Cronache Di Una Pandemia
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Frontespizio PIETRO RATTO Cronache di una pandemia I primi nove mesi di un incubo © Bibliotheka Edizioni Piazza Antonio Mancini, 4 – 00196 Roma tel: (+39) 06. 4543 2424 [email protected] www.bibliotheka.it I edizione, novembre 2020 Isbn: 9788869347139 È vietata la copia e la pubblicazione, totale o parziale, del materiale se non a fronte di esplicita autorizzazione scritta dell’editore e con citazione esplicita della fonte. Tutti i diritti riservati. Disegno di copertina: Paolo Niutta www.capselling.it Pietro Ratto Filosofo, storico, giornalista e scrittore, Pietro Ratto ha al suo attivo numerosi libri. In ambito losoco ha scritto La Passeggiata al tramonto. Vita e scritti di Immanuel Kant (2014-2019), la raccolta di suoi saggi BoscoCeduo. La Rivoluzione comincia dal Principio (2017) e il saggio Come mi cambiano la vita Socrate, Platone e Aristotele (2020). Oltre a questo libro, in ambito storico ha scritto: Le Pagine strappate (2014-2020), I Rothschild e gli Altri (2015), L’Honda anomala. Il rapimento Moro, una lettera anonima e un ispettore con le mani legate (2017), La Storia dei vincitori e i suoi Miti (2018), Rockefeller - Warburg. I grandi alleati dei Rothschild (2019), Il gioco dell’Oca. I retroscena segreti del processo al riformatore Jan Hus (2014-2020) e L’industria della vaccinazione. Storia e contro-Storia (2020). Ha pubblicato anche i romanzi La Scuola nel Bosco di Gelsi (2017), Senet (2018), Il Treno (2019) e Il Testimone (2020), oltre alla raccolta di saggi polemici sulla degenerazione della scuola pubblica e le lobbies che la gestiscono, intitolata Programma dIstruzione (2020). Gestisce i siti BoscoCeduo.it e IN-CONTRO/STORIA, oltre a un aollatissimo canale YouTube e a una vivace pagina Facebook, chiamati entrambi BoscoCeduo. Dal 2019 amministra una piattaforma di contenuti di aggiornamento e approfondimento delle tematiche arontate nei suoi libri, che si chiama BoscoCeduo Pro (www.boscoceduo.it/pro) Un irriverente e documentatissimo resoconto dei primi nove mesi di un incubo chiamato “Covid 19”, contenente una mole impressionante di informazioni, in molti casi decisamente “scottanti”. Un’occasione unica per acquisire una visione di insieme nei confronti di una Pandemia dai contorni ancora tutt’altro che chiari, ma inequivocabilmente capace di mettere in ginocchio l’economia di un intero pianeta e di compromettere seriamente l’equilibrio psichico di milioni di persone, molto più della loro salute. Venerdì 13 novembre 2020 Sono passati quasi nove mesi, dal giorno in cui è uscito il mio libro “L’industria della vaccinazione. Storia e contro-Storia”. E il mondo in cui oggi viviamo non è più quello. L’intera quotidianità, in ogni sua sfumatura, è ormai irrimediabilmente intrisa e pervasa dalla questione Covid-19. La nostra vita è stata rapidamente stravolta, costretta a successive e crescenti restrizioni declinate dallo stillicidio di continui e ansiogeni Decreti del Presidente del Consiglio, che hanno via via limitato la nostra libertà di movimento, di relazione, di svago, obbligandoci a svariate forme di distanziamento sociale, all’uso prolungato e costante di mascherine e di dispositivi di protezione, alla somministrazione di tamponi atti a vericare l’eventuale stato di positività della cittadinanza e alla quarantena forzata nelle rispettive abitazioni. L’Italia, da quella ne di febbraio del 2020, stando ai dati uciali diramati dall’Istituto Superiore della Sanità, è stata infatti invasa e travolta dal virus, risultando a lungo la nazione più colpita dopo la Cina. In seguito alla scoperta di un focolaio in Lombardia si è cominciato predisponendo l’isolamento forzato di diversi comuni del lodigiano e, successivamente, il blocco delle attività scolastiche in Lombardia e in Veneto, quello dei carnevali di Ivrea e di Venezia, no alla sospensione di diverse partite di calcio di serie A. Il 28 febbraio la sezione cinese dell’OMS ha dichiarato l’origine zoonotica del virus. Nel frattempo tornei, campionati ed eventi culturali di portata internazionale sono stati via via sospesi. Poi, il 9 marzo 2019, il Ministero della Salute italiano ha imposto una quarantena forzata, di lì in avanti denita lockdown, per l’intero Paese, chiudendo le frontiere. Una linea poi seguita, seppur con sfumature diverse, da moltissime altre nazioni del pianeta. L’11 marzo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha proclamato lo stato di Pandemia. Ho dedicato molto spazio, sul mio BoscoCeduo Pro(1), ai protti accumulati, grazie all’impennata delle loro azioni, dalle grandi multinazionali del farmaco. Quei colossi che, in quei giorni, a cominciare da Moderna avevano annunciato l’imminente nascita di appositi vaccini. Nello specico video dedicato proprio a questa “società nanziaria mascherata da azienda farmaceutica”, fornisco i dati. Per esempio, circa l’enorme crescita del patrimonio del prof. Timothy Springer, quarto principale azionista di Moderna, divenuto miliardario proprio in questa brevissima fase. O in relazione alla tempestività con cui la stessa multinazionale ha annunciato, nel corso di un incontro tenuto alla Casa Bianca con il presidente degli Stati Uniti e avvenuto già il 1° marzo (e quindi ben dieci giorni prima della proclamazione della pandemia), l’imminente nascita di un siero a tecnologia m-RNA anti Covid-19, per altro approvato dalla FDA soltanto ventiquattro ore dopo. A questo proposito, sempre sul suddetto mio BoscoCeduo Pro, mi sono occupato di AstraZeneca, la multinazionale di cui il Ministro italiano della Salute Roberto Speranza - insieme con i suoi colleghi francese, tedesco e olandese, riuniti nell’Inclusive Vaccines Alliance - ad agosto 2020 si è impegnato ad acquistare, per l’Unione Europea, ben 420 milioni di dosi di un vaccino anti Covid-19 ancora in fase di sperimentazione III, elaborato dalla Società Jenneriana di Oxford in collaborazione con l’IRBM di Pomezia. E ciò, nonostante già a luglio si fosse vericato un caso sospetto di mielite trasversa in una donna che gurava tra i volontari oertisi per farsi somministrare quel siero in via sperimentale. Un caso, per altro, di cui i media si guardarono bene dal parlare, per lo meno (e in quel caso, solo fuori dall’Italia), no a settembre. Anche a questa italiana IRBM, nata da una costola di Merck e, dal 2009, nita nelle mani di un personaggio che con la sanità non aveva mai avuto a che fare, l’imprenditore Piero di Lorenzo, autore del libro Lezioni di Lobbying, ho dedicato un approfondimento su BoscoCeduo Pro. In cui, tra l’altro, sottolineo la sua recente joint venture proprio con Merck, nalizzata alla produzione e commercializzazione di un farmaco anti Covid-19. Nello stesso mese di marzo 2020 la FDA americana ha autorizzato Abbott Laboratories a commercializzare un test sierologico capace di intercettare il virus, somministrato per la prima volta a Detroit il 1° aprile 2020. Anche l’Italia si è precipitata ad adare a questa multinazionale di Chicago, che vanta un passato di scandali, di inchieste tuttora in corso e di condanne, l’incarico di eettuare i test sulla propria popolazione. A tutt’oggi, però, la principale forma di analisi della positività o negatività al virus resta quella (per altro fatta oggetto di molti dubbi da più parti espressi circa la sua adabilità) del tampone. Anche ad Abbott ho dedicato un approfondimento sulla suddetta mia piattaforma, non esimendomi però, in articoli come quello comparso su BoscoCeduo.it(2), dal sottolineare come la gigantesca ed esponenziale diusione di tamponi e di mascherine abbia procurato immensi protti a società nostrane come, rispettivamente, la DID (di proprietà della famiglia Tria) e la Copan (in mano ai Maoli), che si sono assicurate un quasi monopolio mondiale del mercato dei tamponi, e come la FCA. Che, dopo lunghi periodi di crisi determinati da una forte contrazione del mercato automobilistico, risulta oggi rinata proprio grazie a una produzione e commercializzazione giornaliera di ben 27 milioni di mascherine. Per non parlar poi dell’app Immuni, fortemente propagandata dal Ministero della Salute per gestire la mappatura digitale dei contagi e decisamente avversata dai sostenitori del diritto alla privacy di ogni cittadino, prodotta dalla startup Bending Spoon, saldamente in mano alla famiglia Berlusconi. Nella prima metà di aprile, in Italia, dopo circa 20 mila decessi, si cominciava inquietantemente a parlar di terapia sbagliata. Il problema, naturalmente, era piuttosto grave. Ed era dovuto a una circolare ministeriale alquanto controversa (la numero 11285 del 1° aprile 2020, per altro poi ribadita dalla 15280 del 2 maggio e dalla 18458 del 28 maggio) che, in merito al protocollo da adottare nei confronti dei deceduti a causa del virus, al punto C.1 sosteneva: “Per l’intero periodo della fase emergenziale non si dovrebbe procedere all’esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati di COVID-19, sia se deceduti in corso di ricovero presso un reparto ospedaliero, sia se deceduti presso il proprio domicilio”. Scoppiava quindi la polemica circa quello che veniva, forse esageratamente, denito un “divieto del Ministero della Sanità nei confronti dell’esecuzione di esami autoptici” evidentemente all’origine di quella scarsa capacità che no a quel momento gli ospedali avevano dimostrato nel fronteggiare il virus, alla quale zelanti e molto allineati siti come Wired o Open(3) (tra l’altro attaccandosi a imprecisioni di assoluta irrilevanza come l’esatta denominazione del Ministero, che non è della Sanità ma della Salute!), sottolineavano la forma condizionale di quel “non si dovrebbe”, credendo