Margherita Grassini Sarfatti Critica D'arte 1919-1939 Mart, Archivio

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Margherita Grassini Sarfatti Critica D'arte 1919-1939 Mart, Archivio UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI VERONA Dipartimento Tempo, Spazio, Immagine, Società Scuola di Dottorato di Studi Umanistici Dottorato di ricerca in Beni culturali e territorio CICLO XXVII-ANNO 2012 (discussione 27 maggio 2015) L-ART/04 MUSEOLOGIA E CRITICA ARTISTICA E DEL RESTAURO Margherita Grassini Sarfatti critica d’arte 1919-1939 Mart, Archivio del ‘900, Fondo Margherita Sarfatti Coordinatore: Prof. Silvino Salgaro Tutor: Dottoranda: Prof. Valerio Terraroli Dott.ssa Elisabetta Barisoni SOMMARIO INTRODUZIONE p. 7 Margherita Sarfatti critica d'arte, una definizione p. 21 I PARTE. DALL'OTTOCENTO AL NOVECENTO ITALIANO 1.1 Polemiche d'arte 1919-1926 p. 53 1.2 La linea lombarda: Gaetano Previati, Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni, Emilio Gola p. 65 1.3 La scultura italiana: Adolfo Wildt e Medardo Rosso p. 79 1.4 Novecento italiano 1919-1926 p. 93 1.4.1 Il discorso del 1926. Novecento italiano e Fascismo p. 133 1.5 Arti decorative e architettura p. 141 II PARTE. BATTAGLIA PER L'ARTE MODERNA 2.1 Critica d'arte e politica: Margherita Sarfatti e Novecento italiano 1926-1932 p. 161 2.1.1 Gli attacchi a Novecento italiano p. 179 2.1.2 Roma 1932 p. 189 2.2 Margherita Sarfatti e la politica culturale del Fascismo a cavallo del decennio p. 193 1 2.3 Viaggio alle fonti dell'arte moderna p. 213 2.3.1 Le conferenze degli anni venti. Margherita Sarfatti ambasciatrice dell'arte italiana all'estero p. 235 2.3.2 La battaglia negli anni trenta. Dalla ricerca della felicità ad un testamento di romanità p. 253 Sanremo e Nizza 1933 p. 258 America 1934-1937 p. 261 Parigi 1935 p. 264 L’architettura e le altre arti 1934-1936 p. 271 Un testamento di romanità p. 278 2.4 Storia della pittura moderna p. 281 III PARTE. APPENDICE 3.1 Struttura del Fondo Margherita Sarfatti p. 307 3.2 Trascrizione degli scritti analizzati p. 309 3.3 Biblioteca Margherita Sarfatti presso il Mart p. 412 3.4 Regesto delle pubblicazioni storico-artistiche 1919-1939 p. 449 3.5 Bibliografia generale tematica p. 469 2 RINGRAZIAMENTI Il mio primo ringraziamento va al professor Valerio Terraroli, che ha seguito il lavoro di ricerca e di stesura della tesi con professionalità e grande generosità intellettuale, indirizzandomi fin da principio in questo studio “pioneristico” su materiale per lo più inedito, di un’autrice nota ma poco studiata nell’ambito della critica d’arte. Sono stati tanti i momenti in cui, per la mole delle informazioni da un lato, e la complessità dei rapporti di Margherita Sarfatti con la cultura italiana e internazionale dall’altro, ho avuto bisogno di un confronto con il professor Terraroli per selezionare, vagliare, organizzare e ricostruire un discorso coerente. Un sincero grazie anche al professor Flavio Fergonzi, i cui preziosi consigli e indicazioni hanno contribuito a completare e approfondire alcuni aspetti fondamentali della ricerca. Desidero inoltre ringraziare la professoressa Loredana Olivato, che per prima ha creduto nel mio progetto, e il professor Roberto Pasini, che mi ha accolta all’Università di Verona nell’iniziale periodo di ricerca. Un grazie sentito va poi all’amica, già dottoranda del medesimo Ateneo, Cristina Beltrami, per avermi dato giusti suggerimenti e lo stimolo ad intraprendere il Dottorato di ricerca presso l’Università di Verona. Dedico un ringraziamento speciale a Gabriella Belli, già Direttore del Mart e oggi Direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia, che per prima ha intuito il valore dell’archivio Sarfatti e ne ha fortemente auspicata l’acquisizione da parte del Museo trentino. Il mio grazie a lei, e al Direttore amministrativo del Mart, Diego Ferretti, anche per avermi concesso un periodo di tre anni dedicati esclusivamente alla ricerca, occasione unica e preziosa, che riconosco come una delle più importanti nel mio percorso professionale. 3 Un grazie di cuore va ai colleghi dell’archivio del Mart, in particolare alla responsabile, Paola Pettenella, con Duccio Dogheria, Carlo Prosser e Federico Zanoner, e un sentito riconoscimento anche a Mariarosa Mariech della biblioteca storica, che mi ha fornito “in anteprima” gli elenchi dei volumi da lei catalogati e con cui ho condiviso molte riflessioni sul Fondo librario Sarfatti in deposito al Museo. Grazie anche agli istituti e agli studiosi che mi hanno supportato con importanti consigli e suggerimenti, o garantendomi l’accesso ai propri archivi: Nicoletta Colombo, l’Archivio Casorati di Torino, l’Archivio del ‘900 presso il Museo del Novecento di Milano, e inoltre, per il periodo di ricerca svolto a Monaco di Baviera, il Bayerisches Hauptstaatsarchiv- Staatsarchiv München, lo Stadtarchiv München, la Bayerische Staatsbibliothek, Tobias Hof dell’Institut für Zeitgeschichte e Christian Fuhrmeister del Zentralinstitut für Kunstgeschichte. Pur non avendo nessun ruolo attivo in questa mia ricerca, desidero con l’occasione ringraziare anche la professoressa Anna Ottani Cavina, che per prima mi ha fatto appassionare alla storia dell’arte con le sue lezioni, a Bologna, nel 1996- 97. Senza di lei non avrei forse intrapreso questa strada professionale, né avrei potuto sviluppare un valido metodo nell’approccio alla critica artistica. Un affettuoso grazie, di cuore, ai miei genitori, Dino e Aurelia, che hanno sempre seguito e supportato ogni mia scelta, professionale e non, accompagnandomi con amore ed equilibrio nei complessi passaggi della vita. Grazie anche a Sergio e Silvana Maddè, che hanno condiviso i miei impegni in questi tre anni, diventando nonni attenti e affettuosi. Infine, il mio grazie, con amore, a Simone, sempre al mio fianco con sensibilità, curiosità, affetto e talvolta tanta pazienza, e ai piccoli Leonardo e Alessandro, che hanno riempito di gioia e risate i tre anni di dottorato. Elisabetta Barisoni, Verona, marzo 2015 4 Note alla redazione e alla trascrizione dei testi: In nota e nel testo, ove non specificato, i riferimenti bibliografici e le citazioni sono da riferirsi sempre a Margherita Sarfatti. I documenti conservati presso Mart, Archivio del ‘900, Fondo Margherita Sarfatti sono citati con la sigla “Sar” e il relativo numero d’inventario. I volumi della Biblioteca Sarfatti presso il Mart sono citati con il numero di catalogo. Nelle trascrizioni degli scritti conservati in archivio, sono stati rispettati gli stadi di elaborazione da parte dell'autrice, segnalando cancellazioni e correzioni, così come compaiono nel documento originale. Nel caso di confronto tra appunti e versioni finali edite sono evidenziate tra parentesi in grassetto le parti presenti solo nel testo pubblicato o discrepanti rispetto agli scritti preparatori. In corsivo invece sono riportate le parole presenti solo nel manoscritto e scomparse dalla redazione finale. 5 Margherita Sarfatti con basco e collana, ritratta da Ghitta Carell [1925- 1930 ca.], Sar 5.1.1.26 6 Introduzione Entretemps, et dés 1916, j’avais fondé le groupement artistique appelé Il Novecento italiano, dont je fus la présidente et dont j’organisais plusieurs expositions en les accompagnant de conférences illustratives, en Italie et à l’étranger [...] Ces expositions et mes cours et conférences italiennes et autres [..] permirent au groupe du 900 Italiano de faire apprécier à l’intérieur et à l’étranger l’effort et l’essor de nos artistes d’avant- garde. On a voulu faire croire à tort que ce fût là “une école” ou, qui pis est, un mouvement réactionnaire, nationaliste, chauvin, et, en somme, pompier. Au contraire, les plus hardis et les meilleurs espoirs, de la jeunesse artistique d’alors, et qui furent plus tard et sont encore ses maîtres reconnus, se misent avec moi à la tête de ce mouvement, tels que Sironi, Tosi, Carrà, Campigli, Martini, Marini etc. Et d’autres furent toujours invités, tels que le glorieux vétéran impressioniste, le sculpteur Medardo Rosso. Jamais, au grand jamais nous ne nous occupâmes des tendances de ces artistes, mais uniquement des qualités intrinsèques de leur peinture ou sculpture. Non pas de leurs formules, mais de leur valeur. [...] Je m’étais éloignée du fascisme, à ma cuisante douleur, quand sa dégénérescence commença. Quand il se mit à copier lui-même sa copie, ou plutôt sa parodie sadique et grotesque, le nazisme, je lassais la direction de la revue de haute culture politique Gerarchia dont j'avais été avec Mussolini la co-fondatrice en 1919 et que je dirigeai comme seule responsable de 1921 à 1933. Après les guerres d’Afrique et d’Espagne, je m’éloignai aussi de mon pays. En France d’abord (1938) puis en Argentina et en Uruguay (1939) d’où je ne revins qu’après guerre, en 1942.1 1 Sar 3.3.4, manoscritto dal titolo Quelques notes bio-bibliographiques de Margherita Grassini Sarfatti, pp- 12-18. Nello stesso fascicolo è contenuta una busta datata al 9 ottobre 1954; la busta potrebbe essere stata riutilizzata, ma anche dalla calligrafia del manoscritto sembra plausibile una datazione agli anni cinquanta. Il testo, corretto ed editato dall'autrice stessa, prevede una lunga descrizione della biografia sarfattiana, dalla sua origine veneziana (pp. 1-7) al periodo di Milano (pp. 7-12), fino a Novecento italiano e Mussolini (pp. 12-18) 7 Il progetto di ricerca si è concentrato sull'analisi del Fondo Margherita Sarfatti, per lo più inedito, conservato presso l'Archivio del '900 del Mart di Rovereto. Il patrimonio documentario, acquisito dal Museo trentino nel 2009, è stato conservato per tutta la vita dall’autrice e ne ha seguito in parte gli spostamenti2. Il Fondo consta di oltre 3.000 documenti inediti di corrispondenza personale, scritti preparatori per pubblicazioni e conferenze, testi di altri autori, ritagli stampa e un ricco patrimonio fotografico. Eccettuata la raccolta di ritagli stampa, si tratta nella maggioranza dei casi di materiale manoscritto o dattiloscritto autografo, inedito, e riferibile all'attività di studio e preparazione dei numerosi articoli e saggi pubblicati da Margherita Sarfatti durante la sua prolifica carriera di critica d'arte e promotrice culturale.
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