Akhtamar Numero

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Akhtamar Numero 1 Anno 9, Numero 173 on line 1 febbraio 14—XCIX M.Y. Akhtamar Nikol Duman Storia di un maestro che non volle arrendersi, storia di un armeno che volle farsi eroe. online LA COERENZA DEGLI EROI Figlio di un prete. Accade dello straniero. Divengono alla scuola diocesana di spesso così. Gli eroi, i com- attivisti, militanti, poi im- Shushi, comincia a girare battenti armeni del secolo bracciano il fucile per per il Caucaso settentrionale scorso nascono e crescono difendere ciò che è più insegnando nelle scuole in famiglie dove la fede sacro, la libertà del popolo. armene. cristiana e l’amor patrio si Nikol Duman (1867-1914) Poco alla volta affianca fondono indissolubilmente. appartiene a questa cate- all’insegnamento il lavoro Storie di uomini che, ad un goria. politico presso le comunità certo momento della loro Anno dopo anno si rende armene. vita, decidono che non pos- conto che la vita “normale” Dopo l’esperienza al nord il sono più rimanere soggetti è troppo stretta per la sua giovane insegnante si passivi a guardare i fratelli armenità. spinge a sud, nella persiana che soffrono la tirannide Diplomatosi a venti anni Tabriz ... ( segue pag.2) WWW.COMUNITAARMENA.IT Sommario La coerenza degli eroi: Nikol Duman 1-2 Sessanta anni di gloriosa storia 3 Bollettino interno Pagina Armena 4 La voce dell’Artsakh 5 di È morto il maestro Gharabekian 6 Qui Armenia 6 iniziativa armena Un sorriso prima di morire 7 Akhtamar 2 Akhtamar on line dove diviene membro attivo della Federa- Sul campo di Khanasor gli armeni scon- zione Rivoluzionaria Armena. figgono i nemici ed impartiscono loro una Furono i massacri hamidiani di fine secolo dura lezione. a convincere definitivamente Nikol Ter- Nel 1897 Duman si trasferisce a Baku. Hovhannisyan a dedicarsi alla causa arme- Anche lì non mancano aggressioni e po- na con ancor più slancio del passato. grom a danno delle comunità armene ed il Abbandona le cattedre e imbraccia il mo- 6 febbraio i massacri nei sobborghi indu- schetto. striali della città raggiungono il loro apice. Giunge a Van nel 1896 guidando un pu- Duman organizza l’autodifesa: predispone gno di uomini. Sono anni difficili, la scure tattiche e fornisce utili consigli ad una hamidiana si sta abbattendo con ferocia popolazione impreparata a fronteggiare sulle genti armene. a van cinquecento tali aggressioni. Verrà soprannominato “il armeni inermi vengono ammazzati dalle salvatore degli armeni di Baku”. Il museo Nikol Duman bande curde. Nikol corre a spalleggiare i La sua militanza lo porta a correre in ogni confratelli della cittadina sul lago. luogo dove gli armeni sono minacciati. Va Nel villaggio di Ghshlagh (Tsaghkashat), Ma l’operazione di resistenza va male: la a Erevan e poi in Nakhchivan ed in ogni regione di Askeran del Nagorno karabakh, casa nella quale si è acquartierato viene luogo organizza e prepara la difesa degli è stato creato nel 2004 (90° anniversario assediata da gruppi di curdi che appiccano armeni. Il suo motto è “cinque turchi per della morte) un museo dedicato a Nikol un incendio all’abitazione. ogni armeno ucciso”; e si fa rispettare… Duman. Riesce tuttavia rocambolescamente a fug- È inseguito anche dalla truppe zariste e nel Esso è ospitato ed organizzato in un com- gire con i suoi compagni suscitando la 1908 si rifugia a Costantinopoli, nel 1910 plesso di vecchie abitazioni ottocentesche meraviglia e l’ammirazione degli assalitori partecipa a Copenaghen ai lavori dell’In- in pietra che riproducono fedelmente, nel che mai si sarebbero immaginati tale esito. ternazionale del partito ARF Dashnak loro arredamento e nel materiale espositi- Da quel giorno Nikol Ter-Hovhannisyan dove diffonde un opuscolo dal titolo “Il vo, una tipica a casa armena dell’epoca. Il diviene per tutti “Duman” (“ fumo” ). progetto di autodifesa di una Nazione”.Nel visitatore viene catapultato nell’atmosfera E lui organizza la vendetta. Il 10 agosto, 1913 ritorna in Transacaucasia. familiare di fine ottocento/inizio novecen- trecento volontari armeni, guidati da Var- La sua vita, fatta di lotta e privazioni per to in Artsakh. tan mehrabian, ricevuta la benedizione del la battaglia in difesa del popolo armeno, Non esiste una datazione certa della co- prete, attraversano il confine turco persia- ne risente. struzione dell’edificio: tuttavia una iscri- no all’altezza dei monti Araul dove, nella Duman si ammala di tubercolosi. Si trasfe- zione su di un muro riporta che lavori di piana, insistono un centinaio di accampa- risce nel sanatorio di Mineralnye Vody. completamento furono eseguiti nel 1912 menti di curdi Mazrik. Nel frattempo scoppia la guerra, gli otto- dai genitori dell’eroe. mani si accaniscono contro gli armeni, La casa museo è articolata in quattro se- cominciano le prime deportazioni. Nikol zioni: tutto il primo piano dedicato a Nikol sente la vista sfuggirgli, sente che mai più Duman (con foto, oggetti personali, anche potrà correre in difesa dei fratelli armeni. delle armi usate dall’eroe), la riproduzione Piuttosto che spegnersi lentamente decide di un tradizionale soggiorno di fine dician- di porre fine alla sua esistenza con lo stes- novesimo secolo, una stanza di vita fami- so spirito che aveva contraddistinto la sua liare e alcuni ambienti pertinenziali (dalla militanza. Si spara alla testa il 27 settem- cantina all’angolo del tonir). Tutta la strut- bre 1914. Una folla enorme segue i suoi tura, sia al chiuso che all’aperto, è elegan- funerali a Tbilisi e lo accompagna al temente ed ordina-tamente disposta. Il Pantheon armeno, sepolto tra gli eroi. museo è aperto ogni giorno dalle 9 alle 18, l’entrata è libera. Contributi sono ben PANTOFOLE E MOSCHETTI La storia di Nikol Duman appartiene ad un passato che non può ritornare più. Altri tempi, altri scenari, impensabili oggi. Allora per sostenere la causa del proprio popolo non vi erano molti strumenti a disposizione: la carta stampata aveva una diffusione limitata e circoscritta solo a colo che sapevano leggere, non c’erano radio, televisione e neppure ovviamente internet… Così, spesso, l’unico modo di farsi sentire era proprio quello di resistere con le armi alla prepotenza del nemico. Ma oggi, per fortuna, i tempi sono cambiati. Gli “eroi” (virgolette obbligatorie!) moderni sono tutti coloro che si battono per la causa con gli strumenti che il mondo moderno mette a disposizione; sono coloro che non si limitano a scuotere il capo ed alzare le spalle ma si danno, in un modo o nell’altro, da fare. Sono coloro che non si rassegnano, che dedicano buona parte del loro tempo a far sentire più forte la voce armena, ciascuno come può e quanto può. Sono coloro che non appartengono alla categoria dei disfattisti, dei menefreghisti, dei pantofolai. Sono coloro che scrivono, scendono in piazza, tengono conferenze, mandano lettere ai giornali, intervengono attivamente laddove è necessario. Quelli che non si vergognano di essere armeni, che ad un amico o anche ad un estraneo sono pronti a raccontare la storia di una nazione. Sono i preti che scendono in prima linea in mezzo al loro popolo, che non hanno vergogna a sentirsi armeni e parlare di politica, che non si limitano al loro officio religioso ma concepiscono lo stesso anche come una missione nazionale, che non trasformano le loro chiese in semplici parrocchiette ma hanno il coraggio di esporsi in prima linea. Sono i ragazzi, i figli, i nipoti, che vogliono scoprire la propria armenità che non è “una cosa da vecchi” ma qualcosa che ci sta dentro, ci appartiene, è indissolubilmente legata a noi. ANNO 9, NUMERO 173 Pagina 2 3 Akhtamar on line Casa Armena: sessanta anni di gloriosa storia Il 28 dicembre la storica istituzione ha compiuto sessanta anni: ma ora più che mai non basta cullarsi sugli allori del passato ma costruire il futuro Il 28 dicembre 1953, il notaio Giancarlo Caesaris ufficializzava la costituzione dell’Associazione “Casa Armena” redi- gendo lo statuto della stessa. Possiamo dunque considerare tale data il punto di partenza di una istituzione assai cara a tutti gli armeni italiani ed in partico- lare a quelli milanesi che nella prestigiosa sede di piazza Velasca hanno dato vita ad importanti iniziative comunitarie e cultu- rali che hanno contribuito a rafforzare il legame con la città e le sue istituzioni (civili e religiose). Casa Armena è stata, ed è, un punto di riferimento fondamentale, uno spazio fisico che si è trasformato in breve tempo in un volano di iniziative che hanno potuto essere allestite anche grazie all’esistenza dell’appartamento in Torre Velasca, a due passi dal duomo. La storia di Casa Armena ( Hay Dun ) prende idealmente avvio con i primi passi della piccola comunità armena meneghina, centrale della città facilmente raggiungibi- tata solo al fine settimana, da ultimo si sorta nel primo dopoguerra; quella che le da tutti. Si susseguirono riunioni, si passò al servizio dei volontari. allora si chiamava “Colonia armena” era prospettarono diverse soluzioni, cominciò Nei suoi sessanta anni di attività Casa composta da poche famiglie ma già molto la necessaria raccolta fondi. Armena ha visto Katolikos, cardinali, attive nell’accoglimento dei connazionali “Hay Dun” nacque quindi alla fine del scienziati ed artisti di fama internazionale, scampati al genocidio. 1953 e la relativa associazione si costituì poeti e scrittori, accademici e ricercatori di L’attività che ruotava intorno alla con finalità prevalentemente culturali, livello mondiale; ma anche politici (armeni “Colonia” (poi ribattezzata “Comitato laica e apolitica, autonoma rispetto ad ed italiani) ed ambasciatori. armeno d’Italia”) rese sempre più evidente altre organizzazioni presenti nella comuni- Negli anni settanta fu allestita addirittura la necessità di acquisire uno spazio fisico tà stessa. una compagnia teatrale (“Il teatro dei gio- che permettesse di realizzare le attività Lo spazio fisico conquistato necessitava vani”) che diede con successo rappresenta- programmate.
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