Diari Di Giuseppe Dessì
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FONTI STORICHE E LETTERARIE EDIZIONI CARTACEE E DIGITALI — 29 — UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE DIPARTIMENTO DI ITALIANISTICA BIBLIOTECA DIGITALE COMITATO SCIENTIFICO Adele Dei Anna Dolfi Simone Magherini Volumi pubblicati: Moderna [diretta da Anna Dolfi] 1. Giuseppe Dessí. Storia e catalogo di un archivio, a cura di Agnese Landini, 2002. 2. Le corrispondenze familiari nell’archivio Dessí, a cura di Chiara Andrei, 2003. 3. Nives Trentini, Lettere dalla Spagna. Sugli epistolari a Oreste Macrí, 2004. 4. Lettere a Ruggero Jacobbi. Regesto di un fondo inedito con un’appendice di lettere, a cura di Francesca Bartolini, 2006. 5. «L’Approdo». Copioni, lettere, indici, a cura di Michela Baldini, Teresa Spignoli e del GRAP, sotto la direzione di Anna Dolfi, 2007 (CD-Rom allegato con gli indici della rivista e la schedatura completa di copioni e lettere). 6. Anna Dolfi,Percorsi di macritica, 2007 (CD-Rom allegato con il Catalogo della Biblioteca di Oreste Macrí). 7. Ruggero Jacobbi alla radio, a cura di Eleonora Pancani, 2007. 8. Ruggero Jacobbi, Prose e racconti. Inediti e rari, a cura di Silvia Fantacci, 2007. 9. Luciano Curreri, La consegna dei testimoni tra letteratura e critica. A partire da Nerval, Valéry, Foscolo, D’Annunzio, 2009. 10. Ruggero Jacobbi, Faulkner ed Hemingway. Due nobel americani, a cura di Nicola Turi, 2009. 11. Sandro Piazzesi, Girolamo Borsieri. Un colto poligrafo del Seicento. Con un inedito «Il Salterio Affetti Spirituali», 2009. 12. A Giuseppe Dessí. Lettere di amici e lettori. Con un’appendice di lettere inedite, a cura di Francesca Nencioni, 2009. 13. Giuseppe Dessí, Diari 1949-1951, a cura di Franca Linari, 2009. 14. Giuseppe Dessí, Diari 1952-1962, trascrizione di Franca Linari, Introduzione e note di Francesca Nencioni, 2011. Linguistica [diretta da Massimo Moneglia] 1. Bootstrapping Information from Corpora in a Cross-Linguistic Perspective, edited by Massimo Moneglia and Alessandro Panunzi, 2010. 2. Alessandro Panunzi, La variazione semantica del verbo essere nell'Italiano parlato, 2010. 3. Language, Cognition and Identity. Extensions of the endocentric/exocentric language typology, edited by Emanuela Cresti and Iørn Korzen, 2010. Informatica e letteratura [diretta da Simone Magherini] 1. BIL Bibliografia Informatizzata Leopardiana 1815-1999. Manuale d’uso vers. 1.0, a cura di Simone Magherini, 2003. Giuseppe Dessí Diari 1952-1962 Trascrizione di Franca Linari Introduzione e note di Francesca Nencioni Firenze University Press 2011 Giuseppe Dessí / Diari 1952-1962 / Franca Linari, Francesca Nencioni. – Firenze : Firenze University Press, 2011. (Fonti storiche e letterarie. Edizioni cartacee e digitali ; 29) http://digital.casalini.it/9788866550044 ISBN 978-88-6655-001-3 (print) ISBN 978-88-6655-004-4 (online PDF) ISBN 978-88-6655-006-8 (online EPUB) Volume pubblicato con il contributo di Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Giuseppe Dessí con il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali. Direzione Generale per i beni librari e gli istituti culturali Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato alla Cultura e P.I. Fondazione Giuseppe Dessí Fondazione Banco di Sardegna Progetto grafico di Alberto Pizarro Fernández © 2011 Firenze University Press Università degli Studi di Firenze Firenze University Press Borgo Albizi, 28, 50122 Firenze, Italy http://www.fupress.com Printed in Italy INDICE INTRODUZIONE di Francesca Nencioni 7 NOTA AL TESTO 17 DIARI DIARIO 1952 23 DIARIO 1953 109 DIARIO 1954 165 DIARIO 1955 187 DIARIO 1956 203 DIARIO 1957 229 DIARIO 1958 261 DIARIO 1959 285 DIARIO 1960 317 DIARIO 1961 343 DIARIO 1962 359 INDICE DEI NOMI 385 Franca Linari, Francesca Nencioni (a cura di), Giuseppe Dessí. Diari 1952-1962, ISBN 978-88- 6655-001-3 (print), ISBN 978-88-6655-004-4 (online PDF), ISBN 978-88-6655-006-8 (online EPUB), © 2011 Firenze University Press INTRODUZIONE […] penetrare il mondo opaco lungo vie chiare e cunicoli fitti d’incontri effimeri e di perdite o d’amore in amore o in uno solo di padre in figlio fino a che sia limpido M. Luzi, Nell’imminenza dei quarant’anni «Che cosa può significare tenere un diario»1? La ricerca di senso che ispira la compilazione di ogni cahier intime (il senso di una vita, di una scrittura memo- riale, di un genere autobiografico) ha guidato anche la mano di Giuseppe Dessí, che per oltre cinquant’anni (dal 1926 al 1977) ha trascritto con frequenza quasi quotidiana pensieri e avvenimenti del giorno sui suoi diari. Diari dal «carattere proteiforme» e dall’«assenza di regole»2, che si presentano talvolta come sem- plici appunti di agenda (un nome, il titolo di un libro o di un film, l’ora di un appuntamento, il luogo di un incontro), in alcune occasioni come resoconti di un evento, una conversazione, un dopocena, in altri passi come pagine di vera e propria prosa, spunti per la meditazione filosofica o per la riflessione meta- letteraria. Forme «ormai troppo intrecciate per poter essere rubricate in modo univoco»3, che richiedono ipotesi di lettura diversificate. Se è vero infatti che la «discontinuità filocaotica»4 è la condizione oggettiva del diario, una sola chiave interpretativa non può bastare a schiuderne il significato. Potrà essere allora la matrice speculativa a regolare il ritmo tra scrittura e memoria, nel tentativo di ancorare l’ora che scorre a una traccia permanente; l’istanza formativa a ricucire con un fine comune le sequenze di ogni fase della vita; la sfida o la contaminazione 1 Giuseppe Pontiggia, Prefazione a Guido Morselli, Diario, Milano, Adelphi, 1988, p. XI. 2 Cfr. Michel David, Il problema del diario intimo in Italia, in «Journal intime» e letteratura moderna, a cura di Anna Dolfi, Roma, Bulzoni, 1989, p. 81. 3 Andrea Battistini, Il riflesso nello «Specchio di un’acqua in tempesta». Forme e modi delle autobiografie novecentesche in Memorie, autobiografie e diari nella letteratura italiana dell’Ottocento e del Novecento, a cura di Anna Dolfi, Rodolfo Sacchettini, Nicola Turi, Pisa, ETS, 2008, p. 62. 4 Filippo Secchieri, Identità e alterità nelle scritture diaristiche, ivi, p. 182. Franca Linari, Francesca Nencioni (a cura di), Giuseppe Dessí. Diari 1952-1962, ISBN 978-88- 6655-001-3 (print), ISBN 978-88-6655-004-4 (online PDF), ISBN 978-88-6655-006-8 (online EPUB), © 2011 Firenze University Press 8 DIARI 1952-1962 del letterario a stabilire un ponte tra la produzione maggiore e il genere a latere. «Scrivere non per vivere nel futuro ma nel presente»5, la direzione che Goe- the addita sembra essere anche il modo privilegiato con cui Dessí si accosta alla scrittura intima. Modo che richiama l’indagine filosofica, consueta lente della gnoseologia dello scrittore, qui impegnata a fermare l’attimo, a stabilire un rap- porto di ubi consistam con il presente, impedendo che sfugga nell’indistinto del passato o si confonda nell’incompiuto del futuro: Sensazione della vita che scivola via. Non arriviamo (non arrivo) ad afferrarla. Le cose passano troppo in fretta, si annullano nella memoria, e spariscono. Quando arrivo a capirle (anche in un lampo) sono già passato (13 giugno 1962). Ma anche modo che lega la contemporaneità alle altre due dimensioni tempo- rali, in un flusso continuo non reversibile ma quasi intercambiabile. Le note che attestano l’ora nel momento in cui sono registrate, già dal rigo successivo trascor- rono a una fase antecedente, così come appena sfogliate, le pagine testimonianza di oggi diventano frammenti di ieri, mentre il domani, ancora celato dal bianco dei fogli, si svela e attualizza attraverso la mano che scrive. Susseguendosi nel diario, i passi formano una sorta di ideale pendant con le pietre che, nella frana di Ruinalta6, si sostituiscono l’una all’altra scivolando a valle, senza che l’occhio umano possa distinguere il preciso momento dell’avvicendamento. A partire da Lejeune7, c’è chi8 ha parlato per il quaderno di note di mancanza di visione retrospettiva, di distanza troppo ravvicinata tra evento e scrittura che ne impedisce il distacco: anzi, proprio in questa assenza prospettica, starebbe la distinzione tra journal e autobiografia. Eppure a nessun genere, più che al dia- rio, sembra affidato il compito di scompaginare la tridimensionalità del tempo, riconducendola all’illusione di un perenne presente, mai realmente fermato o posseduto. Il rapporto speciale che il cahier intime instaura con la memoria consente di poter affermare che se nell’autobiografia memoria è il passato, con un rovesciamento di visuale nel diario memoria è il futuro9. Alla traccia filosofica aderisce la propensione narrativa di Dessí, imperniata su una complessa rappresentazione del tempo10, dove i piani s’intersecano so- 5 La citazione è tratta da G. Pontiggia, Prefazione a G. Morselli, Diario cit., p. XI. 6 «I sassi che si trovano ora in fondo al dirupo o sulla via di arrivarci sono passati, attraverso i secoli, per tutte le case di Ruinalta, dalla prima all’ultima, […]» (Giuseppe Dessí, Paese d’ombra, in Un pezzo di luna. Note, memoria e immagini della Sardegna, a cura di Anna Dolfi, Cagliari, Edizioni della Torre, 2006, p. 36). 7 Cfr. Philippe Lejeune, Il patto autobiografico, Bologna, il Mulino, 1986, pp. 11-50. 8 Cfr. Riccardo Scrivano, «La penna che spia»: giornale intimo e scrittura, in «Journal intime» e letteratura moderna cit., pp. 13-47 e A. Battistini, Il super ego dei generi letterari, in Lo specchio di Dedalo, Bologna, il Mulino, 1995, pp. 163-196. 9 Cfr. R. Scrivano, «La penna che spia»: giornale intimo e scrittura, in «Journal intime» e letteratura moderna cit., pp. 17-22. 10 Ma sul problema del tempo e sulle radici filosofiche della narrativa di Dessí, decisive le parole INTRODUZIONE 9 vrapponendo alla sfera dell’hic et nunc il livello del ricordo, fino al recupero di un passato sempre più remoto, ma che non ha cessato di proiettare i suoi effetti sul presente. Basti pensare a Paese d’ombre, dove in una continuità di piani dia- cronici differenziati, la presentazione dell’avvocato Fulgheri è presto interrotta dall’excursus sulla legge delle chiudende e quindi completata dall’antefatto sul delitto di Gerolamo Sanna.