Debora Magno
ARCHIVIO STORICO MESSINESE Periodico fondato nel Millenovecento SOCIETÀ MESSINESE DI STORIA PATRIA ARCHIVIO STORICO MESSINESE - 84/85 - MESSINA 2003/2004 Pubblicazione realizzata con il contributo della Regione Siciliana - Assessorato BB.CC.AA. e Pubblica Istruzione ATTILIO RUSSO COSTANTINO LASCARIS TRA FAMA E OBLIO NEL CINQUECENTO MESSINESE* Ciò che colpisce, riguardo alla figura di Costantino La- scaris, è il contrasto tra la fama che accompagnò in vita l’u- manista e l’oblio in cui cadde a qualche decennio dalla sua morte, a Messina, anche se soltanto per un determinato in- tervallo di tempo. Le amnesie sospette su Lascaris iniziano precocemente e già nel 1518, dopo neanche un ventennio dalla sua scomparsa, Francesco Iannelli, che nella città del- lo Stretto era stato tra gli allievi di Costantino, manifesta un clamoroso vuoto di memoria a proposito dell’ex maestro. Nel poemetto Sylva de naturae parentis tenore1, infatti, Ian- nelli esclude inspiegabilmente Lascaris (e Bessarione) dal nutrito elenco d’illustri umanisti dell’epoca presente nell’o- pera, scritta in Calabria e dedicata a Iacopo Sannazaro. L’as- senza dalla Sylva, comunque, potrebbe sembrare più un fat- to episodico o locale2, giacché, quasi contemporaneamente, * Contributo presentato dal Socio Rosario Moscheo. 1 Del manoscritto, segnalato per la prima volta da G. Lipari, si è occu- pata P. Megna che, correttamente, fa rilevare la sorprendente reticenza di Iannelli circa il Lascaris, «laddove sono menzionati Giano Lascari e l’altro maestro del Giannelli, Carlo Curro» (P. MEGNA, Per l’ambiente del Lascari a Messina: una Sylva di Francesco Giannelli, in “Studi Umanistici”, IV-V, Mes- sina 1993-1994, pp.
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