1l.B.27 ND *** (Perrey, 1848) 1703.02.02/15 Mancini F., 1703. Frammenti della corrispondenza tenuta tra il dottore *** c Filippantonio Mancini procurator fiscale presso la Regia Udienza B1E B.A.C.III.16 F dell'Aquila e l'illustrissmo signore Marco Garofalo marchese della Rocca 1703 vicario generale nella provincia di Abruzzo Ultra, intorno a' danni prodotti Abruzzo, Reatino dal teremoto de' 2 febbraio 1703 ed altre notizie che vi hanno relazione, ed. F. Cappa, Sul terremoto che a 2 di febbraio 1703 rovinò l'Aquila e molti paesi d'Abruzzo, Aquila 1871. (Cappa, 1871) 1703.02.02/15 (Fonti: osservatore diretto) Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 1703 -Norcia-L'Aquila 4.1 - 12 Maraldi J. Ph., 1704. Diverses observations de physique generale, in Histoire FM0269 c de l'Académie Royale des Sciences de Paris. Année 1704. Avec les mémoires de BCas Per. est. 108 mathematique et de physique pour la meme année. Tirez des registres de cette 1703 Académie, Amsterdam, 1707. Italia (Antinori, XVIII; Baratta, 190 l) 1703.02.02115 F* (Fonti: "relations ... ") Maraldi J. Ph., 1704. Observation sur les tremblements de terre arrivés en VC0232 p Italie depuis le mois d'octobre 1702 jusqu'au mois de juillet 1703, Histoire de MiBN l'Académie des Sciences de Paris, Collection Académique, Il, p. 103. 1703 Italia (Hoff, 1840; Gardellini e Spadea, 1980) 1703.02.02115 F* (Fonti: "relations ... ") Marcucci , 1766. Saggi di cose ascolane, s. 3, sez. 2, nn. 166-167, Teramo. *** p -1766 (Antinori, XVIII) Ascoli Piceno 1703.02.02115 F* Melli M. A., 1708. Tractatus Medico-physicus de Terraemotu, Forll, 6. VC0236 P *** Saludecio (Mercalli, 1883; Guarini, 1880) 1703.02.02115 T* (Fonti: osservatore diretto) Memoria del tempo, conservata ne' catasti di Aquila *** *** (Bottini, 1925) 1703.02.02115 Milne J., 1911. A catalogue of destructive earthquakes, A. D. 7 to A. D. 1899, GM0224 p British Association for the advancement of Science, London, Session de OGM F Portsmouth, 92 pp. 7 d. C.-1899 mondo Montandon, 1953) 1703.02.02115 (Fonti: Baratta, 190 l) Moroni G., XIX. Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da s. Pietro VC0238 p fino ai nostri giorni, voli. XV, LXXIV, LXXVII, Venezia. BMCCons. ND -XIX mondo (Mercalli, 1883; Galli, 1906) 1703.02.02115 T* (Fonti: non citate) Narrazione di un miracolo fatto dal glorioso San Filippo Neri in GM0190 NC preservazione di tutta la Congregazione dell'Oratorio di Norcia, 1703. Roma. BSNSPNA, Sismica *** ND (Baratta, 1901) 1703.02.02115 Narrazione di un miracolo fatto dal glorioso San Filippo Neri nelle presenti GM0191 NR rovine dei terremoti sentiti nell'anno 1703. Napoli. *** (Baratta, 1901) 1703.02.02115 Cercato con esito negativo presso: Biblioteca Nazionale Centrale, Roma Biblioteca Casanatense, Roma Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 1703 - Norcia-L'Aquila 4.1 - 13 Natalucci D., 1745. Historia Universale dello Stato temporale ed VC*** p ecclesiastico di Trevi, ed. C. Zenobi, Foligno 1985. *** *** (Mercalli, 1883) 1703.02.02115 F* Consultato al posto del manoscritto citato sotto. (Fonti: Chracas, 1703; De Vechis, XVIII) Natalucci D., XVITI, Storia Universale dello Stato temporale ed ecclesiastico FM0281 NC di Trevi, ms, archivio della famiglia Natalucci. *** ND (Mercalli, 1883) 1703.02.02115 Palmieri A., 1857. Topografta statistica dello Stato Pontificio ossia breve VC0241 p descrizione delle città e paesi loro malattie predominanti, commercio BNRm 6.34.L.13 industria ... compilati dal Cav. Adone Palmieri, Roma. *** Emilia-Romagna Umbria Marche Lazio (Baratta, 1899) 1703.02.02/15 T* (Fonti: non citate) Parrozzani G., 1887. Notizie intorno al terremoto del2 febbraio 1703 ricavate FM0040 c dai ms. antinoriani precedute da alcune notizie intorno agli attuali ·terremoti, BAQ Misc.40.15 F Aquila. 1703-1887 L'Aquila, Abruzzo (Baratta, 1901; Gardellini e Spadea, 1980) 1703.02.02115 (Fonti: Antinori, XVIII) Pellicani G. D., XVIII. Memorie manoscritte, III, Biblioteca Comunale di VC0242 NC Velletri. BCVelletri; Collezione Veli tema; K. VI.26 ND *** (Galli, 1906) 1703.02.02115 Proseguimento del diario ovvero distinta relazione dei danni e scuotimenti MR0061 p fatti dal terremoto tanto in Roma quanto fuori dalli 24 di febbraro per tutto *** il mese di maggio il tutto raccolto (... ), F.P.R., 1703. Roma 1703 Roma (Baratta, 1901; Gardellini e Spadea, 1980) 1703.02.02115 F (Fonti: non citate) Ragguaglio vero e distinto dell'horrendo terremoto seguito nella città di GM*** NC Roma e nel Regno di Sicilia. Dove s'intende come sono profondate alcune città BSNSPNA, Sismica e spianate molte ville e castelli con la morte di molte migliaia di persone, *** ND 1703. Milano e Bergamo. (Baratta, 1901; Gardellini e Spadea, 1980) 1703.02.02/15 Ragguaglio vero e distinto dello stato di Cascia e suo territorio prima e doppo GM0202 NC li terremoti seguiti nel presente anno 1703, 1703. Roma. BSNSPNA, Sismica *** ND (Baratta, 190 l) 1703.02.02115 Raguaglio su l'essere della città dell'Aquila, e delle cose più notabili *** p succedute nella medema, e nelli luoghi della sua provincia per li terremoti *** occorsi nel mese di gennaro e febraro 1703 anno corrente, 1703. Ed. T. Bonanni, 1703 Relazione del tremuoto del 1703 che distrusse la città dell'Aquila, Aquila L'Aquila 1893. 1703.02.02115 F (Antinori, XVIII) (Fonti: osservatore diretto) Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 1703 - Norcia-L'Aquila 4.1 - 14 Relazione de' danni fatti dall'innondazioni e terremoti nella città dell'Aquila MR0059 c ed altri luoghi circonvicini dalli 14 del mese di gennaro fino all'8 del mese di OGM F febbraro 1703, 1703. Roma. 1703 Umbria Abruzzo (Baratta, 190 l; Gardellini e Spadea, 1980) 1703.02.02/15 F (Fonti: non citate) Relazione distinta de' danni cagionati da' passati terremoti nel Regno di MR0062 NC Napoli e nello Stato di Santa Chiesa in quest'anno 1703, 1703. Napoli. BSNSPNA, Sismica *** ND (Vivenzio, 1788; Baratta, 1901; Gardellini e Spadea, 1980) 1703.02.02/15 Relazione, 1730. Foligno. MC GM0231 NR *** (Baratta, 1901) 1703.02.02/15 Cercato con esito negativo presso: Biblioteca Nazionale Centrale, Roma Biblioteca Provinciale, L'Aquila Biblioteca Comunale, Ascoli Piceno Biblioteca Comunale, Macerata Biblioteca Comunale, Siena Biblioteca Comunale, Teramo Biblioteca Casanatense, Roma Ricci l, 1932. Borgo Sansepolcro. Monografia storico-artistica, Sansepolcro. *** p -XX (Coccia, 1982) Sansepolcro (Fonti: non citate) 1703.02.02/15 F* Roeser G.J., 1703. De terrae motu qui Italiam nuper, primis anni 1703 GM0232 NR mensibus afflixit, Stettin. *** *** (Seyfart, 1756; Hoff, 1840; Gardellini e Spadea, 1980) 1703.02.02/15 Cercato con esito negativo presso: Biblioteca Casanatense, Roma Rutili Gentili A., 1832. Nuove riflessioni sulle cause dei terremoti di MR0094 c Fuligno, Fuligno. OGM F *** (Taramelli, 1896) 1703.02.02/15 (Fonti: non citate) Serpieri A., 1873. Rapporto delle osservazioni fatte sul terremoto avvenuto in GM0237 c Italia la sera del 12 marzo 1873, Supplemento alla Meteorologia Italiana UCEA,s.c. 1872,Roma. *** (Mercalli, 1883) 1703.02.02/15 M* (Fonti: ASCUr, 1703) Seyfart J. F., 1756. Allgemeine Geschichte der Erdbeben, Frankfurt-Leipzig. VC0246 p IGL *** (Hoff, 1840) 1703.02.02/15 F* (Fonti: Roeser, 1703; Melli, 1704) Osservatorio Geoftsico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 1703 - Norcia-L'Aquila 4.1 - 15 Storia della miracolosa immagine di Maria SS. delle SS.PP., s. d. VC0247 *** (Baratta, 1899) 1703.02.02/15 Teloni V., 1703. De' terremoti, loro cagioni, effetti, malori che producono e FM0299 P loro cura preservativa in generale. Lettera all'ili. sig. marchese Andrea BCas Vol. Mise. 744/15 Maidalchini del dottore Vincenzo Teloni nobile viterbese ... ,Viterbo. *** F 1703.02.02/15 (Baratta, 190 l) (Fonti: non citate) Urla de Llanos A., 1703. Relazione ovvero itinerario fatto dall'Auditore D. A. FM0025 NC Urla De Llanos per riconoscere li danni causati dalli passati terremoti seguiti BNRM Mise. B. 499. 62 li 14 gennaro e 2 febbraro 1703, con il numero dei morti e feriti nella ND provincia dell'Abruzzo Citra e luoghi circonvicini per darsi di essi distinta 1703 notizia al signor Vice Re di Napoli, Roma. Abruzzo 1703.02.02/15 (Baratta, 1901; Gardellini e Spadea, 1980) Vera nuova e distinta relazione dell'orribile terremoto occorso il giorno di MR0080 NR lunedi 26 luglio 1751 nella provincia dell'Umbria e nella parte del Furio, *** fattosi sentire cosl terribile che lo scuotimento sorpassò di gran lunga quello intesonelli anni 1703 e 1730,1751. Foligno. (Gardellini e Spadea, 1980; Baratta, 1901) 1703.02.02/15 Cercato con esito negativo presso: Biblioteca Nazionale Centrale di Roma Biblioteca Comunale di Ascoli Piceno Biblioteca Comunale di Macerata Biblioteca Comunale di Teramo Biblioteca Provinciale dell'Aquila Vivenzio G., 1788. !storia de'tremuoti avvenuti nella Provincia della Calabria VC0249 p ulteriore e nella città di Messina nell'anno 1783, e di quanto nella Calabria *** ulteriore fu fatto per lo suo risorgimento fino al 1787, preceduta da una Teoria e !storia generale deTremuoti, Napoli. (Hoff, 1840) 1703.02.02/15 F* (Fonti: Relazione distinta ... , 1703) Vivenzio, G., 1783. !storia e teoria de'tremuoti in generale, e in particolare di VC0248 NC quelli della Calabria e di Messina del 1783, Napoli. *** ND (Hoff, 1840) 1703.02.02/15 Tra i testi non provenienti dai cataloghi-filtro sono stati selezionati i seguenti esclusivamente per una verifica delle informazioni per l 'area teramana di cui parla Baratta senza citare le sue fonti. Palma, N., 1832. Storia ecclesiastica e civile della regione più settentrionale *** p del Regno di Napoli ( ...) oggi città di Teramo e Diocesi Aprutina ( ... ), Teramo, Teramo o vol. Il, rist. anast., Teramo, 1979. Ricci, R., 1982. Campli città farnesiana (1538-1731), s.I., in Biblioteca *** p dell'Archivio di di Stato di Teramo, Op. 111-388. 1538-1731 Campli T* Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 1703 - Norcia-L'Aquila 4.1 - 16 Rozzi, N., 1909. Breve monografia di Campli, s.I., in Biblioteca provinciale di *** p Teramo, Coli. XIII-C-II-9. Campli T* Relativamente agli effetti citati per le località delle attuali province di Aquila e Teramo nelle fonti disponibili sono state rintracciate le informazioni riportate di seguito. I testi vengono trascritti nel caso di fonti in lingua italiana e tradotti nel caso di fonti in lingua latina. ARISCHIA "( ... ) S'incamminò dall'Aquila detto Procurator Fiscale alli 14 di Febbraio del corrente anno 1703, e la sera, dopo haver riconosciute le ruine d'Arischia, passò a Pizzoli pernottando in detta Terra ( ... )".[Mancini, 1703]. "( ... ) Ne' luoghi circonvicini non vi è ancora il numero de' Morti, ma bensl è certo, che oltre li soprannominati, cioè Pizzoli, la Barete, Arrischia, Scoppita, con tutte le addiacenti Terre, sopra l'Aquila, sono spiantate ( ... )".Relazione de' danni fatti dall'lnnondazioni e Terremoto sl nella Città di Roma e luoghi adiacenti come nella Città dell'Aquila e altri luoghi circonvicini dalli 14 gennaro fmo alli 14 febraro 1703 col numero delle persone pericolate, 1703]. "(... ) i luoghi poi circonvicini a detta Città (L'Aquila. NdC), come Pizzoli, Scoppita, Arrischia; la Bare.te sono spianati, e Paganica, Campana, Tempera, S. Gregorio, S. Eusanio, e Onda han patito il medesimo infortunio ( ... )" .[F.P.R., 1703] "Borbona con tre ville, Arischia, Cagnano, Labareto, Pendenza, e Rocca di Fondi distrutte, e desolate, e vi perirono da sopra 600 abitanti, e remasti feriti e storpiati da più di cento, con mortalità di infiniti animali piccoli [Raguaglio su l'essere della città dell'Aquila, e delle cose più notabili succedute nella medema, e nelli luoghi della sua provincia per li terremoti occorsi nel mese di gennaro e febraro 1703 anno corrente, 1703] 'in condizioni peggiori di Pagnanica ' [Grimaldi, 1703]. " ( ... ) et a rischia (sic) 350 [morti NdC] et altrettanti feriti ( ... )" [Diario Napolitano dal 1700 al 1709, XVIII]. "il castello di Arichia, che conteneva due mila abitanti del tutto prostrato a terra e reso inabitabile, mentre sono caduti tutti gli edifizi. Vi perirono quattrocento uomini, cento vi furono feriti con gran perdita di frumento, di suppellettili e di animali" [Baglivi, 1710c]. "Aquila ( ... ) cadde tutta con moltissimi castelli ( ... ) principalmente poi Pizzoli, La Barete, Arischia, Scoppita, Paganica, Tempra, Onda; i castelli di San Gregorio, di Sant'Eusanio, e della Campagna(... )" [Baglivi, 1710d]. . "Arischia quasi distrutta 350 morti" [Baglivi, 1710g]. "per maggiori rovine si rendette più inabitabile, e in cui perirono 350 persone, e vi furono l 00 ferite oltre alla perdita maggiore delle robe" [Antinori, XVIII] BAGNO "danneggiato" [Baglivi,171 Og]. "patl in parte" [Antinori, XVIII] Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 1703 - Norcia-L'Aquila 4.1 - 17 BARElli "( ... )A dl 16, proseguendo il suo cammino, si portò nella terra delle Barete ed in quella di Cagnano, e sue Ville, con fare al detto Illmo Sig. Vicario Generale relazione dello stato della medesima e delli danni ricevuti ( ... )".[Mancini, 1703]. "( ... ) Ne' luoghi circonvicini non vi è ancora il numero de' Morti, ma bensl è certo, che oltre li soprannominati, cioè Pizzoli, la Barete, Arrischia, Scoppita, con tutte le addiacenti Terre, sopra l'Aquila, sono spiantate ( ... )".[Relazione de' danni fatti dall'Innondazioni e Terremoto sl nella Città di Roma e luoghi adiacenti come nella Città dell'Aquila e altri luoghi circonvicini dalli 14 gennaro fmo alli 14 febraro 1703 col numero delle persone pericolate, Roma e Bologna] "( ... ) i luoghi poi circonvicini a detta Città (L'Aquila. NdC), come Pizzoli, Scoppita, Arrischia, la Barete sono spianati, e Paganica, Campana, Tempera, S. Gregorio, S. Eufanio, e Onda han patito il medesimo infortunio(... )" .[F.P.R., 1703]. "Borbona con tre ville, Arischia, Cagnano, Labareto, Pendenza, e Rocca di Fondi distrutte, e desolate, e vi perirono da sopra 600 abitanti, e remasti feriti e storpiati da più di cento, con mortalità di infiniti animali piccoli [Raguaglio su l'essere della città dell'Aquila, e delle cose più notabili succedute nella medema, e nelli luoghi della sua provincia per li terremoti occorsi nel mese di gennaro e febraro 1703 anno corrente, 1703]. 'crollò in gran parte' [Grimaldi, 1703]. "il castello di Alberete ove abitavano cento famiglie fu interamente diroccato, né vi si può abitare, vi perirono cento uomini, ne rimasero feriti venti con perdita di tutto il frumento, delle suppellettili e degli animali" [Baglivi,1710c]. "Aquila ( ... ) cadde tutta con moltissimi castelli ( ... ) principalmente poi Pizzoli, La Barete, Arischia, Scoppita, Paganica, Tempra, Onda; i castelli di San Gregorio, di Sant'Eusanio, e della Campagna ( ... )" [Baglivi,1710d]. "La Barete colle sue ville restò per la maggior parte distrutto colla morte di cento uomini e di venti feriti de quali la peggior parte toccò alla villa di San Pelino" [Antinori, XVIII] CAGNANO AMI1ERNO "Borbona con tre ville, Arischia, Cagnano, Labareto, Pendenza, e Rocca di Fondi distrutte, e desolate, e vi perirono da sopra 600 abitanti, e remasti feriti e storpiati da più di cento, con mortalità di infiniti animali piccoli [Raguaglio su l'essere della città dell'Aquila, e delle cose più notabili succedute nella medema, e nelli luoghi della sua provincia per li terremoti occorsi nel mese di gennaro e febraro 1703 anno corrente, 1703]. "( ... ) A dl16, proseguendo il suo cammino, si portò nella terra delle Barete ed in quella di Cagnano, e sue Ville, con fare al detto Illmo Sig. Vicario Generale relazione dello stato della medesima e delli danni ricevuti ( ... ) ".[Mancini, 1703]. "Campana, Cagnano assai lesionati" [Antinori, XVIII] CAMPANA "(... ) i luoghi poi circonvicini a detta Città (L'Aquila. NdC), come Pizzoli, Scoppita, Arrischia, la Barete sono spianati, e Paganica, Campana, Tempera, S. Gregorio, S. Eufanio, e Onda han patito il medesimo infortunio ( ... )".[F.P.R.,1703] "(. .. )e sotto l'Aquila, Paganica, Tempera, Onda, San Gregorio, Sant'Eusanio, Campana, e tutte le altre fino a Castel Nuovo, ch'è un esterminio, & una ruina deplorabilissima ( ... )". [Relazione de' danni fatti dall1nnondazioni e Terremoto sl nella Città di Roma e luoghi adiacenti come nella Città dell'Aquila e altri luoghi circonvicini dalli 14 gennaro fino alli 14 febraro 1703 col numero delle persone pericolate, Roma e Bologna] Osservatorio Geofisico Sperimentale di Macerata - Sismicità dell'area aquilano-teramana .... I terremoti del 1703 - Norcia-L'Aquila 4.1 - 18 "Aquila ( ... ) cadde tutta con moltissimi castelli ( ... ) principalmente poi Pizzoli, La Barete, Arischia, Scoppita, Paganica, Tempra, Onda; i castelli di San Gregorio, di Sant'Eusanio, e della Campagna(... )" [Baglivi, 1710d]. "Campana, Cagnano assai lesionati" [Antinori, XVIII] CAMPLI "( ... )Ecco perchè dai 14 gennaio ai 2 febbraio ad ore due della notte si suonano in Campli le campane e ciascuna famiglia si gitta in ginocchio a pregare il Signore, onde tenga lontano somigliante flagello.( ... ) Nel sopra citato volume si scorge che in Campli dai 7 dicembre 1702 ai 31 marzo 1703 niun Consiglio potè congregarsi ob timorem terrae motuum: e ritenuto la prima volta in detto giorno, dovè ragunarsi in piazza, tanto perchè il pubblico palazzo minacciava rovina pe' danni sofferti ( ... )".[Palma, 1833] "(... )nella notte di gennaio 1703, alle ore due di notte, sino al2 febbraio, forti e violente scosse di terremoto produssero la caduta di alcune case ed il maltrattamento di altre. Tale periodo fu si spaventevole per gli abitanti che non sono passavano sotto le tende le fredde notti, ma non si tenne più il Consiglio sino al 31 marzo 1703, giorno in cui esso fu radunato nella piazza, sia perchè perdurava il timore e sia anche perchè il palazzo parlamentare minacciava rovina pei danni sofferti dal terremoto ( ... )".[Rozzi, N., 1909].