Civilta Bresciana 4-2007.Qxd
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TRIMESTRALE DELLA FONDAZIONE CIVILTÀ BRESCIANA Gli scacchi e il chiostro Atti del convegno nazionale di studi (Brescia, 10 febbraio 2006) A CURA DI ANGELO BARONIO Anno XVI - n. 4 dicembre 2007 Autorizzazione Tribunale di Brescia n. 4/1992 del 18.01.1992 Spedizione in abbonamento postale pubbl. inferiore al 50% ISBN 1122-2387 PROVINCIA DI BRESCIA COMUNE DI BRESCIA FONDAZIONE BANCA S. PAOLO DI BRESCIA Ubi - Banco di Brescia Gruppo Editoriale La Scuola - Morcelliana - Studium Gruppo ASM - Brescia Azienda vinicola La Rotonda Guido Berlucchi S.p.A. ABBONAMENTO ANNUALE € 25,00 ABBONAMENTO SOSTENITORE € 50,00 UN NUMERO € 10,00 La quota di abbonamento per l’anno 2008 può essere versata direttamente in Sede, oppure sul conto corrente postale n. 12648259 intestato a “Fondazione Civiltà Bresciana”, Vicolo S. Giuseppe 5, 25122 Brescia”, indicando la causale “Abbonamento rivista Civiltà Bresciana anno 2008”. In copertina: Brescia, monastero di San Faustino Maggiore, chiostro dell’abate, Putto con cornucopia (forse della mano di Antonio Callegari). Immagini dalla Fondazione di LUCIANO ANELLI Gli scavi tra piazzale Cesare Battisti, la vano anche una calda raccomandazione a salita al Castello ed il primo tratto di via rendere - a fine lavori - il più possibile San Faustino hanno messo in evidenza visibili i ritrovamenti. Compito, evidente- reperti storici di tale importanza e gran- mente, non facile; ma ciò sarà fattibile diosità (da una base quadrata di torre solo se si troveranno delle modalità esecu- difensiva medievale, alle magnifiche arca- tive non troppo invasive rispetto ai pro- te in medolo dei sovrappassi del Garza e di blemi della circolazione, di certo molto un ramo del Celato, fino al XIX sec., gradite alla maggioranza della popolazio- ecc…) che l'autorità politica - guidata dal- ne che - nei lunghi mesi dello scavo - e le pressanti indicazioni della Soprinten- sorpresa dopo sorpresa - ha mostrato un denza - ha saggiamente deciso di ruotare larghissimo interesse per i complessi la collocazione della stazione della metro- manufatti che aiutano a ricostruire men- politana da nord-sud a ovest-est, inva- talmente una porzione del volto storico dendo un buon tratto di Fossa Bagni. Le della città che sembrava difficile perfino indicazioni della Soprintendenza contene- da immaginare. Situazione degli scavi nel novembre 2006. Studi e ricerche ELIZABETH FREEMAN STORICO DELL’ARTE MEDIEVALE La tomba di Berardo Maggi a Brescia Per una rilettura del messaggio politico di un mausoleo episcopale all'inizio del Trecento* All’ingresso del duomo Vecchio di Brescia, chiamato la Rotonda, una tomba maestosa non può non suscitare l’interesse anche del visitatore più distratto. Eretta come monumento a Berardo Maggi, vescovo di Bre- scia tra il 1275 e il 1308, anno della sua morte, solo recentemente ha ricevuto l’attenzione che meritava per l’interessante iconografia e la ricercata fattura con cui è stata realizzata1. La precisa rappresentazione * Ringrazio il prof. Julian Gardner per la disponibilità e l’aiuto costante, come pure il prof. Gabriele Archetti per le puntuali indicazioni che mi hanno permesso di precisare il taglio e le finalità di ricerca; sono altresì grata a Il Circolo, Associazione culturale italiana di Londra che ha reso possibile il mio soggiorno in Italia. Le immagini usate provengono, per gentile concessione, dai Civici Musei di arte e storia di Brescia, da Gabriele Archetti e Julian Gardner, e dalla Conway Library, The Courtauld Institute of Art di Londra. 1 Lo studio più approfondito sulla tomba è di W. CUPPERI, Il sarcofago di Berardo Maggi, signore e vescovo di Brescia, e la questione dei suoi ritratti trecenteschi, «Annali della Scuola Normale di Pisa», s. IV, v. V, 2 (2000), pp. 387-438; è stata riletta in chiave storico-ico- nografico anche da J.-F. SONNAY, Paix et bon gouvernement: à propos d’un monument funé- raire du Trecento, «Arte medievale», s. 2a, II/4 (1990), pp. 179-193; e da M. ROSSI, L’im- magine della pace nel monumento funerario di Berardo Maggi, vescovo e signore di Brescia, in Medioevo: immagini e ideologie, Atti del Convegno internazionale di studi (Parma, 23-27 settembre 2002), a cura di A. C. Quintavalle, Milano 2005 (I convegni di Parma, 5), pp. 588-596, dove l’autore anticipa alcuni temi poi compresi nel lavoro di IDEM, La Rotonda di Brescia, Milano 2004, pp. 57-64. Il monumento è tuttavia troppo importante per essere stato preso in considerazione esclusivamente da storici dell’arte, come mostra il contributo di G. ARCHETTI, Berardo Maggi: vescovo di Brescia. Studi sulle istituzioni ecclesia- stici e sociali della Lombardia orientale tra XIII e XIV secolo, Brescia 1994 (Fonti per la sto- ria bresciana. Fondamenta, 2), pp. 471-498, a cui faremo principalmente riferimento; inoltre, IDEM, Immagine e memoria di un episcopato nell’iconografia del sarcofago Maggi (sec. XIV), in Scritti in onore di Gaetano Panazza, Brescia 1994, pp. 117-137. 8 E LIZABETH F REEMAN di un avvenimento storico in particolare, la cosiddetta «pace» tra guelfi e ghibellini del 1298, appare importante perché l’inclusione di un conte- nuto politico in una tomba episcopale italiana era senza precedenti2. Infatti, mentre il valore estetico del monumento è già stato considerato in passato dagli studiosi, in questo articolo metterò in evidenza come la sua raffinatezza concettuale e le caratteristiche stilistiche richiedano uno studio più approfondito, in grado di tener conto anche del contesto degli sviluppi civili del tempo, sebbene possano essere ricostruiti solo parzial- mente. L’indagine riesaminerà la figura di Berardo Maggi, la cui posizio- ne centrale all’interno della città lombarda e della diocesi bresciana han- no ispirato la concezione del suo monumento funerario, che ne viene a sua volta illuminato3. Per decifrare la codificazione culturale della tom- ba, citerò principalmente alcuni monumenti regionali e, occasionalmen- te, anche qualche importante elemento non italiano. Se la tomba di Berardo Maggi costituisce l’obiettivo principale della ricerca, essa non è però l’unico monumento ancora esistente che rievo- ca la vita di questo importante presule. Sarà opportuno soffermarsi pure sulla statua del Maggi seduto, ora collocata in Santa Giulia, Museo della città di Brescia, che merita un breve capitolo a sé. Si tratta di un’opera che illumina più le attività diocesane e lo status episcopale del pastore diocesano, sollevando quesiti che riguardano il suo ruolo spirituale all’interno della comunità agostiniana che è di grandissimo interesse perché ne mostra l’attività nel contesto locale. Considerate l’u- na accanto all’altra, al di là del rapporto immediato con la scultura coeva, la tomba e la statua possono aiutarci così a migliorare la nostra 2 Si veda infra, alla nota 18. 3 Non indugio su una lettura dettagliata del monumento perché i sopracitati studiosi l’hanno già fatto in modo esaustivo. Per la figura, l’opera e vita di Maggi si veda lo stu- dio monografico di ARCHETTI, Berardo Maggi; per un resoconto della vita cfr. anche P. GUERRINI, Cronotassi bibliografica dei cardinali, vescovi, arcivescovi ed abbati regolari di ori- gine bresciana dal secolo IX al tempo presente, «Memorie storiche della diocesi di Brescia», 25 (1958), pp. 1-72, a p. 24; G. ARCHETTI, Berardo Maggi, in Uomini di Brescia, a cura di F. Balestrini, Brescia 1987, pp. 114-148; dettagli dell’episcopato si possono anche rica- vare da F. UGHELLI, Italia Sacra sive de episcopis Italiae et insularum adiacentium, Venetiis 1719, col. 550; inoltre, P. GUERRINI, Parentele viscontee a Brescia, «Archivio storico lombar- do», LXVI (1929), pp. 96-108 [ora ristampata in Pagine Sparse, III, Brescia 1984], specie sulle origini della famiglia di Maggi, cfr. soprattutto le pp. 96-98. L A TOMBA DI B ERARDO M AGGI A B RESCIA 9 conoscenza del periodo in cui il Maggi, evolvendosi, ha operato. È nostra viva speranza che lo studio di questi monumenti e della figura che essi commemorano susciti maggiore attenzione sulla scultura funeraria episcopale, finora largamente trascurata nei resoconti degli storici dell’arte medievale4. La tomba monumentale in duomo Vecchio La tomba di Berardo Maggi è un monumento imponente che può essere inteso come una testimonianza eloquente della rilevanza del prelato. Maggi, che mantenne la carica di vescovo di Brescia dal 1275 fino alla morte, proveniva da una potente famiglia aristocratica locale, e, secon- do un’usanza comune, venne seppellito nel Duomo dove aveva opera- to5. Durante la sua lunga carriera, raggiunse una posizione influente nell’ambito della politica comunale cittadina, dove si muoveva con com- petenza e abilità. È probabile, tuttavia, che la sua tomba sia stata fatta costruire appositamente dal fratello Matteo, mentre possiamo solo sup- 4 È chiaro che esistono numerosi studi di tombe individuali e rimane una questione con- troversa se la tomba episcopale debba essere considerata un genere, distinto dai monu- menti funebri di altri ecclesiastici. Non è comunque un argomento da trattare in questa sede. Per gli studi monografici si vedano, per esempio, G. KREYTENBERG, Das Grabmal für den Bischof Ranieri Ubertini,inArte d’Occidente. Studi in onore di Angiola Maria Romanini, Roma 1999, pp. 553-562; F. SCHWARTZ, Die Memoria bei den Fratres. Das Grabmal des Fra Aldobrandino Cavalcanti und ein dominikanischer Typus für Bischofsgramäler, in Grabmä- ler. Tendenzen der Forschung an Beispielen aus Mittelalter und früher Neuzeit, a cura di W. Maier, W. Schmid, M. V. Schwarz, Berlin 2000, pp. 201-229; K. BRUSH, The Tomb Slab of Archbishop Siegfried III von Eppstein in Mainz, in Grabmäler, pp. 33-50; J. GARDNER, The Tomb of Bishop Peter of Aquablanca,inHereford Cathedral, Medieval art, architecture and archaeology at Hereford, «British Archaeological Association Conference Transactions», 25, Leeds 1995, pp. 105-110; di interesse anche vari saggi in Memory and the Medieval Tomb, a cura di E. Valdez del Alamo, C. Stamatis Pendergast, Aldershot 2000. 5 Ciò divenne una prassi comune. Se si pensa a Bartolomeo Querini vescovo di Trento († 1307), Jacopo Morosini vescovo di Torcello († 1351) e ai due vescovi di Como, Giovan- ni degli Avogadri († 1298) e Bonifacio da Modena (morto nel 1352).