AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI SETTORE ENERGIA, GESTIONE ATTIVITA’ ESTRATTIVA, TUTELA AMBIENTALE E FAUNISTICA, PROTEZIONE CIVILE E POLIZIA PROVINCIALE

Ufficio Protezione Civile

PIANO PROVINCIALE D’EMERGENZA

RISCHIO INCENDI BOSCHIVI

PRESENTAZIONE

A poco più di 2 anni dalla firma del “Protocollo d’Intesa - Modello d’intervento Antincendio Boschivo” da parte degli Enti e delle strutture operative coinvolte, questa Amministrazione si è dotata, adeguandosi alla normativa e alle direttive vigenti, del Piano d’Emergenza Provinciale Anti Incendi Boschivi. L’adozione da parte della Provincia di questo documento si inserisce fra gli obiettivi dell’Assessorato che rappresento da conseguire durante il mandato: aumentare il livello di sicurezza sul territorio provinciale senza voler essere protagonisti esclusivi ma privilegiando la partecipazione e la corresponsabilità, aspetti determinanti per una più efficace salvaguardia della vita dei cittadini e dei beni. Questo importante documento è stato completamente realizzato dall’Ufficio di Protezione Civile della Provincia ed è frutto dell’esperienza maturata negli anni in varie attività che potremmo riassumere in 4 parole: previsione, prevenzione, soccorso e superamento dell’emergenza. Ci sono voluti anni di notevole impegno per raggiungere questo obiettivo ma ne è valsa la pena, pur non avendo la presunzione di credere di aver realizzato il miglior piano in assoluto siamo consapevoli di aver elaborato la miglior sintesi possibile con i dati e le risorse a tuttoggi disponibili. In questi anni l’impegno necessario per raggiungere l’obiettivo è stato notevole: il piano è un elaborato complesso ed articolato composto da una relazione tecnica corredata da una corposa parte cartografica (comprendente ben 67 tavole alle diverse scale) che è tanto importante quanto indispensabile per dare al Sistema di protezione civile provinciale un ulteriore strumento per rispondere alle emergenze del territorio. Grazie all’intesa e alla stretta collaborazione di questi anni con la Prefettura, il Comando della Forestale e dei Vigili del Fuoco di Piacenza e il Coordinamento Provinciale di Protezione Civile si è potuto disporre di un bagaglio di esperienze e di una grande quantità dei dati raccolti che ha reso necessario un imponente lavoro di validazione e di sintesi per renderli utilizzabili da parte dei destinatari che è terminato con la presentazione del Piano stesso che, per i suoi contenuti, è suddivisibile nelle 3 parti riassunte qui di seguito:

- nella prima parte, dopo le necessarie premesse e il quadro normativo di riferimento, vi è l’analisi territoriale sotto i diversi aspetti correlabili con la distribuzione degli incendi e un’analisi storica- statistica del fenomeno stesso con un accenno anche al caso degli incendi di interfaccia;

-nella seconda parte vengono trattate le strutture operative suddividendole nei diversi livelli: statale, regionale, provinciale e comunale con i relativi ruoli e competenze. Sempre in questa parte vi è la cartografia del modello di intervento che è composta da 1 tavola a scala provinciale (1:100.000), 11 tavole a livello sovracomunale (1:50.000) e 55 tavole a livello comunale (1:10.000). Tutta la cartografia per ragioni di praticità è ovviamente contenuta nel supporto digitale (DVD) allegato al piano stesso.

- nella terza parte viene trattato il protocollo operativo di intervento che delinea procedure e analizza i rapporti in emergenza fra i diversi attori competenti alla lotta al fenomeno degli incendi boschivi, tale modello di intervento è stato condiviso attraverso un protocollo d’intesa, ciò rappresenta il valore aggiunto del documento in quanto assicura una vera efficacia ed applicabilità sul territorio.

I piani d’emergenza per loro natura sono strumenti in cui sono frequenti gli aggiornamenti in particolar modo quelli riguardanti riferimenti, composizione delle sale operative e numeri telefonici. E’ questo il motivo per cui tutti questi dati sono stati apposti in schede come allegati al fine di agevolare un’eventuale sostituzione – aggiornamento. Infine il “Piano d’Emergenza Provinciale – Rischio Incendi boschivi” è stato pensato anche per i Comuni che rappresentano gli interlocutori principali del cittadino anche in tema di protezione civile e che devono svolgere una primaria funzione di “avamposto” a difesa del nostro territorio e dei nostri boschi. Infatti il documento presenta la caratteristica peculiare di essere uno strumento approfondito nelle analisi e valutazioni svolte, dettagliato nella cartografia, senza perdere le qualità di sinteticità e chiarezza, in modo da poter essere il punto di partenza per tutte quelle amministrazioni locali che devono realizzare od adeguare i piani comunali d’emergenza alle recenti direttive.

L’Assessore alla Protezione Civile

Massimiliano Dosi AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA

INDICE

1. PREMESSA...... 3 2. IL PIANO DI EMERGENZA...... 4 3. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO...... 5 4. ANALISI DEL TERRITORIO...... 7 4.1 Inquadramento territoriale...... 7 4.2 Acclività...... 7 4.3 Esposizione ...... 8 4.4 Viabilità...... 8 4.5 Situazione demografica...... 9 4.6 Aspetti vegetazionali...... 28 4.6.1 Aspetti vegetazionali della Provincia di Piacenza in relazione al fenomeno degli incendi boschivi ...... 28 4.6.2 Ambito di montagna...... 29 4.6.3 Ambito di collina ...... 29 4.6.4 Ambito di pianura ...... 29 4.7 Il sistema delle aree protette...... 30 4.8 Situazione climatica ...... 31 4.8.1 Il bilancio termico ...... 31 4.8.2 Le precipitazioni ...... 32 4.8.3 Il bilancio idrico...... 33 5. GLI INCENDI BOSCHIVI...... 35 5.1 La situazione piacentina...... 35 5.1.1 Dati statistici sugli incendi, valutazioni sulla loro frequenza e distribuzione...... 35 5.1.2 Distribuzione territoriale...... 35 5.1.3 Distribuzione mensile ...... 35 5.1.4 Confronto tra la distribuzione degli incendi e quella delle precipitazioni ...... 35 5.1.5 Incendi nel periodo 1991-2009 ...... 36 5.1.6 Periodo 1991-2009: distribuzione mensile media degli incendi...... 38 5.1.7 Periodo 1991-2009: statistiche incendi...... 40 6. GLI INCENDI DI INTERFACCIA ...... 42 6.1 Le strutture a maggior rischio nel territorio provinciale...... 42 6.2 I campeggi...... 43 6.3 Valutazione del rischio di incendi di interfaccia...... 45 7. CARTOGRAFIA DI SINTESI ...... 48 8. LE STRUTTURE OPERATIVE ...... 60 8.1 Strutture regionali ...... 60 8.1.1 COR (Centro Operativo regionale di Protezione Civile)...... 60 8.1.2 La Sala Operativa Unificata Permanente (S.O.U.P. – C.O.R.)...... 61 8.2 Strutture provinciali ...... 61 8.2.1 Il servizio di vigilanza e avvistamento incendi boschivi ...... 61 8.2.2 Centro di Coordinamento dei Soccorsi (C.C.S.)...... 62 8.2.3 La centrale operativa con funzioni provinciali (C.O.P.)...... 62 8.2.4 I Centri Operativi Misti (C.O.M.)...... 62 8.2.5 Le organizzazioni di volontariato ...... 63 8.2.6 Servizio 118 ...... 64 8.3 Strutture comunali...... 64 8.3.1 I Centri operativi Comunali (C.O.C.) ...... 64 8.4 Strutture statali ...... 65

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8.4.1 Il Corpo Forestale dello Stato ...... 65 8.4.2 Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco...... 65 8.4.3 Le altre forze di polizia ...... 65 8.4.4 I mezzi aerei...... 65 9. CARTA DEL MODELLO DI INTERVENTO...... 66 9.1 Informazioni presenti ...... 66 9.2 Livelli informativi...... 67 9.3 Scale di rappresentazione - formato stampa - elenco delle carte ...... 69 10. PROTOCOLLO OPERATIVO DI INTERVENTO ...... 72 10.1 Soggetti contraenti il protocollo d’intesa...... 72 10.2 Altri soggetti interessati ...... 72 10.3 Fasi dell’intervento ...... 72 10.4 Competenze delle strutture operative...... 73 10.5 Ruoli compiti ed attività degli organismi di protezione civile...... 74 10.5.1 Prefettura...... 74 10.6 Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ...... 75 10.6.1 Periodo ordinario e fase di attenzione...... 75 10.6.2 Periodo di grave pericolosità per gli incendi boschivi (fase di preallarme).75 10.6.3 Fase di emergenza (allarme, contenimento, spegnimento e bonifica) ...... 75 10.7 Corpo Forestale dello Stato...... 77 10.7.1 Periodo ordinario e fase di attenzione...... 77 10.7.2 Periodo di grave pericolosità per gli incendi boschivi (fase preallarme)...... 77 10.7.3 Fase di emergenza (allarme, contenimento, spegnimento e bonifica) ...... 77 10.8 Coordinamento Provinciale del Volontariato di Protezione Civile ...... 79 10.8.1 Periodo ordinario e fase di attenzione...... 79 10.8.2 Periodo di grave pericolosità per gli incendi boschivi (fase preallarme)...... 79 10.8.3 In fase di emergenza (allarme, contenimento, spegnimento e bonifica)...... 80 10.9 Comitato Provinciale della Croce Rossa Italiana...... 81 10.9.1 Periodo ordinario e fase di attenzione...... 81 10.9.2 Periodo di grave pericolosità per gli incendi boschivi (fase preallarme)...... 81 10.9.3 In fase di emergenza (allarme, contenimento, spegnimento e bonifica)...... 82 10.10 Provincia di Piacenza...... 83 10.10.1 Periodo ordinario e fase attenzione...... 83 10.10.2 Periodo di grave pericolosità per gli incendi boschivi (fase preallarme)...... 83 10.10.3 In fase di emergenza (allarme, contenimento spegnimento e bonifica)...... 84 10.11 Comuni...... 84 10.11.1 Periodo ordinario, fase attenzione e preallarme...... 84 10.11.2 In fase di emergenza (allarme, contenimento spegnimento e bonifica)...... 84

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1. PREMESSA

Con il termine Protezione Civile si intende l’insieme delle attività delle Amministrazioni e degli Enti pubblici e privati, volte allo scopo di “tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi”. Sono attività di protezione civile quelle volte alla previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio, al soccorso delle popolazioni sinistrate ed ogni altra attività necessaria ed indifferibile diretta a superare l'emergenza.

La previsione consiste nelle attività dirette allo studio e alla determinazione delle cause dei fenomeni calamitosi, all’identificazione dei rischi ed all’individuazione delle zone del territorio soggette ai rischi stessi.

La prevenzione consiste nelle attività volte a evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi calamitosi, anche sulla base delle conoscenze acquisite per effetto delle attività di previsione.

Il soccorso consiste nell'attuazione degli interventi diretti ad assicurare alle popolazioni colpite dagli eventi calamitosi ogni forma di prima assistenza.

Il superamento dell'emergenza consiste unicamente nell'attuazione, coordinata con gli organi istituzionali competenti, delle iniziative necessarie e indilazionabili volte a rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita.

Responsabili e destinatari primari dei progetti di protezione civile sono le pubbliche amministrazioni che, istituzionalmente, sono tenute a predisporre e redigere i piani d’emergenza e i programmi di previsione e prevenzione dei rischi, a tutela della sicurezza pubblica. È proprio in questa ottica che Province e Comuni hanno assunto sempre maggiori competenze e responsabilità in materia di Protezione Civile, individuando nell’attività di pianificazione un proprio momento di analisi della condizione del territorio, in situazione di normalità, e un’occasione unica per il coordinamento e la gestione in rete delle risorse tecniche e umane a disposizione, in situazione di emergenza. In particolare, l’articolo 108 del D. Lgs. 112/1998 conferisce alle Province la “predisposizione dei piani provinciali di emergenza sulla base degli indirizzi regionali”, in precedenza in capo alle Prefetture.

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2. IL PIANO DI EMERGENZA

Il Piano d’Emergenza di Protezione Civile è il principale strumento di pianificazione provinciale in materia di protezione civile; può essere definito come il progetto di attività coordinate e delle procedure di protezione civile per fronteggiare un qualsiasi elemento calamitoso atteso in un determinato territorio. (Documento del Metodo Augustus).

Esso deve essere composto da tre parti fondamentali:

− la prima parte generale nella quale si raccolgono tutte le informazioni inerenti la conoscenza del territorio e le reti di monitoraggio acquisite mediante gli strumenti della pianificazione territoriale e il Programma provinciale di Previsione e Prevenzione, in particolare relative ai processi fisici che causano le condizioni di rischio;

− la seconda parte costituita dagli scenari d’evento con i quali si descrivono sinteticamente la dinamica dell’evento atteso, la perimetrazione anche approssimativa dell’area che potrebbe essere interessata dall’evento e la valutazione preventiva del probabile danno a persone o cose che si avrebbe al verificarsi dell’evento, grazie al censimento degli elementi esposti al rischio e alle risorse da impiegare in fase di emergenza;

− la terza ed ultima parte relativa al modello d’intervento, rappresenta la definizione dei protocolli operativi da attivare in situazione di emergenza per evento imminente o già iniziato, al fine del soccorso e del superamento della situazione di crisi. In questa fase vengono assegnate le responsabilità ad amministrazioni, strutture tecniche ed individui per la realizzazione di azioni volte alla salvaguardia dei cittadini e del territorio, in caso di incombente pericolo o di emergenza che superi determinate soglie e si definiscono la catena di comando e le modalità di coordinamento in caso di interventi urgenti, si individuano inoltre materiali, mezzi e risorse umane necessari per fronteggiare situazioni di emergenza.

Nello specifico il Piano è corredato da rappresentazioni cartografiche contenenti le indicazioni utili alla caratterizzazione dei possibili scenari di rischio per l’attuazione delle strategie di intervento per il soccorso e il superamento dell’emergenza, razionalizzando l’impiego di uomini e mezzi. Ciascun piano, quindi, deve necessariamente essere corredato da una carta del modello d’intervento, costituita da: • principali tematismi riguardanti il territorio, quali limiti amministrativi, infrastrutture, elementi sensibili, ecc.; • centri di coordinamento dell’emergenza di Protezione Civile statali, regionali, provinciali e comunali (Direzione di Comando e Controllo - DI.COMA.C., Centro Operativo Regionale - C.O.R., Centro Operativo Misto - C.O.M., Centro Operativo Comunale - C.O.C.); • le aree di accoglienza, di ammassamento, ecc.; • le strutture operative (Vigili del Fuoco, Corpo Forestale dello Stato, ecc.); • gli scenari d’evento (già sopra definiti).

Nell’ottobre 2004 è stato siglato un protocollo (approvato con D.G.R. 1166/2004) tra tutti gli Enti aventi competenza a livello regionale in materia di Protezione Civile, per l’approvazione di linee guida regionali che dettano i criteri per la stesura dei piani di emergenza provinciali e comunali.

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3. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

• Legge 24 febbraio 1992, n. 225 “Istituzione dei Servizio Nazionale della protezione civile”; • Legge 29 ottobre 1993 n. 428 “Disposizioni urgenti per fronteggiare gli incendi boschivi sul territorio nazionale”. • Prescrizioni di massima e Polizia Forestale redatte dalla Regione Emilia-Romagna ai sensi dell’art. 13 della L.R. 30/81, di cui alla Delibera di Consiglio Regionale n. 2354 del 01/03/1995; • Decreto Legislativo 31 marzo 1998 n. 112 “Conferimenti di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti Locali” in attuazione del capo I della Legge 15 marzo 1997, n. 59; • Legge Regionale 21 aprile 1999 n. 3 “Riforme del sistema regionale e locale”; • Decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 “Riforma dell’organizzazione del governo, a norma dell’art. 11 della Legge 15 marzo 1997, n. 59”; • O.P.C.M. n. 3073 del 22 luglio 2000 “Interventi urgenti nei territori gravemente danneggiati dagli incendi verificatisi dal 19 giugno al 10 luglio 2000 e interventi preventivi nelle aree a maggior rischio di incendi”; • Decreto Legge 4 agosto 2000, n. 220 “Disposizioni urgenti per la repressione degli incendi boschivi”; • Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 “Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali”; • Legge 6 ottobre 2000, n. 275 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 agosto 2000, n. 220, recante disposizioni urgenti per la repressione degli incendi boschivi”; • Legge 21 novembre 2000 n. 353 “Legge quadro in materia di incendi boschivi”; • D.P.R. 8 febbraio 2001 n. 194 “Regolamento recante nuova disciplina della partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attività di protezione civile”; • D.M. 20 dicembre 2001 “Linee guida relative ai Piani regionali per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi”; • D.G.R. 1354/2003 “Schema di convenzione quadro quinquennale tra la Regione Emilia-Romagna ed il Ministero dell’Interno - Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile - Direzione Regionale per l’Emilia-Romagna, per la reciproca collaborazione nelle attività di protezione civile” per la reciproca collaborazione nelle attività di Protezione Civile”; • Legge n. 36 del 6 febbraio 2004 “Nuovo ordinamento del Corpo Forestale dello Stato”; • D.G.R. 21 giugno 2004 n. 1166 “Approvazione del Protocollo d’intesa e delle linee guida regionali per la pianificazione di emergenza in materia di protezione civile”; • L.R. 1 del 7 febbraio 2005 “Norme in materia di protezione civile e volontariato. Istituzione dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile”; • Decreto del Ministro dell’Interno del 28.04.2006 “Riassetto dei comparti di specialità delle forze di polizia”; • D.G.R. 1934/2006 “Convenzione tra la Regione Emilia-Romagna e il Ministero delle Politiche Agricole Forestali per l’impiego del Corpo Forestale dello Stato. Proroga fino al 31/12/2007”; • Atto dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna n. 114 del 02/05/07 “Approvazione del Piano Regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi ex legge 21 novembre 200 n. 353. Periodo 2007-2011”.

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Con il D.Lgs. 112/98 art. 108, viene trasferita alle Province la funzione di predisposizione dei Piani Provinciali di Emergenza sulla base di indirizzi regionali che hanno come principale obiettivo quello di fornire alle Province un quadro di riferimento metodologico omogeneo per la elaborazione di tali Piani. Tali disposizioni si integrano con la legge n. 225/1992 e con la legge n. 401/2001 nel delineare un assetto di ruoli e competenze complesso ed articolato. Nel 2007 la Regione Emilia Romagna ha aggiornato il suo strumento di programmazione in materia approvando il Piano Regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi ex L.353/00 - Periodo 2007-2011, tutt’ora vigente. Questo Piano inquadra la lotta attiva diretta allo spegnimento degli incendi boschivi nell’ambito della pianificazione di emergenza di protezione civile di cui alla L. 225/92. Con l’Art. 177 della L.R. 3/99 “Funzioni conferite agli Enti Locali”, la Regione Emilia Romagna ha delegato alle Province le funzioni amministrative relative allo spegnimento degli incendi boschivi avvalendosi del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e del Corpo Forestale dello Stato sulla base delle convenzioni stipulate con detti corpi dalla Regione Emilia Romagna. Con la successiva entrata in vigore della Legge 21 novembre 2000 n. 353 “Legge quadro sugli incendi boschivi”, la materia è stata normata in modo specifico e sono state definite puntualmente tutte le attività che si devono sviluppare per affrontare organicamente il problema degli incendi boschivi. In particolare la legge ha confermato il ruolo centrale delle Regioni nelle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi avvalendosi del Corpo Forestale dello Stato, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e delle Organizzazioni di Volontariato. Per una prima efficace rappresentazione dell’ambito di riferimento legislativo appare necessario analizzare le relazioni che intercorrono tra la legislazione di protezione civile con particolare riferimento alla Legge Quadro n. 225/1992 ”Istituzione del Servizio Nazionale di Protezione Civile” e la legislazione relativa agli incendi boschivi data dalla L. 353/2000, soffermandosi puntualmente sugli strumenti di attuazione previsti dai due atti normativi. La legge 225/92 individua due fasi propedeutiche tra loro da attuarsi mediante strumenti distinti: una attività di programmazione costituita da previsione dell’evento, intesa come conoscenza dei rischi che insistono sul territorio, e una di prevenzione, intesa come attività destinata alla mitigazione dei rischi stessi, che deve seguire un’attività di pianificazione preventiva che consiste nell’insieme delle procedure operative di intervento da attuarsi nel caso in cui si verifichi l’evento atteso contemplato in un apposito scenario. Gli strumenti per queste fasi sono il “Programma Provinciale e Regionale di Previsione e Prevenzione di Protezione Civile”, il “Piano Provinciale di Emergenza” e il “Piano Comunale di Protezione Civile”, strumenti questi da predisporsi anche per i diversi rischi che insistono sul territorio.

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4. ANALISI DEL TERRITORIO

4.1 Inquadramento territoriale

La Provincia di Piacenza ha una superficie di 2.589 km quadrati ed è collocata nell’area nord occidentale della regione Emilia Romagna. Il territorio provinciale è delimitato a nord dal fiume Po, che segna il confine con le Provincie di Pavia, Lodi e Cremona, ad est dalla Provincia di Parma, a sud da quella di Genova e ad ovest dalle Province di Alessandria e Pavia.

Dal punto di vista fisico il territorio è caratterizzato dalla presenza di tre fasce altimetriche: pianura, collina e montagna, con passaggio graduale tra di esse spostandosi da nord a sud.

La struttura amministrativa locale è costituita dalla Provincia di Piacenza, da 48 Comuni e da due Comunità Montane.

4.2 Acclività

L’acclività misura il gradiente dell’elevazione nella direzione in cui il pendio si abbassa più rapidamente; più la superficie è ripida e più è elevata la pendenza.

Per misurare la pendenza (o acclività) si calcola la tangente alla superficie dividendo la variazione in elevazione per la distanza orizzontale; può essere espressa come dz/dx, cioè come l’incremento in altezza (dz) rispetto alla distanza orizzontale (dx). La pendenza può essere espressa sia in gradi che come percentuale.

L’intensità dell’incendio e la velocità di propagazione sono direttamente proporzionali al grado di acclività dei versanti che favorisce l’azione essiccante delle fiamme ed aumenta lo scambio di calore, considerato che il preriscaldamento del combustibile è più veloce.

La pendenza favorisce l’avanzamento del fuoco verso le zone di vegetazione più in quota (a monte) per effetto del preriscaldamento che esse subiscono grazie al calore che sale verso l’alto per convezione. Una forte acclività ed una buona continuità verticale della formazione boscosa sono elementi che rendono elevato il rischio di diffusione dell’incendio e la velocità di propagazione. Inoltre la pendenza del versante montano determina il formarsi di un angolo tra questo ed i raggi incidenti del sole. Tanto più questo sarà prossimo ai 90°, tanto maggiore sarà il potere calorifico dei raggi solari sul suolo. Tale angolo varierà ovviamente con la latitudine, la stagione e l'ora del giorno.

Normalmente è accettata la proporzionalità diretta tra l’acclività dei versanti e l’intensità e la velocità di avanzamento del fronte di fiamma; l’incendio, rispetto ad una superficie in piano, si propaga con velocità doppia in un versante inclinato di 10° e quadrupla se inclinato di 20°. Si tratta comunque di una modellazione estremamente semplificata ed in ogni caso l’avanzamento del fronte di fiamma è influenzato anche dalla velocità e dalla direzione del vento. Inoltre, l’innesco di fenomeni di erosione idrica del suolo cui conduce la frequenza degli incendi, è parimenti correlato all’inclinazione della pendice.

Il territorio oggetto di analisi deve essere suddiviso in zone a diversa acclività. I valori in percentuale della pendenza, ricavati automaticamente dal modello digitale del terreno, sono stati successivamente riclassificati in quattro classi: PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 7

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< 10 % 10-25 % 25-50 % > 50 %

Oltre la metà del territorio piacentino (55,8%) ricade nella classe di minore acclività, il 24,8% ha una pendenza tra il 10 e il 25%, il 15,1 % tra il 25 e il 50% mentre solo il 4,3% del territorio supera il 50% di pendenza. La pendenza media della provincia è di 7°, mentre il picco massimo raggiunge i 70°. Da segnalare i comuni di Ottone e di che hanno più della metà del loro territorio (rispettivamente il 53 e il 59%) con pendenze superiori ai 20°.

4.3 Esposizione

Per esposizione si intende l’orientazione verso la quale scende la linea di massima pendenza. L’esposizione dei versanti è ricavata, considerando una griglia, in base alla posizione altimetrica di ogni cella rispetto a quelle circostanti, ottenendo un valore angolare espresso in gradi rispetto alla direzione nord. Viene identificata la direzione, secondo la massima pendenza, del massimo gradiente altimetrico di ogni cella rispetto a quelle vicine: ciò equivale a dire che l’esposizione esprime la direzione della pendenza. Il valore risultante è una direzione angolare, espressa in gradi (da 0 a 360 in senso orario) con valori continui. Per un utilizzo più facile generalmente i valori vengono suddivisi in classi relative ai punti cardinali.

L’esposizione influenza la quantità di calore che una data superficie riceve per irraggiamento solare e quindi l’umidità e la temperatura dell’aria e del suolo. Nello specifico, i versanti esposti alle correnti dominanti intercettano le maggiori quantità di pioggia e le aree esposte a sud ricevono la maggior quantità di radiazione solare e perciò sono a più alto grado di rischio.

4.4 Viabilità

La rete stradale principale della provincia ha una estensione di circa 1300 Km di cui 858 Km sono classificati provinciali e 88 Km autostradali. Con circa 200.000 veicoli immatricolati presenta valori di veicoli/Km abbastanza elevati rispetto alle medie nazionali. Per quel che riguarda le condizioni di criticità si possono individuare 5 punti principali: - Nodo di Piacenza: vede la concentrazione delle correnti veicolari che percorrono gli assi convergenti sul capoluogo, in particolare la S.P. n.10R “Padana Inf.” (3226 veicoli/ora), la S.S. n. 9 (2057 veicoli/ora a e 2855 v./ora a Guardamiglio), S.P. 6 di Carpaneto (1330 v./ora) la S.P. n. 654 della (1331 v./ora) oltre alla tangenziale che tra i diversi tronchi assorbe un traffico di 1000 veicoli/ora. I luoghi di maggiore criticità in di Piacenza sono il ponte sul F. lungo la ex S.P. n.10R “Padana Inf.” a ovest della città e il ponte sul F. Po lungo la S.S. n.9 “Via Emilia”. - Nodo di Fiorenzuola d’Arda: è interessato dall’attraversamento della S.S. n. 9 “Via Emilia” che nelle ore di punta registra un traffico superiore a 2100 veicoli/ora e dalla S.P. di Bardi che è percorsa da circa 650 veicoli/ora. - Nodo di Castel S.Giovanni: è interessato dall’intersezione di 2 importanti vie di comunicazione, la S.P. n. 10R con oltre 1400 v./ora, la S.P. n. 412 con 1000 v./ora. In questo contesto si inserisce anche la S.P. n. 11 di Mottaziana (900 v./ora)che è una direttrice verso Piacenza alternativa alla S.P. n.10R. PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 8

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- Nodo della Bassa Val Nure: la situazione di urbanizzazione lungo la S.P. n. 654 della Val Nure a valle di Ponte dell’Olio sembra indurre una parte del traffico a servirsi di percorsi alternativi, principalmente della S.P. n. 36 di Godi e la S.P. n. 35 “Colonese”. - Nodo periferico a sud di Piacenza: anche se diminuito dopo la realizzazione della tangenziale vi è il travaso di traffico fra le strade radiali a di Piacenza (S.P. n. 28, S.S. n. 45, S.P. della Val Nure, S.P. n. 6, S.S. n. 9) attraverso circuiti provinciali e comunali che le collegano con prestazioni modeste. Vi possono inoltre essere in occasione dei periodi turistici stagionali situazioni di criticità in prossimità dei maggiori centri abitati situati sulla S.S. n. 45, sulla S.P. della Val Nure e sulla S.P. di Bardi. Alla rete sopraccitata va aggiunta la rete autostradale che trova a Piacenza un nodo sicuramente importante in quanto qui si interseca la A1 MI-BO-Roma con la A21 TO-PC-BS. I caselli autostradali in territorio piacentino sono Piacenza Est (Sud) sulla A1 e A21, Piacenza Ovest sulla A21, Castel S. Giovanni sulla A21, Fiorenzuola sulla A1, e Castelvetro sulla A21.

4.5 Situazione demografica

La popolazione piacentina al 31 dicembre 2009 è risultata pari a 287.608 abitanti distribuita nei 48 comuni della provincia come da tabella 1. Nell’area montana, pari al 36% della superficie provinciale, vive ormai solo il 5% della popolazione con densità di 16 abitanti per Kmq; nei comuni collinari la cui estensione è il 37% risiede il 29% dei piacentini con densità media 88 abitanti per Kmq, mentre nei comuni di pianura si concentra il 66% della popolazione sul 27% del territorio con densità media di 266 residenti per Kmq. L’età media della popolazione provinciale rimane attestata sui 45 anni, 1/3 dei residenti ha età compresa fra i 40 e i 64 anni. La popolazione attiva è il 63.5% del totale, la popolazione anziana il 24.5% e i giovani sotto i 15 anni il 12%. Qui di seguito in tabella 1 si riportano i residenti per ogni comune e in tabella 2 per ogni C.O.M. al 31/12/2009 e infine in tabella 3 si riporta la distribuzione demografica delle varie frazioni dei comuni piacentini.

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 9

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA

TABELLA 1 – Residenti divisi per Comune

COMUNE Residenti COMUNE Residenti 2082 2403 4860 Lugagnano 4314 986 Monticelli 5457 3035 1157 3764 Nibbiano 2343 Borgonovo 7593 Ottone 603 6164 Pecorara 647 2479 Piacenza 102515 Caminata 287 Pianello 2297 Caorso 4887 642 Carpaneto 7642 8969 Castell’Arquato 4734 Ponte dell’Olio 5065 13837 Pontenure 6217 Castelvetro 5506 6758 167 11325 Coli 972 San Giorgio 5861 Cortebrugnatella 709 951 4518 2852 Farini 1525 2037 1604 2334 Fiorenzuola 14976 4252 2021 Villanova 1956 5179 Zerba 98 Gragnano 4330 Ziano 2698

TABELLA 2 – Residenti per COM

COM Residenti COM 1 – Sarmato 38305 COM 2 – Piacenza 111211 COM 3 – Monticelli 18757 COM 4 – Fiorenzuola 39146 COM 5 – Lugagnano 12539 COM 6 – Bettola 8567 COM 7 – Ottone 868 COM 8 – Bobbio 7482 COM 9 – Pianello 5574 COM 10 – Rivergaro 21012 COM 11 – San Giorgio 24147

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 10

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA

TABELLA 3 – Residenti per Frazione

COMUNE FRAZIONE Abitanti

AGAZZANO AGAZZANO 1536 AGAZZANO Cantone 37 AGAZZANO Saturano 71 AGAZZANO Altre case sparse 438 ALSENO ALSENO 2116 ALSENO Castelnuovo F. 1095 ALSENO Chiaravalle 520 ALSENO Cortina 419 ALSENO Lusurasco 710 BESENZONE BESENZONE 485 BESENZONE Bersano 283 BESENZONE Mercore 218 BETTOLA BETTOLA 1528 BETTOLA Bramiano 159 BETTOLA Calenzano 47 BETTOLA Ebbio 41 BETTOLA Groppoducale 94 BETTOLA Leggio 61 BETTOLA Missano 81 BETTOLA Olmo 93 BETTOLA Padri 124 BETTOLA Pradello di Sopra - Chiesa 109 BETTOLA Recesio 139 BETTOLA Rigolo 11 BETTOLA Roncovero 136 BETTOLA Soreggio 17 BETTOLA Spettine 19 BETTOLA Vigolo 57 BETTOLA Villanova 63 BOBBIO BOBBIO 2272 BOBBIO Frazioni 1492 BORGONOVO BORGONOVO 5771 BORGONOVO Bilegno 108 BORGONOVO Castelnovo 389 BORGONOVO Corano 113 BORGONOVO Fabbiano 200 BORGONOVO Mottaziana 450 BORGONOVO Case Sparse 589 CADEO Cadeo 441 CADEO Fontana fredda 1059 CADEO Roveleto 4007 CADEO Saliceto 657 CALENDASCO Arena 31 CALENDASCO Bell’Aria 2 CALENDASCO Bonina 71 CALENDASCO Bonina Nuova 143 CALENDASCO Boschetto 3 CALENDASCO Bosco 1

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 11

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA

CALENDASCO Boscone Cusani 178 CALENDASCO Calendaco 796 CALENDASCO Bossina 35 CALENDASCO Brè 3 CALENDASCO Cà Bassina 7 CALENDASCO Cà Valeri 5 CALENDASCO Campadone 21 CALENDASCO Campogrande sopra 1 CALENDASCO Campogrande sotto 15 CALENDASCO Casa Bassa 1 CALENDASCO Casa Nova 5 CALENDASCO Casa Nuova 6 CALENDASCO Casa Rossa 22 CALENDASCO Casa Rossa 2 28 CALENDASCO Casa Volpe 5 CALENDASCO Casa Ponte Trebbia 47 CALENDASCO Castellazzo Casa Rossa 11 CALENDASCO Castellazzo Sopra 8 CALENDASCO Castellazzo Sotto 21 CALENDASCO Castellazzo via Falconi 45 CALENDASCO Colombaia 17 CALENDASCO Colombarola di Cotrebbia 3 CALENDASCO Colombarola di Santimento 9 CALENDASCO Cotrebbia Nuova 97 CALENDASCO Cotrebbia Nuova via Molinaroli 54 CALENDASCO Cotrebbia Vecchia 6 CALENDASCO Emanuella 1 CALENDASCO Fornace 5 CALENDASCO Fornace di Santimento 8 CALENDASCO Galeottino 4 CALENDASCO Galeotto 3 CALENDASCO Gazza 17 CALENDASCO Incrociata 53 CALENDASCO Incrociata via Rossa 17 CALENDASCO Malpaga 125 CALENDASCO Marocca 33 CALENDASCO Marsiglia 2 CALENDASCO Masero 3 CALENDASCO Mastruzzino 3 CALENDASCO Mastruzzo 2 CALENDASCO Mezzano Traversi 2 CALENDASCO Mezzano Vigoleno 6 CALENDASCO Mirandola 3 CALENDASCO Molinazzo 12 CALENDASCO Molino Frati 119 CALENDASCO Montagnola 2 CALENDASCO Pernice 8 CALENDASCO Pila 17 CALENDASCO Poggetto 7 CALENDASCO Pontegaloso 4 CALENDASCO Possenta 17 CALENDASCO Predonico 7 CALENDASCO Puglia 38 PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 12

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA

CALENDASCO Raganella 3 CALENDASCO Rastello 5 CALENDASCO Ronchi 2 CALENDASCO Santimento 72 CALENDASCO Sito Nuovo 10 CALENDASCO Soprarivo 21 CALENDASCO Stradone 30 CALENDASCO Torre Rossi 17 CALENDASCO Torri 9 CALENDASCO Turlone 1 CALENDASCO Vaghinarda 10 CALENDASCO Villaggio dei Pini 51 CALENDASCO Zerbione 33 CAMINATA Caminata 197 CAMINATA Canova 20 CAMINATA Cavalone 10 CAMINATA Costiola 28 CAMINATA Matellina 3 CAMINATA Molato 2 CAMINATA Molino dei Fondi 4 CAMINATA Molino Montà 5 CAMINATA Moncasacco 15 CAMINATA Mostarina 1 CAMINATA Rossarola 2 CAORSO Caorso 3676 CAORSO Fossadello 302 CAORSO Muradolo 314 CAORSO Roncarolo 263 CAORSO Zerbio 332 CARPANETO 5612 CARPANETO PIACENTINO Badagnano 114 CARPANETO PIACENTINO Celleri 191 CARPANETO PIACENTINO Chero 362 CARPANETO PIACENTINO Cimafava 116 CARPANETO PIACENTINO Ciriano 310 CARPANETO PIACENTINO Rezzano 169 CARPANETO PIACENTINO Travazzano 301 CARPANETO PIACENTINO Zena 217 CASTEL S.GIOVANNI Castel San Giovanni 12267 CASTEL S.GIOVANNI Creta 292 CASTEL S.GIOVANNI Fontana Pradosa 637 CASTEL S.GIOVANNI Ganaghello 311 CASTEL S.GIOVANNI Pievetta e Bosco Tosca 330 CASTELL'ARQUATO CASTELL’ARQUATO 3020 CASTELL'ARQUATO Bacedasco 242 CASTELL'ARQUATO San Lorenza 430 CASTELL'ARQUATO Vigolo Marchese 1040 CASTELVETRO CASTELVETRO 4474 CASTELVETRO San Pedretto 238 CASTELVETRO San Giuliano 807 CERIGNALE CERIGNALE 70 CERIGNALE Carisasca 9 CERIGNALE Cariseto 7 PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 13

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA

CERIGNALE Casa Madonna 2 CERIGNALE Casale di Brugneto 6 CERIGNALE Castello 11 CERIGNALE Le Piane 2 CERIGNALE Lisore 12 CERIGNALE Oneto 10 CERIGNALE Ponteorganasco 19 CERIGNALE Rovereto 6 CERIGNALE Selva 7 CERIGNALE Serra 3 CERIGNALE Zermogliana 3 COLI Arelli 2 COLI Averaldi 21 COLI Baratti 8 COLI Barberino 1 COLI Barche 4 COLI Bellaria 26 COLI Belvedere 18 COLI Boioli Coli 3 COLI Boioli Perino 17 COLI Bruni 9 COLI Camminata Boselli 37 COLI Casa Barche 1 COLI Casa Bernò 2 COLI Casa Contardo 10 COLI Casa Martino 4 COLI Casa Mazzocchi Ghini 1 COLI Casa Nuova di Celeste 4 COLI Casazza 2 COLI Cascine Aglio 7 COLI Coli 61 COLI Chiesa Aglio 14 COLI Cimarini 1 COLI Codrato 1 COLI Cognazzo 5 COLI Colombaia 7 COLI Cornaro 13 COLI Corte 5 COLI Costa Scabiazza 17 COLI Costa Vezzera 2 COLI Costiere 3 COLI Covati 7 COLI Faraneto 1 COLI Ferrari 11 COLI Filippazzi 11 COLI Fontana 26 COLI Fornosopra 2 COLI Fornosotto 11 COLI Fossoli 3 COLI Gavi 2 COLI Ghini Aglio 4 COLI La Sperta 3 COLI Lago 7 PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 14

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA

COLI Larceri 4 COLI Macerato 2 COLI Magrini 2 COLI Marubbi 2 COLI Mazzucchi 9 COLI Mulino Coli 8 COLI Mulino Pellegri 9 COLI Oltremonte 3 COLI Orsera 8 COLI Pellegri 5 COLI Perino 239 COLI Pesara Aglio 2 COLI Piscina 12 COLI Peveri 6 COLI Poggio Aglio 13 COLI Poggio Colombaia 1 COLI Poggiolo 11 COLI Ponte Sopra 20 COLI Ponte Sotto 39 COLI Possai 2 COLI Pradaglione 16 COLI Pradarello Aglio 1 COLI Pradella 28 COLI Quattrocchio 1 COLI Rampa 29 COLI Rivei 1 COLI Roncaiolo 6 COLI Rosso 4 COLI Rovere 6 COLI Santa Cecilia 21 COLI Scabiazza 6 COLI Scagli 4 COLI Tavernaglio 11 COLI Trebbia 9 COLI Valle 6 COLI Vezzera 32 MARSAGLIA 369 CORTE BRUGNATELLA Bernazzani 3 CORTE BRUGNATELLA Ballerini 7 CORTE BRUGNATELLA Bazzini 9 CORTE BRUGNATELLA Bedo 5 CORTE BRUGNATELLA Botteri 12 CORTE BRUGNATELLA Brugnello 9 CORTE BRUGNATELLA Cà di Lago 7 CORTE BRUGNATELLA Carana 3 CORTE BRUGNATELLA Casaldrino 9 CORTE BRUGNATELLA Castelvetto 4 CORTE BRUGNATELLA Colla 14 CORTE BRUGNATELLA Collegio 15 CORTE BRUGNATELLA Confiente 12 CORTE BRUGNATELLA Cornareto 2 CORTE BRUGNATELLA Croso 1 CORTE BRUGNATELLA Fossoli 8 PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 15

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA

CORTE BRUGNATELLA Lago 15 CORTE BRUGNATELLA Lenzino 3 CORTE BRUGNATELLA Lupi 17 CORTE BRUGNATELLA Moggialunga 1 CORTE BRUGNATELLA Moglia 7 CORTE BRUGNATELLA Montarsi 1 CORTE BRUGNATELLA Montarsolo 9 CORTE BRUGNATELLA Pieve 10 CORTE BRUGNATELLA Podrizzi 4 CORTE BRUGNATELLA Poggio Rondino 20 CORTE BRUGNATELLA Poggio Villeri 3 CORTE BRUGNATELLA Pontelenzino 7 CORTE BRUGNATELLA Pozzone 2 CORTE BRUGNATELLA Praggia 4 CORTE BRUGNATELLA Robecco 16 CORTE BRUGNATELLA Roncoli sotto 1 CORTE BRUGNATELLA Rossarola 22 CORTE BRUGNATELLA Rovaiola 18 CORTE BRUGNATELLA Sanguineto 25 CORTE BRUGNATELLA Selva 4 CORTE BRUGNATELLA Torre 4 CORTE BRUGNATELLA Tortaro 19 CORTE BRUGNATELLA Viani 4 CORTE BRUGNATELLA Villeri 4 CORTEMAGGIORE Cortemaggiore 3888 CORTEMAGGIORE S. Martino in Olza 269 CORTEMAGGIORE Chiavenna Landi 361 FARINI D'OLMO Farini 365 FARINI D'OLMO Boccolo della Noce 103 FARINI D'OLMO Cogno San Bassano 67 FARINI D'OLMO Groppallo 379 FARINI D'OLMO Mareto 128 FARINI D'OLMO Montereggio 142 FARINI D'OLMO Pradovera 185 FARINI D'OLMO San. Savino 156 FERRIERE Barche 26 FERRIERE Bocciarelli 4 FERRIERE Boeri 14 FERRIERE Bolgheri 8 FERRIERE Boschi 10 FERRIERE Bosconure 10 FERRIERE Brugneto 40 FERRIERE Ca dei ratti 7 FERRIERE Ca Nova 5 FERRIERE Canadello 30 FERRIERE Carloni 14 FERRIERE Casa Bonvicini 2 FERRIERE Casalcò 12 FERRIERE Casaldonato 35 FERRIERE Casale di Brugneto 7 FERRIERE Casella 8 FERRIERE Caserarso 5 FERRIERE Cassano 8 PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 16

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA

FERRIERE Cassimorenga 12 FERRIERE Cassimoreno 16 FERRIERE Castagnola 41 FERRIERE Castelcanafurone 6 FERRIERE Castello 12 FERRIERE Castelsottano 4 FERRIERE Castignoli 1 FERRIERE Cattaragna 53 FERRIERE Ca Zuccone 6 FERRIERE Cerreto 16 FERRIERE Cerreto Rossi 17 FERRIERE Cerri 3 FERRIERE Chiappeto 17 FERRIERE Ciregna 22 FERRIERE Colla di Brugneto 23 FERRIERE Colla di Gambaro 4 FERRIERE Costa 7 FERRIERE Costa Pecorella 11 FERRIERE Costigliolo 5 FERRIERE Crocelobbia 10 FERRIERE Curletti 20 FERRIERE Edifizi 4 FERRIERE Farinotti 6 FERRIERE Ferriere 289 FERRIERE Fogaroni 1 FERRIERE Folli 24 FERRIERE Gambaro 28 FERRIERE Gipponi 10 FERRIERE Grondone di Sopra 23 FERRIERE Grondone di Sotto 34 FERRIERE Guerra 17 FERRIERE La Parrocchia 2 FERRIERE Lardana 3 FERRIERE Lovetti 11 FERRIERE Marchi 3 FERRIERE Moglia 5 FERRIERE Molinello 20 FERRIERE Montardiano 4 FERRIERE Noce 16 FERRIERE Ortigà 2 FERRIERE Pasovè 5 FERRIERE Perotti 16 FERRIERE Pertuso 36 FERRIERE Pomarolo 15 FERRIERE Prelo 13 FERRIERE Pronzali 18 FERRIERE Provelasso 9 FERRIERE Retorto 10 FERRIERE Rivazzole 4 FERRIERE Rocca 19 FERRIERE Rocconi 15 FERRIERE Roffi 11 FERRIERE Rompeggio 30 PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 17

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA

FERRIERE Ruffinati 1 FERRIERE S. Gregorio 6 FERRIERE Salsominore 65 FERRIERE Sangarino 7 FERRIERE Sarmadasco 14 FERRIERE Selva 69 FERRIERE Solaro 29 FERRIERE Taravelli 8 FERRIERE Teruzzi 1 FERRIERE Toazzo 5 FERRIERE Tomè 2 FERRIERE Toni 14 FERRIERE Tornarezza 35 FERRIERE Torrio casetta 26 FERRIERE Torrio sopra 6 FERRIERE Torrio sotto 1 FERRIERE Tranata 11 FERRIERE Vaio 11 FERRIERE Valle 5 FERRIERE Villa 9 FERRIERE Volpi 7 FIORENZUOLA FIORENZUOLA 13272 FIORENZUOLA Baselica 542 FIORENZUOLA Caselle 148 FIORENZUOLA Paullo 263 FIORENZUOLA San Protaso 651 GAZZOLA Boriacchina 39 GAZZOLA Canneto Sopra 102 GAZZOLA Canneto Sotto 29 GAZZOLA Case Sparse 600 GAZZOLA Castelletto 30 GAZZOLA Corte del Villa 25 GAZZOLA Croara Nuova 14 GAZZOLA Croara Vecchia 11 GAZZOLA Croara Vigna 6 GAZZOLA Gazzola 390 GAZZOLA Lisignano 20 GAZZOLA Momeliano 90 GAZZOLA Monteraschio 20 GAZZOLA Monticello 3 GAZZOLA Pizzigherra 33 GAZZOLA Polara 17 GAZZOLA Pretta 110 GAZZOLA Rezzanello 87 GAZZOLA Rivalta 89 GAZZOLA Tuna 306 GOSSOLENGO GOSSOLENGO 3781 GOSSOLENGO Caratta 162 GOSSOLENGO Quarto 854 GOSSOLENGO Settima 382 GRAGNANO 2508 GRAGNANO TREBBIENSE Campremoldo di Sopra 415 GRAGNANO TREBBIENSE Campremoldo di Sotto 293 PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 18

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA

GRAGNANO TREBBIENSE Casaliggio 636 GRAGNANO TREBBIENSE Gragnanino 478 GROPPARELLO GROPPARELLO 1021 GROPPARELLO Castellana 141 GROPPARELLO Frazioni totali GROPPARELLO Groppovisdomo 142 GROPPARELLO Gusano 142 GROPPARELLO La valle 94 GROPPARELLO Montechino 98 GROPPARELLO Obolo 92 GROPPARELLO Sariano 552 GROPPARELLO Tavasca 27 GROPPARELLO Veggiola 94 LUGAGNANO VAL D'ARDA Antognano 122 LUGAGNANO VAL D'ARDA Chiavenna Rocchetta 170 LUGAGNANO VAL D'ARDA Diolo 90 LUGAGNANO VAL D'ARDA Lugagnano 3231 LUGAGNANO VAL D'ARDA Montezago 107 LUGAGNANO VAL D'ARDA Prato 73 LUGAGNANO VAL D'ARDA Rustigazzo 296 LUGAGNANO VAL D'ARDA Veleia 165 LUGAGNANO VAL D'ARDA Vicanino 60 MONTICELLI D'ONGINA Monticelli 3745 MONTICELLI D'ONGINA Borgonovo 237 MONTICELLI D'ONGINA Fogarole 205 MONTICELLI D'ONGINA Olza 213 MONTICELLI D'ONGINA S. Pietro in Corte 212 MONTICELLI D'ONGINA San Nazzaro 845 MORFASSO Casali 75 MORFASSO Monastero 141 MORFASSO Morfasso 377 MORFASSO Pedina 164 MORFASSO San Michele 204 MORFASSO Sperongia 117 MORFASSO Teruzzi 79 NIBBIANO Casa Mossi 35 NIBBIANO Casa Roveda 31 NIBBIANO Case sparse Nibbiano 243 NIBBIANO Case sparse Trevozzo 203 NIBBIANO Genepreto 48 NIBBIANO Seguzzone 30 NIBBIANO Strà 172 NIBBIANO Nibbiano 413 NIBBIANO Sala Mandelli 13 NIBBIANO Stadera 26 NIBBIANO Tassara 36 NIBBIANO Trebecco 74 NIBBIANO Trevozzo 997 NIBBIANO Verago 22 OTTONE OTTONE 216 OTTONE Campomolino 5 OTTONE Fabbrica 2 OTTONE Frassi 7 PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 19

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA

OTTONE Gramizzola 41 OTTONE Losso 14 OTTONE Moglia 13 OTTONE Monfagiano 1 OTTONE Orezzoli là 28 OTTONE Orezzoli qua 46 OTTONE Ottone Soprano 30 OTTONE Rettagliata 5 OTTONE Semensi 21 OTTONE S. Maria 4 OTTONE Suzzi 5 OTTONE Tartago 5 OTTONE Toveraia 12 OTTONE Traschio 10 OTTONE Truzzi 5 OTTONE Valsigiara 19 OTTONE Altre frazioni 114 PECORARA PECORARA 123 PECORARA Alsuzzo 1 PECORARA Bazzarri 30 PECORARA Bivio Roncaglie 11 PECORARA Busseto 29 PECORARA Corneto 17 PECORARA Caprile 11 PECORARA Casa Baldini 3 PECORARA Casa Follini 9 PECORARA Casa Fracchioni 19 PECORARA Casa Lazzarello 11 PECORARA Casa Marconi 3 PECORARA Casa Moini 2 PECORARA Casa Del Vapore 10 PECORARA Casella 8 PECORARA Costalta 42 PECORARA Chiosi Sotto 6 PECORARA Cicogni 58 PECORARA Cognoli 2 PECORARA Cogoleto 1 PECORARA Colombara 9 PECORARA Marzonago 23 PECORARA Filgnoni 10 PECORARA Genepino 11 PECORARA Lubizzate Sotto 5 PECORARA Moiaccio 6 PECORARA Molino Cognoli 1 PECORARA Montemartino 12 PECORARA Monte 4 PECORARA Monteverde 2 PECORARA Morasco 26 PECORARA Casa Morasco 9 PECORARA Peschiera 20 PECORARA Pozzo 3 PECORARA Poggio Moresco 12 PECORARA Praticchia 16 PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 20

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA

PECORARA Prelevara 4 PECORARA Roncaglie 25 PECORARA Salenzio 3 PECORARA Serenda 1 PECORARA Sevizzano 32 PECORARA Vallerenzo 12 PECORARA Ca' dell'Ora 5 PIACENZA PIACENZA 97556 PIACENZA Borghetto 190 PIACENZA Gerbido 414 PIACENZA I Dossi 170 PIACENZA I Vaccari 648 PIACENZA Mortizza 582 PIACENZA Mucinasso 471 PIACENZA Pittolo 733 PIACENZA Quarto 427 PIACENZA Roncaglia 534 PIACENZA San Bonico 405 PIACENZA Vallera 385 PIANELLO 1840 PIANELLO VAL TIDONE Casanova 14 PIANELLO VAL TIDONE Gabbiano Poggiolo 67 PIANELLO VAL TIDONE Roccapulzana 36 PIANELLO VAL TIDONE Altre frazioni 340 PIOZZANO PIOZZANO 298 PIOZZANO Montecanino 63 PIOZZANO San Gabriele 54 PIOZZANO Groppo Arcelli 98 PIOZZANO San Nazzaro 55 PIOZZANO Vidiano 19 PIOZZANO Monteventano 35 PIOZZANO Pomaro 20 PODENZANO PODENZANO 5871 PODENZANO Albone 64 PODENZANO Altoè 241 PODENZANO Gariga 748 PODENZANO Majano 202 PODENZANO San Polo 1489 PODENZANO San Rocco 55 PODENZANO Turro 216 PODENZANO Verano 83 PONTE DELL'OLIO PONTE DELL'OLIO 3849 PONTE DELL'OLIO Castione 150 PONTE DELL'OLIO Folignano 206 PONTE DELL'OLIO Monte Santo 76 PONTE DELL'OLIO Torrano 150 PONTE DELL'OLIO Zaffignano 76 PONTE DELL'OLIO Veggiola 30 PONTE DELL'OLIO Sarmata 30 PONTE DELL'OLIO Biana 98 PONTE DELL'OLIO Altre frazioni 400 PONTENURE PONTENURE 909 PONTENURE Valconasso 494 PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 21

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA

PONTENURE Altre frazioni 4846 RIVERGARO RIVERGARO 2250 RIVERGARO Ancarano 495 RIVERGARO Bassano 146 RIVERGARO Diara 479 RIVERGARO Fabiano 302 RIVERGARO Larzano 71 RIVERGARO Montechiaro 253 RIVERGARO Niviano 1379 RIVERGARO Ottavello 135 RIVERGARO Pieve Dugliara 672 RIVERGARO Roveleto Landi 293 RIVERGARO Suzzano 283 ROTTOFRENO ROTTOFRENO 2088 ROTTOFRENO Centora 102 ROTTOFRENO San Nicolò 8650 ROTTOFRENO Santimento 485 SAN GIORGIO SAN GIORGIO 4786 SAN GIORGIO Centovera 364 SAN GIORGIO Corneliano 46 SAN GIORGIO Godi 199 SAN GIORGIO Rizzolo 108 SAN GIORGIO Ronco 83 SAN GIORGIO San Damiano 83 SAN GIORGIO Tollara 46 SAN GIORGIO Viustino 187 SAN GIORGIO SAN GIORGIO 4786 SAN GIORGIO Centovera 364 SAN GIORGIO Corneliano 46 SAN GIORGIO Godi 199 SAN GIORGIO Rizzolo 108 SAN GIORGIO Ronco 83 SAN GIORGIO San Damiano 83 SAN GIORGIO Tollara 46 SAN PIETRO IN CERRO SAN PIETRO IN CERRO 448 SAN PIETRO IN CERRO Polignano 156 SARMATO SARMATO 2532 SARMATO Via Agazzino 28 SARMATO Via Zuccherificio-Via Cà Nova 19 SARMATO Via Agazzara e vis Nosone 68 SARMATO Via emilia pavese 34 SARMATO Via emilia piacentina 76 SARMATO Via Veratto 19 SARMATO Via Chiappone 14 SARMATO Via Coste 26 SARMATO Strada argine Po 15 SARMATO Via Isolabella 10 SARMATO Via Guidona 2 TRAVO TRAVO 699 TRAVO Agliarino - Fraz. Bobbiano 6 TRAVO Allotti 5 TRAVO Angorzola 3 TRAVO Anselmi 2 PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 22

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA

TRAVO Argà - Fraz. Caverzago 3 TRAVO Balestrazza - Fraz. Statto 1 TRAVO Ballotta di Scrivellano - Fraz. Statto 3 TRAVO Balzini 1 TRAVO Bellaria - Fraz. Bobbiano 3 TRAVO Bellaria di Dinavolo - Fraz. Fellino 2 TRAVO Belvedere 6 TRAVO Belvedere - Fraz. Statto 7 TRAVO Bergonzi - Fraz. Bobbiano 4 TRAVO Bisforte - Fraz. Statto 4 TRAVO Boffalora - 3 TRAVO Bora di Fiorano - Fraz. Statto 1 TRAVO Bosco 9 TRAVO Bosco Nuovo - Fraz. Bobbiano 1 TRAVO Buca Fiorano - Fraz. Statto 5 TRAVO Buelli - Fraz. Statto 29 TRAVO Cà dei Re - Fraz. Caverzago 17 TRAVO Cà del Duca 2 TRAVO Cà del Mazzo - Fraz. Statto 20 TRAVO Cà Gatti 5 TRAVO Cà Gazza di Fiorano - Fraz. Statto 4 TRAVO Cabella - Fraz. Statto 3 TRAVO Caducello 3 TRAVO Calzarossa - Fraz. Caverzago 1 TRAVO Campadello 5 TRAVO Campo di Ponte - Fraz. Fellino 4 Camporotondo Scrivellano - Fraz. TRAVO 27 Statto TRAVO Canova - Fraz. Bobbiano 2 TRAVO Canova - Fraz. Pigazzano 17 TRAVO Canova - Fraz. Statto 14 TRAVO Canova Arianti - Fraz. Pigazzano 1 TRAVO Canova Castagneto - Fraz. Fellino 1 TRAVO Canova Castana - Fraz.Pillori 1 TRAVO Canova Dolgo Viserano - Fraz. Fellino 3 TRAVO Canova Donino 4 TRAVO Canova Fradegola 4 TRAVO Canova Mercore 2 TRAVO Canova Piana - Fraz. Fellino 17 TRAVO Canova Ponte 35 TRAVO Canova Ponte - Fraz. Statto 4 TRAVO Canova Riolino 2 TRAVO Canovetta - Fraz. Pigazzano 2 TRAVO Casà Pozzino 1 TRAVO Casa Tondi - Fraz. Fellino 1 TRAVO Casà Vecchio Inferiore 1 TRAVO Cascina Inferiore - Fraz. Bobbiano 8 TRAVO Cascina Superiore - Fraz. Bobbiano 5 TRAVO Casella - Fraz. Statto 3 TRAVO Caselli 2 TRAVO Caselli - Fraz. Pigazzano 1 TRAVO Casino Agnelli 16 TRAVO Casone 1

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TRAVO Casone - Fraz. Bobbiano 1 TRAVO Cassano di Viserano - Fraz. Fellino 4 TRAVO Castagneto di Viserano - Fraz. Fellino 2 TRAVO Castana - Fraz. Pillori 3 TRAVO Castello - Fraz. Pillori 1 TRAVO Castello di Scrivellano - Fraz. Statto 10 TRAVO Cella - Fraz. Bobbiano 3 TRAVO Centenari - Fraz. Pigazzano 1 TRAVO Ceresola - Fraz. Pigazzano 1 TRAVO Cernusca - Fraz. Pillori 57 TRAVO Chiapponera 2 TRAVO Chiesa di Fiorano - Fraz. Statto 4 TRAVO Chiesa Nuova - Fraz. Statto 3 TRAVO Chiesa Vecchia - Fraz. Statto 4 TRAVO Chiosi - Fraz. Bobbiano 13 TRAVO Chiossello - Fraz. Pigazzano 3 TRAVO Civardi 1 TRAVO Colombara - Fraz. Pillori 2 TRAVO Colombarola 12 TRAVO Comezzano - Fraz. Caverzago 7 TRAVO Coni Fontana 3 TRAVO Coni Poggio 2 TRAVO Coni Scarpa 10 TRAVO Coni Sottano 18 TRAVO Corbellino - Fraz. Caverzago 4 TRAVO Corgo - Fraz. Pigazzano 4 TRAVO Corte di Scrivellano - Fraz. Statto 2 TRAVO Costa - Fraz. Caverzago 1 TRAVO Costa di Denavolo - Fraz. Fellino 8 TRAVO Costa Paola - Fraz. Pigazzano 1 TRAVO Croce di Viserano - Fraz. Fellino 4 TRAVO Debè 3 TRAVO Dinavolo - Fraz. Fellino 11 TRAVO Dodici di Viserano - Fraz. Fellino 1 TRAVO Dolgo di Viserano - Fraz. Fellino 21 TRAVO Donceto - Fraz. Caverzago 34 TRAVO Dorba - Fraz. Caverzago 4 TRAVO Due Bandiere - Fraz. Pillori 125 TRAVO Fognano - Fraz. Pillori 1 TRAVO Fornace 1 TRAVO Fornace - Fraz. Pillori 5 TRAVO Foschi - Fraz. Bobbiano 7 TRAVO Fradegola 2 TRAVO Franzè - Fraz. Fellino 6 TRAVO Frè - Fraz. Bobbiano 2 TRAVO Fugazza - Fraz. Caverzago 9 TRAVO Gattavera 3 TRAVO Gattavera di Dinavolo - Fraz. Fellino 1 TRAVO Gazzoli inferiore 3 TRAVO Guardarabbia 1 TRAVO Guardarabbia Grande 2 TRAVO Lagno - Fraz. Bobbiano 1 TRAVO Lanera - Fraz. Pigazzano 1 PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 24

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TRAVO Lentià - Fraz. Pillori 7 TRAVO Lodolina - Fraz. Pigazzano 5 TRAVO Lubiazzo - Fraz. Pillori 13 TRAVO Madellano - Fraz. Bobbiano 8 TRAVO Maiolo 3 TRAVO Marano di Fiorano - Fraz. Statto 10 TRAVO Marchesi di Scrivellano - Fraz. Statto 49 TRAVO Marchi - Fraz. Caverzago 1 TRAVO Margherita - Fraz. Pillori 5 TRAVO Martini - Fraz. Pillori 3 TRAVO Mazza - Fraz. Fellino 7 TRAVO Mazzara - Fraz. Fellino 4 TRAVO Mercore 2 TRAVO Mezzanello di Fiorano - Fraz. Statto 8 TRAVO Missano - Fraz. Bobbiano 2 TRAVO Montà - Fraz. Caverzago 5 TRAVO Montalbero di Viserano - Fraz. Fellino 10 TRAVO Mulinetto - Fraz. Pigazzano 2 TRAVO Mulino - Fraz. Caverzago 1 TRAVO Mulino Fiorano - Fraz. Statto 8 TRAVO Navaroli - Fraz. Statto 2 TRAVO Nicolina di Scrivellano - Fraz. Statto 7 TRAVO Nicolini 1 TRAVO Pagliara - Fraz. Caverzago 3 TRAVO Palazzina - Fraz. Pigazzano 1 TRAVO Pastori 9 TRAVO Pelacagna di Scrivellano - Fraz. Statto 4 TRAVO Piana - Fraz. Fellino 89 TRAVO Piane 5 TRAVO Pianella Superiore - Fraz. Fellino 1 TRAVO Piantè di Scrivellano - Fraz. Statto 7 TRAVO Pichellone - Fraz. Pigazzano 2 TRAVO Pietra - Fraz. Bobbiano 4 TRAVO Pigazzano 16 TRAVO Pilatti - Fraz. Bobbiano 3 TRAVO Poggiarello - Fraz. Statto 1 TRAVO Poggio - Fraz.Bobbiano 4 TRAVO Poggio inferiore - Fraz. Statto 4 TRAVO Poggio Martini - Fraz. Pillori 1 TRAVO Poggio Superiore - Fraz. Statto 1 TRAVO Ponte Nicolina - Fraz. Statto 1 TRAVO Pozzuolo di Scrivellano - Fraz. Statto 5 TRAVO Pradalino di Viserano - Fraz. Fellino 2 TRAVO Quadrelli - Fraz. Fellino 27 TRAVO Quaraglio Inferiore - Fraz. Pillori 8 TRAVO Quaraglio Superiore - Fraz. Pillori 2 TRAVO Rià 3 TRAVO Rio Barcello 2 TRAVO Rocca di Viserano - Fraz. Fellino 4 TRAVO Roccolo - Fraz. Pigazzano 2 TRAVO Ronchini - Fraz. Pillori 1 TRAVO Ronco - Fraz. Pillori 1 TRAVO Ronco Macchione - Fraz. Caverzago 4 PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 25

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TRAVO Ronco Oste - Fraz. Pillori 4 TRAVO Roncole Inferiore - Fraz. Pillori 6 TRAVO Roncolo Superiore - Fraz. Pillori 6 TRAVO Rondanera - Fraz. Caverzago 15 TRAVO Sabbadini 1 TRAVO Sabbadini - Fraz. Pillori 4 TRAVO Sacchelli 5 TRAVO San Giorgio - Fraz. Bobbiano 6 TRAVO Sarniago - Fraz. Pigazzano 4 TRAVO Sborzani - Fraz. Pigazzano 2 TRAVO Scarniago - Fraz. Bobbiano 5 TRAVO Scrivellano - Fraz. Statto 2 TRAVO Soria - Fraz. Pillori 2 TRAVO Spinello - Fraz. Pillori 12 TRAVO Stazzano - Fraz. Fellino 12 TRAVO Termingrosso - Fraz. Bobbiano 3 TRAVO Torre 2 TRAVO Tosi 1 TRAVO Tradoni 6 TRAVO Trifolini - Fraz. Pillori 5 TRAVO Truzzo 4 TRAVO Vacchignano - Fraz. Fellino 5 TRAVO Vei - Fraz. Caverzago 22 TRAVO via Mazzari Cav. Luigi 22 TRAVO Villa Bianca 1 TRAVO Villa Cacciatori - Fraz. Statto 5 TRAVO Villa Tirotti Fiorano - Fraz. Statto 3 TRAVO Villla Nera 5 TRAVO Visignano - Fraz. Statto 5 TRAVO Zancani 1 TRAVO Zanrè di Viserano - Fraz. Fellino 9 TRAVO Ziano - Fraz. Pigazzano 1 VERNASCA VERNASCA 758 VERNASCA Castelletto 49 VERNASCA Vezzolacca 130 VERNASCA Settesorelle 18 VERNASCA Borla 134 VERNASCA Trinità 127 VERNASCA Mocomero 30 VERNASCA Vigoleno 271 VERNASCA Bacedasco 236 VERNASCA Bacedasco alto 76 VERNASCA Bignoni - Campi - Cergallina 30 VERNASCA Mignano - Diga - Case Bonini 18 VERNASCA Dignini - Vitalta 46 VERNASCA Luneto - Pione 8 VERNASCA Villa Romagna 196 VERNASCA Vincini 70 VERNASCA Burgazzi - Melesi 15 VERNASCA Comini - Ferretti - Genovesi 36 VERNASCA Lame - Roncadello - Casella 69 VERNASCA Gallosi - Vigna 17 VIGOLZONE VIGOLZONE 2533 PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 26

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VIGOLZONE Albarola 246 VIGOLZONE Bicchignano 122 VIGOLZONE Carmiano 425 VIGOLZONE Grazzano Visconti 387 VIGOLZONE Veano 88 VIGOLZONE Villò 451 VILLANOVA SULL'ARDA VILLANOVA SULL'ARDA 1259 VILLANOVA SULL'ARDA Cignano 150 VILLANOVA SULL'ARDA Sant'Agata 309 VILLANOVA SULL'ARDA Soarza 238 ZERBA ZERBA 42 ZERBA Capannette di Pey 10 ZERBA Cerreto 22 ZERBA Pey 15 ZERBA Samboneto 2 ZERBA Vesimo 7 ZIANO ZIANO 882 ZIANO Albareto 159 ZIANO Fornello 287 ZIANO Montalbo 197 ZIANO Seminò 248 ZIANO Vicobarone 697 ZIANO Vicomarino 228

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4.6 Aspetti vegetazionali

4.6.1 Aspetti vegetazionali della Provincia di Piacenza in relazione al fenomeno degli incendi boschivi

La superficie boscata del territorio provinciale ammonta a circa 63.000 ha, di cui 60.000 ricadenti in area collinare e montana. La superficie forestale complessiva (boschi, arbusteti, castagneti da frutto, cenosi di ripa, giovani rimboschimenti) raggiunge circa 78.000 ha (esclusi parchi e pioppeti industriali), di cui solo circa 1.270 ha occupano l’ambito di pianura, e circa 1.300 ha le aree fluviali. Nella pianura piacentina boschi misti e aree arbustate coprono complessivamente circa il 4% della superficie. La vegetazione naturale ricopre complessivamente circa il 22% della bassa collina. Passando all’alta collina le coltivazioni regrediscono progressivamente lasciando più spazio a boschi misti e cespugliati che occupano il 44% del territorio. In totale la copertura forestale della collina ammonta a quasi 15.000 ha. Dalla collina fino a ridosso della fascia montana, i boschi appaiono dispersi e frammentati. Formazioni boschive d’alta collina di una certa estensione si rinvengono ancora in Val Trebbia sulle pendici di M. Pillerone e di M. Dinavolo, a cavallo tra Val Trebbia e Val Nure. In ambito montano la copertura forestale risulta pari a 60.072 ha (Inventario forestale regione Emilia Romagna, 1997) di cui la maggioranza è governata a ceduo, quindi molto povera di alberi grandi e maturi. Le nostre vallate raggiungono indici di boscosità (rapporto tra la superficie boscata e la superficie totale) tra i più elevati a livello regionale: 51% (28.523 ha) della superficie delle valli Tidone e Trebbia; 50% (31.549 ha) delle valli Nure e Arda. Per quanto riguarda le tipologie forestali del nostro Appennino, i boschi rappresentano circa l’88% della superficie forestale, seguono le macchie arbustive (5%), i castagneti da frutto (2%) e le cenosi di ripa (1%). Occorre evidenziare che quasi il 90% dell’area a bosco risulta rappresentata da cedui matricinati, mentre i rimboschimenti a conifere coprono circa il 5% della superficie boscata. I querceti misti occupano la maggiore superficie (valli Tidone e Trebbia: 33%; valli Nure e Arda: 41%), seguono le faggete (valli Tidone e Trebbia: 14% - valli Nure e Arda: 28%), i carpineti (valli Nure e Arda: 7% - valli Tidone e Trebbia: 14%), i querceti xerofili (valli Nure e Arda: 9% - valli Tidone e Trebbia: 13%), le cerrete e i boschi di castagno; le cenosi di ripa e gli impianti di conifere costituiscono solo una piccola porzione del territorio boscato (dal 2 al 4%). Confrontando le tipologie forestali rilevate nelle Comunità montane del piacentino si evidenziano alcune differenze significative tra le valli Nure-Arda e le valli Trebbia-Tidone: i dati più significativi riguardano i querceti misti e le faggete maggiormente rappresentati in Val Nure e in Val d’Arda, mentre nelle valli Trebbia-Tidone si rileva una maggiore estensione per querceti xerofili, carpineti, cerrete, boschi di castagno e impianti di conifere. A causa dell’abbandono delle attività agricole residue, soprattutto in ambito di montagna, si assiste ad un aumento delle aree ricoperte da vegetazione naturale di tipo legnoso, con la perdita costante di radure e pascoli. In provincia solo il 47% della superficie boscata viene governata a ceduo, mentre oltre il 40% del patrimonio boschivo piacentino non ha una forma di governo ascrivibile alle categorie convenzionalmente individuate. Si ritrovano quindi ampie aree boschive non vocate alla produzione di legname, con alternanza di alberi ceduati ed alberi ad alto fusto, che comprendono anche i castagneti in abbandono e le fasce riparie dei corsi d’acqua.

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4.6.2 Ambito di montagna

Il 74% della copertura boschiva provinciale si trova in territorio montano, caratterizzato da boschi di faggio che rappresentano l’unico tipo fisionomico di bosco naturale a queste quote. Tali boschi sono per lo più governati a ceduo (51% della superficie boscata), anche se permangono alcuni nuclei ad alto fusto, localizzati soprattutto in alta Val Trebbia. Alle quote meno elevate i boschi di faggio sono stati talora sostituiti da castagneti, un tempo da frutto e ora in gran parte trasformati in cedui. La copertura forestale del territorio montano provinciale è costituita anche da rimboschimenti di conifere, più frequenti lungo i versanti maggiormente interessati da dissesto idrogeologico. I più rappresentativi sono: M. Armelio, comune di Coli (150 ettari circa); M. Capra – S. Agostino – Tre Abati, Comune di Coli (540 ettari circa); M. Penice, Comune di Bobbio (350 ettari circa); I rari nuclei di conifere autoctone sono costituiti da abete bianco e pino mugo, che si localizzano solo in alcune stazioni in prossimità dello spartiacque appenninico in alta Val Nure, al limite della faggeta (M. Nero, Ciapa Liscia). Salendo progressivamente di quota la faggeta cede il passo a macchie discontinue di faggio sotto forma cespugliosa fino ad arrivare a praterie variamente estese. Il patrimonio forestale esistente è costituito per la massima parte dalla proprietà privata, abbastanza diffusa risulta essere in alta Val Nure e in alta Val Trebbia la proprietà demaniale gravata da uso civico (Comunelli).

4.6.3 Ambito di collina

La morfologia del territorio collinare permette lo svolgimento dell’attività agricola, ragion per cui il bosco occupa solo il 27% della sua estensione, che corrisponde a circa il 7% del territorio provinciale. La gestione di un’ampia parte di queste aree boscate (45%) è a ceduo. Nel settore collinare, la fascia dei querceti mesofili si presenta con tipologie vegetazionali differenti dipendenti, oltre che dalle condizioni climatiche locali e dalla disponibilità idrica nel corso dell’anno, dalla diversa natura geologica del substrato e quindi dal chimismo e dalla struttura del suolo. Lungo i pendii caldi e asciutti sono presenti boschi misti a roverella dominante, associata alla rovere ed al cerro nelle stazioni fresche dove frequentemente si hanno substrati argillosi. Appartengono a queste formazioni anche il carpino nero, l’acero campestre, l’orniello ed il nocciolo. Per le valli più interne, caratterizzate da versanti freschi e ripidi, troviamo querceti dove domina il carpino nero, accompagnato da orniello, carpino bianco, acero campestre, acero italico, acero montano, cerro.

4.6.4 Ambito di pianura

In pianura, per evidenti ragioni storiche e morfologiche, solo il 5% del territorio è interessato da copertura boschiva. Sono assenti i cedui mentre è diffusa la copertura arborea destinata alla pioppicoltura. Le aree boschive residue non soggette a forme di governo, caratterizzate dalle essenze arboree tipiche della fascia planiziale, sono localizzate lungo le aste fluviali. Coltivato a scopo industriale, il pioppo ibrido rappresenta l’essenza più diffusa, mentre sono presenti specie invasive come la robinia e l’amorfa.

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4.7 Il sistema delle aree protette

Esistono diverse norme che regolano l’istituzione e la gestione delle varie forme di tutela naturalistica; in particolare vige attualmente la L.R. n. 6/2005 “Disciplina della formazione e della gestione del istema Regionale delle Aree Naturali Protette e dei siti della Rete Natura 2000”, la quale ha sostituito la precedente L.R. n. 11/1988 e all’articolo 4 elenca esattamente quali siano le tipologie di aree da intendersi quali “aree protette”: Parchi regionali, Parchi interregionali, Riserve naturali, Paesaggi naturali e seminaturali protetti e Aree di riequilibrio ecologico. A tale proposito si segnala che al momento attuale risultano istituite in territorio piacentino solamente tre aree naturali di rilievo regionale: il Parco Fluviale Regionale dello Stirone, il Parco Fluviale Regionale del Trebbia e la Riserva Naturale Geologica del Piacenziano. Il primo è stato istituito con L.R. n. 11/1988 ed ha una estensione di 1.769 ha, 703 dei quali (escluse le aree di pre-parco) nei comuni piacentini di Alseno e Vernasca e la rimanente parte nei comuni del parmense. Il Parco Regionale Fluviale del Trebbia è stato istituito con L.R. n. 19/2009 e si estende per 4032 ha nell’ambito territoriale dei comuni di Calendasco, Gazzola, Gossolengo, Gragnano, Piacenza, Rivergaro e Rottofreno. Con Del. G.R. n. 2328/1995 è invece stata istituita la Riserva Naturale Geologica del Piacenziano, con una estensione di 315 ha, costituta da nove separate stazioni collinari ubicate nelle valli dei torrenti Vezzeno, Chero, Chiavenna, Arda e Ongina, nel territorio dei comuni di Carpaneto, Castell’Arquato, Gropparello, Lugagnano Val d’Arda e Vernasca.

Oltre alle aree di rilevo regionale sopra elencate, nel territorio piacentino esistono alcune aree appartenenti alla Rete Natura 2000, una rete istituita ai sensi dell’articolo 3 della direttiva comunitaria “Habitat” con lo scopo di conservare la biodiversità a livello europeo. La Rete Natura 2000 si compone dei siti denominati ZPS (Zone di Protezione Speciale) e SIC (Siti di Importanza Comunitaria); questi ultimi, entro un massimo di sei anni dall’inizio dell’iter istitutivo, saranno designati dallo stato membro come ZSC (Zone Speciali di Conservazione), designate ai sensi della Direttiva Habitat per proteggere gli habitat, la fauna e la flora. I Siti di Importanza Comunitaria e le Zone di Protezione Speciale presenti nella provincia di Piacenza sono: CODICE NOME TIPO IT4010002 MONTE MENEGOSA, MONTE LAMA, GROPPO DI GORA SIC IT4010003 MONTE NERO, MONTE MAGGIORASCA, LA CIAPA LISCIA SIC MONTE CAPRA, MONTE TRE ABATI, MONTE ARMELIO, SANT'AGOSTINO, LAGO DI IT4010004 SIC AVERALDI IT4010005 PIETRA PARCELLARA E PIETRA PERDUCA SIC IT4010006 MEANDRI DI SAN SALVATORE SIC IT4010007 ROCCIA CINQUE DITA SIC IT4010011 FIUME TREBBIA DA PERINO A BOBBIO SIC IT4010012 VAL BORECA, MONTE LESIMA SIC IT4010013 MONTE DEGO, MONTE VERI, MONTE DELLE TANE SIC IT4010019 RUPI DI ROCCA D'OLGISIO SIC IT4020003 TORRENTE STIRONE SIC IT4020008 MONTE RAGOLA, LAGO MOO, LAGO BINO SIC IT4010016 BASSO TREBBIA SIC-ZPS IT4010017 CONOIDE DEL NURE E BOSCO DI FORNACE VECCHIA SIC-ZPS IT4010018 FIUME PO DA RIO BORIACCO A BOSCO OSPIZIO SIC parte IT4010018 FIUME PO DA RIO BORIACCO A BOSCO OSPIZIO SIC-ZPS IT4010008 CASTELL'ARQUATO, LUGAGNANO VAL D'ARDA SIC PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 30

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4.8 Situazione climatica

La particolare posizione geografica della nostra Provincia, posta a ridosso della catena appenninica occidentale, distante dalle influenze climatiche ma prossima al golfo ligure, richiede analisi di tipo approfondito. Infatti, l’influenza della catena appenninica è fondamentale sia nella delineazione della meteorologia che nell’azione di rallentamento e riduzione degli effetti prodotti dalle correnti perturbate atlantiche, provenienti da ovest, e dei sistemi nuvolosi provenienti da est e di conseguenza influenza l’entità delle precipitazioni. I venti di Föhn appenninici non sono infrequenti e possono produrre repentini aumenti delle temperature tali da modificare la normale distribuzione regionale dei valori principalmente in fine inverno (febbraio, marzo) aumentando i valori massimi. Il clima della provincia è caratterizzato da temperature minime invernali tra le più basse della regione e da temperature estive che seppur elevate non sono le massime regionali, probabilmente a causa della vicinanza dei rilievi appenninici.

4.8.1 Il bilancio termico

Sotto il profilo termico, il clima del territorio piacentino può essere descritto come un clima “temperato” o di tipo “C” secondo Köppen (temperatura media del mese più freddo compresa tra - 3°C e +18°C); più in particolare il territorio di pianura e collina risulta caratterizzato da un clima “temperato” subcontinentale (temperatura media annua compresa tra 10°C e 14.4°C, temperatura media del mese più freddo compresa tra -1°C e +3.9°C, da 1 a 3 mesi con temperatura media >20°C, escursione annua superiore a 19°C), mentre il territorio di montagna (indicativamente al di sopra dei 600-700 m s.l.m.) è caratterizzato da un clima “temperato fresco” (temperatura media annua tra 6 e 10°C, media del mese più freddo tra 0 e 3°C, media del mese più caldo tra 15 e 20°C, escursione annua tra 18 e 20°C). I fattori geografici che contribuiscono maggiormente a determinare le caratteristiche termiche del clima del territorio piacentino sono essenzialmente due: la sua collocazione nel cuore della Val Padana occidentale (e quindi la lontananza dalle masse d'acqua mediterranee) che ne determina soprattutto il carattere di continentalità, e la presenza del rilievo appenninico il quale, come confine meridionale della Val Padana, contribuisce a fornire alla collina piacentina le caratteristiche climatiche di “versante”, mentre come spartiacque con il versante ligure fa giungere alla fascia più alta della montagna piacentina l'influenza del clima sub- litoraneo e temperato-caldo della Liguria. Nel territorio piacentino si osservano valori di escursione termica annua attorno ai 10°C nella fascia di pianura, assimilabili ai valori caratteristici delle zone più interne del continente europeo, mentre scende a 6-7°C nella media collina. Le caratteristiche di “versante” del clima della collina sotto il profilo termico possono essere facilmente individuate dall'andamento delle temperature medie ed estreme con il tempo e l'altitudine. Lungo ogni versante - in misura diversa in relazione al suo orientamento e alle sue caratteristiche orografiche e vegetazionali - al di sopra dello strato medio di inversione termica si forma una fascia altitudinale più o meno ampia caratterizzata da un clima termico normalmente più mite sia del fondovalle che delle altitudini maggiori; in questa fascia “calda” del versante si registrano normalmente temperature minime medie e assolute più alte che nel fondovalle e alle altitudini superiori, escursioni termiche più limitate, e, nel periodo di maggiore frequenza e intensità delle inversioni termiche (nel caso della Val Padana, il trimestre invernale), anche temperature medie e massime più alte. Nell'insieme della collina piacentina questa fascia “calda” può essere individuata ad un’altitudine approssimativamente compresa tra 100 e 400 m e si diversifica in ogni singola valle appenninica in funzione della sua profondità e dell’orientamento dei versanti. Complessivamente, sotto il profilo termico, il clima del territorio piacentino permette di individuare una fascia territoriale a bassa altitudine (indicativamente al di sotto dei 100-150 m di quota, ma anche a quote PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 31

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA maggiori spingendosi più in profondità nei fondovalle) caratterizzata da spiccata continentalità ed elevate escursioni termiche giornaliere ed annuali; in questa fascia gli input energetici di origine climatica subiscono delle forti oscillazioni stagionali, sottoponendo quindi anche il bilancio energetico generale a forti discontinuità, e molte attività umane e produttive a rilevanti fattori di rischio di origine climatica. Al di sopra di questa è individuabile una fascia “mite” della media collina (indicativamente compresa tra i 100 e i 400-500 m di quota, ma fondamentalmente condizionata dall'orografia, dalla profondità delle valli, dall'orientamento dei versanti) in cui l’input energetico è mediamente inferiore, ma subisce minori discontinuità stagionali e giornaliere diminuendo così le oscillazioni annuali delle curve di carico di molti consumi energetici e diminuendo altresì i fattori di rischio di diverse attività produttive ed umane.

4.8.2 Le precipitazioni

Sotto il profilo pluviometrico, il clima del territorio piacentino è caratterizzato dal tipico regime “sublitoraneo” appenninico o padano che presenta due valori massimi delle precipitazioni mensili, in primavera ed autunno, e due valori minimi in inverno ed estate; di questi, il massimo autunnale ed il minimo estivo sono più accentuati degli altri due. L'altezza totale annua delle precipitazioni è pari a circa 850-900 mm nella fascia della pianura piacentina, mentre sale a 1000-1500 mm nella fascia della media collina, subendo un incremento mediamente proporzionale all'aumento di altitudine; a partire da questa fascia altitudinale (indicativamente i 400-600 m di quota), l'altezza delle precipitazioni subisce a parità di quota un incremento latitudinale, e cioè dipendente dalla prossimità dello spartiacque ligure. Il versante Ligure dell'Appennino infatti si apre dinnanzi alle correnti occidentali e sub-occidentali che si accompagnano alle perturbazioni in moto verso levante trasportando masse d'aria umida provenienti dall'Atlantico e dal Mar Tirreno; queste masse d'aria scaricano la propria umidità nella risalita del versante ligure e si presentano sul territorio emiliano già notevolmente meno umide. Viceversa le correnti perturbate che interessano direttamente il versante piacentino dell'Appennino sono soprattutto quelle di origine adriatica che entrano da est nella Pianura Padana, trasportate da aree cicloniche collocate sul Mar Tirreno e sull'Italia Centrale; in questo caso però le masse d'aria giungono sul territorio piacentino dopo aver perso parte della loro umidità sulla pianura padana; inoltre a queste perturbazioni sono associate tipiche precipitazioni da fronte caldo e quindi di debole intensità, anche se persistenti e diffuse. Si può anche ritenere che tutta la fascia di pianura e la fascia della collina piacentina siano caratterizzate da un regime “sub-litoraneo”, con altezze annuali medie di precipitazioni tipiche della pianura padana e comunque crescenti con la quota; la fascia di montagna e comunque il territorio più interno e prossimo al confine ligure risentono invece del regime “sub-mediterraneo”, con altezze annuali medie di precipitazioni più elevate, intensità giornaliere e orarie più alte, e una accentuazione del massimo autunnale di precipitazioni rispetto a quello primaverile. Osservando i valori medi di precipitazioni degli ultimi 20 anni, si nota che nei mesi di ottobre e novembre (massimo principale) cadono tra pianura e media collina entro 400 m di quota circa da 100 a 130 mm/mese di pioggia, pari a circa il 22-23% delle piogge annuali; mentre nel territorio più interno (ad es. alta Val Trebbia, sempre a 400 m di quota) cadono da 170 a 190 mm/mese di pioggia, pari al 25-28% delle piogge annuali; i valori crescono ulteriormente verso il confine Ligure. Nei mesi di marzo ed aprile (massimo secondario) cadono in pianura e media collina da 60 a 90 mm/mese di pioggia, pari a circa il 16-19% delle piogge annuali, mentre nel territorio più interno cadono da 120 a 130 e più mm/mese di pioggia, corrispondenti ad una frazione analoga o inferiore, approssimandosi al confine Ligure. Nel mese di Luglio (minimo principale) cadono in pianura e media collina da 40 a 60 mm/mese di pioggia, corrispondenti al 4-6% del totale annuo e sul territorio più interno cadono circa 70 mm/mese di piogge, pari alla stessa frazione totale. Le intensità giornaliere medie di PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 32

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA precipitazione oscillano tra 8-15 mm/giorno in pianura e nei fondovalle fino a 200-300 m di quota, a 10-20 mm/giorno sui versanti della media collina a 400-500 m di quota, fino a 25 e oltre mm/giorno nelle zone più interne della montagna a 600 m di quota; le intensità giornaliere più alte si registrano in media in autunno, ma valori proporzionalmente elevati si osservano anche nei mesi di luglio ed agosto nella fascia della media collina, in questo caso associati ai tipici temporali estivi. Intensità oraria massima di precipitazione registra valori medi di 1-15 mm/ora di pioggia in pianura e nella media collina, ma sale a 2-4 mm/ora nella fascia più interna del territorio, comunque a quote di 400-600 m; inoltre i valori medi più alti vengono registrati in pianura e in collina tra estate ed autunno a causa dell'influenza dei temporali estivi nella fascia interna del territorio, più prossima al confine ligure. I valori più alti sono comunque registrati tra settembre e novembre, in quanto risentono del regime pluviometrico tipico del versante Ligure dell'Appennino.

4.8.3 Il bilancio idrico

Per valutare il bilancio idrico a scala territoriale sono stati impiegati due differenti metodi: il bilancio “teorico” potenziale di umidità, ottenuto semplicemente dalla differenza tra precipitazioni ed evapotraspirazione potenziale, e il bilancio “effettivo” dell'acqua calcolando il surplus disponibile all'infiltrazione profonda e al ruscellamento sulla base delle precipitazioni, dell'evapotraspirazione reale e della capacità di ritenzione dello strato di terreno agricolo. L’evapotraspirazione potenziale è stata stimata sulla base delle sole temperature medie con il metodo di Blaney-Criddle e poi ricondotta alla stima ottenibile con il metodo di Penman per mezzo di un'equazione di regressione che si è già dimostrata efficace per il territorio piacentino; i valori cosi ottenuti sono sostanzialmente affidabili e corrispondono a circa 25-30 mm/mese di evapotraspirazione nei mesi più freddi del periodo invernale, pari a meno di 1 mm/giorno e ad un massimo di 120 mm/mese in luglio nella fascia della pianura, pari ad una media di circa 4 mm/giorno. I consumi totali annui di acqua per evapotraspirazione vanno così da un massimo di circa 840 mm nella fascia di pianura, ad un minimo di 720-750 mm nella collina più interna, ad una quota di 400-600 m; occorre comunque ricordare che questi valori di evapotraspirazione risultano mediamente sovrastimati rispetto a quelli reali; in inverno a causa dell'assenza di vegetazione e in estate a causa della riduzione delle riserve idriche del terreno agricolo. Il bilancio “teorico” di umidità individua un periodo di deficit idrico che inizia in maggio e si conclude in settembre nella fascia di pianura, per ridursi in settembre nella fascia di pianura, per ridursi progressivamente con l'aumentare della quota e con l’addentrarsi verso il confine Ligure; nei punti più interni del territorio, a quote di 600 m circa, il deficit si riduce a 40-50 mm, concentrati nei mesi di giugno e luglio. Il bilancio “teorico” annuale conduce dunque così ad un surplus di soli 30-60 mm nella fascia di pianura, di 100-300 mm nella fascia della media collina fino a circa 400 m di quota, e sale fino a 700-1000 mm di acqua nella fascia di montagna più interna del territorio, a circa 600 m di quota. Il bilancio “effettivo” è stato invece condotto con il metodo di Smith, che considera anche la presenza di una riserva idrica del terreno suddivisa in almeno tre strati che vengono riempiti dalle precipitazioni e consumati dalla evapotraspirazione comunque a partire dall'alto; la velocità di evapotraspirazione da ognuno dei tre strati è proporzionale alla sua distanza dalla superficie del suolo; infine si considera l'evapotraspirazione reale massima, che é pari a quella potenziale massima finché la riserva idrica del terreno è integra (cioè le precipitazioni sono superiori all'evapotraspirazione potenziale massima), ed è pari alla somma di precipitazioni e variazione della riserva idrica del suolo quando questa inizia a diminuire. Il surplus “effettivo” di acqua disponibile all'infiltrazione e al ruscellamento risulta così dato dalla differenza tra precipitazioni, evapotraspirazione reale e variazioni della riserva idrica del suolo; finché l'evapotraspirazione potenziale è inferiore alle precipitazioni il bilancio “teorico” coincide con quello “effettivo”; PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 33

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA quando l'evapotraspirazione potenziale diventa più alta il surplus è nullo, e ridiventa positivo quando le riserve del suolo sono state interamente ricostituite. Le riserve idriche del suolo sono state assunte convenzionalmente pari a 180 mm di acqua per il territorio di pianura, suddivisi in tre strati di 80, 60 e 40 mm rispettivamente a partire dall'alto; 150 mm per il territorio di collina, suddivisi in tra strati di 60, 60 e 30 mm; 90 mm per il territorio di montagna, suddivisi in tre strati di 40, 30 e 20 mm; a gennaio il bilancio idrico viene iniziato supponendo che le riserve del suolo si siano già pienamente ricostituite. Anche in questo caso i consumi di acqua sono mediamente sovrastimati, per avere considerato l'evapotraspirazione potenziale e reale “massime”, decisamente superiori a quelle “effettive” soprattutto nei mesi invernali, quando la vegetazione è mediamente assente. Dai risultati del bilancio “effettivo” si verifica che il surplus idrico è nullo nella fascia di pianura e di fondovalle fino a 200-300 m di quota da maggio a ottobre-novembre, mentre nella fascia più interna del territorio di montagna a media altitudine lo è solo da giugno ad agosto; inoltre, grazie alla considerazione della capacità di ritenzione idrica del suolo e della evapotraspirazione reale, il bilancio “effettivo” annuale risulta nelle fasce della pianura e della media collina più positivo del bilancio “teorico”; si va dai 100-120 mm di surplus annuale della pianura, ai 180-220 mm della media collina a 200-300 m di quota e a 300 mm a 400 m di quota; nella fascia più interna del territorio invece, a causa della scarsa capacità di ritenzione idrica del suolo ipotizzata e della sostanziale equivalenza tra evapotraspirazione potenziale e reale, il bilancio “effettivo” coincide con il bilancio “teorico”.

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5. GLI INCENDI BOSCHIVI

5.1 La situazione piacentina

5.1.1 Dati statistici sugli incendi, valutazioni sulla loro frequenza e distribuzione

Nel periodo 1991-2009, in base ai dati forniti dal Corpo Forestale dello Stato, si sono verificati 517 incendi, il picco massimo si è avuto nel 1992 con 74 eventi. La superficie percorsa dal fuoco nell’arco di tempo considerato è stata di 2001,23 ettari, dei quali 865,99 boscati e 1133,24 non boscati.

5.1.2 Distribuzione territoriale

Gli incendi, nel periodo esaminato, hanno colpito principalmente la Val Nure, con il comune di Ferriere interessato da ben 155 eventi, Bettola 64, Farini d’Olmo 57; in totale 290 incendi.

5.1.3 Distribuzione mensile

Dall’esame delle statistiche si può osservare che gli incendi si sono manifestati principalmente nel tri-mestre febbraio – aprile, durante il quale si è verificato mediamente il 65% degli eventi. Durante i mesi estivi si è verificato solamente il 12% degli incendi.

5.1.4 Confronto tra la distribuzione degli incendi e quella delle precipitazioni

L’andamento mensile medio delle precipitazioni, calcolato per quattro stazioni della media montagna piacentina in base ai dati pubblicati sugli annali di statistica meteorologica dell’ISTAT, mostra un mi-nimo assoluto nel mese di luglio, dato che non concorda con la distribuzione mensile degli incendi. Si può concludere che lo stato di riposo vegetativo durante i mesi invernali con ridotto tenore idrico della vegetazione sia un fattore preponderante rispetto alle condizioni pluviometriche, è probabile che durante la stagione estiva lo stato di rigoglio vegetativo bilanci la scarsità di precipitazioni, e ciò minimizza l’incidenza degli incendi durante questa stagione.

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5.1.5 Incendi nel periodo 1991-2009

Anno 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Totale

Incendi 64 74 63 19 58 16 54 26 9 15 5 22 26 9 7 10 16 9 15 517 Ha totali 89,7 185,4 142, 8 20,48 425, 9 18,2 183,9 416 34 85 45 55,9 131,7 27,4 6,4 35,8 20,4 28,3 48,9 2001,2 Ha boscati 36,3 91,4 99,2 13,83 111,5 6,1 91,9 175,9 23 54 3 22,7 66,3 14, 7 1,9 11,3 7 23,5 12,3 866 Ha non boscati 53,4 94 43,6 6,65 314,3 12,0 92 240,1 11 31 42 33,2 65,4 12,7 4,5 22,4 13,4 4,8 36,6 1133,2

Media annua:

N° incendi 27 0ha totali percorsi 105,3 ha percorsi boscati 45,6 ha percorsi non boscati 59,6

Superficie media percorsa dal fuoco per incendio (ha):

totale 3,9 boscata 1, 7 non boscata 2,2

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Periodo 1991 - 2009: numero incendi

80 74

70

63

64 58 60 54

50

40

30 26 26 22

20 15 16 15 19 16

10 10 9 9 9 5 7

0 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Periodo 1991 - 2009: ettari totali, boscati e non boscati

450

400

350

300

250

Ha totali 200 Ha boscati

Ha non boscati 150

100

50

0 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

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5.1.6 Periodo 1991-2009: distribuzione mensile media degli incendi

Numero di incendi

Anno Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Totali 1991 1 2 3 4 3 1 8 18 10 14 64 1992 3 10 43 8 2 1 6 1 74 1993 8 30 14 1 1 1 6 2 63 1994 9 2 3 1 1 2 1 19 1995 5 4 23 24 1 1 58 1996 2 4 1 4 3 2 16 1997 13 20 18 3 54 1998 8 5 3 2 3 5 26 1999 4 1 3 1 9 2000 1 7 6 1 15 2001 1 2 1 1 5 2002 3 1 17 1 22 2003 1 6 10 1 1 1 3 2 1 26 2004 1 1 4 2 1 9 2005 1 1 1 3 1 7 2006 1 2 5 1 1 10 2007 1 2 3 1 1 3 5 16 2008 1 3 1 2 1 1 9 2009 3 4 1 2 1 1 3 15 Totale 23 90 165 74 17 14 17 32 13 52 16 4 517 Media 1,2 4,7 8,7 3,9 0,9 0,7 0,9 1,7 0,7 2,7 0,8 0,2 27,2 % 4,4 17,4 31,9 14,3 3,3 2,7 3,3 6,2 2,5 10,1 3,1 0,8 100,0

Ettari percorsi dal fuoco

Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Totali 1991 0,5 0,4 10,5 2,6 0,71 0,04 18,47 22,04 7,85 26,62 89,73 1992 0,39 13,02 122,45 10,52 0,2 0,02 33,35 5,5 185,45 1993 13,48 60,92 58,98 0,1 0,4 1 7 0,9 142,78 1994 9,48 0,55 2,95 1 3 2,5 1 20,48 1995 4,81 12,7 176,85 216,03 0,5 15 425,89 1996 1,8 3,57 1,5 2,6 3,5 0,7 13,67 1997 33 62 69,9 19 183,9 1998 339 36 19 4 10 8 416 1999 7 2 22 3 34 2000 1 48 33 3 85 2001 3 40 2 45 2002 13,65 0,4 30,85 11 55,9 2003 3 49 30,65 22 15 2 3,8 4,7 1,6 131,75 2004 0,5 0,27 24,3 2 0,3 27,37 2005 0,93 1,25 1,67 1,6 5,45 2006 0,23 4,7 10,36 20 0,5 35,79 2007 1,23 2,5 3,2 0,7 1 2,79 8,96 20,38 2008 9,7 11,36 0,8 3,1 2,5 0,8 28,26 2009 2,6 1,78 1,5 1,36 0,4 2,1 39 48,74 Totale 38,29 581,24 636,1 395,53 45,26 31,4 47,21 84,49 85,4 1,1 1,5 48,02 1995,54 Media 2,0 30,6 33,5 20,8 2,4 1,7 2,5 4,4 4,5 0,1 0,1 2,5 105,0 % 1,9 29,1 31,9 19,8 2,3 1,6 2,4 4,2 4,3 0,1 0,1 2,4 100,0

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Periodo 1991-2009: distribuzione mensile degli incendi e della superficie percorsa dal fuoco

35,0

30,0

25,0

20,0

N° incendi % ha percorsi

15,0

10,0

5,0

0,0 Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 39

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5.1.7 Periodo 1991-2009: statistiche incendi

Periodo 1991 - 2009: numero incendi divisi per comune

155 160

140

120

100

80 64 57 60

40 32 28 23 23 20 13 12 20 11 10 11 11 7 8 5 7 1 4 2 3 1 4 1 2 1 1

0

i i a o o a o o o e l a e a o o o o o e a a o o o o o a e l i t t l l n r l r l n l s n z i r c n b n o l i n l n n l n l v o e a a e o a r e b r s n a s a t e i a e a a o e a a o n C z r s t b n u t a r a i t e O g r a e z n r n t n z ' z l g r z f o r e o a q a b c l n l z i F g a g r a z T Z r a c l e r p n e b O a i o a A B r a p a o o B r a i e i e v e e g F r i g g G p g P i a l' P P d i u N P V l C o u M A r G R C e r e V t b L t s e G n a t r o C o P

C

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Periodo 1991 - 2009: distribuzione degli incendi per vallata (dati in percentuale)

Val Tidone-Val Luretta Val Chero-Val Chiavenna 4,60% Val D'Arda 2,20% 12,00%

Val Trebbia 25,00%

Val Nure 56,20%

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6. GLI INCENDI DI INTERFACCIA 6.1 Le strutture a maggior rischio nel territorio provinciale

Gli incendi di interfaccia (incendi che si diffondono ove strutture antropiche si compenetrano strettamente con la vegetazione) assumono particolare rilevanza laddove abbiamo strutture che per le loro caratteristiche sono situate all’interno di zone boscate; in caso di incendio sono dotate di poche vie di fuga e non sono dotate lungo il loro perimetro di fasce di sicurezza prive di combustibile vegetale. Valutata la situazione territoriale piacentina si è ritenuto opportuno effettuare lo studio del rischio di incendio da interfaccia entrando nel dettaglio con un censimento di tali strutture piuttosto che elaborare una classifica dei comuni per livello di rischio che, allo scopo pratico, è sicuramente meno efficace. Detto ciò, si è proceduto con l’analisi dei campeggi presenti nel territorio provinciale. Questi infatti sono strutture di particolare attenzione in quanto costituiscono aree di concentrazione di popolazione e in caso di eventi di grosse dimensioni possono verificarsi problemi per una rapida evacuazione della zona. I campeggi possono inoltre costituire punti di innesco di incendi, è quindi di fondamentale importanza che eventuali fuochi siano accesi solo nelle aree attrezzate e comunque lontano dagli alberi e cespugli (almeno 100 metri, che diventano 200 se è stato dichiarato lo stato di grave pericolosità). Sarebbe buona cosa che i gestori realizzassero, prima del periodo a rischio, una fascia di protezione di 20-30 metri sgombra di erba secca e materiale facilmente infiammabile lungo tutto il perimetro esterno della struttura e che dotassero la stessa di mezzi idonei allo spegnimento di eventuali focolai. Inoltre sarebbe opportuno predisporre un’apposita cartellonistica ben visibile, indicante le vie di fuga e i punti di raccolta, che saranno mantenuti costantemente liberi e accessibili. Infine presso ogni struttura dovranno essere disponibili un numero adeguato di estintori e un punto acqua in grado di erogare almeno 2 litri/sec.

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6.2 I campeggi

Visto quanto sopra esposto nel territorio provinciale sono stati censiti i campeggi, come riportato nella seguente tabella:

ID nome indirizzo comune Telefono Fax e-mail 0523 958996 0523 1 Rivercamping Via Trebbia Rivergaro 951635 0523 0523 530113 2 530443 Camping Cascinotta Cascinotta di Rizzolo San Giorgio P.no Camping [email protected] 3 348/1523009 Marsaglia Via Chiavari, 68 Cortebrugnatella Camping 0523 998539 4 Giardino Loc. Camping Giardino Pianello Val Tidone 0523 0523 910172 [email protected] 5 Camping Le Via Campeggio,1 - Le 910172

Rossane Rossane Farini

6 Camping Privato 0523 950179 Valtrebbia Via Campo Sportivo, 41 Travo Camping La 7 0523 932742 Preda Loc. Perino Coli 0523 8 Villaggio Ponte 0523 961006 [email protected] Barberino Via Ponte Barberino, 1 Coli 957699 0523 9 Camping Rocca 0523 922951 924011 [email protected] dei Folli Via Rocca dei Folli Ferriere 0523 [email protected] 10 0523 936927 Campeggio Ponte 960610 Gobbo Via San Martino, 4 Bobbio Camping Le 0523 939345 0523 [email protected] 11 Piane Loc. Le Piane Cerignale 939345

Tali strutture sono state classificate secondo un valore di rischio. Per calcolare questo valore si è tenuto conto della classe di suscettività e dei punti di innesco degli incendi. Si è verificata la classe di suscettività (sulla base della vegetazione) dell’area all’interno del quale si trova il campeggio attribuendo i seguenti valori

Suscettività (S) Valore trascurabile 1 bassa 2 moderata 3 marcata 4

Consultando il catasto degli incendi boschivi 1991-2009 è stato verificato se all’interno di un raggio di 250 m dal baricentro del campeggio ci sono stati dei punti di innesco (I) di incendi nell’arco del periodo considerato. In caso affermativo è stato attribuito un valore I=1 mentre in caso negativo un valore I=0.

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La classe di rischio è stata così calcolata secondo la formula R= S+I e si sono ottenuti valori di R compresi tra 1 e 5, come esposto nella tabella seguente:

Rischio (R) Valore molto alto 5 alto 4 medio 3 moderato 2 basso 1

Nella seguente tabella sono riportati i valori calcolati con il metodo precedente

punti di ID nome indirizzo comune suscettività innesco rischio incendi

1 Rivercamping Via Trebbia Rivergaro 1 0 1

2 Camping Cascinotta Cascinotta di Rizzolo San Giorgio P.no 4 0 4

3 Camping Marsaglia Via Chiavari, 68 Cortebrugnatella 1 0 1 Pianello Val 4 Camping Giardino Loc. Camping Giardino Tidone 1 0 1

5 Via Campeggio,1 - Le Camping Le Rossane Rossane Farini 4 1 5

6 Camping Privato Valtrebbia Via Campo Sportivo, 41 Travo 4 0 4

7 Camping La Preda Loc. Perino Coli 2 0 2

8 Villaggio Ponte Barberino Via Ponte Barberino, 1 Coli 4 0 4 9 Camping Rocca dei Folli Via Rocca dei Folli Ferriere 1 0 1

10 Campeggio Ponte Gobbo Via San Martino, 4 Bobbio 3 0 3 11 Camping Le Piane Loc. Le Piane Cerignale 2 0 2

Dai dati ricavati si può evidenziare una situazione di rischio:

- molto alto per il Camping Le Rossane di Farini;

- alto per il Camping privato Valtrebbia, il Villaggio Ponte Barberino di Coli e il Camping Cascinotta di San Giorgio P.no;

- medio per il Campeggio Ponte Gobbo di Bobbio;

- moderato per il camping La Preda di Perino e per il Camping Le Piane di Cerignale;

- basso per il Rivercamping di Rivergaro, il Camping Marsaglia di Cortebrugnatella, il camping Giardino di Pianello val Tidone e il Camping Rocca dei Folli di Ferriere. PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 44

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA

6.3 Valutazione del rischio di incendi di interfaccia

Per valutare il rischio relativo agli incendi di interfaccia a livello provinciale, sono state messe a confronto le aree urbanizzate con la suscettività su base vegetazionale. Sono state prese in considerazione tutte le aree urbanizzate della provincia e a queste è stato applicato un buffer di 100 m. Le aree così ottenute sono state intersecate con la suscettività suddivisa tra bassa, moderata e marcata.

Sono state così individuate nel territorio provinciale: • 359 aree urbanizzate confinanti o interne ad aree a bassa sucettività • 428 aree urbanizzate confinanti o interne ad aree a moderata sucettività • 410 aree urbanizzate confinanti o interne ad aree a marcata sucettività

I comuni con il maggior numero di centri abitati a rischio di incendi di interfaccia sono Bobbio, Ferriere, Morfasso e Ottone.

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 45

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA

SUSCETTIVITÁ COMUNE Bassa Moderata Marcata AGAZZANO 0 0 0 ALSENO 1 2 2 BESENZONE 1 0 0 BETTOLA 16 19 16 BOBBIO 35 47 67 4 4 2 CADEO 2 4 0 CALENDASCO 3 1 0 CAMINATA 4 4 5 CAORSO 2 3 0 CARPANETO PIACENTINO 5 10 1 CASTEL SAN GIOVANNI 2 6 2 CASTELL'ARQUATO 2 6 3 3 1 0 CERIGNALE 9 8 9 COLI 7 13 15 CORTE BRUGNATELLA 11 21 16 CORTEMAGGIORE 1 2 0 FARINI 42 34 36 FERRIERE 49 75 57 FIORENZUOLA D'ARDA 2 2 0 GAZZOLA 5 7 3 GOSSOLENGO 0 1 0 GRAGNANO TREBBIENSE 0 2 0 GROPPARELLO 8 10 12

LUGAGNANO VAL D'ARDA 3 4 2 MONTICELLI D'ONGINA 3 0 0 MORFASSO 30 20 54 NIBBIANO 18 13 15 OTTONE 15 26 22 PECORARA 13 7 15 PIACENZA 3 3 1 PIANELLO VAL TIDONE 8 6 3 PIOZZANO 4 5 5 PODENZANO 0 0 0 PONTE DELL'OLIO 10 10 9 PONTENURE 0 1 0 RIVERGARO 4 6 7

ROTTOFRENO 2 2 0 1 5 1 SAN PIETRO IN CERRO 0 1 0 SARMATO 1 1 0 TRAVO 7 7 9 VERNASCA 11 14 11 VIGOLZONE 4 6 5 VILLANOVA SULL'ARDA 2 4 0 ZERBA 1 2 2 5 3 3

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AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA

80

70

60

50

Bassa 40 Moderata Marcata

30

20

10

0 AZZANO AG ALSENO BESENZONE LABETTO BBIOBO VAL TIDONE VO ONO RG BO CADEO CALENDASCO CAMINATA CAORSO PIACENTINOCARPANETO CASTEL GIO SAN VANNI CASTELL'ARQ UATO PIACENTINOCASTELVETRO CERIGNALE COLI CORTE BRUGNATELLA CORTEMAGGIORE FARINI FERRIERE FIO LA D'ARDA RENZUO GAZZOLA GOSSOLENGO TREBBIENSE NANO RAG G GROPPARELLO LUGAGNANO VAL D'ARDA ONTICELLIM D'ONGINA ORFASSO M NIBBIANO OTTONE RARA PECO PIACENZA PIANELLO VAL TIDONE PIO ZZANO PODENZANO PONTE DELL'OLIO PONTENURE RIVERG ARO FRENO TTO RO IORG IO G SAN PIACENTINO SAN PIETRO IN CERRO ATO SARM TRAVO VERNASCA VIGOLZONE A LL'AR D SU VA O VILLAN ZERBA ZIANO PIACENTINO

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 47

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA

7. CARTOGRAFIA DI SINTESI

Per una migliore comprensione di quanto riportato nei capitoli precedenti si riporta una cartografia di sintesi dei temi trattati

• Inquadramento territoriale

• Densità di popolazione

• Reticolo idrografico

• Uso del suolo

• Altimetria

• Acclività dei versanti

• Esposizione dei versanti

• Copertura forestale

• Ubicazione delle stazioni meteorologiche

• Numero di incendi per comune dal 1991 al 2009

• Aree protette

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 48

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE

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PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 59 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE 8. LE STRUTTURE OPERATIVE

Gli interventi di lotta attiva contro gli incendi boschivi, ai sensi della L.353/2000, comprendono le attività di ricognizione, sorveglianza, avvistamento, allarme e spegnimento con mezzi da terra ed aerei. Queste attività afferiscono a due differenti modelli organizzativi: coordinamentale: a livello di sale e centrali operative e, ove non diversamente specificato, nell’ambito dei rapporti intercorrenti tra i diversi Enti ed Istituzioni; direzionale: sul luogo dell’incendio ed in particolare nelle fasi di contenimento, spegnimento e bonifica. Le citate attività sono assicurate dal Corpo Forestale dello Stato (C.F.S.), dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (V.V.F.), e dai Volontari di Protezione Civile appositamente formati ed equipaggiati, anche in base a specifiche convenzioni che vengono siglate tra Prefettura, Agenzia Regionale di Protezione Civile, Provincia, Comuni, Corpo Forestale dello Stato, Vigili del Fuoco, 118 e Coordinamento Provinciale delle Associazioni di Volontariato. Le attività di spegnimento, come già sopra accennato, vengono programmate avvalendosi sostanzialmente di risorse del Corpo Forestale dello Stato, dei Vigili del Fuoco e di personale aderente ad Organizzazioni di Volontariato riconosciute, dotato di adeguata preparazione professionale e di certificata idoneità fisica nel caso in cui possa essere impegnato nelle operazioni di spegnimento. Oltre a queste strutture operative possono essere coinvolte altre Forze di Polizia che in occasione di incendi boschivi si occupano in particolare dell’ordine pubblico e della sicurezza relativamente alle vie di comunicazione.

8.1 Strutture regionali

8.1.1 COR (Centro Operativo regionale di Protezione Civile)

Il modello di intervento della Protezione Civile prevede il concorso di molteplici componenti istituzionali e strutture operative a livello statale, regionale e locale che si coordinano e si organizzano ai fini della salvaguardia dell’incolumità dei cittadini, della tutela dell’ambiente e degli insediamenti civili e produttivi dai danni o dal pericolo di danni derivanti da eventi calamitosi.

Ai sensi della L.R. n. 1/2005 (art. 23) presso l'Agenzia regionale di Protezione Civile è costituito, quale presidio permanente della Regione, il Centro Operativo Regionale di Protezione Civile (COR) preposto alle attività e ai compiti della Sala Operativa.

Attivato con la Legge Regionale 45/95, art. 15, il COR (Centro Operativo Regionale) agisce all’interno di un sistema integrato composto da:

• Servizi Tecnici di Bacino, nelle loro articolazioni territoriali in relazione alle funzioni operative connesse ad eventi idraulici, idrogeologici e sismici. • ARPA – Servizio Idro-Meteorologico e Sezioni provinciali • Consorzi di bonifica. • Agenzia Interregionale Fiume Po – AIPO, nelle sue articolazioni provinciali. • Centri Coordinamento Soccorsi – CCS, attivati e presieduti dai prefetti, per il coordinamento degli interventi nei territori provinciali. • Centri Unificati Provinciali – CUP, sedi delle strutture operative delle province, dei comuni capoluogo e del volontariato provinciale di protezione civile. • Centri Operativi Misti – COM., attivati dai prefetti, in strutture predisposte allo scopo, per il coordinamento di interventi in un gruppo di comuni.

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 60 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE

• Centri Operativi Comunali – COC, attivati e coordinati dai sindaci. • Direzione Regionale e rete dei comandi provinciali e dei distaccamenti, permanenti e volontari del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. • Coordinamento regionale e rete degli ispettorati provinciali e delle stazioni del Corpo Forestale dello Stato. • Centro Situazioni – CeSi, presso il Dipartimento nazionale della protezione civile. • Direzione Generale dei servizi antincendi e della difesa civile del Ministero dell’Interno

8.1.2 La Sala Operativa Unificata Permanente (S.O.U.P. – C.O.R.)

La Sala Operativa Unificata Permanente (S.O.U.P.) viene attivata, ai sensi dell’art.7 della L. 353/2000, dalla Regione Emilia-Romagna presso il Centro Operativo Regionale durante il periodo di massima pericolosità e rimane attiva H12 (8-20) tutti i giorni della settimana. La gestione della S.O.U.P. è affidata ad Unità del Corpo Forestale dello Stato e ai Vigili del Fuoco,oltre a funzionari dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile e del Volontariato. La S.O.U.P. coordina tutte le strutture impegnate nella lotta agli incendi boschivi a livello regionale, evitando la sovrapposizione degli interventi ed autorizzando il trasferimento di squadre A.I.B. delle strutture operative da ambiti provinciali ad altri in caso di necessità. La S.O.U.P può altresì richiedere l’intervento di mezzi aerei secondo le procedure della Direttiva Prociv “Procedura per la richiesta di concorso aereo alla lotta contro gli Incendi Boschivi” diramata per la campagna A.I.B. dell’anno in corso. La S.O.U.P attiva, anche in concorso con gli Enti locali interessati, le risorse strumentali ed il personale specializzato da impiegare sul territorio con compiti di ricognizione, sorveglianza, avvistamento e spegnimento con mezzi da terra ed aerei, al fine di assicurare efficaci interventi di lotta attiva contro gli incendi boschivi. La S.O.U.P. può svolgere le funzioni del COP, in assenza dello stesso in ambito provinciale.

8.2 Strutture provinciali

8.2.1 Il servizio di vigilanza e avvistamento incendi boschivi

La Provincia, nel periodo estivo, dalla metà di luglio alla metà di settembre, in concomitanza con le fasi di attenzione e preallarme, istituisce il “Servizio di vigilanza ed avvistamento incendi boschivi” attraverso l’organizzazione di una efficiente rete di osservazione al fine di attivare tempestivamente gli Enti e le strutture preposte alla lotta agli incendi boschivi e porli nella condizione migliore di operare. Più in particolare i volontari coinvolti in questa attività dovranno seguire dei “percorsi di avvistamento”, preventivamente concordati con il Corpo Forestale dello Stato, nelle adiacenze di aree boscate di importanza rilevante dal punto di vista paesaggistico e naturalistico e che in considerazione delle condizioni meteorologiche e della elevata frequentazione antropica si trovano in una condizione di potenziale rischio. L’avvistamento mobile viene svolto utilizzando mezzi del Coordinamento delle Associazioni di Volontariato alcuni dei quali dotati di attrezzatura antincendio. Tutti i volontari che vengono impiegati in tale servizio devono aver frequentato corsi di formazione per operatori volontari di protezione civile organizzati dalla Provincia in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato ed i Vigili del Fuoco. Devono essere in possesso dell’“idoneità fisica” rilasciata dal medico di famiglia, per i volontari impiegati solo nell’avvistamento o dell’“idoneità di mansione” per quelli impiegati nello spegnimento dell’incendio

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 61 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE 8.2.2 Centro di Coordinamento dei Soccorsi (C.C.S.)

Il Centro Coordinamento Soccorsi, CCS, è il primo organismo operativo che si costituisce al verificarsi di un evento calamitoso di particolare gravità. Convocato e presieduto dal Prefetto, o quale suo delegato, dal Vice Prefetto, è composto dai massimi responsabili di tutte le componenti e strutture operative presenti nel territorio provinciale, sia civili sia militari, Forze di Polizia, Vigili del Fuoco, Organizzazioni di Volontariato e servizi essenziali collegati alla Protezione Civile, secondo le competenze istituzionali prestabilite dalla legge. Tali autorità, pur continuando a svolgere le rispettive funzioni ordinarie, agiscono nell’emergenza sotto il coordinamento del Prefetto. Nel caso degli incendi boschivi il CCS viene attivato qualora la gravità della situazione sia tale per cui vi è il rischio reale e imminente di vita per la popolazione. Il CCS ha dunque l’importante compito di individuare le strategie e le operatività di intervento per il superamento dell’emergenza e di collegamento con le Autorità locali delle zone colpite. A seconda della gravità dell’emergenza, il Prefetto attiva e coordina i Centri Operativi Misti (COM) che sono l’avamposto diretto del CCS nella zona interessata. Il CCS può essere pertanto composto in linea generale da: Prefetto (o Vice Prefetto), Questore, Comandante Provinciale dei Carabinieri, Comandante Guardia di Finanza, Comandante Polizia Stradale, Comandante Provinciale Vigili del Fuoco, Presidente Amministrazione Provinciale, Sindaco comune capoluogo, Direttore generale ASL, responsabile Servizio provinciale Difesa Suolo Risorse Idriche e Forestali, Responsabile Provinciale A.I.Po e altri responsabili di Enti che, a seconda della natura e della gravità dell’evento, possono essere attivati (Amministrazione regionale, Compartimento Regionale A.N.A.S., Croce Rossa Italiana, Provveditorato Opere Pubbliche, Direzione del compartimento FF.SS., Società per l’esercizio telefonico, Ente Nazionale Energia elettrica, ecc.). La sede del CCS è in Prefettura. La scheda dettagliata del CCS è presente negli allegati.

8.2.3 La centrale operativa con funzioni provinciali (C.O.P.)

Durante il periodo di massima pericolosità la Provincia può istituire il Centro Operativo Provinciale (C.O.P.) con compiti di coordinamento e di sovrintendimento alle attività di spegnimento degli incendi dei reparti del C.F.S., dei VV.F. e di Volontari operanti nel territorio di propria competenza. Nella provincia di Piacenza, all’atto della redazione del Protocollo d’intesa provinciale-modello d’intervento, i firmatari (Provincia, Prefettura, Vigili del Fuoco, Corpo Forestale dello Stato e Volontariato) hanno deciso di delegare le funzioni del C.O.P. alla S.O.V.P. regionale per permettere lo svolgimento del servizio H24.

8.2.4 I Centri Operativi Misti (C.O.M.)

I Centri Operativi Misti, costituiscono la prima linea d’emergenza in caso di evento calamitoso. Ogni C.O.M. fa capo ad un responsabile, (di norma un funzionario della prefettura o del Dipartimento della protezione Civile o un Sindaco di uno dei comuni interessati), designato dal Prefetto o dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile. Vi partecipano i rappresentanti dei comuni e delle strutture operative (Vigili urbani, Vigili del fuoco, Volontariato, Forze di polizia municipali, ecc.) ed è organizzato secondo le funzioni di supporto. I compiti del C.O.M. sono quelli di favorire il coordinamento dei servizi di emergenza organizzati dal Prefetto con gli interventi dei Sindaci appartenenti al C.O.M. stesso.

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 62 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE

Generalmente la composizione territoriale di tali organi d’emergenza è legata a vari fattori quali la densità di popolazione, l’estensione del territorio, la configurazione geografica, orografica, idrografica. In considerazione di tali aspetti, un C.O.M. è composto da più comuni. L’ubicazione del COM è di solito baricentrica rispetto ai comuni coordinati e localizzata nel limite del possibile in locali non vulnerabili. Qui di seguito in tabella riportiamo i C.O.M. piacentini e i comuni ad essi afferenti. Le schede relative ad ogni singolo COM sono riportate negli allegati.

DENOMINAZIONE SEDE (Comune) COMUNI AFFERENTI Borgonovo V.T., Castel S.Giovanni, Rottofreno, PC 1 Sarmato Sarmato, Ziano Calendasco, Piacenza, Pontenure PC 2 Piacenza Caorso, Castelvetro P.no, Monticelli D/Ongina, PC 3 Monticelli D’Ongina S. Pietro in Cerro, Villanova Sull’Arda Alseno, Besenzone, Cadeo, Carpaneto, PC 4 Fiorenzuola D’Arda Cortemaggiore, Fiorenzuola Castell’Arquato, Lugagnano, Morfasso, Vernasca PC 5 Lugagnano Bettola, Farini, Ferriere, Gropparello PC 6 Bettola Cerignale, Ottone, Zerba PC 7 Ottone Bobbio, Coli, Corte Brugnatella, Travo PC 8 Bobbio Caminata, Nibbiano, Pecorara, Pianello V.T. PC 9 Pianello V.T. Aguzzano, Gazzola, Gossolengo, Gragnano, PC 10 Rivergaro Piazzano, Rivergaro PC 11 S. Giorgio Podenzano, Ponte dell’Olio, S. Giorgio, Vigolzone

8.2.5 Le organizzazioni di volontariato

La Legge 225/92 definisce tra le strutture di protezione civile anche le Organizzazioni di volontariato. Nella Provincia di Piacenza è stato istituito il Coordinamento Provinciale delle Associazioni di Volontariato di Protezione Civile, organismo che ha un ruolo fondamentale di supporto e coordinamento per le associazioni di volontariato. Al Coordinamento oltre 15 associazioni distribuite su tutto il territorio provinciale e con diverse specificità; fra di esse vi sono volontari, debitamente formati (secondo quanto previsto dal piano regionale antincendio boschivo) ed equipaggiati, che svolgono attività di lotta attiva agli incendi boschivi in coordinamento con le strutture operative del Corpo Forestale dello Stato e dei Vigili del Fuoco. La Croce Rossa Italiana, mette a disposizione alcune squadre di volontari AIB che in collaborazione con lo stesso Coordinamento di Protezione Civile svolgono attività di avvistamento e spegnimento degli incendi. Ogni volontario abilitato deve essere in possesso dell’apposito tesserino rilasciato dalla Provincia che viene rinnovato ogni 2 anni a seguito della opportuna visita medica.

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 63 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE Il personale volontario abilitato alla sola attività di avvistamento deve annualmente fornire al Coordinamento di Volontariato di Protezione Civile il Certificato di Sana e Robusta costituzione rilasciato dal medico di Famiglia

8.2.6 Servizio 118

Le strutture del Servizio Sanitario Nazionale sono strutture operative di Protezione Civile, così come indicato all’art.11 della L.225/92. In particolare, il “Servizio 118”, operando (secondo le proprie procedure) ogniqualvolta si renda indispensabile prestare soccorso a persone, viene coinvolto, se necessario, anche nelle situazioni relative agli incendi boschivi.

8.3 Strutture comunali

8.3.1 I Centri operativi Comunali (C.O.C.)

Il COC (Centro Operativo Comunale) è la struttura della quale si avvale il Sindaco in qualità di autorità comunale di protezione civile per la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione nell’ambito del territorio comunale. Assicura il collegamento col Sindaco, segnala alle autorità competenti l'evolversi degli eventi e delle necessità, coordina gli interventi delle squadre operative comunali e dei volontari, informa la popolazione. Vi partecipano i rappresentanti delle seguenti 9 funzioni di supporto:

ƒ Tecnico Scientifica – Pianificazione; ƒ Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria; ƒ Volontariato; ƒ Materiali e mezzi e Risorse umane; ƒ Servizi essenziali e attività scolastica; ƒ Censimento danni a persone e cose; ƒ Strutture operative locali e viabilità; ƒ Telecomunicazioni; ƒ Assistenza alla popolazione.

Per l'attivazione di questa struttura possono essere utilizzati dipendenti del Comune impiegati abitualmente nella gestione dei vari servizi pubblici. Nel caso in cui il territorio comunale abbia limitate dimensioni e un ridotto numero di abitanti e conseguentemente limitate necessità e possibilità tecnico-logistiche-organizzative, è possibile ridurre o accorpare il numero di funzioni di supporto. Il C.O.C. deve coordinarsi strettamente con il C.O.M.

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 64 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE 8.4 Strutture statali

8.4.1 Il Corpo Forestale dello Stato

Il Corpo Forestale dello Stato è una Forza di Polizia specializzata nella difesa del patrimonio agroforestale, nella tutela dell’ambiente e nel controllo del territorio, svolge inoltre compiti di polizia giudiziaria prevedendo e reprimendo i reati; esso è altresì struttura operativa nazionale di Protezione Civile. Pertanto il Corpo Forestale dello Stato è sia Forza di Polizia impegnata nella prevenzione e repressione degli illeciti e dei reati connessi al fenomeno incendi boschivi, con un proprio Nucleo Investigativo Antincendio Boschivo (N.I.A.B.) che si avvale, a livello periferico, dei Nuclei Investigativi di Polizia Ambientale e Forestale (N.I.P.A.F.), sia struttura operativa di Protezione Civile impegnata nella lotta attiva agli incendi ai sensi della L.353/2000.

8.4.2 Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco

La legislazione vigente assegna al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco il compito di assicurare, anche per la difesa civile, il servizio di soccorso pubblico, di prevenzione ed estinzione degli incendi su tutto il territorio nazionale, nonché gli interventi di soccorso tecnico urgente, tra i quali sono ricompresi anche gli incendi boschivi. Sulla base di preventivi accordi di programma, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco mette inoltre a disposizione risorse, mezzi e personale per gli interventi di lotta attiva contro gli incendi boschivi. Il Corpo è articolato in Direzioni Regionali e Comandi Provinciali, i quali coordinano i distaccamenti operativi presenti nel territorio. Nelle sedi centrali dei Comandi Provinciali sono presenti sia alcune squadre e mezzi d’intervento sia gli uffici tecnici ed amministrativi necessari al funzionamento del Comando.

8.4.3 Le altre forze di polizia

Le attività inerenti la lotta attiva agli incendi boschivi, così come indica la Legge 353/2000, possono richiedere l’intervento di risorse, mezzi e personale delle Forze Armate e di Forze di Polizia dello Stato, previa richiesta alle Autorità competenti, ed in accordo con la Prefettura – Ufficio Territoriale di Governo. Tali Forze possono intervenire per la gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico e per concorrere con la Polizia Provinciale e le Polizie Municipali nella gestione della viabilità. Per attività relative alla tutela del patrimonio faunistico interviene, inoltre, il Corpo di Polizia Provinciale.

8.4.4 I mezzi aerei

Ai sensi del D. Lgs. 112/98 la competenza relativa all’utilizzo di mezzi aerei per la lotta agli incendi boschivi appartiene allo Stato che la esercita attraverso il Centro Operativo Aereo Unificato (C.O.A.U.) della Protezione Civile. Di norma per ogni campagna estiva antincendio boschivo sul territorio nazionale viene schierata una flotta di circa 32 velivoli tra aerei ed elicotteri comprendendo sia i Canadair della Protezione Civile, gli elicotteri del Corpo Forestale dello Stato (NH 500 e AB 412) e quelli messi a disposizione dall’Esercito Italiano (CH 47) e dalla Marina Militare (AB 412 e 212). Le basi di partenza più vicine alla Provincia di Ferrara sono a Genova, Luni (La Spezia) e Cecina (Livorno). La Regione Emilia-Romagna non possiede una propria flotta, ma per l’attività di spegnimento, si avvale dei mezzi aerei del Nucleo Elicotteri dei VV.F.

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 65 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE 9. CARTA DEL MODELLO DI INTERVENTO

Le carte del Modello d’Intervento Rischio Incendi Boschivi sono state elaborate nell’ambito della predisposizione del Piano di Emergenza Provinciale. Sono state redatte anche a grande scala (1:10.000) con il fine di agevolare la predisposizione/integrazione dei piani di Emergenza Comunali.

La tipologia degli elementi cartografici, le modalità grafiche di rappresentazione, la struttura e i contenuti minimi, derivano dalle indicazioni tecniche contenute nel documento “Linee guida per la predisposizione dei Piani di Emergenza Provinciali e Comunali” ed integrazioni seguenti, trasmesso alle Province e alle Prefetture della Regione Emilia Romagna con nota del Presidente della Giunta Regionale n.20907/04/PGR dell’8/10/04.

9.1 Informazioni presenti

Le carte del modello d’intervento per il rischio Incendi Boschivi rappresentano, sulle basi topografiche CTR, le seguenti informazioni: - le principali strutture e organismi permanenti di protezione civile (prefettura, carabinieri, vigili del fuoco, corpo forestale, volontariato di Protezione Civile, centri di coordinamento)

- gli elementi di base del territorio (limiti amministrativi, viabilità, corsi d’acqua)

- le strutture sanitarie

- la rete di monitoraggio (idrometri, pluviometri, anemometri, termometri)

- le aviosuperfici (elisuperfici)

- le aree di emergenza (aree di ammassamento, di accoglienza, di attesa)

- gli elementi propri del rischio incendi boschivi (potenziale pirologico su base vegetazionale, punti innesco incendi, punti rifornimento acqua, punti avvistamento, accesso aree boscate)

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 66 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE 9.2 Livelli informativi

Tutti i livelli informativi sono in formato .shp (shapefile), in coordinate UTM32 *. Quelli di valenza regionale sono stati elaborati dal Servizio Regionale di Protezione Civile e pubblicati mediante il software “NetAtlante”, tutti gli altri sono stati elaborati dall’Ufficio Provinciale di Protezione Civile anche con l’ausilio del software Azimut che, attraverso il modulo DbRisorse, permette di gestire un database provinciale delle diverse informazioni d’interesse per la protezione civile raccolte dai singoli comuni. Per i livelli la cui elaborazione ha richiesto esclusivamente l’uso di Azimut, la non raccolta delle informazioni specifiche da parte di alcuni Comuni ha comportato, in alcuni casi, la carenza o assenza di informazioni per le relative porzioni comunali di territorio provinciale.

Di seguito si indicano i livelli informativi presenti nelle carte e la loro rappresentazione:

NOME TIPO SIMBOLO

Organismi e strutture di protezione civile Prefettura puntuale

Carabinieri puntuale

Vigili del Fuoco (comando provinciale – distaccamento puntuale permanente) Corpo Forestale dello Stato (comando stazione – coordinamento puntuale provinciale – squadra con modulo AIB – squadra di servizio generale ) Volontariato di Protezione Civile (Coordinamento del volontariato – puntuale squadra con modulo AIB – squadra di servizio generale) Centri di coordinamento puntuale ( CCS – COM – COC)

Basi informative territoriali Limiti amministrativi poligonale ( Provincie – Comuni – COM) Viabilità (Autostrade - S.Statali - S.Provinciali – lineare S.Comunali – Ferrovie) Fiumi lineare Stabilimenti Industriali puntuale

Strutture sanitarie

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 67 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE

Struttura ospedaliera puntuale

Aviosuperfici

Elisuperfici puntuale

Aree di emergenza

Aree di ammassamento (CM5) puntuale

Aree di accoglienza ( CM1 e CM2) puntuale

Aree di attesa ( CM4 e CM6) puntuale

Basi informative del rischio incendi boschivi Potenziale Pirologico su base vegetazionale poligonale (Suscettività Bassa – Moderata – Marcata) Punti innesco incendi puntuale (aggiornato 2009)

Punti di avvistamento puntuale

Punti rifornimento acqua puntuale (per mezzi aerei – per mezzi terrestri)

Accesso aree boscate lineare (per tutti i mezzi – per fuoristrada)

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 68 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE

9.3 Scale di rappresentazione - formato stampa - elenco delle carte

La scala di rappresentazione del territorio è legata ai diversi livelli di organizzazione delle strutture di protezione civile e degli ambiti territoriali di pertinenza che sono indicati nella seguente tabella:

Struttura di Protezione Civile Scala Ambito territoriale COC (Centro Operativo Comunale) 1:10.000 Comune COM (Centro Operativo Misto) 1:50.000 Gruppo di comuni CCS-CUP (Centro Coordinamento Soccorsi - Centro Unificato 1:100.000 Provincia Provinciale)

Il formato di stampa tiene conto delle dimensioni del territorio da rappresentare e pertanto, dove necessario, la lunghezza della carta è variabile con misure superiori o inferiori al formato ISO A0. Alcuni territori comunali particolarmente estesi sono stati rappresentati su due carte distinte e in parte sovrapponibili.

Le carte sono disponibili sul supporto informatico allegato al presente piano in file .pdf stampabili (300 dpi).

L’elenco delle carte prodotte è il seguente:

Livello Comunale-COC Nome file della carta N° Scala Territorio (codice ISTAT_nome del comune_inc) 01 001_Agazzano_inc 1:10.000 Comune 02 002_Alseno_inc 03 003_Besenzone_inc 04 004_Bettola_N_inc 05 004_Bettola_S_inc 06 005_Bobbio_N_inc 07 005_Bobbio_S_inc 08 006_Borgonovo_inc 09 007_Cadeo_inc 10 008_Calendasco_inc 11 009_Caminata_inc 12 010_Caorso_inc 13 011_CarpanetoPiacentino_inc 14 012_Castel San Giovanni_inc 15 013_Castell’Arquato_inc 16 014_CastelvetroPiacentino_inc 17 015_Cerignale_inc 18 016_Coli_inc 19 017_Corte Brugnatella_inc 20 018_Cortemaggiore_inc

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 69 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE

21 019_Farini_N_inc 22 019_Farini_S_inc 23 020_Ferriere_N_inc 24 020_Ferriere_S_inc 25 021_Fiorenzuola d’Arda_inc 26 022_Gazzola_inc 27 023_Gossolengo_inc 28 024_Gragnano_inc 29 025_Gropparello_inc 30 026_Lugagnano_inc 31 027_Monticelli_inc 32 028_Morfasso_inc 33 029_Nibbiano_inc 34 030_Ottone_N_inc 35 030_Ottone_S_inc 36 031_Pecorara_inc 37 032_Piacenza_N_inc 38 032_Piacenza_S_inc 39 033_Pianello_inc 40 034_Piozzano_inc 41 035_Podenzano_inc 42 036_Ponte dell'Olio_inc 43 037_Pontenure_inc 44 038_Rivergaro_inc 45 039_Rottofreno_inc 46 040_S.Giorgio_inc 47 041_San Pietro in Cerro_inc 48 042_Sarmato_inc 49 043_Travo_N_inc 50 043_Travo_S_inc 51 044_Vernasca_inc 52 045_Vigolzone_inc 53 046_Villanova d' Arda_inc 54 047_Zerba_inc 55 048_Ziano_inc

Livello Sovracomunale-COM N° Nome file della carta Scala Territorio (numero del COM_nome del COM_idro_50) 01 1_SARMATO_inc_50 1:50.000 Gruppo di 02 2_PIACENZA_ inc_50 comuni 03 3_MONTICELLI_ inc_50 04 4_FIORENZUOLA_ inc_50 05 5_LUGAGNANO_ inc_50 06 6_BETTOLA_ inc_50 07 7_OTTONE_ inc_50 08 8_BOBBIO_ inc_50 09 9_PIANELLO_ inc_50 10 10_RIVERGARO_ inc_50 PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 70 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE

11 11_SAN GIORGIO_ inc_50

Livello Provinciale CCS-CUP N° Nome file della carta Scala Territorio 01 Provincia PC_100_incendio 1:100.000 Provincia

NOTA alla cartografia Vista l’estensione del territorio indagato e il necessario continuo aggiornamento richiesto, l’utilizzo delle presenti carte e delle informazioni in esse contenute, per la pianificazione comunale d’emergenza deve prevedere una verifica puntuale sul territorio di tutte le informazioni rappresentate, in particolare delle informazioni relative alle “Basi informative Rischio incendi boschivi” e delle “Aree di emergenza”, per un eventuale aggiornamento o integrazione.

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 71 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE 10. PROTOCOLLO OPERATIVO DI INTERVENTO

10.1 Soggetti contraenti il protocollo d’intesa

♦ Prefettura di Piacenza ♦ Amministrazione Provinciale di Piacenza ♦ Vigili del Fuoco - Comando Provinciale di Piacenza ♦ Corpo Forestale dello Stato - Comando Provinciale di Piacenza ♦ Coordinamento Provinciale del Volontariato di protezione civile di Piacenza ♦ Comitato Provinciale della Croce Rossa Italiana

10.2 Altri soggetti interessati

Dipartimento Nazionale di Protezione Civile Regione Emilia Romagna – Agenzia di Protezione Civile Comunità Montane Comuni

Le strutture operative interessate:

• Corpo Forestale dello Stato, • Corpo Nazionale Vigili dei Fuoco, • Forze di Polizia (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza), • Forze Armate, • Corpo di Polizia Provinciale di Piacenza, • Squadre A.I.B. del Coordinamento del Volontariato di Protezione Civile di Piacenza • Squadre A.I.B. del Comitato Provinciale della Croce Rossa Italiana

10.3 Fasi dell’intervento

L’intervento è articolato in fasi successive, che servono a scandire temporalmente il crescere del livello di attenzione e di impiego degli strumenti e delle risorse umane e finanziarie che vengono messe in campo. Si distinguono: - Periodo Ordinario (Pericolosità degli incendi limitata o inesistente); - Periodo di Intervento (Pericolosità degli incendi elevata);

Nel periodo di intervento si attivano le seguenti fasi: - Fase di attenzione (da febbraio ad aprile e da giugno a settembre); - Fase di preallarme (dichiarazione di stato di grave pericolosità); - Fase di allarme (segnalazione di avvistamento incendio);

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 72 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE - Fase di contenimento, spegnimento e bonifica (estinzione dell’incendio);

Le strutture operative, considerata la natura del rischio incendi boschivi e le tipologie di innesco più frequenti, devono essere pronte ad attivare la fase di allarme per interventi di spegnimento in qualsiasi periodo dell’anno, anche durante il periodo ordinario.

10.4 Competenze delle strutture operative

Chiunque (popolazione, personale comunale, volontari, ecc.) avvista personalmente o riceve segnalazione di un incendio boschivo ne dà immediata comunicazione al Corpo Forestale dello Stato chiamando il 1515 (o il numero verde regionale 800841051) oppure ai Vigili del Fuoco chiamando il 115.

Se il Corpo Forestale dello Stato, “struttura operativa” di protezione civile ai sensi della L. 24.2.1992 n. 225 nonché struttura chiamata a concorrere alla lotta attiva agli incendi ai sensi dell’art.7 comma b) della Legge 353/2000, viene allertato o avvista direttamente un incendio di bosco, darà immediata comunicazione ai Vigili del Fuoco (115) attraverso la COR/CFS o la Sala Operativa Unificata Permanente – SOUP – della Regione, quando attivata. Se i Vigili del Fuoco, “struttura operativa” di protezione civile ai sensi della L. 24.2.1992 n. 225 nonché struttura chiamata a concorrere alla lotta attiva agli incendi ai sensi dell’art.7 comma b) della Legge 353/2000, vengono allertati o avvistano direttamente un incendio di bosco, daranno immediata comunicazione al Corpo Forestale dello Stato (1515 o al numero verde della Regione Emilia Romagna 800841051 istituito presso la Centrale Operativa Regionale del Corpo Forestale dello Stato di ), o alla SOUP, quando attivata.

Il Coordinamento di Volontariato di Protezione Civile attraverso gli operatori adeguatamente formati svolge l’attività di avvistamento e prevenzione in base alle direttive dell’Amministrazione Provinciale e su attivazione della COR-CFS/SOUP concorre con VV.F. e C.F.S. nelle attività di contenimento, spegnimento e bonifica degli incendi boschivi

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 73 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE

10.5 Ruoli compiti ed attività degli organismi di protezione civile

10.5.1 Prefettura

Periodo ordinario, fase di attenzione e preallarme

ƒ partecipa alla redazione del Programma di previsione e prevenzione di protezione civile; ƒ partecipa all’aggiornamento del piano di emergenza relativo agli incendi boschivi; ƒ partecipa alle attività di formazione del personale delle Squadre A.I.B. del Volontariato ed all’organizzazione di esercitazioni ed altre attività addestrative che coinvolgano più componenti e strutture operative dei Servizio Nazionale di Protezione Civile.

In fase di emergenza (allarme,contenimento spegnimento e bonifica): Riceve informazioni dai V.V.F., C.F.S. e Provincia in merito all’incendio, per le funzioni di direzione unitaria dei soccorsi ai sensi della Legge 225/1992. Valutata la natura e l’intensità dell’evento rispetto alle tipologie di cui all’art.2 della Legge n. 225/1992:

ƒ se necessario, ai sensi dell’art.7 comma 3 Legge 353/2000, coordina mezzi e personale delle Forze armate e delle Forze di Polizia dello Stato e tutte le altre strutture componenti del Sistema di Protezione Civile; ƒ se necessario attraverso il funzionario reperibile informa il Sindaco del Comune territorialmente interessato; ƒ se necessario attiva i COM e convoca il CCS;

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 74 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE

10.6 Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco

10.6.1 Periodo ordinario e fase di attenzione

ƒ fornisce supporto e collaborazione alla redazione del Programma di previsione e prevenzione di protezione civile; ƒ fornisce supporto e collaborazione all’aggiornamento del piano di emergenza relativo agli incendi boschivi; ƒ partecipa alla formazione tecnico operativa del personale delle squadre A.I.B. del Volontariato ed all’organizzazione di esercitazioni ed altre attività addestrative; ƒ partecipa alle attività informative così come delineate all’art.6 della Legge 353 /2000;

10.6.2 Periodo di grave pericolosità per gli incendi boschivi (fase di preallarme)

Durante i periodi di grave pericolosità per gli incendi boschivi, individuati dalla Regione Emilia Romagna con determinazione del dirigente competente:

ƒ partecipa, con la squadra prevista dalla Convenzione tra la Regione Emilia Romagna e il Ministero dell’Interno – Dipartimento Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico e Difesa Civile – Direzione Regionale Emilia-Romagna, alle attività di vigilanza e avvistamento volte alla prevenzione e all’immediata individuazione degli incendi boschivi.

10.6.3 Fase di emergenza (allarme, contenimento, spegnimento e bonifica)

Il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco riceve l’allarme h. 24 per il tramite del numero telefonico 115. Ricevuta la segnalazione di un incendio di bosco ne dà immediata informazione al funzionario reperibile della Prefettura e al Corpo Forestale dello Stato attraverso la COR-CFS/SOUP (1515) anche ai fini del preallertamento al Capo Settore AIB del Coordinamento Volontariato Protezione Civile Piacenza..

Concorre, compatibilmente alle disponibilità di squadre antincendio, con il proprio personale e i propri mezzi alle operazioni di spegnimento in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato e, quando attivato, con il Volontariato di Protezione Civile.

In relazione alle diverse tipologie di incendio boschivo e conformemente all’Accordo Quadro per la lotta attiva agli incendi boschivi – sottoscritto dal dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile con il Corpo Forestale dello Stato – il personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco:

ƒ nel caso di incendio caratterizzato da soprassuoli forestali, assume la gestione degli interventi riguardanti la difesa degli insediamenti civili ed industriali, delle infrastrutture e delle persone presenti all’interno delle aree interessate, con la direzione delle relative

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 75 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE operazioni di spegnimento, secondo le proprie procedure operative, di concerto con il Direttore delle Operazioni di Spegnimento –DOS- del Corpo Forestale dello Stato ƒ nel caso di incendi di interfaccia, dove è prevalente la salvaguardia di vite umane e di infrastrutture civili, assume la direzione ed il coordinamento delle operazioni di contrasto a terra ƒ nel caso di incendi boschivi di particolare gravità e complessità, minaccianti entrambe le tipologie di luoghi geografici (forestali e interfaccia), il DOS del Corpo Forestale dello Stato e il ROS – Responsabile delle Operazioni di Soccorso- del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco si coordineranno tra loro collaborando per una efficace azione di lotta attiva in relazione alle specifiche professionalità, tenendo costantemente informato il Prefetto attraverso il funzionario reperibile.

In assenza del DOS del CFS e fino al suo arrivo, i VV.F., se già presenti con proprie squadre di spegnimento a terra sull’evento di incendio boschivo, coordinano, temporaneamente o eventualmente fino al loro termine, le attività di contenimento,spegnimento e bonifica svolta dalle squadre di spegnimento a terra presenti, comunicando alle strutture di coordinamento (COR-CFS, SOUP) l’eventuale cessazione dello stato di allarme.;

ƒ Il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, qualora lo ritenga necessario, richiede l’attivazione del volontariato alla COR-CFS/SOUP;

ƒ Può richiedere alla COR-CFS/SOUP l’invio di ulteriori squadre AIB da altre province nel caso l’incendio non possa essere fronteggiato con gli uomini e i mezzi disponibili localmente.

ƒ Durante la fase di spegnimento tiene aggiornati sull’evoluzione dell’incendio il COR- CFS/SOUP e la Prefettura; fornisce inoltre comunicazione della chiusura dell’evento.

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 76 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE

10.7 Corpo Forestale dello Stato

10.7.1 Periodo ordinario e fase di attenzione

ƒ fornisce supporto e collaborazione alla redazione del Programma di previsione e prevenzione di protezione civile; ƒ fornisce supporto e collaborazione all’aggiornamento del piano di emergenza relativo agli incendi boschivi; ƒ partecipa alla formazione tecnico operativa del personale delle Squadre A.I.B. del Volontariato ed all’organizzazione di esercitazioni ed altre attività addestrative. ƒ partecipa alle attività informative così come delineate all’art.6 della Legge 353 /2000 ƒ fornisce supporto ai comuni per il censimento dei soprassuoli già percorsi dal fuoco nell’ultimo quinquennio e collabora per l’aggiornamento annuale del catasto ai sensi dell’art. 10 comma 2 della Legge 353/2000.

10.7.2 Periodo di grave pericolosità per gli incendi boschivi (fase preallarme)

Durante i periodi di grave pericolosità per gli incendi boschivi, individuati dalla Regione Emilia Romagna con determinazione del dirigente competente: ƒ intensifica le attività di vigilanza e avvistamento volte alla prevenzione e all’immediata individuazione degli incendi boschivi; ƒ vigila sul rispetto delle norme di cui al R.D. 30 dicembre 1923, n. 3267 e relative norme regolamentari (artt. 33 e seguenti delle “Prescrizioni di massima di polizia forestale”). Svolge le funzioni di polizia giudiziaria e amministrativa connesse all’applicazione delle norme vigenti in materia di incendi boschivi, raccoglie e comunica i dati statistici sugli incendi boschivi, effettua il rilievo delle aree percorse da incendio boschivo e ne rende disponibili i dati ai Comuni per la formazione del catasto delle aree percorse dal fuoco ai sensi dell’art 10 co.2 della Legge 353/2000

10.7.3 Fase di emergenza (allarme, contenimento, spegnimento e bonifica)

Il Corpo Forestale dello Stato riceve l’allarme h. 24 per il tramite del numero telefonico 1515 (o 800841051) presso la COR-CFS di Bologna. Ricevuta la segnalazione di un incendio di bosco, la COR-CFS ne dà immediata comunicazione ai Vigili del Fuoco di Piacenza (nel caso l’allarme non provenga dalla stessa struttura), al funzionario reperibile della Prefettura e della Provincia , Capo Settore AIB del Coordinamento Volontariato Protezione Civile Piacenza al fine di preallertamento, e alle proprie strutture locali in servizio e/o reperibilità (Comandi Stazione Forestale, Pattuglie Operative di Emergenza Ambientale 1515, Unità Operative Territoriali).

Concorre, compatibilmente alle disponibilità di personale e mezzi antincendio, alle operazioni di spegnimento in collaborazione con i Vigili del Fuoco e, quando attivato, con il Volontariato di Protezione Civile.

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 77 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE Assicura, dal momento in cui è presente con proprio personale sull’evento di incendio boschivo, l’attività di direzione delle operazioni di spegnimento (DOS), che si concretizza nella direzione delle squadre di spegnimento a terra e dei mezzi aerei nazionali eventualmente presenti.

In relazione alle diverse tipologie di incendio boschivo e conformemente all’Accordo Quadro per la lotta attiva agli incendi boschivi – sottoscritto dal dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile con il Corpo Forestale dello Stato – il personale del Corpo Forestale dello Stato: • nel caso di incendio caratterizzato da soprassuoli forestali, dove sono prevalenti la salvaguardia di valori vegetazionali, ambientali e paesaggistici, assume la direzione ed il coordinamento delle operazioni di contrasto a terra. Il Direttore delle operazioni di spegnimento – DOS- assume contestualmente la responsabilità dell’attività di aerocoperazione, qualora richieda l’intervento dei mezzi aerei secondo la procedure appositamente emanate. • nel caso di incendi di interfaccia, dove è prevalente la salvaguardia di vite umane e di infrastrutture civili, collabora con il Responsabile delle Operazioni di Soccorso dei Vigili del Fuoco – ROS- per quanto di propria competenza • nel caso di incendi boschivi di particolare gravità e complessità, minaccianti entrambe le tipologie di luoghi geografici (forestali e interfaccia), il DOS del Corpo Forestale dello Stato e il ROS del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco si coordineranno tra loro collaborando per una efficace azione di lotta attiva in relazione alle specifiche professionalità, tenendo costantemente informato il Prefetto attraverso il funzionario reperibile;

Il Corpo Forestale dello Stato, qualora lo ritenga necessario, attiva attraverso il COR- CFS/SOUP, il volontariato di protezione civile dandone immediata comunicazione alla Provincia ai fini dell’invio alla sede del Coordinamento del fax con l’attivazione formale dei volontari abilitati all’A.I.B. per rendere operativi i benefici di cui all’art.9 del DPR 194/2001.

ƒ Svolge tramite il DOS-CFS l’attività di direzione dello spegnimento con mezzi aerei inviati dal COAU (Centro Operativo Aereo Unificato), su richiesta dello stesso DOS-CFS, attraverso apparati radio rice-trasmittenti Terra-Bordo-Terra. I responsabili delle squadre a terra comunque composte devono assicurarsi che il direttore di spegnimento possa essere continuamente aggiornato in merito alla loro posizione; a tal fine il DOS-CFS si avvale dei capisquadra per assicurare la presenza di personale qualificato fino al termine delle operazioni di contenimento, spegnimento e di bonifica.

• Durante la fase di spegnimento, tiene aggiornati sull’evoluzione dell’incendio il COR- CFS/SOUP, la Prefettura e la Provincia; fornisce inoltre comunicazione della chiusura dell’evento;

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 78 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE 10.8 Coordinamento Provinciale del Volontariato di Protezione Civile

10.8.1 Periodo ordinario e fase di attenzione

ƒ fornisce supporto e collaborazione alla redazione del Programma di previsione e prevenzione di protezione civile; ƒ fornisce supporto e collaborazione all’aggiornamento del piano di emergenza relativo agli incendi boschivi; ƒ partecipa alla formazione tecnico operativa del personale delle squadre A.I.B. del Volontariato ed all’organizzazione di esercitazioni ed altre attività addestrative ed in particolare partecipa alla redazione e all’aggiornamento dei piano di formazione nei settore A.I.B.. In collaborazione con Regione, Provincia, Prefettura, Corpo Forestale dello Stato, Vigili dei Fuoco e Centrale Operativa “118”, promuove: a) l’organizzazione di corsi di formazione e aggiornamento per volontari nei modi e contenuti disciplinati dalla R.E.R con specifica certificazione di idoneità all’intervento A.I.B.; b) la partecipazione dei volontari delle Associazioni di Protezione Civile a detti corsi e l’inquadramento degli operatori idonei nelle Squadre A.I.B.; c) lo svolgimento di campagne di sensibilizzazione e informazione della popolazione sul rischio degli incendi boschivi e sui comportamenti idonei alla loro prevenzione e corretta segnalazione; ƒ partecipa alle attività informative così come delineate all’art.6 della Legge 353 /2000 ƒ fornisce al COR-CFS/SOUP, ai Vigili del Fuoco, al Corpo Forestale dello Stato, alla Prefettura e alla Provincia: - i dati circa l’organizzazione, la dislocazione e la composizione delle squadre A.I.B, - il numero telefonico di reperibilità h 24 del Coordinatore alle Emergenze del Coordinamento e/o suoi collaboratori, per l’attivazione delle squadre A.I.B. e di qualunque altro concorso (tecnico, sanitario, logistico, ecc.) che possa essere richiesto al Volontariato durante le attività A.I.B., - i dati del Capo Settore A.I.B. del Coordinamento. ƒ Concorre all’equipaggiamento delle squadre AIB tramite Convenzioni con la Regione Emilia Romagna.

10.8.2 Periodo di grave pericolosità per gli incendi boschivi (fase preallarme)

Durante i periodi di grave pericolosità per gli incendi boschivi, individuati dalla Regione Emilia Romagna con determinazione del dirigente competente, collabora alle attività di controllo del territorio per la prevenzione e l’avvistamento di incendi, coinvolgendo i nuclei A.I.B. della Croce Rossa Italiana, secondo un programma concordato con l’Amministrazione Provinciale, il Comando Provinciale Vigili del Fuoco ed il Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato. Al termine delle campagne di prevenzione AIB fornisce all’Amministrazione provinciale il resoconto dei servizi svolti, al fine di ottenere il rimborso delle spese sostenute.

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 79 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE

10.8.3 In fase di emergenza (allarme, contenimento, spegnimento e bonifica)

Il Coordinamento provinciale del Volontariato di protezione civile, concorre, con volontari opportunamente formati ed equipaggiati, all’attività di spegnimento a terra in collaborazione con il CFS ed i VV.FF., sotto la direzione di tali Istituzioni

ƒ Il Coordinatore alle Emergenze del Coordinamento provinciale del Volontariato di protezione civile riceve la preallerta di incendio boschivo da parte del COR-CFS o dal funzionario reperibile della Prefettura. ƒ Lo stesso coordinatore, valutate le necessità, informa il delegato C.R.I. per l’antincendio boschivo dell’avvenuta attivazione e concorda con esso l’eventuale impiego dei volontari abilitati.

Su richiesta della COR-CFS/SOUP della Prefettura o della Provincia attiva le squadre AIB reperibili e le invia sul luogo dell’evento, comunicando al Comando dei Vigili del Fuoco e del Corpo Forestale di Piacenza – tramite la COR-CFS/SOUP - i nominativi dei capisquadra. I Capi Squadra potranno essere supportati da un Coordinatore, il quale si rapporterà col DOS/ROS per esigenze operative.

ƒ Il caposquadra è responsabile dell’attività del personale volontario, dell’efficienza dei DPI, dei mezzi e delle attrezzature della propria squadra ƒ Le squadre sono messe a disposizione del personale dei Vigili del Fuoco o del Corpo Forestale dello Stato tramite i rispettivi capisquadra; questi, presentandosi sul luogo dell’evento al DOS, si attiene strettamente agli incarichi ricevuti per la migliore efficacia delle operazioni di spegnimento e di bonifica. Le squadre dei volontari lasciano il luogo dell’incendio, al termine della bonifica, su disposizione del DOS. ƒ Riceve i nominativi dei capi squadra C.R.I. impiegati nelle operazioni di spegnimento. ƒ Nel caso in cui l’incendio minacci centri abitati e vi sia la necessità di supporto logistico all’evacuazione di persone, il Coordinatore delle Emergenze riceve l’attivazione per squadre di supporto dal funzionario reperibile della Prefettura.

L’attivazione per operazioni di spegnimento riguarda esclusivamente i volontari che abbiano superato con esito positivo gli esami di idoneità tecnica e fisica per operatore AIB, nelle more del rilascio del certificato di abilitazione da parte dell’Amministrazione Provinciale di Piacenza.

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 80 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE 10.9 Comitato Provinciale della Croce Rossa Italiana

10.9.1 Periodo ordinario e fase di attenzione

ƒ fornisce supporto e collaborazione alla redazione del Programma di previsione e prevenzione di protezione civile; ƒ fornisce supporto e collaborazione all’aggiornamento del piano di emergenza relativo agli incendi boschivi; ƒ partecipa alla formazione tecnico operativa del personale delle proprie squadre A.I.B. ed all’organizzazione di esercitazioni ed altre attività addestrative ed in particolare partecipa alla redazione e all’aggiornamento dei piano di formazione nei settore A.I.B.. In collaborazione con Regione, Provincia, Prefettura, Corpo Forestale dello Stato, Vigili dei Fuoco e Centrale Operativa “118”, promuove: a) l’organizzazione di corsi di formazione e aggiornamento per volontari nei modi e contenuti disciplinati dalla R.E.R con specifica certificazione di idoneità all’intervento A.I.B.; b) la partecipazione dei propri volontari delle Associazioni di Protezione Civile a detti corsi e l’inquadramento degli operatori idonei nelle Squadre A.I.B.; c) lo svolgimento di campagne di sensibilizzazione e informazione della popolazione sul rischio degli incendi boschivi e sui comportamenti idonei alla loro prevenzione e corretta segnalazione; ƒ partecipa alle attività informative così come delineate all’art.6 della Legge 353 /2000 ƒ fornisce ai Vigili del Fuoco, al Corpo Forestale dello Stato, alla Prefettura, alla Provincia e al Coordinamento Provinciale di Protezione Civile: - i dati circa organizzazione, dislocazione e composizione delle squadre di vigilanza A.I.B, - il numero telefonico di reperibilità h 24 del delegato per le attività A.I.B., - i numeri telefonici di reperibilità h 24 dei Responsabili delle Squadre A.I.B. di zona, - il numero telefonico di reperibilità h 24 del Commissario provinciale o di un suo delegato, per l’attivazione di qualunque altro concorso (tecnico, sanitario, logistico, ecc.) che possa essere richiesto durante le attività A.I.B.. ƒ Concorre all’equipaggiamento delle squadre AIB tramite Convenzioni con la Regione Emilia Romagna.

10.9.2 Periodo di grave pericolosità per gli incendi boschivi (fase preallarme)

Durante i periodi di grave pericolosità per gli incendi boschivi, individuati dalla Regione Emilia Romagna con atto del dirigente competente, collabora alle attività di controllo del territorio per la prevenzione e l’avvistamento di incendi secondo un programma concordato con il Coordinamento Provinciale delle Associazioni di Protezione Civile. Al termine delle campagne di prevenzione AIB fornisce al Coordinamento il resoconto dei servizi svolti, al fine di ottenere il rimborso delle spese sostenute.

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 81 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE

10.9.3 In fase di emergenza (allarme, contenimento, spegnimento e bonifica)

ƒ Riceve la comunicazione del Coordinatore alle Emergenze del Coordinamento Provinciale del Volontariato di Protezione Civile di Piacenza (o dal suo delegato) o dal funzionario reperibile della Prefettura e concorda l’eventuale impiego di volontari. ƒ Si mette a disposizione, dal punto di vista tecnico-operativo, del personale dei Vigili del Fuoco o del Corpo Forestale dello Stato, attenendosi alle indicazioni ricevute durante le operazioni di spegnimento e di bonifica. ƒ Invia sul luogo dell’incendio, su richiesta del responsabile delle operazioni di spegnimento, un mezzo di soccorso con relativo equipaggio. Alla partenza dalla sede C.R.I. l’equipaggio comunicherà al “118” l’oggetto e la destinazione della missione. ƒ Comunica al Coordinamento il nome dei capi squadra impiegati nelle operazioni di spegnimento. ƒ Nel caso in cui l’incendio minacci centri abitati e vi sia la necessità di supporto logistico all’evacuazione di persone riceve l’attivazione per squadre di supporto dal funzionario reperibile della Prefettura.

L’attivazione per operazioni di spegnimento riguarda esclusivamente i volontari che abbiano superato con esito positivo gli esami di idoneità tecnica e fisica per operatore AIB, nelle more del rilascio del certificato di abilitazione da parte dell’Amministrazione Provinciale di Piacenza.

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 82 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE

10.10 Provincia di Piacenza

10.10.1 Periodo ordinario e fase attenzione

ƒ Elabora il Programma di previsione e prevenzione di protezione civile e ne mette a disposizione le cartografie e i dati relativi ai soggetti interessati; ƒ aggiorna, in collaborazione con la Prefettura, i Vigili del Fuoco, il Corpo Forestale dello Stato, il Volontariato ed il 118, il Piano di emergenza relativo al rischio da incendi boschivi ai sensi del Decreto Legislativo 112/1998; ƒ redige un programma per l’organizzazione delle attività di controllo del territorio per la prevenzione e l’avvistamento di incendi concordato con il Coordinamento provinciale del volontariato di protezione civile di Piacenza, il Comando Provinciale Vigili del Fuoco ed il Coordinamento Provinciale del Corpo Forestale dello Stato. ƒ partecipa alla formazione tecnico operativa del personale delle squadre A.I.B. del Volontariato ed all’organizzazione di esercitazioni ed altre attività addestrative; ƒ organizza gli esami per la certificazione dell’idoneità tecnica per operatori AIB dei volontari che abbiano seguito gli appositi corsi di formazione, rilascia i certificati di idoneità a coloro che abbiano superato con esito favorevole gli esami e le visite mediche; ƒ partecipa alle attività informative così come delineate all’art.6 della Legge 353 /2000; ƒ si impegna a rimborsare al Coordinamento provinciale del volontariato di protezione civile di Piacenza le spese sostenute durante la campagna di avvistamento di incendi, secondo quanto previsto nel programma organizzativo; ƒ si impegna a rimborsare al Comitato Provinciale della CRI di Piacenza le spese sostenute durante la campagna di avvistamento di incendi, secondo quanto previsto nel programma organizzativo; ƒ si impegna ad acquistare dotazioni individuali per gli operatori del Coordinamento provinciale del volontariato di protezione civile di Piacenza, utilizzando i fondi destinati a tale scopo dalla Regione Emilia Romagna; ƒ si impegna ad acquistare e distribuire materiali ed attrezzature ( apparecchiature radio, GPS ecc.) utili al miglioramento dell’operatività delle strutture operative impegnate nelle attività AIB, utilizzando i fondi destinati a tale scopo dalla Regione Emilia Romagna; ƒ Si impegna a fornire annualmente la lista con i nominativi degli abilitati allo spegnimento degli incendi boschivi.

10.10.2 Periodo di grave pericolosità per gli incendi boschivi (fase preallarme)

Durante i periodi di grave pericolosità per gli incendi boschivi, individuati dalla Regione Emilia Romagna con atto del dirigente competente, vigila sul rispetto delle norme di cui al R.D. 30 dicembre 1923, n. 3267 e relative norme regolamentari, nonché sull’osservazione dei divieti di cui agli articoli dal 33 al 38 delle “Prescrizioni di massima di polizia forestale”, per il tramite della polizia provinciale e delle guardie giurate ecologiche volontarie nei limiti delle loro competenze.

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 83 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE 10.10.3 In fase di emergenza (allarme, contenimento spegnimento e bonifica)

ƒ Può verificare durante tutte le fasi di spegnimento e bonifica l’efficacia degli interventi posti in essere dalle strutture operative fino a quando l’incendio non risulti spento. ƒ Può acquisire informazioni sulle squadre di spegnimento impegnate nella lotta all’incendio sui rispettivi responsabili e sul Direttore delle operazioni di spegnimento. ƒ In caso di necessità, sentiti Corpo Forestale e V.V.F. concorre all’attivazione delle squadre A.I.B.;

10.11 Comuni

10.11.1 Periodo ordinario, fase attenzione e preallarme

ƒ Il Sindaco, in qualità di autorità locale di protezione civile, predispone a livello locale la necessaria informazione alla popolazione, attua tutte le misure di prevenzione e salvaguardia di competenza informandone la Provincia e la Prefettura. Le amministrazioni comunali supportano ed incentivano la formazione di associazioni comunali ed intercomunali di protezione civile. ƒ In accordo con l’Amministrazione Provinciale può organizzare eventuali attività di sorveglianza e avvistamento degli incendi sul territorio comunale. ƒ Procedono alla redazione e all’aggiornamento del piano comunale d’emergenza e all’istituzione e aggiornamento presso il Comune del catasto incendi.

10.11.2 In fase di emergenza (allarme, contenimento spegnimento e bonifica)

ƒ Riceve dal funzionario reperibile della Prefettura notizie riguardo l’evento; ƒ Fornisce alle forze impegnate nello spegnimento e successiva bonifica ogni possibile supporto; ƒ Sulla base delle indicazioni del coordinatore delle operazioni di spegnimento e della Prefettura, se necessario ordina e coordina le operazioni di evacuazione della popolazione e predispone le misure di prima assistenza tenendo costantemente informato il Prefetto.

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 84 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE

Documento realizzato dall'Ufficio di Protezione Civile della Provincia di Piacenza

Responsabile dell'attività : Dott. Geol. Fabrizio Marchi

Collaboratori: Dott. Geol. Carlo Magistrali Dott. Geol. Chiarini Davide

Si ringraziano tutti gli Enti che hanno collaborato alla redazione del documento in particolare: Prefettura di Piacenza Corpo dei Vigili del Fuoco – Comando Prov.le di Piacenza Corpo Forestale dello Stato – Comando Prov.le di Piacenza Coordinamento di Volontariato di Protezione civile di Piacenza

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 85 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE

PARTE III ALLEGATI

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 86 AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PIACENZA SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE GLOSSARIO

Area di accoglienza: area ove è possibile l’allestimento di strutture in grado di assicurare un ricovero di media e lunga durata per coloro che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione.

Area di ammassamento: area dove affluiscono materiali, mezzi, uomini per operazioni di soccorso.

Area di attesa della popolazione: luogo sicuro dove la popolazione deve recarsi a seguito dell’ordine di evacuazione.

Cause colpose o involontarie: sono provocate atti di “imprudenza, negligenza, disattenzione o ignoranza”.

Cause dolose e volontarie: per motivazioni che vanno dalla prospettiva di un profitto alla volontà di vendetta, ad atti vandalici e piromania.

Cause naturali: sono dovute all’azione innescante di eruzioni, fulmini o autocombustione.

Centro Operativo Aereo Unificato (C.O.A.U.): centro che attua il coordinamento degli aeromobili antincendio resi disponibili dalle strutture operative sul territorio italiano.

Centro Operativo Comunale (C.O.C.): organo di coordinamento delle strutture di protezione civile del comune; presieduto dal Sindaco provvede a direzione soccorsi e assistenza della popolazione.

Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S): costituito presso le Prefetture in caso di situazione di grave emergenza a livello provinciale o subprovinciale, provvede alla direzione e al coordinamento degli interventi di Protezione Civile avvalendosi dei C.O.M.

Centro Operativo Misto (C.O.M.): struttura decentrata del coordinamento provinciale sul territorio, attivate dal Prefetto ai sensi dell’art. 14 del D.P.R 61/81 e retta di norma dal Sindaco, finalizzate alla gestione e al coordinamento degli interventi di Protezione Civile verso i comuni afferenti.

Direttore Operazioni di Spegnimento (D.O.S.): svolge attività di coordinamento di tutte le forze impegnate nello spegnimento degli incendi di bosco.

Incendio boschivo: un fuoco con suscettività ad espandersi su aree boscate, cespugliate o arborate, comprese eventuali strutture e infrastrutture antropizzate poste all’interno delle predette aree oppure su terreni coltivati o incolti e pascoli limitrofi a dette aree” (art.2 L.353/2000).

Incendio di chioma o di corona: interessa le chiome degli alberi; è il tipo più imprevedibile e che causa i danni più gravi.

Incendio sotterraneo: interessa lo strato vegetale composto dall’humus e dalla lettiera del bosco.

Incendio di superficie: interessa il materiale vegetale presente a livello del suolo quali lettiera, sostanza organica, foglie vegetazione bassa.

Interfaccia urbano-rurale: zona, area o fascia nelle quali l’interconnessione tra strutture antropiche e aree naturali è molto stretta e il sistema urbano e quello rurale si incontrano ed interagiscono.

Rischio incendi di interfaccia: si caratterizza in zone urbano-rurali per incendi che si originano in prossimità dell’insediamento o come propagazione di un incendio boschivo.

Sala Unificata Operativa Permanente (S.O.U.P): sala attivata dalla Regione durante il periodo di massima pericolosità ospita i rappresentanti dei corpi impegnati nelle azioni di spegnimento.

PIANO DI EMERGENZA PROVINCIALE ANTI INCENDI BOSCHIVI 92