Catalogo Del Fondo Giuseppe Antonio Borgese Della Biblioteca Umanistica Dell’Università Degli Studi Di Firenze

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Catalogo Del Fondo Giuseppe Antonio Borgese Della Biblioteca Umanistica Dell’Università Degli Studi Di Firenze Catalogo del Fondo Giuseppe Antonio Borgese della Biblioteca Umanistica dell’Università degli Studi di Firenze a cura di Maria Grazia Macconi con la collaborazione di Marco Massimiliano Lenzi e Duccio Mannucci Firenze, 2008 1 INDICE Premessa p. Nota biografica p. Il Fondo Giuseppe Antonio Borgese Storia del fondo e precedenti interventi sui materiali p. Attuale assetto del fondo e guida alla consultazione p. Sommario dei contenuti p. CATALOGO p. I. Materiali biografici p. 1. Diari p. 2. Note diaristiche, appunti personali e altri documenti p. 3. Agende p. 4. Lettera-memoriale e corrispondenza p. 5. Autobiografie, biografie e commemorazioni p. II. Materiali preparatori generali p. 1. Quaderni di appunti p. 2. Schede di appunti p. III. Produzione letteraria p. 1. Poesie p. 2. Poemi p. 3. Drammi teatrali p. 4. Romanzi p. 5. Racconti brevi, articoli e materiali diversi p. IV. Saggistica estetico-letteraria p. 1. Estetica p. 2. Letteratura p. V. Materiali politici e storico-culturali p. 1. Politica italiana p. 2. Politica internazionale p. 3. Altri materiali politici e storico-culturali p. VI. Attività accademica, conferenze e interventi vari p. 1. Attività accademica p. 2. Conferenze e interventi vari p. Appendice: Indice della corrispondenza p. Bibliografia p. 2 Premessa Il catalogo del Fondo Giuseppe Antonio Borgese della Biblioteca Umanistica dell'Università di Firenze è frutto di un protocollo d'intesa tra la Fondazione G. A. Borgese, istituita nel luglio del 2002 a Polizzi Generosa (Palermo), paese natale dello scrittore, e la Biblioteca Umanistica dell'Universita degli studi di Firenze, proprietaria del fondo, qui conservato. La Fondazione G. A. Borgese si propone di realizzare una più ampia conoscenza, promozione, valorizzazione e diffusione dell’opera artistica, letteraria, critica, giornalistica e politica dello scrittore polizzano. Nasce da questo progetto l'intento di avviare con la Biblioteca umanistica di Firenze una comune collaborazione volta a valorizzare il Fondo Borgese, in primo luogo attraverso la pubblicazione del catalogo del fondo e successivamente attraverso la pubblicazione dei diari, al fine di consentire l'accessibiltà ai documenti a una collettività sempre più vasta di studiosi. In questo catalogo, che segue il lavoro di riordino del Fondo, avviato dall’Accademia toscana di scienze e lettere “La Colombaria” d'intesa con la Biblioteca Umanistica fiorentina anni or sono e conclusosi con la redazione di un breve catalogo dei materiali ordinati,1 vengono corrette alcune errate interpretazioni del materiale e qualche errore di cartulazione e collocazione. E' stata inoltre ampliata la descrizione dei documenti, con particolare riguardo al materiale bibliografico raccolto da Borgese stesso e a quello contenuto nelle “agende”, e approntata un'appendice con l'indice di tutta la corrispondenza conservata. Il catalogo è inoltre corredato da una bibliografia delle opere di Borgese e da un'ampia bibliografia critica. 1Catalogo del fondo G.A. Borgese della Biblioteca umanistica dell'Università di Firenze, a cura di M. M. Lenzi, M. G. Macconi e D. Mannucci, Firenze, Accademia toscana di scienze e lettere "La Colombaria", 2006 (non in commercio). 3 Nota biografica Giuseppe Antonio Borgese nacque a Polizzi Generosa (Palermo) il 12 novembre 1882. Durante l’anno accademico 1899-1900, riuscendo a convincere il padre che lo voleva avvocato, si iscrisse alla Facoltà di Lettere a Palermo, ma già nel 1900 si trasferì a Firenze dove, presso l’Istituto di Studi Superiori, seguì i corsi di Vitelli, Rajna, Villari, Coen e Mazzoni. A partire dall’anno successivo iniziò la collaborazione all’«Archivio per lo studio delle tradizioni popolari» di Pitrè e, di lì a poco, al «Regno» di Corradini e al «Leonardo» di Papini, rivelando negli scritti critici un’impronta estetica di base sostanzialmente crociana, che risentiva anche di quell’antipositivismo proprio all’ambiente culturale fiorentino dell’epoca. Nel 1903 Benedetto Croce recensì con pieno favore su «La Critica» due interventi di Borgese relativi all’opera di D’Annunzio; e sarà lo stesso Croce che pubblicherà la sua tesi di laurea, discussa a Palermo, con il titolo: Storia della critica romantica in Italia (Napoli, 1905). Intanto, nel 1903, dopo aver partecipato alla fallita rivista «Medusa», fondava la rivista «Hermes», che avrebbe proseguito le pubblicazioni fino al 1906 e sulle cui pagine comparvero le sue prime prose; mentre una raccolta di liriche fu da lui pubblicata nel 1908, presso Ricciardi, ma mai messa in commercio per il volere dell'autore. Tra il 1907 e il 1908, Borgese, in qualità di corrispondente de «Il Mattino» di Napoli, di cui era caporedattore e poi de «La Stampa» di Torino, compì un soggiorno di due anni in Germania, - dove conobbe tra l'altro Hauptmann e la musica tedesca -, che gli permise di scrivere articoli e saggi per una cultura italiana allora poco aperta all'esterno. Da questa esperienza nacque il volume La nuova Germania (Milano, 1909), che raccoglieva le corrispondenze pubblicate sui due quotidiani; sempre nel 1909, dette alle stampe, a Napoli, il saggio Gabriele D’Annunzio. Ancora in questo anno, capitò per caso a Messina - era diretto a Palermo, ma sbagliò piroscafo -, proprio il giorno successivo al terremoto di cui diede annuncio per primo tramite un articolo per «Il Mattino» di Napoli. Sono questi gli anni in cui Borgese venne affermandosi come il punto di riferimento forse più significativo, in Italia, per la critica militante e, parallelamente, iniziò la carriera accademica, con la nomina alla cattedra di letteratura tedesca all’Università di Torino nel 1909 e poi a quella di Roma, nel 1910. Nel 1912 iniziò la collaborazione al «Corriere della sera» che, con incarichi e forme collaborative diverse, avrebbe mantenuto fino alla morte. Sono questi però anche gli anni in cui si consuma l’irrimediabile rottura con Benedetto Croce, che si evidenzia in tutta la sua portata all’indomani della pubblicazione, da parte di Croce, del saggio su Vico. In questo arco di tempo, si collocano due fra i più rappresentativi contributi saggistici di Borgese: le tre serie di La Vita e il Libro (Milano, 1910, 1911, 1913) e Studi di letterature moderne (Milano, 1915), oltre alle due riviste da lui fondate:« La Nuova Cultura» e «Il Conciliatore». La sua intensa attività intellettuale ebbe modo di concentrarsi anche sul primo conflitto mondiale, cui Borgese andò incontro da acceso interventista: Italia e Germania (Milano, 1915); Guerra di redenzione (Milano, 1915); La guerra delle idee (Milano, 1916); L’Italia e la nuova alleanza (Milano, 1917). Durante la guerra, svolse anche delicate e complesse missioni diplomatiche, sotto le direttive del sottosegretario alla propaganda Romeo Gallenga Stuart, soprattutto volte a vagliare una possibile alleanza con le nazionalità slave in funzione antiasburgica. Nel 1918, a Roma, Borgese ideò il “Congresso delle nazionalità oppresse dall’Austria-Ungheria”, che venne a costituire, di fatto, una diversa piattaforma per le trattative di pace anche in relazione alla nascita di un futuro stato jugoslavo. Le vicende inerenti questa esplicita fase politica sarebbero poi risultate determinanti per la successiva scelta antifascista e tutte le conseguenze che ne derivarono. All’inizio degli anni Venti, a causa della strenua difesa degli ideali etico-politici che Borgese aveva sempre propugnato, vennero deteriorandosi anche i rapporti con il «Corriere della sera», essendo egli diventato, fra l’altro, il bersaglio prediletto di quanti attaccavano gli esiti delle trattative di pace, in nome della dannunziana “vittoria mutilata”. In pratica, Borgese venne estromesso dall’ambito della progettualità editoriale del quotidiano milanese, relativamente all’impostazione di questo in politica estera. 4 Confermato nell’insegnamento accademico alla cattedra di estetica e storia della critica, appositamente per lui creata presso l’Università di Milano, si defilò progressivamente dalla vita politica, amareggiato e deluso dalla situazione complessiva che si era venuta a creare, dedicandosi sempre più a un’intima riflessione morale e artistica sulle vicende storico-politiche. Il frutto più immediato di questo periodo, marcatamente introspettivo, fu il romanzo Rubè (Milano, 1921), destinato poi a diventare uno dei contributi più significativi, in tal senso, nella storia della narrativa italiana contemporanea, cui fecero seguito le Poesie (Milano, 1922) e un altro romanzo I vivi e i morti (Milano, 1923). La produzione artistica di Borgese si arricchì, almeno fino al 1931, di numerosi altri titoli, fra romanzi, racconti, drammi teatrali, prose di viaggio. Al contempo, proseguì l’attività critica e storiografica: Tempo di edificare (Milano, 1923); Ottocento europeo (Milano, 1927); Il senso della letteratura italiana (Milano, 1931); Poetica dell’unità (Milano, 1934). Il 1931 costituisce il punto di svolta della vita di Borgese. Nel luglio di questo anno, a 48 anni, si imbarca alla volta degli Stati Uniti, accettando l'invito di trasferirsi a Los Angeles per tenervi una serie di lezioni come visiting professor alla California University, decisione presa anche in seguito a reiterati disordini e intimidazioni fomentati in aula da alcuni studenti fascisti e culminati nel mese di maggio con il pestaggio subito da due suoi allievi. Quello che nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto essere solo un soggiorno accademico si trasformò invece in un volontario esilio, durato fino a guerra conclusa, per il rifiuto opposto all’ingiunzione di prestare il giuramento fascista,
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