Regione Umbria È Compreso Quasi Interamente All’Interno Del Bacino Idrografico Del Fiume Tevere
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RRReeegggiiiooonnneee UUUmmmbbbrrriiiaaa GIUNTA REGIONALE PPAARRTTEE IIII LLAA RRIISSOORRSSAA IIDDRRIICCAA INDICE SEZIONE I - CARATTERISTICHE DEI BACINI IDROGRAFICI E DEGLI ACQUIFERI 1 1 CARATTERI GENERALI DEL TERRITORIO REGIONALE 3 1.1 Caratteristiche fisiche generali 3 1.2 Caratteristiche meteoclimatiche 7 1.3 Uso del suolo 7 1.4 Aree protette 10 1.5 Caratteristiche socio-economiche 13 1.5.1 Popolazione 13 1.5.2 Struttura produttiva 13 2 CARATTERIZZAZIONE DEI BACINI IDROGRAFICI E DEI CORPI IDRICI SUPERFICIALI 16 2.1 Bacino del fiume Tevere 16 2.1.1 Sottobacino Alto Tevere 16 2.1.2 Sottobacino Medio Tevere 18 2.1.3 Sottobacino Basso Tevere 20 2.1.4 Sottobacino Chiascio 22 2.1.5 Sottobacino Topino Marroggia 24 2.1.6 Sottobacino Trasimeno 26 2.1.7 Sottobacino Nestore 28 2.1.8 Sottobacino Paglia Chiani 30 2.1.9 Sottobacino Nera 32 2.2 Bacino del fiume Arno 34 2.3 Territori afferenti il Mare Adriatico (T.A.M.A.) 36 2.3.1 Sottobacino Metauro 36 2.3.2 Sottobacino Esino 36 2.3.3 Sottobacino Potenza 36 2.3.4 Sottobacino Chienti 36 3 CARATTERIZZAZIONE DEI CORPI IDRICI SOTTERRANEI 38 3.1 Acquiferi alluvionali 38 3.1.1 Alta Valle del Tevere 38 3.1.2 Conca Eugubina 38 3.1.3 Media Valle del Tevere 39 3.1.4 Valle Umbra 39 3.1.5 Conca Ternana 40 3.2 Acquiferi carbonatici 41 3.2.1 Sistema carbonatico profondo 43 3.3 Acquifero vulcanico 44 3.4 Acquiferi minori 44 3.4.1 Acquiferi dei depositi detritici e dei fondovalle alluvionali 44 3.4.2 Acquiferi dei depositi sabbiosi-conglomeratici plio-pleistocenici e dei travertini 44 3.4.3 Acquiferi delle formazioni torbiditiche 45 SEZIONE II - PRESSIONI ESERCITATE DALL’ATTIVITA’ ANTROPICA SULLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE 47 1 GLI USI DELLA RISORSA 49 1.1 Fabbisogno idrico teorico 49 1.1.1 Uso civile 49 1.1.2 Uso irriguo 57 1.1.3 Uso zootecnico 66 1.1.4 Uso industriale 68 1.1.5 Fabbisogno idrico teorico per sottobacino 79 1.2 Prelievi e usi autorizzati 80 1.3 Il Sistema Acquedottistico 83 1.3.1 Premessa (L’approvvigionamento idropotabile in Umbria) 83 1.3.2 La riforma dei servizi idrici in Umbria – Legge 5 gennaio 1994, n. 36 e LR 43/97 83 1.3.3 I punti di captazione idropotabile in Umbria e l’attuale prelievo all’anno 2001 85 I 1.3.4 Consumi idropotabili e distribuzione dei consumi 87 1.3.5 Fluttuazione della domanda 90 1.3.6 Dotazioni lorde e perdite in rete 90 1.3.7 La pianificazione regionale nel settore idropotabile 93 1.3.8 Prelievi “acquedottistici” per sottobacino e per corpo idrico sotterraneo 101 1.4 L’irrigazione in Umbria 104 1.4.1 Evoluzione dell’irrigazione sul territorio umbro all’anno 2000 (ISTAT ’01) 104 1.4.2 Schematizzazione irrigua regionale 105 1.4.3 Prelievi irrigui per sottobacino e per corpo idrico sotterraneo 124 1.5 Il settore industriale 125 1.5.1 L’approvvigionamento idrico del settore industriale 125 1.5.2 Prelievi industriali per sottobacino e per corpo idrico sotterraneo 126 1.6 Altri usi 128 1.6.1 Prelievi per “Altri usi” per sottobacino e per corpo idrico sotterraneo 128 1.7 Settore idroelettrico 130 1.8 Sintesi dei prelievi per sottobacino e per corpo idrico 132 2 I CARICHI INQUINANTI 135 2.1 Carichi potenzialmente generati 135 2.1.1 Carico civile potenzialmente generato 135 2.1.2 Carico agricolo potenzialmente generato 137 2.1.3 Carico zootecnico potenzialmente generato 143 2.1.4 Carico industriale potenzialmente generato 148 2.1.5 Carichi potenzialmente generati per sottobacino 153 2.2 Il sistema fognario e depurativo 156 2.2.1 Carico antropico nominale che potenzialmente grava sul sistema fognario e depurativo 156 2.2.2 Gli agglomerati ai sensi della D.Lgs. 152/99 159 2.3 Modalità di utilizzo dei reflui zootecnici 167 2.4 Attività industriali che scaricano in corpo idrico 169 2.5 Le attività di itticoltura 172 2.6 Carichi effettivi (sversati) 174 2.6.1 I carichi sversati da fonti puntuali 174 2.6.2 I carichi sversati da fonti diffuse 182 2.6.3 Carichi sversati per sottobacino 184 2.7 Carichi transitanti 186 2.7.1 Il modello di qualità del reticolo idrografico umbro 186 SEZIONE III - LO STATO DI QUALITA’ AMBIENTALE DELLA RISORSA IDRICA E LE CONDIZIONI IDROLOGICHE 203 1 I CORPI IDRICI SIGNIFICATIVI E A SPECIFICA DESTINAZIONE 205 1.1 I corpi idrici significativi 205 1.2 I corpi idrici a specifica destinazione 207 1.2.1 Acque dolci che richiedono protezione e miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci 207 1.2.2 Acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile 208 1.2.3 Acque destinate alla balneazione 208 2 LE RETI DI MONITORAGGIO 210 2.1 Le reti di monitoraggio delle acque superficiali 210 2.1.1 La rete di monitoraggio quantitativo in continuo 210 2.1.2 Le reti di monitoraggio qualitativo in discreto dei corpi idrici significativi 212 2.1.3 Le reti di monitoraggio qualitativo dei corpi idrici a specifica destinazione 215 2.1.4 La rete di monitoraggio qualitativo in continuo delle acque superficiali 221 2.2 Le reti di monitoraggio delle acque sotterranee 223 3 LA CLASSIFICAZIONE DI QUALITÀ AMBIENTALE E PER SPECIFICA DESTINAZIONE DEI CORPI IDRICI 230 3.1 La classificazione dei corsi d’acqua 230 3.1.1 Lo stato di qualità ambientale del fiume Tevere 232 3.1.2 Lo stato di qualità ambientale del fiume Chiascio 232 3.1.3 Lo stato di qualità ambientale del fiume Topino 233 3.1.4 Lo stato di qualità ambientale del torrente Marroggia 233 3.1.5 Lo stato di qualità ambientale del torrente Teverone 234 II 3.1.6 Lo stato di qualità ambientale del fiume Timia 234 3.1.7 Lo stato di qualità ambientale del fiume Nestore 234 3.1.8 Lo stato di qualità ambientale del fiume Paglia 235 3.1.9 Lo stato di qualità ambientale del fiume Chiani 235 3.1.10 Lo stato di qualità ambientale del fiume Nera 235 3.1.11 Lo stato di qualità ambientale del fiume Corno 236 3.1.12 Lo stato di qualità ambientale del fiume Velino 236 3.2 La classificazione dei laghi 236 3.2.1 Lo stato di qualità ambientale del Lago di Corbara 237 3.2.2 Lo stato di qualità ambientale del Lago di Alviano 237 3.2.3 Lo stato di qualità ambientale del Lago di Arezzo 238 3.2.4 Lo stato di qualità ambientale della Palude di Colfiorito 238 3.2.5 Lo stato di qualità ambientale del Lago Trasimeno 238 3.2.6 Lo stato di qualità ambientale del Lago di Piediluco 238 3.3 La classificazione dei corpi idrici a specifica destinazione 240 3.3.1 La classificazione delle acque dolci superficiali destinate alla vita dei pesci 240 3.3.2 La classificazione delle acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile 241 3.3.3 La classificazione delle acque destinate alla balneazione 241 3.4 La classificazione dei corpi idrici sotterranei 244 3.4.1 Acquiferi alluvionali 245 3.4.2 Acquiferi carbonatici 253 3.4.3 Acquifero vulcanico 255 3.5 La classificazione dei corpi idrici secondo la Direttiva 2000/60/CE 258 4 LE ZONE E LE AREE DA SOTTOPORRE A TUTELA 259 4.1 Aree sensibili 259 4.2 Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola 262 4.3 Zone vulnerabili da prodotti fitosanitari e altre zone vulnerabili 266 4.3.1 Zone vulnerabili da prodotti fitosanitari 266 4.3.2 Aree soggette o minacciate da fenomeni di siccità, degrado del suolo e desertificazione 269 4.4 Aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano 272 5 LE CONDIZIONI IDROLOGICHE DEI CORPI IDRICI 275 5.1 Regime idrologico dei corpi idrici superficiali significativi 275 5.1.1 Fiumi 275 5.1.2 Laghi e invasi 284 6 IL DEFLUSSO MINIMO VITALE 289 6.1 Premessa 289 6.2 Il Deflusso Minimo Vitale nella pianificazione di bacino 290 6.2.1 Delibera dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere n. 97 del 18 dicembre 2001 290 6.2.2 Documento preliminare per la redazione del Piano Stralcio per la Programmazione ed Utilizzazione della Risorsa Idrica (PS9) - 2006 292 6.3 Approccio idrologico alla determinazione del DMV 294 6.4 Approccio sperimentale 296 6.4.1 Introduzione 296 6.4.2 Studio delle popolazioni ittiche per la definizione metodologica delle portate di minimo vitale nel bacino idrografico del fiume Tevere dell’Autorità di Bacino del fiume Tevere 296 6.4.3 Sviluppo dello studio metodologico dell’Autorità di Bacino del fiume Tevere 303 6.5 DMV e Stato Quantitativo dei corpi idrici superficiali 306 6.5.1 Stato idrologico e DMV proposto dalla Delibera dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere n. 97 del 18 dicembre 2001 308 6.5.2 Stato idrologico e DMV di cui al documento preliminare per la redazione del PS9 dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere (2006) 310 6.5.3 Stato idrologico e DMV sperimentale 312 6.6 Confronto tra i metodi e stima del DMV 315 SEZIONE IV - OBIETTIVI DI QUALITA’ AMBIENTALE E PER SPECIFICA DESTINAZIONE, CRITICITA’ E POSSIBILI INTERVENTI 347 III 1 BACINO DEL FIUME TEVERE 349 1.1 Obiettivi di qualità 349 1.2 Analisi delle criticità 352 1.2.1 Sottobacino Alto Tevere 355 1.2.2 Sottobacino Medio Tevere 358 1.2.3 Sottobacino Basso Tevere 360 1.2.4 Sottobacino Chiascio 362 1.2.5 Sottobacino Topino-Marroggia 364 1.2.6 Sottobacino Trasimeno 367 1.2.7 Sottobacino Nestore 369 1.2.8 Sottobacino Paglia-Chiani 371 1.2.9 Sottobacino Nera 373 2 BACINO DEL FIUME ARNO 377 2.1 Obiettivi 377 2.2 Criticità 377 3 TERRITORI AFFERENTI AL MAR ADRIATICO 378 3.1 Obiettivi 378 3.2 Criticità 378 4 INDIVIDUAZIONE DEI POSSIBILI INTERVENTI 379 4.1 Obiettivi e vincoli 379 4.2 Interventi sui sistemi carenti 379 4.3 Sviluppo e completamento dei sistemi conoscitivi 380 4.4 Strumenti normativi 381 SEZIONE V - ANALISI TECNICO ECONOMICA DEI POSSIBILI STRUMENTI DI INTERVENTO 383 1 INTRODUZIONE 385 2 TRATTAMENTO E GESTIONE DEI REFLUI DI ORIGINE CIVILE ED INDUSTRIALE 386 2.1 Depurazione delle acque reflue 386 2.2 Ottimizzazione dei sistemi