Schweizerische Vereinigung der Fischereiaufseher (SVFA) Association Suisse des Gardes-pêche (ASGP) Associazione Svizzera dei Guardapesca (ASGP)

Leitfaden eidgenössische Berufsprüfung Fischereiaufseher Guide d’examen professionnel fédéral pour gardes-pêche Guida all’esame professionale federale di guardapesca

1 Impressum

Committente: Associazione Svizzera dei Guardapesca (ASGP) Realizzazione: WFN - Wasser Fisch Natur AG, Bern

Autori: Arthur Kirchhofer, WFN - Wasser Fisch Natur AG, Bern Martina Breitenstein, WFN - Wasser Fisch Natur AG, Bern

Con la collaborazione di: Erich Staub, FischPlus, Köniz (Cap. 5) Jörg Ramseier, Fischereiaufseher, Ligerz* Guido Ackermann, Fischereiverwaltung, St. Gallen* Hansruedi Zieri, Fischereiaufseher, Altdorf* Christoph Küng, Fischereinspektorat, Bern* Peter Büsser, Bern Claudia Zaugg, Schnottwil *Gruppo esperti ASGP Therese J. Lindt, Bern Jürg von Orelli, Fischereinspektorat, Bern Konrad Colombo, Amt für Umweltschutz des Kantons Uri, Altdorf

Jakob Walter, Schaffhausen Philippe Fallot, Le Foyard, Bienne Traduzioni: François Gauchat, Prèles Bruno Polli, Bellinzona Patrizia Polli, Canobbio Disegni originali sulla copertina: Beatrice Gysin, Hinterkappelen Anno di pubblicazione: 2004

Rielaborazione redazionale: 2015; 2018 2018 Pascale Steiner, pèsch viv, Cazis Con la collaborazione di Jörg Schweizer, Kanton St. Gallen Alexandre Cavin Canton de Vaud André Dettling, Kanton Schwyz Pascal Balmer, Canton de Fribourg Marcel Michel, Kanton Grabünden Diego Dagani, BAFU Bruno Polli

Ringraziamo tutte le persone, gli uffici amministrativi e le organizzazioni che, con finanziamenti, impegno personale, tempo e idee, hanno contribuito alla realizzazione di questo ausilio didattico per la preparazione dell’esame federale di guardapesca.

Ordinazioni: Associazione Svizzera dei Guardapesca ASGP www.guardapesca.ch

© 2018 by SVFA

2 Prefazione

Con l’approvazione del regolamento concernente gli esami professionali per i/le guardapesca da parte del Consiglio federale, avvenuta il 10 febbraio 1995, le insistenti richieste di riconoscimento a livello federale per la nostra categoria professionale hanno finalmente avuto successo. La seguente guida serve per una preparazione mirata agli esami che si tengono periodicamente. La guida si basa sulla prima edizione degli Obbiettivi di apprendimento, formulati dalla Commissione d’esame nel 1996. Questa guida non serve unicamente al superamento degli esami, ma anche quale strumento di consultazione e di lavoro. Nel senso dell‘articolo del Regolamento inerente lo scopo dell‘esame, al guardapesca, per poter soddisfare le più elevate esigenze della professione e consentirgli di assumere una posizione responsabile e competente, non basta comunque il contenuto di questo supporto didattico! Esso è piuttosto da considerare quale raccolta sistematica delle conoscenze teoriche di base che, assieme allo studio di ulteriore letteratura specifica e in particolare alla prolungata esperienza professionale, mira a un livello di conoscenza medio ed omogeneo a livello svizzero, al di là delle frontiere linguistiche. Particolarità cantonali o regionali non sono considerate in questo documento. Ringraziamo in modo particolare la Confederazione e i Cantoni per il loro sostegno finanziario a questo progetto.

Berna, agosto 2003 Christoph Küng, Presidente dell’ASGP

3 Ecologia delle acque Laghi - Corsi d’acqua - Funzioni naturali del corpo idrico - 1 Catena alimentare - Conoscenze floristiche e faunistiche di base Conoscenze sui pesci e sui gamberi Classificazione sistematica - Conoscenze generali sui pesci e 2 sui gamberi - Biologia ed ecologia dei pesci e dei gamberi Gestione ittica Acquisizione di dati di base - Gestione - Verifica del successo 3 - Piscicoltura - Protezione delle specie e degli habitat Tecnica Attrezzi dei pescatori professionisti - Attrezzi per la pesca dilettantistica - Pesca elettrica - Interventi tecnici - Morie di 4 pesci e di gamberi Diritto Sviluppo del diritto federale sulla pesca negli ultimi decenni – Protezione delle acque - Protezione degli animali ed etica 5 animale Appendice 6

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4 1 ECOLOGIA DELLE ACQUE 6

1.1 Laghi 6 1.1.1 Formazione e morfologia 6 1.1.2 Zonazione 8 1.1.3 Struttura dell’habitat 9 1.1.4 Caratteristiche fisiche e chimiche 11 1.1.5 Stratificazione 16

1.2 Corsi d’acqua 19 1.2.1 Formazione e morfologia 19 1.2.2 Zonazione longitudinale 21 1.2.3 Struttura dell’habitat 23 1.2.4 Caratteristiche fisiche e chimiche 28 1.2.5 Idrologia 31

1.3 Funzioni naturali del corpo idrico 34 1.3.1 Scambio con la falda 34 1.3.2 Capacità di autodepurazione 37 1.3.3 Ambiente vitale per gli organismi acquatici 38 1.3.4 Altre funzioni 39

1.4 Catena alimentare 42 1.4.1 Catena alimentare, gradini trofici, lussi dell’energia e delle sostanze, produzione primaria e secondaria 42 1.4.2 Pesci e gamberi nella catena alimentare 47

1.5 Conoscenze floristiche e faunistiche di base 48 1.5.1 Fito- e zooplancton 48 1.5.2 Piante acquatiche e ripuali 50 1.5.3 Macroinvertebrati 52 1.5.4 Pesci e gamberi 55 1.5.5 Altri vertebrati acquatici 56 1.5.6 Utilizzo di chiavi sistematiche per la determinazione 58

5 Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Laghi

1 Ecologia delle acque

1.1 Laghi 1.1.1 Formazione e morfologia Un lago è una massa d’acqua dolce ferma relativamente grande con delimitazioni chiaramente definite, entro le quali permane per un tempo sufficientemente lungo da sviluppare caratter- istiche chimico-fisiche proprie diverse da quelle dei tributari e degli emissari, nonché una comunità vivente specificatamente adattata e indipendente. Un lago è inoltre caratterizzato da una stratificazione almeno transitoria delle masse d’acqua che può essere ricondotta a gradienti verticali termici o chimici (vedi sotto). Conoscenze sulla formazione di un lago sono importanti per la comprensione della sua morfologia, del suo bilancio termico e delle sostanze, nonché dei suoi popolamenti. Se considerati secondo criteri temporali geologici, i laghi sono formazioni relativamente giovani ed effimere. La loro formazione è da attribuire a eventi geologici (laghi tettonici nelle fosse delle faglie, laghi nati in seguito a sbarramenti creati da franamenti), ai movimenti dei ghiacciai (laghi originati dall’erosione glaciale, laghi a fiordo, laghi morenici frontali o laterali, laghi formati da sacche glaciali residue in depressioni del terreno, laghi di origine carsica), ad attività vulcanica (laghi craterici e caldere) oppure ancora, in casi eccezionali, all’impatto con meteoriti. Molti laghi svizzeri sono di origine glaciale (laghi al margine nord e sud delle Alpi), oppure sono nati dalla combinazione di movimenti tettonici e attività glaciale (Bodanico, laghi di Zurigo, di Walen, di Thun e di Brienz). L’età dei laghi può essere molto diversa: mentre i laghi della faglia est africana (Tanganica, Vittoria, Malavi) esistono da oltre 5 milioni di anni, i nostri laghi glaciali hanno al massimo 10’000-17’000 anni. Anche se il bacino in cui si è formato l’attuale lago di Zurigo esisteva già da oltre 100’000 anni, esso è stato poi transitoriamente occupato dal ghiacciaio della Linth. L’apporto di materiale solido e sedimenti da parte dei fiumi, ma anche la sedimentazione dovuta all’intensa produzione vegetale, favoriscono processi in seguito ai quali la superficie di un lago si riduce progressivamente finché il lago viene definitivamente colmato. I laghi hanno pertanto sempre una durata di vita limitata. I tempi di interrimento stimati per alcuni laghi svizzeri in base al trasporto solido dei loro tributari danno valori assai diversi che variano dai 4’000 anni (lago di Bienne) e 30’000-40’000 anni (Lemano). I laghi storicamente più giovani sono gli sbarramenti artificiali creati dall’uomo che sono in genere meno vecchi di 100 anni e sono stati costruiti alfine di accumulare energia, come riserve di acqua potabile o come bacini di trattenuta per le piene. Dal punto di vista limnologico non sono invece da considerare come laghi gli sbarramenti fluviali nei quali permane sempre una certa corrente e dove non si instaura alcuna stratificazione termica. La genesi, l’età e la morfologia di un lago sono corresponsabili della composizione della comunità vivente che lo abita. Così, per esempio, la fauna ittica nell’Africa dell’Est ha avuto tempo 5 milioni di anni per adattarsi, differenziarsi e svilupparsi ulteriormente. È così che la famiglia dei ciclidi ha potuto diramarsi in centinaia di specie i cui singoli componenti, grazie alle nuove caratteristiche (morfologiche e comportamentali), hanno potuto colonizzare nuove nicchie, isolandosi e sviluppandosi in seguito in modo indipendente. L’enorme ricchezza di specie di ciclidi e tilapie presenti in questi laghi é una diretta conseguenza dell’età e della morfologia (grande profondità, ricca strutturazione) dei laghi stessi. Nei nostri laghi marginali della regione alpina, questo processo di adattamento dura solo da 10’000 anni. Dopo ogni glaciazione i laghi hanno dovuto essere ricolonizzati dai pesci, sia dall’est attraverso il Danubio, a partire dai territori europei del Mar Nero nei quali si erano 6

Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Laghi rifugiati, sia da nord, dopo l’ultima glaciazione, da parte delle specie delle acque fredde. La fauna ittica ha avuto relativamente poco tempo per adattarsi e dar vita a nuove specie. L’attuale abbondanza di forme dei coregoni nei laghi svizzeri delle Alpi e del Giura può essere considerata, in questa prospettiva, come situazione intermedia dell’evoluzione che sfocerà anche qui, dopo tempi necessariamente molto lunghi, in una più grande ricchezza di specie. Qui si pensa anche alla diversità genetica riconducibile agli adattamenti locali alle condizioni esterne (quale risposta alla selezione naturale). Attraverso la possibilità data dall’evoluzione di adeguarsi tramite cambiamenti genetici alle condizioni specifiche di un corpo d’acqua, le popolazioni locali sono in perfetta sintonia con il loro habitat. Si stima che in Svizzera vivano 32 specie di coregoni (Vonlanten & Hefti, 2016). Per mantenere le particolarità genetiche e gli adattamenti locali delle popolazioni è indispensabile adottare una strategia gestionale il più locale possibile.

Dal punto di vista morfologico si fa lago da trote fario distinzione tra i laghi profondi e quelli piatti, tra quelli con bacini riccamente strutturati e quelli monotoni. Volume del bacino, pro- fondità media del lago e apporto idrico dei lago da coregoni tributari sono grandezze determinanti per il calcolo del tempo di ricambio delle sue acque. Questo importante parametro deter- mina in modo preponderante le condizioni in riguardo al bilancio termico e delle sostanze nel lago e viene pure utilizzato per stimare il lago profondo da abramidi carico massimo ammissibile (apporto di sostanze nutrienti da parte dei tributari e degli scarichi diretti). La forma del bacino e la lunghezza delle sue sponde sono rilevanti in quanto attraverso le stesse viene definita lago piatto da abramidi l’estensione delle zone con acque poco profonde, molto significative dal punto di vista biologico. Anche la comunità vivente nel lago viene determinata in gran parte lago da sandra dalla forma del bacino, dalla profondità, dalle caratteristiche dei sedimenti, dalla torbidezza delle acque e dall’ossigeno lago da luccio e tinca disciolto. Ciò consente di classificare i laghi dal punto di vista dell’ittiologia in diversi tipi (Figura 1). intorbidamento delle acque acido solfidrico carenza di ossigeno sedimenti organici anossici grande trasparenza in estate

Figura 1 Classificazione ittiologica dei laghi (Klee, 1985).

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Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Laghi

1.1.2 Zonazione Anche se un lago, considerato a distanza, appare come una massa d’acqua unitaria e omogenea, possono essere distinti più strati orizzontali e verticali che rappresentano ognuno un habitat con caratteristiche specifiche e una propria comunità di organismi (biozonosi). Da un canto può essere distinta la zona delle acque aperte (pelago, zona pelagica) e una zona vicina ai fondali (zona bentica) e dall’altro la zona della riva (litorale) e la zona profonda (profondale) (Figura 2). Gli organismi possono mantenersi nella zona pelagica solamente fluttuando nell’acqua (plancton) oppure nuotando attivamente (necton=pesci). Il confine tra litorale e pelago/profondale viene definito in base alla profondità di penetrazione della luce ed è situato laddove la luce corrisponde all’1% della luce incidente alla superficie. La crescita di piante superiori ci indica questo limite, siccome piante acquatiche radicanti che ricrescono ogni primavera possono crescere solamente se il fondale è raggiunto da quantitativi di luce sufficienti. Il litorale si estende nei grandi laghi svizzeri fino a 5-10 m di profondità nei bacini ricchi di sostanze nutrienti e fino oltre i 20 m in quelli poveri di queste sostanze.

LITORALE PELAGO

organismi autotrofi EPILIMNIO zona trofogena ed eterotrofi METALIMNIO (termoclino )

zona trofolitica solo organismi IPOLIMNIO eterotrofi

Figura 2 Zonazione orizzontale e verticale di un lago (P = produzione, R = respirazione) (Kummert & Stumm, 1989).

Nel pelago si differenziano inoltre una zona con bilancio di assimilazione positivo (zona trofogena) nella quale viene prodotta una biomassa superiore rispetto a quella decomposta (respirata) e una zona con bilancio negativo (zona trofolitica) nella quale i processi di decomposizione (respirazione) sono maggiori rispetto alla produzione di biomassa. Anche qui, a determinare il confine tra le due zone, è la profondità di penetrazione della luce: la cosiddetta profondità di compensazione, alla quale produzione e respirazione si equivalgono e quindi si compensano. In laghi torbidi, ricchi di materiale in sospensione, il litorale e la zona trofogena avranno un’estensione minore rispetto ai laghi con acque chiare e trasparenti. La profondità di compensazione varia nel corso dell’anno, aumentando e diminuendo in funzione della trasparenza delle acque che è massima in inverno e minima in primavera, quando le alghe sviluppano la loro maggiore capacità di riproduzione. La trasparenza degli strati superficiali ci fornisce un elemento approssimativo in base al quale stimare l’estensione della zona trofogena. Con il disco di Secchi si può stimare con facilità la trasparenza: un disco bianco con diametro di 25 cm viene immerso e calato a diverse profondità. Quella dove il disco scompare viene registrata quale valore della trasparenza. In laghi poco produttivi si registrano valori

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Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Laghi invernali di trasparenza di 15–20 m ed estivi di 10–15 m. In laghi altamente produttivi invece i valori corrispondenti sono di 8–12 m in inverno e di 1–5 m in estate. Accanto a questa zonazione si procede a una ulteriore suddivisione degli strati d’acqua che si basa su caratteristiche peculiari della molecola dell’acqua: la stratificazione termica che tratteremo nel capitolo 1.1.5 Stratificazione.

1.1.3 Struttura dell’habitat Per la loro sopravvivenza tutti gli organismi necessitano, oltre che delle diverse risorse quali l’ossigeno e il nutrimento, anche di un certo "ammobiliamento" del loro habitat per soddisfare le diverse esigenze nel corso della giornata o dell’anno, come pure lungo tutto il loro ciclo vitale. Ciò vale anche per gli organismi acquatici. Così durante i periodi di quiescenza è per esempio prioritaria la possibilità di proteggersi dai nemici, mentre durante la ricerca di cibo è più importante la presenza di prede. Nel litorale i pesci trovano rifugio negli assembramenti di legname morto, nella fascia di canneto, oppure, in estate, nella densa vegetazione acquatica. I pesci del pelago invece, in mancanza di queste strutture dell’habitat, cercano di proteggersi attraverso la formazione di banchi di individui della stessa specie. I bassi fondali costituiscono un ambiente di vita importante nel lago con innumerevoli piccoli habitat adatti a un gran numero di specie diverse. Siccome le acque poco profonde si riscaldano velocemente, certi processi biologici vi vengono accelerati (per esempio la crescita delle alghe) rispetto a quanto avviene nelle acque pelagiche. Il canneto, le piante acquatiche e gli assembramenti di legname morto, sono strutture necessarie per la riproduzione di molte specie ittiche. Le specie cosiddette fitofile (= che amano le piante) fanno aderire le loro uova collose a foglie e steli (per esempio le scardole e gli abramidi) oppure depongono le stesse in nastri sospesi alla vegetazione e al legname morto (pesce persico). Il legname morto sommerso e le piante acquatiche rappresentano pure un substrato ottimale per la crescita di alghe sessili che vanno a formare fitte patine vegetali che costituiscono la base alimentare per una miriade di piccoli animali. Così queste strutture offrono ai giovani pesci appena nati una tavola riccamente imbandita e contemporaneamente anche nascondigli e possibilità di protezione (Figura 3).

LUGLIO

pesce persico gardon (rutilo)

AGOSTO

Figura 3 Diversa distribuzione stagionale di giovani "gardon" e persici in campi di potamogeto nel lago di Ginevra in luglio e in agosto (Rossier, 1995).

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Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Laghi

In inverno, quando manca la vegetazione acquatica, vengono utilizzati quali rifugi strutture come le sponde incavate, interstizi fra i blocchi, rocce frastagliate, legname morto, rive rivitalizzate artificialmente. Il fondale lacustre è un altro ambiente vitale importante, la cui morfologia e la cui struttura rivestono grande significato. In caso di sufficiente presenza di ossigeno sopra i fondali, troviamo dei sedimenti chiari, abitati in gran numero dai più disparati animaletti. Se l’ossigenazione è carente o assente, il sedimento diviene da marrone scuro a nero e solo poche specie particolarmente adattate della fauna invertebrata possono sopravvivervi (per esempio vermi, larve di chironomidi). Anche per i pesci come i coregoni, la bottatrice e il salmerino che depongono le uova liberandole semplicemente in acqua, lasciandole cadere sul fondale lacustre, i sedimenti poco ossigenati (anaerobici) sono inadeguati. Le uova si adagiano sulla morbida coltre di alghe morte sedimentate che ricopre il fondale e sprofondandovi possono perire per carenza di ossigeno (Figura 4).

1500 20 a) 1988/89 b)

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1000 strato di diffusione 10 uovo di coregone

500 4 2 0

-2 sedimento 0 -4 15.12.88 30.12.88 15.01.89 0 2 4 6 8 ossigeno (mg/l)

Figura 4 Moria delle uova di coregone nel lago di Sempach: il numero di uova sopravvissute sul sedimento (a) decresce rapidamente, non appena la richiesta di ossigeno delle uova aumenta, siccome la concentrazione di ossigeno all’interfaccia acqua – sedimento e nel primo strato del sedimento stesso (b) è nettamente inferiore ai 7 – 8 mg/l richiesti per un normale sviluppo degli embrioni di coregone (Wehrli et al., 1992).

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Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Laghi

1.1.4 Caratteristiche fisiche e chimiche I nostri laghi non sono costituiti da acqua pura, distillata, bensì contengono una grande quantità di sostanze, presenti sotto diverse forme, derivanti da fonti disparate, sottoposte a un ciclo infinito di processi geochimici e che contribuiscono a determinare la vita nell’acqua in modi diversi (Figura 5).

rocce sedimentarie sabbia - ardesie - carbone pietra - carbonati

diagenesi

sedimenti rocce cristalline sabbia - minerali argillosi carbonati - torba trasporto dilavamento atmosfera sedimentazione O , N , CO 2 2 2 respirazione fotosintesi terreni umus SiO 2 emanazioni Al(OH) 3 minerali vulcaniche Fe O argillosi H O, CO ,HCl sostanze disciolte 2 3 2 2 nell'acqua CaCO 3 H2 S, S O 2 , S

Figura 5 Interazioni del ciclo delle rocce con quello delle acque: l’acqua è contemporaneamente mezzo di trasporto e reagente chimico; attraverso l’interazione con le rocce si formano componenti dei terreni, sedimenti e rocce sedimentarie; in questo processo però si arricchiscono anche le acque di sostanze disciolte (Sigg & Stumm, 1989).

La natura chimica delle acque è in buona parte da ricondurre all’interazione tra acidi (donatori di atomi con carica positiva (protoni)) e basi (ricettori di protoni). L’equilibrio acido-base viene misurato con il valore pH. Un pH di 7 indica una situazione neutra. Se il pH è superiore a 7 si parla di una situazione basica o alcalina; in caso di valori inferiori a 7 si parla invece di ambiente acido. La concentrazione di H+ viene regolata dalla capacità tampone del corpo idrico in particolare attraverso l’anidride carbonica (CO2) e i composti che forma con l’acqua - 2- (acido carbonico H2CO3, bicarbonato HCO3 e carbonato CO3 ). Le porzioni di queste diverse componenti che concorrono al bilancio dell’anidride carbonica sono diverse a dipendenza del pH (Figura 6). La composizione geologica del bacino imbrifero riveste grande importanza in questo contesto, siccome con l’apporto di calcio (CaCO3) da parte degli affluenti viene influenzato l’equilibrio calcio-acido carbonico e con esso la capacità chimica di tamponare l’acidità. Acque ricche di calcio presentano valori pH di ca. 6.5 – 8 e sono ben tamponati, così che vi avvengono solo piccole variazioni del pH. Per contro le acque povere di calcio sono sovente contraddistinte da valori pH acidi che sono suscettibili di importanti variazioni verso il basso (per esempio in caso di piogge acide), ma anche verso l’alto. Quest’ultimo caso si può verificare in occasione di intense attività fotosintetiche di cospicue popolazioni di alghe che, sottraendo la CO2 all’acqua, spostano l’equilibrio generando l’innalzamento del pH. In questi casi può formarsi del carbonato di calcio che è difficilmente solubile e che precipita quindi, andando a formare una crosta calcarea sulla superficie delle piante (decalcificazione biogenica delle acque). La gran parte dei processi metabolici dipendono da un ambiente neutro e valori pH < 5 o > 9 sono tossici per la maggior parte dei pesci. Valori pH troppo bassi o troppo alti causano ai pesci forte stress osmotico e disfunzioni fisiologiche. Dal valore pH

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Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Laghi dipende inoltre anche l’equilibrio fra l’ammonio, sostanza nutritiva non velenosa, e la velenosa ammoniaca (Figura 6). Valori elevati di pH favoriscono la tossicità dell’ammoniaca. Per i processi biologici nell’acqua il valore pH è quindi d’importanza determinante

- Figura 6 Porzione relativa di anidride carbonica (CO2), acido carbonico (H2CO3) e carbonato (HCO3 ) + (sinistra) e dei composti dell’azoto: ammonio (NH4 ) e ammoniaca (NH3) (destra) a diverse condizioni di pH (Lampert & Sommer, 1993).

Dall’atmosfera derivano i gas disciolti nell’acqua: ossigeno (O2), anidride carbonica (CO2) e azoto (N2). L’azoto gassoso disciolto riveste scarsa importanza dal punto di vista biologico. Gli altri due gas sono invece alla base della vita nell’acqua. La CO2 è per le piante la sostanza basilare per la fotosintesi, con la quale viene costituita biomassa vegetale a partire dalle sostanze inorganiche (= nutrienti) e dall’energia solare. L’ O2 è necessario per le funzioni vitali e per la decomposizione della biomassa. La solubilità dei gas nell’acqua è limitata e dipende dalla temperatura e dalla pressione. Più è piccola la pressione (profondità e quota sul livello del mare), più è alta la temperatura e più piccoli saranno i quantitativi di gas solubili in acqua. La dipendenza della solubilità dei gas dalla temperatura è determinante in particolare nel caso dell’ossigeno, indispensabile per la vita, siccome a temperature elevate possono verificarsi situazioni al di sotto delle condizioni minime vitali per molti organismi (Tabella 1). Tabella 1 Concentrazioni di ossigeno a una saturazione del 100% a dipendenza della temperatura e dell’altitudine sopra il livello del mare (Abwassertechn. Vereinigung, 1973).

altitudine sul temperatura dell'acqua livello del mare 0° 5° 10° 15° 20° 25° 30° C

N.N. 14.6 12.8 11.3 10.2 9.2 8.4 7.6 mg/l

500 m 13.7 12.0 10.6 9.6 8.7 7.9 7.2 mg/l

1000 m 12.9 11.3 10.0 9.0 8.2 7.5 6.8 mg/l

1500 m 12.1 10.6 9.4 8.5 7.7 7.1 6.4 mg/l

2000 m 11.4 10.0 8.9 8.1 7.3 6.7 6.1 mg/l

Per le sostanze disciolte nell’acqua si fa distinzione tra i sali inorganici e le sostanze organiche. Fra le prime, le sostanze nutrienti – in particolare i composti del fosforo e dell’azoto 12

Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Laghi

– sono particolarmente importanti, poiché regolano l’intensità della fotosintesi. Le sostanze organiche disciolte vengono anche sinteticamente definite con la sigla DOM (= "Dissolved Organic Mater"); fra queste, i composti organici del carbonio vengono indicati come valore- DOC (="Dissolved Organic Carbon"). Le sostanze inorganiche giungono al lago tramite gli affluenti o direttamente con le piogge, vengono inglobate nella biomassa ("assimilate") e dopo la morte degli organismi vengono nuovamente liberate in forma mineralizzata (inorganica) come nitrato (NO3), fosfato (PO4), solfato (SO4), ecc., grazie all’azione di decomposizione dei microbi. Così tornano a essere disponibili per le piante che le assimilano nuovamente attraverso la fotosintesi. Se non riutilizzate, esse finiscono negli strati profondi, immagazzinate nei sedimenti del lago, venendo così sottratte alla produzione biologica. Il ciclo dell’azoto e delle sue diverse forme nell’ecosistema lacustre è rappresentato, in forma riassuntiva quale esempio, nella Figura 7.

ATMOSFERA

assunzione di assimilazione nitrificazione azoto atmosferico N organico Alghe azzurre assimilazione nitrificazione EPILIMNIO Azotobacter ammonificazione assunzione di ammonificazione azoto atmosferico N organico

IPOLIMNIO Azotobacter denitrificazione assimilazione

Clostridium pasteurianum assunzione di azoto atmosferico N ammonificazione

organico

SEDIMENTI

Figura 7 Ciclo dell’azoto nel lago con l’attività vegetale (centro) e batterica (destra e sinistra) in strati a diversa profondità (Schwoerbel, 1993).

La produzione biologica nel lago viene limitata da quella sostanza che, in riferimento alle necessità, è presente nella minor concentrazione. In base alla composizione media della biomassa delle alghe, per la costituzione di una molecola organica sono necessari, oltre all’acqua (H dall’ H2O) e alcuni micronutrienti, 106 atomi di carbonio (C da CO2), 16 atomi di azoto (N da NO3) e 1 atomo di fosforo (P da PO4). C, O e H sono presenti generalmente in eccesso nell’acqua. Fra le altre sostanze nutrienti è il fosforo a essere presente alle concentrazioni minime, ciò che gli conferisce un ruolo determinante nella regolazione dei processi di produzione. Per la determinazione del grado di trofìa di un lago (trofìa = intensità della produzione biologica) si fa pertanto uso - accanto ad altri indicatori quali le condizioni di ossigenazione, la produzione primaria, ecc. - specialmente della concentrazione di fosforo. In 3 presenza di una concentrazione di fosforo totale (Ptot) < 10 mg/ m dopo la circolazione totale 13

Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Laghi delle acque si parla di un lago "oligotrofo" (= povero di sostanze nutritive, poco produttivo). 3 Con Ptot >30 mg/ m un lago viene invece considerato "eutrofico" (= ricco di sostanze nutritive, produttivo). Siccome nell’ultimo secolo l’apporto di fosforo nei nostri laghi è stato enormemente incrementato dall’uomo (feci, detersivi, agricoltura), si è giunti nel corso degli ultimi 50 anni a una eccessiva concimazione dei corpi d’acqua svizzeri, con conseguenze negative per la qualità delle acque, per la fauna ittica e per la bellezza paesaggistica dei laghi. L’elevata produzione di alghe nell’ipolimnio, sostenuta dall’eccessiva concimazione, ha portato a estesi deficit di ossigeno, a formazione di acido solfidrico e ammoniaca nell’ipolimnio (vedi sopra). Così è stato massicciamente ridotto lo spazio vitale delle specie più esigenti in riguardo alla presenza di ossigeno, come i coregoni, la trota lacustre e il salmerino. D’altra parte, sono state invece fortemente favorite specie della famiglia dei ciprinidi (Cyprinidae) come gli abramidi, le blicche e il rutilo ("gardon") che vivono negli strati più superficiali e/o nel litorale dove pure si riproducono (Figura 8).

mesotrofo oligotrofo eutrofo ipertrofo ultra- oligotrofo

oligotrofo eutrofo Figura 8 Diversità delle specie della fauna ittica e catture per unità di superficie in relazione al grado di trofìa di un lago (Holcik et al. 1989) e grado di trofìa a dipendenza della concentrazione di fosforo Ptot (Grafico piccolo, secondo Schwoerbel, 1993).

Con la Legge federale sulla protezione delle acque del 1955, sono state varate disposizioni per l’eliminazione delle sostanze nutritive (costruzione di impianti di depurazione) che, assieme all’introduzione nel 1986 della proibizione dell’uso di fosfati nei detersivi, hanno condotto a una chiara riduzione degli apporti di fosforo nelle acque. I successi della protezione delle acque in Svizzera sono documentati dalle concentrazioni di fosforo alla circolazione che sono diminuiti nettamente in tutti i laghi a partire circa dal 1970 (Figura 9). Nei laghi minori dell'Altopiano (es. Lago di Zugo) i valori di fosforo si situano ancora nettamente al di sopra di un livello accettabile e non preoccupante, nonostante i provvedimenti interni

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Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Laghi come ossigenazione e circolazione forzata realizzati in alcuni laghi, quali ossigenazione artificiale e circolazione forzata delle acque. Per la fauna ittica il miglioramento della qualità delle acque dei laghi ha significato vitale negli strati più profondi, grazie alla migliore ossigenazione. Anche le densità di molte specie si sono però modificate e le popolazioni dei ciprinidi sono di regola diminuite, mentre sono piuttosto aumentate quelle dei coregoni. A seguito della reoligotrofizzazione il fosforo è diminuito così drasticamente in alcuni laghi (es. Brienzersee) che la crescita dei pesci e con ciò anche la produzione ittica si sono fortemente ridotte.

Figura 9 Concentrazione di fosforo totale durante la circolazione totale invernale in diversi grandi laghi svizzeri dal 1955 al 2015 (Quelle UFAM).

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Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Laghi

1.1.5 Stratificazione Al contrario di tutte le altre materie, la molecola d’acqua non presenta la sua massima densità alla temperatura più bassa (cioè a 0 °C, poco prima di ghiacciare), bensì a 4 °C. Questa anomalia della densità fa sì che l’acqua con temperatura di 4 °C sprofonda, mentre l’acqua più calda o più fredda e il ghiaccio galleggiano al di sopra. In base alle condizioni termiche possono essere definiti tre differenti strati. In occasione della stratificazione estiva troviamo il caldo epilimnio, separato dal sottostante ipolimnio, contraddistinto da acque omogeneamente fredde, tramite uno strato detto metalimnio, le cui acque presentano un forte gradiente termico (forte diminuzione delle temperature dall’alto verso il basso) (Figura 1.1.12). Durante la stratificazione invernale lo strato più superficiale presenta temperature inferiori a 4 °C, mentre negli strati inferiori le temperature rimangono attorno ai 4 °C. Durante questi periodi di stratificazione estiva e invernale non sono possibili scambi di acqua tra l’epi- e l’ipolimnio. Di regola in autunno, con il raffreddamento, e in primavera, prima dell’inizio della fase di riscaldamento, si misurano temperature omogenee su tutta la colonna d’acqua. Durante questa fase di omotermia, grazie all’impulso dei venti alla superficie del lago, può avvenire il processo di rimescolamento delle acque, la cosiddetta circolazione (Figura 10).

Primavera: Estate: stratificazione stabile, circolazione totale Circolazione nell’epilimnio, stagnazione nell’ipolimnio Vento Vento

Autunno: Inverno: circolazione totale stratificazione inversa; stagnazione Vento Strato di ghiaccio

Figura 10 Condizioni di stratificazione, profili di temperatura e circolazione in un lago con relativo andamento annuale. Si parla di stagnazione estiva e invernale e di circolazione autunnale e primaverile (Lampert & Sommer, 1993).

Accanto alle differenze di temperatura, anche la presenza di piccolissime particelle solide in sospensione, oppure la diversa concentrazione di sostanze disciolte, possono portare a differenze di densità delle acque e di conseguenza a una stratificazione. Nei laghi monomittici si verifica invece una unica circolazione totale all’anno. Un esempio noto è quello del Lago Bodanico superiore dove la circolazione avviene in inverno.

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Esistono anche laghi cosiddetti meromittici, nei quali la circolazione non avviene su tutto il profilo di profondità. Ciò avviene principalmente quando il raffreddamento degli strati superficiali risulta insufficiente a rendere abbastanza omogenea la densità dell’acqua sull’intera colonna d’acqua, oppure quando i venti nella stagione fredda non riescono a rompere eventuali deboli stratificazioni residue. Situazioni di questo tipo sono favorite per esempio in laghi con piccole superfici d’attacco del vento a fronte di grandi profondità. Ci sono però anche fenomeni di origine antropica, come l’eutrofizzazione, che possono condurre a una stratificazione meromittica. In questi casi sono le sostanze disciolte (e solide) che si accumulano nell’ipolimnio, a originare stratificazioni molto stabili che possono essere smantellate solo in rari casi. Questa stratificazione chimica è detta anche chemioclino e si incontra generalmente in laghi eutrofici profondi nei quali le sostanze derivanti dalla disgregazione delle biomasse sedimentate non vengono permangono in gran parte negli strati profondi (es.: Bacino Nord del Lago di Lugano), ma anche in laghi con sorgenti di profondità con acque molto saline e quindi particolarmente dense (es.: Lago Cadagno). A seguito della mancata circolazione totale delle acque lacustri si instaurano sovente condizioni di anossia (assenza di ossigeno) nelle acque profonde. Le condizioni di stagnazione e di circolazione sono determinanti per il bilancio delle sostanze nel lago, specialmente per quello dell’ossigeno nelle acque profonde. Siccome l’unica fonte per il rinnovo dell’ossigeno è costituita dall’atmosfera e solamente alla superfice. del profondale, ciò è di vitale importanza. Durante la stagione produttiva le alghe planctoniche che crescono e si moltiplicano nell’epilimnio scendono come una pioggia continua verso il fondo e, lungo il cammino o a livello dei sedimenti, vengono aggredite da batteri che le decompongono. Durante questo processo viene utilizzato ossigeno negli strati profondi, così che nel corso dell’estate la riserva di ossigeno in profondità viene consumata e non può essere rinnovata a causa della stratificazione delle acque. Nella Figura 11 sono raffigurati i profili di profondità della temperatura, del valore pH, della concentrazione di ossigeno durante la circolazione primaverile e autunnale come pure durante la stagnazione estiva. In laghi poco produttivi (oligotrofi) come il Brienzer-, il Walensee oppure il lago dei Quattro Cantoni, la riserva di ossigeno viene consumata in estate solo parzialmente e, a causa della grande profondità in rapporto a una superfice relativamente ridotta, non si verifica ogni inverno una circolazione totale delle acque. Laghi molto produttivi (eutrofici) (es. lago di Zugo) nel caso estremo, gli strati profondi possono essere quasi o totalmente privi di ossigeno in autunno. Quando la loro profondità è relativamente ridotta, le riserve di ossigeno possono essere rinnovate, fino alla saturazione totale, con una o più fasi di circolazione tra l’autunno e la primavera.

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Estate Estate Primavera/Autunno Stagnazione Primavera/Autunno Stagnazione Circolazione Circolazione Temperatura Ossigeno

Temperatura Ossigeno Tiefe Tiefe

Tiefe Tiefe Fotosintesi

Profondità Profondità

Profondità Profondità

Profondità Profondità Profondità Profondità

Mineralizzazione

nutrienti nutrienti

Fotosintesi

Tiefe Tiefe

Tiefe Tiefe Tiefe Tiefe

Profondità Profondità

Profondità Profondità

Profondità Profondità Profondità Profondità

Mineralizzazione

Figura 11 Tipici profili di profondità durante la circolazione totale, rispettivamente durante la stagnazione per la temperatura dell’acqua, il valore pH e le sostanze nutritive Ammonio (NH4+), nitrato (NO3-) e fosfato (fonte UFAM).

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1.2 Corsi d’acqua 1.2.1 Formazione e morfologia I corsi d’acqua sono ecosistemi estesi longitudinalmente che attraversano il paesaggio, nei quali l’acqua, contenuta in un letto fluviale, si muove verso valle a causa della forza di gravità e della pendenza del terreno. L’origine delle acque correnti può essere diversa: masse d’acqua che scaturiscono dalla terra (sorgenti, risorgive), nonché scorrimento superficiale delle acque piovane e delle acque di scioglimento delle nevi e dei ghiacci. Il deflusso di base di un corso d’acqua permanente deriva sempre da una sorgente. Quest’ultima costituisce un ecosistema a sé, con condizioni ambientali relativamente costanti (temperatura, portata idrica). Le sorgenti sono distribuite in modo puntiforme su tutto il territorio e possono formarsi come scaturigini da cui origina un corso d’acqua o una cascata, come affioramenti diffusi di acque dal terreno che si raccolgono in rivoli o formano zone paludose, oppure ancora come polle che originano piccoli specchi d’acqua. Il deflusso superficiale varia a seconda della situazione e della conformazione (per esempio: altitudine, porzione gelata del terreno, copertura boschiva, aree costruite) e in particolare a dipendenza della quantità di precipitazioni nel bacino imbrifero (vedi capitolo Idrologia). I limnologi cercano da sempre di classificare le acque correnti in tipologie unitarie con caratteristiche comuni, alfine di portare un poco di ordine nella miriade di forme sotto le quali si presentano i corsi d’acqua. Si possono distinguere diversi criteri di classificazione, in parte semplici e in parte più complicati: • grandezza/larghezza: a seconda della larghezza del corso d’acqua parliamo di un rigagnolo, di un ruscelletto, di un ruscello, di un fiume o di un grande fiume. I limiti tra queste categorie non sono precisi e dipendono anche in particolare dall’uso corrente della lingua; • affluenti: a dipendenza del numero di affluenti i corsi d’acqua vengono classificati in ordini ("ordini secondo Strahler") dove il corso d’acqua originato da una scaturigine, senza affluenti, è definito di primo ordine; dopo aver ricevuto un affluente appartenente allo stesso ordine esso diventa di secondo ordine, e così via. Più grande è il corso d’acqua e più grande sarà il suo ordine; • carico organico: in base alla "saprobia" – l’intensità dei processi dei processi biologici di decomposizione, misurabili attraverso la domanda di ossigeno in 5 giorni (BOD5)- vengono costituite le seguenti classi: catarobico (non inquinato), oligosaprobico (poco inquinato), mesosaprobico (mediamente inquinato), polisaprobico (molto inquinato). Per i laghi si usa invece il concetto di trofìa - l’intensità dei processi di produzione – per la classificazione in laghi oligotrofi, mesotrofi ed eutrofici; • in base alle caratteristiche fisiche (specialmente la pendenza) si distingue fra la regione sorgiva (crenale), corso superiore (ritrale), corso mediano (metaritrale) e corso inferiore (potamale). Le corrispondenti modifiche delle comunità viventi (biocenosi) verranno trattate tramite l’esempio dei pesci nel capitolo seguente; • in base al grado di naturalezza: naturale, vicino alla condizione naturale, corretto, canalizzato; • In base alla specie caratterizzante (cfr. capitolo 1.2.2).

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I corsi d’acqua sono habitat particolarmente dinamici che, in condizioni naturali, in occasione di ogni piena con sufficiente forza di trascinamento di sostanze solide, modificano la loro configurazione e il loro assetto. Nei punti dove la corrente è forte viene asportato materiale (erosione) che si deposita poi laddove la corrente è meno forte (sedimentazione). Il diametro limite del materiale che può ancora essere trasportato con una determinata velocità della corrente può essere calcolato con formule o dedotto da grafici (Figura 12).

ciottoli ciottoli

grossa grossa

fine fine a

ghiaia da da ghiaia

grossa grossa

sabbia sabbia

limo limo

fine fine

argilla argilla sabbia blocchi

Trasporto di sedimentazione sostance sospese

diametro granulometrico (mm) Figura 12 Relazione tra velocità della corrente e granulometria delle particelle per la stima delle condizioni di erosione e di sedimentazione a una determinata velocità della corrente (Graf, 1984).

Nei corsi d’acqua il movimento è sempre diretto verso valle. Così molti organismi vengono trascinati in questa direzione ("drift"), perdendo temporaneamente o definitivamente una parte del loro habitat. Questa perdita territoriale deve essere prima o poi compensata, alfine di mantenere la presenza della popolazione anche nella parte a monte del corso d’acqua. Migrazioni verso monte in acqua oppure voli di compensazione degli insetti adulti sono essenziali per tutti gli organismi acquatici. Affinché questi processi abbiano successo, i ruscelli e i fiumi devono essere integri nella loro continuità longitudinale (assenza di interruzioni e ostacoli). Per piccoli pesci come lo scazzone, la sanguinerola o il cobite barbatello, un salto d’acqua di 10 - 20 cm è già un ostacolo insormontabile. La correzione di molti corsi d’acqua con traverse, briglie e altri sbarramenti interrompe sovente la continuità longitudinale. Con una rinaturazione si può dare al corso d’acqua una maggiore possibilità di espansione laterale, consentendo pure di eliminare le briglie che prima contrastavano l’erosione del sedimento. Inoltre, la continuità può essere ristabilita con rampe di blocchi, con vie di aggiramento degli ostacoli o con scale di monta.

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Altrettanto importanti sono le connessioni laterali e verticali (Figura 13). Con le prime viene definita l’accessibilità degli affluenti laterali, oppure dei rami laterali o morti. Questi ambienti svolgono una importante funzione come aree riproduttive o come aree di stazionamento dei giovani pesci (nurseries), oppure ancora come habitat per la quiescenza invernale per molte specie ittiche. Con le ultime si intende invece la permeabilità del fondo del fiume, grazie alla quale può avvenire lo scambio tra le acque superficiali e la sottostante falda freatica. In presenza dell’impermeabilizzazione del sedimento tramite l’otturazione dei pori e del sistema di interstizi, la connessione verticale viene interrotto (colmazione). Così la falda non può più essere rifornita e gli organismi che vivono negli spazi interstiziali del fondale perdono il loro habitat. In caso di inquinamento delle acque di superficie, la ricolonizzazione da parte degli invertebrati e dei pesci può avvenire facilmente a partire dagli interstizi del fondale e dagli affluenti laterali. Le connessioni tridimensionali assumono quindi grande importanza per il mantenimento delle popolazioni di tutti gli abitanti del fiume.

Figura 13 Connessione tridi- mensionale nel corso d’acqua con L = connessione longitudinale, T = connessione trasversale o la- terale e V = connessione verticale; sistema interstiziale iporreico = GrundwasserAcqua di falda hyporheischesInterstitiale sistema degli spazi occupati dall’ iprreico Interstitial acqua tra le componenti solide del sedimento e delle zone attigue all’alveo (Hütte et al., 1994).

1.2.2 Zonazione longitudinale Sulla base dei cambiamenti delle caratteristiche fisiche che avvengono scendendo da monte verso valle, si possono individuare nei corsi d’acqua degli habitat contraddistinti da biocenosi (comunità viventi) tipiche. Come riconosciuto già a partire dalla metà del ventesimo secolo, la pendenza, e con essa la corrente, determina, quale fattore ecologico principale, la composizione della comunità ittica (Huet 1949). Così si distinguono, da monte verso valle, le regioni della trota, la regione del temolo, quella del barbo, quella dell'abramide e quella dell'acerina e della passera con le rispettive specie principali. Quest'ultima è situata nelle acque salmastre influenzate dalle maree e pertanto non esiste in Svizzera (Figura 14). Scendendo a valle il corso d’acqua diviene più grande, la velocità media della corrente si riduce, i sedimenti assumono una granulometria più fine, le temperature massime e le variazioni di temperatura nel corso dell’anno aumentano, la torbidezza dapprima diminuisce (il materiale ine eroso dai ghiacciai si deposita) e poi, a partire dal corso medio del fiume, torna ad aumentare (materiale fine e sostanze organiche in sospensione) e pure la concentrazione di sostanze nutrienti aumenta di regola da monte verso valle.

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Figura 14 Sinistra: zonazione ittiologica die corsi d'acqua con 5 regioni ittiche e i cambiamenti delle condizioni fisiche del corso d'acqua (Müller, 1995); sopra a destra: calcolo della regione ittica secondo la pendenza e la larghezza (Huet, 1949).

Nella comunità ittica il numero di specie aumenta pure da monte verso valle. Le cinque specie caratterizzanti sono adattate in modo ottimale, con le loro abitudini di vita, alla rispettiva regione ittica. Un numero crescente di specie di accompagnamento, con gradi di specializzazione diversi, può trovare nicchie ecologiche adeguate. Così, per esempio, i nasi comuni possono vivere solo nel corso medio dei fiumi, poiché solo in questo tratto le condizioni di corrente sono ottimali e la scarsa torbidezza consente una penetrazione sufficiente della luce in sul fondo per far crescere sui sassi del fondale le alghe diatomee sessili di cui essi si nutrono. Le grandi esigenze di ossigeno del temolo, invece, fanno si che esso non possa colonizzare le regioni ittiche inferiori, mentre il suo modo di nutrirsi (stazionamento nella colonna d’acqua attendendo le sue prede trasportate a valle per "drift") e le sue preferenze in merito alla temperatura non gli consentono di sopravvivere nella regione superiore della trota. Questa suddivisione dà comunque solo dei punti di riferimento sullo spettro di specie di cui ci si può attendere la presenza. Corsi d’acqua situati a quote basse o medie sono, allo stato naturale, riccamente strutturati con rami laterali, rami morti, rive pianeggianti, ecc. In conseguenza a questo mosaico di habitat su scala spaziale limitata, lungo un unico transetto (sezione), si incontrano, una accanto all’altra, diverse specie appartenenti alle differenti regioni

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Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Corsi d'acqua ittiche. Oltre a questa suddivisione basata sulle regioni ittiche, i corsi d’acqua vengono suddivisi in tratte anche in base ad altri criteri (vedi capitolo 1.2.1). Per la comprensione del funzionamento di un corso d’acqua è inoltre importante conoscere i principi del flusso d’energia e delle sostanze nel corpo idrico stesso e le conseguenti variazioni nella biologia e nella comunità vivente. La produzione primaria nei corsi d’acqua viene limitata dalla luce e dalle sostanze nutritive. Quest’ultime vengono costantemente apportate dalla corrente. Le alghe sessili colonizzano qualsiasi superficie relativamente stabile. Esse costituiscono la base per la crescita di una patina di biomassa detta "Aufwuchs" (= biofilm di alghe, funghi e batteri) di cui si nutrono gli organismi invertebrati acquatici (brucatori), i quali, a loro volta, costituiscono la base alimentare per altri organismi invertebrati acquatici, nonché per i pesci e per gli uccelli. Molti dei nostri piccoli corsi d’acqua sono però ombreggiati e nei grandi fiumi può penetrare solo poca luce in sul fondo a causa della torbidezza. In questi casi può avvenire solo una scarsa produzione primaria e quindi i corsi d’acqua dipendono dall’energia prodotta negli ecosistemi limitrofi. Così il fogliame che cade dagli alberi delle rive e delle zone vicine al fiume diviene una fonte energetica importante che viene sfruttata da organismi sminuzzatori e detritivori (per esempio il gammaro).

1.2.3 Struttura dell’habitat Per giudicare le strutture dell’habitat dei corsi d’acqua – in particolare in relazione agli interventi tecnici di correzione – sono da tenere in considerazione diverse dimensioni delle modifiche naturali degli ambienti fluviali e bisogna riflettere sulle loro conseguenze a livello degli organismi (Figura 15): • Mentre per i pesci, incluse le aree di frega, devono essere disponibili diversi km di spazi fluviali liberamente percorribili, per gli invertebrati acquatici sono determinanti le condizioni in spazi dell’ordine di grandezza di alcuni decimetri (meso-/ microhabitat). Riferito ai microrganismi (alghe, batteri, organismi unicellulari), sono determinanti addirittura solo pochi centimetri per la loro esistenza nella tratta del corso d’acqua; • dal punto di vista biologico, per i processi ricorrenti di cambiamento nei corsi d’acqua naturali sono determinanti gli spazi temporali. Tutti gli organismi dei corsi d’acqua presenti da noi hanno avuto tempo sufficiente, nel corso dell’evoluzione, per adattarsi alla dinamica naturale degli habitat fluviali. Ora però, attraverso gli interventi dell’uomo, l’ambiente viene sovente modificato in tempi molto brevi, così che gli animali non hanno tempo per adattarsi. La conseguenza logica è la scomparsa delle specie altamente specializzate e/o poco flessibili nelle loro modalità di vita.

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bacino imbrifero

settore fluviale

tratta fluviale

sequenza di pozze e rapide

microhabitat

particella indivi- Figura 15 Dimensioni spaziali e duale o grano temporali approssimative entro le quali si manifestano cambiamenti naturali nel corso d’acqua (Allan, 1995). scala temporale (giorni)

Per la strutturazione dell’ambiente dei corsi d’acqua sono importanti sia il loro corso longitudinale che la variabilità della larghezza e della profondità sul profilo trasversale. I corsi d’acqua si sviluppano quindi sempre in modo flessuoso nel territorio, seguendo la pendenza dello stesso, si suddividono in più rami di scorrimento o formano meandri lungo ampi archi in presenza di basse pendenze. Lungo l’asse longitudinale dell’ecosistema fluviale si alternano quindi sempre tratte con rive sollecitate longitudinalmente (parti interne delle curve con corrente debole e conseguente deposizione di materiale) e rive sollecitate frontalmente (parti esterne delle curve con corrente forte ed erosione della sponda) (Figura 16).

riva sollecitata frontalmente

riva sollecitata longitudinalmente

riva sollecitata longitudinalmente riva sollecitata frontalmente

Figura 16 Condizioni di corrente in una tratta fluviale viste da sopra e in sezioni. a: tratta diritta; b: curva (Brehm & Meijering, 1990).

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Per la colonizzazione da parte dei pesci e degli invertebrati, accanto alla distribuzione della corrente lungo gli assi longitudinale e trasversale del corso d’acqua e della conseguente costituzione dei sedimenti, riveste grande importanza la variabilità della larghezza e della profondità. La larghezza e la profondità massima possono essere considerate quali indicatori della variabilità delle strutture. Più è alto il numero di piccoli habitat differenziati disponibili, più sarà elevata la presenza di individui e specie diverse (Figura 17).

Figura 17 Occupazione delle frazioni di habitat di una tratta fluviale da parte di diversi generi di efemerotteri (Studemann et al., 1992).

A livello dei pesci si manifesta concretamente l’importanza della differenziazione morfologica degli habitat sia in senso longitudinale, con rapide e profonde pozze, che trasversale. Piccoli pesci e pesci giovani stazionano nelle acque basse, siccome sono meglio protetti dai predatori e devono consumare poca energia per contrastare la corrente lenta (Figura 18).

Figura 18 Distribuzione di adulti e giovani di scazzone nel corso d’acqua a dipendenza della variabilità della profondità e del fondale (Bless, 1981).

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Le acque basse – specialmente nelle calme insenature – si scaldano in fretta e il fondo si ricopre di un denso strato di "Aufwuchs", a sua volta colonizzato da molti piccoli organismi. Questo garantisce ai piccoli pesci una ricca e variegata disponibilità alimentare. Nelle pozze e nelle zone profondamente erose, specialmente nelle tane scavate dall’erosione, si stabiliscono invece i grossi individui di diverse specie. Qui trovano profondità sufficienti per proteggersi dai nemici (uccelli) e devono percorrere solo brevi tratte nell’alveo profondo per raggiungere i territori di caccia. Dalla vegetazione sporgente sul fiume cadono pure in continuazione degli insetti sulla superficie dell’acqua che costituiscono una facile preda per i pesci. Diverse ricerche hanno dimostrato che in generale il numero di specie e la biomassa ittica aumentano chiaramente con l’aumentare della variabilità della larghezza e della profondità massima. Strutture importanti per i pesci sono i massi che offrono zone al riparo dalla corrente, le pozze, il legname morto sommerso, la vegetazione acquatica o sporgente sull’acqua (cespugli, erba). Legname morto e vegetazione acquatica non sono importanti solo quali rifugio, bensì anche per la grande superficie che offrono alla crescita dell’"Aufwuchs" e della conseguente ricca presenza di piccoli organismi e quindi di una tavola riccamente imbandita per i pesci. Il fondale è un’ulteriore componente importante del corso d’acqua. Esso costituisce un ecosistema altamente complesso per molti organismi specializzati. Grazie alle correnti ridotte tra le pietre, i piccoli organismi trovano protezione dalla forza dell’acqua che li trascinerebbe verso valle. Le correnti ridotte però hanno anche quale conseguenza negativa il fatto che l’ossigeno viene consumato abbastanza in fretta attraverso la respirazione degli animali e i processi batterici di decomposizione. L’apporto continuo di nuova acqua dal corpo idrico deve perciò garantire un sufficiente approvvigionamento di ossigeno. La superficie del fondale del corso d’acqua costituisce il substrato per la crescita delle più disparate specie di alghe ("Aufwuchs") che colonizzano le superfici solide formando spessi strati o patine. In occasione delle piene, le pietre del fondale si mettono in movimento e le alghe vengono spazzate via. Non appena le portate idriche rientrano nella normalità, le pietre ritornate pulite vengono subito ricolonizzate dalle alghe specializzate a sfruttare queste situazioni. Quando il carico di sostanze nutrienti è da medio a elevato e il substrato non viene più movimentato da molto tempo, le sensibili diatomee (alghe silicee che costituiscono patine bruno-dorate leggermente untuose) vengono velocemente sostituite da alghe verdi filamentose (lunghe ciocche verdi). Le diatomee – importante fonte alimentare per le larve di molti tricotteri ed efemerotteri – possono esistere in questo habitat dinamico solo in presenza di piene con movimento del sedimento ricorrenti nel corso dell’anno. Ma anche le piante superiori che si ancorano al sedimento tramite radici vengono ridotte (in parte tranciate, in parte sradicate) in occasione di piene con movimento del fondale, così che la capacità idraulica viene ristabilita. In fondali smossi e ben ossigenati vivono innumerevoli specie di piccoli animali e microorganismi (funghi, batteri). Il sistema di piccoli interstizi tra le pietre (interstiziale) offre loro rifugio da predatori di taglia maggiore e sulla superficie delle pietre trovano patine di alghe di cui nutrirsi o materiale da decomporre (Figura 19).

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Figura 19 Lo spazio vitale del fondale con le zone d’ombra della corrente e il sistema interstiziale tra le pietre.

1: larva di tricottero, 2: larva di efemerottero, 3: ancilo di fiume, 4: larva di plecottero, 5: gammaro, 6: uova di trota

In assenza di piene con movimento del fondale gli interstizi si colmano di materiale fine (colmazione del fondale, vedi capitolo 1.3.1). In questo sistema interstiziale costipato vengono a mancare i rifugi e il mancato rinnovo delle acque impedisce l’apporto di ossigeno. Per molti abitatori di questo ambiente particolare la vita diventa molto difficile senza rifugi e in carenza di ossigeno. Per questo motivo, in situazioni di bilancio dei sedimenti anomalo (assenza di trasporto solido) può andar persa una grande parte della biodiversità attribuibile a piccole specie animali. Diverse specie ittiche necessitano, per la loro riproduzione, di sedimenti sciolti, dentro o sopra i quali depongono le uova (specie litofile come per esempio la trota fario, il temolo, il cavedano, il naso comune, lo strigione o la sanguinerola); oppure depongono le stesse a pacchetti sotto pietre di dimensioni maggiori, dove poi montano la guardia a protezione della progenie (scazzone). Le uova di queste specie impiegano tempi diversi per il loro sviluppo, ma durante questo periodo il fabbisogno di ossigeno deve essere coperto dal continuo rinnovo dell’acqua interstiziale. Di regola, dopo la schiusa delle uova, molti avannotti non ancora completamente sviluppati si rintanano negli interstizi del fondale in quando non hanno completamente riassorbito il sacco vitellino, dopodiché devono uscire alla superficie del fondale in cerca di cibo. In questa fase l’approvvigionamento di ossigeno è determinante, siccome una concentrazione di ossigeno anche di poco ridotta porterebbe alla morte dei giovani pesci. Il fondale è pertanto d’importanza capitale per tutta la comunità vivente del corso d’acqua. Per valutare lo stato di un corso d’acqua sono necessarie conoscenze su strutture (ecomorfologia), idrologia, idrochimica ed ecotossicologia, nonché sulle comunità viventi di animali, piante e microorganismi. A questo scopo l’UFAM mette a disposizione il sistema modulare graduale che definisce le indicazioni quadro per un esame e una valutazione standardizzata dei corsi d’acqua.

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1.2.4 Caratteristiche fisiche e chimiche Una importante componente che influenza molto le condizioni di vita in un corso d’acqua è la corrente. Gli organismi hanno sviluppato diverse possibilità di convivere con questo fattore limitante. Corpi idrodinamici come quello della trota fario e di molti invertebrati dei torrenti montani (Figura 20), oppure la strategia di sfruttare il sottile strato sopra le superfici solide, nel quale la velocità della corrente è ridotta, sono solo due delle possibilità di minimizzare il consumo di energia e le perdite territoriali in questo elemento in costante movimento. Il quadro delle correnti è determinante per il rimescolamento del corpo idrico e con ciò per altre caratteristiche fisiche e chimiche del corso d’acqua. Nelle correnti turbolente (per esempio nei torrenti di montagna) l’acqua viene costantemente rimescolata e arricchita di ossigeno dall’atmosfera. Nelle correnti laminari (= unidirezionali) in un corso d’acqua con sbarramento avviene invece solo un rimescolamento contenuto. Ciò comporta pure il fatto che le acque degli affluenti laterali (acque fredde, scarichi ecc.) formano verso valle pennacchi che in certe condizioni possono allungarsi per diversi chilometri prima che avvenga un mescolamento completo con le acque del fiume. Per le attività biologiche e per molti processi chimici la temperatura riveste grande importanza. Questa segue in generale il ciclo annuo delle temperature atmosferiche, con influsso più o meno marcato delle acque di falda (fresca e con variazioni minime), delle piogge e dello scioglimento delle nevi, degli affluenti glaciali e delle attività di sfruttamento da parte dell’uomo. Sull’esempio delle temperature medie dell’Aare in tre punti di misura viene illustrata l’importanza della quota e dei laghi, situati fra le stazioni di rilevamento, che fungono da tampone (Figura 21).

Figura 20 Il corpo appiattito e l’ancoraggio al substrato tramite piccoli artigli permette la sopravvivenza delle larve di efemerotteri nella corrente impetuosa del torrente di montagna. Nel disegno è riportato il flusso della corrente su un modello, sopra con corrente di 16 cm/s, sotto con corrente di 32 cm/s (Allan, 1995).

Figura 21 Temperatura nell’Aare in tre punti di misura durante tre anni: Brienzwiler = sopra il lago di Brienz a 570 m.s.m.; Thun = all’uscita dal lago di Thun a 548 m.s.m.; Stilli (Brugg) a 332 m.s.m. (dopo la confluenza dell’Aar con la Reuss e la Limmat) (BAFU, 2019).

In base alle temperature medie mensili distinguiamo corsi d’acqua caldi d’inverno (4-5°C) o freddi d’inverno (<4°C), rispettivamente freddi d’estate (<12°C) o caldi d’estate (>12°C). Non da sottovalutare è l’influsso delle infiltrazioni delle acque di falda nel corso d’acqua di superficie. In molti fiumi dell’altopiano solo questo apporto di acque fresche dalla falda nelle

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Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Corsi d'acqua zone profonde consente la sopravvivenza della trota o del temolo durante i periodi di calura estiva. Al ciclo annuo delle temperature se ne sovrappone uno diurno, le cui variazioni aumentano con la distanza dalla sorgente. Per la fauna ittica sono importanti in special modo le somme delle temperature e le temperature massime estive, siccome queste agiscono in modo limitante sulla presenza di molte specie (temperatura letale per la trota fario 21-24°C a seconda dell’acclimatazione, temperatura minima per la maturazione delle gonadi della tinca 18°C, ecc.). Le fluttuazioni giornaliere di temperatura possono essere considerevoli, a seconda dell’insolazione, della temperatura dell’aria, delle precipitazioni e dell’evaporazione. In questo contesto va pure considerata la dipendenza dalla temperatura della solubilità dei gas nell’acqua che determina la concentrazione di ossigeno, di ammonio o di altre sostanze (vedi più avanti). Un altro importante elemento dell’habitat fluviale è il contenuto di ossigeno. Al contrario dei laghi con la loro stratificazione stagionale, la turbolenza più o meno accentuata della superficie di un corso d’acqua consente una buona saturazione con l’ossigeno atmosferico lungo l’arco di tutto l’anno. Siccome la solubilità dell’ossigeno nell’acqua dipende dalla temperatura, la concentrazione di questo gas presenta di regola un massimo nei freddi mesi invernali e un minimo in occasione delle alte temperature estive. D’estate, l’andamento giornaliero dell’ossigeno nei fiumi di pianura a decorso lento presenta sovente un minimo verso la fine della notte (Figura 1.2.11). Ciò è causato dalle popolazioni di piante acquatiche che di giorno producono ossigeno tramite la fotosintesi, ma di notte lo consumano attraverso la respirazione. In seguito alle turbolenze ridotte con correnti deboli, l’apporto di ossigeno atmosferico è esiguo, così che le riserve presenti possono venir consumate durante la notte. Nei fiumi con molta vegetazione acquatica, questo fenomeno può condurre a morie di pesci nelle prime ore del mattino. (Figura 22).

Figura 22 Concentrazione di ossigeno in un settore fluviale nel corso di una giornata senza nuvole. 1: produzione di O2 dalla fotosintesi; 2: consumo di O2 per i processi di decomposizione; 3: scambio di O2 tra acqua e atmosfera; 4: risultante della produzione di O2 (tratteggio reticolato) e consumo di O2 (tratteggio semplice); 5: andamento giornaliero misurato della concentrazione di O2 in mg/l e della saturazione percentuale in % (Schwoerbel, 1993).

saturatzione saturatzione ora

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Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Corsi d'acqua

In corsi d’acqua con forte carico di sostanze organiche, il consumo di ossigeno da parte dei microrganismi durante la decomposizione di tali sostanze può divenire un problema per la fauna. Sulla base dei piccoli organismi presenti che servono da indicatori per la qualità delle acque si possono trarre conclusioni in merito alle condizioni biologiche del corso d’acqua. Così negli scorsi anni sono stati utilizzati in Svizzera diversi indici basati sul macrozoobentos per la valutazione dei corsi d’acqua, come il Saprobienindex, l’indice biologico globale normalizzato (IBGN) o il Makroindex. Finora mancava però in Svizzera un procedimento standardizzato per il campionamento e l’analisi dei campioni per l’esame dei corsi d’acqua. Nell’ambito dello sviluppo del Concetto modulare è stato messo a punto anche un modulo “Makrozoobenthos – Stufe F” (Stucki, 2010) che propone un procedimento standardizzato. Questo metodo si basa in larga misura sull’indice biologico globale normalizzato IBGN (1992) e in Svizzera è denominato IBCH. Tramite l’analisi della fauna invertebrata (macrozoobentos) si possono trarre deduzioni sulla qualità delle acque, senza condurre impegnative analisi chimiche su un lungo periodo. Pure di grande importanza nelle acque è l’equilibrio acido-basico o il valore pH. In acque ricche di calcio (Giura, Prealpi, parte delle Alpi) quest’ultimo si situa nel campo della neutralità (= pH 7.0) o poco sopra. Nei territori con rocce prevalentemente silicee (Alpi centrali e orientali) il sistema risulta poco tamponato e il valore pH si situa nel campo dell’acidità (= pH<7.0). In queste acque le piogge acide possono avere conseguenze negative, facendo scendere ulteriormente il pH. Sotto valori pH di 5.5 la vita per i salmonidi diviene critica e queste specie delicate scompaiono dalle acque in questione. Altre sostanze importanti per la fauna ittica sono tutte le componenti del bilancio dell’azoto. Nell’acqua troviamo in forma disciolta: l’inerte azoto atmosferico (N2, senza importanza per gli organismi), il nitrato, sostanza concimante per i vegetali (N03, senza importanza per gli organismi animali), il nitrito (N02, tossico per i pesci già alle basse concentrazioni di 0.05 mg/l, + l’ammonio e l’ammoniaca (NH4 e NH3, tossici per i pesci in presenza di pH elevati). Le percentuali presenti per le due ultime sostanze dipendono dal pH e dalla temperatura (vedi capitolo 1.1 Laghi) e possono pure portare a grandi morie di pesci in presenza di condizioni sfavorevoli. Le caratteristiche fisiche e chimiche della molecola d’acqua sono valide per qualsiasi corpo d’acqua. In ogni modo, i corsi d’acqua – al contrario dei laghi – non possono essere considerati come sistemi più o meno chiusi e quindi vanno tenute presenti alcune particolarità. La misura di parametri chimici nei corsi d’acqua consiste in generale in un rilevamento momentaneo attraverso un campione e rappresenta quindi le condizioni per quel momento preciso in cui è avvenuto il prelievo e per quel punto del flusso della corrente. In determinate circostanze, già dopo poco tempo possono risultare condizioni completamente diverse. Secondo la Legge federale sulla protezione delle Acque del 24 gennaio 1991 (LPAc) la Confederazione e i Cantoni hanno il compito di vigilare la qualità delle acque. Perciò l’UFAFP (oggi UFAM), il Servizio idrologico e geologico Nazionale (SIGN) e l’EAWAG gestiscono dal 1972 una rete di punti di misura nei quali vengono registrati in continuo alcuni parametri (livello dell’acqua, temperatura, conducibilità elettrica, pH e ossigeno) tramite sonde elettroniche e per altri parametri vengono raccolti in continuo campioni a brevi intervalli per le analisi (UFAFP, 2000). Nel 2011 i Cantoni con l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) hanno dato vita a una rete nazionale di sorveglianza della qualità dei corsi d’acqua (NAWA), tramite la quale dovrebbero essere evidenziati a livello nazionale eventuali deficit per i corsi d’acqua in modo da determinate le necessità d’intervento e le relative azioni di risanamento. I risultati degli anni 2011-2014 sono pubblicati nella raccolta dell’UFAM “Schriftenreihe Umwelt” (Kunz et al., 2016; riassunto in italiano “Stato dei corsi d’acqua in Svizzera).

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Le esigenze di qualità fisico-chimiche per le acque nei corpi idrici sono definite nell’Ordinanza generale sulla protezione delle acque (OPAc). L’UFAFP ha pure elaborato un manuale per la sorveglianza della qualità delle acque, con metodi dettagliati di valutazione, nell’ambito del Concetto modulare (UFAFP 2002, GSA 2002). Questo manuale è concepito principalmente per i laboratori cantonali di protezione delle acque. Il guardapesca deve però disporre delle conoscenze minime indispensabili di chimica, specialmente per poter intervenire in occasione di inquinamenti e more di pesci e procedere correttamente alla raccolta di campioni (vedi capitolo 4.5 Morie di pesci). Negli anni scorsi, accanto alle sostanze nutrienti conosciute e ben indagate che rivestono grande importanza per la produzione nei corsi d’acqua, nuove sostanze nocive hanno attirato l’attenzione di istituti di ricerca. In seguito all’osservazione di un regresso, in parte drammatico, delle catture di pesci in molti corsi d’acqua, si è ipotizzato che gli impianti di depurazione scaricano sostanze che hanno, tra l’altro, azione simile a quella degli ormoni e influenzano negativamente sulla riproduzione della trota fario. Nell’ambito del progetto di ricerca "Fischnetz Schweiz" si è indagato in modo approfondito, sull’arco di diversi anni, sui corsi d’acqua svizzeri (http://www.fischnetz.ch). È stata dedicata particolare attenzione agli impianti di depurazione, siccome si deve prendere in considerazione che molte delle oltre 100’000 sostanze sintetiche che vengono messe in circolazione nell’ambiente non vengono degradate a livelli biologicamente accettabili dai convenzionali processi di depurazione. Ulteriori sostanze nocive per l’ambiente come il PCB (Polychlorierte Biphenyle), medicamenti, microplastiche (particelle di materiali sintetici con diametro < 5 mm), e altri microinquinanti sono oggi fonte di preoccupazione e la loro presenza nella catena alimentare ha già potuto essere dimostrata.

1.2.5 Idrologia L’acqua di un bacino imbrifero non scorre distribuita in modo omogeneo lungo l’arco dell’anno. Si distingue un lusso di base (alimentato in modo preponderante dall’acqua di falda o da sorgenti), un lusso intermedio (piogge dopo breve accumulo negli strati superficiali del terreno) e un flusso superficiale (flusso diretto delle piogge). A dipendenza della partecipazione percentuale di questi tre tipi di flusso al flusso totale, anche le caratteristiche fisico-chimiche del corso d’acqua cambieranno, in particolare il contenuto di ioni, il pH, la conducibilità elettrica e la temperatura. I dati di dettaglio in merito alle condizioni di portata possono essere consultati negli annuari del Servizio idrologico e geologico nazionale. I livelli attuali, le curve di portata e le temperature delle acque sono disponibili da qualche tempo anche sul sito dell’UFAM (https://www.hydrodaten.admin.ch/de). Nella Figura 23 sono rappresentati alcuni concetti tecnici dell’interpretazione delle portate. Nella pratica è importante, in particolare in relazione allo sfruttamento delle acque e alla regolamentazione dei deflussi residuali minimi, la curva di durata, nella quale sono riportati i valori di portata ordinati a seconda della frequenza, espressa in giorni, in cui tali portate si sono verificate. Da essa si possono dedurre importanti valori idrologici caratteristici come a esempio la Q347, il valore di portata che si verifica per il 95% dei giorni all’anno, cioè che viene raggiunto o superato in media per 347 giorni all’anno.

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Figura 23 Curva delle portate (linea continua) della Ergolz presso Liestal per l’anno 2016 con corrispondente curva di durata linea tratteggiata) e relative medie mensili rispettivamente valori di durata in forma tabellare per l’anno 2016 e per il periodo 1934-2016 (UFAM 2018).

Inoltre, per la biologia del corso d’acqua, sono importanti le variazioni giornaliere o stagionali di portata. Nel capitolo 4.4 vengono discussi gli interventi tecnici in relazione alle centrali idroelettriche, in particolare viene trattata la tematica dei deflussi discontinui (cambiamenti repentini del deflusso di un corso d’acqua dovuto all’entrata in funzione delle turbine e dalla cessazione dell’attività di produzione). La distribuzione delle portate nel corso dell’anno consente di determinare il regime idrologico che rispecchia le caratteristiche del bacino imbrifero e presenta tipiche fasi di portate alte e basse. In Svizzera distinguiamo tre diversi tipi base di regime (Figura 24): • glaciale: corsi d’acqua in territori ricchi di ghiacciai; tipiche sono le portate massime in luglio/agosto e portate minime molto basse in inverno; • nivale: bacini imbriferi situati ad alta quota che non sono ghiacciati o lo sono solo in parte minore; portate elevate durante lo scioglimento delle nevi in primavera e all’inizio dell’estate sono caratteristiche per questo tipo;

• pluviale: solo in corsi d’acqua con bacini imbriferi situati a basse quote caratterizzati da più picchi di portate alte a dipendenza delle precipitazioni.

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Per la vita nel corso d’acqua sono molto importanti i periodi di portate minime invernali come il periodo in cui avvengono le piene e la loro durata. Tutto ciò comporta la necessità di speciali capacità di adattamento da parte degli organismi a livello comportamentale e del ciclo vitale.

Figura 24 I tre regimi ideologici principali della Svizzera, con la distribuzione dei deflussi sui singoli mesi (Coefficiente di Pardé = deflusso mensile /deflusso annuo) (Veit 2002).

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1.3 Funzioni naturali del corpo idrico

1.3.1 Scambio con la falda Ogni corso d’acqua di superficie è accompagnato da un flusso d’acqua sotterraneo che scorre sullo strato sotterraneo impermeabile più prossimo alla superficie. A seconda della stratificazione del sottosuolo possono essere presenti anche più flussi freatici, separati tra di loro da strati di materiale impermeabile. In caso di correzioni idrauliche la falda scorre sovente ancora allo stesso posto come prima della correzione. La falda viene costantemente rifornita di acqua da parte del fiume. Solo grazie a questo apporto permanente il lusso sotterraneo può essere sfruttato quale fonte di acqua potabile senza che esso si esaurisca (Figura 25). Di questa funzione, eminente per la civiltà, bisogna tener conto in caso di derivazioni da corsi d’acqua sfruttati, alfine di evitare che l’infiltrazione nella falda venga limitata a causa di portate minime residuali troppo ridotte. La colmazione del fondale – l’ostruzione del sistema di interstizi da parte del materiale fine – è un problema attuale in molti fiumi dell’altopiano. Attraverso il drenaggio dei terreni agricoli con scorrimento superficiale sui fondi in pendenza e con gli spurghi dei bacini di accumulazione viene introdotto sempre più materiale fine nei corsi d’acqua. Questo materiale sedimenta nelle tratte di fiume con corrente lenta o sbarrate. Bacini di ritenzione dei solidi lungo gli affluenti impediscono inoltre il naturale apporto di materiale più grossolano nei fiumi. Il trasporto solido ridotto o addirittura assente ha sovente quale conseguenza un abbassa- mento dell’alveo e un consolidamento del fondale che non entra più in movimento, mentre in condizioni normali sarebbe continuamente rinnovato. Anche l’attività delle centrali idroelettriche piò favorire la colmazione, per esempio tramite i regimi di portata discontinui che causano la risospensione di sedimenti nelle fasi di portate elevate e la loro rideposizione nelle fasi di portate ridotte. Per il Reno Alpino e il Rodano è stato dimostrato che i deflussi discontinui aumentano la colmazione del fondale da parte di sedimenti fini. In caso di consolidamento della superficie si parla di colmazione esterna, mentre se il fenomeno interessa anche strati più profondi – per esempio tramite processi microbiologici con conseguente secrezione di calcio – si parla di colmazione interna. La colmazione e l’assenza di trasporto solido non hanno influssi negativi solo sulla fauna acquatica (per esempio: interstizi intasati con conseguente distruzione parziale dell’habitat dei macroin- vertebrati; mancanza di possibilità di riproduzione per le specie ittiche litofile) ma può incidere negativamente anche sul bilancio delle acque di falda.

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precipitazioni influssi antropici :

- agricoltura (concimi,: prodotti per trattamenti, additivi alimentari) - industrie/artigianato (acque industriali, deponie, prodotti chimici) - costruire/abitare (falda freatica, acqua potabile, acque meteoriche, acque usate) - energia (deflussi minimi residui, pompe di calore) - traffico (acque defluenti dalle strade, metalli pesanti, carburanti e additivi)

infiltrazione acqua potabi acqua industriale

strato di terreno insaturo esfiltrazione fiume

infiltrazione fiume strato impermeabile: roccia, argilla

organsimi superiori processi biogeochimici processi biogeochimici => composizione delle

Figura 25 Interazioni tra acque di falda, acque superficiali e precipitazioni, con l’influsso dell’uomo (Von Gunten, 2000).

Nel caso in cui la topografia e la permeabilità degli strati ghiaiosi sono favorevoli, l’acqua del sottosuolo può anche sgorgare nel letto del fiume o affluirvi lateralmente. A dipendenza della posizione di chi osserva, si parla di infiltrazione o di esfiltrazione. Con l’infiltrazione di acqua di falda, il sedimento ghiaioso viene liberato dalle particelle fini. Corsi d’acqua nei quali avviene l’infiltrazione di acque di falda presentano perciò spesso condizioni ideali per la riproduzione delle specie litofile. Corsi d’acqua chiari, alimentati dalla falda, sono sovente presenti nei boschi di golena, in vecchi alvei del fiume. In questo caso vengono denominati risorgive, si distinguono per le escursioni termiche ridotte e sono di regola poco o punto cariche di sostanze nutritive o nocive.

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La falda freatica è pure un habitat particolare con una propria bio- cenosi. Gli abitatori di questo sis- tema interstiziale sono specia- lizzati a vivere costantemente al buio e non formano pigmenti nella loro pelle o nei gusci, non pos- siedono occhi, oppure li hanno solo in forma atrofizzata e la loro forma è allungata e con gambe corte (Figura 26). Il gamberetto delle grotte (Niphargus sp), l’asello delle grotte (Asellus cavaticus) o la gordia (Haplotaxis gordioides) occupano permanentemente le acque di falda e vengono pertanto riscontrati anche nelle sorgenti e nelle fonti. Insetti come a esempio le larve di plecotteri (in particolare la specie Leuctra major), diverse specie di chironomidi oppure efemerotteri possono pure essere Figura 26 Invertebrati acquatici che trascorrono il loro ciclo presenti stagionalmente nella vitale totalmente o parzialmente nelle acque (Gonser, 2000). falda fino a profondità di diversi metri. Le sostanze organiche delle acque superficiali vengono decomposte da questa biocenosi durante il loro flusso negli interstizi verso la falda e l’acqua viene così depurata. L’efficacia di questo processo dipende dallo spessore degli strati ghiaiosi che vengono attraversati ed è di capitale importanza per l’approvvigionamento idrico. Quale regola empirica, prima dell’utilizzo senza problemi a scopo potabile, l’acqua dovrebbe trascorrere 7 -10 giorni nel lusso di falda, alfine di essere sufficientemente pulita. In ogni modo non tutte le sostanze dannose, come i metalli pesanti, oppure molecole organiche complesse, vengono eliminate in questo filtro di ghiaia.

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1.3.2 Capacità di autodepurazione Si definisce capacità di autodepurazione la facoltà della biocenosi di degradare le sostanze organiche e ridurre così il carico presente nel corso d’acqua. Inquinamenti sporadici con sostanze degradabili possono avere, a dipendenza della loro tossicità, effetti temporanei catastrofici sugli organismi acquatici. La comunità vivente si ristabilirà comunque con il tempo, fintanto che la ricolonizzazione per vie naturali della tratta colpita sarà garantita (da monte, dagli affluenti laterali o dagli spazi interstiziali laterali). Invece, in caso di carico o inquinamento cronico con sostanze tossiche e/o non degradabili, singole specie possono venire totalmente eliminate dal sistema. Le sostanze inquinanti degradabili vengono decomposte e mineralizzate nelle immissione die acque reflue loro componenti elementari principalmente a monte a valle ossigeno da parte di batteri, funghi e protozoi (organismi unicellulari) con consumo di ossigeno disciolto nell’acqua. Di con- seguenza, lungo le tratte di autode- sali purazione, si modificano con tendenza opposta le concentrazioni dell’ossigeno e ammonio delle sostanze nutritive e la densità degli fosforo nitrato organismi decompositori è massima subito a valle del punto di immissione delle acque luride (Figura 27). Accanto ai processi Sphaerotilus metabolici della comunità di organismi, anche la diluizione e il rimescolamento batteri contribuiscono all’autodepurazione. In protozoi seguito alla concorrenza tra le diverse specie dell’ecosistema e alla loro diversa alghe capacità di adattamento alle mutevoli condizioni ambientali, un’immissione di acque luride (come d’altronde qualsiasi altro fattore perturbante) può cambiare drasticamente la compagine della comu-

larve di nità vivente nel corso d’acqua. Di regola, chironomidi fauna delle fauna delle questi influssi innaturali causano una acque pulite tubifex asello acque pulite diminuzione del numero di specie e il forte incremento del numero di individui di una o di poche specie specialistiche, con un incremento complessivo della biomassa presente nel sistema. L’azione depurante di questi organismi specializzati. viene sfruttata in modo mirato nei filtri a letto Figura 27 Concentrazioni di diverse sostanze (A, B, batterico, nei bacini a fango attivo, ma C) e densità degli organismi (D, E) a monte e a valle anche negli impianti di depurazione di un’immissione di acque luride (Kummert & realizzati con filtri a sabbia e/o dotati di Stumm, 1989). vegetazione, che più si avvicinano a situazioni naturali.

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1.3.3 Ambiente vitale per gli organismi acquatici Le acque ferme e correnti sono habitat temporanei o permanenti per specie vegetali e animali nonché per organismi inferiori. Nell’elemento dinamico acqua, le condizioni di vita nei piccoli e nei grandi spazi vitali per questa moltitudine di organismi, mutano continuamente. Nel corso dell’evoluzione, gli abitatori di questo elemento dinamico hanno avuto modo di adattarsi oppure sono scomparsi. Grazie allo sviluppo tecnico, l’uomo ha esercitato negli ultimi 300 anni un sempre crescente influsso su questi habitat, con la conseguenza che oggi molte specie degli ecosistemi acquatici sono più o meno pesantemente minacciate e le più suscettibili sono addirittura scomparse. Nella legislazione svizzera sulla protezione dell’ambiente, la tutela degli habitat e il mantenimento della biodiversità riveste un ruolo importante. Per la conservazione degli ambienti acquatici, a essere responsabile in prima linea per quanto concerne l’esecuzione di questa legge è il guardapesca che essendo quotidianamente sul terreno è a diretto contatto con le acque e le conosce molto bene. Egli riveste pertanto un ruolo centrale, sia nell’evitare influssi negativi che nella realizzazione di migliorie nell’ambito generale dello stato del corpo idrico con la fauna ittica, i macroinvertebrati e le piante acquatiche. Solamente in un corpo idrico intatto può sopravvivere un popolamento ittico sano, tale da garantire, secondo i dettami della legge, uno sfruttamento sostenibile delle popolazioni di pesci e di gamberi. In questo contesto va pure considerato che, accanto al corpo d’acqua vero e proprio, fanno parte dell’ecosistema anche il fondale con il suo sistema interstiziale, le sponde con la loro vegetazione quale fascia di transizione tra acqua e terra, gli spazi limitrofi con la relativa vegetazione che vengono inondati in caso di piene, lo spazio aereo sopra l’acqua e il corrispondente influsso della falda freatica (Figura 28). Molti organismi acquatici necessitano di queste parti dell’habitat nei loro diversi stadi di vita. Questa visione integrale è una condizione basilare per una protezione efficace delle acque.

ciclo vitale di Rhitrogena habitat: ricerca del partner/ copulazione

sponda con vegetazione

ecosistema maturazione/ "fiume" ultima muta deposizione riva / superficie delle uova dell'acqua sfarfallamento

fondo del fiume

acque ferme zone di riflusso uovo interstiziale iporreico sviluppo piccola larve embrionale acqua di falda ( detritivora )

Figura 28 Ciclo vitale di un efemerottero nell’ecosistema fluviale con il corpo idrico, il fondale, il sistema interstiziale, la falda freatica, la sponda e la vegetazione ripuale (Frutiger, 1991).

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1.3.4 Altre funzioni Nell’allegato 1 dell’Ordinanza di applicazione della legge federale sulla protezione delle acque del 28 ottobre 1998 (OPac) vengono elencati gli obiettivi per le acque. Fra questi figurano altre funzioni in qui non menzionate, specialmente in relazione allo sfruttamento da parte dell’uomo: Svago Questo obiettivo va visto in relazione al significato del corpo d’acqua per il quadro paesaggistico (Figura 29) e la preferenza dell’uomo della civiltà attuale di trascorrere il tempo libero in un ambiente naturale. Le rive dei laghi e dei fiumi in condizioni ancora vicine alla natura divengono quindi sovente luoghi di balneazione, per grigliate all’aperto, per la distensione o per attività sportive. Corsi d’acqua canalizzati rivestono invece scarso valore distensivo per gli abitanti stressati delle agglomerazioni in cerca di svago. Fra le attività di svago rientra anche la pesca per la quale si pone pure sovente in primo piano il desiderio di un’esperienza nella natura. Sui concetti "naturale" e "vicino alla natura" si possono tuttavia sostenere anche discussioni Figura 29 Corso d’acqua naturale con car- filosofiche. In presenza di grandi intenti di atteristica vegetazione della sponda e alber- rinaturazione, troppa naturalezza nel e attorno al atura contribuiscono molto alla strutturazione e alla connessione del paesaggio. corso d’acqua può anche suscitare opposizione e risvegliare paure ancestrali di fronte all’elemento acqua. Il lavoro di pubbliche relazioni e d’informazione della popolazione coinvolta in queste operazioni di recupero è quindi un presupposto indispensabile e fondamentale per raggiungere con successo l’obiettivo di ricostituire un corso d’acqua naturale, dinamico, con un ambiente mutevole. In queste occasioni va messo il giusto peso sull’elemento della funzione di svago e questo messaggio deve essere convenientemente comunicato. Eliminazione dei rifiuti Per secoli i corsi d’acqua sono stati utilizzati a sproposito quali vie di eliminazione di rifiuti – via dagli occhi, via dal cuore. Fino quando il territorio era poco popolato e le comunità erano di piccole dimensioni e i rifiuti non ancora abbondanti e diversificati come oggi, gli organismi acquatici potevano sopportare abbastanza bene questo carico generato dall’uomo, senza subire conseguenze permanenti. Con l’aumento della popolazione, dei commerci e dell’industria e con l’incremento dello sfruttamento agricolo negli ultimi 200 anni, il carico inquinante nelle acque è progressivamente aumentato. Nella metà del secolo scorso esso ha raggiunto livelli non più sopportabili dalla capacità naturale di autodepurazione. Per questo motivo venne varata la Legge federale sulla protezione delle acque dagli inquinamenti, la cui prima versione entrò in vigore nel 1955. Oggi, con la Legge federale sulla protezione delle acque (LPAc) del 24 gennaio 1991 e della relativa ordinanza di applicazione (OPAc) del 28 ottobre 1998, disponiamo di buone basi per una protezione generale di tutte le acque di superficie e sotterranee. Lo scarico di acque non depurate in acque di superficie oggi non è più possibile, salvo in casi eccezionali. I fiumi servono però da ricettori per le acque depurate. Perciò possono sussistere ancora problemi per la qualità delle acque laddove le capacità di depurazione degli impianti sono insufficienti oppure le condizioni di diluizione sono sfavorevoli (di regola almeno 1:10, ma almeno in modo da ottenere una qualità delle acque conforme all’allegato 2 della LPAc). Con 39

Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Funzioni naturali di un corpo idrico gli strumenti dei piani regionali e comunali di smaltimento delle acque, la depurazione delle acque deve essere coordinata e ottimizzata su larga scala. Con ciò si dovrebbe realizzare l’eliminazione delle acque reflue in modo tale da non influire con i carichi residui sulle comunità viventi acquatiche. Con l’avvento di nuove sostanze dannose (microinquinanti come ormoni, cosmetici, medicinali o pesticidi) si rendono necessari ulteriori stadi di depurazione negli IDA. Questi sono però particolarmente impegnativi e costosi da realizzare, in oltre non tutti gli IDA possono essere attrezzati con queste nuove tecnologie. Con la revisione della LPAc, nel 2016 viene comunque stabilito che almeno gli impianti di maggiori dimensioni e quelli gravanti su corpi idrici particolarmente inquinati devono dotarsi delle tecniche adatte all’eliminazione delle sostanze organiche in tracce. Protezione dalle piene Dell’eliminazione delle acque fa parte anche la derivazione delle acque di piena e quindi l’impedimento di danni alle persone, alle infrastrutture e ai beni materiali. Per molto tempo questa funzione è stata assicurata attraverso soluzioni tecniche, con correzioni dei corsi d’acqua che ne hanno consolidato. gli alvei e le sponde. Nell’ambito della moderna protezione dalle piene vengono considerati aspetti che tengono maggiormente in considerazione l’ecosistema acquatico. In particolare, viene attualmente accettato che la protezione dalle piene debba avvenire in prima linea attraverso la concessione ai fiumi di sufficiente spazio di espansione e solamente laddove ciò è irrealizzabile possa venire assicurata la necessaria protezione tramite opere tecniche. Con la revisione della Legge sulla protezione delle acque (LPAc) e della relativa Ordinanza di applicazione (OPAc), nel 2011 è stato attribuito a Comuni il compito di definire lo spazio riservato alle acque (Figura 30). Ai corsi d’acqua deve essere restituito lo spazio necessario all’adempimento di tutte le loro funzioni naturali, nonché alla protezione dalle piene.

Spazio riservato alle acque totale 32 m

6 m nessun PFS Piede di sponda Piede di sponda 6 m nessun PFS

3 m nessun concime 3 3m m kein nessun Dünger concime

Figura 30 Spazio riservato al corso d’acqua nel caso di un fiume di dimensioni medie (es. larghezza dell’alveo naturale 10 m), PFS = Prodotto fitosanitario. Sfruttamento L’acqua offre all’uomo infinite possibilità di sfruttamento e senza questa risorsa pregiata la nostra civilizzazione altamente tecnologizzata sarebbe semplicemente impensabile: • sfruttamento dell’energia potenziale risultante dalla differenza di quota di un corso d’acqua per la produzione di energia meccanica (in passato) oppure elettrica (oggi) tramite centrali idroelettriche; • derivazione delle acque o pompaggio da un corso d’acqua per l’irrigazione dei terreni coltivi nell’agricoltura; • sfruttamento delle capacità di conduzione del calore per il raffreddamento e l’asportazione di calore oppure per il recupero di calore tramite termopompe; • uso a scopo potabile, domestico, industriale e per la balneazione; • sfruttamento indiretto quale fornitore di materiali da costruzione (ghiaia, sabbia, limo); • utilizzo quale bene di consumo, per esempio nelle piscicolture; • uso quale via di comunicazione per i natanti; • uso per le attività sportive e la pesca; 40

Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Funzioni naturali di un corpo idrico

Le funzioni delle acque non possono essere trattate qui in modo esaustivo. Per ogni intervento sul bilancio idrico sono tuttavia da tenere in considerazione le leggi determinanti (e il buon senso). Per diversi tipi di utilizzo è necessaria un’autorizzazione specifica dell’Autorità cantonale competente, in base alle LPAc e LFSP. In molti casi il guardapesca o l’Amministrazione cantonale della pesca devono prendere posizione in merito alle relative richieste. Le conoscenze degli impatti determinati dalle varie attività di sfruttamento sull’ecosistema acquatico e i pericoli derivanti per la fauna ittica e per i macroinvertebrati sono perciò importanti per il guardapesca. Singoli casi di procedure di autorizzazione vengono considerati più nel dettaglio come esempi nel capitolo 4.4. Interventi tecnici.

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Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Catena alimentare

1.4 Catena alimentare

1.4.1 Catena alimentare, gradini trofici, lussi dell’energia e delle sostanze, produzione primaria e secondaria Il concetto di "catena" implica un ordinamento di più oggetti in una sequenza lineare, per esempio la relazione preda predatore "pesce bianco – luccio – falco pescatore". In considerazione delle diverse interdipendenze e collegamenti laterali all’interno delle relazioni alimentari presenti in un corpo idrico, risulta più appropriato l’utilizzo del termine "rete alimentare" (Figura 31). Il luccio si nutre, oltre che di pesci, anche di larve di insetti, di rane e uccelli acquatici ed è a sua volta fonte di nutrimento per l’Argulus e per la sanguisuga, i quali, a loro volta, si nutrono pure di pesce bianco, ecc. In caso di rottura di un anello, la catena si interrompe. Ciò non avviene se ci si trova in una rete che continua ad essere funzionale anche a fronte della rottura di un nodo, poiché la funzione di quest’ultimo può essere assunta da altri elementi. Con l’aumento della complessità delle interrelazioni alimentari in un ecosistema si incrementa di conseguenza anche la stabilità del sistema stesso.

forapaglie nannufero efemerotteri tricotteri chironimi libellule falco pescatore ninfea lenticchia d'acqua ceratofillo miriofillo zanzare canna di palude gallinella d'acqua peste d'acqua insetti tifa folaga piro-piro giunco potamogheto lenticchia d'aqua biscia dal collare rana anatra morti

Donacia piralide delle utricolaria alghe fitoplancton larve di vulgaris niufee zanzare zooplancton polipo molluschi sangui- d'acqua dolce acquatici suga girino

carpa scorpione ragno d'acqua palombaro asello pesce bianco planarie acaro d'acqua sanguinerola argulus

alghe luccio ditisco foglie marcescenti larve di effemerotteri vegetazione larve di libellule batteri insetti larve di tricotteri morti zooplancton sostanze sospese larve di chironomi

Figura 31 Esempio delle complesse relazioni alimentari tra diversi organismi in un corpo idrico (Kummert & Stumm, 1989).

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Nonostante le relazioni risultino complicate e intricate al primo colpo d’occhio, nella rete alimentare si lasciano mettere a fuoco alcune leggi semplificanti. I flussi dell’energia e delle sostanze nell’ecosistema sono una di queste semplificazioni. Nella stessa consideriamo diversi piani:

• l'energia che entra, nel sistema dall’esterno (energia solare); • gli organismi che tramite la fotosintesi trasformano questa energia esterna in legami chimici ricchi di energia tra carbonio, acqua e sali minerali, costituendo così la biomassa – la produzione primaria; • organismi che consumano questa biomassa utilizzandone l’energia incorporata per le loro funzioni vitali – i consumatori: - consumatori di 1° ordine (consumatori primari) sono consumatori di piante o alghe; - consumatori di 2° ordine si nutrono di consumatori primari; - consumatori di 3° ordine si nutrono di consumatori di 2° ordine, ecc.; - consumatori di ordine superiore formano la chiusura di questa sequenza. • All'ultimo gradino i microrganismi che scompongono i resti di organismi morti nelle componenti originali (carbonio, acqua e sali minerali) – i distruttori (Figura 32).

CATENA ALIMENTARE (RETE) CATENA ALIMENTARE DEL DETRITO (RETE)

piramide trofica

trota bottatrice

CONSUMATORI salmerino DI ORDINE coregone SUPERIORE larve d'insetti pesce persico escrezioni molluschi detrito vermi CONSUMATORI zooplancton DI 2° ORDINE carnivoro DISTRUTTORI

CONSUMATORI zooplancton batteri DI 1° ORDINE erbivoro funghi DISTRUTTORI fitoplancton PRODUTTORI

Figura 32 Piramide trofica con flusso delle sostanze e relazioni alimentari in un lago (Kummert & Stumm, 1989).

A ogni gradino di questa piramide trofica (trofìa = intensità della produzione biologica), da 1 a 20 % dell’energia assimilata sono disponibili per il gradino superiore; il resto viene utilizzato per il proprio metabolismo, oppure immagazzinato, oppure ancora eliminato. Il numero di gradini identificabili in questa piramide è diverso per ogni ecosistema. Nella Figura 33 sono rappresentati i rapporti (relativamente semplici e ben conosciuti) esistenti nel pelago di un lago. Quale consumatore di grado massimo potrebbe eventualmente venir aggiunto l’uomo che cattura e consuma i pesci. Le piramidi rappresentate ricostruiscono correttamente le relazioni che ci sono tra le biomasse dei vari gradini, ma costituiscono però solo una rappresentazione di una situazione 43

Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Catena alimentare momentanea. Le condizioni e le relazioni tra i vari piani della piramide possono mutare nel tempo. Così, per esempio, la biomassa delle alghe in inverno sarà molto minore che in estate, mentre la biomassa dei pesci resterà relativamente costante. In questo contesto assume particolare importanza la durata delle generazioni degli organismi che è di regola tanto più grande quanto maggiore è il grado di evoluzione dell’organismo in questione: • organismi unicellulari (alghe): da ore a giorni; • zooplancton: da giorni a settimane (a mesi); • macrozoobentos: da settimane a mesi (ad anni); • pesci: anni

energia luminosa irradiata

energia luminosa assorbita energia non produzione lorde assorbita del fitoplancton

PRODUTTORE energia non usata FITOPLANCTON perdite sotto forma produzione netta di calore

energia non usata dal gradino succesivo CONSUMATORE ( energia immaganizzata DI 1°ORDINE o usata più tardi) ERBIVORO

CONSUMATORE energia non assimliata DI 2°ORDINE (es. escrementi ) CARNIVORO

Figura 33 Piramide trofica con il lusso dell’energia in un ecosistema acquatico (Kummert & Stumm, 1989).

Gli organismi coinvolti reagiranno conseguentemente più o meno celermente ai cambiamenti ambientali (concentrazioni delle sostanze nutrienti, offerta alimentare) con un adeguamento della popolazione e di conseguenza della biomassa. Con le variazioni stagionali dell’ambiente abiotico (= non vivo) – nel lago per esempio l’insolazione, la temperatura – e della dinamica delle popolazioni tipica delle specie, mutano anche le relazioni alimentari. Un buon esempio di questa dinamica sono le dipendenze tra le popolazioni di alghe e di zooplancton e la loro regolazione da parte dei fattori abiotici come insolazione, temperatura e presenza di sostanze nutrienti nel lago (Figura 34). Con la crescente insolazione primaverile le alghe si sviluppano molto velocemente e raggiungono in primavera una prima "fioritura". In seguito, lo zooplancton che si nutre di alghe può sviluppare considerevolmente le sue popolazioni e giungerà presto nella situazione di ridurre notevolmente la presenza di alghe attraverso la sua attività di pascolo. Di conseguenza si manifesta ogni anno, all’inizio dell’estate, una fase con acque particolarmente trasparenti.

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eutrofo oligotrofo

fattori fisici fattori fisici grazing grazing

limitazione da parte delle sost. nutrienti

fattori fisici fattori fisici consumo da parte dei pesci consumo da parte dei pesci

limitazione da parte della disponibilità alimentare

Figura 34 Successione schematica delle popolazioni di fito- (sopra) e di zooplancton (sotto) in un lago eutrofico e in uno oligotrofo nel corso dell’anno. L’importanza relativa dei fattori di regolazione è rappresentata sotto i grafici: in estate lo sviluppo delle popolazioni è regolata principalmente dalle sostanze nutritive, dall’attività di pascolo ("grazing") e dalla disponibilità alimentare; in inverno dalla radiazione solare e dalla temperatura. Le diverse tonalità di grigio contraddistinguono le diverse grandezze degli organismi sia del fito- che dello zooplancton: scuro = specie piccole; chiaro = specie grandi. Il caratteristico stadio di acque trasparenti all’inizio dell’estate si presenta più presto ed è maggiormente evidente in laghi eutrofici che nei laghi oligotrofi (Lampert & Sommer, 1993). Anche i coregoni reagiscono a questa dinamica interna al lago, adattandosi attraverso un’ottimizzazione dello sfruttamento delle disponibilità alimentari. Così le dafnie (Daphnia sp.) rappresentano la principale fonte di nutrimento durante la maggior parte dell’anno. Invece le specie predatrici appartenenti ai fillopodi Bythotrephes longimanus e Leptodora kindti sono raramente rappresentate nel contenuto stomacale dei coregoni. Durante la punta massima di sviluppo di queste specie predatrici in estate (successivamente al massiccio sviluppo delle più piccole specie zooplanctoniche erbivore) queste costituiscono invece la gran parte del contenuto stomacale (fino oltre il 90%), anche se nel lago questi predatori zooplanctonici rappresentano solo una piccola percentuale di tutti gli individui dello zooplancton (Figura 35). I coregoni scelgono quindi in modo mirato il loro nutrimento, preferendo le specie di taglia maggiore (e più ricche dal punto di vista energetico).

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organismo microalghe unicellulare batteri rotifero predatore rotifero filtratore

cladocero larva d'insetto filtratore predatrice

nanoplancton calanoide copepode coregone predatore

naupli plancton da retino cladocero predatore rotifero cacciatore

Figura 35 Relazioni alimentari nel pelago di un lago mesotrofo; le frecce indicano il lusso delle sostanze e dell’energia (Bürgi, 1992).

La dinamica di crescita e lo sviluppo delle popolazioni dei coregoni nella maggior parte dei laghi svizzeri nel corso degli ultimi decenni mostrano che i laghi, e con essi i loro popolamenti ittici stanno subendo dei cambiamenti. Quest’ultimi reagiscono con leggero ritardo alle variazioni delle concentrazioni di sostanze nutrienti. La correlazione tra concentrazione di sostanze nutrienti e produzione di plancton ha potuto essere dimostrata tramite campagne di ricerca sul terreno. La rioligotrofizzazione ha condotto in alcuni grandi laghi al margine delle alpi a una chiara riduzione della produttività di coregoni. Nel Lago Bodanico si è potuta documentare una riduzione della crescita individuale dei coregoni parallelamente alla riduzione delle sostanze nutrienti. Oltre alla riduzione delle sostanze nutrienti, molti altri fattori entrano in gioco nella tematica relativa al prodotto della pesca. Condizioni ambientali, fluttuazioni naturali delle popolazioni, malattie, ecc. possono influire marcatamente sul pescato.

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1.4.2 Pesci e gamberi nella catena alimentare Mentre le relazioni trofiche nel pelago di un lago sono relativamente "semplici" e facili da tenere sott’occhio, quelle del litorale e del bentale sono più complicate, in seguito al più gran numero di specie coinvolte. Più complesse ancora sono quelle dei grandi corsi d’acqua. Alfine di rendere più chiare queste relazioni, classifichiamo i pesci come anello trofico in base alle loro abitudini alimentari: • Erbivori: ▪ consumatori di alghe (alghivori) ▪ consumatori di macrofite • Consumatori di plancton (planctivori) • Carnivori: ▪ consumatori di pesci (piscivori o ittiofagi) ▪ consumatori di piccoli animali e insetti (insettivori) • Detritivori • Onnivori La maggior parte delle specie appartenenti alla fauna indigena sono poco specializzate e non possono praticamente essere attribuite in modo esclusivo a una delle categorie appena definite. La trota fario, per esempio, da adulta si nutre sia di pesci che di insetti terrestri che cadono in acqua, sia di insetti acquatici, di crostacei e di vermi. Essa è pertanto di sicuro carnivora, ma contemporaneamente piscivora e insettivora. Alcune specie sono particolarmente orientate verso un’alimentazione a base di organismi del fondale. Esse si riconoscono dai bargigli posti attorno alla bocca (barbo, cobite) che servono loro da organi sensoriali per ricercare ed esaminare le loro prede. Poche specie sono altamente specializzate nelle loro abitudini alimentari e scompaiono di conseguenza quando vengono a mancare gli organismi specifici di cui sono soliti cibarsi. I nasi (Chondrostoma nasus) adulti per esempio si nutrono per il 95% di diatomee (alghe silicee) che raschiano dalle grosse pietre e dalle rocce grazie alo loro labbro inferiore sclerotizzato. Un’altra specie prevalentemente erbivora è la scardola che popola unicamente acque dove sono presenti piante acquatiche (macrofite). Presso diverse specie l’evoluzione individuale è caratterizzata da balzi evolutivi che comportano pure un cambiamento del modo e del tipo di alimentazione. Il naso (Chondrostoma nasus) si ciba subito dopo la schiusa, allo stato di larva, di organismi animali trasportati dalla corrente ("drift") oppure presenti tra le alghe dell’"Aufwuchs" (strato di alghe che ricopre le superfici solide). Solo dopo 4 – 8 mesi si verifica una modifica morfologica, attraverso la quale il labbro superiore si prolunga in avanti a costituire la forma di naso, tipica della specie, così che la bocca si sposta in posizione infera (orientata verso il basso), il labbro inferiore si indurisce e da qui in poi, come per gli adulti, il giovane pesce si specializza a raschiare le alghe silicee dalle pietre. I gamberi, che sono attivi di notte, fanno parte delle specie onnivore e detritivore. Il loro cibo è costituito sia da parti molli di piante e foglie cadute in acqua sia da invertebrati acquatici (specialmente molluschi) che da piccoli pesci e girini, ma anche da detriti di origine vegetale e animale di tutte le specie. Attraverso il consumo di carogne e rifiuti organici, i gamberi svolgono un ruolo importante nella rete alimentare acquatica.

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1.5 Conoscenze floristiche e faunistiche di base 1.5.1 Fito- e zooplancton Vengono definiti con il termine plancton quei piccoli organismi che vivono in sospensione nelle acque. Vi fanno parte virus, cianobatteri, alghe unicellulari e pluricellulari, colonie algali, animali unicellulari (protozoi) e piccoli animali pluricellulari. Il loro habitat principale è costituito dal pelago dei laghi. Per molti di essi è di vitale importanza riuscire a rimanere negli strati superiori delle acque, siccome solo qui i produttori primari ricevono una quantità sufficiente di raggi solari per la fotosintesi e gli erbivori trovano quantità sufficienti di alghe in sospensione di cui cibarsi. Gli organismi planctonici sono in grado di contrastare solo parzialmente col movimento la forza di gravità che li trascina verso il fondo. Adattamenti morfologici - come a esempio l’aumento della superficie corporea, la formazione di spine, estroflessioni, la formazione di colonie nel caso di alghe e batteri, la formazione di peli o setole per gli animali - aumentano però la resistenza nell’acqua, rallentando la velocità di sprofondamento. L’immagazzinamento di gas oppure di olio riduce il peso specifico di certi organismi, rallentandone così la discesa verso i fondali. Lo spettro di grandezze del plancton va da ca. 0.0001 mm fino a ca. 10 mm. Per l’osservazione del plancton è quindi necessario un microscopio o quantomeno uno stereoscopio binoculare. Il plancton vegetale (fitoplancton) costituisce il livello trofico dei produttori primari, mentre il plancton animale (zooplancton) costituisce quello dei consumatori. Rappresentanti delle principali famiglie del fitoplancton sono rappresentate nella Figura 36. Molte di queste specie possono costituire colonie di molti individui unicellulari allineati uno accanto all’altro. Quando il pescatore professionista constata che le sue reti sono "sporche", con grande probabilità si tratta di superficie corporea, la formazione di spine, estroflessioni, la formazione di colonie nel caso di alghe e batteri, la formazione di peli o setole per gli animali - aumentano però la resistenza nell’acqua, rallentando la velocità di colonie filamentose di diatomee o crisoficee che si sono depositate sulle maglie delle reti formando uno strato marrone, leggermente gelatinoso, ben visibile (anche per il pesce!). Questa formazione di colonie può pure essere interpretata come strategia di protezione contro i predatori.

Figura 36 Alcuni esponenti del

fitoplancton nel lago (Odum, 1980):

Alghe azzurre (Cianobatteri) 3 Anabaena, 7 Microcystis Alghe verdi 1 Spirogyra, 2 Chaetophora, 11 Pandorina, 12 Scenedesmus, 5 13 Coelastrum 1 2 3 4 6 Crisoicee 4 Dinobryon Diatomee 7 5 Stephanodiscus, 6 Asterionella 8 9 10 11 Criptomonadali 8 Cryptomonas

Dinoflagellati 12 13 9 Peridinium, 10 Ceratium

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La composizione del fitoplancton dipende molto dalla situazione delle sostanze nutritive nel lago. Le diatomee dominano in generale nei laghi oligotrofi, mentre le alghe verdi e le crisoficee predominano in quelli eutrofici. Le alghe azzurre, simili ai batteri, trovano le condizioni più favorevoli nei laghi mesotrofi, nello stadio intermedio tra i laghi ricchi e quelli poveri di nutrienti. Alle ultime appartiene anche l’alga cosiddetta "sangue dei Burgundi" (Oscillatoria rubescens) che si sviluppava in quantità massicce specialmente nel lago di Morat, facendolo apparire di colore rosso (da cui il nome che ricorda il sangue versato dai Burgundi nella battaglia di Morat!). Anche se attaccate al loro substrato e non viventi in sospensione, pure le alghe dell’"Aufwuchs" possono essere annoverate fra le alghe del plancton. Nei corsi d’acqua esse sono in generale alghe verdi (fra le quali il genere Cladophora che forma colonie di lunghi filamenti) e diatomee (patine color oro-brunastro sulle pietre). Fra lo zooplancton sono i copepodi e i fillopodi a rivestire un ruolo prominente per i pesci e per la pesca nei laghi, siccome costituiscono la fonte principale di nutrimento (Figura 37).

Figura 37 Alcuni esponenti dello zooplancton nel pelago e nel litorale dei laghi (Odum, 1980).

Rotiferi (Rotatoria) 1 Asplanchna, 2 Notholca Copepodi (Copepoda) 3 Cyclops Weibchen mit Eipaketen, 4 Eudiaptomus Weibchen mit Eisack Fillopodi (Cladocera) 5 Diaphanosoma, 6 Daphnia, 7 Bosmina, 8 Chydorus, 9 Acantholeberis

Va comunque considerato che non vengono scelte le stesse specie di zooplancton durante tutto il corso dell’anno e non da tutti gli stadi di sviluppo dei pesci. Durante le prime settimane, le larve dei coregoni si cibano quasi esclusivamente di rotiferi e naupli, cioè degli stadi giovanili dei copepodi (Figura 38). Animali più anziani consumano principalmente dafnie. A dipendenza della stagione possono rientrare in modo consistente nella dieta dei coregoni anche predatori zooplanctonici di dimensioni maggiori, quali Bythotrephes e Leptodora (vedi capitolo 1.4 Catena alimentare). Diverse specie di copepodi (per esempio Diaptomus, Eudiaptomus, Mixodiaptomus) immagazzinano nel loro corpo piccole gocce di olio contenente un pigmento rosso. Si tratta della carotina che può conferire una tipica colorazione arancione alle carni dei pesci, come si

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Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Bibliografia può osservare in molti pesci planctivori. Lo sviluppo del fito- e dello zooplancton e le successioni annuali sono ben documentate per diversi laghi (lago di Bienne: Ochsenbein, 1993, Tschumi, 2000; lago di Zurigo e Walensee Zimmermann et al., 1991, lago Bodanico: IGKB, 1987, 1989, 1999). Esiste inoltre un’estesa bibliografia sulla sistematica del fito- e dello zooplancton. Per un orientamento sommario e una determinazione approssimativa (al microscopio) in base a disegni, si presta particolarmente la guida bene illustrata di Strebel & Krauter (1988) delle edizioni Kosmos.

1 2 Figura 38 zooplanctonti predatori grandi fino a 5 mm e gli stadi giovanili di un copepode (Streble & Krauter 1988): 1 1 Leptodora kindtii 2 2 Bythotrephes longimanus 3 3 Nauplie (copepode giovanile)

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1.5.2 Piante acquatiche e ripuali Le piante acquatiche superiori (= macrofite, piante con radici, fusto, foglie e fiori) vengono suddivise in emerse e sommerse. Nelle acque ferme troviamo una caratteristica successione delle formazioni vegetali che va dal bosco di golena (a legno duro e a legno molle) alle paludi a piccole carici nella fascia di transizione tra la terraferma e l’acqua, alle cinture a grandi carichi, alla cintura delle ninfee (foglie galleggianti), alle piante sommerse. Nella Figura 39 sono raffigurati i rappresentanti tipici nella loro successione naturale. Le carofite si incontrano tuttavia unicamente nei laghi oligotrofi. Le macrofite offrono un habitat ricco alla fauna ittica. Le piante sommerse sono da un canto un buon substrato per la deposizione delle uova vischiose delle specie ittiche fitofile (per esempio "gardon", abramide) e dall’altro offrono rifugio e sono una fonte di nutrimento per i giovani pesci. Nel canneto e nei lischeti che vengono sommersi con l’innalzamento del livello delle acque in primavera si riproducono i lucci. In ruscelli con corrente lenta e nei canali del piano, il ranuncolo fluitante (Ranunculus luitans) può essere causa di problemi a livello di protezione dalle piene, quando sviluppa popolazioni troppo esuberanti L’evoluzione delle popolazioni di macrofite è ben documentata in molti laghi grandi e piccoli (per esempio lago Bodanico: Schmieder, 1998, IGKB, 1999). Quale bibliografia sistematica sono disponibili diverse guide con fotografie e disegni, in particolare Engelhardt (1989) oppure Laux (1994).

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Figura 39 Alcuni tipici rappresentanti delle macrofite in laghi e fiumi (Odum, 1980): 1 tifa (Typha) 2 giunco (Scirpus) 3 erba saetta (Sagittaria) 4 ninfea (Nymphaea) 5 ranuncolo (Ranunculus) 6 potamogeto (Potamogeton) 7 carofite (Chara)

Importante è pure la vegetazione delle zone limitrofe e quella anfibia della sponda e delle golene (le rive e la loro vegetazione secondo la Legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio, LPN Art. 18 und 21), che presenta, in condizioni naturali, una caratteristica successione (Figura 40). Lo sviluppo di questa vegetazione, caratterizzata piuttosto da alberi, è condizionato in particolare dal livello dell’acqua di falda, dalle caratteristiche del terreno e dalla frequenza di inondazione. Grazie al mosaico composto da molteplici e differenziati microhabitat e al periodico rifornimento di nutrienti in occasione delle inondazioni, le golene risultano essere gli ambienti più ricchi di specie dell’Europa centrale e vengono per questo motivo anche raffrontate alle foreste pluviali tropicali. Contemporaneamente, le golene dei grandi fiumi e delle rive lacustri sono però anche gli ambienti maggiormente minacciati dell’Europa. Questa è una conseguenza dell’enorme crescita della popolazione avvenuta negli ultimi secoli che ha portato all’urbanizzazione e allo sfruttamento delle pianure alluvionali lungo i corsi d’acqua. Sulla base della Legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio, nel 1992 è stato creato l’Inventario delle golene d’importanza nazionale della Svizzera. Si intraprendono grandi sforzi a protezione delle golene residue e per recuperarle a uno stato più naturale (=rinaturazione) e più vitale (=rivitalizzazione). Dal 2012 al 2017, in collaborazione tra Confederazione e Cantoni, sono state revisionate le golene d’importanza nazionale di tutta la Svizzera. Nel settembre 2017 il Consiglio federale ha ratificato questa revisione che è entrata in vigore il 1° novembre 2017.

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Figura 40 Sezione schematica attraverso una golena fluviale europea con la sequenza della vegetazione in relazione alla composizione del terreno e dei livelli dell’acqua (Schönborn, 1992). 1.5.3 Macroinvertebrati Sotto i termini macroinvertebrati, macrozoobentos o invertebrati acquatici, vengono definiti i piccoli orgnaisimi con grandezze di oltre un mm che vivono sul o nel fondale oppure sulle piante acquatiche. Essi sono visibili e quindi determinabili, almeno in modo sommario, a occhio nudo (con la necessaria esperienza). Essi possono appartenere alle più disparate classi e ordini del regno animale; i più frequenti sono: • planarie - Turbellaria • vermi – Nematomorpha (nematodi), Oligochaeta (oligocheti) • sanguisughe – Hirudinea • crostacei – Crustacea • ragni e acari – Arachnida e Acari • insetti – Insecta: • plecotteri – Plecoptera • efemerotteri – Ephemeroptera • tricotteri – Trichoptera • ditteri (mosche e zanzare) – Diptera • libellule – Libellula • cimici e coleotteri – Heteroptera e Coleoptera • megalotteri e planipennie – Megaloptera e Planipennia • molluschi - Mollusca (lumache e conchiglie).

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Nelle Figura 41 e Figura 42 è riportata una scelta di organismi del macrozoobentos. Per una visione più dettagliata si rimanda alla bibliografia sistematica.

Figura 41 Scelta di organismi del macrozoobentos (Odum 1980): 1-4 molluschi 55 gammaro (Gammarus pulex) 66 asello (Asellus aquaticus), 77 acaro d’acqua (idracarino) (Hydrodroma) 88 larva di tricottero (Triaenodes) 99 larva di zanzara (Culex) 10 e 11 larve di efemerotteri (Cloeon, Caenis)

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1a 1b

2 3

4

5 6 Figura 42 Scelta di organismi del macrozoobentos (Odum 1980): 1a ditisco (Dytiscus) con larva (1b) 2 ranatra (Ranatra) 3 notonetta (Notonecta) 4 larva di piccola libellula 7 5-6 larve di grandi libellule 7 chironomidi (Chironomidae) 8 caoboro (Chaoborus) 9 pisidio (Pisidium) 10 tubifex (Tubifex) 8 9 10

Siccome il macrozoobentos non è importante solo quanto fonte alimentare per i pesci nei corsi d’acqua e nei laghi, bensì riveste in parte anche un ruolo quale buon indicatore dello stato del corpo d’acqua (vedi capitolo 1.2), il guardapesca dovrebbe possedere conoscenze di base in merito alle abitudini di vita di specie scelte o gruppi di specie. Nei libri di sistematica indicati di seguito (particolarmente consigliati tra molti altri: Engelhardt, 1989, Ludwig, 1989, Schwab, 1995) accanto a fotografie e/o disegni, sono sovente contenute indicazioni sommarie sulle abitudini di vita e gli habitat dei diversi gruppi.

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1.5.4 Pesci e gamberi La fauna ittica svizzera originaria è composta più di 60 taxa, di cui 9 sono estinti. Inoltre, sono presenti sul nostro territorio almeno altre 20 specie introdotte dal Nord America o dall’Asia. I dati relativi alla presenza della fauna ittica in Svizzera sono raccolti, stoccati ed elaborati presso il "Centro svizzero di cartografia della fauna" (CSCF) a Neuchâtel, così che dal 2004 sarà disponibile un quadro completato e aggiornato della fauna ittica e dei gamberi in Svizzera. Le carte di distribuzione delle singole specie ittiche sono contenute nell’Atlante svizzero dei pesci „Fauna Helvetica – PISCES Atlas” (Zaugg et. Al, 2003). Sulla base di questi dati e ulteriori conoscenze di esperti è stato stabilito il grado di minaccia delle singole specie secondo i criteri dell’IUCN (Unione mondiale della protezione della natura). Queste valutazioni sono riassunte nella “Lista rossa dei pesci e dei ciclostomi della Svizzera” (Kirchhofer et al., 2007). Nel capitolo 2 – Conoscenze sui pesci e sui gamberi - approfondiremo le particolarità e le abitudini di vita di singole specie. Quale introduzione e visione d’assieme della fauna ittica europea sono disponibili diverse guide, a esempio Gerstmeier & Roming (1998), un poco più datati: Terofal (1984), Maitland (1983) oppure Ladiges & Vogt (1979); inoltre nella serie di allora "Notizie sulla pesca" dell’UFAFP (oggi UFAM). Nelle acque svizzere vivono 7 specie di gamberi (Decapoda). 3 di esse sono indigene (Astacus astacus, Austropotamobius pallipes, Austropotamobius torrentium) le atre sono state introdotte per scopi commerciali o altre ragioni e si sono insediate nelle nostre acque. Le specie straniere di gamberi sono particolarmente indesiderate, siccome sono portatrici della peste del gambero, una micosi che per le specie di gamberi europei è assolutamente mortale. Molte delle morie di gamberi che si osservano ricorrentemente possono essere ricondotte a questo agente patogeno e sovente è proprio l’immissione di specie di gamberi americani a essere la causa della diffusione della peste del gambero. Per una descrizione dettagliata della diffusione, della biologia e della sistematica dei gamberi (Decapoda) in Svizzera si rimanda a Stucki & Jean-Richard (1999) dove è pubblicata un’estesa presentazione. Inoltre, si trovano molte utili informazioni sui gamberi anche in Eder & Hödel (1998).

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1.5.5 Altri vertebrati acquatici Anfibi La fauna anfibia svizzera comprende attualmente 19 specie, di cui 7 appartenenti agli urodeli (famiglia delle salamandre con i generi Salamandra (salamandra alpina e salamandra tigre) e Triturus (tritone alpino, tritone crestato, tritone palmato e tritone punteggiato) e i rimanenti 12 appartenenti agli anuri (famiglie dei discoglossi (generi ululone e alite ostetrico), pelobatidi (pelobate fosco), bufonidi (veri rospi), ilidi (raganelle) e ranidi (vere rane)). A causa del prosciugamento del 90% delle zone umide del nostro territorio, conseguente allo sfruttamento intensivo delle acque, la maggior parte delle specie degli anfibi è fortemente minacciata, – non solo in Svizzera. La diffusione e la situazione delle popolazioni in Svizzera sono state rilevate e pubblicate negli anni 80 (Grossenbacher, 1988). Secondo l’Ordinanza federale sulla protezione della natura e del paesaggio del 16 gennaio 1991 (OPN), tutti gli anfibi sono protetti e la loro situazione di pericolo è stata riassunta in una lista rossa. Con l’inventario di tutti i siti di riproduzione degli anfibi d’importanza nazionale e con un sussidio alle opere di protezione è stata posta la base per una vasta protezione di queste specie e dei loro habitat. Per la determinazione di questi animali rimandiamo alla chiave di determinazione per gli anfibi della Svizzera (Grossenbacher & Brand, 1986). Siccome per un’esistenza di anfibi e pesci nello stesso ambiente è necessario un corpo idrico di grandi dimensioni, la presenza di pesci in piccoli specchi d’acqua costituisce una minaccia per le popolazioni di anfibi. Ma anche la pratica della pesca può, in determinate condizioni, danneggiare popolazioni di anfibi e rettili. Il guardapesca deve essere consapevole di questi problemi e, in questi casi, deve collaborare con l’Autorità competente per la protezione degli anfibi e con il "Centro di coordinamento per la protezione degli anfibi e dei rettili in Svizzera (KARCH, www.karch.ch), in base alla legislazione sulla protezione della natura. Castoro Il castoro europeo (Castor fiber) è stato sterminato in Svizzera all’inizio del 19° secolo. Negli anni ’70 del ventesimo secolo è stato reintrodotto con successo in diversi fiumi e laghi. Una popolazione di ca. 1'600 castori vive oggi nuovamente nel bacino imbrifero del Reno a valle del lao Bodanico e nel bacino del Lemano (censimenti dell’inverno 2007/08). Quale puro vegetariano il castoro non arreca alcun danno alla fauna ittica – al contrario di quanto affermano certe favole che circolano ancora tutt’oggi. Siccome predilige nutrirsi di alberi a legno tenero sulle rive delle acque, dà addirittura un contributo al miglioramento della strutturazione della vegetazione della sponda. Con le sue costruzioni e il legname trascinato in acqua aumenta la diversificazione delle strutture del corpo idrico. Secondo la Legge federale sulla caccia e sulla protezione degli animali selvatici del 20 giugno 1986, il castoro è protetto in tutta la Svizzera e la valorizzazione e la ricostituzione dei suoi ambienti di vita sono in sintonia con le Leggi sulla Protezione dalle piene e sulla protezione delle acque (Winter 2001). Il castoro è particolarmente efficace presso il pubblico come "emblema" per lavori di rivitalizzazione di cui possono profittare anche pesci e gamberi. Questo animale può però anche creare dei problemi quando crea sbarramenti sui ruscelli o quando fa crollare tratti di argini o sentieri rivieraschi con la sua attività di scavo sotto le rive. Presso il Centro Svizzero di Cartografia della Fauna (CSCF / SZKF) esiste un Centro di competenza per il castoro dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) che si occupa di consulenza e coordinamento per questioni relative a questa specie (http://www.cscf.ch/cscf/de/home/biberfachstelle.html).

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Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Bibliografia

Lontra La lontra colonizzava originariamente le rive di tutti di tutti i corpi idrici svizzeri fino alla quota di 1600 m.s.l.m. Ancora verso la fine del 19. esimo secolo la popolazione svizzera di lontra poteva ammontare a ben oltre 1000 esemplari. La densità maggiore era raggiunta presso le rive delle acque naturalmente più produttive e nel Giura. Nel 1888 diversi politici si impegnarono a seguito di interessi economici per una modifica della Legge sulla pesca. Alfine di incrementare il rendimento della pesca si sancì nell’art. 22 che “animali nocivi per la fauna ittica” dovessero essere sterminati in Svizzera. Di conseguenza vennero istituiti lauti premi per l’uccisione delle lontre, vennero organizzati corsi sulla caccia alla lontra e vennero acquistate a carico dello Stato delle trappole a scatto da mettere a disposizione dei cacciatori. Inoltre, furono impiegati cacciatori statali di lontre. A cavallo della fine del secolo venivano uccise circa 130 lontre all’anno. Già a partire dal 1930 la caccia alla lontra regredì massicciamente e le catture annue scesero a poco più di 10 esemplari. Dopo annose pressioni dei protezionisti della natura, nel 1952 la lontra è stata posta sotto protezione. A quel tempo si stimava che la popolazione complessiva in Svizzera ammontasse al massimo a 150 animali. Anche il divieto di caccia non riuscì a fermare il declino della specie. I territori dove la lontra si è mantenuta più a lungo sono state le regioni dei laghi di Neuchâtel e di Bienne e il Ticino. L’ultima segnalazione di una lontra in Svizzera risale al 1989 e giunse dal lago di Neuchâtel. Uno studio dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) giunse nel 1990 alla conclusione che l’inquinamento da PCB (bifenili policlorurati; sostanza tossica per l’ambiente) nelle acque era corresponsabile per l’estinzione della lontra in Svizzera. I PCB assunti tramite i pesci consumati riducevano drasticamente la fertilità e quindi il successo riproduttivo della specie. Tuttavia, l’inquinamento delle acque non può essere stata l’unica ragione della scomparsa della lontra. Probabilmente anche le modifiche dell’habitat hanno contribuito in modo determinante a questo fenomeno. Con il prosciugamento di corsi d’acqua e zone umide sono andati persi ambienti importanti per la lontra. La correzione dei corsi d’acqua e la costruzione di centrali idroelettriche hanno modificato l’habitat acquatico in modo permanente e influenzato negativamente le popolazioni ittiche. Tutte le cause di estinzione della lontra appena discusse sono supposizioni. Ricerche più recenti indicano che più fattori hanno concorso all’estinzione e che le relazioni non sono scientificamente dimostrate (da www.prolutra.ch). Uccelli Non tutti gli uccelli che si osservano in vicinanza delle acque possono essere considerati uccelli acquatici in senso stretto. Particolarmente adattati all’ambiente acquatico, per quanto riguarda la struttura anatomica, i modi di vita, e il comportamento, sono per esempio gli anseriformi, al cui ordine appartengono le anatre, le oche, i cigni e gli smerghi. Ma anche negli ordini dei limicoli, dei laridi, e dei caradiformi, dei podicipitiformi con lo svasso come più noto rappresentante, dei rallidi con la folaga e la gallinella d’acqua, dei trampolieri con i diversi generi di aironi, oppure dei pelecaniformi con il cormorano quale specie più frequente sulle acque dolci d’Europa, si trovano abitatori permanenti o temporanei delle acque. Altre specie, come il martin pescatore o il merlo acquaiolo, sfruttano l’ambiente acquatico quale fonte alimentare (piccoli pesci e, in aggiunta, anche invertebrati acquatici per il merlo acquaiolo) e nidificano in prossimità delle acque, però non vengono considerati uccelli acquatici veri e propri. Ma anche il piro-piro piccolo e il corriere piccolo sono strettamente legati alle nostre acque, quali specie caratteristiche delle zone golenali. Per indicazioni maggiormente dettagliate sulla diffusione e le abitudini delle diverse specie si rimanda alla corrispondente bibliografia (per esempio: Bezzel, 1995, Schmid et al., 1998, Peterson et al., 2002 o altre opere). Alcune di queste specie sono di particolare interesse per la pesca, siccome si nutrono 57

Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Bibliografia in parte (smergo maggiore, martin pescatore, airone cenerino) oppure esclusivamente (cormorano) di pesce. In gruppi di lavoro della Confederazione (Gruppo di contatto airone cenerino, Gruppo di lavoro cormorano e pesci) è stato chiarito il potenziale conflitto tra la pesca e gli uccelli ittiofagi e sono state formulate le rispettive raccomandazioni (BUS 1983, 1984, 1987, UFAFP 1992). Siccome anche queste specie rivestono un ruolo importante nella rete alimentare, in passato erano possibili unicamente provvedimenti dissuasivi o, solo in situazioni eccezionali ben definite, degli abbattimenti per contenere le riduzioni di popolazioni di specie ittiche minacciate (es. temolo). Nel frattempo, il cormorano non è più menzionato nella lista rossa degli uccelli della Svizzera e può quindi essere cacciato. Per il controllo delle popolazioni nidificanti in zone di protezione della natura come pure nelle riserve d’uccelli acquatici e migratori sono state messe a punto soluzioni speciali, così da poter limitare anche l’attività di cova (UFAM 2005; UFAM 2008). 1.5.6 Utilizzo di chiavi sistematiche per la determinazione Nella sistematica biologica si studiano la moltitudine delle specie e le affinità tra le stesse. Per poter mantenere uno sguardo complessivo sull’incredibile diversità di forme nella natura e sapere sempre con precisione di che cosa si parla, gli organismi tra di loro imparentati vengono definiti con un nome chiaro e univoco. Solo questa denominazione ci consente una comunicazione sensata su animali e piante. Il nome scientifico viene assegnato in base a una descrizione dell’organismo che segue regole ben precise e l’"esemplare tipo" che è servito a stabilire il nome viene conservato in una raccolta scientifica presso un’istituzione (museo o università). Il nome assegnato viene omologato solo dopo che la descrizione scientifica dell’esemplare tipo è stata pubblicata in una rivista scientifica. Nella tassonomia – insegnamento della descrizione scientifica, della nomenclatura e della classificazione – sono stabiliti regole e criteri precisi nel "Codice internazionale botanico rispettivamente zoologico della nomenclatura". Solo l’osservanza di queste regole garantisce che ci si possa comprendere parlando di osservazioni effettuate su individui e che si possano generalizzare queste conoscenze per gruppi più estesi di organismi (per esempio a una specie o a una famiglia) con la certezza che sia inteso effettivamente sempre lo stesso gruppo. Questa severa regolamentazione è strettamente necessaria per una spiegazione sensata delle diverse forme di vita. Siccome la denominazione in altre lingue e la nomenclatura locale non sono sempre univoci, è sempre determinante il nome scientifico in latino. Il gardon (Rutilus rutilus) viene chiamato nella Svizzera tedesca Schwale, Winger, Hasli, oppure Röteli; con il termine "Rötel" può però anche essere inteso il "Zugerrötel" ( umbla), una specie totalmente diversa, con abitudini di vita diverse! I nomi degli animali e delle piante vengono organizzati secondo una gerarchia. Il concetto di "taxon" (plurale = "taxa") è gerarchicamente neutrale e viene utilizzato quando si intendono diversi piani sistematici contemporaneamente. I nomi dei generi e delle specie vengono sempre scritte in corsivo. Siccome la scienza è in continua evoluzione e nuove conoscenze possono portare a una rielaborazione delle conoscenze ritenute in qui assicurate, anche la sistematica è sottoposta a costanti modifiche. Per questo motivo l’organizzazione sistematica dei pesci può variare nel dettaglio da un autore all’altro.

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Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Bibliografia

La classificazione qui utilizzata è riferita a Fider (1991) an: - Regno: animale - Sottoregno: pluricellulari (Metazoa) - Philum: cordati (Chordata) - Sottophilum: vertebrati (Vertebrata) - Super-classe: pesci (Pisces) - Classe: pesci ossei (Osteichthyes) - Super-ordine: veri pesci ossei (Teleostei) - Ordine: salmoniformi (Salmoniformes) - Famiglia: salmonidi () - Genere: salmo (Salmo) - Specie: trota (Salmo trutta)

La specie è dunque l’unità rilevante dal punto di vista sistematico su cui basa tutto quanto il sistema. Nella determinazione di una specie devono forzatamente valere anche tutti i criteri dei gradini gerarchicamente superiori. Cosa debba essere considerato quale specie dipende da diversi concetti teorici. Comune a tutti concetti è che tutti gli individui di una specie, in base alle caratteristiche comuni, in tutti i propri stadi di vita, possano essere riconosciuti e attribuiti a detta specie. In aggiunta vengono considerati ulteriori criteri, a dipendenza dello stato della ricerca, come la storia dell’evoluzione filogenetica e i precursori comuni. Per il lavoro pratico del guardapesca è importante sapere che una specie oggi riconosciuta per i suoi caratteri definiti possa in futuro generare nuove unità (=specie), in particolare attraverso l’adattamento a condizioni ambientali mutate, oppure attraverso la conquista di nuove nicchie ecologiche. Questo processo viene chiamato evoluzione e sta alla base della grande diversità di forme di vita attualmente presenti sul nostro pianeta e, contemporaneamente, anche dello sviluppo futuro delle stesse. Nella protezione delle specie e degli ambienti vitali anche la sistematica gioca un ruolo importante, siccome dobbiamo sapere con precisione cosa intendiamo proteggere. Ma anche nella gestione delle acque e nell’allevamento ittico devono essere considerate relazioni di parentela e provenienza di genitori e di novellame da immissione per poter evitare manipolazioni indesiderate nell’evoluzione naturale delle specie. Fra le conoscenze floristiche e faunistiche di base del guardapesca non figura solamente la capacità di riconoscere le specie e di saperle determinare in base alle corrispondenti documentazioni, bensì anche quella di possedere le basi conoscitive sulle abitudini di vita e le esigenze ambientali delle specie principali che incontra nel lavoro quotidiano. Se dovessimo trattare nel dettaglio la biologia, l’evoluzione, il comportamento e le esigenze ambientali di tutti gli organismi qui considerati, supereremmo largamente lo spazio disponibile in questo compendio didattico per la preparazione all’esame federale di guardapesca. Ci limiteremo pertanto a indicare per alcuni gruppi la bibliografia di approfondimento e a fornire per altri delle considerazioni riassuntive. Consideriamo l’approfondimento di queste conoscenze di base con ulteriori letture e osservazioni sul campo un compito di ogni guardapesca nell’ambito della formazione permanente. La determinazione di organismi facilmente riconoscibili può essere effettuata con successo, a determinate condizioni, in base a fotografie o disegni (Figura 43). Per una determinazione sicura delle specie di diversi gruppi è comunque indispensabile fare capo a chiavi di determinazione. Il principio delle chiavi di determinazione è fondato sulla considerazione comparativa di diverse caratteristiche attraverso le quali possono essere distinti in modo inequivocabile (analisi differenziale) i taxa (famiglie, generi, specie). I caratteri distintivi vengono sempre esaminati corrispondentemente alla costruzione gerarchica della

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Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Bibliografia sistematica, a partire dal taxa più alto verso quello più basso. Queste chiavi dicotomiche presentano due o più possibilità di risposta per ogni carattere o per ogni combinazione di caratteri che, se riscontrate sull’individuo in esame, conducono al nome del taxon in questione e in caso negativo portano al prossimo carattere distintivo (Figura 44).

Figura 43 Descrizioni e disegni di alcune larve di efemerotteri (Ephemeroptera); una determinazione precisa è possibile con questa "chiave" solo in casi eccezionali (Engelhardt, 1989).

Figura 44 Chiave di determinazione per larve di efemerotteri (qui Ephemera danica) con descrizione dei caratteri differenziali e schizzi integrativi (Studemann et al., 1992).

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Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Bibliografia

Per la fauna ittica i caratteri distintivi principali sono (Figura 45): • struttura, ordine e numero delle squame; • numero, posizione e morfologia delle pinne e dei loro raggi ossei; numero delle spine branchiali (branchiospine), dei denti faringei e morfologia del vomere palatino; • forma, posizione e grandezza della bocca. Tutti i caratteri necessari alla determinazione dei pesci presenti in svizzera sono riconoscibili a occhio nudo o con una lente d’ingrandimento poco potente. Per la determinazione di piante o piccoli organismi sono necessari mezzi d’ingrandimento più potenti (per esempio lente da campo 8x, binoculare con ingrandimenti fino a 40x) e per lo zooplancton e le alghe deve essere disponibile un microscopio con possibilità di ingrandimento fino a 400x. Per molti organismi planctonici una determinazione univoca è possibile solo dopo una preparazione laboriosa del campione; per esempio nel caso delle diatomee si devono liberare le strutture sul guscio siliceo tramite bagni acidi, per certe specie di diaptomidi (es. Cyclops) devono venir preparate separatamente le paia di zampe per poter contare le loro setole e i peli, nonché riconoscere il loro ordine. La determinazione precisa del plancton e del macrozoobentos, ma anche l’interpretazione di liste di specie in riguardo all’appartenenza alla fauna presunta in base alla tipologia della località, oppure ancora in merito alla qualità delle acque (bioindicazione) presuppone, oltre alla disponibilità della bibliografia con le corrispondenti chiavi sistematiche, anche un’approfondita conoscenza specialistica.

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Esame professionale di guardapesca 1. Ecologia delle acque / Bibliografia

Figura 45 Breve descrizione dei principali caratteri per la determinazione dei pesci europei d’acqua dolce (Ladiges & Vogt, 1979).

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2. CONOSCENZE SUI PESCI E SUI GAMBERI 64

2.1 Classificazione sistematica 64

2.2 Conoscenze generali sui pesci e sui gamberi 71 Anatomia esterna 71 Anatomia interna 76 Funzione di organi di pesci e gamberi 79

2.3 Biologia ed ecologia dei pesci e dei gamberi 87

Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi

2.1 Classificazione sistematica

Pesci Fino a oggi sono state identificate e descritte scientificamente in tutto il mondo oltre 32’000 specie ittiche. Con ciò siamo però ben lungi dall’aver esplorato completamente la classe di vertebrati più ricca di specie. Sia nella profondità dei mari che in acque interne inaccessibili dei tropici vivono numerose specie non ancora studiate scientificamente. Tutti i pesci hanno in comune la colonna vertebrale quale sostegno e le branchie quale organo respiratorio. Il numero complessivo di specie ittiche note è circa uguale a quello ottenuto sommando tutte le specie di anfibi, rettili, uccelli e mammiferi. I pesci occupano praticamente ogni angolo dei mari e delle acque interne. Alcuni vivono in sorgenti calde con temperature oltre i 40°C, mentre altri, grazie a una sostanza "antigelo" nel sangue, possono sopravvivere a temperature sotto 0°C. Ci sono inoltre pesci che possono muoversi sulla terra ferma o altri che possono “volare” alcune centinaia di metri sopra la superficie dell’acqua. Alcune specie sopravvivono nel deserto dell’Arizona in stagni umidi temporanei, altri vivono in laghi d’alta quota in Tibet fino oltre 5’000 m.s.l.m., altre in laghi ipersalini o nelle profondità buie degli oceani fino a 8’000 m di profondità.

zona epipelagica pelago 1.3 % profondo acque 5.0 % basse fredde 5.6 % bentale profondo 6.4 %

MARE ACQUE acque basse calde 58.2 % DOLCI 39.9 % 41.2 %

Figura 46 Percentuale specie recenti di pesci presenti nei diversi tipi di ecosistemi acquatici, calcolata rispetto al totale di circa 32’000 (Bone & Marshall, 1985).

Due quinti delle specie ittiche vivono nelle acque dolci (Figura 46), anche se queste rappresentano solo il 4% delle riserve idriche complessive della terra e le acque di superficie dei continenti corrispondono addirittura a meno dello 0.05%. Le ragioni di questa enorme ricchezza di specie d’acqua dolce rispetto a quelle marine sono da ricercare da un canto nella variabilità dei pesci e nella loro capacità di adattamento morfologico e comportamentale ai diversi ambienti, e dall’altro nella variabilità degli ambienti acquatici e nei meccanismi di isolazione che ne derivano. Ogni sistema idrico si distingue da tutti gli altri per diversi fattori e offre pertanto condizioni di vita uniche. Siccome le acque interne rappresentano dei sistemi isolati, delimitati da un lato dagli spartiacque e dall’altro dal mare, nel corso della storia e grazie

64 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica ai processi di evoluzione sull'arco di milioni di anni, i pesci pohanno potuto differenziarsi continuamente, conquistare nuovi spazi e, con il tempo, dare origine a nuove specie. L’evoluzione dei pesci può essere ricostruita sulla base di fossili fino a circa 500 milioni di anni fa. A quei tempi tutta la vita animale si svolgeva nell’acqua (marina). Accanto a molteplici piccoli invertebrati come lumache, spugne, vermi o echinodermi, vi furono animali nei quali si sviluppò la cosiddetta "corda", un organo precursore della colonna vertebrale. A partire da questi cordati originari, i precursori dei vertebrati, si svilupparono i primi esseri simili ai pesci. Erano privi di mascelle, raccoglievano il nutrimento filtrando i sedimenti con le branchie ed erano in grado di nuotare solo in modo impacciato. I "pesci" più primitivi tutt’oggi viventi, i ciclostomi (lamprede), presentano ancora alcune di queste caratteristiche originarie. Nel corso dei tempi i pesci divennero più mobili e occuparono nuovi spazi. Tre "invenzioni" della natura fecero progredire questa evoluzione: • lo sviluppo della mascella consentì la conquista di nuove fonti alimentari; • la formazione di pinne rese maggiore la stabilità nel nuoto; • la formazione di uno scheletro osseo interno, al posto della corazza ossea esterna originaria, attribuì ai pesci la loro motilità. Presso alcuni pesci si svilupparono scheletri cartilaginei invece che ossei. Ancora oggi possiamo trovare alcuni rappresentanti di questo gruppo: gli squali, le razze e le chimere. Essi non raggiungono però la molteplicità di specie dei pesci ossei. Molti rami di questo albero genealogico (Figura 47) sono scomparsi nel corso dei tempi, altri vissero periodi fiorenti ma sono oggi presenti con sole poche specie, a esempio gli storioni. Oltre a ciò, alcune linee si sono evoulte separatamente e hanno saputo mantenesi fino ad oggi, seppur con poche specie: i celacantidi e i lepidosirenidi. Da quest’ultimi si sono infine sviluppati i vertebrati terrestri. Ad oggi vivono nelle acque interne europee ca. 500 specie ittiche, questo numero varia leggermente a dipendenza del sistema di classificazione e dell’autore. La ricchezza di specie all’interno del continente aumenta da ovest verso est. Ciò si lascia spiegare dalla storia geologica/idrologica dell’Europa: durante le glaciazioni, gran parte dell’Europa centrale era coperta da una calotta di ghiaccio e non era quindi vivibile per i pesci. Dopo il ritiro dei ghiacci, la ricolonizzazione avvenne a partire da nord da parte di alcune specie ittiche delle acque fredde (specialmente salmonidi, coregonidi e timallidi), e da est attraverso il Danubio originario da parte di molte specie (specialmente della famiglia dei ciprinidi) dal bacino del Mar Nero (allora acqua dolce), nel quale si erano rifugiate durante la glaciazione.

65 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

Milioni di anni fa

TERZIARIO 67

CRETACEA

137 GIURASSICO 195 TRIASSICO 225 PERMIANO 285 vertebrati CARBONIFERO terrestri

350 DEVONIANO 405 SILURIANO 440

ORDOVICIANO

500

Figura 47 Evoluzione filogenetica dei pesci con indicazione delle rispettive ere geologiche. L’evoluzione dei pesci non è stata lineare; sono state sovente imboccate strade sbagliate e strade a fondo cieco (Seifert, 1983).

Sulla pagina seguente è riassunto il sistema tassonomico dei pesci con alcuni criteri scelti con tutti i rappresentanti presenti e passati della fauna svizzera. Nella Tabelle 2 sono elencate le specie ittiche indigene della Svizzera secondo l’allegato 1 dell’OLFP, altre specie presenti in Svizzera ma non autoctone sono riportate nell’allegato II e III. Per motivi pratici, le tre classi dei ciclostomi, dei pesci cartilaginei e dei pesci ossei vengono sovente raggruppate in una classe unica dei pesci (Pisces). Siccome la sistematica e la tassonomia sono soggette a una continua evoluzione, i nomi scientifici delle specie possono mutare. Per la Svizzera fa stato la lista contenuta nella versione attuale dell'Ordinanza federale sulla pesca OLFP (Allegato I, II e III).

66 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

Philum: Agnatha (senza mandibole) Classe: Cyclostomata (ciclostomi) Famiglia: Petromyzontidae (lamprede) I ciclostomi sono i vertebrati noti più antichi e originari. Hanno un corpo anguilliforme, allungato e una bocca a ventosa armata di denti cornei. Mandibola e pinne pari sono assenti. Lo scheletro è cartilagineo e solo poco sviluppato. Al posto della colonna vertebrale possiedono una barretta cartilaginea non frazionata. La respirazione avviene grazie a 7 paia di sacche branchiali, prive di opercoli. Quale organo olfattivo dispongono di una fossa nasale singola. In Svizzera è attualmente ancora presente solamente la lampreda di ruscello, mentre in passato vi era anche la lampreda di fiume.

Philum Gnathostomatidae (bocche con mandibola) Classe: Chondrichthyes (pesci cartilaginei, selaci) Tipico è lo scheletro cartilagineo. Il corpo non è ricoperto da squame, bensì da cosiddetti denti cutanei. Mandibole vere e proprie e pinne pari sono presenti. Le 5-7 aperture branchiali non sono coperte da opercoli (fanno eccezione le chimere). La maggior parte delle specie vive permanentemente in mare; alcuni squali e razze risalgono in parte anche nei fiumi e la famiglia delle razze d’acqua dolce (Potamotrygonidae) vive permanentemente nelle acque dolci.

Classe: Osteichthyes (pesci ossei, osteitti) A differenza dei selaci e dei ciclostomi, possiedono scheletro e colonna vertebrale ossea. Il corpo è quasi sempre ricoperto da squame o da placche ossee. Le aperture branchiali (da 4 fino a 6) sono protette da opercoli. Quale elemento di supporto delle pinne sono presenti raggi ossei.

Super ordine: Storioni Famiglia Acipenseridae (storioni) Super ordine: Teleostei (veri pesci ossei) Famiglie e specie vedi Tabelle 2 Tabelle 2 Lista delle famiglie e delle specie dei pesci e dei ciclostomi della Svizzera (Allegato I, OLFP, 1.5.2018).

Nome italiano/locale Nome Scientifico Bacini imbriferi naturalia Grado di protezioneb

Acipenseridae: Storione comune Acipenser sturio Alto Reno 0, S

Anguillidae: Anguilla Anguilla anguilla Reno, Rodano, Doubs, Ticino 3 Blenniidae: Cagnetta Salaria fluviatilis Ticino 4, E Clupeidae: Agone Alosa agone Ticino 3, E Alosa Alosa alosa Alto Reno 0, E Cheppia Alosa fallax Ticino 0, E Cobitidae: Cobite italiano Cobitis bilineata Ticino DI Cobite comune Cobitis taenia Reno 3, E

67 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

Nome italiano/locale Nome Scientifico Bacini imbriferi naturalia Grado di protezioneb Cobite di stagno Misgurnus fossilis Reno (Regione di Basilea) 0, E Cobite mascherato Sabanejewia larvata Ticino 2 Coregonidae: Coregone (tutti i taxa) Coregonus spp. Specifico dei laghi 4, E Cottidae: Scazzone Cottus gobio Reno, Rodano, Doubs, Ticino, Inn 4 Cyprinidae: Abramide comune Abramis brama Reno, Rodano, Doubs NM Alburno di fiume Alburnoides bipunctatus Reno, Rodano, Doubs, Inn 3, E Laube, Ukelei Alburnus alburnus Reno, Rodano, Doubs NM Alburno Alburnus arborella Ticino 2, E Barbo comune Barbus barbus Reno, Rodano, Doubs 4 Barbo canino Barbus caninus Ticino 3 Barbo Barbus plebejus Ticino 3, E Blicca Blicca bjoerkna Reno 4 Naso Chondrostoma nasus Reno 1, E Savetta Chondrostoma soetta Ticino 1, E Carpa Cyprinus carpio Rhein, Rhone, Doubs, Ticino 3 Gobione Gobio gobio Rhein, Rhone, Doubs, Ticino NM Alburno di Heckel Leucaspius delineatus Rhein 4, E Leucisco Leuciscus leuciscus Rhein, Rhone, Doubs NM Naso occidentale Parachondrostoma toxostoma Doubs 1, E Sanguinerola italiana Phoxinus lumaireul Ticino DI Sanguinerola Phoxinus phoxinus Reno, Rodano, Doubs, Inn NM Rodeo amaro Rhodeus amarus Reno 2, E Triotto Rutilus aula Ticino 3 Pigo Rutilus pigus Ticino 3, E Gardon Rutilus rutilus Reno, Rodano, Doubs NM Sacardola Scardinius erythrophthalmus Reno, Rodano, Doubs, Inn NM Scardola italiana Scardinius hesperidicus Ticino DI Cavedano Squalius cephalus Reno, Rodano, Doubs NM Cavedano italiano Squalius squalus Ticino DI Strigione Telestes muticellus Ticino 3, E Vairone Telestes souffia Reno, Rodano, Doubs 3, E Tinca Tinca tinca Reno, Rodano, Doubs, Ticino, Inn NM Esocidae: Luccio Esox lucius Reno, Rodano, Doubs, Ticino, Inn NM Gadidae: Bottatrice Lota lota Reno, Rodano, Ticino NM Gasterosteidae: Spinarello Gasterosteus gymnurus Reno (Regione di Basilea) 4

Gobiidae: Ghiozzo Padogobius bonelli Ticino 2, E Nemacheilidae: Cobite barbatello Barbatula barbatula Reno, Rodano, Doubs, Inn NM Percidae: Acerina Gymnocephalus cernua Reno, Rodano NM

68 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

Nome italiano/locale Nome Scientifico Bacini imbriferi naturalia Grado di protezioneb Pesce persico Perca fluviatilis Reno, Rodano, Doubs, Ticino, Inn NM Apron Zingel asper Doubs 1, S Petromyzontidae: Lampreda di fiume Lampetra fluviatilis Alto Reno 0, E Lampreda comune Lampetra planeri Reno, Doubs 2, E Piccola lampreda Lampetra zanandreai Ticino 1, E Salmonidae: Salmone del Danubio Hucho hucho Inn 0, E Salmone Salmo salar Alto Reno 0, E Trota adriatica Salmo cenerinus Ticino 1 Trota del Danubio Salmo labrax Inn 1 Trota marmorata Salmo marmoratus Ticino 1 Trota del Doubs Salmo rhodanensis Doubs 3 Trota atlantica Salmo trutta Trota di ruscello Salmo trutta Reno, Rodano, Doubs, Ticino, Inn 4 Trota di fiume Salmo trutta Specifico dei grandi corsi d'acqua 2 Trota di lago Salmo trutta Specifico dei laghi 2 Trota di mare Salmo trutta Reno 0 Salmerino jaunet Salvelinus neocomensis Lago di Neuchâtel 0 Tiefseesaibling Salvelinus profundus Lago di Costanza 1 Salmerino alpino Specifico dei laghi 3 Temolo Thymallus thymallus Reno, Rodano, Doubs, Ticino, Inn 3, E Siluridae: Alto Reno, Aar, laghi del Giura, Lago Siluro Silurus glanis 4, E di Costanza a Le menzioni «Reno», «Rodano», «Doubs», «Ticino» e «Inn» stanno a indicare il bacino imbrifero idrologico di detti fiumi situato in territorio svizzero. I bacini imbriferi dell'Adda e dell'Adige non sono menzionati a parte: per essi valgono le indicazioni che figurano sotto la menzione «Ticino». b Gradi di protezione: 0 = estinto, 1 = minacciato di estinzione, 2 = fortemente minacciato, 3 = minacciato, 4 = potenzialmente minacciato, NM = non minacciato, DI = dati insufficienti, E = protetto a livello europeo secondo la Convenzione di Berna, S = fortemente protetto a livello europeo secondo la Convenzione di Berna.

69 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

Gamberi Assieme agli insetti, ai ragni e ai millepiedi, i gamberi formano il philum degli artropodi. La classe dei crostacei raggruppa almeno 52’000 specie. Piccoli crostacei (in generale lunghi solo 1-2 mm) costituiscono gran parte dello zooplancton. Nelle acque dolci sono sovente presenti i gammaridi che, rappresentano u'importante base alimentare per i pesci. Esistono alcuni crostacei che si sono adattati alla vita sulla terra ferma (a esempio il cosiddetto pirgoladro, ma specialmente gli aselli). I granchi conducono la loro vita parzialmente in acqua e parzialmente sulle spiagge. I gamberi di fiume appartengono all’ordine dei decapodi (Decapoda) e sono particolarmente frequenti nelle acque marine (astici, aragoste). Caratteri tipici di questo ordine sono il collegamento del carapace con le parti dorsali di tutti gli otto segmenti toracici, la formazione di almeno due piedi mascellari e il possesso di uno scaphognatite (un membro dell’apparato boccale che produce un flusso dell’acqua che favorisce la respirazione). Fra i decapodi, i gamberi di fiume fanno parte degli abitatori dei fondali. In Svizzera sono attualmente presenti 3 specie indigene e 4 alloctone (Tabella 3). Tabella 3 Decapodi presenti in Svizzera.

Nome italiano/locale Nome scientifico Bacini imbriferi naturali Status

Astacidae Gambero europeo o gambero Astacus astacus Reno, Rodano, Doubs, Inn 3, E dai piedi rossi Gambero di fiume o gambero Austropotamobius pallipes Reno, Rodano, Doubs, Inn 2, E dai piedi bianchi

Gambero di torrente Austropotamobius torrentium Reno 2, E

Galizischer Sumpfkrebs Astacus leptodactylus Nicht einheimisch Allegato 3

Signalkrebs Pacifastacus leniusculus Nicht einheimisch Allegato 3

Cambaridae

gambero americano Orconectes limosus Nicht einheimisch Allegato 3

gambero rosso della Procambarus clarkii Nicht einheimisch Allegato 3 Louisiana

70 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

2.2 Conoscenze generali sui pesci e sui gamberi

Anatomia esterna

Pesci A partire da questo capitolo sotto il termine di “pesci” sono intesi i pesci ossei. I caratteri del corpo dei pesci visibili esternamente sono: • pinne pari e impari; • squame; • branchie; • linea laterale. Per misurazioni ed esami scientifici inerenti la morfologia fa sempre stato il lato sinistro del pesce (Figura 48). Differenze sessuali sono in genere riscontrabili esternamente solo in base a caratteri sessuali secondari come una diversa corpulenza o parti del corpo con forme differenziate tra i sessi (forma delle pinne, forma della mandibola). Durante la frega, la formazione di bottoni nuziali, che in certi ciprinidi è più pronunciata nei maschi, può servire quale elemento ulteriore per il riconoscimento del sesso.

1 °pinna linea 2°pinna pinna dorsale laterale dorsale caudale Pinna caudale narici opercolo pinna barbigli adiposa

mascella pinna superiore peduncolo pettorale caudale pinna ventrale ano pinna anale

testa torso coda lunghezza totale

Figura 48 Caratteri esterni del pesce (schematizzato) e diverse misure standard (Gerhard & Ness, 2000).

71 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

Formo del corpo Forma del corpo sezione La forma del corpo più frequente nei pesci è fusiforme trota quella fusiforme (per esempio nei salmonidi), siccome è quella che offre minore resistenza al movimento nell’acqua (Figura 49). Specie ittiche predatrici che devono essere in grado di forma gibbosa carpa produrre forti accelerazioni su brevi distanze possiedono un corpo torpediforme, nel quale tutta la muscolatura che serve alla spinta è orientata verso la pinna caudale (per esempio nel luccio). Un corpo serpentiforme con sezione pressoché rotonda è caratteristico di un pesce di fondo siluro nuotatore molto resistente sulle lunghe distanze, come l’anguilla. Specie con corpi appiattiti lateralmente e con la schiena alta sono specializzati nel nuoto lento e nella stabilità in acque calme (esempio abramidi). serpentiforme anguilla Per i pesci che vivono a contatto con i fondali (esempio scazzone, bottatrice, siluro), la testa è appiattita nella zona ventrale; raramente anche il corpo. forma e freccia luccio Figura 49 Forme caratteristiche del corpo di diverse specie ittiche (Gerstmeier & Romig, 1998).

Forma della bocca La forma della bocca è strettamente legata al tipo di alimentazione. supera A dipendenza della lunghezza della mandibola si distinguono le (alborella ) seguenti tipologie di bocca (Figura 50): • infera (mandibola < mascella): pesci che si nutrono prevalentemente di organismi del fondale (esempio barbo, terminale naso comune); (trota ) • terminale (mandibola = mascella): diversi tipi di alimentazione

(esempio coregone, trota, gardon); infere (barbo ) • supera (mandibola > mascella): consente l’assunzione di nutrimento dalla superficie dell’acqua (esempio alborella). Ulteriori adattamenti come la formazione di bargigli per l’orientamento tramite il gusto e l’olfatto (esempio barbo, cobite, bocca ampia ( luccio) bottatrice), apparati boccali aspiranti estroflessibili (esempio tinca, carpa), larghe aperture boccali con potenti dentature (luccio) oppure le labbra cornee del naso comune, servono all’alimentazione specifica e alla frammentazione degli alimenti. bocca estroflessibile a soffietto ( carpa)

bocca a ventosa (lampreda ) Figura 50 Forme della bocca dei pesci (Gerstmeier & Romig, 1998).

72 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

Pinne Per guidare, spingere, frenare, stazionare e per comunicare vengono utilizzate le pinne. Inoltre, esse sono importanti segnalatori (accoppiamento, combattimento). La disposizione delle pinne, come pure il numero dei loro raggi sono importanti caratteri sistematici per la determinazione. Esistono diversi tipi di raggi ossei delle pinne (Figura 51): raggi molli (articolati) e raggi spiniformi (non articolati). Per ogni tipo di pinna (D = dorsale, P = pettorale, V = ventrale, A = anale, C = caudale) viene indicata una formula (a esempio nel caso dello strigione = A 2-3/15-17) nella quale i numeri prima della barra sono riferiti ai raggi che terminano nella parte distale in modo appuntito, mentre i numeri dopo la barra indicano i raggi che si separano longitudinalmente nella loro parte distale (raggi pennati). Pinne pettorali e ventrali sono pinne pari e sono conformate in modo molto diverso a dipendenza del tipo di vita. L’anguilla non possiede pinne pettorali, persici e ghiozzi hanno due pinne dorsali disposte una davanti all’altra. La pinna anale è in genere posizionata dietro all’ano, essa può però anche essere fusa con altre pinne impari in una membrana continua come nell’anguilla. Assieme alla muscolatura corporale e del peduncolo caudale, la pinna caudale costituisce l’organo propulsore principale dei pesci. La pinna adiposa - una piega epidermica priva di raggi - e presente solo presso salmonidi, temoli e coregoni. visione frontale visione lateral

raggio molle (non ventrale pennato)

pettorale raggio molle (pennato)

presso la gola raggio spiniforme

Figura 51 A destra: definizione della posizione delle pinne ventrali; a sinistra: tipi di raggi delle pinne (Gerstmeier & Romig, 1998).

73 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

Squame A eccezione del siluro che è privo di squame, tutte le specie ittiche che vivono in Svizzera sono munite di squame elasmoidali. Nel caso dell’anguilla, della tinca e del cobite esse sono profondamente incorporate nella cute, così da far apparire queste specie prive di squame. Le squame sono ordinate a guisa di tegole e sono sempre coperte dall’epidermide. Il tipo di squama originario e più frequente è quello della squama cicloide (rotonda) che è liscia al suo margine. Tutti i perciformi (pesce persico, lucioperca) possiedono squame ctenoidi (a pettine) con il margine posteriore frastagliato (Figura 52). Il numero di squame poste lungo la linea laterale serve pure alla determinazione della specie, anche se lo stesso dipende in parte dalla temperatura durante lo sviluppo embrionale. Inoltre, le squame (assieme agli otoliti) costituiscono un valido aiuto per la determinazione dell’età dei pesci. La loro superficie è contraddistinta da anelli di crescita che in condizioni di vita ottimali sono più distanti tra loro. Alle nostre latitudini, l’analisi dell’accrescimento delle squame consente di trarre conclusioni sull’età dei pesci, poiché si possono individuare le zone di minor accrescimento, legate alle basse temperature invernali.

squama cicloide squama ctenoide

Figura 52 Tipi di squame dei nostri pesci (Gerstmeier & Romig, 1998).

Gamberi I gamberi decapodi possiedono cinque paia di arti ambulatori di cui il primo è munito di pinze molto grandi, le cosiddette chele. Esse servono alla difesa, alla cattura delle prede e vengono utilizzate pure nelle parate e nei combattimenti per la conquista del diritto di accoppiarsi. Gli altri arti ambulatori sono muniti solo di piccole pinze e servono alla deambulazione. A livello dell’addome vi sono altre cinque paia di arti (pleopodi). Il primo è atrofizzato nelle femmine, mentre nei maschi esso costituisce, assieme al secondo paio, l’organo di accoppiamento (Figura 53). La testa è munita di due paia di antenne (che servono da organi di tatto e di gusto), di un paio di mandibole (strumenti per la masticazione), due paia di mascelle e tre paia di arti mascellari. Al contrario della gran parte degli altri animali invertebrati nei quali ogni paio di arti origina da un singolo segmento toracico, nei gamberi il torace è fuso con la testa in un unico elemento, detto cefalotorace.

74 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

Dattilopodite (dito mobile della chela) Rostro Beweglicher Finger der Concavità all’interno del Spine sulla guancia Cresta postorbitale propodite (dito fisso della chela)

Spine sul solco cefalico Solco cefalico chela

Solchi brachicefalici Vista ventrale; maschio Vista ventrale; femmina

Apertura genitale (Gonopori)

Primo paio di pleopoditi atrofizzati (Gonoporo) Organo copulatorio (Gonopodi)

Rostrum 2. Antennule (Antenna)

1. Antennule (Antennulae) Chela (1. Pereiopode) Scaglia antennale (Scaphocerite) Rostruo

Cresta postorbitale

Pereiopodi 2 - 5 Cefalotorace (Cephalothorax)

Scjwanzsegmente 1 - 6 Scjwanzseg (Pleomere) Addome mente 1 - 6 (Pleon) (Pleomere) Pleomeri 1 - 6

Uropode

Telson

Figura 53 Morfologia del gambero europeo o dai piedi rossi (© Fischereiforschungsstelle BW).

75 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

Anatomia interna

Pesci Tutti i pesci ossei possiedono uno scheletro con una colonna vertebrale. Originariamente le costole erano presenti dal capo fino alla coda. Nei pesci ossei recenti esse sono comunque limitate alla regione della cavità addominale. Un ulteriore carattere, particolarmente sviluppato nei ciprinidi, sono le lische che non hanno un collegamento con la spina dorsale, ma si formano quale ossificazione nel tessuto connettivo attorno ai fasci muscolari. La muscolatura del tronco si estende, in quattro fasci principali, parallelamente all’asse corporeo (muscolatura dorsale e ventrale). Longitudinalmente essi sono suddivisi in porzioni muscolari singole e distinte, i miomeri. Organo centrale del sistema nervoso è il cervello, i cui singoli compartimenti sono più o meno sviluppati a dipendenza del tipo di vita della specie ittica. I principali organi sensoriali, collegati tra di loro attraverso il sistema nervoso centrale, sono descritti più dettagliatamente nel capitolo 0. Gli organi respiratori del pesce che servono per l’approvvigionamento del sistema sanguigno tramite l’assunzione d’ossigeno dall’acqua sono le branchie. Solo poche specie possono, in casi di emergenza, respirare anche aria atmosferica (esempio ghiozzo di palude) oppure coprire parzialmente il loro fabbisogno di ossigeno attraverso la respirazione cutanea. Il sistema circolatorio è costituito dal cuore e dai vasi sanguigni che portano ai vari organi. Il sistema digerente è formato dall’esofago, dallo stomaco e da un lungo intestino (Figura 54). Alcune specie ittiche (per esempio ciprinidi) non possiedono un vero e proprio stomaco, così che l’esofago sfocia direttamente nell’intestino medio che sovente è dilatato (falso stomaco). In gran parte di queste specie senza stomaco è necessario uno sminuzzamento degli alimenti particolarmente efficace, per esempio tramite i denti faringei.

vescica natatoria rene pinne dorsali aorta dorsale faringe con le branchie

narici pinna caudale lingua

cuore ano pinna anale aorta ventrale fegato gonadi

cistifellea milza stomaco pinna apertura pancreas ventrale urogenitale appendici piloriche Figura 54 Anatomia di un pesce sull’esempio del persico (Remane et al., 1981).

76 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

Il fegato è la ghiandola più grande dell’apparato digerente; il suo prodotto principale, la bile, viene scaricato nell’intestino. Nella maggior parte dei pesci esso è voluminoso, serve allo stoccaggio dei grassi e dei glicogeni ed è implicato nei processi di disintossicazione del sangue. I prodotti finali del catabolismo delle proteine vengono trasformati in acido urico e urina per poi essere eliminati definitivamente attraverso i reni. Il rene gioca un ruolo importante anche nell’osmoregolazione che deve funzionare in modo diverso a dipendenza del contenuto salino dell’ambiente circostante. Con "osmosi" si definisce il processo con cui viene equilibrata la concentrazione salina tra due soluzioni (a esempio acqua con sali) separate da una membrana semipermeabile (a esempio la membrana cellulare). L’acqua diffonde passivamente attraverso la membrana verso la soluzione con concentrazione salina maggiore. Il processo inverso è possibile solo con il trasporto attivo di molecole d’acqua verso la soluzione con minore concentrazione salina, ciò che comporta il consumo di energia. Per le specie che migrano tra acque marine e acque dolci, ciò esige un grande sconvolgimento fisiologico. La vescica natatoria è un organo importante e serve principalmente per stabilizzare il corpo del pesce all’interno della colonna d’acqua, ma può anche essere utilizzata come corpo di risonanza nella produzione di suoni. Essa può essere strutturata in modo diverso oppure essere del tutto assente in specie che vivono prevalentemente a contatto con il fondo (esempio scazzone). A dipendenza del grado di maturazione nel corso del ciclo riproduttivo, gli organi sessuali sono soggetti a continui mutamenti di grandezza e struttura. I due testicoli che si estendono parallelamente all’asse del corpo hanno una sezione da ovale a triangolare e la loro forma si adatta, quando raggiungono il massimo grado di maturazione, allo spazio disponibile nella cavità addominale. Il canale seminale sfocia all’esterno in un poro genitale separato, cioè le vie urinarie e dello sperma sono completamente divise. Le due ovaie sono allungate e allo stadio di massima maturazione riempiono tutta la cavità addominale, aumentando anche la corpulenza del pesce. Con eccezione per i salmonidi, nei quali le uova si trovano libere nella cavità addominale, i due dotti ovarici sfociano all’esterno attraverso un unico poro genitale.

Gamberi I gamberi di fiume non possiedono una colonna vertebrale (invertebrati!), ma sono forniti di uno scheletro esterno quale sostegno del corpo. Questa corazza viene cambiata più volte all’anno durante la fase giovanile, contraddistinta da un accrescimento veloce; in seguito la muta avviene da una a due volte annualmente. L’apparato digerente è costituito da un breve esofago che conduce a uno stomaco suddiviso in due parti (Figura 55). La parte anteriore dello stomaco è adattata alla funzione di masticazione, con la presenza di rigonfiamenti massicci, pliche, denti e un apparato filtratore. Solo alimenti completamente sminuzzati vengono fatti procedere nella seconda parte dello stomaco, mentre i resti non digeribili vengono rigurgitati. Fa seguito l’intestino il quale termina nell’ano situato nella parte inferiore della coda (telson). Le ghiandole verdi, poste vicine agli occhi nella loro parte inferiore, fanno le funzioni dei reni e contribuiscono così all’osmoregolazione del corpo. Il gambero possiede un cuore muscoloso, ma non dispone di vasi sanguigni chiusi come quelli dei vertebrati. Le arterie sono corte e sfociano in cavità vuote nelle quali gli organi vengono irrorati dal sangue che vi fluisce liberamente. Il sistema nervoso è costituito da un cervello dorsale composto da tre parti; i nervi decorrono ventralmente in due catene di gangli collegate tra di loro formando un apparato simile a una scala di corde fatta di nervi. Il segmento basale della prima antenna contiene l’organo dell’equilibrio (statocisti). Organi dell’olfatto e del gusto sono disposti sugli apparati della bocca e sulle antenne. I peduncoli oculari portano grandi occhi composti.

77 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

Le gonadi nelle femmine sono costituite da un’ovaia trilobata il cui dotto ovarico sfocia presso le anche del terzo paio di arti locomotori. I testicoli sono composti da due lobi appaiati e da un terzo allungato posteriormente. I dotti spermatici sboccano nei gonopori che sono situati presso il quinto paio di pereiopodi, modificato a organo di fecondazione.

1 a antenna 2 a antenna

rostro occhio

stomaco aorta anteriore muscolo mandibolare arteria laterale destra ghiandole dell'intestino branchie medio testicoli ostio cuore

vasi deferenti aorta posteriore

intestino posteriore

muscolatura della coda

Figura 55 Anatomia di un gambero di fiume maschio, sezione dorsale (Kükenthal & Renner, 1982).

78 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

Funzione di organi di pesci e gamberi

Pesci Pelle La pelle dei pesci svolge diverse funzioni e può quindi essere considerata quale organo a sé stante. Il suo compito principale è la protezione del corpo da danni meccanici e da agenti patogeni. Ha anche un ruolo importante nella respirazione, nella secrezione e nell’osmoregolazione (= mantenimento di una determinata differenza tra la concentrazione salina dei liquidi corporali e l’acqua circostante; vedi capitolo 2.2.2), Essa svolge pure diverse funzioni sensoriali (tatto, gusto e senso della temperatura) e contiene le strutture responsabili per la pigmentazione del pesce. La pelle del pesce è composta dall’epidermide e dal derma. Il tessuto connettivo incorporato nel derma è poco sviluppato nei pesci (Figura 56). Lo spessore della pelle varia da specie a specie ed è minore nei pesci pelagici (20-50 μm) rispetto a quelli del litorale più legati ai fondali (la cui pelle può presentare uno spessore di quasi 5 mm).

epidermide squame giandole mucose

Membrana basale

muscoli cute Figura 56 Sezione di pelle di pesce. L’epidermide dei pesci - al contrario che nei vertebrati superiori - è costituita completamente da cellule vive (10-30 strati di cellule). In questo strato cutaneo viene tra l’altro prodotto il muco da parte di ghiandole specializzate. L’epidermide dei pesci è molto sensibile a ferimenti meccanici e a forti sbalzi di temperatura. A ciò bisogna prestare particolare attenzione manipolando i pesci. Un particolare prodotto della pelle sono i bottoni nuziali che possono essere osservati in molti individui maschi dei ciprinidi, ma anche nei coregoni e nei temoli. In seguito all’azione di ormoni sessuali si sviluppano sull’epidermide dei noduli biancastri che sono ricoperti da uno strato corneo e che vengono riassorbiti dopo la frega. Nel derma vengono formate le strutture cutanee più appariscenti dei pesci: le squame, costituite da strati di sostanze ossee e di tessuto colori strutturali: il bianco che è determinato da una totale riflessione; il blu che nasce da una riflessione diffusa in acque torbide e i colori iridescenti derivanti dalla diffrazione causata da fini piastre. Per il camuffamento di pesci che nuotano in acque libere è importante che essi appaiano chiari visti da sotto contro uno sfondo chiaro e scuri dall’alto contro uno sfondo scuro. I pigmenti sono normalmente presenti nei cromatofori che sono incorporati nel derma. Essi possono venir sintetizzati dal pesce stesso oppure assunti tramite l’alimentazione (per esempio i carotenoidi). Una variazione della pigmentazione dei pesci può avvenire in seguito a stimoli nervosi oppure può essere pilotata da reazioni ormonali. Nel primo caso, il contenuto dei cromatofori viene contratto, nel giro di secondi, al centro della cellula oppure distribuito sull’intera cellula. Nel secondo caso, si modifica il numero di cromatofori sull’arco di ore o di giorni.

79 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

Branchie (respirazione) Siccome in acqua è presente solo il 4% della quantità di ossigeno presente nell’aria, gli organismi acquatici hanno dovuto sviluppare tecniche speciali per poter sfruttare in modo ottimale l’ossigeno disponibile. La respirazione (scambio gassoso) nei pesci adulti avviene principalmente attraverso le branchie, anche se in alcune specie la pelle può contribuire alla respirazione. Gli embrioni respirano attraverso la membrana del sacco vitellino e in uno stadio di sviluppo successivo con l’aiuto di branchie esterne o con la membrana delle pinne irrorate dal sangue (ciprinidi). L’apparato branchiale dei pesci ossei è contraddistinto da cinque paia di archi branchiali che sono protetti dall’esterno con un opercolo. Quattro di essi portano numerosi filamenti branchiali (sul quinto per diverse specie sono disposti i denti faringei), sui quali si trovano le lamelle branchiali (Figura 57 a sinistra). Grazie a questa strutturazione fine è disponibile una superficie molto grande per lo scambio gassoso. Il sangue affluisce ai filamenti branchiali dalla parte esterna dell’arco branchiale. In questo modo il sangue scorre in senso contrario all’acqua di respirazione, ciò che consente un maggiore sfruttamento del contenuto gassoso (principio della corrente contraria). Con i movimenti respiratori l’acqua viene risucchiata dalla bocca aperta e viene messa in contatto con le branchie e poi espulsa con la bocca chiusa attraverso le aperture branchiali (Figura 57 a destra). Il fabbisogno di ossigeno è caratteristico della specie e varia a dipendenza dell’attività del pesce. I valori minimi in condizioni di riposo sono riassunti nella Tabella 4; in caso di attività gli stessi possono essere 4-5 volte superiori. In condizioni di scarsità di ossigeno nell’acqua (a esempio in seguito a temperature elevate) il pesce può compensare, fino a un certo grado e per un breve periodo, attraverso un incremento della frequenza respiratoria.

vasi sanguigni scheletro filamento branchiale branchiale lamella branchiale risucchio dell' bocca acqua nella aperta cavità orale

opercolo chiuso

espulsione bocca dell'acqua chiusa arteria afferente (povere di O2 )

arteria deferente ( ricca di O2 )

opercolo aperto

Figura 57 Anatomia di una branchia (sinistra); schema del flusso dell’acqua nella respirazione (destra) (Gerstmeier & Romig, 1998).

80 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

Tabella 4 Fabbisogno minimo di ossigeno di pesci adulti di diverse specie a diverse temperature, in condizione di riposo (Müller, 1995).

specie ittica ossigeno Temperatura [mg/l] dell’acqua [°C] trote, salmerini, coregoni 1.5-2 0-4 2.5-5 10 3-6 15 3.5-8 20 luccio 2.3-3.2 0-4 4-5 20 Pesce persico 1.1-1.3 16 0.8-1.0 0-4 1.1-2.5 16 2-3 20 anguilla 1 17 tinca 0.35-0.52 16

Cuore/sistema sanguigno Il trasporto dei gas e dei liquidi, ma anche la distribuzione delle sostanze nutritive e degli ormoni, come pure la termoregolazione fanno parte dei compiti del sistema sanguigno. Il sistema sanguigno dei pesci è chiuso; il sangue scorre in arterie che sono saldamente collegate con gli organi (Figura 58). Il volume sanguigno è piccolo e costituisce di regola solo circa il 2% del volume corporale. Il cuore è formato da un atrio e da ventricolo. I muscoli del ventricolo aspirano il sangue venoso povero di ossigeno attraverso l’atrio e lo pompano in seguito attraverso il bulbo arterioso nella grande aorta branchiale fino alle branchie da dove scorre - arricchito di ossigeno - attraverso le arterie fino alle diverse regioni del corpo e ai diversi organi per poi ritornare al cuore attraverso le vene. Pertanto, i pesci, a differenza di altri vertebrati, dispongono solo di un sistema circolatorio semplice, nel quale il cuore pompa solo sangue venoso e alcun sangue arterioso nel circolo.

Figura 58 Sistema circolatorio dei pesci ossei (Seifert, 1983).

81 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

La vescia natatoria La vescica natatoria regola tra l’altro, attraverso il suo contenuto gassoso, la spinta ascensionale che i pesci ricevono dall’acqua, consentendo loro di stazionare praticamente in assenza di peso a una data profondità della colonna d’acqua. Essa non ha comunque, nonostante il suo nome, alcuna funzione a livello del movimento natatorio. La vescica natatoria è inoltre importante a livello del senso dell’udito in quanto funge da cassa di risonanza per i suoni; essa serve anche come "profondimetro". Il collegamento tra la vescica natatoria e l’intestino è ancora presente in tutti i pesci nell’età giovanile. In alcune specie esso si atrofizza in seguito, così che fra i pesci ossei si distinguono due gruppi (Figura 59): • fisostomi: pesci presso i quali il collegamento tra la vescica natatoria e il sistema digerente (faringe, stomaco) viene mantenuto (per esempio carpa, trota, anguilla, luccio). Essi possono compensare facilmente la pressione nella vescica natatoria inghiottendo o rilasciando aria attraverso il canale digerente. • fisoclisti: pesci presso i quali questo dotto gassoso è aperto solo nei primi stadi dello sviluppo per poi atrofizzarsi (tutti i perciformi, bottatrice). Presso questi pesci gli scambi gassosi avvengono attraverso il sangue e sono quindi molto lenti. Quando essi vengono portati in superficie con le reti o con le lenze da grandi profondità, succede che lo stomaco venga espulso letteralmente dalla bocca in seguito alla pressione della vescica natatoria che si espande in quanto non ha avuto tempo di compensare la pressione gassosa. Alcuni pesci di fondo (esempio scazzone) non hanno la vescica natatoria poiché si atrofizza completamente dopo lo stadio larvale.

Figura 59 Forma e disposizione della vescica natatoria nei pesci ossei. Fisostomi (1=luccio; 2=gardon; 4=siluro d'Europa) e fisoclisti (Seifert, 1983).

Organi sessuali (gonadi) Gli spermatozoi e gli ovuli vengono formati nei testicoli, rispettivamente nelle ovaie dei pesci. A partire dal momento della maturazione sessuale le gonadi producono, periodicamente e a scadenze regolari, spermatozoi e, rispettivamente, uova. Per questo compiono nel corso dell’anno dei mutamenti notevoli. Nel periodo di quiescenza tra due periodi di frega le gonadi sono in genere poco appariscenti e piccole (Figura 60). Con l’approssimarsi della frega aumentano considerevolmente di volume e cambiano di colore in seguito alla presenza dei prodotti sessuali.

82 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

Figura 60 Diversi gradi di maturazione dei pesci sull’esempio di una trota femmina (Frost & Brown, 1972): 1 = uova visibili ma nessuna deposizione è mai avvenuta e neppure nella stagione in corso avverrà 2 – 4 = graduale maturazione fino a poco prima della deposizione 5 = pronta per la deposizione 6= deposizione avvenuta

Organi di senso Gli organi di senso possono essere paragonati a stazioni che ricevono segnali dall’ambiente esterno e li trasmettono al sistema nervoso centrale (Tabella 5). Corrispondentemente alle abitudini di vita anche gli organi sensoriali dei pesci sono altamente sviluppati.

Tabella 5 Organi sensoriali dei diversi tipi di stimolo nei pesci (secondo Seifert, 1983). stimoli fisici organi sensoriali stimoli chimici organi sensoriali cambiamenti di pelle odore naso temperatura tatto pelle, bargigli Gusto pelle, cavità orale, bargigli, luce occhio i sostanze velenose pelle, occhi, organi interni suoni orecchio movimento dell’acqua linea laterale

83 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

La vista riveste un ruolo importante nei pesci per l’orientamento nello spazio, per la cattura delle prede come pure nella costituzione di banchi e nella riproduzione. Nella loro struttura di base, gli occhi dei pesci corrispondono a quelli degli altri vertebrati con l’eccezione che la loro lente (cristallino) non può cambiare forma. Per la messa a fuoco di oggetti a distanze differenti essa può però essere spostata orizzontalmente in avanti o all’indietro. Vengono tutta- via visti nitidamente principalmente oggetti posti in vici- nanza. Siccome il cristallino sporge parzialmente dalla pupilla, viene percepito un vasto campo visivo orizzon- tale (180°), così che con i due occhi si raggiunge una copertura quasi totale dello spazio circostante. Se un pesce guarda verso l’alto (fuori dalla superficie dell’acqua), può vedere gli oggetti attraverso una fines- tra circolare (massimo 98°). Siccome la luce incidente viene diffratta dall’acqua, vede tutto quanto sta fuori Figura 61 Campo visivo verticale del dall’acqua in posti diversi rispetto alla loro posizione pesce e percezione degli oggetti in reale (Figura 61). Un pescatore in piedi in alto sulla riva seguito alla diffrazione della luce (Seifert, è per esempio ben riconoscibile per tutti i pesci. 1983).

Se si volessero osservare dei pesci, bisognerebbe cercare di avere una sufficiente copertura sullo sfondo (alberi, cespugli, scarpata), di adattare il colore degli indumenti a quelli dell’ambiente circostante e di muoversi il meno possibile (i pesci percepiscono molto bene oggetti in movimento).

La chemioricezione (olfatto e gusto) gioca un ruolo importantissimo nei pesci. L’organo olfattivo (naso) serve all’individuazione del cibo, alla comunicazione (a esempio percezione di feromoni sessuali, riconoscimento di sostanze che servono da segnale d’allarme) e per l’orientamento locale e spaziale (esempio riconoscimento delle acque d’origine nella migrazione dei salmoni e di altre specie). Con le papille gustative, che possono essere distribuite su tutto il corpo, ma sono comunque principalmente situate nella zona della bocca, le carpe possono a esempio distinguere il gusto salato, dolce, amaro o acido.

Figura 62 Organo della linea laterale e cellule sensoriali della sanguinerola (Demoll & Maier, 1964).

L’organo della linea laterale, un senso tattile a distanza, si è sviluppato in particolar modo per la vita acquatica e specialmente per i pesci (e alcuni anfibi). La linea laterale dei pesci - che costituisce pure un importante carattere sistematico - è riconoscibile dalle squame perforate. Essa è però solo un’estensione secondaria dell’organo che vede il suo maggiore spiegamento nella regione cefalica (Figura 62). Con l’organo della linea laterale i pesci possono percepire movimenti, correnti e oggetti nelle loro circostanze. A esempio può essere localizzata

84 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica precisamente una preda o l’imbocco di un affluente laterale oppure di una scala di monta, ma può anche servire come un radar per il nuoto in acque torbide. Solo l’organo della linea laterale, assieme alla vista, consente l’orientamento nei corsi d’acqua.

Gamberi Esoscheletro/pelle L’esoscheletro (= scheletro esterno) è composto, a partire dall’esterno, da una cuticola a tre strati contenete calcio (= strato coprente). Più verso l’interno segue una membrana non calcificata e successivamente l’epidermide (Figura 63). In occasione della muta, durante i combattimenti con individui della stessa specie, o a causa di aggressioni di predatori, i gamberi possono perdere chele, zampe, o parti di esse. Membra perse in questo modo possono essere sostituite attraverso diverse mute, ma non raggiungeranno più le dimensioni originali.

poro del cnale della setola ghiandola cutane epicuticula Esocuticula

( Prima la muta

calcificato

endocuticula dopo la muta

non calcificato strati membranosi

epidermide membrana basale canale delle g. cutanee. ghiandola cutanea

Figura 63 Sezione e anatomia dell’esoscheletro del gambero di fiume (Lowery, 1988).

Branchie (respirazione) Lo scheletro esterno duro a guisa di corazza dei gamberi consente solo uno scambio gassoso limitato, così che lo stesso avviene principalmente attraverso le branchie che sono situate nelle cavità branchiali destra e sinistra e sono riccamente irrorate dal sangue (Figura 64). Grazie al movimento della placca respiratoria delle seconde mascelle l’acqua viene convogliata verso le branchie. I gamberi possono respirare anche fuori dall’acqua - intanto siano mantenuti in ambiente sufficientemente fresco e atmosfera umida e le loro branchie non si seccano. Le branchie non servono solo alla respirazione, ma anche alla secrezione di prodotti metabolici.

Sistema sanguigno Il sangue dei gamberi è quasi incolore e contiene emocianina (pigmento ematico contenente rame) al posto dell’emoglobina presente nei vertebrati. La circolazione sanguigna non avviene in un sistema chiuso, bensì in corte arterie che sfociano in cavità corporali dove gli organi vengono irrorati dall’emolinfa che vi fluisce liberamente. Il sangue rifluisce verso il cuore attraverso le branchie arricchendosi di ossigeno.

85 Esame professionale di guardapesca 2. Conoscenze sui pesci e sui gamberi / Classificazione sistematica

Organi sessuali Nelle femmine i dotti ovarici che giungono dall’ovaia triloba sfociano alla base del terzo paio di arti ambulatori. Nei maschi i due dotti spermatici partono dai testicoli tripartiti alla base del quinto paio di arti ambulatori.

Organi sensoriali I gamberi possiedono occhi a faccette posti su dei peduncoli che reagiscono anche alla luce polarizzata e sono particolarmente adattati alla loro attività notturna. Tramite chemiorecettori possono venir recepiti segnali chimici (cibo, ma anche stimoli più lontani). Peli distribuiti su tutto il corpo e sulle estremità registrano stimoli idrodinamici: in questo modo viene determinata la direzione de flusso dell’acqua, ma possono anche essere individuate prede attive o predatori.

Figura 64 Posizione delle branchie nel gambero di fiume (Huxley, 1889).

86 Berufsprüfung Fischereiaufseher 1. Gewässerökologie / Literatur

2.3 Biologia ed ecologia dei pesci e dei gamberi

2.3.1 Fasi di sviluppo e riproduzione

Pesci Una particolarità che caratterizza i pesci rispetto a tutti gli altri invertebrati è la crescita continua sull’arco di tutta la vita. Nel corso della stessa vengono svolte diverse fasi di sviluppo nel corso delle quali gli organi, la forma del corpo e le sue proporzioni sono soggette a profondi mutamenti. Lo sviluppo individuale (ontogenesi) dall’uovo fecondato fino al pesce senescente può essere suddiviso in 5 fasi: fase embrionale; fase larvale, fase giovanile, fase adulta; senescenza (invecchiamento). All’interno di ciascuna di queste fasi si possono distinguere vari altri stadi. L’inizio e la fine di ogni fase o di ogni stadio di sviluppo sono contraddistinti da un chiaro cambiamento a livello morfologico o fisiologico che si ripercuote anche sul comportamento e sulle capacità di prestazione. Mentre lo sviluppo in uno stadio si svolge frequentemente in modo continuo, il passaggio allo stadio successivo è sovente contraddistinto da un cambiamento repentino e molto marcato. Nei primi mesi l’ontogenesi si svolge abbastanza velocemente, mentre in seguito essa si rallenta. Con l’aumento della performanza (assunzione di cibo, capacità di sfuggire ai predatori, di trovare habitat favorevoli, di contrastare il trascinamento verso valle, ecc.) dipendente dall’ontogenesi, diminuisce il tasso di mortalità dei giovani pesci. Così lo sviluppo individuale influenza direttamente anche la dinamica della popolazione della specie. La conoscenza dell’ontogenesi di specie scelte, dei loro stadi critici e delle loro capacità dipendenti dallo sviluppo, è perciò importante non solo in relazione ai compiti del guardapesca nelle piscicolture, bensì anche nell’ambito degli interventi tesi al miglioramento agli habitat nelle acque. Di seguito vengono definite e descritte sommariamente le principali fasi di sviluppo. Esse valgono per molte, ma non per tutte le specie. Le differenti denominazioni vengono in parte maneggiate diversamente.

pinna caudale pinna dorsale metencefalo aorta dorsale pinna pettorale mesencefalo

midollo spina dorsale orecchio lente

vena caudale intestino membrana

pinna anale cuore mandibola sacco vitellino orbita oculare dotto di Cuvier

Figura 65 Avannotto di trota appena sgusciato (Seifert, 1983).

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Sviluppo embrionale Lo sviluppo embrionale inizia con la fecondazione dell’uovo e termina al momento in cui l’avannotto inizia ad assumere cibo dall’esterno. Nel corso della fase embrionale esso si nutre esclusivamente attraverso le riserve del sacco vitellino. Lo sviluppo embrionale è difficilmente osservabile dall’esterno fino allo stadio dell’occhiatura dell’uovo (formazione dei pigmenti dell’occhio). Questo stadio è un buon indizio per il piscicoltore sul procedimento dello sviluppo dell’embrione. In prossimità della schiusa, l’attività dell’embrione all’interno dell’uovo aumenta; contemporaneamente vengono secreti fermenti che indeboliscono il guscio dell’uovo in quando esso scoppia e lascia fuoriuscire l’embrione (Figura 65). Dopo la schiusa gli avannotti non dispongono ancora di una vescica natatoria e possono mantenersi nella colonna d’acqua solo attraverso un faticoso nuoto permanente. Siccome, in quando non avranno sviluppato un apparato digerente funzionante, le loro riserve energetiche sono limitate al sacco vitellino, qualsiasi ulteriore dispendio energetico potrà risultare mortale per l’avannotto. Pertanto, diverse specie intraprendono, dopo la schiusa, una fase di riposo: molti ciprinidi come pure il luccio, durante questa fase si attaccano alla vegetazione acquatica, a del legname o alle pietre. Al contrario di questi, gli embrioni dei pesci simili alle trote sono poco mobili a causa del grande sacco vitellino. Essi permangono negli interstizi della ghiaia o vi penetrano addirittura più profondamente, in quando non hanno riassorbito il nutrimento del loro sacco vitellino. La durata dello sviluppo dalla fecondazione fino allo sgusciare dell’embrione munito di sacco vitellino (a volte detto anche larva a sacco vitellino) dipende da un canto dalla specie (Tabella 6 e dall’altro dalla temperatura dell’acqua, siccome a temperature più elevate la crescita avviene più celermente. La durata specifica dello sviluppo non viene perciò espressa in giorni, bensì in gradi-giorno: GC = temperatura dell’acqua [°C] x giorni fino alla schiusa Così le trote fario necessitano di regola, a temperature di 5°C, di 82 giorni per giungere alla schiusa (GG = 410). Siccome la relazione tra durata dello sviluppo e temperatura non è lineare, il calcolo della durata dello sviluppo costituisce solo un’approssimazione del valore reale. Non da tutte le numerose uova generalmente deposte nascono degli avannotti. Molte uova muoiono o vengono predate. Cattive condizioni esterne (colmazione dei fondali, forte carico di acque reflue, piene invernali, acque di cantiere, mancanza di ossigeno, variazioni di temperatura, ecc.) portano a una forte riduzione del tasso di riuscita della schiusa. Tabella 6 Durata in gradi-giorno dello sviluppo embrionale di alcune specie ittiche.

specie ittica gradi-giorno trota fario 360-500 salmerino alpino 380 coregoni 300-450

temolo 180-200 luccio 120-140 carpa 60-70 pesce persico 120-160

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Sviluppo larvale Solo il completo sviluppo della bocca e del tratto digerente consentono l’assunzione e lo sfruttamento di alimentazione dall’esterno. A questo punto ha inizio la fase larvale all’inizio della quale gli individui della maggior parte delle specie salgono alla superficie dell’acqua per riempire la loro vescica natatoria, ora completamente sviluppata. La mortalità è particolarmente elevata in questa prima fase dell’assunzione di cibo, siccome i piccoli pesci devono dapprima imparare a catturare le loro prede. Ogni insuccesso significa dispendio energetico e quindi una riduzione delle possibilità di sopravvivenza. Lo stadio larvale si conclude con lo sviluppo completo di tutti gli organi (incluse le pinne e le squame) che può durare, a seconda delle specie, da alcuni giorni (ciprinidi, perciformi) fino a più anni (anguilla, lampreda). Fase giovanile Dopo la conclusione della fase dello sviluppo larvale il pesce entra nella sua fase giovanile. All’inizio di questa fase i giovani pesci portano ancora un abito giovanile (colore, disegno) in quando non hanno raggiunto il loro aspetto definitivo. La fase giovanile è contraddistinta in particolare da una crescita corporale intensa. Verso la fine di questa fase (detta anche fase subadulta) l’energia assunta attraverso l’alimentazione viene investita in modo maggiore nell’accrescimento degli organi sessuali. Le gonadi, il cui sviluppo era stato abbozzato nello stadio embrionale, si sviluppano e si differenziano ulteriormente in strutture macroscopicamente riconoscibili. Col raggiungimento della maturità sessuale - l’inizio della produzione di prodotti sessuali maturi – si è conclusa la fase giovanile.

Fase adulta e riproduzione Il raggiungimento della maturazione sessuale avviene nei pesci solo dopo alcuni anni. Durante la fase adulta si succedono, nel corso dell’anno, periodi di forte crescita e periodi di maturazione delle gonadi e di riproduzione. La maturazione delle gonadi è legata a diversi parametri ambientali, fra i quali durata del giorno e temperatura delle acque. La durata della fecondità e il punto di maturazione delle uova e degli spermatozoi sono tipiche della specie e sono sovente sincronizzati all’interno di vaste aree, così che le rispettive popolazioni (= unità riproduttive) giungono alla riproduzione in inverno, oppure in primavera, oppure ancora in estate. Fra i cambiamenti più marcanti che avvengono col sopraggiungere della maturità sessuale vi sono: la formazione dei bottoni nuziali; l’intensificazione della colorazione del corpo; l’aumento della corpulenza, soprattutto delle femmine, e altre modifiche morfologiche. Molte specie ittiche compiono una migrazione prima della riproduzione. Distinguiamo fra migrazioni potamodrome (in acque dolci verso monte, oppure da un lago in un affluente), migrazioni anadrome (dal mare alle acque dolci; esempio salmone, alosa, lampreda di fiume), oppure catadrome (dalle acque dolci al mare; esempio anguilla). La migrazione riproduttiva può limitarsi a corte lunghezze (qualche km), oppure estendersi a più centinaia fino a qualche migliaio di chilometri (migratori su lunghe distanze, tutte le specie anadrome e catadrome da noi presenti). Alcune specie si raggruppano in grandi banchi in occasione della migrazione riproduttiva come a esempio il naso comune. Mentre l’anguilla e la lampreda si riproducono un’unica volta nella loro vita per poi morire, le altre specie presenti in Svizzera si riproducono una o più volte annualmente. Per certe specie la riproduzione si concentra in un periodo breve (esempio il naso comune con 2-3 giorni), per altre il periodo riproduttivo si estende sull’arco di più settimane (esempio coregone con 2-3 settimane). Altre specie liberano i loro prodotti sessuali in diverse porzioni su un periodo più lungo come a esempio la sanguinerola in 2-3 mesi in varie tappe, a distanza di 3 settimane. In condizioni meteorologiche straordinariamente sfavorevoli può succedere che a esempio tinche, carpe o scardole in certi anni non si riproducano.

89 Berufsprüfung Fischereiaufseher 1. Gewässerökologie / Literatur

Il comportamento riproduttivo è specifico e per molte specie è complesso. Mentre nel caso dello spinarello il maschio fabbrica un nido per poi spingervi, attraverso uno spiccato atteggiamento di corteggiamento, una o più femmine per la deposizione delle uova, per altre specie la riproduzione avviene nel banco. In questi casi può succedere che specie estranee si mescolino al banco e freghino assieme, così che, fra specie imparentate possono formarsi degli ibridi, per esempio tra scardole, gardon e abramidi. Altre specie come la trota e il temolo fregano generalmente in coppia, mentre specie come il luccio e pesce persico nella maggiorparte dei casi; il rilascio delle uova e dello sperma è provocato dal corteggiamento. Molti pesci d’acqua dolce scaricano le uova e lo sperma liberamente nell’acqua: prima avviene la liberazione delle uova da parte della femmina alla quale fa subito seguito la liberazione dello sperma da parte del maschio. Gli spermatozoi vengono guidati verso l’uovo tramite sostanze attrattive, così che si giunge alla fecondazione (fecondazione esterna). Il numero delle uova e la loro natura variano molto (Tabella 7). Così le specie che prestano cure parentali ai nascituri (scazzone, spinarello) producono molte meno uova di quelle che liberano i loro gameti in acqua e non se ne curano più (tinca, coregoni). La scelta del luogo e del substrato di frega (= base su cui vengono deposte le uova) è tipico della specie (vedi anche capitolo 2.3.4). Sommariamente si distingue tra pesci che fregano sulla ghiaia, sulla sabbia e sulle piante acquatiche e tra pesci che fregano sul fondo o in acque libere. Tabella 7 Caratteristiche e numero di uova per alcune specie ittiche d’acqua dolce (secondo diverse fonti).

Uova- Colore uova Numero di uova Superficie Specie ittica per kg di pesco per femmina Particolarità [mm] corporeo ∅ Trota fario Leggermente 4.5-5.8 Giallo, giallo sporco 150-2’500 - 1‘000 4‘000 adesiva Giallo pallido, giallo- Leggermente Temolo 3.0-4.0 2'000-10'000 - araqncio 6‘000 10‘000 adesiva Coregoni 2.0-2.5 arancione -30‘000 Non adesiva Uova in nastri Pesce persico 1.8-2.5 Incolore, giallognolo - - 3’000 300’000 150‘000 200‘000 gelatinosi Acerina 0.5-0.9 Giallognolo-bianco 50’000-100’000 Adesiva Uova libere con- Bottatrice 1.0-1.2 incolore 1-3 Milioni tenenti grande goccia d’olio Luccio Color miele, giallo- 2.5 - - Adesiva ambra 17’000 300’000 20’000 45’000 Siluro Adesiva, doppio 3 Giallo chiaro 11'000-500'000 20'000-30'000 guscio Scazzone 2.0-2.5 Giallo-rossastro 100-200 Adesiva

Rutilo (gardon) 1.9-2.1 Verde-grigiognolo 50'000-100'000 150'000-250'000 Adesiva

Abramide 1.6-2.0 Giallo-arancio 200'000-300'000 100'000-200'000 Adesiva

Carpa 1.4-1.8 Incolore-giallo-brunastro 200'000-700'000 80'000-120'000 Adesiva

Cavedano 2 arancio 80'000-100'000 Adesiva

Rodeo amaro 3 40-100 Forma ovale

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Fase della senescenza Anche i pesci, come molti altri organismi, hanno una speranza di vita la cui durata dipende dalla specie e dalle condizioni ambientali. Senescenza significa cambiamenti legati all’invecchiamento che conducono a un accresciuta probabilità di morte. Questi possono sopraggiungere in seguito a mutazioni del patrimonio genetico e conseguente limitazione della capacità di rinnovamento delle cellule, oppure cambiamenti a livello ormonale. Si manifestano come diminuzione dell’efficienza, riduzione delle prestazioni del sistema immunitario, aumento della sensibilità a situazioni ambientali sfavorevoli e riduzione dell’efficienza del metabolismo che alla fine conducono alla morte. Il processo di invecchiamento è un fatto naturale che contraddistingue tutti i viventi. Processi d’invecchiamento spettacolari possono essere osservati a esempio presso i salmoni del Pacifico che dopo la riproduzione marciscono letteralmente sulle aree di frega. I corpi morti marcescenti offrono così le basi per la vita a innumerevoli microrganismi, ciò che costituisce, in questi corsi d’acqua normalmente molto poveri di sostanze nutritive, una ricca offerta alimentare per la progenie dei salmoni. Gamberi L’accoppiamento dei gamberi indigeni avviene in autunno. Il maschio agguanta la femmina con le chele, l’abbraccia con gli arti ambulatori e la gira sul dorso. In seguito, con l’ausilio dell’organo copulatore, costituito dal primo e dal secondo paio di arti ambulatori modificati, depone una spermateca tra le zampe della femmina. Questa massa bianca rimane issata in questa posizione fino alla deposizione delle uova. Alcune ore dopo l’accoppiamento, la femmina - sdraiata sul dorso - inizia la deposizione delle uova. Le uova fecondate vengono portate dalla femmina che li protegge durante diversi mesi sotto i segmenti dell’addome. I giovani gamberi nascono nella primavera successiva e sono lunghi circa 9 mm. Durante tre settimane essi si aggrappano con le loro chele all’addome della madre. Dopo la seconda muta raggiungono la lunghezza di 13-15 mm, si staccano dalla madre e iniziano una vita solitaria. Le femmine di gambero divengono sessualmente mature, a dipendenza delle condizioni ambientali, all’età di 2 - 5 anni (lunghezza corporale 62 fino 85 mm); i maschi maturano un poco prima (60-70 mm di lunghezza).

91 Berufsprüfung Fischereiaufseher 1. Gewässerökologie / Literatur

2.3.2 Nutrimento e crescita

Nutrizione - Pesci L’acqua offre una scelta quasi illimitata di fonti di nutrimento che possono essere sfruttate dai pesci. Gli adattamenti morfologici della bocca (mandibole, dentatura, branchiospine) e della struttura corporale (tesi all’accelerazione, al nuoto su lunghe distanze, alla ricerca di prede, al pascolo, ecc.) consentono di trarre conclusioni sulle abitudini alimentari generali di una specie. Accanto a specie altamente specializzate hanno potuto affermarsi anche specie con un vasto spettro alimentare (onnivori). In base al loro principale tipo di alimentazione si possono distinguere due grandi gruppi, a loro volta suddivisi in sottogruppi:

Pesci non ittiofagi Erbivori Il loro nutrimento principale è costituito da piante acquatiche (macrofite). Tra le specie indigene non vi sono specie che si nutrono esclusivamente di macrofite. Solamente per la scardola la componente alimentare principale è costituita da questi vegetali. Negli anni 70 dell’ultimo secolo vennero introdotte in Svizzera a scopo sperimentale delle carpe cinesi erbivore, con lo scopo di combattere la vegetazione che invadeva molti corpi idrici. Il tentativo venne poi sospeso dopo alcuni anni in seguito agli scarsi successi e la specie scomparve da quasi tutte le acque svizzere in cui erano state immesse. Pesci consumatori di "Aufwuchs" e di detrito Il perifiton (Aufwuchs) è costituito da piccole alghe sessili, batteri e organismi animali come unicellulari, rotiferi, briozoi, ecc. che si sviluppano formando delle patine su piante, sassi e sedimento, ricoprendo le superfici di questi substrati con una specie di prato. Il detrito è costituito da particole di materia organica in parte decomposta. Tipici consumatori di "Aufwuchs" sono i nasi adulti che brucano la patina di alghe silicee dalle rocce e dalle pietre. L’"Aufwuchs" è però anche il nutrimento principale di molte specie dei corsi d’acqua nel loro stadio giovanile. Pesci planctofagi Con la denominazione plancton si intendono tutti gli organismi vegetali e animali che vivono fluttuando liberamente nelle acque (vedi capitolo 1 - Ecologia delle acque). Il plancton si forma principalmente nelle acque ferme, ma può svilupparsi anche in fiumi a corrente molto lenta. Gli organismi più noti e importanti per l’alimentazione dei pesci indigeni sono i cladoceri, i copepodi e i rotiferi. Il plancton animale è particolarmente importante per gli stadi giovanili di molte specie. Per i coregoni e in parte anche per i salmerini lo zooplancton costituisce la componente alimentare principale anche nell’età adulta, anche se l’ultima specie citata preda anche altri pesci (Figura 66).

Figura 66 La forma a imbuto della bocca del coregone e ottimizzata in funzione della cattura mirata di piccoli organismi zoo planctonici; il salmerino alpino, anche se lo zoo plancton fa parte della sua dieta principale, è morfologicamente indirizzato alla cattura di pesci.

92 Berufsprüfung Fischereiaufseher 1. Gewässerökologie / Literatur

Pesci bentofagi Con bentos indichiamo i piccoli animali (macroinvertebrati, invertebrati acquatici) che vivono sul fondo o nei suoi interstizi. Si tratta di diverse specie di larve d’insetti, vermi, molluschi, sanguisughe, gammari e aselli. Questi piccoli invertebrati costituiscono la base alimentare della stragrande maggioranza delle specie ittiche indigene. Anche i predatori si nutrono spesso, nella loro fase giovanile, di macroinvertebrati. Nei corsi d’acqua il "drift" - il devallamento passivo di macroinvertebrati con la corrente - ha un ruolo importante per i pesci. Grazie a esso, infatti, sono disponibili anche specie che altrimenti sarebbero profondamente infossate nel sedimento o nascoste sotto le pietre, così da essere difficilmente predate dai pesci. Anche piccoli animali che cadono sulla superficie dell’acqua (insetti che sciamano nei pressi delle acque e che vi cadono) costituiscono gran parte del nutrimento di certe specie ittiche (Figura 67).

Figura 67 Composizione della dieta di alburni di fiume giovani (I) e adulti (II), determinata tramite l’analisi del contenuto stomacale (Breitenstein & Kirchhofer, 1999).

Pesci ittiofagi (predatori) I pesci predatori si nutrono in prevalenza di altri pesci. Il luccio, il lucioperca, il pesce persico, il siluro, l’anguilla oppure la trota sono noti quali tipici pesci predatori. Grossi individui cacciano anche gamberi, ratti, anatroccoli oppure anfibi. Attraverso l’analisi del contenuto gastrico possono essere determinati, o quantomeno stimati il tipo in parte la quantità di cibo consumata, anche se la determinazione delle prede può essere resa difficile dallo stato di digestione. La composizione della dieta può variare molto a dipendenza del corpo idrico, del periodo dell’anno e dello stadio di sviluppo del pesce. Con le differenze nella grandezza e nella forma del nutrimento si verificano differenze tipiche della specie e dello sviluppo a livello del comportamento alimentare: consumatori di piante acquatiche, di "Aufwuchs" e di plancton, assumono solamente piccole particelle di alimenti di cui una parte viene inoltre espulsa non digerita Così questi pesci devono nutrirsi su un arco di tempo molto più lungo rispetto ai grossi predatori che presentano invece brevi periodi di nutrizione e lunghe pause di digestione. Di principio vale che i pesci erbivori devono assumere

93 Berufsprüfung Fischereiaufseher 1. Gewässerökologie / Literatur quantità di cibo nettamente più grandi rispetto ai predatori per ottenere lo stesso accrescimento.

Nutrizione - Gamberi I gamberi di fiume sono onnivori e sfruttano quindi un vasto spettro alimentare la cui principale componente è costituita da vegetazione acquatica e semiacquatica, invertebrati, piccoli pesci e materiale organico morto. Quale organismo distruttore il gambero svolge pure un ruolo molto importante nel ciclo acquatico delle sostanze (vedi capitolo 1 - Ecologia delle acque).

Crescita - Pesci A differenza di altri gruppi di animali, i pesci crescono durante tutta la loro vita, specialmente nella loro fase giovanile dove crescono molto velocemente. Con l’aumentare della massa corporea si accresce la parte di cibo viene investita per il mantenimento della stessa. Un calo particolarmente marcato dell’aumento di peso si verifica con il raggiungimento della maturità sessuale, siccome ogni anno una buona parte del nutrimento serve a costituire i prodotti sessuali. La variabilità della crescita dipende da fattori interni ed esterni. Fattori di crescita interni Le capacità di crescita di ogni specie ittica è determinata dal suo patrimonio genetico. Così un’alborella all’età di 4 anni pesa solamente 20 - 50 g, mentre un luccio di 4 anni pesa già 2 - 4 kg. Anche all’interno della stessa specie si possono riscontrare grandi variazioni. Per esempio, nei coregoni dello stesso lago possono esistere, una accanto all’altra, forme a crescita veloce e forme a crescita lenta (Figura 2.3.4). Negli allevamenti questa predisposizione viene sfruttata in modo mirato per ottenere, mediante incroci, ceppi con velocità di crescita particolarmente favorevoli che diano esemplari con accrescimenti migliori di quelli dei pesci selvatici appartenenti alla stessa specie.

Alboc Palée

Bondell Felche n Brienzli Brienzli

Bielersee Thunersee Brienzersee

età (anni) età (anni) età (anni)

Figura 68 Curve di crescita di coregoni a crescita lenta e a crescita veloce nei laghi di Brienz, di Thun e di Bienne (Kirchhofer, 1995).

94 Berufsprüfung Fischereiaufseher 1. Gewässerökologie / Literatur

Fattori di crescita esterni Tra i fattori di crescita esterni troviamo al primo posto la disponibilità alimentare per la quale non è importante solo la quantità, bensì anche la qualità (grandezza, valore alimentare) e la facilità di reperimento. Come in tutti i processi biologici, la temperatura ha un influsso di prim’ordine anche nella crescita dei pesci. Nei pesci la temperatura corporea, e con essa la velocità dei processi metabolici, è strettamente legata alla temperatura dell’acqua. Secondo una legge della fisica (regola di Van’t Hoffs) la velocità di tutti i processi metabolici si raddoppia o addirittura triplica con un aumento della temperatura di 10°C. Ciò non vale illimitatamente, siccome per tutte le specie ittiche possono essere individuate temperature ottimali alle quali esse si sviluppano in modo ottimale e al di fuori delle quali la crescita rallenta. Le trote, a esempio, crescono più in fretta a 14°C che a 6°C; sopra i 20°C la crescita è percontro di nuovo chiaramente rallentata. Alle nostre latitudini, questa dipendenza della crescita dalla temperatura ha come conseguenza una crescita veloce nel corso dell’estate e una più lenta o addirittura nulla in inverno. In base agli anelli di crescita riscontrabili sulle squame che evidenziano una zona con anelli ravvicinati corrispondente all’inverno è perciò possibile determinare l’età del pesce e calcolare la sua crescita (vedi capitolo 3.1.2). Accanto alla disponibilità alimentare e alla temperatura, anche le dimensioni dell’habitat determinano la crescita del pesce. Le trote di un piccolo ruscello avranno una crescita limitata anche in presenza di ricca alimentazione. Traslocandole in un corso d’acqua maggiore aumenteranno in breve tempo la loro lunghezza e il loro peso. Il fatto che restrizioni spaziali (= fattori ambientali limitanti) abbiano effetto inibitore sulla crescita vale per la maggior parte delle specie ittiche. Altri fattori ambientali che influenzano la crescita sono lo stress causato dai concorrenti (densità della popolazione troppo elevata) oppure da condizioni ambientali sfavorevoli (elevate velocità della corrente, piene, intorbidamenti), oppure ancora disturbi esterni durante l’alimentazione (bagnanti, traffico di surfisti e natanti, i deflussi discontinui causati dai rilasci delle centrali idroelettriche, ma anche le piene e gli intorbidamenti)

Crescita - Gamberi A causa del loro scheletro esterno i gamberi non possono crescere continuamente. Una crescita veloce può verificarsi solamente dopo una muta: dopo l’eliminazione del vecchio esoscheletro la lunghezza aumenta rapidamente, per poi restare stazionaria fino alla prossima muta. Dopo la muta l’esoscheletro resta molto molle per alcuni giorni e non può garantire alcuna funzione protettiva. In questa fase si parla di “gamberi di burro”; questi individui sono particolarmente vulnerabile ai predatori. Le fasi di muta rappresentano quindi dei momenti particolarmente delicati. Sia il numero di mute che i rispettivi incrementi di lunghezza sono strettamente legati all’età dell’animale, alla temperatura dell’acqua e alla disponibilità alimentare. Mentre i gamberi giovani compiono più mute annualmente, i gamberi vecchi cambiano la loro corazza solamente ancora una o due volte l’anno. Quando le femmine maturano sessualmente, effettuano ancora solo un’unica muta annuale, siccome in primavera portano le uova e non possono quindi mutare fintanto che i piccoli non si siano staccati dal loro addome. Dopo la maturazione sessuale, le femmine crescono pertanto più lentamente dei maschi e sono quindi più piccole.

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2.3.3 Esigenze ecologiche di diverse specie e dei loro diversi stadi di sviluppo La legge federale sulla pesca (LFSP, art.1) promuove il mantenimento e il miglioramento della diversità delle specie e delle popolazioni di pesci e gamberi indigeni. Per realizzare tale promovimento bisogna conoscere le esigenze delle singole specie (profili ecologici delle specie). Per garantire la sopravvivenza di una specie è indispensabile fare in modo che essa trovi nel corpo idrico tutti gli habitat adeguati a ogni sua fase di vita e che gli stessi siano in collegamento tra di loro e raggiungibili liberamente senza ostacoli. Di seguito vengono presentate alcune specie ittiche e le loro esigenze vitali. Per le trote vengono trattati i due ecotipi trota di ruscello e trota lacustre. Lo sviluppo verso l’uno o l’altro ecotipo dipende da dove il giovane pesce stazionerà. Se permarrà in acque correnti diverrà una trota di ruscello, mentre se migrerà verso il lago esso diverrà una trota lacustre. Le trote di ruscello rimarranno per tutta la loro vita nel corso d’acqua, mentre le trote che saranno scese al lago, svilupperanno taglie generalmente ragguardevoli per poi risalire nei corsi d’acqua dove sono nate per riprodursi. Ambedue gli ecotipi si riproducono in acque correnti.

Trote (Salmo trutta, S. cenerinus, S. rhodanensis, S. labrax, S. marmoratus) a) Trota fario Quale specie guida della regione ittica superiore (regione della trota), la trota fario occupa di preferenza corsi d’acqua freddi di ogni dimensione fino ad alta quota; essa è comunque presente anche in acque dei tipi più disparati. Quale pesce territoriale essa conduce generalmente a lungo vita stanziale. Prima dell’inizio del periodo riproduttivo (a dipendenza della temperatura dell’acqua tra ottobre e gennaio) gli individui adulti maturi sessualmente migrano verso monte, risalendo in affluenti laterali minori. Qui la femmina scava un nido nella ghiaia smossa. Questi nidi si trovano in posti scelti che corrispondono in modo ottimale alle necessità fisiologiche (temperatura, ossigeno, qualità delle acque) per lo sviluppo larvale (Tabella 8). Tabella 8 Esigenze ambientali della trota fario.

Aree di frega Profondità delle acque: 10 – 60 cm Granulometria: 2 – 5 cm Struttura del fondale: Spesso strato di Velocità della corrente: materiale ghiaioso sciolto 0.1 – 0.8 m/s Habitat per gli Profondità delle acque: 10 – 30 cm avannotti Struttura del fondale: Ghiaia, sassi Velocità della corrente: < 0.2 m/s In inverno vengono sovente ricercate aree con corrente lente. Habitat per giovani Profondità delle acque: 20-50 cm pesci /adulti Temperatura: ottimale: 7-19° C (letale: > 25 °C) Habitat ricco di rifugi e ombra. Profondità e velocità della corrente possono variare molto. Grossi individui sovente in pozze profonde. Aree di ricerca del Sia direttamente sotto la superficie o nelle acque libere che cibo sopra il fondale. Alimentazione Bentos, insetti caduti in acqua, giovani pesci

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È particolarmente importante che le uova vengano continuamente approvvigionate di ossigeno dalla corrente di acque fresche che attraversa il nido. In fondali ricoperti da sedimenti fini, l’apporto di acque fresche alle uova deposte risulta ostacolato e il successo della riproduzione della trota fario viene pertanto messo in pericolo. A dipendenza della temperatura dell’acqua, dopo 6 - 12 settimane, le uova si schiudono e gli embrioni rimangono negli spazi interstiziali della ghiaia per qualche tempo prima di emergere nelle acque libere. Con il loro caratteristico abito giovanile a striature trasversali che li contraddistingue fino a una taglia di ca. 10 cm, si incontrano spesso in acque poco profonde di ca. 10 - 20 cm, in vicinanza di fondali ghiaiosi o sassosi (velocità della corrente 0 - 20 cm/s), dove si mantengono tramite nuoto stazionario. All’inizio i giovani pesci si nutrono di diversi piccoli animali, più tardi nella loro dieta rientrano più sovente anche insetti che cadono sulla superficie dell’acqua e pure altri pesci. Anche se la trota fario è la specie più frequente in Svizzera, negli ultimi anni si è osservato un costante regresso di questa specie. Le cause di questa evoluzione sono complesse e sono lungi dall’essere completamente indagate, comunque sembra che delle nuove malattie e dei parassiti, come pure diverse sostanze chimiche derivanti dalle attività della nostra civilizzazione, siano quantomeno corresponsabili. Attualmente la trota fario è classificata quale specie "potenzialmente minacciata". b) Trota lacustre Laghi freddi e ricchi di ossigeno offrono un habitat adeguato alle trote lacustri. A partire da luglio-agosto risalgono nei tributari dove da ottobre fino a dicembre si riproducono in settori a forte corrente. Le giovani trote lacustri vivono uno o due anni nel fiume dove sono nate, dal quale discendono poi al lago per la fase di crescita (Figura 69). Come le trote fario, da giovani si nutrono essenzialmente di animaletti del fondale; da adulti si cibano di pesci. Diversi fattori possono condurre a una riduzione della popolazione, attualmente l’interruzione della continuità dei corsi d’acqua tramite impedimenti alla risalita è riconosciuta quale elemento negativo più incisivo per la trota lacustre, cosi come per altre specie. Ultimamente, con l’eliminazione degli ostacoli alla risalita (a esempio tramite rampe di blocchi oppure con canali di aggiramento) viene prestata maggiore attenzione a questo problema. La trota lacustre è classificata in Svizzera quale specie "fortemente minacciata" dai fattori diversi.

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Figura 69 Ciclo di vita della trota con le possibili alternative di ecotipo trota di ruscello, trota lacustre (Fischereiberatungsstelle, FIBER)

Temolo (Thymallus thymallus) Quale specie guida della regione ittica alla quale è attribuito il suo nome, predilige acque chiare, a corrente veloce e ricche di ossigeno dei fiumi, freschi; sia esemplari adulti che esemplari nella fase giovanile possono comunque essere presenti anche nei laghi. In primavera, quando la temperatura delle acque aumenta lentamente, i temoli adulti vengono attirati dalle acque poco profonde e veloci di comparti fluviali con fondali ghiaiosi sciolti (granulometria delle ghiaie 1.5-3 cm, Tabella 9). Il maschio scava un nido nella ghiaia ine e vi attende una femmina matura. Durante l’accoppiamento le uova vengono rilasciate dalla femmina in questo nido e contemporaneamente fecondate dal maschio. A 22 - 28 giorni dopo la deposizione delle uova sgusciano gli avannotti che trascorrono ancora 4-5 giorni negli interstizi della ghiaia che abbandonano in seguito, quando raggiungono una lunghezza di 15- 19 mm. Allora vengono trasportati dalla corrente in tratte a scorrimento lento con zone di acque morte vicino alle rive che offrono rifugio dai predatori e una buona disponibilità di cibo ("drift" di macroinvertebrati in vicinanza della superficie). Fin quando non raggiungono la lunghezza di ca. 25 mm si mantengono in prossimità della riva. Habitat preferenziali dei temoli di questa taglia sono generalmente rappresentati da zone d’ombra della corrente (acque lente) create dalle strutture della riva. I luoghi di permanenza prediletti dai banchi di temoli di questa taglia sono generalmente situati nelle zone dove la corrente è rallentata da massi, dove possono ridurre al minimo il dispendio energetico per il nuoto (nuoto stazionario caratteristico), ottimizzando il guadagno energetico derivante dalla cattura di prede (larve di chironomidi, copepodi). Raggiunta una lunghezza di 25 - 35 mm essi si spostano nei classici habitat dei temoli adulti nella corrente principale e non sono più osservabili dalla riva. I temoli si cibano prevalentemente di macroinvertebrati trasportati dalla corrente ("drift") e di insetti caduti sulla

98 Berufsprüfung Fischereiaufseher 1. Gewässerökologie / Literatur superficie dell’acqua. Tramite lo sbarramento di tratte di fiume a scorrimento veloce per lo sfruttamento idroelettrico e l’assenza di rinnovamento del materiale solido che costituisce i fondali, le aree di frega adeguate per i temoli si sono drasticamente ridotte negli ultimi 50 anni. Inoltre, la predazione da parte di uccelli ittiofagi può decimare le popolazioni. Nelle acque svizzere vivono 20 popolazioni di temoli di importanza nazionale (Kirchhofer et al., 2000) e le maggiori aree riproduttive attualmente note sono situate allo sbocco del lago Bodanico nel Reno e del lago di Thun nell’Aar. Il temolo è classificato in svizzera quale specie "minacciata" Tabella 9 Esigenze ambientali del temolo.

Aree di frega Profondità delle acque: 0.05 – 2.3 m Granulometria: 2 - 64 mm Struttura del fondale: ca. 15 cm materiale sciolto Temperatura: 4 – 10°C Velocità della corrente: 0.4 – 0.7 m/s (> 0.2 m/s) Habitat per gli Profondità delle acque: 0.01 – 0.3 m avannotti Struttura del fondale: non specifica Velocità della corrente: bassa (Ambito della riva, zone di riflusso) Habitat per giovani Profondità delle acque: Non specifica pesci /adulti In prossimità del fondale, lontano dalla riva, biotopo possibilmente ricco di rifugi e di asperità (protezione visiva) Habitat invernali Zone calme e profonde Aree di ricerca del Sia direttamente sotto la superficie o nelle acque cibo libere che sopra il fondale. Alimentazione Bentos (larve d'insetti, gammari, ecc.), insetti caduti in acqua

Nas comune (Chondrostoma nasus) L’habitat del naso comune è situato in tratte a scorrimento veloce della regione del barbo e del temolo. Con le loro labbra cornee i nasi brucano le alghe silicee sessili ("Aufwuchs") dalle pietre e dalle rocce. In inverno si radunano in grandi gruppi in pozze profonde. Nel periodo riproduttivo (aprile/ maggio) migrano in folti banchi verso monte e si raggruppano presso i territori di frega. La riproduzione avviene in gruppo, nella corrente vivace, sopra i ciottoli. Le uova vengono deposte in grande quantità e, fecondate, rimangono appiccicate singolarmente o a grappoli alle pietre. Dopo ca. 15 giorni (in media 151 gradi-giorno) nascono gli avannotti che vengono trasportati dalla corrente per "drift" e trascorrono i loro primi mesi di vita in insenature poco profonde, dove si nutrono di plancton e piccoli animali. Solo all’età di 6-9 mesi i giovani nasi cambiano abitudini alimentari e diventano erbivori. In passato il naso comune era massicciamente presente nelle nostre acque; attualmente invece si trovano ancora solamente piccole popolazioni residue di questo pesce altamente specializzato, la cui sopravvivenza, senza provvedimenti di sostegno, nella maggior parte dei casi non è più garantita (Zbinden & Hefti, 2000). Il naso costituisce oggi una vera e propria sfida per la protezione delle specie, non solamente da noi, bensì in tutta l’Europa centrale. In Svizzera il naso è dichiarato specie „minacciata d’estinzione“ (Tabella 10).

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Tabella 10 Esigenze ambientali del naso comune.

Aree di frega Profondità delle acque: 0.1 – > 1 m Substrato: Sassi (3 – 30 cm), non colmatati, arrotondati Temperatura: 10 – 14 °C (metà aprile – metà maggio) Velocità della corrente: 0.8 – > 1 m/s Zone con acque basse e corrente veloce su substrato grossolano Habitat per le Profondità delle acque: < 0.5 m larve Substrato: Sabbia/ghiaia (0.2 – 2 cm) Velocità della corrente: < 0.2 m/s Zone della riva con pendenza ridotta, comunque non in canali o lanche. Rifugi tra blocchi e sotto sponde incavate. Habitat per i Profondità delle acque: 1 – 1.5 m giovani nasi Substrato: Fango – Sabbia (< 0.2 cm) Velocità della corrente: Da bassa a nulla Letti piatti e calmi, lanche Habitat degli Profondità delle acque: 0.5 – > 3 m adulti Substrato: Sassi, blocchi (preferibilmente: 0.02 – 0.2 m) Velocità della corrente: Da bassa a nulla (preferibilmente: 0.2 – 0.7 m/s) In tutto il fiume, anche lungo sponde con pendenza diversa e in lanche, radici sommerse e altri ostacoli vengono evitati. Habitat invernali Profondità delle acque: Profondità maggiori rispetto gli altri periodi dell'anno. Aree di ricerca Profondità delle acque: Sul fondale, non specifica (dipendente dall'offerta di cibo). del cibo Nutrimento Giovani: Zooplancton e larve d'insetti Dopo 6-12- mesi: Alghe dell'"Aufwuchs" Adulti: Microrganismi dell'"Aufwuchs" su sassi e rocce (principalmente diatomee)

Albruno di fiume (Alburnoides bipunctatus) L'Alburno di fiume che vive in piccoli banchi è presente in particolare in corsi d’acqua della regione del barbo e del temolo, tuttavia può colonizzare anche acque ferme ricche d’ossigeno. Si nutre principalmente di piccoli invertebrati del fondo, ma pure di insetti caduti in acqua. Da maggio a giugno si riproduce in gruppi più numerosi, di preferenza su fondali poco profondi con acque correnti. Le uova molto appiccicose rimangono attaccate alla ghiaia fine, ai sassi o al legname. In condizioni ambientali favorevoli, una femmina può deporre più volte a distanza di poche settimane. Gli avannotti restano pure incollati al substrato nella loro prima fase di sviluppo per poi salire nelle acque libere quando lo sviluppo del sistema digerente è terminato. Le popolazioni di questo piccolo pesce sembrano essere soggette a importanti fluttuazioni naturali, comunque la libera migrazione deve essere possibile, affinché la specie possa sfruttare il suo potenziale di ricolonizzazione (Breitenstein & Kirchhofer, 1999). In Svizzera l'alburno di fiume è considerato specie "minacciata".

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Tabella 11 Esigenze ambientali dell’alburno di fiume.

Aree di frega Profondità delle 0 – 1 m acque: Substrato: Ghiaia, sassi (grarnulometria non molto specifica; le uova devono comunque poter essere posizionate negli interstizi)

Habitat giovanili Profondità delle acque: 0 – 1 m - Linea della sponda strutturata con corrente lenta; strutture particolari non necessarie - Nella fase larvale si raggruppa con altre specie (leucisco, cavedano) - I giovani pesci vivono in branchi meno folti e si mescolano meno con altre specie Habitat degli adulti Profondità delle acque: 0 – 2 m - Presso sponde ben strutturate (radici, pennelli, ghiaia, ecc.) - Parzialmente in zone di corrente, ma anche ai margini di zone profonde e povere di corrente

Habitat invernali Profondità delle acque: 0.5 – 2 m Zone ricche di strutture, zone marginali profonde, protette dalle correnti

Aree di ricerca del Profondità delle acque: 0 – 2 m cibo Vedi parametri per i giovani e gli adulti Nutrimento Bentos, "drift", insetti caduti in acqua

Piccola lampreda (Lampetra planeri) La piccola lampreda è osservabile solamente in una breve fase della sua vita (migrazione riproduttiva e riproduzione). Le larve schiuse dalle uova (ammoceti) trascorrono fino a cinque anni infossate nel sedimento fine, filtrando piccoli organismi e resti vegetali. Durante la metamorfosi per divenire un animale adulto sessualmente maturo che avviene a una lunghezza di circa 20 cm, l’intestino si atrofizza e le lamprede non assumono più alcun cibo. Così esse non vivono da parassite, come invece le loro parenti prossime (lamprede di fiume). Dopo una pausa invernale e una breve migrazione, esse si riproducono, tra marzo e giugno, a partire da una temperatura dell’acqua di 8°C. Esse scavano nel substrato ghiaioso un affossamento nel quale fregano fino a 10 animali contemporaneamente; in seguito gli individui muoiono. Le larve appena sgusciate vengono trasportate a valle dalla corrente fino a quando trovano zone con sedimento fine nel quale possono infossarsi ed è classificata come „fortemente minacciata“.

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Tabella 12 Esigenze ambientali della lampreda di ruscello.

Aree di frega Profondità delle acque: Massimo 30 cm Substrato: 15 – 25 mm (ghiaia fine-media) Velocità della corrente: circa 20 cm/s Più animali scavano nidi comuni; per ogni femmina vengono deposte 500 – 2'000 uova in diverse porzioni.

Habitat delle larve Profondità delle acque: Molto variabile Velocità della corrente: < 10 – 15 cm/s Dopo la schiusa le larve vengono trasportate passivamente verso valle dalla corrente e si infossano nel sedimento fine (spessore almeno 5 – 10 cm)

Habitat degli adulti Questa fase è molto corta: dopo il raggiungimento della maturità sessuale, nell'autunno del 3°- 6° anno, avviene la metamorfosi che conduce allo stadio adulto; gli organi digerenti si atrofizzano, l'intestino si chiude e i prodotti genitali si sviluppano. Nella primavera successiva avviene una migrazione verso le aree di frega situate a monte. Di regola dopo la frega gli individui muoiono.

Aree di ricerca del Profondità delle acque: Molto variabile cibo Vedi parametri per gli Habitat delle larve siccome solo le larve assumono nutrimento Nutrimento Alghe, detrito organico

Anguilla (Anguilla anguilla) L’anguilla europea si riproduce nella parte sud del Mare dei Sargassi (atlantico occidentale). Gli stadi giovanili, detti larve leptocefale, vengono trasportate passivamente dalla corrente del Golfo e raggiungono le coste europee sotto forma di cieche. Da qui risalgono i fiumi come «ragani». Dopo questa migrazione in acque dolci che può essere di oltre mille chilometri, le anguille entrano in una fase più o meno stazionaria che trascorrono nei fiumi o nei laghi. Dopo 4-6 anni (individui maschi), rispettivamente 10-16 anni (femmine) le giovane anguille gialle (pantanine) si trasformano in anguille adulte (argentine) che intraprendono la migrazione verso il mare. Dopo un’unica riproduzione nel Mare dei Sargassi le anguille muoiono. La migrazione di ritorno degli adulti maturi attraverso l’Atlantico per raggiungere le aree riproduttive e la loro riproduzione rimangono tuttora un mistero. L’anguilla è per diversi aspetti un caso particolare della nostra fauna ittica: La sua vita catadroma con la riproduzione in mare è unica per i pesci indigeni. Nel corso della sua risalita le centrali non costituiscono affatto un ostacolo insormontabile, siccome l’anguilla, in caso di necessità, può percorrere brevi tratte sulla terra ferma. Per facilitarne la risalita, diverse centrali sono attrezzate con cosiddette scale di monta per anguille: superfici ripide con copertura a spazzola o fondo rugoso nelle quali le anguille possono avvilupparsi e trascinarsi verso l’alto. Nelle nostre acque essa non ha delle esigenze particolari in riguardo all’habitat e, quale predatore, trova ovunque sufficiente nutrimento. Nel corso della sua migrazione verso il mare, a causa della sua importante lunghezza, è particolarmente minacciata qualora dovesse passare attraverso le turbine delle centrali a pelo libero. In Svizzera l’anguilla è divenuta un tema di discussione caldo specialmente in riguardo all’Alto Reno. Siccome in Germania le anguille affumicate sono particolarmente apprezzate, la specie è stata sostenuta con massicci ripopolamenti nella parte germanica del Reno. La grande densità raggiunta dalle anguille fece temere danni al resto della popolazione ittica, specialmente per i pesci giovani e le specie di piccola taglia. Ciò portò a una moratoria per i ripopolamenti artificiali. D’altro canto, sorsero i timori che l’anguilla potesse divenire nei prossimi anni una specie minacciata nell’Alto Reno.

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Come hanno potuto dimostrare alcuni studi, la popolazione di anguille si è effettivamente ridotta negli anni 90 (Dönni et al., 2001). Tale diminuzione viene ricondotta a diverse cause: • Mortalità nelle turbine: si assume che 30% delle anguille in discesa verso il mare vengano uccise durante il passaggio nelle turbine delle centrali (dell‘Alto Reno). Così solo l‘8% delle circa 93‘000 anguille svizzere che migrano verso il mare raggiungono incolumi Basilea. Nel Reno Superiore vi sono poi ulteriori 10 centrali, così che si può considerare probabile che nessuna anguilla svizzera possa raggiungere viva il Mare. • Quasi il 50% di tutte le anguille dell’Alto Reno è colpito dal parassita della vescica natatoria Anguillicola crassus. In base alle attuali conoscenze si può supporre che, a causa dei danni che ne derivano alla vescica natatoria, solo una parte degli animali parassitati sia in grado di attraversare l’Atlantico. L’anguilla europea è attualmente elencata nel Trattato di Washington per la protezione delle specie (CITES, Allegato II). Di conseguenza, l’acquisto e il commercio di anguille sono sottoposti a livello mondiale a particolari regolamentazioni tese alla protezione della specie. Salmerino alpino (Salvelinus umbla) Il salmerino alpino è la specie d’acqua dolce la cui espansione si estende maggiormente a nord. Attorno al Polo Nord occupa le acque costiere, i laghi e i fiumi della regione artica nordamericana, asiatica ed europea, l’Islanda, la Groenlandia e molte isole artiche. In vicinanza delle coste molte popolazioni sono anadrome (salmerini migratori). Le presenze nei freddi laghi delle Alpi e delle Prealpi sono quelle più a sud nella sua area di diffusione. La tassonomia dei salmerini non è ancora completamente chiarita, siccome in molti laghi alpini vivono una accanto all’altra, forme con aspetto diverso. A complicare la situazione vi è il fatto che già oltre 100 anni orsono salmerini venivano traslocati da un lago all’altro. La prima riproduzione artificiale riuscì in Svizzera attorno al 1855 a Meilen (ZH). Acque fredde e ricche di ossigeno caratterizzano l’habitat del salmerino alpino. Esso si riproduce tra settembre e gennaio a profondità tra 20 e 90 m. Le aree di frega sono generalmente costituite da ghiaia grossolana e si trovano ai piedi della foce di qualche affluente. La presenza di substrato fine sulle aree di riproduzione e un tenore di ossigeno inferiore a ca. 7 mg/l sono mortali per le uova. Il salmerino alpino in alcuni grandi laghi svizzeri riveste importanza particolare per la pesca professionale e dilettantistica. Famosi sono i salmerini alpini del lago di Zugo, i cosiddetti «Zugerrötel». Nel Walensee e nel Lago dei Quattro Cantoni le catture sono drasticamente calate a partire dalla metà degli anni '80, mentre dagli anni 90 sono nettamente aumentate nel Lemano. Attraverso massicci ripopolamenti artificiali le catture hanno potuto essere incrementate sensibilmente anche nel lago di Thun, a partire dagli anni '80 (Figura 70). Inoltre, la specie viene utilizzata frequentemente per la gestione di laghetti alpini. La presenza contemporanea di forme a crescita veloce e a crescita lenta (oppure affette da nanismo) può però complicare la gestione. Cambiamenti della crescita in seguito all’oligotrofizzazione dei laghi, oppure lo sfasamento del periodo di frega mostrano che la specie reagisce velocemente a mutamenti delle condizioni ambientali. Conseguentemente devono essere verificati e, se necessario, adattati i provvedimenti gestionali specifici per ogni lago, in particolare per quanto riguarda le misure di protezione.

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Figura 70 Relazione tra il ripopolamento artificiale con salmerini alpini (calcolato in avannotti- equivalenti) e le catture realizzate 3 anni più tardi nel lago di Thun nel periodo 19701998 (Breitenstein & Kirchhofer, 2000).

Gamberi I gamberi indigeni sono diffusi in tutta la Svizzera, fatta eccezione per i territori di alta montagna (Stucki & Jean-Richard, 1999). Essi si possono espandere lungo i corsi d’acqua e anche nelle tratte intubate degli stessi. Alcune specie possono migrare per lunghi tratti sulla terra ferma e così possono colonizzare altre acque.

Gambero dai piedi rossi (Astacus astacus) Il gambero dai piedi rossi o gambero europeo (Astacus astacus) è il più grande dei nostri gamberi indigeni. Originariamente deriva dal nord-est dell’Europa ed è stato probabilmente introdotto molto tempo fa in Svizzera per scopi alimentari. Specialmente i monaci dei conventi li allevavano in ruscelli, stagni e laghi, per completare i menu delle giornate di magro e contribuirono così a una maggiore diffusione di questa specie in Svizzera. Tipicamente il gambero dai piedi rossi è presente in grandi fiumi, in laghi e in piccoli specchi d’acqua con temperature estive relativamente elevate (temperatura ottimale estiva 18 - 21°C). Un habitat ben strutturato, con rive ripide dove il gambero possa scavare le sue tane, è un presupposto importante per l’esistenza di una popolazione stabile. Il corso d’acqua tipico per il gambero dai piedi rossi è profondo oltre 0.4 m e ha una larghezza di 3 m. Questa specie è relativamente insensibile al carico organico e a basse concentrazioni di ossigeno, ma reagisce invece sensibilmente a inquinamenti chimici. Gli animali giovani si nutrono prevalentemente di invertebrati acquatici, mentre gli adulti assumono principalmente materiale vegetale e detrito. La riproduzione avviene in autunno. Il gambero dai piedi rossi è classificato in Svizzera fra le specie "minacciate". Gambero dai piedi bianchi (Austropotamobius pallipes) L’area di distribuzione in Svizzera del gambero dai piedi bianchi (Austropotamobius pallipes), al contrario di quella del gambero dai piedi rossi è considerata largamente naturale, in quanto, per via della sua piccola taglia, non ha mai avuto rilevanza commerciale. Colonizza specialmente acque nel Nord-Ovest e nell’Est della Svizzera (incluso il Vallese). Anche nel Ticino meridionale, come pure nel Canton Grigioni, questa specie è stata rilevata. In quest’ultimo Cantone, il gambero dai piedi bianchi (Austropotamobius pallipes) fu tuttavia introdotto alcune centinaia di anni fa. Esso sopporta un vasto spettro di temperature; non dovrebbero però venir superati i 22°C. La morfologia ideale dei corsi d’acqua atti a ospitare popolazioni di questa specie in grado di mantenersi autonomamente è contraddistinta da rive

104 Berufsprüfung Fischereiaufseher 1. Gewässerökologie / Literatur ben strutturate, con pareti ripide adeguate alla costruzione delle tane. Il gambero dai piedi bianchi può essere presente sia in ruscelli con corrente viva, come in corsi d’acqua pianeggianti con fondali melmosi. L’alimentazione principale è costituita da larve d’insetti, lumache acquatiche, girini e pesci, saltuariamente si ciba anche di vegetali, carogne e detrito. Reagisce in modo molto sensibile a carichi organici e chimici del corso d’acqua. Questa specie di gambero è classificata in Svizzera come specie "fortemente minacciata".

Gamberi di torrente (Austropotamobius torrentium) Solamente in corsi d’acqua del Nord-Est della Svizzera è presente il gambero di torrente (Austropotamobius torrentium). Esso colonizza la parte alta di corsi d’acqua con acque chiare e fresche con fondali sassosi; può però essere presente lungo il litorale dei laghi (esempio lago di Zurigo e Bodanico). Il corpo d’acqua deve presentare temperature minime di 8 - 10°C e temperature estive non superiori ai 23°C. Esso colonizza pure ruscelli con piccole portate ed è molto sensibile a carichi organici delle acque. In Svizzera è classificato quale specie "fortemente minacciata". Il regresso delle popolazioni di gamberi osservato da molti anni è da ricondurre al peggioramento generale degli habitat acquatici o addirittura alla loro scomparsa. La situazione si è ulteriormente acutizzata con l’introduzione di specie alloctone, siccome quest’ultime esercitano una forte concorrenza sulle popolazioni indigene. Inoltre, i gamberi di origine americana sono portatori della peste del gambero. Questa malattia è causata da un agente patogeno appartenente agli Oomiceti (specie: Aphanomyces astaci). Gli Oomiceti non sono veri e propri funghi, sono più prossimamente apparentati con le alghe, ma presentano un comportamento riproduttivo simile a quello dei funghi. La trasmissione della malattia avviene tramite le cosiddette zoospore che vengono rilasciate in acqua dagli sporangi dell’agente patogeno, presenti su animali ammalati, infetti oppure morti. Le zoospore si muovono liberamente in acqua, rendendo possibile la trasmissione della malattia attraverso l’acqua stessa o oggetti umidi (reti bagnate, stivali, costumi da bagno, ecc.). Al contrario delle specie americane che si sono adattate nel tempo alla presenza di questo agente patogeno, le specie europee non hanno praticamente alcuna difesa contro di esso e un’infezione risulta generalmente letale. In appoggio ai cantoni nel miglioramento delle qualità di vita per i gamberi e nella lotta contro le specie alloctone, la Confederazione ha emanato il Piano d’azione gamberi di fiume Svizzera (Stucki & Zaugg, 2011). Inoltre, nel 2014 è stato istituito su richiesta della Confederazione il Centro di coordinamento Gamberi di fiume Svizzera (www.flusskrebse.ch).

2.3.4 Il pesce e il gambero nel loro habitat Le differenti esigenze in merito agli habitat pongono limiti naturali all’espansione delle diverse specie di pesci e di gamberi. Nei torrenti di montagna sono presenti da tempi immemorabili generalmente solamente le specie di trota fario, mentre in corsi d’acqua maggiori è presente uno spettro di specie più ampio. Vale il principio: più l’habitat è vicino alla sua situazione originaria, più specie originarie potranno vivervi e riprodurvisi. In occasione di rivitalizzazioni, rispettivamente di pianificazioni di provvedimenti di compensazione questo aspetto dovrebbe sempre confluire nelle riflessioni. Siccome la gran parte dei corpi idrici della Svizzera sono sfruttati più o meno intensamente dall’uomo, il ripristino degli habitat originari è sovente impossibile o molto difficile. Questo fatto diviene evidente con l’esempio degli sbarramenti: con la loro costruzione vengono trasformati corsi d’acqua con corrente veloce in ambienti simili ai laghi, ma che non presentano però le caratteristiche delle acque ferme (a esempio correnti con velocità troppo elevate in caso di piene). Ciò ha condotto al cambiamento dello spettro di specie presenti in molti fiumi, come risulta evidente per l’Alto Reno.

105 Berufsprüfung Fischereiaufseher 1. Gewässerökologie / Literatur

L’Alto Reno presenta oggi ancora solo quattro comparti con acque correnti, mentre le altre tratte sono sbarrate (Figura 71). Le zone dove una volta vivevano i temoli e i barbi sono divenute zone da barbi o da abramidi. Se prima della costruzione delle centrali dominavano i salmonidi assieme ad altre specie delle acque a corrente veloce, vi risiedono oggi delle specie poco esigenti o specie tipiche delle acque ferme.

Grenze der Grossschiffahrt

Affluente di destra Affluente di sinistra

Navigazione pesante

Figura 71 Profilo longitudinale dell’Alto Reno con la situazione degli 11 sbarramenti e degli affluenti (Rey et al. 2015).

Il ripristino, rispettivamente il riavvicinamento alle condizioni originarie, sono in parte possibili (a esempio rimettendo alla luce tratte intubate di piccoli corsi d’acqua oppure con interventi di rivitalizzazione più importanti). Altrimenti i corsi d’acqua devono essere strutturati in modo tale da consentire (nuovamente) la loro funzionalità, così da garantire i vari cicli vitali dei loro abitatori. La presenza di questi habitat non pone solo i presupposti per una fauna ittica diversificata, bensì si manifesta positivamente anche a livello degli invertebrati acquatici, le cui esigenze ambientali in genere sono meno note. Nonostante i provvedimenti di miglioramento, sovente non è possibile ricostituire l’habitat originario. Possono però essere create le basi affinché i corsi d’acqua - anche nell’attuale situazione influenzata dall’uomo - offrano condizioni il più ideale possibile per la presenza di una flora e una fauna originarie differenziate.

106 Berufsprüfung Fischereiaufseher 1. Gewässerökologie / Literatur

2.3.5 Il pesce e il gambero nella loro comunità vivente In presenza di ambienti differenziati, di quantitativi sufficienti di acqua di buona qualità e in assenza di interventi troppo incisivi da parte dell’uomo (sovrasfruttamento della pesca, ripopolamenti inadeguati) si instaurerà sempre una comunità vivente (biocenosi) equilibrata, adattata alle condizioni naturali. Le biocenosi non sono mai, per loro natura, stabili, ma presentano sempre variazioni relativamente ampie, corrispondentemente alla variabilità naturale delle condizioni ambientali. Pesci e gamberi interagiscono fortemente tra loro come pure con il loro habitat all’interno delle loro biocenosi. Mentre nell’alta regione della trota può vivere solo la trota fario, lo spettro delle specie si allarga scendendo di quota e con l’aumento della grandezza del corso d’acqua (Figura 72). Pure per i laghi vale un principio analogo, anche se, in verità, nei laghetti alpini sono sovente presenti specie di svariate origini, immesse artificialmente dall'uomo. Accanto alle condizioni ambientali, anche i rapporti di concorrenza influenzano la composizione dei popolamenti ittici e di gamberi. In questo contesto sono di primaria importanza la competizione per i rifugi e per le aree di frega, ma anche le relazioni preda-predatore. Due particolari rapporti di concorrenza sono descritti brevemente qui di seguito.

corsi d'acqua laghi

classi di altitudine (m.s.l.m.)

Figura 72 Numero medio di specie nelle comunità ittiche nei laghi a seconda della quota (Dati da Pedroli et al., 1991). Trota fario - trota iridea La trota iridea, originaria del Nordamerica, fu introdotta in Svizzera per la prima volta nel 1888. La trota iridea (Oncorhynchus mykiss) appartiene al genere dei salmoni del Pacifico ed è meno imparentata con la nostra trota (Salmo trutta) di quanto il nome popolare suggerirebbe. In passato, le trote iridee erano sovente immesse a scopi alieutici, siccome si partiva dal presupposto che nelle nostre acque non si potesse riprodurre. Attualmente si sono formate anche in Svizzera delle popolazioni che si riproducono spontaneamente e si mantengono in autonomia; fra esse, per esempio, le note trote iridee del sistema idrico del Reno Alpino. Le ragioni per il regresso della trota fario sono molto complesse (pressione di sfruttamento delle acque, habitat artificializzati o distrutti, sostanze ecotossicologicamente attive nelle acque, ripopolamenti con pesci non adattati (geneticamente) all’ambiente circostante, ripopolamenti con trota iridea, ecc.) e non possono venir stabilite in modo definitivo. In questo ambito gioca probabilmente un ruolo anche la concorrenza tra le due specie, siccome si è potuto osservare

107 Berufsprüfung Fischereiaufseher 1. Gewässerökologie / Literatur come la trota iridea si riproduca sulle stesse aree di frega della trota fario e siccome lo fa con qualche settimana di ritardo rispetto alla fario scavando i propri nidi nelle stesse aree di frega dela trota fario, finisce per danneggiare le uova della specie indigena già deposte. Il significato di questa situazione di concorrenza per la trota fario suscita controverse discussioni. Sicuramente va pure considerato che nel caso dei corsi d’acqua in questione non si tratta di tipici ambienti da trote nei quali la trota fario, adattata in modo ottimale, possa avere un chiaro sopravvento. La problematica convinvenza di trota fario e trota iridea è stata lungamente e intensamente discussa da tutte le cerchie interessate. In conclusione, si è dimostrato che gli inconvenienti riscontrati sono da rimediare primariamente con un’estesa rivitalizzazione di tutto il sistema idrico (qualità delle acque, morfologia, sfruttamento) e con provvedimenti gestionali adeguati. Fondamentalmente, ai fini della protezione delle specie locali di pesci e gamberi, specie alloctone non possono essere immesse qualsiasi corpo idrico senza autorizzazione. Nell’Allegato 2 dell’OLFP sono definiti gli ambiti in cui le varie specie possono essere immesse. Per la trota iridea essi sono gli stabilimenti di piscicoltura, i laghi alpini e bacini artificiali senza possibilità di migrazione verso monte e verso valle e gli stagni artificiali allestiti appositamente per la pesca. Con ciò dovrebbe essere garantito che la trota iridea non si possa diffondere e riprodursi nelle acque libere.

Gamberi: concorrenza tra gamberi indigeni e forme alloctone Gamberi alloctoni hanno già colonizzato vasti territori Svizzeri. Così il gambero americano (Orconectes limosus) si è esteso sull’arco di 15 anni dal lago di Bienne fino in Canton Argovia. I gamberi americani rappresentano una pesante minaccia diretta e indiretta per le specie indigene. • Si suppone che essi soppiantino le specie indigene o quantomeno impediscano la loro ricolonizzazione. • Specie americane di gamberi sono portatori della peste dei gamberi e costituiscono un serbatoio permanente di agenti patogeni di questa malattia che possono venir trasmessi alle specie indigene, ciò che può condurre all’estinzione totale delle loro popolazioni. Popolazioni residue di gamberi indigeni si riscontrano pertanto sovente solo ancora in corpi idrici isolati o nella parte alta dei corsi d’acqua. Un esempio di invasione da parte di una specie straniera (gambero rosso della Louisiana, Procambarus clarkii) e del tentativo di contrastarla ci viene dallo Schübelweiher e dal Rumensee nel Canton Zurigo. Questi esempi mostrano come l’immissione di specie straniere - ma anche di specie indigene non adattate - causi grossi scompensi all’equilibrio tra le specie naturalmente presenti. Questi pregiudizi sono più grandi quanto più l’habitat è monotono e artificiale. Bisognerebbe pertanto fare tutto il possibile per creare ambienti differenziati, siccome ciò essi costituiscono il presupposto per lo sviluppo di un popolamento di pesci, gamberi e macroinvertebrati ricco di specie adatte alla situazione locale.

108 Berufsprüfung Fischereiaufseher 1. Gewässerökologie / Literatur

2.3.6 Comportamento anomalo e sue cause Pesci e gamberi possono essere colpiti da malattie sia negli allevamenti che nelle acque libere. Queste malattie regolano le popolazioni animali anche nella natura non influenzata dall’uomo. Fin quando gli agenti patogeni si trovano in equilibrio con gli animali colpiti hanno un influsso stabilizzante sull’ecosistema e sono quindi da considerare positivamente. Con lo stress permanente, causato per esempio dall’inquinamento delle acque o con la concorrenza per l’alimentazione o per i rifugi, questo fragile equilibrio si può spostare a favore degli agenti patogeni. Ciò può condurre a gravi pregiudizi per gli animali colpiti. I pericoli maggiori sono costituiti da agenti patogeni appena introdotti e contro i quali gli animali colpiti non hanno ancora sviluppato meccanismi di difesa (a esempio peste dei gamberi, introdotta con animali nordamericani). I primi sintomi di una malattia sono generalmente dei cambiamenti del comportamento e della pigmentazione, malformazioni, dimagrimenti, piaghe sulla pelle, ecc. (Tabella 13). Tabella 13 Sintomi patologici facilmente riconoscibili presso i pesci (Deufel et al., 1999).

Organo Sintomo Pelle Cambiamento di colore, intorbidamento della mucosa, lacune nella squamatura, ulcerazioni, macchie nere, micosi, parassiti Occhi Esoftalmo, intorbidamento della cornea e del cristallino Muscolatura Ulcerazioni, emorragie, cisti Cavità addominale Accumulo di liquido, emorragie, eccessiva presenza di grasso, parassiti Canale digerente Accumulo di liquido, infiammazione, feci giallastre, contenuto gelatinoso/catarroso, vermi Vescica natatoria Presenza di liquido, emorragie, vermi

Fegato Colorazione sbiadita, emorragie, cisti Rene Ingrossamenti, colorazione grigia, calcoli Comportamento Aumento o diminuzione della frequenza respiratoria, accelerazione o rallentamento del nuoto, movimenti improvvisi , ombrosità, fiacchezza/abulia, movimenti a spirale La stazione nazionale per le malattie dei pesci, presso il Centro per la patologia dei pesci e degli animali selvatici (FIWI, Institut für Tierpathologie, Universität Bern) emana una serie di opuscoli sulle principali malattie dei pesci. (https://www.fiwi.vetsuisse.unibe.ch/ueber_uns/downloads___kontakt/fische/index_ger.html) • setticemia emorragica virale (SEV) • necrosi ematopoietica infettiva (NEI) • necrosi pancreatica infettiva (NPI) • forunculosi (F) • malattia batterica renale (BKD) • malattia batterica branchiale (MB) • lentosporiasi (infezione da Myxobolus cerebralis) • Malattia renale proliferativa (PKD) • peste dei gamberi

Sono inoltre disponibili alcuni opuscoli su: igiene; pulizia e disinfezioni nelle piscicolture e sulla spedizione di pesci per analisi.

109 Berufsprüfung Fischereiaufseher 1. Gewässerökologie / Literatur

Malattie causate da problemi ambientali Danni dipendenti dalla temperatura sono più frequenti di quanto non si pensi generalmente. Un aumento repentino della temperatura indebolisce i pesci e ne può pure addirittura causare direttamente la morte. Salmonidi e altre specie muoiono già a temperature sopra i 25°C; 40°C sono il limite generale assoluto per tutte le specie. A temperature maggiori vengono accelerati i processi del metabolismo, così per i pesci in acque calde il fabbisogno di ossigeno aumenta, mentre la concentrazione di ossigeno nell’acqua diminuisce con l’aumentare della temperatura. In caso di carenza di ossigeno, che in genere viene causata dalla presenza di sostanze organiche, da materiali marcescenti, oppure dalla respirazione delle piante durante la notte, la capacità di nuoto dei pesci diminuisce. Essi salgono boccheggianti alla superficie alla ricerca di ossigeno. I salmonidi sono particolarmente sensibili a bassi tenori di ossigeno; essi necessitano, per una buona situazione di vita, di almeno 5 mg di ossigeno per litro di acqua. Le loro uova e i loro embrioni muoiono tuttavia già a concentrazioni inferiori a 8 mg/l. Ma anche una sovrasaturazione di ossigeno rappresenta un rischio per i pesci: una concentrazione di ossigeno troppo elevata si manifesta specialmente in estate in laghi eutrofi e può causare la cosiddetta malattia da gas. I giovani pesci reagiscono in modo particolarmente sensibile ad acque sovrasature di gas, come ad altri influssi ambientali: i pesci hanno nel loro sangue una concentrazione gassosa uguale a quella delle acque circostanti; se la pressione atmosferica cala repentinamente, i gas in sovrabbondanza nell’acqua (ossigeno, azoto) si liberano velocemente nell’atmosfera. I pesci non possono però compensare così velocemente questa caduta di pressione dei gas. Il sangue elimina il gas in eccesso nei tessuti; si sviluppano piccole bolle che sono abbastanza evidenti nella regione cefalica e nelle pinne. La vescica natatoria si riempie maggiormente di gas, si formano bolle gassose nelle orbite oculari che portano a fenomeni di esoftalmo ed eventualmente anche alla perdita degli occhi. Pesci colpiti dalla malattia da gas presentano disturbi dell’equilibrio, presentano una colorazione piu scura del normale e boccheggiano alla superficie. Oltre a ciò, anche cambiamenti del pH possono essere dannosi o addirittura mortali per i pesci (malattia da acido o da base). Acidi e basi (a esempio cemento, beton) causano forti produzioni di muco con sfilacciamenti dello stesso, cauterizzazioni e accecamenti. In presenza di acidi forti i pesci saltano fuori dall’acqua; le sensibili branchie vengono cauterizzate. Lo scarico inappropriato di acque cementizie si constata oggigiorno purtroppo ancora sovente.

Gamberi In caso di analisi patologiche sui gamberi si pone sempre in primo piano la preoccupazione per la peste del gambero che porta a una veloce morte dell’animale colpito e può distruggere intere popolazioni. Essa è causata dal Oomiceti Aphanomyces astaci e costituisce di gran lunga la minaccia più importante per le specie di gamberi indigeni. I gamberi americani sono infatti portatori di questa malattia pur non mostrando alcun sintomo. La peste del gambero è stata riscontrata in Europa per la prima volta nel 1859 nel Nord Italia. Essa si è poi diffusa attraverso le attività dell’uomo, siccome le spore dell’agente patogeno possono sopravvivere a lungo anche all’asciutto. L’immissione di gamberi americani o di specie indigene contagiate, nonché l’utilizzo di strumenti infetti sono le cause più frequenti per lo scoppio di epidemie di peste dei gamberi. Quando si constatano morie di gamberi importanti, quasi sempre c’è di mezzo la peste dei gamberi. Gamberi malati tolti dall’acqua lasciano penzolare le chele prive di forza. Essi perdono poi interi segmenti e in seguito muoiono. Nonostante l’impegno di anni non si è finora riusciti a mettere a punto terapie o metodi di prevenzione contro la peste dei gamberi.

110 Berufsprüfung Fischereiaufseher 1. Gewässerökologie / Literatur

Dopo una lunga interruzione, a partire dal 1986 hanno ripreso a manifestarsi epidemie di peste dei gamberi in Svizzera. Negli ultimi tempi sono stati inoltre intrapresi rilevamenti delle popolazioni delle specie di gamberi presenti in Svizzera che hanno consentito di documentare meglio le potenzialità di trasmissione della malattia da parte del gambero americano alle specie indigene, rispettivamente di formulare nuove strategie di protezione. Si suppone che, accanto al noto fungo, anche dei batteri e dei virus possano essere causa di mortalità presso i gamberi; i loro effetti sulle popolazioni di gamberi sono comunque poco conosciute. I gamberi sono pure parassitati da organismi unicellulari e vermi. La maggior parte degli agenti patogeni dei gamberi di fiume non sono specifici, pertanto il pericolo di contagio di specie indigene da parte di patogeni introdotti con specie importate viene ulteriormente acutizzato. Il guardapesca ha il dovere di aggiornars continuamente le sue conoscenze in merito alle malattie e ai danni ambientali. Indirizzi Internet per una veloce informazione:

Stazione nazionale per le malattie dei pesci: www.itpa.vetsuisse.unibe.ch

UFAM: www.bafu.admin.ch EAWAG: www.eawag.ch Fischnetz Schweiz: www.fischnetz.ch FIBER: www.fischereiberatung.ch Koordinationstelle Flusskrebse Schweiz: www.flusskrebse.ch

111 3. GESTIONE ITTICA 113

3.1 Acquisizione di dati di base 113 Metodi per la determinazione dell‘età 113 Determinazione dell‘età, velocità di crescita 117 Struttura demografica di una popolazione ittica 120 Capacità produttiva di un corso d‘acqua 121

3.2 Gestione 123

3.3 Verifica del successo 133

3.4 Piscicoltura 137

3.5 Protezione delle specie e degli habitat 149

Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Acquisizione di dati di base

3. Gestione ittica

La legge federale sulla pesca del 21 giugno 1991 (LFSP) dispone che deve essere garantito uno sfruttamento a lungo termine di pesci e di gamberi e che la Confederazione stabilisce i princìpi per tale sfruttamento (LFSP, Art. 1). I Cantoni sono tenuti a emanare regolamenti per la cattura e per il ripopolamento che garantiscano lo sfruttamento sostenibile delle popolazioni (LFSP, Art. 3). Il concetto di “sfruttamento sostenibile” viene utilizzato in molti rapporti e sovente con significati diversi. Per questo motivo formuliamo, quale premessa al capitolo, la definizione di questo concetto ai fini della gestione ittica. Secondo gli intendimenti della “Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo”, uno sviluppo sostenibile garantisce che le esigenze della generazione attuale siano coperte senza compromettere quelle delle generazioni future. Per poter essere considerato sostenibile, lo sfruttamento di popolazioni ittiche e di gamberi non deve condurre a un prelievo che ecceda la crescita annua della popolazione. Il numero di potenziali genitori non deve pertanto essere ridotto oltre una soglia che metterebbe in pericolo la possibilità della popolazione di mantenersi attraverso la riproduzione naturale. Dello sfruttamento sostenibile fa parte anche il mantenimento della diversità delle specie nell’ambito della fauna ittica e dei gamberi, degli organismi che fungono da base per la rete alimentare, nonché il mantenimento e il miglioramento degli habitat (vedi capitolo 1 - Ecologia delle acque). 3.1 Acquisizione di dati di base

Per poter valutare gli effetti dello sfruttamento sulle popolazioni sono necessari molti dati di base quali grandezza, condizione e struttura della popolazione in esame, nonché sulle condizioni dell’habitat. Anche se il guardapesca non provvederà di persona al rilevamento di tutti questi elementi, dovrebbe comunque conoscere i metodi principali come pure le loro potenzialità e i loro limiti. Nei prossimi capitoli verranno presentati, in forma sintetica, i metodi d’indagine più importanti utilizzati nel campo dell’ittiologia.

Metodi per la determinazione dell‘età Il corpo del pesce è ricoperto da un numero di squame rigide che rimane costante sull’arco di tutta la vita. Con la crescita le singole squame devono dunque ingrandirsi per adattarsi all’accrescimento del corpo. Pure le altre strutture dure devono adattarsi al corpo accresciuto. Ciò avviene di regola attraverso l’immagazzinamento di materiale calcareo. Siccome l’accrescimento alle nostre latitudini non è omogeneo nel corso dell’anno, ma varia in relazione alla temperatura e alla disponibilità alimentare, e siccome la maggior parte delle specie ittiche si nutre poco o affatto prima e durante il periodo riproduttivo, anche l’accrescimento delle strutture dure presenterà delle variazioni stagionali. L’analisi di queste caratteristiche variazioni di crescita consente la determinazione dell’età individuale e della crescita dei pesci. Malattie, forti infestazioni da parte di parassiti o disturbi di origine ambientale influenzano direttamente la crescita del pesce e causano pure zone di disturbo sulle squame e sulle strutture dure. La determinazione attendibile dell’età e il riconoscimento di i questi disturbi presuppongono grande esperienza da parte di chi pratica l’analisi. Per verificare l’attendibilità delle determinazioni dell’età dovrebbero essere analizzati anche pesci dello stesso corpo idrico di cui sia nota l’età (per esempio provenienti da esperimenti con marcatura). La determinazione dell’età è uno degli strumenti per il chiarimento di questioni ittiologiche e di gestione ittica. Per questo scopo vengono utilizzati i seguenti indicatori:

113 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Acquisizione di dati di base

Distribuzione delle lunghezze Quando sono note le velocità di crescita, si possono sovente già fare delle deduzioni in merito all’età dei pesci attraverso la loro lunghezza. La distribuzione delle lunghezze dei pesci catturati con una pescata costituisce, se il numero è suficientemente grande, uno strumento importante (e poco oneroso) per stimare la frequenza delle classi d’età all’interno di una popolazione (Figura 73). Per molti quesiti della gestione ittica, questo sistema grossolano di determinazione dell’età può già essere sufficiente. Qualora mancassero i dati di base, si dovrà procedere a una più approfondita analisi di un campione degli individui catturati.

Figura 73 Distribuzione delle lunghezze dell’alburno di fiume rilevate su individui derivanti da diverse pescate sull’Aar (Breitenstein, 1997). Squame Sulle squame ripulite dalla mucosa e osservate sotto la lente del microscopio (a proiezione) sono visibili degli anelli concentrici (circuli) (Figura 74). La distanza fra di essi (considerando il quadro generale della squama) dà un’indicazione sulla stagione di crescita, siccome in primavera e in estate vengono formati più anelli maggiormente distanziati tra loro rispetto alla stagione autunnale e invernale. Il numero di successioni di anelli estivi e invernali corrisponde al numero di anni di vita del pesce. La crescita ridotta nel corso dell’inverno (oppure durante il periodo riproduttivo) ha inoltre la conseguenza che gli anelli non vengono costituiti completamente. Questi circuli incompleti possono essere riconosciuti come le cosiddette marche dell’anno (annuli) e consentono la determinazione dell’età.

114 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Acquisizione di dati di base

Figura 74 Squama di un coregone di tre anni (3+) proveniente dal lago di Thun. L’età viene indicata con X+ (X per gli anni compiuti e + per la crescita dell’anno corrente).

Determinazioni affidabili dell’età sono possibili solamente per i primi 5-10 anni di vita, siccome con l’invecchiamento vengono formati sempre meno anelli e la loro distanza è più ravvicinata, così che la loro differenziazione e l’interpretazione divengono sempre più difficili. Le squame si formano solo dopo la conclusione dello stadio larvale (vedi capitolo 2 - Sviluppo). Per le specie a crescita lenta, il riconoscimento del primo annulo può comportare difficoltà, siccome lo stesso potrebbe formarsi solo nel secondo anno di vita. La determinazione dell’età sulle squame non comporta procedimenti di preparazione particolarmente onerosi ed è il metodo più frequentemente utilizzato. Esso non può tuttavia essere impiegato per tutte le specie ittiche. Le squame ctenoidi (squame con dentellature, es. pesce persico) oppure squame molto piccole (es. anguilla, bottatrice) non sono adeguate a questo scopo. Le squame possono essere prelevate dall’animale vivo (di regola 6 -10 squame tolte da zone standardizzate per le singole specie, Figura 75). La ferita cutanea guarisce e le squame mancanti vengono rigenerate. Queste ultime - come pure le squame della linea laterale - non sono adeguate alla determinazione dell’età, siccome non presentano un centro chiaramente definibile e il periodo antecedente la perdita della squama non vi è rappresentato.

ciprinidi luccio

coregoni

Figura 75 Posizioni da cui prelevare le squame per le diverse specie.

115 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Acquisizione di dati di base

Opercolo La differente colorazione, rispettivamente la diversa trasparenza delle zone di accrescimento consente la determinazione dell’età sugli opercoli. Questo metodo viene applicato sovente per il pesce persico (Figura 76). Per il prelievo del campione i pesci devono però essere uccisi e per ogni pesce sono disponibili solo due opercoli. Gli opercoli vengono puliti e possono a esempio venir montati sotto vetro in cornici per diapositive e proiettati.

1 2 3 +

Figura 76 Opercolo di un pesce persico di tre anni (3+) proveniente dal lago di Bienne (Büsser, 1989).

Otoliti Gli otoliti presenti nel cranio sono gli organi dell’equilibrio del pesce. Essi si sviluppano già a partire dalla fase embrionale e presentano, come le squame, una caratteristica struttura di crescita (rilievi, differenti gradi di trasparenza, a dipendenza del corpo d’acqua diversa composizione materiale, Figura 77). Forma e grandezza sono tipici della specie. Attraverso l’analisi al microscopio elettronico si può addirittura constatare l’accrescimento giornaliero. La determinazione dell’età tramite gli otoliti è possibile per tutte le specie, ma necessita un lavoro di preparazione oneroso (smerigliatura per ottenere preparati trasparenti, microsezioni, colorazioni), uso di attrezzature particolari e molta esperienza.

Figura 77 Forma e struttura degli otoliti di un Redfish (Nielsen & Johnson, 1983).

116 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Acquisizione di dati di base

Vertebre, lische e raggi delle pinne Anche sugli elementi dello scheletro è visibile una caratteristica struttura di crescita che consente di dedurre l’età del pesce. Per specie particolari o per delle problematiche speciali vengono quindi utilizzate queste componenti scheletriche per la determinazione dell’età (a esempio le vertebre per il siluro, mandibola per la trota canadese (S. namaycush) oppure le lische e i raggi delle pinne per i ciprinidi). Nel caso dell’uso di lische e raggi delle pinne sono necessarie preparazioni onerose prima dell’osservazione al microscopio (sezioni ini, colorazione).

Determinazione dell‘età, velocità di crescita Per la crescita dei pesci bisogna differenziare tra incremento della lunghezza e aumento di peso. Di regola i due processi sono strettamente legati tra loro; discordanze possono indicare squilibri nella popolazione o nell’habitat. La relazione tra lunghezza e peso viene definita “indice di condizione” e può essere calcolata secondo la seguente formula: indice di condizione (lunghezza in cm, peso in g) peso 3 K = 100 ∗ lunghezza L’indice di condizione fornisce indicazioni sullo stato di nutrizione e di sviluppo del pesce. Per specie idrodinamiche piuttosto slanciate (a esempio coregone, trota) esso è più basso che per specie con corpo arcuato o con gibbosità dorsale, oppure piuttosto corpulente (esempio abramide, carpa). Inoltre, l’indice di condizione dipende dal sesso e dall’età ed è sottoposto a variazioni stagionali. In prossimità del periodo riproduttivo viene investita molta energia nell’accrescimento delle gonadi a scapito della massa corporea, così che il peso complessivo aumenta senza che il pesce aumenti, in proporzione, anche in lunghezza. Per coregoni e trote fario, l’indice K si situa normalmente vicino a 1.0, con variazioni stagionali correlate con l’andamento ciclico annuo della disponibilità alimentare e con il ciclo riproduttivo (Figura 78). Pesci giovani e maschi hanno inoltre un indice di condizione minore rispetto a pesci più vecchi e alle femmine. Della Figura 78 si deduce, a prescindere dalle variazioni stagionali che l’indice di condizione dei coregoni del lago di Brienz è chiaramente diminuito dal 1985 al 1995. Per i coregoni del vicino lago di Thun questo calo nello stesso periodo è stato molto meno marcato. Questo calo è in parte riconducibile all’oligotrofizzazione delle acque con la conseguente riduzione della disponibilità alimentare di base (vedi capitolo 1- Ecologia delle acque). Questa conseguenza dei provvedimenti di protezione delle acque è chiaramente visibile anche nel Lago dei Quattro Cantoni oppure nel Walensee. Generalmente valori inferiori a 0.8 danno adito a preoccupazioni in merito a disfunzioni a livello degli habitat (base alimentare, spazi vitali) oppure delle popolazioni (esempio concorrenza intra- o interspecifica, situazioni patologiche).

117 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Acquisizione di dati di base

Figura 78 Indice di condizione di coregoni dei laghi di Thun e di Brienz dal 1985 al 1995, suddivisi in maschi (sinistra) e femmine (destra) per le classi di lunghezza 28-32 cm (valori medi su 25 individui al mese, dati: Ispettorato della pesca del Canton Berna).

La relazione tra la lunghezza corporea e le marche annue sulle strutture dure del pesce consente di calcolare l‘aumento della lunghezza. In generale, a tale scopo, vengono utilizzate le squame, misurandone il raggio al microscopio e rappresentandolo graficamente in relazione alla lunghezza del pesce (Figura 79).

Figura 79 Relazione tra lunghezza corporale e raggio delle squame per il calcolo della crescita (Seifert, 1983).

118 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Acquisizione di dati di base

Dalle distanze tra il centro della squama e i singoli annuli (marche annue) si possono calcolare curve di crescita, facendo capo a formule matematiche. Queste mostrano come la velocità di crescita sia relativamente elevata nei primi anni di vita, per poi diminuire con l’aumento dell’età, quando la lunghezza si avvicina sempre più al valore teorico della lunghezza finale (asintoto) che è caratteristica della specie e della popolazione. Dalla curva di crescita si lasciano dedurre importanti conclusioni per la gestione dei popolamenti ittici, a esempio la lunghezza alla quale viene raggiunta la maturità sessuale, dato fondamentale per la definizione della taglia di cattura. Per assicurare uno sfruttamento sostenibile delle popolazioni ittiche, è di capitale importanza la considerazione differenziata e specifica per ogni corso d’acqua delle popolazioni e dei loro ambienti vitali. Sono perciò assolutamente necessari provvedimenti e regolamentazioni differenziati e adeguati ai diversi corsi d’acqua, alfine di poter ottemperare ai princìpi della legge. La velocità di crescita è specifica per ogni specie e può anzi presentare differenze da popolazione a popolazione (vedi capitolo 2 - Sviluppo e crescita); d’altro canto essa dipende dalla dimensione dell’ambiente dove risiede la popolazione e dalle sue caratteristiche. Così le trote fario dei grandi fiumi dell’altopiano crescono chiaramente più in fretta di quelle dei piccoli torrenti alpini, freschi e poveri di nutrimento (Figura 80). Conseguentemente la taglia minima di cattura sarà impostata su misure più elevate nell’altopiano che nei torrenti alpini. Inoltre, la crescita è fortemente influenzata da caratteristiche specifiche della popolazione (densità degli individui, composizione demografica) e dai provvedimenti gestionali (densità dei ripopolamenti artificiali, pressione di pesca). Ma pure lo stress, per esempio determinato da piene, temperature elevate, carenza di rifugi, forte pressione predatoria o di pesca, può limitare la crescita.

Figura 80 Crescita di trote fario nell’Aar tra Thun e Berna e a Chirel nell’Oberland Bernese, con le rispettive misure minime di cattura (dati: Ispettorato della pesca del Canton Berna).

119 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Acquisizione di dati di base

Struttura demografica di una popolazione ittica La struttura demografica di un popolamento ittico dipende da numerose variabili. Essa viene determinata dal tasso riproduttivo (fertilità), dipendente dalla specie e dall’età, nonché dalla mortalità, come pure dal rapporto tra i sessi. D’altro canto, interventi da parte dell’uomo possono influenzarla fortemente (modifiche ambientali, gestione ittica). Inoltre, anche le condizioni ambientali attuali modificano la situazione demografica. A esempio una primavera mite favorisce lo sviluppo di una coorte numerosa di nuovi nati, mentre le piene invernali distruggono le uova deposte dalle trote fario, per cui potrà verificarsi un’annata con reclutamento naturale debole. La densità naturale della popolazione sarà perciò soggetta a importanti variazioni sul breve periodo. A lungo termine essa corrisponderà circa alla capacità portante dell’ambiente ospitante. In condizioni naturali, al primo colpo d’occhio, il tasso riproduttivo è sempre molto superiore a quanto necessiterebbe per il mantenimento della popolazione. Di questa numerosa progenie una buona parte (a volte ino oltre il 90%) soccomberà nel corso dei primi mesi di vita e solo una piccola parte raggiungerà la maturità sessuale e contribuirà al mantenimento della popolazione. La struttura demografica di una popolazione consente di valutare quale sarà l’evoluzione a breve termine ed è quindi un indicatore importante alfine di assicurare uno sfruttamento sostenibile. Con una pesca regolata (applicazione di una misura minima di cattura), la struttura demografica viene influenzata in modo da asportare gli esemplari più grossi (vecchi), liberando maggiori risorse (spazio, nutrimento, ecc.) per le classi d’età più giovani. Una popolazione non soggetta a pressione di pesca presenta quindi una componente proporzionatamente più elevata di individui vecchi rispetto a una sfruttata dalla pesca (Figura 81). Disposizioni alternativa per la misura di cattura, in particolare la definizione di cosiddette “finestre di cattura”, hanno lo scopo di proteggere anche pesci più vecchi, siccome il loro apporto al mantenimento della popolazione è ritenuto importante. Tramite immissione di pesci giovani (avannotti, preestivali, estivali) in una popolazione che si riproduce autonomamente, l’effetto di una pesca intensiva viene ulteriormente accentuato, siccome la componente di giovani pesci viene ulteriormente aumentata. Fintanto che la capacità portante dell’ecosistema (nutrimento, disponibilità spaziale, rifugi, ecc.) lo consente, non sono da attendere ripercussioni negative; non appena le risorse divengono limitanti, i provvedimenti di ripopolamento portano a una cosiddetta regolazione della densità della popolazione con un aumento della mortalità (stress), una riduzione della crescita, oppure a una migrazione. Fondamentalmente, a fronte di una riproduzione naturale che funziona in modo sufficiente, bisognerebbe rinunciare a un ripopolamento.

120 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Acquisizione di dati di base

Figura 81 Distribuzione delle età nelle popolazioni di coregone in Canada in un lago non soggetto alla pesca (sopra) e in uno soggetto a pesca sperimentale con 11.5 kg/ha (sotto) (modificato secondo Healey, 1975).

Capacità produttiva di un corso d‘acqua Il rendimento potenziale di pesca di un corso d’acqua viene definito come pescato massimo realizzabile in condizioni ideali della composizione della popolazione ittica e di ottimale sfruttamento della capacità naturale di produzione, senza generare effetti negativi sulla popolazione (sovrasfruttamento). Il rendimento potenziale di pesca può essere molto diverso ed è determinato da molteplici fattori. Decisivi sono il tipo di corpo idrico (corso d’acqua, lago, sbarramento), la situazione geografica (altitudine sul mare) e le caratteristiche geologiche del bacino imbrifero (rocce calcaree o silicee). D’altro canto, giocano un ruolo importante pure il deflusso, la temperatura, le sostanze nutritive e la disponibilità di habitat (rifugi). Con la pesca viene asportata solo una parte della biomassa ittica potenzialmente pescabile. Quest’ultima può inoltre presentare grandi variazioni nel tempo. Le catture effettivamente realizzate (e registrate nella statistica) sono pertanto in generale chiaramente inferiori al rendimento potenziale di pesca. Il rendimento potenziale di pesca di un corso d’acqua, espresso quale media di un periodo di molti anni, serve quale base per i piani di ripopolamento, per la valutazione dei danni in occasione di morie di pesci, per la determinazione dell’entità delle compensazioni nell’ambito di progetti di sfruttamento della forza idrica e, in alcuni Cantoni, per la definizione dei canoni d’affitto dei diritti di pesca. La stima del rendimento potenziale di pesca per unità di superficie di un corso d’acqua si basa su un metodo standardizzato, proposto da Roth (1985) in accostamento ad altri autori del passato.

121 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Acquisizione di dati di base

Rendimento potenziale di pesca annuo (RA) = 10 * k1 * k2 * k3 * B

k1 Coefficiente per la temperatura (1.5 per acque temperate in inverno e per acque della regione dell’abramide; 1 per tutte le altre acque)

k2 Coefficiente ambientale (da 0.5 per condizioni ambientali medie ino a 1.5 per buone condizioni ambientali)

k3 Coefficiente per la zona ittiologica (1 per la regione della trota e del temolo, 1.5 per la regione del barbo, 2 per la regione del barbo) B Coefficiente biogenico, valuta la quantità e la qualità della biocenosi che fornisce la base alimentare per i pesci (da 1 per acque povere a 10 per acque molto ricche). Nel Canton Berna il rendimento potenziale di pesca è stato stimato per tutte le acque a patente in base a un metodo modificato. Per torrenti alpini esso si situava sempre tra 0 e 40 kg/ha. I valori più elevati, con 120 kg/ ha, erano raggiunti dai corsi d’acqua del giura e alcuni settori dell’Aar nell’altopiano. Un confronto fra vari sistemi di stima ha mostrato che con questi metodi si ottengono valori leggermente superiori a quelli deducibili da pescate quantitative (Figura 82) e nettamente superiori a quelli valutabili in base alle statistiche di pesca. In generale vi è però una buona corrispondenza tra i diversi metodi di stima del rendimento di pesca nei corsi d’acqua. Per una semplice valutazione del rendimento potenziale di pesca nei laghi non sono stati finora sviluppati metodi analoghi. Le statistiche sul pescato professionale e dilettantistico mostrano comunque l’entità del successo di cattura per i diversi laghi e per le varie specie (www.statistichedipesca.ch/it).

Figura 82 Confronto tra valori stimati della capacità di produzione e pescate di controllo per 7 corsi d’acqua del Canton Berna (Vuille, 1997).

122 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Gestione

3.2 Gestione

Sotto il concetto gestione delle popolazioni ittiche e di gamberi si intendono tutti gli interventi dell’uomo sulla dinamica delle popolazioni mirati a mantenerne costante la loro entità o a potenziarla. Fra questi vi sono sia il ripopolamento artificiale con specie desiderate, che la pesca. I provvedimenti tesi alla protezione di specie minacciate, come il miglioramento degli habitat, sono pure parte integrante della gestione delle popolazioni di pesci e gamberi. In base all’Art. 3 della LFSP, la gestione è compito dei Cantoni che devono tenere in considerazione le disposizioni minime di protezione issate dalla Confederazione nell’art. 4 dell’OFLP. Il numero di pescatori dilettanti in Svizzera viene stimato attorno ai 150'000 (situazione 2019). Annualmente vengono staccate circa 100'000 patenti per la pesca dilettantistica di varia durata patenti annuali, mensili, settimanali o giornaliere). I pescatori dilettanti trascorrono gran parte del loro tempo libero lungo le rive delle nostre acque non solamente per pescare, ma anche per dedicarsi alla cura delle popolazioni ittiche. Siccome però dagli anni 1980 nei corsi d’acqua svizzeri si è verificato un continuo regresso delle catture imputabile primariamente a deficit a livello degli ambienti vitali, il ripopolamento ittico si è profilato quale alternativa per contrastare, almeno parzialmente, il declino delle popolazioni. Nonostante la pratica pluriennale, il ripopolamento rimane un tema complesso e controversamente discusso, in particolare in merito ai suoi effetti. Così si è potuto constatare come il regresso delle catture non ha potuto essere interrotto, nonostante i ripopolamenti intensivi. Il fatto che il solo ripopolamento non sia una soluzione è ormai largamente riconosciuto. Habitat intatti sono la base imprescindibile per popolazioni ittiche sane e un loro sfruttamento sostenibile. Provvedimenti come il ripopolamento artificiale non sono efficaci a lungo termine, ma possono servire temporaneamente a coprire dei deficit ambientali.

3.2.1 Basi gestionali In questi ultimi anni, le pratiche di ripopolamento si sono evolute adattandosi a un nuovo contesto alieutico , giuridico e scientifico. Oggi la parola d’ordine è divenuta: “il meno possibile, solo quanto necessario”. Le misure di miglioramento degli habitat (per esempio: recupero della percorribilità ittica, risanamento del trasporto solido, pianificazione delle rivitalizzazioni) sono dunque prioritarie e le eventuali misure di sfruttamento devono adattarsi di conseguenza. Oggi una gestione piscicola deve: • compensare in modo mirato i deficit degli habitat acquatici; • tenere in considerazione le risultanze scientifiche recenti; • valutare e comunicare i risultati delle misure di gestione. Si tratta di mantenere a lungo termine le popolazioni ittiche e la varietà delle specie in un habitat intatto, di consentire uno sfruttamento considerando le conoscenze scientifiche. Le misure di gestione, laddove necessarie, devono essere condotte parallelamente alla promozione della conservazione e del miglioramento degli habitat. Alla base di tutti provvedimenti gestionali deve essere posto un concetto nel quale si analizzi la situazione naturale (ambiente, diversità delle specie, entità delle popolazioni, ecc.) e devono essere definiti degli obiettivi che consentano di avvicinarsi a una situazione naturale. Per i diversi tipi di acque vanno utilizzate preferibilmente specie a essi adeguate. Per esempio in tratte sbarrate con poca pendenza non ha senso insistere sulla gestione con trote fario. Nel concetto di gestione devono essere tenuti presenti: il rendimento potenziale del corpo idrico, le relazioni trofiche, le condizioni del popolamento ittico (genetica, struttura

123 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Gestione demografica, crescita, maturazione sessuale, successo riproduttivo), la pressione di pesca e quella dei predatori. Negli ultimi 50 anni il carico inquinante di sostanze nutrienti ha potuto essere ridotto massicciamente in molte acque grazie ai provvedimenti di protezione delle acque. Di conseguenza la produttività è diminuita, ma la qualità delle acque è nettamente migliorata. Confronti fra i rendimenti di pesca attuali con quelli degli anni 60 sono quindi inammissibili. Nel concetto di gestione devono essere considerate anche le specie non interessanti per la pesca. Un sostegno unilaterale alle specie predatrici più ambite dai pescatori (trota fario, luccio, lucioperca, ecc.) non è possibile senza una vasta base alimentare composta da pesci preda. Inoltre, secondo la legislazione in vigore sulla pesca, i Cantoni hanno il compito di prendere provvedimenti per la protezione e il promovimento delle specie minacciate e dei loro habitat. La gestione deve essere indirizzata principalmente alle specie indigene adattate alle nostre acque. Un sostegno artificiale a specie alloctone è indesiderato in base a riflessioni ecologiche (falsificazione del quadro faunistico locale, concorrenza con le altre specie, altre conseguenze sconosciute, ecc.) e alle disposizioni della LFSP e della OLFP. Le eccezioni (a esempio laghetti di pesca sportiva e laghi alpini) sono chiaramente definite dal quadro giuridico. Inoltre, nel concetto di gestione sono da tenere in considerazione le basi della genetica. Ogni specie è strutturata in diverse popolazioni contraddistinte da caratteristiche genetiche peculiari. Con ciò, la diversità genetica di una specie è costituita sia dalla diversità all’interno di una popolazione (differenze fra gli individui della stessa popolazione) sia da quelle tra le singole popolazioni. Le caratteristiche genetiche di una popolazione non sono caratteri rigidi, ma possono svilupparsi in continuazione, col mutare delle condizioni ambientali. Attraverso le generazioni, le popolazioni si adattano condizioni ambientali locali. Ciò conferisce ai loro individui un vantaggio rispetto a pesci meno adattati (maggiore capacità di sopravvivenza, migliore successo riproduttivo). Gli adattamenti alle condizioni locali possono manifestarsi a livello della costituzione fisica, della fisiologia o del comportamento. Al mantenimento della diversità genetica tra le popolazioni e dentro le stesse viene attribuito un ruolo sempre più importante nell’ambito sostenibile e della protezione delle specie. Un ulteriore compito della gestione sostenibile consiste nel mantenimento degli adattamenti locali, evitando il più possibile ingerenze nei processi evolutivi. L’impatto da parte di uccelli ittiofagi (cormorano, smergo, airone cenerino) è molto aumentato negli ultimi decenni, mentre la lontra riconquista lentamente il suo territorio. Questi predatori di pesci entrano pertanto in diretta concorrenza con l’uomo. Siccome gli uccelli ittiofagi sono pure una componente della piramide trofica (vedi capitolo 1 - Ecologia delle acque), anche le loro esigenze devono essere tenute in considerazione nel concetto di gestione. In grandi corsi d’acqua può sorgere un conflitto tra diverse specie minacciate (smergo e temolo sono ambedue specie di una lista rossa!) per la cui soluzione devono essere fatte delle ponderazioni d’interesse. Con le azioni di disturbo secondo le direttive federali e cantonali (concordate con le organizzazioni per la protezione degli uccelli) è possibile contenere, ma non eliminare, eccessive predazioni in tipi di acque e in situazioni ben definite. Il concetto di gestione deve essere rivisto e attualizzato periodicamente o qualora si dovessero manifestare cambiamenti evidenti. La dimensione temporale ha un ruolo di primo piano, siccome i corpi d’acqua si modificano continuamente (situazione delle sostanze nutrienti, costruzioni idrauliche, rivitalizzazioni, piene). Quale base per una sensata gestione è necessario tenere una precisa contabilità del successo della riproduzione naturale, delle catture e dei ripopolamenti, nonché disporre di indicazioni specifiche per i vari corsi d’acqua.

124 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Gestione

3.2.2 Pro e contra in merito al ripopolamento Dal momento che un ripopolamento è sempre connesso a rischi ecologici e a conseguenze economiche, prima di prendere una decisione, occorre ponderare le argomentazioni favorevoli e contrarie. I punti seguenti (non esaustivi) possono deporre a favore o a sfavore di un ripopolamento. La responsabilità decisionale compete all’autorità cantonale della pesca. La legge federale sulla pesca deve essere in ogni caso rispettata. Argomenti a favore di un ripopolamento • Preservazione della popolazione tramite misure transitorie su un arco di tempo limitato fino al miglioramento delle condizioni ambientali • Possibilità di sfruttamento della pesca • Introiti generati dalla pesca • Attività delle società di pesca

Argomenti a sfavore di un ripopolamento • Propagazione di malattie e parassiti • Concorrenza con pesci selvatici • Ibridazione con pesci selvatici; perdita di adattamento locale dei pesci selvatici • Perdita di diversità genetica • Effetti negativi legati alla pesca elettrica • Costi del ripopolamento • Potenziale minaccia per anfibi e gamberi (soprattutto nei ruscelli destinati all’allevamento) 3.2.3 Possibilità di gestione, significato e adeguatezza di diverse specie ittiche Per la gestione delle acque ai fini di uno sfruttamento sostenibile delle popolazioni ittiche esistono diverse possibilità che non sono però applicabili a tutti i corsi d’acqua o a tutte le specie. • Ripopolamenti artificiali (capitolo 3.2.4) vengono effettuati per specie scelte e in situazioni chiaramente definibili. Essi sono di competenza dei responsabili per la pesca. • Provvedimenti di protezione nell’ambito dell’esercizio della pesca (capitolo 3.2.5) sono da applicare a tutte le acque e alla maggior parte delle specie e possono pure essere issate dal responsabile della pesca che deve però tenere conto delle disposizioni minime della LFSP. • Provvedimenti a favore del miglioramento dell’habitat (capitolo 3.2.6) possono essere presi in considerazione per molte acque. L’iniziativa per queste azioni va presa da parte delle cerchie interessate (Amministrazione della pesca, Società di pesca, protezione della natura, ecc.). Fattori non direttamente influenzabili, come a esempio la disponibilità di terreni attigui alle acque per le rivitalizzazioni, la sicurezza contro le piene, la navigazione, l’utilizzo delle acque per scopi ricreativi, infrastrutture o finanziamenti, sono sovente determinanti per una realizzazione. Per la gestione di grandi laghi, la pesca professionale è un fattore importante. In generale questa attività vive di poche specie che possono essere catturate in grandi quantità con le reti. Nonostante alcune differenze regionali, sono coregoni e pesce persico i veri pesci di sostentamento dei pescatori di professione. Queste specie sono pure al centro dell’interesse

125 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Gestione dei pescatori dilettanti insieme, a dipendenza del lago, il luccio, il salmerino alpino e la trota lacustre. Con diversi provvedimenti di gestione si cerca di influenzare positivamente la dinamica delle popolazioni di questi pesci e, di conseguenza, le catture. Per il pesce persico le pratiche di ripopolamento sono pressochè inutili, siccome la strategia riproduttiva di questa specie è indirizzata alla produzione di una progenie molto abbondante quando le condizioni ambientali sono favorevoli. Per la dinamica delle popolazioni questo è un fattore centrale, siccome le coorti molto abbondanti che ne risultano riducono in modo notevole la loro progenie attraverso il cannibalismo. Nel caso dei coregoni il successo riproduttivo dipende dalle condizioni di ossigenazione dei fondali e inoltre dalle condizioni meteorologiche in primavera. Un riscaldamento precoce delle acque ha come conseguenza uno sviluppo anticipato dello zooplancton e con ciò una buona base alimentare per le larve che nascono da fine febbraio fino a inizio marzo. Con l’incubazione artificiale (a freddo) e l’allevamento fino allo stadio di preestivale o di estivale, si cerca di mantenere costante la densità delle coorti e, nel senso di un’assicurazione, di evitare l’assenza completa di un’annata. Nell’ottica del mantenimento delle popolazioni locali l’allevamento artificiale può anche dare un importante contributo. Un caso particolare è quello dei laghi eutrofi dell’altopiano centrale (per esempio Sempachersee, Hallwilersee, Greifensee) nei quali la riproduzione naturale dei coregoni è stata impedita per lungo tempo a causa del deficit di ossigeno nelle acque profonde. Con gli interventi messi in atto, quali l’ossigenazione artificiale dei laghi, ecc., la situazione inizia a migliorare. Tuttavia, una riproduzione naturale dei coregoni, per esempio nell’Hallwilersee, non è tutt’oggi ancora possibile. Provvedimenti di ripopolamento sono quindi inevitabili se si vuole mantenere la presenza a lungo termine della specie nel lago e il rispettivo sfruttamento della stessa tramite la pesca. In questi casi, gli elevati prodotti annui della pesca a volte superiori a 50 kg/ha sono totalmente riconducibili ai ripopolamenti artificiali, tanto che è possibile pragonare questi laghi a degli stagni d’allevamento (Figura 83). Per la gestione della trota lacustre sono i miglioramenti all’habitat ad avere la maggiore importanza, con il ripristino della percorribilità degli affluenti che portano alle aree riproduttive, alfine di garantire il successo della riproduzione naturale. Dove questo non è possibile entro tempi utili, bisogna provvedere con l’allevamento e i ripopolamenti artificiali quantomeno al mantenimento delle popolazioni locali (esempio la trota del lago Bodanico nel Reno). .

126 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Gestione

Figura 83 Pescato professionale medio di coregoni per unità di superficie in 13 grandi laghi negli anni 80 e 90 (Dati: BUWAL).

3.2.4 Pianificazione ed esecuzione dei ripopolamenti In passato si immetteva nelle acque il massimo di pesci possibile alfine di ottenere il massimo rendimento di pesca. Questa strategia poteva avere una certa giustificazione negli anni 50, quando la cattiva qualità delle acque sovente non consentiva più lo sviluppo di popolazioni ittiche naturali. Le esperienze degli ultimi due decenni hanno però mostrato che un ripopolamento eccessivo può in molti casi addirittura essere dannoso. Ai fini della pianificazione, per individuare quando e dove sia necessario un ripopolamento devono avvenire alcuni chiarimenti. La decisione a favore o contro un ripopolamento deve avvenire anzitutto tramite una valutazione del reclutamento naturale. Quando questo funziona in modo sufficiente, cioè quando è in grado di produrre un numero sufficiente di riproduttori, non è necessario alcun ripopolamento ed eventuali ripopolamenti in atto vanno sospesi. Dovrà essere invece data priorità alla protezione dell’habitat da effetti pregiudizievoli e la popolazione ittica naturale preservata a lungo termine. Uno sfruttamento sostenibile resterà possibile (Figura 84).

127 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Gestione

ripopolamento

Figura 84 Procedimento per la valutazione, la pianificazione e l’esecuzione di un programma di ripopolamento (UFAM, 2018).

Di principio non importa se il corpo d’acqua gestito appartiene a un sistema a patente accessibile a tutti i pescatori, o se invece sia un tratto i cui diritti di pesca sono affittati a terzi e accessibile a un numero limitato di usufruttuari. Per acque con diritti privati valgono in ogni caso almeno le disposizioni minime definite della legislazione federale. Un obbiettivo primario della gestione ittica deve essere il mantenimento delle strutture naturali della popolazione e della diversità genetica all’interno delle popolazioni. Con ciò si preservano eventuali adattamenti locali, ma anche le differenze generate dalla deriva genetica che possono assumere importanza quale potenziale evolutivo. In questo modo si garantisce l’idoneità alle condizioni ambientali locali come pure le differenze tra popolazioni di diversi ambienti. È pertanto importante definire delle unità gestionali sulla base dei seguenti criteri: differenze genetiche tra le popolazioni e adattamenti locali. Ciò vale anche per le acque intensamente ripopolate negli scorsi decenni. Anche se attraverso questa attività è avvenuta

128 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Gestione una omogeneizzazione genetica, permangono differenze fra le popolazioni che meritano di essere protette e favorite. Per la pianificazione del ripopolamento sono pure determinanti i quantitativi e l’età dei pesci da immettere. Nella Figura 85 sono rappresentati alcuni dei fattori da tenere in considerazione per la determinazione dei quantitativi di pesci da immettere.

disponibilità alimentare

regione ittica rendimento potenziale habitat

temperatura

migrazione entità e struttura ripopolamento predazione della popolazione pressione di pesca

aree di frega

idrologia sucesso della : qualità delle acque riproduzione immigrazione

struttura demografica

Figura 85 Alcuni fattori da tenere in considerazione in occasione della definizione dei quantitativi di pesci da immettere in un sorso d'acqua.

In merito all’età dei pesci da semina vale il principio generale che gli stadi più critici dello sviluppo giovanile dovrebbero essere superati in condizioni il più possibile controllate. L’età più adeguata ai fini della semina è pertanto da stabilire a dipendenza della specie e dell’ambiente a cui è destinato il ripopolamento. Per i coregoni va almeno atteso il raggiungimento dello stadio di sviluppo larvale (sacco vitellino riassorbito, passaggio all’assunzione di nutrimento esterno) prima di immettere i pesci nel lago. Per la trota lacustre e la fario, alfine di definire il periodo d’immissione, sono importanti le condizioni di deflusso e la disponibilità di habitat adeguati ai giovani pesci nelle acque di destinazione. In generale devono essere ricercate condizioni di allevamento il più naturale possibili (piccoli corsi d’acqua naturali per l’allevamento degli estivali) per aumentare le capacità di adattamento dei pesci immessi all’ambiente naturale. Si faccia però attenzione a non recare pregiudizio a popolazioni di anfibi e gamberi eventualmente presenti nel corso d’acqua potenzialmente interessante per l’allevamento. Per il successo delle pratiche di ripopolamento artificiale è determinante manipolare con cura i pesci da immettere, tenendo presente le abitudini di vita caratteristiche delle singole specie (pesci di branco o individualisti) le loro esigenze ambientali (riva o acque libere), come pure la grande sensibilità a sbalzi di temperatura (vasca di trasporto - acqua di destinazione). Al materiale ittico prodotto con così grandi oneri dovrebbero essere offerte le maggiori probabilità possibili di sopravvivenza nell’ambiente ricettore. Inoltre, i pesci da immettere devono essere esenti da malattie, parassiti ed epidemie. Un problema speciale è posto in Svizzera dalla malattia renale proliferativa MRP (vedi Capitolo 3.3.6). Come risulta dalle indagini condotte nell’ambito del progetto “Fischnetz”, questa

129 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Gestione malattia sembra espandersi sempre più. Alcuni Cantoni hanno reagito vietando completamente per legge il ripopolamento artificiale di certi corsi d’acqua per evitare il diffondersi dell’epidemia di PKD. Altri Cantoni consigliano di immettere trote fario solo nel tardo autunno, con temperature in diminuzione, così che i pesci immessi abbiano modo di sviluppare una certa resistenza contro l’agente patogeno della PKD, prima che la malattia si sviluppi nuovamente nella tarda primavera dell’anno successivo. Questo esempio mostra come la politica dei ripopolamenti debba essere continuamente ripensata e attualizzata in base alle nuove conoscenze. Informazioni dettagliate relative alla pianificazione di ripopolamenti sostenibili sono contenute nella pubblicazione Ripopolamento sostenibile dei corsi d’acqua (UFAM, 2018) della serie Umwelt-Wissen.

3.2.5 Misure di protezione Le popolazioni ittiche dovrebbero essere protette da un’eccessiva pressione di pesca con provvedimenti di regolamentazione della pesca che possano almeno garantire la riproduzione naturale. Prescrizioni minime in merito ai periodi di protezione, alle misure minime di cattura e alle zone di protezione sono issate nella LFSP e nella OLFP. Eccezioni in senso estensivo necessitano un’autorizzazione speciale della Confederazione; provvedimenti più restrittivi rientrano nel campo di competenza dei cantoni che li possono quindi adottare autonomamente. Periodi di protezione Per favorire la riproduzione naturale, vengono ordinati per determinate specie periodi di divieto di pesca durante la frega. Inizio e fine dei divieti vanno impostati di principio in modo da coprire almeno il periodo riproduttivo effettivo della specie in questione nel rispettivo corpo idrico. In caso di necessità tali periodi possono essere prolungati e inglobare anche altre specie. Misure di cattura Le misure minime fissate dalla OLFP per le diverse specie sono impostate in primo luogo per la protezione dei riproduttori alla prima frega. Per singole specie o popolazioni (per esempio coregoni a crescita lenta) questi limiti possono risultare troppo alti e possono venir ridotti sulla base di una richiesta circostanziata e motivata alla Confederazione. Qualora risultasse necessario per la garanzia di uno sfruttamento sostenibile, i Cantoni sono obbligati ad aumentare le misure minime di cattura o a estenderle ad altre specie ittiche o di gamberi. In certe situazioni è pure sensato definire delle “finestre di cattura”. Siccome femmine di grossa taglia producono uova in maggior numero e di grandezza superiore, risultano essere particolarmente pregiate ai fini della riproduzione. Tramite l’applicazione di una finestra di cattura si possono proteggere questi individui dalla cattura da parte dei pescatori dilettanti. Inoltre, possono essere protette trote lacustri in risalita in corsi d’acqua popolati da trote fario. Per la pesca professionale devono essere stabilite delle magliature minime per le reti in modo tale da minimizzare la cattura di individui sottomisura o di specie protette. Limitazione del numero di catture Per contenere la pressione di pesca possono essere prese misure dirette come la limitazione del numero quotidiano o stagionale delle catture, oppure l’introduzione di giornate di divieto di pesca. Anche provvedimenti indiretti, come la limitazione del numero di reti concesse oppure del numero di ami per le spaderne e per le lenze, possono contribuire al contenimento della riduzione della popolazione pescata. Una base di valutazione importante per queste limitazioni è la statistica di pesca.

130 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Gestione

Zone di protezione, limitazioni dello sfruttamento I Cantoni possono emanare disposizioni in merito alle zone di protezione, le cui finalità possono essere diverse e devono essere definite individualmente per i singoli oggetti. Questi possono essere territori estesi nei quali tutte o solo determinate specie vengono protette in modo mirato dalla pesca (esempio: Schadau a Thun, per la protezione del temolo), ma possono anche essere dei piccoli settori di corpi idrici come a esempio canali di aggiramento oppure zone ai piedi di sbarramenti dove sovente i pesci tendono ad ammassarsi (nonostante le scale di monta) e sono quindi più facilmente catturabili. La protezione di specie particolarmente rare o presenti in popolazioni di piccole dimensioni può pure richiedere l’istituzione di zone di protezione. 3.2.6 Misure di sostegno In seguito a cause legate ai tempi, alla politica o ai finanziamenti, i problemi nelle nostre acque non possono venir risolti sempre e subito. Uno sguardo a ritroso nell’ambito della gestione idraulica delle acque svizzere lascia supporre che i peccati degli ultimi 200 anni non potranno essere rimediati in un lasso di tempo inferiore. Nuovi punti di vista, soluzioni innovative, oppure il coinvolgimento di aspetti ecologici, necessitano di molti anni prima di entrare nella pratica quali idee generalmente accettate. L’evoluzione dopo il 1990 e in particolare dopo l’entrata in vigore della Legge federale sulla sistemazione dei corsi d’acqua del 21. giugno 1991 lascia sperare che l’era delle distruzioni degli ambienti acquatici tramite costruzioni idrauliche sia ormai conclusa. In base alla legislazione vigente i corpi d’acqua, la naturalezza delle acque, il mantenimento e il ripristino di habitat differenziati hanno una elevata priorità e gli interventi di rivitalizzazione sono pure sovvenzionati con mezzi finanziari della Confederazione. Con la revisione della Legge federale sulla protezione delle acque (LPAc) e dell’Ordinanza sulla sistemazione dei corsi d’acqua (OSCA), alla fine degli anni '90 si è pure inserito, a livello legislativo, il principio secondo il quale un corso d’acqua necessita di uno spazio minimo tale da consentirgli lo svolgimento delle sue funzioni ecologiche (Figura 86). L’esigenza di spazio deve nel frattempo pure essere riportata nell’ambito dei rilevamenti ecomorfologici per ciascun corso d’acqua. Ciò consente di affrontare più approfonditamente i problemi delle popolazioni ittiche e di ridurre, secondo le possibilità, le cause del loro regresso, almeno quando esse sono note! Il ripristino di ambienti naturali o vicini allo stato naturale (per esempio: connessione fra gli ambienti, aree di frega, nurseries, rifugi) deve perciò ottenere la stessa priorità dei ripopolamenti artificiali nell’ambito del sostegno alle popolazioni ittiche. Gli ambienti di vita devono essere strutturati in modo da garantire alle popolazioni ittiche la sopravvivenza a lungo termine senza l’aiuto dell’uomo. Solo così può essere ottemperato l’impegno per uno sfruttamento sostenibile. Accanto alla creazione di nuove aree riproduttive o al miglioramento di quelle esistenti (vegetazione acquatica, canneto, trasporto solido, ecc.), oppure all’incentivazione delle aree per i giovani pesci (rive riccamente strutturate, rive con acque basse, ecc.), si deve principalmente badare al miglioramento dei collegamenti all’interno del reticolo idrografico e della percorribilità dei nostri corsi d’acqua da parte dei pesci.

131 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Gestione

Curva della biodiversità Curva dello spazio minimo

Larghezza della zona ripuaria (m) (m) ripuaria zona della Larghezza riservato (minima riservata)

Larghezza naturale del fondo del letto (m) Figura 86 Larghezza della zona ripuaria in funzione della larghezza del fondo del letto del corso d’acqua necessaria a garantire le funzioni minime indispensabili del corso d’acqua (curva dello spazio necessario) come pure a favorire la diversità naturale delle specie vegetali e animali tipiche del luogo (curva della biodiversità). UFAM & UFAEG 2003.

132 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Veriica del successo

3.3 Verifica del successo

I controlli d’efficacia sono strumenti importanti per documentare gli interventi dell’uomo (per esempio: immissioni di pesci, valorizzazioni morfologiche del corpo idrico) sull’entità delle popolazioni ittiche e sulla loro struttura demografica e specifica, e per acquisire nuove conoscenze per futuri interventi. Siccome le popolazioni non reagiscono subito ai provvedimenti intrapresi (a volte servono diverse generazioni), la verifica dell’efficacia degli interventi dovrebbe protrarsi su un periodo di tempo sufficientemente lungo a consentire conclusioni attendibili. A seconda del concetto di controllo d’efficacia possono venir assunte diverse informazioni, fra le quali distinguiamo: a) controllo d’efficacia riferito a una determinata specie: • verifica del funizonamento della riproduzione naturale e di schiusa delle uova (cartografia delle aree riproduttive, Early-Life-Tests, dimostrazione della presenza di stadi larvali);

• controllo d’efficacia dei ripopolamenti (sospensione dei ripopolamenti per più anni, controllo tramite marcatura oppure, parental assignement test dei pesci introdotti);

• cambiamenti dell’entità della popolazione (cattura-ricattura, dimostrazione indiretta tramite la statistica); • cambiamenti della struttura della popolazione (demografia, rispettivamente distribuzione delle lunghezze);

• comportamento migratorio (migrazione verso monte dopo l’eliminazione di un ostacolo); b) controllo d’efficacia riferito allo spettro delle specie: • occupazione dei nuovi habitat disponibili da parte dei pesci (spettro delle specie presenti),

• frequenza delle singole specie e delle diverse classi d’età. 3.3.1 Marcatura Per controlli d’efficacia (per esempio: struttura della popolazione, verifica degli spostamenti migratori oppure, della funzionalità di passaggi per pesci) può essere sensata la marcatura dei pesci oggetto dell’indagine. Lo scopo alla base di un esperimento con la marcatura di pesci deve essere ben definito e l’impatto sui pesci deve essere mantenuto al livello minimo possibile. Il metodo di marcatura deve essere adeguato alla specie e allo stadio di crescita e deve essere scelto in modo da non limitare il pesce nel suo comportamento. Nel limite del possibile si dovrebbe rinunciare all’applicazione di dispositivi di marcatura esterni (clips mandibolari, marche opercolari e simili). La caratterizzazione con contrassegno individuale serve principalmente per la dimostrazione degli spostamenti individuali, rispettivamente della fedeltà degli individui ai loro areali. Quando la necessità di una marcatura individuale non sussiste, il metodo più semplice e utilizzato per i salmonidi è quello dell’ablazione della pinna adiposa. Il taglio di altre pinne è da evitare nel limite del possibile. Tecnicamente più onerosa è la marcatura con colori acrilici (elastomeri), colori da tatuaggio, oppure alciano blu (Pan-Jet) che vengono iniettati sotto la pelle, preferibilmente in parti del corpo prive di squame (per esempio peduncoli basali delle pinne). Quando la marcatura deve essere riconoscibile solo per un breve periodo (ca. 3 mesi), possono essere effettuate criomarcature (marcature a freddo con azoto liquido) sul fianco del pesce.

133 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Veriica del successo

La semplice identificazione ottica di un individuo al momento della ricattura è resa possibile da piccole placchette numerate (VIT=Visible Implant Tags, Figura 87 a destra) che vengono introdotte sotto la pelle dietro all’occhio. Lo stesso risultato si ottiene con l’introduzione nella muscolatura o nella cartilagine nasale di barrette metalliche con incisi dei codici (Coded Wire Tag, Figura 87 a sinistra). Per il ritrovamento e il riconoscimento sono tuttavia necessarie apparecchiature particolari (detettori di metalli). Per la marcatura individuale di pochi animali può pure essere sufficiente l’uso di un codice con punti colorati (marcatura in diversi parti del corpo con colori diversi e diverso numero di punti). Nel caso di utilizzo di tutti i metodi precedentemente citati è imprescindibile la ricattura dei pesci marcati. Altri metodi con marche elettroniche (emittenti a ultrasuoni, emittenti radio, microcip) permettono di localizzare gli individui marcati tramite speciali ricevitori. Queste marche devono però essere impiantate chirurgicamente nelle cavità corporali, lasciando all’esterno del corpo unicamente le antenne. Con il metodo PIT-Tagging (PIT = “passive integrated transponder”) viene inserita nel corpo del pesce una marca passiva che non emette quindi attivamente segnali. Quando questa viene attivata attraverso un’antenna da un campo elettromagnetico, invia un codice che viene letto dal dispositivo d’individuazione. I Pit-Tags funzionano senza batterie e hanno quindi una durata di vita di diversi anni. Il grande vantaggio di questo metodo consiste nel fatto che i pesci non devono essere ricatturati. Tuttavia, l’antenna deve estendersi su tutta la larghezza del corso d’acqua alfine di poter individuare i pesci portatori di Pit-Tag. L’impiego di questo metodo è quindi particolarmente adatto per i piccoli corsi d’acqua e per i passaggi per le migrazioni dei pesci. Nel caso di esperimenti di ripopolamento (specialmente per pesci di lago), alfine di ricostruire la percentuale di pesci immessi rispetto alla popolazione naturale, si possono marcare i giovani pesci con marcature fluorescenti degli otoliti. Tramite l’immissione di rosso di alizarina (oppure con tetraciclina che è pure un antibiotico un antibiotico!) nei bacini di allevamento, o ad alte concentrazioni in un apposito bagno, si ottiene l’infiltrazione di questi coloranti nelle ossa e negli otoliti dei pesci. Questi coloranti possono in seguito essere riscontrati al microscopio a fluorescenza. Per la marcatura di massa di giovani pesci sono già state applicate colorazioni esterne con pigmenti fluorescenti che si possono in seguito individuare sotto la luce a raggi UV. Un buon colpo d’occhio sui metodi più ricorrenti di marcatura, delle loro applicazioni e dei loro vantaggi e svantaggi è fornito in Peter (1992) und bei Gmünder (2002). Prima di procedere a marcature per rilevamenti specifici sui pesci e i gamberi sono da fornire all’UFAM diverse indicazioni (scopo della marcatura, tipo di marcatura, numero di pesci da marcare, ecc.) in base all’art. 11 dell’OLFP. Specificazioni più dettagliate in merito al procedimento di avviso, rispettivamente sull’obbligo di autorizzazione della marcatura di pesci sono contenute nell’Aiuto all’esecuzione “Marcatura e campionamento di animali selvatici” (UFAM, 2018).

Figura 87 Coded Wire Tag sulla punta di un dito indice (a sinistra, ingrandito) e (a destra, freccia).

134 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Veriica del successo

3.3.2 Raccolta di dati, rappresentazioni grafiche Prima di procedere alla raccolta di dati inerenti alla fauna ittica sul terreno, è necessario un concetto, in cui siano definiti in quale problematica si svolge l’indagine e i passi metodologici necessari per rispondere ai quesiti posti. Le domande più frequenti nella pratica sono riferite all’evoluzione delle popolazioni, alla diversità delle specie in un corso d’acqua oppure al controllo delle migrazioni attraverso scale di monta. Analisi più dettagliate (a esempio analisi delle abitudini alimentari di una specie, radiotelemetria per lo studio del comportamento di singoli pesci) sono piuttosto indagini scientifiche che dovrebbero essere condotte da specialisti. Per la cattura dei pesci necessari sono d’abitudine utilizzati i seguenti metodi: • catture tramite pesca elettrica vengono praticate per i rilevamenti in piccoli corsi d’acqua come pure lungo le rive di fiumi maggiori e di laghi. Se la fauna ittica deve essere rilevata in modo quantitativo, la tratta in questione deve essere definita precisamente (coordinate, lunghezza, larghezza media, profili) e deve essere sbarrata a monte e a valle tramite reti. Sono necessari diversi passaggi successivi (almeno due) alfine di poter procedere a una stima attendibile della popolazione presente. Nel caso del metodo semiquantitativo viene campionata in modo puntiforme la fascia lungo la riva (Point abundance sampling) e i risultati danno la composizione relativa della popolazione che costituisce comunque un buon mezzo di paragone tra diverse tratte di fiume e fra diversi periodi (per esempio: campionamento di avannotti di trota). • Secondo il grado di dettaglio che si vuole ottenere, si determina la specie e si stima la lunghezza (classi di lunghezza), oppure i pesci vengono anestetizzati, così da poter procedere al rilievo di dati più dettagliati e precisi (specie, lunghezza totale precisa, peso, prelievo delle squame per la determinazione dell’età, ecc.). • Le reti vengono impiegate specialmente in acque ferme; tuttavia anche corsi d’acqua possono venir pescati con reti tipo bedina (a strascico). A differenza della pesca elettrica, La cattura con reti è selettiva riguardo alla taglia dei pesci (magliatura della rete). Con nasse (montate a esempio presso l’uscita di in una scala di monta) si possono catturare e rilevare pesci in risalita. Non viene invece rilevato il reperimento dell’entrata nel dispositivo di risalita. I dati raccolti vengono riportati in un formulario standardizzato. Un modello si trova per esempio sulla pagina internet del Modul-Stufen-Konzepts (http://www.modul-stufen-konzept.ch) sotto Fliessgewässer/Module/Fische. Assieme al foglio excel da scaricare, è presente anche un formulario per la registrazione dei dati e la possibilità per una valutazione semiautomatica della popolazione ittica in base al Modulo Fische Stufe F (Figura 88). Anche la rappresentazione grafica dei dati viene effettuata con questo dispositivo informatico.

135 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Veriica del successo

Parameter 2: Populationsstruktur der Indikatorarten

Bachforelle Keine Bachforelle nachgewiesen - überspringen Sie diesen Kasten Bachforelle 30 Legen Sie auf Grund des Längenhäufigkeitshistogramms die Grenze zwischen 0+ und älteren Jahrgängen der Bachforelle fest: 26 25 0+-Bachforellen in der Teststrecke haben eine Länge zwischen 0 und ... 70 mm 20

Begründung der Grenze zum 0+ Jahrgang: 15 15

Anzahl Individuen Anzahl 11 10 10 9

6 5 Anzahl vermessene 0+-Bachforellen: 6

0 0 0 0 0 0 0 0 0 0000000000000000Anzahl vermessene >0+-Bachforellen: 71 0

Verhältnis 0+/>0: 0.08

0-10

41-50 71-80

31-40 61-70 51-60 81-90 21-30 75

11-20 Dichte 0+-Bachforellen [Anzahl/ha]:

91-100

151-160 261-270 121-130 201-210 231-240

111-120 141-150 171-180 191-200 221-230 251-260 281-290 301-310 101-110 131-140 161-170 181-190 211-220 241-250 271-280 291-300 Totallänge [mm]

Figura 88 Elaborazione automatizzata dopo il rilevamento della presenza di pesci e gamberi secondo il modello Excel del Modul-Stufen-Konzepte (http://www.modul-stufen-konzept.ch).

136 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Piscicoltura

3.4 Piscicoltura

L’allevamento di pesci ha una lunga tradizione in Svizzera: la prima piscicoltura nacque a Meilen (Canton Zurigo) già nel 1854 e 40 anni dopo ve n’erano già 114 sul nostro territorio nelle quali si allevavano già allora ca. 20 milioni di pesci, in gran parte trote per i ripopolamenti artificiali. Anche oggi esistono nella maggior parte dei Cantoni tali impianti. Il loro campo di attività comprende sovente anche la funzione punto sovraregionale di appoggio che adempie anche a svariati compiti nell’ambito di provvedimenti a favore dell’ambiente, lavori di ricerca, attività di formazione oppure ancora quale centrale operativa nell’applicazione della legge. La piscicoltura può essere praticata con diversi scopi: • produzione di pesci per il consumo alimentare umano (acquacoltura): in questi speciali allevamenti di pesci da porzione si allevano in svizzera specialmente trote iridee, trote fario, dal 2019 anche salmoni e, in quantità minori, pure salmerini fontinalis, storioni e altri pesci. Negli allevamenti commerciali di molti paesi europei sono importanti anche altre specie come carpa, tinca, siluro e anguilla. • produzione di pesci da ripopolamento: tramite la cattura di riproduttori appartenenti a popolazioni selvatiche si producono uova per l’allevamento artificiale. Più raramente, in assenza di popolazioni selvatiche sane da cui attingere i genitori, mantiene uno stock di riproduttori (in particolare femmine) cattività. Le specie maggiormente allevate per questo scopo sono la trota fario e la trota lacustre, il temolo, il luccio e i coregoni. In svizzera vengono però prodotte anche trote canadesi (S. namaycush) e salmerini alpini per l’immissione in laghi alpini e prealpini. • allevamento di specie minacciate di pesci e gamberi con lo scopo di sostenere con ripopolamenti artificiali le popolazioni in regresso o per tentativi di reintroduzione nelle acque da cui sono scomparse. All’estero queste pratiche sono in corso per l’apron (Roi du Doubs; Zingel asper), per popolazioni scelte di coregoni, oppure, in modo particolarmente intensivo, per il salmone. In Svizzera vengono sostenute in questo modo le popolazioni minacciate di trota lacustre, naso comune, lampreda di ruscello, strigione, gambero dai piedi bianchi e altre specie. Anche per il temolo i ripopolamenti in diversi corsi d’acqua possono essere considerati quali interventi di protezione della specie. Questo compito della piscicoltura, visto l’elevato numero di specie ittiche minacciate, rappresenta un grande potenziale per gli anni futuri. • Sostegno a popolazioni la cu riproduzione naturale non è più possibile a causa della distruzione degli habitat riproduttivi (per esempio: assenza di ossigeno nei profondali lacustri, distruzione di rive naturali e zone con acque poco profonde, fondali colmatati ecc.). Mantenimento transitorio in cattività di pesci recuperati in situazioni di emergenza, come quelle che si presentano sempre più frequentemente nei mesi estivi secchi e caldi. Nell’allevamento di pesci e gamberi vanno assolutamente tenuti presenti i seguenti principi: • razze naturali (popolazioni locali) non devono venir mescolate, siccome i pesci di una regione si sono adattati in modo ottimale alle condizioni ambientali della stessa. L’introduzione di pesci da un altro bacino imbrifero può minacciare l’esistenza della popolazione locale o addirittura causarne l’estinzione. Casi di questo tipo sono noti per la trotta del Doubs, dove i ripopolamenti artificiali hanno portato alla minaccia della locale trota della Doubs (chiaramente riconoscibile dalla livrea). L’esistenza di forme locali di coregone viene considerata quale adattamento a condizioni ambientali in corso di

137 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Piscicoltura

cambiamento e parte integrante del processo naturale di formazione delle specie. Tale processo non deve essere ostacolato o falsato dall’intervento dell’uomo. • negli allevamenti dovrebbero essere mantenute, nel limite del possibile, condizioni naturali per quanto riguarda le concentrazioni di ossigeno e le condizioni di corrente, nonché un regime alimentare estensivo. • aspetti della protezione degli animali sono da considerare anche nell’allevamento e nella stabulazione dei pesci. Situazioni di stress dovute a densità di stabulazione troppo elevate sono assolutamente da evitare. Le disposizioni in materia di protezione degli animali vanno rispettate (vedi cap. 5).

3.4.1 Esigenze in merito agli stabilimenti e alle strutture In riferimento alle infrastrutture necessarie vengono qui riportati unicamente alcuni princìpi, siccome questo tema è trattato ampiamente in diverse pubblicazioni (Koch, 1982; Arrignon, 1991; Bohl, 1999). Qualità delle acque: Esigenze fisiche: La temperatura dell’acqua nello stabilimento dovrebbe poter essere regolata in modo ottimale. Attraverso temperature più elevate o più basse il tempo di sviluppo delle uova può essere fortemente influenzato (Figura 89). Poco prima della schiusa la temperatura può essere leggermente aumentata affinché la stessa avvenga in un breve intervallo di tempo per tutti gli avannotti, il cui tempo di sviluppo varia naturalmente da individuo a individuo. Specialmente per i primi stadi di sviluppo particolarmente sensibili, l’acqua dovrebbe essere filtrata e liberata da sostanze in sospensione.

Figura 89 Durata dello sviluppo (sinistra) e tasso di mortalità delle uova di quattro specie ittiche a diverse temperature (destra) (Jungwirth et al., 2003).

Il fabbisogno di ossigeno dipende dalla temperatura: temperatura dell’acqua più alte comportano processi metabolici più veloci e quindi maggiore consumo di ossigeno. L’ossigeno necessario dipende inoltre anche dalla specie e dall’età del pesce: in generale i pesci giovani necessitano di maggior ossigeno rispetto agli adulti mentre i salmonidi sono nettamente più

138 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Piscicoltura esigenti dei ciprinidi. È importante notare che, nell’acqua calda, è presente nettamente meno ossigeno disciolto che in quella fredda (Figura 90).

valori relativi Saturazione del fabbisogno d'ossigeno d'ossigeno nell'acqua

temperatura in °C Figura 90 Concentrazione di ossigeno in mg/l nell’acqua a una saturazione del 100% (curva a) e richiesta relativa di ossigeno da parte degli organismi (curva b) a dipendenza della temperatura (Jungwirth et al., 2003).

a) Esigenze chimiche: Attraverso gli escrementi dei pesci, ma anche a causa dei resti di mangime, nell’acqua giungono composti dell’azoto che vengono decomposti in varie fasi: • dapprima si forma la velenosa ammoniaca o l’innocuo ammonio in quantità relative dipendenti dal pH. In presenza di valori pH >8.0 aumenta la formazione di ammoniaca, mentre per valori bassi di pH prevale l’ammonio (vedi capitoli 1 - Ecologia delle acque). Le uova dei salmonidi sono relativamente poco sensibili all’ammoniaca, mentre gli avannotti sono molto sensibili: concentrazioni >0.006 mg/l possono essere problematiche; per gli adulti concentrazioni >0.01 mg/l hanno effetti negativi sulla salute. Concentrazioni di ammoniaca troppo elevate possono portare a necrosi branchiali e a conseguente soffocamento dei pesci. • Batteri del genere Nitrosomonas decompongono l’ammoniaca, rispettivamente l’ammonio a nitrito. Il nitrito è pure velenoso ed è molto dannoso per i pesci a partire da concentrazioni di 0.1 mg/l che non dovrebbero essere superate per tempi lunghi. Già valori di 0.01 - 0.1 mg/l (a dipendenza della concentrazione di cloruro) possono essere preoccupanti per i pesci. Nell’ultima fase di degradazione i batteri del tipo Nitrobakter trasformano il nitrito in nitrato, un prodotto relativamente poco pericoloso per i pesci e che serve, tra l’altro, quale concimante per le piante. Tuttavia, anche il nitrato a concentrazioni troppo elevate è dannoso per i pesci. Infrastruttura: Nella piscicoltura vengono utilizzati due tipi di impianti di incubazione (incubatoi) che tengono conto della sensibilità delle uova delle diverse specie: • le uova non vengono mosse (bacinelle perforate). Esempio: trota fario e lacustre, salmerino alpino, salmone; • le uova vengono tenute costantemente in movimento (vasi di Zug, cilindri). Esempio: coregone, temolo, naso comune e luccio.

Appena gli avannotti iniziano a nuotare liberamente, possono venir traslocati in un corso d’acqua naturale adibito all’allevamento, in stagni, vasche o trogoli.

139 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Piscicoltura

Per l’incubazione di uova di trota in ambienti naturali, possono essere utilizzate le scatole Vibert (Vibert box). In questi contenitori metallici bucherellati vengono introdotte le uova entro 24 ore dalla fecondazione oppure dopo il raggiungimento dello stadio dell’occhiatura. Le scatole vengono poi infossate nella ghiaia del fondale del corso d’acqua (ev. adibito all’allevamento). Gli avannotti sgusciati possono uscire autonomamente nell’ambiente naturale attraverso i fori della scatola.

3.4.2 Raccolta dei gameti (spremitura) e incubazione Per procurarsi riproduttori maturi si possono utilizzare due metodi:

• Cattura di riproduttori selvatici: per le specie ittiche dei corsi d’acqua considerati per la riproduzione artificiale (trota fario, temolo, naso comune) vengono catturati, tramite pesca elettrica, animali adulti durante il periodo riproduttivo che poi vengono spremuti per ottenerne i gameti e in seguito reimmessi nelle acque di origine. Nei laghi la cattura di riproduttori avviene per mezzo di reti (per esempio per i coregoni e il salmerino alpino) o con nasse nella zona litorale (luccio). • Stabulazione di genitori: in certi casi (specialmente per specie minacciate come il naso comune, oppure popolazioni selvatiche i cui effettivi siano particolarmente ridotti), può essere necessario ricorrere al mantenimento permanente in allevamento di genitori.

I gameti provenienti dai pesci maturi vengono ottenuti tramite spremitura. L’operazione necessita di una certa esperienza e dovrebbe quindi essere riservata ai piscicoltori pratici e adeguatamente formati (vedi disposizioni nella OPAn). Per le specie utilizzate per la produzione alimentare, gli individui vengono uccisi prima della spremitura (es: coregoni). Quando è invece prevista la reimmissione nelle acque di origine, è bene anestetizzare gli animali prima della spremitura, per evitare loro stress e dolore. Questo vale specialmente per grossi individui, difficili da manipolare. In caso di impiego di anestetici vanno rispettate le disposizioni di legge. La fecondazione delle uova viene generalmente effettuata subito dopo la spremitura. Esiste però la possibilità di congelare lo sperma (crioconservazione) per utilizzarlo in occasioni successive. La fecondazione si svolge secondo diverse modalità dipendenti dalla specie ittica e dalla scelta del piscicoltore. Si fa distinzione fra i seguenti tre metodi di fecondazione: • asciutta: dopo la spremitura le uova vengono separate dal liquido ovarico, in seguito viene aggiunto lo sperma e portato omogeneamente a contatto con le uova tramite delicato rimescolamento. Solo successivamente viene aggiunta l’acqua. • umida: le uova assieme al liquido ovarico vengono messe in contatto con lo sperma e successivamente viene aggiunta l’acqua. • bagnata: uova, liquido ovarico e sperma vengono messi contemporaneamente in acqua. Nel caso di uova particolarmente collose (esempio: naso comune) si può aggiungere del tannino all’acqua per evitare che si raggrumino. Attraverso l’aggiunta di soluzioni coadiuvanti (soluzioni di cloruro di sodio o di urea a varie concentrazioni) può essere aumentato il tasso di fecondazione. Per i salmonidi l’incubazione avviene al buio; le uova di coregone, di temolo e di luccio non devono essere esposte alla luce diretta del sole. Durante tutto il processo di incubazione vengono regolarmente allontanate le uova non fecondate e colpite da micosi.

140 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Piscicoltura

3.4.3 Incubazione a freddo e a caldo La durata dell’incubazione varia da specie a specie e in funzione della temperatura; essa viene pertanto espressa in gradi giorno (vedi capitolo 2 - Biologia ed ecologia). Ogni specie presenta una temperatura ottimale di incubazione (Tabelle 14). La relazione tra temperatura e durata dello sviluppo embrionale viene utilizzata in piscicoltura per regolare artificialmente il tempo della schiusa degli avannotti. Così si possono immettere gli avannotti nelle acque di destinazione quando queste sono ricche di alimenti (esempio: grande densità planctonica per coregoni e salmerini). Inoltre, con un regime termico scalato si può ottenere una produzione scaglionata di avannotti così da poterli immettere nelle acque libere in tempi diversi, riducendo così il rischio di mortalità dovuto a singoli eventi naturali. Mantenendo basse le temperature di incubazione il contagio delle uova e degli avannotti da parte di batteri, funghi e ciliati è minore. Quale ultimo vantaggio delle possibilità di ritardare la schiusa si può anche menzionare l’ottimizzazione dell’occupazione dello stabilimento di piscicoltura grazie alla distribuzione nel tempo della produzione ittica. Poco prima della fine dell’incubazione la temperatura dell’acqua viene aumentata di pochi gradi per favorire la schiusa contemporanea ed efficace degli avannotti. Tabelle 14 Gradi-giorno e temperatura ottimale d’incubazione per alcune specie importanti per la piscicoltura (Arrignon, 1998; Bohl, 1999). gradi- temperature ottimali

giorno d’incubazione [°C] trota fario 400 – 410 6 – 8.5 salmerino 450 6 – 8 alpino temolo 200 6 – 10 coregoni 340 – 400 6 – 10 (incubazione in genere a 1 – 4 °C) luccio 120 9 – 13

141 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Piscicoltura

3.4.4 Allevamento Dopo la schiusa gli avannotti si nutrono dapprima del contenuto del sacco vitellino. Non appena sono in grado di nuotare liberamente e di assumere nutrimento esterno vengono immessi nelle acque di destinazione oppure in vasche longitudinali o circolari e allevati fino alla taglia desiderata. Frequente è l’allevamento fino allo stadio di estivale in fossi, stagni o piccoli ruscelli. In parte i pesci vengono tenuti in vasche o stagni fino all’età di un anno o anche più, ad esempio il ripopolamento di laghetti alpini. Particolarmente pregiati sono ruscelli adibiti all’allevamento (Figura 91), nei quali le specie di acqua corrente imparano i comportamenti adeguati a procurarsi il nutrimento e a difendersi dai nemici. Le giovani trotelle vengono poi recuperate in autunno con l’appa- recchio per la pesca elettrica e trasferite nelle acque di destinazione. Specialmente per le specie territoriali lo spostamento ripetuto (piscicoltura => ruscello di allevamento => acque di destinazione) può risultare problema- tico, siccome gli individui devono riorientarsi e adattarsi ogni volta alla nuova situazione. Figura 91 Corso d’acqua naturale adibito all’allevamento di estivali di trota fario.

142 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Piscicoltura

3.4.5 Alimentazione, definizione del quoziente alimentare In condizioni ottimali, all’inizio della loro alimentazione indipendente, gli avannotti vengono nutriti con zooplancton; questo è particolarmente importante per coregoni, salmerini alpini, temoli e lucci. Fino a pochi anni fa non si disponeva di mangime artificiale adatto alle larve dei coregoni che consentisse una normale metamorfosi delle stesse. Molti dei mangimi che sono stati ultimamente sviluppati permettono un’alimentazione artificiale già dallo stadio di avannotto. Esperimenti comparativi hanno però mostrato che l’aumento di peso degli avannotti è chiaramente maggiore e la mortalità minore se essi vengono svezzati con zooplancton vivo (Figura 92). Inoltre, nella scelta tra mangime naturale e artificiale per l’allevamento di massa vanno considerati anche gli aspetti finanziari. Le componenti principali di un mangime artificiale bilanciato sono i grassi, gli zuccheri, le proteine, i sali minerali e le vitamine. Gli alimenti artificiali sono adeguati alle singole specie e ai relativi stadi di sviluppo. Esiste un rapporto tra le abitudini alimentari e la lunghezza del tratto intestinale. Specie predatrici possiedono un intestino molto più corto rispetto a specie erbivore. Pertanto, non sono in grado di assimilare vitamine in quantità sufficienti con l’aiuto dei batteri intestinali a partire da alimenti vegetali. Per questo motivo in passato i salmonidi venivano alimentati prevalentemente con proteine animali. Da quando è insorto il problema della BSE (mucca pazza) è stata proibita anche nei mangimi per pesci l’aggiunta di prodotti proteici e grassi derivanti da tessuti di animali a sangue caldo terrestri. Nuovi metodi di produzione dei mangimi (a esempio con l’ausilio di alte temperature e pressione = estrusione) permettono una migliore assimilazione degli idrati di carbonio altrimenti difficilmente utilizzabili da parte dei salmonidi. Mangimi per trote sono costituiti attualmente da ca. di farina di pesce, olio di pesce, derivati da cereali, soia e semi oleosi e una piccola parte di additivi alimentari (vitamine, sali minerali). Una nutrizione inadeguata dei pesci può condurre a una crescita ridotta, comparsa di deficienze e cali di produzione.

6 10 16 6 10 16

Figura 92 Peso finale (a sinistra) e mortalità (a destra) di avannotti di coregone dopo 5 settimane di somministrazione di diversi tipi di mangime (Kummer & De Verga, 1992).

Il quoziente alimentare esprime in una formula la quantità di un determinato mangime (in kg) necessaria per ottenere la produzione di 1 kg di pesce.:

quantità di cibo assunta quoziente alimentare = aumento della biomassa 143 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Piscicoltura

Il quoziente alimentare è diverso a dipendenza del contenuto energetico e del cibo e delle capacità di assimilazione della specie. Così, in condizioni naturali, è di 7-10 per il luccio che ha abitudini predatorie, mentre è di 20-70 per la carpa erbivora che si nutre di piante acquatiche. Ciò significa che questa specie erbivora deve consumare 20-70 kg di piante acquatiche per ottenere un aumento del suo peso pari a 1 kg. Mangime pregiato e ricco di energia viene assimilato molto bene dai pesci. Secondo la qualità dell’acqua e la specie ittica il quoziente alimentare varia tra 0.8 e 1.4. Per il calcolo della quantità approssimativa di mangime necessaria si moltiplica il quoziente alimentare del mangime in questione per l’aumento di biomassa pianificato nella relativa fase di alimentazione. Nell’uso pratico è comunque molto importante immettere nei bacini di allevamento solo piccole porzioni più volte al giorno (distributori automatici), affinché i pesci possano assumere il cibo subito e completamente. Se invece si accumulano resti di cibo sul fondo, è necessario procedere alla loro eliminazione, altrimenti questi sono invasi da funghi e batteri che possono favorire lo sviluppo di malattie. La decomposizione di resti alimentari deteriora inoltre la qualità delle acque e, siccome gli avannotti nella fase di svezzamento hanno già un fabbisogno di ossigeno più elevato, una carente igiene, volumi d’acqua o un ricambio d’acqua insufficienti, possono portare perdite a evitabili. Lo sviluppo di nuovi mangimi riceve attualmente una spinta particolare da parte dell’acquacoltura. Accanto agli aspetti commerciali (alta efficienza del mangime, buono stato di salute degli animali, minore onere finanziario) dovrebbe essere tenuto maggiormente in considerazione l’aspetto ecologico. Fattori importanti in questo contesto non sono soltanto la produzione e la provenienza del mangime, bensì anche il consumo di acqua e l’impatto sull’ambiente delle acque reflue dell’allevamento. Attraverso specifiche formulazioni del mangime se ne può incrementare la digeribilità; il consumo d’acqua può essere ridotto facendo capo a circuiti parzialmente chiusi, riducendo così l’impatto ambientale. Nell’utilizzo di mangime artificiale bisogna prestare attenzione a non somministrarlo oltre la data di scadenza del prodotto e di immagazzinarlo in luoghi asciutti, freschi e oscuri. Mangime vecchio deve essere eliminato.

3.4.6 Trattamento, stabulazione, conta e trasporto Prima di importanti manipolazioni su pesci adulti (esempio: spremitura, trasferimento, altri esami) sarebbe ideale tenerli a digiuno. Per un’ulteriore riduzione dello stress, in occasione di particolari manipolazioni, possono essere anestetizzati (ad esempio con olio di garofano o tricaina (MS2221)).In occasione dell’utilizzo di sostanze anestetizzanti sono da ottemperare le disposizioni di legge. Inoltre, dopo l’anestesia con MS222 il consumo delle carni dei pesci è vietato per un certo tempo per motivi di salute, siccome il prodotto viene immagazzinato nel tessuto muscolare dei pesci trattati e viene smaltito solo lentamente. Questo processo catabolico dipende dal metabolismo del pesce e dura, a dipendenza della temperatura, in media 2 settimane. Qualità delle acque, temperatura e concentrazione di ossigeno, sono particolarmente importanti nella stabulazione di pesci. Il consumo di ossigeno da parte dei pesci varia a dipendenza della specie, dell’età e della temperatura dell’acqua (Figura 93). Inoltre, si può ridurre lo stress degli animali schermando le vasche di trasporto dalla luce del giorno. L’approvvigionamento di ossigeno può essere garantito artificialmente con bombole di ossigeno puro e, in caso di trasporti lunghi sono da prevedere periodici cambi d’acqua. Prima di immettere i pesci in altre acque è necessario procedere a una lenta acclimatazione. Una

1 solo con ricetta (veterinario cantonale) o certificato per sostanze velenose

144 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Piscicoltura differenza di temperatura di 5°C necessita di circa 1 ora di adattamento graduale. Sbalzi di temperatura di oltre 10°C devono essere evitati. Uova di pesce fecondate presentano sensibilità estremamente diverse a seconda della specie ittica e dello stadio di sviluppo. Le uova di trota fario, a esempio, sono relativamente insensibili al movimento durante le prime 24-48 ore dopo la fecondazione e possono essere trasportate senza difficoltà, mantenendole umide. Dopo questo periodo e fino al raggiungimento dello stadio dell’occhiatura divengono molto sensibili a scosse meccaniche. La conta di piccole quantità di uova di grandi dimensioni può essere effettuata con apposite piastre sulle quali è presente un numero definito di inserti semisferici nei quali le uova raccolte vanno automaticamente a posizionarsi (grandezza degli inserti = diametro delle uova caratteristico della specie). Per grandi quantità di uova, o per uova di piccole dimensioni, si utilizza il metodo del volume d’acqua dislocato. Le uova vengono immesse in un cilindro graduato con dell’acqua e viene registrato il volume del liquido dislocato dal quale si risale, grazie a delle tabelle, al numero delle uova (determinazione volumetrica). Il numero di avannotti e di preestivali viene determinato a partire dal numero di uova, deducendone la mortalità naturale, oppure con il metodo volumetrico; estivali e pesci di taglia maggiore vengono contati individualmente.

0 4 8 12 16 20 24 28 temperatura dell'acqua (°C)

Figura 93 Consumo di ossigeno di alcune specie ittiche a diverse temperature. Il campo inferiore indica il consumo di grossi individui, mentre quello superiore è riferito al consumo di piccoli individui (Schaeperclaus & von Lukovicz, 1997).

3.4.7 Malattie dei pesci Malattie e parassitosi dei pesci si manifestano sia in natura che nelle piscicolture. L’incubazione e l’allevamento artificiali si giustificano anche per cercare di ridurre l’elevata mortalità giovanile naturale, tenendo gli individui in condizioni controllate durante i loro primi stadi di sviluppo. Deve quindi essere prestata grande attenzione allo stato di salute delle uova e dei giovani pesci. Negli allevamenti le uova e i pesci sono generalmente tenuti in concentrazioni ben più elevate che in natura e il pericolo di contagio da parte di agenti patogeni e parassiti è perciò particolarmente elevato. In caso di insorgere di sintomi dubbi si deve sempre e in ogni caso consultare la letteratura specifica (fascicoli informativi del Centro veterinario per i pesci e gli animali selvatici (FIWI) presso l’università di Berna), richiedere consiglio a colleghi più esperti, oppure ricorrere all’aiuto di specialisti (veterinario di servizio).

145 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Piscicoltura

Per evitare inutili perdite è meglio puntare su una diagnosi più celere possibile su animali vivi da parte del FIWI. Per contenere al minimo il rischio di contagi da parte degli agenti patogeni è molto importante lavoro in modo pulito, rispettare le norme d’igiene, la pulizia e la disinfezione regolare delle infrastrutture. Alcune malattie dei pesci sono facilmente riconoscibili. Fra queste vi sono le micosi che sopraggiungono principalmente in seguito a ferite cutanee. Sovente le micosi si sviluppano anche sulle uova in incubazione (il miglior mezzo per combatterle è il regolare allontanamento delle uova morte o colpite dal fungo). Nelle piscicolture possono presentarsi sanguisughe, argulus, vermi parassiti e alcuni organismi unicellulari. Mezzi terapeutici correnti contro le malattie più comuni nelle piscicolture sono a esempio.: • sale o formalina contro i parassiti esterni; • solfato di rame contro le micosi e microparassiti esterni: • acido peracetico contro virus, funghi, ectoparassiti e alghe; • cloro contro malattie batteriche; • Betadine per la disinfezione delle uova; • Formalina per il trattamento contro ectoparassiti, per esempio Costia.

Nell’allegato si trovano opuscoli con le modalità di trattamento con diversi prodotti chimici. La modalità d’uso è una raccomandazione della fishdoc GmbH. Il dosaggio giusto deve essere ricercato per tentativi, siccome i parametri chimici dell’acqua (per esempio la durezza) possono variare e con essi l’efficacia del prodotto. Un trattamento dei pesci avviene sempre a proprio rischio. Gli autori delle raccomandazioni non si assumono alcuna reponsabilità per un risultato soddisfacente al 100% o per perdite di pesci. Siccome ogni trattamento dei pesci comporta uno stress, questo dovrebbe essere intrapreso solo dopo una diagnosi attendibile. L’impiego di medicamenti è da riservare a persone competenti e per l’uso di pesci trattati nel campo dell’alimentazione vanno assolutamente rispettate le direttive di igiene alimentare. Diversi ambiti di una piscicoltura (contenitori per il trasporto, attrezzi, abiti, vasche d’allevamento) devono essere disinfettati regolarmente, alfine di eliminare agenti patogeni eventualmente presenti. A questo scopo esistono diversi mezzi usati con successo nella pratica come: calce spenta, cloruro di calcio, formalina oppure jodofori (vedi opuscolo del FIWI: “Notices sur le nettoyage et la désinfection des piscicultures”; “Merkblatt des FIWI über Reinigung und Desinfektion in der Fischzucht”). In ogni occasione d'impiego di medicamenti e disinfettanti deve essere garantita l’eliminatione o il trattamento delle acque secondo la legislazione vigente in materia di protezione delle acque. Inoltre, i trattamenti con medicamenti sono da registrare secondo le prescrizioni. Per molte malattie non vi sono sintomi esterni facilmente riconoscibili. Solo dopo un lasso di tempo piuttosto ampio si può riconoscere lo stato patologico in seguito alla cattiva crescita, al comportamento anomalo, oppure alla elevata mortalità. Il primo passo da compiere in queste situazioni è sempre il coinvolgimento di un veterinario specializzato sui pesci e l’analisi dei pesci da parte del laboratorio specializzato del FIWI, alfine di ottenere una diagnosi precisa. In nessun caso il guardapesca deve somministrare prodotti terapeutici senza una diagnosi affidabile della malattia. Per alcune malattie è inoltre obbligatorio attenersi alle disposizioni della legislazione federale in materia di epizoozie. Il trattamento di malattie nelle piscicolture deve essere stabilito di volta in volta individualmente. Così si possono curare a esempio malattie da carenze alimentari con mangimi adatti, mentre agenti patogeni devono essere eventualmente trattai chimicamente. Sul mercato sono

146 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Piscicoltura disponibili molti prodotti attivi contro le più disparate malattie. Il piscicoltore dovrebbe in ogni caso farsi consigliare da chi è competente sui gli usi corretti e i dosaggi precisi. Qualora i pesci non potessero essere portati direttamente al FIWI per la diagnosi, si può ricorrere a una spedizione che deve avvenire per espresso, in un sacco di plastica con acqua satura di ossigeno. In Internet (http://www.fiwi.vetsuisse.unibe.ch/dienstleistungen/diagnostik_fische/) sono disponibili estese informazioni sulla spedizione di pesci, termini, costi, analisi, ecc.

3.4.8 Altre cause di perdite e loro prevenzione Accanto alle malattie dei pesci in senso stretto, altri fattori possono minacciare l’allevamento. In questi casi non si può dire chiaramente quali siano le perdite da ascrivere alle malattie e quali ad altre cause, siccome ambedue i fattori sono collegati e agiscono contemporaneamente portando sovente a elevate perdite. Le cause principali sono: • carenza di vitamine: un apporto insufficiente di vitamine può derivare da una scarsa aggiunta o da una perdita di vitamine durante la lavorazione dei mangimi, oppure da uno stoccaggio inadeguato o troppo prolungato degli stessi. Siccome alcune vitamine vengono immagazzinate nel fegato, una carenza di questo tipo viene sovente individuata solo dopo alcune settimane. Rallentamenti della crescita, inappetenza e diversi sintomi da carenza (in relazione con mancanza di vitamine) possono indicare una somministrazione insufficiente di vitamine. • stress: la sollecitazione eccessiva delle capacità fisiologiche di reazione dell’organismo, determinata da stimoli esterni e interni (stressori), viene denominata stress. Nell’ambito della produzione ittica possono subentrare numerose fonti di stress evitabili sia nella stabulazione che nel trasporto di pesci: - condizioni delle acque sfavorevoli, come temperature troppo alte o troppo basse, sbalzi di temperatura, carenze di ossigeno, sovrassaturazione da gas, valori pH inadeguati, sostanze tossiche, corrente troppo forte, ossigenazione troppo turbolenta; - densità troppo elevata della popolazione. - manipolazioni come cattura, cernita, trasporto; - disturbi frequenti, illuminazione troppo intensa. Quale miglior prevenzione vale il lavoro pulito, la manipolazione accurata dei pesci e controlli regolari della qualità delle acque e del mangime. Situazioni patologiche non possono essere escluse in modo assoluto, però i rischi possono essere ridotti al minimo con un comportamento adeguato. È molto importante non nascondere l’insorgere di malattie dando altre spiegazioni all’elevato tasso di mortalità. Solo pesci sani e privi di agenti patogeni che possano scatenare epidemie devono essere destinati al rilascio nei corsi d’acqua e nei laghi. In tal senso il guardapesca può consigliare e a volte deve intervenire per evitare la diffusione di malattie e agenti patogeni. In nessun caso pesci malati o trattati devono essere destinati al consumo umano.

3.4.9 Pesca del plancton Per lo svezzamento degli avannotti di gran parte delle specie ittiche i piccoli organismi zooplanctonici presenti nei laghi e negli stagni (a esempio rotiferi, naupli piccoli copepodi) sono il nutrimento più adeguato, siccome corrispondono ampiamente al cibo naturale caratteristico dei pesci nel loro stadio di sviluppo giovanile. Questi piccoli organismi vengono catturati con retini da plancton speciali (magliatura 80-225 µm) trainati da una barca a motore, (Figura 94) oppure con pompe che aspirano l’acqua del lago. Ideale è la somministrazione di zooplancton vivo, siccome il valore nutritizio è al suo massimo e i piccoli pesci apprendono inoltre il naturale

147 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Piscicoltura comportamento di caccia. Per garantire la continuità di foraggiamento con plancton (superamento di fasi con scarsità di plancton!) si può procedere al congelamento di parte del materiale ottenuto in occasione di pescate abbondanti per poi utilizzarlo più tardi. La somministrazione di zooplancton dalle dimensioni adeguate alle diverse specie e ai diversi stadi di crescita è decisiva per il successo dell’allevamento di avannotti. Con l’ausilio di una lente stereoscopica (binoculare, ingrandimento 6-40x) si può verificare la composizione dei singoli campioni. Lo svezzamento con cibo di origine naturale è da considerare molto favorevole dal punto di vista della fisiologia dell’alimentazione; esso comporta però maggiori rischi rispetto all’alimentazione con mangimi artificiali. Infatti, si accresce la possibilità di introdurre delle malattie e in particolare parassiti, siccome diversi vermi piatti (platelminti) sfruttano determinati copepodi come ospiti intermedi. La somministrazione mista di plancton e mangime artificiale rappresenta pure una possibile variante.

Figura 94 Natante con grandi retini per la cattura del plancton.

148 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Protezione delle specie e degli habitat

3.5 Protezione delle specie e degli habitat

Attualmente sono note e descritte nel mondo milioni di specie vegetali e animali. Si suppone tuttavia che ne esistano ben molte di più. Percontro diverse ricerche indicano che negli ultimi 100 anni si è verificato un continuo regresso della diversità delle specie. In base a calcoli, la perdita di specie causata dall’uomo risulta essere, nelle attuali condizioni, di ca. 1’000 volte superiore a quella legata a cause naturali. Tramite la convenzione di Rio (1992) si è compiuto un significativo passo avanti nell’impegno a favore della conservazione del patrimonio biologico a livello mondiale. I tre obbiettivi principali di questo accordo sono: il mantenimento della diversità biologica, lo sfruttamento sostenibile dei suoi elementi e una equilibrata e giusta ripartizione dei vantaggi e degli svantaggi derivanti dallo sfruttamento delle risorse genetiche. Tutti i firmatari della convenzione si sono impegnati allo sviluppo di strategie interne ai loro Stati tese al raggiungimento di questi scopi. Per garantire il mantenimento della diversità biologica bisogna tra l’altro conoscere la biodiversità esistente (per esempio tramite inventari), individuare e ridurre le attività che la limitano, come pure rivalorizzare gli ecosistemi danneggiati. Inoltre, devono essere note le esigenze delle specie, alfine di mettere a punto provvedimenti di sostegno e di protezione adeguati (a esempio valorizzazione degli habitat, misure di protezione). 3.5.1 Liste rosse: Specie minacciate Le Liste rosse si basano su una procedura di valutazione scientificamente riconosciuta, volta alla classificazione delle specie secondo il grado di minaccia. In Svizzera queste Liste sono redatte da specialisti incaricati dall’UFAM ed esistono per 27 gruppi di organismi. Dal 2013 la Svizzera dispone di una Lista rossa degli habitat minacciati. Ogni Lista rossa viene elaborata su incarico dell’UFAM e aggiornata a intervalli periodici da specialisti dei centri nazionali di gestione dei dati e di coordinamento secondo i criteri scientifici dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (UICN). I criteri di classificazione delle specie nelle categorie di minaccia si basano su una combinazione di fattori che determinano la probabilità di estinzione delle specie stesse. I principali parametri sono: • la superficie effettivamente occupata, • la dimensione e il grado di isolamento delle popolazioni e • le oscillazioni della loro consistenza numerica. In conformità al decreto del Consiglio federale le Liste rosse devono essere sottoposte a revisione ogni dieci anni per garantire un’informazione aggiornata sull’evoluzione delle specie. Le liste rosse della Svizzera sono accessibili nella serie Pubblicazioni dell’UFAM (https://www.bafu.admin.ch/bafu/it/home/temi/biodiversita/pubblicazioni/pubblicazioni- biodiversita/lista-rossa-specie-minacciate.html). L’ordinanza federale sulla protezione della natura e del paesaggio (OPN; RS 451.1) affida all’UFAM la competenza di redigere e pubblicare le Liste rosse. La prima Lista rossa svizzera venne pubblicata nel 1977 (Bruder & Thönen, 1977). Successivamente è stato sviluppato uno specifico sistema di classificazione. Anche in altre nazioni sono stati utilizzati differenti metodi di classificazione dei gradi di minaccia. Un confronto incrociato tra le nazioni, ma anche tra i gruppi di organismi all’interno della stessa nazione risultava pertanto difficile, se non impossibile. L’IUCN (Unione per la Conservazione della Natura) ha pertanto elaborato nuove proposte per i criteri di valutazione delle categorie di minaccia. Ciò è avvenuto poco dopo la pubblicazione delle Liste rosse per la fauna svizzera, avvenuta nel 1994. Si trattò allora di decidere se restare fedeli alla via intrapresa

149 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Protezione delle specie e degli habitat rassegnandosi all’impossibilità di confronto a livello internazionale, oppure aderire alle proposte dell’UICN e fare capo a criteri di giudizio precisamente definiti, consistenti e riproducibili, rischiando di non poter confrontare le liste riviste in questo modo con quelle antecedentemente allestite a livello nazionale. Nella Tabella 15 sono riportate le categorie di minaccia dell’UICN e quelle vecchie, precedentemente applicate in Svizzera.

Tabella 15 Categorie di minaccia dell’UICN e le relative corrispondenze nelle vecchie e nelle nuove Liste rosse della Svizzera

Categorie di minaccia 1994 Categorie di minaccia Corrispondente in Svizzera secondo l’IUCN, dal2000

0 Estinto, assente, eradicato Estinto o assente • EX (Extinct) • sulla terra (globale) • EW (Extinct in the wild) • nella natura libera • RE (Regionally extinct) • in una regione o in una nazione quali territori parziali dell’area di distribuzione

1 Minacciato di estinzione CR (Critically endangered, Minacciato di estinzione threatened with ) 2 Fortemente minacciato EN (Endangered) Fortemente minacciato

3 Minacciato VU (Vulnerable) Vulnerabile

4 Potenzialmente minacciato NT (Near threatened) Potenzialmente minacciato 4a: specie rare, areale di (considered as criteria) Classificazione tramite criteri distribuzione • • 4b; incertezze tassonomiche • NE (Not evaluated) • Non giudicato oppure ambiguità relative alla presenza NE (Not evaluated) Non giudicato 4c: mescolanza genetica con • •

individui introdotti o allevati Dipendente da provvedimenti di 4d: Presenza in Svizzera • cd (conservation • protezione specifici (per esempio: dipendente in larga misura da dependent) aiuti alla nidificazione) attività antropiche n Non minacciato LC (Least concern) Non minacciato

DD (Data deficient) Dati insufficienti

«-»: vedi 4b NE (Not evaluated) Non giudicato Non presente originariamente NA (Not applicable) Non utilizzabile

Una descrizione dettagliata delle categorie di minaccia secondo l'IUCN è contenuta nell’Allegato della pubblicazione "Gefährdete Arten in der Schweiz – Synthese Rote Liste, Stand 2010" dell’UFAM. La lista rossa propriamente detta riunisce le specie delle categorie EX (estinto), EW (estinto allo stato selvatico) o RE (estinto a livello regionale), CR (prossimo all’estinzione), EN (fortemente minacciato) e VU (vulnerabile). La lista delle specie minacciate comprende quelle delle categorie CR, EN e VU. La categoria NT (potenzialmente minacciato) è intermedia tra la lista rossa e la lista delle specie non minacciate (LC).

150 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Protezione delle specie e degli habitat

Lista grigia e lista nera Queste due liste concernono le specie esotiche (neobiota) potenzialmente pericolose, introdotte in Europa deliberatamente o accidentalmente a partire da altri continenti. Su mandato dell’UFAM, queste liste sono aggiornate periodicamente da parte della Commissione svizzera per la conservazione delle piante selvatiche (CPS) e dal CABI (Center for Agricultural Bioscience International, centro di ricerca e l’informazione sulla lotta biologica contro gli organismi nocivi), facendo riferimento alle stazioni segnalate di piante esotiche e alle carte di distribuzione. In Svizzera come ovunque nel mondo, le piante e gli animali esotici invasivi costituiscono un pericolo per la biodiversità indigena. Le attività relative a questa problematica si sono intensificate; esse spaziano dal lavoro d’informazione e di sensibilizzazione, fino alle operazioni destinate a combattere o circoscrivere questi organismi. La maggior parte delle specie estinte o prossime all’estinzione in Svizzera sono acquatiche (pesci, macroalghe); in numeri assoluti sono maggiormente coinvolti insetti, piante vascolari (fra le quali alcune acquatiche), licheni e briofite. Più generalmente, la gran parte delle specie scomparse erano specialiste degli ambienti acquatici, delle zone e umide o dei prati secchi. Questi habitat hanno subito negli ultimi 150 anni delle forti perdite sia qualitative che quantitative (Lachat et al. 2010). Siccome il numero di taxa appartenenti ai pesci nelle liste rosse varia nel tempo, si rinuncia a elencarli in questa sede, rimandando all’Allegato 1 dell’OLFP. In questo documento troverete il grado di minaccia attuale per ogni specie ittica, nonché lo status per le nostre tre specie indigene di gamberi. Fra i pesci minacciati si trovano soprattutto specie che si sono specializzate su un particolare habitat o su particolari abitudini alimentari e hanno quindi uno spettro ecologico abbastanza ristretto. Esse reagiscono in modo molto sensibile a modifiche nel loro ambiente e vengono perciò sovente sopraffatte da specie meno specializzate (generalisti). 3.5.2 Conservazione e miglioramento degli habitat Solo in un corpo idrico lasciato in condizioni naturali tutti i cicli funzionano in modo ottimale e si può instaurare una biocenosi adeguata e diversificata. Interventi dall’esterno che disturbano questi delicati equilibri hanno sovente quale conseguenza uno spostamento o un impoverimento della fauna e della flora. Mentre un tempo nella gestione delle acque si metteva assolutamente in primo piano la protezione dalle piene e la bonifica dei piani alluvionali per lo sfruttamento agricolo, le priorità vengono attualmente poste in modo diverso. Ciò non significa che l’uomo non può più sfruttare le acque e i loro territori limitrofi, ma le ripercussioni negative devono essere ridotte nel limite del possibile. Per questo motivo si cerca di ristrutturare i corsi d’acqua in modi vicini alla natura, prendendo quale modello il loro stato potenziale. Queste operazioni non valorizzano solo il corso d’acqua, bensì anche l’habitat dell’uomo, degli animali e delle piante. Questo mutamento di linea di pensiero ha portato grandi innovazioni nell’ambito della protezione delle acque e della loro gestione idraulica, fra cui annoveriamo le seguenti: • habitat speciali sono oggi parzialmente messi sotto protezione, ospitano spesso un grande numero di specie rare e minacciate e dovrebbero essere mantenuti e nel limite del possibile ampliati. Dal 2013 la Svizzera dispone di una Lista rossa degli habitat minacciati. Torbiere ed ecosistemi acquatici fanno parte dei tipi di habitat maggiormente in pericolo. • un grande desiderio è quello rimettere in collegamento le acque con i loro territori limitrofi, in modo da ripristinare un interscambio tra i diversi settori. Inoltre, è molto importante la connettività longitudinale dei corsi d’acqua; così le foci, le briglie, e gli

151 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Protezione delle specie e degli habitat

sbarramenti devono essere progettati in modo da essere transitabili per i pesci e per gli invertebrati. • smantellamento di canali per le piene e facilitazione della naturale dinamica deltizia (esempio delta della Reuss). • se in passato una gran parte dei fiumi veniva corretta con costruzioni dure, oggi si fa sovente uso di metodi di ingegneria naturalistica con utilizzo di materiali “molli”. Con questi metodi possono essere creati corsi d’acqua con caratteristiche vicine alla natura senza trascurare la protezione dalle piene. • in seguito alla revisione della Legge sulla protezione delle acque LPAc del 2011, sono da risanare anche il trasporto solido, i deflussi discontinui e la percorribilità ittica. Gli habitat cosi migliorati hanno effetti positivi a tutto vantaggio della fauna acquatica (da invertebrati e pesci) e di acque di falda. • oltre che tramite interventi diretti nelle acque, ambienti acquatici e terrestri possono essere migliorati anche con una manutenzione riguardosa (procedimento adeguato alla stagione, interventi scaglionati su diversi settori e adeguati alle località specifiche). Per poter garantire una grande biodiversità è perciò molto importante mantenere la naturalezza delle acque, come pure continuare nella rivalorizzazione degli habitat compromessi. A prescindere dalla qualità delle acque, la morfologia del corpo idrico è determinante per la qualità dell’habitat. Con l’adeguamento della Legge sulla protezione delle acque LPAc nel 2011, è stato introdotto l’obbligo per i Cantoni di pianificare e realizzare rivitalizzazioni di corpi idrici e sono stati previsti finanziamenti da parte della Confederazione. Dapprima sono stati affrontati principalmente i lavori inerenti i corsi d’acqua, per i quali erano già disponibili ampie conoscenze di base. Le pianificazioni relative ai corsi d’acqua sono state concluse nel 2014. La scadenza per la conclusione di quelle destinate ai laghi è prevista per la fine del 2011 e in vista della stessa i corrispondenti lavori sui laghi devono essere intensificati. Secondo l’Ordinanza sulla protezione delle acque OPAc, un’importante base per la pianificazione è la conoscenza dello stato ecomorfologico dei corpi idrici. Nella maggior parte dei Cantoni si è proceduto a rilevamenti cartografici dell’ecomorfologia dei corsi d’acqua tramite una metodologia standardizzata estesi a tutto il territorio nazionale. Almeno i seguenti parametri sono stati rilevati in tutti i Cantoni:

• larghezza stimata del letto del corso d’acqua • tratte intubate • salti d’acqua naturali • variabilità della larghezza della superficie bagnata • interventi idraulici sul fondo • interventi idraulici sulle scarpate (permeabili, impermeabili) • larghezza dell’ambito della sponda • tipo di vegetazione della sponda (naturale o artificiale) • variabilità della profondità Il giudizio dei singoli parametri viene sommato in modo da attribuire le diverse tratte dei corsi d’acqua a classi con diverso grado di naturalezza. In aggiunta vengono rilevati salti d’acqua

152 Esame professionale di guardapesca 3. Gestione ittica / Protezione delle specie e degli habitat artiiciali (compresa la loro altezza) e costruzioni (a esempio rampe e sbarramenti) per evidenziare i punti di disturbo alla continuità longitudinale del corso d’acqua (Figura 95).

Figura 95 Classi ecomorfologiche, costruzioni trasversali e interventi costruttivi sulle sponde in un tratto di corso d’acqua nel Canton Grigioni.

Con i risultati della cartografia ecomorfologica si possono individuare le esigenze d’intervento per le rivitalizzazioni e stabilire delle priorità per l’impiego dei mezzi disponibili (Pianificazione cantonale delle rivitalizzazioni secondo la LPAc). Accanto allo stato morfologico delle acque non va dimenticata la loro qualità. Concimi e pesticidi derivanti dall’agricoltura sono fattori significativi su grande scala con effetti negativi per le popolazioni ittiche, mentre scarichi di acque reflue di origine residenziale o artigianale lo sono sovente a livello locale. Negli anni '90 si è inoltre preso coscienza che nel nostro ambiente circolano molte nuove sostanze sintetiche i cui effetti sulle biocenosi acquatiche sono ancora poco conosciuti. La discussione attorno a queste sostanze con effetto ormonale è solo un aspetto. I microinquinanti e le microplastiche sono ulteriori residui minacciosi nelle nostre acque della “moderna” civilizzazione. Il guardapesca deve informarsi continuamente e assimilare a livello professionale le nuove conoscenze derivanti dall’attività scientifica e pratica.

153 4. TECNICA 155

4.1 Attrezzi dei pescatori professionisti 155

Posa e levata delle reti 157 Misurazione delle reti e piombatura 158

4.2 Attrezzi per la pesca dilettantistica 159

4.3 Pesca elettrica 161

4.4 Interventi tecnici 164

4.5 Morie di pesci e di gamberi 179

Esame professionale di guardapesca 4. Tecnica / pescatori professionisti

4. Tecnica

4.1 Attrezzi dei pescatori professionisti Attrezzi da pesca e conoscenza dei materiali delle reti Le disposizioni per i pescatori professionisti e le loro attrezzature tecniche sono regolate in modi molto diversi. Quale base valgono sempre la Legge federale sulla pesca (LFSP) del 21 giugno 1991 e la relativa Ordinanza federale (OLFP) del 24 novembre 1993 che vengono precisate in modo specifico per ogni lago nelle legislazioni cantonali sulla pesca. Per i laghi la cui superficie è suddivisa tra più Cantoni vigono dei concordati intercantonali (Lago dei quattro Cantoni, laghi di Zurigo, di Neuchâtel e di Morat). Per i laghi che sconfinano in paesi esteri, la pesca viene regolata tramite accordi internazionali (laghi Bodanico, di Ginevra, Ceresio e Maggiore). Lo scopo primo rimane, cioè lo sfruttamento sostenibile della risorsa ittica. Gli attrezzi dei pescatori professionisti possono essere suddivisi in diversi gruppi: a) Attrezzi da pesca “passivi“ Sono quelli generalmente utilizzati per la pesca professionale. Oltre la posa e la levata, il pescatore non svolge alcuna funzione attiva per la cattura. Nel caso delle reti branchiali a un solo velo il pesce rimane impigliato nella maglia con gli opercoli, mentre nei tramagli, costituiti da tre drappi: un velo (magliatura fine) e due mantelli (magliatura nettamente maggiore), il pesce spinge il velo attraverso una maglia grande del mantello in modo da costituire una sacca nella quale rimane intrappolato. Le reti da posta (da fondo e galleggianti) funzionano secondo il principio delle reti branchiali: il filtro attivo delle reti, il cosiddetto velo, deve costituire una parete nell’acqua. Le reti da fondo sono montate con due corde: una piombata al piede e una con dei galleggianti in alto: esse sono posate come una parete di rete sul fondo. Le reti galleggianti presentano al piede una corda piombata più leggera rispetto alle reti da fondo e supportate da una corda con galleggianti che consentono loro di rmanere sospese nell’acqua (Figura 96). Le reti galleggianti possono essere ancorate o lasciate libere di vagare con le correnti (volanti, senza ancoraggi). In una notte di posa, le reti volanti si spostano sovente per diversi km. Di regola vengono impiegate più reti collegate tra loro. Le reti da fondo e galleggianti vengono impiegate per la cattura di pesci di banco come i coregoni, i persici e i gardon, mentre i tramagli sono utilizzati piuttosto per la cattura di individui solitari come lucci, trote di lago, carpe, abramidi. Le nasse e i cogolli (grandi trappole a nassa) funzionano secondo il principio dell’inganno, il cogollo indirizza i pesci tramite delle pareti di rete in una sorta di camera di cattura (Figura 96). I cogolli vengono utilizzati, ad esempio, per la cattura di lucci e pesce bianco, le nasse piuttosto per il pesce persico, l’anguilla e la bottatrice. Le nasse sono anche chiamate bertovelli. b) Attrezzi da pesca “attivi“ Quali attrezzi da pesca professionale attivi vengono in generale utilizzate le reti del tipo “bedina”. Sono attrezzi costituiti da due ali di rete e un sacco terminale, pure di rete, con i quali il pescatore circonda e racchiude un banco di pesce e lo raccoglie nel sacco, ritirando man mano le ali in barca. Le bedine vengono utilizzate principalmente per la cattura di riproduttori di coregone e, localmente, per altri fini come la cattura di persici (solo nel lago Lemano), o per la cattura di riproduttori di temolo (nel Reno presso Sciaffusa). Usate in combinazione con un ecoscandaglio, le bedine sono attrezzi molto efficaci, siccome un banco di pesce può essere individuato e catturato in modo mirato. Reti da traina trascinate da un’imbarcazione vengono

155 Esame professionale di guardapesca 4. Tecnica / pescatori professionisti usate anche per indagini particolari per le quali si rende necessaria la cattura rappresentativa del banco di pesci in termini di specie e di distribuzione delle lunghezze.

Figura 96 Esempi di attrezzi passivi. In alto a sinistra: reti volanti; in alto a destra: reti da fondo; sotto a sinistra: nassa; sotto a destra: cogollo (grande trappola a nassa) (Lehnherr, 1972). (destra) (Lehnherr,1972).

c) Attrezzature per usi particolari Gli attrezzi riportati di seguito non vengono impiegati nell’attività di routine dei pescatori professionisti, ma solamente per il chiarimento di questioni particolari. Siccome il loro impiego avviene generalmente in collaborazione con le Amministrazioni della pesca o con istituti di ricerca, il guardapesca deve possedere le conoscenze di base su questi attrezzi: reti multimaglie: drappi di rete con magliature diverse assemblati in modo da costituire una grande rete galleggiante alta 7 m. Con esse si può a esempio catturare una popolazione ittica (per esempio un banco di pesce) in modo che la presenza nella rete delle diverse classi di lunghezza e di età sia rappresentativa di quella effettivamente presente nella popolazione. Reti multimaglie vengono frequentemente utilizzate per lo studio delle popolazioni di coregoni e di pesce persico. Siccome le reti multimaglie non pescano sempre in modo ottimale, si usa pure fare capo a singole reti di magliatura diversa collegate tra loro in una tesa. rete da avannotti: rete a magliatura molto fine per la cattura di avannotti e giovani pesci per la valutazione della consistenza di una nuova coorte (pesci nati nel corso dello stesso anno). Quando queste reti vengono trainate dietro una barca i pesci sentono l’onda di pressione dell’imbarcazione e possono sfuggire alla cattura. Per ovviare a questa reazione le reti da avannotti vengono sovente montate su un telaio e spinte davanti al natante. Per la cattura di avannotti appena schiusi o larve, si può spingere questa rete anche in cerchio. trappole con luce: per valutare la presenza di avannotti, rispettivamente la consistenza di una nuova coorte possono pure essere impiegate diverse trappole (per esempio barili con dei fori) all’interno dei quali viene piazzata una fonte luminosa per attirare lo zooplancton e gli avannotti.

156 Esame professionale di guardapesca 4. Tecnica / pescatori professionisti retino da plancton: cono di rete generalmente di grandi dimensioni (diametro 1 m o più) e con maglia molto fine (< 1mm) montato su un telaio solido e utilizzato per la cattura di zooplancton nel lago per il nutrimento di giovani pesci in piscicoltura. Per avere successo nella pesca dello zooplancton bisogna tener conto della profondità di stazionamento dello stesso e delle sue migrazioni nel corso della giornata (da determinare attraverso pescate di prova). draga: telaio solido di metallo con montato un retino (diverse magliature) che viene trainato da un’imbarcazione sul fondale. Con questo attrezzo si può a esempio verificare la presenza di uova su località di frega presunte o note. A seconda del lago esistono disposizioni molto diverse sull’altezza delle reti, sulla loro lunghezza, le magliature minime, lo spessore del filato e sul numero massimo di reti utilizzabili. Le reti moderne sono costruite in monofilo fine oppure in multifilo (tortiglia) di fibre sintetiche colorate. In confronto con le grezze reti in cotone impiegate negli anni 50 dell’ultimo secolo, queste reti moderne sono pressoché invisibili in acqua e hanno quindi un’efficacia di cattura molto accresciuta. Lo spessore del filato deve avere un determinato rapporto con la grandezza della maglia. La produzione e la riparazione delle reti presuppone un’approfondita conoscenza dei materiali e una buona manualità. In Kaulin (1997) oppure in Mattern (1999) sono descritti in modo esteso i materiali e i procedimenti per la costruzione e la manutenzione delle reti. Siccome le reti in posa sono difficilmente individuabili non solo dai pesci, in laghi con intensa fruizione per le attività del tempo libero si verificano sovente situazioni conflittuali con velisti, subacquei, pescatori dilettanti o nuotatori. È quindi indispensabile, anche per ragioni di sicurezza, segnalare in modo adeguato le attrezzature in posa.

Posa e levata delle reti Le reti branchiali sono senza dubbio gli attrezzi più impiegati dai pescatori professionisti in Svizzera. Queste vengono stese (posate) la sera nel lago e levate il mattino successivo. In alcuni laghi e a temperature basse le reti possono essere lasciate in posa più a lungo. Per la cattura dei pesci persici le reti vengono spesso posate il mattino presto e levate già poche ore dopo. Le disposizioni in merito alla posa e alla levata delle reti sono specifiche per ogni lago e tengono conto anche delle attività di navigazione o di svago e non possono essere discusse con completezza in questo contesto. Esse si basano comunque sempre sul principio che la durata della posa deve consentire che i pesci recuperati alla levata siano in condizioni tali da poter essere utilizzati senza problemi.

157 Esame professionale di guardapesca 4. Tecnica / pescatori professionisti

Misurazione delle reti e piombatura Nella cattura dei pesci – sia con le reti che con le nasse – la magliatura minima gioca un ruolo determinante, siccome con tutti gli strumenti passivi la popolazione ittica viene pescata in modo selettivo. La grandezza dei pesci catturati (e con ciò la loro età e il loro stadio di maturazione sessuale) viene determinato dalla magliatura utilizzata. Vale la regola empirica secondo cui la lunghezza dei pesci catturati corrisponde a 7 volte la maglia per i persici e da 8 a 10 volte per i coregoni. Le disposizioni inerenti alle magliature minime sono differenti per ogni specie e da lago a lago. Inoltre, esistono diversi metodi di misura per la verifica della magliatura delle reti (bagnata o asciutta, maglie tese con più o meno peso, ecc.). È compito del guardapesca verificare la corrispondenza degli attrezzi alle disposizioni vigenti per il rispettivo lago. Nella maggior parte dei laghi svizzeri gli attrezzi devono essere controllati e autorizzati dall’Autorità competente (e quindi dal guardapesca) prima del loro primo impiego o in caso di cambiamento di proprietario. In occasione di questa “piombatura” viene gene- ralmente apposto alle reti un piombo numerato col quale si attesta la conformità alle dispo- sizioni vigenti. Solo allora il proprietario può utilizzarle secondo le regole vigenti e per il corrispondente scopo previsto. La piombatura delle reti non costituisce una garanzia per una conformità totale (manipolazioni successive). In caso di dubbio gli attrezzi devono essere controllati periodicamente dal guardapesca. Su alcuni laghi gli attrezzi non vengono piombati. Il pescatore professionista in veste di utilizzatore è responsabile della conformità alle leggi del proprio materiale, in particolare in riguardo alle magliature. Il compito del guardapesca in questi casi è più impegnativo, siccome deve procedere a verifiche sul posto su campioni scelti a caso.

158 Esame professionale di guardapesca 4. Tecnica / pesca dilettantistica

4.2 Attrezzi per la pesca dilettantistica

4.2.1 Attrezzi e tecniche di cattura L’amo da pesca è uno degli attrezzi più antichi usati dall’umanità per procacciarsi il cibo e il suo principio di funzionamento non ha subìto fino a oggi modifiche sostanziali. Grazie alle migliori tecniche di produzione e ai nuovi materiali, gli ami, i ili da pesca e le canne sono naturalmente divenuti più raffinati. Se in passato era essenzialmente la necessità di procacciarsi il cibo a essere in primo piano e quindi le tecniche erano conformemente poco delicate, oggi i metodi consentiti sono divenuti più restrittivi sia per motivi di etica che nell’interesse dello sfruttamento sostenibile, ma anche per questioni di protezione degli animali. Le tecniche del pescatore dilettante o pescatore alla lenza possono essere classificate fondamentalmente nelle seguenti categorie: • pesca a fondo; • pesca al tocco; • pesca col galleggiante; • pesca a spinning; • pesca a mosca; • pesca con la camolera o moschettera; • pesca col cosacco o con lo jo-jo; • pesca a traina. Il pescatore dilettante può usare in diversi Cantoni, oltre alle lenze, anche altri mezzi. Si tratta del bilancino (o quadrato) e la nassa. Nel suo piccolo formato il primo viene utilizzato per la cattura di pesciolini da esca, mentre in formato più grande è ancora in uso a esempio sul Reno per la cattura di salmonidi. La nassa viene utilizzata come la bottiglia per la cattura di pesci da esca Sulle attrezzature da pesca e sulle tecniche di cattura esiste una letteratura molto estesa, dai libri, ai fascicoli, ai contributi nelle riviste di pesca, ai cataloghi dei produttori di articoli da pesca, e in internet. Il guardapesca deve conoscere in prima linea gli attrezzi e i metodi consentiti nel proprio areale, rispettivamente nel proprio Cantone, nonché le misure di protezione ivi applicate. La conoscenza delle disposizioni fa parte della formazione di base del guardapesca, come pure il corretto comportamento durante il controllo di pescatori e le procedure di interrogazione e stesura di verbali di contravvenzione. In base all’art. 5a della LFSP, tutti i pescatori (professionisti e dilettanti) devono disporre di una formazione specifica per l’esercizio della pesca. In merito alle offerte di formazione esistono differenze a livello cantonale. La Netzwerk Anglerausbildung coordina le attività formative e allestisce i certificati che in definitiva abilitano a staccare una patente di pesca. Sotto http://www.formazione-pescatori.ch/ rete di formazione per pescatori si trovano tutte le informazioni relative al certificato di abilitazione.

159 Esame professionale di guardapesca 4. Tecnica / pesca dilettantistica

Per quanto riguarda gli attrezzi di pesca consentiti, deve essere considerata la legislazione vigente (in primo luogo l’OLFP). Ad esempio, sono fondamentalmente vietati l’utilizzo di ami con ardiglione e di pesci vivi da esca. Le eccezioni sono definite nella legislazione sulla pesca e bisogna considerare che sussistono differenze a livello cantonale. Per la pesca professionistica (come pure per gli allevatori di pesci) non vi sono in Svizzera soluzioni unitarie e neppure possibilità di formazione o di sostenere un esame professionale. Pertanto, né il pescatore professionista, né l’allevatore di pesci sono mestieri riconosciuti a livello federale. Esistono tuttavia in vicinanza all’estero buone possibilità di formazione in questi campi (per esempio presso Bayrischen Landesanstalt für Landwirtschaft a Starenberg). Le condizioni per ottenere una patente di pesca professionale sono stabilite a livello cantonale.

160 Esame professionale di guardapesca 4. Tecnica / Interventi tecnici

4.3 Pesca elettrica 4.3.1 Tipi di apparecchi In Svizzera la pesca elettrica è autorizzata sia per fini scientifici sia per la protezione e la gestione delle popolazioni ittiche. Viene spesso utilizzata dai servizi cantonali della pesca, servizi privati e società di pesca, come pure da istituti di ricerca per effettuare rilevamenti. La pratica della pesca elettrica è eseguita da parte di esperti e permette di ridurre al minimo l’impatto negativo sui pesci durante la cattura, i rilevamenti biologici e i censimenti. La pesca elettrica deve essere autorizzata dal servizio cantonale competente e può essere praticata soltanto da persone con una formazione specifica. L’articolo 11 capoverso 3 OLFP definisce gli apparecchi di cattura elettrici ammessi. Poiché gli apparecchi di cattura elettrici sono prodotti elettrici a bassa tensione, devono rispettare anche i requisiti di cui all’articolo 4 dell’ordinanza sui prodotti elettrici a bassa tensione (OPBT; RS 734.26), che ne disciplina la messa in commercio, ed essere conformi alla norma europea EN 60335-2-86 (p.es. per quanto concerne la presenza del dispositivo «uomo presente»). Questa norma si applica anche in Svizzera. In commercio sono disponibili diversi apparecchi per la pesca elettrica. Essi vengono suddivisi, a seconda del tipo di corrente utilizzata, in apparecchi a corrente continua, alternata e a impulsi, nonché, a seconda del tipo d’impiego, in stazionari, con generatore portatile o a batteria. Secondo l’art. 11 cpv. 3 dell’Ordinanza alla Legge federale sulla pesca del 24 novembre 1993 (RS 923.01, LFSP) è ammesso unicamente l’utilizzo di quelli a corrente continua e a condizione che l’ondulazione residua non superi il 10% della tensione espressa come media aritmetica. Ciò siccome recenti indagini scientifiche hanno appurato che un’ondulazione residua elevata può causare danni fisici importanti ai pesci e incrementare il tasso di mortalità. Idealmente dovrebbero essere impiegati solo apparecchi di pesca elettrica a corrente continua “pura”, ad esempio come quella fornita dalle batterie. Vengono definiti apparecchi a corrente continua anche quelli nei quali la corrente viene fornita originariamente quale corrente alternata da un generatore e successivamente raddrizzata in corrente continua. Dopo il raddrizzamento permane tuttavia una deviazione dalla media aritmetica, la cosiddetta ondulazione residua. Per scopi particolari vengono pure impiegati apparecchi modificati in funzione della particolare problematica, come ad esempio utilizzando più anodi alfine di creare uno sbarramento in un corso d’acqua, oppure installazioni su un’imbarcazione per la pesca nei grandi fiumi. A far seguito dal primo maggio 2018, gli apparecchi per la pesca elettrica devono essere controllati regolarmente (ogni 5 anni). I cantoni sono responsabili che gli apparecchi in uso sul proprio territorio (anche quelli di Società di pesca e ditte private, ecc.) vengano controllati con questo ritmo e siano conformi alle disposizioni quadro di legge. I proprietari di apparecchi elettrici di cattura sono responsabili della conformità del loro materiale. La conformità di nuovi generatori deve essere attestata dai rivenditori o dagli importatori e verificata periodicamente secondo le prescrizioni dell’UFAM. La modifica entrerà in vigore il 1° maggio 2018, sarebbe a dire con un periodo transitorio di un anno rispetto alle altre modifiche. A partire da questa data, tutti gli apparecchi di pesca elettrica in servizio in Svizzera devono soddisfare le esigenze previste dalla modifica dell’articolo11 capoverso 3 dell’OLFP e dalle prescrizioni previste dalla norma EN 60335- 2-86.

161 Esame professionale di guardapesca 4. Tecnica / Interventi tecnici

4.3.2 La reazione nel campo elettrico L’azione della pesca elettrica è basata sul fatto che tra il catodo stazionario (mobile in caso di apparecchi a spalla) e l’anodo mobile (polo di cattura) si crea un campo elettrico in acqua e un oggetto con conducibilità specifica diversa da quella dell’acqua che vi si viene a trovare è soggetto a una differenza di tensione. Se questo oggetto è un pesce, esso reagirà con delle contrazioni muscolari alla corrente elettrica. Diverse sono le reazioni possibili. Il pesce può a) fuggire dal campo elettrico; b) rimanere sul posto; c) nuotare verso l’anodo; d) rimanere stordito; e) rimanere ucciso. Le reazioni a) e c) sono definite come galvanotassi. Idealmente nella pesca elettrica si cerca di ottenere la reazione c. La reazione è fondamentalmente maggiore quanto più grande (lungo) è il pesce e quanto più esso si trova vicino a uno dei poli. Oltre a ciò il sistema elettricità – corpo idrico – pesce viene influenzato da molti fattori fisici e biologici: • la conducibilità del corpo idrico in base alla concentrazione ionica (acque ricche di calcio e/o iperconcimate hanno una conducibilità elevata, mentre acque povere di calcio e/o di sostanze nutritive hanno conducibilità basse) e la temperatura (la conducibilità si riduce con l’abbassamento delle temperature); • forza della corrente impiegata (Ampère) e tensione (Volt); • specie e grandezza del pesce. Le diverse reazioni e le conoscenze fondamentali sull’elettricità sono riportate in modo esteso nella Guida alla pesca elettrica (Meng 1978) e in „La pêche électrique, théorie et pratique“ (Kirchhofer/Büttiker/Breitenstein 2007) e costituiscono materia d’esame per l’autorizzazione alla pesca elettrica. La pesca elettrica viene impiegata in modo differenziato in Svizzera per diversi rilevamenti: • Per la cattura di riproduttori si cerca in modo mirato di catturare grossi individui della specie ricercata (in generale trota), mentre in occasione dei rilevamenti delle popolazioni in acque con diverse specie ittiche la tensione e la potenza utilizzata, nonché la conduzione del polo di cattura (anodo), devono venire adeguati alle necessità del caso. Nel caso di pesca in corsi d’acqua ove è presente la lampreda di ruscello, per esempio, l’anodo deve essere tenuto fermo per un tempo più lungo sopra le zone sabbiose (i potenziali habitat di questa specie) in modo che le larve della lampreda (ammoceti) vengano alla superficie. • Per rilevamenti quantitativi delle popolazioni ittiche, una tratta definita di fiume viene di regola sbarrata a monte e a valle (con reti o impianti elettrici di dissuasione) e viene pescata più volte successivamente. Così si può stimare l’entità numerica della popolazione totale e la sua biomassa. • Per rilevamenti semiquantitativi viene impiegata la campionatura puntiforme tramite la quale vengono registrati, a ogni immersione dell’anodo, il numero e la specie dei pesci catturati. In questo modo possono essere stabilite le percentuali di presenza delle varie specie che consentono confronti fra tratte di fiume di diversa lunghezza, in differenti corsi d’acqua e in periodi diversi.

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4.3.3 Danni e rischi Per lungo tempo è valsa la convinzione che la pesca elettrica, se praticata correttamente e con cura, non causasse praticamente alcun danno a pesci e gamberi. Nuove ricerche hanno però dimostrato che, in caso di uso di determinati apparecchi e in situazioni particolari, sono facilmente possibili dei ferimenti. Ferimenti dei pesci non riconoscibili dall’esterno, come strappi muscolari, fratture vertebrali, emorragie e lesioni dei vasi sanguigni, possono verificarsi a causa di una pratica inadeguata della pesca elettrica. I ferimenti più gravi avvengono in occasione di contatto del pesce con l’anodo – ciò che dovrebbe essere assolutamente evitato. La pesca elettrica in corsi d’acqua con presenza di gamberi è molto problematica. Essi infatti non presentano alcuna galvanotassi, ma fuggono semplicemente in una direzione qualsiasi. Se si trovano nelle loro tane o cunicoli, non possono essere richiamati all’esterno dalla corrente elettrica come avviene per le anguille. I gamberi perdono inoltre sovente le loro chele. se sottomessi al campo elettrico, specialmente se si usa corrente a impulsi. Le chele vengono poi rigenerate con la prossima muta, ma non raggiungono più le dimensioni normali. Gli animali restano pertanto debilitati per lungo tempo nell’assunzione del cibo e nella difesa. Per decenni la pesca elettrica è stata ottimizzata nell’ottica della gestione di popolazioni di trota fario (cattura di riproduttori) ed è quindi ben conosciuta. In relazione a catture totali (allontanamento dei pesci da cantieri in alveo, indagini sulla presenza complessiva di specie, ecc.) bisogna invece considerare che certe specie ittiche presentano reazioni molto diverse e una parte di esse deve venir pescata in modo molto specifico. In conclusione, è sempre importante soppesare i vantaggi e gli svantaggi di un’azione di pesca elettrica. A fronte di una esecuzione maldestra, i danni potrebbero risultare nettamente superiori ai profitti. Un intervento con pesca elettrica deve pertanto essere sempre ben pianificato, eseguito con un numero sufficiente di persone esperte e in caso di condizioni sfavorevoli (portate, intorbidimento) deve essere annullato o posticipato.

4.3.4 Sicurezza Chi utilizza un apparecchio per la pesca elettrica deve essere consapevole che sta lavorando con alta tensione e con forze di corrente elettrica elevate. Deve quindi prestare attenzione da un canto alla reazione del pesce (non vogliamo uccidere i pesci) e dall’altro alla sicurezza delle persone. Per questi motivi può utilizzare l’apparecchio per la pesca elettrica solo chi ha assolto e superato lo specifico esame. È inoltre obbligatorio l’uso di indumenti isolanti di gomma (stivali o stivali da guado, guanti), il luogo dell’impiego deve essere sorvegliato da una persona e deve essere esposto un cartello che informa del pericolo chi si dovesse avvicinare.

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4.4 Interventi tecnici

La Svizzera è relativamente densamente abitata, presenta una rete di comunicazione molto estesa e i terreni agricoli sono intensamente sfruttati. In seguito a questi fattori, i nostri corsi d’acqua vengono compressi in spazi ridotti, ne consegue inoltre un’ulteriore pressione su di essi poiché gli spazi occupati dalle attività umane devono venir protetti dalle piene con opere di correzione idraulica. Quale conseguenza di questi interventi tecnici (protezione dalle piene, sfruttamento idroelettrico come pure espansione delle zone abitate), gran parte della rete idrica Svizzera che conta circa 60’000 km è oggi corretta, sbarrata, canalizzata o intubata. A dipendenza della distribuzione dei compiti a livello delle amministrazioni cantonali della pesca, questioni inerenti interventi tecnici sulle acque possono costituire una buona parte del lavoro quotidiano del guardapesca. In relazione agli interventi tecnici di seguito elencati, sono rilevanti in primo piano una serie di leggi e ordinanze federali (vedi capitolo 5). A seconda dell’intervento previsto vanno applicate legislazioni diverse e sono competenti differenti Autorità. In occasione di ogni intervento sulle acque, L’Amministrazione della pesca è però comunque sempre quantomeno coinvolta nelle procedure amministrative interne (preavvisi settoriali, preavvisi dipartimentali, consultazioni, ecc.). In prima linea deve essere applicata la Legge federale sulla pesca del 21 giugno 1991 (LFSP). In base agli articoli 8 e 9 della LFSP, gli interventi sulle acque, sul loro regime o il loro letto, come pure interventi sulle sponde e sui fondali, necessitano di un’autorizzazione da parte dell’Autorità competente in materia di pesca. Per progetti speciali come autostrade, istallazioni militari, ferrovie, centrali elettriche di conine, ecc., sono competenti le Autorità federali, però le Autorità cantonali devono essere consultate. Tutti gli altri interventi rientrano nelle competenze cantonali. Nell’ambito di questa autorizzazione di polizia della pesca vanno valutati gli impatti degli interventi previsti e, se necessario, vanno intraprese le misure per una ottimizzazione del progetto. Se effetti negativi sono inevitabili devono essere richieste misure di compensazione. Nel corretto decorso di un progetto si possono distinguere diverse fasi: Progetto preliminare Il guardapesca dovrebbe poter essere coinvolto per le questioni inerenti la fauna ittica già nella fase di progetto preliminare di interventi sulle acque superficiali. Gruppi di lavoro convocati tempestivamente e composti da esponenti dei campi d’interesse delle costruzioni idrauliche, della protezione delle acque, della pesca, della protezione della natura e del paesaggio, dell’agricoltura, ecc., possono rivelarsi molto efficaci in caso di grossi progetti. A dipendenza della regolamentazione delle competenze e delle procedure nei singoli Cantoni, gli interessi dei pesci e della pesca possono essere fatti valere attraverso la formulazione di prese di posizione verbali o scritte nei confronti dei progetti; possono pure essere intrapresi degli accompagnamenti specifici del progetto. In presenza delle specifiche autorizzazioni, il contatto diretto sul posto con gli addetti al cantiere conduce generalmente a buone soluzioni per l’ambiente acquatico e per i pesci, senza complicazioni burocratiche. In qualsiasi modo sia chiamato a confrontarsi con degli interventi tecnici, un guardapesca deve sempre adempiere alle seguenti premesse:

• conoscenza dell’ecologia delle acque (capitolo 1) come pure conoscenza della fauna ittica e dei gamberi (capitolo 2) nonché conoscenze particolari sulle condizioni specifiche presenti nei “propri” corpi idrici. Ciò significa, a esempio, conoscere la presenza di specie ittiche e di gamberi, le località di frega note, il significato per la pesca dilettantistica, ecc. Queste conoscenze possono essere acquisite unicamente attraverso l’osservazione continua e la raccolta di informazioni presso conoscitori

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affidabili delle acque in questione (pescatori esperti, responsabili tecnici dei consorzi, ex-guardapesca); • comprensione dello scopo dell’intervento tecnico e dei procedimenti tecnici nella fase di cantiere e in quella di esercizio nonché, in particolare, la capacità di prevedere le conseguenze sulle acque e sulla fauna acquatica delle attività nella fase di costruzione e in quella di esercizio. Fase di progettazione e di autorizzazione Quando sono pianificati interventi presso o in un corpo idrico, dopo la fase di progettazione preliminare e di autorizzazione da parte dell’autorità competente, vengono raccolte informazioni presso l’impresa sui singoli passi dell’intervento: in che periodo dell’anno e con quali macchine verranno effettuati i lavori lungo l’alveo o dentro lo stesso (l’olio idraulico delle macchine da cantiere può avere effetti molto tossici, bisogna esigere l’utilizzo di prodotti che non comportano problemi biologici, secondo lo stato della tecnica attuale)? Saranno utilizzate sostanze pericolose per le acque come cemento o prodotti chimici? Sono previste deviazioni del corso d’acqua o sistemi di trattenimento delle acque? Per ogni fase di cantiere il guardapesca deve essere in grado di prefigurarsi le conseguenze che la stessa può avere sul corpo d’acqua, a esempio a causa di una modifica del deflusso e del comportamento delle correnti, o in seguito all’intorbidamento delle acque, oppure ancora per il prosciugamento di tratte di fiume. In generale bisogna riflettere su quando, dove e perché si possono prevedere determinati pericoli o danni alla fauna acquatica. Queste riflessioni devono fare parte dell’autorizzazione di competenza dell’Autorità in materia di pesca e nelle relative richieste di compensazione. Fase di cantiere • Dopo la fase di progettazione e di autorizzazione, nel corso della fase di cantiere, è sovente necessario prendere provvedimenti diretti di protezione per i pesci e per i gamberi: • prima dell’inizio dei lavori, si devono generalmente allontanare preventivamente i pesci dalla zona di cantiere tramite pesca elettrica. Specialmente in caso di correzioni idrauliche può essere utile, per una proficua collaborazione, coinvolgere e far partecipare alle operazioni sul posto ingegneri progettisti, capocantiere o pacherista. Ciò si rivela molto istruttivo per persone non avvezze alle conoscenze di ecologia delle acque e favorisce la loro comprensione delle esigenze ecologiche della fauna ittica nell’ambito delle correzioni idrauliche; • predisposizione di sistemi di trattenimento delle acque in caso di uso di sostanze pericolose, per la protezione contro intorbidamenti o per consentire lavori altrimenti non possibili; • installazione di strumenti di misura per la sorveglianza della qualità delle acque (per esempio: valore pH, concentrazione di ossigeno, carico di sostanze solide (torbidezza)). Fra i compiti del guardapesca durante l’attività di cantiere può esserci, a seconda del cantone, anche il controllo del rispetto delle disposizioni in materia di protezione delle acque, di competenza del Servizio di protezione delle acque o dell’ambiente. In occasione di lavori di costruzione vanno pure concordate l’organizzazione e l’attribuzione delle competenze nell’accompagnamento dei lavori (direttive), il controllo (per esempio degli strumenti di misura) e il sistema di allarme.

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Un ulteriore punto importante, purtroppo spesso sacrificato a causa della poca disponibilità di tempo, consiste nel controllo dell’efficacia dei provvedimenti. Bisogna insistere nel richiedere, già nella fase di autorizzazione, che a lavori terminati vengano effettuate delle verifiche tramite pesca elettrica a carico del committente, nel limite del possibile, coinvolgendo nuovamente gli addetti ai lavori, anche in seguito a interventi di rinaturazione. Il miglior modo per assicurare un controllo dell’efficacia è quello di inserirlo quale condizione nell’autorizzazione. Correzioni idrauliche, metodi costruttivi I nostri corsi d’acqua sono stati corretti in origine per acquisire e proteggere maggiori superfici per lo sfruttamento agricolo e abitativo. Rettificazioni e trasformazione in canali favorirono l’utilizzo delle acque quale via di trasporto (navigazione) o sfruttamento dell’energia idraulica e hanno portato in molti casi a un abbassamento dell’alveo, volutamente ricercato per migliorare la protezione dei terreni limitrofi dalle piene e il loro drenaggio. Se in passato l’elemento acqua era visto principalmente quale minaccia, e di conseguenza veniva domato con interventi duri e solidi, negli ultimi tempi si è verificato un cambiamento di approccio. I corpi d’acqua vengono sempre più percepiti quali ambienti degni di protezione e di mantenimento per una fauna e una flora divenute sempre più rare. Corpi d’acqua allo stato naturale o vicini allo stesso vengono riconosciuti quali elementi del paesaggio, belli e attrattivi. Da ciò deriva una crescente fruizione degli stessi quali ambienti di distensione e per la pratica di innumerevoli attività del tempo libero. Gli importanti eventi di piena, la cui frequenza è cresciuta negli ultimi anni, sia nel nostro paese che all’estero, hanno procurato enormi danni finanziari alle zone abitate, alle infrastrutture e all’agricoltura. In questo contesto si consenta comunque l’osservazione che non è il fiume a causare i danni, bensì l’uomo che pone ostacoli sul suo cammino. Questa realtà è stata riconosciuta nella legislazione sulla protezione delle acque con l’obbligo di riservare lo spazio di pertinenza dei corpi d’acqua, nel senso che l’esigenza spaziale delle acque deve essere stabilita in modo tale che le diverse funzione delle stesse come pure la protezione dalle piene siano garantite. Quando un guardapesca si è ben documentato su un progetto concreto e si è preparato a un sopralluogo, constaterà sovente nella pratica che sussistono conflitti tra interessi di protezione e sfruttamento. A prescindere da interessi privati (proprietari dei fondi) possono essere anche richieste di uffici o autorità. Così, a esempio, la messa in sicurezza del deflusso delle piene richiede sezioni sufficientemente larghe. Per questo motivo devono essere fatte delle concessioni, specialmente nella disposizione degli alberi sulle sponde, in caso di sistemazioni naturalistiche. In merito alle esigenze di spazio dei corsi d’acqua sono assolutamente da applicare le disposizioni dell’Ordinanza sulla protezione dalle acque che sono riportate in diverse pubblicazioni (esempio: Aiuti all’esecuzione UFAM). Estrazione di inerti e risanamento del trasporto solido La ghiaia viene asportata da un corpo idrico essenzialmente per due ragioni: o vengono sbancati depositi di ghiaia di qualità adeguata a diversi utilizzi, oppure si tratta di allontanare depositi che intralciano il deflusso, ai fini della protezione contro le piene. A scopo di sfruttamento si scava principalmente il materiale nei corsi d’acqua e alle loro foci nei laghi, in golene o su areali del fondo lacustre. Questi depositi vengono scavati periodicamente o continuamente. Alla base di questo tipo di prelievo di ghiaia deve esserci un concetto di sfruttamento nel quale siano regolati i periodi dell’anno, le cubature, le località di estrazione, nonché i provvedimenti di compensazione. Deposizioni ricorrenti di ghiaia si verificano in camere di contenimento (Figura 97), nei bacini artificiali e sui coni di deiezione

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dei torrenti di montagna al loro arrivo sul piano. Qui le estrazioni di ghiaia si effettuano in favore della protezione degli abitati e dei terreni agricoli, a patto che tali operazioni siano pianificate per tempo. I provvedimenti si limitano in generale a minimizzare il danno alla fauna acquatica al momento dello scavo. Dopo eventi di piena si deve a volte provvedere con urgenza ad allontanare depositi di inerti da corsi d’acqua per un’efficace protezione da ulteriori piene. In questi casi gli uffici coinvolti devono concordare gli interventi con il settore della pesca. Altre attività di scavo si verificano a esempio alle entrate dei porti che si ostruiscono oppure in canali navigabili. In tali occasioni non si tratta generalmente di ghiaia, bensì di materiali fini (sabbia – limo). Questo materiale di scavo viene molto raramente utilizzato. Qualora lo stesso non è contaminato, può essere risistemato a lago, previo accordo con l’Autorità competente in materia di pesca. Condizioni quadro dal punto di vista dell’ecologia delle acque in relazione agli spostamenti di sedimenti, scavi o scarico a lago di materiali inerti (anche quale valorizzazione ecologica) sono riportate in diverse pubblicazioni dell’ UFAM.

Figura 97 Bacini di ritenzione della ghiaia per la protezione delle tratte a valle dall‘interrimento e dagli straripamenti sono sovente anche ostacoli insormontabili alle migrazioni della fauna acquatica. Oggigiorno le concessioni per l’estrazione della ghiaia sono chiaramente più severe rispetto ancora a pochi anni orsono, siccome molti dei nostri fiumi manifestano una carenza di trasporto solido. Questo avviene specialmente in tratte rettificate in modo duro, nelle quali, a causa delle considerevoli forze di trascinamento della corrente canalizzata, non riesce a depositarsi alcuna ghiaia. Altre situazioni di carente trasporto solido si riscontrano in tratte immediatamente a valle di sbarramenti dove il materiale solido viene trattenuto a monte delle dighe. Come richiesto dalla legislazione federale, recentemente si è iniziato a cercare di risanare il bilancio del trasporto solido, sperimentare delle derivazioni del materiale con dei bypass che aggirano gli sbarramenti, oppure l’apporto regolare artificiale di ghiaie a valle degli sbarramenti stessi, oppure ancora attraverso delle rinaturazioni.

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Sfruttamento della forza idraulica, prelievo di acque Sfruttamento della forza idraulica Lo sfruttamento della forza idraulica avveniva in passato tramite ruote ad acqua. In caso di necessità, la rotazione della ruota idraulica metteva in movimento macine, seghe, presse o magli, tramite alberi motori, ingranaggi o cinghie. Attualmente la forza idrica viene impiegata principalmente per la produzione di energia elettrica. Le ruote ad acqua sono state sostituite da turbine che mettono in movimento dei generatori di corrente. Per lo sfruttamento delle acque, nella maggior parte dei Cantoni, vengono rilasciate concessioni a tempo determinato. Le centrali per lo sfruttamento delle acque possono essere classificate essenzialmente in due gruppi, secondo il loro modo d’esercizio (Figura 98). • Centrali a pelo libero con o senza derivazione delle acque. Questi impianti lavorano in continuo, sfruttando immediatamente una parte più o meno grande del deflusso presente. Esse coprono il fabbisogno energetico di base e vengono perciò anche chiamate centrali con produzione di banda; • Centrali ad accumulazione immagazzinano quantità di acqua del bacino imbrifero più o meno grandi in bacini di accumulazione. In caso di richiesta queste acque vengono turbinate per la produzione di energia di punta. Centrali a pelo libero senza derivazione delle acque Le centrali a pelo libero senza derivazione delle acque elevano il livello delle acque con una diga direttamente sul corso d’acqua per aumentare la pressione sulle turbine che si trovano nel punto più basso della diga, così che le acque turbinate vengono restituite direttamente al corso d’acqua. Abitualmente nella tratta soggetta a sbarramento deve essere mantenuta una quota definita dalla concessione. Pertanto, le variazioni di livello delle acque in questi impianti sono sovente piuttosto piccole. Queste centrali sono situate laddove sono presenti grandi deflussi con differenze di livello relativamente limitate, cioè sui grandi fiumi. Gli aspetti rilevanti dal punto di vista dell’ecologia ittica e delle acque in una centrale a pelo libero sono: • nella tratta dietro lo sbarramento si instaurano condizioni ambientali sovente molto diverse da quelle originali, ciò specialmente quale conseguenza della riduzione delle velocità della corrente; • l’acqua da turbinare viene filtrata tramite una griglia per proteggere le turbine dai danni causati da materiali trasportati dal fiume; • lo sbarramento interrompe la migrazione verso monte degli organismi acquatici; • la migrazione verso valle degli organismi acquatici può sovente avvenire unicamente dallo stramazzo delle acque dal margine superiore della diga oppure attraverso le turbine. Tutto il materiale solido trasportato dal fiume viene trattenuto dallo sbarramento e può proseguire verso valle solo in occasione di aperture dello sbarramento o in caso di spurghi.

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Figura 98 Diverse forme di produzione di energia idroelettrica: A = centrale a pelo libero; B = centrale con bacino di accumulazione; C1 e C2 = centrale con impianto di pompaggio delle acque (da BKW FMB Energia AG). Centrali a pelo libero con derivazione delle acque Queste sono le centrali più frequenti in Svizzera. In questi impianti, per aumentare la differenza di livello (e con ciò la pressione sulle turbine), le acque vengono derivate da una diga o da una captazione in un canale artificiale o in una condotta forzata e condotte alle turbine dove vengono sfruttate e restituite al fiume, eventualmente attraverso un canale subacqueo. Le acque sfruttate possono essere di pochi l/s (nelle cosiddette microcentrali) fino a molte centinaia di m3/s (nelle centrali sui grandi fiumi). In queste centrali bisogna prendere in considerazione l’esistenza di ulteriori problematiche per quanto riguarda la fauna ittica e l’ecologia delle acque: • tra il punto di derivazione delle acque e quello di restituzione si forma una tratta a deflusso residuale. Sovente le acque sfruttate vengono addirittura derivate in un’altra valle e non sono neppure più restituite al corso d’acqua d’origine • i canali di adduzione e di restituzione vengono sovente realizzati per ragioni idrauliche in forma di canali in cemento liscio o con tubi. In bacini imbriferi nei quali le portate presentano variazioni giornaliere importanti, le opere di derivazione delle acque delle centrali a pelo libero vengono eventualmente strutturate in modo da fungere da bacino di compensazione. Le turbine vengono costruite per una determinata portata di dimensionamento che non può venire superata a volontà. Con l’ausilio di questi “minibacini di accumulazione” i quantitativi di acqua da turbinare vengono stabilizzati, consentendo uno sfruttamento ottimale delle turbine. Centrali ad accumulazione Con l’aiuto di bacini di accumulazione viene trattenuta una parte dei deflussi (estivi) che vengono utilizzati più tardi (generalmente in inverno). Questi bacini vengono riempiti in parte tramite gli afflussi naturali, ma in parte si fa pure capo ad acque di bacini imbriferi estranei, captando acque da torrenti lontani che vengono derivate nel bacino di accumulazione. Nei grandi sistemi di sfruttamento possono essere disponibili diversi bacini di accumulazione a diverse quote. Nei periodi con scarsa richiesta di energia si può utilizzare la stessa per pompare acqua dalle basse quote a quelle superiori. Questo tipo di impianti è denominato centrale con impianto di pompaggio. L’esercizio di impianti idroelettrici con bacini di accumulazione comporta ulteriori problemi significativi a livello dell’ecologia dei pesci e delle acque: • il livello delle acque nei bacini di accumulazione varia in genere considerevolmente nel corso dell’anno; • il regime idrologico a valle della centrale viene alterato e grandi quantità di deflusso idrico vengono spostate dall’estate all’inverno;

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• ruscelli e fiumi di montagna trasportano sovente grandi quantità di materiale solido. Nei punti di captazione vengono trattenuti detriti fluttuanti e il materiale solido minerale; • il continuo rimescolamento delle acque nei bacini di pompaggio impedisce la sedimentazione del materiale fine in sospensione (limo di origine glaciale). Con la produzione invernale di energia, questo materiale viene scaricato nei fiumi a valle in un periodo biologicamente sfavorevole. Al contrario di quanto avviene per le centrali a pelo libero con derivazione delle acque, la dinamica delle portate viene alterata non solamente tra l’opera di presa e quella di restituzione (tratta a deflusso residuo), bensì anche nel corso d’acqua a valle della restituzione. Inoltre, l’acqua accumulata viene sovente turbinata non in continuo, ma a in funzione del fabbisogno energetico (di giorno, in orari di forte richiesta di energia). Ciò può condurre a grandi variazioni di portata nel corso della giornata (vedi problematica delle ondate artificiali o anche deflussi discontinui). Effetti e conseguenze Costruzione di dighe Le conseguenze ecologiche, sui pesci e sulle acque, della costruzione di dighe su un corso d’acqua naturale sono incisive in tutti i sensi e non sono reversibili. Sovente questi interventi sono accompagnati da operazioni di rettificazione, di arginatura e di scavo che conducono alla formazione di un profilo trapezoidale. Ciò comporta una monotonizzazione delle larghezze dell’alveo, delle profondità e della linea riparia. La struttura della riva viene lisciata nelle strutture di dettaglio (gettate di blocchi, piastre di cemento), la connessione della sponda con il territorio retrostante viene sovente drasticamente ridotta. Su scala maggiore vanno persi territori esondabili e zone con acque basse. I rami laterali e i vecchi alvei vengono separati dal fiume tramite argini. Nelle tratte retrostanti gli sbarramenti di impianti a pelo libero, si cerca di mantenere un livello stabile delle acque. Non si verificano praticamente variazioni di livello; magre e piene vengono compensate con la regolazione del flusso. In taluni impianti, in occasione delle piene, le paratoie devono addirittura venire aperte per abbassare il livello delle acque. Con la rettificazione, anche la direzione della corrente viene uniformata e le velocità di deflusso vengono rallentate lungo l’asse longitudinale della tratta soggetta a sbarramento, in direzione dello sbarramento. Negli sbarramenti senza capacità di accumulo delle acque, la velocità della corrente rimane sempre ancora relativamente elevata e non si verifica alcuna stratificazione termica, contrariamente a quanto avviene negli sbarramenti con possibilità di accumulo esistente. Quindi, in uno sbarramento, potranno difficilmente svilupparsi popolazioni naturali di plancton come in un lago. Un aumento della temperatura si verifica generalmente solo in piccola misura. In vicinanza dello sbarramento presso la centrale, dove le acque sono più profonde, nei periodi con basse portate e turbolenza ridotta, possono verificarsi occasionali problemi di ossigenazione dei fondali. In questo comparto dell’impianto viene depositata molta melma che può, in determinati casi, essere caratterizzata da un elevato carico di sostanze organiche e quindi da un’abbondante presenza di organismi del bentos. In queste zone viene consumato molto ossigeno che può scomparire totalmente per brevi periodi a livello del sedimento e negli starti a contatto con lo stesso. Quale conseguenza di queste modifiche, si innesca un processo di sedimentazione di lunga durata e differenziato che continua fino al raggiungimento di uno stato di equilibrio e che può durare decenni. Nei pressi della radice del bacino si depositano materiali inerti grossolani, mentre presso lo sbarramento sedimentano considerevoli quantità di particelle fini. Una colmazione (sigillatura e consolidamento del fondale da parte dei sedimenti fini) è in questi

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casi addirittura desiderata, per fini tecnico-idraulici, quale impermeabilizzazione del bacino. I processi di sedimentazione possono in conclusione pure ristrutturare un bacino. Da un lato i depositi di materiale inerte sui fondali alla radice del bacino, come pure gli interramenti laterali, contribuiscono a formare nuove zone con acque basse, nuove superfici esondabili e nuove aree con acque ferme che col tempo favoriscono l’insediamento di specie animali e vegetali limnofile (Figura 99). Dall’altro lato si possono creare localmente delle strozzature della sezione con conseguente aumento della velocità della corrente, favorendo l’instaurarsi di specie ubiquitarie o addirittura reofile.

Figura 99 Con la realizzazione di sbarramenti le spiagge piatte con canneto sono divenute elementi determinanti di molte tratte che in passato erano a scorrimento libero (Immagine: sbarramento sull‘Aar, Wohlensee presso Berna). Queste modifiche dei fattori abiotici hanno conseguenze sulla composizione specifica e sull’abbondanza dalla flora e della fauna acquatiche. • Alghe sessili (perifiton, “Aufwuchs”): intanto che persiste la presenza di un substrato adeguato, grazie al livello costante delle acque, queste piante possono sviluppare elevate biomasse. Scarpate lisce e solide, come pure un grossolano strato di copertura, combinati con l’assenza di trasporto solido, possono rappresentare una grande offerta di superfici per la crescita di queste alghe. In realtà però esse saranno sempre inferiori in confronto alla superficie totale di una tratta a scorrimento naturale e, a causa delle modificate condizioni (luce, substrato, profondità, ecc.), si svilupperanno altre comunità algali rispetto a quelle di una tratta naturale. • Macrofite: a causa della perdita di aree con acque ferme, certe popolazioni di macrofite sono sovente minacciate. Rive scoscese e protette con materiali duri, come pure elevate profondità, costituiscono limitazioni delle località atte allo sviluppo di queste piante. Popolazioni di macrofite che non sono protette dalle strutture della sponda, reagiscono molto sensibilmente all’incremento della velocità della corrente, nei pressi dello sbarramento, a profondità adeguate, esse possono per contro sovente svilupparsi

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in modo esteso. Spesso in molti impianti a pelo libero si osservano però massicce vegetazioni di singole specie (introdotte) come la peste d’acqua (Elodea canadensis). • Invertebrati acquatici: normalmente l’estensione dell’habitat adeguato per il macrozoobentos legato agli spazi interstiziali dei substrati ghiaiosi viene ridotta negli sbarramenti. La colmazione peggiora ulteriormente le condizioni di vita di molte specie di invertebrati. Si verifica uno spostamento a favore di quelle specie che prediligono i substrati sabbiosi e melmosi, le quali possono però senz’altro sviluppare biomasse molto consistenti. • Fauna ittica: una monotonizzazione della morfologia dell’alveo significa, per la gran parte delle specie ittiche, una riduzione o addirittura la perdita degli habitat disponibili. Piccole strutture del fondale e delle sponde sono importanti, per singoli pesci o piccoli branchi, quali quartieri e luoghi di stazionamento con possibilità di protezione contro i predatori e gli eventi di piena. Su scala maggiore, aree con acque ferme e bassi fondali rivestono generalmente grande importanza quali zone di riproduzione e crescita dei giovani e come rifugi dalle piene (specialmente per le specie di piccola taglia e per i giovani). L’inondazione annua di territori esondabili e golenali costituisce una delle più importanti basi per la riproduzione e la produzione dei popolamenti ittici, ma anche della fauna che costituisce il loro nutrimento. Secondo molti studi, per esempio sul Danubio, la riduzione del prodotto della pesca può essere messa in relazione in prima linea con l’arginatura e la riduzione delle superfici inondabili. Specie a riproduzione litofila prediligono generalmente, quali aree di frega, fondali poco profondi e con acque correnti; con lo sbarramento, la disponibilità di queste aree viene fortemente ridotta. La produzione ittica e di conseguenza le catture di pesci risultano spesso chiaramente inferiori rispetto a quelle delle tratte a scorrimento libero, come può essere mostrato con l’esempio dell’Aar nel Canton Berna (Abbildung 100). In ogni caso va considerato che anche la composizione specifica del popolamento ittico, l’intensità di pesca e le preferenze dei pescatori sono pure corresponsabili delle differenze in queste tratte. • La modifica quantitativa della disponibilità alimentare può avere un significato importante per la composizione specifica del popolamento ittico. Il nostro tipico “brucatore”, il naso, ne è colpito in quanto le alghe del perifiton nelle tratte soggette a sbarramento trovano condizioni favorevoli per il loro sviluppo, ma non presentano la composizione specifica adatta a questo pesce (principalmente diatomee). Inoltre, in queste tratte, viene pure sfavorita in modo decisivo la riproduzione del naso (specie litofila che depone le uova sulla ghiaia in zone a bassa profondità e forte corrente). Anche lo zoobentos può sviluppare importanti biomasse, ma il loro sfruttamento intensivo da parte dei pesci non è praticamente possibile. Questo poiché gli organismi bentonici tipici dei fondali con sedimenti fini sono sfruttati generalmente da specie ittiche specializzate (a esempio carpe) appartenenti al gruppo dei limnefili, che però sono legati, dal punto di vista riproduttivo, alla presenza di piante acquatiche nelle zone con acque calme. Inoltre, le temperature nelle tratte sbarrate non aumentano di molto rispetto a quelle delle tratte a flusso libero e quindi le condizioni ottimali per queste specie ittiche limnefile non si verificano che per brevi periodi dell’anno. Consumatori di plancton e di “drift” sono colpiti poiché raramente si instaurano biocenosi planctoniche autonome e il tipico zoobentos dei fondali sabbiosi e melmosi presenta molto più raramente fenomeni di “drift” (escluse le fasi di sfarfallamento di insetti acquatici) rispetto a quello tipico dei fondali ghiaiosi delle tratte a scorrimento libero. La densità dei predatori (per esempio il luccio) dipende in definitiva direttamente dalla frequenza delle prede che saranno presenti in quantità sufficienti solamente in presenza di condizioni favorevoli di riproduzione e di alimentazione.

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tratte a scorrimento libero zona del temolo/-barbo

tratte sbarrate zona dell'abramide

Abbildung 100 Prodotti della pesca in diversi comparti dell’Aar nel Canton Berna tra Thun e Murgenthal (confine con il Canton Argovia), differenziati in tratte a scorrimento libero della regione ittica del temolo e/o del barbo e tratte soggette a sbarramento della regione ittica degli abramidi (ciprinidi). (Dati: Statistica dei pescatori dilettanti, Ispettorato della pesca del Canton Berna).

Opera di presa e sgrigliatore I tipi più frequenti di captazioni in Svizzera sono le dighe e le prese tirolesi. Le dighe hanno quale conseguenza l’interruzione della continuità biologica, cioè interrompono la migrazione verso monte e verso valle di pesci e di invertebrati acquatici. Princìpi di impostazione tecnica, atti a ottimizzare dal punto di vista idroecologico le opere di presa, sono estesamente trattati in un rapporto dell’UFAFP (UFAFP 1997). In tutti i tipi di prese nelle quali viene rallentato il flusso della corrente si depositano sabbia, ghiaia e addirittura blocchi di roccia. Questi depositi devono essere periodicamente allontanati. A volte ciò avviene tramite estrazione meccanica (dragaggio all’asciutto, in acqua o pompaggio); nella maggior parte dei casi si procede però a degli spurghi (vedi capitolo 4.4.4). Tramite lo sgrigliatore viene protetta la turbina dal materiale flottante (come legname, foglie, piante acquatiche, plastica, e altri rifiuti di origine antropica). Per garantire la protezione dei pesci si esigono attualmente delle griglie con una distanza massima di 2 cm tra le singole sbarre; naturalmente, a queste condizioni non possono essere trattenuti i pesci giovani o appartenenti a specie di piccola taglia.

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In un fiume, radici e rami sono elementi strutturanti importanti su piccola scala e formano rifugi per i pesci e substrato per l’insediamento di invertebrati acquatici. Dal punto di vista dell’ecologia acquatica e dell’ittiologia è auspicabile che questo materiale flottante venga reintrodotto nel fiume a valle della presa. Tuttavia, a causa della mescolanza con rifiuti di origine antropica, il materiale raccolto dagli sgrigliatori deve essere eliminato, con costi elevati, secondo le modalità prescritte dalla Legge federale sulla protezione delle acque. Turbine Il tipo di turbina installata in una centrale dipende dell’altezza del salto e della portata di dotazione: • Le turbine Pelton (Figura 101) vengono utilizzate principalmente in montagna per lo sfruttamento di grandi cadute (ca. 300 fino a 2’000 m). Qualora un pesce dovesse finire nella condotta in pressione, non avrebbe alcuna possibilità di sopravvivenza, a causa dello stretto ugello attraverso il quale le acque vengono iniettate nelle turbine e della loro pressione molto elevata. • Le turbine Francis (Figura 101) vengono utilizzate per lo sfruttamento di cadute medie (ca. 40 fino 700 m). Le pale relativamente ravvicinate e il sistema di deviazione della direzione del flusso delle acque verso le pale determinano danni relativamente elevati ai pesci in occasione del loro passaggio attraverso la turbina. • Le turbine Kaplan (Figura 101) vengono utilizzate per sfruttare piccole cadute (fino circa 50 m) ma con grandi masse d’acqua di dotazione. Nuove macchine con asse orizzontale (cosiddette turbine a tubo) causano danni minori ai pesci che vi entrano, rispetto a quelle con asse verticale e rispettivo sistema di deviazione del flusso delle acque verso le pale. Gli organismi acquatici che finiscono nelle turbine sono esposti a elevato pericolo di ferimento. Nelle turbine Pelton non vi sono possibilità di sopravvivenza per i pesci, a causa dell’enorme pressione idraulica e in particolare a causa delle velocità dell’acqua molto elevata con cui l’acqua di dotazione impatta contro le pale della turbina. Il tasso di mortalità per i pesci nelle turbine Kaplan è variabile e può essere determinato, secondo una regola matematica, tenendo conto dei diversi tipi di turbina. Quale mortalità media per le turbine Francis si può usare un valore del 37%, mentre per le turbine Kaplan si può considerare una mortalità media del 9%. Con diversi mezzi si cerca di tener lontani i pesci dalle condotte che portano alle turbine. Nel caso in cui le abitudini migratorie dei pesci sono note (a esempio i giovani salmoni scendono verso valle al centro del fiume a basse profondità), si possono indirizzare gli stessi in canali di aggiramento o sopra la diga tramite impianti di guida. Esperimenti tesi ad allontanare i pesci dall’imbocco delle condotte delle turbine tramite cortine di bolle, fonti di rumore subacquee, lampi luminosi, catene di elementi elettrici di sbarramento, hanno dimostrato effetti più o meno efficaci.

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Figura 101 In alto a sinistra: turbina Pelton; in alto a destra: turbina Francis; sotto: turbina Kaplan (con asse verticale)

Dinamica del deflusso La dinamica del deflusso può essere influenzata in due modi da parte degli impianti idroelettrici: tratte a deflusso residuo e tratte soggette a deflussi discontinui (Schwallbetrieb). Ambedue i fenomeni hanno conseguenze molto negative sugli ambienti acquatici e sulle loro biocenosi. Colmatazione dei sedimenti, improvvisa messa a secco, rispettivamente inondazione di habitat, ecc., sono solo una parte degli effetti negativi. Nell’ambito dell’obbligo di risanamento dei deflussi minimi e dei deflussi discontinui, tutte e due le tematiche sono state ampiamente trattate nella letteratura. Fra le pubblicazioni dell’UFAM si trovano alcune opere relative a queste tematiche. Specialmente il fenomeno dei deflussi discontinui (Figura 102) è particolarmente discusso, siccome senza provvedimenti di tipo gestionale, rispettivamente interventi costruttivi molto onerosi (grandi bacini di demodulazione), questo problema è difficilmente risanabile. I repentini e marcati cambiamenti della velocità della corrente e delle temperature possono pregiudicare molto pesantemente la fauna acquatica e il prosciugamento ricorrente di parte dell’alveo limita lo spazio vitale fruibile in modo più o meno consistente. Il pregiudizio alle popolazioni ittiche deriva dall’impedimento della riproduzione, dalla forte riduzione della disponibilità di organismi quale fonte alimentare, dalla riduzione degli spazi vitali e dalla separazione dagli affluenti laterali che restano praticamente inaccessibili quali rifugi e aree riproduttive. Nelle tratte soggette a questa dinamica artificiale si incontrano quindi sovente anche popolazioni ittiche ridotte.

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Figura 102 Livello e portata del Reno Anteriore presso Ilanz con le classiche discontinuità di deflusso a ritmo giornaliero e settimanale (www.hydrodaten.admin.ch).

Migrazione Tutte le specie ittiche effettuano nel corso della loro vita, in una o più occasioni, una migrazione. Ben note per questo aspetto sono le specie che compiono migrazioni su lunghe distanze, come i salmoni e le alose che migrano tra le acque marine e quelle dolci. Accanto a queste vi sono però anche molte altre specie che si spostano su distanze più contenute, ma che devono pure compiere periodiche migrazioni in relazione alla riproduzione, alla ricerca di cibo e al cambiamento stagionale di habitat. La trota lacustre del Bodanico percorre, in occasione della sua migrazione, circa 150 km; lo scazzone solo qualche km. Tramite i cosiddetti aiuti alla risalita (scale di monta, passaggi per pesci, ascensori per pesci, canali, passaggi di aggiramento) si cerca di consentire la risalita dei pesci (e altri animali legati all’acqua, come ad esempio il castoro) intenzionati a migrare dalle acque sottostanti a un ostacolo verso quelle a monte. Le forme più consolidate di questi aiuti “tecnici” alla risalita dei pesci sono i passaggi a bacini successivi con feritoie verticali. Quale soluzione più vicina alla natura, vengono allestiti dei corsi d’acqua di aggiramento. Gli aiuti tecnici alla risalita dei pesci sono da adattare nelle loro dimensioni, per quanto riguarda l’acqua di dotazione, la profondità, la pendenza, ecc., alle capacità natatorie delle specie ittiche presenti nel corso d’acqua in questione. Negli ultimi tempi, nella costruzione di passaggi per pesci, si è prestata sempre più attenzione anche alle possibilità di migrazione per gli invertebrati acquatici, in particolare quelli il cui ciclo vitale si svolge totalmente in acqua (gammaro, molluschi, vermi); ciò si lascia realizzare tramite l’inclusione di un fondale rugoso nella costruzione dell’opera di risalita.

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In relazione alla problematica dei deflussi minimi, va prestata attenzione affinché zone a profondità insufficiente nelle tratte a deflusso residuo non precludano le possibilità di migrazione. a seconda della specie ittica e della grandezza dei pesci, sono necessarie profondità dell’acqua diverse. Per il dimensionamento nel caso delle trote, l’UFAM ha pubblicato la guida Profondeurs minimales pour les truites de lac et de rivière, Bases scientifiques et recommandations (BAFU, 2016). Inoltre, va verificato che opere di protezione contro le piene o per la stabilizzazione dei fondali (briglie), non costituiscano ostacoli insormontabili per i pesci. In presenza di importanti differenze di quota vengono attualmente predisposte delle rampe di blocchi. Prelievo idrico A prescindere dallo sfruttamento idroelettrico, vengono effettuati prelievi idrici anche dai laghi e dalla falda per altri scopi: • prelievi di acqua potabile; • irrigazioni agricole; • innevamento artificiale (cannoni da neve); • acque di raffreddamento (per esempio nelle centrali nucleari). Questi prelievi sono prevedibili e devono perciò essere regolati dal punto di vista della legislazione vigente in materia di pesca. Percontro, in caso di urgenza, i vigili del fuoco possono provvedere al prelievo di acque di spegnimento senza richiedere autorizzazioni.

Spurghi o svasi Gli spurghi sono operazioni di evacuazione di materiale effettuate per spostare depositi di sedimenti indesiderati dai bacini di accumulazione nelle tratte fluviali a valle con l’aiuto della forza di trascinamento delle acque. I bacini, il cui volume delle acque trattenute o accumulate gioca un ruolo importante, vengono svasati relativamente di frequente e ricorrentemente. Nelle Alpi, per esempio, le prese e i bacini di compenso posti su torrenti con forte trasporto solido vengono svuotati settimanalmente. Qualora i bacini sono facilmente raggiungibili con mezzi meccanici e vi si accumula materiale inerte utilizzabile come sabbia e ghiaia, si procede al loro recupero meccanico tramite dragaggio. Le molteplici conseguenze degli spurghi sono trattate in una pubblicazione dell’UFAFP (Gerster & Rey, 1994). Determinati interventi tecnici possono essere equiparati agli spurghi per le loro conseguenze, anche se dal punto di vista giuridico non valgono come tali: • tutte le dighe devono essere provviste di uno scarico d’emergenza o di fondo. Questo deve garantire che, in caso di piene o di disfunzioni alle condotte, le dighe e i bacini non si verifichi una tracimazione. La Legge federale sulla sicurezza degli sbarramenti obbliga i gestori di questi impianti al controllo periodico del funzionamento di questi scarichi di fondo con l’apertura, generalmente breve, di questi ultimi. In tali occasioni possono venir evacuate dal bacino quantità più o meno grandi di sedimenti; • negli sbarramenti degli impianti a pelo libero si accumula sovente materiale fine nel punto più profondo dell’invaso, davanti all’imbocco della condotta che porta alle turbine. Siccome in queste installazioni non è di primaria importanza il volume del bacino, bensì la differenza di quota tra il livello delle acque nel bacino e quello nella tratta a valle, questi sedimenti vengono evacuati solamente quando, a esempio, la sabbia minaccia di giungere nelle turbine, causando danni alle stesse. Questi sedimenti fini non

177 Esame professionale di guardapesca 4. Tecnica / Interventi tecnici

possono essere evacuati attraverso le turbine, ma vengono asportati tramite dragaggio in acqua oppure per pompaggio. Gli spurghi vengono regolati tramite la legislazione in materia di protezione delle acque e di conseguenza sono di competenza dell’Autorità cantonale in materia di protezione delle acque. Il settore della pesca deve in ogni caso essere coinvolto. Per le centrali con nuove concessioni, un regolamento di spurgo fa sovente parte integrante della concessione.

Manutenzione dei corsi d’acqua Per la manutenzione dei corsi d’acqua sono in generale competenti delle corporazioni pubbliche (comuni, consorzi) oppure le aziende idroelettriche per le loro concessioni. La manutenzione dei corsi d’acqua comprende a esempio lo sfalcio di piante acquatiche, l’allontanamento di ostacoli al flusso delle acque (alberi caduti in alveo), oppure la riparazione di opere di protezione danneggiate. I lavori di manutenzione sono da concordare in modo vincolante con l’amministrazione della pesca.

178 Esame professionale di guardapesca 4. Tecnica / Morie di pesci e di gamberi

4.5 Morie di pesci e di gamberi

In Svizzera avviene in media una moria di pesci ogni due giorni. Nella maggior parte dei casi queste sono di origine antropica; possono tuttavia avere anche cause naturali, come calura, alluvioni, franamenti, ecc. Morie con origini naturali costituiscono però una parte veramente minima fra il complesso di eventi nefasti per i pesci. Le morie di pesci note sono rilevate dai cantoni e comunicate all’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) che provvede a elaborare questi dati per poi renderli accessibili in rete (www.fischereistatistik.ch). La causa nettamente più frequente di morie di pesci è l’immissione di colaticcio, seguita dal quella di acque reflue domestiche o industriali, immissione di oli o solventi organici e acque cementizie (Figura 103).

100 Jaucheconcimi liquidi 176 Abwasseracque reflue häuslich-industriell industriali o domestiche olio, catrame, dissolventi organici 90 Oel, Teer, organische Lösungsmittel Zementwassercemento Ursachencausa sconosciuta unbekannt 80 Trockenheit,siccità, alte temperature, Hitze, Sauerstoffmangel mancanza d'ossigeno

70

60

50

40 numero totale dicasi totalenumero 30

20

10

0

Figura 103 Frequenza e principali cause di morie di pesci in Svizzera. Il danno causato da una moria di pesci è considerevole, siccome non va considerata unicamente la biomassa ittica distrutta, bensì anche gli importanti incomodi derivanti per l’Autorità competente. Dopo un evento con danni, si tratta di ripristinare l’habitat e intervenire a sostegno delle biocenosi danneggiate con provvedimenti appropriati. I compiti in parte onerosi vengono svolti da personale specializzato. I costi derivanti possono essere messi a carico del responsabile. Il calcolo del danno in caso di moria di pesci rappresenta tuttavia una grossa sfida. Su questa tematica l’UFAM ha prodotto una guida che tratta in particolare dettagliatamente la situazione giuridica e offre aiuto in caso di incertezze su cosa può essere messo a carico del responsabile. È stato inoltre messo a punto un foglio excel col quale si può calcolare il danno di una moria di pesci in tutte le sue componenti. (Steiner & Elmiger, 2020). Una prima panoramica delle operazioni da svolgere in primo luogo in caso morie di pesci è contenuta nel seguente passaggio, estratto da un opuscolo compilato su mandato della Vereinigung bernischer Fischenzenbesitzer (VBF 2000).

179 Esame professionale di guardapesca 4. Tecnica / Morie di pesci e di gamberi

Quali dati devono essere raccolti? Di ogni inquinamento viene allestito un rapporto ufficiale che serve al giudice istruttore competente quale base per il giudizio del caso. Nello stesso devono figurare:

• Da chi è stato constatato l’inquinamento? • Quando è stato constatato l’inquinamento (data, orario)? • Chi ha raccolto i campioni di acqua? • Quale corso d’acqua è stato inquinato (nome del corso d’acqua, comune)? • Da dove a dove (indicazione esatta della località; possibilmente coordinate)? • Chi è il proprietario dei diritti di pesca danneggiato? • Quali osservazioni sono state fatte sui pesci (boccheggiano alla superficie dell’acqua alla ricerca di ossigeno, presentano comportamenti di fuga, la moria è iniziata in modo improvviso, sono riconoscibili danni esterni? • Sono state fatte osservazioni sulla fauna bentonica (voltare le pietre)? • Caratteristiche morfologiche del corso d’acqua • Le osservazioni fatte permettono di trarre delle conclusioni in merito alle possibili cause, sostanze sospette o eventuali responsabili? Quali provvedimenti devono essere presi ? Per assicurare le prove e per la constatazione della fonte dell’inquinamento, devono essere raccolti campioni in più parti del corso d’acqua. Di regola ciò sarà fatto da un agente ufficiale polizia, guardapesca), siccome sovente i campioni raccolti da privati non vengono accettati quali prove dai giudici. Quando non è possibile procedere ad alcun campionamento ufficiale, è indispensabile procedere coinvolgendo testimoni attendibili. Il procedimento si orienta secondo le regole seguenti: • raccogliere i campioni risalendo la tratta danneggiata; • campionare anche gli scarichi e gli affluenti sospetti; • quale riferimento va raccolto pure un campione a monte della tratta danneggiata; • raccogliere le acque in bottiglie pulite dell’acqua minerale naturale, risciacquate due volte con l’acqua del fiume; • per ogni punto di campionamento vengono raccolti di regola due campioni da 1 litro. Siccome le sostanze nocive possono avere reazioni diverse, raccogliere un campione in bottiglia di plastica e uno in bottiglia di vetro; • in presenza di sostanze inquinanti leggere (es. oli), raccogliere il campione alla superficie (riempire la bottiglia solo a metà), oppure sopra il fondale (riempire la bottiglia completamente); • scrivere sulla bottiglia in modo inconfondibile la località di raccolta del campione, la data e l’ora. Per svelare l’origine dell’inquinamento tutti i pesci morti o danneggiati devono essere raccolti, contati suddividendoli per specie e per classe di grandezza e stoccati per ulteriori esami: • nel ghiaccio o, in caso di emergenza avvolti in fogli di alluminio; • mai in sacchi di plastica! In ogni modo si consiglia di raccogliere nella tratta danneggiata anche dei pesci vivi da inviare per analisi. Tutti i campioni (acqua e pesci) devono essere fatti pervenire il più presto possibile

180 Esame professionale di guardapesca 4. Tecnica / Morie di pesci e di gamberi al Laboratorio per la protezione delle acque e del suolo del Canton Berna (GBL). Una comunicazione telefonica annunciante l’arrivo dei campioni è necessaria. Il trasporto viene di regola organizzato dalla polizia o dal guardapesca. Per l’analisi delle acque e la ricerca delle cause di morte dei pesci, gli specialisti necessitano di materiale fresco. I pesci vanno congelati unicamente se possono essere consegnati solo il giorno seguente. Non inviare pesci morti già da tempo, siccome i processi di decomposizione iniziano subito dopo il decesso e già dopo poco non sono più possibili diagnosi univoche. Quali sono gli indizi di un inquinamento? Non sempre in caso di inquinamento delle acque si riscontrano subito dei pesci morti. Al proprietario dei diritti di pesca che ben conosce il suo corso d’acqua e sa come questo appare e odora in diverse condizioni meteorologiche e di portata, saltano subito all’occhio differenze dall’aspetto normale. I seguenti sintomi fanno pensare ad un inquinamento delle acque: • intorbidamenti nonostante bel tempo su tutto il bacino imbrifero e assenza di precipitazioni; • formazione di schiume (dapprima sotto le cascate e nei pressi delle rive); • odore particolare (colaticcio, marciume, cloro, …); • colorazione particolare; • patina oleosa iridescente sulla superficie delle acque. Ma anche l’osservazione dei pesci e del loro comportamento fornisce indizi su condizioni innaturali nell’ambiente: • disturbi comportamentali (boccheggiare alla ricerca di ossigeno, barcollamento, ….); • pesci con colorazioni anomale oppure con corrosioni, opercoli discosti, ….; • pesci morti. L’effetto cronico a lungo termine di sostanze a concentrazioni inferiori alla soglia oltre la quale si manifestano effetti acuti, spesso non conducono direttamente a cambiamenti tangibili nel corso d’acqua. Le seguenti constatazioni sulla popolazione ittica lasciano comunque presagire effetti nocivi e devono spingere a più precisi accertamenti, con il coinvolgimento di specialisti: • una prolungata riduzione delle catture; • la scomparsa di specie esigenti; • calo del peso medio dei pesci; • aumento della presenza di pesci con micosi; • assenza di organismi che costituiscono la base alimentare (controllare voltando delle pietre) e presenza di pesci magri. Queste constatazioni che dovrebbero essere, nel limite del possibile, documentate con la statistica delle catture, sono indice di un effetto negativo non acuto che magari agisce solo sugli invertebrati e le conseguenze a livello dei pesci sono eventualmente solo indirette. Ciononostante, danni cronici possono derivare da inquinamenti non ammissibili sulla base delle disposizioni di legge vigenti.

181 Esame professionale di guardapesca 4. Tecnica / Morie di pesci e di gamberi

4.5.1 Conseguenze di ordine civile e penale Gli inquinamenti delle acque sono delitti ufficiali e devono pertanto essere perseguiti d’ufficio. Gli organi di polizia giudiziaria e quindi anche i guardapesca giurati, sono obbligati a denunciare tali trasgressioni. Anche privati cittadini possono sporgere denuncia presso rappresentanti della polizia giudiziaria. La denuncia per inquinamenti delle acque è indirizzata alla competente autorità inquirente. Questa conduce pure i successivi accertamenti e il giudice decide, sulla base della fattispecie confermata dal denunciante, se l’inquinamento dovrà essere giudicato quale trasgressione nel senso dell’atto di negligenza, oppure quale delitto, in caso di atti intenzionali.

182 NOTA AL CAPITOLO 5

Il seguente capitolo 5 "Diritto" sarà aggiornato in una seconda fase, al più tardi entro sei mesi prima dall'esame. ASGP-1.3-i / 2015 Revisione di Erich Staub, FischPlus, Köniz FischPlus, Staub, Erich di Revisione 01.01.2015 Diritto: capitolo del Stato ai Cantoni leregolamentazioni dell’esecuzione. di base iprincipi federazione elascia sancisce Con la che signiica ciò quadro, legge una è 21 giugno 1991 (in dal vigore 1. gennaio 1994) 1999). Legge federaleLa sulla (LFSP) pesca del aprile 18(del Costituzione della revisione sulla un paio di annicretizzata del referendum prima nella nuova Costituzione federale già con- fu evidenziata visione della complessiva La pesca 5.1.2 L’attuale Leggefederalesulla pescadel1991 • • precedenti, due elementi: risaltano versioni alle Nell’attuale rispetto Costituzione, nelle Costituzioni Federali del 1874 edel 1999). pesca“ sulla “articoli 1874.gli con (cfr.riquadro nel 1999 ha sostituito la versione originale del della superiore lo Costituzione Federale, che anche alivel-mento si rispecchia della pesca verso una va visione che oltre il mero sfrutta- l’animale.to rispetto etico Questo cambiamento ne delle specie, degli habitat eil comportamen- vestono anche la protezio- importante un ruolo tenimento abbondanti, di ittiche popolazioni ri- Oggi, al di la e delleal man- possibilità di cattura un ampio. contesto più contempla tamento ad un’emanazione della pesca che sfrut- lo concernete sato da un Diritto semplice sulla èpas- ultimiNegli pesca il decenni Diritto 5.1.1 EstensionedelmandatonellaCostituzioneFederale1999 5.1 Sviluppodeldirittonegliultimidecenni 5 Diritto di guardapesca professionale Esame della varietà delle specie. è anche menzionatapesci la conservazione delle di popolazioni allo sfruttamento Oltre base. di principi regolamenti di riguardanti pesci, ai la cattura Confederazione deveLa limitarsi, nei suoi - le considerazioni approfondite al capitolo 5.2.2). approfonditele considerazioni al 5.2.2). capitolo Cantoni (cfr. egamberi di pesci regolano la cattura i cui secondo principi i issa pesca sulla legge La verso l’eccessiva regolamentazione. to quale sollevate esempio positivo critiche contro Sovente di alla Sta Cancelleria la LFSP èservita articoli. 29 attuali agli 58 dai passati è si e tazioni 1973 la quantità delle regolamen ridotta è stata alla Rispetto precedente sulla legge del pesca mammiferi selvatici e degli uccelli. edegli selvatici mammiferi dei pesci, dei specie delle molteplicità la servare con- per particolare in caccia, edella pesca della sull’esercizio principi emana Confederazione La eCaccia 79 Pesca Art. 2000) 1. il gennaio gore vi- in (entrata 1999 del federale Costituzione silvicoltura. alla ed tura all’agricol- utili uccelli degli protezione la per che meno non montagne, nelle selvaggiume grosso del conservazione la per nominatamente caccia, edella su l’esercizio pesca legislative della sizioni dispo- di emanare diritto il ha Confederazione La 25 Art. 1874 del Federale Costituzione 5. Diritto 5. - 178 - - - ASGP-1.3-i / 2015 neva solamente ( ossei i pesci concer- non allora la erachiaro pesca Già che 25.08.1875, ratiica in Parlamento il 18.09.1875). derale del Consiglio federale (Messaggio del nevaratastata essere dopo dal Consiglio fe- dal Parlamento accolta fu è che già 3settima- di questa legge particolare Una caratteristica polazioni pesci di da modo trattate non in causare danni po- alle questo di fabbrica di devono esimili tipo essere no danneggiare oallontanare ipesci. Emissioni sostanze acque in piscicole gettare possa- che l’aspettoche della qualità dell’acqua: „ Nella sulla legge era regolamentato pesca an- eccessiva. pesca eda una di centrali idroelettriche la costruzione dell’acqua,tà dovuti nella da ostacoli risalita al- mone nel Reno, provocata da quali- una cattiva riguardanti la diminuzione della presenza di sal- sovranazionali constatazioni dalle inluenzate ne turbi nelle inire di pesci evitinoai che chiature tenutisono delle apposite acreare apparec- sto che: „ durantedalla èrichie- la discesa loro mortalità deirisalita pesci lare apparecchiature rendano che la possibile tenuti inoltre …sono …ainstal- idroelettriche dei pesci:bera risalita „ Così al riguardo si mantenimento legge della li- pesci. ne di un habitat adatto di le classi atutte età dei già contiene normativelegge sulla conservazio- della questariguardanti pesca, sfruttamento lo di di protezione, aspetti iripopolamenti altri ed alle Oltre disposizioninet“). riguardanti iperio- inter in cantonale Diritto il risp. federale Diritto il trovo „Dove riquadro(cfr. 1875 settembre 18 federale legge prima al La sulla risale pesca Legge federalesullapescadel1875 5.1.3 L’evoluzione deidirittidipescanellastoria di guardapesca professionale Esame gamberi-decapoda. ma anche lelamprede (agnati/ciclostomi) ei .“ Queste regolamentazioni sono fortemente I proprietari di centrali idroelettriche centrali di idroelettriche I proprietari “. Inoltre, proteggere per ipesci .“ I proprietari di centrali di I proprietari Osteichthyes È proibito È proibito ), ), - - siglio a riguardo: federale scrisse „ variegate e impegnative. Il del messaggio Con- mere guardiapesca in grado di svolgere funzioni I Cantoni ricevettero il nuovo di compito assu- cipale vi intrappolati, nell’asta possano ritornare prin- rimanendo lanche nelle iniscono iumi dai che „ del collegamento necessario oil ripristino la conservazione richiesta fu cui abbandonato),(meandroluviale lanche e in mi iu fra stessoLocorrelazione valela per dotta. quali deve la della pressione pesca ri- essere sensibili, nei ambienti particolarmente come ci nuovoQuale lefo- aspetto riconosciute furono 1888. dicembre alla Legge federale sulla del portò 21sca pesca revisioneUna prima della legislazione sulla pe- Legge federalesullapescadel1888 facilitata dannosi alla pesca, dev’essere possibilmente lontre, animali particolarmente ed altri aironi, questa disposizione:se con „ mali il contrario, Parlamento ittiofagi. Al conclu- regolamentarecessario la questione degli ani federale, nel suo messaggio, non trovasse ne- È inoltre degno di il Consiglio nota che il fatto legislativo.po del Parlamento daresse parte questo per cam- inte particolare un dedurre lascia Parlamento del Consiglio federale eil testo conclusivo del del la messaggio proposta fra grande differenza relativinalità dei asimili costi provvedimenti. La Vennepercorso. invece la proporzio- introdotta di impedimenti in caso di creare rifugi lungo il l’obbligo così come salita dei ela pesci discesa l’obbligo appositi dispositivi di costruire per la ri- attenuato venne 1875, del legge alla Rispetto Giubileo della gilda dei guardiapesca. di protezione”. protezione, ed anche la sorveglianza delle zone le eventuali vendite pesci durante di di iperiodi allevamenti,gli e riguardanti le catture icontrolli della riproduzione per reperimentoil prodotti di afidare contempo nel possa si quali ai e pesci, all’incrementodi contribuire delle popolazioni di delle persone competenti, siano grado in che dei guardiapescariamo semplici ma poliziotti, “. “. Nel 2013 Nel ècaduto il 125esimo L’eliminazione di afinché i pesci, i afinché Non deside Non 5. Diritto 5. - 179 ------ASGP-1.3-i / 2015 visione d’insieme. la materie migliorò le Una suddivisione secondo sanzioni. relative vuti le a contaminazioni delle acque così come Vennero chiarite leresponsabilità danni per do- dilettantistica. vennero menzionati anche quelli della pesca agliOltre interessi professionale della pesca sostegno della pesca. regolamentati federali icontributi ecantonali a professionale,la pesca evennero nuovamente riguardantiche, il mantenimento soprattutto del- Vennero introdotte anche normative economi- mazioni. si diede più ai peso metodi infor- per procurarsi applicata, ela promozione dellacattura ricerca l’introduzioneCon dell’obbligo della di statistica meglio gli interessi della pesca. gliper interventi tecnici, si poterono difendere l’introduzioneCon dell’obbligo di autorizzazione nuovete come problematiche la per pesca. allogene venneroLe erazze specie riconosciu- polizia. di mative alle pure rispetto nor-ottennero più importanza delle edella acque gestione piscicola ittiche e la delle cura popolazioni conservazione La chiaramente. deinitepiù furono privati dei e toni,Comuni dei Le competenze della Confederazione, dei Can- apportate: aggiunte delle diQui seguito un riassunto dei cambiamenti e datati. ormai erano sistematici e materiali aspetti cui i 1888, bre 1973 75 dopo rimpiazzò, anni, la Legge del Legge federaleLa sulla del 14 pesca dicem- Legge federalesullapescadel1973 di guardapesca professionale Esame federale (FF,federale Foglio nel Tutte pubblicate sono emanazioni le disponibile in versione digitale. 1998 la RSè Dal RS. nella spostata verrà vigore ortaitrrtzoedlDrto: Le DTF sito trovano si nel Diritto): del interpretazione corretta (DTFTribunale una per -Decisioni federale precedenti. versioni anche visionabili sono attuali, versioni alle Oltre pesca. sulla cantonali emanazioni le cui tra i Diritti, di tutti sito Nel Cantone: 1849. n. dal 1del apartire gitale 1973. del di- versione in pesca FF Il èdisponibile sulla legge trova,si vecchia la Qui ad esempio, ch/ch/i/as/index.html (RU, federali leggi delle uficiale ta trova si Raccol- nella questa allora vigore, in trata en- un’emanazione ancora Se non ma èdecisa, pesca). sulla rale fede- RS legge la (p. numero il per 923.0 es. con referenziate sono Le emanazioni vigore. in ritto decisioni in procedura di conclusione. procedura in decisioni 01.01.2007 dal le tutte 2000"; caricate state sono partire dal "Altre 01.01.2000dal decisioni a rubrica nella disponibile è uficialmente pubblicate non li (DTF)". decisioni delle parte gran Una principa Decisioni "Giurisprudenza/ rubrica www.admin.ch/ch/i/sr/sr.html (RS, federale diritto del sistematica raccolta alla èrimandati Si Google. come di ricerca motori do federali) trova si usan- facilmente emanazioni tre (o sullapesca al- Legge della attuale versione La Confederazione: in Internet? cantonale Diritto il risp. federale trovare Diritto il Dove posso www.lexind.ch

http://www.amtsdruckschriften.ch ). Al momento dell’entrata in in ). dell’entrata momento Al si trova una panoramica trova si una panoramica ), che contiene il Di- il contiene ), che www.bger.ch www.admin. 5. Diritto 5. nella nella - 180 - ). ). - ASGP-1.3-i / 2015 dell’accordo CITES èl’applicazionepito della principale O-CITES lamentazioni di pesci. per l’importazione Com protezione le analoghe rego- con delle specie sostituì, ad inizio 2013, ottobre l’ordinanza sulla del 4 settembre 2013 (O-CITES). L’O-CITES protette lora di e fauna di specie delle lazione zionale, entra in l’ordinanza vigore sulla circo- interna- collegate tramiteloro fra un trasporto indigene oallogene (estranee al territorio) sono svizzero.territorio appena di pesci Non specie solamente però ilgolamentazioni concernono re Queste specie. delle protezione di ilosoia indigenele specie ineozoi, ed una moderna sulla legge del 1991La pesca introduce, per mali la per nutrizione dei pesci. rive naturali, la vegetazione, gli ani- così come te menzionati la libera dei migrazione pesci, le l’habitat:dapprima solo venivano esplicitamen- pregiata”. favorendo ittico, patrimonio qualità ipesci di nea che èdanea „ che del 1973 riguardante (art. 2) scopo lo si sottoli- dellaNell’articolo precedente sulla legge pesca Protezione dellespecieittiche 5.1.4 Leggefederalesullapescadel1991edadeguamentientroine2014 regola anche le autorizzazioni al trafico inter trafico al autorizzazioni le anche regola re edi veterinaria (USAV)2. Inoltre l’O-CITES alimenta sicurezza la per federale dall’Uficio internazionalecio degli animali è controllato che 3 2 1 lizzazione: le disposizioni concernenti la pesca lizzazione: la pesca le disposizioni concernenti 1973. ad una crescente settoria- portò Questa alla rispetto Legge del più complessa è fatta tamenti la si mostrano situazione che giuridica dalvigore 1. gennaio 1994) eiseguenti adat- sulla legge del 21La pesca giugno 1991 (in di guardapesca professionale Esame TRACES (= TRAde Control and Expert System) è un sistema di ban di sistema un è System) Expert and Control (= TRAde TRACES (UFV). veterinaria“ di federale „Uficio 2013 aine detto Fino CITES = Convention on International Trade in Endangered Species of W of Species Trade Endangered in International on = Convention CITES designata anche come „Convenzione di Washington per la protezione del protezione la per Washington di „Convenzione come anche designata pea (EU), in cui si registra l’intero trafico di animali europeo così come fu come così europeo animali di trafico l’intero registra si (EU), cui in pea L’aspetto di protezione concerneva migliorare 1 , il quale regola il commer-

la composizione del - - - - ca dati dell’Unione Euro dell’Unione dati ca TRACES SAV il sistema con di pesci monitora il trasporto allogeni e gamberi al 5.2.2). capitolo pesci L’U- e USAV (cfr. sulla gestione dei le osservazioni mento UFAM fra in merito alla comunicazione un chiari richiede regolamentazione Questa poverso 2LCP. “ 6ca- adempiute le condizioni all’articolo cui di è autorizzata sono conferma che l’UFAM se 8capoverso zione 1OLFP l’articolo secondo (OLFP) nonesentati sono e che dall’autorizza- 1993 concernente la federale legge pesca sulla 6 capoverso 1dell’ordinanza del 24 novembre uova, considerati d’altri Paesi l’articolo secondo incluse pesci di ecrostacei, le loro portazione devono essere indirizzate …„L’im- all’USAV“ 6capoversoLCP aLFSP 1lettera el’articolo 9 capoverso a e c 1 lettere l’articolo secondo che: dichiara si nell’articolo 17 e nell’articolo 20 dell’O-CITES dall’USAV.amministrativamente Per questo nazionale previste dall’OLFP evase sono che du Doubs. du esempio, protetto è stato il Roi particolarmente dei suoi biotopi in Europa, RS 0.455), in cui, ad della selvatica vita e ne la per conservazione zione della convenzione (Convenzio- di Berna compete invece,Non all’O-CITES, la realizza dell’agricoltura, ecosì via. tezione delle acque, protezione degli animali, leggi speciali della protezione delle specie, pro- puresulla in ambiti in come distaccati pesca, tenza si trovano che nella legislazione ancora sfere di nelle più compe sempre suddividono si ild Fauna and Flora); Flora); and Fauna ild ori e dentro EU. edentro ori le specie“. le 3 . „Le domande autorizzazione di „Le - 5. Diritto 5. - 181 - - - - ASGP-1.3-i / 2015 possono ancora fare a capo averdetti fare prece- acapo ancora possono cantonali competenti, per stabilire la pena, non (LPAn 24); art. d’altra itribunali poiché parte, quale si può rinunciare ad una denuncia penale rilevante, di poco un caso dere se si tratta per il tonali competenti per l’esecuzione devono deci leautorità sono can- poiché avviene ciò parte, riguardanti la protezione degli animali. Da una merito alle contravvenzioni ealle disposizioni tuttavia presentarsi differenze intercantonali in sullascrizioni protezione degli animali. Possono margine di manovra nell’esecuzione delle pre- non esiste quindiittica, per i Cantoni particolare della nelgestione ne. campo che A differenza disia base iprincipi dell’esecuzio- sia idettagli li (LPAn) prevede la Confederazione che regoli federale legge La sulla protezione degli anima- na indicazione sull’esecuzione. nanza (del 1993) in merito nessu- non contiene inutilmente danneggiati mento non devono della cattura essere feriti o „ che, accennare ad limitano della federale legge sulla (del pesca 1991) si Le disposizioni sulla protezione degli animali Ambito dellaprotezionedeglianimali • • • zione: proibiti risp. all’obbligo sottoposti di autorizza- (del 1991), erano anche leseguenti fattispecie dell’attualelora, a differenza sulla legge pesca sottostare all’obbligo di autorizzazione. Così al esaustivasta degli interventi devono che tecnici sulla legge del 1973La pesca conteneva una li- Protezione delleacqueedcomehabitatdeipesci di guardapesca professionale Esame Qualsiasi derivazione delle acque. delle derivazione Qualsiasi Il prelevamento ela reimmissione di acqua. il per popolamento costituenti ittico. pericolo le acque, di materie solide, liquide ogasose Le immissioni, oil deposito in del- prossimità “. ordi- corrispettiva La gli animali almo- gli - - indicatori più importanti dello stato delleindicatori più acque. importanti gli sono ipesci, per che è la caposaldo legge ne dell’habitat dei pesci. D’altra la LFSP parte tutt’oggiperciò la migliore la per protezio- legge (tuttesci in dal vigore 01.01.2011). LPAc La è vato alle acque edella libera dei migrazione pe- solido di fondo,del trasporto dello spazio riser- discontinui, delussi nell’ambitodei acque delle rivitalizzazione la riguardanti direttive anche ne delle (LPAc). acque Nella LPAc si trovano 01.11.1992), nella federale legge sulla protezio- dal vigore (in residuali delussi ai relative zioni dell’introduzionein occasione delle prescri- zioni cantonali sono stati della traslati, pesca amministra delle di competenza campi Questi tori sportivi (dilettanti) sportivi tori 9 febbraio 1977 si quindi legge ipesca- per che del Consiglio messaggio federale Nel esca. del da vivi pesci di utilizzo di divieto il 1978,fu del LPAn della discussione dalla animali, scaturita per la protezione degli particolare Una richiesta violazioni. analoghe concernenti denti pesce conforme alla protezione conforme pesce degli animali eil chiarimentoformazione dell’uccisione del sono statiti anche l’introduzione dell’obbligo di animali (del elemen- importanti 2005). Ulteriori dall’attualevigore sulla legge protezione degli eccezioni) solamente aseguito dell’entrata in èstato vivi da esca sci applicato (con possibili della pesca sportiva”. qual l'esercizio modo divieto certo in pregiudica cantoD'altro però, non possiamo negare il che cezione favore in della esca pesca viva. con mentazione decisiva che giustiicherebbe un'ec 1 all’esecuzione –pescaconla lenza,del2014. Con precisazionisupplementari, soprattuttonell’aiuto Il divieto di utilizzo di pe- “viene a mancare l'argo mancare a “viene 5. Diritto 5. - 182 - 1 . - - - ASGP-1.3-i / 2015 tivo sulle tampone fasce nell’opuscolo descritto come superiori informa dagli si misura arginile acque ferme apartire determinazione; eper leper altre correnti acque l’art. 41a OPAc risp. se si è rinunciato a questa alle acque èstabilito spaziolo riservato giusta dalla linea parte fasce di sponda, in cui nel caso di rivierasco; un boschetto la misurazione delle fasce: almeno di 3metri in larghezza, presenza gato 9). 1 comma della delle larghezza Calcolo metro (OPD dal quarto ammessi apartire Alle- piante sono problematiche ela concimazione uso di PFS pianta per trattamenti per pianta di m, 3 primi nei (PFS) itosanitari prodotti e me m enon dissodabili; nessun impiego di conci- 6 almeno strame),larghe da o inerbita pericie su di (fasce cuscinetto fasce delle supericiali acque le lungo deiniscono si cose altre le Fra zione ela promozione della varietà delle specie. federali i contributi siCon sostiene la conserva- a) Ordinanzasuipagamentidiretti(OPD): delle rive:le l’autorizzazione al uso), loro el’erosione natura- quali l’utilizzo di concimi e itosanitari prodotti (e d’acqua,costeggiano icorsi temi affrontano ed tre ordinanze dei si terreni preoccupano che che vigono particolare In agricole. superici le del soprattutto e bosco ediicato, territorio del cioè adiacenti, zone delle l’inluenza molto no - subisco- questi anche ittiche le popolazioni alleLe acque -econ acque egli spazi riservati Ambito dell’agricoltura di guardapesca professionale Esame protezione del legno. (ORRPChim Allegato 2.4) la per prodotti dei dilavamentol’iniltrazione il e qua, deve misure adottare edilizie impedire per d’ac- ecorpi in vicinanza di corsi prodotti tali ne del legno odepositare legname con trattato Chi intende la per protezio- impiegare prodotti (ORRPChim): chimici prodotti b) Ordinanza riduzione sulla inerenti dei rischi ai 1 .

- - - acque è deinita nell’articolo 41 L’ampiezza alle dello spazio riservato effettiva erosione delle sponde. provvedimentisolo limitati la naturale contro impiego solo per l’agricoltura estensiva, tosanitari, i prodotti né concimi utilizzare possono si non que in sono leseguenti vigore disposizioni: vello legislativo. alle ac Per riservato spazio lo alle già sono acque stabilitespazi riservati ali- Le direttive elecondizioni l’utilizzo per degli (OPAc): c) Ordinanza protezione sulla delle acque la per OPD.fascia come Allegato 2.6). Misurazione della della larghezza lungolarghezza lerive delle stesse (ORRPChim di metri 3 di fascia una in e supericiali acque impiegati: essere possono non I concimi nelle la per OPD. dellalarghezza fascia come (ORRPChim Allegato 2.5). Misurazione della di 3 m dilungo larghezza la riva delle stesse fascia una in e supericiali acque nelle piegati: im essere possono non itosanitari prodotti I 3.2). a OPAc (cfr. cap. 5. Diritto 5. - 183 - - - - ASGP-1.3-i / 2015 ciate. ciate. convenzione minac balene le sulle per balene della quella quanto delini e squali tonni, di cie del 1992, Rio spe- ha un’importanza centrale, certe per di Conferenza dalla e 1982 del mare convenzione delle Unite Nazioni del sul diritto dalla convenzione, questa sto perché scaturita Fa eccezione la convenzione la sulleFa balene eccezione MSC, ecc.). marchio il nienza, l’obbligoes. con di dichiarare il paese di prove- consapevolezza dei consumatori svizzeri (per èquindibilità nei mari possibile tramite solo la inlusso alcerto rispetto del principio di sosteni membro (per della es. FAO). come marittima Un direttivi della nei pesca comitati nessun incarico Svizzera, in quanto paese interno, ha non però assumela Svizzera lesue responsabilità. La è un problema conosciuto, il per quale anche L’eccessivo nei mari della pesca sfruttamento Pesca neimari di guardapesca professionale Esame sulle riserve di pesci stanziali di pesci sulle emigratori riserve alladebba convenzione partecipare del 1995 Da allora si la pone questione se la Svizzera marittima. della pesca eccessivo sfruttamento convenzione di evitarenio ittico, cerca lo che 0.747.305.15), anche del patrimo- si occupa che ne delle Unite Nazioni del sul mare (RS diritto ha la aderito Svizzera alla convenzio- 2009 Nel marittima. pesca della parte una di sponsabile dall‘USAVè curata e rende corre- la Svizzera 7 . Que . 1 che che - - - della multa. della potrà/dovrà incassare sul posto l’ammontare della –ela pesca la sorveglianza Svizzera tutta sottomisura) saranno multate in egual misura in la sulla di legge (per un pesce es. pesca cattura dai Cantoni, farà sì in futuro che le al- violazioni to innovazione, della Questa pesca. sostenuta all’ambi anche stradali contravvenzioni delle go 741.03). Èstato proposto di estendere il catalo- della sulle legge multe disciplinari (LMD, RS sottoposto al Parlamento una revisione totale 2014Prospettiva: ine a hafederale Consiglio il direttiva). e legislativo, ordinanza el’esercizioque piscicole (livello della pesca ordinanze le ac- la pesca, federali concernenti tenuti riguardanti lista si La limita la alle pesca. rappresentazione tramite parole chiave dei con- una e referenza sulla indicazioni con ciascuna una lista delle ordinanze la pesca, concernenti qui approfonditi, tuttavia l’allegato 2contiene ambiti legislativi vengono non ulteriori Questi vendita? vuoto sotto messi della prima affumicati pesci si devonosionistica, oppure come i etichettare segnalati profes- attrezzi in uso per la pesca èproibitoperché l’ancoraggio nelle vicinanze di molte altre disposizioni legislative. Per esempio, ro quotidiano l’utenza, con con viene acontatto della durante pesca, sorveglianza La il suo lavo- Ulteriori disposizionirilevantiperpesca 5. Diritto 5. - 184 - - 184 - ASGP-1.3-i / 2015 • • • inanziari Aiuti (art. 12), • • • • • competente per: Confederazione eCantoni, la fra dei compiti Conformemente alla ripartizione zione gli per interventi tecnici. dano allogene el’obbligo lespecie di autorizza- riguar che disposizionil’inlussosulle restringe privati).di pesca gli per Solo allevamenti si ittici te (per es. obbligo di anche per diritti statistica LFSPLa alle si applica acque pubbliche e priva- • • • • 1991 1) (LFSP Art. di: ha scopo lo federale legge La sulla del 21 pesca giugno 5.2.1 Leggefederalesullapesca 5.2 Leggefederalesullapesca,ordinanzaconcernentelalegge di guardapesca professionale Esame (art. 26). Approvazione dei normativi Cantoni di atti 25), (art. internazionali acque sulle Convenzioni le (art. 13), Formazione e perfezionamento professiona- allogene (art.Specie 6), 5), Designazione delleminacciate specie (art. (art. 4), essere catturati possono che ri minima lunghezza La edei gambe- dei pesci durata protettiLa (art. dei periodi 4), promuovere la ricerca piscicola. promuovere la ricerca edidelle di gamberi; popolazioni pesci assicurare alungo termine sfruttamento lo minacciate; gamberi edi diproteggere pesci elerazze lespecie biotopo loro il ripristinare possibile, zione, di nonché proteggere, migliorare e, se di edi gamberi organismi la per nutri- loro e l’abbondanza indigene di specie di pesci, naturale diversità la migliorare o conservare federale sullapescaeaiutoall‘esecuzione Confederazione è - Un’eguale legislativa competenza fra • • • • • • • • • razione Il Il • • • a: cioè derale) 3-5, si limita agli articoli 26, disposizioni da inoltrare alla fe- Cancelleria ledisposizioni per cantonalicessaria (LFSP art. piti, l’approvazione della Confederazione ne- Conformemente aqueste suddivisioni dei com- • Cantone Sorveglianza della pesca (art. della 23). pesca Sorveglianza 8-10), (artt. tecnici (art. della 11), pesca Statistica impianti per Autorizzazioni (art. 7, cfr. ariguardo anche LPAc), miglioramento e biotopi dei Preservazione Protezione minacciate delle specie (art. 5), Zone protette (art. 4), 3), Il ripopolamento (Art. delle acque di pesca 3),ne (Art. alungo termi- sfruttamento lo laper cattura, Pesca: pescabili, specie autorizzati attrezzi Informazione e consulenza (art. econsulenza Informazione 22 zione). minacciate erazze (misurespecie di prote- nima ecc.), di cattura, protezione, le zone protette, mi- la lunghezza misure di protezione (la durata di dei periodi ecc.), investe il Cantone per es. per ripopolamenti, gestione (cosa si può pescare, cosa ecome delle acqueGestione internazionali (art. 25). e Cantone è competente per: si riscontra in: riscontra si a Confede ), ), 5. Diritto 5. - 185 - - ASGP-1.3-i / 2015 consulenza (LFSP art. 22 (LFSPconsulenza art. in base all’obbligoraccolti di e informazione 11) dati altri cantonali così come vengono che cantonale della statistica pesca (LFSPLa art. l’ordinene rispetto nella LFSP. seguono la stessa successio- isingoliti articoli concernen speciali Le annotazioni susseguenti informazione per la per informazione valutazione delle popolazio- niente.catturato un’importante manca ciò Con anche catture, quelli con in non sicui di è pesca è l’obbligo di registrare nel libretto, oltre ai giorni Cantoni dellestrazione in solo pochi catture, vi si devonoche la per ilibretti regi- tutti analizzare rilevamento (cfr. complessivo allegato 2). Visto un dei ripopolamenti èda come considerare e delle statistica catture delle La specie, ecc. to, sostenibilità dello sfruttamento, protezione per le negli decisioni ambitisarie di sfruttamen- della interpretazione) loro conda le basi neces- Esame professionale di guardapesca professionale Esame a ), forniscono (a), forniscono se - - nel casellario giudizialenel casellario 16 (LFSP e 17). art. ad un’iscrizione e portano delitti considerarsi indigene ed allogene, e razze specie sono da dei regolamenti nell’ambitoosservanza delle ni relative ainterventi simili, la non così come nelle acque einfrazionizazione alle disposizio- amulte.gette Interventi senza tecnici autoriz- misura) considerate sono esono sog- violazioni derale sulla (per es. pesca tenere sotto pesci delle infrazioni alla maggior fe- parte legge La 14). giu la federalesta legge sull’agricoltura formazione e (LFSP art. igli per assegni rivendicare di un’attività quin- del settore primario. possono Si professionale pesca l’agricoltura, è,La come „Skill“). tecnica, abilità (esperienza,battute capacità eleloro di pesca numero <-> delle di pressione tura pesca <-> quantità <-> di di pesci popolazione cat- ne fra ni di pesci, in quanto correlazio- vièuna stretta 5. Diritto 5. - 186 - - ASGP-1.3-i / 2015 protezione della (OLFP specie 2 art. Per problematici dal ipesci punto di della vista federale (1. febbraio al ino 31 agosto). cia per il è cormorano issato a livello legislativo ad esempio, di divietocaccia, il periodo di cac- ne eCantoni. Per un confronto: nell’ambito della dei Confederazio fra compiti chiara ripartizione chia la per gradigerarchia di realizzazione e la d’acqua.minime adattate al corpo Ciò rispec- dai issati Cantoni. anche lunghezze per Ciò avviene sono protezione di periodi dei concreti ine la L’inizio e 2). e 1 art. (OLFP minime ze Durata minima dei divieti elunghez- di pesca OLFP.nella l’ordine rispetto seguono la stessa successione la federalecernente legge sulla (OLFP) pesca dell’ordinanzaticoli del 24 novembre 1993 con- riguardantiLe seguenti isingoli ar- osservazioni za sulleza epizoozie (cfr. nell’allegato dettagli 2). dell’ordinan disposizioni numerose alle manda 5 articoli degli animali gli de protezione alla relativi speciici aspetti Gli minacciato), ad es. nel del caso luccio. come grado di protezione con leper specie (= NM non nuncia aqualsiasi provvedimento di protezione es. per l’alborella). Invece la Confederazione ri severe (perparticolarmente sfruttamento per lo preda di ruscello), oppure disposizioni vigono (comeSvizzera ad esempio il naso o la lam- un divieto generale valido la di pesca, per tutta protezione 0, 1o2nell’OLFP Allegato 1), vige zoozie (OLFP 5 art. di epi- alla diffusione contribuisca non gamberi o pesci con ripopolamento il afinché vedono dipopolazioni pesci, questo per iCantoni prov- Le epizoozie nelle molto incidono sulla mortalità animale”.etica nel “Protezione capitolo deglitrattati animali ed 5.2.2 Ordinanzaconcernentelaleggefederalesullapesca Esame professionale di guardapesca professionale Esame c ). In questo contesto si ri- a e 5 b OLFP saranno a egrado di - - - - • I privati, proprietari di digli diritti pe afittuari • • • • Da menzionare, sono: in particolare, a) a) nate epizoozie seguenti pesci: le dei Nell’ordinanza sulle epizoozie sonomenzio- prenderesi possano provvedimenti. chiarimenti eventualmente ed re inecessari sullaza si effettua- così possano che pesca, vigilan della responsabile cantonale servizio dito un’epizoozia ela comparsa al dei pesci l’obbligo di notiicare senza indugio il sospet egli organisca di vigilanza sulla hanno pesca epi luoghi i demici uncon costi-beneici. ottimo rapporto registrare di ine al rischio, di tore dello stato diperiodico salute basato sul fat- controllo un eseguire ed (concetto) niicare L’USAV, da inizio 2013, di pia- èincaricato anni. 3 per della e quindi pesca, deve essere custodito a disposizionechiesta, della sorveglianza dell’effettivoIl controllo deve essere, su ri- ela età, loro specie loro ela mortalità. pure numero, il loro ein come uscita, trata la di animali,delle partite uova eseme in en- de di il luogo provenienza edi destinazione compren- documentazione La degli effettivi. cantonali) devono documentare il controllo Le di aziende acquacoltura (incluse quelle b) b) c) c) virale emorragica); infettiva dei salmonidi) (setticemia VHS ematopoieticacrosi infettiva), ISA (anemia “epizoozieGruppo da eradicare”: (ne- IHN carpa). carpa). Viremia of Carp, viremia primaverile della (malattia renale proliferativa) SVC (Spring “epizoozieGruppo da sorvegliare“: PKD gamberi; (necrosi infettiva) pancreatica Peste dei “epizoozieGruppo da combattere“: IPN 5. Diritto 5. - 187 - - - - - ASGP-1.3-i / 2015 • • iseguenti vigono Riguardo aciò principi: privatiacquari dei problemi. causa ne e l’immissione di e granchi gamberi per gli indesiderata della fauna). l’importazio- In parte, modiicazione una costituisce presenza cui la 3 (Specie, e varietà e didi razze pesci gamberi giusta di pesci l’OLFP – Allegato importazione acque estere. L’UFAM valuta ogni domanda di il luccio), da anche importate essere possono acque internegenetiche fra estere ed (per es. chiare differenze per cui non si riscontrano cie me estranee alle acque svizzere. Inoltre le spe- edi temoliscello co- sono non da considerare di popolazioni le trote cui importate, dipesci ru- stabilitesono estere leacque di le per specie SAV (OLFP eallegato 2). Per facilitare ciò, si autonomamente sono trattate rizzazione dall’U- d’allevamento ad auto- soggette altre ed specie di pesce, le immissioni di trote iridee portazione l’USAV,collaborazione con controlla che l’im al 1.4.1. capitolo già èstata trattata 6-9) artt. In allogeni gestione egamberi di (OLFPLa pesci di guardapesca professionale Esame e dae così come igranchi dae dei generi così come famiglie Astacidae, Parastacidae eCambari- rilevanti delle sono igamberi la per pesca nomico sui sui nomico al seguente chiarimento tasso- Ciò porta privati non riguarda la pesca. acquari/terrari oterrestre.acquatico detenzione loro La in Allegato 3, ma questi vivono semi- in modo Reptantia granchi d’acquaCerti i rientrano fra dolce illegale.seguenza clarkii Procambarus detenzione privata di simili animali (per es. esposizioni ed pubbliche.a zoo, La ricerca giusta solo OLFP- Allegato 3 sono concesse di detenzione la per Autorizzazioni Potamon non-indigeni secondo la OLFP- secondo non-indigeni . Reptantia ) negli è di acquari con- nell’OLFP-Allegato 3: Reptantia Eriocheir -

(OLFP 9 art. ai neozoi la lotta regolamentazioni concernenti lavora principalmente preventivo. in modo Le Per evitare l’insediamento di neozoi, l’OLFP legislativosempliicato. delle disposizioni sulla anche su un pesca piano to (in realizzare larga misura) l’armonizzazione rinunciare asimili convenzioni, si èpotu- poiché Reno edell‘Alto Alpino Reno èstato possibile Solamente di acque internazionali itratti per del • • • • • 13)art. 5convenzioni visono riguardano: che Nell’ambito delle acque internazionali (OLFP zero dei pesci. dell’allestimento dell’atlanteresponsabile sviz (CSCF), fauna della Cartograia della Svizzero da sono mettere adisposizionepesci al Centro quale irisultati di rilevamenti sulla presenza di prevederevrebbero un’indicazione la secondo l’esecuzione di esami di impatto ambientale do- toni per dimenticano gli che incarichi spesso studiNegli di base (OLFP 10 e11) art. iCan- 3.4 sulla libera migrazione dei pesci. (OLFP 9 art. Il risanamento della libera dei migrazione pesci nell’ambiente, RS 814.911). LFSP (cfr. Ordinanza sull’emissione deliberata per loghe i neozoi, non sono incluse che nella ana regolamentazioni con comparazione una d’aiuto essere Può dificile. molto è spesso ma estese a misure di neozoi riparatorie, si ricorre kessleri (Ponticola rie”, la presenza del ghiozzo di come Kessler Doubs Doubs Lemano Lago Maggiore,Lago di Lago Lugano eTresa Inferiore eRenoLago di Costanza lacustre di Superiore Costanza Lago b a ) riguardano le misure “riparato misure le riguardano ) e9 ) nell’alto Reno. Per diffusioni c ) verrà trattato nel capitolo ) verrà trattato 5. Diritto 5. - 188 - - - - ASGP-1.3-i / 2015 stati instati seguito nell’Allegato inseriti 2. degli aiuticome all’esecuzione, perquesto sono spedita da UFAM9 luglio 2009 e UFV, valgono 1: “Info colare dissanguamento del +gamberi” documenti, ad esempio altri la cir-Alcuni come sponibili in versione digitale nel sito dell’UFAM. aiuti all’esecuzione (cfr. riquadro); di- sono tutte gli segg.concernenti e annigli1984 tra cazioni nell’ambito dellaha ordinato pesca, 11 pubbli- pesca”. sulla L’UFAM, “Comunicazioni chiamata te, diversi. esisteva In precedenza una collana stato dell’ambiente, sull’ambien conoscenze esecuzioni ambientali (= aiuti all’esecuzione), L’UFAM divide lesue in pubblicazioni 4gruppi: all’esecuzione 5.2.3 Aiuti di guardapesca professionale Esame - • 1984: Airone e pesca epesca 1984: Airone • di moria di caso in danni dei Calcolo 1985: • • • • e 2005: Veriica così cormorano pesca come • 18: itnin dle cu psaii e pescabili acque delle Distinzione 1986: • • • • • pesci nei corsi d‘acqua d‘acqua corsi nei pesci pescabili non tesi di sin- –rapporto epesci 1995: Cormorano nazionale importanza di di temoli popolazioni Comunicato: 2002: vive Esche 2002: supericie) d’acqua.si la livello R(regione/su Pesci tutta cor- dei evalutazione di analisi Metodi 2004: 2005 misure nuovo delle piano di pesca licenza della lascio 2007: ri- il per aiuto all’esecuzione –requisiti strategica –pianiicazione pesci dei grazione 2012: mi della aiuto all’esecuzione –ripristino 2014: lenza la con aiuto all’esecuzione -pesca 5. Diritto 5. - 189 - - ASGP-1.3-i / 2015 • gono le seguenti disposizioni: All’interno alle dello acque val- spazio riservato re maggiore ouguale a15 metri. gnanti alle deve acque spazio lo riservato esse- (cfr. nell’allegato dettagli 2). Per le acque sta- ediicate densamente zone nelle ridotto essere D’altro alle canto acque può spazio lo riservato zone protette (ad naturali es. riserve cantonali). del fondo dell’alveo,ghezza nelle in particolare to alle aumenta acque l’aumentare con della lar- complessivo doio di 11 metri. Lo spazio riserva- ècostituito da un corri- spaziolo di pertinenza del fondo dell’alveoghezza inferiore ai 2metri d’acqua.corso d’acqua Per icorsi una lar- con della naturale larghezza del fondo dell’alveo del alle adipendenza ècalcolato acque riservato spazio Lo 2018. ine entro Cantoni dai deinito alleLo acque deve spazio riservato essere 5.3.2 Spazioriservatoalleacque di depurazione delle acque di scarico (art.61di depurazione delle di acque scarico taminazioni da sono smaltire nei grandi impianti Parla mento nel 2014, dal in base alla quale le micro-con- approvata LPAc della modiica La solido di fondo.del trasporto e discontinui delussi dei pesci, dei migrazione il risanamentole acque così come della libera del- alle acque,spazi riservati la rivitalizzazione la determinazione degli concernono la pesca, sulla legislazione protezione delle hanno acque che rilevanza per della modiiche recenti Le 5.3.1 Modiichedellalegislazionesullaprotezionedelleacque Esame professionale di guardapesca professionale Esame 5.3 Protezionedelleacqueedisposizioniriguardantiglihabitat vole (OPAc 41 art. un aggravio con meccanicamente ragione- queste pre che rimosse essere possano non pianta di piante in caso problematiche, sem- la pianta riva sonoammessi trattamenti per di una di fuori fascia largaAl lungo 3 metri itosanitari. prodotti né concimi usare sono alle acque non spaziosiNello pos- riservato acquatici c cpv. 3). cpv. a -

• • di scarico (art. 60 di scarico istituitastata una federale tassa leacque per considerevoli d’attuazione, costi comporta è Consiglio federale. Visto questa che misura LPAc), in dal vigore messa ancora non èstata ra contestati). alle acque politicamentespazio riservato anco- dello deinizione la riguardanti cambiamenti li picco 31.03.2015 (inclusi al ino consultazione dettagliate alivello di ordinanza resteranno in 41 zionata utileagricola di (OPAcsupericie art. le piene oper evitare una perdita spropor- per la protezione se sono necessarie contro turale d'acqua delle sponde soltanto dei corsi ammesse Sono misure l'erosione contro na- all’anno. franchi di milioni 20 il budget dell’agricoltura èstato aumentato di inanziare questa compensazione ecologica, boschivopascolo (OPAc 41 art. sivo, in estensivo modo sfruttato pascolo o d'acqua, in esten- modo pratocorsi sfruttato pestre lungo erivierasco, prato i rivierasco cam da strame, siepe,terreno boschetto pagamenti diretti, sui di è utilizzato forma sotto nell'ordinanza deinite esigenze conformemen alle se,te agricoli ini a utilizzato essere può alle acque Lo riservato spazio c comma 5). comma a LPAc). regolamentazioni Le c cpv. 4). Per 5. Diritto 5. - 190 - - 190 - - - ASGP-1.3-i / 2015 9 sista basa sulle direttive (OLFP giuridiche art. entro2014. ine darealizzare è elettriche, Que alle centrali idro- correlati deimigrazione pesci libera alla impedimenti gli tutti include quale la risanamento, di misure delle pianiicazione La 5.3.4 Liberamigrazionedeipesci Ogni 12 anni rinnovare la pianiicazione per il • per all’UFAM pianiicazione la Sottoporre • • mento: Queste dovranno seguire il seguente procedi- 2014; per i laghi entro ine 2018 (OPAc art. 41 d’acqua dovrà essere terminata entro la ine del La dellepianiicazione per rivitalizzazioni i corsi provvedimenti edili. argi in galleria, omesse da nate, ricoperte corrette, supericiali acque delle naturali funzioni è di ristabilire le delle rivitalizzazioni Lo scopo di guardapesca professionale Esame vengono da una straordinaria tassa (50 milioni di potenziamento).caso pro- Ifondi necessari (inclusiti irinnovi ma non in delle concessioni, esisten- indennizzati dalle centrali idroelettriche I relativi di risanamento costi sono totalmente 2030. ine deve avvenire entro realizzazione La cessioni. nuove odei prolungamenti concessioni di con- se fossero relativivono adelle come procedere ein insolo francese). tedesco Irisanamenti de- wanderung: Planung“ disponibile Strategische piano strategico” („Wiederherstellung derFisch- stabilimento della libera dei migrazione pesci: 5.3.3 Rivitalizzazioni a -9 successivo ventennio.successivo provazione cantonale); presa di posizione (1 anno della prima ap- delle stesse, di su 20 anni; un periodo eitermini l’attuazione per rivitalizzazione la di tipologia misureStabilire di lepriorità, c , Allegato 4) esull’aiuto all’esecuzione “Ri- d ). ). - - rivitalizzazioni e concretizzarle. e rivitalizzazioni le pianiicare per franchi, 142diCantoni milioni Confederazione adisposizione ha messo dei lasso Nel di tempo 2012-2015, per esempio, la ranno suddivisi Confederazione eCantoni. fra sa- km. Icosti 4’000 circa uscire arivitalizzare si deicitaria, dovrebbero una con ri morfologia d’acqua ditemporale, km corsi 15'000 dei circa spazio questo In anni). 80 di temporale zonte unaseguiti visione plurigenerazionale (oriz- con devono di rivitalizzazione per- essere I progetti (35% sovvenzioni LPAc secondo 62 art. zione dei Cantoni sonosussidiati in altro modo pianiica la per costi I risanamenti. i pagare a le a dire che, inine, saranno i consumatori inali conseguenza sempre soddisfatto. sempre conseguenza è di economica sopportabilità sato eil criterio èrimbor-il risanamento della centrale elettrica (scadenza del termine di risanamento), poiché 2030 ine a ino superlua LFSP,è 10 dall’art. delle misurenomica di risanamento, prevista eco di considerarenecessità la sopportabilità La 5). cpv. 8 art. (LFSP costruzioni nuove me potenziamentisioni con co- sono considerati previste alcune sovvenzioni. I rinnovi di conces- valeche di non sono ilcausalità, principio cioè Per di nuove la costruzione centrali idroelettri- reti ad tensione alta 15 (LEne art. gia (LEne) delle di dai trasporto costi riscossa all’anno) sull’ener franchi di legge nella stabilita a bis e 15 e c 5. Diritto 5. ). b - 191 - ), va ), - - - - - ASGP-1.3-i / 2015 39 nui devono evitati essere eliminati ed (LPAc art. disconti delussi ai considerevolidovutidanni I la dieta dei pesci. della velocità, della profondità ecc.) basilari per di corrente, ade non un continuo cambiamento determinate a abituati situazioni (poiché ganismi riduzione della quantità ad unatano forte di or- sbalzi di giornalieri corrente e temperatura por dell’acqua, giovani ipesci si arenano, eigrandi dell’improvvisocausa abbassamento del livello organismi per la nutrizione. loro Ad esempio, a d’acqua,corsi e danni alle ittiche popolazioni causano,turbine dellenei centrali idroelettriche diminuzione dell’acqua dovuti all’azione delle Il rapido aumento ela repentina successiva 5.3.5 Delussidiscontinui di guardapesca professionale Esame art. 43 art. fondo devono evitati essere eliminati ed (LPAc solido di disfunzioni Le al trasporto importanti le popolazioni di pesci. per dei banchi di ghiaia importanti sono perciò ela la cura creazione, la rigenerazione come mento di di questo trasferimento processo così dipende vitale dalla ciclo cui ghiaia). Il manteni- per la sopravvivenza dei litoili (specie di pesci il (mantenimento centrale tanza del processo) hanno un’impor granulometriche, componenti levarieno movimentati secondo eriorganizzati durante di ghiaia, banchi I vengo che piene le 5.3.6 Trasporto solidodifondo la struttura o della dinamica morfologica delle odella dinamica morfologica la struttura a . apri r dlso massimo/delusso delusso tra Rapporti ). a ), i cambiamenti pregiudizievoli cioè del- - - - - consoni al (OPAc luogo consoni 41 art. ne evarietà vegetali delle biocenosi eanimali composizio quantità, della negativo biamento valore è assunto non sussiste che nessun cam- tenzialmente diproblematici. di sotto questo Al minimo di maggiori 1.5 : 1 sono considerati po- nr i 21 (Pc r. 83 art. (LPAc 2014 il entro Il piano di risanamento deve terminato essere sussiste alcun bisogno di risanamento. g (LPAc 83 art. 2030 ine entro realizzati e costruttivi terventi devono tramite in- soprattutto effettuati essere dei pesci. peril risanamentocome della libera migrazione avviene fondi dei raccolta la e inanziamento Il tro ine 2014 (LPAc art. 83 2014 (LPAc ine art. tro Il piano di risanamento deve allestito essere en- art. 83 art. (LPAc 2030 ine entro attuate essere devono e valutazione complessiva degli interessi in gioco 3).cifra Le misure proposte sottostanno auna ne dei pesci. per il risanamentocome della libera circolazio- avviene fondi dei raccolta la e inanziamento Il 42 di d’acqua sistemazione dei corsi (OPAc art. mite prelievi di ghiaia, di ritenuta, camere opere minati adeguando tra- lecentrali idroelettriche, solido devonoacque edel trasporto eli- essere , così come Allegato 4 , così come a) . a ). a ). a cpv. 2). Irisanamenti b , OPAc Allegato 4 b , OPAc 41 art. e ) e quindi non 5. Diritto 5. - 192 - f e a -

ASGP-1.3-i / 2015 cora stato risolto.cora del terminescadenza di risanamento non èan- alla sorto esecutivo problema Il inanziari. tivi dei pesci,grazione ecc.), nell’assenza di incen- ai risanamenti attualmente (libera mi- in corso esempio ad rispetto consiste, residuali delussi del risanamento importante dei Una differenza Risanamento entro 2012. ine • • • piano di risanamento apiù fasi: itemime per menzionati insu precedenza, un di risanamento dei delussi residuali si basa, co cinque anni, sia scaduto a ine 2012. Il processo il termine di risanamento, una dopo di proroga statoin gran ancora parte, raggiunto, sebbene sensi della LPAc segg.) (art. 30 non ètuttavia, bilimento di molteplici funzioni delle ai acque so già nel 1991. Il mantenimento risp. il rista- Il risanamento delle acque residue si èconclu- 5.3.7 Delussiresiduali di guardapesca professionale Esame (LPAc 82, OPAc 38), art. art. Redazionesul risanamento di un rapporto esistenti (LPAc 82, OPAc 36), art. art. Compilare l’inventario dei prelievi d’acqua - l’uso dell’acqua potabile. per delussi ai proporzionali non residue acque delle regolamentazione sulla rilessione una di anche quella ciò e con ruscelli, falda dei piccoli dell’acqual’importanza di sorgente fresca edi accrescere potrebbe climatico te riscaldamento crescen il Con acqua. abbastanza rimane non ruscello al l/s, momentaneamente80 sgorgano 30). Se,Art. per esempio, da una sorgente genti omeno di 100 l/s da acque di falda (LPAc quando vengono prelevati meno di 80 l/s da sor lievi di acqua potabile il delusso minimo è nullo, nella rete dell’acqua potabile. fatto, Di per i pre- delsa dirottamento delle fonti d’alimentazione cau a d’acqua aflusso suficiente un di privati d’acquacorsi vengono secchi nei periodi che si residuali problematico: essere risulta ipiccoli delus regolamentazione della punto altro Un 5. Diritto 5. - 193 - - - - - ASGP-1.3-i / 2015 pio, il metodo di pesca Catch-and-Release non pio, il metodo Catch-and-Release di pesca il valore del pesce. Così, intrinseco per esem- me individuo, deve prendere in considerazione quelle in del la cui pescatore, decisione visto co- dell’OPAn. Le soluzioni sono preferite dall’UFV no avuto grandi ripercussioni sull’elaborazione domande in materia dell’UFAM di pesca han- degli animali dell’USAV equelli coinvolti per iresponsabilisiero tra in materia di protezione le due di scuole conseguenza differenti pen- Di verso un’eticaconcezioni ambientale “giusta”. della ècompito legislazioneNon guidare le due da chiunquerispettato ne se occup “ segue: come deinita è dignità la cui LPAn,in della tivi della dignità obiet- edel benessere chiari sono il suo benessere vanno protezione La rispettati. senza procurargli la sua stress, poiché dignità e tomisura deve possibilmente rilasciato essere siede un valore intrinseco. sot- Quindi il pesce nella quale pos- il pesce del mondo biocentrica, l’USAV si basano più lo per su una concezione animalistiGli egli organi amministrativi come quindi interesse per egoistico. futura ricattura, sioni dovute all’amo, in di vista una soprattutto le procurargli possibilmente e senza attenzione sottomisuraun di pesce con rilasciano regola lo Ad esempio,antropocentrica. quando catturano tendonoI pescatori ad avere una concezione • • animali: agli anche tali fondamen- alle diritti che persone, si accordano si distinguono che, nel fatto luogo inoltre primo citamente. In questo senso le due concezioni contrapposte) non èmai stato espli- affrontato testi da derivino punti di diversi vista (visioni idue che Il fatto fortemente antropocentrica. mentre la sullalegge è ne biocentrica, pesca (LPAn) seguendo una concezio- scritta èstata federale legge La sulla protezione degli animali 5.4.1 Concezioneantropocentricaebiocentrica 5.4 Protezionedeglianimaliedeticaanimale Esame professionale di guardapesca professionale Esame anche animali e piante. e animali anche viventi fondamentali,ri diritti possiedono i.e. Tutti biocentrica: ambientale Etica gli esse fondamentali. diritti detiene mo Etica ambientale l’uo- solo antropocentrica: il valoreil dell'animale, intrinseco va che i“. - - è pure anche l’ proibita stata solo è stato proibito quale solo di gestione, forma ma 8 Fischen.pdf publikationen/i-Broschuere_Ethischer_Umgang_mit_ ekah.admin.ch/fileadmin/ekah-dateien/dokumentation/ etiche“. Pubblicazione digitale, 35 pagine.etiche“. 35 digitale, Pubblicazione sensibilizzati d’istruzione. tramite un corso eidetentoriSaNa di dovrebbero acquari essere vrebbero seguire, entro un mese, la formazione l’altro,tra muniti anche i pescatori di patente do- la visione della CENU,Secondo ne biocentrica. antropocentrica, „ Tra l’altro, si èstabilito, seguendo una visione guardanti la prassi in di uso pesci. del rilascio ri chiarimenti alcuni 2014 ine a apportato ha L’aiuto all’esecuzione la lenza con della pesca dilettante. pescatore del dovendoun luccio l’altro tra l’intenzione chiarire pronunciarsi sulla di legalità omeno del rilascio tato, ad esempio, dei giudici che hanno dovuto compor ha Questo catturati. pesci i rilasciare senza ledere la dignità dei pesci adempiano responsabilità la loro individuale valutazioni le loro effettuino ri buona in fede e questo contesto presuppone si ipescato- che prelievo. di soddisfanoche realtà in icriteri In tanto tanto in acqua in anche pesci rimettano di natura di ecologica, individualerilessioni a e la lenza, con scatori base in auna decisione mento di pesci 2014sfrutta sullo ine a espressa è (CENU)si biotecnologia nel settore non umano federale la d’etica commissione Anche perla al momento del rilascio. del pescatore timata la visione antropocentrica pescatore. acquain la individuale secondo decisione del puòsopravvivere, essere principio di rimesso la lenza con catturato sce èritenuto di capace CENU (2014): ”Trattamento dei pesci: considerazioni (2014): CENU considerazioni pesci: dei ”Trattamento “. In questo legit- viene in modo parte 8 – in questo caso con una –in questo visio- con caso che è prassi comune che èprassi che comune che . … intenzione Se unpe- Se http://www. 5. Diritto 5. - 194 - - 194 i pe- di di - - - ASGP-1.3-i / 2015 inoltre stabilito (cfr. che Allegato 2): “ hanno l’UFAM del 9luglio 2009, el’UFV beri” 1:“Info Nella circolare dissanguamento + gam- (OPAn art.98). aquella delle di acque provenienzacorrisponda qualità sua la afinché l'acqua regolarmente re cambia occorre catturati, ditemporanea pesci te (OPAn 100). art. diInoltre detenzione in caso devonoconsumo immediatamen- uccisi essere li lesioni agli animali; inoltre destinati ipesci al non devono che menti di cattura causare inuti- cura, quindi metodi con con estru- effettuata va die gamberi pesci cui la cattura ni secondo Per professionisti ipescatori le condizio- vigono 5.4.3 RipercussionidellaLPAn sullapescaprofessionale mento della riproduzione naturale. altre Alcune la massimalasciare con cura, promovi- i pesci eprotezione dellees. acque, conservazione ri- prospettiva di una futura migliore cattura: per menti sembrano egoistici, dalla poiché scaturire interpretate essere possono tazioni ele- come il miglioramento delle conoscenze. Molte esor- la di gestione e le popolazioni pesci, la cattura, l’habitat, svizzeraderazione concerne di pesca dalla apunto Fe- messo etico nel 2000 Il codice cattura. della all'atto inutilmente danneggiati o feriti venissero non animali gli afinché vedere cpv. 1), nelle disposizioni di esecuzione, aprov- la LFSPGià del 1991 obbligava i Cantoni (art. 3 5.4.2 Precedentisforzinelcampodellaprotezionedeglianimaliedell’eticaanimale di guardapesca professionale Esame dopo il ritorno nell’azienda, ritorno il dopo del rien- prima se 187 l’art. secondo OPAn) può avvenire anche ne (tramite dissanguamento oeviscerazione ’ sio i is c c L’u - - di almeno un giorno. un dopo termine pescati essere sono di attesa pos- di ricatturati, essere all'unicomessi scopo tura, mentre l’OPAn, per di misura ipesci im- rinunciare all’immissione di pronta di cat- pesce animali: bisogna etico il codice es. per secondo lano persino legislazione della protezione degli volte, oltrepassa- etico del codice leindicazioni to previsto la protezione legge degli animali”. A necessario”, quan- secondo il pesce “uccidere ferenza del pesce”, “usare vive esche dove solo es. per visione antropocentrica: “evitare la sof- rientranonon richieste però sicuramente nella sere confermata dall’Uficio della pesca). dall’Uficio sere confermata di almeno pratica anni tre esperienza (deve es- zione aStarnberg/D), equivalenteformazione di forma- (per es. corso fessionisti o per guardiapesca, attestato pro- federale perpescatori di capacità (OPAn 97 e196): art. leseguenticonseguito fra una formazione professionale, laChi pesca esercita deve aver la lenza, cfr.con cap. 5.4.5). plicate (come normali leprocedure la per pesca la di trota lago eil siluro, per i quali vengono ap- di grandi ipesci per dimensioni il luccio, come storditi a suficienza aunnuovoprocede stordimento dei pesci non lo stato controlla dello stordimento si tro si ese .” Quest’eccezione non vale 5. Diritto 5. - 195 - ASGP-1.3-i / 2015 fessionista (cfr. cap. 5.4.3). formativo èanalogo aquello del pescatore pro- le previste dall’articolo 196 OPAn. Il percorso deve avere conseguito quel- tra una formazione da ripopolamentopesci (OPAn 27, art. 97, 103), commestibili, da pesci esca, pesci pubblicizza ilper ripopolamento), o echiunque commercia professionalela pesca (di commestibili o pesci dadi ripopolamento, pesci chiunque esercita e commestibili pesci di nell’allevamento iciale Chiunque metodi utilizza di riproduzione arti- • • • privati. Un’autorizzazione l’altro tra presuppone: nali ivivai nella utilizzati egli ristorazione acquari 90). sonoconsiderate Non detenzioni professio polamento, d’esposizione gli acquari (OPAn art. s’intendono: commestibili, pesci per il pesci ripo Per detenzioni professionali di animali selvatici fessionale sottostà all'obbligo di autorizzazione. detenzioneLa di animali selvatici pro ascopo 5.4.4 RipercussionidellaLPAn sull’allevamentodipescieladetenzione di guardapesca professionale Esame PAn (OPAn 98). art. requisiti minimi l‘Allegato secondo 2dell’O- la qualità dell’acqua devono ai corrispondere metroper d’acqua cubo (densità di tenuta) e isalmonidiper eciprinidi, l’effettivo massimo 98),art. le esigenze della in questione specie (OPAn al dell’acqua qualità la deve corrispondere dell’effettivo (OPAn 93), art. il mantenimento di un registro di controllo - - - - • • • • • • esempio: da apprendere includono,Le conoscenze ad 2, Tab. 7. ivalori indicati nell’OPAn-Allegatorispettare qualità dell’acqua massimi per egli effettivi le di trote devono eciprinidi, come la essere laper detenzione professiona- eil trasporto 156), art. vuoto (OPAn possibile più il sia ornamentali tubo commestibili e gastroenterico dei pesci il che del trasporto, sincerarsi, prima come 100), teria di protezione degli animali (OPAn art. ma in disposizioni sulle pertinenti formarli devono fornire assistenza ein- ai pescatori la lenza con per la pesca richiesta cattura hanno che raggiuntopesci la di lunghezza igestori di impianticome in immessi cui sono della riproduzione (OPAn 99), art. polamento edurante l’ottenimento di prodotti da commestibili ripo- edeidei pesci pesci manipolare durantecome ipesci la cernita duzione (OPAn 88), art. della ripro- perottenerenarcotiche prodotti le sostanze impiegare correttamente come (OPAnduzione 27), artiiciale art. metodi attuare correttamente di ripro- come 5. Diritto 5. - 196 - - 196 - ASGP-1.3-i / 2015 art. 5 art. di competenza SaNa) (OPAn 97 risp. OLFP art. mostrare la loro competenza (tramite l’attestato della durata di oltre un mese, devono poter di- vogliono che acquisireI pescatori una patente ela di misura alle loro pesci che specie minima. conformemente alla protezione degli animali, dell’animale manipolazione sulla sia – animali pesci, deveChi cattura informato essere sugli 5.4.5 RipercussionidellaLPAn sullapescaconlalenza di guardapesca professionale Esame se vi è una precisa necessità (OLFP 5 se vièuna necessità precisa art. titolari di unpersone attestato di competenza, ardiglione) dai Cantoni sono concesse alle solo l’utilizzo vivi cosìzo come da di esca pesci dell’ detenzione un per di breve pesci periodo, utiliz- vivi (OPAn 23) art. è vietato. Eccezioni (per la lenze ardiglione da esca pesci eutilizzare con si immediatamente la dopo cattura; l’impiego di devono eucci- cura I pesci con catturati essere sportiva)la pesca (OPAn 100). art. (laghetti per per la pesca richiesta di cattura za hanno che immessi raggiunto pesci la lunghez- igestori per di impianti in sono cui in particolare zioni in materia di protezione degli animali vale disposi- edi sulle informarli pescatori pertinenti L’obbligo animali. degli ai assistenza fornire di nei confronti riguardoso esercizio della pesca ad riguardo uninformare corretto ipescatori obbligate sono di pesca e leassociazioni ad patente la lenza), libera (pesca con leautorità se) senza in cui è possibile pescare o nel caso Per le patenti di breve durata (massimo 1 me- colpo alla testa o con la dislocazione del collo del collo alla la dislocazione testacolpo o con in due fasi: dapprima stordimento lo tramite un Il metodo avviene usuale del pesce di uccisione a ). b ). eccessive (OPAneccessive 98). art. non vegano ipesci che fatto ascosse sottoposti viaggio di bisogna rientro prestare attenzione al a quella delle di acque provenienza. corrisponda Durante il qualità sua la afinché l'acqua te regolarmen cambiare occorre catturati pesci munitepersone di attestato di competenza) di di detenzioneIn caso temporanea (da di parte zione) congela- di to dei gamberi nel compartimento (inserimen- raffreddamento gamberi) ounforte bollente (almeno 10 di acqua di bollente su1parte parti l’acqua inora come utilizzati essere che:tano UFAM del 9 luglio no- 2009, gamberi” e UFV “Info 1:nella circolare loro dissanguamento + questo, Per adatta. soluzione una è non 184) (OPAn del cervello” “distruzione meccanica art. il dei metodo gamberi caso Nel di stordimento la lenza). con zione -pesca un seguente dissanguamento (aiuto all’esecu- alla testa, ecolpo senza del collo dislocazione alla un testa, colpo con o una fra combinazione (sotto pesci coli cm) i22 uccisi essere possono uccidere) vale la seguente precisazione: i pic- Per l’uccisione adue fasi (dapprima stordire, poi lenza. la con dai presi pescatori in considerazione co po 184);sono (OPAnultimi questi art. cervello l’elettronarcosi del ela distruzione meccanica metodi altri Gli di stordimento sono permessi sione dell’arteria branchiale) ol’eviscerazione. (reci dissanguamento il con uccide si inine e “. „Come metodi di uccisione possono metodi„Come uccisione di 5. Diritto 5. - 197 - - - - ASGP-1.3-i / 2015 5.4.6 RipercussionidellaLPAn sulladetenzione in acquariestagniprivati di guardapesca professionale Esame pesci che in libertà raggiungono una di lunghezza in libertà che pesci privati, di parte da detenzione La 8). Tab. 2 ma degli o degli acquari stagni (OPAn Allegato valgono sulla leprescrizioni mini grandezza Per ornamentali più pesci (sopra grossi i20 cm) una sovra dose di olio di garofano narcotizzante. nell’acquario (OPAn 88),art. come, per esempio, l’indicazione del veterinario, sostanze narcotiche dere. Per fare ciò, immettere, si possono senza la bisogna lenza dapprima stordire,con ucci poi l’uccisione. quari) la per pesca Come concerne ornamentali negli i (pesci 20pesci sotto cm ac L’ novità unica riguardante la detenzione di piccoli (OLFP 5 art. dell’ottenimento ine dell’attestato di competenza al pescatori dei formazione la per gistica la base costituiscono lo- diLe pesca società 5.4.7 RipercussionidellaLPAn sullesocietàdipesca sostanze nello narcotiche spremere e i pesci Per sportiva. stagni l’utilizzo per la pesca di all’allevamento allo stato naturale così come non professionaliscicolture adibiti eruscelli Spesso, inoltre, queste pi- gestiscono società a ). - - - della pesca (cap.della pesca 4.8) valgono le stesse prescrizioni come per l’Uficio all’allevamento adibiti naturale stato ruscelli allo estivali usati catturare per nei elettrica di pesca (cap. ditori pesci 4.4). Per l’uso di apparecchi alleva gli valide per condizioni corrispondenti si rimanda alle sportiva stagno la per pesca nel gestire uno lecondizioniper da rispettare art. 98).art. undell’effettivo controllo sogna effettuare (OPAn art. 85). Per i pesci soggetti ad autorizzazione bi (OPAn competenza di attestato un suficiente è dell’autorizzazione, titolare dal esclusivamente sono accuditi ad in autorizzazione, ipesci cui soggetti pesci di detenzioni Nelle 92). e 89 art. di perizia squali giustazione OPAn con erazze zione sulla pesca; altra condizione: autorizza indigene lespecie per menzionate nella legisla (eccezione: nessuna necessaria autorizzazione di ad squali autorizzazione e è razze, soggetta a superiore 1 metro, per la detenzione così come 5. Diritto 5. - 198 - - - - -

ASGP-1.3-i / 2015 2009, nell’allegato2009, 2). di misura,pesci del 10 del 10 luglio 2009 luglio posito Info anche la circolare 2: immissione di (OPAn diattesa 1giorno 100; cfr. Art. pro- a tal un termine di osservare ènecessario pescati di poter prima prontipesci perla cattura, essere CantonaleSe nel territorio vengono immessi marchiatura (OPAn dei pesci 88). Art. della riproduzione ottenereper la eper prodotti autorizzazioni, speciali senza ze narcotiche, contrario, è consentito l’impiegoAl di sostan- • • di formazione: chiatura dei pesci, l’OPAn all’obbligo accenna tramite applicata mar-polamenti edella ricerca bito dell’allevamento didestinati pesci ai ripo- Per varie attività degli dellaUfici pesca nell’am 5.4.8 RipercussionidellaLPAn sugliUficidellapesca di guardapesca professionale Esame dall'articolo 196 (OPAndall'articolo 27 Cpv. Art. 3). previstoconseguito come una formazione avere devono artiiciale riproduzione di todi di eseguireto si occupa che il personale me- Nell’allevamento il per ripopolamen- di pesci (OPAn 15 e97). Art. colo 5a OLFP o secondo l’articolo 198 OPAn di un attestato l’arti- di competenza secondo necessita Chiunque pesci, i voglia marchiare anestesia. senza pesci marchiatura dei la competenti persone Solo eseguire possono - cfr. Allegato 2). salvavita,ruttore ecc., esami periodici, tecnici (disposizioni la per pesca elettrici chi l’inter- per vello nazionale ledisposizioni per gli apparec- mettendo quindidella sicurezza ali- in pratica devonoparecchi anche essere a adattati livello For Electrotechnical Standardization), molti ap- membro del CENELEC (= European Committee adattamento dell’OLFP. Dato è la Svizzera che ne residua maggiore, èprevisto un corrispettivo degli elettrostorditori presentano un’ondulazio- una gran parte dannosa ipesci. per Siccome zione residua (Rippel-Anteil) di più del 10% è degli animali, si deve una sapere che ondula- alla protezionetura in conforme di modo pesci cat alla adatti elettrici apparecchi gli Per usare 5. Diritto 5. - 199 - - ASGP-1.3-i / 2015 (ordinate in ordine alfabetico, senza leemanazioni dell’Allegato 2). le abbreviazioni tutte delle quiSono emanazioni riportate pres giuridiche di guardapesca professionale Esame Allegato 1:Registroabbreviatodelleordinanzegiuridiche Pn riaz ul rtzoedgiaiai 455.1 814.201 Ordinanza sullaprotezione deglianimali 923.01 Ordinanzasullaprotezione delle acque OPAn 741.03 Ordinanzaconcernentelaleggefederale sullapesca OPAc 923 455 OLFP 814.20 OCS Leggefederalesullaprotezione deglianimali O-CITES Leggefederalesullaprotezione delleacque LPAn Leggesulle multe disciplinari LPAc Leggefederalesullapesca LMD LFSP Leggesull‘energia LF-CITES LEne Abbreviazione USAV USAV UFV, ora: 910.13 UFAM Abbreviazione Ordinanzasuipagamentidiretti ORRPChim OPD edegliUficifederalimenzionati denominata LF-CITES) Ordinanza sullaconservazione delle specie(in seguito protette Ordinanza sullacircolazione dellespecie difauna ediflora flora protette Legge federalesulla circolazione delle speciedi fauna edi (USAV) federale dellasicurezza alimentare ediveterinaria“ Ufficio federale di veterinaria.Dal2014 denominato„Ufficio acquatica“ (diretta daE.Staub). R. Schnidrig),edancora primasezione „Pescae fauna sezione „Caccia, pesca, biodiversità del bosco“(diretta da acquatici“ (diretta daA. Knutti), denominatainprecedenza Ufficio federale dell’ambiente. Include lasezione „Habitat chimici Ordinanza sullariduzione deirischi inerentiaiprodotti Nome perestesodell‘Ufficiofederale NumeroRS Titolo completodell‘emanazione enti nel testo 730.0 453 453.0 453 814.81 5. Diritto 5. - 200 - - 200 ASGP-1.3-i / 2015 giuridiche sitrovanofacilmentenelsito alfabetica dellalistasibasasullaparolachiavemessainevidenzanellaterzacolonna.Leemanazioni le acquepiscicole,l’eserciziodellapesca,l‘elaborazione/commercializzazionedeipesci.L’ordinazione Raggruppamento delleemanazionifederalisulpianolegislativo,ordinativo,direttivo,rilevantiperipesci, Allegato 2:Varie emanazionigiuridichefederaliconcernentilapesca Esame professionale di guardapesca professionale Esame zione zione dell‘Amministra- e Governo del e sull’organizzazion Ordinanza dell‘emanazione Titolo epizoozie sulle Ordinanza svizzero Codice civile protette di flora specie difauna e circolazione delle sulla Ordinanza cantonali decisioni penali comunicazione di concernente la Ordinanza nell’agricoltura famigliari sugli assegni Legge federale Numero RS Abbreviazione RS 172.010.1 OLOGA, RS 916.401 OFE, RS 210 CC, RS O-CITES, 312.3 RS abbreviazione, Nessuna 836.1 RS LAF, 453

www.lexind.ch     pesca. disposizioni sul dirittoditransi emanano Cantoni i cui in LFSP, della cpv.2 3 all’art. pesca (art.699 CC).Questo passoèrilevante inrelazione l'accesso aifondialtruiper l'esercizio della caccia odella Parlamento il16marzo2012. specie difauna edifloraprotette (LF-CITES), decisa dal rispettivamente sullalegge federale sulla circolazione delle all’importazione (trasmissione all’Ufficiofederaledell’ambiente). doversi procedere emanate inapplicazione della LFSP (art. 3) amministrative dicarattere penale e dichiarazioni dinon Consiglio federale (OLOGA art.27 scambio scritto conilCantone, ev.unadecisione del federale (OLOGA art.27k).Incasi controversi vièuno Confederazione devonoinoltrate allaCancelleria essere ordinanze dei Cantoni che sottostanno all'approvazione della Contenuto riguardante la pesca specie (obbligo diautorizzazione). Questa l’OLFP richiedano misure speciali per la protezione delle gamberi (incluse leloro uova), a meno che la LFSPrisp. per l’importazione, iltransito el’esportazione dipesci e L’O-CITES siassumel’amministrazione delleautorizzazioni   Il Le Gli federale sugli assegnifamiliari nell'agricoltura (LFSP art.14). principale hanno dirittoagli assegniper figli giustalalegge professionistiI pescatori cheesercitano come lapesca attività Approvazione diatti legislativi deiCantoni Le aziende di acquacoltura devonoessere registrate. Epizoozie dei pescidasorvegliare (OFE art.5e291):PKD Epizoozie dei pescidacombattere (OFE art.4):IPN I proprietari privati, gliaffittuarididiritti dipescae gli organi Le aziende di acquacoltura sonoperiodicamente soggette a

(malattia renale proliferativa). gamberi (OFE art.288-290). (necrosi pancreatica285-287) e peste infettiva,OFEart. dei di vigilanza sulla pesca hanno l'obbligo di notificaresenza i treannisuccessivi all'ultima registrazione.(art. 21-22 OFE) vigilanza sulla pesca. La documentazione va conservata per essere esibita agliorgani preposti alla polizia sanitaria e alla documentazione relativa alcontrollo degli effettivideve età così come lamortalità. Dietrorichiesta la e inuscita,come pureilloronumero, lalorospecie ela loro destinazione delle partite dianimali,uovaesemeinentrata illuogodi provenienza e di documentazione comprende devono documentare ilcontrollo degli effettivi. La sorveglianza. (art.23OFE, ordinanza in vigoredal2013) emana direttive tecnicheriguardo allo svolgimento della secondo sorveglianza sanitaria VHS (setticemia viraleemorragica). emopoietica infettiva, ISA(anemia IHN(necrosi sull‘ISA): dell’USAV Foglio informativo diaprile Epizoozie dei pesci diritto cantonale autorità cantonali assegni famigliari

sibasa sugli articoli17e20dell‘O-CITES puòdecretare ulteriori disposizioni circa

daeradicare (OFE art.3e280-284; sono calcolati secondo laLAF. comunicano tuttelesentenze, decisioni to ripuario nell’esercizio della della nell’esercizio ripuario to criteri di rischio.L'USAV n ). infettiva deisalmonidi) e autorizzazione : leleggie

Esse .

.

5. Diritto 5. - 201 - ASGP-1.3-i / 2015 Esame professionale di guardapesca professionale Esame guardiapesca professionale per l’esame Regolamento per dell‘emanazione Titolo Numero RS Abbreviazione abbreviazione Nessuna        Contenuto riguardante la pesca altri dettagliriguardanti losvolgimentodell’esame. 2009 per l’esame professionale pe professionale l’organizzazione, le materie d’esame, ecc. per l’ Il regolamento del10febbraio 1995 sancisce il diIHN,VHSoISA, disospetto odicomparsa In caso Gli organi cantonali divigilanzadella caccia edellapesca l'USAV acquatici degli animali Nella lottaalle epizoozie I laboratori d'analisi, iveterinari,egliorgani disorveglianza Le perditeanimali sono indennizzate. Ilvaloredi stima In casodidiagnosi diIPN,ilveterinario cantonale In casodidiagnosi dellapeste deigamberi, ilveterinario servizi cantonali competenti dellapesca (art.279OFE). collaborazione tragliorgani dellapolizia epizooticaei collabora con l'UFAM.ICantoniassicurano la nell'esercizio delle loroattivitàufficiali(art.295OFE). devono prestare aiutoagli organi dipolizia epizootica a PKDnonsonoindennizzate. (art. 290OFE). casi disospetto sianoaccertati. Leperdite dianimalidovute L'USAV eilveterinario cantonale possonoordinare chei cantonale. Altrimentinessuna misura urgente. constatano la presenza, lonotificano alveterinario della pesca chesospettano lapresenza diPKDone al kgper pesci daripopolamento. ammonta amax. 5fr. perkgdipescicommestibiliea20fr. appartenenti allespecie ricettive. predispone il sequestro di 1 gradodegli stabilimentidi pesci delle acque in questione (art.289OFE). propagazione dell'agente infettivo, come lo spopolamento provvedimenti dipoliziadella pescaper evitare una resto, ilCantoneordinai dell'articolo 6OESA.Peril sottoprodotto di origine animale della categoria 2ai sensi come derrate alimentari,devono essere eliminaticome stessa; igamberi morti euccisi, che non sonoutilizzati gamberi vivinellazonadi sequestro o trasportarli fuoridalla sono applicabili leseguenti regole:èvietato introdurre il bacino idrografico interessato. Nella zona disequestro cantonale determina una zona disequestro che comprende prelievo di campioni esull'analisi. (art.278 OFE). tecniche sul (art. 61-63OFE).L'USAVemanaprescrizioni prelevano campioni per garantire la diagnosi dilaboratorio un'epizoozia effettuanoimmediatamente un'analisi clinica e cui sono stati notificatilacomparsa oilsospetto di Il veterinario ufficiale ogli organi divigilanzasulla pesca a servizio cantonale responsabile dellavigilanza sullapesca. indugio ilsospettoelacomparsa diun'epizoozia dei pesci al 281-282 OFE). adeguati alfinedievitarela propagazione dellamalattia (art. cantonale preposta alla pesca, ordina provvedimenti ilveterinariostato libero, c caso diagnosi vivonoallo di pesciche IHN,VHSoISAnei di grado dell'azienda diacquacoltura ealtriprovvedimenti. In veterinario cantonale ordina ilsequestro semplice di1° altri provvedimenti di lotta (art. 286 OFE). 286 (art. lotta di provvedimenti altri competente per lasorveglianza dellapesca, puòordinare di diagnosi delle malattiedeipesci eil servizio cantonale ; ledisposizioni supplementari del26ottobre antonale, d'intesa conl'autorità

r guardiapescar stabiliscono D'intesa conillaboratorio esame 5. Diritto 5. - 202 - - 202 ASGP-1.3-i / 2015 Esame professionale di guardapesca professionale Esame licenza dipesca rilascio della Requisiti peril Legge sull‘energia igienici sui requisiti Ordinanza del DFI e glioggettid‘uso derrate alimentari sulle Ordinanza degli oliminerali sull’imposizione Ordinanza sull‘ambiente dell’impatto l’esame concernente ordinanza dell’ambiente e protezione Legge sulla 2011 KIP/POCH, del gestire“ e misurare „Fasce tampone – foglio informativo pagamenti diretti; sui Ordinanza prodotti chimici ai inerenti rischi riduzione dei sulla Ordinanza professionisti pescatori l‘esame per Regolamento per dell‘emanazione Titolo

Numero RS Abbreviazione 2009 UFAM eUFV, all’esecuzione Aiuto 730.0 RS LEne, RS 817.024.1 ORI, RS 817.02 ODerr, RS 641.611 OlOm, RS 814.011 OEIA, RS 923.01 LPAmb, RS 910.13 OPD, RS 814.81 ORRPChim, abbreviazione Nessuna Contenuto riguardante la pesca deflussi discontinui etrasporto solido di fondo, art. 40-44). (prodotti della pesca);temperature per ildeposito ecc. (ORI pesca). Esempio:della trasporto, caratterizzazione, pubblicità, consegna di prodotti (fabbricazione, trasformazione, trattamento, deposito, 63-65). art. (OlOm professionali pescatori ai possono che acque. rilevantile quelli essere cui tra impianti, il rendimento ecologico (foglio informativo). vegetazione erbacea di6mlarghezza, cosìdamantenere essere visibili tuttol’annofasceinerbite risp. strisce di allegato 1,numero 9). Lungo leacque superficiali devono primi 6m.(Eccezione: trattamenti pianta perpianta)(OPD cui sonovietati conciminei primi3meprodottifitosanitari nei dastrame eboschetti in rivieraschi, inerbita,fasce superficie fitosanitari. prodotti né concimi senza – larghezza di metri rilasciato a100'000 esaminandi). competenza SaNa. (Afine 2014l’attestato SaNaè stato corso diformazione volto adottenerel’attestatodi (LEne, art.15 rimborsati alconcessionario dallasocietà nazionale di rete secondo l'articolo 15abis (LEneart.15b). tensione per finanziare l'indennizzo delconcessionario riscuote un supplemento suicosti ditrasportodelle reti adalta Provenienza deimezzi finanziari: lasocietà nazionale direte la conservabilità; d.laprovenienza (ODerrart. 26). denominazione specifica; b.lacomposizione (ingredienti); c. preimballate deve indicare aiconsumatori: a. la dell’ giuridiche, mentrel’OEIApresenta idettagli pergliesami licenze dipesca all’OLFP, quali formazioni sononecessarie alrilascio delle In questoaiuto all’esecuzione sistabilisce, inaggiunta I costidirisanamento per la Le prescrizioni igieniche per la Varie disposizioni riguardanti la L’ Gli articoli10 Fasce tampone Lungo lerivedelleacque superficiali: materie ad esame,ecc.perl’ Il regolamento del21giugno 1996 fissa l’organizzazione, le imposizione deglioliminerali imposizione impatto sull’ambiente a a -10 bis lungoleacque superficiali: fascedi ). equali argomentisidebbano trattarenel d dellaLPAmb contengono lebasi

Chiunque consegna derrate alimentari a cuidevono sottoporsi gli libera migrazionedeipesci esame professionale esame lavorazione delpesce lavorazione delpesce per ilcarburante per fasce tampone

sono

è restituita è restituita . di3

, 5. Diritto 5. - 203 - - 203 ASGP-1.3-i / 2015 Esame professionale di guardapesca professionale Esame 2009 luglio del 9 gamberi, dissanguamento + Info 1: strategico dei pesci: piano della migrazione Ristabilimento dell‘emanazione Titolo Numero RS Abbreviazione UFAM eUFV UFAM, 2012 all’esecuzione, Aiuto Contenuto riguardante la pesca con lenza non sono valide le A4. Delimitazione rispetto alla pesca con lenza: perla pesca solo dopo ilritorno inazienda. di stordire immediatamente euccidere i pesci;l’obbligo vige pe l’obbligo bOLFP)decade 1 lett. massa edicondizioni meteorologiche sfavorevoli (art. 5bcpv. “condizioni meteorologiche sfavorevoli”: incaso dipesca di A3. Delimitazione rispetto alla “pesca dimassa” ea dissanguamento o eviscerazione. pesci: stordimento immediato euccisione tramite vengono applicate leprocedure normali perlacattura dei grandi dimensioni come illuccio, latrota dilago,ilsiluro) A2. Pericasi non contemplati dalpunto A1 (peres. pesci di sufficienza. procede aun nuovo stordimento deipesci non storditi a prima del rientro sicontrollastato dello stordimento lo esesi OPAn) puòavvenire anche dopoilritorno nell’azienda, se (tramite dissanguamento o eviscerazione secondo l’art. 187 disposizioni sullo stordimento (art.178 OPAn). L’uccisione collo o colpo sullatesta subito dopola cattura, adempiono le effettoc conun stati storditi professionale, chesono giunti mortisulla barcaeche sono A1. I pesci catturati con apparecchi per la pesca dissanguamento oeviscerazione A. Stordimento dipescieuccisione mediante animali: termini direalizzazione. indica come definirelemisure dirisanamento e irelativi pesci, chiarisce gliobblighi dirisanamento deglistessi e causati dallo sfruttamento idricoallalibera circolazione dei possono integrare nella loropianificazione strategica idanni elaborare entro il2014.Ilmoduloillustra comeiCantoni luogo lapianificazione strategica che iCantonidevono Descrive lesingole fasi dipianificazione, trattandoinprimo ripristino della libera migrazione (circolazione) deipesci. materia diprotezione delle acque edipesca inmerito al consente disoddisfare irequisiti posti dalla legislazione in dei gamberi nel compartimento dicongelazione). parte digamberi) oun forte raffreddamento (inserimento finora l’acqua bollente(almeno 10parti di acqua bollente su1 B2. Qualimetodidiuccisione possono essere utilizzati come distruzione meccanica del cervello). dall’articolo 184capover giuridicamente vincolanti iduemetodidi stordimento previsti successiva di uccisione. Analogamente, nonsono deve distinguere trauna fase distordimento eunafase l’obbligo di stordimento in quanto in caso diuccisione nonsi B1. Secondo l’articolo 178 OPAn perigamberi nonvige UccisioneB. gamberi di oall’e al dissanguamento Interpretazioni dell’ pesci migrazione dei Il modulodell’aiuto all’esecuzione “Ristabilimento della

ordinanza sulla protezione degli ” illustra un procedimento adeguato che adeguato un ” illustra procedimento so 1letterajOPAn(elettronarcosie viscerazione ritardata. viscerazione ontinuo mediante dislocazione del

osservazioni delpunto 1relative r ipescatoriprofessionisti 5. Diritto 5. - 204 - - 204 ASGP-1.3-i / 2015 Esame professionale di guardapesca professionale Esame acque svizzere navigazione nelle sulla Ordinanza 31 maggio 2009) per laSvizzerail (entrata invigore dicembre 1982 del mare 10 Unite suldiritto delle Nazioni Convenzione elettriciimpianti prescrizioni sugli riguardante le definire, da Ordinanza ancora del 10luglio 2009 di pescimisura, Info 2:immissione dell‘emanazione Titolo Numero RS Abbreviazione RS 747.201.1 ONI, RS 747.305.15 UNCLOS, (pendente) UFAM eUFV   86: 1998,modificata), èancora pendente. particolari perapparecchielettrici per pescare elettrici aduso domestico e similare - Parte Norme 2-86:  Termine diattesaun giorno(art.100 cpv. 4 OPAn): Contenuto riguardante la pesca allontanarsi servizio regolare equelli per iltrasporto merci) l’obbligo di alle altreimbarcazioni così chelealtrebarche (natanti in professionisti trasposizione mediante corpi galleggianti (art.76ONI). possono intralciare lanavigazione, devono essere segnalati Reti dapesca, nasseeglialtriattrezziper lapesca che traina dàlaprecedenza alivello cantonale. Il pallonebianco per leimbarcazioni che praticanola pescaa giallo esposto dalleimbarcazioni dei Le imbarcazioni dapesca al lavorosono favorite;ilpallone  nazionale. Per ciò che concerne la il compitoditrasporre lenormative del CENELEC nel Diritto Committee For Electrotechnical Standardization) ed ha quindi La Svizzera è membrodel CENELEC (=European Interpretazioni dell’    Misure atte aprevenire, ridurre eteneresottocontrollo Cooperazione degliStatiallaconservazione egestione delle cui fiumihanno origineGli Stati,nei popolazioni anadrome Conservazione dellerisorse biologiche (tra cui le L’immissione di pescimisura nonèpianificabile con L’immissione di pescimisura, pianificabileconprecisione preci con misura, pianificabile di pesci di L’immissione l'inquinamento dell'ambiente marino (UNCLOS art. 194). risorse biologiche (UNCLOS art.118-119). 66). popolazioni e sonoiprincipali responsabili (UNCLOS art. (per es.salmone), hanno l’interesse prioritario aqueste (UNCLOS art.61). si preclude lo sfruttamento eccessivo della popolazioni di pesci) giorno successivo. pesca sarà di nuovopossibile alpiùpresto apartire dal La pesca. di divieto di almenoungiorno inanticipo stabilire p ancoraincerta):perilgiornodell’immissione bisogna precisione (è noto solo ilgiornodell’immissione, l’ora esatta minimo ancora accettabile; periodo didivieto dipesca si riduce ad una notte,ossia al nel tardopomeriggio (dopo la finedell’attivitàdipesca),il presto apartire dalgiorno successivo. Incaso diimmissione dell’immissione. Lapesca saràdinuovo possibilealpiù precedenza deve entrare in vigore alpiù tardi almomento avviene nelpomeriggio: un divietodipescafissatoin partire dal giorno successivo; successivo; giorno dal partire pesca. Lapesca sarà dinuovo possibile alpiùpresto a bisogna stabilire inanticipo almenoungiorno didivieto di dell’immissione giorno il per nella mattinata: avviene

(art. 31e44ONI).

della normativa „ durante laposaeilrecupero delle retiimpone ordinanza sulla protezione deglianimali sullaprotezione ordinanza

nella nella zona esclusiva, economica Sicurezza degliapparecchi pesca elettrica pescatori pesca marittima “ (IEC60335-2- la

sione, in cui

5. Diritto 5. - 205 - - 205 ASGP-1.3-i / 2015 Esame professionale di guardapesca professionale Esame degli animali sulla protezione Legge federale origine animale alimentari di sulle derrate Ordinanza del DFI nell’agricoltura strutturali miglioramenti sui Ordinanza dell‘emanazione Titolo animali protezione degli sulla Ordinanza Numero RS Abbreviazione RS 455 LPAn, RS 817.022.108 abbreviazione, Nessuna 913.1 RS OMSt, RS 455.1 RS OPAn,          indigeni e alla produzione nazionale.(art. 45 OMSt). edilizi ealleinstallazioni cheservono alla pescadipesci commercializzazione. Ilsostegno èlimitato ai provvedimenti conforme alla protezione degli animali, la lavorazione ela perlaproduzione installazioni per iprovvedimenti ediliziele professione a titoloprincipale ricevono crediti diinvestimento Contenuto riguardante la pesca designazione, etichettatura eimballaggio.  Prodotti dellapesca I  La detenzione daparte di privati dipesci L'impiego disostanze narcotiche è consentito su pesci per Requisiti per persone che si Nelle detenzioni privatedi ani Le deroghe ai divietidiricorrereapesci da escavivi,di Nell'allevamento dipesci L’allevamento professionale dipescièsoggettoad Pratiche vietatesuipesci e sui decapodi (OPAn art.23): a) La LFSPè La dignitàeil benessere degli animalivanno tutelati(dignità Le persone competentinell’ambito della pescatori professionisti nonché per l'uccisione dipesci daacquario (OPAnart.88) ottenere prodotti della riproduzione, per la marchiatura (OPAn art.97): soggetti adautorizzazione (OPAnart.85). trattadipesci si se dicompetenza unattestato è sufficiente sono accuditi esclusivamente daltitolaredell'autorizzazione 3 e5 ghiaccio oinacqua ghiacciata sono disciplinate negli articoli utilizzare lenzeconardiglione e privati utilizzati per scopi ornamentali (OPAn art.90). scopi privati utilizzatiper professionali: ivivaiutilizzati nellaristorazione e gli acquari autorizzazione. Non sono considerate detenzioni formazione di cuiall'articolo 196(OPAnart.27). riproduzione artificialedevono avereconseguito una ripopolamento lepersone cheutilizzano metodidi ledono leparti mollideidecapodi. o inacquaghiacciata;e)l'ut lenze con ardiglione; d)iltrasporto di pesci vivisughiaccio acqua; b)l'impiego dipescic) l'impiego daescavivi; di pescare con la lenza con l'intenzione di rimettere i pesci in e razze,è soggetta adautorizzazione (OPAnart.89). le specie indigene menzionate nella LFSP), nonché disquali raggiungono una lunghezza superiore a 1 metro (eccettuate art. 15). animali protezione degli animali specie, evitaredoloreeansietà (LPAnart. 1e3). esigenze alimentari edel comportamento conforme alla chiunque se ne occupi; benessere =tenere contodelle precedenza nei casi incui già regolamenta inambitodi = valoreintrinseco dell’animale - Chiunque alleva o detiene a titoloprofessionale pesci - Chiunque esercita lapesca professionale deveaver - conseguito una formazione di cui all'articolo 196. 196. all'articolo cui di formazione una conseguito commestibili, pesci daripo b dell'OLFP(OPAn,art.23) possonomarchiare ipescisenza anestesia (OPAn, lex specialis e la loro definizione, corretta corretta definizione, loro la e (LPAn art.2),equindihala commestibili e di pesci da edipesci commestibili eipiscicoltori cheesercitano la

occupano dipesciedecapodi ilizzo dimezziausiliari che polamento o decapodi deve decapodi o polamento mali selvatici in cui gli animali incuiglianimali mali selvatici

che varispettatoda di trasportarepescivivisu

protezione degli che, inlibertà, che,

5. Diritto 5. - 206 - - 206 ASGP-1.3-i / 2015 Esame professionale di guardapesca professionale Esame dell‘emanazione Titolo Numero RS Abbreviazione    Contenuto riguardante la pesca     Un animale vertebrato può essereucciso soltantodopo Può uccidere un animale vertebrato soltanto chidispone Gli animalidevono essere adeguatamente preparati al Condizioni per ladetenzione dipesci(OPAn art.98) pesci commestibili, pesci Nelle aziendechecommerciano Condizioni per lacattura(OPAn art.100): La cernitadei pescico può ammettere altrimetodi distordimento (OPAnart.184). l'USAV leautoritàcantonali, Dopoaver consultato cervello. ammessi: elettronarcosi e distruzione meccanica del distruzione meccanica decapodi i delsono Per cervello. rintuzzato sulla testa,dislocazione del collo, elettronarcosi, ammessi iseguenti metodi distordimento: fortecolpo essere stato stordito (OPAn art.178).Per ipescisono (OPAn art.177). delle conoscenze edelle capacità necessarie atalfine gastroenterico siailpiùpossibile vuoto(OPAnart.156). occorre sincerarsi prima del viaggio che il tubo trasporto ednelcasodeipescicommestibilieornamentali previsto dall'articolo 196 (OPAn art.103). deve averconseguito una formazione secondo quanto da esca,pesci daripopolamento, lapersona responsabile verso il pesce (OPAn art. 99). riproduzione devonoessere effettuaticonlamassima cura ripopolamento, nonché l'ottenimento di prodotti della - Per ladetenzione professionale el’allevamento di - I parchiin cui sonotenuti oimmessitemporaneamente - - I pescidestinati alconsumo devonoessere uccisi - La cattura dei pescideveessere effettuata risparmiando - - In casodidetenzione temporanea dipesci catturati (per - - I pesci che hanno raggiunto lalunghezza dicattura - Chiunque gestisce impianti incuisono immessi pesci che - - È consentitocatturare euccidere pesci senzal’attestato di corrispondere ai valori indicati nell’OPAn Allegato. 2 tab 2 Allegato. nell’OPAn indicati corrispondere valori ai salmonidi eciprinidi laqualità dell’acqua deve in questione. una qualità dell'acqua adeguata alleesigenze della specie professionale, eirecipienti periltrasporto devonoavere pesci odecapodi, compresi quelliutilizzatiperlapesca mese. dove èrichiesta unalicenza diduratanon superiore a un richiesta è in Cantone (non nel questione o licenza) alcuna competenza soltanto per la pescanelle acque pubbliche OLFP oart.198 OPAn. aver conseguito unaformazione secondo l'articolo5a immediatamente. Eccezioni negliart.3e5 cattura non devono causare inutililesioni aglianimali. loro ogni sofferenza evitabile. Imetodieglistrumenti di provenienza. affinché la sua qualitàcorrisponda aquella delleacque di es. dalpescatore) occorre cambiare regolarmente l'acqua termine diattesa dialmeno ungiorno. essere ricatturati possono essere pescati soltanto dopo un richiesta e sono immessi in acque ferme all'unico scopo di protezione degli animali. informarli sulle pertinenti disposizioni in materia di pesca con lalenza devefornireassistenza aipescatori e hanno raggiunto la lunghezza dicattura richiesta per la mmestibili, deipescida b OLFP. .7. .7. 5. Diritto 5. - 207 - ASGP-1.3-i / 2015 Esame professionale di guardapesca professionale Esame paesaggio della natura e del sulla protezione Legge federale lenza la Pescatori con all’esecuzione: Aiuto popolazioni delle censimento scientifiche e ricerche libero, per vivono allostato selvatici che degli animali e marchiatura immobilizzazione Cattura, dell‘emanazione Titolo Numero RS Abbreviazione RS 451 LPN, 2014 UFAM eUFV, all’esecuzione Aiuto dell‘UFV animali 4.03 protezione degli Direttiva sulla    Contenuto riguardante la pesca di pesci catturati. di pesci uccisione dipesci dipiccola taglia(sottoi22cm)eal rilascio aggiunta dell’olio digarofano quale narcotico). argomenti dovrebbero venir dunque rielaborati (per es. Dal punto divistadelcontenuto nonèpiù attuale,articolied   degliprotezione animali Interpretazione delledisposizioni legali, inambitodella autorizzazione conformemente alla L’allegato 3 regolamenta le manipolazioni non soggette ad Requisiti minimi perladetenzione dianimali selvatici (con o Rientrano nelle professioni legateallapesca leformazioni Dopo lostordimento ipesci possono essereeviscerati L‘art.21LPN concerne lavegetazione ripuale: „ LaLPNèuna tab. 7 e 8). 8). e 7 tab. pesci ascopi ornamentali (daacquario) (OPAnAllegato 2 senza autorizzazione) erequisiti minimi per ladetenzione di seguenti (OPAn art.196): anziché dissanguati (OPAn art.187). . unaformazione equivalente confermata dall'ufficio c. laformazione diguardapesca conattestato federale di b. laformazione dipescatrice opescatoreprofessionista a. provvedimenti di sostituzione causate da interventi tecnici devono esserecompensate da Pesci. Da notare èil fattochesecondo la LPNleperdite priorità, perquesto laLPN nonèdirettamenteapplicabile ai sua crescita. lo meno, allarealizzazione delle condizioni necessarie alla vegetazione ripuale sulle rive chene sono sprovviste o,per circostanze, iCantoni provvedono alla messa adimora di né altrimenti annientata. Nella misura consentita dalle vegetazione ripuale…non dev'essere dissodata, sotterrata sostituzione per glispazi acquatici previsti dalla LPN. approfitta temporaneamente deiprovvedimenti di prevede simili misured’indennizzo, ilsettoredellapesca una sostituzione confacente“ assicurarne lamigliore protezione possibile, ilripristino o prende opera l'intervento misurechi ondespeciali pregiudichino biotopi degni diprotezione, tecnici interventi conto dituttigliinteressi, non èpossibile evitare che gli tre anni. cantonale competente oun'esperienza pratica dialmeno capacità; con attestato federale dicapacità; “ lex specialis , relative allostordimento, e (art. 18LPN) perciò hala . Dato che la LFSPnon (art.18LPN):„ protezione deglianimali protezione Se, tenuto La La . 5. Diritto 5. - 208 - - 208 ASGP-1.3-i / 2015 Esame professionale di guardapesca professionale Esame 10.04.2013 l‘agricoltura, stato alle acquee spazio riservato pratica sullo bozza scheda delle acque, sulla protezione Legge federale origine animale sottoprodotti di l’eliminazione dei concernente Ordinanza alimenti presenti negli componenti e suiestranee sulle sostanze Ordinanza del DFI inquinati siti risanamento dei sul Ordinanza corsi d'acqua sistemazione dei Ordinanzae sulla dei corsi d'acqua sulla sistemazione Legge federale piano strategico dei corsi d’acqua: Rivitalizzazione dell‘emanazione Titolo Numero RS Abbreviazione RS 814.680 RS 814.20 LPAc, RS 916.441.22 OESA, RS 817.021.23 OSoE, OSiti, RS 721.100.1 OSCA, 721.100; RS abbreviazione Nessuna 2012 UFAM all’esecuzione, Aiuto

   Cpv. 3). acque Contenuto riguardante la pesca sia sistemato e sfruttatoin modo estensivo (LPAcart.36 (per es.DDT, esaclorobenzene, mercurio). nei e di gamb uova pesce, pesce, nelle di fegato nel pesci, inquinati pianificazione elarelativaprocedura. prioritaria. Ilmodulodescrive lebasidi dati necessarie per la paesaggio il e e quindiche natura deve considerata essere la cuirinaturazione racchiude ivantaggi più importanti per la Tale pianificazione deve consentire di definire i corsi d’acqua periodo, che iCantonidevono approvare entrofine2014. Descrive larelativa pianificazione strategica sul lungo delle acque nell’ambito della pianificazione dellerinaturazioni. soddisfare irequisiti posti dalla legislazione sullaprotezione sostanze dannose che raggiungono leacque, Siti inquinati(vecchiediscaric risanati. IlCantonecompleta uncatasto contuttii I Cantoni provvedono affinché lo lo affinché provvedono Cantoni I  delle massime Concentrazioni Il modulodell’aiuto all’esecuzione “ sono coordinati conl‘OPAc (itestisono inparteidentici). dei corsi d’acqua La legge federale e larelativa ordinanza sulla I Cantonidevono mettereadisposizione deicentri di Lo smaltimento di tali sottoprodotti spetta all’impianto spetta sottoprodotti tali di smaltimento Lo I sottoprodotti dianimali acquaticipossono entrare nella I 36). raccolta edi dei deposito (OESAart. animali sottoprodotti trasformazione (OESAart.36). trasformazione composizione di alimenti per suini ovolatili(OESA art.29). composizione dialimentiper trasformazione dopo l'approdo. (OESAart.24Cpv.2). trasformazione dopol'approdo. l'applicabilità di tale prescrizione anche al luogo della prima preposte alla pesca,ilveterinario cantonale puòestendere acque diprovenienza. D'intesa con le competenti autorità per lapesca in Svizzera possono essere eliminatinelle dall'eviscerazione effettuataa bordo delle barcheutilizzate sottoprodottiacquatici dianimali ” illustra unprocedimento adeguato che consente di .

(che concernono gliinterventi nelle acque) he, ecc.),dai qualifuoriescono sostanze indesiderate spazio riservato alle acque Rinaturazione delle derivati

devono essere sistemazione siti nei nei di a

eri

5. Diritto 5. - 209 - - 209 ASGP-1.3-i / 2015 Esame professionale di guardapesca professionale Esame

statistiche federali rilevazioni di sull’esecuzione Ordinanza acque protezione delle sulla Ordinanza dell‘emanazione Titolo Numero RS Abbreviazione RS 431.012.1 statistiche, rilevazioni sulle Ordinanza RS 814.201 OPAc,      Contenuto riguardante la pesca (valutazione di ognisingolo librettodistatistica dei pescatori). art. 10cpv.2)vieneeffettuatacome studio completo La  Spazio minimo riservato alle acque stagnanti (OPAC, art. Si puòrinunciare afissare lo spazio riservato alleacque Termine per ilCantoni:entrofine2018. Nel periodo di Lo spazio riservatoalleacque deveessere aumentato, trale Per leacque messe ingalleria (intubate) oarginate, bisogna larghezzaLa dello hanno una hanno una ettari. superficie 0,5 a inferiore lo spazio riservato alleacque sequeste sono artificiali ose 41b): 15mdalla lineadisponda. Sipuòrinunciare a fissare 1:25‘000. artificiali operquellinonriportati nella Carta nazionale 5)tral’alt art.41a,cpv. (OPAc, d’acqua con larghezza del fondodi2m. mantenere per es.10 metri di distanza su ogni latoper corsi disposizioni transitorie dell’OPAc, cheprevedono di transizione valgono, perqualsiasi costruzione, le 41 altre cose, per trattebiologicamente importanti (OPAc, art. densamente edificate(OPAc, art.41 larghezza dell’alveo.larghezza rispettivamente di2,0inassenzavariabilità della una variabilità limitatadellalarghezza dell’alveo, moltiplicata con unfattore di correzione di 1,5quando viè nell’ambito dell‘"ecomorfologia gradoF“) è quindi dell’alveo. La larghezza del fondomisurata (inclusa dapprima determinare lalarghezza naturale del fondo e spazio su entrambe lesponde, devemisurare almeno: d’acqua (OPAc art.41 - larghezza naturaledelfondodell’alveo - - larghezza naturale del fondo dell’alveo > 15 m m 15 > dell’alveo fondo del naturale larghezza - - larghezza naturaledelfondodell’alveo2-15m - statistica dellapesca    a , cpv.3). Sono inveceprevistederoghe per lezone determinazione caso per caso 2.5×larghezzadelfondodell’alveo + 7m 11m spazio riservato alleacque a cpv. 2), vale a dire fondo dell’alveo fondo dell’alveo dire a vale 2), cpv. (catture, immissioni dipesci;OLFP immissioni (catture, ro per corsi d’acqua arginati, a , cpv. 4)., cpv. ≤ 2 m 2 per i corsi icorsi per 5. Diritto 5. - 210 - ALLEGATO

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Formalina (Formalina = 35 - 40% Formaldeide in acqua) Importante: la formalina in vendita spesso raggiunge solo il 24% di concentrazione, in tal caso aumentare i dosaggi indicati del 50%

Utilizzo: Disinfezione in caso di infestazioni con parassiti unicellulari di pelle e branchie: Chilodonella, Costia, Trichodina. Prevenzione di infezioni fungine (Saprolegnia) sulle uova di salmonidi.

Indicazioni: a) Bagno di corta durata (30 - 60 min): Trattamento unico in vasca di quarantena / con il livello dell’acqua abbassato 150 (-250) ml formalina ogni 1‘000 L di acqua per 30 – 60 minuti. Garantire l‘ossigenazione! b) Bagno di lunga durata (24h) in vasca con ricircolo: Giorno 1 (ed ev. giorno 4) trattamento con 20 (-25) ml formalina ogni 1'000 L acqua per 24 h. In seguito eseguire un ricambio parziale dell’acqua (ca. 20%). c) Disinfezione di uova di salmonidi: Sistema ad acqua corrente: 100 (-200) ml formalina ogni 100 L acqua per 15 min. Al massimo ogni secondo giorno. Sistema a ricircolo d‘acqua: 5-10ml formalina ogni 100L acqua giornalmente nel sistema di alimentazione. → Attenzione: Possibile un incremento dello storpiamento, tasso di schiusa ev. ridotto a causa dell’indurimento del guscio dell’uovo. Consigli: ▪ Osservare i pesci almeno durante la prima ora del trattamento, qualora si presentassero sintomi di problemi respiratori o stress eccessivo procedere con il ricambio parziale dell’acqua. ▪ Ozono e UV devono essere disattivati durante il trattamento. ▪ Ridurre il foraggio, il giorno prima del trattamento sospendere completamente. ▪ Garantire un’ossigenazione adeguata (ossigeno disciolto minimo 7mg/L). ▪ Non combinare la formalina con altri disinfettanti o con il sale. ▪ La formalina intacca la pelle e le vie respiratorio, si raccomanda massima prudenza e l’utilizzo di guanti di protezione monouso. ▪ Diluire dapprima la formalina in un secchio con acqua e in seguito ripartire uniformemente sulla vasca. ▪ Stoccaggio in luogo sicuro, al riparo dalla luce, fuori dalla portata dei bambini, a temperature non inferiori a 10°C. ▪ Se la formalina presenta dei residui biancastri, non impiegare per il trattamento dei pesci e delle uova (tossica!).

Attenzione: Un trattamento dei pesci si effettua sempre a vostro proprio rischio. Gli autori declinano ogni responsabilità se la riuscita del trattamento non raggiunge il 100% o in caso di perdita di pesci.

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fishdoc GmbH mobil: 079 820 42 43 Tierärzte für Fische büro: 041 458 12 00 Knüsel, Bula & Rupp [email protected] Schaubhus, 6026 Rain www.fishdoc.ch

Halamid® (Cloramina T) (Tosylchloramide sodium 1’000g/kg)

Scopo: Cloramina T è un disinfettante. Nell’acquicoltura commerciale viene impiegata nel combattere gli ingrossamenti delle branchie di origine batterica, le affezioni delle pinne e le lesioni cutanee, così come gli stadi acquatici di vari parassiti (incl. Ichthyophthirius multifiliis).

Dosaggio: 10 - 20g / m3 1 volta a settimana (ev. 1 volta al mese) per disinfezioni preventive 3 - 5g / m3 da 1 a 3 volte al giorno per la disinfezione da Ichthyo (vedere schema di trattamento)

Schema di trattamento: Durante il trattamento se possibile abbassare il livello dell’acqua, dopo ½ -1 ora rialzare gradualmente il livello. Problemi acuti (Ichthyophthirius multifiliis) Altro (ingrossamento branchie, ecc)

Giorno 1, 2, 3: 2 - 5g /m3 (fino a 3 volte al giorno) Giorno 1, 2, 3: 5 - 20g / m3 (1 volta al giorno)

Giorno 4: Pausa Giorno 4 - 7: Pausa

Giorno 5, 6, 7: 2 - 5g /m3 (fino a 3 volte al giorno) Giorno 8, 9, 10: 5 - 20g / m3 (1 volta al giorno)

Consigli e informazioni importanti: ▪ Se i pesci si mostrano inquieti per 1-2 minuti, il dosaggio è corretto. ▪ Nei trattamenti giornalieri, aumentare gradualmente il dosaggio (es.: giorno 1: 10g/m3, giorno 2: 12g/m3, giorno 3: 15g/m3) ▪ Pesare il quantitativo di Cloramina T necessaria, disciogliere in un secchio e ripartire uniformemente nella vasca. ▪ Prima dell’impiego lavare a fondo le vasche. L’effetto è minore in presenza di materiale organico e alla luce diretta del sole. ▪ Se possibile sganciare il biofiltro durante le prime 3 ore del trattamento (bypass). ▪ Prima e durante il trattamento foraggiare poco. ▪ Stoccaggio: in luogo asciutto, al riparo dalla luce e a temperatura ambiente, al di fuori della portata dei bambini. ▪ Cloramina T intacca le mucose: non inalare, ev. Maneggiare con guanti di protezione. ▪ Pesci bio: rispettare la scadenza di 60 gradi-giorno dopo il suo impiego (iscrizione nel giornale dei trattamenti) Attenzione: Un trattamento dei pesci si effettua sempre a vostro proprio rischio. Gli autori declinano ogni responsabilità se la riuscita del trattamento non raggiunge il 100% o in caso di perdita di pesci.

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Peridox® (Natriumperkarbonat, principio attivo: perossido d‘idrogeno) Scopo: Peridox® è un prodotto biocida sottoforma di polvere ed è impiegato per ridurre le infestazioni da batteri, parassiti e alghe negli stagni di produzione.

Utilizzo: Parassiti: (es.: Ichthyophthirius multifiliis, Costia, Gyrodactylus sp.) In caso di un’esplosione della malattia parlare con il veterinario. Ripartire uniformemente 35 - 50 g/m² nell’acqua della vasca. Non appena Peridox® raggiunge i parassiti o i loro stadi larvali, viene innescato un processo di ossidazione che distrugge la struttura cellulare die parassiti. Per prevenire la formazione di parassiti e a seconda della densità di pesci e le caratteristiche della vasca, 1x settimana fino a 1x al mese. Red Mark Syndrome / “Malattia della Fragola”: Trattamento preventivo: 20 - 50 g/m² ogni 14 giorni. Alghe filamentose: Ripartire localmente sulle alghe filamentose 35 - 45 g/m². Peridox® reagisce a diretto contatto con le alghe filamentose. La struttura cellulare viene alterata e le alghe si sciolgono completamente nell’arco id 24 ore. Già dopo pochi minuti si vedono le alghe salire in superficie: nel limite del possibile raccoglierle in modo da non dover ricaricare nuovamente con altro prodotto. Mancanza d‘ossigeno: Mediante il processo ossidativo viene rilasciato direttamente dell’ossigeno nell’acqua, innalzando il suo quantitativo disciolto. 10 g/m³ acqua di vasca forniscono ca. 1.5 mg/L. Consigli: ▪ Peridox® innalza i valori del pH → non impiegare in presenza di valori superiori a 8.5. ▪ Peridox® reagisce immediatamente non appena si inumidisce, maneggiare con cautela e con guanti di protezione. ▪ In nessun caso superare il dosaggio massimo di 100 g/m³. ▪ Nessuna tempo di attesa dopo il suo impiego (anche per pesci Bio) Attenzione: Un trattamento dei pesci si effettua sempre a vostro proprio rischio. Gli autori declinano ogni responsabilità se la riuscita del trattamento non raggiunge il 100% o in caso di perdita di pesci.

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Sale (sale rigenerante, es. Reosal®) Senza Iodio, senza Fluoro

Indicazioni: Per il rafforzamento / anti-stress, agisce contro gli ingrossamenti delle branchie, gli ectoparassiti unicellulari che affliggono i pesci da acquicoltura. Dosaggio e procedimento:

Impiego di sale senza Iodio e senza Fluoro, nel migliore dei case sale rigenerante o sale da cottura senza Iodio/Fluoro.

➢ Bagno di corta durata 1 a 3% (10 a 30 g sale ogni 1L di acqua); immergere i pesci nel bagno per 10 fino a max. 30 minuti e sorvegliare, dopo 2 - 3 giorni ev. ripetere. Ossigenare bene l‘acqua. → Contro le amebe delle branchie la concentrazione di sale di 2(-3%) deve essere mantenuta fino a 1-2 ore consecutive! ➢ Bagno di lunga durata: 0.3 a 1% (3 a 10 g sale ogni 1L di acqua); a seconda della specie si può mantenere il bagno di 1% per una settimana consecutiva.

Attenzione:

Il dosaggio dipende dall’età e dalla condizione dei pesci, ma anche dalla temperatura dell‘acqua. Testare dapprima il trattamento su un piccolo quantitativo di pesci, per trovare il dosaggio ottimale.

L’acqua salata contiene meno ossigeno disciolto → garantire l’ossigenazione! Non combinare con altri disinfettanti (concordare sempre con veterinario). Il sale da cucina può nuocere alle piante. Attenzione: Un trattamento dei pesci si effettua sempre a vostro proprio rischio. Gli autori declinano ogni responsabilità se la riuscita del trattamento non raggiunge il 100% o in caso di perdita di pesci.

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Cognome, nome, indirizzo: ...... Specie ittica, volume: ...... Quantità consegnata (numero di dosi/totale): ......

Wofasteril® premium (Principi attivi: Acido peracetico (159-197g/L), perossido d’idrogeno (239-280g/L))

Utilizzo: Wofasteril® è un prodotto biocida liquido che riduce la proliferazione dei parassiti negli stagni di piscicoltura.

Indicazioni: Parassiti: (p.es.: Ichthyophthirius multifiliis, Costia, Gyrodactylus sp.) Ripartire uniformemente 2.5ml/m3 d’acqua di produzione. Il processo di ossidazione si attiva dal momento che Wofasteril® raggiunge i parassiti o il loro stadio flagellato. La loro struttura cellulare è quindi distrutta e i parassiti muoiono.

Schema di trattamento: Prevenzione: A seconda della densità di pesce e delle caratteristiche della vasca: da 1x per settimana a 1x per mese. Ripartire in modo uniforme nella vasca o versare lentamente nell’acqua di entrata.

Apparizione di malattie: In accordo con il veterinario, Wofasteril® può essere impiegato fino a 3x al giorno.

Consigli: ▪ Wofasteril® emana dei vapori -> Conservare il prodotto unicamente nell’imballaggio originale. ▪ Wofasteril® è molto concentrato. Per questo motivo è necessario lavorare in modo prudente e utilizzando dei guanti monouso e degli occhiali di protezione. ▪ Ogni specie ittica reagisce diversamente. Per questo motivo bisogna lavorare in un primo momento con il dosaggio normale di 2-2.5ml/m3. ▪ In nessun caso il dosaggio deve superare 5ml/m³. ▪ Consultare inoltre il foglio: “Praxisinfo für Fischzüchter”

Attenzione: Un trattamento dei pesci si effettua sempre a vostro proprio rischio. Gli autori declinano ogni responsabilità se la riuscita del trattamento non raggiunge il 100% o in caso di perdita di pesci.

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