Maurizio Boriani, Annamaria Boniardi, Susanna Bortolotto, Piero Favino 65

IL PAESAGGIO ANTROPICO COME PALINSESTO: IL CASO DELL’AGER TICINENSIS E DELLA TICINUM.

Maurizio Boriani, Annamaria Boniardi, Susanna Bortolotto, Piero Favino

1. La metodologia della ricerca sità applicando i principi del metodo archeologico della scavo stratigrafico, pur trattandosi in questo L’archeologia del paesaggio caso di uno scavo ipotetico e non distruttivo. Gli strati così definiti però non sono mai indi- Il modificarsi del concetto di monumento, di pendenti gli uni dagli altri, ma spesso quelli più documento e di paesaggio ha avuto importanti rica- antichi penetrano nei più recenti cosicché il pae- dute anche all’interno della disciplina del restauro saggio attuale contiene in sé frammenti di assetti che ha spostato il suo obiettivo dalla ricostruzione territoriali a volte anche molto antichi. di una originaria, quanto arbitraria, forma dell’edi- La considerazione di questi assetti diventa allo- ficio o del territorio alla conservazione di ciò che ci ra di fondamentale importanza in campo proget- perviene con tutta la sua complessità e tutte le sue tuale dal momento che il nuovo andrà sempre ad stratificazioni storiche non più considerate come insistere anche su questi frammenti del passato. semplici interferenze col progetto iniziale, ma L’archeologia del paesaggio non si ferma, però, diventate esse stesse documenti della storia. allo studio delle singole stratificazioni pone Questa importanza del dato materiale avvicina l’accento anche sui rapporti intercorrenti fra i vari il lavoro dell’architetto restauratore ad alcune strati così da affiancare l’ottica sincronica a quella discipline da più tempo orientate a indagini di diacronica, l’evento alla sua durata con l’obiettivo questo tipo quali l’antropologia, la geografia stori- di capire i meccanismi di trasformazione del terri- ca, l’archeologia. Soprattutto con quest’ultima torio nel tempo storico. Da qui discende che carat- sembrano essersi create contaminazioni interes- teristica fondamentale di questo metodo diventa santi ricche di ricadute pratiche per la conoscenza la ricerca sul campo secondo una logica induttiva: della complessità dell’oggetto su cui deve interve- procedendo cioè dal particolare (la raccolta del nire il progetto di conservazione. dati) al generale (conoscenza ottenuta con la com- Nel campo specifico dello studio del territorio si parazione dei dati). La ricerca sul campo è, però, è sviluppata la cosiddetta “…archeologia del pae- preceduta da un accurato lavoro preparatorio di saggio inteso come metodo di analisi delle struttu- ricerca in archivi e biblioteche per la raccolta e re territoriali basato su uno studio attento degli l’interpretazione dei numerosi indizi che ci pro- oggetti che costituiscono un dato paesaggio e delle vengono da fonti scritte, toponomastiche, carto- relazioni intercorrenti fra essi”1. grafiche, iconografiche e fotografiche (in particola- L’espressione archeologia del paesaggio ha la re foto aeree e satellitari). sua motivazione d’essere nel metodo di lavoro che In questo modo l’archeologia del paesaggio si la contraddistingue, che si fonda sull’analisi e configura come ricerca a fonti integrate combinan- sull’interpretazione dei resti materiali lasciati do insieme quelle documentarie ed oggettuali. dall’uomo sul territorio e che si caratterizza come I risultati ottenuti da questo lavoro saranno poi studio di reperti intesi come fonti storiche. necessariamente da interpretare, considerando Sono considerati reperti tutti gli oggetti pre- l’evidenza tanto delle presenze quanto delle assen- senti sul territorio che ne costituiscono la struttu- ze riscontrate, per passare dalle forma alle funzio- ra e che sono ricchi di informazioni storiche, sia ni e da queste al sistema sociale che le ha accolte o considerati in se stessi sia nelle relazioni intercor- generate. “Con l’archeologia del paesaggio è [dun- renti fra gli uni e gli altri. que] possibile porre in luce uno spaccato del pae- Il paesaggio attuale diventa così interpretabile saggio considerando tutte le possibili relazioni fra come stratificazione di paesaggi del passato e gli oggetti che lo occupano simultaneamente nello quindi conoscibile più a fondo nella sua comples- spazio geografico e nel tempo storico”2 a r r i v a n d o

1. SERENO in BORIANI, SCAZZOSI 1987, p. 52. 2. SERENO in BORIANI, SCAZZOSI 1987, p.57. 66 LO SPESSORE STORICO IN URBANISTICA

ad una sorta di “archeologia totale [...] in quanto portate all’attenzione degli studiosi di storia anti- priva di limitazioni cronologiche di un tempo [...] e ca già negli anni Quaranta dal prof. Plinio Fracca- priva di limitazioni qualitative perché indaga sia ro; tali studi si sono intensificati negli anni Set- sul paesaggio agrario che sui centri urbani, sui tanta. Tuttavia si vuole sottolineare come, ad oggi, singoli edifici, sui giardini, sulle strade, ed è libera vi sia una grave lacuna: la mancanza di una carta di utilizzare strumenti provenienti da molteplici archeologica per la Provincia di , strumento ambiti disciplinari”3. conoscitivo indispensabile per una tutela e pianifi- Il metodo così definito sembra delinearsi come cazione consapevole del territorio. possibilità di ricomposizione della frattura fra Ad oggi fortunatamente, grazie anche l’esigenza della conservazione e quelle della tra- all’assenza di grandi trasformazioni territoriali, sformazione, ponendo le basi per una conoscenza non si registrano ancora gravi distruzioni dei resti profonda dei paesaggi storici in modo da poterne materiali della matrice romana riconoscibile, con- comprendere le linee di evoluzione e quindi pro- servatasi in virtù del fatto che le aziende agricole gettarne lo sviluppo futuro nella speranza che la locali partecipano alla continua manutenzione pianificazione territoriale si faccia sempre più delle infrastrutture agrarie esistenti. attenta al rischio archeologico così da poter salva- L’impostazione metodologica per l’approccio e guardare anche quei resti, non facilmente ricono- lo sviluppo della ricerca si può sinteticamente rias- scibili benché spesso imponenti, distribuiti sul ter- sumere in tre sezioni: una sezione storica, una ritorio rurale: “la conservazione (infatti) [...] non tematica e una relativa alle indagini analitiche di esclude il dovere della qualità architettonica, della approfondimento attraverso l’elaborazione di sperimentazione tecnologica, della valorizzazione “schede” campione. paesaggistica”4. Esito di tutti questi studi analitici è riconosce- re le emergenze della stratificazione del territorio L’area di indagine, il metodo e di conoscerne le loro caratteristiche, al fine di tutelarle, conservarle, valorizzarle e soprattutto Il nuovo concetto di paesaggio, e il metodo dell’ spiegare e documentare quali uomini, quali coltu- archeologia del paesaggio fin qui indagati rappre- re e quali diverse qualità della vita stiano dietro a sentano la base concettuale e metodologica di que- queste testimonianze materiali nei rispettivi con- sto studio. La seguente ricerca è stata affidata testi sociali. dall’ IReR (Istituto regionale di ricerca della Lom- bardia) al Politecnico di Milano, Dipartimento di Progettazione dell’Architettura, sotto la responsa- 2. Gli studi storici sulla Mediolanum - bilità degli scriventi nel 19995. Ticinum e la centuriazione dell’agro ticinese. Il lavoro si è configurato come analisi e cono- scenza propedeutica ad una futura proposta di Gli studi di Plinio Fraccaro. La scoperta della cen - tutela e valorizzazione dei resti centuriali della turiazione ticinese e della Mediolanum - Ticinum6. matrice romana, nonché dei tracciati stradali e delle permanenze delle canalizzazioni storiche: È nei primi anni Quaranta del nostro secolo che l’area di indagine scelta comprende l’ ager ticinen - Plinio Fraccaro affronta lo studio delle strade sis nella parte nord della Provincia di Pavia aven- romane convergenti su Pavia, riscoperta come te come confine naturale ad ovest il Ticino. importante nodo viario dell’Impero, e rileva così L’ambito così identificato è stato indagato par- anche l’esistenza di un tracciato che da Milano si tendo dalla raccolta dei dati bibliografici confron- dirigeva, appunto, su Pavia. tati poi, in un secondo tempo, con le “ricognizioni Si trattava del tronco iniziale di percorsi più lun- cartografiche” alle varie soglie storiche. ghi che, attraverso Pavia, arrivavano a Bordeaux, In particolare i confronti sono avvenuti con le passando per Torino e Susa; mentre dirigendosi su mappe dei catasti (Catasto Teresiano, Catasto e poi raggiungevano Lione o Vienna, Lombardo Veneto, Catasto Cessato ed attuale) e attraverso il Piccolo S. Bernardo, oppure la Germa- con gli I.G.M. storici. nia attraverso il Gran S.Bernardo. Questa situazio- Le tracce di centuriazione sono state scoperte e ne è confermata anche da una notizia di Ammiano

3. BORTOLOTTO in BORIANI (a cura di) 1997, p. 62. Scienze e Lettere, della Societé des antiquaires de France, della 4. BORIANI 1997, p. 8. Società Scentiarum Bohemica. Membro di varie accademie (fra 5. cui Accademia dei Lincei, Accademia delle scienze di Berlino, Il titolo della ricerca è “Tessiture storiche del territorio (via- Accademia Virgiliana). bilità, canali, centuriazioni). Varie sue dissertazioni si trovano sulle riviste di antichità clas- 6. Plinio Fraccaro, nasce a Bassano del Grappa l’8 gennaio sica; principali pubblicazioni: Studi varroniani, Padova, 1907; I 1883. Laureato in lettere, ordinario di storia antica alla facoltà processi degli Scipioni, Pisa, 1912; Studi sull’età dei Gracchi, di lettere dell’università di Pavia; direttore della rivista “Athe- Città di Castello, 1915; Atlante storico (in collaborazione con naeum”. È dottore honoris causa dell’università di Oxford e altri autori), Novara, 1923 - 24; Grande atlante storico geogra- membro onorario della Society for the promotion of Roman Stu- fico (in collaborazione con altri autori), Novara, 1938. dies di Londra. Membro emerito dell’Istituto Lombardo di Maurizio Boriani, Annamaria Boniardi, Susanna Bortolotto, Piero Favino 67

Fig. 1 - Plinio Fraccaro - Schizzo del territorio fra Milano, Pavia e Vercelli con indicazione dei tratti ancora ricono- scibili della Mediolanum - Ticinum e di altre strade romane.

Marcellino il quale ricorda che il primo dicembre del In particolare nell’Itinerarium provinciarum 355 d.C. il Cesare Giuliano lasciava Milano per A n t o n i n o è individuato come tratto iniziale dei recarsi nella Gallia minacciata dai Germani. Insie- percorsi per Arles, Argentorato e Vienna e viene me con l’Imperatore Costanzo II, suo cognato, si calcolato nella lunghezza di 22 miglia romane. porta a Pavia per raggiungere poi la grande strada Nell’itinerario Burdigalense o H i e r o s o l y m i t a - della Gallia. A tutto ciò corrisponde il fatto che le n u m (Bordeaux - Gerusalemme) è indicato come distanze sulla via Ticinum - Augusta Taurinorum tratto iniziale del percorso Milano - Torino e viene (Pavia - Torino) erano misurate da Milano. fissato nella lunghezza di 20 miglia. In questo La prima conferma dell’esistenza del tratto secondo itinerario viene indicata anche la Mutatio stradale Mediolanum - Ticinum viene dallo studio ad Decimum, posta a metà strada fra Pavia e Mila- degli itinerari antichi giunti fino a noi7. no, a 10 miglia dunque da entrambe le città8.

7. Alcune sommarie indicazioni sugli Itineraria antichi: i vasi di dall’anno 333 d.C. La tabula peutingeriana è invece in un certo Vicarello o itinerari gaditani, sono quattro bicchieri d’argento senso un itinerarium pictum, una carta itineraria del mondo trovati nel 1852 a Vicarello, a nord di Roma, in una stipe votiva antico, sulla quale è indicata la rete stradale, colle relative città alle salutari acque di quel luogo, e sulle pareti esterne portano e stazioni e le distanze fra di esse. La tabula è giunta a noi in incise le stationes del percorso fra Cadice e Roma con le distan- una copia del sec. XII - XIII d.C., ma si crede che l’originale ze in miglia fra l’una e l’altra. Sono quindi delle tazze itinera- possa risalire verso la fine del sec. II d.C. rie. Il cosiddetto Itinerarium provinciarum o Antonini è una 8. La differente distanza indicata fra Milano e Pavia è da ascri- raccolta di itinerari a tabella delle varie province dell’Impero, versi al fatto che queste misure venivano arrotondate, sugli iti- che sembra risalire agli ultimi anni del sec. III a.C. Si crede che nerari antichi, talora in difetto e talora in eccesso. La distanza gli itinerari siano trascritti da una grande carta itineraria fra Milano e la Mutatio ad Decimum è di 10 miglia mentre di dell’Impero, la quale sarebbe l’archetipo di quella giunta sino a qui a Pavia la distanza è di poco superiore. L’Itinerario Burdi- noi e che è nota come tabula di Peutinger, dal nome di un uma- galense deve quindi essere arrotondato per difetto e quello nista tedesco che l’ebbe in possesso. L’Itinerario Burdigalense o Antoniniano, viceversa, per eccesso (vedi FRACCARO 1949b, Hierosolymitanum è un itinerario a tabella. Esso è datato pp. 7 – 27). 68 LO SPESSORE STORICO IN URBANISTICA

L’identificazione della Mutatio ad Decimum Gottardo. Infatti il corso S. Gottardo continua del percorso Mediolanum - Ticinum sul territorio diritto per via Giuseppe Meda e uscendo a mano a attuale non presenta alcuna difficoltà allo studio- mano dalla zona cittadina continua nell’aperta so avendo conservato il suo nome nei secoli. Si campagna per più di 7 km misurati dall’antica tratta infatti della località Cascina Decima, situa- cinta romana, cioè dal Carrobbio. Questo rettifilo ta all’incirca a 15 km da Milano (corrispondenti a ha subito qua e là qualche leggera inflessione circa 15 miglia romane). avvenuta indubbiamente durante i secoli per adat- L’integrazione ai “dati itinerari” che potrebbe tamenti dell’antica strada alle esigenze dei fronti- invece venire da indizi di carattere più stretta- sti. Ma poiché certamente questo rettifilo non fu mente archeologico (iscrizioni e reperti archeologi- tracciato nei tempi moderni, perché non avrebbe ci in genere) è piuttosto scarsa per quanto riguar- avuto scopo, dato che esso non conduce a nessun da il tratto stradale oggetto di questo studio importante centro abitato, e non è d’altra parte soprattutto nel tratto che da Cascina Decima por- probabile che esso lo sia stato nell’epoca medioeva- tava a Pavia. le, la quale non si curava di aprire strade rettili- Scarsità sospetta se si considera l’uso romano nee, non c’è dubbio che noi siamo innanzi ad un di seppellire lungo le strade o anche solo la proba- ampio frammento di strada romana, come è prova- bilità di seppellimenti o smarrimenti lungo i trac- to dal fatto che questo rettifilo usciva, come abbia- ciati viari. mo visto, dall’antica Porta Ticinese di Milano Ma l’ipotesi dell’esistenza di questo tronco stra- romana10. dale e soprattutto il suo andamento potrebbero L’antichità di questo rettifilo trova conferma essere verificati attraverso lo studio di eventuali anche nella toponomastica, cioè nei nomi di alcune avanzi ancora visibili sul territorio. località sorte in sua prossimità. Ci stiamo riferendo La rete stradale antica infatti ha teso a rima- a Quinto Stampi e a Ponte Sesto i cui nomi ricorda- nere in uso finché necessità pratiche non ne hanno no probabilmente il loro sorgere in corrispondenza imposto l’abbandono ed anche in questo caso molte del quinto e del sesto miliare della strada. antiche strade di grande traffico sono sopravvissu- Ipotesi confermata dalla loro distanza dal Car- te per servire il traffico locale. robbio di Milano pari all’incirca a cinque o sei Considerato poi che su terreni pianeggianti i miglia romane (benché attualmente entrambe gli romani tendevano a costruire le loro strade rettili- insediamenti si siano discostati dalla strada di nee, le tracce rimaste di questi percorsi sono spes- qualche centinaio di metri). so agilmente riconoscibili in lunghi rettifili segna- Un secondo rettifilo, che si allinea con quello ti oggi da strade secondarie, strade campestri o, precedente, è individuato da Fraccaro più a sud fra alle volte, da sentieri e fossati. Gambarone e Basiglio: si tratta di strade campe- Partendo dunque da questi presupposti Frac- stri che si dispongono secondo una linea retta per caro cerca una verifica dell’esistenza e dell’anda- circa quattro chilometri. mento della Mediolanum - Ticinum i n t e r r o g a n d o Prolungando questa linea verso sud si passa in direttamente il territorio attraverso lo studio della vicinanza della Cascina Decima, già identificata cartografia dell’Istituto Geografico Militare in come la Mutatio ad Decimum indicata nell’Itinera - scala 1:25.000 con risultati decisamente soddisfa- rio Burdigalense e la cui importanza sopravvive centi. “Il nostro lettore si porti ora un momento a per tutto il medioevo, durante il quale assume Milano e precisamente al Carrobbio, all’estremità ruolo di capopieve, come è ricordato anche nella dell’attuale via Torino. Al Carrobbio egli si trova Carta della Diocesi di Milano del 1300. sul percorso della cinta di Milano dell’età imperia- Più avanti la pieve fu spostata nella vicina Lac- le romana, ed ivi sorgeva la più antica porta Tici- chiarella e la località di Decimo perse importanza nese9”. Da questo punto ha inizio il moderno Corso riducendosi all’attuale cascina. di Porta Ticinese, che va diritto sino all’attuale Nella Carta d’Italia di Giovanni Magini (Bolo- Porta Ticinese, passando dinanzi a S. Lorenzo e gna, 1620) poco a nord di Decimo compare anche per la Porta Ticinese medioevale, i cui resti si una località di nome Nono di cui attualmente però vedono ancora poco oltre le colonne di San Loren- si sono perse le tracce: sorgeva probabilmente nei zo. Le tre Porte Ticinesi, la romana, la medioevale pressi di Cascina Crosina. e la spagnola, situate su una linea retta, indicano Proseguendo la linea retta identificata dai due certamente la direzione che teneva uscendo da rettifili già descritti si infila una strada campestre Milano sino dall’epoca romana la strada per Tici - rettilinea di circa tre chilometri fra Turago Bordo- n u m. Fuori di Porta Ticinese, questa stessa dire- ne e Cascina Darsena seguita da un tratto della zione è mantenuta per un certo tratto dal corso S. Roggia Cavetto. Superata la depressione percorsa

9. FRACCARO 1949b, pp. 19 – 20. quadrato di 2400 piedi di lato, che corrispondevano a 710,4 m 10. Secondo un’antichissima tradizione, il terreno assegnato da circa, comprendevano circa cinquanta ettari, cioè duecento Romolo in privata proprietà ai romani, heredium, avrebbe jugeri e cento heredia, perciò era detta centuria, quasi gruppo avuto l’estensione di due jugeri, cioè mezzo ettaro circa. Un di cento heredia (vedi FRACCARO 1949a, p. 4). Maurizio Boriani, Annamaria Boniardi, Susanna Bortolotto, Piero Favino 69

dalla Roggia Barona, all’altezza di Moriago, ha ini- e Pavia e fra l’Olona e la strada Casorate - Trivol- zio una strada carrozzabile che, passando poco ad zio - Pavia o la Roggia Grande si presenta tutta est della Certosa di Pavia, prosegue fino al cimite- orientata. “Io dico orientata una campagna nella ro di Borgarello dove, infine, si perde. quale strade, sentieri, canali, fossi, piantagioni, Da qui non si riconoscono altre tracce della tutti o in gran parte, si svolgono secondo linee Mediolanum - Ticinum e due sono le ipotesi sul rette che si intersecano ad angolo retto e che tratto terminale avanzate da Fraccaro: o piegava hanno quindi, rispetto al meridiano, la medesima verso est per entrare da una delle porte del lato declinazione angolare. La cosa si osserva percor- settentrionale delle mura di Pavia o proseguiva rendo la regione anche sulla grande strada Pavia - dritta per entrare in città dalla porta occidentale. Milano, si rileva dalla carta topografica e meglio si Probabilmente questa strada viene abbando- vedrebbe dall’aereo”1 3. Quali possono essere le nata già nell’alto Medioevo quando, caduto l’Impe- ragioni di questo fenomeno? ro romano, venne meno la sua manutenzione e, L’unica spiegazione convincente è farlo risalire attraversando essa un tratto di terreno basso e ad un’opera di bonifica che abbia interessato l’inte- umido, si deteriorò rapidamente divenendo inuti- ra zona, opera di cui però non si ha notizia in seco- lizzabile. li recenti. Nel 1946 compare la pubblicazione nella quale In conclusione l’orientamento della campagna Fraccaro descrive i suoi studi sulla Mediolanum - a nord di Pavia fa sospettare che il terreno sia Ticinum mentre di pochi anni successiva (1949) è stato sottoposto a regolare misurazione fin quella sulla scoperta della centuriazione dell’agro dall’antichità. ticinese a nord di Pavia. Una seconda osservazione ha condotto Fracca- Giunge a questa nuova acquisizione quando ro ad identificare alcuni rettifili fra loro paralleli: affronta un minuzioso studio delle zone pianeg- il primo passante da Trivolzio - Torradella - Vel- gianti dell’Italia settentrionale alla ricerca di lezzo Bellini - Giovenzano - Casatico - Cavo Borro- avanzi di centuriazioni romane ancora sconosciute meo - Cavo Carlasca a nord ovest di Gualdrasco per preparare una serie di rappresentazioni carto- lungo circa km 12 segnato da tronchi di strade car- grafiche in occasione dell’allestimento di una rozzabili o campestri, fossi, tratti di confini comu- mostra sull’Italia dei romani. nali. “È impossibile ammettere che tutti questi Consistendo la centuriazione in una griglia elementi si siano disposti per caso su una linea definita per delimitare gli appezzamenti da desti- retta così lunga: questa linea retta doveva rappre- nare a proprietari privati, essa veniva realizzata sentare qualche cosa. Inoltre essa fu tirata con la tracciando sul terreno linee rette che andavano squadra, con la groma, da esperti misuratori. alcune da nord a sud, i c a r d i n i, e altre da est a La linea è indicata oggi specialmente da strade, ovest, i decumani (anche se spesso l’orientamento ed è quindi verosimile che essa fosse in origine per- teorico di queste linee variava per assecondare la corsa tutta da una strada, fiancheggiata o no da naturale pendenza del terreno mantenendo però fossati”. la perpendicolarità degli assi della griglia). Gli Il secondo rettifilo staccandosi dalla strada Tri- appezzamenti così delimitati erano quadrati di volzio - Pavia poco a sud est della Cappella della 2.400 piedi, circa m 710 di lato detti centurie11. Madonna dell’Assunta passa per Origioso - Lico- Cardini e decumani erano nello stesso tempo nasco - Gualdrasco. Dista dal primo circa 710 limites (linee di divisione) e c a l l e s (strade) dal metri: misura equivalente al lato di una centuria. momento che uno degli scopi della centuriazione L’ipotesi che si trovasse in presenza di due decu- era di assicurare il libero accesso ai fondi. Gli mani trova conferma nell’identificazione di un incroci fra cardini e decumani erano indicati da terzo rettifilo (cascina Montalbano - cascina Tiro- cippi o altri segni12. gno - Torriano - Villanova de’ Beretti poi, dopo La griglia così definita in epoca romana fu un’interruzione, Moriago - cascina di Novedo - usata a lungo anche nei secoli successivi e perciò ponte sulla Caronna - ecc.) 710 metri circa a sud dove il terreno non subì radicali trasformazioni, ad del secondo e prende definitivamente corpo al opera degli uomini o degli agenti naturali, le trac- momento del riconoscimento di alcuni cardini - ce di queste misurazioni si conservarono fino ad rettifili perpendicolari ai precedenti - sebbene oggi. molto meno conservati. Fondamento delle ricerche di Fraccaro sugli Cominciando dalla strada che da Rognano agri centuriati del nord Italia sono di nuovo le punta a sud, perpendicolare alla linea Torradello - mappe della cartografia IGM, in particolare le Vellezzo Bellini - Giovenzano, si nota, 700 e qual- levate di campagna in scala 1:25.000. che metro più ad est un canale che scorre ad essa La prima osservazione fatta sul territorio tici- parallelo per circa km 1,5. nese riguarda il fatto che la campagna fra Binasco Altre tracce trovate a distanze pari a multipli

11. FILIPPI 1984. 13. FRACCARO 1949a, p. 8. 12. FRACCARO 1949a, p. 7. 70 LO SPESSORE STORICO IN URBANISTICA

del lato della centuria sia nella direzione dei cardi- ni che dei decumani danno conferma definitiva che ci troviamo in presenza dei resti di una centuria- zione. L’ultima osservazione fatta è quella che la maggior parte degli abitati e delle grosse cascine della zona si trovano proprio in prossimità dei l i m i t e s individuati a provare che, fin dall’anti- chità, gli insediamenti sorsero di preferenza lungo le strade limitari della centuriazione. La scomparsa di queste tracce a nord di Bina- sco oltre il Ticinello è giustificata dal fatto che qui si trovava probabilmente il confine fra l’agro tici- nese e quello di Milano. La centuriazione di questi terreno risale proba- bilmente al I sec. a.C. quando Ticinum divenne, nel 49 a.C., municipium romano per opera di Cesare. La profonda romanizzazione di questo paese viene così dimostrata da Fraccaro attraverso l’intero complesso della sua organizzazione agrico- la e catastale.

Gli studi di Gianfranco Tibiletti. La fedeltà dei romani alle caratteristiche del territorio14.

Negli anni che succedono gli studi fondamenta- li di Plinio Fraccaro sulla centuriazione della cam- pagna ticinese e sul tracciato della Mediolanum - Ticinum questi argomenti vengono più volte ripre- si e approfonditi. È dei primi anni Settanta una pubblicazione di Gianfranco Tibiletti che concen- tra la sua attenzione però solo sul percorso dell’antica strada romana. Fig. 2 - Gianfranco Tibiletti - Carta schematica (scala La prima parte di questo studio è tutta dedica- 1:50.000) della zona a settentrione di Pavia con l’indica- ta a provare che i gromatici romani erano perfet- zione dei corsi d’acqua naturali (Vernavola e Navigliac- tamente in grado di unire due punti del territorio cio), del Naviglio Pavese e della ferrovia che hanno tracciando un rettifilo con assoluta precisione1 5. influenzato l’andamento e la conservazione della Medio - lanum - Ticinum. Questo per dimostrare che se la Mediolanum - Ticinum non puntava perfettamente su Pavia non era da imputarsi ad un errore di esecuzione, ipote- si più volte affiorata e già a suo tempo avanzata da Fraccaro, ma ad una precisa volontà. bio e che l’impianto della porta per cui essa entra- Unendo infatti Milano e Pavia con una linea va a Pavia possa essere anteriore o coevo alla stra- retta ci si rende facilmente conto che il tracciato si da, e non posteriore, è del pari necessario ammet- troverebbe ad attraversare il Lambro e, più a sud, tere, considerata la struttura topografica della l’attuale Roggia Barona in due punti assai sconve- città e, inoltre, la situazione di essa rispetto alla nienti e proprio questo, secondo Tibiletti, è il moti- campagna circostante. [...]. Le quattro porte di vo per cui i romani indirizzarono la strada a occi- Pavia, infatti erano condizionate dalla rigida dente di Pavia scegliendo dei punti di attraversa- struttura geometrica della città, e ad essa doveva mento dei principali corsi d’acqua più appropriati. adattarsi la rete stradale circostante”16. La seconda parte dello studio di Tibiletti è inve- Partendo da questo presupposto lo storico arri- ce dedicata a risolvere il problema dell’ingresso va a concludere che, all’altezza del cimitero di Bor- della Mediolanum - Ticinum in Pavia dal momen- garello, la strada cambiava sensibilmente direzio- to che le tracce superstiti si perdono all’altezza del ne per puntare sulla città di Pavia nella quale cimitero di Borgarello. “Orbene che la strada penetrava attraverso la porta settentrionale delle romana Milano - Pavia sia artificiale è fuori dub- mura romane, raggiunta seguendo un percorso

14. Gianfranco Tibiletti, nasce a Milano il 29 Maggio del 1924. 15. TIBILETTI 1978, pp. 336 – 337. Laureato in lettere, Professore ordinario di storia greca e storia 16. TIBILETTI 1978, pp. 338 – 339. romana con esercitazioni di epigrafia nella Facoltà di Lettere dell’università di Pavia. Maurizio Boriani, Annamaria Boniardi, Susanna Bortolotto, Piero Favino 71

ancora oggi visibile, e qui si innestava sul ca r d o Est Nord Est, per i decumani. Inoltre l’ager divisus m a x i m u s (oggi Strada Nuova) all’altezza pavese non comincia alle porte della città ma le dell’attuale piazza Italia. prime deboli tracce sono rilevabili solo poco a sud Questa ipotesi è rafforzata dal fatto che, di Borgarello. seguendo questo tracciato, la strada si sarebbe A est si spingeva fino a Zeccone, Gualdrasco e adattata perfettamente alle caratteristiche del Siziano; a ovest fino a Trivolzio e Moncucco mentre territorio (attenzione questa già dimostrata dai a settentrione giungeva fino a Rosate e Noviglio. romani nella definizione del resto del percorso) Tozzi si serve quindi dei limiti dell’area centu- correndo, in quest’ultimo tratto, su quella sezione riata per definire i confini dell’ager ticinensis verso del territorio definito dal Navigliaccio e dalla Ver- Milano che fissa più a nord di quello attuale: Lac- navola (sicuramente corsi d’acqua antichi) che chiarella infatti era parte del territorio di Pavia unisce Pavia al resto della pianura evitando così la mentre il territorio milanese cominciava con costruzione di altri ponti. Cascina Decima. La data di realizzazione di questo percorso è Anche le caratteristiche fisiche del territorio anticipata però dal Tibiletti all’89 a.C. rifacendosi stesso rafforzano questa teoria: lungo questa linea ad un fatto specifico: data l’irregolare disposizione si fa più marcata la pendenza della pianura e si ha delle porte della Milano romana queste dovevano una maggior tendenza delle acque ad impaludare essere sorte in corrispondenza delle strade uscenti in un’area di risorgive. “Il che tanto più potrebbe dalla città: “Se è vero, [...], che gli impianti urbani riuscire significativo, se pensiamo che in questo vennero fissati nell’89 a.C., (anche se qualche tratto probabilmente la definizione di confine del I anno sarà stato necessario per l’esecuzione prati- sec. a.C. riprendeva una precedente linea divisoria ca), e se il sito della Porta Ticinese è artificiale, fra gli Insubri di Milano e i Levi e i Marici di Pavia, come la via che ne esce, bisogna considerare, anche appartenente ad un’età in cui stagnazioni di acque per l’ossatura delle rete viaria, l’89. Che a impian- e boschi dovevano dominare prima delle grandi ti urbani e viari consolidati, alcune opere, siano opere di bonifica delle centuriazioni”19. state rifatte in forma più solenne nel 49, altro A questo punto Tozzi si domanda perché questa anno storico, o anche più tardi, non disturba”17. parte della campagna non sia stata tutta centuria- ta e, soprattutto, perché il territorio scelto non è Gli studi di Pierluigi Tozzi. L’approfondimento quello più a ridosso della città e trova le ragioni di dei primi studi18. questa scelta, ancora una volta, nella natura del terreno stesso: “Dall’esame della pendenza geo- Quasi contemporaneamente al Tibiletti si dedi- grafica delle tracce della centuriazione appare ca a questi studi anche Pierluigi Tozzi, che rivolge immediatamente che la divisione agraria non si la sua attenzione a tutto il territorio pavese nelle spingeva fin sul ciglio del terrazzo diluviale, che sue ricerche di topografia antica, considerando, gli agrimensori inizialmente evitarono come insieme alla centuriazione della campagna pave- un’ampia fascia prospiciente il fiume, ma occupa- se, anche il tracciato della Mediolanum - Ticinum. va una zona interna. La definizione dell’altimetria Proseguendo questi studi, praticamente fino ad attuale del Pavese nelle linee fondamentali indica oggi, è l’autore che dà una veste più compiuta a una significativa coincidenza dell’ager divisus con questa trattazione. un tratto di pianura sufficientemente ampia e Comincia aderendo all’ipotesi che la centuria- relativamente uniforme e una non meno significa- zione pavese sia strettamente legata alla defini- tiva assenza in prossimità di Ticinum, centro di zione dell’impianto urbano di Pavia risalente terrazzo, dove l’andamento del terreno è notevol- all’89 a.C., ma, rispetto al Fraccaro, ricostruisce mente irregolare e tormentato, a motivo del solchi con più completezza le griglie di cardini e decuma- vallivi della Vernavola e del Navigliaccio e ni scoprendone nuove tracce sul territorio. dell’erosione del Ticino”20. In un secondo tempo rileva la diversità di anda- Ancora alla natura del terreno, di cui dunque i mento di cardini e decumani dell’impianto urbano romani si dimostrano fini conoscitori, è fatto risa- da quelli dell’organizzazione agraria: mentre quel- lire l’orientamento di cardini e decumani, che si li della città si dispongono parallelamente e per- adattano perfettamente alla pendenza del terreno, pendicolarmente al letto del fiume Ticino quelli favorendo così il deflusso dei canali di irrigazione della campagna seguono un andamento Nord artificiali. “Dobbiamo alla capacità dei romani di Ovest - Sud Est, per i cardini, e Ovest Sud Ovest - osservare e tenere conto delle condizioni morfolo-

17. TIBILETTI 1978, p. 342. Mincio, Milano, 1972; Saggi di topografia antica, Pavia, 1974; 18. Pierluigi Tozzi, nasce a Roma il 4 - 6 - 1937. Laureato in let- Storia di Pavia, (in collaborazione con altri autori), Pavia, 1984; tere classiche, ordinario di antichità greca e romana poi di geo- Eraclea veneta, Parma, 1984; Opicino a Pavia, Pavia, 1990; grafia storica del mondo antico presso la facoltà di Lettere e Storia illustrata di Milano, (in collaborazione con altri autori), Filosofia dell’Università di Pavia. Ha pubblicato alcune sue Milano, 1992. dissertazioni su riviste di antichità; principali pubblicazioni: 19. TOZZI 1984a, p. 155. Storia padana antica, Milano, 1972; Il territorio fra Adda e 20. TOZZI 1974, pp. 25 – 26. 72 LO SPESSORE STORICO IN URBANISTICA

Fig. 3 - Traduzione grafica su cartografia IGM 1889 dei risultati degli studi di Pierluigi Tozzi relativi alla centuria- zione dell’ager ticinensis e della Mediolanum - Ticinum. Maurizio Boriani, Annamaria Boniardi, Susanna Bortolotto, Piero Favino 73

giche su cui operavano e al grado di penetrazione, epoca moderna che più a fondo hanno sconvolto scientifica assai più che empirica, nell’affrontare i questo territorio in Tozzi nasce l’esigenza di stu- connessi problemi, se l’assetto che essi diedero al diare una cartografia storica che risponda a preci- territorio pavese fu durevolmente operante nel si requisiti: preceda cioè la sistemazione del Navi- tempo e tuttora contribuisce ad assolvere a prima- glio e il tracciato della ferrovia e al tempo stesso rie funzioni, come quello del deflusso delle acque sia redatta a grande scala e con un soddisfacente attraverso un sistema di canali orientati e della grado di precisione anche nei dettagli. viabilità minore attraverso una rete di vie comu- È dunque Tozzi il primo ad applicare a questa nali, carrarecce, vicinali”21. ricerca lo studio delle mappe del Catasto Teresia- Dunque con questa opera di bonifica i romani no (perfettamente rispondenti ai suddetti requisi- trasformano le terre pianeggianti per lo più incol- ti) per approfondire la questione. “L’esame delle te in terre coltivate e produttive e allo stesso mappe del Catasto Teresiano, che fissano una con- tempo fissano le linee essenziali del paesaggio dizione di paesaggio anteriore alle profonde tra- ancora oggi riconoscibili e funzionali. sformazioni dell’800, consente di ricostruire con Tozzi passa poi ad indagare la distribuzione degli sicurezza anche l’ultimo tratto della via da Borga- insediamenti sul territorio accorgendosi così che la rello a Pavia, per cascina Repentita e cascina Pan- presenza stessa del reticolato geometrico ed unifor- taleona, fino al confine dei Corpi Santi di Pavia, e me delle centurie rappresentò un ostacolo notevole lungo il corso del Navigliaccio, fino al bastione al costituirsi di grosse concentrazioni fondiarie che occidentale delle mura spagnole”23. trovano invece libero spazio di formazione ad esem- All’interno della città riconosce, come Tibiletti, pio il , non centuriata (per rimanere il tracciato della Mediolanum - Ticinum n e l l e nell’ambito territoriale della provincia di Pavia). attuali vie Albertini, Grinziotto, Ferrero fino a Nel caso pavese oltre ad una atomizzazione piazza Italia. Risulta in questo modo essere prati- degli insediamenti si può rilevare anche una corri- camente ricostruito l’intero percorso della Medio - spondenza fra assi della centuriazione e località di lanum - Ticinum. maggior rilievo del territorio. Va fatto per ultimo un cenno al fatto che Tozzi Di tutte queste località che ricadono su cardini è stato l’unico a fare uso anche della fotografia e decumani quelle di origine romana sono ricono- aerea in queste sue ricerche, ausilio non ignorato scibili per la desinenza in -ano del toponimo22. ma neanche sfruttato, da Fraccaro e Tibiletti. Oltre che sulle centuriazioni del Pavese Tozzi punta la sua attenzione anche sulla Mediolanum - Gli studi di Ambrogio Palestra. La posizione Ticinum confermando, in linea generale, i risulta- dei miliari e “la Madonna del Pilastrello”24. ti raggiunti dai suoi colleghi. Riconosce quindi come resti di questo antico tracciato il rettifilo L’ultimo storico che, anch’esso negli anni Set- uscente dal Carrobbio milanese e quelli che suc- tanta, si occupa della Mediolanum - Ticinum, cessivamente si stendono nella campagna a sud di nell’ambito più ampio dell’indagine sulla rete stra- Milano fino a Borgarello, e come indizi dell’antica dale della Cisalpina in epoca romana, è Ambrogio presenza di miliari romani i toponimi di Quinto Palestra il quale imposta i sui studi in modo assai Stampi, Ponte Sesto, Nono (oggi scomparso) e diverso dagli storici di cui fin qui si è detto. cascina Decima (coincidente con la Mutatio ad Innanzitutto preferisce non dare molta impor- decimum). Non trascura nemmeno lo studio degli tanza alla ricognizione di rettifili stradali rilevabi- itinerari antichi che sono comunque la prova li ancora sul territorio quasi fossero sempre fram- dell’esistenza di questo tracciato. menti superstiti di strade romane, ma rivolge la La sua attenzione si concentra però sul tratto sua attenzione ad altri elementi, che ritiene più terminale di questa via in prossimità di Pavia dove concreti, come i toponimi derivanti dai miliari, le sue tracce si perdono. miliari stessi superstiti o documentati in archivio. Riconosciute nella costruzione del Naviglio di Anche le località contrassegnate dal toponimo Pavia e della linea ferroviaria i due interventi di “miliare” o le espressioni chiesa, casa, campo muli-

21. TOZZI 1974, p. 27. tere, diplomato in paleografia, diplomatica e scienze archivisti- 22. Toponimi di probabile formazione latina: Calvenzano, che. Parroco della chiesa di Santa Maria presso San Celso di Albuzzano, Cura Carpignano, Copiano, Calignano, c.na Cor- Milano e direttore dell’archivio storico della Curia Arcivescovi- maiano, Comairano,Marzano, Monte Pagano, Torriano, Guin- le di Milano; membro del comitato direttivo dell’ “Archivio zano, Misano, Vairano, Rognano, Giovenzano, Landriano, Ambrosiano” per le ricerche storiche sulla chiesa ambrosiana, Siziano, Gnignano, Bubbiano, Coazzano. Ma l’unico toponimo membro effettivo dell’Accademia di San Carlo. Autore di volu- che abbia un preciso riscontro nell’onomastica latina di Pavia è mi e studi monografici di archivistica, di storia della chiesa Albuzzano: nelle epigrafi è ripetutamente attestata la famiglia ambrosiana e di storia locale. degli Albucii. Per il resto non è possibile rilevare alcun positivo Principali pubblicazioni: Storia di Abbiategrasso, Abbiategras- rapporto fra l’onomastica epigrafica e la toponomastica (TOZZI so, 1956; Regesto delle pergamene dell’archivio arcivescovile di 1984a, pp. 162 – 163). Milano, Milano, 1961; Ritrovamenti di età romana presso San 23. Celso, Milano, 1964; Lineamenti di archivistica ecclesiastica, TOZZI 1984a, p. 167. Milano, 1965; Visite pastorali di Milano, Roma, 1977. 24. Ambrogio Palestra, monsignore. Laureato in teologia e let- 74 LO SPESSORE STORICO IN URBANISTICA

no, ecc. “in strada” oppure “strada regia, regina, L’elenco evidenzia i già ricordati toponimi di maestre, ecc.” sono da lui considerate come rivela- Quinto Stampi, Ponte Sesto, Cascina Decima men- trici di strade consolari romane25. tre non fa menzione di Nono. Nei suoi studi il Pale- Altro presupposto di partenza dei suoi studi è stra infatti non ha mai riscontrato l’esistenza di la coincidenza appurata fra la dicitura “miliare” e questo toponimo in documenti posteriori alla “pilastrello” e il fatto che a volte questi pilastrelli Carta d’Italia di Giovanni Magini (1620) e ipotizza venissero usati, nei secoli scorsi, per elevare edico- quindi che si possa trattare della località Anono le o chiesette dedicate alla Vergine del Pilastrello ricordata invece nei pressi di Gratosoglio fino agli o ad altri Santi. inizi del ‘90026. Passando poi allo studio specifico delle singole Compare invece ad VI lapidem la citazione del strade Palestra affronta anche la via Mediolanum Pilastrello di Ronchetto che pare si trovasse nella - Ticinum approvando i risultati degli studi di cascina Pilastrello di Ronchetto la cui denomina- Fraccaro. zione compare in alcuni documenti della metà del In questo caso specifico è pronto a riconoscere XIV sec.27. l’importanza della fonte topografica e quindi dei Alla memoria di queste quattro pietre miliari resti materiali ancora concretamente rilevabili sul Palestra aggiunge quella di S. Maria del Pilastrel- territorio che indicano inequivocabilmente l’intero lo a Badile. Si tratta di una chiesetta sorta nel percorso di questa antica via. 1535 e oggi andata perduta, e benché sia piuttosto Conoscendone dunque l’andamento è in grado discosta dal percorso della Mediolanum - Ticinum di ricostruire ipoteticamente la localizzazione dei probabilmente vi era giunto un miliare di questa singoli miliari partendo da Milano: via che nel tratto fra Basiglio e Mettone era anda- ta distrutta o era stata sensibilmente deviata. ad I lapidem - al termine di corso S. Gottardo D’altro canto è vero che la popolazione della cam- ad II lapidem - presso la cascina Scudera, pagna non capiva il significato delle iscrizioni che angolo tra via Bazili e via Martegani erano incise sulle colonne miliari anche perchè quasi ad III lapidem - presso la Cascinazza di Grato- tutte le parole erano più o meno abbreviate e spesso soglio usarono queste pietre trasformandole in sacre icone ad IV lapidem - presso Ronchetto dove stava il poste al centro di un tempietto o di un’edicola innal- Pilastrello di Ronchetto zati in mezzo ai campi o lungo i tratti superstiti di ad V lapidem - presso Quinto Stampi strade consolari laddove la colonnetta di pietra cilin- ad VI lapidem - a Ponte Sesto dove un ponte drica era stata posta dai legionari romani. sorpassava il Lambro presso la Cascina Altro esempio simile è indicato dal Palestra Gamberone nell’immagine miracolosa di Maria dipinta su un ad VII lapidem - presso la località Persichetto miliare (probabilmente della Mediolanum - Tici - ad VIII lapidem - a nord di Basiglio num o forse della Milano - Roma) conservato nella ad IX lapidem - a sud di Basiglio Chiesa di S. Maria presso S. Celso sorta pare su ad X lapidem - a nord della cascina Decima una chiesa più piccola dedicata appunto alla qui c’era la Mutatio Madonna del Pilastrello. ad XI lapidem - a sud della cascina Decima Uno sguardo d’insieme. Il grado di romanizza- ad XII lapidem - tra la cascina Catenaccia e zione del territorio. Dunque i più importanti stori- Casirate Olona ci che si sono occupati dello studio della sistema- ad XIII lapidem - tra Turago Bordone e Giussa- zione della Cisalpina in epoca romana sono concor- go di nel riconoscere, nelle campagne fra Milano e ad XIV lapidem - a est di Casatico Pavia, le profonde tracce della pianificazione risa- ad XV lapidem - a nord est della Certosa di lente al I sec. a.C. Pavia Il tracciato della Mediolanum - Ticinum è da ad XVI lapidem - presso la cascina Porta d’Ago- tutti accettato senza ombra di dubbio, almeno nel sto tratto da Milano a Borgarello, grazie soprattutto ad XVII lapidem - a sud est di Borgarello agli imponenti resti materiali riconoscibili sul ter- ad XVIII lapidem - a sud est della località Canto- ritorio che, oltre a provare l’esistenza di questa via ne delle Tre Miglia a tre miglia da consolare finora conosciuta solo attraverso le noti- Pavia zie date dagli itinerari, ne definiscono chiaramen- ad XIX lapidem - a nord della cascina Campeggi te anche l’andamento. ad XX lapidem - presso la cascina Caima Allo stesso modo non fa problema riconoscere gli ad XXI lapidem - Pavia per cui si entrava per elementi della struttura romana degli impianti urba- Porta Milano (29). ni di Milano e Pavia da altri già ampiamente studiati.

25. Palestra conduce questo studio durante la compilazione 26. PALESTRA 1978. dell’inventario - regesto del Fondo delle Visite Pastorali dell’Archi- 27. PALESTRA 1978, p. 35. vio Storico Diocesano di Milano, che è costituito da 2.500 volumi contenenti i documenti riguardanti le visite dal 1423 al 1856. Maurizio Boriani, Annamaria Boniardi, Susanna Bortolotto, Piero Favino 75

L’unico tratto della Mediolanum - Ticinum che come dimostrato da Tibiletti (la direzione data a pone qualche problema interpretativo è quello fra questa via consolare dipende dalla scelta dei punti Borgarello e Pavia, andato completamente perso di attraversamento dei principali corsi d’acqua) nella sua consistenza materiale, a seguito della non è stato sufficiente a salvarla dal rapido dete- moderna sistemazione del Naviglio e della realiz- rioramento, soprattutto nel tratto fra Basiglio e zazione della linea ferroviaria Milano - Genova. Mettone, dove incrociava numerosi corsi d’acqua Lo sviluppo nel tempo della ricerca sull’argo- con un’inclinazione troppo acuta, quando, caduto mento, a partire dalle ipotesi iniziali di Fraccaro, l’Impero Romano, è venuta meno l’assidua manu- sembra però far prendere corpo abbastanza decisa- tenzione. mente alla teoria che quest’ultimo tratto piegasse È in questa occasione che la strada Vigentina e, progressivamente verso Pavia, adattandosi alle più tardi, l’alzaia del Naviglio, prenderanno il caratteristiche fisiche del territorio, fino a raggiun- sopravvento nella comunicazione viaria fra Mila- gere la Porta settentrionale delle mura romane no e Pavia. attraverso la quale faceva il suo ingresso in Pavia. Conosciuto a questo punto il completo anda- 3. Gli elaborati grafici mento della strada consolare non è difficile definire la probabile posizione degli antichi miliari benché Definizione dell’area di studio tutti scomparsi, fissati in numero di 21 dagli anti- chi itinerari romani (Antonino e Bourdigalense). L’area di studio corrisponde con la perimetra- Ancora i toponimi di Quinto Stampi, Ponte zione dell’evidenza storica delle tracce dell’ a g e r Sesto e Cascina Decima si pongono come segni ticinensis. La prima tavola di - “Quadro di unione forti del percorso stradale romano anche se non del territorio centuriato” - schematizza la matrice volessimo considerare la località di Nono, la cui romana in un reticolo, con riferimenti impostati su esistenza non è unanimemente riconosciuta. un sistema di assi cartesiani, che orienta l’indivi- Gli studi sulla campagna ticinese hanno poi duazione delle schede analitiche di approfondi- messo in evidenza i resti dei cardini e dei decuma- mento. ni della centuriazione che ha profondamente Il “Quadro di unione” in scala 1:50.000 identifica, segnato l’organizzazione di questo territorio, trac- da subito la pertinenza dei confini dei comuni ogget- ce scoperte da Fraccaro e confermate e approfondi- to dell’area di studio. Tale riferimento verrà, di volta te da Tozzi verso la definizione dell’intera griglia. in volta, riproposto nelle singole tavole di dettaglio. Sulla base di questa pianificazione antica si è costruito tutto il territorio nella sua organizzazio- La permanenza dei segni ne agricola e insediativa. Le campagne rimangono a tutt’oggi orientate, Il tematismo “Permanenza dei segni” è svolto su anche nelle semplici divisioni particellari, come gli base cartografica CTR 1994 in scala 1:25.000. La assi della centuriazione che, riprendendo per altro tavola traduce graficamente l’evidenza della viabi- la pendenza del territorio, ben si prestano alle esi- lità romana e del sistema centuriato riconosciuto genze di irrigazione e scolo delle acque. attraverso la ricerca storica. A questa si affianca Di nuovo si può osservare, con Tozzi, come la una lettura dei principali elementi morfologici e di presenza della centuriazione e dell’organizzazione una interpretazione della toponomastica. agricola impostata nel I sec. a.C. abbia impedito la Per quanto riguarda la centuriazione romana formazione di insediamenti di dimensioni rag- viene applicato un ulteriore approfondimento, cioè guardevoli favorendo la dispersione sul territorio il risultato del confronto tra la cartografia IGM di numerosi piccoli centri alcuni dei quali costitui- 1889 (base di riferimento degli storici) e la CTR ti da sole cascine, seppur di notevoli dimensioni. 1994. Tale confronto evidenzia la permanenza o la Anche in questo caso è facilmente rilevabile la non permanenza delle tracce centuriate, ed esatta- concentrazione di toponimi di origine romana (con mente individua: desinenza -a n o)2 8 presenti in gran numero nella • la traccia già presente in cartografia IGM porzione di territorio pavese centuriato. 1889 permanente sulla CTR 1994; Se questa organizzazione territoriale è giunta • la traccia presente in cartografia IGM 1889 fino a noi è grazie alle evolute conoscenze tecnico - e “labile” sulla CTR 1994; scientifiche dei romani che hanno loro permesso di • la traccia “labile” in cartografia IGM 1889 e impostare la pianificazione del territorio adeguan- “labile” sulla CTR 1994; dosi il più fedelmente possibile alle caratteristiche • la traccia “labile” in cartografia IGM 1889 e geografiche del terreno. “scomparsa” sulla CTR 1994; Questo principio, benché perfettamente rispet- • la traccia non esistente in cartografia IGM tato nel tracciamento della Mediolanum - Ticinum 1889 e “ricomparsa” sulla CTR 1994.

28. La desinenza -ano deriva dall’usanza, iniziata dai romani, di estendere alla proprietà il nome del proprietario con l’uso del suffisso aggettivale –anus. 76 LO SPESSORE STORICO IN URBANISTICA

Fig. 4 - Esempi di paesi nel Pavese la cui posizione topografica è in stretto rapporto con i limes della divisione agra- ria dei romani (base cartografica tavoletta IGM 59 IV NE, Binasco).

Si accenna, altresì, sulla tavola ad una ricono- Quelli concentrati nella zona centuriata sono scibilità anche dei limes principali e di “altri segni” tutti toponimi di origine prediale, cioè derivanti dai rilevanti quale quello della “Roggia grande” che nomi personali dei proprietari terrieri secondo una pur non avendo relazione certa con la centuriazio- consueta pratica romana; questo potrebbe confer- ne ne rispetta l’orientamento rafforzandone la mare la nascita di tali insediamenti contestual- matrice stessa. In sintesi si nota una prevalente mente alla centuriazione del territorio. Le località permanenza dei segni centuriali est-ovest. con toponimi di origine più antica, infatti, sembra- no essere localizzate con sostanziale indifferenza per la maglia centuriata (come è giusto che sia, dal Ricerca e interpretazione toponomastica momento che questa ancora non esisteva) prefe- rendo la vicinanza dei corsi d’acqua. Le centuria- Per i centri edificati ci è parso opportuno svol- zioni, canalizzando l’acqua e portandola in tutto il gere un’analisi comparata con la toponomastica territorio assieme alle strade, svincolano gli inse- che può avere una giustificazione in sé in quanto diamenti romani dal legame con i corsi idrici natu- distribuisce i vari nomi di luogo in categorie distin- rali e danno quindi loro la possibilità di localizzarsi te ciascuna relativa al popolo da cui è nata, ma sul territorio secondo una logica diversa. ogni nome locale può assumere una funzione di Anche gli insediamenti medievali sorti nel indizio relativamente a quello che è scomparso e pavese hanno in gran parte rispettato la regola di che stava dietro al nome. localizzarsi lungo gli assi della centuriazione che, In un più ampio raggio di azione questa disci- probabilmente, strutturava ancora fortemente il plina potrebbe dunque fornire un certo ausilio in territorio al momento della loro fondazione. L’evi- relazione alla conoscenza degli stanziamenti delle denza degli elementi morfologici interpreta le varie civiltà e - ciò che più a noi interessa - peculiarità delle caratteristiche fisiche del territo- dell’organizzazione delle proprietà terriere, degli rio. La qualità dominante è costituita dall’unifor- eventuali latifondi o del loro frazionamento più o mità della pianura. A ciò si aggiunga la riconosci- meno grande, delle qualità dei terreni coltivati o bilità delle aree golenali (presenti lungo il Ticino, delle piantagioni arboree e delle caratteristiche il ) e degli alvei fluviali abbandonati da antichi fisiche del territorio stesso. corsi d’acqua attualmente solcati da una rete idri- Esistono comunque due diversi modi di classifi- ca minore (vedi Roggia Barona). care i toponimi: Gli elementi morfologici sono un indicatore da • in riferimento alla collocazione temporale ed leggersi in modo complementare con le tracce della etnografica (e qui va considerato in modo parti- permanenza del sistema centuriato. Nel pavese si colare lo studio linguistico del toponimo: parti- può vedere come questi elementi non creano celle prefisse o suffisse, fonetica con mutamen- disturbo alla continuità della matrice romana pur ti di accento, consonanti, ecc. morfologia); costituendone in parte i confini. • in riferimento alle caratteristiche del territorio. Nel caso specifico si sono individuati: toponimi La qualità della permanenza. preromani, romani, e post-romani. I toponimi lati- ni si localizzano in massima parte sugli assi della Gli elementi della “Qualità della permanenza” centuriazione e lungo i percorsi della viabilità sono importanti per conoscere in modo approfondi- romana. to la “natura” della strutturazione del territorio Maurizio Boriani, Annamaria Boniardi, Susanna Bortolotto, Piero Favino 77

letto come palinsesto. Dopo aver riconosciuto le una scala 1:25.000. Le schede di approfondimento, permanenze della matrice romana, dell’area di invece introducono una fase conoscitiva che non studio, si passa a indagarne le caratteristiche qua- può prescindere dall’utilizzare cartografie a scale litative. metriche più particolareggiate. A questo proposito Le “linee guida” per questo tipo di lettura sono qui di seguito è enunciato il metodo seguito esem- riconducibili agli elementi fisici che costituiscono plificato da una scheda-tipo. la struttura stessa del territorio: le strade, i corsi Ogni scheda è dotata di una tabella riassuntiva d’acqua, i confini di coltura. A questo si aggiunga che ne definisce la localizzazione sul territorio e i l’evidenza dei confini comunali. riferimenti cartografici adottati per le traduzioni La metodologia adottata in dettaglio esamina grafiche e organizzata in sezioni nelle quali si per i corsi d’acqua quelli principali e secondari (i approfondisce la “Qualità dei segni orientati” in corsi principali si identificano per il “nome” appo- scala 1:10.000; la lettura dei catasti storici (secon- sto in cartografia e per un segno grafico più mar- do parametri quali i proprietari, le destinazioni cato rispetto a quelli secondari); per le strade si d’uso, la permanenza o non permanenza dei sottolineano quelle a fondo naturale e a fondo arti- segni); la toponomastica (in particolare quella del ficiale secondo la classificazione della CTR 1994. Catasto Lombardo Veneto); la conoscenza e l’ana- Nei casi in cui i corsi d’acqua si sommano alle lisi dei ritrovamenti archeologici diffusi; lo stato strade, questo dato viene cartografato poiché tale attuale dei vincoli vigenti sul territorio con una sovrapposizione altro non è che un ulteriore raffor- caratterizzazione legata alla tutela dei beni zamento della permanenza della traccia della ambientali, architettonici ed archeologici ed infine matrice romana. l’interpretazione delle foto aeree e le ricognizioni Particolarmente interessante è il fatto che la svolte in sopralluogo (sotto l’indice di una Scheda- permanenza del confine comunale, segno di natu- tipo). ra “politica”, va a rafforzare, in certi casi, le tracce della centuriazione.

La quantità della permanenza TABELLA SCHEDA - TIPO Dopo aver individuato la permanenza anche qualitativa del segno della matrice romana ci si è SEZ. 1 INQUADRAMENTO GENERALE Permanenza dei segni proposti di sondare la quantità dei segni orientati Qualità della permanenza permanenti all’interno delle singole centurie. Quantità della permanenza Un tematismo secondario, inserito nella stessa Legenda cartografia, è l’indicazione di principali infrastrut- ture e permanenze storiche con andamento indif- SEZ. 2 QUALITÀ DEI SEGNI ORIENTATI ferente rispetto alla centuriazione. In particolare SEZ.3 CATASTI STORICI questi segni sono: l’autostrada, la ferrovia, il confi- Catasto Teresiano (1722-1725) ne del Barco Visconteo e il Naviglio Pavese. Catasto Lombardo Veneto (1865- 1867) La finalità della tavola “Quantità della perma- 3.1 Catasto Teresiano: proprietari 3.2 Catasto Lombardo Veneto: proprietari nenza”, pertanto è volta – dopo aver svolto gli studi 3.3 Catasto Teresiano: destinazioni d’uso analitici preliminari sino a qui descritti – a ricono- 3.4 Catasto Lombardo Veneto: destinazioni d’uso scere aree con diversi gradi di permanenza grafi- 3.5 Lettura della permanenza o non permanenza dei segni del camente campite con colori diversi (dal più scuro Catasto Teresiano sul Catasto Lombardo Veneto al più chiaro per sottolineare rispettivamente la 3.6 Lettura della permanenza o non permanenza dei segni del Catasto Lombardo Veneto sulla Carta Tecnica Regionale maggiore o minore concentrazione di segni orien- 3.7 Lettura della permanenza dei segni del Catasto Teresiano tati) comunicando in modo immediato e chiaro e del Catasto Lombardo Veneto sulla Carta Tecnica Regionale “zone omogenee” per il livello di conservazione Legenda dell’impianto antico. SEZ.4 TOPONOMASTICA (Storico - etnica, Storico - L’analisi così concepita è un valido strumento fisica,Catastale) di sintesi della conoscenza del palinsesto territo- 4.1 Toponomastica storico - etnica e storico - fisica riale e potrà essere indubbiamente premessa ade- Interpretazione toponomastica guata per una pianificazione consapevole volta Legenda alla tutela, alla conservazione e valorizzazione del 4.2 Toponimi catastali Catasto Lombardo Veneto Legenda territorio. SEZ.5 ARCHEOLOGIA 4. Schede analitiche di approfondimento SEZ.6 STATO ATTUALE VINCOLI

La metodologia sin qui esposta – analisi per- SEZ.7 DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA manenze, qualità, quantità - indica le modalità di Fotografia aerea Volo 1984 approccio per uno studio sulle centuriazioni ad Foto 78 LO SPESSORE STORICO IN URBANISTICA

Fig. 5 - Tessiture storiche del territorio - Elementi permanenti della pianificazione territoriale romana. Maurizio Boriani, Annamaria Boniardi, Susanna Bortolotto, Piero Favino 79

Fig. 6 - Tessiture storiche del territorio - Qualità dei segni permanenti della pianificazione territoriale romana. 80 LO SPESSORE STORICO IN URBANISTICA

Fig. 7 - Tessiture storiche del territorio - Quantità dei segni permanenti sul territorio con orientamento omogeneo alla maglia centuriale. Maurizio Boriani, Annamaria Boniardi, Susanna Bortolotto, Piero Favino 81

Fig. 8 - Tessiture storiche del territorio -Quadro d’unione di riferimento per le schede analitiche di approfondimento.

Fig. 9 - Fotografia aerea di un settore della campa- gna pavese in cui compare la Certosa di Pavia che si inserisce perfettamente nell’ossatura del paesag- gio creata dai l i m e s p e r- manenti della centuria- zione romana e della Mediolanum - Ticinum. 82 LO SPESSORE STORICO IN URBANISTICA

5. Conclusioni schede di approfondimento analitico che ne permette una precisa valutazione della consistenza materiale Il metodo così definito attraverso lo studio ese- in previsione di un puntuale intervento di tutela. guito per l’IReR ha permesso di rilevare una buona Il territorio pavese coincidente con l’antico ager permanenza dell’ antica matrice centuriale dell’ t i c i n e n s i s è da considerarsi, con giusta causa, un ager ticinensis così come della traccia della Medio - “paesaggio culturale” da conservare non solo con lanum - Ticinum individuando anche, attraverso un vincolo ai sensi della legge 1497/39, peraltro già il confronto con la cartografia storica, i punti più vigente su parte del territorio oggetto di studio, degradati dell’impianto a seguito dall’evolversi ma anche con un intervento volto alla sua tutela e della forma del territorio. valorizzazione più propositivo come ad esempio Il sistema irriguo riveste un ruolo fondamenta- l’istituzione di un PLS (Parco locale di interesse le in questo ambito territoriale riprendendo spesso sovra comunale). i segni permanenti della centuriazione, sovente Attraverso la valorizzazione dei punti di forza affiancato dal sistema viario. del territorio pavese (i resti della matrice romana Nonostante la forte antropizzazione risultano con i numerosi nuclei rurali di antica formazione; ancora in gran parte orientati - secondo la matrice le zone umide con la loro particolare accezione antica - anche i segni minori nelle singole centurie: floro - faunistica; le tradizionali colture agricole, un buon numero di queste ultime rivelano ancora come quella risicola che si estende su gran parte di l’esistenza al loro interno del 75 – 100% di segni questo territorio) sarà possibile anche una fruizio- orientati rispetto alla totalità dei segni contenuti. ne culturale atta ad una consapevole conoscenza Tali segni vengono quindi indagati con l’ausilio delle storica del paesaggio agrario. Maurizio Boriani, Annamaria Boniardi, Susanna Bortolotto, Piero Favino 83

BIBLIOGRAFIA

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