La Tutela Del Moderno Nel Cantone Ticino

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La Tutela Del Moderno Nel Cantone Ticino La tutela del Moderno nel Cantone Ticino Repubblica del Cantone Ticino Dipartimento del territorio Ufficio dei beni culturali La tutela del Moderno nel Cantone Ticino Sommario Prefazione 3 Le ragioni della tutela 4 Breve storia del Moderno in Ticino 6 La tutela: i criteri di scelta 12 Indice per tipologia costruttiva 16 Catalogo 18 Architetti e ingegneri 36 Bibliografia 37 Fonti delle illustrazioni 38 Ringraziamenti 38 In copertina (da destra a sinistra): Assonometria Scuola Media, Morbio Inferiore (I) – Viadotto di Fieud, Airolo (II) – Cinema Corso, Lugano (III) – Pianta PT Teatro San Materno, Ascona (IV) – Pianta del piano tipo Casa d’appartamenti, Bellinzona (V) – Bagno pubblico, Bellinzona (VI) Prefazione el 2009 il Cantone ha presentato Questa pubblicazione, auspicata dal l’Inventario dei beni culturali e ha Consiglio di Stato, ha differenti scopi: da Nsegnato questo traguardo con una una parte vuole sensibilizzare comuni e pubblicazione e una manifestazione orga- opinione pubblica sull’importanza culturale nizzata per i cento anni della prima legge di questo patrimonio; d’altro canto, desi- sulla protezione dei monumenti. I risultati dera motivare e illustrare le scelte compiute del censimento dei beni culturali, mobili e dal Cantone. Altre iniziative analoghe sono immobili, esistenti sul territorio cantonale previste, proprio per valorizzare quei set- possono oggi essere utilizzati in modo con- tori del patrimonio architettonico cantonale creto. Una banca dati, infatti, non può es- che non godono ancora di adeguata tutela, sere un mero contenitore di nozioni stati- in particolare per l’architettura del XIX e stiche. Si tratta invece di uno strumento di dell’inizio del XX secolo. condivisione e di diffusione delle informa- La valorizzazione degli edifici e dei ma- zioni a vantaggio di un gran numero di nufatti del Moderno non è un atto di omag- utenti: ricercatori, studenti, pianificatori, gio compiacente ad alcuni maestri ricono- amministratori comunali e, più in generale, sciuti dell’architettura nostrana. Al contrario, tutti gli interessati a questo specifico aspetto è un riconoscimento del valore e del signi- del paesaggio ticinese. ficato urbanistico che rivestono alcune loro Il censimento ha permesso di svolgere opere. Ciò ci rende consapevoli del fatto un altro importante compito: verificare e che una progettazione intelligente e razio- scegliere i beni meritevoli di essere tutelati nale, a lungo andare, paga in termini di ai sensi della Legge sulla protezione dei qualità di vita, e ci esorta a credere nella beni culturali del 1997, analizzandone l’im- forza progettuale e creativa dell’architettura portanza culturale, la diffusione sul terri- contemporanea (così come ci ha creduto torio, lo stato di conservazione. Obiettivo: chi affidò a Rino Tami l’ideazione di alcune integrare nell’Inventario dei beni culturali parti dell’autostrada). Insomma, proteggere edifici e opere d’arte finora studiati ma l’architettura del Moderno, a ben guardare, poco valorizzati, quali ad esempio l’archi- significa non solamente conservare una tettura Heimatstil, eclettica e storici stica, il parte cospicua della nostra memoria storica, patrimonio rurale o i manufatti di ingegne- ma anche riconoscere che molte trasfor- ria civile. Frutto di questo lavoro di ripen- mazioni del nostro territorio possono essere samento è la lista degli edifici e dei migliorate e consolidate grazie alla maturità manufatti progettati dagli architetti che e alla capacità propositiva di un buon pro- aderirono – tra il 1920 e il 1980 – al movi- getto architettonico. mento Moderno e che, con questo indi- rizzo, incisero profondamente sul tessuto urbano e territoriale del Cantone. Si tratta Marco Borradori di un patrimonio di grande pregio architet- Consigliere di Stato tonico e urbanistico, come confermano nu- Direttore del Dipartimento del territorio merose monografie e pubblicazioni, così come la nuova edizione dell’Inventario svizzero dei beni culturali d’importanza nazionale da proteggere in caso di conflitto armato o catastrofe (2010), elaborato dal- l’Ufficio federale della protezione della popolazione su mandato del Consiglio fe- derale, o i siti internet degli enti turistici ticinesi, in cui compaiono proposte di iti- nerari tematici alla scoperta dell’architet- tura moderna. 3 Le ragioni della tutela el 1995, nel Messaggio che illu- identificare e conoscere il valore dei loro strava il progetto di nuova Legge beni culturali, di tutelarli, se necessario e Nsulla protezione dei beni culturali, utile, e di conservarli nel miglior modo si potevano leggere queste considerazioni: possibile» (Messaggio nr. 4387, 14 marzo «la legge vigente [si intenda quella del 1946, 1995). E più oltre, accennando alla neces- allora in vigore] presenta però limiti evi- sità di adeguate misure di censimento del denti anche per altri motivi: concepita in patrimonio, il Consiglio di Stato rammen- una realtà territoriale statica e da secoli so- tava che «di fronte alla veloce trasforma- stanzialmente immutata, essa non potrà zione del territorio, vi è la necessità di mai salvare un vasto patrimonio, in parte avere, entro tempi assai brevi, informazioni ancora sconosciuto e ormai sull’orlo di una e conoscenze dettagliate su una serie di silenziosa, ma velocissima, scomparsa. Si oggetti (case rurali, architettura moderna, pensi ad esempio alle testimonianze della insediamenti…) che non sono mai stati civiltà rurale, alle strutture urbane medie- trattati nei classici inventari d’arte». vali e ottocentesche, all’architettura con- La normativa cui il Messaggio citato fa- temporanea, alle notevoli testimonianze ceva riferimento, promulgata poco dopo la etnografiche e artistiche conservate nei no- conclusione del secondo conflitto mon- stri cimiteri…; sono realtà che esigono in- diale, doveva operare in un Ticino per certi terventi di tutela pragmatici e agili, rapidi e versi arcaico, non ancora toccato dallo svi- mirati. L’Ufficio Monumenti Storici non luppo edilizio che sarebbe esploso nei de- può continuare ad essere il poliziotto che cenni successivi, sorprendendo tutti per la difende sul terreno aulici monumenti di rapidità e per la radical ità dei cambiamenti storia e di arte dall’assalto dell’inciviltà e ambientali e urbanistici. Forse però è ancor dell’incuria; al contrario deve diventare lo più significativo notare che in quella «realtà strumento che permette al Cantone, alle territoriale statica» avevano già preso corpo comunità locali e ai singoli proprietari di idee e realizzazioni architettoniche segnate Magazzini Punto Franco, Balerna 4 Scuola Media (ex Ginnasio), Bellinzona da un’istanza di rinnovamento. Mentre il territorio cantonale si apprestava a veder sorgere miriadi di abitazioni monofami- gliari prive di ambizioni estetiche e di ori- ginalità, alcuni architetti ticinesi, confede- rati e stranieri gettavano le basi di una nuova stagione. A Lugano, per non fare che un solo esempio, era sorto proprio negli anni in cui l’Occidente era sconvolto dalle grida di guerra l’edificio riservato da Rino e Carlo Tami al silenzio della lettura e dello studio, la Biblioteca Cantonale. Quella co- struzione, che più tardi tutti riconobbero come un caposaldo per l’affermazione della modernità in campo architettonico, nei suoi giorni sollevò fiere obiezioni anche in per- sonaggi di primo piano nel mondo cultu- rale, che stroncarono l’opera con espres- di inventariazione moderna del patrimonio pienamente l’importanza delle opere ar- sioni di inaudito biasimo. culturale ticinese, ciò che ha permesso al- chitettoniche del Movimento moderno in A distanza di più di mezzo secolo, i toni l’Ufficio dei beni culturali di rilevare con Ticino: esse rappresentano infatti una parte della polemica si sono fortunatamente strumenti adeguati e di conoscere una quan- consistente e apprezzata del nostro patri- smorzati e quelle reazioni, dettate da con- tità elevata e straordinaria di costruzioni, monio culturale; si affiancano con pieno siderazioni che non possono rivendicare di manufatti e di beni mobili. Grazie a merito a edifici sacri e civili identificati equilibrio di ponderazione, hanno lasciato questo strumento, la Commissione e l’Uf- negli ultimi cent’anni dagli organismi di posto a una più matura riflessione e alla va- ficio hanno pertanto scelto, tra il patrimonio vigilanza e annoverati dallo Stato tra i beni lutazione in grado di osservare cose e per- edilizio del periodo moderno esempi si- culturali meritevoli di protezione; riflettono sone con la necessaria profondità di pro- gnificativi di architettura degna di una tutela e incarnano una stagione felice e singolare spettiva. La delicata questione relativa alla cantonale necessaria alla salvaguardia e di progettazione e di realizzazione da parte tutela dell’archite ttura moderna ha provo- quale stimolo anche per i comuni a prevedere di architetti ticinesi, confederati e stranieri cato discussioni negli organismi preposti l’inserimento nei loro piani regolatori di in contesti urbani e periferici spesso sfigurati, alla conservazione dei beni culturali, e i beni culturali locali dell’architettura moderna purtroppo, da un’attiv ità edilizia pubblica protocolli delle sedute non mancano di te- di pregio esistente sul loro territorio. L’in- e privata banale e ripetitiva». Questo im- stimoniare la vivacità degli interessi e dei ventario dei beni culturali, di cui si è fatto portante riconoscimento da parte dello dibattiti a questo proposito. La Commis- carico il Servizio omonimo con diversi anni Stato rappresenta senza alcun dubbio, per sione
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