Vicende Storiche Val Sabbia
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UGO VAGLIA VICENDE STORICHE DELLA VAL SABBIA DAL 1580 AL 1915 BRESCIA - 1955 UGO VAGLIA VICENDE STORICHE DELLA VAL SABBIA DAL 1580 AL 1915 SUPPLEMENTO ai 6 COMMENTAR1 DELL' ATENE0 DI BRESCIA D per il 1935 COL CONCORSO DELLA C FONDAZIONE UGO DA COMO D di LONATO COMMENTAR1 DELL'ATENEO DI BRESCIA Autorizzazione del Tribunale di Brescia N. 64 in data 21 gennaio 1953 Direttore Responsabile UGO VAGLIA - - - -- -- -- - - - - -- - -- - P- P TIPO - LITO FRATELLI GEROLDI BRESCIA - 1955 ALLA MEMORIA DI MIO PADRE Il Prof. Ugo Vaglia per l'alacre intelligenza, gli studi severi e la infaticabile cura di Segretario dell'Ateneo di Brescia è tra le personalità maggiormente apprezzate della intellet- tualità bresciana ma è anche amoroso illustratore della sua valle nativa. Egli, con nobile orgoglio e amorosa pazienza, va da tempo raccogliendone e documentandone le tradizioni, le vicende, gli istituti ed ha composto questa « Storia della Valle Sabbia dal 1580 al 1915 n la quale completa, con criteri, con- cezione e forme ben più rigorose e perspicue, le vecchie opere del Comparoni e del Riccobelli. Così ci appare in tutta la armonica interezza la vita della Valle agreste e operosa, dalle montagne aeree alle valli verdi e solatie, ai lindi paesi, al solingo placido Eridio. viva per l'affettuoso e fedele amore dei suoi figli sempre intesi a vin- cere la scarsa produttività del suolo colla tenace fatica e la parsimonia guidate dalla intelligenza chiara e dalla intrapren- denza coraggiosa. Virtù sacre le quali consentirono loro di superare le sventure e gli eventi fortunosi di anni agitatissimi e conservare la pura fede dei padri, il costume generato dal comune sacrificio merce il sentimento spontaneo e positivo di umanità con istituzioni e provvedimenti saldamente difesi dalla consapevolezza della unitu valligiana. Nell' avvicendarsi dei reggimenti, nelle ripercussioni, spesso rovinose e cruente delle storiche crisi esterne, il popolo valsab bino mantenne le proprie caratteristiche. malgrado le invasioni e le lotte combattute sulla storica via del Chiese, dimostrando sempre la propria anima desiderosa di ordine, di pace e di libertà. Saggiamente e acutamente il Vaglia prospetta la storia del progresso economico e industriale, le varie forme di produ- zione, di sfruttamento delle risorse naturali e del commercio, opportunamente collegate alle discipline ed agli studi di un costante proposito di elevamento e istruzione. Rievoca dal- l'ingiusto e sterile oblio i nomi, le azioni, le vicissitudini degli uomini egregi che meritarono fama e onorarono la valle cogli studi umanistici e religiosi, colla scienza, colle armi, colla carità benefica costruendo scuole e stabilimenti, conducendo imprese, erigendo santuari insigni per opere d'arte: sugge- stivi fiori dello spirito. L'Atene0 di Brescia pubblicando il lavoro del Prof . Vaglia col concorso della Fondazione Da Como, è certo di recare un importante contributo alla iniziativa, da tempo pro- mossa e sempre vagheggiata, di una completa, organica, moderna Storia della Terra Bresciana. Essa vuole col- mare una grave e sempre più sentita lacuna raccogliendo e coordinando il vastissimo materiale, gli studi e le monografie, costruendo in tal modo il più solenne ed eloquente monumento dell'eroismo patrio, del lavoro, della umanità, della gentilezza di sentire di questa nostra gente bresciana : blasone splendente nei secoli, imperativo del progresso per l'avvenire. In tale opera un posto d'onore deve essere assegnato alle tre valli, alle loro popolazioni, temprate dalle ardue montagne. che confluiscono alla città con spirito di scabra fierezza e di solida volontà operosa. Esse furono e sono tuttora ausilio, difesa e sprone nelle vicende del nostro destino. Tra esse la Valle Sabbia, nota e cara a tutti gli italiani non immemori giacchè in lei si svolsero, e vi partecipò appassionatamente, dal 1848 al 1918 le sante lotte dagli albori al compim*ento dell'unità d'Italia e al riscatto della terra trentina. Imprese che i fatui e gli inconsci possono definire soltanto romantiche ma che nella spontaneità entusiastica del sacrificio per la Patria sono e saranno sempre ammonimento per tutti. CARLOBONARDI PRESIDENTE DELL' ATENE0 DI BRESCIA SOMMARIO PARTE PRIMA ( 1580 - 1699 Cap. I - Ordinamento civile . pag. 15 Cap. 11 - Ordinamento militare . = 27 Cap. I11 - Visita di S. Carlo Borromeo . > 34 Cap. IV - Fabio Glissenti - Conseguenze della visita di S. Carlo » 41 Cap. V - La Madonna di Ono Degno . » 48 Cap. VI - La guerra di Mantova e le pretese dei conti di Lodrone . Cap. VI1 - La peste del 1630 - Padre Angelo Tavoldino di Vestone . Cap. VI11 - La chiesa di Bagolino . Cap. IX - La giurisdizione di Bagolino . Cap. X - Vertenze per i confini del Caffaro e di Collio V. T. Cap. XI - L'industria del ferro nel sec. XVII - I fratelli Franzoni Cap. XII - Crisi dei pannilana Uomini illustri e benemeriti del sec. XVII . PARTE SECONDA ( 1700 . 1800 Cap . I . La guerra di successione spagnola in Valle Sabbia . pag . 92 Cap. I1 . I buli del sec. XVIII . Tumulti popolari .... 100 Cap . 111 . L'assalto al mercato di Desenzano ...... » 107 Cap . IV . Industria e artigianato ........... >> 115 Cap . V . L'incendio di Bagolino . II mercato di Pian d'Oneda » 125 Cap . VI . Uomini illustri e benemeriti del sec. XVIII ... » 133 Cap . VI1 . Le chiese di Comero, di Savallo e di Levrange . » 139 Cap . VI11 . Truppe francesi e austriache in Valle Sabbia . » 144 Cap. IX . La controrivoluzione valsabbina ....... » 152 Cap . X . L'occupazione francese in Valle Sabbia .... » 157 Cap . XI . Vobarno e la Quadra di Montagna ..... » 161 Cap . XII . Gli Austro-Russi in Valle Sabbia ...... » 166 PARTE TERZA ( 1801 . 1915 Cap . I . I1 Governo francese in Valle Sabbia ..... pag . 174 Cap . I1 . I1 ritorno degli Austriaci . Prime reazioni al nuovo Governo ................... Cap . 111 . Guerra di popolo in Valle Sabbia nel 1848 ... Cap . IV . Conseguenze della guerra santa ....... Cap . T' . Lucio Fiorentini * La guerra del 1859 ..... Cap . VI . La guerra del 1866 . I1 contrabbando ..... Cap. VI1 . Le comunicazioni . La ferriera di Vobarno . Cap . VI11 . La Quadra di Gavardo .......... Cap. IX . La bonifica del Pian d'Oneda . Le fucine Glisenti a Lavenone .................. Cap . X . La centrale del Caffaro . L'industria elettrica in Valle Sabbia ................. Cap. XI . Risveglio economico . Angelo Passerini .... Cap. XII . Operazioni di guerra nel 1915 ....... Conclusione ................... Repertori .................... Bibliografia specifica ............... STEMMA DELLA VALLE SABBIA (1595) PARTE PRIMA (1580 - 16991 ORDINAMENTO CIVILE Una imponente roccia dolomitica, la corna di Mura, si innalza magnifica e tremenda intagliando nel cielo splen- didamente sereno l'irregolare profilo sul ciglione delle valli, che s'incontrano nella parete dei monti. Ora si leva in gu- glie acute, ora si rompe in forre paurose: ora torreggia con immensi cuniculi, ora si disegna in rupi merlate e in creste capricciose. Da questa roccia livida, che il prato e il bosco non riescono a raggiungere, lo sguardo scorge il tortuoso cammino del fiume Chiese dalle cui acque argentate si muo- vono e si sovrastano monti e cime sempre più 'elevate che seducono e affascinano per la continua varietà. Al basso biondeggiano le messi, nereggiano i grappoli, brillano piante cariche di frutta. Più in alto boschi ombrosi, torrenti irrequieti e minacciosi, laghi tranquilli con le rive fiorite di prati ove il verde si è fatto delicato e splendido. E' il panorama della Valle Sabbia, la più modesta delle valli bresciane, la cui popolazione, parca e laboriosa, non fu mai piegata dalle calamità di ogni genere: dal mal go- verno alle crisi economiche, dalla guerra alle epidemie, agli incendi; ma per impulso proprio cento volte risorse dalle rovine materiali e morali che l'affl'~ssero. U'n giorno il suo ideale politico e sociale era ben angu- sto e si restringeva a quello della indipendenza pagense: perciò fu sempre ribelle agli invasori e in lotta con gli stranieri. Ma non fu più ribelle da quando, stretta alla madre Patria, si intese italiana. L'ideale d'Italia salì allora dalla vallata fino a riempire il silenzio delle malghe, ove lo ripe- tevano i torrenti croscianti e i pini scossi dalla tramontana. Ai tempi in cui accaddero i fatti che danno inizio alla nostra narrazione, questa valle aveva un'estensione di circa 364 kmq. e misurava 20 miglia di lunghezza, sette circa di larghezza. In così piccolo spazio si raggruppavano dodici comunità : Bagolino, Anfo, Lavenone, Vestone, Pertica, Sa- vallo, Nozza, Barghe, Preseglie, Odolo, Agnosine, Bione che, complessivamente, contavano 3460 fuochi, 22 mila anime: delle quali utili 5090. Savallo o, come si nominava, l'università di Savallo, comprendeva i comunelli di Malpaga, Casto, Alone, Comero, con Famea, Auro e Briale, Mura con Olzano e Posico, di 700 fuochi, 4500 anime delle quali utili 800. La Pertica comprendeva i comunelli di Marmentino, in- corporato alla valle Trompia solo nel sec. XVIII, Lavino, Navono, Livemmo, Prato, Avenone, Forno d'Ono, Ono De- gno, Levrange e Presegno di 500 fuochi e 5 mila anime, delle quali utili 700 l. il) Savallo e Pertica bono nomi collettivi di località - come Lumez- zane, Marmentino, Le Giudicarie, ecc. - che ricordano la stmt- tura giarisdizionale delle popolazioni cenomane le cui impronte, non mai completamente cancellate, ritornano in voci nunterosis- sime, in usi e tradizioni locali. La leggenda delle Bone Femmine da Fusio che legarono i loro vasti possedimenti ai paesi valsab. bini, con testamento del 12 luglio 1002, si ricollega al mito delle Matrone che i Cenomani celebravano come numi custodi dei lari, dei campi, dei pagi. Su Le donne da Fusio cfr. l'articolo di Mon- signor Guerrini P. in La Voce Cattolica del 20 luglio 1940. Questi comunelli hanno sempre mantenuto una vita amministra- tiva indipendente e autonoma lino ai tempi di Napoleone che, per ragioni politiche ed amministrative, fa il primo a considerarli come frazioni di comuni montani. Nel 1811-1812 il paese di Prato era unito non con Livemmo, ma con Nozza e Vestone che forma- vano un comune solo retto dal sindaco Cappa Luigi di Nesea.