Pag. 4 - Ricordo del cineasta e intellettuale tiranese a vent’anni dalla morte

LA MUSICA, UN MODO PER LEGGERE LA NATURA E CAPIRE LA STORIA Noto anche come musicologo, i suoi volumi Pannain: “L’intuizione critica di Brunello duzione che mobilitava una cospicua bottega di pari passo con la fisica: Einstein e Hei- La musica contemporanea, Prospettiva della Rondi è vigorosa ed essenziale”, mentre Pie- fatta di furbastri senza talento. senberg spiegavano Schoenberg e Webern musica moderna, Il cammino della musica d’oggi ro Santi parlò, a proposito di Prospettive della Rondi, consapevole della precarietà dei feno- e i compositori elettronici, anche se “quelle e l’esperienza elettronica e il suo saggio, pubbli- musica moderna, di un “libro assolutamente meni musicali del suo tempo, in Il cammino somme e umilissime menti avrebbero potuto cato giovanissimo, su Bartok (uno dei primi eccezionale”. della musica d’oggi e l’esperienza elettronica rifuggire sdegnati la loro musica”. Tanto la fi- in Italia sul grande compositore) nonché gli Rondi avvertiva lo stravolgimento provocato acutamente affermava: “La soluzione per sica che la musica, cioè la scienza e l’arte, si studi e le conferenze radiofoniche gli fecero dall’introduzione dell’atonalità e della musica questo cammino spericolato dell’avanguar- muovevano in una stessa dimensione e non guadagnare visibilità e stima tra gli esegeti dodecafonica e fu colpito dai nuovi spazi so- dia sembra essere nell’andare fino in fondo al c’era nulla di strano se tra esse cadevano le della musica del suo tempo. Rondi ricoprì la nori prodotti dall’elettronica, così come non processo di eversione e di rottura di tutti gli barriere della diffidenza. carica di vice-direttore musicale del quoti- rimase insensibile al fascino delle esperienze schemi…A questo punto tutto ancora può Poiché l’arte moderna non era uno schie- diano romano “Il Tempo”, fu capo-redattore musicali del primo Novecento (Schoenberg, accadere e infatti lo spirito creatore vi sof- ramento compatto che vedeva tutte le tec- della rivista di musica contemporanea “Il Berg e Webern). Naturalmente, in una fase frirà una particolare vertigine, quella di osare niche allo stesso grado di svolgimento, nel Diapason” e titolare della critica musicale di ricerca e di sperimentazione c’era da aspet- tutto, in un’astratta libertà, che più spesso si sulla rivista “Rotosei”. Insomma, si può ben tarsi una certa qual confusione di idee, perciò gela nell’impotenza o si dissolve nella vuota Novecento fu proprio la musica ad andare dire che egli abbia costituito un punto di rife- risultava a volte difficile distinguere “il grano calligrafia”. assai più in là delle altre forme d’arte spro- rimento irrinunciabile per chiunque volesse dal loglio”, i falsi artisti da quelli veri, i con- I compositori erano ormai giunti a fare del- fondandosi “nei segreti travagli di una nuo- riflettere sullo stato della musica contempo- traffattori dai creativi. Era l’epoca in cui si la materia sonora una realtà sconfinata, da va sensibilità”. “Sarebbe ingiusto” continua ranea. Gliene diedero atto critici e intellet- intrufolavano abili imitatori o vacui ripetitori esplorare, dove tutto si poteva liberamente Rondi “ritenere che l’avvento della musica tuali come Massimo Mila, Fedele D’Amico e di formule, con giusta preoccupazione di chi intraprendere. L’io creatore del musicista era elettronica abbia una portata solo distruttiva il compositore e amico Roman Vlad. “Un po- invece si stava adoperando in favore del salto desideroso di scoprire le strutture intime del- a vantaggio di una non meglio spiegata liber- Ponte in Valtellina, 5 luglio 1911 eta che dà lezione ai critici” commentò Emi- di qualità dell’arte. Così, accanto a una lo- la vita e della natura. Non a caso (e sembra tà, ossia la liberazione da schemi e moduli di Le quattro sorelle Guicciardi nel giardino della lia Zanetti su “La Fiera Letteraria”. E Guido devole produzione, si sviluppò una sottopro- un paradosso) la musica moderna avanzava linguaggio per lasciare spazio a ogni arbitrio”. loro casa, dove viveva lo zio pretore (detto Mimo)

BRUNELLO RONDI REGISTA BRUNELLO RONDI AUTORE TEATRALE Sulle strade, dramma radiofonico in versi, in un atto (premio al concorso UNA VITA VIOLENTA (1962) PIù TARDI CLAIRE, PIù TARDI... (1968) Scritto assieme al criminologo Aldo Semerari (trovato Olimpiadi Culturali di Londra, 1948) Con Franco Citti, Serena Vergano, . Con , , Marina Malfatti. decapitato 8 anni più tardi), il film prende spunto dall’ar- L’assedio, dramma in versi in tre atti (premio di un milione della “Pro Civi- Tratto dal’omonimo romanzo di e gi- Per scoprire quale dei suoi parenti gli ha ucciso la moglie, resto per spaccio di droga di una donna innocente per tate Christiana” di Assisi, qui rappresentato con la regìa di Orazio Costa e rato in collaborazione col regista Paolo Heusch, racconta un uomo gioca la carta della provocazione portando in denunciare i nostrani istituti di pena. Nel carcere fem- l’interpretazione di Enrico Maria Salerno, 1959) la storia di un borgataro romano malato di tubercolosi, casa una sosia della defunta. Anche se l’assassino mate- minile, la sfortunata protagonista conosce la vita dura e Il capitano d’industria, dramma in tre atti, rappresentato dalla compagnia nullafacente e dal coltello facile. Finito in sanatorio, il riale è uno solo, si scopre presto che tutti i familiari sono il sadismo delle secondine. Ne uscirà sconvolta. Nel cast, “Attori Associati” diretta da Enrico Maria Salerno, 1961) giovane conosce un sindacalista che gli apre gli occhi in qualche modo colpevoli. Nel cast, tre “mostri sacri” anche la vistosa cantante Luciana Turina. Il Viaggio, dramma in tre atti, con Lydia Alfonsi, Tino Carraro, Giuliana sulle ingiustizie del mondo. Interprete Franco Citti, già del teatro. Lojodice (1965) protagonista del pasoliniano , pressoché con- INGRID SULLA STRADA (1974) Shocking, con , , Carlo Hintermann temporaneo. LE TUE MANI SUL MIO CORPO (1971) Con Janet Agren, Franco Citti, , La stanza degli ospiti, azione in due tempi con Lea Padovani e Marina Mal- Lino Capolicchio, Erna Schurer, Elena Cotta. Enrico Maria Salerno. fatti, per la regìa di Arnoldo Foà (1966) IL DEMONIO (1963) Un giovane psicolabile passa la vita a tormentare il prossi- Ingrid è una giovane scandinava che dopo le violenze Gli amanti, messo in scena nel 1967 dalla compagnia di Giorgio Albertazzi Con Frank Wolff, Daliah Lavi. mo, soprattutto il padre e la matrigna. Nemmeno l’incon- subite viene a vivere a Roma e diventa amica di una pro- e Anna Proclemer Ritenuto il film migliore di Brunello Rondi (la critica tro con una ragazza riesce a distoglierlo dal suo mondo di stituta protetta da un boss della mala. Conosce così la straniera lo considera la prima opera “sovrarealistica”), macabre fantasie e, anzi, preferisce sbarazzarsene. Musi- corruzione della capitale fino a quando, vittima di un’ul- BRUNELLO RONDI POETA ne costituisce l’esordio ufficiale nella regìa. Rifacendosi che di Giorgio Gaslini. teriore violenza, decide di togliersi la vita. all’episodio Il miracolo del film L’amore, del 1948 (in cui Città dei sassi, ed. Astrea, Roma 1945 Rossellini diresse un ancora sconosciuto Fellini eccezio- VALERIA DENTRO E FUORI (1972) I PROSSENETI (1976) La giovane Italia, ed. Rebellato, Padova 1957 (segnalato al Premio Viareg- nalmente nei panni di attore), Rondi prende spunto da Con Pier Paolo Capponi, Barbara Bouchet, . Con , Alain Cuny, Silvia Dionisio, Juliette gio) un fatto di cronaca: un caso di possessione demoniaca Dopo aver subito un trauma adolescenziale, una straniera Mayniel. Amore fedele, ed. Rebellato, Padova 1958 (vincitore del Premio Firenze) nell’Italia del Sud, dove superstizione e ignoranza la fan- sposa uno scontroso compositore di musica elettronica Il titolo è di origine greca: significa intrattenitori di ospi- Carta d’Europa, ed. Rebellato, Padova 1960 (segnalato al Premio Viareg- no da padrone. Il film, la cui vicenda è ricostruita con le e, nella vana attesa di un figlio che non arriva, perde il ti, mediatori, sensali (oggi diremmo ruffiani, mezzani). Vi gio) dinamiche del dramma, ha le caratteristiche di un’inchie- senno e finisce in manicomio. Lodevole l’intenzione del si racconta la storia di due non più giovani coniugi che La terra felice, ed. Rebellato, Padova 1961 sta (non a caso vengono consultati esperti in demono- regista: denunciare la condizione di sottomissione della trasformano la loro elegante villa in una casa d’appunta- L’età piena, ed. Rebellato, Padova 1964 logia). E’la storia di una giovane paesana che, ripudiata donna nella società contemporanea e l’inadeguatezza del- menti. Ancora un film di denuncia della donna-oggetto Requiem - In morte della più cara, Roma 1979 dall’uomo che ama, si affida alle pratiche magiche. Gli la psichiatria. Ma le esigenze di mercato prendono il so- (come si diceva negli anni Settanta). Nel cast, anche l’at- Thalatta, con disegni e collages di Rosetta Acerbi, interventi grafici di Fe- abitanti la credono colpevole delle disgrazie che accado- pravvento e il risultato complessivo non è pari alle attese. trice chiavennasca Stefania Casini. derico Fellini, testimonianze di Pier Paolo Pasolini e Alberto Bevilacqua, a no in paese e perciò la emarginano. Anche l’innamorato cura di Carmine Siniscalco; ed. S/Arte Contemporanea, 1980. è persuaso che la donna sia responsabile dei suoi guai TECNICA DI UN AMORE (1973) VELLUTO NERO (1976) Prima Mater, Ass. Pro Riccia/Premio Massimo Cima, 1980 (giuria presie- personali, al punto che decide di eliminarla. In sostan- Con Janet Agren, Silvano Tranquilli, Erna Schurer. Con Annie Belle, Laura Gemser, Gabriele Tinti. duta da Carlo Laurenzi, Campobasso, 1981). za si tratta di un documentario etnologico e sociologico In una villa al mare un marito in crisi si innamora di una Vicenda di ispirazione pasoliniana sospesa tra l’erotico e * Suoi versi sono stati pubblicati sulle riviste “Botteghe oscure”, “Officina”, che stilisticamente si colloca su una linea di confine fra svedese. La moglie si consola con un giovane greco ma l’esistenziale: un gruppo di giovani donne gravita intorno “Il Contemporaneo”, “Il Quartiere”, “Situazione”, “Poesia e critica”, “La realismo e fantasia, folclore e melodramma. Soggetto poi, pentita, si uccide. A questo punto il marito compie a una sorta di santone hippy. Fra gli attori, anche Feodor fiera letteraria”. originale di vaga ispirazione bunueliana, si avvale della una strage. La tragica conclusione rende il film un “foto- Chaliapin jr., figlio del leggendario basso lirico russo. fugace popolarità dell’attrice israeliana Daliah Lavi e del romanzo con velleità intellettuali, inserti turistici e svo- bravo e sfortunato Frank Wolff, appena segnalatosi per lazzi erotici” (P. Mereghetti). LA VOCE (1983) BRUNELLO RONDI SAGGISTA la bella interpretazione di Pisciotta nel Salvatore Giuliano Con Marisa Belli, Bekim Fehmiu, Rossano Brazzi. Bartòk, con prefazione di Fedele d’Amico, ed. Petrignani, Roma 1948 di Francesco Rosi. Il film, presente ai Festival di Venezia RACCONTI PROIBITI… Il film, che mette in luce l’anima e la cultura cattolica Introduzione ad un’etica, ed. Petrignani, Roma e di Londra nonchè vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino, DI NIENTE VESTITI (1973) del regista, racconta con grande rilievo infanzia e gio- Il ritmo moderno, ed. Petrignani, Roma 1949 è il frutto delle emozioni provate dall’Autore durante un Con Janet Agren, Rossano Brazzi, Barbara Bouchet, Tina vinezza di Madre Teresa di Calcutta, peraltro senza mai Il Neorealismo italiano, con prefazione di , ed. Guanda, viaggio in Puglia nella Pasqua del 1962. Viaggio ricco di Aumont, . citarla espressamente: il nome della protagonista, infatti, Parma 1956 “contatti con le zone profonde dell’Italia magica”. Sull’ar- Doveva intitolarsi Maestro d’amore. Al tempo dei Borgia, è Gongia, una ragazza vivace, allegra, sensibile e combat- Cinema e realtà, con prefazione di , ed. CinqueLune, Roma gomento scriverà anche un poemetto. un artista di corte introduce al sesso il figlio di un ric- tiva che vive sul confine fra Jugoslavia e Albania. Co- 1957 co messere raccontandogli novelle piccanti. Imparata la prodotto dalla Rai, ha fra gli interpreti anche la scrittrice Esistenza e relazione, con prefazione di Enzo Paci, ed. Rebellato, Padova DOMANI NON SIAMO PIù QUI (1967) lezione, al giovane si aprono le porte di un convento di Margaret Mazzantini. 1958 Con Robert Hoffman, , Ingrid Thulin, suore piuttosto sveglie…A chi associa il film al Decame- Esistenza ed essere, ed. Rebellato, Padova 1960 Luigi Vannucchi. ron, Rondi risponde di aver invece attinto alle atmosfere * E’appena il caso di ricordare che tutti i film diretti da Il cammino della musica d’oggi e l’esperienza elettronica, ed. Rebellato, Padova Una giovane nevrotica raggiunge un gruppo di amici in del Tom Jones di Fielding-Richardson. Musiche di Stelvio Brunello Rondi sono stati sceneggiati/cosceneggiati da lui 1959 (primo studio italiano sulla materia) vacanza. La sua presenza all’interno della casa logora pian Cipriani. Produttore Oscar Brazzi. stesso e che , , Tonino Guerra, La musica contemporanea, ed. Ateneo, Roma 1952 piano i rapporti interpersonali, tanto che il buon umore Vitaliano Brancati, Suso Cecchi D’Amico, Diego Fabbri, Prospettiva della musica moderna, ed. Colombo, Roma 1956 cede il passo all’angoscia. Uno alla volta, gli ospiti se ne PRIGIONE DI DONNE (1974) Turi Vasile, Oreste Biancoli sono solo alcuni dei grandi Il cinema di Fellini, ed. Bianco e nero 1965 vanno lasciando la donna sempre più sola. Con Marilù Tolo, Martine Brochard, Erna Schurer. nomi con cui ha lavorato. Il nuovo teatro, ed. Bulzoni, Roma 1979

BRUNELLO RONDI SCENEGGIATORE ASSEGNATO A TIRANO IL 1° PREMIO “BRUNELLO RONDI” L’amore (1948) di Roberto Rossellini Satirycon (1969) di Federico Fellini Giovedì sera 5 marzo 2009, al termine della commedia Scumèsa Francesco giullare di Dio (1950) di Roberto Rossellini Prova d’orchestra (1979) di Federico Fellini messa in scena al Cinema Teatro Mignon di Tirano dalla compagnia Altri tempi (1951) di La città delle donne (1980) di Federico Fellini dialettale Barfi&Friends, il Sindaco Pietro Del Simone ha conse- Europa ’51 (1952) di Roberto Rossellini Sua Altezza ha detto no (1953, solo assistente regìa) di Mario Basaglia * Il nome di Brunello Rondi si lega anche al più famoso film italiano non fatto:Il viaggio di G. gnato al concittadino Leo Tancini il 1° Premio “Brunello Rondi”, Il bidone (1955, anche assistente regìa) di Federico Fellini Mastorna, vagheggiato da Fellini che da anni si era messo in testa di realizzare un film sull’al- istituito in occasione del ventennale della scomparsa dell’illustre L’ultimo amante (1955, anche assistente regìa) di Mario Mattoli dilà: una specie, forse, di “Divina Commedia” in chiave moderna (si può dire, comunque, che concittadino. (1954) di Federico Fellini (firma come collaboratore artistico) se ne odono rimembranze in alcuni film e persino in certi spot dello stesso Fellini). Era notte a Roma (1960) di Roberto Rossellini In forma di sceneggiatura-romanzo curata da Ermanno Cavazzoni è stato poi pubblicato- Copia omaggio (1960) di Federico Fellini (è coautore, non accreditato, anche del soggetto) dall’ed. Quodlibert Compagnia Extra, 2008. Nella prefazione, il giornalista Vincenzo Mollica Coordinamento: Bruno Ciapponi Landi Boccaccio ’70 (1962) di , Federico Fellini, e scrive che alla realizzazione della pellicola avrebbero dovuto collaborare Dino Buzzati e, ap- Redazione: Ivan Mambretti Otto e mezzo (1963) di Federico Fellini (è coautore, non accreditato, anche del soggetto) punto, Brunello Rondi. Fallito ogni tentativo, Fellini decideva di affidare al disegnatore Milo Si ringraziano per la collaborazione: Gabriella Antonioli, Lucia Chiodi e Paola Mambretti. Giulietta degli spiriti (1965) di Federico Fellini Manara il mancato copione perché lo trasformasse in un fumetto con un titolo allargato: Un grazie speciale a Umberto Rondi, il gentile e disponibile figlio di Brunel- Amanti (1968) di Vittorio De Sica Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet, soprannome che conferiva al personaggio un che di lo che ha in vario modo contribuito a rendere prezioso il presente “numero Le sorelle (1969) di Roberto Malenotti clownesco. unico”, e alla non meno disponibile Ludovica Rondi Spingardi, vedova di Scacco alla regina (1969) di Brunello, che ha visionato i testi in anteprima. BRUNELLO RONDI

Città di Tirano Ricordo del cineasta e intellettuale tiranese a vent’anni dalla morte

Numero Unico curato da Ivan Mambretti per l’Assessorato alla Cultura del Comune di Tirano con la collaborazione della Biblioteca Civica Arcari e del Cineclub Overlook LA VITA FAMILIARE Brunello Rondi nacque a Tirano il 24 novembre 1924 nella casa in Lungo Adda attualmente di proprietà dei coniugi Sergio e Carla Moretta. I suoi genitori, conosciutisi in Valtellina, si erano sposati l’8 giugno 1918 a Bologna, nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria della Misericordia. Brunello era il secondogenito: il primo, Gian Luigi, maggiore di tre anni, è oggi il decano dei critici cinematografici italiani. Papà Umberto, allora 30enne, era Tenente dei Reali Carabinieri della Stazione di Tirano. La madre Maria Virginia Gariboldi, detta Ginetta, era sorella dell’avv. Giuseppe Gariboldi, già Pretore a Ponte, a Tirano, a Sondrio e successivamente Procuratore del Re a Sassari quindi a Novara. Il nonno materno, ingegner Luigi Gariboldi, ispettore-capo delle Ferrovie dello Stato a riposo (cugino del generale Italo Gariboldi, ex- comandante dell’Armir in Russia), trascorse in Valtellina coi figli i suoi ultimi anni di vita e venne sepolto nel cimitero di Ponte. Nel 1925, poco dopo la nascita di Brunello, i Rondi si trasferirono a Genova dove il padre, promosso capitano, assunse il comando della Compagnia Interna. I legami con la Valtellina, dove era rimasto lo zio pretore, non cessarono col trasferimento: i Rondi vi tornavano infatti puntualmente in estate. La loro meta preferita era Ponte, presso le amiche sorelle Guicciardi, ma soggiornavano volentieri anche Brunello al mare con il fratello e lo zio “Mimo”, in “divisa” da marinaretto e, ormai studente, ancora con il fratello Gianluigi ad Aprica e a Bormio. Quanto a Umberto, divenuto colonnello e andato a vivere con la famiglia a Roma, dopo essersi ritirato dal lavoro si dedicò al cinema, settore verso il quale si sarebbero poi orientati entrambi i figli. Nel 1946 Umberto Rondi produsse le pellicole Le miserie del signor Travet di Mario UN GRANDE AMORE PER LA CULTURA Soldati con , Notte di tempesta di Gianni Francolini, Ultimo ato da famiglia di origini piemontesi, film prodotto dal padre Umberto. Continuò descrisse con pregnante ambiguità l’irrazio- amore di Luigi Chiarini. Brunello si spense a Roma il 7 novembre 1989. NBrunello Rondi soggiornò sin dalla più quindi la sua attività accanto ad autori di nale sfiorando il paranormale e al tempo tenera età a Genova, che lasciò nel 1936 fama come Roberto Rossellini, Alessandro stesso la violenza primitiva dell’ignoranza e per trasferirsi a Roma dove avrebbe fatto il Blasetti e soprattutto Federico Fellini. Col della superstizione popolare con molta par- suo ingresso nel mondo del cinema e della regista romagnolo,con cui ebbe un’intensa tecipazione, dando consistenza alle sue ca- cultura. Discepolo e amico dei filosofi Ugo amicizia, rimase in contatto per circa 35 anni pacità di persuasione e rivelando doti visio- Quattro chiacchiere con Umberto Rondi, figlio di Brunello Spirito, Enzo Paci e Ludovico Geymonat, (fino alla sua morte) collaborando alla sce- narie, forza descrittiva e senso lirico. Il film Rondi pubblicò ancora giovane alcuni ap- neggiatura (e spesso al soggetto, pur non ac- trovò consensi soprattutto in Francia, dove prezzati saggi, come Esistenza e relazione e creditato, per esempio di capolavori come La fu positivamente recensito su “Le Figaro” da QUELL’IMPRINTING Introduzione a un’etica. Soprattutto grazie al dolce vita e Fellini 8 ½) dal 1954, quando La Louis Chauvet e da Jean-Louis Comolly sui primo, con introduzione del prof. Paci, il suo strada vinse l’Oscar, fino al 1979, anno della “Cahiers du Cinema”, critici notoriamen- pensiero trovò credito nel panorama filosofi- La città delle donne. Collaborò, assurdamen- te poco generosi. Per non parlare dell’inno CHIAMATO VALTELLINA co nazionale e non solo, specie in riferimento te non accreditato, anche a “Ginger e Fred” che ne fece John Russell Taylor sul Times di agli studi di estetica. (1985). Fu, con Fellini, Pinelli e Flaiano, due Londra. Ma in Italia divise la critica e subì il Uno sguardo sul cinema e la cultura italiana Rondi fu anche poeta. La sua prima raccolta volte candidato all’Oscar per la miglior sce- blocco della censura, che l’addolorò molto e, di poesie si intitola La giovane Italia, mentre neggiatura per “La dolce vita” e “8 ½”. forse, ne condizionò, anche psicologicamen- del secondo Novecento attraverso la carriera col dramma radiofonico in versi Sulle strade Nel 1962, dopo aver realizzato alcuni corto- te, tutta la carriera futura. vinse un premio alle Olimpiadi della Cultura metraggi e una decina di documentari ispira- Il suo percorso cinematografico fu personale del regista e sceneggiatore nato a Tirano di Londra. Altre sue poesie furono riprese da ti al Neorealismo, Rondi debuttò nella regìa e prevalentemente incentrato sull’analisi di importanti riviste letterarie come “Botteghe di un film a soggetto,Una vita violenta, tratto inquietudini e problematiche femminili, ma oscure”, “Officina”, “La fiera letteraria” e “Il dall’omonimo romanzo di Pier Paolo Paso- lasciandosi talora trasportare da esigenze le- mberto Rondi, figlio di Brunello, è e tv” che gli assegnaste nel 1983. E´quasi contemporaneo”. Con la raccolta “Amore lini e girato assieme a Paolo Heusch. Nello giornalista e autore-conduttore di pro- certo e comunque mi piace credere che la gate all’intrattenimento e in qualche caso da U fedele” vinse il premio Firenze di poesia con stesso periodo diresse un altro film notevo- un erotismo esplicito cui il nostro pubblico grammi televisivi di carattere sociale e di di- Valtellina abbia fortemente e felicemente presidente della giuria Mario Luzi. le, Il demonio, in cui Rondi, nel delineare un non era ancora abituato. Non rifiutò l’uni- vulgazione culturale. Collabora con alcune agito, per tutta la vita, nel suo inconscio: si Docente per vari anni al Centro Sperimen- suggestivo spaccato del sud Italia, si rivelò ca occasione, offertagli dall’amico Luciano università nel campo della comunicazione e, sa che nei primi tre anni l´essere umano fa tale di Cinematografia di Roma, regista, sce- alla critica come un nuovo autore di talento Salce, di fare l’attore: nel 1963 fu infatti tra come agente, con prestigiosi filmakers inter- le esperienze più importanti della sua vita e neggiatore, critico e saggista con esperienza e un osservatore attento e acuto: riprese dal gli interpreti della commedia all’italiana Le nazionali. Ha lavorato con Sergio Zavoli con nel primo anno, suppongo, le più importanti giornalistico-letteraria, Rondi si accostò al vivo la gente del luogo raccontando perso- ore dell’amore con . Concluse cui ha anche scritto Il dolore inutile. Nel 2009 in assoluto. Che dire di più? Facciamo par- cinema nel 1947 come aiuto-regista e sce- naggi autentici, cose vere, fatti realmente la sua attività di autore cinematografico con è stato autore e conduttore del programma lare allora un sua poesia, eloquentissima al neggiatore di Chiarini per Ultimo amore, accaduti. Abile nell’esprimere l’inspiegabile, televisivo Le vie della salute ancora in onda riguardo: Val Fontana. La voce (1983), un delicato ritratto giovani- su Sky 484 e si è occupato di formazione nel le di Madre Teresa di Calcutta, “un poema campo della comunicazione sociale e dei di- Val Fontana per immagini” secondo Alberto Bevilacqua (“Corriere della Sera”). Moltissimi poi i ritti umani. Da noi contattato, ci ha corte- lume di perla in cielo drammi, le sceneggiature, le poesie e i saggi semente concesso un’intervista che rimarrà mio cuore la testimonianza diretta, viva e ricca di un “rimasti nel cassetto’’, inediti o comunque ti piango smarrita infanzia uomo, papà Brunello, che visse sulla sua pel- non rappresentati, come La Rosa dei venti, le le tensioni morali proprie dell’intellettuale o intatto paradiso dramma in tre atti, con presentazione di Fe- e dell’artista in un’epoca culturalmente ferti- da te m’hanno cacciato derico Fellini (1970). le come il secondo Novecento. e lontano ho corrotto il tuo messaggio. Drammaturgo e commediografo di valore, Val Fontana tra le altre ricordiamo la sua pièce Gli aman- Umberto, che ricordi ha dei soggiorni valtellinesi chiuso mistero d’ombre ti che, messa in scena dalla premiata ditta della sua famiglia? intricato in soavissimi cespugli, Proclemer&Albertazzi, ottenne ampi con- Pochi o nessuno...come, immagino, ne avesse rifugio d’innocenti sensi (nel 1968 fu adattata per lo schermo purtroppo pochi lo stesso mio padre. Sa, nel bianche lepri insidiate da Vittorio De Sica, con protagonisti Faye ´25, quando lui aveva un anno -lo ricorda Dunaway e Marcello Mastroianni). trasognate al rintocco della Pieve. zio Gianluigi nel bel libro intervista Rondi vi- Rondi collaborò con le riviste culturali di sto da vicino di Simone Casavecchia-, lascia- Ero io la vita che passava maggior prestigio e in Il Neorealismo italiano rono la Valtellina per Genova, dove il nonno lieve nella festa del gran mondo creato. -considerato il primo saggio sul tema pub- Umberto era stato destinato come capitano blicato a livello mondiale, non per niente Brunello Rondi, “Città dei sassi”, ed. Astrea, dei carabinieri. Papà ha sempre detto cose sempre molto citato nelle bibliografie inter- Roma 1945 (…papà aveva 21 anni!). bellissime, per quel che rammento, della Val- nazionali- dimostrò di aver colto, di quell’im- Naturalmente, sono felice che questa poesia tellina. Non ho idea, però, di quante volte ci portante periodo, gli elementi più profondi, “riemerga” dal passato per i lettori valtelli- sia tornato. Pochissime, credo. Venne a rice- Sondrio - Brunello Rondi riceve la “Dea Madre”, premio dell’Amministrazione Provinciale. sia formali che di contenuto, attraverso una nesi. vere con gioia il premio “Lombardia cinema Continua a pag. 2 Alla sua destra gli assessori Ugo Rota e Guido Visini che glielo conferisce. stimolante analisi. Pag. 2 BRUNELLO RONDI - Ricordo del cineasta e intellettuale tiranese a vent’anni dalla morte

film che lo commosse enormemente anche Segue da pag. 2 perché gli ricordava la sua, se pur breve, in- Che padre è stato Brunello Rondi? fanzia lombarda, in Valtellina appunto. Mi rifaccio alla dedica che lui stesso fece a suo padre Umberto in un suo libro: “A mio Brunello Rondi operò su più fronti culturali. Si padre. Alla sua mente acuta e alle sue mani sarà perciò trovato, di tanto in tanto, in contrad- pulite”. Dedica che calza davvero a pennel- dizione con se stesso... lo anche perchè papà era una persona di No, mai direi. Perché sapeva collegarsi a tut- un´intelligenza (sulle corde a lui care...su to con freschezza, inventiva, plasticità. altre, per esempio quelle tecnologiche, come me, era un disastro) e di un´onestà davve- Accettava critiche al suo lavoro? ro straordinarie. Ho ricevuto da lui molti Per quel che ricordo e posso immaginare, non stimoli per il sapere, per l´apertura ad altre poteva certo apprezzare nè quindi amare le tradizioni culturali e religiose, per le nuove folli critiche che colpirono alcuni suoi film e frontiere da percorrere per quanto possibile, nemmeno quelle verso alcuni suoi più illustri ma comunque da cercare con entusiasmo, colleghi come lo stesso Fellini o Pasolini, per passione e, perché no, un tocco infantile! Per esempio. Ricordo una sua feroce corrispon- esempio mi ha trasmesso un grande amore denza con Guido Aristarco, critico peraltro per l´India, quando, tenendomi per mano prestigioso, su un film, non so più se suo o di perché ero ancora piccolo, mi raccontava uno questi due grandi. Ci tengo a sottoline- camminando nella dolce natura di Grottaros- are che papà Brunello aveva fatto idealmen- Brunello Rondi sa, vicino Roma, la storia, un po´inquietante I fratelli Rondi con papà Umberto in alta uniforme te e concretamente suo l´ammonimento di Non risulta che suo padre abbia dato gran- ma istruttiva, di un certo, se ricordo bene, Martin Luther King: “Vi scongiuro di essere de spazio alla riflessione sulla tv. Forse non gli Trimecundam; oppure quando, insieme con conosciuta da tutti. Un formidabile intuito smo? In che modo e/o con che mezzo si propone- indignati”. Perciò c´erano delle cause cultu- interessava molto, ma avrà certamente avuto mia madre, mi raccontava del loro viaggio che veleggiava alla grande su e giù per la sua va di superarlo? rali, civili e umane che sposava con passione, un´opinione: ad esempio, non ne intuì il futuro nel Kerala. Purtroppo papà, forse risentendo sterminata cultura e gli impulsi che di giorno Penso l´abbia vissuto benissimo, nel senso fermezza e slancio, senza guardare al risul- carattere invasivo? di progressive difficoltà professionali, talvol- in giorno colpivano la sua sensibilità e im- che vi partecipò creativamente e gioiosa- tato o all´interesse. Lo faceva solo perché Vi rimando alle sue critiche apparse sul ta lo sentivo un po´ “assente”, e comunque maginazione. Tematicamente parlando, mi mente (benchè fosse ormai cominciato da ci credeva. Ardentemente. Ma non posso “Messaggero” a metà anni Ottanta. Amava avrei desiderato che fosse più presente. Da riesce difficile fare preferenze: in ogni caso tempo) collaborando, oltre che con Rossel- escludere, nel contempo, che abbia mal di- molto i programmi di Sergio Zavoli come questo punto di vista ho la sensazione che i settori prediletti e in cui eccelleva erano la lini, anche con Blasetti. E nondimeno scri- gerito anche qualche critica giusta. Non lo Viaggio intorno all´uomo e certo non solo per- fosse un po´immaturo a livello emotivo, non musica classica ma anche contemporanea vendo il primo saggio al mondo su questo so. Non è che avesse un carattere così facile. chè io ci collaboravo ma perché ne assapora- ben bilanciato tra mondo interiore e comu- (suo il primo saggio italiano su Bela Bartok), straordinario movimento artistico, umano e va l’elegante profondità. Apprezzava anche i nicazione esteriore. Può darsi che anch´io, la poesia e certamente il cinema. Ricordo sociale: Il Neorealismo italiano. Titolo vitatis- Nelle sue frequentazioni, suo padre ebbe la for- programmi di Piero Angela, anche se lo con- per quanto più giustificabile in ragione della con un sentimento misto di serenità e dolore simo, molto amato da studiosi e presente in tuna di conoscere un sacco di celebrità. Come siderava (a torto, secondo me) un po´troppo mia giovane età, avessi (o abbia, forse, tut- gli ultimi anni della sua vita in cui, pur molto università internazionali. Fatto che per me, le apparivano i suoi amici più famosi? Quali ottocentesco, come i concerti. Scommet- tora) queste caratteristiche e cioè non fossi sofferente nel cuore (per una grave malattia ma anche per lo zio, ha un sapore agrodolce, conobbe meglio? Può fare qualche nome? Pren- to che oggi avrebbe detestato il proliferare sempre in grado di “capirlo”. Tuttavia non che l´aveva colpito) e nello spirito, si dedicò come in altre frequenti circostanza in cui si diamo Federico Fellini, istrione estroso a tutti insopportabile di quiz, grandi fratelli e tg posso non ricordare un certo sgomento che ad un´opera maestosa, rinascimentale e so- “riscoprono” la sua intelligenza e genialità. Li noto e da tutti amato: era proprio così anche in all´insegna del gossip o della genuflessione provavo nel vederlo quasi sempre solo e un prattutto -ciò che più importa- acutissima, avesse ricevuti prima questi riconoscimenti privato? ai politici, nonchè le decine di puntate di po´troppo preso dal suo amore per la musica geniale, innovativa: Teoria dell´uomo. Qui anziché subire, come non di rado accade- Fellini lo ricordo nel 1979, sul set di La città “Porta a Porta” sui crimini più efferati. e dai suoi umori altalenanti. A volte invece, egli esaminava con eccezionale ampiezza e va, attacchi gratuiti e soprattutto grondanti delle donne, avvolto dai fumosi del set mentre e non di rado, era quasi un´altra persona, intelligenza di vedute lo spettro pressoché ignoranza...allora sì che ne avrebbe avuto spiega una scena a Mastroianni circondato euforica, solare, galvanizzante. Insomma, globale delle relazioni umane tra micro e ma- una gran gioia! Recentemente, per esempio, da ragazze un po´punk. Altro momento elet- era, direi, “bipolare”, come del resto tanti crocosmo, legando filosofa e biologia, poesia la terza pagina dell´”Osservatore romano” trizzante fu quando mio padre mi chiamò da artisti. Da mio padre -e non smetterò mai di e astronomia, fisica e arte. Purtroppo, punto ha dedicato alla sua splendida e profetica casa di Federico che, saputo che a vent´anni ringraziarlo- ho preso tra l´altro un indelebi- doloroso della mia vita, almeno la metà di raccolta di poesie “Carta d´Europa” una re- non avevo ancora fatto l´amore cercò, sen- le (pigrizia a parte!) entusiasmo per la crea- quest´opera è andata perduta per sempre. censione di grande favore e di profonda am- za riuscirci molto, di rassicurami dicendo: tività, per quanto mi sia possibile esercitarla mirazione. Similmente la Mostra di Venezia “Guardalo come un fatto araldico, nobile”. con i miei mezzi limitati e parziali, e non solo Quali erano i suoi rapporti di intellettuale con la ha riproiettato pochi anni fa il suo folgorante Ricordo ancora Fellini quando, giustamente, per lo scrivere (tutto può essere fatto con politica di allora? film Il demonio (e in altra recente occasione si stupì, quasi irritandosi ma anche diverten- creatività) ma anche per l´”altro”, cioè per Gianluigi sostiene che fu sempre apolitico, anche Una vita violenta che diresse con Pao- dosi, durante un mio maldestro tentativo di una cultura lontana, un sapere alternativo, indipendente; mia madre invece che era di lo Heusch), che 40 anni fa a Venezia aveva intervistarlo. Mi ingiunse infatti di fargli del- e per il mondo femminile. Ho appreso anche sinistra anche se non si legò mai ad alcun entusiasmato la critica internazionale, ma le domande che si farebbero a una persona una naturale avversione verso ogni forma di “carrozzone”. Hanno ragione entrambi, dico che aveva anche ricevuto, vergognosamente come tutte le altre, e non come a un mar- volgarità e soprattutto di autoritarismo. io, nel senso che egli seppe rimanere profon- e incredibilmente (almeno con gli occhi di ziano! Ricordo anche quando rispondeva al oggi e comunque, francamente, dell´estetica telefono fingendosi la sua segretaria. Gli fui senza tempo del cinema di qualità), il blocco inoltre molto grato per la sollecitudine sin- della censura. Senza contare le recensioni cera con cui, avviatomi poco più che ven- di alcuni giornali anche importanti su cui è tenne alla carriera di giornalista, acconsentì davvero meglio tacere! alla mia richiesta di poter conoscere il suo amico Sergio Zavoli. Un incontro che avreb- Quali registi (anche internazionali) lo influen- be cambiato la mia vita e di cui gli sarò per Mamma Ginetta in accappatoio ai Bagni di Bormio zarono maggiormente? sempre grato. A livello di rapporti interper- Posso parlare per ricordi personali e quindi sonali, ho davvero un bel ricordo di Fellini. Quale sarebbe oggi l´atteggiamento del regista solo sfiorare la verità del suo pensiero. Dia Altri personaggi?...Ma sa, mio padre era così Brunello Rondi nei confronti del cinema ita- per certo, quindi, omissioni anche importan- solitario che in 25 anni avrà portato a casa liano? Resterebbe deluso? Ci sono autori che ti. Comunque, Fellini a parte, direi senz´altro nostra sì e no dieci amici. Forse meno. Aveva potrebbero essere sulla sua lunghezza d´onda? che Ingmar Bergman fosse il regista che affetto per Luigi Filippo D´Amico, Zavatti- Fra i film più recenti, ce n´è uno che gli sarebbe amava di più, unitamente al già citato Ros- ni, Blasetti o , di cui difese il piaciuto? sellini e a Vittorio De Sica di cui, bimbetto, film Achtung! Banditi! anche fisicamente, Gomorra di Matteo Garrone gli sarebbe cer- mi portò a vedere Ladri di biciclette, che tanto nel senso che fece a pugni in una alluci- tamente piaciuto molto, così come avrebbe aveva nel cuore. A livello umano Rossellini nante gazzarra scoppiata in un cinema. Ma continuato ad amare, per esempio, Olmi. In non gli diede quelle delusioni profondamen- gli amici più grandi, eterni amici, e lo dico genere, oggi avrebbe forse prediletto qualche te dolorose che Fellini, pur amatissimo, non seriamente, furono Beethoven, Mozart, Vi- regista africano o indiano. Come Moretti, mancò di rifilargli in varie, troppe occasioni, valdi…Forse avrebbe potuto essere, per certi non avrebbe molto amato, ritengo, i film salvo poi pentirsene e magari chiedere a Tul- aspetti, più amico di sé stesso, convivere più “carini”, sopratutti perché gli avrebbero ri- Brunello e Fellini in una suggestiva immagine di Arturo Zavattini, verberato l´assenza del grande cinema che collaboratore alla fotografia del grande regista riminese lio Kezich, in una lettera che è stata pubbli- armoniosamente con le sue emozioni, le sue cata, di dare più spazio a “Brunellone” nella paure. Come tutti noi, del resto. aveva vissuto in altre età della sua vita. famosa biografia che il critico stava scriven- Come e quando si manifestò la sua passione per damente indipendente e di grande, incorrut- do sul regista riminese. Vorrei però glissare Quale aspetto di un film lo intrigava maggior- il cinema? tibile adesione interiore a princìpi e valori su questo e ricordare invece nella memoria mente? Zio Gianluigi mi ricorda che mio padre gli importanti come i diritti umani. In effetti, in mia e di tutti gli interessati l´amicizia di- La sceneggiatura direi, dove spesso eccelse, diceva che avrebbe tanto voluto conoscere questa sua autonomia e poca diplomaticità, vertente e meravigliosa che li legava, la loro in particolare ne La dolce vita e Otto e mezzo. Rossellini e diventarne l´assistente. Così lo che forse pagò anche cara (d´altronde, come intesa creativa. Questo credo che mio padre Anche se penso che la regìa, almeno nei pri- zio, che conosceva bene il grande regista di si dice, “la libertà non ha prezzo”), trovava gradirebbe si dicesse. Nell´aldilà sanno e vo- mi anni, lo abbia, e non senza ragione, molto Roma città aperta, glielo presentò. Rossellini quei valori molto più rispecchiati nell´area gliono essere buoni, pare. E se mio padre era, appassionato. individuò e colse al volo il talento e la pas- di sinistra che di destra, su questo non c´è pur coi suoi difetti, buono in vita, figuriamo- sione di Brunello, che cominciò a collabora- dubbio. In un certo periodo si era idealmente ci ora, di lassù. Del resto Dio, sta scritto, ha Suo padre co-firmò la regìa di Una vita vio- re alle sue sceneggiature. In particolare San riconosciuto nella sinistra cristiana di Franco fatto l´uomo a sua immagine e somiglianza, lenta, dall´omonimo romanzo di Pasolini. Che Francesco giullare di Dio, Era notte a Roma, Rodano. Come mi ricorda mia madre Ludo- quindi atto anche lui a creare. Che c´è dun- cosa univa due personaggi così diversi? Papà Europa 51. vica, poi, sarebbe stato atrocemente deluso e que di creativo nel rivangare i torti subiti? cattolico dichiarato, PPP inquietante simbolo addolorato dalle orribili repressioni sovieti- Tornando ai registi amati e influenti, ci sono -almeno allora- di trasgressione... Suo padre si occupò anche di teatro, poesia, fi- che durante la gloriosa “primavera di Praga”. anche i sommi Bunuel e Kurosawa. Pensi che Per quel che posso interpretare a posteriori losofia, musica, saggistica. Era proprio il cine- Papà sognava un mondo nuovo, con meno una sera tornò dalla proiezione di Ran, del erano due persone buone, due intellettuali ma il suo settore prediletto?La forma d´arte più ingiustizie, soprattutto nei Paesi economica- grande maestro giapponese, come rigenera- puri che non accettavano compromessi e idonea a promuovere idee nuove? Lo strumento mente in via di sviluppo. Visceralmente an- to, entusiasta: aveva visto un film che per che si schieravano per i più deboli, amava- principe per cercar di cambiare la società? tifascista, un giorno difese in una scazzottata lui era “altro e oltre”, rispetto a una comune no l´esotico nel senso nobile del termine, Direi che era lo scrivere in senso generale ciò scoppiata improvvisamente in un cinema, proiezione: si era trasformato in una splendi- le possibilità “altre”, quelle del vivere al di che rappresentava e traghettava quanto lei Pier Paolo Pasolini, di cui era amico. da catarsi. Potere dell´arte! E che emozione fuori, per certi versi, del banale mondo e del intende come “promozione di idee nuove”, e gioia intensissima provò vendendo in tv tiepido quando non squallido e disumano che presto o tardi gli è stata comunque ri- Come visse suo padre il tramonto del Neoreali- L´albero degli zoccoli di Ermanno Olmi, un tempo in cui, spesso, viviamo tutti. Mamma Ginetta col fratello Pretore Gariboldi Numero Unico a cura dell’Assessorato alla Cultura, della Biblioteca Civica Arcari e del Cineclub Overlook Pag. 3

IL POETA CHE ERA IN LUI... Due testimoni d’eccezione: ondi incominciò a scrivere poesie che impediscono l’aprirsi a nuove forme (ri- Rnell’immediato dopoguerra. Il primo a mase memorabile la lettura pubblica di certi ZAVATTINI E FELLINI interessarsi di questa sua inclinazione-pas- suoi versi da parte degli amici Pier Paolo Pa- sione fu il critico letterario Enrico Falqui, solini e Giannantonio Cibotto). Cesare Zavattini, in un suo “Diario” cui venne chiesto un giudizio privato dal Nell’incipit della poesia La gente di montagna comune amico, l’editore Enrico Colombo, ( dalla raccolta La voce), in cui Rondi scan- pubblicato sulla rassegna quindicinale “Cinema Nuovo” (n. 126, 1 marzo 1958), il primo, di fatto, a incoraggiare Rondi ver- daglia il paesaggio etnico e geografico con so la ricerca poetica. A Venezia conobbe ricchezza di particolari e annotazioni acute, lascia di Brunello Rondi il seguente personale ritratto. nientemeno che Giuseppe Ungaretti, che cita anche la natìa Valtellina: espresse apprezzamento per alcuni suoi versi La gente di montagna passa alta NEOREALISMO PRIMO AMORE di persone e di fatti di storia italiana. nuova cultura”. pubblicati su “La fiera letteraria”. Li trovò sui valichi con un mondo di fieno in capo: “…E’un giovane un po’misterioso: appa- Vorrei che Rondi tentasse di fare un film di carichi di esperienza, di realtà, di cose con- valdostani, re e scompare, e quando viene a trovarti si quegli anni ch’erano costati tanto e forse per L’ARIA ALTA DI UN’EPOCA crete, di una chiarezza vicina alla prosa, di altoatesini, valvenostani, o grandi mette nell’ombra e ti guarda dall’alto della questo ci parevano perfetti. Peccavamo perfi- Il saggio Cinema e realtà, del 1957, si avvale grande impegno sui temi di fondo dell’epoca valtellinesi, stature indocili, colli gonfi … sua fronte, poi quando parla è umile e pre- no di orgoglio, di tutto, ma come gli innamo- della prefazione di Federico Fellini, che così e, ciò che più conta, li trovò liberi da ogni suntuoso, come il suo stesso pensiero, ha rati che dicono di essere fedeli per sempre, di scrive: “Io e Brunello abbiamo sempre avuto limitazione ideologica e vogliosi di chiarez- Riferimenti alla nostra terra sono presenti improvvisi rossori e ciniche definizioni det- essere pronti a qualunque sacrificio. In quel problemi in comune, abbiamo tanto discusso, za. Uno dei pregi più evidenti della poesia anche in Sono queste le montagne (da Amore te con tono sommesso. Ma io lo vedo tanto momento era vero quando ci addossavamo oltrechè lavorato insieme, nella nostra ami- di Rondi era nel superamento della stagione fedele): volentieri come uno di quelli che più hanno ogni responsabilità credendo di risolvere cizia. Non posso certo dire che questo libro, ermetistica. Egli, che considerava suo mae- Sono queste le montagne in cui mi accesi capito il nostro tempo, ed è così ansioso di col cinema non solo l’arte ma addirittura la come già il suo primo sul Neorealismo, sia stro Walt Whitman (pur non disdegnando d’amore per il cielo solo guardando una stella viverci dentro, qualche volta perfino troppo, questione sociale. Tutto merita un film, ma nato dalle nostre discussioni, ma anch’esso di richiamarsi allo stile dannunziano), si e a cui torno di notte non nei sogni commovendo come un fanciullo cui il vento quegli anni del ’45, del ’46, del ’47 uno come mi pare, come appunto il movimento in cui propose fra l’altro di raccontare la storia de- ma nei pensieri: i primi pensieri d’un uomo. porta via il paziente giuoco di carte e lui con Rondi potrebbe descriverli con la stessa forza credo, aperto sul futuro, ricco d’una felicità gli uomini delle grandi città, con gli infiniti Le ho lasciate nel Nord dove sono nato un’abbracciata gli si precipita sopra per tener- e poesia con la quale si può descrivere il pri- estrema di intuizioni, di rapporti, di analisi e gesti ripetuti, col mortificante automatismo per strana sorte, lo ancora, malgrado sia distrutto interamente mo amore. O forse anche noi vecchi, perché di decisive scoperte, non avare di esattezza. imposto dagli ingranaggi di una vita troppo abbandonato a fiumi e a nebbie, dentro di sé. E’tra quei due o tre per i quali il in quegli anni erano scomparsi gli acciacchi Brunello Rondi è un intellettuale che ha sa- pianificata. Un inno al recupero della fiducia giù dal confine italiano delle Alpi Neorealismo si è identificato con la speranza del corpo e dell’anima. Non si aveva più ver- puto andare ‘al di là’ della cultura per capire in sé stessi e nelle proprie energie giovanili: ch’è pane ai contrabbandieri. dello spirito, lo spirito che riprendeva ogni gogna a dire che la qualità morale dell’intel- certe cose. Direi che, oltre che uomo di ci- d’altronde il titolo mazziniano non lasciava Come un padre suo privilegio dopo la guerra, unitariamente, lettuale era quella suprema, avendo capito nema, è filosofo, ma con la fortuna di non spazio a equivoci. l’antico Nord pesa in me le sue parole e s’intravedeva la possibilità di improntarlo che dalla qualità morale poteva nascere una avere già tutto ‘sistemato’. E poi è un uomo Soggiornando in Francia, nella campagna dei pini e degli abeti ed è la strada di passione: vive le idee (e non solo quelle) della Mayenne, e poi a Parigi, Rondi scris- che con giovani passi ripercorro. con una febbre da cavallo addosso. Anche se una raccolta di poesie in francese (ama- lui ha i suoi ‘terreni aridi’ né si sente tanto va molto quella letteratura) e grazie a una Nè vanno trascurate altre raccolte significa- tranquillo: va in cerca del nome più preciso, presentazione di Emilio Cecchi ottenne un tive quali Carta d’Europa e La terra felice, ul- non ha fretta di gettare l’ancora. riconoscimento anche dal critico Jean Paul- teriori prove della “versatilità del suo talento Questo libro, che è tutto un arco di aspra, han. Del lavoro letterario riguardante il artistico”, come scrive Alberto Frattini in La risoluta investigazione, non si concede riposi periodo anteriore alla guerra non è invece giovane poesia italiana (Nistri-Lischi, 1954). e arriva in fondo dopo aver sbrogliato tutta rimasta traccia, forse perchè l’autore non si Egli rifugge le forme vuote per descrivere la matassa: la sua caratteristica è appunto il riconosceva nelle opere scritte prima. Nella invece l’inesauribile metamorfosi della vita. lungo respiro, l’affollarsi incredibile di inte- stesura delle sue poesie fu variamente stimo- Dunque, non un’alchimia di parole morte, ressi e di buoni ‘fondi’ culturali, il far capo a lato dalle collaborazioni cinematografiche ma la realtà viva con cui senza sosta gli uo- una visione generale delle cose, il riuscire a con Rossellini, Zavattini e Fellini, dalla sua mini soffrono-amano-sperano. La poetica essere, senza frattura, in queste pagine il ri- stessa saggistica e dalle numerose inchieste di Rondi è ben sintetizzata nella premessa a sultato di un teorico, critico, poeta, filosofo, e frequentazioni in vista della realizzazione La terra felice, in cui afferma: “Credo unica- nonché evidentissimamente e appassionata- dei suoi documentari o per le riprese di quei mente alla poesia che prefiguri, inveri, formi. mente di un uomo. capolavori del cinema (un esempio su tutti: Il mediocre presente…che ci avvilisce, co- Forse è questa la sua risultanza finale più pre- La dolce vita) che ebbe la fortuna di sotto- operiamo a travolgerlo non con invettive o ziosa: non dimentichiamo di rendere omaggio a scrivere. La chiave di lettura della sua poesia passive lacerazioni del nostro tessuto di can- chi ha saputo far circolare dentro le sue pagine fu quella di un recupero neorealista inteso to, ma anzi illuminandone i cerchi maggiori, la forza drammatica e l’aria alta di un’epoca”. come indagine sull’uomo e scoperta della sua reagendo dalle nuove posizioni umane che anima, come rottura degli schemi metrici reggono sulla spalla il tempo nuovo”. Sul set di “La strada” con Federico Fellini (seduto) e l’attore americano Anthony Quinn

Brunello Rondi fu anche autore di teatro sin pressoché culturale. Con Rossellini invece dal 1948, anno in cui scrisse Sulle strade. Nel UN NUOVO TEATRO è stato totalmente formativo. In particolare 1959 vinse il premio della Pro Civitate Chri- con Francesco Giullare di Dio. Lo sceneggiai stiana con L’assedio. Da Il viaggio fino al già infatti giorno per giorno insieme a lui e an- citato Gli amanti passando per La stanza degli PER IL RISVEGLIO DELLE COSCIENZE cora adesso ricordo questo periodo di lavoro ospiti, egli si orientò verso il cosiddetto teatro come un incontro folgorante. Mi ha comuni- cameristico, genere scenico abbastanza nuo- Intervista di Carlo Brusati a Brunello Rondi su “Rivista del Cinematografo”, n. 6/ 1967 cato una traiettoria, delle direttive valide per vo per il nostro pubblico. Rondi insomma si lasciar condizionare dalle logiche consumi- in un ambiente ristretto possa caricarsi di formazione cattolica? molte scoperte successive. accreditò nel panorama culturale italiano stiche funzionali a un teatro d’evasione, di essenzialità e assumere un tono diverso dal E’vero, sono cattolico credente anche se come un autore polivalente e aperto. Col massa, per trarne facili guadagni. Ciò an- naturalismo ottocentesco. molti non lo pensano. Ma da un punto di So che la domanda potrebbe sembrarle banale, volume Il nuovo teatro egli diede vita a un dava contro la logica di un teatro rigoroso vista filosofico non sono cattolico...La mia ma che parte ha in questa sua esperienza un re- dibattito al limite della provocazione sul te- che facesse cultura, che producesse pensie- formazione infatti è avvenuta sulla linea gista come Fellini? atro del suo tempo. Un tempo che vedeva la Per cui in Gli amanti lei ha svolto una differente ro, che favorisse insomma l’auspicato risve- analisi… del Paci, che è la linea dell’esistenzialismo Con Fellini lavoro da dodici anni. E’stato saggistica dello spettacolo e delle sue proble- relazionista, con interessi quindi al di fuori proprio uno scrivere completo. Uno sfogo glio intellettuale. Il teatro era da intendere Certo. La mia non è un’analisi realistica, ma matiche vivacizzata da stimolanti confron- come palestra morale per una riattivazione di una filosofia neocattolica. Comunque, a inventivo, di lavoro, totale. Ho potuto per lo scontro psicologico di due individui con ti, idee interessanti, proposte innovative e psichica degli uomini, una rieducazione- proposito di Gli amanti, mi pare di poter dire una forma telepatica scrivere intere sequen- diverse caratteristiche, proprio all’interno di numerose verifiche. E Rondi ben si rendeva rimodellazione personale e sociale. In altre che l’ultima parte si è consumata in un’ansia ze. Ad ogni modo sul piano della regìa non questo ambiente che li opprime, li immiseri- conto di quanto la sua epoca avesse bisogno parole l’uomo, secondo Rondi, aveva un tutta religiosa... mi ha influenzato. Io con Fellini mi sono sce, li annulla. di teatro. Il teatro dunque come cura, come bisogno forte di giocare liberamente con la espresso solo come sceneggiatore. (A questo esercizio terapeutico…per non dire seduta propria interiorità e di chiarirsi in ordine ai Allora si potrebbe dire che in certo senso punto la preoccupazione della regìa ritorna. psicanalitica, vista l’influenza esercitata dal propri rapporti col mondo esterno. Un teatro A tale proposito, Rondi, mi pare di avere intravi- quest’opera porta motivi nuovi nella dramma- Rondi è già più nervoso, meno concentrato. pensiero di Freud lungo tutta la prima metà -o anche solo un evento teatrale- che lo sa- sto in controluce, proprio in Gli amanti, un’an- turgia italiana. Ora, secondo lei, proprio questa D’altronde è comprensibile. Queste per lui, del Novecento. Rondi non si nascondeva pesse convincere e coinvolgere sarebbe stato sia per lo meno religiosa. Ciò dipende dalla sua drammaturgia, a che punto si trova? come per Albertazzi e la Proclemer, sono ore che la crisi del teatro avesse, oltre alle ra- la terapia giusta per migliorare la qualità del E’finito l’inconsistente aggiornamento neo- di passione. Ancor più se si tien conto che è gioni profonde da lui analizzate, anche cau- suo pensiero. realista alla Patroni Griffi o alla Albee. E cre- regista e autore. Perciò butto lì una domanda se più facilmente comprensibili come i miti Soprattutto grazie alla pièce Gli amanti Ron- do sia da ripudiare anche una certa ricerca che mi ricorre abbastanza insistentemente in ostentatamente spettacolari e spesso fasulli di cui mi parlavano qualche tempo fa alcuni di venne indicato dalla critica quale esempio questi ultimi tempi). del cinema e della televisione. Ciò non to- significativo di teatro moderno, fatto di po- teorici. Cioè un tipo di lingua dissonante, glie che lo spettatore teatrale continuasse ad chi personaggi, come si conviene a un teatro come si vede in certo teatro statunitense, Ci sono vie nuove nel nostro cinema? appartenere a una famiglia diversa: il pubbli- che voglia definirsi “da camera”. In un nume- articolata in strutture ritmiche diverse. Ci sono -mi risponde già in piedi- vie nuove co che frequenta il teatro si predispone a la- ro del 1967 della “Rivista del cinematografo” tipo Bertolucci e ci saranno. Ma solo nella sciarsi coinvolgere dalle immagini vive, fatte comparve un’intervista di Carlo Brusati nella Anche il cinema si trova in questa situazione? misura in cui si cercheranno strutture for- di persone e di oggetti che si muovono sul quale il pensiero di Rondi ebbe modo di spa- (La domanda per un attimo sembra lasciare palcoscenico, quasi che quella dimensione ziare nel mondo del teatro e di riflettere sullo un velo di perplessità sul volto: forse è il troppo mali al di fuori del Neorealismo. Ad esempio di ritualità collettiva si tramuti in coesione stato di salute della cultura del suo tempo. Il amore). quando si approderà ad un cinema di mono- sociale. colloquio, qui riportato quasi integralmente, E’un discorso amaro. C’è una fase di “epi- logo interiore. Rondi individuava le cause di carenza te- si svolse attorno a un tavolino di Mangini, gonismo” ritardato. E d’altronde il tipo di (Con ciò mi saluta cordiale, frettoloso, e atrale in un processo di rielaborazione che a Genova, dopo che l’intervistatore era riu- esperienza che oggi la critica accetta tra le raggiunge in teatro Roman Vlad per la regi- tardava ad attuarsi. In tal modo una nuova scito a sottrarre Brunello per una mezz’ora opere nuove in Italia è un tipo di ripetizione strazione delle musiche di scena. Io ho avuto teatralità, in permanente difficile germina- alle prove. neorealista, vedi La battaglia di Algeri, A cia- l’impressione che la sua tensione fisica fos- zione, frenava e ostacolava l’affezione del scuno il suo… se il segno più evidente di quella che è in grande pubblico, fedele alla tradizione. Dun- Rondi, perché i personaggi dei suoi ultimi dram- lui una tensione ben più profonda. Quella que, un obiettivo difficile da raggiungere, mi sono collocati in un ambiente chiuso? Come è avvenuta la sua educazione cinemato- morale. Il segno di un amore per l’uomo in che richiedeva impegno assiduo, sacrificio Perché io credo che l’applicazione del com- I fratelli Rondi (Brunello piccolissimo) grafica? sostanza e la riprova di una dissacrazione e voglia di ricerca. Inoltre non ci si doveva pressionismo e il tipo di conflitto che nasce con mamma Ginetta Con Chiarini si è trattato di un rapporto dell’egoismo).