PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di DOCUMENTO DI PIANO – Relazione

Indice

1. PREMESSA NORMATIVA E CONTENUTI DEL DOCUMENTO DI PIANO ______7 A) Effetti del Documento di Piano e introduzione ai contenuti della l.r. 11 marzo 2005 n.12 __ 7 CARTOGRAFIA DEI RISCHI E DELLE TUTELE ______23 PROGETTO DI PIANO ______23 DP_11.1: Indicazioni strategiche scala 1: 5.000 ______23 DP_11.2: Progetto di piano scala 1: 5.000 ______23 DP_11.3: Consumo di suolo del progetto di piano scala 1: 5.000 ______23 AMBITI DI RECENTE FORMAZIONE ______24 COMPATIBILITÀ DEL DOCUMENTO DI PIANO CON IL PTR/PPR ______25 2. ANALISI DELLA COLLOCAZIONE DEL COMUNE NEL CONTESTO STORICO ______26 3. IL QUADRO RICOGNITIVO E PROGRAMMATORIO DI RIFERIMENTO ______31 3.1. Inquadramento generale del territorio comunale ______31 3.2. Ricognizione della programmazione territoriale ______32 3.2.1. Il Piano Territoriale Regionale (PTR) ______32 3.2.2. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale PTCP ______52 3.2.3. Mosaico strumenti urbanistici comunali ______67 4. RICOGNIZIONE DEI CONTENUTI DERIVANTI DALLA PIANIFICAZIONE LOCALE ______68 4.1. La ricognizione degli atti della pianificazione vigente. ______68 4.2. Il documento programmatico generale dell’Amministrazione. ______72 5. ANALISI DELLE CARATTERISTICHE SOCIO-ECONOMICHE ______75 5.1. Appendice statistica ______75 5.1.1. Dinamiche demografiche e caratteristiche della popolazione residente ______75 5.1.2. Il flusso turistico e le strutture ricettive ______80 5.1.3. Il patrimonio edilizio ______83 5.1.4. Le attività produttive ______83 5.1.5. Il sistema agricolo ______84 6. QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO COMUNALE ______88 6.1. Analisi strutturale del territorio ______88 6.2. L’individuazione dei vincoli e delle tutele “ope legis” ______93 6.3. Stato di attuazione della pianificazione vigente ______98 6.4. Analisi del consumo di suolo del PRG vigente ______99 6.5. Il sistema infrastrutturale ______106 6.6. Quadro geologico, idrogeologico e sismico ______109 6.7. Il sistema del paesaggio e dei beni culturali ______110 6.7.1. Correlazione con la legenda unificata (PTR-PTCP-Componenti paesistiche comunali) ______110

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6.7.2. Analisi delle componenti paesistiche ambientali ______113 6.7.3. Scomposizione del territorio in classi di sensibilità paesistica ______125 6.7.4. La compatibilità paesistica del PGT e i criteri di valutazione dei futuri nuovi strumenti generali o parziali in variante ______126 6.7.5. Gli elaborati del sistema dei beni culturali e del paesaggio e il PGT ______127 6.7.6. Valutazione dell’incidenza paesistica dei progetti ______128 6.7.7. Le indicazioni di tutela specifiche per ciascuna componente individuata ______135 6.8. Carta dei rischi, delle criticità e delle tutele ______137 6.9. La ricognizione delle istanze e proposte dei cittadini e dei portatori d’interesse diffuso ___ 139 7. SINTESI DELLE POTENZIALITA’ E DELLE CRITICITA’ DEL TERRITORIO COMUNALE __ 141 8. IL PROGETTO DI PIANO ______142 8.1. Coerenza delle previsioni di Piano con gli obiettivi e i contenuti del PTR ______144 8.2. Indicazioni strategiche del PGT ______145 8.3. Verifica di coerenza fra gli obiettivi del PTCP e del PGT ______152 8.4. Gli ambiti soggetti a trasformazione urbanistica ______154 8.4.1. ATR Ambiti di Trasformazione Residenziali ______159 8.4.2. ATP Ambiti di Trasformazione Produttivi ______170 8.4.3. ATT Ambiti di Trasformazione Turistici ______171 8.4.4. SUAP Sportelli Unici Attività Produttive ______173 8.5. Quota di sostenibilità dei costi per l’attuazione del piano dei servizi “standard di qualità aggiuntiva” ______181 8.6. Le politiche d’intervento: obiettivi e limiti temporali ______182 9. TRASFORMAZIONI DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO DISCIPLINATE DAL PIANO DELLE REGOLE ______183 9.1. PII Programmi Integrati d’Intervento ______183 9.2. PA Piani Attuativi ______184 10. VERIFICA DEL CONSUMO DI SUOLO DEL PGT ______188 10.1. L’utilizzo del suolo ______188 11. DIMENSIONAMENTO TEORICO GENERALE DEL PROGETTO DI PIANO ______197 11.1. L’assetto della popolazione ______201 11.1.1. Previsioni di insediamenti di attività di servizi di livello sovracomunale ______204 11.1.2. Previsioni di grandi o medie strutture di vendita organizzate in forma unitaria ______204 11.2. L’indirizzo delle risorse pubbliche e private per l’attuazione delle politiche d’intervento _ 205 11.3. I criteri per l’attuazione delle politiche d’intervento ______206 11.3.1. Gli indici territoriali e le macrozone ______206 11.3.2. Definizione dei parametri ed elementi stereometrici ______208 11.3.3. Definizione degli indici ______212 11.4. Suddivisione in ambiti territoriali e destinazioni d’uso ______214

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11.5. Le modalità di recepimento delle previsioni sovraordinate e di attuazione delle prescrizioni ______224 12. GLI INDIRIZZI, LE DIRETTIVE E LE RACCOMANDAZIONI ______225 13. I CRITERI PER LA COMPENSAZIONE, PEREQUAZIONE E INCENTIVAZIONE ______226 14. DOCUMENTO DI PIANO E RELAZIONI CON IL PIANO DEI SERVIZI ______230 14.1. Criteri generali ______230 14.2. La concezione dei servizi ______232 14.3. Richiami normativi del piano dei servizi del PGT ______235 14.4. Estratto legislativo ______236 14.5. Caratteri e peculiarità del piano dei servizi ______239 14.6. Metodologia ______241 14.7. Classificazione delle dotazioni pubbliche ______242 14.7.1. Urbanizzazione Primaria ______243 14.7.2. Urbanizzazione Secondaria ______244 14.8. Dotazioni urbanistiche minime per gli ambiti omogenei del territorio ______246 14.9. Contributo dei privati nelle urbanizzazioni ______250 14.10. Contributo dei privati per la realizzazione delle opere infrastrutturali e dei servizi di livello comunale o provinciale (modalita’ compensative) ______251 14.11. I servizi minimi e le dotazioni per i piani attuativi e gli interventi edilizi diretti ______251 14.12. Analisi dei servizi esistenti ______253 14.13. Analisi delle tipologie di servizi ______257 14.13.1. Sistema del verde ______260 14.13.2. Sistema delle attrezzature per lo sport e il tempo libero ______262 14.13.3. Sistema dei servizi culturali ______265 14.13.4. Sistema delle strutture pubbliche ______268 14.13.5. Sistema dei servizi di interesse pubblico ______270 14.13.6. Sistema dell’istruzione ______272 14.13.7. Sistema delle strutture religiose ______274 14.13.8. Sistema dei servizi e attrezzature sociali e ricreative ______278 14.13.9. Sistema dei servizi e attrezzature sanitarie ______279 14.13.10. Sistema delle attività commerciali ______282 14.13.11. Sistema dei parcheggi pubblici residenziali ______283 14.13.12. Sistema dei parcheggi pubblici produttivi e commerciali ______285 14.13.13. Sistema degli impianti tecnologici ______287 14.13.14. Sistema della mobilità e trasporti ______290 14.13.15. Sistema delle infrastrutture a rete ______293 14.14. Le previsioni del Piano dei Servizi ______297 14.14.1. Il progetto di nuove aree per servizi di interesse pubblico ______298 14.14.2. Il progetto della mobilità ______302

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DOCUMENTO DI PIANO Relazione tecnica ai sensi dell’art. 8 della Legge Regionale 11 marzo e s.m.i. 2005 n.12.

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1.PREMESSA NORMATIVA E CONTENUTI DEL DOCUMENTO DI PIANO

A) Effetti del Documento di Piano e introduzione ai contenuti della l.r. 11 marzo 2005 n.12

I contenuti grafici e di testo del Documento di Piano (individuati sui relativi elaborati ed allegati con la sigla DP) interessano ed hanno effetti su tutto il territorio comunale per quanto riguarda gli elementi di analisi conoscitiva nonché quelli di tipo ambientale e paesistici. Per quanto riguarda invece i contenuti progettuali del Documento di Piano, questi interessano le sole previsioni di trasformazione esterne al perimetro del tessuto urbano consolidato ed individuate dagli Ambiti di Trasformazione (A.T.).

In regione Lombardia, la normativa di riferimento in materia urbanistica era rappresentata, fino al marzo 2005, dalla legge regionale 15 aprile 1975 n. 51. Nel corso degli ultimi anni, comunque, il legislatore regionale aveva avviato un processo di modernizzazione della normativa urbanistica, procedendo alla revisione di singoli settori con specifiche leggi, (quali ad esempio la l.r. 23/1997, la l.r 9/1999, la l.r. 22/1999, la l.r. 1/2000 e la l.r. 1/2001). Recentemente la Regione ha completato tale disegno di riforma con la legge 11 marzo 2005 n. 12 recante “Legge per il governo del territorio” che ha abrogato la previgente l.r. 51/75 e le norme complementari, parzialmente la 23/1997, la legge 9/199 etc. Per quanto qui d’interesse, appare utile rappresentare che la legge regionale 12/05 sancisce il debutto di un nuovo modello di piano in cui il tradizionale Piano Regolatore Generale (P.R.G.) viene sostituito dal Piano del Governo del Territorio (PGT): lungi dall’essere un mero cambiamento terminologico, l’innovazione risponde a istanze di sistematicità e di rinnovamento complessivo della disciplina. Strumento centrale della pianificazione comunale del governo del territorio è, appunto, il Piano di Governo del Territorio composto dal Documento di Piano (assimilabile ad un piano “strutturale” con gli obiettivi di valore strategico, con funzioni di individuazione degli ambiti di trasformazione, di conservazione e di tutela, ma senza indicazioni quantitative precise e senza effetti diretti sul regime giuridico dei suoli), dal Piano dei Servizi (cui spetta il compito di prevedere in modo flessibile il fabbisogno di servizi pubblici e le modalità per soddisfarli, con ampio spazio all'iniziativa privata) e dal Piano delle Regole (contenente la disciplina delle trasformazioni del tessuto urbano consolidato, attraverso interventi di recupero o di completamento da effettuare). Le previsioni urbanistiche "strutturali" descritte nel Piano del Governo del Territorio non sono seguite da un "piano operativo", come previsto in altre leggi regionali di riforma degli ultimi anni, ma direttamente da piani attuativi che assumono carattere conformativo. Risultano significative, soprattutto per le implicazioni operative che ne derivano, le norme di cui agli articoli 25 e 26 della richiamata legge regionale, secondo le quali gli strumenti urbanistici comunali vigenti conservano efficacia fino all’approvazione del Piano di Governo del Territorio (e comunque

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non oltre il termine di quattro anni) e che i comuni debbano deliberare l’avvio del procedimento di adeguamento dei loro PRG vigenti entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge; per i comuni con popolazione inferiore a quindicimila abitanti, tale obbligo di adeguamento decorre dalla data di entrata in vigore della deliberazione della Giunta regionale recante “i criteri volti ad individuare quali tra i contenuti del PGT devono obbligatoriamente essere previsti nei PGT di tali comuni”. Il significato e le conseguenze normative, di tale disposizione che sancisce la “transitorietà” e la “provvisorietà” della disciplina urbanistica dettata dallo strumento urbanistico vigente e l’obbligo di adeguamento alla nuova disciplina e ragioni legate a nuovi approcci e posizioni culturali (riassumibili in rinnovate attenzioni e responsabilità di sviluppo territoriale, in recenti consapevolezze di necessità del rispetto dell'ambiente e del territorio, in progressivi mutamenti della realtà economica-produttiva), sono indubbiamente fattori che orientano l’opportunità di iniziare un nuovo processo di pianificazione che sappia tradurre l’efficacia dell’azione amministrativa di programmazione promossa dalla riforma di legge con concetti di sviluppo sostenibile e di promozione della qualità.

L’attuazione degli interventi di trasformazione e sviluppo indicati nel documento di piano avviene attraverso i piani attuativi comunali, costituiti da tutti gli strumenti attuativi previsti dalla legislazione statale e regionale.

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Art. 8: Documento di Piano

• Identifica la struttura del territorio e, semplificando, può essere individuato come il Piano Strutturale anche se ha validità quinquennale ed è sempre modificabile. • Scaduto il termine (quinquennale) il comune provvede all’approvazione di un nuovo documento di piano; in caso di inadempienza si applicano le norme di cui all’art. 25 comma 7 (si opera solo attraverso i PII)

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Art. 9: Piano dei Servizi

Il Piano dei servizi è parte fondamentale del PGT. • Il PdS è atto di pianificazione e programmazione a cui la pubblica amministrazione dovrà porre la massima attenzione al fine “di assicurare una dotazione globale di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico”. • Non dovrà essere visto come una mera ricognizione dei servizi, spaziali ed a-spaziali, esistenti sul territorio e sui comuni limitrofi ma come valutazione dei bisogni della comunità e delle necessarie risposte. • Sarà il PdS a determinare il modello sociale e territoriale che la pubblica amministrazione è intenzionata a porre in atto.

È sempre il Piano dei Servizi che dovrà: • Determinare la dotazione minima di “aree per attrezzature pubbliche” (18mq./ab. previsti dalla norma); • Prevedere la sostenibilità dei costi per l’adeguamento dei servizi esistenti e le modalità d’intervento; • Determinare i costi per i nuovi servizi; • Determinare gli oneri di urbanizzazione; l’art. 44 della legge indica infatti che tali oneri sono determinati “in relazione alle previsioni del piano dei servizi e a quelle del programma triennale delle opere pubbliche”.

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Art. 10: Piano delle Regole

Azzardando un equivalente riferimento, possiamo individuare nel Piano delle Regole e la pianificazione del tessuto urbano consolidato…il PRG e le N.T.A.

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Nuovi concetti

“Nell'applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse, e dalla intenzione del legislatore” .

Della nuova norma dovremo imparare a condividerne i criteri ispiratori:

• Sussidiarietà • Adeguatezza • Differenziazione • Sostenibilità • Partecipazione • Collaborazione • Flessibilità • Compensazione • Efficienza • Perequazione • Incentivazione • Minimizzazione del consumo di suolo.

PEREQUAZIONE Qualificabile come strumento di gestione del piano, è incentrata su un’equa ed uniforme distribuzione di diritti edificatori indipendentemente dalla localizzazione delle aree per attrezzature pubbliche e dei relativi obblighi nei confronti del Comune. All’istituto della perequazione è collegata la trasferibilità o commercializzazione dei diritti edificatori tra proprietari all’interno del comparto, nonché tra comparti ove le previsioni del piano prevedono incrementi di edificabilità in grado di accogliere ulteriori quote. Il piano individua una perequazione a carattere circoscritto riguardante gli ambiti interessati da piani attuativi e da atti di programmazione negoziata a valenza territoriale (art. 11, comma 1) ed una forma più generalizzata (art.11, comma 2).

COMPENSAZIONE L’istituto della compensazione risponde ad una finalità perequativa. In luogo della corresponsione dell’indennità di esproprio, l’ amministrazione può, attribuire a fronte della cessione gratuita dell’area, aree pubbliche in permuta o diritti edificatori trasferibili su aree edificabili private ricomprese in piani attuativi ovvero in diretta esecuzione del PGT. Come ulteriore alternativa il proprietario può realizzare direttamente gli interventi di interesse pubblico o generale mediante accreditamento o stipula di convenzione con il Comune per la gestione del servizio.

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INCENTIVAZIONE

Consiste nel riconoscimento di “bonus” urbanistici, ossia di maggiori diritti edificatori, a fronte del conseguimento di benefici pubblici aggiuntivi rispetto a quelli ordinariamente ricollegati ai programmi di intervento.

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Il processo di elaborazione della documentazione relativa agli atti del Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) prende avvio dalla presa visione degli obiettivi espressi dall’Amministrazione Comunale di Bagolino, in riferimento allo stato della pianificazione vigente del Comune stesso e all’esigenza di adeguare ed orientare lo strumento urbanistico agli indirizzi esplicitati.

Il PGT è uno strumento complesso, articolato in più atti, dotati ciascuno di propria autonomia tematica, ma concepiti all’interno di un unico e coordinato processo di pianificazione, i cui estremi normativi sono sanciti dalla L.R. 11 marzo 2005, n. 12 «Legge per il governo del territorio».

L’articolazione del PGT identifica nel Documento di Piano lo strumento che esplicita obiettivi, strategie ed azioni attraverso cui perseguire un quadro complessivo di sviluppo socio-economico ed infrastrutturale, che consideri le risorse ambientali, paesaggistiche e culturali a disposizione come elementi essenziali da valorizzare.

Il Documento di Piano quindi: • definisce uno scenario territoriale condiviso dalla comunità che, attraverso i propri attori locali pubblici e privati, diviene essa stessa attuatrice; • determina conseguentemente adeguate politiche di intervento per le varie funzioni; • verifica la sostenibilità ambientale e la coerenza paesaggistica delle previsioni di sviluppo; • dimostra la compatibilità delle politiche di intervento individuate, relazionandole al quadro delle risorse economiche attivabili.

Gli aspetti regolamentativi e gli elementi di qualità della città e del territorio sono affidati al Piano delle Regole, mentre l’armonizzazione tra insediamenti funzionali ed il sistema dei servizi e delle attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale viene affidata al Piano dei Servizi.

Il Piano dei Servizi e il Piano delle Regole devono garantire coerenza con gli obiettivi strategici e quantitativi di sviluppo complessivo del P.G.T. contenuti nel Documento di Piano.

Allo stesso tempo, gli indirizzi specifici contenuti in questi due atti trovano fondamento e si configurano come sviluppi delle direttive ed indicazioni dettate dal Documento di Piano nell’ambito della definizione delle politiche funzionali (residenza, edilizia residenziale pubblica, attività produttive primarie, secondarie, terziarie, distribuzione commerciale), di qualità del territorio e di tutela dell’ambiente.

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In quest’ottica le previsioni contenute nel Documento di Piano, in quanto espressioni della strategia complessiva di sviluppo delineata dal PGT, non producono effetti diretti sul regime giuridico dei suoli. La conformazione dei suoli avviene, infatti, attraverso il Piano dei Servizi, il Piano delle Regole, i piani attuativi, ed i Programmi Integrati di Intervento.

L’elaborazione formale degli atti del P.G.T. si sviluppa, dunque, sulla base degli obiettivi programmatici indicati dall’A. C., sulla scorta dei quali vengono definite le indagini di natura ricognitiva per la definizione di un quadro di riferimento delle condizioni di generalità territoriale e di singolarità locale, nonché dei possibili scenari di sviluppo dell’ambito urbano considerato.

Pertanto, la fase di ricomposizione del quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento costituisce il nodo imprescindibile per garantire l’effettiva coerenza fra i vari livelli della pianificazione che sono coinvolti nel governo del territorio e, dunque, nelle dinamiche trasformative dello stesso, andando ad esprimersi, con le opportune competenze, nell’ambito procedurale ed applicativo definito legislativamente (Documento di Piano, Piano dei Servizi e Piano delle Regole).

Il quadro conoscitivo, assumendo valore di studio approfondito del territorio in esame, viene condotto attraverso la costruzione di una struttura sistemica dei suoi caratteri (geografici, geomorfologici, idraulici, biologici, paesistici, storico-culturali, economici, sociali, ecc.), funzionale alla definizione di strategie adeguate alle esigenze locali.

Per ciò che concerne la validità dei Piani Comunali la legge 12/2005 stabilisce una durata di cinque anni per il Documento di Piano, al termine dei quali il Comune deve provvedere all’approvazione di un nuovo Documento, mentre non vengono normati i termini per il Piano dei Servizi e il Piano delle Regole.

Nello specifico agli artt. 13 (Approvazione degli atti costituenti il Piano di Governo del Territorio) e 26 (Adeguamento dei piani) si esplicita la necessità, nella prima applicazione del disposto legislativo, che i Comuni approvino i P.G.T. mediante l’esperimento di un’unica procedura riguardante complessivamente sia il Documento di Piano, che il Piano dei Servizi ed il Piano delle Regole, in quanto il fattore unificante i tre atti è proprio la complementarietà nell’individuazione delle strategie e delle azioni di Piano.

Successivamente si potrà operare modificando singolarmente sia il Piano dei Servizi sia il Piano delle Regole, dato che non è prevista per questi atti una durata temporale fissata.

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Questo procedimento, comunque, richiede un’opportuna valutazione delle modifiche affinché non vengano introdotti elementi di contraddizione rispetto alle strategie delineate nel Documento di Piano. In caso contrario si dovrà procedere attraverso una variante al Documento di Piano.

Contenuti del Documento di Piano

Il Documento di Piano definisce l’assetto strategico del territorio comunale in funzione degli obiettivi di sviluppo, miglioramento e/o conservazione del territorio che si vogliono perseguire all’interno di un periodo di validità quinquennale.

L’art. 8 della L.R. 12/2005 attribuisce al Documento di Piano il compito di definire: a) il quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento per lo sviluppo economico e sociale del comune, anche sulla base delle proposte dei cittadini singoli o associati e tenuto conto degli atti di programmazione provinciale e regionale, eventualmente proponendo le modifiche o le integrazioni della programmazione provinciale e regionale che si ravvisino necessarie; b) il quadro conoscitivo del territorio comunale, come risultante dalle trasformazioni avvenute, individuando i grandi sistemi territoriali, il sistema della mobilità, le aree a rischio o vulnerabili, le aree di interesse archeologico e i beni di interesse paesaggistico o storico-monumentale, e le relative aree di rispetto, i siti interessati da habitat naturali di interesse comunitario, gli aspetti socio- economici, culturali, rurali e di ecosistema, la struttura del paesaggio agrario e l’assetto tipologico del tessuto urbano e ogni altra emergenza del territorio che vincoli la trasformabilità del suolo e del sottosuolo; c) l’assetto geologico, idrogeologico e sismico.

Sulla base degli elementi di cui al comma 1 dell’art. 8 della L.R. 12/2005, il Documento di Piano: a) individua gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione che abbiano valore strategico per la politica territoriale, indicando i limiti e le condizioni in ragione dei quali siano ambientalmente sostenibili e coerenti con le previsioni ad efficacia prevalente di livello sovracomunale;

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Pagina 17 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione b) determina gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT; nella definizione di tali obiettivi il documento di piano tiene conto della riqualificazione del territorio, della minimizzazione del consumo del suolo in coerenza con l’utilizzazione ottimale delle risorse territoriali, della definizione dell’assetto viabilistico e della mobilità, nonché della possibilità di utilizzazione e miglioramento dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, anche a livello sovracomunale; c) determina, in coerenza con i predetti obiettivi e con le politiche per la mobilità, le politiche di intervento per la residenza, le attività produttive primarie, secondarie e terziarie, ivi comprese quelle della distribuzione commerciale, evidenziando le scelte di rilevanza sovracomunale; d) dimostra la compatibilità delle predette politiche di intervento e della mobilità con le risorse economiche attivabili dalla pubblica amministrazione, anche in relazione agli effetti indotti sul territorio contiguo; e) individua, anche con rappresentazioni grafiche in scala adeguata, gli ambiti di trasformazione, definendo i relativi criteri di intervento, preordinati alla tutela ambientale, paesaggistica e storico- monumentale, ecologica, geologica, idrogeologica e sismica, laddove in tali ambiti siano comprese aree qualificate a tali fini nella documentazione conoscitiva; f) determina le modalità di recepimento delle previsioni prevalenti contenute nei piani di livello sovracomunale e l’eventuale proposizione, a tali livelli, di obiettivi di interesse comunale; g) definisce gli eventuali criteri di compensazione, di perequazione e di incentivazione; h) definisce l’assetto geologico, idrogeologico e sismico comunale.

Il presente documento integra le indicazioni contenute negli elaborati grafici. In caso di discordanza fra diversi elaborati del Documento di Piano prevalgono: • fra tavole in scala diversa, quelle di maggior dettaglio; • fra tavole di Piano e Relazione, quest’ ultima.

All’interno del Documento di Piano è contenuta, infine, la componente paesistica, in quanto la Legge Regionale 12/2005 a tale atto assegna il compito precipuo di individuazione delle strategie paesaggistiche da attivare sull’intero territorio comunale, tenendo conto delle peculiarità del territorio comunale ma anche in funzione dei processi di sviluppo da governare, e la conseguente

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Pagina 18 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione definizione dei principali obiettivi di qualità paesaggistica da perseguire, delle azioni da promuovere e degli strumenti più idonei per metterle in atto.

Per gli ambiti di trasformazione soggetti a pianificazione attuativa si apre, inoltre, il capitolo degli indirizzi paesaggistici fondamentali riferiti, sia agli elementi del paesaggio da tutelare, che ai caratteri fondamentali dei nuovi paesaggi da costruire, in particolare in riferimento alle relazioni col contesto allargato da privilegiare e alla coerenza con le strategie paesaggistiche comunali individuate.

Dunque le relative norme paesistiche, introdotte nel Piano delle Regole, assumono valore e cogenza non solo per gli ambiti di trasformazione individuati, ma anche per gli scenari di sviluppo futuri del comune.

Si specifica che gli elaborati prodotti per il Piano Paesistico Comunale si strutturano secondo una componente relazionale e una componente grafica, contenute entrambe nel presente atto. Questi elaborati acquistano, in particolare quelli grafici relativi alle Classi di Sensibilità Paesistica, alle Rilevanze Paesistiche e alla Sintesi delle Componenti paesistiche, il valore di cogenza poiché costituiscono anche parte integrante del Piano delle Regole.

Il processo di elaborazione della documentazione relativa agli atti del Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) prende avvio dalla presa visione degli obiettivi PTR e conseguentemente del PTCP e, nonché degli atti di programmazione emanati da Enti Sovracomunali che hanno influenza diretta sulla pianificazione comunale. Rispetto agli obiettivi sostenibili sopra menzionati, discendono gli obiettivi espressi dall’Amministrazione Comunale di Bagolino, in riferimento allo stato della pianificazione vigente del Comune stesso e all’esigenza di adeguare ed orientare lo strumento urbanistico agli indirizzi esplicitati.

Lo schema sotto riportato mostra il procedimento a cascata dal quale derivano gli obiettivi espressi da parte dell’Amministrazione comunale, che vengono denominati nella tabella sopra esposta obiettivi generali del piano, dai quali scaturiscono quelli specifici. Questi ultimi trovano una finale esplicitazione dopo le analisi del Documento di Piano. Di queste ultime si sottolinea la presenza di quelle relative all’ambiente naturale, componente inserita grazie al processo di VAS. Successivamente si definiscono le azioni del Piano, le quali specificano ulteriormente gli obiettivi specifici precedentemente individuati. Segue in ultimo la colonna nella quale si indica lo strumento per l’attuazione dell’azione.

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Pagina 19 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione

OBIETTIVI OBIETTIVI AZIONI STRUMENTI GENERALI SPECIFICI OBIETTIVI DEL DEL PIANO GENERALI OBIETTIVI PRINCIPALI SOSTENIBILI DEL PIANO PIANO

RAZIONALIZZARE L'UTILIZZO DEL SUOLO

RIQUALIFICARE AREE DISMESSE

RIQUALIFICARE E RIUTILIZZARE IL PATRIMONIO EDILIZIO

MIGLIORARE LA QUALITA'

DEL SISTEMA URBANO E

DEI RELATIVI SERVIZI RIQUALIFICARE E POTENZIARE LA DOTAZIONE DI SERVIZI

CONTROLLO SULLE URBANIZZAZIONI PREDILIGENDO DIREZIONI DI ESPANSIONI CONSOLIDATE ADEGUARE IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE ESISTENTE POTENZIARE

E POTENZIARE IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE ALLE VARIE SCALE MIGLIORARE IL SISTEMA DELLA MOBILITA' POTENZIARE IL SISTEMA DELLA MOBILITA' LENTA

POTENZIARE LA STRUTTURA PRODUTTIVA LOCALE

POTENZIARE E FAVORIRE LA CONCENTRAZIONE DEGLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI MIGLIORARE IL SISTEMA FAVORIRE L'ACCESSIBILITA' AGLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI PRODUTTIVO

RICONVERTIRE AREE E MANUFATTI AGRICOLI DISMESSI VALORIZZARE E TUTELARE CONTESTI DI RILIEVO AMBIENTALE

POTENZIARE PAESISTICO E RAFFORZARE L'IDENTITA' DELLA COMUNITA' E I CARATTERI

MIGLIORARE IDENTIFICATIVI DEL TERRITORIO LA QUALITA' MIGLIORARE LA QUALITA' PAESAGGISTICA ED ARCHITETTONICA

DEL SISTEMA DEGLI INTERVENTI DI TRASFORMAZIONE DEL TERRITORIO AMBIENTALE SALVAGUARDIA DELL'AMBIENTE NATURALE

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Sintesi della struttura degli atti del Piano di Governo del Territorio

TAVOLE DPX Elaborati grafici

DP ALLEGATI Documento di DP_1A Relazione Analisi territoriale e modalità insediative Piano DP_2A Appendice statistica DP_3A Condizioni di fattibilità degli ambiti di trasformazione delle previsioni di Piano DP_4A Ricognizione delle istanze/proposte dei cittadini e/o portatori di interesse diffuso

TAVOLE DP/PTR Compatibilità del DP/PTR_01 Elaborati grafici Documento di Piano ALLEGATI con il PTR DP/PTR_01 Relazione di compatibilità PGT-PTR

TAVOLE PSX Elaborati grafici PS ALLEGATI Piano dei Servizi PS_1A Relazione e quadro economico per l’adeguamento ed il potenziamento dei servizi PS_2A Schede ricognitive dei servizi esistenti

TAVOLE PRX Elaborati grafici ALLEGATI PR Piano delle Regole PR.1A Relazione tecnica PR 3A Norme tecniche d’attuazione PR.2A Nome tecniche per la tutela e la valorizzazione dei beni storico culturali del paesaggio

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Di seguito viene indicato, inoltre, l'elenco completo degli atti, degli elaborati grafici e degli allegati prodotti per il Piano di Governo del Territorio.

Allegati

00 Elenco elaborati

DOCUMENTO DI PIANO

Allegati

DP_1A Relazione : Analisi territoriale e modalità insediative DP_2A Appendice statistica DP_3A Condizioni di fattibilità degli ambiti di trasformazione delle previsioni di Piano. DP_4A Ricognizione delle istanze/proposte dei cittadini e/o portatori d'interesse diffuso I DP_5A Impatto degli Ambiti di Trasformazione sul settore agricolo (elaborato integrativo a seguito del parere Provinciale per la compatibilità del PGT col PTCP )

Tavole Grafiche

QUADRO RICOGNITIVO E PROGRAMMATORIO DI RIFERIMENTO

DP_01: Inquadramento territoriale e infrastrutturale scala 1:50.000

Pianificazione sovra comunale Regionale Estratti dal PTR (approvato il 19/01/2010 n VIII/951) DP_02: Estratti del PTR con evidenziazione delle componenti ricadenti nel territorio comunale scale varie

Pianificazione sovra comunale Provinciale Estratti dal PTCP (approvato il 22/04/2004 n 21) DP_03.1: Estratti dal PTCP scale varie

- Tavola Paesistica - Ambito agricolo strategico - Tavola ambientale e rischi. Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici - Progetto direttore della rete ecologica della Provincia - Tavola di struttura

DP_03.2: Ricognizione delle condizioni agronomiche scale varie - Carta mosaico delle vocazioni agricole degli strumenti urbanistici comunali -Carta Mosaico del valore Agroforestale -Carta Uso del suolo SIARL -Carta delle dimensioni aziendali SIARL

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Piano del traffico della viabilità extraurbana (PTVE) (approvato il 31/03/2009 n 18) DP_03.3: Piano della viabilità nella Provincia di Brescia. Indirizzi strategici scale varie

Sintesi delle previsioni urbanistiche dei comuni limitrofi DP_04: Estratto mosaico (MISURC) Strumenti Urbanistici Comunali: Tavola di azzonamento scala 1:15.000

QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO COMUNALE

DP_05 Analisi strutturale del territorio scala 1:5.000 DP_06.1- Nord; Sud: Individuazione dei vincoli e delle tutele “ope legis” scala 1:10.000 DP_06.2: Individuazione dei vincoli e delle tutele “ope legis” nei centri abitati scala 1:5.000 DP_07 : Stato d’attuazione della pianificazione vigente scala 1:5.000

Sistema della mobilità DP_08: Analisi delle infrastrutture, della mobilità esistente e di progetto e del sistema del trasporto pubblico scala 1:5.000 I DP_08: Individuazione delle strutture di approdo dedicate alla navigazione del lago d’Idro scala 1:20.000 (elaborato integrativo a seguito del parere Provinciale per la compatibilità del PGT col PTCP )

Sistema dei beni culturali e del paesaggio DP_09.1 - Nord; Sud: Sintesi delle componenti paesistiche scala 1:10.000 DP_09.2 : Sintesi delle componenti paesistiche nei centri abitati scala 1: 5.000 DP_09.3 - Nord; Sud: Scomposizione del territorio in classi di sensibilità paesistica scala:1:10.000

CARTOGRAFIA DEI RISCHI E DELLE TUTELE

DP_10.1- Nord;Sud: Carta dei -rischi – criticità e delle tutele scala 1:10.000 DP_10.2: Carta dei -rischi – criticità e delle tutele nei centri abitati scala 1: 5.000

PROGETTO DI PIANO

DP_11.1: Indicazioni strategiche scala 1: 5.000 DP_11.2: Progetto di piano scala 1: 5.000 DP_11.3: Consumo di suolo del progetto di piano scala 1: 5.000

Analliisii e veriifiica dii compatiibiilliità dell Progetto dii Piiano DP_12.1 Verifica del progetto di piano rispetto alla carta dei -rischi – criticità e delle tutele scala:1:5.000

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DP_12.2 Verifica di compatibilità rispetto all’ elaborato di sintesi delle componenti paesistiche scala:1:5.000

PIANO DEI SERVIZI

Allegati

PS_1A Relazione e quadro economico per l’adeguamento ed il potenziamento dei servizi PS_2A Schede ricognitive dei servizi esistenti

Tavole Grafiche

PS01a Ricognizione con individuazione cartografica dei servizi esistenti e di progetto scala 1:2.000 PS01b Ricognizione con individuazione cartografica dei servizi esistenti e di progetto scala 1:2.000 PS01c Ricognizione con individuazione cartografica dei servizi esistenti e di progetto scala 1:2.000 PS01d Ricognizione con individuazione cartografica dei servizi esistenti e di progetto scala 1:2.000 PS01e Ricognizione con individuazione cartografica dei servizi esistenti e di progetto scala 1:2.000 PS02.1 Stato di fatto dei servizi d’infrastrutturazione (rete acquedotto e fognatura) scala 1:5.000 PS02.2 Stato di fatto dei servizi d’infrastrutturazione (rete elettrica) scala 1:5.000

PIANO DELLE REGOLE

Allegati

PR_1A Relazione tecnica PR_2A Norme tecniche d’attuazione PR_3A Norme tecniche per la tutela e valorizzazione dei beni storico culturali del paesaggio

Tavole Grafiche

PR01 Nord; Sud: Classificazione generale degli ambiti del territorio comunale con disciplina delle aree destinate all’agricoltura, aree di valore paesaggistico ambientale ed ecologiche, aree non soggette a trasformazione urbanistica scala 1:10.000

NUCLEI D’ANTICA FORMAZIONE E DEL PATRIMONIO EDILIZIO STORICO ISOLATO Si rimanda ai contenuti del Piano Particolareggiato per il recupero del Centro Storico. approvato con delibera del C.C. n.14 del 27/04/2004 e s.m.i

AMBITI DI RECENTE FORMAZIONE

PR02 Nord;Sud Classificazione degli ambiti del tessuto urbano consolidato con modalità condizionate d’intervento per gli ambiti di recente formazione scala 1:10.000

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PR02a Bagolino - Cerreto Classificazione degli ambiti del tessuto urbano consolidato con modalità condizionate d’intervento per gli ambiti di recente formazione scala 1:2.000 PR02b Ponte Nord Classificazione degli ambiti del tessuto urbano consolidato con modalità condizionate d’intervento per gli ambiti di recente formazione scala 1:2.000 PR02c Sud Classificazione degli ambiti del tessuto urbano consolidato con modalità condizionate d’intervento per gli ambiti di recente formazione scala 1:2.000 PR02d Val Dorizzo - Gaver Classificazione degli ambiti del tessuto urbano consolidato con modalità condizionate d’intervento per gli ambiti di recente formazione scala 1:2.000 PR02e Maniva Classificazione degli ambiti del tessuto urbano consolidato con modalità condizionate d’intervento per gli ambiti di recente formazione scala 1:2.000

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

Allegati

VAS 1A Rapporto Ambientale VAS 1i Integrazione - aggiornamento dati Rapporto Ambientale VAS 2A Sintesi non tecnica

Tavole grafiche

VAS 2i Verifica di maggior dettaglio degli Ambiti di Trasformazione rispetto alle aziende agricole e zootecniche (a seguito della richiesta nella 2° conferenza VAS) scala 1:5.000

COMPATIBILITÀ DEL DOCUMENTO DI PIANO CON IL PTR/PPR

Allegati

DP/PTR_01A Relazione tecnica a supporto della verifica di compatibilità del Documento di Piano (PGT) al PTR/PPR DP/PTR_02A Verifica di coerenza al PTR degli Ambiti di Trasformazione del PGT

Tavole Grafiche

DP/PPR_01 Coerenziazione delle componenti del PPR a livello comunale della tavola D1D “quadro di riferimento delle tutele dei laghi insubrici” con sovrapposizione del progetto di Piano scala 1:20.000 DP/PPR_02 Ricognizione delle componenti della Rete Ecologica Regionale RER a livello comunale con sovrapposizione del progetto di Piano. scala 1:20.000 DP/PPR_03 Rete Verde comunale con sovrapposizione del progetto di Piano. (ai sensi dell’art.24 delle NTA del PPR) scala 1:20.000

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2. ANALISI DELLA COLLOCAZIONE DEL COMUNE NEL CONTESTO STORICO

Il territorio di Bagolino si presenta quale palinsesto di stratificazioni storiche, risultato delle condizioni morfologiche e di sviluppo socio- economico di una terra di confine. Le maglie del paesaggio montano mostrano una struttura insediativa che ha assecondato la morfologia del luogo, determinando un sistema viario caratteristico attorno al quale si è sviluppata l’espansione edilizia. Il paesaggio valsabbino si caratterizza per l’ondulato altopiano carsico prealpino che degrada verso i rilievi morenici. Una morfologia estremamente diversificata, che si caratterizza per il mutare graduale, raramente brusco e comunque sempre armonico delle maglie del paesaggio. Ne consegue una varietà sia per ciò che riguarda la flora, la fauna oltre che per le risorse minerarie. Il sistema vallivo, nell’ambito del territorio analizzato, si sviluppa attraverso la Valle Dorizzo, un piccolo centro montano bagnato dal fiume Caffaro, distante 8 km da Bagolino, in un paesaggio che alterna spazi caratterizzati da prati e da pineta. Il paesaggio montano si sviluppa poi con il Gaver e il Maniva, rispettivamente distanti da Bagolino 13 e 10 km, scenari naturali caratterizzati per le tipiche baite e malghe bagosse. I primi documenti scritti che riguardano Bagolino risalgono al 1.000 d.C. e testimoniano di un territorio posto a sud del paese chiamato Pian d'Oneda in località Ponte Caffaro. Questo piano, che in seguito entrerà a far parte del territorio di Bagolino, era un luogo paludoso ed insalubre formato dal delta dei fiume Caffaro e le acque del lago d'Idro. Verso l'anno 1100, è incerto il momento preciso queste terre sono state donate al Monastero di S. Pietro in Monte di da re franchi o longobardi che, sotto il loro dominio, rafforzarono il culto cristiano. I Monaci ebbero il compito di bonificare il territorio e di costruirvi un ostello. Anche i bagolinesi dovevano transitare per quel luogo. Prima di costruire il ponte di Prada, l'unica via per andare a Brescia, in alternativa a quella che passava per il valico del Maniva, era rappresentata dal ponte di Romanterra; si costeggiava a destra il Caffaro sino al bivio delle Armadure, dove per la strada detta "Bagozzina" si giungeva in Pian d'Oneda. Si presume che gli abitanti di Bagolino si dedicassero alla lavorazione del ferro prima della conquista romana. All’inizio del secolo XIV questa attività era in pieno sviluppo. Incerte tradizioni accennano che nella Valle del Caffaro vi fossero alcuni filoni di siderite ed ematite. Da testimonianze più attendibili si sa che i bagossi per poter far funzionare ì loro forni fusori, tra i primi della Valle Sabbia, dovevano recarsi a Bovegno e Collio, siti ricchi di miniere. Da lì, il materiale ferroso veniva trasportato in paese attraverso il Maniva. L’attività estrattiva, dunque, ha costituito una delle ragioni insedaitive originarie del luogo.

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Pagina 26 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione

L’armatura insediativa si è poi sviluppata nel nucleo di Ponte Caffaro, sulle rive del lago d’Idro, dove a metà del XVIII secolo si stanziarono 250 famiglie che costituirono il primo nucleo del successivo centro. Un aspetto molto importante nella definizione del sistema paesaggio del territorio di Bagolino è rappresentato dalla presenza del fiume Caffaro che nasce al Passo Termine e che corre lungo i ripidi pendii del cornone Blumone, passando dalla cresta occidentale del Monte Bruffione, dove sbocca nella conca del Gaver raccogliendo le acque del torrente Lajone. Il vero e proprio corso del Caffaro inizia dove il fiume stesso ed il torrente si uniscono confluendo nell’alveo che attraversa l'intera Valle e raccoglie le acque dei suoi numerosi affluenti, giungendo al . Le acque del Caffaro, già utilizzate nei secoli scorsi per l'industria del ferro, vengono sfruttate per produrre energia elettrica. Storicamente, infatti, l'impianto più importante è quello di Ponte Caffaro alimentato da un acquedotto lungo 4.560 m. (dei quali 3.285 alternati a galleria). La sola condotta forzata del Parantà (fra Monte Suello e Ponte Prada) è lunga ben 1900 m. La storia dell'utilizzazione delle acque del Caffaro risale al 1893 a quando, secondo un progetto dell'Ing. Tosana, veniva chiesta al governo una concessione per ricavare energia da impiegarsi in una progettata tranvia elettrica che doveva mettere in comunicazione la Lombardia con il . Nel 1901 la concessione governativa, richiesta dal Comitato Bresciano, veniva rilevata dalla Società Elettrochimica del Caffaro che utilizzava l'energia (15.000 HP) per Il proprio stabilimento di Brescia. I restanti 800 HP che la Società Caffaro si era riservata vennero utilizzati per elettrificare la linea tranviaria che allora giungeva fino ad Idro. Questo impianto, nel campo dell'industria idroelettrica, era annoverato tra quelli più importanti d'Europa. Nel 1984 è stata inaugurata la nuova centrale di Ponte Caffaro. Il nucleo storico di Bagolino, strutturatosi architettonicamente tra il XVII e il XIX secolo, è posto in posizione baricentrica rispetto alla Valle del Caffaro, ad una altitudine media di c.ca 800 m. s.l.m.. Tale localizzazione, oltre ad una esposizione favorevole, denuncia, nella scelta del sedime, l‘origine del borgo montano pre-romano che nel corso dei secoli ha assunto importanza storica soprattutto extra agricola. L'altitudine massima è di 2.665 mt. sul livello del mare (Monte Bruflione), mentre la minima si rileva a 368 mt. (Piana del Caffaro) a livello del Lago d'Idro, terzo lago per importanza della Provincia di Brescia. Fattore caratterizzante il territorio e telaio resistente d’area vasta per gli insediamenti è la rete idrografica, costituita in via principale dal fiume Caffaro che attraversa tutta la a piana del Caffaro e che si immette nel Lago d'Idro. Risultano, inoltre, diversi i laghetti alpini presenti sul territorio e tra questi spicca per dimensione quello di Bruffione (a quota 1885 s.l.m.) con una superficie di mq. 49.120.

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Pagina 27 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione

L’impianto urbano di Bagolino si sviluppa su due ampi agglomerati localizzati senza soluzione di continuità rispettivamente a sud est e nord ovest del rilevato su cui si attesta la chiesa parrocchiale. Le condizioni morfologiche generali determinano un affaccio naturale a sud-ovest verso l’alveo di scorrimento del Caffaro. Il tessuto consolidato, come testimoniato dalla cartografia storica nel catasto napoleonico (1805), presenta un grado di densità della trama urbana maggiore nella zona a sud est all’ingresso del paese, lungo la strada del Caffaro; nell’opposta porzione di territorio, inoltre, è possibile rilevare ancora la presenza del tracciato di antichi orti nonostante l’espansione di recente formazione, per la quale, fra l’altro, si rileva la dissonanza tipologica e costruttiva rispetto ai caratteri identificativi del centro storico. L’asse viario ordinatore principale è costituito da via S. Giorgio che non si caratterizza, tuttavia, come l’elemento attrattore per la morfo-genesi dei dispositivi architettonici della trama urbana. La natura evolutiva delle dinamiche insediative si connota per la frammentarietà della maglia urbana, costituita da isolati di piccole dimensioni che denunciano l’origine medievale dell’impianto complessivo, che ha mantenuto chiaramente rintracciabile la parcellizzazione del lotto. La persistenza delle forme insediative rilevate denota una struttura territoriale consolidata , caposaldo e recapito territoriale a livello storico per gli sviluppi urbani di formazione successiva. Inoltre le condizioni sopra descritte, unitamente ad una scarsa disponibilità si spazi, hanno determinato l’importanza dei sedimi stradali come assi di sviluppo sui quali si è appoggiata l’espansione edilizia. Attualmente la struttura urbana mostra caratteri di unitarietà e di integrità, identificati tipologicamente da dispositivi architettonici dai distintivi codici linguistici, che si sviluppano prevalentemente in altezza nel classico “lotto gotico” medievale, attraverso vie strette che si snodano nel borgo antico. A livello architettonico Bagolino si caratterizza per la presenza di numerose emergenze architettoniche monumentali, soprattutto per ciò che concerne l’architettura di matrice religiosa. Fra queste si annovera, per specifiche condizioni localizzative e tipologiche, la chiesa di S. Giorgio posta sul principale sperone roccioso e sede delle numerose testimonianze storiche di Bagolino. Edificata nel 1600, risulta esser la terza chiesa per dimensioni della provincia di Brescia, tanto da essere riconosciuta come la “cattedrale in montagna”. Al suo interno vengono custodite opere di notevole pregevolezza di grandi artisti come Tiziano, Tintoretto, Palma Il Giovane. La forma urbana si struttura attorno a questo crinale che costituisce un picchetto e un caposaldo nel territorio vallivo per i nuclei sparsi montani, che ne hanno riconosciuto per secoli il ruolo storico di terra di confine ed enclave territoriale.

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Pagina 28 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione

Immagine aerea del Nucleo storico di Bagolino

Nonostante si riscontri, allo stato attuale, la perdita di tale ruolo, il comune di Bagolino si pone quale centro ricco di testimonianze storiche da valorizzare quali risorse di un “territorio spesso” fatto di stratificazioni nelle quali si fondono identità e memoria culturale. Sotto il profilo della Pianificazione Subordinata si evidenzia che Bagolino fa parte della Comunità Montana della Valle Sabbia, che annovera i comuni di Agnosine, Anfo, Barghe, Bione, Capovalle, Casto, , Idro, , Mura, Odolo, Paitone, Pertica Alta, Pertica Bassa, Preseglie, Provaglio, Roè Vociano, , Serle, Treviso B., Vallio Terme, , Villanuova, . La comunità Montana non è dotata di Piano di Sviluppo Urbanistico Comunitario ai sensi della L.1102/71, mentre è dotata del Piano di Sviluppo Socio Economico (Maggio 2001), che si considera come strumento di attuazione del P.T.C.P. stesso. I dati di natura statistica riferiti agli aspetti trattati dall’Ente Comunità Montana vengono approfonditi nel seguito della trattazione, al capitolo secondo. Inoltre, a livello provinciale, si rileva la stesura, in collaborazione appunto con la Provincia di Brescia, di un Piano Urbanistico Strategico volto ad agevolare una corretta pianificazione di tutta la Valle. Tale progetto è finalizzato all’approfondimento degli scenari di tipo territoriale, economico ed ambientale- paesaggistico, su cui impostare l'attività di concertazione fra gli enti locali e provincia.

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La programmazione provinciale, infine, pone Bagolino all’interno del Sistema Urbano Sovracomunale n° 5 VAL SABBIA, individuato dal PTCP della Provincia di Brescia, che annovera i 25 comuni già appartenenti alla Comunità Montana, e nel quale i centri integrativi sono riconosciuti in Gavardo, Vestone e Vobarno, Idro.

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3.IL QUADRO RICOGNITIVO E PROGRAMMATORIO DI RIFERIMENTO

3.1.Inquadramento generale del territorio comunale Il Comune di Bagolino è situato nella Valle del Caffaro, all’estremità settentrionale della Valle Sabbia, al confine con la provincia di Trento, con la Valle Camonica e la Valtrompia, alle quali si collegano tramite il passo Crocedomini e il Giogo del Maniva. Il territorio è raggiungibile attraverso la S.S. che dal Bivio di S.Antonio della SS del Caffaro, conduce al passo Crocedomini ed a Breno in Val Camonica; un ulteriore collegamento è rappresentato dalla strada intercomunale che, attraverso la frazione di Cerreto, porta in quella di Riccomassimo nel territorio comunale di Storo-Lodrone e, quindi, in Trentino. Il comune di Bagolino segna il limite della Valle e annovera i centri di Ponte Caffaro ed i centri minori di Val Dorizzzo e di Cerreto. La valle sbocca sul Piano di Oneda dove l’omonimo torrente, vicino a Ponte Caffaro, confluisce nel Chiese poco prima del lago d’Idro, risalendo attraverso un paesaggio alpino di pregevole valenza naturalistica e ambientale. La superficie complessiva del territorio comunale è di ha 10.969 (mq 109.690.000). Gli attuali abitanti residenti sono 3.940, suddivisi fra gli abitati di Pontecaffaro (1.585) e del Capoluogo (2.459) e gli edifici rurali sparsi. Il comune di Bagolino ricade all’interno del comprensorio della Valle Sabbia, situata nella parte orientale della Lombardia, vicino al Veneto e al Trentino, e alla quale si riconosce un ruolo significativo nel contesto provinciale. La valle si apre alla pianura nella zona di Gavardo, comunicando con il lago di Garda a Tormini e poi, attraverso la Valvestino con Gargnano e Tignale conduce al Trentino attraverso i passi della media ed alta Valle Trompia, connessa alla Valle Camonica a Crocedomini.

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3.2. Ricognizione della programmazione territoriale Elemento di massima importanza per l’impostazione e la verifica degli obiettivi del PGT è l’inquadramento del territorio di Bagolino all’interno del contesto di riferimento di area vasta, con l’obiettivo di leggere le condizioni della struttura territoriale, intesa come rete spaziale complessa ed interdipendente. La base di partenza sono gli strumenti di programmazione sovraordinati vigenti e adottati, di portata urbanistica e paesistico-ambientale. Nell’elenco seguente si riportano quelli con cui ci si è confrontati, con il riferimento degli estremi di approvazione e/o adozione.

PIANO ENTRATA IN VIGORE Piano Territoriale Regionale (PTR) Approvato (gennaio 2010) Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) Approvato (dicembre 2004) Variante di adeguamento del PTCP alla LR12/05 Adottato con deliberazione n. 14 del 31 marzo 2009 Piano del Traffico della Viabilità Extraurbana (PTVE) Approvato (settembre 2007)

3.2.1. Il Piano Territoriale Regionale (PTR)

Premessa Il progetto di Piano si è avviato analizzando gli elementi peculiari presenti sul territorio nonché le eventuali criticità preliminarmente individuate dal PTR vigente. Il PGT ha quindi esaminato gli obiettivi indicati dal PTR, e dal Piano Paesaggistico Regionale, nonché dal PTCP vigente al fine di proporre nel PGT strategie corrispondenti con quanto indicato dagli strumenti sovraordinati; rispondendo attraverso azioni di Piano puntuali, basate sulla tutela ambientale e sullo sviluppo territoriale turistico ricettivo. Le strategie di Piano hanno interessato non solo gli ambiti già urbanizzati o di futura espansione , ma si sono poste azioni mirate per la Salvaguardia delle sponde lacuali ,conservazione degli spazi in edificati; salvaguardia i caratteri compositivi storici delle architetture;valorizzazione del sistema di fruizione pubblica del paesaggio lacuale, recupero degli ambiti degradati o in abbandono, ecc.. Complessivamente gli obiettivi, le strategie ,e le conseguenti azioni si ritengono complete e conformi con il PTR; a tal fine è stato redatto una apposita sezione nel PGT denominata “compatibilità del documento di piano con il PTR , che approfondisce la tematica attraverso elaborati grafici, allegati di testo nonché schede andando puntualmente a evidenziare la coerenza del Piano con il PTR. Si rimanda agli elaborati “compatibilità del documento di piano con il PTR “ allegati del PGT per gli approfondimenti e verifiche puntuali di coerenza con il PTR

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Il Consiglio Regionale ha approvato nella seduta del 19 gennaio il Piano Territoriale Regionale, documento fondamentale di programmazione delle politiche per la salvaguardia e lo sviluppo del territorio. Il Piano Territoriale Regionale (PTR) è lo strumento di pianificazione territoriale regionale in Regione Lombardia. Si tratta di uno strumento composito che ha nel Documento di Piano l’elemento cardine di riferimento; ciascuno degli elaborati che lo compongono svolge una precisa funzione e si rivolge a specifici soggetti ovvero è di interesse generale. Per agevolare la lettura del Piano viene proposto uno schema di lettura, la Mappa del PTR, che consente di identificare facilmente gli elementi di interesse. In particolare è disponibile il “canale di lettura a supporto della pianificazione locale”, quale ausilio ai Comuni nella predisposizione dei Piani di Governo del Territorio (PGT).

Il PTR contiene solo alcuni elementi di immediata operatività, in quanto generalmente la sua concreta attuazione risiede nella “traduzione” che ne verrà fatta a livello locale, livello che la l.r.12/2005 ha fortemente responsabilizzato nel governo del territorio. D’altro canto il PTR fornisce agli strumenti di pianificazione locale la “vista d’insieme” e l’ottica di un quadro di riferimento più ampio, che consente di riconoscere anche alla scala locale le opportunità che emergono aprendosi ad una visione che abbraccia l’intera Regione – e va ben oltre – ovvero gli elementi di attenzione che derivano da rischi diffusi o da fenomeni alla macro-scala. Nella predisposizione del PGT, i Comuni troveranno nel PTR gli elementi per la costruzione di: • quadro conoscitivo e orientativo (a) • scenario strategico di piano (b) nonché indicazioni immediatamente operative e strumenti (c) che il PTR mette in campo per il perseguimento dei propri obiettivi.

a. Elementi per il quadro conoscitivo e orientativo Il PTR rende disponibili informazioni e strumenti conoscitivi utili per costruire il quadro di riferimento di cui un comune deve tenere conto nella predisposizione del proprio PGT. Tali elementi consentono generalmente una lettura a “vasta scala” e risultano utili per collocare correttamente le realtà locali all’interno del contesto regionale e sovraregionale. Dal punto di vista paesaggistico la sezione specifica PTR – Piano Paesaggistico (PTR-PP) contiene numerosi elaborati che vanno a definire le letture dei paesaggi lombardi e dentro le quali è opportuno che, da subito, il Comune cerchi di collocarsi, individuando l’unità

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Pagina 33 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione tipologica di paesaggio e l’ambito geografico di appartenenza, la presenza di particolari tutele di carattere paesaggistico o ambientale che lo riguardano direttamente o indirettamente, la segnalazione di fenomeni diffusi di degrado o tendenza al degrado paesaggistico rilevati a livello regionale per particolari territori e che come tali dovranno poi essere oggetto di specifica attenzione comunale.

Figura 1 I sistemi territoriali del PTR

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I Sistemi Territoriali che il PTR individua non sono ambiti e ancor meno porzioni di Lombardia perimetrate rigidamente, bensì costituiscono sistemi di relazioni che si riconoscono e si attivano sul territorio regionale, all’interno delle sue parti e con l’intorno. Essi sono la chiave territoriale di lettura comune quando si discute delle potenzialità e debolezze del territorio, quando si propongono misure per cogliere le opportunità o allontanare le minacce che emergono per il suo sviluppo; sono la geografia condivisa con cui la Regione si propone nel contesto sovraregionale e europeo. I Sistemi Territoriali si appoggiano ai territori della Lombardia in maniera articolata e interconnessa, così come ogni territorio si riconosce di volta in volta nell’uno, nell’altro o in più di un Sistema Territoriale.

L’ambito territoriale di Bagolino interessa i seguenti sistemi territoriali: 1. Il sistema territoriale della Montagna Il Sistema Territoriale della Montagna Lombarda costituisce un sistema articolato nella struttura geografica, con altitudini, situazioni climatiche e ambientali molto diverse ma, nel complesso, tutti i differenti ambiti che la compongono intrattengono con la restante parte del territorio regionale relazioni (talora di dipendenza e di conflitto) che ne fanno un tutt’uno distinguibile, su cui peraltro si è incentrata molta parte dell’azione regionale (in passato anche in attuazione della l.r.10/98, oggi sostituita dalla l.r. 25/07 ) volta alla valorizzazione, allo sviluppo e alla tutela del territorio montano, oltre che magli interventi di difesa del suolo. La varietà delle situazioni che emergono all’interno del contesto montano è evidente. Alla macro scala, sono riconoscibili tre ambiti territoriali che compongono e caratterizzano la montagna lombarda: la fascia alpina, l’area prealpina e la zona appenninica, delimitata dall’area dell’Oltrepò Pavese. La fascia prealpina e collinare che interessa il comune di Bagolino è quella più complessa, quanto alla struttura insediativa e all’articolazione morfologica, che passa dalle colline moreniche che circondano i maggiori bacini lacuali agli sbocchi delle principali valli alpine.

2. Il sistema territoriale dei laghi Nell’ambito del sistema idrico e idrologico lombardo, i laghi costituiscono una componente fondamentale e un riserva idrica ingente. Anche dal punto di vista ecologico sono realtà importanti, se si considera anche la capacità di regolazione del micro-clima locale. I laghi lombardi, in particolare quelli maggiori, conferiscono ai territori caratteristiche di grande interesse paesaggistico e ambientale dovute alla varietà della configurazione morfologica d’ambito (aree montane, collinari e di pianura) e della relativa copertura vegetazionale, oltre che alla qualità degli insediamenti storici e delle prestigiose residenze che configurano quadri paesaggistici percepibili lungo i percorsi panoramici di cui è ricco il territorio.

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Quest’insieme contribuisce alla qualità di vita delle popolazioni locali e costituisce una forte attrattiva per il turismo e per funzioni di primo livello. Il paesaggio dei grandi laghi lombardi rappresenta, infatti, l’immagine più nota della Lombardia è oggetto di attenzione internazionale per essere stato uno dei motivi della scelta dell’area dei laghi come sede di prestigiose fondazioni e centri studi, di istituzioni nazionali e internazionali di grande prestigio e capacità di richiamo in diversi settori, dalla ricerca scientifica alla politica internazionale. Una forma di turismo colto alla ricerca della bellezza pittorica e storica dei paesaggi lacuali ha contribuito nel corso del tempo a costruire un immagine prestigiosa dei laghi lombardi particolarmente apprezzata dal turismo internazionale più qualificato. Il comparto turistico è stato finora una fonte importante per l’economia del Sistema dei Laghi, ma la scarsa organizzazione che contraddistingue questo comparto nelle aree lacuali ha comportato una forte occupazione di suolo a causa della localizzazione di strutture ricettive che, pur presentando densità abitative non particolarmente elevate, in mancanza di una pianificazione integrata con l’ambiente si sono sviluppate sul territorio in forme disordinate prive di qualità architettonica, anche a scapito delle coltivazioni agricole specializzate, un tempo favorite soprattutto grazie al clima particolare delle sponde lacustri. Il PTR per ogni sistema territoriale interviene attraverso l’analisi SWOT identificandone i punti di forza, i punti di debolezza e le opportunità per lo sviluppo integrato di questi ambiti. Il PGT nell’elaborazione delle strategie e delle proposte progettuali a preso in considerazioni tali elementi quale punto di partenza per la predisposizione dello strumento urbanistico PGT.

Gli obiettivi del PTR Per la crescita durevole della Lombardia, il filo rosso che collega i tre macro-obiettivi alla concretezza dell’azione passa attraverso l’individuazione e l’articolazione nei 24 obiettivi che il PTR propone. Essi rappresentano una “meridiana” ideale che proietta sul territorio e nei diversi ambiti di azione l’immagine dello sviluppo cui la Lombardia vuole tendere.

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b. Elementi per lo senario strategico del PGT Il PTR identifica un proprio scenario strategico generalmente riferito a tutto il territorio regionale che, laddove necessario, viene più puntualmente contestualizzato rispetto alle caratteristiche dei diversi territori e, in particolare, per la componente paesaggistica. La pianificazione locale può definire il proprio scenario strategico di riferimento e promuovere specifiche politiche a livello locale, trovando nel PTR la sintesi di tutte le politiche, le strategie e le principali azioni che già sono in campo alla scala regionale, nazionale ed europea. In tale senso il PTR deve essere letto come un ausilio per “l’individuazione degli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione a valenza strategica per la politica territoriale del comune” (art.8, comma 2 lett.a) della l.r.12/2005), laddove il PGT è visto come il momento creativo per le azioni di sviluppo sostenibile della Regione. La strategia regionale per lo sviluppo competitivo e armonioso del territorio è presentata nel cap.1 del Documento di Piano (DdP) e sintetizzata nei 24 obiettivi del PTR. Accanto ad essi, il PTR fornisce alcuni orientamenti per l’assetto del territorio, a partire dalla visione sistemica degli spazi del “non costruito” all’interno del sistema rurale-paesistico-ambientale e dalla lettura per la Lombardia della struttura policentrica del territorio. Il paragrafo 1.5 del DdP individua inoltre i poli di sviluppo regionale, le zone di preservazione e salvaguardia ambientale e le infrastrutture prioritarie; le tavole 1,2,3 allegate al DdP inquadrano tali elementi sul territorio regionale. Il PTR assume anche valore di Piano Paesaggistico, proseguendo in tal senso nel solco segnato dal Piano Territoriale Paesistico Regionale approvato nel 2001 (v. anche par. 3.3 del Documento di Piano). La sezione PTR - Piano Paesaggistico fornisce, tramite gli elaborati del Quadro di riferimento paesaggistico e quelli dei Contenuti dispositivi e di indirizzo, numerose indicazioni sia in merito agli indirizzi generali di tutela riguardanti le diverse unità tipologiche, particolari strutture insediative e valori storico-culturali, sia in merito ad ambiti e sistemi di rilevanza regionale, alcuni già individuati negli elaborati del Piano Territoriale Paesistico Regionale (2001), quali gli ambiti di elevata naturalità della montagna o di specifica tutela dei grandi laghi insubrici o le strade panoramiche di livello regionale, altri che devono esser individuati a livello locale, come per esempio i nuclei e gli insediamenti storici o la rete verde di ricomposizione paesaggistica. Un tema particolare riguarda poi la riqualificazione delle situazioni di degrado e il contenimento dei fenomeni di degrado (PTR – PP, Parte IV Indirizzi di tutela) che impegnano l’azione locale verso un’attenta valutazione della propria realtà territoriale, anche in riferimento al contesto più ampio, e alla definizione di azioni concrete.

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L’art. 34 della Normativa del PTR - PP identifica puntualmente i compiti paesaggistici del PGT. Nel Documento di Piano, vengono inoltre proposti orientamenti per la pianificazione comunale (par. 1.5.7), gli indirizzi per il riassetto idrogeologico dl territorio (par. 1.6), l’identificazione di alcuni temi territoriali che Regione Lombardia riconosce come di rilevanza sovraregionale (par. 1.7). Il paragrafo 1.5.8 identifica inoltre le opportunità che potranno derivare al territorio regionale grazie alla realizzazione di EXPO 2015. Per la costruzione del proprio quadro strategico e in raccordo con i contenuti del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, il PGT potrà inoltre, partendo dai 24 obiettivi del PTR, trovarne una declinazione all’interno degli obiettivi tematici (ambiente, assetto territoriale, assetto economico/produttivo, paesaggio e patrimoni culturale, assetto sociale) e riconoscere per il proprio Comune il contesto geografico e sistemico di riferimento tra i Sistemi Territoriali del PTR (metropolitano, della montagna, pedemontano, dei laghi, della pianura irrigua, del e grandi fiumi - tavola 4 allegata al DdP). In particolare è bene segnalare che i Sistemi Territoriali del PTR non suddividono il territorio regionale in ambiti puntualmente cartografati, piuttosto identificano dei sistemi di relazioni attraverso una geografia condivisa con cui viene letto e proposto alla macro-scala il territorio regionale. Il PGT potrà riconoscersi in uno o più dei sei Sistemi Territoriali del PTR, ciascuno dei quali caratterizzato da una lettura territoriale e da un’analisi delle potenzialità, opportunità, criticità e minacce (SWOT Analisi); per ciascuno di essi il PTR propone gli obiettivi specifici derivanti da tale lettura, che costituiscono uno scenario strategico di riferimento più ricco perché contestualizzato sul territorio regionale. Il PGT, nel costruire il proprio scenario strategico, potrà articolare e meglio interpretare in funzione delle specificità locali il sistema di obiettivi del PTR.

Figura 2 Polarità e poli di sviluppo Regionale

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Figura 3 Zone di preservazione e salvaguardia ambientale

Figura 4 Infrastrutture prioritarie per la Lombardia

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Nuove polarità Gli estratti sopra riportati evidenziano il fatto che il territorio di Bagolino non rientri all’interno di alcuna delle polarità regionali.

Elementi ordinatori dello sviluppo A partire dalle strategie per il rafforzamento della struttura policentrica regionale e di pianificazione per il Sistema rurale-paesistico-ambientale nel suo insieme, il PTR identifica per il livello regionale: • i principali poli di sviluppo regionale; • le zone di preservazione e salvaguardia ambientale; • le infrastrutture prioritarie. Tali elementi rappresentano le scelte regionali prioritarie per lo sviluppo del territorio e sono i riferimenti fondamentali per orientare l’azione di tutti i soggetti che operano e hanno responsabilità di governo in Lombardia. Si tratta dunque di elementi ordinatori dello sviluppo e della riorganizzazione territoriale, su cui incentrare prioritariamente l’azione regionale, e configurano il disegno progettuale del PTR per perseguire i macro obiettivi di piano: • I poli di sviluppo regionale: costituiscono i nodi su cui catalizzare le azioni regionali per la competitività e il riequilibrio della regione; • Le zone di preservazione e salvaguardia ambientale: sono gli ambiti e i sistemi per la valorizzazione e la tutela delle risorse regionali, che consentono di dotare la regione di un territorio di qualità, precondizione per incrementare la competitività regionale. L’ambito territoriale nel quale Bagolino si inserisce presenta caratteri di rilevante interesse ambientale e naturalistico: in particolare vengono identificate alcune Zone di Protezione Speciale e alcune “singolarità geologiche”, meglio conosciute come geositi); • Le infrastrutture prioritarie costituiscono la dotazione di rango regionale, da sviluppare progettualmente, nell’ottica di assicurare la competitività regionale, valorizzare le risorse e consentire ai territori di sviluppare le proprie potenzialità. Nel caso specifico il territorio di Bagolino è interessato dalla presenza di parchi idroelettrici per la produzione e il trasporto di energia e dall’esistenza di un elettrodotto ad alta tensione).

La localizzazione dei diversi elementi, laddove non ci sia un disegno progettuale già definito, deve avvenire con il concorso e la partecipazione di tutti i soggetti (pubblici e privati), mettendo in campo e finalizzando le risorse di ciascuno.

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c. Indicazioni immediatamente operative e strumenti del PTR

Il PTR propone contenuti di disciplina limitati a pochi ambiti di intervento, dal momento che per sua natura mira a promuovere, per il perseguimento degli obiettivi prefissati, politiche attive a scala locale, fungendo piuttosto da quadro di riferimento che da strumento ordinatore. Gli elementi di più immediata efficacia sono illustrati nel cap. 3 del Documento di Piano, anche ai fini della verifica di compatibilità degli strumenti di pianificazione, e brevemente di seguito richiamati. Il Paesaggio è uno dei temi “forti” della politica regionale e come tale ha un suo spazio specifico di disciplina (PTR – PP, Normativa). L’azione comunale di pianificazione deve avvenire nel rispetto delle linee di azione e delle indicazioni della pianificazione paesaggistica di livello sovralocale (PTR - PP e PTCP). La normativa e gli Indirizzi di tutela del PTR - PP guidano in tal senso l’azione locale verso adeguate politiche di tutela, valorizzazione e riqualificazione del paesaggio comunale, con riferimento al contesto di appartenenza, fornendo una molteplicità di strumenti e indicazioni nonché alcune disposizioni immediatamente operative. Molte di queste indicazioni e disposizioni devono/possono poi essere declinate a livello provinciale, altre trovano immediata applicazione a livello comunale o comunque definiscono compiti specifici del PGT. Altro tema di rilievo è quello dell’assetto idrogeologico, dove in particolare gli elementi di immediata cogenza derivano dalla disciplina vigente in materia (Piano di Bacino del Po,…), analogamente rispetto alla normativa in campo sismico. Il PTR individua poi gli obiettivi prioritari di interesse regionale e sovraregionale in termini di poli di sviluppo regionale, infrastrutture per la mobilità e zone di preservazione e salvaguardia ambientale. Lo Strumento Operativo SO1 identifica puntualmente tali elementi e i comuni interessati.

Altro elemento di effetto diretto è l’individuazione dei Piani Territoriali Regionali d’Area (PTRA), cui il PTR rinvia per l’approfondimento dei temi di rilevanza e la definizione di una disciplina specifica. Infine il PTR fornisce diversi strumenti operativi, per il perseguimento degli obiettivi proposti: si tratta per lo più di criteri, indirizzi e regolamenti, già in vigore, di cui viene descritta la rilevanza alla scala locale.

Il Comune di Bagolino rientra all’interno del PTRA dei Grandi laghi lombardi. che rivestono un importante ruolo strategico; i laghi, sistema un tempo relativamente autonomo rispetto alla megalopoli padana, sono stati progressivamente da essa investiti e coinvolti rispetto ad una varietà di sue necessità e funzioni, senza peraltro un chiaro disegno programmatico. Le aree dei laghi rivestono un’importante posizione strategica di connessione di Comuni, Province, Regioni e Stati diversi. Le situazioni di criticità, che oggi vivono, sono relative alla quantità e qualità delle acque, ai

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Pagina 43 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione rapporti tra laghi e bacini montani retrostanti e tra laghi e loro emissari, all'accessibilità ed ai sistemi di trasporto, o ancora al carico turistico ed all’uso disordinato di risorse naturali e paesaggistiche molto fragili, o in fine – come sta avvenendo – all’attrazione di insediamenti residenziali e produttivi di notevole dimensione che stanno creando nuovi poli territoriali a cavallo tra regioni diverse. Il PTRA si pone l’obiettivo strategico di riposizionare il Sistema dei Laghi in un nuovo contesto di sviluppo, affrontando le criticità, concertando le politiche ai differenti livelli istituzionali coinvolti e valorizzando le esternalità positive legate ad ambiente, natura e cultura.

“Il PTR costituisce quadro di riferimento per la valutazione di compatibilità degli atti di governo del territorio,…” , l’assunto della legge implica che ciascun atto che concorre a vario titolo e livello al governo del territorio in Lombardia deve confrontarsi con il sistema di obiettivi del PTR. Tale operazione deve essere intesa, in termini concreti, nell’identificazione delle sinergie che il singolo strumento è in grado di attivare per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo per la Lombardia, della messa in luce delle interferenze in positivo e in negativo delle azioni e delle misure promosse dal singolo strumento, nonché delle possibilità di intervento che il PTR non ha evidenziato con misure dirette che invece possono essere promosse da altri strumenti più vocati al conseguimento degli obiettivi specifici. La pianificazione in Lombardia deve complessivamente fare propri e mirare al conseguimento degli obiettivi del PTR, deve proporre azioni che siano calibrate sulle finalità specifiche del singolo strumento ma che complessivamente concorrano agli obiettivi generali e condivisi per il territorio regionale, deve articolare sistemi di monitoraggio che evidenzino l’efficacia nel perseguimento degli obiettivi di PTR. L’assunzione degli obiettivi di PTR all’interno delle politiche e delle strategie dei diversi piani deve essere esplicita e puntualmente riconoscibile con rimandi diretti.

L’art 19 della normativa paesaggistica stabilisce quanto enunciato di seguito in sintesi: 1. Ai fini della tutela del paesaggio lombardo, assumono specifica rilevanza la ricchezza e diversa connotazione dei numerosi laghi presenti sul territorio regionale. In riferimento alle diverse tipologie di specchio lacuale e relativi contesti, con specifico riferimento alle procedure di legge per la tutela dei territori contermini, come definiti dalla lettera b) dell‟articolo 142 del D.Lgs. 42/04, valgono le seguenti indicazioni paesaggistiche: Le priorità paesaggistiche sono la preservazione dell‟elevato grado di naturalità e la valorizzazione delle differenti connotazioni ambientali e paesaggistiche, con specifico riferimento al sistema di insediamenti di interesse storico e delle presenze archeologiche che li caratterizza. Assume specifico rilievo, in termini di valorizzazione paesaggistica, la promozione di forme di fruizione

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Pagina 44 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione compatibili con l‟ambiente, correlate alla valorizzazione dei beni culturali locali. Le province e i parchi tramite la definizione dei contenuti paesaggistici dei propri P.T.C. valutano in tal senso le migliori modalità di correlazione e messa a sistema dei predetti ambiti con la previsioni di rete verde e percorsi di fruizione paesaggistica.

4. A tutela dei singoli laghi, viene individuato un ambito di salvaguardia paesaggistica del lago e dello scenario lacuale, come indicato nella tavola D, definito prioritariamente sulla base della linea degli spartiacque del bacino idrografico e delle condizioni di percezione dei caratteri di unitarietà che contraddistinguono il paesaggio di ogni singolo lago, meglio precisato in riferimento alla coincidenza con limiti amministrativi o delimitazioni di specifiche aree di tutela già vigenti, per i quali la pianificazione locale, tramite i P.T.C. di parchi e province e i P.G.T., e gli interventi di trasformazione perseguono i seguenti obiettivi: - La preservazione della continuità e delle differenti specificità dei sistemi verdi e degli spazi aperti, costituiti da boschi, terrazzamenti e coltivazioni tipiche, alberate, parchi e giardini che connotano i versanti prealpini e gli ambiti pianeggianti non urbanizzati, - La salvaguardia degli sbocchi delle valli che si affacciano sullo specchio lacuale, con specifica attenzione alla tutela delle connotazioni morfologiche che li contraddistinguono sia in riferimento alla definizione dello scenario del lago sia quali aperture, in termini visuali ma non solo, verso contesti paesaggistici più distanti ai quali il lago è storicamente relazionato; - Il recupero e la valorizzazione di centri e nuclei di antica formazione, degli insediamenti rurali e dell‟edilizia tradizionale, con specifica attenzione sia ai caratteri morfologici, materici e cromatici che li caratterizzano, sia al contesto paesaggistico di riferimento con specifica attenzione alla tutela del sistema di percorrenze lago-monte, lungolago e di mezza costa che ne ha storicamente definito la struttura di relazioni, tenendo conto in proposito anche di quanto indicato al punto 2.3 della Parte prima degli Indirizzi di tutela del presente piano, - Il massimo contenimento delle edificazioni sparse e l‟attenta individuazione delle aree di trasformazione urbanistica al fine di salvaguardare la continuità e la riconoscibilità del sistema insediamenti-percorrenze- coltivi, che caratterizza i versanti e le sponde del lago, evitando pertanto sviluppi urbani lineari lungo la viabilità ed indicando le aree dove dimensioni ed altezza delle nuove edificazioni devono essere attentamente commisurate alle scale di relazione e ai rapporti storicamente consolidati tra i diversi elementi del territorio, - L‟attento inserimento paesaggistico di edifici e manufatti relativi alla conduzione agricola, tenendo conto dei caratteri propri del paesaggio rurale tradizionale e dei sistemi di relazioni che lo definiscono, privilegiando collocazioni limitrofe a insediamenti e nuclei esistenti,

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- L‟attenta localizzazione e la corretta contestualizzazione degli interventi di adeguamento delle infrastrutture della mobilità e di impianti, reti e strutture per la produzione di energia, tenendo conto dell‟elevato grado di percepibilità degli stessi dallo specchio lacuale e dall‟intero bacino, e della necessità, sopraevidenziate, di preservare la continuità dei sistemi verdi e di salvaguardare continuità e riconoscibilità del sistema insediamenti-percorrenze- coltivi, - La migliore integrazione tra politiche ed interventi di difesa del suolo e obiettivi di valorizzazione e ricomposizione paesaggistica dei versanti, - La promozione di azioni volte alla valorizzazione del sistema della viabilità minore e dei belvedere quali capisaldi di fruizione paesaggistica e di sviluppo turistico compatibile, anchein correlazione con la promozione della rete sentieristica di interesse escursionistico e storico-testimoniale e dei beni ad essa connessi, - La promozione di azioni finalizzate alla riqualificazione delle situazioni di degrado, abbandono e compromissione del paesaggio volte alla ricomposizione paesaggistica dei luoghi e alla valorizzazione delle identità della tradizione e della cultura locale, con particolare attenzione alla costruzione o al ripristino degli elementi di integrazione e correlazione con i sistemi di relazione e i caratteri connotativi del contesto paesaggistico soprevidenziati, - La tutela organica delle sponde e dei territori contermini come precisato nel successivo comma 5; - Sono in ogni caso fatte salve le indicazioni paesaggistiche di dettaglio dettate dalla disciplina a corredo delle dichiarazioni di notevole interesse pubblico ai sensi del comma 2 dell‟articolo 138 del D. Lgs. 42/04.

5. I territori contermini ai laghi di cui al precedente comma 3, come definiti dalla lettera b) dell‟articolo 142 del D.Lgs. 42/2004 ed inclusi i centri abitati e lo specchio lacuale, costituiscono l‟ambito di maggiore caratterizzazione per la compresenza, in stretta e reciproca relazione, di valori storico-culturali e naturalistici, la cui capacità attrattiva per la residenza e il turismo induce forti pressioni trasformative di potenziale rischio per l‟integrità del delicato assetto paesaggistico; in questi territori le priorità di tutela e valorizzazione del paesaggio sono specificamente rivolte a garantire la coerenza e organicità degli interventi riguardanti sponde e aree contermini ai fini salvaguardare l‟unitarietà e la riconoscibilità del lungolago, la pianificazione locale, tramite i P.T.C. di parchi e province e i P.G.T., e gli interventi di trasformazione devono quindi porre specifica attenzione alle seguenti indicazioni paesaggistiche, che specificano ed integrano quanto indicato al precedente comma 4: - salvaguardia delle sponde nelle loro connotazioni morfologiche e naturalistiche, strettamente relazionate con i caratteri culturali e storico-insediativi, che contribuiscono a definire identità, riconoscibilità e valori ambientali della consolidata immagine dei paesaggi rivieraschi, con specifica

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Pagina 46 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione attenzione alla conservazione degli spazi inedificati, al fine di evitare continuità del costruito che alterino la lettura dei distinti episodi insediativi; - conservazione dei compendi culturali di particolare caratterizzazione delle rive dei laghi, come le ville costiere con i relativi parchi e giardini, gli edifici di servizio (serre, portinerie, rustici ecc.), le darsene e gli approdi, con particolare attenzione alla salvaguardia del rapporto storicamente consolidato tra insediamenti e/o ville con la rete dei percorsi e il sistema giardini-bosco; - preservazione delle coerenze materiche, cromatiche e dimensionali che contraddistinguono il suddetto sistema evitando di introdurre elementi dissonanti o impropri e salvaguardando i caratteri compositivi storici tanto delle architetture quanto dei giardini, per i quali si dovrà porre attenzione all‟integrazione di elementi vegetali ammalorati con individui arborei o arbustivi della stessa essenza o di essenze compatibili sia botanicamente che paesaggisticamente; - valorizzazione del sistema fruizione pubblica del paesaggio lacuale costituito da accessi a lago, percorsi e punti panoramici a lago correlato all‟estensione delle aree ad esclusivo uso pedonale o a traffico limitato, con previsione di adeguate strutture di sosta a basso impatto visivo, escludendo di massima il lungolago. Particolare cautela dovrà essere posta nell‟inserimento degli elementi di arredo urbano, di pavimentazioni e di eventuali piantumazioni che sono preferibilmente da coordinare a livello sovracomunale per valorizzare il sistema lungolago nella sua organicità; - valorizzazione dei servizi di trasporto lacuale, le cui linee costituiscono percorsi di fruizione panoramica dello scenario lacuale di particolare rilevanza, come evidenziato nella Tavola E del presente piano alla voce tracciati guida paesaggistici, e attenta valutazione paesaggistica degli interventi relativi a nuovi approdi e porti per mezzi nautici privati, definendo in tal senso criteri di indirizzo condivisi a livello sovracomunale e sovraprovinciale, ove necessario; - recupero degli ambiti degradati o in abbandono inquadrato in programmi organici sovracomunali di ricomposizione paesaggistica del sistema spondale e del lungolago, prioritariamente rivolti a sostenere l‟offerta di forme di turismo e fruizione sostenibile; - promozione di azioni finalizzate a migliorare la compatibilità paesaggistica delle infrastrutture ricettive per la fruizione e la balneazione, e contenimento e migliore integrazione nel paesaggio di campeggi, villaggi turistici e strutture ricettive similari, valutando per le situazioni più critiche la possibilità di rilocalizzazione; - salvaguardia dello specchio lacuale con particolare attenzione al massimo contenimento di opere e manufatti che insistono sullo stesso, comprese le strutture galleggianti, da verificarsi attentamente in riferimento alle interferenze visuali, simboliche e di coerenza con il contesto storico-culturale oltre che ambientale.

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6. Nei territori di cui al comma 5: - è comunque esclusa la realizzazione di: nuovi impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, nuove cave ed attività estrattive o di lavorazione inerti, nuovi centri commerciali e grandi strutture di vendita; - la previsione di nuovi porti o approdi deve essere oggetto di attenta valutazione paesaggistica nei P.T.C. di parchi e province con riferimento alle previsioni di sviluppo dell‟intero bacino lacuale; comunque, la realizzazione di interventi relativi a nuovi approdi, nuovi porti o ampliamenti oltre il 20% di quelli esistenti, è subordinata all‟attenta valutazione paesaggistica con province, parchi, comuni interessati e contermini, consorzi lacuali, anche tramite convocazione di specifica conferenza dei servizi, al fine di verificarne l‟accettabilità dell‟impatto rispetto alle indicazioni di cui al precedente comma 5, nonché la coerenza paesaggistica dell‟intervento complessivo, porto o approdo e aree e strutture contermini, prevedendo del caso adeguati interventi e opere di integrazione e correlazione tra questi e il paesaggio urbano e naturale circostante; - tutti i comuni anche solo marginalmente interessati dalla specifica tutela dei laghi di cui all‟art. 142 del D. Lgs. 42/2004, devono seguire, ai fini dell‟approvazione degli atti costituenti il Piano di governo del territorio (PGT), la procedura indicata al comma 8 dell‟art. 13 della l.r. 12/2005, per la verifica regionale sul corretto recepimento delle indicazioni e disposizioni del presente articolo.

7. Nei territori di cui al precedente comma 5, sino a quando i comuni, in coerenza con quanto indicato dai P.T.C. delle province e dei parchi ove esistenti, non avranno provveduto all'adeguamento dei propri strumenti di pianificazione e programmazione urbanistica sulla base delle indicazioni dei commi 4, 5 e 10 del presente articolo, si applicano le norme dei piani urbanistici e territoriali vigenti esclusivamente in riferimento ai territori di cui alle successive lettere a) e b), assumendo quali indirizzi progettuali quelli contenuti nella d.g.r . 2121/06 “Criteri e procedure per l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici in attuazione della legge regionale 11 marzo 2005 n.12”: a) ambiti che alla data di entrata in vigore del presente piano risultino edificati con continuità, compresi i lotti interclusi ed escluse le aree libere di frangia, a tal fine perimetrate dai comuni; b) previsioni contenute in piani urbanistici attuativi già convenzionati o in programmi di intervento già beneficiari di finanziamenti pubblici e situazioni di diritti acquisiti alla data di entrata in vigore del presente piano.

8. Nei territori di cui al precedente comma 5, inoltre, sino a quando i comuni, in coerenza con quanto indicato dai P.T.C. delle province e dei parchi ove esistenti, non avranno provveduto

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Pagina 48 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione all'adeguamento dei propri strumenti di pianificazione e programmazione urbanistica, al di fuori delle situazioni di cui alle lettere a) e b), del precedente comma, non possono essere realizzati interventi urbanistici ed edilizi, fatto salvo gli interventi di seguito indicati, che dovranno comunque attenersi agli indirizzi progettuali contenuti nella d.g.r . 2121/06 “Criteri e procedure per l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici in attuazione della legge regionale 11 marzo 2005 n.12”: - interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed eventuale ampliamento dei manufatti esistenti non superiori al 10%, purché gli interventi siano rispettosi dell’‟identità e della peculiarità morfologiche e stilistiche dell‟insediamento storico e/o tradizionale in cui si inseriscono; - opere di adeguamento funzionale e tecnologico di impianti e infrastrutture esistenti; - utilizzazione agro-silvo-pastorale del suolo, ivi compresa la realizzazione di strutture aziendali connesse all'attività agricola anche relative alle esigenze abitative dell'imprenditore agricolo; - opere relative alla bonifica, alla difesa idraulica, nonché tutti gli interventi di difesa della pubblica incolumità e conseguenti a calamità naturali; - opere di difesa dall‟inquinamento idrico, del suolo, atmosferico ed acustico, previo studio di corretto inserimento paesistico delle stesse; - eventuali nuove strade, necessarie per consentire l‟accesso ad attività già insediate, realizzate nel rispetto della conformazione naturale dei luoghi e della vegetazione, con larghezza massima della carreggiata di m. 4,50.

9 . Negli ambiti di cui alle lettere a) e b) del precedente comma 7, sono comunque sospesi, fino all‟approvazione del PGT, tutti i piani attuativi non ancora adottati che non siano specificamente finalizzati al recupero o alla riqualificazione di ambiti urbanizzati esistenti, secondo principi compositivi di coerenza dimensionale e morfologica con i caratteri propri del tessuto edificato storicamente consolidato e di attenta ricostruzione e valorizzazione delle relazioni paesaggistiche che ne contraddistinguono la connotazione e l‟identità.

10. Per i singoli laghi, fatte salvo quanto previsto ai precedenti commi 4 e 5, vengono di seguito indicate alcuni sistemi ed elementi e specifiche connotazioni da assumere quale ulteriore riferimento per la tutela e valorizzazione delle peculiarità paesaggistiche che li distinguono:

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Tutela e recupero paesaggistico unitario del tracciato dell‟alta Gardesana, quale viabilità storica di elevato valore paesaggistico e ingegneristico di rilevanza regionale, (articolo 26 commi 7 e 8 normativa PTR); - Valorizzazione del sistema dei percorsi di fruizione paesaggistica nel quale spicca il tracciato guida paesaggistico di rilevanza regionale, ( articolo 26 normativa PTR), del Sentiero Antonioli che si sviluppa nella parte meridionale del gruppo dell’Adamello e fra le Prealpi bresciane; - Valorizzazione della valle delle cartiere, quale sistema di archeologia industriale già oggetto di programmi di recupero e valorizzazione turistica integrati in uno scenario di sviluppo locale sostenibile di particolare interesse regionale; - Salvaguardia delle limonaie, sistema architettonico e paesaggistico complesso, ed unico al mondo, ad elevato valore storico-testimoniale e forte connotazione paesaggistica correlata alla particolare configurazione morfologica e materica di manufatti, terrazzamenti, caselli e pilastri, viabilità di accesso, rete idrica e cisterne, sistemi di cipressi, che deve trovare modalità di recupero volte a salvaguardarne le relazioni tra le diverse parti, con anche la possibilità di considerarne una tutela “museale” storicistica legata sia alla trasmissione della specifica modalità di coltivazione degli agrumi che dei manufatti quali elementi testimoniali da conservare nei loro caratteri costruttivi e materici residuali, evitando ripristini parziali che ne alterino la complessità; - Salvaguardia della particolare configurazione dei terrazzamenti che connota i versanti del Benaco, contraddistinti in larga parte delle coltivazioni tipiche del vigneto e dell‟ulivo, spesso connesso al laureto, che rappresentano una testimonianza di elevato valore storico culturale dell‟ambito da valorizzare tramite reti e percorsi di interesse paesaggistico-gastronomico- culturali e di promozione del territorio rurale; - Salvaguardia e valorizzazione, in particolare nell‟area di Salò e Gardone, del sistema ville e grandi alberghi, contraddistinto da specifici rapporti tra edifici, approdi a lago, giardini o parchi , terrazze belvedere, strada e più in generale il sistema dei percorsi e il sistema delle aree verdi. Gli interventi di valorizzazione e di recupero di questo ingente patrimonio culturale e paesaggistico devono tenere conto delle connotazioni storico architettoniche degli edifici ma anche dell‟intero sistema, evitando di introdurre elementi o manufatti che ne compromettano coerenze dimensionali e relazionali; - Salvaguardia della particolare connotazione derivante dall‟utilizzo storicamente consolidato, nei parchi e giardini, di particolari essenze, anche esotiche, e dall‟uso dei cipressi soprattutto nella parte alta del lago, derivante dal particolare clima che rende la sponda occidentale del Garda un ecosistema eccezionale caratterizzato da una flora tipicamente mediterranea;

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Figura 1 quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale

Il comune di Bagolino è classificato per buona parte del proprio territorio all’interno di ambiti di elevata naturalità, ovvero ambiti territoriali nei quali la pressione antropica, intesa come insediamento stabile, prelievo di risorse o semplice presenza di edificazione, è storicamente limitata. Gli ambiti di elevata naturalità coincidono con quelli già perimetrati dalla d.g.r. 3859/1985 e succ. mod. e int. Il territorio è, inoltre, interessato da una consistente presenza di geositi di rilevanza regionale e locale che ne connotano fortemente i caratteri paesaggistici e identitari. La Regione riconosce il valore paesaggistico dei geositi quali località, area o territorio dove sia possibile definire un interesse geologico o geomorfologico per la conservazione associabile ad un valore scientifico. Essi sono quindi oggetto di attenta e specifica salvaguardia al fine di preservarne la specifica conformazione e connotazione.

Bagolino fa parte di quella categoria di ambiti caratterizzati dalla presenza di molteplici aree assoggettate a vincolo (D.M 01/12/1961 – D.M. 25/08/1965 –D.M. 28/05/1968). La particolare rilevanza paesistica di questi ambiti richiama la necessità di esercitare una specifica attenzione nell’elaborazione degli strumenti di pianificazione territoriale.

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3.2.2. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale PTCP

Con delibera di Consiglio Provinciale n. 14 del 31/03/2009 è stata adottata la variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005.

La variante conferma la struttura generale del PTCP vigente e approfondisce i temi di prescrittività della LR 12/2005 e il ruolo di coordinamento della Provincia. In particolare la variante puntualizza, nella parte I delle NTA, le procedure di concertazione fra enti, di attuazione del PTCP e di aggiornamento e di variante allo stesso; definisce di concerto con i comuni interessati gli ambiti agricoli strategici e aggiorna la disciplina delle salvaguardie infrastrutturali.

Tra i contenuti rilevanti della variante sono registrabili, fra gli altri - L’ individuazione degli Ambiti Agricoli Strategico Provinciali ai sensi dell’ art. 15 c. 4 della LR 12/2005 e s.m. e i. (cfr. cap.3.2.9); - Una serie di puntualizzazioni normative relative alle premesse di tipo sovra comunale (modalità di individuazione contenuti e procedure per la verifica di compatibilità; - In campo paesistico sono state introdotte alcune modifiche ai contenuti di indirizzo delle NTA relative alle componenti (mantenendone invariato l’impalcato) nonchè alcuni collegamenti con la sopravenuta normativa di indirizzo regionale.

Questo primo livello di analisi, effettuato sul contesto di area vasta, consente di identificare, dunque, nel quadro di riferimento, il sistema urbano indagato con il "tipo territoriale" del comune dell’alta “Valle Sabbia”, ovvero con maggiore specificazione come un sistema insediativo sviluppatosi non solo lungo le fasce costiere ma anche nell’entroterra.

Da questa lettura preliminare, si desumono alcuni elementi significativi per la definizione delle linee programmatiche del piano. Questi elementi, caratterizzanti appunto la struttura del "tipo territoriale”, riguardano in primo luogo: • la struttura a rete radiale dei Comuni, che gravitano sulle direttrici storiche, attorno ad un recapito principale, individuato in Brescia; • la sua identità specifica rispetto ad altri comuni limitrofi; • la sua relativa ma potenziale autonomia rispetto all’organizzazione delle strutture dell’impianto urbano, delle dotazioni di servizi e della produzione locale; • l'importanza ed il valore (proprio come capacità attrattiva e come indicatore di qualità) del sistema degli spazi aperti di valore paesistico e di natura rurale;

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Un altro fra gli strumenti che sono stati considerati nella ricognizione degli atti vigenti a scala sovralocale è stato il Piano di Coordinamento della Provincia. Con Delibera di approvazione del Consiglio Provinciale n° 21 del 22 aprile 2004, il Consiglio Provinciale ha approvato il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Brescia (P.T.C.P.). Con tale documento vengono trasferite alla Provincia le funzioni amministrative di interesse provinciale facenti riferimento alla L.R. 1/2000 e riguardanti la valutazione di compatibilità con il PTCP degli strumenti urbanistici comunali, piani regolatori generali e loro varianti nonché i piani attuativi di interesse sovracomunale, mentre l’approvazione degli strumenti sopraindicati risulta di competenza del Comune. In tale sede si intende sottolineare che il PTCP è lo strumento con il quale si esplicitano ed unificano le politiche territoriali di competenza provinciale, fornendo gli indirizzi e attuando il coordinamento della pianificazione comunale. Pertanto, il PTCP definisce criteri di indirizzo sugli aspetti pianificatori di livello sovracomunale e fornisce indicazioni sui temi infrastrutturali, paesistici, ambientali e di tutela senza assumere un carattere normativo specifico dell’ambito comunale.

Inoltre annovera al suo interno un corpus di obiettivi generali volti alla sostenibilità ambientale dello sviluppo e alla valorizzazione dei caratteri paesistici locali e delle risorse disponibili. In tal senso la ricomposizione di un quadro conoscitivo di riferimento rispetto alla pianificazione sovraordinata costituisce un aspetto necessario nella definizione delle scelte strategiche del Piano stesso. Il PTCP afferma che le risorse naturali (aria, acqua, suolo, ecosistemi) esprimono gli equilibri ambientali e lo stato di salute dell’ecosistema generale a fronte dei quali è valutata la sostenibilità delle trasformazioni del territorio, le cui condizioni di compatibilità verranno verificate ulteriormente nella procedura di valutazione ambientale strategica (VAS).

Aspetti particolarmente significativi affrontati dal PTCP sono quelli relativi al consumo dei suoli, agli aspetti ecologi ed ambientali e alla salvaguardia del paesaggio, aspetti condivisi anche dagli obiettivi del P.G.T. Le tavole estratte dal PTCP costituiscono, pertanto, il riferimento vigente dalla pianificazione sovraordinata e i contenuti delle NTA del Piano Provinciale che regolamentano con prescrizioni, indirizzi, direttive o raccomandazioni, le scelte pianificatorie rispetto ai quattro sistemi territoriali (Ambientale, Paesistico e dei Beni Culturali, Insediativo, Mobilità) costituiscono il necessario elemento di raffronto normativo per verificare la compatibilità delle scelte del Piano.

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Il quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento riferito al PTCP e ai quattro sistemi territoriali in cui risulta scomposto il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale individua per il comune i sottoesposti elementi d’interesse e/o criticità, desunti sulla base di quanto evidenziato nelle tavole grafiche allegate in estratto nonché agli allegati di testo e di normativa:

a. struttura di piano Per quanto riguarda la struttura di piano si rileva:

- per le vocazioni d’uso del territorio: il territorio comunale ricade in massima parte in “zone di controllo “ normate dall’art. 128 delle NTA del PTCP, per le quali la trasformabilità del suolo a scopo edilizio è fortemente condizionata dai caratteri ambientali e paesistici del sito per cui si rende necessaria la verifica della compatibilità in riferimento alle “Categorie derivate dalla carta del reticolo idrografico e rischi idrogeologici”, “Categorie derivate dal Piano di Assetto Idrogeologico”, e “Categorie derivate dalla Tav. paesistica”.

- per quanto riguarda gli Ambiti a statuto particolare il territorio comunale ricade per gran parte in aree classificate come ambiti a statuto particolare proposti. Sono aree nelle quali il PTCP si attua attraverso particolari piani per lo più gestiti o da organismi propri o in forma consortile tra gli Enti locali interessati. La proposta di ambito si riferisce all’obiettivo di continuità con funzioni di elementi primari della rete ecologica provinciale.

- per le tipologie insediative esistenti o previste dalla pianificazione comunale: il comune è formato prevalentemente da “zone a mix prevalentemente residenziali” normate dall’art. 131 delle NTA del PTCP, nelle quali il tessuto che ha come funzione prevalente la residenza comprendendo, comunque, anche piccole realtà produttive, terziario, commercio e servizi pubblici; ciò si interseca con il sistema edificato costituito da “zone a mix prevalentemente industriale”, normate all’art. 132 delle NTA del PTCP, per le quali è prevista un’organica compresenza di attività direzionali, commerciali, servizi logistici. Obiettivo del PTCP è consentire le espansioni ed i riusi industriali evitando fenomeni di dispersione territoriale. Rilevanti inoltre sono gli “insediamenti turistici”, localizzati prevalentemente nella zona a sud di Ponte Caffaro, nella zona interposta tra Bagolino e loc. Maniva e nella zona Valle Dorizzo, per il quali il PTCP all’art. 136 ne prescrive indirizzi di contenimento per le nuove residenze secondarie, e di incremento delle attività alberghiere in modo rispettoso delle caratteristiche di pregio dei luoghi.

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b. Ambiente e rischi. Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici – Carta Inventario dei dissesti Nel territorio di Bagolino si segnalano dall’Atlante dei rischi idraulici ed idrogeologici alcuni elementi di particolare vulnerabilità. In particolare: - per le aree interessate da dissesto, normate dall’art. 67 delle NTA del PTCP che riproduce le prescrizioni del P.A.I., si rilevano nel territorio la presenza di alcune tipologie di dissesti secondo un diverso grado di attività, da cui dovranno discendere norme tecniche aventi criteri definiti in analogia a quelle del P.A.I.. Nel territorio comunale sono presenti ambiti interessati da dissesto di pericolosità molto elevata – frane attive (anche di dimensioni non cartografa bili), ambiti interessati da dissesto di pericolosità molto elevata – conoidi attivi non protetti, ambiti interessati da dissesto di pericolosità elevata – frane quiescienti, ambiti interessati da dissesto di pericolosità elevata – frane quiescenti. Queste forme di dissesto sono state riscontrate principalmente a monte di Bagolino e della località Valle Dorizzo, quindi non interessano i tessuti urbani consolidati del territorio comunale.

- per le zone a pericolosità idrogeologica nel territorio comunale si rileva unicamente la zona in località Dosso Alto, nelle quali la combinazione di soggiacenza e composizione del terreno segnalano una vulnerabilità della falda molto alta (normate dall’art.43 delle NTA del PTCP). Nello specifico l’area è identificata dal PTCP come area a vulnerabilità estremamente alta delle acque sotterranee per la presenza di circuiti idrici di tipo carsico ben sviluppati. Si rileva inoltre la presenza di un corso d’acqua afferente ai laghi, nello specifico il lago d’Idro, per un tratto di 10 km che attraversa da nord a sud il territorio comunale e di sorgenti nella zona interposta tra Bagolino e località Maniva;

Sulla Carta Inventario dei dissesti il territorio comunale è stato cartografato secondo le seguenti componenti: - “dati storici” • Aree a franosità diffusa • Colata detritica • Complesso • Crollo • Scivolamento - “punto identificativo franoso” • PIFF - “frane lineari” • Colamento rapido Attivo/Riattivato/Sospeso

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- “stato di attività” • Attivo/Riattivato/Sospeso • Quiesciente • Relitto - “tipologia” • Aree soggette a crolli/ribaltamenti diffusi • Aree soggette a frane superficiali diffuse • Colamento rapido • Complesso • Scivolamento rotazionale/traslativo

Nel territorio di Bagolino si distingue il settore collinare, dominato da dissesti di tipo “Scivolamento rotazionale/traslativo” e stato di attività “relitto”, ed il settore di pianura, che interessa anche il tessuto urbano consolidato, caratterizzato dalla presenza di dissesti di tipo “colamento rapido” e stato di attività tra “quiescente” e “relitto”.

Si rimanda alla Relazione Geologica allegata per approfondimenti di dettaglio relativi all’assetto geologico, idrogeologico e sismico del territorio di Bagolino.

c. Tavola paesistica La tavola Paesistica riferita al PTCP, classifica il territorio di Bagolino secondo le seguenti componenti: - “del Paesaggio fisico e naturale” • Aree idriche, ghiacciai, nevai, laghetti alpini e versanti rocciosi • Pascoli, prati permanenti • Vegetazione naturale erbacea e cespuglietti dei versanti • Boschi di latifoglie, macchie-frange boscate, filari • Boschi di conifere • Crinali e loro ambiti di tutela • Corpi idrici principali: fiumi, torrenti e loro aree adiacenti, ribassate rispetto al piano fondamentale della pianura e delimitate da orli di terrazzo • Ambiti di particolare rilevanza naturalistica e geomorfologica • Laghi -“del Paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale”,

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• il territorio non urbanizzato di Bagolino è per la maggior parte interessato da ambiti boschivi, ad esclusione di una piccola parte del territorio comunale in località Ponte Caffaro che è adibita all’uso produttivo agricolo, caratterizzata dalla presenza di seminativi e prati in rotazione. -“del Paesaggio storico culturale”, • Strade storiche principali • Strade storiche secondarie -“del Paesaggio urbano”, • Centri e nuclei storici • Aree produttive realizzate • Altre aree edificate • Limiti all’estensione degli ambiti delle trasformazioni condizionate • Viabilità esistente e/o in costruzione -“della Rilevanza Paesistica, componenti identificative, percettive e valorizzative del paesaggio”, • Ambiti ad elevato valore percettivo • Punti panoramici • Sentieri a valenza paesistica • Itinerari di fruizione paesistica • Aree protette istuite

Gli ambiti ad elevato valore percettivo sono quegli ambiti che per rapporto di reciprocità percettiva, per relazioni strutturali di natura socio-culturale o ambientale costituiscono quadri paesistici caratterizzati da omogeneità di insieme, spesso sovraccomunali e, pertanto, richiedono una specifica tutela di integrità e della fruizione visiva. La reciprocità del rapporto di percezione che dipende, oltre che da fattori oggettivi del quadro percepito, da condizioni di natura soggettiva, nonché di contesto del fruitore.

d. Piano della viabilità nella Provincia. Indirizzi strategici Il Piano Viario della Provincia di Brescia analizza l’offerta e la domanda infrastrutturale, individua le criticità e quindi gli interventi progettuali. Secondo tali analisi le criticità rilevate sono le seguenti: • La rete stradale è sottodimensionata rispetto all’elevata estensione del territorio ed ai suoi caratteri insediativi • La rete stradale è carente di collegamenti trasversali diretti • La rete stradale a servizio della domanda turistica, nelle aree lacustri e montane, è sotto dimensionata

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• I settori più danneggiati da tale situazione sono proprio quelli trainanti dell’economia bresciana: industria e servizi • La provincia di Brescia risulta tra le province italiane con il maggior numero di incidenti stradali (dati relativi al decennio 1991-2001) e compare nella quarta posizione per danno sociale preceduta solo dalle province di Milano, Roma, e Torino • Le condizioni di circolazione sono critiche a causa degli elevati flussi di traffico e dell’inadeguatezza delle caratteristiche delle strade

Il comune di Bagolino è interessata dal passaggio di Strade Provinciali, così classificate, secondo l’articolo 2 del Codice della Strada:

STRADE IN GESTIONE ALLA PROVINCIA DI BRESCIA ¾ SPBS 237 “del Caffaro”; STRADE EXTRAURBANE SECONDARIE; CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE DI TIPO C e E; il PTCP ne prevede un tratto in variante in località Ponte Caffaro; ¾ SPBS 669 “del Passo di Crocedomini”; STRADA LOCALE; ¾ SPBS 669-d1 “del Passo di Crocedomini - Variante Bagolino”; STRADA LOCALE;

La rete secondaria ha una funzione di collegamento di interesse provinciale interlocale, la rete locale ha una funzione di collegamento di interesse interlocale/comunale.

e. Progetto Direttore della Rete ecologica. Il concetto di rete ecologica indica una strategia di tutela della diversità biologica che si basa sul collegamento di aree di rilevante interesse ambientale paesistico attraverso elementi e unità ecosistemiche naturali o para – naturali, come ad esempio corsi d’acqua, zone umide, laghetti, boschi e macchie, siepi, e filari. L’obiettivo del progetto di rete ecologica è quello di creare le condizioni perché il sistema antropico si sviluppi in modo simbiotico, in modo sostenibile rispetto all’ecosistema. Per questo motivo il progetto di rete ecologica individua il sistema di gangli e corridoi principali che siano in grado di svolgere in modo appropriato le funzioni ecosistemiche a supporto della biodiversità. Lo schema direttore della rete ecologica provinciale individua inoltre elementi areali e il loro ruolo ai fini dell’equilibrio dell’ecosistema del territorio. Tali elementi vengono denominati ambiti funzionali e sono necessari per l’attuazione della rete ecologica in quanto per ognuno vengono individuati i contenuti di governo e gli strumenti di attuazione elencando indirizzi e raccomandazioni. Le reti ecologiche pertanto rappresentano il luogo della riqualificazione dello spazio naturale nei contesti antropizzati, e nell’ambito della pianificazione urbanistica locale hanno direttamente a che

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Pagina 58 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione fare con problemi quali il consumo di suolo, la frammentazione territoriale, la sostenibilità dello sviluppo insediativi.

Il comune di Bagolino è stato classificato, secondo una serie di caratteristiche ecologiche: • VAL CAFFARO (E29) • SISTEMA DELLE VETTE DEL CORNONE DI BLUMONE (E28) • SISTEMA DEI RILIEVI DEI MONTI MUFFETTO E COLOMBINE (E31) • VERSANTI ESPOSTI A SUD E SUD-EST VERSO LA VAL MELLA (E32) • MOSAICO MONTANO ARTICOLATO TRA IL MONTE PALO E CORNA ZENO (E39) • FONDOVALLE ANTROPIZZATO DEL CHIESE (E33) • LAGO D’IDRO (E41)

Figura 2 Progetto della rete ecologica / Ecomosaico (Progetto direttore Provincia di Brescia)

Sono stati individuati i seguenti elementi ecologici e del sistema del costruito: - Core areas; - Aree principali di appoggio in ambito montano; - Ambiti di specificità biogeografia; - Principali ecosistemi lacustri; - Matrici naturali interconnesse; - Aree della ricostruzione eco sistemica polivalente in ambito collinare montano; - Principali linee di connettività ecologica in ambito collinare montano;

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- Principali barriere infrastrutturali ed insediative; - Fasce di inserimento delle principali barriere infrastrutturali; - Varchi tra l’edificato a rischio di occlusione.

Core areas (BS1) Le core areas in ambito montano sono rappresentati da ambiti territoriali vasti, caratterizzati dalla dominanza di elementi naturali di elevato valore naturalistico ed ecologico e costituiscono dei nodi della rete. Questi nodi si appoggiano essenzialmente su aree già individuate come Siti di Importanza Comunitaria, ad elevata naturalita’ attuale, e si collegano idealmente ad una più ampia rete ecologica di livello internazionale (Rete Natura 2000);

Aree principali di appoggio in ambito montano (BS2) Le principali aree di appoggio, di valenza provinciale, rappresentano quelle aree che presentano elementi di pregio naturalistica e habitat di interesse comunitario. Queste aree sono presenti nella zona montana ad eccezione di quelle interessanti la porzione meridionale del Lago d’Iseo e coincidenti con la Riserva delle Torbiere del Sebino che presenta analoghi valori di pregio naturalistico.

Ambiti di specificità biogeografia (BS3) Non necessariamente l’esistenza di SIC implica situazioni per le quali devono essere favorite maggiori connettività ecologiche; ad esempio ove vi siano elevati livelli di specificità biogeografia e’ piuttosto opportuno limitare flussi di materiali ed organismi teoricamente in grado di inquinare i patrimoni genetici esistenti; lo schema direttore individua tali aree, che non devono essere intese come nuove aree protette, quanto piuttosto come ambiti per i quali avviare politiche di valorizzazione specifica.

Principali ambiti lacustri (BS4) I grandi laghi naturali rappresentano capisaldi fondamentali del sistema ecologico del bacino padano; lo schema direttore della rete ecologica della Provincia di Brescia ne riconosce il ruolo fondante per l’ecomosaico provinciale e individua nella riduzione dei fattori di criticità, di rafforzamento e miglioramento della funzionalità ecosistemica e di connettività degli ambiti perilacuali e della fascia lacuale litorale uno dei fattori decisivi ai fini della rete ecologica.

Matrici naturali interconnesse alpine (BS5) L’ambito montano è connotato dalla prevalenza di unità ecosistemiche naturali o paranaturali che costituiscono la matrice fondamentale della porzione montana della provincia. In tali aree risulta

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Pagina 60 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione opportuno il mantenimento delle valenze naturalistiche ed ecologiche intrinseche anche in considerazione del loro ruolo ecologico rispetto a quelle degli ambiti confinanti favorendo azioni di sviluppo locale ecosostenibile ed un adeguato governo degli effetti ambientali delle trasformazioni.

Aree della ricostruzione ecosistemica polivalente in ambito collinare-montano (BS7) Nella porzione collinare e nella prima fascia montana della Provincia si ha una dominanza di elementi naturali di elevato valore naturalistico ed ecologico associati ad elementi di pressione; in tale ambito risulterà utile prevedere il mantenimento delle valenze naturalistiche ed ecologiche connotanti le aree anche in considerazione del loro ruolo di connessione con le altre aree funzionali e l’adozione di provvedimenti per il miglioramento delle funzionalità ecosistemiche e per la riduzione delle criticità.

Principali linee di connettività ecologica in ambito collinare montano (BS8) Nella porzione collinare e montana, ad un’analisi generale la connessione funzionale tra i differenti ambiti funzionali è complessivamente assicurata; ad una scala di maggiore dettaglio il progetto di rete ecologica individuerà gli elementi problematici di maggiore rilevanza. In ogni caso lo schema direttore già individua le principali linee di connettività ecologica ritenute strategiche per le quali risulta opportuno il mantenimento e/o il recupero della continuità ecologica e territoriale ed il controllo degli effetti ambientali delle trasformazioni.

Principali barriere infrastrutturali ed insediative (BS22) Rappresentano il complesso delle barriere alla permeabilità ecologica del territorio e sono costituite da elementi lineari come le principali infrastrutture di trasporto previste e dall’insieme delle aree urbanizzate che costiytuiscono barriere di tipo areale spesso diffuso che determina frammentazione di numerose aree.

Fasce di inserimento delle principali barriere infrastrutturali (BS23) Le principali opere infrastrutturali previste rappresentano barriere che impediscono la continuità ecologica del territorio, aggiungendosi a quelle esistenti; risulta pertanto decisivo realizzare, in linea generale lungo fasce in fregio alle opere, interventi polivalenti di ambientalizzazione idonei a ridurre l’impatto negativo delle opere sulla rete ecologica.

Varchi insediativi a rischio (BS25) Sono aree nelle quali sono intercorsi, partendo da nuclei insediati distinti, significativi processi di urbanizzazione e di infrastrutturazione la cui prosecuzione lungo le direttrici di espansione potrebbe pregiudicare in modo definitivo le linee di permeabilita’ ecologica residue. Si assume che la

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Pagina 61 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione presecuzione in tali punti dei processi di urbanizzazione produrrebbe il completamento della frammentazione ecologica e territoriale, con le criticita' conseguenti. Tali aree si configurano quindi, ai fini della rete ecologica, come varchi a rischio da preservare pena un possibile pregiudizio per lo sviluppo della rete ecologica.

Il Progetto Direttore per una Rete Ecologica della provincia di Brescia, oltre a classificare il territorio secondo criteri ecologici e ad indirizzare verso obiettivi di riequilibrio ecosistemico, propone una serie di strumenti tecnici, considerabili di interesse prioritario. Questi sono: 1 Consolidamento di versante con tecniche di ingegneria naturalistica 2 Consolidamenti spondali di corsi d’acqua con tecniche di ingegneria naturalistica 3 Rinaturazioni polivalenti in fasce di pertinenza fluviale e casse di espansione 4 Passaggi per pesci 5 Ecosistemi-filtro a valle di impianti di depurazione 6 Bacini polivalenti di ritenzione delle acque meteoriche 7 Piantagione di siepi e filari nelle aree coltivate 8 Fasce buffer e ricalibrazione di alveo in corsi d’acqua minori 9 Realizzazione di nuove unita’ di habitat entro gli agroecosistemi 10 Recuperi delle aree di cava 11 Passaggi per la fauna o polivalenti lungo le infrastrutture lineari che producono frammentazione 12 Interventi anti-rumore polivalenti 13 Fasce di qualità ecologica a lato delle infrastrutture trasportistiche lineari 14 Rinaturazioni in aree intercluse e degradate 15 Greenways 16 Interventi con valenze naturalistiche nei parchi urbani 17 Interventi di pre-verdissement nelle nuove urbanizzazoni 18 Nuove aree boscate extraurbane di interesse naturalistico

Inoltre nell’allegato 5 del Progetto Direttore, “Censimento della Progettualità” da riferirsi all’anno 2003, il comune di Bagolino aveva dichiarato il perseguimento dei seguenti obiettivi: • Rifacimento di un tratto di alveo del Rio Secco

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Quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento - altri piani L’analisi della pianificazione sovraordinata per il Comune di Bagolino non evidenzia la presenza di altri strumenti in vigore che determinino condizioni specifiche di gestione e trasformazione del territorio.

Quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento III (pianificazione comunale contermine) Con riferimento ai rapporti fra la pianificazione urbanistica vigente del Comune e dei comuni contermini, estratti dall’elaborato grafico “Estratto del mosaico dei Piani, Tavola di azzonamento” (estratto con adeguato intorno dal Mosaico dei Piani), si osserva che i criteri e le previsioni di Bagolino non interferiscono per localizzazione, dimensioni, caratteristiche insediative con le previsioni in essere della pianificazione comunale dei territori limitrofi, ne queste determinano fattori di criticità con il programma integrato d’intervento.

f Ambiti agricoli di interesse strategico adottati con Delibera n. 14 del 31/03/2009.

La LR 12/2005 prevede che il PTCP individui gli ambiti agricoli, e stabilisce che essi abbiano efficacia prevalente sulla pianificazione comunale fino all’individuazione, alla scala di maggiore dettaglio del Piano delle Regole, delle aree agricole e della relativa disciplina d’uso. Il PTCP approvato nel 2004 include l’individuazione delle superfici destinate all’agricoltura, secondo le informazioni disponibili al tempo di elaborazione e approvazione del piano. Per effetto delle disposizioni della LR 12/2005 tali individuazioni assumono effetto di salvaguardia e sono attualmente utilizzate, in attesa dell’approvazione della variante di adeguamento del PTCP, nelle istruttorie di compatibilità per valutare le proposte dei comuni. Tali individuazioni necessitano tuttavia di essere confermate o modificate. Si dovrà in particolare procedere ad aggiornare ed arricchire i dati di riferimento per tenere conto della caratterizzazione multifunzionale che la norma sul governo del territorio, e i suoi documenti attuativi, assegnano agli ambiti agricoli. La variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/2005 costituisce occasione per mettere a sistema tutta una serie di studi e temi sviluppati negli anni passati, che riguardano più o meno direttamente le molteplici funzionalità dell’agricoltura. Non solo quindi gli aspetti produttivi agricoli, ma anche la funzione paesaggistica e di riequilibrio degli spazi aperti, gli aspetti naturalistici ed il ruolo nella costruzione della rete ecologica, la diversificazione delle aziende agricole con le attività agrituristiche e didattiche.

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Nell’ elaborato grafico DP3.1 viene riportato l’ estratto dalla variante di adeguamento del PTCP alla LR 12/05 relativo agli ambiti Agricoli di interesse provinciale adottati con delibera n. 14 del 31/03/2009.

Ambiti e aree agricole Riprendendo le considerazioni più ampie svolte nel Documento Preliminare per la variante di adeguamento, gli ambiti vengono sviluppati nel PTCP in quanto richiedono un approccio di area vasta, avendo a che fare con la continuità del territorio agricolo, nei suoi aspetti produttivi, paesaggistici e naturalistici. Le aree agricole vengono invece sviluppate nel PGT per potere tenere conto sia delle conoscenze dirette di cui più facilmente dispongono gli uffici comunali sia delle strategie locali di programmazione dello sviluppo urbano e di rapporto tra aree urbane e aree rurali. I due livelli devono ovviamente essere coerenti, sia nella perimetrazione che nella normativa, per arrivare nel piano comunale ad una determinazione giuridica univoca dell’uso del suolo agricolo. Ne discende che è opportuno tenere conto, già nella definizione degli ambiti, delle informazioni di maggiore dettaglio che solo il comune può possedere, e quindi procedere congiuntamente, provincia e comuni, nella perimetrazione degli ambiti agricoli.

Un percorso di collaborazione per disegnare gli ambiti agricoli E’ evidente che una proposta compiuta, e sensata, dei perimetri degli ambiti agricoli non è concretamente fattibile con i soli dati a disposizione della provincia. I perimetri attorno ai centri urbani non possono essere disegnati a tavolino, dovendo tenere conto delle strategie di equilibrio territoriale locali, che solo l’Amministrazione Comunale è in grado di prevedere in modo realistico. D’altro canto il comune ha necessità di disporre delle strategie di inquadramento di area vasta prima di potere sviluppare localmente ragionamenti ambientali e paesaggistici. Una prima composizione delle principali tematiche multifunzionali del territorio provinciale (produttiva, paesistica, ambientale), effettuata in questi mesi dagli uffici della provincia, ne ha evidenziato la complementarietà e, come conseguenza, la copertura pressoché completa del territorio non urbanizzato. E’ pertanto necessario che i comuni, una volta approfondite e riconosciute alla scala locale le principali vocazioni degli spazi aperti del territorio comunale, procedano a perimetrare gli ambiti agricoli attorno ai centri abitati tenendo conto delle strategie programmatorie locali.

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Gli ambiti agricoli nella normativa regionale La legge regionale 12 marzo 2005 n.12 “Legge per il governo del territorio” detta le norme e i criteri per orientare lo sviluppo del territorio lombardo, nel rispetto delle peculiarità storiche, culturali, naturalistiche e paesaggistiche che connotano la regione. La legge si ispira a criteri di sussidiarietà, adeguatezza, differenziazione, sostenibilità, partecipazione, flessibilità e compensazione. In particolare mira a rendere sempre più integrata la pianificazione territoriale a diversi livelli, comunale, provinciale e regionale. Obiettivi primari della legge sono: • promuovere un uso più corretto del territorio per soddisfare le esigenze insediative senza compromettere il territorio libero; • contenere il consumo di suolo, promuovendo un miglior uso di quello già compromesso o sottoutilizzato, anche attraverso il recupero e la riqualificazione delle aree dimesse; • salvaguardare il territorio libero e il paesaggio assicurandone la tutela e la valorizzazione, tenendo anche conto degli aspetti relativi alla sicurezza come l’assetto idrogeologico, sismico, ecc. A tali obiettivi concorrono, ciascuno con il proprio livello di competenze, i Piani di Governo del Territorio (PGT) e il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP). Novità importanti vengono introdotte dalla legge 12/2005 per quanto attiene le aree agricole, proprio nell’ottica del perseguimento degli obiettivi sopra richiamati. In passato le aree agricole sono state considerate con approcci contrapposti: si è passati da un sostanziale disinteresse per gli ambiti extraurbani, caratterizzante la fase iniziale dell’esperienza urbanistica italiana, che focalizzava la sua attenzione esclusivamente sulla componente urbana e vedeva dunque le aree agricole come delle “riserve” ai futuri sviluppi urbanistici, ad una fase in cui le aree extraurbane eccezionalmente dovevano essere soggette a tutela e salvaguardia, per la loro particolare valenza ambientale, nel caso delle aree protette. Solo negli ultimi decenni si è arrivati a considerare l’ambito extraurbano, e quindi anche le aree agricole, come un sistema da pianificare in modo integrato con gli altri sistemi costituenti il territorio nella sua complessità. Solo di recente ci si è cominciati a porre il problema di individuare quali siano le reali esigenze di sviluppo di una comunità e, di conseguenza, dove andare a localizzare queste espansioni, trasformando le aree agricole solo dopo aver valutato la possibilità di recuperare il patrimonio edilizio esistente o di riutilizzare aree dismesse.

L’individuazione degli ambiti agricoli nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. In linea con una visione più integrata del sistema territoriale, che tenga conto delle relazioni tra territorio urbanizzato e territorio libero, la legge 12/2005 attribuisce alla Provincia il compito di definire gli obiettivi generali dell’assetto e della tutela del proprio territorio.

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In particolare, per quanto riguarda il comparto agro-forestale, “il PTCP definisce gli ambiti destinati all’attività agricola, analizzando le caratteristiche, le risorse naturali e le funzioni e dettando i criteri e le modalità per individuare a scala comunale le aree agricole, nonché specifiche norme di valorizzazione, di uso e di tutela, in rapporto con gli strumenti di pianificazione e programmazione regionali, ove esistenti” (l.r. 12/05, art.15 comma 4). Ai Comuni spetta poi il compito, all’interno del PGT, di individuare le aree agricole (l.r. 12/05, art.10, comma 1). In particolare è compito del Piano delle Regole assicurare un coerente disegno pianificatorio delle aree destinate all’agricoltura in coerenza con gli ambiti destinati all’attività agricola, come definiti nel PTCP e in coerenza con la strategia paesaggistica provinciale e comunale.

Figura 3 Ambiti agricoli di interesse strategico

In questa fase di adeguamento del PTCP vigente ai disposti della legge 12/05, l’Assessorato Assetto del territorio, Parchi e Valutazione di impatto ambientale della Provincia di Brescia ritiene proficuo giungere all’individuazione degli ambiti agricoli attraverso un processo condiviso con i Comuni, che tradurranno poi a scala locale tali ambiti in aree agricole. Pertanto, dopo una prima fase preparatoria, mirata a costruire strumenti di base che permettano di riempire di significato il concetto di “ambito agricolo”, è intenzione della Provincia avviare un tavolo di

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Pagina 66 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione concertazione con i Comuni, all’interno del quale discutere ed affinare il metodo di individuazione di tali ambiti.

3.2.3. Mosaico strumenti urbanistici comunali

Nella pianificazione sovraordinata si tiene conto del “Mosaico dei Piani, MISURC” che, a corredo degli elaborati del Documento di Piano (rif. DP4), consiste nell'assemblaggio delle previsioni dei Piani Regolatori Generali vigenti in un determinato ambito sovracomunale, opportunamente standardizzati e resi confrontabili l'uno con l'altro. Il “MISURC rappresenta la mosaicatura delle previsioni dei Piani Regolatori Generali vigenti, opportunamente standardizzati e resi confrontabili secondo una legenda unificata delle destinazioni d’uso del suolo. Le informazioni acquisite nel MISURC consentono di rappresentare graficamente ed elaborare i principali contenuti degli strumenti urbanistici comunali, derivanti sia dalla cartografia di piano che dalle relative norme. I dati elementari che compongono la banca dati, infatti, sono le singole aree (zonizzazioni) previste dai piani urbanistici vigenti (e le loro varianti) di tutti i comuni della Provincia ad ognuna delle quali è associata la relativa destinazione d’uso e gli indici urbanistici rilevanti. L’utilizzo di questa lettura tecnica (la cosiddetta “mosaicatura dei piani urbanistici”) è ritenuta utile per poter effettuare valutazioni intorno ai comportamenti degli atti di pianificazione locale nei confronti delle “risorse essenziali” proprie del territorio. Se viene confrontata con le altre descrizioni del territorio consentirà di cogliere le coerenze e/o gli scostamenti di politiche territoriali di enti locali limitrofi rispetto a temi e problemi comuni. Attraverso la Tavola di “Azzonamento” si vuole in estrema sintesi identificare, in forma sintetica e unificata, tutte le "zone" del P.R.G che costituiscono la base per una descrizione complessiva del sistema, tra cui le zone destinate alle funzioni residenziali, produttive, commerciali e direzionali, etc. Fanno parte di questo elaborato le aree che il P.R.G. assoggetta a vincoli di varia natura o che recepisce da altre disposizioni normative; i vincoli rappresentano uno specifico tematismo, che si configura come uno strato a se stante, che può avere sovrapposizioni con lo strato delle destinazioni d'uso. Si può verificare il caso che sulla medesima area insistano e si sovrappongano più vincoli fra loro e/o con la destinazione funzionale. Si può anche verificare il caso che alcune aree vincolate abbiano carattere azzonativo e si configurino quindi come una sorta di destinazione d'uso (in tal caso il vincolo svolge una funzione sostitutiva rispetto alla destinazione d'uso). Le aree vincolate e di rispetto sono quindi suddivise in due gruppi: 1) "Aree vincolate e di rispetto di P.R.G.", per le quali, cioè, lo stesso P.R.G. determina il regime normativo; 2) "Aree vincolate e di rispetto derivate", che il P.R.G. recepisce da altre disposizioni normative.

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Considerato l’aggiornamento degli strumenti di pianificazione generale contenuti nel MISURC che fanno riferimento ai soli PRG, si è provveduto anche a valutare i PGT vigenti dei comuni confinanti, al fine di poter ottenere un inquadramento complessivo aggiornato delle previsioni di Piano.

Facendo riferimento ai rapporti fra la pianificazione urbanistica vigente di Bagolino e dei comuni contermini, dedotti dall’elaborato grafico DP4 “Estratto del mosaico dei Piani - Tavola di azzonamento”, si osserva che le previsioni di Piano non interferiscono per localizzazione, dimensioni, caratteristiche insediative con le previsioni in essere della pianificazione comunale dei territori limitrofi, ne queste determinano fattori di criticità per il territorio comunale in oggetto.

4. RICOGNIZIONE DEI CONTENUTI DERIVANTI DALLA PIANIFICAZIONE LOCALE

4.1. La ricognizione degli atti della pianificazione vigente. Il Comune di Bagolino è dotato di una variante generale adottata con delibera di C.C. N°43 del 11.05.1984 ed approvata definitivamente con delibera di seconda adozione del C.C. N° 57 del 26.09.1986 e N° 9 del 12.02.1987 in accoglimento delle modifiche regionali di cui alla comunicazione prot. n° 33514 del 20.10.1986 (approvazione definitiva dello stesso con Delibera di Giunta Regionale n° 39103 del 29.12.1988). Successivamente il Comune ha approvato:

Variante 1991 Adozione D.C.C. n° 48 del 26.07.1991 Esame osservazioni D.C.C. n° 24 del 22.05.1992 Proposta modifiche d’ufficio D.G.R.45773 del 22.12.1993 Adeguamento pres. Reg. D.C.C. 33 del 23.03.1994 Approvazione definitiva D.G.R. 57690 del 27.09.1994

Variante 1994 Adozione D.C.C. n° 35 del 22.04.1994 Proposta modifiche d’ufficio D.G.R. 69260 del 06.06.1995 Adeguamento pres. Reg. D.C.C. 48 del 07.08.1995 Approvazione definitiva D.G.R. 9456 del 22.02.1996

Variante 1995 Adozione D.C.C. n° 85 del 27.11.1995 osservazioni non pervenute Approvazione definitiva D.C.C. 36 del 24.04.1996

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Approvazione definitiva D.G.R. 32818 del 28.11.1997

Variante 1997 Adozione D.C.C. n° 61 del 16.12.1997 Esame osservazioni D.C.C. n° 44 del 24.06.1998 Proposta modifiche d’ufficio D.G.R. 44608 del 30.07.1999 Approvazione definitiva D.C.C. 46 del 30.11.1999

Legge R. n° 23/97 Adozione D.C.C. n° 13 del 30.04.1999 osservazioni non pervenute Approvazione definitiva D.C.C. 41 del 27.10.1999 (variante San Giacomo ristorante – fraz. PL in P. Caffaro)

Legge R. n° 23/97 Adozione D.C.C. n° 42 del 27.09.1999 osservazioni non pervenute Approvazione definitiva D.C.C. 61 del 16.12.1999 (variante fraz. PL Cerreto e Via Saliseni in P. Caffaro)

Legge R. n° 23/97 Adozione D.C.C. n° 60 del 16.12.1999 osservazioni non pervenute Approvazione definitiva D.C.C. 10 del 29.02.2000 (variante frazionamento PL in loc. Castegnuda in P. Caffaro)

Legge R. n° 23/97 Adozione D.C.C. n° 30 del 13.06.2000 osservazioni non pervenute Approvazione definitiva D.C.C. 47 del 12.09.2000 (variante PL artigianale òloc. Prada)

Legge R. n° 23/97 Adozione D.C.C. n° 63 del 19.11.2001 osservazioni non pervenute Approvazione definitiva D.C.C. 6 del 25.03.2002 (variante PL palestra in P. Caffaro – PL LOC. Forno Scavoni)

Legge R. n° 23/97 Adozione D.C.C. n° 45 del 26.09.2002 osservazioni NON pervenute Approvazione definitiva D.C.C. 62 del 16.12.2002 (variante Casa di riposo Bagolino)

Legge R. n° 23/97 Adozione D.C.C. n° 10 del 24.03.03 osservazione pervenuta da Bordiga Elia, Franco e Alberto: RESPINTA

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Approvazione definitiva D.C.C. 26 del 31.07.2003 (variante loc. Posadei e Cerreto)

Legge R. n° 23/97 Adozione D.C.C. n° 21 del 26.05.2003 Osservazioni NON pervenute Approvazione definitiva D.C.C. 45 del 20.10.2003 (PL artigianale OBLITO in Ponte Caffaro)

Piano particolareggiato per il recupero del centro storico: variante ai sensi della procedura semplificata di cui alla L.R. n° 23/1997: Adozione con delibera di Consiglio Comunale n° 58 del 16.12.2003; pervenute n° 49 osservazioni: n° 56 accolte, n° 13 accolte parzialmente e n° 5 respinte; esame osservazioni e approvazione definitiva con delibera di Consiglio Comunale n° 14 del 27.04.2004.

Individuazione reticolo idrico minore ai sensi della D.G.R. n° 7/7868 del 25.01.2002, in variante al P.R.G. ai sensi della L.R. n° 51/1975 (procedura ordinaria). Adozione con delibera di Consiglio Comunale n° 35 del 21.12.2004; Pervenute n° 2 osservazioni suddivise in più argomenti: n° 2 accolte e n° 3 respinte; Esame osservazioni e approvazione definitiva con delibera di Consiglio Comunale n° 34 del 28.11.2005.

Art. 2 L. R. n° 23/1997 e art. 25 L.R. n° 12/2005: Adozione delibera di Consiglio Comunale n° 27 del 29.09.2005; n°1 osservazione inoltrata dal sig. Carli Gianpietro; Approvazione definitiva con esame e accoglimento osservazione, delibera di Consiglio Comunale n° 45 del 22.12.2005, (variante a n° 5 ambiti puntuali in Bagolino capoluogo e frazione Ponte Caffaro, e variante all’art. 33 delle N.T.A., relativo alle zone D – industriali e artigianali)

L.R. n° 23/1997 e L.R. n° 12/2005 variante relativa al Piano Particolareggiato per il recupero del centro storico. Adozione con delibera di Consiglio Comunale n° 37 del 28.11.2005; Nessuna osservazione; Approvazione definitiva con delibera di Consiglio Comunale n° 13 del 10.05.2006. (variante relativa all’isolato n° 41, mappale n° 49).

L.R. N° 23/1997 e L.R. n° 12/2005: Adozione delibera di Consiglio Comunale n° 14 del 27.04.2007; Nessuna osservazione; Approvazione definitiva con delibera di Consiglio Comunale n° 25 del 18.09.2007; (variante relativa a situazioni puntuali a Bagolino capoluogo, loc. Cerreto e Ponte Caffaro e relativa agli art. 25, 26 e 34 della N.T.A.).

L.R. N° 23/1997 e L.R. N° 12/2005: Adozione delibera di Consiglio Comunale n° 10 del 11.03.2008

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N° 1 osservazione presentata dalle sig.re Fusi Lina, Fusi Mariella e Fusi Attilio: respinta. Esame osservazione e approvazione definitiva con delibera del Consiglio Comunale n° 17 del 12.06.2008 (variante relativa a n° 12 fabbricati all’interno del centro storico del capoluogo)

L.R. N° 23/1997 e L.R. N° 12/2005: Adozione delibera di Consiglio Comunale n° 12 del 11.03.2008 Nessuna osservazione Approvazione definitiva con delibera di Consiglio Comunale n° 31 del 11.07.2008; (variante relativa alla modifica del perimetro di comparto P.L. artigianale in via Concordia, frazione Ponte Caffaro).

L.R. N° 23/1997 e L.R. 12/2005: Adozione delibera di Consiglio Comunale n° 18 del 12.06.2008 Nessuna osservazione; Approvazione definitiva con delibera di Consiglio Comunale n° 50 del 27.11.2008; (variante relativa all’interpretazione e specifica dell’art. 34 delle Norme Tecniche di Attuazione).

L.R. N° 23/1997 e L.R. 12/2005: Adozione delibera di Consiglio Comunale n° 06 del 17.02.2009 Nessuna osservazione; Approvazione definitiva con delibera di Consiglio Comunale n° 28 del 14.07.2009; (insediamento nuova zona per servizi di interesse generale in loc. Prada).

L.R. N° 23/1997 e L.R. 12/2005: Adozione delibera di Consiglio Comunale n° 31 del 29.09.2009 Nessuna osservazione; Approvazione definitiva con delibera di Consiglio Comunale n° 59 del 22.12.2009; (variante relativa a n° 5 fabbricati all’interno del centro storico del capoluogo).

Il comune di Bagolino si è dotato inoltre del Documento Preliminare di Inquadramento per la Programmazione Integrata di Intervento e atto Ricognitivo delle aree produttive per l’attuazione dello Sportello Unico Attività Produttive (SUAP).

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4.2. Il documento programmatico generale dell’Amministrazione. Gli obiettivi prefigurati dalle indicazioni dell’Amministrazione Comunale possono essere riassunti secondo le seguenti tematiche principali, che erano state già per lo più approvate nella Delibera di Consiglio Comunale di approvazione del Documento Preliminare di Inquadramento per la Programmazione Integrata di Intervento e atto Ricognitivo delle aree produttive per l’attuazione dello Sportello Unico Attività Produttive SUAP.

Gli obiettivi strategici di riferimento per la definizione del modello di organizzazione spaziale degli abitati sottesi alla Programmazione Integrata d’Intervento, sono:

a. realizzazione o completamento di opere o di servizi di qualità aggiuntiva di dimensione e caratteristiche comunali con interesse anche sovracomunale altrimenti non attuabili con i normali canali di finanziamento pubblici; b. realizzazione di infrastrutture stradali e per la sosta di servizio comunale; c. proposte di interventi su aree interessate da fenomeni di degrado e/o dismissione; d. miglioramento delle possibilità di conseguimento delle previsioni del P.R.G., ivi comprese l’eliminazione, sostituzione e/o razionalizzazione di previsioni di servizio superate, il tutto anche con riferimento a problematiche, vincoli e normative sopravvenute; e. programmi volti alla realizzazione di edilizia convenzionata (da attuarsi ai sensi degli art. 17- 18 del D.P.R. 380/2001); f. ricollocazione di aree produttive irrazionalmente dislocate e interventi su aree industriali, artigianali; g. realizzazione di opere di mitigazione e risarcimento ambientale e paesistico di ambiti di criticità territoriale di scala comunale e/o sovracomunale; h. potenziamento del sistema della ricettività e dell’accoglienza; i. Azioni finalizzate al miglioramento dei gradi di tutela e valorizzazione di porzioni di territorio contraddistinte da endemismi naturalistici, vegetazionali e faunistici; j. Azioni finalizzate al miglioramento dei gradi di tutela e valorizzazione di porzioni di territorio interessate da peculiarità attinenti al patrimonio storico dei beni culturali, anche con riferimento a quanto indicato nelle tavole elaborate ad hoc.

Le modalità di individuazione dei progetti idonei a perseguire gli obiettivi coerenti con le strategie indicate, nonché il relativo impatto sull’ambiente e sul paesaggio ha portato alla individuazione di alcuni criteri utilizzati poi come guida anche per la costruzione dello strumento urbanistico.

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a. interventi che non prevedano incremento del suolo impegnato dalla pianificazione vigente; b. interventi che prevedano la realizzazione di servizi di scala comunale o sovra locale di qualità aggiuntiva. c. interventi che migliorino le previsioni di piano in relazione al conseguimento degli obiettivi strategici di riferimento dichiarati o che sanino condizioni previste non attuabili; d. interventi che non introducano particolari criticità sul sistema delle reti tecnologiche dimostrando l’assoluto equilibrio delle condizioni ecologico ambientali con particolare riferimento al ciclo dell’acqua; e. interventi che prevedano una dotazione completa in loco degli standard primari (parcheggi) e/o la dotazione di verde connesso ad effetti di mitigazione paesistica ed ecologica degli insediamenti di particolare rilievo e portata; f. interventi volti a recuperare gli edifici e le aree visibilmente degradate e/o dismesse, in particolare nel centro storico o in ambiti contigui; g. interventi che prevedano una ricollocazione di aree produttive irrazionalmente dislocate e interventi migliorativi di aree industriali e artigianali; h. interventi volti a sostenere e potenziare le attività commerciali, ricettive o attrattive all’interno del tessuto urbano; i. interventi che prevedano l’aumento del peso insediativo o il cambio di previsione di destinazione in ambiti già impegnati e contigui ad ambiti impegnati utilizzando e ottimizzando gli edifici e le infrastrutture presenti; j. interventi che favoriscano gli insediamenti caratterizzati da un mix funzionale e sociale; k. interventi che favoriscano la capacità attrattiva del centro abitato grazie a nuovi servizi o funzioni particolari, comunque in equilibrio di dotazioni primarie.

Sulla base degli obiettivi strategici preliminari e dell’analisi territoriale, accompagnata dal processo di VAS, sono stati formulati gli obiettivi specifici del Piano per i quali si rimanda al successivo capitolo 5.2.

Nella formulazione di questo set di obiettivi si è tenuto conto in particolare modo delle tematiche riguardanti: • il miglioramento del sistema urbano nelle sue componenti esistenti e di espansione futura secondo linee chiare e coerenti con le dinamiche consolidate (contrastare il fenomeno dell’allungamento della forma e della polverizzazione degli insediamenti); • la ricomposizione e riorganizzazione dei limiti del tessuto urbano secondo criteri di razionalizzazione delle dinamiche e delle morfologie consolidate e di tendenza, e considerando la “soglia liminale” il massimo punto di potenzialità trasformativa;

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• la ricostruzione della struttura urbana attraverso il “restauro” dei rapporti gerarchici fra edificato di origini diverse e la creazione dei caratteri identificativi e di appartenenza di un centro attraverso la valorizzazione di un episodio architettonico significativo per la storia del paese; • la riqualificazione, articolazione, potenziamento e messa a sistema dei servizi esistenti all’interno del perimetro urbanizzato; • una necessaria rivisitazione del sistema della viabilità a scala locale per riorganizzazione efficacemente il servizio in rapporto diretto e riequilibrato con i caratteri insediativi del luogo, evitando sovradimensionamenti e dispersione di risorse, nonché l’ottimizzazione del sistema delle connessioni per l’accessibilità agli impianti produttivi; • la conservazione e valorizzazione dei caratteri identificativi del paesaggio locale; miglioramento della qualità paesaggistica ed architettonica degli interventi di trasformazione del territorio; diffusione della consapevolezza dei valori paesaggistici e loro fruizione da parte dei cittadini.

Una volta definiti gli obiettivi generali del Piano, si possono definire, a seguito delle analisi territoriali specificate nei successivi paragrafi gli obiettivi specifici. Questi ultimi sono coerenti con eventuali previsioni ad efficacia prevalente di livello sovracomunale e sono ambientalmente sostenibili in quanto discendono dagli obiettivi generali del PTCP e dagli obiettivi principali sostenibili del Piano, come illustrato di seguito.

L’iter seguito per la redazione del tale documento, dunque, è partito dalla definizione di un quadro di condizioni di riferimento, dal quale discende a cascata come processo logico l’identificazione:

• di obiettivi generali del PTR • di obiettivi generali del PTCP • di obiettivi principali sostenibili del Piano • di obiettivi generali del Piano • di obiettivi specifici del Piano • di azioni • dello strumento per l’attuazione

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5. ANALISI DELLE CARATTERISTICHE SOCIO-ECONOMICHE

Per analizzare le caratteristiche socio economiche del comune è opportuno definire un ambito amministrativo rispetto al quale valutare il peso relativo dei fenomeni locali. Si è scelto di identificare un ambito di confronto ristretto, definito con il criterio della contiguità territoriale. Tale criterio coinvolge i comuni di Bagolino, Anfo, Collio Val Trompia, Idro e Lavenone

5.1.Appendice statistica

Osservare Bagolino e il suo territorio pone una serie di questioni rilevanti al fine di delineare campi e obiettivi specifici rispetto ai mutati rapporti che intercorrono tra fatti fisici, soggetti sociali e sistema economico, ma anche rispetto ad altri saperi che si applicano allo studio dei fenomeni urbani e alle trasformazioni del territorio.

5.1.1.Dinamiche demografiche e caratteristiche della popolazione residente

L’analisi del contesto insediativo, attraverso gli indicatori demografici socio-economici, intende definire il ruolo del Comune di Bagolino in riferimento all’ambito del Sistema Urbano Sovracomunale 5 individuato nel PTCP all’Art. 13 delle relative Norme Tecniche d’Attuazione. I sistemi urbani sovracomunali sono ambiti in cui si articola l’organizzazione territoriale della Provincia e sono stabiliti nel PTCP in base all’attività di concertazione con i Comuni durante la formazione dello stesso documento. Questi sistemi territoriali costituiscono l’ambito spaziale di riferimento per le concertazioni finalizzate alle intese istituzionali. Il SUS (sistema urbano sovracomunale) n° 5 annovera 25 Comuni (Agnosine, Anfo, Barghe, Bione, Capovalle, Casto, Gavardo, Idro, Lavenone, Mura, Odolo, Paitone, Pertica Alta, Pertica Bassa, Preseglie, Provaglio Val Sabbia, Roè Volciano, Sabbio Chiese, Serle, Treviso Bresciano, Vallio Terme, Vestone, Villanuova sul Clisi, Vobarno), con i centri integrativi riconosciuti in Gavardo, Vestone e Vobarno, Idro. Al fine di ricomporre un quadro di riferimento generale della geografia sociale e insediativa del comune di Bagolino sono state elaborate analisi statistiche corredate da grafici esplicativi in riferimento al SUS 5 e relative alle seguenti tematiche: Popolazione; Attività produttive; Agricoltura; Artigianato; Imprese. L’analisi della dinamica insediativa del comune di Bagolino rivela un numero di abitanti nel capoluogo pari a 2.459 e di 1.585 nella frazione di Ponte Caffaro. La popolazione residente nel centro maggiore alla data del censimento del 1981 era di 4.209 unità, al censimento del 1991 di 4.062 unità: per cui nel decennio considerato la popolazione è diminuita di 147 unità (in percentuale - 3,49%).

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La causa di tale diminuzione è da ricondurre a due fenomeni di ordine demografico; il movimento naturale (nati/morti) e il movimento sociale (emigrati/immigrati), entrambi di segno negativo. La popolazione attiva nell'anno 1981 era pari al 38,41% (1.629 unità) della popolazione residente, al censimento del 1991 era il 39,28% (1.620 unità): per cui nel decennio considerato è diminuita la popolazione residente ma, in percentuale è aumentata quella attiva (+0,87%). La struttura delle famiglie per Bagolino evidenzia gli effetti della progressiva trasformazione dei nuclei che, attraverso l’evoluzione della composizione famigliare, mostra una dimensione media che diminuisce, con un incremento dello 0,97% dei nuclei di piccole e medie dimensioni (2,36 componenti, al 2004). Tale tendenza viene registrata sia per i comuni del SUS presi a riferimento che per la provincia di Brescia. Inoltre le classi d’età di Bagolino mostrano un incremento percentuale di popolazione di anziani inferiore rispetto a quanto registrato nella media della provincia e del SUS. Si registra una percentuale di nati, al 2004, pari allo 0,67% inferiore rispetto ai comuni del SUS e della provincia. I dati statistici riferiti al 2009 evidenziano un numero di abitanti pari a 3937, superiore a quanto rilevato all’anno 1995 (3921). Il numero delle famiglie nel decennio 1995-2009 mostra un incremento nel loro numero, dovuto essenzialmente alla trasformazione della composizione famigliare che si abbassa nel numero di componenti per singolo nucleo. Al 1995, infatti, si contano 1545 nuclei familiari, mentre al 2009 risultano essere 1732. Le analisi prodotte relative alla popolazione evidenziano degli andamenti pressoché simili anche nei comuni del SUS 5 ai quali ci si riferisce come parametro comparativo, registrando delle variazioni poco significative. Il riferimento ai due censimenti precedentemente richiamati (1981 e 1991) mostra la suddivisione della popolazione attiva per settori di attività economica (Agricoltura, Artigianato/lndustria, Altre attività) ed ha messo in evidenza che a Bagolino nel decennio considerato, oltre il 56% degli attivi era occupato nel settore Artigianato/Industria, mentre nelle altre attività (Turismo, Commercio, Servizi) era occupato oltre il 28%. Se si esaminano e si confrontano i valori per settore, sia in assoluto che in percentuale, si evidenzia che nei 1991, rispetto al 1981, vi è stato un calo degli attivi nel settore Artigianato/Industria (-3,55%) contro un aumento di quelli nelle altre attività (+7,41%). Per quanto concerne specificatamente il settore agricolo, nei 10 anni considerati, vi è stato un calo di attivi in valore assoluto di 62 unità (- 3,86%) Quindi, nel settore dell’Agricoltura anche Bagolino ha subito il fenomeno generale della diminuzione della popolazione attiva, come si è verificato sia a livello nazionale, provinciale e comprensoriale. Ma, se facendo riferimento all'anno 1991, si divide il totale degli attivi in Agricoltura dell'intero comprensorio (606 unità) si evidenzia che Bagolino, con i suoi 127 operatori agricoli a tempo pieno (20,95% del totale di Valle Sabbia) era il Comune che deteneva la più alta percentuale

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Pagina 76 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione di agricoltori. L’analisi dei dati riferita alle classi d’età mostra che, oltre al calo degli attivi, vi è una diminuzione dei giovani agricoltori e di coloro compresi nella Classe dai 30 ai 54 anni, mentre aumentano coloro che superano i 55 anni d'età. Sulle forze lavoro in Agricoltura a Bagolino è comunque opportuno osservare che, in funzione delle diverse operazioni necessarie per l'esercizio dell'attività, sussiste il concorso consistente, per numero di soggetti e per ore di lavoro, di manodopera extra-agricola; inoltre è determinante l'apporto della manodopera femminile, sia per il lavoro nei campi che nella stalla o sugli alpeggi. Una lettura sintetica delle statistiche riferite alle attività economiche denuncia che il settore Agricoltura e pesca copre il 26,2% (aziende agricole n. 49 - allevamenti di bovini n. 71) delle attività, quello Industrie il 28,6% (piccole imprese artigianali ed industriali: segherie, imprese di pulitura pezzi metallici, manifatturiere, meccaniche, n. 1 attività siderurgica), mentre il Terziario copre il 45,2% (esercizi pubblici annuali e stagionali, commercio al minuto e altre attività). Un fattore significativo nell’economia di Bagolino è rappresentato dal turismo invernale sviluppato in località attrezzate tra incantevoli scenari naturali, dove è possibile praticare sport nelle stazioni sciistiche del Maniva (m. 1.600) e di Valle Dorizzo (m. 1.200)e del Gaver (m. 1.500). Anche il turismo estivo registra un numero importante di presenze. Sul lago, infatti, è possibile praticare il canottaggio e la vela. Le stesse tendenze, con alcune variazioni comunque non significative, si registrano alla data del censimento 2001, rilevando, inoltre, un sistema economico basato sulla piccola dimensione delle imprese. Le analisi prodotte evidenziano degli andamenti pressoché simili anche nei comuni del SUS 5 presi come riferimento comparativo, registrando delle variazioni che, nel complesso, non mostrano differenze sostanziali.

Gli altri indicatori statistici, socio-economici, dovranno essere oggetto di specifica ricerca e valutazione in occasione di ciascuna richiesta di P.I.I., facendo chiaro riferimento allo scenario da essi configurato. Nell’Allegato DP_2A (Analisi statistica) sono riportate tutte le analisi effettuate in molti casi esplicate attraverso grafici o istogrammi.

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POPOLAZIONE RESIDENTE AL 31/12/2008

Serie storica 1971-2008 (Fonte: dati Istat)

Codice 1971 1981 1991 2001 2008 Descrizione Istat var. % var. % var. % var. % residenti residenti residenti residenti residenti residenti residenti residenti residenti 17 0 10 B a g o l i n o 4.298 4.209 -2,07% 4.062 -3,49% 3.919 -3,52% 3.928 0,23%

17 0 0 5 A n f o 539 480 -10,95% 429 -10,63% 434 1, 17 % 476 9,68%

17058 Collio 2.690 2.411 -10,37% 2.271 -5,81% 2.315 1,94% 2.355 1, 7 3 %

17 0 8 2 I d r o 1.345 1.415 5,20% 1.421 0,42% 1.695 19,28% 1.906 12 , 4 5 %

17087 Lavenone 771 695 -9,86% 648 -6,76% 659 1,70% 625 -5,16%

Totale comuni selezionati 9643 9210 -4,49% 8831 -4,12% 9.022 2,16% 9.290 2,97%

Popolazione residente (serie storica)

4400 4298 4300 4209 4200 4062 4100 4000 3919 3928 residenti 3900 Lineare (residenti) 3800 3700 3600 1971 1981 1991 2001 2008

Popolazione residente (serie storica) Bagolino e comuni limitrofi

1.906 Idro 2008 2.355 Collio 2001 476 Anfo 1991 3.928 1981 Bagolino 1971 0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500 4.000 4.500 5.000

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STRUTTURA DELLA FAMIGLIA: NUMERO DELLE FAMIGLIE E NUMERO DI COMPONENTI. DATI AGGIORNATI AL 31/12/2008

Numero delle famiglie – Serie storica 1998-2008 comune di Bagolino (Fonte: dati Istat)

Codice Descrizione 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Istat

17 0 10 B a g o l i n o 1.587 1.587 1.590 1.588 n.d. 1.610 1.630 1.664 1.677 1.699 1.721

17 0 0 5 A n f o 181 179 181 195 n.d. 207 209 208 211 223 232

17058 Collio 1.090 1.103 1.094 1.039 n.d. 1.156 1.209 1.126 1.094 1.101 1.149

17 0 8 2 I d r o 709 716 731 684 n.d. 774 802 812 808 813 814

17087 Lavenone 266 294 304 287 n.d. 286 284 276 275 276 278

Totale comuni selezionati 3.833 3.879 3.900 3.793 n.d. 4.033 4.134 4.086 4.065 4.112 4.194

COMPONENTI PER FAMIGLIA

Codice Descrizione 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Istat

17 0 10 B a g o l i n o 2,48 2,47 2,47 2,47 n.d. 2,40 2,38 2,36 2,34 2,30 2,28

17005 Anfo 2,43 2,45 2,41 2,23 n.d. 2,22 2,22 2,20 2,18 2,10 2,05

17058 Collio 2 , 16 2 , 14 2 , 14 2 , 2 3 n . d . 2 , 16 2 , 15 2 , 13 2 , 13 2 , 10 2 , 0 5

17082 Idro 2,33 2,35 2,30 2,48 n.d. 2,28 2,26 2,27 2,33 2,32 2,34

17087 Lavenone 2,47 2,31 2,20 2,30 n.d. 2,35 2,35 2,33 2,31 2,24 2,25

Totale comuni selezionati 2,36 2,34 2,32 2,38 n.d. 2,30 2,28 2,27 2,27 2,24 2,22

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5.1.2. Il flusso turistico e le strutture ricettive

Nell’allegato DP_2A si è cercato di analizzare le diverse forme di domanda turistica, molto importante dal punto di vista urbanistico, in quanto consente di valutare in termini quantitativi e qualitativi sia i suoi effetti territoriali, sia le risposte che il piano deve dare in termini di politica territoriale. Il turismo di vacanza è assai composito e comprende diverse forme specifiche, originate da motivazioni e da esigenze assai differenti, ma tutte caratterizzate da tre fattori comuni: impiego di tempo libero, spesa a carico di chi lo pratica e libera scelta della modalità del viaggio e del soggiorno. Tra le svariate forme di turismo di vacanza presenti a Bagolino, si possono pertanto distinguere:

A. Turismo climatico. Tale tipo di turismo rappresenta la componente preponderante del turismo di Bagolino: esso è costituito da coloro che frequentano il territorio prevalentemente per le qualità climatiche, paesistiche e ambientali. E’ un tipo di turismo che, essendo legato strettamente al clima, è caratterizzato da forte stagionalità, determinando concentrazioni di presenze in brevi periodi dell’anno. Questa è la forma di turismo a cui è legata la maggior parte dei problemi di carattere territoriale presenti sul territorio; tra i quali il più evidente e macroscopico è quello delle cosiddette “seconde case”, ossia case destinate esclusivamente a vacanza e quindi vuote per la maggior parte dell’anno; tali case, oltre a generare un consumo di suolo, originano dei quartieri fantasma, nei quali la qualità urbana risulta scadente.

B. Turismo culturale. A Bagolino questa forma di turismo non è molto diffusa in quanto il richiamo costituito dal patrimonio storico e artistico presente sul territorio è prevalentemente indiretto, poiché collegato ad occasioni di spostamento dovute ad altri motivi. Più che di turismo culturale per Bagolino è più corretto parlare di “escursionismo ”, in quanto caratterizzato da una permanenza in genere non superiore alle 24 ore, durante la quale vengono visitati luoghi di interesse storico-culturale.

C. Turismo nautico. Questo tipo di turismo rappresenta sul lago di Idro un segmento piuttosto importante della domanda turistica, costituendo una indubbia risorsa economica.

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D. Turismo gastronomico La gastronomia è rigorosamente stagionale e fatta di sapori semplici e genuini: funghi e cacciagione in autunno, grigliate di polli e carni miste d’estate. Ai sapori di montagna si affiancano pesce persico e le numerose varietà di trote. Sono ottimi i formaggi, ad iniziare dal Bagòss e dalle formaggelle di capra.

E. Turismo sportivo. Il lago d’Idro è un ambiente favorevole anche per quella parte di turisti per i quali è determinante la possibilità di praticare attività sportive a livello amatoriale. Solitamente nelle località lacustri vi sono strutture organizzate per la pratica di diverse attività sportive dal tennis all’equitazione, ma quelle più diffuse sono certamente il windsurf e la vela.

F. Turismo “mordi e fuggi” Tale turismo è iniziato circa un ventennio fa ed è caratterizzato da un turismo di giornata, che non fa uso di strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere, ma che in compenso genera una proliferazione di piccole strutture di servizio a carattere commerciale quali bar, gelaterie ristoranti ecc….

Le strutture ricettive La dotazione ricettiva globale (dato aggiornato al 31.12.2008) di Bagolino, consiste in 15 strutture, di cui 7 alberghiere e 8 extralberghiere, per un totale di 1.246 posti letto (di cui 183 alberghiere e 1063 extralberghiere). Nell’ambito delle strutture alberghiere, vi sono 7 alberghi, di cui 2 ad una stella, 3 a due stelle e 2 a tre stelle. Nell’ambito delle strutture extralberghiere, vi sono 1 alloggio agro-turistico, 1 alloggio in affitto, 2 Bed Breakfast, 2 campeggi, 1 case ed appartamenti per vacanze e 1 rifiugio alpino. Per quanto riguarda l’attrezzatura ricettiva alberghiera, l’offerta è pari a 105 camere, mentre il totale dei posti letto è pari a 183 unità.

Il flusso turistico Il rilevamento del movimento dei clienti nelle strutture ricettive si basa sulle dichiarazioni dei titolari degli esercizi, che sono tenuti a trasmettere i dati sull’attrezzatura e le comunicazioni giornaliere concernenti il numero e la nazionalità dei clienti arrivati, partiti e le relative giornate di presenza. I dati vengono poi riepilogati dall’A.P.T. e trasmesse all’ISTAT per le elaborazioni successive. Del turismo ciò che costituisce oggetto del rilevamento: - l’arrivo del cliente nella struttura ricettiva, ossia la singola richiesta di alloggio nell’esercizio;

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- la partenza che si rileva tutte le volte che un cliente lascia l’esercizio; - la presenza ossia il singolo pernottamento effettuato dal cliente nella struttura ricettiva in pratica numero di tariffe giornaliere pagate dal cliente; - la provenienza del cliente, indicata dalla provincia di residenza per i clienti nazionali e dal paese estero per il cliente straniero. Per quanto riguarda dati ricavati sul movimento turistico che ci sono stati forniti dall’APT di Brescia, viene tralasciata la variabile partenze, e vengono computate solamente le variabili “arrivi” e “presenze”.

Per quanto riguarda Bagolino analizzando i dati ufficiali relativi alle presenze dei turisti nelle strutture alberghiere ed extralberghiere si osserva che dal 2002 al 2005 si assiste ad una progressiva diminuzione (paragrafo 3). Da 32.702 presenze turistiche (rispettivamente 12.512 nelle strutture alberghiere e 20.190 nelle strutture extralberghiere) nel 2002 si passa infatti a 30.854 presenze (suddivise in 5.149 e 25.705) nel 2005 (con una riduzione complessiva del 58.8% per gli esercizi alberghieri e un incremento del 27.3% per gli esercizi extralberghieri). Per quanto riguarda le presenze, restano comunque superiori quelle italiane rispetto alle presenze straniere; anche se quelle straniere tra il 2002 e il 2005 registrano un forte aumento negli esercizi extralberghieri del 2.7%. Per quanto riguarda l’incremento delle presenze per tipo di esercizio si ha nel 2005 una percentuale maggiore nelle strutture extralberghiere rispetto quelle alberghiere (per la maggior parte composto da italiani). Analizzando gli arrivi, altro elemento di analisi, si osserva che diminuiscono quasi in modo sistematico del 37.8% e 13.3% rispettivamente arrivi italiani e stranieri (tra il 2002 e il 2005) negli esercizi alberghieri e aumentano del 16.3% gli arrivi italiani e diminuiscono del 26.0% gli arrivi stranieri negli esercizi extralberghieri. Si registra per gli esercizi extralberghieri una fase di stallo tra il 2002 e il 2005 (-0.3%) che è condizionata dall’ incremento di arrivi di popolazione italiana.

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5.1.3.Il patrimonio edilizio

Per quanto attiene al patrimonio edilizio i dati rilevano che il titolo di godimento maggiormente diffuso è quello della proprietà di abitazioni. Tali dati sono in linea con quelli del SUS di riferimento e di quelli provinciali. Inoltre le abitazioni sono in prevalenza occupate dai residenti, e per una consistente quota da abitanti che possiedono a Bagolino la casa di villeggiatura.

5.1.4.Le attività produttive

Nell’allagato DP_2A si riportano alcuni dati risalenti al Censimento ISTAT del 2009, che raffrontati con quelli del 2001 permettono di evidenziare l’andamento di fondo dell’economia di Bagolino, anche se non possono rendere pienamente conto delle evoluzioni certamente avvenute nell’ultimo periodo. Anche in questo caso, la realtà di Bagolino è stata confrontata con l’ambito immediatamente prossimo dei suoi comini contermini. A Bagolino sono presenti attività che spaziano in tutti i settori, anche se con notevoli differenze nei numeri e nelle dimensioni. Nel periodo 2001-2009, si registrano alcuni cambiamenti: una diminuzione del numero delle imprese attive (da 368 nel 2009 a 348 nel 2001) a Bagolino ed un incremento di quelli relativi ai comuni contermini (Anfo +9, Collio +19, Idro +22 e Lavenone +2). Il primo dato registrato, riguarda l’andamento delle attività agricole tra il 2001 e il 2009 che a Bagolino evidenzia un calo, come i comuni limitrofi di Collio e Lavenone, pari a -11 imprese dedicate all’attività agricola, ma contrapposte a quelle dei comuni Anfo e Idro che annotano un trend rispettivamente positivo o invariato. Così come le imprese agricole, anche le attività manifatturiere a Bagolino (-12), Anfo (-2), Collio (-6) e Lavenone (-1) registrano un calo, a differenza dell’unico valore positivo registrato nel comune di Idro (+7). Si attestano su valori positivi le attività degli “alberghi ristoranti” e del “commercio, ingrosso e dettaglio” che registrano valori rispettivamente pari a +2 e a +1 rispetto al 2001, mentre con segno negativo le attività legate alle imprese di “costruzioni” (-7). L’incremento negativo delle attività di costruzioni e la situazione pressoché invariata dei valori del commercio e delle attività alberghiere sono una delle conseguenze più tangibili del turismo, a Bagolino come in altre realtà territoriali. Nei restanti comparti si nota una sostanziale stabilità delle imprese attive dal 2001 al 2009, salvo alcune significative eccezioni: la categoria delle attività immobiliari, di noleggio, informatica, ricerca e professionisti, che aumenta da 12 a 16, e la categoria dei servizi pubblici, sociali e personali che

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Pagina 83 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione aumenta da 17 a 21 imprese. Un settore che invece accusa una diminuzione è quello trasporti, magazzinaggio e comunicazione (da 5 a 2 imprese attive).

5.1.5.Il sistema agricolo

Nell’ allegato DP_2A si riportano anche i dati relativi al numero delle aziende agricole registrate a Bagolino in occasione dei censimenti ISTAT (1990 e 2000). Nel periodo 1990-2000 si verifica una diminuzione di oltre il 50% del numero totale delle aziende agricole (da 580 nel 1990 a 248 nel 2000), con un andamento analogo a quello che si verifica anche nei Comuni limitrofi. A differenza del comune di Bagolino negli altri comuni contermini il calo delle aziende agricole è più evidente raggiungendo delle variazioni in negativo tra il 65% e l’85% (E’ opportuno ricordare, a questo proposito, che tra i due censimenti vi sono diversi criteri di classificazione da parte dell’ISTAT, con l’adozione di criteri più restrittivi per definire l’esistenza o meno di un’azienda agricola rispetto, ad esempio, a terreni agricoli di proprietà di non agricoltori e che, negli scorsi censimenti erano considerati come aziende agricole vere proprie). La Superficie Agraria Utile del Comune di Bagolino nel 2000 viene sfruttata per quasi la gran parte da prati permanenti e da orti familiari (87% della SAU totale), la porzione restante si suddivide in pascoli (circa il 10%) e coltivazione a seminativo (circa il 3%). Questa sopra descritta è la situazione rilevata dal Censimento dell’Agricoltura effettuato nel 2000, un rapido confronto con i dati raccolti nel precedente Censimento (1990) permette di evidenziare un andamento in diminuzione rispetto al totale della destinazione a seminativi e ad attività legnose a Bagolino e in crescita della destinazione a orti familiari, prati permanenti e pascoli.

Gli allevamenti La tendenza che accomuna il comune di Bagolino e i suoi comuni contermini è quella che vede diminuire il numero delle aziende attive e allo stesso tempo diminuire il numero dei capi di bestiame allevati. Il numero dei bovini allevati tende a calare di una percentuale tra il 3 e il 64% a Bagolino e nei comuni limitrofi. L’allevamento suinicolo registra invece diminuzioni più rilevanti nell’ordine del 70%, in particolare a Bagolino, Anfo, Collio e Idro; fa eccezione il comune di Lavenone, che registra un aumento del 62.5% nel numero dei suini tra il 1990 e il 2000. Infine il numero degli ovini/caprini riporta un valore percentuale negativo unicamente a Bagolino (- 21,7%), mentre gli altri comuni contermini presentano tutti un valore positivo dell’ordine del 20%.

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Aziende agricole totali (Fonte: dati Istat annI 1990 2000)

Aziende agricole Codice De s cr iz ione totale Istat var 1990 2000 %

17 0 10 B a g o l i n o 580 248 ‐57,2% 17 0 0 5 A n f o 102 29 ‐71,6% 17 0 5 8 C o l l i o 285 58 ‐79,6% 17 0 8 2 I d r o 115 40 ‐65,2% 24 17087 Lavenone 92 ‐73,9% Variazione assoluta del numero totale delle aziende agricole tra il 1990 e il 2000 (Bagolino e comuni limitrofi) 0,0% Bagolino Anfo Collio Idro Lavenone ‐20,0%

‐40,0%

‐60,0% ‐57,2% ‐65,2% ‐80,0% ‐71,6% ‐73,9% ‐79,6% ‐100,0%

Aziende agricole secondo le forme di utilizzazione dei terreni (Fonte: dati Istat anno 1990 e2000)

Aziende con SAU Codice Istat Descrizione seminativi legnose agrarie orti familiari prati permanenti pascoli

1990 2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000

17010 Bagolino 84 13 26 1 468 199 508 225 76 46

17005 Anfo 2 0 1 1 61 22 62 18 64 10

17058 Collio - 0 - 0 1 0 281 58 22 16

17082 Idro 6 6 3 5 75 26 110 37 2 10 17087 Lavenone 5 3 - 0 19 16 70 22 21 5 50% 46% 44% 45% 40% 41% 40% 35% 30% 25% 1990 20% 2000 15% 10% 10% 7% 7% 5% 3% 2% 0% 0% seminativi legnose agrarie orti familiari prati pascoli permanenti

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Capi di bestiame delle aziende con allevamenti secondo la specie (Fonte: dati Istat anno 1990 e2000)

Codice BOV INI OV INI E CAPRINI SUINI Descrizione Istat 1990 2000 var 90/00 1990 2000 var 90/00 1990 2000 var 90/00

17010 Bagolino 1.376 976 ‐29,1% 369 289 ‐21,7% 154 84 ‐45,5% 17 0 0 5 A n f o 57 55 ‐3,5% 37 47 27,0% 3 0 ‐100,0% 17058 Collio 1.434 619 ‐56,8% 31 39 25,8% 164 5 ‐97,0% 17 0 8 2 I d r o 71 26 ‐63,4% 92 113 22,8% 14 8 ‐42,9% 17087 Lavenone 163 107 ‐34,4% 151 180 19,2% 8 13 62,5%

Numero di capi bovini Bagolino e comuni limitrofi

1.600 1.434 1.376 1.400 1.200 976 1.000 800 619 1990 600 2000 400 163 200 107 57 55 71 26 0 Bagolino Anfo Collio Idro Lavenone

Numero di capi ovini‐caprini Bagolino e comuni limitrofi 400 369 350 289 300 250 200 180 1990 151 150 113 2000 92 100 37 47 39 50 31 0 Bagolino Anfo Collio Idro Lavenone

Numero di capi suini Bagolino e comuni limitrofi

180 164 154 160 140 120 100 84 1990 80 60 2000 40 14 20 8 8 13 3 0 5 0 Bagolino Anfo Collio Idro Lavenone

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Bagolino: rapporto capi bovini, ovini, suini (dati Istat anno 1990)

suini 8%

ovini 19%

bovini 73%

Bagolino: rapporto capi bovini, ovini, suini (dati Istat anno 2000)

suini 6%

ovini 22%

bovini 72%

Per ulteriori approfondimenti si rimanda all’allegato DP_2A appendice statistica.

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6. QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO COMUNALE

6.1.Analisi strutturale del territorio L’analisi effettuata sul sistema urbano ha consentito di individuare due principali centri abitati ed una piccola frazione, distribuiti nel fondo valle, lungo gli argini del lago d’Idro, e nella valle del Caffaro. L’assetto morfologico della città, che caratterizzano il Comune di Bagolino e determinano l’identità del luogo, è suddiviso in cinque sistemi fondativi (rif. DP_05): • le zone storiche; • le zone di completamento e di espansione; • le zone industriali ed artigianali di completamento ed espansione; • le zone di insediamenti turistici montani e lacustri, campeggi e di espansione turistico- residenziale • le zone per attrezzature urbane e verde pubblico.

Si osserva come all’interno del territorio comunale si realizza una certa dicotomia tra il centro abitato di Bagolino, Ponte Caffaro e Val Dorizzo, che costituiscono, sia per caratteristiche ambientali e morfologiche che per struttura urbana, entità quasi indipendenti: • Ponte Caffaro affacciato sul lago e disposto sulla piana alluvionale generata dallo stesso fiume Caffaro; il suo sviluppo ha seguito il tracciato della strada provinciale, per poi espandersi fino alle sponde del fiume, attraverso il ponte di Prada e messa in comunicazione con la provincia di Trento.

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PONTE CAFFARO I primi documenti scritti che riguardano Bagolino risalgono al 1.000 d.C. e "parlano" di un territorio posto a sud del paese chiamato Pian d'Oneda in località Ponte Caffaro. Questo piano, che in seguito entrerà a far parte dei territorio di Bagolino, era un luogo paludoso ed insalubre formato dal delta dei fiume Caffaro e le acque del lago d'Idro.Verso l'anno 1100, è incerto il momento preciso, e più d'una sono le versioni, sembra che queste terre siano state donate al Monastero di S. Pietro in Monte di Serle da re franchi o longobardi che, sotto il loro dominio, rafforzarono il culto cristiano. I Monaci ebbero il compito di bonificare il territorio e di costruirvi un ostello per i viandanti che passavano numerosi su quella strada. Anche i bagolinesi dovevano transitare per quel luogo. Prima di costruire il ponte di Prada, l'unica via per andare a Brescia - in alternativa a quella che passava per il valico del Maniva - era rappresentata dal ponte di Romanterra; si costeggiava a destra il Caffaro sino al bivio delle Armadure, dove per la strada detta "Bagozzina" si giungeva in Pian d'Oneda.Un'altra versione vuole che queste terre siano state affidate ai Benedettini dagli Uomini di Storo, Darzo, Lodrone; Bovile e Villa di Ponte, antichi paesi scomparsi in seguito ad inondazioni, che nell'anno mille all'incirca avrebbero incaricato i Monaci di sanare l'intero Piano e di costruirvi un Ostello ed una Chiesa in onore di S. Giacomo.A comprova di ciò il Panelli asserisce che la notizia era riportata in una lettera da lui trovata, scritta da un certo G. Bonardelli, il 20 marzo 1597, al parroco Manzoni.L'unico brano di questo invito, che si data intorno all'anno 1000 è quello trascritto dal Panelli nel suo manoscritto:"... rogamus vos domine Pater Abbas de Monte, ut veniatis in locus nostri de casalis et ibi edificetis ecclesia et Monasterum in onore sti Jacopi apostoli Majori, et ibi permaneatis laborando in honore Dei... "Un altra testimonianza dice che i Monaci subentrarono solo verso il 1213 poiché sino a quell'anno l'intero piano era affittato ad un certo Petro de Tosino ed altri di Anfo, con un canone di 8 libre d'argento in moneta milanese (Odorici). Di fatto i Benedettini iniziano la bonifica cercando di risanare tutta la zona con ampie piantagioni di ontani (ones) che daranno poi il nome a quella terra: Pian d'Oneda. I Benedettini costruiscono anche una chiesa che viene dedicata a S. Giacomo patrono dei pellegrini, ed un ospizio gratuito ("Xenodochio'9 per dare rifugio e ristoro ai tanti viandanti che transitavano per quella strada.I contadini che aiutano i Monaci a coltivare il Piano abitano in piccole cascine dette "caselle" che sorgono vicino alla Chiesa.

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• Bagolino come centro più isolato e arroccato lungo il costone della valle costituita dal fiume Caffaro; il centro abitato ha uno sviluppo longitudinale con una forma allungata a terrazzamento e presenta una viabilità principale che lo attraversa nel suo intero, per poi dipanarsi in piccole viuzze entro il centro storico;

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foto:scorcio di Bagolino dal Monte Suello

BAGOLINO Bagolino oggi si presenta come un centro isolato, da raggiungere di proposito, lontano dalle strade di comunicazione più importanti: eppure la sua origine è dovuta proprio alla viabilità. Per tutta l'epoca romana e dell' alto medio Evo per andare da Brescia a Trento, a causa dell'impossibilità di transitare nella paludosa piana d'Oneda, i viandanti dovevano risalire nella valle del Caffaro, guadare il fiume in un punto sicuro e passarlo da Riccomassimo e poi scendere a Lodrone. Ancora oggi l'ossatura dell'agglomerato urbano mantiene l'inconfondibile impronta del suo passato, per quanto la presuntuosa edilizia di questi anni si sforzi di cambiare il volto del vecchio borgo e

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Pagina 90 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione siano divenuti lontano ricordi le vecchie fucine dei fabbri, le botteghe del sellaio e del maniscalco, i mulini a ruota sulle rogge, i camini e i forni, le molte immagini affrescate sui muri. Anticamente strutturato nella tipica forma di esse rovesciata, è articolato nei due rioni di Osnà e Cavril che formano l'agglomerato urbano e sono separati tra loro dalla scalinata che porta alla chiesa parrocchiale dedicata a San Giorgio. Caratteristica peculiare della località è la disposizione, tipicamente medioevale, delle case di notevole altezza, addossate una all'altra con elementi architettonici e decorativi di non poca importanza: portici, sottopassaggi, piccole terrazze, ballatoi, inferriate in ferro battuto, affreschi murali, solai in legno e la copertura con tegole in cotto o con ardesia "scàe". Le vie, "i piastroi" che percorrono il borgo sono strette, selciate con ciottolato e porfido, interrotte da spesse volte, da numerose scalinate che conducono alla parte alta del paese, sovrastato dalla monumentale Chiesa di S. Giorgio. Non mancano i portici, con archi caratteristici, che fanno del paese un'attrattiva tutta particolare, quasi magica. La caratteristica via Portici, in passato era la strada principale dove si svolgeva il commercio, ormai purtroppo, in parte incorporata entro abitazioni private. Augusto nel XI D.C. fece costruire la strada del Gaver per poter sconfiggere i Comuni definitivamente colpevoli a Breno e dividendo la Valle Camonica a metà. Al bivio che si è formato per esigenze di traffico, sorsero alcune case, in piccolissimo villaggio (PAGULINUS). intorno al mille alcuni abitanti di Condino per liberarsi dalla servitù troppo rigida dei Conti Lodron si portarono a Bagolino e fondarono una "vicinia" libera con proprie leggi. Per mantenere la propria autonomia i bagossi con astuzia si legarono politicamente alla repubblica di Venezia, ma ecclesiasticamente restarono legati al principe-vescovo di Trento.

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• Val Dorizzo tipico borgo montano concentrato in due anse del fiume Caffaro, in un area pianeggiante, attraversato dalla SP69 e dalla quale si può raggiungere il Passo Gaver.

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6.2.L’individuazione dei vincoli e delle tutele “ope legis”

Gli elaborati grafici DP_6.1 e DP_6.2, quest’ultimo relativo ai centri abitati, hanno la finalità di identificare gli ambiti del territorio comunale particolarmente sensibili, data la presenza di particolari vincoli territoriali di natura storica e ambientale-paesaggistica, per i quali le condizioni di trasformazione possono risultare più o meno limitative.

Le tipologie di vincolo identificate sono essenzialmente due. - la prima categoria (vincoli amministrativi) per cui la prescrizione di salvaguardia viene sancita da uno specifico decreto di vincolo; - la seconda categoria (vincoli monumentali) in cui rientrano tutti beni di proprietà pubblica che rivestono interesse storico e artistico, che sono vincolati con decreto ministeriale ed assoggettate a ‘ope legis’, sulla scorta del combinato disposto degli artt. 10 e 12 del D.Lgs. 42/2004. In aggiunta ai beni sopraccitati, sono da considerarsi inoltre quelle cose immobili segnalati dal PTCP;

I vincoli paesaggistici ambientali allo stato della legislazione nazionale sono disciplinati dal Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, Codice dei beni Culturali e del Paesaggio (il quale all’art.2, innovando rispetto alle precedenti normative, ha ricompreso il paesaggio nel “Patrimonio culturale” nazionale), modificato con D. Lgs. 24 marzo 2006, n. 157. Tale Codice ha seguito nel tempo l’emanazione del D. Lgs. n. 490/1999, il quale era meramente compilativo delle disposizioni contenute nella L. n. 1497/1939, nel D.M. 21.9.1984 (decreto “Galasso”) e nella L. n. 431/1985 (Legge “Galasso”), norme sostanzialmente differenti nei presupposti. Infatti le disposizioni del Codice che regolamentano i vincoli paesaggistici sono l’art. 136 e l’art. 142. L’art. 136 individua gli immobili e le aree di notevole interesse pubblico da assoggettare a vincolo paesaggistico con apposito provvedimento amministrativo (lett. a) e b) “cose immobili”, “ville e giardini”, “parchi”, ecc., c.d. “bellezze individue”, nonché lett. c) e d) “complessi di cose immobili”, “bellezze panoramiche”, ecc., c.d. “bellezze d’insieme”). L’art. 142 individua le aree tutelate per legge ed aventi interesse paesaggistico di per sé, quali “territori costieri, “fiumi e corsi d’acqua”, “parchi e riserve naturali”, “territori coperti da boschi e foreste” ecc.

L’analisi cartografica dei vincoli paesaggistici mette in evidenza lo sviluppo urbanistico di Bagolino, racchiusa tra le fasce dei vincoli idrogeologici e boschivi che hanno come limite il tracciato della S.P.

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Pagina 93 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione del Caffaro e coprono buona parte del territorio comunale. Ciò è dovuto essenzialmente all’insediamento tipicamente medioevale dell’agglomerato urbano centrale di Bagolino costruito sul dosso del declivio dominante la piana. La città si è poi sviluppata nel tempo in modo organico e articolato intorno al nucleo storico principale e su base territoriale solida e consistente. Detti vincoli boschivi sono regolamentati conformemente al D. Lgs. 42/2004, già L. 431/85, mentre i vincoli di natura idrogeologica sono regolamentati da R.D. 3267/23 e art.7 L. 8/76 80/89 La serie di Decreti Ministeriali, che si sono succeduti a partire dal 1961, hanno via via sottoposto a tutela paesaggistica una porzione significativa del territorio comunale di Bagolino, come la zona sottostante la chiesa di San Rocco, la zona del Pian d’Oneda e la zona rivierasca del lago d’Idro. Inoltre si evidenzia che, ai sensi del Decreto Legislativo 22 Gennaio 2004 n° 42, l’ambito del comune, non per tutta la porzione territoriale che lo compone, è sottoposto a vincolo di tutela e a dichiarazione di notevole interesse pubblico in forza del: • DECRETO MINISTERIALE del 1 Dicembre 1961 zona sottostante la chiesa di san Rocco • DECRETO MINISTERIALE 25 Agosto 1965 zona rivierasca del lago d’Idro • DECRETO MINISTERIALE 28 Maggio 1968 zona del Pian d’Oneda

Il vincolo di tutela ambientale può essere apposto mediante specifica procedura, disciplinata dalla L. 1497/1939 oggi modificato ed integrato dal D.Lgs. 42/2004, in relazione ai singoli beni, oppure in modo oggettivo per "categorie" di beni (i boschi e le foreste, le montagne al di sopra della quota di 1600 m ecc.) ai sensi del D.Lgs. 42/2004. L’ambito interessa gran parte delle montagne di Bagolino e nello specifico una porzione ovest ed est del territorio comunale.

I corsi d'acqua, presenti sul territorio del comune di Bagolino, sono oggetto di particolare tutela, ai sensi del D.Lgs. 42/2004, poiché costituiscono un elemento paesistico ambientale e/o funzionale essenziale della montagna bresciana. Essi vanno salvaguardati nel loro percorso, mantenuti nella piena funzionalità idrogeologica ed integrati nel contesto paesistico ambientale in cui scorrono. Su entrambe le sponde del fiume Caffaro è istituita la fascia di rispetto la cui profondità è pari a 150 m. La profondità delle fasce di rispetto deve intendersi misurata, in orizzontale, dal piede della sponda esterna o, in presenza di argini e rilevati di sponda, dal piede esterno dello stesso. Il territorio è, inoltre, caratterizzato dalla presenza dell’area di rispetto dei laghi, ai sensi del D.Lgs. 42/2004, la cui profondità è pari a 300 m.

L’espansione territoriale ha poi posto la necessità di individuare e regolamentare vincoli urbanistici legati all’edificato, come il perimetro del centro edificato e del centro abitato, e relative destinazioni quali: le aree di rispetto cimiteriali, l’area di rispetto del depuratore e le zone di rispetto di opere di captazione ad uso potabile (regolamentate dal comma 4 dell’art.94 del D.L.vo 3 aprile 2006 n°152).

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In cartografia sono stati riportati gli ambiti di elevata naturalità definiti dal P.P.R. Ai fini della tutela paesistica si definiscono di elevata naturalità questi ambiti nei quali la pressione antropica, intesa come insediamento stabile, prelievo di risorse o semplice presenza di edificazione, è storicamente limitata.

Inoltre si rilevano estesi ambiti ricadenti nella ZPS Val Caffaro (codice IT2070302) che ricopre i territori di due foreste, Alpe Vaia e Anfo-Val Caffaro, occupando una superficie complessiva di circa 1.200 ettari. In data 9 marzo 2010 la Provincia di Brescia settore assetto territoriale ha trasmesso il parere ai sensi dell’art.5 D.P.R. 8 settembre 1997 n.357, relativo allo studio per la valutazione d’incidenza del PGT del Comune di Bagolino interessante alcuni siti di Rete Natura 2000. La valutazione è stata estesa ai seguenti Siti Natura 2000, territorialmente contermini e pertanto potenzialmente suscettibili di incidenza: • SIC IT2070006 “Pascoli di Crocedomini” • SIC IT3120065 “Lago d’Idro” • SIC IT3120120 “Bassa Valle del Chiese” • ZPS IT3120065 “Lago d’idro” • ZPS IT2070401 “Parco Naturale Adamello”

A seguito del parere dell’ERSAF , della Provincia di Trento e Parco Adamello , che hanno dato esito positivo con specifiche prescrizioni ; la Provincia di Brescia ha espresso una valutazione d’incidenza positiva ovvero senza effetti negativi sull’integrità dei Siti di Rete Natura 2000 , a condizione che siano rispettate le seguenti prescrizioni che dovranno essere recepite integralmente nei documenti del PGT prima dell’adozione.

Di seguito si riporta l’estratto originale delle prescrizioni allegate al parere positivo emesso.

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Lunga la lista dei beni puntuali vincolati ex lege, con decreto o segnalati dal PTCP. Tali immobili si concentrano soprattutto nei centri urbani, trattandosi di chiese, oratori ed edifici di pregio storico- architettonico. Di seguito gli elenchi inerenti.

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BENI VINCOLATI EX LEGE, CON DECRETO, SEGNALATI DA PTCP

BENI VINCOLATI CON DECRETO 1) Chiesa SS. Gervasio e Protasio 2) Chiesa S.Rocco

BENI VINCOLATI EX LEGE 3) Chiesa S.Giorgio 4) Chiesa S.Lorenzo 5) Casa di riposo 6) Cascina " Val di Leuras" 7) Cimitero Vecchio 8) Edificio Comunale, via S. Giorgio 9) Fontana in piazza del Consiglio 10) Chiesa S. Giacomo 11) Chiesa S. Giuseppe

BENI SEGNALATI 12) Chiesa S.Antonio Valle Dorizzo 13) Chiesa S.Antonio e Filippo Neri 14) Villa Roma 15) Santella delle anime del Dosso 16) Chiesa B.V. di Loreto 17) Portico di Montesuello 18) Santella del Parentà -) Palazzo Dalumi (decorazioni della Facciata) -) Casa di via Rocco già Gennari -) Casa palazzo Manzoni -) Monastero Orsoline -) Santella dell'Angelo Custode -) Chiesa Sacro Cuore al Convento -) Chiesa S.Maria della Neva -) Palazzo Foglio, vicolo Gennari (gia' Lodrone TN) -) Chiesa B.V. di Lourdes (comune di Collio Val Trompia)

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6.3. Stato di attuazione della pianificazione vigente Il Comune di Bagolino è dotato di una Variante Generale approvata con delibera di seconda adozione del C.C. n° 57 del 26.09.1986 e n° 9 del 12.02.1987 (approvazione definitiva dello stesso con Delibera di Giunta Regionale n° 39103 del 29.12.1988) ed integrato con numerose varianti di cui l’ultima, più significativa, è del 1998. Esso ha raggiunto solo in parte alcuni obiettivi prefissati, in particolare ha saputo conservare l’impianto morfologico originario, contenendo lo sviluppo insediativo (rif. DP_07). Tuttavia risulta superato da nuove istanze e trasformazioni territoriali che rendono necessario un rinnovato sistema di pianificazione, volto alla ricerca di condizioni di sviluppo compatibili con le risorse disponibili nel rispetto delle peculiarità storiche, culturali, naturalistiche e paesaggistiche che connotano Bagolino. E’ necessario inoltre attivare un rinnovato processo di governo del territorio che porti alla realizzazione di servizi grado di rispondere alle mutate esigenze della cittadinanza.

Il PRG vigente, già orientato verso una tutela del territorio agricolo, con notevoli previsioni di sviluppo residenziale (residenziale di completamento e di espansione) di tipo estensivo e con una particolare attenzione al recupero dei volumi esistenti e sottoutilizzati antico, ha comunque assicurato un lieve incremento della popolazione La previsione di Piano relativamente alle aree produttive, si è concretizzata solo attraverso alcuni interventi di riqualificazione nella zona artigianale/industriale di Ponte Caffaro. Per quanto attiene le previsioni di PRG in merito alla realizzazioni di nuovi servizi per i cittadini, non tutte hanno avuto concreta attuazione. La carenza di strutture di servizio ai cittadini fa riferimento non tanto ad una dimensione metrica delle aree pubbliche, ma alla qualità ed alla capacità dei servizi esistenti di dare risposte adeguate alle richieste dei residenti.

Sotto il profilo quantitativo lo stato di attuazione del P.R.G., sia per le aree attuate che quelle ancora non attuate è quello riportato dalla seguente tabella:

SUOLO URBANIZZATO CONSOLIDATO Zona A (Centri e nuclei storici) mq 119.800 Zona B (Residenziale di completamento) mq 396.500 Zona C (Residenziale di espansione) mq 251.000 Zona D (Produttivo) mq 261.945 Zona T (Turistico) mq 77.079 Zona F (Standard) mq 314.802 TOTALE mq 1.971.126

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SUOLO URBANIZZABILE DI ESPANSIONE (NON ATTUATO) Zona B (Residenziale di completamento) mq 10.803 Zona C (Residenziale di espansione) mq 51.900 Zona D (Produttivo) mq 0 Zona F (Standard) mq 32.400 TOTALE mq 94.383

Gli indicatori relativi al consumo di suolo di Bagolino evidenziano che il territorio comunale copre una superficie di mq 109.690.000, di cui la parte urbanizzata ne costituisce il 2% del totale (1.971.126 mq). L’analisi dei dati, inoltre, mette in evidenza come la quantità di suolo urbanizzato risulti pari a mq 1.971.126 e quella di suolo ancora urbanizzabile risulti pari a 94.989 mq, in percentuale il 4,59 % del suolo impegnato. Infine la quantità di suolo effettivamente consumato ed impegnato da PRG è pari a 2.065.509 mq, mentre la quantità di suolo endogeno ha un valore pari a 83.951 mq e quella esogena è di 48.064 mq.

In conclusione l’analisi degli usi del suolo deve essere raffrontata con gli aspetti specifici connessi al territorio di Bagolino, caratterizzato dalla presenza di un’alta diversificazione di scenari e declinazioni di paesaggi, che alternano ambiti boschivi, lacustri e fluviali, per i quali si tengono in considerazione tutte le problematiche connesse, e ambiti urbanizzati. Per l’analisi completa dei dati relativi al consumo di suolo si rimanda alla documentazione di seguito elaborata.

6.4.Analisi del consumo di suolo del PRG vigente

Al fine della compatibilità con il PTCP gli strumenti urbanistici comunali si devono adeguare alle disposizioni relative al consumo di suolo non urbanizzato e alle condizioni di sostenibilità degli interventi di espansione e trasformazione urbana. Le condizioni per la sostenibilità insediativa in relazione al consumo del suolo non urbanizzato è dettata dall’Art. 141 delle Norme di Attuazione del PTCP. I dati riportati nel paragrafo precedente sono parte rilevante del sistema convenzionale del consumo di suolo, alla luce delle direttive dell’articolo sopracitato, che viene qui riportato.

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Comune di BAGOLINO Tipo di comune: montano PRG Periodo di riferimento gli ultimi 10 anni: 1999 2009

Popolazione e famiglie 1999 2009 Popolazione al 31/12: 3942 3937 Famiglie al 31/12: 1587 1732 Popolazione residente/famiglia 2,48 2,27

Saldo naturale nel periodo considerato Nati (0-n): 396 Morti (0-n): 521 Saldo naturale (nati-morti) (0-n): -125

Dati Crescita esogena media del SUS (%): 6,6% Crescita esogena media del SUS (n.famiglie): 114

CONVENZIONALE (1+2+3+4+5+5b+6) 1.971.126,00 (A)

PARCHI URBANI SOVRACOMUNALI E

ATO 0,00

SUOLO SUOLO TERRITORIALI REALIZZATI (7)

URBANIZZ COMPLESSIVO (8+9) 1.971.126,00

IN ESSERE (residuo del Prg previgente non interessato da permessi di costruire) (11+12+13+14+14b+15) 94.383,00 AGGIUNTIVO (nuovo strumento) (17+18+19+20+21) 0,00 PARCHI URBANI SOVRACOMUNALI E TERRITORIALI PREVISTI (16+22) 0,00 COMPLESSIVO (24+25+26) 94.383,00 STANDARD ARRETRATO (23) 0,00

SUOLO URBANIZZABILE CONVENZIONALE (24+25-28) 94.383,00 (B)

SUOLO EFFETTIVAMENTE CONSUMATO ED 2.065.509,00 (C=A+B) IMPEGNATO DA PRG (PREVISTO)

Calcoli DA CALCOLO MEDIO DEL SUS*

ENDOGENO 83.951,33 (D) ESOGENO 48.064,03 104.075,45 (E)

NUOVO SUOLO URBANIZZABILE POTENZIALE (ai 2.103.141,37 2.159.152,79 (F=A+D+E) sensi dell'art. 141 NTA PTCP)

DIFF (SUOLO CONSUMATO ED IMPEGNATODA -37.632,37 -93.643,79 (G=C-F) PRG) - (SUOLO POTENZIALE)

SUOLO ESOGENO DA CONCERTARE 10.431,67 10.431,67 CON LA PROVINCIA

SUOLO ESOGENO ULTERIORE (da PTCP concertare con il SUS su intesa con la 0,00 0,00

Art. 13 NTA del provincia) *crescita esogena media riferita al SUS con minimo 50 famiglie

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DOMANDA ENDOGENA: è la domanda di nuovi suoli da urbanizzare conseguente alla variazione del numero di famiglie dovuta a due fattori il saldo naturale e la dimensione media delle famiglie, ipotizzando che non vi siano scambi con l'esterno DOMANDA ESOGENA: è la differenza fra la domanda totale e quella endogena

Comp. medio fam.(n) = (pop(n)/fam.(n) 2,27 persone/fam. Fam. End.(n) = (pop.(0)+S.n.(0-n)) / (pop(n)/fam.(n)) 1.679 fam

C. End.(0-n) = Fam. End.(n) - fam.(0) 92 fam C. End.(0-n) = Fam. End.(n) - fam.(0)** 92 fam C. Esog.(0-n) = fam.(n) - Fam. End.(n) 53 fam C. Tot.(0-n) = C. End.(0-n) + C. Esog.(0-n) 145 fam **crescita endogena minimo 20 famiglie o l'1% di quelle esistenti all'inizio dell'arco temporale di riferimento

T. End.(0-n) = C. End. / fam.(0) 5,81 % T. Esog.(0-n) = C. Esog. / fam.(0) 3,33 % T. Tot.(0-n) = T. End.(0-n) + C. Esog.(0-n) 9,14 %

Il calcolo del consumo di suolo viene determinato così: Urb./fam.(n) = Urb.(n)/fam.(n) 1.138 mq/fam Urb./fam.(n) = Urb.(n)/fam.(n)*** 910 mq/fam Urb. End. = Urb./fam.(n) * C. End.(0-n) 83.951 mq Urb. Esog. = Urb./fam.(n) * C. Esog. (0-n) 48.064 mq ***L'urb./fam.(n), con esclusione dei comuni montani con popolazione < di 3000 ab, è ridotto dell'20%

(Art. 141 PTCP) Sono comprese nelle quote di consumo del suolo le destinazioni: °Zone a mix produttivo prevalentemente industriale (Art.132) °Zone ecologicamente attrezzate (Art. 133) °Insediamenti turistici (Art. 136) °Insediamenti commerciali: grandi strutture di vendita di area estesa e sovracomunali (Art. 134 punti 1 e 2) °Insediamenti per servizi (Art. 135)

(1)Il suolo urbanizzato è: °interessato dalle infrastrutture stradale e ferroviarie °zone omogenee A,B,C,D,F ad esclusione dei lotti liberi e delle zone di espansione non già interessate dai permessi di costruire alla data del 31/12 dell'anno antecedente l'adozione del PRG °sono esclusi i servizi di livello comunale costituenti standards destinati al fabbisogno arretrato e le zone F in qualità di parchi urbani (Art. 139) e territoriali (2)Per il calcolo della crescita esogena devono essere usati i tassi di crescita medi del sistema urbano di riferimento popolazione rilevata all'inizio dell'arco temporale di riferimento pop.(0): popolazione rilevata alla fine dell'arco temporale di riferimento pop.(n): saldo naturale rilevato nell'arco temporale i riferimento S.n.(0-n): famiglie rilevate alla fine dell'arco temporale di riferimento fam.(0): famiglie rilevate all'inizio dell'arco temporale di riferimento fam.(n): famiglie endogene determinate dalla somma della popolazione rilevata all'inizio dell'arco Fam. End.: temporale considerato e del saldo naturale registratosi nello stesso periodo, divisa per il rapporto componenti/famiglia rilevato alla fine dell'arco temporale stesso. crescita endogena relativa all'arco temporale considerato (decennio) C. End.: crescita esogena relativa all'arco temporale considerato (decennio) C. Esog.: tasso di crescita endogena relativo all'arco temporale considerato T. End.: tasso di crescita esogena relativo all'arco temporale considerato T. Esog.: superficie di suolo urbanizzato alla fine del periodo considerato Urb.(n): quota media di suolo urbanizzato per famiglia alla fine del periodo considerato, ridotta del Urb./fam(n): 20% esclusi i couni montani con popolazione inferiore ai 3000 abitanti al fine di contenere il consumo di suolo quota complessiva di consumo di suolo per esigenze endogene Urb. End.: quota complessiva di consumo di suolo per esigenze esogene Urb. Esog.:

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Suolo urbanizzato (consolidato) Edificato consolidato MQ 1 Infrastrutture stradali e ferroviarie: 550.000 2 Centro e nuclei storici (A): 119.800 3 Completamento consolidato (B): 396.500

4Residenza Espansione consolidato (C):

consolidato: 251.000 5 Produttivo consolidato (D): 261.945 5b Turistico consolidato (T): 77.079 6 Standard consolidato (F): 314.802 7 Parchi urbani sovracomunali e territoriali esistenti: 0

8 CONVENZIONALE (1+2+3+4+5+5b+6) 1.971.126

PARCHI URBANI SOVRACOMUNALI E TERRITORIALI 9 TO 0

SUOLO REALIZZATI (7)

10 URBANIZZA COMPLESSIVO (8+9) 1.971.126

Suolo urbanizzabile (espansione)

Quantità residue da PRG vigente MQ 11 Infrastrutture stradali e ferroviarie previste: 0

12 Completamento non edificato (B): 10.083 nza a da NON PRG Reside edificat

13vigente: Espansione non edificato (C): 51.900 14 Produttivo non edificato (D): 14b Turistico non edificato (T): 15 Standard non edificato (F): 32.400 16 Parchi urbani sovracomunali e territoriali non realizzati: 0

Quantità aggiuntive nuovo strumento generale/variante MQ 17 Infrastrutture stradali e ferroviarie di progetto: 0 18 Completamento di progetto (B): 0 a di etto prog (esp ansi Resi 19denz Espansione di progetto (C): 0 20 Produttivo di progetto (D): 0 21 Standard di progetto (F): 22 Parchi urbani sovracomunali e territoriali di progetto: 0

23 Fabb pregresso standard < standard di legge = 26,5 mq/ab): 0

IN ESSERE (residuo del Prg previgente non interessato 24 da permessi di costruire) (11+12+13+14+14b+15) 94.383 25 AGGIUNTIVO (nuovo strumento) (17+18+19+20+21) 0 PARCHI URBANI SOVRACOMUNALI E TERRITORIALI 26 PREVISTI (16+22) 0 SUOLO SUOLO 27 COMPLESSIVO (24+25+26) 94.383

28 URBANIZZABILE STANDARD ARRETRATO (23) 0 29 CONVENZIONALE (24+25-28) 94.383

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Esogeno da Quantità di Esogeno Suolo Suolo concertare esubero Consumo suolo % % Endogeno medio del urbanizzato urbanizzabile con la dell'esogeno SUS provincia medio SUOLO EFFETTIVAMENTE 95,43 4,57 CONSUMATO ED 1.971.126,00 94.383,00 IMPEGNATO DA % % PRG (PREVISTO)

DIFF (SUOLO CONSUMATO ED IMPEGNATODA 1.971.126,00 83.951,33 104.075,45 PRG) - (SUOLO POTENZIALE)

MODALITA' CONCERTAZIONE 1.971.126,00 83.951,33 10.431,67 0,00

Rappresentazione grafica consumo di suolo totale

MODALITA' CONCERTAZIONE 1.971.126,00

DIFF (SUOLO CONSUMATO ED IMPEGNATODA 1.971.126,00 PRG) - (SUOLO POTENZIALE)

SUOLO EFFETTIVAMENTE CONSUMATO ED 1.971.126,00 IMPEGNATO DA PRG (PREVISTO)

1.850.000,001.900.0001.,00950.000,002.000.002.050.000,000,00 2.100.000,002.150.000,002.200.000,00

Suolo urbanizzato Suolo urbanizzabile Endogeno Esogeno medio del SUS Esogeno da concertare con la provincia Quantità di esubero dell'esogeno medio

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Rappresentazione grafica consumo di suolo

MODALITA' CONCERTAZIONE 83.951,33 10.40,0031,67

DIFF (SUOLO CONSUMATO ED IMPEGNATODA 83.951,33 104.075,45 PRG) - (SUOLO POTENZIALE)

SUOLO EFFETTIVAMENTE CONSUMATO ED 94.383,00 IMPEGNATO DA PRG (PREVISTO)

0,00 50.000,00 100.000,00 150.000,00 200.000,00

Suolo urbanizzabile Endogeno

% suolo urbanizzato-urbanizzabile

1.971.126,0 94.383,00 0

93%94% 95% 96% 97% 98% 99% 100% Suolo urbanizzato

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La comparazione fra le condizioni insediative residenziali/produttive unitamente ai fattori di criticità riscontrati per i vari sistemi territoriali, ha consentito di ipotizzare nuovi scenari strategici sul territorio individuati negli elaborati grafici del Documento di Piano, nonché parte rilevante del Documento Preliminare per la Programmazione Integrata di Intervento e atto ricognitivo per le attività Produttive (SUAP) approvato con Delibera di Consiglio Comunale n° 61 del 13 luglio 2009. Tali scenari hanno costituito indirizzi di localizzazione per guidare le proposte progettuali di piano.

Alla luce delle condizioni di applicazione delle direttive di cui all’art.141 delle NTA del PTCP relative al consumo di suolo, si impone una riflessione sulla riconferma di parte delle previsioni non attuate, con particolare riferimento ai servizi e, comunque, una puntuale verifica delle motivazioni sottese alla difficoltà di attuazione di talune scelte del PRG vigente.

L’analisi preliminare dello stato di attuazione delle previsioni di piano e più in generale della struttura urbana e territoriale del comune ha consentito la perimetrazione degli ambiti del tessuto urbano consolidato. Tale operazione è preordinata e indispensabile per l’articolazione delle “competenze” progettuali del redigendo piano fra Documento di Piano, Piano delle Regole e Piano dei Servizi.

Si precisa che i contenuti grafici e di testo del Documento di Piano (individuati sui relativi elaborati ed allegati con la sigla DP) interessano ed hanno effetti su tutto il territorio comunale per quanto riguarda gli elementi di analisi conoscitiva nonché quelli di tipo ambientale e paesistici. Per quanto riguarda invece i contenuti progettuali del Documento di Piano, questi interesseranno le sole previsioni di trasformazione esterne al perimetro del tessuto urbano consolidato.

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6.5.Il sistema infrastrutturale

Il sistema infrastrutturale principale del comune di Bagolino è impostato sulla viabilità storica che attraversa il territorio della Valle Sabbia e del Valle del Caffaro e che collega i diversi comuni limitrofi della Valle Camonica e della Val Trompia, tramite il Passo di Crocedomini e il Giogo del Maniva (rif. DP_08). In generale la rilevanza attribuita al territorio comunale di Bagolino, come tra i più importanti punti di transito veicolare della provincia di Brescia verso il territorio trentino e punto di passaggio verso i sistemi vallivi limitrofi, hanno portato a considerare il sistema della viabilità non del tutto adeguata a sopportare le esigenze attuali e future, caratterizzate anche da una potenziale dinamica data dallo sviluppo turistico. Gli assi viari, fonti principali di traffico veicolare di attraversamento, risultano essere quelli di interesse sovralocale che seguono i principali sistemi vallivi e sono costituiti dalla Strada Provinciale 669 che, dal Bivio di S.Antonio della Strada Statale del Caffaro, conduce al Passo Crocedomini ed a Breno in Val Camonica, e la Strada Provinciale 237 che raggiunge verso nord la Provincia di Trento e verso sud la media e bassa Valle Sabbia. Tali strade, che congiungono Bagolino al capoluogo di provincia e ai comuni vicini, risultano sufficientemente adeguate al transito di traffico pesante indotto dalle aree industriali presenti nella zona.

A Bagolino, contestualmente allo sviluppo urbanistico ad est e ovest del centro storico, è stata realizzata una piccola bretella a sud dell’abitato che consente ai veicoli di non andare a gravare sul centro storico, luogo in cui vi sono i maggiori effetti di disturbo e criticità legate alla sicurezza stradale. La trama viaria del nucleo consolidato di Bagolino si appoggia alla morfologia del luogo determinando un impianto urbano di natura lineare. In corrispondenza del centro storico, con un fronte edificato in aderenza o ravvicinato, le principali strade di attraversamento si restringono determinando un evidente conflitto tra il mezzo in transito e lo spazio pedonale, causando situazioni di possibile pericolo per sicurezza stradale; dal punto di vista delle dotazioni viarie interne, il tessuto storico risulta particolarmente suggestivo per la mobilità lenta e, infine, si riscontra una dotazione di spazi di sosta a parcheggio limitata. La bretella ha la funzione di assorbire i flussi viabilistici in direzione ovest verso il Passo Crocedomini e in direzione est verso il fondovalle; ad est di Bagolino si diparte in direzione della frazione Cerreto l’unica strada alternativa (di sezione e caratteristiche limitate) per il collegamento con il Trentino, attraverso la frazione di Riccomassimo dell’abitato di Lodrone.

La frazione di Ponte Caffaro è interessata dal passaggio della Strada Provinciale 237 del Caffaro, che essendo il più breve collegamento diretto tra le città della pianura lombarda e importanti poli

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Pagina 106 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione turistici ( come il Lago d'Idro e le montagne trentine) costituisce, nei periodi di intenso afflusso, un vero e proprio collo di bottiglia, in entrambe le direzioni. I punti critici sono gli attraversamenti dei centri abitati, tra cui Ponte Caffaro, dove la strada rappresenta anche la principale arteria e presenta in alcuni punti una sede stradale stretta e innumerevoli incroci a raso. All’interno del centro abitato si riscontra una maglia viaria desunta da un impianto urbano fortemente organizzato simile al sistema della centuriazione romana.

Riguardo la mobilità sostenibile il territorio segnala la presenza della linea Brescia-Bagolino, che serve anche le località Ponte Caffaro, Val Dorizzo e Gaver. Le fermate annesse risultano ben distribuite sul territorio comunale nei punti di maggior necessità (centro storico, scuole, cimitero, etc.) e le loro aree di gravitazione (300m) coprono buona parte dell’ambito urbanizzato. Si denotano alcune criticità relative al servizio in località Cerreto e Prada; nel primo caso si denota la totale mancanza di un collegamento diretto tramite trasporto pubblico, mentre nel secondo caso la mancanza di punti di fermata.

Riguardo la mobilità ciclopedonale di Bagolino, i percorsi ciclabili e pedonali esistenti sono principalmente percorsi promiscui pedonali e ciclabili, per una lunghezza complessiva pari a circa 5.500 m, che interessano sia Bagolino che Ponte Caffaro senza attraversare i rispettivi centri abitati. Nel complesso l’attuale rete dei percorsi, comprendente anche la rete dei percorsi pedonali per circa 700 m. Inoltre sono presenti numerosi sentieri di valenza paesaggistica da cui è possibile fruire di visuali o scorci visivi paesaggisticamente significativi. Bagolino e le sue montagne offrono passeggiate e percorsi per mountain bike di qualsiasi durata e livello di difficoltà attraverso sentieri semplici per amatori ed impegnativi per i più appassionati.

Le azioni concrete finalizzate al miglioramento del sistema infrastrutturale e della mobilità nel comune di Bagolino sono lo studio di fattibilità per la previsione di una variante a scorrimento veloce di interesse sovralocale, che eviti l'attraversamento dei centri abitati di Ponte Caffaro e Lodrone, per connettere i comuni della Valle Sabbia al Trentino (rif. DP_03.3). Il Documento di Piano prevede inoltre la realizzazione di rotatorie in corrispondenza delle principali intersezioni tra la viabilità provinciale e comunale e la realizzazione di una strada alternativa alla strada di collegamento esistente per il Passo Maniva, in funzione del fatto che l’attuale strada nel periodo invernale non è agibile in quanto diventa parte integrante delle piste del comprensorio. Inoltre è prevista la realizzazione di nuovi tratti viari a Ponte Caffaro, per agevolare i collegamenti tra le strade interne all’urbanizzato e non far incanalare i veicoli solo sulle strade principali di attraversamento.

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Il potenziamento della rete ciclo-pedonale si inserisce in una più ampia politica legata all’obiettivo strategico di potenziare la mobilità sostenibile e conseguentemente di migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente in generale.

Gli interventi che prevedono sono finalizzati prevalentemente al potenziamento di percorsi ciclopedonali, come elencato di seguito:

- la progettazione di un nuovo percorso che, a Ponte Caffaro, collegherà la zona del lungolago dove è presente l’area a verde attrezzato di futuro ampliamento con la zona a nord della stessa località fino al ponte sul fiume Caffaro, ove si collegherà con il corrispondente percorso esistente nel comune di Storo, passando sul lato sinistro del centro abitato e in fregio alla struttura cimiteriale. - la progettazione di un nuovo percorso sul lato sinistro del fiume Caffaro che, a Bagolino, metterà in collegamento l’ambito urbanizzato più a nord, dove è presente la zona industriale, con la zona denominata “Selva”. - la progettazione di un nuovo percorso previsto a Bagolino che, in corrispondenza del punto in cui la strada da via Forno diventa strada di Romanterra, permetterà di collegare il tratto del percorso ciclopedonale esistente poco più a nord sulla sponda destra del Caffaro con l’abitato di Prada, passando poco più a sud della strada del Passo Crocedomini e proseguendo in corrispondenza del ponte Prada, in direzione est-ovest lungo il lato sinistro del Caffaro, per poi riattraversare il fiume in corrispondenza del ponte Romanterra; - la progettazione di un nuovo percorso a nord di Bagolino, nelle vicinanze della chiesetta dell’Adamino, che collegherà i due percorsi pedonali già esistenti e faciliterà la connessione tra via Cimitero e via Mignano.

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6.6. Quadro geologico, idrogeologico e sismico

La componente geologica, idrogeologica e sismica a supporto del Documento di Piano e del Piano delle Regole è parte integrante del Piano di Governo del Territorio e delle sue articolazioni, ai sensi dell’articolo 57 della L.R. n.12/2005. Per quanto riguarda la componente geologica si rimanda ai contenuti dello studio specifico della componente geologica di piano.

Come contemplato dalle vigenti disposizioni regionali, le norme di carattere geologico contenute nello specifico studio, sono parte integrante, con carattere prevalente, delle N.d.A. del Piano delle Regole ed ogni intervento dovrà essere conforme ed ottemperante, previa verifica tecnica in fase istruttoria, alle prescrizioni geologiche ivi contenute.

L’analisi dell’assetto geologico e idrogeologico evidenzia per il territorio di Bagolino la presenza di aree sottoposte a vincolo idrogeologico ai sensi del l’art.7 del R.D. 3267/23 e la presenza di aree di rispetto in corrispondenza del corso del fiume Caffaro. Inoltre si rileva l’individuazione del reticolo idrico minore ai sensi del D.G.R. n°7/7868 del 25-01-2002 approvato definitivamente con D.C.C. n°34 del 28-11-2005, contestualmente al quale viene elaborato un aggiornamento cartografico. In prossimità degli ambiti afferenti all’asta fluviale del Caffaro sono state individuate, sulla base dell’Atlante dei rischi idraulici e idrogeologi (rif. DP_03.1 estratti dal PTCP), le aree in dissesto ed in particolare le aree di conoide attivo non protetto, le aree di frana attiva e frana quiescente. Nella porzione a sud del comune, per quanto riguarda la pericolosità idrogeologica, si riscontra la presenza di un’ampia area definita da vulnerabilità estremamente alta delle acque sotterranee per la presenza di circuiti idrici di tipo carsico ben sviluppati. Nel territorio comunale sono presenti anche delle aree sottoposte a disciplina specifica di PRG, individuate come zone a rischio e/o dissesto e per ciò che concerne la classificazione sismica il territorio è classificato in categoria 3.

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6.7. Il sistema del paesaggio e dei beni culturali La Legge urbanistica regionale 12/2005 agli articoli 76 e 77 disciplina sui compiti e le opportunità paesaggistiche di livello comunale in riferimento alla tutela e valorizzazione del paesaggio. Secondo quanto disposto all’art 102 della l.r.12/05 il piano territoriale paesistico regionale, approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. VII/197 del 6 marzo 2001, conserva validità ed efficacia sino all’approvazione del PTR con valenza paesaggistica previsto dall’articolo 19 Allo stato attuale, dunque, si fa espresso riferimento al Piano Territoriale Regionale approvato dal Consiglio Regionale, nella seduta del 19 Gennaio 2010 contente il PTPR nonchè al PTCP della provincia di Brescia approvato nel 2004.

La pianificazione comunale in questa sede è chiamata, quindi, a rispondere innanzitutto ai criteri di coerenza e integrazione del Piano del paesaggio ed il PGT dovrà, quindi, confrontarsi necessariamente con i diversi atti che compongono il Piano Territoriale paesistico e in particolare con le indicazioni paesaggistiche del PTCP vigente.

6.7.1.Correlazione con la legenda unificata (PTR-PTCP-Componenti paesistiche comunali) Le componenti paesistiche individuate sul territorio comunale sono state determinate con riferimento alle componenti individuate dal PTCP che ha fatto riferimento alla DGR 6421 del 27/12/2007 “criteri ed indirizzi relativi ai contenuti paesaggistici dei Piani Territoriali di coordinamento provinciali”. Lo schema seguente individua la correlazione fra le componenti del paesaggio cartografate negli elaborati grafici a livello comunale con contenuti paesistici e gli ambiti, sistemi ed elementi di rilevanza paesaggistica provinciale di cui alla DGR 6421 delle componenti Regionali e le voci individuate a scala comunale. Il riconoscimento a livello comunale delle componenti paesistiche ha l’obiettivo di porre in relazione le componenti paesistiche Regionali e conseguentemente quelle Provinciali.

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TEMA REGIONALE TEMA PROVINCIALE TEMA COMUNALE

Valore naturale N3) Versanti di media acclività Crinali e loro ambiti di tutela N4) Vegetazione palustre e delle torbiere Formazioni ripariali Accumoli detritici e affioramenti litoidi Accumoli detritici e affioramenti litoidi N6) Boschi di latifoglie, macchie e frange boscate Boschi di latifoglie Boschi misti N7) Boschi di conifere Rimboschimenti recenti N8) Terrazzi naturali Non presenti sul territorio comunale N9) Cordoni morenici, morfologie glaciali, morfologie Non presenti sul territorio comunale lacustri Elementi di valore naturale di livello N10) Sistemi sommitali dei cordoni morenici del Sebino e Non presenti sul territorio comunale provinciale del Garda N11) Rilievi isolati della pianura Non presenti sul territorio comunale N12) Crinali e loro ambiti di tutela Crinali e loro ambiti di tutela N17) Ambiti di particolare rilevanza naturalistica e Ambiti di particolare rilevanza naturalistica e geomorfologica geomorfologica (singolarità botaniche, rarità geologiche e (singolarità botaniche, rarità geologiche e geomorfologiche) geomorfologiche) Arbusteti, siepi e filari ( art. 74 NTA PTCP) Filari continui e discontinui Alberi di interesse monumentale ( art. 75 NTA PTCP) Non presenti sul territorio comunale Vegetazione palustre e delle torbiere (vegetazione dei greti, Stagni, lanche e zone umide estese ( art. 76 NTA PTCP) degli argini e formazioni ripariali) laghi, specchi N1) Aree idriche, ghiacciai, nevai, laghetti alpini e versanti Aree idriche, ghiacciai, nevai, laghetti alpini e versanti d'acqua… rocciosi rocciosi

Sistemi N15) Corpi idrici principali: fiumi, torrenti e loro aree dell'idrografia fiumi, torrenti, rii… adiacenti, ribassate rispetto al piano fondamentale della Corpi idrici e loro aree adiacenti naturale pianura e delimitate da orli di terrazzo sorgenti, fontanili, R14) Fontanili attivi Cascate risorgive… N14) Fascia dei fontanili e delle ex-lame Sorgenti Geositi di rilevanza Geositi regionale o Geositi (tav. 3) Geositi (fonte PTR) sovraregionale Valore storico e culturale

Elementi di valore storico culturale di livello provinciale

Siti archeologici o di valore archeologico - Beni archeologici (art. 89 NTA PTCP) Siti archeolgici Navigli - Reticolo Sistemi R12) Navigli, canali irrigui, cavi rogge, bacini artificali Corpi idrici principali dell'idrografia idrografico artificiale artificiale e relative Aste secondarie - fiumi, torrenti e loro aree adiacenti opere d'arte Centuriazione S4) Testimonianze estensive dell'antica centuriazione Non presenti sul territorio comunale R1) Colture specialializzate: - vigneti Colture specializzate (vigneti) R2) Colture specialializzate: - castagneti da frutto Colture specializzate R3) Colture specialializzate: - frutteti Colture specializzate (frutteti) Colture tipiche R4) Colture specialializzate: - oliveti Non presenti sul territorio comunale R8) Pioppeti Non presenti sul territorio comunale Sistemi Altro dell'organizzazione Pascoli N2) Pascoli, prati permanenti e non Prati permanenti in assenza di specie arboree ed arbustive del paesaggio Aree a forte concentrazione di preesistenze agricole- Prati- agrario tradizionale Alpeggi Alpeggi Malghe R15) Cascine Non presenti sul territorio comunale Aree a forte concentrazione di preesistenze agricole Cascine R16) Nuclei rurali permanenti Paesaggi agrari tradizionali (fonte PTR) R17) Malghe, baite, rustici Malghe Altri R9) Terrazzamenti con muri a secco e gradonature Non presenti sul territorio comunale

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Viabilità su ferro S3) Rete ferroviaria storica Non presenti sul territorio comunale Sistemi della viabilità Viabilità stradale S1) Rete stradale storica principale Rete stradale storica principale storica (IGM prima (rete storica levata) principale e S2) Rete stradale storica secondaria Rete stradale storica secondaria secondaria) Centro urbano Sistema dei centri e storico sede di U1) Centri e nuclei storici Edifici dei nuclei di Antica formazione nuclei urbani di comune antica formazione Altro centro nucleo o R16) Nuclei rurali permanenti Aree a forte concentrazione di preesistenze agricole aggregato storico Tracciati territoriali Rete stradale storica principale Vedi "Sistemi della viabilità storica" - rete primaria e Rete stradale storica secondaria -secondaria S5) Chiesa, parrocchia,pieve,santuario Chiese S6) Monastero, convento, eremo,abbazia, seminario Monastero Convento S7) Santella,edicola sacra, cappella Santelle S8) Castello, fortezza, torre, edificio fortificato Non presenti sul territorio comunale Altri sistemi S9) Palazzo Villa, Casa fondamentali della S10) Ospedale, complesso ospedaliero, casa di cura Non presenti sul territorio comunale struttura insediativa Architettura civile, S 11) Villa, Casa Villa, Casa storica di matrice fortificata, religiosa di S 12) Altro ( monumenti civile, fontana) Santellla, monumento civile, fontana urbana villeggiatura S 13) Alberghi storici, luoghi di ristoro, di sosta Non presenti sul territorio comunale S 14) Rifugi Rifugi S 15) Edifici produttivi, industria Non individuati sul territorio comunale S 16) Case e villaggi operai Non individuati sul territorio comunale S 17) Centrale idroelettrica Non individuati sul territorio comunale S 18) Stazione ferroviaria Non presenti sul territorio comunale S 19) Ponte Non individuati sul territorio comunale Sistemi fondamentali della struttura Aree verdi Non individuati sul territorio comunale insediativa contemporanea Valore simbolico-sociale

Elementi di valore simbolico - sociale di Vedi punto seguente livello provinciale

Valore fruitivo e visivo-percettivo

P2) Contesti di rilevanza storico-testimoniale (ambiti della Non individuati sul territorio comunale riconoscibilità di luoghi storici P3) Luoghi di rilevanza pesistica e percettiva caratterizzati da Luoghi di rilevanza pesistica e percettiva caratterizzati da Elementi di valore fruitivo e visivo-percettivo beni storici puntuali (land marks) beni storici puntuali (land marks) di livello provinciale Ambiti di elevato valore percettivo commotati dalla presenza P1) Ambiti di elevato valore percettivo di fattori fisico-ambientali e/o storico-culturali che ne determinano le qualità d'insieme Tracciati guida paesaggistici Sentieri di valenza paesistica (Ciclopedonali, Su acqua, P6) Sentieri di valenza paesistica intinerari di fruizione paesistica Escursionistici….) tracciati guida paesaggistici

Itinerari di fruizione paesistica Strade Panoramiche P7) Itinerari di fruizione paesistica strade panoramiche Percorsi Panoramici Linee di navigazione

P4) Punti panoramici Punti panoramici Punti di vista panoramici P5) Visuali panoramiche Visuali panoramiche

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AMBITI, AREE, SISTEMI ED ELEMENTI DI DEGRADO E COMPROMISSIONE PAESISTICA DI LIVELLO PROVINCIALE

Ambiti di degrado paesistico provocato da dissesti idrogeologici e da avvenimenti calamitosi e catastrofici

Aree sottoposte a fenomeni franosi Non individuati sul territorio comunale Aree oggetto di incendi Non individuati sul territorio comunale Ambiti di degrado paesistico provocato da processi di urbanizzazione, di infrastrutture e di diffusione pratiche e usi urbani Discariche Discariche Non presenti sul territorio comunale

Ambiti di degrado paesistico Aree di degrado Ambiti degradati soggetti ad usi diversi

6.7.2.Analisi delle componenti paesistiche ambientali Il PGT dettaglia e definisce il quadro conoscitivo come quadro unitario, che costituisce, dal punto di vista paesaggistico, uno strumento strategico di monitoraggio sullo stato del paesaggio. Dal confronto tra il paesaggio che c’è (quadro conoscitivo) e quello che potrebbe esserci (quadro programmatico) possono essere individuate le criticità, i rischi ma anche le potenzialità e opportunità paesistiche che si offrono per lo sviluppo locale. L’analisi del sistema del paesaggio e del sistema dei beni culturali così come normato nel PGT si esplica in riferimento al ruolo dei tre atti che vanno a comporre il Piano stesso. Il Documento di Piano individua le strategie paesaggistiche da attivare nel Comune di Bagolino, tenendo conto delle peculiarità del territorio, anche in funzione dei processi trasformativi e di sviluppo per il raggiungimento degli obiettivi di qualità paesaggistica da perseguire, delle azioni da promuovere e degli strumenti più idonei per metterle in atto. Per gli ambiti di trasformazione soggetti a pianificazione attuativa si definiscono gli indirizzi paesaggistici fondamentali riferiti, sia agli elementi del paesaggio da tutelare, che ai caratteri fondamentali del paesaggio. Il Piano delle Regole contiene la declinazione applicativa degli obiettivi paesaggistici in indicazioni specifiche, sia per gli ambiti del paesaggio urbano che quello extraurbano. Dunque le relative norme paesistiche, introdotte nel Piano delle Regole, assumono valore e cogenza non solo per gli ambiti di trasformazione individuati, ma anche per gli scenari futuri di sviluppo del comune. Il Piano dei Servizi contribuisce, in armonia con il Piano delle Regole e il Documento di Piano, al miglioramento del paesaggio in riferimento alla qualificazione della cosiddetta “città pubblica”, al sistema delle aree verdi e degli spazi di pubblica fruizione, tramite i propri atti programmatori e azioni progettuali. La tematica paesistica affrontata nel presente documento intende indagare gli aspetti connessi al territorio di Bagolino nei suoi valori paesistici secondo l’ottica che pone il paesaggio quale

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Pagina 113 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione opportunità di valorizzazione ed equilibrata gestione delle risorse locali, sotto il profilo dello sviluppo del Comune stesso. Si ricorda, inoltre, che lo strumento del Piano di Governo del Territorio si caratterizza come livello generale maggiormente vicino al territorio ed alla sua gestione, in riferimento al Sistema del Paesaggio Lombardo. Il presente atto si pone quale anello di congiunzione tra la pianificazione di livello superiore e le pratiche di sviluppo e gestione locali e come vero e proprio “Piano Paesistico Comunale”. La concezione di paesaggio che si condivide in tale sede richiama quanto disposto dal vigente Codice dei Beni Culturali (D. Lgs. 22/01/2004, n°42) e dalla Convenzione Europea del Paesaggio (firmata il 20/10/2000 a Firenze dagli Stati membri del Consiglio d’Europa e ratificata dalla Legge del 9/01/2006, n°9°), declinando il concetto di tutela secondo alcune definizioni: ‐ tutela in quanto conservazione e manutenzione dell’esistente e dei suoi valori riconosciuti, ‐ tutela in quanto attenta gestione paesaggistica e più elevata qualità degli interventi di trasformazione, ‐ tutela in quanto recupero delle situazioni di degrado. Al PGT è affidato il compito della tutela del territorio secondo tutte e tre le articolazioni riportate sopra. In particolare il Documento di Piano, secondo quanto disposto dalla L.R. 12/2005, articola al suo interno in ordine al paesaggio tali tematiche: ‐ grandi sistemi territoriali ‐ beni di interesse paesaggistico o storico-monumentale e le relative aree di rispetto ‐ struttura del paesaggio agrario ‐ assetto tipologico del tessuto urbano ‐ ogni altra emergenza del territorio che vincoli la trasformabilità del suolo e del sottosuolo ‐ criteri di intervento, preordinati alla tutela ambientale, paesaggistica e storico–monumentale, ecologica, geologica, idrogeologica e sismica, laddove in tali ambiti siano comprese aree qualificate a tali fini nella documentazione conoscitiva.

METODOLOGIA DI VALUTAZIONE Come definito dalla D.G.R. 8 novembre 2002 n. 7/11045 il metodo di analisi e il conseguente giudizio complessivo circa la sensibilità di un paesaggio tiene conto di tre differenti modi di valutazione, che si articolano in chiavi di lettura sui due livelli sovralocale e locale: 1. morfologico strutturale (sistemico) 2. vedutistico 3. simbolico

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Modi di Chiavi di lettura a livello sovralocale Chiavi di lettura a livello locale valutazione

Partecipazione a sistemi paesistici sovralocali di: Appartenenza/contiguità a sistemi interesse geo-morfologico (leggibilità delle paesistici di livello locale: forme naturali del suolo) -di interesse geo-morfologico interesse naturalistico (presenza di reti e/o -di interesse naturalistico aree di rilevanza ambientale) -di interesse storico agrario interesse storico-insediativo (leggibilità -di interesse storico-artistico 1. Sistemico dell’organizzazione spaziale e della -di relazione (tra elementi storico- stratificazione storica degli insediamenti e culturali, tra elementi verdi e/o siti di del paesaggio agrario) rilevanza naturalistica) Partecipazione ad un sistema di Appartenenza/contiguità ad un luogo testimonianze della cultura formale e contraddistinto da un elevato livello di materiale (stili, materiali, tecniche coerenza sotto il profilo tipologico, costruttive, tradizioni colturali di un linguistico e dei valori di immagine particolare ambito geografico) Interferenza con punti di vista Percepibilità da un ampio ambito panoramici territoriale Interferenza/continuità con percorsi di 2. Vedutistico Interferenza con percorsi panoramici di fruizione paesistico-ambientale interesse sovralocale Interferenza con relazioni percettive Inclusione in una veduta panoramica significative tra elementi locali (verso la rocca, la chiesa etc.) Appartenenza ad ambiti oggetto di Interferenza/continuità con luoghi celebrazioni letterarie, e artistiche o contraddistinti da uno status di 3. Simbolico storiche rappresentatività nella cultura locale Appartenenza ad ambiti di elevata (luoghi celebrativi o simbolici della notorietà (richiamo turistico) cultura/tradizione locale)

CONTENUTI DEL PIANO Nella componente paesistica di Piano riferita all’ambito comunale sono state individuate, con maggior dettaglio ed integrazione, le componenti paesistiche del P.T.R. e del P.T.C.P. considerando le valutazioni morfologico-strutturali, vedutistiche e simboliche secondo chiavi di lettura di livello locale e sovralocale del punto 3 della D.G.R. 8 novembre 2002 n. 7/11045, riassunte nel

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Pagina 115 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione relativo elaborato che riporta la “Sintesi delle componenti paesistiche” (rif. DP_09.1) individuate per il territorio di Bagolino. Il percorso metodologico scelto è coerente, con l’analisi della componente paesistica del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P). L’analisi viene strutturata in base al contesto comunale, coerenziando ed affinando la lettura delle informazioni relative al paesaggio locale, aggiornate e sistematizzate attraverso il rilievo in loco per evidenziare eventuali elementi significativi del paesaggio non rilevabili a scala Regionale o Provinciale. Inoltre per questa analisi sono state considerate quelle voci significative per descrivere le caratteristiche naturali del territorio, partendo dal progetto denominato Destinazione d’Uso dei Suoli Agricoli e Forestali (DUSAF), avvenuto per fotointerpretazione delle ortofoto digitali a colori del progetto “IT2000” e restituzione cartografica alla scala 1:10.000 e dalle linee guida descritte nell’Allegato I alle NTA della Variante di adeguamento del PTCP alla L.R. n°12 dell’11 marzo 2005 “Disciplina per la tutela e la valorizzazione delle componenti del paesaggio della Provincia” attinenti alle componenti paesistiche del contesto territoriale che il comune di Bagolino intercetta. Gli elaborati d’analisi paesistica risultano fondamentali per la lettura del paesaggio di tutte le componenti e delle rilevanze presenti individuate. La lettura attenta degli elaborati grafici forniscono uno scenario sulla reale vulnerabilità del paesaggio di Bagolino, consentendo l’immediata individuazione delle aree paesisticamente integre, da tutelare e quelle in cui poter generare nuovo tessuto urbano, perché prive di particolari elementi di vulnerabilità. Alla scala comunale sono state individuate, le componenti paesistiche che, tramite valutazioni sistemiche, simboliche e vedutistiche e letture a scala sovralocale e locale, hanno consentito di attribuire dei gradi di sensibilità paesistica al territorio. Le scale di rappresentazione scelte 1:5000 per i centri abitati e 1:10.000 per il territorio comunale hanno dato una lettura generale e leggibile dello stato di fatto del paesaggio del Comune di Bagolino evidenziando gli ambiti particolarmente connotativi dal punto di vista paesistico-ambientale. L’analisi si struttura attraverso le seguenti tipologie di paesaggio: - paesaggio fisico e naturale - paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale - paesaggio storico culturale - paesaggio urbano verificando, inoltre, l’esistenza di: - elementi di criticità o di degrado del paesaggio - contesti di rilevanza paesistica

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Nello specifico per ogni tipologia sono state rilevate le componenti intercettate dal territorio comunale di Bagolino. Relativamente al paesaggio fisico e naturale segnaliamo la presenza di:

• Aree idriche, ghiacciai, nevai, laghetti alpini e versanti rocciosi; • Prati permanenti in assenza o con presenza di specie arboree ed arbustive; • Praterie naturali d’alta quota con assenza e presenza di specie arboree ed arbustive; • Cespuglieti dei versanti; • Vegetazione naturale erbacea (vegetazione rada); • Vegetazione palustre e delle torbiere (vegetazione dei greti, degli argini e formazioni ripariali); • Boschi di conifere; • Boschi di latifoglie; • Boschi misti; • Rimboschimenti recenti; • Crinali e loro ambiti di tutela; • Corpi idrici principali (fiumi, torrenti e loro aree adiacenti); • Cascate; • Sorgenti; • Ambiti di particolare rilevanza naturalistica e geomorfologica (singolarità botaniche, rarità geologiche e geomorfologiche); • Masso erratico. • Filari arborei Il territorio di Bagolino si colloca prevalentemente nel settore orientale delle Prealpi Calcaree Lombarde a ponente del Lago d’Idro. Si distingue in due settori idrologicamente distinti: il primo settore, più montano, è posto nel bacino del torrente Caffaro; il secondo ricade in uno scampolo di pianura formata dai depositi alluvionali del Chiese.

L’escursione altimetrica, dal fondovalle (circa 350-400 metri) alle vette (2500 metri circa), è notevolissima e permette di allineare un’incredibile varietà di ambienti antropizzati e naturali. I caratteri del paesaggio mutano profondamente nel risalire o nel discendere il corso del Caffaro: dall’aspetto alpino, dominato da rocce, ghiacciai, nevai e versanti boscati dell’alta valle, si succede l’influsso termico e ambientale del lago d’Idro sulla parte pianeggiante e coltivata del zona del Pian di Oneda. Il paesaggio della valle del Caffaro è caratterizzato da versanti ripidi, a volte scoscesi, con la presenza di differenti tipologie di boschi: i boschi costituiti da specie arboree appartenenti alla famiglia delle conifere, quelli costituiti da piante di latifoglie, destinate ad essere allevate ad alto

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Pagina 117 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione fusto o sottoposte a tagli periodici più o meno frequenti e, infine, quelli con presenza di consociazioni di piante di specie diverse ed in cui non è riconoscibile una prevalenza dei tipi che li costituiscono. All’interno dell’omogeneità visiva delle estese coperture boschive del territorio di Bagolino, le porzioni di prato permanente e praterie d’alta quota sono un elemento paesistico di grande rilievo. Oltre ad individuare la sede, periodica o stabile, dell’insediamento umano, esse contribuiscono a diversificare i caratteri del paesaggio di versante; inoltre sono anche le porzioni del paesaggio agrario di montagna più delicate e passibili di scomparsa perché legate ad attività allevamento transumante di difficile tenuta considerate le difficoltà oggettive di questa plurisecolare consuetudine. La vegetazione, dalle altitudini più basse verso quelle più elevate, vede la presenza di impianti forestali caratterizzati da un regolare sesto d’impianto costituenti i rimboschimenti recenti e di formazioni vegetali basse, composte principalmente da cespugli, arbusti e piante erbacee. Nel territorio sono presenti alcune aree adiacenti ai principali corsi d'acqua, in genere ribassate rispetto al piano fondamentale del fondovalle, costituite da vegetazione dei greti, degli argini e alcune formazioni ripariali. La Valle del Caffaro è una valle alpina, laterale della Val Sabbia, ed è percorsa da numerosi corsi d’acqua (fiumi e torrrenti), tra cui il fiume Caffaro che nasce nel territorio di Breno dal Cornone di Blumone e attraversa l'intero territorio di Bagolino fino al lago d'Idro. Il lago d’Idro, di origine glaciale, è l’elemento fisico predominante del fondovalle, un’oasi naturalistica tra le più affascinanti della Lombardia, che si apre su un favoloso altopiano. Di notevole importanza nel paesaggio fisico naturale di Bagolino sono le sommità, tra cui quello del Maniva, del Dosso Alto e del Bruffione, che separano con i loro crinali le Alpi Retiche meridionali a nord dalle Prealpi Bresciane e Gardesane a sud, e gli ambiti di particolare rilevanza naturalistica e geomorfologica, determinate dalle peculiarità geomorfologiche e geologiche di contesto, che si trovano nella parte più a nord (Gaver - Monte Pietra di Rasoio) e a sud del territorio comunale (Monte Suello). Tra gli altri caratteri costitutivi del paesaggio fisico locale di Bagolino sono presenti numerosi percorsi d’acqua che sgorgano dalle sorgenti di alta montagna e scendono giù per la valle formando piccole e grandi cascate sino ad arrivare al fiume Caffaro e un monumento naturale costituito da un grande masso erratico di arenaria rossa proveniente dal gruppo dell’Adamello in località S. Antonio, immediatamente a lato della strada che percorre la sponda occidentale del lago d’Idro.

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foto:Cascata superiore

Relativamente al paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale segnaliamo la presenza di:

• Seminativi e prati in rotazione; • Colture specializzate: vigneti, frutteti e altre colture legnose; • Filari; • Aree a forte concentrazione di preesistenza agricole; • Malghe. La fascia di fondovalle del Pian d’Oneda è fortemente interessata da una progressiva urbanizzazione a scapito di terreni agricoli comunque produttivi. Questa è l’unica zona del territorio di Bagolino in cui sono presenti campi coltivati e prati in rotazione e alcune colture specializzate, tra cui vigneti, frutteti e colture legnose. Nel paesaggio, profondamente modificato in funzione della meccanizzazione e delle attuali esigenze produttive del mercato odierno, emerge la presenza di filari e siepi continui/discontinui utili a ridurre la forza del vento e al rifugio della fauna locale. Questa lettura dello stato attuale del paesaggio agrario tende ad evidenziare alcuni “frammenti” dell’identità territoriale del luogo, costituito dal patrimonio edilizio esterno al tessuto urbano consolidato (le malghe), come elemento identificativo, che permane come testimonianza di una cultura trascorsa, ma ancora presente sul territorio. In questo caso a Bagolino è netta la divisione fra i versanti bassi, dove ai boschi si alternano i prati e i pascoli, con abitazioni temporanee (ricoveri

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Pagina 119 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione per il bestiame e fienili), frequentati nel periodo primaverile (maggenghi), e i versanti alti, dove sono presenti le praterie e i pascoli, con le relative stalle e ricoveri raggiunti nel periodo estivo. In contesti connotati da una significativa integrità ambientale e/o storico-architettonica, divengono particolarmente importanti le aree a forte concentrazione di preesistenze agricole al fine di salvaguardare i caratteri consolidati e riconosciuti del paesaggio legato all’uso agrario del suolo. Essi sono stati individuati nella parte nord-ovest (zona Malga Sanguinera) e nella parte ovest (zona del Dossone Dolò) del territorio comunale di Bagolino e nelle vicinanze del centro abitato di Bagolino (a nord-est nella zona del Colegna – Stablo e ad ovest nella zona Valle Vaia). Relativamente al paesaggio storico-culturale segnaliamo la presenza di:

• Rete stradale storica principale; • Rete stradale storica secondaria; • Chiesa; • Monastero, convento; • Santella; • Villa, casa; • Monumento civile, fontana; • Rifugi; • Siti archeologici; • Geositi (fonte PTR); • Paesaggi agrari tradizionali (fonte PTR).

Le analisi alla scala locale finalizzate alla definizione della “Carta di Sintesi delle componenti paesistiche“ si sono concentrate sul riconoscimento degli aspetti del paesaggio storico – culturali, finalizzati ad individuare gli elementi architettonici che conferiscono identità ai luoghi. Nel comune di Bagolino si evidenziano una serie di elementi del paesaggio storico culturale che, per caratteristiche che rappresentano le componenti fondamentali di un sistema di permanenze storiche che costituisce l’impronta che caratterizza con originalità il territorio della provincia. Viene posta particolare attenzione per quei luoghi della memoria che testimoniano preesistenze di culture passate, che custodiscono testimonianze dei processi insediativi e di presenza antropica in periodi molto antichi. Un esempio è la chiesa di San Giorgio di Bagolino, che sovrasta dall'alto il paese che sembra tutto raccolto ai suoi piedi a semicerchio (le due estremità del cerchio formano i due quartieri: Visnà dalla parte destra della chiesa e Cvril dalla parte sinistra). Altri esempi sono l'Eremo di San Giacomo, situato sull'antica strada reale che conduceva nel Trentino, è ricca di storia data la sua ubicazione: costruita su terra di confine, fu spesso il centro di violente contese tra il Comune di Bagolino ed i conti di Lodrone che, come signori dei luoghi,

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Pagina 120 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione rivendicavano il possesso del Pian d'Oneda, terra su cui sorge la chiesa. Dopo la bonifica del Pian d'Oneda si rende necessaria, causa l'aumento della popolazione stabile, la costruzione di una nuova chiesa (Chiesa di San Giuseppe di Ponte Caffaro) in luogo dell’eremo di San Giacomo, ormai insufficiente e situato fuori muro rispetto al nucleo del paese. Inoltre le analisi hanno portato ad identificare le emergenze storico-ambientali (distinte tra “edifici di particolare pregio storico-ambientale e “edifici di significato storico-tipologico”) sui quali si richiama la necessità di esercitare una specifica attenzione, per la presenza di molteplici aree assoggettate a vincolo ex lege 1497/39, poi ricompresa nel D.lgs 490/99 e successivamente nel Codice Urbani (D.lgs 42/2004). L’analisi ha portato ad individuare le strade d’interesse storico, che costituiscono un’importante testimonianza della dotazione storica infrastrutturale connessa al processo di urbanizzazione del territorio comunale. Questi tracciati costituiscono la struttura relazionale dei beni storico-culturali intesi non solo come elementi episodici lineari puntuali o areali, ma come sistema di permanenze insediative strettamente interrelate. Per quanto attiene la rete stradale storica principale essa corrisponde al tracciato della S.P. 237 del Caffaro e della S.P. 669 del Passo di Crocedomini, mentre quella secondaria coincide con la strada di collegamento tra l’abitato di Bagolino e il Passo Maniva Nel territorio di Bagolino sono presenti alcuni reperti archeologici dell’età preistorica rivenuti nella zona del Parantà lungo la S.P. 669 e sull’orlo della fossa del Caffaro, nella zona del Dosso dei Balbani presso il cimitero di S. Giacomo (luogo dove peraltro, da testimonianze bibliografiche, venne rinvenuta, nel 1700 circa, una testa scultorea “di Pallade”) e sul fianco del Monte Suello, sulle sponde del laghetto Vaia e Dasdana, sul lago di Bruffione e in Val Dorizzo presso la chiesa di S. Antonio. La “Carta di Sintesi delle componenti paesistiche“ riserva una particolare attenzione agli elementi di interesse ambientale e paesistico definiti dal Piano Territoriale Paesistico tra cui i quattro geositi (in zona Dosso dei Galli e Passo del Valdi, alle pendici del Frei Alto e a sud-est dell’abitato di Bagolino lengo il Caffaro) e il paesaggio agrario tradizionale denominato Conca delle “tese” di Bagolino sulla strada del Passo Maniva. Relativamente al paesaggio urbano segnaliamo la presenza di:

• Edifici dei Nuclei di Antica Formazione; • Aree urbanizzate; • Limitazione all’estensione degli ambiti delle trasformazioni condizionata; • Impianti di risalita in aree sciabili. La cartografia dell’analisi paesistica, mette in evidenza alcune informazioni disponibili dalla verifica aggiornata degli ambiti urbanizzati, che comprendono le zone a prevalente destinazione

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Pagina 121 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione residenziale, produttiva e a servizi. Rivestono carattere identificativo fondamentale non solo gli edifici o i manufatti del centro storico, ma anche la struttura morfologica insediativa più recente. Gli edifici degli insediamenti storici si dispongono raccolti in borghi e nuclei compatti e addossati, con frequenti archi in muratura che congiungono le case opposte, con strette e tortuose stradine. Nella fascia più bassa, invece, l’ampiezza del fondovalle e la minore distanza con le principali infrastrutture hanno favorito il progressivo diffondersi di un processo di industrializzazione e di urbanizzazione che, specie nella seconda metà del secolo scorso, ha sovrapposto le sue strutture a quelle precedenti. La cartografia individua le direzioni dello sviluppo urbano limitate finalizzate ad evitare fenomeni di conurbazione o di eccessiva perdita di rilevanza delle componenti paesistiche interessanti il territorio comunale. Si tratta di ambiti prevalentemente non edificati, contigui o meno all’abitato. Inoltre tra le aree a servizio di considerevole importanza viene indicato il sistema degli impianti di risalita nelle aree sciabili del Maniva e del Gaver, che rappresentano elementi considerevoli per il potenziamento della fruibilità turistica e quindi della percezione del territorio montano di Bagolino.

Relativamente alla rilevanza paesistica segnaliamo la presenza di:

• Ambiti di elevato valore percettivo, connotati dalla presenza congiunta di fattori fisico- ambientali e/o storico culturali che ne determinano la qualità nell’insieme; • Luoghi di rilevanza paesistica e percettiva caratterizzati da beni storici puntuali (land marks); • Punti panoramici; • Visuali panoramiche; • Sentieri di valenza paesistica; • Itinerari di fruizione paesistica; • Strade panoramiche (fonte PTR); • Tracciati guida paesaggistici (fonte PTR); • Confine Zone di Protezione Speciale. Il paesaggio del Comune di Bagolino, come del resto il paesaggio dei laghi e delle valli della fascia prealplina, rivela particolari e ben definiti assetti paesaggistici ma anche singolarità ambientali e naturalistiche. Al fine di specificare la valenza paesistica del territorio, l’analisi considera anche le componenti paesistiche ed ambientali individuate nel PTPR e nel PTCP riscontrate nella propria zona. Si rilevano estesi ambiti di valore percettivo, che svolgono un ruolo essenziale per la riconoscibilità del sistema dei beni storico-culturali e delle permanenze insediative, nonché per la salvaguardia di quadri paesistici d’elevato significato. Il più consono assetto paesaggistico si individua in

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Pagina 122 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione corrispondenza delle sponde del lago d’Idro, lungo il Caffaro nella zona del Pian d’Oneda e gradatamente risalendo la Valle del Caffaro, dove le presenze storiche si raffitiscono. L’analisi ha messo in evidenza la scelta di localizzare gli ambiti di valore percettivo della riconoscibilità del paesaggio, lungo i principali percorsi individuati dalla “Carta di Sintesi delle componenti paesistiche“ come itinerari di fruizione paesistica e strade panoramiche definite da PTR. Quest’ultime corrispondono alla strada del Caffaro che da Lavenone arriva a Ponte Caffaro e prosegue fino al valico di S. Eusebio, alla strada delle Tre Valli che da Collio arriva al passo del Maniva e prosegue al passo di Croce Domini, alla strada del passo di Crocedomini che da S.Antonio di Bagolino arriva fin al passo di Crocedomini e, infine, alla strada comunale del passo di Baremone che da Anfo arriva al passo del Maniva. I “Land Marks” sono, invece, luoghi di rilevanza paesistica e percettiva, cioè caratterizzati dalla presenza di edifici e manufatti che per caratteristiche tipologiche, architettoniche, costruttive, di collocazione e storiche, contribuiscono in modo determinante alla riconoscibilità ed alla significatività del territorio. Nello specifico a Bagolino corrispondono con le chiese di S. Giorgio, S. Lorenzo, S. Rocco, SS. Gervasio e Protasio e la santella dell’Angelo Custode, a Ponte Caffaro con le chiese di S. Giacomo e S. Giuseppe e in Val Dorizzo con la santella Anime del Dosso. Per visuali sensibili si intendono quegli elementi fisici del paesaggio il cui intorno va tutelato, in quanto sono punti da cui si deve vedere il paesaggio circostante (per esempio un belvedere, un punto panoramico, etc.). Le visuali panoramiche costituiscono un belvedere di elevata fruizione percettiva di quadri paesistici rilevanti e a Bagolino se ne può constatare una di significativa rilevanza: il tratto di strada che dal comune di Anfo diparte dalla S.P. 237 del Caffaro salendo ad ampie volte con bella vista sul lago e sul Pian d’Oneda, fino al punto in cui piega verso sinistra per entrare nella valle del Caffaro.

foto:Scorcio Lago d’Idro dalla S.P. 669 del Passo Crocedomini

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Il territorio, inoltre, offre alcuni punti panoramici dai quali ammirare la bellezza delle prealpi bresciane e di un grandioso paesaggio naturale: dalla zona del Dosso Alto, dalla zona del Giogo del Maniva, dalla zona del Monte Maniva, dalla zona del Monte Dasdana e, infine, in corrispondenza della zona della centrale “Ponte Caffaro – opera presa Montesuello” lungo la S.P. 669. Il territorio presenta vari sentieri di valenza paesaggistica da cui è possibile fruire di visuali o scorci visivi paesaggisticamente significativi, verso territori dotati di particolari valenze naturali o storico- culturali. Bagolino e le sue montagne offrono passeggiate di qualsiasi durata e livello di difficoltà attraverso sentieri semplici per amatori ed impegnativi per i più appassionati. I sentieri più apprezzati sono quelli che dalla piana del Gaver che raggiungono i laghetti alpini e i rifugi. Ma queste sono solo alcune delle innumerevoli escursioni che si possono fare nelle immediate vicinanze di Bagolino, tutte ben segnalate e facilmente raggiungibili con pochi minuti d'automobile. Lo stesso discorso vale per la mountain bike con la differenza che non occorre utilizzare l'automobile; infatti le strade che partono dal lago il più delle volte si collegano a sentieri e mulattiere sterrate potendo percorrere circuiti misti di diversi chilometri.

Di notevole importanza nel paesaggio di Bagolino è la presenza ad est del territorio comunale di un tracciato guida paesaggistico di importanza regionale individuato all’interno del PTR: esso comprende tratti di altri percorsi o itinerari di carattere provinciale o locale fruibili con mezzi e modalità altamente compatibili con l’ambiente e il paesaggio. Esso, denominato “sentiero Antonioli”, attraversa le Prealpi Bresciane (da Capo di Ponte a Limone sul Garda) ed è stato realizzato dall’Ente Bresciano delle Chiesette Alpine. Inoltre si rilevano estesi ambiti della ZPS Val Caffaro che ricopre i territori di due foreste, Alpe Vaia e Anfo-Val Caffaro, occupando una superficie complessiva di circa 1.200 ettari. Pur ricadendo nello stesso comprensorio territoriale (la Valle del Caffaro) le due foreste hanno caratteristiche molto differenti.

Relativamente alle criticità e degrado del paesaggio segnaliamo la presenza di:

• Aree degradate non utilizzate e non vegetate Nel territorio di Bagolino le componenti di criticità e degrado del paesaggio sono quelle aree in cui risulta difficile una lettura della trama paesistica originaria o comunque storica. Queste aree sono state trasformate o alterate riducendo al minimo gli elementi d’identità territoriale presenti, per questo non hanno una riconoscibilità paesistica. Gli unici elementi di criticità rilevati sono alcune aree degradate non utilizzate e sprovviste di vegetazione in località Prada e nella zona nord dell’abitato di Bagolino.

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6.7.3.Scomposizione del territorio in classi di sensibilità paesistica

L’individuazione delle classi di sensibilità paesistica, evidenziata dagli areali, è operazione di sintesi finalizzata alla gestione degli indirizzi e delle prescrizioni. L’elaborato conseguente costituisce di fatto strumento di sintesi degli effetti derivanti dalla presenza delle componenti paesistiche. La chiave di lettura dei gradi di sensibilità è legata all’individuazione di caratteristiche ambientali, di percezione panoramica e storico culturali rilevanti. La presenza considerevole, in determinati ambiti territoriali, di elementi dell’identità territoriale locale (valore simbolico), di singolari caratteristiche floro-vegetazionali (valore sistemico) e di scorci o vedute panoramiche ricche di significati (valore vedutistico) indica un ambito paesisticamente sensibile. Conseguentemente all’individuazione delle componenti di cui al precedente punto sono state determinate le classi di sensibilità paesistica su tutto il territorio. L’operazione di attribuzione delle classi di sensibilità paesistica ha determinato una scansione secondo i seguenti valori: (1) - Sensibilità paesistica molto-bassa (non assegnata nel territorio comunale) (2) - Sensibilità paesistica bassa(non assegnata nel territorio comunale) (3) - Sensibilità paesistica media (4) - Sensibilità paesistica alta (5) - Sensibilità paesistica molto alta L’attribuzione delle classi di sensibilità è operazione di sintesi usata come strumento finale non sostitutivo degli effetti derivanti dalla presenza delle componenti paesistiche sopra individuate. Le Norme tecniche per la tutela e valorizzazione dei beni storico culturali del paesaggio avranno per le componenti paesistiche interessate la cogenza di:

• Prescrizioni se ricadenti nelle classi di sensibilità molto alta (5) • Indirizzi se ricadenti nelle classi di sensibilità alta (4) • Direttive se ricadenti nelle classi di sensibilità media (3) Le aree maggiormente conservate dal punto di vista delle componenti significative (naturalità, preesistenze storiche ed elementi identitari di culture locali) interessano l’ambito del paesaggio montano. Il paesaggio viene, quindi, valorizzato e tutelato in base al grado di sensibilità individuato e alle componenti paesistiche presenti, opportunamente normate tramite prescrizione specifica su ogni singola voce, anche se collocata in un areale a grado di sensibilità medio -basso.

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6.7.4. La compatibilità paesistica del PGT e i criteri di valutazione dei futuri nuovi strumenti generali o parziali in variante

La ricognizione delle componenti paesistiche, costituisce una operazione conoscitiva del territorio comunale fondamentale per la redazione dello strumento urbanistico generale, di adeguamento al P.T.C.P. ai sensi dell’art. 27 delle N.T.A., di presupposto per la trasformazione territoriale, nonché criterio di valutazione dei contenuti delle future trasformazioni urbanistiche frutto dei nuovi strumenti generali o di loro varianti parziali.

Ogni singolo ambito di trasformazione AT, ATT, ATP, SUAP, PII è stato cartografato e numerato, nell’Allegato del Documento di Piano DP_3A “Condizioni di fattibilità degli ambiti di trasformazione delle previsioni di piano” ed è stata riportata alla voce “Prescrizioni specifiche per l’inserimento paesistico ambientale” la prescrizione specifica che integra le norme.

Le prescrizioni specifiche, i criteri e parametri per la determinazione del grado d’incidenza dei progetti, riportati all’art. 6 dell’Allegato PR_3A “Norme tecniche per la tutela e valorizzazione dei beni storico culturali e del paesaggio”, costituiscono integrativo imprescindibile per la valutazione di compatibilità dello strumento urbanistico generale con il P.T.C.P.

I criteri esposti dell’Allegato PR_2A “Norme tecniche per la tutela e valorizzazione dei beni storico culturali e del paesaggio” all’art. 4, determineranno l’effetto cogente previsto relativamente alle future previsioni di trasformazione; secondo quanto riportato nelle schede dell’allegato specifico.

Le zone di espansione soggette a Piano Attuativo dovranno essere supportate da uno studio paesistico di contesto con i contenuti e gli obiettivi dell’art. 7 dell’allegato PR_2A “Norme tecniche per la tutela e valorizzazione dei beni storico culturali del paesaggio”. Per le trasformazioni previste ritenute compatibili dovranno essere osservati i contenuti specifici nell’ Allegato del Documento di Piano DP_3A “Condizioni di fattibilità degli ambiti di trasformazione delle previsioni di piano” nonché delle eventuali disposizioni derivanti dai futuri piani paesistici di contesto.

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6.7.5. Gli elaborati del sistema dei beni culturali e del paesaggio e il PGT

Le trasformazioni territoriali sono regolamentate nel Piano di Governo del Territorio dal Piano delle Regole, e dalle relative N.T.A presenti, dagli elaborati di dettaglio, dalle schede di rilevazione e progetto degli edifici dei centri storici, se presenti. L’analisi del sistema dei beni culturali e del paesaggio attraverso la ricognizione delle componenti paesistiche, costituisce una operazione basilare per completare il quadro conoscitivo del territorio comunale, di supporto analitico, di indirizzo e di prescrizione, per le future scelte di trasformazione territoriale. Esso non rappresenta strumento di previsione urbanistica, ma integra il documento di piano di un’analisi paesistico-ambientale volta valorizzare e indirizzare le scelte di pianificazione urbanistica. L’analisi della componente paesistica di cui al presente strumento urbanistico ed i contenuti delle norme d’indirizzo dell’allegato PR_2A “Norme tecniche per la tutela e valorizzazione dei beni storico culturali e del paesaggio” interessano tutto il territorio comunale indipendentemente che porzioni del medesimo siano soggette a specifica tutela ai sensi della parte I e III del D. Lgs 42/2004. Per tali eventuali porzioni i contenuti delle analisi del Sistema dei beni culturali e del paesaggio e delle Norme tecniche per la tutela e valorizzazione dei beni storico culturali del paesaggio integrano quelli presenti nei vincoli esistenti. L’elaborato grafico inerente la “Scomposizione del territorio in classi di sensibilità paesistica” individua le classi di sensibilità, mentre l’elaborato grafico “Individuazione dei vincoli e delle tutele ope legis” dettaglia anche i vincoli presenti sul territorio. La tutela è estesa a tutte le componenti paesistiche presenti, cartografate e no, i progetti di trasformazione dovranno essere corredati da documentazione conoscitiva di dettaglio coerente con i contenuti degli elaborati grafici del documento di piano. In caso di discordanza prevalgono gli elementi cartografati alla scala di maggior dettaglio, e/o quelli derivanti da una ulteriore puntuale verifica di consistenza e natura in loco. Quanto riportato dall’allegato DP_3A “Condizioni di fattibilità degli ambiti di trasformazione delle previsioni di piano” costituisce elemento di supporto per le azioni dirette di tutela e valorizzazione paesistica, da tenersi direttamente o sotto il coordinamento dell’Amministrazione Comunale.

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6.7.6. Valutazione dell’incidenza paesistica dei progetti

La tutela è estesa a tutte le componenti paesistiche presenti, cartografate e non, i progetti di trasformazione dovranno essere corredati da documentazione conoscitiva di dettaglio coerente con i contenuti delle tavole di riferimento. In caso di discordanza prevalgono gli elementi cartografati alla scala di maggior dettaglio, quelli individuati sulle tavole di riferimento e/o quelli derivanti da una ulteriore puntuale verifica di consistenza e natura in loco.

La valutazione di incidenza viene esplicata attraverso la redazione della relazione paesistica da redigersi ai sensi secondo le modalità e i contenuti di cui al DPCM 12.12.2005 e all’accordo tra Ministero per i Beni Culturali e Paesaggistici e Regione Lombardia del 4 agosto 2006. La struttura della relazione, secondo un modello disponibile, è la seguente: 1) ACCERTAMENTI PRELIMINARI 2) RIFERIMENTI PER LA TUTELA 3) VERIFICA DELLA CLASSE DI SENSIBILITA’ DEI LUOGHI 4) DETERMINAZIONE DEL GRADO D’INCIDENZA DEL PROGETTO 5) VALUTAZIONE DELL’IMPATTO PAESISTICO DELLA TRASFORMAZIONE PROPOSTA 6) CONCLUSIONI

Le trasformazioni urbanistiche ed edilizie delle componenti paesistiche rilevate caratterizzate dai gradi di sensibilità 3) 4) 5) sono comunque soggette a valutazione d’incidenza paesistica (esame paesistico) indipendentemente dalla presenza di forme di tutela di cui al D.lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004.

La relazione paesistica di supporto costituirà elemento irrinunciabile per il giudizio paesistico del progetto di trasformazione e per l’emissione dell’eventuale autorizzazione paesistica. Tale relazione, che dovrà contenere anche gli elementi di verifica sotto esposti, dovrà comunque certificare il livello di perdita della componente, gli effetti di questo sul paesaggio comunale, provinciale, Regionale, oltre che naturalmente motivazioni di scostamento dai contenuti aventi effetto di direttiva o indirizzo di cui all’art. 8 La finalità è consentire l’espressione del giudizio d’impatto paesistico del progetto che potrà articolarsi in: - positivo - neutro (con eventuali prescrizioni) - negativo (necessità di revisione)

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La tabella 2 tratta dalla d.G.R. 8 novembre 2002 n.7/11045, che di seguito si riporta, viene assunta come criterio esemplificativo per la determinazione del grado d’incidenza del progetto da articolarsi con i contenuti delle prescrizioni di tipo paesistico sotto riportate e di supporto integrativo (secondo un metodo sistematizzato) delle analisi, delle valutazione e delle motivazione proprie della relazione paesistica ex DPCM 12-12-2005.

La redazione di tale valutazione è a carico del tecnico progettista e verificata dal Responsabile comunale del Procedimento e/o dalla commisione paesistica comunale.

I pesi valutativi, da utilizzare per la determinazione del grado d’incidenza del progetto, verranno attribuiti, sulla scorta delle indicazioni della successiva tabella, attraverso un’operazione sintetica che consideri responsabilmente, il peso dei diversi parametri.

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TABELLA: PER LA DETERMINAZIONE DEL GRADO DI INCIDENZA DEI PROGETTI

Criterio Parametri di valutazione a sca Parametri di valutazione a scala locale valutazione sovraccomunale

coerenza, contrasto o indifferenza Conservazione o alterazione dei caratte <0,50 del progetto rispetto a: morfologici del luogo 1,0 < 0,5 <

1. Incidenza adozione di tipologie costruttive morfologica e più o meno affini a quelle present alle forme naturali del suolo <0,30 <0,30 tipologica nell’intorno per le medesime destinazion funzionali

alla presenza di sistemi/aree <0,15 interesse naturalistico

conservazione o alterazione del alle regole morfologiche continuità delle relazioni tra elemen<0,20 compositive riscontrate nel storico culturali o tra elementi naturalistici <0,05 organizzazione degli insediamenti peso del paesaggio rurale complessivo massimo: <1,5 Peso specifico massimo: Peso specifico massimo: Peso specifico Totale 0,50 Totale 1,00

2. Incidenza 0,5 0,5 linguistica: stile, < < materiali, colori coerenza, contrasto o indifferenz coerenza, contrasto o indifferenza d del progetto rispetto ai mo progetto rispetto ai modi linguisti linguistici tipici del contesto, intes<0,50 <0,50 prevalenti nel contesto, inteso come intorn come ambito di riferimento storic immediato culturale peso complessivo massimo: <1,0 Peso specifico massimo: Peso specifico massimo: Peso specifico Totale 0,50 Totale 0,50

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ingombro visivo <0,35 ingombro visivo <0,40 0,75 0,75 3. Incidenza visiv < <

contrasto cromatico <0,25 occultamento di visuali rilevanti <0,25

alterazione dei profili e dello skylin<0,15 prospetto su spazi pubblici <0,10 peso complessivo massimo: <1,5 Peso specifico massimo: Peso specifico massimo: Peso specifico Totale 0,75 Totale 0,75

0,5 < 4. Incidenza o ambientale alterazione delle possibilità di fruizione sensoriale complessiva (uditiva, olfattiva) d <0,50 contesto paesistico-ambientale peso complessivo massimo: <0,5 Peso specifico massim Peso specifico Totale 0,50

5. Incidenza 0,25 0,25 < < simbolica capacità dell’immagine progettuale adeguatezza del progetto rispetto rapportarsi convenientemente con i valo valori simbolici e d’immagin<0,25 simbolici attribuiti dalla comunità locale 0,25 celebrativi del luogo luogo (importanza dei segni e del lo significato) peso complessivo massimo: <0,5 Peso specifico massimo: Peso specifico massimo: Peso specifico Totale 0,25 Totale 0,25

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Tot Pesi = <5,0

La determinazione dell’impatto paesistico dei progetti, il conseguente giudizio di compatibilità e/o le prescrizioni mitigative determinano la seguente tabella che riassume in sintesi i livelli possibili d’impatto paesistico.

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Impatto paesistico dei progetti = sensibilità del sito per incidenza del progetto Grado di incidenza del progetto Classe d sensibilità de 1 2 3 4 5 sito

5 5 10 15 20 25

4 4 8 12 16 20

3 3 6 9 12 15

2 2 4 6 8 10

1 1 2 3 4 5

Alla luce delle condizioni complessive paesistiche e della specificità del territorio comunale, si articolano i seguenti parametri: - soglia di rilevanza > 6 - soglia di tolleranza >15

I progetti che superano la soglia di rilevanza (> 6) dovranno essere supportati da una relazione paesistica redatta con i contenuti del punto 6 della d.G.R. n.7/11045. La relazione paesistica dovrà considerare i contenuti delle prescrizioni per ciascuna componente, di cui all’art.8 delle NTA paesistiche interessata dalla proposta di trasformazione evidenziando altresì gli effetti, il livello di sostenibilità e le eventuali mitigazioni previste.

I progetti che superano la soglia di tolleranza non risultano di fatto accettabili e potranno essere valutati a condizione di rilevanti modifiche.

I progetti che non superano la soglia di rilevanza non necessitano di relazione paesistica approfondita, fatti salvi i contenuti di cui al DPCM 12/12/2005 e s.m..i ma è salvaguardata la possibilità, a discrezione del responsabile del procedimento e/o della commissione per il paesaggio, di introdurre modifiche o mitigazioni sulla base dei contenuti derivati dai contenuti all’art.8 delle NTA paesistiche

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Il Piano Paesistico di contesto

Gli interventi di trasformazione urbana eventualmente individuati sulla cartografia del P.G.T, o dalle N.T.A. nonché le trasformazioni ricadenti negli areali delle “componenti di rilevanza paesistica” e comunque tutti gli ambiti di nuova espansione (soggetti a Piano Attuativo) sono sottoposti a Piano Paesistico di Contesto.

Gli elaborati di tale piano dovranno: a) rappresentare in scala adeguata la situazione morfologica, naturalistica, insediativa di valore storico-ambientale e/o di recente impianto considerando il contesto territoriale costituito dalle aree limitrofe all’ oggetto dell’intervento, ponendo attenzione ad eventuali coni visuali significativi. b) consentire, mediante sistemi rappresentativi anche non convenzionali (fotomontaggi e simili) redatti in scala adeguata, la preventiva verifica d’impatto sulle previsioni di intervento nell’ambiente circostante al fine di dimostrare la compatibilità con il sistema delle preesistenze; c) contenere gli elaborati necessari alla individuazione delle modalità tecniche degli interventi, soprattutto in funzione della verifica di compatibilità tra le caratteristiche costruttive e planivolumetriche dei nuovi edifici e quelle dell’ambito edificato o naturale; d) comprendere un “progetto del verde” inteso come sistemazioni vegetali degli spazi liberi da edificazione e/o interventi di mitigazione ambientale e visiva.

Il Piano Paesistico di Contesto, allegato al progetto, diventa strumento di verifica degli impatti e supporto delle scelte del professionista, dimostrando nel dettaglio le relazioni dell’intervento con il contesto paesistico. Prevalendo le valutazioni d’impatto paesistico-ambientale sulle indicazioni insediative, le valutazioni conseguenti al piano paesistico di contesto potranno determinare, oltre alla definizione del miglior assetto morfologico e/o urbanistico insediabile, anche l’eventuale integrazione o modifica riduttiva delle previsioni del PGT.

Prevalendo le valutazioni d’impatto paesistico-ambientale sulle indicazioni insediative, le valutazioni conseguenti al piano paesistico di contesto potranno determinare, oltre alla definizione del miglior assetto urbanistico insediabile, anche l’eventuale integrazione o modifica riduttiva delle previsioni del PGT.

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6.7.7.Le indicazioni di tutela specifiche per ciascuna componente individuata

Gli elaborati cartografici del sistema dei beni culturali e del paesaggio e l’apparato normativo allegato sono parte imprescindibile del Piano di Governo del Territorio. Considerando importante la finalità del controllo degli effetti paesistici delle modalità di trasformazione, le seguenti indicazioni, in linea con i contenuti del PPR Piano Paesaggistico Regionale , nonché dell’allegato I al P.T.C.P., diventano significative nella determinazione del grado d’incidenza e quindi nell’attenzione di chi propone una trasformazione nei confronti delle vulnerabilità del paesaggio. Le indicazioni di tutela relative a ciascuna componente paesistica individuata sono indispensabili per riuscire ad ottenere un corretto livello di compatibilità nel proprio intervento; garantendo il mantenimento della leggibilità dei caratteri significativi (identitari) del paesaggio e in dettaglio delle sue componenti. L’attribuzione delle classi di sensibilità, evidenziata dagli areali di cui all’apposito elaborato grafico, è operazione di sintesi finalizzata alla gestione delle disposizioni di cui alle norme tecniche per la tutela e valorizzazione dei beni storico culturali del paesaggio artt. 6 e 8, l’elaborato conseguente costituisce di fatto strumento di sintesi non sostitutivo degli effetti derivanti dalla presenza delle componenti paesistiche., tuttavia ne modifica la portata e cogenza nel seguente modo. Con riferimento ai contenuti normativi dell’art. 8 delle norme tecniche per la tutela e valorizzazione dei beni storico culturali del paesaggio gli indirizzi di tutela riportati avranno per le componenti paesistiche interessate la cogenza di: - Prescrizioni se ricadenti nelle classi di sensibilità molto alta (5) - Indirizzi se ricadenti nelle classi di sensibilità alta (4) - Direttive se ricadenti nelle classi di sensibilità media (3) si riportano le seguenti definizioni: Prescrizioni: sono indicazioni che prevalgono automaticamente nei confronti di qualsiasi strumento di pianificazione o di trasformazione diretta, fatte salve eventuali diverse specificazioni normative che derivino da normative regionali o statali vigenti. Indirizzi: sono atti diretti a fissare obbiettivi generali di tutela paesistica demandati agli atti di pianificazione o di trasformazione diretta del territorio, che non escludono ambiti di discrezionalità nella specificazione e/o integrazione delle indicazioni di tutela in forza di un’analisi di maggior dettaglio di fattori sensibili, della previsione di interventi di mitigazione e/o compensazione. Direttive: sono indicazioni di tutela coerenti con gli obbiettivi generali del Piano, che tuttavia possono essere motivatamente disattese in presenza di valutazioni di dettaglio del ruolo della porzione di componente rispetto alla definizione dei caratteri salienti del territorio (marginalità) o

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Pagina 135 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione comunque in presenza di previsioni di adeguati interventi di mitigazione e/o compensazione della trasformazione.

I contenuti dell’apparato normativo “paesistico” e il livello di cogenza delle indicazioni di tutela specifiche hanno efficacia non solo per quanto contemplato nel Piano delle Regole e/o per le modalità di attuazione delle previsioni del Documento di Piano e del Piano dei Servizi, ma anche per la verifica di compatibilità delle eventuali future proposte con effetto di contenuto di variante al presente P.G.T. Ai fini della corretta applicazione delle prescrizioni, l’eventuale verifica di ulteriore dettaglio (piani paesistici di contesto e/o istruttoria progettuale alle autorizzazioni paesistiche) delle componenti cartografate o meno, dovrà basarsi sui caratteri identificativi e sugli elementi di criticità definiti nell’allegato I alle NTA del P.T.C.P.

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6.8.Carta dei rischi, delle criticità e delle tutele Le caratteristiche ambientali e paesaggistiche di Bagolino non hanno subito, nel corso degli ultimi decenni, grandi sconvolgimenti: tale conservazione del territorio, in gran parte ancora integro, ha favorito la definizione di aspetti vincolistici in grado di tutelarne l’integrità paesaggistica. Di notevole importanza assumono gli Ambiti Agricoli di Interesse Strategico, individuati dal P.T.C.P. della Provincia di Brescia, in quanto integrano la funzione primaria produttiva con funzioni aggiuntive tese alla tutela degli spazi aperti, all’ottimizzazione dell’uso del suolo, ed all’evoluzione dell’imprenditoria agricola verso la fornitura di servizi diversificati per la qualificazione e manutenzione del territorio, nei suoi aspetti paesaggistici e ambientali.

Inoltre questo elaborato viene prodotto principalmente per ricognire tutte le possibili criticità o potenzialità, che emergono dai vari vincoli normativi e vincoli riguardanti specifici aspetti ambientali e rappresentano il riferimento per la verifica della compatibilità delle previsioni insediative.

I vincoli che insistono sul territorio comunale sono definiti come: - vincoli amministrativi: - le fasce di rispetto generata dai cimiteri e dal depuratore; - le fasce di rispetto stradale, disciplinate dal Codice della Strada, lungo le principali infrastrutture del sistema viario esterne ai centri abitati; - le fasce di rispetto dei corsi d’acqua pubblici principali e minori; - le sorgenti e i pozzi comunali con relative fasce di rispetto (200 m e 10 m di rispetto assoluto); - i vincoli legati alla quota 1600 m s.l.m., sottoposti a regime di vincolo così come indicato da Parte terza, titolo I, dell’art.142 del D.Lgs. 42/2004; - le aree di rispetto dei fiumi con una larghezza pari a 150 m, sottoposti a regime di vincolo così come indicato da Parte terza, titolo I, dell’art.142 del D.Lgs. 42/2004; - le aree di rispetto dei laghi con una larghezza pari a 300 m, sottoposti a regime di vincolo così come indicato da Parte terza, titolo I, dell’art.142 del D.Lgs. 42/2004; - i geositi sottoposti a regime di vincolo secondo i commi 3 e 4 dell’art.22 del P.P.R; - i paesaggi agrari tradizionali sottoposti a regime di vincolo da P.P.R; - gli ambiti di specifica tutela paesaggistica dei laghi insubrici, sottoposti a regime di vincolo secondo i commi 5 e 6 dell’art.19 del P.P.R.; - gli ambiti di salvaguardia dello scenario lacuale dei laghi insubrici, sottoposti a regime di vincolo secondo il comma 4 dell’art.19 del P.P.R.;

- vincoli di carattere paesaggistico:

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- il Nucleo di Antica Formazione (i NAF di Bagolino presentano numerosi episodi architettonici di notevole interesse compositivo/decorativo per cui è obbligo prevede la tutela e la salvaguardia di tali elementi); - le Bellezze d’insieme, vincolate ai sensi del D. Lgs. 42/2004, presenti sul territorio sono la zona sottostante la chiesa di S. Rocco, la zona rivierasca del Lago d’Idro e la zona del Pian d’Oneda; - gli Ambiti di elevata naturalità, sottoposti a regime di vincolo da P.P.R., coincidenti con quelli già perimetrali nella D.G.R. 3859/1985 e gli Ambiti di elevata naturalità; - le ZPS della Val Caffaro che ricopre i territori di due foreste (Alpe Vaia e Anfo-Val Caffaro); - i boschi, sottoposti a regime di vincolo così come indicato da Parte terza, titolo I, dell’art.142 del D.Lgs. 42/2004; - i sentieri e i percorsi di fruizione paesistica; - vincoli monumentali: - il territorio comunale è connotato dalla presenza di una serie di edifici di interesse storico monumentale che costituiscono degli elementi di notevole pregio sia culturale che testimoniale per questo territorio; - il territorio comunale è connotato dalla presenza di una serie di aree di una certa consistenza archeologica;

- altre criticità - le aziende agricole pur coerenti con il contesto prettamente rurale, possono essere motivo di criticità per quanto riguarda le distanze di rispetto dagli allevamenti zootecnici e secondariamente per lo smaltimento dei reflui zootecnici e per gli effluvi prodotti dagli allevamenti presenti; - le antenne / impianti fissi per la telecomunicazione e per la radiotelevisione, in quanto possono rappresentare fattore di criticità se localizzati in vicinanza dei centri abitati a causa delle emissioni elettromagnetiche e pertanto necessitano di costante monitoraggio; - gli elettrodotti su pali e su tralicci e nello specifico le distanze di rispetto dai fabbricati.

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6.9. La ricognizione delle istanze e proposte dei cittadini e dei portatori d’interesse diffuso

Il quadro ricognitivo e programmatorio per la redazione del Documento di Piano, atto di riferimento principale nella definizione delle condizioni territoriali e locali, non può prescindere dall’aspetto partecipativo e concertativo contemplato dalla Legge.

Pertanto, così come riportato all’art. 13, comma 2, della L.R. 12/2005, relativamente alla fase preliminare di avvio del procedimento si provvede, prima dell’affidamento dell’incarico del PGT e dopo opportuna pubblicizzazione e sollecitazione della partecipazione attiva della cittadinanza, alla raccolta delle istanze e proposte provenienti dai cittadini, singoli o in forma associata, al fine di incentivare la collaborazione di chiunque abbia interesse, anche per la tutela degli interessi diffusi, a presentare suggerimenti e proposte.

Una finalità importante, infatti, della legge urbanistica regionale consta nella possibilità esplicita che l’Ente Comunale possa avvalersi di ulteriori canali e forme di pubblicizzazione, al di là dell’avviso di avvio del procedimento da pubblicarsi su un quotidiano o periodico a diffusione locale nonché attraverso le canoniche forme di comunicazione alla cittadinanza, con l’intento di porre l’attenzione, già in prima istanza, agli aspetti di trasparenza delle procedure ed all’aspetto dell’informazione finalizzato all’ottenimento di una partecipazione concreta e propositiva dei cittadini.

Un ulteriore momento connesso alla pianificazione partecipata vede altresì, nella fase di avvio per la redazione del P.G.T., da parte del Comune, l’individuazione dei soggetti e delle Autorità con competenza in materia ambientale, ovvero di tutte quelle Associazioni ed Istituzioni varie che siano titolari di interessi potenzialmente coinvolti nella redazione degli atti di PGT, interpellandole attraverso l’espletamento di momenti consultivi al fine di acquisire specifici apporti collaborativi. Il processo di redazione del P.G.T., infatti, procede di pari passo con la Valutazione Ambientale Strategica del Piano stesso, volta alla definizione di obiettivi di sostenibilità dello strumento e al suo monitoraggio e, pertanto, sono state effettuate due sedute aperte a tutta la cittadinanza, nonché alle tutte le associazioni interessate per i contenuti e gli esisti delle quali si rimanda agli appositi allegati.

L’Amministrazione Comunale di Bagolino in ottemperanza ai suddetti disposti legislativi, ha provveduto alla pubblicizzazione del procedimento di avvio per la redazione del Piano di Governo del Territorio ed alla successiva raccolta delle istanze e proposte dei cittadini e/o dei portatori di interesse diffuso per la comunità, nonché, come già sopra detto, all’espletamento di momenti consultivi in materia ambientale per la V.A.S. del Piano.

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In relazione alla richieste-proposte avanzate dai cittadini, le medesime sono state tutte raccolte e numerate ed individuate nell’elaborato DP_4A, analizzate poi per categorie e caratteristiche nonché sottoposte all’attenzione dell’Amministrazione Comunale, che ha tratto le proprie considerazioni in merito alle possibilità di accoglimento delle medesime alla luce dei criteri ed agli indirizzi individuati e richiamati nel capitolo. Sono state raccolte 119 istanze/proposte e la loro natura delle richieste riguarda per lo più la possibilità di edificazione e di cambiamento di destinazione urbanistica di zone i cui parametri erano stati definiti dal precedente P.R.G.

Figura 4 Estratto esemplificativo dell'elaborato DP_4A ricognizione delle istanze e proposte dei cittadini

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7.SINTESI DELLE POTENZIALITA’ E DELLE CRITICITA’ DEL TERRITORIO COMUNALE

L’AMBITO URBANO

Più di 1,9 kmq . come si è visto trattando il tema dell’uso del suolo . risultano oggi urbanizzati, pari a circa l’1,7% della superficie comunale. All’ interno di questa superficie, la quota maggiore, è rappresentata dalle zone destinate alla residenza, dove troviamo le abitazioni dei residenti e le seconde case a uso turistico. Le zone destinate alle strutture turistiche vere e proprie, occupano circa il 77.000 mq, rappresentano il 4,5% del suolo urbanizzato complessivo. Più estese risultano essere le aree a vocazione produttiva, che si estendono su una superficie di circa 261.945 mq, pari al 13.78% del territorio urbanizzato.

Una quota significativa, all’interno dell’urbanizzato di Bagolino, è data dalle aree a servizi, si tratta di circa 314.800 mq (pari a circa 16% dell’urbanizzato totale), che sono destinate a giardini e spazi verdi privati di una certa dimensione e che portano, in taluni casi, a importanti interruzioni nel susseguirsi dell’edificato. Considerato che il comune di Bagolino si caratterizza per essere: • centro turistico di importanza nel panorama provinciale e regionale ne consegue che gli spazi destinati ai servizi pubblici assumono dimensioni sicuramente importanti. Queste indicazioni numeriche ci portano a evidenziare come gli spazi di natura pubblica (servizi pubblici in genere, aree a verde, parcheggi, viabilità), occupino una quota consistente degli oltre 1,9 kmq di superficie urbanizzata presente oggi a Bagolino: una quota superiore al 16% del totale, destinata a dare risposta alle molteplici funzioni pubbliche presenti nel territorio e ai bisogni indotti dalla cosiddetta .popolazione fluttuante. legata alle attività turistiche.

POTENZIALITA’ INSEDIATIVE RESIDUE DEL PRG VIGENTE Come riportato nei paragrafi precedenti, il lo strumento urbanistico vigente allo stato attuale è caratterizzato da potenzialità residue per un ulteriore urbanizzazione di suolo pari a circa 94.383 mq. Gli abitanti residenti al 31/12/2009 ammontano a 3.937; secondo il dimensionamento teorico delle potenzialità residue da PRG vigente la popolazione residente potrà incrementare di circa 200 abitanti residenti. Gli abitanti teorici stimati ad ipotesi di completa attuazione comprensivi del carico turistico stimato delle strutture ricettive ammontano a circa 6.000 abitanti, confermando l’identità di Bagolino quale centro turistico di importanza nel panorama provinciale e regionale.

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8. IL PROGETTO DI PIANO

Il Progetto di Piano ha preso avvio dall’analisi delle potenzialità e delle criticità del territorio comunale di Bagolino, riportate nei capitoli precedenti e contenute negli elaborati grafici e allegati di testo costituenti il Documento di Piano, che determinano gli obiettivi strategici per il territorio. Tali elaborati contribuiscono a definire: • il quadro ricognitivo e programmatico di riferimento per lo sviluppo economico e sociale del comune, sulla base delle proposte dei cittadini singoli o associati, tenuto conto degli atti di programmazione provinciale e regionale; • il quadro conoscitivo del territorio comunale come risultante delle trasformazioni avvenute, con l’individuazione dei grandi sistemi territoriali. La definizione degli obiettivi dichiarati nel Documento di Piano si caratterizza per l’attenzione posta sugli aspetti di natura qualitativa degli interventi, che trovano compiutezza e adeguatezza nell’ottica complessiva di riqualificazione del territorio, di utilizzazione ottimale delle risorse territoriali a disposizione e nella conseguente minimizzazione del consumo di suolo libero. In tale modo i processi di trasformazione coinvolgeranno in via diretta le risorse territoriali da utilizzare e valorizzare, privilegiando logiche virtuose di riuso del territorio, e andando a verificare quindi le potenzialità latenti o residue prima di intraprendere l’occupazione di nuove aree non urbanizzate. Inoltre l’individuazione ed il dimensionamento degli obiettivi di sviluppo, in tal modo, dovrà confrontarsi con l’assetto infrastrutturale, con la distribuzione attuale sul territorio del sistema dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, variabili tutte valutate alle diverse scala (locale e sovracomunale). La valutazione promossa sul piano dei vari interventi e delle azioni da intraprendere permetterà, di realizzare processi trasformativi maggiormente consapevoli e sostenibili nel tempo e nelle ricadute dirette sul territorio locale e sovralocale, razionalizzando e ottimizzando le politiche settoriali coinvolgenti i vari livelli della pianificazione. Per ciò che attiene alla verifica e alle possibili limitazioni sovralocali o locali degli ambiti di trasformazione si rimanda agli elaborati specifici del Progetto di Piano, DP_12.1, DP_12.2, che dimostrano la coerenza delle scelte con le direttive, gli indirizzi e le prescrizioni sovraordinate, nonché all’allegato specifico DP_3A: Condizioni di fattibilità degli ambiti di trasformazione delle previsioni di piano, nel quale si definiscono le condizioni di attuazione secondo la definizione di precisi parametri urbanistici e paesistici, specifici delle aree individuate. Il Documento di Piano, nelle sue analisi scompone il territorio in ambiti e aree strategiche secondo tali categorie: • Infrastrutture e sistema della viabilità;

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• Ambiti di recente formazione; • Ambiti di valore paesistico ambientale; • Sistema delle trasformazioni.

Infrastrutture e sistema della viabilità: individua, sulla base delle connessioni esistenti nel tessuto urbano ed extra-urbano e costituenti la trama viaria consolidata, le trasformazioni infrastrutturali di progetto alle varie scale (locale, sovralocale) che vengono previste in tale sede. Ambiti di recente formazione: individua il perimetro del sistema insediativo esistente, con l’evidenziazione essenziale del Nucleo di Antica Formazione e delle macrozone a prevalente caratterizzazione monofunzionale residenziale e produttiva. Individua inoltre il sistema delle aree a standard e servizio con la finalità esplicita di definire un quadro della condizione esistente, intesa come “screening” per la definizione del Piano dei Servizi comunale. Ambiti di valore paesistico ambientale: individuano le porzioni di territorio sottoposte a regime di tutela o vincolo per la natura dei caratteri e dei valori storico- culturali- ambientali, che sono state cartografate in base agli strumenti urbanistici di livello superiore e con la verifica delle quali si accerta la compatibilità delle trasformazioni nel territorio. Il Sistema delle trasformazioni comprende l’identificazione degli strumenti attuativi di previsione interni al tessuto urbano consolidato interessanti ambiti territoriali di cui al Piano delle Regole e gli ambiti di trasformazione esterni al perimetro del Tessuto Urbano consolidato di cui al Documento di Piano. Il Progetto di Piano di Bagolino in sintesi consegue i seguenti punti: • riconferma di previsioni non attuate da PRG; • proposta di nuovi ambiti di trasformazione in aree di completamento; • proposta di nuovi ambiti di riconversione in aree lasciate al degrado; • implementazione e potenziamento del sistema dei servizi comunali; • valorizzazione delle potenzialità turistiche del comprensorio del Maniva; • progettazione e riqualificazione della mobilità lenta con percorsi ciclo-pedonali e pedonali, votati alla fruizione del paesaggio naturale;

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8.1.Coerenza delle previsioni di Piano con gli obiettivi e i contenuti del PTR

Premessa Il progetto di Piano si è avviato analizzando gli elementi peculiari presenti sul territorio nonché le eventuali criticità preliminarmente individuate dal PTR vigente. Il PGT ha quindi esaminato gli obiettivi indicati dal PTR, e dal Piano Paesaggistico Regionale, nonché dal PTCP vigente al fine di proporre nel PGT strategie corrispondenti con quanto indicato dagli strumenti sovraordinati; rispondendo attraverso azioni di Piano puntuali, basate sulla tutela ambientale e sullo sviluppo territoriale turistico ricettivo. Le strategie di Piano hanno interessato non solo gli ambiti già urbanizzati o di futura espansione , ma si sono poste azioni mirate per la Salvaguardia delle sponde lacuali ,conservazione degli spazi in edificati; salvaguardia i caratteri compositivi storici delle architetture;valorizzazione del sistema di fruizione pubblica del paesaggio lacuale, recupero degli ambiti degradati o in abbandono, ecc.. Complessivamente gli obiettivi, le strategie ,e le conseguenti azioni si ritengono complete e conformi con il PTR; a tal fine è stato redatto una apposita sezione nel PGT denominata “compatibilità del documento di piano con il PTR , che approfondisce la tematica attraverso elaborati grafici, allegati di testo nonché schede andando puntualmente a evidenziare la coerenza del Piano con il PTR. Si rimanda agli elaborati “compatibilità del documento di piano con il PTR “ allegati del PGT per gli approfondimenti e verifiche puntuali di coerenza con il PTR

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8.2.Indicazioni strategiche del PGT Gli obiettivi del PGT sono perseguiti attraverso una serie di azioni che il piano comunale individua. Con il termine azioni, si intendono, quindi percorsi e metodi ben definiti che servono per guidare e determinare le decisioni presenti e future, ovvero le scelte operative previste dal piano. Il Documento di Piano, partendo dall’analisi del quadro conoscitivo e quindi degli elementi di criticità e di potenzialità delle componenti ambientali, sociali ed economiche del territorio comunale di Bagolino, e dalle necessità ed orientamenti emersi durante i momenti di partecipazione, definisce un set di obiettivi strategici sostenibili, su cui l’amministrazione comunale intende puntare, al fine di migliorare la qualità della vita dei cittadini. Gli obiettivi strategici individuati devono essere sottoposti ad una serie di valutazioni che ne dimostrino la sostenibilità. In particolare quelli relativi alla politica territoriale vanno valutati sulla base della sostenibilità ambientale e della coerenza con le previsioni a livello sovracomunale con efficacia prevalente. L’amministrazione comunale si è posta numerosi e dettagliati obiettivi da perseguire nel nuovo Piano di Governo del Territorio. Tali obiettivi, riassunti nelle tavole DP_11.1, collimano con quelli di sostenibilità dettati dal PTCP e costituiscono quello che viene definito Progetto Strategico Preliminare di Piano. L’articolazione degli obiettivi generali di pianificazione avviene attraverso l’individuazione di tre sistemi funzionali al fine di rendere più organizzato, leggibile e razionale il processo di pianificazione ed il complesso delle strategie. I tre sistemi di riferimento, sono: • sistema insediativo, • sistema infrastrutturale, • sistema ambientale paesistico

Sistema insediativo L’obiettivo principale è il miglioramento della qualità del sistema urbano, del sistema produttivo e dei relativi servizi, attraverso azioni di mantenimento degli impianti urbanistici originari e dei caratteri architettonici, in accordo agli indirizzi del PTR della Regione Lombardia e del PTCP della Provincia di Brescia. In accordo con tali indirizzi strategici, le azioni concrete finalizzate al raggiungimento di tale obiettivo sono così individuate e localizzate:

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OBIETTIVI LOCALITA’ Rafforzamento del ruolo identificativo e caratteristico del patrimonio storico - Bagolino e Valle Dorizzo architettonico Razionalizzazione e potenziamento della dotazione di servizi a scala locale Bagolino e Valle Dorizzo

Compattazione della Forma dell’abitato (LIMES) Bagolino Ampliamento delle previsioni insediative produttive limitatamente a Bagolino e Ponte Caffaro comprovate necessità aziendali con lo strumento di cui il DPR 447/98 in addizione agli insediamenti esistenti Riutilizzo ai fini turistici del patrimonio edilizio esistente attraverso lo Bagolino strumento di SUAP Potenziamento delle identità locali Cerreto e Valle Dorizzo Riconferma delle previsioni non attuate interne al tessuto urbano consolidato Bagolino, Cerreto e Ponte e potenziamento della dotazione a parcheggi attraverso l’attuazione degli Caffaro ambiti di trasformazione Potenziamento ambiti produttivi esistenti Prada Previsione di area destinata a stazione di rifornimento Prada Recupero ai fini turistici del patrimonio agricolo (albergo diffuso) Barard, Valle Dorizzo Potenziamento del Polo turistico ricettivo Maniva Valorizzazione e potenziamento eco-compatibile degli ambiti vocati al turismo Maniva invernale ed estivo (sportivo-naturalistico) Riorganizzazione e razionalizzazione degli spazi e delle infrastrutture di Maniva servizio Potenziamento delle strutture turistiche ricettive finalizzate al turismo lacustre Ponte Caffaro e miglioramento qualitativo delle attività turistiche all’aria aperta Recupero di edifici a scopo alberghiero Ponte Caffaro Incentivazione delle attività produttive attraverso il recupero di manufatti Ponte Caffaro agricoli dismessi (compatibilità ambientali) Localizzazione di adeguate dotazioni interne agli ambiti di trasformazione Ponte Caffaro Attuazione delle previsioni di servizi attraverso canali economici attivati dagli Ponte Caffaro ambiti di trasformazione Mitigazione ambientale insediamenti residenziali esistenti Ponte Caffaro Previsione di ambiti di trasformazione turistici per il consolidamento di area a Ponte Caffaro vocazione ricettiva

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Sistema infrastrutturale L’obiettivo principale è il potenziamento e il miglioramento del sistema della mobilità, promuovendo scelte sostenibili, al fine di incrementare la qualità dell’ambiente urbano e naturale, in accordo agli indirizzi del PTR della Regione Lombardia e del PTCP della Provincia di Brescia. In accordo con tali indirizzi strategici, le azioni concrete finalizzate al raggiungimento di tale obiettivo sono così individuate e localizzate: OBIETTIVI LOCALITA’ Adeguamento della viabilità locale attraverso l’inserimento di rotatorie Bagolino Tutela e valorizzazione dei caratteri identificativi del paesaggio delle sponde Bagolino fluviali e delle area a margine attraverso il potenziamento di piste ciclopedonali Conferma delle previsioni della viabilità sovracomunale Ponte Caffaro

Sistema ambientale paesistico L’obiettivo principale è il potenziamento e il miglioramento della qualità del sistema ambientale, garantendo un’adeguata attenzione alle tematiche della salvaguardia e valorizzazione delle componenti ambientali locali, tra le quali si considerano anche i valori della identità del paesaggio, in accordo agli indirizzi del PTR della Regione Lombardia e del PTCP della Provincia di Brescia. In accordo con tali indirizzi strategici, le azioni concrete finalizzate al raggiungimento di tale obiettivo sono così individuate e localizzate: OBIETTIVI LOCALITA’ Valorizzazione ambientale ai fini anche della fruibilità turistica e di studio delle Bagolino zone con endemismi naturalistici Valorizzazione e potenziamento eco-compatibile degli ambiti vocati al turismo Maniva invernale ed estivo (sportivo-naturalistico) Tutela e valorizzazione dei caratteri identificativi della “zona speciale dei Ponte Caffaro Quadri” Mitigazione ambientale insediamenti residenziali esistenti Ponte Caffaro

In virtù del carattere interdisciplinare del Documento di Piano, le indicazioni che seguono devono essere inserite in un contesto progettuale unico e integrato che vede strette relazioni tra gli obiettivi nonché profonde sinergie tra le diverse azioni. Ne deriva che alcuni obiettivi generali sono raggiunti da azioni appartenenti a più categorie ma anche che le singole azioni concorrono al raggiungimento di più obiettivi. Costituisce uno dei presupposti cardine del nuovo PGT il riequilibrio e l'armonizzazione dell'assetto urbanistico del tessuto consolidato, onde preservare porzioni importanti del territorio. Oltre a ciò, il Piano sarà strutturato in modo tale da recare l'individuazione e la promozione, al proprio interno, di

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Pagina 147 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione azioni mirate, idonee a coinvolgere sempre di più l’operatore privato nel raggiungimento dell’equilibrio tra la domanda già in atto di servizi e la necessaria offerta. Questo processo perequativo e compensativo, articolato in diversi gradi di intervento contributivo del privato, contribuirà senz’altro ad agevolare gli interventi ottimizzando le esigue risorse economiche del Comune.

L’Amministrazione comunale di Bagolino ha attivato il percorso di costruzione del proprio PGT partendo da una griglia di obiettivi, ai quali ispirare le politiche da mettere in campo e le relative azioni da attivare. In questa riflessione essa ha affrontato tutti gli elementi di interesse e di attenzione, dalla scala più generale a quella particolare di alcune problematiche puntuali, delineando in qualche modo la qualità e la consistenza del processo che intende avviare con il Piano.

IL SISTEMA INSEDIATIVO Per ciò che attiene il sistema della residenza le politiche d’intervento, che si intendono intraprendere per ogni comparto definito dagli ambiti di trasformazione (AT), vede l’edificazione subordinata all’approvazione di un strumento attuativo che, oltre le normali dotazioni viabilistiche, di parcheggi pubblici e di verde attrezzato di quartiere fissate in 40mq /ab insediabile, contempli le seguenti condizioni: • la partecipazione alla quota di sostenibilità dei costi per l’attuazione delle previsioni del piano dei servizi, attraverso la corresponsione all’amministrazione di un importo derivante dall’applicazione di n°10 volte la tariffa vigente per gli oneri di urbanizzazione secondaria; • la riduzione dei pesi insediativi al fine di favorire insediamenti con tipologie edilizie dotate di elevata quantità di verde privato.

Con riferimento alle tematiche del risparmio energetico e quindi alla realizzazione di edilizia residenziale eco-compatibile e sostenibile ci si richiama a quanto disposto dalla Legge 9 gennaio 1991, n. 10 “Norme per l'attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso nazionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”, Decreto Legislativo n. 311/2006, della DGR Lombardia n. 8/5773, nonché a ciò che prevede il Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192 “Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia”. In tale sede, infatti, si intende promuovere l’edilizia sostenibile a basso impatto energetico ed ambientale, ponendo l’accento sull’indirizzo e le politiche da seguire rispetto alle modalità insediative e tipologiche che, in particolar modo, devono avere come obiettivo fondamentale gli standard qualitativi di edilizia eco-compatibile.

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Questi comprendono il contenimento dei consumi e il risparmio energetico, l’utilizzazione di tecnologie alternative per la produzione di energia e di calore attraverso sistemi fotovoltaici, di sfruttamento del calore geotermico, nonché l’utilizzazione di materiali rinnovabili ed eco-compatibili connessi a sistemi passivi di riscaldamento e di raffrescamento degli edifici. Si ricorda, inoltre, che la Direttiva Europea 2002/91/CE del Parlamento e del Consiglio del 16 dicembre 2002 sul rendimento energetico degli edifici impone, tra l’altro, che, a decorrere dal 2006, si debba obbligatoriamente procedere alla certificazione energetica degli edifici. Questa procedura era già stata introdotta in Italia dalla sopra citata legge 10/1991, ma non era mai stata attuata per l’assenza delle pur previste, ma mai emanate, regole tecniche di attuazione, inizialmente spettanti ai Ministeri di competenza, successivamente demandate alle Regioni. La pubblicazione della Direttiva che è vincolante per gli Stati membri, ha reso di grande attualità questo tema, sottolineando l’importanza e la portata dell’adozione di tali metodologie nella realizzazione di nuovi edifici o nella ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente. Le politiche d’intervento, che si intendono intraprendere per favorire lo sviluppo socio-economico ed ambientale del Comune, prevedono un premio urbanistico concernente l’incentivo volumetrico stabilito nell’ordine del 15% dell’indice volumetrico per l’ambito insediativo in cui attuare l’intervento di edilizia eco-compatibile, del 10% dell’esistente in caso di lotto saturo alla data di adozione del P.G.T.

Per quanto riguarda il sistema produttivo le politiche d’intervento sono caratterizzate da un indirizzo generale, che prevede essenzialmente il mantenimento e la riqualificazione del sistema produttivo esistente. Il Documento di Piano, nel suo assetto strategico, non prevede la realizzazione di nuovi insediamenti produttivi, ma il consolidamento e potenziameno degli insediamenti produttivi esistenti, anche in considerazione della rafforzata vocazione territoriale con organizzazione specifica in ambiti consolidati, ovvero insediamenti produttivi specifici che sono adeguatamente allocati e trattati dal punto di vista ambientale ed infrastrutturale, e resi compatibili con gli obiettivi della riqualificazione dell'ecosistema e del paesaggio. Il Documento di Piano indica porzioni di territorio aventi potenziale vocazione per insediamenti di tipo produttivo in genere a completamento di attività esistenti e/o di dinamiche insediative in corso. La trasformazione territoriale sarà possibile mediante le procedure in variante allo strumento generale di cui al DPR 447/1998 e s.m.i (Sportello Unico per le Attività Produttive).

Per il sistema dei servizi l’ampliamento di dotazione dei servizi e la loro qualità ed accessibilità, costituisce obiettivo primario e qualificante del PGT. Si è scelto in tale sede di definire un’analisi anticipatoria sullo stato dei servizi rilevati nel territorio del Comune di Bagolino, in quanto la definizione degli scenari prefigurativi del sistema suddetto

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Pagina 149 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione verranno sviluppati ed approfonditi nel documento specifico, individuato nel Piano dei Servizi comunale. In generale le linee d’azione individuate dal Piano relative al sistema dei servizi fa riferimento all’obiettivo strategico individuato come “Migliorare la qualità del sistema urbano“ e che, in particolare, coincide con le azioni strategiche “Riqualificare e potenziare la dotazione dei servizi” e “Incrementare la dotazione di standard di qualità aggiuntiva”.

Per il sistema primario le politiche d’intervento riguardano in particolar modo la tutela degli ambiti agricoli presenti nel territorio comunale, con la finalità generale di riqualificazione ambientale, operata attraverso la cura costante del territorio preservandola agli scopi produttivi e il consolidamento della rete ecologica, costituita dagli spazi aperti non costruiti. La disciplina di cui al Piano delle Regole individua gli interventi ammessi per gli edifici extragricoli esistenti indicati in territorio agricolo; è promossa l’attività turistico ricettive finalizzata a valorizzare le diverse specificità di questi ambiti e, soprattutto, ad incentivare una creazione di percorsi che rispondano all’obiettivo di migliorare la fruibilità e la vivibilità del territorio comunale, mettendolo in rete con il sistema dei parchi sovra comunali e con i percorsi di matrice storica di interesse provinciale.

IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE Il Documento di Piano prevede, come uno degli obiettivi principali assunti in sede programmatica, il potenziamento e il miglioramento del sistema della mobilità, regolando non solo rapporti di prossimità o distanza spaziale, ma anche per ottimizzare ed integrare, secondo una logica di sviluppo complessivo, l’assetto insediativo e delle risorse locali di Bagolino. Pertanto tale obiettivo passa principalmente attraverso la realizzazione della nuova variante alla SP 237- progetto sovracomunale, quale infrastruttura di principale connessione tra la provincia di Brescia e la provincia di Trento. Inoltre il progetto di piano prevede alcuni ampliamenti e riqualificazioni di tratti di viabilità interna al tessuto urbano consolidato, al fine di ottimizzare la rete viabilistica comunale e di integrare il tessuto urbano del comune con i maggiori poli attrattivi. Un ulteriore obiettivo è identificato nel potenziamento del sistema della mobilità lenta da attuarsi attraverso la realizzazione di una rete ciclo-pedonale, come rete di importanza primaria per la fruizione territoriale, il collegamento con i comuni limitrofi e l’accessibilità ai servizi. Il potenziamento della rete ciclo-pedonale si inserisce in una più ampia politica legata all’obiettivo strategico di potenziare la mobilità sostenibile e conseguentemente di migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente in generale.

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IL SISTEMA AMBIENTALE PAESISTICO Il Documento di Piano pone l’obiettivo di garantire un’adeguata attenzione alle tematiche della salvaguardia e valorizzazione delle componenti ambientali locali, tra le quali si considerano anche i valori della identità storica e del paesaggio. Esso prevede il riassetto del tessuto urbanistico per le parti di territorio di recente formazione, l’incentivazione e la promozione di azioni volte ad assicurare un più corretto insediamento urbanistico e paesaggistico dei nuovi interventi, con particolare attenzione alle aree di frangia di transizione tra abitato e ambiente rurale. Inoltre il rilancio del compensorio territoriale del Maniva posto nei territori di reciproca competenza dei comuni di Collio e Bagolino, presenta caratteristiche molto significative per uno sviluppo socio economico fondato sulla valorizzazione delle peculiarità ambientali e delle vocazioni connesse anche agli sports invernali.

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8.3.Verifica di coerenza fra gli obiettivi del PTCP e del PGT

La tabella sotto riportata evidenzia la coerenza tra gli obiettivi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e gli obiettivi del PGT , specificando le diverse azioni di piano

OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI PRINCIPALI SOSTENIBILI OBIETTIVI SPECIFICI DEL PIANO DEL PTCP DEL PIANO

Compattazione della Forma dell’abitato (LIMES)

RAZIONALIZZARE L'UTILIZZO DEL Riconferma delle previsioni non attuate e potenziamento della SUOLO dotazione a parcheggi attraverso l’attuazione degli ambiti di trasformazione Localizzazione di adeguate dotazioni interne agli ambiti di trasformazione RIQUALIFICARE AREE DISMESSE Rafforzamento del ruolo identificativo e caratteristico del patrimonio architettonico e storico MIGLIORARE LA RIQUALIFICARE E RIUTILIZZARE IL Mitigazione ambientale insediamenti residenziali esistenti QUALITA' DEL PATRIMONIO EDILIZIO SISTEMA URBANO E DEI RELATIVI SERVIZI Recupero di edifici a scopo alberghiero

Razionalizzazione e potenziamento dei servizi di scala locale

RIQUALIFICARE E POTENZIARE LA Riorganizzazione e razionalizzazione degli spazi e delle DOTAZIONE DI SERVIZI infrastrutture di servizio Attuazione delle previsioni di servizi attraverso canali economici attivati dagli ambiti di trasformazione INCREMENTARE IL NUMERO DI RESIDENTI PREDILIGENDO

DIREZIONI DI ESPANSIONI CONSOLIDATE ADEGUARE IL SISTEMA Adeguamento viabilità locale attraverso l’inserimento di rotatorie INFRASTRUTTURALE ESISTENTE POTENZIARE E POTENZIARE IL SISTEMA MIGLIORARE IL INFRASTRUTTURALE ALLE VARIE Conferma delle previsioni della viabilità sovracomunale SISTEMA DELLA SCALE MOBILITA' POTENZIARE IL SISTEMA DELLA Incentivare la fruibilità del fiume Caffaro attraverso una pista MOBILITA' LENTA ciclabile di progetto

Ampliamento delle previsioni insediative produttive limitatamente a comprovate necessità aziendali con lo strumento di cui il DPR 447/98 in addizione agli insediamenti esistenti

Riutilizzo ai fini turistici del patrimonio edilizio esistente POTENZIARE E attraverso lo strumento di SUAP MIGLIORARE IL POTENZIARE LA STRUTTURA SISTEMA PRODUTTIVA LOCALE Potenziamento dell’ambito produttivo già esistente PRODUTTIVO Previsione di area destinata a stazione di rifornimento

Potenziamento delle strutture turistiche ricettive finalizzate al turismo lacustre e miglioramento qualitativo delle attività turistiche all’aria aperta

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Valorizzazione e potenziamento eco-compatibile degli ambiti vocati al turismo invernale ed estivo (sportivo-naturalistico) Incentivazione delle attività produttive attraverso il recupero di manufatti agricoli dismessi (compatibilità ambientali) FAVORIRE LA CONCENTRAZIONE Previsione di ambiti di trasformazione turistici per il DEGLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI consolidamento di area a vocazione ricettiva FAVORIRE L'ACCESSIBILITA' AGLI

INSEDIAMENTI PRODUTTIVI

Recupero ai fini turistici del patrimonio agricolo (albergo diffuso) RICONVERTIRE AREE E MANUFATTI AGRICOLI DISMESSI Incentivazione delle attività produttive attraverso il recupero di manufatti agricoli dismessi (compatibilità ambientali) VALORIZZARE E TUTELARE Valorizzazione ambientale ai fini anche della fruibilità turistica e CONTESTI DI RILIEVO AMBIENTALE di studio delle zone con endemismi naturalistici PAESISTICO RAFFORZARE L'IDENTITA' DELLA Potenziamento delle identità locali COMUNITA' E I CARATTERI POTENZIARE E Tutela e valorizzazione dei caratteri identificativi della “zona IDENTIFICATIVI DEL TERRITORIO MIGLIORARE LA speciale dei Quadri” QUALITA' DEL MIGLIORARE LA QUALITA' SISTEMA AMBIENTALE PAESAGGISTICA ED ARCHITETTONICA DEGLI INTERVENTI DI TRASFORMAZIONE DEL TERRITORIO SALVAGUARDIA DELL'AMBIENTE

NATURALE

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8.4. Gli ambiti soggetti a trasformazione urbanistica Una delle principali innovazioni della L.R. 12/05 è rappresentata dalla assenza di prescrittività conformativa e delle proprietà nelle previsioni effettuate all’interno degli ambiti di trasformazione nel Documento di Piano. Si tratta di potenzialità di sviluppo, da tradurre in interventi di trasformazione attraverso fasi operative e conformative delle proprietà attivate da specifici piani attuativi. Gli ambiti di trasformazione sono stati suddivisi in base alle funzioni di prevalente interesse, quale esito dello specifico ruolo che ciascuna area riveste all’interno del disegno progettuale complessivo di Bagolino. Tali previsioni sono essenzialmente localizzate in prossimità del tessuto urbano consolidato con l’espresso intento di definire e riconquistare il limite tra urbanizzato e ambiente rurale montano, rafforzando i “fronti” della città urbanizzata.

Le dimensioni quantitative in termini volumetrici sono state valutate in relazione al contesto circostante in cui si dispongono gli ambiti di trasformazione urbanistica, al fine di favorire un processo di costruzione che si relazioni coerentemente con i caratteri edilizi e tipologici esistenti, senza indurre fenomeni di alta urbanizzazione e/o affollamento con il conseguente indebolimento dei servizi dell’isolato o comparto specifico di ricaduta. Gli indici e i parametri edilizi che si devono seguire per la trasformazione di queste aree, devono essere espressamente quelli riferiti alle relative norme contenute nell’apparato normativo del Piano delle Regole.

Le previsioni che sono state individuate sul territorio di Bagolino sono localizzate ai margini del sistema insediativo, definendo un sistema di relazioni con il contesto territoriale, gli spazi aperti e il sistema delle connessioni, governato dalle direttrici di origine storica e dagli elementi fondativi in parte di recente formazione dell’ambito urbanizzato. Anche gli elementi di naturalità hanno concorso alla definizione della giacitura e dell'orientamento delle trame insediative, passando per un confronto con gli altri elementi di organizzazione interna dello spazio costruito e dello spazio aperto.

Le norme di cui al Piano delle Regole si applicano a qualsiasi intervento che comporti trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio comunale previsto dal Documento di Piano, con riferimento alle modalità di applicazione degli indici e dei parametri urbanistici, agli ambiti di trasformazione si applicano anche le indicazioni di tutela del sistema dei beni paesaggistici e storici. Gli edifici esistenti interni agli Ambiti di Trasformazione non sono computabili ai fini della potenzialità massima del comparto. Le proprietà dotate di manufatti edilizi esistenti partecipano al Piano Attuativo per l’eventuale disponibilità in esubero. Sono consentiti interventi di ristrutturazione per gli edifici esistenti interni ai comparti. I sedimi degli edifici o le corti di pertinenza degli escludendi non determinano superficie territoriale.

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Gli interventi edilizi ed urbanistici sugli ambiti soggetti a trasformazione urbanistica sono subordinati all’approvazione di piani attuativi L’approvazione di un piano attuativo avente superfici utilizzate da spandimento dei reflui (PUA/PUAs) è vincolata alla dimostrazione dell’adeguamento dei rispettivi piani di utilizzazione agronomica dei reflui zootecnici da parte delle aziende agricole coinvolte, secondo la normativa vigente. I piani attuativi riguardanti terreni soggetti a coltivazione agricola dovranno essere integrati con la documentazione relativa all’eventuale erogazione di contributi comunitari per l’esercizio dell’attività agricola sui terreni stessi, ai fini del rispetto delle indicazioni contenute nel P.T.C.P. (ai sensi dell’art.83 delle N.T.A. del P.T.C.P.). Inoltre, l'approvazione di un strumento attuativo interessato dal passaggio di un elettrodotto di media tensione è vincolata alla realizzazione di una perizia specifica per determinarne la fascia di rispetto In fase di approvazione dei piani attuativi si procederà alla redazione di un Piano Paesistico di Contesto, nonché alle eventuali procedure ai sensi dell’art. 16 della Legge 1150/42, mentre in sede di rilascio di permesso di costruire si ottempererà ai disposti di cui alla parte III del D. Lgs. n. 42 del 2004 relativamente all’autorizzazione paesistica.

Ai sensi dell’ art. 14 comma 1 della lr.12/02 così’ come modificata dalla l.r.4/2012, “i piani attuativi e loro varianti, conformi alle previsioni degli atti di PGT, sono adottati dal Consiglio comunale nei comuni fino a 15.000 abitanti, ovvero dalla giunta comunale nei restanti comuni”

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PROGETTO DI PIANO "POTENZIALITA' INSEDIATIVE" Trasformazioni Interne al Perimetro del Tessuto Urbano Consolidato di cui al PIANO DELLE REGOLE Slp ID loco Indice Indice Volume Volume Comm. Cpmm. monetiz Teoriche Teoriche Famiglie Famiglie possibile possibile Servizi di Servizi Superficie Superficie Terz- Slp insediabili territoriale Dotazione di Dotazione Residenziale da reperire in reperire da servizi minimi servizi Residenziale Servizi minimi minimi Servizi Volume Terz- Abitanti teorici Abitanti riconfermato Tipo: nuovo / nuovo Tipo: mq mc/mq mq mc mq mc 175 mc/ab 2,14 ab/fam 40 mq/ab 10 mq/ab 30 mq/ab Piani Attuativi Residenziali (PA) PA 01 r 5.172 1,00 1.724 5.172 30 14 1.182 296 887 PA 02 n 3.908 1,00 1.303 3.908 22 10 893 223 670 PA 03 r 4.279 1,00 1.426 4.279 24 11 978 244 733 PA 04 r 4.862 1,00 1.621 4.862 28 13 1.111 278 833 r PA 05 3.594 1,00 1.198 3.594 21 10 821 205 616 di cui al Trasformazioni PA 06 r 2.028 0,80 541 1.622 9 4 371 93 278 PA 07 r 2.893 0,80 772 2.315 13 6 529 132 397 TOTALE PA 26.735 8.584 25.751 147 69 5.886 1.471 4.414

Totale PA r 22.826 7.281 21.842 125 58 4.992 1.248 3.744 Totale PA n 3.908 1.303 3.908 22 10 893 223 670 Piano delle Regole delle Piano slp Slp ID loco Indice Indice Volume Volume Volume Teoriche Teoriche monetiz Famiglie Famiglie possibile possibile Servizi di Servizi Superficie Superficie insediabili territoriale territoriale Dotazione di Dotazione Residenziale Residenziale Residenziale da reperire in reperire da residenziale residenziale servizi minimi servizi Residenziale Abitanti teorici Abitanti minimi Servizi riconfermato Tipo: nuovo / nuovo Tipo: mq mc/mq mq mc mq mc 175 mc/ab 2,14 ab/fam 40 mq/ab 10 mq/ab 30 mq/ab Programmi Integrati di Intervento (PII) PII 01 n 10.328 1,00 3.443 10.328 59 28 2.361 590 1.771 PII 02 in corso in corso 10.407 in corso PII 03 in corso in corso 1.316 in corso TOTALE PII 22.051 3.443 10.328 59 28 2.361 590 1.771

Totale PII r Totale PII n 10.328 3.443 10.328 59 28 2.361 590 1.771 Perequazione: 11 volte gli oneri di urbanizzazione scondaria

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PROGETTO DI PIANO "POTENZIALITA' INSEDIATIVE" Trasformazioni esterne al Perimetro del Tessuto Urbano Consolidato di cui al DOCUMENTO DI PIANO

i z i slp Slp erv loco Com teorici Indice servizi S

ID minimi Abitanti Abitanti Teoriche Teoriche monetiz Volume Famiglie Famiglie possibile Servizi di di Servizi Superficie Superficie minimi da insediabili terz.com. reperire in reperire territoriale territoriale Dotazione di Dotazione Volume terz. terz. Volume residenziale residenziale riconfermato Tipo: nuovo / nuovo Tipo: mq mc/mq mq mc mq mc 175 mc/ab 2,14 ab/fam 40 mq/ab 30 mq/ab 10 mq/ab Ambiti di Trasformazione Residenziale (ATR) ATR 01 n 8.487 0,75 2.122 6.365 36 17 1.455 1.091 364 ATR 02 r 12.371 0,75 3.093 9.278 53 25 2.121 1.591 530 ATR 03 n 3.972 0,75 993 2.979 17 8 681 511 170 ATR 04 r 7.278 0,75 1.820 5.459 31 15 1.248 936 312 ATR 05 subA r 4.236 0,75 1.059 3.177 18 8 726 545 182 ATR 05 subB r 1.962 0,75 491 1.472 8 4 336 252 84 ATR 06 n 2.423 0,75 606 1.817 10 5 415 312 104 Trasformazioni ATR 07 n 8.391 0,75 2.098 6.293 36 17 1.438 1.079 360 ATR 08 n 9.192 0,75 2.298 6.894 39 18 1.576 1.182 394 ATR 09 n 2.024 0,75 506 1.518 9 4 347 260 87 ATR 10 n 2.434 0,75 609 1.826 10 5 417 313 104 PROPOSTE ATR 11 r 4.897 0,75 1.224 3.673 21 10 839 630 210 ATR 12 sub A n 6.626 0,75 1.657 4.970 28 13 1.136 852 284 ATR 12 sub B n 4.242 0,75 1.061 3.182 18 9 727 545 182 ATR 14 n 6.033 0,75 1.508 4.525 26 12 1.034 776 259 nel nuovo strumentourbanistico di cui al ATR 15 n 8.326 0,75 2.082 6.245 36 17 1.427 1.070 357 ATR 16 r 2.986 0,75 747 2.240 13 6 512 384 128 ATR 17 r 8.020 0,75 2.005 6.015 34 16 1.375 1.031 344 ATR 18 n 5.212 0,75 1.303 3.909 22 10 893 670 223 ATR 19 r 5.205 0,75 1.301 3.904 22 10 892 669 223 TOTALE ATR 114.317 28.579 85.738 490 229 19.597 14.698 4.899

Totale AT R r 46.955 11.739 35.216 201 94 8.049 6.037 2.012 Totale AT R n 60.736 16.841 50.522 289 135 11.548 8.661 2.887

Perequazione: 11 volte gli oneri di urbanizzazione scondaria Documento diPiano

Destinazione Prevalente Slp loco

ID Indice Volume monetiz possibile Servizi di Servizi Superficie Superficie territoriale territoriale Dotazione di di Dotazione da reperire in in reperire da servizi minimi servizi Servizi minimi minimi Servizi riconfermato Tipo: nuovo / nuovo Tipo: mq mc/mq mq mc 100% slp 50% slp 50% slp Ambiti di Trasformazione Turistica (ATT)

Alberghiera- n 6.266 1,00 2.089 6.266 2.089 1.044 1.044 ATT 01 RTA

Alberghiera- n 3.214 0,75 804 2.411 804 402 402 ATT 02 RTA Casa e r 20.607 - 1.000 3.000 appartamenti 1.000 500 500 ATT 03 per vacanza TOTALE ATT 30.087 3.892 11.677 3.892 1.946 1.946

Totale AT T r 20.607 1.000 1.000 500 500 Totale AT T n 9.480 2.892 8.677 2.892 1.446 1.446 Perequazione: 2 volte gli oneri di urbanizzazione secondaria

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Trasformazioni PROPOSTE nel nuovo strumento urbanistico di cui al al cui di urbanistico strumento nuovo nel PROPOSTE Trasformazioni AMBITI DI TRASFORMAZIONE PROPOSTI ESTERNI AL PERIMETRO DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO DI CUI AL DOCUMENTO DI PIANO A DESTINAZIONE PREVALENTEMENTE PRODUTTIVA loco terr. ID max Destinazione Prevalente rapp. di di rapp. monetiz indice di indice possibile possibile Servizi di di Servizi copertura copertura Superficie Superficie Territoriale Superficie Dotazione di Dotazione utilizzazione utilizzazione da reperire in reperire da utilizzazione servizi minimi servizi Servizi minimi minimi Servizi Sup Coperta Coperta Sup riconfermato Tipo: nuovo / nuovo Tipo: mq mq/mq mq/mq mq mq 100% sut 50% sut 50% sut Ambiti di Trasformazione produttivi / Sportello Unico Attività Produttive ATP 01 r 6.132 0,50 0,75 3.066 4.599 artigianale industriale 460 230 230 ATP 02 n 2.352 0,50 0,75 1.176 1.764 artigianale industriale 176 88 88 Perequazione: 4 volte gli oneri di urbanizzazione secondaria di Piano i z i erv loco servizi servizi S minimi monetiz possibile possibile Servizi di minimi da da minimi reperire in reperire Dotazione di Dotazione destinazione turistica ricettiva 100% sut 50% sut 50% sut SUAP 02 n 2.148 0,50 0,75 1.074 1.611 Alberghiera-RTA 1.611 806 806 SUAP 03 n 11.570 0,50 0,75 5.785 8.678 Alberghiera-RTA 8.678 4.339 4.339 SUAP 04 n 2.102 0,50 0,75 1.051 1.577 Alberghiera-RTA 1.577 788 788 TOTALE ATP-SUAP 24.304 12.152 18.228 12.501 6.251 6.251 Perequazione: 2 volte gli oneri di urbanizzazione scondaria Documento Documento Tot ATP-SUAP r 6.132 3.066 4.599 460 230 230 Tot ATP-SUAP n 18.172 9.086 13.629 12.041 6.021 6.021

Nella tavola DP_11.2 sono state individuati gli ambiti che sono previsti nel Piano di Governo del Territorio e che determinano una significativa riqualificazione del territorio comunale. Nell’elaborato DP_3A per ogni singolo ambito è stata predisposta una scheda che individua i parametri urbanistici ed edilizi di progetto e le specifiche prescrizioni cui ogni intervento è sottoposto per contribuire al processo di sviluppo e di riqualificazione urbano territoriale. Per permettere un’agevole lettura della tavola DP_11.2 relativa alle aree di trasformazione e delle schede dell’elaborato DP_3A e per meglio comprenderne il significato in relazione agli obiettivi di Piano di seguito è riportata una descrizione sintetica per ogni singola area.

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8.4.1.ATR Ambiti di Trasformazione Residenziali

Gli ambiti di trasformazione con previsioni di funzioni prevalentemente residenziali comprendono aree interstiziali o adiacenti rispetto al territorio urbanizzato sia di recente espansione sia di non recente espansione. Il progetto del Documento di Piano prevede 21 ambiti di trasformazione con destinazione prevalente residenziale dei quali 6 localizzati all’esterno del tessuto urbano consolidato di Ponte Caffaro, 9 localizzati all’esterno del tessuto urbano consolidato di Bagolino, 2 localizzati all’esterno del tessuto urbano consolidato di Val Dorizzo e 4 in prossimità del tessuto urbano consolidato di località Prada.

ATR Ambiti di Trasformazione Residenziali Abitanti ID Superficie Volume teorici ATR 01 8.488 6.366 36 ATR 02 12.371 9.278 53 ATR 03 3.972 2.979 17 ATR 04 7.278 5.459 31 ATR 05 sub A 4.236 3.177 18 ATR 05 sub B 1.962 1.472 8 ATR 06 2.423 1.817 10 ATR 07 8.391 6.893 36 ATR 08 9.192 6.894 39 ATR 09 2.024 1.518 9 ATR 10 2.434 1.826 10 ATR 11 4.897 3.673 21 ATR 12 sub A 6.626 4.970 28 ATR 12 sub B 4.242 3.182 18 ATR 14 6.033 4.525 26 ATR 15 8.326 6.245 36 ATR 16 2.986 2.240 13 ATR 17 8.020 6.015 34 ATR 18 5.212 3.909 22 ATR 19 5.205 3.904 22 TOTALE 114.318 86.342 487

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ATR01: Localizzato al margine est dell’abitato di Ponte Caffaro con accesso da via S. Valentino, tale ambito, in continuità con l’abitato esistente, è intercluso tra l’ambito residenziale e il fiume Caffaro. L’area è sostanzialmente pianeggiante, con leggera pendenza nord-sud; essa è ben servita dalla viabilità esistente e da percorsi ciclo-pedonali e risulta facilmente infrastrutturabile, essendo la zona dotata di tutti i servizi a rete. L’’impianto insediativo propone una destinazione residenziale con tipologie abitative unifamiliari o bifamiliari; è prevista un’area di mitigazione ambientale a ridosso di via San Valentino.

ATR02: Localizzato al margine ovest dell’abitato di Ponte Caffaro con accesso da via Montesuello, tale ambito, subito a valle di località Castagneta e in continuità con l’abitato esistente, rappresenta l’estensione a nord della frazione di Bagolino. L’area presenta una pendenza ovest-est, più accentuata verso monte e più dolce verso l’abitato; l’accessibilità carrale, che non può che avvenire da via Montesuello, presenta un lieve grado di difficoltà determinato dalla ridotta sezione stradale. Tale previsione si inserisce nel nuovo piano come riconferma da PRG e l’impianto insediativo

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Pagina 160 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione propone una destinazione residenziale con tipologie abitative unifamiliari o bifamiliari; è peraltro facilmente infrastrutturabile in termini di servizi a rete.

ATR03: Localizzato al margine nord dell’abitato di Ponte Caffaro con accesso da via Montesuello, tale ambito si pone a completamento della forma urbana in una porzione di territorio compresa tra l’abitato a sud e il fiume Caffaro a nord. Esso è costituito da due porzioni morfologicamente ben distinguibili: la zona a nord di via Montesuello, che è la più piccola tra le due, con pendenze dolci, mentre la zona sud con pendenze di un certo rilievo. L’’impianto insediativo propone una destinazione residenziale con tipologie abitative unifamiliari o bifamiliari; è peraltro facilmente infrastrutturabile in termini di servizi a rete.

ATR04: Localizzato al margine sud dell’abitato di Ponte Caffaro con accesso da via Papa Giovanni XXIII, tale ambito si pone a completamento della forma urbana, in continuità con l’abitato esistente.

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L’area è sostanzialmente pianeggiante, con leggera pendenza nord-sud. Tale previsione si inserisce nel nuovo piano come riconferma da PRG e l’impianto insediativo propone una destinazione residenziale con tipologie abitative unifamiliari o bifamiliari; è peraltro facilmente infrastrutturabile essendo la zona dotata di tutti i servizi a rete.

ATR05 sub A e sub B: Localizzato al margine sud dell’abitato di Ponte Caffaro con accesso da via Papa Giovanni XXIII, tale ambito si pone a completamento della forma urbana, in continuità con l’abitato esistente e l’ambito di trasformazione sopra descritto ATR04. Esso è costituito da due sub-ambiti sostanzialmente pianeggianti: l’ambito ATR05 sub A posto all’incrocio tra via Papa Giovanni XXIII e via Saliseni e l’ambito ATR05 sub B a sud dell’ATR05 sub A lungo via Saliseni. Tale previsione si inserisce nel nuovo piano come riconferma da PRG e l’impianto insediativo propone per entrambe una destinazione residenziale con tipologie abitative unifamiliari o bifamiliari; è peraltro facilmente infrastrutturabile essendo la zona dotata di tutti i servizi a rete.

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ATR06: Localizzato al margine est dell’abitato di Bagolino con accesso dalla S.P. 669 del Passo di Crocedomini, tale ambito si pone a completamento della forma urbana. L’area presenta una pendenza nord-sud, più accentuata nella porzione a monte e più dolce verso valle. L’impianto insediativo propone una destinazione residenziale con tipologie abitative unifamiliari o bifamiliari; è peraltro facilmente infrastrutturabile essendo la zona dotata di tutti i servizi a rete.

ATR07: Localizzato al margine sud dell’abitato di Bagolino con accesso da via Forno, tale ambito risulta pianeggiante e rappresenta l’estensione meridionale del tessuto urbano consolidato, interessando una porzione di territorio compresa tra via Forno e il fiume Caffaro. La zona è servita sia dalla viabilità che dai servizi a rete di urbanizzazione. L’impianto insediativo propone una destinazione residenziale con tipologie abitative unifamiliari o bifamiliari; è inoltre prevista un’area di mitigazione ambientale sul lato nord del comparto.

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ATR08: Localizzato al margine sud dell’abitato di Bagolino con accesso da via Forno, tale ambito rappresenta l’estensione meridionale del tessuto urbano consolidato, interessando una porzione di territorio compresa tra via Forno e il fiume Caffaro. L’area risulta pianeggiante ed è ben servita sia dalla viabilità che dai servizi a rete di urbanizzazione. L’impianto insediativo propone una destinazione residenziale con tipologie abitative unifamiliari o bifamiliari.

ATR09: Localizzato al margine sud dell’abitato di Bagolino con accesso da via Forno, tale ambito si pone a completamento della forma urbana, interessando una porzione di territorio compresa tra via Forno e il centro storico di Bagolino. L’area presenta pendenze verticali (nord-sud) di un certo rilievo ed è ben servita sia dalla viabilità che dai servizi a rete di urbanizzazione; l’impianto insediativo propone una destinazione residenziale con tipologie abitative unifamiliari o bifamiliari.

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ATR10: Localizzato al margine sud dell’abitato di Bagolino con accesso da via Forno, tale ambito si pone in contiguità all’ATR09 e a completamento della forma urbana, interessando una porzione di territorio compresa tra via Forno e il centro storico di Bagolino. L’area presenta pendenze verticali (nord-sud) che si accentuano in prossimità del tessuto urbano consolidato ed è ben servita sia dalla viabilità che dai servizi a rete di urbanizzazione; l’impianto insediativo propone una destinazione residenziale con tipologie abitative unifamiliari o bifamiliari.

ATR11: Localizzato al margine sud-est dell’abitato di Bagolino con accesso da via Forno, tale ambito si pone a completamento della forma urbana e in continuità con l’abitato esistente, interessando una porzione di territorio compresa tra via Forno e il centro storico di Bagolino. L’area presenta pendenze trasversali (est-ovest) ed è ben servita sia dalla viabilità che dai servizi a rete di urbanizzazione; tale previsione si inserisce nel nuovo piano come riconferma da PRG e l’impianto insediativo propone una destinazione residenziale con tipologie abitative unifamiliari o bifamiliari.

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ATR12 sub A e sub B: Localizzato al margine nord dell’abitato di Bagolino con accesso da via Brolo, tale ambito rappresenta l’estensione settentrionale del tessuto urbano consolidato. L’area presenta pendenze trasversali (est-ovest) che si accentuano in prossimità del tessuto urbano consolidato ed è ben servita sia dalla viabilità che dai servizi a rete di urbanizzazione; l’impianto insediativo propone una destinazione residenziale con tipologie abitative unifamiliari o bifamiliari.

ATR14: Localizzato al margine sud-ovest dell’abitato di Val Dorizzo con accesso dalla S.P.669 del Passo di Crocedomini, tale ambito, intercluso in un’area tra il fiume Caffaro e il torrente Sanguinera, rappresenta l’estensione verso sud della frazione di Val Dorizzo. L’area presenta pendenze di un certo rilievo in senso verticale, ancorché non limitative ad un suo utilizzo edificatorio ed è ben servita sia dalla viabilità che da alcuni servizi a rete di urbanizzazione,; l’impianto insediativo propone una destinazione residenziale con tipologie abitative unifamiliari o bifamiliari.

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ATR15: Localizzato al margine nord-est dell’abitato di Val Dorizzo con accesso dalla S.P.669 del Passo di Crocedomini, tale ambito, intercluso in un’area tra la strada provinciale sopracitata e il fiume Caffaro, rappresenta l’estensione verso nord della frazione di Val Dorizzo. L’area risulta pianeggiante ed è ben servita sia dalla viabilità che dai servizi a rete di urbanizzazione. L’impianto insediativo propone una destinazione residenziale con tipologie abitative unifamiliari o bifamiliari; è inoltre prevista un’area di mitigazione ambientale sul lato sud del comparto.

ATR16: Localizzato al margine destro dell’abitato di Prada con accesso da via Cerreto, tale ambito costituisce l’ampliamento verso est della frazione stessa. L’area presenta pendenze trasversali (est- ovest) che si accentuano allontanandosi dal tessuto urbano consolidato ed è ben servita sia dalla viabilità che da alcuni servizi a rete di urbanizzazione. Tale previsione si inserisce nel nuovo piano come riconferma da PRG e l’impianto insediativo propone una destinazione residenziale con tipologie abitative unifamiliari o bifamiliari.

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ATR17: Localizzato al margine sinistro dell’abitato di Prada con accesso da via Cerreto, tale ambito costituisce, insieme ai due ambiti di trasformazione ATR18 e ATR19 l’ampliamento verso ovest della frazione stessa. L’area presenta leggere pendenze trasversali (est-ovest) ed è ben servita sia dalla viabilità che da alcuni servizi a rete di urbanizzazione. Tale previsione si inserisce nel nuovo piano come riconferma da PRG e l’impianto insediativo propone una destinazione residenziale con tipologie abitative unifamiliari o bifamiliari.

ATR18: Localizzato al margine sinistro dell’abitato di Prada con accesso da via Cerreto, tale ambito costituisce, insieme ai due ambiti di trasformazione ATR17 e ATR19 l’ampliamento verso ovest della frazione stessa. L’area presenta pendenze trasversali (est-ovest) più accentuate ed è ben servita sia dalla viabilità che da alcuni servizi a rete di urbanizzazione; l’impianto insediativo propone una destinazione residenziale con tipologie abitative unifamiliari o bifamiliari.

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ATR19: Localizzato al margine sinistro dell’abitato di Prada con accesso da via Cerreto, tale ambito costituisce, insieme ai due ambiti di trasformazione ATR17 e ATR18 l’ampliamento verso ovest della frazione stessa. L’area presenta pendenze trasversali (est-ovest) accentuate sul margine ovest ed è ben servita sia dalla viabilità che da alcuni servizi a rete di urbanizzazione. Tale previsione si inserisce nel nuovo piano come riconferma da PRG e l’impianto insediativo propone una destinazione residenziale con tipologie abitative unifamiliari o bifamiliari.

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8.4.2.ATP Ambiti di Trasformazione Produttivi

Gli ambiti di trasformazione con previsioni di funzioni prevalentemente produttive comprendono aree interessate da fenomeni di dismissione (o comunque in situazione di sottoutilizzo) localizzate in adiacenza all’attuale zona artigianale, con previsione di nuovi insediamenti destinati a potenziare e migliorare la struttura produttiva esistente, mediante implementazione di nuove unità aziendali. Il progetto del Documento di Piano prevede 2 ambiti di trasformazione con destinazione prevalente produttiva, di cui una identificabile inoltre come riconferma del PRG vigente, localizzati una a Bagolino e l’altra a Ponte Caffaro.

ATP Ambiti di Trasformazione Produttivi

ID Superficie Superficie coperta

ATP 01 6.132 3.066 ATP 02 2.352 1.176 TOTALE 8.484 4.242

ATP01: Localizzato al margine est dell’abitato di Prada, tale ambito risulta intercluso in un’area tra la S.P. 669 del Passo Crocedomini e la strada di Pontedera. L’area risulta pianeggiante ed è ben servita sia dalla viabilità che da alcuni servizi a rete di urbanizzazione. Tale previsione si inserisce nel nuovo piano come riconferma da PRG e l’impianto insediativo prevede opere di mitigazione sia a livello di schermatura mediante opere a verde e sia a livello materico cromatico.

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ATP02: Localizzato al margine est dell’abitato di Ponte Caffaro con accesso da via Campini, tale ambito si pone a completamento della forma urbana, in continuità con la zona produttiva esistente. L’area risulta pianeggiante ed è ben servita sia dalla viabilità che dai servizi a rete di urbanizzazione. L’impianto insediativo prevede opere di mitigazione sia a livello di schermatura mediante opere a verde e sia a livello materico cromatico.

8.4.3.ATT Ambiti di Trasformazione Turistici

Gli ambiti di trasformazione con previsioni di funzioni prevalentemente turistiche-ricreative comprendono aree generalmente caratterizzate da una grande ricchezza di risorse di valore paesaggistico-ambientale (sistema lacuale, dei corsi d’acqua, della montagna) con previsioni di interventi finalizzati, oltre che a tutelare e valorizzare le risorse presenti, ad incentivare funzioni turistiche, ricreative e sportive. Il progetto del Documento di Piano prevede 3 ambiti di trasformazione con destinazione prevalente turistica, di cui una identificabile inoltre come riconferma del PRG vigente, localizzati due a Ponte Caffaro e una in località Barard.

ATT Ambiti di Trasformazione Turistici

ID Superficie

ATT 01 6.266 ATT 02 3.214 ATT 03 18.200 TOTALE 27.680

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ATT01: Localizzato al margine sinistro del camping Pian d’Oneda con accesso dalla via omonima, tale ambito si colloca nelle vicinanze del depuratore comunale e si pone a completamento della forma urbana, in continuità con la struttura ricettiva esistente. L’area risulta pianeggiante ed è ben servita sia dalla viabilità che da alcuni servizi a rete di urbanizzazione. L’impianto insediativo prevede opere di mitigazione sia a livello di schermatura mediante opere a verde e sia a livello materico cromatico.

ATT02: Localizzato al margine destro del camping Pian d’Oneda con accesso dalla via del Palo, tale ambito si pone a completamento della forma urbana, in continuità con la struttura esistente. L’area risulta pianeggiante ed è ben servita sia dalla viabilità che da alcuni servizi a rete di urbanizzazione. L’impianto insediativo prevede opere di mitigazione sia a livello di schermatura mediante opere a verde e sia a livello materico cromatico.

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ATT03: Localizzato lungo le pendici del Monte Maniva e lungo la strada omonima che dal territorio di Bagolino arriva nel territorio di Collio Val Trompia, tale ambito dovrà prevedere edifici compatibili con il contesto paesistico sia a livello tipologico che nell’uso dei materiali. L’area presenta pendenze di un certo rilievo in senso verticale, ancorché non limitative ad un suo utilizzo edificatorio. Tale previsione si inserisce nel nuovo piano come riconferma da PRG e l’impianto insediativo propone una costruzione da destinarsi a casa ed appartamenti per vacanza.

8.4.4.SUAP Sportelli Unici Attività Produttive

Le previsioni di SUAP indicate dal PGT si dovranno approvare secondo un progetto in variante al documento di Piano. attraverso procedura di cui al DPR del 7 settembre 2010 n.160 . Inoltre per tali ambiti , valutata la procedura di VAS già effettuata dal Documento di Piano, i SUAP potranno prevedere l’opportunità di procedere con la verifica di assoggettabilità a VAS. Gli sportelli unici per attività produttive con previsioni di funzioni prevalentemente turistiche-ricettive comprendono aree in prossimità componenti di pregio ambientale, tra cui i corsi d’acqua, il lago e la fascia pedemontana, con previsione di nuovi insediamenti a carattere prevalentemente ricettivo uniti ad interventi volti alla tutela e valorizzazione delle risorse ambientali e del paesaggio. Il progetto del Documento di Piano prevede 3 sportelli unici per attività produttive, localizzati due a Ponte Caffaro e una a Bagolino.

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SUAP Sportelli Unici Attività Produttive

ID Superficie

SUAP 02 2.148 SUAP 03 11.570 SUAP 04 2.102 TOTALE 15.820

SUAP02: Localizzato al margine destro del camping Pian d’Oneda con accesso dalla via del Palo, tale ambito, collocato nelle vicinanza del lago, si pone a completamento della forma urbana, in continuità con la struttura ricettiva esistente. L’area risulta pianeggiante ed è ben servita sia dalla viabilità che da alcuni servizi a rete di urbanizzazione. L’impianto insediativo dovrà prevedere una struttura alberghiera e una fascia di mitigazione sia a livello di schermatura mediante opere a verde e sia a livello materico cromatico.

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SUAP03: Localizzato al margine sud dell’abitato di Ponte Caffaro con accesso dalla S.P. 237 del Caffaro, tale ambito, collocato nelle vicinanza del cimitero, si pone nelle vicinanze del contesto urbanizzato a conclusione dello stesso. L’area presenta leggere pendenze trasversali (est-ovest) ed è ben servita sia dalla viabilità che da alcuni servizi a rete di urbanizzazione. L’impianto insediativo dovrà prevedere una struttura alberghiera e una fascia di mitigazione sia a livello di schermatura mediante opere a verde e sia a livello materico cromatico.

SUAP04: Localizzato al margine sud dell’abitato di Bagolino con accesso da via Forno, tale ambito rappresenta l’estensione verso sud dell’urbanizzato di Bagolino, interessando una porzione di territorio compresa tra via Forno e il fiume Caffaro. L’area presenta leggere pendenze trasversali ed è ben servita sia dalla viabilità che da alcuni servizi a rete di urbanizzazione. L’impianto insediativo dovrà prevedere una struttura alberghiera e una fascia di mitigazione sia a livello di schermatura mediante opere a verde e sia a livello materico cromatico.

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8.4.4.1. Progetto Strategico del Maniva Il progetto strategico sovracomunale è finalizzato alla valorizzazione delle potenzialità turistiche afferenti alle peculiarità ambientali e sportive del comprensorio del Maniva e del Collegamento infrastrutturale fra Val Trompia e Val Sabbia.

Il progetto strategico sovracomunale del Maniva sarà un Piano Norma Attuativo con effetto di variante al Documento di Piano e al Piano delle Regole e con contenuti paesistici di tipo prescrittivo.

Il comprensorio territoriale del Maniva, posto nei territori di reciproca competenza dei Comuni di Collio e Bagolino, nella località omonima, presenta caratteristiche molto significative per uno sviluppo socio economico fondato sulla valorizzazione delle peculiarità ambientali e delle vocazioni connesse anche agli sports invernali.

In considerazione delle condizioni reali della porzione di territorio interessata (oggetto tra l’altro di una serie di iniziative ed investimenti recenti tesi al rilancio del utilizzo sciistico) viene individuato come obbiettivo prioritario la necessità di una strategia unitaria fra comuni interessati Collio VT e Bagolino) coordinati con le rispettive Comunità Montane Val Trompia e Valle Sabbia, la Provincia di Brescia e la Regione Lombardia ciascuno per le proprie competenza in tema, in grado di integrare i principali fattori di rilancio ed attratività che preveda il recupero delle potenzialità insite nell’area sottoutilizzata anche mediante la riqualificazione e valorizzazione turistica del contesto locale nonché il suo sviluppo in una logica di sostenibilità ambientale.

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Al fine di razionalizzare le azioni sul territorio, di iniziativa pubblica e privata, si rende necessario dotare i comuni, di uno strumento di coordinamento sovraordinato anche con effetti rispetto al PTCP, che analizzando nel dettaglio le condizioni, ambientali, infrastrutturali, urbanistiche e socio economiche dell’ambito, delinei le strategie generali, le azioni dirette ed indirette e le modalità anche temporali d’intervento, anche con effetti sugli atti di pianificazione locali e provinciale. Con riferimento ai contenuti del “Masterplan per progetto integrato strategico per il rilancio del comprensorio del monte Maniva” posto a base del Accordo di Programma Regionale in itinere finalizzato al progetto strategico di sviluppo, potenziamento infrastrutturale e valorizzazione turistica dell’area, nonché ai contenuti del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e conseguentemente a valutazioni di natura giuridica e procedurale effettuate con il competente Assessorato provinciale e con i comuni interessati e le presidenze delle Comunità Montane di Valle Trompia e Valle Sabbia, si è ritenuto necessario promuovere,anche per i motivi ulteriori sottoesposti, un Progetto Strategico di iniziativa locale ma di interesse Provinciale ai sensi dell’art. 16 delle NTA del PTCP vigente.

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Il criterio fondamentale su cui verrà impostato il Progetto Strategico e le conseguenti declinazioni attuative è la sostenibilità territoriale ambientale delle iniziative prevedibili, fondata sull’analisi delle condizioni attuali relative ai sistemi territoriali, convenzionalmente utilizzabili (ambientale, paesaggio e beni culturali, mobilità ed insediativo) interrelate con il sistema socio economico. La sostenibilità territoriale ambientale, obbiettivo e non solo condizione del rilancio economico del comprensorio, verrà perseguita non solo come momento di verifica connesso alle procedure di legge di Valutazione Ambientale Strategica e, all’occorrenza sui progetti, di Valutazione d’impatto Ambientale, ma come fattore imprescindibile nella determinazione di dettaglio dei limiti e delle vocazioni dei singoli ambiti territoriali.

Il Progetto Strategico del comprensorio del Maniva non vuole essere un piano di marketing turistico, ma un documento che esprime e delinea il percorso di sviluppo integrato e sostenibile per il territorio interessato, con riferimento ai comuni (Collio e Bagolino) ed alle comunità montane (Val Trompia e Valle Sabbia).

L’elaborazione definitiva del piano dovrà nascere dall’ascolto del territorio interessato nella sua accezione ampia di riferimento, dall’analisi dei dati economici riferiti alle diverse attività produttive del territorio, dall’ascolto degli ospiti estivi ed invernali, e dall’analisi comparata di quanto osservato rispetto ai trend economici e turistici globali. La costruzione partecipata e relazionale del Progetto Strategico sarà un fattore determinante per capire il valore del documento, che non esprimerà solo una serie di indicazioni elaborate da un gruppo di esperti, ma dovrà far emergere dal territorio stesso una visione di sistema, che orienti lo sviluppo della zona nei prossimi anni, e possa essere una guida condivisa e un punto di riferimento. È lecito affermare che il Progetto Strategico dovrà essere il frutto anche di un processo di progettazione partecipata, di cui vero protagonista è il territorio delle parti alte delle due valli interessate. In sintesi, il progetto conterrà una proposta concreta per lo sviluppo sostenibile dell’ambito interessato, che si sintetizza in una “mission di territorio”, affiancata da obiettivi e strategie, quindi da iniziative ed azioni specifiche e, più in dettaglio: ¾ la proposta per una strategia globale integrata di territorio - nata da fase di ascolto del territorio, per raccogliere problematiche, stimoli e desiderata rispetto allo sviluppo prospettico, successivamente analizzati ed elaborati dagli esperti; ¾ la proposta di una strategia che mira a superare le logiche locali per collocarsi in una logica di sistema, costruita a partire dal riconoscimento e dalla valorizzazione delle identità, specificità e dai valori che i singoli ambiti esprimono; ¾ una proposta di strumenti di governo e di controllo, di coinvolgimento e di responsabilizzazione, affiancati ad una proposta di processi di promozione, educazione, stimolo e accompagnamento, affinché il Piano possa essere tradotto in realtà; ¾ le basi per dare avvio ad un percorso nuovo, ad una evoluzione culturale, per un nuovo approccio al governo e alla gestione delle risorse territoriali, ma anche umane, in una logica complessiva di sviluppo sociale ed economico sostenibile;

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Il percorso verso il futuro delineato dal Progetto Strategico si articolerà attorno ad alcune evidenze, frutto dell’elaborazione, da parte del gruppo di lavoro ed in condivisione con territorio, di quanto emerso dall’analisi dei dati freddi e dall’ascolto del territorio stesso: ¾ Verso la terziarizzazione equilibrata e l’intersettorialità dell’economia delle “parti alte” delle Valli Trompia e Sabbia”: fin dalle analisi preliminari emerge chiaramente che lo sviluppo futuro della valle si giocherà soprattutto sul settore terziario; risulta altresì essenziale garantire, in prospettiva, un dialogo sempre più forte tra questo settore e le attività tradizionali legate alla montagna, in una logica di valorizzazione reciproca ed al fine di garantire il mantenimento delle risorse ambientali sulle quali il terziario poggia; ¾ Il comprensorio del Maniva come sistema economico integrato di collegamento ed interconnessione economica fra le parti più montane delle due valli ed i percorsi dei flussi economici consolidati ma soprattutto generabili; L’esistenza di differenti vocazioni economiche, e di tipologie differenti di turisti che la frequentano nelle diverse aree di influenza costituisce una ricchezza da valorizzare, e non un pretesto per forzare processi di divisione ed individualismo; ¾ Il riconoscimento delle priorità di sviluppo per il comprensorio: saranno identificate delle priorità di intervento rispetto a quanto già preliminarmente individuato negli elaborati allegati e di seguito nella presente, che riguardano investimenti in infrastrutture, mobilità, assetto urbanistico, tutela e valorizzazione dell’ambiente, ma che riguardano anche la componente immateriale del sistema territoriale, e quindi le competenze necessarie per guidare e gestire il percorso di sviluppo, l’innovazione del prodotto turistico della zona, l’immagine che il territorio proietta all’esterno e l’innovazione della marca identificativa.

Alcune sezioni del Progetto Strategico di Sviluppo Sostenibile sono state, fin dalla elaborazione preliminare, dedicate al ruolo del turismo nell’economia dell’alta Valle Trompia e Valle Sabbia. Questa scelta non è da considerarsi scontata, né derivante da una presa di posizione a priori, bensì frutto dell’analisi e dell’ascolto del territorio. Riassumendo, nel sistema generabile dal comprensorio del Maniva, il ruolo del turismo si può così sintetizzare: ¾ è uno dei settori trainanti dell’economia della zona, sia in termini diretti che di indotto; ¾ al turismo si legano molte attività dei servizi, dell’artigianato e dell’agricoltura; ¾ in una parte delle Valli, che oggi non rappresenta il motore economico dell’intera territorio, un percorso storico, in parte spontaneo e scoordinato, ha portato alla all’individuazione della necessità di una specializzazione turistica; ¾ il turismo è, anche in prospettiva, il settore di riferimento, ma per questo ha bisogno dell’attività di altri settori e comparti produttivi. L’attività turistica risulta coerente con il percorso di sviluppo futuro che il lavoro di ricerca e di confronto con il territorio ha individuato, e in particolare il turismo è: ¾ coerente con il processo di terziarizzazione in atto, ovvero con il passaggio dall’economia delle merci all’economia dei servizi; ¾ coerente con la disponibilità di risorse paesaggistiche e culturali di valore eccezionale: in questo senso il fattore culturale ed identitario dell’alta Valle Trompia e dell’alta Valle Sabbia

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(integrata con altri fattori consolidati d’attrazione come la Rocca d’Anfo, il lago d’Idro ed il nucleo di antica formazione di Bagolino, contribuisce in maniera determinante a rendere l’offerta turistica unica, distintiva e culturalmente di qualità; ¾ coerente con il percorso di sviluppo che potrà caratterizzarsi sulla base di iniziative già avviate e all’affermazione di competenze, capacità, progettualità esistenti, nonché allo sviluppo delle medesime in un’ottica di continua innovazione.

Di seguito viene riportato un estratto della relazione allegata alla proposta di Progetto Strategico I contenuti ed i dati seguenti sono estratti dalla proposta di Progetto Strategico depositata in data 18 febbraio 2011 all’Assessorato Assetto Territoriale della Provincia di Brescia, al comune di Bagolino e al comune di Collio, pertanto si rimanda ad esso per maggiori ulteriore definizione e approfondimenti.

La proposta preliminare di progetto strategico, può essere sinteticamente riassunta dal punto di vista insediativo, ipotizzando i seguenti interventi: - recupero e valorizzazione del patrimonio edilizio rurale anche con riconversione ai fini turistico ricettivi integrati (es. albergo diffuso) degli edifici dismessi; - realizzazione di infrastrutture di servizio alla mobilità (parcheggi anche di scambio con mobilità sportiva) - potenziamento delle strutture ricettive presenti anche con nuove edificazioni; - realizzazione di strutture atte al miglioramento della capacità attrattiva e ricettiva anche riferita ai periodi non connessi agli sports invernali (SPA ecc) - realizzazione del collegamento intervallivo mediante nuovo tratto deviante della strada comunale che sale da Bagolino al Maniva e collegamento alla SP delle tre valli; -interventi di miglioramento e valorizzazione dei percorsi di fruizione paesistica ed ambientale; -interventi di valorizzazione delle peculiarità e degli endemismi naturalistici (azioni di tutela assoluta); -potenziamento del sistema d’infrastrutturazione di servizio agli sposrts invernali; -razionalizzazione delle previsioni insediative del PRG vigente di Bagolino (anche derivante da ambiti limitrofi oggetto di stralcio dallo strumento generale in itinere), con delocalizzazione mirata e ambientalmente verificata del peso insediativo complessivo anche interessante l’ambito afferente amministrativamente a Collio VT (c.ca mc 100.000 da ripartire indicativamente nel 50% per aziende alberghiere ex art.22 c.2 lett.a) e b) LR 15/2007, nel 10 % da adibire a ristorazione e commercio di servizio e nel 40% da adibire a residenza per vacanze o assimilabile);

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Il progetto strategico definitivo si farà carico della verifica puntuale di sostenibilità paesistica ed ambientale delle previsioni, mediante definizione progettuale di massima e verifica con piano paesistico di contesto.

8.5. Quota di sostenibilità dei costi per l’attuazione del piano dei servizi “standard di qualità aggiuntiva” L’applicazione e la legittimazione dei dispositivi di natura perequativa e compensativa, finanziaria ed ambientale, nonché di incentivazione urbanistica, sono finalizzate al raggiungimento di alti livelli di condivisione sociale delle scelte, di sostenibilità economica ed ambientale degli interventi e di opportunità di attuazione di azioni di riqualificazione e valorizzazione paesaggistica della città e del territorio e di miglioramento della qualità dei luoghi dell’abitare. La perequazione adottata dal Piano viene prevista dal punto di vista generale del territorio attraverso l’obbligo di dotazione di “quota di sostenibilità dei costi per l’attuazione del Piano dei Servizi” di valore proporzionale alla volumetria o s.l.p prevista. La perequazione urbanistica scelta si basa su un’equa ed uniforme distribuzione di diritti edificatori nei comparti previsti indipendentemente dalla localizzazione delle aree per attrezzature pubbliche e dei relativi obblighi nei confronti del Comune. Per gli Ambiti di Trasformazione Residenziali proposti, sia interni al tessuto urbano consolidato che esterni ad esso, è previsto il riconoscimento di una quota di competenza dei costi per l’attuazione del Piano dei Servizi quantificata in n°10 volte gli oneri di urbanizzazione secondaria. Per gli Ambiti di Trasformazione Produttivi artigianali industriali proposti, è previsto il riconoscimento di una quota di competenza dei costi per l’attuazione del Piano dei Servizi quantificata in n°4 volte gli oneri di urbanizzazione secondaria. Per gli Ambiti di Trasformazione Turistici proposti, è previsto il riconoscimento di una quota di competenza dei costi per l’attuazione del Piano dei Servizi quantificata in n°2 volte gli oneri di urbanizzazione secondaria. Per gli Sportelli Unici Attività Produttive indicati a destinazione turistica, è previsto il riconoscimento di una quota di competenza dei costi per l’attuazione del Piano dei Servizi quantificata in n°2 volte gli oneri di urbanizzazione secondaria. I criteri stabiliti nel presente atto riguardano una sorta di compensazione “anomala” non basata su attribuzione diretta di diritti volumetrici da trasferire sulle aree per servizi, ma attraverso l’utilizzo della risorse aggiuntive ottenute dalla redistribuzione di parte dei benefici fondiari assegnati.

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L’attuazione delle opere e/o l’acquisizione delle aree per servizi è spalmata in modo eguale e proporzionato in base a quanto ottenuto grazie ai benefici concessi sotto il profilo dei diritti volumetrici. L’individuazione e l’attuazione sono demandate alle previsioni del Piano dei Servizi da definire secondo scelte e priorità in sede di approvazione dei piani attuativi degli Ambiti di Trasformazione. Non è consentita la trasferibilità o commercializzazione dei diritti edificatori tra gli ambiti di trasformazione

8.6.Le politiche d’intervento: obiettivi e limiti temporali

Il Documento di Piano definisce, in coerenza con gli obiettivi a valenza strategica prefissati e con le politiche per la mobilità, specifiche politiche di intervento e linee di azione per la mobilità, per la residenza e per le attività produttive primarie, secondarie e terziarie.

Le previsioni relative agli ambiti di trasformazione residenziale potranno essere attuate entro un limite della metà delle medesime nel primo quinquennio. Il monitoraggio relativo allo stato di attuazione e di utilizzo degli alloggi consentirà eventuali anticipi della quota successiva.

Le previsioni insediative afferenti agli Ambiti di Trasformazione residenziali (AT) saranno oggetto di attivazione temporalmente dilazionata. A tale scopo, con cadenza biennale dalla data di approvazione del Piano, l’Amministrazione Comunale mediante pubblico bando renderà nota la possibilità di approvare proposte che prevedano complessivamente il limite indicativo del 20% delle previsioni insediative. Fra i criteri di scelta delle eventuali proposte in esubero troveranno priorità quelle connesse all’attuazione delle infrastrutture viarie e/o quelle particolarmente significative per scelte progettuali attinenti alla morfologia ed alla qualità realizzativi eco-compatibile.

Le previsioni degli Ambiti di Trasformazione sono comunque oggetto di possibile revisione in qualunque momento da parte dell’A.C. secondo le procedure di variante al Documento di Piano senza la necessità di preventiva motivazione di interesse pubblico ma semplicemente per definire, anche altrove, scelte con un migliorato (e comprovato dal monitoraggio) livello di coerenza rispetto agli obbiettivi strategici.

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9.TRASFORMAZIONI DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO DISCIPLINATE DAL PIANO DELLE REGOLE

9.1.PII Programmi Integrati d’Intervento I PII verrano disciplinati nella normativa del Piano delle regole, ma si ritene comunque fondamentale descrivere tali previsioni in quanto saranno poi connesse sia con il tessuto già urbanizzato che con gli ATR e ATP del progetto di Piano.

PII01: L’ambito è localizzato ad est dell’abitato di Ponte Caffaro lungo l’argine destro del fiume Caffaro precisamente su una traversa di via Campini. Oggi l’area risulta occupata da edifici con destinazione residenziale e produttiva-artigianale. Obiettivo di piano è quello di un suo razionale recupero e viene quindi proposto un Programma Integrato d’Intervento per la strategicità che questo riveste al fine di poter accogliere una pluralità funzionale.

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9.2.PA Piani Attuativi

I PA verrano disciplinati nella normativa del Piano delle regole, ma si ritene comunque fondamentale descrivere tali previsioni in quanto saranno poi connesse sia con il tessuto già urbanizzato che con gli ATR e ATP del progetto di Piano.

PA01: Localizzato all’interno del centro abitato di Ponte Caffaro con accesso da via Tito Speri e da una traversa di via San Valentino, tale ambito risulta attualmente utilizzato a prato e trattasi di previsione con destinazione prevalente residenziale riconfermata da PGT; è prevista un’area di mitigazione ambientale lungo il lato ovest.

PA02: Localizzato all’interno del centro abitato di Ponte Caffaro con accesso da una traversa di via San Valentino, tale ambito a futura trasformazione residenziale risulta attualmente utilizzato prevalentemente a prato e sulla quale insiste un manufatto edilizio di carattere residenziale.

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PA03: Localizzato all’interno del centro abitato di Ponte Caffaro con accesso da via Moretto, tale ambito, intercluso in un’area tra via Castelli e via San valentino, risulta attualmente utilizzato a prato e trattasi di previsione con destinazione prevalente residenziale riconfermata da PGT; sono previste delle aree di mitigazione ambientale lungo il lato verso via Castelli e verso via San Valentino.

PA04: Localizzato all’interno del centro abitato di Ponte Caffaro con accesso da via San Valentino, tale ambito, limitrofo ad un ambito sottoposto a futura trasformazione (ATR01), risulta attualmente utilizzato prevalentemente a prato e sulla quale insistono alcuni manufatti edilizi. Trattasi di previsione con destinazione prevalente residenziale riconfermata da PGT, in cui sono previste delle aree di mitigazione ambientale lungo il lato sud verso via XI Febbraio e il lato ovest.

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PA05: Localizzato al margine del centro abitato di Ponte Caffaro con accesso da via Papa Giovanni XXIII, tale ambito, limitrofo ad un ambito sottoposto a futura trasformazione (ATR04), risulta attualmente utilizzato a prato e trattasi di previsione riconfermata da PGT.

PA06: Localizzato al margine sud del centro abitato di Ponte Caffaro con accesso da via di Mezzo e contiguo al PA07, tale ambito a futura trasformazione residenziale risulta attualmente utilizzato a prato.

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PA07: Localizzato al margine sud del centro abitato di Ponte Caffaro con accesso da via di Mezzo e contiguo al PA06, tale ambito a futura trasformazione residenziale risulta attualmente utilizzato a prato.

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10.VERIFICA DEL CONSUMO DI SUOLO DEL PGT 10.1.L’utilizzo del suolo

Il Documento di Piano prevede fra gli obiettivi principali stabiliti in sede programmatica il miglioramento della qualità del sistema urbano e, quindi, delle condizioni generali di utilizzo di suolo. Tale obiettivo verrà attuato attraverso interventi riguardati la limitazione al consumo di suolo ai soli fini residenziali, privilegiando le destinazioni ricettive, la riqualificazione e il recupero del patrimonio edilizio esistente, il potenziamento e la riqualificazione dei servizi esistenti, l’incremento della dotazione di standard di qualità aggiuntiva.

In ragione di tali intenti sono state individuate delle politiche di interventi, che coinvolgono ambiti già urbanizzati ed ambiti di trasformazione di nuova formazione. Questi ultimi in particolare sono stati localizzati, pertanto, sulla base del principio generale del contenimento del consumo di suolo e della concentrazione insediativa negli ambiti territoriali identificativi e soggetti a recupero e riqualificazione in opposizione alle dinamiche attuali di sviluppo della città diffusa e indifferenziata e con l’espresso intento di rispondere solo alle effettive richieste di trasformazione del territorio pervenute all’amministrazione comunale. La dispersione insediativa è un fenomeno che modifica e degrada l’assetto urbano e del territorio, generando una condizione di urbanizzazione indifferenziata da evitare soprattutto in contesti che possono ancora mantenere intatto il loro carattere, così come risulta essere il caso di Bagolino. Le scelte operate nella localizzazione sul territorio degli ambiti di trasformazione pertanto li collocano essenzialmente in prossimità del tessuto urbano consolidato, andando a definire e riconquistare il limite urbanizzato e ambiente rurale montano, rafforzando, dunque, il limite della “città” costruita.

Si evidenzia la scelta attenta del Comune rispetto al nuovo strumento: contrazione dei parametri del consumo di suolo attraverso puntuale verifica delle possibilità attuative e analisi sulla riconferma di previsioni previgenti non attivate Per quanto concerne la quantità aggiuntiva del nuovo strumento generale si evidenzia che la voce di maggior entità è rappresentata dagli ambiti di trasformazione residenziali. Questo in armonia ai criteri adottati appunto dal Piano riguardanti il contenimento del consumo di suolo, la ricucitura degli ambiti interstiziali al margine del sistema edificato non ancora urbanizzati.

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STIMA CONVENZIONALE DI CONSUMO DI SUOLO con riferimento all'art. 141 delle NTA del PTCP Comune di BAGOLINO Tipo di comune: montano PGT Periodo di riferimento gli ultimi 10 anni: 1999 2009

Popolazione e famiglie 1999 2009 Variaz.Ass. Variazione % Popolazione al 31/12: 3.942 3.937 -5 -0,13% Famiglie al 31/12: 1.587 1.732 145 9,14% Popolazione residente/famiglia 2,48 2,27

Saldo naturale nel periodo considerato Nati (0-n): 396 Morti (0-n): 521 Saldo naturale (nati-morti) (0-n): -125

Dati Crescita esogena media del SUS (%): 6,6% Crescita esogena media del SUS (n.famiglie): 114

CONVENZIONALE (1+2+3+4) 1.971.445 (A) PARCHI URBANI SOVRACOMUNALI E 0,00 TO TERRITORIALI REALIZZATI (5) SUOLO COMPLESSIVO (6+7) 1.971.445 URBANIZZA

IN ESSERE (residuo del Prg prev igente non interessato da permessi di costruire) (12) 168.162 AGGIUNTIVO (nuov o PGT) (14) 95.014 PARCHI URBANI SOVRACOMUNALI E TERRITORIALI PREVISTI (13) 0 COMPLESSIVO (18+19+20) 263.176 STANDARD ARRETRATO (17) 0 SUOLO URBANIZZABILE SUOLO CONVENZIONALE (18+19+22) 263.176 (B)

SUOLO EFFETTIVAMENTE CONSUMATO ED IMPEGNATO 2.234.621,08 (C=A+B) DA PGT (PREVISTO)

Calcoli DA CALCOLO MEDIO DEL SUS* ENDOGENO 83.964,92 (D) ESOGENO 48.071,81 104.092,30 (E)

NUOVO SUOLO URBANIZZABILE POTENZIALE (ai sensi 2.103.481,73 2.159.502,22 (F=A+D+E) dell'art. 141 NTA PTCP)

DIFF (SUOLO CONSUMATO ED IMPEGNATODA PRG) - 131.139,35 75.118,86 (G=C-F) (SUOLO POTENZIALE)

SUOLO ESOGENO DA CONCERTARE CON LA 48.071,81 104.092,30 PROVINCIA

PTCP SUOLO ESOGENO ULTERIORE (da concertare 131.139,35 75.118,86

Art. 13 NTA del NTA del 13 Art. con il SUS su intesa con la provincia)

*crescita esogena media riferita al SUS con minimo 50 famiglie

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DOMANDA ENDOGENA: è la domanda di nuov i suoli da urbanizzare conseguente alla v ariazione del numero di famiglie dov uta a due fattori il saldo naturale e la dimensione media delle famiglie, ipotizzando che non v i siano scambi con l'esterno DOMANDA ESOGENA: è la differenza fra la domanda totale e quella endogena

Comp. medio fam.(n) = (pop(n)/fam.(n) 2,27 persone/fam. Fam. End.(n) = (pop.(0)+S.n.(0-n)) / (pop(n)/fam.(n)) 1.679 fam

C. End.(0-n) = Fam. End.(n) - fam.(0) 92 fam C. End.(0-n) = Fam. End.(n) - fam.(0)** 92 fam C. Esog.(0-n) = fam.(n) - Fam. End.(n) 53 fam C. Tot.(0-n) = C. End.(0-n) + C. Esog.(0-n) 145 fam **crescita endogena minimo 20 famiglie o l'1% di quelle esistenti all'inizio dell'arco temporale di riferimento

T. End.(0-n) = C. End. / fam.(0) 5,81 % T. Esog.(0-n) = C. Esog. / fam.(0) 3,33 % T. Tot.(0-n) = T. End.(0-n) + C. Esog.(0-n) 9,14 %

Il calcolo del consumo di suolo v iene determinato così: Urb./fam.(n) = Urb.(n)/fam.(n) 1.138 mq/fam Urb./fam.(n) = Urb.(n)/fam.(n)*** 911 mq/fam Urb. End. = Urb./fam.(n) * C. End.(0-n) 83.965 mq Urb. Esog. = Urb./fam.(n) * C. Esog. (0-n) 48.072 mq ***L'urb./fam.(n), con esclusione dei comuni montani con popolazione < di 3000 ab, è ridotto dell'20%

(Art. 141 PTCP) Sono comprese nelle quote di consumo del suolo le destinazioni: °Zone a mix produttivo prev alentemente industriale (Art.132) °Zone ecologicamente attrezzate (Art. 133) °Insediamenti turistici (Art. 136) °Insediamenti commerciali: grandi strutture di v endita di area estesa e sov racomunali (Art. 134 punti 1 e 2) °Insediamenti per serv izi (Art. 135)

(1)Il suolo urbanizzato è: °interessato dalle infrastrutture stradale e ferrov iarie °zone omogenee A,B,C,D,F ad esclusione dei lotti liberi e delle zone di espansione non già interessate dai permessi di costruire alla data del 31/12 dell'anno antecedente l'adozione del PRG °sono esclusi i servizi di liv ello comunale costituenti standards destinati al fabbisogno arretrato e le zone F in qualità di parchi urbani (Art. 139) e territoriali (2)Per il calcolo della crescita esogena devono essere usati i tassi di crescita medi del sistema urbano di riferimento

popolazione rilev ata all'inizio dell'arco temporale di riferimento pop.(0): popolazione rilev ata alla fine dell'arco temporale di riferimento pop.(n): saldo naturale rilev ato nell'arco temporale i riferimento S.n.(0-n): famiglie rilevate alla fine dell'arco temporale di riferimento fam.(0): famiglie rilev ate all'inizio dell'arco temporale di riferimento fam.(n): famiglie endogene determinate dalla somma della popolazione rilev ata all'inizio dell'arco temporale Fam. End.: considerato e del saldo naturale registratosi nello stesso periodo, div isa per il rapporto componenti/famiglia rilev ato alla fine dell'arco temporale stesso.

crescita endogena relativ a all'arco temporale considerato (decennio) C. End.: crescita esogena relativa all'arco temporale considerato (decennio) C. Esog.: tasso di crescita endogena relativ o all'arco temporale considerato T. End.: tasso di crescita esogena relativ o all'arco temporale considerato T. Esog.:

superficie di suolo urbanizzato alla fine del periodo considerato Urb.(n): quota media di suolo urbanizzato per famiglia alla fine del periodo considerato, ridotta del 20% Urb./fam(n): esclusi i couni montani con popolazione inferiore ai 3000 abitanti al fine di contenere il consumo di suolo quota complessiv a di consumo di suolo per esigenze endogene Urb. End.: quota complessiv a di consumo di suolo per esigenze esogene Urb. Esog.:

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Dati consumo di suolo PGT Suolo urbanizzato (consolidato) MQ %

Infrastrutture stradali: 550.000 27,90%

1 TOTALE INFRASTRUTTURE 550.000

NAF Nuclei di Antica Formazione 119.839 6,08%

Ambiti residenziali ad alta densità 79.528 4,03%

Ambiti residenziali a media densità 317.046 16,08%

Ambiti residenziali a bassa densità 201.934 10,24% Ambiti RESIDENZIALI Ambiti residenziali a rada densità 29.649 1,50%

Ambiti ad alta incidenza di verde privato 19.623 1,00%

2 TOTALE AMBITI RESIDENZIALI 767.619 Ambiti produttivi artigianali 241.097 12,23%

Ambiti produttivi turistici 22.516 1,14% Ambiti PRODUTTIVI Ambiti produttivi turistici (campeggi) 54.563 2,77%

Ambiti destinati a produttivo ittico 20.848 1,06%

3 TOTALE AMBITI PRODUTTIVI 339.024

Ambiti destinati a Ambiti destinati a SERVIZI 314.802 15,97% SERVIZI 4 TOTALE AMBITI DESTINATI A SERVIZI 314.802

5 Parchi urbani 0

6 CONVENZIONALE (1+2+3+4) 1.971.445 100,00%

PARCHI URBANI SOVRACOMUNALI E TERRITORIALI

7 TO 0 REALIZZATI (5) SUOLO SUOLO

8 URBANIZZA COMPLESSIVO (6+7) 1.971.445

Suolo urbanizzabile di espansione SUOLO URBANIZZABILE DI CUI AL PIANO DELLE REGOLE

Infrastrutture stardali di progetto (infrastruttura di carattere 55.000 sovracomunale non computata ai fini del consumo di suolo)

TOTALE INFRASTRUTTURE REGOLE DELLE DI CUI AL PIANO 0 NAF Nuclei di Antica Formazione 0 0,00%

Ambiti residenziali ad alta densità 0 0,00%

Ambiti residenziali a media densità 0 0,00% Ambiti RESIDENZIALI Ambiti residenziali a bassa densità 0 0,00%

Ambiti residenziali a rada densità 0 0,00%

Ambiti ad alta incidenza di verde privato 0 0,00%

TOTALE AMBITI RESIDENZIALI 0

PA 01 5.172 1,97%

PA 02 3.908 1,49%

PA PA 03 4.279 1,63%

PA 04 4.862 1,85%

PA 05 3.594 1,37%

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PA 06 2.028 0,77%

PA 07 2.893 1,10%

TOTALE PIANI ATTUATIVI 26.735

PII 01 10.328 3,92%

PII PII 02 in corso 10.407 3,95%

PII 03 in corso 1.316 0,50%

TOTALE PROGRAMMI INTEGRATI DI INTERVENTO 22.051 Ambiti PRODUTTIVI Ambiti produttivi artigianali 0 0,00%

TOTALE AMBITI PRODUTTIVI 0

Ambiti destinati a SERVIZI di progetto 45.682 17,36% SERVIZI TOTALE AMBITI DESTINATI A SERVIZI 45.682

Parchi urbani sovracomunali e territoriali non realizzati

12 TOTALE QUANTITA' DI CUI AL PIANO DELLE REGOLE 94.468

TRASFORMAZIONI DI CUI AL DOCUMENTO DI PIANO -PROPOSTE

Esterne al Tessuto Urbano Consolidato MQ

ATR 01 8.487 n 3,22% ATR 02 12.371 r 4,70% ATR 03 3.972 n 1,51% ATR 04 7.278 r 2,77% ATR 05 subA 4.236 r 1,61% ATR 05 subB 1.962 r 0,75%

ATR 06 2.423 n 0,92% AL DOCUMENTO DI PIANO TRASFORMAZIONI PROPOSTE DI CUI ATR 07 8.391 n 3,19% ATR 08 9.192 n 3,49% ATR 09 2.024 n 0,77% ATR ATR 10 2.434 n 0,92% ATR 11 4.897 r 1,86% ATR 12 sub A 6.626 n 2,52% ATR 12 sub B 4.242 n 1,61% ATR 14 6.033 n 2,29% ATR 15 8.326 n 3,16% ATR 16 2.986 r 1,13% ATR 17 8.020 r 3,05% ATR 18 5.212 n 1,98% ATR 19 5.205 r 1,98% TOTALE ATR 114.317

ATT 01 6.266 n 2,38% ATT ATT 02 3.214 n 1,22% ATT 03 20.607 r 7,83% TOTALE ATT 30.087

ATP 01 6.132 r 2,33% ATP ATP 02 2.352 n 0,89% TOTALE ATP 8.484

SUAP 02 2.148 n 0,82% SUAP SUAP 03 11.570 n 4,40% SUAP 04 2.102 n 0,80%

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TOTALE SUAP 15.820

13 Totale quantità urbanizzabili Riconfermate (r) 73.694 r

14 Totale quantità urbanizzabili da nuovo PGT (n) 95.014 n

TOTALE QUANTITA' DI CUI AL DOCUMENTO DI PIANO 168.708

15 TOTALE quantità urbanizzabili da nuovo strumento urbanistico PGT 263.176 100,00%

16 Parchi urbani sovracomunali e territoriali di progetto: 0

17 Fabb pregresso standard < standard di legge = 26,5 mq/ab): 0

IN ESSERE (residuo del Prg previgente non interessato da 18 168.162 permessi di costruire) (12) 19 AGGIUNTIVO (nuovo PGT) (14) 95.014

PARCHI URBANI SOVRACOMUNALI E TERRITORIALI 20 0 PREVISTI (13) 21 COMPLESSIVO (18+19+20) 263.176

22 STANDARD ARRETRATO (17) 0

23 URBANIZZABILE SUOLO CONVENZIONALE (18+19+22) 263.176

SUOLO URBANIZZABILE

36% IN ESSERE (residuo del Prg previgente non interessato da permessi di costruire) (12+13) 64% AGGIUNTIVO (nuovo PGT) (14)

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Esogeno Esogeno da Quantità di esubero Consumo suolo Suolo urbanizzato % Suolo urbanizzabile Endogeno medio del concertare con la dell'esogeno medio SUS provincia

SUOLO EFFETTIVAMENTE CONSUMATO 1.971.445,00 88,22% 263.176,08 11,78% ED IMPEGNATO DA PGT (PREVISTO)

DIFF (SUOLO CONSUMATO ED IMPEGNATODA PRG) - (SUOLO 1.971.445,00 83.964,92 104.092,30 POTENZIALE) MODALITA' CONCERTAZIONE 1.971.445,00 83.964,92 104.092,30 75.118,86

Rappresentazione grafica consumo di suolo totale

MODALITA' CONCERTAZIONE 1.971.445,00 83.964,92 104.092,30

DIFF (SUOLO CONSUMATO ED IMPEGNATODA PRG) - (SUOLO 1.971.445,00 83.964,92 104.092,30 POTENZIALE)

SUOLO EFFETTIVAMENTE CONSUMATO ED IMPEGNATO DA 1.971.445,00 263.176,08 PGT (PREVISTO)

Suolo urbanizzato Suolo urbanizzabile Endogeno Esogeno medio del SUS Esogeno da concertare con la provincia Quantità di esubero dell'esogeno medio

Rappresentazione grafica consumo di suolo

MODALITA' CONCERTAZIONE 83.964,92 104.092,30 75.118,86

DIFF (SUOLO CONSUMATO ED IMPEGNATODA PRG) - (SUOLO 83.964,92 104.092,30 POTENZIALE)

SUOLO EFFETTIVAMENTE CONSUMATO ED IMPEGNATO DA PGT 263.176,08 (PREVISTO)

Suolo urbanizzabile Endogeno Esogeno medio del SUS Esogeno da concertare con la provincia Quantità di esubero dell'esogeno medio

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% suolo urbanizzato-urbanizzabile

1.971.445,00 263.176,08

82% 84% 86% 88% 90% 92% 94% 96% 98% 100%

Suolo urbanizzato Suolo urbanizzabile

L’analisi sopra riportata evidenzia come primo dato significativo un’elevata porzione di territorio destinata ad uso agricolo; a fronte del suolo effettivamente consumato ed impegnato da PGT. Dalla stima convenzionale del consumo di suolo secondo qianto disposto all’art.141 del PTCP risulta un suolo convenzionale urbanizzato pari a 1.971.445 mq ed una superficie impegnata e quindi ancora urbanizzabile di 263.176 mq. Il nuovo strumento urbanistico vede la riconferma di parte degli ambiti di trasformazione del PRG, per un totale di suolo da consumare pari a 73.694 mq, mentre le previsioni aggiuntive sono pari a 95.014 mq. Gli ambiti riconfermati nel PGT sono stati considerati per favorirne un migliore inserimento paesistico, nonché una loro probabile attuazione anche attraverso la revisione delle potenzialità insediative attente a garantirne la sostenibilità economica degli interventi, oltre alla già citata sostenibilità paesistica ambientale. Facendo un bilancio complessivo il PGT introduce 168.708 mq di suolo urbanizzabile pari ad un incremento di circa il 5,5% del suolo già urbanizzato e del trascurabile 0,1% dell’intero territorio comunale. Dai calcoli derivanti dalla stima convenzionale del consumo di suolo il comune di Bagolino risulta avere una potenzialità edificatoria di un nuovo suolo urbanizzabile potenziale da calcolo di 2.103.482 mq e di 2.159.502 mq da media del SUS. Quote inferiori rispettivamente 131.139 mq e 75.118 mq rispetto a quanto il PGT ha effettivamente consumato ed impegnato.

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Tali valori considerando la vocazione turistica , con forti potenzialità attrattive risultano se pur superiori a quanto predeterminato dal PTCP, in linea e giustificabili nelle complessive strategie messe in campo dal PGT per il potenziamento delle strutture turistico ricettive , nonché per la riconferma delle previsioni già da PRG non ancora attuate

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11.DIMENSIONAMENTO TEORICO GENERALE DEL PROGETTO DI PIANO

DIMENSIONAMENTO TEORICO GENERALE DEL PROGETTO DI PIANO -PGT

Bagolino 31/12/2009: 3.937 PERIMETRO DEL TESSUTO URBANO URBANO TESSUTO DEL PERIMETRO

Indice AL -INTERNI CONSOLIDATI AMBITI Indice da Superficie territoriale slp stimata Volume stimato abitanti stimati Ambito insediativo PGT medio mq mc/mq mq mc 175mc/ab mc/mq Nuclei di Antica Formazione 119.839Stimati 1.300 Ambiti residenziali ad alta densità 79.528 2,00 159.056 909 Ambiti residenziali a media densità 317.046 1,20 380.455 2.174 Ambiti residenziali a bassa densità 201.934 1,20 242.321 1.385 Ambiti residenziali a rada densità 29.649 1,00 29.649 169 Ambiti ad alta incidenza di verde privato 19.623 A TOTALE AMBITI RESIDENZIALI 767.619 - 781.832 5.768

A1 Stima dei residenti in ambito agricolo 40 A2 Stima dei residenti in altre zone urbanistiche 15 A3 Carico turistico stimato delle strutture ricettive (presenze annue 30.850)/90 giorni 343 A4 Quota residenziale non disponibile o non collocata (3% v ol. stimato) 23.455 156

TOTALE ABI TANTI TEORI CI STI MATI AL TEMPO T0 (A+A1+A2+A3-A4) 6.009 ABI TANTI Abitanti teorici T0 A5

QUOTA TURISTICA GENERATA DALLE SECONDE CASE stimata in ambito residenziale [(A+A1+-A2 - Rapp. Ab. reali 1.729 residenti/Ab. A4) - Residenti al 31/12/2009] Teorici A6 Dal confronto tra gli abitanti reali residenti e gli abitanti teorici insediabili, di evince che la differenza insediativa teorica , allo stato di attuazione odierno e gli abitanti reali, possa essera ascritta alla quota di popolazione afferente alle seconde case per utilizzo tutistico 0,69

Quantità RESIDUE da PRG vigente e riconfermate nel PGT Quantità Interne al Perimetro del Tessuto Urbano Consolidato di cui al Piano delle Regole Indice Volume Superficie slp residenziale abitanti stimati

Ambito insediativo territoriale residenziale riconfermate nel PGT RESIDUE mq mc/mq mq mc 175mc/ab

Nuclei di Antica Formazione 0 Ambiti residenziali ad alta densità 0 da PRG vigente e Ambiti residenziali a media densità 0 Ambiti residenziali a bassa densità 0 Ambiti residenziali a rada densità 0 Ambiti ad alta incidenza di verde privato 0 TOTALE 0 0 0 0

B TOTALE - - - -

Stima Abitanti insediabili dal recupero del Centro storico e dall'attuazione della l.r.13-09 Piano Casa (1% v olume 7.818 52 ABI TANTI in AMBITI CONSOLIDATI -INTERNI AL PERIMETRO DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO ) B1 Quota residenziale non disponibile o non collocata (3% v ol. stimato) 23.455 156 ABI TANTI

Abitanti teorici TOTALE ABITANTI TEORICI AGGIUNTIVI da previsioni residue del PRG viegente riconfermate nel nuovo B2 208 ABI TANTI AGGIUNTIVI da strumento urbanistico (B+B1) prev isioni residue

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Quantità aggiuntive da nuovo strumento urbanistico

Piani attuativi interni al Perimetro del Tessuto Urbano Consolidato alInterne Perimetro del Tessuto Consolidato Urbano di cui al Piano delle Indice Volume Superficie slp residenziale abitanti stimati Ambito insediativo territoriale residenziale mq mc/mq mq mc 175 mc/ab PA 01 5.172 1,00 1.724 5.172 30 PA 02 3.908 1,00 1.303 3.908 22 PA 03 4.279 1,00 1.426 4.279 24 PA 04 4.862 1,00 1.621 4.862 28 PA 05 3.594 1,00 1.198 3.594 21

PA 06 2.028 0,80 541 1.622 9 Regole PA 07 2.893 0,80 772 2.315 13 TOTALE PA 26.735 8.584 25.751 147

Programmi Integrati di Intervento interni al Perimetro del Tessuto Urbano Consolidato Superficie Indice slp residenziale Volume abitanti stimati Ambito insediativo mq mc/mq mq mc 175 mc/ab PII 01 10.328 1,00 3.443 10.328 59 PII 02 in corso 10.407 in corso Dato contemplato nelle quantità consolidate PII 03 in corso 1.316 in corso Dato contemplato nelle quantità consolidate

TOTALE PII 22.051 3.443 10.328 59 PROGETTO

Aree di Trasformazione Residenziale (Esterni al Perimetro del Tessuto Urbano Consolidato)

Indice Volume - Quantità aggiuntive da nuovo strumento urbanistico Superficie slp residenziale abitanti stimati Ambito insediativo territoriale residenziale mq mc/mq mq mc 175 mc/ab ATR 01 8.487 0,75 2.122 6.365 36 ATR 02 12.371 0,75 3.093 9.278 53 ATR 03 3.972 0,75 993 2.979 17 ATR 04 7.278 0,75 1.820 5.459 31 ATR 05 subA 4.236 0,75 1.059 3.177 18 ATR 05 subB 1.962 0,75 491 1.472 8

ATR 06 2.423 0,75 606 1.817 10 Esterni al di Con. Per. Tes. Urb. cui al Documento di Piano ATR 07 8.391 0,75 2.098 6.293 36 ATR 08 9.192 0,75 2.298 6.894 39 ATR 09 2.024 0,75 506 1.518 9 ATR 10 2.434 0,75 609 1.826 10 ATR 11 4.897 0,75 1.224 3.673 21 ATR 12 sub A 6.626 0,75 1.657 4.970 28 ATR 12 sub B 4.242 0,75 1.061 3.182 18 ATR 14 6.033 0,75 1.508 4.525 26 ATR 15 8.326 0,75 2.082 6.245 36 ATR 16 2.986 0,75 747 2.240 13 ATR 17 8.020 0,75 2.005 6.015 34 ATR 18 5.212 0,75 1.303 3.909 22 ATR 19 5.205 0,75 1.301 3.904 22 TOTALE ATR 114.317 28.579 85.738 490

Aree di Trasformazione Turistica (Esterni al Perimetro del Tessuto Urbano Consolidato) Indice Superficie slp turistica Volume turistica Ambito insediativo territoriale mq mc/mq mq mc

ATT 01 6.266 1,00 2.089 6.266 Alberghiera RTA

ATT 02 3.214 0,75 804 2.411 Alberghiera RTA

Casa e ATT 03 20.607 - 1.000 3.000 ap p art ament i p er vacanza TOTALE ATT 30.087 3.892 11.677 C TOTALE PA-PII-ATR-ATT 193.190 44.498 133.493 696

Abitanti teorici C1 TOTALE ABITANTI TEORICI AGGIUNTIVI AL TEMPO (Tn) da NUOVE PREVISIONI DI PIANO - PROGETTO - 696 ABI TANTI AGGIUNTIVI da nuov e prev isioni

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Abitanti teorici aggiuntiv i D ABI TANTI TEORI CI AGGI UNTI VI da NUOVO STRUMENTO URBANISTICO (B2+C1) 905 ABI TANTI da NUOVO STRUMENTO URNANISTICO

Abitanti teorici insediabili a completa E Abitanti teorici stimati insediabili ad attuazione completa del PGT al tempo T1 (A5+B2+C1) 6.914 ABI TANTI attuazione delle previsioni di PGT

F ABI TANTI TEORI CI RESIDENTI aggiuntivi ad attuazione completa al tempo T1 (D*A6) 629 ABITANTI Abitanti e famiglie. teoriche RESIDENTI aggiuntiv i da PGT FAMIGLIE TEORICHE RESIDENTI aggiuntivi ad attuazione completa al tempo T1 (F/H) 294 FAMIGLIE

ABI TANTI TEORI CI RESIDENTI stimati insediabili ad attuazione completa del PGT al tempo T1 (Res 4.566 ABI TANTI Abitanti e Famiglie G 31/12/09+D) teoriche RESIDENTI a completa attuazione FAMIGLIE TEORICHE RESIDENTI stimate, insediabili ad attuazione completa del PGT al tempo T1 (G/H) 2.135 FAMIGLIE del PGT

DATO REALE Popolazione Residente, Famiglie Residenti e Componente per famiglia periodo 1999-2009 BAGOLINO 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Popolazione Res. 3.942 3.934 3.919 3.876 3.865 3.885 3.921 3.916 3.916 3.928 3.937 Famiglie Res. 1.587 1.590 1.588 1595 1610 1630 1664 1677 1699 1721 1.732 Comp per famiglia 2,48 2,47 2,47 2,43 2,40 2,38 2,36 2,34 2,30 2,28 2,27

PROIEZIONE Proiezione popolazione residente, famiglie residenti al fine della determinazione della dinamica dei componenti per famiglia Media BAGOLINO 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 componenti Popolazione Res. 3.950 3.960 3.970 3.980 3.989 3.999 4.009 4.019 4.029 4.039 per famiglia Famiglie Res. 1762 1784 1808 1831 1856 1881 1906 1932 1958 1986 2010-2019 Comp per famiglia 2,24 2,22 2,20 2,17 2,15 2,13 2,10 2,08 2,06 2,03 2,14

Raffronto crescita % con riferimento all'anno 1999, popolazione residente e famiflie proiettate all'anno 2019 30,00%

25,00%

20,00%

15,00%

10,00%

5,00%

0,00%

‐5,00%

Popolazione Res. Famiglie Res.

Il grafico sopra, dimostra come l’aumento relativo alle famiglie sia ben superiore nel prossimo decennio rispetto a quello degli abitanti.

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Questa tendenza ricavata attraverso proiezioni è imputabile al di frazionamento dei nuclei famigliari, si vede infatti una diminuzione del numero di componenti per famiglia, tale propensione è un fenomeno diffuso non solo sul territorio di Bagolino.

Incremento 2009-2019 degli ABITANTI teorici Residenti a completamento delle previsioni di Piano (F) 629 ABITANTI Incremento 2009-2019 delle FAMIGLIE a completamento delle previsioni di Piano (F) 294 FAMIGLIE Componenti per Componenti per famiglia attraverso la proiezione al decennio 2010-2019 (media del decennio) 2,14 famiglia (media proiezione 2010-2019)

ANALISI DINAMICA DELLA POPOLAZIONE E DELLE FAMIGLIE NEL DECENNIO PRECEDENTE periodo 1999 2009 ∆ ass ∆ % Popolazione al 31/12: 1999/2009 3.942 3.937 -5 -0,13% Famiglie al 31/12: 1999/2010 1.587 1.732 145 9,14%

PROGETTO DI PIANO E ANALISI DINAMICA FUTURA DELLA POPOLAZIONE E DELLE FAMIGLIE periodo 2009 2019 ∆ ass ∆ % Ipotesi di crescita abitanti prossimo decennio 2009/2019 3.937 4.566 629 15,96% Ipotesi di crescita famiglie prossimo decennio 2009/2020 1.732 2.135 403 23,28%

RAFFRONTO DINAMICA DECENNIO PRECEDENTE E PREVISIONI INSEDIATIVE DA PROGETTO DI PIANO ∆ ass 1999/2009 ∆ ass 2009/2019 ∆ ass RAFFRONTO DINAMICA DECENNIO ∆ ABITANTI RESIDENTI -5 629 634 PRECEDENTE E IPOTESI DI CRESCITA ∆ FAMIGLIE RESIDENTI 145 403 258

L’aumento di popolazione previsto per il decennio 2009/2019 è approssimativamente di 294 famiglie delle quali circa 97 sono imputabili alle previsioni riconfermate da PRG. La tabella evidenzia la tendenza che favorisce lo sviluppo residenziale connessa alla volontà di realizzare nel comune delle tipologie abitative con presenza di ampi spazi verdi privati e pubblici e servizi ed attrezzature per la comunità, proprio in virtù delle attente condizioni imposte per la trasformazione dei luoghi. Per ciò che riguarda la riqualificazione e il riuso del patrimonio edilizio esistente la politica che si intende intraprendere riguarda il recupero dell’immagine del centro storico come fattore di identificazione, di attrazione e di dinamica centripeta dei fenomeni negativi evidenziati.

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11.1.L’assetto della popolazione

L’analisi sull’assetto della popolazione di Bagolino viene redatto su base Istat e sulla fonte dati fornita dal Comune stesso, con particolare riferimento all’ultimo decennio 1998 2008. La dinamica demografica costituisce un aspetto importante sia per la ricomposizione di un quadro conoscitivo della condizione attuale sia per la definizione di uno scenario che evidenzi una dimensione proiettiva che, quindi, contempli ed esplichi il meccanismo progettuale che si intende intraprendere.

Descrizione 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 variaz. % 98/08 Bagolino 3.932 3.921 3.934 3.919 3.876 3.865 3.885 3.921 3.916 3.916 3.928 -0,10% Anfo 439 438 436 434 442 460 463 458 461 468 476 8,43% Collio 2.353 2.358 2.339 2.315 2.430 2.499 2.595 2.402 2.335 2.308 2.355 0,08% Idro 1.654 1.684 1.684 1.695 1.741 1.767 1.812 1.845 1.881 1.890 1.906 15,24% Lavenone 658 679 670 659 669 673 667 643 635 619 625 -5,02%

Popolazione residente al 31.12.2008 Bagolino e comuni limitrofi 5.000 3.928 4.000 Bagolino

3.000 2.355 Anfo 1.906 2.000 Collio Idro 1.000 476 625 Lavenone 0 Bagolino Anfo Collio Idro Lavenone

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Descrizione 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 variaz. % 98/08 Bagolino 1.587 1.587 1.590 1.588 n.d. 1.610 1.630 1.664 1.677 1.699 1.721 8,44% Anfo 181 179 181 195 n.d. 207 209 208 211 223 232 28,18% Collio 1.090 1.103 1.094 1.039 n.d. 1.156 1.209 1.126 1.094 1.101 1.149 5,41% Idro 709 716 731 684 n.d. 774 802 812 808 813 814 14,81% Lavenone 266 294 304 287 n.d. 286 284 276 275 276 278 4,51%

Andamento delle famiglie (variazione % 1998‐2008) 30,00% 28,18% 25,00% 20,00% 14,81% 15,00% 10,00% 8,44% 5,41% 4,51% 5,00% 0,00% Bagolino Anfo Collio Idro Lavenone

Variazione del numero medio dei componenti delle famiglie per anno (1998‐2008) 2,50 2,48 2,47 2,47 2,47 2,45 2,40 2,40 2,38 2,35 2,36 2,34 2,30 2,30 2,28 2,25 2,20 2,15 1998 1999 2000 2001 2003 2004 2005 2006 2007 2008

L’analisi della dinamica insediativa del comune di Bagolino registra che al 31/12/2009 la popolazione residente raggiunge le 3.937 unità. La prima condizione stringente che caratterizza il processo di definizione degli obiettivi progettuali evidenzia una diminuzione della popolazione di Bagolino, ravvisabile nella formazione di nuove

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Pagina 202 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione famiglie ma con una diminuzione del numero di componenti con una consistente presenza di famiglie mononucleari (cfr. DP_2A appendice statistica).

Si evidenzia, come dato significativo, la progressiva diminuzione del numero medio di componenti per famiglia. La struttura delle famiglie a Bagolino, infatti, conferma gli effetti della progressiva trasformazione dei nuclei familiari, con un incremento dei nuclei di piccole e medie dimensioni. Questa tendenza risulta essere confermata in futuro sia per il comune di Bagolino, nonché per i sistemi insediativi limitrofi, come fenomeno diffuso ed in progressiva espansione, andando a confermare e motivare la scelta operata dal Piano.

La capacità di sviluppo prevista nel Documento di Piano da attivare nel periodo di validità di 5 anni, determinata in funzione degli obiettivi, delle finalità e degli indirizzi progettuali che sono stati fino ad ora descritti, nonché delle politiche territoriali attivate nel Piano dei Servizi, trovano le loro ragioni nel dato quantitativo elaborato che si riferisce ad un periodo temporale di 10 anni. La tabella del dimensionamento teorico definisce quantitativamente una teorica necessità “volumetrica”, finalizzata a far fronte ad un incremento previsto della popolazione in termini di abitanti teorici (comprensivi anche della quota turistica) e abitanti teorici residenti. Sulla base di una popolazione “giovane” e costituita da nuclei ridotti si prevede quindi un fenomeno di rafforzamento dei medesimi (saldo naturale). La stima degli abitanti teorici futuri è stata determinata tenendo in considerazione le quantità residue del PRG vigente, gli abitanti insediabili dal recupero e potenziamento del patrimonio edilizio esistente (l.r. 13/09 Piano Casa), l’utilizzo della quota residenziale non disponibile o non collocata e le nuove previsioni aggiuntive da Progetto di Piano. Il raffronto con la dinamica del decennio precedente necessita della stima dei residenti aggiuntivi; a tale scopo la quota di abitanti teorici aggiuntivi da previsioni di PGT è stata depurata del rapporto abitanti reali residenti rapportati agli abitanti teorici al tempo T0. Nello strumento urbanistico di progetto il numero totale degli abitanti teorici insediabili si ottiene sommando gli abitanti teorici al tempo T0 (insediati nel patrimonio edilizio esistente dei nuclei di antica formazione e negli ambiti consolidati ad alta, media, bassa e rada densità) e gli abitanti teorici insediabili da prerevisioni del nuovo strumento urbanistico. Nel dimensionamento teorico si ipotizza una dotazione media di volume per abitanti pari a 175 mc/ab.

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11.1.1. Previsioni di insediamenti di attività di servizi di livello sovracomunale

Il Piano non prevede insediamenti di attività di servizio di livello sovracomunale così come definiti dall’art. 135 delle NTA del PTCP vigente, a l fine di una verifica si riporla un estratto della normativa

……(omissis) Devono intendersi per servizi pubblici sovracomunali soggetti alle procedure di cui all'art.13, i seguenti insediamenti: i seguenti insediamenti: - la viabilità sovracomunale e le altre infrastrutture di mobilità comprese le piste ciclabili ed i sentieri classificati nel P.T.C.P.. o nei relativi Piani di Settore comprese le attrezzature di interscambio; - strutture espositive e congressuali in caso di nuovo impianto o consistente ampliamento; - istruzione superiore in caso di nuova realizzazione ( anche per ristrutturazione) e potenziamenti; - edifici e complessi per il culto e strutture d’interesse pubblico sovracomunale connesse; - spettacolo, sport spettacolare (centri sportivi con capienza superiore ai 5000 spettatori); - sistema della giustizia, sicurezza; - sistema della difesa; - sistema amministrativo – civile di tipo non comunale; - collettori ed impianti di depurazione consortili; - acquedotti ed impianti di captazione consortili; - reti di distribuzione dell’energia e produzione a livello consortile; - servizi di trasporto tipo stazione e centri merci ferroviari, scalo merci ed assimilabili; - servizi sanitari o socio-assistenziali non di base tipo ospedale e distretto sociosanitario; - altri servizi a questi assimilabili; - i quartieri fieristici esistenti. ……(omissis)

Si evidenzia comunque che il PGT fa propri i contenuti del Progetto strategico del Maniva finalizzato alla valorizzazione delle potenzialità turistiche afferenti alle peculiarità ambientali e sportive del comprensorio del Maniva e del Collegamento infrastrutturale fra Val Trompia e Val Sabbia.

Il progetto strategico sovracomunale del Maniva sarà un Piano Norma Attuativo con effetto di variante al Documento di Piano e al Piano delle Regole e con contenuti paesistici di tipo prescrittivo.

11.1.2. Previsioni di grandi o medie strutture di vendita organizzate in forma unitaria l Piano non prevede grandi o medie strutture di vendita organizzate in forma unitaria

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11.2.L’indirizzo delle risorse pubbliche e private per l’attuazione delle politiche d’intervento La Legge Regionale 12/2005, all’art. 8, comma 2, lettera d, stabilisce la necessità e le modalità per la dimostrazione della compatibilità delle politiche di intervento individuate dall’Amministrazione Comunale con le risorse economiche attivabili dalla stessa.

Un aspetto, infatti, ritenuto di fondamentale importanza dalla Legge è costituito dalla dimensione temporale e dall’aspetto della sostenibilità finanziaria delle previsioni di pianificazione.

In tal senso il Documento di Piano deve assicurare stretta correlazione e coerenza tra le politiche di intervento e le linee di azione prefigurate da un lato ed il quadro delle risorse economiche dall’altro.

Gli interventi previsti, pertanto, vengono classificati in base alla tipologia dell’intervento e connotati dalla specifica categoria, descrizione e localizzazione, dal costo previsto e dalla modalità di finanziamento.

Si rimanda pertanto all’allegato Piano dei Servizi per il dettaglio dei contenuti e delle previsioni.

Il coinvolgimento degli attori privati, infatti, costituisce una via diretta e definita operativamente per il reperimento di risorse volte alla realizzazione delle previsioni di sviluppo territoriale mediante l’utilizzo degli atti di programmazione negoziata.

Nel caso, infine, della definizione degli oneri di urbanizzazione da corrispondere all’Amministrazione Comunale per la trasformazione del territorio degli ambiti individuati si è proceduto all’adeguamento della tariffa degli stessi nel breve periodo, al fine di riequilibrare le stime previste nel bilancio complessivo delle opere.

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11.3.I criteri per l’attuazione delle politiche d’intervento Per ogni ambito di trasformazione si è proceduto alla redazione di un apposita scheda, di cui all’allegato DP_3A, identificativa e descrittiva, che contempla le condizioni rilevate e, quindi, le condizioni di trasformazione ovvero i criteri e le politiche d’intervento sull’area specifica.

Ogni ambito di trasformazione, dunque, si caratterizza attraverso dei parametri di natura urbanistica e paesistica significativi di riferimento che consentono di determinare le condizioni di sviluppo e attuazione.

11.3.1.Gli indici territoriali e le macrozone Le strategie che il piano intende intraprendere per ciò che attiene agli indici territoriali fa riferimento a quanto disposto dalla L.R. 12/2005 . Gli indici che sono stati assegnati alle Aree di Trasformazione a destinazione prevalentemente residenziale - esterne al perimetro del tessuto urbano consolidato di cui al Documento di Piano - sono stati resi omogenei e, conseguentemente, spalmati sul territorio in modo pressoché univoco in considerazione dello stato di fatto e di diritto delle aree interessate. L’eventuale eccezione è connessa a ragioni contestualizzate specificatamente all’ambito interessato. L’indice territoriale assegnato è di 0,75 mc/mq, valore che fa riferimento agli ambiti di trasformazione residenziale di progetto a media/bassa densità, per la realizzazione di tipologie abitative a basso impatto e con una dotazione di servizi e attrezzature pubbliche di 40 mq/ab (di cui 30 mq/ab. da reperire in loco).

Ai fini di una razionale destinazione d'uso del territorio comunale, di un ordinato impianto delle nuove costruzioni e di un eventuale riordino di quelle esistenti, il territorio del Comune di Bagolino, dunque, è stato suddiviso nelle seguenti macrozone che identificano delle categorie specifiche: - Nucleo di antica formazione; - Ambiti residenziali consolidati a alta, media, bassa, rada densità e verde privato; - Ambiti consolidati per attività produttive artigianali, , turistico ricettive; - Ambiti- immobili destinati a servizi; - Aree agricole produttive; - Aree agricole di tutela dell’abitato per il controllo dello sviluppo urbanistico; - Aree agricole di rispetto dell’abitato e di tutela degli ambiti di valore paesaggistico- ambientale ed ecologico; - Aree non soggette a trasformazione urbanistica;

Nuclei di antica formazione Si definisce come ambito dei Nuclei di antica formazione le parti di territorio interessate da insediamenti che rivestono carattere ed interesse storico, artistico e monumentale. Questi possono essere costituiti anche da intere porzioni di territorio ed essere intesi come ambiti insediativi in cui il carattere unitario dell’organizzazione edilizia viene espresso sia dal pregio tipologico dell'architettura dell'edificio sia dal pregio morfologico urbano degli edifici aggregati.

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Tali luoghi della memoria e dell’identità locale costituiscono complessi culturali ed ambientali in grado di assumere un ruolo di aggregazione nel sistema territoriale e comprendono strutture insediative tipicamente urbane e riconosciuta qualità architettonica, oltre che particolari valori sotto il profilo storico e urbanistico. Essi rappresentano un'identità culturale da salvaguardare e promuovere, in quanto determinanti per la definizione di un luogo dell'abitare ricco di qualità ambientale e di relazioni sociali ed economiche.

Ambiti Residenziali ad alta, media e bassa densità e di verde privato Questa macrozona è quella consolidata occupata prevalentemente da insediamenti residenziali, corrispondente in parte al tessuto edilizio della città compatta e a tessuti edificati in periodi recenti, comprende aree urbanizzate prevalentemente edificate, con possibilità di completamento. E’ costituita da isolati misti delimitati dalle sedi stradali nonché dalla presenza di fabbricati centro lotto (ville e palazzine) o dalla presenza di edifici sparsi facenti capo all’edilizia residenziale non agricola in zona destinata all’agricoltura.

Ambiti consolidati per attività produttive E’ la zona consolidata occupata da impianti produttivi industriali, artigianali, terziario/commerciali e turistico ricettivi e dalle relative attrezzature per lo più di recente edificazione. Per questo ambito il permanere della destinazione produttiva appare appropriata in relazione alla sua collocazione, estensione ed accessibilità rispetto all’agglomerato urbano.

Ambiti-immobili destinati a servizi Le parti del territorio destinate ad attrezzature ed impianti d’interesse generale o collettivo del comune quali: asili nido, scuole materne e scuole d'obbligo; verde pubblico attrezzato per il gioco sportivo; giardini e parchi; attrezzature sportive non spettacolari; chiese e servizi parrocchiali; unità sanitarie; ambulatori; centri sociali; biblioteche e parcheggi.

Aree agricole produttive Le parti del territorio destinate ad uso agricolo e comprendono le aree destinate alla trasformazione edilizia ed urbanistica finalizzata agli insediamenti produttivi di tipo agricolo anche privi di opere di urbanizzazione.

Aree agricole di rispetto dell’abitato per il controllo dello sviluppo urbanistico Sono le aree contigue agli ambiti urbanizzati, soprattutto recenti, o alle previsioni di trasformazione per le quali non è prevista modifica delle condizioni di fatto al fine di preservare tali porzioni di territorio a future, dettagliate modalità di controllo e di utilizzo coerente con i processi di sviluppo e verificato il corretto stato d’attuazione delle previsioni del presente strumento. Sono le parti del territorio destinate prevalentemente alle sole attività agricole di conduzione del fondo con limitate e circostanziate possibilità di trasformazione edificatoria anche per i titolati ex Art. 59, L.R. 12/2005 , attraverso le quali si individua una fascia di rispetto dell’abitato nella quale è, appunto , fortemente limitata la possibilità trasformativa e insediativa del territorio.

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Aree agricole di rispetto dell’abitato e di tutela degli ambiti di valore paesaggistico- ambientale ed ecologico A questo ambito appartengono le aree che possiedono caratteristiche rilevanti sotto il profilo ambientale, naturalistico ed ecologico e che necessitano di una riqualificazione naturalistica dal punto di vista paesistico. Comprendono, quindi, le aree destinate alla conservazione dei valori naturalistici esistenti, alla ricostruzione del patrimonio vegetazionale, al risanamento di elementi di degrado esistenti e le aree agricole costituenti elemento essenziale del paesaggio. Inoltre, tali aree possono essere interessate da corridoi ecologici a scala provinciale intese come fasce di territorio che presentano una continuità territoriale e che sono in grado di collegare ambienti naturali diversificati fra di loro.

Aree non soggette a trasformazioni urbanistiche Sono le aree che per ragioni geologiche, morfologiche, di rischio, di localizzazione in prossimità a beni storico-culturali e paesaggistici significativi, coincidenti con i medesimi o in recepimento dei contenuti della componente Paesistica , non funzionali all’attività agricola (fatto salvo il mantenimento delle colture in corso) e che per oggettive condizioni di fatto siano inidonee agli usi urbanistici. Per tali aree è consentito, la dove compatibile con le condizioni intrinseche e del contesto, l’utilizzo agricolo che non preveda trasformazioni stabili dello stato di fatto.

11.3.2.Definizione dei parametri ed elementi stereometrici

Di seguito si riporta un estratto dalle norme tecniche di attuazione del Piano delle Regole con finalità di specifica e integrazione alla presente relazione del Documento di Piano. Qualsiasi variante sarà apportata al Piano delle Regole afferente i contenuti sotto riportati non necessita di variante al Documento di Piano stesso.

Altezza dei fabbricati E' definita dalla distanza in verticale misurata a partire dal punto di spiccato più basso dal suolo, pubblico o privato, fino alla quota dell'intradosso dell'ultimo solaio orizzontale di copertura dei locali posti più in alto. Al fine della definizione della quota più bassa del suolo, non si considerano le rampe e le corsie di accesso ai box, alle cantine o ai volumi tecnici ricavati, a seguito di scavo, a quota inferiore a quella del suolo naturale o stradale se presente (riferita al marciapiede) precedente alla costruzione. Qualora l'ultimo solaio non sia orizzontale, l'altezza è riferita al punto medio del solaio stesso al suo intradosso tra l'imposta e il colmo. (misurata sotto travetto per copertura con struttura a vista).

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Qualora le falde del tetto siano impostate a più di cm.50 rispetto all'intradosso dell'ultimo solaio orizzontale, l'altezza va riferita al punto medio delle falde stesse al loro intradosso tra l'imposta e il colmo, nel caso che il sottotetto risulti in qualsiasi modo utilizzabile.

Ai fini dei distacchi degli edifici e della distanza dai confini, nel caso di suolo non orizzontale, l'altezza da considerare, sarà la media di quelle misurate agli estremi del fronte prospiciente il confine o l’edificio o delle singole porzioni di altezze diverse. L’altezza massima sarà costituita dalla media delle altezze dei fronti delle costruzioni.

Negli edifici con copertura piana non si computano ai fini dell'altezza i parapetti e i coronamenti che non superano i m. 2,00 dall'intradosso dell'ultimo solaio. Potrà essere ammesso il superamento delle sagome di cui ai precedenti commi solo per i volumi tecnici di limitata entità purché non superino i mt. 2,50 o maggiori altezze obbligatorie in base a norme legislative in materia, a partire dall'intradosso dell'ultimo solaio orizzontale. Per gli edifici di tipo produttivo artigianale l’altezza massima dovrà essere misurata all’intradosso del carro ponte o in assenza di questa all’intradosso del trave di imposta di gronda della copertura.

Superficie coperta Per superficie coperta o copribile s'intende la proiezione sul piano orizzontale del massimo ingombro della costruzione sovrastante il piano di campagna con esclusione delle sole terrazze aperte a sbalzo e dei normali aggetti (gronde, pensiline, elementi decorativi) con sporgenza massima di mt. 2,00. Sono escluse del calcolo della superficie coperta le piscine e le vasche all’aperto; i piani caricatori in zona industriale o mista. determinano superficie coperta le sole quote eccedenti al limite di cui sopra.

Volume Il volume delle costruzioni, con l’esclusione di quelle a destinazione produttiva, si ricava convenzionalmente moltiplicando la superficie lorda di piano (Slp) dei singoli piani per l’altezza virtuale dell’interpiano di mt. 3,00, , indipendentemente dalla sua altezza effettiva, salvo che per i sottotetti abitabili e i soppalchi per i quali sarà da considerare l’altezza esistente. Qualora l’interpiano reale superi i mt 4.50 di media, la quota eccedente di altezza incrementerà quella teorica di cui sopra.

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Per i fabbricati esistenti alla data di approvazione del PGT con destinazione diversa dalla residenza, qualora l’altezza reale del piano sia superiore a mt. 3,00, il volume sarà determinato moltiplicando la superficie coperta per l’altezza reale del piano.

Distacco fra gli edifici E' la distanza minima, alle differenti quote, misurata in proiezione orizzontale, tra le superfici coperte, così come definita dalla superficie coperta

Distanza dai confini E’ la distanza minima misurata in proiezione orizzontale, della superficie coperta dai confini del lotto di proprietà. E’ possibile derogare alla distanza minima dai confini prevista nelle presenti norme mediante atto registrato della conseguente servitù tra le parti finitime.

Arretramento dalle strade E’ la distanza minima, misurata in proiezione orizzontale, della superficie edificata entro e fuori terra dal ciglio stradale, inteso come limite degli spazi pubblici o di uso pubblico, esistenti o previsti. Sono computabili, ai fini del raggiungimento delle distanze minime, gli spazi pedonali e di parcheggio di proprietà privata, di cui sia convenzionata la cessione gratuita al Comune. Le distanze minime indicate, per ciascuna zona negli articoli seguenti , lasciano salvi gli eventuali maggiori arretramenti indicati graficamente nelle tavole di P.G.T. o quelli stabiliti in sede di piano attuativo o di progetto esecutivo delle nuove strade.

Superficie lorda di piano (Slp) E’ la somma delle seguenti superfici, considerate al lordo dei muri e delle pareti perimetrali: - le superfici dei singoli piani fuori terra compresi entro il perimetro esterno delle pareti perimetrali - le superfici degli eventuali piani interrati o seminterrati con requisiti di agibilità quando non è a servizio della residenza. - le superfici dei sottotetti abitabili. - le superfici dei soppalchi - le altre superfici calpestabili coperte in misura superiore a quelle previste come non computabili.

Sono escluse dal computo: • le autorimesse pertinenziali, purché all’interno dalla sagoma dell’edificio, con i relativi spazi di manovra e di accesso e che abbiano altezza non superiore a mt 2,50;

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• le autorimesse pertinenziali interrate esterne al sedime del fabbricato, con i relativi spazi di manovra e di accesso qualora la superficie sia inferiore al 100% della slp coperta, qualora i fabbricati esistenti siano privi della dotazione di parcheggi ai sensi del capo II della l.r.12/05 , con altezza netta interna non superiore a mt. 2,50; • le superfici dei locali interrati o seminterrati adibiti a cantine o locali accessori asserviti alla residenza purché con altezza netta interna non superiore a m. 2,60; qualora per comprovate necessità costruttive si renda necessaria un’altezza dei locali accessori superiore, la parte eccedente inciderà nella determinazione del volume del fabbricato; • Le superfici dei sottotetti non agibili avente altezza media fino a mt.1.50 e le falde con pendenza inferiore al 35%; • le superfici adibite a servizi tecnici dei fabbricati: vani montacarichi e ascensori con relativi locali macchine, cabine elettriche; • i vani scala afferenti a più unità immobiliari (non accessorie), gli aggetti aperti, le terrazze, i balconi; • le logge e i porticati aperti facenti parte integrante o in aderenza al fabbricato principale entro un limite massimo del 30% della slp del piano interessato. • Gli spazi comuni afferenti a più unità immobiliari, costituiti da collegamenti orizzontali e verticali • Le superfici comuni al piano terra di edifici su “pilotis” nella misura massima del 30% della superficie coperta. • Con riferimento esclusivo agli ambiti a prevalente destinazione produttiva, le guardiole con i relativi servizi e locali di sosta per gli autotrasportatori pertinenziali alle attività produttive esistenti o di progetto, per una slp massima di mq.10.00 cadauno. In caso tali manufatti superino i mq. 10.00, verrà computata l’intera superficie. • Sono inoltre escluse dal computo, limitatamente agli interventi riguardanti gli esercizi alberghieri, le superfici destinate a hall d’ingresso, reception e ai loro servizi igienici, le cucine, le dispense, magazzini, le scale, nonché le parti interrate aventi destinazioni complementari e accessorie all’attività alberghiera, quali sale per riunione e convegni, piscine, cura del corpo, fitness, guardaroba, dispense, ecc purché queste non costituiscano autonoma attività distinta da quella alberghiera ma siano asservite alla stessa attraverso impegno unilaterale da registrare e trascrivere nei registri immobiliari. Comunque, la slp fuori terra, non computabile, non dovrà eccedere il 30% della slp dell’intero edificio. • Si considerano interrate le superfici dei locali il cui intradosso della soletta di copertura emerga, rispetto alla quota naturale del terreno, in misura media non superiore a m 1,50 limitatamente alle porzioni sottostanti la proiezione della superficie coperta dell’edificio. • Le piscine non sono computabili ai fini del calcolo della Slp. Esse non determinano distanza dai confini o dai fabbricati. Devono comunque essere rispettate le disposizioni del Codice Civile sulle distanze.

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Lotto edificabile Per area o lotto edificabile deve intendersi l'area di pertinenza della costruzione, compresa l'eventuale fascia di rispetto delle strade e con l'esclusione delle sedi stradali e delle altre aree pubbliche od asservite ad usi diversi dall'edificazione, espressamente previste nel P.G.T. In sede di rilascio di ogni permesso di costruire possono essere computate, al fine del calcolo delle potenzialità edificatorie, le aree non vincolate a destinazione pubblica dal P.G.T. , che i proprietari cedono gratuitamente al Comune per opere di urbanizzazione e servizi di interesse collettivo.

11.3.3. Definizione degli indici Di seguito si riporta un estratto dalle norme tecniche di attuazione del Piano delle Regole con finalità di specifica e integrazione alla presente relazione del Documento di Piano. Qualsiasi variante sarà apportata al Piano delle Regole afferente i contenuti sotto riportati non necessita di variante al Documento di Piano stesso.

Indice di densità fondiaria (If) E' il rapporto (mc/mq) fra volume realizzabile, come definito dalla precedente descrizione, e la superficie del lotto edificabile appartenente al richiedente come precedentemente specificato. Detto indice si applica in via generale per il calcolo della volumetria realizzabile, sia in sede di redazione di Piani Attuativi, sia in sede di rilascio dei singoli titoli autorizzativi. Nella determinazione del volume realizzabile sul lotto, dovrà essere detratto quello costituito da edifici già esistenti. sulla medesima area e dovrà essere data dimostrazione di potenziale volumetrico residuo anche in caso di precedente frazionamento del lotto interessato Ad opera ultimata , la superficie utilizzata per la determinazione del volume costruito, costituisce l'area di pertinenza dell'edificio realizzato e resta vincolata alla non edificazione (sino alla demolizione del volume realizzato o all'eventuale aumento degli indici di Piano), in modo che indipendentemente da qualsiasi frazionamento o passaggio di proprietà, detta superficie non possa più essere considerata nel computo di nuovi volumi da realizzare. Il Comune ha facoltà di richiedere la trascrizione del vincolo di cui sopra, a cura e spese del proprietario; tale trascrizione è obbligatoria per gli ambiti agricoli.

Indice di densità territoriale (It) E' il rapporto mc/mq tra volume realizzabile, e la superficie del comparto interessato dal piano attuativo. In tale superficie sono computabili anche le aree di proprietà che siano destinate a strade e servizi pubblici da cedersi al Comune, escluse le sedi stradali esistenti. Si applica ai tutti i piani attuativi.

Superficie territoriale (St) E' la superficie complessiva dell'area interessata da interventi di attuazione del P.G.T. e comprende tutte le aree fondiarie destinate all’edificazione e quelle destinate all'urbanizzazione primaria e secondaria se ricompresa nel perimetro del P.A.

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In tale superficie sono computabili quindi le aree di proprietà privata che siano destinate a strade e servizi pubblici da cedersi al Comune, con esclusione delle sedi stradali esistenti nonché delle aree e spazi già di uso pubblico o destinate ad uso pubblico. Alla superficie territoriale si applica l’indice di densità territoriale.

Superficie fondiaria (Sf) E' costituita dall'area interessata da un intervento edilizio al netto delle aree per l'urbanizzazione primaria e secondaria, di cui sia prevista la cessione al Comune o l'assoggettamento a servitù di uso pubblico. Alla superficie fondiaria si applicano gli indici di densità fondiaria (If) o di utilizzazione fondiaria (Uf).

Indice o rapporto di copertura (Ic) E' il rapporto fra superficie coperta o copribile da edifici e la superficie del lotto edificabile corrispondente.

Indice di utilizzazione territoriale (Ut) E' il rapporto fra la superficie lorda di pavimento massima di cui può essere prevista la realizzazione e la superficie territoriale dell'area interessata dall'intervento edilizio.

Indice di utilizzazione fondiaria (Uf) E' il rapporto fra la superficie lorda di pavimento massima costruibile e la superficie fondiaria dell'area interessata dall'intervento edilizio.

Verde profondo (vp) -% Verde Profondo è determinato dal rapporto tra la superficie permeabile al netto delle porzioni di edifici interrate sottostanti e la superficie fondiaria. A determinare la superficie permeabile possono contribuire per l’intero le aree pavimentate con sistemi permeabili certificati ed al 30% quelle pavimentate con masselli autobloccanti non sigillati Ai sensi del titolo III del regolamento locale d’igiene tipo per i Piani attuativi il computo della superficie scoperta e drenante deve essere calcolata come riferimento all’intera area interessata

Superficie permeabile È definita superficie permeabile ogni superficie, sgombra da costruzioni sopra o sotto il suolo, in grado di garantire l’assorbimento delle acque meteoriche. Nelle aree di pertinenza delle costruzioni la superficie permeabile, è costituita dalla percentuale di terreno priva di pavimentazioni, attrezzata o mantenuta a prato e piantumata con arbusti e/o piante di alto fusto ; ne fanno parte anche i vialetti, di larghezza massima 1,20 m., pedonali ma non carrabili purché inghiaiati o realizzati con materiali permeabili poggiati su sottofondo non cementizio. A determinare la superficie permeabile possono contribuire per l’intero le aree pavimentate con sistemi permeabili certificati ed al 30% quelle pavimentate con masselli autobloccanti non sigillati

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11.4.Suddivisione in ambiti territoriali e destinazioni d’uso Di seguito si riporta un estratto dalle norme tecniche di attuazione del Piano delle Regole con finalità di specifica e integrazione alla presente relazione del Documento di Piano. Qualsiasi variante sarà apportata al Piano delle Regole afferente i contenuti sotto riportati non necessita di variante al Documento di Piano stesso.

Ai sensi dell’art. 51 della Legge Regionale 12/2005 si considera destinazione d’uso di un’area o di un edificio, il complesso di funzioni ammesse dallo strumento urbanistico per quell’area o quell’edificio. Si considera principale la destinazione d’uso qualificante; complementare la o le destinazioni d’uso che integrano o rendono possibile la destinazione d’uso principale. 1 – Usi del territorio e degli edifici Per usi del territorio e degli edifici compatibili con le destinazioni di zona s’intendono le opere edilizie e le modificazioni dei suoli previste o consentite negli ambiti del P.G.T. 2 – Destinazioni esistenti Per usi o destinazioni esistenti s’intendono quelli a cui sono adibiti complessi e fabbricati con le relative pertinenze scoperte, ovvero aree determinate. Al fine del riconoscimento delle destinazioni d’uso esistenti, si fa riferimento alla situazione reale verificata dall’U.T.C. prima della adozione del piano, per gli edifici che non siano stati assoggettati a specifica autorizzazione; per gli edifici costruiti con permesso di costruire e/o permesso di costruire o altro atto autorizzativo vale la destinazione d’uso indicata nella stessa.

Per ogni edificio e relativo lotto pertinenziale, frutto di nuova costruzione o di ristrutturazione, la destinazione ammissibile, indicata per ciascuna zona, fa riferimento alla seguente:

3 – Classificazione delle destinazioni d’uso

“R”: RESIDENZA

3”R”a – Residenza extra agricola Sono le costruzioni edilizie destinate, sia in modo permanente che temporaneo, ad usi abitativi. Sono altresì assimilate alla residenza le relative pertinenze (autorimesse, edicole accessorie, piccoli depositi di uso domestico e familiare, giardini ed orti attrezzati, ecc.). Le strutture residenziali di nuova costruzione possono essere ubicate in ambiti omogenei specificatamente destinati a quell’uso, ovvero in altri ambiti come residenze di servizio, fatte salve, rispetto delle presenti norme di attuazione le edificazioni residenziali esistenti con relativi potenziali ampliamenti ed espansioni previsti dalle presenti norme. La superficie minima degli alloggi non potrà essere inferiore a 70 mq di superficie utile media fra le unità residenziali previste. Le superfici minime utili non potranno essere inferiori a 50 mq. fatto salvo le disposizioni di cui al Piano Particolareggiato del Nucleo storico

3 “R” b – Residenza agricola

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Sono gli alloggi destinati a coloro che prestano in via prevalente la propria attività nell’ambito di azienda agricola. Detta qualificazione spetta soltanto a nuove edificazioni negli ambiti agricoli o agli edifici ivi esistenti espressamente individuati e riconosciuti. Non è consentito l’insediamento della sola destinazione residenziale senza la preesistenza o la contestuale realizzazione di edifici a destinazione agricola produttiva. La superficie lorda di pavimento di ciascuna residenza non potrà superare i 150 mq.

3”R” c – Residenza extra agricola in ambiti agricoli Sono gli alloggi di coloro che non prestano la propria attività nell’ambito di aziende agricole anche se l’edificio che li ricomprende è collocato in zona agricola ma espressamente riconosciuto non adibito all’uso agricolo. La superficie minima degli alloggi non potrà essere inferiore a 70 mq di superficie utile media fra le unità residenziali previste.

3 “R” d – Residenza di servizio Sono gli alloggi di coloro che prestano la propria attività nell’ambito di aziende produttive o commerciali. Gli alloggi devono essere pertinenziali agli immobili destinati prevalentemente all’attività produttiva o commerciale e tale pertinenzialità deve essere obbligatoriamente registrata e trascritta. Per la realizzazione della residenza dell’imprenditore o del personale addetto alla custodia, è ammessa una unità residenziale al servizio di ogni singola azienda con l’osservanza delle seguenti prescrizioni: − l’unità residenziale deve costituire pertinenza ed essere localizzata internamente al lotto di appartenenza dell’azienda insediata; il rapporto di pertinenza deve essere garantito da atto unilaterale, impegnativo per l’avente titolo, per i propri successori o aventi causa a qualsiasi titolo, da trascrivere nei registri immobiliari; − l’atto unilaterale deve contenere l’impegno al non trasferimento, a qualsiasi titolo, dell’unità residenziale separatamente dall’azienda; − le tipologie delle unità residenziali devono essere compatibili con la destinazione produttiva dell’unità urbanistica.

3 ”R” e – Residenza non riconosciuta negli ambiti di piano Sono gli edifici destinati, sia in modo permanente che temporaneo, ad usi abitativi non pertinenziali ad alcune attività produttiva, commerciale od agricola e ricompresse in ambiti omogenei di piano non destinate prevalentemente alla residenza.

“T” . TURISMO STRUTTURE RICETTIVE ALBERGHIERE (ai sensi della l.r.n°15 del 16/07/2007)

”T” a – Alberghi (rif.art.22 comma 2 lett.a) l.r.16/07/2007 n.15) Aziende organizzate per fornire al pubblico, con gestione unitaria, alloggio in almeno sette camere o appartamenti, con o senza servizio autonomo di cucina, ed altri servizi accessori per il soggiorno, compresi eventuali servizi di bar e ristorante.

”T” b – Residenza Turistica Alberghiera-RTA (rif.art.22 comma 2 lett.b l.r.16/07/2007 n.15) Strutture che offrono alloggio in appartamenti costituiti da uno o piu` locali, dotati di servizio autonomo di cucina. La durata del periodo di permanenza non puo` essere inferiore a sette giorni.

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”T” c – Motel (rif.art.23 comma 2 lett.a l.r.16/07/2007 n.15) albergo che fornisce il servizio di autorimessa, con box o parcheggio, per tanti posti macchina o imbarcazione quante sono le camere o suites degli ospiti maggiorate del 10 per cento nonche´ i servizi di ristorante o tavola calda o fredda e di bar; fornisce inoltre servizi di primo intervento di assistenza ai turisti motorizzati e di rifornimento carburante anche mediante apposite convenzioni con operatori situati nelle vicinanze dell’esercizio.

”T” d – Villaggio Albergo(rif.art.23 comma 2 lett.b l.r.16/07/2007 n.15) albergo caratterizzato dalla centralizzazione dei servizi in funzione di più stabili facenti parte di uno stesso complesso inserito in un’area attrezzata per il soggiorno e lo svago degli ospiti.

”T” e – Albergo meublè o garnì (rif.art.23 comma 2 lett.c l.r.16/07/2007 n.15) albergo che fornisce solo il servizio di alloggio, normalmente con prima colazione e bar, senza ristorante.

”T” i– Albergo - Dimora storica(rif.art.23 comma 2 lett.d l.r.16/07/2007 n.15) albergo la cui attività si svolge in immobile di pregio storico o monumentale, con struttura e servizi minimi della classe tre stelle.

”T” l– Albergo – centro benessere (rif.art.23 comma 2 lett.e l.r.16/07/2007 n.15) albergo dotato di impianti e attrezzature adeguati per fornire agli ospiti servizi specializzati per il relax, il benessere e la rigenerazione fisica, con struttura e servizi minimi della classe tre stelle.

”T” m– Albergo – diffuso (rif.art.23 comma 2 lett.e l.r.9/02/2010 n.8) albergo caratterizzato dalla centralizzazione in un unico stabile dell’ufficio ricevimento ed accoglienza, ed eventualmente delle sale di uso comune, ristorante e spazio vendita per i prodotti tipici locali, e dalla dislocazione delle camere o alloggi in uno o piu` edifici separati, anche con destinazione residenziale, purche´ situati nel medesimo comune o in quelli limitrofi a una distanza non superiore a metri 400 dal corpo centrale, purche´ sia garantito il rispetto dei requisiti strutturali ed igienico sanitari previsti dalla vigente normativa per lo svolgimento dell’attivita` alberghiera; lo stabile centrale e gli edifici adibiti a camere o alloggi possono essere di proprieta` di soggetti distinti a condizione che venga garantita la gestione unitaria dell’albergo a norma dell’articolo 22, comma 1; lo stesso servizio, con i medesimi requisiti, puo` essere offerto anche nelle baite presenti sul territorio montano, cosı` come identificato dalla legge regionale 15 ottobre 2007, n. 25

STRUTTURE RICETTIVE NON ALBERGHIERE (ai sensi della l.r.n°15 del 16/07/2007)

”T” n– Case per ferie (rif.art.32 comma 1 lett.a l.r.16/07/2007 n.15) Sono case per ferie le strutture ricettive attrezzate per il soggiorno temporaneo di persone o gruppi, gestite al di fuori dei normali canali commerciali, da enti pubblici, associazioni o enti religiosi operanti senza scopo di lucro per il conseguimento di finalita` sociali, culturali, religiose o sportive, nonche´ da enti o aziende per il soggiorno dei propri dipendenti e loro familiari.

”T” o– Ostelli per la gioventù (rif.art.32 comma 1 lett.b l.r.16/07/2007 n.15) Sono ostelli per la gioventu` le strutture ricettive attrezzate per il soggiorno ed il pernottamento dei giovani e degli accompagnatori dei gruppi di giovani, gestite da enti pubblici, associazioni o enti religiosi operanti senza scopo di lucro per il conseguimento di finalita` sociali, culturali, religiose o sportive.

”T” q– Case e appartamenti per vacanze(rif.art.32 comma 1 lett.e l.r.16/07/2007 n.15)

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Le case e appartamenti per vacanze devono possedere i requisiti igienico-sanitari ed edilizi previsti per i locali di civile abitazione e, fino all’entrata in vigore del regolamento recante l’indicazione degli standard qualitativi obbligatori minimi, gli standard indicati nell’allegato C, della l.r.16/07/2007 n.15

”T” s– Rifugi alpini e rifugi escursionistici (rif.art.32 comma 1 lett.c l.r.16/07/2007 n.15) Sono rifugi alpini le strutture idonee ad offrire ospitalita`e ristoro ad alpinisti in zone isolate di montagna, raggiungibili attraverso mulattiere, sentieri, ghiacciai, morene, per periodi limitati nell’anno, ubicati, fuori dai centri urbani, a quota non inferiore a 1.000 metri di altitudine e in luoghi favorevoli ad ascensioni ed escursioni. I rifugi alpini possono essere gestiti da enti pubblici e da enti od associazioni operanti statutariamente nel settore dell’alpinismo,nonche´ da privati. Sono rifugi escursionistici le strutture idonee ad offrire ospitalita`e ristoro ad alpinisti ed escursionisti in zone montane a quote non inferiori a 700 metri di altitudine.

”T” t– Bivacchi fissi (rif.art.32 comma 1 lett.g l.r.16/07/2007 n.15) Sono bivacchi fissi i locali di alta montagna non custoditi e di difficile accesso allestiti con un minimo di attrezzatura per fornire riparo agli alpinisti. Chiunque intenda attivare bivacchi fissi, deve darne preventiva comunicazione al comune competente per territorio.

ATTIVITA' RICETTIVE ALL'ARIA APERTA (ai sensi della l.r.n°15 del 16/07/2007 e s.m.i) Sono aziende ricettive all’aria aperta gli esercizi a gestione unitaria, aperti al pubblico, che, in aree recintate ed attrezzate, forniscono alloggio in propri allestimenti o mettono a disposizione spazi atti ad ospitare clienti muniti di mezzi di pernottamento autonomi e mobili.

”T”f – Villaggi turistici (rif.art.51 l.r.16/07/2007 n.15) Sono villaggi turistici gli esercizi attrezzati per la sosta ed il soggiorno, in allestimenti minimi, di turisti sprovvisti di mezzi autonomi di pernottamento.

”T”g – Campeggi (rif.art.51 l.r.16/07/2007 n.15) Sono campeggi gli esercizi attrezzati per la sosta ed il soggiorno di turisti provvisti di tende o di altri mezzi autonomi di pernottamento.

”T”h – Aree di sosta(rif.art.51 l.r.16/07/2007 n.15) Sono aree di sosta gli esercizi riservati esclusivamente alla sosta ed al parcheggio di autocaravan e di caravan omologati a norma delle disposizioni vigenti, realizzati dal proprietario o gestore dell’area con le dotazioni previste dal codice della strada.

“D”. DIREZIONALE

”D”a – complessi per uffici Sono le attività inerenti la produzione di servizi svolte in organismi edilizi autonomi, ovvero fisicamente disgiunte da complessi produttivi correlati. Tale attività consociate in unità tipologiche a prevalente destinazione direzionale consistono in uffici, studi professionali, ambulatori, ecc. a carattere privato; le banche e le sedi di attività finanziarie di interesse generale, di qualunque dimensione, sono ricomprese nelle norme del presente articolo

”D”b – studi professionali Sono le attività inerenti la produzione di servizi, rivolti sia alle persone che alle imprese ed a basso concorso di pubblico. Pur senza definire una specifica soglia dimensionale soddisfano al requisito

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Pagina 217 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione singole unità immobiliari costituenti parte di unità tipologiche polifunzionali caratterizzate da frazionamento delle singole destinazioni d’uso.

”D”c – Uffici complementari ad altre attività Sono le attività direzionali connesse e complementari allo svolgimento di attività produttive o commerciali costituendone una specifica pertinenzialità che dovrà essere obbligatoriamente riconosciuta con vincolo registrato e trascritto.

“C”. COMMERCIALE L’insediamento di attività commerciali è disciplinato dal presente capo, in conformità alla legislazione e regolamentazione nazionale e regionale. L'attività commerciale si distingue in dettaglio ed ingrosso, così come definite dalle norme di legge. Si distinguono le seguenti tipologie insediative: ”C”a - Esercizi di vicinato Sono esercizi di vicinato le attività con superficie di vendita (di seguito SV) non superiore ai 150 mq , nei comuni con popolazione residente superiore a 10.000 abitanti; ai sensi del D.Lgs., n° 114/1998 e ss.mm.ii.

”C”b – Media distribuzione di vendita Sono medie strutture di vendita gli esercizi aventi SV superiore ai limiti di cui agli esercizi di vicinato e fino a 1.500 mq nei comuni con popolazione residente inferiore a 10.000 abitanti Cb1: medie strutture di vendita - esercizi con sv. ricompresa tra mq. 150e mq. 600; Cb2: medie strutture di vendita - esercizi con sv. ricompresa tra mq. 601 e mq. 1500; ”C”c – Grande distribuzione di vendita Sono le tipologie aventi superficie di vendita superiore ai limiti delle medie strutture di vendita.

”C”d – Centro commerciale Una media o una grande struttura di vendita nella quale più esercizi commerciali sono inseriti in una struttura a destinazione specifica e usufruiscono di infrastrutture comuni e spazi di servizio gestiti unitariamente; la superficie di vendita di un centro commerciale è la somma delle superfici di vendita degli esercizi al dettaglio in esso presenti.

”C”e – Vendita di merci ingombranti Nel caso di attività di vendita esclusiva di merci ingombranti, non immediatamente amovibili ed a consegna differita (mobilifici, concessionarie di autoveicoli,legnami, materiali edili e similari), la superficie di vendita è computata secondo le modalità previste dalle disposizioni regionali , 1/8 della s.l.p quando questa non sia superiore a 1500 mq

”C”f – Pubblici esercizi I pubblici esercizi comprendono ristoranti, trattorie, bar con annesse salette, spazi relativi al funzionamento,ritrovi notturni, sale da ballo, sale ricreative (biliardo, sale giochi, etc.).

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“C”g – Distributori di carburante Sono tutte le attrezzature inerenti la vendita del carburante al minuto con le relative strutture pertinenziali di carattere non prevalente, destinate alla manutenzione ordinaria degli autoveicoli, ai controlli essenziali, e di servizio agli utenti.

“C”h – Nuovi formati commerciali I nuovi formati commerciali comprendono i parchi commerciali, i Factory outlet, Multiplex e Megaplex, Parchi tematici. Per i contenuti di dettaglio si rimanda alla norma speciale per le attività commerciali all’articolo 42.

“C”i – Esercizio congiunto del commercio all’ingrosso e al minuto Eesercizio congiunto nello stesso locale sia della attività di vendita all’ingrosso, sia di quella di vendita al dettaglio, in mancanza di una effettiva suddivisione degli spazi in cui vengono esplicitate le due attività, è possibile per i prodotti e secondo le modalità indicate dalle disposizioni regionali in materia , l’ attribuzione del 50% della s.l.p. alla superficie di vendita. In tali esercizi non possono essere introdotte o vendute merci diverse da quelle di cui al comma 1, salvo che si chiedano e ottengano le autorizzazioni prescritte dagli artt. 8 e 9 del d.lgs. 31 marzo 1998 n. 114 per l’intera ed effettiva superficie di vendita. Nei casi di vendita non autorizzata di merci diverse, e` applicata la sanzione cui all’art. 22 comma 6 del d.lgs. 31 marzo 1998 n. 114.

“C”l – Esercizio di spaccio aziendale Si definisce “spaccio aziendale” l’attività di vendita di beni prodotti, lavorati, trasformati o comunque trattati presso lo stabilimento produttivo / terziario / agricolo principale condotto, con carattere di prevalenza, nella medesima area od immobile; esso costituisce uso complementare all’attività principale svolta nell’area o nell’immobile, a condizione che il relativo esercizio abbia tipologia non superiore a quella di vicinato, definita dalla normativa regionale

“P”. PRODUTTIVO ”P”a – Produttivo extra agricolo in zona agricola Sono le strutture e gli impianti funzionali allo svolgimento dell’attività produttiva insediante in zona agricola ma espressamente riconosciuti non adibiti all’uso agricolo

”P”b – Artigianato di servizio. Comprende tutte le attività produttive di servizio non moleste per emanazione di qualunque tipo e si qualificano per la stretta correlazione con i bisogni diretti della popolazione servita ovvero per il carattere ristretto del proprio mercato. Sono compresi in tale destinazione anche gli uffici amministrativi della ditta. L’artigianato di servizio compatibile con la residenza esclude la realizzazione di nuove strutture edili, incompatibili con le caratteristiche di decoro dei nuclei di antica formazione e dei quartieri residenziali.

”P”c – Attività non coerente con la destinazione d’uso d’ambito Sono gli edifici destinati ad usi produttivi non di servizio e ricompresi negli ambiti di piano non destinate prevalentemente alla attività produttiva artigianale e industriale.

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”P”d – Artigianato e industria Sono comprese nell’industria e nell’artigianato tutte le attività rivolte nella produzione di beni e le relative lavorazioni intermedie ancorché disgiunte o distinte, nonché le attività di demolizione e di recupero. Inoltre si considerano compresi nella suddetta destinazione gli uffici amministrativi della ditta e i depositi relativi alle predette attività ancorché non situati in contiguità spaziale, purché vi siano escluse attività di vendita. Sono altresì ricomprese le attività di autotrasporto, la logistica merci e gli spedizionieri.

”P”e – Attività estrattiva Consiste nell’estrazione dal sottosuolo di materie prime e loro prima lavorazione e commercializzazione. Lo svolgimento dell’attività estrattiva è correlata alle relative determinazioni regionali e provinciali in materia e mantengono efficacia in relazione alle predette determinazioni.

”P”f – depositi a cielo aperto Sono essenzialmente costituiti da aree libere con fondo sistemato secondo circostanza e/o prescrizioni di legge, destinate allo stoccaggio di materiali o merci e all’interscambio delle stesse.

Per il dettaglio delle attività produttive ritenute compatibili o non con le destinazioni di Piano per ciascuna tipologia di ambito afferente al Documento di Piano ed al Piano delle Regole, si rimanda allo specifico aricolo “dettaglio delle attività compatibili alle destinazioni produttive di piano” allegato in calce alle presenti norme.

“A”. AGRICOLO ”A”a – depositi e strutture a servizio dell’azienda agricola Sono fabbricati adibiti al rimessaggio di macchine agricole e allo stoccaggio di materie e prodotti connessi con l’attività nonché le attrezzature e gli impianti necessari alla conduzione aziendale. Per ulteriori specificazioni si rimanda ai contenuti del R.L.I. del comune.

”A”b – allevamenti zootecnici familiari Sono le strutture destinate al alla stabulazione di animali aventi un numero di capi che non superi i limiti stabiliti dal Regolamento Comunale d’Igiene (di seguito RCI) per gli allevamenti a carattere familiare Per ulteriori specificazioni si rimanda ai contenuti del RCI

”A”c – allevamenti zootecnici non intensivi Sono le strutture destinate al alla stabulazione di animali aventi un numero di capi che supera i limiti stabiliti dal Regolamento Comunale d’Igiene per gli allevamenti a carattere familiare ma con un peso vivo inferiore ai limiti • BOVINI - EQUINI (tranne vitelli a carne bianca) numero max 200 capi e comunque con peso vivo max allevabile 900 ql • OVINI – CAPRINI Numero max 250 capi e comunque con peso vivo max allevabile 100 ql • SUINI - VITELLI A CARNE BIANCA numero max 70 capi e comunque con peso vivo max allevabile 100 ql • CONIGLI numero max allevabile 2500 capi e comunque con un peso vivo max allevabile di 100 ql

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• POLLI - GALLINE OVAIOLE - TACCHINI - ANATRE - FARAONE –STRUZZI Numero max 2500 capi e comunque con un peso vivo max allevabile di 100 ql Per ulteriori specificazioni si rimanda ai contenuti del RCI

”A”d – allevamenti zootecnici intensivi Sono le strutture destinate alla stabulazione di animali con numero di animali e comunque con un peso vivo superiore ai limiti stabiliti per gli allevamenti non intensivi, nonché tutti gli allevamenti di animali di pelliccia. Per ulteriori specificazioni si rimanda ai contenuti del RCI

”A”e – Serre fisse Sono gli organismi edilizi destinati alle produzioni ortofrutticole e florovivaistiche di carattere semipermanente che non incidono in modo definitivo sulla qualità e natura dei substrati agricoli.

”A”e2 – Serre mobili Sono serre mobili le strutture a servizio dell’attività orticolo-vivaistica, costituite da strutture mobili realizzate con centinature facilmente amovibili e trasportabili , ricoperte da fogli in materiale plastico e prive di coperture rigide e/o di cordolature in C.A. di ancoraggio al terreno.

”A”f – attività agrituristica Sono le attività di ricezione e ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli di cui all'articolo 2135 del codice civile, anche nella forma di società di capitali o di persone, oppure associati fra loro, attraverso l'utilizzazione della propria azienda in rapporto di connessione con le attività di coltivazione del fondo, di silvicoltura e di allevamento di animali

“S”. STRUTTURE DI SERVIZIO E TEMPO LIBERO

”S”a – discoteche e sale da ballo Sono compresi tutti gli spazi destinati al ballo e i relativi servizi connessi individuati in edifici autonomi e non consociati in unità tipologiche aventi diverse destinazioni

”S”b – attrezzature culturali per lo spettacolo Sono attività a forte richiamo di pubblico quali cinema, teatri, saloni di ritrovo e conferenze. Tali sono gli spazi a ciò adibiti negli organismi edilizi nonché i relativi spazi accessori e di supporto e gli spazi esterni all’uopo attrezzati.

”S”c – parcheggi privati autorimesse e/o garage Sono locali, appositamente adibiti ed attrezzati, per la temporanea custodia e dietro compenso, di vetture, motocicli, biciclette, roulottes o caravans.

”S”d – attrezzature sportive Comprendono i campi di gioco sportivo all’aperto o negli edifici ed i relativi spazi di servizio. La presenza di spettatori non costituisce aspetto essenziale degli impianti. Le attrezzature così definite possono essere di proprietà pubblica o privata con relativa convenzione per l’uso pubblico, ovvero esclusivamente privata.

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Quando gli impianti siano di proprietà pubblica ovvero convenzionati per l’uso pubblico, essi sono computabili tra gli standard di livello comunale.

”S”e – Attrezzature sportive spettacolari Comprendono le attrezzature sportive a grande richiamo di pubblico dotate di specifiche e rilevanti strutture per la sistemazione degli spettatori Quando pubbliche o convenzionate per l’uso pubblico, le relative aree sono da computarsi tra gli standard di livello comunale.

”S”f – attrezzature per la salute Sono le strutture private destinate alla fruizione di servizi quali: case di cura, cliniche, case di riposo, alloggi protetti per gli anziani, beuaty-farm, centri di riabilitazione e palestre.

“SP”. SERVIZI PUBBLICI

”SP”a – Parcheggi pubblici Sono gli spazi destinati al parcamento degli automezzi, sia ricavati mediante sistemazione delle superfici scoperte che alloggiati all’interno di edifici ovvero sulle coperture dei medesimi. Le aree e gli edifici destinati al parcheggio pubblico dovranno essere ceduti al comune gratuitamente; quando di proprietà privata dovranno essere asserviti gratuitamente ad uso pubblico in favore del comune con atto registrato e trascritto. La disciplina dei parcheggi pubblici spetta in via esclusiva al comune il quale ha la facoltà di concedere la gestione dietro corresponsione di adeguato canone. Sono da considerare spazi a parcheggio sia le superfici di parcamento che le relative corsie di manovra ed accesso. Per superficie di parcametro si intende uno spazio idoneo ad ospitare autoveicoli avente dimensione minima di ml. 5,00 x 2,50 o di ml. 2,00 x 6,00 in caso di realizzazione di spazi in linea in fregio alla viabilità esistente. Le aree di competenza di dette attrezzature sono da computarsi quali standard urbanistici di livello comunale. All’interno di altre aree destinate ai servizi pubblici debbono reperirsi parcheggi di servizio in relazione alle S.L.P. degli edifici ivi esistenti, detti parcheggi non sono valutati autonomamente bensì riassorbiti nella specifica e prevalente destinazione pubblica in quei suoli.

”SP”b – verde pubblico Trattasi di organici impianti caratterizzati per la prevalente sistemazione e verde. Tali spazi potranno essere di proprietà pubblica od asserviti all’uso pubblico. Le aree di competenza delle attrezzature sono da computarsi quali standard urbanistici di livello comunale.

”SP”c – scuola per l’istruzione d’obbligo e superiore Si intendono la scuola d’infanzia, la primaria di primo e secondo grado e quelle di livello superiore, comunali, provinciali, regionali o statali ovvero private. Le aree di competenza di competenza di dette attrezzature sono da computarsi quali standard urbanistici di livello comunale.

”SP”d – servizi pubblici di livello comunale

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Essi comprendono le attrezzature di interesse religioso, culturali, sociali, amministrative, ovvero le aree destinate a dotare di spazi pubblici gli insediamenti commerciali, direzionali, produttivi ed alberghi. La proprietà di tali attrezzature è degli enti istituzionalmente preposti. Le aree di competenza di dette attrezzature sono da computarsi quali standard urbanistici di livello comunale.

”SP”e – attrezzature pubbliche d’interesse generale Sono le strutture destinate agli ospedali ed ai parchi territoriali. Dette aree possono computarsi come standard aggiuntivi, necessari all’organica dotazione di standard relativa alla capacità insediativa teorica del comune.

”SP”f – impianti di interesse generale Comprendono le reti tecnologiche urbane ed extraurbane ed i relativi impianti quali centrali, stazioni e cabine elettriche, reti e bacini idrici artificiale, impianti telefonici, del gas, acquedotti ed opere di captazione ed accumulo, opere per lo smaltimento dei rifiuti solidi e per la regolazione e depurazione delle acque reflue, caserme, aerostazioni, carceri, uffici dello stato, regione e provincia, ecc. Le aree destinate a detti impianti non possono essere ricompresse tra quelle destinate al computo degli standard di livello comunale. Sono comunque sempre ammessi i manufatti e le reti tecnologiche a servizio degli edifici anche se risultanti non ammissibili nelle tabelle delle destinazioni d’uso

Disciplina dei mutamenti di destinazione d’uso a) ogni cambio di destinazione d'uso con opere edilizie, è soggetto a preventivo rilascio di Permesso di costruire o Denuncia Inizio Attività dalla Amministrazione Comunale che verificherà la compatibilità anche in relazione alla dotazione di parcheggi e alla mobilità veicolare. Ai sensi e per gli effetti dell’articolo 51, comma 2 della L.R. 12/2005, ogni mutamento della destinazione da quella residenziale, o agricola in altre, determina aumento del fabbisogno di standard. Le aree necessarie verranno determinate per differenza tra il fabbisogno determinato dalla nuova destinazione d’uso e quello determinato per la precedente. Salvo i casi in cui l’edificio ricada in ambiti soggetti a Piano Attuativo e conseguentemente convenzionati, il richiedente dovrà stipulare apposito atto unilaterale d’obbligo per la cessione delle aree previste per il soddisfacimento del nuovo fabbisogno o in alternativa alla monetizzazione del corrispettivo per la maturata cessione entro l’ambito e comunque all’interno del territorio comunale. b) sempre nel caso di ristrutturazione o di mutamento delle destinazioni d'uso, da residenza ad altro, il cambio di destinazione potrà interessare non più dei 70% della superficie lorda di pavimento dell'intero edificio in caso di attività non nocive e non moleste, e del 100% della superficie lorda di pavimento dell’intero edificio in caso di attività terziarie o commerciali, salvo le eventuali limitazioni previste nelle schede specifiche dei fabbricati dei centri storici. c) i mutamenti di destinazione d’uso senza opere edilizie sono soggetti alle disposizioni di cui all’art.52 comma 2 L.R. 12/2005 con le limitazioni previste dall’art. 51 comma 3 L.R. 12/2005 per destinazioni commerciali non sedi di esercizio di vicinato.

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11.5.Le modalità di recepimento delle previsioni sovraordinate e di attuazione delle prescrizioni

Le modalità di attuazione del piano sono di pertinenza del corpo normativo che riguarda gli aspetti attuativi gestionali, regolamentando i rapporti convenzionali pubblico/privato e disciplinando il ricorso a piani attuativi, articolandoli e individuandoli puntualmente in rapporto alla trasformazione prevista.

Il P.G.T. si attua a mezzo di Piani Attuativi, nei casi indicati dal presente Documento di Piano o per quelli del Piano delle Regole, come ampiamente riconosciuto dalla disciplina e dalla giurisprudenza di riferimento e come già detto nel presente Documento di Piano. La trasformazione del territorio e, quindi, la nuova edificazione proposta si dimensiona obiettivamente in accordo con il preesistente sistema urbano e in funzione dei servizi e delle opere infrastrutturali necessarie quando per queste si riscontri un’effettiva inadeguatezza.

Accanto agli strumenti di attuazione tradizionali e codificati nella prassi urbanistica (PP., PL., PR., PIP.) si procede attraverso lo strumento del Permesso di Costruire Convenzionato, definendo una convenzione che regolamenta la cessione di aree al fine di assicurare la partecipazione diretta degli operatori all’urbanizzazione del territorio, così come specificato dal disposto legislativo relativo dell’art. 46, comma 1 della Legge Regionale 12/2005 e secondo quanto disposto all’art. 10 della suddetta legge, nella quale al comma 2 si legge che le modalità di intervento possono realizzarsi, anche mediante pianificazione attuativa o permesso di costruire convenzionato. Nei casi esplicitamente previsti e disciplinati, il Permesso di Costruire Convenzionato si esplica con la stipula di una convenzione pubblica, da trascriversi a cura e spese degli interessati nei registri immobiliari, che regolamenti la cessione delle aree necessarie alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria (l’insieme dei servizi che costituiscono i requisiti necessari per rendere edificabile un’area quali strade, spazi di sosta e di parcheggio, reti, impianti tecnologici e verde attrezzato). Il Permesso di Costruire Convenzionato non comporta inutili aggravi al procedimento di attuazione del P.G.T.; coincide, per quanto attiene alla procedura di controllo ed emissione, con un normale permesso di costruire, a cui si aggiungerà solo la convenzione con il contenuto sopra esplicitato (partecipazione alla formazione di opere di urbanizzazione).

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12.GLI INDIRIZZI, LE DIRETTIVE E LE RACCOMANDAZIONI

Connotazione principale del corpo normativo che andrà applicato sul P.G.T., è la compresenza di prescrizioni e indirizzi che coordinano le azioni del piano. Affiancate alle prescrizioni che costituiscono il corpus normativo, con valore cogente e che rappresentano l’esito legittimo, l’espressione stringente del piano. Le norme tecniche e gli altri elaborati del P.G.T., infatti, indicano le regole di indirizzo come criteri guida per il controllo qualitativo delle trasformazioni, concentrandosi sui nuclei di antica formazione, sugli spazi aperti e sulla componente ambientale. Gli indirizzi rispondono all’esigenza di assicurare qualità aggiuntiva alle istanze progettuali e esprimono un’opzione preferenziale di ordine morfologico, tipologico e ambientale concentrando l’attenzione sull’ammissibilità degli interventi non solo sul piano dimensionale del progetto, ma anche, e soprattutto, sul piano della qualità della proposta progettuale. La duplicità prescrizioni/indirizzi, trova concretizzazione nella previsione di strumenti di indirizzo progettuale.

In particolare il lavoro svolto si definisce in nei tre strumenti principali, che compongono il P.G.T.: - Tavola di indirizzo progettuale territoriale, Tavv. DP, contenuta nel Progetto di Piano, che esprime gli obiettivi generali di indirizzo per lo sviluppo quantitativo e qualitativo per l'intero ambito del piano, con le necessarie condizioni al contesto (singolarità locale) o al quadro territoriale (generalità territoriale), e assume contemporaneamente il compito di coordinare e integrare gli altri strumenti di indirizzo per ambiti minori e di porsi come riferimento di massima per gli ulteriori studi da sviluppare nelle fasi di pianificazione successiva, approfondendo tesi risolutive per situazioni considerate strategiche;

- Le tavole di destinazione d’uso del suolo e densità insediativi, Tavv. PR, contenute nel Piano delle Regole, che esprimono gli obiettivi e indirizzi progettuali per quanto riguarda gli ambiti edificati del territorio consolidato, ovvero gli ambiti su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione del suolo ed a cui risulta necessario introdurre i relativi indirizzi progettuali e di gestione edilizia, nonché definisce la struttura degli spazi aperti con indicazioni di recupero e valorizzazione.

- La tavola sulla dotazione dei servizi Tav. PS, contenuta nel Piano dei Servizi, che esprime gli obiettivi e indirizzi progettuali per la costruzione della “città pubblica”, documento intermedio tra i precedenti in quanto anello di congiunzione e nodo di coordinamento tra le azioni di previsione quanti/qualitative a livello territoriale e locale del documento di indirizzo progettuale territoriale, con le caratteristiche morfologiche della città consolidata.

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13. I CRITERI PER LA COMPENSAZIONE, PEREQUAZIONE E INCENTIVAZIONE

Il presente Documento di Piano individua fra gli elementi significativi nella definizione degli obiettivi e delle strategie del P.G.T. eventuali criteri di compensazione, di perequazione e di incentivazione, secondo quanto affermato dal legislatore in materia agli art. 8, comma 2, lettera g, della Legge Regionale 12/2005. In particolare l’art. 11 disciplina i meccanismi di perequazione, compensazione e incentivazione urbanistica la cui applicabilità viene affidata ai criteri stabiliti in tale atto. Si deve tenere in considerazione soprattutto che l’applicazione e la legittimazione dei dispositivi di natura perequativa e compensativa, finanziaria ed ambientale, nonché di incentivazione urbanistica, sono finalizzate al raggiungimento di alti livelli di condivisione sociale delle scelte, di sostenibilità economica ed ambientale degli interventi e di opportunità di attuazione di azioni di riqualificazione e valorizzazione paesaggistica della città e del territorio e di miglioramento della qualità dei luoghi dell’abitare.

La perequazione urbanistica rappresenta uno strumento di gestione del piano che trova applicazione secondo due diverse modalità: - o attraverso la ripartizione dei diritti edificatori tra tutti i proprietari, operata nell’ambito di piani attuativi o di atti di programmazione negoziata con valenza territoriale (art. 11, comma 1); - o in maniera generalizzata, affidando al Piano delle Regole il compito di attuarla, attribuendo a tutte le aree ricomprese nel territorio comunale, con alcune eccezioni, un identico indice di edificabilità territoriale (art. 11, comma 2).

In ambedue i casi la definizione dei criteri per orientarne l’applicazione deve avvenire in sede di Documento di Piano.

La perequazione urbanistica scelta si basa su un’equa ed uniforme distribuzione di diritti edificatori nei comparti previsti indipendentemente dalla localizzazione delle aree per attrezzature pubbliche e dei relativi obblighi nei confronti del Comune. Nei casi in cui nelle schede dell’Allegato DP_3A “Condizioni di fattibilità degli Ambiti di Trasformazione delle previsioni di Piano” venga individuata una maggior superficie di cessione di standard all’interno degli ambiti, questa sarà economicamente riconosciuta secondo uno specifico parametro predeterminato ed andrà a scomputo della quota dovuta per lo standard di qualità aggiuntiva. All’istituto della perequazione è collegata la trasferibilità o commercializzazione dei diritti edificatori tra proprietari all’interno del comparto. Non è consentita la trasferibilità o commercializzazione dei diritti edificatori tra comparti ove le previsioni del piano prevedono incrementi di edificabilità in grado di accogliere ulteriori quote, ovvero forme di compensazione tra i fabbisogni dei vari comparti.

La perequazione viene prevista dal punto di vista generale del territorio attraverso l’obbligo di dotazione di “quota di sostenibilità dei costi per l’attuazione del Piano dei Servizi” di valore

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Pagina 226 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione proporzionale alla volumetria prevista. L’individuazione e l’attuazione sono demandate alle previsioni del Piano dei Servizi da definire secondo scelte e priorità in sede di approvazione dei piani attuativi degli Ambiti di Trasformazione Per gli Ambiti di Trasformazione proposti è previsto il riconoscimento di una quota di competenza dei costi per l’attuazione del Piano dei Servizi così ripartita:

TRASFORMAZIONI AFFERENTI AL PIANO DELLE REGOLE (INTERNE AL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO) PA (Piani attuativi Residenziali) quota: 10 volte gli oneri di urbanizzazione secondaria PII (Programmi Integrati di Intervento) quota: 10 volte gli oneri di urbanizzazione secondaria

TRASFORMAZIONI AFFERENTI AL DOCUEMENTO DI PIANO (ESTERNE AL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO) ATR (Ambiti di Trasf. Residenziale) quota: 10 volte gli oneri di urbanizzazione secondaria ATT (Ambiti di Trasf. Turistica) quota: 2 volte gli oneri di urbanizzazione secondaria SUAP (Destinazione Turistica) quota: 2 volte gli oneri di urbanizzazione secondaria ATP (Ambiti di Trasf. Produttiva) quota: 4 volte gli oneri di urbanizzazione secondaria

Il costo degli oneri di urbanizzazione secondaria potrà essere aggiornato nel corso degli anni, così come disposto dalla normativa vigente in materia.

L’indice di edificabilità previsto dal piano è stato sostanzialmente uniformato per tutte le parti del territorio comunale al fine di realizzare una tipologie di intervento che possano meglio inserirsi nel contesto paesaggistico Il criterio adottato prevede un basso indice territoriale di 0,75 mc/mq per consentire la realizzazione di tipologie edilizie che si riconducono al modello di edificio con un’alta dotazione di verde con massimo 3 piani di altezza, al fine di uniformarsi al tessuto esistente e di ricomporre e ridisegnare dove necessario una morfologia insediativa che enfatizzi la tipologia urbana consolidata.

Un altro strumento gestionale introdotto dall’art. 11, comma 3, è quello della compensazione: essa consiste nella possibilità, per il privato, di chiedere al Comune il trasferimento dei diritti edificatori su altra area del territorio comunale di cui abbia acquisito la disponibilità a fini edificatori.

L’istituto della compensazione urbanistica risponde anch’esso ad una finalità perequativa.

Il Documento di Piano può elaborare i criteri di applicazione dell’istituto in questione tenendo conto che l’art. 11 comma 3 della legge focalizza la propria attenzione sull’applicabilità della compensazione alla fattispecie di aree destinate alla realizzazione di interventi di interesse pubblico o generale non disciplinate da piani e da atti di programmazione.

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In luogo della corresponsione dell’indennità di esproprio, l’Amministrazione può attribuire, a fronte della cessione gratuita dell’area, aree pubbliche in permuta o diritti edificatori trasferibili su aree edificabili private ricomprese in piani attuativi ovvero in diretta esecuzione del PGT. Un’alternativa per il proprietario è quella di realizzare direttamente gli interventi di interesse pubblico o generale mediante accreditamento o stipula di convenzione con il Comune per la gestione del servizio e, in questo senso, la possibilità acquista valore integrativo delle disposizioni contenute nell’art. 9 comma 12 della legge.

L’istituto della compensazione può diventare una risorsa preziosa nei processi di riqualificazione, anche di aree storiche, in quanto consente la delocalizzazione di volumi in aree con minori problematiche di tipo morfologico ed ambientale.

I criteri stabiliti nel presente atto riguardano una sorta di compensazione “anomala” non basata su attribuzione diretta di diritti volumetrici da trasferire sulle aree per servizi, ma attraverso l’utilizzo della risorse aggiuntive ottenute dalla redistribuzione di parte dei benefici fondiari assegnati. L’attuazione delle opere e/o l’acquisizione delle aree per servizi è spalmata in modo eguale e proporzionato in base a quanto ottenuto grazie ai benefici concessi sotto il profilo dei diritti volumetrici.

Infine, l’incentivazione (art. 11, comma 5) consente di ottenere “bonus urbanistici”, ossia maggiori diritti edificatori, a fronte del conseguimento di benefici pubblici aggiuntivi. Il Documento di Piano può, infine, definire criteri per l’applicazione dell’istituto dell’incentivazione che riconosce dei “bonus” urbanistici, cioè di maggiori diritti edificatori, a fronte del conseguimento di benefici pubblici aggiuntivi rispetto a quelli ordinariamente ricollegati ai programmi di intervento (ad esempio maggiori dotazioni qualitative-quantitative di attrezzature e spazi pubblici o significativi miglioramenti della qualità ambientale, interventi di riqualificazione paesaggistica e di rimozione di manufatti paesaggisticamente intrusivi od ostruttivi). I criteri da definirsi devono precisare le modalità di articolazione del riconoscimento dell’incentivazione, considerato che è fissato un tetto massimo del quindici per cento per l’incrementabilità della volumetria ammessa ed è prevista la differenziazione degli indici premiali in relazione agli obiettivi conseguibili. La disciplina dell’incentivazione è applicabile agli interventi ricompresi in piani attuativi aventi come prima finalità la riqualificazione urbana, nonché l’ulteriore possibilità è di estendere la disciplina dell’incentivazione urbanistica connettendola alla promozione di interventi di edilizia eco-compatibile e volta al risparmio energetico.

Conformemente a quanto disciplinato dall’art.11 della l.r.12/05 e s.m.i ai fini dell’ incentivazione per le costruzioni che prevedono un contenimento dei consumi energetici è’ prevista una premialità volumetrica. L’incremento volumetrico assegnato non potrà superare il limite massimo del + 15 % o del 10% se riferito dell’esistente in caso di lotto saturo.

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Le modalità di conseguimento , nonché la misura dell’incremento volumetrico sono demandate al Regolamento edilizio da redigersi in conformità della l.r.12/05 al conseguimento di una classe energetica “B” per l’intero edificio, secondo quanto classificato dalla D.G.R. 8/05773 e s.m.i La condizione di ammissibilità sarà verificata in funzione dei contenuti specifici del progetto tecnologico.

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14. DOCUMENTO DI PIANO E RELAZIONI CON IL PIANO DEI SERVIZI

Di seguito si riporta un estratto dei contenuti del Piano dei Servizi con finalità di specifica e integrazione alla presente relazione del Documento di Piano. Qualsiasi variante sarà apportata al Piano dei Servizi afferente i contenuti sotto riportati non necessita di variante al Documento di Piano stesso.

14.1.Criteri generali

La costruzione del Piano dei Servizi si basa sull’individuazione delle aree per attrezzature pubbliche, di interesse pubblico e dei servizi resi alla comunità esistenti e in previsione, ovvero quegli ambiti riservati alla realizzazione delle attrezzature pubbliche, previa identificazione e valutazione dello stato dei servizi pubblici e di interesse pubblico esistenti in base al grado di fruibilità, qualità e di accessibilità. Il Piano dei Servizi costituisce, pertanto, lo strumento gestionale di tutti i servizi pubblici e di interesse generale o collettivo per soddisfare le esigenze dell’utenza che gravitano sul territorio comunale, nonché quelle prodotte dalle trasformazioni urbanistiche previste dal Documento di Piano, al fine di concorrere al perseguimento degli obiettivi definiti sempre nello stesso Documento di Piano per realizzare un coerente disegno dell’impianto complessivo del territorio comunale.

Il Piano dei Servizi include ciò che tradizionalmente viene inteso come “servizio”: - le normali opere di urbanizzazione primaria e secondaria oltre che altre funzioni che possono rappresentare un contributo alla qualità della vita urbana; - i servizi di tipo immateriale (es. assistenza domiciliare per gli anziani ; trasporto scolastico ecc..) che comportano certamente, se esistenti e ben funzionanti una rilevante differenza qualitativa complessiva.

Si evidenzia, pertanto, una duplice dimensione del Piano dei Servizi: analitica e progettuale. La ricognizione conoscitiva dei servizi e delle attrezzature di interesse generale esistenti costituisce un’operazione fondativa alla costruzione del nuovo strumento. L’indagine conoscitiva è stata finalizzata allo scopo di restituire non più solo una tradizionale quantificazione e individuazione delle aree esistenti destinate a servizi di interesse pubblico (comunque necessaria), quanto una completa e appropriata descrizione della capacità prestazionale fornita dal servizio, definita almeno attraverso una valutazione preliminare delle condizioni di fruibilità e di accessibilità assicurate ai cittadini.

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La verifica della “razionale ubicazione” dei servizi esistenti, così come della “idoneità della loro posizione” prescelta per nuovi servizi e attrezzature di interesse generale, appaiono condizioni necessarie alla valutazione delle qualità e delle potenzialità del servizio.

Altri elementi conoscitivi potranno essere opportunamente introdotti anche successivamente e utilizzati per descrivere più compiutamente i caratteri qualitativi del servizio e per arricchire gli elementi di valutazione delle reali prestazioni offerte, al fine di costituire un più efficace supporto per l’Amministrazione nella gestione e nell’indirizzo delle risorse da investire.

In questa prima fase si riconosce già il primo livello del carattere programmatorio del Piano dei Servizi, che non appartiene alla sola componente progettuale, ma che comincia con la costruzione di un apparato analitico conoscitivo in grado di orientare le strategie di gestione e pianificazione del comune.

Attualmente la situazione economica degli Enti locali territoriali, non particolarmente brillante, induce ad affiancare al tradizionale ruolo rivestito dagli interventi pubblici in materia di realizzazione e di gestione dei servizi, anche le risorse private e ad attribuire loro un ruolo crescente nel settore dei servizi, utilizzando a fondo la nuova concezione legislativa che considera ormai, non tanto la proprietà degli immobili, quanto le prestazioni effettivamente svolte per individuare le funzioni che siano classificabili o meno come servizi rivolti all’uso pubblico.

Importante è anche l’aspetto della sostenibilità ambientale ed economica delle scelte di piano che concernono la realizzazione di Servizi. Anche in questo caso previsioni sia pur corrette che non possano poi tradursi in atto, rischiano di ridursi ad una sottrazione di aree rispetto ad altri usi possibili ed in un loro conseguente abbandono, che non reca alcun beneficio alla collettività; ed ancora servizi per quanto utili che producano elementi di contrasto ambientale rischiano di tradursi in un peggioramento complessivo della qualità della vita anziché in un suo miglioramento. È dunque una conseguenza di quanto sin qui detto che l’approccio del Piano dei Servizi registri uno spostamento dal profilo eminentemente quantitativo che caratterizzava passate concezioni alla valutazione delle trasformazioni, con attenzione agli aspetti qualitativi e di arricchimento per l’intero territorio.

Sotto quest’ottica assume, dunque, importanza non solo la presenza o meno di un servizio, ma la relazione ambientale, di verde e paesaggio, di comunicazione, di mobilità ciclopedonale e di

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Pagina 231 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione trasporto, in definitiva di fruibilità complessiva delle opportunità offerte da una rete di servizi locali e territoriali.

È la presenza di questa rete che determina, assieme alle opportunità di abitazione, di lavoro, culturali e di tempo libero, i livelli di qualità della vita nella città. I modelli di vita profondamente mutati, le abitudini, i costumi, relazionati a nuovi livelli di reddito e contemporaneamente l’insorgenza strettamente connessa di nuovi bisogni a cui la tradizionale strumentazione urbanistica non risponde con capacità di programmazione a breve e medio termine, impongono questo mutato approccio.

Altri strumenti del PGT hanno il compito non semplice di valutare puntualmente le trasformazioni in atto (come i valori dell’accesso al bene casa, la terziarizzazione commerciale a grande scala, i livelli di mobilità su gomma, l’eccessivo consumo di suolo, in sostanza la compromissione paesistica per aspetti funzionali ed ambientali); da un governo non efficace di questi fenomeni può derivare anche la compromissione dei livelli di dotazione di Servizi già in essere, non tanto in senso di una loro riduzione materiale, quanto piuttosto nella diminuzione delle possibilità della loro fruizione.

Il Piano dei Servizi deve quindi essere di complemento al Documento di Piano, nella definizione delle strategie e delle politiche per il governo del territorio.

14.2.La concezione dei servizi La legge regionale 12/2005 contiene una nuova concezione dei “Servizi”; all’interno di essa pur conservando rilevanza gli aspetti più propriamente urbanistici si opera un tentativo di riportare alla dimensione comunale la costruzione dei criteri per definire che cosa sia servizio. Questo margine di relativa discrezionalità deve essere inteso come il superamento del concetto di “standard” che stabiliva fabbisogni indifferenziati per ogni territorio, indipendentemente dalle sue caratteristiche intrinseche e dalle esigenze manifestate dai suoi abitanti; mira invece a consentire di stabilire, in base ai caratteri del territorio e della popolazione insediata, quali siano le attrezzature e le attività da considerare effettivamente di interesse pubblico e/o generale. Il Piano dei Servizi è uno strumento relativamente nuovo, che impone ai Comuni ad affrontare il tema dei servizi, delle aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale, non più solo in termini quantitativi, misurati e dimostrati semplicemente attraverso un bilancio di aree a tali funzioni in riferimento ad un parametro di legge predefinito, ma anche attraverso criteri qualitativi e valutazioni di funzionalità, accessibilità, fattibilità e distribuzione.

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Questo documento assume le caratteristiche di strumento di pianificazione e programmazione delle attività di realizzazione e predisposizione dei servizi e delle attrezzature sia da parte pubblica che privata. A partire dai principi definiti dall’articolato di legge e attraverso le indicazioni metodologiche e dei contenuti indicati nei “criteri regionali”, si possono delineare alcuni dei caratteri più rilevanti costitutivi del nuovo strumento pianificatorio.

La dimensione analitica costituisce una delle componenti fondative del Piano dei Servizi. L’indagine sull’offerta dei servizi esistenti richiede approfondimenti nuovi rispetto alle analisi urbanistiche più tradizionali, non solo finalizzate a restituire la quantificazione areale e la localizzazione delle attrezzature di interesse collettivo presenti sul territorio comunale, ma anche capaci di fornire ulteriori elementi conoscitivi indirizzati a valutare la reale capacità prestazionale. Innanzitutto verificando il grado di accessibilità e di fruibilità dell’area e/o dell’attrezzatura, individuando inoltre per ogni tipologia di servizio, le caratteristiche urbanistiche, edilizie ed ambientali che ne determinano le condizioni qualitative in essere. In questo senso la definizione dei requisiti qualitativi costituisce un aspetto importante sia nella ricognizione puntuale dei servizi esistenti, quanto nella valutazione e programmazione dei nuovi servizi.

Allo stesso tempo il campo delle analisi si amplia a tutti quei servizi che abbiano i caratteri di interesse generale e collettivo, sia pubblici che privati, superando un’identificazione statica e predeterminata del concetto del vecchio “standard”. L’interesse generale e collettivo sostituisce la tradizionale accezione di interesse pubblico. In questo senso diventano oggetto dell’indagine anche quei servizi a gestione diffusa sul territorio, spesso non riconducibili dall’esistenza di apposite strutture, ma che garantiscono funzioni di interesse collettivo complementari. Si fa presente, tuttavia, che il Piano dei Servizi redatto attribuisce un valore diversificato alle diverse tipologie dei servizi presenti, attribuendo un’importanza particolare alle aree dove insistono dei servizi rispetto a tutta quella gamma di servizi che non possiedono una determinata struttura edilizia riconoscibile, in quanto non partecipi nella realizzazione del disegno dell’impianto complessivo del territorio comunale, pur svolgendo un ruolo prestazione, qualificante che la collettività locale, nel tempo, riconosce come basilari in termini qualitativi. Per un’efficace valutazione dell’offerta esistente e una coerente programmazione di nuovi servizi, l’indagine analitica deve prendere le mosse da una verifica del reale fabbisogno espresso dalla comunità attraverso un esame della domanda esistente e prevedibile, operando una selezione in base alle tipologie differenziate dei bisogni emergenti, valutati in relazione alle caratteristiche di composizione della popolazione, delle dinamiche demografiche, economiche e sociali, nonché tenendo conto delle domande generate da eventuali utenti temporanei.

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In quanto strumento di quantificazione e di calcolo, il Piano dei Servizi definisce con riferimento alle modalità e possibilità indicate dalla legge, le quantità minime di aree per attrezzature e/o servizi dovute per le differenti modalità d’uso o trasformazione del territorio, le condizioni specifiche di computo e di acquisizione e/o cessione. Il piano dei Servizi recepisce, infine, le modalità di attuazione mediante iniziativa pubblica diretta, acquisizione o cessione nell’ambito di piani attuativi, oppure mediante iniziativa privata regolati da apposito atto di asservimento o da regolamento d’uso nella misura in cui assicurino lo svolgimento delle attività cui sono destinati a favore della popolazione, in coerenza con i criteri definiti dal Documento di Piano. Il piano dei Servizi è al tempo stesso strumento di programmazione. Sulla base dei bisogni riscontrati e della capacità di rispondervi dei servizi esistenti definisce le scelte relative alla politica per i servizi di interesse pubblico e le specifiche priorità d’azione. Definisce il quadro delle esigenze da soddisfare e delle prestazioni da fornire, configurandosi tecnicamente come disegno urbanistico nel quale si compongono e si organizzano i rapporti reciproci tra i diversi spazi destinati a servizi e le aree urbane consolidate e da urbanizzare. Assume un carattere strategico indicando sulla base della domanda rilevata e dell’offerta esistente un quadro delle necessità, un quadro delle azioni prioritarie e degli obiettivi da perseguire che restituiscono gli intenti dell’Amministrazione in materia di servizi: le iniziative da assumere per riqualificare, differenziare, incrementare l’offerta dei servizi, valutate anche su una base della fattibilità economica e urbanistica (disponibilità di risorse pubbliche, possibilità di utilizzare risorse private, disponibilità dei suoli) e precisate per quanto riguarda dotazioni che l’Amministrazione intende deferire all’iniziativa privata. Viene declinata la definizione di compensazione come la realizzazione di uno standard di qualità aggiuntiva a beneficio dell’intera collettività. Il beneficio quindi non ricade esclusivamente sui proprietari ma sulla città intera. È per questo che l’amministrazione deve formalmente impegnarsi ad utilizzare il beneficio in surplus esclusivamente per offrire un servizio di qualità. All’interno di questa concezione non può non assumere rilevanza in una realtà territoriale connotata per aspetti culturali, sociali e economici come quella di Bagolino, l’integrazione tra Servizi tradizionali pubblici (che pure mantengono ovviamente, sia per dimensioni sia per finalità, la loro indiscussa importanza) e Servizi di interesse pubblico realizzati e gestiti con risorse private. Questi ultimi infatti possono partecipare, in modo determinate o quanto meno significativo, alla dotazione complessiva di servizi locali, urbani e generali e conseguentemente a determinare il livello qualitativo della “offerta urbana” di servizi. Così come è possibile espandere in termini di definizione la nozione di servizio a comprendere insiemi molto ampi di oggetti e politiche (fino alle presenze commerciali o alle forme di sostegno economico per particolari categorie sociali), allo stesso tempo è possibile in termini di priorità

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Pagina 234 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione circoscrivere l’insieme dei servizi di interesse, individuando componenti o settori sui quali l’amministrazione intende investire prioritariamente.

14.3.Richiami normativi del piano dei servizi del PGT La L.R. 12/2005, n.12, all’articolo 9 introduce lo strumento urbanistico del “Piano dei Servizi”, derivato dalla precedente legislazione regionale L.R. 1/2001, come atto autonomo, a riconoscimento della centralità delle politiche ed azioni di governo inerenti le aree e le strutture pubbliche e di interesse pubblico o generale e della dotazione ed offerta di servizi. I contenuti metodologici e i principi sinteticamente delineati dal vigente articolato di legge e relativi criteri di attuazione, descrivono tematiche già delineate nel documento di indirizzo “Criteri orientativi per la redazione del Piano dei Servizi”, redatto ai sensi della superata L.R. 1/2001 ed approvato con D.G.R. n. VII/7586 nel dicembre 2001; in cui si poneva già l’obiettivo di meglio precisare la funzione, i contenuti e le modalità di formazione del nuovo strumento pianificatorio. La nuova legge regionale 12/2005 introduce alcune significanti modificazioni sia nelle quantità minime di standard, come definito nella superata normativa, da garantire in base alle differenti funzioni insediabili, sia nelle modalità di calcolo della capacità insediativa teorica, sulla base dei quali dimensionare la dotazione stessa dei servizi. L’articolo 9 della L.R. 12/2005 (sostitutivo dell’art. 6 della L.R. 1/2001 e a sua volta sostitutivo dell’art.19 della L.R. 51/1975) modifica le modalità di computo della capacità insediativa teorica, mediante l’introduzione della terminologia dell’utente, inteso come popolazione stabilmente residente, popolazione da insediare secondo le previsioni del Documento di Piano, popolazione stimata in base agli occupati, studenti e flussi turistici. La novità più evidente rispetto alle precedenti discipline è rappresentata nella definizione dell’abitante teorico. In tal senso, la nuova legge regionale non descrive nessun tipo di modalità di calcolo, lasciando ampio spazio per la determinazione del relativo criterio sulla base della realtà comunale consolidata ed alle previsioni di sviluppo e riqualificazione del proprio territorio. La dotazione di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale (art. 9 comma 2 e 3 della L.R. 12/2005) da prevedere nel Piano dei Servizi è determinata secondo i seguenti criteri: - popolazione stabilmente residente nel comune gravitante sulle diverse tipologie dei servizi anche in base alla distribuzione territoriale; - popolazione da insediare secondo le previsioni del documento di piano, articolata per tipologia di servizi anche in base alla distribuzione territoriale; - popolazione gravitante nel territorio, stimata in base agli occupati nel comune, agli studenti, agli utenti dei servizi di rilevo sovracomunale, nonché in base ai flussi turistici;

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- in relazione alla popolazione stabilmente residente e a quella da insediare secondo le previsioni del documento di piano, è comunque assicurata una dotazione minima di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale pari a 18 mq/ab. Inoltre, il piano, deve indicare i servizi da assicurare negli ambiti di trasformazione urbanistica, con particolare riferimento agli ambiti entro i quali è prevista l’attivazione di strutture di distribuzione commerciale, terziaria, produttive e di servizio caratterizzate da rilevante affluenza di utenti.

Come già evidenziato le nuove indicazioni introdotte dalla nuova legislazione urbanistica regionale, per commisurare la capacità teorica del P.G.T., possono determinare, rispetto alle modalità previste dalla superata legislazione, criteri diversificati per la determinazione della popolazione insediabile; a ciò può corrispondere, di conseguenza, una riduzione della quantità complessiva di servizi necessari al soddisfacimento dei parametri di legge (dotazione dovuta). Insieme a ciò si consideri che l’allargamento operato dalla legge verso una maggior “misurabilità” delle aree e delle attrezzature di interesse generale, sia in termini dimensionali prestazionali (superficie di pavimento occupata - SLP) che tipologici (servizi privati) ha di fatto ampliato l’elenco dei servizi computabili all’interno della categoria delle attrezzature e servizi urbanistici. Inoltre il Piano dei Servizi si trova ad intervenire direttamente sul disegno urbanistico vigente affrontando allo stesso tempo la questione degli “standard” non attuati e della loro difficile reiterazione (sentenza C.C. 179/99) nonché le difficoltà attuative connesse con modalità di tipo espropriativo, garantendo il perseguimento degli obiettivi di interesse generale e le condizioni di equità delle trasformazioni. Come affermato in precedenza, il presente piano riconosce un ruolo centrale alle aree destinate ad attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale in quanto elementi fondamentali e reali nella costruzione della “città pubblica”. Una differente ottica di lettura rischierebbe, infatti, di indurre ad una sempre maggior “economicizzazione” del valore delle aree come servizio, allontanandosi da quegli obietti di qualità urbana e di prestazione che hanno invece guidato la formulazione del presente Piano dei Servizi.

14.4.Estratto legislativo (art.. 9 della legge Regionale 11 marzo 2005, n. 12)

1. I comuni redigono e approvano il piano dei servizi al fine di assicurare una dotazione globale di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale, le eventuali aree per l’edilizia residenziale pubblica e le dotazioni a verde, i corridoi ecologici e il sistema del verde di connessione tra territorio rurale e quello edificato ed una loro razionale distribuzione sul territorio comunale, a supporto delle funzioni insediate e previste.

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2. I comuni redigono il piano dei servizi determinando il numero degli utenti dei servizi dell’intero territorio, secondo i seguenti criteri: a) popolazione stabilmente residente nel comune gravitante sulle diverse tipologie di servizi anche in base alla distribuzione territoriale; b) popolazione da insediare secondo le previsioni del documento di piano, articolata per tipologia di servizi anche in base alla distribuzione territoriale; c) popolazione gravitante nel territorio, stimata in base agli occupati nel comune, agli studenti, agli utenti dei servizi di rilievo sovracomunale, nonché in base ai flussi turistici.

3. Il piano dei servizi, per soddisfare le esigenze espresse dall’utenza definita con le modalità di cui al comma 2, valuta prioritariamente l’insieme delle attrezzature al servizio delle funzioni insediate nel territorio comunale, anche con riferimento a fattori di qualità , fruibilità e accessibilità e, in caso di accertata insufficienza o inadeguatezza delle attrezzature stesse, quantifica i costi per il loro adeguamento e individua le modalità di intervento. Analogamente il piano indica, con riferimento agli obiettivi di sviluppo individuati dal documento di piano di cui all’articolo 8, le necessità di sviluppo e integrazione dei servizi esistenti, ne quantifica i costi e ne prefigura le modalità di attuazione. In relazione alla popolazione stabilmente residente e a quella da insediare secondo le previsioni del documento di piano, e` comunque assicurata una dotazione minima di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale pari a diciotto metri quadrati per abitante. Il piano dei servizi individua, altresì, la dotazione di servizi che deve essere assicurata nei piani attuativi, garantendo in ogni caso all’interno di questi la dotazione minima sopra indicata, fatta salva la possibilità di monetizzazione prevista dall’articolo 46, comma 1, lettera a).

4. Il piano dei servizi esplicita la sostenibilità dei costi di cui al comma 3, anche in rapporto al programma triennale delle opere pubbliche, nell’ambito delle risorse comunali e di quelle provenienti dalla realizzazione diretta degli interventi da parte dei privati.

5. Nei comuni aventi caratteristiche di polo attrattore individuato dal piano territoriale di coordinamento provinciale, in relazione al flusso di pendolari per motivi di lavoro, studio e fruizione di servizi e nei comuni caratterizzati da rilevanti presenze turistiche, il piano dei servizi contiene la previsione di servizi pubblici aggiuntivi, in relazione ai fabbisogni espressi dalla popolazione fluttuante. Nei comuni aventi caratteristiche di polo attrattore devono, altresì, essere previsti i servizi di interesse sovracomunale necessari al soddisfacimento della domanda espressa dal bacino

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Pagina 237 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione territoriale di gravitazione. Nelle zone montane i comuni tengono conto delle previsioni dei piani di sviluppo socio-economico delle comunità montane.

6. Per i comuni con popolazione inferiore ai ventimila abitanti il piano dei servizi può essere redatto congiuntamente tra più comuni e condiviso a livello operativo e gestionale. 7. Il piano dei servizi deve indicare i servizi da assicurare negli ambiti di trasformazione di cui all’articolo 8, comma 2, lettera e), con particolare riferimento agli ambiti entro i quali e` prevista l’attivazione di strutture di distribuzione commerciale, terziarie, produttive e di servizio caratterizzate da rilevante affluenza di utenti.

8. Il piano dei servizi e` integrato, per quanto riguarda l’infrastrutturazione del sottosuolo, con le disposizioni del piano urbano generale dei servizi nel sottosuolo (PUGSS), di cui all’articolo 38 della l.r. 12 dicembre 2003, n. 26 (Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche).

9. Al fine di garantire una adeguata ed omogenea accessibilità ai servizi a tutta la popolazione regionale, la Regione incentiva il coordinamento e la collaborazione interistituzionale per la realizzazione e la gestione dei servizi.

10. Sono servizi pubblici e di interesse pubblico o generale i servizi e le attrezzature pubbliche, realizzati tramite iniziativa pubblica diretta o ceduti al comune nell’ambito di piani attuativi, nonché i servizi e le attrezzature, anche privati, di uso pubblico o di interesse generale, regolati da apposito atto di asservimento o da regolamento d’uso, redatti in conformità alle indicazioni contenute nel piano dei servizi, ovvero da atto di accreditamento dell’organismo competente in base alla legislazione di settore, nella misura in cui assicurino lo svolgimento delle attività cui sono destinati a favore della popolazione residente nel comune e di quella non residente eventualmente servita.

11. Le previsioni contenute nel piano dei servizi, concernenti le aree necessarie per la realizzazione dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, hanno carattere prescrittivo e vincolante.

12. I vincoli preordinati all’espropriazione per la realizzazione, esclusivamente ad opera della pubblica amministrazione, di attrezzature e servizi previsti dal piano dei servizi hanno la durata di cinque anni, decorrenti dall’entrata in vigore del piano stesso. Detti vincoli decadono qualora, entro tale termine, l’intervento cui sono preordinati non sia inserito, a cura dell’ente competente alla sua realizzazione, nel programma triennale delle opere pubbliche e relativo aggiornamento, ovvero non sia stato approvato lo strumento attuativo che ne preveda la

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Pagina 238 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione realizzazione. E` comunque ammessa, da parte del proprietario dell’area, entro il predetto termine quinquennale, la realizzazione diretta di attrezzature e servizi per la cui attuazione e` preordinato il vincolo espropriativo, a condizione che la Giunta comunale espliciti con proprio atto la volontà di consentire tale realizzazione diretta ovvero, in caso contrario, ne motivi con argomentazioni di interesse pubblico il rifiuto. La realizzazione diretta e` subordinata alla stipula di apposita convenzione intesa a disciplinare le modalità attuative e gestionali.

13. Non configurano vincolo espropriativo e non sono soggette a decadenza le previsioni del piano dei servizi che demandino al proprietario dell’area la diretta realizzazione di attrezzature e servizi, ovvero ne contemplino la facoltà in alternativa all’intervento della pubblica amministrazione.

14. Il piano dei servizi non ha termini di validità ed e` sempre modificabile.

15. La realizzazione di attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale, diverse da quelle specificamente previste dal piano dei servizi, comporta l’applicazione della procedura di variante al piano stesso.

14.5.Caratteri e peculiarità del piano dei servizi Il Piano dei Servizi è uno strumento di pianificazione e pertanto possiede un apparato normativo finalizzato a disciplinare i servizi esistenti e di progetto in modo da garantire le caratteristiche prestazionali e qualitative e le modalità di attuazione; individua la localizzazione cartografica delle aree e delle attrezzature e la loro tipologia funzionale; verifica e dimostra il corretto dimensionamento dei servizi offerti ai sensi dei minimi di legge previsti e sulla base della capacità insediativa nonché, dalle criticità emerse durante le fasi redazionali della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.)

Considerata la novità rappresentata dall’elaborazione del Piano dei Servizi, all’interno della più concezione sottesa al PGT, è opportuno richiamarne almeno due elementi: la complessità che deriva dall’inclusione ad ampio raggio di categorie di servizio tradizionalmente di competenza di settori diversi e non facilmente comunicanti; la nuova possibilità di integrare la risposta pubblica a fabbisogni emergenti o di aumento della qualità della risposta stessa con l’intervento privato. Particolarmente opportuna è conseguentemente, in sintonia con quanto previsto nelle norme regionali che definiscono il Piano di Governo del Territorio, la previsione di una possibilità di aggiornamento del Piano dei Servizi nel contesto delle scelte di Bilancio e di programmi di opere pubbliche, per adeguarlo al mutare delle esigenze.

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La nuova nozione di servizio rappresenta un superamento di quella sottesa al concetto di standard; ciò non significa tuttavia che esista tra esse contraddizione. Fermo il principio che la dotazione espressa in termini di aree ed opere pubbliche (standard) rimanga come riferimento dimensionale e come capacità di fruizione, assume piuttosto rilevanza il processo di programmazione degli interventi, rispetto al quale il dato dimensionale non si configura più come un limite inderogabile, ma piuttosto come un obiettivo da conseguire, orientando attraverso la definizione di priorità, le risorse pubbliche e quelle private attivabili. Da queste affermazioni discendono due principali considerazioni in merito al ruolo dello standard e alle modalità di calcolo dello stesso: - in primo luogo, la possibilità di valutare anche i caratteri prestazionali di un servizio consente di costruire standard diversi da quelli quantitativi, anche attraverso modalità di comparazione e computo; - secondariamente, si rivaluta la funzione, programmatoria, di riserva di aree, propria della definizione di standard; infatti, l’esplicito riferimento al tempo, come possibilità dell’emergere di ulteriori e diverse esigenze, offre uno strumento alla necessità di assicurare “margini di manovra” per rispondere a esigenze attualmente non prevedibili.

Un ruolo non marginale rispetto alla operatività del Piano dei Servizi assume la questione dei vincoli, degli indennizzi e degli espropri, insieme a quella dei meccanismi economici risarcitori e premiali (perequazione, incentivi). Nell’ambito della proposta più generale del Piano di Governo del Territorio il Piano dei Servizi: - integra il rapporto tra servizi pubblici e privati sia a scala locale (servizi di urbanizzazione primaria e secondaria ) sia generale; - facilita e coordina il reperimento di risorse private nel contesto della realizzazione dei servizi locali e generali sia con scelte di localizzazione sia di metodologie di intervento convenzionato e di programma; - definisce norme e regolamentazioni atte a “produrre” servizi contestualmente agli interventi di valorizzazione economica del territorio, anche con contenuti incentivanti (per indici, per flessibilità, perequazione e compensazione). - ricerca la realizzazione, a “rete”, a “sistema” e per “polarità”, dei servizi, in particolare nelle connessioni principali di mobilità (compresa la ciclopedonalità), di gerarchia e polifunzionalità di servizi, di connessione con il Sistema del Verde di quartiere, di polifunzionalità dei Servizi al fine di una miglior fruibilità qualitativa da parte della popolazione. - definisce gli aspetti di compatibilità ambientale e paesaggistica (già presenti nel Documento di Piano come bilancio ambientale generale con l’analisi del Sistema dei Beni Culturali e del

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Paesaggio, che come dato puntuale degli interventi), come dato fondamentale e partecipe della qualità e fruizione dei servizi stessi.

Per la redazione del Piano dei Servizi si è proceduto a: - svolgere incontri aperti con la popolazione e con la Pubblica Amministrazione - redigere la schedatura e le analisi dei servizi esistenti e del patrimonio comunale pubblico o di uso pubblico o comunque connesso agli standard urbanistici; - elencare insiemi di priorità ed opportunità in parte già evidenziati nel Programma Triennale delle Opere Pubbliche.

Si è detto che tra i parametri utilizzati per selezionare questo tipo di ambiti, è stato considerato, oltre a quello intuitivo ed elementare della dimensione, anche quello delle relazioni con il resto dell’abitato.

14.6.Metodologia

Rilievo dell’offerta di Servizi esistenti sul territorio comunale Il processo di elaborazione e la metodologia seguita nella redazione del Piano dei Servizi di Bagolino, è stata strutturata in tre fasi fondamentali che hanno reso possibile la costruzione di un apparato tecnico esplicativo ed un apparato tecnico normativo.

Le fasi seguite leggono i tre aspetti fondativi del processo progettuale, che si articola secondo tale struttura: • lettura delle condizioni; • interpretazione delle condizioni; • operazione progettuale.

A partire da questa metodologia sono state messe a punto le dinamiche di previsione che sono confluite nel Progetto di Piano dei Servizi, all’interno del quale si esplicano ed applicano gli intenti definiti dall’Amministrazione Comunale in armonia con le esigenze scaturite durante le fasi di lettura ed interpretazione delle condizioni di generalità territoriale e singolarità locale riferite al Comune di Bagolino.

La fase di avvio del rilievo del Piano dei Servizi ha comportato alcune scelte fondamentali:

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• rilevare e censire i servizi esistenti sul territorio comunale in funzione della natura del servizio erogato; in tal senso sono stati considerati tutti i servizi pubblici (sia su aree pubbliche che private) e quelli privati di uso e di interesse pubblico, in particolare se su aree pubbliche e/o convenzionati o accreditati; • organizzare e sistematizzare i servizi stessi per funzioni; • rilevare la rete dei servizi del sottosuolo P.U.G.S.S

Rilievo della domanda di Servizi Il Piano dei Servizi è lo strumento deputato all’integrazione tra domanda e offerta di servizi, mettendo a sistema le dinamiche insediative locali con opportune politiche d’intervento.

Il rilievo della domanda, proprio per il carattere transitorio e temporaneo delle esigenze, ha rappresentato la fase più complessa, impiegando dei tempi tecnici necessari alla raccolta, alla verifica puntuale e all’aggiornamento dei dati necessari.

Per il rilievo della domanda si è reso necessario considerare, contemporaneamente, le indicazioni derivanti dalle esigenze emerse insieme alle ipotesi interpretative derivanti dalla lettura di dati statistici e alle indicazioni direttamente espresse dall’amministrazione comunale.

Il rilievo dei Servizi esistenti sul territorio comunale e l’individuazione, ove possibile, delle relative aree di pertinenza, ha fornito i seguenti risultati:

• Sistema dei Servizi esistenti: suddivisi in categorie individuate in dettaglio negli elaborati grafici e allegati di testo del Piano dei Servizi.

• Schede di rilevazione dei servizi esistenti sul territorio comunale. “Quadro economico generale del Piano dei Servizi” nella quale vengono definiti i singoli servizi per sistemi e “Stima dei costi per l’adeguamento dei servizi esistenti”, attraverso un codice numerico identificativo riscontrabile inoltre nelle schede di rilevazione dei servizi esistenti.

14.7.Classificazione delle dotazioni pubbliche Il piano prevede la seguente classificazione delle dotazioni pubbliche e delle opere di urbanizzazione

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14.7.1.Urbanizzazione Primaria L’urbanizzazione primaria è costituita da quell’insieme di servizi, aree e opere, che costituiscono i requisiti atti e necessari per rendere edificabile un’area ai sensi dell’art. 31 della Legge Urbanistica 17.8.1942 n. 1150 e sue successive modificazioni, nonché ai sensi dell’art. 44 della Legge Regionale 12/2005 e s.m.i.. Essi sono, ai sensi dell’art. 4 della, della legge 22-10-1971 n.865 nonché della Deliberazione del Consiglio Regionale Legge 29.9.1964 n. 847del 28-07-1977 n.11/557.

A. Strade residenziali Si intendono con queste tutte le strade interne al comparto al servizio dei lotti edificabili nonché quelle necessarie per l’allacciamento alla viabilità principale. Tali strade debbono essere idonee al transito veicolare e pedonale, essere costruite a regola d’arte e dotate delle caratteristiche tecniche previste dalle norme comprensoriali, regionali e statali.

B. Strade di sosta o di parcheggio Si intendono con queste tutti gli spazi necessari per la sosta ed il parcheggio degli autoveicoli in relazione alle caratteristiche e ai tipi di insediamento in oggetto. Per le zone soggette a piano esecutivo le aree di parcheggio a servizio degli edifici dovranno essere dimensionate all’art. 9 della L.R.12/2005 ed in funzione dei parametri definiti per ciascuna zona urbanistica. Nelle nuove costruzioni e nelle ricostruzioni, salvo diverso disposto delle presenti norme, oltre alle aree di cui sopra, devono essere previsti altri spazi necessari per parcheggi, soste, manovra e accesso nella misura minima di 1 mq. ogni 10 mc, come previsto dall’art. 41 sexies della Legge Urbanistica 17.8.1942 n.1150 e sue successive modificazioni. Queste aree potranno essere ricavate nella stessa costruzione, in sotterraneo, ovvero in aree esterne di pertinenza dell’edificio ed anche su aree che non facciano parte del lotto, purché a distanza non superiore a ml. 100 e destinate permanentemente a parcheggio, a servizio di quell’edificio, a mezzo di atto da trascriversi a cura e spese del proprietario e da registrarsi e rendere pubblico da parte dell’Amministrazione Comunale.

C. Fognature Sono fognature tutti i condotti idonei allo scorrimento delle acque luride (nere) ed eventualmente anche meteoriche, comprese le relative opere accessorie, formate da condotti che offrono opportune garanzie tecnologiche ai fini della sicurezza di funzionamento e resistenza all’aggressione e all’abrasione da parte dei liquami scaricati. Costituiscono opere di urbanizzazione primaria solo i condotti di fognatura secondari di allacciamento dell’edificio o degli edifici alla rete principale urbana.

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D. Rete idrica E’ formata dalle condotte per l’erogazione dell’acqua potabile e le relative opere di captazione, il sollevamento e accessorie. Nelle opere di urbanizzazione primaria rientrano solo i condotti secondari di allacciamento dell’edificio o degli edifici alla rete principale urbana ed una quota di competenza per le opere di cui sopra.

E. Rete di distribuzione dell’energia elettrica e del gas. E’ formata dalle reti per l’erogazione e la distribuzione dell’energia elettrica per usi industriali e domestici, dai manufatti delle cabine secondarie di trasformazione e dalle reti di erogazione e distribuzione del gas combustibile per uso domestico e relative stazioni di riduzione. Nelle opere di urbanizzazione primaria rientrano solo i condotti secondari di allacciamento dell’edificio o degli edifici alla rete principale urbana.

F. Pubblica Illuminazione E’ formata dalle reti e impianti per l’illuminazione delle aree e delle strade pubbliche e delle strade e delle aree private. Nelle opere di urbanizzazione primaria rientrano sia le reti che gli impianti necessari per una sufficiente e razionale illuminazione delle strade ed aree pubbliche e private. Dovranno essere rispettati i requisiti tecnici previsti dalle norme comprensoriali, regionali e statali.

G. Impianti tecnologici inerenti le canalizzazioni per impianti telefonici ed assimilati E’ formata dalle reti e impianti per gli impianti di comunicazione via cavo di qualsiasi genere a servizio degli edifici presenti sul territorio.

H. Spazi di verde attrezzato Si intendono quelle aree a verde in prossimità e al servizio diretto delle abitazioni, mantenute a verde o ad alberature e con un minimo di attrezzature quali panchine, buche per la sabbia, minime attrezzature di gioco, aiuole, ecc secondo dotazione di servizi di qualità meglio descritti nel Piano dei Servizi. La manutenzione di queste aree è di ompetenza pubblica salvo quanto disposto dalle singole convenzione dei piani attuativi.

14.7.2.Urbanizzazione Secondaria L’urbanizzazione secondaria è costituita da quell’insieme di servizi, aree, opere e relative attrezzature tecnologiche che costituiscono i requisiti urbanistici necessari alla vita civile, pubblica,

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Pagina 244 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione collettiva delle città e dei quartieri secondo quanto disposto ai sensi dell’art. 44, comma 4, della L.R. 12/2005. Essi sono: A- La rete (aree ed opere) principale, e relative opere accessorie della viabilità urbana, delle fognature, della distribuzione dell’energia elettrica, del gas, dell’acqua potabile e della pubblica illuminazione la cui valenza esula dal comparto urbanistico di riferimento; B- Le attrezzature collettive (aree ed opere) di interesse pubblico di livello comunale e intercomunale, elencate nel Decreto Ministeriale del 2.4.1968 comprendenti le opere di cui all’art. 4 della legge 29.9.1964 n. 847, modificato dall’art. 44 della Legge n. 865 del 22.10.1971.

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14.8.Dotazioni urbanistiche minime per gli ambiti omogenei del territorio Ai sensi della vigente legislazione urbanistica, l’intero territorio comunale è stato suddiviso in ambiti. Per ogni ambito sono precisate le diverse destinazioni d’uso, i vincoli, le opere, le trasformazioni consentite, nonché l’individuazione delle necessità di dotazioni previste. Per le destinazioni di tipo residenziale viene assunto come parametro quantitativo identificativo degli abitanti finalizzato al peso insediativo il valore di mc 175 (cfr. dimensionamento teorico). Con riferimento al dimensionamento di cui ai capitoli precedenti ed ai contenuti del Documento di Piano, si ribadisce che il Piano dei Servizi determina per i Piani Attuativi di progetto, che il fabbisogno procapite di servizi pubblici sia pari a 40 mq/ab di cui 30 mq da reperirsi obbligatoriamente in loco (servizio primario) e 10 mq monetizzabili (servizio secondario). Inoltre, in considerazione dell’ubicazione all’interno del tessuto urbano consolidato e della conseguente difficoltà oggettiva nel reperire le superfici necessarie, fermo restando il fabbisogno di dotazione di 40 mq/ab, negli ambiti di progetto, la dotazione minima di servizi da reperirsi obbligatoriamente all’interno dei comparti, è fissata nella misura pari a 10 mq/ab, e di 30 mq/ab monetizzabili.

In sede di Piano dei Servizi si definiscono le dotazioni urbanistiche che si devono tenere in considerazione per ogni Ambito omogeneo: • qualora venga avanzata proposta di Piano Attuativo anche in parziale variante al PGT; • per cambi di destinazione d’uso con superfici superiori a 250 mq (da regolarsi attraverso Permesso per Costruire Convenzionato; • nei casi di interventi superioridi cui alle N.T.A. del Piano delle Regole.

A) Nuclei di antica formazione B) Ambiti residenziali consolidati ad alta densità Destinazioni Dotazioni Quota (di cui il 50% a monetizzabile parcheggi (1) pubblici) RESIDENZIALE 40 mq/ab 100 %

TURISTICA 100% slp 100%

DIREZIONALE 100% slp 50%

COMMERCIALE 100% slp 50%

PRODUTTIVO 10 % slp 50 %

SERVIZI STRUTTURE 150 % slp 50 % TEMPO LIBERO (1) Quota massima di servizi monetizzabili rispetto al dovuto complessivo

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C) Ambiti residenziali consolidati a media densità Destinazioni Dotazioni Quota (di cui il 50% a monetizzabile parcheggi (1) pubblici) RESIDENZIALE 40 mq/ab 75 %

TURISTICA 100% slp 50%

DIREZIONALE 100% slp 50%

COMMERCIALE 100% slp 50%

PRODUTTIVO 10 % slp 50 %

SERVIZI STRUTTURE 150 % slp 30 % TEMPO LIBERO (1) Quota massima di servizi monetizzabili rispetto al dovuto complessivo

D) Ambiti residenziali consolidati a bassa e rada densità Destinazioni Dotazioni Quota (di cui il 50% a monetizzabile parcheggi (1) pubblici) RESIDENZIALE 40 mq/ab 50 %

TURISTICA 100% slp 30%

DIREZIONALE 100% slp 30%

COMMERCIALE 100% slp 30%

PRODUTTIVO 10 % slp 30 %

SERVIZI STRUTTURE 150 % slp 30 % TEMPO LIBERO (1) Quota massima di servizi monetizzabili rispetto al dovuto complessivo

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E) Ambiti consolidati per attività produttive Destinazioni Dotazioni Quota (di cui il 50% a monetizzabile parcheggi (1) pubblici) RESIDENZIALE 40 mq/ab 50 %

TURISTICA 100% slp 50%

DIREZIONALE 100% slp 50%

COMMERCIALE 100% slp 50%

PRODUTTIVO 10 % slp 50 %

SERVIZI STRUTTURE 150 % slp 50 % TEMPO LIBERO (1) Quota massima di servizi monetizzabili rispetto al dovuto complessivo

F) Ambiti agricoli Destinazioni Dotazioni Quota (di cui il 50% a monetizzabile parcheggi (1) pubblici) RESIDENZIALE 40 mq/ab 75 %

TURISTICA 100% slp 75 %

DIREZIONALE 100% slp 75%

COMMERCIALE 100% slp 75%

PRODUTTIVO 10 % slp 75 %

SERVIZI STRUTTURE 150 % slp 75 % TEMPO LIBERO (1) Quota massima di servizi monetizzabili rispetto al dovuto complessivo

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G) Edifici non agricoli e loro pertinenze in ambito agricolo Destinazioni Dotazioni Quota (di cui il 50% a monetizzabile parcheggi (1) pubblici) RESIDENZIALE 40 mq/ab 100 %

TURISTICA 100% slp 50 %

DIREZIONALE 100% slp 50%

COMMERCIALE 100% slp 50%

PRODUTTIVO 10 % slp 75 %

SERVIZI STRUTTURE 150 % slp 75 % TEMPO LIBERO (1) Quota massima di servizi monetizzabili rispetto al dovuto complessivo

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DOTAZIONI DI QUALITÀ AGGIUNTIVA

E’ la quota aggiuntiva di servizi finalizzata al miglioramento della qualità dell’intervento in relazione alla situazione urbanistica dell’area ed in generale alla dotazione dei servizi del territorio comunale in rapporto anche alle previsioni del presente Piano. Tale servizio può essere costituito dalla sola cessione di aree, quando previste dalle prescrizioni dell’elaborato DP_3A “Condizioni di fattibilità degli Ambiti di Trasformazione delle previsioni di Piano” o dagli elaborati del presente Piano dei Servizi; dalla cessione di aree attrezzate con opere di urbanizzazione primaria o secondaria; ovvero dalla sola realizzazione di opere di urbanizzazione eseguite su aree di servizi urbanistici. Per quanto riguarda le attuazioni dirette d’ufficio valgono i disposti del codice degli appalti. L’Amministrazione Comunale valuterà la convenienza economica del servizio di qualità per ogni singolo caso.

Nelle previsioni di recupero del patrimonio residenziale, per la riconversione degli edifici agricoli dismessi, è prevista la quota di “sostenibilità dei costi per l’attuazione del Piano dei Servizi”, alla pari delle altre destinazioni.

14.9.Contributo dei privati nelle urbanizzazioni 1- Per tutte le previsioni soggette a preventiva approvazione di piano attuativo, in ambito territoriale non servito dalle reti di acquedotto e fognatura, dovrà essere realizzato un unico punto di captazione di acqua da falda ed i reflui dovranno essere trattati con specifico sistema di depurazione centralizzato per il comparto. Tali dotazioni saranno gravate da servitu’ di utilizzo a favore del comune e gestite consorzialmente (con specifico atto d’obbligo trascritto) da tutte le proprietà aventi causa fondiaria per il comparto fino ad eventuale allaccio alla costruenda rete comunale

2- Verifica delle urbanizzazioni ai fini del rilascio del permesso di costruire Ai sensi dell’art. 31 della legge urbanistica integrata (L n. 1150/42), qualora l’amministrazione comunale ne ravvisi la necessità, in relazione all’esistenza di grave insufficienza urbanizzativa accertata dai propri organi tecnici anche in motivata e circostanziata difformità rispetto a quanto previsto dal Piano dei servizi comunale (art.9, LR. 12/2005), in sede di rilascio del Permesso di Costruire deve essere prevista, la cessione gratuita di aree per urbanizzazioni e la realizzazione delle opere a scomputo degli oneri di urbanizzazione. In tale caso il richiedente dovrà presentare preventivamente un progetto unitario di adeguamento urbanizzativo sulla scorta del quale si impegni entro il termine di validità del permesso di costruire ad eseguire tutte le opere necessarie.

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3- Definizione di grave insufficienza urbanizzativi Costituisce grave insufficienza urbanizzativa all’interno del centro abitato la mancanza o insufficienza della rete stradale, ovvero l’insufficienza di almeno tre delle seguenti infrastrutture specifiche anche in motivata e circostanziata difformità rispetto a quanto previsto dal Piano dei servizi: acquedotto, fognatura, rete elettrica, rete telefonica; rete del gas.

4- Grave insufficienza della rete stradale Si intende l’esistenza di una rete stradale di larghezza inferiore a ml. 3,00. salvo comprovata impossibilità di adeguamento della sezione stradale stessa ad esclusione dei Nucleo di antica formazione. Dette insufficienze costituiscono il presupposto per il diniego del permesso a costruire, salvo impegno di eseguire le opere mancanti per la sola porzione di lotto costituente il fronte strada.

Dette insufficienze costituiscono il presupposto per il diniego del permesso a costruire, salvo impegno di eseguire le opere mancanti per la sola porzione di lotto costituente il fronte strada.

14.10.Contributo dei privati per la realizzazione delle opere infrastrutturali e dei servizi di livello comunale o provinciale (modalita’ compensative) Ai fini della realizzazione delle previsioni del Piano dei servizi attinenti alle opere infrastrutturali generali ed ai servizi di scala comunale è prevista la possibilità che, nel caso di cessione bonaria delle aree interessate all’ente attuatore, oltre ai risarcimenti di legge, vi sia una forma compensativa ulteriore corrispondente alla generazione di un diritto fondiario (per destinazioni prevalentemente residenziali) commercializzabile, con ricaduta negli Ambiti di Trasformazione e/o negli ambiti residenziali di media, bassa, rada densità corrispondente a 0,10 mc ogni mq di area interessata dall’opera pubblica. La “generazione” e la conseguente ricollocazione dovranno essere ratificate da un atto formale e trascritto. La ricollocazione non potrà determinare un incremento superiore al 15% dei parametri di piano calcolati computando eventuali altri diritti in deroga agli indici o incrementi una-tantum, per gli ambiti interessati.

14.11.I servizi minimi e le dotazioni per i piani attuativi e gli interventi edilizi diretti

Obiettivo principale del PGT e quindi, per quanto di competenza, del Piano dei Servizi, è cercare di rafforzare il senso di appartenenza degli abitanti ad una comunità e ad un luogo.

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Le azioni urbanistiche ed ambientali sono indirizzate alla realizzazione di spazi pubblici e nuovi spazi per servizi, ma anche alla costruzione di una trama ciclabile e pedonale attrezzata (alberature e verde) che consenta la fruibilità del territorio e che incentivi l’interconnessione tra l’ambito urbanizzato e le aree ambientali esterne, i parchi, le zone di pregio ambientale e gli itinerari ciclopedonali esistenti. Si tratta in particolare di organizzare i percorsi ciclo pedonali secondo un circuito ed estenderne la progettazione lungo i percorsi principali che riconnettono i comuni limitrofi e gli itinerari sovra comunali.

Il sistema degli Ambiti di Trasformazione costituisce l’insieme delle aree dove si concentrano i progetti di nuovi insediamenti, per ricostruire tra l’altro un equilibrio urbanistico, ecologico ed ambientale ed un’integrazione di servizi rispetto alla dotazione esistente. Gli ambiti soggetti a trasformazione urbanistica sono stati individuati sulla base del principio generale di contenimento del consumo di suolo e di concentrazione insediativa in opposizione alle dinamiche attuali di dispersione insediativa e che, per dimensione territoriale e loro localizzazione strategica, risultano essenziali nella definizione del nuovo assetto urbano. Tali previsioni sono essenzialmente localizzate, dunque, in prossimità del tessuto urbano consolidato con l’espresso intento di definire e riconquistare il limite tra urbanizzato ed ambiente rurale montano, rafforzando, dunque, i “fronti” della “città” urbanizzata. Gli interventi edilizi ed urbanistici sugli ambiti soggetti a trasformazione urbanistica sono subordinati all’approvazione di Piani Attuativi e si strutturano secondo lo schema riportato al precedente capitolo 5.5 “ambiti soggetti a trasformazione urbanistica”.

Le previsioni di cui al Documento di Piano che sono state individuate sul territorio di Bagolino sono localizzate ai margini del sistema insediativo, definendo un sistema di relazioni con il contesto territoriale, spazi aperti e sistema delle connessioni, governato dalle direttrici di origine storica e dagli elementi fondativi ed in parte di recente e nuova formazione dell’ambito urbanizzato. Anche gli elementi di naturalità hanno concorso alla definizione della giacitura e dell'orientamento delle trame insediative, passando per un confronto con gli altri elementi di organizzazione interna dello spazio costruito e dello spazio aperto.

Le norme presenti nell’allegato “PR_2A Norme Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole” si applicano a qualsiasi intervento che comporti trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio comunale facente parte anche del Documento di Piano e del Piano dei Servizi, con riferimento alle modalità di applicazione degli indici e dei parametri urbanistici, nonché alle indicazioni di tutela e del sistema dei beni paesaggistici e storici.

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14.12.Analisi dei servizi esistenti Il Piano dei Servizi concorre al perseguimento degli obiettivi dichiarati nel Documento di Piano, avvalendosi anche del quadro conoscitivo del territorio comunale al fine di realizzare un coerente disegno di pianificazione sotto l’aspetto della corretta dotazione di aree per attrezzature pubbliche nonché per assicurare, attraverso il sistema dei servizi l’integrazione tra le diverse componenti del tessuto edificato e garantire un’adeguata ed omogenea accessibilità ai diversi servizi comunali. La rappresentazione grafica del Piano dei Servizi è articolata principalmente su una tavola rappresentante lo stato attuale e le previsioni di progetto. La tavola individua le diverse categorie e tipologie di servizi presenti sul territorio come rilevate e dettagliate nelle Schede ricognitive dei servizi esistenti a cui sono aggiunti i servizi di nuova previsione. Nello specifico, il disegno urbanistico così rappresentato individua, complessivamente, le aree, le azioni e gli obiettivi da assumere per riqualificare, differenziare ed incrementare l’offerta dei servizi nonché la messa a sistema rispetto al patrimonio delle dotazioni esistenti e già attuate. L’analisi delle dotazioni esistenti e confermate è finalizzata alla valutazione della dotazione e della funzionalità dalle attrezzature pubbliche già presenti sul territorio comunale. L’analisi correlata delle aree e degli edifici sedi di servizi ha consentito di formulare una valutazione più completa del rapporto esistente tra spazio e attività, permettendo di individuare, se necessario, programmi di adeguamento e riqualificazione delle attrezzature esistenti. E’ stata analizzata, quindi, sia la consistenza dei servizi (localizzazione, proprietà, caratteristiche tipologiche, strutturali e quantitative) sia la loro effettiva fruibilità da parte dei cittadini, prendendo in considerazione due parametri fondamentali: l’accessibilità e le modalità d’uso. A tal proposito, l’analisi è stata integrata anche con l’individuazione e la consistenza del sistema ciclopedonale, un sistema che ha un ruolo importante nel quadro complessivo dell’offerta in termini di accessibilità ai servizi, in quanto fornisce un’alternativa all’utilizzo dei mezzi su gomma, nell’ottica di una promozione della mobilità lenta e protetta finalizzata al miglioramento degli standard qualitativi dell’ambiente urbano. Per la realizzazione e la definizione dello stato di fatto dei servizi presenti sul territorio comunale sono state utilizzate quali fonti principali: il Piano Regolatore Generale vigente ed il rilievo urbanistico dello stato di fatto, nonché un rilievo specifico dei servizi comunali. A tale scopo sono state compilate per ciascun servizio censito delle schede di rilevazione di indagine che riassumono i parametri delle dotazioni del servizio,nonché la qualità dello stesso , evidenziando le eventuali peculiarità e le criticità .

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Criteri per l’analisi dei servizi

I servizi presenti sul territorio comunale sono stati puntualmente schedati e classificati nelle apposite schede allegate al piano dei servizi , quale inventario dei servizi presenti nel territorio. I campi definiti nella scheda sono stati individuati con la finalità di raccogliere i dati utili ad una descrizione generale del servizio. Le schede sono state inizialmente compilate inserendo i dati ricavabili dal rilievo urbanistico; in seguito a questa prima compilazione sono state inseriti ulteriori dati utili che consentissero la compilazione completa della scheda. La scheda oltre a contenere indicazioni di carattere generale sul servizio (tipologia, localizzazione, regime di proprietà, dati dimensionali), analizza gli aspetti qualitativi del servizio, che vengono così ad assumere il valore di parametri attraverso i quali è possibile attribuire una valutazione di efficienza al servizio. I dati relativi alla rete dei servizi comunali sono stati raccolti con lo scopo di mettere in evidenza il rapporto fra il sistema dei servizi e i fattori principali che ne garantiscono accessibilità e fruibilità. La schedatura è stata elaborata tenendo in considerazione parametri che costituiscono anche una possibile verifica prestazionale per l’avviamento di programmi di riqualificazione del sistema dei servizi esistenti. I parametri individuati, sintetizzati per ogni tipologia di servizio, sono relativi: • alla categoria (attrezzatura scolastica, socio-assistenziale..). Si è provveduto a specificare, oltre alla tipologia di servizio (scuola, biblioteca..)e la denominazione • alla localizzazione corredata da estratto cartografico e fotografico che la individui; • alla gestione (tipo di proprietà: pubblica o privata, proprietario, ente erogante); • alle caratteristiche dimensionali (superficie del lotto, superficie coperta, volume dei corpi di fabbrica, superficie lorda di pavimento, numero dei piani per ogni corpo di fabbrica); • agli impianti (dotazione di impianti di sicurezza, superamento delle barriere architettoniche e presenza di impianti antincendio); • allo stato di conservazione (grado di manutenzione, interventi necessari e bacino d’utenza); • alla modalità di fruizione (tipologie di utenza e uso degli stessi); • all’accessibilità (distanza dal trasporto pubblico locale e dalla rete ciclabile e dotazione spazi per la sosta);

Le aspettative e previsioni per lo sviluppo dei servizi devono raccordarsi con la programmazione degli investimenti. Il Piano dei Servizi ha quindi stimato i costi presunti per l’adeguamento dei servizi esistenti, nonché quelli per la realizzazione delle previsioni di Piano indicandone anche le priorità. Le analisi effettuate rilevano la presenza di 167 servizi effettivi e indicano che la dotazione di aree e servizi pubblici appare più che soddisfacente in termini quantitativi, localizzati per la maggioranza nell’ambito urbanizzato.

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14.13.Analisi delle tipologie di servizi Il Piano dei Servizi è lo strumento con il quale l’Amministrazione comunale, concorre alla definizione dei fabbisogni e del dimensionamento del Documento di piano e del PGT, nonché provvede alla programmazione indicativa degli interventi. Si tratta, quindi, di uno strumento di programmazione che deve orientare le scelte in materia di servizi ed infrastrutture, scelte da mettere in atto sia tramite la programmazione comunale delle opere pubbliche ma anche attraverso la compartecipazione di soggetti pubblici e privati. Per un’attenta considerazione delle reali condizioni dei servizi presenti sul territorio di Bagolino sono state necessarie due operazioni distinte: la prima volta all’individuazione e all’analisi quantitativa dei servizi e la seconda incentrata alla valutazione qualitativa degli stessi. Le due analisi sono state svolte in tempi diversi e successivamente integrate tra loro. Nella prima fase è stata realizzata una mappatura geografica atto ad individuare aree e edifici adibiti a servizi; i dati ricavati hanno consentito la conseguente realizzazione della carta dello stato di fatto e in seguito sono state realizzate e compilate le schede di rilievo volte alla valutazione qualitativa dei servizi. La costruzione della carta dello stato dei servizi è stata caratterizzata dalla costruzione degli oggetti geometrici identificativi delle aree e degli edifici legati ai servizi e dalla definizione delle categorie. I servizi e le attrezzature sono state identificati in n. 15 categorie a loro volta suddivise per distinte tipologie (in nero quelle interessanti il territorio comunale di Bagolino e in grigio quelle non rilevate poiché non presenti).

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SISTEMA DEL VERDE Parco pubblico (urbano e territoriale) Verde pubblico attrezzato Verde d’arredo urbano Aree di risulta SISTEMA DELLE ATTREZZATURE PER LO SPORT E Campo sportivo IL TEMPO LIBERO Palestra Spiaggia pubblica Impianti di risalita Altro SISTEMA DEI SERVIZI CULTURALI Teatro Biblioteca Associazione culturale Cinema Monumento Museo Altro SISTEMA DELLE STRUTTURE PUBBLICHE Municipio Pro loco (Ufficio Turistico) Polizia Locale VV.FF: Stazione di Polizia Stazione dei Carabinieri Magazzino comunale Protezione civile Sale polivalenti Pesa pubblica Altro SISTEMA DEI SERVIZI DI INTERESSE PUBBLICO Posta Banca Altro SISTEMA DELL’ISTRUZIONE Scuola dell’infanzia Scuola primaria Scuola secondaria di primo grado SISTEMA DELLE STRUTTURE RELIGIOSE Chiesa Oratorio Santella Cimitero Canonica Alloggi sociali Associazione volontariato Centro diurno per anziani Altro SISTEMA DEI SERVIZI E ATTREZZATURE SANITARIE Ambulatorio Farmacia Casa di riposo per anziani Croce Rossa Soccorso alpino Chiosco pubblico SISTEMA DEI PARCHEGGI PUBBLICI RESIDENZIALI Parcheggi in sede propria

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SISTEMA DEI PARCHEGGI PUBBLICI PRODUTTIVI E Parcheggi in sede propria COMMERCIALI Depuratore Isola ecologica Antenna / ripetitore Cabina elettrica Fontana pubblica/lavatoio Centrale di gassificazione Centrale idroelettrica Centrale elettrica Stazione meteorologica Diga Altro SISTEMA DELLA MOBILITA’ E TRASPORTI Percorso pedonale Percorso promiscuo pedonale e ciclabile Attrezzature portuali Fermata trasporto pubblico su gomma Deposito trasporto pubblico su gomma SISTEMA DELLE INFRASTRUTTURE A RETE Elettrodotto su palo Elettrodotto su tralicci Acquedotto Fognatura Gasdotto Metanodotto

I servizi riguardano i settori tradizionali, connessi ai bisogni della popolazione (istruzione e formazione, cultura e ricreazione, sanità e assistenza, culto, attività sportiva, verde e parcheggi), ma anche altri servizi legati all’insorgere di nuovi fabbisogni e aspettative di oggi, per la mutata struttura demografica, sociale e culturale della popolazione urbana. La prima parte della ricognizione sulla domanda esistente viene illustrata per tipologie funzionali di servizio, per fornire una griglia analitica di lettura della situazione di partenza, su cui poi impostare una seconda lettura orientata agli obiettivi e alle utenze reali.

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14.13.1.Sistema del verde Le aree verdi presenti sul territorio comunale possono avere diversa estensione e sistemazione, ossia possono essere individuate come parchi/giardini o verde di servizio stradale, ma sono comunque connotate dalla presenza di vegetazione e dalla decisa prevalenza di suoli permeabili. Esse possono avere carattere naturalistico, paesaggistico, ornamentale oppure ospitare attrezzature per lo svolgimento di attività ludiche e sportive. I parchi e i giardini sono aree verdi inserite nel tessuto urbano o ai margini di esso e svolgono un'importante funzione ambientale e sociale. I parchi ed i giardini sono generalmente strutturati in aree con diverse funzioni come il verde pubblico attrezzato: riposo, gioco, attività sportive, servizi eventualmente di carattere culturale e ricreativo. Il verde di servizio stradale, invece, è costituito dalle rotatorie, dalle aiuole e dai bordi stradali (verde d’arredo urbano e aree di risulta). La prima tipologia permette l'arredo di vie, viali, piazze e parcheggi e riveste, inoltre, un'importanza fondamentale in quanto migliorano in modo sostanziale il paesaggio e l'ambiente urbano. Il sistema del verde attrezzato, rappresenta una delle funzioni destinate a servizi pubblici di maggiore incidenza presenti sul territorio in analisi. Il verde presente si diversifica a seconda della zona in cui si inserisce: all’interno del tessuto urbano consolidato il verde è presente in misura minore, mentre nelle zone di recente espansione sono presenti aree più o meno estese di verde attrezzato. La localizzazione territoriale delle attrezzature a verde si caratterizza per una distribuzione abbastanza omogenea sul territorio, ovviamente con una maggior concentrazione delle aree nell’urbanizzato di Bagolino e Ponte Caffaro, rispetto alla Val Dorizzo, essendo quest’ultimo un nucleo abitato di piccole dimensioni. Nello specifico sono presenti infatti parchi urbani sia a Bagolino (a nord-ovest del centro abitato) che a Ponte Caffaro (a sud in adiacenza al lato ovest del lungolago), aree a verde attrezzato localizzate all’interno dei tessuti urbani consolidati, aree a verde d’arredo urbano ed aree di risulta presenti in modo sparso sul territorio comunale. Il sistema del verde presenta generalmente un buon livello di accessibilità pedonale e ciclabile unitamente ad una distribuzione sufficientemente equilibrata all’interno del tessuto edificato; in alcuni casi ancora scarsa risulta l’accessibilità automobilistica presso le maggiori aree verdi, a causa della carenza di parcheggi.

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BAGOLINO

PONTE CAFFARO VALDORIZZO

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14.13.2.Sistema delle attrezzature per lo sport e il tempo libero In questa categoria rientrano le aree destinate ad ospitare i campi gioco e gli impianti sportivi comunali, con le relative attrezzature di servizio. Le aree individuate per spazi pubblici attrezzati per il gioco e lo sport sono per la maggior parte di proprietà pubblica. Tra le attrezzature di primaria importanza abbiamo i due campi sportivi, collocati uno a Bagolino ad ovest del centro abitato (località Pineta) con una superficie di poco inferiore ai 20.000 mq e uno a Ponte Caffaro sul lato est del fiume Caffaro (via Campini). Il centro sportivo in località Pineta è la più completa struttura sportiva di Bagolino, in quanto il servizio include, oltre allo stadio comunale, un’area destinata a pista di pattinaggio/pista da ballo, un campo da tennis e da bocce e un bar. Nel comune sono presenti altre attrezzature di proprietà pubblica, tra cui la palestra in zona baricentrica del tessuto residenziale di Ponte Caffaro (via Castelli), utilizzata anche dalle scuole medie in via Tito Speri e la spiaggia pubblica dotata di area adibita alla pratica del kitesurfing con piccole strutture mobili a servizio dell’area (punti informazione). Contribuiscono alla dotazione complessiva di attrezzature per lo sport e il tempo libero anche le aree di media dimensione di proprietà della curia, presenti in prossimità delle principali chiese del territorio comunale, attrezzate per l’attività sportiva e ludica: il campo sportivo dell’oratorio di Ponte Caffaro (via Caduti) e quello dell’oratorio di Bagolino (via Parrocchia). Le altre attrezzature di proprietà privata di Bagolino sono rappresentate dagli impianti di risalita presenti sul territorio comunale, fiore all'occhiello delle località del comprensorio del Maniva e del Gaver.

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BAGOLINO

PONTE CAFFARO

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Loc. GIOGO DEL MANIVA

Loc. GAVER

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Loc. MANIVA – Loc. BARARD

14.13.3.Sistema dei servizi culturali In questa categoria rientrano le strutture destinate alle attività ricreative, alle attività espositive e al culto. L’insieme delle strutture che prestano tali servizi è localizzato fondamentalmente all’interno del centro abitato di Bagolino e Ponte Caffaro. Le biblioteche di Bagolino e Ponte Caffaro costituiscono spazi di aggregazione e luoghi dove dedicarsi alla lettura e allo studio extra-scolastico per il territorio e sono inseriti nel “Sistema Bibliotecario Nord-Est Bresciano”: un sistema che si propone come obiettivo primario l'integrazione delle risorse bibliografiche e professionali per la gestione ottimale dei servizi informativi sul territorio di sua competenza. Tra le strutture culturali di una certa importanza che rappresentano un riferimento per gli eventi culturali comunali troviamo il cinema Aurora di Ponte Caffaro in via Caduti e il cinema di Bagolino in via Parrocchia usati anche come sale cinematografiche e conferenze. Dal censimento effettuato relativo ai servizi appartenenti a questa categoria, sono presenti alcune associazioni dedite al tempo libero (associazione pescatori di Ponte Caffaro e lo sci club di Bagolino), all’identità storica (gruppo alpino ‘sezione Monte Suello’ di Bagolino e gruppo alpino di Ponte Caffaro), alla cultura (raccolta etnografica “Habitar in sta terra”, presso le ex scuole elementari di Bagolino, per ricostruire a approfondire le radici ed il passato della comunità di Bagolino) e di ritrovo per anziani e pensionati (gruppo anziani e pensionati ‘Il Rododendro’ presso il circolo parrocchiale di Bagolino). Per le attività espositive nel comune è presente un museo civico di proprietà dell’associazione Habitar sito in via S. Luca a Bagolino. Inoltre nel territorio sono presenti un centro polifunzionale a

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Bagolino, un’area culturale ricreativa con cartelli illustrativi riguardanti il geosito presente in località Romanterra e due monumenti storici in memoria ai caduti in guerra, uno a Bagolino in corrispondenza dell’incrocio tra via San Luca e via Lombardi e l’altro a Ponte Caffaro lungo la SP237 vicino al fiume Caffaro.

BAGOLINO

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PONTE CAFFARO

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14.13.4.Sistema delle strutture pubbliche In questa categoria rientrano le strutture volte a rappresentare le istituzioni territoriali e le attrezzature di interesse generale. Tra i servizi amministrativi il municipio del comune risulta disposto in due sedi differenti, collocate una a Bagolino in via Parrocchia ed uno a Ponte Caffaro in via Tito Speri, all’interno dello stesso immobile dov’è localizzata la scuola media. In entrambi i casi la loro posizione rispetto al territorio comunale le rende facilmente accessibili da qualsiasi parte del paese. Per chi raggiunge le strutture in macchina, è possibile trovare parcheggio senza particolari difficoltà, infatti vi sono adeguate area a parcheggio per entrambe le sedi. Altri servizi pubblici di indubbia utilità per la collettività sono la stazione dei carabinieri e della polizia che, a Bagolino, trova sede in via Lombardi: si tratta di un edificio localizzato in una zona tranquilla, in adiacenza all’istituto comprensivo fornito di un’area a parcheggio. Nelle vicinanze della struttura si trova la caserma dei vigili del fuoco, mentre all’interno del municipio è localizzato il comando della polizia locale. Tra gli altri servizi di tipo puntuale, per lo più concentrati in zona baricentrica rispetto ai centri abitati, si segnala la presenza di uffici della protezione civile (uno a Bagolino e uno a Ponte Caffaro), di uffici turistici (uno a Bagolino e uno a Ponte Caffaro) e la pro loco in via Campini a Ponte Caffaro. Sono state considerate attrezzature di interesse comune anche i magazzini comunali in via Castelli e in via Campini Traversa a Ponte Caffaro, la pesa pubblica localizzata lungo Strada di Romanterra a Bagolino, la sala polivalente che si trova in adiacenza al campo sportivo di Ponte Caffaro e l’area adibita a deposito materiale inerte con annessa piattaforma logistica comunale in località Prada a Bagolino.

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BAGOLINO loc. CERRETO

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PONTE CAFFARO

14.13.5.Sistema dei servizi di interesse pubblico In questa categoria rientrano le attrezzature di interesse comune destinate ad ospitare le attrezzature per pubblici servizi. I servizi di interesse comuni presenti sul territorio sono gli uffici postali, le banche e i bagni pubblici. Gli uffici postali, collocati uno a Bagolino in via Madonna San Luca ed uno a Ponte Caffaro in via Tito Speri, si trovano in una posizione piuttosto favorevole sul territorio comunale, facilmente raggiungibile sia per chi abita nelle vicinanze che per chi viene da lontano. A Bagolino, in posizione centrale interna al centro storico e in un raggio di 200 metri, troviamo tre banche, collocate una in piazza Marconi, una in via San Giorgio e in via San Rocco. Nell’ambito urbanizzato di Ponte Caffaro sono presenti due banche che distano tra lori circa 300 metri. Le banche di Ponte Caffaro, a differenza di quelle di Bagolino, dispongono nelle vicinanze di alcune aree a parcheggio le cui dimensioni risultano sufficienti data l’affluenza media di utenti del servizio. In questa categoria è contemplata anche un’area, a ridosso della chiesa di San Giorgio, attrezzata con bagni pubblici. Essa è stata realizzata in un luogo facilmente accessibile sia da via Parrocchia sia da via San Rocco attraverso la scalinata di via IV Novembre.

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BAGOLINO

PONTE CAFFARO

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14.13.6.Sistema dell’istruzione In questa categoria rientrano le aree e strutture per l'istruzione, destinate ad ospitare le scuole materne e le scuole dell'obbligo. ll sistema dei servizi per l’istruzione presenti sul territorio di Bagolino comprende i seguenti tipi di strutture sia di proprietà pubblica che di proprietà privata: • Scuole per l’infanzia (scuole materne) in via Parrocchia a Bagolino (“Angeli Custodi”) e in via Caduti a Ponte Caffaro (“San Giuseppe”) di proprietà privata; • Scuole per l’infanzia (scuole materne) in via Lombardi a Bagolino di proprietà pubblica; • Scuola primaria (scuola elementare) in via Lombardi a Bagolino di proprietà pubblica; • Scuola primaria (scuola elementare) in via Tito Speri a Ponte Caffaro di proprietà pubblica; • Scuola secondaria di 1° grado (scuola media) in via Lombardi a Bagolino di proprietà pubblica; • Scuola secondaria di 1° grado (scuola media) in via Tito Speri a Ponte Caffaro di proprietà pubblica.

La localizzazione territoriale delle strutture individua principalmente due poli scolastici integrati all’interno del tessuto insediativo: quello di Bagolino che ospita la scuola materna, elementare e media (Istituto Comprensivo di Bagolino) e quello di Ponte Caffaro che comprende scuola primaria e secondaria di primo grado. Le strutture scolastiche sono dislocate sul territorio in modo uniforme e organico, dando una risposta più che sufficiente alla richiesta di servizi scolastici. Gli edifici si ritengono per la maggior parte idonei dal punto di vista della sicurezza e degli impianti nonché dell’adeguamento alle normative circa l’abbattimento delle barriere architettoniche. Dal punto di vista dell’accessibilità e, quindi, della presenza di spazi per la sosta, della vicinanza alle piste ciclabili e alle fermate dei mezzi pubblici urbani si riscontra una presenza adeguata.

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BAGOLINO

PONTE CAFFARO

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14.13.7.Sistema delle strutture religiose In questa categoria rientrano le strutture per il culto religioso (chiese, oratori, canoniche, santelle e cimiteri). Molto ricca è la presenza all’interno del contesto urbano di attrezzature religiose, come ad esempio le chiese e le santelle. Tra le chiese troviamo quelle di San Giorgio, San Rocco, San Lorenzo e la chiesetta degli Adamino a Bagolino, quelle di San Michele e San Giacomo a Ponte Caffaro, quella lungo la via principale in località Cerreto, quella di Sant’Antonio in Val Dorizzo, quella lungo la strada comunale per il Maniva in località Barard e la chiesa di SS Gervasio e Protasio in località Valle della Berga. Gli oratori, individuati nelle aree adiacenti alle chiese, assumono un forte significato formativo, dato che all'interno è possibile trovare spazi per il gioco, lo sport ed il tempo libero. Gli abitanti di Bagolino devono far riferimento a quelli che si trovano in via Parrocchia e in via San Rocco (Casa del Giovane), mentre gli abitanti di Ponte Caffaro usufruiscono di quello in via Caduti con annessa canonica. Le numerose santelle presenti sul territorio comunale, luoghi di riferimento per attività religiose, sono concentrate per la maggior parte nelle vicinanze di Bagolino, ad esclusione della santella di Ponte Caffaro in via San Valentino, quella di Val Dorizzo lungo la SP n°7 e di quelle lungo le strade esterne ai tessuti urbani in direzione del Maniva e del Gaver. Per quanto riguarda i cimiteri sul territorio ne sono presenti tre, uno a sud di Ponte Caffaro in via Lago prima di entrare nel centro abitato e gli altri due a nord di Bagolino in via Cimitero tra il centro storico e la zona produttiva (cimitero nuovo e vecchio). Il cimitero di Ponte Caffaro è dotato di un’adeguata area a parcheggio nelle immediate vicinanze, mentre quelli di Bagolino dispongono di limitati posti auto lungo la strada di fronte alle strutture posizionate uno di fronte all’altro.

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BAGOLINO loc. CERRETO

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PONTE CAFFARO

VAL DORIZZO

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Loc. GIOGO DEL MANIVA

Loc. MANIVA – Loc. BARARD

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14.13.8.Sistema dei servizi e attrezzature sociali e ricreative In questa categoria rientrano le attrezzature di carattere assistenziale e sociale: l’offerta sul territorio è individuata esclusivamente nel centro abitato di Bagolino e in località Val Dorizzo. Essa risulta abbastanza articolata e differenziata secondo le diverse categorie di utenze (giovani, adulti e anziani). Nel territorio, in riferimento all’assistenza per la popolazione in difficoltà, sono presenti alcuni alloggi di proprietà comunale da destinare alle utenze deboli, localizzata nella parte sud del centro storico di Bagolino. Inoltre si riscontra la presenza di un centro diurno per anziani, localizzata anch’essa nella parte centrale del centro storico, lungo via San Giorgio, che non dispone di una propria area di parcheggio data l’affluenza media di utenti del servizio. Si tratta di una struttura pensata per tutti quegli anziani che desiderano avere la sicurezza di assistenza sicura in caso di bisogno. Nell’ambito degli spazi dedicati ai giovani è presente in località Val Dorizzo una struttura a servizio pubblico adibita ad ospitare gruppi di ragazzi che fanno parte di oratori, scout e altri utenti non esclusivamente della zona. Sul territorio è presente anche l’associazione di volontariato (AVIS) sita a Bagolino in via Lombardi.

BAGOLINO VALDORIZZO

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14.13.9.Sistema dei servizi e attrezzature sanitarie In questa categoria rientrano le strutture sanitarie e socio-assistenziali. L’insieme di questi servizi è per lo più concentrato nei centri abitati e nelle aree adiacenti. Bagolino sotto il profilo socio-sanitario dipende dal distretto n°12 della “Vallesabbia” con sede a Vestone: sul territorio comunale sono presenti due ambulatori, uno a Ponte Caffaro in via Tito Speri e uno a Bagolino in via San Giorgio, esclusivamente di carattere privato. Nel caso specifico l’ambulatorio di Ponte Caffaro, a differenza di quello di Bagolino, dispone di un ampio parcheggio pubblico. I cittadini anziani dispongono di alcuni spazi di rilievo, tra cui la casa di riposo “San Giuseppe” che sorge in un’area ad est dell’abitato di Bagolino e la struttura, che svolge molteplici attività per anziani che si trovano in stato di necessità, in via XI Febbraio a Ponte Caffaro. Sono inoltre presenti sul territorio due farmacie di indubbia utilità per la collettività, situate in via Tito Speri a Ponte Caffaro e in via San Rocco a Bagolino. Tra i servizi di tipo puntuale si segnala la presenza della Croce Rossa a Ponte Caffaro e del Soccorso Alpino a Bagolino.

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BAGOLINO

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PONTE CAFFARO

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14.13.10.Sistema delle attività commerciali In questa categoria rientrano le attrezzature di servizio quali chioschi per il ristoro a servizio dell’area del lungolago a Ponte Caffaro, di cui una localizzata all’interno della zona a verde attrezzato con area gioco dei bambini e dei ragazzi e l’altra nelle vicinanze dell’area adibita alla pratica del kitesurfing.

PONTE CAFFARO

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14.13.11.Sistema dei parcheggi pubblici residenziali Le aree individuate per parcheggio al servizio del tessuto edilizio residenziale, sono prevalentemente tutte di proprietà pubblica. In linea generale le aree a parcheggio risultano essere ben distribuite sul territorio, anche se necessitano di integrazioni soprattutto all’interno del nucleo storico di Bagolino e nelle aree urbanizzate collocate lungo la SP 237 (ad esclusione del tratto più vicino al fiume Caffaro). Il problema del parcheggi sembra essere il problema più sentito dai cittadini e dagli operatori commerciali. Il centro storico lamenta una considerevole carenza di aree per la sosta; oltre alla richiesta di realizzazione di nuove aree dedicate al parcheggio, in alcune aree residenziali si lamenta la sosta irregolare e la concorrenza residenti/visitatori nell’uso dei parcheggi. Anche al di fuori del centro storico il problema del parcheggio è sentito ma con minor consistenza; si fa inoltre presente che la maggior parte delle aree residenziali esterne è costituita da un tessuto insediativo caratterizzato da abitazioni mono o plurifamiliari dotate, nella maggior parte dei casi, di box o posto auto privato, pertanto esigua è la percentuale di residenti costretti a parcheggiare la propria autovettura nelle aree di sosta lungo la viabilità o comunque in parcheggi in prossimità dell’abitazione. Tutte le aree per servizi pubblici sono adeguatamente dotate di aree per la sosta, la cui capienza risulta proporzionata alla ricettività del servizio.

BAGOLINO loc. CERRETO

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PONTE CAFFARO

VAL DORIZZO

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14.13.12.Sistema dei parcheggi pubblici produttivi e commerciali Le aree individuate per parcheggio al servizio di attività produttive sono anch’essi prevalentemente di proprietà pubblica ad esclusione dei due parcheggi in località Giogo del Maniva. Complessivamente la dotazione di parcheggi pubblici soddisfa i parametri prescritti per le aree industriali e per le attività commerciali. I parcheggi destinati a parcheggi produttivi/commerciali sono circa 23.000 mq, ripartiti in tre diverse zone: nella parte nord-ovest dell’abitato di Bagolino lungo via Mignano, nella parte sud-est della stessa zona in località Prada e dell’abitato di Ponte Caffaro e nella zona del Giogo del Maniva (solo in quest’area sono presenti poco meno di 20.000 mq).

BAGOLINO loc. CERRETO

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PONTE CAFFARO

Loc. GIOGO DEL MANIVA

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14.13.13.Sistema degli impianti tecnologici In questa categoria sono compresi tutti gli impianti tecnologici e servizi vari ricadenti nel territorio comunale. Tra questi servizi, considerati di interesse comune, sono compresi i tre depuratori individuati nelle vicinanze dei principali centri abitati del territorio comunale, l’isola ecologica di via Concordia a Ponte Caffaro utilizzata al massimo della sua potenzialità, le due centrali idroelettriche situate una a nord dell’abitato di Bagolino lungo la SP 669 del PassoCrocedomini e l’altra a nord dell’abitato di Ponte Caffaro (al limite con il confine con la provincia di Trento), le due centrali elettriche e la centrale di gassificazione su un’area di circa 3.500 mq a nord dell’abitato di Bagolino (all’incrocio con la strada del Maniva). Sono stati considerati impianti tecnologici anche i quattro ripetitori, individuati in zone esterne ai centri abitati con la remota possibilità di rischio da radiazione elettromagnetica e che, in un solo caso, sarebbe opportuno valutarne una ricollocazione data la maggiore vicinanza alla zona residenziale di Bagolino (antenna localizzata in via Romanterra). Inoltre sono presenti numerose cabine elettriche equamente distribuite sul territorio comunale e fontane pubbliche localizzate principalmente nel centro abitato di Bagolino (ad esclusione di quella in via Tito Speri a Ponte Caffaro), la stazione meteorologica e la diga presenti in Val Dorizzo, gli impianti di drenaggio dell’acqua e di chiusa con paratie lungo il fiume Caffaro e la stazione di rilevamento sismico a Bagolino.

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BAGOLINO

PONTE CAFFARO

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VAL DORIZZO

Loc. GIOGO DEL MANIVA

Loc. MANIVA – Loc. BARARD

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14.13.14.Sistema della mobilità e trasporti

In questo contesto, l'analisi della mobilità è particolarmente significativa se si considera l'importanza che possono assumere i collegamenti ciclabili e pedonali tra i servizi pubblici all’interno degli ambiti urbanizzati e per una fruizione paesistico ambientale del territorio, ed il trasporto pubblico, che include anche l’attrezzatura portuale presente sul lago dove approdano i battelli provenienti da Anfo. I percorsi ciclabili e pedonali esistenti sono stati individuati e distinti in base alla loro classificazione: sul territorio comunale di Bagolino abbiamo principalmente percorsi promiscui pedonali e ciclabili, per una lunghezza complessiva pari a circa 5.500 m, che interessano sia Bagolino che Ponte Caffaro senza attraversare i rispettivi centri abitati. Nel complesso l’attuale rete dei percorsi, comprendente anche la rete dei percorsi pedonali per circa 700 m, presenta una situazione carente rispetto alle necessità di alcune zone, tra cui gli ambiti residenziali ad est dell’abitato di Bagolino e ad ovest di quello di Ponte Caffaro. Lo schema attuale dei percorsi non configura una rete unitaria, ma si riscontrano l’insufficiente organicità dei percorsi e la mancanza di collegamenti tra tratti successivi. Dal punto di vista dell’offerta del trasporto pubblico il comune attualmente è servito dalla linea Brescia-Bagolino, che serve anche le località Ponte Caffaro, Val Dorizzo e Gaver. Dal punto di vista dell’accessibilità alle fermate degli autobus, le distanze più rilevanti si riscontrano in primis a Cerreto e a Prada, poi nella zona a destra del fiume a Ponte Caffaro e nella zona industriale della medesima frazione. Infine tra le zone interne ai centri abitati le meno servite sono l’area residenziale a sud di Ponte Caffaro e quella a nord del centro storico di Bagolino.

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BAGOLINO loc. CERRETO

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PONTE CAFFARO

VAL DORIZZO

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14.13.15.Sistema delle infrastrutture a rete In questa categoria rientrano principalmente la rete dell’acquedotto, la rete fognaria e la rete elettrica. La rete dell’acquedotto è estesa su tutto il territorio comunale urbanizzato e in alcune aree esterne, con eccezione delle località di Cerreto, Valdorizzo e Maniva. La rete è articolata in rete di distribuzione e rete di trasporto con prevalenza della prima rispetto alla seconda; inoltre sono presenti alcuni serbatoi e alcune fonti/sorgenti. Anche la rete fognaria distinta in acque bianche, nere e miste interessa solo gli abitati di Bagolino e Ponte Caffato, sviluppandosi gerarchicamente lungo le principali strade di collegamento e successivamente verso le vie centrali. Negli ambiti urbanizzati di Bagolino prevale la rete delle acque miste, invece a Ponte Caffaro, ad esclusione delle zone lungo la SP 237, è servito nelle zone interne principalmente dalle reti delle acque bianche e nere. La rete per la distribuzione dell’elettricità è costituita principalmente da linee elettriche a bassa tensione e da qualche linea a media tensione. Le attrezzature per la distribuzione dell’energia elettrica presenti sul territorio sono costituite da cabine di trasformazione rappresentate da un complesso di apparecchiature che servono per trasferire l´energia elettrica tra linee elettriche a tensioni diverse. Queste stazioni sono solitamente costruite in zone con scarsa presenza di abitazioni e pertanto generalmente non pongono problemi dal punto di vista dell´esposizione della popolazione. La conversione ad un livello di tensione inferiore è effettuata tramite trasformatori con una potenza di alimentazione adeguata; infatti nelle aree esterne all’urbanizzato, al posto delle cabine di trasformazione, sono previsti i posti di trasformazione su palo. Le linee elettriche di distribuzione a media tensione si distinguono in elettrodotti su traliccio e in elettrodotto su pali; nello specifico nel territorio comunale sono prevalenti quelli su traliccio. Invece le linee elettriche di distribuzione a bassa tensione, che trasportano la corrente per la fornitura alle piccole utenze (abitazioni, esercizi pubblici commerciali ed altre attività lavorative artigianali o della piccola industria e similari), possono essere aerei, interrati e nudi. Generalmente nel territorio sono presenti quelli aerei, che sono ammarati agli edifici ed entrano negli stessi per alimentare il quadro contatori.

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PONTE CAFFARO Rete acquedotto e rete fognatura

Rete elettrica

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BAGOLINO Rete acquedotto e rete fognatura

Rete elettrica

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VAL DORIZZO Rete elettrica

Loc. GIOGO DEL MANIVA Rete elettrica

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14.14.Le previsioni del Piano dei Servizi Attraverso la concertazione con i privati e lo studio delle osservazioni e proposte pervenute, così come delle analisi condotte sulla domanda sociale e sulla dotazione attuale di servizi è emersa la pianificazione dei nuovi servizi prevista dal Piano dei Servizi. La proposta di Piano dei Servizi prende avvio da quella scelta di fondo che caratterizza le scelte fondamentali della pianificazione comunale: l'Amministrazione Comunale ha espresso una precisa volontà in merito al contenimento del consumo di suolo. Il soddisfacimento delle richieste insediative in riferimento ai nuovi abitanti, avverrà in parte in aree di espansione di nuova previsione, in contiguità con quelle già presenti e di dimensioni contenute, ed in parte attraverso il consolidamento e la riqualificazione del tessuto edificato attuale. L'obiettivo è quello di rallentare l'espansione edilizia e favorire così le politiche finalizzate al miglioramento della qualità della vita: si opererà, quindi, attraverso la riqualificazione di parti significative del tessuto urbano esistente, il potenziamento di quelle sottoutilizzate e, soprattutto, il miglioramento, sotto il profilo qualitativo, di spazi e strutture pubbliche. L’Amministrazione Comunale ha previsto vari interventi, alcuni dei quali di attuazione relative a previsioni di piano già inserite nel PRG vigente e confermate dal PGT ed altri che comporteranno l’acquisizione di nuove aree per servizi. Rientrano infine nell’insieme degli interventi relativi al Piano dei Servizi anche le previsioni riguardanti i nuovi percorsi ciclabili e la riqualificazione di alcuni tratti di viabilità esistente. In rapporto alla loro distribuzione sul territorio e alla loro accessibilità fisica si individuano le nuove proposte del piano, che mirano a integrare i sistemi esistenti, sfruttandone le potenzialità reali di sviluppo e creando nuove centralità strategiche della città pubblica.

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14.14.1.Il progetto di nuove aree per servizi di interesse pubblico La presenza di diversi nuclei abitati sparsi in un territorio vasto ha fatto sì che, anche i relativi servizi, nel tempo non venissero realizzati in un unico luogo, bensì localizzati in diversi punti del territorio comunale. Dall’analisi condotta sulla dotazione complessiva di attrezzature e impianti esistenti per servizi pubblici e di interesse pubblico o generale a livello comunale emerge, complessivamente, una buona dotazione di servizi ed attrezzature. L’attenzione per il tema della fruizione degli spazi pubblici e delle attrezzature dal punto di vista dell’accessibilità è legato soprattutto alla consapevolezza che le aree sono luoghi vissuti quotidianamente per gioco, per svago per riposo, per incontrarsi e socializzare, soprattutto dall’utenza cosiddetta debole (bambini e anziani). La valenza turistica del territorio comunale è legata sia alla presenza del Lago d’Idro, ove vi sono alcuni campeggi , sia al territorio montano. La conformazione del territorio che dal lago si estende sino alla montagna, con una caratterizzazione di tipo paesistico–ambientale con elevata valenza, la quale ha determinato un utilizzo ed una fruizione anche dei servizi ai fini turistici, quali le aree verdi attrezzate, i servizi commerciali, i parcheggi e i percorsi ciclopedonali . Sebbene l’offerta del sistema del verde nel territorio comunale di Bagolino non soffra di particolari carenze, è opportuno rilevare l’assenza di aree attrezzate catalizzatori, quali quelle che dovrebbe possedere un comune di rilevanza turistica. Si tratta di aree caratterizzate da una dotazione di attrezzature che, sebbene quantitativamente più che soddisfacente, necessita un incremento e miglioramento complessivo delle attrezzature per il gioco e la sosta. In risposta a tale carenza il Piano dei Servizi individua nella zona del lungolago a Ponte Caffaro, oltre ad un’area contigua all’area a verde attrezzato già esistente destinata ad accogliere attrezzature a carattere sportivo e per il tempo libero e ricreativo, un’area a parcheggio, immediatamente prossima ed integrata alla struttura turistica esistente, e un’area con una pluralità di servizi di interesse pubblico e generale (punti di ristoro, ufficio informazioni, ecc.). Nella zona di Ponte Caffaro vengono individuate altre due nuove aree di previsione: nella zona ad ovest del cimitero esistente, situato a sud dell’abitato, sarà destinata ad accogliere una nuova struttura cimiteriale (ampliamento dell’esistente) e nella zona a sud del campo sportivo, situato sulla riva destra del fiume Caffaro, sarà previsto un nuovo impianto per la produzione di energia elettrica.

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PONTE CAFFARO

Impianto tecnologico di previsione

Ampliamento cimitero

Parcheggio pubblico di previsione

Verde attrezzato di previsione Attrezzatura commerciale di previsione

In funzione delle scelte di PGT che determinano un incremento insediativo, come apporto delle nuove aree residenziali di espansione, è risultato opportuno programmare a Bagolino un ampliamento e potenziamento delle aree a verde attrezzato e delle aree a parcheggio. Sono state, infatti, individuate alcune nuove area a verde attrezzato che andranno a coprire le zone più carenti e, in particolare, nella zona ad est dell’abitato di Bagolino sarà prevista una nuova area lungo via Siano, nella zona ovest ne sono previste altre due (una nelle vicinanze della confluenza di via Forno con via Pineta e l’altra lungo via Cimitero a completamento dell’area verde esistente)e, infine, a nord lungo la strada del Passo Maniva dopo aver attraversato il fiume Caffaro. Per il sistema dei parcheggi l’amministrazione comunale ha previsto alcune aree a parcheggio, soprattutto localizzati in prossimità del centro abitato e dei servizi pubblici: due nelle vicinanze della chiesetta degli Adamino, una su via Pineta (in prossimità dell’intersezione con via Forno), una su via

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Salvi (in prossimità dell’intersezione con via Brolo), una lungo via Forno di notevole dimensione anche in funzione delle previsioni di piano relative agli ambiti di trasformazione e del futuro impianto di risalita che agevolerà il collegamento tra via San Giorgio e via Forno e alleggerirà il carico veicolare procurato da residenti e da visitatori. Inoltre è previsto un parcheggio interrato al di sotto del parcheggio esistente in via Casale. Un altro progetto a cui l’Amministrazione Comunale guarda con particolare interesse è quello relativo alla nuova isola ecologica, lungo strada Romanterra, al fine di convogliare la raccolta differenziata del comune per lo smaltimento e il recupero di molti materiali.

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BAGOLINO

Verde attrezzato di previsione

Verde attrezzato di previsione

Parcheggi pubblici di previsione

Verde attrezzato Parcheggio di previsione pubblico interrato di Parcheggio previsione pubblico di previsione

Impianto Parcheggio tecnologico pubblico di di previsione previsione

In Val Dorizzo viene proposta la realizzazione di una nuova area pubblica destinata a parcheggio lungo la strada provinciale Crocedomini, in adiacenza all’ambito di trasformazione ATR15. Nelle aree adiacenti alla nuova area viene inoltre proposta la realizzazione di due nuove aree a verde attrezzato.

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VAL DORIZZO

Parcheggio pubblico di previsione

Verde attrezzato di previsione

14.14.2. Il progetto della mobilità

Il territorio necessita di interventi che potenzino il sistema delle connessioni ciclopedonali all’interno degli ambiti urbanizzati e di valenza ambientale che si estendono nelle aree extraurbane. La rete dei percorsi interna al territorio di Bagolino soffre dei problemi comuni a molte altre realtà urbane, e cioè della mancanza di continuità del sistema, dell’insufficiente trattamento delle intersezioni e dell’assenza di segnaletica di indirizzamento. Inoltre, data la sensibilità sempre maggiore per quanto riguarda il rispetto dell’ambiente, il territorio necessita di interventi che potenzino il sistema delle connessioni ciclopedonali all’interno delle aree considerate di valore naturale-paesaggistico, in continuità con quelli già presenti sul territorio, tramite la realizzazione di nuovi percorsi che valorizzano la fruizione del paesaggio. In questa direzione una parte consistente del Piano dei Servizi, nella sua componente progettuale, è costituita dalle proposte di articolazione della maglia dei percorsi ciclabili e pedonali, che si dettaglia nella:

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- progettazione di nuovi percorsi pedonali e ciclabili protetti, all’interno di un sistema in continuità tra territorio rurale e territorio edificato. I problemi legati al traffico, nonché una maggiore sensibilità ambientale, hanno orientato l’Amministrazione Comunale ed il PGT verso la previsione di nuovi tracciati ciclopedonali esterni al centro abitato sfruttando alcune strade campestri e sentieri, oltre che servirsi del naturale andamento dei corsi d’acqua come criteri base su cui appoggiarsi per l’individuazione della nuova rete.

Grande rilevanza ha il nuovo percorso che, a Ponte Caffaro, collegherà la zona del lungolago dove è presente l’area a verde attrezzato di futuro ampliamento con la zona a nord della stessa località fino al ponte sul fiume Caffaro, ove si collegherà con il corrispondente percorso esistente nel comune di Storo, passando sul lato sinistro del centro abitato e in fregio alla struttura cimiteriale. Inoltre è previsto a Bagolino un nuovo percorso ciclopedonale sul lato sinistro del fiume Caffaro che metterà in collegamento l’ambito urbanizzato più a nord, dove è presente la zona industriale, con la zona denominata “Selva”. Un ulteriore tratto di pista ciclabile previsto a Bagolino, in corrispondenza del punto in cui la strada da via Forno diventa strada di Romanterra, permetterà di collegare il tratto del percorso ciclopedonale esistente poco più a nord sulla sponda destra del Caffaro con l’abitato di Prada, passando poco più a sud della strada del Passo Crocedomini e proseguendo, in corrispondenza del ponte Prada, in direzione est-ovest lungo il lato sinistro del Caffaro, per poi riattraversare il fiume in corrispondenza del ponte Romanterra;

- progettazione di un nuovo percorso pedonale, per metterli in sicurezza rispetto all’ingente traffico di auto e mezzi pesanti. Si tratta nel dettaglio del nuovo percorso pedonale a nord di Bagolino, nelle vicinanze della chiesetta dell’Adamino, che collegherà i due percorsi pedonali già esistenti e faciliterà la connessione tra via Cimitero e via Mignano.

Nel complesso, la futura rete dei percorsi protetti si estende per circa 15,6 km, un dato che prende in considerazione tutte le tipologie di percorsi presenti o in previsione, sia urbani che extra-urbani con valenza ambientale. Il Piano dei Servizi pertanto consolida le politiche per le mobilità alternative a quella veicolare, nei tessuti urbanizzati come pure nell’attraversamento delle aree esterne. Rientrano infine nell’insieme degli interventi relativi al Piano dei Servizi, anche, l’adeguamento di vari tratti di viabilità mediante la riqualificazione di tratti per perfezionare l’accessibilità rispetto ambiti consolidati interni al centro storico (come è il caso di via San Rocco a Bagolino) e ambiti urbanizzati più isolati (come è il caso della strada di collegamento con località Cerreto), l’adeguamento di alcuni tratti a servizio delle attrezzature pubbliche esistenti (come è il caso dei via Lombardi, l’unica strada per raggiungere l’istituto comprensivo e alcuni servizi pubblici di Bagolino) e la realizzazione di nuovi

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Pagina 303 di 306 PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Bagolino DOCUMENTO DI PIANO – Relazione tratti, principalmente a Ponte Caffaro, per agevolare i collegamenti tra le strade interne all’urbanizzato e non far incanalare i veicoli solo sulle strade principali di attraversamento. E’ inoltre prevista la realizzazione di nuovo impianto di risalita tipo funicolare, che parte da via Forno e arriva vicino via San Giorgio (nel centro storico di Bagolino), allo scopo di superare sensibili dislivelli e di evitare il sovraffollamento delle aree a parcheggio nell’abitato nei periodi di eventi/feste. Tra gli altri progetti, spicca l’adeguamento del sistema della viabilità esistente attraverso il progetto di una strada alternativa alla strada di collegamento esistente per il Passo Maniva, in funzione del fatto che l’attuale strada nel periodo invernale non è agibile in quanto diventa parte integrante delle piste del comprensorio.

BAGOLINO

Percorso ciclopedonale di previsione

Percorso pedonale di previsione

Adeguamento viabilità in previsione

Adeguamento viabilità in previsione Impianto funicolare di previsione Percorso ciclopedonale di previsione

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PONTE CAFFARO

Adeguamento viabilità in previsione

Percorso ciclopedonale di previsione

Adeguamento viabilità in previsione

Adeguamento viabilità in previsione

VAL DORIZZO

Adeguamento viabilità in previsione

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Loc. GIOGO DEL MANIVA

Strada alternativa di previsione

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