La tutela del Moderno nel Cantone

Repubblica del Cantone Ticino Dipartimento del territorio Ufficio dei beni culturali La tutela del Moderno nel Cantone Ticino

Sommario

Prefazione 3

Le ragioni della tutela 4

Breve storia del Moderno in Ticino 6

La tutela: i criteri di scelta 12

Indice per tipologia costruttiva 16

Catalogo 18

Architetti e ingegneri 36

Bibliografia 37

Fonti delle illustrazioni 38

Ringraziamenti 38

In copertina (da destra a sinistra): Assonometria Scuola Media, Morbio Inferiore (I) – Viadotto di Fieud, Airolo (II) – Cinema Corso, (III) – Pianta PT Teatro San Materno, Ascona (IV) – Pianta del piano tipo Casa d’appartamenti, (V) – Bagno pubblico, Bellinzona (VI) Prefazione

el 2009 il Cantone ha presentato Questa pubblicazione, auspicata dal l’Inventario dei beni culturali e ha Consiglio di Stato, ha differenti scopi: da Nsegnato questo traguardo con una una parte vuole sensibilizzare comuni e pubblicazione e una manifestazione orga- opinione pubblica sull’importanza culturale nizzata per i cento anni della prima legge di questo patrimonio; d’altro canto, desi- sulla protezione dei monumenti. I risultati dera motivare e illustrare le scelte compiute del censimento dei beni culturali, mobili e dal Cantone. Altre iniziative analoghe sono immobili, esistenti sul territorio cantonale previste, proprio per valorizzare quei set- possono oggi essere utilizzati in modo con- tori del patrimonio architettonico cantonale creto. Una banca dati, infatti, n on può es- che non godono ancora di adeguata tutela, sere un mero contenitore di nozioni stati- in particolare per l’architettura del XIX e stiche. Si tratta invece di uno strumento di dell’inizio del XX secolo. condivisione e di diffusione delle informa- La valorizzazione degli edifici e dei ma- zioni a vantaggio di un gran numero di nufatti del Moderno non è un atto di omag- utenti: ricercatori, studenti, pianificatori, gio compiacente ad alcuni maestri ricono- amministratori comunali e, più in generale, sciuti dell’architettura nostrana. Al contrario, tutti gli interessati a questo specifico aspetto è un riconoscimento del valore e del signi- del paesaggio ticinese. ficato urbanistico che rivestono alcune loro Il censimento ha permesso di svolgere opere. Ciò ci rende consapevoli del fatto un altro importante compito: verificare e che una progettazione intelligente e razio- scegliere i beni meritevoli di essere tutelati nale, a lungo andare, paga in termini di ai sensi della Legge sulla protezione dei qualità di vita, e ci esorta a credere nella beni culturali del 1997, analizzandone l’im- forza progettuale e creativa dell’architettura portanza culturale, la diffusione sul terri- contemporanea (così come ci ha creduto torio, lo stato di conservazione. Obiettivo: chi affidò a Rino Tami l’ideazione di alcune integrare nell’Inventario dei beni culturali parti dell’autostrada). Insomma, proteggere edifici e opere d’arte finora studiati ma l’architettura del Moderno, a ben guardare, poco valorizzati, quali ad esempio l’archi- significa non solamente conservare una tettura Heimatstil, eclettica e storici stica, il parte cospicua della nostra memoria storica, patrimonio rurale o i manufatti di ingegne- ma anche riconoscere che molte trasfor- ria civile. Frutto di questo lavoro di ripen- mazioni del nostro territorio possono essere samento è la lista degli edifici e dei migliorate e consolidate grazie alla maturità manufatti progettati dagli architetti che e alla capacità propositiva di un buon pro- aderirono – tra il 1920 e il 1980 – al movi- getto architettonico. mento Moderno e che, con questo indi- rizzo, incisero profondamente sul tessuto urbano e territoriale del Cantone. Si tratta Marco Borradori di un patrimonio di grande pregio architet- Consigliere di Stato tonico e urbanistico, come confermano nu- Direttore del Dipartimento del territorio merose monografie e pubblicazioni, così come la nuova edizione dell’Inventario svizzero dei beni culturali d’importanza nazionale da proteggere in caso di conflitto armato o catastrofe (2010), elaborato dal- l’Ufficio federale della protezione della popolazione su mandato del Consiglio fe- derale, o i siti internet degli enti turistici ticinesi, in cui compaiono proposte di iti- nerari tematici alla scoperta dell’architet- tura moderna.

3 Le ragioni della tutela

el 1995, nel Messaggio che illu- identificare e conoscere il valore dei loro strava il progetto di nuova Legge beni culturali, di tutelarli, se necessario e Nsulla protezione dei beni culturali, utile, e di conservarli nel miglior modo si potevano leggere queste considerazioni: possibile» (Messaggio nr. 4387, 14 marzo «la legge vigente [si intenda quella del 1946, 1995). E più oltre, accennando alla neces- allora in vigore] presenta però limiti evi- sità di adeguate misure di censimento del denti anche per altri motivi: concepita in patrimonio, il Consiglio di Stato rammen- una realtà territoriale statica e da secoli so- tava che «di fronte alla veloce trasforma- stanzialmente immutata, essa non potrà zione del territorio, vi è la necessità di mai salvare un vasto patrimonio, in parte avere, entro tempi assai brevi, informazioni ancora sconosciuto e ormai sull’orlo di una e conoscenze dettagliate su una serie di silenziosa, ma velocissima, scomparsa. Si oggetti (case rurali, architettura moderna, pensi ad esempio alle testimonianze della insediamenti…) che non sono mai stati civiltà rurale, alle strutture urbane medie- trattati nei classici inventari d’arte». vali e ottocentesche, all’architettura con- La normativa cui il Messaggio citato fa- temporanea, alle notevoli testimonianze ceva riferimento, promulgata poco dopo la etnografiche e artistiche conservate nei no- conclusione del secondo conflitto mon- stri cimiteri…; sono realtà che esigono in- diale, doveva operare in un Ticino per certi terventi di tutela pragmatici e agili, rapidi e versi arcaico, non ancora toccato dallo svi- mirati. L’Ufficio Monumenti Storici non luppo edilizio che sarebbe esploso nei de- può continuare ad essere il poliziotto che cenni successivi, sorprendendo tutti per la difende sul terreno aulici monumenti di rapidità e per la radical ità dei cambiamenti storia e di arte dall’assalto dell’inciviltà e ambientali e urbanistici. Forse però è ancor dell’incuria; al contrario deve diventare lo più significativo notare che in quella «realtà strumento che permette al Cantone, alle territoriale statica» avevano già preso corpo comunità locali e ai singoli proprietari di idee e realizzazioni architettoniche segnate

Magazzini Punto Franco, Balerna

4 Scuola Media (ex Ginnasio), Bellinzona

da un’istanza di rinnovamento. Mentre il territorio cantonale si apprestava a veder sorgere miriadi di abitazioni monofami- gliari prive di ambizioni estetiche e di ori- ginalità, alcuni architetti ticinesi, confede- rati e stranieri gettavano le basi di una nuova stagione. A Lugano, per non fare che un solo esempio, era sorto proprio negli anni in cui l’Occidente era sconvolto dalle grida di guerra l’edificio riservato da Rino e Carlo Tami al silenzio della lettura e dello studio, la Biblioteca Cantonale. Quella co- struzione, che più tardi tutti riconobbero come un caposaldo per l’affermazione della modernità in campo architettonico, nei suoi giorni sollevò fiere obiezioni anche in per- sonaggi di primo piano nel mondo cultu- rale, che stroncarono l’opera con espres- di inventariazione moderna del patrimonio pienamente l’importanza delle opere ar- sioni di inaudito biasimo. culturale ticinese, ciò che ha permesso al- chitettoniche del Movimento moderno in A distanza di più di mezzo secolo, i toni l’Ufficio dei beni culturali di rilevare con Ticino: esse rappresentano infatti una parte della polemica si sono fortunatamente strumenti adeguati e di conoscere una quan- consistente e apprezzata del nostro patri- smorzati e quelle reazioni, dettate da con- tità elevata e straordinaria di costruzioni, monio culturale; si affiancano con pieno siderazioni che non possono rivendicare di manufatti e di beni mobili. Grazie a merito a edifici sacri e civili identificati equilibrio di ponderazione, hanno lasciato questo strumento, la Commissione e l’Uf- negli ultimi cent’anni dagli organismi di posto a una più matura riflessione e alla va- ficio hanno pertanto scelto, tra il patrimonio vigilanza e annoverati dallo Stato tra i beni lutazione in grado di osservare cose e per- edilizio del periodo moderno esempi si- culturali meritevoli di protezione; riflettono sone con la necessaria profondità di pro- gnificativi di architettura degna di una tutela e incarnano una stagione felice e singolare spettiva. La delicata questione relativa alla cantonale necessaria alla salvaguardia e di progettazione e di realizzazione da parte tutela dell’archite ttura moderna ha provo- quale stimolo anche per i comuni a prevedere di architetti ticinesi, confederati e stranieri cato discussioni negli organismi preposti l’inserimento nei loro piani regolatori di in contesti urbani e periferici spesso sfigurati, alla conservazione dei beni culturali, e i beni culturali locali dell’architettura moderna purtroppo, da un’attiv ità edilizia pubblica protocolli delle sedute non mancano di te- di pregio esistente sul loro territorio. L’in- e privata banale e ripetitiva». Questo im- stimoniare la vivacità degli interessi e dei ventario dei beni culturali, di cui si è fatto portante riconoscimento da parte dello dibattiti a questo proposito. La Commis- carico il Servizio omonimo con diversi anni Stato rappresenta senza alcun dubbio, per sione dei beni culturali (cui il Messaggio di intenso lavoro sul terreno, si è rivelato l’Ufficio e per la Commissione, il sostegno citato attribuisce il ruolo di «elemento con- lo strumento indispensabile che fornisce più efficace che l’autorità politica può dare nettivo tra l’attività dei servizi statali e di solide basi conoscitive la politica di tutela all’impegno degli organismi statali nella l’esterno… interprete di volta in volta della che deve affrontare il Cantone in questo tutela dell’architettura moderna. sensibilità culturale della collettività») non esordio di terzo millennio. All’opera di rimase certo insensibile agli appelli accorati identificazione degli oggetti più meritevoli che portarono il Consiglio d’Europa a sti- di tutela ha dato il suo contributo, anche Adriano Censi lare nel 1975 ad Amsterdam la Carta Eu- se in veste di reazione negativa, il dibattito Presidente della Commissione ropea del Patrimonio Architettonico, e il pubblico che è andato gradatamente pren- dei beni culturali Cantone a indicare nel villaggio verzaschese dendo corpo negli ultimi anni. Di fronte di Corippo un agglomerato di costruzioni alle distruzioni di alcuni monumenti signi- Giuseppe Chiesi meritevoli di tutela e di valorizzazione. ficativi e alla progressiva, a volte inarrestabile Capo dell’Ufficio beni culturali Le iniziative più concrete in questa di- cancellazione di altri edifici pregevoli, spesso rezione si so no però avute alla fine degli anche non tutelati, il Consiglio di Stato, ri- anni Novanta, quando il Parlamento ticinese spondendo nel 2006 a un’interrogazione ha approvato un progetto di censimento e parlamentare, sosteneva di «condividere

5 Breve storia del Moderno in Ticino

ono raccolte e documentate in naldi. Allo stesso modo, nell’«Elenco» al- questo volume sessantaquattro legato, il grosso delle voci è rappresentato Sopere ticinesi di architettura e di da chiese, cappelle, oratori e rispettivi arredi ingegneria realizzate tra il 1924 (Magazzini sacri, con preminenza di opere romaniche al Punto Franco di Balerna dell’ingegnere e del Rinascimento e in seconda battuta del Robert Maillart) e il 1981-1982 (Casa Ro- XVII e XVIII secolo. La selezione dei ma- tonda a Stabio di Mario Botta), meritevoli nufatti protetti rispecchia la legge cantonale di tutela cantonale ai sensi della Legge sulla sui monumenti del 19092. Nata segnata- protezione dei beni culturali del 1997. Pro- mente per impedire la perdita di testimo- pensi a correlare i beni culturali con la loro nianze romaniche nel periodo del grande antic hità, di primo acchito ci si potrebbe sviluppo economico ed edilizio che prece- sorprendere di quanto siano recenti i ma- dette il primo conflitto mondiale, essa san- nufatti presentati. Preso atto di ciò, non civa la protezione delle «opere aventi pregio può meravigliarci che circa la metà degli d’antichità o d’arte» avocando allo Stato la edifici esaminati siano residenze, che siano rappresentate tutte le altre tipologie edilizie espressione della società attuale e che sol- tanto tre siano le chiese selezionate. Bastano queste osservazioni per capire quanto la nuova legge si sia rivelata incisiva nell’in- tegrare gli scopi di quella in vigore in pre- cedenza, normativa della quale possiamo leggere gli esiti in un antenato illustre della presente pubblicazione, i Monumenti storici e opere d’arte esistenti nel Cantone Ticino di Francesco Chiesa del 19281. L’opera del grande sagnolese contiene l’«Elenco degli immobili dichiarati monumenti nel senso della legge» suddivisi per comuni all’in- terno dei distretti, con stringate schede sui singoli oggetti che ne riportano descrizione, datazione e nome del proprietario. L’elenco è preceduto da uno scritto di Francesco Chiesa pensato per accompagnare una pro- iezione di diapositive riproducenti gli stessi monumenti. Il testo si dipana secondo il criterio cronologico dalle vestigia delle po- polazioni preceltiche che abitarono la re- gion e nell’antichità, ma si sofferma mag- giormente sulle testimonianze del Medio Evo – chiese, pitture e sculture in esse con- tenute – e del Rinascimento, chiese con il loro corredo e pochi edifici profani, che aumentano di numero nel successivo capi- tolo sui monumenti barocchi. Francesco Chiesa vi tratta poi brevemente l’architet- tura neoclassica, per terminare con un ac- cenno alle sculture di Vincenzo Vela e alla pittura del «periodo romantico», con rife- rimenti ad Antonio Ciseri e Antonio Ri-

6 Stazione di partenza della funivia di Cardada, Orselina

Sotto: Biblioteca Cantonale, Lugano

facoltà di emanare i provvedimenti di tutela sui singoli oggetti3. Volta com’era alla conservazione di un patrimonio antico che costituiva agli occhi di molti un documento dell’identità tici- nese, legata all’attività dei maestri costrut- tori che dalle terre dei laghi si erano mossi per attendere alla costruzione delle catte- drali medievali, la legge non aveva necessità di determinare un termine minimo d’anti- chità degli oggetti destinati a ricadere nel suo campo d’applicazione. Tale termine fu introdotto solo con la nuova legge canto- nale del 15 gennaio 1946 che escludeva dalla propria azione le opere con meno di cin- quant’anni di età o di artisti viventi4. Alla conclusione che per la tutela fosse necessario un certo distacco temporale era giunto già nel 1905 lo storico dell’arte Alois Riegl, presidente della Imperial Regia com- missione per lo studio e la conservazione dei monumenti storici artistici a Vienna, quando rifletteva sulla legge sulla tutela in- trodotta nell’Impero asburgico della quale era stato ispiratore. Riegl affermava che la legge non dovesse prendere in esame og- getti con meno di cinquant’anni5. Restrin- geva quindi il campo d’azione della legge al periodo precedente al 1850, limes allora tra antico e moderno, corrispondente som- mariamente al passaggio dal Neoclassici- smo, il linguaggio architettonico dei Lumi e degli Imperi sovranazionali, a quello dei revival, legati ai nazionalismi che quegli Imperi avrebbero finito per disgregare. Alois Riegl poneva però le basi per oltre- passare il limite temporale quando avvertiva la necessità di superare il concetto di mo- numento storico come ricordo imperituro di un avvenimento rilevante per il suo crea- tore, per arrivare a quello di monumento di storia della cultura, rappresentazione di una determinata fase dello sviluppo cultu- rale, anteprima dell’idea di bene culturale6. I cinquant’anni fissati della legge ticinese del 1946 spostavano la linea di confine tra i potenziali oggetti da tutelare e gli altri agli inizi del XX secolo. Agli esor di della legge restava così esclusa la maggior parte del- l’edilizia che in quel tempo costituiva an-

7 Stabilimento Usego, Bironico

Sotto: Villaggio San Michele, Caslano

cora il volto delle cittadine ticinesi, l’archi- tettura eclettica e Liberty delle case d’ap- partamenti e dei villini dei nuovi quartieri di Chiasso, Mendrisio, Lugano, Bellinzona, Locarno. È pur vero che in un brevissimo volgere di anni sarebbero diventati poten- ziale oggetto di tutela sia quei manufatti grande capitolo, che non possiamo che de- come orpello. Allo stesso modo le opere sia i primi esempi dell’architettura moderna finire come quello dell’architettura mo- dei maestri del Moderno sono sempre di ticinese degli anni Venti e Trenta, ma la derna. La cultura architettonica del presente ispirazione per i progettisti attuali. legge del 19 46 restava ancorata all’idea del ha, infatti, le sue radici principalmente negli All’interno del grande capitolo della mo- monumento già presente nella normativa anni Venti del Novecento, periodo che se- dernità ticinese possiamo riconoscere alcuni del 1909 e il suo campo d’azione non sa- gna l’affermazione del Movimento mo- sottocapitoli: le opere pionieristiche degli rebbe mai stato spostato più avanti del derno, i cui princìpi, benché contestati nel anni Venti e Trenta, il regionalismo degli Neoclassicismo. Sessantotto, sono tuttora l’anima dell’ar- anni Quaranta, l’architettura degli anni Un passo avanti verso la moderna defi- chite ttura: il passaggio alla tecnica costrut- Cinquanta e Sessanta, infine gli anni Set- nizione del bene culturale era segnato dalla tiva del cemento armato, a nuovi materiali tanta, la decade in cui si sono affe rmati ar- Convenzione dell’Aja del 1954, sottoscritta e nuove tecnologie, il funzionalismo, con chitetti che si sono guadagnati una fama da molti Paesi dopo la constatazione dei una grande innovazione nella distribuzione internazionale tanto da conferire al Ticino gravi danni subiti dai monumenti europei interna dell’abitazione, un nuovo concetto l’immagine di una «periferia colta». durante la guerra. Fatto salvo l’interesse ar- spaziale che privilegia la continuità degli Il Magazzino al Punto Franco di Balerna tistico, storico e archeologico, all’Aja era spazi interni e quella degli interni con dell’ingegnere Robert Maillart del 1924, che posto l’accento sul bene come patrimonio l’esterno, un’estetica che considera l’edificio apre la rassegna in senso cronologico, va culturale popolare, ne conseguiva un am- tanto più bello quanto più rispondente al ancora ascritto a quelle opere industriali di pliamento delle tipologie tutelabili a oggetti suo scopo e pertanto rifiuta la decorazione poco precedenti alla Prima guerra mon- che possono essere letti come testimonianze importanti da un settore della popolazione molto più ampio dei soli specialisti addetti allo studio dei monumenti7. La legge tici- nese del 1997 ha fatto propria la teoria della percezione del patrimonio da parte dei cit- tadini e ha sostituito la dizione di monu- mento con quella di bene culturale, ivi de- finito «tutto ciò che riveste interesse per la collettività in quanto testimonianza dell’at- tività creativa dell’uomo in tutte le sue espressioni»8. Sono identificati nuovi beni da proteggere che esulano dall’ambito tra- dizionale delle tutele quale ci era presentato dall’«Elenco» di Francesco Chiesa. Sul ter- ritorio ticinese, architetture più prossime a noi per epoca di realizzazione, che hanno valore culturale per la popolazione, si tro- vano tra l’edilizia borghese dei secoli XVIII e XIX, l’architettura eclettica e Liberty dei primi del Novecento e, infine, nella mo- dernità. Se premettiamo che per ogni epoca è moderno ciò che è vicino nel tempo e nel pensiero, tutte le op ere mostrate in questa pubblicazione fanno parte di un unico

8 Lido, Locarno

Sotto: Casa Rocca Vispa, Ascona

cantonali molto più che al loro interno. La seconda strada è tutta ticinese. Giovanni Bernasconi nel 1928 dimostra che i giovani architetti non sono sordi al rinnovamento dell’architettura e costruisce a Balerna la Fabbrica delle pietre fini Frieden, moderno edificio costituito da due parallelepipedi con struttura puntiforme in cemento ar- mato, finestre che occupano l’intera luce dei pilastri e tetto piano. A questa fanno seguito in un breve volgere di anni nume- rose opere improntate alla nuova tendenza. A differenza delle abitazioni unifamiliari asconesi si tratta per lo più edifici pubblici: ospedali (a Bellinzona di Augusto Jäggli e Locarno di Eugenio e Agostino Cavadini), cliniche (Sant’Agnese a Muralto di Bruno Brunoni e San Rocco a Lugano dei Cava- dini), un Bagno spiaggia (a Locarno di Fer- dinando Bernasconi), lo Studio Radio a Cassarate, l’asilo di Molino nuovo (en- trambi di Bruno Bossi) e alcune case d’ap- partamenti luganesi (Domus Pax e Conti di Augusto Guidini jr, Rotonda di Hans Witmer e Silvia Witmer-Ferri, Poretti e Ro- landi di Giuseppe Franconi e Amadò di Orfeo Amadò), mentre nell’edilizia unifa- miliare la rottura con la tradizione si rivela più difficile. La pluralità degli interventi mostra però quando la nuova architettura avesse ormai fatto presa in Ticino alla metà degli anni Trenta. La produzione moderna diale, come la fabbrica delle turbine della deschi sono gli architetti delle nuove rea- ticinese presenta un crescendo di intensità A.E.G. di Behrens a Berlino e la fabbrica lizzazioni asconesi. Nel 1927 Eduard von fino alla Biblioteca cantonale di Lugano, Fagus AG di Gropius ad Alfeld, primi segni der Heydt incarica l’architetto di Düssel- costruita tra il 1939 e il 1941 su progetto di dell’architettura moderna che nasce uffi- dorf Emil Fahrenkamp di progettare per Rino e Carlo Tami, vincitori nel 1937 del cialmente dopo il conflitto. L’effettivo ap- lui l’Albergo Monte Verità di Ascona. Sem- concorso bandito dal Consiglio di Stato. prodo delle nuove istanze architettoniche pre nel 1927 l’architetto nativo di Brema Rino Tami nella stesura del progetto è sug- nella nostra regione avviene sullo scorcio Carl Weidemeyer, dopo essere stato im- gestionato dal lavoro di Otto Rudolf Sal- degli anni Venti per due strade distinte, ac- pressionato dalla nuova architettura al- visberg del quale è stato a llievo al Polite - comunate solo dall’anno di inizio delle due l’esposizione del Weissenhof di Stoccarda, cnico di Zurigo nel 1934 insieme, tra gli esperienze, il 1928. Dopo la fine della si trasferisce ad Ascona con l’incarico di altri, a Hans Witmer e Silvia Witmer-Ferri, Grande guerra ad Ascona si insedia gra- costruire il Teatro San Materno per la dan- Brunoni e Jäggli, tutti più o meno attenti dualmente una colonia di facoltosi e accul- zatrice Charlotte Bara. Negli anni a seguire al linguaggio del maestro bernese, che ispira turati borghesi tedeschi, cittadini del Reich Weidemeyer progetta diverse case unifami- ancora il Palazzo governativo di Bellinzona sconfitto. Dalla Germania portano con sé liari ad Ascona e accanto a lui lavorano altri di Bernasconi e Guidini (1950-1955). la nuova cultura architettonica tedesca che architetti che realizzano le opere del primo Gli architetti della colonia tedesca di aveva il suo centro nel Bauhaus, la scuola Moderno nella regione, segnatamente resi- Ascona esauriscono la loro attività proget- di architettura e arti applicate fondata da denze private, opere destinate a essere co- tuale già alla metà degli anni Trenta, al mu- Walter Gropius a Weimar nel 1919. E te- nosciute e apprezzate all’esterno dei confini tare de i gusti dei loro committenti. Weide-

9 Casa d’appartamenti Domus Pax, Lugano

meyer si dedica alla pittura, il suo collega Max Schmucklerski parte nel 1936 la- sciando ad Ascona solo la sua Bugatti, che finisce nel lago Maggiore. I giovani ticinesi proseguono invece con tenacia l’attività at- traverso le crisi economiche e i rigori degli anni di guerra e sono i protagonisti dei corsi e ricorsi che caratterizzano le successive stagioni dell’architettura locale dal regio- nalismo degli anni Quaranta in poi. Sospese le commesse pubbliche a causa della guerra, con l’eccezione di quelle legate al settore militare (Arsenale di Biasca 1940-1941), dell’energia (Centrale del Lucendro ad Ai- rolo 1943) ed ecclesiastiche (alcuni oratori quanto concerne l’uso dei materiali da co- Cassarina 1946-1949, Casa Solatia a Lugano di montagna in pietra a vista), prosegue la struzione caratteristici del Paese. L’archi- 1949-1951 e Stabilimento Usego a Bironico realizzazione di case unifamiliari, rinnovate tettura organica e l’opera di Wright sono 1950-1952), per poi adottare il mattone pa- nell’impianto e nelle tecniche costruttive, la principale ispirazione per Franco Ponti, ramano di Wright e delle più recenti opere ma rivestite di forme ru stiche, secondo il che nell’edilizia residenziale unifamiliare di Aalto, materiale individuato da Tami popolare modello del Grotto ticinese alla ricupera l’uso della pietra a vista e del legno. come proprio dell’area prealpina in quanto Landi di Zurigo del 1939 di Rino Tami, dal Con Milo Navone, Ponti valorizza e com- propaggine della pianura padana (Sede RSI quale avrà origine il tipo della «casa tici- pone i materiali in organismi articolati at- a Besso 1951-1962 con Camenzind e Jäggli, nese». Il linguaggio vernacolare, maneg- torno al nucleo familiare e sapientemente Case La Piccionaia e Il Cardo a Lugano giato garbatamente negli anni Quaranta da- collocati nella natura, con spazi aperti sul 1952-1956, Palazzo delle Dogane a Lugano gli architetti più abili, sfuggirà in seguito a paesaggio. A Wright e Aalto guarda Giam- 1958-1962). Alla stessa scelta arrivano an- qualsiasi controllo e nei decenni a seguire piero Mina (Cinema Teatro di Acquarossa, che Alberto Camenzind (Casa Partimco a avrà uno sviluppo sempre più scadente e 1955-1956, e più tardi Chiesa di San Giu- Lugano 1957-1958, Ginnasio di Bellinzona infestante. seppe ad Arbedo, 1967-1969). Rivolta mag- 1956-1958 con Bruno Brocchi, sede Alfa Negli anni Cinquanta, con la ripresa giormente all’esperienza neoplastica è Romeo ad Agno 1963, con Brocchi) e defi- economica e al rifiorire delle commesse, l’opera di Peppo Brivio. Nell’edilizia ur- nitivamente Peppo Brivio (Casa Cate a l’International Style caratterizza gli inter- bana e in quella industriale è protagonista Massagno 1957, Casa Corinna a Morbio venti che segnano la distruzione e ricostru- il tema della separazione tra struttura e tam- Superiore 1962-1963). zione della città storica, raramente con mi- ponamenti, rigorosamente in cemento ar- A tamponamenti in mattoni paramano sura e raffinatezza (Sede della SBT a mato la prima, in materiali «leggeri» i se- Rino Tami pensa anche per la Casa Torre Bellinzona di Jäggli 1959-1960), il più delle condi. Sono sperimentati abbinamenti più di Cassarate (1953-1958), ma motivi statici volte, come nel centro di Lugano, in modo tradizionali: cemento armato e muratura lo obbligano a utilizzare il cemento armato devastante e ordinario. Una nuova pagina intonacata (Casa Albairone a Massagno di a faccia vista, scelta che precorre la tendenza si rivela però notevole; agli architetti attivi Peppo Brivio, 1955-1956), cemento armato di punta nel decennio successivo quando già negli anni Trenta come Tami, Jäggli, e mattone paramano (Stazione della funivia le potenzialità plastiche ed espressive del Guidini, Bossi si aggiungono giovani come di Cardada a Orselina di Brivio con René beton sono esplorate a fondo nelle opere Alberto Camenzind (operativo già dai Pedrazzini, 1952). Particolarmente interes- di Aurelio Galfetti (Casa Rotalinti a Bel- primi anni Quaranta), Peppo Brivio, sante è il percorso di Rino Tami che spazia linzona 1960-1961), Flora Ruchat Roncati Franco Ponti, Tita Carloni, Giampiero sull’architettura moderna senza legarsi in (Scuola materna di Chiasso 1960-1964 con Mina che elaborano linguaggi in cui le le- via esclusiva a un’unica tendenza. Non Antonio Antorini e Francesco Pozzi), nei zioni dei grandi maestri dell’architettura alieno ad adoperare la pietra anche su ampia lavori in collaborazione tra Ruchat, Galfetti moderna, segnatamente Frank Lloyd scala (Deposito della Maggia SA ad Ave- e Ivo Trümpy (a Riva San Vitale 1962-1964, Wright e Alvar Aalto, Le Corbusier, Gerrit gno, 1953), in una prima fase utilizza per i Viganello 1970), ma anche nella produzione Rietveld, vengono fatte proprie e adattate tamponamenti di preferenza mattoni di si- di Dolf Schnebli (Ginnasio di Locarno alla particolarità della regione. La ricerca lico calcare diffusi nei Cantoni a nord delle 1961-1963), di Peppo Brivio (Casa Giuliana porta esiti molto favorevoli soprattutto per Alpi e il legno (Stabilimento La Fleur a a Cassarate 1962-1963), Alberto Finzi (Fer-

10 casa a Novazzano 1963), Luigi Snozzi e Li- Bianconi con le sue tre palazzine bellinzo- nica San Rocco di Lugano si sarebbero po- vio Vacchini (Casa patriziale di Carasso nesi (1971-1973) riprende il Moderno degli tute ancora salvare. Lo stesso discorso vale 1968-1970), Mario Campi e Franco Pessina anni Venti, altri giovani architetti come per opere egregie degli anni Cinquanta: la (Casa Filippini a Muzzano 1968-1970), Bruno Reichlin con Fabio Reinhart sem- stazione di Cardada di Brivio a Orselina, Giancarlo Durisch (Casa Durisch a Riva brano attuare una rilettura dell’architettura lo stabilimento Usego dei Tami a Bironico, San Vitale 1973-1974). Ed è ancora Rino storica, mentre i riflessi delle opere di nuovi la casa La Panoramica di Camenzind a Lu- Tami a svilupp are con coerenza l’applica- maestri come Louis Kahn e Carlo Scarpa gano, Casa Andina a Tegna di Tami (più zione del beton con le sue ultime opere sono leggibili nei primi lavori di Mario nota come Villa Fischer), come pure per (Chiesa di Cristo Risorto a Lugano 1971- Botta. Casa Solatia a Lugano dei fratelli Tami e 1976, Piscina coperta a Cassarate 1969- Estendere le tutele cantonali alle testi- per la casa di Botta a Viganello , il cui de- 1978). Tami mostra però la sua padronanza monianze della cultura locale qui presentate stino è oggi incerto. del cemento armato soprattutto grazie al- era un obiettivo da raggiungere assoluta- Certamente in futuro l’elenco qui pro- l’attività di consulente estetico per l’auto- mente. Dal confronto della scelta con i re- posto dovrà essere aggiornato. Inoltre non strada, svolta tra il 1963 e il 1983. Il suo gesti dell’architettura ticinese moderna bisognerà dimenticare l’architettura regio- ruolo gli permette di unire nel materiale i pubblicati nel corso degli anni, per prima nalista degli anni Quaranta, che sarà og- manufatti di tipo più tecnico che accom- l’opera di Peter Disch del 1983, dove sono getto di un altro specifico elenco. Si do- pagna no il tracciato della nuova infrastrut- state pazientemente catalogate le opere del vranno infine identificare e proteggere nelle tura, dai muri di controripa ai ponti, a quelli periodo che costituisce ora il nostro oggetto opere ticinesi degli anni Ottanta le tracce che, come i portali delle gallerie, assumono d’esame, si nota che parecchi edifici impor- dell’insegnamento di altri maestri, come la valenza di vere opere scultoree nel terri- tanti non compaiono nell’elenco10. Per co- per esempio Aldo Rossi. Sono questi gli torio. minciare spicca l’esiguità numerica degli impegni che attendono l’Ufficio dei beni L’esperienza del Moderno prosegue ne- oggetti del primo sottocapitolo, nel quale culturali in un tempo non lontano. gli anni Settanta con l’edilizia scolastica. Disch inserisce 28 opere. Alcune sono oggi L’introduzione della Scuola media porta irrimediabilmente compromesse, altre di- alla costruzione di diverse sedi in cui i pro- strutte già da parecchi anni come Casa Riccardo Bergossi gettisti coltivano le personali ricerche fa- Rocca Vispa ad Ascona, la più interessante Architetto cendo proprie le innovazioni didattiche9. delle residenze progettate da Weidemeyer, Ricercatore Archivio del Moderno, Mendrisio Nell’edilizia residenziale invece, se Roberto ma altre, come il Lido di Locarno e la Cli-

NOTE 1) Francesco Chiesa, Monumenti storici e opere d’arte culturali del Canton Ticino 1909-2009, 9) Si veda sull’edilizia scolastica ticinese il recente esistenti nel Cantone Ticino con 48 illustrazioni e Dipartimento del territorio, Ufficio beni culturali, volume: Franz Graf, Massimo Cattaneo, Paolo. l’elenco degli immobili dichiarati monumento nel [Bellinzona] 2009. Gallicciotti, a cura di, La costruzione delle scuole senso della legge, Grassi & Co. Editori, Lugano in Canton Ticino 1953-1984, Mendrisio Academy 4) Legge per la protezione dei monumenti storici ed 1928. L’elenco dei monumenti fa riferimento a Press, Mendrisio 2011. artistici, del 15 aprile 1946. decreti del 1911 e del 1927. 10) Peter Disch, a cura di, 50 anni di architettura in A bilancio della legge del 1909, dello stesso autore 5) «Le costruzioni di valore storico ed artistico (inclusi Ticino 1930-1980, Quaderno della «Rivista tecnica anche: Francesco Chiesa, Monumenti storici e gli accessori), che abbiano almeno cinqua nt’anni della Svizzera italiana», Grassico, Lugano 1983. artistici del Cantone Ticino restaurati dal 1910 al […], non possono essere distrutte o trasformate senza È la prima catalogazione sistematica 1945, Grassi, Bellinzona 1946. il consenso del Ministro della Pubblica Istruzione». dell’architettura moderna ticinese, costituita da Un nuovo elenco è apparso nel 1969, curato dalla In: Alois Riegl, Nuove correnti nella prassi della 238 schede dedicate a edifici realizzati tra il 1928 Commissione cantonale dei monumenti storici ed tutela dei monumenti, in id, Scritti sulla tutela e (fabbrica delle pietre fini a Balerna di Giovanni artistici: Elenco dei monumenti storici e artistici sul restauro, a cura di Giuseppe La Monica, Renzo Bernasconi) e il 1982 (casa unifamiliare a Origlio del cantone Ticino 1911-1968, Dipartimento delle Mazzone editore, Palermo 1982, p. 160. di Mario Botta). pubbliche costruzioni, Commissione cantonale dei 6) Ibidem, p. 156. Altro indispensabile strumento di lavoro è Peter monumenti storici ed artistici, Edizioni dello Stato, Disch, Claudio Negrini, Il Ticino e l’architettura Bellinzona 1969. 7) Protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato. moderna, in, Neues Bauen in der Schweiz. Führer Convenzione adotta ta all’Aja il 12 maggio 1954. 2) Legge sulla conservazione dei monumenti storici ed zur Architektur der 20er und 30er Jahre, vol. 2, artistici del Cantone, del 14 gennaio 1909. 8) Legge sulla protezione dei beni culturali, Schweizer Baudokumentation, Blauen 1993, del 13 maggio 1997. Art. 2. pp. 185-195. 3) Giulio Foletti, a cura di, L’inventario dei beni

11 La tutela: i criteri di scelta

importanza dell’architettura del alla scuola di Salvisberg presso il Politec- Moderno nel Cantone Ticino è nico di Zurigo, iniziano a progettare se- L’cosa nota non solamente agli ad- guendo, in maniera più o meno franca e detti ai lavori, ad architetti, a critici e a sto- decisa, i suggerimenti della nuova scuola rici, ma anche, seppure in misura minore, architettonica. all’opinione pubblica. L’affermazione del Moderno avviene nei Sono peraltro ben conosciuti, anche gra- due decenni che seguono la fine della zie a numerose ricerche e pubblicazioni, guerra, contrassegnati da un rapido svi- origini e sviluppo di questo indirizzo ar- luppo economico e demografico: grazie chitettonico sul territorio cantonale. Esso all’attività di architetti come Rino Tami, prende avvio ad Ascona e in altre località Alberto Camenzind, Augusto Jäggli, si af- del Locarnese nei due decenni che prece- fermano un nuovo modo di abitare, nuove dono la seconda guerra mondiale: su richie- tipologie di edilizia pubblica, nuovi mate- sta di una committenza esotica, facoltosa e riali e tecniche costruttive, una nuova cul- sensibile, operano molti architetti innova- tura territoriale e architettonica che gra- tori, per lo più legati alla scuola del Bau- dualmente si diffonde non solamente nelle haus. Questa brillante ma effimera stagione aree urbane, ma prende piede anche nelle architettonica non manca di suscitare di- più remote per iferie delle valli. È questo, scussioni e polemiche nel piccolo mondo senza alcun dubbio, un momento decisivo ticinese, diffidente di fronte alle forme nella storia culturale recente. All’interno dell’architettura d’avanguardia. In quelli degli insediamenti storici molto si trasforma stessi anni, peraltro, anche alcuni giovani e molto si demolisce, in nome di un pro- professionisti ticinesi, per lo più formati gresso inarrestabile; vengono ricavate ampie

Stazione Radio Monte Ceneri, Bironico-Rivera

12 Teatro San Materno, Ascona

Sotto: Cinema Corso, Lugano

trario la protezione del patrimonio archi- tettonico del Moderno obbedisce a logiche particolari. Questi manufatti, a differenza dei tradizionali e più riconoscibili «monu- menti d’arte e di storia», spesso sono ele- menti costitutivi di un tessuto urbano uniforme e diffuso, non necessariamente o essenzialmente simbolico o rappresenta- aree edificabili, senza preoccuparsi di ga- tuale o per oggettiva insufficienza tecnica, tivo, e in buona parte funzionale alle esi- rantire un uso razionale e intelligente del molte opere hanno una durata limitata? E genze dell’abitare contemporaneo: case territorio; prende corpo una nuova edilizia, soprattutto perché proteggere il Moderno, monofamiliari, palazzi amministrativi, pa- talvolta invasiva e poco accurata. In molte visto che i suoi elementi costitutivi rappre- lazzine popolari, edifici industriali, manu- regioni il tradizionale ordine paesaggistico, sentano anche la rottura con il passato e fatti stradali, scuole, ecc., ben mimetizzati ereditato dai secoli e sedimentato in villaggi con le tecniche tradizionali, suggeriscono nell’edilizia insignificante che costituisce il circondati da campagne coltivate, viene in la mutevolezza di fronte alle incessanti ri- quotidiano orizzonte contemporaneo, e larga parte cancellato. Il territorio gradual- chieste della società, la reinterpretazione proprio per questa loro natura e colloca- mente assume un’indelebile e omogenea piuttosto che la conservazione? zione, soggetti a continue modifiche e a impronta ur bana, spesso priva di qualità. Non si tratta a ben guardare, come per evoluzioni utilitarie. Quasi per reazione a queste dinamiche di- opere o edifici appartenenti alla tradizione, Il Moderno, per essere capito, apprez- sgregatrici, a partire dagli anni Settanta del di assegnare una qualifica che certifichi il zato e quindi protetto, richiede uno sforzo Novecento una generazione di architetti valore monumentale e artistico di questo o di comprensione che deve andare al di là più giovane si impone sulla scena, presen- quell’edificio perché ben riuscito o perché delle mere impressioni soggettive. Tutelare tandosi pubblicamente nel 1975, con l’espo- creazione di un maestro affermato. Al con- il Moderno vuol dire condividere e com- sizione di Zurigo intitolata «Tendenzen Neuere Architektur Im Tessin». Al di là delle differenze di approccio e delle visioni soggettive, in tutti i lavori presentati appare evidente la volontà di affermare la centralità del progetto architettonico come motore della trasformazione e di una più razionale e significativa organizzazione del territorio. In un cinquantennio, tra il 1930 e il 1980 circa, la geografia e la storia del territorio cantonale subiscono un profondo cambia- mento.

La necessità di proteggere e di conser- vare il Moderno va letta alla luce di queste premesse storiche: gli edifici e i manufatti testimoniano un processo significativo e singolare nell’evoluzione del territorio e nella cultura edilizia del Canton Ticino. Tuttavia procedere alla consacrazione del Moderno nel patrimonio culturale non è un’operazione scontata. Come orientarsi nel mare magnum della produzione archi- tettonica più o meno recente? Come costi- tuire e riconoscere questa memoria storica materiale? Con quali criteri scegliere, sa- pendo che molto spesso, per scelta proget-

13 prendere non solamente i suoi valori for- stazione di partenza della funivia di Car- edifici del Moderno meritevoli di una tutela mali, talvolta del tutto secondari, ma so- dada) risalgono alla seconda metà degli a livello locale ai sensi della Legge sulla prattutto la sua intrinseca forza e cultura anni Ottanta del Novecento. A partire dal protezione dei beni culturali del 13 maggio progettuale, il suo valore eversivo e talvolta 2000 l’Ufficio, d’accordo con la Commis- 1997 (LBC 1997), di vigilare e in qualche utopico, l’incisività territoriale conclamata, sione, mentre prendeva corpo l’Inventario caso di intervenire a difesa dell’integrità di perseguita e qualche volta concretizzata. dei beni culturali, iniziava ad approfondire questo o quel manufatto. Per valutare e per proteggere questo sin- in maniera sistematica le conoscenze su golare patrimonio, è pertanto necessario questo patrimonio, promuovendo specifi- I criteri di scelta che hanno portato a pro- elaborare gerarchie di valori evidenti, sta- che indagini preliminari e prendendo nel porre l’elenco di edifici e di manufatti da biliti per qua nto possibile sulla base di cri- contempo contatto con la sezione ticinese proteggere quali beni d’interesse cantonale teri chiari e condivisi. Tale aspetto va della Federazione Architetti Svizzeri sulla base della LBC 1997 si possono rias- sottolineato: per questi oggetti, più che per (FAS), che aveva proposto un primo elenco sumere nel modo seguente: molti altri, la tutela deve avvenire con una di edifici da tutelare. Nel 2006, rispon- – Ambito culturale. Sono stati considerati strategia possibilmente corale e concordata. dendo a un’interrogazione parlamentare si- gli edifici e i manufatti progettati da archi- È una constatazione scontata e certamente gnificativamente intitolata «Architettura tetti ticinesi, svizzeri e stranieri, che si rife- applicabile anche ad altre categorie di mo- moderna: quale valore?» che chiedeva un riscono al linguaggio dell’architettura del numenti, tuttavia è bene ricordarla perché riconoscimento e una tutela per le opere movimento moderno, rompendo con la la patrimonializzazione del Moderno esige più importanti, il Consiglio di Stato affer- produzione architettonica accademica e specialmente l’apprezzamento generale e mava che gli edifici e i manufatti del Mo- tradizionale. L’architettura premoderna comune dell’idea progettuale originaria, derno sono senza alcun dubbio meritevoli d’inizio secolo, l’architettura regionalista con tutte le sue fragilità e incertezze. Sola- di adeguata protezione perché testimo- che pure in Ticino ha prodot to notevoli ri- mente con questo approccio si può supe- nianze di un periodo fecondo della cultura sultati, il neoclassicismo novecentista d’im- rare l’intrinseca contraddizione di questa architettonica in Ticino. Nel contempo pronta italiana non rientrano nel novero concezione architettonica, dove la trasfor- l’autorità cantonale segnalava che l’Ufficio degli edifici considerati; mazione prevale sulla conservazione, l’at- e la Commissione avevano rassegnato un – Limiti cronologici. Sono stati presi in con- tualizzazione funzionale e tecnica sulla primo rapporto con allegato un elenco di siderazione manufatti ed edifici costruiti salvaguardia. edifici da proteggere sul piano cantonale, tra il 1920 e il 1980. Non si è entrati nel me- È con questi intendimenti che da tempo che costituiva un’iniziale e ancora provvi- rito negli edifici costruiti dopo questa data, l’Ufficio e la Commissione dei beni cultu- soria piattaforma programmatica su cui non solamente perché un giudizio ogget- rali sono attenti alla necessità di conserva- fondare la politica di protezione in questo tivo su questi manufatti sarebbe forse pre- zione degli edifici appartenenti al settore. Tale documento è il fondamento su maturo, ma an che perché concettualmente movimento Moderno. Le prime pratiche cui da allora si è operato, da una parte ap- appartenenti a un altro momento storico; per la protezione del Punto Franco di Ba- profondendo le conoscenze su singoli edi- – Rappresentatività. Tenendo conto del lerna, della Biblioteca cantonale di Lugano, fici, dall’altra valutando anche l’impatto ventaglio culturale indicato, gli edifici scelti del Teatro San Materno di Ascona (gli ul- pianificatorio ed economico che queste tu- sono quelli maggiormente indicativi all’in- timi due protetti nel 1996), del Deposito tele comportano. Non si è mancato inoltre terno delle diverse tendenze formali succe- Usego di Bironico (che purtroppo non ha di proporre ai Comuni, nell’ambito delle dutesi nel tempo (Ascona, architettura potuto essere conservato, come anche della procedure pianificatorie, numerosi altri organica e razionalista delle origini, gruppo

14 Casa Graf, Vezia

A sinistra: Scuola Media, Morbio Inferiore

Casa popolare d’appartamenti, Lugano

riutilizzo dei singoli manufatti ed edifici. In altre parole è bene valutare preventiva- mente e specificare con accuratezza e pon- derazione l’estensione e la portata della protezione, perché sia sempre permessa un’utilizzazione adeguata e continua del- l’edificio. Infine, come ben dimostrano i recenti in- terventi sul Teatro San Materno di Ascona e sulla Biblioteca cantonale di Lugano, con- dotti sotto la sorveglianza dell’Ufficio beni culturali, i criteri di restaur o del Moderno non si discostano da quelli dei monumenti di altre epoche. Tuttavia è indubbio che il restauro di questi edifici presenta peculia- rità specifiche e pone quesiti particolari: cambiano le tecniche costruttive, i materiali e di conseguenza le forme di degrado (si pensi ad esempio al calcestruzzo armato). Nell’elaborazione delle proposte di prote- zione non si è mancato di prendere in con- siderazione anche questi aspetti. del Politecnico di Zurigo, Nuove Tendenze scibili. Quelli scelti, anche se in molti casi Giulio Foletti ecc.), delle differenti tipologie (abitazioni hanno subito modifiche, mantengono la Caposervizio Inventario plurifamiliari, unifamiliari, edilizia scola- loro integrità ideale e formale. dell’Ufficio beni culturali stica, ecc.) e delle molteplici particolarità costruttive (materiali); Per quel che concerne gli effetti della tutela, – Emblematicità. Sono stati scelti gli edifici occorre sottolineare che in sostanza il vin- maggiormente significativi per intrinseci si- colo su questo genere di architettura esplica gnificati progettuali (coerenza di linguag- i medesimi effetti che può avere su qualsiasi gio, incisività territoriale) e per valore altro edificio protetto. Tuttavia, vista la architettonico (articolazione e concezione loro funzione e la collocazione all’interno spaziale, originalità creativa); del tessuto costruito, si devono ovviamente – Stato di conservazione. Molti edifici sono tenere in debito conto i vincoli pianificatori stati malamente ristrutturati o ampiamente esistenti, le possibilità di sfruttamento degli modificati, al punto da non essere ricono- edifici e dei fondi annessi, le possibilità di

15 Indice per tipologia costruttiva

Case d’appartamenti Lugano Casa d’appartamenti Poretti Lugano Casa d’appartamenti Amadò Lugano Casa d’appartamenti Domus Pax Lugano Casa d’appartamenti La Rotonda Massagno Casa d’appartamenti Albairone Lugano-Castagnola Casa Torre Lugano-Castagnola Casa d’appartamenti Giuliana Novazzano Casa d’appartamenti Fercasa Lugano Casa popolare d’appartamenti Bellinzona Casa patriziale Bellinzona Case d’appartamenti Terenzio Bellinz ona Casa d’appartamenti

Case unifamiliari Lugano-Barbengo Casa e studio Sciaredo Ascona Casa Chiara-Oppenheimer Rovio Casa Balmelli Ascona Casa Grelling-Tuja Bellinzona Casa Rotalinti Breggia-Morbio Superiore Casa Corinna Carona Casa Citron Vezia Casa Graf Brione sopra Minusio Casa Bucerius Ascona Casa Koerfer Muzzano Casa e atelier Filippini Riva San Vitale Casa Bianchi Riva San Vitale Casa e atelier Durisch Torricella-Ta verne Casa Tonini Locarno Casa Bianchetti Stabio Casa Rotonda

Edifici scolastici Bellinzona Scuola Media (ex Ginnasio) Chiasso Scuola materna Locarno Scuola Media (ex Ginnasio) Lugano-Viganello Scuola materna Riva San Vitale Centro scolastico Melano Centro scolastico Balerna Scuola materna Stabio Centro scolastico Losone Scuola media Morbio Inferiore Scuola media Locarno Scuola elementare

16 Chiesa parrocchiale di San Giuseppe, Nota al catalogo Arbedo-Castione Il catalogo riporta il Comune-Sezione l’indirizzo il numero di mappale il numero della scheda del Sis tema informativo dei beni culturali del cantone Ticino (SIBC) la denominazione dell’edificio/manufatto la data di costruzione (quando possibile è indicato il periodo dell’effettiva edificazione, in altri casi la data comprende anche la fase di progettazione) il nome dell’autore

Edifici per il terziario Bellinzona Palazzo del Governo Bellinzona Società Bancaria Ticinese Lugano Palazzo delle Dogane e Casa Boni Lugano Edificio bancario BSI Lugano Palazzo Macconi

Edifici industriali Balerna Magazzini al Punto Franco Monteceneri-Rivera, Monteceneri-Bironico Antenna e stazione Radio Monte Ceneri Avegno Gordevio-Avegno Deposito delle Officine idroelettriche della Maggia Personico Centrale elettric a Biaschina

Strutture alberghiere Ascona Albergo Monte Verità Lugano Edificio OCST con albergo

Edifici di culto Cappella della Clinica Sant’Anna Arbedo-Castione Chiesa parrocchiale di San Giuseppe Lugano Chiesa parrocchiale di Cristo Risorto

Strutture viarie Biasca Ponte sul Brenno Torricella-Taverne, Ponte Capriasca Viadotto Airolo Viadotto di Fieud Airolo-Chiasso Autostrada A2 (manufatti significativi)

Edif ici per la cultura e il tempo libero Ascona Teatro San Materno Lugano Biblioteca Cantonale Acquarossa-Corzoneso Cinema-Teatro Lugano Palazzi Il Cardo, La Piccionaia e Cinema Corso Lugano Studio Radio della Svizzera Italiana Bellinzona Bagno pubblico

17 Case d’appartamenti

All’inizio del Novecento anche in Ticino nei modo di applicarsi in questa particol are ti- borghi e nelle cittadine di maggiore impor- pologia edilizia, elaborando progetti che an- tanza furono costruite case d’appartamenti cora oggi sorprendo per le loro qualità spa- per la media e alta borghesia. Con il rapido ziali e funzionali. sviluppo economico e sociale della seconda metà del XX secolo si impose la necessità di edificare abitazioni sociali a basso costo: la cultura architettonica del Moderno ebbe

Lugano È uno dei primi edifici residenziali del Via Lambertenghi 6 Moderno nel Canton Ticino. La composi- Mapp. 1704 zione volumetrica è indubbiamente di SIBC 770 ispirazione costruttivista, anche se non Casa d’appartamenti Poretti mancano richiami alle contemporanee 1932-1933 esperienze razionaliste italiane. I prospetti sono sobri e dalle linee pulite, mentre l’in- Giuseppe Franconi terno è improntato a un gusto ancora déco, rispettando le richieste di una com- mittenza borghese benestante.

Lugano Il linguaggio dei prospetti e del tetto Via Curti, 19-19a dell’edificio sono di stampo razionalista Mapp. 485 d’altro canto, come in taluni altri edifici SIBC 771 modernisti di questo periodo, le piante Casa d’appartamenti Amadò sono di tipologia classica e gli interni se- 1933 guono il tradizionale modello decorativo novecentesco, secondo l’elegante gusto Orfeo Amadò dominante della borghesia luganese.

Lugano L’influenza del Razionalismo italiano Salita Bossoli 7 (Giuseppe Terragni) trova in questa casa Mapp. 1705 la sua più evidente espressione: particolar- SIBC 772 mente indicative sono talune soluzioni, Casa d’appartamenti Domus Pax quali la parte terminale del tetto e l’arro- 1934 tondamento del prospetto laterale. Di no- tevole finezza anche la differenziazione Augusto Guidini jr delle facciate: piena e monume ntale quella verso la stazione, più libera e aerea quella verso il lago.

18 L’impatto urbanistico di questo edifi- Lugano cio è notevole: gli architetti sfruttarono Via R. Manzoni 8 abilmente e densamente il sedime a dispo- Mapp. 918 sizione, creando uno dei primi edifici SIBC 773 multifunzionali di Lugano (negozi e spazi Casa d’appartamenti La Rotonda pubblici a PT; appartamenti e uffici nei 1936-1937 piani superiori). La distribuzione degli spazi interni è estremamente razionale e i Hans Witmer, Silvia Witmer-Ferri prospetti esterni ne riflettono l’imposta- zione. Quest’architettura segue i crite ri dell’insegnamento di Otto Rudolf Salvisberg al politecnico di Zurigo.

L’imponente palazzina rappresenta Massagno materialmente ciò che doveva essere il Via Ceresio 5-9 mestiere dell’architetto innovativo negli Mapp. 620 anni ’50 del Novecento: le regole compo- SIBC 784 sitive condotte con rigorosa acutezza e Casa d’appartamenti Albairone pervicacia, la scomposizione geometrica 1955-1956 dei tre corpi che compongono il blocco e il raffinato studio dei colori delle tinte g- Peppo Brivio giature producono un effetto plastico di notevole ricercatezza.

L’edificio – la prima casa a torre co- Lugano-Castagnola struita nel Ticino – è forse il simbolo più Via Delle Scuole 1 appariscente di un momento di felice Mapp. 1290 clima economico e sociale, che influì non SIBC 775 poco sul tessuto urbano del Cantone. Casa Torre È un elemento di notevole impatto urba- 1956-1958 nistico e paesaggistico. Di grande effetto sono anche l’articolazione a lame delle Rino Tami, Peppo Brivio, facciate e la tipologia delle piante degli ap- Walter Georg Krüsi partamenti orientati verso il fronte lacu- stre.

La ricerca espressiva di Brivio è tesa al Lugano-Castagnola massimo rigore compositivo e alla volontà Via del Tiglio 3 di rendere leggibile il processo proget- Mapp. 41 tuale. Questa casa d’appartamenti segna il SIBC 6425 raggiungimento della sua maturità: i mo- Casa d’appartamenti Giuliana duli geometrici, con assoluta coerenza 1962-1963 compositiva, determinano i rapporti spa- ziali tra le varie componenti volumetri- Peppo Brivio che, l’impostazione statica, le relazioni tra il disegno dei prospetti esterni e l’articola- zione funzionale degli spazi interni.

19 Novazzano L’imponente costruzione, isolata sul Via Torraccia 9 pendio della collina, caratterizza, con la Mapp. 513 sua monumentale presenza, il paesaggio SIBC 788 collinare del basso Mendrisiotto. Oltre Casa d’appartamenti Fercasa alla posizione privilegiata l’edificio è no- 1965-1966 tevole per le sue caratteristiche architetto- niche, quali la pianta libera nella Alberto Finzi, Paolo Zürcher definizione degli spazi interni, la traspa- renza del PT e la plasticità nel trattamento dei prospetti, che si ispira direttamente, pur senza ricopiare, alla lezione di Le Corbusier.

Lugano Nonostante le difficoltà del sito (ter- Via Torricelli 2-6 reno residuo accanto a costruzioni di Mapp. 2081 Tami di poco anteriori) Schnebli dà una SIBC 777 brillante risposta urbanistica e architetto- Casa popolare d’appartamenti nica: l’edificio pone un limite ben chiaro 1966-1967 al comparto in origine destinato all’edili- zia popolare, seguendo armoniosamente Dolf Schnebli, Isidor Ryser l’andamento del terreno, e sfoggia una no- tevole libertà creativa e ricchezza formale nel disegno dei prospetti, ispirandosi alla cultura nordamericana.

Bellinzona Questo edificio plurifamiliare, un sem- Via Galbisio 23 plice parallelepipedo sostenuto da pilastri, Mapp. 3334 spicca per le sue qualità urbanistiche (col- SIBC 786 locazione significativa rispetto a scuola, Casa patriziale chiesa, cimitero, strada) e architettoniche, 1967-1970 quali la trasparenza e la flessibilità della pianta. Gli appartamenti sono interna- Luigi Snozzi, Livio Vacchini mente suddiv isi da pareti smontabili, che consentono di modificare la ripartizione delle stanze rispettando il modulo com- positivo.

Bellinzona Per la ricchezza formale dei prospetti Via Vallone 17-25 esterni definiti secondo un principio mo- Mapp. 396, 4708, 4709, 4710 dulare e l’organizzazione funzionale dei SIBC 789, 10375 suoi spazi interni, questo edificio – come Case d’appartamenti Terenzio lo stabile gemello che sorge nelle imme- 1971-1972 diate adiacenze – è senza alcun dubbio una delle case d’apparta menti più interes- Roberto Bianconi, Walter Ruprecht santi del movimento Moderno. Assai ori- ginale, in particolare, l’impostazione della circolazione interna degli appartamenti che crea uno spazio di grande qualità.

20 L’impostazione planimetrica razionale Bellinzona e la chiara composizione volumetrica Via San Gottardo 64 dell’edificio ne fanno una costruzione Mapp. 533 unica, nel suo genere, sul territorio del SIBC 787 Cantone. I riferimenti ai principi di Le Casa d’appartamenti Corbusier (finestre a banda, pianta libera, 1971-1972 PT trasparente ecc.) sono immediati ed evidenti. Altrettanto evidente, special- Roberto Bianconi, Walter Ruprecht mente nell’assemblaggio dei volumi ag- giunti (terrazze e corpo scale), è il richiamo al costruttivismo russo.

Case unifamiliari

Le grandi ville immerse in lussureggianti tazione di queste abitazioni che molti archi- parchi caratterizzavano il paesaggio urbano tetti trovarono lavoro, affinando e sperimen- e periurbano del Ticino ottocentesco e d’ini- tando, spesso con esiti assai felici, il loro zio Novecento: con l’arrivo del benessere linguaggio. economico, anche la media borghesia ebbe la disponibilità economica e la volontà di realizzare case unifamiliari, emblema del successo raggiunto. Fu proprio nella proget-

La casa fu progettata dalla proprietaria Lugano-Barbengo stessa, la scultrice svizzero-tedesca che Via alla Chiesa 3 soggiornò a Barbengo dal 1930, e co- Mapp. 707 struita in collaborazione con il marito. SIBC 8632 Sorge isolata su un terreno pianeggiante Casa e studio Sciaredo posto al di sopra della chiesa parrocchiale. 1932 Costituita da volumi semplici e spazi fun- zionali, per l’equilibr io e la simmetria che Georgette Tentori-Klein la contraddistinguono richiama espe- rienze neoclassiche, che si mischiano con la sobrietà modernista in un bell’equili- brio compositivo.

La villa è uno dei pochissimi edifici in Ascona buono stato di conservazione progettati Via Collinetta 73 in Ticino da Weidemeyer. Inserita armo- Mapp. 1550, 2942 niosamente nel terreno, essa rispetta i SIBC 279 principi del Razionalismo: volumi sem- Casa Chiara-Oppenheimer plici assemblati, tetti piani e angoli arro- 1935 tondati. Distribuita su un unico livello e suddivisa in tre volumi, che r ispecchiano Carl Weidemeyer la destinazione degli spazi interni, pre- senta una pianta ancora influenzata dal- l’architettura tradizionale.

21 Rovio La casa si adagia scalarmente sul ter- Via San Vigilio reno roccioso e in pendenza, relazionan- Mapp. 362 dosi abilmente con la vicina chiesa SIBC 790 romanica di San Vigilio. In questo edificio Casa Balmelli l’architetto traduce con felice e personale 1956-1957 ispirazione la lezione dell’architettura or- ganica (integrazione nel sito; adegua- Tita Carloni, Luigi Camenisch mento al terreno su più livelli; profilo dei tetti frastagliato; materiali costruttivi na- turali) pur prestando grande attenzione alle esperienze razionaliste (pianta com- patta e lineare; spazi modulari).

Ascona La villa, una delle due uniche opere co- Sentiero Roccolo 11 struite in Ticino dall'architetto Neutra, è Mapp. 1050 inserita in uno splendido parco. È orga- SIBC 281 nizzata su due livelli: camere degli ospiti e Casa Grelling-Tuja servizi nello zoccolo; soggiorno e camere 1960-1961 padronali al primo piano. L’accento è posto sulla volontà di relazionare gli in- Richard J. Neutra terni con il paesaggio aperto dell’alto lago Maggiore e sulla fluida disposizione degli spazi caratterizzati da raffinati dettagli ar- chitettonici.

Bellinzona La casa costituisce uno degli esempi Via Sasso Corbaro 5 più espressivi di rielaborazione del lin- Mapp. 1805 guaggio di Le Corbusier. Essa rappresenta SIBC 791 un punto di svolta nel panorama dell’ar- Casa Rotalinti chitettura ticinese dei primi anni ’60 per 1960-1961 gli aspetti formali (pianta libera; spazi a doppia altezza; facciate senza un ordine Aurelio Galfetti prestabilito; pilotis), per i mate riali (calce- struzzo grezzo a vista) e per la posizione (in forte contrasto con il paesaggio, ai margini di un terreno dirupato).

Breggia-Morbio Superiore Il rigore geometrico dei volumi e degli Via Lecch spazi interni e il controllo meticoloso Mapp. 314 delle gerarchie tra strutture portanti e SIBC 792 tamponamenti sono i tratti più evidenti Casa Corinna del linguaggio di Brivio. Seguendo questi 1962-1963 princìpi è stato realizzato questo edificio, accogliente e intimo e allo stesso tempo Peppo Brivio aperto sul paesaggio del Mendrisiotto. L’ispirazione wrightiana è ben riconosci- bile negli incastri dei volumi, nella sottoli- neatura delle linee orizzontali e nell’uso dei materiali locali.

22 È l'unico edificio costruito in Ticino da Carona uno dei più importanti gruppi di architetti Via Canavaa 6 attivi in Svizzera dopo la seconda guerra Mapp. 893 mondiale. La piccola casa in cemento e SIBC 10499 legno ai margini del nucleo costituita da Casa Citron un volume unico, con lo zoccolo semin- 1963-1964 terrato non abitabile e la scala esterna e indipendente richiama le costruzioni ru- Atelier 5 rali ticine si. Gli spazi interni sono caratte- rizzati dalla trasparenza e dalla luminosità generati dalle grandi vetrate.

L’edificio si ispira a concezioni proget- Vezia tuali proprie dell’architettura organica di Via alla Ressiga 1 Frank Lloyd Wright con influenze nordi- Mapp. 179 che. Sul grande spazio centrale del sog- SIBC 793 giorno si aprono lo studio e la cucina; nel Casa Graf sottotetto sono ubicate le camere, illumi- 1963-1966 nate dalla grande vetrata triangolare che caratterizza il prospetto principale. Franco Ponti L’ar redo in legno, che contrasta con il pa- ramento in pietra grezza, è parte inte- grante del progetto.

Per la sua alta qualità architettonica la Brione sopra Minusio casa è tra gli edifici più significativi co- Via Val Resa struiti in Europa dal noto architetto ame- Mapp. 530 ricano. Attraverso forme semplici SIBC 10428 (planimetria essenziale e allungata) e solu- Casa Bucerius zioni tecniche e compositive ricercate (pi- 1965-1966 scina interna collegata all’esterno) egli sublima la relazione tra architettura e na- Richard J. Neutra tura tipica della scuola wrightiana. La col- locazione in un panorama di grande qualità accentua l’esclusività dell’edificio.

Realizzata da uno dei più conosciuti Ascona insegnanti del Bauhaus e in seguito asso- Via Ludwig 26 ciato di Walter Gropius in America, la Mapp. 1254 casa, in cemento armato, pietra naturale e SIBC 280 legno, è organizzata su tre piani, se- Casa Koerfer guendo una magistrale composizione pla- 1964-1967 nimetrica. La stretta relazione con la natura e con il giardino circostanti (p orte Marcel Breuer, Herbert Beckhard vetrate; aperture) contribuisce ad addol- cire la severa matrice razionalista della co- struzione.

23 Muzzano Costruito per il pittore Felice Filippini, Via al Teglio 7 l’edificio sorge su un terreno stretto che Mapp. 659 ha determinato un minimalismo spartano SIBC 575 e una composizione semplice e lineare. Casa e atelier Filippini L’interno è caratterizzato da uno spazio 1968-1970 unitario suddiviso in differenti livelli che definiscono gli ambienti e che privilegiano Mario Campi, Franco Pessina, Niki Piazzoli l’atelier. La ricercata interazione con il luogo si riflette anche nel disegno delle facciate (vetrate aperte verso il paesaggio a valle e verso la viva roccia a monte).

Riva San Vitale La casa è il manifesto e il simbolo del Via Formeggie 6 pensiero architettonico sviluppatosi nel Mapp. 716 anni ’70. La relazione dialogante tra edifi- SIBC 794 cio e territorio è risolta magistralmente Casa Bianchi (isolamento sul pendio; passerella di col- 1972-1973 legamento; affaccio sul lago). Altrettanto arditi sono l’utilizzo spregiudicato della Mario Botta tecnica contemporanea (ampie vetr ate; calcestruzzo a vista; mattoni di cemento) e le relazioni tra gli spazi interni, curatis- simi per scelte cromatiche e tagli di luce.

Riva San Vitale Per il progettista la geometria, che Via dell’Inglese 3A trova espressione creativa in talune amate Mapp. 2219 forme d’arte moderna, da Klee a Moore, è SIBC 795 il principio generatore e l’elemento riordi- Casa e atelier Durisch natore dello spazio architettonico, non 1972-1973 solamente proprio alla costruzione, ma anche nei confronti del luogo in cui sorge. Giancarlo Durisch L’edificio ben rap presenta questa conce- zione: è un’architettura rigorosa e funzio- nale con spazi misurati e geometrici, in voluto contrasto con le organiche impre- cisioni del vicino nucleo.

Torricella-Taverne In questa casa, la cui icnografia verte Via Sottochiesa 5 sul grande spazio centrale a doppia al- Mapp. 828 tezza del soggiorno, è voluto il riferi- SIBC 5077 mento all’architettura rinascimentale Casa Tonini palladiana (proporzioni matematiche, 1972-1974 simmetrie, pianta a croce greca iscritta in un quadrato, colonne, timpano, arco). Bruno Reichlin, Fabio Reinhart L’edificio costituisce un caso singolare nella storia dell’architettura contempora- nea in Ticino: in esso convivono la so- brietà formale del Moderno con una raffinata dimensione metafisica del- l’espressione progettuale.

24 Il progetto è particolarmente significa- Locarno tivo per il suo approccio al territorio, in Via Zoppi 10 forte pendenza, e al sito aperto sull’agglo- Mapp. 3902 merato locarnese. La casa, posta ortogo- SIBC 10486 nalmente alle curve di livello, riprende in Casa Bianchetti maniera originale e personale gli stilemi 1975-1977 lecorbusiani. È organizzata attorno a un percorso articolato che, partendo da ll’en- Luigi Snozzi trata veicolare, conduce e si snoda tra i vari livelli dello spazio abitativo, sco- prendo e inquadrando il paesaggio lacu- stre.

L’edificio, in mattoni di cemento fac- Stabio ciavista, può essere considerato uno dei Via Pietane 12 più noti del Cantone. Tale fama deriva di- Mapp. 1837 rettamente dalla sua forma, il cilindro a SIBC 10488 base circolare – volume geometrico per- Casa Rotonda fetto – che si pone in evidente contrappo- 1981-1982 sizione con l’edilizia abitativa circostante. Il contrasto è oltremodo evidenziato dal- Mario Botta l’ intimità dell’atmosfera interna e dall’af- faccio unidirezionale.

Edifici scolastici

A partire dagli anni ’50 del Novecento, le L’incarico per condurre a buon fine questa riforme pedagogiche nel sistema scolastico campagna costruttiva fu affidato a molti gio- ticinese e la rapida crescita demografica im- vani architetti che, seppur con linguaggi for- posero l’urgente costruzione di molti nuovi mali differenti, concepirono una serie di edifici scolastici. La progettazione dovette complessi scolastici di notevole incisività tenere in debito conto le nuove concezioni territoriale, con percorsi e spazi generosi, educative, più libere e comunitarie e di con- spesso flessibili e modulari, attenti al be- seguenza le nuove esigenze funzionali. nessere degli utenti.

L’edificio inaugura una nuova stagione Bellinzona nell’edilizia scolastica, poiché rinuncia ai Via Lavizzari 3 consueti spazi definiti e costringenti. Mapp. 4012 L’architettura organica di ispirazione nor- SIBC 249 dica (Alvar Aalto), temperata dall’utilizzo Scuola Media (ex Ginnasio) di tipologie e materiali locali, ben ri- 1956-1958 sponde alle nuove concezioni pedagogi- che. L’utilizzo di materiali caldi (cotto, Alberto Camenzind, Bruno Brocchi legno), l’accurata progettazione delle aperture, che garantiscono un ottimale apporto di luce naturale (lucernari), e dei percorsi ne sono la logica conseguenza.

25 Chiasso L’edificio è caratterizzato dalla volontà Via Simen 7 di determinare, in un contesto fortemente Mapp. 733 edificato, il sito e la struttura urbanistica. SIBC 10430 L’asilo si allinea alla strada, con un’archi- Scuola materna tettura modulare articolata (alternanza di 1962-1964 pieni e vuoti), costruita in mattoni e in ce- mento armato. All’interno gli spazi delle Flora Ruchat, Antonio Antorini, singole unità pedagogiche sono intimi e Francesco Pozzi luminosi, a doppia altezza, aperti sui giar- dini.

Locarno Frutto di un’approfondita riflessione Via Varesi 30 sul significato dell’atto formativo, la Mapp. 3873 scuola si articola attorno a un cortile cen- SIBC 10432 trale ed è tuttavia permeabile alla struttura Scuola Media (ex Ginnasio) urbana circostante di cui diventa uno 1963-1964 degli elementi costitutivi e caratterizzanti. Tutte le aule sono i lluminate e ventilate Dolf Schnebli, Ernst Engeler, dall’alto: è una soluzione architettonica Isidor Ryser, Bernhard Meier che deriva direttamente dalla conoscenza della realtà dell’area mediterranea e di quella turca in particolare.

Lugano-Viganello Sita a sud degli insediamenti scolastici Via Bottogno 1 di Viganello, la scuola mantiene un am- Mapp. 94 biente intimo, protetto, orientato, perfet- SIBC 10434 tamente adeguato ai bisogni dei piccoli Scuola materna utenti. I percorsi che conducono in un 1969-1970 ampio cortile di distribuzione e lo scam- bio tra interno ed esterno – suggerito dai Aurelio Galfetti, Flora Ruchat, portici modulari con volte a botte aperti Ivo Trümpy sul giardino e dalle grandi vetrate – sono ispirati direttamente alle concezioni lecor- busiane («la promenade architecturale»).

Riva San Vitale Il complesso comprende oltre alla pale- Via Monsignor Sesti 1 stra e agli articolati spazi esterni destinati Mapp. 1892 al gioco e all’attività all’aria aperta, due ti- SIBC 10487 pologie di scuola, materna ed elementare. Centro scolastico Le generose dimensioni dei volumi e le 1963-1964, 1967-1968, 1972-1973 studiate percorrenze disegnano un intero compa rto, espressamente dedicato all’edi- Aurelio Galfetti, Flora Ruchat, lizia scolastica, che dialoga con l’adiacente Ivo Trümpy nucleo. Le singole unità didattiche sono definite da strutture in calcestruzzo ar- mato, con tamponature in muratura tradi- zionale.

26 Il centro scolastico si compone di tre Melano volumi distinti, collegati da ballatoi e log- Via delle Scuole 15 giati aperti: la scuola materna, la scuola Mapp. 698 elementare e la palestra, costruiti se- SIBC 13362 guendo moduli omogenei costituiti da Centro scolastico strutture in cemento armato a vista, ve- 1972-1973 trate e lateralmente tamponati da griglie prefabbricate in cemento. Le aule sono Marco Krähenbühl, Tino Bomio servite da un originale sistema distribu- tivo. Si crea così un complesso arioso e generoso, aperto e funzionale, gerarchica- mente ben strutturato.

La semplicità della pianta, la compat- Balerna tezza del volume e la doppia percorrenza Via Carlo Silva 1 esterno-interno sono i tratti peculiari Mapp. 1493 dell’edificio, posto in un terreno in pen- SIBC 796 denza ai margini del solco vallivo della Scuola materna Breggia. Le aule delle tre sezioni, organiz- 1971-1974 zate attorno a patii, sono sul medesimo piano; la mensa, le aule speciali e il gia r- Ivano Gianola dino, cui si accede dall’esterno attraverso una lunga rampa, sono al piano inferiore. L’edificio offre spazi d’alta qualità, lumi- nosi, funzionali e intimi.

Grazie all’accogliente piazza centrale Stabio alberata e ai giardini, il complesso scola- Via Pozzetto 3 stico coniuga le esigenze didattiche alla Mapp. 916 volontà di aprire gli spazi alla libera frui- SIBC 6781 zione da parte degli abitanti del Comune. Centro scolastico I differenti volumi (aule scolastiche, pale- 1972-1974 stra, piscina, aule speciali, uffici), svilup- pati su due piani, seguono uno schema Tita Carloni ortogonale. L’illuminazione naturale è as- sicurata da shed orientati a nord, che con- traddistinguono, con i portici aperti, il carattere formale del complesso.

Il complesso è formato da due stabili Losone distinti: la palestra e le aule scolastiche or- Via Primore 13 ganizzate attorno a un grande spazio cen- Mapp. 2687 trale contornato da portici. La struttura SIBC 798 portante, ben leggibile nelle facciate, è co- Scuola media stituita da profilati metallici rossi; le so- 1973-1975 lette sono in lamiera grecata. Questo sistema costrutt ivo modulare permette Livio Vacchini, Aurelio Galfetti una grande flessibilità e adattabilità degli spazi interni. È un’audace e contempora- nea reinterpretazione, unica sul nostro territorio, dell’antico linguaggio classico.

27 Morbio Inferiore L’edificio principale è perfettamente al- Via Franscini 30 lineato al limite del bosco e alla zona edi- Mapp. 662 ficata. Completano il complesso la SIBC 426 palestra, che si articola con il corpo prin- Scuola media cipale attraverso un anfiteatro, e la casa 1972-1977 del custode. Si tratta di un’architettura modulare e monumentale, in calcestruzzo Mario Botta Leca a vista. All’interno prevalgono ele- menti prefabbricati in cemento (casset- toni; mattoni) in contrasto con qualsiasi modello tradizionale.

Locarno Il complesso è formato dai blocchi Via delle Scuole 10 contenenti le aule con struttura portante Mapp. 5061 in metallo a vista e tamponamenti in mat- SIBC 10485 toni cementizi, che si differenziano dalla Scuola elementare palestra realizzata in calcestruzzo armato 1972, 1974-75, 1979 prefabbricato. Di particolare pregio è l’ar- ticolazione planimetrica degli spazi Livio Vacchini esterni e della rete dei percorsi, che sul modello di una piccola città collega le aule e apre scorci inediti sui patii, ritmati dal- l’evidenziazione voluta e studiata delle strutture portanti.

Edifici per il terziario

L’ente pubblico cercò di favorire la qualità connotare la propria immagine positiva e degli edifici dell’amministrazione, promuo- aperta al futuro con edifici rappresentativi e vendo concorsi che spesso ebbero buon di qualità. esito. Anche in ambito privato il settore ter- ziario, che nella seconda metà del Nove- cento ebbe uno sviluppo notevole, cercò di

Bellinzona Lo stabile si articola in tre blocchi, di Piazza Governo 7 cui uno si innesta nella vecchia sede go- Mapp. 962 vernativa delle Orsoline, mentre gli altri SIBC 13363 definiscono l’impianto urbano. Palazzo del Governo I prospetti principali sono caratterizzati 1951-1955 da un rigoroso impianto modulare, costi- tuito da conglomerati cementizi che in- Ferdinando Bernasconi jr, corniciano le finestre; per contro sui lati Augusto Guidini jr vi è un severo rivestimento in marmo di Castione. Il modulo permette una grande flessibilità anche negli spazi interni colle- gati da una scala monumentale abbellita da dipinti murali.

28 La banca sorge nella più importante e Bellinzona monumentale piazza di Bellinzona. Piazza Collegiata 3 La facciata si differenzia formalmente dal- Mapp. 1280 l’adiacente tessuto storico, in cui si ineri- SIBC 799 sce perfettamente grazie al modulo Società Bancaria Ticinese regolare dei sottili profili metallici e al ri- 1960 vestimento vetrato in cui si specchiano gli edifici limitrofi. È l’espressione di una Augusto Jäggli scelta di rottura, voluta e perseguita per rispondere ai canoni della modernità, sot- tolineata dal sobrio linguaggio.

L’edificio residenziale, a pianta trape- Lugano zoidale per permettere l’allineamento su Via Pioda 10-12 via Industria, è caratterizzato da ampie le- Mapp. 372, 375 sene in cotto, che lasciano appena intrav- SIBC 11967 vedere l’ossatura in cemento armato, che Palazzo delle Dogane e Casa Boni invece appare con forza, accompagnata da 1960-1962 lunghe finestre a nastro, nell’adiacente- pa lazzo amministrativo. Grazie al ricercato Rino Tami, Francesco van Kuyk disegno dei prospetti, all’utilizzo sapiente dei materiali e alla posizione arretrata, il complesso si inserisce armoniosamente nel tessuto urbano.

L’accostamento tra il barocco apparato Lugano del Palazzo Riva e il nuovo edificio di Via Magatti 2 supporto alle attività bancarie è affrontato Mapp. 275 con franchezza e libertà intellettuale. SIBC 6574 Il raffinato rivestimento in granito rosso, Edificio bancario BSI l’evidenziazione della struttura metallica 1965-1970 che supporta i serramenti e le condotte di ventilazione chiariscono immedia tamente Giancarlo Durisch che l’architettura moderna, seppure inse- rita in un tessuto storico stratificato, si esprime con un proprio linguaggio.

Costretto in una parcella aperta su una Lugano delle arterie più frequentate della città, il Via Pretorio 13 palazzo possiede una facciata di notevole Mapp. 336 impatto monumentale e urbanistico, dise- SIBC 5090 gnata da strutture portanti in acciaio con Palazzo Macconi tamponamenti in pietra naturale e vetri, 1973-1975, 2000 bicromi nell’ampliamento più recente. Gli uffici e i servizi sono serviti da un cor- Livio Vacchini, Alberto Tibiletti ridoio centrale di distribuzione. L’evidente modulo di costruzione deter- mina con razionalità e rigore la forma, la struttura e la simmetria dell'edificio.

29 Edifici industriali

L’industria nel cantone Ticino ebbe uno svi- ricordare il ruolo avuto dagli ingegneri che luppo modesto ed episodico, rafforzandosi seppero conciliare esigenze economiche, ne- solamente dopo la metà del Novecento. cessità funzionali e tecnologie avanzate. Anche in questo settore l’architettura del Moderno trovò modo di esprimersi, appli- cando in maniera creativa tecniche (in par- ticolare il cemento armato) e linguaggi innovativi. In questo settore occorre anche

Balerna Maillart fu una figura fondamentale Via Magazzini Generali 14 per la storia dell’ingegneria svizzera: spe- Mapp. 898 rimentò nuove forme costruttive sfrut- SIBC 395 tando la duttilità del calcestruzzo. Magazzini al Punto Franco Il deposito ha due corpi distinti: il primo, 1924 disposto su quattro livelli, ha una strut- tura modulare, sorretta da pilastri a Robert Maillart, Ettore Brenni fungo, con tampona ture esterne in cotto; il secondo è una tettoia sorretta da una serie di tralicci modellati in calcestruzzo armato. La tecnica ingegneristica si fa espressione architettonica di grande va- lore.

Monteceneri-Rivera, Monteceneri-Bironico Nel 1930 la Confederazione decise di Mapp. 1424, 1360 mettere in servizio un’emittente radiofo- SIBC 9803, 9804 nica nazionale in ciascuna delle tre regioni Antenna e stazione Radio Monte Ceneri linguistiche (Beromünster, Sottens, Monte 1932-1933 Ceneri). L’impianto ticinese era formato dalla stazione di trasmissione (un sem- Robert Dick, Hermann Stoll (?) plice edificio caratterizzato da ampie aperture sul prospetto principale) e da due torri che sostenevano l’antenna. La torre superstite, di indubbia qualità in- gegneristica e di alto impatto paesaggi- stico, è costituita da un’esile struttura reticolare in metallo.

Avegno Gordevio-Avegno In questo edificio si coniugano il raffi- Strada cantonale nato linguaggio razionalista con richiami Mapp. 851 all’architettura rurale ticinese. Il magaz- SIBC 10484 zino (cui si aggiungono l’abitazione del Deposito delle Officine idroelettriche custode e i laboratori) è coperto da un della Maggia tetto a falde sfalsate ed è illuminato da 1953-1955 uno shed e da finestre a nastro. Il rivesti- mento dello zoccolo è in pietra locale Rino Tami grezza (all’interno soletta in cemento ar- mato con pilastri a fungo), al di sopra in pannelli di alluminio (carpenteria lignea), ciò che crea un evidente e voluto contra- sto.

30 Il complesso è formato dalla sala co- Personico mandi e dalla centrale. Quest’ultima è una Mapp. 878 sintesi perfetta tra le necessità tecnico- SIBC 800 strutturali e le moderne soluzioni archi- Centrale elettrica Biaschina tettoniche. Le turbine sono protette da 1962 un’ardita volta parabolica sorretta da pila- stri in calcestruzzo, chiusa frontalmente Augusto Jäggli, Giovanni Lombardi, da un’ampia vetrata. I materiali utilizzati Giuseppe Gellera (cemento, ferro e vetro) esprimono la fi- ducia nelle nuove tecniche costruttive, che hanno permesso di edificare un volume originale, dialogante con l’ambiente al- pino circostante.

Strutture alberghiere

L’industria del turismo nel Ticino, avviatasi Lugano-Agno (1938) accrebbe il fabbisogno nella seconda metà dell’Ottocento, si con- di strutture ricettive anche per il turismo solidò nella prima metà del Novecento: ad professionale e congressuale. attirare furono la natura incontaminata e i panorami alpini e lacustri. La crescita eco- nomica delle città, in particolare di Lugano, e gli spostamenti resisi più celeri grazie alla ferrovia e alla costruzione dell’aeroporto di

Costruito per volontà del barone Von Ascona der Heydt, l’albergo è l’elemento caratte- Via Collina 84 rizzante del complesso del Monte Verità Mapp. 1772 ed è uno dei primi esempi di architettura SIBC 282 moderna in Ticino. Poggiato su uno zoc- Albergo Monte Verità colo in pietra, si qualifica per le sue forme 1927-1929 semplici e razionali, la geometria delle aperture e l’eleganza dei prospetti, carat- Emil Fahrenkamp terizzati da leggeri elementi in ferro e vetro. L’architetto ha esaltato con armo- nia le concezioni razionaliste della scuola tedesca del Bauhaus.

Per le sue caratteristiche volumetriche, Lugano l’edificio ha un grande impatto sul tessuto Via Serafino Balestra 19 urbano circistante. A PT vi è un risto- Mapp. 496, 497 rante, nei primi quattro piani degli uffici e SIBC 779 negli ultimi due un albergo. I volumi sono Edificio OCST con albergo assai a rticolati, rispecchiando i contenuti e 1969-1971 le funzioni dei singoli settori: il PT è in arretrato, mentre il corpo scale e l’albergo Tita Carloni sono in aggetto. I serramenti, in metallo, sono a filo sottolineando la compattezza dei volumi.

31 Edifici di culto

La costante crescita demografica indusse al- dare espressione e piena forza simbolica alle cune comunità cattoliche del Cantone a co- novità liturgiche introdotte dal Concilio Va- struire nuovi edifici di culto, più capienti ticano (1962-1965). degli antichi oratori e chiese parrocchiali. L’architettura del Moderno, libera da tradi- zioni tipologiche secolari, ben si prestò per

Sorengo La cappella, separata dal corpo della Via Sant’Anna 1 clinica, si distingue all’esterno per il suo Mapp. 630 volume articolato e per la particolarità SIBC 806.1 delle aperture (lucernari e finestre a Cappella della Clinica Sant’Anna banda). L’interno ha una navata a pianta 1967 trapezoidale, con il coro rialzato, su cui si apre la cappella battesimale. La soffusa il- Rino Tami luminazione naturale, concentr ata sul pre- sbiterio e sul battistero, amplificata dal biancore del tinteggio e degli arredi mar- morei, costituisce uno degli aspetti pecu- liari di questo spazio sacro.

Arbedo-Castione La chiesa è una composizione volume- Via Mulino Rosso trica di tre triangoli isosceli, costituiti da Mapp. 1095 elementi strutturali in cemento armato ri- SIBC 7679 vestiti esternamente da lastrine, che carat- Chiesa parrocchiale di San Giuseppe terizzano le estese falde dei tetti; il 1967-1969 campanile riprende le medesime forme. Gli arredi sacri in pietra locale, le grandi Giampiero Mina vetrate artistiche, il legno largamente uti- lizzato conferiscono un’atmosfera intima allo spazio interno. L’influenza dell’archi- tettura organica di Alvar Aalto, tradotta in un linguaggio personale, è evidente.

Lugano Il complesso ecclesiastico comprende Via Giacomo Brentani 1 la chiesa, l’abitazione del parroco, le ca- Mapp. 688 mere mortuarie e le sale riunioni. SIBC 863 L’edificio in cemento armato ha un im- Chiesa parrocchiale di Cristo Risorto pianto planimetrico fondato sulle geome- 1974-1975 trie del triangolo equilatero e dell’esagono. Il passaggio tra l’esterno e lo Rino Tami spazio sacro è mediato da percorsi che av- volgono l’aula, illuminata mediante aper- ture con lastre in alabastro. Gli elementi marmorei dell’arredo liturgico e le opere d’arte sono parte integrante della compo- sizione architettonica.

32 Strutture viarie

Sempre più sollecitata alla crescita del traf- tetto Rino Tami permise di realizzar e un’o - fico motorizzato, anche la rete viaria canto- pera di assoluta coerenza e valore, dove le nale e nazionale subì, specialmente nella tecniche costruttive e le concezioni architet- seconda metà del Novecento, un notevole toniche proprie del Moderno trovarono piena rinnovamento. L’intervento che incise mag- e brillante espressione. giormente e modificò il territorio del Ticino fu la nuova dorsale autostradale: in questo caso la collaborazione tra ingegneri e l’archi-

Fu costruito per assicurare il traffico Biasca stradale tra Biasca e Pollegio nei pressi Pasquerio dello storico ponte in pietra ottocentesco. Mapp. 3107, 5516 La soletta carreggiabile, sospesa a un ele- SIBC 801 gante doppio arco, poggia su solide fon- Ponte sul Brenno damenta trasversali. Questo sistema 1938 costruttivo in calcestruzzo armato garan- tisce la continuità del profilo stradale e Walter Georg Krüsi permette di resistere alle violente piene del Brenno. Ancora oggi il manufatto sor- prende per la sua leggerezza ed eleganza.

Il manufatto in cemento armato, co- Torricella-Taverne, Ponte Capriasca struito per sostituire un ponte stradale di- Taverne strutto dall’alluvione dell’agosto del 1951, Mapp. 234, 791, 594 è caratterizzato da un sottile arco allun- SIBC 20494 gato che tocca al centro la soletta carreg- Viadotto giabile, sostenuta da una lunga serie di 1952 cavalletti. L’elegante e slanciato manu- fatto, indubbia mente debitore della le- Walter Georg Krüsi zione dell’ing. Robert Maillart, caratterizza il paesaggio fluviale della media valle del Vedeggio.

La realizzazione della strada nazionale Airolo del Passo del San Gottardo, costruita in Fieud attesa dell’apertura della galleria autostra- Mapp. 3848 dale, pose problemi ingegneristici di non SIBC 10483 poco conto a causa del pericolo di valan- Viadotto di Fieud ghe, dell’instabilità del terreno e dei note- 1967 voli dislivelli da superare. Queste costrizioni determinarono la forma assai Giovanni Lombardi parti colare del viadotto – uno dei primi in calcestruzzo armato precompresso – che si impone nel brullo paesaggio per l’aerea leggerezza.

33 Airolo-Chiasso La costruzione dell’autostrada ha in- Mapp. vari ciso profondamente e in maniera duratura SIBC vari sul territorio e sul paesaggio del cantone Autostrada A2 (manufatti significativi) Ticino. Il dialogo tra tecnica e architettura 1963-1983 trova in questo manufatto la sua massima espressione: la consapevolezza culturale Rino Tami di committenti e progettisti, la volontà perseguita con acribia di ma ntenere omo- genei materiali ed elementi costruttivi lungo tutto il tracciato e la ricerca formale portarono alla creazione di un’opera pio- nieristica di valore assoluto.

Edifici per la cultura e il tempo libero

La pluralità dei linguaggi del Moderno trovò simbolico e celebrativo; spesso fu curata la particolare espressione negli edifici destinati relazione tra territorio, spazio pubblico e ma- all’attività culturale (sale cinematografiche, nufatto. studi radiofonici e televisivi, biblioteche). In alcuni di essi si volle evidenziare l’aspetto

Ascona Il teatro è nato come sede della scuola Via San Materno 3 di danza di Charlotte Bara ed è il primo Mapp. 991 teatro da camera moderno della Svizzera. SIBC 278 L'edificio è caratterizzato da una pianta Teatro San Materno simile a quella di una chiesa, con navata 1927-1928 (sala teatrale) e abside semicircolare (en- trata principale). Al primo piano trovano Carl Weidemeyer posto l'atrio, la platea e il palco, mentre al piano superiore due appartamenti. Ogni aspetto della costruzione, comprese le policromie e il mobilio, è parte di un concetto progettuale unitario (Gesamtkunstwerk).

Lugano La biblioteca si compone di due corpi Viale Cattaneo 6 disposti ortogonalmente: il primo, con la Mapp. 383 facciata in vetrocemento, è destinato ai SIBC 781 magazzini, il secondo ospita i locali am- Biblioteca Cantonale ministrativi e per la ricerca. Nell’edificio 1939-1941 la razionalità funzionale, secondo i canoni della scuola politecnica di Salvisberg, si Rino Tami, Carlo Tami sposa con soluzioni forma li di deriva- zione nordica e italiana (scala interna di collegamento; loggia; opere d’arte figura- tive). È la costruzione più rappresentativa del primo Moderno in Ticino.

34 L’impostazione progettuale dell’edifi- Acquarossa-Corzoneso cio è frutto della ricerca di un equilibrio Corzoneso Piano tra espressione architettonica e territorio. Mapp. 433 Posto ortogonalmente rispetto al pendio, SIBC 802 è costituito da due ampie falde di tetto, Cinema-Teatro poggiate sul terreno e su speroni di muro 1956 a secco. L’interno, caratterizzato da rive- stimenti lignei, è illuminato da ampie ve- Giampiero Mina trate. L'ispirazione dell’architettura organica di Alvar Aalto è ben riconosci- bile sia nell’impostazione planimetrica sia in taluni dettagli esecutivi.

I prospetti dell’edificio sono ritmati e Lugano decorati dalla struttura in calcestruzzo a Via Pioda 4-6 vista; d’altro canto l’utilizzo dei mattoni Mapp. 351, 2273, 2659 in cotto per i tamponamenti è un chiaro SIBC 782 riferimento all'architettura lombarda, te- Palazzi Il Cardo, La Piccionaia e stimoniata nell’adiacente stabile quattro- Cinema Corso centesco. La sala cinematografica a pianta 1956 trapezoidale è il risultato di uno studio spaziale e acustico approfondito. Rino Tami, Carlo Tami Le forme dei rivestimenti interni e i forti contrasti cromatici (in bianco e nero) si ri- feriscono simbolicamente alla sua fun- zione.

Lo stabile, che riveste una grande im- Lugano portanza nella cultura della Svizzera Via G. Canevascini Italiana, fu progettato seguendo un mo- Mapp. 2178 dulo esagonale. È un’impostazione che ri- SIBC 783 sponde in modo magistrale alle differenti Studio Radio della Svizzera Italiana esigenze tecniche e funzionali (sale di re- 1957-1962 gistrazione e di trasmissione, auditorium, archivi, caffetteria ecc.). Il risultato è un Alberto Camenzind, Augusto Jäggli, insieme di volumi articolati, che crea fe- Rino Tami conde relazioni spaziali tra interno e esterno, dove si manifesta con evidenza l’influenza dell’architettura organica wri- ghtiana.

Il progetto architettonico modella e Bellinzona modifica incisivamente il territorio pia- Via Mirasole 20 neggiante di un settore marginale della Mapp. 156 città. L’opera crea un collegamento tra SIBC 804 l’argine del Ticino e il nucleo, permette di Bagno pubblico razionalizzare l’accesso alla struttura e nel 1968-1970 contempo evidenzia le varie funzioni degli spazi ( ristorante, piscine, spogliatoi), Aurelio Galfetti, Flora Ruchat, anche grazie alla differenziazione dei li- Ivo Trümpy velli di percorrenza. Alla linearità del pro- getto corrisponde la povertà dei materiali (calcestruzzo, metallo, legno).

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Amadò Orfeo 1908-1979 Antorini Antonio 1936 Atelier 5 fondato nel 1955 Beckhard Herbert 1926-2003 Bernasconi Ferdinando 1897-1975 Bianconi Roberto 1939 Bomio Tino 1940-1999 Botta Mario 1943 Brenni Ettore 1884-1955 Breuer Marcel 1902-1981 Brivio Peppo 1923 Architetti Brocchi Bruno 1927 Camenisch Luigi 1919-2011 e ingegneri Camenzind Alberto 1914-2004 Campi Mario 1936-2011 Carloni Tita 1931 Dick Robert Durisch Giancarlo 1935 Engeler Ernst 1940 Fahrenkamp Emil 1885-1966 Finzi Alberto 1931 Franconi Giuseppe 1901-1969 Galfetti Aurelio 1936 Gellera Giuseppe 1925-1976 Gianola Ivano 1944 Guidini Augusto 1895-1970 Jäggli Augusto 1911-1999 Krähenbühl Marco 1941 Krüsi Walter Georg 1890-1969 Lombardi Giovanni 1926 Maillart Robert 1872-1940 Meier Bernhard 1933 Mina Giampiero 1923-2002 Neutra Richard J. 1892-1970 Pessina Franco 1933 Piazzoli Niki 1934-2010 Ponti Franco 1921-1984 Pozzi Francesco 1935 Reichlin Bruno 1941 Reinhart Fabio 1942 Ruchat-Roncati Flora 1937 Ruprecht Walter 1922-2008 Ryser Isidor 1930 Schnebli Dolf 1928-2009 Snozzi Luigi 1932 Stoll Hermann 1882-1932 Tami Carlo 1898-1993 Tami Rino 1908-1994 Tentori-Klein Georgette 1893-1963 Tibiletti Alberto 1933 Trümpy Ivo 1937 Vacchini Livio 1933-2007 Van Kuyk Francesco 1923-2009 Weidermeyer Carl 1882-1976 Witmer Hans 1907-1986 Witmer-Ferri Silvia 1907-1993 Zürcher Paolo 1935

36 Bibliografia ragionata

Questa bibliografia raccoglie una scelta di opere e articoli che trattano il Moderno con uno sguardo generale: salvo rare eccezioni non sono riportate le monografie dedicate ai singoli architetti e ingegneri.

– «Architettura organica ticinese 1960-1975», numero tematico di ARCHI, n. 2, 2001 – «Restaurare il Moderno», numero tematico di ARCHI, n. 2, 2000 – AAVV, Guida d’arte della Svizzera italiana, Bellinzona 2007 – Allenspach Christoph, L’architettura in Svizzera: costruire nei secoli XIX e XX, Zurigo 1999 – Boga Thomas (a cura di), Architetti ticinesi. Edifici e progetti 1960-1985, Zürich 1986 – Burckhardt Lucius; Burckhardt Annemarie; Peverelli Diego, Moderne Architektur in der Schweiz seit 1900. 5. Alpen: Tessin, Wallis, Graubünden, Winterthur 1969 – Carloni Tita, «L’architettura moderna nel Cantone Ticino negli anni ’20 e ’30», Rivista Tecnica, n. 10, 1988, pp. 27-31 – Caruso Alberto, La resistenza critica del moderno. A proposito dell’architettura della Svizzera italiana 1998-2007, Mendrisio 2008 – Daguerre Mercedes, Guida all’architettura del Novecento Svizzera, Milano 1995 – Disch Peter, 50 anni di architettura in Ticino 1930-1980, Bellinzona-Lugano 1983 – Disch Peter, Architettura recente nel Ticino 1980-1995. Con un riassunto degli anni 1930- 1980, Lugano 1996 – Frampton Kenneth; Bergossi Riccardo, Rino Tami: opera completa, Mendrisio 2008 – Franchini Ado, Canton Ticino. Architetture recenti, Milano 1990 – Fumagalli Paolo, «L’architettura degli anni ’50 nel Ticino: gli anni di ‘fondazione’», I nostri monumenti storici, n. 3, 1992, pp. 414-425 – Fumagalli Paolo, «L’architettura degli anni Settanta nel Ticino», Arte+Architettura in Svizzera, n. 1, 1995, pp. 28-35 – Fumagalli Paolo, «Architettura e case torri negli anni Cinquanta in Ticino, ARCHI, n. 1, 2008, pp. 16-23 – Girsberger Hans; Adler Florian (a cura di), Architekturführer Schweiz, Zürich 1969 – Graf Franz; Cattaneo Massimo; Galliciotti Paolo (a cura di). La costruzione delle scuole in Canton Ticino, 1953-1984, Mendrisio 2011 – Guida dell’architettura svizzera 1920-1995. Vol. 3: Svizzera occidentale, Vallese, Ticino, (redazione Christa Zeller), Zurigo 1996 – Il 900 e il 900 da noi, Lugano 1936 – Itinerari di architettura moderna in Ticino, Ente ticinese per il turismo, Bellinzona, 1990 – Keller Eduard (a cura di), Ascona Bau-Buch, Zürich 1934 – Martinoli Simona, «Arte e architettura tra mistificazione e autonomia estetica », in Martinoli Simona; Galizia Anna Lisa, Un’arte per tutti? Interventi artistici nell’architettura pubblica in Ticino 1930-2000, catalogo mostra, Bellinzona 2010 – Martinoli Simona, L’architettura nel Ticino del primo Novecento: tradizione e modernità, Bellinzona 2008 – Masiero Roberto (a cura di), Architettura in Ticino, Milano 1999 – Navone Nicola, «Fonti, paradigmi, modelli: brevi note sull’architettura degli anni Cinquanta in Ticino», Archivio Storico Ticinese, n. 136, 2004, pp. 257-280 – Steinmann Martin; Boga Thomas, Tendenzen. Neuere Architektur im Tessin, catalogo mostra, Zürich 1975 – Tedeschi Letizia (a cura di), Archivi e architetture: presenze nel Cantone Ticino, Mendrisio- Bellinzona 1998 – Werner Frank; Schneider Sabine, La nuova architettura ticinese, Milano 1990

37 Fonti delle illustrazioni

Fonti e fotografi in ordine alfabetico (i numeri corrispondono alla pagina, le cifre romane fra parentesi alla posizione): Archivio Atelier 5, Berna 23 (I) (Balthasar Burkhard) / Archivio Azienda Elettrica Ticinese, Bellinzona 31 (I) / Archivio del Moderno, Mendrisio – Fondo Aurelio Galfetti cop. (VI), 22 (III), 35 (IV) (Pino Brioschi) / Archivio del Moderno, Mendrisio – Fondo Augusto Guidini jr 10 / Archivio del Moderno, Mendrisio – Fondo Rino Tami cop. (III), 8 (sopra), 13 (sotto), 19 (III) (Enrico Cano), 29 (II), 30 (IV), 32 (II), 34 (I), 35 (II) / Archivio Giampiero e Michela Mina, Lugano 16-17, 32 (III) / Archivio Giovanni Lom- bardi, Minusio cop. (II), 33 (IV) / Archivio Ivano Gianola, Mendrisio 27 (II) / Arc hivio Magazzini Generali con Punto Franco SA, Chiasso 30 (II) / Archivio Marco Krähenbühl, Lugano 27 (I) / Archivio Mario Botta, Mendrisio 14 (Alo Zanetta), 25 (II) (Alberto Flammer), 28 (I) (Lorenzo Bianda) / Archivio Peppo Brivio, Origlio 19 (II) / Archivio Roberto Bianconi, Zurigo 20 (IV), 21 (I) / Archivio Studio Vacchini, Locarno 29 (IV) / Archivio Tita Carloni, Rovio 22 (I) (Natale Bernasconi), 27 (III) (Paolo Pedroli) / Archivio Tobias Ammann, Verscio 15 (sotto) e 20 (II) (Klaus Kinold) / Atelier CG, Lugano 18 (IV) / Beretta Stefania, Ver- scio 13 (sopra), 34 (III) / Center Vision, Basilea 23 (III) / Disch Peter, Luigi Snozzi: l’opera completa. Vol. 1: 1958-1983, Lugano 2003-2005, p.124 25 (I) / Fondazione Archivi Architetti Ticinesi, Bellin- zona – Fondo Camenzind 5, 25 (IV) / Fondazione Archivi Architetti Ticinesi, Bellinzona – Fondo Jäggli 29 (I) / Fondazione Archivi Architetti Ticinesi, Bellinzona – Fondo Ponti 8 (sotto), 15 (sopra), 23 (II) / Image Archive ETH Bibliothek, Zurigo 4 / Martinoli Simona, Pianezzo 22 (IV) / Masiero Roberto (a cura di), Architettura in Ticino, Milano 1999, p.165 e 117 cop. (I-V) / Maurer Bruno; Tedeschi Letizia (a cura di), Carl Weidemeyer 1882-1976: artista e architetto tra Worpswede e Ascona, Mendrisio-Milano 2001, p.247 cop. (IV) / Milan Stefano, Zannone Milan Graziella (a cura di), Architetture ticinesi nel mondo: capisaldi e protagonisti 1970-2003, Mendrisio [2003], p.9 24 (III) / Museo Comunale d’Arte Moderna, Ascona – Fondo Weidemeyer 9 (sotto) (Inv. FCW 16-8-2608), 21 (IV) (Inv. FCW 14-1-2261) / Museo della Radio, Rivera 12 / Rivista tecnica, n.10, 1988, p.39 9 (sopra) / Soldini Stefano, Novazzano 20 (I) / Ufficio beni culturali, Bellinzona 6-7 (Filippo Simonetti), 7 (Roberto Buzzini), 18 (II-III), 19 (I-IV), 20 (III), 21 (III), 22 (II), 24 (I-II-IV), 26 (I-II-III-IV), 27 (IV), 28 (II-IV), 29 (III), 30 (III), 31 (III-IV), 32 (IV), 33 (II-III), 34 (IV) (Filippo Simonetti), 35 (I-III) / Von Vegesack Alexander, Remmele Mathias (a cura di), Marcel Breuer: design and archite cture, Weil am Rhein 2003, p.252 23 (IV).

Ringraziamenti

Si ringraziano i proprietari di edifici, gli studi di architettura e di ingegneria che hanno gentilmente fornito informazioni e messo a disposizione le immagini. Abbiamo inoltre potuto contare sulla disponibilità dell’Archivio del Moderno di Mendrisio, del Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona e della Fondazione architetti ticinesi. Si ringraziano in particolare i membri della Commissio ne cantonale dei beni culturali e l’architetto Angela Riverso Ortelli.

38 La tutela del Moderno nel Cantone Ticino

Redazione Giulio Foletti, Katja Bigger, Miriam Filipponi

Concetto grafico e impaginazione Stefano Soldini, Novazzano

Stampa Tipografia Torriani, Bellinzona

Tiratura 1˙000 copie

© Dipartimento del territorio 2012