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il racconto Il giallo sulla morte di Lawrence La LEONARDO COEN Domenica le storie I diari delle donne in motocicletta DOMENICA 4 SETTEMBRE 2005 di Repubblica EMANUELA AUDISIO Il diluvio La città cancellata dall’acqua, la gente sui tetti, la fuga disperata: oggi a New Orleans, come cinquant’anni fa nel nostro Polesine FOTO AFP PHOTO/HO/US NAVY/PHAN JEREMY L. GRISHAM VITTORIO ZUCCONI GIORGIO BOCCA i luoghi ll’alba del 24 agosto, il dottor Evan J Blake del cen- l Po ha rotto, dalle parti di Ferrara e Occhio- Mediterraneo, il mare della poesia tro nazionale per gli uragani in Florida sorseggiò bello. È la sera del 14 novembre 1951. «Parti TAHAR BEN JELLOUN il suo terzo vaso di caffè amaro e guardò lo scher- subito», dice il capocronista della Gazzetta del mo del radar Doppler. Sul tavolo di lavoro, il col- Popolo di Torino. Noi della cronaca eravamo cultura lega del turno di notte aveva lasciato una nota: gente di trincea, come i pompieri della caser- «Keep an eye on the Bahamas thing», tieni d’oc- ma di corso Valdocco che dormivano vestiti e I mondi lontani di Giuseppe Tucci Achio la “cosa” della Bahamas e il dottor Smith aveva seguito il Iscendevano all’allarme scivolando sulle pertiche. STEFANO MALATESTA e BERNARDO VALLI consiglio. La “Bahamas thing”, un innocente sbuffo di nubi e di Non proprio così ma quasi. Il tempo di passare a ca- vento come mille altri attorno alle settecento isole delle Baha- sa per prendere qualche ricambio e poi via nella not- mas, era cresciuto mostruosamente nella notte, nutrito da un te con la tua auto, perché quelle del giornale non ci spettacoli oceano che aveva raggiunto la temperatura umana, 37 gradi. sono mai, tutte fuori per i direttori e i redattori capo. Il dottor Blake non perse tempo. Scrisse in cinque righe La mia auto è una Topolino rossa, cinquecento di Addio Greenwich, l’arte cambia casa asciutte il certificato di nascita della dodicesima “depres- cilindrata, due posti, ma va sul ghiaccio e nel fango ERNESTO ASSANTE e GABRIELE ROMAGNOLI sione tropicale” atlantica 2005. Era ancora troppo piccina, e non si rompe mai. Dove? A Ferrara e al Po, la stra- troppo debole, per meritare un nome che avrebbe acqui- da per arrivare sul posto dove c’è da vedere e da scri- l’incontro sito soltanto se fosse cresciuta fino a essere un uragano vere la troviamo sempre. La Via Emilia nella notte è ma, per curiosità, Evan J Blake scorse la lista dei nomi al- una fila di camion ma la conosciamo a memoria, i ternati maschili e femminili preparati in anticipo per la panini degli autogrill sono di stoppa ma l’impor- Patty Pravo: “Per me il passato non esiste” “hurricane season” 2005. tante è andare. DARIO CRESTO-DINA (segue nelle pagine successive) (segue nelle pagine successive) 26 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 4 SETTEMBRE 2005 la copertina Una tempesta tropicale sommata agli argini malmessi di un lago Con l’acqua alla gola costiero. Le piogge d’autunno che gonfiano un grande fiume sommate alle difese fragili di golene piene di case fuorilegge. È passato mezzo secolo, ma alla radice dei grandi disastri c’è sempre un mix di natura violenta e di umana sciatteria 2005. Le onde sopra New Orleans VITTORIO ZUCCONI gini a est abbia ceduto». Voci, e non poteva essere bero costato troppo. I 500 milioni di dollari per co- tero, tra le braccia della madre che reggeva le flebo. una cosa grave. In quelle ore il Presidente america- struire i nuovi stadi si trovano, ma i 36,5 milioni che Un bambino più fortunato, forse, degli otto cardio- (segue dalla copertina) no, il “pater familias” della nazione, con tutti i mez- Walter Maestri aveva chiesto dal 2003 per alzare al- patici acuti portati sul tetto del “Charity Hospital” al- zi a disposizione, dopo avere invitato tutti a lasciare meno i lati più esposti non c’erano mai. Nella finan- lagato e coi generatori sott’acqua e morti dopo due primi dieci erano stati consumati da uragani la città era tornato sereno nel suo ranch a esercitarsi ziaria in corso, quella 2005, il sindaco e il Genio se li notti all’aperto, nei 35 gradi all’umido, davanti a car- già passati dal mese di giugno, Arlene, Bret, su una chitarra con il simbolo presidenziale inciso erano visti rifiutare. L’Amministrazione, intenta a ri- diologi impotenti. Quando la “battaglia di New Or- Cindy, il primo disponibile era l’undicesimo. sopra, omaggio di un cantante “country western”. Il durre le tasse e a pagare il conto dell’Iraq, ne aveva leans” è cominciata, venerdì sera, e le colonne di Un nome da straniera, grazioso. Katrina. sindaco di New Orleans, un nero e democratico per assegnati 10 e tagliati 200 dal fondo nazionale per la mezzi militari e di soccorsi civili hanno cominciato Cinque ore più tardi, a tremila chilometri di più, Ray Nagin, che aveva previsto la fine del mon- difesa delle coste. E il Genio militare aveva allora am- a entrare per riconquistare la città, l’acqua aveva di distanza dal meteorologo in Florida, Wal- do e aveva detto «se restate qui, morirete», aveva fat- messo che la cassa era dissanguata dalla guerra. preso il quartiere francese, lavato via i resti del bar di Iter Maestri compose sul telefono cellulare il nume- to la solita figura del catastrofista di sinistra. Mercoledì 31 agosto, mentre George W Bush era a Sammy, sventrato le hall degli alberghi, portato ca- ro del redattore del Times Picauyne, il quotidiano di Ma non fu l’uragano a uccidere New Orleans, né il San Diego davanti alla flotta del Pacifico per comme- daveri dove saranno trovati quando l’acqua scen- New Orleans, che da anni era il suo contatto. «Ho un Dio di Sodoma e Gomorra. Sono stati gli uomini, i go- morare la resa del Giappone, New Orleans era con derà, forse quelle migliaia delle quali ha parlato il sin- brutto presentimento — disse il vecchio italo ameri- verni, gli amministratori stolti e improvvidi. La pri- l’acqua alla gola e si arrendeva. Non è neppure pos- daco Ray Nagin. Tra loro, la donna che per una inte- cano, ex direttore dei servizi di emergenza a New Or- ma onda arrivò da nord-est, dalla parte della auto- sibile oggi, a una settimana esatta dal passaggio di Ka- ra notte ha retto abbracciata al marito sul crinale del leans — con questa depressione dalla Florida». strada 510. Non fu granché. trina, immaginare quanti siano tetto lambito dall’acqua prima di lasciarsi scivolare «Walter, Walter, sono vent’anni che tu hai brutti pre- Una lunga leccata d’acqua tra- i morti — se siano diecimila co- giù e salvare almeno il suo uomo stremato. Titanic sentimenti…». Maestri non rise. «Questa mattina cimata dalla diga sul lato del Non è stato l’uragano me si sente dire — quanti siano on the Mississipi, ma vero. sono andato a dare un’occhiata alle mie dighe sul la- Lago Pontchartrain che non è i danni, che cosa ci sia sotto il la- Non ci sono, sette giorni dopo l’uragano, notizie go. Non hanno fatto niente, neanche un lavoro di un lago come il Garda, ma una Katrina a uccidere go che ha riempito la fondina dai “bayou”, dalle paludi e dai villaggi dove serpi ve- quelli che avevo raccomandato e se ci arriva addos- enorme pozzanghera piatta e urbana. Si possono soltanto ap- lenose, alligatori e uomini si contendono le terre so un uragano, che Dio ci protegga». «Che Dio ci pro- limacciosa che ha soltanto, co- piccicare insieme schegge di asciutte, mentre l’acqua stagnante sta incubando tegga» lo salutò il reporter, che aveva poca fede ma me tutti gli altri laghi che cir- la città dei Santi una realtà che nessuno cono- un raccolto miracoloso di zanzare. Le armi, vendu- molto da fare. Quando anche lui, come tutta la reda- condano New Orleans — Lago sce. Si può partire dal Superdo- te dai grandi magazzini in belle vetrinette come zione del “Times” fu costretta a scappare in barca, Bourgne, Lago Maurepas, La- È stato un argine me, il vecchio stadio di football swatch o collanine, sono sparite nei saccheggi. Nel- rimpianse di non avere pregato. go Salvador — il difetto di esse- dove almeno ventimila perso- l’acqua alta, nel centro direzionale dei grattacieli, Katrina fu straordinariamente veloce, ma anche re di cinque metri più alto della difettoso, trascurato ne senza mezzi e soldi per fug- passano pick up e suv rubati — 95 soltanto in una dispettosa. Corse zigzagando e attraversando il fondina entro la quale sta la gire da New Orleans furono in- notte, spesso di soccorritori volontari spodestati e Golfo in soli tre giorni, ingannando i cacciatori di di- città. Lungo quella diga, sca- dal bilancio federale truppate, accatastate sui sedili uccisi — carichi di armati bianchi e neri, “buoni” o sastri mandati dalle network per farsi sbatacchiare valcata dalla pozzanghera ma tenute lontane dal campo “cattivi”, predoni o samaritani. in diretta nel centro di New Orleans, che entravano gonfiata, c’erano soltanto le verdissimo di astroturf, erba ar- Quando l’acqua arriva alla gola di chi non ha e uscivano dal “Sonny’s bar” nel French Quarter, l’u- casupole di legno e cartongesso, della città nera, di tificiale, riassettato in attesa dell’inizio imminente niente da perdere e niente più da temere, dopo che nico rimasto aperto, a bere “Margaritas” a metà quel 27 per cento di abitanti che vivono sotto il livel- del campionato. Ventimila persone che in poche ore un poliziotto su due saggiamente è scappato, pani- prezzo, senza catastrofi da raccontare.