. Le vincitrici del premio Nobel

Z ROTONDA GREENE BALCH EMILY fra via Panfilia e via Rubicone P.G. 14083 del 02/02/2010

Emily Greene Balch (1867-1961) di Julia Chance

Nel 1946, l’americana , quacchera e leader della Women’s International League for Peace and Freedom, fu insignita del premio Nobel per la pace insieme a del YMCA. Nel suo di- scorso di presentazione, il presidente del comitato per il Nobel dichiarò che la Greene «ci ha insegnato che la realtà a cui aspiriamo po- trà essere conquistata con un duro e incessante lavoro sul mon- do in cui viviamo. Ma ci ha insegnato anche di più: che non si conosce sfinimento e che la sconfitta non fa altro che dare coraggio all’uomo la cui anima arde della sacra fiamma». Emily fu soltanto la terza donna a vincere il Nobel, dopo la baronessa nel 1901 e nel 1931. Nata in una facoltosa famiglia di Boston, Emily studiò eco- nomia negli Stati Uniti, al prestigioso Bryn Mawr College e, in quanto donna, fu per lei un privilegio essere un membro della prima classe di laureati dell’università, nel 1889. Com- pletò i suoi studi a Parigi, Harvard, Chicago e Berlino, prima di entrare a far parte del corpo docenti al Wellesley College, all’interno del quale raggiunse il ruolo di Professore di econo- mia e sociologia nel 1913. Fu un’eminente insegnante che combinò la Emily sua straordinaria trasparenza di pensiero con una vastissima esperienza, Greene Balch maturata lavorando per movimenti che si occupavano del problema del lavoro minorile, di migliorare le condizioni lavorative, del suffragio femminile e delle discriminazioni razziali. Ai suoi studenti consigliava di integrare le ricerche in biblioteca con verifiche sul campo, in modo tale che essi fossero capaci di emettere giudizi costruttivi e indipen- denti. Nel 1915, Emily si unì a Jane Addams e all’ intrepido gruppo internazionale di donne che, inutilmente, tentarono di fermare la Pri- ma guerra mondiale, cercando di convincere gli statisti di nazioni sia neutrali che belligeranti ad aderire a un processo di mediazione. Emily tentò inoltre di impedire l’intervento americano nel conflitto. Questo suo esprimere opinioni pacifiste in maniera diretta e irrevocabile portò alla fine del suo contratto con il Wellesley College nel 1918. Negli anni della guerra lavorò per varie commissioni ed organizzazioni interna- Le vincitrici del premio Nobel . zionali, inclusa la Società delle Nazioni, all’interno della quale fu coinvolta in parti- colare nella questione del disarmo. Negli anni Trenta si impegnò per trovare modi e mezzi per aiutare le vittime delle persecuzioni naziste. Allo scoppio della guerra nel 1939 Emily attraversò un lungo e doloroso conflitto interiore: l’aggravarsi della situazione nazista la indusse a cambiare la sua posizione strettamente pacifista e a difendere invece i diritti umani “spada in pugno”. Dopo la cerimonia di consegna del Nobel, questa schietta e onesta donna di Boston concluse il suo discorso dando la sua personale ricetta per la pace: «Non ci viene chiesto di credere in una qualche utopia o che un mondo perfetto sia appena dietro l’angolo. Ci viene chiesto di essere pazienti, poiché sulla strada innanzi a noi incon- treremo inevitabilmente un progresso lento e incerto e di essere pronti a compiere un passo in avanti ogni qualvolta questo diviene possibile.»

2 Bibliografia e sitografia K. E. Gwinn, Emily Greene Balch: the long road to internationalism, Urbana, University of Illinois press, 2010. P. Migliorini, I premi Nobel, Milano, La vita felice, 2000, p. 140. www.nobelprize.org/nobel_prizes/peace/laureates/1946/balch-bio.html

Z ROTONDA MYRDAL ALVA fra via Dismano e via Romea Sud – Ponte Nuovo P.G. 14083 del 02/02/2010

Alva Reimer Myrdal (1902-1986) di Sandra Dirani

Alva Reimer nacque a Uppsala il 31 gennaio 1902 e nel 1919, nel cortile dell’azienda agricola paterna, fece l’incontro di un giovane studente che con la sua bicicletta sta- va facendo il giro della Svezia per conoscere la reale situazione economica del paese. Fu quel giovane, Karl Gunnar Myrdal (Nobel per l’economia nel 1974), che Alva sposò nel 1924, lo stesso anno in cui si laureò, le cui strade continuarono congiunte per tutta la vita e in tutto il mondo nei rispettivi impegni professionali e diplomati- ci. Dopo la laurea Alva insegnò nelle università di Ginevra e di Stoccolma e insieme al marito scrisse un’opera che si prefiggeva di individuare le riforme sociali necessa- rie a garantire la libertà individuale, soprattutto per le donne, facendo dei Myrdal i principali promotori e pianificatori del rinomato sistema di welfare svedese. Nel 1932 si iscrisse al Partito socialdemocratico e nel 1936 fondò a Stoccolma l’Istituto per la pedagogia sociale che diresse fino agli anni Cinquanta. Negli anni ’40 iniziò ad occuparsi di questioni internazionali nell’ambito delle Nazioni Unite; dopo la